Il metodo Blair

di firephoenix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Pov. Maka

La musica, che si percepiva distintamente anche da fuori il locale, era assordante. Le luci cambiavano colore a ritmo delle canzoni e c'era così tanta gente che non ci si poteva muovere. Mi guardavo intorno mista tra l'inorridita e la spaesata quando sentii Soul sussurrarmi qualcosa all'orecchio.
«Cosa??» urlai non riuscendo a capire cosa mi dicesse.
«Non dirmi che è la prima volta che entri in una discoteca?» ripeté lui più forte.
Cosa dovevo fare? Mentirgli spudoratamente così che quando poi avesse scoperto la verità (perché l'avrebbe scoperta) mi avrebbe preso per il culo, o dirgli che entrare in quei luridi posti non era mai stato nella lista dei miei desideri, così che mi prendesse per il culo subito? Optai per il contrattacco.
«Secondo te?» lui ghignò, ma ebbe la decenza di non aggiungere altro.
«Dai andiamo a cercare gli altri» disse poi.
Come se fosse semplice, in mezzo a tutti quei corpi sudati e avvinghiati che saltavano e si strusciavano! Procedemmo a passo di lumaca tra strattoni e gente che pomiciava e io dovetti attaccarmi alla camicia della mia buki per non venir trascinata via. Mai come in quel momento la mia piccola statura mi era nemica; sapevo che gli altri erano al bancone, ma non sapevo né dove si trovasse né dove mi trovassi io e la cosa mi innervosiva. Guardai la schiena di Soul muoversi senza problemi in mezzo alla folla e mi sentii distante da lui come non mai. Maka e Soul, shokunin e buki, verde e rosso, intelligenza e strafottenza, attenzione e menefreghismo... e allora come mai mi trovavo a chiedermi perché arrossivo leggermente tutte le volte che qualche cafone, mentre cercava di farsi largo tra la folla, mi spingeva contro Soul e lui mi metteva il braccio intorno alla vita per tenermi stretta a se, in modo che non mi perdessi?
Finalmente giungemmo all'agognato bancone e, dopo aver individuato Black*Star che urlava come un ossesso sopra alla musica, non fu difficile trovare anche gli altri. Liz e Tsubaki mi vennero in contro subito:

«Finalmente sei venuta anche tu, Maka! Come ha fatto Soul a convincerti?» mi chiese la prima, truccata e agghindata alla perfezione.
«Lasciamo perdere...» dissi ripensando ancora sui nervi a quando mi aveva buttato un vestito in camera mia chiudendomi dentro fino a che non lo avessi provato, per poi trascinarmi fuori di casa senza darmi il tempo di lamentarmi perché il suddetto vestito era decisamente troppo corto.
«Stai davvero benissimo Maka!» mi disse la mora sorridendo dolce.
Andiamo mi stai prendendo in giro?? Tu sembri una dea e io non ho neanche avuto il tempo di farmi i codini! Pensai, tuttavia mi costrinsi a ringraziarla cercando di sistemarmi i capelli, stranamente sciolti, alla belle e meglio.
Passammo un po' di tempo a parlare/urlare del più e del meno (di come Kid fosse particolarmente figo -by Liz- di come il dolce Black*star avesse regalato quel delizioso vestito alla camelia -by Tsubaki- di come Patty reggesse l'alcol -DAMMENE UN ALTRO, SEXY BARISTAAAA- e di come avrei voluto ridurre Soul a polpette... insomma le solite cose) finché Liz decise di togliere il sedicesimo drink dalle mani di sua sorella e Tsubaki cominciò ad arrossire vistosamente per quello che il non più tanto dolce Black*Star le sussurrava/urlava all'orecchio.
Sentendomi un po' abbandonata dalle mie amiche mi girai in cerca del mio partner e lo colsi proprio mentre mi fissava spudoratamente il lato B. Arrossii come un peperone per la vergogna e per la rabbia, tirando giù il vestito più che potevo. Quando Soul vide che me ne ero accorta alzò lo sguardo fino ai miei occhi senza il minimo imbarazzo, sorseggiò un altro po' del suo drink, sorrise in modo strano, mi girò le spalle e se ne andò tra la folla. Per un attimo mi sentii completamente persa e spaesata. Mi guardai intorno velocemente e mi sembrò di non riconoscere più nessuno, i miei amici non mi consideravano minimamente, ero in un luogo che avevo sempre catalogato tra i non-da-me e la mia buki mi aveva letteralmente voltato le spalle. Per un attimo capii cosa provasse Chrona quando diceva di non sapere come comportarsi. Così, senza riflettere troppo, feci quella che probabilmente era la peggiore delle cose: mi gettai tra la folla alla ricerca di Soul.

Mi accorsi di aver fatto una gran cagata quando mi trovai bloccata senza riuscire a muovermi, né per proseguire, né per tornare indietro. Cercai di alzarmi in punta per avere una visuale migliore.
«Maledizione» sussurrai a denti stretti. Che situazione del cavolo! Ero riuscita a trasformare Soul in una Death Scythe e non riuscivo a sopravvivere ad una schifosa discoteca! Ma perché sono così stupida? Stupida, stupida, stupida.
Avanzai alla cieca in mezzo alla gente in cerca della mia buki, ma tutto ciò che riuscivo a vedere erano sudore e bicchierini colorati.
Poi scorsi una chioma bianca e, speranzosa, partii in quinta verso quella direzione.
«Ehi principessina, hai perso il principe azzurro?» un paio di ragazzi mi si piantarono davanti impedendomi il passaggio «vieni a divertirti con noi»
Stupidi, ubriachi, spregevoli, viscidi, primati senza cervello.
«Toglietevi di mezzo imbecilli!» sbottai indispettita cercando invano di aggirarli.
Poco più avanti vidi Soul girarsi verso di me.

«Ooooohh la principessina non è tanto indifesa!» diciamocelo, non avevo voglia di scazzottarmi con nessuno mentre ero praticamente in mutande quindi feci dietrofront, sperando che fosse la mia buki a seguire me e presi la saggia decisione di trattenere la rabbia e proseguire come se niente fosse. I due ragazzi però non erano della mia stessa idea e uno di loro mi prese il polso costringendomi a girarmi.
«E dai, aspetta... bevi con noi biondina!»
«Lasciami cretin...» prima che potessi finire la frase mi trovai un bicchiere sulle labbra e del liquido dolciastro che mi scendeva per la gola e bruciava come non mai. Senza pensarci due volte tirai un destro pazzesco allo stronzo che, andando a sbattere contro il suo amico, rovesciò per terra il drink e metà della gente dietro di lui. Feci per proseguire per la mia strada quando la mia testa iniziò a girare e la vista si appannò. Tossii a causa del bruciore alla gola e traballai finendo addosso a qualcuno che mi insultò indispettito. La testa mi scoppiava e stavo morendo di caldo, mi sembrava che la musica si fosse abbassata e allo stesso tempo che mi stesse spaccando i timpani, i colori, i sapori e gli odori erano mischiati in un vortice senza fine. L'ultima cosa che vidi prima di cadere a terra furono due occhi rossi che mi fissavano da lontano, poi tutto scomparve. 

 

Aprii piano le palpebre pesanti. Lentamente la mia pupilla si restrinse reagendo alla luce e misi a fuoco un soffitto. Il soffitto di camera mia. Mi mossi piano in quello che doveva essere il mio letto e un forte mal di testa mi dilaniò. Mmmmmm che ore sono? Devo andare a scuola? Perché ho mal di testa? Ho la febbre? Dov'è Soul? Soul... Soul... occhi rossi, il pavimento, l'alcol, qualcuno che mi prende il polso, la discoteca...
«Merda» biascicai.
«Merda anche a te» disse qualcuno. Solo allora mi accorsi che di fianco a me c'era l'albino, che era ancora notte fonda e che avevo una spaventosa voglia di uccidere. Più i ricordi si facevano vividi più la rabbia mi straziava.
«Tu... esci. Immediatamente. Da questa. Casa» tenevo la testa bassa cercando di controllarmi.
«Che? E perché mai?» mi chiese ancora un po' brillo, evidentemente eravamo tornati da poco «prima mi rovini la serata e poi mi cacci di casa?»
Alzai la testa di scatto con le lacrime agli occhi. Non riuscivo neanche a parlare dalla furia che mi cresceva dentro.
«Stai... stai scherzando vero? Io ti ho rovinato la serata? IO? Non mi pare di essere stata IO a trascinarti in un posto di merda! Non mi pare di essere stata IO a trascurarti per tutta la serata! Non mi pare di essere stata IO a fottermene che il mio partner fosse in difficoltà! Non mi pare di essere stata IO a... Vaffanculo Soul! Vai pure nei tuoi merda di posti da fighetti a far finta di non conoscermi perché non sono alla tua altezza o perché sono una secchiona del cazzo! Vai! Vattene da qui!» ormai le parole scorrevano senza freno.
«Vaffanculo tu, Maka! Ero ubriaco!»
«Ah si? A me sembravi fin troppo lucido quando hai approfittato del mio vestito per guardarmi il culo!»
«Ma chi te lo guarda il culo?! Sei una scopa! Non ti guarderei neanche da ubriaco fradicio!»
Questo era troppo. Mi partì un ceffone che finì dritto a segno.
«ESCI DA QUESTA CASA HO DETTO!»
«Non ce problema, lo avrei fatto comunque!» dichiarò massaggiandosi la guancia, dopodiché uscì traballando dalla mia stanza.
Bastò che una lacrima mi solcasse il viso perché mi lasciassi andare in un pianto disperato e irrefrenabile.

 

 

Pov. Blair

Delle urla mi svegliarono nel cuore della notte. Urla parecchio concitate. Miagolai indispettita e, dopo essermi stirata per bene la schiena, mi diressi canticchiando a quattro zampe verso la camera di Maka chan per vedere cosa stavano combinando i due piccioncini.
Quando lo capiranno che non vedono l'ora di saltarsi addosso? Nya!
Drizzai le orecchie sentendo Soul urlare qualcosa come “scopa” ma purtroppo, notai quando il suddetto uscì sbattendo la porta della stanza, non era evidentemente inteso nel senso che speravo. Mi trasformai in forma umana e lo abbracciai da dietro.
«Cosa succede Soul kun?»
«Vattene Blair non rompere» mi disse scocciato scrollandomi di dosso e dirigendosi verso la porta dell'appartamento.
«Ma che fai pesciolino? Dove vai?»
«Me ne vado e basta, non scassare il cazzo» mi accorsi che era ubriaco quando mancò la maniglia della porta e quasi ci cadde addosso.
«Hai litigato con Maka chan?»
«Non parlarmi di quella stronza» ahi! Ultimamente i litigi fra i due erano un po' aumentati, ma non erano mai arrivati a tanto! Soul kun non la aveva mai chiamata così e tanto meno lei non lo aveva mai buttato fuori di casa!
«Noooooooooo Soooul, non fare così! Adesso ci pensa Blair a consolarti vieni qui! Daiii» lui era evidentemente troppo ubriaco per ribattere e mi si accasciò addosso. Lo strinsi forte a me quasi soffocandolo nei miei seni prosperosi e sussurrai piano:
«Pump-pump-pumpkin» e il mio pesciolino preferito cadde addormentato. Bene! Nya! Un problema è risolto! Portai Soul kun in camera sua e lo lasciai sul letto, poi mi diressi da Maka chan. Adesso Blair sistema anche l'altro.
Aprii piano la porta della camera e scorsi subito la mia coinquilina immersa nelle lenzuola che singhiozzava sommessamente. Passai in forma di gatta e saltai sull'ammasso di coperte.
«Maka chaaaaaan»
«Vattene Blair»
«Daiiiii, mi spieghi cosa è successo?» presi il lembo delle lenzuola con i denti e tirai in giù scoprendo il viso arrossato della shokunin.
«Vai via...» si lamentò lei cercando di ricoprirsi.
«Non finché non spieghi tutto a Blair! Nya!»
«Soul è un coglione, ecco tutto»
«Daiiii» le leccai la guancia per farle il solletico. Lei sorrise un po', sospirò e si sistemò meglio nel letto.
«Siamo andati in discoteca e Soul mi ha trascurato tutto il tempo, si è ubriacato, non ha fatto niente mentre ero in difficoltà, mi ha lasciato lì in balia di due deficienti che mi hanno fatto bere chissà che cosa, prima mi guarda il culo, poi mi dice che sono una scopa...» tirò sul col naso.
«Uuuuuu ti ha guardato il culoooo!»
«Così non mi aiuti Blair» mi accoccolai di più sulle sue gambe.
«Oh scusa... comunque non mi sembrava il caso di cacciarlo di casa, ti pare?» lei alzò la testa e mi fissò con un'espressione indecifrabile.
«Se... se n'è andato?» chiese.
«No... l'ho convinto a restare» non capii se il suo sospiro fosse di sollievo o di rammarico. Mi passò una mano sulla schiena accarezzandomi piano.
«Non so che fare Blair... ultimamente sembriamo così distanti, così diversi»
«Non ti preoccupare Maka chan! Tutto si sistemerà! Dormici su e magari domani mattina troverai una soluzione. Nya!» lei sospirò.
«Grazie Blair, sei un'amica» mi accarezzò un'ultima volta e poi si rimise sotto le coperte, addormentandosi quasi subito.
Scesi dal suo letto e tornai in camera mia. Mmmmm qui la cosa non si mette bene! Blair deve trovare una soluzione! Sarebbe tutto più divertente se si mettessero insieme! Ho già in mente un po' di scherzetti, ma finché si comportano così come farà la povera Blair... Come farà a farli collaborare?... Nya! Trovato! Oh si... da domani sarà tutto risolto!

 

Un Pump-pump-pumpkin risuonò allegro nella notte.

