Pazza? Sì, di te.

di niky999
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***










Descrivermi in poche e semplici parole?
Diciassettenne che trascorre assiduamente una vita disastrata. Proprio così!
Mio padre è morto sei anni fa di cancro. Non ce l’ha fatta.
Io e mia madre ci siamo trasferiti in un’ altra città per iniziare una nuova vita, magari meno drammatica di quella precedente.
Voltare pagina è sempre la cosa più difficile, ma in certe situazioni non si può fare altro.
Anche se può risultare difficile.. l’unica soluzione a ogni problema è dimenticare. Ma i ricordi tornano e tornano ancora.. ogni giorno la forza e la speranza ti abbandonano sempre di più ed è come se una lama scendesse sempre più in profondità sul tuo cuore…
***
Era il primo giorno di scuola.
La prima cosa a cui pensai fu: ‘Sarò un disastro?’. Ogni cosa che facevo riuscivo a trasformarla in un fallimento. Ho trascorso la mia vita a fare figuracce per la mia goffaggine. Diciamo che non sono la tipica ragazzina ‘angelo’ generosa e aggraziata che lascia dietro sé una scia di profumo di menta.
Piuttosto, sono quella ragazza che ha difficoltà ad aprirsi troppo con gli altri, quella misteriosa di cui nessuno sa nulla, quella testarda, cocciuta e come detto prima che non sa fare altro che disastri.
Una ragazza che, a dirla tutta, non doveva avere niente di speciale.
‘Driiiin’
La mia sveglia squillante mi riscosse da tutti i pensieri.
Mi alzai dal letto e corsi in bagno a darmi una sistemata veloce.
Pettinai come meglio potei i miei lunghi capelli biondi e mi vestii con una felpa blu, leggins neri lunghi sotto la caviglia e all-star bianche.
Quella mattina i miei occhi azzurro ghiaccio erano più luminosi del solito!
Raccolsi lo zaino e il cellulare; uscii dalla porta di casa e accellerai a tutto turbo sulla mia Volkswaghen!
***
“ Ciao. “
Ero appena entrata nella mia nuova classe, la A. Girava voce che fosse la più disastrata della scuola, ‘ tutti drogati e fuori di testa ‘ dicevano.
Beh, non avrei potuto fare altro che scoprirlo di persona!
In ogni caso mi sarei abituata subito: la classe precedente in cui mi avevano sistemata era un caos totale, perciò non avrei avuto più problemi ad adattarmi!
Mi ero seduta al banco in fondo alla classe e subito dopo era entrato un altro ragazzo, alto, moro e dal fisico asciutto e muscoloso. Da come camminava e dalla sua espressione sembrava che se la tirasse un po’.
Indossava una maglia attillata che ne sottolineava il fisico, jeans e nike blazer.
Quel tipo non mi piaceva molto, ma indovinate un po’ dove si siede? Di fianco a me!
“ Ciao. “ gli risposi, ignorando il suo sguardo.
“ Nuova tesoro? “
Lo guardai stranita.
“ Mi chiamo Ellen. “ marcai per bene tutte le parole per essere chiara.
“ Io sono Andrew, piacere tesoro. “ allungò il braccio dietro lo schienale della mia sedia.
Ok, c’era da dire che era maledettamente figo ma … farmi innervosire non gli sarebbe servito a nulla!
“ La vuoi smettere? “
“ Cos’hai detto tesoro? “
“ Coglione! “
“ Come? “
“ Ho detto coglione! “
“ Ripetilo un’altra volta. “ mi si avvicinò pericolosamente, le nostre facce erano a un centimetro di distanza. Potevo sentire il suo respiro su di me.
Arrossii terribilmente e lui ovviamente lo notò!
“ Io che faccio il carino e tu mi tratti così? “ detto questo mise il broncio e tornò al suo posto, ma non potei ignorare il suo sguardo fisso su di me per tutto il tempo.
Alla fine delle lezioni…
“ Ellen, ho saputo dalle sue precedenti scuole del suo talento nelle materie scolastiche, per questo motivo dovrai aiutare il tuo compagno di banco a studiare! Mi aspetto che questa volta riuscirà a passare l’anno.. “ la prof. rivolse un’occhiata truce ad Andrew.
Cosa? Io aiutare quello? Ma non se ne parla! Anzi, non voglio stargli vicino neanche un secondo di più! Ditemi che un incubo perché se non lo è.. insomma, non lo farò mai, inutile insistere non cambierò idea!
“ Ok prof. “
Ed ecco che così avrei dovuto passare il resto dei miei giorni incollata ad un figo del ‘caspio’ che se la tira fin troppo. Coi ragazzi non ero mai stata brava, se mi si presentava davanti uno come lui difficilmente riuscivo a parlare, diventavo rossa ad ogni parola che mi rivolgeva e iniziavo a tremare. E così facevo la figura dell’idiota.
