Bio

di _Sam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incipit ***
Capitolo 2: *** Niall Horan ***
Capitolo 3: *** She's crazy ***
Capitolo 4: *** His body shouts forever young ***
Capitolo 5: *** You're ugly ***
Capitolo 6: *** Like a Spongebob ***
Capitolo 7: *** swallows in winter ***
Capitolo 8: *** Boston ***
Capitolo 9: *** Yearbook ***
Capitolo 10: *** Cute, really cute ***
Capitolo 11: *** Believe ***
Capitolo 12: *** Revolution ***
Capitolo 13: *** Black ***
Capitolo 14: *** Not Alone ***



Capitolo 1
*** Incipit ***


Incipit.


 

Alla mia maestra delle elementari.
Per avermi definita pasticciona, e per aver corretto i miei temi con disgusto,
definendo i miei errori, orrori.
A lei per esser da sempre la mia peggior vicina di casa.
A lei perché semplicemente,la odio.
Ringraziamento speciale anche a:Trenitalia che porta costantemente i miei treni in ritardo dandomi il tempo e l'ispirazione per questa fan fiction.
 


 
Aveva nove anni quando lo fece per la prima volta, le converse alte amaranto lasciavano poco spazio ai calzini azzurri,le gambe bianche e magre dondolavano a ritmo dei suoi pensieri, le sottili labbra rosee reggevano il tappo della penna insalivato da intere ore passato a farsi torturare dalla sua bocca , i suoi grandi occhi gli mostravano immagini che nessun'altro poteva vedere o capire, perché nessuno riusciva mai ad' entrare nel suo mondo.
 Il suo sguardo si spostò sulla lavagna, dove la voce della maestra,muta alle sue orecchie, non finiva mai; aveva paura che da un momento all'altro, la bassa e grassa donna,potesse consumare il poco ossigeno ancora disponibile in quella stanza coperta di disegni e cartine, che a tutti i bambini gridavano allegria e a lui esasperazione.
Aveva solo nove anni,quando capii che un posto per lui non c'èra.
Tutti i bambini volevano il rosso con i brillantini, ma lui doveva accontentarsi del solo rosso, perché per lui non c'èra mai niente in più.
Nove anni e lui si era creato un suo mondo, dove poteva avere tutto, dove i dinosauri giocavano a nascondino con lui, dove qualcuno s'interessava a lui; non sapeva dov'era ma sapeva che esisteva, perché lui ci viveva costantemente, era un luogo dove lo accettavano,dove poteva essere sé stesso, era l'unico posto dove poteva avere il rosso e i brillantini sopra, era l'unico luogo dove si sentiva felice.
Aveva nove anni quando la sentii per la prima volta, con la penna che scorreva indefinita su quel foglio che rendeva ufficiale ogni cosa.
-Biografia e Autobiografia- Alzò il capo distratto da quelle tre parole che lo confusero lasciando incompleto e incustodito il suo gioco.
Si fece nuovamente tutto più rumoroso, e lui si concentrò nuovamente per ritornare a finire ciò che aveva lasciato in sospeso, ma non ci riuscii, e fu costretto ad' ascoltare la vecchia donna.
-Niall!- lo urlò talmente forte che si sentii strappato via. Alzò il suo capo piccolo ma complesso.
-Quante volte ti ho detto di non mangiucchiare quel maledetto tappo, chissà quanti germi contiene, sputalo subito via!- Tutti lo stavano guardando curiosi e lui si sentii volare via, ubbidii sentendo un vuoto fra le sue labbra che si serrarono umide e affaticate.
-Biografia è la storia della vita di un personaggio raccontata da qualcuno di esterno, perciò è in terza persona. Autobiografia, sono per esempio io che racconto la storia della mia vita è quindi in prima persona, chiaro?- il suo sorriso lo intimoriva, le sue labbra larghe lo facevano tremare. Lo  guardò come lo guardava sempre, con pregiudizio e intolleranza per poi scostare lo sguardo schifata su chi la stava richiamando. Niall Abbassò lo sguardo, desiderando di sparire, di riuscire a ritornare nel suo mondo, quello dove tutto è vero e nulla t'illude.
-Maestra?Anche io posso scrivere una mia autobiografia?- Niall si girò lentamente verso quella voce ridicola e falsa.
-Certo tesoro, devi solo saper definire bene i fatti della tua, per ora, corta vita e esporli in un ordine cronologico-
Lui seguii lo sguardo dell'insegnante.
-E se non ci fosse vita da raccontare?- intervenne lui, sotto le stridula delle sedie che si spostavano a osservarlo.
-Come hai detto Niall?- La bassa donna si piegò un poco tendendo le sue orecchie come a incitarlo a parlare più forte
-Se io non avessi una vita da scrivere,da raccontare, non potrei scrivere una mia autobiografia- Affermò più deciso.
Rise come a prenderlo in giro –Tutti hanno una vita da raccontare, tutti quelli che stanno in questo mondo adesso stanno vivendo, anche tu hai la tua di vita, ma cosa t'inventi?-
Lui abbassò lo sguardo sbuffando, lo rialzò trovando quelle labbra tanto larghe in attesa di risposta –Io non vivo in questo mondo, ma se va comunque bene,  potrei scrivere una mia autobiografia del mio mondo?-
Rise. Lei rise di nuovo e questa volta non fu sola, risero tutti.
-Niall, smettila di sognare ad occhi aperti, disintegra il tuo mondo e vivi in questo finché esiste- non la smettevano più, ridevano e non smettevano.
Sono solo invidiosi Niall
Il suo sguardo si muoveva a scatti, e si fermò su una nuova pagina del suo quaderno.
La maestra si ricompose, iniziando a scrivere con il gesso bianco sulla nera lavagna, dimenticando Niall, come se nulla fosse accaduto.
-Scrivete sul quaderno BIO= dal greco Bios che significa Vita-
Niall impugnò con la sua innocente mano sinistra la penna e lo fece per la prima volta ,con le converse amaranto legate strette alla caviglia e le gambe ormai ferme separate dai loro pensieri, lo scrisse,  diede il suo primo significato alla parola "vita"

  
                           
                             BIO=
B
astarda Insegnante Obesa.

  

 
 
RESTA DI STUCCO, E' UN BARBATRUCCO .__.

È sempre un'emozione pubblicare nuove fan fiction,non si mai cosa ti riserverà e  in quanti la seguiranno,sempre se qualcuno la seguirà.
Premetto che questo potrebbe essere un incipit a flashback, ma non è appropriato chiamarlo così dal momento che è radicalmente più lungo di un incipit tradizionale,ma visto che chiamarlo prologo mi sembrava ancor più scorretto, l'ho considerato come incipit (visto che non sapevo in che altro modo chiamarlo).
Chi già mi conosce sa che amo particolarmente gli inizi "Misteriosi" quindi è palese che non si capisca molto da questa scena d'apertura.
So già d'avere una storia in corso, quindi penso sarà complicato mantenerle entrambe e non so quando mai aggiornerò questa, ma ci tenevo particolarmente, visto che oggi compio un anno di iscrizione in questo sito, e volevo festeggiare in qualche modo.  
Se lascerete un parere (anche breve) a questo primo capitolo, ve ne sarei immensamente grata.
Alla prossima

_Sam  

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Capitolo 2
*** Niall Horan ***


Niall Horan




Uno

When you try your best but you don't succeed 
When you get what you want but not what you need 
When you feel so tired but you can't sleep 
Stuck in reverse
-Fix you Coldplay




Niall era un ragazzo definito brutto.
Brutto come il fiume marrone dopo la pioggia e, che per renderlo ancor più irriconoscibile veniva riempito di qualsiasi tipo di rifiuto.
Ecco cosa era Niall: un fiume bello che era stato rovinato da tutti quei Brutti Indescrivibili O
ltraggi  che lo avevano reso brutto agli occhi di tutti, senza nessuno che lo aiutasse a ripulirsi.
E tutte le esperienze che lo avevano colpito avevano solamente contribuito a sporcare di più il suo fiume che sembrava appesantirsi di detriti ogni giorno di più.
Nel suo rosso non aveva mai visto comparire nessun brillantino, ogni volta che sembrava stesse per appoggiarsi su di lui qualcosa lo scacciava via,ogni volta che sembrava poter essere felice si accorgeva che era una stupida illusione.
Nato a Mullingar era cresciuto con in mano una chitarra e in mente tanti sogni, era un fiume blu con tanti pesci che ormai già morti avevano reso i sogni e le speranze di Niall sporchi, ammucchiati sotto i sassi del letto del fiume.
Aveva potuto godere del sorriso di sua madre fino al suo sedicesimo compleanno fin quando non scomparve senza più tornare, fu un grosso masso che cambiò del tutto il corso del fiume di Niall staccandolo dalla sua odiata Irlanda e catapultandolo a Walton in provincia di Bradford accorgendosi poco dopo che era brutta e severa con lui esattamente come Mullingar.
Ragazze che credevano di poter conquistare il mondo con i loro mi piace su Facebook,con le loro risate squallide che le rendevano tutte uguali, ossessionate dall'apparire perfette e inconsce del fatto che nessuno le considerava.
Ragazzi che credevano di essere apprezzati con una sigaretta in mano e qualche bocciatura,con i loro jeans a penzoloni e le loro battutine perverse, inconsapevoli di pentirsene in futuro.
E Niall, che sporco e spoglio com'èra si vergognava a cambiarsi nello spogliatoio con gli altri ragazzi, per la sua pelle eccessivamente bianca,che si emozionava con il pallone da basket  in mano e non riusciva mai a fare canestro,quello che nessuno voleva in squadra, quello che gli insulti li vedeva piovere su di lui e macchiare di marrone il suo fiume.
Niall Horan quello irlandese con la madre morta e la sorella muta.
Niall che non veniva nemmeno considerato un ragazzo,quello circondato da gente troppo banale e squallida per riuscire a capirlo, quello che era passato con i massimi voti alla maturità e che adesso studiava all'università.
Niall Horan, che ormai in mano non ha più una chitarra ma sua sorella, che in mente non ha più speranze e sogni ma bensì lo studio che avrebbe potuto migliorare la sua condizione famigliare.
Niall, che del suo fiume non riconosceva più nemmeno la forma.
Niall, che non aveva vita da raccontare e autobiografia da scrivere.
Niall, il ragazzo rovinato.
Niall, che come tutti i lunedì si ritrovava con la fronte spiaccicata al finestrino dell'affollato treno delle 18.41, pieno di donne anziane che avevano il solo scopo di dimostrarti quanto tempo hai ancora da vivere e bambini urlanti che ti mostravano quanta poca ne hai vissuta.
Guardò l'orologio accorgendosi d'essere quasi arrivato, chiuse gli occhi come a assaporarsi quegli ultimi minuti di viaggio,come a dimostrare a sé stesso che non c'èra più tempo per studiare. Raccolse tutto nella sua napapijri beige e si preparò a uscire stropicciandosi gli stanchi occhi, perché infondo la vita del pendolare, era più faticosa di quanto sembrava.
Quando le porte si aprirono, Niall scese dal treno  sentendo i suoi capelli ballare insieme al vento che soffiava su di lui,  graffiando e facendo arrossire  i suoi due laghi azzurri spenti e stanchi.
Si strinse in sé percorrendo il solito sottopassaggio, con il solito uomo che seduto assieme al suo cane e la sua chitarra, era in attesa di un miracolo, consapevole che non sarebbe mai venuto, Niall gli sorrise amorevolmente, donandogli quei rari sorrisi che a pochi  riservava.
Uscii dalla stazione,lasciando definitivamente il caos, e fu nuovamente solo con  il sole ormai tramontato e la luna visibile, camminò con Il naso rosso e le guancie screpolate finché non arrivò davanti al cancelletto arrugginito di casa sua, suonò tremante il campanello potendo sentire i passi silenziosi di sua sorella avvicinarsi sempre di più e la luce gialla di casa sua farsi sempre più visibile, entrò sentendo tutto il freddo scappare da lui lasciando il posto a quell'apparente accoglienza di casa sua.
-Ehi Sam!- la salutò prendendola in collo, sentendo le sue labbra calde baciarlo, lei sorrise lasciandosi dalla presa del fratello, Niall si tolse il suo giubbotto e posò con mossa secca il suo zaino entrando in cucina.
Suo padre era un uomo che avrebbe fatto di tutto per non avere quei due figli che si ritrovava,ma che non lo dava a vedere :mascherava tutto con un sorriso e quel suo finto interessamento che lo rendevano il padre perfetto agli occhi di tutti, tutti tranne quelli sporchi di Niall.
-Ciao Niall! Dieci minuti ed è pronto- annunciò allegro, spegnendo i fornelli e iniziando ad'apparecchiare frettoloso.
Sam se ne stette accanto a Niall osservandolo contenta.
-Ma che ti prende oggi? Di solito te ne stai sempre per le tue…- Le domandò sorridendole e spettinandole i capelli.
-Samantha, falli vedere quello che hai fatto- la incoraggiò suo padre.
La bambina arrossii e scosse la testa imbarazzata
-Da quando ti vergogni di me,eh?- le chiese Niall prendendola in collo e raccogliendole i capelli in una coda alta che gli permise di osservarla più dettagliatamente.
La bambina abbassò di poco la testa esitando un po' mordendosi il labbro, lo rialzò, formò un pugno con la mano facendo uscire solo l'indice, e lo mosse con movimenti circolari.
"Dopo"
Niall le sorrise facendo, pure lui, un pungo con la mano sinistra, tenendo fuori solo il pollice
"Okay" 


SHUT UP AND MAKE ME A SANDWICH! 
Ammetto che questo capitolo è un po' noiosetto, ma siamo all'inizio e ci tengo davvero tanto che voi capiate bene il personaggio di Niall, che ho rifinito e studiato nei minimi dettagli(?) Per ora rimane tutto sul vago e il suo carattere vero e proprio lo conosceremo a tratti. 
Volevo poi ringraziate tutte quelle che hanno recensito lo scorso capitolo, dico sul serio!Non ho mai ricevuto così tante recensioni in così poco tempo ed è tuttora per me abbastanza spaventoso vedere così tante (o almeno per me) recensioni, non ci credo ancora, per non parlare delle 10 preferite,8 seguite e la sola ricordata!
Grazie infinite, spero farete lo stesso con questo capitolo!
Riguardo alle vostre fanfiction, passo da tutte, datemi solo il tempo! 
Adesso vado a rispondere alle vostre recensioni, jnsoasp <3 Alla prossima! 


Twitter 

P.S. il nome Walton non me lo sono inventata io, è una vera città in provincia di Bradford che è distante circa 25 km dal centro. 

_Sam

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Capitolo 3
*** She's crazy ***


She's crazy 



(per chi se lo fosse chiesto numero i capitoli con numeri cinesi)
tre


 

Happiness is like the old man told me
Look for it, but you'll never find it all
Happiness-The Fray 






Si ritrovò davanti due occhi raggianti, malgrado le numerose ore di digiuno diurno, erano accessi e vivi, e quasi gli invidiò. Non erano chiusi nel loro mondo ma erano aperti a quello degli altri,capacità che solo lui poteva avere.
«BUONGIORNO» scandii bene le parole facendo sussultare Niall a un passo dal scacciare un urlo stridulo.
«Che ci fai qui?» gli domandò accorgendosi d'essere nello stesso letto di Harry.
«è casa mia, ricordi? Hai dormito qui» gli rispose Harry togliendoli i ciuffi che gli coprivano la vista venendo, però, scacciato frettolosamente da Niall.
«Si, fin lì c' ero arrivato, ma cosa ci fai qui, nel mio stesso letto» Gli domandò Niall con un'aria abbastanza affermativa.
«E quanti letti pensi possa avere io in un appartamento da 50 metri quadrati,eh? Centriamo benissimo entrambi in questo» Gli spiegò Harry con ovvietà.
Niall si guardò intorno, notando poi d'essere a poche dita dal viso di Harry, si allontanò continuando a fissarlo spaventato.
«Vuoi insinuare che abbiamo dormito nello stesso letto?»
«Devo pure rispondere?»
«Non avevi specificato questo piccolo dettaglio!» gli disse Niall mettendosi a sedere togliendosi le coperte di dosso notando amaramente che Harry era nudo e che la sua pelle bianca vibrava dal freddo improvviso.
«Oh.Cazzo.» Disse Niall spalancando la bocca  «Che merda!Vuoi dire che ho toccato la tua pelle schifosa?Potevi metterti un pigiama,cazzo!» urlò turbato e sorpreso.
«Che ci sarà mai di male,Oh! Fai le polemiche per ogni cosa- Disse Harry calmo, e con la stessa tranquillità si alzò a indossare qualcosa. «Mica ti ho stuprato, ho dormito come faccio sempre e se puo tranquillizzarti ho dormito non più di tre ore questa notte» Continuò accendendo la piccola lampadina sopra la scrivania.
«Ti stavo preparando una cosa…» finii esitando
«A me?» chiese sorpreso Niall, sedendosi a gambe incrociate sul letto
«yes! E mi ci è voluto un sacco, e con il tuo russare in sottofondo e Zayn di sotto che parla nel sonno, devo dire è stato ancora più complicato-
«Io non russo!» si difese Niall
«Oh scusa» disse Harry voltandosi verso di lui dopo aver preso dei fogli «ti diverte imitare il verso dei cavalli, e dalla tua bravura potresti anche dare una sorta di concerto diurno per tutti i cavalli di questo mondo,sai?» disse schiarendosi la gola
«Simpatico» fu l'unica cosa che disse Niall, con una smorfia ironica in bocca.
«Lo so» ribatté concentrando il suo sguardo su quei fogli che erano frutto di un lavoro ,a suo parere, lunghissimo.
«Ho un rimedio» annunciò poi.
«Contro cosa?»
Harry lo incorniciò smanettando con la mano libera e, facendo vibrare le sua dita, nel suo viso si formò una smorfia disgustata.
«Contro tutto ciò che, apparentemente, può sembrare brutto in te»
Niall lo guardò stranito, ma non ribatté nulla.
«La chiamano, i giorni della felicità-
«La chiamano?»domandò Niall, marcando bene il pronome la.
«Certo, gli psicologi, l'ho cercata su internet!»Esclamò Harry schiarendosi, per la seconda volta in quella mattinata, la gola «è uno stimolo a essere migliori a accettarsi e a stare in pace con sé stessi,è suddivisa in giorni, per ogni giorno è dedicata una tematica, e tu devi rifletterci e scrivere un breve testo su essa» spiegò velocemente Harry prima che Niall lo potesse interrompere.
Il biondo si mise a ridere.
«Mi prendi per il culo?»
«No»
«Harry, credi veramente che io faccia questa merdata?»
Harry alzò le spalle e le riabbassò con una lentezza d'aiuto a farlo riflettere.
«Volevo aiutarti»
«Volevo aiutarti» gli fece il verso Niall, per poi ridacchiare con sé« dici sempre così,ma non sai che  l'unico modo per farlo sarebbe farti una manciata di cazzi tua»
«Non penso,io lo so,so che dici sempre l'incontrario di quello che vorresti realmente dire»
« No Harry,è diverso, tu non sai proprio un cazzo di me»
Harry si sentii profondamente turbato e sottovalutato, emise un lungo sospiro cercando di tranquillizzarsi, ma non ce la fece, e volle dire per la prima volta ciò che pensava.
« Niall, chi ti credi di essere?Il diverso della situazione?l'alternativo?Quello troppo speciale e particolare per essere compreso?Ricordati che sei uno stupido ventenne sfigato con una via di merda, esattamente come molti, sei un ragazzo esattamente come me, perciò non sentirti troppo superiore, io voglio aiutarti e Accidenti! Accetta il mio aiuto e se non lo farai poi non lamentarti d'avere una vita di merda» Harry lo spiazzò, lo lascio senza parole.
Che avesse realmente ragione?
 «Harry, tu vuoi farmi fare una cosa per gente depressa, io non lo sono! La mia vita mi piace così com'è»
Questa volta fu Harry a ridere,fu una risata amara. Fu Harry,questa volta, a tramutarsi in qualcosa di totalmente incontrollabile.
«Mi prendi in giro?La tua vita consiste nell'occuparsi di una bambina che non riuscirà mai a ringraziarti e basta, non hai niente oltre a quello. Tu non vivi Niall, esisti e basta, sei solo un'inutile comparsa in questo grande mondo,invisibile,uno schifo direi,senza amici,senza vita sociale,senza ideali e senza passioni, sei apatico e la cosa più deprimente è che hai pure il coraggio di dire che la tua vita ti piace» Gli confidò sincero senza indugi, inchiodandolo con lo sguardo e sedendosi accanto a lui «Ma io so che hai tante cose interessanti di cui parlare,tanta vita  che racchiude molti ricordi, solo che ne hai paura, hai paura del tuo passato Niall, sennò perché non ne vuoi mai parlare? Hai paura di te, di ciò che sei, e se non lo vuoi confidare a me o a qualunque altra persona, parlane con te stesso riflettici, è questo il mio scopo, non ho detto che sei depresso o malato. Devi solo essere coraggioso, tutto qui»
 Niall lo fissò poi abbassò lo sguardo.
Perché si stava facendo inchiodare da un marmocchio come lui? Chi si credeva d' essere?Certamente non avrebbe ceduto a due frasi fatte, lui non aveva paura, lui era Niall Horan, ed'era quello che era, o forse non era e basta,  infondo  non aveva nessuna vita di cui avere paura e perché pensare che ne avesse?
O forse, aveva semplicemente timore di non avere una vita, perché era così, ma era più difficile di quanto sembrasse ammetterlo.
Si crearono due contrapposizioni, in una stupida mattina di Gennaio, e Niall si sentii quasi cedere come quando infili le ginocchia nella neve e le senti bruciare dal freddo. Come si puo bruciare in qualcosa di ghiacciato? Come si puo non vivere in una vita? Eppure era così, e forse l'unico modo per dimostrare il contrario era scrivere una vita, una vita che Niall non era certo di possedere, e se poi non avrebbe avuto nulla da raccontare? E se non avesse vita da scrivere?
 « Ci penserò» balbettò appena, impugnando i fogli che l'amico gli porse.
Harry sorrise stringendolo a sé, così forte che le guancie sottili di Niall sembravano essere risucchiate dalle fossette di Harry, si staccò velocemente imbarazzato.
«Vado in bagno»  disse piuttosto sfalsato alzandosi e tra un camminare incerto si chiuse nella piccola stanza accanto alla porta della camera di Harry.
«Ti aspetto giù, Zayn deve aver preparato qualcosa per colazione! Sbrigati»
E lo sentii saltellare fuori come un bambino il giorno di Natale.
 
[…]
 
Niall morsicchiò la penna che aveva tenuto fra le labbra tutto il tempo, succhiò la saliva che si era formata sul tappo e una sensazione rilassante  e nauseante, allo stesso tempo, lo invase; si leccò il lato della bocca asciutto e si strappò con crudeltà una pellicina sentendo la carne del labbro inferiore allungarsi in avanti e diventare più calda; la succhiò accorgendosi di un sapore amaro pulsare nel lato più profondo della lingua. Prese un fazzoletto dalla sua tasca e lo tamponò sul labbro dolente e quando lo staccò poté vedere una macchiolina di sangue, passò la lingua sul labbro in maniera più dolce di prima e si riconcentrò sul foglio che  stava leggendo.
Giorno 1.
Persone che odi.
Era incredibilmente imbarazzante ciò che stava facendo, e più ci pensava e più realizzava che le probabilità di nonaderire al "gioco di Harry" aumentavano.
Si sentiva di una ridicolezza esorbitante. Quasi si annoiava a pensare a ciò che avrebbe potuto scrivere, perché non sapeva come farlo,come stendere una sua descrizione,da dove cominciare e come cominciare. Era totalmente una follia.
E al pensiero che aveva ancora da finire di studiare il grosso libro di biologia,si sentii ancor peggio d'aver lasciato che la sua mente vagasse verso pensieri e ambizioni che di certo non lo avrebbero aiutato a conseguire la laurea, e di conseguenza a trovarsi un lavoro decente che potesse compensare quello della libreria del centro di Bradford. Posò i fogli sopra il grosso tavolo e ci mise sopra il libro di biologia con quell'orribile serpente fotografato sopra; lo aprì leggendo distrattamente le piccole parole che componevano le sottili frasi.
Sei apatico e la cosa più deprimente è che hai pure il coraggio di dire che la tua vita ti piace
Nell'intero discorso di Harry a lui erano rimaste impresse quelle parole, e più ci pensava più gli sembravano suonar bene,quasi come se combaciassero perfettamente, come se fossero vere.
Sei apatico.
Apatico.
Apatico è una persona senza interessi,senza passioni,senza emozioni. Colui che ha una vita vuota, e lo è perché lui l'ha voluta così. Voleva insinuare che era Niall a non avere vita e non che la vita non volesse Niall?
Che caos mammina..
Se fosse così, allora Niall era apatico,decisamente. Lo era cosi tanto che potevano chiamarlo direttamente  Apatico.
E magari gli amici possono abbreviarlo con Apatic.
Che cosa brutta. Cazzo Niall, Che tristezza. 
Sospirò.
Merda.
Lo richiuse e ritornò a quei fogli , ormai stropicciati e vissuti. Riprese la Bic di poco prima e si rimise a succhiare il ruvido e ormai asciutto tappo blu. E con il suo stampatello magro e lungo, ripensò alle persone che davvero odiava.
 

 
Jamie Anderson.
Occhi azzurri, camminata che attirava l'attenzione e risata squillante con lo stesso scopo. La Barbie di Mullingar per i ragazzi e la Troia di Mullingar per le ragazze, per me un incubo di nome Jamie Anderson.

