Non lasciarmi andare via

di LunaBlu Noir
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di baci e di fantasie ***
Capitolo 2: *** Non voglio perderlo ***
Capitolo 3: *** Malata di te ***
Capitolo 4: *** Vendetta e dolore ***
Capitolo 5: *** Neve ***



Capitolo 1
*** Di baci e di fantasie ***


 



Mi basterebbe un bacio,
rubato da te
sentendomi la notte urlare nella testa.
Mi basterebbe un bacio,
per spegnere il rumore
e non aver paura del buio intorno a noi.
Mi basterebbe un bacio–Ilaria D'Amore




« Sta zitto Ron! » disse la ragazza chiudendosi la porta alle spalle.
Innervosita e stanca se ne andò, era la rabbia a dominarla e di certo non voleva altre discussioni.
L'anno scolastico alla Hogwarts era iniziato ormai da tre mesi, il sesto, e da tre mesi  era iniziata la sua storia con Ron.
Ma lei era già stanca di lui perchè era cambiato, non era più come prima.
Da quando Ron era diventato il suo compagno qualcosa era cambiato in lui, o è sempre stato così e lei non ha potuto vederlo prima, perchè prima era solo una sua semplice amica e non ne ha avuto il modo.
Odiava quella parte di Ron che la rendeva un oggetto, odiava quando ogni notte la chiamava per soddisfare i suoi bisogni, non che non l'avesse mai accontentato, ma ora ne era stanca, e odiava l'espressione di lui ai suoi rifiuti.
Lei aveva tenuto così tanto a Ron che l'idea di perderlo era orribile, ma non riusciva a vedere più il buono in lui.
A volte vorrebbe usare il suo giratempo per poter tornare indietro e far rimanere lei e Ron solo amici, perchè quel Ron le manca da morire.
Poi però a volte la sua rabbia nei suoi confronti è tale che non riesce nemmeno a guardarlo negli occhi.

                                              __________________________________oOo__________________________________


Scesi velocemente le scale e raggiunsi la biblioteca, il posto dove mi rintano a leggere in momenti come questo.
Mi misi a cercare tra gli scaffali polverosi e ne cacciai un manuale per pozioni avanzato e mi sedetti a un tavolino.
Volevo leggere e svuotare la mente.
« Ehi Hermione, anche tu studi per la verifica di lunedi? » sentii chiedere alle mie spalle, era Harry, sorrisi, ero felice di sentire la sua voce, di parlargli e sentirmi meno sola.
« Siediti qui, forza, ripassiamo insieme » gli dissi con un piccolo sorriso, anche se la sua presenza non bastò  a schiarire il mio umore.
« Credo mi serva  un pò di aiuto, potremmo studiare insieme anche domani? » chiese imbarazzato e io annuii, mi faceva piacere passare del tempo con lui.
Cominciammo a studiare, eppure non riuscivo a concentrarmi, avevo la testa da un'altra parte...
« Hermione, come va? Non mi sembri stare molto bene » disse Harry, lui è il mio migliore amico e mi sa decifrare meglio di chiunque altro, a volte bastano pochi sguardi per capirci.
Mi sentivo proprio a terra, non potevo negarlo.
Poggiai la mia testa sulla sua spalla e cominciammo a guardarci negli occhi.
Avevo bisogno di un contatto fisico, di sentire il calore di un corpo sul mio, di non sentirmi sola almeno per un pò.
I suoi occhi verdi mi scrutavano interdetti, erano meravigliosi, non mi allontanò, anche se sembrava imbarazzato.
Mi sentivo meglio, rassicurata nell'incavo del suo collo, ne avevo bisogno.
Realizzai che ero a pochi centimetri dal suo viso, così pallido, così caldo, mi avvicinai alle sue labbra, volevo sentire il loro calore, il loro sapore, volevo sentirmi amata.
Da dolce e casto, il bacio si trasformò in passionale ed intenso, mi misi a cavalcioni su di lui mentre mi teneva per i fianchi, anche lui voleva quel bacio, lo percepivo.
Poi però capii cosa stavo facendo, stavo baciando Harry Potter, il mio migliore amico!
Mi staccai così bruscamente da lui da cadere sul pavimento marmoreo.
Ero paonazza in volto, le labbra mi bruciavano e riuscivo a respirare a malapena.
Harry mi guardava incredulo ancora seduto, anche lui sembrava sconvolto da quello che era appena successo.
Ci guardavamo negli occhi in un modo così intenso che non saprei descriverlo, ma l'atmosfera si era fatta così pesante che non riuscii più a sopportarla, così fuggii.
Corsi più veloce di un treno, senza meta, senza volermi fermare.
Corsi finchè le gambe non mi cedetterò e finchè avevo aria nei polmoni, finchè non crollai a terra stremata.
Tentai di non pensare a quello che era successo ma le immagini e le sensazioni che avevo provato continuavano una dopo l'altra nella mia testa, eppure non riuscivo a sentirmi in colpa, era stato così intenso, così vivo.
Al solo ricordo sengivo un brivido freddo lungo la schiena, ma mi punii mentalmente per quello che stavo pensando, non volevo perdere anche lui, come Ron.


Note: che ne pensate?
Se vi è piaciuto almeno un pochino recensite. So che è corto, ma i prossimi saranno più lunghi.

