The past is coming back

di Mahiv
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Dean sospirò, facendosi schioccare il collo mentre fissava stancamente il menù sopra la testa del barista. Non aveva idea di che cosa significassero quelle stronzate come 'frappè di caffè senza grasso', ma nemmeno gli importava. Quelle persone non avevano mai sentito parlare di una normale tazza di caffè vecchio stile? Sbuffò. Avrebbe voluto mandare Sam a fare il lavoro di fattorino, sapendo che Sam aveva frequentato posti come quello prima, ma il più giovane dei Winchester aveva del sonno da recuperare dalla loro ultima caccia, perciò lo aveva lasciato riposare.
Dean inizialmente non aveva nessuna intenzione di fermarsi, non lì, non in quella città, fra tutte. In realtà, non avrebbe mai voluto tornare lì, ma avrebbe dovuto sapere, con tutti i luoghi dove loro lavoro li portava, che sarebbe stato inevitabile, prima o poi.
Voleva solo concludere la caccia, entrare ed uscire il più velocemente e silenziosamente possibile da quella città.

E fu lì che Castiel lo vide.

Lui e Dean erano stati insieme, avevano vissuto insieme, prima che Dean, un giorno come un altro dell'anno precedente, se ne andasse di punto in bianco senza una spiegazione. Lasciando Castiel con un cuore da rammendare, confuso ed arrabbiato.
Non aveva più avuto sue notizie da allora, eppure eccolo lì, come se nulla fosse cambiato, in fila ad un caffè nella loro piccola città.

Rimase immobile, congelato sul suo posto a sedere, guardando quell'uomo con occhi spalacati, mentre il suo cuore gli si schiantava nel petto. Il suo primo pensiero fu che se avesse potuto parlare, in quel momento Castiel avrebbe probabilmente urlato e sarebbe corso via. Era passato quasi in anno e mezzo dall'ultima volta che aveva visto Dean, la notte prima che se andasse, ma in quel momento sembrava che nulla fosse cambiato. Sentiva ancora il cuore in gola e le sue dita tremare leggermente.
Dean, però, sembrava diverso. Castiel poteva vedere chiaramente che non era lo stesso uomo che lo aveva lasciato.
Deglutì, e gli si avvicinò.
In realtà, non voleva assolutamente farlo -voleva correre via dall'uomo che lo aveva costretto a vivere l'inferno-, ma le sue gambe si mossero senza consultarlo.
Si schiarì la gola. «Dean?»

Il cacciatore si guardò intorno confuso, per un momento, quando sentì il suo nome, e per un attimo pensò che doveva essere così stanco da immaginarsi le cose -non sarebbe stata la prima volta, nelle ultime settimane-, ma poi lo vide, e per poco non gli cadde il portafoglio di mano.
No. Non poteva essere. Andiamo, lui sapeva che il fato era una stronza crudele, ma questo andava decisamente oltre.
Quante erano le probabilità di trovare Cas ad un caffè? Certo, quella non era una città particolarmente grande, ma decisamente non così piccola da incorrere in persone che conosci ovunque tu vada, figuriamoci il tuo ex fidanzato.
Loro non erano mai stati in quel caffè prima, perciò aveva pensato che fosse sicuro. Evidentemente, si sbagliava.
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma tutto quello che riuscì a fare era guardarlo.
Ricordava che Castiel fosse bellissimo, aveva solo dimenticato quanto. E si era permesso anche di dimenticare quanto era stato doloroso lasciarlo. In quel momento il ricordo lo colpì come un pugno.
«Cas..» Mormorò alla fine, non rendendosi conto di averlo detto finchè non sentì la sua stessa voce.

Castiel quasi sentì le sue gambe pentirsi della loro precedente arroganza, quando sentì l'uomo di fronte a lui pronunciare il suo soprannome. Il soprannome che lui stesso gli aveva dato.
«Hey..» Cercò di sorridere leggermente, ma era abbastanza sicuro che il risultato fosse più triste di quanto dovesse essere.
Non appena ricordò come parlare, si rese conto si star fissando l'uomo senza dire una parola.
E disse la prima cosa che gli venne in mente. «Sembri...in forma.» Malgrado i suoi sforzi, sentì la sua voce tremare leggermente.

