Alla fine di tutto

di Dragasi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Corridoio ***
Capitolo 2: *** Minnie ***
Capitolo 3: *** Cambiamento ***



Capitolo 1
*** Il Corridoio ***


Ore 23:30
Le catene tintinnano ad ogni passo, il corridoio male illuminato della prigione mi incute timore, ma tanto fra poco non proverò più nulla. Non volevo che succedesse tutto questo, non ero in me quella sera, e adesso sono a un corridoio dalla mia morte. Un corridoio. Un breve corridoio alla fine di tutto, alla fine dei rimorsi, alla fine delle notti insonni, alla fine delle sofferenze e dei pianti.
Da piccolo immaginavo di finire la mia vita come un eroe medievale, su un campo di battaglia difendendo la propria nazione. Non di certo in una prigione con due aghi infilati nelle vene.
Una guardia mi tiene un braccio e mi guida attraverso il corridoio, probabilmente ha paura che io non riesca andare avanti da un certo punto in poi. Ma non mi fermerò, ho già fatto un errore nella mia vita, un errore grave ed è giusto che io paghi con la mia vita. Spero solo che il padre della ragazza che ho ucciso trovi un po’ di pace nel vedermi morto. Cerco di ricordarmi il nome della ragazza… Minnie. Aveva i capelli rossi e gli occhi marroni.
Mi scende una lacrima, povera ragazza con l’unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Il mio più grande errore nella vita. Prima di quella sera ero uno studente universitario come tanti altri, con voti discreti che cercava di finire l’università il prima possibile.
Spero che la mia morte porti pace, a me la porterà.
Ci fermiamo, in fondo al corridoio c’è un prete. Mi chiede se voglio confessare i miei peccati rispondo di no, che merito di bruciare all’inferno per l’eternità per quello che ho fatto. Chiedo però di fare un’ultima preghiera insieme a lui. Sono sempre stato molto credente. Il prete mi guarda un momento e poi mi dice di mettermi in ginocchio. Obbedisco e lui si mette in ginocchio di fronte a me. Recitiamo il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Salve Regina. Poi ci alziamo di nuovo e il prete mettendomi una mano sulla spalla mi dice che Dio mi aspetta nell’alto dei cieli. Gli sorrido e poi varco la porta che ho di fronte. Dall’altro lato un lettino con dei legacci. Mi fanno sdraiare, di fianco al lettino vedo i contenitori con il liquido per l’iniezione letale.
Mi legano al lettino e mi infilano gli aghi nelle vene. Il lettino si alza in verticale e posso vedere chi c’è ad assistere alla mia morte: il padre di Minnie e il suo ragazzo. I loro sguardi sono pieni d’odio, e sono contento che sia così, deve essere così.
Li guardo e dico:– Spero che la mia morte vi porti pace –
Non dicono niente. Il medico preme un tasto e il liquido entra in circolo nel mio sangue. Non sento niente e poi buio.


 

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Capitolo 2
*** Minnie ***


Ore 23:30

Non doveva succedere, niente di tutto questo. Non è stata colpa sua, eppure lo uccideranno. Non volevo che ci fossero altri morti oltre a me, altre persone piangeranno, il cuore di altri genitori si spezzerà.
Papà odia il ragazzo che mi ha ucciso, e anche Peter, il mio amore, lo odia. Io no. Io provo pena per lui. Lui non voleva che niente di tutto questo succedesse, lui non voleva che io morissi.
Mi sono resa conto di conoscerlo, di volergli bene. Quella sera gli era crollato il mondo addosso, io non avrei retto.
Ora so perfettamente cosa gli è successo, l’ho saputo appena sono morta. Vorrei poterlo dire a mio padre e a Peter, ma anche se lo sapessero non cambierebbe nulla.
Chi può rimanere impassibile davanti alla notizia del suicidio del proprio padre? Lui ha reagito nel modo sbagliato. Ha bevuto e io mi sono trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, sulla sua strada. Almeno c’ero io e non Peter.
Io, Minnie, non esisto più fisicamente, e so che mancherò a qualcuno, specialmente a papà, ma non voglio che si riempia d’odio.
Povero ragazzo, non so nemmeno il suo nome, ma lo scoprirò presto. Voglio accompagnarlo fino in fondo. Fino in fondo a questo corridoio. Appena arriverà nelle braccia della morte voglio essere io a guidarlo, voglio essere io a rassicurarlo.
Appena si è reso conto di cosa ha fatto è andato dalla polizia per consegnarsi. Nessun uomo sarebbe stato in grado di farlo, invece lui è andato lì, lucido e consapevole di quello che stava per fare e di cosa avrebbe comportato. È andato lì a testa alta, non perché fosse orgoglioso per quello che aveva fatto, ma voleva andare incontro alla sua morte in modo dignitoso.
Lo ammiro per questo.
Avrebbe potuto trasmettere grandi valori a molti ragazzi della mia età, e se avesse avuto dei figli sarebbero diventati dei grandi uomini. Ma per un fatale errore commesso da un’altra persona lui ha preso la strada sbagliata. Io voglio solo aiutarlo a trovare quella giusta, almeno dopo la morte.
Spero di essergli di conforto, per adesso non mi può sentire, ma fra poco sarà insieme a me.
Ecco che gli infilano gli aghi nelle vene. Dice le ultime parole rivolte a mio padre e a Peter, poi il liquido gli scorre nelle vene.
Per un attimo vedrà solo buio poi finalmente i suoi occhi si riapriranno.
Eccolo, mi vede e mi dice:– Minnie… – i suoi occhi sono lucidi.
Lo guardo, ora so il suo nome, gli dico solo:– Ciao Timothy –
Sa già cosa deve fare. Deve semplicemente seguirmi.

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Capitolo 3
*** Cambiamento ***


Ore 23:30
Quel bastardo, quel bastardo che mi ha portato via la mia piccola Minnie finalmente pagherà. Pagherà per quello che ha fatto. Mi ha portato via l’ultima persona che mi era rimasta, la mia piccola bambina, così simile a sua madre…
Non dovevo farla uscire quella sera, ma mi fido di Peter, è un bravo ragazzo.
Quell’ubriacone bastardo che ha ucciso la mia Minnie finalmente morirà, ci sarà un farabutto in meno a questo mondo.
Probabilmente la mia piccola mi direbbe di perdonarlo, ma come posso riuscirci? Come posso perdonare colui che mi ha reso un uomo solo? Come posso perdonare l’assassino di mia figlia?
Peter mi sembra più calmo, ma sento che prova un odio profondo quanto il mio.
Devo ammettere che però quel bastardo di un assassino una cosa giusta l’ha fatta, si è consegnato da solo. Forse un briciolo d’onore lo conserva.
Che razza di uomo è uno che si ubriaca e poi si mette alla guida? Non è un uomo. In fondo la risposta è semplice.
Manca poco, fra poco l’assassino di mia figlia, Timothy Hunt morirà. Certo, questo non mi darà indietro mia figlia, ma almeno eviterà la morte ad altre persone.
Eccolo. Lo stanno legando al lettino, mi sembra stranamente mite.
Il lettino si alza, dice poche parole:– Spero che la mia morte vi porti pace –
Rimango esterrefatto dalle sue parole, quelle non sono le parole di un assassino, quelle sono le parole di un vero uomo. Abbasso la testa mentre il liquido inizia a scorrergli nelle vene. Mi copro la faccia con le mani, piango.

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