I'm just me

di ScaryDolly91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come ogni notte ***
Capitolo 2: *** Solo quello che appaio ***
Capitolo 3: *** Ad un soffio da te ***
Capitolo 4: *** Quattro chiacchiere e una sigaretta ***
Capitolo 5: *** Sorpresa ***
Capitolo 6: *** Sogni e...incubi ***
Capitolo 7: *** Mi manchi ***
Capitolo 8: *** L'ha già fatto... ***
Capitolo 9: *** Salvami! ***
Capitolo 10: *** Solo un'indizio ***
Capitolo 11: *** Sogni rivelatori ***
Capitolo 12: *** Lacrime di vendetta ***
Capitolo 13: *** Hai perso... ***
Capitolo 14: *** Attesa ***
Capitolo 15: *** Una speranza ***
Capitolo 16: *** Il lato positivo ***
Capitolo 17: *** Una visita in'aspettata ***
Capitolo 18: *** Mi mancherai ***
Capitolo 19: *** Cambiamenti ***
Capitolo 20: *** Bollicine e champagne ***
Capitolo 21: *** L'ultima pagina ***



Capitolo 1
*** Come ogni notte ***


Come ogni notte sono sdraiata tra le braccia dell'ennesimo uomo di cui non conosco neanche il nome, neanche lui conosce il mio, ma non credo che gli importi.
 Lui come gli altri è qui per altro.
 Chiudo gli occhi e riprendo fiato mentre sento le sua mani sulla mia pelle.
 Rivedo davanti a me lo sguardo di tutti gli uomini che ho conosciuto, le loro mani che mi sfiorano i capelli e le loro labbra premute contro le mie che non mi danno il tempo di respirare.
Cerco di pensare a momenti migliori, desiderando che tante cose nella mia vita non siano mai accadute, e come ogni notte sospiro rassegnata all'idea che questo non é possibile, che non posso tornare indietro, che se sono qui c'é un motivo valido.
 Apro gli occhi in tempo per vedere il mio ennesimo cliente andare via senza dire neanche una parola.
Cosa potevo aspettarmi.
 Sono un oggetto nelle loro mani, come tutte.
Io sono una prostituta, niente più.
Effettivamente non mi va di parlare di me, ma non voglio che la gente pensi che sono quello che appaio!
 Come sono arrivata a fare questo "lavoro" penso che ve lo racconterò più tardi, le cose importanti da dire sono altre.
 Due anni fa quando sono stata costretta, in un certo senso, a diventare una prostituta, immaginavo di trovare tante ragazze rifatte che mostrano il loro corpo senza farsi scrupoli a cui piace quello che fanno.
Mi sbagliavo
Sono qui da due anni ormai e ho molte più amiche che nella mia vita normale, ho imparato che è facile definirci semplicemente "puttane", ma in realtà nessuno sa che noi siamo qui in mezzo ad una strada perché altrimenti saremmo già morte di fame o di qualche altra cosa, sempre in mezzo ad una strada però, dato che noi al massimo possiamo permetterci un monolocale.
Alcune di noi hanno la fortuna di trovare qualcuno, possibilmente ricco, che le porti via a vivere con se, ma sono cose che avvengono molto di rado, da quando sono qui è capitato solo ad un paio di mie conoscenti e recentemente ad una mia cara amica Alex.
 Un giorno appena il suo cliente di turno l'aveva lasciata come al solito senza dire una parola era venuta da me e da alcune mie...ehm...colleghe con gli occhi lucidi.
 -Alex che ti prende chi devo picchiare?!?-
-Nessuno calmatevi é tutto apposto ora-
 Era rimasta in silenzio per qualche secondo poi ci aveva detto che sarebbe andata via con un uomo e dopo un po’ non l'abbiamo più vista, era una cara amica sono contenta per lei
 Mi piacerebbe trovare un modo per andare via di qui, ma mi piacerebbe riuscire ad amare qualcuno che non mi voglia solo per il mio corpo, ma per quello che sono.
Ma chi amerebbe una prostituta?
 Nessuno sa chi sono, nella vita di tutti i giorni, quando non sono sulla strada con le mie colleghe, sono una ventiduenne normale.
Mi chiamo Clover, amo uscire la sera e farei anche shopping se avessi dei soldi da poter spendere per certe cose, adoro ascoltare la musica perché è una delle poche cose che mi fa dimenticare tutti i problemi e apprezzare un po’ di più la mia vita con o senza i soliti problemi
 Studio sociologia, sembrerà strano che una come me studi, sociologia poi, ma ho iniziato a fare la prostituta in parte per poter pagare gli studi.


 Stamattina sono andata a lezione e appena uscita dalla facoltà ho iniziato a camminare verso casa assorta nei mie pensieri, fino a quando la suoneria del mio telefono non mi ha riportato alla realtà.
Sullo schermo del display appare il nome della mia migliore amica Jessica anche lei é una..una come me.
 -Clover, sono Jessica che fai di bello?-
 -Sto andando a casa-
 - Clover devo proporti una cosa, probabilmente penserai che sono pazza, ma..-
 - Jessica che vuoi??-
 - Hai presente la mia amica?-
 - Ah si quale delle duecentoventi-
 -Quella del locale-
 -Non so di cosa tu stia parlando, no so di che locale ne di che amica tu stia parlando, potresti arrivare al punto mi hai fatto incuriosire-
-La mia amica che fa la..la-
-Ah si la burlesque-
 -Si quella, ha detto che nel suo locale domani arriverà una band del momento e...-
- Who who who aspetta un attimo, che band del momento?!!-
-Che ti interessa!!! Ah già tu speri che siano quei cinque tipi strani-
-Ehi bella quei cinque tipi, sono quattro!! E poi sono tutto quello che mi rimane se non ti spiace-
 -I Queen giusto, perché si chiamano così se sono tutti ma...-
-Sono cazzi loro!!! Perché i Sex Pistols si chiamano così?-
Questa è una domanda che non avrei dovuto fare per nessun motivo al mondo, menomale che Jessica non se ne intende di musica.
 -Ok, ma calmati, non lo so che band sarà, il punto è che se andiamo a fare quello che fa la mia amica ci pagano quindi tu che ne dici?-
 -Quando parli così non ti capisco di semplicemente che servono persone per fare le burlesque-
-Burlesque non mi piace-
 -E allora come le vuoi chiamare " ragazze mezze nude che girano tra i tavoli e intorno ad un palo"??-
 -Giá meglio-
-Allora quando ci dobbiamo andare in questo locale e che dobbiamo fare?-
-Domani sotto casa tua alle otto arrivate lì potremmo vestirci e truccarci in camerino e tu dovrai semplicemente passare per i tavoli e lasciar che tutti ti tocchino il culo come sempre-
 -Giá, come sempre-
 -Scusa Clo, guarda il lato positivo ti serve per gli studi e ti immagini potresti incontrare i Queen-
-Bel tentativo Jessica-
 -Ora vado ciao Clo-
-Ciao-
Anche se non ci conto molto spero con tutta me stessa di poter incontrare i Queen, di poter vedere dal vivo i protagonisti dei miei pensieri e i miei sogni, poi però mi ricordo che tutto ciò avviene solo nei libri, nei film, nella mia testa.

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Capitolo 2
*** Solo quello che appaio ***


Solo quello che appaio
 Sono le otto di sera e aspetto che Jessica venga per poter andare al locale.
Puntuale come al solito con una mezz'ora di ritardo eccola arrivare con i suoi soliti tacchi altissimi del tipo trampolino.
 "Scusa il ritardo dolcezza" ormai riesco a prevedere quello che dirà.
 -Scusa il ritardo dolcezza-
Ecco lo sapevo.
 -Non ti preoccupare Jessica ormai ci ho fatto l'abitudine, vogliamo andare?-
-Certo- Prendiamo un taxi e ci avviamo al locale.
 
 
Appena arrivate ci viene incontro una donna se così si può definire.
 -Ciaaaaaooo tesooooro, benvenuta!!!-
 Non so perché, ma mi ricordava la regina di Alice nel paese delle meraviglie, sposta i suoi occhi truccati da Jessica a me e in un attimo le sue...ehm...braccia mi circondarono e credo che non mi arrivi arrivato più sangue al cervello per un po’.
-Tu devi essere la bellissima e dolcissima Clover, ciao cucciola!-
"Oh mio Dio, e questa ora che vuole"
-Clover lei è Pepper-
Anche il nome mi ricorda Alice nel paese delle meraviglie...ma poi che nome è Pepper.
 -Ciao Pepper-
"Sparisci Pepper"
 Ci accompagna in un camerino camminando come se dovesse fare una sfilata di moda o un concorso di bellezza che di sicuro avrebbe perso.
-Vestitevi e truccatevi come volete mie gioie, questa è casa vostra!-
 Dopo queste ultime parole chiude la porta e va via, finalmente..personalmente non credo che il termine "mie gioie" sia stato ancora coniato...ma boh...e poi sai che bello vivere in un locale del genere come fosse casa, si va di bene in meglio
Ora dovrei descrivere come mi sono vestita giusto per darvi un'idea
Indosso un pantaloncino nero di pelle da cui esce un strascico rosso e un corsetto nero e rosso, ho messo un fondotinta normale, da persona normale, non come le altre ragazze che si sono trasformate in bambole di porcellana, passo un filo di eylainer nero sugli occhi e un rossetto rosso acceso sulla labbra, che personalmente adoro.
Ecco come le altee ragazze hanno commentato il mio look
- Stai benissimo, ma forse è poco per un posto come questo, guarda me, guarda noi!!!- oppure      
 -Osa di più mettiti qualcosa del genere- mi dicevano indicando cose che personalmente io avrei definito costumi -Vestiti come me staresti benissimo-
"Ah perché tu sei vestita" preferisco mantenere un look poco...ehm...da pornostar!
 Non ci tengo propio per niente.
   Una volta pronta Jessica mi porge un foglio
- L'elenco delle cose che non devi assolutamente fare inventato personalmente da moi!!-
 Do una rapida occhiata alle dieci regole e guardo Jessica stupita
 -Mi spieghi perché la regola numero dieci dice: Non farti mettere in...Jessica c'é forse qualcosa che devo sapere?-
 - No, niente di importante solo che potrebbe capitare che qualcuno voglia ecco...fare un po’ di più che vederti girare per i tavoli, capito?-
-Fin troppo bene-
 Usciamo dal camerino, ed ecco di nuovo la cicciona alias Pepper venirci in contro.
 "Qualcuno mi aiuti"
 Fortunatamente non devo mettermi a ballare la lap dance o roba del genere, anche se il solo pensiero di vedere Pepper ballare mi fa accapponare la pelle...e anche un po’ ridere..un bel po’!
 La cicciona si avvicina a noi e si offre di mostrarci il locale
 -É strano che una band di successo suoni qui, quindi vediamo di sfruttare questa occasione, forza ragazze!!!-
 Non stiamo mica preparando la seconda rivoluzione Cubana, Pepper non ti eccitare troppo e prima del tempo, credetemi sto cercando di eliminare le immagini di Pepper, che balla e gira per i tavoli mezza nuda.  
   Sono con Jessica seduta ad un tavolo in disparte e aspetto che il locale si riempia quando vedo una scena che non credo dimenticherò facilmente. Pepper corre tra i tavoli come se la inseguisse una qualche bestia, più orrenda di lei, urlando.
 -La mia piccola dov'è finita la mia piccola bambina?!?-
Io e Jessica ci guardiamo e io mi trattengo per non ridere.
Jessica si alza e va incontro alla sua amica la prende per le spalle e cerca di farla calmare, deve aver perso qualcosa di molto importante perché è parecchio preoccupata.
 -Pepper calmati e dimmi cosa hai perso-
-La mia borsa-
 "Che cosa!!?? A momenti impazzisce per una borsa non ci credo!"
 Decido di alzarmi ed andare vicino a Pepper che nel frattempo si sta disperando
 -Ti ricordi un posto dove potrebbe essere, magari l'hai lasciata per cambiarti-
 -Oh si,si brava Clover, potrebbe essere in camerino per favore vai a cercarla-
 -Com'è fatta?-
-É rossa con le cuciture e i dattagli neri e con una P di Pepper sul davanti-
"Ma va pensavo P di pirla"
-Ok cosa c'è dentro?-
 -Non mi ricordo, probabilmente niente, non mi interessa il contenuto-
Ah no questa mi è nuova da quando uno si preoccupa per una borsa vuota.
Annuisco e vado verso il camerino lasciando Pepper tra i singhiozzi nelle mani di Jessica.   Mentre vado verso il camerino la mia mente comincia a viaggiare e immagino di poter aprire la porta e ritrovarmi davanti agli occhi la mia band preferita.
 Immagino di poter vedere dal vivo gli occhi azzurri di Roger.
Immagino di poter sentire dal vivo la voce di Freddie.
Immagino di chiedere a Brian che shampoo usa per i suoi ricci.
 Immagino di poter ascoltare il suono del basso di John.
Ovvio questo non accadrà mai, per ora avviene solo nelle mie fantasie, ma almeno sognare non costa niente e dato il mio budget molto limitato, diciamo che fantasticare è una delle cose che preferisco. Sono ancora speranzosa di poterli ritrovare dietro la porta del camerino, ma ovviamente queste sono cose che avvengono solo nei libri.  
Arrivo davanti al camerino, faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi.
Abbasso lentamente la maniglia della porta decisa ad entrare con discrezione, ma ad un tratto senza accorgermene spalanco la porta e nel tempo di un battito di ciglia mi ricordo come sono conciata e soprattutto mi ricordo che leggere non mi piace per niente.
Mi ritrovo puntati addosso gli occhi che animano i miei sogni e i miei pensieri, mi osservano senza battere ciglio.
Probabilmente inizio a tremare dall'emozione sento un brivido percorrermi lungo la schiena e una sensazione fantastica nasce dentro di me.
 Pochi attimi dopo così come questa sensazione aveva invaso il mio corpo, così in un attimo sparisce senza lasciare traccia, non appena mi ricordo che in questo momento per loro sono solo quello che appaio
 

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Capitolo 3
*** Ad un soffio da te ***


Rimango a fissarli fino a quando una voce che conosco fin troppo bene mi riporta sulla Terra
 -Ehm, ciao dolcezza-
 "Oh mio Dio non ci credo ora svengo, anzi no ora mi metto a piangere, ah no no adesso è più probabile che mi metta a fare salti di gioia"
 Invece, semplicemente dico: 
-Ciao Freddie, ciao ragazzi- 
- Mi conosci?!-
 "No guarda, ho tirato un nome a caso, che razza di domanda!!"
 -Certo, conosco tutti voi- 
Dico facendo un occhiolino verso John che mi sta ancora fissando, effettivamente é propio un tipo strano...ed è questo che lo rende speciale. 
-Ora se non vi dispiace-
 Mi metto una mano sul fianco e con un abile gioco di fianchi passo tra di loro e raggiungo un angolo della stanza dove era poggiato l'unico amore di Pepper, una borsa che al massimo avrebbe potuto contenere una lettera tanto era sottile, ma più probabilmente Pepper la portava in giro tanto per sembrare più..presentabile. 
Prendo la borsa e mi avvicino di nuovo a loro cercando in tutti i modi di nascondere l'emozione, se resto un'altro minuto potrei sul serio mettermi a saltare urlando, non sarebbe un bello spettacolo, dopo un attimo di panico mi accorgo che tutti e quattro mi stanno mangiando con gli occhi. 
Torno verso la porta ancheggiando e prima di poter abbassare la maniglia una voce mi ferma. 
-Ti prego, dimmi che si accettano prenotazioni- 
Ecco una parte di me non aspettava altro che dire "SI"
 Lascio la maniglia e mi avvicino a Roger, lentamente con la mano destra sul fianco e l'altra impegnata a tenere quella specie di borsa. 
Sono a meno di un passo da lui. Faccio scivolare le mani sul colletto della sua camicia bianca fino al petto, mi avvicino di piú, sono così vicina da poter sentire il suo respiro. 
Porto giù una mano fino alla cintura e comincio a giocherellare con le dita, l'altra la faccio scivolare sotto la camicia, sfioro con le labbra il suo petto coperto dal sottile tessuto della camicia bianca desiderando di toglierla in un attimo, lo attiro sempre più vicino a me e riesco a sentire la sua eccitazione.
 Finalmente vedo da vicino le sue labbra rosee e non desidero altro che bacialo per sentire se sono come le avevo sempre sognate.
 Ad un soffio di distanza dai suoi occhi azzurri, la parte di me a cui è rimasto un po’ di buon senso si fa sentire.
 Lo spingo via e dico semplicemente: 
-No, non si accettano prenotazioni!-
Con un colpo di anca mi giro senza dire più niente e in un attimo sono fuori.   
Lo so, probabilmente aspettavo quel momento da anni, ma lui mi vedeva come una burlesche che è qui solo per far eccitare qualcuno, non come una ragazza che impazzisce per lui e che si è trattenuta a stento dall'urlare come una pazza per la gioia. 
Un bacio dato così non vale non ha senso, forse il mio cuore sarebbe impazzito, ma il suo non si sarebbe  accorto di niente.  

