Definetely, maybe. di d r e e m (/viewuser.php?uid=39619)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ammiratore cercasi ***
Capitolo 3: *** Pettegolezzi ***
Capitolo 4: *** Di pedinamenti e porte in faccia ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Definetely,
maybe
Prologo
Che Rose
Weasley fosse la figlia della strega più
brillante che Hogwarts avesse mai avuto era facilmente deducibile dato
il suo
intelletto sopraffino, la sua astuzia – per lo meno in fatto
di logica - e la
matassa di capelli ricci che oscillavano continuamente strofinando il
colletto
della toga. Per non parlare poi delle montagne di libri, certo: di ogni
genere,
di ogni misura, di ogni argomento e di ogni grossezza. Detto in parole
povere,
era la degna figlia di Hermione Granger. O perlomeno era questo che
tutti si
aspettavano.
«Sicura che sia indirizzato a te?»
bofonchiò
Maggie, la migliore amica di Rose, accovacciata su una poltrona di
velluto
rosso della sala comune dei Grifoni, sbocconcellando un muffin al
cioccolato
che aveva abilmente sottratto a colazione.
Rose si rigirò il biglietto tra le mani leggermente
sudate rileggendo per l'ennesima volta quelle righe contando ormai di
saper
distinguere le trame della pergamena dall'inchiostro.
«Sono sicura, non c'è altra spiegazione. Conosci
altre ragazze a Grifondoro che si chiamano Rose
Weasley?»
La rossa si strofinò i polpastrelli delle mani
sudate sulla gonna grigia e schizzò via dalla poltrona
mettendosi a gironzolare
per la sala comune, brandendo quel lembo di pergamena strappato con due
dita
come se fosse un Ungaro spinato in miniatura.
«O miseriaccia». No quella situazione non le
piaceva per niente.
Perché se era vero che Madre Natura le aveva dato
la fortuna di ereditare metà dei geni da sua madre, non si
poteva dire che Rose
non fosse una vera Weasley, con lentiggini e capelli tendenti al rosso
inclusi.
E benché le efelidi sul suo viso fossero di numero
nettamente minore, se non
del tutto inesistente, rispetto a quelle della cugina e del fratello,
in realtà
si sentiva più Weasley lei che gli altri componenti della
famiglia. E la cosa
non le piaceva per niente, anzi a dir la verità un po' se ne
vergognava. Come
poteva lei, la figlia della strega
più brillante, mettersi ad imprecare uno scurrile miseriaccia e perdere la testa per un
insulso biglietto!
Maggie roteò gli occhi poggiando il mento sul palmo
aperto della mano destra ed eliminando gli ultimi residui di briciole
dal
labbro superiore, prima di riportare la sua amica con i piedi per
terra, da
vera Corvonero che era.
Maggie voleva molto bene a Rose anche se non era
così calorosa ed espansiva con lei. Non che non lo
dimostrasse, ma evitava i
modi orribilmente convenzionali e d'altro canto Rose sapeva che se
c'era
qualcuna che potesse farla rinsavire in quelle rarissime occasioni in
cui
perdeva la testa quella era proprio Maggie.
Appunto di questo si trattava, di una della
rarissime occasioni in cui l'equilibrio logico e razionale di Rose
Weasley
veniva pesantemente dirottato per una manciata di minuti e tutto questo
per un
ipotetico ragazzo.
«Se fossi in te, Rosie, non mi preoccuperei tanto.
È possibile che sia solo uno scherzo e che non ci sia nessun
ragazzo dietro a
tutto questo»
«Allora è decisamente uno scherzo di cattivo
gusto»
sbottò veloce Rose appallottolando la carta e lanciandola
contro il tappeto.
Maggie osservò esasperata il biglietto rotolare malamente in
un angolo della
stanza.
La
Weasley si barricò dietro la sua
muraglia di capelli ricci
e si accaparrò il primo libro che vide poggiato sul
tavolinetto.
Benché avesse letto più libri lei che la stessa
Madama Pince custodiva nella biblioteca di Hogwarts, risultava essere
ancora
ignorante in una materia: i ragazzi. Non che se ne fosse interessata
più di
tanto, sia chiaro. Le sue esperienze in fatto di ragazzi si fermavano
all'età
di undici anni, prima che Harold, il gufo di famiglia, le consegnasse
la
lettera di ammissione alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Ma di
quei primi approcci c'erano sicuramente da escludere la cotta che suo
cugino
Albus si era preso per lei all'età di sei anni, con tanto di
biscotto di
fidanzamento, e l'infatuazione che aveva avuto intorno ai nove anni per
un
babbano ventenne durante una vacanza di famiglia a Bristol. Escludendo
quelle
due vicende patetiche e omettendo sorrisi e complimenti persi nel
vuoto, Rose
si ritrovava a sedici anni e cinque mesi, al sesto anno di studi ad
Hogwarts
senza aver baciato né tanto meno avuto un ragazzo.
«Per Priscilla! Raccogli quel foglio e rileggimelo»
ordinò Maggie veloce essendo stanca del pesante silenzio che
era sceso in
stanza e l'amica dai capelli rossi non se lo fece ripetere due volte.
Si schiarì per bene la voce e iniziò a leggere a
voce alta come se fosse uno dei soliti incantesimi. La rosa disegnata e
che
continuava a sbocciare ad intervalli regolari la distrasse per un nano
secondo.
«Cara Rose Weasley, dubita che le stelle siano
fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia
mentitrice, ma non
dubitare mai del mio amore. Tuo ammiratore.»
La
Corvonero si umettò
le labbra e inarcò le finissime sopracciglia ad arco che
sormontavano gli occhi
neri e da cerbiatto.
«Shakespeare. Di una cosa sei certa: non è Gazza
il
tuo corteggiatore» sghignazzò Maggie e si
beccò pure un'occhiataccia da parte
della Grifondoro, la quale al pensiero di essere corteggiata dal
custode del
castello represse un conato di vomito.
«Grazie per aver dissipato i miei dubbi»
asserì con
una punta di sarcasmo portandosi un braccio sugli occhi e rigettandosi
alquanto
scomposta sulla poltrona.
L'amica schiuse le labbra come per parlare ma si
pentì subito non appena vide la rossa ormai sull'orlo di una
crisi isterica
rinsavire quasi come se avesse bevuto un infuso di mandragola dopo
essere stata
Pietrificata.
«Spero solo che Hugo non lo venga a sapere»
mugugnò
affondando le dita tra i riccioli ramati.
Il livello di acidità giornaliero di Maggie stava
gradualmente aumentando e avrebbe tanto voluto rimbeccare la Weasley
chiedendole di
piantarla di preoccuparsi così tanto; peccato
però che non fece in tempo a
sputare quelle sentenze perché dalla direzione del
dormitorio femminile fece
capolino una zazzera di capelli rossi con annesso un viso trapuntato di
lentiggini in centosessantadue centimetri di pura schiettezza firmata
Potter.
«Cos'è che Hugo non deve assolutamente
sapere?» biascicò
maneggiando la sua scopa, di tre spanne più alta di lei.
E mentre Rosie pregava Merlino di farla uscire
fuori da quell'orribile situazione - che a detta della cugina non aveva
niente
di orribile - la mente calcolatrice da Corvonero di Maggie aveva
già intuito
che avevano davanti la soluzione al loro problema.
Chi meglio di Lily Luna Potter, figlia del
Salvatore del Mondo Magico, avrebbe potuto aiutare la cugina a scoprire
il
responsabile del biglietto?
«Ottimo giorno per andare a caccia di gorgosprizzi,
vero Lys?»
Stare seduti con la testa a ciondoloni su un albero
al limite della Foresta Proibita era un'abitudine che Lysander
Scamander aveva
preso da una settimana o due, dal primo avvistamento di gorgosprizzi
che
fluttuavano tranquillamente sulle fronde di quegli alberi, ma sebbene
più volte
fosse venuto e avesse aspettato nelle ore più disparate del
giorno, violando
una grande quantità di regole, di nargilli e gorgosprizzi
non si era vistoneanche
l'ombra.
«Già peccato che non ce ne siano molti»
rispose
tranquillo sporgendosi dal ramo per osservare il fratello che da basso
lo
scrutava con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni e con aria
alquanto
divertita dati i bizzarri occhiali rosa, ereditati dalla madre.
Seguì una lunga pausa e poi, come se una fluffa lo
avesse colpito, mormorò un leggero oh
e Lysander si sbarazzò degli occhiali strizzando gli occhi
color giada.
«Ad ogni modo, come mai sei venuto a cercarmi,
fratello?» chiese rivolgendo lo sguardo alla sua stessa
immagine e scendendo
dall'albero con una tale grazia che Mrs. Purr a confronto era goffa - o
forse
lo era davvero.
«Mi chiedevo dove fosse Maggie»
bofonchiò
allentandosi la cravatta verde e argento.
Ad Hogwarts i gemelli Lysander e Lorcan Scamander
erano ben noti a tutti gli studenti, ma di certo non avevano ereditato
la
celebre fama dei gemelli Weasley. Mentre le mura e i dipinti del
castello erano
ben consapevoli delle burle dei due fratelli rossi e del loro legame
molto
stretto, lo stesso non si poteva dire per i fratelli Scamander,
indistinguibili
solo per un puro fattore genetico ma per la verità molto
diversi tra di loro,
tanto che a tutti venne un colpo quando Lorcan venne smistato a
Serpeverde. A
tutti meno che a Harry il quale aveva accettato la medesima condizione
per il secondogenito.
E così mentre Lorcan fraternizzava con le Serpi,
Lysander approfittava della sua permanenza ad Hogwarts per seguire le
orme
della madre, tentando di convincere qualsiasi studente Corvonero
dell'esistenza
di quegli esseri dimenticati dal Mondo Magico.
