Angeli del cuore

di HikariKanna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Promozione! ***
Capitolo 2: *** Incontro con la prima vittima! ***
Capitolo 3: *** Incontro con la seconda vittima! ***
Capitolo 4: *** Grazie,Chris! ***
Capitolo 5: *** Mark e nuovi problemi ***
Capitolo 6: *** La foto di agosto ***
Capitolo 7: *** La Sears Tower ***
Capitolo 8: *** Véronique ***
Capitolo 9: *** Una nuova amica ***
Capitolo 10: *** Holidays ***
Capitolo 11: *** Finalmente il bacio! ***
Capitolo 12: *** Atmosfera andante ***
Capitolo 13: *** In cerca di notorietà(ancora?!) ***
Capitolo 14: *** 1st step:Let's introduce our gal! ***
Capitolo 15: *** Silence ***
Capitolo 16: *** Crepe ***
Capitolo 17: *** Tra le righe ***
Capitolo 18: *** Trick or Treat? ***
Capitolo 19: *** Bittersweet scones ***
Capitolo 20: *** Grazie ***
Capitolo 21: *** Jeg elsker deg ***
Capitolo 22: *** Let it snow ***
Capitolo 23: *** Intermezzo ***
Capitolo 24: *** We'll always have Paris ***
Capitolo 25: *** L'anno che verrà ***
Capitolo 26: *** Iris Day ***
Capitolo 27: *** Memories ***
Capitolo 28: *** Omnia vincit amor... ***
Capitolo 29: *** ...et nos cedamus amori ***
Capitolo 30: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Promozione! ***


Vi siete mai chiesti perché vi innamorate

Vi siete mai chiesti perché vi innamorate? Perché improvvisamente sentite qualcosa proprio per la persona che vi stata sino ad ora antipatica? Ebbene,è tutta colpa degli angeli del cuore. Adesso,fra i loro casi ci sono Takeru Takaishi e Hikari Yagami:uno,il cestista idolo delle ragazzine e,diciamocelo,anche un po’ montato e sfacciato;l’altra,una fotografa vegetariana che si batte per salvaguardare gli animali e contro gli abusi di ogni genere. Certo,visti così,non sembrano molto affini. Eppure,secondo l’infallibile termometro dell’amore,basta pochissimo ad un angelo per farli innamorare…ma come prima missione per il neopromosso angelo del cuore Daisuke non sarà un po’ troppo difficile?

                                                          ******

                                             Angeli del cuore

“Capo,ma dice davvero??”

Non riuscivo a credere alle mie orecchie…promozione!Il capo mi voleva promuovere!

“Certo!Fino ad ora sei stato un angelo dello sport,no?”
”Bè…sì…ma mi trovavo bene lì!Perché adesso devo cambiare?”

Il capo mi sorrise affabile. Non sapevamo molto sul suo conto. Lui decideva i vari settori e decideva quale angelo fosse più adatto…niente di più. Infatti,gli angeli meno esperti(come me,per darvi un esempio) lo chiamavano semplicemente “capo”,o “signore”. Non era un angelo. Ma non era neanche un essere umano.

“Essere un angelo del cuore,caro Daisuke, è la massima aspirazione. Non si può arrivare oltre. Ma naturalmente,se non ti va…”

“Oh,no!Mi va eccome!” aggiunsi frettolosamente. Non capita tutti i giorni che ti arrivi una promozione al massimo grado!

“Bene. Allora,appena avremo trovato un caso,te lo affideremo.”

“Oh,sì…grazie mille,signore!”

Feci un breve inchino,e uscii per tornare sulla mia nuvoletta.

Mmm…quel giorno le nuvole erano particolarmente pacifiche,bianche e soffici.

“Ehi,Daisuke!Non stare a poltrire!Oggi c’è la partita di basket del piccolo Reiichi!”

“JUN!Ma perché uno non può riposare in pace?”

Jun era un angelo,come me. Secondo voi umani,è femmina e in teoria dovrebbe essere per me quello che voi chiamate…sorella. Siamo nati infatti dalla stessa nuvola,ma lei è nata prima,quindi ai vostri occhi appare più grande di me. In realtà noi angeli nasciamo già con questa forma,e solo se decidiamo di vivere in mezzo agli umani invecchiamo.

“Ehi,sei un angelo dello sport!Devi partecipare ad alcuni eventi sportivi e aiutare i bimbi in difficoltà!”

Non era esattamente così…se non lo sapete,un angelo dello sport si occupa di un determinato bambino e ne segue la “carriera”,aiutandolo a credere in se stesso,fino a quando lui,o lei,non troverà l’autostima necessaria. Mi sembrava che il piccolo Reiichi avesse già raggiunto questo stato…ma aveva ragione Jun,dovevo seguirlo fino all’ultimo.

Volammo sempre più giù,e non mi accorsi che il termometro dell’amore aveva appena trovato un caso fresco fresco,apposta per me.

Finalmente,arrivammo al piccolo stadio che avrebbe ospitato la partita.

Reiichi si stava allacciando le scarpette. Era un bel bambino vispo,e si era accorto subito della mia presenza,permettendomi così di farmi vedere. Gli adulti di solito non se ne accorgono mai! E infatti loro sono convinti che noi non esistiamo!

Dolcemente,gli carezzai la testolina. Era buffo,tutto rosso per lo sforzo di fare un bel laccio. Quando poi ci riuscì,si grattò la testa e un po’ di polvere fatata gli scivolò sulle mani.

“Daisuke,non lo dovresti fare!”sussurrò Jun al mio indirizzo.

“Lo so…ma voglio che vinca questa partita!E poi lo sai benissimo che l’effetto di quella polvere varia in base alla bravura propria!”

“In effetti…oh cavolo,sono le cinque meno un quarto!Farò tardi!”

Jun volò via lasciandomi solo. Lei era un angelo del tè. Avete presente quelle bimbe piccole che giocano da sole a preparare il tè,come le vecchie signore? Lei semplicemente faceva l’amico immaginario. Ultimamente si era molto affezionata a una bimba chiamata Oomae…in realtà se solo avesse voluto,avrebbe potuto ottenere una promozione. Ma la mia sorella di nuvola era pigra,e fare l’angelo del tè le bastava.

Nel frattempo la partita era iniziata. Nessuno poteva reggere il confronto col mio Reiichi!Modesti a parte…improvvisamente sentii odore d’angelo.

“Oh,Ken!Come mai da queste parti?“

Ecco un altro angelo dello sport…un tipo in gamba!

“Mi occupo di un bambino che gioca a basket,adesso. Si chiama Mytho,lo vedi? È quel piccoletto con i capelli biondi.”

Wow,un avversario di Reiichi!

“Cosa ci fai tu qui,invece?Mi hanno detto che sei stato promosso!Complimenti!”

“Ehm…grazie,Ken! Comunque sto qui perché volevo vedere la partita di Reiichi. Vedi,è quel bambino moro che si sta muovendo benissimo.”

“Ah,vedo,vedo…ora scusa,ma è finito il primo tempo e devo un po’ controllare Mytho.”

“Va’ pure. Io resto qui.”

Quand’aiutavo Reiichi, entravo nello spogliatoio ad ogni intervallo. Poi,quando era a casa e si allenava,io c’ero. Mi chiamava “signor presenza”e giocavo con lui.

Quelle cose mi sarebbero mancate.

“Signor Presenza…perché non sei nello spogliatoio,come tutte le altre volte?”

Il piccolo Reiichi mi aveva fatto tremare le ali.

“Piccolino…ora io non sono più il tuo angelo…mi devo occupare di altre persone!Capisci?Adesso sei così bravo che non hai più bisogno di me!”
 “Ma…ma non è vero!”protestò il bambino.

“Invece sì. E i capricci non servono a nulla…”

“Ma qualche volta tornerai a vedermi?”

“Te lo prometto. Adesso va e vinci la partita.”

“Sì!Ma posso chiederti un’ultima cosa,signor presenza?”

“Dimmi pure.”

“Come ti chiami?”

“Daisuke…mi chiamano tutti così.”

“Allora,ciao Daisuke!”

Sorridente,Reiichi entrò in campo. Lo sapevo che era un bambino straordinario!

Uscii fuori dallo stadio. Il bello di essere un angelo è che sei invisibile. Diventi visibile solo se lo vuoi tu,o se qualcuno capisce chi sei.

Ritornai sulla mia nuvoletta tanto soffice,ma il Paradiso non era tranquillo.

“DAISUKE!!!Ma dove ti eri cacciato?!”

“Shinji!Cos’è tutto questo trambusto?”

“Ti vuole il capo. Immediatamente.”

Shinji era un angelo con un mucchio di esperienza,e faceva il vice-capo,in pratica.

Tremante,entrai nell’ufficio.

“M-mi avete cercato,capo?”

“Sì…ma comunque non tremare e accomodati.”
Mi indicò una nuvola rosa,e mi ci sedetti.

“Il motivo per cui Shinji è tanto nervoso,è che il termometro dell’amore è quasi impazzito.”

“Avete trovato un caso per me?!”esclamai con impazienza.

“Sì…Ecco a te…”

Sospirò e mi porse un plico. Lessi…

Takeru Takaishi. 26 anni. Giocatore di pallacanestro nell’NBA,nei Chicago Bulls. Di origini franco-giapponesi. Foto a lato.

“Ma…capo!Non sono più un angelo dello sport!”
”Lo so benissimo,e Takeru non è certo il tipo che manca di autostima. Se magari continuassi a leggere…”mi disse con un tono molto paziente. Ma d’altronde ero alla mia prima esperienza in quel campo!

Guardai la foto di quel ragazzo. Alto. Biondo. Occhi cerulei. Era pure famoso,e se non sbaglio i giocatori dell’NBA vengono pagati parecchio. Almeno,Reiichi diceva sempre così.

Se era così perfetto,come mai non aveva ancora una fidanzata?!

Ed ecco il fascicolo attinente alla sua anima gemella,sempre secondo il termometro dell’amore.

Hikari Yagami. 26 anni. Fotografa di professione. Vive a Chicago,pur essendo giapponese, e si batte contro le ingiustizie. Foto a lato.

La ragazza era completamente diversa,e a quanto mi sembrava,non solo fisicamente. Era bruna,con gli occhi nocciola che tendevano al rosso. Aveva uno sguardo penetrante.

“Il tuo compito è farli innamorare,Daisuke.Non puoi sbagliare.”

La voce del capo era decisa. Io un po’ meno.

 

 

Allora…..innanzitutto volevo dirvi che ho momentaneamente interrotto la pubblicazione di “Quanto può essere pericolosa una top-model?”in quanto non ho molte idee per continuare…vi prego di avere pazienza!!^^” Lo so, è sciocco da parte mia pubblicare ora una nuova fanfiction viste le tante storie che ho in corso…a proposito,volevo dire a Sora89 scusa!!!Se non ho ancora iniziato a scrivere il terzo capitolo della nostra ficcy! Ma… sono fatta così! Questa storia…mi è venuta in mente un paio di mesi fa,leggendo il nuovo libro di Cecelia Ahern,”Se tu mi vedessi ora”…la storia è completamente diversa,però! Adoro scrivere AU,e credo lo si sia visto…eheheh!XD Mmm…aspetto vostri commenti!^^ A presto!

HikariKanna

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Incontro con la prima vittima! ***


Angeli del cuore

    Angeli del cuore

“Ma dove caspita si trova l’ufficio di quella donna?!”

Dunque,fa’ il punto della situazione,Daisuke,mi dissi preoccupato. Sei a Chicago, una città che non conosci affatto,sei diventato un angelo del cuore,il termometro dell'amore è quasi impazzito quando ti hanno affidato il caso,tutti credono in te…e tu ti sei perso!!

E non potevo neanche chiedere informazioni...Gli adulti non mi vedevano!E certo se avessero visto i loro pargoletti parlare con una strana presenza,chissà quante sedute da uno strizza cervelli avrebbero fatto fare loro…siccome io amo molto i bambini,volevo risparmiare loro questo supplizio.

Jun aveva detto:"gira a destra appena arrivi al più grande centro commerciale,e ti troverai nella via dove c’è l’ufficio di Hikari Yagami."Takeru,invece, era in trasferta a Memphis,me ne sarei occupato al suo ritorno.

Oh!Eccolo, il centro commerciale!!E date le sue dimensioni e tutte le persone che vi entravano,avevo ben ragione di svoltare a destra! Così feci,e mi ritrovai in una stradina stretta. Però la via era quella indicata dal capo!!Oh,ce l’avevo fatta!

Ok,ok…la strada l’avevo pure trovata,ora si trattava di trovare l’ufficio. Speravo vivamente che Hikari fosse lì…anche perché altrimenti non avrei saputo dove trovarla!

“Ehi,basta!Non ti sono serviti a nulla gli anni come angelo dell’ottimismo?”(breve parentesi:gli angeli dell’ottimismo,come suggerisce il nome,sono angeli che infondono voglia di vivere. Voi usate i cosiddetti antidepressivi,ma in realtà non sapete che ci siamo noi…ecco perché le vostre cure riescono e gli psicologi sono molto quotati,non per altro!)

"Numero 15,numero 15..."

Ed io ero ancora al numero 113...quantomeno le mie alucce si sarebbero allenate!

"Ehi,Daisuke,che ci fai qui?"

Mi guardai in giro. Chi mi aveva chiamato?O meglio,chi mi aveva visto??

"Ah...Yamato,eri tu!Miseriaccia,potresti non farmi prendere questo spavento ogni volta che ci incontriamo??"

"Ehi,sta calmo!"

Yamao era un angelo della musica,biondo,con gli occhi azzurri...ecco,ciò che voi normalmente identificate con un "angelo". Se avete presente cosa fanno gli angeli dello sport,non vi sarà difficile immaginare cosa facciano gli angeli della musica:semplicemente si occupano della carriera di coristi e di possibili rockstar...in realtà sono specializzati;c'è chi si occupa di musica lirica,chi di musica pop,chi ancora di gospel...Yamato si occupava del rock. Ma che ci faceva lì?

"Che ci fai qui,biondo?"gli chiesi curioso.

"Cosa ci fai tu,semmai!Io mi stavo occupando di un ragazzo che non riesce a fare il barré sulla chitarra...ma tu non ti trovavi in Giappone?"

"Che c'entra,lo sai benissimo che non andiamo a zone!E comunque mi hanno promosso ad angelo del cuore!"

Potei leggere nei suoi occhi un lampo di scetticismo,ma dopotutto Yamato è fatto così...niente di cui stupirsi.

"Davvero?!Complimenti,allora...dunque sei qui per far innamorare due piccioncini?"

Piccioncini forse non era ancora la parola adatta...

"Sì,ora dovrei controllare la ragazza...abita al numero 15 di questa strada."

"La ragazza?"La sua faccia assunse un'espressione strana. "Bè,allora..Buona fortuna,Daisuke!A presto!E...fai attenzione ad attenerti al tuo compito!"

Volò via,lasciandomi perplesso. In realtà lui lasciava perplesso chiunque...un tempo era un angelo del cuore anche lui...chissà perché era stato retrocesso!

Ma in quel momento non importava...!Volai fino alla fine di quella strada,osservando con gioia i bambini che ridevano. Lì vicino c'era un parco,infatti...

Adoro vedere i bambini giocare...sono così puri...quando poi si fece ora di pranzo(per voi,visto che noi non mangiamo),e il parco fu abbandonato da tutti.

Ora di pranzo!E io mi ero incantato a vedere i bimbi!!Di sicuro Hikari se n'era già andata dall'ufficio...uff...

"Diamine!!Sora è in ritardo!"

Eh?Chi aveva parlato?! Il parco era deserto! Poi mi accorsi che c'era un'esile figura che andava avanti e indietro come un'indemoniata,guardando furiosamente l'orologio.

Capelli castani che arrivavano fino alle spalle,occhi scarlatti...confrontai la sua faccia con quella della foto che mi aveva dato il capo,e mi avvidi che era proprio...

"Hikari!Scusami per il ritardo!!Certo che però tuo fratello è poco opportuno a volte..."

Aveva fatto la sua entrata in scena un'altra donna,di cui un ipotetico Yamato umano avrebbe potuto essere coetaneo,che aveva gli stessi occhi della mia "vittima",ma capelli arancio.

Hikari l'aveva chiamata "Sora".

Dal loro dialogo,che io seguivo indisturbato da un albero appena sopra la loro panchina,capii che questa Sora era la fidanzata del fratello di Hikari,un certo Taichi...ma perché né Sora né Taichi mi erano nuovi come nomi?

Era una sensazione che non sapevo spiegarmi...e di solito noi angeli sappiamo spiegarci tutto...!

"Insomma,Sora...devi firmare questa petizione!Non è concepibile che alcune delle tue colleghe stiliste usino ancora pellicce di animali veri,uccisi per un fine barbaro!Spero che tu sarai d'accordo con me!"

La ragazza che io avrei dovuto far innamorare aveva un carattere!E pensare che all'apparenza sembrava così seria e timida! Sora l'ascoltava quasi paurosa che da un momento all'altro avrebbe potuto sputare fiamme.

In effetti il capo mi aveva avvertito,Hikari era una fotografa che si batteva contro gli abusi di ogni tipo,ma mai l'avrei definita così agguerrita!Proprio vero che l'apparenza inganna!

"Certo che sono d'accordo con te...ma capirai pure tu che non è affatto semplice convincere tutte le stiliste a smettere di usare gli animali vivi. Considerando poi che molte stelle dello spettacolo e dello sport..."

"Me ne infischio delle star!"

Ahia...cominciavamo male!Lei si sarebbe dovuta innamorare proprio di una star dello sport!O almeno,pensavo...perché io certo non sapevo quanto fosse bravo Takeru. Ma se giocava nell'NBA...

"Oh,Hikari,non puoi fare così!Lo so che le tue idee sono giuste,ma devi essere più malleabile!"

"Un corno!Ogni secondo muoiono animali innocenti per soddisfare le mode del momento!Mode che poi vengono abbandonate..."

"Ehi...io mi sono trasferita in America proprio per inseguire il mio sogno,non iniziare a borbottare cose contro il mio lavoro!"

"Scusa,Sora...vabbè,dai,ti ho scocciato abbastanza...ti lascio andare da mio fratello..."

Per la prima volta da cui l'avevo vista,sorrise. Era carina quando sorrideva!

"E tu dove andrai a mangiare?"le chiese l'amica preoccupata.

"Oh,bè...non ho tanta fame..."

"Se continui ad andare avanti così,diventerai anoressica!"sospirò Sora.

Lo stomaco di Hikari diceva l'esatto contrario di ciò che la padrona affermava...certo che io,voi donne umane,non vi capisco proprio...che senso ha imbellettarsi e dimagrire così?!Gli umani maschi si innamorano comunque di voi!

"E va bene,andrò in rosticceria a prendere qualcosa a base di verdure."

Sora fece una strana smorfia,come a dire "non cambierai mai"...più o meno quelle che mi rivolge Ken sono affini!

"Come vuoi,basta che ti mantieni in forze."

"Ehi...io sono nota per la mia natura di contestatrice,no?Tu cerca di far girare nel tuo ambiente la petizione,ad ogni modo...e io svilupperò quei rullini atroci...perchè il mondo deve sapere..."

"...perché il mondo deve sapere quanto stiamo facendo male alla natura che ci ha generati."Sora finì la frase al posto suo. Di solito lo si fa quando una persona è particolarmente pedante.

"Ehi,sono così ripetitiva?"domandò Hikari divertita.

"Sì,sì...ora fammi andare da Taichi,altrimenti si sente abbandonato..."

Sora sorrise e se ne andò,lasciando Hikari su quella panchina. Vedendola così,mi sembrò molto meno contestatrice di quanto non mi fosse sembrata in un primo momento...Che fortuna che avevo avuto ad averla trovata lì!

Ma probabilmente era stato grazie ad un aiutino del capo! La seguii per tutto il tragitto che fece. I suoi passi ripercorrevano strade che sicuramente faceva ogni giorno.

"Ehi,Ben...c'è il solito hamburger alla verdura per me?"

Era entrata in rosticceria,come aveva promesso a Sora. Ma...un momento!Aveva detto "il solito"??Era vegetariana...ed era sicuro al 100% che mangiava male,ma non perchè fosse vegetariana. Forse fra i suoi numerosi impegni non aveva il tempo di mangiare come si deve!Ma probabilmente l'amore le avrebbe fatto bene...!

Il negoziante la servì puntuale,e lei ritornò in quell'ufficio che tanto mi aveva fatto penare.

Entrando con lei in quell'"ufficio",dovetti appellare a tutta la mia calma angelica. Tutto era fuorchè un ufficio! Era più giusto definirla..."accozzaglia"!Dunque,c'erano foto di animali dappertutto,una stanzetta oscura,una pseudo-scrivania ricoperta di carta riciclata,articoli di giornali cerchiati. Poi c'erano alcune foto(di persone) ben incorniciate...

un ragazzo dai capelli castani ricorreva particolarmente,era forse il fratello Taichi? Poi c'erano i suoi genitori,Sora...e vari ragazzi. Chissà,forse i suoi amori.

Entrata,Hikari si buttò pesantemente sulla sedia e trangugiò in fretta il panino. Un po' mi faceva pena...

Appena finito il panino,gettò la carta nel cestino stracolmo. Decise di buttare un po' di spazzatura,dopo aver diviso i rifiuti secondo la categoria.

Non so se si trattasse di un vero e proprio ufficio,visto che c'era un letto poteva darsi fosse la casa. Ma c'era qualche commissione da fare per lei...sviluppò il rullino(ecco a cosa serviva la stanzetta oscura!Sono affascinanti le camere oscure!),sempre sotto la mia supervisione,poi aprì delle lettere indirizzatele.

"Oh,no...Lo sapevo...dovrò trovarmi un lavoro fisso...!"borbottò a mezza voce.

Lessi la lettera che aveva in mano:era un'ingiunzione di pagamento.

E cioè?! Oh,bè,al momento non m'interessava sapere cosa fosse quell'ingenzione o cosa diavolo era... L'importante era che avessi conosciuto un po' Hikari,la mia vittima numero uno...

 

Auuuh...finito il secondo cappy!!Mi rendo conto che è un po' corto(in realtà il secondo e il terzo sarebbero dovuti essere un unico capitolo,ma poi ho deciso di dividere l'incontro dell'angioletto Daisuke con Hikari da quello con Takeru!),ma non immaginate Word quanti problemi mi sta dando!!Uffiiiiii!

Comunque ringrazio tantissimo onigiri,Imi,Sae,Elisa,eles,Sora89,Ichigo_chan25,hinata_chan e Driger che mi hanno recensito su manganet e su efp!Non sapete nemmeno quanto mi abbiano gratificato i vostri commenti!!Continuate a sostenermi,per favoreee!!Ditemi sinceramente se questo capitolo vi piace!

Tornerò presto con l'incontro di Daisuke e Takeru...riuscite a immaginare?! XDXD

 

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Capitolo 3
*** Incontro con la seconda vittima! ***


Angeli del cuore

Angeli del cuore

Dunque...fintanto che Takeru era in trasferta,non potevo combinare nulla. Più che altro,in quel weekend in cui lui era a Memphis a giocare,feci la spola fra la mia soffice nuvoletta e l' "ufficio"di Hikari...poi avevo scoperto cosa mai significasse ingiunzione di pagamento;pareva che la mia -non ancora-innamorata avesse problemi con l'affitto,e che quindi dovesse cercarsi un lavoro fisso. Purtroppo,a sua detta,i sogni e le battaglie non riescono a far vivere un uomo...Servono sempre questi maledetti soldi!

Giustamente potreste obiettare:come mai non sono andato a Memphis a cercare di conoscere Takeru? Bè,la risposta è molto semplice:(a parte che sono un angelo pigro,io!) dovevo conoscere Takeru nel suo universo familiare,scoprire le sue abitudini quotidiane. A che pro andare lì,se poi avrei dovuto osservarlo lo stesso a Chicago?Tanto valeva riposarsi un po'...e inoltre...

Io adoro la mia nuvoletta!!!Ma quel sabato mattina(Hikari era andata alla sede di un giornale per cercare di farsi assumere,o almeno,così avevo capito)la mia pace era destinata a durare poco.

"Daisuke!Ma sempre a poltrire ti trovo?!"

"Nessuno ti ha chiesto niente,Miyako...! Puoi anche evitare di dare pareri gratuiti agli angeli rispettabili!"

Miyako era un angelo per anziani. Esattamente,la sua mansione consisteva nel far compagnia a quegli adorabili anziani soli.Lei -era un angelo "donna",diciamo- aveva un ruolo difficile;fra noi,era quella che era sempre più a contatto con la morte...

"Tsk... comunque mi hanno detto che sei stato promosso!Complimenti."

La sua voce non aveva nulla di sarcastico,così mi degnai di guardarla in faccia. Non aveva una bella cera.

"Grazie...Ma...E' successo qualcosa?"chiesi il più gentilmente possibile.

"Oh...no,è che...vabbè,ci sono abituata. Solo che ti fa impressione..."

"...essere immortali,quando i tuoi amici muoiono?"

Lei si sedette accanto a me. Avevo come l'impressione che fosse morta l'arzilla vecchietta a cui faceva compagnia da mesi,oramai.

"Eh,già. A volte non ti viene l'impressione che è meglio vivere come i mortali?"
"E cioè studiare,lavorare,sposarsi,crescere i figli per poi rimanere soli con gli angeli e morire??Perchè dovrei volere una vita come questa?!"chiesi incredulo.

"Daisuke...Il mio era un discorso serio!"esclamò picchiandomi un pugno in testa. Credo si sia capito che io e lei litighiamo spesso...non che non la sopporti...è solo che siamo completamente diversi!

"Ahia...comunque anche il mio lo era! Cosa invidi degli umani?!"

"La capacità di saper ridere di tutto...e di godersi la vita minuto per minuto. Essere angeli...bè...sono sempre le stesse cose."

Raccolse un batuffolo di soffice nuvola bianca,rattristandosi. Non è mai così,di solito è allegra,vivace...fin troppo. Ma quando si affeziona a qualcuno che poi viene a mancare sprofonda in certi abissi...Siamo stati per un po' "colleghi",lei aveva fatto anche l'angelo dello sport,occupandosi di bambine alle prese con la danza. La conoscevo come le mie tasche,e non mi stupii di vederla singhiozzare e poi stringersi a me. In realtà le voglio bene,come direste voi? Ecco...voi direste che è la mia migliore amica,sì!

"Daisuke,senti,avresti un minuto?"

Quel giorno non mi si dava pace!Ora ci si metteva anche Ken!

"Certo..."

Ken giunse anch'egli alla mia nuvoletta(eravamo abbastanza vicini) in un batter d'ali.

"Scusami,Miyako,però..."

Ken si zittì ,osservandola.

"Nulla,Ken!Anzi,scusami tu,è che sono incompetente...mi commuovo ancora!D-dovrei...abituarmici..."

Si alzò,con un'espressione di scuse stampata sulla faccia.

"Non dire così...sei solo molto sensibile! Ed è uno dei lati che mi piace di più del tuo carattere..."
Lui le carezzò una guancia,mentre io mi stesi di nuovo sulla nuvoletta,scocciato. Quei due fanno così da una vita...vanno avanti a complimenti,a sguardi,arrossiscono...uffa!Mai che si diano da fare seriamente!

"Ragazzi,sceglietevi una nuvola,farete prima!"

La mia frase li spiazzò,rendendoli rossi come due pomodori maturi. Scegliersi una nuvola,in gergo angelico,equivale al vostro convivere. Una volta scelta la nuvola,ci si va a vivere,e poi dalla nuvola(sì,dalla nuvola,avete capito bene) nascono i nuovi angeli,pronti ad essere istruiti.

"Daisuke!Ma quand'è che la smetti di dire cavolate?!Io e Ken siamo solo amici!"

"Sì,e io sono il capo!"

Diedi loro le spalle. Miyako volò via,e Ken si dimenticò il motivo per cui era venuto,dovendo correre ad un nuovo caso. Noi non abbiamo il tempo di fermarci...siamo come robot,eseguiamo,eseguiamo...Ciò non vuole che non abbiamo sentimenti,basti pensare a Ken e Miyako!Solo che pochissimi angeli decidono di vivere in coppia...anche se il capo è molto liberale su queste cose!

Finalmente mi addormentai,ma ciò che riuscii a sognare fu solo Miyako al capezzale di Ken anziano...che razza di sogni...!

Domenica sarebbe stato il giorno del fatidico rientro di Takeru.Mi dovevo preparare un piano.

"Ma,Daisuke,scusa...cosa ci fai qui?Pensavo che avessi un caso tra le mani."

E adesso chi cavolo era?!

"Sentite!Ora basta!Sposatevi,diventate umani,basta che...oh,capo,è lei!"

Che figuraccia!!Io pensavo fossero Ken e Miyako!

"Fa niente...ma mi spieghi come mai sei qui?Non mi pare di averti assegnato giorni di ferie..."

Come al solito,la faccia del capo era coperta...nessuno di noi l'ha mai visto in volto,e ciò avvolge ancor più di mistero la sua figura.

"No,in effetti no...ma sa,uno degli umani di cui mi è stata affidata la questione amorosa...ecco,Takeru,appunto,si trova momentaneamente in un'altra città...e quindi pensavo..."
"...di riposarti un po'. Hai fatto bene,fai pure con calma...l'importante è non con troppa calma!"

"Non c'è problema...sono affidabile!"

"Questo lo so...altrimenti non ti avrei promosso!"
Scomparve di nuovo. Sapete...ricevere complimenti dal capo,per noi,è meglio di una promozione,ti senti davvero gratificato!

Ma ad ogni modo,non potei dormire lo stesso,visto che Jun aveva bisogno di me. Era la triste realtà:ero, e sono richiestissimo!

                                                   ****

Domenica sera. Ritorno della mia vittima numero due.

Poco prima ero passato dalla mia vittima numero uno(d'ora in poi li chiamerò così:vittima Hikari e vittima Takeru,oppure uno e due),per vedere cosa mi stesse combinando. Non aveva fatto granchè durante i giorni della mia assenza,però aveva trovato un lavoro ad un giornale locale. Praticamente le sue mansioni consistevano nel fotografare alcuni eventi importanti...non quella robaccia da paparazzi,credo,bensì proprio eventi mondani,o giù di lì. Si vedeva che non ne era entusiasta...ma non poteva fare altrimenti.

Quando arrivai allo stadio di basket di Chicago,credetti di aver bisogno di occhiali da sole...neanche il paradiso è così abbagliante!

Non dovevo entrare,a quel che avevo sentito dire i giocatori sarebbero arrivati col pullman davanti allo stadio. Non mi rimaneva che aspettare...

All'improvviso si radunò una folla immensa,e dovetti volare su un albero lì vicino per osservare meglio la scena.

C'erano moltissime donne di ogni età. Era buffo vedere qualche signora attempata vestita da giocatore di pallacanestro e sventolare uno striscione:"Takeru ti amo".

Di "Takeru ti amo","Takeru sposami!!!","Takeru voglio essere solo tua",ce n'erano un'infinità...richiesto il ragazzo sulla piazza!

C'era perfino una bambina che aveva un cartello:"Posso diventare tua sorella?"

Pazzesco...!Però non andava bene il fatto che Takeru fosse così desiderato e conosciuto,ci sarebbero stati problemi più avanti...ma perchè proprio a me?!Non potevano capitarmi due persone che si conoscevano e si amavano da una vita,e non se l'erano mai detti?Lì la cosa sarebbe stata molto più facile...

Ma se il capo mi aveva affidato quella missione particolarmente complicata,significava che si fidava di me...o che forse non voleva farli innamorare!

Finalmente arrivò il pullman,e la folla femminile era in delirio...ma cos'aveva questo ragazzo di così speciale?!

Scesero tutti gli altri giocatori,ma non ce n'era uno biondo!Possibile che avessi avuto informazioni sbagliate?

Il pullman se ne andò,lasciandomi stupefatto.

"ECCOLO!!!"

Un grido mi perforò le orecchie...eccolo?!

Una limousine bianca immensa si fermò davanti allo stadio e da lì uscì un ragazzo con gli occhiali da sole...avrei voluto chiedergli dove mai vedesse il sole,visto che era sera,ma venne accerchiato subito.

Era Takeru. Il signorino veniva da solo.

L'avevo capito dalla ressa che si scatenò di lì a poco...lui però non diede retta a nessuna delle donne che tanto pazientemente l'avevano aspettato,ed entrò nello stadio scortato dalle guardie del corpo.

Uh...scontroso,e tra parentesi,fatemelo dire,non era neanche un granchè...

Entrai nello stadio anch'io,curioso.

"Ehi,Takeru...vedo che anche oggi stanno tutte per te!"

Colui che sembrava l'allenatore della squadra,in quanto più anziano,gli aveva appena rivolto la parola.

"Tsk...non m'interessa..."

Wow...socievole...!Poi prese la parola un ragazzo dai rossi capelli a spina(mi assomigliava un po'!),irriverente.

"D'altronde,cosa se ne deve fare un campione come lui di qualche ragazza adorante?Chissà,magari sei anche alla ricerca del vero amore,eh, Takeru-kun?"
"Hai poco da prendere in giro,Anthony!"

In realtà non capivo il perchè di quella riunione dopo-partita. Non si fanno i ritiri pre-partita?

"Ehi,buoni,buoni!"Lo pseudo-allenatore li zittì.

"Dunque,vi ho riuniti qui perché volevo farvi i complimenti,ragazzi. Se siamo in cima alla classifica,bè,è solo merito vostro!E complimenti davvero a te,Takeru...migliori ogni giorno che passa."

"Naturale."

Takeru lanciò un'occhiata di superiorità a quel certo Anthony,che rodeva di rabbia.

"Sì,ma...coach,che ci avete riuniti a fare?"chiese un altro componente della squadra.

Non chiedetemi come,ma nel frattempo sugli spalti erano riuscite a salire alcune donne...cosa non si fa per amore!

"Solo per farvi i complimenti..."

Una marmaglia indistinta di:"Pensavo chissà che!","Ma io ho fame!!", "Ce li potevate fare un'altra volta"invase le orecchie del mister,che si sforzò di rifare ordine,alzando un po' il volume della voce.

"...e siete venuti qui anche perchè vi devo dire che dovrete essere puntuali lunedì!Solita ora,solito posto!E ricordatevi che vi dovranno fare il servizio per..."

Nessuno più lo stava ad ascoltare.

"Sempre la solita storia..."disse Takeru,prima di firmare qualche autografo e ripartire con la limousine.

                                                   ****

Seguendolo in volo fino a casa sua,ebbi modo di riflettere su di lui. Era...famoso,bello,ricco(aveva la limousine)...però era scostante,e se la credeva un po'. Decisamente aveva avuto ragione il capo,dicendo che a Takeru non mancava l'autostima.

Arrivato a casa,congedò le tre guardie del corpo,e fu finalmente solo. Potevo così osservarlo meglio.

La sua casa era immensa,niente a che vedere con i problemi di affitto di Hikari!Un giorno,quando avrebbero convissuto,sarebbero sicuramente andati a vivere da lui. Perchè dovevano convivere!Ma prima forse dovevo farli conoscere...

Mise a posto la tuta,si fece una doccia,e si buttò sul letto stanco morto. Evidentemente giocare lo sfiancava parecchio.

La sua segreteria telefonica lampeggiava incessantemente e lui dovette alzarsi per sentire che messaggi c'erano.

Tre messaggi erano di sua madre,che lo incitava,gli ricordava cosa doveva mangiare quel giorno,e cose del genere,messaggi che lui cancellò immediatamente.

Altri erano di un suo amico,Iori:diceva che non si faceva vedere da un secolo con la scusa delle partite.

Takeru sbuffò,borbottando che non era un scusa.

Altri quattro messaggi,appartenevano a quattro ragazze diverse. Chi lo definiva un idiota,chi piangendo chiedeva cosa avesse fatto di male,chi diceva che quello sarebbe stato il suo ultimo messaggio e che se lui ci teneva a lei,avrebbe dovuto richiamarla. L'ultima ragazza,infine,lo mandava al diavolo,affermando che non gli averbbe mai perdonato il suo tradimento.

"Per me possono andare tutte al diavolo...in fondo mi sono solo divertito..."mormorò soddisfatto di chissà quale primato.

Sorridendo,Takeru cancellò tutti quei messaggi e si stese sul letto,addormentandosi.

Osservai che aveva vicino al letto due foto:una di lui fra i due genitori che sorridevano,e l'altra era la foto di una ragazza dai capelli ricci neri,che aveva una faccia malinconica. Forse era il suo primo amore...pensando però al fatto che probabilmente quelle quattro ragazze dei messaggi lui le aveva avute come fidanzate nello stesso periodo,bè...non riuscivo a provare compassione. E poi,perchè avrei dovuto provarla?Si vedeva che stava benissimo!

Tornai su al paradiso,pensando al possibile da farsi. Avevo conosciuto le mie due prede:una aveva problemi con l'affitto e si era dovuta trovare un lavoro che non le piaceva,l'altro aveva fin troppi soldi col suo lavoro ma doveva un po' abbassare la cresta.

Bella situazione...come potevo farli incontrare? Abitavano abbastanza vicini,sì...ma conducevano vite diversissime!

Presi in mano la cartina della città di Chicago,e notai che proprio vicino allo studio di Hikari si trovava un bel bar. Decisi che la mattina dopo li avrei fatti incontrare lì,non importava come...ricordatevi poi che noi angeli abbiamo risorse inaspettate.

 

Scusateeeeeeeeeeee!!!Sono una maledetta incostante,lo so!!!Ecco a voi l'incontro fra Take e Dai...non proprio positivo!XD (ma io non l'ho ancora conosciuto!NdTakeru)(E che c'entra?Sei molto libertino,lo sai?NdDaisuke)(Ma l'autrice mi ha fatto così!ndT)(Non cercare scuse!!!ndD)

Un grazie a tutti coloro che mi recensiscono e che mi leggono!Volevo farvi un chiarimento per quanto riguarda Sora e Yamato...(avendo avuto minacce!O_ò)

Io sono Sorato,e sebbene all'inizio Sora stia con Taichi e Yamato sia un angelo,non è detto che non potranno stare insieme!In realtà,la loro sarà una storia un po' triste e sentita,che avevo in mente da un secolo...ve ne accorgerete presto!Ma tanto credo che voi abbiate già parzialmente capito il motivo della retrocessione di Yamato...eheheh!

Nel prossimo tratteremo il primo incontro fra Takeru e Hikari...(come mi dovrò divertire!!!!!XDXD)...

Sapete,mi è venuta anche l'idea per un seguito di Angeli del cuore,però triste...quindi penso che dovrete sopportarmi molto a lungo!!!^_-

HikariKanna

 

 

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Capitolo 4
*** Grazie,Chris! ***


Angeli del cuore

Angeli del cuore

 

“Ricordati che è una ragazza,Daisuke…vacci piano…”

Era un’assolata mattina di settembre,e i raggi della vostra nana rossa stavano illuminando Chicago. L’unica che pareva non voler usufruire di quella sfolgorante luce era proprio Hikari…ma quel giorno avrebbe dovuto conoscere Takeru, volente o nolente!

Peccato che la ragazza dormisse della grossa…Come fare a svegliarla piuttosto delicatamente? Era pur sempre una donna…

“Pensa,Daisuke,pensa…Cosa potrebbe farla risvegliare di colpo?”

Qualcosa che lei odiava sentire…

Ma certo...!Odore di carne e di pellicce!!!Sì,ma dove lo trovavo?

Mmm…Giusto in quel momento la signora del piano di sotto stava buttando l’immondizia…

Volai fino al cassonetto,e presi qualche resto di petti di pollo che erano stati buttati. Che spreco…

E che schifo mettere le mani lì dentro al solo fine di far svegliare la mia vittima e di farla incontrare con l’altro prescelto…maledetto lavoro! Puah…

Appena tornato attraverso la finestra,mi misi diabolicamente all’opera.

Avvicinai al suo nasino il petto di pollo,ma Hikari si girò dall’altra parte del letto. Riprovai più e più volte,ma niente…si rigirava di continuo.

Era come se mi evitasse volutamente. Ma non poteva essersi accorta della mia presenza,quello no!

Tutti questi buchi nell’acqua finché non suonò la sveglia. E Hikari si alzò di colpo.

Riuscite anche solo ad immaginare come mi sentissi? Io,con petti di pollo puzzolenti in mano,che avevo invano tentato per venti minuti di svegliarla…e lei,serafica,si era svegliata SOLO al suono di quell’aggeggio.

Gettai di nuovo la carne nell’immondizia,prima di decidere esattamente il da farsi.

Dunque,era lunedì mattina. Takeru doveva recarsi agli allenamenti alle 9.30,Hikari doveva invece andare a lavoro…se non sbagliavo,le sarebbe stato affidato il primo incarico importante.

Dovevo assolutamente passare per la nuvoletta a farmi una doccia,una volta fatte incontrare le vittime…Emanavo un olezzo nefasto. Ma così avrei fatto piovere su Chicago…ok,ci avrei pensato dopo.

Decisi di darmi una mossa ed estrassi la “MVATP”(modifica volontà a tuo piacimento),facendo in modo che lei desiderasse assolutamente un cappuccino.

Infatti,pochi secondi dopo,esclamò: “Magari vado al bar di sotto a prendere un bel cappuccino caldo…”

Ora,fatemi fare una precisazione. Non è che tutte le scelte che fate sono dettate da noi…le sciocchezze le sapete fare benissimo da soli,e devo riconoscere che sapete prendere anche sagge decisioni…diciamo che noi angeli decidiamo un buon 45% delle vostre azioni in campo d’amore.

Hikari,pettinandosi i lunghi capelli castani,stava cantando e definendo cosa mettersi. Se voleva fare colpo su Takeru -e lo doveva fare,così il mio incarico sarebbe finito subito- non poteva permettersi di essere trasandata. Feci sparire tutte le tute,maglie e pantaloni sformati che aveva,lasciando solo qualche vestito. Per tutte le stelle,ne aveva davvero pochi!

“Ma com’è possibile?Dove sono tutte gli altri capi?”

Rovistò per molto tempo alla ricerca dei suoi vestiti preferiti,ma tanto non avrebbe risolto nulla!

Succede spesso che un angelo faccia sparire delle cose,e nel caso di donne è molto probabile che si tratti di vestiti… Ecco perché molte donne dicono: “Non ho niente da mettermi!”

Era tremendamente carina rossa per lo sforzo!

Però…non potevo gingillarmi tutto il tempo a casa sua…avevo anche un’altra vittima a cui pensare!

 

                                                 ****
Il caro signorino Takaishi dormiva come un sasso. Beato lui che se lo poteva permettere…

Mi strofinai gli occhi,stanco. Avevo seriamente rischiato di farmi acciuffare da quei maledetti sensori d’allarme…Figurarsi se volevo  pensare ad altri modi carini per svegliare le persone. Takeru era un uomo,grande e vaccinato,non avrebbe certo sofferto per un pizzicotto.

Sbadigliando,volai fino al letto e gli tirai un bel ceffone. Sì,d’accordo,era stato un po’ forte,ma era per vendicarsi di tutti gli allarmi che quella casa aveva.

“AHIA!Ma cosa diavolo era?”
Takeru balzò in piedi,massaggiandosi la guancia destra. Suvvia,quante storie!

“Ma…sono le 8 e mezza…gli allenamenti sono tra un’ora…”

Tsk tsk tsk. Povero illuso…Fece per riaddomentarsi,ma riutilizzando il MVATP desiderò intensamente un cornetto alla crema(la polvere desidera- cappuccino era quasi finita,dovevo anche fare rifornimenti).

Mentre si vestiva anche lui,potei osservare la sua casa alla luce del sole. Notai come un vuoto nella sua foto di famiglia…

E notai anche come quella casa gigantesca fosse…triste. Non c’era amore fra quelle mura,e speravo che con Hikari le cose sarebbero potute cambiare.

Ops!Se non mi sbrigavo,rischiavo di mandare tutto a monte!

Takeru uscì presto dal bagno,dirigendosi subito alla porta.

Fuori dalla magnifica tenuta,l’aspettavano una splendida berlina e tre omaccioni preoccupanti.
”Ah,non ti preoccupare,Steve…lasciami la macchina,avevo voglia di fare una passeggiata da solo e di mischiarmi alla gente comune…”

“Ma signore…è pericoloso!”protestò una delle sue guardie del corpo,che gli aveva già aperto la portiera della vettura. 

“Ti ho detto di non preoccuparti. Ma forse è meglio usare l’altra macchina…che dite,questa da troppo nell’occhio?”

“Direi di sì,signore…”risposero all’unisono i tre.

In effetti…per quanto in America le limousine si vedano abbastanza spesso,non era certo adeguata per una passeggiata…

“Benissimo…Nat,va a prendere l’altra,allora!”
“Subito!”

Uno dei tre uomini in nero si mosse immediatamente. Certo che Takeru era potentissimo…bastava un suo gesto,e un piccolo microcosmo si muoveva,quasi fosse un direttore d’orchestra.

Il body-guard chiamato Nat tornò in fretta con una macchina lussuosissima. Certo non ai livelli della limousine,ma anche quella dava abbastanza nell’occhio!

Il ragazzo mancava di senso pratico…

“Perfetto…a dopo,ragazzi!”

Takeru girò le chiavi della macchina e partì a tutta birra.

 

                                                   ****

Uno dei tanti vantaggi di essere angeli è anche questo:puoi esimerti dal traffico. Oh,a noi gli imbottigliamenti umani fanno solo ridere.

Con il mio piccolo sensore controllavo le posizioni delle due vittime. Takeru,bloccato nel traffico, Hikari che camminava a piedi. Sicuramente riteneva che fosse più ecologico e salutare.

“Ehi,ma guarda dove vai!”

Oh no . Oh no no no…

Il biondino era riuscito,con non si sa quale manovra,ad arrivare di fronte al bar. Peccato che avesse quasi investito una certa ragazza…

Non sapevo se fosse positivo o negativo. Insomma,si erano rivolti la parola,si erano visti…ma in che modo!

Hikari entrò stizzita nel bar,senza dire più niente,invece Takeru posteggiò la vettura,sorridendo soddisfatto. Di cosa,poi?

Mi misi una mano sulla fronte e sentii qualcosa di viscido colarmi per la faccia. No,non poteva essere…

“Chris…qual buon vento ti porta qui?!”urlai,rendendomi conto che quella sostanza proveniva dalla bocca di un baby-angelo.

“Daisukeeeee!!Cattivo cattivo cattivo…Pecchè non mi hai detto che tei diventato angelo del cuore?”
”Perché sei ancora troppo piccolo…”

Il bimbo mi scese dalla testa. Dovete sapere che esistono anche baby-angeli…Sanno essere molto appiccicosi! Quella piccola peste che mi adorava in quel momento stava sbavando di fronte alle paste della vetrina del locale.

“Ma non è vero!!Io non shono tloppo piccolo!”

“Se non sai nemmeno parlare come si deve…Chris,ascolta…perché non te ne torni sulla tua bella stellina e ci rivediamo non appena il tuo caro Daisuke finisce questa importante missione,eh?”

“NO!!!Ueeeeeh!!”

“Ti prego,non piangere…”

Ecco!Naturalmente,quando le cose vanno più o meno bene,deve esserci un ostacolo! Cercai di consolare quel bambino,ma era una cosa quasi impossibile!

“E va bene,per il momento vieni con me…”

“Oh,che bello!!Assistente di un angelo del cuore!”

Il ruolo dei baby angeli non è proprio specifico,ma di solito si occupano delle donne incinte e dei primi mesi di vita di un neonato…è una cosa molto bella.

Vivono sulle stelle,loro,infatti sono divisi per costellazioni…Ah,già,voi credete agli oroscopi,no? Ebbene,proprio i baby angeli hanno dato vita all’astrologia…

Oh caspita!!Quel contrattempo mi aveva distratto dalla mia occupazione principale!

“Chris!!Entriamo subito nel bar!”

Il caffè era molto affollato,tanto che non riuscii a scorgere subito le mie vittime.

Poi udii due voci che all’unisono ordinarono due cose diverse.

“Un cappuccino!”

“Un cornetto alla crema!”

Erano loro. Tirai un sospiro di sollievo,facendomi largo tra le persone per poter controllare la situazione.

Dopo aver espresso le ordinazioni,si guardarono l’un l’altro in cagnesco.

Fortuna(o polvere angelica,come volete chiamarla) volle che ci fosse un solo tavolino libero,e che entrambi i poveretti fossero molto stanchi…Al punto che desideravano sedersi…

“Posso sedermi qui con lei?”chiese Hikari educatamente al biondo che si era subito impossessato del tavolino.

“Certo”rispose lui “a condizione che tu ti scusi per prima.”

Strabuzzai gli occhi. Cosa?!

“E,se è lecito chiederlo,esattamente per cosa dovrei scusarmi?”

Hikari alzò un sopracciglio,evidentemente seccata per il tu che lui le aveva rivolto.

“Bè…mi sei piombata addosso,il minimo che potresti fare sarebbe ammettere il tuo errore,signorina.”
”Sentitelo!Innanzitutto,chi mi è piombato addosso sei stato tu!E poi,avevo io la precedenza!”

La ragazza si sedette,nonostante tutto,e passò subito al contrattacco. Notai che anche lei usò il tu.
”Ma per favore…”
La voce del cestista venne interrotta dall’arrivo delle ordinazioni,e per un po’ i due furono impegnati a mangiare e bere.

Il barista indubbiamente li riconobbe,perché cominciò a bisbigliare all’orecchio di alcuni suoi colleghi. Oh no,dimenticavo che il biondo era famoso… Meno male che il locale era abbastanza trafficato e che le loro voci venivano coperte.

“Daisuke…pecchè quei due non si pallano?”

“Vorrei tanto saperlo anch’io,Chris!”

No,decisamente la cosa non poteva andare avanti così! Dopo la piccola discussione,non si erano affatto calcolati!

“E comunque…non sai quante donne darebbero la vita per stare al posto tuo.”

A spezzare il silenzio ci pensò Takeru. Naturalmente,quando mai quel ragazzo ha saputo stare zitto al momento giusto?!

“Mmm…non sapevo che il cappuccino fosse così desiderato dalla popolazione femminile.”replicò Hikari argutamente.

Takeru non si aspettava una tale risposta. In realtà,non si aspettava neanche che qualcuno non lo riconoscesse!Infastidito,continuò a parlare: “Intendevo:non sai quante donne darebbero la vita per stare vicino a me.”

“E per quale motivo? Per essere investite?Non sapevo neanche che ci fosse tanta depressione in giro…”

Adoravo quella ragazza! Era molto acuta!

“Ah,ma che parlo a fare con gente che nemmeno mi conosce?”si chiese scioccamente Takeru.

“La risposta la puoi sapere solo tu…E,di grazia,dovrei conoscerti?”

“Immagino che tu non sappia neppure cosa sia l’NBA,nevvero?”

Takeru lo faceva apposta a utilizzare termini non proprio comuni,ma Hikari non si lasciava disarmare così facilmente…

National Basketball Association.”

“Oh,mi compiaccio,sei preparata…Ebbene,hai di fronte un giocatore dell’NBA,che attualmente milita nei Chicago Bulls.”

Hikari espulse dalla sua bocca il restante cappuccino,trattenendo a stento una risata.

Il bello è che stavano facendo tutto loro.

“Ma chi,tu?E cosa saresti,una riserva?!”

Takeru,davvero arrabbiato,le fermò il braccio,costringendola a guardarlo negli occhi. Credo che Hikari rimase davvero colpita da quel gesto,nonché dai suoi occhi color azzurro cielo,perché restò in silenzio,aspettando che lui parlasse. Non la fece aspettare molto,poiché con voce gelida affermò: “Si da il caso che io sia una delle promesse dell’NBA,carina. E non mi venire a dire che segui il basket,se poi non sai chi sono io.”

Uh…che caratterino! Lasciò il braccio della ragazza,facendole quasi male,e fece per andarsene.

Però(e qui devo ringraziare Chris)il mio baby angelo preferito riuscì a rovesciare la crema del cornetto di Takeru,cioè di quel poco che ne avanzava,sulla maglietta della fotografa,facendola andare su tutte le furie.

“Mi hai rovinato la maglietta!E io che avevo un appuntamento di lavoro!”

“Fatti tuoi,non m’interessa.” Ribatté lui.

“Eh no,carino!D’accordo che ti ho offeso,ma…”
”E cosa pretendi che faccia,che ti pulisca io stesso la maglia?!”

Takeru afferrò un lembo della T-shirt della ragazza.

“Sono ttato bavo,eh,Daisuke?”

“Sì,perfetto,Chris!Ma ora fammi seguire gli sviluppi…”

“Stai fermo,signorino…”
”Non ho intenzione di farti nulla…Per me non sei che una fastidiosa ragazza incontrata per caso in questo bar!E poi anche tu mi hai sporcato la felpa con il tuo latte macchiato!”

Takeru mostrò la manica destra della felpa che indossava,sporca di marrone.

“Dev’essere stato quando ho sp…”

Hikari arrossì per la vergogna e per il fatto di non essersi accorta di essere dapprima lei in difetto.

“Non fa niente,ma non mi accusare senza prima renderti conto di quello che hai fatto tu.”le sussurrò Takeru ad un orecchio,vista la vicinanza dei loro visi.

Io mi stavo così divertendo…

“Ehi,eccoli lì!Finalmente l’abbiamo beccato con una ragazza!”

Paparazzi?

Takeru si voltò non appena vide il flash di una macchina fotografica.

“Dannazione!Ma nemmeno di mattina…!”

Prese con sé la mano di Hikari e corse alla limousine.

“Dai,Daisuke,seguiamoli!”

“E ti pare che io mi perda questo spettacolo?”
Prima,però,mi assicurai che i rullini venissero foto-impressionati e che i fotografi rimanessero indietro.

Non avevo fatto i conti con loro. Se Hikari e Takeru fossero usciti insieme-e così sarebbe stato-avrebbero sempre avuto a che fare con scandali e roba del genere…Ma loro avevano me!

Sorrisi al pensiero di un me eroico che li liberava dai seccatori. Già ne avevo dato un assaggio…

Takeru partì a tutta velocità,credendo di essere ancora inseguito.

Dopo un quarto d’ora- il traffico è spaventoso alle 9 di mattina- Hikari esclamò: “Tranquillo,li abbiamo seminati.”
Takeru sospirò. “Ora mi credi?”

“Ma io già sapevo che tu fossi famoso,Takeru Takaishi.”
Frena,frena,frena! Hikari già sapeva il suo nome?

“Daisuke,ma non avevi detto che non si conoccevano?”

“Così pensavo,piccolo. Così pensavo…”
Io e Chris eravamo sui sedili di dietro,comodamente seduti ad ascoltare ciò che si dicevano.

“Tu…sapevi chi ero?”
”Certo,mica penserai che io mi sia inventata tutto?”

“E allora perché hai fatto finta di non sapere nulla?”chiese Takeru scioccato.

“Così…”rispose Hikari sorridendo furbescamente.

Il semaforo intanto era ancora rosso.

Takeru non volle crederci,e stette per un po’ con la bocca aperta,volendo dire qualcosa,ma non sapendo esattamente cosa dire.

“Chiudi quella bocca,non sei un bambino piccolo!”
Chris si arrabbiò per l’offesa,ma si calmò in nome dell’affetto che ci legava.

“Non ci posso pensare… nientemeno,tu…A proposito,sai che non hai una faccia del tutto sconosciuta?”

Hikari lo guardò magneticamente negli occhi. “Non credo che tu pratichi il mio ambiente. Io sono una fotografa e…”
”Tu sei quella che ha indetto tutte quelle proteste!Aspetta…Hikari qualcosa…”

“Hikari Yagami.”
”Ah,sì. Giapponese pure tu…”

“Perché “pure tu”?”

“Io sono franco-giapponese…”

“In effetti non hai le fattezze tipiche di un giapponese…”

Fantastico!!La situazione andava a gonfie vele!!La prima parte,quella della presentazione,era ultimata!

“Comunque non volevo trascinarti qui in macchina apposta…”

Takeru,in tono spavaldo,lo disse solo per giustificarsi. 
”Capisco…Noi fotografi sappiamo essere fastidiosi…”
”Oh,sì,in effetti…Cioè,non tutti!”

Hikari alzò un sopracciglio.

Meno male,si era corretto in tempo. Cavoli,basta una bella ragazza e i maschi non sanno più ragionare…

“Lasciami qui,il mio ufficio è a pochi passi,e non mi va di sprecare troppa benzina…L’ambiente ne risentirà.”

Stavolta fu Takeru ad assumere un’espressione sconcertata.

Tralasciando l’ultima osservazione,Takaishi osservò:”E te ne vuoi andare girando con la maglietta sporca?”

Hikari analizzò per bene la sua t-shirt,ma non riscontrò nessuna macchia.
”N-no..non è più sporca…e neanche tu sei macchiato…”notò.
”Strano…”
Sì,strano! Tutto merito mio!

“Va bene…la nostra breve conoscenza termina qui…Dubito che ci rivedremo ancora,comunque…ciao.”disse Hikari uscendo dalla macchina.

“Ciao.”rispose lui laconico.

Come primo incontro andava più che bene!

Takeru sfrecciò a tutta velocità verso lo stadio,riflettendo forse sullo stranissimo incontro,mentre Hikari proseguì a piedi,pentendosi di essere salita in una macchina,con uno sconosciuto famoso,per giunta!
”Capitano tutte a me…”

Ma Hikari si stava sbagliando. Capitavano tutte a ME!
Non a caso,il piccolo Chris in macchina si era sentito poco bene ed io i totale puzzavo di petti di pollo,di cappuccino,di cornetto e ora di vomito e bava di angelo.

Che schifo che schifo CHE SCHIFO!

“Chris,per piacere,andiamo a darci una lavata…A questi due penseremo più tardi.”
Volammo fino alla stella dove lui “abitava”e mi feci una bella doccia rilassante…Sapete,quando noi angeli ordinari ci laviamo,sulla terra piove;ma quando si lavano dei baby angeli si hanno le stelle cadenti(nel caso del capo,invece,le aurore boreali).

Quindi,in quel momento,metà globo espresse un mucchio di desideri…E io tornavo bello pulito.

 

Non ci posso credere,ce l’ho fatta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Weeee….Ho scritto il nuovo cappy!!!Ed è pure lunghetto!^^

Ho dovuto aspettare il 2007 per aggiornare,ma credo ne sia valsa la pena… In realtà ho diversi problemi con internet,e infatti se riesco ad aggiornare ora è grazie al computer di mio padre…

Vi è piaciuto l’incontro tra i nostri due beniamini?XD Non immaginate quanto mi sia divertita…E il baby angelo?L’idea dei baby angeli mi è venuta da un regalo che mi hanno fatto,un angioletto che dorme su una stellina,e la mia mente ha elaborato tutta l’idea…!^^”

Bene,ragazzi,è cominciato un nuovo anno(è da un po’ che è cominciato,ma non mi sono fatta vedere per niente!T__T) e io sto sempre qui più presente che mai!Almeno col pensiero…
Grazie a tutti coloro che mi hanno letto/recensito nel 2006(allarghiamo i ringraziamenti!)…spero che mi accompagnerete fino alla fine dei miei vari percorsi!

GRAZIE A TUTTI!!!!!!!!
HikariKanna^^

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Capitolo 5
*** Mark e nuovi problemi ***


Angeli del cuore

Angeli del cuore

 

Che buffi che siete,a settembre!Stavo osservando dall’alto di un albero Chicago alle sette di mattina,secondo il vostro orologio,visto che da noi il tempo non esiste…era uno spettacolo che avrei dovuto consigliare lassù! Mamme apprensive che invitavano molto energicamente i figli a scrollarsi dai letti(cosa che mi ricordava tanto me alle prese con Hikari,qualche giorno prima),coppiette che si gustavano la propria colazione a letto,single che nutrivano i propri animali… E pensare che qualche giorno fa era tutto addormentato. Wow.

Tutto iniziava a prendere vita,e sembrava che ognuno avesse miliardi di cose da fare,come se l’estate avesse srotolato il suo velo soporifero e se ne portasse ancora gli strascichi,pericolosi per chi era richiamato ai propri ordini. Bambini vivaci,che non si rendevano del tutto conto che sarebbero andati incontro a nove mesi di fatica,riempivano la propria cartella,contenti di ritrovare gli amici;uomini d’affari rispolveravano la ventiquattrore con sguardo malinconico,costretti ad abbandonare la piacevole routine vacanziera…

Insomma…Per tutti quanti cominciava il duro lavoro,e le mie vittime…? Trassi un sospiro…perché erano un caso a parte? Già voi umani siete strani da soli, figurarsi!

Volai per controllare la situazione da Takeru,mentre la città pullulava di traffico. Era un toccasana vedere la città brulicante di vita,e mi faceva capire quanto fossi fortunato ad essere un angelo,non soggetto a questo stress!

Takeru non era in casa. Naturalmente! Sospirando tra me e me e maledicendo il giorno in cui mi avevano affidato tali vittime, tentai di indovinare dove fosse. Pensa,angelo Daisuke… Allo stadio! Forse il lavoro toccava persino lui,dopotutto!

Chiaramente…Gli angeli non sbagliano mai!

Lo stadio era gremito di folla,nonostante l’ora e nonostante il mese…Come mai tanta ressa?

In un giro di circospezione,vidi diversi bambini che indossavano il completo dei Chicago Bulls. Non riuscivo a capire,quando improvvisamente i battenti della porta da cui si accedeva allo stadio si aprirono con un tonfo,scatenando le grida di gioia dei bimbi. Ci doveva essere un’unica spiegazione: evidentemente quei bambini non avrebbero incominciato la scuola proprio quel giorno e lo stadio era aperto al pubblico. La logica conclusione mi portò ad aspettarmi di vedere altri angeli dello sport,tra cui anche Ken.

Reiichi. Oh sacri serafini e cherubini ,c’era Reiichi!! In un impeto di gioia,volai sconsideratamente vicino a tutti i bimbi,cercando di abbracciarlo. Era cresciuto un po’,sebbene io l’avessi visto poco tempo prima. Come crescete in fretta…Solo che più crescete all’anagrafe ,più il vostro cervello sembra regredire e pareti di ignoranza e chiusura mentale occludono la vostra sensibilità…anche lui sarebbe diventato come Takeru? Anche lui non mi avrebbe riconosciuto una volta cresciuto?

Cercai di scacciare i cattivi pensieri,e abbracciai stretto il mio protetto. Quanto mi mancava!

Reiichi avvertì un piccolo prurito,poi sembrò voler scacciare una mosca e mi allontanò.

“Daisuke,non ti vede,è inutile perdere tempo…”
La voce saggia di Ken interruppe il mio momento di confusione.

“Ma come?Sono stato un suo angelo…”
“Esatto. Sei stato. Guarda quanti angeli ci sono qui…”

Ken fece un ampio gesto con la mano,rivelandomi un’immensa moltitudine di colleghi…Kyo,Thomas,Harry,Louis,Yuki…

“Ognuno di loro vede solo il proprio angelo. È così… Non ti aspetterai per esempio che Mytho ti veda,se tu non decidi di farti vedere?”

Cosa?!

Nessuno mi aveva mai avvisato di questo…Il capo non mi aveva mai comunicato che,una volta lasciato qualcuno,ti eri pregiudicato per sempre la sua amicizia!

Eppure,riflettevo,Reiichi non era di certo il primo essere umano che aiutavo!

“Ken,ma questo significa che anche i precedenti umani di cui ho preso la supervisione…”
“Esatto. Non te ne sei mai accorto perché sono sempre stati affidati ad altri angeli…Forse davi per scontato che se avessero avuto sentore di altri angeli avrebbero visto anche te.”

Ken non aveva mai centrato così tanto il problema.

“Però se io decido di farmi vedere,allora non c’è problema!”riflettei allegro,aggrappandomi all’ultimo barlume di speranza.

“Certo,se la persona in questione è affidata ad un altro angelo!Altrimenti…”
Non continuò la frase,e capii subito cosa voleva dire. Abbozzò un cenno verso Reiichi,circondato da amici che aspettavano solo di vedere all’opera i Chicago Bulls. Tra cui Takeru.

Fu quello il primo momento in cui volli essere quello sbruffone biondo.

“Ma…ma non può avermi dimenticato!”

Ken mi posò gentile una mano sulla spalla,comprensivo.

“Crescendo,tendono a credere che gli angeli siano amici immaginari. È difficile trovare qualcuno che riesca ad ammettere di avere ancora una parte infantile dentro di sé,una volta adulto.”

Se ne andò,preoccupandosi giustamente di Mytho.

Io…mi sentivo ingannato,frustrato,depresso… Come siete voi quando siete costretti ad abbandonare un amico…

Diedi un bacio ai capelli scarmigliati di Reiichi,contento che almeno avesse realizzato il suo sogno. Vedere una vera squadra.

Mestamente mi misi a sedere sugli spalti. Altro che l’avanzata delle donne per Takeru!

Finalmente vennero e,stranamente,Takeru era con loro. Sapevo che avrebbe dovuto sostenere delle partite difficili,nonostante il campionato non fosse ancora incominciato ufficialmente,quindi non mi potevo aspettare il massimo della simpatia.

Tutti si apprestarono a firmare gli autografi che i bambini adoranti richiedevano,a scattare delle fotografie ricordo. Ogni giocatore faceva tutto automaticamente,come se non mettesse il cuore in quello che compiva…Facile supporre come quei bambini per loro fossero tutti uguali. So che non esiste il caso,né la sfortuna nera…Ma pensai che ci dovesse essere qualcosa di molto vicino a questo,quando Reiichi si diresse da Takeru. Sprezzante come al solito,Takeru firmò svogliatamente un foglio intonso,che sicuramente sarebbe stato incorniciato,e scattò una foto,sorridendo appena. Non potevo chiedergli di più,d’altronde…Stavo imparando a conoscerlo, tutto sommato.

I problemi sorsero quando il mio bambino si distinse dalla massa,chiedendo a Takeru di fare due tiri assieme a lui.

Takeru guardò tutta la calca e, abbassandosi in modo da mantenere il contatto visivo, disse: “Piccolo,c’è troppa gente…Ecco,non c’è lo spazio materiale neanche per camminare!”
“Io sono venuto qui per te!!”

Oh no. Guai a contraddire Reiichi…le sue doti di potenziale tenore erano ben note a chi lo conosceva!

Cercando di evitare un pianto colossale,Takeru lo zittì e lo trascinò dall’altra parte del campo.

Fu un sollievo vedere che l’accontentò. La sua fama era dovuta in larga misura al suo successo tra le sue donne e i bambini. Se solo non fosse stato così tronfio e pieno di sé!

Fui molto meno sollevato nel vedere al rallenty tutta la caduta di Takeru.

Per rendere felice Reiichi , Takeru aveva sgombrato la zona adiacente il canestro e gli aveva fatto fare un paio di tiri,sollevandolo pure. Fui incredibilmente grato quel giorno a quello stupido,ma non mi accorsi che stava scivolando su un altro bambino. Con una torsione, riuscì ad evitare che i bambini si facessero male,ma il suo braccio prese una piega innaturale.

Ululando di dolore, zittì lo stadio. A nulla valsero i tentativi di soccorso dell’infermiera dello stadio…Takeru si era rotto il braccio.

 

Non ero affatto contento dell’evoluzione delle cose. Reiichi non mi poteva vedere; Takeru,una volta tanto che aveva fatto il gentile,si era slogato il braccio,imprecando con parole che non avevo mai sentito e di cui non m’interessava conoscere il significato… e ciò comportava la sua esclusione dalle partite importanti che avrebbe dovuto disputare. Speravo solamente che Hikari se la passasse meglio,altrimenti avrei seriamente preso in considerazione l’idea di rassegnare le dimissioni da Angelo del Cuore.

Ed invece pensai che il capo avrebbe dovuto sopportarmi ancora a lungo.

Hikari non era in casa,ma aveva lasciato un bigliettino con su scritta la via dove si trovava la redazione in cui avrebbe iniziato a lavorare.

Presi il bigliettino,cercando disperatamente quella maledetta strada. Peccato che non ci fosse Jun,e che io e il mio senso dell’orientamento non ci eravamo mai incontrati!

Vagavo da circa venti minuti per la città,quando scorsi Yamato.

Ancora di salvezza!!

Mi avvicinai il più possibile a lui,sperando che mi potesse essere d’aiuto. Ma aveva un’espressione triste.

Si trovava su un’edera rampicante che contornava una finestra,ed era chi si trovava al di là del vetro che lo interessava. Strano. Non era quella la casa da cui l’avevo visto provenire l’altra volta.

Cercando di fare il minor rumore possibile,mi accorsi che c’era una ragazza lì. Ma non una qualsiasi…l’amica di Hikari! Che cosa aveva a che fare con Yamato?

“Daisuke…Che ci fai qui?”mi disse,celando a malapena la sorpresa.

Avrei voluto domandargli perché lui si trovasse lì,ma reputai il trovare Hikari più urgente di altri affari.

“Tecnicamente,io dovrei raggiungere questa strada…ma praticamente,ecco…Cioè,ad un certo punto ho girato l’angolo,ma non era quella la via che cercavo…E allora ho seguito una signora,ma…Mi sono perso,per dirla breve.”
“Oh,anch’io nel tuo discorso.”
Gettò un’occhiata malinconica a quella finestra. Cercai di distrarlo in tutti i modi,inscenando balletti e mosse di kung-fu,ma si era imbambolato.

“YAMATO!!”urlai infine per deviare la sua attenzione su di me.

“Oh,scusami…Sai,quand’ero angelo del cuore,dovevo far innamorare quei due. Osservavo i frutti del mio lavoro.”
Lasciai cadere il discorso,ripensando a Reiichi. Potevo capire Yamato,ma la sua era una reazione forse troppo esagerata!
Sospirando, mi diede indicazioni per raggiungere l’ufficio di Hikari.

 

Yamato non me la contava certo giusta, ma quando entrai nell’ edificio del giornale distolsi tutta la mia attenzione da lui per catalizzarla sulla struttura. Era…enorme!! Possibile che ci fosse gente che moriva di fame e persone che vivevano così?Mi era venuto in mente vedendo lo stile di vita di Takeru, ma non pensavo…

Era color crema e si ergeva su due piani. Un’elegante insegna dorata, che recitava “Scoopissimo”-ora capivo perché Hikari aveva accettato di malavoglia-, si manifestava in tutta la sua magnificenza. Uscivano ed entravano dalla redazione persone che all’apparenza non potevano rompersi un’unghia o saltare una seduta di palestra senza farne tragedie.

Era lì che avrebbe lavorato Hikari?

A quanto pareva,sì. Potei vedere bene il suo disgusto, ma era con l’acqua alla gola e doveva accontentarsi.

“Questo è il tuo ufficio, Hikari. Spero ti troverai bene.”sorrise affettata una signora in tailleur azzurro. Credo fosse la sua direttrice.

“Senz’altro!”si sforzò di rispondere affabile Hikari, sistemando i propri giornali e la macchina fotografica.

“Allora… Facciamo il punto.”

Si alzò dalla sedia, incominciando a parlare da sola. Che curiosa…

“Non sarà il massimo, ma grazie a questo potrò pagare e dedicarmi alle campagne contro lo sfruttamento di animali… E poi…Oh,e poi cosa?! Lavorare negli ambienti mondani…puah!!Scoopissimo!”

Fece un’evidente smorfia di nausea, scatenando le mie risate.

Certo che lavoravo con due soggetti!

“Scusami se interrompo il tuo interessante monologo interiore…”

Un collega di Hikari fece capolino dalla porta, facendola arrossire di colpo. 

“Oh,da quanto tempo sei qui?”
“Abbastanza per capire che sei fuori di testa quanto basta per lavorare qui!Piacere di conoscerti…”
“Hikari. Hikari Yagami.”

L’uomo dai folti capelli neri le strinse la mano che lei gli tendeva. Mostrò sorpresa nel sentire il suo nome.

“Non sei di Chicago, eh?”
“Direi di no. E tu?”

“Ah,io sono un indigeno! Mark. Mark Lexis.”

Questo mi stava istintivamente antipatico. Tsk. Certi sorrisini che rivolgeva ad Hikari!
Feci in modo che un soffio di vento lo prendesse sulla schiena. Ahah…Reumatismi in arrivo,caro mio.

“Senti…Che ne diresti se, per ambientarti meglio, io ti invitassi a cena stasera?”
Quel ragazzo aveva dei profondi occhi castani che influenzarono positivamente la risposta di Hikari.

“Perché no?”
“Ti porto in un ben ristorantino italiano. Ti vengo a prendere alle 9?”

“Facciamo alle 8…Sai,domani si lavora e…”

“Capito,donna impegnata!”
Fece un buffo gesto con la mano, come quelli dei soldati, provocando un bel sorriso di Hikari,che gli spiegò subito dove fosse casa sua. Perché alle sue parole sembrava così facile,mentre Jun ne aveva fatto un problema?!

 

Ovviamente,questo non rientrava nei piani. Ovviamente,le cose non andavano come credevo. Ovviamente, Hikari si vestì proprio bene.

Ovviamente, boicottai il tutto.

Non feci nulla di che. Semplicemente feci arrivare Mark con mezzora di ritardo, Hikari era infuriata.