 

 

 

Salve salvinooooo!!!
Dopo notti di lunghe riflessioni ho deciso di pubblicare questa storia a più capitoli alla quale lavoravo da un po'! Spero di avervi incuriosito!! :)
Fatemi sapere se siete dei curiosoni come me :)
XOXO
firephoenix 

Ps: la mia amica Rehara mi ha detto di dirvi che è in vacanza e non pubblicherà per un po' :( si scusa con tutti :) 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Pov. Maka

Sbattei un paio di volte le ciglia pesanti e girai leggermente la nuca per poter mettere a fuoco l'orologio digitale sul comodino; il display segnava a grossi caratteri rossi che erano le 08: 27 di mattina. Mi godetti per un momento il tepore che le coperte mi offrivano. Avevo ancora un po' di mal di testa e alzarmi dal letto non era una delle mie assolute priorità, tuttavia mi costrinsi a scoprirmi e a sedermi sul bordo del mio giaciglio. Era una cosa orribile da pensare, ma alzarsi presto in un giorno di vacanza sarebbe stata una mossa perfetta per evitare di fare colazione con il mio partner, il quale, prima di mezzogiorno, non si degnava neanche per scherzo di alzare le chiappe. Sospirai nel buio della mia camera.
Ancora mezza addormentata, mi alzai traballante per andare ad aprire gli scuri della finestra dai quali riuscivano a trapelare solo sottili raggi di luce che, spezzando l'oscurità, facevano da preludio a quella che si prevedeva essere una giornata serena. Avanzai incerta.
Che strano, mi sento come... diversa... come se fossi più alta... bà, sarà ancora l'effetto di quello schifo che mi hanno fatto ingurgitare stanotte. Con le mani protese in avanti toccai il gancio degli scuri. Ma io mi ero spogliata prima di andare a letto? Mi toccai il fianco per scoprire che indossavo solo un paio di mutande piuttosto strette. Molto strette. Ma che... se scopro che quel cretino di Soul mi ha fatto qualche scherzo prima di mettermi a letto lo ammazzo! Con un solo gesto aprii gli scuri e la luce del sole, già sorto, mi invase. Era proprio una bella giornata, il cielo era limpido, senza nuvole, nonostante fosse mattina faceva un gran bel caldo e... perché la nostra vicina mi sta fissando in quel modo? Aspetta... ha appena ammiccato verso di me?? Oddio... scattai indietro fuori dalla portata di quello sguardo e mi girai con l'intento di uscire. L'occhio mi cadde casualmente sul grande specchio appeso nell'anta aperta dell'armadio e cominciai a urlare a squarcia gola.

 

Un ragazzo biondo cenere mi stava fissando, con i miei stessi occhi verdi e la mia stessa espressione sgomentata, attraverso il vetro. Aveva un bel corpo, un fisico asciutto e indossava... bé indossava... un paio di mutandine da ragazza col pizzo e le coccinelle.
Guardai lo specchio, mi guardai le mani, poi i piedi, poi guardai di nuovo le specchio.
Ci misi un paio di minuti a realizzare che quel ragazzo ero effettivamente io.

Avrei voluto urlare di tutto, ma dalla mia bocca non usciva una parola. Che... che... io non.. non può essere successo davvero... io non... non sono nel libro di Eibon giusto? E allora p-perché? Non può essere...
Chiusi gli occhi e respirai profondamente, poi li riaprii e vedendo che ero ancora in quello stato non riuscii più a tacere.
«CHE CAZZOOOO!! SOOOOOUL!!!!» mi fiondai fuori dalla mia camera urlando come un ossessa con una voce non mia. Di certo non potevo affrontare tutto questo da sola. Spalancai la porta della camera della mia buki e gemetti un lamento scoprendo che non era nel suo letto «Soul dove cazzo sei??»
Il mio cuore perse un battito quando entrai correndo in camera di Blair.
Una ragazza dai lunghi capelli candidi incastrò spaventata i suoi occhi vermigli nei miei. Avevo davanti la versione femminile della mia buki, proprio la versione del primo capitolo di quel libro maledetto. Soul (quanto mi sembrava strano chiamarlo così in quello stato) aveva addosso solo un paio si mutandine di pizzo e si stava tenendo un braccio sul piccolo seno per coprirlo, mentre l'altro braccio era teso davanti a lei/lui che era impegnata/o a tenere, tra l'indice e il pollice, uno dei sexy, super imbottiti reggiseni di Blair appena estratto da uno dei cassetti.
«ANCHE TU!» urlammo in contemporanea.
«Cosa stai facendo con i reggiseni di Blair??»
«Secondo te? Tu più che altro cosa ci fai con addosso delle mutande inesistenti! Si vede tutto!» arrossì.
«Sei arrossito!!!» urlai con un tono di voce troppo alto per essere diventata un uomo.
«Bé non è colpa mia! È colpa di questo corpo del cavolo!» disse rischiando di togliere il braccio dal seno per la troppa enfasi.
«Stai attento!» mi coprii gli occhi per evitargli dell'inutile imbarazzo e mi accorsi del qualcosa di caldo mi scendeva dal naso. Mi affrettai ad asciugare il sangue. Che situazione di merda!!!!!
Scese un silenzio imbarazzato.
«O-ok» dissi per rompere il ghiaccio «facciamo così... io ti presto uno dei miei reggiseni, dato che abbiamo più o meno la stessa taglia credo, e tu mi presti un paio di boxer, ok?» e la tregua fu stabilita.

 

Presi un reggiseno bianco dal mio cassetto e lo porsi a Soul che teneva ancora le braccia sul petto per coprirsi.
«Grazie... ehm... i miei boxer sono in camera mia nel cassetto in basso...»
«Ehm... ok, se vuoi vestirti cerca pure qualcosa nel mio armadio» uscii dalla stanza e chiusi la porta per fare in modo che Soul si cambiasse in tranquillità. Sbuffai. Dio che situazione...
Alla fine, dopo qualche minuto in mezzo alla biancheria e al vestiario della mia buki, uscii con un paio di boxer rossi e neri, dei pantaloni della tuta verdi e una semplice maglietta a maniche corte bianca.
«Hai fatto Soul?» bussai alla porta della mia stanza.
«No!» urlò lui piuttosto scocciato.
«Posso entrare?» aprii piano a seguito di un grugnito d'assenso e mi trattenni dal ridere quando vidi il mio partner combattere furiosamente contro i laccetti del reggiseno, contorcendosi come impazzito.
«Dammi una mano maledizione!» urlò col viso arrossato. Non potei fare a meno di pensare che fosse carino in versione femminile.
«Vieni qui esagerato!»
«Non sono esagerato! Questo coso è una trappola infernale!»
«Certo come no... chissà perché non avevamo pensato ad un reggiseno per sconfiggere il kishin! Magari funzionava!» presi i laccetti dalle sue mani e li allacciai senza problemi, sfiorandole involontariamente la pelle chiara. La sentii rabbrividire. Arrossii. È come se essere diventata maschio mi avesse sballato anche gli ormoni... adesso sono attratta dalle ragazze!! Cielo! Poi ebbi una rivelazione:
«Cavolo come abbiamo fatto ad essere così egoisti!! Magari questa cosa è successa anche agli altri! Vestiti, io vado a chiamare Tsubaki!»
«Ok...»
Corsi verso la cucina e afferrai il telefono portatile, digitando veloce il numero.
Non rispondeva nessuno.

«Ehi Maka... forse dovresti mettere giù il telefono...» Soul entrò in cucina vestito con un paio di pantaloncini corti rossi e una maglietta larga con sopra due fragole che lasciava scoperta una spalla, tenendo in mano un pezzo di carta. I capelli lunghi e candidi ondeggiavano seguendo i movimenti del suo capo, incorniciandole il viso. O shinigami che cavolo sto pensando...
«Pronto... pronto c'è nessuno, chi è?» la voce di Tsubaki all'orecchio mi colse così di sorpresa che trasalii facendo cadere il telefono.
«Cazzo! Ma sei cretino??» urlò Soul. Oops.
«Scusa. Comunque almeno sappiamo che da Tsubaki non è successo nulla perché la voce era la sua.» dissi prendendo il telefono mezzo rotto e mettendolo sul tavolo.
«Bé se avessi messo giù invece di guardarmi come un ebete l'avremmo scoperto senza rompere il telefono, baka!» esclamò passandomi il pezzo di carta che teneva in mano «leggi»

 

Cari Soul kun e Maka chan! Se state leggendo questo biglietto sono contenta che non vi siate ancora ammazzati a vicenda! Nya! Blair ha deciso di aiutarvi e ha fatto una piccola magia per costringervi a collaborare... dopodiché si è defilata per salvarsi il pelo da eventuali violenze :3 se volete trovare il modo per tornare normali dovrete lavorare sodo! Vi lascio da soli, piccioncini! Nya!

La vostra Blair

 

«Cos... ma io la ammazzo!» urlai furiosa.
«Calmati Maka, urlando non risolvi niente» la guardai allibita.
«Cos'è adesso essere donna ti ha fatto diventare anche più saggio??»
«Non sono per niente saggio è che rivoglio indietro i miei gioielli» realizzai dopo un attimo il significato della frase.
«Maiale!!» gridai tirandole il biglietto di Blair «io stavo molto meglio senza, invece!»
«Allora troviamo una soluzione dai...» esordì e si diresse verso il sofà. Non penso che svaccarsi sul divano sia una gran soluzione...

 

Pov. Soul

Svaccarsi sul divano è un ottima soluzione! Pensai lanciandomici sopra Ti rilassi e hai tutta la tranquillità per pensare in pace. Mi misi un cuscino dietro la testa e sistemai la gamba sul ginocchio piegato dell'altra lasciando che sventolasse per aria. Essere diventato una ragazza mi faceva sentire in un certo senso più leggero, più libero. Cambiai opinione quando vidi Maka entrare nel mio campo visivo:
«Bé se dobbiamo stare così per non si sa quanto tempo approfitterò dell'uno dei pochi vantaggi dell'essere uomo» disse calcando eccessivamente su pochi; dopodiché mormorò qualcosa su come facessero caldo i reggiseni e si tolse la maglietta mostrando i muscoli scolpiti. Trasalii. Se di petto, da ragazza, Maka lasciava a desiderare, da uomo era tutta un'altra storia. Lei si accorse che la fissavo:
«Bé che c'è?»

«Niente è che a quanto pare scambiarsi di sesso ti fa desiderare comunque il tuo sesso opposto...»
Silenzio. Consapevolezza. Guance in fiamme, per entrambi.
«C-cioè... è un esempio generico... se sei uomo e diventi donna saranno gli uomini ad attrarti non l-le donne» mi schiarii la voce.
«Certo... è chiaro...»
Cazzo. Avevo appena ammesso ad alta voce di desiderare Maka e lei sembrava proprio essersene accorta.
Sono un emerito coglione... anche da donna.

 

Passavano i minuti, faceva sempre più caldo e nessuno di noi due aveva spiccicato una parola che non fosse una frase fatta sul tempo atmosferico, un colpo di tosse o un sospiro. Di certo non avevamo trovato nessuna soluzione al nostro problema.
Cambiai posizione sul divano mettendomi a sedere più o meno composta e lanciando uno sguardo al mio shokunin... fantastico adesso avevo cominciato a riferirmi a Maka al maschile. Questa cosa non mi piace. Sospirai un po' più forte prima di cominciare.
«Senti... / Sono ancora arrabbiata» parlammo in contemporanea. Lo guardai: aveva alzato lo sguardo e mi fissava intensamente con i suoi occhi smeraldo. Mi passai le mani sul viso e tra la frangetta bianca.
«So che prima potevo sembrare normale ma mi hai... mi hai ferita Soul» sapevo quanto duro fosse per Maka tirare fuori i suoi sentimenti e capii che per lei questa storia era molto seria o quantomeno più seria di quanto la considerassi io.

«Ok fermati... non sei costretta a dirmelo, lo so. Sono un idiota e... non voglio usarlo come scusa, ma ero ubriaco e... mi dispiace» abbassai lo sguardo.
«Ti perdono» alzai la testa di scatto e lo fissai «sono stata esagerata anche io dopotutto... avevo paura che il nostro rapporto da partner fosse finito e mi sono lasciata prendere dalla paura e dalla rabbia, sono stata un po' stupida» mi alzai e mi avvicinai a lui sedendomici affianco e appoggiando la testa sulla sua spalla muscolosa... non ci fu un motivo perché lo feci, avevo solo bisogno di contatto con la sua pelle. Mi sto addolcendo troppo... questo è molto poco fico...
«Sai Maka, essere uomo ti ha reso più ragionevole»
«Perché ho risolto tutto senza ucciderti?» sorrise.
«Veramente mi riferivo al fatto che ti sei data della stupida da sola... da ragazza non lo avresti mai fatto» ghignai e impallidii quando vidi il tomo di 900 pagine che aveva in mano. Feci per proteggermi quando, dopo un momento di esitazione, lui disse:
«Solo perché sei donna Soul, solo per quello!»
E capii, mentre guardavo la schiena muscolosa di Maka allontanarsi da me, che essere una ragazza non sarebbe stato poi così male.

 

 

 

Salve salvinooooo!!
Ta daaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaan!!! Ecco svelato il mistero! (spero vivamente di non aver deluso nessuno)

Adesso viene il bello! Riusciranno i due poveri sventurati a tornare normali, sopravvivendo alle dure prove che gli ormoni sballati gli imporranno?
Spero che il capitolo sia piaciuto, se no grazie comunque per aver letto :)
Fatemi sapere!
XOXO
firephoenix 
 
Disegninoooo :) Il prossimo dovrebbe essere Soul :) Hope you like it :)






 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Pov. Maka

Stavo provando a cucinare qualcosa con le mie grandi mani da uomo quando suonarono alla porta e una voce prese a urlare:
«Yahoooooooooooo qui è il grande Black*star mandato dalla preoccupata Tsubaki a controllare se è tutto a posto! Ritenetevi fortunati a ricevere una MIA visita!»
Io e la versione femminile di Soul ci fissammo sconvolti. Che stupida che ero stata a pensare che Tsu non avesse sospettato nulla... le avevo praticamente messo giù il telefono in faccia. Avrà guardato il numero sul display e avrà mandato Black*star in avanscoperta.
«Merda» sussurrò l'albina.
«Vai tu!» feci io.
«Neanche morto! Vai tu!»
«No tu! Sto cucinando!»
«Non me ne frega un accidente non mi faccio vedere così da Star! Mi prenderà per il culo tutta la vita!»
«Sai quanto me ne frega! Vai!»
«Vai tu!»
«Come osate far aspettare un dio!»
«Vai tu ho detto!»
«No, tu!»
«Vi muovete ad aprire!?»
«STAI ZITTO!» urlammo in contemporanea io e Soul rivolti verso la porta. Seguì un momento di imbarazzo, una padella in fronte alla mia buki e infine, riluttante, visto che fingere era ormai inutile, mi diressi verso l'uscio di casa.
Modificai un po' la voce maschile perché assomigliasse di più a quella dell'albino.
«Senti Star... m-mm... qui siamo tutti e due molto malati»
«Molto» mi fece da sostegno Soul uscendo a capolino dalla porta della cucina, cercando di imitare la mia voce. Stavo per dirgli che non parlavo affatto così quando Black*star riprese a straparlare:
«Fatemi entrare! Gli dei non si ammalano!»
E adesso che gli dico?
«Però possono passare intere giornate incollati al cesso!» fece la voce femminile della mia buki.
La delicatezza... qualcosa che Soul non perderà mai.
«G-giusto» feci schifata.
Black*star sembrò titubante.
«Va bene... però è peggio per voi! La vostra giornata sarebbe stata allietata dalla vista del mio sorriso smagliante!» e su queste parole se ne andò.
Mi girai verso la ragazza albina che mi stava affianco.