«L'ho vista a colazione e poi mentre si dirigeva
verso la
Torre
dei Grifondoro» concluse laconico battendo le mani l'una
contro l'altra per
liberarsi dalle schegge di legno.
Lorcan gonfiò le guance e si passò una mano tra i
capelli biondi.
«Sarà stata con la Weasley»
dedusse
mormorandolo appena e si liberò completamente del vincolo
della cravatta.
Lysander si dondolò sui talloni indeciso se
esprimere i suoi pensieri al fratello oppure ignorare
l’impulso e continuare il
suo appostamento come se niente fosse.
«È carina?...Rose intendo» chiese Lys
frettolosamente
tanto che il fratello ruotò velocemente la testa non essendo
ancora
completamente sicuro di aver afferrato il senso delle sue parole e, se
non
fosse stato per le labbra di Lysander che si erano mosse nel momento in
cui
aveva udito quelle parole, probabilmente Lorcan avrebbe pensato che
fosse tutto
frutto della sua immaginazione. Ed invece no.
Per
Salazar, suo fratello le stava chiedendo un'opinione su Rose Weasley o
cosa?
Sbottò in uno sghignazzo cupo e quasi forzato per
mascherare la forte meraviglia che il quesito del fratello gli aveva
provocato.
«Come scusa?»
Lorcan sperava che il fratello adesso abbandonasse
quel cipiglio grave e lo sostituisse con la sua solita aria trasognata,
che
dicesse che stava scherzando e magari sarebbero andati a fare un giro
insieme
sulla scopa.
Invece Lysander si portò nervosamente una mano
dietro la nuca.
«La
Weasley. È..apposto secondo te? Sai,
per Maggie»
Per un secondo Lorcan si sentì il cervello
evaporare e dubitò addirittura della sua
esistenza, cosa del tutto rara data la sua spiccata autostima che lo
cottrandistingueva
dal fratello, a suo malgrado.
No, Lorcan Scamander si sentì per un momento il
più
perfetto idiota di tutta Hogwarts ma di questo
ovviamente ne furono a conoscenza solo una manciata di
neuroni e lui.
Per il resto: suo fratello e Rose Weasley? Neanche
per la terza guerra magica!
«Si, credo di si» si limitò a dire con
una veloce
scrollata di spalle, giusto per far scivolare via quelle idee a dir
poco
malsane. E in fin dei conti non gli dispiaceva affatto che la Grifondoro
passasse così
tanto tempo con Maggie. Il Serpeverde era molto affezionato a Maggie
tanto che
in quegli ultimi anni aveva maturato un senso di profonda protezione
nei suoi
confronti. La verità era che c’era
qualcos’altro sotto ma il suo orgoglio da
Serpe non gli permetteva di esternarlo perfettamente.
Lysander sembrò girare intorno quanto detto dal
fratello, ma alla fine si convinse che fosse sincero e quasi alla pari
di un Elfo
domestico fece una piccola riverenza, poi estrasse la bacchetta recito
un
veloce Vingardium Leviosa e si
allontanò dal fratello con lo stuolo di cianfrusaglie che lo
seguivano.
E mentre Lorcan si chiedeva che cosa avesse fatto
di male per avere un fratello del genere e magari, si magari,
a furia di credere nei nargilli un giorno o l'altro avrebbe
raggiunto il livello ottimale di follia, mentre rimuginava tutte queste
belle
cose nel suo calderone personale, una voce più che familiare
lo colpi ad un
timpano.
«Scamander!»
Lorcan si irrigidì peggio della sua bacchetta
credendo di trovarsi davanti il professor Rasputin di Pozioni e
inorridendo
all'idea di una nuova sgridata.
Invece al posto del naso aquilino di Rasputin si
trovò davanti il pizzetto malcurato di Zabini seguito a
distanza da Caleb Nott.
Ottimo
giorno per le serpi per uscire dalle loro tane.
«Avresti dovuto vedere la tua faccia»
sghignazzò il
moro scimmiottando Lorcan il quale stava già riportando alla
mente qualche
maledizione senza perdono.
Nott intervenne cambiando subito argomento e
aprendosi in uno smagliante sorriso che a detta dello Scamander non
prometteva
nulla di buono.
«Notizie fresche dal Gazzettino di Hogwarts»
«Notizie che non puoi neanche immaginare»
rincarò
la dose lo Zabini mentre si svoltava le maniche della camicia,
gongolando come
non mai alla notizia che fremeva a dire e che Lorcan non aveva la
benché minima
voglia di sentire.
Loro e il
loro stupido giornale di pettegolezzi.
«La
Weasley ha un ammiratore segreto»
sbottò Caleb con aria di
indifferenza, evidentemente contrariato dal comportamento dell'amico.
Ora, una persona sana di mente avrebbe sicuramente
pensato a quella notizia come a una semplice coincidenza e non a
chissà quali
fatture o addirittura scherzi del destino; stava di fatto che era certo
che
qualche mago del passato ce l'aveva con lui.
«Per tutte le cavallette, e chi è il tipo in
questione?»
Lo scambio di sguardi più che eloquente tra i due
Serpeverde, che sembravano saperla lunga, incuriosì il
biondo.
«Scorpius Malfoy»
La risposta lasciò basito lo Scamander il quale
aggrottò le sopracciglia e non fu ben certo del fatto che le
sue orecchie
sentissero bene. Magari qualche gorgosprizzo gli si era intrufolato
dentro nel
sonno.
No, aveva sentito proprio bene. Scorpius Malfoy.
Zabini intervenne in aiuto di Lorcan ancora
incredulo della notizia.
«Sta tranquillo, quando Malfoy fa qualcosa ha in
mente tutt’altro» disse con una scrollata di spalle
e con una punta di ironia
in quella lingua biforcuta che si ritrovava.
Una mano si posò sulla spalla dello Scamander e
guardò di sottecchi chi potesse essere.
«Ben detto amico, mio-» annunciò
Scorpius «quando
Malfoy fa qualcosa ha sempre in
mente
qualcos’altro».
_______________________________________________________________
Ciao a
tutti,
non sono - come dire
- abituale da queste parti, ho scribacchiato qualche one-shot sulla
prima generazione ma niente di che. Ebbene adesso ho picchiato per bene
la testa e mi ritrovo nel fandom di HP a proporvi questa long - o
meglio dovrei dire neverendingstory
dato che la sto iniziando e non si sa dove arriverò. Sta di
fatto che mi è balzata alla mente questa idea e ci ho
scritto un paio di capitoli sopra. Per adesso è solo il
prologo che avete letto ma nei capitoli a seguire ci sarà
ben altro. Spero che questa anticipazione vi sia piaciuta e se la
risposta è sì spero vivamente che continuerete a
seguire questa storia. Preciso che il titolo l'ho preso da un film del
2008 dal medesimo titolo (che poi in verità è
anche una canzone degli Oasis)
Ad ogni modo grazie per l'attenzione.
un bacio
Sil
P.S per
chi volesse contattarmi mi potete trovare su facebook Dreem L. Efp
|
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Capitolo 2 *** Ammiratore cercasi ***
Definetely,
maybe
1.Ammiratore cercasi
Margaret
Pevensie sapeva perfettamente dall'età di
undici anni che sarebbe entrata a Corvonero.
Nonostante sua madre e suo padre
discendessero da famiglie purosangue ed entrambi avessero frequentato
Hogwarts
in abiti rigorosamente giallo-nero, la loro fedeltà alla
casata Tassorosso non
era confluita nel sangue della loro unica figlia prediletta. Dopotutto
era
anche logico, dato che la piccola Maggie aveva ereditato dalla nonna
non solo
il nome, ma anche la passione per il volo e lo smistamento alla casa
appunto.
Ma a differenza di nonna Margaret, la cui esistenza a Corvonero
sembrava essere
stata cancellata da qualsivoglia archivio e fotografia, così
non era per la
nipote la quale se la cavava egregiamente in qualsiasi disciplina,
frequentava
già dal terzo anno ben tre corsi extracurricolari, era
entrata da poco a far
parte della squadra di Quidditch e contava entro l'inizio della pausa
natalizia
di entrare a far parte del prestigioso Club delle Scope.
Insomma, tutt'altra pasta rispetto alla povera nonna
Margaret.
E, com'era sua buona abitudine, si era infilata in
una questione che, detto con tutta franchezza, non la riguardava
neanche: per
quel che ne sapeva Rose avrebbe potuto pure ignorare il suo ammiratore
segreto
se non ne fosse stata interessata. Ma non aveva saputo resistere dal
rendersi
utile e poi Rosie era pur sempre la sua migliore amica e il suo spirito
latente
da Tassorosso l'aveva obbligata ad essere fedele e ad aiutare la sua
amica.
I giorni successivi al biglietto erano stati
infernali, non tanto per le ricerche che avevano portato ad un nulla di
fatto,
quanto per gli attacchi isterici della Grifondoro i quali, ancora non
era successo
ma Maggie ne era certa, sarebbero gravati sulla sua impeccabile
carriera
scolastica.
E dopo teorie su teorie che avevano visto coinvolti gli studenti
più disparati di Hogwarts e tutti possibili ammiratori di
Rose Weasley, alla
fine tutto ciò che aveva ottenuto era un mal di testa
cronico e un'acidità pari
ad un succo di zucca andato a male.
Quel
giorno Maggie si era svegliata nella sua
stanza e dato che i raggi del sole avevano puntellato il copriletto
color blu
notte dovette strizzare più volte gli occhi per
abituarsi totalmente alla luce
accecante.
Si tirò su con gli occhi neri ancora chiusi e con
la mano sinistra si friziono i leggeri capelli corvini che le
circondavano il
viso pallido.
