The past is coming back di Mahiv (/viewuser.php?uid=108064)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Dean sospirò, facendosi schioccare il collo mentre fissava
stancamente il menù sopra la testa del barista. Non aveva
idea di che cosa significassero quelle stronzate come
'frappè di caffè senza grasso', ma nemmeno gli
importava. Quelle persone non avevano mai sentito parlare di una
normale tazza di caffè vecchio stile? Sbuffò.
Avrebbe voluto mandare Sam a fare il lavoro di fattorino, sapendo che
Sam aveva frequentato posti come quello prima, ma il più
giovane dei Winchester aveva del sonno da recuperare dalla loro ultima
caccia, perciò lo aveva lasciato riposare.
Dean inizialmente non aveva nessuna intenzione di fermarsi, non
lì, non in quella città, fra tutte. In
realtà, non avrebbe mai voluto tornare lì, ma
avrebbe dovuto sapere, con tutti i luoghi dove loro lavoro li portava,
che sarebbe stato inevitabile, prima o poi.
Voleva solo concludere la caccia, entrare ed uscire il più
velocemente e silenziosamente possibile da quella città.
E fu lì che Castiel lo vide.
Lui e Dean erano stati insieme, avevano vissuto insieme, prima che
Dean, un giorno come un altro dell'anno precedente, se ne andasse di
punto in bianco senza una spiegazione. Lasciando Castiel con un cuore
da rammendare, confuso ed arrabbiato.
Non aveva più avuto sue notizie da allora, eppure eccolo
lì, come se nulla fosse cambiato, in fila ad un
caffè nella loro piccola città.
Rimase immobile, congelato sul suo posto a sedere, guardando quell'uomo
con occhi spalacati, mentre il suo cuore gli si schiantava nel petto.
Il suo primo pensiero fu che se avesse potuto parlare, in quel momento
Castiel avrebbe probabilmente urlato e sarebbe corso via. Era passato
quasi in anno e mezzo dall'ultima volta che aveva visto Dean, la notte
prima che se andasse, ma in quel momento sembrava che nulla fosse
cambiato. Sentiva ancora il cuore in gola e le sue dita tremare
leggermente.
Dean, però, sembrava diverso. Castiel poteva vedere
chiaramente che non era lo stesso uomo che lo aveva lasciato.
Deglutì, e gli si avvicinò.
In realtà, non voleva assolutamente farlo -voleva correre
via dall'uomo che lo aveva costretto a vivere l'inferno-, ma le sue
gambe si mossero senza consultarlo.
Si schiarì la gola. «Dean?»
Il cacciatore si guardò intorno confuso, per un momento,
quando sentì il suo nome, e per un attimo pensò
che doveva essere così stanco da immaginarsi le cose -non
sarebbe stata la prima volta, nelle ultime settimane-, ma poi lo vide,
e per poco non gli cadde il portafoglio di mano.
No. Non poteva essere. Andiamo, lui sapeva che il fato era una stronza
crudele, ma questo andava decisamente oltre.
Quante erano le probabilità di trovare Cas ad un
caffè? Certo, quella non era una città
particolarmente grande, ma decisamente non così piccola da
incorrere in persone che conosci ovunque tu vada, figuriamoci il tuo ex
fidanzato.
Loro non erano mai stati in quel caffè prima,
perciò aveva pensato che fosse sicuro. Evidentemente, si
sbagliava.
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma tutto quello che riuscì a
fare era guardarlo.
Ricordava che Castiel fosse bellissimo, aveva solo dimenticato quanto. E si era
permesso anche di dimenticare quanto era stato doloroso lasciarlo. In
quel momento il ricordo lo colpì come un pugno.
«Cas..» Mormorò alla fine, non
rendendosi conto di averlo detto finchè non sentì
la sua stessa voce.
Castiel quasi sentì le sue gambe pentirsi della loro
precedente arroganza, quando sentì l'uomo di fronte a lui
pronunciare il suo soprannome. Il soprannome che lui stesso gli aveva
dato.
«Hey..» Cercò di sorridere leggermente,
ma era abbastanza sicuro che il risultato fosse più triste
di quanto dovesse essere.
Non appena ricordò come parlare, si rese conto si star
fissando l'uomo senza dire una parola.
E disse la prima cosa che gli venne in mente. «Sembri...in
forma.» Malgrado i suoi sforzi, sentì la sua voce
tremare leggermente.
Dean aggrottò la fronte. Okay. Quello era...strano. Si
aspettava...non sapeva quello che si aspettava esattamente. Urla.