 
 
«NIALL!»
Si ricompose in fretta nascose i fogli sotto il libro di biologia e osservò il serpente in copertina alzando di scatto il volto con il cuore a mille, come se lo avessero sorpreso a commettere un reato.
Harry aveva un aria spaventata e il fiato debole.
«Dove accidenti ti eri cacciato?»lo riprese sedendosi davanti a lui «Non puoi uscire da casa e non avvertirmi nemmeno, ho girato mezza Bradford per cercarti! Potevi aspettarmi e venivamo insieme a lezione»
«Avevo voglia di camminare» si giustificò Niall, sollevato dal fatto che Harry non si fosse accorto di nulla.
Harry sbuffò «Ti ho telefonato quaranta volte!»
«Calma,ehi! Non sei mica mia madre, se volevo uscire potevo tranquillamente farlo, che senso aveva avvertirti»
«Niall, non è normale fare colazione dire di andare al bagno poi sparire dalla vista di una persona!Credevo ti fossi buttato dalla finestra! Mi hai fatto prendere un colpo!» Harry era realmente spaventato, cosa di cui si stupì enormemente.
«Okay,scusa» Poi la vide di nuovo, con le stringhe delle scarpe slacciate, e i capelli arruffati, aveva il solito paio di occhiali rotondi, e frugava concentrata nel grosso scaffale di libri  sbuffando a ogni volume di cui era disinteressata e che rimetteva apposto con una smorfia disgustata in viso.
Harry si voltò di scatto e seguii lo sguardo dell'amico, per poi rivoltarsi e richiamarlo, malgrado Niall non rispondesse; schioccò le dita davanti ai suoi occhi e finalmente attirò la sua attenzione.
Gli sorrise «ti piace,eh?»
«Si» affermò deciso Niall aprendo il suo libro poco intenzionato a leggerlo.
Harry portò il viso indietro mostrando quella poca carne che aveva sotto il mento e spalancò gli occhi
«Non è bello così»disse poi, osservando il viso di Niall alzarsi lentamente, cosa che ogni volta lo terrorizzava a morte.
«Cosa?»
«Sai io devo dire 'ti piace,eh?' poi tu devi rispondere 'no,non è vero' e arrossire, poi io devo insistere 'dai su, lo sanno tutti che ti piace' poi tu devi sorridere come un ebete e dire 'ok,forse mi piace ma solo un poco,non dirlo a nessuno' Si fa così. Non puoi dire "si" e basta, è contro i principi morali»
Niall lo osservò indifferente per una manciata di secondi
«Non sono una ragazzina di dodici anni,Harry» e ritornò al suo libro.
Harry rise
 
«La conosci?»
«No» Niall parlava con lo sguardo basso sul libro malgrado non lo leggesse «La vedo in giro e basta»
«Allora come fai a dire che ti piace?»
Niall alzò lo sguardo «Perché è così, non ho detto mica che ne sono innamorato, anche a te piace Megan Fox, ma no la conosci mica»
Harry alzò le spalle arricciando le labbra «è strano sentirti parlare di queste cose»
Niall non rispose, e riabbassò lo sguardo,mentre Harry si rivoltò a osservare la ragazza «Aspetta un attimo»  girò il busto e lo sguardo verso Niall con i ciuffi dei capelli sopra gli occhi, che risposò velocemente con fare preoccupato.
«Quella è Arrow Jefferson» dichiarò poi, mantenendo la bocca semichiusa al 'son' finale del cognome
«Si, come fai a conoscerla?»
Harry schiacciò il palmo delle mani sul tavolo di legno della biblioteca e sporse il busto in avanti come se stesse per bisbigliare un segreto «La conoscono tutti NIALL!» esclamò invece stordendolo.
Niall lo allontanò «Okay, calmati, non urlare»
«Come faccio a calmarmi? Niall tu non idea di che persona sia quella!» Harry si portò le mani in bocca facendole scivolare sulle guance e, schiacciandole sorresse il suo viso con i gomiti impiantati nel tavolo e lo sguardo abbassato «non è possibile» sussurrò poi.
«Potresti spiegarmi perché ti agiti così tanto?» gli chiese Niall chiudendo il libro di biologia, portando il busto in avanti interessato.
Ci vollero dei minuti prima che Harry potesse formulare il suo discorso
«Frequentava la mia stessa scuola alle superiori, solo per il terzo anno, poi si è trasferita. Nessuno parlava con lei,Se ne stava sola, parlava da sola e rideva da sola, aveva la professoressa di sostegno e si vestiva da schifo» Harry assunse una voce roca e bassa.
«Arriva al punto» lo spronò Niall schiacciando le sue unghie sul palmo della mano a formare un semi pugno.
Harry sospirò «Soffre di schizofrenia,Niall. E' matta! Fa cose strane,eliminala completamente dalla tua mente» gli consigliò frettoloso Harry, tagliando con il palmo della mano una finta Arrow nell'aria.
Niall riportò il busto indietro scostando la testa «Cazzate» commentò infine
«Ma non sto scherzando,è la verità!» gli rassicurò Harry distendendo il palmo di entrambi le mani.
Niall fece uno schiocco con la lingua «Scommetto che era solo una ragazzina sfigata senza amici, e visto che se ne stava per le sue, la gente si divertiva a inventare cavolate, sai…Ne so qualcosa»
«Ma qui è diverso Niall! Non si tratta dell'essere sfigato o meno,lei è matta, fine»
«Hai delle prove?»
«Ma tutto il mondo lo sa! Tutti la conoscono,sanno che è meglio lasciarla stare»
Niall guardò oltre Harry notando che Arrow stava uscendo dalla biblioteca, ritornò a guardarlo «La vedo sempre,ogni giorno, me la ritrovo in treno e a lezione, e non ha mai fatto niente di anomalo, è una ragazza normalissima» Disse cauto Niall sia per convincere sé stesso che per far cambiare idea a Harry, che nel frattempo si ricompose nella sedia accavallando le gambe «Vuoi insinuare che ti segue?» chiese allarmato «Ti sta stolkerando!»
Niall scoppiò a ridere, così forte che un paio di ragazze accanto, lo incenerirono con lo sguardo, si zittì subito ritornando a guardare Harry
«Ma non dire cazzate! Visto, funziona così, basta poco che la gente va a pensare alle cose più assurde, la stessa cosa è capitata con il fatto che è schizofrenica»  
«Allora come spieghi che in una città così grande lei riesce sempre a prendere i tuoi stessi treni? Ti ha seguito e ha visto che treno prendi. Quando succede così ci sono solo due spiegazioni» assotigliò gli occhi e alzò l'indice  «è una ragazzina di tredici anni innamorata» alzò il medio «è una Stalker»
Niall assunse una finta aria sorpresa «Oppure è una Stalker innamorata schizofrenica» lo prese in giro riponendo i suoi libri nello zaino.
Harry sbuffò «guarda che parlo seriamente»
«Certo, lo so» disse ironico Niall alzandosi e dirigendosi all'uscita «Andiamo a pranzo,su. Sennò non troviamo posto»  



SHET AP END MEIC MI A SENDUICH!

Date il benvenuto ai capitoli XL! Spero per voi non ce ne siano altri :\ 
Che poi fa anche schifo, c'è non mi convince per niente. 
Sapete esistono varie tipologie di "il capitolo non mi convince" la più comune è quando c'è quel "non so che" che non va, ma quella che capita a me che è penso la più frustrante è quando sai cosa hai sbagliato, ma non sai come rimediare. 
Dico che il capitolo non mi convince per questi motivi:

-Discorso di Harry uscito con estrema impulsività, e eccessiva rabbia immotivata.
-Inizio penoso.
-"giorni della felicità" volevo uscisse meglio, la cosa di Jamie è inguardabile, è scritta male e entra nel capitolo nella maniera più indecisa e confusa, rovina l' 'armonia' precedente.
Ecco, credetemi quando dico che il capitolo non mi convince, perché ci sono sempre dei motivi validi. Volevo che quesra Long, mi convincesse del tutto,che fosse perfetta, o almeno per me, ma già dal quarto capitolo sta iniziando a prendere brutte pieghe...E la mia autostima si sta abbassando radicalmente.

Ci tenevo,poi,a ringraziare Quelle bellissime tre persone che hanno segnalato la storia per scelta.
Dovete sapere che io non dò per scontato NIENTE, anche una visualizzazione riesce a farmi schizzare, una recensione mi fa sorridere e una segnalazione come scelta beh.. mi fa dannatamente andare fuori di me. Perché se uno si spinge fino al segnalarla, significa che le piace, e ho apprezzato che solo con 3 capitoli ce ne siano 3! è esaltante come cosa! 
Grazie a:
_MalikGirl_ 
I think i wanna marry you 
_Phenomenialler 
E ovviamente anche a quelle che hanno recensito il capitolo precedente jgnfowd <3 riponderò subitissimamente a tutte! :) 


E vai con note XL.. Scusatemi adesso mi dileguo! :) 
Mi lasciate una recensione? O se siete arrivati fino a qui mi accontento che scriviate "ho letto" e ricevere un messaggio personale, ma fatevi sentire! su su! 
Spero di non avervi deluse tanto quanto ho deluso me! 
Twitter: @__Harrow ricambio se chiedete :) 





Passo e chiudo.
_Sam


happy easter everyone! 





 

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Capitolo 4
*** His body shouts forever young ***


His body shouts forever young 





  Due
 

Chi può trovarmi qualcuno da amare? 
Non ho più sensibilità, non ho ritmo 
Continuo a perdere colpi

-Somebody to Love Queen 



Harry Styles era l'esatto contrario di Niall. 
Timberlake e Hogan  ai piedi,felpe della Hollister e abercrombie, jeans stretti e capelli sempre impeccabili, lo rendevano il classico ragazzo ricco; perfetto in ogni occasione e simpatico a tutti, quello che non pensava altro che godersi l'adolescenza ormai agli sgoccioli, voglioso di vivere  il film della sua vita. 
Quando la mattina Harry camminava per i corridoi dell'università  il suo corpo gridava forever young in tutti i sensi , sorrideva e circondava con un braccio  Niall salutandolo con quel suo modo così smielato. 
Harry era verde. 
Era praterie irlandesi,era le margherite di Marzo, era colline che puoi solo ammirare,era cipressi di cui non vedi mai la fine,era insalata fresca,era l'odore dell'erba tagliata,era il verde degli abeti,quello che rimane anche d'inverno.
Era verde. Era naturale.
Harry lo conoscevano tutti, come il Don't stop me now dei Queen. 
Lui invece, non era nulla in confronto all'amico, era pieno di felpe della Nike (quelle che non vanno mai fuori moda)  tute larghe e il solito paio di scarpe tutto l'anno, sorriso spento, occhi circondati da occhiaie, viso asciutto e camminata goffa. 
Niall era marrone.
Era il fiume dopo il temporale, era acqua dove nessuno si specchiava.
Era il  Viva la vida dei Coldplay che non compariva nel testo, ma ne era presente il senso, e il senso di Niall era così futile che si dissipava con una facilità incredibile,andando a sbattere contro le peggiori sfortune. 
Niall era uno schifo. Letteralmente. 
E ciò che più gli dispiaceva era che non ci poteva fare niente.
-Chi guardi?- lo confuse Harry 
-Che palle- sbuffò esasperato Niall, senza nemmeno pensare a ciò che stava dicendo troppo preso dai suoi pensieri,troppo stufo dalla sua vita.   
-Okay, okay, calmati, che nervosetto che sei oggi-Lo tranquillizzò Harry non avendo punta voglia di discutere con lui e ritornò al suo pranzo succhiando gli spaghetti,con il pesto freddo, dalla forchetta.
-Non è perché ho lo sguardo perso devo guardare qualcuno, per tua informazione stavo guardando quella sedia, che è qualcosa non qualcuno- Continuò Niall con la sua solita aria da saputello.
-Oppure guardavi il soggetto sopra la sedia-Lo stuzzicò Harry con aria maliziosa, eccettuando la parola soggetto.
-Harry- lo richiamò Niall con tono secco e basso -quello è un uomo e sarà più vecchio di mio padre- 
-Oh Niall, l'amour non ha né età né sesso oramai,se ti piace quell'uomo a me va bene, ti vorrò bene lo stesso-
-Ma va a fanculo- ribatté il biondo sbuffando alla finta teatralità dell'amico
-Il tuo umorismo mi sorprende ogni giorno di più- dichiarò ironico  il riccio versandosi dell'acqua con quel suo solito sorriso tra i denti.
-Invece il tuo sarcasmo mi sta nettamente scassando- Niall non ci riusciva, malgrado ci provasse, a essere simpatico. 
-Cosa ti avrò mai fatto di male,eh?- Sussurrò piano Harry abbassando lo sguardo deluso e cambiando totalmente discorso –Li vuoi quei spaghetti?- gli chiese sempre lui indicando il piatto di Niall
-No,tieni- e glieli porse osservandolo schifato divorare quel concentrato di carboidrati pieni di quel parmigiano che si aderiva ai fili di spaghetti rendendoli alla vista simili a del cibo per cavalli: fieno amaro. 
 -Cos'hai adesso?-
-3 ore di Matematica- Rispose secco Niall, come se fosse pronto a quella domanda da secoli.
-Okay, poi vai via?- 
-Si, ho un treno alle 17:23, perlomeno arrivo a casa una mezzoretta prima- 
-Senti, qualche volta puoi anche rimanere a dormire da me, lo sai,no?-
-No, lascia stare,davvero- Lo bloccò Niall alzandosi e ripulendosi la bocca 
-Perché Niall?- gli chiese quasi con rassegnazione
-Cosa?- chiese lui confuso ormai in piedi 
-Perché devi sempre rifiutare ogni genere d'aiuto,eh?- Harry lo guardava da seduto, quasi tremando dallo sguardo di Niall.
-Ci vediamo domani,Harry- Lo salutò, troncando il discorso e dirigendosi fuori dall'affollata mensa. 
Perché devi sempre rifiutare ogni genere d'aiuto,eh?
Glielo aveva domandato un centinaio di volte e tutte e cento le volte Niall non aveva risposto, cosa ne avrebbe capito Harry della sua vita? Se solo gli avrebbe spiegato, cosa avrebbe risolto? Non gli andava proprio di esternarsi con lui, non sarebbe servito a nulla.  
Perché Niall aveva fatto in modo fosse così. Aveva costruito un ponte sopra il suo fiume,per far sì che nessuno lo notasse o considerasse, voleva solo lo sorvolassero lasciandolo chiuso in sé stesso, c'èra un ponte sopra il suo fiume,per far sì che nessuno ci affogasse, dovendo subire le sue stesse paranoie, ci aveva messo troppo a costruirlo e non avrebbe permesso a nessuno,tantomeno a Harry, di distruggerlo.
 
 
[…]
 
Arrow e Niall erano uguali.
Vivevano due vite parallele, troppo vicine per non incontrarsi e troppo lontane per scontrarsi. Due rette sullo stesso piano troppo ceche per riuscire a vedersi.
Niall sapeva il suo nome grazie a quella volta che le cadde l'abbonamento a terra e lui poté sbirciare furtivamente.
Arrow Jefferson.
Scendeva una fermata prima di lui,aveva i capelli rosso fuoco,le gote lentigginose e degli occhi che si limitavano a scurirsi sempre di più, facendo sembrare il loro verde chiaro quasi marrone. 
Dormiva sempre, con i capelli mossi che le ricadevano sopra il viso, le labbra socchiuse e i grossi occhiali neri appoggiati sopra il naso a un soffio dal cadere. 
O se non dormiva se ne stava con il tablet sotto gli occhi e sbuffava ad'ogni galleria dove la connessione perdeva segnale, osservava fuori dal finestrino appannato e ci martellava sopra con le unghie mangiate e i capelli spettinati che non si preoccupava di curare. 
In realtà non curava niente di sé, e questo Niall lo vedeva benissimo. 
Erauna freccia senza punta,indecisa su dove puntare, che si lasciava trasportare senza curarsene o prendere il controllo della sua vita. 
Arrow Era arancione. Quello che brucia e preoccupa, quello che non sai in che sfumatura è in quale direzione va,quello né troppo sporco né troppo rosso. 
Era accesa, era fuoco, ma dentro Arrow era marrone, era cenere, era una fiamma spenta, era fumo, era arancione consumato
Niall la vedeva tutte le sere, tutte le mattine, in treno, all'università e in qualche corso che avevano in comune, e in quelle duecento persone che erano in sala, la sua chioma fiammante, che si ritrovava, spiccava sempre agli occhi di Niall. 
Tutte le sere. Tranne quella. 
-Benvenuto nel mio appartamento!- esclamò entusiasta Harry, voltandosi di scatto e slacciando il giubbotto a Niall
-Non ho cinque anni, so farlo benissimo da solo- disse scocciato, scacciando via le mani di Harry e posando il suo giubbotto nell'attaccapanni. 
-Okay,scusami…Volevo solo farti sentire a casa tua- Ribatté quieto e con aria rilassata Harry dirigendosi in cucina 
-A casa mia non mi tolgono il giubbotto- sussurrò più a sé stesso che ad'altri Niall, sapendo comunque che Harry lo aveva sentito. Lo seguii in cucina sedendosi sulla lunga sedia che dava al bancone a isola e aspettò che Harry gli posasse dolcemente una tazza di the riscaldato in microonde. 
Niall si mise a bere sotto l'aria sognante di Harry che lo guardava con le labbra serrate e allungate in un sorriso snervante
-Che cazzo fissi?- gli chiese crudo deglutendo il the amaro. 
Harry sospirò –Non avrei mai immaginato di averti nel mio appartamento- spiegò poi –Altro zucchero?- chiese concludendo, e senza aspettare risposta si voltò a prenderlo posandoglielo accanto. 
Niall scosse la testa posando la tazza sul piano di vetro e ci aderii le mani a riscaldarle. 
-Se non fosse per quella neve, i treni non sarebbero stati bloccati, sono qui di malavoglia,ricordatelo- 
Harry sospirò nuovamente, poi con uno scatto impercettibile allargò e alzò le braccia e con le fossette ormai visibili dal suo enorme sorriso urlò vivace
 –allora stasera pigiama party!!- 
Niall alzò lo sguardo lentamente, quasi a volerlo uccidere con i suoi due occhi.
-No- rispose secco, voltando il suo sguardo a destra notando qualcuno seduto in salotto, su quel divano separato dalla cucina da una semplice arcata.
-E quello chi è?- chiese indicando il ragazzo con la testa. 
-Il mio coinquilino,forse?! Credi che io possa mantenere un appartamento del genere da solo?- rispose retorico Harry 
-Okay,Okay, calmati che ne so io…- continuò Niall senza staccare lo sguardo dal ragazzo, che in tutto quel tempo non si era accorto della loro presenza troppo preso a fare zapping con il telecomando, passando in continuazione da un canale all'altro.
-Carino- commentò Niall tornando al suo freddo the 
Harry lo guardò male continuando a succhiare il suo dito che aveva immerso nello zucchero. 
-Il ciuffo, cretino- lo tranquillizzò Niall alzandosi a posare la tazza nel lavello. 
-Ah…-riuscii a dire Harry con il dito conficcato nella guancia 
-Comunque, se magari riattivano qualche treno, me ne vado a casa- 
-Che, hai paura di dormire senza la mamma,Horan?- lo derise Harry pulendo l'indice insalivato sui Jeans. 
-Non ci dormo da quattro anni ormai e comunque devo tornare da mia sorella a casa- rispose Niall, poco interessato
-Ti fai le paranoie  più strane del mondo- si sedette sul piano vetrato –io non sento più mia sorella da mesi e poco mi importa- 
-Ma in questo caso è diverso, ha sette anni non 23 e la sera le devo suonare la chitarra e lei deve raccontarmi cosa ha fatto a scuola- disse Niall con un sorriso che gli si stampò in viso
-Oh…Che dolce- disse con una smorfia in viso Harry, con tono amaro, quasi schifato, come a deriderlo –La puoi chiamare e ci parli dal telefono,no?Se proprio ci tieni a queste cazzate- continuò Harry, forse geloso di quel rapporto così intimo fra fratelli, che tanto lui aveva desiderato. 
-E che senso avrebbe?Tanto lei non puo rispondermi- rispose Niall sospirando.
Harry ci rimase di sasso, ma non capii ugualmente.
-soffre di mutismo- spiegò Niall,dopo aver lasciato Harry perplesso per una manciata di minuti.
–Perché queste cose non me le dici mai, eh?Devo scoprirle da solo facendo la figura dell'idiota-si lamentò Harry riferendosi anche a pochi minuti fa.
-Sei un idiota- fu l'unica cosa che Niall disse  osservando il ragazzo in salotto alzarsi venendo verso di loro.
-Harry mi passi il gelato?- chiese girandosi con indifferenza verso Niall –e tu?- chiese stranito 
-Niall Horan- si presentò il biondo 
-Zayn- prese il gelato e mandando un'ultima occhiata a Niall e se ne andò. 
-Insomma…Simpatico,eh?- disse Niall girandosi verso Harry 
-Sua sorella è una figa assurda e quindi ho deciso di averlo come coinquilino,ho una possibilità in più- Gli spiegò Harry –Vieni ti faccio vedere dove dormirai- e lo trascinò via lasciando la cucina, senza pulire o lavare le tazze sporche. 

 




SHUT UP AND MAKE ME A SANDWICH!
Ciao ragazze! Sono di nuovo qui nogipfo <3 
In primis, volevo ringraziarvi infinite per aver letto e recensito lo scorso capitolo,adoro le vostre riflessioni (per chi ne abbia scritte alcune) mi piace il fatto che il capitolo vi abbia stimolato così tanto! è una grossa soddisfazione,fidatevi! :)
Questo capitolo è quello che apre decisamente la storia,spero di non annoiarvi con le mie metafore (se si possono definire tali) ma in questo periodo ci sono fissata e paragono ogni cosa a ciò che mi circonda :/ 
Il nome della ragazza "Arrow" signfica "freccia" che è il significato del mio nome, non è bellissimo,lo so...Ma mi sembrava figa come cosa! AHAH! 
Spero che comunque nel complesso il capitolo sia piaciuto! :)
Voglio ringraziare _MalikGirl_ per aver segnalato la storia come scelta, sono rimasta sbalordita mi sono pure commossa nel leggerla! Grazie infinite! Signfica davvero molto per me! :)





Alla prossima 
_Sam

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Capitolo 5
*** You're ugly ***


YOU'RE UGLY 



Quattro


Ma la cosa piu notevole è l'ironia.
Forse non sai cosa significhi questa parola.Ma un giorno lo scoprirai.
E' qualcosa a cui  molti scrittori aspirano per tutta la vita,senza mai arrivarci.
{Il cacciatore di aquiloni-Khaled Hosseini}



Era Lunedì, uno di quelli che odoravano di acqua ammuffita, quelli spenti ,infiniti, e terribilmente irritanti.
E Niall correva, recitando la sua parte in questo grande mondo, in cui sopravviveva e non viveva. Correva perché,come i lunedì infiniti e ammuffiti,  le ore di biochimica si facevano risentire anche nel suo esasperante lavoro, e tutto diventava spento,lento e da solo non ci riusciva a gestire l'intera libreria e finiva per non riuscire a concludere il lavoro e era obbligato a correre per non perdere il treno.
Se magari avesse avuto le gambe più lunghe,fosse stato più alto e atletico,questa fase della giornata gli sarebbe risultata più semplice e meno faticosa, o semplicemente se Tom, fosse stato meno avaro e avesse scelto di assumere qualcun'altro alla libreria, Niall poteva evitare di correre,cosa che gli riusciva piuttosto male.
Ma come la maggior parte dei Lunedì, oltre a essere spenti e infiniti dovevano essere anche irritanti, e non c'èra cosa più irritante di perdere il treno.
Merda.
Quando arrivò all'inizio del binario 16 e poté vedere il lungo treno allontanarsi, Niall fece scivolare il palmo delle mani sulle ginocchia abbassando la schiena,con fiato pesante e affannoso strinse l'occhi facendo comparire in viso una smorfia stanca e allo stesso tempo rassegnata.  
Quando si rialzò  tossiva, attirando l'attenzione di una figura due panchine più in là che si voltò di scatto spaventandolo.
Nel viso di Arrow si formò un ghigno divertito, che lo terrorizzò; in maniera inconsapevole si mise a respirare affannosamente, mentre il sorriso beffardo di Arrow sembrava prendere ogni secondo di più un'aria di vittoria,come a informarlo che era riuscita nello scopo.
Ma quale scopo?
Non si scostò e Niall rimase inchiodato a osservarla immobile come fosse stato schiacciato a terra, il cuore sobbalzò quando improvvisamente passò un gruppo di scout che insieme ai loro grossi zaini cercavano armoniosi il binario giusto; per pochi attimi gli coprirono la figura di Arrow, e quando si allontanarono portando con loro tutta la loro allegria di quei Lunedì che Niall non aveva mai vissuto e di cui oramai ne dubitava l'esistenza, Arrow non c'èra più.
Si guardò intorno per paura di ritrovarsela accanto, e fu sorpreso nel vederla camminare verso di lui con passo deciso. Scacciò un mezzo urlo e con un balzo si girò correndo fino al MC'Donald più vicino. Se stava scappando da una ragazza sconosciuta o se si stava attaccando ai pregiudizi di Harry, questo ancora Niall non lo sapeva. La confusione iniziò a popolarsi nel suo corpo, crebbe così tanto che iniziò ad' apparire a scatti il ghigno di Arrow, come se fosse un modo per distrarsi, ma scoprì presto che era solamente la maniera più diretta per stordirsi.
Quando la fila finì Niall non aveva scelto ancora cosa ordinare, indicò, come un turista che non sapeva l'inglese, un menu a caso pagò velocemente e prese il suo vassoio pieno di quella roba poco sana, si confuse nella mischia di una sottospecie di gita scolastica e si sentii incredibilmente al sicuro in mezzo a bambini che ridevano emozionati di poter condividere la tensione del gioco dell'happy meal con i loro amici.
Guardò fuori, ma di Arrow nemmeno l'ombra.
Che lo stesse realmente seguendo?
Sospirò, contando trenta minuti all'arrivo del prossimo treno diretto nella parte Ovest di Bradford, a casa sua. Contò ventinove minuti e quaranta secondi, al prossimo treno, dove le possibilità di incrociare lo sguardo di Arrow erano alte.
Sospirò nuovamente, abbozzando una sottospecie di sorriso, nel vedere quella massa di un metro scarso di altezza agitarsi per tutto il locale, pensò a Sam, forse doveva chiamare suo padre per avvertirlo del ritardo e comunicarli che potevano cenare senza di lui, cosa che non faceva comunque la differenza.
 Quando succede così ci sono solo due spiegazioni : o è una ragazzina di tredici anni innamorata o è una Stalker
Doveva assolutamente trovare qualcos'altro a cui pensare, era successo tutto così velocemente che ancora non riusciva a connettere bene cosa fosse accaduto e soprattutto perché si fosse spaventato così tanto, poteva stare fermo, magari si voleva presentare, magari voleva che si conoscessero. Maledì Harry, lo ritenne causa della sua ridicolezza, poi finì per dare la colpa a sé, perché se non gli avesse raccontato di Arrow, Harry non avrebbe messo in discussione la sua instabilità mentale, e Niall non avrebbe fatto quella figura del cretino.
Sospirò e bevve un sorso della sua bevanda accorgendosi di aver mangiato troppo velocemente e di aver tutte le patatine in gola.

Giorno 1.
Jamie Anderson, mi sorrideva tutte le mattine, e mi salutava alzando la mano sinistra muovendo tutte le dita con scarsa foga. Non aveva realmente voglia di farlo, aveva solamente voglia di ridere, e come non ridere con una figura da deficiente come la mia? Nessuno mi faceva complimenti o riservava attenzioni; poi arrivavano le sue e io esplodevo, o meglio le mie guancie non si contenevano e arrossivano, così tanto che diventavano  irriconoscibili, forse era perché ero chiaro e si notava di più ma ho sempre pensato che fosse perché non arrossivano mai, e quando ne trovavano occasione dovevano approfittarsene, Jamie rideva di gusto insieme al resto dei suoi amici 'morto di fica' e se ne andava.
La odiavo per questo. La odio per questo. 