Il gracchiare di un gufo nero poggiato su un
trespolo fece distendere le sue labbra in un sorriso stanco.
«Buongiorno anche a te Mr. Black»
bofonchiò non
ricevendo alcuna risposta dal suo animale di compagnia.
Si lavò per bene il viso e si strofinò i denti
con
tutta calma, vedendo che le sue compagne di dormitorio stentavano
ancora ad
alzarsi, colpa della pigrizia e dell'aria autunnale che cominciava a
farsi
sentire sempre più. Si infilo per bene la sua toga e strinse
il nodo della
cravatta nerazzurra. Non si corrucciò molto allo specchio,
non era una di
quelle bamboline dalle gonne troppo corte o la camicia sbottonata, ma
approfittò comunque della rapida occhiata per tirare i
capelli neri in una
crocchia veloce che le avrebbe fatto davvero comodo dato che alla prima
ora
aveva Storia della Magia.
Non si poteva dire che fosse bella di per sé, ma
aveva un viso pulito e un sorriso smagliante - quando si ricordava di
usarlo,
era ovvio.
Un pungolo insistente alla tempia sinistra e Maggie
dovette dire addio al suo buonumore quella mattina.
Tirò a sé la porta della sua stanza, con le sue
compagne ancora in pigiama, e si affrettò ad allontanarsi,
ostinata a non alzare
lo sguardo se non una volta arrivata in Sala Grande davanti a un bel
piatto di
frittelle.
Ed invece un paio di rampe di scale dopo dovette
alzare lo sguardo su un minuscolo colibrì che sembrava darle
il buongiorno. Opera di qualche magia, suppose.
«Buongiorno Mags. Facciamo colazione insieme?»
I riccioli biondi di Lysander fecero capolino in
fondo alla scala e la Pevensie si
affrettò a mettere un piede davanti all'altro per
raggiungere l'amico.
«Buongiorno a te, Lys» mugugnò
sforzandosi di
arcuare le labbra ma ciò che ottenne fu un orribile smorfia.
E no, quella non era sicuramente la sua giornata
migliore.
«Sembra che mezza dozzina di nargilli ti abbiano
adocchiata ieri notte. C'è qualcosa che ti
preoccupa?» Scamander la guardò di
sottecchi e Maggie non riuscì a trattenere un grugnito di
esasperazione.
«Guarda, se te lo dicessi preferiresti leggere una
Strillettera piuttosto che vedermi isterica»
sbottò acida intristendo così
l'amico.
Le ci vollero due secondi per pentirsi del suo tono
e cercare di rimediare.
«Scusami, Lys. E' che...sai qualcosa, tu, su certi
bigliettini?» chiese a bruciapelo scostando un ciuffo
sfuggito alla crocchia.
Lysander sgranò gli occhi e incrociò le braccia
al
petto.
Non sapeva che Maggie si interessasse di certe
cose.
«Bigliettini di che genere?»
«Bigliettini d'amore»
Ora la situazione si complicava: non solo non aveva
la ben che minima idea di chi fosse ad aver inviato quel biglietto ma
era ad un
passo dal raccontare ogni cosa a Lysander Scamander, suo migliore amico
sin dal
primo giorno ad Hogwarts.
Okay, Rose l'avrebbe sicuramente Cruciata, ma questo
e altro per scoprire chi diamine fosse il suo ammiratore - e porre una
fine al suo mal di testa.
«Usare
le forchette non è un optional, Hugo» lo
rimbeccò Lily osservando il cugino depositare le sue dita
già umidicce di saliva sulle
frittelle di mele appena sfornate dalla cucina.
Non che quel giorno Lily avesse così tanta voglia
di fare colazione, in effetti il suo piatto era pressoché
vuoto, solo poche
briciole cadute da uno o due biscotti che aveva mangiucchiato.
La sua espressione era così guardinga e circospetta
che forse se si fosse munita di un binocolo avrebbe dato meno
nell'occhio.
Stava di fatto che ciascun ragazzo che osava
ricambiare il suo sguardo insistente si ritrovava bello che
Pietrificato.
Il
punto era che ad Hogwarts prolificava l'abbondanza di sesso maschile e
questo
non aiutava di certo lei e Rose a scoprire chi potesse avere un qualche
interesse verso quest'ultima.
Hugo mugugnò a bocca piena qualcosa di non
comprensibile.
«Piuttosto dov'è mia sorella?»
ripetè dopo aver
deglutito il trancio di frittella.
Ecco un'ottima domanda a cui anche Lily avrebbe
voluto tanto sapere la risposta.
Si voltò lanciando un rapido sguardo al tavolo dei
Corvonero riconoscendo la crocchia di Maggie calata sul suo piatto.
Evidentemente sua cugina non era con Maggie.
Gli occhi azzurri scivolarono poi sul tavolo dei
Serpeverde e dopo aver ricambiato con occhiate omicide i sorrisi di Zac
Zabini
e Caleb Nott, notò la mancanza degli occhi grandi e azzurri
del fratello.
Lily era sul punto di rispondere al cugino, ma non
ebbe il tempo di aprire bocca che lo sbattere d'ali dei gufi la
zittì subito.
Un gufo dalle piume bianche e puntinate di nero
scese in picchiata in loro direzione lasciando un pacchetto dentro il
piatto di Lily.
Fortuna che non aveva mangiato niente quella mattina.
«Scusa Lils, questo lo prendo io»
Hugo allungò le mani e si cimentò a districare il
nastro rudimentale del pacchetto che emanava una fragranza dolce di
confettura.
La
Potter si limitò a leggere la lettera.
Carissimi nipoti,
spero che il ritorno ad
Hogwarts sia stato sereno come gli altri anni.
Nonno Arthur ed io
sentiamo molto la vostra mancanza. Rose, Albus, avete tirato fuori dal
baule il maglione che vi ho regalato? Dicono che lì stia
facendo gia freddo. Lily, Dominique avete fatto pace dopo quella
litigata alla Tana? Hugo, mangi sempre, vero? Roxanne, Louis, Molly,
Lucy, Fred non vi metterete a fare scherzi anche li spero!
Vi mandiamo con tanto
affetto questi biscotti.
Scriveteci spesso, mi
raccomando.
Nonni Weasley.
«Ce
li manda nonna Molly» la anticipò Hugo
mettendole sotto il naso dei biscotti allo zenzero.
Lily sospirò lievemente e, nonostante l'odore
invitante dei biscotti di nonna Weasley, il pensiero del fratello a
poltrire la
fece desistere.
Ne acciuffò due nel momento in cui il cugino era
distratto.
«Grazie lo stesso Hugo, ma vado da Al. Se non lo
sveglio io il lunedì mattina, neanche il grido di una
Mandragola lo
sveglierebbe».
E così dicendo si allontanò dal tavolo dei
Grifondoro e imboccò le scale in marmo che portavano
direttamente nei
sotterranei.
Più scendeva e più si stupiva di come suo
fratello
riuscisse a vivere in un ambiente del genere: quei sotterranei non
avevano
niente a che vedere con l'accogliente Sala Comune dei Grifoni o con la
rumorosa
casa Potter. No, Albus non era una Serpe ma non poteva non dire che
quella sua
collocazione gli dispiacesse data la tranquillità.
Nel suo lento rimuginare la rossa non si era
accorta di essere arrivata all'ingresso della casa Serpeverde e per
poco non
andava a sbattere il naso contro la lastra di marmo freddo che
costituiva una
porzione della parete.
Corrugò la fronte per ricordarsi quale accidenti
fosse la nuova parola d'ordine. La memoria non era mai stata il suo
forte, di questo
ne era più che convinta.
Era un qualcosa come Callis Ingentum…Caldis
Ingendum…
«Callidus
Ingenium» sussurrò scettica a riguardo
nonostante quella non fosse di certo
la prima volta che si presentava davanti al colonnato e per di
più che
scoperchiasse il covo degli studenti verde-argento.
La parete di marmo bianco si ritrasse e creò
un'apertura abbastanza grande per lasciar passare la magra figura di
Lily.
La
Sala comune dei Serpeverde le si
presentò davanti agli
occhi in tutta la sua eleganza e sobrietà. Il pavimento a
scacchi bianchi e
neri sembrava a dir poco infinito e i divanetti in pelle nera rifiniti
in
argento erano disposti a semicerchio illuminati dal tenue chiarore
verdastro
delle lampade, dalle sfumature azzurrognole del Lago e del fuoco magico
ancora
non del tutto sveglio per illuminare la stanza a dovere.
«Signorina Potter, a quanto pare le piacciono i
sotterranei più di quanto lei stessa voglia
ammettere» brontolò il fuoco
destandosi e sputacchiando un po' di brace sul tappeto.
«Sto solo andando a trovare mio fratello»
latrò
svelta e si incamminò verso l'ala del dormitorio maschile.
Stupido
fuoco.
Ricordava come era stata odioso i primi tempi
quando voleva andare a trovare suo fratello: le occhiate guardinghe dei
Serpeverde, le risatine e le battute su come il cappello parlante
avesse
sbagliato a smistare la piccola di casa Potter a Grifondoro.
Detto con tutta sincerità era una gran seccatura
avere una parte della famiglia a Serpeverde, dato che anche sua cugina
Dominique era finita lì.
Spalancò la porta della stanza del fratello senza
nessun contegno e così come era abituata in casa propria
privò Albus del
lenzuolo.
«Porca
Morgana- Lils che cazzo stai combinando?»
biascicò infilando la testa sotto
il cuscino e premendo il guanciale contro le orecchie per non sentire
le urla
della sorella.
Poi si ricordò di essere completamente
nudo - o quasi - e si convinse ad abbandonare il suo
candido rifugio.