Insomma, immaginatevi a stare tutti i giorni a stretto contatto con persone come lui. Probabilmente penserete sia una cosa meravigliosa, ma non per me. Io non sono fatta per i ragazzi, sono troppo timida e ho difficoltà ad aprirmi e a non fare figuracce!
Ma purtroppo dovevo farlo.
Nella vita non puoi scegliere cosa fare, sono sempre gli altri a dettare le regole per te. Ci sarà sempre qualcuno più in alto e non puoi farci nulla.
***
Ok, erano le 15.15. Andrew mi aveva dato il suo indirizzo.
‘L’appuntamento’ era per le 15.30 e io ero ancora seduta su una sedia a deprimermi! Stavo pensando a tutti i disastri che avrei potuto fare quel pomeriggio, ed erano senz’altro tanti, troppi!
Il tempo passava ed io ero ancora lì, incapace di muovermi.
“ Forza Ellie, puoi farcela! “ ripetei questa frase fino all’esaurimento, poi mi alzai finalmente dal remoto angolino in cui mi ero cacciata, aprii l’armadio e indossai una semplice maglia bianca scollata, dei pantaloncini di jeans e un cappello di lana.
Cercai di ignorare i lancinanti dolori causati dai nodi e mi pettinai per circa dieci minuti, poi raccolsi zaino, cellulare e corsi fuori di casa.
Benissimo, ero in ritardo anche quella volta.
‘Non posso proprio farne a meno eh!?’ pensai.
Ero sempre arrivata qualche minuto più tardi ad ogni singolo appuntamento; anticipi? Non se ne parlava!
Ero una ritardataria nata!
***
“ Chi è? “
Suonai il campanello di una bellissima villa con classica piscina e giardino sul retro, ed ecco che sentii quella voce.
Per un attimo sentii di avere la saliva azzerata, e onestamente ancora mi chiedo come diavolo feci a rispondere.
“ Sono Ellen! “
Il cancello si aprì con uno scatto.
Camminai lentamente verso la porta socchiusa.
“ Permesso? “ la aprii leggermente e vidi Andrew correre giù dalle scale sulla sinistra. Indovinate un po’?
Era a torso nudo! Indossava solo dei jeans!
Per un attimo mi sentii svenire, ma ripresi immediatamente conoscenza.
Ok, quella volta non avrei dovuto fare nemmeno una singola figuraccia!
Ma, povera sorte, camminai verso di lui e inciampai sulle stringhe, ritrovandomi con la faccia a un centimetro da terra sorretta da un braccio muscoloso.
Alzai gli occhi e incrociai il suo sguardo profondo.
Sembrava che il tempo si fosse fermato all’improvviso.
“ Sei arrossita. “ Andrew rise in modo lieve continuando a fissarmi.
“ C-cosa? Emh grazie dell’aiuto. “
‘ Ok, calma calma calma! ‘ le mani iniziavano a tremarmi.
Ero appena inciampata finendo proprio addosso a lui e... era a torso nudo! Dio mio, come avrei fatto a sopravvivere un intero pomeriggio con lui? A dire la verità non lo sapevo, ma avevo vissuto esperienze peggiori e di certo un ragazzo un po’ troppo vanitoso non sarebbe riuscito a intimorirmi!
Mi tirai su facendo finta di nulla, tolsi il capello e lo buttai sul magnifico divano in pelle bianco che si ritrovava.
“ Davvero credevi che avremmo studiato? “ indicò il mio zaino e fece un sorriso sghembo.
“ Perché, tu cos’avevi in mente di fare? “
Insomma, io ero venuta a casa sua con l’unica ragione di fare i compiti e adesso mi viene a dire che non ne ha voglia? A quel punto avrei anche potuto sbattergli la porta in faccia e tornarmene da dove ero venuta, ma ovviamente non lo feci.
“ Ti va una birretta? “
“ Sì grazie. “
Detto questo si dileguò in cucina.
Nel frattempo mi sedetti sul divano e ammirai la casa.
Era bellissima, tipica dei ricconi. Le pareti erano bordeaux con quadri da cornici d’oro ovunque, una vetrata sulla destra, il televisore al plasma centrale fissato sul muro, tappeti presumibilmente pregiati e qualche mobile qua e là con vari oggetti inutili stipati in scaffali.
Un brivido di freddo mi percorse la schiena: il pavimento era ghiacciato!
Mi misi a gambe incrociate e vidi Andrew tornare nel salotto con in mano due birrette.
“ Tieni. “
Per qualche minuto ci fu silenzio, troppo silenzio. Ero decisamente a disagio in quella casa, soprattutto perché lì dentro c’era solamente lui, e a torso nudo anche! Cercai di non guardarlo troppo.
“ Allora, sono venuta qui solo per ubriacarmi o hai in mente qualcosa? “ feci ironica, tra un sorseggio e un altro.
“ Sì, potremmo conoscerci. Allora tesoro.. “
“ Ellen. “
“ Come mai ti sei trasferita? “ si voltò verso di me cercando il mio sguardo, ma io rimasi a fissare per terra ignorandolo.