 
  
Niall odiava leggere,odiava scrivere. Lo riteneva una distrazione che non poteva essere chiamata passione, riteneva stupido come gente potesse vivere scrivendo, era squallido. Era un passatempo e riteneva surreale che potesse andare oltre a questo; e odiava il fatto di dover lavorare in una libreria,che era il locale più triste e deprimente che ci potesse essere nel centro di Bradford, e forse per questo aspetto si assomigliavano. Odiava lavorare da solo, non perché volesse della compagnia, non perché si annoiasse, l'unica cosa che non voleva era correre per prendere il treno, per poi puntualmente perderlo.
Joyce's si trovava in un vicolo appartato del centro vero e proprio della città, era un locale piccolo,forse troppo e per questo motivo sembrava semplice da gestire.
Tutto sommato, era grazioso e accogliente, e la sua accoglienza non era apparente come quella di casa sua, era accogliente, e nient'altro. Forse era l'odore dei libri, perlopiù vecchi, forse era il Sole che filtrava flebile dalle finestre sporche, o forse era perché fosse silenzioso, sicuramente. Nessuno entrava in una libreria del genere,non aveva niente di interessante, e Niall se ne stava solo, a volte studiava, ma il complicato in quel monolocale, era il dover pulire costantemente; i libri si riempivano di polvere, lo spazio diventava sporco e odorava di vecchio,e c'èra bisogno di mantenerlo,appunto, accogliente,perché infondo se quel locale lo era, era anche grazie a Niall, che forse nel profondo non lo odiava, forse era una piccola cosa di cui poteva prendersene cura. Perché lui e quella libreria erano soli,tristi e invisibili,Ed'era l'unica cosa che riusciva a comprenderlo, silenziosamente.
«Niall!»
Appoggiò la scopa e si girò con cautela trovando un volto tondo e olivastro, dalle miriade di lampade a cui era quotidianamente sottoposto, sorridergli.
«Ehi» salutò di rimando Niall «Tom» continuò abbassando di poco lo sguardo, per poi rialzarlo «Come mai qui?» finì.
L'uomo, non che proprietario della libreria, Si avvicinò a Niall con finta aria simpatica «Ho deciso di portarti il tuo regalo di Natale, visto che è periodo»
Niall lo guardò confuso «Ma Natale è già pas…» non fece in tempo a finire che Tom lo stoppò circondando le spalle di Niall con un braccio e lo sovrastò con la voce «Volevi o no una mano qui?» lo condusse fino al bancone e lo lasciò, facendogli scappare un pensiero di sollievo «E io ti ho portato una mano,non una mano proprio una mano,eh!» e si mise a ridere accompagnato da una finta risata di Niall che più di gusto sembrava terrorizzata.
Doveva voleva arrivare?
la porta di vetro si aprì, facendo suonare le campanelle sopra. Niall si sporse per guardare oltre a Tom, una ragazza mediamente alta gli sorrise, aveva gli occhi verdi, e aveva un qualcosa di familiare.
«Buonasera» lo salutò arrivando al bancone di fronte a Niall che la salutò con un cenno «è arrivato il libro che avevo ordinato?»
Niall le sorrise poi ricercò sul computer il libro che la ragazza giorni fa era venuta a richiedere, di cui si ricordava perfettamente il nome «No,ancora no»
«Okay,allora passo questo week-and, sarà arrivato per Sabato?»
«Oh, certamente!»
«Allora a Sabato» E se ne uscii provocando lo stesso rumore di quando arrivò
Niall aspettò che Tom distogliesse voglioso gli occhi dalla ragazza, per poi riconcentrarsi su di lui «Dicevi?» gli chiese sedendosi sulla sedia di fronte al computer.
«Mia nipote, cercava un lavoretto, tu ti lamentavi di non poter fare tutto da solo, e ho fatto un piacere a entrambi»
«Oh,splendido» in realtà, Niall, al pensiero di avere qualcun altro accanto gli salì una strana sensazione in gola e la voglia di rimangiare i suoi lamenti crebbe fino a diventare concreta.
«E chi è?» chiese mediamente curioso.
«è qui dietro a m…» Tom si voltò accorgendosi di non avere nessuno dietro.
«Ma dove diamine…Era qui fino a un attimo fa, l'hai vista,no?»
Niall scosse la testa «Non hai mai avuto qualcuno dietro di te da quando sei entrato» 
Poi entrambi si voltarono verso la mansarda di legno sopra di loro, al rumore di un tonfo sordo.
«Non c'è mai da fidarsi con lei» sussurrò turbato, improvvisando una sorta di corsa verso le scale per poi salire al piano superiore, seguito da un Niall piuttosto tranquillo.
Il parquet della mansarda era ricoperto di libri che sotterravano la ragazza che si mosse a scatti tesi e agitati per uscirne fuori. A Niall scappò una risata soffocata che terminò subito a quella vista.
«Arrow, dannazione!» esclamò Tom
Arrow.
Arrow, quella Arrow, in effetti forse era l'unica Arrow in tutto il mondo, chi oltre a lei si chiamava Freccia? Era un nome idiota.
Restava il fatto che a meno che non avesse avuto le allucinazioni o avesse sentito male, quella era la ragazza con cui doveva condividere il suo spazio, la sua Joyce's.
La rossa si alzò sistemandosi con gesti meccanici il golf verde e i capelli che rimasero comunque arruffati. Tom la scostò furioso verso Niall che tremò nell'averla così vicina.
«Guarda»disse Tom continuando a osservare i libri a terra «si sono rovinati tutti!»
Poi si voltò mandandole uno sguardo acido «Non ne combini una giusta!» poi guardò Niall «Rimettili a posto e quelli strappati riordinali» gli sorpassò e scese le scale di legno, seguito da Niall che mandò un mezzo sorriso compassionevole a Arrow che di rimando rispose con una linguaccia disgustata.
Che maleducata.
«Se combina altri guai, o ti dà fastidio chiamami» gli ordinò Tom prima di rimettersi il suo cappello e prendere il suo ombrello, poi sbuffò e alzò lo sguardo verso Arrow che era rimasta a osservare i libri che aveva rovinato, lo riabbassò e guardo Niall sorridendogli «Abbi pazienza»
Niall annuii meccanicamente e lo osservò uscire fuori.
Si rigirò osservandola scendere le scale e mettersi seduta nella sedia davanti alla cassa. Arrow non aveva proferito parola, non l'aveva mai sentita  parlare e ebbe per un secondo il dubbio che lei non parlasse proprio. Si comportava come se non l'avesse mai visto,malgrado si vedessero ogni giorno e la sera prima lo avesse terrorizzato.
 

Jack Fern, era il ragazzo più forte della scuola. Lo odio perché mi ha fatto pentire di una risata, come ci si puo pentire di aver riso?
Era Ottobre, il professore lo brontolò e io risi, dando inizio a una tortura durata cinque anni. Ogni giorno a mensa mi dimostrava quanto poco valore avessi. In futuro mi fece pentire di esistere.
Odio la mia maestra delle elementari, perché non ha mai apprezzato i miei sforzi, e perché all'intervallo mi chiudeva in aula per finire di copiare il dettato, era un incubo.
Odio Judith Elson per avermi dato il suo numero di cellulare sbagliato.
Odio…odio troppe persone, forse odio tutti e basta.  

 
«Io mi chiamo Niall»
Non rispose.
«Magari mettiamo apposto domani i libri,adesso è tardi»
Sospirò annoiata.
Niall ci rinunciò, e si alzò per mettere apposto la scopa che prima aveva appoggiato allo scaffale.
«Sei brutto» la sua voce era temperata e piena, con un po' di impastatura della lingua, che la rendeva pesante. 
Niall si voltò lentamente e balbettò qualcosa di incomprensibile rigirandosi  di scatto imbarazzato. Quell'offesa uscita dalla bocca di Arrow, assumeva un valore totalmente diverso da tutte le altre, lo aveva detto in maniera così superficiale e spontanea che per uno strano motivo Niall non si offese, piuttosto ci rimase male perché era la prima volta che la sentiva parlare e di certo non voleva sentirsi dire che era brutto.
Si volto sorridendole «Beh,su una cosa la pensiamo allo stesso modo» 



SHUT UP...
AHAHAHAHAHAHAHA! Adoro l'ultima parte! Non so come vi sete immaginati voi la faccia di Niall, ma nella mia testolina era esilarante!
Bene...
Questo  capitolo è di passaggio, l'unica cosa importante è il fatto che Arrow lavori con lui,adesso. La scena iniziale è un po' ambigua, non ha una funzione importantissima ma era solo per dimostrare che Niall sta iniziando a dubitare di Arrow, condizionato da ciò che gli ha detto Harry. 
è un capitolo insignificante e pure cortino...Non so...Non è pieno e intenso, forse perché non c'è Harry, io lo amo in questa fanfiction ù-ù e vedere un capitolo senza di lui mi fa strano, adoro scrivere di Harry, e penso non vivrei senza un soggetto come lui, è la base di ogni mia idea. 
è passata una settimana dall'ultimo aggiornamento, mi piacerebbe continuare a fare così, speriamo ci riesca! 
Cosa importante: 19 recensioni!??! ODDIO GRAZIE MILLE! :) 
Penso d'avere le migliori lettrici del mondo! Siete dolcissime, adoro le riflessioni che vi escono fuori a fine capitolo, amo solo il fatto che i capitoli vi lascino qualcosa! 
Ci sono state nuove lettrici e anche vecchie, dannazione! C'è chi mi segue da quando mi chiamavo "MillyStyles" e mi firmavo con Milly.. che cosa imbarazzante! ahah! :D
Grazie ragazze! Siete stupende :) apprezzate sempre ciò che faccio, grazie a tutte voi!

Prima che me ne vada e mi dimentichi, ho fatto un trailer di Bio, volevo farvi vedere la mia Arrow, e come me la immagino io, poi va beh ,io adoro fare questo genere di cose ahah!  Bio Trailer (basta che clicchiate) 
Come potete vedere non se lo caga nessuno! ahah, ma è un nostro video e mio scopo era farvelo vedere.







Buona domenica a tutte!
Fatemi sapere cosa ne pensate di Arrow, e del capitolo :3

_Sam 

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Capitolo 6
*** Like a Spongebob ***


Like a Spongebob 


In questo Banner Harry non centra nulla, ma adoro questa gif *_* e l'ho messo :) 



Cinque


 

Ospiti e poveri vengono tutti da Zeus
-Odissea,Libro XIV
 
 

 
 

Erano le 8.20 del mattino quando Niall si sentì un idiota,i suoi pensieri vagavano così veloci confusionari e senza un senso logico; fra tutto quell'ammasso di ricordi e riflessioni era arrivato a quest' unica conclusione,senza un motivo preciso. Sospirò rammaricato da questa sua improvvisa scelta e si alzò, sentendo annunciare la sua fermata,nonché l'ultima.
Quella era decisamente una pessima giornata, più del solito, e senza una motivazione certa; in realtà non c'èra una motivazione per nulla nella vita di Niall, forse lui stesso era senza motivo, senza cause che provocavano conseguenze, fermo nell'intera logica del mondo; un punto instabile all'interno di sette miliardi di punti in movimento; era una microinfinità sensa senso, una nullità.
 Le porte del treno erano blu e si aprivano con un colpo secco nella leva rossa posta nei rispettivi lati, poi potevi assaporare il completo rumore e odore della città, il poco sole invernale e quella gelida aria che faceva fuoriuscire a ogni respiro una nuvola di fiato, e dall'annebbiamento totale della stazione,Niall capii che c'èra un incredibile traffico quella mattina. Si sistemò la papala di lana in testa e si sistemò frettoloso i guanti prima di poter scorgere due braccia lunghe costruire,  in sincronia e simmetria ,dei semiarchi. Avanzò veloce e con passo turbolento verso Harry che abbassò le braccia sorridendogli.
«Buongiorno Niall!»
«Cosa ci fai qui?» gli ringhiò contro
«Sono venuto a aspettarti, così possiamo andare a fare colazione insieme, e non devi perdere tempo a cercarmi in biblioteca» rispose con tono loquace Harry.
«Io non ti cerco mai Harry,sei tu quello che viene da me a rompermi le palle» ribatté secco Niall guardandosi intorno infastidito.
«Che c'è?! Ti vergogni di andare in giro con me?» gli domandò Harry con quel suo sorriso beffardo in viso.
«Si» rispose guardandolo fisso, mentre Harry scostò lo sguardo cambiando totalmente discorso.
«Guarda!C'è Freccetta Fighetta!» esclamò, costringendo Niall a voltarsi
«Chi?» chiese confuse.
«Arrow, Niall» gli spiegò  Harry per poi rivoltarsi verso la ragazza che si dirigeva con lo sguardo abbassato e il passo tormentato e teso verso l'uscita della stazione
Chissà se anche lei si sente un idiota.  
Harry rise divertito «Com'è brutta» e si voltò verso Niall che sembrò indifferente da quel commento , e lo trascinò ,circondandogli il collo, fuori da quel frastornato luogo.

Giorno 2
Fiducia.

Era ebreo, ed era l'unico che conoscevo. Viveva accanto a me e le sere estive ci divertivamo a giocare a carte fino a tardi. Lui era il mio migliore amico. Abbiamo imparato ad andare in bici senza ruotine insieme e sfrecciavamo sulle nostre biciclette fingendo di essere campioni,forse lo eravamo veramente.
Lui era l'unico a cui ho permesso di entrare nel mio mondo. Lui credeva nel mio dinosauro immaginario, a lui piaceva distendersi nel prato come e ascoltare le mie bizzarrie e follie mentali.
Peccato che compimmo dieci anni e lui ebbe la sua playstation che lo staccò da me. La bici?per lui era banale. Inventare storie immaginarie?Ridicolo.
Se ne stava al computer scaricava tutte quei programmi di cui io non comprendevo il significato né tantomeno il senso; il fatto che preferisse una macchina invece che me mi mandava su di giri, così tanto che avevo voglia di piangere.
 

 
«Sembri piuttosto stanco, tutto okay?» gli chiese pochi minuti dopo.
Niall farfugliò parole disconnesse di affermazione, poco interessato.
«Sicuro?»
«Si»
«Sicurissimo?»
«Si,Harry»
«Ne sei proprio si…»
«ho detto che sto bene,cazzo!»
«Ti sei forse arrabbiato perché ho detto al tuo love che è brutta?»
«Eh!?!» chiese Niall, che non riusciva mai a capire i paragoni di Harry.
«Lascia stare» rise Harry aprendo la porta del Grandmother's coffee
Niall sospirò sedendosi del tavolino in cui tutte le mattine Harry lo costringeva ad andare.
Il riccio ordinò un' abbondante colazione, come suo solito, con il suo tono estremamente solare e sveglio, mentre Niall si limitò a farfugliare 'un caffè' indifferente e preso da tutt'altro.
Non parlarono, finché Harry non trovò la sua solita domanda che faceva esasperare Niall.
«Quando dici che sono un idiota,lo pensi veramente?»
Niall sbuffò
Che palle
«Si»
«Perché?»
Niall alzò lo sguardo lo osservò poi lo riabbassò.
Non capiva come quella domanda, fosse squallida e nello stesso tempo seria; come avesse poco senso ma racchiudesse le espressioni più complicate.
Forse era il tono di Harry che rendeva tutto più ridicolo, o magari era per il semplice fatto che Niall non avesse per nulla voglia di rispondere e di articolare un discorso serio, a tal punto che gli sembrava stupido pure pensarci.
Sbuffò di nuovo, sotto lo sguardo insistente e esigente del ragazzo
«Perché non esiste un essere umano normale che è ottimista e felice tutte le mattine della sua cazzo di vita, è anomalo e estremamente da idioti fingere di essere felici malgrado vada tutto una merda»
«Ma la mia vita non va una merda»
Niall ringhiò infastidito scrocchiando le dita delle mani con mosse nervose.
Fece uscire un sospiro acuto «Sembri uno di quei protagonisti…» e si fermò perché realizzò che era una sciocchezza, ma era troppo tardi.
«Di quei protagonisti…» lo spronò a continuare Harry.
Tamburellò i polpastrelli sullo sporco tavolo «Quei protagonisti dei cartoni animati,uno scassafava che sorride tutti i secondi e crede che la vita sia un fottuto giochino, con le musiche e i colori vivaci» 
Harry rise divertito sistemandosi nella sedia in modo tale da stare con il petto schiacciato completamente al bordo del tavolo.
Era interessato dal discorso di Niall
 Il biondo lo fissò per quei pochi secondi che gli servirono a prendere gusto con quell'argomento apparentemente bizzarro.
«Sei come Spongebob, una spugna gialla che è contenta di andare a lavoro, che ride sempre, un tipo ottimista, ma soprattutto un rompi cazzo che non ha la patente. Spongebob è l'opposto di un qualsiasi modello di essere umano, è anormale
» 
Harry arricciò i sopraccigli sbalordito.
«Come sei profondo Niall» commentò solamente.
«No, tu sei profondo. Un profondo buco di merda»
Harry scoppiò a ridere togliendosi con la lingua i residui di brioche rimasti incastrati tra i denti.
 «E comunque io ce l'ho la patente»
Niall lo guardò con espressione demotivata «Sei bocciato otto volte,non penso che nessuno voglia viaggiare con te alla guida»
Harry rise nuovamente, facendo formare in Niall quell'ennesima espressione di nervosismo.
Perché rideva in continuazione?
«Beh, le persone come me esistono, si chiamano ottimiste»
Ottimismo.
«In più» continuò sempre lui «Sono il protagonista e piaccio ai bambini, tu invece sei Squiddi e stai antipatico a tutti»
Niall guardò fuori dalla finestra del piccolo bar, e sospirò.
Ottimismo
Cosa era? Non aveva mai esercitato una sensazione simile, e non sapeva cosa si provasse ad'esserlo. Aveva sempre pensato che il pensare positivo era  una illusione che una persona si creava, una sorta di pensiero fisso che ti diceva che tutto andrà bene quando invece nel profondo la pensi al contrario. Perché infondo funziona così, non basta dire che si sta bene, bisogna pure pensarlo, e Niall non era di certo il tipo adatto.
«Ti senti bene?»
Niall si voltò nuovamente verso Harry
«Me lo hai chiesto dieci volte, ti ho detto che sto bene» rispose rigido
«Sei più giù di morale del solito,c'è forse qualcosa che non va con lo studio?»
Niall lo osservò.
Cosa voleva da lui?
Perché tutto questo interessamento?
 Scosse la testa flebilmente.
«Hai dei problemi in casa?»
Poi,Niall si ricompose nella sedia, diventando incredibilmente serio.
«Senti, è inutile che mi fai queste domande, tanto i miei problemi ,io, non te li racconterò mai; vattene,fatti una vita decente e smettila di perdere tempo con me»
Harry lo analizzò bene.
«Ottimo» commentò infine «Possiamo dedurre che hai dei problemi a casa, e che hai bisogno di aiuto»
Niall fece una smorfia confusa.
«Sei andato fuori di te alla domanda 'Hai dei problemi in casa?' in più invece di rispondere che non ne vuoi parlare hai pure aggiunto che vuoi che io me ne vada, lo hai inserito all'interno di un altro discorso, in un contesto che effettivamente non c'èntrava, un modo indiretto per dire che hai bisogno di aiuto»
Niall si alzò posando una banconota di fronte a Harry.
«Bene»affermò con decisione «visto che devi sempre pensare alle tue cazzate da pseudo psicologo, allora me ne vado io, almeno capirai che voglio davvero non avere a che fare con te»
E uscii.
 Harry aveva ragione, ma Niall si ostinava a non crederci.
Era surreale che una persona banale e infantile come lui,potesse capire tutto; non rientrava nelle regole logiche.
Se una persona è infantile allora non capisce nulla.
In effetti, se ci pensava il suo ragionamento tornava ben poco, eppure lui l'aveva resa veritiera in tutto quel tempo, ma, se ci pensava ancor meglio c'èra qualcos'altro che si ostinava a fargli ritenere  che Harry fosse una persona ignorante. Era il suo pessimismo, a fargli credere che persone come Harry fossero false, troppo spensierate e troppo felici, era lui che da solo si creava quel rifiuto verso tale stile di vita, e il fatto di conoscere una persona che andasse fuori i suoi parametri lo faceva innervosire, a tal punto da odiarlo, ma non un odio vero proprio, un odio affascinato, un odio che lo ammirava da lontano per paura di farsi contagiare da troppa allegria.
Ma infondo Niall era solo orgoglioso, e la sua mente chiusa non gli permetteva di rinnegare i suoi pensieri costruiti ormai anni fa e le sue idee sembravano non voler cambiare in meglio e rimanere ferme e sbagliate per sempre.
Era l'orgoglio di Niall che gli impediva di cambiare.
«Niall!» si voltò di scatto trovando Harry raggiungerlo con il viso rosso dal freddo.
«Pensavo di essere stato chiaro» La voce di Niall era flebile, ancora non completamente uscita dai suoi confusi pensieri.
«Senti» Harry fece un respiro, e cercò di inchiodarlo con lo sguardo come meglio gli riusciva «è normale» continuò «è normale essere nervosi e avere dei giorni sbagliati,è normale essere tristi, arrabbiati,annoiati e stanchi» In quei momenti in cui Harry era serio e riusciva a costruire un discorso intenso, i suoi modi erano astratti,gli occhi pieni di compassione e la voce si faceva di un caldo tono tenorile, abbandonando quel roco usuale;  suonava interessante, quasi limpida.  
«è normale anche volersi bene e avere un amico,sai?» continuò piuttosto tranquillo e sollevato dall'aver fatto tacere Niall «poco è normale volere rimanere nervosi, rifiutando dell'affetto;non esistono persone così incoscienti dal preferire la costante solitudine»
«le persone come me esistono, si chiamano rassegnate» lo disse con lo stesso tono di Harry al caffè di poco prima «come a me  possono sembrare strane le persone ottimiste a te sembreranno altrettanto strane le rassegnate» Niall alzò le spalle, fiero d'esser riuscito a concludere un discorso mediamente logico,in tutta quell'idiota mattinata.
Harry ridacchiò

Ma il peggio arrivò in terza media.
Lui era bello,popolare e atletico (cosa che mi meravigliava).
Niall?! Per lui era,ormai,uno sfigato.
Lui era ebreo e si chiamava Jack. Jack Fern.
 E' stata la prima persona e l'ultima a cui ho dato tutto. E' stata la prima persona di cui mi sono fidato, e adesso che ci penso è stata anche l'ultima


«hai ragione,ma se io provo a comprendere la tua rassegnazione e tu il mio ottimismo?» gli propose
«mai» ripose secco e acido Niall per poi rivoltarsi incamminandosi verso la loro Università dove fra un'oretta si sarebbe tenuta la lezione mattutina.
Harry lo raggiunse senza perder tempo «Ma dai!Perché devi essere così?»
«Io te l'ho già detto Harry,vattene. Non è giornata»
«Visto?» lo indicò con l'indice «L'hai ammesso,non stai bene» sorrise soddisfatto Harry, proponendoli un'altra sua idea
«Saltiamo lezione oggi,facciamoci un giro»
Niall lo guardò male per poi rivoltarsi incurante.
«Facciamo i ragazzini sedicenni trasgressivi che saltano la scuola,su!»
Niall sospirò e si avvicinò al moro «Siamo due persone adulte» iniziò «Studiamo all'università,non c'è l'obbligo di frequenza, di certo non si mettono a fare l'appello come al liceo, se non vuoi andare a lezione non ci andare, io devo; sto preparando un esame e a differenza tua, ho bisogno della mia laurea il prima possibile»
Ma Harry non si rassegnò «Hai detto te che non è giornata, sei turbato, è inutile che tu vada ad annoiarti a lezione, sai benissimo che non riusciresti a seguire nemmeno un breve discorso»
Questo era vero.
Poi ci rifletté,con i suoi modi confusionari e poco definiti.
«Dai Niall, andiamo» e gli  circondò il polso cercando di trascinarlo ma il biondo rimase incollato per terra indeciso sul seguire Harry o meno, aveva paura di creare qualche guaio, ma quale?
Ma qualcos'altro lo spronava a fidarsi di lui, qualcosa gli sussurrava che quella poteva essere una causa che avrebbe potuto provocare una conseguenza, e la sua microinfinità di nullità, poteva diventare una infinità di sensi. Ma quello era solo un sussurro. E Niall aveva paura di fidarsi ancora; era timoroso di lasciarsi manipolare dagli altri, e questo parve non sfuggire alla mente di Harry.
«Ehi,Niall» lo richiamò «Fidati di me»
 

Mi chiedo tuttora se quando mi ha scocciato alla tavoletta del water, pensava a quella volta che gli feci vincere la partita di carte, e,se quando mi prendeva i giro in palestra, pensava ai segreti che mi aveva confidato.
E se ci penso, lui non era il mio migliore amico, perché se era il migliore, non si sarebbe comportato così, i migliori non sono come lui.
 

[...] 

«Perché sei venuto?» gli chiese Niall voltandosi verso di lui.
Harry, sapeva a cosa si riferiva, ne era certo, come era sicuro della profonda e nascosta dolcezza di Niall.
«Perché eri solo» e non aggiunse altro suscitando in Niall quella strana delusione.
«E perché sei rimasto?» Deglutì rumorosamente il frappé e contrasse la mascella osservando esigente e timoroso Harry, che nel frattempo aveva un bizzarro ma intenso sguardo perso.
«Perché sei divertente» e si voltò verso di lui, con estrema lentezza.
Niall parve ancor più deluso, le risposte secche e corte di Harry non lo accontentavano quanto bastava.
«Divertente?Io?!»
Harry smise di lacerare la cannuccia del suo frullato «Ricordi la prima cosa che ti ho detto quando sono venuto da te?»
Non ce l'ho fatta, sono bocciato all'esame d'ammissione alla facoltà di psicologia. Credi che io debba riprovarci il prossimo anno?
Niall annui con cautela «Ricordo»
«E ricordi quanto tempo è passato prima che tu mi rispondessi?»
Niall si concentrò per ricordare quegli attimi uno ad uno «Una settimana» concluse infine.
«E cosa mi hai risposto?»
Niall ridacchiò «Che più che studiare psicologia, tu avevi bisogno di uno psicologo»
«Visto? E' divertente» succhiò con spensierato gusto il frullato per poi sorridere a Niall che fece l'ennesima faccia confusa.
«Cosa è divertente nell'essere ignorati per una settimana, per poi avere come risposta un insulto?»
«Il tuo modo di approcciarti con le persone, è particolare»
Niall lo guardò per poi abbassare lo sguardo scuotendo la testa «non ti capisco»
Harry sospirò incurvando di poco il lato destro della bocca «Sei un personaggio, Niall» iniziò «Quando ho scoperto che per questo hanno non avrei studiato psicologia, ero piuttosto deluso, e quando sono entrato in mensa e ti ho visto, credimi, i tuoi modi di fare mi hanno sorpreso, volevo scoprirti, studiarti, non so cosa mi ha indotto a 'venire', sarà sicuramente stato la voglia di dimostrare che di psiche umana qualcosa ne capisco, e che l'esame non meritavo di bocciarlo»
Niall fece una faccia piuttosto arrabbiata «Quindi, mi usi come allenamento al prossimo esame d'ammissione?»
«Certo che no,Niall! Io ti voglio bene, lo sai» Gli sorrise Harry
«Come fai a volermi bene? Come fai a rimanere malgrado io ti sproni ad andartene?Come fai a dire che sono divertente?» Niall sputò fuori tutte quelle domande in una velocità incredibile, con quel tono testo e flebile, che emanava una sensibilità gradevole.
«Prendo il mio obbiettivo come un gioco» cominciò a spiegarli Harry con raffinata loquacità, posando il frullato  accanto a lui, per poter gesticolare meglio con le mani «Ricercare il meglio delle persone, con te è complicato,  è tutto più interessante e affascinante, sembra non avere una fine, e più il gioco si fa lungo più è divertente» Lo guardo sorridendo «E fidati sotto il mio punto di vista, tu sei la persona più divertente al mondo»
 

 







PERCHE' I ROMAGNOLI DICONO "CASSATA" E I FIORENTINI DICONO "HAZZATA"
AL POSTO DI "CAZZATA" ?!