-Aaaaaah, non ci credo ce l'hai fatta, l'hai salvata!!!-
 "Questa non sta bene, non l'ho mica trovata in un fossato tra gli alligatori era in camerino" 
- É stato facile- 
Dopo un minuto di festeggiamenti per la borsa di Pepper, mi accorgo che il locale si sta riempiendo e devo cominciare a darmi da fare, prima però devo assolutamente raccontare a Jessica dei Queen e soprattutto di Roger, ho bisogno di qualcuno che mi dica che quello che ho fatto é in parte giusto.  
 -Non ci credo, ce se io fossi stata in te l'avrei baciato senza dire né ma né però- 
"Ma grazie, cioè davvero grazie Jessica" 
-Devo ammettere però che hai ragione riguardo al perché non l'hai baciato, io spero vivamente che dopo lo spettacolo si ripresenti l'occasione di parlargli- 
- Jessica queste cose avvengono solo nei libri, dove tutto è programmato per un finale felice-
 -Avevi detto la stessa cosa prima di entrare in quel camerino-
 Indica la porta e poi va via arrabbiata, non c'è più tempo per parlare, il locale è pieno. Il lato positivo della faccenda è che mi sono completamente tolta dalla testa Pepper.  
 La serata al locale passa velocemente, nessuno cerca di violentarmi o cose del genere, non mi offrono nessun cocktail di droghe e schifezze varie e soprattutto mi trattengo dal cantare insieme a Freddie... É difficile!!!  
 Verso le 2 di notte il locale si è già completamente svuotato, salutiamo Pepper... 
"A mai più rivederci ciotta e porca!!!" ...ed usciamo fuori per respirare aria meno infetta. 
-Allora Clo che programmi hai per domani?-
 -...-
-Clo-
 -...- 
-Terra chiama Clo!-
 -....Aaah cazzo, Jessica guarda sono loro sono i Queen, ti rendi conto i Queeeeen!!!!-
 A pochi metri da noi i miei quattro idoli stanno uscendo dal locale
 -Ma dico ti sei impazzita, li hai già visti- 
-Si ma non ho avuto il tempo di saltare di gioia-
 -Ah capisco, allora muoviti va da loro!!!-
 -Certo vado lì come se niente fosse e poi non vedi che stanno parlando con quel tipo che sembra Jason - 
-Forse perché quel tipo è Jason-
 - Cosaaa?! Mi spieghi che fa qui-
 - È il ragazzo di Pepper-
 -Oh mio Dio non sapevo fosse ceco-
-Clover, non sei carina e poi Pepper e schifosamente ricca e Jason è un poveraccio fai due più due-
 - Quattro, ho capito!-
 -Cloveeeer, Jess che fate lì da sole venite qui!!!-
 Jason è un tipo alto e piuttosto bello è una persona a posto però non capisce le cose al volo. 
-Se Maometto non va dalla montagna...- 
- Maometto evidentemente preferisce il mare, mia cara Jessica- 
Ci avvicinammo ai cinque ragazzi e Jason cominciò subito a parlare a sproposito, come sempre.             -Dovete sapere ragazzi che Clover-  disse indicandomi con un gesto della mano - vi adora, siete la sua band preferita, probabilmente ora si sta trattenendo per non svenire o urlare dalla gioia-
 "Ora lo ammazzo" 
Dopo un po’ esplode in una fragorosa risata e Jessica interviene subito.
- Credo che oggi Jason abbia esagerato con i drink, lo accompagno a chiamare un taxi- 
"Se non ci finisce prima sotto"
 Jessica e Jason si allontanano lasciandomi completamente da sola senza sapere cosa fare o dire. Rimango per un po’ a fissare i due che si allontanano poi mi giro di scatto e vedo di nuovo quei magnifici occhi fissi su di me, ma sta volta non sono una burlesche, stavolta sono Clover, sono me stessa.

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Capitolo 4
*** Quattro chiacchiere e una sigaretta ***


La voce di Brian rompe il silenzio
 -Non ci avevi detto che..ehm...ci adori!-
-Non ne ho avuto il tempo...-
"Ne la voglia, se non fosse stato per quello stupido"
-Io e te abbiamo un conto in sospeso dolcezza, non credere di poter scappare da me-
Ha una voce incredibilmente seducente, ma purtroppo il mio rapporto con gli uomini negli anni è andato sempre peggiorando conosco bene Roger e i suoi modi di fare, non mi fido più degli uomini sono tutti uguali, tutti!
 -Non ho alcuna intenzione di scappare, sono abituata ad avere puttanieri intorno!-
Senza accorgermene credo di aver alzato un po’ troppo la voce, mi porto una mano sulle labbra e arrossisco immediatamente
-Scusa, io non vado d’accordo con..con-
- Tranquilla Clover giusto?- Annuisco stavolta é Freddie che interviene - Roger non ha molto tatto-
 "Oh, ma ne sono certa!!"
 Prende una sigaretta, ne da una a Brian e ne offre una a me.
-Grazie-
 -Potresti darne una anche a me-
-No, Rog a te niente-
-Ehm, io non ho nulla incontrario, ma non voglio respirare il tuo fumo passivo quindi se non ti spiace-
Scoppio a ridere, John è appena uscito da un locale pieno di fumo, alcool e droghe e si lamenta per una sigaretta, che soggetto, lo adoro!!
 -Di semplicemente che vuoi restare solo con Roger-
 Ci allontaniamo prima che John possa rispondere, non me lo vedo propio a fare il ragazzo cattivo.  
 -Allora Clover tu lavori qui?-
 -No, io lavoro sulla statale se ti può interessare-
-Verremo a trovarti dove sei di preciso?-
 -Freddie!-
 -Brian!-
 -Clover!- dico indicandomi.
 Ridiamo per un po’ e sento che la tensione si sta sciogliendo.
 -Comunque se ti interessa tanto sono nei pressi di quella specie di ex negozio-
 -Ho capito, ti prometto che sarò uno dei tuoi prossimi clienti-
 Mi fa l'occhiolino e sorride, capisco che non è capace di essere cattivo, almeno spero.
 -Come mai una ragazza come te é finita a fare la prostituta?- la voce di Brian è decisamente molto dolce
-Ho bisogno di soldi per la casa, gli studi eccetera-
 -E i tuoi non possono darti una mano?-
-Mi hanno sbattuta fuori-
-Perche?!?-
- Lunga storia-
-Per favoreeeee, parlane con il tuo cantante..- inizia Freddie -...e il tuo chitarrista preferiti- conclude Brian
 Sospiro, so che non ce la farò a raccontare tutto, ma posso almeno provarci.
 Ho una voragine nel petto è da molto che non parlo di questo argomentomi metto una mano sul cuore per cercare di colmarla, ma sento che una grande nostalgia mi sta nascendo dentro.
- A vent'anni avevo un ragazzo, dolcissimo, l'avevo conosciuto in facoltà e...l'amavo-
Sono solo all'inizio del racconto, quella sensazione di nostalgia cresce e diventa ansia.
 -I miei lo conoscevano e lo adoravano, sarebbero stati felici se io l'avessi sposato, ma lui..-
Mi stringo le mani sul petto e lo sento ancora vicino a me.
Delle lacrime mi rigano il mio volto e sento il bisogno di gettarmi nelle braccia di qualcuno.
-Quando ero triste...- sospiro - c'erano sempre le sue braccia pronte ad accogliermi e i suoi baci...ma...ma-
L'ansia si trasforma in paura, vera e propria paura che mi consuma ogni volta che ripenso a lui.
Metto le mani sugli occhi per fermare la serie di orribili immagini che mi annebbiano la mente, ma non posso, non riesco a cancellare i ricordi. Sento le sue mani sul mio corpo le sue labbra sulle mie come se fosse accanto a me.
Non lo voglio.
 Rivedo tutti gli uomini con cui sono stata, tutti gli uomini che hanno posato i loro occhi pieni di lussuria e desiderio su di me, li rivedo  e desidero di sparire di poter cancellare tutto, mentre il mio viso è ancora inondato dalle lacrime, tremo, ho paura.
Improvvisamente sento calore intorno a me e quando apro gli occhi accanto a me Freddie mi stringe sul petto e mi accarezza i capelli.
-Calma ci sono io adesso, ora é tutto apposto, calmati Clover-
La sensazione di paura si spegne dentro di me, le emozioni che in pochi attimi mi avevano consumato, spariscono, come se le sue mani avessero un potere magico.
Per la prima volta sento di potermi fidare davvero.
La dolce voce di Brian mi sussurra -Scusaci- e sento le sue labbra contro la mia guancia bagnata dalle lacrime.
 Mi libero dopo un po’ dall'abbraccio di Freddie, mi prende il volto tra le mani, mi asciuga le ultime lacrime e mi da un bacio leggero sulle labbra.
Se ne vanno lasciandomi sola con i miei pensieri
Un bacio...un bacio insignificante paragonato agli altri pieni di passione, ma è propio da quel bacio che capisco tutto, se avesse voluto qualcosa di più da me come tutti gli altri l'avrebbe potuto fare senza problemi, ero abbandonata tra le sue braccia e nulla gli avrebbe impedito di farmi sua, ma non l'ha fatto.
Mi giro verso di loro un'ultima volta e Brian mi fa l'occhiolino prima di entrare in macchina con gli altri .

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Capitolo 5
*** Sorpresa ***


Come ogni notte sono sulla strada ad aspettare che si avvicini un qualche strano tipo e nel frattempo mi distraggo un po’ parlando con Jessica.
-Non ti abituerai mai a stare qui vero?-
 -Ah perchè ci si può abituare?-
-Come va in facoltà?-
-Tutto ok, ho fatto domanda per una borsa di studio che non avrò mai, non ho tutti i requisiti dicono-
 -E quel fatto che dovevi fare in carcere?!-
 -Ah, si, è una specie di tirocinio, ti mandano in carcere o tra i tossici, per parlare capisci è questo che fanno gli assistenti sociali-
 -Ma ti pagano per farlo?!-
 -Si-
-E allora che aspetti-
-Che mi chiamino, è come la borsa di studio, bisogna avere crediti-
 -E tu ne hai!!!-
 -Ma soprattutto ci vuole qualcuno che ti raccomandi-
-Ah già, avrei dovuto intuirlo-
 -Certo come no!-
Scoppio a ridere, Jessica non é il tipo che pensa prima di parlare
 -Ehm...ehm...senti e Freddie non si è più fatto vivo-
É la prima volta che penso al fatto che Freddie mi aveva promesso di venire a trovarmi, ma forse era solo un modo per essere divertente, forse scherzava.
-Ohiiii, ci sei?-
 -Non credo verrà sono già un paio di settimane che non si fa vivo-
Vedo arrivare una macchina che si ferma propio davanti a me e mi preparo per l'ennesimo uomo.
 
Esco dalla macchina e vedo Jessica seduta praticamente distrutta.
 -Jessica qualche problema-
 -No nessuno apparte il maniaco sessuale che mi ha abbordato-
Alza la testa e riesco a vedere le sue labbra gonfie che sanguinano.
-Bastardi!!! Siete tutti dei bastardi..io vi odio, vi odio!-
 -Calmati Clover mi è capitato già altre volte-
Mi siedo accanto a lei, mi calmo dal mio attacco di isteria e sento due mani che mi coprono gli occhi.
-Chi sonoooo?!- Sussulto e porto le mani sul viso.
 -Freddie-
-Esattamente-
Mi giro di scatto e lo vedo in tutto il suo splendore davanti a me.
 -Parli del diavolo..-
-Parlavate di me-
-Si prima che qualche stronzo importunasse Jessica-
 -Clover smettila é il mio lavoro, capita, ora allontanatevi di qui, non è il posto adatto per stare in pace da soli-
-Torno subito-
Ci avviamo verso quel che resta del negozio.
 -Volevo portarmi Roger ma me lo sarei perso per strada quindi meglio di no, lui è...-
Non li do neanche il tempo di finire, in un attimo chiudo le sue labbra con le mie e la mia lingua incontra la sua.
 Per un attimo ho paura che possa allontanarmi e ho la sensazione di aver fatto una cavolata, invece mi prende il viso tra le mani e mi bacia ancora attirandomi sempre più vicino a se. Le nostre lingue si uniscono in una strana danza, gemo nella sua bocca mentre ne esploro ogni angolo.
 Senza accorgermene mi ritrovo con la schiena attaccata al muro del negozio e lui é incollato a me.
 Le sue labbra scivolano sul mio colo baciandolo dolcemente e ad ogni tocco sento un fuoco che brucia nel petto.
Con un gesto mi spinge a cingergli la vita con le gambe e posso sentire sul mio corpo quanto sia eccitato in questo momento, in un secondo mi libera dal peso della maglia, le sue labbra ora sono sul mio petto, desidero che tutto questo non finisca mai.
 Eppure non è così.
 Mi sfiora il seno con una mano e poi quasi gemendo sussurra:
 -No-
Ho ancora le gambe intorno alla sua vita, mi solleva e mi fa sedere accanto a lui.
Riprendo fiato appoggiata sulla sua spalla.
Sembra che il tempo si sia fermato non riesco a capire più nulla, rivedo solo le sue labbra sulle mie.
-Quando mi hai parlato della tua vita e del tuo fidanzato e sei  scoppiata a piangere, ho pensato a quanto fosse crudele quello che ti aveva riservato il destino- respira dolcemente si avvicina a me e mi sposta una ciocca scura dal viso - non sono venuto qui per questo- indica la mia maglia che avevo completamente dimenticato di non avere più e me la porge - non voglio confonderti le idee come un volgarissimo cliente e poi non avrei nulla da darti in cambio-
 É da troppo tempo che aspetto questo momento, non il momento in cui avrei incontrato il mio idolo, ma il momento in cui un uomo avrebbe avuto il coraggio di volermi bene senza necessariamente volere anche il mio corpo in cambio.
Quel "NO" detto contro voglia quasi gemendo, quello era il rifiuto che aspettavo da anni.
È strano nessuna donna vorrebbe essere scaricata, ma per me, che ormai non mi fido più di nessun uomo, per me che credo che dietro ogni parola gentile si nasconda il desiderio di portarti a letto, per me quel "NO" è importante!
-Non credi che aver trovato un uomo vero, mi basti per essere felice?!-
 - Questa é una cazzata che andava fatta!-
Mi da un bacio leggero sulla guancia e sorride.
-Passa dallo studio di registrazione qualche volta sai dov'é immagino?!-
 -Ovvio, mio caro!-
Mi sorride ancora
-Ti accompagno a casa, vieni-  
 Siamo per strada e Freddie non fa che parlare della band e questo mi piace.
 Ad un tratto tra noi cala il silenzio e sento il bisogno di liberarmi di un peso. -David-
 -Cosa?-
-Il mio ragazzo si chiamava...David...- mi mordo le labbra per trattenere le lacrime - lui era dolce...come te, mi amava, almeno così mi ha fatto credere - sento ancora gli occhi inumidirsi, ma non abbastanza per lasciar perdere.
-Clover, se non vuoi..-
-Nei momenti difficili trovavo conforto tra le sue braccia e sulle sue labbra, ero sicura che non volesse solo il mio corpo perchè...- stringo i pugni - non l'avevamo mai fatto –
Freddie mi guarda, siamo arrivati davanti al portone di casa mia, prendo le chiavi ed apro la porta - mi amava - prima di chiudere shiocco un bacio selle sue morbide labbra e sussurro
- era solo una trappola..-
 Chiudo la porta alle mie spalle e mi ci siedo vicino tormentata da mille emozioni.
 Rivedo quei occhi grigi, così incredibilmente seducenti, ma che ora mi terrorizzano
 Le sue dolci labbra sottili.
Il suo sorriso perfetto che si trasforma in un ghigno malvagio nei miei incubi.
 Mi abbandono ai piedi della porta e non mi accorgo che sto piangendo, ho paura, ma allo stesso tempo sono arrabbiata.
Tra i singhiozzi ripeto tra me e me: - era una trappola - lo dico ancora più forte con tutta la rabbia e la paura che mi tormentano da anni.  
- era una trappola!!!-
Mi sdraio sul pavimento gelido e continuo a piangere desiderando di non aver mai lasciato Freddie, per poter ritrovarmi tra le sue braccia come la prima volta, ma lui non è qui ora e non sarà sempre qui per proteggermi.
Mi addormento ai piedi della porta con le lacrima agli occhi e l'ultima cosa che ricordo è un sussurro: "Grazie”

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Capitolo 6
*** Sogni e...incubi ***


