Guilt Senses di martozza (/viewuser.php?uid=22396)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A cold Thursday ***
Capitolo 2: *** Alarming moments ***
Capitolo 3: *** Guilt Senses ***
Capitolo 4: *** Cursed knowledge ***
Capitolo 1 *** A cold Thursday ***
Eccomi qui,
sono tornata da una lunga astinenza dal sito. Mi è tornata
l' ispirazione per una nuova Hameron... (evviva) e ultimamente ho
notato che il sito è stato inondato di storie huddy o h\w
(bellissime d' altro canto) qundi una lettura hameron ogni tanto, non
fa mai male!!
Inizio a dire che non volevo far succedere quello che
succederà, e che quel personaggio che non
arriverà al terzo capitolo mi sta molto simpatico...
Ultima cosa... per chi segue ER, ho preso spunto da li!!!
Spero vi piaccia!!
****
2- A cold Thursday
Il vento di
fine Novembre è sempre freddo. E' forte, punge
sulle gote di tutti, fa cadere le ultime foglioline secche
dagli alberi, rompe gli ombrelli. Quella mattina il vento è
terribilmente forte, crea piccole nubi di polvere sui marciapiedi.
Viaggia veloce verso le strade, sbattendo contro i veicoli.
In una strada le auto sono imbottigliate in una lunga coda. Sono in
fila, ordinate, al volante ci sono persone agitate e nervose. Dopotutto
se lo dovevano aspettare: c' è sempre traffico nelle ore di
punta. Tra i veicoli fermi, c' è una grossa moto arancione,
con grandi scritte, che si muove agilmente indifferente davanti all'
odioso suono dei clacson in protesta.
E' una giornata buia, le spesse nuvole galleggiano nell aria, coprendo
il cielo, il sole, la luce.
La moto supera il blocco e riprende la sua corsa.
Più in avanti si intravede tra le nubi qualche lampo.
Squarciano il cielo veloci, per poi riempire l' aria con un sonoro
botto.
La moto arriva in un parcheggio, e si ferma in un rettangolo blu, zona
per disabili. L' uomo scende. Ha le converse nere, un giubbino da
motociclista, il casco nero, che si sfila velocemente. Questo scopre i
capelli castani, arruffati dell uomo, il naso dritto lelabbra sottili,
la brabetta incolta e due splendenti occhi cerulei. L' umo posa il
casco, sgancia un bastone da degli appositi ganci e inizia a zoppicare
verso l' entrata della struttura. E' un ospedale. L' ospedale dove
lavora quell uomo, il mirabile diagnosta: Gregory House.
Appena entra, la Hall viene riempita da una voce alterata, femminile e
conosciuta. "HOUSE!!" Mai il nome del diagnosta èp stato
pronunciato con tanta furia. Alcuni infermieri si voltano stupiti. l'
uomo si limita ad assumere una faccia annoiata. "Mio dolce raggio di
sole.. già urli la mattina?"
"MAttina?? Mattina?? House, sai che ore sono???" la donna si ferma
davanti a lui. E' molto attraente, con i capelli neri mossi che le
incorniciano il viso, gli occhi azzurissimi e freddi, le sopracciglia
aggrottate, che formano piccole rughe sulla sua fronte.
"Non fare quella faccia, ti riempi di rughe!" dice il diagnosta, sordo
alle parole della donna. Quella lo guarda acido, ma ilassa il volto.
"E' mezzogiorno... dimmi che cosa hai fatto fino ad ora??" Sbotta lei
guardandolo male.
"C' era traffico!"
"Niente palle, hai la moto!!! Ti toccano due ore di ambulatorio!" dice
acidamente la dottoressa.
"Mi metti in punizione??" Cuddy sbuffa "LE avresti dovute fare questa
mattina...."
"MA voglio andare a salutare i paperotti!!" dice House piagnucolando.
"Sai cosa stanno facendo? Cameron sta smistando la TUA posta, Chase sta
firmando le TUE cartelle, e Foreman ha visitato per mezz' ora i TUOI
pazienti!"
"Beh, di ad Africa di visitarli per altre due ore... che gli costa??"
Cuddy rimase a fissarlo,. riducendo gli occhi a due fessure. "Nessun
caso per me?"
"Oh, preferisco che tu faccia ambulatorio!!"
"Cosa?? Condanni alla morte un paziente solo per punirmi?? QUESTA DONNA
è PAZZA!" grida poi, facendosi sentire nel piano .La
dottoressa arrossìisce leggermente. "House, la cartella
è questa... quando lo risolverai farai le tue ore di
clinica!" House afferra la cartella "Ci metterò
più tempo del dovuto allora!" dice, iniziando a zoppicare.
Chiama l' ascensore pigiando sul tasto con il bastone. Entra, mentre la
Cuddy lo guarda irata, da lontano. Lui fa il suo sorrisetto,
leggermente inclinato a destra. Sale al terzo piano. Il piano di
diagnostica.
Già da lontano intravede attraverso il vetro i suoi tre
paperotti.
Cameron è al computer, sicuramente starà
cancellando la sua posta elettronica inutile.
Chase ha ancor una pila di cartelle davanti a sè, e Foreman
gioca a solitario. Entra nello studio.
"Buon giorno miei prodi!!" dice, in tono teatrale. Quello che riceve
però, è solo muno sguardo sarcastico da parte di
Foreman. House si volta verso Chase.
"Ma Canguro! Che cosa hai fatto in tutto questo tempo??" chiese,
osservando la pila di cartelle. Chase sbuffa, evidentemente
infastidito. "Non è colpa mia se non compili cartelle da
Giugno!!"
"E tu donzella? Ancora non hai finito?" Cameron si volta a guardarlo,
gelida. Lui risponde a quello sguardo, sprofondando in quegli occhi
verdissimi. "Allora?"