“ Mio padre è morto di cancro sei anni fa e… io e mia madre siamo finite qui. “
“ Mi dispiace… “
“ Non importa sto bene, lo sto superando. “ annuii. La verità era che quella era la stronzata più grossa che la mia bocca avesse mai fatto uscire dopo sei anni. No, non stavo affatto bene e non lo avevo di certo superato.
Ma non avevo voglia di spiegare alla prima persona che passava tutti i miei sentimenti. A lui poi! Ma neanche per sogno!
Non parlammo più finché entrambi non finimmo di bere la birretta.
Andrew mi disse di aspettare lì, poi corse di nuovo su per le scale.
Ma correre era una sua mania? Sinceramente in una giornata non ero ancora riuscita a vederlo camminare da persona ‘normale’.
Non appena scomparve dal mio sguardo posai la birra sul tavolo in cucina e ignorando il suo ordine salii lentamente le scale.
Non avevo mai visto una villa del genere e il pensiero di esplorarla era troppo allettante.
Fin dalla nascita ero sempre stata molto curiosa. Ficcavo il naso ovunque mi si presentasse la possibilità, non potevo farne a meno! Come fare disastri e arrivare in ritardo… sì, lo ammetto, non ero un granché come ragazza ma ero nata così, che ci potevo fare?
Avessero inventato una macchina cambia-carattere l’avrei provata subito, ma dal momento che non era stata inventata.. beh, mi potevo solo arrangiare con quello che avevo.
Finita la scalinata trovai il classico corridoio lungo un’ eternità, pieno di stanze in ogni dove. Partii dalla prima, sembrava uno studio. Era molto disordinato, c’erano libri e pagine sparse ovunque, scrivanie, sedie e una sola finestra sulla sinistra. Proseguii: due bagni che onestamente non volevo esplorare, una stanza con letto matrimoniale e una con letto singolo che probabilmente era quella di Andrew. Senza nemmeno pensarci due volte entrai.
Le pareti erano azzurro cielo, adesivi ovunque! Il disordine dello studio era tale uguale a quello della sua camera! Trovai diversi pacchetti di sigarette nei cassetti, accendini, maglie, jeans e un sacco di altre cose, tra cui due skate stipati in un angolino.
Mi sorse il dubbio che magari si drogasse anche. Non mi sarei per niente sorpresa! Era il tipico ragazzo pieno di troiette che non fa altro che fumare, ubriacarsi e rubare i cuori altrui!
Eh sì! Perché ormai il mio già lo aveva rubato e lo aveva chiuso dentro ad un cassetto!
No, aspettate, stavo dicendo sul serio? Andrew che mi ruba il cuore? E’ solo un pompato, e io sto solo impazzendo!
Uno scricchiolio dietro di me mi fece sobbalzare.
A un certo punto la porta della sua stanza si aprì e dietro apparve la sagoma di Andrew … in boxer!
“ Che ci fai qui? “ mi guardò stranito e buttò sul letto l’asciugamano che aveva sulle spalle.
‘ Ommioddio, ommioddio, ommioddio! ‘
“ Oh emh, niente stavo.. “
“ Frugando tra la mia biancheria. “ mi interruppe, indicando i boxer che avevo in mano. Cavolo! Era entrato proprio mentre li stavo spostando!
“ N-no è che.. “
Andrew mi si avvicinò e mi tappò la bocca con l’indice, poi per mia fortuna si rimise i vestiti cosicché io potei finalmente respirare!
Ok, la giornata era iniziata male e stava continuando ancora peggio.
Sperai con tutto il mio cuore che non andasse avanti così, altrimenti prima di sera mi sarei dovuta buttare dal balcone di casa!
In realtà la mia mente ora era ferma e stava decidendo quale strada prendere; la prima era quella del cuore. Eh già, cosa mi diceva il cuore?
Onestamente quel ragazzo non era poi tanto male, anzi per nulla! E poi …
‘ Oddio, lo stavo pensando veramente? ‘ senza pensarci due volte imposi alla mia mente di seguire l’altra strada. Quella della razionalità.
Conoscevo quel ragazzo da appena un giorno, non potevo cascargli subito ai piedi, non ero la ragazza facile che ti fai dopo due minuti. No, affatto!
Dovevo cercare di mantenere la calma e respirare, respirare profondamente!
‘ Oddio, sono rinchiusa in casa col ragazzo più figo del mondo in boxer, come si fa a non cascargli ai piedi? ‘
Niente da fare, il cuore purtroppo vince sempre, a costo di farsi fin troppo male e magari nemmeno amare più, ma vince e si fa ascoltare sempre più della razionalità e dell’intelligenza, che davanti all’amore non possono fare altro che rinunciare.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***





 





“ Si è fatto tardi, devo andare. “
“ Di già? Speravo rimanessi ancora un po’… “
La verità era che ormai lì non ci facevo più niente.