 


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Capitolo 2
*** Non voglio perderlo ***


No, non fingere di stare già...già bene.
Di colpo non si può dimenticare
niente di così profondo e intenso, o almeno penso.
La notte–MODÀ

Quando Hermione si svegliò sentì un peso sullo stomaco, quel tipo di peso che tutti, almeno una volta nella vita abbiamo provato. Ma Hermione lo conosceva bene, più di chiunque altro era diventato il suo migliore amico, la solitudine.
Poi Hermione si sentiva anche innervosita. Odiava quando faceva azioni dettate dall'istinto, dall'impulsività, non sopportava quando non agiva senza pensare alle conseguenze, a quello che poteva succedere. Perchè sapete, Hermione aveva il difetto o il pregio, dipende dalle persone, di programmare ogni secondo della sua vita, persino quello che diceva, che decideva di ascoltare, perchè non voleva più pagare lo scotto di rimanere impreparata al dolore
E ieri Hermione non aveva pensato alle conseguenze di quel bacio e perciò aveva paura, paura di essere ancora più sola di quello che già era, di perdere anche Harry.
Eppure Hermione non riusciva a pentirsi di quel bacio, perché per quei pochi secondi il suo cuore aveva smesso di sanguinare, aveva smesso di soffrire e pagherebbe con tutto quello che ha per la possibilità di sentirsi ancora così. Avrebbe potuto?
Lei non lo sapeva, ma qualcosa si accese negli occhi di Hermione, qualcosa di piccolo, una luce tanto piccola da poter essere spenta con un soffio, ma c'era, era speranza, finalmente aveva qualcosa per cui alzarsi la mattina.
La ragazza si alzò dal letto e prese la sua divisa scolastica ben piegata dall'armadio che indossò dopo una veloce doccia. Poi prese una matita nera abbastanza consumata e la applicò sull'occhio con più precisione del solito, per una volta voleva sentirsi bella.

Scesi in sala grande a fare colazione e come al solito mi sedetti accanto a Ron e Harry.
« Hermione, finalmente sei scesa! » disse Ron mentre si rimpinzata con una grande fetta di torta alla zucca e una frittata con bacon.
Hermione lo guardò disgustata dall'accostamento scelto dal ragazzo.
Mentre Harry non proferì parola, non alzò nemmeno lo sguardo dal suo piatto ancora intonso. Cosa che mi ferì, anche se non sapevo bene il perché.
« Me la sono presa con comodo » risposi prendendo anch'io una fetta di torta.
« Non ho dormito bene e sono stata più lenta del solito » aggiunsi.
« Hermione, dopo devo parlarti, ok? » disse il rosso con aria seria ed io annuii, anche se non avevo idea cosa avesse da dirmi.
« Harry, ma che hai? Il gatto di Gazza ti ha mangiato la lingua, non hai detto una parola! » si lamentò Ronald.
« Ron è la terza volta che me lo dici, potresti lasciarmi in pace! » disse innervosito Harry per poi alzarsi ed andarsene.
Si comportava così per ieri, per colpa mia, ne ero convinta.
Mi alzai, volevo coglierli dietro ma Ron mi bloccò il braccio.
« Hermione, ora che siamo rimasti soli, volevo dirti delle cose » disse Ron come se non fosse successo niente.
« Ma Harry...insomma è scappato così, potrebbe essergli successo qualcosa! » dissi per convincerlo a farmi andare, volevo parlargli e chiarirmi con lui.
« Nah, è da ieri che si comporta così, è solo un pò teso » rispose il rosso indicandomi la sedia per farmi sedere di nuovo.
« Va bene. Cos'hai da dirmi? » chiesi arrendendosi, sapevo che finché non mi avesse detto quello che voleva dirmi non mi avrebbe lasciato andare.
« Herm, volevo chiederti scusa per ieri » disse poggiando la sua mano sinistra sulla mia gamba.
« Lo dici sempre » dissi spostando innervosita l'arto.
« Ma stavolta sono sincero, credimi. Se la prossima volta non vorrai, beh...non ti obbligherò a fare nulla che tu non vuoi. Anche se sinceramente credo di non averti mai obbligato in niente, no? » chiese lui alzandomi il mento portandomi il viso nella sua direzione.
Lo guardai intensamente, soffermandomi su i suoi occhi scuri così familiari, ormai ne conoscevo ogni piccola sfumatura.
« Mi perdoni? » chiese poi con un piccolo sorriso in volto, come se già gli avessi risposto, e positivamente.
Io annuii flebilmente, non potevo dire di no, non potevo lasciarlo, lasciare Ron, che è stato il mio migliore amico per sei anni, nonostante tutto non potevo perderlo.
« Lo sapevo, lo sapevo che avresti capito! » gridò vittorioso il rosso, per poi avvicinarsi al viso della ragazza dalla chioma mossa.
Voleva un bacio e appena io lo capii mi allontanai bruscamente da lui.
« Non qui! » gli dissi paonazza in volto, ma a bassa voce per non farmi sentire da altri.
« Ehi, Ronald, ti ha mollato la ragazza, non vuole più darti i bacetti?» disse ironico Draco al tavolo dei serpeverde, generando una risata in tutta la sala, non mi ero mai sentita più imbarazzata.
« Sta zitto Malfoy! » rispose stizzito Ron.
« Andiamocene Hermione! » aggiunse poi il rosso e proprio in quel momento suonò la campanella dell'inizio della prima ora scolastica, così mi alzai e accompagnata da Ron raggiunsi frettolosamente L'aula di Difesa Contro Le Arti Oscure.
Entrata in aula cercai subito con lo sguardo Harry, ma non c'era, forse era in ritardo, o forse aveva avuto un contrattempo, ma sarebbe venuto, insomma, non era da Harry perdere una lezione.

Hermione tentava di convincere se stessa, sapeva che quel ritardo era voluto, e questo non fece far crescere l'ansia nella ragazza.