Dopo questo mio dilemma, passiamo oltre :D
Questo capitolo è PIENO, nel verso senso della parola, credo sia piuttosto pesante e mi ha sorpreso che per raccontare tre scene, mi ci sono volute 6 pagine word.
Ho dato a Harry un po' la mia ambizione, ovvero quella di diventare psicologa, adoro la psiche umana, ho iniziato da qualche settimana a leggere un libro sul 'linguaggio del corpo' e mi sto esercitano a osservare le persone alla stazione, come stanno sedute, come maneggiano il cellulare, come gesticolano, incredibile come da queste cose uno riesca a capire cosa prova una persona. Spero vivamente di non annoiarvi con i pensieri e monologhi di Niall, perché adoro scriverli, gli ho dato un   carattere complicato e particolare, appunto per potermi "sbizzarrire" del descrivere i suoi pensieri e la sua confusionaria mente.
Un'altra cosa che spero, è che il capitolo lo abbiate trovato minimente intenso, ma soprattutto che non vi abbia annoiate,perché è l'ultima cosa che voglio!
Fatemi sapere, se sono riuscita a creare l'effetto di parallelismo, tra il passato di Niall e Il presente o, se, invece è venuto un gran casino!
Dopo ciò ringrazio  le :


 
Come dice la pubblicità di Youtube "una storia deve avere un pubblico" e voi, siete il pubblico migliore,credetemi.





 
Grazie infinite.
L'appuntamento domenicale con Bio è finito!
Alla prossima
_Sam
P.S. poco tempo e poca voglia mi hanno impedito di rileggere il capitolo, scusate.

 
 
 

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Capitolo 7
*** swallows in winter ***


Swallows in winter 




Sei
 

Sai, qui noi in famiglia siamo tutti alti, ma non  bisogna definirla una fortuna, 
perché altezza non è sinonimo di bellezza.
Nella vita siamo tutti all'altezza di tutto.
Cit. Mio zio, gigante poeta. 

 

 
Niall,quella notte, sentì il sonoro cinguettio delle rondini in pieno inverno.
Odorò quel profumo incredibilmente dolce  ma punzecchiato dalle zanzare, che lo fece volare contro vento. Fu leggero.
Fu tutto così surreale; ma non si chiese il perché: lui era insensato e non ci sarebbe mai stato un motivo per nulla, per lui.
Fu felice nel mezzo della confusione, gli occhi annebbiati e le scene che scorrevano fresche come acqua. Acqua; ci fu pure quella, ma Niall non se ne ricordava bene.
Si trovò in una reale illusione, che fu colorata da uno scuro allegro e all'interno ci fu solo Niall, e quello strano ticchettio che fu di un fastidioso rumore che si confuse ben presto.
E, quella sensazione di nostalgica sicurezza che fu l'unica che gli rimase impressa e nitida. Sentì uno stretto abbraccio da qualcuno di invisibile ma di cui sapeva bene l'identità, era bello risentirlo qualche volta, anche se soffuso dall'immotivato senso di perdita che Niall si trovava. Lui non la vide,la sentì; lo abbracciò nel bel mezzo di un indefinito sogno insensato. E questo succedeva sempre quando Niall sentiva le rondini in inverno, perché lei se ne andò con loro,con quel regolare stormo di fine estate che svuotava Niall,ogni volta. Volò con le rondini verso un luogo più caldo e accogliente in quel Settembre che fece perdere valore al compleanno di Niall, per sempre.
Le rondini emigrano a fine estate e ritornano in primavera; lei fece così, solo che, a differenza loro lei non tornò più.
Nonostante ciò, Niall quella notte fu felice, perché lei venne con una scia che lui comprese e accolse.
Era domenica, e come sempre Niall si svegliò con il suo abituale vuoto nello stomaco e quella nauseante bolla d'aria nel petto; tutto terminava quando sentiva le coperte del suo grosso letto spostarsi e i freddi piedi di Sam toccare i suoi.
«Ehi» la salutò dolcemente toccandole con gesto distratto i capelli castani.
La bambina, di rimando, sorrise, facendo uscir fuori  dalla mano sinistra una brioche piena di glassa, che porse a Niall. 
«Grazie» sussurrò con voce piuttosto impastata e gli occhi ancora socchiusi.
Sam lo faceva tutte le domeniche; e Niall sapeva benissimo che lei attendeva quel  momento tutta la settimana, come se durante il resto dei giorni, suo fratello le mancasse, ma infondo non le dava torto: partiva la mattina presto e tornava all'ora di cena, per non dire più tardi.
Niall si sentì, improvvisamente, in colpa, giacché la scorsa settimana era stato con Harry, e con fare egoista era pure andato in biblioteca a studiare, malgrado fosse domenica; e si era dimentico di Sam, di come lei lo stesse aspettando con la brioche.
«Cosa ti va di fare oggi?» le chiese mentre le porgeva un pezzo del cornetto, sapendo che lo voleva, ma che fosse troppo timida per chiederlo.
Sam, non ci pensò molto, aveva già deciso.
'Andiamo al supermercato'
 Niall portò la testa indietro,  sorpreso «Credevo volessi andare a Halifax al parco nuovo»
Sam scosse il capo freneticamente
'Supermercato'
Gesticolò nuovamente.
'con la macchina,devi guidare tanto'
Poi unì il i palmi delle sue mani verticalmente, portandole all'altezza del mento
'ti prego'  
Niall sorrise, alzandosi dal suo grosso letto e, aprendo la finestra, le comunicò l'unica parola che lei volesse davvero sentire in quel momento «Okay»
Sam si alzò di scatto saltellando contenta, con un balzò salì sopra Niall abbracciandolo e, troppo eccitata, gli posò un forte e poco sonoro bacio sulla guancia.
 
 
[…]
 
Sam aveva i capelli castani e ogni due mesi loro padre la portava dalla parrucchiera; aveva la frangetta, adorava il rosa, le gonne a vita alta e le calze che la facevano sentire una principessa.
Sam era balbuziente. Le parole uscivano nervose, tese e distaccate.
Sam non parlava mai, perché quando lo faceva le veniva da piangere, e quando piangeva sentiva pizzicare le guancie, e non le piaceva. Si sentiva ridicola, sottopressione e le mancava il respiro, la punta della lingua rimaneva impiantata nel palato, dietro i denti, e si bloccava alla 'N'; si sentiva male perché per lei dopo la 'N' c'èra solo 'N' e non un 'iall' .
La presenza di Sam era impercettibile, ma chissà per quale strano motivo, quando non c'èra, la sua mancanza si sentiva, anche troppo. Perché lei valeva, ma il suo valore era sottovalutato, e quando quella mattina Niall entrò nel grosso supermercato di Halifax, si accorse, involontariamente, di non sapere nulla di lei, oltre alla frangetta e agli occhi a mandorla, Sam era povera, povera di ideali e ambizioni, perché, forse, la sottovalutava, ma infondo Sam era solo una bambina e i bambini non sono complessi.
I bambini sono l'inizio di una storia senza trama, e Sam era l'inizio di una favola di cui Niall ne temeva il continuo.
Si chiedeva come ,quando avrebbe avuto dodici anni,  l'avrebbero ridicolizzata. Loro avrebbero parlato, ma lei non avrebbe mai avuto la capacità di rispondere, perché  lei non parlava mai.
Ma per ora Sam era solo bianco, una base tutta da costruire, una tela tutta da colorare, e Niall voleva dare il primo schizzo, voleva riempirla di un giallo acceso così quando qualcuno avrebbe messo il primo punto nero, Sam sarebbe diventata verde. Come la foresta pluviale, quella che resiste a ogni genere di inquinamento e continua a depurare l'aria, per tutti, come la natura, quella vera, come Harry.  
 Quella mattina Niall rimangiò i suoi pensieri e  capì di non sottovalutare Sam, non lui; e una volta dentro il supermercato capì anche perché a lei piacessero tanto: Il fresco che emanava il reparto dei surgelati, l'odore frigido della verdura e le bilance colorate con cui Sam si divertiva a pesare la frutta, per lei quel grosso posto era esilarante, una sorta di percorso con varie fasi.
'Faccio io'e memorizzava i numeri per poi andare a pesare le verdure con estrema cautela e portarli con goffaggine verso il carrello dove Niall era rimasto ad aspettarla.
'vado a prendere le uova'
Niall le sistemò il golf «Okay, andiamo» e spinse il carrello, Sam si mise, con un balzo, davanti ad esso e con il palmo della mano bloccò il percorso di Niall.
'Voglio andare da sola'
Niall sospirò «Okay, ma sbrigati, ti aspetto qui» le concesse controvoglia.   
La seguì ,attento, con lo sguardo, finché non la scorse voltare in un reparto. Fu lì dove gli salì la tensione e si infilò la mano destra nella scollatura della felpa appoggiandone  il palmo sopra la spalla, emise un lungo sospiro e rese lo sguardo più intenso verso il punto in cui Sam aveva svoltato, affondò le unghie nella spalla sinistra aumentandone la pressione.
«Ehi!» sentì urlare «Niall,amico!» e si voltò di scatto, trovandosi davanti l'ultima delle persone che si sarebbe mai immaginato.
«Zayn?!» chiese stupefatto.
Il moro, con estrema confidenza, gli diede una pacca sulla spalla, dove Niall aveva avuto il tempo di ritrarre la mano, lasciandolo perplesso.
«Come mai qui?» chiese sempre Niall abbastanza spaventato dall'improvvisa amichevolezza di Zayn; lo aveva chiamato amico, aveva detto 'Niall,amico!' e in un certo senso si sentì come sottovalutato, lui non era suo amico, e il fatto che Zayn prendesse la sua confidenza così alla leggera gli diede fastidio, non che odiasse Zayn, non lo sopportava, questo era vero, non gli andava a genio da quando prese il gelato salutandolo con disgusto; la gente come lui, quella che chiama tutti amici, non le sopportava. E quando Zayn lo chiamò, si sentì sottovalutato, come Sam.
«Qui le birre costano cinquanta centesimi in meno rispetto ai discount di Bradford» si spiegò Zayn alzando la cassetta contenente quattro lattine di birra.
«Oh» Niall incurvò i lati delle labbra screpolate «capisco»
Nel frattempo, Zayn  mise giù le sue birre e portò con mossa secca i palmi delle mani sui fianchi «Sai devo risparmiare» cominciò con tono profondo e serio «voglio organizzare una festa magnifica  per il mio compleanno» concluse sotto una finta aria interessata di Niall che emise un altro 'Oh' un po' più sorpreso del precedente.
«Verrai anche tu vero?Harry mi sta aiutando a organizzarla la faremo a casa nostra» lo invitò Zayn sorridendogli.
Niall rimase folgorato giusto un pochino «Mh…Certo, vedrò se sono libero» In realtà lui era libero sempre.
«è il 12 Gennaio, Sabato sera» gli informò Zayn dando una fugace occhiata al cellulare.
«Okay, spero di poter venire» Non lo sperava per niente, già si immaginava Harry che lo convinceva con i più confusi discorsi.
«Perfetto» esultò Zayn riprendendo sotto mano le sue lattine «Adesso vado, Harry mi aspetta in macchina» E si confuse, per così dire, nella poca gente di quel supermercato di paese.
Niall lo salutò quando ormai Zayn non c'èra più, e si voltò sospirando.
Nell'istante in cui la distrazione di Zayn terminò, l'ansia di prima ritornò, e una volta tornata Niall si ricordò di Sam.
Merda.
Spinse con furia il carrello e la cercò, con occhi spalancati,nel reparto dei latticini e uova, non c'èra.
Sentì un nauseante silenzio iniziare a regnare nel suo corpo, rotto dal solo rumore del suo cuore che non batteva, martellava; e quel rumore fastidioso lo fece riportare a quello che fu il sottofondo del suo sogno, tutto si mischiò in una flebile confusione. E Niall si sentì abbracciare, ancora.
 Voltò distratto in una direzione decisa nel momento e percorse i grossi scaffali.
Sapeva che non doveva mandarla in giro da sola, infondo aveva soli sei anni;era stato irresponsabile. E Niall si sentì stringere, il suo cuore venne spremuto in un colpo inaspettato, e le sue spalle volarono strette in un abbraccio da cui non riusciva a scappare. Si fermò e gli venne da piangere, si sentì perso, trasportato in una dimensione che non gli apparteneva, ma che comunque si faceva sentire.
Perché quella notte,Niall, sentì le rondini in pieno inverno. Erano passati quattro anni, eppure le sentiva ancora, la sentiva ancora; e se avrebbe davvero voluto pensarci, non avrebbe trovato un motivo valido, né per lui, né per la sua vita, né per la  morte di sua madre, ma ormai non ci avrebbe più riflettuto, era ormai un fatto consumato e passato troppe volte, adesso la sentiva,non ci pensava.
«Sam!» urlò scorgendo sua sorella voltarsi e correre verso di lui. Quando l'ebbe tra le sue braccia, la strinse cosi forte, che serrò pure le palpebre in un buio momentaneo, come se così avrebbe potuto sentirla meglio, e si dondolò con cautela.
Niall non si sentì più abbracciare, le rondini svanirono come a Settembre.
 Quando aprì gli occhi, le sopracciglia salirono velocemente e le palpebre si dilatarono come a volersi sgretolare.
«Ehi» lo salutò grattandosi con un polpastrello le tempie
«Che ci facevi con lei?» Niall fu troppo terrorizzato, erano successe troppe cose nell'arco di quindici minuti, e non si contenne, malgrado se ne pentì subito dopo.
Lei, in risposta ,scoppiò a ridere «è lei che è venuta da me»
 Niall diventò paonazzo, cosa che non le andò di sfuggito.
«Mi stava chiedendo dove erano le uova» continuò sempre lei «io ho risposto con il linguaggio dei segni, ma lei mi ha spiegato che non era sorda» indicò distrattamente Sam «ma poi sei arrivato tu, e hai rovinato tutto» concluse sistemando la sua cesta della spesa «devi sempre pensare male» borbottò infastidita voltandosi e dirigendosi verso le casse.
«Io non ho pensato male!» urlò Niall per farsi sentire da Arrow che era ormai lontana, questa si voltò facendo qualche passo verso di lui rimanendo comunque zitta.
«Piuttosto» continuò Niall, portandosi su un fianco Sam «Sei tu quella che mi hai dato del brutto, senza nemmeno essersi presentata» finì soddisfatto.
«Che senso aveva presentarmi se sapevi già il mio nome e cognome,eh?» gli domandò retorica arricciando le labbra «Guarda che non sono cieca» proseguì portando le labbra in un sorriso beffardo.
Niall divenne ancor più rosso e stanco di tenere Sam la posò a terra, per poi scuotere il capo «Senti, ci conosciamo da tre giorni, non ho voglia di continuare con questo battibecco» disse con aria loquace e calma.
Arrow fece spallucce «A me diverte»  e sotto lo sguardo incerto di Niall rise «Quando sei teso diventi tutto rosso»
In realtà divento rosso per ogni cosa, si trovò a pensare  
«sei carino quando arrossisci» concluse lei e si voltò ritornando nella direzione di poco prima, per poi girarsi giusto un attimo 
«Ci vediamo domani Niall»  poi mosse la mano «Ciao Samantha»
Niall avvampò sotto la risata complice di Sam, che ricevette un occhiata gelida.
«Come ti è saltato in mente di dire il tuo nome a una sconosciuta,eh?» la brontolò strascinandola via.
L'incontro con Arrow era stato imprevedibile e bizzarro.
Quel giorno Niall capì perché a Sam piacevano i supermercati, ma scoprì anche che, forse, piacevano pure a lui o che perlomeno,erano luoghi interessanti.
'sei carino quando arrossisci', e Niall non sentì più le rondini, non per quel giorno, non in quel momento.
 
 



My, oh, My!
 

Ho ritardato a scrivere questo capitolo, lo so, ma l'altra settimana è stata piuttosto indaffarata, lo è sempre in realtà, rimango a casa solo il mercoledì e il venerdì, il resto dei giorni sono fuori città, e in quei due giorni dovrei scrivere i capitoli, ma non avevo ispirazione, e senza, è impensabile scrivere.
Ho scritto la prima parte nel terrazzo di casa mia dove c'èrano le rondini, quindi mi hanno ispirata un sacco, *MiSentoUnPoeta* (non dico poetessa, perché mi fa pensare alle cicogne, e mi fanno ribrezzo). La prima, dovrebbe essere la descrizione di un sogno confuso, come penso lo siano tutti.
Poiché non ho scritto di getto, perché mi venivano idee sparpagliate, non ho idea di come sia questo capitolo, teoricamente le cose scritte a tratti fanno schifo, ma questo non è poi così tanto orrendo, o almeno per me.
Può sembrare un capitolo di passaggio, ma non lo è, si vede come Niall è tormentato e sensibile, poi c'è la comparsa di Zayn, e la sua festa ljkoh <3
 Come vi sembra per ora Arrow? Nel prossimo capitolo si vedrà meglio, promesso! .
Per oggi non ci sono 'Giorni' perché a quanto pare Niall non ha scritto, o perché  _Sam  non aveva giorni in mente…
 Spero di poter leggere le vostre recensioni anche in questo capitolo, sono calate un pochino, ma non ne faccio un dramma!  



 



Alla prossima 
_Sam

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Capitolo 8
*** Boston ***


Boston




Sette 

 

Il treno , anche se in ritardo, arriva sempre alla sua fermata. E tu, quanto, ancora, hai intenzione di ritardare?

Sks. this is for    afewmistakesago
Scusami se non era come ti aspettavi.
In compenso è stata scritta in piena aria fiorentina.

 





A primavera ho un sacco di allergie, ma nessuna di quelle poté mai impedirmi di uscire fuori. Il naso rosso che pizzicava per l'odore delle margherite, gli occhi che lacrimavano per il polline, il fiato debole e quello spruzzino che tenevo in tasca.
Ma cosa erano degli occhi rossi in confronto al Sole d'Aprile? Quello era amore, il mio spassionato amore verso la primavera, che ti regalava i più bei momenti richiedendo in cambio dei sacrifici, quelli che il pediatra chiamava allergie. E mi stava bene, le cose nella vita vanno guadagnate.
Quel giorno me lo ricordo bene, era l'Aprile del 2003 avevo dieci anni. Quando tornai a scuola, lo sentì, lo avevo atteso per troppo tempo: il rumore del trapano dietro casa, e quello portava ad un'unica conclusione, e io la conoscevo fin troppo bene.
Lo sentì, oh se lo sentì! Corsi con lo zaino diventato incredibilmente leggero. Lo vidi. Dio, non ti ringrazierò mai abbastanza. Era lì, adesso era mio. Un canestro, con la rete metallica e il bordo rosso che luccicava come i miei occhi.
«Ti piace?»  Eccome se mi piace, papà.
Lo ricordo bene. Ricordo quando mi voltai e affacciata alla finestra c'èra mia madre, con un grosso sorriso stampato in volto.
Era bellissima.
Quello, sì quello, fu il momento che riuscì a fotografare con la mente, e che posso riassaporare ogni volta. Ero felice.
  Giorno 3
Un momento indimenticabile.

 
 
 

«Esiste un nero per ogni cosa» Affermò Harry rigirandosi, distratto, davanti agli occhi una patatina macchiata da del ketchup.
L'appuntamento alla mensa a Niall sembrava, sempre, così monotono: Harry parlava, parlava e se l'argomento era interessante Niall ascoltava, ma non sempre. Nel peggiore dei casi Harry gli poneva la solita domanda'Perché devi sempre rifiutare ogni genere d'aiuto,eh?' e come il barbone alla stazione, aspettava un miracolo, una risposta che Niall non gli avrebbe mai dato, quel grosso ponte che non avrebbe mai venduto, peccato che  Harry ci credesse comunque.
Stupido.
«C'è il nero americano degli anni '60 che è Martin Luther King, e c'è il nero del ventunesimo secolo che è Barack Obama» Harry mangiò la sua patatina fredda, e ne prese un'altra sottoponendola al solito rituale «Il nero africano Nelson Mandela» la rigirò e la mangiò «Il nero dell'atletica Usain Bolt,Il nero del pop Michael Jackson, il nero del basket Michael Jordan» si bloccò improvvisamente con una patatina davanti «Uh, si chiamano tutti e due Michael, che strano,eh?»
 Niall annuì per acconsentirlo, e gli porse davanti le sue patatine «Sono fredde» commentò, sotto lo sguardo incerto di Harry che, esitando, le unì alle sue.
«Lo so che qui il cibo fa schifo, ma salti sempre il pranzo, finirai per scomparire»
«Tranquillo Harry, non scomparirò» cercò di sorridergli Niall.
Harry incurvò le labbra all'ingiù «Bah» fece uscire con uno sbuffo, per poi guardare oltre le spalle del biondo «Guarda» la indicò con la testa «Quella è la nera di Harry» Niall si girò di scatto, intravide una ragazza alta con la pelle tendente a uno scuro accentuato, slanciata e molto magra, i capelli color liquirizia, e sorriso bianco che risaltava, come gli occhi dei gatti al buio.
Niall si rigirò scuotendo il capo «Non mi piace»
Harry continuò a guardarla un altro po' e si ricompose nella sedia.
«Che poi non ti piaceva la sorella di Zayn?» chiese Niall.
Harry lo fissò per un istante, abbastanza da far formicolare la gamba a Niall.
Forse è sorpreso perché ti stai interessando a lui.
«Certo che mi piace la sorella di Zayn, ma anche quella è bella» Harry si ricompose un'altra volta, con uno scatto sciolto.
Niall non disse più niente, timoroso di dover subire altri formicolii d'imbarazzo.
«Si chiama Jay» iniziò Harry
«Chi?»
«La sorella di Zayn»
«Jay e basta?»
«Jaylene»
Niall scrollò le spalle non sapendo che farsene di quell'informazione.
Poi segui il silenzio fra i due ragazzi, interrotto dal solo e continuo rumore della mensa circostante, quella sensazione lo metteva a disagio, si guardò intorno, troppo rumore.
Niall volle dire qualcosa, ma non sapeva cosa, voleva dimostrare a Harry che anche lui sapeva conversare, ma ogni cosa che volesse pronunciare sembrava essere troppo scontata, come se il seguito della conversazione sarebbe stata fra due onde di oceani separati, perché infondo lui con Harry si sentiva così: diverso.
«Comunque Michael Jordan, non è il nero del basket» iniziò dopo mille indugi
 «è il basket»  
Harry alzò il capo «Ti piace il basket,Niall?»
«Lo adoro» Bevve la sua acqua «Sono un grande tifoso»
Harry rise appoggiando i gomiti nel tavolo di legno, malgrado fosse di cattivo uso.
«Giochi?»
Alla sola domanda Niall si sentì un blocco «Per quanto mi piace, sono negato» sapeva che gli sarebbe rimasto tutta la giornata, come catarro disgustoso, pieno di quei ricordi così amari.
«Che squadra tifi?»
«Celtics»
Harry lo guardò confuso
«è una squadra dell'NBA» cercò di spiegarsi Niall
Harry sembrava continuare a non capire.
Niall piegò di poco la tesa «Harry, ma ne capisci qualcosa di basket?»
Il ragazzo scosse la testa «Era per parlare di qualcosa che t'interessasse»
Niall sospirò, non che fosse deluso, forse un po', anzi, sì, era deluso.
«Però m'interessa» cercò di tirargli su il morale «Se parli ti ascolto» Harry ingoiò rumorosamente l'ennesima patatina «Invertiamo i ruoli»
Invertiamo i ruoli, si ripetè Niall.
Invertiamo i ruoli, suonava bene, gli piaceva.
«NBA, National Basket of America, i Celtics sono la squadra di Boston» Niall sorrise
«Sono una delle squadre più antiche, è fondata nel 1946, mi sembra, Boston era piena di emigrati irlandesi, quindi la squadra ha la maglia verde e il nome degli antenati irlandesi, i celti, e come simbolo il trifoglio»
Malgrado Harry sembrasse interessato, Niall aveva paura che non lo stesse ascoltando, forse perché lui stesso si comportava così con lui, e Harry lo sapeva bene, sapeva che Niall non lo ascoltava mai, eppure parlava sempre. Forse era per questo che decise di invertire i ruoli.
Harry batté deciso  il palmo della mano sul tavolo «Niall» annunciò «Un giorno, io e te andremo a Boston, a vedere la partita dei Celtics»  
Niall batté le palpebre confuso «Hai idea di dove sia Boston?»
Harry gli fece una smorfia disgustata «Certo, non sono mica idiota» fece scivolare una patatina bagnata di rosso per la gola.
Che schifo.
«è in America» finì il ragazzo «Che c'è di strano? La gente va e viene, non saremo i primi angloirlandesi  ad andare in America» angloirlandesi, Harry adorava quella parola, diceva che gli suscitava "regalità ed eleganza" .  
Niall alzò le spalle distogliendo lo sguardo da Harry.
America. Boston. Celtics. Quello era matto, sicuramente.
«Non ce la faremo mai ad andare a una partita a Boston, Harry» esclamò più che frustrato.
Harry lo indicò con la centesima patatina.
Ma quante ne mangiava?
«Hai detto faremo, stai progettando un noi, bello mio»  gli sorrise sotto al sua aria sconvolta «è un grosso passo, Niall»
Sospirò «mi stai proprio sul cazzo»
«Che cosa ho fatto adesso?» Harry s'indicò con le mani unte sotto lo sguardo riluttante di Niall che si limitò a rassettarsi i capelli come meglio poteva.
Altro silenzio, altro rumore, altro disagio.
Niall si portò il volto sopra il palmo destro.
Boston. Ci stava pensando, Harry gli aveva iniettato un'idea che mai si sarebbe permesso d'immagine. Le cose impossibili Niall non le sognava, non più,  portavano solo delusione. Eppure se lo raffigurava perfettamente, quel sogno che non gli era mai passato per la mente, o che era stato proibito da lui stesso.
E' solo un'idea da tredicenni persi dalla frenesia dell'adolescenza.
Sì, una frenesia.
«Zayn te l'ha detto, vero, di Sabato?» cominciò Harry tirandolo via da quell'idiozia.
«Mi ha detto che verrai» concluse.
«No» lo bloccò subito Niall «Non verrò»
«E perché?» chiese Harry, con lo stesso tono di un bambino incosciente del senso della vita.
Già, perché?!
«Sono impegnato»
«A fare cosa?»
«I cazzi miei»
«Che schifo»
Niall si alzò, non voleva sentire il discorso che, sicuramente, Harry aveva già preparato; quel ragazzo era sempre pronto a tutto, e, infatti, era anche consapevole di quel gesto.
«Vai via?»
Niall lo guardò male.
«E se ti dicessi che viene anche Freccetta Fighetta?» Gli chiese con malizia per poi continuare «Preferiresti farti i cazzi tuoi, o lei?»  Lo sguardo di Harry, ora, emanava una esaltate sfida.
«Si chiama Arrow» Era l'unica cosa d'illogico che trovò in quella breve ma diretta frase di Harry.
 