Insomma, stare tutto il pomeriggio a stretto contatto con uno come lui non era il massimo, soprattutto se sotto sotto c’era pure una cotta!
Un momento, chi ha parlato di cotta? Stare con quello mi stava rincitrullendo, non potevo stargli vicina nemmeno un secondo che il mio cervello impazziva e non ragionava più.
“ Niente da fare, sono stata qua fin troppo. Ciao, a domani! “ 
“ Aspetta è buio, ti accompagno. “ 
Ok, questo era l’atto più tenero che mi aveva dimostrato in … un giorno? Oddio dovevo smetterla!
“ Non ti preoccupare, so badare a me stessa, ciao Andrew! “
“ Come vuoi, ciao Ellen. “ 
Trattenni un gridolino di gioia fin quando non chiuse con un tonfo la porta di casa.
Finalmente, mi aveva chiamata per nome! Già un passo avanti.
Durante il tragitto non feci a meno di pensare a tutta la giornata che avevo passato con lui. Alla fine non si era per niente dimostrato il ragazzo che credevo. Pensavo fosse più.. insensibile e drogato, ecco. La prima impressione era proprio quella, ma in fondo prima di giudicare è bene sempre conoscere le persone, altrimenti non puoi arrecarti nessun diritto di farlo.
‘L’apparenza inganna’… il proverbio più vero che abbiano mai inventato.
Tuttavia non potevo dire lo stesso di conoscerlo bene… a dirla tutta neanche di conoscerlo, non sapevo niente di lui ma dentro di me forse ero riuscita a intuire già il tipo di persona che era.
Comunque, meglio non farsi illusioni. Ho seguito la strada del cuore? Bene, ora è giusto che mi aspetti qualsiasi conseguenza, dal momento che troppo spesso a seguire i suoi consigli finisci male.
Ero pronta a tutto, tanto ormai la mia vita era già abbastanza disastrata. Dolore più dolore meno non sarebbe cambiato assolutamente nulla, ero già al limite!
Svoltai una via; effettivamente farmi accompagnare non sarebbe stata male come idea ma … cosa sarebbe potuto accadermi?
Cammino avanti senza voltarmi. Non sapevo perché ma quel silenzio aveva qualcosa di troppo inquietante! Nemmeno una flebile luce a illuminare quella via.
Presi il mio cellulare e attaccai le cuffie, feci per mettere su la prima canzone che mi trovavo davanti ma sentii un strano rumore dietro di me.
Mi voltai di scatto e vidi un gruppo di ragazzi che mi stava raggiungendo.
Che cosa volevano?
Ok, ero un’esperta nella lotta corpo a corpo ma.. loro erano troppi!
Allungai il passo fin quasi a correre ma ad un certo punto una mano mi afferrò per le braccia costringendomi a fermarmi e a voltarmi.
“ Ehi dolcezza, cosa ci fai qua a quest’ora? Non lo sai che è la via peggiore della città? “ il ragazzo davanti a me era alto, muscoloso, ma si riconoscevano poco i lineamenti a causa dell’oscurità.
Effettivamente aveva tutta l’aria di essere un posto malfrequentato, ma c’era così buio che era difficile distinguere qualsiasi cosa intorno a me.
Pian piano gli altri del gruppo mi si avvicinarono.
“ Lasciatemi in pace. “ avevo il cuore a mille, cosa mi avrebbero fatto? Di certo non potevo starmene lì con le mani in mano. Dovevo fare qualcosa o chissà come sarei finita!
“ Per favore, ve lo chiedo un’ultima volta. Lasciatemi andare! “ questa volta gridai tanto forte che uno stormo vicino a noi volò via.
A un certo punto l’intero gruppo si mise a sogghignare e cercò di afferrarmi.
“ Sai una cosa? Mi piaci. O lasci che ti facciamo quello che vogliamo, oppure lo faremo lo stesso… ma con delle conseguenze. Eddai, non vogliamo che un così bel visino…” non fece in tempo a terminare la frase che un ceffone ben assestato gli arrivò in faccia.
“ Ok, prendetela. “
“ Io … vi avevo avvertito. “ sibilai.
Il primo cercò di afferrarmi per le braccia ma gli tirai un pugno in pancia talmente forte da farlo piegare in due dal dolore. Altri due mi stavano bloccando da entrambi i lati, presero la rincorsa cercando di fermarmi, ma io con uno scatto li evitai, li presi entrambi per il collo e gli feci dare una testata talmente forte che avrebbero avuto il segno per tutta la vita! Mi preparai ad affrontare il prossimo ma il capo del gruppo mi immobilizzò da dietro tirandomi un calcio sull’incavo del ginocchio; l’altro mi si avvicinò, si piegò per guardarmi meglio e piegò la testa.