Nonostante fossi molto preoccupata non volevo perdere nemmeno un secondo di quella lezione, anche se fui molto più silenziosa del solito.
Il professor Piton mi ha sempre messa un pò in soggezione, ma ci tenevo a mostrarmi sempre preparata e ben sicura di me, odiavo sembrare spaventata e spaurita, almeno esteriormente dovevo sembrare forte.
Hermione rinvenì dai suoi pensieri quando la voce intimidatoria del professore la chiamò.
« Signorina Granger, dov'è la sua pergamena!? » disse per la seconda volta ancora più innervosito.
« Cosa?.. Pergamena? » dissi confusa.
« I compiti per oggi, Signorina Granger, quelli che ho assegnato ieri » disse con la lentezza che si riserva ad un bambino, facendo scaturire una risata generale, cosa che mi fece innervosire non poco.
Poi realizzai di non avrei fatti! Il giorno prima ero scesa in biblioteca per studiare ma dopo quello che era successo...beh, ero scappata via e i compiti mi erano passati di mente.
La riccia arrossì violentemente e non rispose, non aveva idea di cosa dire.
« Allora? » chiese esasperato il professore.
« Credo di non averli svolti » dissi con un sussurrò impercettibile, non avevo il coraggio di dirlo.
« Alzai la voce Signorina Granger! » gridò innervosito Piton, io lo guardai con un occhiata di odio per poi ripetere la frase.
« Non ho svolto i compiti » e a queste parole le risate si arrestarono all'istante.
« Bene, meno dieci punti al Grifondoro » tuonò il professore ed io sgranai gli occhi, dieci punti! Erano fin troppi a mia opinione.
Hermione passò il resto dell'ora in silenzio, si era già umiliata umiliata abbastanza.
Quando la campana della fine dell'ora suonò Hermione si alzò all'istante, pensierosa, Harry non si era presentato e lei era sempre più preoccupata.
Raccolse gli ultimi libri, l'aspettava un'ora di Divinazione e lei odiava quella materia, la considerava insensata e priva di qualsiasi fondamento.
Non le piaceva l'idea di perdere tempo lì dentro mentre aveva così tanti grilli per la testa.
No, non potevo andarci, non ora, doveva trovare Harry e parlargli. Non poteva credere a quello che stava per fare, mollare una lezione per girovagare nel castello, ma così comunque non sarebbe riuscita a seguire.

Mi dispersi tra la folla fino a sgattaiolare via. Perlustrai l'alloggio dei Grifondoro, la Sala Grande, le aule che a quell'ora non venivano utilizzate, il giardino, ero esasperata, fino a che non raggiunsi la biblioteca, e fu proprio lì che lo trovò Harry, seduto nello stesso identico punto in cui era seduto con me.
Sentii il cuore battermi spupazzata, trovarlo lì è stato davvero...insomma, mi colpì. Certo ero felice di averlo trovato, ma in quel momento stava sopraggiungendo la paura, di come affrontare il discorso, paura che il nostro rapporto si fosse incrinato, troppa paura e tutta in una volta.
Guardai per un ultima volta i suoi occhi verdi, come...no, non c'era niente da paragonare a quegli occhi meravigliosi e iniziai a correre, mi sentii una codarda, ma non ci riuscivo, non riuscivo nemmeno a immaginare l'idea di parlargli del...di quello che era successo il giorno prima.
« Hermione! » sentii chiamarmi all'improvviso, da una voce che conoscevo ormai da più di sei anni, mi voltai all'istante.
« Harry » dissi in un misto tra l'imbarazzata e il sollevata. Probabilmente mi aveva sentito correre.
« Perché non sei a lezione? » chiese stupito, percorrendo il corridoio per avvicinarsi a me.
« Io...io cercavo te » dissi tremante, dopo si susseguirono alcuni secondi di un imbarazzante silenzio, così presi coraggio e cominciai a parlare.
« Harry, tu sei importante per me, anzi, sei diventato una delle persone più importanti della mia vita e non voglio perderti. Oggi ho visto come ti sei comportato, la tua assenza alle lezioni e ho capito che era colpa mia, di quello che è successo ieri e...se questo servisse a far tornare tutto come prima e a farmi guardare di nuovo negli occhi, dimenticalo, dimenticalo, ma per favore...» parlavo con foga, senza fermarmi, finché lui non mi interruppe.
« Hermione, è tutto ok, non parliamone più » disse sereno ed io presa dalla foga lo abbracciai, ne ero felicissima, non l'avevo perso.
« Ti voglio bene Harry » dissi fra le sue braccia, e fui travolta dalla verità della mia frase, capii che il mio affetto per lui andava oltre la semplice amicizia, era molto più intenso, e per ora indefinito, ma doveva essere così, perché scoprire che quello che provo per Harry è...beh, la mia vita è già troppo complicata.
Comunque da quel giorno mi sentii meno sola.
« Anche io » mi sussurrò all'orecchio. Sapevo che era vero.



Note: Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.

Poi vorrei ringraziare alcune ragazze che mi stanno accompagnando nel tortuoso cammino delle FF partorire dalla mia pazza mente ;-)
Keep Calm e Crookshanks_2007 per aver recensito,
furaibo, Marika Silente, Wounded–Lonely , Darkdubhe e Gatta 12 per aver inserito la mia storia tra le seguite e...
I am a Weasley per aver inserito la mia storia tra le preferite. Grazie ragazze <3 <3 Ps: ho appena scoperto di aver scritto per sbaglio Rinaldo invece che Ronald, mi scuso, ho appena corretto. Perdono:-( Poi dovrete aspettare un pò per il prossimo capitolo perché parto per la mia settimana di vacanze

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Capitolo 3
*** Malata di te ***


Capitolo 3

Malata di te
AVVERTENZE: La lettura del capitolo è consigliata a un pubblico di anni maggiore ai 15



Cancello con i tuoi occhi le mie fragilità,
  Rivivo nei tuoi sensi le voglie, la paura,
l'istinto di chi poi non se l'immagina.
La bellezza di chi ride e volta pagina.
Amami–Emma Marrone                                                                                                                                                                                                       





Corsi, non potevo lasciarlo andare, allora accellerai ancora di più.