"Ho finito, sto cancellando le ultime lettere!" "nulla di interessante?"
"No."
"Niente zucchero questa mattina a colazione eh?" Cameorn si volta. Non
lo sopporta quando è in ritardo, quando non fa nulla tutta
la mattina e pretende che loro lavorino.
"Comunque, abbiamo un caso... quindi, tutti ai propri posti!" subito,
le tre sedie attorno al tavolo vengono occupate dai tre. LAncia la
cartella sul tavolo, e Foreman la afferra. "Uomo 34 anni, aggressione,
è stato in coma per tre giorni, feritesul torace dovute da
delle pugnalate, lamenta vomito, disfunzione renale, arresto
cardiaco...." legge i sintomi, mentre House giocherella con la penna.
"House...." sbuffa Foreman .Il diagnosta alza lo sguardo sorridendo
furbamente, si alza e scrive i sintomi, molto letamente. "House, stai
perdendo tempo???" chiese Cameron, osservando che House sta ricalcando
la A di renAle da circa trenta secondi. "Ma certo, altrimenti mi
aspetta la condanna a morte!". Dei tre, l' unico a guardarlo stupito
è Chase.
"La clinica Australia!!!!" sbotta, mentre il ragazzo arrossisce
lievemente.
"La VET è elevata, potrebbe essere un problema vascolare..."
dice Foreman.
"Non così tanto, la VET spesso è elevata!" dice
Chase, riflettendo. Cameron lo guarda scettica "Quasi sempre? E'
elevata sempre e solo nelle donne incinte... e dubito che qualcuno che
si chiami Harold è incinto.." sbotta. Chase la guarda
stupito, House si volta "oggi punge la donzella, l' avevo detto!!"
dice, sorridendo. Cameron lo guarda scettica "Non sono acida House...
ho solamente detto una cosa.."
"Ok, prima che Chase inizi a prenderle da te, andate a fare le
analisi... urina, sangue e feci...." dice. Detto questo esce, va verso
oncologia. Entra senza bussare. Wilson alza lo sguardo scocciato
"House, sto lavorando!" "Ma dai? Siamo o non siamo a lavoro?" Wilson
scuote la testa desolato. "Cosa vuoi?"
"Sai l' infermiera del quarto piano? E' sicuramente interessata a te!"
Wilson lo guarda sbalordito. "Ma di chi parli?" "Quella biondina... ci
parlavi ieri..." "House, non ci casco. Ci ho solo parlato, non ci sono
andato a letto..." dice continuando a scrivere sulla cartella. "Hai
detto sempre così! Intanto hai gli stessi vestiti di ieri!"
"Ma che... e allora? Non ho una casa come l' hai tu..." "per lavare i
vestiti non hai bisogno di una casa!" "House, mi sono semplicemente
dimenticato, ok?"
House si alza "Solo la cravatta è ancora più
orribile!" Wilson lo scruta "Cosa volevi?"
"Cameron è strana..." "... e perchè?" " e che ne
so..."
"HOuse, questa frase non ha senso.. vieni qui a dirmelo... e
perchè sei venuto allora?"
Ma House si è alzato. "Il mio paziente probabilmente ha il
cancro... tieni libero il pomeriggio, perchè
dovrò usarti!" Detto questo va via, lasciando Wilson sempre
più confuso.
I paperotti sono davanti a lui. "Le analisi?" "In laboratorio stanno
ancora...." " E allora cosa fate qui?" "Dall anamnesi è
venuto fuori che soffre di una malattia rara, genetica.." "E allorA? Se
è genetica ci convive fin da bambino..." " Già,
ma mischiata con gli anti depressivi provoca vomito, e disfunzione
renale... e preso in grandi quantità provoca arresto
cardiaco..." dice Allison. House la scruta. "Avete risolto il caso
quindi?" "Beh... forse ha tentato di suicidarsi...."
"E allora? Fate scendere uno psicologo... non sono fatti miei...."
"Ha cercato di strozzare Chase..." dice Foreman indicando il biondo. In
effetti ha dei segni sul collo. "Che gli hai fatto?" "Gli ho proprosto
lo psicologo.." Foreman parla " Dice che gli toglieranno l' affidamento
di suo figlio se scoprono cosa ha fatto..." "E allora non ditelo a
nessuno!"
Cameron lo ferma e lo scruta "E lasci che un bambino viva con un uomo
in grave depressione??"
"Non sono affari miei!" e Chase rincara la dose "Avanti, Cameron...
dopotutto la responsabilità è del paziente..."
"Chase, stai zitto, smettila di fare il lecchino!" Sbuffa Allison.
Chase la guarda male.
"Hey hey hey.... su calmatevi paperotti!! Chase va a parlare con il
paziente, e digli che l' assistente sociale lo deve
chiamare....così non rischierai il linciaggio da parte di
Cameron..." la donna lo guarda acidamente, Chase si volta e va verso la
stanza del paziente.
"Ah...pensavo durasse di più questo caso.... ora mi tocca
dire Wilson che può fare quelo che vuole oggi pomeriggio!"
sbuffa House, andando via, mentre Foreman sconsolato scuote la testa.
*****
PROSSIMO CAPITOLO: ALARMING
MOMENTS
|
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Capitolo 2 *** Alarming moments ***
Prima di
tutto devo ringraziarvi!!! I vostri commenti sono stupendi, grazie!!
Grazie
a roby
the best (grazie per
il tuo commento!) thia
(chi
sarà il personaggio che non arriverà al terzo
capitolo? Beh, siamo al secondo quindi lo scoprirai leggendo!) a
crazycotton (vero,
ultimamente solo Hilson e Huddy... soero di aver soddisfatto la tua
curiosità!!! Ah beh... per ER.... hai presente il povero
Carter nella sesta serie? Ok, mi sto zitta!!)
Grazie
ancora a tutti voi, davvero!