“ Ma che bel caratterino, peccato che a noi le persone come te … ci seccano. Non so se hai afferrato il concetto. “ si mise a ridere. Cosa diavolo aveva da ridere? Cercai di dimenarmi, avrei voluto tirargli un bel calcio in quelle parte, ma quello dietro di me non me ne diede modo e non potei fare altre che digrignare i denti e urlare per il dolore.
Mi avevano appena tirato un pugno in pieno stomaco! Rivoli di sangue iniziarono a colarmi dalla bocca.
Ma avevo sopportato dolori ben peggiori!
Dovevo cercare di tirarmi su, di liberarmi da loro, correre, scappare e buttarmi tra le braccia di Andrew, ma non ne avevo modo.
Un attimo, anche in quella situazione avevo il coraggio di pensare a lui?
Insomma, stavo per … morire e la prima persona che mi viene in mente è proprio quel pompato? Mioddio, la mia mente incominciava a farmi brutti scherzi!
Ma non avevo tempo di pensare ad altro, tentai di dimenarmi di nuovo ed ecco che mi arriva un pugno in faccia!
Mi piegai di nuovo dal dolore, non ce la facevo più! Sputai altro sangue, probabilmente ne avevo la bocca piena!
Socchiusi gli occhi; stavo per perdere conoscenza, quando il capo iniziò a tirarmi su la maglietta.
Avevano davvero intenzione di violentarmi? In ogni caso avrei potuto solo sperare in un miracolo, un miracolo che mi avrebbe subito portata via di lì. A meno che qualcuno non fosse rimasto sveglio a girare per vie poco raccomandabili, non avevo vie di fuga. Si misero a ridere di nuovo, avevo una voglia immensa di tirargli una montagna addosso, ma come?
Ecco che arrivano ai pantaloni; mi slacciano la cerniera e iniziano a tirarmeli giù, l’altro stava per togliermi il reggiseno, ma io con le ultime forze rimaste gli scagliai un bel calcio in quelle parti! Emise un grido di dolore e anche lui si accasciò a terra.
Ne rimaneva solamente uno ed era proprio quello più in forze.
Anche in quei momenti la mia sfiga non si decideva ad abbandonarmi!
Mi afferrò di nuovo e purtroppo i miei tentavi di dimenarmi non andarono a buon fine: ero sfinita.
Mi tirò un altro pugno per tenermi ferma e questa volta potevo dire di aver veramente perso conoscenza. Sarebbe finito tutto lì? Tutto quanto? Era quella la fine che mi meritavo? 
Proprio quando stava per spogliarmi del tutto lo sentii mollarmi dalla presa che mi stava stritolando. Feci solo in tempo a vedere un ragazzo che lo stava stendendo, poi più niente, il niente più assoluto.
***
Mi svegliai su un letto in una stanza che onestamente non avevo mai visto.
Cosa diavolo ci facevo lì? Poi tutto mi tornò alla mente.
Ero stata una stupida: avevo rifiutato di farmi accompagnare da Andrew ed ecco il risultato. Quella volta avevo rischiato grosso!
Sentii la porta aprirsi, mi voltai e vidi un ragazzo alto, biondo, aveva gli occhi azzurro cielo e probabilmente la mia età. Poi lo riconobbi: quel ragazzo era della mia classe! Non ci avevo fatto subito caso dal momento che avevo concentrato tutta la mia attenzione su Andrew!
“ Oh, finalmente sei sveglia! “ mi si avvicinò preoccupato e si sedette di fianco a me.
“ Tu devi essere … Thomas giusto? “
“ Sì, e tu una ragazza  che ha perso il cervello! Cosa ci facevi lì a quell’ora? Da sola poi! “
Rimasi in silenzio; non avevo nessuna voglia di spiegare niente a nessuno.
“ Lo sai che se non fossi arrivato io… a quest’ora non saresti qui? “ sospirò.
“ Grazie. “ quella fu l’unica cosa che la mia bocca riuscii a dire. Nient’altro, ero ancora traumatizzata.
“ Dove sono i miei vestiti? “ notai poco dopo di essere ancora in intimo. Ciò mi fece arrossire terribilmente! Thomas mi aveva vista in questo stato per due buone ore!
“ Ah sì, eccoli. “ mi porse tutto quello che avevo indosso poco fa, poi mi fece un sorriso sghembo.
Io ricambiai e rimasi a fissarlo. Solo in quel momento notai che le nostre facce non erano molto lontane.
Come ragazzo non era niente male, anzi! Aveva un viso spettacolare e non volevo nemmeno immaginare quale fisico si trovasse sotto a quella maglietta!
E poi c’era da dire che mi aveva salvata e … lo ammetto, era incredibilmente figo! In quel momento mi venne una voglia immensa di baciarlo e penso che anche lui avesse questa sensazione.
Pian piano le nostre bocche si fecero sempre più vicine finché sentii lentamente un forte calore sulle labbra. Ci stavamo baciando!
A mano a mano che i secondi passavano il bacio si faceva sempre più intenso, sentivo le sue mani stringermi tra i capelli, la sua lingua cercò la mia e io ricambiai.