Mi sveglio la mattina presto per via della sveglia.
Sono ancora decisamente a pezzi, ma devo alzarmi perché ho lezione in facoltà.
  Il giorno dopo torno come nuova e sono anche contenta perché ho passato l'esame a cui mi stavo preparando da settimane.
 "30 e lode..grazie, grazie, sono troppo brava!!!"
Passo circa una decina di giorni tra esami, studio e lavoro…si lavoro.
 Dopo questi giorni per riprendermi decido di andare a trovare Freddie e gli altri dato che è stato lui a invitarmi.
Mi trovo davanti allo studio di registrazione e sono emozionatissima.
Salgo al primo piano dove intravedo subito Roger intento a fumare.
 -Ciao Roger-
 -Clover, ti stavamo aspettando, vieni, coraggio seguimi-
Mi prende per mano e mi conduce dagli altri.
 -Clover, pensavo ti fossi dimenticata di noi-
-Oh, non lo farei mai John-
Non è passato un anno.
Ad ogni modo dopo i vari saluti ho il piacere di assistere dal vivo ad una loto esibizione.
Brian tenta di spiegarmi come funzionano tutte quelle macchine che servono per modificare il suono, ma non ha molto successo sono una frana.
Mentre Freddie mi convince a provare a cantare.
 -Forse è meglio se ti dai all'ippica-
-John!!!!-
Si mettono tutti a ridere, tranne me, John ha un lato oscuro che non immaginavo neanche, per non parlare della sua riserva di alcolici di cui non ero neanche a conoscenza.
 -Okkey, facciamo una pausa riprendiamo tra un pò-
 Scendiamo a prendere qualcosa al bar, solo Roger rimane in sala.
Ad un tratto mi accorgo di aver lasciato il telefono e corro su a riprenderlo.
Appena entro sento Roger che suona e mi appoggio allo stipite della porta per poterlo osservare e ascoltare, quando si accorge che sono lì smette subito di suonare e mi guarda.
-Continua, io adoro sentirti suonare-
Si alza come se non mi avesse sentito e mi viene vicino.
 "E che palle, mo che vuole!?"
-Scusami se ti ho trattato come una puttana-
 -Io sono una puttana-
-Si, ma non quel genere cioè non sei una ragazza facile, te lo leggo negli occhi-
Scoppio a ridere, e noto che Roger mi guarda sorridendo.
 -Perchè ridi era una frase poetica-
 -No, è la più grande stronzata che io abbia mai sentito-
Appena mi calmo dal mio attacco isterico trovo il coraggio per avvicinarmi di più a lui ed abbracciarlo. Non mi rendo conto che ho gli occhi lucidi, sono troppo felice perché in questo momento, io sono me stessa!
-Io penso che dovremmo raggiungere gli altri-
Mi prende la mano e mi porta con se.
 Passiamo ancora un paio d'ore a registrare, cioè, loro registrano e io guardo con un sorriso ebete sulla faccia.
-Per oggi basta ci vediamo domani, ragazzi-
 Prima di lasciare lo studio restiamo un po’ a parlare fino a quando Freddie non esce fuori sulla veranda a fumare.
 D'istinto prendo anch'io una sigaretta e prima di seguirlo mi rivolgo agli altri sorridendo.
-Voi non venite?!-
Brian mi risponde immediatamente
-No, grazie, noi stiamo apposto così-
-Ma veramente io...-
-Stiamo apposto così!!!- ripete di nuovo alzando leggermente il tono della voce e guardando Roger con un'aria di rimprovero
 -Ah, si noi siamo appostissimo, ha ragione Brian, perché noi non siamo dei tossici, lo pensi anche tu John?!-
Nessuna risposta
-John a questo punto dovresti dire "Si senz'altro"-
 Ancora nessuna risposta
-John!!!-
-Dove si è cacciato quell'altro, tu vai da Freddie noi lo cerchiamo-
-Ehm potrei aiutar..-
-Sparisci, vattene, smamma!!!!-  
 Mi allontano e raggiungo Freddie.
-John si è perso-
-Ahahah, di nuovo-
-Perchè é già successo?-
-Certo-
 Ci mettiamo a ridere entrambi
-Non mi divertivo così da quando...da quando...-
 Il mio sguardo si fa cupo e smetto di ridere all'istante.
 -...da quando il tuo così detto ragazzo ti ha violentata-
 Mi giro di scatto e mi perdo nei suoi occhi, sono troppo sconvolta dalle sue parole per pensare a quanto siano belli in questo momento.
-Come fai a saperlo?-
 -Non lo so, tu mi hai detto che la dolcezza del tuo fidanzato era solo una trappola e ho pensato quasi subito a questo-
 -Bugiardo!!!-
 -Hai ragione è stata di Roger l'idea-
 -Ne hai parlato con Roger-
-No- si morde le labbra e sorride -ne ho parlato con tutti-
 -Freddie!!!-
-Loro hanno insistito-
Non rispondo più guardo la strada con lo sguardo perso e sospiro è il momento di guardare in faccia la realtà
-Roger ha indovinato-
 -Mi dispiace Clover-
-Era da un po’ che voleva andare oltre i soliti baci e io dicevo sempre che non ero ancora pronta- mi fermo per riprendere fiato, Freddie ha ancora gli occhi fissi su di me - poi un giorno che i miei non c'erano mi ha accompagnato a casa ed io gli ho detto di salire - è strano non sento il bisogno di mettermi a piangere come sempre, forse la presenza di Freddie mi da sicurezza - siamo andati in camera mia e in un battito di ciglia mi sono ritrovata inchiodata al muro dalle sue braccia, ha cominciato a baciarmi poi mi ha completamente stappato via i vestiti e nel giro di poco non ero più vergine-
 -Ti ha fatto molto male?!-
 -Si-
-Non capisco questo che centri con i tuoi che ti hanno sbattuta fuori-
-Quando ha finito di usarmi, mi ha lasciata svenuta in camera sul pavimento gelido, io da sola con tutto il disastro che aveva combinato- rivedo nitide le immagini di quel momento come in un film - poi è andato via ed ha aspettato che tornassero i miei, mi hanno trovata lì in quel disastro e dev'essere stato facile capire cos'era successo, mi aspettavo che capissero invece..-  Freddie mi passa un braccio intorno alle spalle e questo gesto mi da la forza di continuare - poco dopo dell'arrivo dei miei genitori e tornato anche David che ha fatto finta di scandalizzarsi mi ha detto:
"Come hai potuto io ti amavo" e altre stronzate così, ma i miei ci credettero-
 Poggio la testa sul suo petto e le sue mani mi accarezzano di nuovo i capelli come la prima volta.
 -Figlio di puttana-
All'entrata della veranda ci sono Brian, John e Roger che mi osservano
-Ragazzi che ci fate qui-
Fantastico ora ho detto a tutti il mio più grande segreto.
-Non abbiamo potuto fare a meno di sentire, scusa-
Mi sembra quasi che Brian abbia gli occhi lucidi, che dolce!
 Anche se ora tutti sanno il mio segreto mi sento comunque bene, ho un peso in meno.
-Visto abbiamo trovato John, ma è meglio se non ti dico dov'era-
-Perchè dov'era?!-
-Era solo sceso per prendersi dell'acqua, però volevo fare un po’ di scena-
"Che genio"
 Ridiamo e io dimentico completamente David.  
Sento squillare i mio telefono in lontananza e lo raggiungo appena in tempo perché qualcuno mi sta chiamando.
 É un numero che non conosco sarà sicuramente Jessica che mi chiama dal cellulare di una delle sue tante amiche.
Rispondo e la voce che sento dall'altra parte mi fa gelare il sangue nelle vene.
 -Ciao bambolina, è da un po’ che non ci sentiamo eh!!-
Non rispondo.
 Rimango paralizzata e lascio cadere il telefono dalle mani.
La mia vista si offusca e mi gira la testa
Sento delle voci che mi parlano, ma non riesco a capire che dicono
-Clover...clover...-  
Non rispondo non riesco più neanche ad aprire la bocca, mi sento catapultata in uno dei miei incubi, intorno a me vedo una voragine di immagini confuse, delle voci, dei sussurri, credo che qualcuno mi stia chiamando, ma non posso rispondere, non ci riesco.
Sono in uno dei miei incubi i suoi occhi grigi mi seguono e il suo ghigno mi si para davanti ovunque vada, la sua voce è ancora nelle mie orecchie.
-Ciao bambolina-
Tento di chiudere gli occhi perché davanti a me vedo come se tutto fosse ricoperto di nebbia, e sento ancora la sua voce.
-Ciao bambolina-
Mi porto le mani sulle orecchie.
-Non puoi scappare da me bambolina-
-Vattene-
-No fare la cattiva bambolina-
-Vattene-
Apro gli occhi sperando che tutto finisca come succede negli incubi, invece davanti a me mi ritrovo il suo sguardo il suo sorriso, il suo orribile sorriso.
-Ciao bambolina-
Perdo l'equilibrio mi gira la testa e in un attimo mi ritrovo stesa a terra e poi più niente.

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Capitolo 7
*** Mi manchi ***


Sbatto le palpebre e intorno a me riesco a distinguere delle figure.
Freddie,  Brian, John, manca Roger.
Mi accorgo solo ora che sono sdraiata tra le sue braccia.
Sento le loro voci, ma non riesco ancora a parlare, rimango ad ascoltare poi di nuovo il buio mi assale.   Per l'ennesima volta apparentemente mi sveglio, ma rimango cosciente solo il tempo di vedere Jessica che mi tiene per mano e sento ancora il calore delle braccia del batterista intorno a me.
 -Per favore Clover svegliati, mi manchi-
Accompagnati da un sussurro i miei occhi si aprono.
 Mi aspetto di vedere Freddie invece accanto a me ci sono due occhi azzurri che mi osservano. --Ro...Roger...cosa?-
Non mi da il tempo di parlare e mi abbraccia, rimango immobile per un po’, poi mi rilasso nel calore delle sue braccia.
 -Gli altri dove sono?-
 -A casa, sei rimasta incosciente per un giorno intero-
-Tu sei rimasto sempre con me perché?-
 Se è rimasto forse ci tiene a me, mi aspetto che dica ciò che desidero sentire invece no.
 -Qualcuno doveva restare-
"Menti!!"
-Freddi, lui avrebbe voluto restare con me-
Rimane per un po’ in silenzio e aspetto con ansia che dica qualcosa di vero, mi illudo che possa vedere in me qualcosa di più, e invece per l'ennesima volta mi sbaglio.
Cambia discorso, non risponde.
-Chi ti ha chiamato prima che svenissi?-
 -Svenissi si può dire?-
Non risponde.
Rimane in silenzio a guardarmi sembra che sia più preoccupato di me, allora perché è così ostile nei miei confronti.
-David-
Stringe i pugni e mi porge un bicchiere di cognac vorrei dire che preferisco l'acqua, ma immagino che non risponderebbe.
-Devi smettere di fare la puttana-
-Ah si, e chi mi pagherà la casa e il resto tu?-
 -Quel bastardo ti violenterà di nuovo-
 -Non è detto-
-Cosa non è detto!!! L'ha fatto due anni fa niente gli impedirà di farlo di nuovo...niente!!!- Evidentemente non si è accorto di aver alzato e anche troppo il tono della voce.
 -Non hai detto tutto a Freddie-
 Non parlo non ho il coraggio di farlo
-Ha dimenticato di dire che quel bastardo ti é venuto dietro per mesi prima di sparire e tu non hai potuto fare niente, ti ha usata e ora tu mi vieni a dire "non è detto" –
Mi si avvicina.
 -No, non è detto che sia tornato per finire il suo sporco lavoro di puttaniere, è la verità Clo, ho ragione?-
 Non rispondo, tengo la testa bassa, non capisco come abbia fatto a capire tutto, non ho il coraggio di incontrare i suoi occhi.
 -Ho ragione?!-
 -Si, cazzo, si-
A questo punto anche io alzo di molto la voce.
 -Ho sempre vissuto con il terrore che potesse tornare, era partito con i suoi e ora è tornato-
Mi perdo nel suo sguardo e vorrei che mi abbracciasse come prima, ma non lo fa mi guarda negli occhi fino a quando dalla porta non vedo entrare Jessica insieme ai ragazzi.
Mi si gettano al colo e io faccio appena in tempo a vedere Roger uscire chiudendo la porta dietro di sé. "Dove vai?!"
-Clover ci hai fatto spaventare cos'è successo?-
 -David è tornato-
Con un po’ di fatica racconto a tutti come stanno le cose senza tralasciare niente riguardo a David. Jessica era l'unica a saperlo già, insieme a Roger.
 Passo un po’ di tempo con loro, cercano tutti di consolarmi, mi dicono che mi staranno vicini, stranamente i miei pensieri ora sono altrove.
"Perchè si è arrabbiato con me?"
"Forse ci tiene a me?"
 "Ma allora perché non me lo dice"
 "Mi ha detto -mi manchi- lo so per certo, ma perché non capisco!!"
-Clover, clover!!-
 -Ehm..si Freddie-
 -Ti accompagno a casa!-
 -Posso andare da sola con Jessica-
-Non hai capito bella, tu vai con Freddie non era una proposta, e non ti azzardare a protestare-
 -Ok Jess-
Brian sorride e osserva la mia amica, c’è intesa tra i due.
Freddie mi prende per mano e m porta con sé, sento il bisogno di sfogarmi con qualcuno che di sicuro può capirmi.
-Fred-
-Si?-
Gli racconto di Roger e gli parlo dei miei dubbi, di quel "mi manchi" e di tutto il resto.
 -Rog è abituato a battere le mani per avere una schiera di ragazze tutte per lui, tu non sei così, Roger non ti piace-
-Ma io...-
-Ti capisco è solo un marmocchio-
 -No io...-
-Un puttaniere-
 -Ma Freddie io..-
-Non ti piace, punto e basta!-
-Non è vero!!!-
Rimaniamo in silenzio per un po’, poi lui mi guarda.
-Era quello che volevo sentire-
-Stronzo!!-
-Grazie, Roger è arrabbiato perché tu sei il contrario del suo tipo di ragazza, hai avuto il coraggio di respingerlo, ma apparte tutto lui prova qualcosa per te e non lo accetta, come stai facendo tu, ora!-
 -Non capisco che centro io-
 -Non ti fidi più di nessun uomo vero?-
 -Di te mi fido-
 -Ti capisco-
 Arriviamo davanti casa. Appena saluto Freddie e chiudo la porta improvvisamente mi sento in pericolo e vorrei che non se ne fosse mai andato.
É mattina, ho passato la notte affacciata alla finestra per paura che lui arrivasse a prendermi, sono stanca, ma devo lo stesso andare in facoltà. Percorro quei pochi metri correndo e arrivo sfinita. Alla fine delle lezioni torno a casa più tranquilla, mi sono distratta un po’.
Commetto un grave errore, per tornare a casa prendo una scorciatoia.
Mentre cammino a passo veloce una voce mi blocca.
 -Dove vai, bambolina?-

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Capitolo 8
*** L'ha già fatto... ***


L'ha già fatto
Prima che possa correre via due braccia mi inchiodano al muro, nella fottuta scorciatoia casualmente non passa nessuno.
Rivedo dopo due anni davanti a me i suoi occhi grigi, ma questi non sono gli occhi di cui mi sono innamorata questi occhi sono diversi.
-David-
-Clover, è da un po’ che non ti vedo, sei sempre bellissima-
 Cerco di non guardarlo il suo sorriso mi intimorisce, ma lui mi sposta il viso con due dita e mi costringe a guardarlo negli occhi.
-Sei mia!-
Le sue labbra si chiudono intorno alle mie prima che possa parlare.
Mi morde le labbra e mi bacia violentemente, capisco quanto mi manca il David dolce che credevo di conoscere.
Con una mano mi attira a se e con l'altra mi tira i capelli, porto la testa all'indietro e lui comincia a baciarmi il collo.
Mi spinge contro il muro con il suo corpo, capisco che non può arrivargli molto sangue al cervello perché è occupato da altre parti, non posso muovermi.
 Ho ancora la testa piegata all'indietro e sento la sua lingua premuta su mio collo e i suoi denti che si stringono intorno alle mie labbra, vorrei gridare se solo me lo permettesse, ogni volta che apro la bocca anche solo per gemere sento di nuovo le sue labbra che si chiudono intorno alle mie.
 Fa scivolare le mani sotto la mia maglia e le stringe intorno al mio seno, gemo e di nuovo la sua bocca e sulla mia.
 -Sei soltanto una puttana, la mia puttana-
 Queste ultime parole fanno scattare una scintilla dentro di me, sono stanca di essere una puttana, adesso mi sono stancata di tutto.
 Mi rendo conto che prima mi teneva premuta contro il muro con le gambe, ma adesso si è lasciato andare e le ha completamente avvolte intorno alle mie, la sua lingua si posa un'ultima volta sul mio collo, faccio appena in tempo a dargli un calcio prima che ricominci a baciarmi.
 Lo guardo cadere a terra imprecando e scappo via verso casa.
 -Non credere di poter scappare puttana-
  Arrivo a casa sconvolta, sento ancora le sue labbra sulle mie, lascio cadere la borsa sul pavimento e vado a farmi una doccia.
 Mi lascio massaggiare dall'acqua calda e penso.
Sono contenta di aver reagito, di essermi liberata di David, ma lui è ancora lì da qualche parte e presto verrà a cercarmi.
Sono confusa dal comportamento di Roger, forse Freddie ha ragione, lui prova qualcosa per me e io?...Non lo so...
Esco dalla doccia e rimango a studiare per un bel po’ esco di casa solo la sera e mi rifugio in un bar per bere qualcosa.
 Appena entro vedo Roger appoggiato al bancone con un drink in mano.
 "Ma tu guarda chi c'è"
 -Roger che fai? –
-Bevo un drink, tu piuttosto esci di casa così, quel tipo potrebbe trovarti-
 Si porta il bicchiere alla bocca e beve un sorso.
 "Perchè sei così bello?!"
-L'ha già fatto!-
A momenti gli va di traverso il drink.
Poggia il drink sul bancone e mi trascina sul retro del locale.
 -Che cazzo vuol dire l'ha già fatto!!!-
 -Mi ha seguito-
-Ti a violentato di nuovo, è colpa tua che te ne vai in giro così-
-Non mi ha fatto niente di grave, sono riuscita a liberarmi-
-Come?-
-Con un calcio in mezzo alle gambe se propio vuoi saperlo-
 -Ma brava così adesso vorrà vendicarsi-
-Allora sei stupido, avrei dovuto lasciarmi fare tutto ciò che voleva?-
-Ora tu mi spieghi tutto-
-No sei tu che mi devi spiegare perché ti comporti così, cosa ti ho fatto?-
Alzo la voce dato che è l'unico modo per farmi sentire davvero.
-Che cosa stai farneticando-
-Guardati, non fai altro che urlare e dirmi cosa devo fare perché?-
 -Perchè...perché si-
 -Questa non è una risposta-
Mi tremano le mani per la rabbia sono stanca del suo comportamento, prima che possa parlare di nuovo li do uno schiaffo in pieno viso e vado via.
-Clover-
Non ho intenzione di girarmi, l'ha meritato.
Chiamo Jessica e le chiedo se posso andare a casa sua.
 -Clover cos'hai?-
Le racconto di Roger e di David.
 -Sei una stupida!-
-Ora ti ci metti anche tu?-
 -Se lui fa così è perché ci tiene a te apri gli occhi se non te lo dice forse è troppo orgoglioso per ammettere a se stesso che ama una ragazza che l'ha rifiutato, ecco tutto!-
Rimango in silenzio a riflettere.
 -Non è vero quello fa così perché gli uomini sono tutti stronzi-
-Non puoi credere che tutti gli uomini siano come David, svegliati Clover se vuoi cambiare le cose e fermare David devi cambiare prima tu-
-Ti sbagli!-
-No ho ragione!-
-Adesso basta neanche tu mi sei d'aiuto pensavo di poter contare su di te-
-Sono sempre stata sincera con te per questo sono tua amica, se vuoi che ti racconti stronzate basta dirlo-
 -Non mi posso fidarmi degli uomini-
 -Allora va bene fa come vuoi, tutti gli uomini sono stupidi e Roger fa così con te perchè vuole portarti a letto come tutti gli altri! É questo che vuoi sentire? Però mi sembra che Roger potrebbe portarti a letto comunque per 200 sterline e Freddie invece non è stato lui a dirti di NO, mi sembra che anche lui sia un uomo, sveglia Clover non puoi...-
-Basta, basta ne ho abbastanza di queste stupide storie tu non sai quello che ho passato io-
-Credi di essere l'unica ad aver sofferto Clover-
 Non rispondo, sono troppo nervosa per pronunciare una frase di senso compiuto.
-Bhè ti sbagli!!!-
Mi alzo in piedi ed esco sbattendo la porta senza neanche salutare.
Sento Jessica che mi chiama, ma non voglio tornare indietro.
Arrivo davanti casa e in un attimo arriva la certezza che quello che penso sugli uomini sia vero dalla A alla Z.
Davanti all'uscio di casa mia vedo Roger e incollata alle sue labbra c'è una ragazza...anzi no una troia.
Appena mi vede si stacca da lei.
- Posso spiegare Clover…-