«Lily! Sono nudo»
obiettò spazzolandosi la zazzera di capelli neri arruffati e
cercando di riacciuffare
un lembo del lenzuolo per coprirsi.
«Se non ti decidi ad alzarti te le faccio ingoiare
quelle mutande» controbatté la sorella acida.
Albus si passò una mano sul viso ancora assonnato e
con le dita cerco l'elastico delle mutande per coprire la natica
sinistra
rimasta scoperta.
Mentalmente si rimproverò il giorno in cui aveva
deciso di spifferare la parola d'ordine alla sorella.
«Guarda invece cosa ti ho portato»
cantilenò Lily
ed estrasse dalla divisa il biscotto che aveva fregato a Hugo dalla
scatola.
Per qualche strano incantesimo, si mantenevano caldi e friabili come
appena
sfornati.
Gli occhi azzurri di Albus - che fino ad un momento
prima dichiaravano di essere ancora non completamente svegli -
scintillarono di
gioia.
«I biscotti di nonna Molly»
Tentò di acciuffare il biscotto, ma la sorella lo
allontanò prontamente dalla sua portata con tanto di
disappunto per il giovane
Potter.
«Mi dici qual è il problema, Lils?»
sbottò
ricadendo sul letto in attesa di qualche spiegazione più che
plausibile da parte
della sorella.
«Io...cioè...tu, per caso...voglio dire...hai idea
se...non so, sei un Serpeverde...quindi...ma porco
Godric»
Dell'andamento monosillabico della sorella, c'è
poco da dire che Albus aveva afferrato si e no due o tre parole non
tenendo conto
del fatto che era sveglio da poco più di cinque minuti. Per
cui, essendo sì
abituato alle stranezze della piccola di casa Potter, ma del tutto
inesperto
con il mondo femminile, provò a mettere il moto il cervello
e cercare di dare
una spiegazione a quell'insolito blaterare di Lily.
Alla fine si arrese.
«Ok ripeti o riformula»
La rossa roteò gli occhi e trattenne l'istinto di
Schiantare il suo stesso fratello e farlo arrivare in fondo al Lago
Nero.
«Lascia perdere- piuttosto vedi di vestirti prima
che riduca le tue pluffe in poltiglia» lo minacciò
Lily.
«Almeno posso avere il mio biscotto?» chiese Albus
rassegnato all'idea della stranezza della sorella - non che non ne
dubitasse
già.
La
Potter glielo lanciò senza troppo
garbo e si preparò ad
uscire dalla stanza.
Aria,
aveva bisogno d'aria.
«Cerca di non combinare guai» biascicò
Albus,
ancora in mutande, addentando un pezzo di biscotto con aria da
cucciolotto
contento.
Un sorrisetto affiorò nelle labbra della sorella
prima di richiudere la porta.
Lily lasciò la maniglia in ferro e imboccò il
corridoio che conduceva il dormitorio maschile alla Sala Comune dei
Serpeverde.
In effetti di norma Lily non andava in cerca di
guai.
«Ma guarda un po'! Chi l’avrebbe detto che la
piccola Potter fosse una pervertita?»
Essendo
una Potter, erano loro a trovare lei.
«Chiudi
quella fogna, Malfoy» abbaiò la rossa
incrociando lo sguardo di - niente poco di meno che - Scorpius Malfoy,
in tutta
la sua arroganza, appena uscito da una porta laterale, in veste di..no,
decisamente ancora in fase di assestamento.
Scorpius pose due dita sotto il tessuto verde
argento della cravatta per effettuare il nodo, non abbandonando il
sorrisetto
beffardo da quella faccia da schiaffi.
«E, se posso,
quale scopa ti porta da queste parti?»
Con uno strattone completò di legare la cravatta
intorno al colletto della camicia, si appoggiò contro lo
stipite della sua
camera dalla quale fuoriusciva un odore di menta misto a fumo di
sigaretta.
Ovviamente in attesa di una risposta da parte della
Potter.
«Se posso,
ti manderei a quel paese visto che ficchi il naso in calderoni che non
ti
riguardano» rispose stizzita e con una notevole punta di
acidità tra le righe.
Lily fece per andarsene ma il Serpeverde le si parò
davanti scoccandole un'occhiata eloquente che faceva ben intendere che
quel
giorno sarebbero arrivati entrambi in ritardo alla loro prima ora di
lezione.
«E sentiamo, mocciosa,
nei tuoi calderoni in cui io non dovrei ficcare il mio bel naso,
c'è magari un
certo biglietto?»
A Lily si gelò il sangue nelle vene e si irrigidì
come il manico della sua scopa.
Quanto Scorpius Malfoy sapeva di
quella storia?
D'istinto la rossa aprì la bocca per controbattere
e dopo aver mimato per due buoni minuti un certo numero di smorfie e
prima che
Malfoy dubitasse delle capacità di dialogo della Grifondoro,
Lily rispose alla
provocazione.
«Considerati un mago morto se ci sei tu dietro a
tutto questo» sibilò scoccandogli un'occhiata
velenosa in sua direzione.
Di tutta risposta Scorpius si aprì in una grassa
risata che lasciò disarmata la rossa.
«Tranquilla, Potty,
la
Weasley
per il momento non è nei miei piani. Ma so chi
c'è dietro tutto questo» spiegò
spicciolo attirando così l'attenzione della Grifondoro.
A Lily quella situazione puzzava di bruciato.
«Mh-mh..e, di grazia, chi sarebbe il molestatore
dunque?» chiese incrociando le braccia sul maglioncino e non
appena notò con
quanta beffardaggine il biondo distolse lo sguardo metallico dal suo,
fu certa
della risposta.
Quella Serpe non glielo avrebbe confessato così
facilmente.
«Vediamoci oggi pomeriggio nelle cucine» propose
assumendo la stessa postura della rossa nonostante lei dovesse tenere
il mento
ben alto per sostenere lo sguardo del rampollo di Casa Malfoy.
«Negativo, oggi pomeriggio ho le prove del
Quidditch» ribatté sprezzante, cercando di non
dargliela vinta.
«Facciamo allora di sera» patteggiò,
sperando che la
Potter non facesse la
difficile.
Lily si torturò il labbro inferiore, ma alla fine
arricciò il naso contrariata alla risposta che stava per
dare.
«Okay» si rassegnò, dandogliela vinta
per questa
volta.
Era già pronta ad abbandonare quel campo di
battaglia, che l'aveva vista sconfitta e aveva tutta la voglia di
svoltare
l'angolo per leccarsi le ferite distante dagli occhi di quella Serpe,
ma
Scorpius la interruppe nuovamente.
«Non vorrei illuderti Potter, ma ci terrei a
precisare che questo non è un appuntamento»
Il ghigno beffardo e l'occhiolino che le riservò
fecero andare la
Potter
su tutte le furie. Avevano tutta voglia di scatenare una terza guerra
magica, ma
per quella volta si limitarono a guardarsi in cagnesco e ad
allontanarsi l'un
l'altro.
Contò mentalmente fino a cinquantuno galeoni, poi
si decise a ripercorrere il corridoio che pochi minuti prima aveva
percorso Scorpius.
Allungò il collo per vedere se vi fosse qualche
studente nella Sala Comune, appollaiato in qualche divano ma a quanto
pareva le
Serpi erano tutte risalite per fare colazione.
Notò delle pergamene sparse sul tavolinetto di
mogano e, dopo essersi osservata attorno con fare sospettoso, ne prese
una con
noncuranza.
Era il Gazzettino
di Hogwarts e tra sondaggi, calendari delle prossime partite
di Quidditch,
articoli e pettegolezzi vari, in basso a destra figurava in bella
calligrafia
un nome più che familiare. Lily lo osservò
allibita.
Per tutte
le mutande di Merlino!
____________________________________________________________
Buonsalve
popolo di Efp,
eccomi tornata con il primo capitolo della storia. A quanto vedo il
Prologo non è stato molto gradito (ringrazio le due anime
pie che l'hanno recensito) ma non mi abbatto visto che dopotutto nel
prologo non si diceva granchè e che ancora il meglio deve
venire. Ad ogni modo in questo primo capitolo avete conosciuto il
personaggio nuovo ovvero Margaret e un po' la storia della sua famiglia
e il suo carattere; avete pure assaggiato un po' dello Scorily che
sarà abbastanza frequente in questi primi capitoli mentre di
Rose e Lysander ancora niente ma non preoccupatevi, tra qualche
capitolo sbucheranno anche loro. Per il momento vi lascio con
l'appuntamento di Lily e Scorpius e la notizia pubblicata in prima
pagina sul Gazzettino di Hogwarts.
Oh, nonna Molly manda un biscotto pure a voi.
Baci,
Sil
|
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Capitolo 3 *** Pettegolezzi ***
Definetely,
maybe
2.Pettegolezzi
L'Acromantula
è un ragno nero molto forte che può raggiungere
enormi dimensioni; un esemplare
di questa specie è Aragog, progenitore di una colonia di
Acromantule
insediatesi nella Foresta Proibita ad Hogwarts. – ugh - Sono
delle "bestie", classificate come XXXXX, quindi non addestrabili.
Rose alzò gli occhi color nocciola dal libro di
Cura delle Creature Magiche, più che disgustata, ed estrasse
la piuma magica
dal groviglio di capelli ramati dato che l'aveva adoperata come un
ferma
capelli.
Le ciocche ondulate le ricaddero sulle guance e
soffiò un ciuffo di capelli che le era finito tra le due
labbra.
È
originario del Borneo, l'aperture delle zampe misura 4m, la peluria
è grigia e
sono c-ca-carnivore.