Rabbia. Collera. Beh, non aveva mai avuto intenzione di rivedere
Castiel, quindi in realtà non si era aspettato nulla, ma
l'ultima cosa che pensava di ottenere era...beh, quello. Eppure, Dean
non era cieco. Vide la tristezza, e sentì il tremore.
«Io...anche tu.» Disse, e non era del tutto una
bugia. Cas era ancora splendido come sempre, sembrava solo invecchiato,
più stanco. Più triste. Dean si
irrigidì al pensiero che fosse colpa sua. «Come,
uh...come sei stato?» Chiese, a disagio.
E poi eccola, la rabbia che aveva previsto di provare non appena aveva
scorto Dean fra la coda. Anche se non era esattamente rabbia, era
più quel senso di tradimento e nostalgia che lo aveva
tormentato per diversi mesi, e che, a quanto pare, provava ancora.
Com'era stato? Davvero?
Castiel distolse lo sguardo per un attimo, mordendosi il labbro
inferiore.
«Meglio. Ultimamente.» Non suonò nemmeno
lontanamente freddo quanto aveva sperato.
L'altro annuì. Ultimamente. Che significava che era stato
male almeno per mesi. Meraviglioso.
Aveva solo bisogno di uscire di lì. Restare lì in
piedi con l'uomo che amava, che aveva perseguitato i suoi sogni ogni
notte per un anno e mezzo, quando Dean era sicuro che non avrebbe mai
più rivisto, era una tortura.
Castiel si strofinò nervosamente la bocca con la mano, e
quando si rese conto di che cosa aveva fatto, imprecò
mentalmente a voce molto alta. Dannazione, aveva preso quell'abitudine
da Dean, avrebbe potuto sembrare più patetico?
«Beh, io...credo che andrò, ora.»
Poteva sentire chiaramente il conflitto nella sua mente urlare e
gridare.
Lui, nonostante tutto, non voleva che Dean scomparisse di nuovo,
-perché era chiaro, se Dean se ne fosse andato, non si
sarebbe più fatto vedere-, ma allo stesso tempo desiderava
il contrario. Voleva che lo lasciasse alla sua vita, a raccogliere quel
poco che gli era rimasto di se stesso, ad andare avanti.
«Buona fortuna per...tutto.» Sorrise debolmente e
si allontanò da lui, quasi lentamente, come se si aspettasse
di essere chiamato. E per che cosa, poi? Per qualche altra
conversazione imbarazzante? Sospirò, e si
precipitò fuori dal caffè.
Poggiò la schiena al muro dell'edificio, non appena
uscì, e fece un respiro profondo, come se lì
dentro non fosse stato davvero in grado di respirare.
Merda. Era
ancora lo stesso.
Lui era andato avanti, lui stava
andando avanti.
Perchè diavolo era tornato? Quando qualcuno se ne va senza
una spiegazione, o senza nemmeno avvisare che ha intenzione di
andarsene, si suppone che sia per sempre.
Funzionava così, no?
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
pas com back 2
Dean rimase immobile, guardando Castiel affrettarsi verso
l'uscita.
Sentì qualcosa sprofondare nel suo petto.
Quello era esattamente ciò che lui gli aveva fatto, ed ora
era il suo turno.
Sapeva di meritarselo, dopotutto. Anche se lui non avrebbe mai voluto
andarsene, lo aveva fatto. Aveva abbandonato Castiel, dopo tutto quello
che avevano passato. E lo aveva fatto nel più vigliacco dei
modi.
E sapeva che Castiel non avrebbe mai potuto credere alle sue
motivazioni, alle ragioni per cui aveva dovuto andarsene da quella
cittadina. Non avrebbe potuto dirgli semplicemente 'Me ne sono andato
per tenerti in vita, Cas. Sono stato un idiota incosciente a legarmi ad
una persona normale e me ne sono andato prima che qualcuno si potesse
fare male'.
Non puoi permetterti di avvicinarti a nessuno. Regola numero uno. Dean
l'aveva sepolta nel retro della sua mente, ed appena fu tornata a
galla, aveva perso Castiel.
Ed era stato già abbastanza doloroso la prima volta, non
aveva
mai pensato che sarebbe potuto succedere di nuovo, che avrebbe dovuto
allontanarsi da lui ancora una volta. E faceva dannatamente troppo male.
«Cas!» Lo chiamò prima di capire quello
che stesse facendo, ed uscì di fretta dal caffè.
«Aspetta, solo...un momento.»
Si aspettava di vederlo già discretamente lontano, lo
immaginava
cercare di mettere più distanza possibile fra lui ed il suo
ex
ragazzo ricomparso dal nulla, probabilmente dirigendosi verso casa -la
stessa casa dove avevano vissuto insieme?-.
