Le mille necessarie

di skeight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rin ***
Capitolo 2: *** Kagome ***
Capitolo 3: *** Miroku ***
Capitolo 4: *** Inuyasha ***
Capitolo 5: *** Sango ***
Capitolo 6: *** Kohaku ***
Capitolo 7: *** Sesshomaru ***
Capitolo 8: *** Kaede ***
Capitolo 9: *** Kikyo ***
Capitolo 10: *** Naraku ***



Capitolo 1
*** Rin ***


Perdere tutto, il coraggio, la maturità forzatamente acquisita nel vagabondaggio al seguito di un demone

Perdere tutto, il coraggio, la maturità forzatamente acquisita nel vagabondaggio al seguito di un demone.

Tornare completamente bambina, e guardare con occhi di bambina la mattanza che comincia.

Vedere Inuyasha trasformarsi ancora in un mostro, e sapere che non avrà pietà. Vedere il monaco fuggire chissà dove, purché lontano dai suoi compagni, stringendosi convulsamente la mano fasciata. Soprattutto, vedere il proprio signore, Sesshomaru, che snidando la spada le lancia lo sguardo inequivocabile di chi si appresta al suo ultimo duello.

Perdere tutto. Tornare completamente bambina. E, come una bambina, piangere disperatamente sino a che il mondo non scompaia nelle lacrime.

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Capitolo 2
*** Kagome ***


Inuyasha aveva perso il controllo di sé

Inuyasha aveva perso il controllo di sé. La Tessaiga giaceva da qualche parte, abbandonata, e il mezzodemone si avvicinava, gli occhi iniettati di sangue, la bocca deformata in un ghigno feroce.

Kagome era come immobilizzata: da una parte l’istinto di indietreggiare, fuggire, dall’altra l’amore che la spingeva a cercare, ancora una volta, di strappare Inuyasha al suo sangue demoniaco, farlo tornare padrone di sé. C’era riuscita tante volte, ma stavolta era difficile. Probabilmente impossibile. L’intensità dell’aura maligna di Naraku era più forte dei suoi poteri. Ma non poteva fuggire, nessuna salvezza per lei senza Inuyasha. Per questo gli andò incontro.

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Capitolo 3
*** Miroku ***


Quella persona non sono io, io non sono qui, tutto questo non sta accadendo

Quella persona non sono io, io non sono qui, tutto questo non sta accadendo.

Invece sì.

Anche mio padre si vide così, dall’esterno?

Era così calmo, quel giorno. Ma dietro gli occhi bassi anche lui provava quello che provo io ora?

Avrà pensato che è stato tutto inutile?

È troppo crudele morire con delle domande, ma che mi aspettavo, una maledizione grava su di me, e non passa solo per il corpo, per questo foro giunto al limite.

Poteva andare diversamente?

E che farà Sango ora?

Potessi cantare “Mi dispiace di morire ma son contento”, ma invece no. Muoio disperato.

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Capitolo 4
*** Inuyasha ***


Come nubi falcidiate dal sole i fumi della follia abbandonarono Inuyasha

Come nubi falcidiate dal sole i fumi della follia abbandonarono Inuyasha. Impiegò del tempo a rendersi conto di quel che era successo, ma alla fine gli fu chiaro: per l’ennesima volta il suo sangue demoniaco aveva preso il sopravvento. Quanto era durato, e soprattutto, cosa aveva fatto in quella fase di trasformazione?

Sicuramente qualcosa di grave: le mani e le braccia sporche di sangue lo testimoniavano. Ma chi era caduto vittima della sua furia? Non vedeva nessun cadavere intorno a sé, ma poco a poco iniziava a riconoscere sensazioni ed odori...

Il profumo di Kagome gli tagliò la gola.

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Capitolo 5
*** Sango ***


Per una volta, Sango pensò a sé stessa

Per una volta, Sango pensò a stessa.

Aveva tentato in ogni modo di salvare Kohaku, si era preoccupata per la sorte del suo uomo. Ma stavolta, Sango pensò alla propria vita. E realizzò l’assoluto, prolungato, irreversibile fallimento che era stata. Non aveva saputo aiutare il fratello, non era riuscita a salvare Miroku. era in grado di uccidere Naraku, ed ora che Inuyasha e Kagome erano morti, chi altri avrebbe potuto farlo?