Dean aggrottò la fronte. Okay. Quello era...strano. Si aspettava...non sapeva quello che si aspettava esattamente. Urla. Rabbia. Collera. Beh, non aveva mai avuto intenzione di rivedere Castiel, quindi in realtà non si era aspettato nulla, ma l'ultima cosa che pensava di ottenere era...beh, quello. Eppure, Dean non era cieco. Vide la tristezza, e sentì il tremore.
«Io...anche tu.» Disse, e non era del tutto una bugia. Cas era ancora splendido come sempre, sembrava solo invecchiato, più stanco. Più triste. Dean si irrigidì al pensiero che fosse colpa sua. «Come, uh...come sei stato?» Chiese, a disagio.

E poi eccola, la rabbia che aveva previsto di provare non appena aveva scorto Dean fra la coda. Anche se non era esattamente rabbia, era più quel senso di tradimento e nostalgia che lo aveva tormentato per diversi mesi, e che, a quanto pare, provava ancora.
Com'era stato? Davvero?
Castiel distolse lo sguardo per un attimo, mordendosi il labbro inferiore.
«Meglio. Ultimamente.» Non suonò nemmeno lontanamente freddo quanto aveva sperato.

L'altro annuì. Ultimamente. Che significava che era stato male almeno per mesi. Meraviglioso.
Aveva solo bisogno di uscire di lì. Restare lì in piedi con l'uomo che amava, che aveva perseguitato i suoi sogni ogni notte per un anno e mezzo, quando Dean era sicuro che non avrebbe mai più rivisto, era una tortura.

Castiel si strofinò nervosamente la bocca con la mano, e quando si rese conto di che cosa aveva fatto, imprecò mentalmente a voce molto alta. Dannazione, aveva preso quell'abitudine da Dean, avrebbe potuto sembrare più patetico?
«Beh, io...credo che andrò, ora.»
Poteva sentire chiaramente il conflitto nella sua mente urlare e gridare.
Lui, nonostante tutto, non voleva che Dean scomparisse di nuovo, -perché era chiaro, se Dean se ne fosse andato, non si sarebbe più fatto vedere-, ma allo stesso tempo desiderava il contrario. Voleva che lo lasciasse alla sua vita, a raccogliere quel poco che gli era rimasto di se stesso, ad andare avanti.
«Buona fortuna per...tutto.» Sorrise debolmente e si allontanò da lui, quasi lentamente, come se si aspettasse di essere chiamato. E per che cosa, poi? Per qualche altra conversazione imbarazzante? Sospirò, e si precipitò fuori dal caffè.
Poggiò la schiena al muro dell'edificio, non appena uscì, e fece un respiro profondo, come se lì dentro non fosse stato davvero in grado di respirare.
Merda. Era ancora lo stesso.
Lui era andato avanti, lui stava andando avanti.
Perchè diavolo era tornato? Quando qualcuno se ne va senza una spiegazione, o senza nemmeno avvisare che ha intenzione di andarsene, si suppone che sia per sempre.
Funzionava così, no?