Se c'era un posto in cui era più che possibile
trovare Rose Weasley quello era la biblioteca. Non perché
avesse
necessariamente bisogno di studiare: aveva assodato in quei sei anni
che la
probabilità che lei fosse riuscita a studiare in qualsiasi
posto era quasi
quanto la capacità che aveva suo cugino Albus di
sonnecchiare ovunque. Per cui,
passando intere domeniche, Natali e qualsivoglia festività
in compagnia della
moltitudine di parenti, aveva imparato a isolarsi e a concentrarsi.
Quindi
avrebbe potuto svolgere i suoi compiti anche comodamente distesa nel
letto
della propria camera.
No, era ben noto agli studenti di Hogwarts che Rose
si recava puntualmente ogni pomeriggio in biblioteca per il semplice
fatto che
era il luogo in cui maggiormente era reperibile.
Eppure in quei giorni invece che recarvisi per puro
diletto, la
Weasley
sembrava barricarsi in biblioteca, a volte sceglieva i tavoli
più lontani e
isolati, e si trincerava dietro montagne di libri che non
necessariamente
dovevano essere attinenti con quanto stava studiando.
Chi
commercia le sue uova (ne produce fino a –miseriaccia!- cento all'ora)
viene pesantemente sanzionato dal Ministero della Magia. L'Acromantula
viene
identificata come il numero otto nelle Antiche Rune per il numero di
occhi o di
zampe.
Rose si pizzicò le labbra con i denti, distogliendo
lo sguardo dal libro e preparandosi ad impugnare la piuma e lisciare la
pergamena sulla quale avrebbe annotato qualche informazione per la sua
relazione.
«Scusa, è libero questo tavolo?»
La
Grifondoro sobbalzò
e di tutta risposta l'equilibrio precario del tavolo scosso fece cadere
alcuni
libri posti nei ripiani più alti del suo muro personale. E,
come se non
bastasse - come si dice, oltre al danno pure la beffa - il calamaio
contenente
l'inchiostro si rovesciò malamente sul tavolo.
Si, Rose Weasley in quell'ultima settimana si
recava in biblioteca più che per studiare, per nascondersi
da qualcosa - o qualcuno - di non
nettamente
identificabile.
«Scusami, non volevo spaventarti» intervenne il
ragazzo biondo per ridestarla dal suo stato di imbarazzo. Rose non
poté non
notare l'aria leggermente divertita e da sbruffone nel viso di quel
ragazzo per
cui non ci mise molto a ricomporsi e a ritornare vigile e attenta come
sempre.
«Ecco...ero così immersa nella lettura, che non ti
ho visto arrivare» spiegò in maniera franca,
estraendo dalla manica della toga
la sua fedele bacchetta e mormorando a mezz'aria un incantesimo che
fece ben
presto evaporare le macchie di inchiostro sul tavolo e sui libri.
«E dunque, posso sedermi?» riprovò
nuovamente a chiedere
il ragazzo.
«Mh-mh» concluse Rose senza troppe parole,
convincendosi ad alzare lo sguardo per dare un'occhiata all'ospite non
desiderato.
Era molto alto, fisico asciutto, con dei riccioli
biondi in testa che conferivano al viso un'espressione angelica
rimarcata da un
paio di occhi color giada. Ciò che tradiva la sua
espressione innocente era una
leggerissima patina di malizia nello sguardo e un modo di fare un po'
troppo
disinvolto. A giudicare dalla divisa, era un Serpeverde e aveva un
qualcosa di vagamente
familiare.
Il biondo prese uno dei libri utilizzati come
mattoni per quel surrogato di muro e liberò Rose
dall'impiccio di dover
allungare il collo per lanciargli occhiate circospette.
Ora ne era più che certa: era uno dei gemelli
Scamander.
«Lor- Lysander?» balbettò non essendo
del tutto
sicura di aver azzeccato il nome.
Il ragazzo alzò appena gli occhi, evidentemente
irritato dall'essere stato scambiato per suo fratello, e chiuse il
libro con un
gesto secco del pollice.
«No, Lorcan» la corresse e si aprì in un
sorriso
che imbarazzò non poco la Grifondoro.
Era vero che gli Scamander fossero in contatto con
i Potter e i Weasley, ma salvo qualche eccezione in cui si erano
ritrovati
insieme, non aveva mai avuto molta confidenza con i gemelli Scamander.
Lei come
anche il resto dei suoi cugini, fatta eccezione per Dominique, Albus e
James.
Sarà stato forse il gene "capelli rossi" a far desistere
lei, Lily e
Hugo a fare amicizia con i due fratelli.
«Ah» dichiarò a mo' di scusa e si
affrettò a
recuperare la pagina dalla quale stava effettuando la sua ricerca.
Dopo una buona mezz'ora, poco prima che Rose
riprendesse in mano la piuma pronta ad elaborare qualche idea per il
suo
compito, la voce di Lorcan tornò nuovamente a interrogarla.
«Senti, Weasley, hai letto il Gazzettino di questa
mattina?» chiese a bruciapelo e, senza lasciare alla rossa
possibilità di
ribattere, continuò.
«Ti consiglio caldamente di dare un'occhiata»
Per un momento Rose ebbe l'impressione che quelle
parole avessero lo stesso tono di suo padre quando da piccola le
raccomandava
di non rubare mai la sua macchina volante, cosa che - tra parentesi -
non le
interessava minimamente. Stava di fatto che la richiesta intimidatoria
del
Serpeverde la incuriosì parecchio.
Scamander si alzò e raccolse i pochi fogli di
pergamena che portava con sé, lasciando la Weasley
sola, non prima di essersi scoccati una
stilettata.
Rose gonfiò le guance, indecisa sul da farsi, ma
dopo riassettò le sue cose e abbandonò il suo
tavolo di studio alla ricerca di
Edmund Brooks, il responsabile del Gazzettino di Hogwarts. Era pur
certa di
aver scovato i suoi occhiali spessi e i capelli unti qualche tavolo
più avanti
a lei.
«Eddie, ho bisogno di una copia del tuo giornale»
chiese senza troppe cerimonie, interrompendo il quartetto di ragazzi
che
stavano studiando. Edmund alla vista di Rose si aprì in un
sorriso e la
Weasley dovette resistere
alla tentazione di vomitare il suo pranzo alla vista dei residui di
cibo attaccati
alle placchette dell’apparecchio di lui.
Estrasse da un volume una copia del giornale e Rose
fu ben che felice di non sborsare due galeoni, visto che quello era un
omaggio
del redattore.
Sotto gli occhi dei tra maghi, aprì il giornale
alla ricerca di- non sapeva cosa!
Nell'angolo a destra, un riquadro incorniciato da
tanti cuori che sbocciavano ad intervalli regolari, con la sua foto
scattata il
giorno in cui era diventata Prefetta.
Stagione
degli amori ad Hogwarts anche quest'anno, ma gli studenti non sembrano
voler attendere
la primavera. Infatti, nonostante gli studenti siano rientrati da sole
tre
settimane, corre voce che la neo Prefetta dei Grifondoro, Rose Weasley,
abbia
già ricevuto molte avances dai suoi colleghi tramite
bigliettini disseminati
nel suo appartamento. La prossima mossa dei corteggiatori
sarà forse una bella
bottiglia di Amorentia?
Quel pomeriggio fu la prima volta che Madama Pince
vide la signorina Weasley fiondarsi fuori dalla biblioteca a tale
velocità.
Non che
Malfoy avesse sviluppato un ego pari alla
circonferenza della terra, semplicemente la sua indole lo portava a
pensare che
la sua bellezza non fosse decisamente piovuta dal cielo. E, come se non
bastasse, non perdeva l'opportunità di manifestarlo
all'intero universo
femminile, che non smentiva per nessuna ragione al mondo le voci che da
sei
anni a quella parte erano ormai sulla bocca di tutti.
Scorpius Malfoy era ciò che si poteva definire un
vero Don Giovanni, il più popolare a detta di alcuni, con
grande orgoglio di Malfoy senior. E sì, se nell'attesa di
diventare un grande mago Scorpius
Hyperion Malfoy avrebbe dovuto stare tra le gambe di qualcuna, non
c'era
nessunissimo problema.
All'ora
di cena la
Sala Grande era quasi
al completo quando il Serpeverde vi fece il suo ingresso. Si
frizionò
leggermente i capelli dorati, scompigliandosi il ciuffo e portandolo
indietro,
così che un paio di studentesse Corvonero ai limiti del loro
tavolo rischiarono
di avere uno spasmo emotivo per via di quella visione. Prese posto alla
sua
solita porzione di panca, non prima di aver fatto l'occhiolino a Susie
Spencer,
Tassorosso, sua ultima conquista, la quale lo stava già
rimirando. Non appena
notò il gesto del Serpeverde esplose in una risata isterica.
«Ehi» esordì per richiamare l'attenzione
di Zabini,
già intento a trangugiare le sue alette di pollo.
«Ciao» rispose all'amico, abbandonando le posate
per bere un sorso d'acqua.
Malfoy notò con suo dispiacere l'assenza di Caleb
al fianco di Zac, ma non si crucciò più di tanto
per la mancanza del cugino e
affondò la forchetta nel vassoio delle costolette di maiale,
scartando il
pollo.
«Dunque, hai niente da fare dopo cena?» chiese con
noncuranza il moro, scoccando un'occhiata in tralice a Scorpius intento
ad
iniziare la sua cena.
Malfoy tagliò la carne ancora fumante e ne portò
un
pezzo alla bocca, non prima di essersi riempito il bicchiere con
dell'acqua.
Riflettè un secondo, inarcando le sopracciglia. Poi
rispose.
«Niente di particolare»
Zabini abbandonò la forchetta e acciuffò il
tovagliolo per ripulirsi dalle macchie di sugo agli angoli della bocca.