Aveva fallito, in ogni cosa. Non era questo che suo padre si aspettava da lei, come sterminatrice. Lei, più di Kohaku posseduto, aveva disonorato la famiglia.

Seppuku.

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Capitolo 6
*** Kohaku ***


Si aggirava smarrito, ma nella sua mente non risuonava che una frase: “Sono arrivato tardi”

Si aggirava smarrito, ma nella sua mente non risuonava che una frase: “Sono arrivato tardi”.

Aveva trovato Rin, avvelenata dal miasma. Si era chinato su Kagome, povero ammasso di carne e materia cerebrale. Aveva visto Inuyasha, forse non morto ma inerte, con gli occhi bianchi, catatonico. E di fronte ad ognuno di loro aveva ripetuto mentalmente la stessa frase: “Sono arrivato tardi”.

Ma se anche fosse arrivato prima, cosa avrebbe potuto fare? Era solo un ragazzino divorato dai sensi di colpa... ma almeno li avrebbe appoggiati.

Nessuna traccia di Sango e del monaco. Si mosse per cercarli, ma morì prima.

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Capitolo 7
*** Sesshomaru ***


Naraku lo aspettava, ma sembrava un altro: non il suo solito sorriso sarcastico, non la sua risata

Naraku lo aspettava, ma sembrava un altro: non il suo solito sorriso sarcastico, non la sua risata. Ora lo fissava altero ed estraniato, proprio come era lui un tempo, prima di essere sconfitto da Inuyasha, prima di Rin. Il cambiamento di Naraku era forse prevedibile, era diventato un demone completo. Ma il suo, cosa significava? Che si stava umanizzando?

Strane domande da porsi pochi istanti prima di un duello mortale. Ma erano necessarie, per trovare un senso in quell’epilogo. In fondo, però, la risposta la conosceva già: difendeva qualcosa – qualcuno? – che non era stesso. E questo bastava.

“All’attacco”

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Capitolo 8
*** Kaede ***


Posso dire di aver fatto il mio dovere

Posso dire di aver fatto il mio dovere. Poco, ma quello che era nelle mie possibilità.

Ho custodito la memoria di Kikyo. Ho aiutato Inuyasha. Da sola, nonostante la ferita, la vecchiaia, la pinguetudine, sono riuscita a proteggere il villaggio, nonostante anni di guerra e di attacchi di demoni. Posso essere orgogliosa di quello che ho fatto, ma ora sono, più di ogni cosa, stanca. Così stanca da non riuscire a provare dolore per il corpo demoniaco di Naraku che si espande, che sta per divorare ogni cosa, villaggio compreso. Non importa.

La morte mi coglierà mentre riposo. Lasciatemi riposare.

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Capitolo 9
*** Kikyo ***


La mia prima morte è stata il giorno in cui sono diventata una sacerdotessa

La mia prima morte è stata il giorno in cui sono diventata una sacerdotessa.

La mia seconda morte è stata per mano di Naraku, nelle sembianze di Inuyasha.

La mia terza morte è stata nei pressi del monte Hakurei.

La mia quarta morte poteva essere quella definitiva, tra le braccia del mezzodemone che ho amato.

Ma oggi, nella sconfitta ultima, nell’uccisione di Kagome, nella corruzione della sfera, muoio per la quinta, e ultima volta. La vita che era rimasta di me, nella luce della sfera, è stata soffocata definitivamente dal trionfo di Naraku.

E adesso, forse, potrò anelare alla serenità.

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Capitolo 10
*** Naraku ***


Guardarsi intorno, dopo la battaglia

Guardarsi intorno, dopo la battaglia.

Il panorama da questa montagna è indicibile. Ed è giusto che sia così, che sia il silenzio a chiudere uno scontro trascinatosi oltre ogni logica, sopravvissuto alla caparbietà dei suoi stessi protagonisti.

Non è restato più niente, non è rimasto più nessuno. A che pro lasciare che parole si posino sulla grandiosità di questo nulla? Solo un meschino compiacimento, ma queste miserie non ti interessano più, Naraku. Vittoria, sconfitta? Si annullano a vicenda. Esisti, e questo solo conta.

Alla tua mente, tornano le parole di Bashō: “Ancora vivo, e il viaggio è finito. Sera d’autunno”

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