Capitolo precedente:
1)
A cold Thursday: L'
atmosfera al PPTH è molto strana, ma non più del
solito. Cuddy è infuriata per il netto ritardo di House,
Cameron è infuriata con House e si sfoga litigando con il
povero Chase. Intanto il team è distratto da un caso
particolare, un paziente psicopatico che non vuole farsi curare per non
perdere l' affidamento del figlio. Chase viene quasi strangolato dal
paziente. Ma ad House non importa e lo manda a parlare al paziente.
****
2-
Alarming moments
E
al notte era scesa anche a Princeton. Nell ospedale, finalmente i turni
di molti medici erano finiti e stavano tornando a casa. House era
rimasto in studio, anche perchè la Cuddy gli aveva proibito
di abbandonare l' ospedale. Stava giocando al psp. Foreman se ne era
già andato, Chase non sapeva dove fosse, e Cameron faceva le
proprie ore in ambulatorio. In quel momento Wilson entra nello studio.
"Ho saputo che hai risolto un caso in una sola ora... è un
record, festeggiamo?"
House solleva lo sguardo. "ammettilo è solo una scusa per
non mangiare all albergo, o fuori da solo.."
"Beh.."
"Non posso, la mammina mi ha messo in punizione... stacco alle
9.00...." dice con voce offesa. Wilson sorride "E' colpa tua che sei
arrivato così tardi! Buonanotte House..." detto questo si
volta e scompare nel corridoio deserto.
Sta ancora giocando quando Allison entra nello studio.
"House, hai visto Chase?" "Il cangurino? Sarà a flirtare con
una infermiera nuova..."
Cameron lo guarda. Non c' è un accenno di sorriso sul suo
volto. "Che ti prende Donzella?"
"Sei fastidioso... ci hai lasciato tutta la mattinata a non fare
nulla...."
"Non è quella la vera causa... è ancora per il
caso dell altra volta?" "Si precisamente... hai mentito ai familiari,
non hai detto che avevi sbagliato, che avevi giocato con la diagnosi di
loro figlio, perchè credevi di aver trovato la soluzione..."
"E naturalmente ce l' hai con Chase perchè mi ha
appoggiato.." "Si..."
House la guarda. "Sento che ti senti in colpa..."
"Si, non avrei mai dovuta prendermela con Chase... ma non mi sento in
colpa di essere in contrasto con te..." dice sicura e risoluta. House
fa un piccolo sorrisetto. "L' hai visto?"
"No.."
Allison esce. Ma dove poteva essere?? Va verso le stanze dei pazienti.
Il corridoio è semi buio. Dopotutto oltre il paziente di
quella mattina, le altre camere sono vuote. E sicuramente le infermiere
erano nella saletta delle infermiere, a spettegolare dei fatti del
giorno. "Chase?" chiama, vuole chiedergli scusa.
E' maturata Allison Cameron ma è pur sempre educata. Si
è comportata male e ora deve scusarsi, altrimenti il senso
di colpa non l' avrebbe fatta dormire. Sorride al pensiero che fin da
bambina si scusava sempre, quando aveva torto. La porta della camera
del paziente è chiusa. Allison la apre ed entra. E' buia,
pensa che il paziente stia dormendo. Cosa avrebbe potuto fare? Non si
vede nulla, quindi meglio accendere la luce, e svegliare il paziente...
avrebbe trovato una scusa sul perchè è
lì. Porta una mano verso l' interruttore, cercando Chase con
lo sguardo. Accende la luce. Vede subito il letto sfatto. "Sign. Mc
Channigan?" chiede, allarmata. Si sta per voltare, per andare semmai a
chiedere a qualche infermiera se l' avessero visto. Ma improvvisamente,
una mano le copre con forza la bocca, e sente qualcosa di pungente
entrarle nel fianco, dolorosamente, poi scivolare via, per poi entrare
nuovamente nella sua carne. L' uomo lascia cadere il pugnale e va via,
chiudendo la porta. Allison rimasta in piedi, porta una mano al fianco,
e la vede molto insanguinata... "Oh...oh..." non ha nemmeno forza per
gridare. Cade a terra, non riuscendo a tenersi in piedi. Stringe i
denti, il dolore ora si fa sentire. Prende con la mano tremante il
cercapersone e chiama House. Sente le forze abbandonarla. Cerca di
rialzarsi ma ricade sul freddo pavimento. Un mugugnio la fa voltare. Da
sotto il letto, con grande terrore vede Chase, che la fissa con occhi
sbarrati. "Ch...Ch..." lo vede chiudere gli occhi, e subito dopo,
involontariamente, fa lo stesso.
House ha appena vinto un altro livello quando il suo cercapersone
suona. La stanza si riempie di quel fastidioso bep-bep. Spegne la
console e lo prende in mano. C' è un messaggio di Cameron.
101. House lo guarda perplesso. 101? Cosa vuol dire quel messaggio?
Però quel numero gli è familiare...
Il paziente del giorno era nella camera 101. Forse c' è
stata un emergenza... e allora perchè non è
scesa? Sbuffando fa leva sul bastone e si alza dalla sedia. Va verso il
corridoio delle camere del reparto di diagnostica.
Lo stupisce il corridoio buio e deserto. Solo una luce si vede. Viene
dalla stanza 101. Apre la porta "Allora, che è succes..."
rimane fermo, stupito. Esterrefatto. Vede Allison a terra, sicuramente
priva si sensi, del sangue sul suo camicie e per terra, il cercapersone
poco lontano da lei. Si guarda intorno. Il letto è sfatto.
E' stato il paziente. Prende il cerca persone e avvisa la Cuddy. Questo
lo fa in meno di trenta secondi. poi lascia cadere il bastone e
velocemente volta cameron. Gli posa sue dita sotto il mento. Il battito
è assente.