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


pas com back 2 Dean rimase immobile, guardando Castiel affrettarsi verso l'uscita.
Sentì qualcosa sprofondare nel suo petto.
Quello era esattamente ciò che lui gli aveva fatto, ed ora era il suo turno.
Sapeva di meritarselo, dopotutto. Anche se lui non avrebbe mai voluto andarsene, lo aveva fatto. Aveva abbandonato Castiel, dopo tutto quello che avevano passato. E lo aveva fatto nel più vigliacco dei modi.
E sapeva che Castiel non avrebbe mai potuto credere alle sue motivazioni, alle ragioni per cui aveva dovuto andarsene da quella cittadina. Non avrebbe potuto dirgli semplicemente 'Me ne sono andato per tenerti in vita, Cas. Sono stato un idiota incosciente a legarmi ad una persona normale e me ne sono andato prima che qualcuno si potesse fare male'.
Non puoi permetterti di avvicinarti a nessuno. Regola numero uno. Dean l'aveva sepolta nel retro della sua mente, ed appena fu tornata a galla, aveva perso Castiel.
Ed era stato già abbastanza doloroso la prima volta, non aveva mai pensato che sarebbe potuto succedere di nuovo, che avrebbe dovuto allontanarsi da lui ancora una volta. E faceva dannatamente troppo male.
«Cas!» Lo chiamò prima di capire quello che stesse facendo, ed uscì di fretta dal caffè.
«Aspetta, solo...un momento.»
Si aspettava di vederlo già discretamente lontano, lo immaginava cercare di mettere più distanza possibile fra lui ed il suo ex ragazzo ricomparso dal nulla, probabilmente dirigendosi verso casa -la stessa casa dove avevano vissuto insieme?-.
Ma Castiel non stava correndo a nascondersi. Era lì, con la schiena appogiata ad un muro, gli occhi chiusi con un'espressione stanca, ed il volto leggermente inclinato verso l'alto.
Quando sentì la sua voce, l'altro sospirò, aggrottando leggermente le sopracciglia, come se non fosse sicuro se essere sollevato dal fatto che lo avesse seguito oppure no.
«E per che cosa?» Lui disse stancamente, non aprendo gli occhi.  
Dean lo fissò per un lungo momento, aprendo leggermente la bocca per dire qualcosa, scoprendo di non avere idea di cosa dire. Alla fine scosse la testa, sospirando, e si passò una mano fra i capelli.
«Io volevo...mi dispiace.» Riuscì a sputare fuori. Gli dispiaceva ogni giorno, per essersene andato, per il modo vigliacco in cui lo aveva fatto, con solo una frase su di un pezzo di carta, dicendo che non sarebbe tornato. Senza un 'ti amo', senza un 'mi dispiace'. Pensarlo gli toglieva il respiro ogni dannatissimo giorno.
E sapeva che non avrebbe dovuto dispiacersi, sapeva che era la cosa migliore, era meglio che Castiel non sapesse, che non capisse. Lo aveva lasciato in quel modo un po' per codardia, un po' perchè sperava che così l'altro sarebbe riuscito ad odiarlo, e ad andare avanti.
Il cacciatore non si era illuso, riguardo a se stesso, sapeva che lui non ci sarebbe riuscito.
Castiel accennò un sorriso, aprendo gli occhi. «Ti ringrazio.»
Dean sapeva che scusandosi non avrebbe potuto cancellare quello che aveva fatto, o far sentire meglio l'altro, ma immaginò che dopo un anno, sentire finalmente le scuse che, dannazione, gli erano dovute, facesse piacere.
«Io non..non ti odio, se è questo che pensi. Sai che non sono quel tipo di persona.» Castiel aggiunse, con un leggero sorriso.
Oh, Dean lo sapeva. Lui era gentile, si prendeva cura delle persone, era quasi incapace di provare rancore o quel tipo di sentimenti. Non portavano a nulla, diceva.
Ma aveva sperato che avesse fatto un'eccezione, che il modo in cui lo aveva lasciato lo avesse aiutato ad odiarlo, perchè sapeva che in quel modo sarebbe stato più semplice.
Si accigliò tristemente. «Come puoi non odiarmi?»
Lui si era odiato, perchè non poteva riuscirci anche Castiel? Tre anni, aveva trascorso con lui, ed erano stati quello giusto l'uno per l'altro. Ma alla fine non era significato nulla, perchè il suo passato era tornato a ricordargli chi era davvero.
«Non è così facile, Dean, riuscire ad odiare qualcuno che hai amato.» Castiel sospirò, distogliendo lo sguardo dal suo. «Ho pensato di odiarti, sai, per un po'. Ma non...Ero solo confuso, credo.» Si strinse nelle spalle, guardando a terra.
«Non..non voglio che tu ti senta in colpa, comunque. Voglio dire, è tutto okay, non ho mai voluto forzarti a vivere in un modo diverso da quello che volevi. E se quella era la scelta giusta per farti stare meglio..beh, allora sono felice per te.»
