Compagni di scuola

di Valerydell95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I - Compagni di scuola ***
Capitolo 2: *** II - Rosso pomodoro ***
Capitolo 3: *** III - Colazione a letto ***
Capitolo 4: *** IV - Gita in Vespa ***



Capitolo 1
*** I - Compagni di scuola ***




Compagni di scuola


Quella faccia strafottente così italiana,
di coraggio, di passione, di gelosia...

(Renato Zero - L'italiana)


1.

Compagni di scuola



"Vee, ciao, Ludwig!".

Il tedesco alzò gli occhi dal quaderno e incrociò lo sguardo allegro e amichevole di Feliciano Vargas.

Cosa vuole, adesso?

Da quando Vargas era arrivato in quel liceo di Berlino, unico italiano in una classe di tedeschi e polacchi, nulla era più come prima. Aveva fatto amicizia con tutti -persino con i bidelli- e aiutava tutti, non riusciva a stare fermo o zitto per più di mezzo minuto. Era semplicemente iperattivo.

E poi, perché lo stava salutando? Si erano già salutati all'ingresso. O meglio, Feliciano aveva salutato con allegria e Ludwig aveva risposto con un cenno della testa per poi svignarsela in classe. Vargas aveva la mania tutta italiana di salutare la gente con baci e abbracci, un'abitudine che Ludwig invece tollerava poco.

"Cosa c'è, Vargas?".

"Vee, perché continui a chiamarmi per nome?! Chiamami Feliciano, dai!". L'italiano sorrise. "Scendi al bar con me?".

"No, grazie.".

"Dai! Non puoi passare la ricreazione a studiare!". Lo guardò con aria supplichevole. "Per favore!".

Ludwig si sentì di colpo in difficoltà. In grossa difficoltà. Perché trovava Feliciano adorabile con quell'espressione? Perché di colpo gli era venuta la voglia anomala di chiudere il quaderno e scendere al bar con Feliciano?

Feliciano?! E da quando in qua pensava a lui chiamandolo per nome e non per cognome?

"E va bene. Un minuto e arrivo.".

"Sì! Grazie, grazie, grazie! Allora ti aspetto in corridoio!". Feliciano lo baciò sulla guancia e uscì di corsa dalla classe.

Ludwig si toccò il punto "incriminato" fissando attonito la porta.

Ma perché non sono arrabbiato?





Niente di che. Un piccolo tributo alla coppia più famosa di questo fandom. Perché sì. Quattro flashfics, una per ogni versione della GerIta (Yaoi, Yuri, le due Het). E non sarà l'unica coppia, preparatevi.

Tutte le raccolte prenderanno il titolo dalla prima Flashfic: questa, appunto, s'intitola "Compagni di scuola".

A presto con la seconda flash!

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Capitolo 2
*** II - Rosso pomodoro ***



Compagni di scuola



2.

Rosso pomodoro



"Felicia, perché continui a fissare il mio maglione?".

"Ve, è bello! E ha un bel colore!".

Elke sorrise lievemente. "Grazie. Pensa, l'ho comprato per tre euro ad un mercatino dell'usato.".

"E'... rosso... Rosso pomodoro!".

"Ah, veramente?".

Felicia annuì stringendosi nella sciarpa. "E' lo stesso colore che ha la tua faccia quando ti arrabbi!".

"Cosa?! Non è vero!".

"Ve, ecco, per esempio adesso!". L'italiana rise e indicò una vetrina. "Controlla se non ci credi!".

Elke guardò il proprio riflesso nel vetro e dovette constatare che Felicia aveva ragione. La sua faccia aveva assunto una leggera sfumatura di rosso che risaltava ancora di più sulla sua carnagione chiara. Le sue guance erano perfettamente in tinta con il maglione.

"Mein Gott, come sono ridicola...".

"Ve, ma non è vero! Sei stupenda!". Felicia le gettò le braccia al collo. "Non sei mai ridicola!".

"Togliti! Non voglio che mi abbracci in pubblico!".

L'italiana la lasciò per poi guardarla e mettersi a ridere. "Ve, ora sì che sei veramente rosso pomodoro!".

"Cosa?!". Elke tornò con lo sguardo alla vetrina. "Oh, no! E' tutta colpa tua! Adesso faccio ancora più ridere!". Da un muretto vicino prese un po' di neve e se la poggiò prima su una guancia e poi sull'altra.

"Ve, ma che fai? Sei tanto carina con le guance rosse!".

"S-sta' zitta!".





Pensavo sarebbe stata un'impresa scrivere questa flash, invece è stato abbastanza facile. Meglio così, vuol dire che so cavarmela abbastanza bene anche con lo Shoujo-ai/Yuri.
La prossima sarà una Het, ma non vi dico quale delle due versioni. A presto!