«Incollati al cesso? Seriamente?» le dissi e poi, dopo qualche sguardo imbarazzato, scoppiammo a ridere come non facevamo da tempo.

 

«Oh mio dio non metteranno più piede in questa casa dopo quello che hai detto!»
«Penseranno che ci sia una nube tossica o roba simile»
«Soul, che schifo!»
Passammo tutto il pranzo ridendo come degli idioti e per un momento pensai che fosse tutto come agli inizi, quando ci eravamo conosciuti, quando raccoglievamo le 99 uova di kishin, ma poi realizzavo che eravamo cresciuti, ero riuscita a fare di Soul una Death Scythe, avevamo imparato a conoscerci meglio e, cosa di non trascurabile rilevanza, adesso eravamo pure di sesso scambiato: insomma, non potevamo essere più lontani dai momenti passati. Sorrisi un po' malinconica e Soul se ne accorse:
«Ehi, tutto ok?» lo guardai mentre mi fissava con un sopracciglio alzato su un volto non propriamente suo.
«Si... pensavo solo che... adesso sei tu la senza-tette» ghignai.
«Cooooooosa? Ma ti sembrano cose da dire!» avvampò lei mettendosi le braccia al petto con fare protettivo.
Dolce, memorabile vendetta.

 

Pov. Soul

Stavo facendo un po' di sano zapping alla tv quando sentii la voce maschile di Maka arrivarmi alle orecchie.
«Soul...» fece imbarazzato, mi girai verso di lui «... devo... andvaribgno»
«Che?» feci stizzito. Sbuffò:
«Devo... andare... inbagno!» sparò tutto di un fiato.
«Ehm... per quanto sia interessato alla tua incolumità credo, a meno che in bagno non si nasconda un kishin, che sia un posto sicur...»
«Non fare il coglione! Sai bene cosa intendo!» non la avevo mai vista così rossa, neanche da ragazza.
«Dai Maka non farne una tragedia! Vai e basta non è così terribile, io me la sono cavata bene» ghignai.
«Pervertito!»
«Tanto prima o poi lo dovrai fare... se non su di te su qualcun altro»
Se possibile si fece più rosso.
«Sei un maiale!!» urlò tirandomi una ciabatta che schivai. Poi riluttante, entrò in bagno. Aspettai di vedere quanto ci mettesse stando girato verso la porta bianca. Dopo pochi minuti Maka ne uscì con la tipica faccia da sto-per-vomitare.
«Smettila, ammettilo che non è stato così terribile. Eheh sembra che hai visto Excalibur» ghignai.
«Quando vedo Blair la pelo. Giuro»

 

«Ehi, non credi che dovremo pensare ad un modo per tornare normali?» feci a Maka che stava addentando una fetta di pizza. Si era fatta sera presto e la giornata era stata così stressante che un pesante velo di stanchezza si era impossessato di me.
Avevamo ordinato una pizza e adesso la stavamo mangiando sul divano. Masticai la mia ultima fetta in attesa della risposta della mia master.
«Mmm domani pensavo di andare in biblioteca per fare alcune ricerche...»

«Stai scherzando? Tu pensi di uscire conciato così? Non so se ti ricordi, ma quella di adesso è la tua stessa versione maschile del libro di Eibon! Se Star, Tsubaki, Liz, Patty, Kim, Ox o gli altri che erano con noi ti vedessero ti riconoscerebbero subito! E allora che diresti loro?»
«Uff non ci avevo pensato... tutto questo è così... così stressante» sbuffò lasciando cadere la fatta di pizza nel cartone e accasciandosi sul divano. Senza pensarci due volte, come se fosse la cosa più naturale del mondo, guidato dalla stanchezza e vinto dalla fatica, mi appoggiai al petto di Maka e mi ci accoccolai lasciando che il mio naso sfiorasse il suo collo. Realizzai la situazione quando sentii i suoi muscoli irrigidirsi sotto il mio corpo; non feci in tempo a chiedermi se scusarmi o uscirne con nonchalance che sentii le sue braccia intorno alla mia schiena e al mio fianco.
Maka mi stava abbracciando e Shinigami solo sa perché sorrisi come un babbeo.
La sentii ridacchiare con quella voce non sua.
«Perché ridi?» chiesi.
«Perché la vita è strana» rispose sibillina col sorriso sulle labbra «perché ti sto abbracciando invece di pestarti e perché, nonostante non ti sia mai allontanato davvero... sono contenta che tu sia ancora qua» concluse stampandomi un bacio sulla nuca.
«Ehi! Il fatto che sono una ragazza non ti da il diritto di sbaciucchiarmi come una vecchia zia o di dire cose sdolcinate! Sono sempre il solito Soul» brontolai stringendo la maglia di Maka con fare possessivo. Lui ridacchiò.
Mi addormentai così, cullato dalle braccia muscolose di Maka e dalle sue mani delicate che mi accarezzavano i capelli.

 

Pov. Maka

Schiacciai la versione femminile di Soul al muro freddo della mia camera, appoggiando le mani ai lati della sua testa. Era bollente. Lei mi guardò profondamente con gli occhi rossi che luccicavano , come scossi da fiamme, e con le labbra socchiuse, poi senza esitare mi tolse la maglietta e mi baciò languidamente il petto scoperto. Le sollevai il mento e la baciai bisognoso del contatto con le sue labbra morbide e sottili, lasciai che la sua lingua entrasse nella mia bocca e scostai le spalline del suo vestito, uno di quelli presi dal mio armadio; lei lasciò che la stoffa scivolasse veloce sulla sua pelle fino a terra. Passai le mie mani sui suoi fianchi finché l'albina non decise di interrompere il bacio, prendermi per mano e trascinarmi con uno sguardo indecifrabile verso il letto della mia stanza.
Le fui sopra beandomi del contatto con la sua pelle bollente.
«Maka...» sussurrò sensuale, i capelli candidi sparsi sulle lenzuola; rabbrividii nel mio nuovo corpo.
«Maka» si fece più decisa e io la guardai negli occhi.
«Maka!» insistente... qualcosa decisamente non andava.
«Maka cazzo, ma ci sei o ci fai?»
Spalancai gli occhi di soprassalto mentre due mani mi scuotevano con forza.
«S-Soul?» boccheggiai.
«Era ora! È mezzora che ti chiamo per svegliarti! Sembravi morto!» sbraitò lei agitando la cascata di capelli bianchi «Sono le 11:30! Neanche io dormo così tanto!»
«L-le 11:30??» com'è possibile? Io che ho una sveglia al posto del cervello? Io che mi sveglio sempre alle 8:00 anche d'estate? «Ho... ho bisogno di rinfrescarmi»
Detto questo uscii quasi correndo dalla mia camera lasciando Soul a guardarmi la schiena basito.
Fissavo il mio stupido riflesso maschile nello specchio del bagno tenendo le mani ancorate al lavandino collocato sotto la superficie lucida. I ricordi del sogno appena interrotto mi trapanavano la testa con insistenza.
Inspira, espira... inspira, espira... ma porca di quella... inspira, espira... ma complimenti Maka davvero...inspira, espira... sei proprio una deficiente! Inspira ed espira.
Gonfiai le guance rosse trattenendo il fiato dopodiché, con fare teatrale, puntai un dito contro il mio riflesso e sbottai:
«Ti prenderei a Maka-chop razza di super deficiente dagli ormoni sballati!»
Emisi un mugugno strozzato derivante dalla consapevolezza che stavo parlando inutilmente da sola e mi accasciai a terra sedendomi sulle piastrelle fredde e appoggiando la schiena alla vasca da bagno.
Ok concentrati. Sei Maka Albarn, cazzo! Maka Albarn con dei genitali maschili, ma sempre Maka Albarn. Non ti farai abbattere da uno stupido sogno. Incubo! I-n-c-u-b-o. Fissai mentalmente. Perché fino a pochi minuti prima sarebbe stato un incubo anche solo pensare di andare a letto con Soul Eater Evans.
Non divagare. Allora... è ora di fare una chiaccheratina con la tua coscienza:
Perché hai fatto questo sogno?
non lo so... ok no! Decisa, ti voglio decisa! Perché... perché ieri sera mi è piaciuto da morire averla tra le braccia. Oddio l'ho detto! Mi passai le mani sul viso.
Tecnicamente lo hai pensato.
Tu zitta! Limitati a fare domande! Mi passai nevroticamente le mani sulle gambe, avanti e indietro, pronta per affrontare il prossimo quesito.
Ok... di chi è colpa se hai fatto questo sogno?
Domanda a trabocchetto, eh? Degli ormoni maschili! È sicuramente così!
Sicura?
Si! È colpa del testosterone! Non ho mai fatto sogni del genere da ragazza!
Forse perché adesso hai capito che ti piace Sou...
No! Passo! Passo alla prossima domanda!
A volte la mia coscienza andava decisamente censurata.
Va bene... ti è piaciuto il sogno?
Si, no! No... forse però no.
Pensi che sia normale mentire a te stessa?
Non sto mentendo!.... Ok si forse sto mentendo. Ok sto mentendo!
Lo sapevo!
Ma che razza di coscienza di merda sei!?
«Ehi Maka... va tutto bene lì dentro?» la voce di Soul mi spiazzò.
«Si! Si mi sto... svegliando fuori! Dammi cinque minuti ed esco!»
«Ok... io vado a preparare qualcosa da mangiare» proferì titubante, poi si allontanò.
Tirai un sospiro di sollievo. Forza e coraggio! Alla fine era solo uno stupido sogno (incubo!) nulla di cui preoccuparsi.
Sorrisi sicura di me e aprii raggiante la porta del bagno.
Soul in cucina si spostò la massa di capelli nivei da una spalla all'altra accaldato e sollevò la maglietta dall'orlo per farsi aria, lasciando scoperta una gran porzione di pelle.
Hiiii gemetti e chiusi veloce la porta riaccasciandomi sulle piastrelle del bagno. Respirai forte e chiusi i pugni determinata.
Ce la puoi fare! Tira fuori le palle, Albarn!
Fantastico... davvero appropriato...

 

Pov. Soul

«Essere donna fa schifo» proferii con la bocca piena di pasta. Avevo un caldo torrido e il mio umore non era dei migliori.
«Bé essere uomo sarà tanto meglio!» sbottò Maka punta sul vivo.
«Non posso neanche andare in giro senza maglietta! E il reggiseno fa caldo!»
«Bé tecnicamente potresti andare anche in giro nuda se non fosse per questo vostro stupido testosterone esagitato!» arrossì lievemente.
«Che cavolo vuol dire?» feci guardandola con un sopracciglio alzato e uno spaghetto che penzolava dalle labbra.
«Lascia perdere... voi maschi siete eccitati 24 ore su 24!»
«Chee? Non è vero! Siete voi donne che provocate!»
«Provochiamo??»
«Già! Andate in giro mezze nude e poi pretendete che rimaniamo impassibili!»
«Bé allora vestiti!» mi sbottò contro lanciandomi il tovagliolo e uscendo inviperito dalla stanza. Guardai il tovagliolo sbattere sull'anta della credenza dietro di me. Se c'era una cosa che sapevo di Maka, e che avevo imparato in tutti quegli anni di convivenza, era che lei non mi mancava mai quando voleva colpirmi. Quando voleva, per l'appunto.
Questo è decisamente poco fico... Maka ha qualcosa che non va e il mio corpo da donna continua a pervadermi di quello stupido senso del dovere... senza quasi accorgermene mi ero mossa in direzione del divano dove il biondo se ne stava appoggiato a rimuginare.
«Allora... perché sei sbottata così contro di me?» mi ci misi davanti appoggiando una mano sul fianco e lasciando che l'altra giocasse con i capelli, era così strano averli lunghi. Lui mi guardò in modo strano come se stesse trattenendo il fiato e dopo quelli che parvero minuti di incessante ragionamento ne uscì con un:
«Vado in biblioteca Soul. Questa situazione comincia a farsi... pesante e... devo trovare una soluzione»
«Ma se...»
«Se mi vedranno se ne faranno una ragione. Starò attenta Soul, te lo prometto» si alzò e mi posò una mano sulla spalla «a dopo»
«A d-dopo» la fissai uscire dall'appartamento fino a quando la porta non si richiuse dietro la sua schiena.
Maledetta apprensione femminile.

 







Salve salvinooooooooooooooo!

