Arrossisco facilmente.

di lacrimedicoriandoli
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nodo alla gola. ***
Capitolo 2: *** Hokkaido. ***



Capitolo 1
*** Un nodo alla gola. ***


Raimon Jr. High
Mensa

Avevamo raggiunto la nostra meta: vincere il Football Frontier International. Inutile dire che fossi davvero soddisfatto di questo traguardo, soprattutto perché avevo finalmente dimostrato a mio padre che il mio futuro doveva puntare su un’unica cosa: il calcio.
Il bomber di fuoco ce l’aveva fatta. Già, bomber di fuoco. Un simpatico appellativo che mi portavo nel cuore e che mi rendeva fiero del lungo percorso che mi aveva portato a quel magnifico trofeo. Non ero il solo a sentirsi così, anzi, il mio orgoglio non era neanche la millesima parte di quello del nostro caro capitano, Mark Evans, che aveva realizzato il sogno di una vita.

Mentre la mia mente vagava chissà dove, percepì un familiare dolore alla spalla.
Era Jude. Ormai sembrava che quella parte del mio corpo avesse preso la forma della sua mano.
"Ahi!"
"Hey Axel, non vorrai contemplare questa vetrinetta per tutto il giorno? Dai! E’ quasi pronto e abbiamo già preso posto a tavola." esortò Sharp con un sorriso.
"Oh, spero ce ne sia ancora uno per il sottoscritto!" dissi ridendo.
"Sta’ tranquillo, ti ho lasciato libera la sedia accanto alla mia." rispose indicando con il pollice dietro di se. "Su andiamo."

In occasione della vittoria, con lieta approvazione del Sig. Raimon, avevamo deciso di riunire tutti coloro che avevano fatto parte della nostra squadra per festeggiare insieme. 

Mi sedetti tra Jude e Jordan nel caos totale. Un piacevole caos.
Ero contento infatti di rivedere tutte le persone conosciute in tre anni che ridevano, scherzavano e chiacchieravano spensieratamente tra loro. Il trambusto si placò soltanto quando Mark si alzò e provocando un tintinnio con il coltello e il vetro del bicchiere, portò l’attenzione su di se.

"Ehm, ehm… Buongiorno ragazzi! E’ un piacere rivedervi tutti quanti insieme!" esclamò con non poca enfasi il capitano, dando inizio a uno dei suoi soliti discorsi, stavolta più emozionato e coinvolto delle altre volte . Amava infonderci una certa carica di sicurezza.
Concluse dicendo “Ringrazio ognuno di voi, in modo particolare Shawn e Hurley per aver portato…”

Shawn.

Per me la frase si interuppe a quel nome.
Non riuscii più a capire una parola nè di Mark nè degli altri, che intanto avevano applaudito e iniziato a mangiare.

Shawn.

Quel nome non voleva proprio uscirmi dalla testa, non avevo idea del perché.
Tutto ciò mi confondeva.
Per non dare nell’occhio iniziai a mangiare un paio bocconi frettolosamente.
Ottenni l’esatto contrario.
"Certo che hai davvero una gran fame!" disse qualcuno, Erik o Jordan, non ero riuscito a distinguere la voce. Ero immerso in uno strano ciclo di pensieri che aveva come unico soggetto lui

Shawn.

Dov’era?

Mi guardai attentamente intorno. Più lo cercavo con lo sguardo, più mi sembrava di fare un buco nell’acqua. Chinai lentamente il capo e osservai il mio riflesso nel brodo. Cosa mi stava succedendo?
Perché mi sentivo in dovere di cercarlo?

Mi sollevai un po’ e intravidi un’altra figura.

Shawn. 

"Ragazzi posso fare cambio con qualcuno di voi? Lì in fondo stanno mangiando qualcosa con l’aglio e beh, conoscete bene la mia allergia!" chiese con un leggero tocco di timidezza l’unica persona non volevo fosse lì.
Sentii come un nodo alla gola.
"Aglio? Lo adoro! Se vuoi puoi sederti al mio posto!" esclamò Sam che volò dall’altra parte del tavolo al richiamo dell’aglio.
"Grazie!" rispose sedendosi lì. Di fronte a me.
Avrei voluto sciogliermi o scappare via.
Non volevo stare lì. Ma qualcosa mi bloccava.

Shawn.

Non potevo fare a meno di guardarlo.
Perché?