« Harry! » urlai, così forte, quasi da stracciarmi le corde vocali.

Lui non si voltò, sembrava non sentirmi, così mi parai davanti a lui, era meraviglioso, stupendo, solo che al posto dei suoi stupendi occhi verdi che ogni volta li guardavo mi sentivo morire tanto sono belli, c'erano due pozzi neri e scuri, come la notte. Che facevano trasparire sofferenza.

« Devi smetterla di evitarmi! » dissi io riuscendo a respirare a fatica dopo la corsa appena fatta.

« Non ci riesco, Hermione non riesco a stare con te se l'unica cosa che voglio è...» ma non lo lasciai finire che mi impadronii delle sue labbra vogliosa, era da giorni che lo immaginavo e non volevo più fare finta di niente.

Le sue labbra mi risultavano più fredde del solito ma continuai a baciarle, sembravano così perfette in quel momento, così sensuali, lo volevo, in quel momento volevo il suo corpo sul mio, sentire il suo calore. Mi sentivo avvampare il basso ventre e non smettevo di gemere di piacere nemmeno un secondo.

Gli sfilai la camicia, bottone dopo bottone, baciando e mordicchiando ogni parte di lui che scoprivo e pressavo il mio corpo contro il cavallo dei suoi jeans.

Avevo caldo troppo e dopo poco mi ritrovai completamente nuda come lui del resto mentre toccavo in modo ossessivo la parte più intima di lui ormai completamente eretta.

« Prendimi Harry, ti voglio! » gridai, mi facevo schifo da sola sembravo un mostro che manovrava una marionetta inerme ma lo volevo così feci tutto da sola  permettendo di farlo entrare in me e spingendo come una dannata mentre il mio cuore ardeva senza capire se di sofferenza o di desiderio.

« Harry ti prego! Prendimi, toccami! » dissi fra le lacrime che avevano cominciato a sgorgare sulle mie guance mentre era ancora dentro di me non volevo togliermi quell'ultima fonte di piacere.

 Ma lui rimase inerme sotto le mie spinte, così forti da farmi male volevo arrivare, arrivare all'apice del piacere.
Presi le sue mani e le posai sui miei seni  e gleli feci toccare. Sussultai al contatto delle sue mani fredde.

« Prendile Harry, falle tue! » dissi ma lui era fermo, non si muoveva e piansi ancora.

Esausta mi stesi sul suo corpo gelido a cavalcioni tenendo in mano l'oggetto del mio desiderio e avvicinai il viso ad esso quando...

« Hermione, cosa hai fatto! » la voce di Ron riecheggiò per tutto il corridoio.

Quando Hermione si voltò si accorse di essere immersa in una pozza di sangue, Harry era morto.

                                                                                  ***    


Mi svegliai, ero completamente sudata e avevo gli occhi annebbiati dal buio della camera.

Mi passai il dorso della mano sulla fronte per asciugarmi il liquido fastidioso.
Come avevo potuto sognare una cosa del genere?! Mi facevo schifo da sola.

« Era solo un sogno » mi ripetei terrorizzata e paonazza in volto.
Guardai l'orologio in cuoio nero che tenevo al polso e non toglievo mai. Segnava le 4: 57 .

Mi affacciai alla finestra, pioveva violentemente e non accennava a smettere, beh, era normale in inverno.

Dopo alcuni minuti tornai a letto, ma non riuscii a chiudere occhio, pensavo in modo ossessivo al sogno che avevo fatto e non mi davo pace. Quello che avevo fatto era disgustoso, manipolare in quel modo un corpo morto, mi veniva la nausea solo a pensarci eppure quando ricordavo le labbra di Harry sulle mie, fredde, ghiaccio contro il fuoco mi sentivo...libera, forse felice.
Mi vergognai da sola al mio pensiero e mi punii mentalmente. Quel sogno era orribile, come potevo trarne piacere!

Che mi stava succedendo? Non avevo mai pensato a Harry in quel modo, era il mio migliore amico, come avrei potuto?!

Tentai ancora di addormentarmi ma fallii nuovamente.
Sarebbe stata una lunga notte...


La mia vecchia sveglia cominciò a trillare, io biascicai delle parole senza senso innervosita, avevo preso sonno da poco e di certo non avevo già voglia di svegliarmi.

« Forza Hermione, le lezioni non aspettano certo te! » disse scherzosa Breez( personaggio inventato da me) lanciandomi un cuscino sulla faccia.

« Sta zitta Bratt » dissi lanciando un cuscino all'aria, il primo che ho visto, probabilmente lo stesso che mi ha lanciato lei.

« Il mio nome è Breez e si pronuncia Bris! » disse lei fingendosi offesa, ma sapevo benissimo quale fosse il suo nome, volevo solo una piccola vendetta per avermi definitivamente svegliata.
Lei è stata sempre del mio anno e ha sempre dormito nel mio stesso dormitorio ma siamo diventate amiche solo da poco.

È una persona eccezionale, forse un pò suscettibile, ma anche molto bella. Dai capelli e gli occhi nerissimi e la pelle olivastra.

« Dai forza! » continuò sedendosi accanto a me, era sempre molto dolce.

« Va bene, va bene » dissi arrendendomi, tanto avrei dovuto alzarmi prima o poi.

« Dammi due secondi » aggiunsi stropicciandomi gli occhi. Avevo dormito davvero poco ma avevo deciso di far finta di niente e  di provare a dimenticare il sogno che avevo fatto, sarebbe stata la cosa migliore.