E che le ricerche abbiano inizio!
Ok lo so cosa pensate... era un capitolo un po' inutile... è che ho pensato che l'attenzione andasse messa anche su i problemi dell'aver cambiato sesso... mi sarebbe sembrato poco credibile se i protagonisti si fossero abituati così subito senza difficoltà :)
Detto ciò vi saluto! Al prossimo capitolo!! :)
XOXO
firephoenix

Ecco Soul, come promesso :) Il prossimo sarà di Tsubaki... anche se non centra niente con la storia perchè non cambia sesso l'ho fatto lo stesso (adoro Tsu versione maschile :3) 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Pov. Maka

Quando entrai nella vecchia biblioteca ero madida di sudore, un po' per l'afa estiva che aleggiava su Death City, un po' per la tensione accumulata lungo la strada. La sensazione di trovarsi davanti persone che si conoscono e ti conoscono e osservarle mentre ti squadrano e giudicano come se fossi l'ultimo arrivato era indescrivibile e non nel senso positivo del termine. Un piccolo sospiro di sollievo mi uscì dalle labbra quando varcai la soglia e mi immersi in quegli scaffali che ormai conoscevo come le mie tasche.
Sfioravo con l'indice le copertine dei libri che mi parevano più indicati: da Sortilegio, a Cambiare sesso, a Le streghe più potenti e i loro incantesimi, a Come mai le streghe assomigliano in nome o in aspetto a degli animali? e Il libro delle risposte. Per una come me che si faceva ispirare da titoli e copertine per scegliere un libro, questi parevano più romanzi di fantasia o sciocchezze, che libri propriamente utili. Alzai le spalle e storsi la bocca: non sapevo effettivamente nemmeno cosa cercare... Afferrai tutti i libri che avevo visto e li schiaffai sulla superficie legnosa dell'unico tavolo ancora libero. Mi sedetti e iniziai a leggere una copia di Incantesimi: come evaderne. Sfogliai velocemente una decina di pagine su incantesimi inutili che si potevano evitare con diverse tecniche di combattimento. Poteva sembrare interessante, davvero. C'erano delle mosse con la falce che... No! Non posso deconcentrarmi! Non sono qui per questo! Chiusi il libro con un tonfo e ne afferrai un altro. Era un diario di una tizia che era stata colpita da un potente incantesimo e che raccontava la sua vita dal momento dell'incontro con la strega alla guarigione. Mi tuffai nelle righe nere stampate sulla carta.
Era nuvoloso il giorno in cui la incontrai...” chissà cosa starà facendo Soul? Mmm questa parte del libro non mi interessa... io voglio sapere come è guarita sfogliai le pagine velocemente fino all'incirca alla metà del testo “anche oggi le nuvole coprivano il cielo e io non potevo far altro che...” che pizza, ma dove cavolo vive sta tizia? Magari era meglio se mi fossi portata dietro Soul... no... dopotutto non sei venuta qua solo per cercare nei libri, vero Maka? Ma per avere un po' di tregua da Soul... perché da quella mattina quando mi ero svegliata da quello che mi ostinavo a definire incubo, mi sembrava di essere in una prigione... in una bolla di sentimenti che però non riusciva a trattenermi e che, se fossi stata ancora in quella casa, sarebbe esplosa con conseguenze catastrofiche... e imbarazzanti. Chiusi il diario sbuffando. Non posso andare avanti così... non mi sto concentrando...Afferrai il terzo libro della pila: Il libro delle risposte. I soliti libri stupidi per superstiziosi a cui bisogna fare domande idiote e poi aprirli per leggere le sagge, totalmente casuali e per nulla dettate dal destino risposte. Sbuffai osservando la copertina giallo ocra. Sbuffai più forte. Oh va cagare! È solo un libro! Uno stupido, sciocco, libro per superstiziosi. Avvicinai due dita all'oggetto guardandomi intorno con circospezione: nessuno prestava caso a me. E va bene... ma solo una domanda! Mmm dovrei... Shinigami come mi sento stupida... mi sto davvero chiedendo cosa domandare ad un libro? Dunque... il campanellino attaccato alla porta della biblioteca che preannunciava quando entrava qualcuno fece più o meno le veci della lampadina che si accende nei fumetti: avevo la mia domanda. Bé... stupido, sciocco libro per superstiziosi, devo dire del sogno a Soul? Trattenni il fiato e spalancai il libro in una pagina a caso:
 

Un gesto vale più di mille parole.


«E che cazzo vuol dire??» sbottai incredula.
«Mmm... perdonami le avevo solo chiesto se era libero»
Ero rimasta così sbigottita che non ero accorta della figura che mi si era avvicinata e che mi aveva evidentemente chiesto se poteva sedersi nella sedia libera accanto alla mia.
«Oh scusi ero sovrapens...» le parole mi morirono in bocca quando vidi con chi stavo parlando. Senza pensarci due volte immersi il mio viso nel libro che avevo davanti e modificai un po' la voce «si, si... è libero»
Tsubaki mormorò un grazie e si sedette alla mia sinistra. Come avevo fatto a non capire che era la mia migliore amica? Chi altri poteva rivolgersi a un ragazzo della propria età dandogli del lei? E se mi avesse riconosciuto? Scartai l'ipotesi quando lei cordialmente cercò di attaccare bottone con il sottoscritto:
«Sa, la mia migliore amica sta male e così volevo regalarle un libro per tirarla su di morale, dato che le piace leggere; così sono venuta in biblioteca per farmi un'idea» la dolce e cara Tsubaki.
«Sono sicuro che la sua amica sarà contenta» la vidi sorridere con la coda dell'occhio.
«Lei frequenta spesso la biblioteca?» mi chiese poi.
«Dammi pure del tu, comunque no, non spesso» appoggiai la mano sinistra sulla guancia come per sorreggermi, ma volendo in realtà ridurre il contatto visivo con la mora.
«Che sbadata, io sono Tsubaki» fece tendendomi la mano.
E io... io chi sono? Decisi di evitare la domanda, come la sua mano.
«Piacere» biascicai continuando a far finta di leggere.
Passò qualche minuto di silenzio nei quali cominciai a rilassarmi pensando che magari Tsubaki non avrebbe più cercato di conversare con la maleducazione personificata quando proprio la sua voce fece:
«Soul come sta?» mi girai di scatto verso di lei che scoppiò a ridere «Maka! Davvero pensavi che non ti avrei riconosciuta!»
Mi accasciai mollemente sul libro che avevo aperto davanti mugugnando sconfitta.
«Che ci fai qui?» biascicai.
«Te l'ho già detto cosa ci faccio qui! Piuttosto tu cosa ci fai qui? O forse dovrei chiederti come mai sto parlando con un ragazzo»
«È successo un casino Tsu...» lei mi sorrise dolcemente per incoraggiarmi a proseguire «l'altra sera, alla festa, ce ne siamo andati perchè sono svenuta...» si mise le mani davanti alla bocca preoccupata «e... oh be la cosa fondamentale è che ho quasi cacciato Soul di casa finché a Blair non è venuta la brillante idea di cercare di farci riappacificare... e diciamocelo: i metodi di Blair sono alquanto discutibili!» Tsubaki sorrise compassionevole.
«Quindi sei venuta qui per cercare un rimedio?»
Gemetti accasciandomi sul tavolo di legno in segno d'assenso.
«Allora diamoci da fare!» esclamò lei con un sorriso a 32 denti afferrando un libro.
Per poco non mi misi a piangere per la gratitudine.

 

Pov. Soul

Camminavo avanti e indietro per il salotto da quando Maka era uscita, trasalendo e girandomi verso la porta ogni volta che un rumore mi arrivava alle orecchie.
L'ansia non è cool per niente! Non è cool. Per niente!
Mi fermai di botto dopo l'ennesimo giro incrociando le braccia. Ma che cavolo, perchè caspita sono così nervoso! Maka non è stupida tornerà a casa con la soluzione!
Sorrisi sornione, un po' mi sarebbe dispiaciuto non poter più ammirare i suoi addominali scolpiti... e le sue mani forti... i suoi capelli scombinati... e... arrossii e mi tirai i capelli lunghi per il nervosismo.
Qui serve un po' di sano zapping! Mi gettai con un tonfo sul divano e afferrai il telecomando rigirandomelo tra le mani.
Chissà cosa aveva avuto Maka quella mattina... non si comporta mai così...spero non sia nulla di grave, a me capitava di svegliarmi così qualche anno fa, quando magari facevo qualche incubo collegato al sangue nero o più spesso quando... sorrisi con un ghigno perverso ...ma di sicuro a quella bacchettona certe cose non capitan...
«Ehi Soul!» feci un salto alto tre metri sentendo la voce della mia meister alle mie spalle.
«Maka!! Sei tornata! Non ti aspettavo per niente... così... presto...» il ragazzo davanti a me mi guardò perplesso «Trovato qualcosa?» mi affrettai poi a chiedere.
«Niente di immediato o puramente utile, ma ho comunque portato a casa qualcosina» disse lasciando cadere con un tonfo cinque o sei volumi alti minimo sette centimetri sul divano.
Qualcosina? Pensai spalancando la bocca.
«Idiota! Non fare quella faccia non dovrai leggerli tu ci ho già pensato io» fece poi sbuffando.
«Hai letto tutti quei cosi da sola??»
«Certo che no! Non li ho letti da... tutti, è ovvio ho letto solo alcune pagine...» arrossì leggermente, ma lasciai correre. Era da quella mattina che Maka si comportava in modo strano.
«Bene diamoci da fare... Cosa dice il primo?» feci indicando quello in cima alla pila.
«Oh questo, mi sembrava quasi banale, però magari funziona. Parla di eco dell'anima»
«Eco dell'anima? Dici che si risolverebbe tutto così facilmente? Con un'eco?» chiesi scettico.
«Tanto vale provare...» disse con un'alzata di spalle, dopodiché mi tese la mano in attesa. Sospirai trasformandomi.
«Peeerò!» fischiò la mia meister.
«Che c'è?» chiesi e la mia voce risuonò metallica.
«Sei molto femminile anche in forma di falce, più leggera, quasi più maneggevole» sorrise lui e io arrossii, in forma di arma, davanti alla manifestazione di
quel sentimento sincero. Il sorriso di Maka non era cambiato, ma continuava a sorprendermi.

«Pronto?» mi chiese poi. Non ci fu neanche bisogno di risponderle:
«ECO DELL'ANIMA!» urlammo e le nostre anime si unirono provocando una forte ondata che partì diffondendosi in attorno a noi in tutta la casa, facendo svolazzare i capelli della mia meister, le pagine le libri di Maka poggiati sul divano e i petali dei fiori nel vaso in cucina. Maka mi sventolò sopra di se e poi mi tese in avanti come per prepararsi ad un imminente combattimento.
Guardai la mia shokunin dalla mia posizione: pantaloni della tuta un po' larghi, maglietta bianca, petto piatto, ma muscoloso e quel lieve rigonfiamento a livello della patta dei pantaloni che mi suggeriva che era tutto tranne che una ragazza.
Non è cambiato un cazzo...
«Maledizione!» fece Maka frustrata «Non è successo nulla...» sbuffò e mi lasciò andare in modo che tornassi nella mia forma umana femminile.
«Lo immaginavo... sarebbe stato troppo semplice. Il prossimo?»
Il mio partner andò verso il divano recuperando il secondo volume della pila. Sospirò.
Sarà il primo sospiro di una lunga serie pensai afflitto.

 

Pov. Maka

Quasi lanciai per la frustrazione l'ultimo libro che avevo preso in biblioteca.
«Niente! Tutto quello che abbiamo fatto non ha portato a NIENTE!» sbraitai. Soul si era sdraiato con un tonfo sul divano, sconfitto. Avevamo provato di tutto: tecniche di combattimento (inutili), meditazione (che non aveva funzionato perchè qualcuno non era capace di stare fermo), contro incantesimi (nemmeno fossi una strega!), gare di rutti (e con questo intendo vere e proprie gare di rutti!!)... e altre cose che si erano rivelate un vero fiasco.
«E adesso??» chiesi alla mia buki mettendomi le mani nei capelli per il nervosismo.
«Adesso troviamo Blair e la torturiamo finché non ci dice cosa dobbiamo fare» fece serissima.
«Davvero un ottima idea! Hai per caso un radar cerca gatte?» chiesi sarcastica.
«No ma tu puoi usare la tua capacità di percepire le anime»
Rimasi di sasso. Ero stata così presa da tutto che non avevo pensato alla soluzione più semplice.

La prima della classe era stata appena battuta da un inetto.
«Pff lo sapevo... stavo scherzando» Che figura di merda... potrei sprofondare...
Cercai di ignorare il suo perfido ghigno.
«Bene, allora è deciso. Cercheremo Blair. Stasera?» chiesi poi esitando per un motivo poco chiaro persino a me stessa.
«Oh no ti prego. Sono sfiancato dopo tutte quelle inutili prove!» mi rispose lei sprofondando la faccia in mezzo ai cuscini. Un senso di sollievo pervase il mio stomaco. Perché mi sento sollevata? È tutto così sbagliato! Mi costrinsi a sorridere.
«Hai ragione dopotutto. Adesso ordiniamo qualcosa di poco salutare da mangiare e poi ci riposiamo! Godiamoci il nostro ultimo giorno d'inferno!» esclamai ironica verso Soul che ricambiò il mio sguardo rivolgendomi stancamente un pollice alzato.

 

 

 

 

Salve salvinooooo

lo ammetto non è un granché :) spero comunque che sia piaciuto e che vi abbia strappato qualche sorriso :)
Vi lascio col il fatale dubbio: riusciranno i nostri eroi nell'ardua impresa di rintracciare la causa dei loro affanni?? :) Finirà tutto così, semplicemente trovando Blair?
Alla prossimaa
XOXO
firephoenix

 
Ps: la mia amica Rehara mi ha detto di dire che è in vacanza e non pubblicherà per un po' :( si scusa con tutti :)

Disegnoooooooo 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


«Così domani, nella migliore delle ipotesi, tornerà tutto come prima, eh?» chiesi con un sorriso a Soul che mi sorrise di rimando senza aggiungere altro.
Eravamo uno di fronte all'altra nel corridoio, ognuno posizionato davanti alla porta della propria camera. Avevamo appena finito una lotta all'ultimo dentifricio per accaparrarci l'unico lavandino del bagno e adesso un pesante silenzio era piombato su di noi.
«Bé buona notte e sogni cool, Maka» fece la versione femminile di Soul guardandomi.
«Buona notte anche a te, Soul» risposi io, chiudendo la conversazione. Nessuno di noi due però sembrava intenzionato ad entrare nella propria camera.
Ero spaventata dalla situazione, del tutto nuova, creatasi tra di noi e quell'aria di imbarazzo che adesso aleggiava per il corridoio non aiutava ad acquietare le mie paure. Così feci ciò che mi veniva istintivo al presentarsi di questo sentimento: chiusi gli occhi. Non si può aver paura di ciò che non si vede giusto?
«Notte» ripetei poi ed entrai nella mia camera a testa bassa chiudendo la porta alle mie spalle ed accasciandomici sopra con un sospiro.
«Maledizione» sussurrai al buio.
Io, Maka Albarn ero una secchiona, era risaputo ormai; prendevo i punteggi maggiori negli esami, studiavo per passione non per dovere, ero impeccabile in battaglia ed ero stata la prima del nostro gruppo a riuscire a trasformare la mia buki in una Death Scythe. Questo era ciò che pensavano tutti quando sentivano il mio nome, ma ciò che non sapevano, ciò che ignoravano, era il motivo del mio costante impegno: perché io, Maka Albarn, dovevo avere sempre tutto sotto controllo. Non in modo ossessivo e maniacale come l'attenzione per la simmetria di Kid ovvio, ma mi piaceva essere preparata per ogni evenienza in ogni campo e ciò che era successo in questi giorni era uscito completamente da tutti miei standard perciò, ironia della sorte, non sapevo proprio come comportarmi. Quello che ci era successo e quello che tutt'ora ci stava accadendo non aveva una risposta universale o una soluzione immediata che si poteva imparare a memoria perciò era totalmente fuori dalla mia portata e di conseguenza ne avevo paura. In più, nonostante ciò che avevo appena fatto, sapevo che questa particolare paura non era nemmeno risolvibile con un occlusione del contatto visivo perché di certo non potevo passare tutte le giornate ad occhi chiusi per evitare di guardare Soul, versione maschile o femminile che fosse.
Alla fine, avevo capito, il vero problema non era l'esserci scambiati di sesso, ma il non riuscire più a trattenere un sentimento che stava sfociando ben oltre l'amicizia.
«Maledizione» imprecai ancora sottovoce, poi mi costrinsi a riprendermi e, afferrando un libro, mi sdraiai sul mio letto per dare un po' di pace ai miei pensieri.