"Cameron..." dice, mentre inizia a farle il massaggio cardiaco. "Su
cameron... svegliati..." sussurra, continuando a farle il massaggio.
Voltandosi vede con orrorre Chase insanguinato e svenuto. "Ma che
diavolo...!!!!!" Continua a fare il massaggio, aspettando i soccorsi.
Ma passa un minuto prima che la porta si apra. "House che diavolo
fai...ODDIO!!" La Cuddy è appena entrata. Chiama gli
infermieri, i quali arrivano subito, con il kit di rianimazione. "Da
quanto tempo sei qui??" chiede, dall altra parte della stanza mentre
cerca di auscultare Chase. "Da un minuto! Tu invece?? Che hai fatto per
essere venuta qui un minuto dopo la mia chiamata????" E' furioso.
"Non c' è battito!! Il kit di rianimazione presto!!!" Dice
la Cuddy. Gli infermieri le passano le piastre.
Altri portano un kit anche ad House, il quale prende le piastre.
"Avvisate il pronto soccorso! Dite di portare due barelle!!!!" Dice,
mentre le piastre si caricano.
Uno
Due
Tre
Libera!! Il corpo di Chase sussulta. Anche quello di Cameron fa lo
stesso. Solo che il cuore di Cameron riprende a battere, quello di
Chase no.
Le barelle arrivano, House si alza, aiuta ad adagiare Allison sulla
barella, prende il bastone. Si volta verso Chase. Finalmente il cuore
ha ricominciato a battere. Segue la barella di Cameron.
Sia la Cuddy sia lui sanno che Chase è rimasto cinque minuti
senza ossigeno. Con grande probabilità è
diventato un vegetale. Cameron è stata un solo minuto senza
ossigeno, grazie al suo massaggio.
La barella di cameron entra nella sala del pronto soccorso, House cerca
di entrare ma un infermiere lo ferma. "Togliti immediatamente, sono un
dottore..." dice freddo. "Mi dispiace ma..." "Fallo passare..." La
Cuddy li ha raggiunti. House la squadra. Cuddy lo guarda preoccupata.
Si sente in colpa per non essere andata subito da lui. "Avviso Foreman
e Wilson, poi vado da Chase... tienimi informata.." dice, andando verso
la sala dove stanno cercando di rianimare Chase. Il biondo è
nuovamente in arresto.
"Cos' è successo?" chiede un dottore, mentre la ausculta.
Altri dottori le fanno un ecografia. C' è una gravissima
emmoralgia interna, è stata colpita di striscio una vena
importante. House si avvicina e sposta un altro dottore che cerca di
intubarla. E' sicuramente uno studente, dato che non riesce a
inturbarla. "Togliti incompetente!!!" inizia ad intuibarla lui. 'Forza
Allison' pensa, preoccupatissimo.
"Avvisate chirurgia, una costola ha perforato il polmone destro. House
impallidisce. "L' emmorralgia è molto forte,
bisognerà fermarla.. dobbiamo aprirle il torace per aspirare
il sangue...." dice un medico.
"Dottore ha perso molto sangue!" dice un infermiera. "Bene... preparate
due sacche di.... signor House, sa quale è il grup.."
"B+.... " dice subito. Non sa per quale motivo lo sa a memoria da
quando ha letto di sfuggita la sua cartella di assunzione. Forse
perchè hanno lo stesso gruppo. Il medico dice all infermiera
di portare due sacche di B+ per una trasfusione.
Quando la portano in sala operatoria, House va da Chase. La situazione
da lui è grave, ha moltissime ferite. Lui è stato
proprio aggredito con furia. Esce. Non ce la fa. Non riesce a vedere un
suo dipendente quasi morto. E poi è in pena per Allison.
"Come sta Cameron?" è la Cuddy. House si siede su una sedia
in sala d' aspetto " L' hanno portata in chirurgia." Dice la donna.
Improvvisamente si sente un bep insistente. Viene dalla camera di
Chase. House entra. Lo stanno rianimando.
Ancora.
Ancora.
Il medico mette le piastre. House impallidisce, come fa la cuddy,
dietro di lui.
"Ora del decesso..." House si volta ed esce.
Chase è morto per colpa sua. Lui ha cercato di rianimare
Cameron invece che lui. E nel frattempo chase era rimasto senza
ossigeno per due minuti.
Per la prima volta House aveva eguagliato davvero Dio. Aveva deciso lui
chi far vivere e chi far morire.
****
PROSSIMO CAPITOLO: Guilt
sense
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Capitolo 3 *** Guilt Senses ***
Prima cosa...devo ringraziarvi!!!
Grazie a preziosoele (Oddio,
ma lo sai che sei una delle mie scrittrici preferite? E' bellissimo
ricevere commenti da te! Grazie mille!) a crazycotton
(duemila grazie anche a te Ale! Si le continuo le altre fic, anche se
per adesso mi sto impegnando per questa!) roby the best (la
tua coscenza si chiede cose più che giuste! Che mondo
sarebbe senza Cameron? Un mondo senza cotton..U.U oddio, no! Spero ti
piaccia il seguito!)
Grazie mille anche a chi legge soltanto!
Capitolo precedente:
1)
Alarming moments: E' scesa la notte all ospedale.
Cameron, dopo un breve dibattito con House sale a cercare Chase, per
chiedergli scusa per averlo trattato male. Ma nella stanza viene
accoltellata, dal paziente che ha accoltellato anche Chase. House li
scopre rianima Cameron, ma Chase non ce la fa, mentre la vita di
Cameron è ancora appesa ad un filo..
****
Chase
è morto. Robert Chase. Questa notizia dilagò per
l' ospedale in poco tempo. Los coprirono perfino Foreman e Wilson
entrati nello stesso momento nella Hall.
Il
pazzo, lo psicopatico che l' aveva aggradito è scappato.