Ma.. lo stavo facendo davvero? Voglio dire, nemmeno lo conoscevo! Ok, forse il fatto che mi avesse salvato la vita poteva pure bastarmi ma … quello non era proprio il momento adatto. Mi staccai lentamente a malincuore; il silenzio aleggiava ora in quella stanza.
“ M-mi metto i vestiti, puoi uscire? “
“ Oh sì, scusami. “
Detto ciò smise di fissarmi e si dileguò dalla camera.
Ok, c’era da dire che baciava in un modo meraviglioso, ma… circa due ore prima ero stata aggredita! Non era assolutamente il caso!
***
“ Driiin “
La notte prima Thomas mi aveva accompagnata fino a casa, dove mi aspettava una madre piuttosto arrabbiata e onestamente ne aveva tutte le ragioni. Non potevo raccontarle cos’era successo realmente, altrimenti avrebbe subito informato la polizia, li avrebbe denunciati e ci saremmo trasferiti un’altra volta! Per questo motivo le raccontai che ero rimasta a studiare insieme ad ‘un’amica’ e fortunatamente la bevve.
La mattina successiva ero piena di lividi e dolori, ma mi feci forza ed andai a scuola comunque.
Ecco che suona la campanella dell’intervallo! Eravamo tutti sollevati di essere sopravvissuti alla lezione di chimica!
Vidi Thomas avvicinarmisi con un sorriso stampato in faccia:
“ Ellen!Tutto a posto? “
“ Penso di sì, a parte lo stomaco e tutto il resto credo di stare bene. “ a queste parole sembrò essere ulteriormente felice.
“ Perfetto, sono contento che tu stia bene. “ detto ciò si avvicinò e mi abbracciò talmente forte da quasi stritolarmi!
Vidi che Andrew ci stava fissando dall’altra parte dell’aula ma non appena i nostri sguardi si incrociarono lui si voltò e uscì dalla classe.
ANDREW POV
Quella mattina a scuola Ellen era molto strana. 
Era molto pallida e più volte si era piegata su di sé digrignando i denti e sospirando. C’era qualcosa che non andava.
“ Tesoro, ti senti bene? “ le domandai. Amavo chiamarla in quel modo, me la faceva sentire più.. mia. 
Un attimo, lei non è mia e mia non deve essere! Eppure ogni volta che la guardo in lei intravedo qualcosa di diverso … di speciale. E quel qualcosa mi è stato rubato, lo sento.
“ Ho detto di chiamarmi Ellen, lo vuoi capire o no? “ non feci a meno di ridere. 
“ Che c’è adesso? “ amavo quando si arrabbiava! Diventava così… sexy, anche se in realtà lo era già di suo. 
Notai che per tutta la lezione, Thomas si voltava verso di lei e le sorrideva, con un ricambio naturalmente. Cosa stava succedendo tra quei due?
Non sapevo perché, ma avevo la netta sensazione che Ellen fosse di qualcun altro e se non lo era sicuramente sarebbe stato il suo desiderio.
Ok, forse stavo esagerando! Quella è solo una secchiona… sexy e allettante però.
La campanella si mise a suonare, riscuotendomi da tutti i pensieri.
Thomas si alzò e si diresse subito da lei. Si misero a parlare di non so quale argomento, poi lui la abbracciò.
Non me la raccontavano giusta.
Una profonda sensazione di gelosia mi pervase, costringendomi ad osservare quella scena con odio e disprezzo. Ellen era mia e nessuno avrebbe potuto rubarmela!
Per un attimo incrocio il suo sguardo.
No, devo smetterla, lei non è mia e mia non dovrà essere.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***







I giorni passavano e nel frattempo ero riuscita a fare nuove amicizie.
Shay era diventata la mia ‘ migliore amica ‘. Una ragazza un po’ bassina, mora, luminosi occhi verdi, qualche lentiggine e un carattere pieno di risorse! Amavo passare il tempo con lei, sapeva farmi sorridere in ogni momento, anche nel peggiore!
Ed era proprio quello che mi serviva: qualcuno che potesse farmi ridere dopo sei anni di inferno.
Era questo quello che cercavo e finalmente l’avevo trovato.
Tranne che per i pomeriggi con Andrew, passavo la maggior parte del mio tempo insieme  a lei. Ci raccontavamo di tutto! Ad esempio mi parlava di tutti i suoi ex, cosa che mi interessava ben poco, di tutti gli animali che aveva, della sua vita, della sua famiglia e di tutte le sue cotte! Troppo spesso mi chiedeva se ne avessi qualcuna anch’io e … beh, non riuscivo a mentirle e le raccontavo della mia attrazione verso Thom e Andrew.
Allora lei iniziava ad avvertirmi: ‘ attenta a non soffrire! ‘ e poi mi parlava di cuori infranti, amori distrutti, discussioni e malintesi di coppia, fino ad arrivare ai litigi fra marito e moglie e all’esaurimento con un bambino di mezzo. Era così: quando iniziava a parlare non si fermava più e io non riuscivo proprio a trattenermi dal ridere!