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Capitolo 9
*** Salvami! ***


-Clover scusa io ora ti spiego tutto io...-
 -Non devi spiegarmi propio niente-
 -Invece si, lei non è nessuno io..-
-Scusa cosa stai dicendo Roger, tra noi non c'è niente tu sei libero di fare quello che vuoi-
-Si ma lei mi si è buttata addosso io non volevo-
 -Ma lo sai quanto cazzo me ne frega a me...io non sono la tua ragazza...non mi devi spiegare niente, ormai lo sanno tutti che sei solo un puttaniere-
 -Ma tu...tu sei...-
-Una stupida perché mi sono illusa che tu potessi provare qualcosa per me-
Lo allontano con un braccio e me ne vado via correndo.
-Clover aspettami, Clover!!!-
Sto per attraversare la strada quando un'auto si accosta vicino a me.
Lo sportello del passeggero si apre e una mano mi trascina dentro, mi giro e rivedo Roger con la consapevolezza che sarà l'ultima volta che incontro il suo sguardo.
Accanto a me c'è David che non dice neanche una parola per tutto il viaggio.
Quando arriviamo scende dalla macchina e mi trascina in una casa.
Spero con tutto il cuore che Roger e gli altri vengano a cercarmi, ma nel frattempo chissà cosa mi succederà.
 David stringe una mano intorno al mio polso e mi porta in una stanza con un letto.
-Adesso nessuno potrà impedirmi di fare quello che voglio bambolina-
 -David per favore...-
Le sue labbra premono contro le mie mentre mi spinge contro il letto.
Mi fa sdraiare e mentre mi bacia cerca di spogliarmi, inizia a sbottonarmi i pantaloni, ma le mani gli tremano e alla fine ci rinuncia, mi strappa letteralmente i vestiti di dosso.
-Spero che tu non sia molto affezionata a questi-
 -Veramente lo sono-
-Non farai tanto la spiritosa tra un pò-
 Sento le sue labbra sul mio corpo che mi baciano, mente fa scivolare le mani in mezzo alle gambe. Prima che possa rendermene conto infila due dita dentro di me con violenza come sempre e io gemo.
-Non sei cambiata per niente-
Devo resistere non posso cedere ancora, vorrei gridare, ma ogni volta che ci provo le sue labbra si stringono intorno alle mie.
Muove le dita con violenza dentro di me e io inarco la schiena, ma non mi muovo, il mio corpo si irrigidisce sempre di più.
 -Cosa c'è Clover ti sei dimenticata come si fa?!-
 Mi da una botta sul fianco con la mano che non è occupata a tormentarmi.
Mi accorgo dopo un po’ che non ha più le dita dentro di me.
 Tiro un sospiro di sollievo.
-Non credere che sia finita qui-
Quelli che prima erano bacio ora sono morsi e sento i suoi denti che si stringono intorno al mio seno, gemo e lui ride.
Poco dopo è di nuovo dentro di me, ma stavolta non con le dita.
 Stringo i pugni intorno alle lenzuola, fa male, come al solito è violento e si muove velocemente dentro di me.
Ho paura come la prima volta, ma devo reagire.
Sento un'altra botta sul fianco.
 -Muoviti puttana!!-
 Gemo e sospiro sperando che tutta quella sofferenza finisca presto.
 Inarco la schiena e vengo mentre lui continua a muoversi dentro di me fino a quando non viene anche lui e si appoggia su di me ansimando.
Vorrei togliermelo di dosso, ma non ho più forza, mi da un bacio sulle labbra e come per magia una coltre nera mia avvolge e svengo.
 
Vedo Roger che corre.
-Clover!!!-
Insegue la macchina di David.
-Clover io ti salverò-
 Prende il telefono e chiama qualcuno.
-Freddie!!-
"Freddie"
-Ha preso Clover l'ha portata via!-
-...-
-É tutta colpa mia sono stato io...-
 -...-
 "Roger no, non è colpa tua, Roger mi senti Roger?”
 Sono propio vicino a lui, ma non mi sente.
 Comincia a piangere e vorrei tanto consolarlo, ma appena lo tocco svanisco come polvere al vento.
 -Io la amo Freddie, io la amo e l'ha lasciata andare via è solo colpa mia!-
 "Oh Roger"
 Lo vedo di nuovo correre va verso un edificio e si ferma davanti alla porta.
 -Fatti vedere bastardo!!!-
Vedo David che prende una pistola da un armadio, ho già visto quell'armadio, ma dove?
Qui!
Si trova all'ingresso!
-Eccomi stronzo!-
 -Lascia stare Clover-
-E chi mi costringerà tu? Con quale esercito?-
Roger non risponde nei suoi occhi c'è paura.
 -Non c'è spazio per tutti e due e purtroppo tu sei arrivato al capolinea...-
 "Roger vattene, scappa Roger, scappa!!!"
 Inutile, non riesce a sentirmi.
-Hai perso!-
"Roger noooo!!!"
 Sento uno sparo, e apro gli occhi. Sono tutta sudata, ho i polsi e le caviglie legati, sono seduta su una sedia e non posso muovermi. Sento due mani che mi toccano le spalle.
David mi sfiora il viso con le labbra.
 Era solo un incubo.
 -Chi è questo Roger, bambolina??-

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Capitolo 10
*** Solo un'indizio ***


-Chi è questo Roger, bambolina??-
-É il tuo ragazzo?-
-No è un amico-
-Un cliente?-
 -No un amico e basta-
 -Non ti scaldare piccola-
 -Non sono mica tutti stupratori come te!-
Ci è voluto un rapimento per capirlo.
-Guarda che io non lo faccio per mestiere-
 -Ah no, allora in questi due anni non hai fatto niente, non credo!-
-Certo che ho fatto sesso, ma le ragazze erano tutte consenzienti al contrario tuo-
 -Consenzienti!? Hai trovato il tempo di studiare tra uno stupro e l'altro!-
-Ti ho detto che io non ho fatto niente del genere-
Mi molla uno schiaffo e io non so più come rispondere.
 Sono ancora bloccata su quella maledetta sedia.
Si avvicina a me e comincia a baciarmi, io sono legata e non posso fare niente per allontanarlo.
 Mi accarezza il viso e sembra quasi più dolce.
Si stacca da me e si allontana.
 -Credo che tu abbia già visto abbastanza di questo posto-
Prende un nastro di velluto e mi copre gli occhi.
 -Dormi piccola tornerò quando avrò voglia di assaggiarti di nuovo-
 Lo sento ridere e uscire dalla stanza.
 Vorrei rimanere vigile, ma sono troppo stanca e mi addormento.
 
Vedo di nuovo Roger che si ferma davanti a questo edificio.
Stavolta però io sono in questa camera, sono libera, slegata e osservo la scena dall'alto. Sento di nuovo i loro discorsi.
-Lascia stare Clover-
 Osservo la scena senza muovermi.
 "Perché non vado a salvarlo?"
 "Perché resto ferma"
 "Perché non esco, la porta è aperta?"
 -Non c'è spazio per tutti e due...-
"Roger va via"
 "Perché non lo aiuto perché sto ferma???"
 "Roger scappa"
-Hai perso!-
 Di nuovo sento lo sparo e mi sveglio.
Sento il nastro scivolare via e rivedo David davanti a me.
Mi slega e mi attira a sé.
 -Vediamo se riesco a farti dimenticare questo Roger-
Comincia di nuovo a baciarmi.
"No, ancora, no"
 
   -Roger calmati non piangere la troveremo!!-
-Come Freddie come?!-
 -Quando hai perso di vista la macchina?-
 -Ah un bivio non so se ha girato a destra o a sinistra-
-I negozi sono pieni di telecamere se chiediamo di vedere la registrazione possiamo vedere da che parte è andato-
 -Tu sei un genio Brian-
 ........
 -Proviamo qui-
 -Ci scusi signora avremmo bisogno di sapere se lei per caso ha delle telecamere di sicurezza che riprendono la strada qui fuori-
 -Certo che ne ho-
-Potrebbe farci controllare una cosa la prego è importante-
-Veramente io...-
 -La prego signora abbiamo bisogno di quella registrazione-
-Seguitemi-
 ........
 -Eccolo,  eccolo è lui, ora sappiamo che ha girato a destra-
-Grazie signora-
 -Jessica ti vuoi muovere-
 -Le hai viste quelle scarpe che belle-
-Jessica!!!-
-Arrivo, arrivo-  
 
 
Sono sdraiata completamente nuda sul letto e David è sopra di me.
 Sono stata fortunata perché non sono svenuta nonostante non abbia fatto meno male del solito. Sento il respiro di David che dorme e resisto per non buttarlo via con un calcio.
 Devo cercar un modo per avvertire gli altri.
Allungo la mano verso i suoi jeans e prendo il suo cellulare.
Cerco di ricordare una qualsiasi cosa che possa aiutare Jessica a ritrovarmi.
Mi ricordo di un bar.
"Troppo generico"
Una piazza
 "Ancora generico"
 I negozi
"Non va bene"
 La posta
"Certo, sono concentrate tutte nella city non ce ne sono per niente in periferia e poi Rog mi ha seguito per un bel po’ saprà in che zona sono"
Mando il messaggio a Jessica.
SONO DI FRONTE ALLE POSTE IN PERIFERIA! AIUTAMI!!!
Mando il massaggio e lo cancello subito per evitare che David sappia il numero di Jessica
 Riesco a salvare lei, ma non c'è nessuno per il momento che salverà me.
 -Che cazzo hai fatto?-
David si è svegliato e ora sembra davvero arrabbiato.
Mi prende i polsi e me li lega ai due capi del letto e fa la stessa cosa con le caviglie, sono bloccata e tremo.
 Mi arrivano due schiaffi che mi fanno girare la testa.
 -Adesso ti faccio vedere io-
-David per favore no!-
-Sta zitta, potevi pensarci prima!-
-David no!-
Le sue labbra si chiudono sulle mie e lui è di nuovo dentro di me. "Aiutami Roger..."

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Capitolo 11
*** Sogni rivelatori ***


Più violento che mai si muove velocemente dentro di me, questa volta mi fa gemere e gridare, non è un buon segno.
Ogni volta che aprivo la bocca c'erano sempre le sue labbra a chiuderla ora invece, non fa niente.
Le sue unghie mi graffiano la pelle e le sue labbra si posano ovunque su di me.
Tremo ad ogni suo tocco.
 Seguo i suoi movimenti, ma lui è troppo veloce.
Chiudo gli occhi e sento le sue labbra premure sul mio collo.
Le sue mani si stringono intorno al mio seno mentre continua a baciarmi e a mordermi le labbra.
 Sento il sapore del sangue in bocca.
Sono travolta da fitte di dolore, lui è ancora dentro di me.
 Vorrei allontanarlo, ma non posso ho le mani legate.
L'istinto mi dice di chiudere le gambe ma non posso perché anche le mie caviglie sono legate.
 Cerco di liberarmi, ma so benissimo che questo lo farà solo eccitare di più
Poi ad un tratto quando sto per venire lui esce dal mio corpo e un brivido mi travolge.
 Non riesco a capire non ne ho il tempo perché dopo un secondo lui è di nuovo dentro di me.
Come prima continua a tormentarmi con le sua labbra, le sue dita sottili, mi morde, mi stringe, mi uccide.
Sul suo volto è disegnata un espressione malvagia, non vuole altro che vendicarsi.
Geme.
 Poi come la prima volta mi sento travolgere da un brivido. Non è più dentro di me.
Ansimo.
 -No-
-No? Mi dispiace non puoi tornare indietro piccola-
Non ho più fiato.
Ancora, ancora e ancora ripete la stessa cosa per più volte.
 Un attimo prima si muove dentro di me, mi bacia, mi tocca e un attimo dopo mi priva di tutto e non riesco a venire continua così fino a quando le forze non mi abbandonano del tutto esce un'ultima volta e vengo travolta dall'ennesimo brivido.
 -Basta!-
 É l'ultima cosa che dico prima di svenire
 
 -Sta tranquilla Jessica la troveremo-
 -Grazie dell' appoggio Brian, oh santo cielo Clover!-
-Dove?-
-Da nessuna parte, mi ha mandato un messaggio dice che si trova in periferia alle poste!-
-Ho capito dov'è vado a cercarla voi aspettate qui! TAXII!-
-Roger dove vai torna qui Roger!!-
-Non ci credo è andato via senza di noi-
-Credo di aver capito che poste intende, aspettiamo il prossimo taxi e seguiamo Roger-
 
 
Vedo di nuovo Roger che corre verso l'edificio ancora una volta quell'incubo mi tormenta.
Stavolta però è diverso.
 Le mani che stringono la pistola non sono quelle di David, sono le mie, le stesse mani che ora sanguinano, impugnano la pistola che di lì a poco ucciderà Roger.
Vedo David che esce dall'edificio e lo sento parlare come al solito.
Stavolta io non urlo a Roger di scappare sto zitta, immobile come se non mi importasse.
-Eccomi stronzo!-
"Perchè non mi muovo??"
-Lascia stare Clover-
"Perchè non corro a salvarlo?"
-E chi mi costringerà? Tu con quale esercito?-
 "Io morirei per lui perchè sono ferma qui perchè?"
 Sento delle lacrime solcarmi il viso.
-Non c'è spazio per tutti e due e purtroppo tu sei arrivato al capolinea...-
 "Oh Roger non mi lasciare...io...io ti amo”
 -Hai perso-
Sento di nuovo uno sparo.
Mi sveglio.
Sono stesa sul letto, ma non sono legata.
Riesco ad sedermi.
Ho i polsi, le caviglie e le labbra che sanguinano.
 Rimango sdraiata ancora un po’, sono sfinita.
 Poi mi alzo e mi guardo intorno.
 "Non può essere avevo io in mano la pistola, perché ho sentito quello sparo"
Sono confusa e anche molto stanca, ma devo agire non posso lasciare quella pistola nelle mani di David devo prenderla, adesso!
Scendo dal letto, mi copro con quello che resta dei miei vestiti e mi avvicino alla porta.
Abbasso piano la maniglia ed esco.
"Non ci credo che ha lasciato la porta aperta"
Devo arrivare all'ingresso, nell'armadio vicino la porta c'è una pila di camicie e subito sotto c'è la pistola.
Scendo piano le scale cercando di non farmi sentire.
 Non lo vedo da nessuna parte eppure deve essere qui.
Arrivo al piano di sotto e sento dei passi.
Se entra nella stanza e vede che non ci sono, è la fine.
Sento i passi molto vicini.
"Cazzo sta venendo qua"
Entro in una stanza a caso sperando che non vi entri.
Mi ritrovo in una stanza che ha tutta l'aria di essere uno studio.
Ci sono tantissimi libri e una scrivania dove sono poggiati i suoi appunti, mi sono completamente dimenticata che ha solo un anno più di me e che va ancora all'università.
C'è una penna senza tappo poggiata a caso sui fogli.
 Prendo in mano un blocchetto di appunti e ci passo le dita sopra.
 L'inchiostro sbava appena lo tocco
 "Cazzo l'inchiostro è fresco"
 Questo vuol dire che lui sta studiando e che adesso tornerà qui, devo andarmene.
 "Certo che sono molto fortunata, tra tante stanze giusto questa dovevo...e questa cos'è?"
Con la coda dell'occhio vedo una fotografia nella sua agenda.
Vi sono immortalati due ragazzi.
 Il primo è..è David.