Foreman e Wilson non credono a quello che sentono. Anche Allison
è stata pugnalata. Wilson cerca House, lo cerca per il
pronto soccorso ma trova solo una Cuddy distrutta. "Lisa...cosa... cosa
è successo??" chiese, ancora non crede a quello che ha
sentito. "Io... il paziente di House... ha attaccato Chase e Cameron...
e Chase non ce l' ha fa....fatta..." E' malinconico vedere una donna
tanto forte come Lisa Cuddy con gli occhi inondati di lacrime. Non
piange per Chase, ma per il senso di colpa. Non è andata
subito da House quando ha ricevuto la chiamata. E Chase è
rimasto per troppo tempo senza ossigeno. Cuddy si abbraccia, mentre le
lacrime corrono sulla sua guancia. Wilson non sa che altro fare, oltre
tirarla a se e abbracciarla. "E' tutta colpa mia... io non sono salita
subito.. è tutta colpa mia!" Wilson non dice nulla. continua
ad abbracciarla.
Foreman
è davanti al corpo di Chase. E' incredibile, è
folle. Quella situazione non ha senso. Chase non può essere
morto. Non lo stesso Chase con cui ha parlato quella mattina. Lo
osserva. I capelli biondi sono sporchi di sangue, gli occhi sono
chiusi. Resta lì, a fissarlo. Incapace di fare altro.
House invece
è ad assistere l' intervento di Allison. Doveva capirlo.
Quel pazzo aveva già provato ad uccidere Chase, a
strangolarlo. E lui l' aveva mandato nuovamente dal paziente. Si sente
un idiota, come mai si è sentito.
"House.." una
voce familiare alle sue spalle. Si volta, e i suoi occhi cerulei
incontrano quelli neri di Foreman. Ha il volto provato, è
stanco, scosso. Tutti sono scossi dopotutto. Chi si poteva immaginare
che quella banale giornata sarebbe finita così?? "Come sta
Cameron?" "Lo vedi da solo..." freddo, tono piatto. House si porta due
dita agli occhi e si massaggia le palpebre. Vorrebbe che tutto quello
non fosse successo. Rimpiange il tempo in cui prendeva in giro il
povero Chase. Vede Foreman che guarda trstemente Allison, accerchiata
dai chirurghi. Non ce la fa a stare lì, lo stomaco
è stretto in una morsa troppo dolorosa. Si volta e zoppica
via, non rispondendo al ''dove vai?'' di Foreman.
"Dottore?
Abbiamo saputo di quello che è successo.. come sta la
dottoressa Cameron?" chiede Brenda. "Salite e vedete da sole..." dice
lui, freddo, mentre chiama l' ascensore. Vede le infermiere sparlare di
lui, guardandolo male, ma non gli importa. L' ascensore si chiude, e
abbandona quel piano. Scende, verso il pronto soccorso, cerca Wilson e
Cuddy. Va in sala d' aspetto e li trova. Lei con gli occhi rossi di
pianto, lui semplicemente sbiancato. "Cosa fate qui?" chiede, subito,
zoppicando verso di loro. Lisa lo vede. "Come sta Cameron?"
"Sali e vedilo
tu.. non è morta.." dice, guardando il pavimento.
"Abbiamo
chiamato i genitori di Allison.. mentre, non sappiamo chi avvertire per
Chase..." dice Wilson. "E vuoi che io lo sappia? Avrà uno
zio, dei nonni..." ipotizza House. Si avvicina alla sala 2. "E' ancora
lì dentro?" chiede. I due annuiscono. Sentono
improvvisamente dei medici correre verso l' ingresso. Sta arrivando un
altra ambulanza. House si sposta, per far passare la barella.
Ma sulla barella
che si divincola, c' è qualcuno che House ha già
visto.
Il paziente
della stanza 101. Il bastardo assassino. House si mette davanti alla
barella, non lasciandoli passare. Il paziente sta bene, è
seduto, con una ferita sulla fronte, e forse una gamba rotta.
"Lasciatemi!!! LAsciatemi ho detto!!" strilla. "Dottor house, ci lasci
passare!!!" dicono i paramedici e i dottori presenti. House alza il
bastone, mentre il ferito lo guarda impaurito. L' ha riconosciuto.
House fa calare il bastone sulla sua gamba, quella rotta, procurandogli
diversi spasmi di dolore. Il bastone ha colpito con molta forza.
"AHHH!!! " le
urla del paziente si sentotno per tutto il pronto soccorso, Cuddye e
Wilson raggiungono preoccupati House. "House!! Ma che diavolo..!!"
Ma il diagnosta
riabbassa violentemente il bastone, il quale si scheggia, sulla gamba
dell' uomo. Wilson lo ferma, tiene stretto il bastone tra le dita e
guarda avvilito l' amico. Cuddy è spaventata.
"House!! Che
diavolo stai facendo?" Chiede, irato Wilson. House apre la bocca,
guardando il ferito con odio. Un odio mai provato prima. "E' quel
bastardo...." sussurra, non facendosi sentire, toglie con uno strattone
il bastone dalle mani di Wilson, iul quale lo riafferra. "House!"
"Lascia il
bastone, o lo userò contro di te!" dice freddo House. Wilson
lo guarda stupito. Non ha capito. Nessuno ha capito cosa sta
succedendo. House tenta di calmarsi, abbassa il bastone. La gamba
destra pulsa dolorosamente. Guarda negli occhi il paziente, e viene
aggredito da un nuovo moto di rabbia. Da una bastonata molto potente
sul ginocchio del paziente che urla. "Brutto bastardo..." dice adesso,
ad alta voce. Mai nessuno l' ha mai visto perdere il controllo. Posa il
bastone sul pavimente, mentre il paziente urla. "Avvisate la polizia...
è il paziente della 101..." dice ingoiando due vicodin.