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Capitolo 3
*** III - Colazione a letto ***



Compagni di scuola



3.

Colazione a letto



Le poggiò sulle ginocchia un vassoio con sopra una tazza di caffellatte, un fazzoletto, un piccolo vaso con tre rose rosse ("Appena raccolte!") e cinque fette biscottate coperte di marmellata alle more -la sua preferita.

"Ve, non sei contenta?". Aveva un'aria preoccupata.

"Eh? No, sono contenta. E' che...". Elke si passò una mano tra i capelli spettinati. "Non lo so...".

"Vee, cos'ho sbagliato?!".

"Niente, Feliciano. Tranquillo, non hai sbagliato niente.".

Quelli che gestivano l'interscambio scolastico le avevano detto: "La famiglia che si è offerta di ospitarti abita a Roma e ha due figli della tua età", ma nessuno le aveva detto: "Il minore dei ragazzi, che si chiama Feliciano, dopo due settimane inizierà a farti la corte regalandoti mazzi di rose rosse e portandoti la colazione a letto la domenica mattina.".

Ora le rose le avevano invaso la camera occupando tutti gli spazi liberi (ma avevano un profumo dolcissimo e un colore stupendo) e Feliciano era entrato senza nemmeno bussare (portandole a letto la colazione che aveva fatto lui stesso), quello svampito pigro e sempre con la testa per aria (ma dolce, buono e gioioso come nessun altro ragazzo che Elke avesse mai conosciuto).

"Ah...". Feliciano ridacchiò nervosamente. "V-ve, allora... Io esco... così ti vesti...".

Fece per allontanarsi ma Elke gli afferrò il polso.

"No. Non uscire.". Arrossì lievemente. "Resta a farmi compagnia.".





Finalmente sono riuscita a scrivere questa flash, anche questa come vedete molto dolce. Devo dire che questa particolare versione della GerIta mi intriga parecchio e magari ci scriverò su qualcosa di più lungo, chi lo sa.
A presto con la prossima e ultima flash della raccolta!

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Capitolo 4
*** IV - Gita in Vespa ***



Compagni di scuola



4.

Gita in Vespa



"Felicia, rallenta, ti prego!".

"Ve, ma se non c'e nessuno per strada!".

"Ma che significa?!". Ludwig cominciò seriamente a preoccuparsi per la (loro) propria incolumità. Chi era quello sciagurato che aveva dato il patentino a Felicia?!

"Ve, dove ci fermiamo?".

"Non m'importa, a me basta che rallenti!".

La Vespa prese un dosso e il braccio di Ludwig saltò con essa toccando per errore il seno della ragazza. Una vampata rovente gli attraversò il viso, mentre Felicia parve non essersene resa conto.

Mein Gott, se torno a Berlino vivo giuro che butto via tutte le mie riviste! Le brucio e spargo le ceneri al vento, basta che sopravvivo!

La Vespa prese a sbandare paurosamente gettandolo nel panico.

"Felicia, che cazzo succede?!".

"Ve, non lo so!".

"Fa' qualcosa, ci andremo a schiantare contro un albero!".

"Ci sto provando!".

Più Felicia si sforzava più il veicolo andava per conto suo e più Ludwig stava male.

"Felicia! Fa' qualcosa!".

"Ve, ho un'idea!".

La ragazza riuscì a portare la Vespa sul bordo della strada e con uno slancio la fece cadere sul prato. Ludwig si ritrovò di colpo seduto sull'erba, una gamba dolorante e il battito cardiaco triplicato.

"Ma sei impazzita?! Se vuoi ammazzarmi dimmelo! Potevamo romperci l'osso del collo!".

"Ve, dai, non ci siamo fatti nulla!".

"Ma che ragionamento è?!".

Felicia scoppiò a ridere.

"Ridi! Ma perché ridi?! A momenti ci ammazzavamo e tu ridi!". Ludwig si alzò sistemandosi i capelli. "Dai, rimettiamo in piedi quest'affare...".

Aveva appena riportato in carreggiata quella specie di motorino infernale che agli italiani piaceva tanto che, come se non fosse successo assolutamente nulla, Felicia si alzò, gli passò le braccia attorno al collo e lo baciò.

Ma che ca... ?!

"Era... era da un pezzo che volevo farlo.". Felicia sorrise. "Aspettavo solo l'occasione giusta.".

"... Ah... L'occasione... giusta...".

Lei annuì. "Esatto. Come questa.". E lo baciò di nuovo.





Finita!
La microraccolta sulla GerIta finisce qui. Però ne ho altre in cantiere, più precisamente altre cinque, e il primo capitolo di una di esse è appena stato pubblicato. Quindi non disperatevi, eh?
A presto, o nella prossima raccolta!

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