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Capitolo 12
*** Lacrime di vendetta ***


 Ha un'espressione diversa dal solito, sembra così calmo, tranquillo, innamorato.
 Accanto a lui c'è una ragazza.
 É praticamente l'opposto del tipo di ragazza che piace a David.
 É semplice.
Ha dei capelli castano chiaro che le scendono fino alle spalle.
 Nella foto David le accarezza il viso con una mano, sorridono e alle loro spalle c'è un bellissimo tramonto.
 Giro la foto e vedo che c'è una dedica.
 05/08/1975
AL MIO UNICO VERO AMORE, CELESTE
TUO DAVID
Sgrano gli occhi e resto immobile davanti a quelle poche parole.
Cos'è successo a Celeste?
David mi ha detto che tutte le ragazze con cui è stato erano..con...consenzienti.
"Bastardo!!! Ha fatto a lei la stessa cosa che ha fatto a me"
 Lo sguardo dolce di quella ragazza mi inteneriva, lei era persa tra le sue braccia, lui con il suo sguardo falso.
 Gli occhi mi si riempiono di lacrime, ma queste lacrime sono diverse dalle altre, queste lacrime mi dicono che devo andare avanti e devo vendicare me e...Celeste!
Metto la foto nella tasca dei miei quasi pantaloni.
Esco dalla stanza, controllo che non ci sia nessuno e corro fino all'armadio dell'ingresso.
Spero con tutto il cuore che il mio sogno mi aiuti.
 "Nel sogno la pistola era qui"
 Sposto le camicie e sotto di esse un raggio di sole illumina la lamina nera di un revolver.
 "Oh grazie a Dio"
La nascondo sotto quel che resta della mia maglietta e corro verso la porta, devo tornare in camera
-Dove credi di andare bambolina?-
"E che cazzo!!!"
Non posso rischiare che veda la pistola devo nasconderla.
 "Non fare cazzate Clover!"
 -Lontano da te, stupido-
 "Ecco questa è la cazzata che non avrei dovuto fare"
Corro verso le scale sperando che non mi raggiunga.
Arrivo in camera e lancio il revolver sotto il letto, pochi secondi dopo lui è sull'uscio della porta e mi sorride.
 -Cosa fai piccola scappi?-
-Sei un bugiardo David, chissà quante altre ragazze hai fatto soffrire dopo di me, perché, perché??!!-
-Non ti agitare Clover ti farà male-
Quel suo sorriso tranquillo mi irrita ancora di più.
Celeste era così dolce e indifesa in quella foto, si fidava cecamente di lui gliel'avevo letto negli occhi, nel suo sguardo innamorato e lui...lui.
-Io ti odio-
 -No, tu mi ami-
 -Neache per scherzo-
Si avvicina a me e le sue braccia mi bloccano di nuovo, preme la sua bocca contro la mia, ma stavolta non vincerà.
-AMAMI!!!-
 -MAI!!!-
Riesco a dargli un calcio e mi libero.
Cade a terra e comincia a gridare.
 -SCAPPA PUTTANA! STAVOLTA PER TE SARÁ LA FINE-
Mi giro e vorrei tanto scappare, ma sono stanca di fuggire.
 -NO! IO NON SCAPPO PIÚ!!-
 -E ALLORA MORIRAI QUI-
- STUPIDO NON MI FAI PIÚ PAURA-
Scivolo sotto il letto per prendere il revolver, quando mi giro verso di lui me lo ritrovo davanti, con lo sguardo innocente di un bambino.
 Nel sogno non c'era un revolver c'era una semplice pistola forse ne ha una in casa e se la prendesse io sarei finita, ma ora posso solo andare avanti.
Si morde le labbra e osserva la sua stessa arma che ora è puntata sulla sua fronte.
-Non ne hai il coraggio-
-Forse non ne ho il coraggio, ma ho tanti motivi per farlo e soprattutto sei stato tu a darmeli tutti dal primo all'ultimo-
-Clover, per favore, io...-
Gli tiro uno schiaffo.
-Questo è per avermi ingannato facendomi credere che mi amassi-
-Clover io..-
Un'altro schiaffo
-Questo è per avermi violentata-
-Clover scusami io...-
-Zitto! Questo e per avermi fatto vivere nel terrore e per avermi fatto diventare una puttana-
Ormai ha i segni delle mie mani sul viso.
-Questo è per tutto il resto-
-NO CLOVER NO!!!-
 Sto per premere il grilletto quando una voce mi distrae.
-CLOVER! CLOVER DOVE SEI?!?!-
 "Roger"
 Mi giro verso la finestra e abbasso la pistola.
 Quando mi rigiro David sta uscendo, sta scappando!
-TORNA QUI CODARDO!!!-
Roger.
David.
 La pistola.
Il mio sogno.
 Ecco perché avevo io la pistola nell'ultimo sogno.
Nel primo sogno non potevo muovermi e mi chiedevo se da libera avrei salvato Roger o l'avrei lasciato morire.
Nel secondo sogno ero libera, ma mi sono ritrovata ad affrontare la realtà, non avrei avuto il coraggio di salvare nessuno, neanche me stessa.
 Nel terzo sogno stringevo una pistola tra le mani questa pistola, che in realtà é un revolver, quello sparo che ho sentito...ero io.
Io che ho trovato nel mio cuore tutto il coraggio di cui ho bisogno.
Non si può scappare dall’amore perché sarebbe come scappare da noi stessi.
Stringo la pistola tra le mani e scendo velocemente le scale, come nel mio sogno sento David e Roger che parlano.
Adesso siamo nella realtà però e come le cose sono cambiate nel corso dei miei tre sogni potrebbero cambiare ora.
 -Lascia stare Clover-
 "Non voglio più sentire basta!"
 Continua a correre fino all'ingresso.
Mi blocco sull'uscio.
Davanti a me girato di spalle c'è David e in mano ha una pistola, quella del sogno!
Ecco perché ora io ho un revolver e invece ho sognato una comune pistola.
Le cose stanno cambiando di nuovo, devo essere veloce e sparare prima che lui colpisca Roger.
-...sei arrivato al capolinea...-

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Capitolo 13
*** Hai perso... ***


Gli occhi azzurri del biondino incontrano i miei.
Vede cos'ho in mano e mi sorride.
 David alza la pistola verso i bellissimo occhi del batterista e ride.
-...hai perso..-
-Ti sbagli tu hai perso David-
Premo il grilletto e dal revolver parte un colpo dritto alla mano di David la pistola cade e Roger fa in tempo a prenderla.
 David si gira e mi guarda.
-Questo è per Roger-
Un'altro colpo parte dal revolver.
 Lo lascio cadere.
Corro verso Roger e lo abbraccio.
Le sue braccia mi stringono e riesco a sentire il suo profumo.
Mi trovo di spalle a David ancora agonizzante non posso vederlo, ma ora l'unica cosa che mi interessa è il mio amato biondino.
 Rimango abbracciata a Roger e il mio sguardo cade solo una volta su David.
Quella volta mi salva la vita.
Lo vedo con il revolver in mano puntato verso di me.
Roger alza lo sguardo e anche lui lo vede.
 É troppo tardi.
 Preme il grilletto e io chiudo gli occhi aspettando che la pallottola mi colpisca.
Aspetto.
Aspetto.
 Non succede niente.
 Apro gli occhi e quello che vedo mi uccide.
 Davanti a me c'è Roger che mi guarda, ha gli occhi lucidi, e le palpebre a poco a poco gli si appesantiscono.
Cade in ginocchio davanti a me e io mi siedo per sorreggerlo, sento il suo respiro affievolirsi sempre di  più, lo stringo tra le braccia e le mie mani si sporcano di sangue.
Il sangue impregna la sua camicia piena del suo dolcissimo profumo.
Comincio a piangere, ma silenziosamente non voglio che lui mi senta.
-Sto per morire Clover-
-No Roger, no-
 -Allora perché piangi-
-Sono lacrime di gioia-
-Perché sei felice?-
-Perchè è tutto finito adesso va tutto bene!-
-Ma io non ci sarò-
-No tu ci sarai tu verrai con me e io non ti lascerò mai-
-É colpa mia-
 -No Roger-
-É colpa mia sono stato io a farti prendere da lui-
 -No tu non centri-
Respira lentamente.
 -Sono stato uno stronzo scusa, io..io..-
Un colpo di tosse mi fa trasalire.
-Roger non dire così non è colpa tua-
 -Io ero geloso di lui-
-Perchè io...-
 Tossisce ancora
-Basta sta zitto ora-
-Mi merito di morire, adesso-
-Non dire così-
-Sono stato cattivo con la persona a cui tengo di piú-
 -No, tu non sei stato cattivo con me, tu mi hai salvato-
Da un angolo vedo arrivare Jessica e gli altri, vorrei sorridere, ma non ci riesco sono abbracciata a Roger e gli accarezzo i capelli.
Sento la voce di Jessica
-Brian chiama un'ambulanza presto!-
Mi distraggo un momento poi sento di nuovo la voce lieve do Roger.
 -Scusami...scusami-
-Non è colpa tua, non é colpa tua!-
Non risponde.
Non risponde più.
Rimango incollata a lui non lascerò che lo portino via.
Sento il rumore di un'ambulanza che arriva.
 Qualcuno cerca di staccarmi da lui, ma io non voglio.
-Clover devi lasciarlo-
É John
 -Clover ragiona qui morirà-
 -NO NO NO, non me lo porterete via di nuovo-
Per quanto possa resistere alla fine sono costretta a lasciarlo.
 -Lasciami, lasciami, voglio andare con lui, lasciami-
-Clover per favore calmati-
 Ho ancora gli occhi pieni di lacrime, sono stanca, ma non riesco a stare ferma.
Mi agito tra le braccia di John che cerca di tenermi ferma.
 -John lasciami andare-
-Guarda in che condizioni sei- mi sfiora i polsi sanguinanti con la mano -se ti lascio andare tra un pó finirai come lui- indica David steso per terra e mi stringe forte a sè - non posso correre questo rischio- Un'ambulanza porta via David.
C'è anche la polizia devono aver sentito gli spari.
John è riuscito a calmarmi.
Mi appoggio sul suo petto non mi reggo più in piedi, inizia a girarmi la testa, ma mi sento comunque al sicuro.
-Mi manderanno in carcere?-
-No, no-
Spero con tutto il cuore che non menta.
Brian e Jessica stanno parlando con un poliziotto e noto che si tengono per mano.
 -John-
 -Si-
I dico con la testa i due e lo guardo con aria interrogativa.
 -Ah, giusto tu non sai quello cha abbiamo fatto per trovarti-
- Mi passa un braccio intorno alla vita e mi fa sedere su dei gradini, poco dopo ci raggiunge anche Freddie che mi tiene per mano e inizia a raccontare.
 -Roger era disperato a seguito la maschera fino ad un incrocio e poi l'ha persa di vista-
"Oh Roger"
 -Mi ha chiamato e io ho cercato di dirgli che doveva tornare indietro, ma lui non ne voleva sapere, poi sono andato a prenderlo e abbiamo pensato da avvisare Jessica e gli altri-
 "Roger...per favore fa che stia bene...fa che stia bene"
-Roger ti aveva persa ad un bivio e Brian ha avuto l'idea di chiedere ad un negozio di mostrarci la registrazione delle telecamere di sicurezza, in periferia ormai ce le hanno tutti-
"Ah me non interessa io voglio sapere come sta Roger adesso!"
 -Abbiamo capito da che parte eravate andati, ma non avevamo più indizi, l'unica cosa positiva è che Brian è stato vicino a Jessica per tutto il tempo ed ora eccoli lì, lei era molto preoccupata per te, tutti lo eravamo-
-Perchè lui era solo?-
 -Quando abbiamo ricevuto il tuo messaggio ha preso un taxi ed è andato via senza di noi-
-Rogeeeer!!!-
Ricomincio a piangere e Freddie mi stringe tra le braccia, ma io mi libero e mi allontano un pò da lui.
 -Mi ha detto scusa, crede che sia colpa sua!!!-  ho le lacrime agli occhi mi alzo e lo guardo negli occhi   - lui morirà senza sapere che lo amo - si alza e cerca di venirmi incontro, ma io lo allontano - è colpa vostra che lo avete lasciato solo - mi asciugo il viso con le mani - e anche mia che sono stata una stupida e non ho capito subito quanto gli volevo bene!!!-
Continuo a piangere fino a quando due braccia non mi stringono in vita.
Cerco di liberarmi, ma senza successo
-Adesso calmati Clover così ti farai solo del male-
"John?"
 Le lacrime scorrono sole sul mio viso, ma di nuovo la dolcezza di John mi scoglie e riesco a tranquillizzarmi, per il momento.

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Capitolo 14
*** Attesa ***


Arriviamo in ospedale David è in sala operatoria.
 Non dico neanche una parola, avrei preferito che lo lasciassero morire e invece ci sono più probabilità che si salvi lui che non Roger...il mio Roger.
John fa su e giù per il corridoio e il rumore delle sue scarpe sul pavimento gelido è l'unica cosa che si sente, nessuno osa parlare.
Brian è appoggiato al muro e tiene per mano Jessica, il fatto che lei stia bene mi rassicura.
Freddie è seduto accanto a me e ogni tanto mi sussurra qualcosa all'orecchio per tranquillizzarmi, ma senza successo, non sarò tranquilla finché i dottori non mi faranno vedere il mio Roger.
-Jessica forse è meglio che tu vada a casa sarai stanca-
Ci tengo molto a lei non voglio che si disturbi per me è sera ormai e non vorrei che dovesse rimanere qui per tutta la notte solo per me.
 -No Clover io...-
-Jessica, ha ragione va via, sei stanca, ti faremo sapere-
 -Io resto qui!-
 Di solito la sua testardaggine mi piace, ma in questo momento mi irrita non capisce che non voglio che anche lei come Roger stia male per me.
-Jessica vattene sei stanca!-
 -No io resto e...-
-E niente!-
 Mi alzo dalla sedia e la mia voce rimbomba in tutto il corridoio deserto dell'ospedale.
-Non capisci se Roger morirà sarà per colpa mia- cerca di controbattere, ma non le do il tempo di parlare -se voi siete qui è colpa mia e non voglio che tu ti distrugga sempre per colpa mia!- guardo ad uno ad uno tutti i presenti e poi ritorno a fissare la mia amica -Guardati si vede che sei stanca e devi andartene via adesso!-
-Ok Clover vado via-
Mi siedo di nuovo ed evito il suo sguardo.
-Devo accompagnarti?-
 -No, Brian rimani con loro-
 Mi si avvicina e mi da un bacio sulla guancia.
-Adesso sei troppo sconvolta per ragionare- fa un sospiro e mi prende per mano - sappi che io sono con te sempre-
La vedo allontanarsi e poco prima  che sparisca dietro l'enorme porta del reparto mi alzo e le corro incontro.
 -Jessica-
La abbraccio e lei sorride.
 -Io voglio solo che tu non...-
-Ho capito Clover, ho capito-
-Grazie di tutto!- sento gli occhi inumidirsi, ma piango, ho già versato tutte le lacrime che avevo -Grazie di esserci!-
-Ciao Clover-
 -Ciao Jessica-
La porta si chiude con un tonfo.
Torno a sedermi e Freddie mi prende per mano.
Mille domande affollano la mia testa, ma non voglio parlare con nessuno, quasi rimpiango di aver mandato via Jessica, ma se fosse rimasta probabilmente non avrebbe resistito molto era troppo stanca.
Ho ancora i polsi e le caviglie che sanguinano, ma non mi sono fatta avvicinare da nessun medico ho lasciato solo che mi mettessero una garza per tamponare.
 "E se non dovesse farcela cosa farei?"
 "Lo conosco da neanche un mese eppure guarda che effetto mi fa"
"Per favore fa che si salvi, fa che si salvi"  
Rimaniamo in silenzio per circa un'ora prima che arrivi un dottore ad informarci.
 Sono le undici di sera.
 Vorrei alzarmi di scatto, ma qualcosa nella mia testa mi dice che non è ancora il momento.
 -Ci sono novità-
-L'intervento è avvenuto con successo, il proiettile è stato rimosso, la distanza da cui è partito era molta e per questo una volta entrato nella gamba non ha proseguito fino infondo al quadricipite- "Gamba?"
 -Si salverà-
 "Sta parlando si David"
"Hanno salvato David e non Roger, hanno salvato un assassino"
-Dovevate lasciarlo morire!-
Mi alzo dalla sedia di scatto e mi avvicino al dottore.
 -Avete salvato un assassino, doveva morire-
 Mi avvicino ancora di più lo spingo via e cade a terra, vorrei avvicinarmi di nuovo, ma due braccia mi trattengono.
 -Clover fermati-
-Doveva morire, gli ho sparato apposta cazzo!-
Vengo trascinata lontano e vedo John che aiuta il dottore ad alzarsi.
-Lasciami, lasciami-
Non ho più fiato.
Brian mi trascina oltre la porta e mi prende il viso tra le mani.
 -Che ti prende, sei impazzita, prima Jessica ora quel poverino-
Respiro affannosamente, poggio le mie mani sulle sue e vorrei piangere, ma come ho già detto non mi rimangono più lacrime da versare.
 Sorride e mi prende per mano, mi avvicina un po’ a se e mi sento più tranquilla.
-Sono una stupida- sospiro - Non lo conosco da neanche un mese e guardami adesso- gli stringo la mano -Perchè?-
-Perchè lo ami che domande, ma non è un buon morivo per trattar male tutti-
-Non è un buon motivo?- li lascio la mano - Non è un buon motivo?- mi allontano da lui e lo guardo negli occhi - Per tutto il tempo ho lottato contro me stessa per capire cosa provavo per lui, io lo odio perché è un puttaniere se ne fa una al giorno se non di più ed è il genere di uomo che ho sempre evitato, ma un'altra parte di me lo ama e sai quest'ultima parte ha vinto nel momento in cui si è messo tra me e quel maledetto proiettile, quando ha salvato la vita di una stronza che conosceva da neanche un mese, quando mi ha salvato la vita- vedo un sorriso spuntare sul viso di Brian e non capisco perché
 - Ora questi mi vengono a dire che hanno salvato un assassino che mi ha rovinato la vita e che ha ucciso l'uomo che amo-
 -Clover lui avrà quel che si merita-
 -No, perché si meritava di morire, solo di morire-
Mi prende di nuovo per mano
 -Sei troppo sconvolta per ragionare-
Mi prende entrambe le mani e mi sfiora i polsi con un dito.
-Questo amore non ha senso!-
-Clover l’amore non ha mai senso-
-E perché?-
-Perché è l’amore a dare un senso a tutto-
 Rimaniamo in silenzio.
Mi sento rassicurata dalle sue parole, mi sento sicura accanto a lui, così come accanto a Freddie, a John…a Roger.
Dopo un poco tutti i dubbi racchiusi nella mia testa vengono fuori.
-Brian, se non dovesse farcela cosa sarà di me!?-