Cuddy si porta una mano alla bocca stupita. "Ne sei sicuro?" House la
guarda male. Si allontana, ed entra nella sala 2.
Guarda il corpo
di Chase, steso, coperto fino al collo da un telo bianco. Si avvicina
claudicante come sempre. Guarda il volto del giovane, gli occhi chiusi,
la guancia pallida. La mano che stringe il bastone si stringe ancora di
più. Non sa cosa dire, non sa perchè è
li. Continua a guardarlo. Abbassa lo sguardo. "Scusami.." sussurra.
Dopotutto non ha detto nulla quando ha saputo che il paziente l' aveva
cercato di strangolare.
Si volta ed
esce. Cuddy sta parlando con un infermiere, Wilson gli si avvicina.
"Vedrai che Cameron starà meglio..." House lo guarda.
Perchè gli ha dato quell informazione? Ma improvvisamente
vengono interrotti da tre figure.
Una donna, sulla
sessantina, dai capelli evidentemente tinti di rosso, a caschetto,
occhi verdi, guancie paffute, mento appuntito, vestita con una felpa
grigia e dei pantaloni, che si sorregge, evidentemente ansiosa, sul
braccio di un uomo più alto, stempiato, con pochi capelli
bianchi, zigomi alti, lineamenti definiti, occhi grigi. Accanto a loro,
un ragazzo evidentemente più giovane, sui 35 anni, dai
capelli castani ordinati e corti, gli occhi verdi. Quegli occhi, gli
occhi di Cameron.
"Scusi, voi
siete il dottor House?" House, risparmiandosi le solite battutine
annuisce, incuriosito dal quello strano trio. Anche Wilson li guarda
curioso.
"Oh grazie al
cielo, voi siete il capo di Allison?" chiede la donna, staccandois per
un momento dal braccio dell uomo. House sgrana gli occhi. "Chi siete?"
chiede.
"Siamo i suoi
genitori... noi... oddio come sta??" chiese il padre. House nota quanta
differenza ci sia con il suo. Il signor Cameron sembra davvero un brav
uomo.
"La stanno
operando.. e comunque dovete chiedere alla dottoressa Cuddy, lei
è quella informata..." dice questo e si gira.
"Ma dottore!!
possibile che non sappia nulla! insomma è sempre una sua
dipendente da tre anni!!" dice il giovane, andadogli davanti. Lo guarda
fisso. "Sono il suo capo, è viva, ma più di
questo non posso dire nulla." troppo freddo. L' uomo rimane a fissarlo.
"Ma... non vi interessate??? Non vi importa di scoprirlo?" continua il
giovane parandosi davanti a lui. House lo fissa freddo "precisamente.."
mente, fa per andarsene.
"Lei allora
è proprio bastardo come dicono!" dice con furia il giovane,
che fa uno scatto fulminio e gli da un pugno.
Il diagnosta
crolla a terra, tenendosi il labbro sanguinante, mentre i genitori di
Cameron li guardano spaventati. Wilson li guarda. Il trio si volta.
"House, sei
davvero un idiota..."
"cosa dovevo
dirgli?? Va tutto bene, domani potrà già ballare?"
"A molte persone
piace avere false speranze.." "A me non piace darle..." disse,
impassibile, andando via, claudicante come al solito. Wilson lo guarda,
triste.
****
PROSSIMO CAPITOLO: cursed
knowledge
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Capitolo 4 *** Cursed knowledge ***
Ragazze!!! Menomale
che ci siete voi due che commentate sempre!
E' bello
ctrovare commenti positivi!
Anche se mi
piacerebbe avere qualche altro commentino, ma fa niente!
Ringrazio la carissima a
crazycotton che mi commenta sempre tutte le storie che
scrivo
e ringrazio roby the
best per commentare tutti i capitoli di questa storia!
L' ultimo ringraziamento va a tutti quelli che leggono la storia!!!
Grazie!
eccovi l' aggiornamento, spero commentiate! ^^
capitolo precedente:
3)
Guilt Sense: Chase è morto, e nessuno riesce a
capacitarsene. Tuti sono in preda ai sensi di colpa. Cuddy è
in colpa per non essere subito andata da house, appena ricevuta la
chiamata. Foreman si sente in colpa per non essere andato con lui.
House si sente in colpa per aver deciso chi salvare. Arrivano i
genitori di Cameron e intanto lo psicopatico paziente della 101 viene
ritrovato, investito in una strada, e viene riportato al pronto
soccorso.
****
House si sveglia. E' seduto sulla poltrona di pelle nera, nel suo
studio. Si stiracchia. Ha dormito... ma quanto?
Guarda l'
orologio. Sono le due di notte. Si ricorda della serata passata, e
crede inizialmente che sia stato tutto uno stupido sogno. Il nodo allo
stomaco si allevia, ma quando l' uomo si passa una mano sul volto e
sente il labbro gonfio, capisce che è successo davvero.
Chase e morto e Cameron... Cameron? 'Si sarà svegliata?' si
chiese, prendendo il bastone. Fa leva e si alza. Ingoia tre pillole
dell amato vicodin ed esce dalla stanza zoppicando. Va verso chirurgia,
e vede Cuddy, Wilson e i parenti di Allison.
Si alza il padre
e si avvicina. "Cosa volete voi qui?" chiede, odiandolo. "Adoro far
passeggiate..." ironizza House, freddo. Il giovane si alza, irato.
"Senti..." "Fermati Dave...." dice la signora, con gli occhi lucidi. il
ragazzo si volta e va a sedersi. House si avvicina alla porta.
"E' ancora
dentro..." sussurra. E' un affermazione, più che una
domanda. Wilson gli si avvicina. "L' intervento dura sempre
parecchio..." dice, mantenendo il tono basso. House lo fissa. "Non
così tanto." dice secco. Si allontana veloce. Vuole stare da
solo.