Dean capì cosa intendeva, preferiva l'idea che lui se ne fosse andato all'idea che lui fosse restato con lui senza amarlo.
«Non lo era.» Confessò immediatamente, e perchè, perchè, perchè stava dicendo quelle cose? Sapeva che non avrebbe fatto altro che confonderlo ulteriormente, ma era così difficle cercare di non dire nulla, di non essere completamente onesto con lui.
«Non volevo...Dio, Cas, io non..non avevo scelta. Dovevo andarmene.»
«Di che stai parlando?» Soffiò Castiel, scuotendo la testa, e sembrò così stanco.
«Avresti potuto parlarmi. Se andartene era così importante per te, io..non dico che avrei fatto i salti di gioia, Dean, ma avrei capito. Avresti potuto dire qualcosa. Avresti potuto evitare che mi svegliassi una mattina e vedessi che tutta la tua roba era sparita, e che l'unica cosa rimasta di te era un dannatissimo biglietto sul mio comodino, Dean.» La sua voce si spezzò sulle ultime parole, e Castiel si voltò, guardando qualunque cosa non fosse il cacciatore, gli occhi arrossati.
«Lo so.» Soffiò Dean, la sua stessa voce un po' tremolante alla vista dei suoi occhi un po' umidi. Quante altre volte era stato la causa delle sue lacrime? Dio, non voleva saperlo.
«E mi dispiace. Non..non mi avresti creduto se ti avessi parlato, avrei solo peggiorato le cose. Era meglio se..me ne andavo e basta.» Disse piano. «Era la via più facile.»
Castiel corrugò le sopracciglia, ora voltandosi verso di lui. «Più facile per chi?»
Dean deglutì. «Per te.» Rispose onestamente.
Se gli avesse detto la verità lo avrebbe coinvolto in qualcosa da cui non avrebbe più potuto scappare, che lui gli avesse creduto o no. E se davvero Castiel gli avesse creduto, Dean sapeva che non lo avrebbe mai lasciato andare.
Avrebbe cercato di trattenerlo, o peggio, avrebbe voluto andare con lui, avrebbe tentato di fargli condividere quel peso, e Dean non poteva farlo. Non a Castiel.
Lo avrebbe solamente messo in pericolo, distruggendo ogni possibilità per lui di una vita normale, di essere felice, e Dean non voleva che lui dovesse vivere con la realtà degli incubi lì fuori.
Era meglio che Castiel pensasse che un idiota se n'era andato perchè era troppo stupido per capire quanto fosse fortunato.
Aveva fatto la decisione giusta.
Ecco perchè Dean non aveva idea di cosa stesse facendo, lì in piedi, incapace di lasciarlo andare quando sapeva che molto presto avrebbe dovuto farlo.
Avrebbe dovuto andarsene, ancora una volta, avrebbe dovuto lasciare che Castiel tornasse a casa e voltasse pagina, ancora una volta, e già sentiva che doverlo fare gli avrebbe portato via l'aria dai polmoni.
Dean non sapeva che cosa stesse sperando di ottenere.
«Non mi è sembrato facile per niente.» Sospirò Castiel, passandosi una mano sul viso. «Ma...perchè? Voglio dire..non avevi scelta, era il modo più facile, okay, d'accordo. Ma perchè? Perchè sei dovuto andare?»
Dean scosse la testa, che cosa poteva dire? «...Non posso-»
Dovevo andare a cacciare i mostri che vogliono prendere la mia famiglia e te? Ti stavo tenendo al sicuro tenendoti all'oscuro da tutto questo perchè non sai quello che sei?
Ti stavo proteggendo? «Mi dispiace, io..»
«Dean.» Castiel disse più dolcemente, avvicinandosi a lui con uno sguardo un po' preoccupato, e, Dio, gli era mancato sentirgli pronunciare il suo nome in quel modo.
«Parlami. Che cosa significa che non avevi scelta?» Chiese di nuovo, scuotendo leggermente la testa.
«Cas..non posso.» Disse ancora una volta, un tremore accennato nella sua voce e nei suoi occhi mentre fissava Castiel, scosso dalla  sua vicinanza.
Essergli vicino, così vicino, sapendo che non poteva fare quel passo necessario per tirarlo tra le sue braccia e baciarlo e dirgli che lo amava e che gli dispiaceva, credette di non potersi sentire peggio.
«D'accordo.» Castiel sospirò, chiudendo gli occhi per un momento.
«Allora te ne andrai di nuovo, suppongo.»
Dean aprì e chiuse la bocca, non sapendo cosa dire. Beh, sapeva cosa dire. Solo non voleva.
«Devo.» Annuì leggermente. «Dobbiamo- ..Non posso restare. Mi dispiace.»
L'altro si accigliò lievemente al suo uso del plurale, ed il cacciatore immaginò che Castiel avesse capito che non era lì per conto suo, ma con Sam.
«Dean..va tutto bene? Voglio dire, con questo...qualunque cosa sia di cui non puoi parlare...Stai bene?»