« Va bene Herm, ma fai presto » mi disse alzandosi e prendendo la sua divisa.

Fui di parola perchè pochi secondi dopo ero in piedi sotto la doccia.

« Hermione, ti consiglio di uscire, tra poco più di mezz'ora iniziano le lezioni e dobbiamo ancora fare colazione » disse la ragazza entrando nel bagno pochi minuti dopo.

« Tu inizia a scendere, io arrivo il prima possibile » dissi ad alta voce per farmi sentire da lei e non essere coperta dallo scrosciare dall'acqua.

« Va bene ma non fare tardi » disse con lo stesso tono alto e uscì dal dal bagno.

Io usufruii ancora qualche secondo del benessere che mi regalava l'acqua calda sulla pelle per poi uscire frettolosamente dalla cabina avvolgendomi in un asciugamano rosato.
Avevo un forte mal di testa, probabilmente dovuto al fatto che avevo dormito pochissimo e non mi sentivo per niente bene ma ci badai poco.

Infilai la divisa, pettinai i miei capelli ribelli che fortunatamente ero riuscita a non bagnare e scesi frettolosamente in sala grande per fare colazione nel tempo che era rimasto.

Avevo una fame incredibile e dovevo assolutamente riuscire a mettere qualcosa sotto i denti. Speravo che il cibo mi avrebbe aiutato a sentirmi meglio.

Entrata sentii subito l'odore delizioso delle varie pietanze, così corsi subito a sedermi al mio solito posto.

« Hermione, ormai il tuo ritardo è un'abitudine » scherzò Ron ma io mi concentrai subito sulla crostata di fragole che avevo di fronte, ne presi una bella fetta e iniziai a mangiare come una disperata.
« Buongiorno Hermione » disse Harry fingendo di non notare la fetta enorme di crostata.
Gli sorrisi arrossendo, mi tornò in mente il sogno e per la vergogna abbassai lo sguardo sul piatto.
« Amore, sai la notizia che tu non hai fatto i compiti ieri ha fatto il giro della scuola. ' Hermione che non fa i compiti ' ha sconvolto un pò tutti » disse Rinaldo seguito da una piccola risata.
Hermione notò quel ' Amore ', Ron non la chiamava mai Amore, beh, tranne nei momenti ' intimi ' e lei odiava quando lo faceva in quelle situazioni, ma in quel momento suonava così bene.

Harry storse il naso alla medesima parola pronunciata dal rosso, fortunatamente la sua amica prediletta non se ne accorse.

La campanella dell'inizio dell'ora suonò ed Hermione dovette lasciare a malincuore quello che rimaneva della sua crostata.

« Che abbiamo alla prima ora? »chiese Ron alzandosi e prendendo la mia mano.

Arrossii violentemente per quel così insolito e innocente contatto, non ebbi il coraggio né la voglia di allontanarmi. Ron non mi aveva mai dedicato queste piccole attenzioni che per me sono fondamentali, mi fanno sentite speciale.

« Trasfigurazione » disse Harry infastidito, pensai fosse strano perché questa materia non gli è mai dispiaciuta e non capii il suo malumore improvviso.

Comunque ci avvicinammo tutti e tre nell'aula in questione, dove raggiunsi la mia compagna di banco, l'amica che mi aveva svegliato, Breez.

« Sempre in mezzo agli uomini! » scherzò lei ed io per tutta risposta sbuffai, scatenando una sua fragorosa risata e poi presi posto.

« Bene ragazzi, oggi tratteremo un argomento molto importante: la trasfigurazione dei 4 elementi » annunciò solenne la McGranitt alla classe.

D'un tratto il dolore alla testa si intensificò e la vista si annebbiò a sua volta, ma dovevo concentrarmi, non potevo permettermi di far andare male un'altra lezione.

« Ad esempio come trasformare l'acqua in fuoco o una folata di vento in una imponente quercia. Può sembrare semplice, ma credetemi, ci vogliono anni di esperienza per ottenere buoni risultati » sentenziò la professoressa mentre dei calici fluttuanti si avvicinavano a ognuno di noi.

« Con la bacchetta in pugno pronunciate ' Ab aqua in ogni ' e l'acqua contenuta nel calice si trasformerà in un lampo di fuoco per alcuni secondi quindi fare attenzione! » continuò risoluta la donna.

« Germe, tutto bene? Sei pallida come un fantasma » mi disse Breez guardandomi negli occhi.

« Benone » dissi tentando di sorridergli senza ottenere però un buon risultati poi presi la mia bacchetta e la indicai verso il calice.

« Ab aqua...» la mia frase rimase incompleta, la testa mi si fece leggera e tutto intorno sembrava andare a rallentatore. L'ultima cosa che ricordo è il pavimento in marmo bianco, gelido, sotto do me poi il buio.


Aprii gli occhi a fatica, sentivo la testa dolorante ma infondo stavo meglio.
« Oh, ragazza, finalmente ti sei svegliata. I tuoi amici sono venuto qui in infermeria non so quante volte attendendo il tuo risveglio » disse premurosa Madama Chips.

« Infermeria?! » dissi confusa, mi rigirai nel letto e riconobbi subito gli arredi e gli ambienti, ero proprio in infermeria, ma che era successo?

« Solo un pò di febbre, ti serve un pò di riposo. Nulla di grave e potrai andare via tra qualche ora » disse poi lei come se avesse capito tutto da sé.

« E dove sono i ragazzi che mi...beh, aspettano? » chiesi imbarazzata e lei mi sorrise.

« Beh, sono fuori, te li chiamo » disse avvicinandosi alla porta e aprendola per poi congedarsi.