Una volta nel ristorante, la pasta divenne…ops,improvvisamente insipida. E,guarda un po’, il vestito nuovo di Hikari fu macchiato da uno schizzo di vino assolutamente involontario. Ero malefico…Arrivarono al dolce completamente esasperati. Ed anche il budino alla crema finì per essere solo una massa di gelatina.

Il conto, in compenso, fu salatissimo. Mark, fortemente contrariato, non poté non pagare,anche per non perdere la faccia di fronte alla ragazza.

Povera Hikari,le avevo rovinato un appuntamento. Ma era per il suo bene,sì sì.

“Mi dispiace per tutto questo,Hikari…Volevo fare una buona impressione su di te, e invece…”

Mark appariva sinceramente contrito, ma Hikari lo tranquillizzò.
“Non ti preoccupare…Dopotutto,mi sei molto simpatico. Ti va se qualche volta ti invito io a casa mia?Lasciami però il tempo di organizzarmi…”
“Ah,sì!Sana cucina giapponese!Grazie mille!”

E prima di lasciarla salire, la salutò con un bacio furtivo sulle labbra. Che gli valse un sorriso.

Maledetto… Dopo tutto quello che avevo loro combinato,lei si prendeva la briga di invitarlo?!

Morale della favola…La principessa era contenta,l’antagonista cattivo stava avendo la meglio, mentre il principe azzurro era leggermente arrabbiato e il mago buono non sapeva che pesci prendere.

 

“Quindi dovrai occuparti di questa stupida starletta di Hollywood,Mark?”

Hikari sorseggiava un caffè,in cerca di eventi interessanti a cui poter assistere.

“Sì,pare che la gente sia molto interessata a quell’attrice.”

E quell’impiastro sempre lì si trovava. Le accarezzava i capelli, ma fortunatamente Hikari si ritrasse:”Dai,finiscila.”

“Calma,non ho fatto niente…”
“Nemmeno ci conosciamo,su. Vado a parlare un attimo con la direttrice.”
Grazie al cielo esisteva ancora l’orgoglio femminile.

E meno male che Mark era un paparazzo, la specie che Hikari detestava…Speravo se ne rendesse conto e rinsavisse, prima o poi.

 

Nessuno avrebbe potuto prevedere che Mark,in quel servizio, rischiò la pelle…Soprattutto, non che le mie maledizioni si verificassero così in fretta! Dimentico sempre di avere poteri che per voi sono paranormali…

Con varie contusioni e traumi di ogni sorta, infatti, quel damerino da strapazzo venne ricoverato in ospedale.

Ma Hikari gli faceva visita praticamente ogni giorno…

E bisognava architettare qualcosa. Dunque…per quanto possiamo influenzarvi, non abbiamo certo il potere di farvi fare solo ciò che riteniamo opportuno per il vostro bene… In pratica, non potevo in alcuna maniera evitare che Hikari lo accudisse amorevolmente!

Il tipico dialogo che si ascoltava ogni giorno era:

“Come stai,oggi?”
“Bene,da quando ci sei tu…”
Mark faceva per avvicinarsi a lei, ma lei dimostrava ancora una certa reticenza a lasciarsi andare.

“Non sforzarti troppo…Ti ho comprato un hamburger, ma non so se lo puoi mangiare…”

“Lo stomaco è l’unica cosa che ancora funziona.”brontolava lui, afferrando l’hamburger e divorandolo in un paio di bocconi.

Questo si verificò per quattro giorni, prima che io mi dimostrassi l’angelo in gamba che sono. In realtà, se proprio vogliamo essere sinceri, accadde tutto per caso, quando scoprii che Takeru si era solamente slogato il braccio e che dunque necessitava di fisioterapia.  Da svolgersi in ospedale,dove Hikari compiva il lavoro di crocerossina. Non fu difficile farli incrociare…

“Tu?”

Hikari appallottolò la sudicia carta oleosa del panino in un cestino, prima di capire da chi provenisse la voce.

Mi accomodai davanti ad una pianta a godermi lo spettacolo.

La scena era da film:Takeru in occhiali da sole per tentare di non farsi riconoscere-cosa inutile,visto che tre infermiere già gli facevano gli occhi dolci- che la fissava;Hikari sgomenta e sporca di hamburger vegetariano.

“Mi pareva che ci fosse troppo movimento femminile.”esclamò sarcastica lei.

“Fin troppo…Tu invece sei gentile come sempre,eh?”
“Come te…E dimmi,qual è il motivo della tua presenza qui? Non credevo che anche voi frequentaste i luoghi dei comuni mortali!”

“Sarai anche bravissima ad utilizzare la lingua come arma,tesoro,ma certo non hai molto spirito d’osservazione…”

Takeru indicò la propria fasciatura ,seccato. Tesoro?

“Oh,ti sei rotto qualcosa durante qualche violenta partita?”

“Veramente sono scivolato su un bambino…”
“Cosa?!”

La faccia così restia di Takeru ad ammettere il modo indecoroso in cui si era infortunato scatenò in Hikari una risata argentina.

Casualmente, c’erano solo loro in quel momento.

“Daisukeeeeee!”

Ecco. Come non detto.

“Chris,piccolo mio!Che ci fai qui?”
“Il capo mi ha promosso tuo aiutante!!Sei contento?”

Il baby angelo fece un sorriso a trentadue denti.

“Ma certo,piccolo!”

Come no.

“Oh,ancora quei due?”

Chris indicò un Takeru rosso di vergogna e un’Hikari piegata in due dalle risate.

“Eh,sì,finché non s’innamorano penserò solo a loro due.”
“Ah…e perché lei ride così forte?”

“Credo che siano molto fragili psicologicamente…”

In effetti, davano segni di squilibrio mentale.

“La vuoi piantare?!”urlò Takeru,ignorando tranquillamente il luogo in cui si trovava.
“Fa troppo ridere! Sei caduto su un bambino?!”
“Sì…”ammise il cestista livido di rabbia.

Quando ebbe smesso di ridere-e ce ne volle un bel po’, tanto che Chris si concesse un pisolino ristoratore- formulò una frase più o meno di senso compiuto.

“E quindi sei qui per il braccio malandato?”
“Esatto. Tu sei in cura da uno psichiatra?”fece Takeru,in riferimento alle risa convulsa di poco prima.

Per fortuna(o polvere angelica) nessuno assistette a quella scena.

“Assolutamente no! Io sono una persona normale…”
“E si vede…”mormorò sottovoce lui.

“Guarda che ci sento! No,carino,si da il caso che io sia andata a trovare il mio ragazzo!”
Oh sante nuvolette! E da quando Mark era il suo ragazzo?
“Dai,che razza di angelo sei se lei si fidanza con qualcun altro?”mi chiese il baby angelo con occhini giganti.

“Da che parte stai,tu?”gli intimai minaccioso.

“Dalla tua!”rispose affettuoso,strusciandosi contro di me.

Come ci si poteva arrabbiare con una creaturina simile?

Takeru spalancò gli occhi e temetti che avesse anche lui una crisi di risate.

“Uh,posso venire a conoscere quest’uomo coraggioso?”
“Se ci tieni tanto…”concluse freddamente Hikari, mostrandogli la stanza.

Li seguii dentro la stanza,preparandomi ad una bella scenetta.

Takeru,non appena vi mise piede e notò chi fosse il suo ragazzo, esclamò:”Bella scelta,un paparazzo!”
“Sono pur sempre una fotografa…”
“Ti ricordo che gente come lui ti ha fatta salire sulla mia macchina.”
“Non sono tutti uguali!”
“I paparazzi sì.”
“Cosa vuoi insinuare?!”
“Senti,ci ho a che fare da molto più tempo di te!”

Concitate battute tra i due venivano scambiate sulla soglia della porta.

Poi Hikari trascinò Takeru per il braccio sano,presentandolo a Mark in un mellifluo:”Takeru,questo è il mio ragazzo,Mark. Mark…Lui è Takeru Takaishi.”

Non so se Mark fosse più sconvolto dal fatto che Hikari l’avesse definito il suo fidanzato o dalla conoscenza di un atleta che andava per la maggiore.

Con professionalità, decise di stringerli semplicemente la mano. “Mark Lexis.”

Pensai che le infermiere avrebbero fatto follie, in quel momento.

Takeru inarcò un sopracciglio. “Non te la passi certo bene, amico.”

“Ho avuto qualche problema con delle attrici isteriche.”
“Uff,sono una brutta razza!”
Takeru sbuffò e gettò uno sguardo sorpreso a Hikari,quando lei baciò di sfuggita Mark su una guancia.

“Non ti credevo tanto dolce.”le sussurrò piano.

“Credi di conoscermi?”replicò lei di rimando.

L’atleta assistette un po’ alle effusioni dei due piccioncini, prima di decidere che ne aveva abbastanza. Intanto,Chris mi aveva fornito sana polvere urticante che gettai senza pietà su Mark.

Presto,quindi,per lui fu un continuo grattarsi,tanto che chiamò le infermiere in continuazione. Quando arrivarono,e dopo che ebbero contemplato Takeru per un po’,furono costrette a somministrargli un calmante per sedarlo,mentre le mie vittime uscirono fuori.

“E così stai con quello?”
“Esatto.”
“Ma lo sapevi solo tu?”
“In che senso?”
“Bè,sembrava che fosse una novità per lui baciarti in pubblico.”
“Saresti tu il pubblico?”
“Certo.”

“E io che speravo di non rivederti mai più!”sospirò Hikari.

“Sono peggio di una bolletta,cara.”

Cara?
“Me ne sono accorta.”

Takeru sembrò rimuginare un po’ su qualcosa,prima di affermare pensoso: “Credo che ci ritroveremo molto presto,comunque.”
“E perché mai?”
“Lo scoprirai…Ciao fotografa!”
“EHI!”

Takeru scomparve alla vista,guadagnando sempre più punti presso di me.

Stava andando bene,dopotutto. Solo che non capivo perché avesse detto che si sarebbero incontrati nuovamente…

Un’infermiera uscì dalla stanza di Mark, comunicando a Hikari che l’orario visite era terminato ed invitandola così a tornare il giorno successivo. Ah,e la pregò anche di fare in modo che il signorino Takaishi tornasse presto.

Irritata, Hikari andò subito a dormire.

 

“COSA?!”
Una mattina lavorativa come le altre,in quel di Chicago. Hikari riceveva il suo primo lavoro importante,e la sua espressione passò dall’estasiato al disgustato.

Non ne comprendevo la ragione, tra l’altro.

“Dovrei fotografare le personalità più eminenti dello sport?!”
“Oh,cara,sei fortunata! Poter lavorare con dei fustacchioni di quel tipo…Ah,se fossi ancora giovane…”

“Dai,ma le donne di questo mondo sono pazze?!”mi domandò Chris,spaventato.
La vecchia direttrice volteggiò, improvvisando un tango da sola.

“Chris, è bene che tu sappia che tutte le donne sono pazze…”

Lui mi guardò, fiero della scoperta sensazionale che aveva fatto.

“Cos’è successo,Hikari?” domandò una giornalista, Emily,che si occupava di eventi mondani, alla mia povera frustrata.

“Ciao Emily…mi hanno proposto un calendario per i gattini e i cagnolini abbandonati!”
“Non capisco perché tu sia scontenta…Era quello che volevi,no?”
La bionda Emily si rassettò gli occhiali,squadrandola. Doveva pensare che fosse fuori dal comune per ragionare in quei termini.

“Infatti! Il problema è che dovrò fotografare,assieme ai cuccioli,anche personalità del basket…Così venderanno molto di più…”
“Ancora non capisco.”
Io,invece,avevo già iniziato a capire e stavo sollevando Chris per aria dalla gioia! Al che forse lui capì che tutti erano pazzi. Uomini,donne,bambini,angeli…Solo che qualcuno lo è più degli altri!

“Guarda la lista degli atleti.”
Hikari le passò un fogliettino sgualcito, sospirando.

“Oh santi numi!!Hikari,ma ti rendi conto??”
“Purtroppo…”
“Lavorerai con Takeru Takaishi!”

Hikari sorseggiò piano il suo tè. “Ma cosa ci trovate in lui?”

“Cosa ci troviamo in lui?!Cosa non ci trovi tu in lui!! In una parola…bello,biondo,occhi di ghiaccio,famoso,ricco…tutto ciò che le ragazze vogliono!”
“Ma è un montato pieno di sé!”
“ E con questo??Ha tutti i buoni motivi per farlo!”
Hikari sbuffò di disappunto all’evidente superficialità della collega.

 “Buon viso a cattiva sorte,ricordatelo. Buon viso a cattiva sorte.”ripeté febbrilmente,riducendo in poltiglia il foglietto e ripensando a ciò che le aveva annunciato Takeru in ospedale. 

 

Salve carissimiiiiiiiiii! Finalmente aggiorno anche un po’ questa storia!!!Il problema è…che ho sempre paura di deludervi!! Questo è un capitolo molto importante perché introduce la figura di Mark…vedrete che darà un po’ di filo da torcere al nostro angelo preferito!

Ringrazio tantissimo takari forever,Sae,Elisa,Onigiri,Eles,Hikary,DenaDena e Sora89 e DarkSelene89Noemi che mi hanno lasciato i loro(splendidi)commenti!!^^ Per i prossimi capitoli,cari…Sappiate che la trama è delineata fino al tredicesimo capitolo, di lì in poi…si vedrà!Vabbè che fin quando arriverò al tredicesimo cap ci vorranno secoli…XD

Bene! Ora vi lascio,da Parigi è tutto…Anche perché dico cose senza senso!
HikariKanna

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Capitolo 6
*** La foto di agosto ***


Angeli del cuore

Angeli del cuore

 

“Ma perché, ma perché, ma perché?! Sora...!”

Hikari si stava lamentando disperatamente con la sua amica, quella che era la “protetta” di Yamato, con una bel bicchiere di tè freddo.

Ovvio che quel “perché” iterato si riferisse al nuovo lavoro di Hikari.

Sospirai. Invece per me era una notizia a dir poco meravigliosa!!

“Dai, in fondo si tratta di una foto soltanto, mica di un dramma...

La ramata le carezzò gentilmente una spalla, non concludendo comunque nulla.

“Il problema è che...che io non avrei problemi se non ci fosse lui...!Ma ovviamente ci sono sempre problemi di questo tipo,e...!Oh!Uffa!”

Stava impazzendo.

Hikari stava sul serio impazzendo.

Parlava da sola, ed iniziava ad odiare il suo lavoro. Forse vi siete un po’ persi, nel nostro racconto...Fatemi riepilogare.

Io, Daisuke, angelo del cuore, anzi neo-angelo del cuore, avevo avuto l’incarico dal Capo e dal termometro dell’amore di far innamorare questi due. La ragazza si chiamava Hikari Yagami, fotografa sensibile all’ambiente ed ai bisognosi, per contro, il ragazzo si chiamava Takeru Takaishi, cestista, viziato e assolutamente pieno di vanagloria.

Dopo queste coordinate, non vi sarà difficile immaginare quanto avessi da penare per creare delle occasioni di incontro tra i due! Ma quella volta, tutto era successo per caso:la redazione di Hikari le aveva affidato la realizzazione di 12 foto, una per mese, di un calendario il cui ricavato sarebbe andato a favore dei canili, e più in generale, per gli animali abbandonati. Sennonché...Doveva fotografare le personalità dello sport, altrimenti il calendario avrebbe venduto ben poco.

Ed ecco il motivo per cui si stava lamentando a casa dell’amica- che avevo trovato grazie a Yamato-...l’indomani sarebbe toccato al mese di agosto. Dedicato al basket.

E questo voleva dire una sola cosa.

“Takeru Takaishi! Ti rendi conto!Il prototipo della cosa che...che odio di più! Superficialità, ricchezza mal spesa... Ecco a cosa si riferiva, quel maledetto!”
“Io non capisco, Hikari! Dopotutto, è solo una foto! Chi ti costringerà a vederlo, d’ora in poi?”
Ehm...Magari... io?

“Sora, il reale guaio è che maggiore è la voglia di non vederlo, minore è la probabilità di non vederlo! Non so, ci sarà qualcosa sotto!” dichiarò lei bellicosa.
“Sei tu che sei paranoica...”
Tsk...Ma poi, hai pubblicizzato la mia campagna contro le pellicce?”

Il silenzio imbarazzato che seguì fu una chiara risposta. Il tè sarebbe stato più loquace, se solo il suo colore ambrato avesse potuto parlare.

Hikari sospirò.

“Nessuno prende sul serio i miei progetti per la salvaguardia dell’ambiente!”

Incominciò a tremare, ad arrabbiarsi.

“Hikari, c’è una cosa che devi capire...Devi partire dal tuo piccolo...Come pretendi di salvare il mondo, se tu a volte hai problemi di affitto e non hai ancora trovato un tuo equilibrio esistenziale?”

Wow, a volte mi congratulerei con voi terrestri per alcune domande che fate.

“Bè...Ad ogni modo, devo solo pensare che quella foto salverà milioni di cagnolini...”

Alzò gli occhi al cielo, sconfitta.

“Così ti voglio! Certe volte, non è la testarda e cieca coerenza ad essere la via migliore. Ed ora fammi telefonare a tuo fratello, chissà dov’è finito!”
Hikari sorrise. Era dolce. Con le persone che amava, sapeva davvero essere disponibile fino all’auto-annullamento. Era Takeru a tirar fuori il peggio di lei?

#Tai, dove sei?#

Sora incominciò a parlare fitto con Taichi, in quella strana lingua fatta di sorrisi e silenzi che è l’amore...E Hikari non poté che stare a sentire. Ero certo che sentisse anche lei il bisogno di cose del genere...Quel damerino da strapazzo di Mark non poteva davvero colmarle un vuoto d’affetti! Oh, non che Takeru fosse poi questo campione di romanticismo...

Vi starete sicuramente domandando dov’è Chris, vero? Bè, c’è un parto cesareo a Singapore, ed hanno richiesto dall’alto la presenza di un baby-angelo.

Così adesso sono solo. Da solo agisco molto di meno...

#Ok, allora ti aspetto...Ciao, amore...Ciao.#

Sora riattaccò.

“Precisamente, non ho capito dov’è, sai com’è, un disastro nel fornire indicazioni spazio-temporali...Ma tornerà presto.”
“Ancora non capisco cosa ci faccia una come te con uno come mio fratello!” ridacchiò la mia fotografa preferita. Ora che ci pensavo, non avevo mai conosciuto il fratello di Hikari! Chissà che soggetto era, da come ne parlavano!

Sora sorrise mesta, teneramente. Sembrava che ci fosse qualcosa in più dell’amore in quell’espressione.

“Non te lo saprei dire...Tai mi fa ridere tanto...Io lo adoro! Non è una cosa che si possa spiegare razionalmente, magari un giorno tu stessa ti ritroverai ad amare questo Takeru, senza sapere come!”

Hikari le rifilò un’occhiata scettica e penetrante.
“Se mai succedesse, prometti che mi farai mangiare la carne!” dichiarò, nauseata.
Sora protese una mano, interessata. “Ti giuro che lo faccio.”
“Scommessa accettata.

Hikari gliela strinse.

Ma tu e l’amore?” chiese Sora, divertita dalla sfida.

“Io e l’amore cosa?Sora, che ne dici di qualche biscotto?” propose la castana.

“D’accordo, comunque intendevo...Come stiamo messe con quel Mark?”

Hikari scattò in piedi. “Oh, cielo!!!Oggi lo dimettono!”

 

No, dico, nessuno mi aveva detto che Mark sarebbe uscito il giorno prima che Hikari facesse la foto di Agosto a Takeru!!Questo avrebbe complicato i piani che avevo!

“Tai, mi devi assolutamente accompagnare all’ospedale!!

Nel frattempo era arrivato il fratello di Hikari, che a malapena aveva avuto il tempo di salutare la sua ragazza per poi venire inondato dalle richieste di soccorso della sorella.

Erano molto simili, i due. Lui aveva dei capelli a dir poco assurdi che sfidavano ogni legge di gravità, sul castano chiaro, lo stesso colore degli occhi. Era sicuramente un tipo atletico, si vedeva dal fisico.

“Cosa c’è?Sei incinta?!

“Sì, dello spirito del vento!”
“Bè, potresti essere la reincarnazione di qualche prescelta e...”
“Tai, non dire sciocchezze! Mark viene dimesso oggi, precisamente tra due minuti e quarantasette secondi!, ed io gli ho promesso che sarei andata a prenderlo...!”

“Ma la macchina inquina, no?”
“Stupido, perché, secondo te, ti ho fatto comprare una macchina col minor consumo possibile e il più basso impatto ambientale in circolazione?!
“Oh, è vero, me ne scordo in continuazione! Ok, muoviti, allora!”
Hikari lanciò un veloce bacio sulla guancia, prima di sfrecciare in direzione della strada.

 

“Amore!”

Una trafelatissima Hikari si precipitò fuori dal veicolo, senza nemmeno ringraziare il fratello, verso un ragazzo dai capelli scuri che sembrava cercare qualcosa.

Evidentemente l’aveva trovata, perché il suo sorriso si allargò, mentre abbracciava stretto la sua ragazza...puah!

“Pensavo non arrivassi più...”sussurrò, “dolcemente”.

“Scusami, c’era un traffico del diavolo...E andare a piedi avrebbe comportato troppo tempo e...”
“Calma, l’importante è che tu sia qui!

Le stampò un bacio sulle labbra a tradimento, ma il peggio fu che lei non si arrabbiò! Perciò, una bella prossima herpes non gliela toglieva nessuno, a quel maledetto sabotatore!

Lei, piacevolmente sorpresa, lo guardò negli occhi.

“Come stai?”

“Tutto a posto, ci vuole ben altro per mettermi KO!”

Questo lo diceva lui.

“Ne sono contenta!Mark, avrei una cosa da dirti...”
Intanto si erano avviati per una passeggiata ritemprante diretti al centro di Chicago.

“Mi hai tradito, nel frattempo?”
Hikari sospirò, un mezzo sorriso increspava le sue labbra.

“...No, è anche più grave...”
Mark la guardò con tanto d’occhi.

Cosa è successo?”

Quanto la faceva tragica!

“Sai, mi hanno affidato un nuovo lavoro...Praticamente devo scattare qualche foto per un calendario i cui proventi andranno in beneficenza...”
“Amore, ma è fantastico!”
In preda all’euforia, lui la strinse a sé, perfettamente incurante dei passanti.

Un po’ a disagio- sìììììì!- Hikari si sciolse dall’abbraccio, bordeaux.

“Sì che lo è, ma...”

“Non è quello che hai sempre desiderato?”

“Oh, Mark, il problema non è lo scopo, è che io dovrò fare delle foto a delle personalità dello sport! E...Bè, finora sono arrivata al mese di luglio...”
Mark aggrottò le ciglia. “Hikari, veramente non ti capisco...Ti manca poco ormai, no?”
“Sì, ma la foto di agosto prevede Takeru Takaishi!”

Mark si fermò, squadrandola da capo a piedi. “Scusami, intendi dire che devi fotografare anche degli uomini?!
“Bè, ho già fotografato...”
“Ti proibisco assolutamente di farlo!”

COSA?!”

Stavano dando spettacolo. Mark era ancora statuario, fermo al suo posto...L’occhiata che aveva lanciato a Hikari era raggelante.

“Non esiste minimamente, la mia ragazza non può fotografare...altri uomini...nudi!”

Fece una smorfia, mentre le sopracciglia di Hikari salivano sempre più in alto.
“Mark, sono grande e vaccinata! E non sono nudi, è un calendario di beneficenza! Inoltre, tu fotografi in continuazione gente colta in situazioni non proprio decenti!”

Cosa c’entra, è diverso!” fece lui sulle difensive.

Sì! Stavano litigando!

“Affatto!! È la stessa e identica cosa!Con tutte quelle donne seminude che vedi tu!”gridò lei, con una rabbia tale che era incredibile pensare che potesse essere contenuta in un essere così apparentemente fragile!

Mark sospirò, livido di rabbia. Sapeva che Hikari non demordeva facilmente...

Vedevo delle vecchiette che si disperavano perché una coppia così bella stava litigando...ma quale disperazione! Bisognava festeggiare!

“Ok, te lo concedo...Hai...hai ragione. Permettimi di accompagnarti, domani.”

Docilmente, Hikari acconsentì, con grande gioia delle arzille ultraottantenni.

 

L’indomani venne troppo in fretta, per i miei gusti.

#Cosa?Emily, vuoi scherzare?#

Dopo la tenera, nonché rivoltante, riconciliazione del giorno precedente, Mark e Hikari si stavano dirigendo-stavolta a piedi-allo stadio, luogo prefissato per la fatidica e famigerata foto.

Peccato che fossero sorti degli imprevisti.

Emily dovette dare una risposta negativa, perché Hikari diede di matto.

#Cioè, io devo andare a casa sua??Perché altrimenti le fan allo stadio mi scannano??Ma che razza di...Certo che ci tengo alla mia incolumità, è normale!Ma non so nemmeno dove sia casa sua!#

Tsk, come se Emily con tutte le informazioni che aveva non lo sapesse! Quella ragazza lavorava in “Scoopissimo”non a caso!

#Abita vicino casa mia, quindi...Fantastico.# espresse senza troppa convinzione. #Ma lui sa di questo cambiamento...Vabbè, cosa lo chiedo a fare...Ok, Emily...Quindi vado a casa sua, scatto questa benedetta foto e l’incubo è finito...No, non è un sogno, purtroppo! Ciao!#

La linea cadde bruscamente per volontà della brunetta, assolutamente contrariata.

“Non dirmi che è successo qualcosa...”supplicò Mark, che non prevedeva altro che guai.

“Oh, no” s’irrigidì lei, già alterata “Semplicemente, io dovevo fargli la foto nello stadio...Ed ora mi vengono a dire che c’è gente che mi potrebbe ammazzare per lavorare a così stretto contatto con lui! Mark, dobbiamo andare a casa sua.” Esclamò infine, rassegnata.

E va bene. Dov’è?”

 

Non avevo fatto i conti con il piccolo, insignificante particolare che Hikari non aveva mai visto la villa di Takeru. Né avuto il piacere di incontrare i suoi bodyguard e i suoi adorabili cagnolini.

Così, mi preparai allo spettacolo.

“Abita...QUI?!”ebbe solo il coraggio di chiedere.

“Vorrei vedere, con tutto quel che guadagna!”rispose Mark.

No, ehi, togliti dalla scena, tu!pensavo furiosamente. Bisognava eliminarlo...E se avessi agito sui cani? Voglio dire, voi dite che un cane sente subito se una persona è buona o meno, no? Avrei solo forzato un po’ le cose, Mark sarebbe risultato antipatico e se avesse messo anche un solo dito del piede nella tenuta di Takeru quelle amorevoli creature l’avrebbero sbranato.

Come sono intelligente!

Hikari premette nervosamente un citofono ultratecnologico, deglutendo, pur non volendo darlo a vedere.

Tirai fuori dal mio sacchetto un po’ di polvere a cui i cani sarebbero sicuramente risultati allergici, o giù di lì, ma non ce ne fu bisogno.

Con una faccia tosta che gli invidiavo, Takeru uscì dalla tenuta, facendo cenno ai suoi tre bodyguard di non muoversi di lì. Con passo calmo e flemmatico, si avvicinò sempre di più al cancello. Potevo vedere Mark ringhiare e stringere fin troppo possessivamente il fragile polso di Hikari...Ah!

“Sì?”

Guardò Hikari negli occhi, provocatorio, non degnando di alcuno sguardo il ragazzo vicino a lei.

“Sono qui per la foto.”rispose lei con la massima professionalità possibile.

“Lo sapevo, entra.”
Aprì il cancello, facendole cenno di entrare.

Sicuramente Hikari si stava chiedendo perché fosse così gentile...anche io.

Il braccio sano del giocatore venne pesantemente afferrato dal paparazzo.

“Ehi, entro anch’io.” Avvertì minaccioso.

La polvere era pronta, nel caso.

“Fino a prova contraria, decido io chi entra a casa mia e chi no. E tu non sei invitato...Ad ogni modo, tranquillo, non ho pretese sulla tua ragazza.”
“Nemmeno io su questo sbruffone da quattro soldi.”lo rassicurò Hikari.

Takeru fece finta di non sentire, sbattendo il cancello in faccia ad un esterrefatto Mark, cui Hikari lanciò un’occhiata che voleva essere tranquillizzante, ma che in realtà appariva più preoccupata.

Steve, se prova ad avvicinarsi sai cosa devi fare. Intimò il padrone di casa ad una delle guardie del corpo.

“Certo, signore.”

Intanto Takeru guidava la sua ospite attraverso il grande giardino che divideva la strada dalla porta intarsiata d'ebano.

“Ti rendi conto che c’è gente che muore di fame, e tu hai tutto questo?!” intervenne Hikari, parzialmente dimentica di Mark.

Non riusciva a capacitarsi di tanta opulenza, lei che aveva problemi continui con le bollette.

Perché non dovrei?” chiese lui noncurante, spazzando via dal gesso un immaginario filo di polvere.
“Cosa...!Innanzitutto, potresti devolvere gran parte del tuo stipendio in beneficenza, adottare bambini...!Invece, scommetto che vivi da solo!”
“Esatto, qualche problema?”
Intanto, erano entrati nell’immenso atrio, e come risultato ci fu un’ ulteriore apertura delle labbra sconcertate di Hikari.

“C’è gente che...Che si danna una vita per avere un’esistenza dignitosa...E tu ti puoi permettere una...una villa del genere...Chissà quanto inquinerai!!Oh, voglio uscire!”

Nauseata, Hikari fece per andarsene, ma bastò uno sguardo raggelante di Takeru a farla desistere.

“Non dire sciocchezze, devi farmi la foto, che ti piaccia o no. E poi, ho fatto costruire questa villa perché inquinasse il meno possibile, devo pur sempre dare un’immagine di me positiva, no?”

Nonostante fosse contenta del fattore “meno inquinamento possibile”, il movente non era certo il massimo.
“L’hai fatto solo per...per l’IMMAGINE?!”

E non gridare!”

“Come posso non gridare! Tu rappresenti tutto quello che odio di più! Gli arricchiti che hanno dimenticato come si era prima!”
“Cosa ne sai tu di quel che ero prima! Inoltre, chi ti vorrà più vedere dopo questo!”
“Strano, meno ti voglio vedere e più ti vedo!” strillò lei.
“Mi trasferirò!”

“Bene!”esplose lei.

“Bene!”rincarò lui.

Attimi pericolosi di silenzio si susseguirono, scanditi da occhiate torve e sospiri. Comunque, avevano entrambi un bel caratterino. Ma ringraziavo Takeru per non avermi fatto sprecare la polvere.

“Insomma, vuoi lavorare o no? Mi pare che non mi sopporti, quindi prima ti muovi e meglio è, no?” la sbeffeggiò lui.

“Sì, forse è la cosa migliore da fare.”

 

Siccome è agosto, e tu hai una piscina, potresti metterti in costume...A proposito, qual è il suo impatto ambientale? Della piscina, intendo.”

I due si erano spostati nel giardino, e Hikari stava montando ogni attrezzatura possibile, decisamente controvoglia.
“E di cosa, sennò? Ad ogni modo, spero minimo...Non me ne sono mai curato. Ammise lui, incauto.

E quando mai...Sempre così...”
“Hai intenzione di farmi sorbire un’altra filippica o di lavorare?”

Hikari non rispose.

“Dicevo, dal momento che la foto dovrebbe ricordare agosto...Oh, dimenticavo, ci serve un animale!” si portò una mano alla fronte, esausta.

“Pensavo che per te lo fossi già.” Scherzò divertito lui.
“Sì che lo sei, ma pare che per la stragrande maggioranza del popolo femminile del mondo, tu sia perfetto, e quindi serve un animaletto carino...”

Lei fece una smorfia che fece increspare lievemente le labbra di Takeru.
“I miei cari cani non vanno bene?” replicò, offeso.

“Ho detto carino, non minaccioso, Takeru.

Si sorprese lei stessa di averlo chiamato col suo nome di battesimo.
“Mi hai chiamato per nome.”
“Solo un lapsus, non ti ci abituare.”

Era arrossita...Forse perché intanto Takeru si era cambiato? Forse perché era la prima volta che si avvedeva che non era poi così brutto?

Lui notò il suo rossore, che le impediva di continuare il suo operato, e a maggior ragione, decise di fare lo sfrontato.

Nat, vieni qui!”

Chiamò uno degli uomini in nero che lo seguivano sempre e comunque.

“Dica, signore.”
“Vai a comprare un gattino, possibilmente bianco, per la signorina.”
“Subito, signore.

La figura nera scivolò via per eseguire gli ordini, come sempre.

Cosa?”

Hikari, allibita e del suo colore naturale, si girò verso di lui, che stava sdraiato tranquillo su una sdraio.

“Un gatto per me?Ma sei impazzito?”
“Assolutamente no. Ci serve un animale carino, l’hai detto tu! E poi, ti farebbe compagnia e ti mitigherebbe quel caratteraccio che hai!”

“Io non ho un caratteraccio!”
“Lo dici tu!”

“E, spiegami, cos'è che dovremmo fare io e te mentre aspettiamo che il tuo ordine venga eseguito?”
Lei sembrava davvero disorientata. Sicuramente non si aspettava un gesto del genere...Voglio dire, quante volte capita che una persona famosa ti voglia regalare qualcosa?

“Semplice. Vedi quante scelte ti offro: visitare casa mia e stufarmi ancora, parlare con me e stufarti sempre di più, oppure facciamo un bel bagno in piscina e non ci stufiamo, né io né te!”

Il ragionamento non faceva una grinza. Ma io, dall'alto del mio albero-ormai sapevo come evitare gli antifurti e diavolerie del caso-, dubitavo che Hikari avesse la minima intenzione di bagnarsi con lui.

“Come, scusa?”
Lui la guardò sorpreso, ma rilassato, ancora in costume.

“Sapevo che avresti fatto quella faccia.”ridacchiò compiaciuto.

“Cosa ne sai tu di come reagisco io?”
"Oh, ti conosco da così poco eppure ti ho già inquadrata...Sei sicuramente una testarda di prima categoria...”
“E tu un maleducato! Devi fare il gentile con le signore!”
“Con le signore.”sottolineò lui.

Cosa intendi dire?!”

Temevo che sarebbero venuti alle mani, tanti gli sguardi di fuoco che si lanciavano...

Alla fine Hikari sospirò.

“Fa caldo...”

“Continuerai con questa farsa?Perché non ti bagni? Guarda che non significa uscire con me, eh!”

Lui sorrise sornione, mentre sul suo viso si dipingeva una smorfia.

Anche se volessi, non ho il costume.”
Takeru scoppiò a ridere.

“Posso far comprare anche quello, se vuoi...E comunque, non mi interessi minimamente, per me potresti anche buttarti vestita di tutto punto!”
La sua risata era contagiosa, aperta, serena...

Non l'avevo mai visto così.

Certo, lo conoscevo da poco, troppo poco per farmene un'idea approfondita, ma ero abituata al tipo scontroso e sfacciato...Non a qualcuno che si divertiva per così poco.

“Non capisco cosa ti faccia ridere.”osservò acidamente Hikari.

“Tu mi fai ridere! Sei...così seria...”
“Sto facendo il mio lavoro!”
“Sì, ma...Non parlo solo di oggi.”

“Come se mi conoscessi da una vita!”
“Appunto, te l'ho già detto...Ti conosco da così poco, ma ho scoperto tanto su di te!”
“Oh, e sentiamo, allora,il frutto di queste sensazionali scoperte...”

Hikari si strofinò le tempie, stanca. Il sole batteva ancora, e questo certamente non aiutava.

Takeru giocava con il cellulare, distratto, cercando forse delle parole giuste per rispondere.
“Sei...troppo nervosa, preoccupata, come se aspettassi il peggio da un momento all'altro, come se avessi paura di relazionarti. Anche se non mi spiego perché stai con un carciofo del genere!”
“Mark non è un carciofo!”esclamò lei indignata, non potendo trattenere un fugace sorriso.

“Oh sì, invece. Te ne accorgerai, è abbastanza famoso nel suo ambiente.”

“E così io sarei nervosa?”
“Certo.”
“E tu prendi la vita in maniera troppo leggera, beato te che te lo puoi permettere.

Il giocatore stava per replicare, quando la guardia del corpo addetta agli acquisti tornò, con diverse buste e pacchetti.

“Signore, ho trovato anche il costume...Ma poi, lei che se ne fa di un costume femminile?”
“Serve a Mel.”rispose laconico lui.

Chi era Mel, adesso?

“Grazie mille, comunque, Nat. Puoi lasciare tutto qui.”
“D'accordo...Qui c'è il gatto, poi lettiera, cibo, giocattoli ed altre cose che ho pensato potessero servire.”
“Hai fatto un ottimo lavoro, davvero.”si congratulò il padrone di casa.

 

“Spiegami ora chi è Mel.” fece Hikari, accarezzando il gattino morbido.

Cavolo, quant'era carino! Aveva due occhioni azzurro cielo davvero splendidi!

“Uh, qui entriamo nei fatti privati...Io e te dobbiamo mantenere le distanze, no?Solo lavoro.”
“Ah, ok, non importa.

Poiché sembrava davvero che a Hikari non importasse nulla di questa fantomatica Mel, Takeru si affrettò a rispondere.

“Usciamo insieme, ma l'ho fatta sparire oggi perché è un tipo molto geloso!”
“Di me?Che idiozia!”

“Voi donne siete particolari.”
“E le devi regalare un costume?”chiese confusa Hikari, osservando il bikini rosa scuro giacere nella busta accanto ai croccantini di pesce.

“Oh, ma questo è per te, almeno per oggi. Poi, lo regalerò a lei.”
“Tu...L'hai
comprato apposta per me?”

Difficile da credere, ancor meno da concepire, ma credevo proprio che fosse così. Stava guadagnando punti, il giovanotto!

“Sì, ho deciso che mi devo fare un bagno in piscina e che mi stufo a stare da solo in acqua, quindi...Muoviti, fammi questa foto e poi ti butti, volente o nolente.”
“E se io mi rifiutassi?”

Hikari inarcò un sopracciglio, divertita dalla situazione surreale.
“Ehi, sei a casa mia, non puoi discutere i miei ordini.”rimarcò lui con forza.

“Ora mettiti in posa col gatto, stupido...”

E fu finalmente scattata la famigerata foto di agosto, Takeru accanto alla piscina che coccolava il gattino...Chissà quante fan avrebbero comprato il calendario e adorato quella pagina?Alla faccia del feticismo...

Ed ora bagno!”propose Takeru, tuffandosi e scatenando una miriade di schizzi. “Vatti a cambiare!”

“Guarda che si è fatto tardi, devo andare...E poi, non ne ho voglia!”
Hikari stava rimettendo a posto le ultime cose, mentre l'animaletto si strusciava contro di lei.

Si avvicinò a bordo vasca, per salutare Takeru.

“Bene, io vado, è stato un piacere, il gatto te lo puoi tenere, addio.”recitò tutto d'un fiato, meccanicamente.

Takeru la guardava incuriosito ed incredulo, visto che alla velocità con cui lei aveva parlato, non doveva aver compreso molto.

Aspetta...Mi hai fatto una promessa, no?”

Le sue iridi azzurre incontrarono quelle di lei, bloccandola. Me lo dovevo appuntare:Far guardare le persone negli occhi serve moltissimo!

“Quale promes...AH!SEI...SEI UN ABOMINIO DELLA MENTE UMANA!”

Uh.

L'aveva fatto davvero.

L'aveva trascinata in acqua.

Vestita.

Uh.

UH!

Mi rotolavo dalle risate, rischiando seriamente di cadere dall'albero, guardando la faccia sconvolta di Hikari e quella deformata dalle risa di Takeru.

“Sei...un idiota, ed è anche un complimento!”Esclamò infuriata, uscendo in fretta e furia.

“Dai, vedi cosa intendevo prima...Rilassati, no?”
Rilassarmi?RILASSARMI?Con che diritto me lo chiedi?”
Ecco, incominciava a strepitare.

Intanto anche Takeru era uscito, e si stava riavviando i capelli dorati.

Hikari, però, non ne era affatto colpita.

“Guarda in che condizioni sto!”

Sospirando, Takeru la trascinò in casa.

 

Dopo essersi sciroppato un'altra mezzora di prediche sull'arredamento troppo sfarzoso, Takeru condusse Hikari ad un bagno secondario, dove poté asciugarsi i capelli. Quanto ai vestiti, fu convinta ad infilarsi una tuta di Takeru, al massimo sarebbe sembrata una fanatica del footing.

“Mi sento una cretina integrale.”gridò per la terza volta dal bagno. “Non hai proprio altri vestiti?”
“Ma
hai finito di asciugarti i capelli, quanto ce li hai lunghi??E comunque no, ti pare che vada in giro in gonna, io?”
Takeru era avvolto in un accappatoio verde, fermo davanti alla porta del bagno dove Hikari si guardava riflessa, con quella tuta azzurra troppo grande. Poco male...A casa la attendeva un cambio, specialmente se doveva uscire con Mark.

“Sappi che ti ammazzerò.” fu la sua prima frase non appena uscita.

E non farla così lunga...Non m'incrocerai più, contenta?”
“Contentissima! Solo che temo dovremo rivederci almeno un'altra volta, come te la restituisco la tuta?”
“Puoi anche tenertela, ce ne ho a miliardi!”
“Assolutamente no, non voglio niente di tuo...La regalerò ad una tua fan.”
Fanne pure quello che vuoi. Chi se lo tiene il gatto?”

Lui indicò il piccolo batuffolo bianco, addormentato in una cesta, comprata per l'occasione.
“Tu, carino, io non ho lo spazio materiale per lui.”
“Allora lo verrai a trovare?”

Il suo tono sembrava speranzoso, ma verteva sul canzonatorio.

“E correre il rischio di incontrare te?Preferisco dirgli addio.”
“Sappi che non ti sopporto nemmeno io, cara.

Abbozzò un sorriso di scherno.

“Oh, che dichiarazioni pacifiche!”esclamò lei, esausta.

Certo che in effetti stare dietro a quei due era stancante!

“Poco fa, entrando in bagno, ho visto la foto di una ragazza sul tuo comodino...é lei Mel?” fece Hikari noncurante, controllando lo stato delle doppie punte.
Lo sguardo di Takeru si oscurò, e non si udì risposta.

Lei lo fissò stranita, ma non se ne curò più di tanto.

“Ok, addio. Anzi, arrivederci, per la questione della tuta. Maledetto.” digrignò l'ultima parola a denti stretti, recuperando tutto il materiale sparso a bordo vasca, abbozzando un cenno in direzione di Takeru.

Per la prima volta vidi sul suo viso una traccia di sorriso nei confronti di Takeru...Ma lei aveva fatto di tutto per nasconderglielo.

 

“Speriamo che Mark sia rimasto ad aspettarmi!”sospirò a voce alta, salutando cordiale le guardie del corpo.

Sorrise quando lo vide fermo lì.

S'irrigidì quando lo vide con un'altra.

 

Gente sono vivaaaaaaaa!XD A parte gli scherzi, finalmente ho postato anche questo cap!Grazie al cielo(nonché a italiano che mi ha fatto un favore interrogandomi!XD)...Spero vi sia piaciuto...Io, personalmente, mi sono divertita tantissimo a scriverlo!XDXDXD Ed è solo l’inizio, ho in programma per voi una trentina di cap di questa fic!=) Sa di minaccia...Non ho tantissimo tempo quindi riduco al massimo i ringraziamenti, ma non dimentico mai quanto fate per me e quanto sostegno mi date!Grazie mille a chi ha letto e commentato!Prometto che nel 7 cap darò più spazio ai ringraziamenti, ma ora mi aspetta il pranzo!XD
Adìos!

HikariKanna^^



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Capitolo 7
*** La Sears Tower ***


Angeli del cuore

Angeli del cuore

N-non è possibile...”

La sicurezza e la gaiezza che provava Hikari per essere uscita dall’Inferno si sciolsero come neve al sole.

Sì che Mark era rimasto ad aspettarla. Solo, non proprio come lei aveva sperato.

Il colore di Hikari scemò, causando di conseguenza un ammontarsi pericoloso della sua rabbia.

Rimase interdetta per qualche secondo davanti all’imponente cancello, ponderando attentamente sul da farsi.

Personalmente avrei fatto la ola, se Chris non mi fosse piombato addosso alla velocità della luce.

“DAIIIIIIIIII!Ti shono mancato?”

Mh...Coff...”

Ovviamente si era scagliato su quella parte del mio corpo che voi chiamereste stomaco, togliendomi il respiro.

Sp-spostati un attimo...”
Shcusamiiii!”implorò lui, aiutandomi a recuperare il colorito sano, ormai divenuto violaceo.

“Ecco fatto...Ma certo, piccolino!Com’è andata a Singapore?”

Il suo sguardo si addolorò. “C’è...c’è stato un ploblema col palto po...podalico e...e...”

Sospirai, mentre grossi lacrimosi gli sferzavano le guance.

“Sono certo che tu hai fatto del tuo meglio. E chissà, magari ora ci ritroveremo un altro angelo, non credi?”sussurrai, con la dolcezza più profonda che mi riusciva.

Tirò su col naso.

È di un sollievo straordinario vedere la leggerezza e la spontaneità con cui i bambini affrontano ogni sentimento. Sapevo che Chris sarebbe stato triste per un po’perché quel bambino non aveva mai visto la luce, ma per farsi forte ai miei occhi, per sentirsi “grande”, non me l’avrebbe mai mostrato.

Credo si basi su questo la profonda differenza tra allegria e felicità, ma non era quello il momento più adatto per discuterne.

E qui come va la situazione?”

Un borbottio divertito fu la mia risposta.

Un momento...Dov’era finita Hikari?!

Feci appena in tempo ad intravedere un guizzo esile, prima di evitare accuratamente tutti gli antifurti.

Volando e inseguendo una furibonda Hikari -mica avevo capito dove volesse andare!- , ripassai mentalmente tutto quello che dovevo far succedere tra lei e la mia vittima numero due.

Forse voi non lo sapete, ma esistono diversi punti a cui un angelo si dovrebbe assolutamente attenere perseguendo come obiettivo finale l’innamoramento di due persone.

Secondo un accurato programma stilato dall’Angelo degli Angeli troppo tempo fa perché il mondo ne serbi ancora memoria, sono questi i diversi punti.

  1. Conoscenza. D’altronde, come volete che facciano due persone ad innamorarsi se neppure si conoscono? Badate, non si tratta solo di conoscenza “fisica”, per così dire...Non avete idea di quanti angeli del cuore si siano occupati di storie nate sulla rete o per lettera!  Io per conoscenza intendo semplicemente l’attimo in cui due persone incrociano le proprie strade, e che sia per sempre oppure no, questo sta a noi e al destino.
  2. Approfondimento del rapporto. Questo implica il vedersi, o anche solo il sentirsi, più di una volta. Il diventare amici, ecco! O quantomeno il frequentarsi, ed era questo il punto su cui mi ero arenato con quei due...
  3. Appuntamenti. Ecco, la fase che avrei dovuto iniziare di lì a breve. Appuntamenti. C’era un problema tecnico, però...Come si riconoscono degli appuntamenti romantici da dei semplici incontri tra amici?? Ammesso che poi Hikari e Takeru potessero essere considerati amici!
  4. Primo bacio. Oh...Una delle fasi più romantiche, a mio parere! Quella in cui si vuole e non si vuole, in cui si ha paura di fare un passo falso e di notare che invece l’altro ha paura e freme come te...
  5. Fidanzamento vero e proprio. Una delle parti più difficili, perché può durare in eterno, come può estinguersi in un niente!
  6. Questa è uno stadio strano, chiamato “Tutto il resto”, implica il passare più notti insieme, matrimonio, dei figli...Il cosiddetto “amore per sempre”, no?

Solo che è così difficile seguirle pedissequamente tutte, sapete? Molte volte le persone sono così attratte tra di loro che i periodi coincidono, che si salta direttamente al matrimonio, altre volte è talmente complicato trovare il sentimento che sono situazioni che si protraggono per mesi, addirittura anni! Forse è per questo che tanti di voi si arrovellano sul significato dell’amore...

Hikari si era finalmente fermata, e con mia grande sorpresa, nello stesso bar in cui, poco tempo prima, aveva conosciuto Takeru.

Era una bella giornata, in fin dei conti, e pensò bene di sedersi ad un tavolino esterno, sebbene molto in ombra rispetto agli altri.

Non voleva farsi vedere perché piangeva.

“Dai, ce l’hai ancola quella pottione che fa smettele di piangele le pessone?”mi chiedeva sinceramente preoccupato Chris.

“Non ha senso utilizzarla adesso, Chris...Dopotutto, lei dovrà pur capire che Mark non è adatto a lei...

Gli carezzai la testolina quasi pelata, appollaiandomi su un albero.

Hikari ordinò una cioccolata calda.

“Doppia”puntualizzò alla gentile cameriera che aveva preso le ordinazioni.

Cosa se ne faceva di una cioccolata calda, quando era praticamente ancora estate?? Per di più, era pomeriggio inoltrato!

Certo che voi umani depressi siete strani...

Hikari mi faceva una gran tenerezza, lì, sola come non lo era mai stata, a bere e a tamponarsi gli occhi gonfi.

Ma allora sei umana anche tu!”

No!

Ero così impegnato a provare compassione per Hikari che...non mi ero accorto che Takeru era passato per lì!

Sospirai divertito.

“E lui da dov’è uscito?!” strillò Chris, così sorpreso che per poco non cadde dall’albero.

Hikari strinse più forte il manico della tazza, mentre strani disegni si formavano sulle sue tempie.

Mentre si puliva la bocca, fui certo che desse fondo a tutto il suo autocontrollo per evitare scenate in pubblico, altre.

Tutto cominciava ad imbrunire, e Takeru, attendendo una risposta, pensò bene di sedersi.

Aprii bene gli occhi...Le cose si mettevano proprio bene!!

Spruzzai un po’ di polvere calmante su tutti e due, onde eludere problemi.

Che cosa stai facendo, Dai?”
“Oh, bè, sai...Precauzioni, Chris.”
Erano ancora in silenzio.

Notai che Takeru indossava un paio di occhiali che, uniti ad un cappello, gli coprivano completamente il volto. Troppe fan...

“Hai intenzioni di non considerarmi per tutto il resto della serata?”

Grazie al cielo esisteva la sua sfacciataggine.

“Esatto. Mi spieghi cosa ci fai qui?” chiese Hikari con quanta più tranquillità possibile.

“Avevo deciso di portare un po’ il gattino a passeggio, e di fare una camminata anch’io, visto che ingrasserò inevitabilmente senza un po’ di sano allenamento...Ma questo braccio me lo impedisce.”

Si strofinò il braccio infortunato, e sul suo volto si disegnò una smorfia di dolore.

Ma Hikari non sembrava affatto incline alla pietà.

E allora?”

“E allora cosa, ti ho vista piangere e...”
“...E hai ben pensato di non lasciarmi in pace, non è vero?

Lei alzò gli occhi, esacerbata come mai in vita sua.

Takeru inarcò un sopracciglio.

Dovresti essere più dolce, sai? È un peccato che tu sia così carina e così maledettamente acida.”

Sorrise compiaciuto, e l’esaurimento nervoso di lei cominciava a trasparire visibilmente.

“Non avevamo giurato di non vederci mai più?”

“...Hai ancora la mia tuta addosso, te ne sei dimenticata?” rincarò il cestista, sfiorandole una guancia con fare provocatorio.

E io ero ancora lì che mi godevo lo spettacolo. Sospirai, però, non era certo facile farli andare d’accordo...

“Ah già”fece sconfitta lei. “Ma scusa, non dovevi portare a passeggio il gatto? È l’unica nota positiva che non vedo.”

“Si era addormentato e così l’ho fatto riportare a casa. Non gli ho ancora trovato un nome, sai?”

Mi chiesi se davvero Takeru non avesse nulla da fare per stare lì a cercare di chiacchierare amabilmente con Hikari.

Mh. E perché tu non sei al fresco lì nella tua dimora principesca?”

Finì di bere la sua cioccolata ed ora i suoi occhi gonfi preannunciavano battaglia.

“Proprio mi odi?” fece Takeru con finto dispiacere.

“Finto”, poi...C’era un’espressione che non gli avevo mai visto.

“Sì” rispose lei con nonchalance.

Anch’io” convenne Takeru.

Dunque, volendo fare il punto della situazione, tu stai parlando con una persona che cordialmente odi?” riassunse Hikari, esasperata e con una gran voglia di scappare via. Ma chissà perché, non ci riusciva.

Chissà, forse era la mia nuova polvere magica.

“Sì, qualche problema?” dichiarò lui pacificamente, stiracchiandosi sulla poltroncina.

“E tu lo chiami qualche problema?! Sei tu il problema! Dici di non volermi vedere più e poi mi vieni a cercare! Sei...Sei un egoista impressionante, hai una barca di soldi e...E sei qui con me, tra l’altro hai anche coperto le uniche due cose belle che hai!”

Non appena concluse l’ultima frase, arrossì improvvisamente, calmandosi e sforzandosi di trovare interessante un’erbaccia che nessuno aveva avuto il coraggio di estirpare.

“Che bello, due scoperte su di te in un giorno solo!”
“Scoperte?” domandò lei sconcertata.

“Sì, che sei umana e che ti piaccio.”

Il silenzio calò, e i due contendenti si sfidavano a colpi di sguardi. Certo, quant’era intraprendente lui!

Takeru si tolse gli occhiali, e la guardò profondamente negli occhi.

“Tu non mi piaci!”

“Oh sì, invece. Solo che non vuoi ammetterlo a te stessa.”
“Sei un idiota.”
“E tu sei una disperata che piange per amore.

La battaglia sembrava vinta. Hikari spalancò la bocca per ribattere, ma quello che ne uscì fu un suono inarticolato; mordendosi il labbro, cercò di non far cadere le lacrime sulle guance pallide.

“Io l’ho sparata, ma a quanto pare ho ragione”esclamò colpito lui, sorridendo.

“Sarai contento, no?! Visto che mi odi...”

Lui sospirò, togliendosi anche il cappello. Ora era visibile a tutti, tanto che già due ragazzine stavano litigando se fosse o non fosse lui.

“...Quello che non capisco è come faccia una ragazza intelligente come te, che tra l’altro ha addosso la tuta di una persona straordinaria- Hikari si lasciò scappare uno sbuffo ironico-, a piangere per quell’idiota! Si può sapere cosa ti ha fatto?”
“Ehi, saranno anche fatti miei, no? E poi...Non è un idiota, evidentemente...”
“Sempre lì a difendere gli altri e ad accusare me.

Hikari s’imporporò di vergogna. “Tu non mi hai voluto dire chi sia quella ragazza nella foto, perché dovrei dirti cosa ha fatto Mark?”

Takeru sembrava sinceramente sconvolto. In effetti, aveva finalmente conosciuto un’Hikari più dolce, remissiva...Semplicemente, non l’Hikari con i denti affilati con cui era abituato a lottare.

Abbassò gli occhi. “Ti prometto che un giorno te lo spiegherò.”
“No, basta promesse. Non voglio più avere niente a che fare con te.”attaccò duramente lei, tirando su col naso.

Takeru sorrise.

“Fino a poco fa l’avrei detto anche io.”

Ed ora?”

“Sei strana, sai, Hikari Yagami. E ho deciso che voglio conoscerti meglio.”
“Cos’è, uno dei tuoi buoni propositi?”

Hikari appallottolò il fazzolettino per gettarlo nel cestino.

“No, una sfida. Non so perché, non ci sopportiamo a vicenda e finiamo sempre con l’incontrarci. Anzi, con lo scontrarci.”
Questo si stava trasformando in un discorso pericoloso per me.

Chris capì al volo le mie intenzioni, e sferrò un calcio sul braccio ingessato di Takeru, che digrignò i denti per il dolore.

“Bravo, Chris”sussurrai. “Se avesse detto che era stato un angelo a farli incontrare, saremmo stati spacciati!”

Era vero. E non potevamo permettercelo.

Hikari gli sfiorò il braccio, giusto in tempo per vedere il flash di un paparazzo immortalarli.

“Cavoli! Stupido, dobbiamo scappare!” strepitò, afferrandolo per il braccio sano, mentre sul volto di Takeru si faceva strada l’ira più funesta.

“Stai scherzando, ora li uccido!”
Sei infortunato, non ti permetto di fare sciocchezze!”

Si catapultarono fuori dal bar, infilandosi in un vialetto buio e secondario.

Intanto, io mi davo da fare con i paparazzi. Detesto chi si fa gli affari degli altri, santi cori angelici!

Rintronammo il paparazzo, che non riuscii a riconoscere per il buio, con sacrosante botte che sarebbero passate in un paio di giorni,e riuscimmo a strappare tutte le istantanee che aveva scattato.

Non mi curai più di tanto della fine che avrebbe fatto, e volai celermente dai miei due protetti.

Takeru era schiumante di rabbia, e nel frattempo si era coperto di nuovo...Hikari si sentiva sconfitta.

“Domani ti giuro che ti riporto la tuta e che in redazione cerco di scoprire chi ha scattato quelle foto per distruggerle!”schiamazzava concitata.

“Non credevo che succedessero queste cose tra colleghi!Ma in che giungla vivete?!

“Senti, tu, sportivo del cavolo, non puoi proprio parlare viste le schifezze che avvengono nel tuo ambiente!”s’inalberò lei, arrivando quasi a toccarlo.

Erano tanto vicini...Mmm...

Col respiro affannoso per il troppo gridare, Takeru la fissava truce.

“Spero che non compaiano domani sui tabloid. Odio voci false sul mio conto.”
“Specialmente se poi ipotizzano una storia tra noi due. Replicò tagliente Hikari, sostenendo il suo sguardo.

“Dai, e se li facessimo baciale?” mormorò Chris, preso da quell’atmosfera tesa.

Ci pensai su, ma il regolamento prevedeva dapprima un appuntamento, no? E se quello potesse essere considerato un appuntamento?

Sospirai ancora una volta.

“Un bacio”recitai a menadito “ è un momento spontaneo,dev’essere accompagnato da una forte attrazione reciproca ed è uno di quei pochi passi in cui un angelo del cuore non deve mai entrare, conseguente declassamento.”

Non potevo far baciare due persone così, al massimo aumentare la loro attrazione, com’era previsto dal termometro dell’amore...

Takeru abbassò gli occhi. “Chiamo Nat e ti portiamo a casa.”
“Non ce ne sarà bisogno.

“Come vuoi. Arrivederci.”

Takeru fece un ampio gesto con la mano, svincolandosi dal vialetto e da quel campo magnetico che sprigionavano gli occhi di Hikari.

Hikari sbatté la testa al muro, appoggiandovisi contro.

“Quantomeno ho passato una giornata diversa”, e il lampo di tristezza che le offuscò gli occhi m’informò che il suo pensiero era volato a Mark.

 

Avevo fatto malissimo i conti con quel paparazzo.

Innanzitutto, le sue ferite si erano già rimarginate, il giorno dopo.

In secondo luogo, era Mark.

Ed ora stava litigando con Hikari, in quell’ufficio assolato.

“Hai anche solo idea di quello che ho provato nel vedere che quel servizio era firmato da te? HAI ANCHE SOLO UNA PIÙ PALLIDA IDEA DI COS’ABBIA PROVATO NEL VEDERE QUELLE ILLAZIONI SUL MIO CONTO?!

La voce di Hikari, innalzata di un’ottava, riempì tutta la stanza e la rabbia più pura s’impossessava di lei.

“Io non ti avevo riconosciuto, Hikari! E poi, le istantanee qualcuno me le ha strappate, quindi solo nella camera oscura ho notato che fossi tu!!”
“E quando l’hai notato perché non le hai strappate?”

Hikari gli premette un dito contro il petto, fuori di sé.

“Perché avevo già dato la notizia, che Takaishi esca con una è uno scoop!”
“Quale diavolo di scoop?! E contano più i soldi di un miserabile servizio che la nostra storia? Da quando in qua io sarei UNA?!

Gli occhi le diventarono lucidi, amareggiata com’era.

“Bè, visto che ieri tu non uscivi più da casa Takaishi...E poi ti trovo al bar con lui! Cosa dovevo pensare?!” ruggì lui, decidendo non di scusarsi ma di passare al contrattacco.

L’atteggiamento in assoluto peggiore.

“Io ne sono uscita, da casa sua!”esplose lei. “MA NON ERI SOLO! E Takeru mi stava consolando, visto che, COME UNA CRETINA, piangevo per te!!

Ricacciò indietro le lacrime, e il suo volto era sfigurato.

Sbaglio o aveva difeso Takeru?

Ma era mia sorella!”

“...E sai che ti dico? È finita! Vai al diavolo, Mark! Col tuo servizio!”

Dubito che Hikari l’avesse sentito, visto che sbatacchiò la porta con fare molto poco delicato.

Ed ero contento! Aveva aperto gli occhi!

Eppure, mi sarei aspettata felicità, per questa presa di coscienza, non certo tutte quelle lacrime che continuavano a scendere.

Voi siete assurdi. Piangete sempre per la fine di un amore, anche se vi hanno trattato come delle pezze...non sarete più innamorati dell’idea dell’amore?

Non sarete semplicemente degli illusi...?

Hikari aveva con sé una bustina, con dentro una tuta assai familiare.

Decise di passare per casa di Takeru, dove i bodyguard l’accolsero con un sorriso e il gattino, ancora senza nome, le si strusciò accanto per farle le fusa.

“Entra pure” l’accolse un tetro Takeru.

“Pensavo avessi allenamento, ed ero già pronta a lasciarla a qualcuno dei tuoi scagnozzi.

“Non sono i miei scagnozzi...E comunque ti devo ricordare che sono infortunato?”rimarcò acidamente.

Una volta seduti su un mastodontico divano, Takeru prese la parola.

“Dalla tua espressione, dubito che sia riuscita a far molto per quell’articolo, eh?”

“Le ha scattate Mark.” Sussurrò funerea, riavviandosi stanca i capelli.

COSA?!”

Hikari guardò fuori. Quello che le ci voleva era solo un altro conflitto.

Cioè, è stato il tuo ragazzo?!”
“Non è più il mio ragazzo.”puntualizzò con una fitta di dolore mista alla convinzione di aver agito per il meglio.

Takeru si zittì, ma non riuscì ad evitare di celiare: “Ecco perché ieri piangevi.

“C’è poco da ridere. Ora come facciamo con queste voci?”

Takeru afferrò la tuta dalla busta, spiegandola tranquillo.

“Tu sai che non sono vere. Io so che non sono vere. Dunque, abbiamo due strade.”
Cioè? Non ho voglia di scherzare.” Rispose, massaggiandosi le tempie.

“Non sto giocando. O le ignoriamo deliberatamente...

Oppure?”

Oppure facciamo in modo che siano vere.”riprese lui.

Hikari gli riservò un’occhiata glaciale.

“Devi essere impazzito.”

“Sempre meglio di essere stato troppo ingenuo.

Ma tu sei nato col dente avvelenato?”

“Può darsi. Che cosa vuoi fare, ora?”

“Andarmene, ho già sentito troppe sciocchezze!”

“Un attimo solo...”

Takeru si alzò, e lei agì di conseguenza, allontanandosi verso la porta.

Lui la raggiunse, la ghermì, tappandole la bocca e trascinandola nella sua limousine.

Che uomo!

 

“DOVE DIAVOLO MI STAI PORTANDO?! È anche pieno giorno!!”sbottò lei, molto vicina al farsi saltare i nervi, una volta che Takeru l’ebbe liberata dalla stretta.

“Calma, è un posto stupendo...In realtà è più caratteristico di notte, ma come minimo avresti pensato che ti volessi violentare, se ti avessi portato qui col buio.”

Lo sguardo era in preda al panico totale.

Cosa vuoi fare??”
“Ehi, ti fidi di me?”
“NO!”

La limousine parcheggiò, e io mi chiesi cosa diavolo fosse quell’edificio così alto.

Ma questa è...”
Hikari non riuscì a completare la frase, vista la troppa sorpresa.

“La Sears Tower, con i suoi 443 metri d’altezza, che la rendono il secondo grattacielo più alto del mondo. Spiegò Takeru, tirandola con sé verso l’entrata.

“Mai pensato che potessi soffrire di vertigini?”

“Senti, ragazza petulante che non sei altro, non mi dare ulteriori buoni motivi per buttarti di sotto!”

Il panorama dalla cima era da mozzare il fiato.

Certo, magari non per me che ero abituato a volarci sopra, ma ero sicuro che Hikari non avesse mai visto quel paesaggio.

Che dite, si poteva considerare un primo appuntamento?

“Come mai sei stato così gentile con me da portarmi qui?”domandò sospettosa, una volta che l’iniziale entusiasmo si era spento.

“Ma tu devi sempre vedere dei secondi fini?!

“Conoscendoti...”
“Ecco, appunto, se mi conoscessi davvero non diresti così!”

Ma perché finiamo sempre con lo scontrarci?” si lamentò Hikari.

“Che ti piaccia o no, ormai i nostri destini si sono incontrati. Decretò Takeru solennemente.

Chiamatemi destino, ora!

“Wow, non ti sapevo poeta.”lo rimbeccò.
“Ci sono tante cose che non sai di me.”
“E che nemmeno tengo a sapere.”
“Ti prometto che ti farò cambiare idea.”
“La vedo dura.

“Non diffidare di me.”

Il “botta e risposta” pareva essersi concluso, ed ognuno rimirò il luogo in silenzio, pensando forse alla propria “sfortuna”.

Comunque ti ho portato qui perché potessi cambiare prospettiva e renderti conto che in fondo lui è un idiota.” Sentenziò Takeru.

Hikari sembrava vagamente compiaciuta.

“Sai che ti dico? Una volta tanto, hai ragione...Basta pensarci!”

Stirò le braccia come una bambina, e Takeru sorrise.

“Sei molto più umana di quel che pensassi...

Hikari fece per rispondere, con un mezzo sorriso, quando la chiamò Taichi per sapere cosa ci facesse sulla prima pagina di tutti i giornali scandalistici della città.

E mentre Takeru si sbellicava dalle risate e Hikari gli mandava occhiate di fuoco, decisi che era ora di poter passare alla fase successiva: il primo bacio.

 

 

¡Hola chicos! ¿Que tal?XD Scusatemi, sto decisamente impazzendo! Bene, manco da questo mondo da quasi un mese, e tra l’altro, non era nemmeno questo l’aggiornamento tanto aspettato...Sono un disastro nel rispettare i programmi, che ci volete fare! E così, mi sono ritrovata, in questo incasinatissimo periodo della mia vita(eeeeeh e quando mai!), ad aver l’ispirazione soltanto per Angeli del Cuore- chissà perché, poi-...Spero che questo cap vi piaccia, gente! È il mio regalino di Natale per voi, anche perché non so cosa riuscirò ad aggiornare per il 25! Prendetelo come un acconto! XD Un grazie infinito a chi segue questa fic(specie ai nuovi lettori**) e a chi ce l’ha tra i preferiti...Mi fate sempre commuovere!XD See you soon!

HikariKanna

 

 

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Capitolo 8
*** Véronique ***


Angeli del cuore

Angeli del cuore

“Fantastico. Di nuovo senza lavoro.”

Hikari sospirò pesantemente per la tredicesima volta, ritornando a tracciare ampie volute sul pavimento.

Si fermò sulla finestra, le esili dita poggiate sul vetro che contrastava irrimediabilmente con la pertinace calura di fine estate.

Sembrava quasi impossibile che il mondo non si fosse ancora sciolto.

Bella forza, pensai, dal mio insindacabile punto di vista, finché c’erano attivisti come Hikari, era difficile che la coscienza mondiale non venisse in qualche modo smossa.

La preoccupazione non donava alla mia vittima numero uno; occhiaie violacee le incorniciavano il viso.

Somigliava ad un panda rachitico.

Giù un altro sospiro.

Naturalmente, aveva preferito licenziarsi, anche se lei l’aveva definita “una pausa di riflessione”. Ultimamente, avevo imparato che la cosiddetta pausa di riflessione significava crisi in corso, sentori rossi accesi, per la serie “bisogna fare attenzione a non mandare tutto al diavolo”.

Ripensai a Chris- chissà dove diavolo s’era cacciato -che m’implorava di fare qualcosa.

In fin dei conti, io potevo far sì che Hikari perdesse o riacquistasse il lavoro, secondo i miei capricci.

Ma non sapevo cosa fosse meglio per lei.

Per la prima volta, ero in serie difficoltà.

Hikari era praticamente senza lavoro, odiava Takeru e le piaceva ancora Mark. Takeru, invece, si era incuriosito sul conto di Hikari ed aveva avviato la fisioterapia, per potersi rimettere del tutto in forze.

Com’era che se uno poteva definirsi felice, l’altra era triste? Perché erano due rette che viaggiavano parallele, destinate a non incontrarsi mai?

Due incognite incompatibili.

Dovevo sforzarmi per trovare anche solo un punto in comune.

“Vorrei proprio cambiare anche adesso prospettiva.” Sussurrò la ragazza, stringendo le mani a mo’ di pugno e battendo contro un’ipotetica ingiustizia, materializzatasi nel vetro della finestra.

“Stupidastupidastupida”

Picchiò la testa contro il vetro, ravviandosi poi i capelli scompigliati.

Sorrisi.

Forse non erano poi così distanti.

Sapevo che avevo rievocato la Sears Tower e l’inaudita gentilezza di Takeru.

Guardò infatti il cielo, sentendosi infima e afferrando paranoica il primo cuscino che le capitava a tiro.

Non si prospettava una giornata allegra.

 

“Io gli spacco il muso, io lo uccido, io lo...”
“Taichi!”
“Ma Sora!Vedi in che condizioni si ritrova mia sorella??”

“Oh, ma come vi devo ripetere che sto bene?! Un po’ depressa, ok, ma...”
“Avresti potuto fare una sciocchezza!”ululò Taichi, inscenando uno strano teatrino con dei coltelli di plastica, un vaso e aprendo la finestra che dava direttamente sulla strada.

Al che fu inevitabile un caustico commento di Sora: “Taichi, non siamo certo al trentesimo piano.”

Hikari sembrò non prestare attenzione all’affermazione della sua amica, preoccupata com’era della sorte che stavano facendo i suoi gerani nelle mani di suo fratello.

“Calmati, ora!”
“No che non mi calmo!Lasciatelo a me!”
Si erano parodicamente  rovesciati i ruoli, ed ora era Hikari a cercare di tranquillizzare suo fratello.

Impresa che riuscì soltanto alla sua ragazza.

“Tai”esclamò con voce melodiosa. “Ora basta...Siamo entrati qui senza nemmeno chiederle che cosa è realmente successo!”
Gli accarezzò una spalla, ponendosi a sedere su un piccolo divano.

Hikari le lanciò uno sguardo colmo di gratitudine, mentre Taichi sembrava riprendere un po’ di colore naturale.

La situazione sembrava...normale.

“Che ne dite di una tazza di the?”

 

Con tre tazze fumanti in mano, nonostante il tremendo caldo, le schermaglie sembravano concluse.

Però “normale”era un aggettivo troppo azzardato per esprimere lo stato di cessate ostilità da ambo le parti.

“Allora...Hikari...Ti va di spiegarci cosa...”
“Innanzitutto”Hikari interruppe suo fratello bruscamente. “Innanzitutto, spiegatemi voi come mai siete qui. Io stavo tranquillamente rimirando il paesaggio, quando siete piombati all’improvviso e...”
“Se permetti parlo io, caro”

Sora fermò Taichi, il cui colorito tendeva stranamente al bordeaux, appena in tempo.

“A dir la verità, è molto semplice. Sei sui quotidiani di tutta l’America!” svelò, con un sorriso incredulo.

“Nolente”puntualizzò Hikari, fissando il cielo esasperata.

“Non è questo il punto. Sta di fatto che credevamo stessi con Mark, e poi...?Ti troviamo sulle pagine patinate di ogni scadente giornale scandalistico assieme a Takeru Takaishi!”fece la voce indignata di Taichi.

Sora gli rifilò un’occhiataccia.

“Con quest’atteggiamento, non spiegherà mai nulla! Ti prego, Hikari, vuoi raccontarci la dinamica esatta dei fatti?”domandò la rossa con tono accomodante, appioppando un bel pizzicotto al braccio muscoloso di Taichi.

“Ahia!”

Incurante, Hikari iniziò a raccontare controvoglia.

“Tutto è partito da quel maledetto calendario...”

 

Hikari fu davvero ingiusta nel resoconto.

Takeru non era stato poi uno sporco pervertito sfacciato!
Ma quanto raccontò bastò a rasserenare gli animi, e a convincerli che andava davvero tutto bene.

Vedendola in quel momento, appena la coppia se n’era andata, sola, acciambellata sul divano, a stringere un cuscino contro il petto e a fare distrattamente zapping, si poteva ipotizzare tutto.

Fuorché che fosse felice.

Uno scampanellio timido la riscosse, tra un prodotto per dimagrire e delle interessanti pentole a pressione.

“Taichi, se sei ancora preoccupato per me, credimi, non c’è...”incominciò a sciorinare, saputa, senza nemmeno avvedersi della persona a cui aveva aperto la porta.