«Quindi non è vero» concluse attendendo
un gesto
affermativo dal biondo.
Malfoy sbatté le palpebre e intrecciò le dita
sotto
il mento, incuriosito.
«Non è vero che cosa?»
«Non è vero che tu e la Potter
avete un
appuntamento»
Lui? Lei? La Potter?
Lui con la
Potter? Insieme?
«Ma certo che no. Dio, come ti è venuto in mente
un
simile obbrobrio?» chiese disgustato come se avesse appena
ingurgitato un succo
di zucca inacidito.
«Voci» rispose in tono vago l'amico, riprendendo a
mangiare.
Ora era Scorpius che aveva perso l'appetito.
«Amico mio, mi deludi se credi a simili scemenze. Pettegolezzi, bleah»
Com'era caduta in basso Hogwarts per essere vittima
di stupide voci di corridoio e pettegolezzi da quattro galeoni alla
pari di
quelle dei domestici.
Ad un tratto si ricordò dell'appunt- cioè
dell’incontro con la Grifondoro
nelle cucine
per la faccenda di Rose Weasley.
«Allora dopo ci vediamo in sala comune - o hai da
fare con la
Spencer?»
chiese maliziosamente Zac arcuando le sopracciglia su quel viso
abbronzato che
si ritrovava e facendo riferimento con il capo al tavolo dei Tassorosso.
Malfoy represse l'istinto di lanciargli una
Maledizione, ma mentalmente lo ringraziò per avergli fatto
ricordare
l’appuntamento. Il solo pensare il nome appuntamento
e Potter nella medesima frase lo faceva inorridire.
«Uhm» mormorò non dando un'effettiva
risposta allo
Zabini. Per la verità Malfoy era più impegnato ad
allungare il collo e aguzzare
la vista tentando di scorgere, tra le miriadi di teste degli studenti,
quelle
appartenenti ai Grifoni.
Cercava Potter 3 formato uno e sessantadue con
lentiggini incluse, ma, benché cercasse da un bel po',
riuscì a localizzare
solamente i due patetici Weasley - e poteva ben constatare quanto
Weasley 1
fosse particolarmente avvilita. Ma di lei, della sua acidità
e della sua chioma
fulva di derivazione Weasleyana
nessuna traccia.
«Ma si può sapere chi stai cercando?»
tentò l'amico
dopo che svariate volte si era girato per vedere nella medesima
direzione del
biondo, non trovando nessuno ovviamente.
Malfoy ritornò nuovamente con gli occhi puntati in
quelli di Zabini, Cruciandolo, il che fece abbassare gli occhi al moro
con un
"come non detto" appena borbottato.
Sbocconcellò un pezzo di pane avvilito quando con
la coda dell'occhio notò l'inconfondibile Lily Luna Potter,
fare il suo
ingresso in sala con una coda di cavallo abbastanza alta.
Le labbra del Serpeverde si piegarono in un sorriso
beffardo e prontamente estrasse dalla giacca un pezzo di pergamena e
una penna.
Sbrigati a
mangiare, Potter.
Ci vediamo
tra mezz'ora all'ingresso delle cucine.
Non farti
beccare dagli Elfi domestici.
Prima che Lily giungesse al suo solito posto, un
aeroplanino di pergamena atterrò sul suo piatto.
Malfoy abbandonò così il suo posto e si
avviò con
calma verso l'uscita, non prima di aver riservato un'occhiata alle
gambe in
bella vista di Susan.
Non era male il programma della serata: sarebbe
andato dalla Potter, avrebbe risolto la questione e l'avrebbe presa un
po' in
giro.
E poi forse, per la goduria di Zabini stesso, avrebbe
trovato anche un po' di tempo per la Spencer.
Puzzava.
Ci credeva che puzzava visto che aveva concluso
gli allenamenti di Quidditch da poco più di un’ora
senza nemmeno farsi una
doccia veloce. Il fatto era che l'idea di presentarsi di fronte a
Malfoy pulita
e profumata come un biancospino non le andava affatto a genio. Con
l'ego che si
ritrovava, quella Serpe avrebbe pensato che quell'incipriamento fosse
tutto per
lui.
Così non appena era scesa dalla scopa era corsa
subito negli spogliatoi per cambiarsi e rimettersi la toga che
già indossava da
due o tre giorni, e i capelli sudaticci, e per questo molto
più malleabili,
erano stati legati accuratamente in una coda alta.
Aveva ingurgitato quanto più poteva contenere nello
stomaco ad una velocità pazzesca, dato il suo netto ritardo
a cena, ma non
appena aveva finito, si era incamminata senza fretta, preferendo
gironzolare
per il castello piuttosto che imboccare le svariate scorciatoie.
Eppure c'era qualcosa che non andava. Non che
avesse paura dei corridoi del castello di notte, ma la sensazione di
essere
seguiti da qualcuno non si presenta sotto la luce del sole.
Il suo istinto le diceva che qualcuno la stesse seguendo a distanza di
sicurezza e quasi mai l'istinto di un Potter si era sbagliato.
Così dopo un buon quarto d'ora da quando si era
allontanata dalla Sala Grande, si voltò brandendo la sua
bacchetta.
«La pianti di seguirmi?»
La Grifondoro attese qualche minuto e la strega uscì allo
scoperto.
______________________________________________________________
Ciao
carissimi lettori,
Finalmente sono qui con il terzo capitolo di questa storiella che, a
quanto sembra, non convince molti di voi. Questo un po' mi dispiace ma
non ve ne faccio certo una colpa, dico solo che se c'è
qualsiasi cosa che mi volete dire (opinione, giudizio, idea, critica)
sul mio modo di scrivere, sulla storia in sé, sulla
caratterizzazione dei personaggi - che non vi piace o che trovate
scialba e scolastica - potete farlo tranquillamente in un recensione o
contattandomi privatamente.
Detto questo passo a fare il resoconto del capitolo. Dunque,
incontriamo Rose alla prese con lo studio e i ragni (un parallelismo
che ho voluto tracciare con il padre) e un Lorcan pronto a girare il
dito nella piaga. Basicamente Lorcan non è cattivo, ma
è molto più lucido di Lysander e possiede una
logica pari quasi a quella della Weasley, per questo entrambi non si
trovano a proprio agio nei pressi dell'altro. In Biblioteca Rose scopre
le voci che circolano su di lei e scappa potete immaginare in che stato
d'animo. Scorpius invece è come molti di voi se lo
immaginano ma vi avverto che questo è lo strato
superficiale, avrà molte cose da raccontare/confessare in
futuro. E poi c'è la Potter che - a detta di alcuni - non si
lava (ahaha) per il semplice gusto di non dare modo a Scorpius di
prenderla in giro. E intanto nel loro appuntamento tutt'altro che
romantico - anzi, direi di lavoro visto che devono discutere
sull'autore del biglietto di Rose - arriva un terzo incomodo. Chi
è?
Lo so bene che ancora della Rosander sembra non vedersi neanche l'ombra
ma si deve pur sistemare la faccenda del biglietto, no?
Grazie mille per aver letto e per continuare a leggere nonostante tutto.
Baci,
Sil
P.S Per
chi volesse aggiungermi su Facebook Dreem L. Efp
|
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Capitolo 4 *** Di pedinamenti e porte in faccia ***
Definetely,
maybe
3.Di
pedinamenti e porte in faccia
«Lumos»
La rossa agitò la bacchetta dalla quale fuoriuscì
un debole fascio di luce sufficiente per illuminare le efelidi della
Potter.
«Per quanto tempo dobbiamo aspettare chiuse nell'armadio
delle scope?» abbaiò sottovoce Maggie, spazientita
per lo spazio angusto in cui
si ritrovavano praticamente ad un palmo dal naso l'una dall'altra.
Lily alzò gli occhi al soffitto basso brontolando
appena.
Se Margaret Pevensie non avesse chiuso quel becco
da Corvonero che si ritrovava all'istante probabilmente si sarebbe
ritrovata
sbalzata fuori da quell'armadio colpita in pieno da uno Schiantesimo.
Ma
probabilmente l'istinto omicida della Grifondoro non teneva in conto il
fatto
che Margaret era una degli studenti più brillanti di tutta
Hogwarts, in stile
Rose Weasley.
Ed era stato proprio il suo ingegno a suggerirle
che ci doveva essere sicuramente qualcos'altro dietro le frecciatine
che Potter
e Malfoy si scambiavano quasi come se stessero giocando allo sport
babbano del
tennis.
Così niente
le aveva impedito di alzarsi dalla panca, abbandonare il dolce che
Lysander si
era offerto di dividere con lei e di seguire la coda di cavallo di Lily
Potter mentre
ondeggiava per i corridoi bui del castello. Niente a parte gli occhi
gonfi e
imploranti di Rose che le sbarrarono la strada per una manciata di
minuti,
livida come non mai. Solo una volta aveva visto la sua migliore amica
in quelle
condizioni e cioè quando al secondo anno un bolide impazzito
l'aveva colpita in
piena faccia, lasciandole con due macchie viola al posto delle guance
per una
buona settimana. Aveva tentato di consolarla come meglio poteva,
cercando di
non perdere di vista il soggetto da lei inseguito e così,
quando la
Potter si era trovata fuori
il suo campo visivo, a malincuore l'aveva liquidata consigliandole di
abbracciare Grattastinchi se proprio doveva e la sorpassò
subito tornando sui
passi della minore di casa Potter.
Non si poteva dire che Lily e Maggie avessero un
buon rapporto, ma neanche che si odiassero. Non si erano mai
frequentate perché
la simpatia era reciproca ma esclusivamente perché
l’unica cosa che le legava
era il rapporto con Rose. Ciò che le ostacolava era il
carattere fin troppo
simile e il livello di acidità che continuava ad oscillare
senza mai azzerarsi.