 

Pov. Soul 

Me ne stavo sdraiato sul letto a pancia in su, a fissare il soffitto. Faceva un gran caldo e non riuscivo a dormire, come ciliegina sulla torta poi si posavano nella mia mente le parole di Maka in un infinito ripetersi: “Così domani, nella migliore delle ipotesi, tornerà tutto come prima, eh?” mi aveva detto e io non me l'ero sentita di rispondergli sul serio. Perchè? Perchè sono un coglione senza speranze e perchè senza un apparente motivo avrei voluto che tutto questo non finisse. Improvvisamente mi misi a sedere e cominciai a sbattere ripetutamente il palmo della mano sulla fronte coperta dalla frangetta nivea. Ma ti rendi conto di quello che pensi, Soul? Speri davvero di rimanere donna tutta la vita? Con tanto di reggiseni e mutande di pizzo? Non che avessi niente contro le mutande di pizzo, intendiamoci... mi piacevano quando ero uomo e quando le vedevo su... su chi, Soul?... su qualcun altro.
Emisi un gemito prolungato; quanto avrei voluto poter dormire e dimenticare tutto per qualche ora! Sbuffando decisi di alzarmi e di andare a bere un po' d'acqua in cucina. Maka sta leggendo, fu la prima cosa che constatai quando, uscendo dalla mia camera, notai un fioco bagliore, proveniente dalla porta della stanza della mia meister, illuminare il pavimento rendendo il corridoio meno buio. Scossi la testa sorridendo al pensiero del ragazzo biondo intento a leggere un libro mordendosi il labbro inferiore nei momenti cruciali o facendo le stesse espressioni da bambina che Maka faceva quando, nella sua lettura, succedeva qualcosa di inaspettato.
Camminai nell'oscurità della notte cercando di non fare troppo rumore e, una volta giunto in cucina, illuminai la stanza di luce elettrica aprendo lo sportello del frigo e afferrai la bottiglia d'acqua gelata portandomela direttamente alla bocca. Una goccia cadde birichina dalle mie labbra correndo sul mio collo e finendo sull'orlo del pigiama, rinfrescandomi la pelle vicino al cuore. Strano, pensai, come l'acqua ghiacciata fosse in netto contrasto con il calore che mi divampava dentro.
Mi passai la bottiglia fredda sulla pelle chiara del collo per combattere la tipica afa notturna di Death City sbuffando, poi, come se nulla fosse, la rimisi al suo posto chiudendo il frigo e lasciando che la stanza ripiombasse nell'oscurità.
È tutto così tranquillo pensai appoggiandomi allo stipite della porta della cucina. Un grillo iniziò a cantare riempiendo il silenzio notturno e io socchiusi gli occhi lasciando che i pensieri vagassero liberi ripercorrendo gli avvenimenti delle scorse giornate. Sospirai un sorriso ripensando a quando Maka mi aveva abbracciato. La verità? In questi giorni ero stato più vicino alla mia meister di quanto lo fossi stato negli ultimi mesi e, per quanto i miei pensieri stessero degenerando dal livello “cool” al livello “molto poco fico”, non potevo far altro che ammettere il fatto che temessi che questo contatto ravvicinato svanisse una volta ripresi i nostri sessi. Perciò non volevo che venisse mattina, avrei voluto rimaner sveglio tutta la notte ad ascoltare qual grillo così che l'indomani mi sarebbe sembrato più lontano.
Certo come no... adesso cominci anche a pensare come i poeti... mi faccio schifo da solo...
Mi incamminai verso la mia stanza lasciando che la vestaglia da notte mi accarezzasse timidamente le cosce. Alla fine l'unica soluzione possibile per avere un po' di tregua era dormire.

 

Pov. Maka

Un grillo iniziò a frinire nel momento esatto in cui poggiai sconsolata la testa sul libro che avevo aperto sul cuscino.
Leggere era il mio rimedio contro ogni male, il miglior rifugio contro ogni pensiero triste o contro ogni triste avvenimento fin da quando ero bambina eppure, per qualche strano motivo, quella sera non stava funzionando per niente.
Presi il segnalibro e, come facessi uno sforzo immane, alzai leggermente la testa quel tanto che batava per inserirlo nelle pagine, dopodiché chiusi lentamente il tomo, così come ogni speranza di darmi pace.
Forse un bicchiere d'acqua fresca aiuterà...
Con questo pensiero spensi la luce e mi diressi verso la porta di camera mia.
Essendoci buio, il primo senso che si attivò dettandomi la presenza di qualcun altro, oltre a me, fu l'olfatto: un dolce profumo di albicocche invase il mio setto nasale facendomi stringere lo stomaco dal piacere.
«Soul» mormorai più per una muta speranza che restasse che per un accertamento.
Il secondo senso che si destò fu l'udito: una porta che stava venendo aperta emise un cupo brontolio nel momento in cui fermò la sua corsa e uno strascichio di vesti ruppe il silenzio della notte.
Poi venne il tatto: potevo sfiorare il pigiama di Soul allungando le dita, i suoi capelli morbidi mi solleticavano il collo.
Infine il gusto: quello del dentifricio alla menta che ci eravamo tanto litigati poco prima ora era sulla mia lingua, nella mia bocca.
Aveva le labbra fredde, Soul, e il suo collo umido donava un po' di sollievo alle mie mani accaldate che giocavano tra i suoi capelli lunghi.
Avrei potuto pensare di tutto... a partire dal "che cazzo sta succedendo?" a "sto davvero baciando la mia buki?" eppure i miei pensieri riuscivano a ruotare tutti attorno ad un unico inconfondibile perno: Soul.
Soul e i suoi capelli, Soul e le sue mani, Soul, Soul, Soul... che in questo momento era una ragazza. E io un ragazzo. .. ed era tutto così sbagliato. Ed era tutto così giusto.
Ed era anche così strano trovarsi a pensare che non avevo posto il minimo di resistenza, che avevo subito schiuso le labbra e che il mio guscio protettivo di ghiaccio si era sciolto senza esitare ad il suo primo, piccolo tocco, come quando lo avevo sentito suonare per la prima volta.
Non avrei dovuto arrendermi così alla mia buki... non era così che funzionava... eppure...
Ansimai contro le labbra dell'albina quando lei mi spinse contro la parete del corridoio e premette le sue mani sul mio petto, sotto la maglia del pigiama. Avrei avuto così tante cose da dire, da spiegare, più a me che a lui, eppure... sorrisi incredula, quel maledetto libro aveva ragione... “un gesto vale più di mille parole”, eh? Così, seguendone il consiglio, per la prima volta nella mia vita, decisi di tacere e premetti la bocca su quella dell'albina perchè, alla fine, era l'unico vero modo per spiegarle e spiegarmi cosa ci stava succedendo.
Quasi inconsciamente mi trovai subito a giocare con le labbra rosse di Soul prendendole tra i denti. Dal cervello partì un impulso strano, il più strano che avessi mai provato, quasi paradossale: volevo vederla. Volevo osservare la mia nemica giurata, il mio incubo peggiore, volevo sfiorare con le dita per sapere. Per sapere che effetto mi avrebbe fatto vedere quella cicatrice segnare le curve della pelle morbida di Soul, del suo seno. Perché volevo Soul, in ogni suo aspetto.
Sorrisi mentre la ragazza mi baciava languidamente il collo e scendeva verso il petto. Mi sentivo bruciare dentro, sarei potuta esplodere.
Io, Maka Albarn, non ero più responsabile delle mie azioni e, per la prima volta in vita mia, non me ne fregava un accidente.
Sollevai Soul da terra e, cercando di ignorare il suo urletto di sorpresa, lo spinsi contro la parete lasciando che avvinghiasse le sue gambe ai miei fianchi.
Probabilmente era il testosterone, già. Era solo un fottutissimo sogno e in realtà stavo dormendo tranquillamente su un libro, nel mio letto. Mi sarei svegliata con Soul che urlava e saremmo andati in cerca di Blair, sperando di non morire prima per l'imbarazzo.
Sorrisi folle: se doveva essere un sogno, che fosse almeno piacevole.
Così pensando sfruttai l'ultimo briciolo di ragione rimastami per sfilate la vestaglia a Soul, sapendo che probabilmente me ne sarei pentita.

 

Pov. Soul

Follia. Cos'era la follia? Credevo di saperlo ormai, avendola toccata con mano, avendola sentita scorrere nelle mie vene.
Maka percorse per la seconda volta la linea della mia cicatrice risalendola con le labbra, facendomi inarcare la schiena, mentre tenevo le mie mani salde tra i suoi capelli biondi.
Non era sempre stata associata a qualcosa di malvagio, la follia? Non era impersonificata dal il demone rosso con le corna? Non era stata l'arma di seduzione e distruzione del kishin Ashura?
In un attimo le sue labbra si riunirono alle mie, esperte, come se ci baciassimo da una vita, le sue mani forti scorrevano veloci su di me ed io mi ci abbandonai, come in battaglia.
La follia, perchè questa si poteva chiamare solo così, follia... ma allora quando era diventata così piacevole? Così... sospirai rumorosa.
Mi stringevo in biancheria intima al corpo di Maka che mi stava ancora tenendo ancorata alla parete del corridoio. Avevamo smesso di baciarci, entrambi col fiato grosso, e adesso nostri nasi si sfioravano mentre respiravamo ognuno il respiro dell'altro. Mi ero abituato al buio ormai, quindi riuscivo a distinguere con precisione il verde smeraldo dei suoi occhi mentre mi guardavano desiderosi.
Dovevo ammetterlo a me stesso, solo così sarebbe stato reale.
Guardai il ragazzo biondo difronte a me con le labbra socchiuse e arrossate.
Ammettilo Soul.
Ho appena baciato Maka Albarn. Cercai di ghignare ottenendo uno scarso risultato.
La mia meister secchiona e... letteralmente senza tette che, chi l'avrebbe mai detto, aveva completamente perso la ragione strappandomi i vestiti di dosso.
Tutto ciò è molto, ma molto...
«Sbagliato» esalò il biondo davanti a me.
Il ritorno della ragione 2, la vendetta.
«Tutto questo è sbagliato...» sospirò chinando la testa.
Sbagliato? Folle, eccitante, strano, persino, ma sbagliato... oh no.
Sollevai il mento a Maka obbligandola a guardarmi negli occhi e mi limitai a scuotere la testa ancora senza fiato.
«Oh si» si staccò da me, indietreggiando «noi... non dico che non sia stato...» sorrise imbarazzato sistemandosi la maglia del pigiama «davvero... è stato... ma...»
Ghignai e mi avvicinai pericolosamente al suo viso appoggiandole le mani sulle spalle larghe.
«Capisco cosa ti tormenta» poggia le labbra sulle sue in un bacio casto, strappandogli un sospiro «vorrà dire che continueremo domani, quando saremo tornati normali» sussurrai maliziosa. Mi strinsi alla sua maglia.
«Notte...» sussurrai con un tono di voce quasi inesistente schioccandogli un bacio sulla guancia, poi entrai in camera mia.
Cool.

 

 

 

 

Salve salvinooooo

Oooook... so che questo capitolo è un po' inutile... cioè alla fine a parte discorsi insensati, acqua ghiacciata e sbaciucchiamenti vari non è successo nulla... non odiatemi vi preeeegooo!! :(
Spero comunque che sia piaciuto :)
Ho messo anche un disegnino di Blair per ingraziarmi il pubblico :)

XOXO
ruffianaaa ;)


 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Pov. Maka

 

Cazzo... la mia mano non voleva proprio appoggiarsi sulla maniglia della porta di camera mia e l'ansia mi stava uccidendo.
No non ce la faccio... per la quarta volta il braccio teso verso il pomello mi ricadde mollemente sul fianco.
Non sapevo ancora come, ma dopo che Soul mi aveva lasciato con la mascella a terra e se ne era andato in camera sua, ero riuscita ad arrivare fino al letto e, inconcepibile miracolo, ad addormentarmi. Da quando mi ero svegliata però non riuscivo a pensare ad altro che non fosse: cosa succederà quando aprirò quella porta?
Sospirai. Avevamo deciso la sera prima (già prima...) di alzarci presto in modo che Death City fosse più deserta del solito. Non avevamo alcuna intenzione di farci vedere da qualcuno dei nostri, così era mezzora che cercavo di uscire, ma, che diamine, ero troppo codarda per farlo.
Maledizione non sono come mio padre!
Andai deciso verso la porta e con uno schiocco secco... la presi dritta, dritta in fronte.
«Soooooooooooooouuuuuul!» sbraitai in preda al dolore massaggiandomi la fronte.
«Che ne sapevo che eri proprio dietro! Sei sempre in mezz...»
«Makaaaaaaaa-chop!»
E adesso eravamo in due col bernoccolo in fronte.
La guardai mentre si lagnava di quanto fossi manesca e mi trovai a sorridere: la quotidianità non mi era sembrata mai così speciale.