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Capitolo 15
*** Una speranza ***


-Non essere negativa-
-Io non posso vivere con questo peso-
 -Puoi eliminarlo questo peso-
-Come?-
 -Per esempio smettendo di credere di aver ferito Roger, non sei stata tu-
 -In vece si, quel proiettile era per me non per lui-
 -Ma tu non potevi saperlo-
-Non ti da fastidio che ora lui sia in quella sala operatoria e noi qua fuori possiamo solo aspettare e sperare, siamo inutili, ora è nella mani di un paio di medici a cui non importa se sopravvivrà oppure no per loro non cambierà niente mentre a noi, a me, si!-
 -Possiamo sperare e pregare per lui Clo-
 -Pregare già, effettivamente mi risulta che sia servito a qualcosa negli anni passati, o forse no!-
 -Neanche aggredire un povero medico servirà-
Riesce a strapparmi un sorriso.
-Potevi fare un sorriso più sincero-
-O meno falso-
Mentre parliamo la porta si apre e delle infermiere trasportano una barella, sopra c'é David!
 Brian mi mette le mani sulle spalle forse per evitare che gli salti addosso per ucciderlo una volta per tutte.
-Torniamo dagli altri saranno in pensiero-
John continua a camminare sotto e sopra e mi fa venire i nervi.
Freddie tamburella le dita sullo schienale della sedia e anche questo mo innervosisce.
 -Notizie?-
-Non proprio-
 "Che risposta è"
 -John smettila di fare su e giù fermati e tu smettila di fare rumore non si può avere un po’ di silenzio per un secondo!?!-
-Presto arriverà qualcuno a darci notizie di Rog-
 -Presto come no-
Cala il silenzio.
Troppo silenzio.
"Tu gli hai fatti stare fermi e zitti genia!"
-Scusate per prima, sono solo molto nervosa per Roger-
 -Tranquilla tutto ok-
-Nessuno a chiesto il tuo parere-
 -Scusa Clover non volevo-
 -Stavo scherzando John-
 -Ah, potevi anche dirlo-
Preferisco non sedermi resto appoggiata al muro con le braccia conserte.
Quando l'enorme orologio del reparto batte la mezzanotte ecco che il medico si fa vivo e io mi sento morire.
 Freddie si avvicina a me e cerca di prendermi la mano, ma io la lascio subito.
-Notizie?!-
 -Si, l'intervento si è appena concluso, il proiettile è stato rimosso con successo, ma il paziente ha subito lesioni alla colonna vertebrale e al sistema nervoso-
 -Sistema nervoso-
-Certo, la collocazione della colonna corrisponde a quella della spina dorsale ovvero il punto di partenza di tutti i nervi del nostro corpo, è una lesione mortale!-
 "É finita"
Sento gli occhi inumidirsi.
 "Non ho avuto il tempo di dirti neanche una volta che ti amo...scusami...scusami"
Credevo di non avere più lacrime da versare invece adesso nuove lacrime mi rigano il viso.
 Tra i singhiozzi sento le braccia di Freddie che mi circondano.
"Solo una volta mi sarebbe bastata per essere felice"
Mi lascio scivolare nel calore del suo abbraccio e lascio che tutta la rabbia e il dolore che ho nel cuore vengano fuori tra i singhiozzi.
-Tuttavia...-
 Sento di nuovo la voce del medico, Freddie mi libera dalla sua dolce stretta e io lo osservo con uno sguardo incredulo.
 -Il proiettile come ho già detto è partito da lontano con un'angolazione particolare, il vostro amico è stato graziato, il proiettile ha solo sfiorato colonna e la spina dorsale, si è fermato all'altezza delle costole, della gabbia toracica-
"No non è possibile"
-Però...-
 "Ecco appunto"
-É in uno stato di incoscienza, in prognosi riservata-
 -Riservata?!?!-
-Si, se si sveglia entro 24 ore a partire da adesso la prognosi è sciolta altrimenti, non ce la farà-
-Possiamo vederlo?-
-Si, ma solo in determinati momenti della giornata-
 -Ora?-
 -No-
 -Quando?-
 -Vi farò sapere subito aspettatemi-
Il medico si allontana e ci lascia soli con le nostre paure.
Apparte John che non mi sembra abbia capito molto della conversazione.
 -Oook, qualcuno mi traduce in parole meno aliene-
 -Se la caverà solo se si sveglia entro 24 ore-
 -Almeno possiamo andare adesso-
-No io resto qui-
 -Clover ragiona non puoi vederlo che rimani a fare-
-Io rimango punto e basta-
-Clover...-
-Ho detto che rimango-
 -Freddie non cambierà mai idea tanto vale lasciar perdere –
-Volete lasciarla sola-
-Verremo noi ogni tanto a turno-
 -Si Freddie per una volta che John ha ragione-
 -Clover sei sicura!?-
-Si-
-Va bene-
Il medico ritorna con un foglietto.
 -Sono gli orari in cui potete vederlo-
-Che ore sono adesso?-
 -Mezzanotte e un quarto-
 -L'orario più vicino sono le 3-
-Volete vederlo a quell'ora?-
 -Clover vuoi restare qui fino alle 3?-
 -Si-
-Allora verrò a chiamarla alle tre, signorina-
Il medico fa un cenno di saluto e se ne va.
-Voglio che voi ve ne andiate-
 -Possiamo rimanere ancora un po’?-
 -No è già tardi-
Mi alzo e vado verso la porta.
 I tre ragazzi mi seguono.
 -Chi l'avrebbe mai detto, io volevo semplicemente incontrare i miei idoli e...guarda cosa ho combinato!-
Sorrido.
Do un bacio sulla guanci a ciascuno di loro.
Freddie mi abbraccia e mi sussurra qualcosa all'orecchio.
-C'è sempre un lato positivo della faccenda, Clover, trova il tuo lato positivo adesso!-

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Capitolo 16
*** Il lato positivo ***


Appena la porta si richiude mi sento davvero sola.
 É meglio che siano andati via, è stata una giornata strana e siamo tutti sfiniti.
 "Compreso me!"
Non posso lasciare Roger solo nemmeno un secondo, non posso.
 Ho gli occhi ancora umidi, ma non voglio piangere.
Non c'è nessuno a consolarmi ora.
Tiro fuori dalla tasca dei Jeans la foto di David e Celeste.
La rigiro tra le mani e vedo che la ragazza ha un anello al dito.
"Strano David non mi ha mai regalato un vero e propio anello di fidanzamento anzi, diceva che erano sciocchezze"
Questo dimostra quanto può essere falsa una persona.
"Povera Celeste"
Mi guardo intorno e osservo le lancette dell'orologio il tempo non passa mai!-
"Ancora mezzanotte e mezza"
 Vorrei fare una pazzia, ma non ne so o sicura.
 Guardo verso la porta faccio un respiro profondo e mi alzo.
 Mi avvicino alle fine del corridoio ed esco.
Cerco di ricordarmi dove le infermiere hanno portato David.
Proseguo decisa verso una stanza quando una strana sensazione mi blocca.
In lontananza vedo una ragazza seduta, propio davanti alla stanza di David.
"Oh cazzo, no!"
Mi avvicino ancora un po’, ma cammino a fatica.
Ho perso molto sangue e mi gira la testa.
 "Non può essere, non può essere"
 "Che ci fa lei qui?"
Gli occhi della ragazza incontrano i miei.
Mi osserva da capo a piedi.
Ha gli occhi lucidi, mi sorride.
-Tu devi essere...Clover-
 "Come fa a conoscere il mio nome"
Mi siedo accanto a lei.
 -É stato lui a farti questo?-
Fa un cenno verso le garza che avvolgono i miei polsi.
Annuisco.
-Sei stata tu a sparargli?-
 Annuisco.
-Era tornato per un'altro motivo...-
 -Non capisco-
-Voleva chiederti scusa-
-Cosa?!-
 Non risponde, le tremano le mani.
-Lui mi ha violentata di nuovo non mi ha chiesto scusa e farà la stessa cosa con te se non lo lasci stare subito-
-Lui non toccherà più nessuna ragazza-
 -A e come mai?!-
 -É cambiato-
-Non mi sembra che sia cambiato guarda come mi ha ridotto-
-L'ha fatto perché lui è malato-
 -Cosa?! Non capisco niente potresti spiegarti bene per favore?!-
-David è psicologicamente disturbato-
 -Che vuol dire?-
 -Quando è partito per l'America con i genitori non riusciva a togliersi dalla testa quello che ti aveva fatto, aveva anche pensato di suicidarsi, non sopportava l'idea di aver fatto una cosa così terribile-
 -Menti!-
 -No, i genitori l'hanno mandato in cura da uno psicologo e io facevo tirocinio lì perché studio per diventare psicologa so tutto di te e della tua storia-
-Ma quando è venuto qui non ha mai avuto la minima intenzione di chiedere scusa ha cercato di....fin dalla prima volta lui...-
Sono confusa non sapevo che David avesse questi problemi.
Lo sguardo dolce della ragazza mi porta a credere a tutto ciò che dice.
 -Io e lui siamo fidanzati, appena arrivati qui io andavo spesso a trovare un amico e lui credeva che lo stessi tradendo così un giorno mi ha seguita e mi ha vista con lui, si è arrabbiato, è andato via e ho perso completamente le sue tracce-
Lui voleva chiedermi scusa.
 -Mi ha fatto quelle cose perché è...-
-Si, non era in grado di ragionare io ero l’unica cosa che gli rimanevo, anche i genitori avevano perso contatti con lui dopo aver saputo quello che ti aveva fatto, perdere anche me l’ha distrutto-
Rimango in silenzio a pensare.
 "Voleva perdonarmi, ma ha quasi ucciso Roger, cosa posso fare?"
Un'infermiera si affaccia dalla stanza si David
-Signorina se vuole entrare può farlo-
La ragazza si alza e si dirige verso la porta.
-Clover?-
-Si-
 -Per qualsiasi cosa, chiamami!-
Mi porge un biglietto da visita c'è il suo numero e il suo indirizzo e...Celeste!
Si chiama Celeste.
Lei è quella Celeste.
É così diversa che non l'avevo riconosciuta.
Aveva un viso conosciuto, ma non poteva essere davvero lei.
 Celeste sta bene, sta bene perché David la ama.
La ama come io amo Roger.
Ora posso capire come si sia sentito.
Nello stesso modo in cui mi sono sentita io quando l’ho visto incollato alla labbra di quella troia davanti casa mia.
Quando avrei voluto ucciderla.
Se solo avessi saputo tutto questo, tutto si sarebbe risolto subito.
Celeste, mi ha dato la forza per andar avanti, prendere il revolver e liberarmi di tutti i miei incubi reali, adesso quella stessa Celeste, che credevo chissà dove è qui davanti a me.
Pensavo che lui le avesse fatto del male invece sono io ad aver fatto del male a lei, sparando a David. Deve essere dura per lei sapere che il suo ragazzo è stato di nuovo con me.
Non voglio causarle più danni voglio solo che sia felice con David.
-Clover?-
La dolce voce della ragazza mi riporta alla realtà.
 -Potrai mai perdonarlo?-
"Potrò mai perdonarti David per tutto quello che mi hai fatto passare...non sono una santa! Ma forse..."
-Si-
 Celeste scompare oltre la porta sorridendo e poco dopo sento di nuovo la sua voce.
 -David amore...sono io!-
 -Amore-
David sta bene.
-Clover, Clover io non volevo l'ho uccisa!-
-No David no...-
Celeste racconta a David tutta la storia, la vedo dalla finestrella della porta, gli tiene la mano e lui ascolta e comincia a piangere.
 -Cosa mi succederà Celeste-
 -Tu starai via per un pò-
Sento Celeste che parla a fatica tra i singhiozzi.
Guardo l'orologio sono quasi le tre.
 "Roger, finalmente!"
Corro verso la porta e torno nel reparto dove ero seduta con gli altri.
Sospiro.
"Ecco Freddie...ora ho trovato il mio lato positivo"

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Capitolo 17
*** Una visita in'aspettata ***


Un medico mi accompagna in una stana stanza piena si strane macchine.
Sdraiato su un lettino c'è Roger attaccato ad una macchina per l'ossigeno.
Il medico mi fa entrare ed esce.
Rimango sola con lui, corro vicino al letto e gli prendo le mano.
 É fredda.
 -Roger per favore svegliati, sono io, sono Clover-
-Roger è tutto finito adesso, devi soltanto svegliarti-
Osservo il suo petto che si alza e si abbassa lentamente, sento il rumore delle macchine e osservo i suoi occhi che adesso sono chiusi.
 -Dove sono i tuoi occhi azzurri adesso?!-
-Roger!-
Poggio la testa su di lui è vorrei tanto sentire il suo calore.
Come quando mi ha abbracciato mentre ero svenuta e mi è stato vicino per tutto il tempo.
Il calore di quando mi ha abbracciato l'ultima volta quando il proiettile lo ha colpito, prima che i suoi occhi si chiudessero.
-Dove sei Roger!-
 Adesso quel calore non c'è più.
 Sposto il lenzuolo da suo petto e osservo la fasciatura.
 La sfioro con le dita.
 -Non ti lascerò più solo-
Rimango appoggiata al suo petto e gli parlo per più di un'ora.
Gli dico che non rimarrà mai solo, che lo amo, che adesso va tutto bene e che potremmo stare insieme senza nessun'ostacolo, ma i suoi occhi rimangono serrati.
Un medico entra nella stanza e mi fa un cenno.
 -Adesso deve uscire signorina-
-Si-
Accarezzo un'ultima volta i suoi capelli e gli do un bacio.
 -Ciao Roger, aspettami io torno subito-
Esco dalla stanza e osservo il foglio con gli orari.
 -Potete venire alle 5?-
 -Certo signorina-
 Il medico se ne va e mi lascia di nuovo sola.
La testa mi gira, per via del sangue che ho perso, mi si chiudono gli occhi e non riesco più a stare in piedi
Senza accorgermene ma addormento.
Quando mi sveglio sono le 4.30 circa, mi alzo di scatto e mi guardo intorno.
-Roger!-
-No sono John-
-Che ci fai qui John?-
-Sono qui per farti compagnia-
-Sei stato ore ad aspettare che mi svegliassi, grazie John!-
 -Veramente io sono appena arrivato-
 -Ah-
"Come sono brava a fare figure di merda"
 -Tra un po’ dobbiamo incontrare Roger-
 -Ah bene, okkey-
Arriva il solito medico che ci porta nella solita stanza.
 "Ma questo qui non dorme mai?"
Torno a sedermi vicino a Roger
-Roger sono tornata, guarda chi ti ho portato!-
-Allora che cose ne pensi?-
-Clover guarda che non può risponderti-
-Ma lo sooooo!!!-
-E allora perché gli parli-
 -Ma tu ci sei o ci fai?-
-Non ho capito la domanda-
 Sorrido e continuo a guardare Roger.
Gli accarezzo i capelli e gli parlo.
Cerco di coinvolgere John, ma non ho molte speranze.
 -John perché non parli un po’ con Rog-
 -Eh-
Sospiro.
-Ho detto perché non parli con Roger?-
 -E cosa devo dirgli?-
-Non lo so cosa gli dici di solito?-
-Ehm, hai una sigaretta?-
-Ehm non è propio l'ideale, ma possiamo lavorarci-
Fortunatamente la presenza di John mi rallegra un po’, che dolce!
Quando il medico ci porta di nuovo fuori saluto Rog con un bacio e gli accarezzo il viso.
É ancora gelido.
 -Clover ma quel tipo da quanto tempo sta qui?-
 -Da quando siamo arrivati-
-Ma sai se vive qui?-
 -Ma io che ne so, non credo che viva in un ospedale-
 Rimaniamo seduti ad aspettare poi ad un certo punto dalla porta entra Brian insieme a Jessica
-Voi che ci fate qui-
-Diamo il cambio a John-
 -Ah-
-Ciao Clover-
 Mi da un bacio e si allontana.
-Ragazzi grazie per essere venuti-
-É il minimo, non potevamo lasciarti sola-
 -Clover guardati perdi ancora sangue queste garze sono inutili-
-No  ho avuto il tempo di pensare a me sono successe molte cose-
Racconto ai due piccioncini la storia di Celeste di David e di tutto il resto.
Alle sette torniamo nella stanza di Roger sempre con il solito medico.
Stavolta anche Brian e Jessica parlano con Roger così non mi sento solo una pazza che parla da sola
-Roger sono tutti qui per te hai visto?-
 "Per favore svegliati"
-Manchi solo tu, amore mio, svegliati per favore-
 -Aver incontrato voi ha cambiato di molto la Clover che conoscevo-
-Dici?-
-Si, così è meglio!-
Sembra quasi che stia dormendo, solo che questo sonno potrebbe durare per sempre.
Ancora una volta il dottore ci scorta fuori.
 -Aspettami qui-
 "Come se si potesse muovere"
-Clover devi essere forte-
 Jessica mi prende per mano.
-La Clover che conosco io non si è mai arresa!-
 "Non ti deluderò"
Non voglio deludere più nessuno.
-Quella Clover non si arrenderà neanche stavolta-
Mi sorride.
Ci sediamo fuori nel corridoio come al solito.
Poco dopo arriva Freddie a dare il cambio a Brian e Jessica.
- Dovete per forza tenermi d'occhio?!-
 -Basta guardare come sei ridotta per avere la risposta-
-Perchè tenete così tanto a me?-
-Non ci vuole un motivo per voler bene a una persona-
-Freddie ha ragione, quando ti abbiamo conosciuta ti abbiamo vista solo come una prostituta e ora...sei...-
-Solo me stessa-
 Praticamente tutto ciò che ho sempre desiderato essere me stessa, essere vista per quello che sono davvero non per quello che appaio, quello che ho sempre voluto, che qualcuno mi amasse, quello che ho sempre sognato conoscere chi con una canzone riusciva a rendermi felice, sempre e comunque.
-Qualsiasi cosa succeda, io rimarrò, sempre Clover!-