« Mione? » sentii la voce di Harry farsi strada nella sala per poi ritrovarmelo di fronte al letto. Sussultai al suono del mio soprannome, solo lui mi chiamava così e solo quando eravamo soli e questo mi provocava ogni volta un brivido.

« Harry! » esultai nel vederlo e lo abbracciai di colpo per poi arrossire violentemente e ritornare al mio posto.

« Dov'è Ron? » chiesi con le guance imporporate dall'imbarazzo.

« È appena dovuto andare a lezione, io invece sono libero a quest'ora» spiegò ancora più imbarazzato di me

« Ci siamo tutti preoccupati molto oggi » disse poi di colpo preoccupato.

« Beh, ho un pò di febbre, tutto qua » dissi per rassicurarlo tentando di essere il più convincente possibile anche se sapevo di non stare ancora del tutto bene.

« Mi dimetteranno tra poche ore » continuai con un sorriso a trentadue denti, probabilmente fin troppo falso.

« Certo, come no...» Sussurrò innervosito a bassa voce ma non tanto da non farsi sentite.

« Ho solo bisogno di un pò di riposo, non c'è nulla di grave » non c'era motivo di farlo preoccupare.

« Hermione, tu sei svenuta! » sbottò preoccupato prendendomi le mani con fare protettivo.

« Hermione, mi sono appena liberata ma... » si interruppe la cristallina voce di Breez appena notò la vicinanza tra me e Harry e le nostre mani abilmente intrecciate.

« Forse è meglio che vada » disse tutta rossa in volto cercando di andarsene ma Harry la fermò prontamente.

« Vado io, la tua amica ha più bisogno di te che di me » disse e dopo un fugace sorriso se ne andò.

Appena si sentì il rumore della chiusura della porta che sentenziava che Poter era andato via Breez prese la parola.

« Tu devi spiegarmi un pò di cose ».
Poi il silenzio.


Note: perdonate la possibile presenza di errori, non ho avuto il tempo di controllare. :-) come una disperata.
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Capitolo 4
*** Vendetta e dolore ***


ANGOLO AUTRICE, PERDONATE IL RITARDO CON CUI HO POSTATO. Spero che questo capitolo vi piaccia.


Capitolo 4 Vendetta e dolore



Dimmi se lui è meglio di me, lui è meglio di me
e convincimi che tu pensavi a me, tu pensavi a me,
Mentre urlavi, godevi, piangevi e speravi di tradire lui con me.
Meschina–MODÀ ( da considerare al femminile. " lei " )


< Non capisco cosa dovrei spiegarti! > dissi sicvura tentando di nascondere l’imbarazzo.
< Hermione, sai che puoi fidarti di me. Puoi dirmi tutto > disse lei sedendosi al bordo del mio lettino, ma con voce strana, fin troppo curiosa.
< Ma non c’è niente da dire! > replicai infastidita. Perchè non era successo niente, no? Harry è solo il mio migliore amico, dovevo smetterla con tutti i miei dubbi e le situazioni imbarazzanti e ficcarmelo bene in testa.
< Va bene, non voglio litigare con te. Soprattutto ora che non stai bene, PASTICCINA > Disse accentuando l’ultima parola, poi rise, seguita poco dopo da me. Eppure avevo sempre la sensazione che ci fosse qualcosa di strano in lei quel giorno.
< Ti voglio bene > dissi abbracciandola, non saprei come avrei fatto senza di lei. La mia Breez.
< Ma non mi chiamare Pasticcina > dissi ancora fra le sue braccia per poi sciogliere l’abbraccio.
< Allora, che ti è successo oggi? Non sai quanto mi sono preoccupata per te! > disse leggermente preoccupata, come era dolce, per un attimo mi ha ricordato Harry ma ho subito scacciato il pensiero.
< Solo un po’ di febbre e poco riposo. Domani saro’ come nuova! > dissi con un piccolo gesto teaqtrale. Questa ragazza mi mette sempre di buon umore.
Lei mi sorrise, anche se con un sorriso più amaro che allegro, non capii il perché ma non ebbi il coraggio di chiedere, sembrava non volesse parlarne o comunque io la pensavo cosi’, altrimenti sarebbe stata lei la prima a parlarne.
< Quando ti dimettono? > chiese poi con voce seria.
< Tra qualche ora > dissi scocciata. Non mi andava di rimanere li’ ancora a lungo.
Poi d’un tratto divenne più nervosa, mi sembro’ molto preoccupata.
< Ah, cosi’ presto > riusci’ solo a dire con voce tremula, ma che le stava succedendo?
< Già, Breez ma stai bene? Sembri sconvolta > dissi io allora, infastidita dal suo silenzio.
< Ah, cosa? No, perchè dovrei essere sconvolta? Solo…che ora devo andare. Ci vediamo stasera ok? > disse tardivamente per poi fuggire senza aspettare una mia risposta.
< Ok > risposi quando era già andata via. Ad essere sincera ci rimasi un po’ male, perché si comportava cosi’?
E esattamente dopo due ore mi lasciarono andare. Erano le venti passate e la cena in sala grande era saltata. Non che avessi chissà quanto appetito ma ci tenevo a vedere i miei amici, a rassicurarli che stavo bene. In queste due ore nessuno più è venuto a farmi visita, nemmeno Ron. Come aveva potuto, la sua ragazza sviene in classe e finisce in infermeria e lui non si interessa nemmeno di sapere come sta. Riusciva a stupirmi ogni volta di quanto potesse farmi male. Ma me la prendevo anche con me stessa che continuava a sognare e immaginare un Ron diverso da quello che è. E ogni volta finisco solo per essere delusa. Il probleme e che non riesco a odiarlo e mandarlo a quel paese, non riesco a disfarmi di lui. Lo amo troppo.
O forse amo farmi del male da sola.
O forse non VOGLIO RESTARE SOLA.
Ormai non lo sapevo neanche più.
Andai a dormire con in testa le immagini del primo bacio tra me e Ron, quando il nostro amore era ancora puro e infantile. A volte vorrei tornasse cosi’, altre che non ci sia mai stato.
E poi c’era Harry, il mio migliore amico e la persona a cui non posso fare a meno. Il MIO Harry. E che mi faceva sentire più confusa che mai, ma anche più vicina, più importante. E in quei tempi ne avevo davvero bisogno, forse la mia mente lo vedeva come mio unico appiglio a una vita migliore o semplicemente stavo impazzendo e a volte avevo bisogno di qualcuno con cui farmela che non sia Ronald.
Ed ero stanca di essere confusa, di non essere certa di ciò che provavo. Davvero stanca.