Tuttavia ciò che distingueva la Corvonero
dalla Grifondoro era la ponderatezza e l'arguzia
della prima contro la testardaggine e l'impulsività della
seconda.
Lily tentò di sbirciare il corridoio attraverso una
minima fessura così da poter rispondere alla compagna.
«Il tempo di non vedere più Elfi domestici in
giro»
brontolò, un po' infastidita da quella situazione e dal
ginocchio della
Pevensie che andava a toccarle l’anca destra.
Esatto, elfi domestici.
Perché nel momento in cui Lily si era voltata
brandendo la sua bacchetta e Maggie aveva trattenuto il fiato,
notevolmente
stizzita dall'essere stata scoperta, neanche il tempo di rivolgersi
un’occhiata
in cagnesco che due esseri alti poco più di tre piedi
stavano percorrendo il
corridoio opposto con al seguito una pila di piatti sporchi, vassoi,
bicchieri
e ciotole.
Non c'era voluto molto alla Grifondoro per prendere
Maggie per una ciocca di capelli e trascinarla all'interno di
quell'armadio - nolente
o volente, era ovvio.
Non
ti
fare beccare dagli elfi domestici,
aveva detto Malfoy; incontriamoci subito,
aveva detto la
Serpe.
E ora Lily non poteva non dare la colpa del suo
piede addormentato a Scorpius e a tutta la generazione dei Malfoy.
«Dici che Malfoy ti dirà chi è il
responsabile del
biglietto?» chiese Maggie appoggiata contro la parete,
serrando le braccia al
petto e osservando la Potter
ancora china ad osservare attraverso la fessura.
L'ultima pila di piatti con davanti un elfo
dall'aspetto piuttosto grassoccio stava per attraversare il corridoio.
«A dire la verità - non
lo so», rispose in tutta sincerità,
«però se non ce lo dice
saprai già chi sarà il responsabile del suo
omicidio» si affrettò ad aggiungere
con un evidente tono macabro mentre riduce gli occhi a due fessure.
Maggie rabbrividì arricciando il naso all'idea di
Scorpius Malfoy ridotto a mangime per draghi da Lily.
Dopo aver rivolto lo sguardo al soffitto basso e
essersi dondolata per un po' sui talloni, la Corvonero
estrasse la
bacchetta dalla manica della toga, visto che la sua pazienza aveva
rasentato il
limite - e a dirla tutta anche il suo setto nasale non ne poteva
più della
puzza di sudore di Lily.
«Su, spostati» disse scostando Lily dalla fessura e
impugnando la bacchetta.
In meno di un secondo un minuscolo gingillo grigio
volante simile ad una libellula prese vita e, dopo aver ronzato per un
po'
davanti alla faccia della Grifondoro irritata, si insinuò
nella fessura sotto
la porta con l'intento di vedere se fosse davvero sicuro uscire da quel
nascondiglio.
Ora era la
Potter che sbuffava come un calderone bollente e
non
vedeva l'ora di uscire da lì.
L'esserino rientrò dalla medesima fessura, dando
nessun segno di allarme così la mora con un ulteriore colpo
di bacchetta lo fece
Evanescere.
«Perfetto, la strada è libera»
dichiarò Maggie
soddisfatta di sé. Lily roteò gli occhi, non si
scoraggiò dai trucchi della
Pevensie e optò per aprire lei per prima la porta.
Girò i tacchi e con uno scatto veloce spalancò la
porta in legno, non curandosi dell’eventualità che
qualche Elfo domestico
potesse essere ancora in giro.
Qualcosa batté violentemente contro la porta tanto
che Lily dovette far forza per aprirla totalmente.
Il tonfo fece irrigidire subito le due streghe
ancora seminascoste.
Maggie fece capolino sopra le spalle della rossa,
incuriosita da quello strano rumore e rivolse uno sguardo a dir poco
allibito
quando Lily si aprì in una risata sguaiata che fece tremare
le mura del
castello e che la fece accasciare a terra.
Ed era più che ragionevole.
A terra, con un bernoccolo in fronte e con il naso sanguinante
tra le mani, vi era niente poco di meno che Scorpius Hyperion Malfoy.
Lily si asciugo le lacrime per
la terza volta da
quando aveva fermamente giurato che non avrebbe continuato a ridere ma
puntualmente, dopo due minuti, infrangeva la promessa e continuava a
rotolarsi,
inondata da sguardi assassini indirizzatele dal Serpeverde.
D'altro canto Scorpius si tamponava la narice
destra con un fazzoletto, completamente scuro in volto e con
un'espressione che
non prometteva nulla di buono.
Il tutto sotto lo sguardo vigile della Corvonero la
quale si chiese in quale istante le era venuta in mente quella brillante idea di immischiarsi in quella
faccenda.
Si torturò il labbro e abbasso lo sguardo non
appena gli occhi gelidi di Malfoy intercettarono i suoi grandi e neri.
Maggie
si sforzò almeno di non arrossire di vergogna.
«Potter ti sarei grato se smettessi di starnazzare
come un'oca ed evitassi di richiamare l'attenzione di professori e
studenti con
i tuoi gridolini da sguattera» latrò il biondo
profondamente irritato
dal comportamento della Grifondoro.
Lily si pose entrambe le mani davanti alla bocca,
soffocando un'ulteriore risata e dopo un bel respiro profondo si
ricompose,
accantonando l'eccesso di ilarità di poco prima.
Scoccò un'occhiata guardinga in direzione del
Serpeverde e si morse la lingua per non ricominciare a ridere.
Aveva la narice gonfia ma ormai priva di residui di
sangue, un bitorzolo posto al di sopra del sopracciglio sinistro, in
quella
porzione di fronte non coperta dal ciuffo, uno sguardo livido e un
umore
nettamente sottoterra.
Sì, sicuramente suo fratello James le avrebbe
costruito una statua – come minimo - per quello che era
riuscita a combinare
involontariamente.
Tuttavia il sorriso della Grifondoro scomparve del
tutto quando si concentrò sul da farsi.
Se prima forse avevano avuto una possibilità su
cento che Malfoy fosse realmente disposto a collaborare con loro e
rivelare il
nome dell'autore del biglietto, adesso le possibilità erano
sicuramente meno di
zero.
Lily represse l'istinto di sbattersi la testa
contro il muro, ma onde evitare uno spettacolo di buono gusto a Malfoy,
si
convinse a spiccicare qualche parola giusto per iniziare il discorso e
togliersi da quella situazione insostenibile.
«Ehm...dunque, ci dici chi è l'autore di quel
biglietto?» chiese Lily senza ulteriori giri di parole ma
evidentemente il tono
con cui aveva modulato la domanda non fu affatto di gradimento per
Scorpius.
Il Serpeverde di tutta risposta spostò lo sguardo
dalla rossa a Maggie la quale, questa volta, sostenne gli occhi di
Malfoy su di
lei.
«Io non parlo davanti a te, Corvaccia»
sputò scoccandole un'occhiata di sufficienza e di
disgusto, quasi il medesimo sguardo che avrebbe riservato a una
mezzosangue.
Persino Lily era stata graziata da quello sguardo
truce.
Maggie si torturò il labbro inferiore promettendosi
di non perdere il controllo e di non fare scenate.
«S-si dà il caso, Malfoy, che io sia la migliore
amica di Rose e-e che ci tenga a sapere chi si nasconda dietro a questa
faccenda» lo apostrofò con coraggio seppur
inceppando in qualche sillaba.
Il biondo sbuffò dandogliela vinta per quella volta
e da quel momento in poi si voltò facendo come se Maggie non
esistesse.
Lanciò un'occhiata di sottecchi alla Potter e Lily
poté ben costatare – a suo malgrado - che il
dolore al naso era svanito visto
che era riapparso il solito ghigno strafottente.
«Malcom Corner, settimo anno, capitano della
squadra di Quidditch dei Tassorosso» asserì
solenne e quasi in sincrono le due
studentesse inarcarono le sopracciglia per poi sbarrare gli occhi
dipingendosi
in volto una smorfia di notevole disgusto.
«Quel damerino irlandese?» buttò
lì Lily
arricciando il naso e aggrottando la fronte, non essendo ancora
riuscita a
capire quale improbabile collegamento vi fosse tra sua cugina e quel
Malcom.
«O-o forse è Adam Johnson, terzo anno, il miglior
esperto di Antiche Rune» aggiunse il biondo poggiando il
pollice sotto il mento
e assumendo un'aria pensierosa e divertita allo stesso tempo.
La Grifondoro si voltò
a scrutare il biondo con aria minacciosa non riuscendo a capire dove
stesse
cercando di andare a parare.
«O magari-» ma Scorpius non riuscì a
terminare la
frase che due dita lo strinsero per il colletto della camicia
trascinandolo
verso il basso all'altezza degli occhi di una Potter furibonda.
«Ammettilo - tu, lurida e
viscida Serpe -
ammetti che non hai la ben che minima idea di chi abbia scritto quel
biglietto
e che mi hai trascinato qui solo per il gusto di farmi un
dispetto!»
Malfoy, ricurvo su di lei per via delle unghie di
Lily che lo trascinavano giù insieme al colletto della
camicia, serrò le dita
attorno al polso della Grifondoro finché lei non dovette a
malincuore
abbandonare la presa intorno alla stoffa.
«Punto uno, mocciosa,
io non ti ho mai detto che sapevo il nome dell'idiota che ha inviato il
biglietto alla Weasley; punto secondo, se non la smetti di afferrarmi
il
colletto della camicia ti rispedisco nella tua Sala Comune a suon di
calci nel
sedere che ti ritrovi; punto terzo, anche se sapessi il nome, sei
proprio tonta
per sperare che io adesso te lo riveli dopo quello che hai combinato
alla mia
bellissima e preziosissima faccia».