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Capitolo 18
*** Mi mancherai ***


Rimango sola con Freddie, appena i due innamorati vanno via non mi getto tra le sue braccia e non mi muovo.
 Come quando l'ho baciato la prima volta attendo che lui mi respinga, ma non lo fa.
 -Grazie di essermi vicino adesso-
Mi gira ancora la testa, sono stanca e adesso tra le sue braccia vorrei addormentarmi, ma non posso!
-Devi farti vedere le ferite-
 -E tu devi farti vedere e basta, da uno psicologo bravo però-
Sorride.
-Ho scritto una canzone ti va di sentirla?-
-Come si chiama?-
 -Good old fashioned lover boy-
-Interessante canta!-
Rimango ipnotizzata dalla voce di Freddie come sempre.
Riesce a farmi dimenticare i problemi come sempre.
Ma la canzone finisce come sempre.
 E io torno di nuovo alla realtà.
 -Clover stai piangendo-
-Perchè non puoi cantare per sempre?-
 -Chi ha detto che non posso-
-Che intendi?-
 -Mi conosci, non sono il tipo che si accontenta di essere semplicemente famoso-
 -Semplicemente famoso che vuoi dire?!-
-Vedrai, io non smetterò mai di cantare per chi ha voglia di sentire la mia voce, altrimenti andassero a farsi fottere!-
-Freddie!-
-Ho solo espresso un'opinione!-
-Certo come no!-
Quando entro nella stanza di Roger sono molto più tranquilla.
-Roger mi serve un batterista decente per le mie canzoni, non puoi andartene ora-
 Sono contenta che Freddie inizi subito a parlare.
In quest'ora non apro bocca rimango appoggiata al petto del mio batterista e gli accarezzo i capelli.
"Mi domando se servirà"
 I secondi lasciano il posto ai minuti e i minuti alle ore.
Arriva John, poi Brian e Jessica, poi Freddie, poi di nuovo John e io sono sempre lì a parlare con Roger, senza successo.
É arrivata la mattina, poi il pomeriggio e ora la sera.
Ho desiderato per tutto il tempo che questo momento non arrivasse mai.
 Invece 24 lunghe ore sono quasi passate e per me e come se fosse stato un lampo.
Sono le 22 e siamo tutti in ospedale nel solito reparto, nel solito corridoio.
Vedrò il mio Roger per l'ultima volta.
Siamo seduti intorno al suo letto e aspettiamo solo un miracolo.
Gli tengo la mano gelida come sempre, che non da segni di vita.
 Jessica tiene la mano a Brian che se vedo bene ha anche gli occhi lucidi.
Freddie è più bianco del solito e John non fa altro che mangiarsi le unghie.
Io...io probabilmente sono ancora convinta che questo sia un sogno.
Erano solo all'inizio avrebbero potuto diventare famosi in tutto il mondo e ora...
Aveva un'intera vita da vivere...con me!
I minuti scorrono senza che me ne accorga così come le lacrime sul mio viso.
-Mi dispiace...-
 "Ancora questo, ma che vuole"
 -...non ci sono più possibilità che si svegli, il suo battito sta decelerando-
Rimango in attesa di un "Tuttavia", ma non arriva.
 "É finita"
-Dovete lasciare la stanza-
Piano sento dei passi intorno a me, dovrei alzarmi, ma non ne ho il coraggio e la forza.
-Posso restare solo un'altro minuto sola con lui?-
-Si-
Mi lasciano sola.
-Mi dispiace di non averti salvato Roger, voglio solo che tu sappia che non è colpa tua se David mi ha preso, se mi ha violentato, non è colpa tua, ma anche se lo fosse se io sono qui ora è solo perché tu hai dato via la tua vita per me, mi hai salvato e io non potrò mai ricambiare, posso solo dire grazie-
Mi alzo e poggio le mie labbra sulle sue, sembra quasi che non sia gelido come al solito, ma forse sono io che sono incredibilmente accaldata.
 -Ti amo Roger e mi mancherai-
Passo un'ultima volta una mano tra i suoi capelli biondi e mi giro.
 "Non mi stancherò mai di dirti quanto ti amo"
Mi avvicino alla porta e mi asciugo le lacrime con la mano.
Quell'odioso affare per il cuore non fa altro che fare rumore.
BIP BIP BIP BIP BIP....
 Sempre più veloce.
 "Stai zitto cazzo!"
 Sempre più veloce.
Voglio andarmene subito.
 -Non andartene-
Sento un sussurro, una voce sottile.
 Non può essere me lo sto immaginando.
-Clover, non lasciarmi solo ti prego-
"Roger non me lo sto immaginando"
Probabilmente in meno di un attimo mi giro e gli corro incontro.
Lo abbraccio mentre e ancora steso sul letto.
 -Roger, roger sei vivo, non è possibile non è possibile-
Non sento nessuna risposta
 -Roger di qualcosa-
 Ancora niente.
-Roger!-
-Mi stai facendo male!-
 Mi sposto subito e lo guardo finalmente negli occhi.
-Scusa-
 -Non piangere per me, ti ho già fatto soffrire troppo-
 Non rispondo, ma mi asciugo di nuovo le lacrime.
La porta si apre il medico entra e guarda Roger stupito.
-É un miracolo-
-Si...forse è propio un miracolo-
Subito dopo Jessica e gli altri spingono via il poverino ed entrano.
In un attimo siamo tutti intorno a Roger e lui non ha neanche un secondo per respirare.
-Roger sei vivo, non sai quanto ci hai fatto preoccupare-
-Siamo stati in pensiero per te-
-Lo so, lo so, ma ora...ora sto bene-
Restiamo con lui qualche minuto poi il solito medico viene a chiamarci.
 -Ragazzi adesso dovete andare, il paziente deve riposare!-
 -Come il paziente?-
-Dobbiamo tenerlo d'occhio deve restare qui per un po’, mi dispiace!-
 -Ma a lei dispiace per tutto, a noi basta che sia vivo!!!-
Mi alzo e abbraccio perfino il medico tanto sono felice.
-Oh, grazie, ma ora per favore se ne vada-
-Grazie a lei per aver salvato Rog-
 -Io non ho fatto niente!- mi osserva e mi prende le mani -è stata lei- posa lo sguardo sulle mie ferite -ora però si lasci medicare e se ne vada!-
Il medico accompagna tutti fuori dalla stanza e chiama delle infermiere.
-Clover...-
-Si?-
 -Grazie per non aver mai perso la speranza, grazie per essermi stata vicino...non voglio rischiare che qualcun'altro mi impedisca di dirti che...che...ti amo-
"Finalmente"
Rimango immobile sulla porta senza dire neanche una parola, sorrido e ho ancora le lacrime agli occhi. -Che fai lì impalata non mi dai neanche un bacio ti ho appena detto che ti amo e non mi stancherò mai di ripeterlo...ti amo...ti amo...ti amo!!-
Mi avvicino a lui e finalmente lo bacio.

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Capitolo 19
*** Cambiamenti ***


Roger è rimasto in ospedale per una settimana in attesa che la ferita si rimarginasse completamente. Ogni giorno mi dividevo tra scuola, studio e purtroppo anche lavoro e trovavo sempre un po’ di tempo per andare a trovarlo ogni giorno.
Non ho mai accennato al fatto che facevo ancora la prostituta, immagino che lui lo sappia e so benissimo che soffre per questo.
Domani dovrebbero dimetterlo.
 -Dobbiamo organizzargli una festa!-
-Si, una festa tutta bollicine e champagne-
 Siamo tutti a casa di Jessica, stamattina si è messa in testa di organizzare una festa per Roger quando uscirà dall'ospedale e come se non bastasse Freddie sembra più emozionato di lei.
-Jessica posso parlarti un attimo in privato?-
-Certo, tesoro-
Ci allontaniamo dagli altri.
-Jessica hai mai pensato che tra te e Brian non ci sarebbe potuto essere niente per via del tuo...ehm...lavoro-
 -No-
-Cosa?-
-Non ritornerò mai più su quella maledetta strada Clo-
 -E come farai a pagare gli studi e il resto-
 -Ascolta Clover, siamo a Londra qui i lavori te li tirano dietro-
 -Questa frase non ha senso-
Comincio a ridere e lei mi guarda storto come sempre, quando la correggo.
 -Nel senso che ci sono tanti altri lavori che posso fare-
-E allora sei scema, perché non hai smesso prima di fare la prostituta!??!-
-Perchè se fai la cameriera guadagni 200 sterline al mese io invece ne guadagno 200 a notte e anche di più-
Sorrido.
-Lo dici come se te ne vantassi-
-Infatti me ne vanto-
-Tu stai male!-
Mentre parliamo si avvicina Freddie.
-Scusa Jess, ma noi abbiamo una festa bollicine e champagne da organizzare ci aiuti?!-
-Scusa, ma Clover doveva parlarmi perché non rimani tu con lei?-
 -Con molto piacere-
Jessica mi fa un cenno di saluto con la mano e va via.
-Allora qual è il problema?-
 -Se tu fossi Roger...saresti arrabbiato con me-
 -Se fossi un pazzo sarei arrabbiato con te-
-Allora mettiamola così se tu fossi il mio ragazzo e io ti dicessi che faccio la prostituta ti arrabbieresti?- -Roger sa già che lo sei...scusa un attimo...stai cercando forse di dirmi che tu non hai mai smesso di andare laggiù neanche dopo che lui si è svegliato?-
 -Ehm io...-
-In pratica l'hai tradito prima di esserci stata a letto...neanche io ho fatto una cosa del genere, fino ad ora!-
 -Quando uscirà dall'ospedale dovrà prendere delle medicine e io avevo bisogno di soldi-
-Posso fidarmi di te?!-
 -Ti ho mai deluso?-
-Certo, l'ultima volta è stato 10 secondi fà-
 -Stavolta non ti deluderò, mi cercherò un lavoro con Jessica e poi ci sono anche le borse di studio-
 Non risponde rimane a guardarmi.
 -Non dovevi organizzare una festa tutta bollicine e champagne tu?-
-Oh certo, andiamo!-
 Mi prende per mano come se non avessimo mai parlato, come se si fosse scordato tutto e mi porta dagli altri.
 -Che ne pensate di una festa a sorpresa, entriamo a casa sua di nascosto...-
-Tipo i ladri?-
-John mi spieghi che centrano ora i ladri?-
-Tu hai detto che entriamo in casa sua di nascosto-
 -Si ma noi non sfondiamo la porta-
-Ma se sfondiamo la porta poi capisce che c'è qualcuno dentro-
-Ho detto che NON sfondiamo la porta hai capito...NON SFONDIAMO NIENTE-
-Aaaah-
-Noi ci nascondiamo e Clover va a prendere Roger e lo porta qui-
-E se Clover non ha capito o si dimentica?-
 -Ma per che mi hai preso?-
-Può capitare a tutti-
-Si, a tutti i malati di alzaimer-
 -Quando Roger entra in casa noi gridiamo SORPRESA!!!-
-Ottima idea-
 -Clover pensi tu a fare una torta-
-Si certo-
 -Non scordatevi lo champagne-
 -Io prendo qualcosa da mangiare-
 -Lo champagneeeee ricordati lo champagne-
-E voi altri qualcosa da bere-
-E io penso allo champagne-
-Abbiamo capito...Freddie tu porti lo champagne-
 -Yeeee-
 -Ora John potresti ricapitolare il tutto-
-Allora noi...noi quattro...no cinque...noi...-
-A parole tue John-
-Allora noi entriamo in casa di Roger...non come i ladri...Clover lo va a prendere...sperando che si ricordi...poi quando entrano in casa noi gradiamo SORPRESA...rischiando di farlo finire di nuovo in ospedale per un infarto-
-Bravo John, sei un genio-
Sono senza pensieri e rido insieme agli altri, sono felice finalmente.
Nel pomeriggio vado a trovare Roger devo dirgli tutto, non voglio avere segreti con lui.
-Ciao Rog, mi sei mancato-
-Tu noooo-
 Mi avvicino e gli do un bacio.
-Devo parlarti-
-Dimmi-
Prendo un respiro profondo e gli dico la verità, tutto d'un fiato.
 -Non ho mai smesso di lavorare fino ad oggi- li prendo la mano e mi avvicino ancora di più a lui -l'ho fatto per prendere le medicine che ti serviranno Freddie mi ha detto che non ve la siete passati molto bene economicamente negli ultimi tempi- evita il mio sguardo - l'ho fatto per te!-
Vedo che non risponde e decido di farmi io avanti per prima.
Mi alzo, mi avvicino a lui premo le mie labbra contro le sue, mi prende il viso tra le mani e mi allontana. "Ecco lo sapevo"
-Sei sempre stata così stronza-
Non posso fare a meno di guardare i suoi occhi.
Mi attira a se e continua a baciarmi è come se le sue labbra fossero di fuoco, sento dei brividi percorrermi il corpo.
"Cosa?!"
Mi allontana di nuovo.
 -Ed è questo che mi piace di te-
 "Un'altro miracolo"
 Effettivamente pensavo che mi avrebbe tirato uno schiaffo, invece si è risolto tutto senza che io facessi niente di straordinario.
 -Non sei arrabbiato con me?-
-Clover, ci ho messo una vita e ci ho quasi rimesso la vita per capire quanto ti amo, adesso non voglio più problemi-
 Rimaniamo incollati fino a quando qualcuno non ci disturba come al solito.
 -Scusate-
"Non ci credo ancora quel tipo, ma allora vive davvero qui"
 -Ma lei non va mai in vacanza?-
 -No, anche se niente mi renderebbe più felice-
 Sorrido.
-Domani può tornare a casa, così potrete baciarvi quanto volete-
 -Graaaazie-
 Il medico esce dalla stanza e ci lascia di nuovo soli.
 -Non vedo l'ora di averti a casa-
-Io non vedo l'ora di averti a letto-
-Aspetta e spera-
 -É per questo che ti amo, tu non sei come le altre, tu sei unica-
 -Non pensavo che potessi essere così dolce-
-Roger già che ci sei dammi le chiavi del tuo appartamento così vado a sistemare un po’, sei stato via per una settimana!-
-Giusto, prendile sono nella tasca della giacca-
Rimango ancora un po’ con Roger e dopo circa un'ora me ne vado.
 -Ci vediamo domani-
 -Già preparati-
 -No sei tu quello che si deve preparare...ciao ciao-
-Ciao amore-
"Se solo sapesse cosa lo aspetta" Esco dall'ospedale ridendo praticamente da sola, penso che qualcuno mi abbia presa per pazza, ma tanto ormai non importa.
“Ciao amore…non mi stancherò mai di sentirglielo dire…ciao amore”
Squilla il cellulare.
“Chi è che scassa adesso?!!”
Freddie.
 -Freddie che c'è?-
 -Clo stavo pensando allo champagne per domani e secondo te..-
-Freddie adesso arrivo lì e ti lancio un scarpa se non la smetti con questo champagne-
-Ma ci tengoooo-
-Guarda che ho i tacchi fa male!!-

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Capitolo 20
*** Bollicine e champagne ***


~~
-Non sei super eccitata per domani-
 -Non eccessivamente-
 -Pensa a divertirti e basta...vedrai che sarai su di giri come me-
-Non vedo l'ora di diventare matta!-
-Molto simpatica-
-Comunque mi sono fatta dare la chiave da Roger-
-E allora fanne un doppione-
-Lo so-
 -E che chiami a fare?-
-Guarda che mi hai chiamato tu!!-
 -Ma per favore se io sono occupato a rendermi utile per la festa a sorpresa del tuo ragazzo comprando lo champagne, mentre tu non fai niente, mi spieghi dove trovo il tempo per chiamarti-
-Freddie ora se non la smetti il tuo adorato champagne te lo...-
-Ho capito non c'è bisogno di andare avanti-
-Ecco appunto, ci sentiamo dopo, ciao-
-Ciao-
Torno a camminare e soprattutto a ridere da sola, ma ancora una volta qualche rompi scatole mi chiama. "100 sterline che è Jessica"
 -Pronto-
-Clover sono Jess-
"Lo sapevo"
-Allora ascolta noi andiamo nell' appartamento di Roger per le otto di mattina prepariamo tutto e tu a che ora lo porti a casa?-
-Alle nove lo dimettono quindi alle nove e mezzo circa-
-Ok-
 -Ok-
-Ti sei fatta dare la chiave?-
-Si-
 -Hai fatto il doppione?-
 -Non ancora-
 -E allora vai che aspetti-
-Che tu e quell'altro malato di Freddie la smettiate di chiamare-
-Giusto Freddie devo chiamarlo per vedere se ha preso lo champagne-
 "Fidati l'ha preso!!!"
-Ecco brava chiama Freddie io vado ciao ciao-
-Ciao-
"Se qualcuno vuole chiamare lo faccia ora o taccia per sempre"

 Vado a fare il doppione della chiave e vado a casa di Roger.
Qui c'è un gran bel casino"
 Ci metto due ore per sistemare tutto, poi finalmente posso tornare a casa a studiare.
Escludendo il fatto che non riesco a chiudere occhio perché sono troppo emozionata, diciamo che la giornata è andata piuttosto bene.