Continuavo a rigirarmi nel letto, non riuscivo a trovare sonno. Avevo dormito troppo in infermeria e adesso non riuscivo proprio a dormire. Guardai il mio orologio di quoio, erano le dieci e mezza.
Dopo un ennesimo tentativo di addormentarmi fallito mi alzai dal letto per uscire e schiarirmi un po’ le idee. Camminando mi accorsi che il letto di Breez era vuoto e ancora intonso. Pensai fosse strano ma probabilmente anche lei aveva bisogno di una passeggiatina notturna cosi’ non mi preoccupai più di tanto e a passo svelto uscii fuori dal dormitorio dei Grifondoro.
Passeggiai brevemente per il corridoio per poi lasciarmi scivolare sul pavimento, seduta con la schiena contro il muro gelido. Volevo rilassarmi un po’, quanto avrei voluto una sigaretta in quel momento. Avevo iniziato a inizio anno, lo sapeva solo Breez, che me le procurava.
Dopo alcuni secondi cominciai a sentire un brusio provenire da poco lontano, delle voci. La mia curiosità prese il sopravvento e mi misi ad ascoltare la conversazione.
< Dobbiamo finirla qua, non ho più il coraggio di mentirle. E’ stata solo una notte sbagliata, una e basta > disse una voce femminile con aria afflitta.
< Sai anche tu che non è stata solo una notte ma ne sono state due, tre, quettro, e non solo notti, ma pomeriggi, sere, mattine. Non puoi mentire a te stessa, sappiamo entrambi che proviamo qualcosa l’uno per l’altra > disse la voce maschile con aria persuasiva. Sapevo di conoscere quelle voci ma erano troppo basse per capire chi fossero, ma l’avrei scoperto all’istante.
< Io…io non so che fare Ron. Ho cosi’ paura che ci scoprano > disse la voce femminile e delle calde lacrime cominciarono a sgorgare sulle mie gote pallide. Speravo con tutta me stessa che non fosse lui, il mio Ron che parlava con lei, che ormai avevo riconosciuto, a fatica ma ci ero riuscita, era Breez. Mi sentivo doppiamente tradita e il cuore frantumarsi in mille pezzi, e l’odio che cresceva lentamente dentro di me.
Mi sarei vendicata, lui era andato a letto con la mia migliore amica? Benissimo, l’avrei fatto anch’io.
Corsi all’interno del dormitorio e bussai con tutta la forza che avevo al dormitorio che LUI condivideva con Harry, doveva pagare.
Ma appena il mio migliore amico apri’ la porta e potei guardarlo negli occhi ogni mio proposito di vendetta cadde. Come potevo coinvolgere Harry in una cosa tanto terribile, usarlo. Non avrei mai potuto, non con lui.
Presa dallo sconforto mi gettai fra le sue braccia e cominciai piangere come una disperata.
< Mi ha tradito! Ron mi ha tradito con la mia migliore amica! > dissi mentre mi portava a sedere sul suo letto senza sciogliere il nostro abbraccio.
Mi strinse come non aveva mai fatto prima, senza parlare, ci capivamo benissimo cosi’, con gli sguardi.
Dolci da parte sua, persi da parte mia.
Eravamo cosi’ vicini, indivisibili. Cosi’ lo baciai, non riuscii a resistere alla sensazione di farlo. Fu un bacio innocente, a fior di labbra, ma significava più di mille parole.

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Capitolo 5
*** Neve ***





AVVISO: Non ho il tempo di postare purtroppo e sono costretta a sospendere la storia. Conto di completarla prima o poi, quindi, tenetela d'occhio:-P



Ho incontrato il tuo sorriso dolce, con questa neve bianca
adesso mi sconvolge, la neve cade
e cade pure il mondo anche se non è freddo adesso è quello che sento e
ricordati, ricordami: tutto questo coraggio non è neve.
E non si scioglie mai anche se deve.

L'ultima notte al mondo– Tiziano Ferro
( Ho aggiunto uno spezzone di una canzone per ogni capitolo, per introdurlo)


Capitolo cinque
Neve



Neve. Siamo prossimi al Natale e ormai nevica da giorni.
È così bello, così sereno, così puro. Tutto avvolto dal bianco.
Piango ancora, è passata più di una settimana e piango ancora
Era da chissà quanto che volevo perderlo, lasciarlo, ma ora che è successo mi fa male, lui mi ha fatto male e non riesco più a  reagire. Non riesco più ad andare avanti.
Lo evito, lo evito sempre, anche se lui cerca di parlarmi, ma non ce la faccio, non sono ancora pronta.
Breez invece devo vederla a forza, è nel mio stesso dormitorio, abbassa lo sguardo quando mi vede, non parla nemmeno, sembra così imbarazzata ogni volta.
Ora sono quì, sul letto di Harry, nel suo dormitorio, da sola, a quest'ora ci sono le prove di quidditch, e piango tutte le mie lacrime.
Mi dispiace per Harry, sto sempre con lui e non faccio altro che piangergli addosso, per ore, a volte per intere nottate, ma ormai mi è rimasto solo lui, e non voglio stare da sola, da soli sembra tutto freddo, tutto dannatamente un disastro..
Ormai non ero più io.
La finestra di fronte al letto mi  mostra una splendida  visuale  sui fiocchi di neve che continuano a cadere incessantemente.
Sono meravigliosi, vorrei essere come  loro, bellissimi cristalli che durano non più  di qualche secondo arrivati al suolo.
Mi porto le gambe al petto e mi sdraio, perchè sto così male? Perchè non riesco a smettere di piangere?
Rimango così per non sò quanto tempo.