“...Non ce n’è alcun bisogno. Io sto bene, Mark è un imbecille, stupido idiota che ha giocato con i miei sentimenti. E non sto con Takaishi.”
Risi per la situazione assurda che si era venuta a creare.

Hikari recitava a occhi chiusi, quasi fosse una consumata attrice di teatro, accompagnandosi con ampi gesti plateali.

A fare capolino da dietro un enorme mazzo di fiori, c’era il capo ricciuto di Mark.

L’avrei volentieri messo KO di nuovo, ma lasciai che Hikari prima si accorgesse di chi aveva fatto entrare in casa. Così, per ridere.

“...E poi, non avrei mai pensato che tra colleghi succedessero queste cose!”
Ora gli dava le spalle.

Quello stupido aveva una smorfia di divertimento stampata sulla faccia.

Che gli feci prontamente scappare, grazie ad un calcio ben assestato.

“Lieto di sapere tutte queste meravigliose cose sul mio conto, Hikari”disse ad un certo punto, stanco di recitare ancora, ma massaggiandosi il sedere.

Hikari trasalì, riconoscendo la voce.

“Mark?TU? Come cavolo sei entrato?!”
“Dalla porta!”
“Ma chi...”
“Tu!”
Era maledettamente serio. Inoltre, non stava affatto mentendo.

“Perfetto, e visto che non mi sono accorta di niente, potresti gentilmente girare i tacchi e sparire?”
Hikari inspirò a fondo, cercando di controllare la propria rabbia.

Con scarsi esiti, peraltro.

“Sono venuto qui per parlarti.”
“Mi risulta che tu l’abbia già fatto, no?”
Hikari cercò di spingerlo verso la porta, e fui ben lieto di darle una mano.

Ma dov’era Chris in certi frangenti?!

“Aspetta!!Mi dispiace!”
Oh, ma quant’era pesante!
Sbuffando per la fatica, Hikari mollò la presa, col fiato corto.

“D’accordo, parla. Ma che siano cinque minuti, e poi sparirai dalla mia vita.”
Mark non sembrò lasciarsi impressionare più di tanto, e, impettito, cominciò il suo bel discorsetto.

“So che sono stato un idiota...”
“Puoi dirlo forte.”
“...Ma per favore, non interrompermi.”
“Non esiste, tu sei in casa mia e io ho il diritto di fare ciò che voglio.”
“Hikari, ti prego, non rendere le cose più difficili di quanto già non siano!”
“Perché, tu me le hai rese facili?”
Era una ragazza astiosa, c’era da ammetterlo! Ma in certe circostanze, era più che legittimo.

A braccia conserte, stette ad ascoltare.

Io ero già pronto ad utilizzare una nuova pozione in polvere lassativa, o giù di lì.

“Io...io sono realmente pentito di quello che ho fatto, e te ne chiedo scusa.”
“Le tue scuse non basteranno a far cambiare idea alla nazione riguardo me e Takeru.”replicò freddamente.

“Lo chiami per nome, ora?”
“E allora?Sei geloso?”

Sbaglio, o era più rosea?
“Affatto...Mi rendo perfettamente conto che sarà difficile, ma io con te ci sto bene...”
“Tanto bene da tradirmi.” Fu il commento affilato di lei.
“Era mia sorella, Hikari!”
Stanca, lei si massaggiò le tempie.

“D’accordo. Mettiamo che io ti creda e che accetti le tue scuse. Che altro vuoi?”
“Una seconda possibilità.”
Mark le strinse una mano nella sua, e col palmo rimasto libero le accarezzò il mento.

Hikari non avrebbe retto ancora per molto.

“Allontanati!”

Lo respinse indietro, indignata.

Sconfitti, gli occhi di lui si fecero lucidi.

“Non è giusto, Hikari, che tu non voglia concedermi...”
“Non è giusto? Con che coraggio mi fai soffrire così e piombi qui a dire che non è giusto?! Tu mi piacevi, e tanto!”
Oh no.

Pericolo lacrime, pericolo lacrime!

“Hikari, io...Ho davvero bisogno di te...Vieni con me a cena, stasera...Un’ultima volta...”
La strinse a sé, ma lei si lasciò andare senza alcun sentimento particolare.

Se sbagli anche stasera, Mark...”
“Non accadrà.”
Per il bacio che succedette, decisi che la sera stessa andava utilizzata quella polverina.

 

Hikari era splendida nella sua semplicità e, detesto ammetterlo, anche Mark stava bene.

Ancora per poco.

“Ma Hikari, il tuo vestito è...”
“Imputa la colpa a questo dannato traffico. Vogliamo andare?”
Non era certo accomodante.

I due si erano ritrovati davanti ad un ristorante non troppo pretenzioso.

In realtà, lui aveva cercato con mille moine di convincerla a farsi venire a prendere, ma lei fu irremovibile.

Il risultato fu che la sua bicicletta giaceva lì, legata da una catena fatiscente, e il suo vestito era strappato in alcuni punti.

Non si era curata granché, c’era da ammetterlo.

“D-d’accordo”convenne lui intimorito.

Sulla soglia, Mark lanciò un gridolino.

Ehi, non avevo ancora fatto niente!!
“Ma quella è...”

Da dov’era spuntata quella macchina fotografica?

Hikari lo guardò con tanto d’occhi.

“Ti sei portato dietro il lavoro?!”
“Naturale!!La prima regola per un buon giornalista è che non si è mai a riposo!”
“COSA?!”

La sua reazione inviperita mi fece desistere dall’utilizzare alcunché, tanto l’avrebbe ridotto lei a brandelli.

“Sei impazzito?E’ un’attricetta come tante altre, e...”
“Vuoi star zitta, per favore, tesoro?”
“Scordatelo!”

Hikari gli strappò via dalle mani l’oggetto, scaraventandolo per terra.

Il labbro inferiore di Mark si fece livido.

“Amore, ti rendi anche solo conto di cosa hai appena combinato?”
“Se l’ho fatto, è stato perché evidentemente volevo passare la serata con te come persona, non come paparazzo!”

“Ma io sono un paparazzo!”esclamò lui stupefatto, raccattando gli scampoli di quella che era stata la sua fedele compagna d’avventure.

Hikari si strofinò gli occhi, esasperata.

“E va bene, e va bene. Hai ragione tu, amore, scusami. Vogliamo...?”

Il moro indicò la soglia del ristorante.

Ma sapevo bene che ad Hikari era passata la fame.

“Sì, raccogli i pezzi ed entriamo.”
Mark si chinò, impotente, quasi a dare addio ad un’amante.

Da quella prospettiva, però, poté osservare al meglio quanto fosse smesso l’abito di Hikari, e cosa lasciasse intravedere.

Con espressione lasciva, cercando di risultare suadente, disse: “Hikari, pensavo...Perché invece non vieni da me...”

Hikari lo ricacciò indietro, spaventata dai suoi occhi vogliosi.

“Ti avevo dato una seconda possibilità, ma è stato peggio di prima...Ti sei dimostrato troppo attaccato al lavoro e maniaco in una volta sola...Mi fai schifo...

Con un’espressione evidente di disgusto, inforcò la bici, perdendosi nel buio della notte, incurante delle grida imploranti di lui.

E io non avevo fatto niente.

 

Ricusando le lacrime , Hikari continuò a pedalare verso casa. Delusa, ma consapevole di aver agito per il meglio.

Un clacson improvviso la informò che il semaforo era verde.

Pesanti apprezzamenti da parte di bellocci ebbri non fecero altro che confermare la sua tesi sulla meschinità maschile.

Poi la sua corsa s’interruppe di colpo, in quanto il vestito si era impigliato nei raggi della bici.

Imprecando, Hikari fu costretta ad accostare. Fu lì che si accorse di essere vicina a casa sua, e di una limousine nera immensa.

Ma lei non era così fortunata da essere quella ragazza che adesso scendeva dalla berlina, lei che era alle prese con una bici sgangherata.

Un momento, però! Io quella ragazza l’avevo già vista!

E dall’espressione stupefatta di Hikari, capii che non era sconosciuta neppure a lui.

“La ragazza della foto...”sussurrò rapita, mentre la sconosciuta agitava i ricci neri al vento e prendeva in mano un astuccio da violino.

 

Il mistero s’infittiva.

Hikari mollò la bici per seguire quella perfetta estranea.

Incuriosita al massimo, la sentii parlare febbrilmente da sola.

“Finalmente scoprirò chi è!Mmm...Forse fa parte della Chicago Symphony Orchestra...

Non era granché come detective, comunque, perché più di una volta gli occhi verde smeraldo della ragazza si posarono su di lei. Ma non sembrava che Hikari le desse fastidio, non tanto da gridare aiuto, in sostanza.

La ragazza si fermò davanti ad una villa invece ben nota.

Casa Takaishi.

Certo che era proprio bella...

Feci in modo che Hikari desiderasse scoprire quanto più possibile sul suo conto e quindi si avventurasse in quella casa. Dopotutto, era un po’ che non sentivo le schermaglie tra i due.

I tre bodyguard riconobbero subito la giovane, sorridendo esterrefatti.

Uno dei tre si chinò addirittura, cosa che provocò in quel volto opalescente un sorriso quieto.

Bienvenue, mademoiselle

Merci

Aveva una voce armoniosa, ma sorprendentemente alta per quello che avevo immaginato.

Si fece strada da sola, e ipotizzai che non era certo la prima volta che si recava lì.

“Buonasera!”fece Hikari allegramente all’indirizzo delle tre guardie adoranti.

“Signorina Hikari, quale piacere averla qui!”le rispose uno, forse Nat.

“Piacere tutto mio. Vorrei parlare un attimo col signor Takeru, è permesso?”

Ah, la diplomazia femminile!
“Ehm...”

Lanciò occhiate eloquenti agli altri due.

“Purtroppo il signorino ha dato espressivamente l’ordine tassativo di non fare entrare nessuno, stasera.”
“Ah...e quella signorina?”
“Proprio per quello”s’intromise...Stevie?

“Oh”

Il disappunto di Hikari era palese, ma il suo stile fu impeccabile.

“D’accordo...Gli dite che sono passata?”
“Naturale, miss”rispose l’ultimo.

Hikari si allontanò lesta, ma la conoscevo abbastanza per sapere che non si sarebbe mai arresa alla prima difficoltà.

Infatti, non appena fu fuori dal loro campo visivo, si arrampicò su un albero-povero vestito!- per tentare di eludere la sorveglianza.

Avendo avuto esperienza diretta, la diressi sui rami che portavano direttamente al salotto di Takeru, dove la signorina sconosciuta si era tranquillamente accomodata.

La riccioluta era comodamente seduta sul sofa del salotto, la custodia del violino le giaceva accanto.

Esaminava meticolosamente le proprie unghie, scartando allo stesso tempo un cioccolatino.

Takeru le sedeva di fronte, non particolarmente emozionato, con un sopracciglio alzato.

Sembrava divertito e allo stesso tempo stranito.

I due non parlavano ancora, ma dovetti escogitare un modo affinché sia io sia Hikari potessimo origliare qualcosa.

Dubitavo che origliare fosse ammesso dall’indole di Hikari, ma sembrava ipnotizzata da quella ragazza. E il fine giustifica i mezzi, no?

Così, feci apparire dal nulla una specie di miniregistratore che, indirizzato nella giusta maniera, ci permettesse di ascoltare.

Sortii uno strano effetto, però, facendolo piombare sulla testa di Hikari per sbaglio.

“E questo poi da dov’è uscito?L’ho sempre detto che è un disordinato schifoso!!

Non ci voleva che si mettesse anche contro il “disordine” di Takeru.

Sospirai, profondamente divertito.

Dopotutto, Hikari era sempre Hikari, ambientalista convinta contro lo spreco!

Nonostante l’avvio non proprio promettente della missione, cercò di capire a cosa potesse servirle quello strano oggetto, quando lo indirizzò verso la finestra e riuscì a captare la voce di Takeru.

“...E così ti sei degnata di venire a trovarmi, eh, Véronique?”

 

Buongiornooooooo!XD
Io sono una maledetta incostante che si diverte proprio ad aggiornare le fic che ne avrebbero meno bisogno, eh? XD Uhuh in realtà questo cap non mi piace nemmeno, ma è necessario, pur essendo di transizione! Il caro vecchio Mark è andato al diavolo, e stavolta definitivamente, salvo decisioni impreviste dell’autrice, mentre è comparsa Véro! Eheh so quanto vi starà antipatica, ma tranquilliiiiii! Se avessi voluto utilizzare una francese antipatica, avrei probabilmente preso Catherine!;D Oggi farò la brava, visto che vi ho fatto tanto penare in quanto ad aggiornamenti!= Vi ringrazierò uno ad uno!!

Kari89:carissima! Grazie, grazie!=) Eh teso per il primo bacio dovrai aspettare un pochino, ma credimi ti farai le migliori risate!XD Baciiii tvtttb!

Sweet_Dreamer:una new entry!;) Che bello, mi commuovi! Purtroppo dovrò continuare a farti sognare ancora un po’ per il bacio...Che autrice perfida, ma sono perdonata?XD Scherzi a parte, grazie davvero!

DenaDena: tesoro!Eh si che Hikari si è fregata, ma ci vorrà un po’ perché ammetta i suoi sbagli(e paghi pegno!)...Intanto vedrai quanti altri sviluppi ho!Alla prossima teso, e grazie di tutto!:) tvb!!
memi: Ihih teso ho deluso anche te, che speravi il bacio, eh?I’m sorry!!!XD Ma grazie tantissimo per l’appoggio!!Intanto vedrai cosa succederà, spero continuerai a seguirmi!!tvttb

Sae:amoooooore!Sto anche massaggiando con te in questo momento!XD Eheh avercelo un Takeru così nella vita reale, eh? Vabbè io forse ho anche di meglio/peggio!XD Comunque teso grazie a te!!tvtrb!

Elisa: Oh arrossisco!!Davvero, grazie di cuore!=) Per la cronaca, sì che litigheranno in eterno...ma no, scherzo, solo per tanti, tanti cap!Le battute, devo dire la verità, mi vengono un po’ spontanee e un po’ le prendo dalle dolci discussioni col mio, di Takeru(Ah!Lui si che mi da del filo da torcere!)...Magari esistesse Daisuke, così almeno saprei come comportarmi!Se lo trovo te lo presto subito!!!

Sora89:oooh la mia penfriend che ancora non mi risp(Ma prenditela comoda, teso!)!!** Ihih sono contenta che ti sia piaciuto il cap, ma per vedere Mark del tutto fuori si è dovuti aspettare questo! Stranamente, eh?Tu che mi conosci sai bene che metto gatti dappertutto!XD XD Per Sora e Yama, tranquilla, presto arriveranno anche loro!tvbenissimo!

Hikary:eheh grazie!spero che sia una gioia anche questo cap!!

 

E un immenso grazie a quei 12 coraggiosi che hanno la storia tra i preferiti e a chi legge in silenzio!!Grazie di cuore!
HikariKanna

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Capitolo 9
*** Una nuova amica ***


Angeli del cuore

Angeli del cuore

 

“Non so proprio cosa mi trattenga qui”sibilò Hikari a denti stretti.

Gliel’avrei detto volentieri che si trattava di un curioso mix tra paura di cadere e una nuova polvere immobilizzante- in realtà, ancora da brevettare. Peccato che se avessi parlato avrei rotto quel tacito accordo che interviene ogniqualvolta vi si faccia capire che non è casuale tutto ciò che vi accade.

E Hikari rimaneva lì, con quell’insolito apparecchio acustico, appigliata in bilico ad un albero che aveva ogni caratteristica fuorché l’apparire resistente.

Takeru e quella Véronique, chiunque fosse, si squadravano in silenzio.

Poi lui compì un gesto che stentavo a credere potesse appartenergli.

Si alzò in silenzio, sorridendo beffardo, come sempre.

Véronique sembrò intendere le sue intenzioni al volo, ricambiando quel tenero abbraccio che lui accennava appena.

Il walkie-talkie, per così dire, registrò i respiri quieti di entrambi.

Gli occhi smeraldini di lei sorrisero.

Anche tu mi sei mancato molto.”
“Non ho mai detto che mi sei mancata”notò con sorpresa Takeru.

C’era un orgoglio represso nel suo tono che non riuscii bene ad identificare.

Hikari sbuffò, divertita.

“Ma allora anche lui ha un cuore!Chi l’avrebbe detto!”

E pensare che presto sarebbe appartenuto a lei!

“Come se non ti conoscessi, Take!”riprese lei, cristallina.

“Take?”puntualizzò scandalizzata Hikari, in un equilibrio sempre più precario.

Si avvicinò ancor di più alla finestra.

“Già...Chi meglio di te!”

L’occhiata furente e amareggiata che lui le scoccò mi colpì.

Avevo come la sensazione che ci fosse qualcosa di grosso sotto. O quantomeno che ci fosse stato.

Sapevo che anche Hikari la pensava così, altrimenti il suo senso di urbanità e rispetto della privacy avrebbe prevalso.

Véronique sospirò, sciogliendosi dall’abbraccio.

Sembrava che smuovendo la propria chioma fluente avesse intenzione di ravvivare anche l’atmosfera.

Chi era? Che ruolo aveva svolto nella vita di Takeru?

“Takeru...Sai anche tu che è stato meglio così”disse con voce improvvisamente dura.

Lui le si avvicinò, disegnando sulla sua guancia una linea astratta.

Tu hai deciso che fosse meglio così.”

Affatto impaurita, la ragazza resse il gioco.

“È proprio vero che il primo amore non si scorda mai.

Takeru sorrise.

“Avrai sempre un posto speciale per me.”
“Spero non così speciale.”lo ricacciò lei. “Avanti, Takaishi, con tutte le tue ammiratrici, nessuna ti ha carpito il cuore?”
“Sai che non ho occhi che per te”ironizzò il biondino, anche se qualcosa mi fece credere che, un tempo, era andata proprio così.

“Oh, già, scusami. Devo essere troppo bella..!”

Ok, mi stavano dando sui nervi. Però, allo stesso tempo, erano quasi...Simpatici.

“Scherzi a parte...”
“Scherzi a parte, c’è stata quella...Non ricordo nemmeno il suo nome...Mary, forse?Boh...”
“Pensa un po’ quant’era importante. Takeru, ma possibile che le uniche figure femminili per te siamo io e tua madre??”
“Capirai, per quanto lei e papà siano stati presenti, presi dal lavoro com’erano!”

“Takeru...”

Véronique gli diede un buffetto sulla guancia.

“Davvero non ti vedi con nessuna? Ti ho fatto così male?”

Una nota di dolore s’installò pericolosamente nella voce di lei, incrinandola.

“Più di quanto immagini.”rispose lui tranquillo, quasi si trattasse di rispondere ad un saluto. “E poi no, non direi. Vedo tutti i giorni i miei bodyguard!”

“Nessuna, eh?”
“Cos’hai contro le relazioni omosessuali?”

“Sei incorreggibile!”

Lei rise, dandogli dei colpetti sul petto.

“Smettila!Mi spieghi una volta per tutte che ci fai qui?”

Gli occhi di Véronique s’incupirono.

“L’ultima volta che ci siamo visti, bè, non è finita proprio bene, no? Sono tornata a Chicago perché la tournée estiva si è finalmente conclusa!E volevo...Vederti. Takeru...”Alzò gli occhi. “Mi dispiace, lo sai. Ma...Se avessimo continuato a...”L’ammissione le costò fatica “Stare insieme...Prima o poi saremmo impazziti. Takeru, sia io sia te conduciamo delle vite troppo incasinate. Potremmo vederci tutti i giorni e non incontrarci per mesi. Non sapremmo mai quello a cui andremmo incontro.”
“Sciocchezze, e lo sai meglio di me. Se solo avessimo voluto, non sarebbe successo.”
Lei sembrò improvvisamente stanca.

“Non possiamo essere solo amici?”
“Lo sai che non ci credo.”
“Almeno proviamoci. Siamo stati amici per così tanto tempo...Si tratterebbe solo di tornare ai vecchi tempi. Quando tutto era più semplice.”

Takeru le offrì i palmi, che lei strinse delicatamente.

“Va bene.”
“Ti aiuterò a trovare il tuo vero amore.”
“Ah, lo spero, così poi quando hai bisogno di fare shopping non trascini me!”
“Non ti ho mai trascinato!!”
“Vogliamo parlare del vestito rosso che abbiamo scelto per la prima alla Fenice?”
“Idiota, se io sono una violinista importante mi devo pur vestire bene!Mica sono come te che lavori in tuta!”

Lui si strofinò gli occhi stanchi.

Hai ragione, mi sei mancata molto. I miei ragazzi ti hanno riconosciuta subito?”

Véronique sembrò mettere a fuoco un dettaglio che precedentemente le era sfuggito.

“Sì, sì...Mi hanno persino parlato in francese, che bello.”
Ora che lo notavo, la sua erre era particolare.

“C’era...Una strana ragazza che mi ha seguito per un po’, ha parlato con Nat o Steve o quel che è, e poi se n’è andata. Mah”fece spallucce, accomodandosi sul divano.

“Una strana ragazza?”
“Sì, ma l’ho vista a stento. Perché, ti perseguitano?”
“Più o meno”

Guardingo, Takeru, sembrò per un momento indugiare sulla finestra superiore dove era appollaiata Hikari. Almeno, per gli occhi umani.

“Tu mi preoccupi, ragazzo. Cos’è successo in quest’estate?!”
“Ma cosa vuoi che sia successo!”

“Ah, fa come vuoi. Io ora sono venuta qui per stufarti un po’, e non me ne andrò facilmente.”
“Lo dici come se ti volessi cacciare.”
Mh

Mel”sussurrò Takeru in trance.

“Scusami?”
“L’ultima ragazza con cui sono uscito si chiamava Mel.”

Contento, lui.

“Ah”
Véronique inarcò un sopracciglio, avendo il buon gusto di non dire altro.

“Pensavo non passassi di qui dopo la tournée.”
“L’hai detto tu che casa tua è mia, o no?”
“L’ho detto?Davvero?”
“Takaishi, lei soffre di alzheimer assolutamente precoce!”

Takeru si accasciò di fianco a lei, cingendole un fianco con un braccio.

Chissà se Hikari era almeno una puntina gelosa.

A giudicare dall’espressione scettico-divertita, propendevo per una risposta negativa.

“Sono contento che tu mia abbia preso alla lettera.”
“Anche io. Ma...”

“Amici, sta tranquilla!”

Véronique gli stampò un sonoro bacio sulla guancia.

“Amici.”

Ero convinto che sarebbero rimasti stretti in quel curioso abbraccio per un po’, senza nemmeno parlare, quando un miagolio sommesso interruppe la scena.

Il gattino bianco.

Ma poi Takeru gli aveva dato un nome?

Stralunando gli occhi, Véronique si alzò.

“Hai un gatto? Tu?”

“Bè, che c’è di così strano?”
“C’è di strano che tu a malapena sopporti la presenza di un altro essere umano al tuo fianco! Cos’è questa storia?”
“In realtà...C’entra una ragazza.

S’irrigidì appena, e così Hikari.

“Lei si chiama Hikari.”
“Hikari? Non dev’essere americana.”
“No, infatti. È una dannatissima fotografa vegetariana ambientalista pedante che, non so perché, ultimamente mi trovo sempre davanti!”
Véronique represse a stento un sorriso.

Ma ti piace.”

Gli pizzicò una guancia.

Takeru la guardò comprensivo, come si guarda un bambino che non si rende conto di aver detto una stupidaggine.

“Scusami?”
“Oh sì, deve piacerti.”
Hikari sperimentava intanto ogni possibile gradazione di colore.

Adesso verteva sul bianco pallido incredulo.

“Assolutamente no!!L’ho incontrata dapprima perché la stavo per sbaglio investendo, poi per lavoro, e adesso ha una mia tuta!Quando me la riconsegnerà, sarà finito tutto!”
“E se fosse lei la strana ragazza?”

“Non me ne stupirei più di tanto. Ma quando mi hai avvertito che saresti passata, ho dato espressamente l’ordine di non fare entrare nessun altro.”
“Mi lusinghi più di quanto sia necessario.”
“Ricorda che finora sei stata la mia unica storia.”

Véronique aprì bocca, ma lui fu più veloce.

“Seria”
Lei emise uno sbuffo aggraziato.

E cosa c’entra il gatto con lei?”
“Mi stava facendo un servizio qui a casa e chissà perché, ho voluto comprarle un gattino.”
“Hai comprato un gatto per una perfetta sconosciuta?”
“Véro, ma tu i rotocalchi non li leggi mai?”

La sua espressione era quella di una che aveva appena ricevuto uno schiaffo.

“Secondo te?!
“Perché le nostre foto sono comparse in tutta America.”
“Wow. La voglio conoscere.”
“Mmm, non credo ci andresti d’accordo. E non saprei come rintracciarla.”

“Lo dice lui che io non c’andrei d’accordo!!”sbottò Hikari, stranamente silenziosa.

“Peccato. Ma prima o poi tornerà.”
“Purtroppo”

“Sì, sì...”
“Ancora?!Perché convinta che mi piace, sentiamo!”
“Perché altrimenti non ti saresti tanto infervorato!”sorrise deliziata lei. “E ne parli in maniera diversa rispetto alle tue avventure.”
“Solo perché non c’è e non ci sarà mai niente. E poi è una seccatrice. Nonostante a volte sembri molto...Bisognosa di conforto”ammise a malincuore.

Ah-ah, fai attenzione, Takeru. Non ti serve a niente cercare scuse.”

“Véronique, sei paranoica.”

“Ne riparleremo quando l’avrò conosciuta. Ma ha un nome, questo amore?”

Come qualunque ragazza attratta dalla dolcezza, Véronique non poté fare a meno di innamorarsi del batuffolino candido che si strusciava contro di lei.

“No”rispose secco. “Dovrebbe sceglierlo anche lei, in fondo.”
“Motivo in più per farla venire”schioccò la lingua, vincitrice.

Takeru sorrise, un sorriso così sfolgorante che Hikari si sporse inconsciamente più in avanti.

Decisi che il destino andava...aiutato.

“Hai detto che è una fotografa, no?”
“Sì, e allora?”
“Bè...Potrebbe occuparsi della mia orchestra, ci serve un fotografo, visto che John, quello ufficiale, non ho capito bene dov’è scappato...”
“A che vi serve un fotografo?”
“Pubblicità”rispose candidamente Véronique, inanellandosi una riccia ciocca nera attorno ad un esile dito. “Sai”continuò “Ultimamente, questo dito mi da non pochi problemi per suonare.”
“Quello che ti sei rotta tempo fa?”
“Esatto...Speriamo non continui a lungo.”
In quel momento un fragore assordante li distrasse
.

La finestra era sfondata completamente.

“Cosa diavolo...”
Takeru si diresse verso il cumulo di polvere e di imposte distrutte, liberando il passaggio.

Fu lì che si accorse di una presenza umana che tossiva.

Deglutì, contò fino a dieci, ma non servì a niente.

Hikari era lì, terrorizzata, con un sorriso falsissimo stampato sul viso.

“COS’E’ SUCCESSO?”

Tre uomini armati irruppero nella stanza.

Uno di loro scoppiò a ridere, un altro assunse un tono più autoritario.

“Signorina, avevamo capito che avrebbe gradito urgentemente parlare col signorino, ma di qui a fracassare una finestra, direi che il passo è notevole.

Hikari tossì ancora, incapace di alzarsi.

Avevo tanto l’impressione di essere stato alquanto indelicato quando avevo accelerato di qualche anno la naturale caduta di quel ramo.

“COSA  CAVOLO CI FAI IN CASA MIA, ANCORA?!”strillò Takeru, fuori di sé.

Hikari gli riservò un’occhiata sprezzante.

“Takeru, perde un po’ di sangue. Sì è fatta male. Non ti sembra il caso di medicarla prima e poi di bombardarla di domande?”chiese il buonsenso fatto persona.

“NO!”

Agendo di sua spontanea volontà, Hikari si aggrappò al braccio di Takeru, in modo da usarlo come leva.

Ma lui cadde con lei, rovinando in quell’ammasso di polvere come un sacco di patate.

“Pesi”fu la prima parola di senso compiuto che Hikari riuscì ad esalare.

“Takeru, togliti di mezzo!”

Véronique intervenne con la forza, spostando di peso il biondino.

“Tutto a posto?”

“Sì, grazie...Mi dispiace di essere...”
“Non ti preoccupare, non stavi interrompendo niente d’interessante.”
Hikari le sorrise, riconoscente.

Véronique trovò naturale ricambiare.

“Hikari”
“Véronique”

Le due si strinsero amichevolmente la mano.

“Qualcuno vuole dimostrare un minimo di sollecitudine nei miei confronti?”

Le due ragazze si volsero in contemporanea.

“No”

Risero insieme.

Era chiaro che ne sarebbe nata una grande amicizia.

Véronique...L’avevo scambiata per un pericolo.

Era il primo amore di Takeru.

E forse lui non l’aveva scordata del tutto.

Ma mi stava simpatica lo stesso!!

Dopo aver condotto Hikari in bagno ed averla aiutata a darsi una ripulita, Véronique tornò in salotto, dove Steven stava già prendendo le misure per ricostruire la finestra.

Si soffermò a lungo sulla figura allampanata del bodyguard, certo poco consono a quel lavoro.

“Ora, gentilmente,mi spieghi cosa ci fai anche tu qui?!”

Takeru sembrava sull’orlo di una crisi di nervi.

“Bè...Ho lasciato Mark, e stavolta definitivamente...”
“Chi è Mark?”s’intromise Véronique.

Era una mia impressione quella luce di superiorità negli occhi cerulei del cestista?

“Un idiota. Grande amico di Takeru.”
“Che ti devo dire...”

E, mentre stavo tornando a casa, ho visto lei.”Indicò Véronique.

Credevo che avrebbe costruito una storia artificiosa per giustificarsi. E invece stava raccontando la pura e semplice verità.

Forse si trovava particolarmente a suo agio con la musicista, che non perdeva un’occasione per prendere in giro Takeru e difendere la fotografa.

E cosa ci facevi sull’albero?”

“Ero curiosa. Tu non mi hai mai voluto dire chi fosse. Adesso lo so.”

“Takeru, non si fa così!”intervenne la riccia. “Che razza di modi sono?”
L’umore del ragazzo stava decisamente peggiorando. Fosse stato un indicatore di tempo atmosferico, avrebbe segnato “Burrasca”.

“E tu ti sei arrampicata sull’albero perché volevi semplicemente sapere chi fosse lei?!Nonostante i miei bodyguard t’avessero fermato?!”esclamò Takeru, non capacitandosi ancora dell’avvenuto.

“Mi hai distrutto una finestra per questo??”continuò, esterrefatto.

“No, quello è dipeso dagli alberi che hai qui. Ma, voglio dire, la parola potatura ti fa tanto schifo?”

“Il fatto è che l’albero è vecchio.”
“Dovremmo piantarne di nuovi, hai un giardino immenso!”strepitò la brunetta, arricciando il naso.

Véronique continuava silenziosa a raccogliere prove per la sua tesi secondo cui quei due si piacevano, ma ogni tanto un’occhiata scivolava su Steve.

“E sì, ora non solo ti fai i bagni nella mia piscina, mi sfondi una finestra, mi affibbi un gatto, pretendi anche di coltivare il tuo pollice verde qui?!”

“A proposito...Amore!!

Il gattino, con delle fusa ben sonore, si acciambellò sul grembo di Hikari, che adorante lo accarezzava.

“Dovremmo dargli un nome.”

“Sembra un piccolo fiore...”
“Qual è il tuo fiore preferito?”
Incuriosita da quella strana richiesta, Hikari rispose dopo averci meditato un po’.

“L’iris.”
“Allora si chiamerà Ayame”.

Véronique sembrò non capire, mentre Hikari sorrise, anche se non voleva farlo.

Takeru sogghignò sfacciatamente, prendendosi una piccola rivincita sulla sua vecchia fiamma.

“Hikari...”

La mora capì che era una sorta di segreto tra i due, e non volle entrarvi.

“Sì?”
“Ti andrebbe di lavorare con me?”
Hikari le fece un gran sorriso che non poté non rilassare anche quel fascio di nervi di Takeru.

“Tantissimo”ammise Hikari.

“Perfetto. Allora ne riparliamo nei prossimi giorni...Sono lieta che tu abbia accettato!”

Véronique le gettò le braccia al collo, e Hikari rispose con altrettanto slancio.

Se solo fosse successo così anche con Takeru!

In quel momento lui borbottava qualcosa di non meglio comprensibile ai suoi tre uomini.

“Oh, ma quant’è tardi!!Io devo scappare!Hikari, è stato un piacere conoscerti...Takeru...Ci vediamo domani”

Véronique accennò un saluto, turbinando via.

Se n’è già andata...”si ritrovò a sussurrare Hikari.

“Lei è fatta così. Non è adatta alla stabilità...Non è difficile trovarla in giro per il mondo, un po’ per il lavoro che fa, un po’ per la sua stessa natura.”
La notte era inoltrata, ed ormai anche Ayame si era placidamente addormentato.

“Mi sa proprio che devo andare anche io...”
“E sarebbe anche ora!” sbottò lui, seccato.

“Guarda come sei tornato scortese! Cos’è, ti sono così tanto antipatica?”

Takeru arrossì un po’, ma forse era solo la rabbia. Ovviamente, però, da buon angelo del cuore, mi augurai che non fosse così.

“Sparisci”

“Ti devo ancora riportare la tuta.”
Takeru si passò una mano sul viso.

Ed ora sei anche sua amica. Ti avrò sempre davanti.”Si lasciò sfuggire un gemito, con conseguente occhiata paziente da parte di Hikari.

“Dovresti ritenerti fortunato”
“Come no”

“Sai, Takeru Takaishi...Credo che non ti capirò mai a fondo. Ma pian piano sto scoprendo che anche tu hai i tuoi lati buoni. Pochi, certo, ma ce li hai. Buonanotte”

“Notte, ora...Buongiorno, un altro po’!”
Hikari alzò le spalle, allontanandosi stranita.

Takeru disegnò un’immaginaria cerchio sul pavimento. Era stata una giornata difficile...Niente gli avrebbe ostacolato di fiondarsi sul letto, ora.

Il suo cellulare squillò.

Continuo a sostenere la mia tesi...E secondo me nemmeno tu le sei troppo indifferente. Notte scemo...tvtb

La sua replica non tardò ad arrivare.

 

Intanto io sarei tornato di volata di sopra. Ero stanco anch’io, permettete?

Prima, però, notai Véronique sola che leggeva il messaggio di Takeru a voce alta, per strada.

“Vedi troppi film d’amore assolutamente irreali. Buonanotte ntvb

“Assurdo”richiuse il telefonino, per riporlo nella borsa.

Si massaggiò il dito indolenzito, con un’evidente smorfia di dolore.

E io notai un’altra sagoma familiare!
“Yamato!!Che ci fai qui?!”

L’angelo biondo mi mise a fuoco.

Aveva sempre quell’espressione afflitta, lui. Chissà poi perché.

“Ehi, Daisuke” ribatté con misurato entusiasmo. “Mi hanno affidato una nuova missione.”

Additò Véronique.

“Sono il suo angelo della musica, adesso.

 

Ma bonjour!!Eheh scusate sono un po’ scomparsa dalla popolazione EFPiana in questo periodo...In effetti, erano ben tre settimane che non mi facevo vedere, presa come sono dal ballo americano!XD XD Oh bè...Rieccomi qui!!
E ovviamente aggiorno “Angeli del Cuore”...Cavoli ragazzi già nono capitolo! E la storia non è ancora nel vivo...XD Sinceramente questo è un capitolo molto di transizione, ma serviva assolutamente per presentare meglio il personaggio di Véronique, che forse è la mia migliore rappresentazione in questa fic! Il divertimento riprende nel 10 capitolo...aaaaah le risate che mi dovrò fare!E che spero farò fare anche a voi!^^

Voi che siete sempre così numerosi nelle recensioni(e nelle preferenze!Non mi aspettavo 15 preferenze, davvero!^^°°°), e che mi aspettate comunque!!=,) Un particolare ringraziamento a DenaDena(teso lo so lo so lo so, sono imperdonabile!Il 2 aprile era un anno esatto dall’inizio della nostra amicizia, eppure non ho scritto niente!Più che altro non l’ho finito!^^°°°°°tvbenissimo!) e a tutti coloro che mi recensiscono o leggono soltanto!!=) Non ho davvero idea di quando, o con che cosa tornerò...Forse sarà pure l’ultimo aggiornamento prima del mio complex(aaaaah il 27 si diventa diciassettenniiiiiiii**)...Ma comunque sappiate che non vi abbandonerei mai! Ok sono le 2 di notte e l’esaurimento nervoso si sente...XD A presto gente!
HikariKanna

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Capitolo 10
*** Holidays ***


Angeli del cuore

Angeli del cuore

“Sai, Chris? Gli umani fingono di volere il romanticismo, e quando capita loro una persona, fanno di tutto per rifuggirlo!”

Mi accasciai di malagrazia sulla mia nuvoletta, sospirando.

Pecchè?”

“Guarda quei due!”

Era ovvio a chi mi riferissi, no?

E allora?”

“E allora sono entrambi soli, io offro le occasioni su un piatto d’argento e loro che fanno?!Le sprecano!!”

Chris aggrottò le sopracciglia, succhiandosi un dito.

“E io li devo far baciare!Come...Come cavolo faccio?!”

Una piccola goccia di quello che voi chiamereste sudore- in realtà la sostanza primaria della resina- m’imperlò la fronte.

“Dai...”

Il baby angelo mi carezzò la testa. Non poteva farci niente.

Dovevo risolvere tutto io...Ma il regolamento era chiaro, impietoso.

Ci voleva un bacio tra Hikari e Takeru. E non uno di quei bacetti di cortesia sulla guancia, no...!

Poco importava che i due a malapena si sopportassero, la mia missione era arrivata ad un punto cruciale.

Da cui non sapevo uscire.

Giù un altro sospiro.

Maledetto, maledetto amore!

Un piano ben architettato non avrebbe contemplato Chicago, questo era assodato. Troppo piena di distrazioni, e troppe persone potevano boicottare il mio operato, nonostante l’arsenale di armi celestiali che avevo a disposizione.
Ma allora, dove? Come?

Ci voleva una situazione romantica!

Sentivo che mi stavo arrovellando troppo e che la soluzione era a un passo dall’essere raggiunta...

Dunque.

L’estate non era finita, e, cosa inaudita, nella fredda Chicago faceva ancora caldo.

Takeru era infortunato, e ci avrebbe messo almeno altre tre settimane per rimettersi.

Hikari era esaurita.

Tutti e tre gli ingredienti concorrevano ad una miscela esplosiva.

“EUREKA!!Una...Vacanza!”
Era così stupido e ovvio!Ci voleva una bella vacanza!!

Chris si ritrovò sbalzato e mi guardò più perplesso di prima.

“Hai deciso di non fale più l’aggelo?Pecchè una vacanza?”

Ma non capisci, piccolino? Se li faccio andare in vacanza, solo loro due, SOLO LORO DUE, potrò risolvere qualcosa, me lo sento!”

Ma...E i fotogafi?”

Ah, già. I paparazzi.

Deglutendo, cominciai a rendermi conto delle piccole magagne che conteneva il mio colpo di genio.

Hikari, da buona ecologista e maniaca dell’ambiente, non se la sarebbe mai sentita di villeggiare in un luogo dove il consumismo è regola.

Takeru, soprattutto, sembrava un sorvegliato speciale, dal momento che non aveva un attimo di tranquillità.

Come conciliare le due situazioni?

Entrai nella mia memoria, cercando di ricordare qualche film umano che mi avevano fatto vedere a scuola- o almeno l’istituzione più simile ad una scuola umana che abbiamo qui- attinente al tema festivo. Mi ricordavo Natale e la neve, Pasqua e uova di cioccolata...Sarà che in “Usi e Costumi Umani” non ero proprio una cima!

Relativamente all’estate ricordavo solo tanto, tanto mare...Ma l’ipotesi di una villeggiatura costiera cadde rapidamente...Takeru in costume avrebbe creato non poco scompiglio!

Forse...Montagna?Certo che però Chicago era già molto fredda di per sé...

Lago?  No, praticamente ce li avevamo lì a due passi...

CAMPEGGIO!!

Ma sicuro!Era l’ipotesi migliore!Contatto con la natura...Tante belle foto per Hikari...Animaletti carini!
Restava però da convincere un altro animale più cresciuto e, almeno teoricamente, più sviluppato:Takeru.

Schizzinoso com’era, quanto avrebbe potuto sopportare un campeggio?Soprassedetti con molta nonchalance...Era pur tempo di farlo svegliare!!

 

“Sicura che vuoi prenderti una vacanza?”
Hikari roteò gli occhi, esasperata.
“Sì, fratellone...”disse, col tono stanco di chi ha ripetuto una cosa per ben più di una volta.

“Sicura sicura sicura?”

“SÌ!!Taichi, riprenderò a lavorare non appena comincerà la stagione concertistica!Ho ottenuto un lavoro come fotografa ufficiale della Chicago Simphony Orchestra, ricordi?”

Taichi inarcò un sopracciglio, sporgendo il labbro inferiore.

“Sì, può essere...Ma perché proprio il campeggio?”

“Hai anche il coraggio di chiedermelo? Devo stare il più possibile a contatto con la natura, serena, tranquilla, soprattutto sola...Qualche giorno dovrò pur riposarmi assolutamente!”

“Come vuoi”

Sorrisi.

Vittima uno...Missione compiuta.

 

“Sai che ti dico, Steve? Quasi quasi per una settimana sfuggo alla fisioterapia e mi concedo una bella vacanza...”
“Ma signorino...Proprio ora che la signorina Véronique è tornata...”
“E allora
?”

Takeru sorrise beffardo, un sorriso che però trovò risposta in uno più incerto del maggiordomo.

E dove vorreste alloggiare?”

 “Sai...Penso che cambierò un po’ destinazione...Purtroppo la montagna è da escludere perché non potrei sciare con questo braccio malandato...Il mare...Bè, non so quanto mi convenga...L’estate non è ancora finita e forse non è il massimo farsi vedere troppo in pubblico...”
“Mi trovate perfettamente d’accordo...Le potrei consigliare un po’ di sana aria di campagna?Irrobustisce, no?”

Takeru fece una smorfia.

O campeggio, che ne dice?”

Takeru sorrise, e io con lui.

“Vada per il campeggio. Almeno nessuno crederà che sono io.”

Accarezzai la MVATP e volai sulla mia nuvoletta, soddisfatto.

 

Avevo sprecato  bel po’ di munizioni per modificare le loro iniziali volontà e farli convergere verso il progetto del campeggio...Molto, molto più faticoso del previsto!

Ma in quel momento, in quei primi giorni di settembre, l’importante era non quanto avessi sacrificato per la causa...Bensì il fatto che il giorno dopo sarebbero partiti!

Takeru aveva subito dichiarato che avrebbe usato lui stesso la “macchina da città”, o almeno, quella che per lui era la macchina meno costosa. Quando invece Taichi aveva chiesto ad Hikari come sarebbe arrivata ad un camping della zona, lei aveva risposto evasiva, rimandando ad un servizio di navette gratuite.

 

Vista la risposta vaga di Hikari, non mi stupii affatto quando la mattina dopo la vidi fare l’autostop. Aveva deciso di non sprecare affatto benzina, e, dal momento che la sua bici non era proprio in condizioni ideali, quello era l’unico modo per raggiungere la piccola oasi.

Alla decima automobile che la sorpassava senza nemmeno degnarla di uno sguardo, Hikari sbuffò spazientita.

Forse non era stata una buona idea. Non dalla sua prospettiva.

Ancora una volta, il destino andava aiutato.

Fu così che la macchina più “economica” e meno vistosa di Takeru si ritrovò a passare davanti un’Hikari incollerita.

“EHI!!Per favore, fermatevi!!”

Non rendendosi conto di chi fosse quell’esile figura, Takeru accostò.

“Grazie!Mi potresti portare a...TU?!”

Hikari stava per salire sulla vettura, quando si accorse dell’eventuale compagno di viaggio.

Il quale bruscamente accelerò per non trovarsela più di fronte.

Hikari rimase lì come uno spaventapasseri, presa in pieno dalle emissioni nocive di anidride carbonica e schiumante di rabbia.

“TAKERU TAKAISHI!”sbottò.

Evidentemente Takeru la sentì, o provò rimorso, o insomma qualunque altro sentimento che non richiese la mia compartecipazione.

Accostò in uno spiazzale adatto e scese dalla macchina, riavviandosi i capelli biondi.

“Cosa cavolo ci fai tu qui?!
“Mai sentito parlare di vacanze? Sai, per calmarsi un po’ e ritrovare l’equil...”
“Tu certo ne avresti bisogno! E come mai ti sei ridotta all’autostop?”

Takeru si appoggiò all’auto, bollente sotto il sole, con le mani nelle tasche. Sorrideva incredulo e nevrotico.

“Bè, se avessi incontrato qualcuno che andava in campeggio come me avremmo risparmiato benzina, no?”

“Senti, ok che vuoi risparmiare, ma di qui a stare in mezzo all’autostrada per...Hai detto campeggio?”

Soltanto nell’ultima parte della frase si rese conto della concreta minaccia.

“Sì, perché?”Hikari alzò le spalle. “Ad ogni modo, come mai da queste parti senza scorta?”

“Quale campeggio?!

Takeru non l’ascoltò minimamente, preso da una folle quanto impossibile idea. Secondo lui.

“Bè, non è lontano da qui...è un po’ più a sud di Chicago, praticamente sui laghi...pare sia multi- etnico...L’ho scelto appositamente per questo, mi piace conoscere nuove culture!”esclamò, entusiasta. “Ma non vedo perché dovrei stare a dirtelo...Ehi, sei impazzito?”
Takeru si era preso il viso tra le mani, poi le aveva congiunte, aveva alzato gli occhi al cielo e si era inginocchiato.

“Cos’è, hai trovato qualche moneta rara e stai ringraziando il cielo?”

Hikari trattenne a stento l’ilarità, a ragion veduta: Takeru si stava comportando in maniera decisamente ridicola.

“No”riuscì a dire, funereo. “Ho solo capito che è lo stesso campeggio dove andrò io per una settimana.

Hikari si assicurò di guardarlo bene in viso per assicurarsi che non fosse una sciocchezza. In effetti il viso di Takeru era troppo sul serio –scavato –arrabbiato –disperato -nevrastenico perché si trattasse di una stupidaggine.

“Tu in campeggio?Starai...Scherzando, spero.

“Ti sembro uno che sta scherzando?”

“Lo...lo stesso campeggio?”

La voce di Hikari s’era ridotta ad un sussurro.

S-sì...”
“Oh...”
Hikari si accasciò per terra, ritrovandosi a lamentarsi assieme a lui.

“Ma io che ho fatto di male?!”gemettero all’unisono.

Poi Takeru parve risvegliarsi dalla trance, quando Hikari gli batté una mano sulla spalla per confortarlo.

“Ti rendi conto che siamo solidali nel lamentarci della stessa sventura?Cioè...siamo concordi!”
Lo disse quasi fosse una rara malattia esotica.

E io ti ho anche confortato del fatto che stiamo in campeggio insieme!”

Hikari si ricompose con una smorfia, pulendosi le ginocchia.

“Insomma, me lo dai questo passaggio o no?”

Takeru inforcò gli occhiali da sole.

“Solo se mi giuri che, anche se dovessimo capitare nella stessa area, tu mi lasceresti in assoluta pace. Farai finta che io non esista.”

“Non sarà troppo difficile.”Fece un sorrisetto.

“Salta su”si arrese lui.

 

Ovviamente capitarono nella stessa area...Per caso, eh!
“Non puoi essere partita senza un po’ di zucchero!”
Hikari sbadigliò
.

“Avanti!Me ne presti un po’?Quella sottospecie di surrogato di caffè che ho ottenuto è amarissimo!”
Lei estrasse una piccola caraffa recante l’etichetta “zucchero”,che lui cercò invano di afferrare...Lei fu pronta a scattare, con un sorrisetto ironico.

“Farai finta che io non esista...Aspetta...Chi me l’ha detto?”
Poggiò due dita sulle labbra con fare concentrato. “Ah...Tu!”

“Ok, ok, recedo dalle mie condizioni.”
“Non credere che fosse per me questa grande perdita. Posso benissimo continuare a non parlarti, sei tu che hai rotto la tregua”sottolineò accuratamente.

Lui aggiunse finalmente dello zucchero nella sua tazza e, schifato, gliene porse un po’.

 

“Faceva veramente pena.”
“Non sono una casalinga, ed è la prima volta che vengo in campeggio. Ok?”

“Si vede!Come mai questa scelta?”

Takeru assunse un atteggiamento stranamente serio.

“Avevo bisogno di staccare la spina e...in quel momento, volevo solo il campeggio.”
Hikari rimase turbata dall’intensità con cui lui la guardò.

Anche...anche a me è successa una cosa del genere.”
Ci fu uno strano silenzio, spezzato solo da una lieve brezza.

“Così hai lasciato quel carciofo.”

“Carciofo?”
Hikari sorrise, corrugando la fronte.

“Quel coso...Come si chiama...”
“Ah, Mark.

“Eh, sì.”
“E da quando in qua t’interessa la mia vita privata?”
“Da mai, era giusto per tener viva la conversazione.

“Non sono come te, posso vivere nel silenzio. Non ho bisogno di pubblico che mi adori. Comunque...a suo modo era carino.”
“Carino lui?E trovi me orribile?Ma quanto ti manca?”
“Ci vedo benissimo!”
“Intendevo di cervello”
Hikari gli scoccò un’occhiata acida e si recò sul lago, sedendosi e abbracciandosi le ginocchia.

Era davvero molto bella, lì, con l’immagine riflessa nell’acqua, il vento che le scompigliava i capelli e quella bellezza naturale che portava dovunque andasse.

Quanto volevo che Takeru la vedesse con i miei occhi...La mia missione sarebbe finita in un battibaleno.

“Vai da lei...”Sussurrai piano, spruzzando un po’ di risveglia - amore. Un altro giochino in dotazione.

Come ipnotizzato, Takeru si accomodò vicino a lei.

Pensai che sarebbero stati perfetti così...Finché non avrebbero scambiato qualche parola.

“La pianti di seguirmi?”
“Non ti sto seguendo. Sono in quest’area tanto quanto lo sei tu.”
“Perché diavolo non hai scelto una qualche località rinomata?!”
“A differenza di ciò che pensi”ribatté lui sulla difensiva “a volte nemmeno io cerco la popolarità. Anche se ammetto che ormai tengo al parere del mio pubblico.”
“Si nota da come ti sei montato la testa.”
“Non è assolutamente vero!”
“Ah no??
“Tu, per esempio, col tuo ex-carciofo, sei un esempio di persona di cui non m’interessa il parere!”

E allora perché sei qui a cercarmi?”domandò Hikari, dura, in un soffio, guardando lontano. “Perché non sei a cercare Véronique?”
Era forse...gelosia?

Takeru arrossì e rimase stupito di quella domanda.

“Fermo restando che non ho ancora mai capito che cosa ci facessi tu lì quella notte...Véro non è la mia fidanzata.”
“Peccato, sareste una bella coppia.

Il tono di Hikari era quasi metallico, come se provenisse da lontano. Come se non le importasse davvero di ciò che stava dicendo.

Ma una nota di nervosismo nella sua voce mi facevano credere che non era così.
“Mi manderesti a quel paese se ti dicessi che lei ha detto lo stesso di noi due.”
“Sicuramente sì.”
“Non era una domanda.”

Hikari storse il naso, scacciando qualche strano pensiero quasi fosse un’ape fastidiosa.

“È quasi notte, inizia a far freddo.”
Si alzò, sistemandosi i capelli distrattamente.

“Non penserai che questo sia un film e che io ora ti dia qualche giacca, eh.”affermò sicuro Takeru, restando seduto.

“Non mi ero nemmeno posta il problema. Torno in tenda, non ho una roulotte chic come te.”
“Sempre a rinfacciarmi la mia ricchezza?”
“Assolutamente sì.

“Buonanotte”Gridò lui, e lei rispose con un cenno della mano.

 

La mattina dopo Takeru si alzò dopo un poderoso starnuto.

“Dì la verità, hai fatto qualche strano rito voo-doo?”

Non si erano neppure scambiati il buongiorno che già Takeru iniziava ad accusarla.
“Credi che io pensi a te, di notte?”

“Sarò sempre nei tuoi pensieri, ricordalo.

Takeru sorrise, ironico.

Che consolazione.”

Il secondo giorno di convivenza forzata fu abbastanza tranquillo...Più che altro di assetto. Mentre infatti Takeru aveva agganciato alla vettura una roulotte in grande stile-Hikari gli rinfacciò più e più volte come mai non avesse guidato direttamente la roulotte, ma lui spiegò che si trovava meglio in macchina, scatenando reazioni contrastanti-, Hikari dovette avere a che fare con la tenda, perché durante la notte si erano spostati gli equilibri interni del telo. In poche parole, era al limite dello scatafascio.

 

“Sai pescare?”
“Ovviamente!”
“Ah sì? E come mai non hai messo alcun verme all’amo?”

I due erano seduti in riva al lago con delle canne da pesca.

Che nessuno delle due sapeva usare...Solo che non l’avrebbero mai ammesso l’uno davanti all’altro.

Fu quando la lenza di Takeru cominciò a tirare che Hikari bruciò per la sconfitta e decise di riposarsi un po’.

Non si fece vedere per tutta la serata, mentre Takeru gioì per dei minuscoli pesciolini che riuscì a raccogliere.

 

“Oggi mi sento proprio in vena di fare un bagno!”

La mattina dopo, mentre anch’io mi stavo godendo un po’ di sano sole terrestre, Takeru ebbe la splendida idea di gettarsi nel lago, visto il caldo.

Peccato che anche Hikari avesse avuto la stessa pensata, e che aveva solo un asciugamano addosso.

La scena successiva fu la seguente:

“Screanzato!MANIACO!”
“Ma avessi almeno visto qualcosa!”
“COSA???
Sciaff.

Takeru per quel giorno rinunciò alla propria igiene personale e ne ricavò un bel segno a forma di mano sulla guancia.

Quella sera fu lui a non uscire dalla roulotte.


Al quarto giorno, stavo cominciando a spazientirmi.

A parte la prima sera, gli altri giorni erano stati un disastro, nonostante iniettassi in loro la voglia di fare cose insolite-come pescare per Hikari, che non si avvicinava mai ad un essere vivente per mangiarlo, o far sì che Takeru facesse il bagno nel lago, lui che era abituato alle Jacuzzi.

E avevo pochi giorni per compiere il mio prossimo punto.

Maledetto primo bacio.

Ma, caro! ¿dònde està?”

Mi amor, Maria, siamo arrivati!Carla, Juan!”
Qualcosa aveva rotto la quiete del posto.

Takeru si stava vantando della sua abilità nella pesca e stava inventando la storia di un possibile antenato pirata di fronte ad un’Hikari sempre più attonita che non sapeva se ridere o piangere.

Però quantomeno quel giorno si erano rivolti la parola.

“Oh, Felipe! Dos enamorados!”

Enamo...che?!”disse schifata Hikari, rinunciando ad assaggiare il pesce crudo, per quanto fosse giapponese.

Una famiglia composta di quattro persone prese posto con la roulotte nello spazio consentito.

Oh no, questo non era previsto.

Il capofamiglia, che, a quanto avevo capito, si chiamava Felipe, era un uomo imponente, con due baffi neri arricciati alla punta. Vestiva un sombrero assai eccentrico.

La moglie, Maria, era anch’essa una signora corpulenta, dalla carnagione scura, ma aveva un sorriso splendente.

Due bambini scesero anche.

La femminuccia aveva preso da entrambi i genitori, capelli neri raccolti in lunghe trecce e un po’ rotondetta; il maschietto, invece, sembrava un follettino, per quanto agile e vispo sembrava.

Tale combriccola doveva aver scambiato Takeru e Hikari per ciò che sarebbero dovuti essere:una coppia.

Nosotros somos una familia mexicana, los Ortès. Yo soy Felipe, ella es Maria, ellos son mis hijos, Carla y Juan. Mucho gusto.’’

Hikari strinse inebetita una mano a tutti loro; Takeru non aveva capito assolutamente un accidente, ma si affrettò ad imitarla.

“Siamo qui porque nos poveri bambini son già stressati del cole.”spiegò Maria sussiegosa, mentre i bambini si accapigliavano.

“Cole?”chiese Takeru, frastornato.

“Oh, cole, escuela, come la chiamate?”
“Scuola”sorrise Hikari, pensando tra sé e sé a come si poteva essere stressati della scuola a settembre.

Tuttavia rivolse loro un sorriso luminoso, che i due bimbi ricambiarono, seppur con la loro dentatura incompleta.

Takeru, a sua volta, digrignava i denti.

Immaginavo che non fosse un tipo propriamente paterno.

Gli Ortès mi sarebbero potuti tornare molto, molto utili...

 

HOLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!^^

Ed ecco a voi la vostra ritardataria preferita!XD XD Ahahah è giunto il momento di vacanze anche in questa fic!Ragazzi scusatemi se mi faccio sentire solo ora e soprattutto se aggiorno fic che non avrebbero così bisogno di aggiornamento quanto altre!XD Ma io amo questa storia!!*___* E finalmente nel prossimo cap ci sarà il tanto atteso BACIO!Solo, in una maniera che non credo vi aspettiate...

Questo cap è per tutti coloro che leggono, recensiscono, e quant’altro...Dedicato in special modo a Kalie per i suoi vent’anni(AUGURI TESOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO) e a Sae, DarkSelene89Noemi e Sora89 per i loro esami di stato!Buona fortuna girls!Vvb!^^

Spero di tornare prestissimo con nuovi aggiornamenti!!
HikariKanna

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Capitolo 11
*** Finalmente il bacio! ***


Undicesimo capitolo:Finalmente il bacio

Angeli del cuore

 

“Dunque tu hai velleità linguistiche?”
“Oh, Takeru, dovresti frequentarmi più spesso, hai aggiunto al tuo vocabolario ‘velleità’!Ad ogni modo, in che senso?”
“Non pensavo sapessi lo spagnolo!E comunque non ci tengo a frequentarti più spesso!”
“Idiota, non so lo spagnolo, ma non mi è sembrato difficile capirli!D’accordo, sono una donna e in me c’è più materia grigia, però...”

Ecco un’altra meravigliosa discussione tra i miei due beniamini.

Gli Ortès si stavano rinfrescando e integrando nel posto, mentre Takeru e Hikari si davano al loro passatempo preferito:battibeccare.

Hikari?”
Una voce infantile interruppe il dialogo.

Carla tirò Hikari per il braccio, mentre la fotografa stava analizzando le ultime sue creazioni immortalate con la digitale.

In effetti la ragazza si era data ben da fare, e persino Takeru aveva ammesso che “quelle foto da romanzo rosa non erano poi così ributtanti”.

“Sì, piccola?”

Takeru mimò con le labbra, schifato, la parola “piccola”.

“¿Como si usa?”

Carla le rivolse un sorriso sdentato.

“Vieni qui...Basta premere questo tasto. Metti a fuoco...e voilà!”

La bimba fece quasi cadere la macchina fotografica, ma Hikari- d’altronde preoccupata per la fine della sua macchina fotografica- la sostenne maternamente. Non era mai stata così dolce, davvero!Mostrava ogni mossa da esperta consumata quale poteva sembrare a una bambina di quell’età, le faceva notare l’angolazione più giusta per immortalare ogni momento, la prendeva in braccio...

Anche se non voleva, Takeru si incantò a guardarla. La luce crepuscolare le illuminava il viso, il sorriso, le braccia nivee e sottili.

Si riprese subito grazie a Juan.

Puah. Roba da mujeres fotografare il tramonto.

“Sono d’accordo con te, ragazzino. Ehi, è un pallone da basket, quello?”

Takeru, per la prima volta, pareva interessato sul serio a qualcosa che non fosse il dormire, il mangiare, o una bella ragazza.

Ma dovevo aspettarmelo, era o non era un campione del basket a livello internazionale?

Arrancando col braccio ancora infortunato, il biondo recuperò il pallone, ritrovando il ritmo del suo leggendario palleggio.

“Sei un fenomeno...!”si stupì Juan a bocca aperta, afferrando il pallone che Takeru gli aveva lanciato.

“Ehi, con chi pensi di avere a che fare? Sono uno dei più grandi...”
“...E famosi giocatori di pallacanestro. Io sono uno dei pochi che...”
Takeru si fermò offeso, mentre Hikari continuava a scimmiottarlo,mentre i signori Ortès sorridevano misteriosi.

Che c’è, oggi non mi delizi con la solita tiritera?” sorrise Hikari ironica.

Juan!Lascia subito il mio pallone da basket!!”

Carla strattonò il fratellino bruscamente.
“Maledette donne”sussurrarono
entrambi gli uomini.

“¿Maria, has visto quel che he visto yo?”

“Sì, Felipe. Cuàndo dos completano le frasi l’uno dell’altra...”

“¡Es amor!”

 

 

“Così, siete una famiglia messicana in vacanza? Quanto vi fermerete?”

“Sì, como vi abbiamo spiegato nosotros somos la familia Ortès. Esplicò ulteriormente la signora Maria.

In onore del loro arrivo, era stata organizzata una grande cena in stile puramente messicano.

Peccato che sia Hikari sia Takeru avessero quasi esalato fuoco una volta mangiati i rispettivi tacos.

“Ci fermeremo solo per un weekend, il tempo che nos hijos si rilassino un po’.”completò il signor Felipe.

“¿Y vosotros?”domandò impertinente Juan, scostando il ciuffo corvino.

“Io mi sto riposando per via del braccio. Speravo di farlo lontano da lei, ma...”
“E io”puntualizzò Hikari piccata “Mi stavo concedendo gli ultimi giorni di ferie, però a quanto pare a causa di questo seccatore non posso farlo!”

Takeru le fece la linguaccia, provocando le risa di Carla.

“¡Hikari fa delle foto tan guapas!”cinguettò quest’ultima.

Perché non ci facciamo una bella foto?”propose la diretta interessata.

“¡¡Sì!!”strillarono i bambini contemporaneamente.

La serata finì con una maratona delle foto più stupide possibili.

Linguacce, strane espressioni e quant’altro finirono nella memoria della macchina di Hikari.

“Se mi date un indirizzo di posta elettronica potrei mandarvele tutte!”

“Oh, si, soy uscita così bene in certe foto...¡Però manca una foto importante!”commentò Carla, mentre Juan annuiva con aria grave.

Cioè?!”

Juan pizzicò forte il braccio malandato di Takeru, facendolo sobbalzare e spingendolo contro Hikari, che si ritrovò fotografata mentre il cestista la baciava sulla guancia.

Lei aveva la bocca spalancata dallo stupore.

“Guai a te se la cancelli...¡La voglio vedere questa foto cuàndo torno a casa, eh!”minacciò la piccola peste.

Ed ora...¡Buenas noches!”

L’intera famiglia si dileguò per andare a nanna, e Chris sospirò.

Lui adorava i bambini, di qualunque età, sesso, colore e razza fossero.

“Almeno hanno una foto insieme eh, Dai?”
“Già!Ma io devo arrivare a farli baciare...Guarda...E’ una situazione perfetta! È notte...La luna...l’astro degli innamorati!...e loro niente!”

Puah!Che schifo, mi hai baciato!”
“Grazie al cielo solo sulla guancia, tanto ti è anche piaciuto!”
“Non direi affatto!”

Hikari si strofinò forte la guancia, orripilata.

“Stai dicendo un mucchio di sciocchezze, meglio finirla qui e dormire!”

Così dicendo, Takeru girò sui tacchi e scomparve nella propria roulotte.

Hikari si strofinò la guancia ancora.

E stavolta sorrise controvoglia.

 

“Per curiosità, ma Ayame dove l’hai lasciato?”

“Ti ricordo che ho tre bodyguard a casa? Inoltre la mia chef personale sta rientrando dalle ferie, e il mio maggiordomo privato anche!”
“Hai una famiglia numerosa, vedo.”

Un’altra giornata cominciava, la seconda con gli Ortès.

“I messicani vanno via stasera?”
“Credo di sì...Oppure domattina, non saprei!”

Takeru fissò Hikari truce per un momento.

“Non stiamo litigando.”

“Da circa due minuti.”

Esclamarono all’unisono:” E’ gravissimo!”

Poi scoppiarono a ridere insieme, per fermarsi smarriti.

“Non osare abituarti.”
“Nossignora!”

“¡¡Hola chicos!!”

Hikari sorrise, e Maria continuò.

Hoy es l’ultimo dìa che siamo qui...Partiamo domattina!¿Che ne dite di una piccola festa por las tardes?”
“Un’altra festa?!”sospirò Takeru.

Hikari gli rifilò una gomitata. “Non ci sei forse abituato?”

“A ben altre feste!”
“Solo perché non ci sono donne che puoi rimorchiare non significa che non sia una festa!”

“¿Dos tiri?”

“Sì, Juan, leviamoci di torno queste ragazze invidiose!”

“Di te proprio!”

I coniugi Ortès si scambiarono uno sguardo d’intesa.

Riflettei che mi erano molto utili e che avrei aspettato la festa di quella sera per agire. Il prossimo passo era il bacio, continuavo a ripetermi.

La giornata scorse in fretta.

E la serata arrivò altrettanto presto!

 

“Secondo me, anche tu ci sei un po’ affezionato!”
“A cosa, a quei mitteleuropei?”

“Ignorante, i mitteleuropei sono gli abitanti dell’Europa centrale, cosa vuoi che c’entrino con questi messicani?!”

“Non si sa mai”fece spallucce Takeru.

Se un giorno mi occupassi dell’istruzione, non la proporrei facoltativa per gli sportivi!”

Takeru le scoccò un’occhiataccia.

“So molte più cose di te!”
“Oh, certo, perché saper applicare qualche schema di basket significa avere una straordinaria cultura!”

“E comunque non sono affezionato a quella stramba famiglia.”
“Sei ingiusto, hai passato gli ultimi due giorni a farti adorare da quel bambino!”
“Non mi sembra che tu abbia fatto diversamente con Carla!”

Hikari si prese la testa tra le mani.

“Inutile continuare con te, non ha senso!”

“Ragazzi, è tutto pronto!”

Ma questi messicani non fanno altro che mangiare?!”

“Cos’è, uno strappo alla tua dieta di hamburger e maionese?”

 

Felipe accese un falò attorno al quale si radunarono tutti.

E, come spesso accade per voi umani, fu l’occasione per raccontarsi le proprie vite, i propri sogni, le proprie speranze.

Finché Carla non s’impuntò a giocare al gioco della verità.

“In che cosa consiste esattamente?”

“¡Semplice: o dici la verità o paghi pegno!”esclamò la bambina con un ghigno malefico, senza nemmeno usare una parola di spagnolo.

D’a...D’accordo!”

Avevo come la sensazione che si era appena rovinata.

Takeru, ti prego...anche tu...¡Per favore!”

Certo che Juan lo adorava davvero!
Tsk
. Non mi tiro mai indietro.”

“¡Inizio yo!”

Carla scrutò attentamente le potenziali vittime.

“¿Takeru, pegno o verità?”

“Verità.”

Takeru manteneva le braccia ben conserte, il sopracciglio destro alzato in un’aria di puro scetticismo.

“Vediamo...¿eres fidanzato?”
“No. È questo il massimo delle domande che sapete elaborare?”
Hikari gli rifilò una gomitata.

“Gioca con me, Carla, non dare retta a questo scorbutico!”
Il viso di Carla, da gonfio e rosso per la rabbia, si calmò e la bambina assunse una strana espressione.

“¿Pegno o verità?”

“Pegno, dai!Basta che non mi facciate fare il limbo o cose del genere!”
Carla si consultò col fratellino, che aveva la stessa sua espressione.

“¡Un beso a Takeru!”

Hikari sorrise.

“Sapevo che era questo!Quasi ci speravo!”
I due Ortès sorrisero, mentre Takeru era sempre più preoccupato e si allontanava.

Dai, mica ti farò male!”

Hikari gli mollò un ceffone.

“AHIA!”

“Ci sono andata leggera!”

Takeru la fissò in cagnesco. “Sei una stupida, beso non vuol dire schiaffo!”

Hikari perse il suo sorriso.

Cosa? E che vuol dire, Carla?!”

 

Quasi quasi mi mancavano le bandierine per fare il tifo o l’accendino per il momento catartico che si stava preannunciando. Noi angeli sappiamo tutte le lingue, in primis quella del cuore, e non avevo tardato a capire che Carla voleva farli baciare.

Takeru deglutì vistosamente, avvicinandosi al volto di Hikari.

Le accarezzò i capelli, prima di portarsene una ciocca alle labbra.

Le appoggiò una mano-quella appartenente al braccio distrutto-su una spalla, mentre l’altra piano piano risaliva il contorno del suo viso.

Hikari era completamente ipnotizzata, e non sapeva, non riusciva,-sperai- non voleva muoversi.

Takeru le toccò leggermente le labbra con le sue, per quello che parve un lunghissimo istante.

 

“Questo.”

“Tu. Mi. Hai. BACIATO?!”

“Ehi, chi ha chiesto di pagare pegno?”

Hikari si strofinò le labbra, disgustata.

Juan esibì la sua dentatura a tutto tondo.

“¡Vosotros, a dormir!”

Carla abbracciò di slancio Hikari, ancora sotto shock.

“¡Buenas noches!”

“No...notte...”

In pochi minuti rimasero soli i miei beniamini.

E...Sì ce l’avevo fatta!O meglio, i miei cari amici messicani avevano compiuto il miracolo!

Potei sbarrare anche la spunta “Primo bacio”.

Forse però non era stato proprio un bacio e...

Consultai il primo vocabolario utile per la voce bacio.

“Atto compiuto applicando le labbra e premendole, per un tempo più o meno lungo.

Perfetto.

SI ERANO BACIATI!!

Improvvisai una ola con Chris.

E adesso devono fidanzarsi!”

Chris rise. “Salà lungo e diffiscile, Dai!”

 

Hikari si stese sull’erba fresca e illuminata dalla luna.

“Mi spieghi perché te la sei presa così tanto?”

Lei alzò la testa, sospirando.

“Mi hai baciato, ti rendi conto?”

“Certo. Hai delle labbra morbide.”

“Le tue sanno di limone.

“Non abbiamo mangiato niente che sappia vagamente di limone.”

“Questo non significa nulla. Sai di limone.

“Modo gentile per dire che sono acido?”
“Sarei gentile ora, secondo te?”

Takeru la osservò per un momento.

“E’ stato soltanto uno sfregarsi di labbra. Hai indossato la mia tuta, sei venuta in casa mia, ti ho quasi investita. Perché ora ti formalizzi per uno stupido bacio voluto per gioco?”

“Tu proprio non capisci, eh? Per me, per noi ragazze è un gesto importante. Ma tu sei talmente abituato ad avere una ragazza al giorno che non arriverai mai a comprendere.”

Si alzò rossa in viso.

Takeru continuava a sorridere enigmatico.

“E tu sei talmente presa da me che non te ne accorgi.”

Hikari si fermò.

“Io non sono presa da te!Non lo sarò mai!Sei solo uno stupido presuntuoso!Non mi è piaciuto baciarti...Semplicemente non avevo capito il pegno!E se sei tanto idiota da credere di avere il mondo addosso tu...”
“Vuoi calmarti, per favore?”

Lui la prese per un braccio, ma lei guardò un punto imprecisato del terreno.

Se tu fossi un’attrice, non dovresti mai girare scene d’amore, allora?”
“E’ una cosa del tutto diversa. Questo scenario è troppo romantico per essere sprecato così.”
“Certo, perché dovresti stare qui con Mark.”
“Assolutamente no”

La moretta rispose piccatissima.

“Vorrei stare qui con qualcuno di veramente speciale. Né con te né con Mark.

“Potrei offendermi per essere stato paragonato a quel carciofo.

Fa pure, non m’interessa.”

“Oh, Hikari...Un giorno riuscirò a strapparti di bocca la verità.”
“E sarebbe?”
“Io ti piaccio da morire. E tu stai combattendo con te stessa per non ammetterlo.

Ma se io...io ti detesto, imbecille!”

Hikari gli gridò addosso per un po’, sbattendo i piedi per terra.

Takeru continuava a ridere.

“Un giorno te lo dimostrerò!”

Hikari fece per mollargli un altro schiaffo, poi lasciò perdere con un urlo terrificante e tornò a dormire.

 

“Il soggiorno delle tue vittime è finito, non è così?”

“Sì, Ken....Ed ora mi godo un po’ di vacanze io sulla mia nuvoletta!”

Rotolai contento più e più volte sulla soffice nuvola bianca.

Il bilancio in fondo era stato positivo.

Il giorno dopo il bacio, gli Ortès erano partiti e la sera stessa Takeru aveva fatto la conoscenza di strani rettili e insetti(mi sembrò che Hikari non fosse del tutto innocente al riguardo).

Ed era stato il loro turno; Hikari si lasciò convincere a farsi accompagnare ancora una volta dal cestista.

In quel momento, mentre a Chicago si preannunciava una notte serena, io finalmente potevo parlare tranquillamente col mio migliore amico.