Alla fine era la sorella che non avevo mai avuto, un’amica speciale che mi terrò stretta per sempre!
Fino a quel momento avevo perso fin troppe cose ed era giusto che tutto tornasse finalmente indietro!
Oltre a lei avevo avuto modo di conoscere Holly, una ragazza alta, magra, lisci capelli corvini e occhi verdi con la mania di gatti; Jodie, di media altezza, con ricci capelli rossi, occhi bruni, qualche lentiggine qua e là e un’ allegria e un ottimismo travolgente! Infine Ashley, corti capelli biondi e occhi blu che infondevano un gran senso di sicurezza. Lei aveva invece la mania dei ragazzi, era molto apprensiva e aveva sempre avuto un fare materno con me.
Erano tutte delle amiche meravigliose, alla fine le uniche vere in tutta la mia vita perché fino a sei anni fa non avevo avuto modo di approfondire alcuna amicizia e dopo… beh, mi ero chiusa in me stessa e di nuovi amici non avevo voluto saperne.
Ero appena arrivata a casa di Holly dove mi aspettavano tutte le altre.
Ci eravamo chiuse nella sua stanza e avevamo iniziato a parlare del più e del meno:
“ Holly hai un fratello? “ domandò Ashley curiosa, sedendosi sul letto.
“ Certo! Aspettate ve lo presento. Sim! Vieni qui! “ gridò la corvina, accomodandosi per terra.
A un certo punto la porta si aprì e vidi entrare un ragazzo alto, fisico asciutto e muscoloso, occhi e capelli tali e uguali a quelli della sorella, una canotta grigia, jeans e una catenella al collo.
“ Ti presento le mie amiche: Ashley, Jodie, Shay e Ellen. Ragazze, questo è Simon! “
“ Piacere di conoscerti! “ Ashley scattò dalla sua postazione e si fiondò su di lui come un razz0!
“ Piacere mio. Ciao ragazze! “ detto questo fece per uscire ma fu subito ammonito dalla sorella.
“ Aspetta! Rimani qui con noi dai. “ detto questo lo spinse dentro e lo fece sedere.
“ Allora! Prendiamo qualche birretta? “
Passammo tutto il pomeriggio così, a parlare del più e del meno, raccontare la nostra vita, le nostre situazioni sentimentali e … a ubriacarci, lo ammetto.
Avevo scoperto che i genitori di Holly e Simon erano divorziati da due anni. ‘ Nostro padre era un alcolizzato ‘ dicevano. Ogni tanto perdeva la testa e iniziava a picchiarli senza motivo. Così  la loro madre aveva trovato un nuovo compagno da poco e anche se era difficile accettarlo, avrebbero dovuto adattarsi.
Ashley in realtà non era figlia unica, ma aveva avuto una sorella un tempo, che però non aveva mai visto la luce. Era morta perché era prematura, pesava qualche grammo e non ce la fece.
Jodie era stata adottata. Proveniva da una famiglia irlandese che l’aveva abbandonata, ma nessuno aveva mai scoperto il motivo.
Shay era l’unica che fin ora aveva trascorso una vita normale ed era proprio per questo che le stavo sempre incollata. Mi faceva dimenticare tutti i problemi che affliggevano la mia vita e in qualche modo, anche solo per un secondo, mi faceva sentire ‘normale’.
Dopotutto era bello condividere tutto ciò con loro, sfogarsi, liberarsi dei propri sentimenti. Ti fa sentire più rilassato e a volte magari persino meno solo, dal momento che tutti ( esclusa Shay ) in quella stanza avevano vissuto un passato doloroso.
Solo non riuscivo a capire come avevo fatto a raccontare tutto a loro; parlarne mi era impossibile, eppure lo avevo appena fatto raccontandone persino i particolari.
Mi sorse il dubbio che fosse un po’ colpa dell’alcool, ma non ne diedi troppo valore.
Mi svegliai qualche ora dopo, ero nella stessa stanza di poco fa, ma le altre non c’erano.
“ Sono andate tutte a vomitare. Mi sa che hanno esagerato. “
Mi voltai: era Simon.
“ Da quanto vedo lo reggi bene. “ valutò, mettendosi a gambe incrociate e iniziando a fissarmi.
“ Sì, diciamo di sì. “ gli sorrisi.
“ Mi dispiace. “
“ Di cosa? “
“ Di tuo padre. Alla fine il nostro, anche se non è il massimo, è ancora vivo. Tu invece… credo che al posto tuo non ce l’avrei fatta. “ si sedette di fianco a me.
“ Si va avanti. “ mi limitai, tirandomi su.
“ Sei carina sai? “ ammise, facendomi un sorriso a 32 denti!
Io feci un’espressione stupita. Stava parlando di me?
“ Grazie! Siete tutti così gentili in questa famiglia? “ gli tirai una pacca sulla spalla.