 
 
[…]
 
 
Batteva ritmicamente il polpastrello dell'indice destro, ora a sinistra ora a destra, poi su e giù fischiettando il 'Lemon Tree' degli Oasis. Niall si era ipnotizzato come un bambino davanti alla televisione, eppure trovava dell'affascinante anche in quello.
«Sei omofobo?» Arrow alzò lo sguardo smettendo la sua piccola percussione, lasciando Niall deluso, come una madre che spegne con mossa decisa il televisore.
 Prima che lui potesse intendere la domanda, passarono degli istanti, troppi per una domanda così semplice.
«Non credo» si morse velocemente un'unghia «insomma, penso che Harry sia gay, ma non ci faccio tanto caso» poi riportò la mano al tavolo «No, non sono omofobo» concluse infine.
Arrow guardò fuori potendo ammirare solo della neve sporca.
«Harry chi, Il tuo amico?»
Niall trovò quest'ultima domanda più confusa e complicata della precedente, prima che potesse rispondere, non passarono istanti, né minuti, poiché non disse nulla.
Arrow alzò le sopracciglia e fece uscire un "Mah" perplesso. Si allontanò, andando a frugare chissà in quale libro.
«Lo conosci?» chiese Niall
Arrow scosse la testa «No»
Le frasi che passarono per la mente di Niall furono automatiche.
'Frequentava la mia stessa scuola alle superiori'.
'C'è pure lei alla festa'
Come faceva Arrow a non conoscerlo?
Che Harry gli avesse raccontato una menzogna?
«Sicura?» il tormento interiore di Niall gli fece uscire quella domanda in maniera totalmente involontaria.
Arrow si girò verso di lui con un piccolo libro sotto mano «Certo»
Poi lo guardò, come se il volto di Niall preannunciasse un'altra domanda. Ed era vero.
«Vieni alla festa questo Sabato?»
Arrow lo guardò indecisa «Quale, quella di Zayn?»
Niall annuì
«Certo» affermò lei
«Quindi conosci Zayn?»
«Certo» Quel certo lo stava infastidendo «Tutti conoscono Zayn»
«Quindi vieni, veramente?» lo chiese per rassicurarsi, con , forse, troppa enfasi.
 Harry aveva ragione.
Dalle labbra incurvate di Arrow, Niall comprese, che sicuramente si stava comportando in maniera anomala.
«Te l'ho già detto, ci vado» gli rispose con cautela.
«Okay» Niall s'imbarazzò tutto d'un tratto esaurendo l'involontarietà e l'incoscienza di poco prima, si sentiva come l'effetto dell'alcol terminato: confuso.
 Ci fu un breve silenzio, che Niall decise di terminare immediatamente, prima che potesse agitarsi.
«Come facevi a conoscere il linguaggio dei segni?» Arrow distolse lo sguardo dal suo nuovo passatempo e indicò il suo libro lasciato incustodito sopra il bancone con un evidenziatore giallo sopra.
«Studi nella facoltà di logopedia?» chiese sorpreso.
Arrow annuì ritornando a leggere
«Aspetta…» rifletté «Credevo che il logopedista, aiutasse il paziente ad articolare bene le parole e a parlare correttamente»
Arrow rise «É così» si girò completamente verso il ragazzo appoggiando il gomito nel bancone «Ma anni fa ho seguito un corso» cominciò «M'interessano queste cose» terminò.
Niall annuì come a dimostrare d'essere d'accordo, quando invece a lui, proprio, non interessava, e se non fosse per Sam, avrebbe odiato quella facoltà.
«Tu ci vieni sabato?»
Niall la guardò fisso, diventando improvvisamente indeciso.
«Si» Lo sguardo divenne perso «Sai, Harry  vive con Zayn e mi hanno invitato, non che conosca bene Zayn»
Arrow rise di nuovo «Harry…» esitò «il tuo amico?»
Niall la guardò incerto. Non rispose.
«E poi sono io quella strana» terminò lei, risistemandosi i leggeri occhiali rotondi.
«Sì» ammise infine Niall, con estrema spavalderia «il mio amico».
Suonava bene, a Niall, infondo, piaceva, sì, come l' "invertiamo i ruoli" .Era divertente,come una frenesia. Come un tredicenne. Come Boston, come quel sabato sera. 


 
 

Look at me. I'm EXCLUSIVE!


Dopo uno stato depressivo della serie 'Non riuscirò più a scrivere' eccomi qui. Questa mattina avevo un vaccino, quindi non sono andata  a scuola (fingendomi addolorata da sintomi post vaccino) , non so come sono riuscita a scrivere e a terminare questo capitolo, lasciato in sospeso da molto tempo. Non so, forse l'infermiera mi ha iniettato una scossa di ispirazione, comunque sia, adesso sono felice, si. Che ne pensate di questo capitolo? Forse non l'ho curato molto, ma ero troppo impaziente di pubblicarlo, non perché mi piacesse, ma perché è un sacco che non aggiorno, e dovevo farlo. I dialoghi con Arrow , per ora, sono poveri, ma non sarà una cosa abituale. Un'altra cosa che credevo d'aver già detto: Arrow non è schizofrenica! Ahah! Ma non si parla bene di lei, ecco, e un motivo c'è.  
Ringrazio tutte le vostre bellissime recensioni che mi danno sempre una carica in più, siete importantissime, non so più come dirvelo! Ahah!
Il prossimo capitolo arriverà con un po' di ritardo perché non ho molto tempo per scrivere, specialmente in questa ultima settimana. Nell'attesa fate capolino
qui. P.S. con l'aggettivo "nero" non volevo essere offensiva. 
 


Notare la maglia dei Celtics, jeufoihsd *_*  
Alla prossima
_Sam 

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Capitolo 9
*** Yearbook ***


 

Yearbook
 



Solo io muoro(?) vedendo l'immagine al centro?!?! jbufowdc *_* 




Nove






 

Caro amico,
ho appena finito di leggere il buio oltre al siepe.
E' il mio libro preferito, ma dico così ogni volta che finisco di leggerne uno.

[Noi siamo infinito]

 
 
 
 
 



 

Improvvisamente il sorriso di Harry si fece più grosso e le fossette più profonde.
Poi lo abbracciò, e il suo giubbotto si assottigliò contro quello bagnato di neve sciolta di Niall, che in maniera tesa e agitata si staccò lentamente osservando le sue blazer, che erano il rifugio di uno sguardo stanco e decisamente non degno di quello solare di Harry.
«Grazie Niall»
Davvero?Si chiesePer così poco?
«E' un cornetto» ribatté lui, con tono apparentemente scocciato.
«Ma è tuo, e lo hai portato per me.» Niall poteva vedere gli occhi di Harry luccicare di commozione.
«Era avanzato, e non volevo lasciarlo lì, sarebbe stato uno spreco» Non era vero, si era svegliato dieci minuti prima, per avere il tempo di passare in pasticceria e comprare a Harry un cornetto alla crema.
Lo aveva fatto perché quella notte sentì male, un male provocato da qualcosa a cui ancora non aveva attribuito un nome.
«Grazie comunque» Harry si sedette sulla prima panchina libera e con i denti sfilò il suo guanto dalla mano destra e la infilò nella piccola confezione bianca, con il marchio della pasticceria.
«Sicuro che fosse avanzato?» chiese Harry «C'è pure lo scontrino, e qui è segnato che ne hai comprato uno solo» Niall velocemente glielo tolse di mano accartocciandolo e buttandolo a terra, dandogli l'avvio ad un avventuroso ma corto viaggio per le vie affollate di Bradford.
«Sei il migliore Niall» Con la bocca calda di zucchero, Harry riuscì a far tremare di rabbia Niall, che ricacciò lo sguardo nelle sue scarpe, l'unico triste elemento pronto ad accoglierlo.
Il fatto era che Niall era uno stronzo, sì, ed era questo a farli male. Era uno stronzo fifone, infondo lo era solo con Harry, perché sapeva che lui sarebbe sempre tornato, che qualunque cosa succedesse, lui sarebbe sempre stato alla mensa ad aspettarlo, e Niall si era concesso d'essere un perfetto stronzo. Lo era perché lo erano sempre stati con lui ed erano sempre stati tutti contenti, e lui aveva creduto che la felicità consistesse in questo, ma chissà, lui non era contento, affatto, sentiva male.
Iniziò a sentirlo la sera stessa della festa di Zayn, quando cercò di dare un significato a ciò che vedeva, e quel groviglio di pensieri, che si permisero di lampeggiare in lui, gli fecero sentire davvero male, come se le cose, infondo, nella loro superficialità, fossero migliori. Risultavano meno pesanti, impegnative, ed era per questo che Niall non aveva mai etichettato nulla con nessun giudizio sincero e pensato, per lui era troppo complicato e faticoso, e sentiva male, sentiva male nel trovare il significato delle cose, specialmente in lui, di cui non riusciva a percepire niente di puro, di cui punto di vista era sempre negativo e  l'autostima  davvero poca.
In lui trovò che era uno stronzo, e allora comprò un cornetto alla crema ad Harry, perché si sentiva in colpa per questo.
«Tu» cominciò, aspettando che Harry si voltasse verso di lui «Credi che io sia cattivo? C'è dico, antipatico?»
Harry ingoiò la sua colazione e con un gesto svelto e preciso si pulì le labbra con la lingua.
«No, perché?» 
«Per sapere»
«Ne dubitavi?» Harry sembrava interessargli quell'argomento «Perché se è così, significa che hai trovato qualcosa in te di antipatico e avevi paura lo avessi percepito anch'io»
«Puo darsi»
«E cosa credi possa essere?»
«Non lo so»
Harry rise «A me piace il tuo carattere, sul serio, piuttosto, mi piace come ti comporti con me»
Niall ne rimase profondamente sorpreso, era l'ultima cosa che credeva potesse sentirsi dire. Era come se Harry gli avesse letto nel pensiero e volesse tranquillizzarlo.
«E come definiresti il mio comportamento?»
Harry sospirò per riordinare le sue opinioni «Io credo che tu ti fidi di me, e questa fiducia ti porta a essere te stesso ed estremamente libero, con me ti comporti come ti viene, senza pensare a delle conseguenze, e credo che questa tua libertà, oltre alla fiducia nei miei confronti, sia data dalla sicurezza che hai con me, credo, e spero di non sbagliarmi. Sai che sarò sempre qui, e che la cosa in un certo senso di tranquillizza »
Niall lo guardò un pochino «E non hai paura che io possa abusare di questa» fece le virgolette con le dita «libertà?»
Harry scosse gravemente la testa «Sono rischi che devi correre, e poi io mi fido di te e anche io mi sento sicuro, e ora più di prima» Poi sorrise alzando il poco di cornetto rimasto «Questo gesto,Niall, vale molto più di quanto tu possa pensare».
Niall rifletté. Dopotutto quello che faceva ad Harry, si meravigliò che l'amico vedesse del positivo, che anche nei suoi comportamenti che a tutti sembravano egoisti, lui vedeva ben altro. Lo ammirò. Ammirò il suo modo di pensare, e il suo modo di percepire le cose, si accorse d'avere a che fare con una delle poche persone che non si faceva condizionare da ciò che aveva intorno, una di quelle  che non ama con il cuore, ma con il fegato, che è comunque un organo importante, che svolge funzioni che tutti danno per scontato, ma di cui senza non si puo vivere, perché amare con il cuore o con il fegato è la solita cosa, ma tutti seguono tutti e preferiscono il cuore, ed Harry era proprio l'opposto, seguiva solo sé stesso, e lui aveva scelto il fegato, un po' più giù ma più grande, non aveva a che fare con il sangue amaro, ma con lo zucchero dolce, ed era questo che lo rendeva speciale.
E la cosa lo sollevò,perché Harry si fidava di lui,ed era bello, perché per Harry Niall era libero, libero di essere stronzo.
Chissà, se anche Arrow ama con il fegato.
Non gli rimase che incurvare le labbra screpolate, sentendole spezzarsi dal dolore, e ricambiare il sorriso ampio di Harry che percepì il tumulto interiore di Niall, nascosto dietro occhi marroni e ponti,ancora,massicci.
 




Quando in seconda media dissi alla mia professoressa d'arte che la sua materia non mi interessava, lei mi domandò cosa volevo fare da grande "il medico" risposi e lei rise "Lo sai che per entrare nella facoltà di medicina devi dare un esame d'ammissione?" "Si." "E lo sai che fra le tante domande ci possono essere quelle relative a qualche corrente artistica?" "No." Poi con il suo accento francese aveva pronunciato il mio nome con l'accento nel posto sbagliato e aveva detto "Devi avere cultura generale, nella vita serve, in qualsiasi campo". Cultura generale, mi colpì così tanto che ebbi bisogno di vivere quelle due parole, farle mie e poterle sfoggiare nei momenti critici. Lo dissi a mia madre e lei mi chiese se a scuola avessimo studiato le leggi razziali americane, qualcosa a che fare con un certo Martin Luther King, risposi di No e lei mi diede "il buio oltre la siepe" e mi disse che mi avrebbe aiutato a capire molte cose. Ciò che forse si era dimenticata era che io non leggevo un libro da forse la seconda elementare, e che ricevere un romanzo così intenso e complesso mi aveva fatto odiare ancor di più la lettura. Era una palla, il racconto più noioso che io avessi mai letto, raccontato da una marmocchia che chiamava suo padre per nome, e che con suo fratello maggiore si divertiva a mangiare le torte della vicina. Qualche anno dopo nacque Samantha. E vidi in lei scout e in me Jeremy, malgrado avessimo più di dieci anni di differenza, e forse non avremmo mai potuto recitare qualcosa insieme,io l'amai da subito, diede un senso a quel libro, oltre a Tom Robinson, oltre a tutto il significato che c'èra dietro quelle righe, io colsi la protezione di un fratello maggiore, e mi promisi che anche io l'avrei accompagnata alla recita scolastica. Sì. Proprio come Jeremy.
 
Giorno 4.
Un evento importante.  
 



«Ho una voglia» annunciò Arrow voltandosi di scatto verso Niall che alzò la testa distratto. «Te la voglio far vedere» continuò quando seppe che Niall la stava ascoltando.
Niall non rispose, e il suo silenzio fu uno di quelli miti, che avevano l'unica funzione di acconsentire.
Arrow alzò il collo e nella sua estremità  Niall vide  stampata una piccola voglia marroncina, minuta e senza una forma definita. Decise inconsapevolmente che fosse a forma di nuvola, così avrebbe potuto immaginarsi qualsiasi cosa,  sarebbe stata una voglia che cambiava in base a chi la guardava, e l'idea gli piacque.
«Ti piace?» chiese Arrow con una voce alterata dalla scomoda posizione.
«Si.»
La ragazza riabbassò il capo con un grosso sorriso stampato in volto, che apparso così alla sprovvista, lasciò Niall folgorato.
«Mi sembra d'averla già vista», la informò poco sicuro se fosse vero o meno «Forse in treno, chissà» Infondo quella voglia, aveva qualcosa di vagamente famigliare, e malgrado si fosse concesso qualche secondo per pensarci, non gli venne in mente niente, quindi pensò che l'avesse già vista esattamente sul collo di Arrow.
La ragazza spense il suo sorriso e gli occhi si spalancarono, il loro verde luccicò, come gli occhi dei gatti al buio, e si allarmarono da qualcosa che Niall non riuscì a capire.
Arrow si allontanò di qualche passo, come se volesse ampliare il suo spazio vitale in cerca di più privacy.
«C'è qualcosa che non va?» Niall non sapeva che altro dire.
Arrow si accarezzò la sua piccola nuvolina con due dita, forse per accertarsi che la sua voglia fosse ancora lì, fosse sempre la stessa.
«Tu non puoi averla già vista.»
E Niall si pentì della sua affermazione azzardata di poco prima.
«E' mia» affermò lei «E' la mia voglia.»
«Mi dispiace» Mi dispiace?!
Arrow scosse la testa con una strana smorfia in viso «Tu non puoi averla già vista» ripeté lasciando spazio a più decisione e meno fremito «Io la faccio vedere solo a chi voglio»  
«Beh, a me l'ha volevi comunque far vedere,che differenza fa?» Niall alzò le spalle in una maniera che diede fastidio pure a lui.
Arrow si avvicinò in cerca di qualcosa. Sta cercando me? Si chiese spavaldo Niall E dove mai mi potrà trovare?   
«La differenza è che l'hai vista prima che lo decidessi io»
«Il destino è strano, no?» Niall sputò quella frase squallida in maniera altrettanto snervante.
«già» quasi ringhiò Arrow per poi rilassare le sue palpebre e serrarle, rendendole morbide come pochi minuti fa «Non fa niente,tanto l'hai vista solo tu» si
auto confortò, poi sorrise come faceva solo lei.
«Ti ho portato un'altra cosa da vedere»
Niall non seppe se quell'improvviso cambio di idee fosse un fattore negativo o meno, L'unica cosa che gli venne da pensare per giustificare il comportamento di Arrow, era che non avesse voglia di discutere, o che si fosse accorta che l'argomento della sua voglia era piuttosto insensato, comunque sia lo aveva salvato da quella terribile tensione, quindi, tutto sommato, andava bene.
I fogli di Niall vennero improvvisamente schiacciati da un largo fascicolo.
«E' un mio vecchio annuario scolastico» spiegò.
Niall fece "Oh" e la osservò aprirlo con estrema delicatezza.
«L'ho trovato, ora ricordo»
«Chi?»
«Harry Styles.»
  Niall ne rimase stupito «Ma avevi detto che non lo con…»
«Me lo ero scordato, non è colpa mia se ha quello sguardo senza nulla di speciale che te lo scordi subito.» Arrow lo confessò con naturalezza.
Niall l'avrebbe contraddetta con piacere, ma non ne aveva voglia, o meglio, non ne trovava un valido motivo, le sue idee cosa importavano?
 Arrow stava sfogliando le pagine con velocità superando tutti i cognomi, anche il suo con la J e arrivò a quella di Styles.
«Eccolo» indicò con il dito la faccia di Harry per poi staccarlo e mostrarla a Niall che rise divertito. Poi la guardò «Perché me la fai vedere?»
«Per dimostrarti che andavamo a scuola insieme, anche se penso, questo tu lo sappia già» poi lo richiuse «E chissà cos'altro sai»
«E la tua foto?» Niall fece quella domanda con tanta velocità, perché la voce grave di Arrow lo spaventava  quanto il suo ghigno alla stazione.
«Non c'è» Affermò seria. Niall né rimase un po' confuso. «Non ho lasciato niente in quella scuola, non ho lasciato niente di me in nessun luogo, o semplicemente in nessuno» Poi lo richiuse e lo ripose nella sua grossa borsa di pelle.
«Vado fuori a prendere un cappuccino, lo vuoi pure te?»
Niall fece di no, e mormorò un grazie così muto che credette di non averlo detto.
Poi Arrow indossò il suo giubbotto girandosi con lo stesso ghignò della stazione, che colpì Niall così forte che fece più male del male che lo tenne sveglio quella notte. Era agitato,  tanto che i piedi non riuscirono più a sorreggere il suo peso.
«Non credevo arrossissi anche quando avessi paura» Poi arricciò le labbra in maniera tenera come a tranquillizzarlo, ma in quel momento anche una caramella zuccherata, per lui non sarebbe stata dolce.

 
  






Anche mia nonna mi diceva di amare con il fegato, perché se ami così vuol dire che hai tante cose da custodire, mentre il cuore è piccolo e non puo tenere tutto.
Ma questo non centra,lol.
E' da un po' che non aggiorno, ma sono avanti con i capitoli (di uno solo, ma è già moltissimo per me!ahah! ).
Scrivendo, ho avuto il timore che la narrazione stia prendendo una piega monotona, quindi vi chiedo solo del tempo e vi stupirò(?) per quanto possa succedere  in questa tranquilla fanfiction.
E' stato molto diffice scrivere che il buio oltre la siepe è una palla, perché non lo è proprio e ve lo consiglio, è un'opera bellissima!
Volevo anche farvi notare come Niall va abbastanza fuori tema nei "Giorni" cosa che poi finirà per essere un suo diario personale. #HoDettoTroppo.
Ah, un'altra cosa poi basta, Con il gesto di Niall non credete che lui diventi da una sera all'altra un ragazzo dolce e premuroso, ahah, non penso arriverà MAI a dire di voler bene ad Harry, lo penserà ma non lo interpreterà mai in quel modo, e la cosa mi piace :3 Non lo dico perché vi sottovaluto, è solo che ho paura di non intendermi bene.

 
 
Per chi ancora seguisse Honesty (Cosa POCO probabile) vi informo che mi sono già messa a scrivere, quindi spero che in settimana riesca ad aggiornare c: Ho scritto una One-Shot su Ed Sheeran se vi interessa basta cliccare qui :3  

 Ringrazio moltissime tutte le seguite/preferite/ricordate e ovviamente le recensioni è una grossa soddisfazione per me! Ne approfitto per augurare buoni esami a tutte quelle che lo devono dare, FORZA E CORAGGIO SAM E' CON VOI :3 
 

 





Alla prossima
_Sam 



[Anticipazioni] 


 
Harry si alzò «Non ci credo ancora» disse una volta arrivato accanto a Niall.
«Cosa, che sono qui da te di mia spontanea volontà, che tu abbia rinunciato alla tua serata in solitudine o che io voglia un annuario?»
«Tutte e tre le cose, Niall» 

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Capitolo 10
*** Cute, really cute ***


 


Cute,really cute







Otto 
 



Avrebbe fatto come faceva sempre,avrebbe cercato le cose dolci fra le amare.

 



 

Quando Niall saliva le scale del condominio dove abitava Harry, trascinava sempre con poco garbo i piedi ad ogni scalino, senza staccare il tallone da terra.
Così fece anche quel pomeriggio.
L'appartamento di Harry e Zayn era al terzo piano, nonché l'ultimo, e aveva ben due piani, anche se nel secondo era presente solo la stanza di Harry che Niall trovava incredibilmente accogliente, malgrado gli fosse complicato ammetterlo.
«Harry» lo richiamò stando davanti allo specchio «Mi fa freddo» si lamentò poi osservando i peli delle sue gambe rizzarsi e la pelle diventare invasa da puntini, che frizzavano dal freddo.
«Un attimo» richiese l'amico continuando a frugare nel grosso armadio.
Zayn disteso comodamente nel grosso letto si alzò mettendosi accanto a Harry «Lascia fare a me, te li trovo in due secondi» e scansò Harry riuscendo a trovare il paio di pantaloni che, evidentemente, il riccio stava cercando da troppo tempo.
«Tieni Niall» glieli porse sorridendo «Provati questi».
Niall timidamente li prese e teso, se li provò.
Harry mise tutti i polpastrelli della mano destra sul pollice, portando le unghie unite alla bocca lasciando un leggero bacio per poi riaprire la mano «Un amore» commentò.  Niall rise più per il commento insolito di Harry, che per l'effettiva sicurezza di star bene conciato così.
Zayn saltellò dietro di loro prendendo dalla scarpiera un paio di Nike Blazer blu
«Queste dovrebbero starci benissimo, s'intonano con la camicia» Niall fece un gesto di rifiuto ma Zayn gliele spinse contro, insistente.
Quando Niall si mise le scarpe e si voltò per mostrare ai due ragazzi il risultato finale, questi si diedero un cinque soddisfatti, sotto il sorriso forzato di Niall, che si sentiva nel posto sbagliato.
Che ci faccio io qui?E il nome d Arrow apparse, come vento d'estate lo scosse suscitandogli una strana sensazione, che presto diventò una terribile ansia, che lo mangiò a tal punto da credere fermamente che non sarebbe mai venuta.
«Che c'è Niall?» gli chiese Harry
«Mi sento a disagio» confessò girandosi a specchiarsi incerto «Non sono abituato a vestirmi così…» esitò cercando le parole giuste.
«Così come?» chiese Harry voltandosi, scorgendo Zayn che rimetteva apposto le magliette sopra il letto.
«Così bene» concluse Niall facendo un lungo sospiro.
«Senti» Harry lo circondò con un braccio «Non me ne frega un accidente» affermò deciso «Pensa quello che ti pare, che devi stare solo, che non hai voglia di compagnia, e tutto il resto, te lo concedo, ma non stasera, okay? Fregatene, cos'hai da perdere?» Harry gli sorrise «Divertiti» finì.
Cos'hai da perdere?Niente Harry, non ho proprio niente.
 