Ma Castiel non stava correndo a nascondersi. Era lì, con la
schiena appogiata ad un muro, gli occhi chiusi con un'espressione
stanca, ed il volto leggermente inclinato verso l'alto.
Quando sentì la sua voce, l'altro sospirò,
aggrottando
leggermente le sopracciglia, come se non fosse sicuro se essere
sollevato dal fatto che lo avesse seguito oppure no.
«E per che cosa?» Lui disse stancamente, non
aprendo gli occhi.
Dean lo fissò per un lungo momento, aprendo leggermente la
bocca
per dire qualcosa, scoprendo di non avere idea di cosa dire. Alla fine
scosse la testa, sospirando, e si passò una mano fra i
capelli.
«Io volevo...mi dispiace.»
Riuscì a sputare
fuori. Gli dispiaceva ogni giorno, per essersene andato, per il modo
vigliacco in cui lo aveva fatto, con solo una frase su di un pezzo di
carta, dicendo che non sarebbe tornato. Senza un 'ti amo', senza un 'mi
dispiace'. Pensarlo gli toglieva il respiro ogni dannatissimo giorno.
E sapeva che non avrebbe dovuto dispiacersi, sapeva che era la cosa
migliore, era meglio che Castiel non sapesse, che non capisse. Lo aveva
lasciato in quel modo un po' per codardia, un po' perchè
sperava
che così l'altro sarebbe riuscito ad odiarlo, e ad andare
avanti.
Il cacciatore non si era illuso, riguardo a se stesso, sapeva che lui
non ci sarebbe riuscito.
Castiel accennò un sorriso, aprendo gli occhi. «Ti
ringrazio.»
Dean sapeva che scusandosi non avrebbe potuto cancellare quello che
aveva fatto, o far sentire meglio l'altro, ma immaginò che
dopo
un anno, sentire finalmente le scuse che, dannazione, gli erano dovute,
facesse piacere.
«Io non..non ti odio, se è questo che pensi. Sai
che non
sono quel tipo di persona.» Castiel aggiunse, con un leggero
sorriso.
Oh, Dean lo sapeva. Lui era gentile, si prendeva cura delle persone,
era quasi incapace di provare rancore o quel tipo di sentimenti. Non
portavano a nulla, diceva.
Ma aveva sperato che avesse fatto un'eccezione, che il modo in cui lo
aveva lasciato lo avesse aiutato ad odiarlo, perchè sapeva
che
in quel modo sarebbe stato più semplice.
Si accigliò tristemente. «Come puoi non
odiarmi?»
Lui si era
odiato, perchè non poteva riuscirci anche Castiel? Tre anni,
aveva trascorso con lui, ed erano stati quello giusto
l'uno per l'altro. Ma alla fine non era significato nulla,
perchè il suo passato era tornato a ricordargli chi era
davvero.
«Non è così facile, Dean, riuscire ad
odiare
qualcuno che hai amato.» Castiel sospirò,
distogliendo lo
sguardo dal suo. «Ho pensato di odiarti, sai, per un po'. Ma
non...Ero solo confuso, credo.» Si strinse nelle spalle,
guardando a terra.
«Non..non voglio che tu ti senta in colpa, comunque. Voglio
dire,
è tutto okay, non ho mai voluto forzarti a vivere in un modo
diverso da quello che volevi. E se quella era la scelta giusta per
farti stare meglio..beh, allora sono felice per te.»
Dean capì cosa intendeva, preferiva l'idea che lui se ne
fosse
andato all'idea che lui fosse restato con lui senza amarlo.
«Non lo era.» Confessò immediatamente, e
perchè, perchè, perchè
stava dicendo quelle cose? Sapeva che non avrebbe fatto altro che
confonderlo ulteriormente, ma era così difficle cercare di
non
dire nulla, di non essere completamente onesto con lui.
«Non volevo...Dio, Cas, io non..non avevo scelta. Dovevo
andarmene.»
«Di che stai parlando?» Soffiò Castiel,
scuotendo la testa, e sembrò così stanco.
«Avresti potuto parlarmi. Se andartene era così
importante
per te, io..non dico che avrei fatto i salti di gioia, Dean, ma avrei
capito. Avresti potuto dire qualcosa. Avresti potuto evitare che mi
svegliassi una mattina e vedessi che tutta la tua roba era sparita, e
che l'unica cosa rimasta di te era un dannatissimo biglietto sul mio
comodino, Dean.» La sua voce si spezzò sulle
ultime
parole, e Castiel si voltò, guardando qualunque cosa non
fosse
il cacciatore, gli occhi arrossati.