“Sono felice che tutto stia procedendo per il meglio...”
Notai una strana nota d’inquietudine.

Ken, c’è qualcosa che non va?”

“Ecco...Io...Miya...”

Drizzai le antenne.

“Che sta succedendo, amico?”
“Abbiamo deciso di diventare umani, Daisuke.

Miyako interruppe i miei pensieri.

Cercai di parlare, ma niente di sensato fu capace di uscire dalla mia bocca.

“Umani?”

Miyako prese la mano del suo adorato Ken.

Ma...Ma potete prendervi una nuvoletta e basta e...Insomma...Fino a qualche tempo fa eravate restii anche solo ad ammettere di essere innamorati e...Non potete abbandonarmi...”li implorai, rendendomi conto di quanto suonasse assurdo.

-Non potete abbandonarmi-frullava come una gigantesca zanzara nella mia testa e non mi lasciava tregua.

Daisuke...”cominciò Miyako, ma Ken le fece cenno di fermarsi.

“Amico mio, ci abbiamo pensato parecchio. Io la amo, e, questo spero sarà per sempre, lei ama me. Scegliersi una nuvola...Far nascere nuovi angeli da essa...Non è quello che vogliamo. Io voglio stare solo con lei. E nessuno di noi due vuole più aiutare nell’ombra. Non vogliamo venir dimenticati, una volta compiuto il nostro dovere.”

L’immagine di Reiichi mi piombò davanti.

E cosa farete, lì?”

“Il capo ci aiuterà. Lo sai anche tu quali sono le regole, no?”

“Certo...”sussurrai con un fil di voce.

Le regole del capo sono molto chiare.

Esistono due specie di esseri antropomorfi:ovviamente voi umani, e poi noi angeli.

Se gli umani vogliono diventare angeli, devono morire e in punto di morte esprimere il desiderio di essere angeli. Se gli angeli vogliono essere umani, devono volerlo in coppia.

Ma attenzione:un umano divenuto angelo non può tornare indietro, mai.

Ken e Miyako erano due angeli che volevano e potevano diventare umani.

In casi del genere, il capo forniva loro delle identità di persone sempre trasferitesi. In modo da non avere troppe rogne per modificare la memoria delle persone.

“Sapete già chi sarete?”
“Manterremo i nostri nomi.”mormorò Miya. “ Ken sarà Ken Ichijouji, un ispettore di polizia. Io, la signora Miyako Inoue in Ichijouji, farò l’infermiera. Almeno qualcuno non sarà scettico, quando dei poveri malati affermeranno di aver visto un angelo.”
Avevo sempre creduto che seguire i propri desideri fosse solo positivo, non portasse che sorrisi e gioia. Vedendo Miyako e Ken, i migliori amici che potessi avere, mi rendevo conto di sbagliare.

Quanto dolore porta il rinunciare a qualcosa, anche se in vista di una gioia immensa.

, allora...Buon viaggio. Vi guarderò dall’alto.”deglutii tra le lacrime.

Le nostre non sono proprio lacrime, sono fili di quelle che voi chiamate pietre preziose. In quel momento io stavo creando un’intera miniera di rubini.

Ken dava origine ad ametiste, Miya a topazi; era tutto straziante ma doveroso.

Abbracciai forte un compagno di tante avventure qual era stato Ken, mentre Jun sopravveniva per salutare anche lei.

Dove vivrete?”

Ken sorrise.

Daisuke si occupa di Hikari e Takeru, no? E noi ci trasferiamo a Chicago!”
“Abbiamo pensato di darti una mano anche noi...Sebbene tu non mi sopportassi più di tanto, eri e sei uno dei più grandi amici che io potessi sperare di incontrare.”

Miyako si strinse a me in un abbraccio fraterno.

Poi Ken le ricordò che dovevano andare.

“Ci mancherai tanto.”

“Non smetterò mai di pensarvi.”

Mi frizionai il viso con insistenza, quando notai l’arrivo del capo.

Non capii bene la procedura, fu solo un grande istante di luce e un paio di sorrisi.

Non mi rimase più nulla in cielo.

Chris, appena seppe la notizia, arrivò e cercò di consolarmi come solo i baby angeli possono fare.

Io osservai l’alba nascente a Chicago.

In quel momento, due giovani coniugi appena arrivati negli Stati Uniti parcheggiarono di fronte ad un’imponente villetta.

 

Yeah, ce l’ho finalmente fatta!!!!!!!!!!

Questo capitolo non mi piace granché... Ma è quanto di meglio sono riuscita ad elaborare in questo periodo! In realtà dovevo pubblicare l’1 ma il computer fa i capricci!!

-_-°°

Memi, Kari89, spero non ve la prendiate per quel che è uscito questo capitolo!In teoria è...un piccolo regalo di compleanno per voi XD

Ma se in pratica non vi piace, non fa assolutamente nulla! È un capitolo che doveva introdurre la seconda parte di questa fic...

Il bacio, l’avevo immaginato un po’ diversamente(Dena, tu lo sai bene), ma poi ho preferito scriverlo così. E Ken e Miya dovevano diventare umani nel 18 capitolo o giù di lì XD

Adesso comincia il vero divertimento qui XD XD XD

Ma attendo vostri commenti su questo esperimento di 11 capitolo XD
Un grazie infinito, come sempre, a chi mi legge, recensisce, a chi mi sostiene, a chi semplicemente è l’ispirazione delle mie storie.

HikariKanna

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Atmosfera andante ***


Questa quercia rappresenta il mio odio per te

Angeli del cuore

L’alba illuminava l’automobile di Ken, rendendola da un grigio metalizzato quasi arancione.

Il proverbiale freddo di Chicago stava tornando.

Nonostante, infatti, settembre non fosse ancora concluso, la temperatura era notevolmente crollata.

Una donna scese dalla vettura, scrollando i lunghi capelli violacei.

Non erano cambiati affatto, dopo la trasformazione.

Ricacciando ancora le lacrime, volai controvoglia fino a casa di Hikari.

 

“Hai anche uno studio?”
“Sì, e spero di riuscire a pagarmi presto l’affitto. Oppure dovrò trasferire tutto a casa mia.

Hikari sbadigliò, rivolgendo un sorriso al sole che faceva capolino.

“Immagino sia un caos, no?”

“Cosa?”

“Non hai tempo da dedicare alla tua vita privata, figurati sia a casa tua sia all’ufficio!”

Takeru fu colpito da uno sguardo glaciale.

“Sono piccoli entrambi, e poi lo studio di una fotografa non credo debba brillare per ordine!”
“Sai che poi non ho più visto le foto del calendario?”

“Te lo regalo per Natale, guarda”

“Sempre così dolce?”
“Takaishi, non è ancora del tutto mattina e già cominci a stufarmi?”

Per un po’ il silenzio avvolse l’auto. Hikari, in un gesto istintivo, si portò le dita alle labbra.

Sapevo cosa stava pensando. E non fu difficile nemmeno per Takeru ipotizzarlo, dal momento che disse: “Credevo non ti fosse piaciuto.”
Lei arrossì.

Infatti non mi è piaciuto.”
“Come sapevi che mi riferivo al mio bacio da maestro?Poteva anche essere il soggiorno in campeggio.”
Hikari rispose acidamente. “Ora te ne vanterai fino allo sfinimento, vero?”
“No. Per quanto tu non possa crederci, sei totalmente diversa dal genere di donna con cui esco.”
“Dovrei prenderlo come un complimento?”

“Dipende come lo vuoi vedere. Un giorno finirai con l’ammettere che ti piaccio.”
“Quando sarai lontano da me tre anni-luce, forse.”

“Finirai con l’amarmi.”

Hikari restò zitta.

Takeru parcheggiò, divertito.

“La vedi questa quercia?”

“Certo.”

L’imponente albero, così fuori posto di fronte a un appartamento in pieno centro, si ergeva a due passi dal palazzo di Hikari.

“Rappresenta il mio odio per te, mettitelo bene in testa.”

La ragazza sbatté forte la portiera, prima che Takeru si decidesse a sfruttare il clacson.

“Almeno restituiscimi la famigerata tuta!”

Hikari sbuffò, salì velocemente per le scale, prima di mollargli una busta.

“Così non dovrei più vederti.”
“ Difficile. Lavori con la mia migliore amica…E Ayame non vede l’ora di riaverti vicina.

Hikari scosse la testa.

“Perché ho finito con l’incontrarti?”

Takeru sorrise.

“Forse era destino.”

 

Non avevo voglia di far concludere il loro dialogo, ma era sempre un punto pericoloso, quando arrivavano a parlare di destino.

Avrei potuto farmi scoprire!
E, d’altronde, avevano avuto fin troppi giorni per parlare…! Perché dovevano ridursi alle sei di mattina, quando avevo sonno pure io?!

Hikari sorrise, esasperata.

“La definirei piuttosto Sfortuna!”

Takeru sorrise a sua volta.

“Hai delle labbra morbide.”

Hikari arrossì ancora di più, voltandosi.

“Ci si vede. Spero non troppo presto.”

Takeru sogghignò, da bravo latin lover consumato.

 

“Come sarebbe a dire?”
“Takeru, il campeggio ti ha giovato a ben poco!”
Ma…Dottor Robinson…Non posso tornare fra tre mesi!”

“Se tornassi prima in campo, potresti rischiare di farti male sul serio. Il tuo è un normalissimo braccio rotto. Tra un centinaio di giorni tornerai come nuovo.

Ma…”
“Niente ma, Takaishi!Dedicati ad attività filantropiche, leggi…Ma sta lontano dal campo…Ti concedo di stare solo sugli spalti!”

Takeru abbassò la testa, sconfitto.

 

“MALEDIZIONE!!Non è servito a niente, quel soggiorno!”
Schiumante di rabbia, Takeru sferrò un pugno al muro.

“Signorino, non vorrà rompersi anche l’altro braccio.”
Ed, potresti risparmiarmi il tuo sarcasmo, per oggi?”

“Credo che Edward abbia ragione, signorino Takeru. La prego di non avere reazioni inconsulte. Chissà come potrebbe reagire la signorina Véronique.
“Steve…Come mai ultimamente citi spesso Véronique? Cos’è, attraverso te mi vuole controllare? Solo ora si preoccupa di come sto?”
L’espressione professionale di Steven sembrò venir meno per un po’, poi si riassettò gli occhiali da sole.

“Si preoccupa di lei come ce ne preoccupiamo noi. Signorino Takeru, lei è fuori di sé.  Continui la fisioterapia…”

“…Inoltre, dedicarsi alla beneficenza non farebbe che incrementare la sua immagine positiva.”concluse Nat.

Takeru si strofinò gli occhi, stanco.

“Per ora, credo che mi concederò un po’ di riposo. Il viaggio di ritorno non è stato una passeggiata, con quell’acida di una fotografa.

Era ora di un riposino anche per me!

 

“DAISUKE!!

Riconoscevo quella voce.

Non era propriamente angelica.

“Jun, perché non ti trovi un hobby che non sia controllarmi ogni minuto?”

“È che non trovo più Miyako! Dovevo chiederle se uno dei suoi ‘pazienti’ necessita di un angelo da the…Il capo sembrava piuttosto strano, quando mi ha chiesto di prendermi cura di Miyako. Di solito è il contrario.”

Col cuore gonfio, mi svegliai del tutto.

“ Naturale che non trovi Miyako. Non è più qui.”

“Lo sai che non è un problema per me raggiungerla in missione.”
“Jun, non si tratta di una missione. Lei…non è più un angelo.”

Per poco non rischiò di perdere l’equilibrio, ma le sue ali la sostennero prontamente.

Quindi il capo vuole farmi diventare l’angelo del the di Miya.”

Boccheggiò un attimo.

Ha…Ha deciso di…È diventata umana.”

Annuii.

“Non la dobbiamo vedere in maniera negativa, in fondo. Basta che ci sveliamo e potremo parlare con Ken e Miya come i vecchi tempi. In più tu sarai il suo angelo del the, no?

“Da-Daisuke…E quando…”
“Non ci voglio pensare. Tu quindi non ti occuperai più di Oomae?”
Mi guardò come se non mi avesse mai visto.

“Oomae è …È cresciuta un bel po’, sai? Non vuole più giocare con le bambole.”
Tirò su col naso.

“Immagino sia naturale. È la vita, lei è cresciuta e …”
“E ora non riesce più a vederti.”

Scosse la testa, in preda ai singhiozzi.

“Se solo volesse farlo …”

Alzai le spalle.

“Forza sorellona…Chicago ci aspetta.”

 

“Strano vedervi senz’ali.”

Sorrisi.

“Oh, è molto più strano per noi. Non hai idea di quante volte siamo caduti. In più, ora ci facciamo anche male, quindi dobbiamo proprio stare attenti.
Una domanda mi usciva spontanea, avrei voluto frenarla ma quasi esplodeva.

Jun mi guardava di sottecchi.

“Ti stai chiedendo perché, vero, Dai?”

La voce di Ken non voleva suonare come un’accusa, ne ero sicuro.

Deglutii.

“Già.”

Daisuke…Se un giorno t’innamorerai
Miya…A parte voi, non ho mai visto angeli innamorati.”
Ken represse una risata. Era meno luminoso, ma non era la sua espressione. Quella era decisamente radiosa.

“Perché non ci hai mai fatto caso. Noi abbiamo solo scelto diversamente. Siamo in pochi, ma…
“Daisuke, io voglio dei figli da Ken. Non una nuvola da cui poi escano degli angeli. Sono disposta a morire per questo.”
“E non vogliamo essere dimenticati.” Aggiunse lui, come fosse un commento superfluo.

Ripensai allo scoramento di quando avevo scoperto di Reiichi. Potevo capirli, in parte.

Ma…Avete pensato ai vostri amici angeli?”
“Non mi sembra di avervi perso. Siamo qui, umani, e vi stiamo parlando.”

Morirete, Miyako.”
“Quando accadrà, chiederemo di diventare angeli. Lo sai che gli umani in punto di morte lo possono fare. Cambieremo volto, però resteremo sempre noi. Vivremo vite, storie, avventure diverse. Ma in questa vita, io voglio stare con Ken da umana.
“Ed è quello che voglio anche io. Daisuke, non ti chiediamo di comprenderci. Almeno di non giudicarci.”

Jun prese la parola, quasi fosse esausta di quella conversazione.

“Adesso basta, fratellino. Le tue ‘vittime’ devono andare al concerto d’inaugurazione, non è il caso di perdersi quest’occasione.

Abbracciai Ken e Miyako, promettendo loro che sarei tornato al più presto. Cercarono di dirmi qualcos’altro ma dovevo volare via.

Avevo completamente dimenticato il concerto!!

 

Véronique aveva trovato un nuovo lavoro per Hikari.

Lei, infatti, entusiasta come non mai, sedeva in prima fila…Da fotografa ufficiale della Chicago Symphony Orchestra!

Accanto a lei, in un posto altrettanto chic e riservato, sedeva un Takeru imbronciato.

Poco tempo e avrebbero cominciato a vedersi anche senza il mio aiuto.

Immaginai che Hikari gli avesse fatto delle foto, perché Takeru insisteva nel prenderle la macchina fotografica.

Quando infine l’orchestra, e soprattutto una violinista particolare, salirono sul palco del teatro, si fermarono per applaudire.

 

Nei giorni precedenti la trasformazione di Ken e Miyako, mi ero fermato a riflettere su come, dopo il bacio, il passo successivo fosse il fidanzamento.

Il risultato fu che dovetti sciropparmi diversi film d’amore. Vidi ogni genere di dichiarazione, di primo bacio, di relazione possibile sul piccolo schermo. E nessun trucco che fosse particolarmente valido per Hikari e Takeru.

In quel momento, però, ricordai che spesso i protagonisti di un film s’incontrano a teatro. Eccola, eccolo. Lei/lui siede su un palchetto e lo/la guarda estasiato, quasi in lacrime. Spesso e volentieri i due vanno a vedere una storia d’amore, possibilmente tragica, per cui s’immedesimano totalmente nei personaggi fittizi.

Ed ecco. Il momento del bacio, della dichiarazione, di quel ti amo tanto sofferto… Gli sguardi dei due s’incrociano. E chiunque guardi il film  sa che in quel momento è scattato l’amore totale.

Peccato che Takeru e Hikari fossero vicini, quindi non c’era la tensione dell’impossibilità di raggiungere l’amato.

In più, era un concerto di musica classica, non una storia d’amore. E avevo seri dubbi che i due si sarebbero immedesimati nelle note di Chopin.

Mi sbagliavo. Rimasero zitti e, se Takeru stava per addormentarsi, non lo diede a vedere.

Ispezionai la sala. Per la prima della stagione concertistica, le autorità locali erano tutte presenti e pompose. Notai inoltre Ken e Miyako.  Non me l’avevano detto che sarebbero venuti anche loro! Notai come il pubblico femminile mangiasse con gli occhi Takeru. Vidi Sora e Taichi seduti a metà circa della platea. Lei aveva gli occhi lucidi.

Bu!”

Sobbalzai.

“Maledetto disgraziato d’un angelo della musica brutto schifoso la prossima volta che…
“Ehi, calma, Daisuke!”
“Yamato, compari sempre nei momenti più impensati!”

“Sbaglio o ti avevo detto che ero diventato l’angelo della musica di Véronique?”
La indicò.

“L’ho aiutata con un piccolo trucco, altrimenti il suo dito le impedirebbe di suonare. Ma ci teneva così tanto.”

Fece spallucce.

“Altri due angeli ci hanno abbandonato?”
Guardava verso Sora e Taichi, perciò non capii subito a chi si stesse riferendo.

“Ah, , lo sapevamo.”
“Già. Si sa sempre tutto, da lì.”

Come sempre, aveva uno strano tono di voce.

L’orchestra fece una piccola pausa, per accordare alcuni strumenti per i prossimi brani. Hikari si alzò, estasiata, per fotografare alcuni musicisti e le autorità.

Takeru si fermò a parlare con un certo Iori, il suo sguardo, da contratto, si fece sollevato, quando abbracciò l’amico.

Immaginavo fosse lo stesso Iori che gli lasciava messaggi su messaggi alla segreteria telefonica.

Ken mi sorrise, e mi spinse ad uscire, proprio come aveva fatto Yamato due secondi prima di me.

Non capivo perché volesse incitarmi ad uscire; mi fece semplicemente l’occhiolino e riprese a coccolare Miyako.

 

Non mi ero preoccupato di dove potesse essere finito Yamato; del resto, era quasi un’ombra che andava e veniva a suo piacimento. Era un angelo particolare, sì, ma, a quanto ne sapevo, non aveva mai contravvenuto a una regola del capo.

Capii immediatamente che mi sbagliavo e che c’era qualcosa che avrei saputo soltanto se fossi rimasto a osservare.

Anche Sora, l’amica di Hikari, era uscita.

Tremante, sembrò sfiorare l’aria, alzando un braccio esile.

“Ti sento. Lo so che sei qui. Finalmente lo so.”

“Con chi diavolo sta parlando?! Non può certo riferirsi a me, non mi conosce. Yamato, ma che razza di caso avevi?”

Yamato mi rivolse un’occhiata di ghiaccio, il viso contratto, il respiro affannoso.

“Non parla con te.”
“Evidentemente parla da sola, perché non vedo nemmeno Taic…

“Sta parlando con me.”

Cosa stai dicendo, Yamato?”

“È un disastro. Mi aspetta una punizione esemplare.” Ripeteva febbrilmente. Sembrava in preda all’isteria.

Un lampo di luce, e capii che Yamato aveva deciso di rivelarsi a Sora.

Ma perché?

A quanto ne sapevo, Sora e Taichi erano stati casi affidati a Yamato. Che evidentemente aveva svolto bene la sua missione, dal momento che i due stavano insieme.

Poi ripensai ad un piccolo particolare mai bene chiarito.

Perché Yamato fu retrocesso, se svolse con successo il suo compito?

Yamato piangeva. Rimasi sconvolto nel vedere i fili di diamante cadere dal suo volto. Sora lo abbracciò con quanta forza aveva in corpo. Era smossa da piccoli tremiti.

Lui le accarezzava i capelli, non riuscendo a fare a meno di baciare ogni millimetro di pelle che riusciva a toccare. Sembrava non volesse fermarsi. Sembrava non fosse in grado di fermarsi.

“Ho aspettato…così tanto
“Farò la stessa fine. Se non peggio.”
“Non importa, stavolta ti seguirò.”
“No” La voce di Yamato era irrevocabile. “No, per te c’è Taichi.”

Sora si portò una mano alle labbra e respinse leggermente le ali di Yamato.

“Non posso.”
Sei umana, puoi scordarti di nuovo di me. È già successo.”

Sentivo un profondo dolore rovinare quella scena. In un film, sarebbe comparsa subito la scritta “Fine”.

Yamato era innamorato di Sora. Sora era innamorata di lui.

La potenza di questa verità mi stupì. Capii perché Ken voleva che vedessi. Gli angeli innamorati c’erano. Ero io a non averli mai visti.

Sentii della musica provenire dall’interno. Con sommo dispiacere, ma pacatamente, Yamato si sciolse da Sora.

“Devo tornare per Véronique. Ti prego…
Non concluse la frase perché un esagitato Taichi si precipitò fuori.

“Amore! Che fai, prima mi trascini qui e poi non entri nemmeno? Dai, sta ricominciando!”

Sora si asciugò le lacrime.

Taichi si fermò ad asciugarle. “Amore, ma piangi?”
“Scusami, sono commossa. Rientriamo, ok?”
“Certo”

Taichi le sorrise. Yamato era scomparso dalla loro vista.

 

Sia io sia Yamato ritornammo nel teatro, in silenzio.

Vidi che una ragazza si era avvicinata a Takeru, tirandogli un bel ceffone e scatenando una rivolta femminile. Ritenevo fosse Mel, una delle tante con cui era uscito.

Hikari rideva; potevo supporre, a ragione, che stesse prendendo in giro Takeru, amabilmente corrucciato.

Ma la mia attenzione era altrove.

“Yamato”
“So di doverti delle spiegazioni. Te le meriti, prima almeno che il capo mi uccida.”

Io…io non capisco.”
Yamato sospirò, e sulle note di Schubert cominciò a parlare. Credevo fosse un record, raramente spiccicava più di due parole.

“Sono sempre stato bravo, nel fare l’angelo. Come puoi immaginare, non passò molto tempo che il capo mi promosse angelo del cuore. Ero contento di farlo, ancora più contento di creare nuove coppie. All’inizio non fu difficile. Poi il capo mi sottopose un caso particolare. Taichi e sua sorella Hikari si erano appena trasferiti a Chicago. Una loro vecchia amica d’infanzia, Sora -qui la sua voce tremò appena-, decisa a fare la stilista, si trasferì anche lei negli USA. I tre avevano perso i contatti da tempo; eppure erano stati molto amici. Il termometro dell’amore era convinto che tra Sora e Taichi ci fosse un’ottima affinità, addirittura 92%!”disse senza un minimo d’entusiasmo.

Guardandosi le mani, riprese a parlare.

“Seguii l’iter prefissato. E non capivo che ogni giorno di più…Io mi affezionavo a lei. Arrivò la sera fatidica. Quella, sai, in cui una donna decide di abbandonarsi del tutto.

“Oh, con Hikari e Takeru conto di arrivarci presto!”

Yamato continuò, sorridendo a malapena.

“Lei e Taichi erano stati amici per tanto…Quasi fidanzatini!Ed ora si erano ritrovati!Che storia commovente. Sora aveva deciso di lasciarsi andare. Ricordo con che cura decise di vestirsi. Buttò all’aria almeno dieci vestiti diversi…

Yamato rideva amaramente.

…Quando disse una frase pericolosa. ‘Sarà stato un angelo a farci incontrare!’ Ed eccomi di fronte a lei. Stranamente, non urlò. Continuava a ripetere che lo sapeva. Mi accarezzava il viso, chiedendomi chi fossi, se ero reale. Non so cosa mi prese. La baciai. Quella notte, Sora annullò l’appuntamento con Taichi. In seguito, ridendo, ammetteva di essersi vestita con cura per me.

Quindi tu hai…ti sei innamorato di lei.”

Dall’educazione ricevuta, sapevo che era stato un terribile sbaglio.

“Non durò a lungo l’idillio, sai? Lei stava male per Taichi, io dovevo nascondermi, non certo di fronte a lui, ma di fronte al capo. Che tuttavia scoprì tutto.”

Si prese la testa tra le mani, in un crescendo di emozioni e di musica.

“La sai la regola, no? Gli angeli possono diventare umani solo in coppia. Mai uno solo. E io non potevo certo essere l’eccezione. Dapprima, il capo cercò bonariamente di dissuadermi. Mi raccontò che c’erano stati altri casi del genere, e non ce n’era uno che fosse finito bene. Nella mia presunzione, pensai di poter rappresentare l’eccezione. Fu allora che vidi il capo alterarsi. Dovevo attenermi al mio compito. Non potevo diventare umano, e non volevo, non potevo, sacrificare nessun altro angelo. Non volevo nemmeno che Sora diventasse angelo. Sarebbe dovuta morire sulla terra, abbandonare i suoi cari. E correvo il rischio che si dimenticasse di me.

Ma io pensavo che il capo…

“Se il capo sente parlare di unioni tra angeli e umani diventa irriconoscibile.”

Però…Se Sora muore e diventa angelo, poi potrete trasformarvi in coppia, no?”
“Non tornerebbe più con la sua identità. Non gliel’ho nemmeno proposto. Sapevo che l’avrebbe presa seriamente in considerazione, l’ipotesi di farlo per amor mio. Ma non me lo sarei mai perdonato.”

“E come…
Yamato aveva gli occhi lucidi. Aveva mantenuto per tutta la narrazione, o quasi, un tono neutro, quasi stesse raccontando le vicende di qualcun altro.

Potevo solo immaginare quanto gli fosse costato.

“Io sono stato retrocesso. A Sora è stato fatto un incantesimo. Non…si ricordava più di me.

Non ho mai smesso di vedere, per neppure un giorno, cosa facesse. Anche se lei non poteva vedermi…Anche se lei non poteva ricordare…Le sfioravo il viso quando piangeva. La abbracciavo mentre dormiva. L’ho sempre seguita. È  un’indicibile tortura, sai?Ero così invidioso di Taichi. Ma quando…quando sono diventato angelo di Véronique…Qualcosa è cambiato. Forse perché hanno in comune Takeru e Hikari…Forse perché l’incantesimo comincia a mostrare cedimenti…Lei ha cominciato a ricordare. All’inizio, solo in sogno. Poi ha cominciato a disegnarmi, a cercarmi. Mi sentiva. L’ho convinta con la MVATP a venire a teatro, stasera. Il resto lo sai.”

Yamato si asciugò le guance.

“Il capo mi ucciderà.”

Gli posai una mano sulla spalla, rudemente.

Non sapevo assolutamente cosa dire.

Guardavo Sora, spaurita, Taichi, che non sapeva cosa la stesse tormentando.

Takeru, così popolare. Hikari, che in fondo non aspettava altro che il vero amore.

Ken e Miyako, che avevano mandato all’aria la propria immortalità.

Quante forme di amore diverse vivevano? Quante ne avrei scoperte nella mia esistenza?

Il concerto terminò, seguito da un’ovazione.

Yamato volò affianco a Véronique, sorridendo teneramente a Sora, lasciandomi solo ad arrovellarmi.

 

Dai, sei stlano.”

“Chris, hai mai avuto la sensazione di capire tutt’a un tratto che in realtà non avevi capito proprio niente?”

Il baby angelo, appena arrivato in mio soccorso, mi guardò interrogativo.

“Non fa niente, lo capirai!”

“Complimenti, Véro!!

“Scommetto che Takeru s’è addormentato!”

La violinista tirò un pizzicotto a Takeru.

“Oh, no. È stato stranamente sveglio.rispose Hikari, complice.

“Ehi, lo sono sempre stato!!”replicò Takeru, piccato.

“Sorellina, torni con me e Sora?”

Takeru squadrò interrogativo Taichi.

“Sei il fratello di Hikari?”
“Sì, certo. Tu devi essere Takeru Takaishi.”

Lo disse quasi con tono minaccioso.

Sora stese subito la mano. “Siamo molto contenti di conoscerti. Sora Takenouchi.”
“Ehi, io non…
“Taichi”

Un sorriso di Sora bastò a farlo presentare degnamente al cestista. “Taichi Yagami.”

“Non vi preoccupate, la riporto io Hikari. Dobbiamo fare una cosa insieme.”
Taichi lo raggelò immediatamente.
“Cosa, di grazia?”
Véronique alzò gli occhi al cielo.

“Ayame. Anche se ancora non ho capito perché l’avete chiamato così!!

Sora decise saggiamente di farsi venire il mal di testa tutt’a un tratto, reclamando così di essere accompagnata a casa.

Possessivo tuo fratello.”
“E anche molto forte. Se un giorno decidessi di picchiarti, chiamerei subito lui.

Takeru si massaggiò il braccio ingessato. Era notevolmente peggiorato, visto che aveva deciso di togliersi la fasciatura in campeggio.

 

“Sora era ben strana, stasera.”
Ma chi, la tua amica? Aveva mal di testa.”
“Una donna non accusa mai mal di testa a casa.”
“Lo terrò bene a mente. Ad ogni modo…Stai cedendo.”
“In cosa?”
“Vieni a casa mia, entri nella mia macchina…
“Sì, e proprio adesso devo scendere!”
“Come, non volevi vedere Ayame?”
“Mi è improvvisamente venuto mal di testa.”rispose seraficamente la ragazza.

“Ok, ok, ti lascio a casa.”

Una volta giunti di fronte all’imponente quercia-Hikari gli ricordò cosa significasse-, Takeru accostò.

“Sognami”
“Non credo proprio!Mi ci vuole solo un altro incubo!”
“Ehi ehi ehi frena! Te ne vai così?”

Hikari, slacciandosi la cintura, lo guardò interrogativa.

“Come dovrei andarmene, volando?”

Takeru si toccò la guancia.

“SCORDATELO!”

“Eh no, era nei patti!”
“QUALI PATTI?!

“Questi.”
Takeru la spinse a sé- ad ogni modo, gran parte dell’azione spettava a me-, in modo che lei lo baciasse sulla guancia.

Un bello schiaffo non glielo tolse nessuno, ma Hikari, una volta salita a casa, non poté fare a meno di stringere il cuscino e sfiorarsi le labbra.

 

Lo so, lo so, sono imperdonabile. Ed è davvero dire poco…

Ho dovuto aspettare il 2009 per l’ispirazione e per concludere questo travagliatissimo capitolo. XD XD Un grazie a chi leggere e commenta, in special modo a Padme(eh sì, te lo devoJ) e a Dena, improvvisata beta-reader J J

E a chi coglierà i vari accenni a cose realmente successe, grazie per essermi vicino quando succedono XD

A prestooooooo(spero!)

HikariKanna(tra tre mesi esatti maggiorenne;) )

 

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Capitolo 13
*** In cerca di notorietà(ancora?!) ***


 

 

 Angeli del cuore

“E così la nostra stella non giocherà per almeno tre mesi, eh?”
Piantala, Anthony!”

Takeru stava mostrando un autocontrollo di cui non lo credevo assolutamente capace. Arrivato allo stadio, aveva deciso di raccontare al proprio mister l’esito del dialogo col dottor Robinson. Assolutamente negativo. Il dottore gli aveva, anzi, escluso ogni possibilità di tornare a giocare entro l’anno in corso; i tempi parlavano di gennaio.

Gongolanti, alcuni compagni di squadra accolsero la notizia con una celata, ma non troppo, soddisfazione. Sapevo, come del resto Takeru, che erano convinti di poter brillare loro al posto della primadonna giapponese. Eppure, e detestavo ammetterlo perché sarebbe stato un punto a favore di quel tronfio giocatore di basket, Takeru se la cavava meglio di molti di loro messi insieme. Evidentemente, il mister ne era consapevole, poiché non fu assolutamente contento della notizia. Anzi, continuò a maledire i bambini per il resto della giornata.

Spodestato dal suo ruolo, deriso da alcuni compagni, ma soprattutto compatito dal resto, Takeru si allontanò, cercando conforto nella sua umile dimora.

 

“Ti ho già spiegato quanto sia una tragedia.”

La voce funerea di Takeru mi colpì particolarmente.

L’avevo seguito, ed eccolo steso su un divano a trastullarsi con un mini pallone da basket.

Con un gesto fulmineo, Véronique pose fine a questo tormento acustico.

Con scarso successo, dal momento che Takeru cominciò a lamentarsi immediatamente dopo.

“Un bambino, ecco cosa sei!! Il dottore ha parlato di cento giorni, non di cent’anni! E non ti farà male riposarti un po’!”
“Tu non capisci. Nessuno mi capisce. Sono solo al mondo.”
“Steve, per favore, dammi una mano.”

Uno dei tre bodyguard affiancò subito l’esile musicista, mentre cercavano di risollevare Takeru dal divano, impresa che lui non aiutava affatto.

Dopo la quarta caduta del sacco di patate che era diventato Takeru, Véro perse la pazienza.

“MA INSOMMA!! Devo ricorrere ai tuoi genitori?? O devo richiamare Mel per farti ridare uno schiaffo?!
Takeru la fissò con uno sguardo insolitamente vitreo.

Improvvisamente, mi chiesi se non avevo mai sottovalutato la reale passione di Takeru per il suo sport.

“Per me puoi chiamare chi ti pare. Oh, gatto, non è un bel momento.”

Il piccolo Ayame, quasi per una sensibilità insita in lui, si strusciò fedelmente contro le gambe del padrone.

“Ci sono!” esclamò la musicista, trionfante.

Per gli occhi di Takeru passò un rapido lampo di vitalità.

“Che cos’hai intenzione di fare?”

Peccato che Véronique non lo stesse a sentire.

“Steve, dove abita Hikari?”

 

Ci volle tutta la forza di Ed, Nat, Steve, dei calci di Véro perché Takeru salisse in macchina.

“NON ANDRO’ MAI DA LEI!”continuava a strepitare il biondo. “Non la voglio vedere, ora!”
“Oh, caro, e invece la vedrai, visto che stuzzica la tua vitalità!”

“Véronique, mai come in questo momento ti odio. Lei non può vedermi ridotto in questo stato.
“Oh, suvvia, un tempo mi amavi. Neanche tu puoi passare a due sentimenti contrastanti così in fretta. Spero.” aggiunse, osservando un bagliore assassino nell’azzurro degli occhi di Takeru.

 

Dopo aver tentato a casa di Hikari, fu subito chiaro che si trovava nel suo studio- “Vedi? Lei non si compiange e lavora!”aveva urlato Véronique. “Lei non ha il braccio rotto!”fu il mugugno di risposta.

Volai rapidamente alla finestra da cui s’intravedeva lavorare Hikari. Non era nella camera oscura, stava semplicemente rimettendo a posto alcune foto del concerto della sera precedente e dei libri con strani conti sopra.

Il campanello la colse di sorpresa; un moto di gioia la invase nel vedere Véronique…Che, purtroppo, si arrestò del tutto quando vide Takeru.

Il biondo si accasciò subito sulla prima poltroncina che trovò, scatenando le urla della proprietaria.

“Non lì, idiota! Non vedi che ti sei seduto su delle pellicole?!

Hikari lo alzò di peso, e, non appena si spostò, Takeru ricadde molle.

Lei lasciò cadere le pellicole, fissandolo in trance.

“Véronique, sta bene? Non mi risponde acidamente, non tenta di violentarmi, sembra uno zombie. Cos’è successo, una l’ha rifiutato?”ghignò la fotografa.

“No, Hikari, niente di tutto questo. È che il campeggio ha peggiorato la situazione. Deve restare a riposo più di tre mesi.”
“Bene, così impara a venire in campeggio e rovinarmi la vacanza.”
Takeru sembrò svegliarsi dal coma.

“Non la definirei una vacanza rovinata. Hai idea di quante donne ti invidiano?”
“Bé, io non mi invidio di certo.”
Véronique li guardava spaesata.

“Che cos’è successo?”
“Ci siamo baciati” confessò candidamente Takeru, ritrovando parte dell’antico vigore.

“No, ehi, tu hai baciato me.” Puntualizzò Hikari, col tono di chi deve ingoiare un’amara medicina.

“Da chiunque sia partito, sempre uno sfregamento di labbra è stato. Ti ho già detto che hai delle labbra morbide? Peccato che il tuo carattere sia così spigoloso!

Hikari inspirò lentamente, trattenendo la rabbia. “Io ho il carattere spigoloso?! Brutto damerino da strapazzo…

Véronique prese a ridere di gusto, e questo fermò Hikari, che la fissò stupefatta.

“C’è da ridere?”
“Vedi, sei una comica e non lo sapevi!”
“Takeru, tu ricordati la famosa quercia!”
“Oh, mia cara, ma quella non può simboleggiare ciò che provi per me!”
“E, di grazia, perché mai?”
Ma perché quella è nata da anni e anni…Noi ci conosciamo da molto meno.”

“Anche troppo. Comunque, significa che nelle vite precedenti ti ho sempre odiato.

“Una quercia è un albero. Un albero può cadere. O può infiammarsi…d’amore.”

Takeru le sfiorò una ciocca di capelli, col braccio sano. Hikari arrossì violentemente, allontanandolo.

Véronique rideva sempre più forte.

“Ah, Hikari, ti ho portato un regalo.”
“Cosa, Takaishi?”
“Come, io ti chiamo per nome e tu mi riservi il cognome? Tesoro, non si fa così!”
“A parte che “tesoro” mi chiamava solo mia madre all’età di otto anni, si può sapere che cos’hai in mente?”

In quel momento, Véronique liberò Ayame.

Gli occhi di Hikari si illuminarono. Se solo avesse trattato Takeru come Ayame!
Il cestista sembrò leggermi nel pensiero.

“Ti rendi conto che tratti meglio lui di me?”
“Naturalmente.”

Intervenne Véronique.

“Oh, Hikari, grazie. Non so come, ma sei riuscita a risvegliare Takeru dal torpore. È raro che si trovi in crisi, ma tu gli hai fatto superare questa fase. È già un grande passo.”
“Cara, la prossima volta non disturbarti. Sono sicura che farebbe meno danni.”

Takeru sembrò non sentire il dialogo tra le due ragazze; accese il telecomando e iniziò a fare zapping, annoiato.

 “Ragazzi, io vi devo lasciare, ho le prove. Andrò a piedi, Takeru, non preoccuparti.”
Takeru non s’era affatto preoccupato.

Véronique lanciò un’occhiata di SOS a Hikari.

“Togligli quel telecomando. Diventa assai pericoloso.”
“Un momento! Tu vorresti lasciare soli me e lui??”
Ma no, rimarrà Steve…
“Signorina, se permette, vorrei accompagnarla alle prove.”
Véro sospirò. “Quando imparerai a darmi del tu?”

Un po’ impacciata, si rivolse a Hikari.

“Oh, , c’è sempre Ayame!”

Quella era una ghiottissima occasione che non mi potevo far sfuggire.

Hikari osservava Takeru, preoccupata e incredula.

“Saresti così gentile da togliere le tende? Sai com’è, io lavoro e questo è il mio studio…
Takeru sembrava non ascoltarla, fissando inebetito il teleschermo.

Si alzò, preso da un’isteria incontrollabile e inspiegabile.

“Vieni con me!”
Afferrò la mano di Hikari con slancio.

“SEI IMPAZZITO?!

Lei provò a fare resistenza, invano.

Takeru la stava trascinando per strada tenendole una mano, totalmente incurante dei paparazzi.

Ero esterrefatto e felice! Cominciavano a prendere l’iniziativa da soli!!

Hikari urlava a più non posso, e lui non l’ascoltava. Sembrava un innamorato pazzo. Pazzo lo era di sicuro.

“Dannazione, vuoi fermarti?!
L’ennesima violazione del limite di decibel adatti a un orecchio umano costrinse Takeru a fermarsi.

“E ora che c’è?”
“Che c’è?? Ho freddo, non so dove mi stai portando e…
“Tieni”

Con una mossa repentina, Takeru si sfilò il giubbotto e glielo infilò.

Hikari rimase interdetta, ma aveva troppo freddo per rifiutare questa gentilezza. Feci in modo che sentisse ancora più freddo e che si immergesse nel profumo di lui per bene.

Dopo qualche minuto, un’imponente costruzione si levò loro di fronte.

Perché…”boccheggiò lei senza fiato”…perché mi hai portato a questi studi televisivi?”

Takeru le sorrise.

“Dovresti fare più esercizio” disse tranquillamente. “Non ti reggi in piedi.”

Spavaldo lui, incredula e abbottonata lei, il cestista e la fotografa entrarono negli sfarzosi studi televisivi di Chicago.

Una folla d’ impiegate cominciò a sciamare attorno a lui, scoccando biliose occhiate al giubbotto di lui che pendeva dall’esile corpo di Hikari.

“Signor Takaishi!! Come possiamo aiutarla?”cinguettò una, al limite del diabete.

“Dove si registrano le puntate di “20 gals 4 100 days”?”

“La prima porta a sinistra, non ci vorrà dire che…
Takeru non la lasciò parlare, e continuò a strattonare Hikari.

“Mi dici che sta succedendo?!

Hikari stava iniziando a dare di matto, e Takeru sorrideva serafico.

“Semplice! Mentre facevo zapping, ho notato che gli studi cercavano un volto maschile bello, giovane, ricco, abbastanza famoso, attualmente disoccupato per un nuovo reality show!”

“Tu. Sei. Completamente. Fuori. Di. Testa.” Scandì lei minacciosamente.

“Sai, implicitamente mi hai dato del bello, giovane, ricco, famoso e disoccupato. Insisterei sul bello. Ad ogni modo…No, certo che no. Il punto è che non posso permettermi che la gente mi dimentichi. E poi, questo reality durerà giusto cento giorni. L’ideale, no?”
“E di che cosa tratterebbe?”
, ci saranno venti ragazze che aspireranno a diventare mie. Io ne scelgo una, la corteggio, il gioco è fatto. Ne ricaverò tanta pubblicità e tante, tante coccole dalla ragazza in questione.
“Sei disgustoso. Davvero, è abominevole. Con tutti i soldi che ti prenderesti, potresti sfamare un’intera nazione africana. O trovare casa a migliaia di animali abbandonati.
“O comprare una villa a Malibu!”
“COSA?!
Gli occhi di Hikari rotearono.

“Credo tu sia l’essere più abietto che io abbia mai conosciuto.”
“Addirittura? Anche di fronte a alcuni dittatori?”
“Rientri comunque nella top ten.”
“E il carciofo?”
“Che c’entra lui ora?! E soprattutto, cosa c’entro io qui?!

“Chi pensi sceglierà la ragazza?”

Naturalmente, non appena videro la candidatura di Takeru, i produttori non poterono far altro che essere entusiasti.

Avrebbe dovuto recarsi lì quella sera alle 20. Giusto in tempo per la prima puntata, in diretta.

“Io non so davvero tu come faccia a convincermi ogni volta.”
Takeru fissò la mia vittima sornione. Credeva di avere fascino da vendere…in realtà, ero solo io il segreto.

Hikari non era molto ben vista dalle venti partecipanti, tutte altissime, biondissime, rifattissime, snobissime. Erano tutte così tranne una, che si distingueva per un casco di ricci color nocciola e vispi occhi scuri.

Tuttavia, fu subito presentata come una cara amica di Takeru. Cosa che costò all’altra mia vittima una bella gomitata nelle costole.

“Chi sarebbe la tua cara amica?”

“Allora, prima che parta la diretta, chi devo scegliere?”
“Takeru!”esclamò scandalizzata Hikari. “Devi parlare un po’ con ognuna di loro, e dovresti decidere tu!”
“Sciocchezze! Mi diranno tutte che questa è un’occasione per rifarsi una vita, che non si aspettavano che ci fossi proprio io, tutte, sicuramente, si fingeranno grandi fan dell’NBA…
, magari qualcuna oltre al trucco ha qualche altro interesse, no?”
“La moda?”

Hikari non poté non reprimere una risatina.

“In fondo, sei simpatico.”
“Lo vedi che mi ami?”
“Trovo simpatiche anche le mattonelle del mio bagno, se è per questo.”
Un’addetta li avvisò che di lì a pochi minuti sarebbe cominciato lo show.

“Avanti!! Chi devo scegliere?”
“Ma dici sul serio? E perché ti dovresti fidare di me?”
Takeru la prese per le spalle, sospirando.

“Mia dolce Hikari”- qui lei finse di vomitare- “ancora non mi conosci? Secondo te sono un tipo da storia seria io?
“Come io sono un’assidua frequentatrice delle macellerie.”
“Appunto. Perciò, siccome il mio scopo in questo programma non è trovare il vero amore, ti pare che m’importi di chi mi porterò a letto?
Hikari gli rifilò uno schiaffo.

“Maniaco depravato!! E allora, una volta per tutte, perché mi hai portato qui?!”
“Oh, ma dici di essere tanto intelligente!!Io non ho i tuoi stessi gusti, quindi tu sceglierai la più brutta e io non correrò il brutto rischio di essere attratto da lei!”

La guancia destra di Takeru seguì il destino della sinistra.

 


“Certo che però siamo una bella squadra.”

“Non approfittare di me solo perché ti ho chiesto un passaggio, Takaishi.”
“Ti trovo alquanto paranoica.”
“Sono solo prudente. Perché saremmo una bella squadra? Perché io sono la mente?”
“No, perché tra tante ragazze abbiamo scelto l’unica norvegese. Per di più, credo che sia l’unica norvegese con occhi e capelli scuri che io abbia mai conosciuto.
“Hai avuto intrallazzi con norvegesi?”
“No, troppo serie per i miei gusti. Com’è che si chiama quella che mi hai scelto?
Hikari stralunò gli occhi.

“Non credo che fino alla fine le tue guance mi ameranno. Comunque, Frida.”
“Vedi, già lo dice il nome che è frigida!”

Hikari lo fulminò con lo sguardo.

“Non faceva assolutamente ridere. Anzi, suscitava pietà.”
“Goditi un po’ la vita, Yagami!!
“Con te, no di certo!”

La solita dolce discussione finì in una serie di altrettanto dolci epiteti che i due si scambiarono. Sperai che quel reality show non influenzasse troppo il mio mestiere.

Per la verità, né io né Chris avevamo capito di cosa si trattasse.

 

 

So di essere in un abnorme ritardo, e mi dispiace. Con questo capitolo-spero vi sia piaciuto- comincia la seconda parte di “Angeli del Cuore”, quella che mi divertirò da morire a scrivere xD La terza parte sarà quella romantica-esplicativa-finale. Fiu, non pensavo di scrivere questo capitolo di getto in due notti xD Un grazie va a doubleduck per avermi incitato con le sue e-mail e a tutti coloro che leggono e/o recensiscono. So di essere ripetitiva, ma senza di voi non andrei avanti!! Besos ;)

HikariKanna

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Capitolo 14
*** 1st step:Let's introduce our gal! ***


Angeli del cuore

 

 “Non esiste assolutamente!!
La mattinata non incominciava nel migliore dei modi.

Non appena il mio “lavoro” aveva deciso che era giunta l’ora di spodestarmi dalla mia nuvoletta, mi ero recato da Takeru.

Era, infatti, il famigerato, fatidico, faticoso giorno.

La troupe di “20 gals 4 100 days” era appena arrivata; già vedevo segni di nervosismo!

Poco più in là di alcuni astrusi macchinari terrestri, era in piedi uno strano trio femminile: la giovane Frida, la “gal” protagonista del reality, Véro, che si appoggiava con una buffa espressione contrariata sulla spalla di Hikari, e per ultima lei, la mia “vittima”, che emetteva un sospiro dopo l’altro.

“Forse non mi sono spiegato completamente. Io sono il protagonista del reality, io decido le regole!”
“Spiacente, dovrà attenersi al format e…

Vedevo il regista- o, almeno, colui che mi sembrava il regista- mantenere una pazienza incredibile.

“Mi dia il numero della direttrice del programma.”

Il tono di Takeru fu così perentorio che il poverino non poté opporsi.

Tempo due minuti, forse, e un sorriso rilassò i lineamenti dell’infortunato.

“Perfetto, te lo passo, cara.”

Il regista lo fissò perplesso, prese la chiamata e, non appena finì una concisa discussione tra gli interlocutori, si dichiarò sconfitto.

“Non so come abbia fatto, ma ha ottenuto quel che voleva. Ragazzi, andiamo!”

L’intero staff brontolò rumorosamente.

“Aspettate!!Ho un’altra notizia per voi…Ecco la mia inviata speciale!”

Così dicendo, Takeru afferrò Hikari per mano, presentandola loro.

“Per me può essere chi le pare!”sbottò il regista, salendo in auto.

Hikari lo squadrò interrogativa.

“Inviata speciale di cosa?”soggiunse minacciosamente.

“Del reality, no? Volevano installare in casa mia le telecamere per spiarmi, ops, scusa, spiarci ventiquattr’ore su ventiquattro. Mi sono rifiutato; volevano poi che avessi almeno un fotografo per documentare i momenti fondamentali di questa relazione. Così ho scelto te. Almeno hai un lavoro vero!”
Hikari arricciò le labbra, infastidita.

“Non ti ammazzo solo perché sono pacifista.”sibilò. “Lavoro con l’orchestra di Véronique, ora, dimentichi?”
“Infatti, Takeru. Cosa ti passa per la mente?”intervenne Véronique.

“Véro, tu non dovresti essere a provare? Su, fammi il piacere…Steve! Accompagnala!”

“Oh, Takeru, non puoi risolvere tutto mandando a chiamare i tuoi paggetti! Che vuoi che faccia Hikari?”
“Véronique, lo sai meglio di me che presto andrete in tournée. E so, credimi, che Hikari non vi seguirebbe mai per tutti gli Stati Uniti e oltre!”

Effettivamente, Hikari era troppo legata ai suoi affetti e alla sua routine…Sarebbe stato difficile immaginarla a scorazzare in giro per il mondo!

“Cosa ne puoi sapere tu di me?!”
“Oh, tesoro, sono sicuro che sia così!Prova a negarlo!”

Hikari dovette arrendersi.

“A dirla tutta, Véronique, questo sporco tronfio pseudo atleta non sbaglia. Io…non sono esattamente il tipo che abbandona tutti e tutto da un giorno all’altro.”
“Hikari”disse Véro con dolcezza “Tranquilla, nessuno ti costringerà a restare. Ma…Che farai?”
“Potrei riprovare a…
“Non ti rilascio nelle mani di carciofo!”
“Chi sei tu per dirmi con chi devo stare?!”
“Certo è che finché fai la fotografa ufficiale del mio reality, tu quello non lo vedi!”

“Oh oh oh, siamo gelosetti, Takeru?”
“Non dire stupidaggini, Véro! Tra lei e carciofo fanno proprio una bella coppia; sono io che non voglio averlo tra i piedi, non in casa mia!”
“Ehi, frena! Chi ti assicura che accetti?”

Quel buffo teatrino mi stava divertendo; notavo, però, che Frida non sembrava condividere esattamente il mio pensiero. Anzi, stava cercando in tutti i modi qualcosa da fare; sperai per lei che non riguardasse i cagnacci di Takeru.

Takeru sorrise, da uomo navigato.

Scoopissimo è fallito, non te l’ha detto Emily?”

Hikari rimase interdetta.

Non…non vedo né sento Emily da un po’. E…come fai a saperlo?!Quando è successo?”

“Calma, piccola…

Takeru le sfiorò una guancia con la mano.

Non. Chiamarmi. Piccola.”

Hikari strattonò violentemente la mano.

Devo…devo sedermi un momento.”

“Takeru, entrate in casa…Quest’ottobre si preannuncia particolarmente freddo. Io devo andare a provare.”
“Ok, ti mando Steve. Ciao, Véro.”

Véronique mandò un timido cenno di saluto a Hikari, poco prima di andar via.

Quest’ultima si massaggiò le tempie, mettendosi a sedere sul divano zebrato dell’ingresso.

“Facciamo che non voglio sapere il perché di questo divano zebrato.”
“Ehi, è in! E poi, se ti disgusta talmente tanto, puoi anche evitare di sederti proprio qui sopra.”

“Senti, mi scoppia la testa.”
“Comunque, l’ho letto su un giornale. Non so assolutamente perché e come sia successo, chiedilo a mister carciofo, in caso lo incontrassi.”
“Tu sei geloso.”

Hikari gli pizzicò una guancia.

“Ma spero non di me, perché in quel caso ti farei soffrire così tanto. E non me ne preoccuperei. Tu, però, sei… invidioso perché proprio non ti va giù che io possa aver preferito qualcun altro a te.

“Contrariamente a quanto la tua testolina piena di sciocchezze finto femministe possa pensare, mi da fastidio quell’essere. E ti prende in giro. Ma se vuoi tornare a frequentarlo, fa pure. Purché io non lo veda più.”

“Sì, decisamente ti da fastidio.”
Takeru sospirò.

“Hai manie di protagonismo. Accetti, sì o no?”
“Sai che devo accettare, io che ho un mutuo da pagare. Io che non ho una vita da rotocalco.”
“Potresti averla. Con me.”

Hikari inarcò un sopracciglio.

Takeru continuò, fissandola.

Hikari era stranamente scarlatta.

“Mi sto allenando per un film comico, non si vede? Sono diventato piuttosto bravo a formulare battute, non trovi?”
E io che stavo per cascarci, idiota!”

Hikari incrociò le braccia, indispettita.

“Significa che, in fondo, ci speri…

Takeru le posizionò una ciocca ribelle dietro l’orecchio.

Sarebbe stata una scena dolce, in altri contesti.

Non potevo fare a meno di pensare che Takeru avesse ragione. Era come se Hikari si controllasse ogni volta. Forse era solo questione di tempo, e quella sorta di corte serrata che le faceva Takeru avrebbe dato i suoi frutti.

O dovevo intervenire subito?

Aspettavo di vedere cosa sarebbe venuto fuori da questo reality show.

“Spero in cosa, che tu esca dalla mia vita?”

Takeru sorrise.

“Ti ho già detto come la penso, al riguardo.”

“E tu sai qual è la mia posizione.”
“Oh, ma l’odio è tanto, tanto vicino all’amore.”

Un forte rumore li distrasse.

Un latrato preoccupante mi ricordò dei cari cuccioli di Takeru.

“Frida!”

Hikari corse, allarmata.

La scena che le si presentò fu assolutamente inusuale: Frida, così minuta e apparentemente docile, giocava con quei mostri.

Hai…hai fatto amicizia con loro?”
Takeru sorrise.

“Nessuno c’era riuscito, finora. Complimenti, ehm…
“Frida. Non vi dico il cognome, perché so che sarebbe difficile da pronunciare.”
Aveva una voce pulita, tipicamente straniera, squillante.

Non sembrava molto facile da sottomettere.

Takeru si grattò il mento, soddisfatto.

Mentre lui litigava con l’equipe del programma, notai che Véro e Hikari riempivano di informazioni la povera norvegese. Véro aveva tessuto le lodi di Takeru, del passato Takeru, specialmente. Quello dolce di cui aveva spezzato il cuore. Quello che a Hikari sembrava impossibile fosse realmente esistito.

Ogniqualvolta ne parlava, la voce di Véro s’incrinava, quasi fosse convinta che gran parte dell’attuale comportamento di Takeru fosse dovuta a lei soltanto. Hikari non le dava retta, imputando tutto all’improvvisa fama e a una certa propensione all’egocentrismo. In sostanza, Véro lo lodava, Hikari lo denigrava e Frida non sapeva più che pesci prendere.

Era troppo presto perché in lei si formasse un’idea precisa del cestista, ma mi sembrava abbastanza in gamba per non farsi influenzare dalle opinioni altrui.

Secondo me, non ci stava capendo granché.

“Bene, Frida. Credo che saremo molto amici.”
“Io spero qualcosa di più, visto il programma, no?”
Oh…sì, sì, certo.”
Hikari gli rifilò una gomitata.

? Non v’è venuta fame? È ora di colazione!”

L’entusiasmo di Takeru fu condiviso.

“Purché non si tratti di quel bar.”
“Quale bar?”

Hikari lo fissò scandalizzata.

“Non ricordi? Quello dove…Oh, lasciamo perdere, non lo voglio neanche ricordare!”

Il viso di Takeru, da smarrito, s’ illuminò.

Con voce sognante, esclamò: “Il nostro primo incontro!”
“L’inizio della fine.”

“Te ne sei ricordata.”
“Ho un’ottima memoria.”

“Sì, d’accordo, ma…questa non è semplice memoria. Questa è memoria di me e te. Wow, è una cosa fantastica.”
Hikari lo fissava sconcertata.

“Non ci trovo nulla di fantastico.”
“Oh, Yagami, non capisci?”

Takeru l’avvicinò a sé con un braccio.

“Ormai ci sono dei luoghi che mi ricordano te. Quel bar, quella specie di campeggio. Anche la redazione di Scoopissimo.”
“Mi sta passando la fame.”

“Perché ti sazi di me.”

“Oh, Takeru, se mi saziassi di te mi verrebbe una dissenteria spaventosa.”

Lui non volle cogliere.

“Ora che ci penso, non c’è bisogno di recarsi in un bar! È tornata la mia cara Maggie!”
Hikari stralunò gli occhi.

Chi sarebbe Maggie?”

“Lo vedi?! Lo vedi che vuoi sapere chi è ogni donna che mi circonda?”
“Oh, santo cielo! No, davvero, non m’interessa più!”
“Margaret è la mia chef personale…Il mio maggiordomo, Baptist, dovrebbe rientrare domani. Ma è vero, tu non puoi conoscerli!”

“Hai anche una chef e un maggiordomo personali?!”
“Certo! Sto anche valutando se assumere una massaggiatrice…Di sicuro, presto dovrò rimediare una fisioterapista.

“Non una parola di più, me ne vado! Che la colazione ti vada di traverso!”
“Fermati un attimo!! E dai, puoi mangiare gratis qui!”

Hikari sospirò.

“Scusate. Non vorrei sembrare inopportuna, ma qui sono io quella che dovrebbe intrattenere Takeru. Invece, state parlando solo voi due da mezzora!”
Frida interruppe il battibecco.

Capivo che per me oramai era routine e non ci facevo nemmeno più troppo caso, ma forse poteva apparire leggermente estenuante.

Hikari accettò l’invito a rimanere, scusandosi con la ragazza.

Margaret aveva imbandito una tavola decisamente troppo piena per due ragazze che sembravano cibarsi solo d’aria, tanto erano magre. In realtà, la cuoca conosceva bene l’ingordigia del suo datore di lavoro, che, infatti, spazzolò via buona parte dei manicaretti presenti.

Hikari manifestò apertamente il proprio disappunto, mentre Frida rimaneva zitta a osservare.

“Ehi, Yagami, ho detto che puoi mangiare gratis, ma non dovresti fare qualche foto di me e della mia gal alle prese con la nostra prima colazione?”

Hikari sbuffò.

“Non ho qui tutto il necessario per delle foto altamente professionali.”
“Tesoro, non fa nulla. Tanto ogni settimana dobbiamo recarci agli studi. Le foto le voglio solo perchè esigo che tu abbia un lavoro, né più né meno.”
“Saresti quasi gentile, se non fossi tu e se la smettessi di chiamarmi ‘tesoro’, lo sai?”

“Dì la verità, che ti da fastidio e insieme piacere lavorare sempre con me. Comunque, ho delle ottime macchina fotografiche all’ultima moda, quindi non hai scusanti.”

E Nat davvero tirò fuori dei congegni assurdamente tecnologici, per cui Hikari fu “costretta” a fissare in un fotogramma Frida che beveva una tisana purificante e Takeru che ingollava cornetti e paste uno dopo l’altra.

Una volta concluso il pasto, la prassi prevedeva che Takeru e Frida si mostrassero i rispettivi luoghi di lavoro.

Mi divertii un mondo a vedere Takeru scartare miriadi di foto della loro prima passeggiata, semplicemente perché Hikari l’aveva ripreso dal suo profilo peggiore.

Dandogli del vanesio ad ogni passo che faceva, Hikari dovette dimostrare tutta la sua attività funambolica per determinate inquadrature che meglio risaltassero la “naturale e straordinaria bellezza” di cui Takeru diceva di essere dotato.

“Frida, tu dove lavori?”

“Siamo più vicini allo stadio, Takeru. Io lavoro dalla parte opposta di Chicago, ci andremo dopo.”

Incredibile come una laconica frase di quella ragazza riuscisse a zittire Takeru.

“Finalmente qualcuno ce l’ha fatta.”
“A far cosa?”

Hikari e Takeru si scambiavano battute acide, e Frida già li superava di qualche metro abbondante.

“A cucirti quella boccaccia!”
“Lo faccio solo per la reputazione che devo mantenere presso il mio pubblico femminile. E poi, questa ragazza m’intriga.”
“Solo perché non ti muore dietro.”

Frida si voltò, notando come Takeru fosse fuori allenamento e come Hikari non mangiasse abbastanza per reggersi in piedi.

In ogni caso, avrebbe fatto meglio a non affrettarsi eccessivamente.

Una folla di ragazzine urlanti cercava furibonda Takeru; quando tutte videro Frida e Hikari ronzargli attorno, neanche fossero dei tori imbizzarriti, incominciarono a uscire di senno, rincorrendolo per evitare che la sua purezza venisse contaminata da quelle due.

Dal canto suo, Hikari lo avrebbe volentieri ceduto loro; Frida, invece, dovendoci passare almeno tre mesi, non la pensava esattamente così.

Chiamò, inaspettatamente, la direzione del programma, che, in men che non si dica, li raggiunse con un fuoristrada, pronto a portarli in salvo.

“In salvo” coincise con il luogo di lavoro di Frida.

Io e Chris capimmo subito come mai era così dedita all’osservazione e ai fatti, piuttosto che a verbose  procrastinazioni.

Frida, infatti, era un’ingegnera biomedica.

Mi trattenni a stento dal ridere, visti Takeru e Hikari che arrancavano e per poco non distruggevano le protesi e gli apparecchi vari che affollavano quello studio.

La ragazza fece conoscere tutti i suoi colleghi, uno più serioso dell’altro, eppure con una strana propensione al macabro.

Hikari notò, con un intuito tipicamente femminile, finché a Takeru venivano spiegati i metodi più assurdi con cui avrebbero potuto riparare il suo braccio, che Frida aveva assunto un’aria malinconica.

“Mi sembri troppo in gamba per esserti fatta trascinare in una montatura del genere.”

“Non hai un’alta opinione di Takeru, vero?”

Hikari sorrise.

“Affatto. Mi dispiace se ti abbiamo annoiata con tutte le nostre discussioni, dev’essere snervante.”

“Oh, no. Mi mostrano il Takeru più autentico. Si suppone che io me ne innamori, giusto? Dovrei conoscere i suoi amici più cari.”
“Io non sono propriamente una sua amica.”
“Come vi siete conosciuti?”

Hikari aggrottò le sopracciglia.

Ecco…Teoricamente in un bar. In pratica, è strano. Cioè…ti è mai capitato di sentire parlare spesso di una persona, magari di vederla anche, però c’è un momento in cui te la trovi di fronte e, improvvisamente, inizi a vederla pure dove non vorresti. Forse ti sembrerà un po’ contorto come discorso, immagino. Ma…per me e Takeru è andata così. Lo conoscevo di fama, lui idem con me…Poi, non so davvero com’è successo, da quel maledetto giorno al bar, lo incontro sempre! Prima il calendario, la vacanza, Ayame, ora ci mancava il reality!

Frida represse una risatina.

“Se fossi un tipo leggermente diverso, avresti potuto fare tu la gal del programma. Sembra che tu e Takeru…abbiate quasi un rapporto speciale.
“Macché. Frida, confido che tu lo sappia…Takeru non cerca storie serie. È…estremamente difficile che s’innamori davvero di te. Se è per questo, dubito anche che s’innamorerà mai.
“Hikari, non ti è venuto in mente che neanch’io potrei volere una storia seria? Davvero, non m’interessa. Sono qui solo per dimenticare una persona.

Prima che Hikari potesse ottenere maggiori informazioni, Takeru decise che ne aveva abbastanza di quel laboratorio.

 

Il pomeriggio scorse tranquillamente.

Chris mi chiedeva di continuo perché non agissi a fermare quella pagliacciata del reality; era convinto che avrebbe rovinato gli equilibri tra Hikari e Takeru. Io, che di equilibri tra i due non ne vedevo, mi limitavo a ricordargli che gli angeli non possono decidere completamente la vostra vita. Ero già intervenuto abbastanza tra Mark e Hikari. Forse, però, Chris non aveva tutti i torti: dovevo evitare che Takeru si affezionasse troppo a Frida. Ma non sapevo spiegargli perché ero restio a dargli troppa retta: Hikari era pur sempre una ragazza, e ritenevo che potesse innamorarsi molto prima e molto più profondamente di Mark rispetto a un’infatuazione di Takeru per Frida. Ecco perché non sapevo ancora come comportarmi. Del resto, non riuscivo ancora a inquadrare Frida. Tuttavia, erano sensazioni di cui non riuscivo a informare Chris. Come se potessi sentirle solo io.

Fu la prima volta che sentii che il lavoro mi stava traviando.

Hikari dovette pensare la stessa cosa, quando immortalò il primo bacio a fior di labbra tra Takeru e Frida. Sapeva bene che, per il momento, Frida sarebbe tornata a casa ogni sera. La riempiva di tristezza il fatto che una persona che le sembrava così intelligente si fosse venduta a quel reality per dimenticare una brutta delusione d’amore. Ero sicuro che, dentro di lei, qualcosa fosse scattato nel vedere come Takeru baciasse indifferentemente Frida, dopo quel che era successo tra di loro. Perché lui sembrava già essersene dimenticato, mentre lei ci pensava fin troppo spesso?

La mia eroina stava pensando troppo a proposito dell’amore, e aveva troppa paura di lasciarsi andare.

Il mio eroe era ancora immaturo per capire ogni implicazione delle sue mosse.

L’antagonista era inconsapevole di essere tale.

Il segreto architetto delle loro azioni, insieme al suo assistente, aveva appena deciso di ritirarsi dietro le quinte per prepararsi ai prossimi atti.

 

 

Salveeeeeee!

Pensavate fossi sparita, eh? xD Ragazzi, ma io non vi lascio, no no!Ora “Angeli del Cuore” è a metà circa xD Questo capitolo è…come dire…Un po’ particolare xD Però, mi serviva per iniziare a focalizzare l’attenzione su Frida…Vi aspetteranno delle belle!!Sì, mi sembra di essere una stupida a ridere da sola al pensiero dei prossimi capitoli di questa fan fiction xD Ma non posso farci niente xD xD Comunque, cari miei, mi dispiace per i ritmi lentissimi di aggiornamento!! È solo che, ora che sono una matricola a Roma(e patentata, pay attention ;) ), i miei impegni sembrano essersi triplicati! Inoltre, non ho ancora un pc portatile-dovrebbe arrivare la prossima settimana-, quindi ho approfittato subito di questo weekend in patria per postare il 14 capitolo(già???) di questa storia! Ragazzi, che dirvi ;) Spero che vi piaccia, nonostante abbia un carattere “di transizione” ;) Oh, naturalmente Frida è un’ingegneria biomedica perché io ho preso una facoltà molto simile xD Recensite in tantiiii =)

Yours HikariKanna

Ps: il prossimo aggiornamento-si parla, comunque, almeno di metà novembre…Nel peggiore dei casi, intorno al 20-, dovrebbe essere il penultimo capitolo di Panchine, Yamato e Daisuke!

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Capitolo 15
*** Silence ***



Angeli del cuore


Toglimi una curiosità, Frida...Non ti ha fatto strano baciare Takeru, visto che non provi nulla per lui?”
Un altro giorno di quei cento era appena cominciato.

Frida sorrise appena, alla domanda posta da Hikari.

No, affatto. Avrebbe dovuto?”

La mia eroina rimase leggermente spiazzata. “Non...non ti fa effetto un bacio?”

Sei troppo romantica e di vecchio stampo, Hikari.”
Sorseggiando il suo the verde, Hikari sospirò.

Solo perché credo ancora nell'amore?”

Esatto. Non è altro che una sciocca chimera inventata per spendere, soffrire e illudersi che ci sia un senso. Non esiste.”
Hikari fece una piccola smorfia.

Ossimoro”

Come, prego?”
“Sei un...tutta questa situazione non è altro che un ossimoro. Partecipi a questa farsa per dimenticare qualcuno.”
“Jyou”

Frida sussultò.

Il suo nome è Jyou?”
Margaret entrò nell'apposita sala da colazione(quando Hikari scoprì che c'era una sala adibita appositamente per la colazione, dovette controllare i propri istinti omicidi), con tre ingombranti vassoi, seguita da un Takeru in accappatoio più tranquillo che mai.

Hikari scattò in piedi ad aiutare Margaret, dato il suo equilibrio assai precario.

Ma che razza di uomo sei?! Non ti sei reso conto che rischiava di cadere?”

Takeru sorseggiò piano il proprio frappuccino iperzuccherato.

Maggie, rischiavi sul serio di cadere?”

La cuoca scosse la testa, imbarazzata.

Visto? Sei ansiosa.”

Hikari si trattenne e potei giurare di vederla contare sino a dieci, borbottando mozziconi di frasi tipo:”fallo solo per il mutuo”.

Takeru sembrò degnare d'attenzione anche Frida.

Buongiorno!”

Buongiorno, Takeru!”lo salutò con un bacio.

Hikari stava per avere un conato di vomito.


Quali sono gli impegni della giornata?”

Oh, devo passare assolutamente in ospedale per la fisioterapia.”incominciò Takeru. “Dovresti immortalare il momento.”
“Cioè te che soffri e digrigni i denti e, soprattutto, piangi come una donnetta solo perché un'infermiera tenta di farti funzionare il braccio?”

Io devo lavorare”fece Frida. “Ci vediamo stasera agli studi, per il commento della prima settimana. Ciao.”sorrise delicatamente, sporgendosi per baciare Takeru.

A stasera...” sorrise sornione lui.

Una volta che si fu allontanata, Takeru, d'un tratto, disse: “Ti confesso che a volte mi spaventa.”
“Ah, no, non voglio sentire storie! Sono venuta fin qui con tutto l'arsenale per fotografare la tua giornata, ora tu non ti lascerai terrorizzare dalla fisioterapia!”

Ma che hai capito?!”protestò Takeru. “Ahia!”

Hikari lo trascinò di peso nel reparto atto alla fisioterapia.

Non è la fisioterapia che mi spaventa, pazza! Comunque, non mi da affatto fastidio che mi trascini tenendomi così.”

Solo in quel momento, Hikari si accorse di stringergli la mano.

Chris mi rifilò una gomitata.

Lo fa anche senza rendersene conto, Dai!!”

Quell'angioletto si esaltava per poco.

Era pur vero che le azioni a livello inconscio rivelavano tantissimo.

Che Hikari fosse gelosa di Frida?

Oh” arrossì lei “Era...era solo per fare prima, così posso tornare a casa in fretta.”

Erano arrivati di fronte alla porta del reparto.

Ancora tenendosi per mano- e scatenando dolci commenti di altrettanto dolci vecchiette lì in attesa-, Takeru fissò Hikari per una frazione di secondo. Fu uno sguardo intenso, parecchio insolito per Takeru.

Ohoh” Chris mi tirò un braccio. “Non è che ora la bacia a tradimento, vero, Dai?”

Entra con me, per favore. Questo reality mi serve...Tu mi sei necessaria più di quanto voglia ammettere.”

Hikari rimase un attimo interdetta, giusto il tempo di permettere a Takeru di scostarle una ciocca di capelli dalla fronte e di baciarla proprio lì.

Naturalmente, Hikari non osservò la legge non scritta del “Non urlare in ospedale”, subito dopo.

Osservando Takeru fare la fisioterapia, notai che, quando voleva, riusciva a sopportare il dolore abbastanza dignitosamente. Studiando anche Hikari, mi resi conto che c'era un passaggio di fondo che mi sfuggiva.

Hikari diceva di odiarlo. Eppure...ne era affascinata. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, neppure sotto tortura. Era stato semplice da capire...Ogni volta che lui la guardava appena appena più serio, lei si scioglieva come neve al sole. Era questa l'attrazione fisica che doveva poi scatenare l'amore vero?

Per essere il mio primo caso, il capo non era stato particolarmente clemente!

Usciti dal reparto-ci volle un po' perché l'infermiera era una fan accanita di Takeru-, un silenzio di piombo cadde su di loro. Le mie vittime sembravano più maturate che mai. Avevo visto in tanti film che il silenzio poteva instaurarsi perché non c'erano più argomenti da sviluppare, o in quanto forse ce n'erano fin troppi. Ma quel silenzio...Era talmente denso di sottintesi che non riuscivo a capirci più niente.

Se non avevi paura della fisioterapia, allora cos...”

Frida, intendo. Andiamo, ti sembra normale?”

Hikari strabuzzò gli occhi.

Takaishi”-lo chiamava così quando voleva ristabilire le distanze-” partecipa a un reality show, e già questo basta a definirla. Inoltre, partecipa a un reality show con te come protagonista!”
“Questo è solo un punto a suo favore!”
“Dipende dai punti di vista”replicò sbigottita Hikari. “E poi, non è minimamente presa da te! Cioè...ti sta sfruttando per dimenticare un certo Jyou!Non...non è bello.”