[…]
 

 
Come una previsione meteorologica sbagliata, Niall si ritrovò seduto da solo,con uno stupido chinotto in mano, diversamente dai suoi piani.
La festa di Zayn, differentemente da come pensava, non prevedeva una lista degli invitati così ampia, in totale, Niall aveva contato una trentina di persone, al massimo una quarantina, il che lo sorprese.
Lui era seduto su una sedia, da cui osservava fuori dalla finestra, in sua attesa, ma la consapevolezza che non sarebbe venuta, ormai stava risucchiando la sua poca speranza, per cui si rassegnò al fatto di dover passare la serata in compagnia di un chinotto, che dopotutto non era nemmeno alcolico.
Poi guardò gli abiti che indossava, e si sentì ancor più ridicolo, così ridicolo che gli sembrò d'avere una freccia lampeggiante puntata addosso, che attirava l'attenzione verso di lui, quando, effettivamente, era invisibile agli occhi di tutti, e quest'ultimo pensiero gli pesò più del primo.
Così Niall rimase: solo.
Soffocato dal caldo, dall'allegria e la spensieratezza di tutte quelle persone, Niall se ne andò in cucina, lasciando un sorriso invisibile a Harry, che a differenza sua si divertiva, come tutti i ragazzi della sua età si divertono.
Uscì nel piccolo terrazzo, lasciandosi invadere dalla frigida aria della periferia a sud di Bradford.
Quasi non gli prese un infarto quando vide qualcuno seduto della piccola panchina, che era più un lungo mobiletto di legno, posta all'estremità dell'unico balcone dell'appartamento.
Niall con la tensione a mille, si sedette accanto a lei, che sembrò non notarlo minimamente.
Che fosse invisibile anche ai suoi occhi?
Aveva gli occhi chiusi, con la schiena appoggiata al muro e i capelli sparpagliati per l'aria che il vento scuoteva.
«Lo senti?» gli chiese improvvisamente, facendolo sussultare.
Niall non rispose, non capendo a cosa si riferisse.
«Il vento» continuò lei «lo senti?»
«si» farfugliò Niall.
«è misterioso, non trovi?» Arrow aprì gli occhi, si voltò verso di lui togliendosi i ciuffi di capelli che le coprivano il viso. Gli sorrise brevemente per poi rivoltarsi verso il vuoto decorato dalle luci della città.
«Non lo vedi, ma lo senti» sospirò compiaciuta «Quante cose si vedono ma non si sentono?Quante cose diamo per scontato, ma in realtà ci sono?» sembrò piuttosto frustrata da queste domande, che assunsero un tono grave «La gente è cieca»
Si voltò verso Niall, che, nel frattempo, non aveva cambiato posizione «Capisci?» gli chiese cautamente «La gente non vede, non va mai a fondo, si ferma alle apparenze» si portò i capelli su di una spalla «Se la gente sentisse l'invisibile, scoprirebbe tante cose» si chiuse la giacca nera, forse sente freddo, suppose Niall.
«Se la gente vedesse e classificasse il giusto dallo sbagliato, sarebbe tutto più interessante»
«Ma ciò che si vede è soggettivo, come il giusto e lo sbagliato, ognuno percepisce le cose come meglio preferisce» intervenne Niall, con una scioltezza di cui lui stesso si sorprese.
«Oh certo» acconsentì lei «nella vita è tutto soggettivo, ma se la gente non ha il coraggio di scoprire le cose, avrà solo la percezione di ciò che gli altri hanno supposto, e diventerà un pregiudizio, una cosa sentita dire, ma mai vista, perché nessuno vede» Dal buio, Niall non poté vedere bene in viso Arrow per quei pochi istanti in qui i loro sguardi si erano incrociati, ma dal solo suo bel vestito blu, suppose che fosse stata davvero bella quella sera.
«E tu?» Niall stava iniziando a sentire freddo «Vedi?»
Arrow lo guardò, e questa volta rimase ferma nella sua posizione, infine rise.
«Oh si» annuì con grinta «vedo»
«E cosa vedi?»
«troppe cose»
«E di me cosa vedi?»
Arrow incurvò le labbra, in un tenero sorriso beffardo. «Lo hai detto tu» sussurrò con tono sbarazzino puntandogli il dito nel petto «è una percezione soggettiva, mia, e tu non la comprenderesti»
Niall abbassò lo sguardo «Tu dimmela lo stesso, poi se non capirò, pazienza» Arrow scosse la testa e ritornò con gli occhi chiusi ad'assaporare il vento, che le faceva galleggiare i capelli in strane mosse indefinite.
«Sei come questo vento, invisibile» disse dopo qualche minuto.
«Scomodo in base alle situazioni, ma…» si voltò osservandolo meglio «Sei brutto» affermò, vedendo il viso di Niall trasformarsi in una breve ma decisa espressione delusa.
«Visto?» chiese Arrow retoricamente «Sapevo che non l'avresti capito»
«Non c'è molto da capire» brontolò Niall
«Se vuoi capire, c'è sempre da capire» Arrow chiuse gli occhi nuovamente incitando Niall a fare lo stesso.
Non ci stava capendo più niente, lui non era un tipo svelto ed elastico, di tutte quelle affermazioni di Arrow non aveva percepito nessun senso, solo delusione; come un tredicenne in crisi, si sentì terribilmente brutto e invisibile, era davvero questo per lei?
Quando aprì gli occhi, trovò l'occhio destro di Arrow, puntato sul suo, di occhio destro.
«Hai gli occhi azzurri» disse poi allontanandosi «non gli avevo mai notati» si risistemò «carini,davvero carini»
Niall sbuffò, avrebbe voluto girarsi e scuoterla domandandole che razza di pensieri si era fatta su di lui, chiaro e tondo, senza frasi scollegate.
«Ti fa freddo?» gli chiese. In risposta Niall scosse la testa frustrato
«Te la sei presa?» domandò lei, con un filo di preoccupazione.
«E di che?» chiese Niall, improvvisamente imbarazzato dal suo comportamento impulsivo.
«Ricordati, io vedo» Arrow si alzò rassettandosi l'abito «E comprendo» gli tese una mano, facendolo alzare. Niall era giusto qualche centimetro più alto di lei, ma tenendo conto che lei indossasse delle scarpe alte, dovrebbe esser stata ancor più bassa.
«Tu invece, vedi, ma non dai nessun significato a ciò che ti circonda» Anche se in cucina e con il frastuono della musica troppo alta, Niall sentì benissimo il tono serio di Arrow, che lo spaventò giusto un pochino, giusto tanto.
 
[…]
 
Niall frenò la grossa automobile di suo padre davanti a quella che doveva essere la casa di Arrow, che in confronto alla sua era molto più grande, con un grosso cancello e un ampio giardino. Era stata lei a chiedergli di riaccompagnarla a casa, il che inizialmente gli sembrò la cosa più esilarante da fare, ma che una volta messa in moto l'auto divenne una sorta di errore e pentimento.
Arrow si girò di scatto verso di lui «Posso confidarti un segreto?» chiese sorridendo.
Niall si slacciò la cintura «Un segreto? A me?» chiese sorpreso.
Lei annuì percependo il timore di Niall «E' un segreto carino» cercò di convincerlo.
«Carino, dici…» farfugliò lui «allora okay» non era per niente curioso di sentirsi rivelare un segreto, e chissà che razza di segreto era.
Arrow si girò completamente verso di lui, dando di schiena al finestrino.
«Sono venuta solo perché sapevo che ci saresti stato tu» confessò «Carino vero?» domandò poi.
Niall sorrise «Già, carino»
Arrow rise a sua volta e aprì lo sportello dell'automobile «Allora a domani»
«A domani» la salutò Niall «Buonanotte» disse quando lei ormai aveva oltrepassato il cancello.
Poi rimise in moto, uscendo da Halifax diretto a Walton.
Sospirò ripensando alle frasi di Arrow tu invece, vedi, ma non dai nessun significato a ciò che ti circonda, cos'è che vedeva? Cos'è che non capiva? Cos'è che dava per scontato?
La risposta arrivò quando ormai Niall aveva parcheggiato l'auto sotto casa sua.
Tutto do' per scontato, io stesso, mi vedo, ma non mi capisco.

 
 





 


 
Sam's shelter


Da quanto,eh? Questo era l'ottavo capitolo di Bio, e spero d'aver ripagato il mio ritardo. Rispetto agli altri  è più corto, ma a me piace così. Arrow, ho visto, è apparsa "strana" o addirittura "antipatica" ad alcune, io la trovo dolcissima, ha una tenerezza tutta sua, jkdfhn *_* . E  il fatto che la gente non veda, lei lo riferisce anche al fatto che nessuno ha mai visto lei, e che quindi si creano i pregiudizi, ma questo Niall non lo capirà mai, ahah! La storia è vista dal suo punto di vista (a parte piccole eccezioni) e Niall non è un tipo, come dire, intelligente ed elastico, le cose non le capisce mai!
Ho visto che le recensioni sono diminuite un botto, il che mi porta ad un'unica soluzione: Sto perdendo lettori, prima ancora d'arrivare al decimo capitolo. Perfetto, questo è un fallimento vero e proprio da questo punto di vista, ma cercherò più avanti di contare meno il numero di recensioni ma bensì il contenuto delle poche che riceverò, sempre se ne riceverò. So benissimo che se un lettore se ne va non ritorna.
Vi invito, o almeno ci provo, a lasciare un piccolo parere, a me questo capitolo piace particolarmente (cosa più unica che rara) sta a voi dire la vostra.



 

Alla prossima
_Sam

Mi trovate su : Ask.fm e su Twitter c: 
 

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Capitolo 11
*** Believe ***



Believe






Dieci
 


Quando mi vedeva  poco motivata  mi ricordava che è molto importante saper fare bene qualcosa nella vita.
-Entra nella mia vita






Quella sera Niall salì gli scalini del condominio dove abitava Harry con furia, quasi correndo.
Suonò il campanello poi bussò forte, malgrado stesse sentendo dei passi avvicinarsi.
«Ehi, ehi, calma» Sicuramente Harry aveva visto dall'occhiello che era lui.
Niall entrò guardandosi intorno, la partita alla play stoppata e della pizza sopra il tavolino.
«Mi lusinga la tua visita» Harry balzò nel suo divano e lo guardò mordendo la crosta di una pizza ormai finita «Ma il tuo volto mi allarma»
«Ce l'hai l'annuario di scuola?»
«Il tuo?»
«Il tuo,Harry. Il tuo annuario scolastico» Niall lo guardò aspettando con ansia, attesa che Harry percepì e, per un dispetto poco divertente, lo guardò senza rispondere, ma non resisté dal sorridere malizioso.
«Rispondi Harry!» Niall, fra tutte le cose, odiava anche quello.
Harry sobbalzò «Puo darsi, non so se me lo sono portato qui o se l'ho lasciato a casa di mia madre.»
Niall sbuffò.
«Sei venuto qua alle otto di sera per chiedermi del mio annuario? E tutte le volte dove ti ho invitato per dormire, quando avevi gli esami la mattina, hai rifiutato con ostilità» Harry scosse la testa sconfitto «Poi sarei io quello strano»
Niall lo guardò con disprezzo.
«Andiamo su in camera tua e aiutami a cercarlo»
«Si, col cazzo Niall, te lo cerchi da solo, sono in modalità sera, non vedi?» Harry alzò il suo joystick indicando la scatola della pizza.
«Dov'è Zayn?» infondo lo aveva chiamato "Amico", no?
«E' partito per due settimane con la sua famiglia in Pakistan»
Niall alzò le sopraciglia «Harry…» mormorò poi.
«Che c'è?»
«Dai.» lo supplicò
Harry sospirò e si girò verso di lui «A cosa ti serve?»
«Voglio controllare una cosa.»
«Quanto ero bello a sedici anni?»
«No!»
Harry si alzò rassegnato «Non ci credo ancora» disse una volta arrivato accanto a Niall.
«Cosa, che sono qui da te di mia spontanea volontà, che tu abbia rinunciato alla tua serata in solitudine o che io voglia un annuario?»
«Tutte e tre le cose, Niall» Harry camminava davanti a lui in quelle strette scale con più familiarità «E mi meraviglio che sia dato tutto da un unico fattore»
«Cioè?»
«Arrow Jefferson» Harry si bloccò girandosi e donandogli uno dei sorrisi più snervanti che riusciva a formare.
«Non puoi provarlo» ribatté Niall duro.
«Non vuoi vedere la mia foto» cominciò il ragazzo continuando a salire «E l'altra persona in tutta la mia piccola scuola che conosci è lei, quindi…»
«Comunque, non è che non voglia vedere la tua foto» cercò di svariare discorso Niall «E' perché l'ho già vista, sennò ti avrei visto» Niall non aveva idea di cosa stesse pronunciando, forse la frase era uscita disconnessa, ma poco gli importava.
«E dove?» La voce di Harry emanava la solita sfida dell'altra settimana in mensa.
Ci mise un po' a rispondere, perché nella sua assurda distrazione aveva perso il filo di quel superficiale discorso.
«Me l'ha fatta vedere lei»
«E dove?» chiese nuovamente Harry
«In libreria, dove lavoro.»
«E lei è venuta lì?»
«Lei lavora lì,Harry!»
Il ragazzo si bloccò davanti alla porta di camera sua e si girò verso Niall con una faccia sconvolta.
«E quando avevi intenzione di dirmelo?»
«Non avevo intenzione di dirtelo,infatti»
«E perché?!»
«Perché tanto non avrebbe fatto la differenza» Harry non rispose, quindi decise d'aggiungere altro «A te che importa?» «M'importa invece!» «E perché?»
Harry guardò le scale appena fatte per poi guardare fisso Niall, che aspettava si togliesse da davanti a lui per entrare in camera.
Poi Harry parlò «E che cazzo! Sono tuo amico, perché non riesci a crederci? M'importa eccome ciò che ti accade!»
«Se insisti tanto la prossima volta te lo dirò!» ribatté Niall scansandolo per poi entrare in camera di Harry «Che palle.» aggiunse poi, seguito da un Harry più che furioso.
«Che palle, lo dico io Niall» Harry rimase davanti a lui con le braccia incrociate e un'espressione totalmente nuova.
«Ma che ti prende stasera,eh? Hai detto più parolacce negli ultimi dieci minuti che in tutta la tua vita! »
«A te che importa?» rispose Harry «Tanto non siamo amici, tanto non fa la differenza,no?»
«Sì, ma se ti comporti così, mi dai noia, quindi fa la differenza eccome»
«non m'importa» brontolò a bassa voce Harry sedendosi sul suo grosso letto.
Niall alzò le spalle e si mise a cercare.
«Dove pensi possa essere?»
Harry non rispose.
Niall si voltò verso di lui «Non ho voglia di frugare fra le tue cose, sono tue» ammise  volendo che Harry si alzasse.
«Ti do' il permesso, ora cerca»
Il comportamento di Harry quella sera era qualcosa d'insopportabile, Niall non voleva insistere, infondo a lui che importava? Voleva solo quell'annuario, voleva verificare che ci fosse la foto di Arrow, ma non ci riusciva sotto gli occhi nuovi e nervosi di Harry, non lo riconosceva più e un motivo, sicuramente, c'èra. Quindi decise di chiederglielo, non perché gli stesse a cuore, perché se quello avrebbe sgonfiato il ragazzo e lo avrebbe riportato al buon umore, magari avrebbe trovato l'annuario.
Solo per quello.
«Che è successo?»
«Non te lo dico»
«Muori dalla voglia di dirmelo,Harry.»
«No.»
«Ti do' tre secondi, dopodiché ti tieni tutto dentro come un ragazzino depresso, magari finirai per tagliarti, la tua voglia di vivere si prosciugherà e diventerai un emo»
Harry rise un poco.
«3» iniziò a contare Niall
«2»
«1 e mezzo…»
«Zayn mi ha detto che Jaylene è fidanzata con un ragazzo, ma non so se la detto perché era arrabbiato con me o se era vero, ma ora non posso chiamarlo, costerebbe un sacco!» condivise il suo tormento Harry alla velocità della luce.
«Okay» Niall annuì «Secondo me era uno scherzo, ora alzati e cerchiamo l'annuario»
«Fai schifo»
«Che c'è!? Ti sei confidato con me, contento?Non ho altro da dirti»
Harry sbuffò mormorando qualche frase a sé stesso.
 Si alzò e tirò da sotto il suo letto un grosso scatolone «Vediamo se è qui» disse con tono paziente.
Niall si sedette accanto a lui e si mise a cercare, Harry si limitò a guardarlo.
«Fra un po' è il mio compleanno.»
«A si?» Niall non lo stava guardando.
«Sì. È il primo di Febbraio.»
«Okay»
«So che te ne dimenticherai, quindi dammi il tuo cellulare così te lo segno e non farai brutte figure» ora il tono di Harry era grave e serio.
«Scherzi?!» Niall alzò la schiena e il capo «Non mi piace che mi tratti come uno svampito»
«Non ti tratto come uno svampito, ma lo hai detto tu prima: non t'importa, lo faccio per evitarti figure di merda» Ora era deluso.
«Senti, con chi credi d'avere a che fare?Una cazzo di data riesco a ricordarmela!» E ritornò a cercare nel grosso scatole sorvolando libri di terza superiore, quaderni lettere e fotografie.
Harry gli sfilò il cellulare di tasca e segnò  nel calendario la data del suo compleanno.
«Non ti conviene farlo, perché io me lo ricorderò e tu rimarrai col dubbio: Se lo è ricordato solo perché l'ho scritto io o perché lo sa veramente? » Scimmiottò una probabile voce dei suoi pensieri.
«Fa lo stesso» Harry alzò le spalle.
«Senti, non mi piace il tuo comportamento questa sera!»
«Lo tolleri,per me non è un problema»
Niall ringhiò «Smettila.»
«Ma cosa pretendi?E' il mio giorno NO.»
«Ma questa mattina non eri così»
«Perché tu mi hai distratto»
«Allora distraiti pure adesso» Niall cercava di sostenere lo sguardo intimorito di Harry con una difficoltà enorme, così si riabbassò e continuò a rifrugare nello scatolone.
Eccolo!
«Sì, ma ho bisogno di conforto, il tuo.» Disse Harry con un tono grave marchiato da una dolcezza nascosta. «Solo che a te non importa di me!» esclamò  abbattuto.
«Non è vero!» Niall portò l'annuario sulle gambe e alzò la testa di scatto.
Quel "non è vero" era uscito a pieni polmoni con un orgoglio smisurato; perché in quel momento qualsiasi cosa avesse detto Harry, Niall doveva contraddirlo, si fa così quando si litiga, no? Perché, loro stavano litigando?
Harry rise e lo abbracciò «Allora oggi dormirai qui» Squittì
Niall non gli diede ascolto, guardò l'orologio: era tardissimo.
Sfogliò l'annuario sotto lo sguardo curioso di Harry.
Arrow Jefferson. Niall sorrise, sfilò la foto squadrata e la osservò «Okay, sto qui, ma tu regalami questa foto» Niall voltò svelto lo sguardo verso Harry che annuì per poi passare il suo pollice sulla superficie della fotografia: Era bellissima.
 
 
Quando mamma  metteva il suo vestito floreale con il cardigan bianco ricamato, mio padre la riempiva di baci. Poi lui mi prendeva in collo e andavamo in qualche ristorante carino, uno di quelli dove servivano buona birra irlandese e anche se avevo otto anni ne davano un goccio pure a me, perché mio padre sosteneva che noi irlandesi l'alcol ce l'abbiamo nel sangue anche senza berlo. Sorridevano e parlavano di cose che non capivo ma che sembravano interessargli molto.   
Tutto questo Sam non l'ha mai visto. È nata affogata in un trauma che le ha soffocato la voce.  E' nata con le urla e non ha compreso bene come mamma sia morta.
Il medico ha detto che è normale per un bambino chiudersi in sé e diventare estremamente sensibile e fragile quando non  cresce in un ambiente tranquillo.
E io mi vergognavo, perché quando diceva così era come se  mi pugnalasse e mi dicesse "è colpa tua" e io mi ripetevo "è colpa mia" Perché pure io mi ero lasciato trascinare dalla disperazione quando dovevo aiutarla. Perché io e lei siamo uguali, solo che io ho avuto il tempo di crescere e malgrado ciò le cose non le ho capite, lei è forte e le cose le tollera così come sono.
Forse, è  forte per entrambi.
 
 
Giorno 5

Colpe.
                                                             
 
 
La seconda notte in cui Niall dormì da Harry fu tremenda. Non che il divano fosse scomodo o la casa fredda, era tutto al posto giusto era lui quello sbagliato. Il lampione fuori illuminava il salotto e Niall si rigirava fra le dita la fotografia di Arrow e gli pulsava in mente la solita domanda.
Perché non voleva mostrargliela? E per un secondo si sentì in colpa, come se avesse frugato fra le sue cose e avesse fatto ciò che lei non voleva accadesse.
Indossava un maglione blu scuro, forse quello della divisa scolastica, il sorriso composto da un apparecchio argentato, gli occhi rotondi e verdi, i capelli erano più rossi, la fronte coperta da una frangetta tagliata storta. La voglia non si vedeva.
Era brillante, lo sguardo frizzava e le labbra luccicavano. Gli venne voglia di strappare la foto e vedere cosa ci fosse dentro,tagliarla a pezzettini e buttarli a terra, calpestarli e piangerci sopra. Era frustrato. Si dondolava sull'indifferenza e credeva poco a ciò che era materiale, credere troppo fa male? Perché se non lo fosse perché lui non credeva? Perché non aveva obbiettivi? L'idea lo infastidiva, come se stesse pensando a cose inutili, come se sapesse già che tutto ciò non avrebbe avuto una fine,  ne sarebbe rimasto sconcertato per molto tempo fino a cadere in una sottospecie di dimenticanza, ammucchiava tutto e andava avanti. Forse era questo il suo problema.
Arrow lo chiamava "attribuire un significato" e forse era semplicemente una questione  di credere, credere tanto negli avvenimenti, in sé, negli altri. Il significato sarebbe uscito da solo, perché si crede per un motivo e si crea motivi per credere.
Ora era tutto chiaro, ritoccò la foto un'ultima volta e scoppiò a ridere, un suono amaro e teso risuonò in tutto l'edificio.
Guardò la foto di nuovo e di nuovo ancora, poi gli venne la nausea. La strappò, infilò i pezzettini sotto il materasso del divano e pianse. Perché in realtà, niente era chiaro.
 
 
 
 
 

 

   

 

Ho scritto la scaletta di bio e sono 16 capitoli, quindi ne rimangono 6. Avendo questa scaletta mi sono permessa di scrivere la fanfiction a tratti, ho ben chiaro in testa ciò che voglio scrivere e appena mi viene l'ispirazione per qualche scena scrivo quella, ovviamente però mi concentro sul capitolo che devo pubblicare.
Per questo ci ho messo un bel po' ad aggiornare, sono andata avanti e ho lasciato questo capitolo così, senza ritocchi, mi ero ripromessa di aspettare un po', magari mi sarebbe venuta un'idea migliore e lo avrei riscritto meglio, ma niente è rimasto così com'è, è rimasto orribile e mi dispiace veramente. Mi vergogno così tanto che non altro da dirvi.
Ringrazio infinitamente tutte quelle che stanno ancora leggendo e che seguono la fanfiction fin dall'inizio, per quanto riguarda Honesty mi sono bloccata di nuovo e sto pensando davvero che non c'è più niente da fare.

 
Un grande abbraccio a tutte voi che leggete.



Alla prossima  
_Sam 


[anticipazioni, anche se _Phenomenialler me lo ha proibito 
 ]

 



Ho paura di ciò che non ho. Ho paura di me, perché mi sono perso e non mi ritrovo.




 

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Capitolo 12
*** Revolution ***


 Revolution




十一
Undici

 

e pensò a Sam che non parlava per paura di quella sensazione, pensò al suo amico che di fronte a lui non parlò, ma sentì pizzicare lo stesso.
[Bio]

 





Ci sono tante cose che nessuno sa di me.
Tipo che ho paura della velocità e di come i treni non sbandino dai binari malgrado piova.
Ho paura di non poter essere libero,me stesso. Mi inquietano gli sguardi degli altri e di come ognuno di noi abbia pensieri propri,l'essere giudicato male e il non fare niente per evitarlo.
Ho voglia di rivoluzione.Per un ventenne come me è difficile. Tutto per me è complicato, inquietante.
C'è, che si crede faccia paura solo ciò che sappiamo fa paura, ma ci sono tantissime altre cose, un mucchio di emozioni e sensazioni, che ci impauriscono proprio perché non ne capiamo il senso e non le abbiamo vissute a fondo. Ci fa paura perdere ciò che non abbiamo avuto la possibilità di vivere.
Ho paura di ciò che non ho. Ho paura di me, perché mi sono perso e non mi ritrovo. Chi sono?! Ho paura di scoprirmi, potrei cercare e cercare ma poi, che trovo? Dove sono? Come sono? Chi sono? Non ho carattere, l'ho perso. Ho paura, perché non mi sono vissuto, lo so. Tutti i bambini avevano il rosso e i brillantini che coprivano tutte le loro incertezze. E io? Dove sono i miei brillantini? E allora, forse, non sono nemmeno il Viva la vida dei Coldplay, perché, anche se non compare, un senso ce l'ha il mio si è sciolto con la miriade di cose inutili presenti in questo mondo. Viva la vida è l'inizio di un grande successo, il mio non avrà né un inizio né una fine.
Il mondo è grande e di cose inutili ce ne sono, ma perché? Perché devo cercare? Perché non lascio che mi cerchi da solo? Se mi voglio farò quello che è giusto per me, e allora il mio senso ritornerà vivo, unico, amalgamato con ciò che c'è di più bello in questo mondo. E allora non avrò più paura.  
 
Giorno 6.
Cose che nessuno sa
 

 
 




«Ho voglia di baciarti» Niall alzò lo sguardo dai suoi fogli e la guardò alzando le sopraciglia.
«Come?»
Arrow portò i capelli in alto come a volerli raccogliere, ma poi li fece ricadere con un sospiro «Hai sentito bene.»
Niall si voltò con il busto verso di lei e cercò di capire le sue intenzioni.
«Allora?» chiese insistente Arrow «Posso?»
Niall spalancò nuovamente gli occhi «Ma cosa?»
Lei incrociò le braccia diventando improvvisamente frustrata «Baciarti!» urlò facendo riecheggiare la sua voce, che s'insinuò nelle miriadi di pagine che sentivano tutto ma non dicevano mai niente.
«E perché mai?» Niall cercò di nascondere il suo disagio in una strana e imprevedibile situazione, qual era quella.
«Perché ne ho voglia» Arrow unì nuovamente i capelli e questa volta li raccolse in una lunga coda di cavallo.
«Ma…» Niall si zittì.
 Quella era una situazione assurda, per non dire ridicola, e Niall glielo voleva dire, voleva farle capire che non poteva comportarsi così, sembrava stupida, eppure lei era seria, quei comportamenti su di lei assumevano un altro significato.
E fu quando Arrow poggiò le sue labbra nella sua guancia sinistra che Niall si accorse che lui non aveva nessun potere sugli altri.
Lui la gente così la odiava, come Zayn che lo chiamava amico o Harry che in un normalissimo mercoledì d'Ottobre venne a raccontargli la sua vita, quando di lui non sapeva nemmeno il nome. Chi prendeva la sua confidenza così alla leggera lo odiava. Odiava quel comportamento, eppure non aveva mai fatto niente per impedirlo, perché lui non aveva potere e non ne aveva nemmeno su Arrow.
Era diverso, ora era diverso, perché a lui Harry non piaceva, perché comunque sia aveva imparato a conviverci, Arrow era diversa, a lui piaceva, e come si possono rifiutare le cose belle? Non piace sempre ciò che è giusto, e sei lei lo fosse o meno, in quell'attimo per Niall non fu importante, non aveva nessun potere su di lei; e se un giorno avrebbe deciso di rompere il suo ponte, Niall non avrebbe fatto niente, anche se non sarebbe stato giusto; perché a lui piaceva, e ora doveva solo sperare che lei fosse la giusta freccia da seguire.
Ma le frecce, si possono seguire?  
 «Come supponevo.» Arrow arricciò le labbra
«Cosa?» chiese Niall
«Le tue guance sono in assoluto le peggiori,è inverno, da quanto non ti spalmi una crema?» 
Niall spalancò di poco la bocca deluso come a voler dire "ma come?"
Arrow,nel vederlo così, scoppiò a ridere lasciandolo folgorato. La sua risata aveva un tono caldo sonoro e continuo, si smorzava un attimo, poi ricominciava, e quel pomeriggio Niall se la custodì, intenzionato a non condividerla con nessuno.
Arrow si voltò spegnendo la sua risata in maniera radicale ed estrasse dalla sua borsa di pelle marrone un barattolo circolare di crema.
«Tranquillo» sussurrò «Era proprio quello che volevo»
Niall la guardò confuso, ma lei non ribatté niente, aprì la sua crema e gliela mise a chiazzate nel viso.
Lui poté sentire il peso fresco della miscela sul suo viso e la fronte corrugata di Arrow che iniziò a spalmargliela con un notevole impegno. Niall stette in silenzio, riuscì a sentire i piegamenti delle impronte digitali di lei che si spargevano per tutto il suo viso, e già sapeva che avrebbero lasciato il loro segno, per sempre.
«Da grande» cominciò «Voglio fare la spalmatrice di creme idratanti» Poi gliene mise un po' nella fronte «Ma tu sarai il mio unico cliente» gli massaggiò nuovamente le guance «E visto che sei tu, e solo perché sei tu, ti farò il servizio gratis» Finì sorridendo soddisfatta  chiudendo il suo barattolo.
«E cosa ci guadagnerai?» chiese Niall, parzialmente deluso quando Arrow tolse le sue mani dal suo viso.
Lei non rispose, si limitò ad incurvare i lati delle labbra, in un sorriso chiuso.
«E' un segreto» Disse poi «Non un segreto carino, un segreto bellissimo, e quelli bellissimi non si possono dire»
Niall sorrise un poco, o almeno ci provò, la crema bruciava, bruciava tanto che le guance andarono a fuoco, e in un primo momento non seppe se fosse davvero la crema idratante a contatto con la sua pelle screpolata o l''avere Arrow accanto.
Poi decise che, forse, erano entrambe le cose.  
 