Angolo dell'autrice:
Ehm, salve... persone?
Questa fanfiction era da più di un mese in cantiere, o meglio nelle bozze di Tumblr ♥, perché avevo paura, come ne ho anche ora. Ansia da prestazione? Esaurimento nervoso? Quale calamità si sta abbattendo sulla sottoscritta? Forse semplicemente paura di sbagliare e di non esserne all'altezza. Beh, è la mia prima fanfiction, abbiate pietà.
Dopo questo momento "toccante" (nel senso che dopo aver letto afferrerete il mouse, vi dirigerete sulla X e toccherete il tasto per fuggire da tutto ciò, autoironia is the way), vi faccio un piccolo appunto:
*rullo di tamburi* per mia scelta, personale e stilistica, ho deciso di lasciare i nomi europei. Se la cosa vi crea problemi seri, del tipo che inizierete a sparare laser magnetici dalle ascelle, cercherò una soluzione. BLAM!
p.s.: "autrice" non credo mi si addica molto, aiutatemi a trovare un nome per questo spazio... inutile lol

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Capitolo 2
*** Hokkaido. ***


Un mese e mezzo dopo la vittoria del FFI
 

"Da: seymourhillman01@inazuma.com

Oggetto: CAMPO ESTIVO!!

Ragazzi, come va il vostro riposo dopo il torneo?? Spero bene! Ho deciso di proporvi una cosetta: due settimane, in un posto non lontano dal mare, un ritiro tutti insieme dove potrete rilassarvi e godervi le vacanze, cosa ne dite? Penso proprio che ve lo meritiate!
Non dovrete pagare niente, essendo gli attuali campioni del FFI, sarà tutto pagato dagli organizzatori!! Si parte tra una settimana…
A breve vi darò il resto delle informazioni, mandatemi un email di conferma!!! Ancora non riesco ad usare bene questo aggeggio che chiamate comp.. camp.. conp…più… tur… sì insomma quello!

Buona giornata” 


Quando lessi questa mail, mi trovavo a casa di mia zia, nei pressi di Sapporo, in Hokkaido.
Papà ogni anno spediva me e mia sorella lì, a causa dei suoi impegni di lavoro, che non gli davano tregua nemmeno in estate. Così noi passavamo la nostra vacanza a oziare su un divanetto rosso davanti a una tv che aveva fatto ormai il suo tempo. Fatta eccezione di quella e di un computer preistorico, in quella casa non c’era nulla che potesse ricordare vagamente qualcosa di interessante. Per carità, non che mia zia fosse una cattiva persona, ma non riuscivo proprio a stare senza far nulla, quindi quella mail mi sembrò come manna scesa dal cielo. Non vedevo i miei compagni da più di un mese e già non ce la facevo più: non potevo fare a meno di loro, di lui.

Il rumoroso squillo del telefono irruppe nel silenzio tombale di quel pomeriggio.
Alzai la cornetta, poggiandola tra spalla e orecchio. “Pronto?”
"CIAO CAMPIONE! COME VA? COME STAI?" esortò energicamente il mio amico.
"Hahaha ciao Mark! Beh, in realtà mi annoio da morire, mi mancate tantissimo! Sai sono a Sapporo da mia zia…" risposi sorpreso da tutto quell’entusiasmo.
"Aaah mi manchi anche tu! Senti un po’… tu vieni al campo estivo?" mi interruppe andando dritto al nocciolo della questione.
"Proprio adesso ho ricevuto tutto! Credo di sì, devo chiedere a zi…"
"ADESSO? Io e gli altri abbiamo ricevuto il messaggio almeno cinque giorni fa! Sbrigati allora a mandare la mail di conferma!" esclamò il capitano, interropendomi ancora una volta.
"Oh, davvero? Questo rottame non serve a nulla… La mando ora, tanto zia mi dirà sicuramente di sì."
"Aww, bravo! Emh, Axel senti, potrei chiederti un favore?"
"Certo, sai che per te ci sono sempre!"
"Bene. A parte te, tutti hanno ricevuto subito la mail, tranne Shawn, di cui non abbiamo nessun recapito per quanto riguarda mail o numero di telefono. Dal momento che sei in Hokkaido e se non è un disturbo per te…”
Dannazione.
Non gli feci nemmeno finire la frase che risposi immediatamente “Ho capito. Puoi contarci, eh, non c’è nessun problema… andrò io ad avvisarlo!”
"Splendido, fammi sapere eh!" chiuse la telefonata.
Riposi la cornetta al suo posto, mi risedetti sulla sedia del pc, alzai il capo guardando verso il soffitto e feci un lungo respiro.

"Axel Blaze cos’hai al posto del cervello?! Potevi inventarti una scusa, dire che tua zia non era in casa e che dovevi badare a Julia… Ora cosa farai eh? Sentiamo genio!"  pensai.