Vuoi che chiami i miei tre bodyguard? C'è già troppa gente che ci sta indicando.”

Oh, a me non interessa. Anzi, vorrei farmi una camminata a piedi.”

Ma hai tutta quella roba!”

Mica sono fragile e delicata come qualcuno di mia conoscenza!”

Hikari gli fece la linguaccia.

Takeru, stupito, si mise a ridere, provocando anche una risata cristallina di Hikari che, tuttavia, si interruppe subito dopo.

Mi hai fatto ridere”

Dai, porto io gli strumenti del mestiere.”

Takeru afferrò tutta la strumentazione di cui si serviva Hikari con il braccio sano, accelerando appena.

Hikari si fermò, esterrefatta.

Mi hai fatto ridere. Sei...gentile. Vuol forse dire che stiamo diventando amici?”

Lo disse come se avesse confessato di avere contratto una grave malattia.

Solo se la vuoi vedere così. Dal mio punto di vista, è la dimostrazione che hai miriadi di pregiudizi nei miei confronti. Lo vedi che, in fondo, non siamo così incompatibili?”
Per quanto contrariata, Hikari non obiettò.


Usciranno foto a palate sui giornali, me lo sento.”
“Tu senza un'enorme limousine con i vetri fumé non ci sai stare, vero?”

Takeru e Hikari erano appena arrivati nella villa del cestista. Takeru sembrava necessitare, e alla svelta anche, di un personal trainer, giacché grondava sudore dappertutto.

Sei proprio spompato, bello mio.”

Takeru si stiracchiò leggermente, lasciandosi sfuggire un sospiro.

Non vedo l'ora di tornare in campo. Questo reality show...”

Cessò di parlare, pensieroso.

Fissava Hikari.

Ovviamente, lei non dava il benché minimo cenno di averlo sentito; era troppo impegnata ad accarezzare il piccolo Ayame.

Takeru mi stava impensierendo. Se ne stava lì, controluce, a guardare intensamente Hikari, colpita dalla luce del sole, che giocava con Ayame. E la scrutava così a fondo... poi si morse un labbro e strinse i denti, quasi a voler scacciare una brutta sensazione.

Tu non hai sentito una parola di quello che ho detto, vero?”sussurrò-per i pipistrelli, visto il numero esiguo di decibel utilizzati.

Si avvicinò a lei; con una certa ruvidezza prese a far scivolare anche la sua mano sul pelo liscio di Ayame, che pareva divertirsi un mondo.

Chris mi fece osservare come fosse “magico” il momento che si era venuto a creare.

Guaddali, Dai...Solo loro e un gatto! E silenzio...”

Effettivamente, notavo che il silenzio era il padrone di quella giornata.

Era una scena molto dolce, anche per due come Takeru e Hikari.

Ad un tratto, la mano di Takeru incontrò quella di Hikari.

Ops”

Se tu accarezzi un gatto come prendi un pallone da basket, è normale che...”

Ma nel rimprovero di Hikari non c'era acidità, non troppa, almeno.

Edward entrò, spezzando l'atmosfera e lasciando a metà ciò che voleva dire Hikari.

Signorino, lei non deve pranzare fuori con la signora Frida, oggi?”

Takeru si alzò.

Oh, no, Ed. Oggi...ha da lavorare.”
“Non c'è problema, signore.” Professionalmente, la guardia del corpo si rassettò gli occhiali. “Disdico la prenotazione, allora.”
“Ma no, perché? Margaret è già stressata! Baptist è tornato?”
“No, signorino, che io sappia Baptist tornerà in serata dalle ferie. Troverà parecchio freddo, Chicago ha ripreso le sue temperature abituali. Deduco che debba accompagnarvi al ristorante, signorino. Pranzate da solo?”
“No. Viene Hikari con me.”

Hikari smise di ridere alle fusa di Ayame.


Sei impazzito?! Porti me al ristorante?”
Eddie sgommò, uscendo dalla scena.

Perché no? Frida lavora, io avevo una prenotazione al ristorante-tra l'altro, neppure me ne ricordavo, fortuna che ho gente pagata per farlo-, Margaret è già in esaurimento nervoso, tu mangi poco e malissimo...”
“Chi ti dice che io mangi poco e malissimo?”

Intanto, vieni”

Takeru, cingendole un fianco-Hikari si scostò furiosa-, la condusse dentro, dove un cameriere chiese loro il nome.

Takaishi, Takeru.”

Al garçon brillarono gli occhi. “Di qua, la saletta riservata.”

Hikari rimase a bocca aperta.

Hai prenotato il privé? Una cosa del genere?”
“Tesoro, io vengo spiato da un reality show, la mia vita è bombardata dai giornalisti e paparazzi...E non ho nemmeno dietro scandali di droga, prostitute e cose del genere. Donne ne ho avute, e tutte puntualmente beccate dai paparazzi.”
“Anch'io che non c'entro nulla.”
“Non c'entri nulla
per adesso.”

Hikari sbuffò.

Sei davvero così convinto che un giorno farai breccia nel mio cuore?”
“Oh, l'ho già fatta. Solo, non te ne sei accorta.”

Lei aggrottò le sopracciglia.

E quando l'avresti fatta?”

Mademoiselle, Monsieur, voilà!”

Hikari sorrise istintivamente al ragazzo che li stava servendo, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata.

Carino...”
Takeru assunse un'espressione a metà tra il divertito e lo sconcertato.

Sì, se ti piace il genere...”
“Sai che sono vegetariana, vero?”
“Forse me l'hai detto. Comunque, tranquilla, per te ho già ordinato solo verdure.”

Hikari rimase confusa.

Perché?”

Bè, ho imparato che voi donne mangiate solo fibre, proteine, eccetera eccetera. Niente grassi, carboidrati, pochi zuccheri...Ah, non vi godete nulla!”

Lo vedi cosa non sopporto di te? Credi di sapere tutto!”sibilò lei. “Non sono vegetariana per queste futilità! Fortunatamente, ho un fisico esile per natura.”

Ti trascuri da morire, lo sai?”

Non sono né ricca né viziata quanto te. Non pago la gente affinché faccia quello che posso eseguire tranquillamente da sola.”

Macché, ho solo un ottimo metabolismo.”

Fa passare qualche anno.”
Takeru sorrise.

Ed è questo quel che non sopporto io in te. Perché devi sempre pensare alle conseguenze di ogni gesto? Perché ogni tanto non vivi semplicemente l'attimo? Non vuol dire essere incoscienti. Vuol dire amare la vita e cercare di godersela davvero.”

Hikari sospirò.

Scommetto che è quello che ti hanno detto un sacco di uomini.”

Hikari schioccò la lingua.

Alcuni”ammise Hikari.

E carciofo?”
“Carciofo era un porco” concluse Hikari, irritata.

Takeru mangiò, senza dire una parola.

Ad un tratto, un cameriere affidò a Hikari dei fiori.

E questi da parte di chi sono?”
Takeru cercò di spiegare. “Ehm...è un malinteso...”
Il cameriere, imperterrito, consegnò i fiori a Hikari, sciorinando la sua pappardella: “Da parte di chi le sta di fronte, signorina. Perché si possa creare l'amore.”

Detto questo, alzò i tacchi.

Takaishi...Spiegami un attimo questa storia.”
Takeru, dopo aver tentato invano di ingoiare l'ultimo boccone indenne, bevve un sorso di acqua, onde evitare strangolamenti.

Dovevo venire con Frida, no? Avevo detto al ristorante di fare qualcosa di romantico!Però...tienili, davvero. Sono iris, so che sono i tuoi fiori preferiti, no?”

Te lo ricordi?”

Ho un'ottima memoria; inoltre, c'è Ayame a ricordarmelo ogni giorno.”

Scuotendo la testa, Hikari, con tono di voce sia curioso sia critico, chiese: “Tratti sempre così le donne?”
Takeru smise di mangiare.

So che puoi non crederci, e sei liberissima di farlo. Però, io tratto sempre le donne come principesse. È che poi loro iniziano a pretendere troppo.”

E così ci vai a letto e le illudi.”
“No. Io non le illudo.”

Però te le porti a letto.”

Non vedo il motivo per cui dovrei spifferarti la mia vita sessuale.”

Hikari sospirò.

Sei uguale a tutti gli altri.”

Bè, con te non ho ancora concretizzato nulla.”

Non ci riuscirai mai.”

Hikari...”Takeru assunse quel tono serio da ora-Hikari-si-scioglie. “Non ho avuto tante donne come tu credi. Il mio primo amore è stato Véronique, ed è durato veramente tanto. Lei è partita...Ero solo. La mia famiglia non è mai stata particolarmente presente. Non sono di origini americane ma vivo da un secolo qui. Ho conosciuto Véronique perché...sai, la mia famiglia materna è francese.”
“Ecco perché hai scelto questo ristorantino
très charmant.”

Già. L'ho conosciuta quando entrambi eravamo piccoli, in un viaggio in Francia. Ne facevo frequentemente, dev'essere stato uno dei motivi di divorzio tra i miei. Papà...non amava troppo la Francia né il fatto che mamma ci volesse andare spesso. Comunque, ci siamo scritti tantissime lettere. Entrambi volevamo vivere qui; io mi ci trasferii perché fui accettato nei Chicago Bulls. Lei idem, voleva entrare nell'orchestra. E così eccoci qui. Véronique non mi ha mai amato davvero. La nostra relazione non finì bene. Non ci vedevamo mai...Ed eravamo troppo amici. Ma perché ti sto spiegando queste cose? A proposito, era un abbaglio prima o mi hai davvero chiamato 'bello mio'?”

Sai proprio come rovinare ogni cosa. Dai, sono interessata davvero alla tua storia.”

Takeru non aspettava altro.

Dopo di lei, ho cominciato a uscire con donne che mi cercavano solo per la mia nascente popolarità. E, devo dire la verità, molte le ho sfruttate per dimenticare Véro.”

Anche Mel?”
Takeru sorrise, sfiorandosi la guancia.

Anche lei.”

Ed ora Véro l'hai dimenticata?”

Come amore? Sì, l'ho superata. Sospetto, però, che sia innamorata di qualcun altro. Devo solo scoprire chi. E, così, sono solo, in fondo. Solo con una pazza come te a partecipare a un reality.”
Hikari sembrò ricordarsi improvvisamente una cosa importante.

A proposito!Cosa mi volevi dire prima?”
“Prima?”
“Sussurravi qualcosa riguardo al tornare in campo e al reality show, ma poi ti sei fermato.”
“Allora mi stavi ascoltando!”
“Non sono mica sorda! Tu sei assurdo...Sei intelligente, un campione, puoi fare tutto e ti metti in gioco in un reality show. Perché?”
“Io sono qualcuno finché la gente crede che io sono qualcuno.”
“Ami così tanto essere popolare?”
“No. È che...La popolarità mi fa sentire meno solo.”
D'accordo, forse era colpa di uno spray della sincerità che avevo spruzzato, ma il dialogo aveva risvolti interessanti.

Un violinista si avvicinò, intonando un'aria romantica.

Sorridendo, Hikari chiese:” Anche questo fa parte del pacchetto?”
“Suppongo di sì.”
“Sai essere molto romantico. Peccato...”
“Cosa?”

Peccato non essere interessata a te. Ma forse sarei l'ennesimo tappabuchi.”

Il fatto che io non volessi impelagarmi in relazioni serie al reality non significa che io non voglia relazioni serie.”

Questa è una dichiarazione velata di interessamento nei miei confronti, Takaishi?”
Takeru non rispose.

E qual è la tua triste storia?”
“Non è triste! Io sono vissuta in Giappone con la mia famiglia finché papà non s'è dovuto trasferire qui a Chicago per motivi di lavoro. All'inizio...siamo rimasti a Tokyo. Ma io e mio fratello Taichi sapevamo che la mamma era infelice. Quello tra mamma e papà è quanto di più vicino al vero amore io conosca. Quando io finii le elementari e Taichi le medie, decidemmo di trasferirci qui. E così...Sono qui da quindici anni circa. Più di quanto sia stata in Giappone. Ad ogni modo, non mi manca poi troppo. E poi adesso anche Sora s'è trasferita qui, quindi sono contenta. A parte per il lavoro, perché mi stufo davvero a passare da un incarico all'altro. Quand'ero piccola, sognavo di diventare una maestra d'asilo, poi ho cominciato a fotografare e non ho più smesso. Non me ne pento, ma a volte vorrei essere meno precaria.”
“Hai meno di trent'anni e parli come una sessantenne.”

Io sono responsabile!”

E sei alla ricerca dell'anima gemella.”

Sto benissimo anche da single.”
“Sei cresciuta in una famiglia felice. È ovvio che credi all'amore eterno.”
“Perché, tu no?”
“Punto primo, sono un uomo. Punto secondo, sono tutte sciocchezze.”

Come puoi capire?”
“Già, come può capire uno che vede allontanarsi il padre all'età di quattro anni?”

Hikari abbassò lo sguardo.

Hai vinto tu.”

Sentivo che ben presto avrebbero cominciato a fare anche a meno di me.

Andiamo?”domandò Takeru, premuroso.

Nell'uscire dalla saletta, notai che anche Ken e Miya erano lì!
Entrambi sorrisero, alla vista di Takeru e Hikari.

Sapevano che non potevo rivelarmi, ma mi sentivano. Sentivano il calore di un amico.


Vieni qui”

Il primo pomeriggio settembrino creava dolci ombre, in villa Takaishi.

Hikari stava editando alcune foto per la prima serata che li attendeva.

Takeru vagava da una stanza all'altra, senza un preciso scopo.

Hikari aveva agguantato un pennarello rosa.

Dai, vieni, quante volte te lo devo ripetere?”

Qualcosa di cui debba preoccuparmi?”

Ma no, stupido.”
Hikari prese il gesso di Takeru, strappandogli un lamento, incominciando a scriverci su.

Appena concluse, gli comunicò che le foto per la serata erano pronte.

Tu verrai stasera in studio?”
“Devo venire?”
“Certo, sei la fotografa ufficiale!”
“Dovrò scegliere un vestito adatto, allora. Che stress!”
“Ma perché voi donne entrate in crisi per un vestito? Non basta infilarsi qualcosa addosso?”
“Un giorno ti farò una lezione gratuita di psicologia femminile, non oggi. Ok, corro a casa e vedo di pescare qualcosa dall'armadio!”
“Ma dove vai! Nat, vieni un attimo!”

Nat accorse prontamente, trovandosi di fronte Takeru che strattonava Hikari a forza.

Prendi la limo, andiamo a fare shopping!”

Mi sfregai le mani, soddisfatto. Per i maschi umani, accompagnare una donna a fare shopping è simbolo di grande sacrificio. Takeru iniziava a sacrificarsi per Hikari.

Nat riuscì a far entrare Hikari-decisamente di malagrazia- nell'auto; Takeru rimase un po' indietro a leggere quel che Hikari gli aveva scritto sul gesso.

In ideogrammi giapponesi-così forse sarebbe rimasto ignoto ai più?-, Hikari aveva lasciato questo messaggio: “Grazie per oggi”.


Buongiornooooo :D E buon anno a tutti!! ;) Ho pensato, come deve cominciare HikariKanna l'anno bene? ^^ Aggiornando!Ihihih c'è quella povera fanfiction “Finché un figlio non vi separi” che invoca pietà e necessita di aggiornamento, ma ieri notte avevo bisogno assolutamente di “Angeli del Cuore” *_* A voler essere sinceri, questo capitolo è uscito da sé! Infatti, il quindicesimo capitolo doveva trattare della serata in televisione e della prima settimana di Frida e Takeru insieme! Poi...Ho pensato che bisognava cominciare a sciogliere lentamente gli animi :) Quanto ho amato Takeru in questo capitolo *_* Al prossimo capitolo, credo vi divertirete un po' ;) Questa storia sta iniziando ad allungarsi ancora di più delle intenzioni originarie o.O La cosa mi preoccupa xD Probabilmente la finirò quando avrò la laurea triennale xD Ad ogni modo, finisco di parlare a vanvera xD Ringrazio i coraggiosi che hanno letto e/o recensito lo scorso capitolo ;) Un particolare e sentito ringraziamento va alla mia beta Padme(questo capitolo è tuuuuuutto per te :) ), povera ragazza che sopporta tanti di quegli scleri xD
Bene, al prossimo aggiornamento!(Si spera entro il 10, perché poi sparirò a tempo indeterminato xD)

HikariKanna

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Capitolo 16
*** Crepe ***


Angeli del cuore




Sei assolutamente certo di sapere a cosa stai andando incontro?”
“E’ solo shopping…Comprare un vestito! E che sarà mai?” sbadigliò Takeru, indicando a Nat la strada da dover percorrere.

Solo shopping?Ne riparleremo tra poco.”

Takeru scese dalla macchina, inforcando gli occhiali da sole, mentre Nat aprì la portiera ad Hikari.

Dove mi hai portato?”

Lei non fece in tempo a formulare la domanda che Takeru stava già dando istruzioni ad una commessa dall’aria altamente professionale.

Rebecca, prendi vestiti e completi di tua iniziativa per la signorina. Mi fido del tuo buon gusto.”

Non si preoccupi, signorino Takaishi. Come sta la cara signora Natsuko?”

Come al solito, in perfetta forma. Attualmente in Francia...Come al solito.”

Lieta di saperlo. Che genere di occasione è? Importante?”
“Non esattamente, però dev’essere molto bella.”

Hikari non seguì tutto lo scambio di convenevoli, impegnata com’era a contare le cifre di un vestito blu notte.

Dev’esserlo già di suo, ai suoi occhi, altrimenti non l’avrebbe mai portata qui.”

Rebecca s’era già intromessa troppo; Takeru le scoccò un’occhiataccia.

Penso si debba prendere una XS, ma non me ne intendo troppo.”
“Sì, bè, farebbe concorrenza al fisico di ogni modella che passa per questa boutique.”

La commessa s’allontanò, in modo da permettere a Takeru di riprendere Hikari.

Come diavolo fai a conoscere un posto così?”

Takeru le sorrise.

Mia madre” rispose semplicemente, con le mani in tasca.

Hikari afferrò un maglione, osservandosi allo specchio.

E tu mi hai portato a fare shopping in un posto dove di solito viene tua madre? Ed ora che ci penso…Quale figlio ha mai accompagnato la madre a fare shopping?”
“Vedi, tua madre ha una figlia femmina. Mia madre no…Inoltre, fa molto comodo avere un figlio assai noto, sai?”

Non potrò mai permettermi una favola del genere…”

Hikari toccò con leggerezza un vestito candido e con un lunghissimo strascico.

Un messaggio subliminale perché io ti chieda in moglie?”

Lei lo squadrò terrorizzata.

Tu? Guarda, risponderei di sì solo per farti organizzare tutto e poi piantarti all’altare.”

Takeru finse di rimanerne offeso.

Non solo accetterei di stare con te per tutta la vita…tu guarda qual è il premio per chi vuol essere fedele.”

Mi prendi in giro?”
Rebecca interruppe la conversazione, poggiando vestiti su vestiti sul bancone.

Purtroppo, sono richiesta al magazzino generale dall’altra parte della città, e le altre ragazze sono occupate con altre clienti. Signorino Takaishi, la lascio a lei. Non appena la signorina sceglie, può decidere se pagare direttamente a Cynthia oppure affidare il tutto alla signora Natsuko. Sa che qui è il benvenuto…Arrivederci!”

Si defilò con un ampio sorriso.

Quanto è importante tua madre qui dentro?”

Più di me in campo. Dai, inizia a provare!”


Takeru si accomodò sul divanetto color camoscio di fronte al camerino, sfogliando distrattamente qualche rivista. Potei notare un ghigno soddisfatto quando lesse un trafiletto ancora dedicato al fallimento di Scoopissimo.

Oh cielo…”

Hikari uscì, ammantata da un vestito colmo di trine e pizzi, beige e marroncino.

Takeru represse-male- una risata.

Meravigliosa…Peccato che per Halloween manchi quasi un mese!”

Per tutta risposta, lei gli lanciò la borsa coordinata.

Ma che…”

Il secondo vestito era di pelle nera ed attillata.

Takeru fischiò.

Però…ti candidi ad essere la nuova Catwoman?”

Hikari si coprì, pudica.

No, no, sei molto sexy!”rise lui, forse pensandolo davvero.

Dopo svariati completi, uno più improponibile dell’altro, e dopo che Takeru aveva provato tutte le posizioni possibili sul divanetto, Hikari uscì con un vestito fucsia, lucido, con un disegno di rose sul decolleté e sul fondo, che arrivava qualche centimetro sopra al ginocchio.

Lui smise di attorcigliarsi senza pace, rimanendo a bocca aperta.

Hikari deglutì, osservandosi allo specchio.

Dici…Non trovi che sia appariscente?”

Takeru le mise le mani sulle spalle nude.

Sei perfetta.”

Diventando della stessa tonalità dell’abito, Hikari gli ingiunse di mettere giù le mani.

Stai morendo di freddo, ti servirà qualcosa sopra.”

Così dicendo, le scelse un copri spalla e un cappotto.

Hikari, uscita dal camerino dopo essersi rivestita, si oppose a questi altri acquisti.

Takeru sospirò.

La pelliccia è sintetica. Ti ho portato qui per questo…Se ti avessi trascinato nei negozi in cui mia madre va più spesso, ti avrei causato diverse crisi di nervi per le pellicce vere, no?”

Takeru, è tutto bellissimo…tuttavia, non posso permettermelo.”

Takeru la zittì con due dita.

Tu forse no…Io sì.”


Odio il fatto, fortemente sessista, secondo cui debba pagare sempre l’uomo!”
“Hikari…Non è maschilismo né machismo…E’ cavalleria. Suppongo che adesso servano accessori, borse, scarpe e trucco.”

Hikari scoppiò a ridere.

Saresti veramente un santo…anzi, un martire.”

Eppure…carico delle buste della boutique, Takeru l’accompagnò pazientemente a scegliere la borsa, gli orecchini, il bracciale, la collana, il ferrettino adatto.

Finito col reparto accessori-c’era voluto relativamente poco-, toccò alle scarpe.

Ballerine o tacco?”

Takeru strabuzzò gli occhi.

Ballerine?”

Bè, non posso mettermi gli stivali…Oh, in effetti sì, però non è ancora inverno inoltrato…E in studio penso farà caldo!”

Non hai capito la domanda…Cosa diamine è una ballerina? Non è una persona che consacra la propria vita alla danza?”
Hikari lo osservò come se fosse stato un bambino al suo primo giorno di scuola, con un misto di dolcezza e di profonda consapevolezza di essere, al confronto, onnisciente.

No, dai, non posso mettermi quelle…Già sono tanto più bassa di te, con quelle sprofondo! Tacco sia! A spillo no, per le mie povere gambe…”

Takeru pensò sicuramente di essere capitato in un pianeta alieno. Il bello venne quando passò al reparto profumeria e cura della persona.

Capì la differenza profonda tra mascara, matita, kajal e eye-liner, addirittura!

Questo colore non si addice, vero?”
“Vuoi sembrare un panda, conciata così?Cioè…un cucciolo di panda, visto il peso.”

Che ne pensi di questo profumo?”

Senza servirsi delle linguette apposite, Hikari lo spruzzò nell’aere, facendolo diventare quasi un appestato.

Takeru iniziò a tossire e a rantolare che fosse troppo dolce.

Hikari sorrise, promettendogli che poi sarebbero passati ai dopobarba, visto che, a parole sue, non vedeva la lama del rasoio da troppo tempo.


Abbiamo finito?”ululò distrutto un paio d’ore dopo l’ardua scelta dello smalto.

Ti avevo avvertito…Per qualunque ragazza, lo shopping è sacro. Ho speso un sacco di soldi…Ti ho fatto spendere un sacco. Avrei potuto darli in beneficenza.”

Takeru sbuffò.

Hikari…Ti serve, a volte, svagarti e basta. Fai già tantissime cose.”
“Non è abbastanza”

Ma è tanto per te! E adesso basta di preoccuparti del fatto che siano soldi miei…Ti ho fatto dei regali, finiamola qui!”

Hikari si passò una mano stanca sugli occhi.

Dovresti prima fare ordine nella tua vita e poi cercare di combattere il disordine del mondo. Altrimenti porti scompiglio in tutt’e due.”

Forse hai ragione…”rispose lei, poco convinta. “D’altro canto, Takeru, è un dato fisico che il disordine del mondo può solo aumentare…Senza volerlo, hai citato un’importantissima legge fisica!”
“Sei tu che mi credi uno stupido! Ora dovrai necessariamente passare a casa, aiutare Frida, prepararti con tutto quello che abbiamo comprato, fare tante belle foto, e, soprattutto, scegliermi la mise.”

Hikari sorrise. “Davvero, è il minimo che possa fare, oggi! Posso comprarti un gel per capelli?”

Sei pazza?”

Perché no, scusa? Almeno così non sembrerai avere un animale in testa!”
“Ma il gel? Farmi apparire come un ragazzino!”

Di cervello, tu sei un ragazzino. Non lamentarti!”

In seguito all’incursione nel reparto maschile, che diede come frutti un gel per capelli-non troppo forte, sennò il poverino avrebbe avuto la sua fluente chioma bionda irrimediabilmente rovinata- e un dopobarba che a Hikari piaceva tantissimo- e giù Takeru a dire che l’avrebbe sempre utilizzato per ammaliarla-, l’arancio ramato del tramonto avvolgeva la vettura di Takeru, donando ad Hikari un sorriso beato.

Steve li accolse con la notizia che era passata Véro a vedere come s’era evoluta la situazione; inoltre, la signorina Frida era arrivata.

Non degnandosi di offrire a Takeru aiuto per le buste, dato il discorso sulla cavalleria, Hikari entrò in casa, accarezzando Ayame e salutando Frida.

Curioso che siate usciti tu e Takeru.”
“Lo ammetto, Frida…Mi sono rammollita di fronte a tutto quello per cui le oche si rammolliscono. Un pranzo galante e un po’ di shopping…”
Hikari distolse lo sguardo, concentrandosi sul sole morente.

Non ti stavo giudicando.” Sorrise la mora norvegese. “Dico solo che è una bella prova di coerenza dire di odiare qualcuno e poi divertirsi da morire con lui.”
“Non ti ho detto di essermi divertita!”

Ehi, il mio lavoro è cercare di dare spiegazioni a fenomeni apparentemente senza senso. Questo non comprende le persone, è vero…Ma si vede lontano un miglio che hai passato una bella giornata. E adesso mi aiuti con vestiti e quant’altro?”

Hikari sorrise a sua volta.

Volentieri…Ci aiuteremo a vicenda.”


Nonostante fossero in due, e nonostante fossero due donne, impiegarono meno tempo loro di Takeru.

Erano veramente carine! Hikari aveva sfruttato tutti gli acquisti del pomeriggio, e anche Frida sembrava aver comprato qualcosa per l’occasione.

Sembrava che dovessero andare ad un ballo…La pura verità era che, sebbene nessuna delle due avesse l’intenzione di ammetterlo, malgrado fossero entrambe persone che guardavano più alla sostanza e al messaggio delle cose piuttosto che alla propria esteriorità, nonostante Takeru fosse per loro un modello di vanità da non eguagliare, volevano sentirsi amate e desiderate. Femminili più che mai.

Dovettero sortire lo stesso effetto anche su Takeru, il quale, non appena uscì agghindato dal suo personale maggiordomo, Baptist, non poté fare a meno di fischiare per l’approvazione.

Potresti, gentilmente, mostrare la tua approvazione in maniera un po’ più consona?”

Hikari arricciò le labbra, facendosi porgere il gel per capelli da Baptist.

NO!”

E invece sì!”urlò lei, afferrandolo e sistemandogli i capelli.

Erano tanto, troppo per i loro canoni, vicini.

Durò un istante, il tempo necessario a che i loro sguardi s'incrociassero ancora, un flash in cui le gli frizionava i capelli e lui la stringeva con, in realtà, l'intenzione di allontanarla...Poi, Hikari decise che la situazione stava degenerando.

Lasciò perdere i capelli di Takeru, dedicandosi a Frida e alle varie foto che doveva raccogliere per la serata.


Scelta singolare, il non farsi installare una telecamera per farsi spiare.”
La procace conduttrice squadrò il terzetto composto da Frida, Takeru e Hikari. Dei tre, l'unico che sembrava davvero a suo agio era Takeru; Frida aveva un'espressione enigmatica; Hikari era sui carboni ardenti.

No, so bene come sarebbe andata a finire, poi...Non ci tengo.”rispose il cestista.

E allora perché partecipare ad un reality?”

Takeru rimase interdetto per un secondo, per poi replicare tranquillamente: “Bè, come avrebbero fatto poi queste giovani donzelle senza di me per tre mesi?”

Opinione che il pubblico femminile condivideva in pieno.

Di qui, la scelta di una fotografa personale. Può mostrarci le foto, signorina...”
“Yagami”esclamarono all'unisono Hikari e Takeru.

Hikari, dopo aver rivolto un'occhiata stranita a Takeru, mostrò le fotografie scattate durante la prima settimana...L'incontro e la vestizione prima della serata furono spiattellati agli interi Stati Uniti.

Cori contrastanti seguirono la comparsa delle foto.

L'opinione pubblica esigette, poi, un bacio dei due nuovi beniamini in diretta.

Frida non s'era sciolta.

Non aveva pronunciato una sola parola.

E sì che la prima serata era consistita, praticamente, nelle lacrimose storie delle 19 escluse all'ambito ruolo di gal per Takeru!

Takeru non perse tempo, ma nel suo sguardo non notai neppure una scintilla.

Nemmeno in quello di Frida.

Curiosamente, notai l'espressione di Hikari, un misto tra schifo, compassione e...invidia.

Ed ora, cosa ci aspetterà la prossima settimana? Non perdete questo fantastico appuntamento con '20 gals 4 100 days!”

La conduttrice, nel dare la pubblicità, si alzò stanca, pronta alla pausa fumo.

Takeru dovette subire un'orda assatanata di fan, mentre Frida beveva un po' d'acqua ed Hikari si chiedeva cosa dovessero mai fare loro due in un'altra lunga settimana.


C'è una cosa che non riesco a capire.”

Hikari sbuffò piano, all'ennesima domanda di Frida. Era evidente che il suo lavoro consistesse nel farsi mille domande.

Erano appena usciti dagli studi televisivi, Takeru con qualche bottone in meno, strappi e tracce di rossetto in più.

Che cosa, Frida?”
Anche Takeru sembrava annoiato dalle continue risposte che doveva dare. Era quasi sempre stato logorroico con Hikari, e adesso voleva fare l'uomo rude di poche parole??

Cosa c'è scritto su questo gesso?”

Hikari si fermò per un istante, nello sforzo di riuscire a mantenersi calma.

Chris condivideva con me l'idea che non volesse farsi “scoprire”.

Dai...Secondo me si veggogna tanto.”

Anche secondo me, piccolo.”
“E pecché? Gli ha schitto una bella cosa, no?”

Una delle cose più difficili che si riesca ad esprimere, un grazie sincero. E’ che…la gente ha paura di manifestare i propri sentimenti.”

Takeru s’incupì un solo istante, ma poi il suo viso si rasserenò di nuovo.

Oh...Niente, Frida. Ideogrammi per ricordarmi che sono un idiota.”

Frida si voltò verso Hikari, rimasta leggermente indietro.

Non so davvero come tu possa sopportarci…E come tu abbia tollerato di apparire in tv questa sera. Grazie mille! E…ogni tanto ricordargli che è montato non gli fa male.”

Hikari abbozzò un sorriso, dopo aver fatto spallucce, badando a non incontrare lo sguardo di Takeru.

Grazie, eh! E pensare che dovresti innamorarti di me!”

Frida lo fissò con malcelata tristezza.

Se solo potessi riuscirci…”

Takeru non comprese quello che intendeva dire; neppure sembrava tangerlo più di tanto, poiché affermò con forza la necessità di doverla immediatamente accompagnare a casa.

Visto che domani devi lavorare”
“Il lavoro nobilita l’uomo”

Ma con i soldi del reality potresti prenderti una pausa bella lunga.”
“Mi compiaccio di te, hai usato bene i modi verbali.
Potrei ma non voglio. E’ l’abisso che intercorre tra dovere e passione. Tra fare una cosa per mera sussistenza e gioire nel compierla, quotidianamente. Dovresti saperlo meglio di me.”

Takeru si stava spazientendo abbastanza.
“Se io potessi, non credi che giocherei? Se io avessi potuto, avrei scelto di fare il reality? Tra il basket e…una tra tante voi, a cosa pensi io voterei la vita? Ho scelto il basket, e…”
La sua sfuriata fu interrotta da un flash estemporaneo.

Cosa diavolo…!”si ritrovò a strepitare lui.

Bè?” esclamò con candore Hikari. “ Il vostro primo battibecco...non è una cosa da immortalare?”

Takeru la fissò a bocca aperta, apparentemente incapace di articolare alcunché.

Improvvisamente, scoppiò a ridere. Ero sconcertato, e sicuro che l’avesse fatto esclusivamente perché Hikari continuava a non vederci nulla di male. Effettivamente, non c’era nulla di male…Era stata la genuina freschezza di Hikari a farlo reagire così. La quale, poi, si unì alla risata.

Le mie due vittime ridevano e Frida non sapeva che pesci prendere. Era difficile farla ridere veramente; era, in realtà, terribilmente impegnativo farle cambiare espressione. Se ne stava lì, solo in apparenza in contatto col mondo, ma camuffando una patina di malinconia intrinseca che nessuno riusciva a rimuovere.

Solo in rare occasioni, Takeru, facendo il pagliaccio, era capace di sollevarla un po’.

In quel momento, così male assortito, Hikari e Takeru ridevano come due bambini e Frida li fotografò, estraendo un telefonino ultima generazione. Nessuno dei due se ne accorse, impegnati com’erano a sganasciarsi dalle risate. Avessero almeno detto una bella battuta!

L’ingegnera continuò ad allontanarsi, portandosi a breve distanza dalla vettura di Takeru. Non aveva voluto nessuno dei tre scagnozzi, avrebbe guidato solo lui.

Appoggiata all’automobile extra-lusso, Frida tradiva una profonda sfiducia nell’eventualità di innamorarsi di Takeru. O forse, nemmeno lo voleva.

Quando, finalmente, Hikari incrociò per un attimo gli occhi di Takeru, si riprese dall’attacco di ridarella acuta che aveva appena provato, ricomponendosi.

Anche Takeru si fermò all’istante. Come se…Se fossero andati oltre.

La psicologia di entrambi si stava rivelando parecchio ardua. Avevano poco bisogno della MVATP…Cominciavano ad aver meno bisogno di me.

Takeru si rese conto della stanchezza di Frida.

Ti riaccompagno subito.”

Lei lo ringraziò con un cenno del capo. Hikari fotografò pigramente il passaggio e il bacio vuoto che si scambiarono non appena lei scese.

Che fai, accompagni anche me?”
“No, ti lascio qui.”

Sul sedile anteriore, adiacente al posto di guida, Hikari si stiracchiò.

Non ti credo, tanto.”
Takeru sbuffò divertito.

Non sono così poco cavaliere da lasciarti in mezzo alla strada.”
“Oh, fortuna che esisti tu, mio eroe!”ironizzò Hikari, sfregandosi gli occhi.

Takeru le fece il verso.

Hikari sospirò. Intuii cosa stava pensando, e con un po’ d’artificio, feci sì che riuscisse a rendere esplicita la sua domanda.

Le cose sono due, comunque: o hai dimenticato a leggere in giapponese o hai mentito a Frida.”

Takeru le sorrise.

Dolce Hikari…Le ho mentito per te.”

Non sono un bignè…Per me?”domandò lei, in preda a strani conflitti interiori.

Non potevo lasciare che la tua copertura d’odio contro di me crollasse così miseramente. Se le avessi dichiarato la verità, se le avessi detto che mi hai scritto ‘grazie’ e, soprattutto, se le avessi spiegato il perché, che conclusione credi avrebbe tratto?”

Che sono una persona riconoscente?”

Takeru sospirò.

Avrebbe cominciato a pensare che io ti piaccia.”

Non conosci le donne.”
“Sei tu che non ti conosci abbastanza.”

Mi spieghi una buona volta perché mai sei convinto di piacermi?”

Non sono convinto, lo so e basta.”

Dimostramelo.”

Erano quasi arrivati a destinazione.

Dai, ma secoddo te non dovremmo intevvenire?”

Assolutamente no, Chris. Sta a guardare!”
Takeru si morse un labbro, sorridendo tra sé e sé in trance.

Fermatosi perché Hikari potesse scendere, non aprì tuttavia le portiere della macchina. Con le mani sul volante, sguardo perso di fronte a sé, Takeru sorrideva.

Hikari non esattamente, voleva uscire, ma era come inquietata da quella versione posseduta di Takeru.

Potresti farmi scendere? Ho sonno!”

Quando Takeru si risolse ad osservarla, fu con una luce negli occhi che non gli avevo mai visto.

Non…non me l’hai ancora dimostrato, comunque.”tremò la voce di lei.

Takeru socchiuse leggermente le labbra, carezzandole le ciocche dietro le orecchie con dolcezza.

Sapevo in cosa sarebbe sfociato il suo gesto.

E Hikari non voleva fermarlo.

Takeru le sfiorò le labbra con le sue, senza inizialmente approfondire il contatto.

Era un attimo di quelli da film, dove tutto si ferma e risuona magicamente la colonna sonora. Hikari aveva chiuso gli occhi-segno di totale arrendevolezza.

Gli cinse le braccia attorno al collo, accarezzandogli i capelli a sua volta.

DAI!!!”
Chris ed io inscenammo un balletto entusiasta!

QUELLO Sì CHE ERA UN SIGNOR BACIO!

Dovevo fare qualcosa. Dov’erano i paparazzi, una volta tanto che sarebbero serviti?

Recuperai la macchina fotografica di Hikari in modo che documentasse anche quell’istante.

Poi qualcosa rovinò il momento.

Chiamatelo clacson di una macchina parcheggiata che doveva uscire proprio allora, chiamatela ragione, fatto sta che Takeru fu costretto ad avanzare di qualche metro.

L’incanto s’era spezzato, e nessuno dei due aveva il coraggio di alzare lo sguardo.

Allora…Scendo.”

Takeru le trattenne la mano che stava aprendo la portiera.

Mi sembra di avertelo dimostrato abbastanza, non credi?”mormorò.

Hikari avvampò.

Lui continuò: ”Altrimenti mi avresti mandato al diavolo, e non l’avresti mai contraccambiato. Lo vedi?”

Hikari si morse un labbro a sua volta.

Non ho ben capito, vuoi uno schiaffo per provarti che…che non c’è proprio nulla di fondato in…”

Takeru le aprì la maniglia, baciandole i capelli.

Non mi daresti mai uno schiaffo. Buonanotte…”

Hikari scese di malagrazia, come ebbra.

Takeru aveva ragione. Lui le interessava, più di quanto il suo cervello avesse razionalizzato. Più di quanto io osassi sperare.

Si assicurò che entrasse, quasi ipnotizzato dalla porta. Ripartì dopo diversi minuti, scuotendo incredulo la testa.

Stavo per scoppiare in lacrime, il mio operato stava funzionando!

E non ero l’unico ad essere lì lì per avere un infarto…Il cuore di Hikari non voleva saperne di calmarsi, anche quando lei si chiuse la porta dietro e vi si accasciò contro, nascondendosi la testa tra le mani.


Ben ritrovatiiiiiiiii :D

Dopo un semestre stressante-tanto che ho lasciato cadere senza colpo ferire anche il 3 marzo, mio anniversario su questo sito- eccomi a voi! Questo capitolo è, ovviamente, dedicato a tutte le mie lettrici...Per quanto non mi piaccia l'idea sessista di una festa della donna, è comunque un giorno importante per noi ;) Bene, voilà il capitolo! Spero che vi faccia divertire e sognare come me quando l'ho scritto-come Padme quando l'ha betato(spero!)-; perciò, fatemi sapere cosa ne pensate!! Si vede che sono in carenza profonda di affetti e di romanticismo, n'est-ce pas? u_u

Un grazie a chi ha letto/recensito/amato/odiato/anche solo considerato lo scorso capitolo...Spero di non farvi penare tanto anche per il prossimo!

HikariKanna

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Capitolo 17
*** Tra le righe ***


Angeli del cuore


Sai, Sora, mi sento quasi in colpa...”
Hikari stava raccogliendo dei book fotografici; doveva pur occuparsi del lato burocratico del suo lavoro. Quel giorno, Frida era fuori per un convegno, dunque non poteva esercitare l'oneroso compito di fotografa ufficiale del reality più seguito del momento.

Come se ne morisse dalla voglia.

Sora sorseggiava il suo the verde, cercando di decriptare le parole dell'amica.

E perché? Parla, è tanto che non ti confidi con me!”
Hikari sospirò, sedendosi accanto a lei, nel disastro del suo studio.

Dopo vuoi una mano a mettere a posto? Oggi, mi pare che tu non debba lavorare per...com'è che lo hai definito?”
“Ci sono tanti modi, nemmeno fosse un fidanzato! Idiota, imbecille, stupido, superficiale, pseudo gentiluomo da strapazzo...”

Sora sorrise. “Insomma, Takaishi. Dai, ti aiuto non appena finiamo il the.”
Hikari si massaggiò una spalla.

Mi faresti un gran favore. È che...bé, questo reality mi sta assorbendo un sacco di energie.”

Sora la guardò comprensiva. “Ti sta assorbendo tutte le energie. Dovresti sempre trovare tempo per te stessa. ”
“Difficile, con tanti conti da pagare. E...comunque, stasera torna Frida e lui la porta prima a cena, poi all'opera. Suona anche la sua amica; ti ricordi quando ti parlai di Véronique?”

Sora annuì. “Non ti riposi mai! Ma dimmi, perché sei vinta dai sensi di colpa?”

Hikari fece spallucce, impugnando un detergente per pavimenti. “Perché mi sono divertita nel fare shopping.”
“Sei una ragazza, Hikari. Credo sia una cosa che geneticamente ci appartiene!Vorresti massacrarti perché ti è piaciuto fare shopping?!”esclamò incredula l'amica.
“Sora...Mi sono divertita nel fare shopping
con lui.”



Dall'altra parte della città, Takeru si stava sottoponendo alla fisioterapia. Odiava farla, soprattutto poiché a Chicago il termometro stava scendendo, come d'abitudine, a temperature assai rigide...E lui doveva uscire al freddo e al gelo, povero!

Inoltre, lo annoiavano parecchio le infermiere.

Strano a pensarsi! Eppure, quella mattina, quando una di loro gli aveva proposto di scrivergli il suo numero di telefono sul gesso, si rifiutò caparbiamente.

Su quel gesso, per il momento, aveva scritto solo Hikari.

Una cosa degna di nota, sicuramente.


A che ora dovrebbe arrivare Frida?”

Hikari sembrava tanto interessata all'insieme composto da unghie, cuticole e lunule che armonicamente si fondeva nella sua mano sinistra.

Lei e Takeru non avevano ancora affrontato l'argomento “bacio-del-giorno-prima”.

Oh, bé, lei non ha voluto che l'andassi a prendere a casa. Temo che prima o poi, per esigenze di script, dovrà venire a vivere qui.”
“Temi? Takeru...si suppone che tu te ne innamori!”

Hikari sollevò lo sguardo per esprimere tutto il suo stupore e, insieme, il suo disgusto.

Grosso errore.

Takeru sorrise. “Credi davvero che me ne innamorerò mai?”sussurrò, avvicinandosi al suo viso.

Le sollevò il mento, costringendola a guardarlo negli occhi.

Lui sembrava volerla baciare di nuovo -Hikari sembrava aver dimenticato come si respirasse-, quando oltrepassò le sue labbra per giungere al suo orecchio.

...Non di lei.”

Un clacson li riportò alla realtà. Takeru non pareva affatto stordito; anzi, riprese il suo ruolo di serrato corteggiatore come sempre. Hikari, invece,aveva perso alcuni battiti, nel contatto.

Stupido Takaishi!”borbottò, mentre Ed la informava che era attesa nella limousine.


Il ristorante non era lo stesso presso il quale Takeru, pochi giorni prima, aveva prenotato per pranzo, anche se in effetti aveva poi pranzato con Hikari. No, l'aveva scelto appositamente vicino all'opera, al fine di non arrivare tardi. Chissà se avrebbe gradito i fan, quella sera.

Hikari sedeva ad un tavolo vicino, in compagnia di Steve, autista di quella sera.

Steven...Da quanto tempo lavori per Takeru?”
“Almeno sette anni, signorina Yagami.”

E da quant'è che ti piace Véronique?”
Steve arrossì. “Almeno sette anni, signorina Yagami.”
Nel frattempo, a Frida erano arrivati dei fiori.

Scommetto che ci sarà anche la musica, tra poco...”mormorò stancamente Hikari, dopo aver sorriso-e, naturalmente, fotografato.

Steve era ancora imbarazzatissimo.

Avevo colto un certo feeling tra i due, ma davvero non avevo sospettato una cosa del genere. Magari era Gary ad occuparsi di loro due, era solito agire nell'ombra.

Signorina...Crede che...”

Se ti chiedi se Takeru abbia capito qualcosa, tranquillo. Lui...Non credo sia così perspicace in quanto a sentimenti altrui.” sorrise ancora, mestamente, osservando i violini attorno a una Frida piacevolmente sorpresa. Conquistata.

Come lei qualche giorno prima.

Signorina Yagami...Oggi la signorina...Oggi Véronique partirà per una lunga tournée.” confessò Steve, dopo quella che appariva essere una lunga tribolazione interiore, e solo per dirlo a Hikari.

Quanto lunga?”
“Si parla di tornare la prossima primavera, se non il prossimo autunno.”
Hikari sospirò.

Allora, dille quanto la ami. A volte, ci vuole davvero poco, come un pizzico di coraggio, per far felice una persona. E se stessi.”
Intanto, la cena si poteva definire conclusa. Hikari distolse lo sguardo, non appena vide gelide effusioni tra i due concorrenti. Gelosia?

Prima di entrare nell'automobile, Takeru prese da parte Hikari.

Credi sia stata abbastanza romantica come serata?”

Hikari aggrottò le sopracciglia.

Manca ancora lo spettacolo! Non si può certo dire che sia conclusa.”
“Bè...Ma almeno questa prima parte?”
Hikari stralunò gli occhi e scattò.

Takaishi...L'hai portata in un ristorante fantastico, le hai regalato dei fiori, hai fatto suonare i violini per lei! Quale donna non si sarebbe sciolta?”

Hikari aprì la portiera, rifiutando il gentile aiuto di Steven.

Questo vuol dire che anche tu, quella volta, ti sei sciolta?”le gridò di rimando Takeru, affrettandosi poi per raggiungere il teatro.


Sapete, quando ero ancora in addestramento, ero solito vedere filmati tratti dalla vita comune degli esseri umani. Era una sorta di corso di “Psicologia Umana”, se così si può definire.

Prendevo sempre pessimi voti, poiché davvero non riuscivo ad entrare nella vostra psicologia contorta! Mentre volavo verso il teatro, raccontai a Chris una lezione a proposito dell'amore. Visto da entrambi i sessi.

Nella conversazione, registrata a loro insaputa, erano coinvolti due amici di vecchia data. Ad iniziarla, era stata una ragazzina.

Oh, ti posso chiedere un favore?”

Il ragazzo, rassettandosi gli occhiali, assentì.

C'è...Un ragazzo...Ecco, lui un giorno ha sentito una mia battuta e s'è messo a ridere, commentandola! Poi...qualche tempo dopo, mi ha rivolto la parola chiedendomi spiegazioni scolastiche. Io, allora, ho preso a salutarlo, ma lui, ecco che da un momento all'altro, puff!, non mi saluta più! Perché?! E poi...ogni tanto mi fissa per un po' e se ne va subito dopo!”
“Bè...Potrebbe essere timidissimo. Magari ti ha rivolto la parola in un giorno in cui era contento, chissà!”
“Sì, ma...La cosa è notevolmente complicata dal fatto che...Lui mi piace!”
Il ragazzo non sembrava condividere questa preoccupazione.

E quindi?”
“Come, e quindi! Che devo fare?!”

In che modo ti fissa?”

Non...non ci ho mai fatto caso. Arrossisco e non ho il coraggio di contraccambiare lo sguardo.”

Ecco, vedi! Voi ragazze tendete a sguinzagliare le vostre spie, a sapere tutto sul tipo che vi piace...ma non date importanza al modo in cui vi guarda! Credimi...Se distoglie solo lo sguardo, potrebbe aver capito del tuo interessamento, e potrebbe dargli fastidio. Se lo abbassa, è intimidito. Ma se ti guarda negli occhi...Se tu lo guardi negli occhi anche per più di un secondo...Per me è cotto!”

Il filmato continuava con lei che gli dava delucidazioni sul mondo femminile in amore.

Non sapevo perché mai mi fosse venuto in mente in quel momento. Per me, l'amore era una cosa molto più spontanea. Grazie a quel corso, capii che, purtroppo, per gli umani, non era mai così semplice. Ciò che vi frena è la paura di soffrire, ma se non vi mettete nemmeno nelle potenziali condizioni di soffrire, come potete temerlo?


Pareva che Steven stesse proprio sull'orlo di un collasso.

Stava letteralmente distruggendo il fazzolettino che portava in mano, mentre Véronique usciva in tutto il suo splendore dal palco, dopo uno scroscio di applausi.

Takeru aveva appena represso a malapena uno sbadiglio, quando Hikari gli rifilò una gomitata nelle costole.

Ahia! Io sono ancora convalescente, dannazione!”
“Mister convalescente” sibilò lei, esasperata per la scarsissima cognizione di causa che stava dimostrando lui in quel momento “Va dietro le quinte, entra nel camerino di Véronique e dille di uscire immediatamente. La aspetta qualcuno.”
Takeru si allarmò. “E chi?!”
“Non ti è dato saperlo! Avanti!”
Frida intuì quello che stava cercando di ottenere Hikari, prima che fosse troppo tardi, e le diede manforte. Tutto questo, e Takeru si grattava ancora il capo in cerca di una spiegazione plausibile.


Véronique!”
La violinista stava riponendo gli attrezzi del mestiere, sistemandosi alla bell'e meglio i capelli.

Darren, per favore, metti i fiori...”
Effettivamente, la stanza era invasa da omaggi floreali, ma Takeru scoppiò in una risata sarcastica.

Ti ho mai regalato fiori, io? Soprattutto, ti sembro un addetto a queste cose, come Darren?”
“Takeru!”

Véronique lo abbracciò di slancio, stringendolo forte.

Alla fine, sei venuto...”
“Bè, faceva parte del mio piano di conquista.”
“Ah, sì, quella stupidaggine del reality.”

Non è una stupidaggine!”

Véronique alzò un sopracciglio, scettica, liberandosi dalla stretta.

Almeno c'è Hikari?”
“Sì, certo...Anzi, mi ha chiesto di dirti una strana cosa...”
“Che?”

Vuole che tu esca, magari per salutarti.”


Steven stava davvero dando di matto.

Era passato dallo sconforto, alla rabbia di essersi risolto così tardi, alla felicità nel vederla, al sollievo di essere lì per dirle quanto l'amava, alla disperazione più nera. Nel giro di dieci secondi per emozione.

Adesso basta!”si spazientì Hikari, in uno dei rari attacchi contro qualcuno che non fosse Takeru.

Signorina, ma...E se lei...”
“Mettiamola così” rispose Frida, che partecipava alla scenetta teatrale, “se lei dovesse ricambiare, allora saresti felice, no? E se lei non ti amasse, comunque partirebbe domani...E tu potresti rifarti una vita.”

Non voglio rifarmi una vita, se so di non poterla vedere.”
Hikari sospirò.

E allora per quale assurdo motivo hai aspettato sette dannatissimi anni, se provi questo amore eterno?!”

Steven arrossì.

E, per l'amor del cielo, togliti gli occhiali da sole, non devi diventare il terzo Blues Brother!”
Aveva degli insospettabili, magnetici, occhi chiari.

Ma quando si muove quell'idiota...”

Detto, fatto.

Hikari sorrise, vedendo Takeru seguito da una intimidita Véronique.

Le due ragazze si abbracciarono, ed anche Frida sorrise.

Mentre la norvegese le porgeva i complimenti, Takeru prese da parte Hikari.

Di grazia, potrei sapere che sta succedendo?”
“Signorino”intervenne Steven “E' tutta colpa mia...Mi rincresce averle tenuto un segreto, averlo occultato così a lungo! Tuttavia, desidero che lei sappia...”
Hikari arrossì, inspiegabilmente. “Sta cercando di dirti che si vuole dichiarare a Véro.”
Takeru sembrò non capire subito. “Che devi dichiarare a Véro?!”

Hikari, per tutta risposta, gli pizzicò una guancia.

Non sta evadendo il fisco! Si deve dichiarare!”

Oh...Oh”fu tutto quello che lui riuscì a dire. “Bé, allora, non c'è tempo da perdere!”
Estrasse da una tasca un dopobarba, inondandolo letteralmente.

Hikari...”Véronique aveva concluso i salamelecchi con Frida, che l'aveva intelligentemente tenuta occupata a bella posta. “Perché hai voluto che uscissi? Sareste potuti entrare nel camerino.”

Noi sì, ma, vedi...C'è qualcuno, qui, che desidera parlarti.”

Véronique strizzò gli occhi, confusa dalle luci esterne del teatro.

Quando si accorse che Steve le si era avvicinato, sorrise, inanellandosi una ciocca di capelli, per il nervosismo.

Véronique, io...”
“Mi hai chiamato per nome!”non fu capace di trattenersi dalla gioia, lei.

Frida indietreggiò silenziosamente, mormorando a Takeru che, forse, sarebbe stato meglio andar via.

Non riuscivano più a sentire le parole che i due si scambiavano, ma lei gli aveva preso la mano, e questo sembrò ad Hikari un motivo più che valido per ottemperare alla richiesta di Frida.

In più, Chris mi aveva fatto notare la presenza dell'angelo del cuore Gary. Sapevo che era lui!

E Yamato? Adesso che Véro sarebbe partita in tournée, sarebbe rimasto con lei?

Comunque, Hikari non pensò subito che accontentare Frida avrebbe significato restare in auto con Takeru alla guida...


Ma cosa hai spruzzato addosso al povero Steve, un filtro d'amore?”ironizzò la mia eroina, per stemperare l'insolita tensione salita in auto.

Frida preferì sedersi dietro, Hikari era tutta rigida sul sedile anteriore, soprattutto dopo che, nello scalare le marce, la mano destra di Takeru l'aveva sfiorata.

Tremendo déjà-vu del giorno prima.

Era il dopobarba che mi hai convinto a comprare, quello che ti piace tanto.”

Hikari desiderò non aver parlato.

Frida, imperscrutabile come sempre, diede il suo contributo alla vicenda.

Ragazzi, ho sviluppato una foto che forse vi può interessare.”

La porse a Hikari, che subito si morse un labbro.

Era la foto che aveva scattato di nascosto, mentre i miei futuri innamorati erano in preda ad un attacco di riso.

Takeru rischiò di inchiodare, non appena le diede uno sguardo, di sfuggita; tutto sommato, però, se la cavava meglio lui a dissimulare l'imbarazzo.


Eccoci di nuovo soli”

Takeru aveva appena accompagnato Frida.

Nessuna notizia né da Véro né da Steve.

Già”

Mancava solo il frinire dei grilli, o le balle di fieno che rotolavano.

Takeru frenò con dolcezza, appostandosi sotto casa di lei.

Lei che aveva perso ogni capacità dialogica.

Lui sorrise.

Devo proprio averti sconvolto, ieri sera.”

Con voce malferma, lei sussurrò: “ Si suppone che t'innamori di Frida. Non di me.”

Credi che io mi stia innamorando di te?”

Hikari arrossì violentemente.

Takeru non volle torturarla oltre, le accarezzò una guancia e le augurò la buonanotte.

Troppe emozioni sembravano passare sul volto di entrambi, sconosciute, latenti, aleatorie, come il bacio sospirato che Steve poteva finalmente dare alla sua Véronique.

Per me, se quello fosse stato un film romantico, di quelli che mi propinavano sempre a lezione, sarebbe stato scontato dire che lei era palesemente persa di lui. Ma in quel caso...Con lei che si ostinava a negare tutto, non potevo esserne così certo.


Ora basta. Ho bisogno di un aiutante, non posso sempre disturbare te, Sora.”

A me fa piacere, Hikari, poterti aiutare.”

Sì, ma...Non posso schiavizzarti appena hai un giorno libero dal lavoro! E mi serve davvero un aiutante fisso...”
“Te lo puoi permettere?”
“Bè, mi serve fintantoché lavoro per Takeru; non appena ricomincerò a fare fotografie in proprio, forse no. Al massimo, me lo paga lui.”

Sora represse a stento un sorriso.

Come siamo diventate ciniche...”
“Trovi? Fa uscire i lati peggiori di me.”

Io non direi i peggiori. Con lui, tu sei vera. Quando ti interessa una persona, specialmente agli inizi, tendi ad essere artefatta, a farti piacere tutto ciò che piace a lui...I problemi nascono, infatti, quando la relazione diventa seria. Tu, con lui, non hai di questi problemi. Se dovesse, un giorno, nascere qualcosa, sareste sicuramente avvantaggiati.”

Una cosa tipo 'Conosce il lato peggiore di me, e mi ama'.”

Esatto. Vuoi mettere annunci sul giornale, per l'aiutante?”
“Sì, credo. Possibilmente donna, così non rischio disastri emotivi.”


Pensavo te ne fossi andata ieri sera, direttamente.”
“Bè, potevo partire di notte?”

Notte, via! Non erano nemmeno le undici e...Ah, ma tu non hai...”
“Io e Steve siamo rimasti un po' di più, sì.”

Véronique sorrise, scarlatta.

La mattinata si annunciava splendida, un po' fredda, forse.

Non scendere in dettagli, non li voglio sapere”scherzò lui. “Parti adesso, allora?”
“Ero venuta a salutarti...come si deve.”
“Non c'è Hikari.”

Véronique gli rivolse uno sguardo divertito.

Non cercavo lei. Takeru...”gli prese le mani, con gli occhi lucidi. “So che...non è la prima volta che parto, anzi...Ma è la prima volta che parto senza baciarti o senza avere una relazione a metà con te.”
“Stiamo facendo passi in avanti.”

Io credo di poter essere felice con lui. Ed è per questo che...”

Signorino”intervenne Steven, deglutendo. “Le chiedo di potermi licenziare.”

Takeru aggrottò le sopracciglia.

È una cosa così seria?”
“Non lo sappiamo...Però...Abbiamo voglia di scoprirlo, insieme.”
Véro abbracciò Steven. Com'era diverso dall'abbraccio che aveva dato a Takeru, la sera prima!

Oh...Bè, normalmente, ci vorrebbe un preavviso di qualunque genere, però...immagino che...dovrò trovarmi un altro bodyguard.”

Steven sorrise. Non portava più gli occhiali da sole, notai stupito.

Strinse la mano al suo ex datore di lavoro, ma Takeru, sorprendentemente, abbracciò sia lui che la sua nuova ragazza.

Grazie, per tutto quello che hai fatto per me in questi sette anni.”

Credo fosse un evento, sentire un grazie così sincero, da parte sua.

Mentre Edward e Nathaniel, in lacrime, salutavano il loro vecchio compagno d'avventure, Véronique prese un pennarello e scrisse sul gesso di Takeru, sussurrandogli che non era lei la persona giusta per lui, le seguenti parole: “ Il n'y a point de déguisement qui puisse longtemps cacher l'amour où il est, ni le feindre où il n'est pas”.(*)

La Rochefoucauld”mormorò lei, con gli occhi lucidi. “Mi mancherai molto, Takeru.”

In un soffio, Véro e Steve erano saliti su quell'auto, pronti per il loro destino.

Su, Ed, Nat, animo! Non è mica morto!E meno male che dovreste essere le mie dure guardie del corpo...”
Ma anche lui, sebbene non l'ammettesse, era visibilmente commosso.

Ottimo lavoro, Gary.”
Il mio collega mi sorrise. “ Ci lavoro da sette anni, ma il vero propulsore è stato Yamato, che ha insistito affinché Véro tornasse qui, non appena l'ha ricevuta, in quanto angelo della musica.”

Chris sbadigliò sonoramente, così gliel'affidai, perché potesse riposarsi anche lui.


Il pomeriggio seguente, Takeru era andato a fare fisioterapia, mentre Hikari era impegnata a saggiare gli aspiranti candidati.

Gliene erano capitate di tutti i colori, naturalmente. Dalla ragazza straniera che non sapeva dire una parola, a una che aveva quasi fatto esplodere una macchina fotografica, a diversi uomini che ci provavano spudoratamente.

Decisi di abbandonarla per poco, mentre si preparava a conoscere l'ennesimo buco nell'acqua.

Volevo parlare con Ken e Miyako.

Daisuke!”

Miyako non era mai stata così dolce, ne ero sicuro.

Ti stai chiedendo il perché di tanto zucchero, vero?”
Nonostante non fosse più un angelo, nessuno sapeva capirmi come Ken.

Bè...Sì! Insomma, Miya, non sei...”
“Sono incinta!” strillò lei, in preda all'euforia.

Oh! Bè...wow!”

Sì, lo so che non è un'arringa degna del miglior avvocato, ma ero sinceramente contento, e senza parole.

Ken l'abbracciò da dietro, silenzioso.

Mi spiegate... come fate... con le faccende burocratiche?”sussurrai, strozzato da Miyako.

Bè, secondo i documenti che ci siamo fatti creare appositamente dal capo, siamo dei giapponesi, sposati; io lavoro come ispettore di polizia , lei, teoricamente dovrebbe essere infermiera, ma vuole aspettare ancora un po' e adesso...”
Ken sorrise, imbarazzato.

Chris mi tirò un braccio.

E se fosse lei l'aiutante di Hikali?”

Adoravo quel baby angelo.


Guarda, è molto semplice. Non è nemmeno stancante! Si tratta solo di aiutarla a mantenere e, innanzitutto, mettere l'ordine nel suo studio! Daiiiiii...!”

Eravamo arrivati davanti allo studio di Hikari. Ken, avviatosi al lavoro, s'era mostrato un po' preoccupato, ma contento che, così facendo, Miyako avrebbe potuto aiutarmi nella mia missione.

Ma...E se fosse pericoloso per il bambino?”
“Miya, sei incinta di due settimane! Non succederà niente...E poi, ho Chris con me! Se non sa lui come aiutare le donne incinta...Ti prometto che, se ci fosse qualunque disguido, la convincerei a licenziarti.”

Miyako sospirò.

Lo faccio solo per aiutarti. Comunque...Se lei mi giudicasse inadeguata?”
“In quel caso, interverrei io!”


In realtà, non ce ne fu granché bisogno.

Hikari aprì la porta con una tale faccia!
“Se sei qui per l'annuncio,
ti prego, dimmi che sei perfettamente normale, che non hai nessun legame con mafia, droga, bullismo, che sai parlare almeno l'inglese e che...”
“Sono giapponese, mi chiamo Miyako Inoue, in Ichijouji. Mio marito s'è dovuto trasferire qui per motivi di lavoro; sono...Sono una semplice ragazza appena trasferitasi che cerca un lavoretto per cominciare.”

Hikari quasi si mise a piangere, quando sentì che avrebbero potuto parlare in giapponese. La fece accomodare; incredibilmente, le due legarono subito.

Facevo l'infermiera, ma ho deciso di prendermi una pausa. Almeno per ora...”

Si accarezzò la pancia.

Oh, devi andare in bagno? La seconda a destra.”

Miyako sorrise.

No, tranquilla. Ma volevo avvisarti che sono incinta, di due settimane.”

Oh, scusami, che figura!Congratulazioni...tuo marito dev'essere al settimo cielo!”

Hikari s'era misteriosamente imbarazzata.

Per te non è un problema, vero?”

Sono una donna, non ti discriminerei mai perché sei incinta. È solo...un po' d'invidia, suppongo. Hai detto di avere solo un anno più di me...E sei già così realizzata. Guarda me, invece!”
“Sei sola?”

Hikari annuì.

Non lo sarai per molto, ne sono sicura. Quando posso cominciare?”

Anche subito, se vuoi! Ho la sensazione che diventeremo ottime amiche, Miyako!”


Man mano che lo studio assumeva un aspetto che lo rendeva degno di questo nome, Hikari scoprì tutto quello che c'era da scoprire di Miyako -tutto quello che era la sua identità fittizia. Sentiva davvero di potersi fidare di lei, o forse aveva tanta voglia di raccontarsi anche lei. Con una persona che non la conoscesse da sempre e che non potesse giudicare i suoi atteggiamenti in base al suo passato, come a volte faceva Sora. Che fosse una ragazza normale e potesse capirla. Véronique era partita, e Frida...Non era del tutto certa che potesse essere etichettata così.

Anche se...Hikari sentiva comunque un abisso tra di loro. Miyako era felice, aveva tutto quello che voleva. Lei, nemmeno uno straccio di fidanzato-questo perché io non ero ancora abbastanza pratico-e un lavoro sempre più precario.

Vorrei proprio conoscere tuo marito, dev'essere una persona speciale!”

Lo è. È l'essere più speciale che io abbia mai incontrato.”
Quotavo in pieno.

Si vede, ti brillano gli occhi se solo ne pronunci il nome.”

Bè...Magari organizziamo qualcosa ad Halloween. Così, potrò conoscere anche questo fantomatico Takeru Takaishi!”
Hikari sospirò, con sufficienza.

Ci tieni proprio a rovinarti le feste?”
Miyako rise. “Magari
non è poi così male come credi. Sono sicura che si sente attratto da te, forse si atteggia così perché non vuole dimostrarlo.”
Hikari le rivolse un'occhiata in tralice.

Mi rendo perfettamente conto che ti conosco da poche ore, ma...sembra che tu mi capisca alla perfezione! Sei quasi un an...”

NO!

Feci cadere delle carte, cosicché Hikari non potesse finire la frase.

Stava per dire “angelo”.

Un'annotatrice perfetta!”concluse Miya, squillante.

Hikari rimise a posto la pila di scartoffie, stiracchiandosi.

Kami, quant'è tardi! Miyachan, non voglio trattenerti oltre! Vai dal tuo dolce Ken...”

Con piacere! Torno domani?”
“Domani dovrò andare necessariamente al maniero Takaishi. Sai dov'è? Ti scongiuro, vieni con me, così capirai...”
“Certo! Penso lo sappiano tutti in città...Allora, passo prima da qui e poi ci andiamo insieme! A domani!”

Una volta uscita, sospirò. “ Dobbiamo stare più attenti, Daisuke.”
Non mi poteva vedere, non potevo certo svelarmi nel palazzo!

Mi materializzai nell'automobile di Ken, quando venne a prenderla.

Abbiamo rischiato grosso, Miya. Da domani, dovremo stare attentissimi.”

Non ti preoccupare. D'ora in poi...Ci penso anch'io.”




(*)=Non c'è travestimento che possa alla lunga nascondere amore dov'è, né fingerlo dove non è.

È una delle mie frasi preferite di La Rochefoucauld ç_ç L'avevo sentita, tempo fa, in un film “Un amore tra le righe”, che da il suo contributo al titolo del capitolo ^^ Ordunque...Con questo capitolo, questa fanfiction diventa ufficialmente la più lunga che io abbia mai scritto xD E ne dovrete vedere, ancora!
Teoricamente, dovrei ancora studiare, quindi vi lascio con tanti saluti e scuse per il ritardo! Prometto che entro l'estate prossima, la fiction sarà conclusa xD
Grazie alle persone che seguono costantemente me e “Angeli del Cuore”, in special modo Padme ^^

Alla prossima!
HikariKanna





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Capitolo 18
*** Trick or Treat? ***


Pochi giorni prima del vostro Halloween, il capo mi aveva convocato



Angeli del cuore


Se sapessi il francese, credi che ti chiederei di tradurre?!”
La voce di Hikari uscì più alta del voluto.

Ma cos’è, pensavi fossi l’unica ad avere il diritto di scrivere sul mio gesso?”

Takeru sorrise. “Ah-ah-ah, sei gelosa.”

Hikari si morse un labbro.

Assolutamente no! Ero solo curiosa! Ma, a questo punto, non mi importa proprio!”

Era tutta la mattina che Hikari cercava di capire cos’avesse scritto Véronique, in quella frase lunghissima che circondava serpentina il braccio di Takeru.

Ma lui si divertiva un mondo a tenerglielo nascosto. Io naturalmente ne conoscevo il significato, gli angeli non hanno problemi linguistici.

Come no. È una vecchia frase che mi ha detto quando ci siamo lasciati definitivamente.”

Hikari lo fissò attentamente. Non era da lui parlare così volentieri del suo passato.

Non te l’avevo chiesto.”
”Ho voluto dirtelo. È uno stupido aforisma francese del Seicento. Mi chiedo, anzi, perché me lo ricordi proprio ora.”
”Forse per rinfacciarti il fatto che lei abbia trovato l’amore.”

Takeru le fece la linguaccia.

Tu perché non sei nel tuo studio, a mettere ordine in quel casino, anziché stare qui a disturbare il mio sonno di bellezza?”

Adesso ho un'aiutante, si chiama Miyako. Sai che è giapponese? Comunque...Hai dormito dieci ore! Direi che è abbastanza!”
Lui fece una smorfia. “Il sonno fa bene. Previene le rughe e ti rende la pelle più luminosa. È evidente che tu sei insonne.”

Fai proprio discorsi da narcisista.”

Che male c’è a curarsi e a tenerci a se stessi? Faccio semplicemente quello che dovresti fare anche tu.”

Peccato che io lavori seriamente.”
”Ah, certo, perché io passo la vita solo a sgranocchiare noccioline.”

La vita no, ma credo che Margareth sia stufa di trovare questo porcile, ogni volta che mangi snack.”
”Io pago Maggie proprio perché pulisca!”

Ma pecché questi due litigano sempe?”

La domanda di Chris suonò di un’ingenuità allarmante.

Perché, a furia di parlare di stupidaggini, non affrontano le cose serie. Come i loro sentimenti.”

Sì, certo. Senti, non so perché Frida sia in ritardo, ma devo andare in bagno. Mi sapresti dire dov'è?”

Se vuoi, mi faccio anche il bagno con te.”

Hikari sbuffò pigramente.

Non mi diverte nemmeno più chiamarti maniaco.”

Perché non lo sono più di quanto lo sia tu.”

Io non sono una depravata!Comunque…cosa diavolo sono quelli?”
I due erano in cucina; Takeru bevve un sorso d’acqua, pulendosi col braccio.

Quelli cosa?”

Hikari indicò una serie di cestini di vario colore.

Ah, quelli.” Takeru fece spallucce. “ Contenitori per la raccolta differenziata.”
Hikari sgranò gli occhi. “Da quand’è che tu fai la raccolta differenziata? Da quand’è che
sai cos’è?!”

Con studiata nonchalance, Takeru si grattò il braccio.

Li ho fatti installare ieri pomeriggio. Così, ogni volta che vieni qui, non rompi per eco-sostenibilità, eco-compatibilità, eco-tutto!”

Hikari non sembrava capace di articolare una risposta degna di tale nome.

Li hai fatti montare...per me?”sussurrò, asciutta.

Takeru la fissò negli occhi. “Ti sconvolgerebbe?”

Ayame fece le fusa ad Hikari, interrompendo parzialmente l'imbarazzo.

Ma lei non sembrava voler dimenticare la questione.

Beh...Sì. Parecchio, anche.”

Lei abbassò gli occhi, apparentemente intenta ad accarezzare il gattino candido.

Takeru sorrise.

Non ti allargare, non determini così la mia vita.”
Hikari gli rivolse un'occhiataccia.

E, poi, un vip interessato ai problemi del mondo è sempre più popolare e richiesto di uno che se ne frega delle sorti del pianeta, no? Ho deciso che potrei darti una mano con le tue bislacche cause. La mia popolarità potrebbe aiutarti molto.”

Lei sospirò.

Non credevo che l'avrei mai detto.”
“Cosa?”chiese curioso lui, afferrando una bottiglia d'acqua dal frigo e porgendole un bicchiere.

Grazie”

Per il bicchiere?”

Non rendere le cose più difficili”borbottò lei, arrossita.

Takeru ridacchiò.

Sei terribilmente carina quando cerchi di fare la dura.”
Hikari divenne bordeaux.

Per farmi lavorare al reality. Per il sostegno che vuoi darmi...Grazie.”

Hikari gli sorrise debolmente, lui le carezzò una guancia col dorso di una mano.

Sapevo quanto le erano costate quelle parole.

Hikari sapeva essere dolcissima, e con gli altri lo era. Lo notavo quando parlava con Miyako, con suo fratello, con la sua amica Sora. Ed ora che Takeru mostrava di non essere solo quello sciocco ricco viziato...

Ho sempre creduto che siamo partiti col piede sbagliato, sai?” mormorò lui.

Le cose si stavano facendo interessanti.

Specie il tuo, che era troppo premuto sull'acceleratore.”
“Ehi, miss, la prossima volta che cammini a piedi guarda dove vai!”
Ma non c'era risentimento né rabbia nelle parole.