 
 


Fu la prima volta che Harry entrò in casa sua.
«Mi sa che non le piaccio» sussurrò a Niall continuando a sorridere a Sam che disegnava sul tavolo del salone «Eppure, io piaccio ai bambini»
Lui sospirò «Chissà, avrà fiutato la tua stupidaggine e ha preferito starti alla larga»
Harry gli diede una pacca «Ehi!» esclamò offeso.
Niall alzò le spalle «Come si puo dimenticare le chiavi di casa dentro casa, Quando il tuo coinquilino è dall'altra parte del mondo?!» Niall rise «E questo,ovviamente, non è da stupidi» concluse sarcastico.  
Harry infilò i palmi delle mani fra le cosce stringendoli. «Le dimentico spesso, a tal punto che è diventato normale, ero abituato con Zayn a casa, non è colpa mia»
Niall voltò lo sguardo verso sua sorella e parve capire il suo disagio dovuto a una profonda timidezza di fronte ad un ragazzo che, a quanto pareva, non le ispirava la stessa spontanea avuta con Arrow.  
«Sam lui è Harry» glielo aveva già detto durante cena, ma lo ripetè ugualmente.
Lei alzò lo sguardo incurvò di poco le labbra davanti al grosso sorriso che Harry le porse, la inquietava quella gigante bocca.
«Dai vieni qui» la incitò Niall e lei ubbidì salendo sulle sue gambe senza smettere di guardare l'amico seduto accanto
«Tuo fratello è buono?» le chiese Harry cercando di essere simpatico.
Annuì
«Ed è bello?»
Annuì e rise guardando Niall come per dirgli che era molto di più.
Harry quasi si commosse, per quel poco che gli bastava per intenerirlo.
«E cosa ti fa di bello?»
Mi suona la chitarra.  
Harry non capì, e quasi si vergognò della sua reazione confusa. Sam si alzò saltò fino al piano superiore e ne scese con una chitarra alta quando lei che teneva accuratamente con entrambi le mani.
Niall la sgridò con lo sguardo ma lei non ci fece conto, l'orgoglio per suo fratello era così grande che voleva dimostrare quanto lui valesse di fronte ad Harry, come se lui Niall non lo conoscesse.
Suonalo supplicò
«Un'altra volta» Era diventato improvvisamente turbato.
«E dai Niall! Voglio ascoltarti pure io» Cercò di convincerlo.
«Non ne ho voglia, suono quando lo voglio, quando sarà il momento ti farò sentire» Niall prese la sua chitarra, tenendo per mano Sam che guardò Harry dispiaciuta.
Salutarono il padre che era in cucina a finire le ultime faccende. Harry lo ringraziò per la cena e in tre salirono nelle rispettive camere, Harry nella camera di Niall nel letto superiore, mentre lui nel suo solito letto.
«Niall…» lo richiamò quando ormai entrambi erano sotto le coperte.
«Dimmi»
«Perché sente ma non parla?» La voce di Harry era assonnata e quasi li fece senso parlare con qualcuno che non vedeva, sembrava di dialogare con il buio e la cosa gli fece un bizzarro effetto.
«É balbuziente»
Harry non aggiunse altro, seguirono lunghi minuti di silenzio, e Niall credette stesse dormendo.
«Buonanotte» sussurrò ad un buio temporaneo ed illusorio.
Poi sbadigliò, si rigirò cambiando posizione, e gli occhi si annebbiarono.
 
 
[…]
 
 
«Posso spiegarti» Harry era diventato rosso dalla vergogna.
E Niall si sentì tradito.
Sei apatico e la cosa più deprimente è che hai pure il coraggio di dire che la tua vita ti piace.
Harry gli aveva detto così, sì, lo aveva trascinato in quella sottospecie di gioco. Aveva detto.  Hai paura di te, di ciò che sei, e se non lo vuoi confidare a me o a qualunque altra persona, parlane con te stesso, riflettici, è questo il mio scopo, non ho detto che sei depresso o malato. Devi solo essere coraggioso, tutto qui.
E aveva ragione, aveva tremendamente ragione, fin dall'inizio e ora lo aveva capito pure Niall.
Harry lo aveva aiutato, e questo Niall lo sapeva da sempre non lo aveva mai ammesso ma lo sapeva, non era stupido.
Gli aveva detto.«Come sei profondo Niall»  e lui aveva ribattuto
«No, tu sei profondo. Un profondo buco di merda» come aveva potuto dirgli così quando ancora non lo aveva tradito?
 «visto che devi sempre pensare alle tue cazzate da pseudo psicologo, allora me ne vado io, almeno capirai che voglio davvero non avere a che fare con te»
Harry lo aveva seguito.
«Come fai a volermi bene? Come fai a rimanere malgrado io ti sproni ad andartene?Come fai a dire che sono divertente?»
Avevano saltato le lezioni,insieme.
«Ricercare il meglio delle persone, con te è complicato,  è tutto più interessante e affascinante, sembra non avere una fine, e più il gioco si fa lungo più è divertente e fidati, sotto il mio punto di vista, tu sei la persona più divertente al mondo»
Era stato speranza.
Quell'improvvisa importanza di Harry che prese il soppravvento in Niall quella notte, rese tutto piu tragico. Si sorprese che ha tradirlo fosse stato lui, Harry e non lui, Niall. Perché lui si fidava del suo amico, Harry gli aveva detto che sarebbero andati a Boston a vedere la partita di basket, anche se non ci credeva, ci sperava. Niall non era stato il migliore, per la maggior parte dei casi non lo aveva ritenuto importante, anzi, lo infastidiva, ma non lo aveva tradito. Niall con Harry era stato leale. Niall ci teneva a ciò che aveva scritto, a ciò che Harry gli aveva fatto scrivere.
Ma lui non aveva potere. Aveva cercato di opporsi ma non era servito a niente. Come Arrow che lo bacia, come Zayn che lo chiama amico, come Harry che dorme nudo accanto a lui. Anzi. Come Harry che di notte legge i suoi "giorni" .
E per un attimo, quando ci pensò bene, l'importanza di Harry crollò, perché la fiducia si guadagna con piccoli gesti e con altrettanti piccoli si spezza.
«Quando ho scoperto che per questo hanno non avrei studiato psicologia, ero piuttosto deluso, e quando sono entrato in mensa e ti ho visto, credimi, i tuoi modi di fare mi hanno sorpreso, volevo scoprirti, studiarti, non so cosa mi abbia indotto a 'venire', sarà sicuramente stata la voglia di dimostrare che di psiche umana qualcosa ne capisco, e che l'esame non meritavo di bocciarlo»
«Quindi, mi usi come allenamento al prossimo esame d'ammissione?»
«Certo che no, Niall! Io ti voglio bene, lo sai»
Era una bugia. Forse era una bugia.
Divenne furioso. Con Harry. Con se stesso, forse non si faceva rispettare abbastanza, si lasciava strascinare e seguiva gli altri.
Era stufo, voleva decidere lui per una volta, perché tutto ciò che aveva fatto nell'ultimo mese non l'aveva scelto lui, a partire da Harry, non lo aveva deciso lui, non aveva deciso di scrivere quelle merdate, non aveva deciso d'avere Arrow con sé a lavoro,non aveva deciso di saltare le lezioni,non aveva deciso d'andare alla festa di Zayn. Era sempre stato condizionato da qualcosa. Pensò che se avesse incontrato persone differenti nel corso della sua vita, non sarebbe stato così, e purtroppo lui non le aveva decise.
Pensò ad Arrow, alla sua voglia che non voleva mostrare a nessuno, all'assurdità e il complesso significato della sua ostilità. Non si decide a cosa tenere, e Niall non aveva deciso di tenere ai suoi fogli, come Arrow non aveva deciso di tenere alla sua voglia.  
E Harry aveva letto ciò che aveva scritto prima che lo decidesse lui, un po' come con Arrow, solo che a differenza, Harry lo aveva fatto volontariamente.
Harry gli aveva fatto scrivere la sua vita, quando lui di vita non ne aveva e ora che l'aveva trovata, lui gliela aveva letta, senza il suo permesso.
L'ira era troppa per urlare contro ad Harry, poi suo padre e Sam dormivano a pochi passi da lui. Non fece in tempo a pensarlo che accartocciò i numerosi  fogli con la sua calligrafia incerta e alzò Harry dalla sedia, non troppo forte, non voleva fargli male.
«Sei stato un bugiardo, Harry!» urlò, perché l'ira era anche troppa per contenerla.
«Avevi detto che se non volevo confidarlo con te e con gli altri dovevo rifletterci con me stesso, tu non sei me stesso Harry!» Voleva decidere lui, questa volta avrebbe deciso lui. Lo spinse con la schiena al muro e vide Harry prendere fiato.
«Cosa vuoi da me?» lo strattono «Sei falso!Avevi detto che volevi studiarmi, è vero? Non stavi scherzando, vero?Sei venuto da me solo per te, è ipocrita Harry!Sei ipocrita!» poi lo guardò, ma Harry aveva lo sguardo basso, e forse era meglio così, perché avrebbe visto l'intera delusione che dipingeva il volto di Niall.
 «Vuoi solo passare il tuo esame di psicologia, quella merda!» poi si calmò perché era stremato, perché se urlava, suo padre si sarebbe spaventato «Tu eri così perfetto Harry, cazzo, io…» esitò portando una mano fra i capelli, poi lo disse perché, adesso, stava decidendo lui «io ti prendevo come esempio. Non è giusto che tu non abbia rispetto per me, non è giusto. Tu non faresti così non ne avresti il coraggio, tu capisci tutto Harry, e sapevi che per me valeva tanto, lo sapevi, tu sai sempre tutto» Poi Niall lo scosse perché sembrava che le sue parole non avessero nessun effetto sul ragazzo. «Lo avevi detto tu Harry, me lo avevi detto, avevi detto che secondo te io mi fidavo, mi sentivo sicuro, ero libero e spontaneo, lo sapevi, Harry non fare finta» Poi si zittì perché non aveva altro da dire e perché iniziava a sentirsi un idiota, come se stesse sbraitando per qualcosa di inutile, poi pensò alla voglia a forma di nuvola di Arrow e dentro immaginò lei con l'apparecchio e i capelli fuoco. Pensò alla sua voglia, e in confronto, ciò che Harry aveva letto, era molto più importante, quello che lui chiamava i fogli,ora che ci pensava, era una piccola cosa che aveva deciso lui, forse l'unica. Era per quello che ci teneva tanto, perché era sua a tutti gli effetti.
Sospirò e Harry alzò lo sguardo, pugnalandolo con i suoi occhi gonfi e rossi di dolore, poi chiuse le palpebre e fece cadere due lacrime che, immaginò, gli pizzicarono il viso, e pensò a Sam che non parlava per paura di quella sensazione, pensò al suo amico che di fronte a lui non parlò, ma sentì pizzicare lo stesso.
Il giorno dopo Harry non c'era più.  

 






 
 



Oggi è il 26 Luglio, Bio compie 6 mesi e mia sorella 20 anni e già dorme perché domani deve andare a lezione (Gli studenti universitari studiano d'estate, vi rendete conto? Ahah,non farò mai l'università questo è sicuro)
Allora, dopo questa cosa che non centra niente, parliamo del capitolo.
E' lunghissimo (abbiate pazienza) e ho creato un file word apposito perché ce ne sono cinque o sei versioni,lol.
Roba da "Capitolo 11 bio, versione 1" Questa è la versione 4 e ho deciso di prendere questa, ahah anche se, a mio parere, anche se scrivevo all'infinito non ne sarebbe venuta una come quella nella mia mente, ma va beh! Ho dato quello che potevo dare(?)  Sono molto allegra perché mi sento davvero trasgressiva ad aggiornare di notte (o giorno dipende dai punti di vista) di solito,questa ora, scrivo e mi sento sbandata dalla mia monotonia, il che è okay.
Cosa che mi rende poco allegra, è il calo delle recensioni, mi sento confusa, perché le preferite/seguite/ricordate continuano ad aumentare (anche se proprio piano,eh! Ahah) invece le recensioni calano, e spero vivamente che sia data dalla poca voglia di recensire, lo spero davvero.
Quindi, ringrazio le 8 persone che hanno recensito lo scorso capitolo,grazie infinite per avermi dato la forza di scrivere questo,vi voglio un sacco bene. 
Allora, adesso inizia la parte finale di Bio, gli ultimi cinque capitoli (sono cinque?! D: ) dove tutto ciò successo nei capitoli precedenti, finalmente, ha una conseguenza su Nello bello. Io Harry lo amo jkdhfsnxasoi, poi scopriremo (In qualche modo) perché ha voluto sbirciare nelle cose di Niall.
Come vi è parso il "giorno 6" ?  a me piace,ahah! 
Come vi sembra il bacio (se così si puo chiamare) di Arrow ?  a me non piace. 
Come vi pare la reazione di Niall? Secondo me è esagerata,ahah però, come niall, a me da noia chi tocca le mie cose e chi dà per scontato ciò che è mio e chi si sente in grado di frugare e trattarmi come un'amica vissuta(?) Insomma, ora che ci penso, ha fatto proprio bene ahah!
#TeamHarry o #TeamNiall ?
Va beh dai, sono le due e mezza di notte/giorno, adesso vado a svegliare mia sorella e le faccio gli auguri <3 S'incazzerà, quindi, amen.

 
   

 

Alla prossima
_Sam     


 

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[Anticipazioni]


«Mio padre è tedesco, mia madre spagnola, io sono nata in Norvegia, ma sono cresciuta in Inghilterra, bizzarro,no?»
«Quindi, sei…norvegese?» 


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Capitolo 13
*** Black ***



 

Black




十二
Dodici 

 

Lui stesso non aveva un motivo, e allora perché doveva cercarlo nel loro cameratismo?
[Bio,Sam] 








Ci sono tante cose che ricordo della mia infanzia. Cose belle e cose brutte.
L'anno che ho più impresso fu il nono.
Quando avevo nove anni, avevo un sacco di amici immaginari, giocavo a nascondino con loro e tutti mi guardavano con diffidenza. Quando avevo nove anni credevo che il mondo fosse troppo ambiguo, che le macchine, i discorsi, il telegiornale, il lavoro, i soldi complicassero tutto. Passavo intere ore di italiano a disegnare Jonah nei miei quaderni, lo cercavo ovunque  fu l'amico che scelsi. Lui aveva le converse amaranto come le mie e amava morsicchiare la bic esattamente come me. Lo presentai a Jack ma lui mi rise in faccia, non avevo tanti amici, non avevo quelli veri. Credevo che fossi diverso, lo sguardo della maestra, quel cipiglio costante quando si voltava verso di me, mi faceva sentire diverso, mi sentivo diverso perché a differenza degli altri ero figlio unico ed ero solo, lo sono sempre stato, non mi piacevano gli altri, a me piaceva solo Jonah, anche Jonah aveva degli amici, io ero l'unico ad averne uno solo, uno che crescendo scompari.
 
Giorno 7
Infanzia.   
 
«Dai Arrow corri!» Niall non avrebbe mai pensato d'arrivare a questo.
Quel Lunedì, dovettero chiudere in fretta e correre verso la stazione, perché Arrow sarebbe dovuta dormire da suo padre a Halifax quella settimana e non da sua madre a Bradford come osava fare abitualmente. Il motivo non lo sapeva.
Correvano velocemente attraversando i binari, e Niall maledì il treno di quell'ora che partiva dal binario 16, facendolo correre come un dannato.
«Non ce la faccio!»
Niall si girò di scatto, lo sguardo duro in volto e la rigidità che aveva assunto piano piano con l'assenza di Harry.
«Sì che ce la fai.» l'afferrò per mano e incominciò a correre trascinandosela dietro.
«Niall, cado!»
«Siamo quasi arrivati» lo disse piano con un tono che, lui stesso, non si seppe descrivere.
Le porte erano ancora aperte, e sul volto di Niall si stampò un sorriso di sollievo.
Sentì il capotreno fischiare e capì che dovevano sbrigarsi.
Quando le porte blu si chiusero dietro di loro e il treno partì goffamente, Niall lasciò la mano di Arrow con un imbarazzo enorme.
La vide respirare affannosamente con le mani sulle ginocchia, sicuramente aveva dato poco caso al loro contatto, e allora Niall rise, anzi, scoppiò a ridere, ma non era una risata completamente spontanea.
«Stai bene?» incurvò la schiena in basso per poter essere alla sua altezza e scorgere il suo viso. Lei si rimise eretta e Niall la seguì.
«Non corro così da anni.» Disse solamente raccogliendo i capelli e socchiudendo gli occhi per respirare più profondamente.
«Vuoi dell'acqua?» Le chiese cortese Niall, per poi afferrare il suo zaino da dietro la schiena. Arrow lo bloccò.
«Sto bene» portò le mani sui fianchi e gli compose un sorriso enorme; così, davanti a lui, senza indugi, e Niall arrossì perché gli sembrò una gesto enorme, un onore per pochi. Sapeva che era solo un sorriso ma si concesse di renderlo più importante e, con sua grande sorpresa, ci riuscì.
La ragazza richiuse la bocca in una sbuffò facendo ricadere le braccia e le spalle.
«Il posto a sedere ora lo sogniamo» borbottò guardando la porta di vetro che dava all'intero vagone.
«Tranquilla, scenderanno tutti alla prossima fermata»
Arrow lo guardò confusa «come fai a saperlo?»
Niall sospirò «La prossima fermata è a dieci minuti da Bradford centrale e dà nella periferia, molti usano il treno per spostarsi dal lavoro a casa che, a differenza dell'autobus, non fa tremila fermate e arriva subito, solo che il biglietto del treno costa di più»
«E allora cosa ci guadagnano?»
Niall rise «Ci guadagnano che i treni delle 18 sono dei regionali, e con la nuova norma,in questi treni, se il controllore passa e non hai il biglietto, non deve farti la multa ma obbligarti a scendere nella fermata successiva, ovvero quella che interessa a loro, capito? Qui nessuno paga la tariffa, mentre nell'autobus viaggiano peggio e pagano pure.»
Arrow scoppiò a ridere «Non ci avrei mai pensato»
Niall alzò le spalle, stando attento a non perdere l'equilibrio poiché il treno aveva iniziato ad accelerare.
«E tu questo trucchetto da chi lo hai scoperto?» chiese Arrow appoggiandosi sul petto di Niall in un semi abbraccio che lo lasciò come in uno stato di trance per un bel po'.
«Ogni viaggiatore che si rispetti lo sa» rispose poi.
Arrow socchiuse gli occhi e circondò la vita di di Niall con entrambe le braccia «Oggi l'ho vista»
«Chi?»
«L'ombra, Niall» fece una pausa ma rimase immobile «Ti avvolgeva ovunque, ti ha oscurato il volto»
«Non capisco, Arrow»
«Non stai bene. Mi sbaglio forse?» il tono di Arrow era blando, talmente mite che fu difficile mentirle.
Niall non voleva pensarci, non ora che Arrow lo abbracciava e il cuore era in subbuglio. Non stava bene, per niente, perché temeva che Harry si fosse trasferito o ancora peggio gli fosse successo qualcosa di male. Avevano delle lezioni in comune, anche se Harry era al primo anno e Niall al secondo. Nei giorni che seguirono la notte a casa sua, Niall partecipò a tutte le lezioni di Harry, ma non lo vide, non c'èra più. Tutta quella situazione lo aveva rattristito a tal punto da rifiutare d'andare al parco con Sam il giorno prima, non aveva nemmeno mangiato il cornetto che gli portò.
Si sentiva in colpa, improvvisamente capì che si era arrabbiato senza motivo, che ciò che Harry gli aveva fatto non era per niente paragonabile a tutte le volte che lo aveva scansato senza motivo. Il comportamento di Niall non era stato leale come pensava.
Anzi. Era stato piuttosto infantile. Diceva "Harry vai via" per avere una ragione per passare del tempo con lui, ma non poteva passarlo e basta, così, senza ragioni? Lui stesso non aveva un motivo, e allora perché doveva cercarlo nel loro cameratismo? Era ridicolo, e Niall si accorse che quella notte era troppo spavaldo ed egocentrico per capire tutte queste cose. Aveva passato la domenica mattina a pianificare altri atteggiamenti che avrebbe potuto utilizzare quella notte, cosa che non servì a niente.
«Diciamo che non è uno dei periodi migliori.» ammise poi.
«I cavalli aiutano, a volte.»
«Cosa?»
«I cavalli, ho una scuderia, è di mio padre e la sua famiglia, ma possiamo andarci»
Niall abbassò lo sguardo e Arrow alzò il suo, sorridendogli «Non sto scherzando, scendiamo adesso, nella periferia, prendiamo l'autobus e andiamo verso est, si trova lì.»
Il treno frenò bruscamente e Arrow si strinse più forte a Niall per non cadere, cosa che lo esaltò talmente tanto che non ebbe tempo di ribattere.
Scesero insieme all'altra massa di persone, e Niall quasi si spaventò quando il treno ripartì alle loro spalle «Ehi, tranquillo, faremo il biglietto.»
 
 
 
Il sole era tramontato da un sacco, e ormai era buio pesto quando Arrow e Niall arrivarono in quella che doveva essere la sua scuderia.
Niall non era mai stato in un luogo simile, e l'odore forte di fieno calpestato con la terra dura lo inondò stordendolo. Fece un pensiero assurdo. Pensò alla pasta al pesto che mangiava Harry alla mensa, quella che lui definiva sempre fieno per cavalli.
–Li vuoi quei spaghetti?-
-No,tieni- e glieli porse con quel parmigiano che si aderiva ai fili di spaghetti rendendoli alla vista simili a del cibo per cavalli: fieno amaro.
L'aria era gelida e il nitrire proveniente da qualche cavallo lontano lo faceva sussultare ogni secondo.
«Forse non saremmo dovuti venire qui.»
«E' divertente» ribatté lei. Notò che la voce di Arrow tremava, e capì che era stato uno stupido a fidarsi di lei.
«Vieni» sussurrò sempre lei, gli prese il polso e lo portò in un buio ancora più pesto, lontano dalle luci della città in lontananza, ancora visibile. Il nitrire dei cavalli era vicinissimo e sentì i brividi percorrerli dappertutto, aveva paura.
«Aspetta qui.» Arrow lo lasciò, e quasi gli venne voglia di piangere.
E se mi lascia qui? Pensò, sentendo lo sbuffo di qualche animale addosso. Sei un fifone.
Le luci si accesero e Niall riuscì a vedere la figura che lo aveva condotto fin lì.
«Quello è un tuo connazionale» Disse Arrow con un mezzo sorriso.
«Un mio che?»
«E' irlandese come te» Arrow infilò le mani nei jeans ed alzò le spalle.
«Ma chi?» Niall non capiva.
«Steve» Niall si girò di scatto trovandosi accanto al massiccio collo di un cavallo bianco, con qualche macchia qua e là. Scacciò un urlo acuto che fece ridere Arrow e saltò cadendo per terra in preda al panico.
«Nemmeno una ragazzina davanti a Justin Bieber urla così, Niall!»
«Beh, io urlerei così davanti a Justin Bieber» Niall si alzò piano togliendosi, a malo modo, il fieno da dosso «Forse farei peggio» aggiunse in un sussurrò, poi.
Si schiarì la voce seguito dal cavallo di poco prima che si mosse creando un grosso subbuglio.
«Sono chiusi beni questi cancelletti, giusto?»
Arrow annuì, e gli tolse qualche filo di fieno rimasto nei suoi capelli.
Sospirò «Come facevi a sapere che sono irlandese?»
«Ho le mie fonti» All'udire di quelle parole, Niall strabuzzò gli occhi.
«Dai! Scherzo…L'ho letto nella lista degli studenti universitari, non è una cosa poi così segreta, anche tu se lo avessi fatto avresti scoperto che non sono inglese»
Arrow finì di maneggiare i ciuffi di Niall e tornò a guardarlo.
«Non sei inglese?!»
Arrow tirò le labbra in un sorriso amaro, come se l' improvviso interessamento di Niall le desse fastidio.
«Mio padre è tedesco, mia madre spagnola, io sono nata in Norvegia, ma sono cresciuta in Inghilterra, bizzarro, no?»
«Quindi, sei…norvegese?»
«Dipende dai punti di vista»
«Figo» Non sapeva che altro dire.
Ci fu un lungo silenzio, forse erano solo pochi secondi, ma a Niall sembrarono eterni. Poi Arrow alzò il volto e i suoi occhi verdi si mossero provocando un luccichio che annunciava un pianto disperato.
«Ehi, stai bene?» le chiese con più dolcezza prevista.
«Si,si» respirò lentamente e indico il cavallo di poco prima «E' un cavallo irlandese, i cavalli irlandesi e quelli arabi sono fra i più costosi, lo sapevi?»
Niall scosse la testa.
«Dai, abbraccia Steve, siamo venuti qui per questo no?Manda la tua ombra a lui, dai Niall, fallo sentire triste, forza!» lo spinse contro l'animale quasi costringendolo, aveva paura che da un momento all'altro le si formasse quel ghigno odioso in viso, ma sembrava troppo demotivata per far uscire il suo lato inquietante.
«Ti farà sentire bene, i cavalli fanno sentire bene» Il tono ritornò blando.
Niall indugiò un po', si avvicino all'unica parte sporgente del cavallo e ci allacciò le sue braccia, non lo abbracciò, non gli piaceva il suo odore, non gli piacevano i cavalli e basta. Quindi lo osservò un poco, impacciato com'era non aveva idea di cosa fare.
Improvvisamente dietro di lui, Arrow inspirò in maniera acuta tanta aria per poi buttarla giù in un pianto sommosso. Si girò di scatto con gli occhi spalancati.
Arrow aveva il viso basso, le spalle si alzavano ad ogni respiro e si abbassavano ad ogni lacrima, immobile nel suo squilibrio sembrava sul punto di crollare.
«Ehi,ehi» lo sguardo di Niall era confuso e sconcertato.
Le mise le mani ai lati delle spalle e la strinse «Cos'hai?» lo sguardo continuava ad essere poco dolce e comprensivo e più duro e grave. 
«Io ci ho provato, davvero» Niall continuava a non capire.
«Adesso calmati» Sembrava quasi un ordine, avrebbe voluto comportarsi in maniera diversa, ma proprio non gli riusciva.
Arrow affondò il viso nel suo petto con più esigenza di qualche ora fa in treno.
E Niall impazzì. Perché tutti dovevano piangere davanti a lui?
Arrow tirò su con il naso e alzò il volto di poco.
«Ricordi il segreto bellissimo che non potevo dire?» chiese accompagnata da un movimento scorbutico di qualche cavallo infastidito dalla luce.
Niall annuì.
«Ecco. Esistono anche i segreti bruttissimi, e come i bellissimi non si possono confidare»
Niall annuì di nuovo con incertezza «Se riuscirai a rendere questo segreto bruttino, me lo potrai dire, no?Come quello carino»
Arrow scosse la testa «Non credo sia possibile»
Niall non aggiunse altro, le accarezzò i capelli e appoggiò la sua guancia nel suo petto, e fu la prima cosa dolce che fece quella sera.
Si rimise a piangere creando un nuovo disagio nei muscoli di Niall, era profondo, mischiato a un'aria densa di confusione.
«Niall devi salvarmi, ti prego»
«Da cosa?»
«Dal senso di colpa»
Niall la staccò da sé, con le braccia sulle sue spalle la portò lontano fino a che le braccia non si stesero completamente e lui si abbassò di poco osservandola fisso,  l'azzurro degli occhi denso come la confusione che aveva attorno.
«Il senso di colpa, per cosa?» domandò cauto.
Arrow scosse la testa e un' ultima lacrima le scivolò. Niall portò l'estremità del palmo delle sue mani sulle sue guance e gliele ripulì nel miglior modo possibile.
«Perché mi hai portato qui, se ti dà fastidio?»
Non rispose, tolse le mani di Niall da dosso con un gesto frustrato e marciò via da lì, spense la luce e sparì in qualche direzione remota. Fu costretto a correre per raggiungerla, ma ormai era sparita.  
«Arrow» non la sentiva più «Arrow! Dì qualcosa.» Doveva essere tardi, non si vedeva niente. Si sentì malissimo, non gli piaceva il buio, e per buio non intendeva quello di camera sua, ma quello infinito, quello aperto, dove se camminavi potevi imbatterti nelle peggio situazioni. E adesso dove vado? «Arrow!» lo urlò un'ultima volta «Dove sei?» fece un giro su se stesso, ma servì solo a stordirlo. Ebbe le vertigini, gli sembrò che la terra sotto di lui crollasse e cadesse in un buio chiuso, lungo un tubo stretto, sentì la presenza di occhi invisibili di cavalli immaginari che lo osservavano, occhi malvagi. Il cuore gli batteva forte, e il sangue scorreva troppo caldo e veloce. «Ti prego. Ho paura!» Pensò che lo aveva lasciato, che se ne fosse andata in preda alla disperazione da un senso di colpa immotivato.
Respirò e rimase immobile, disposto a non reagire.
Il fiato di un cavallo si fece vicino, pensò che fosse Steve, pensò che gli aveva trasmesso la sua ombra e che adesso voleva ribellarsi, pensò ad Harry che gliela aveva creata.
Due mani gli afferrarono il viso e le sue labbra furono premute sopra altre. Le sentì spiaccicarsi e i muscoli morbidi scricchiolare come quando ci passava sopra la bic che la maestra gli proibiva di tenere in bocca. Chissà cosa avrebbe pensato in quel momento, gli aveva detto Niall, smettila di sognare ad occhi aperti, disintegra il tuo mondo e vivi in questo finché esiste.E lui stava facendo proprio quello, stava vivendo.  
«Il mio salvatore ha bisogno di un po' di burro-cacao e un po' di coraggio.»  
 