«Lo so.» Soffiò Dean, la sua stessa voce
un po'
tremolante alla vista dei suoi occhi un po' umidi. Quante altre volte
era stato la causa delle sue lacrime? Dio, non voleva saperlo.
«E mi dispiace. Non..non mi avresti creduto se ti avessi
parlato,
avrei solo peggiorato le cose. Era meglio se..me ne andavo e
basta.» Disse piano. «Era la via più
facile.»
Castiel corrugò le sopracciglia, ora voltandosi verso di
lui. «Più facile per chi?»
Dean deglutì. «Per te.» Rispose
onestamente.
Se gli avesse detto la verità lo avrebbe coinvolto in
qualcosa
da cui non avrebbe più potuto scappare, che lui gli avesse
creduto o no. E se davvero Castiel gli avesse creduto, Dean sapeva che
non lo avrebbe mai lasciato andare.
Avrebbe cercato di trattenerlo, o peggio, avrebbe voluto andare con
lui, avrebbe tentato di fargli condividere quel peso, e Dean non poteva
farlo. Non a Castiel.
Lo avrebbe solamente messo in pericolo, distruggendo ogni
possibilità per lui di una vita normale, di essere felice, e
Dean non voleva che lui dovesse vivere con la realtà degli
incubi lì fuori.
Era meglio che Castiel pensasse che un idiota se n'era andato
perchè era troppo stupido per capire quanto fosse fortunato.
Aveva fatto la decisione giusta.
Ecco perchè Dean non aveva idea di cosa stesse facendo,
lì in piedi, incapace di lasciarlo andare quando sapeva che
molto presto avrebbe dovuto farlo.
Avrebbe dovuto andarsene, ancora una volta, avrebbe dovuto lasciare che
Castiel tornasse a casa e voltasse pagina, ancora una volta, e
già sentiva che doverlo fare gli avrebbe portato via l'aria
dai
polmoni.
Dean non sapeva che cosa stesse sperando di ottenere.
«Non mi è sembrato facile per niente.»
Sospirò Castiel, passandosi una mano sul viso.
«Ma...perchè? Voglio dire..non avevi scelta, era
il modo
più facile, okay, d'accordo. Ma perchè?
Perchè sei dovuto andare?»
Dean scosse la testa, che cosa poteva dire? «...Non
posso-»
Dovevo andare a cacciare
i mostri che
vogliono prendere la mia famiglia e te? Ti stavo tenendo al sicuro
tenendoti all'oscuro da tutto questo perchè non sai quello
che
sei?
Ti stavo proteggendo?
«Mi dispiace, io..»
«Dean.» Castiel disse più dolcemente,
avvicinandosi
a lui con uno sguardo un po' preoccupato, e, Dio, gli era mancato
sentirgli pronunciare il suo nome in quel modo.
«Parlami. Che cosa significa che non avevi scelta?»
Chiese di nuovo, scuotendo leggermente la testa.
«Cas..non posso.»
Disse ancora una volta, un tremore accennato nella sua voce e nei suoi
occhi mentre fissava Castiel, scosso dalla sua vicinanza.
Essergli vicino, così vicino, sapendo che non poteva fare
quel
passo necessario per tirarlo tra le sue braccia e baciarlo e dirgli che
lo amava e che gli dispiaceva, credette di non potersi sentire peggio.
«D'accordo.» Castiel sospirò, chiudendo
gli occhi per un momento.
«Allora te ne andrai di nuovo, suppongo.»
Dean aprì e chiuse la bocca, non sapendo cosa dire. Beh,
sapeva cosa dire. Solo non voleva.
«Devo.» Annuì leggermente.
«Dobbiamo- ..Non posso restare. Mi dispiace.»
L'altro si accigliò lievemente al suo uso del plurale, ed il
cacciatore immaginò che Castiel avesse capito che non era
lì per conto suo, ma con Sam.
«Dean..va tutto bene? Voglio dire, con questo...qualunque
cosa sia di cui non puoi parlare...Stai bene?»
Il cacciatore scosse la testa, quasi riuscendo a ridere un po'.
Stava bene? Semplice, no.
E quello era l'eufemismo dell'anno.
«Sì, Cas.» sospirò.
«Tiro avanti.»
Ma probabilmente non stava nascondendo l'amarezza del suo sguardo bene
quando credeva, perchè Castiel sorrise di un sorriso tirato
e
triste, inclinando leggermente la testa di lato.