Stavano...scherzando. C'era ironia nell'aria.

Hikari sfiorò la mano di Takeru con la sua, stringendola un secondo dopo.

Hikari Yagami”

Indietreggiò, e quel contatto sembrò una formale stretta di mano. Mi sembrava strano, troppo attaccamento!

Takeru stette al gioco.

Takeru Takaishi. Molto piacere di conoscerti.”

Frida, intanto, era entrata silenziosamente. Scattò un'altra foto. Prima o poi, gliele avrebbe date?

Si fissarono per un attimo eterno. Almeno, era l'inizio di una reciproca tolleranza.

Poi Frida decise di farsi sentire.

Non dovevamo andare al cinema?”


Takeru aveva avuto la brillante idea di portare Frida a uno dei pochi cinema all'aperto che ancora operavano negli Stati Uniti.

Ammetto che l'idea fosse romantica, almeno in origine. Ma Chicago non era una città poi così mite. Anzi, una volta vi si registrarono anche -33 °C! Perciò, nonostante dicembre fosse ancora lontano, tirava un vento gelido.

La previdente Frida si era coperta, e poi lei era abituatissima a temperature rigide.

Ma da quant'è che vivete a Chicago? Non dovreste conoscere bene le sue temperature stagionali?”
Takeru, al posto di guida, la fissò torvo.

Secondo te, io sembro tipo da fermare ogni attività per vedere le previsioni del tempo?”

Hikari, seduta dietro, fotografava, e agli obiettivi alternava starnuti.

Il film era una di quelle pellicole vecchie ma leggendarie, Casablanca. In bianco e nero, con quella concezione d'amore eterno così tipica dei film statunitensi. Anche se non aveva propriamente un lieto fine.

Frida era via, in bagno, durante l'intervallo.

Scommetto che tu adori questo film.”
“Credi che tutte le donne siano un cliché?”
“No, è che è il tipico film che piace alle donne perché intriso di sentimento.”
“E, comunque, sì, sarà la centesima volta che lo vedo. Ogni tanto, mi capita di pensare cosa sarebbe successo alla mia vita se lei avesse scelto Rick.”

Takeru si voltò verso di lei.

Hai basato la tua vita su un film?”
Hikari sospirò di frustrazione.

Idiota...Certo che no. Però, a volte ti fa bene credere nel lieto fine. Almeno nei film. Poi ci pensa la vita a fare il resto.”
“Età del discorso che stai facendo? 108 anni circa.”
Hikari rise, fingendo di picchiarlo.

Uomo insensibile”

Sognatrice persa.”

Cosa c'è di male nel sognare un amore così?”

Ma non è vero, santo cielo! Non incontrerai mai una persona che ti assomigli in tutto, a meno che non sia un tuo clone! E sai che la scienza non c'è ancora arrivata...”
“Solo perché tu hai avuto relazioni insoddisfacenti, questo non significa che io non debba crederci.”
“Ah, scusa, avevo dimenticato che hai trovato l'amore della tua vita.”
“Saresti tu?”
Gli occhi di lui si accesero di una strana luce.

Io credo solo che idealizzi troppo sull'amore. Questa costante ricerca della perfezione...Non ti farà perdere di vista quello che hai, quello che potresti avere? Le donne che ho avuto...”
Hikari fece una faccia schifata.

Guarda che nessuna s'è mai lamentata del trattamento durante. Molte dopo, lo ammetto. Comunque...Le ho sempre lasciate io.”
“Vanne fiero!”
“Le ho lasciate perché”fissò con un'occhiata di rimprovero Hikari “...Loro credevano che fossi il loro grande amore. Hanno sempre preteso che fossi perfetto. E, nonostante io sia sopra la media, no, non sono perfetto.”
“Takeru Takaishi che fa una dichiarazione del genere, wow. Le hai sfruttate, e basta.”
“Ma no, perché? Non le ho illuse. Non preferiresti qualcuno che è chiaro fin dall'inizio? Ho sempre creduto alla sincerità, in queste cose. Ho avuto tante donne solo perché tu non hai idea di che pubblicità sia essere andati a letto con Takeru Takaishi. Puntualmente, devo stare a smentire voci assurde che compaiono nel mondo del gossip. Per esempio, su quell'orribile giornale, Scoopissimo.”
“Non me lo ricordare.”
Scoopissimo era fallito proprio per un articolo di Mark, che aveva esagerato con la ricerca del gossip ed era stato querelato. Quello era stato solo l'inizio...Dopo innumerevoli altre lamentele e querele, il giornale aveva chiuso, portando via nelle sue ceneri anche quello che era stato di Mark e Hikari.

Louis, penso che questo sia l'inizio di una bella amicizia” sorrise Takeru, citando il film. Dopodiché, mentre Frida stava appena uscendo dalla spaventosa coda che s'era creata nel bagno delle donne, lui, silenziosamente, si sbottonò la giacca, per porgerla a Hikari.

Lei non ci pensò due volte; la accettò volentieri, visto il troppo freddo.

Non congelerai?”
“Sono un uomo. Non credo all'amore dei film e resisto a praticamente tutto.”
“E sei il solito sbruffone.”
Ma questa volta non sembrò darle fastidio che fosse così, affondando il viso nel colletto della giacca-nel profumo di Takeru.

E ora la quercia che significa?”sussurrò Takeru, dolce.
Lei sembrò stupita che se ne ricordasse.

Beh, dovrai dimostrare di meritare la mia amicizia, che credi? Quello è tutto l'odio regresso.”

Takeru si limitò a sospirare, divertito.

Chris si mise a piangere dalla commozione, povero piccolo!
Frida notò lo strano passaggio di proprietario della giacca, ma si limitò a sorridere. Era come se facesse il tifo per Hikari. Che segreto nascondeva lei?

Hikari osservò pigramente un soffione adagiarsi nella sua mano, sospinto dal vento. Lo strinse per un secondo, mormorando qualcosa, mentre Ingrid Bergman ricominciava a parlare sullo schermo.

Chissà che desiderio aveva espresso.

In realtà, se avessi voluto saperlo, avrei potuto. Anche i soffioni e i vari desideri sono controllati da noi angeli. Tutti i desideri espressi nei soffioni...tutti i soldi spesi nelle varie fontane...tutti i nasi all'insù nello sbirciare una stella cadente...Noi sappiamo tutto ciò che chiedete, e, credete, ce la mettiamo tutta per esaudirlo. Quando si desidera qualcosa, tutto l'Universo cospira affinché si realizzi il desiderio"(*)

Credo che anche il termometro dell'amore si basi su quel tipo di informazioni.


Alla fine del film, Hikari aveva gli occhi che luccicavano, Frida anche, Takeru era palesemente stanco.

Mentre le due s'interrogavano su chi avrebbe scelto chi- Hikari avrebbe scelto Rick, Frida Victor-, Takeru sbadigliava a più non posso.

Non ti manca lo United Center?” domandò Frida, una volta finita la conversazione con Hikari. Sarebbe sfociata in un'interminabile discussione cuore versus ragione, e la norvegese preferì sorvolare.

Ogni giorno che passa”fu il commento laconico di Takeru. “Ma il dottor Robinson ha detto che, per gennaio, posso ricominciare a giocare come prima. Tra un mesetto potrò allenarmi di nuovo e non vedo l'ora!”
Il basket sembrava davvero l'unica cosa che lo animasse, mentre Hikari prendeva fuoco per qualunque cosa fosse contro la pace nel mondo.

Frida estrasse una penna dalla borsa, afferrando il gesso di Takeru, al primo semaforo disponibile.

Gli scrisse: “ Når du er aleine med deg, du ikke kjenner til løng”(**)

Già. Tu credi che io sappia tradurre il norvegese, vero?”

Frida sorrise.

Te lo spiegherò non appena finirà il reality show.”



Per motivi di script, Frida si trasferirà qui fino a dicembre. Ma dice che continuerà a mantenere il suo appartamento.”
Hikari stava nutrendo Ayame. Aveva una strana espressione.

Perché sa che tra voi due non durerà.”
“Come può durare una cosa mai iniziata?”
“Non davanti agli Stati Uniti. E a molte altre nazioni, credo.”

Takeru si frizionò i capelli bagnati. Frida era a casa sua, per impacchettare alcuni beni di prima necessità, che le sarebbero serviti per il soggiorno a casa Takaishi.

Sei contento che si trasferisca qui?”gli chiese con voce metallica.

Takeru fece spallucce.

Non mi cambia molto. La sua stanza sarà vicina alla mia, e basta. Maggie e Baptist dovranno lavorare un po' di più, me ne rendo conto, ma pagherò loro gli straordinari.”
Potei notare sollievo sul viso di Hikari.

Credevo avreste condiviso la stessa camera.”
“Senti, Frida io non la conosco per niente. Nonostante questo assurdo reality. E poi, non mi piace neppure così tanto...Cioè, se mi chiedesse esplicitamente di dormire insieme, magari...”
Hikari gli lanciò la scatoletta di cibo per gatti in testa.

Siete tutti uguali!”

Takeru sospirò drammaticamente.

Dimenticavo le tue credenze sull'amore eterno.”
“Oh, per me, l'amore vero esiste.”
“Tu cerchi la perfezione precostituita. Invece, te la devi creare tu, insieme a qualcuno di imperfetto, proprio come te.”

Takeru buttò svogliatamente la scatoletta nell'apposito contenitore.

Pensavo...E se organizzassi un party per Halloween?”
“Ecco la tua vera anima!”
“In effetti, hai idea di quanto tempo è che non partecipo ad una festa? Questo reality mi stressa.”esclamò teatralmente.
“Povero. Non capirò mai perché tu vi abbia preso parte.”
“Quando sei me, la popolarità è una buona parte del mio successo.”

Hikari roteò gli occhi.

Ma tu Frida a stento la sopporti!”
“Questo il mondo non lo sa.”

Fai quel che ti pare. E dove organizzeresti questo party?”
“Che domande, vivo in una villa! Puoi portare chi ti pare. Sarei curiosa di conoscere tuo fratello.”
“Non sono sicura di poter dire lo stesso.”
“Gli potrò dimostrare che non sono solo l'imbecille di cui sicuramente gli avrai parlato. Ah, e anche la tua aiutante. Poverina, dev'essere oberata di lavoro.”
Hikari tirò fuori la lingua.

Miyako sta facendo un ottimo lavoro. Anche lei vuole conoscerti. Ci dev'essere qualcosa di sbagliato in me, solo io non volevo farlo. E invece...eccomi qui.”
Takeru le accarezzò i capelli. “Tu non hai idea di quante donne pagherebbero per stare al posto tuo, per avere il mio numero! E ti ho dato il numero privato, sappilo. Non quello che uso per lavoro.”
“Quale onore! E perché mai?”
“Magari un giorno ti verrà voglia di chiamarmi, senza un motivo ben preciso.”
“Ne dubito.”
“Mai dire mai.”

Takeru le baciò una ciocca di capelli.

Hikari lo respinse delicatamente, dicendo: “Inviterai tutta la tua squadra?”

Non li conosci?”
“Solo di fama.”
“In quel caso...ti potrei far conoscere gran parte dell'entourage del gossip, sai?”

Hikari incrociò le braccia.

Ovvero oche e playboy.”
Takeru represse un sorriso.

Te lo concedo, per la maggior parte dei casi è così. Potrei farti conoscere il mio migliore amico, Iori.”
“Hai un migliore amico?”
“Bé, certo, come tutti, che credi!” Takeru sembrava lievemente offeso.

Tranquillo, è solo che non me l'avevi mai detto.

In realtà...Non lo chiamo da un po', e dovrei farlo. Lui mi conosce da quando...beh, da prima che mi trasferissi qui, comunque. Da poco s'è trasferito anche lui qui a Chicago, tu pensa, per amore. Non l'avrei mai creduto possibile.”
“Con questo torniamo al discorso di ieri sera. Guarda che l'amore cambia le persone. Sarebbe bello se ti innamorassi.”

Takeru la fissò intensamente negli occhi.

Vado a finire di asciugarmi i capelli.”
Mentre lui tornava in bagno, Hikari dichiarò: “Takeru...Chiama quello Iori, promettimelo. A me...farebbe piacere conoscere un tuo amico. Davvero.”

Takeru sorrise. “Promesso.”


Pochi giorni prima del vostro Halloween, il capo mi aveva convocato.

Salvo per l’inaspettata promozione, mi aveva chiamato poche volte. Già immaginavo cosa voleva dirmi; ero troppo lento! Possibile, Daisuke- mi avrebbe detto- che sono passati più di tre mesi, e ancora niente?In tal caso, gli avrei ricordato di Gary, ci aveva messo sette anni per Véronique!

Tuttavia...Non bastavano le rassicurazioni dolci di Chris, né il senso pratico di mia sorella Jun, che parlava di semplice volontà di aggiornamento da parte del capo: ero terrorizzato.

E, stavolta, non avrei potuto volare sulla nuvola di Ken e Miyako.

Probabilmente, stavano lavorando: lui ad un nuovo caso misterioso, lei nel putiferio lasciato da Hikari.

Se avessi potuto sudare freddo, il mio corpo sarebbe sceso ad una temperatura glaciale.

Deglutendo e temendo l’incontro come mai avevo fatto in vita mia, mi recai nell’ufficio del capo.

Ciao, Daisuke!” mi salutò cordialmente.

Mi insospettii. Non sembrava dell’umore giusto per dare una brutta notizia.

Salve, capo.”

Lui mi sorrise. Certo, sorridere era una parola grossa da usare. Nessuno di noi ha mai veramente visto il capo in viso…Sapevo, o meglio sentivo che sorrideva, poiché emanava onde positive.

Non stare lì impalato, non sei qui per essere retrocesso!”

Tirai un immenso sospiro di sollievo, accasciandomi su un cirro soffice che fungeva da poltrona umana.

Tuttavia, i miei sensi angelici non erano sopiti. Perché chiamarmi, allora?
Il capo si sedette, pacifico.

Volevo solo sapere come sta andando la missione. Le missioni d’amore sono le più delicate, lo sai benissimo.”

Mi misi a sedere compostamente. “Di segni tangibili, concreti, ad essere sincero, capo, ne vedo ancora pochi. Ma…in qualche modo, sento che le cose stanno cambiando. Lo sa, non vorrei interferire troppo.”
”Certo, lo capisco bene. Il tuo materiale in dotazione è riservato a tipi estremamente testardi.”

Beh, non che Hikari e Takeru non lo siano! Però, si vedono senza il mio aiuto; pensi che si sono anche baciati senza il mio intervento! So che un bacio non dimostra appieno un sentimento, però…Io credo che sia qualcosa. Dubito, tuttavia, che il termometro dell’amore segni 100%.”

Il capo scosse la testa. “Infatti. Al momento è sul 93%. Dal tuo addestramento, sai che il vero amore si innesca se il termometro sale a cento.”
Diedi una rapida occhiata al termometro dell’amore. Era fermo a 93%, ma quelli che vedevo scritti lì non erano assolutamente i nomi di Hikari Yagami e Takeru Takaishi.

Capo…Siamo sicuri che il 93% riguardi i miei assistiti?”
Lui si voltò, il viso ancora ineffabile.

Oh! No, hai ragione, perdonami…Controlliamo subito l’affinità tra quei due.”

Sembrava imbarazzato, confuso. In un lampo, mentre inseriva i dati di Takeru e Hikari, lessi i nomi scritti precedentemente.

Taichi Yagami e Sora Takenouchi.

Un moto di sorpresa pura mi invase.

Per quale motivo il capo aveva controllato l’affinità tra Sora e Taichi?

Yamato rischiava di essere scoperto?

Sentii uno strano senso di nausea, che non passò neppure quando il capo mi comunicò che, al momento, l’affinità dei miei due protetti si aggirava attorno al 94%.

Volevo chiedere delucidazioni, ma sentivo che c’era qualcosa di più grande in gioco, qualcosa che il capo voleva tenere nascosto a tutti.

Fui, comunque, interrotto dall’arrivo di un altro angelo.

Curioso. Portava la divisa che era sempre stata di Shinji il vice del capo.

Oh, grazie, Mimi, mi serviva questo fascicolo. A chi credi possiamo affidare Hans?”

Un momento. Quelle erano facoltà da vice.

Il mio stupore era evidente, dal momento che Mimi si girò a sorridere ed esclamare: “Sono stata promossa a vice!”.

Com’era venuta, così leggiadra volò via.

Il capo emanava parecchie ondate positive.

Capo, non…non capisco! Mimi?! E Shinji?”

Shinji ha deciso di abbandonare questo incarico.” Mormorò laconico.

Quando un angelo decide di abbandonare gli incarichi, significa evidentemente che ha vissuto troppi secoli. Shinji esisteva da molto prima che ci fosse la mia nuvola...Quanti di voi avrà aiutato? Credo che il suo ritiro sia paragonabile a una vostra pensione. Shinji avrebbe continuato ad aiutare gli angeli novellini. E poi...si sarebbe dissolto, volontariamente. Non sapevo bene come 'morissero' gli angeli, ma il capo non pareva disposto a spiegarmi niente che non sapessi già.

E, comunque, Mimi sarà un’ottima assistente.”

Ancora onde più che positive.

Sorrisi.

Non lo metto in dubbio. È sempre così piena di energie!”

Mimi era un bellissimo angelo- di quelli che, se fossero umani, voi chiamereste angeli-, vivace, allegra, solare. La sua nuvola, l’aveva a tutti i costi voluta rosa. Amava distinguersi, più di ogni altro.

Apparteneva alla categoria di angeli che aiutano le ragazze a passare l’adolescenza. Sì, nello specifico le ragazze, controllano diete, disturbi alimentari, cambiamenti vari del corpo. Per i ragazzi, solitamente subentrano gli angeli dello sport, della musica, eccetera eccetera.

L’unica volta in cui avevo visto Mimi seriamente abbattuta, fu quando una ragazzina che aiutava morì per anoressia. Non è facile per un angelo affrontare la morte dei propri curati…E’ già tremendamente difficile separarsene. Ripensai a Reiichi, in un soffio.

Noi spesso falliamo, e questo ci è continuamente di monito. Non potete affidarvi solo su di noi…Noi angeli riusciamo ad aiutarvi solo se lo volete anche voi. È una verità così semplice, eppure così potente. È per questo che, nonostante la nostra presenza, subite delusioni amorose, nella scuola, in famiglia, sul lavoro. Perché la vita e noi vi offriamo tante occasioni; spetta solo a voi approfittarne.

Per gli angeli del cuore, comunque, il discorso è leggermente diverso.

Noi siamo sottoposti ad uno strano oggetto, il termometro dell’amore. È lui che ci dice le affinità tra le persone…Non abbiamo idea di come nascano persone affini, ci limitiamo a farle incontrare.

Di solito, gli angeli del cuore si fanno intervenire se l’affinità supera il 90%. Tuttavia, nel caso di angeli specializzati in primi amori, l’affinità a volte si abbassa enormemente.

Siamo convinti, infatti, che l’amore vero si possa apprezzare solo dopo una serie di delusioni.

E, una volta trovate le persone affini, il termometro deve giungere al 100%. Vedete, l’andamento del termometro ricorda tanto un grafico empirico, magari di quelli sulle temperature, o gli indici in borsa…Oscilla continuamente, a seconda della nostra opera o di quello che succede alle “vittime”. Chissà, magari, quando Hikari aveva incontrato Mark, l’affinità era scesa di tanto. O, al bacio che Takeru le aveva dato, era salita al 99%.

Quel che è certo, comunque, è che una volta arrivata al 100%, l’affinità non oscilla più. Molti angeli non aspettano il massimo, si fermano prima, ma magari le coppie durano davvero.

Hikari aveva sentito parlare di Takeru, lui aveva letto di questa giovane fotografa attivista. Nelle rispettive menti, s’erano già conosciuti, almeno…Così, un bel giorno, il termometro dell’amore aveva deciso che doveva succedere qualcosa tra di loro. Espulse i fascicoli, e il capo chiamò me.

Proprio come oggi.

Il capo rimase in silenzio, di fronte alla mia osservazione su Mimi.

Bene…Se questo è tutto, torno alla mia missione.”

Un’ultima cosa, Daisuke.”
Le onde divennero insistenti, preoccupate.

A Yamato è stato affidato un caso in Inghilterra…Ma, per favore, tienilo d’occhio.”

Avrei dovuto raccontargli che avevo visto Sora e Yamato? Che Yamato l’amava? Il termometro dell’amore lo sapeva? Un vortice di domande mi frullò in testa, ma decisi di non tradire Yamato. Non riuscivo a capire perché fosse interdetto l’amore tra angeli e umani, ma potevo forse stravolgere regole ancestrali?

Mi limitai ad assentire, uscendo. Era la prima volta che tenevo nascosto qualcosa al capo.


Halloween, eh?”
“Senti, fratellone, lo so che noi in Giappone non lo festeggiavamo più di tanto, ma, ti prego, è uno stupido party in maschera!”
Taichi storse la bocca in una smorfia. “Ma perché invitare anche noi?”

Dai, Taichi, è un sacco che non andiamo a una festa!”protestò Sora.

Taichi le rifilò un'occhiataccia. “Sarà pieno di snob.”

Pure che fosse?”si lamentò Hikari. “Non fare il guastafeste!”
“Non faccio il guastafeste, non è semplicemente in linea con i miei principi!”

Sora gli fece gli occhi dolci. “Dai...”

Taichi sospirò rumorosamente. “E va bene. Come diamine ci vestiamo?”
“Propongo due vampiri!”

Amore! I vampiri ad Halloween non è esattamente avanguardia pura!”reclamò lo Yagami.

Beh, Taichi, non eri tu che non volevi fare colpo su determinata gente?”

Ma io non voglio fare colpo!”

Mi dici tu a che gli serve la laurea in Scienze Politiche, se poi è così chiuso alle novità?”

Hikari sorrise.

Sora...troverò mai qualcuno che mi guardi così come ti guarda mio fratello?”

Per un momento, negli occhi di Sora passò un lampo di tristezza devastante.

Pensai a Yamato.

Taichi osservò la sua fidanzata con preoccupazione; sfiorò poi il capo di sua sorella. “Certo, sorellina. L'amore è dovunque, un giorno arriva per tutti. Me l'ha insegnato Sora.”

Pizzicò dolcemente una guancia di lei, che gli rivolse uno sguardo colmo di gratitudine.

Poi, Sora si alzò di scatto, come presa da un pensiero improvviso.

Taichi-kun, vado a...a farmi un the! Voi ne volete?”
Entrambi scossero la testa.

I miei sensi angelici erano tutto un fremito.

C'era un altro angelo.

Verrò alla festa soprattutto per lei”disse d'un tratto Taichi, inquieto.

Mi sembra strana...”
“Anche a me. Dev'essere stanca. Magari, questa festa le farà bene.”sorrise lui, nonostante non ne fosse troppo convinto.


Yamato...”

Sentii un sussurro provenire dalla cucina. Hikari e Taichi parlavano del più e del meno-di una missione diplomatica particolarmente difficile di lui, lei discuteva dei cambiamenti di Takeru-, ma io sentii distintamente chiamare Yamato.

Ecco chi era l'altro angelo. Mandai via Chris da Miyako, dove l'avrei raggiunto dopo.

Mi acquattai in cucina. Avrei dovuto dire a Yamato della conversazione avuta col capo?
D'improvviso, non sapevo più cosa fosse giusto fare.

Véronique non ha più bisogno di me. Secondo il capo, quel che ci voleva era l'amore...E lei l'ha trovato. Perciò...”
Yamato abbracciava Sora, che era sull'orlo delle lacrime.

Potrai stare qui?”

No...”Yamato la fissò con occhi lucidi.

Mi sentii mancare. Come si poteva essere contrari all'amore? Noi creavamo l'amore, noi lo amministravamo. Era possibile che tra angeli ci si innamorasse. Gli umani lo facevano continuamente. Perché l'amore tra i due mondi era totalmente incompatibile?

Ho una missione in Inghilterra, adesso. Ma, se mi chiami, potrò sempre venire. Solo...non dovrei farlo, amore. Non dovremmo.”
Sora deglutì.

Ti ho già perso una volta.”
“Te l'ho detto. Ci ricapiterà, Sora. Io...devo dirti addio.”

Sora si prese il viso tra le mani.

Lo capisci che non posso continuare così? Prendo in giro me stessa e, quel che è peggio, Taichi! Il mio migliore amico...Ma farei questo ed altro per te! Perché...io credo seriamente di amarti, sai? Altrimenti...Perché, nonostante le vostre potenti magie, io sono ancora qui? A gridarti che ti amo. A dirti che preferirei morire.”

Sora abbassò gli occhi.

Non ci pensare neanche.”soffiò minacciosamente Yamato, carezzandole la guancia. “Non te lo perdoneresti. Non me lo perdonerei. Non rovinare la tua vita per me.”
“Yamato, vorrei che ti fosse chiara una cosa”mormorò Sora, serissima. “La mia vita...Non si può chiamare così, senza di te. Prima d'incontrarti...Ho sempre creduto di essere stata felice. È bastato baciarti per sapere che mi ero completamente sbagliata. Amore, ascoltami. Da quel momento, dal giorno in cui ti ho visto...non ho fatto altro che pensarti. So che può sembrare smielato, una frase da film, forse...Ma è vero.”(***)

Yamato la baciò, disperato.

Ti amo” disse, la voce incrinata. “Forse non servirà a niente dirtelo, ma...ti amo...disperatamente. Vorrei solo essere umano. Allora, potrei amarti semplicemente, pienamente.”
“Mi hai già amato pienamente” pianse Sora.

Yamato sorrise.

Vorrei poterlo fare senza nascondermi, senza sentirmi in colpa. Senza temere.”

Yamato...”

Devo andare. Non dovrei più cercarti...Ma sono un immenso egoista. Non riesco...non ci riesco...non posso starti lontano.”

Sora sembrava annichilita, sia fisicamente che psicologicamente.

Ti amo. Ma non so più...Se ce la faccio”

Lei abbassò lo sguardo, impotente.

Yamato le baciò la fronte e volò via.

Mi accorsi solo in quel momento che mi ero commosso anche io.

Sentivo il cuore pesante, o meglio, quello che dovrebbe essere il nostro cuore, indebolito da quello che avevo appena visto.

Sora si asciugò le lacrime, prostrata.

Sora!”
Taichi entrò in cucina.

Appena vide lo stato in cui era Sora, corse ad abbracciarla.

Cosa che peggiorò la situazione.


Secondo me, è incinta.”
“Chi, Hikari-chan?”

Miyako si massaggiava la pancia, dopo aver buttato un mucchio di vecchia roba.

Miyako...era proprio un angelo. Naturalmente, lei evitava che Hikari dicesse proprio quella parola.

Una mia carissima amica, Sora. È...un po' instabile. Piange a dirotto. È strana.”
“Beh...Sì, potrebbero essere gli ormoni. Ieri Ken ha dovuto starmi lontano, sai, ero nella fase in cui una si guarda alla specchio e pensa soltanto che è una balena.”
“Ma se non hai neppure concluso il primo mese!”
“Capirai anche tu”sorrise Miya, beata.

Apprezzo il tuo ottimismo, chissà che anche a me non capiti.”

Il sorriso di Miyako si allargò.

Lo dicevo sempre anche io. Non avrei mai creduto che mi sarei sposata...E poi, ho incontrato Ken.”

I suoi occhi si illuminarono. Ricordavo bene il loro primo incontro, due imbranati cosmici alle prese con l'inizio di un grande amore!

È vero quello che si dice in giro, sai? Tutto acquista un senso quando incontri la persona che ami. A volte...Lo si capisce solo dopo un po'. Ma, prima o poi, tutti incontrano l'amore. L'intero universo obbedisce all'amore, Hikari.”

Sai dire delle parole bellissime, lo sai?”
“Beh, grazie, grazie, modestia a parte!” Miyako si atteggiò a gran diva.

Hikari rise di cuore.

Miya, ti posso chiedere un favore? Indirettamente, ha a che fare col mio lavoro.”
“Dimmi tutto!”
“Hai impegni il 31?”
Miyako ci pensò su.

No, non mi sembra, perché?”
Hikari sospirò.
“Takeru organizza una festa a casa sua. Non ho idea né del numero né dell'identità dei partecipanti. Però...mi farebbe davvero piacere, se veniste tu e Ken. Io potrei conoscerlo, e tu potresti conoscere...Bè, mio fratello, la sua ragazza...”
“E Takeru.”
Hikari sorrise. “E Takeru.”

Miyako strillò dalla gioia. “Ma sai che è la prima volta che festeggio Halloween?!Non vedo l'ora!”

Volai fino a casa Takaishi, dove Frida aveva finito di trasferirsi momentaneamente.

In quel momento, Frida si stava stirando il camice, dopo aver convinto Margareth a non farlo per lei.

Takeru era in un stato di confusione, cosa abbastanza rara per lui.

Era steso sul letto, con le mani a coprire il viso.

E un cordless appoggiato sul petto.

Capii che doveva ancora chiamare Iori.

Ad un certo punto, si riscosse.

Inspirò profondamente.

Pronto, Kirsten? Sono Takeru.”

La ragazza all'altro capo parlottò per un po', poiché lui rimase in silenzio.

Si passò una mano sul viso, apparentemente distrutto.

Capisco, ma...digli che...è importante. Davvero. Kirsten, per favore...Ho bisogno del mio migliore amico.”

Kirsten sembrò convincersi.

Iori?”

Takeru sorrise.

Sì, so che avrei dovuto chiamarti prima. E mi dispiace. Non cercherò scuse...Ma...Vorrei invitare te e Kirsten ad Halloween, a casa mia. Ho miliardi di cose da dirti, amico mio. E tanta gente da presentarti.”
Takeru rimase in silenzio per un po'.

Sì, anche una ragazza. No, non quella del reality...Si chiama Hikari. Sì, è giapponese.”

Sospirò, con lo sguardo assente.

Non è la mia ragazza. Ma c'è qualcosa...Lo capirai da te. Dimmi che verrete...”

Evidentemente, la risposta fu affermativa.

Grazie, Iori. Vi aspetto con impazienza!”


Hai chiamato quelli del catering? E il deejay?”
Hikari sfogliò la rubrica telefonica.

Quanto ti piace organizzare tutto?”
“Io sono sempre stata una persona organizzata, Takaishi. Ad ogni modo, dov'è Frida?”
“Sarà nella sua stanza, che ne so!”

Regola di bon ton: essere sempre gentile ed educato con una ragazza.”
“Suppongo si trovi nella sua stanza, mademoiselle.”

Ecco, così va meglio.”

Hikari gli pizzicò il naso.

Hai chiamato Iori?”

Takeru le sorrise, sfilandole la rubrica di mano.

Ho già preparato tutto, sta tranquilla.”

Detesto stare con le mani in mano.”mormorò Hikari.

Comunque...Non so come tu abbia fatto, ma...mi hai convinto davvero a chiamarlo. Mi ha risposto sua moglie Kirsten.”
“È sposato?”

È per lei che s'è trasferito qui. L'ha conosciuta all'Università, lei era in Giappone per uno scambio tra atenei. Da quel momento, sono inseparabili. Sulle prime, erano entrambi sospettosi. So che non sarà semplice tornare come prima, ma...almeno verranno.”
“Verrà anche Miyako, col marito Ken. E ho miracolosamente convinto mio fratello. In realtà, s'è convinta più Sora.”
“Sora è la ragazza di tuo fratello?”
Hikari assentì. “La vedo strana. Per me, è incinta.”

Di solito, però, più che strani, si è...felici, no?”
Hikari annuì di nuovo, ma la conversazione non ebbe seguito, perché il cellulare di Takeru squillò.

Pronto, carissima? Sì! Scommetto che te l'ha detto Jenny! Sì, certo...Come, non ti ricordi dov'è casa mia? Mi hai già dimenticato?!”
Hikari sospirò, divertita. Considerava Takeru proprio un latin lover da strapazzo.


Takeru! E tu mi avevi tenuto nascosta una bellezza così?”

La voce di Anthony cercò, invano, di sovrastare la musica assordante.

Hikari, vestita da strega, corrugò la fronte, imitando Takeru, che non aveva capito una sola parola di quello che aveva detto il collega.

HO DETTO CHE SEI CARINA!”strillò il ragazzo, vestito da zucca.

Hikari sorrise nervosamente. Era il terzo collega di Takeru che cercava di conquistare la sua attenzione.

Takeru sbuffò, portandola via.

Uscirono dal salone, sentendo il campanello suonare.

Lascia, Ed, faccio io.”
Takeru aprì il cancello esterno.

Ma i tuoi cani dove sono?”

Li ho dovuti mettere a cuccia, sai quanti danni avrebbero fatto?!”

Hikari sorrise.

Non sono passati i bambini a chiederti 'Dolcetto o scherzetto?'”
“Sì, un'infinità. Se n'è occupato Baptist. Sai...Mi hanno fatto pensare a Carla e Juan.”

Hikari arrossì, poi decise di cambiare completamente discorso.

Mi piaceva da morire la prospettiva che iniziassero ad avere ricordi in comune.

Iori è tutto il tuo contrario. ”
“Lo so, tu mi consideri un cretino e scommetto che lo trovi serio, posato, eccetera eccetera. Fidati, però, sa essere molto noioso, col suo senso del dovere. Dev'essere per quello che s'è vestito da ectoplasma.”
“Beh, credo che lo sia. Serio e posato, intendo.”

Sono proprio senza speranza, per te, streghetta? Devo dire, mai costume fu più azzeccato. Quasi meglio di quella zucca vuota di Anthony.”
Hikari rise per la battuta, incapace di trattenersi.

Takeru sorrise a sua volta. “Era squallida, che triste senso dell'umorismo hai?! Comunque, credo che tu gli piaccia. Cioè...Non fraintendere, lui adora sua moglie. Gli piaci come persona.”
“Più o meno come a tre dei tuoi colleghi.”
“Perdonali, sono dei veri pervertiti!”
“Se lo dici tu, allora c'è seriamente da preoccuparsi!”

Sei proprio una brutta strega. Ti manca solo il porro sul naso.”
“E tu perché sei vestito da lupo mannaro?”

Guarda che sei stata tu a scegliermi il vestito. Dici che ci provo sempre con tutte, avrai fatto una strana associazione di idee. Davvero, hai un pessimo senso dell'umorismo.”
“Senti da che pulpito...”

Hikari gli tirò un colpetto.

Nel frattempo, al portone principale, erano arrivati Sora, Taichi, Ken e Miyako.

Espletate le varie presentazioni- Taichi aveva stretto un po' troppo forte la mano di Takeru-, i nuovi venuti si tolsero il giaccone.

Certo che la tua amica è una vampira perfetta, vedi quant'è pallida!”

Hikari fu triste nel confessare che, in realtà, non s'era truccata affatto.

Va già da un po' di tempo così. Te l'ho detto, è incinta.”
Takeru replicò: “Mah, io non ne sarei convinta. Guarda, anche la tua aiutante Miyako è incinta. Eppure, lei...Sembra che risplenda dentro. Sora...appare spenta.”

Hikari deglutì, constatando la verità di quell'affermazione. Ma la festa chiamava, assieme alle numerose starlette che reclamavano Takeru.

Che sembrava proprio nel suo mondo, calmo, sorridente, sicuro di sé. Hikari, invece, sembrava sulle spine, s'era rilassata solo dopo l'arrivo dei suoi amici.

Hikari-chan, forse non avremmo dovuto vestirci come mummie, tu che dici?”
“Per favore, Hikari, dille anche tu che è bellissima.”
La voce profonda e commossa di Ken la colpì.

Ma non vedi che hai un uomo meraviglioso al tuo fianco? Non potrai bere alcolici, ma...goditi la festa!”
“Però, il bianco ingrassa!”

Hikari roteò gli occhi, rallegrata. Anche Sora sembrava star meglio, notò.


Doveva riconoscere-e dovevo anche io- che Takeru, se ci si metteva, aveva notevoli doti organizzative. Si vedeva che era ormai abituato ai party mondani. S'era solo opposto fermamente al circolo di droghe di varia natura, scatenando le proteste e i rifiuti di parecchia gente, ma non aveva ceduto di un millimetro. Ricordai che Hikari fu molto contenta di questa presa di posizione.

Sentivo che l'affinità andava crescendo.

Ad ogni modo, Takeru aveva predisposto alcolici, e la tappezzeria stava subendo iterate violenze. I divanetti erano tutti invasi da coppiette-che fossero di lunga data o di recente istituzione.

Frida s'era vestita solo di nero, ricordando Morticia, e l'effetto era inquietante, visti i suoi capelli scuri e la sua carnagione nivea.

S'era a dir poco scatenata sulla pista da ballo, cosa che stupì enormemente sia Takeru sia Hikari.

Addirittura, si trascinò la mia protetta, facendola ancheggiare come mai l'avevo vista.

Era palese che si vergognasse come una ladra-non era avvezza a feste dell'alta moda-, ma, a modo suo, si stava divertendo.

Finché non urtò Frankenstein.

Hikari, nella foga del momento, rifilò una gomitata potentissima ad un tizio travestito dal famoso mostro.

Oh cielo! SCUSAMI!!”
Il volume usato dalla consolle era troppo alto, così lei non riuscì a sentire la risposta del malcapitato.

Prendendolo per un braccio, lo portò fuori sulla terrazza.

Perdonami! Non volevo, è che io...sono una tale imbranata!”

Il ragazzo-che sovrastava Hikari di venti centimetri buoni- si tolse la maschera. Aveva gli occhi di un blu intenso, cobalto-diversi da quelli di Takeru, molto più chiari- e i capelli color nero pece.

Le sorrise apertamente.

Tranquilla! Dopo aver subìto i colpi di Takeru in partita, posso sopportare i colpi di una bellissima fanciulla.”

Hikari arrossì.

Lui le tese una mano, sorridendo imperterrito.

Lei la strinse distrattamente, catturata dal suo sguardo. Prevedevo di nuovo guai, pensai, mentre cercavo di trattenere Chris.

Hikari. Sono la fotografa del reality...diciamo, un'amica di Takeru. Diciamo.”
“So perfettamente chi sei.”disse lui, con voce vellutata.

Io sono David.”




(*)da Undici Minuti, di Paulo Coelho

Adoro Paulo Coelho, scrive delle frasi meravigliose. Questo capitolo vuole essere un po' un punto di ritrovo, per tirare le redini della situazione, ho inserito praticamente tutti ;) Anche Sora e Yamato che, poverini, dovrebbero avere un po' più di spazio ^^°° Giuro che anche la loro storia verrà sviscerata per bene! Così, sono arrivata al capitolo 18! o_O Mi sembra un traguardo assurdo, e vi devo ringraziare come mai in vita mia! *_*

Il primo, doveroso, più sentito va alla mia beta, che fa orari allucinanti e mi sente per ogni minima cavolata. Davvero non saprei che fare senza di te, Ila :D E poi, mi scrive sempre delle recensioni dettagliatissime, bellissime(levissime xD).

Un grazie a :

Delphinium_Love. Purtroppo, io sono di una lentezza atroce xD Non so quando li farò ribaciare xD

Soruccio. Ehm. Chiedermi di tifare per la Daikeru equivale a chiedermi di diventare interista(sono una sfegatata juventina da quando ho 7 anni **). Credimi, vorrei tanto accontentarti, ma la vedo dura x°D Sono una Takari convintissima =P Però, mi fa davvero un immenso piacere vedere che, nonostante tu abbia idee completamente diverse dalle mie, tu riesca a leggere questa fanfiction, e soprattutto a dirmi che, in qualche modo, ti piace! Significa che, forse, è godibile anche per chi detesta queste coppie ^^° E , se riuscissi ad ottenere una cosa del genere, per me sarebbe davvero un grande onore :)

EnMilly. La tua recensione mi ha causato una sincope. XD Non certo per la lunghezza, tranquilla :) Adoro le recensioni lunghe- ma non sono molto brava a lasciarle xD-, e ti ringrazio da morire. Guarda, credo di avere ancora un ampiiiiissimo margine di miglioramento ^^°° Ma me ne rendo conto anche io, ho scritto cose illeggibili ç_ç Che un giorno dovrò riprendere xD Comunque, ti rispondo per la scelta dell'OOC. Solitamente...Detesto l'OOC xD Ma Hikari e Takeru...in realtà, qui non lo sono =) O meglio...La vita li ha portati un po' via da quel che erano prima :) Sarebbe interessante, dopotutto...Non si rimane mica dodicenni a vita! (e, almeno nel mio caso, meno male!) Ho voluto divertirmi a pensare “Cosa sarebbe successo se...” Se Takeru fosse diventato famoso, se si fosse montato la testa, se Hikari avesse marcato la sua innata voglia di pace e giustizia, se fossero stati costretti a trasferirsi, se...

Ma, conoscendosi e, soprattutto, amandosi, torneranno un po' quel che erano :) Già Takeru in questo capitolo è moooolto più dolce-causerò troppo diabete, me lo sento ç_ç-, e Hikari più morbida :) Aspettati di vederli cambiare ancora ^^ Io credo davvero nel potere dell'amore-detta così, sembro una Sailor Moon xD Ma ci credo nel senso che so quanto possa cambiare, influenzare, delineare il carattere di una persona. Takeru sta smussando i lati più rigidi di Hikari, lei gli sta facendo capire pian piano che, forse, non è tutto oro quel che luccica, e che i rotocalchi, in fondo, non sono poi un granché. È divertentissimo farlo, a volte i personaggi sfuggono completamente al mio controllo. Questo capitolo, per esempio...Non prevedeva un sacco di scene, che però sono venute da sé-per esempio, David è stata proprio un'idea estemporanea!

Daisuke è un discorso a parte. Paradossalmente, mi piace più Daisuke qui che Takeru- qui lo dico e qui lo nego =P Mi fa tanto ridere adottare la sua prospettiva xD Ma non ti preoccupare, non sarà un semplice spettatore. Combinerà qualche altro casino xD E' davvero terribile avere tutto delineato in testa e non avere il tempo per scrivere ç_ç In questo capitolo, sentivo il bisogno di farlo tornare un po' tra le nuvole :) Lieta che ti piaccia l'idea degli angeli ^^ Diciamo che viene dalla convinzione di un'intrinseca magia in questo mondo-non alla Harry Potter, magari, ma di quella che si vede quando si nota l'amore, o un bimbo appena nato, o l'arcobaleno nel cielo. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Io ce la metto sempre tutta, davvero! E mi dispiace se tiro per le lunghe...Ma è proprio nel mio genere ^^°° Non sopporto quando nei film ci si sposa dopo una settimana,per me non è concepibile! (Sappiate che la fine della fiction è ambientata a giugno, fate un po' voi xD) Cerco di rendere il tutto meno pesante, spero di riuscirci!
Ed ora, qualche delucidazione in generale.

Come vedete, i l capitolo è un omaggio a “Casablanca” xD (indirettamente, anche a “Harry ti presento Sally”) E, come tutti, all'amore in generale ^^ E' molto dolce scrivere di Ken e Miyako, divertente di Takeru e Hikari, triste di Sora e Taichi, se dietro c'è Yamato. Io sono una fervente Sorato, e non cambierò certo idea qui! Credo che la parte più divertente del capitolo sia stata inserire Mimi(come mi mancava!) e tradurre in norvegese tale proverbio(che è norvegese per davvero, eh! Sacrosanto Google)

(**) Quando sei solo con te stesso non puoi mentire.

Per chi si chiede da dove prenda fuori lo spunto per determinati dialoghi, giuro che io parlo davvero così! Nel senso...Più o meno, tutti i dialoghi scritti qui vengono dalla mia personale esperienza, naturalmente filtrati per l'occasione xD Per esempio, questa frase, (***), l'ho detta realmente, con tutto l'amore, tutta l'emozione, tutta la paura che si può provare nel dire una cosa così spudoratamente dolce. Solo che io non ero Sora e non avevo uno Yamato davanti, ma questa è un 'altra storia. Bene, dovrei aver finito con gli sproloqui ^^°°° Nel prossimo capitolo, vi aspetta la Festa del Ringraziamento! E si svelerà la storia di Frida per davvero! ^^ Grazie a tutti, ragazzi! È sempre un piacere scrivere con voi che leggete e/o recensite!
HikariKanna


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Capitolo 19
*** Bittersweet scones ***


Angeli del cuore


Hikari?”

La mia protetta aveva una tazza di the in mano, abbracciata ad un cuscino.

Il suo sguardo vagava totalmente assente, sorda com'era all'ennesimo richiamo di Sora.

HIKARI!”

Sora le sventolò davanti il palmo destro, cercando di attirare la sua attenzione.

Hikari trasalì. Rovesciandosi addosso tutto il the alla vaniglia.

Oh, no!”

Sora sospirò.

Tranquilla, puoi metterti una delle mie magliette.”
Hikari si cambiò velocemente, tornando presto in salotto.

Scusa, Sora, sono un po' distratta...”

Si carezzò la nuca, arrossita.

Ma va, non me n'ero accorta”mormorò l'amica, con tono piatto.

Hikari sembrò non cogliere il sarcasmo.

Taichi è partito stamattina?”

Sospirai, stropicciandomi gli occhi, avvertendo compagnia.

Yamato, c'è ancora Hikari. Penso che se ne andrà a breve, comunque” gli comunicai, guardando l'orologio. Era ancora mattina presto, ma da quando Frida s'era trasferita nel “maniero Takaishi”, Hikari doveva fare orari assurdi.

Poco fa. Non voleva partire, ma sta perdendo troppe missioni diplomatiche.”

Hikari sembrò tornare sulla terra.

Si preoccupa solo per te.”

Sora aveva una cera orribile, effettivamente.

Hikari azzardò una carezza sulla sua pancia.

Sora si lamentò appena.

Oh, scusa, ti fa male?”
Yamato mi salutò, per poi sussurrarmi in un soffio: “S'è accorta della mia presenza, vorrebbe mandarla via, ma non lo fa per amicizia nei suoi confronti.”

Sora si morse il labbro inferiore, fissando Hikari imbarazzata.

Yamato riusciva ormai a comprendere ogni singolo segnale da parte di Sora. Era anche questo amare?

Taichi non doveva partire!”gridò improvvisamente Hikari, facendo sobbalzare Sora. “Non doveva lasciarti nelle tue condizioni!”

Sora corrugò la fronte.

Sono più di vent'anni che ci conosciamo, sai quante volte mi ha visto così.”
Hikari si portò le mani alle labbra, sconcertata.

Come me e Yamato.

Credo ci sia un equivoco gigantesco”mormorai al biondino, che sembrava leggermente divertito.

Penso di aver capito di che si tratta”

Oh, cielo! E...hai sempre...”
Non riuscì a completare la frase, spaventata.

Guarda che dura poco. È solo fastidioso perché ormai capita spesso.”

Hikari impallidì ancora.

Non...non mi sento molto bene”

Vedi? Probabilmente è un virus, mi sta facendo passare da un mese le pene dell'inferno.”

Fissai Yamato. “Non dovresti essere in Inghilterra, virus?”
“Gita scolastica dell'assistito” fece spallucce lui, sorridendo.

Virus?”ripeté Hikari, esterrefatta.

Batteri? Non so, non me ne intendo granché. Sei proprio come Taichi, state facendo una tragedia per una semplice gastrite.”

Gastrite?”

Il tono di voce di Hikari era salito di un'ottava.

Sora bevve ancora un sorso dalla sua tazza.

Che avevi capito, scusa?”le chiese, sorridente.

Che fossi incinta!”

Per poco Sora non sputò metà tazza di the via.

Ma sei impazzita?! E la prenderei con così tanta leggerezza?Hikari!”

Hikari sospirò sollevata.

Intendiamoci, magari sarebbe anche ora di farmi diventare zia...Però, ora si spiega perché non sei contenta!”

Hikari...Non avrai condiviso con Taichi le tue preoccupazioni?”

Yamato abbassò gli occhi.

No, certo che no!”
Sora si prese il viso tra le mani.

Oh, un rigurgito?”
“Forse”mormorò Sora.

Bè, allora...forse è meglio se vado, eh? Ti vengo a trovare più tardi?”
“Ma no, tranquilla! Starò bene...E poi, potresti suggestionarti troppo!Ah...Domani ci sarà di nuovo una manifestazione contro l'uso di pellicce nell'alta moda! Magari ci vediamo lì, eh? Ciao!”
Sora la buttò letteralmente fuori di casa.

Campo libero, playboy.”scherzai con Yamato.

Mi sorrise.

Proprio non puoi tornare umano? Non c'è un altro angelo disposto a farlo?”gli chiesi, sinceramente preoccupato della sua sorte. Di riflesso, anche della mia, se il capo avesse saputo della combutta.

Non credere a tutto ciò che dice il capo. Anche gli angeli soli si possono trasformare.”

COSA? Stai scherzando, vero? Ti diverti sempre a prendermi in giro.” conclusi, scherzando nervosamente.
Non era possibile! Era uno dei vincoli dell'essere angeli! Una delle regole auree che mi avevano insegnato ai corsi d'addestramento.

Yamato mi fissò vitreo.

Ti sembra che io stia scherzando? Potrei scherzare su una cosa del genere? Non tutti possono farlo. Tu potresti, Daisuke, per brevissimi periodi. Gli angeli del cuore, solitamente, lo fanno per accelerare ulteriormente la loro missione. Ma...tu hai già Ken e Miyako che ti aiutano. E Takeru è palesemente innamorato, quindi non vedo perché dovresti farlo. Io...e quelli come me...salvo determinate condizioni...proprio non potremmo, no.”

Quelli come lui? Non eravamo uguali?

Sora si guardava attorno spaesata da un po', e capii che Yamato non mi avrebbe detto di più sull'argomento.

Sora sorrideva sempre, non si abbatteva mai. Adesso piange soltanto.”mormorò, stanco, logorato psicologicamente.

Ma ti ama, Yamato”

Quanto ancora potrà durare, Daisuke?”

Se solo avessi potuto saperlo...Se qualcuno avesse potuto fornirmi la risposta. Yamato sembrava inconsolabile, tuttavia...dipendevano così tanto l'uno dall'altra, inevitabilmente, indissolubilmente, che per nessuno dei due era concepibile vivere senza l'altro. Eppure, così non era davvero vivere, tra tresche e sotterfugi.

Buona fortuna, amico”

Fui capace di dirgli solo questo.

Mi chiesi se sarei stato in grado di annullarmi così. Per amore. Pretendevo che le mie vittime, in primis Takeru, lo facessero, ma io...io sarei mai arrivato ad un punto in cui avrei dato così la mia esistenza? A trasformarmi in umano come Ken? A vivere di segreti e piccoli attimi come Yamato?

Yamato si mostrò a Sora.

Capii che gli bastava un suo sorriso per poter trovare la forza. Che per Ken vedere quelle immagini sfocate dell'ecografia era più che sufficiente per non pentirsi mai.

Come potevo fare l'angelo del cuore se non amavo in prima persona? Se mai avevo immaginato che potessero esistere amori del genere?

Chris si accorse subito dello stato d'animo gonfio di tristezza che avevo. Così insolito da parte mia.

E, come tutti i piccoli di ogni specie e razza, ne fu intristito a sua volta, ma cercò di farmi ridere col racconto delle sue più recenti avventure in sala parto.

Dai..vedlai che passelà, anche se non so cos'è! Poi ci sono io con te, no? Non voio vedere Daisuke tritte!”strepitò.

Sorrisi. Per l'amore con la a maiuscola avevo tutta l'esistenza. Intanto, avevo un piccolo grande amico.



Takeru non aveva dato il benché minimo segno di volersi alzare.

Così, Frida sorseggiava il proprio caffè nero, mentre Hikari guardava fuori dalla finestra. Riusciva solo a sospirare, era un paio di giorni che andava avanti così!

Da quando aveva conosciuto Frankenstein.

Ti piace proprio, eh?”
Hikari si voltò di scatto, scarlatta.

No, Takeru te lo lascio volentieri!”
Frida sorrise, enigmatica.

Ma no...Frankenstein. Cos'è, hai la coda di paglia?”
Hikari inclinò leggermente la testa.

Non ho mai letto niente di Mary Shelley.”

Frida sbadigliò.

Mi riferisco al tipo carino della festa.”

Oh!”

Hikari arrossì.

Ecco.

Non mi era bastato carciofo.

Ora ci mancava anche...

David...”esclamò con voce sognante Hikari, tornando a contemplare la volta celeste.

Contegno, per favore! Sono passati i tempi cupi in cui eri un'adolescente in calore!”

'Giorno anche a te, Takeru”grugnì Hikari, dandogli ostentatamente le spalle.

Non so come, ma ti trova carina. Mi ha chiamato ieri, sai...Dave.” Enfatizzò il nome, colpendo nel segno. Usò appositamente il soprannome, per marcare ulteriormente che loro fossero amici.

Mi ha chiesto se questo pomeriggio avevi impegni.”

Hikari deglutì.

Veramente?”

Takeru strinse gli occhi a due fessure.

No”

Hikari gli lanciò un cuscino, trovato per caso su un pouf, in viso.

Smettila di prendermi in giro!”strillò. “E...santo cielo, ma dormi sempre così?!”

Una bambina. Era regredita a almeno quindici anni.

Soltanto adesso poteva vedere com'era 'vestito'. Cioè con un paio di boxer, cosa che la fece arrossire fino alla punta dei capelli. Perfino Frida sembrava leggermente turbata.

No, certo che no.”

Hikari si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

Solitamente dormo nudo. Ho sempre caldo di notte. E capita spesso che io non sia solo...o meglio, capitava. Avete idea di quanto tempo sia che non...”

Hikari tossì, voltando la testa. Stava per scoppiare di vergogna.

Frida commentò. “Troppo per te, il che significa un tempo ragionevole per gli altri esseri umani non stabilmente impegnati”

Guarda che saranno almeno...”
Takeru tenne il conto sulla punta delle dita. “Cosa?! Tre, quattro mesi?!”

Povera stella abbandonata da tutte!”rispose Hikari.

A te saranno anni, tu sicuramente sei una di quelle di almeno dieci appuntamenti prima di arrivarci!”

Hikari voleva sprofondare lontano, oppure dare libero sfogo a ataviche e insospettate tendenze omicide, ne ero certo.

Per le ragazze è diverso, Takeru”s'intromise tranquilla Frida.

Non per quelle che ho frequentato io!”

Takeru rise maliziosamente.

E pensare che hai quasi trent'anni. Ti scandalizza così tanto parlare di-”

Senti!”strillò Hikari, imbarazzata all'inverosimile. “A parte che devo ancora compiere ventisette anni, e sei un villano a ricordare l'età a una ragazza! E poi, non sono affari tuoi di come gestisco la mia vita sentimentale!”

Scherzi a parte, mi ha chiamato davvero. Non mi ha parlato di oggi pomeriggio, ma...Voleva il tuo numero. L'hai stregato davvero, evidentemente.”
Era la mia immaginazione, o sentivo una punta di acidità?

Cosa?”
“Sei sorda? David, il mio compagno di squadra con cui hai sbattuto le ciglia per
tutta la serata, mi ha chiesto il tuo numero”

E tu?”

Lui inclinò di poco la testa, guardandola obliquamente con una curiosa espressione.
“Beh, gliel'ho dato, che dovevo fare?”
Takeru versò il latte per Ayame nell'apposita ciotola.

MA NO!Potevi almeno consultarmi, prima!”

Takeru si portò una mano alle orecchie, ancora semi addormentato.
“Trova un modo per placare gli estrogeni. Perché non avrei dovuto, scusa?”
“Ma...Ma! Ma se lui adesso mi chiamasse?”
Takeru la fissò come se avesse visto uno di noi.

Credevo fosse quello che volevi, che ti chiamasse! Così uscite e vi dite tutte cose sdolcinate, puah!”
Il pH stava scendendo a livelli interessanti.

Stupido!”
Frida sorrideva imperturbabile. Per me, si divertiva più a vedere loro due che a far finta di interessarsi al reality.

Ho bisogno di preparazione psicologica! A che ora ti ha chiamato?”
“Mmm...Ieri sera, perché? Un giorno dopo la festa.”

Pensa se mi avesse chiamato ieri sera! Io sono andata a dormire prestissimo, l'unica volta nella mia vita da anni! E se lui mi avesse chiamato? Alle nove ce l'avevo già spento...Avrà pensato...Che sorta di ventiseienne alle nove va già a dormire?! Oh! Mi avrà dato dell'asociale, lo so!”

Tu sei...”

Takeru non riuscì a concludere la frase, sconvolto.

Perseguitata dalla sfortuna?”
“PAZZA!”l'apostrofò lui, riponendo il cartone di latte in frigo.

L'inconfondibile suoneria del cellulare di Hikari squillò.

OH!”

Takeru si passò una mano tra i capelli, scambiando uno sguardo incredulo con Frida, che, comunque, sembrava aver ritrovato perfettamente l'autocontrollo.

Numero sconosciuto...Che faccio?”
Takeru le strappò impazientemente il telefonino.

Molti 7...è sicuramente il numero di David”

Hikari arrossì.

No, ma prego, contempliamo il cellulare che squilla! Vuoi rispondere?!”

La suoneria continuava imperterrita.

Takeru riprese in mano il cellulare, decidendo di rispondere lui stesso.

Ehi, Dave! Sì, è a casa mia...Un attimo che te la passo!”

Hikari, nel frattempo, gli si era letteralmente lanciata addosso per cercare di carpirgli il prezioso oggetto. Ma lui era abituato a schivare ben altri colpi.

Come dici? Non la trovo...Sarà in bagno!”
Lei, intanto, inviperita, continuava l'attacco.

Finché non caddero l'uno sopra l'altra.

Per sbaglio, il vivavoce era stato attivato.

Takeru?” chiamava la voce al telefono.

Takeru si era ritrovato sopra Hikari, le sue mani sugli esili polsi di lei.

Sembrava paralizzato.

Hikari respirava a fatica. Non riusciva a interrompere il contatto visivo, e il fatto che lui fosse seminudo non aiutava affatto.

Dopo diversi attimi, riuscì a raccogliere la calma e la lucidità necessarie per recuperare il telefonino.

P-Pronto?”
Cercò di limitare al massimo il fiatone, mentre Takeru si alzava e le porgeva una mano.

Ignorandolo, Hikari s'illuminò di un largo sorriso. Poco spontaneo, tuttavia.

Certo, è difficile dimenticarti!”cominciò a flirtare.

Hikari si allontanò, continuando ad emettere striduli suoni al telefono.

Frida si alzò per andare a lavarsi i denti.

Takeru prese un biscotto senza troppa convinzione, mentre Ayame gli faceva le fusa. Quel gatto stava ingrassando a vista d'occhio.

Hikari tornò in cucina dopo relativamente poco tempo-Takeru aveva fatto fuori una decina di biscotti svogliatamente-, e sembrava danzasse.

Presa com'era dalle sue fantasticherie romantiche, mise un piede in fallo e finì per cadere-di nuovo-tra le braccia di Takeru.

La cosa più divertente è che io non avevo nemmeno mosso una piuma.

Takeru la strinse per un secondo.

Attenta a non fare questo tipo di figuracce con Dave”mormorò al suo orecchio, in giapponese.

So che potrebbe sembrare assurdo, ma raramente parlavano in giapponese. In realtà, erano spesso in compagnia di Frida, o comunque di gente che in giapponese sapeva a stento dire 'grazie'...Perciò, ogni volta che succedeva, ne ero davvero felice. Era come se...come se avessero una lingua segreta che li avvolgeva in una realtà completamente loro.

Hikari sorrise.

Tu pensa a non lievitare come Ayame!”

Gli pizzicò gli addominali- molto rilassati.

Takeru fece una strana smorfia quando Hikari lo sfiorò.

Sono solo fuori allenamento!”protestò.

Bè, fa' in modo di ritornare presto in campo!Altrimenti andrai in crisi d'astinenza...”scherzò lei, accesa in viso.

Takeru”fece allontanandosi.

Lui non rispose.

Questo pomeriggio Frida lavora e tu devi fare fisioterapia, vero?”si volle sincerare.

L'altro annuì.

Hai finalmente perso l'uso della parola?”
“Esci con Dave?”

Quelle tre parole e i suoi occhi azzurri-improvvisamente così di ghiaccio- sembrarono trafiggerla.

Si torturò una ciocca di capelli. Erano cresciuti moltissimo dall'estate.

Sì, beh, dice che vuole portarmi in un posticino carino...Magari, questa volta farò passare anche meno di dieci appuntamenti!”ironizzò.

Takeru alzò un sopracciglio, scettico.

Dave è un bravo ragazzo.”disse all'improvviso, asciutto.

Senza darle possibilità di replicare, Takeru si allontanò di corsa. Senza neppure salutarla.


Miyako s'era premurata personalmente di vestire Hikari.

Mettiamola così”sostenne “ Metà del tuo guardaroba è scialbo, piatto, insignificante.”

Oh, grazie, Miya-chan. Tu sì che sei un'amica!”replicò piccata Hikari. “E cosa mi consigli?”
“Tieni, prendi questa”

Tirò fuori dalla borsa una maglietta con scollo a barca bianca.

E pensare che mi andava così bene! ”si rammaricò teatralmente.

Dai, Miya!Piantala!”esclamò ridendo Hikari, infilandosi la maglietta. Le andava un filino larga, ma le piaceva molto l'effetto che aveva su di lei.

Poi ho deciso di dare uno schiaffo alla fame nel mondo.”borbottò l'altra, incurante del commento di Hikari.

Quella considerazione, tipica di un'irruenta e logorroica Miyako, fece ricordare a Hikari i tempi che erano stati.
“Sai, Miya, è molto che non prendo parte a cortei o a manifestazioni. Né che compro gli hamburger vegetariani.”
“Takeru ti tiene a dieta?”scherzò l'altra. “Ormai passi più tempo da lui che qui o a casa tua!”

Ma no, è che mangio a casa sua perché ha sempre il frigo pieno, il viziato. E Margareth è molto brava”

Si vede che mangi un po' meglio, hai l'aria più sana.”

Miyako le pizzicò una guancia.

Ma non mi sembra più di essere me stessa”

Lo sguardo di Hikari vagò lontano, ma era sicuramente un lontano diverso da quello della mattina. Era un lontano temporale, ai tempi in cui a stento sapeva chi fosse Takeru Takaishi.

La gente cambia, Hikari. In modi impensati.”
“Io non voglio cambiare. Mi piacevo prima.”sussurrò lei, sospirando.

Adesso no?”
“Adesso mi sento più sicura col mio lavoro. Ma questo durerà fino a dicembre, fino alla fine del reality. E poi?”
“Magari a Takeru farebbe piacere averti a casa sua anche dopo che Frida se ne sarà andata, non ti pare? E poi...bè, potrei farti un sacco di pubblicità su Internet!”
Hikari esaminò le proprie unghie.

Takeru non mi sopporta, Miyako.” eluse completamente la seconda parte del periodo di Miyako.
“Non dire sciocchezze. Sai benissimo che non è così. Non ti avrebbe scelta lui, ti ricordo cos'è arrivato ad esigere con la produzione? E non ti avrebbe baciata nel modo in cui mi hai raccontato!”
Miyako sorrise, guardando momentaneamente in aria.

Sentiva che ero lì con loro.

Hikari arrossì.

Le aveva raccontato del bacio?! Me l'ero perso. Dovevo assolutamente chiacchierare con Ken e Miyako, uno di quei giorni.

Ma...Allora era davvero importante per lei. Ah, questo inutile orgoglio! Chissà se c'era uno strumento che potevo chiedere al capo al proposito. Dubitavo, di solito era quello che combinava più guai nelle relazioni, mettendo in crisi anche noi angeli.

Quella sera eravamo un po' strani, tutto qui.”rispose stizzosa.

Sarà. Come ha reagito stamattina?”

Hikari arrossì ancora di più. Era incredibile che riuscisse ad arrossire così tanto e così tante volte nell'arco della stessa giornata.

A cosa?”

Vedi, in altri tempi avresti domandato 'chi?'. Comunque, alla notizia che uscissi con David, no?”
“Ah”

Hikari chiuse gli occhi e le diede le spalle.

Mi ha detto solo che è un bravo ragazzo, poi è letteralmente scappato.”

Miyako rimase in silenzio.

David ti viene a prendere qui?”

Sì”fece Hikari assente. “Anzi, sarà meglio che scenda!”


Hikari sospirò ancora, avvolgendosi più strettamente il foulard attorno all'esile collo.

Miyako le aveva sconsigliato di andare in anticipo, naturalmente, ma lei vedeva il programmato ritardo femminile a un appuntamento talmente ridicolo e irrispettoso!

Dave non arrivò né in anticipo né in ritardo, ma perfettamente puntuale.

Ciao!”

La salutò con un caloroso bacio sulla guancia.

Visto che la sua guancia, come al solito, s'era colorata di un rosa più intenso, David rise. Hikari sembrò...sciogliersi.

Oh, scusa. Troppo all'occidentale, vero?”

Hikari sorrise imbarazzata.

Un po' sì”ammise. “Dove andiamo?”

Gli occhi blu di David si accesero.

Ti chiedo scusa per l'orario...So che è un po' presto, ma penso che il nostro primo appuntamento abbia bisogno di un posto speciale”



Non ci posso credere”mormorò lei, senza fiato. “Hai prenotato qui?!”

David si grattò la testa.

Troppo difficile da credere?”
Hikari non riuscì a parlare. “Il...'Lobby at the Peninsula'...”esclamò con aria sognante.

Sì, bè, ho pensato che ti piacesse il the! Takeru mi ha detto che lo bevi sempre, ma d'altronde sei giapponese...e a me piace molto! Così ho pensato, perché non portarla alla migliore casa del the di Chicago?”

Hikari si portò le mani alle labbra, piacevolmente sorpresa.

La cosa si presentava più ostica rispetto alla situazione con Mark.

David la fece accomodare al tavolino riservato per loro.

Scommetto che vuoi il the alla vaniglia!”fece lui, sorridente.

Sì, è il mio preferito! Ma come fai a saperlo?”chiese curiosa lei, attendendo che David finisse di ordinare.

Ho chiesto a Takeru, naturalmente.”

Hikari si morse un labbro.

Quante cose hai chiesto di me a Takeru?”

Sembrava più una domanda rivolta a se stessa; sembrava celasse 'Ma quante cose sa realmente Takeru di me?'.

Bè, ieri gli ho telefonato, no? Gli ho anche chiesto un paio di consigli.”

Hai chiesto a Takeru consigli per conquistarmi?”

Hikari sgranò gli occhi, sorridendo.

I due the arrivarono, assieme a un enorme vassoio di dolci.

Messaggio in codice?”
David la osservò dolcemente. “Non saresti male se prendessi un paio di chili. Ho fatto eliminare i sandwich perché so che sei vegetariana, ma ti perdi le migliori opere della casa.”
Hikari fissò il the, imbarazzata. Certo che doveva avergli fatto un interrogatorio! Però Takeru questo non l'aveva detto...

Prese uno scone timidamente, mentre i violinisti cominciavano a suonare.

Addirittura l'orchestra...”mormorò lei.

Quando uno vuole fare le cose in grande!”gli fece l'occhiolino lui.

Scusami, ti sarò sembrato affrettato”riprese. “Ma...Anche prima della festa di Halloween, ti conoscevo.”

Hikari rimase col boccone a mezz'aria.

E come? Non mi ricordo di aver mai incontrato colleghi di Takeru!”

David le sorrise, tranquillo.

Takeru parla in continuazione di te. Da...tipo agosto? Sì, credo fosse dalla famigerata foto del calendario. Takeru è sempre stato il più bello di tutti noi e...”

S'interruppe un attimo. Sperava forse che Hikari dicesse cose del tipo “Ma no, sei tu che sei bellissimo!”?

Hikari mostrò una netta insensibilità, sorseggiando il the con aria assorta.

Diciamo che era automatico che fosse lui il prescelto per la foto. Ma da quel momento...ti ha sempre citata, davvero. All'inizio, lo ammetto, era un po' esagerato. Pian piano, il suo giudizio s'è molto addolcito. Sento di conoscerti da sempre...Ma...Vorresti raccontarmi tu di te, adesso? Sarebbe bello sentirlo da parte della diretta interessata.”

Hikari si strozzò quasi col dolcetto.

Ma...stiamo parlando dello stesso Takeru?!”

Io credo abbia un'immensa stima di te. So che sei giapponese, che vi siete ritrovati in vacanza insieme, che hai un fratello, che sei una bravissima fotografa. Io e Takeru siamo molto amici, anche se potrebbe non sembrare. Ogni volta che lo chiamavo per sapere come se la passasse, il discorso, in qualche modo, verteva sempre su di te. Mi era venuta un'enorme voglia di conoscerti. E lui ha avuto l'idea della festa di Halloween.”spiegò semplicemente.

Tutto ciò era straordinariamente interessante. Forse aveva ragione Yamato...Forse Takeru era già bell'e innamorato. Promemoria per me: chiedere al capo di utilizzare l'analizza-lista. Era uno strumento capace di indicare, a seconda del soggetto, le persone per lui più importanti.

Le guance di Hikari subirono un'improvvisa accelerazione nel flusso sanguigno. “Detto così, sa di appuntamento organizzato. E tu sei...”
“Sì, lo so, un folle che s'invaghisce prima del carattere di una persona e poi del suo aspetto fisico. Probabilmente è davvero così.”

David le prese una mano.

Sei di una specie particolarmente rara, allora.”replicò Hikari.

Lui le baciò la mano, scatenando in Chris una piccola crisi di nervi. Tanto che fece spezzare la corda del sol a un violinista, provocando un leggero tumulto nelle retrovie. Il momento magico s'era dissolto.


Il pomeriggio trascorse con Hikari che raccontava di sé, e David che la ascoltava ammaliato. Era stato indubbiamente strano per lei non dover sempre ribattere a battutine irriverenti e non dover ascoltare la voce di Takeru sempre nelle orecchie.

Hikari lo invitò a raccontarsi; tuttavia, David aveva avuto una vita molto tranquilla. Non eccelleva a scuola, ma nel basket sì; sapeva cos'avrebbe fatto molto prima del liceo ed era così alto fin dall'età di quattordici anni. Era figlio unico, ma Hikari non lo trovava assolutamente viziato.

Non come Takeru, almeno!”cercò di scherzare.

David le accarezzò una guancia.

Non lo giudicare, lo conosci da pochi mesi. Non sai davvero com'è.”

Hikari rimase paralizzata dal suo sguardo.

E chi ci tiene a saperlo!?”

La sua risata fu troppo acuta perché potesse risultare vera. “Ma comunque lui non è qui, giusto? Allora perché parlare di lui?”
“Già, perché?”le fece eco David, con un'ombra negli occhi. “Scusa, è che è grazie a lui che ti conosco. Se non fosse per lui, adesso non starei con la ragazza più bella del locale e, probabilmente, della città.”

Credevo che Hikari prima o poi avrebbe dimenticato di respirare, con tutti quei complimenti.

David insistette per pagare da solo, nonostante Hikari sapesse che era un locale costosissimo. E la volle accompagnare allo studio con la sua automobile.

Oltre ai muscoli e all'altezza, vi danno sempre macchine così belle?”

David non rispose, accostando la vettura.

Déjà-vu.

Ma com'era diverso quella volta.

Non c'era un Takeru sicuro di sé a dimostrare che lei, in fondo, era attratta da lui.

C'era un David dolce fino al diabete.

Oh, io...siamo già arrivati?”chiese Hikari, scioccamente, conoscendo perfettamente la risposta.
Fece per aprire la portiera.

Grazie davvero per oggi. Era tantissimo che non avevo un appuntamento così bello.”
Il tono che aveva ricordava quando nel pomeriggio aveva detto :“Scusa, potresti passarmi lo zucchero?” o “Certo che dev'essere difficile gestire un locale del genere e mantenerlo a certi livelli”.

Non era rossa in viso, sembrava solo un po' irrequieta.

Grazie a te. Hikari...”
“Sì?”

Hikari stava per schiacciare il pulsante che l'avrebbe liberata dalla cintura di sicurezza, quando lui le chiese, con una certa apprensione: “Posso darti un bacio?”

Chris voleva intervenire, ma glielo proibii. Hikari doveva capire da sola che era innamorata di Takeru e non di quel damerino. Solo se avesse persistito con David, avremmo usato le maniere forti.

Hikari deglutì.

Bè...Immagino di sì, dopotutto...”

Fu zittita dalle labbra di David. Notai come volesse lasciarsi andare, tuttavia ad un certo punto mi sembrò di sentire uno strano mugolio.

David si staccò da Hikari.

Oh! Scusa...Ti fa male?”

Il fermaglio che Hikari aveva indossato tra i capelli si era incastrato e colpiva con la punta la tempia di David.

Chris sembrò calmarsi.

Visto, piccolo?”
“Solo pecché lei ha il femmaglio!”

Non ne ero affatto convinto.

Hikari estrasse il fermaglio, uscendo di fretta dall'auto.

Ti richiamo, allora!”

David le mandò un bacio volante; Hikari rispose con un esitante cenno di saluto.


Frida, ho assoluto bisogno di te”

Hikari entrò in casa Takaishi il mattino successivo di buon'ora. Ormai i cani e i due bodyguard le erano amici.

Devi costruire una protesi?”
Hikari si guardò attorno, mentre Frida faceva colazione.

Ma quanto dorme?”