C' è
un solo luogo dove stare soli: il tetto. Sale e si affaccia alla
ringhiera. Guarda la città, immersa in mille colori, le
macchine, le persone. Si passa una mano sul volto mentre l' aria fredda
lo colpisce.
Pensa a Chase, a
quanto è stato sfortunato. Ricorda il suo colloquio, ricorda
di averlo sbeffeggiato, dato che era tesissimo. Eppure qualcosa gli era
piaciuta nel ragazzo, qualcosa l' aveva spinto ad assumerlo.
L' aveva sempre
trattato male, l' aveva sempre considerato uno sciocco, il meno
brillante.
E invece si
accorgeva che Chase era molto meglio di come lo immaginava. Chiuse gli
occhi per un momento.
Poi il suo
pensiero volò verso Cameron. La dolce testarda Cameron, che
era salita a cercare Chase, per chiedergli scusa. La crocerossina,
colei che voleva sempre far del bene, sempre fare la cosa giusta. No,
non deve andarsene anche lei. Chiude gli occhi e si immagina in un
futuro prossimo, nella sala di diagnostica con Foreman e altri due
sconosciuti. Il groppo alla gola si fa sentire. Questa brucia, House
cerca di calmarsi. Ingoia due vicodin con molta fatica. Ha la gola
secca. E sicuramente anche gli occhi lucidi, ma non deve cedere. Non
è da lui.
"Starà
bene..." dice una voce dietro di lui. Si volta. E' Foreman. "Cosa fai
qui? Non sei a casa a dormire?"
"Allison e
Robert sono miei amici..."
"chase era un
tuo amico.." Foreman lo guarda male. " Tu non provi nulla, vero?
Nemmeno adesso!" dice. House non capisce se c' è sarcasmo o
verità in quelle parole.
Vorrebbe dirgli,
per un momento, come si sente.
Svuotato, senz'
aria. In colpa. E' preoccupato per la sua immunologa, odia se stesso
per non averla ascoltata, per aver mandato Chase dal paziete. Ma non
dice nulla, e guarda l' orizzonte. Il cercaperosone di Foreman suona,
seguito da quello di House. Foreman lo prende e legge veloce.
Impallidisce. "Oh dannazione!" dice, correndo giù. House lo
fissa sparire, nelle scale, poi guarda il cercapersone. Allison
è in arresto. Un moto di preoccupazione lo invade.
Stringendo i denti per il dolore scende le scale di corsa, verso
chirurgia. "Che sta succedendo?" chiede impaziente, avvicinandosi alla
vetrata e osservando la sala. La stanno rianimando. Stanno rianimando
Cameron.
La sua
immunologa.
Chiude il pugno
veloce. "Da quanto..."
"Tre minuti..."
House si porta
una mano sul volto.
'Avanti, Cameron
è una donna forte, ce la farà... sicuramente..'
'E se dovesse
morire?'
'Non
morirà...'
I penseri di
House si susseguono. Non può morire. E' la sua immunologa!
Sua?
House fissa il
corpo di cameron sobbalzare sotto le scosse delle piastre. Si volta e
va via, verso una finestra, che da sul cielo nero. Guarda il cielo, lo
guarda con odio, più ateo che mai.
Dio non esiste
davvero, e se esiste è l' essere più crudele che
esiste, per aver fatto accadere quello che è successo.
Si volta. Wilson
lo sta chiamando.
"Cosa c'
è?"
"Il battito si
è normalizzato.." House non può fare a meno di
assumere un' espressione rilassata. Si avvicina al vetro. I chirurghi
stanno mettendo apposto le piastre. Gli viene da sorridere. Ce l' ha
fatta.
Ormai sono le
tre di notte, e un chirurgo esce. I parenti di Cameron lo accerchiano,
House senza farsi vedere si avvicinò.
"Allora dottore?"
"La dottoressa
ha subito due accoltellate, una delle quali ha preso di striscio il
fegato, l' altra ha creato un emorrargia... siamo riousciti a fermarla,
e a curare il fegato.. adesso dorme.." dice il chirurgo.
"Ce la
farà?" chiede la signora Cameron, affannata.
"Si, tra qualche
giorno potrà uscire.." dice il medico, rassicurando i
presenti. "Possiamo vederla?" chiede il giovane.
"Solo i
parenti... uno alla volta.."
House si volta e
va via. Deve andare in studio, deve stare lì.
Sono le tre e
mezza quando Wilson lo sveglia. Sta dormendo a terra, con i piedi sulla
scrivania. "House..."
"Mmm.."
"I genitori di
Cameron vogliono andare al bar. Se vuoi puoi stare tu con lei.."
"Perchè
dovrei stare io?" Wilson lo guarda. "Credevo volessi vederla"
"Voglio dormire
al momento..!" Wilson lo guarda, con un velo di delusione negli occhi
nocciola. Fa per girarsi, quando sente il bastone di House toccare
pesantemente il pavimento. House si sta alzando.
"Avanti...
andiamo.." dice scocciato. Wilson trattiene un sorrisetto. Alla fine
House ci teneva ai suoi collaboratori.
Scendono verso
terapia intensiva, dov'è stata spostata la ragazza. Vanno
davanti alla sua camera. House entra.
La prima cosa
che nota è la purezza di quel corpo. E' bianco e diafano. Ha
una garza attorno all' addome, una ferita sul volto, l' occhio un po
gonfio, la maglia macchiata di rosso sangue.
Si avvicina e si
siede su uno sgabello. La osserva. Ce l' ha fatta, lei è
sopravvissuta.
Poggia il mento
al bastone e la fissa.
I capelli
castanio sono aperti a ventaglio sotto di lei. Sembra calma e
tranquilla.