  

Guardai il mio partner di sottecchi, sollevando un poco il viso dalla tazza di latte.
Nulla. Mangiava tranquillamente il suo latte e cereali a grande cucchiaiate, persa in chissà quali pensieri. Si era messa la sua vecchia fascia e non potei trattenermi dal pensare che le stesse proprio bene. Arrossii lievemente e tornai a concentrarmi sulla mia tazza.
L'unica cosa che spezzava in silenzio nella stanza era il tintinnio del cucchiaio di Soul, quando questo, per sbaglio, urtava la ceramica della scodella.
Altra occhiata.
Niente di niente.
Ok, le ipotesi erano due: o lui si era dimenticato tutto, o io me l'ero sognato. Quale delle due fosse la peggiore non lo sapevo, ma in ogni caso... be... non lo sapevo neanche io cosa avrei voluto che facesse Soul...
Non è che mi sono davvero sognata tutto?

 

Pov. Soul

Con disinvoltura.
Erano state le prime parole di quella mattina.
Un cool, uno vero, si comporta con disinvoltura, qualsiasi cosa succeda, anche se pomicia per mezzora buona con la sua partner secchiona senza tette momentaneamente di sesso scambiato e rischiando per un soffio di finirci a letto.
Quindi, da vero professionista, presi la tazza di latte con le mani e finii l'ultimo goccio di latte portandomela alle labbra; dopodiché mi alzai e con disinvoltura esordii:
«Io sono pronto, quando vuoi possiamo andare» e uscii dalla cucina lasciando che il sopracciglio destro di Maka le si alzasse pericolosamente sulla fronte; ghignai orgoglioso di me.
Sono il migliore.
Non dovetti aspettare tanto che Maka mi aveva già raggiunto leccandosi con la lingua i baffi di latte.
Rabbrividii: mi ricordavo fin troppo bene come fosse stato avere quella lingua sulle mie, di labbra.
Con disinvoltura, Soul, con disinvoltura.
«Bene» fece poi lui sicuro di se, sembrava avesse deciso di stare al gioco «andiamo sul balconcino fuori dal salotto, quello che da sul retro, così potrò usare meglio la percezione per trovare Blair»
«Ok» risposi. Avremo fatto come quando avevamo cercato Chrona, l'avrei aiutata con la mia anima ad ampliare il raggio d'azione della sua percezione.
Maka raggiunse il balconcino è appoggiò le mani sulla ringhiera, concentrandosi.
«Soul...?»
«Sono qui» le appoggiai le mani sulle spalle larghe. Le nostre anime rimbombarono e andarono automaticamente in risonanza.
Era così strano che mi stessi aggrappando a un ragazzo, più alto di me, più... mi accorsi che il mio volto era esattamente all'altezza del suo collo. Se mi fossi avvicinata... sarebbe stato un bacio innocente, piccolo, innocuo, no? Che male c'era? Mi avvicinai alla sua pelle liscia con le labbra.
No! Fermati Soul! Dov'è finita la disinvoltura, eh? Un ricordo di Maka che mi baciava languidamente il collo mi fece trasalire. Dov'è finita? Per me può anche andare nel cesso la disinvoltura! Feci per poggiare dolcemente la bocca sul suo collo quando Maka prese ad urlare infuriata.
«Ma che cazzo!! Non è possibile! Quella maledetta non ha nemmeno provato a nascondersi!» ci misi un paio di minuti per capire chi fossi, dove e perchè ero lì.
«Come, cosa? La hai trovata?»
«Certo che la ho trovata! È al chupa cabras!!»
«Cooooosa? Che infima bastarda! Andiamo subito a...»
«C'è un problema...» la mia partner si rabbuiò.
«Problema? Che problema? Sono stufo dei problemi!» sbottai.
«Al chupa cabras... c'è anche mio padre...»
Un silenzio profondo scese tra noi. Che domanda idiota che avevo fatto... Spirit, è sempre lui il problema!
«Oh... merda... be alla fine lui non ci ha visto quindi non può riconoscerci»
Maka strabuzzò gli occhi e mi afferrò per il collo della maglia.
«Tu non capisci!» sembrava posseduta «quell'uomo è capace di tutto, quell'uomo... sarebbe capace di fiutarmi, Soul!»
«O-ok...» la fissai stravolto. Poi qualcosa cambiò nei suoi occhi; giuro che vidi quasi una lampadina brillarle sulla testa.
«A meno che... non sia distratto...» mi fissò sorridendo.
In che senso...? Oddio non mi piace quella faccia.
«Sooul»
Ok... Maka non fa mai la ruffiana... che sta... oh cazzo.
Capii tutto in un istante:
Le donne distraggono Spirit.
Io sono una donna.
Io distraggo Spirit.
«Ma che schifo! Non se ne parla neanche! Dovrei sedurre tuo padre?? Quel porco bastardo??»
«Eddai Soul! Tu lo distrai, io entro dal retro, prendo Blair e la portiamo a casa! Non parlo di sedurre... magari sculetti un po', tutto qui» mi disse con la faccia da angioletto.
«No! Ma neanche tra cent'anni!» il mio volto era il ritratto della ripugnanza.
«Coraggio» mi si avvicinò e mi prese dolcemente i fianchi, facendo combaciare i bacini «dev'essere una passeggiata per un cool come te»
Ahi. Colpo basso!
«I-io...»
«Allora?» Shinigami! Da quando la sua voce era diventata così roca!
«E- e va bene» sibilai sconfitto per evitare che si avvicinasse ulteriormente.
Maka si allontanò da me canticchiando soddisfatta.
 

Pov. Maka

Sospirai sollevata entrando nel bagno. Grazie a dio Soul non si era accorto del rossore che mi aveva dipinto le guance. Dovevo dirlo: la carta seduzione non era mai stato il mio asso nella manica, ma per fortuna aveva funzionato. L'unica cosa che mi sarebbe dispiaciuta sarebbe stato non poter guardare la scena... sarebbe entrata negli annali.
Mi lavai velocemente i denti e poi uscii in salotto dove Soul mi stava aspettando.
Uscimmo di casa senza particolare fretta decidendo di comune accordo di recarci al chupa cabras a piedi. Soul era di pessimo umore perciò tra di noi scese un silenzio carico di significati.
Sorrisi un po' malefica cercando di non farmi vedere.
Oddio Soul dovrà sedurre mio padre. Il grugnito di una risata soffocata mi sfuggì dalle labbra.
I muscoli di Soul si tesero.
Non ridere, non ridere, non ridere... mi morsi l'interno della guancia.
Un altro grugnito.
«Non è divertente!!» sbraitò la mia partner bloccandosi in mezzo alla strada. Scoppiai a ridere senza freno, ormai mi aveva scoperto.
«La puoi smettere» aggiunse a denti stretti con aria abbattuta.
«Ok, ok scusa» sospirai rumorosamente ricomponendomi «Coraggio non sarai poi così terribile» lo scimmiottai poi senza riuscire a trattenermi, ricordandomi le stesse parole che mi aveva detto quando dovevo andare in bagno.
Di rimando Soul si limitò a gemere un lungo lamento.
«Sappi che mi dovrai un favore! E anche bello grosso!» brontolò.
«Il favore che ti farò sarà quello di farti tornare normale appena avrò preso Blair»
«Cooosa? Non ci pensare neanche di cavartela così!»
«Invece si!»
«No! Ho detto che...»
«Non è simmetricaaaaa!!»
Io e Soul sussultammo all'unisono riconoscendo l'inconfondibile voce di Kid “nevrosi version”.
Lo shinigami era fermo di fronte ad una vetrina con la maggiore delle Thompson. Se avessero girato anche di poco la testa ci avrebbero visti; per il primo non c'era problema, ma la seconda, da attenta osservatrice qual'era, ci avrebbe riconosciuti all'istante.
Qui urgeva una soluzione subito!
«Baciami!» strillò Soul in preda al panico. Sbiancai.
«Cosa?? Ti pare questo il momento?»
Liz mosse un passo nella nostra direzione con lo sguardo ancora rivolto alla borsa in vetrina che aveva fatto impazzire Kid.
«Chissene importa se è asimmetrica! È di marca!» sbottò verso il moro.
«Andiamocene! Non posso stare qui un momento di più!» Kid afferrò la sua partner per un braccio partendo in quarta verso la nostra direzione.
Cazzo!
«Baciami ho detto!» Soul mi strattonò abbassandomi alla sua altezza «Adesso!» sibilò.
Senza alcuna possibilità di fuga poggiai le labbra su quelle dell'albina che mi si avvinghiò subito addosso afferrandomi con forza i capelli. Mi scappò un sospiro ricordandomi della notte prima e presi dolcemente il viso della mia buki tra le mani, giocando con le sue labbra. In pochi secondi mi persi completamente nel suo bacio dimenticando ogni cosa.
Le parole che risuonavano dietro di noi mi arrivarono lente, come sott'acqua:
«Ecco guarda! Perchè tu non mi baci mai in quel modo?»
«Scherzi! Sono così scomposti!»
Le voci si affievolirono man mano finché non restammo solo io e Soul. Non feci però in tempo a godermi il momento che il mio partner si staccò bruscamente da me con uno schiocco, fissandomi per un secondo con le guance rosse e gli occhi lucidi.
Poi emise un “Uh” sospirato e si rimise a posto la maglietta un po' sollevata ricominciando a camminare come se niente fosse.
«Ha funzionato» dichiarò mentre lo guardavo a bocca aperta.

 

Pov. Soul 

Fissavo l'insegna del chupa cabras col cuore in gola e una gran voglia di defilarmi.
Le risate di Blair e Spirit, ben udibili anche dall'esterno del locale, confermarono la percezione di Maka.
Cazzo... stavo sudando freddo.
«Bene. Io vado sul retro. Tu stai qua. Appena senti che Blair esce dalla stanza entri e vai da Spirit» un sorrisino uscì dalle labbra di Maka «in questo modo, anche se Blair dovesse chiedere aiuto, mio padre sarà troppo occupato per badarci» concluse, poi mi guardò negli occhi e sorrise sincera «buona fortuna!»
«Aspet...» provai a richiamarlo, ma lui aveva già girato l'angolo.
Cazzo, cazzo, cazzo! Tutto questo è molto poco fico! Avrei dovuto rifiutare, ecco! Avrei dovuto impormi! Invece...
I miei pensieri furono interrotti dal chiacchiericcio proveniente dall'interno del locale.
«Uh? Chi sta chiamando la dolce Blair? Vado di là a vedere, ma tu aspettami qui! Nya!»
«Certo eheh!»
Maledizione, Maka aveva fatto in fretta.
Entrai riluttante al chupa cabras cercando di sembrare felice, o quantomeno abbordabile.
Spirit era seduto sul divano rosa proprio difronte a me.
«Ehm... buongiorno bel fusto!» voglio morireeee.
«Buongiorno dolcezza» fece il rosso con gli occhi che luccicavano. Pedofilo...
«Posso sedermi?» chiesi ancheggiando copiosamente verso il divanetto mentre mi lisciavo i capelli.
«Ma certo! Te lo ha mai detto nessuno che hai dei bellissimi occhi?»
«Mmm veramente no» veramente si, era stata Maka la prima a dirmelo, una sera, mentre credeva che dormissi... ma in questo momento tutto ciò che riuscivo a pensare della mia meister era ai modi in cui potessi ucciderla in modo brutale per questo folle scherzo.
«È un peccato, se vuoi te lo dico quante volte vuoi» ammiccò.
Era davvero questo il suo modo di rimorchiare? Povere donne.
«Sei troppo gentile Spirit» sorrisi tesa. Una lampo apparve nei suoi occhi.
«Come fai a sapere il mio nome?»
Cazzo.
«Ehm, oh be, da queste parti sei molto famoso...» non sembrava convinto così afferrai dolcemente la sua cravatta giocandoci un po' con aria maliziosa «sai molte donne mi hanno consigliato di venire da te»
«Sai com'è ho un certo fascino» ghignò tornando in se, poi si sdraiò meglio sul divano e mi cinse le spalle con il braccio.
Sto per vomitare...
«Non mi hai ancora detto il tuo nome, bella fanciulla»
«So...phie» mi corressi in tempo Sophie? Cool.
«Piacere dolce Sophie» fece Spirit baciandomi il dorso della mano. Non so con quale forza sovra umana riuscii a impormi di non scappare a gambe levate dal ribrezzo.
Un frastuono arrivò dal retro seguito da un urlo: «Dimmelooooooooooo!»
«OH SPIRIT CHE CAVALIERE CHE SEI! LE RAGAZZE NON ESAGERAVANO AFFATTO QUANDO MI PARLAVANO DI TE!!» urlai isterica cercando di coprire la voce di Maka.
«Eheh che entusiasmo! Dimmi, potremo rivederci ancora?» mi chiese lui alzando e abbassando le sopracciglia in modo disgustoso.
Un urlo rabbioso arrivò inaspettato da fuori il locale: «Sooul muovi il culooo!»
«Ehm NO! Ciao ciao!» senza farmelo ripetere due volte mi liberai di Spirit e corsi fuori dalla stanza, con uno scatto degno di un giaguaro, cercando di raggiungere Maka.

 

 

 

 

Salve salvinooooo

Oooook la demenza regna sovranaaaaa!!
Ordunque (?) che ne dite? So che probabilmente non era quello che vi aspettavate, ma è sempre difficile scrivere l'agognato capitolo “after kiss” quindi siate clementi!
Spero che l'ultimo Pov. Soul vi abbia strappato un sorriso :) io mi sono divertita un sacco a scriverlo! (Povero Soul aahahah)
Alla prossima gente!