La mattina mi sveglio per andare da Roger.
 Mentre scendo le scale il postino mi ferma.
 -Mi scusi, lei è la signorina Clover Hains?-
 -Si sono io-
-C'è una lettera per lei-
-Per me?-
 Prendo la busta e osservo il timbro postale.
 "É dalla facoltà, la leggerò dopo ora non ho tempo"
-Grazie-
 Metto la lettera in borsa e vado via di corsa dato che sono già in ritardo.
  -Ok ragazzi è tutto pronto, coraggio nascondiamoci qui!-
-Secondo me gli viene un'altro infarto-
 -Non ha mai avuto un infarto-
 -C'è sempre una prima volta-
 -John ma che hai in testa una scimmia che batte i piattini?!-
 -No, una scimmia che suona il basso!-
-Freddie questa te la potevi anche risparmiare!-
 -Ecco appunto, John chiama Clo e vedi a che punto sta?
 -Al punto di cosa?-
-Chiama e di quello che ti dico di dire-
 -Potresti spiegarti meglio!-
-Ma tra tanta gente propio lui dovevate scegliere!- 
 Quando arrivo Roger mi salta praticamente addosso.
-Finalmente non vedevo l'ora di poterti abbracciare, ho aspettato così tanto tempo..-
-E dovrai aspettare ancora perché questo é un ospedale e bisogna sloggiare grazie!-
 "Ancora questo qui"
Scoppio a ridere appena metto a fuoco l'espressione sconvolta sul volto di Roger.
-Arrivederci dottore è stato un piacere-
 -Il piacere è tutto suo signorina, arrivederci-
 Usciamo dall'ospedale e immediatamente mi chiama Jessica.
 -Jess-
-Clover sono io John-
 -Dimmi-
 -Volevo sapere se il corvo è volato via dal nido-
-É stata Jessica a dirti di dire così?-
 -Si-
 -Di a Jessica che l'unica cosa che è volata via è il suo cervello-
-Attendi un attimo-
 -Ha detto "fottiti-
-Grazie ora vado ciao-
 -Ciao- 
 -Ma sei scemo perché hai chiuso?-
 -Lei ha detto ciao-
-Ma sta arrivando?!-
 -E io che ne so-
-Adesso ti arriva un pugno-
-Jessica calmati Clover ti ha mandato un messaggio ha detto che è quasi arrivata-
 -Bene per questa volta sei salvo!!- 

-Finalmente siamo a casa!-
Giro lentamente la chiave nella toppa, apro la porta, prendo Roger per mano, entro e accendo la luce.
 -SORPRESA-
 -Ragazzi mi avete fatto spaventare che fate qui?-
-Una festa per te che razza di domande-
-Oh grazie, grazie a tutti-
Rimango sull'uscio ad osservare gli altri che si abbracciano e Freddie che finalmente può stappare il suo champagne.
 -Grazie soprattutto a te Clover-
Roger mi porge un bicchiere di champagne e mi da un piccolo bacio sulla guancia.
-Ma come avete fatto ad entrare?-
-Con queste-
Jessica ha in mano le chiavi dell'appartamento.
 -Abbiamo fatto un doppione-
 -Aaah ora ho capito!-
 -Già che ci sono le metto nella tuo borsa Clover, dato che da oggi vivrete insieme-
 "Veramente questo te lo sei appena inventato"
 -Vivremo insieme Rog?-
 -A quanto pare si!-
Jessica mette la chiave nella mia borsa e la lettera della facoltà cade per terra.
-Clover guarda!-
 -Oh si mi è arrivata sta mattina aprila per favore-
 -Ok-
 Jessica legge la lettera e i suoi occhi si riempiono di lacrime.
-Jessica che c'è-
 -Che dice la lettera?-
 -La studentessa Clover Jackson date le sue prestazioni intellettive è stata scelta per il tirocinio nel penitenziario di St. Patrick nella Londra ovest, il lavoro verrà retribuito e inizierà la prossima settimana, ecco cosa dice la lettera-
-Clover ti hanno presa-
Mi lascio cadere sul divano.
 -Non dovrai più fare la prostituta adesso hai un lavoro vero!-
 Comincio a piangere e tutti si siedono accanto a me e mi abbracciano.
Continuo a piangere ma sul viso ho disegnato un sorriso da un orecchio all'altro
Mi sembra di essere in un sogno e ho paura di svegliarmi da un momento all'altro.
 -No assolutamente qui ci vuole altro champagne-
 -Freddie hai rotto-
 -No, ha ragione dobbiamo festeggiare...la mia libertà...perché finalmente mi sono svegliata da un incubo e adesso la mia vita è un sogno-
 -Oh, la mia poetessa!!-
Per tutta la sera sorrido come se fossi ubriaca.
-Roger ti abbiamo fatto un regalo-
-Per me?-
 -Ma no, ho detto "Roger ti abbiamo fatto un regalo" per chi deve essere scusa?!-
-Jessica!-
 -Scusa amore sono troppo agitata-
-Amore?!-
-Si io e Brian stiamo insieme-
-Davvero Bri?-
-Si e tra un pò ci sposiamo per Jess é incinta!-
-Cosa!!!-
-Scherzo!-
-Infatti mi chiedevo come avesse fatto dato che non sono stati da soli neanche un minuto-
-John a Brian basta anche mezzo minuto-
 -Allora ragazzi adesso potete tornare a cantare-
 -Si e diventeremo ricchi sfondati e avremo un sacco di donne per noi-
-Certo come no, Roger!-
 -Dai siete già abbastanza famosi potete solo fare meglio-
-E lo faremo-
 -Deve essere splendido trovarsi a cantare davanti a un sacco di persone che ti ascoltano estasiate, come fai a conquistare il pubblico Fred?-
 -Sono bravo, dolcezza-
-Molto modesto-
 -Però mi sento anche parte di loro, sono stato anch'io a guardare con gli occhi lucidi gruppi come gli "Yes" e quando sono sul palco so come ci si sente chi è laggiù, vuole sentirsi partecipe, parte dello spettacolo e tu devi esaudire il suo desiderio- Ne segue un breve applauso. -La musica e una stanza insonorizzata dove puoi chiuderti per lasciare fuori i problemi e il resto, per questo ciò che si ascolta dipende dall'umore che si ha, quando sei un musicista hai il dovere di far sentire bene la gente perché sei parte di quella stanza-
-Ma queste frasi le prendi dai cioccolatini-
 -Perchè sei geloso, non ti basta Clover, vuoi anche me ora?-
 -Dopo che mi hai tradito!-
-Cosa tu hai tradito me mi hai illuso con il tuo sguardo sexi, ma non mi freghi più, trovati un'altra-
 -Ma tu vedi quanto sei presuntuosa!-
-Io almeno non tradisco la gente che si ama da una vita-
-Voi due siete pazzi-
 -Freddie basta champagne-
-Dovremmo farlo più spesso-
-Cosa litigare-
 -No quello lo facciamo gia abbastanza, intendo vederci qui o da qualche altra parte tutti insieme-
 -Si infatti quando?-
-Jessica guarda che noi siamo molto impegnati guarda la nostra agenda è piena, il primo giorno libero viene dopo la nostra morte-
-Tu morirai subito, John,  se non la smetti di scocciare-
-Non sono io che sto attaccata a Brian per ore e ore-
 -Per ore e ore, ma che dici-
 -Domani come ci arrivo al St. Patrick?-
 -Ti accompagno io, dato che i Queen sono impegnatissimi-
 -Di sicuro si scorderà di venire-
 -No John quello sei tu-
Arrivano le due di notte circa e i ragazzi se ne vanno e lasciano me e Roger finalmente soli.
-Ciao dolcezza-
-Ciao Fred-

-Finalmente soli-
-Sono così contenta io non credo che si possa essere più felici di così-
-Questo lo dici tu-
Mi perdo nei suoi occhi.
 -Non sarei dovuta scappare, quando ti ho visto con quella ragazza-
 -Ora però non puoi più scappare perché sei mia-
Mi prende per mano, mi porta in camera e chiude la porta dietro di se.
 Sono troppo stanca di sesso per mettermi a descrivere come andò quella notte, vi dico solo che cancellò dalla mia mente altri mille uomini con cui ero stata altre mille notti.
 Con un bacio, con un leggero tocco delle sue mani tutto è passato, svanito, questo è il mio presente e lo adoro.
Erano anni che desideravo di poggiarmi sul petto di un uomo, non avevo mai potuto riprendere fiato tra le braccia di qualcuno che mi facesse sentire protetta, tutti andavano via quando si annoiavano di me.
Finalmente ora sono sdraiata vicino ad un uomo che amo e che non si stancherà mai o almeno io non mi stancherò mai.
-É stato come se non l'avessi mai fatto!-
-Oh credimi anche per me-
-Promettimi che non sarò mai una puttana per te-
-Promesso-
 -Grazie-
-Di cosa?-
 -Di essere parte del mio sogno-
-Allora grazie anche a te, ora però riposati, domani inizierà ufficialmente la tua nuova vita-
E così sarà...

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Capitolo 21
*** L'ultima pagina ***


Si ora voi pensate che mi metta a raccontare il mio primo giorno di lavoro, l’emozione, i colleghi fighi…anche no!
Di recente quando io e Roger non avevamo niente di meglio da fare…a letto…ho letto un libro o almeno ci ho provato.
Pensavo parlasse di una guerra tra fazioni di uno stesso popolo e invece ho scoperto che parlava di una storia d’amore.
L’ho regalato il giorno stesso.
Sono troppo impegnata a vivere la mia storia d’amore per concentrarmi su quella degli altri dove una stupida arrapata si concede tra le braccia di un super figo, che non sarà mai alla sua portata, ma  chissà per quale intervento divino e celestiale la nota.
I due dopo sguardi di intesa e passeggiate si innamorano e dopo un po’ litigano perché lui guarda il culo ad un’altra o perché lei pensa più alle sue amiche che a lui o semplicemente perché non è amore.
Ho imparato a mie spese che l’amore esiste, ho capito che è possibile che una prostituta si fidanzi con un cantante rock, ma soprattutto ho capito che l’amore cresce con coraggio, perseveranza e soprattutto sofferenze.
Un fiore ci mette tempo a sbocciare e quelle cazzate di cui parlate, i colpi di fulmine, sono fiamme e fino a prova contraria le fiamme bruciano…anche i fiori più belli.
Scusa se mi arrabbio così tanto, ma in questi mesi ho lavoro con carcerati, tossici di ogni specie e nei miei colloqui ho sentito raccontare la vita di molti uomini e soprattutto di molte donne.
Donne spezzate in due dall’unica persona che amavano veramente, uomini, i veri uomini, che hanno visto scivolare via la donna che tanto amavano e hanno trovato rifugio nell’alcool, nella droga e a volte mi chiedevano:
- come si fa a sopravvivere con tanto dolore?
E rispondevo.
- Sono stata una prostituta, sono stata violentata, ho visto l’uomo che amavo in fin di vita e gli ho tenuto la mano lottando contro la morte insieme a lui e alla fine l’ho visto alzarsi da quel lettino d’ospedale e ho capito che se mi fossi lasciata andare, sarei morta con lui e dopo il dolore non avrei mai visto la felicità-
E piangevano tra le mie braccia, mi mandavano a quel paese semplicemente si alzavano e andavano via.
-Meglio morire che vivere senza il mio amore-
-Se vivi hai ancora la possibilità si amare e di essere amata, ma se muori verrai amata solo come si ama un morto, che si ricorda nel giorno del suo funerale e basta…e nessuno verrà al tuo funerale perché non avrai avuto il tempo di trovare qualcuno che ti voglia bene Lisa ed ora esci di qui e ricomincia a vivere!-
-Non ho mai smesso di vivere-
-Vivere soli pensando di voler morire ogni giorno, non è vivere, se ci sono riuscita io ci puoi riuscire anche tu!-
Ho seguito Lisa per mesi in una comunità per tossici, non sarebbe stata qui se non fosse stato per uno stupido uomo che spero tanto muoia in fretta…scusate ma quando ci vuole ci vuole!
Nessuno fa male ai miei ragazzi!
Io sono stata una di loro…
 
 
Non vi preoccupate manca ancora una minuscola parte nella mia storia.
Ma adesso non è più Clover a raccontarla è una donna che ha sputato in faccia alla morte, una donna che ha combattuto e ha vinto ed ora ha il coraggio di raccontare.
Ho scritto un diario sulla mia vita, queste pagine sono frammenti di me.
Vi ho raccontato di Jessica e Brian, di Roger e me, di Freddie che tra l’altro si è fidanzato con una certa Mary e di Celeste…e di David, ma di lui ho ancora una piccola cosa da aggiungere.
Ora basta parlare, apro di nuovo il diario e comincia a scrivere…accadde qualche mese fa…
 
 
Sono seduta  nella sale degli incontri del carcere e aspetto un ragazzo per parlarci un po’.
Non l’ho mai visto prima.
Aspetto qualche minuto poi la porta si apre e quasi cado dalla sedia.
Il mio cuore fa un salto di venti metri.
-David-
Stringe i pugni e indietreggia
-Fermo-
Ha paura.
-Torna qui, siediti-
-Clover- sussurra
-Io ti ho ucciso, tu sei forse un angelo?-
-No David, sono viva-
Sorrido…forse è Dio che parla non io.
Lui si siede e mi accorgo che trema
-Non hai paura di me?-
-Come posso temere un uomo così fragile-
Dall’istante in cui è entrato ho capito che non aveva più potere su di me, su nessuno, era come uno straccio in balia del vento.
-Come va con Celeste?-
- Io la amo, ma non le farò mai del male te lo giuro, te lo giuro!-
Mi prende una mano e supplica piangendo.
Non è più un uomo, se non ci fosse Celeste morirebbe.
-Lo so David, lo so-
-Io non volevo farti del male, mai avrei voluto, lo sai che ti ho sempre voluto bene, lo sai che non farei male a una mosca eppure l’ho fatto a te, che tanto amo-
So che ha pensato di aver fallito facendo la parte dell’uomo gentile e amico di tutti, allora ha provato a costruirsi una nuova identità, ha creato un mostro.
Come il Dottor Jekll e Mr. Hyde, da una parte un uomo, dall’altra un mostro.
Sono passati sette mesi da quando è successo il tutto e per sei mesi è stato in terapia per eliminare la sua parte malvagia.
-Se non fosse stato per Celeste che ha sempre creduto in me, che ha sempre creduto nel mio lato buono, io ora non sarei qui-
-Tu sei buono David-
-Lo ero-
-E ritornerai ad esserlo-
-E se Celeste si dimentica di me?-
-Non lo farà-
-Come puoi dirlo?-
-Perché non ti ha abbandonato quando eri pazzo Mr. Hyde ed adesso può solo godersi Dottor Jekyl-
Qualche tempo fa probabilmente non avrei sentito ragione e l’avrei voluto morto, ma adesso combatterò anch’io per salvarlo.
“Dopo tutto quello che ti ha fatto?”
Si dopo tutto quello che LUI, che David mi ha fatto, LUI, non la parte di sé che si è creato.
Combatterò per le gioie e i momenti condivisi quando stavamo insieme, le cazzate e i momenti seri, tutto!
-Riuscirai mai a perdonarmi?-
-Per cosa?-
-Per quello che ti ho fatto-
-Tu non hai fatto niente-
Sembra non capire e immagino sia giusto è già confuso di suo.
-Ti ho già perdonato!- gli prendo una mano – Altrimenti ti sarei saltata addosso appena sei entrato per prenderti a pugni-
Sorride, che bel sorriso.
Non vedevo il SUO sorriso da anni.
Continuo a vedere David spesso e di solito appena arrivo io va via Celeste, so che si sposeranno appena lui uscirà di prigione e magari se Roger si decidesse a chiedermelo potremmo sposarci anche noi…
Ho finito il diario a quanto pare, forse è un segno, forse da questo momento in poi comincia la vera storia…
Roger mi chiama,adesso devo proprio andare, ma prima un’ultima cosa…incontrerete muri, barriere, ostacoli gente simpatica, antipatica che vi ama e vi odia per come siete, ma qualunque cosa accada, cambiare per gli altri ci porta a dimenticare noi stessi…E quindi I’m just me!
Un bacio CLOVER

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