'Cameron..'
pensa, desolato. La rivede qualche mese prima, preoccupata che lo porta
al pronto soccorso su una barella. La vede al colloquio, giovane e
ingenua, tentare di evitare il suo sguardo, parlare del suo curriculum
perfetto, cercare di riempire quei silenzi nei quali lui la fissava. La
voleva mettere a disagio. La vede il primo giorno di lavoro, con il
camicie i morbidi capelli castani sulle spalle, gli occhi pieni di
gioia per esser riuscita a prendere quel agognato posto, mentre si
presenta con Chase, lo sguardo tra i due, poi presentarsi a Foreman,
carina e gentile. il loro primo caso, il loro primo dialogo.
Il suo pezzo d'
antiquariato. Ora steso lì. sul lettino.
Chiude gli
occhi. 'Almeno è viva..'
Già,
a differenza di Chase. Ripare gli occhi.
Giusto in tempo
per vedere un piccolo movimento della mano, uno scatto fulmineo.
La vede
squotersi, battere più volte le ciglia. Resta sbalordito. Si
sta svegliando.
"Mmmm.." mugugna
la ragazza. House si alza e controlla i valori, tutto a posto.
"Cos..Cosa..."
inizia a farfugliare l' immunologa.
"Non muoverti,
ti staccherai la flebo..." dice House, con tono piatto. Allison batte
ancora un po gli occhi poi li apre.
"Cos'
è successo?" chiede con voce lieve. Hpuse la guarda. Non sa
se dirle la verità, non sa se è giusto
nasconderle la morte di Chase. dopotutto erano amici.
"Non... non
ricordi?"
Allison lo
guarda. E' un sollievo incontrare di nuovo quegli occhi verdissimi,
vivi. "Io... il..il paziente... sono salita...stavo..." farfuglia
Cameron. Ha flash confusi.
Si vede
discutere con House, su qualcosa che non ricorda, poi salire, un
numero... 101, la luce...
"Sei stata
accoltellata dal paziente della 101." dice piatto House, mettendo fine
ai suoi pensieri. Cameron lo guarda. E' pallida, sembra più
scarna. Improvvisamente si ricorda.
"Ma...c' era
anche Chase... dov' è?" chiese, ansiosa. House deglutisce.
Per la prima volta non sa come dirlielo.
In quel momento
entrano i signori Cameron.
"Allison!!"
grida la signora abbracciando la figlia teneramente. Il padre si
avvicina, commosso, insieme al fratello.
"mamma...
papà.. Dave!!!" evidentemente non si vedono da tempo, o
Allison on si è ancora ripresa, ma improvvisamente House la
vede piangere. Si stringe alla madre, abbracciandola. Si volta. Lui non
c' entra nulla con quell idilliaco quadretto familiare. Fa per
andarsene.
"House.." lo
richiama la dolce voce dell immunologa. Il diagnosta si volta.
"Come sta
Chase?" nella stanza cala un attimo di tensione. Il trio, decide di
lasciarli soli. Sanno che House è l' unico lì in
mezzo che conosceva Chase.
Allison li
guarda andare via. "House...allora?"
"Non ce l' ha
fatta..." dice. Non vorrebbe essere così freddo, non
vorrebbe trovarsi lì. Abbassa lo sguardo e fissa il piede di
una sedia. Allison si porta una mano alla bocca. "No.." dice, mentre
una lacrima scivola sul viso già bagnato. House non sa che
fare, resta a guardare il manico del bastone, non vuole vederla
soffrire, ma poi è costretto a guardarlo. Ha gli occhi
velati di lacrime, si morde il labbro, le ginocchia coperte dal
lenzuolo al petto, le mani stringono la coperta saldamente, fino a far
diventare le nocche bianche. Le fa pena. Maledetta consapevolezza.
Non sa cosa
fare, non è lui quello adatto per comfortare la gente. Si
ricorda dell ultima volta nella quale l' ha confortata: le aveva messo
una mano sulla spalla, dicendole di essere fiero di lei.
ERa chiaro che
non poteva fare la stessa cosa in quella situazione.
"Ma.. ma lui..
era.. coscienta quando sono stata accoltellata... ha chiuso gli occhi
poco prima di me.... perchè solo io mi sono salvata?"
Chiede tra i
singhiozzi. Non l' ha mai vista così. House poggia le mani
alla sponda del letto. "Quando mi hai chiamato con il cercapersone io
sono salito. Ti ho vista stesa e sanguinante... non avevi battito e ho
iniziato a rianimarti... sono riuscito a salvarti ma quando la Cuddy ha
cercato di rianimare Chase... era troppo tardi." dice con tono serio,
cupo. Allison lo guarda, con lacrime copiose.
"Tu...perchè
hai rianimato me?"
House sgrana gli
occhi. Perchè? Perchè aveva visto solo lei.
Eppure avrebbe
benissimo potuto vedere anche Chase.
"Lui...non si
meritava di morire..." continua con voce straziante la giovane.
"Cameron.."
"Perchè
hai rianimato me?" lacrime.
"Cameron...."
House si avvicina titubante.
Quella piange,
continuando a ripetere solite frasi. Il rimorso dei sopravvissuti. Il
rimorso di essere vivi al posto di altri. Le mette una mano sulla
spalla, come ha fatto mesi prima.
"Sono fiero di te"
Sente
il corpo di lei sussultare sotto i singhiozzi. 'Su Allison..' pensa il
diagnosta. "E' tutta colpa mia.." sussurra poi la ragazza. House la
guarda. "No.." inizia. "Si, avrei potutto fermarlo, per chiedergli
scusa prima, così sarebbe arrivato dopo... o forse saremmo
andati insieme...." continua la ragazza. House si sente gelare. In
realtà è colpa sua. Lui ha mandato Chase dal
paziente.
"Ti prego...va
via.." dice ancora la ragazza. House abbassa la mano. Si volta e
zoppica via, senza dire una parola.
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