XOXO
firephoenix

 

Ho messo il primo disegno che ho fatto sulla gender bender SoMa un po' di tempo fa :) Hope you like it! 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Pov. Maka

Quando entrai nel retro del chupa cabras l'odore intenso di alcolici di ogni tipo mi mise quasi al tappeto.
Shinigami che olezzo...
Mi concessi qualche secondo per guardarmi attorno: la stanza era piccola, sostanzialmente un magazzino; colorata dello stesso rosa pallido del resto del locale era illuminata da una piccola finestra e stipata da scatoloni di ogni forma e grandezza contenenti alcol, alcol e... alcol lo avevo già detto?
Nauseante pensai disgustata, poi mi schiarii la voce.
«Blaair! Puoi venire un secondino?» starnazzai verso la porta che dava sulla stanza principale del chupa cabras.
«Uh? Chi sta chiamando la dolce Blair? Vado di là a vedere, ma tu aspettami qui! Nya!»
«Certo eheh!»
La voce di mio padre mi irritò ogni poro della pelle. Adesso tocca a Soul.
Blair entrò gongolando nella stanza.
«Maka-chaaan! Mi chiedevo proprio quando saresti arrivata! O forse dovrei dire arrivato» esclamò vedendomi con un aria di perfidia che mi ricordò tanto la priva volta che l'avevamo incontrata.
«Come si fa?» chiesi brusca.
«Nya?»
«Come si fa a tornare normali?»
«Uuuuh quello...» si batté ripetutamente l'indice destro contro le labbra facendomi innervosire «non te lo dico» squittì poi come illuminata da una grande idea.
«Che? Scherzi? Ti prego Blair non ne posso più! Non ne possiamo più!» forse ero passata alla tattica supplica troppo presto? Speravo di no.
«Fammici pensare......... no» si divertiva pure, la strega.
«Ma Blair il tuo scopo era quello di farci fare pace, no? E ci sei riuscita! Quindi non vedo il motivo di...»
«Chi mi dice che appena tornati normali non ricominciate a litigare?» mi interruppe lei con aria di superiorità.
«Io! Te lo giuro!» la implorai.
«Naaaaa»
Strinsi i pugni. Ok... “pazienza” non è decisamente il mio secondo nome.
«Dimmelo!» le puntai il dito addosso. Scosse la testa facendo ondeggiare i lunghi capelli viola.
«Ho detto dimmelooo!»
In risposta mi fece con la mano il gesto della papera che apre e chiude il becco.
Sbarrai gli occhi.
Nessuno fa il gesto della papera a Maka Albarn. Nessuno!
«Dimmelooooooooooo!» urlai a tutta voce tirandole un libro di 8 cm.
Blair miagolò il suo dissenso e, per evitare il Maka-chop più duro della sua vita, si trasformò in gatta e scappò via dalla finestrella.
«Torna qui! Dove scappi codarda!!!» le urlai dietro partendo all'inseguimento.
È veloce! Constati quando in meno di un secondo mi ritrovai di fronte al chupa cabras.
«Sooul muovi il culooo!» sbraitai senza fermarmi verso la porta d'ingresso in cerca d'aiuto.
Con la coda dell'occhio vidi l'albina correre fuori come indemoniata e raggiungermi.
«Dov'è?» mi chiese ansimando mentre svoltavamo un angolo.
«Proprio davanti a...»

Mi bloccai di scatto.
La strada che ci stava di fronte non era mai stata così vuota.

 

Pov. Soul

«Cazzo!» imprecai dando sfoggio alla mia finezza «Te la sei fatta scappare!»
«Scusami... io... deve aver usato i suoi poteri magici» lo sconforto era ben udibile nelle sue parole
«Coraggio! Non lascerò che il mio sacrificio con Spirit sia stato invano!» le appoggiai una mano sul braccio «Attiva la percez...»
«No...» teneva la testa bassa.
«No? Sai già dov'è? Andiamo allora!» le afferrai la mano, ma lei non mosse un passo. Sapevo già cosa stava per dire solo... non volevo che lo dicesse.
«No Soul è inutile. Non ce lo dirà mai» giocava con un sassolino rigirandoselo sotto la scarpa destra.
«Dai... Maka Albarn che si arrende? Non esiste» ghignai.
Tattica "simpaticone": fallita.
«Coraggio Maka! Non puoi arrenderti così!»
Tattica "supplichevole": fallita.
«Vuoi davvero rimanere uomo per il resto della tua vita?»
"Ricatto": fallita.
Sospirai. Rimaneva una sola tattica...
Afferrai con forza le sue spalle e calciai via il sassolino, obbligandola a guardarmi negli occhi.
«Ti voglio» Maka spalancò gli occhi «Voglio giocare con i tuoi stupidi e infantili codini da bambina fino a farmi male. Voglio stringerti tra le braccia e appoggiare il mio mento sul tuo capo. Voglio i tuoi Maka-chop, quelli originali. Voglio sentire le tue mani piccole, ma fottutamente forti, stringermi in battaglia. Voglio sentire la tua voce irritante quando ti lamenti di me e stancarmene, ma soprattutto ho un inconcepibile e innata voglia di baciarti come si deve probabilmente dal primo giorno in cui ti ho vista...» presi fiato e mi godetti le guance porpora del mio partner «...ma non posso farlo. Non finché non sei tu, non finché sei più alto e muscoloso di me, non finché sei... così... quindi Maka, ti sto maledettamente pregando di non arrenderti perché se lo fai ti prendo a calci nel culo fino a farti muovere e non potrai nemmeno usare la scusa del "le donne non si toccano" per fermarmi»
Silenzio. Il mio petto si alzava e abbassava ad alta velocità.
«Sai Soul...» trattenni il fiato «Maka-chop!»
Tattica “nuda e cruda verità”: obbiettivo centrato! Anche troppo...
Il dolore lancinante al capo mi fece girare la testa. Caddi per terra gemendo e Maka si abbassò alla mia altezza guardandomi negli occhi.
«Nessuno può minacciarmi di essere presa a calci nel culo» disse con aria severa poi le sue labbra si aprirono nel sorriso più sincero che avessi mai visto illuminarle il viso. Si alzò e mi tese il braccio.
«Coraggio andiamo a casa. Riusciremo a trovare Blair e a farci dire tutto me lo sento!»
Afferrai la sua mano e per un secondo, per un istante, mi sembrò di vedere una gonna scozzese e un paio codini svolazzare dietro di lui.

 

Mi avvicinai al tavolo della cucina, dove il mio meister stava seduto, per sbirciare -no, sbirciare non è cool- per fregare da sotto il naso di Maka qualunque cosa stesse scrivendo da mezzora. Le arrivai alle spalle e con nonchalance afferrai un foglietto di carta bianco da sotto le sue mani.
«Ehi!» sbottò lui indispettito cercando invano di riafferrarlo.
Lessi ad alta voce il frutto di minuti e minuti di pensieroso silenzio:
«”PIANO:”» il resto era composto da qualche schizzo a penna di un libo e da cornicette «Scherzi? Ancora con sta storia dell'architettare un piano?*» commentai poi.
«Ridammelo!» disse lui come un bambino a cui era stata sottratta una caramella.
«È tempo perso lo sai, in più non hai scritto nulla»
«Lo so...» fece poi con aria depressa immergendo il viso nelle mani messe a conca.
Feci per accartocciare il foglietto e proporle di ragionare insieme ad una strategia quando lui mi bloccò il polso spalancando gli occhi.
«Soul, guarda!»
«Cos..?» quasi lanciai il pezzo di carta sul tavolo per lo spavento; delle lettere viola stavano affiorando sulla superficie come scritte da una penna invisibile. Io e Maka ci sporgemmo e iniziammo a leggerle contemporaneamente.
«”Ciao piccioncini! Come ve la passate?”...» sentii la mia meister stringere i pugni sussurrando a denti stretti il nome dell'artefice della buffonata: Blair.
«”Vi propongo un aiutino. Nya! Il primo di voi due che prende il secondo libro del terzo scaffale della libreria dietro di voi tornerà normale. Per l'altro be... mi dispiace! Nya! Buona fortuna! La vostra Blair”»
Io e Maka ci guardammo allibiti, i muscoli tesi.
«Soul... lo sai che è solo l'ennesima presa in giro... vero?»
«Certo...»
Lo sguardo mi cadde sulla libreria alla parete dietro di noi. Notai il mio partner fare lo stesso.
Tornammo a fissarci. Potevo vedere il cervello del biondo fare i miei stessi ragionamenti.
Di fronte a me la sicurezza e il rispetto.
Dietro di me la salvezza.
Infine, la scelta.

Io e Maka scattammo contemporaneamente verso la parete.

 

Pov. Maka

Senza esitare colpii Soul alle spalle con un libro, facendolo cadere, poi lo sorpassai finendo a faccia in giù sul tappeto quando lui prontamente da terra mi afferrò il tallone tirandomi indietro.
«L'ennesima presa in giro, eh?» sputò rabbiosa l'albina «allora perchè non fai provare me?» con un calcio mi liberai della sua stretta cercando di rialzarmi.
«Non sprecherò l'unica possibilità di tornare me stessa!»
Soul tirò il tappeto facendomi cadere nuovamente poi mi passò sopra a gattoni diretto verso la libreria.
«Nemmeno io!»
«Eh no!» la afferrai per la vita schiacciandola sotto di me poi mi alzai tendendo la mano verso le copertine dei libri: quella rossa del secondo volume sul terzo scaffale sembrava brillare di luce propria. La sfiorai con la punta del medio quando Soul mi saltò sulla schiena atterrandomi per l'ennesima volta e cercando di usarmi come trampolino per raggiungere l'agognato tomo. Rotolai sul fianco facendole perdere l'equilibrio poi provai ancora ad allungare i braccio e gemetti constatando che da terra era impossibile arrivare al terzo scaffale. Mi sollevai, ma Soul si appese letteralmente a me ritrascinandomi con lui ai piedi della libreria. Ci rotolammo per un minuto buono tra graffi e gemiti cercando ognuno di liberarci dalla presa dell'altro finché non arrivammo ad una situazione di stallo: tenevo un braccio ancorato al fianco di Soul che, stando sopra di me, stringeva lo scaffale più vicino in modo che non lo potessi rigirare nuovamente. Le gambe erano un groviglio indistricabile, i bacini quasi incollati tra loro tanto erano vicini, i lunghi capelli nivei dell'albina ricadevano scomposti sul mio viso. Avevamo entrambi il fiatone.
Probabilmente se qualcuno ci avesse visto in questo momento sarebbe stato indeciso se pensare a del sesso sfrenato, che poteva benissimo essere, o a una guerra in piena regola, come era effettivamente stato.
Scoppiammo entrambi a ridere.
«Stiamo esattamente facendo il suo gioco, vero?» esalai sospirando.
«Tutto questo è molto poco fico»
«È stato piuttosto divertente in verità! Nya!» ci girammo entrambi verso la finestra del salotto. Blair se ne stava seduta sul davanzale in forma di gatta a guardarci mangiando popcorn.
«BLAAAAAAAAAAAAIR!!!!!» sbraitammo io e Soul in contemporanea sciogliendo quel doloroso abbraccio e fiondandoci alla finestra.
La gatta saltò dal davanzale con una risata cristallina, fuggendo.

 

 

 



*Soul fa riferimento a uno dei tentativi falliti che avevano usato per sconfiggere Blair quando ancora la credevano una strega.

 

Salve salvinooooo

Arieccoci con un altro inseguimento, eh? Proprio così!
Be... che mi dite? Non è successo un granché neanche qui alla fin fine... – perchè i miei capitoli mi sembrano sempre scialbi, sig :( – quindi vi lascerò dicendovi che il prossimo sarà l'ultimo capitolo. Resistete non dovrete patire a lungo!
Mi scuso poi per il ritardo, ma sono stata a Londra 5 giorni e non ho potuto scrivere :( *cioè ve ne rendete conto?! Sono stata a Londra 5 giorni!! Sul Tower Bridge dove c'è stata la prima battaglia con Free!!* Ok la smetto...
Ah si! Oh mi sono accorta che siete in 24 a seguire la mia storia! Vi stimo di brutto davvero! Ammiro la vostra pazienza e non sapete quanto mi fate felici!
Vi lascio con un disegnino!

XOXO
firephoenix e i suoi momenti sclero 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Pov. Soul

Adesso o mai più era tutto ciò che riuscivo a pensare mentre correvo fissando la coda viola di Blair sfrecciare davanti a noi per le vie di Death City. Maka, affianco a me, sembrava pensare lo stesso: era la nostra ultima occasione concreta, questa volta non avremmo fallito.
La gatta correva veloce e si infilava in posti stretti appena poteva per metterci in difficoltà. Passai così tanto tempo a fissare quella chiazza viola di fronte a me che persi quasi immediatamente l'orientamento e capii di essere davanti alla Shibusen solo quando iniziammo la lunga ascesa della sua gradinata.
Blair sparì oltre l'apice dei gradini infilandosi nell'accademia.
La stanchezza cominciò a provare le mie gambe. Era sempre stata Maka a correre nelle battaglie mentre io mi limitavo a starle in mano in forma di falce e in più la corsa non è cool; il vero uomo figo si muove con andatura...
«Soul! Blair sta cercando di depistarci infilandosi nei sotterranei della scuola! Non perderla di vista!»
Era inutile dirlo, Chrona e la professoressa Marie non erano gli unici capaci di perdersi lì sotto.
Non risposi. Non ce n'era bisogno con un rapporto come il nostro.
Erano in molti ad invidiare la capacità di comprendersi perfettamente che avevamo io e Maka senza essere effettivamente in risonanza. Le mosse da fare, le tattiche, il momento giusto per attaccare... tutto questo lo capivamo con un solo sguardo. Sorrisi mentre pensavo a quanto effettivamente mi mancasse quella scatenata bambina bionda che mi correva di fianco nascosta in un altro corpo.
Ci eravamo infilati in quei lunghi corridoi semibui già da un po', quando Maka mi strattonò la maglia attirando la mia attenzione.
«Soul, ho un'idea» mi sussurrò senza fermarsi «continua a inseguire Blair io conosco una specie di scorciatoia tramite la quale potrei prendere la gatta da difronte»
Annuii e poco dopo la vidi svoltare improvvisamente nel corridoio di sinistra. Blair non sembrò accorgersene.
Non ci sfuggirai stavolta maledetta ninfomane.
Svoltai a destra e poi ancora a sinistra cercando di ignorare le gambe pesanti e la stanchezza e mantenendo fisso il contatto visivo su Blair.
La gatta girò nuovamente a sinistra. Superai l'angolo e sbattei contro un muro finendo a terra.
«Soul?! Dov'è Blair?» mi risollevai per scoprire di essermi scontrata non contro una parete, bensì contro Maka, che urlava, a sua volta a terra, difronte a me «L'hai persa di vista???»
«No!» O forse si? «Ha girato quest'angolo! Sei tu che non l'hai vista! Ti sarà passata in mezzo alle gambe!»
Maka era furente.
«Soul Eater Evans! Non provare a darmi la colp...»
Mi guardai attorno del tutto deciso come sempre ad ignorarlo mentre mi sbraitava contro e notai una porta socchiusa sulla parete alla mia sinistra.
Non ci credo...
Mi alzai continuando a non calcolare il biondo di striscio e, scostandone un po' di più l'uscio, entrai nella stanza. Ghignai. Proprio come immaginavo...
«E adesso dove cavolo vai? Cretino di un...»
Maka mi si affiancò smettendo di urlare e spalancò gli occhi.
«Quello è..?»
«Si, Maka»
Di fronte a noi in penombra si stagliava un classico pianoforte a coda nero, così lucido che sembrava non aver risentito della polvere accumulatasi negli anni. Mi avvicinai e ne accarezzai i grandi tasti bianchi, poi mi girai verso la porta godendomi il volto stupito di Maka. Esattamente come quel giorno... se si toglie il fatto che adesso fosse un ragazzo, ovviamente.
«Non ero più venuta qua dal giorno in cui...» le sue parole vennero interrotte dal rombo della sua anima.
«Dal giorno in cui ci siamo conosciuti» conclusi io altrettanto emozionato, ma deciso a non darlo a vedere. Poi mi sedetti sullo sgabello e, assaporando ancora un attimo la tastiera con i polpastrelli, iniziai a suonare.