 
 
 

«Dove sei stato?»
Se lo ritrovò davanti, con le sopraciglia troppo grigie e l'aria troppo stanca.
«Perché dovrebbe interessarti?»
«Perché sono tuo padre,Niall»
«E questi sono i miei anni, 20»
«E quindi?» domando con un cipiglio.
Niall sospirò «Dai,vado a letto»

«Non ti riconosco più» 
Sbuffò, ci mancava solo questo.
«Stai via da mattina a sera»
«Studio,papà»
«Arrivi, ceni e vai a letto»
«è la vita da universitari, che vuoi che faccia? Smetto?»
Suo padre sospirò rilassandosi un attimo.
«Nella vita da universitari c'è spazio per la famiglia?»
«Vienimi in contro, accidenti.» Iniziò a giustificarsi Niall. Non era la prima volta che  suo padre gli diceva quelle parole, ma quella fu la prima volta che Niall ebbe il coraggio di rispondergli  «Vado al secondo anno,e non ho nemmeno un appartamento accanto all'università perché non possiamo permettercelo. Faccio il pendolare, significa a dire una doppia fatica e sto cercando di dare il massimo a tutte le lezioni, capisci? Aggiungiamo che faccio tutti gli esami in anticipo e non mi do' una tregua, sto lavorando, studiando e tutto per laurearmi il prima possibile, per essere quello che mamma voleva e per crescere mia sorella dandole qualcosa di cui puo finalmente essere orgogliosa, sto organizzando la mia vita, okay? E tu non ci rientri, lo sai benissimo. Quindi,  non rompermi perché sono rientrato a mezzanotte, non ho dodici anni.» lo scansò iniziando a salire le scale, intravedendo la faccia ferita di suo padre.
«Prima facevo parte della tua vita,Niall, ne faccio parte pure ora non puoi credere il contrario, sono tuo padre.»
Niall chiuse gli occhi. 
«Ottimo» commentò infine «Possiamo dedurre che hai dei problemi a casa, e che hai bisogno di aiuto.»
Niall fece una smorfia confusa.
«Sei andato fuori di te alla domanda 'Hai dei problemi in casa?' in più invece di rispondere che non ne vuoi parlare hai pure aggiunto che vuoi che io me ne vada, lo hai inserito all'interno di un altro discorso, in un contesto che effettivamente non c'èntrava, un modo indiretto per dire che hai bisogno di aiuto»
Si voltò di scatto.
«Buonanotte» ringhiò dirigendosi in camera sua.
Si mise sotto le coperte e pianse lacrime silenziose. Pianse perché si sentiva in squilibrio, perché le cose non le capiva proprio, perché aveva bisogno di qualcosa di sicuro da seguire ad occhi chiusi.
Ma le frecce si possono seguire?
Si asciugò quelle poche lacrime che uscirono, si stava lasciando trasportare da una corrente troppo sporca, ancora.
un modo indiretto per dire che hai bisogno di aiuto
hai bisogno di aiuto
Harry.





Il capitolo era già pronto da...da quando ho aggiornato l'altra volta,lol. Solo che non avevo voglia di aggiornare D:
Allora, il capitolo è..boh. ahah! Il bacio è il piu infantile e non-sense che io abbia mai immaginato, ahah ma lo volevo così. 
Bio è agli sgoccioli e mi dispiace un bel po' abbandonare questa storia, ma so che sarò molto soddisfatta, si!
La parte con il padre di Niall è insensata al cubo(?) ma va beh. 
E' strano, ma non ho altro da drivi per quanto riguarda questo capitolo ahah!



Piuttosto, ho in mente e sto scrivendo una nuova long jkdsa (non avete manco idea di quanto sia emozionata ad annuciarlo)
Credevate che vi lasciassi? ahah, finché ho un briciolo di fantasia intaserò il mio profilo efp, lol. 
Allora, ecco un piccolo spoiler(?) 
Si chiamerà Violet Hill è su Liam (che bello jsdik) e... NON HA NIENTE A CHE FARE CON BIO, ahah, a partire da Niall, l'ho STRAVOLTO è...più simpy,lol. 
e anche il mio modo di scrivere è leggermente diverso(?) Nella mia testolina, è una trama piuttosto originale, spero di non deludermi (come capita quasi sempre) scrivendola. Mi butto su qualcosa di totalmente diverso che ho quasi paura!
Visto che il trailer di Bio ha avuto oltre le 200 visualizzazioni (su youtube non è nulla, ma per me è fin troppo), e vi ringrazio molto per questo, ne ho creato uno anche per Violet Hill, è a dir poco orribile, la musica è tagliata male e la qualita è pessima, ma avevo a dispozione un programma ultra-professionale (Sony Vegas, che è uno spettacolo di programma) e mi sentivo molto produttore di film ahah! ma non sapevo usarlo, è il primo video che faccio con quel robbo quindi, perdonatemi, era solo per farvi vedere un po' i personaggi e quello femminile (Sasha Pieterse, non ho idea di chi sia,lol, penso un'attrice ahah, l'ho trovata su tumblr) e, poi boh, forse per incuriosirvi un po (?) 
Ah, è una Ziam + Louis (dkjhf, amo questo trio), sapete che adoro scrivere di amicizie, e questa è la migliore. 

Trailer Violet Hill 


Insomma, ho parlato piu di Violet Hill che di Bio, ahah! :)
Spero che mi seguirete pure là, Ringrazio le persone che hanno recensito lo scorso capitolo e che tengono viva la mia autostima, non avete idea di quanto, in questo momento, valgano i vostri pareri, è bellissimo.


 

Alla prossima
_Sam 


[Anticipazioni]

«Grazie»
«e perché mai?»
«Perché sai amare, a modo tuo, ma sai amare.»


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Capitolo 14
*** Not Alone ***


Not Alone




十三
Tredici
 

Si sentì parte di questo equilibrio, della vita e del mondo. E non era solo. Perché non si è mai soli, si è solo in attesa di qualcosa
[Bio, Capitolo 13] 


 



Non ho mai desiderato niente e non ho mai avuto niente. Non so cosa voglio, non ci penso spesso, sono confuso adesso. Studio in una facoltà che non ho idea di dove mi possa portare. Punto dritto e cammino come un cieco. Sì, un cieco, sono proprio così. Che merda. Dopotutto, cosa posso desiderare? Non è tempo di aggrapparsi a sogni inutili. Voglio laurearmi. Ecco. Non ho idea di come farò, è tutto un caos, sembra una impresa impossibile, forse studierò a vita. E se studiassi davvero a vita? Sarebbe un incubo, c'è un tizio all'Università che ha tipo l'età di mio padre, 47 anni. Roba da matti! Harry lo prende sempre per il culo.  Ha una passione per la barba lunga, e in questo periodo starebbe bene al centro commerciale a fare Babbo Natale. Anche se Natale è passato. Ho regalato un set di matite acquarelli e tempere a Sam per natale, era carino. A Sam piacciono queste cose così, ci passa le ore, ho la camera piena dei suoi fogli, me li infila ovunque. Ne dovrei avere anche uno qui fra i libri di anatomia umana. Sono particolari i suoi disegni. Per esempio, lei non fa la bocca e gli occhi al Sole. Io lo facevo, quale bambino non lo fa? Samantha Horan non lo fa, lei non fa tante cose in realtà, ma quella è un'altra storia. Insomma, non desidero niente, non sono un tipo ambizioso, non ho degli obiettivi prestabiliti, non li ritengo importanti, se devi ottenere qualcosa, se deve accaderti qualcosa, ti accadrà. Credo nel destino, chissà se Arrow crede nel destino, magari glielo chiederò, a lei queste cose così si possono chiedere. Quando Sam crescerà lo chiederò pure a lei.
 
 

Giorno 8
Desideri

 


«Niall.»
«Harry.»
«Cosa ci fai qui? È l'una passata»
Niall lo guardò e fu sollevato di trovarlo uguale, aveva ancora la stessa postura, la solita altezza e il solito volto.
«Ho bisogno d'aiuto»
Harry lo guardò a sua volta, e sembrò percepire le solite sensazioni, o almeno Niall lo sperò.
«Prima però ascoltami, devo dirti delle cose» disse poi spostandosi dalla porta d'ingresso per far entrare Niall nel suo appartamento.
«Oh» Niall si girò dandogli un colpetto sulla spalla «É tutto apposto, non ti scomodare.»
Harry sorrise «No, per favore, ascoltami.»
Annuì «Okay, dove andiamo?»
«Andiamo di sopra, ma facciamo piano», Harry indicò le scale dell'appartamento «Zayn sta dormendo.» concluse.
 
 
 
Si chiusero in camera sua, e Niall la osservò poco, ormai ci era stato quanto bastava per farsela sua.
Harry si sedette sul suo grosso letto facendolo molleggiare, divenne rosso e abbassò lo sguardo iniziando a lacerare i suoi polpastrelli.
«Io devo chiederti scusa.»
«Devi?» chiese Niall.
«Voglio, si, voglio chiederti scusa. Scusa.»
Niall rise «Okay, d'accordo.»
Harry alzò lo sguardo «Tutto qui?»
Niall fece spallucce «Tutto qui.»
Poi si sedette accanto a lui e seguì un silenzio che non lo imbarazzò più di tanto, era la prima volta che Harry stava zitto, e averlo accanto, senza che lui proferisse parola, gli andava più che bene, ma durò per poco, perché Harry ricominciò a parlare.
«Quando avevo tredici anni mi chiamavano gay.» confessò senza voltare lo sguardo su Niall « Non sapevo cosa significasse. Credevo che mi chiamassero così perché negli spogliatoi mi spruzzavo il deodorante, o perché mi curavo tanto e facevo la doccia tutte le mattine, ero il più basso, la mia mente era molto aperta e comprensiva, avevo molte amiche. Credevo significasse questo la parola gay. Poi capì, pensai avessero ragione, perché credevo davvero che la gente giudicasse con una logica. Mi sbagliavo» Harry si rassettò i capelli e si ricompose sul suo letto «Una notte sognai un ragazzo nudo davanti a me. Non mi piacque, per niente, sognai che lo stavo baciando e mi alzai con il disgusto e la vergogna che m'inondava ovunque. Capì che non ero gay, ma non avevo capito che ero uno stupido ingenuo, chiesi al gruppetto di classe mia perché pensavano che fossi gay, mi risero in faccia e dissero che avevo sei amiche e non me ne ero fatto nemmeno una,che profumavo di rose e conclusero,quindi, che ero gay. Ci rimasi male per tanto tempo, poi capì che con quella parola volevano semplicemente prendermi in giro e allora iniziai a pensare che era davvero crudele usare la parola gay come offesa, mi sembrò davvero razzista. Come se io usassi la parola cinese per offendere qualcuno. Era davvero brutto. Da lì iniziai ad interessarmi della mente umana, a come la gente agisce e per quali scopi, da cosa sono causati e alla filosofia di ognuno di noi, all'età di diciassette anni avevo una mente molto organizzata a differenza degli altri, ero ordinato e mi sentivo di poter fare qualunque cosa.»
Harry si bloccò di colpo, si girò di scatto come a controllare che Niall fosse ancora lì e non fosse scappato.
«Perché mi dici queste cose?» Chiese lui cauto.
«Così siamo alla pari.» Harry incurvò il lato sinistro delle labbra teso, e distolse lo sguardo da quello di Niall. Respirò. «É diventata una sorta di ossessione, conosco tante persone per semplice divertimento, mi diverte scavarle a fondo e poi lasciare che tutto sparisca con il tempo, l'ho fatto pure con te, ma ho fallito miseramente, ecco perché sei diventato mio amico, ecco perché ho voluto aiutarti. Ecco perché ho letto ciò che avevi scritto, per orgoglio. Io ti voglio bene Niall, credo davvero che possiamo diventare ottimi amici e mi piace poter passare del tempo con una persona imprevedibile. Davvero, ho sbagliato, volevo conoscerti, perché a volte mi dava davvero alla testa il fatto che tu tenessi tutto per te, non mi sembrava reale, come fai? E' inutile.» Harry lo guardava e Niall sorrise, a volte aveva pensato di innervosire Harry, ma era sempre stato un pensiero remoto, che s'intrufolava da qualche parte e scompariva.
Gli porse la mano «Dai, andiamo.»
Harry sorrise e afferrò la mano dell'amico «E dove?»
«Qualsiasi posto adatto a due ventenni svegli alle due di notte.»
Harry scoppiò a ridere e si aggrappò a Niall stringendolo in un abbraccio goffo e caloroso.
«Grazie»
«e perché mai?»
«Perché sai amare, a modo tuo, ma sai amare.» Si staccò osservando un Niall testo e agitato.
«E tu?» continuò poi.
«Cosa?»
«Avevi detto che avevi bisogno d'aiuto.»
Niall deglutì e abbassò lo sguardo «Mi hai già aiutato.»
Ed era vero, Harry gli aveva tutto quello che voleva sentirsi dire.
«C'è un pub infondo alla strada aperto sempre, possiamo andarci a prendere una birra.»
Niall annuì e pensò che quella notte non avrebbe dormito e che, infondo, gli andava bene.
 
 
 
 
«Devo confessarti che anche io pensavo che tu fossi gay» Niall respirò, si sarebbe sentito troppo in colpa se non l'avesse detto. «Solo all'inizio.» concluse sotto il silenzio incerto di Harry.
«E perché?»
Perché Niall?
«Perché ti odiavo.» buttò lì improvvisando una risposta del tutto sciocca.
«Mi odiavi?»
«Diciamo che ti detestavo.» cercò di alleggerire il suo duro e crudo aggettivo.
«Mi detestavi?» la voce sorpresa di Harry gli dava alla testa.
«Mi stavi antipatico, ok?»
Harry rise «mi deludi così, amico.»
«Che c'è?» Poi Niall capì, e si sentì un idiota, in piena regola «Vuoi sapere la verità?» Chiese, anche se la verità non la sapeva nemmeno lui.
Harry annuì
 «Di solito gli psicologi sono gay, tutto qui.»
Harry arricciò le labbra, esattamente come faceva sua madre quando non credeva alla sua scusa. «Va be'» tagliò corto Harry «Resti un bambinoccio.»
E Niall non rispose, perché era vero.
Ordinò un panino degno di un irish pub, e quando arrivò lo addentò avidamente, non aveva ancora cenato.
«Comunque sia ora non ti sto più antipatico, giusto?»
Niall alzò lo sguardo «Diciamo che non ti detesto più.»
Harry si stropicciò gli occhi, evidentemente aveva sonno. «Quindi ti sto antipatico?»
Niall sospirò stufo «Sì.»
«Non è vero!» Si lamentò Harry.
«Non ti sei offeso perché o pensato che tu fossi gay?» chiese Niall per deviare il discorso
«Sai quanto me ne puo fregare il tuo giudizio da 1 a 10 ? zero.» Ammise Harry, scandendo bene l'ultima parola.
«Ma come!? E allora perché ci tieni tanto a sapere se tengo a te o meno?»
«Quelli sono i sentimenti che tu provi verso di me, sai quanto mi fregano da 1 a 10? Dieci e mezzo.» Harry rise e, aprendo i palmi delle sue mani, soffocò uno sbadiglio.
«Finché saprò che mi vorrai bene, puoi pensare pure che io sia uno stupratore omosessuale di uomini ubriachi.»
Niall rise «Ma io non ti ho mai detto che ti voglio bene.»
Harry annuì «Infatti, ed è uno dei motivo per cui te ne voglio.»
Niall rise di nuovo, deglutendo il suo ultimo boccone «La tua filosofia è piuttosto contorta.»
«La mia filosofia è efficace.» Harry guardò fuori dalla grossa finestra «Sono quasi ventiquattro ore che siamo svegli, sto morendo di sonno, tu invece sembri ancora piuttosto sveglio.»
«Infatti, non ho sonno.» gli diede ragione Niall.
«Sei venuto da me all'una, mi hai detto che avevi bisogno d'aiuto e poi hai detto che ti ho già aiutato, insomma, siamo qui, di quello che devi dire.»
 Niall rimase di stucco, bevve un sorso della sua birra e quando alzò lo sguardo, Harry lo guardava fisso, deciso a non cambiare posizione.
«Diciamo, che oggi sono successe tante cose insieme e non ho sonno.»
«Ovvero?» chiese Harry spostando, con un movimento lento, il collo in avanti.
Niall fece una risata tesa, e adesso come glielo diceva?
Gesticolò con le mani e tornò a guardarlo «Arrow mi ha portato nella sua scuderia, poi si è sentita emotivamente male.»
Harry lo bloccò «E tu l'hai consolata?»
Niall fece una smorfia «Ti sembro il tipo? Comunque, dopo è scappata, non so perché, allora mi ha lasciato con questi cavalli, e ho avuto paura, c'èra un buio pesto, poi mi ha baciato, a casa papà ha rotto i coglioni.»
Harry cercava di seguirlo in quelle frasi disconesse «Scommetto che saresti in grado di scrivere la tua biografia in un tweet, hai un talento nel riassumere le cose, eh?» commentò Harry.
«Ti dovrai accontentare, ringrazia che te l'ho detto.»
Harry sorrise con le labbra serrate
«Non chiederlo» gli ordinò Niall
«E dai!» si lamentò Harry «Insomma, è una cosa seria.»
Niall scoppiò a ridere «In Arrow non c'è niente di serio, Harry.»
«E nel bacio che ti ha dato?»
«Nemmeno.»
Harry sospirò «Okay, okay. In una scuderia, ti ha portato in una scuderia?»
«Si, una di famiglia.»
«Ne ho già sentito parlare.» Harry di concentrò come a ricordare qualcosa a cui rinunciò ben presto. «E tuo padre?»
Niall sbuffò « E' uno stronzo, se n'è andato via di casa anni fa, e poi è ritornato dopo qualche hanno chiedendo il divorzio, è uno schifo. E adesso pretende troppo.»
Niall sperò che Harry non chiedesse altro e prima che gli saltasse in mente qualche idea, intervenne lui. «E tu, con la sorella di Zayn?»
Harry sbadigliò di nuovo «Sta con un certo Louis, e sai cosa studia il suo ragazzo? E' al terzo hanno di psicologia.» Harry sospirò guardando il locale completamente vuoto
«Insomma, ha tutto quello che vuoi.»
«Già.» Harry socchiuse gli occhi e allora Niall decise di andarsene, non aveva sonno, ma non avrebbe impedito a Harry di dormire.
Nell'attimo in cui pagarono e Harry aprì la porta del locale e il vento si sferragliò contro di loro, Niall pensò al barbone che suonava sempre nel sottopasso della stazione, pensò al treno delle diciotto, alla stazione piena, al freddo che gli faceva arrossire gli occhi, alla voce computerizzata che annunciava gli arrivi dei treni. Pensò a lui, alla lunga attesa che aveva caratterizzato la sua vita, a come uscendo dal treno si sentiva stremato, agli accordi di Phil Collins che risuonavano malinconici nel sottopassaggio sporco e freddo, alla sua vita che gli aveva donato tanti attimi non colti. Nell'attimo in cui uscì da quel locale e Harry tossì nascondendo il mento nella sciarpa, Niall si sentì al termine della sua attesa, si sentì d'aver concluso qualcosa, ancora non sapeva cosa, ma sorrise e pensò a quando Harry gli disse che nessuno merita di star solo. E capì che anche lui faceva parte di quel nessuno, delle persone del treno delle diciotto, della voce che annunciava i ritardi, del sottopasso che accoglieva le melodie di Phil Collins, dei posti in seconda classe, della pioggia che scivolava nei vetri, delle pupille che si muovevano alla ricerca di qualcosa da catturare, delle lacrime, dei problemi, del centro pieno di negozi, delle grosse aule dell'università, della tensione prima di un esame, del sudore dopo aver corso, del cibo della mensa, della radio che mandava sempre le solite canzoni, della neve, della libreria piena di nomi di autori che non conosceva, della chioma arancione di Arrow, del sorriso di Sam e della sua famiglia, Della bic che teneva sempre in bocca, delle emozioni che credeva di non poter vivere, del bene e del male. Si sentì parte di questo equilibrio, della vita e del mondo. E non era solo. Perché non si è mai soli, si è solo in attesa di qualcosa e Niall aveva aspettato fin troppo.    

 


 
 

 Buonasera a tutte :) Ho appena cenato (papà ha ordinato le pizze) e mi sento di buon umore (malgrado mia sia svegliata alle 6,30 perso il treno e avuto una mattinata di merda.), quindi aggiorno!
Avrei voluto aggiornare tempo fa ma sono appena uscita da una crisi (la chiamo così perché non conosco altra parola per definire ciò che mi è successo…), diciamo che volevo eliminare tutte le mie fanfiction perché rileggendole mi facevano tutte SCHIFO, compresa bio, ero sul punto di eliminare Honesty, poi ci ho ripensato…Insomma, mi vergognavo così tanto del mio profilo che volevo cancellare tutto e fare finta che "_Sam" non sia mai esistita e continuare a scrivere per conto mio come ho sempre fatto. Poi, però, mi sono calmata e ho fermato il mio sterminio di fanfictions(?) e… eccomi qui! Premetto che il capitolo fa schifo (lasciatemelo dire) è corto, poco scorrevole e descrittivo, ma facciamo finta sia okay, okay?
Manca così poco alla fine…Ho smesso di scrivere Bio, perché non voglio arrivare all'epilogo (fino a un giorno fa volevo proprio eliminarla, oddio, non riesco a capire che caspiterina voglio!), però adesso mi metterò sotto(?) ho un solo capitolo poi l'epilogo e fine, mi mancheranno un sacco questo Harry e questo Niall D:
Ah, volevo dirvi, ho scoperto che a Bradford c'è una famosa linea di metro, quindi tecnicamente, il treno di cui parlo io non serve a un cazzo, e quella cosa del biglietto (che qui per spostarsi da Firenze S.Maria Novella a Firenze Campo Marte lo fanno tutti) è pressoché inutile, ma facciamo pure finta che non esista la metro a Bradford, okay? Okay.
Avete visto i VMA's ? Se non fosse per la pubblicità dei calciatori sarebbe stato meglio, non perché non volevo che  ci fosse pubblicità (anche) è che quei ragazzi mi stanno tutti sul cazzo ahah, se li incontri alla stazione o in treno o al giro si sentono Harry Styles, e dico sul serio! Anche perché alcuni di loro studiano ad Arezzo (dove studio pure io) o sono proprio aretini e, per andare agli allenamenti, prendono il treno per firenze (come me) Cavoli, dovrebbero fare un programma televisivo pure su di me! Non è giusto, ahah! Comunque sia hanno vinto Macklemore e i One Direction, quindi posso morire felice, ahah!
Mi sono dilungata molto, ma avevo voglia di "conversare" scusatemi, adesso rispondo a tutte le vostre recensione asdfghjkl, ringrazio tutte quelle che commentano e che leggono, se non ci foste voi, si che l'avrei eliminata! Ahah!


Questa gif per me è la morte, ahah! 



 
Alla prossima
_Sam 

[anticipazioni]


"Mi dispiace."
"Potevi uccidermi, cazzo!" 



 

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