Sì, quei due fratelli mi piacevano!
“ Parli di Holly? Perché lei in fatto di egoismo è la numero uno! “ mi disse ridendo.
“ Ma dai, a me sembra l’opposto. “
“ Dovresti vederla in famiglia, è una cosa impossibile! “
‘Famiglia’, quella parola. Mi rabbuiai subito e smisi di sorridere, stavo ancora ricordando la meravigliosa famiglia che eravamo fin quando la morte non portò via un di noi.
“ Eddai, fammi un bel sorriso! “ Simon notò subito il mio cambiamento e iniziò a farmi il solletico dappertutto!
“ Ok, smettila, ti prego basta! “ mi stavo rotolando per terra dalle risate! Il solletico era il mio punto debole!
Continuammo a rotolarci fin quando lui finì esattamente sopra di me e io rimasi bloccata in quella posizione. Entrambi avevamo un sorriso ebete stampato in faccia.
Come sempre iniziai a diventare rossa, ma lui fortunatamente si schiodò da lì e mi aiutò ad alzarmi.
“ Beh, forse è meglio che vada. “
“ Ti accompagno. “
“ Grazie! “
Questa volta era meglio non rifiutare!
***
Mi feci lasciare da Simon qualche casa prima della mia: avevo visto Thomas in lontananza intento a digitare qualcosa sul suo cellulare. Tempo tre secondi e mi arriva una chiamata a numero sconosciuto.
“ Pronto? “
“ El sono Thomas, sei a casa? “
“ Veramente sono proprio davanti a te! “
Attaccammo la chiamata, ci venimmo incontro e ci scambiammo un caloroso abbraccio.
“ Come hai il mio numero? “ m’incuriosii.
“ Ce l’avevi scritto sul diario. “ spiegò, cingendomi un braccio sulle spalle.
“ La prossima volta lo tengo chiuso in cartella col lucchetto. “ ironizzai, stampandogli un bacio sulla guancia.
“ Vuoi venire al parco di fronte? “ propose Thom indicandolo.
“ Certo. “
***
“ Nooo aspetta! “ Thom aveva iniziato a rincorrermi per farmi il solletico, anche lui.
Mi ero messa a scappare ma mi aveva afferrata e mi aveva presa in braccio.
Avevo cercato di dimenarmi ovviamente, ma senza alcun risultato!
Così eravamo tornati alla nostra postazione, seduti uno affianco all’altro sull’erba fresca del prato.
Avevamo iniziato a parlare di molte cose, tra cui la nostra famiglia, la nostra vita e tutto il resto.
Parlare con lui mi piaceva, dovevo dire la verità: ero cotta! Era uno strafigo pazzesco e per di più mi aveva anche salvato la vita!
“ Senti. Riguardo all’altra notte… “
“ Ecco volevo dirtelo anch’io. A me è piaciuto e ancora adesso sento una voglia immensa di sentire ancora le tue labbra morbide e calde sulle mie. E quindi volevo chiederti se … ecco, volevi riprovarci. “ mi domandò. Avevo la netto sensazione che Thom avesse fatto uno sforzo enorme per dichiararlo.
Beh, cosa rispondergli? Era piaciuto un casino anche a me, sentivo che quello era il ragazzo giusto! E… lo ammetto, mi ispirava tantissimo!
“ Ok, proviamo. “ il rossore sul mio viso era evidente.
Detto questo ci stringemmo un po’ e ci avvicinammo. Iniziai a sentire il calore del suo respiro su di me, una voglia assurda di prenderlo e di baciarlo per una giornata intera! Sì era lui il ragazzo che cercavo, io amavo Thomas, lo sapevo bene e credo che questo sentimento fosse corrisposto.
Poi le nostre labbra si toccarono, di nuovo. All’inizio eravamo un po’ titubanti, ma poi il bacio divenne più intenso. Strinse ancora una volta le sue mani nei miei capelli, le nostre lingue si cercarono così come il nostro corpo. Mi aggrappai sulle sue spalle e ci sdraiammo sul prato rotolandoci in continuazione, finché mi ritrovai in ginocchio sopra di lui.
“ E’ tutto il giorno che cerco di chiedertelo… El, vuoi essere la mia ragazza? “
A quella dichiarazione rimasi paralizzata. Non potevo crederci! Me lo aveva chiesto davvero? Se quello era un sogno era decisamente meraviglioso! Senza pensarci due volte accettai, poi continuammo a rotolarci. Thom si allungò a mordicchiarmi il collo, poi il labbro e senza che lo volessi mi uscì un gemito.
Allora lui si mise a ridere e mi baciò ancora. Sembrava che quell’attimo fosse un’eternità!
Davvero non riuscivo a crederci. Thomas Hills era il mio ragazzo!
 
CONTINUO A UNA RECENSIONE!
PICCOLO ANTICIPO
Il prossimo capitolo inizierà con ‘Andrew POV’

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