I gatti dormono un sacco, dovresti sap...”
L'altra fece un cenno impaziente.

Il padrone del gatto.”

Frida alzò gli occhi al cielo.

Manca poco che dorma con la mascherina”

Hikari rise.

Ad ogni modo no, non ho bisogno di te perché ingegnera biomedica. Tu sei contro le pellicce?”

Guarda che molti miei colleghi biotecnologi utilizzano animali per la ricerca. Non posso manifestare contro di loro.”
Hikari arricciò le labbra.

Per quanto non mi piaccia l'idea che vengano usati animali, almeno quelli servono a uno scopo ben preciso e comprensibile. Anche se credo che meritino di vivere molto più di determinati esseri umani”

Non coglierò quest'allusione a me medesimo”

Takeru entrò in cucina, chiedendo a Margareth di preparargli un cappuccino.

Hikari sospirò.

Sai che sta per finire novembre? Non stai congelando?”
“E a che mi serve il riscaldamento centralizzato? È un peccato coprirmi così tanto anche in casa!”

Frida lo ignorò deliberatamente.

Quindi, di che si tratta?”

Sentite, pensavo...Sarebbe bello se manifestaste con me! Le star contro le pellicce fanno sempre più tendenza! Sarebbero ottime foto per il nostro appuntamento settimanale nello studio...E mi fareste molto felice.”abbassò gli occhi.

Qualcosa sembrò scuotere Takeru.

Hai idea che per questa idea bislacca rischio di essere diseredato da mia madre?”

Capirai, muori proprio di fame!”

Takeru sorrise.

Però prendo un megafono e parlo alla folla!”

Hikari scambiò uno sguardo sbigottito con Frida.

Purché non mi citi”
“Scherzi?Citerò la mia adorabile fotografa preferita!”
Adorabile?


Se mi vedesse mia madre...”

Sai solo lamentarti!” sorrise Hikari, usa al suo falso vittimismo.

Il corteo era quasi terminato.

Non era raro vedere Hikari determinata, ma quando combatteva per qualcosa in cui credeva sembrava trasfigurarsi.

Frida era lì per fare numero, essenzialmente.

Sarei mai riuscito a vederla veramente sconvolta per qualcosa?

Erano giunti al luogo in cui si sarebbero avvicendati esponenti importanti di associazioni contro lo sfruttamento degli animali e scienziati esperti in rischio d'estinzione.

Dopo il loro turno, toccò ad alcuni rappresentanti della folla esprimere il loro punto di vista.

Il “palco”si trovava proprio vicino ad un noto atelier specializzato in costose pellicce.

Hikari aveva cercato Sora per tutto il tempo, s'era messa in prima fila, aveva urlato a più non posso...Ma quando fu Takeru a prendere il microfono, cercò di allontanarsi il più possibile.

Amici!”
Non appena incominciò a parlare, nemmeno fosse un politico consumato, si radunarono capannelli di fan.

OH MIO DIO! TAKERU TAKAISHIIIIIIIIIIIIIIII!”era lo strido che si udiva più di frequente.

Seguito da “Uuuuuuh! Allora partecipo anch'io!” e “AAAAH! QUANT'È FIGO DAL VIVO!”.

Tutte quelle tempeste ormonali erano molto divertenti e Hikari, malgrado ne fosse evidentemente irritata, dovette riconoscere con Frida che comunque, più gente c'era, meglio era.

Vi chiederete come sia possibile che io mi trovi qui, ora, con voi! Ma...Posseggo un bellissimo gattino bianco, con un pelo meraviglioso...”
Pausa ad effetto.

Che diavolo c'entra Ayame ora?!”si domandò Hikari, la fronte imperlata di sudore.

Pensate ai vostri animali!” ululò alla gente che entrava ed usciva dall'atelier. “Vorreste indossarli? Se penso che potreste vestire il mio stupendo Ayame...Non vi vergognate?!”

Delle signore stupite osservarono il giovane infervorato.

Ehm...veramente noi ci preoccupavamo più delle pellicce di animali in via d'estinzione, ma...”
“Zitto lei! Il mio gatto forse non è importante?!”

Takeru aveva appena stoppato un luminare.

Fermatelo, vi scongiuro”pregò Hikari, sussurrando tra sé e sé.

E allora, amiche! Non riscalda anche la pelliccia sintetica? Dovete per forza abbattere dei poveri innocenti animali? Ma ci pensate a quanto soffrono? A quegli occhietti vispi che vi osservano, solo in cerca di affetto?”

Takeru si fermò. Mi venne il dubbio che fosse serio.

Poi usò la tecnica della voce suadente.

Vi imploro...Non comprate più delle pellicce”

Alcune delle signore che stavano per entrare nell'atelier furono davvero colpite dal suo sermone e, in lacrime, non misero più piede nel negozio.

E Takeru ricevette uno scroscio di applausi.

Amici...un'ultima parola...Io non sarei qui se non fosse per una persona. Una donna speciale...”
Hikari arrossì. Le sentii il cuore battere forte.

...Frida, tesoro, sali sul palco!”

Hikari si morse un labbro, ma notai chiaramente il sentimento che le si era disegnato in viso, mentre Takeru abbracciava Frida sul palco.

Delusione.


Takeru cercava preoccupato la luce del flash, una foto così sarebbe stata perfetta per il reality!

Tuttavia, non lo vide arrivare da Hikari.

Non trovava più Hikari nella folla. E, senza dubbio, cercava lei con lo sguardo. Scese dal palco, col pubblico ancora in visibilio e Frida sballottata di qua e di là- un po' per invidia, un po' perché era anche lei era famosa, causa reality.

Ma Hikari s'era allontanata dalla folla, l'avevo persa di vista anch'io.

Chris mi rifilò una gomitata.

Guadda”

Hikari era appoggiata ad un albero, in piedi, a braccia conserte.

Piangeva.

Era palese che non volesse farsi vedere e si vergognasse di quel suo sfogo puerile, ma non sembrava granché in grado di ricacciare indietro le lacrime.

Feci in modo che Takeru avesse un attimo di tregua dalla folla, perché potesse raggiungerla.

Ehi, dico, io faccio tutto questo perché tu mi scatti quella maledetta foto con Frida e tu...”
Hikari tirò su col naso.

Scattala da solo!”

Hikari gli lanciò la macchina fotografica.

Voleva salile lei sul palco, vero, Dai?”
“Io credo proprio di sì, Chris”sorrisi. Mancava veramente poco. Persino Hikari doveva capire che quella era cocente delusione. Gelosia, forse. E se non l'avesse capito in breve, io e Chris avremmo combinato di tutto.

Sei impazzita, poteva rompersi!”

Appena vide Hikari in viso, la sua espressione cambiò. Era quasi preoccupata.

Non provare nemmeno a dirmi che è raffreddore”

Takeru le riconsegnò la macchina fotografica, appoggiando una mano all'albero e bloccandola.

Ti sbagli. Dev'essere allergia”

Takeru le asciugò le lacrime.

Guardami negli occhi, su. Si può sapere che hai? Non ti ho mai vista così!”

Hikari peggiorò notevolmente. Non riusciva proprio a smettere di piangere.

Si stropicciò gli occhi invano.

Sto bene, vattene. Torna dalle tue fan”

No, non me ne vado finché non mi dici che razza di storia è questa.”
Hikari abbassò lo sguardo, ma lui le sollevò il mento.

Io vado a cortei da anni, prendo anche la parola...e non ero mai stata accolta così. Poi arrivi tu, fresco fresco, e vedi...”

Stronzate”

Hikari si zittì.

Non è assolutamente questo il problema.”
Takeru le toccò la fronte con la sua.

Eri solo terribilmente imbarazzata che fossi sul palco, non irritata. Ti osservavo, credevi ti facessi fare una brutta figura, eh?Sei sparita quando...”
Takeru si fermò, indietreggiando confuso. Realizzando qualcosa.

Hikari non osava guardarlo negli occhi.

Avevo fatto in modo che fossero tutti interessati unicamente a Frida. E mi compiacevo di questo; Hikari e Takeru promettevano sviluppi affascinanti.

Volevi che chiamassi te?”le chiese dolcemente.

Hikari si tamponò gli occhi gonfi.

Non essere stupido”

Chi sta facendo lo stupido, adesso?”
Hikari alzò lo sguardo.

Non credevo potessi essere così poco riconoscente”gli disse duramente.

Lo scansò, ma lui fu più veloce e la costrinse a voltarsi.

Se non fosse stato per il reality, avrei chiamato te. Libera di non credermi, se vuoi. Comunque, se l'avessi fatto, saresti finita in pasto al gossip. E mi avresti odiato.”

Bravo, ottima analisi psicologica”

Hikari cercò di divincolarsi dalla stretta, ma doveva sempre considerare i centimetri, la forza, i chili che Takeru aveva più di lei.

Ho imparato a conoscerti, credo”
Il viso di Hikari si indurì.

Così tanto che ti permetti di indicare a David le migliori strategie per conquistarmi?Complimenti, Takaishi.”

L'ombra delle lacrime era tornata in lei. Stavolta di rabbia. L'ultima frase l'aveva detta in inglese.

Takeru non rispose, ma la liberò dalla morsa.

Hikari aveva il respiro affannoso per la collera. Non era mai stata veramente così adirata con Takeru...Annoiata, sì. Stufa delle sue avances. Scandalizzata dai suoi comportamenti. Ma mai così sdegnata.

Credo che lo fosse anche con se stessa. Odiava mostrarsi debole...e Takeru aveva ragione. Non aveva detto tutta la verità.

In quell'imbarazzante silenzio, arrivò la limousine di Takeru con Ed al volante. Decisi che era il momento anche per Frida di essere risparmiata dalla gogna mediatica.

Signorino, mi spiace disturbarla. Ma sono giunti a casa due uomini che sostengono di essere i signori Bjørnson.”
“E quindi? Non conosco nessuno con questo cognome”rispose Takeru, ancora un po' scosso.

Frida sgranò gli occhi.

Il mio...”

Prese fiato.

Io mi chiamo Bjørnson di cognome”



Ok! Sono tornata in tempi record per me =P E non sono nemmeno troppo in vacanza ç_ç Adesso sono in modalità Star Wars *_* ANAKIN *_________* ç_ç

Comunque xD...Eccomi qui!A festeggiare 4 anni e 4 giorni di questa fanfiction...Santo cielo, così tanto xD

Mi sono divertita da morire a scrivere questo capitolo! Cioè...All'inizio, la prima scena Takari è stata imbarazzante da scrivere xD Ma credo sia necessario e inevitabile far risaltare il fatto che si attraggano anche in senso fisico ;) Hikari mi fa moltissima dolcezza, qui...Dal 'Takeru mi odia' all'appuntamento con David e, soprattutto, all'ultima scena. Takeru lo trovo sempre più un amore xD

Prometto che il prossimo capitolo tratterà DAVVERO del Thanksgiving Day xD
Ma rispondo alle vostre recensioni! Mi farete piangere sul serio, prima o poi ç_ç 118 recensioni mi sembra un sogno xD

-marmalade_honey: Accontentata subito! Spero ti piaccia anche questo xD Sììììììììììììì, Takeru-kun rimarrà sempre il mio personaggio preferito, in qualunque veste me lo si metta xD

-EnMilly: Non che questa sia una recensione corta xD Ma come diavolo fate a lasciare delle recensioni così belle e dettagliate?? ç_ç

Beh, non considero gli angeli come delle divinità, perciò ci sono tante cose che nemmeno loro sanno fare ^^'' Sorry se la cosa ti intristisce! Per la situazione di Sora, lo so che non faccio altro che farla piangere e sembra proprio una 'donna dai facili costumi', per dirla con una perifrasi xD Ma non posso incentrare la cosa solo su come siano dilaniati lei e Yamato interiormente, sennò non ne esco più xD Allo stesso tempo, vorrei che fosse chiara la situazione...E la mia posizione =P Non sarò Taiora qui, ma ognuno è libero di preferire ciò che vuole, figuriamoci! Per come ho organizzato la storia, né Takeru né Hikari sono così svegli...Takeru sembra esserlo, fa un po' lo sbruffoncello, ma, in fin dei conti, a parte Véronique, non ha mai amato veramente qualcuno...E anche il rapporto con Véro era importante solo perché primo amore. Hikari è una giovane donna romantica che non riesce a vedere quanto Takeru possa essere potenzialmente ideale per lei, che ha avuto una serie di storie non impegnative, che hanno lasciato il tempo che hanno trovato. Perciò, è abbastanza credibile che nessuno dei due capisca bene cosa stia succedendo...Lui perché non è abituato a qualcuna che gli dica di no, lei perché non riesce a credere di poter essere attratta da una persona così diversa. La cosa divertente è che Takeru non può arrabbiarsi come con Mark, perché lui e David sono amici xD Ho in serbo ancora sorprese ^^ Almeno per una decina di capitoli xD

-Shine: Oh! Che cosa dolce vedere concittadine che non si conoscono e si recensiscono xD Lieta che Padme ti abbia consigliato di leggermi ^//^ Certo che Daisuke sta conquistando cuori...Dovrò creare un sondaggio alla fine della fic xD Per me, vincerà sempre Takeru xD Il mio secondo personaggio preferito è Ayame XD Se riuscissi davvero a prendermi un gatto- quando sarò indipendente sotto tutti i punti di vista-, lo chiamerei davvero così XD

Ma torniamo alla recensione ^^ Non so come ringraziarti, mi hai riempito di parole bellissime ** Per la questione Sorato, ho già parzialmente risposto. Essendo una fiction essenzialmente Takari, vorrei anche creare capitoli solo per loro, ma perderei il filo narrativo! È una cosa che mi dispiace, tuttavia è necessario :( Ma non temere u.u Non sarà nei capitoli immediatamente successivi, ma anche la loro storia si dipanerà. Ken e Miyako sono taaaaaanto dolci ^^ Loro sono la mia certezza, qui xD Iori comparirà ancora :) Non spesso come vorresti, forse xD Grazie ancora ^^

-Delphinium_Love: Ma tranquilla ^^ Non vi commuovete ancora troppo xD Oh, che dubbio? Spero di averlo risolto! Altrimenti, dimmi pure di che si trattava...Esprimo la mia posizione su David xD David incarna un perfetto cavaliere, ma...troppo perfetto! Esiste in questa fanfiction proprio per far comprendere a Hikari che non è la perfezione quella che cerca... :)

Padme, non ti offendere se non mi ripeto qui ^^ Ma discuto talmente tanto con te di questa fanfiction che sarai stanca di sentirmi ancora xD E poi, sai benissimo di potermi sempre chiamare =P Grazie davvero per tutto il lavoraccio che fai, per la pazienza e per le parole bellissime che sai usare ^_^

Ancora grazie a tutti voi! Alla prossima :)
HikariKanna

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Capitolo 20
*** Grazie ***



Angeli del cuore


Frida sembrava tutto fuorché...se stessa. O quantomeno, quella parte di se stessa che aveva sino ad allora mostrato.

Dopo la manifestazione, le inaspettate e inesplicabili lacrime di Hikari, l'ennesima dimostrazione che Takeru era proprio un animale da palcoscenico, Edward era arrivato, trafelato, annunciando una notizia che nessuno si sarebbe atteso. La famiglia Bjørnson era lì a Chicago.

Frida trasse per l'ennesima volta un sospiro.

Aveva pregato Edward di rallentare il più possibile.

Se già era strano che Frida pregasse qualcuno, la faccenda più inconsueta era che non sembrava affatto impaziente di riabbracciare i propri cari.
E, comunque, non potevano poi girare più di tanto, avrebbero consumato troppa benzina e Hikari avrebbe protestato per mesi. Chicago era la terza città più popolosa degli Stati Uniti, avrebbero rivisto per l'undicesima volta il lago Michigan se avessero continuato ad evitare casa Takaishi.

Chris scoppiò a piangere, senza un chiaro perché.

Ehi! Che ti prende?”

Singhiozzando violentemente, il baby angelo strepitò che era talmente triste vedere qualcuno che non voleva assolutamente ritrovare la propria famiglia.

Reazione esagerata, ma lui viveva solo osservando donne incinte che amavano profondamente i bambini che portavano in grembo. Ahimè, non sempre chi aveva contribuito al concepimento del nascituro.

Ma Chris era sempre stato di una fortuna sfacciata. Assieme a un altro baby angelo, Maya, aveva sempre assistito famiglie relativamente facili. O, comunque, situazioni in cui c'era amore. L'ultima volta s'erano occupati di una diciottenne portoghese incinta. Ma il padre del bambino sembrava persino più felice della futura madre.

Mi stupii, perciò, della mia stessa domanda. Era così evidente che Chris non potesse nemmeno arrivare a elaborare una cosa del genere. Per lui, come sarebbe dovuto essere per tutti, famiglia significava amore. Senza mezzi termini.

Lo cullai dolcemente, mentre oramai Frida s'era decisa a far fermare Edward. Takeru non aveva osato contraddirla, era fuori di sé.

I tre scesero dalla vettura.

Frida tremava.

Non credo ti vogliano mangiare”intervenne Takeru, cercando di stemperare la tensione. Era più forte di lui, detestava l'oppressione causata da ansia e tristezza.

Frida non accennava a calmarsi.

Nat li aveva fermati alla porta d'ingresso, tuttavia non aveva sguinzagliato i dolci cagnolini.

Due figure alte e biondissime, molto più di Takeru, si ergevano di spalle al trio in arrivo. Una delle due sembrava divertirsi un mondo.

Frida deglutì, ma decise di precedere Takeru e Hikari, che non si guardavano neppure in viso.

Far. Bror.

Frida si espresse in norvegese, chiamando le figure rispettivamente padre e fratello.



Olaf Bjørnson fissava sua figlia Frida con crescente curiosità.

Ora erano tutti e cinque seduti nella saletta da colazione, che negli ultimi tempi era stata dimenticata a favore della più democratica cucina, mentre Margareth serviva della buona cioccolata calda.

Eravamo andati all'indirizzo che ci avevi dato, ma il portiere del tuo palazzo ci ha guardato come se fossimo degli alieni.”
“Degli sprovveduti”sputò con sufficienza il fratello di lei, tale Sven.

Ad ogni modo, ci ha detto che ti avremmo trovato qui.”

Frida posò la tazza sul tavolino.

Che cosa siete venuti a fare?”
Tra loro, naturalmente, parlavano norvegese. Motivo per cui Hikari e Takeru si scambiavano degli sguardi perplessi, per poi arrossire o distogliere lo sguardo, innervositi, non appena si ricordavano l'accaduto di pochi minuti prima.

Olaf sembrò piuttosto stupito della domanda.

Che domanda è! Sei negli Stati Uniti da mesi, oramai! Non pensavamo che questo stage durasse così tanto...”
Tu non lo sapevi, papà. Ma Frida non ha mai detto di voler tornare presto in Norvegia”lo rimbeccò Sven, aggiustandosi il ciuffo.

Sven ha ragione, papà. E poi, sono...quanti, quattro mesi?”

E' da luglio che non torni in Norvegia.Mancava poco che ti perdessi il Jonson.(*)”
“Appunto, quattro mesi”concluse Frida con noncuranza.

Tesoro, ma era assurdo che non venissimo almeno una volta a trovarti! Tu non sei tornata, ti aspettavamo almeno per le vacanze estive! Allora, dal momento che non potevamo aspettarti in eterno, siamo giunti noi! Vero, giovanotto?”

Il signor Bjørnson scompigliò allegramente i capelli del secondogenito.

Papà! Ci ho messo due ore a sistemarli così! Senza contare poi la schifosa umidità che provoca il lago a questa città!”
“In che fase della tua adolescenza sei, adesso, fratellino?”
Olaf lo guardò affettuosamente, mentre Sven, torvo, cercava di placare la sua capigliatura originariamente ondulata.

Oh, adesso è nel periodo da black metal norvegese. Sai, quello duro. Fa molto...Fico”

Papà!”reclamò scandalizzato il ragazzo.

Mmm, e che ne è stato del teddy boy che conoscevo?”
Sven le rivolse un'occhiata allarmata.

Ero piccolo. Incapace di intendere e di volere.”

Ma eri molto carino vestito sempre così bene!”sorrise Frida.

Puah. I gilet in broccato e la coda d'anatra proprio non li usavo. Non sono un fighettino qualsiasi. Era un'oscena moda degli anni Sessanta. E io non vado in giro ad accompagnarmi a bande neo naziste. Né mi chiamo Edward, quindi non ti autorizzo a chiamarmi Teddy!”sentenziò con livore.

Takeru si voltò verso il suo bodyguard, cogliendo solo le parole Edward e Teddy. Probabilmente, però, aveva capito che la sua guardia del corpo dormisse con un peluche a forma di orsetto.

Ah, beh, allora nel prossimo futuro diventerai emo?”

Sven sgranò gli occhi, come se Frida avesse appena emanato una bestemmia senza pari.
“Frida”intervenne a bruciapelo Hikari, notando che l'atmosfera si irrigidiva. “Io credo che io e Takeru dovremmo andar via e...”
“Vi prego, rimanete”

Non furono tanto le parole di Frida a convincerli a risedersi immediatamente, quanto il suo sguardo.

Sempre così spento, così imperscrutabile, così impassibile. Ora improvvisamente perso.

Olaf cercava, non troppo discretamente, di capire chi fossero esattamente Hikari e Takeru.

Scusami, tesoro, ma come puoi permetterti di vivere qui? Non è un po' troppo costoso?”

Frida trasse un immenso sospiro. Era giunto il momento di spiegare.

Papà, ma tu la tv non la vedi mai?”intervenne Sven, stringendosi la cintura borchiata in vita.

Solo il notiziario”fece il padre, brusco. “Tu sai qualcosa che non so, Sven?”
Sven roteò gli occhi, scambiando uno sguardo d'intesa con sua sorella.

Papà, sei rimasto indietro rispetto al mondo. Frida è...”
“No, Sven, devo spiegarglielo io.”

Con gli occhi bassi, Frida spiegò che, quasi per gioco, s'era iscritta al casting del reality e che, non sapeva bene neppure lei come, era stata ammessa alla finale in televisione. E poi Takeru l'aveva scelta, e s'era ritrovata a vivere da lui per breve tempo.

Fu decisamente laconica, come se stesse parlando di qualcun altro; nondimeno, bastò per sconcertare il padre.

Pertanto...tu e lui state insieme?”

Indicò Takeru, il quale assunse un'espressione buffissima, come di un bimbo colto in flagrante a mangiare troppa cioccolata.

Oh, no, no, no!”gesticolò nervosamente lei. “NO! È tutta una messinscena!”

Olaf sembrò comunque non capire.

Si rivolse a Takeru, in un perfetto inglese.

Perdonami se ho invaso la tua casa. Non ne ero al corrente.”
Takeru fece un cenno della mano, come a indicare la sua noncuranza. “Non importa. Le assicuro che io e Frida non abbiamo fatto niente!”

Hikari sorrise.

Oh, e io sono qui semplicemente perché lavoro per il reality!”

Tese la mano ad entrambi e Sven quasi si dimenticò di lasciargliela, con gli occhi spalancati.

Bene, tesoro, allora presentami una delle gals!Devono essere molto carine, e il vostro papà è ancora sulla piazza, nonostante la mezza età!”concluse giovialmente il padre.

PAPÀ!”esclamarono all'unisono i due fratelli.

Takeru inclinò la testa.

Non esiste nessuna signora...”
Frida anticipò la sua domanda. “Avevo undici anni quando morì.”

Ora si spiega perché sei sempre così decisa e acida!” Takeru sembrava aver fatto una scoperta sensazionale; Hikari gli rifilò una gomitata.

Ma ti sembrano cose da dire? Limitarsi a un semplice 'mi dispiace', no?!Idiota”

Perché hai scelto proprio mia figlia, Takeru?”domandò Olaf, con tono indagatore, non gradendo troppo l'accenno all'acidità della luce dei suoi occhi.

Takeru guardò Hikari, le cui guance si tinsero subito di rosso-scatenando una strana reazione nel sedicenne norvegese.

Vostra figlia era l'unica che dimostrava un po' di buon senso e cervello.”rispose Hikari, troppo allegra per risultare vera.

Oh, sì, lei è sempre stata intelligente! Proprio come Sara”

Frida sembrava infastidita.

Ok, adesso avete visto che sto bene e sono viva. Perfetto. Torno io in Norvegia tra qualche mese.”scattò in piedi, un fascio di nervi.

Ma Frida! Noi eravamo venuti anche per il Giorno del Ringraziamento!”

Frida li fissò sconcertata.

Papà. Quello si festeggia l'ultimo giovedì di novembre. In questo caso, anche l'ultimo giorno di novembre.”
“Te l'avevo detto io che non era il primo giovedì”Sven sorrise saccente.

In tal caso, credo dovremo andarcene. Ci mancavi tanto, tesoro. Però...”

Sembrò voler iniziare una paternale; d'un tratto, sospirò e decise di lasciar perdere. “Su, Sven”

Il signor Bjørnson assunse un'espressione molto triste, come di chi nascondesse tutto il dolore che portava dentro in continuazione e, ad un certo punto, semplicemente non riusciva più a camuffarlo.

Sven fissava Hikari, che era visibilmente a disagio.

Frida”chiamò Takeru. “E' pur sempre casa mia, non li puoi cacciare di casa tu. Se per loro non è un problema...”

Si grattò la testa. “...Possono restare qui per tre settimane”

Olaf e Sven si voltarono insieme.

Frida si portò le mani al viso, disperata.

Davvero? Non ti daremmo fastidio?”
“Ho una villa, potremmo perfino non incrociarci, in alcuni giorni.”

Hikari si umettò le labbra. “Sai alla produzione quanto piacerebbe vedere lui che conosce la famiglia di lei...”

Lo disse più a se stessa, ma Takeru la fissò, grattandosi la nuca. “Da morire. Griderebbero al matrimonio.”
“BENE!Sven, caro, portiamo su le valige!”

Ma papà! E la scuola?”
“E che sarà mai, godi di una costituzione di ferro...Non farai più assenze per il resto dell'anno scolastico!”

E il lavoro?”
“Sono o non sono un libero professionista? Andiamo, chiuderò lo studio per un po'!”

E il criceto?”
“Cric...Sven, non m'incanti! Tu non hai un criceto, l'ultimo pesce rosso è morto d'inedia!”
“E...e...il nuovo progetto a cui stavi lavorando?”
Olaf fece spallucce.

Dovranno rinunciare al loro architetto preferito. Dai, Sven, sei a Chicago! Un po' di vita, è anche la patria del jazz!”
Dubitavo che al ragazzo piacesse il jazz, sembrava piuttosto sull'orlo di una crisi di nervi. Massaggiandosi il piercing all'orecchio, cercava di scaricare la palese tensione che provava. Mormorava qualcosa tipo:” Chi sarebbe l'adulto responsabile?!”

Takeru chiamò Baptist, per aiutarli nella sistemazione della camera.

Vuoi stare con i tuoi parenti in camera?”
Frida scosse la testa.

No, ti supplico”

Come vuoi”

Takeru sembrava repentinamente piuttosto irritato.

Sven lasciò che il padre andasse avanti, e disse, quasi assorto, volutamente in inglese, a sua sorella: “Io lo so perché l'hai fatto. Ma non puoi scappare mica per sempre.”


Non puoi scappare per sempre da cosa?”
Takeru si risistemò sul divano, massaggiandosi il braccio. Questione di giorni e avrebbe tolto il gesso. Presumibilmente, lo pensò anche lui, perché si rallegrò appena.

Frida si prese la testa tra le mani, dondolandosi in avanti.

Mi dispiace, Takeru, mi rincresce. Non sarebbero mai dovuti venire.”
“Non disturbano me, mica lavoro io, qui dentro.”
“Viziato”lo apostrofò Hikari. “Frida, forse è il caso che tu ci spieghi la tua storia con Jyou”

Hai un'ottima memoria, Hikari.”
“Era l'unica cosa che mi avessi detto di te. L'unico nome che temi di pronunciare.”
“Sia benedetta la solidarietà femminile! Ora, potreste fare comunella anche con me? Chi sarebbe Jyou? Non mi dire che hai sofferto anche tu di cuore!” Takeru afferrò uno snack, stendendo le gambe sul tavolino da caffè.
“Ah, poi sono solo le donne ad essere pettegole, eh?” sorrise Frida.

Takeru la osservò, sorridendo a sua volta.

È la prima volta da quando ti conosciamo che ti lasci andare”

A Hikari non era sfuggito l'uso del plurale; sussultò appena, mentre colpiva le gambe di Takeru al ginocchio, per stimolare i riflessi e fargliele togliere dal povero tavolino.

Takeru ha ragione, Frida, per quanto mi costi ammetterlo”fece lentamente la fotografa. “Conoscere la tua storia forse ci aiuterà a capire perché hai reagito così. Voglio dire...”sospirò.

È pur sempre la tua famiglia” completò duramente Takeru.

Frida si alzò, osservando la pioggia battente dalla finestra. Ormai era buio.

Papà non mi lascia un secondo in pace. Non gli volevo dire del reality perché...beh...”

Ti vergognavi?”suggerì Hikari.

Anche. Non lo so, io ho sempre...ho sempre cercato di essere la figlia perfetta. Non è stato facile, dopo la morte di mia mamma. Sven era così piccolo...non aveva nemmeno due anni. Papà non s'è mai mostrato triste, non davanti a noi, ma lo sentivamo piangere sempre.”
Gli occhi le si fecero lucidi, e Hikari le posò una mano sulla spalla.

Avrei preferito che piangesse apertamente con noi. Mi sentivo così stupida a singhiozzare in continuazione...Non potevo farci niente, mi sentivo così inutile e impotente. Ho pianto per un anno intero, poi, d'un tratto, ho disimparato a piangere. Se avevo brutti voti, se subivo delusioni amorose, se a volte papà per lavoro non tornava neppure a casa...non ho mai più pianto. Al massimo mi vengono gli occhi lucidi, come adesso.”
Tirò su col naso, per fare poi con rabbia: “Non volevo che papà sapesse questa storia. Già è stato terribilmente complicato lasciarli per venire a lavorare qui.”
“Perché sei venuta a Chicago?”domandò freddamente Takeru.

Takeru, potresti anche sforzarti di essere un po' più dolce! La vita di Frida non è certo stata come la tua!”attaccò Hikari, inviperita.

Takeru, a braccia conserte, alzò un sopracciglio. “Tu proprio non puoi parlare, sei cresciuta tra solo amore!Certo, cosa c'è di peggio di una famiglia che ti viene a trovare perché si preoccupa per te e perché ti ama? Frida è praticamente sparita agli occhi della sua famiglia! Per un capriccio!”

Alzò il tono della voce.

Hikari si zittì, massaggiandosi le tempie. Non pensava che Takeru fosse ancora segnato così profondamente dalla storia del divorzio. Chissà chi s'era occupato della loro unione; dovevo fare un discorsetto a quell'angelo...!

Ha ragione, Hikari. Ma adesso saranno tutti delusi da me.”

Tuo fratello già lo sapeva, no?”
“Lui adora vedere programmi in inglese. Evidentemente, è capitato sul reality.”

Frida sembrava aver ristabilito l'autocontrollo.

Un disastro...Adesso saranno fissi qui per tre settimane. A farmi domande su domande”sbuffò, infastidita.

Mio padre non sapeva nemmeno che scuola facessi”replicò Takeru, bilioso.

Takeru...arrecheranno disturbo, lo so. Prometto che li porterò sempre in giro e li vedrai il meno possibile. Al massimo staranno qui al Giorno del Ringraziamento; il Black Friday giuro che li spedisco a casa.”

Takeru sogghignò.

Non mi ha mai dato fastidio vedere famiglie felici”sentenziò. “Purché tuo fratello sorrida un po' di più”

Frida sospirò. Adesso erano di nuovo tutti e tre seduti.

Sven è sempre stato così. Non è cattivo, anzi! È dolcissimo! Ma ha sofferto più di me la scomparsa di nostra madre, anche se lui sostiene di no. 'Come fa a mancarti qualcuno che non ricordi neppure di aver conosciuto?' Io credo che, invece, ti manchi. Gli mancherà sempre la sua presenza. Io ho fatto quel che ho potuto, mio padre anche. Mio padre non ha mai voluto risposarsi. Ha sempre detto che non avrebbe mai più amato nessun'altra. A volte, scherza sulle belle ragazze, ma non passa giorno che non citi mia madre”

A Hikari luccicavano gli occhi. “Che cosa romantica...”

Sì, sì” fece sbrigativo Takeru. “Ma io voglio sapere chi è Jyou!”

Gli occhi di Frida si colmarono di tristezza.

Non sono qui per un capriccio. Jyou...è stata l'unica persona che mi ha fatto piangere dopo mia madre.”

Takeru afferrò immediatamente la gravità della situazione. “Che ti ha fatto?”
Frida si prese il viso tra i palmi delle mani.

Lavoravo a Oslo, mi ero laureata da poco. Lui era un giovane medico di origini giapponesi. Frequentammo un corso d'aggiornamento insieme.”
Sorrise leggermente. “Notò che stavo tossendo; avevo dimenticato la sciarpa. Lo so, riderete. Come fai a dimenticare in Norvegia la sciarpa a dicembre?” Fece spallucce. “Mi porse la sua. Non mi conosceva nemmeno. Da quel momento non ci siamo allontanati un momento.”

Fece una breve pausa, raccogliendo i ricordi.

Era una frana a rimorchiare. Ma mi faceva ridere. Mi faceva...stare bene. Tutte le volte che ero con lui, mi sentivo come...Leggera, capite?”

Vera”continuò Hikari, arrossendo.

Giusto. Vera. Non dovevo fingere un bel niente! Lui era così imbranato! Eppure così dolce e responsabile...Era un bravissimo medico, però.”
Takeru sbuffò. “Cos'è che ha rotto l'idillio?”
“Avevo ricevuto un'offerta di lavoro qui. Vivere negli Stati Uniti è sempre stato il mio sogno! Accettai senza pensarci nemmeno un secondo.”
“Senza consultarlo?”domandò Hikari.

Già. Lui...adora la Norvegia. Ci vive da sempre. Non riusciva davvero a capire per quale motivo volessi trasferirmi. Per lui...”
Sospirò, tremando.

Per lui fu un colpo sapere che avevo già deciso. Si sentì tradito. Ma non avevo intenzione di ferirlo, semplicemente ero troppo egoista. E lui, comunque, non mi amava davvero se, in questi mesi, non s'è fatto vivo.”concluse con durezza.
“Quando...”chiesero all'unisono Hikari e Takeru, fermandosi insieme. L'affinità doveva essere cresciuta di parecchio!

Ci siamo incontrati quasi un anno fa. Ci siamo lasciati a giugno. So che sembrano pochi sei mesi e che ne sono passati quasi altrettanti ma...voglio dire, purtroppo l'amore non ha una data di scadenza...Era davvero tutto così perfetto. Non avevo mai provato niente del genere. Non credo succederà mai più.”

Frida abbassò lo sguardo, ricacciando una lacrima.

Vado a dire una cosa a mio padre, arrivo subito”

Si alzò di scatto, dando loro le spalle. Sentii distintamente che piangeva.


Cosa?!”
“Beh, certo! Non credere nemmeno di poterti esimere, eh! Io non faccio da cicerone senza di te!”borbottò Takeru.

Dovevano passare almeno altri venti giorni. Takeru aveva deciso che per la famiglia Bjørnson era necessario un tour per la città. E non accettava rifiuti da parte di Hikari.

Sempre meglio che stare rinchiusa nel tuo bugigattolo, avanti! E poi hai sempre Miyako...Dai! Giri la città con noi, magari scopri nuove cose, data la triste vita che conducevi prima!”
Hikari incrociò le braccia.

Sento che dovrei offendermi.”
Takeru sbuffò.

E poi piaci al ragazzino, magari lo vediamo sorridere se vieni anche tu.”
“Guarda che sorride! Non è una bambola priva di espressioni”replicò lei, a disagio.

Ma non intendevo un sorriso sardonico! Di quelli love-love, tipo questo”

Takeru le posò le mani sulle spalle, costringendola a guardarlo negli occhi.

Allungò gli angoli della bocca. Con i capelli arruffati che si ritrovava quel giorno, sembrava un cucciolo, tanto era adorabile.

Hikari si colorò vagamente di cremisi.

Ho capito, non c'era bisogno della dimostrazione!”
“Sembra però che ti sia piaciuta, la dimostrazione” sorrise ancora Takeru, lusingato.

Non dire stupidaggini. Comunque...E David? Non posso non uscire con lui per venti giorni!Né posso portarlo a spasso come un cane”

Non è una cattiva idea, lui è sempre vissuto qui...Potrebbe essere una guida migliore di me”disse senza troppa enfasi lui.
“Metti in dubbio te stesso?Addirittura.”

Takeru le fece la linguaccia.

Hikari”

Mh?”

La distanza era ai minimi termini. Come molte volte da un po' di tempo a venire...

Non voglio mai più vederti piangere come ieri”

Lui si allontanò di scatto, lei corrugò le fronte. Distolse lo sguardo, ricordando il motivo per cui aveva pianto, ma sorrise.

Questo sì che è un sorriso love-love!”sorrise lui a sua volta.



David afferrò la mano di Hikari con dolcezza, facendola trasalire comunque.

Non era la giornata migliore per iniziare una visita guidata della città; nuvoloni neri annunciavano di nuovo pioggia.

Avviluppati nei giubbotti pluristratificati, le mie vittime-più vari terzi incomodi e accompagnatori- si interrogavano sul luogo prescelto dalla spedizione quel giorno.

E se...

Decisi di rispolverare un vecchio alleato.

Chiesi automaticamente la MVATP a Chris, dimenticando che era al lavoro con Maya.

La presi io, spruzzandola addosso a David. Non potevo fare granché per eliminarlo dalla storia, ma potevo fare in modo che Hikari si turbasse un po'. E se avevo buona memoria...

Ragazzi, ci sono! Andiamo alla Sears Tower!”

Hikari si bloccò, deglutendo.

Effetto sperato sortito, Daisuke.

Si voltò verso Takeru, che aveva la stessa identica espressione da triglia lessa.

Tesoro”cercò invano di blandirlo Hikari “Ma forse è meglio portarli ad un sala da the, fa freddo, no?”

David restò piacevolmente sorpreso dall'appellativo; non riuscì a proferire parola per l'emozione.

Siamo norvegesi, se non siamo abituati noi al freddo”mormorò Sven.

Se con quel tentativo sperava di suscitare l'ammirazione di Hikari, si sbagliava di grosso. Tutto quello che ricevette fu un'occhiataccia nervosa. “Se proprio insistete...”


In realtà, il suo nome adesso è Willis Tower, da pochissimo, a causa del broker che l'ha acquistata. Ma per gli abitanti di Chicago è dura rinunciare a chiamarla Sears Tower.”spiegò pazientemente David.

Uno dei più alti grattacieli del mondo si ergeva di fronte ai loro occhi.

Notai che, quando Takeru le aveva detto di vedere la cosa in diverse prospettive, aveva saltato parecchi giochi, creati appositamente per turisti. Per esempio, un interessante gioco interattivo. O le solite foto di gruppo.

Vi va di fare l'esperienza 'Reaching for the Sky?”

Sarebbe?”

Un video di nove minuti che racconta la storia dell'architettura della città di Chicago, con particolare attenzione a questo grattacielo”
“Oh”fece meravigliato Olaf, esibendo il giochino del labbro tremulo con i figli.

Poteva anche essere lontano da casa sua, ma era sempre un architetto. È difficile sfuggire alla propria natura, capii mentre gli altri si sorbirono la storia degli edifici di Chicago.

David sembrava particolarmente a suo agio, nel ruolo di guida turistica. Stettero ben poco sulla Willis Tower, poiché Sven soffriva spaventosamente di vertigini. Aveva tentato di affacciarsi, vedendo Hikari farlo, ma il colorito verdastro che assunse dopo scoraggiò un prolungamento della visita.


Il Loop è la zona più centrale di Chicago. Ospita il Manhattan Building...”
“Quel grattacielo, il primo costruito secondo criteri moderni?”interloquì Olaf.

Esatto! O la banca più grande del mondo, la First National Bank Building. Vi interessa Picasso?”

A Hikari brillarono gli occhi.

Sven colse al volo l'occasione. “Certo! È uno dei miei pittori preferiti!”

Takeru borbottò tra i denti. “Nemmeno sai chi è...”

Allora, vi porto alla Daley Plaza, c'è una sua opera”

Hikari gli sorrise. “Non sapevo che ci fosse un Picasso, qui”
“Questa città ha miliardi di segreti tutti da scoprire. È una scultura, e l'ingresso è anche gratuito”le rispose lui, attirandola a sé.


Per rimanere in tema d'arte, visitarono l'Art Institut. Continuando poi nella zona sud, lungo la Michigan Avenue, entrarono nella zona più naturalistica di Chicago, quella del Grant Park(evitarono Hyde Park e il settore universitario), con al centro la famosa Buckingam Fountain. Quel parco era immenso, scoprii che Takeru amava spesso correrci.

Io vorrei proprio andare a vedere lo Shedd Aquarium”intervenne Frida, timida.

Non pensavo fossi una fan di ittica”replicò Takeru. “Pensavo i salmoni li mangiaste e basta”

Frida gli rivolse un'occhiataccia.

Credo che a quest'ora sia chiuso. Ma in questi giorni ci andremo, se ti va!”rispose David.

Fu di parola. Nei giorni successivi, li accompagnò senza tregua ovunque, non appena poteva liberarsi dagli allenamenti, in lungo e in largo per la città.

Dopo un paio di settimane dall'arrivo dei Bjørnson, Takeru dovette rifiutare l'ennesima uscita. Era finalmente tempo di togliersi il gesso.

Prima di andare, però, devo assolutamente sapere cosa significa questo.”
Indicò la scritta di Frida sul braccio.

Sven la notò e cominciò a tradurre. “Sei un montat...”
“SVEN!”abbaiò Hikari. “Dubito che Frida gli abbia scritto questo”

Sospirando sconfitto, Sven spiegò: “È un proverbio norvegese...'Quando sei solo con te stesso, non puoi mentire'. E allora?Bah!”

Hikari fissò Takeru, confusa, ma lui infilò il giubbotto e corse dal dottor Robinson.


Oggi vi porto alla scoperta del North Side!”

Takeru era tornato con la comitiva. Il braccio era un po' magro ed emaciato rispetto all'altro, e sicuramente per un altro mesetto avrebbe dovuto continuare la fisioterapia. Però sprizzava gioia da tutti i pori ed era di una vivacità incredibile; Hikari, ogni qualvolta lo vedeva muoversi senza posa, sorrideva, senza farsi notare.

Qui verrà accontentata l'irrefrenabile voglia di shopping femminile e turistica!”
Frida e Hikari si scambiarono occhiate sconcertate.

David...”cominciò a dire quest'ultima.

Ma lui era già lontano, aveva visto lungo la Magnificent Mile un regalo che poteva fare alla sua dolce Hikari, appena avrebbero ufficializzato la loro unione.

Sven osservò attentamente la scena, prendendo mentalmente appunti e sorridendo beffardo.


Per accontentare anche la parte minorenne del gruppo, i miei assistiti si recarono anche a Old Town, in ogni sorta di locali animati e negozietti caratteristici. La Gold Coast venne vista come sogno irraggiungibile, degno delle migliori soap-opere.

North Lake Shore Drive?”
Frida strabuzzò gli occhi.

Sei arrivata qui d'estate e non sai cos'è?!”fece sconcertato Takeru. “Ma come? Ci sono un sacco di spiagge!Pensa alla 31st Street Beach, è la più famosa!”

Frida scosse la testa.

Hikari sorrise, segretamente disperata.

Dai, si vede che era impegnata a lavorare! Purtroppo non rende molto nella seconda metà di novembre...Ci sono anche delle 'mini torri gemelle', sono quelle due lì!”
“Sono citate in ogni testo d'architettura moderna”confermò Olaf con sussiego. “Mi piacerebbe anche vedere la A & D Gallery e...”

Il planetario”esclamò Hikari sognante, d'un tratto, come se si fosse ricordata all'improvviso della sua esistenza.

Sven drizzò le orecchie.

Intervenne Takeru.”L'Adler è il primo planetario mai costruito negli Stati Uniti. Utile, se ti piacciono le scienze”

Sven decise quasi all'istante di voler perseguire una carriera nell'astrofisica.

Il planetario era decisamente romantico. Mi ricordava casa.

Tutti sedevano con lo sguardo in su, cercando le stelle del proprio segno zodiacale, oppure costellazioni di cui avessero un vago ricordo scolastico. David mostrò a Hikari Venere, lo scorpione-segno zodiacale di lui-, il toro-segno di lei. Certo che voi umani avevate una gran fantasia a ricavare da quattro puntini in croce quelle figure così astruse. O molto tempo libero.

Eppure, le stelle sono fondamentali per il nostro lavoro. È ad esse che affidate i sogni più belli e importanti...

Appena Hikari cercò di capire come si facesse a ottenere il toro dalla costellazione proiettata sulla sua testa, si voltò verso Takeru. “ Ti conosco da mesi, e non so di che segno zodiacale sei”

Io sono ariete!”interloquì Sven. “3 aprile”
“Oh”fece Hikari educatamente. “Io sono di fine aprile”

È evidente” osservò Takeru, con le sopracciglia aggrottate “che non sono leone, né vergine, né bilancia, né scorpione, altrimenti l'avresti scoperto”

Ma va!”replicò stizzita Hikari. “Beh, scorpione potresti esserlo...Mancano alcuni giorni al 23 novembre”

Si volse di scatto verso David. “Un momento! Se tu sei scorpione, allora il tuo compleanno è a breve! E perché non me l'hai detto?”

Sapevo che me l'avresti chiesto!”sorrise lui, sincero. “Sei sempre così attenta ai bisogni altrui...Non devi preoccuparti, il mio compleanno viene prima di Halloween. Non potevi saperlo”

Hikari sospirò intensamente.

Aveva fatto l'errore di mostrarsi più interessata al segno di Takeru...che, tra l'altro, non aveva nemmeno scoperto.

E Takeru”soggiunse David. “L'avresti scoperto a breve, è sagittario. È nato una candida giornata di dicembre. Non si direbbe, lui così a suo agio in costume e col sole, nato al freddo.”

David!”protestò Takeru.
“Non volevi che lo sapesse? Non c'è niente di male!”

Non sei una donna, posso sapere la tua età anche dai diciotto in su!”Hikari gli fece la linguaccia. Frida li zittì. “Io sarei interessata a vedere la ricostruzione del moto dei pianeti, voi no?”



Se avete velleità naturalistiche e/o storiche”consigliò David alla famiglia Bjørnson”credo proprio dovremmo andare, un weekend di questi, all'Indiana Dunes National Lakeshore...o a Milwaukee, è carina. Il Wisconsin è molto interessante. Ah...Se vi interessano i film, ricorderete sicuramente che è proprio a Chicago che si svolge la storia di 'Mamma, ho perso l'aereo'! E, per rimanere in tema...Chi di voi ha visto 'I Blues Brothers'?”

Gli occhi del giovane Bjørnson si illuminarono.

Non pensavo che a un duro metallaro norvegese potesse piacere Aretha Franklin a cantare 'Think'!”commentò il cestista. Cercava di boicottare i goffi tentativi di corteggiamento del ragazzino.
Frida abbassò gli occhi.

Piaceva molto alla mamma, la faceva ridere e ballare come pochi film. E il suo motto è sempre stato 'Everybody needs somebody to love'.”

Takeru si scusò con loro. “Bè...I Blues Brothers è ambientato proprio qui.” Takeru prese una pausa. “In quella meravigliosa scena dell'inizio, quando saltano il ponte. Questo è proprio quel ponte!”sorrise.

Frida gli sorrise a sua volta, e Olaf sussultò, guardando il cielo. Le sue labbra s'incurvarono per mormorare 'Sara'.



Sven prese da parte David, chiedendogli un'informazione con una faccia che denotava l'assoluta serietà della richiesta.

Ragazzi! Che ne dite di fare un po' di shopping sulla Michigan?”propose lui, sorridendo, come se l'idea fosse stata sua e non di quell'inquietante spilungone biondo.

Ma non ci siamo già stati l'altra volta?”protestò Hikari. “Non abbiamo comprato nemmeno niente!Perché dovremmo ritornarci?”si lamentò Frida. “Andiamo a vedere un museo, piuttosto!”

Takeru capì immediatamente le intenzioni di Sven, e decise di assecondarlo, per dimostrargli che aveva ragione lui sul suo conto...Hikari non si sarebbe fatta conquistare da un paio di regali.

L'American Girl Place?”

David fece spallucce. “Non ci siamo stati l'altra volta...”
Sven prese coraggio, rivolgendole la parola. “O-Hikari”

Hikari strabuzzò gli occhi; Takeru scoppiò a ridere.

Né i restanti Bjørnson né David riuscirono a capire il motivo di tanta ilarità.

'O' è un prefisso che si usava in Giappone per rivolgersi alle divinità”

Hikari si fece rossa. “Dimmi, Sven.” disse, cercando di mostrarsi il più gentile possibile.

Questo è il posto più desiderato dalle giovani americane! Non ti piacerebbe entrarci con me?”

Suo malgrado, Hikari si fece trascinare.

Era in qualche modo palese che avesse la vocazione alla sopportazione.

Era molto divertente vedere Sven che cercava di farle provare improbabili-e improponibili-vestitini cangianti;peccato che Chris non fosse quasi mai con me, in quei giorni!

C'è addirittura un salone per pettinare le bambole?!”esclamarono le due ragazze della compagnia, inorridite.

Non ditemi che non giocavate con le bambole, da piccole”

Takeru fu quasi spaventato nel porre la domanda.

A me piaceva giocare al 'Piccolo chimico'.” replicò Frida, recisamente.

E io preferivo i peluche.”Hikari fece spallucce.

Ma sei venuta su splendidamente”la elogiò David.

Hikari arrossì e Takeru alzò gli occhi al cielo.

Mia madre adorava le bambole”proruppe quest'ultimo, perso nel filo dei ricordi.

Hikari si allontanò dalle braccia di David.

Tu giocavi con le bambole di tua madre?”
“Ero un bimbo solo”si difese Takeru. “E mia madre sosteneva che i videogiochi fossero troppo violenti. E all'inizio non voleva nemmeno lasciarmi giocare, sarebbe stato pericoloso per il suo bambino...Comunque, a me mica bevevano solo il the! Scherzi, le mie miravano a conquistare il mondo!”
Hikari scosse la testa, incredula.

Avevi delle Barbie terminator?”

Takeru le rivolse un'occhiataccia. “Guarda che avevo addirittura Barbie candidata alle elezioni!”
Incrociò le braccia, alzando il naso all'insù.

E magari Barbie pizzaiola”

No”sospirò lui. “Quella è uscita di recente.”aggiunse deluso.

Hikari lo fissava seriamente preoccupata.

Che c'è? È così anormale? A mia madre piacevano. Le colleziona tuttora. Sapete che Barbie è il diminutivo per Barbara Millicent? E che lei e Ken stanno insieme dal 1961, poi, dopo quarantatré anni di fidanzamento, lui l'ha mollata perché lei stava diventando angosciante e pressante con la faccenda matrimonio?”
Hikari alzò un sopracciglio e si morse un labbro divertita. “Sarei anch'io arrabbiata se il mio fidanzato, dopo quarantatré anni, non mi volesse sposare!”
“Poi si sono presi una pausa di un paio d'anni, e lei ha anche avuto un flirt con un surfista. Ma lui poi ha capito che la ama...”
“Tipico di voi uomini, fate un disastro per cause ignote persino a voi stessi e poi tornate strisciando.”
“Io non sono tornato strisciando proprio da nessuna!”
“Male, male”Hikari assunse un tono da maestrina. “Non sempre chi fugge è più forte, sai? E, comunque, come diavolo fai a sapere tutte queste cose su Barbie?”
“Più che altro”esclamò Frida “Chi s'è preso il disturbo di crearle tutta questa biografia?!”
“Alla Mattel non devono avere granché da fare, magari la crisi ha colpito anche loro”fece spallucce Takeru, poi decise di spostare l'attenzione da se stesso.

Vado a consolare l'adolescente sventurato”

Hikari volle trattenerlo. “Sarebbe meglio se andassi io, no?”
“Potrebbe approfittarsi della tua intrinseca gentilezza e credere in un futuro possibile per voi”disse David, stringendola.

Takeru distolse lo sguardo. “Ha ragione David. È un adolescente, ed è cotto. Accoppiata esplosiva. Ma suppongo ci debbano passare tutti...”

Sven s'era allontanato in un angolino; sembrava attirare su di sé tutta la negatività del mondo.

Takeru gli diede una pacca sulla spalla.

Su, piccolo, scommetto che in Norvegia ci sono orde di ragazzine che fanno la fila per te”
Sven si voltò verso di lui, lo sguardo di fuoco.

Non sono piccolo! Ho dieci anni meno di te...e di lei”completò, in tono sognante.
“Non è roba per te, fidati.”

Lei non è come le altre! Non pensa solo al make-up o cose così...Lei è speciale! E la amo...”

Takeru finse un conato di vomito.

Senti, le donne sono sempre problematiche, ok? Non sai mai come comportarti! Un'altra ragazza sarebbe impazzita, se l'avessi portata qui...Lei no. Ascolta, pensa a una tua coetanea, è meglio. Se già le tue coetanee sono fonte di innumerevoli grattacapi, per le donne più mature è peggio che andar di notte! Più crescono, meno si capisce quello che vogliono...”

Takeru fissò per un momento Hikari, ancora un po' a disagio in tutto quel rosa shocking.

Tanto quella con uno come te non ci sta”sorrise Sven.

David, nel frattempo, s'era avvicinato ai due, per invogliarli a prendere qualcosa da mangiare.

Sentì giusto la battuta di Sven, per sorridere nervosamente e sussurrare: “Ehm...vi ricordo che ci sarei io”

Takeru liquidò la questione con un cenno della mano.

Scommetto che Starbucks costituirebbe uno dei rimedi per il nostro Romeo deluso”

Certo”sorrise David, dandogli una pacca sul petto. “Il cioccolato è la panacea universale”


Quasi senza accorgermene, i giorni volarono fino all'ultimo mercoledì di novembre. Takeru era diventato più allegro; era sicuramente merito del gesso tolto. Anche se doveva continuare fisioterapia e riabilitazione per un mesetto, era contentissimo. Aveva più appetito che mai. Hikari, invece, era un pochino cupa. David la subissava di telefonate, regalini e dolcezze di ogni tipo, che sembravano più metterla in imbarazzo che altro.

Mancava davvero poco e avrebbe lasciato David, ne ero certo. Sapevo che doveva solo fare chiarezza; una volta accortasi di non provare reali sentimenti per David, gliel'avrebbe detto. Hikari era estremamente gentile, in questo campo-tranne con Takeru, sembrava. Per esempio, non incoraggiava assolutamente Sven. Era dolce con lui, ma come lo sarebbe stata con un fratellino minore. Lui, tuttavia, non sembrava farci troppo caso.

Takeru afferrò il telefono, distratto.
“Che dici, chiamo Iori?”

Mh?”

Hikari si stava dannando per riuscire a infilarsi una collanina, ennesimo regalo di David. Lui, il giorno dopo, non sarebbe stato a pranzo con loro. Dopotutto, lui, da buon statunitense, sentiva molto di più la festa. Per loro due, per Frida, era un'occasione da ricordare, commerciale, senza tutto il patriottismo americano. Ma, poiché i Bjørnson avevano fatto miglia e miglia di volo, non potevano lasciar cadere la ricorrenza.

Così, le aveva regalato quel piccolo ciondolo. Affinché non si fosse dimenticato di lei quel giorno.

Come se ci si potesse dimenticare di una persona in ventiquattr'ore!

Takeru si alzò, osservando divertito tutto quel suo armeggiare. Frida era su con la sua famiglia.

Cosa stai cercando di fare, esattamente?”

Hikari gli scoccò un'occhiata non certo dolce.

Cosa vuoi che faccia?”

Takeru la bloccò.
“Lascia, faccio io”

Hikari rabbrividì al contatto delle mani di Takeru sul suo collo, dopo che ebbe alzato i capelli . Lui sembrava quasi sbagliare appositamente.

Scusa, è...piccolo, io poi non ho certo le tue dita affusolate!”

Anche lui era arrossito leggermente. Sorrisi. Ma certo! In Giappone mostrare il collo equivaleva quasi a voler sedurre, almeno in altri tempi. Non potevo credere che fossero così tradizionalisti. O forse, bastava solo un semplice contatto, in quanto attratti l'uno dall'altra, e...

Takeru riuscì finalmente a chiudere la catenella. Pareva fossero stati in apnea per una vita.

Lui si grattò la nuca. Era raro vederlo imbarazzato.

Lei gli prese una mano.

Beh, sì, hai delle mani enormi...”

Il piccolo e delicato palmo di Hikari poteva entrarci quasi due volte.

Takeru le prese l'altra mano.

Hai le mani gelide”
“Mi capita sempre”s'infiammò lei. “Com'è che tu sei così caldo?”

Sven scese, in cerca di un bicchier d'acqua. Non me n'ero accorto, maledizione! L'avrei bloccato sulle scale!

Hikari ritirò in fretta le proprie mani.

Pronto per domani?”
Gli occhi del ragazzo erano ridotti a due fessure.

Dobbiamo per forza mangiare il tacchino?”

Quella è la tradizione americana. Ma tu non sei vegetariana?”si ricordò di colpo Takeru, squadrando Hikari.

Lei fece spallucce. “Non lo mangerò”
“Non dire stupidaggini. Piccolo, tu naturalmente adori il tofu, vero?”
Sven deglutì.

Dubitai che sapesse anche solo cosa fosse il tofu.

Certo! O-ovvio...”

Hikari sgranò gli occhi.

Vuoi davvero fare il tofurky?”

Perché no? A me il tofu piace! Sai, domani la gente che lavora per me ovviamente sarà in ferie, perciò lo prepareremo insieme! Anzi, credo dovremmo comprarlo stasera...”

Hikari sorrise.

Di solito, non è ripieno di castagne?”domandò Sven, irritato.

Dipende dalle zone”spiegò Takeru. “Sulla east coast, lo riempiono di ostriche. Al sud, sono molto più pratici. Seguono la filosofia del 'ciò che si ha, si usa'...Così, condiscono la carne con la focaccia di granturco.”
“E al nord?”
Sven era proprio come tutti i ragazzi di questo mondo, in fondo, curiosi e con la voglia di scoprire il mondo. Ascoltava rapito Takeru, dimenticando per un momento come fosse un suo mortale nemico.

Al nord, si riempie col wild rice. Comunque, dipende molto dai gusti. In due occasioni l'anno è tutto così caotico, oggi e il 4 luglio.”

Hikari continuò la spiegazione. “Moltissimi studenti tornano dai college, è come Natale per voi europei, e il Capodanno per noi. Stasera, poi, la Thanksgiving Eve, sarebbe bello portarvi per locali...C'è sempre talmente tanta gente! È tutto colorato e divertente, nonostante sia autunno inoltrato.”

Allora usciamo!”decise Sven, illuminato.

Hikari gli sorrise, scatenando un rossore diffuso e uno sbuffo da parte di Takeru.

Perché no? Al massimo facciamo firmare al damerino qualche autografo!”

Mademoiselle, ricordati che il damerino deve fornire gli introiti per fare la spesa, altrimenti domani non mangiamo nulla!”

Non vado mai a fare la spesa, perché devo cominciare adesso?”

Si vede, stai prendendo tutti i prodotti che scadono prima! Beh, l'hai detto tu che domani Margareth non c'è!”

Perché dobbiamo venire solo noi due a comprare tutto?”
“Ehi, Frida e la sua famiglia sono ospiti!”
“Teoricamente anche tu lo sei, Hikari”
Hikari gli pizzicò il naso.

Ma tu che saresti senza di me?”

Si girò con leggiadria, alla ricerca di patate dolci.

Takeru arricciò il malcapitato pizzicato, non sapendo cosa rispondere.

Non ti da fastidio la festa del Ringraziamento?”
“Dovrebbe?”
“Beh...Noi non la festeggiamo. E poi, vengono mangiati almeno quaranta milioni di tacchini l'anno.”
Hikari sospirò. “Se volessi raddrizzare questo mondo da sola...Basterà questa zucca per cinque persone?”
“Che vuoi fare?”
“La torta di zucca, mi sembra scontato! Cos'altro posso fare, con una zucca, durante il periodo del Ringraziamento?”

Takeru sospirò.

Cioè, mentre quei tre stasera si divertono per locali, io e te dobbiamo cucinare?”

Hikari afferrò un barattolino di spezie varie.

Esatto. Dai, quei tre devono stare da soli, ogni tanto. E, a volte, Sven mi inquieta”

Takeru divenne improvvisamente ansioso.

Confido tu sappia che io a stento so accendere il gas, fruttariana”
“Non sono fruttariana!”rise Hikari.

Da come stai trattando quegli ossicocchi, non si direbbe. Sembra quasi che per te abbiano un'anima!”
“Idiota, sto vedendo se sono marci o meno. Ma non accompagnavi mai tua madre a fare la spesa?”

Takeru abbassò lo sguardo.

Oh”Hikari deglutì. “Dimentica quello che ho detto. Vuoi gli yam, allora, domani?”


Che razza di cavaliere sei?”
“Ehi, io non mi chiamo David, e,
soprattutto, io ho un braccio in convalescenza. Inoltre, chi è che voleva svaligiare il supermercato?”
“Se c'era qualcuno che sembrava stesse per svaligiare qualcosa, beh, quello eri tu!”
“Ero in incognito per non metterti in imbarazzo”
Lo sguardo di Hikari s'incupì un momento, ma scosse la testa, come a voler cacciare un pensiero lontano.

Pesano”

Su, non fare la bambina, ho capito”

Takeru sospirò, prendendo tutt'e cinque le buste della spesa.

Non avevi un braccio in convalescenza, tu?”
“Meglio il braccio rotto che sentire le tue lamentele.”
Takeru avanzò lentamente verso la sua villa.

Mi...servirà...da lezione”esclamò a malapena col fiatone, mentre Hikari avanzava eterea e lui, suo malgrado, sorrideva nello sguardo.



Uffa!”sospirò Chris. “Se fossi umano, mi vellebbe fame”
“Lo sai benissimo che noi non mangiamo, su, non fare i capricci solo perché è tutto così colorato.”sorrisi a Chris.

Takeru non scherzava davvero quando diceva di essere una completa calamità ai fornelli. Lui che aveva fatto dell'autostima il suo cavallo di battaglia...

S'era scottato a preparare la salsa di ossicocchi; ripeté l'errore una seconda volta a scaldare le patate dolci con zucchero, spezie e burro.

Hikari stava pensando se riempire ulteriormente il tofurky.

Dai, taglia la zucca, così facciamo la torta, no? Ce l'hai un grembiule per entrambi? Già la cucina è in stato disastroso”sentenziò, spiccia.

Takeru rise.

Io due grembiuli ce li avrei, ma...”
Aprì un cassetto, non togliendosi quel ghigno dalla faccia.

Stai scherzando, vero?”provò a protestare Hikari con un filo di voce.

Affatto. Il mio l'ho comprato in Italia, sarebbe il David. A te non ricordo, era di Véro.”

Le porse il grembiule, serissimo.

Scordatelo, preferisco imbrattarmi piuttosto che infilarmi quel...quel coso con una donna completamente nuda dipinta davanti!”
“Ti ricordo che si deve cuocere il tacchino, non tu”
“Ti prego, toglitelo, non riesco a guardarti”lo supplicò lei, coprendosi il viso.

Muori così tanto dalla voglia di guardarmi? Oh...Hai un po' di crema qui”

Takeru le leccò una guancia.

Hikari rischiava l'iperventilazione.

Takeru le alzò il mento.

Anche qui”

Le baciò la mandibola, quando il ticchettio del forno annunciò che era finita la fase di preriscaldamento e che il tacchino poteva essere infornato.

Taglia. Quella. Zucca.”scandì Hikari, puntandogli il coltello contro.

Infilò il tacchino nel forno, recuperando già detergenti e compagnia.

Ahi, cavolo!”

Nonostante l'imprecazione, lei non degnò Takeru di uno sguardo, cercando una spugna.

Non fare il bambino, che è successo?”
“Mi sono tagliato”
Hikari sospirò.

Sbarrò gli occhi. Takeru non aveva un graffio superficiale, perdeva abbastanza sangue.

Dove ce li hai i cerotti?”chiese allarmata.

Takeru la fissava con espressione inebetita.

Hikari chiuse gli occhi, stanca.

Togliti almeno da lì, sennò sporchi tutto.”

Hikari prese un foglio di carta assorbente.

Non lamentarti, finché non trovo cerotti o garza, non posso fare altrimenti.”

Sciacquò il dito sotto l'acqua, nonostante i lamenti di lui. Continuò l'operazione con il disinfettante.

BRUCIA!”

Hikari lo fissò allarmata.

Quanti anni compi tra un mese?”
Takeru si morse il labbro inferiore.

Sei sadica”
“Con te sì”

Strinse la carta, facendolo mugolare, cercando poi i cerotti.

Appena li ebbe trovati, gli fasciò bene la ferita.

Sembra quasi che tu sia andato in guerra...”sorrise, osservando le sue dita martoriate.

Sono un disastro su tutta la linea, in casa”
“Già sapevo che non eri un uomo da sposare”

Il sorriso di lei si allargò; prese la sua mano, facendola combaciare con la sua. Ma Takeru la superava di almeno una falange e mezzo per ogni dito. Hikari gli baciò le dita contuse, intonando una strana nenia.

Che stai dicendo?!”

Mia madre lo faceva sempre, quand'ero piccola. 'Guarisci, guarisci, piccolo dito...' Non sapevo se per te...beh...”
“Anche mia madre lo faceva.”

Lui le sorrise.

Grazie per avermelo ricordato”
Lui si fissò le dita, in trance. Lei, rossa in viso, andò a tagliare la zucca.

Sapevo che non sarebbero andati più oltre di così, per via di David. Ma, una volta scaricatolo, il successo era garantito!
Tutto sommato, ero più che soddisfatto.E gongolavo felice!
Chris sorrise.

Non ti mancheanno come Leiichi?”

Smisi di danzare.

Loro non sanno nemmeno che esisto”



SU!Forza, giù dalle brande!”

Quella mattina, le due donne presenti in casa erano di ottimo umore. E piuttosto battagliere.

Erano appena le sette, quando incominciarono a strillare che bisognava assolutamente alzarsi.

Frida e Hikari erano in cucina, intente a fare colazione. A quanto avevo potuto ricostruire- ero volato lì verso le sette di mattina anch'io-, Hikari s'era alzata prestissimo e s'era recata lì da Takeru altrettanto presto. Ma chi le aveva aperto, se non c'era nessuno di quelli che lavoravano al servizio di Takeru?

Non che fosse realmente importante la causa. Mi premeva l'effetto, e l'effetto era che lei era a casa di lui, da prima che lui persino lo sapesse.

Così, aveva finito di preparare la torta alla zucca-che la sera prima era stata ingloriosamente dimenticata causa ferite di Takeru-...Anzi, ne aveva fatte due. Una era destinata alla colazione, e i norvegesi, non appena scesero, la divorarono con avidità e gusto.

Se Olaf aveva seguito di buon grado gli ordini di sua figlia, un po' per quieto vivere, un po' perché non vedeva l'ora di assistere alla parata, se Sven si era alzato soltanto grazie al 'dolce' richiamo di Hikari...Per Takeru, fu tutto un altro paio di maniche.

La torta di zucca era davvero buona, Hikari! Poi mi dai la ricetta? Magari la rifaremo a casa, ho come la sensazione che a Sven sia piaciuta molto!”

Sven rischiò di strozzarsi col caffellatte.

Tutto merito del sapiente taglio di Takeru”mormorò ironica lei. “ A proposito...”

Accarezzò Ayame, pigramente acciambellato alle sue gambe.

Sì, certo che sta dormendo. Credo proprio che dovresti andare a svegliarlo...”
Hikari sbuffò.

Mi domando cosa direbbe la produzione se vedesse una cosa del genere”

Oh, ma non la vedranno. Loro crederanno che io e Takeru ci amiamo follemente!”scherzò Frida, scompigliando i capelli del fratello.

Che naturalmente non poteva ribattere come avrebbe voluto, inibito com'era dalla presenza di Hikari.

Ma perché io?!”
Frida sollevò un sopracciglio.

Sai che ascolta solo te”


Hikari bussò alla porta della stanza di Takeru, titubante, con in mano una tazza di caffè e un pezzo di torta.

Non udendo risposta, decise di avventurarsi al suo interno.

Takeru stava dormendo della grossa.

Ma come diavolo fa a dormire con tutto questo baccano?”sussurrò.

Scosse la testa, in evidente disapprovazione per il disordine.

Appoggiò il piattino sul comodino, afferrando la foto di Takeru e i suoi genitori. Si sistemò sul bordo del letto,dando le spalle a Takeru.

Sfiorò piano la cornice. Takeru sorrideva ignaro, sembrava un normalissimo bimbo tenero.

Voltandosi verso di lui, constatò come sembrasse dolce in quel frangente.

Se solo fosse sempre così...”sospirò.

Bene, ricordarsi di non far mai parlare Takeru era un ottimo promemoria.

D'un tratto, Hikari gli accarezzò i capelli quasi con paura, con il terrore che si svegliasse.

Takeru si mosse; lei ritirò la mano fulminea, arrossendo.

Lui socchiuse gli occhi, richiudendoli immediatamente per la luce che Hikari aveva fatto filtrare dalla porta aperta.

Hikari inclinò la testa.

La luce non ti fa niente, apri gli occhi e alzati!”

Takeru si strofinò gli occhi due volte.

Con voce roca, fece: ”Che diavolo ci fai...”

Sgranò gli occhi.
“Non avremo mica...”

Hikari lo zittì.

Assolutamente no!Tieni...”

Prese il piattino.

La colazione a letto? Mi hai portato la colazione a letto?”ripeté Takeru, stordito, ancora avvolto nelle coperte.

Non ti svegliavi, non potevamo mica attenderti in eterno. Dai, mangia...Inoltre, dobbiamo andare alla parata. Verrà anche David”aggiunse, nervosa.

Takeru sorrise.

Che c'è?”
“E' bello vederti come la prima cosa della giornata”

Hikari arrossì furiosamente, aprendo la bocca, ma senza riuscire davvero a dire alcunché di sensato.

D'altronde, com'è che si dice? Il buongiorno si vede dal mattino!”si issò a sedere.

Quando Hikari notò l'infimo dettaglio costituito dall'assenza del pigiama, si accese ancora di più.

Ma...ma tu...”
Hikari gli sfiorò le spalle.

Non mi credevi? Io dormo davvero nudo”

Fece per togliersi completamente le coperte di dosso, ma Hikari si coprì gli occhi.

NO!Fermo lì!”

Takeru sorrise.

Ma ieri non avevamo finito di fare la torta, com'è che adesso mangio torta alla zucca?”si chiese, perplesso.

Ehm...L'ho finita stamattina.”

E a che ora sei arrivata?!”
“Boh, sarà stata l'alba. Non riuscivo a dormire”

Lieto che tu abbia pensato di venire qui come prima scelta”

Non è assolutamente così! È che...visto che sei una catastrofe in cucina...beh, ieri la torta non l'avevamo finita! E io odio lasciare le cose a metà! Perciò sono venuta qui...Ho svegliato Frida per farmi aprire”

Lui annuì divertito.

Sì, come no”

Ma senti, perché dovresti essere così impor...”
Non ascoltandola, Takeru divise il pezzo in due.

Tieni, sicuramente non l'hai mangiata.”

Le prese la mano con dolcezza, depositandovi il pezzo dentro.

Infatti, ma...”

È una tua caratteristica, fare sempre tutto per gli altri e non prenderti mai ciò che ti spetta.”

Hikari non rispose, addentando la propria metà.

Certo che lasci dei morsi piccolissimi!”

Perdonami se non trangugio il mio pezzo in due bocconi come te! Hai una bocca larghissima che prende aria troppo spesso!”

Distolse lo sguardo da lui.

Sono i tuoi genitori?”
Indicò la foto.

Takeru annuì silenziosamente.

Ehi, non parli più?”

Lo colpì scherzosamente sul petto, ma lui le bloccò le mani.

Non...non quando sono così”le disse, fissandola intensamente negli occhi.

Hikari gli disegnò il profilo delle labbra con un dito.

Sei tutto sporco di zucca”

Takeru le sfiorò gli angoli della bocca.

Senti chi parla”

Qui ci voleva qualcosa. Presto, prima che il momento finisse.

Passai in rassegna la lista dei miei gadget. Musica romantica? Mmm, no, troppo diabete. E troppo rischiosa, l'avrebbero potuta sentire di sotto. MVATP? E a che sarebbe servita, volontà da parte loro c'era, eccome!

La polvere Cyrano!! Perfetta per gli innamorati imbranati.

Recitai “Un point rose qu'on met sur l'i du verbe aimer”(**), spargendola su di loro. Altrimenti, sarebbero passati a parlare di stupidaggini come il tempo che si preannunciava, prima di decidersi una volta per tutte a darsi quel benedetto bacio.