 

Pov. Maka

Le prime note accennate da Soul furono così leggere che ci misi qualche attimo ad accorgermi che stava effettivamente suonando.
Sembrava completamente assopito, come se stesse agendo inconsciamente, lasciandosi trasportare. Era come se nulla fosse cambiato. Evidentemente le mani da ragazza non influivano sulle sue capacità.
Sorrisi appoggiandomi allo stipite della porta riconoscendo la melodia. Quella che non sentivo da anni, ma che, infondo, non mi aveva mai abbandonata.
Chiusi gli occhi accompagnata dalle sue dolci e melanconiche note.

Che intenzioni avrà?
Non sapevo nemmeno cosa ci facevo lì io. Avrei dovuto tornare di sopra... ci saranno state una cinquantina di ragazze buki in cerca di una weapon meister e io stavo qua con questo ragazzo albino, vestito elegante e con lo sguardo profondo in una stanza piena di specchi e... un pianoforte.
Mi torturai le mani irrequieta mentre la buki si sedeva sul comodo sgabello di velluto rosso di fronte allo strumento, dandomi le spalle. Dopo un momento di esitazione si girò verso di me:
«Ecco, questo sono io»

Dio che sensazioni che avevo provato quella mattina. Le stesse che provavo adesso. Le stesse che solo Soul era in grado di farmi provare.
Si, quello era proprio lui... Soul. Lui e nessun altro.
Pretenzioso, ma interessante. Ecco come lo avevo definito parecchi anni dopo, la sera quando Liz mi chiese se Soul sapesse davvero suonare il pianoforte. Ma quella era solo una parte... quella era la parte descrivibile a parole, il resto lo si poteva solo vivere.
Quanto mi era mancato quel suono così spontaneo, così suo.

«Soul Eater»
«Maka Albarn» ci stringemmo formalmente la mano.
Stavo davvero facendo la cosa giusta? Tra tutti... tra tutte... avevo scelto proprio un ragazzo del quale conoscevo solo l'abilità col piano.
Ma davvero conoscevo solo quello? O era come aveva detto lui “questo sono io”.
Ci sorridemmo a vicenda e i miei dubbi si dissolsero come vapore.
Si, era la scelta giusta. Perchè c'era qualcosa in quel ragazzo, nei suoi occhi, nella sua melodia... che mi diceva che non me ne sarei pentita.

Mi avvicinai alle spalle di Soul fermandomi a poco più di un metro dal velluto dello sgabello, esattamente nel punto in cui stavo quel giorno, quando siamo diventati partner.
Lei suonò le ultime note lentamente, come se si stesse risvegliando da un sogno e riprendendo coscienza, poi staccò a malincuore le dita dai tasti e rimase immobile, le mani sulle gambe.
Inspirai profondamente come se potessi sentire l'odore delle ultime note diffondersi nell'aria prima di scomparire, poi mossi ancora qualche passo e tesi la mano verso Soul. Non la toccai: avevo paura che quel momento così fragile si potesse spezzare da un momento all'altro, con un dito.
Guardai gli specchi ancora collocati nella parete di fronte alla ragazza cercando di leggervi la sua espressione e rimasi spiazzata dal suo ghigno.
«Blair...» sussurrò. Ok, fermi tutti. Non era così che doveva andare! Non so era meglio un “Maka” o “ti voglio bene” «...quella maledetta ninfomane...»
Già meglio, ma... prima ancora di farmi la domanda la risposta mi riscosse. Mi uscì una risata sospirata.
«E così era qua che voleva portarci fin dall'inizio, giusto?» dissi a Soul che si voltò verso di me facendo ondeggiare i lunghi capelli nivei. Guardai i suoi occhi, l'unica cosa rimasta immutata in lui, e mi si strinse lo stomaco.
Lo volevo anch'io. Volevo che fosse lui non lei. Volevo che mi prendesse in giro, che giocasse coi miei codini, che... deglutii spaventata dalla sicurezza dei miei pensieri.
«Già...» disse lei di rimando.
Dovevo ammettere, per quanto mi facesse incazzare, che Blair aveva avuto una bella pensata. Diversi come ci aveva trasformato ci aveva costretto a collaborare in modo che imparassimo a conoscerci nuovamente ed ad apprezzarci come una volta; poi, quando la gatta aveva visto i nostri progressi, ci aveva portato dove tutto era iniziato per farci capire, per farci ricordare, ciò che, al tempo ancora confuso e dettato dalla pura fiducia, ci aveva avvicinato. Io e Soul avevamo un rapporto speciale, quasi incredibile e ce n'eravamo dimenticati.
Adesso, mentre la guardavo negli occhi, sapevo che non sarebbe successo mai più.
Mi sa che dovrò ridimensionare il concetto di “metodi discutibili” con Blair...
Io e Soul sorridemmo, poi lui mi tese la mano.
«Soul Eater» mi scappò una risata.
«Maka Albarn» risposi stringendogli la mano con forza.
Lei intrecciò le sue dita alle mie e mi si avvicinò fino a sfiorarmi il naso col proprio.
«È un vero piacere» mormorò guardandomi negli occhi.
Poi avvicinò le sue labbra alle mie con una lentezza estenuante. Avvertii il suo respiro sul mio volto, sul mento, poi vicino, troppo vicino alle labbra, sul naso, sulle palpebre chiuse fino a scompigliarmi un ciuffo della frangia.
Ciuffo della frangia.
Spalancai gli occhi con un urletto. Non era Soul ad essersi alzato! Ero stata io ad abbassarmi!
«Maka!» esclamò Soul. Si, proprio Soul! La sua strafottente e irritante voce maschile!
«Soul!» mi guardai le braccia, le gambe, mi lisciai i capelli lunghi e, pensando che abbracciarsi da soli dalla gioia non era il massimo, saltai addosso all'albino «Ce l'abbiamo fatta! Siamo noi! Sei tu!» urlai prendendo il suo volto tra le mani studiandone con fin troppa velocità ogni sua caratteristica. Era così bello sentire di nuovo la mia voce che non avrei mai smesso di parlare.
Non avevamo fallito nemmeno questa volta! I nostri tentativi e il nostro sudore erano stati ricompensati e avevamo dimostrato di essere una squadra infallibile.
Tra le sue braccia guardai Soul come se fosse la prima volta, chiedendogli silenziosamente quello che sarebbe stato il nostro primo vero bacio.
«Quindi se io adesso vi dicessi che era un incantesimo a scadenza temporale, rovinerei il momento? Nya?»
Ci voltammo basiti verso il pianoforte dove la gatta viola stava placidamente sdraiata.
«S-scadenza t-temporale?» balbettai con la faccia blu. L'albino accanto a me si limitò a riservare a Blair il famoso “sguardo Excalibur”.
«Cosa sono quelle facce?! Non vi si addicono!» la gatta tornò in forma umana mantenendo comunque la stessa posizione sdraiata che da “placida” divenne così “maliziosamente sexy” «Quando Blair vi diceva che non sapeva il contro incantesimo era la verità! Nya! Non esiste rimedio! La magia svanisce dopo tre giorni... certo c'era la pecca che non si sa l'ora... effettivamente iniziavo a chiedermi quando sareste tornati normali e...»
«Blair...» snocciolai interrompendola e trattenendo a stento la rabbia «...vuoi dire che ci hai fatto ammazzare di lavoro, spremere il cervello e rischiare un infarto quando BASTAVA ASPETTARE?!?!»
Blair annuì innocente e Soul gemette un rantolio a fil di voce.
Se non fossi stata così stanca e provata probabilmente sarei riuscita a fare un Maka-chop usando direttamente il pianoforte.


Alla fine si è concluso tutto per il meglio!
Certo, se si tralasciava il fatto che Soul avesse strappato la mia maglietta e i miei pantaloni indossati durante la trasformazione e il ritorno a casa di corsa tra la mia buki che si lamentava in imbarazzo e io che cercavo come meglio potevo di nascondere le sue nudità (che si aspettava? Che gli dessi i miei, che poi erano suoi, vestiti e che fossi io ad andare in giro in mutande?? Sapevo che il cavaliere che c'era in Soul era morto parecchio tempo fa, ma...)
Comunque sia pensai infilandomi una maglia a maniche corte non c'è più bisogno di pensarci.
Uscii sorridendo dalla camera diretta verso quella di Soul per restituirgli i suoi vestiti e lo incrociai mentre usciva dal bagno con aria realizzata. Sospettavo di sapere il perché, ma comunque non glielo chiesi.
«Ehi questi sono tuoi» gli dissi porgendoli gli indumenti piegati.
Lui guardò i vestiti poi fissò il suo sguardo su di me e io andai in palla.
Ghignò.
Mi ero illusa che non sarebbe cambiato nulla, che non ci sarebbe stato imbarazzo o sguardi rubati... insomma... alla fine ci eravamo già baciati (eccome se lo avevamo fatto!) eppure... era come se quei due baci non contassero, come se le cose dette silenziosamente non fossero state recepite. E... e... perché non la smetteva di fissarmi così?
Fai qualcosa, Maka, fai qualcosa, fai qualcosa!
Prendendo coraggio lasciai cadere i vestiti a terra e mi lanciai su di lui.


Pov. Soul

Il libro di Maka mi colpì con incredibile precisione proprio in mezzo alla fronte facendomi cadere.
Risi di gusto mentre mi rialzavo davanti allo sguardo perplesso della mia meister. Con forza le afferrai il polso (non si sa mai...) e, mettendole l'altra mano dietro la nuca, la tirai a me premendo le mie labbra sulle sue. Si, la mia bambinetta bacchettona era tornata in sé!
«Grazie» sussurrai sulla sua bocca.
Maka sembrò rimanere basita per un attimo poi si ridestò e, allacciando le sue braccia al mio collo, schiuse le labbra per approfondire il bacio. I suoi codini mi solleticavano la base del collo, la dove ogni tanto scivolavano; afferrai la bionda per il bacino, accarezzandone coi pollici le ossa sensualmente sporgenti e me la spinsi addosso facendola sospirare per la sorpresa mentre camminavo all'indietro deciso ad entrare in camera mia. Maka mi stava mordicchiando il labbro inferiore in modo irresistibile quando sentii la porta aprirsi e vidi Blair entrare in casa. Alzò allegra lo sguardo e ci vide, sorridendo maliziosamente. Quando notò che la guardavo strizzò un occhio in un occhiolino che sapeva più da "se volete mi unisco" che non fa "ci siamo intesi". Soffocai una risatina nel bacio di Maka e, entrato in camera, ne spinsi con un mezzo calcio la porta che si chiuse con un tonfo alle nostre spalle. La shokunin staccò le sue labbra dalle mie: aveva le guance rosse e si torturava il labbro inferiore con i denti, le mani ancora strette ai miei capelli.
Cercai di non deglutire rumorosamente per evitare di far trapelare il mio nervosismo. Eravamo a due passi dal mio letto ed ad altrettanti dalla mia porta: la scelta era solo sua...
Vedendo la sua palese esitazione socchiusi gli occhi in attesa del pestaggio più duro della mia vita, Maka però si limitò ad allontanarsi da me. Abbassai lo sguardo cercando di non sembrare troppo deluso, evidentemente le avevo chiesto troppo... Soul sei un emerito coglion... il suono di una serratura mi ridestò. Alzai lo sguardo giusto per vedere la bionda far fare alle chiavi un altro giro nella toppa. Mi guardò appoggiata al legno della porta della stanza con gli occhi lucidi. Dentro di me gioia liquida scorreva col sangue e la mia espressione non era più nascondibile. Avrei messo da parte anche il mio essere cool per lei, avrei rinunciato a tutto per poter mordicchiare quel labbro al posto suo.
Lei mi si avvicinò piano e, con la decisione che la contraddistingueva, mi afferrò per la maglia abbassandomi alla sua altezza:
«Mi pare che tu abbia alcune promesse da mantenere*» mi disse e la mia anima rombò.

Guardai quella strana ragazza dai codini biondi saltellare piano davanti a me, il cappotto nero svolazzava dietro di lei. Si girò e mi guardò sorridendo un po' imbarazzata. Il mio stomaco si strinse e per la prima volta in vita mia percepii la bellezza di un anima tanto vicina alla mia da farsi sentire come il rumore del mare che rimbomba nelle orecchie dall'interno di una conchiglia.
Guardai la mia nuova partner stranamente soddisfatto.
No, non me ne sarei pentito. Mai.

 

 

*Maka si riferisce alla frase che Soul aveva usato per convincerla a reagire nel capitolo prima.


 

Salve salvinooooo

Dio che ansia non avete idea...
Be... dunque... che ve ne pare? Ditemi che non fa schifo vi preeeeeeeeego! *Si inginocchia davanti al computer con le mani giunte*
E-ehm tornando professionali... bee... ah giusto! I flashback di quando si sono conosciuti li ho scritti usando termini trovati nell'episodio 31 dell'anime dove Maka spiega a Liz del giorno in cui lei e Soul sono diventati partner, il resto lo ho inventato e insomma spero di non aver deluso nessuno :)
Ringrazio poi le 28 meravigliose persone che hanno seguito la mia storia
Chi la messa tra le ricordate
E le 10 persone che fiduciosamente e coraggiosamente, aggiungerei, la hanno messa tra le preferite prima di saperne la fine!
Davvero vi adoro tutti e non sapete quanto mi rendete immensamente fiera e felice :')
Vi lascio con il disegno del happy ending :)

XOXO
la vostra firephoenix

 

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