«Non sei mai stato capace di mentirmi, Dean.»
Dean alzò lo sguardo, incontrando gli occhi di Cas. Quanto
era vero.
«Sono stanco.» Ammise. Stanco di quella vita,
stanco delle bugie, stanco delle perdite.
«Mi dispiace. Vorrei poterti..parlare...ma non
posso. E' troppo pericoloso.»
Castiel aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse
subito
dopo, corrugando leggermente la foronte, come se stesse riflettendo su
quello che aveva detto, mettendo insieme i pezzi di un puzzle caotico e
sconnesso.
Dopo una manciata di secondi sollevò lo sguardo sul
cacciatore.
«Che cosa, esattamente, sta dando la caccia a te e tuo
fratello,
Dean?»
Dean si irrigidì. Merda.
No, okay, Castiel non poteva davvero sapere qualcosa. Era andato a
intuizione. Un'intuizione dannatamente buona e assolutamente non
necessaria.
Il cacciatore era sul punto di dire qualcosa -qualunque cosa- che
potesse smentire quella domanda, ma venne interrotto.
«Dean!»
Si voltò velocemente, sentendo la voce di Sam, che si stava
affrettando verso di lui.
«Dean, abbiamo un problema. Stanno arrivando.» Il
cacciatore sentì il suo sangue gelare, e per un istante
pensò davvero che stesse per sentirsi male.
No. No, non lì. Non ora.
«Dobbiamo andare, adesso-» Sam congelò
sul posto
quando sembrò finalmente accorgersi di Castiel,
lì in
piedi.
«Cas...» Mormorò, e lui
guardò il più
giovane dei Winchester con occhi sbarrati, non lo vedeva da quando Dean
se n'era andato.
Sam si voltò verso il fratello, scioccato, arrabbiato, e
spaventato.
«Dean..che diavolo-? Cos'hai fatto?»
Dean lo fissò, in preda al panico. «Non ho
fatto niente...ho
solo...lui era lì dentro, io-»
«Cosa gli hai detto?» Sam domandò,
guardando
l'espressione confusa di Castiel, che cercava di capire cosa stesse
succedendo attraverso gli sprazzi di conversazione dei due fratelli.
«Niente,
Sam. Non avrei-»
«Non importa.» Sam lo interruppe ancora, scuotendo
la testa, facendogli capire che non avevano tempo per discutere.
«Qualcosa l'ha innescato prima del tempo, è andato
a
vuoto.» Spiegò il giovane cacciatore, cercando di
essere
il più criptico possibile. «...Stanno
arrivando.»
No. No, non poteva suucedere, non in quel momento, non con Castiel
lì.
Dannazione, perché diavolo gli aveva parlato?
Perché diavolo lo aveva seguito? Perché diavolo aveva
dovuto trascinare Castiel in tutto quello?
Ma se Sam aveva ragione, e stavano arrivando, significava che sapevano,
e che non c'era tempo.
Li avevano trovati, ed attraverso Dean, avevano probabilmente trovato
anche Castiel.
E nell'improbabile caso in cui non lo avessero fatto, avrebbero notato
la sua presenza abbastanza presto.
Era troppo tardi per portarlo via.
Dean si voltò verso Castiel, una dolorosa e prolungata fitta
si
strappò attraverso il suo petto quando si rese conto di
quanto
stava per accadere.
Il mondo di Castiel stava per cambiare. E Dean non sapeva se sarebbe
mai tornato come prima. Ed era tutta colpa sua. E non c'era niente che
potesse fare.
«Cas..devi venire con noi.» Disse, il rimpianto che
filtrava attraverso la sua voce.
NdA
Ooookay, wow, capitolo lungo. Non sarebbe dovuta finire
così, non del tutto.
Inizio con ringraziare tutte le buone anime che hanno messo questa
storia fra le seguite, ed offro una crostata alla cara persona che ha
recensito.
Questa è una storia che avevo scritto a sprazzi in un
quaderno
mentre ero in vacanza ed in piena crisi di astinenza da WiFi, e non
riuscivo a decidere se farla rimanere in tale quaderno o se postarla.
(Perchè in estate entro in una sottospecie di
letargo e non
ero sicura di avere la forza di volontà sufficiente per
sistemare la storia e renderla leggibile.)
Ma alla fine una botta di adrenalina indotta da mezzo litro di coca
cola mi ha convinto a postare.
Vi ringrazio ancora (davvero, la tua recensione ha fatto davvero
piacere al gremlin che abita fra i miei capelli), e cercherò
di
aggiornare...beh, entro un lasso di tempo non troppo lungo.
Farewell!
|
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