In effetti non lo sapevo nemmeno io. Tutto questo mi aveva colto alla sprovvista. Fantastico.
La cosa che mi dava più fastidio era il brusco cambiamento che avevo quando si parlava di Shawn. Il pacato Axel Blaze era colpito improvvisamente da una marea di emozioni contrastanti tra loro. Generalmente amavo provarne di forti, ma queste, quando si manifestavano tutte assieme, diventavano come la peggiore armata di nemici. Questi avversari avevano dei nomi precisi: gioia, contentezza, stupore, imbarazzo, ansia, nervosismo. Probabilmente anche un po’ di paura. Forse stavo anche esagerando nel pensare di provare sul serio tutte queste cose messe assieme, tuttavia la situazione, sebbene non fosse nulla di che, mi metteva a disagio e creava in me un caos tremendo. Sapevo soltanto che non potevo rimanere con le mani in mano.

Colpii con forza la tastiera, come se di suo non stesse già cadendo a pezzi.
"Fratellone, cosa succede?" chiese Julia incuriosita. Il colpo aveva attirato la sua attenzione mentre stava giocando dietro di me con le sue bambole.
"Julia, non è il momento." risposi scocciato e facendo segno con la mano di andarsene.
"Dai cosa ti succede? Ti vedo preoccupato!" insistette lei, preparando già i suoi occhioni da cucciolotto.
"Non è nient-" mi voltai. "E va bene. Devo prendere una decisione importante. Contenta?" Non potevo resistere al suo sguardo: era uno dei miei punti deboli.
"Ma io posso aiutarti! Sai, nei film quando devono decidere, iniziano a camminare in tondo per la stanza! Dai provaci, provaci! Camminerò anch’io con te!" esclamò lei con una tenerezza disarmante.
Così mi alzai e iniziai a passeggiare per la stanza, senza un apparente motivo. 
Cosa fare? Non potevo tradire la parola di Mark e sarebbe stato scorretto nei riguardi di Shawn non avvertirlo del campo estivo. Allo stesso tempo andare lì mi avrebbe confuso ancora di più le idee, oltre che a provocarmi un color bordeaux non indifferente
Tutto quel girare mi stava facendo venire la nausea.
Mi fermai. Julia sbatté contro le mie gambe. “Perché ti sei fermato?”
"Già… perché?"  Qualche strano meccanismo dentro di me si stava azionando.
In maniera del tutto automatica, presi il giubbotto arancione e lo zainetto rosso, uscii dalla noiosa stanza e iniziai a scendere lentamente le scale. Mia sorella mi seguiva passo passo.
"Dove vai?" chiese.
"Vado da un amico. Devo sciogliere dei dubbi." risposi facendole un mezzo sorriso.
"Allora hai deciso! Aaaah come sono felice! Salutami il tuo amico!" batté le mani entusiasta.
"Eh, amico…"

Perché l’idea di incontrare Shawn mi spaventava ed eccitava allo stesso tempo?
Questa domanda accresceva in me il bisogno di andare subito da lui e dare una risposta alle mie domande.



 

Angolo di Noema (sì, mi chiamo Noemi, meglio specificare da subito :’D, chiamatemi pure come volete!):
Rieccoci mie care! Oppure miei cari, eventualmente con voi ci siano amici immaginari pignoli che ci tengono a specificare il proprio sesso.
Nonsense a parte, ecco finalmente il secondo capitolo! Avevo progettato di pubblicarlo la scorsa settimana, ma in sette giorni è successo… tutto.
Prima volta in treno, una scampagnata, morte di un familiare, il suo funerale, il mio compleanno (facetemi gli auguri, FACETEMELI ADESSO
*), post compleanno, studio irrefrenabile e Dragon Trainer. Sì, Dragon Trainer mi impedisce di svolgere il mio dovere ♥
Non ho commenti da fare sulla storia, soltanto che per il momento sto andando soft, ma in futuro dovrete aspettarvi di tutto, state allerta. Ah a proposito, qualcuno mi ha detto che lo scorso capitolo, come anche questo in fondo, era un po’ cortino… beh avete ragione. Ho paura che, dilungandomi troppo su un singolo episodio, cada nel banale e vada a comprometteer la "qualità" del tutto. E poi dai, così creo un po’ di suspance, vero? VERO? *si illude*
Il mondo va di fretta, è stato lui a chiedermi di essere sintetica.
Anyway, grazie delle bellissime recensioni dell’altra volta, vi adoro! :3
Ho detto anche troppo, alla prossima! ^^


*errore voluto, quindi dizionario Garzanti 2008 sullo scaffale del soggiorno, non offenderti. Ti voglio bene.

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