Il cacciatore scosse la testa, quasi riuscendo a ridere un po'.
Stava bene? Semplice, no.
E quello era l'eufemismo dell'anno.
«Sì, Cas.» sospirò. «Tiro avanti.»
Ma probabilmente non stava nascondendo l'amarezza del suo sguardo bene quando credeva, perchè Castiel sorrise di un sorriso tirato e triste, inclinando leggermente la testa di lato.
«Non sei mai stato capace di mentirmi, Dean.»
Dean alzò lo sguardo, incontrando gli occhi di Cas. Quanto era vero.
«Sono stanco.» Ammise. Stanco di quella vita, stanco delle bugie, stanco delle perdite.
«Mi dispiace. Vorrei poterti..parlare...ma non posso. E' troppo pericoloso.»
Castiel aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito dopo, corrugando leggermente la foronte, come se stesse riflettendo su quello che aveva detto, mettendo insieme i pezzi di un puzzle caotico e sconnesso.
Dopo una manciata di secondi sollevò lo sguardo sul cacciatore. «Che cosa, esattamente, sta dando la caccia a te e tuo fratello, Dean?»
Dean si irrigidì. Merda.
No, okay, Castiel non poteva davvero sapere qualcosa. Era andato a intuizione. Un'intuizione dannatamente buona e assolutamente non necessaria.
Il cacciatore era sul punto di dire qualcosa -qualunque cosa- che potesse smentire quella domanda, ma venne interrotto. «Dean!»
Si voltò velocemente, sentendo la voce di Sam, che si stava affrettando verso di lui.
«Dean, abbiamo un problema. Stanno arrivando.» Il cacciatore sentì il suo sangue gelare, e per un istante pensò davvero che stesse per sentirsi male.
No. No, non lì. Non ora.
«Dobbiamo andare, adesso-» Sam congelò sul posto quando sembrò finalmente accorgersi di Castiel, lì in piedi.
«Cas...» Mormorò, e lui guardò il più giovane dei Winchester con occhi sbarrati, non lo vedeva da quando Dean se n'era andato.
Sam si voltò verso il fratello, scioccato, arrabbiato, e spaventato.
«Dean..che diavolo-? Cos'hai fatto?»
Dean lo fissò, in preda al panico. «Non ho fatto niente...ho solo...lui era lì dentro, io-»
«Cosa gli hai detto?» Sam domandò, guardando l'espressione confusa di Castiel, che cercava di capire cosa stesse succedendo attraverso gli sprazzi di conversazione dei due fratelli.
«Niente, Sam. Non avrei-»
«Non importa.» Sam lo interruppe ancora, scuotendo la testa, facendogli capire che non avevano tempo per discutere.
«Qualcosa l'ha innescato prima del tempo, è andato a vuoto.» Spiegò il giovane cacciatore, cercando di essere il più criptico possibile. «...Stanno arrivando.»
No. No, non poteva suucedere, non in quel momento, non con Castiel lì.
Dannazione, perché diavolo gli aveva parlato? Perché diavolo lo aveva seguito? Perché diavolo aveva dovuto trascinare Castiel in tutto quello?
Ma se Sam aveva ragione, e stavano arrivando, significava che sapevano, e che non c'era tempo.
Li avevano trovati, ed attraverso Dean, avevano probabilmente trovato anche Castiel.
E nell'improbabile caso in cui non lo avessero fatto, avrebbero notato la sua presenza abbastanza presto.
Era troppo tardi per portarlo via.
Dean si voltò verso Castiel, una dolorosa e prolungata fitta si strappò attraverso il suo petto quando si rese conto di quanto stava per accadere.
Il mondo di Castiel stava per cambiare. E Dean non sapeva se sarebbe mai tornato come prima. Ed era tutta colpa sua. E non c'era niente che potesse fare.
«Cas..devi venire con noi.» Disse, il rimpianto che filtrava attraverso la sua voce.



NdA
Ooookay, wow, capitolo lungo. Non sarebbe dovuta finire così, non del tutto.
Inizio con ringraziare tutte le buone anime che hanno messo questa storia fra le seguite, ed offro una crostata alla cara persona che ha recensito.
Questa è una storia che avevo scritto a sprazzi in un quaderno mentre ero in vacanza ed in piena crisi di astinenza da WiFi, e non riuscivo a decidere se farla rimanere in tale quaderno o se postarla.
(Perchè in estate entro in una sottospecie di letargo e non ero sicura di avere la forza di volontà sufficiente per sistemare la storia e renderla leggibile.)
Ma alla fine una botta di adrenalina indotta da mezzo litro di coca cola mi ha convinto a postare.
Vi ringrazio ancora (davvero, la tua recensione ha fatto davvero piacere al gremlin che abita fra i miei capelli), e cercherò di aggiornare...beh, entro un lasso di tempo non troppo lungo.
Farewell!

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