La porta si apre, non mi muovo, riconosco subito il suo profumo.
Si sdraia accanto a me e mi abraccia da dietro con una dolcezza infinita.
Non arrossisco più al suo tocco, ormai ne sono abituata, anzi mi rassicura.
Mi tiene stretta a se, mentre ascolta il rumore soffocato dei miei singhiozzi.
Quando sente che si stanno intensificando mi lascia un piccolo bacio sulla nuca, non c'è malizia nella sua azione. Mi giro  verso di lui per guardarlo negli occhi, sono malinconici, ma poi mi sorride, un sorriso così dolce, innocente tanto da sconvolgermi.
Lo abbraccio e lo tengo stretto a me, facendo aderire i nostri corpi alla perfezione, voglio tutto l'affetto che può darmi.
« Non potrei vivere senza di te » gli sussuro, ed è vero, non so come avrei fatto adesso se lui non ci fosse stato, senza di lui sarei niente.
« Mia dolce Mione » dice stringendosi ancora più forte a me. Sento ancora i brividi quando mi chiama in questo modo, lo fa solo quando siamo soli, lo fa solo lui.
Sciolgo il nostro abbraccio e gli prendo il viso fra le mani.
« Siamo speciali insieme » dissi seria, guardandolo negli occhi.
« Io con te brillo » continuai, non c'è bisogno di spiegare, aveva capito, mi capiva sempre.
« Hermione tu brilli sempre, in ogni momento, anche quando piangi, anche adesso. Di una luce tutta tua che non ho mai visto in nessun'altra ragazza. Brilli  quando mi guardi, quando parli, quando mi spieghi come fare una di quelle dannate pozioni di Piton, quando ti faccio arrabbiare, in ogni momento. Tu sei speciale Mione! » disse mentre una luce illuminava gli occhi smeraldini di Harry, parlava di me con totale devozione, estasiato. Arrossii violentemente e comparse un piccolo sorriso sul volto di Harry.
« Tu sei speciale Hermione Jean Granger. La mia migliore amica, la mia piccola so–tutto–io » disse accarezzandomi il viso, l'ultima frase con un sussurro quasi impercettibile, ma lo sentii ugualmente e in quel momento mi accucciolai fra le sue braccia e mi lasciai coccolare.
Eravamo così vicini, eppure non c'era imbarazzo tra noi, non era la prima volta. Con lui sto bene e non sono la classica ragazzina con la cottarella che se solo lo sfioro arrossisco e non riesco più a guardarlo in faccia. Il rapporto tra me e Harry è molto più profondo, ci completiamo.
Un rapporto unico e speciale solo nostro.
Mi giro verso la finestra, non è come la neve e non si scioglierà mai, anche se dovesse.
« Grazie » dico solo, non c'è bisogno di dire altro e rimango lì.
Fra le sue braccia.
" Ti amo " penso. Ma non l'amore classico, non so bene come spiegarlo, ma non l'amore come viene inteso da tanti, ma quell'amore che ti lega all'anima e al destino di quella persona  e che ti fa capire di essere completamente nelle sue mani.
Fatto di sguardi, di parole non dette. Quando perdi di vista tutto resto, che ti fa cadere il mondo sotto i piedi.
L'amore del silenzio e della paura. Uno di quelli che sai di essere sbagliato ma è troppo forte da dimenticare. Ch non è come la neve che guardo adesso, è molto più caldo.
Quell'amore che sai di ricevere anche se lui solo ti sfiora.
Dopo tanto tempo non ho più freddo perchè c'è lui che mi riscalda.
Perchè ha un sorriso così dolce, così trasparente, il suo sorriso.
Non tremo quando mi tocca, non temo nulla quando le mie labbra sfiorano le sue, perchè una parte di me non può farmi paura, e lui è la parte più intima di me..
Un amore così semplice e così naturale che azzera tutto il resto.
Ora piango ancora, ma sono felice, felice per lui, per noi.
Ti amo Harry, ora, ieri, tra un'ora e boh, voglio stare con te, sempre.
Ma non parlo, ora è tutto così perfetto, perchè parlare?
Non è il tempo  delle parole.
Dal soffitto iniziano a scendere piccoli fiocchi di neve, ma nè Hermione, nè Harry se ne accorgeranno.

***


Note: perdonate il ritardo e il capitolo corto( e molto sdolcinato ; ) ma non ho internet a casa e ora mi sto farcendo prestare la linea dalla vicina e non ho potuto dilungarmi troppo. Non so nemmeno quando potrò postare  il prossimo perchè non ho idea di quando internet ritorni, certo, non credo sarà poi tanto tempo ma ora mi trovo in una situazione di stallo e non posso fare più di così.
Non abbandonate la storia, farò il possibile per aggiornare presto:–(
E recensite! Il capitolo precedente a questo non ha avito nemmeno una recensione e per me è importante sapere cosa ne pensate di quello che scrivo.
Grazie

THINK PINK

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