Si guardarono in cagnesco per una manciata di
minuti scarsi finché Lily si liberò dalla stretta
del Serpeverde e il sangue
tornò a circolare nelle sue povere dita.
«Allora se non lo sai perché diamine mi hai fatto
venire qui?» domandò esasperata Lily allargando le
braccia non sapendo più che
pesci prendere.
«Per dirti che sapevo il nome» dichiarò
con
noncuranza e freddezza Scorpius mentre si risistemava il colletto della
camicia
e allentava il nodo della cravatta a fasce grigie e verdi.
La mandibola della Potter si aprì di ben
quarantacinque gradi pronta a ritornare alla carica, ma a sua insaputa
il
Serpeverde continuò la sua arringa di difesa.
«Ma ovviamente tu e la tua sfrontatezza mi hanno
fatto passare la voglia di rivelartelo - zero
punti a Grifondoro» concluse scimmiottando pure la McGranitt
- cosa che
produsse un leggerissimo risolino sulle labbra di Margaret, rimasta
appartata
con le mani dietro la schiena.
Lily provò per l'ennesima volta a convincere la Serpe.
«Okay, è stato un incidente, come potevo sapere
che
tu fossi così intelligente
da seguire
quello strano animale e andare a sbattere contro la porta- e poi ti ho
già
chiesto scusa e…»
«No, non mi hai chiesto scusa» si difese
prontamente Malfoy e Lily si sentì punta sul vivo.
No
che non
gliel'aveva detto, porco Godric.
«..'cusa»
bofonchiò spostando lo sguardo sulle punte delle sue scarpe.
Scorpius si portò una mano all'orecchio.
«Come, Potter? Non ho sentito bene» ci
marciò sopra
e Lily era sul punto di lanciare una qualche maledizione.
Certo
che
non hai sentito bene pensò ironica
ma alla fine si arrese.
Chiunque fosse stato l'autore del biglietto
l'avrebbe pagata molto cara quella sua umiliazione.
«S-C-U-S-A» sillabò facendo vedere per
bene la
lingua e i denti ad uno Scorpius disgustato.
«Molto bene. Adesso veniamo a noi».
Margaret e Lily si scambiarono un'occhiata di
intesa.
«Vi rivelerò il nome ma voi dovete darmi una cosa
in cambio, una specie di piccolo
favore» propose il Serpeverde affondando le mani nelle tasche
dei pantaloni.
Gli occhi della Potter si ridussero a due fessure.
«Dovevo aspettarmelo che giocavi sporco»
abbaiò
profondamente indignata e dietro di lei sentì un leggero
sibilo, un qualcosa
come ricattatore pronunciato dalle
labbra della Corvonero.
«Questo non è giocare sporco, sono affari,
ma dubito che una Potter sappia
cosa si intende per-»
«Piantala e vieni al dunque- cosa vuoi?» lo
troncò
di netto e tamburellò un piede contro il pavimento di pietra
in attesa delle
parole.
Malfoy sorrise malizioso e Lily si aspettò il
peggio.
C'era sempre da aspettarsi il peggio da uno come
Malfoy.
«Vi dirò il nome a patto che la Pevensie
venga con me al
ballo di Primavera» buttò li con indifferenza come
se le avesse chiesto di
passarle la
Gazzetta
del Profeta.
Lily non si curò delle minacce balbettanti che
Maggie stava elaborando né del fatto che fosse sull'orlo di
una crisi di nervi
e che sarebbe mancato poco per scatenare un duello.
Così, mentre la mora si sbracciava, tutta rossa in
viso, per colpire Malfoy nel posto dove non batte il sole - o almeno
era questo
che Lily riuscì a decifrare tra le miriadi di esclamazioni
lasciate a mezz'aria
- la
Grifondoro
rispose per lei.
«Okay, sì accetta. Il nome, prego»
rispose
spicciola mentre veniva colpita da occhiate omicide da parte di
Margaret.
Pazienza, si era sacrificata per una
giusta causa.
Non che Lily non fosse particolarmente incuriosita
riguardo la richiesta del Serpeverde, del resto da quando in qua
riceveva
qualcosa da Malfoy senza che lei
gli
desse qualcosa in cambio? Che Malfoy avesse qualche tipo di interesse
per
Maggie?
Scorpius si abbassò leggermente giusto per arrivare
alla medesima altezza della rossa la quale sentì una strana
morsa allo stomaco
nel momento in cui la punta del suo naso si trovò a meno di
quattro centimetri
da quello del biondo.
Fortunatamente deviò e avvicinò le labbra al lobo
dell'orecchio.
Lily pregò Godric di non arrossire e serrò i
pugni
determinata.
«Per Salazar, Lilian, quanto puzzi»
sussurrò per
poi scoppiare in un eccesso di ilarità allontanandosi dalla
Grifondoro con
finto gesto di disgusto.
E per quella sera l'arrivo di Gazza salvò Scorpius
Malfoy da morte certa.
Le fusa di Grattastinchi II
non erano di certo il
miglior modo possibile per convogliare il sonno, quel rarissimo senso
di
beatitudine e di ristoro che da ben tre ore e mezza non ne voleva
sapere di
raggiungere Rose.
Aveva provato di tutto: un buon libro, una tisana
di miele e menta, una doccia. Ma l'immagine di lei su quell'articolo
così
diffamante le faceva arrovellare lo stomaco e tutte le sue
preoccupazioni
vertevano sulla sua carriera scolastica, impeccabile per sei anni -
almeno fino
ad ora.
Sarò
lo
zimbello di tutta Hogwarts, che cosa penseranno mai i professori.
Il gatto dal pelo liscio e folto si acciambellò
maggiormente continuando a poltrire grazie alle carezze della
padroncina.
Un picchiettio sul vetro fece sussultare Rosie
ancora sveglia, mentre le sue compagne di dormitorio di limitarono a
mugugnare
e a rigirarsi dall'altra parte del letto.
Un piccolo allocco dalle ali tinte di nero beccava
forsennatamente la finestra in attesa di essere invitato ad entrare.
La Weasley poggiò i piedi
nudi sul freddo pavimento di pietra
e si strinse maggiormente nel suo pigiama quando la fresca aria
notturna di
fine ottobre si introdusse in stanza facendo anche entrare l'uccello.
Grattastinchi rizzò il pelo sentendosi minacciato
da quell'animale, ma dopo che l’allocco ebbe sbattuto un po'
le ali, il gatto
si leccò la punta del naso e socchiuse gli occhi ritornando
a sonnecchiare.
La rossa notò un piccolo pezzo di carta e cosi
slegò dalla zampa dell'allocco il biglietto.
Per suo malgrado era di nuovo per lei.
Non ti
conosco bene.
Non ti
conosco bene come dovrei, in effetti. E non so bene come funzionano
queste
cose. Vorrei studiarti. Mi incuriosisci. Mi piaci, credo. E se
c'è una cosa che
vorrei fare, come nell'intero mondo, è toccare, no
accarezzare i tuoi capelli
ricci appena ti svegli. Vorrei - tipo - conoscerti. Vorrei sapere cosa
studi,
qual è il tuo libro preferito, salire sulla scopa e
guardarti a testa in giù e
scoprire che il tuo sorriso è addirittura più
bello visto all'incontrario,
portarti fuori ad Hogsmeade, entrare a Mielandia e comprarti gli
Zuccotti di
Zucca che ti piacciono tanto e pulirti con un dito l'angolo destro
della bocca,
quello più bello, quello che non hai mai donato a nessuno.
Okay, scusa.
Probabilmente tu non vuoi fare tutte queste cose, sarai impegnata con
lo studio
e cose così. Ma non c'è problema,
continuerò a pensare queste cose tra me e me,
magari a fantasticare per entrambi perché tu non hai tempo.
Aspetterò
tutto il tempo necessario.
Tuo S.
__________________________________________________________________
Salve carissimi lettori
(semmai ce ne siete)
Eccomi tornata come promesso con un altro capitolo,
questa volta incentrato quasi interamente sull’incontro di
Scorpius e Lily
nelle cucine. Mi domando coma mai nessun Tassorosso sia passato di
lì- bah poco
importa. Maggie è decisamente curiosa – da brava
Corva – e ha trovato il modo
di immischiarsi in quella faccenda. Il rapporto tra Lily e Maggie
è un po’
aspro, ma in effetti non si odiano anzi Maggie è una delle
poche ragazze ad
Hogwarts con cui scambia volentieri qualche parola. Dal canto suo
Maggie è un
po’ impacciata in fatto di legami e amicizie e questo anche a
causa della sua
riservatezza che la spinge spesso a nascondersi dietro a un libro.
Scorpius
guarda con sdegno Margaret e Lily non se ne cura - male, molto male
– ma alla
fine il Serpeverde se ne esce invitando Maggie al ballo di Primavera.
Ma
sfortunatamente Lily non riesce a farsi dire il nome del presunto
ammiratore perché
il guardiano del castello interrompe la combriccola che scappa di
filata nelle
loro rispettive case. Intanto Rose è profondamente
amareggiata per la situazione
che si sta venendo a creare – lei, strega modello ecc
– ma le arriva nuovamente
un biglietto questa volta di natura diversa. Non la semplice citazione
presa da
qualche poeta o scrittore, questa volta è una confessione. E
vedrete che questo
secondo messaggio porterà molti più problemi del
primo.
Ringrazio voi che leggete questi capitoli e non so,
se non vi dispiace un vostro parere anche di tre righe mi piacerebbe
riceverlo ewe
Al prossimo capitolo.
Un bacio,
Sil
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