Ed ecco Takeru baciarle una guancia, respirare il suo profumo, arrivare all'angolo della bocca... Hikari chiudere gli occhi,stringersi a lui..Lentamente, Takeru e Hikari si spostarono l'uno verso le labbra dell'altro.

Lui le strinse una mano, baciando ogni centimetro della sua bocca, sfiorandole con l'altra le spalle, dove cominciava il vestito che aveva per l'occasione.

Sono le otto meno venti, se vogliamo arrivare in tempo alla parata...”
Mi ero
totalmente dimenticato che dovevo tenere a bada i fratelli Bjørnson. Ne avevo di strada da fare...

Frida era entrata dalla porta che Hikari aveva lasciato aperta. Sven l'aveva seguita a ruota, preoccupato per Hikari.

E a ragione, dal suo punto di vista.

Sbatté le palpebre due o tre volte.

Frida esibì un sorrisetto imbarazzato.

Vi aspettiamo tra dieci minuti giù, ok? Hikari...E' arrivato David”

Hikari saltò giù dal letto di Takeru, come una molla. I sensi di colpa le attanagliavano già la bocca dello stomaco.






Qui siamo a State Street. Ragazzi, sorridete! È possibilissimo che, in queste tre ore, qualcuno ci riprenda in TV!”

David abbracciò Hikari, che non ricambiò la stretta.

Capirai, ci finisco sempre col reality”borbottò.

Devi essere stanca, tesoro...Vi siete dati proprio da fare, eh, Takeru?”

Non sai quanto”ruggì Sven.

Frida gli fece segno di zittirsi.

Ma è davvero il Mac Donald's che si occupa della parata?”
“Sì, dal 2006!”esclamò David, tutto contento di trovare qualcuno realmente interessato alla storia della parata, che lui conosceva a menadito. “Ogni anno, più di cento diversi gruppi, altrimenti noti come unità, compongono la parata. Ci sono le bande, le unità a cavallo...”
“Cos'è
quello?”

Sven indicò un carro che primeggiava tra tutti.

Oh, è Teddy Turkey...è la mascotte”
“Teddy”ripeté Sven, sorridendo a sua sorella.

Frida lo abbracciò, nonostante le proteste di lui. “Cosa sono queste smancerie, sorella!”

Ma il suo fastidio diminuì subito, vedendo i ballerini e i gruppi sportivi.

David...”domandò Hikari, rossa in viso. “Ma tu e Takeru non dovreste essere con la vostra squadra?”
“Infatti! Ciao, bellezza!”
Anthony”ringhiarono contemporaneamente Takeru e David.

Ho solo detto che è bella! Cosa c'è di male?!”
Takeru sospirò. “Dobbiamo venire con la squadra?”
“Siete o non siete dei Chicago Bulls? Datevi una mossa, vi aspettavamo per molto prima!”
A malincuore, David si separò da Hikari.

Ci vediamo domani, ok? Magari cominciamo anche noi con lo shopping natalizio!”

Hikari sorrise debolmente, salutandolo con la mano.

Takeru le dava le spalle.

Non me lo aspettavo. Tu lo sapevi, Hikari?”domandò Frida, cercando di contenere la gioia di Sven.

No, pensavo sarebbero stati sempre con noi. Suppongo Takeru ci raggiungerà a pranzo...David deve festeggiarlo con i suoi”

Certo, immagino quanto ci tengano. Un vero peccato, David è un'ottima guida”
“Già”commentò Hikari, stanca.

E quelle?”

Hikari sorrise. “Saranno studentesse delle superiori, non è difficile vedere i loro balletti”

Carine...”esclamò Sven, in trance.

Olaf lo prese sottobraccio. “Guardate il mio ometto!”
“PAPÀ!!”

Hikari controllò l'ora.

Tra poco dovrebbe iniziare il concerto. Sven, magari c'è un gruppo che ti piace...Andiamo?”si rivolse all'intero nucleo familiare.

Se me lo chiedi tu...verrò ovunque”

Frida deglutì per il disgusto. “I miei livelli d'insulina stanno raggiungendo la soglia massima di pericolo, ti avverto, fratellino!”


Allora, non ti è piaciuto il concerto?”

Takeru era rincasato molto prima di loro, e stava apparecchiando la tavola.

Stava...apparecchiando la tavola?!

Hikari ebbe la stessa mia reazione.

Che cosa...”

Beh, dovevo pur fare qualcosa, mentre vi aspettavo”fece spallucce.

Nel caso non avesse potuto continuare a fare il giocatore di basket, come arredatore sarebbe stato da prendere in considerazione.

La tovaglia era di un lino bianco quasi accecante, e il centrotavola pieno di fiori e frutti finti sui colori caldi dell'autunno.

Vicino ad esso, si ergeva il famigerato tofurky. Circondato da tutte le prelibatezze che i miei due beniamini avevano preparato la sera prima. Takeru aveva riscaldato tutto- e Hikari non poté fare a meno di notare altre due dita scottate.

Oh!”

Frida sorrise; il suo sorriso era di quelli larghi, sinceri, commossi.

Saremo solo noi cinque?”domandò Olaf. “Non sarà un po' troppo?”
“Non quando si hanno due maschietti affamati”sorrise Hikari. “Speriamo di aver combinato qualcosa di buono”
Sven rifilò un'occhiata in tralice a Takeru.

Se fosse dipeso solo da lui, avrei dubitato, ma se c'è la mano di Hikari...”
Takeru digrignò i denti. “Spero che il tofu gli vada di traverso...”

Hikari decise di cambiare discorso. Frida stava per sedersi vicino a Takeru, quando, di scatto, si sedette accanto a suo fratello, che aveva cercato di custodire gelosamente il posto per Hikari.

Così, grazie alla norvegese perspicace, Hikari si ritrovò seduta vicino a Takeru.

Con grande imbarazzo da parte dei due, occhiate di fuoco provenienti da Sven, consapevolezza di Frida e assoluta incomprensione di Olaf.

Hai chiamato Iori, poi?”domandò Hikari, per rompere la tensione, mentre Olaf rispondeva a una chiamata di lavoro.
“Sì, ma giustamente resta con sua moglie e la famiglia di lei. E Sora?”
“Mi ha detto che non stava ancora troppo bene, ha preferito non muoversi di casa.”
Sì, certo, non stava troppo bene! Se c'era un certo virus di nome Yamato...Sorrisi. Almeno loro non perdevano tempo in inutili e estenuanti battibecchi.

Sono quasi emozionata a provare un vero pranzo del Ringraziamento!”esclamò Frida.

Takeru le sorrise dolcemente.

Non so se possa considerarsi 'vero'...Dopotutto, io e Hikari siamo giapponesi. E il tacchino è al tofu, per la vegana”indicò sprezzante Hikari.

Spero vi piaccia comunque”lei non poté fare a meno di una nota ansiosa nella voce. “Mangiamo!”
Notai che l'ossicocco era considerato un po' amaro, e che le patate dolci forse non erano poi tali. Ma si sentiva...
calore. Per quel che potevo immaginare, Hikari sicuramente non aveva mai festeggiato niente del genere con Taichi. E potevo solo ipotizzare la solitudine di Takeru in occasione di feste come queste.

D'improvviso, mi chiesi se tutto il menefreghismo, tutta la sicurezza, tutto il suo caratteraccio...non fossero altro che una difesa.

Perché quel giorno Takeru sembrava così diverso. Divorava la torta di zucca, rideva, scherzava, persino con Sven. E non potevo attribuire il tutto solo all'imminente ritorno in campo. Quella mattina...si poteva sentire eccitazione nell'aria. Attrazione innegabile tra i due...Amore?

Hikari prese una fetta di torta alla zucca.

Takeru era attento ad evitare che Sven, vicino a lui dall'altro lato, non lo infilzasse con una forchetta, in uno stupido gioco che stavano facendo.

Lei sorrise, incontrò per un attimo gli occhi di Frida, che si orientarono eloquentemente verso Takeru.

Hikari divise il suo pezzo di torta in due, ponendone metà nel piatto di Takeru.

Quest'ultimo si lasciò colpire da Sven, distratto dalla gentilezza.

AHIA!”

Colpa tua. Mai abbassare la guardia. Sei mezzo francese, no? Perciò... À l'amour comme à la guerre

Sven gli fece la linguaccia.

Che significa?”chiesero Hikari e Frida all'unisono.

Sciocchezze”tagliò corto Takeru. Contemplò il dolce per un momento.

Grazie”sussurrò a Hikari, in giapponese.

Takeru si fissò le dita.

Oltre a quelle, qualcos'altro aveva preso fuoco in lui.


(*)Il Jonson è un'importantissima festa in Norvegia, tipo questo benedetto Ringraziamento negli Stati Uniti xD

(**) Questa frase viene da 'Cyrano de Bergerac', una pièce teatrale che personalmente venero...In italiano, è sempre tradotta come 'un bacio è un'apostrofo rosa tra le parole t'amo' :)

Sembra evidente che lo stress pre-esame non faccia altro che aumentarmi l'ispirazione...xD Dovrò dire al mio prof di biologia che è ingiusto che l'ispirazione trami contro di me per apparire nei momenti più inopportuni- se poi ci si mette anche la fine di Host Club, come ci si aspetta che io studi ç_____ç ù_ù Ad ogni modo, inopportuni per me...spero non per voi! Magari non mi aspettavate così presto-io non mi sarei aspettata, conoscendomi xD Eppure...me voilà! È stato un autentico dramma scrivere questo capitolo, innanzitutto per la stramaledittissima documentazione che mi ha richiesto! Inoltre...Io ODIO condensare gli avvenimenti, sono di una lentezza esasperante in tutte le cose che faccio xD Perciò, immaginate cosa sia stato dover inserire ben 27 giorni in un capitolo solo ç_ç E quel che ne è uscito, infatti, non è altro che un frammentato e discontinuo ritratto di Chicago. Ringrazio pubblicamente papà e la povera Camilla-che sono realmente stati a Chicago-per avermi sopportato in questi giorni xD Continuavo a chiedere dell'America Girl Place...Ah, per non dire poi della Sears Tower! Cioè, l'anno scorso mi cambia nome! Ma come! XD Quando l'avevo descritta nei primi capitoli, era nota solo come Sears Tower...Segno che questa fanfiction sta durando i secoli dei secoli xD

Ho scelto il nome Olaf perché mi fa troppo ridere e perché mi ricorda una vecchia storia Disney vichinga xD Il personaggio di Sven è liberamente ispirato alla fusione tra due miei carissimi amici-ho preso il compleanno del mio migliore amico, ma lui ha detto che gli va bene che io m'ispiri a lui per ogni personaggio, salvo un emo xD

Se David ha quel nome e quel segno...un motivo-una persona dietro- ci sarà U_U È stato grazie a questa persona che ho potuto vivere una situazione simile al bacio tra Takeru e Hikari xD

Volevo inserire necessariamente il planetario...li adoro ** I segni zodiacali li ho voluti inserire dal momento che, ogni volta che ci vado in compagnia, ognuno cerca di decifrare il proprio segno in mezzo alle stelle xD Per me, sono così romantici *_* (Per me, è tutto romantico xD)...ma non ci credo, mai fare di tutta l'erba un fascio =P

Anche la scena dei grembiuli, beh, è dovuta a esperienze che vi risparmio xD

Per la storia di Barbie...l'ho scoperta per caso, qualche giorno fa, con una mia amica...Vi giuro, sono arrivata a piangere dal ridere...Ma come si fa a inventare una storia del genere per una bambola? XD Io, in verità, non la sopportavo xD Ero un misto tra Frida e Hikari, adoro i peluche e preferivo i cartoni animati(di qualunque tipo! A parte gli anime e la Disney-ero una patita di Magic English!- 'Esplorando il corpo umano' andava per la maggiore xD)...E giocavo con microscopi a osservare le cellule nell'acqua di palude xD Che infanzia triste X°D

La smetto di sclerare e rispondo alle vostre gentilissime recensioni ^^ Mi commuovo davvero, ogni volta!

Padme vi confermerebbe che piango per ogni minima cosa (tranne per amore xD) =P È a lei che si deve la correzione di questo capitolo ;) So bene quanto ti piacciano i momenti kenyako, vedrò di inserirli presto xD E sai anche che non ti rispondo in questa sede perché ci sentiamo quotidianamente ^^

Passiamo a Delphinium_Love ^^ Spero davvero il dubbio sia risolto...Frida avrà il suo apice nel prossimo capitolo-poi se ne andrà! Iiih, se hai trovato dolce quella scena, questa della camera da letto è diabete allo stato puro xD La storia di Yamato è un po' complicata xP Sarà sviscerata approfonditamente, però ;)

EnMilly: Spero, spero davvero che ti piaccia anche questo capitolo! Io, personalmente, mi divertirò nel ventisettesimo(saranno trentadue, in totale xD) ^^ Solo il Garda? Sora e Yamato facevano concorrenza ai Grandi Laghi vicino Chicago xD Infatti, nel ventiduesimo capitolo, ci sarà una svolta, perché non ne posso più nemmeno io(come se dipendesse da qualcun altro!) Tutti quanti avete pensato ai genitori di Frida...E' stato traumatico scoprire che è orfana di madre? Ero convinta di averlo specificato, ma poi, rileggendo, mi sono resa conto che su di lei non avevo detto un bel niente xD Povero David...Avrà anche lui la sua fetta di felicità nell'epilogo ;)

Shine:Addirittura droga?! Ragazziiii ma voi mi viziate xD Non ditemi queste cose, altrimenti mi monto la testa xD Lieta che ti piaccia il modo in cui affronto le coppie ^^'' Takeru si sta pian piano ritrasformando nel principe azzurro che è nell'anime xD Ma è comunque maschio e celebre, perciò doveva chiamare Frida ;) Ma chi è l'amore della sua vita? ù.ù E' un ragazzo da sposare xD Nonostante la scarsa affinità con la cucina!

marmelade_honey:Godete di questi tempi di aggiornamento, perché non so davvero che fine farò quando ricomincerò l'università xD Le abitudini di Takeru vi hanno sconvolto? Allora vi rivelo una cosa xD Il ragazzo del mio primo bacio- col quale ci mischiammo la febbre a vicenda e mi lasciò il suo profumo addosso per due giorni di fila!- aveva l'abitudine di dormire nudo- e questo ha causato non pochi problemi un capodanno xD Perciò, vi garantisco che non è così inverosimile xD Hikari ce l'ha più con se stessa che con Takeru-ma lei non lo ammetterà mai! Ribadisco, povero David xD

ThiaguellaItaly:Ma che bello vedere nuovi nomi tra i recensori ç_ç 'Tante'fan...non esageriamo =P Sarei curiosa di sapere la storia che ti ha portato a leggere 'Angeli del Cuore' per prima fiction, invece ;) Puoi sempre contattarmi per e-mail ^^ Ehm...nonostante i quasi vent'anni, scrivere di quella scena-per non parlare di alcune di queste capitolo- ha fatto arrossire anche me ^^' Ma converrai con me che non possono limitarsi ai bacetti a ventisei anni xD Spero continuerai a seguirmi ^^
Elisa_:Che bello 'rivederti'! Per la questione Sorato, ti risponderò per mail ;) A me piace tantissimo il rapporto tra Sora e Hikari(mi ricorda un po' quello che ho con Sora89 ♥)...Perciò, mi piace cominciare con loro! Anche se credo dovrò iniziare anche con Iori e Takeru, un paio di volte ^^'' Sì, io a quindici anni probabilmente facevo anche peggio di Hikari =P Soprattutto col cellulare xD Hai visto che bella l'immagine della casa del the che ti ho mandato per mail? Se siete interessati, ecco la vera 'Lobby at the peninsula'!

http://www.peninsula.com/Chicago/en/Dining/The_Lobby/default.aspx

Ma no, Natsuko non potrebbe diseredare la luce dei suoi occhi xD Mi meraviglio come non abbiate notato niente di strano su Takeru finora =P Ma ogni cosa a suo tempo ^^

Questo capitolo è lunghissimo-dubito che ad 'Angeli del cuore' usciranno più capitoli così! XD E con questo, sono arrivata a 20 capitoli! Dal momento che ho deciso di farne 32, tirate un po' voi le somme ;)
Grazie, grazie, grazie, 127 volte grazie ♥

HikariKanna


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Capitolo 21
*** Jeg elsker deg ***



Angeli del cuore


Hai praticamente tutto, perciò dimmi espressamente cosa desideri per il tuo compleanno”

La voce di Iori era calma e composta.

Così diversa dallo schiamazzo che sembrava fare da padrone, quel primo giorno di dicembre.

Takeru si appoggiò distrattamente alla finestra, osservando i Bjørnson caricare la sua macchina-offerta solo per far un piacere a Frida-, che li avrebbe condotti all'aeroporto. Ero sicuro che avrebbe nevicato, di lì a poco. Chicago era una delle città più fredde degli USA, ma, stranamente, quell'anno la neve non aveva ancora fatto capolino.

Non sei tenuto a farmi un regalo...Inoltre, mancano ancora due settimane...Non mi dire che già trascini Kirstie in giro per negozi proprio oggi, il Black Friday!”

Iori sorrise. “Al massimo, è lei a trascinarmi.” Sospirò. “Come in ogni cosa. Ah, ti ho portato un po' di tacchino autentico, ho pensato ti avrebbe fatto piacere”

Takeru si voltò verso di lui. “Di certo hai fatto un favore al mio stomaco; ho già un ottimo metabolismo di mio, senza dover ricorrere a tutte quelle verdure. Ora capisco come fa ad essere così magra.”borbottò sorridendo, tornando a guardare fuori dalla finestra.

Iori lo scrutò con attenzione.

Sembri tornato il Takeru di una volta. Il Takeru di cui sono diventato amico.”

Il biondino aggrottò le sopracciglia. “Mi sono comportato così male?”
L'altro fece spallucce. “Non importa, ormai è passato.”

Sì che importa!”s'inalberò Takeru. “Non ti ho telefonato per un secolo...Scusami. Avrei voluto, avrei...avrei potuto. Ma avevo paura del tuo giudizio...sai, sulla vita che ho sempre condotto, da quando io e Véro abbiamo cominciato i nostri estenuanti tira e molla. Tu...sei sempre stato sicuro su quale fosse la tua via. E hai una splendida persona al tuo fianco. lo...beh, lo sai come sono fatto! Sapevo che avresti disapprovato molte, troppe donne...e sbagli...”

Takeru si grattò la nuca; Iori lo fissava seriamente, senza interromperlo. Era raro e quanto mai prezioso un atteggiamento simile in Takeru. Sapevo che fosse molto cambiato, e ne indovinavo facilmente la ragione, ma era sempre una piccola vittoria vederlo scusarsi e ammettere i propri sbagli. In questo, era diventato decisamente più maturo di Hikari, che ancora esitava a confessare le sue mancanze.

E non volevo sentire cose che non fossero finalizzate a decantare la mia perfezione. Ma un giorno si somma a mille altri...Scusami. Se la cosa ti può consolare, sei comunque il miglior amico che io possa avere. L'ho sempre pensato.”

Iori scoppiò a ridere.

Cosa c'è da ridere?” Takeru incrociò le braccia, arrossendo.
“Che dolce sei!”lo canzonò l'altro.

Takeru non rispose, sbuffando.

Cose di questo tipo se le dicono le donne”rideva ancora Iori.

Esattamente, cosa vorresti insinuare sulla mia virilità?”
“Stai facendo tutto tu!”

Brutto acido rinsecchito, che ci troverà quella poverina in te! Ma ogni tanto le sussurri frasi sdolcinate?”
“Takeru, io non sono un playboy. Quelle frasi si dicono solo se le senti.” Iori tornò serio, mal celando un rimprovero taciutogli per troppo tempo.

Hikari e Frida, intanto, aiutavano il carico delle valigie e le operazioni. A quanto pareva, Sven stava dimenticando un mucchio di cose! Accidentalmente? Ne dubitavo, era così evidente che stesse solo procrastinando il temuto addio dalla sua amata Hikari.

Lo ammetto, è carina. Hai scelto bene” fece Iori, spostandosi verso la finestra.

Ma no, questa cosa del reality è una stupidaggine. Meno male che tra dieci giorni finisce...La produzione pensa che oramai siamo destinati al matrimonio e a una lunga vita felice insieme. Macché.”
“Non alludevo a Frida, né alla scelta fatta per il reality.”lo corresse gentilmente Iori. “Ma a quella del tuo cuore. E alla ragazza che non riesci a smettere di fissare nemmeno per parlare col tuo migliore amico, venuto a trovarti per farti cibare di vero tacchino!”

Takeru rise nervosamente, ma non rispose.

Era proprio vero che, dall'esterno, le situazioni sono molto più chiare. Takeru non aveva la benché minima chiave per decifrare i suoi sentimenti, e così ero ricorso a Iori perché potesse comprendere la nebulosa dei suoi pensieri.

Tu e lei avete già...”
“No,no”si affrettò a chiarire Takeru. “Però...”

Cosa?”
“Ci siamo baciati”

Inclinò leggermente la testa, il suo tono era così distante. Distante anni luce dal tono strafottente che usava all'inizio.

Iori sgranò gli occhi.

Da quanto la conosci?”
“Saranno quattro mesi”

È grave...Per come sei cambiato negli ultimi anni, è preoccupante.”

Ah, sentiamo, dottore, qual è la diagnosi?”lo prese in giro Takeru.

Iori tornò serio.

Che hai proprio perso la testa. Takeru, non pensavo di dirtelo dopo Véro, sai?”
“Dirmi che?”

Ti sei innamorato.”

Era una verità così conclamata persino per me.

Mi complimentavo con me stesso. 'Sfruttare' Miyako -evitavo di ricorrere a Sora solo per la presenza di Yamato- e Iori era decisamente un'ottima mossa.

Takeru arricciò le labbra.

Non dire sciocchezze”

Il suo tono fu brusco e incerto. Da manuale.

Ah, sì? E come mai sta sempre qui? Se non la volessi, la scaricheresti, no?”

Iori continuò imperterrito.

Ricordi Halloween? Mi dicesti che non era la tua ragazza, ma che c'era qualcosa in lei...”
“Il gene per il partito dei vegetali?”

C'era un che di eroico, nella pazienza di Iori.
“Idiota. Cos'è che ti ha scritto la norvegese sul braccio? 'Quando sei solo con te stesso non puoi mentire'.”

Non sono solo, ci sei tu con me ora”

L'avvocato alzò i suoi penetranti occhi verdi al cielo.

Takeru”lo riprese Iori. “ E pensare che hai due anni più di me. Smettila di fare il bambino e ammetti che provi qualcosa per lei!”

Notai che Hikari si stava agitando con i Bjørnson. Si catapultò in casa, diretta in cerca di qualcosa.

Di qualcuno in particolare.

Takeru”

Iori sorrise, come a dire che tutto stava andando esattamente secondo le sue aspettative. E le mie.

Sì, Hikari?”

Chris, appena tornato da un lavoro urgente con Maya, improvvisò un balletto.

È ttato tanto gentile, velo, Dai?”

Sven e Olaf stanno partendo...Non vuoi salutarli?”
“Oh, sì, sì, certo! Iori, scusa un attimo”

Iori si posizionò comodamente vicino alla finestra. “Fa pure con comodo, non ho fretta”

Sono felice che siate tornati buoni amici”sorrise Hikari, la voce di un'ottava più alta.

Mi ha portato un po' di tacchino”rispose Takeru, senza un preciso nesso con la frase di Hikari.

Sei stato troppo tempo senza mangiare carne, giusto. Scusa. Tu sei un atleta, per te le proteine animali sono fondamentali.”si scusò lei, imbarazzata. “Anche se potresti tranquillamente equilibrare con una dieta adeguata e...oh, lascia perdere!”

Ma ieri era buono, davvero! ”si affrettò a dichiarare lui, gesticolando concitato.

Hikari gli sorrise, e lui si fermò per un secondo.

È stato anche merito tuo”.

Takeru inspirò profondamente, mentre Iori sorrideva criptico come una sfinge.

Olaf, intanto, controllava continuamente l'orologio.

Sven, adesso sei proprio sicuro di aver preso tutto?”

Il poverino non poteva davvero ritardare di un altro minuto.

Le orecchie gli si fecero di uno strana sfumatura fucsia, quando vide Takeru e Hikari arrivare insieme e non battibeccare tra di loro.

Sven”
Takeru gli porse formalmente una mano. Sven, pur con tutta l'intenzione, non riuscì a scalfire anni e anni di allenamento in palestra; perciò, la stretta, che sperava fosse forte, si rivelò essere per Takeru assolutamente di prassi.

Fa il bravo in Norvegia...E credi un po' di più ad amori possibili. Sono sicuro che ci sono orde di ragazzine che...”
Sven mormorò qualcosa tra i denti, in norvegese. Qualcosa che suonava come:”Te li faccio vedere io, gli amori possibili”.

Superava Hikari in altezza di una spanna buona, altroché.

Attese che suo padre la salutasse e poi passasse al rivale, quando si avvicinò a lei e iniziò a parlare in modo imbarazzato, non rendendosi affatto conto di star parlando nella sua lingua natia.

A volerla dire tutta, stava dicendo frasi senza senso, copiate qua e là da poesie d'amore.

Quando finì di sparare il suo sermone a raffica, Hikari, sconcertata, gli confessò che 'non aveva capito un accidente'.

Dai...ma allola è velo che un velo amole non sa pallae!”(1)
Scompigliai il ciuffetto di capelli di Chris.

Ma cosa v'insegnano nei nuovi corsi?Io, quand'ero un baby angelo, non sapevo assolutamente questi aforismi umani!”

Chris mi fissò serio. “Pecché non sei imasto baby?”

I mie ricordi volarono a molto, molto tempo prima.

Quando Jun decise di crescere.

Noi angeli siamo fortunati. A meno che non siamo di diretta derivazione umana-nel qual caso, manteniamo età ed aspetto precedenti-, nasciamo tutti baby angeli dalla nostra nuvola. Teoricamente, possiamo rimanere allo stadio baby per l'eternità...Ma si può anche decidere di crescere. A piacimento. Io, per esempio, dimostravo poco più di una ventina d'anni.

Solo che non possiamo tornare indietro. Io non potrei mai tornare un baby angelo con questa forma e questa mente.

A volte, mi chiedo se questa libertà non sia eccessiva...Spesso mi capitava di voler tornare baby, e giocare con Miyako e Ken. Ma oramai avevo deciso. E, fino a nuov'ordine, sarei rimasto di quell'aspetto.

Perché mia sorella Jun era cresciuta. E io, stupidamente...l'ho voluta emulare a tutti i costi. Ai miei occhi, sembrava che mi stesse quasi facendo un dispetto. Un po' mi prendeva in giro perché non parlavo, un po' aveva quegli sguardi che solo gli adulti riescono ad avere...Era...E poi, sono cresciuti anche Miyako e Ken.”aggiunsi, a mo' di spiegazione per la mia scelta.

E pecché loro si shono ttaffomati?”

Per amarsi”conclusi. Avrei dovuto capirlo già da allora.

E Jun?”

Non l'ho mai saputo. Buffo, vero? Mi sono trasformato principalmente per stare al passo con lei e non so neppure perché l'ha fatto.”

Chris mi guardava con occhioni sgranati.

Cos'è quella faccia?” esclamai. “Sì, immagino che un giorno dovrò chiederglielo...”

Chris scosse la testa. “Guadda”

Mi voltai verso Hikari.

Sven aveva perso la pazienza, e non avrebbe ripetuto a Hikari un nonsense come quello precedente.

Perciò, pensò bene di regalarle il suo primo bacio.

Durò giusto un secondo; poi Frida lo allontanò.

Hikari alzò un sopracciglio.

Lo sai che sei troppo piccolo e lontano per me, vero?”
Non era sconvolta come potevo aspettarmi. Si sfregò le labbra con il dorso del guanto, non appena Sven si voltò verso la sorella con uno sguardo carico di astio. “Potevo spingermi un po' di più!”
“Ti avrebbe spinto lei via in due secondi netti”sibilò la sorella, a braccia conserte.

Chi mi preoccupava seriamente era Takeru, non s'era mosso d'un millimetro.

Sven sospirò.

Rimarrai sempre speciale per me. E se un giorno vorrai abbattere i tuoi pregiudizi sull'età, beh...”

Stavolta respirò e si ricordò l'inglese.
Hikari rise.

Non era a me che dovevi dare il tuo primo bacio”

Sven fece spallucce. “Come fai a sapere che era il primo?”
“Non lo era?”

Sarai esperta, immagino”

Così dicendo, si sporse ancora in avanti, ma Hikari indietreggiò.

Non esageriamo!”

Takeru irrigidì la mascella; Hikari s'era voltata a guardarlo, ansiosa.

Sven! Hai già combinato parecchi disastri, ce ne vogliamo andare?!”intervenne Olaf, chiudendo il bagagliaio definitivamente.

Su, abbraccio da orsacchiotti”

Frida strinse a sé il padre e il fratello insieme, seppur quest'ultimo con una certa resistenza. D'un tratto, potevo sentire che quella scena faceva un certo effetto sia su Takeru che su Hikari. L'uno non aveva mai avuto una famiglia , mentre l'altra vedeva la sua raramente, poiché i suoi genitori erano ritornati in Giappone, e Taichi era spesso all'estero.

Olaf entrò in macchina, scortato dai due bodyguard.

Sven sembrò ricordare una cosa.

Hikari si nascose-inconsciamente?-dietro Takeru, ma il ragazzino era rivolto alla sorella.

Sentii distintamente che le diceva-in norvegese-:” Ha detto che verrà non appena finirà. Ha aggiunto che puoi starne certa”.

Sven abbracciò ancora una volta la sorella, poi salutò gli altri due con un cenno della mano, guadagnandosi un sorriso di liberazione da Hikari e uno sguardo truce da parte di Takeru.

Una lacrima solcava il viso di Frida, che corse in casa.


Quasi quasi mi dispiaceva che la famiglia di Frida fosse tornata in Norvegia. Sven aveva apportato la forza dell'amore adolescenziale, e questo aveva ravvivato un po' le giornate in casa Takaishi.

Ora, tutti i riscaldamenti erano accesi, eppure si poteva percepire freddo ovunque. Di quel freddo esistenziale, quello dell'anima. Quando ti senti tremendamente solo e vorresti solo capire dov'è il tuo posto, se quella persona è adatta a te.

Frida teneva tra le mani una tazza di caffè d'orzo, fissando vitrea il vuoto. Takeru le faceva compagnia con una cioccolata calda; Hikari col suo the disegnava scarabocchi sul vetro appannato delle finestre. Il tutto nel più completo silenzio.

Mi chiedevo...”

Hikari cancellò un cuore. “Mancano dieci giorni alla fine del reality, no? Penso che la produzione si aspetti come minimo un solitario di fidanzamento.”
“Penso che preferiresti una donazione a qualche ospedale o progetto, no, Frida?”
Hikari sbuffò. “Si può sapere che hai, Takeru? Non mi dire che ti manca Sven!”ridacchiò.

Ma né Frida né Takeru erano d'umore adatto per raccogliere la provocazione.

Magari, Takeru, sarebbe un bel gesto da parte tua.”

Vado a prendere il libretto degli assegni, allora”
“Aspetta la prossima puntata!”fece Hikari di scatto.

Takeru si fermò, colpito da un pensiero improvviso.

Hikari, tu cosa farai dopo il reality?”

Lei alzò le spalle. “Mi arrangerò come al solito!”

Takeru bevve un sorso, massaggiandosi le tempie.

Devo essermi preso la febbre”mormorò all'improvviso.

Hikari sospirò, lavando la propria tazza. “Sai, temo di averla anch'io. Ma io mangio frutta e verdura, e soprattutto non dormo...”s'interruppe, imbarazzata.

Curioso che non vi sia venuta la mononucleosi.”sogghignò Frida, in un lampo di ilarità che scemò rapidamente.
“Eh?”chiesero all'unisono i due, meravigliandosi della sincronia.

Chiedete a un medico quando lo vedete”aggiunse lei con leggerezza. Poi ripeté, in trance: “Un medico...”, per ricadere in stato catatonico. “Visto che non vi sentite neppure bene...”

Io penso che sia tu a stare peggio di tutti”
Hikari tirò su col naso, sedendosi tra Frida e Takeru. “Che hai? Cosa ti avrà mai detto Sven da farti tremare così tanto?”
Frida strinse la mano che entrambi le porgevano, sussurrando poi. “Vuole venirmi a prendere. Non appena finisce il reality”

Sven?!”esclamò allarmato Takeru.

Takeru”lo rimbeccò Hikari, così vicina a lui. Le loro mani quasi si sfioravano, ed entrambi ne sembravano ben consapevoli. “Ovvio che sta parlando di Jyou”

Frida si portò la testa alle ginocchia. “Non lo voglio vedere”
“Hai la certezza che verrà?”sorrise comprensiva Hikari.

Non ho la sfera di cristallo, che ne so!”esclamò l'altra stizzita.

Hikari sospirò. “Se venisse, Takeru si comporterebbe come il tuo vero fidanzato!”

Frida l'abbracciò, mentre Takeru si scatenava in proteste verbose.

Grazie”



Frida, penso sia stato poco saggio a una settimana dalla fine del reality”
La puntata, quella sera, era stata un mezzo disastro.

Capirai, non lo facciamo nemmeno per i soldi. Quello che ci offriranno se dimostreremo di essere una vera coppia lo devolveremo in beneficenza. Vero?”

Certamente”sorrise mellifluo Takeru.

Comunque, credo abbiano sospettato qualcosa”aggiunse Hikari. “Ad ogni modo, è quasi finita. Finalmente tra poco potrò tornare nel mio studio!”

Eh, già”fece Takeru, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni.

Ero certo che oramai si fosse abituato ad averla per casa...Come sarebbe stato senza più Frida, senza più lei? Takeru era sempre cresciuto da solo; sarebbe riuscito a rinunciare al calore-singolare, certo, ma pur sempre attaccamento-che gli offrivano Frida e Hikari? Frida passi, ma Hikari...dopo la fine del reality, dovevo ingegnarmi.

Inutile che fai quella faccia, sono sicura che sei contento anche tu di poter tornare a invitare ragazze!”aggiunse Hikari, precedendoli.

Naturale, che te lo dico a fare”mormorò stancamente lui.

Frida non era proprio dell'umore giusto per fare da collante. Infatti, nonostante volessi utilizzarla per risolvere una buona volta il rebus che si affacciava sempre più insistente in Takeru, c'era qualcosa che m'impediva di farlo. Era sicuramente una forza angelica, ma chi sapeva che mi stavo occupando di quel caso? Chris era via con Maya...Scartai Yamato; Ken e Miyako oramai erano umani...

NUVOLETTE!MA NON POTEVANO RESTARSENE A HAUGESUND, OSLO O DOV'ERANO LORO?!”

Venni colpito in pieno da un tornado ululante a pieni polmoni.

WU! E tu che ci fai qui?!”
“Daisuke!”

La mia collega mi rivolse un larghissimo sorriso.

Wu era un angelo femmina. (A proposito...L'espressione ' discutere del sesso degli angeli' non ha affatto senso. Noi nasciamo di due tipi diversi, esattamente come voi. Per comodità, ci chiamiamo maschi e femmine, ma vi sono differenze anatomiche tra noi e gli umani. Devo chiedere al capo perché siamo così antropomorfi, o voi così angeliformi, vedetela come volete. Non l'ho mai capito.). Per l'esattezza, un angelo del cuore. Uno dei più svampiti angeli del cuore.

Wu si scrollò le ali disordinate.

Anche tu qui?”

Come sarebbe! È la mia missione!”
Wu spalancò i suoi grandi occhi viola.

Non è possibile”esclamò con tono trasognato. “Possibile che il capo mi abbia sostituito?”

Ferma, non piangere”

Wu era ben nota per i suoi repentini sbalzi d'umore. E infatti...

Ma oramai avevo la situazione in pugno...”singhiozzò.

Wu...”

Non sapendo bene come comportarmi, la picchiettai gentilmente sulle ali con le mie.

Era...era...più di...”

In preda a convulsioni quasi isteriche, mi afferrò, iniziando a piangere copiosamente.

Più di un anno!”concluse, soffiandosi il naso.

Decretando all'istante che quella sera, sulla Terra, sarebbero spuntati moltissimi rubini, cercai di far mente locale.

Un anno? E in otto mesi nemmeno li avevi fatti conoscere?”

Il capo non era stato corretto. Mi aveva mentito...Come aveva potuto credere che Wu fosse così incapace! Era quella che, dopo Gary, impiegava più tempo per concludere le sue missioni, ma...aveva un'ottima percentuale di successo!

Sentii una rabbia inspiegata montarmi dentro.

Mi dispiace davvero. Puoi aiutarmi, dai...Così, magari Takeru e Hikari si fidanzano quanto prima!”

Wu tirò su col naso. “Mi farebbe tanto piacere aiutarti.”
Aveva davvero degli occhi grandi. Da umana, non avrebbe dimostrato neppure diciotto anni.

Ma...chi sono Takeru e Hikari?”

Rimasi interdetto.

Come, chi sono?”

Wu si asciugò il viso.

Le mie vittime sono Frida e Jyou, non conosco questi Hikari e Takeru di cui mi parli tu...OH! VUOL DIRE CHE IL CAPO HA ANCORA FIDUCIA IN ME!”

Ebbi il piacere di osservare quanto fosse lunatica. Infatti, Wu improvvisò un balletto accompagnato da un eccessivo frullare d'ali.

Un momento, Wu, calma!”

Avevo sentito bene? Jyou e Frida?

Le fermai le ali, facendola sbuffare e costringendola a guardarmi.

Che missione ti è stata affidata?”
“Te l'ho già detto. Jyou e Frida, no? Frida è quella laggiù”

Percepii distintamente il mio viso distendersi.

So chi è Frida! Ma allora...Lei e Jyou hanno un angelo del cuore!”

Wu alzò un sopracciglio. “Che sarei io”

L'abbracciai d'istinto.

Wu, tu non sai quanto sono contento di vederti!”
Se Wu avesse completato presto la sua missione, Frida sarebbe andata via da Takeru, lasciandomi piena libertà d'azione. Certo, anche aspettando la fine del reality, ci sarebbe voluto poco, ma...meglio il più presto possibile!

Lei mi guardò sospettosa.

Oh, uffa. Non è ancora arrivato”

Incrociò le braccia.
“Wu, chi?”

Che ore umane sono?”

Rispose con un'altra domanda.

Credo che tra poco sia mezzanotte, perché?”
“Perfetto!”batté le mani, deliziata.

Frida si lasciò sfuggire un pesante sospiro.

Che succede?”domandò Takeru, mentre erano in auto, per tornare a casa. L'auto di rappresentanza del reality li avrebbe lasciati a casa Takaishi, da cui poi Hikari sarebbe stata accompagnata.

Niente, è che...”
“È stato il 5 dicembre che vi siete conosciuti, vero?”chiese Hikari dolcemente.

Frida annuì tremante.

Non lo ricorderà neppure, anche se è domani”

La sua voce era incrinata.

Non credo proprio”affermò decisa Hikari.
“Anche se fosse, non si farebbe sentire. Jyou...non è propriamente romantico.”

Ma tu speri che lo faccia”

Ehm”Takeru si schiarì la voce; oramai erano scesi dalla vettura e stavano per varcare il cancello.

Per caso, Jyou ha i capelli lunghi scuri e gli occhiali?”

Wu sorrise.

Ottimo tempismo”

La guardai interrogativo.

Lui è Jyou?”
Wu annuì felice. “Ora fammi lavorare, poi ti spiego!”

La mia collega sparse la polvere della riconciliazione; io feci in modo che Takeru e Hikari s'allontanassero dalla scena.

Ciao”

Jyou non mi sembrava affatto cattivo. Anzi, tremava di freddo e balbettava in continuazione.

Frida non rispose; aveva gli occhi bassi.

Come...come stai?”azzardò Jyou.

Bene”rispose tagliente lei.

Frida...”cominciò lui, avvicinandosi.

Non mi toccare, non ti avvicinare nemmeno”

La voce di lei era ferita. Più umana che mai.

Ma...devo spiegarti!”

Wu sospirò.

Dai, tu non hai la polvere della riconciliazione, vero?”
“No, Wu, solo la MVATP.”

Mmm, quella non mi serve granché ora, sai che l'effetto dopo poco passa. E invece Frida dev'essere convinta per bene”
“Beh, mi sembra che la loquacità di Jyou stia andando alla grande, no?”

Ridacchiai.

Non prendere in giro!Se tutto dovesse andar bene, oggi finirei la missione!”

Spiegarmi cosa?” fece Frida. “Io non ho niente da dirti”

Ma io sì”

Jyou rimase in silenzio ad osservarla.

Ti sei tagliata i capelli”notò con dolcezza.

Non li taglio da mesi, ti conviene cambiare oculista”mormorò acida lei.

Wu, ma che cavolo hai combinato perché questi due non si parlassero per sei mesi?”
“Senti, io sono rimasta con Jyou in Norvegia. Ho cercato in tutti i modi di convincerlo a chiamarla, almeno il primo mese.”
“E gli altri cinque?”

Wu si morse un labbro.

Beh...”

Le accarezzai i lunghi capelli. “C'entra Kyo, vero?”

Wu tirò su col naso.

Ha scelto Thomas. Non me. Un altro angelo maschio.Comunque..Non me

Si zittì un secondo, osservando Jyou afferrare la mano di Frida tremante.

Comunque, mi è passata, davvero!”sorrise, distendendo le braccia.

Non le credevo neppure un po'. Tutti noi sapevamo della tremenda cotta che provava per Kyo...E tutti sapevamo com'era andata a finire. Ciò che era veramente inaspettato era la reazione di Wu. Forse, era molto più matura di me, per certi versi.

Wu, secondo te...Perché anche noi angeli c'innamoriamo? E perché non siamo regolati dall'alto, protetti da qualcosa?”
Alzò le spalle. “E io che ne so!”esclamò con semplicità. “Mica sono il capo!”

Sbadigliò. “Organizzare il viaggio di Sven e Olaf prima e di Jyou poi mi ha veramente sfiancato. Dai, Jyou, forza!”urlò, come se il suo protetto potesse sentirla.

Frida non aveva detto una parola. Continuava a fissarsi la mano, intrecciata con quella di Jyou.

Beh, magari è congiuntivite”tentò di sorridere lui.

Hai la congiuntivite?”

Ora che ti sono vicino, vedo il mondo in rosa. La congiuntivite è definita la malattia degli occhi rosa. Perciò...”
Frida represse un sorriso.

Che razza di sillogismo è?!”

Jyou le prese l'altra mano.

Sono così contento”

Frida lo guardò per la prima volta negli occhi.

Di avere la congiuntivite?”

Takeru si massaggiò le tempie, sorridendo. Hikari osservava la scena con occhi sognanti.

Di poterti tenere le mani”

Frida si schiarì la voce.

Oh”fece lui, interrompendo il contatto e sfilandosi la sciarpa.

Te la dimentichi sempre”

Avanzò verso di lei, inspirando profondamente.

Con delicatezza, gliela strinse attorno al collo, mettendole poi le mani sulle spalle.

Sei arrivato un giorno prima. Nemmeno ti ricordi più.”fece delusa lei.

Questo non è esatto!”s'infervorò lui. “Mezzanotte è passata da otto minuti, e ad Oslo adesso sono le 7 del mattino del 5 dicembre. Ti ricorda niente questa data?”

Tutto”si lasciò sfuggire Frida. “Ti ricordi persino l'ora?”

Quando incontri qualcuno...qualcuno di veramente importante...ti ricordi tutto. E se ci fossimo incontrati alle 11, beh, ti avrei svegliato alle 4 di mattina.”
“Sarebbe stata la cosa più grave da perdonarti. Il mio sonno ha una certa valenza.”

Frida incrociò le braccia.

Penso tu abbia cose più gravi da perdonarmi. E perdonarti”

Jyou la osservò dolcemente.

Ho fatto bene a mandare Sven e Olaf qui?”
“Sei il solito imbranato, li hai fatti arrivare qui tre settimane prima?”

Jyou assunse un'espressione confusa.

Oh! Allora aveva ragione Sven, era l'ultimo

Quello è stato un mio errore”aggiunse con leggerezza Wu.

Sì, errore che ha portato Sven a baciare Hikari”

Wu sorrise. “ E che sarà mai!”

Sì, sono stati qui a disturbare per più di venti giorni. Ma...mi sono sentita un po' a casa.”

Haugesund o Oslo?”
“Lo sai che lavoravo ad Oslo, stupido. Ad Haugesund ci sono nata, ma dista da Oslo più di sei ore e...”
“Volevo vedere se eri attenta”

Frida assunse un'espressione triste.

Perché sei qui?”

Come perché? Non è ovvio?”
“Sei venuto qui a dirmi di tornare in Norvegia, non è così? E magari a dirmi che mi hai sempre amata, e che semplicemente non hai avuto il coraggio di chiamarmi...E io ci cascherei, come una stupida. Per poi tornare a casa e rovinarmi la carriera, pregiudicarmi ogni tipo di avanzamento perché ho deciso di seguire il cuore!”
Jyou si grattò la testa, imbarazzato. “La parte relativa all'averti sempre amato e non aver trovato il coraggio è l'unica giusta.”
“E ci hai messo sei mesi per capirlo?”

Lei lo allontanò.

Sai che sono sempre stato un po' lento e ipocondriaco”

In amore, si sa, il tempismo è tutto”sussurrò lei.

In realtà, ci ho messo tre mesi per calmarmi. Per tutta l'estate, non ho fatto altro che viaggiare per congressi, con la speranza di dimenticare che, sì, te n'eri andata senza un briciolo di considerazione per me”
“Si trattava del mio futuro...”cominciò lei, incerta.

E mi sono chiesto se, allora, nel tuo futuro ci fosse spazio per me. Ero arrabbiato perché tu rappresentavi per me un punto d'arrivo e, insieme, di partenza. Avrei voluto condividere ogni cosa con te...Pensavo che fossi una parentesi stupenda e niente più; invece, volevo averti ovunque andassi. Ad ottobre, ho ripreso a lavorare a pieno ritmo. E mi mancavi. Ripensavo al tuo naso freddo e alle nostre colazioni al bar dell'ospedale. Alla prima volta che ho cercato di conquistarti. Al nostro primo bacio, ti ricordi?”
“Faceva freddissimo e pioveva.”

No, cara, era grandine”

Frida rimase interdetta per un attimo. “Sì, giusto, grandine.”

Per tre mesi...ho voluto rimuovere tutto. Ma è bastato tornare alla quotidianità per capire che, oramai, eri entrata a far parte della mia vita di tutti i giorni. Paradossalmente, eri più presente da ottobre..L'autunno e il freddo non hanno fatto altro che amplificare la desolazione della mia solitudine. Poi, Sven vide quel reality. E...”

Il suo tono cambiò, da entusiasta per i ricordi, divenne triste e amareggiato.

Non potevo...crederci...”
“Ma...Diglielo anche tu, Takeru!”Si rivolse al suo compagno di avventure di reality quasi disperata.

Dirgli cosa? Jyou...Non so bene cosa stia succedendo tra di voi, perché non parlo nemmeno una parola di norvegese... ma, credimi, ha pianto, se è questo che volevi sapere. A proposito, cos'è la mononucleosi?”
“Che razza di...avresti potuto chiederglielo dopo, no?!”intervenne Hikari.

Jyou, perplesso, rispose:”La malattia del bacio? L'avete contratta?”

Takeru e Hikari si guardarono, arrossendo e comprendendo il senso della battuta di Frida.

Lascia perdere”sussurrò lei.

Hai pianto davvero?”

Frida annuì debolmente.

Jyou l'abbracciò goffo, e lei si lasciò andare completamente contro di lui.

Ho atteso che arrivasse alla fine, per capire se ti fossi davvero innamorata di lui. Ma Sven mi ha garantito che non era così...E sono tornato da te. Se vuoi, per restare. Insieme...”

Mi...mi sei mancato tanto”

Jyou le baciò i capelli.

Non avresti mai creduto che avrei fatto un gesto così plateale, vero?”
Frida scosse la testa, ancora immersa nel giubbotto di lui.

Non so, è come se qualcosa mi avesse ispirato. Forse è tutto l'amore che provo”

Arrossì; Wu ridacchiò. “Certo, tutto l'amore che prova...tsk!”

C'è una cosa che non ti ho detto, sai?”
“Eh?”

La scadenza del mio contratto è a dicembre.”
“E non vuoi rinnovarlo?”

In fondo, la Norvegia è avanzatissima, da questo punto di vista. Il freddo c'è anche lì...Non ha molto senso vivere qui come vivrei a casa...Senza di te”

Oh...Oh”balbettò Jyou. “E pensare che io volevo chiedere il trasferimento e...”
“Non l'avrai già chiesto, vero?”
“Ehm”Jyou si schiarì la voce.

JYOU! E se ti avessi risposto che non volevo più vederti?”
“Sarei venuto lo stesso. Avrei passato anni a cercare di riconquistarti”

Frida si ricordò tardi di respirare; ora era viva.

Questo è un bel problema...Io torno a Oslo e tu vieni a Chicago”

Non è detto. Fino a venerdì posso revocare tutto!”

E io posso prendermi le ferie che non ho fatto in sei mesi e tornare adesso”

Frida lo fissò, stringendosi ancora di più a lui.

Torniamo insieme a casa, ti prego”sussurrò.

Lui le baciò la fronte, sfregandole il naso col proprio.

E il reality? Non finisce l'11?”

Frida osservò Takeru e Hikari- che, nonostante stessero per congelare, rimanevano lì a guardare e tifare-.

Domani partiamo”assicurò all'orecchio di Jyou. “Non m'interessa del reality. E nemmeno a Takeru...”
“E perché l'avete fatto, allora?”

Forse proprio perché tu mi dicessi questo, adesso”

Frida gli avvolse le braccia attorno al collo, baciandolo.

Subito partì l'applauso da Hikari, Takeru, Nate, Ed, Maggie e Baptist, tutti improvvisamente radunati lì.

Jyou arrossì, ma continuò a baciare la sua Frida, per una volta incurante del giudizio altrui.


Ehi, guarda...Oggi dev'essere giornata di corsi e ricorsi storici!”
Hikari, vista l'ora tarda che s'era fatta, era rimasta a dormire da Takeru; stringeva una cartolina nelle dita indurite dal freddo.

Di chi è?”
“Véro e Steven!”sorrise lei, addentando un biscotto integrale.

Wow”esclamò Takeru, leggendola divertito. “I piccioncini sono pronti?”
“Credo stiano preparando le valigie, sono stati parecchio fortunati a trovare il volo tra poche ore!”

Ah, sì? Da quando in qua questi rumori sono imputabili al fare le valigie?”
Hikari lo picchiò scherzosamente. “Sono sei mesi che non si vedono, sii un po' più comprensivo.”
Takeru bevve un sorso del suo cappuccino.

Ah, tanto mica pulisco io.”
Hikari alzò gli occhi al cielo.

Hai pensato cosa dirai nell'ultima puntata?”

La verità, hai altre soluzioni?”
Takeru fece una smorfia e affondò due zollette di zucchero nella bevanda.

Ad essere sincera, no. Ma così, a parte deludere le aspettative di metà Stati Uniti, perderete anche i soldi!”
“Per le aspettative, non sarei preoccupato. Sono più richiesto e celebre da single, così tutte le mie fan crederanno di poter avere una chance. Per i soldi...”
“Frida dovrà rinunciare alla donazione”
“Macché. Devo solo informarmi sull'ammontare; poi farò lo stesso l'assegno.”

Hikari si scottò la lingua, sorpresa, col suo the.

Con i tuoi soldi?”
“Ehi, posso permettermelo!”
“Non ho dubbi su questo, ma...Perché?”

Takeru scrollò le spalle.

Takeru, non è che ti sei innamorato di Frida?”
Come faceva quella ragazza ad essere così cieca?! Persino Wu s'era accorta dei sentimenti di Takeru e, quando la scorsa notte s'era dileguata, mi aveva detto che, secondo lei, in un mese avrei risolto tutto. Sperai vivamente che avesse ragione, per una volta.

Takeru rise.

Assolutamente no!”

E non ti dispiace che parta?Nemmeno un po'?”

Takeru fissò Hikari stranito.

Non so dove tu voglia andare a parare, ma...sono più contento se la so con l'amore della sua vita a costruire protesi e quant'altro. La ricerca della felicità è uno dei quattro principi su cui si basa questo paese, no? Certo, Frida è norvegese, ma credo valga lo stesso, anche se ha vissuto qui solo sei mesi. E tu?”
“Eravamo diventate quasi amiche”mormorò lei. “Mi mancherà, credo. È una di quelle persone che conosciamo per un breve ma fondamentale lasso di tempo, che ci lascerà sempre un insegnamento, un ricordo.”

L'America Girl Place”rise Takeru

Notai che anche Hikari aveva usato il plurale.

Per favore! Non ci entrerò mai più! Se un giorno avessi una figlia, non la porterei mai lì...”

Takeru la guardò di sottecchi.

Non mi sembri un tipo esattamente materno”

Senti chi parla”sorrise Hikari.

Certo con Carla e Juan non lo eri!”
“Erano bambini pestiferi che volevano spingermi a baciarti!”

Pensare che, poco tempo dopo, l'avresti fatto tu di tua spontanea volontà”

Takeru le accarezzò una guancia.

Vado a vedere se Florentino e Fermina(2) hanno finito con le valigie; devo chiamare un taxi, visto che oggi è la giornata libera di Ed e Nate”

Hikari torturò la propria ciocca di capelli. Ci volevano un paio di trovate romantiche per farla capitolare del tutto, e Takeru sembrava intenzionato a conquistarla più che mai.


Dopo pochi giorni dai suoi parenti, stavolta era Frida a lasciare le scene. In un modo completamente diverso da com'era entrata. Adesso, risplendeva di felicità e stringeva la mano di Jyou.

Abbracciò Takeru in lacrime, ripetendogli il famigerato proverbio e profondendosi in ringraziamenti per la donazione e tutto quel che aveva fatto per lei.

Chissà, magari in un altro tempo mi sarei anche potuta innamorare di te”scherzò, lasciandolo.

EHI!”fece Jyou.

Ma no”lo rassicurò Frida. “E poi, il cuore di Takeru non è libero. A proposito...”

Frida chiamò Hikari, allontanatasi perché al telefono con David. Attese la fine della chiamata, per poi prenderla da parte.

Non riuscii a sentire il discorso, perché Chris arrivò tutto contento e urlante.

Maya mi ha detto di Wu!”

Wu era spesso aiutata da Maya nelle sue missioni, proprio come me e Chris.

Shono contento!! E ola Take e Hika!”

Lo abbracciai. “Sì, piccolino, Wu ha completato la sua missione...”

E nel migliore dei modi.

Frida salutò anche Hikari, rimasta un po' scossa; lei e Jyou partirono alla volta dell'aeroporto, finalmente insieme.




(1)Questa viene da Shakespeare.

(2)Questo invece viene da 'L'amore ai tempi del colera', solo che Florentino e Fermina ci mettono più di mezzo secolo per ritrovarsi e amarsi!


Ben ritrovati, miei cari lettori ^^ Come ben sa Padme, che non smetterò mai a sufficienza di ringraziare, scrivere questo capitolo è stato decisamente complicato, perché io Jyou non lo so trattare xD Poverino, infatti, in questa fiction compare davvero poco o.O Siccome la mia idea era di rendere solo Hikari e Takeru OOC-almeno inizialmente, già Takeru è diventato un ammmore-, spero di non aver fatto lo stesso con Jyou! Per me, sarebbe davvero molto imbranato e dolce, dolcissimo :) E con questo capitolo ho cacciato Frida xD In realtà, doveva contenere un paio di scene in più, ma poi sarebbe venuto davvero troppo lungo; ho preferito lasciarvi con l'immagine di una Frida sorridente :) Ho voluto iniziare il capitolo con Iori-personaggio che dovrei trattare un po' meglio, sì xD- anche per il suggerimento di Elisa :) Ora inizia la terza-e ULTIMA-parte di Angeli del Cuore...preparatevi u.u Dico ultima, ma mancano undici capitoli, quindi per modo di dire xD Il prossimo sarà dolcissimo ♥ Io poi adoro il periodo di dicembre *_* Quando sono andata a Londra era già tutto natalizio-anche quel viaggio ha influito sul solito ritardo con cui arriva il capitolo xD *_*

Ora passo alle recensioni...Siete...siete sempre un amore *_*

Elisa_: Per Hikari e Dave, attendi prossime notizie xD Io amo Takeru, perciò ora gli sto proprio rendendo giustizia, amore *_* Lietissima che ti sia piaciuto il capitolo, hai visto, Jyou è tornato! Ed è già andato, se è per questo xD

marmelade_honey:Ecco che torno con i miei tempi biblici! Scherzi a parte, spero vivamente che ti piaccia anche questo capitolo ^^''' Magari Jyou è leggermente diabetico, ma insomma, in occasioni del genere si deve pur esserlo xD

Thiaguella_Italy:Immagino cosa penserai di me quando arriverò al ventisettesimo capitolo °_° Va bè...Oh, davvero? Mi fa piacere che Angeli del Cuore ti piaccia a tal punto xD Ehm, ho scelto Daisuke come angelo perché ho pensato a quando vuole far digievolvere Veemon in qualcosa di angelico per contro ad Angemon e Angewomon xD Ma è Takeru ad avere le dita grandi, invece Hikari ce le ha sottili ^_^ Spero che anche Jyou e Frida ti piacciano, questo capitolo- il titolo significa 'Ti amo' in norvegese!-è, in fondo, tutto per loro :)

Delphinium_Love:Sven è l'esagerazione di alcuni comportamenti di mio fratello, anche xD Comunque, ha avuto il suo quarto d'ora di celebrità, per dirla alla Warhol, e poi se n'è andato anche lui xD E la sorella l'ha seguito...Tutti allegramente in Norvegia! Ps:Haugesund è una località norvegese che mi ritrovavo in continuazione in aeroporto a Londra come possibile meta di viaggio xD

E a Padme posso solo fare un gigantesco grazie: tu sai a cosa mi riferisco, e sai che esula quasi completamente dalla storia ♥

Alla prossima-esonero di anatomia permettendo!

HikariKanna^^

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Capitolo 22
*** Let it snow ***


Angeli del cuore



La scheletrica conduttrice era evidentemente sull'orlo di una crisi isterica.

Dove-diavolo-è-la-ragazza?”
Undici dicembre, sera, precisamente l'ora della prima serata nei palinsesti statunitensi.

L'ora dell'attesissima ultima puntata del reality più seguito negli USA.

Tanti erano i pensieri che affollavano la mente dei fan(meglio, delle fan):
'Ma Takeru l'ama davvero?'

'E che ci troverà in quel topo di biblioteca?'

'Oh, è così romantico!'

'Chissà se le chiederà la mano, stasera!'

Inoltre, sapevo che uno sparuto gruppo si poneva domande anche su Hikari; immaginavo già le fervide fantasie giovanili nel creare strani e improbabili ménages-à-trois.

Invece, in particolar modo in quei dieci giorni che Frida se n'era andata, il ménage era esclusivamente à deux. Sì, con mia grande gioia, ultimamente c'erano solo Takeru e Hikari. Come una coppia collaudata.

La scusa, la versione ufficiale, usata quasi unicamente da Hikari, era che dovevano prepararsi all'ultima puntata, ricontrollare le foto, misurare le parole, scegliere persino i vestiti adatti.

Quella sera, Hikari aveva scelto una pratica e calda mise, completata da stivali imbottiti; in studio, cominciò antiesteticamente a sudare, costringendosi a rivedere tutto l'abbinamento e a scegliere ciò che lo staff metteva a disposizione, con sua somma disperazione.

Takeru, che nel frattempo, col suo fascino navigato, aveva rassicurato la conduttrice, non poté davvero fare a meno di fischiare per l'approvazione, quando vide il vestito striminzito che le avevano fatto indossare.

Hikari si morse un labbro, affiancandolo, pronta all'ingresso.

Gli spettatori si chiederanno perché non ho scelto te”le sussurrò lui, portandole una mano dietro la schiena.

Lei rabbrividì.

Spiritoso”borbottò.

Io me lo chiedo”replicò lui, serissimo.

Hikari finse di non ascoltarlo.

Ma vedi se devono sprecare tutta quest'energia per riscaldare così tanto!”si lamentò, la voce acuta.

Takeru non fece in tempo a rispondere che le luci della ribalta li richiesero, quasi intimidatorie, pronte all'ultimo round.


Cari telespettatori”cinguettò la conduttrice, improvvisamente tornata dolce e cordiale-era sicuramente sotto sedativi-“quest'oggi, l'ultima puntata di '20 gals 4 100 days' sembra regalarci sorprese a non finire! Dove sarà la nostra Frida? Il nostro Takeru, che, mi dispiace ricordarlo, da oggi ci saluterà, sembra in ottima forma...Dove la nascondi, eh?”
Il tentativo di simpatia non riuscì assolutamente a scalfire l'ondata di dolore del pubblico al 'da oggi ci saluterà'.

Takeru si alzò dalla sua poltrona, raggiungendo quella di Hikari, e le rimase accanto, in piedi.

Non la nascondo”iniziò con calma, scandendo bene le parole. “Cari amici, è giunto il momento di dirvi tutta la verità...”
A Hikari costò un grosso sforzo non alzare gli occhi al cielo.

Takeru si lanciò in una lunghissima e dettagliata descrizione di come aveva ingannato tutta l'audience, di come lui e Frida non avevano fatto insieme la metà delle cose che tutti credevano avessero fatto, di come Hikari non ne fosse in alcun modo responsabile- già alcuni, nel pubblico presente, vociavano sulla veridicità delle foto.

Frida è stata una carissima amica, e mi ha lasciato tanti insegnamenti. Mi ha insegnato che non è possibile mentirsi troppo a lungo, che prima o poi l'amore ti trova e che, in fondo, è meglio così, perché vivere senza l'amore va contro natura. Frida ha ritrovato un amore, l'amore, che credeva di dover dimenticare, e che invece la voleva ancora prepotentemente. Così tanto che lei ha solo potuto soccombere. E, tuttavia, malgrado questo verbo possa avere un sapore negativo, di sconfitta, credo sia stata per lei la disfatta più bella. Talmente bella che non ha voluto aspettare nemmeno un secondo per viverla appieno, talmente bella che è tornata in Norvegia, senza di me. Perché non è me che ama e non è lei che io amo, e mi dispiace avervi illuso. Ma è più romantica la favola che è toccata a lei, ed ha il vantaggio non indifferente di essere reale. Mi dispiace anche per voi”si voltò verso le diciannove ragazze escluse, divise tra la rabbia inviperita, il rammarico e l'indifferenza. “...anche se non credo sarebbe stato molto diverso. Con tutto il rispetto per questo format, è sbagliato dalle origini. Potrò anche essere il più valente cestista degli States(Hikari si lasciò andare un leggero sbuffo), ma non sono nessuno per scegliere tra venti bellissime ragazze, non sono nessuno per illuderle così, e non ci si innamora di qualcuno se sai che la vostra storia è costantemente registrata e commentata.”
Mi ritrovavo a dissentire sull'ultimo punto, ma ero tranquillo...Non mi avrebbero mai visto.

Seguì il silenzio, la bionda conduttrice non sapeva palesemente cosa fare.

Finché Hikari non si alzò e non cominciò a battere le mani.

E fu uno scroscio continuo di applausi a quella inusitata e appassionata ode all'amore.


Incredibile, hai mentito a mezza America, eppure ti amano ancora tutti.”

Hikari era tornata alla sua pelliccia sintetica, e adesso Takeru la stava accompagnando a piedi nello studio.

Sottovaluti la bellezza”sorrise Takeru, sorreggendola nell'evitare una buca.

Mh”Lei aggrottò un sopracciglio. “Non mi puoi cadere sull'aspetto fisico, non ora che hai dimostrato un animo sentimentale che farà impazzire tutte le teenagers, nonché le loro mamme.”

E tu non puoi cadere dovunque”la riprese lui, sorridendo e aiutandola di nuovo.

Ma tu non devi fare i conti con i piani all'urbanistica da migliorare”

Takeru si strinse nel cappotto.

Stavano congelando, eppure avevano optato per camminare a piedi.

Era in vista una perfetta ricaduta dei loro sintomi influenzali.

Dormi allo studio, oggi?”

Hikari annuì.

Beh, domani chiamo Miyako, così stiliamo una tabella dei miei appuntamenti fino a Natale. E magari mi vedo con David. Se dormissi a casa, perderei solo tempo.”
“Saresti potuta rimanere a dormire da me, come hai fatto in questi giorni.”

Non sembrò aver sentito il piccolo accenno a David.
All'ennesimo quasi scivolone di Hikari, Takeru la prese sottobraccio.

Pensa a quando le strade saranno bloccate e ghiacciate per la neve!”la canzonò.

Hikari gli fece la linguaccia, ma non disdegnò l'aiuto.

Ma no, oramai non ha più senso”

Takeru annuì.

Non dissero nulla sino all'arrivo a destinazione.

Hikari si sciolse dalla stretta.

Grazie per...non avermi fatto cadere.” Hikari deglutì.

Dovere”

E...Per avermi accompagnata.”
“Dovere anche questo”

Hikari sorrise. “È la prima volta, in un nostro commiato, in cui non c'è niente in sospeso tra di noi!”esclamò, insolitamente allegra.

Takeru tentò di abbozzare anche lui un sorriso.

Allora, addio”

Ehi!”protestò lei, con le braccia conserte. “Non si dice addio, potrebbe portare sfortuna”

Takeru fece spallucce. “L'hai detto tu stessa, ora non c'è più niente che ci accomuni.”
“ E il gatto??”strillò Chris. “Non posshono scoddae Ayame!”

Nuvolette, meno male, meno male, che esisteva quel baby angelo! Mi stavo già disperando nel cercare ancora punti d'incontro.

Mi avvicinai a Hikari, sussurrandole più volte 'Ayame', in modo che le sembrasse una voce dall'inconscio.

A parte il gatto”sembrò ricordarsi lei all'improvviso.

Fui lieto di constatare come i trucchetti di Wu si rivelassero preziosi.

Takeru si rilassò.

A parte Ayame”concesse. “Puoi venire a trovarlo quando vuoi.”

Così vedrò anche Margareth, cominciava a starmi simpatica. E Baptist, e quei tuoi buffi bodyguard...”

E me”

Takeru alzò lo sguardo, imprigionandola con il suo.

Sì, beh, ovvio, sei il padrone di casa, no? A proposito...”

Hikari spezzò il contatto visivo, portando il suo viso verso il basso. “Vorresti...salire?”

Cosa?!

Rimasi spiazzato.

Felice.

Aveva agito senza di me.

Ma Takeru, inspiegabilmente, rifiutò.

No, Hikari.”

Lei rialzò lo sguardo, confusa almeno quanto me.

Nemmeno un the, o qualcosa di caldo? Si congela, qui fuori”

Lui le prese le mani, ghiacciate malgrado i guanti.

Un invito da te, soli, noi due, freddo fuori. Hai veramente un'ammirevole fiducia nei miei confronti. So che tu non hai intenzione di spingerti con me oltre un determinato limite...”

Takeru continuò, nonostante la cosa sembrasse costargli fatica.

...Ma domani mattina non te lo perdoneresti. Non me lo perdoneresti. Non me lo perdonerei io.”
“Non è...Dai, non sei un animale, puoi controllarti”sorrise imbarazzata lei.

Hikari...Sei una donna, e sei bellissima, e se ti guardo non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di te col vestito che ti hanno scelto oggi in studio. E io sono un uomo e...E David”deglutì, infine. “David”ripeté, per darsi forza.

Hikari rise.

Ti ho insegnato a pensare troppo, temo. Non avevo in mente la metà delle cose che hai detto”sostenne, ma la sua voce era malferma. “Comunque, come vuoi.”
Giocherellò un attimo con le chiavi, prima di infilare quella giusta nella toppa.

Si sporse in avanti per baciarlo sulla guancia, Takeru stava già compiendo lo stesso gesto, e così si ritrovarono a condividere un bacio a fior di labbra.

Sorpresi, si staccarono subito.

Allora, ciao.”
“Ciao”fece Takeru. “Fammi gli auguri il quattordici, eh!”
Hikari aprì il portone. “Certo, stai tranquillo. Buonanotte”
“Buonanotte, Hikari”


Che bello rivederti qui! Ho finalmente qualcuno con cui parlare!”

Miyako si stiracchiò, massaggiandosi il ventre.

Sembra che io ti schiavizzi...”
“Non dico questo”sorrise Miyako. “Solo che, ammetterai, ultimamente eri un po' troppo a casa Takaishi!”

Quei tempi sono finiti, non preoccuparti.”rispose con voce fioca Hikari. “Questo l'hai messo tu?”
Indicò un vaso ricolmo di strane palline colorate.

Miyako, alle prese con la rubrica telefonica, annuì.

Volevo dirti che l'appuntamento in quella scuola, per le foto del Christmas Ball, è stato confermato.”
“Perfetto”rispose stancamente Hikari, ancora catturata da quelle sferette traslucide.

Che cosa sono, esattamente?”

Miyako sorrise.

Me le ha comprate Ken ieri. Le ha prese di tutti i colori, anche se c'erano monocromatiche perché...”

Miyako si fermò, sognante. “Perché tu hai reso la mia vita così variegata e ricca di sfumature, e non è possibile assegnarti un solo colore, ma un'intera gamma, come le Miyako che conosco io...Arrabbiata, triste, innamorata, felice, matta.”

Ti ha detto così?”sorrise Hikari.

Tipico di quel romanticone.

Sai perché me le ha comprate?”
Hikari scosse la testa, stappando una bottiglietta d'acqua naturale.

Perché queste maledette”si alzò di scatto, puntandole come se avessero partecipato a un omicidio “ci mettono ore e ore a diventare così!”

Eh?”fece Hikari, sconcertata.

Vengono vendute come una sorta di perline, e devono stare in acqua ore e ore, prima di assumere questa consistenza gelatinosa e di ingrandirsi. Io speravo che la trasformazione fosse istantanea!”s'immusonì.

Hikari aggrottò le sopracciglia.

Metafora per dirti di farti partorire in acqua?”

No! Era un modo per dirmi di avere pazienza. Lui è preoccupato che io lavori troppo...Non appena tu non avrai più bisogno di me e questo bimbo sarà nato, tornerò a fare l'infermiera”
“Non che tu qui faccia qualcosa di diverso. Non sai quanta cura ti prendi di me.”

Hikari le sfiorò i capelli con la mano, e Miyako sorrise.

Ma lui è sempre preoccupato per me”sbuffò.

Potevo controfirmare l'affermazione.

Vorrei ben vedere!”
“Sostiene che dovrei stare tranquilla a sferruzzare. A parte che io non so cucire, ma mi ci vedi ferma a tentare di creare sciarpine e corredini per il bambino?”

Non riesco nemmeno a immaginarti ferma!”

Ecco, appunto. Mi ha regalato queste strane palline perché...Perché dalle cose più piccole, con un po' di attesa e amore, nascono delle cose meravigliose, come loro, grandi e colorate. E così sarà per il nostro bambino, lo so”

Miyako afferrò una pallina, porgendola a Hikari.

Il vostro bambino sarà bellissimo, ne sono certa. Ma come mai hai deciso di portarle anche qui? Voglio dire, è un regalo...”
“Ah”fece spallucce. “L'ho costretto a comprarne delle altre, è stata una fortuna che il negozio non fosse già chiuso”

Hikari si portò una mano al viso, sorridendo incredula.

Poverino”
“Povera me! Hai idea del dolore che dovrò affrontare?”
“Miyako, mancano
mesi.”
“E con questo? Una deve arrivare al parto preparata. E poi, ho pensato che avrebbero portato un po' di colore. E che ti avrebbero tirato un po' su, ora che il reality è finito.”
Hikari non sorrideva più.

Non appartengo più alle adolescenti in calore, per fortuna.”

Ora non dirmi che non sei triste. Non ti crederei”
“Non sono triste!”protestò Hikari. “E puoi credermi. Sapevo che sarebbe successo, e sono grande e vaccinata! Vado in bagno”annunciò bruscamente.

Miyako sospirò.

Forse potevo...

Miyako represse un urlo a fatica.

Daisuke!”sillabò arrabbiata. “Non lo sai che non si fanno spaventare le donne incinte?!”

Avevo deciso di mostrarmi per pochissimo, in modo da poterle parlare un attimo.

Ma piantala, sapevi che ero qui!”
“Senti, tu, mica posso vivere con l'ansia che uno stupido angelo del cuore possa seguire in tutto...”
Feci segno di zittirla. “Non ho molto tempo. Miya, devi aiutarmi. Convincila a lasciare David.”
Miyako corrugò la fronte. “David chi?”
“Miyako...”la ripresi.

Oh, quello! Mi ero quasi dimenticata che persino esistesse!”
“Magari!”sospirai. “Devono lasciarsi, ieri sera per poco...”
Sentii la porta del bagno aprirsi, e mi dileguai.

Parlavi con qualcuno, Miya?”fece Hikari, riordinando dei fascicoli per un cliente che avrebbe ricevuto nel pomeriggio.

Oh! Certo, col bambino! Se è femmina, mi piacerebbe chiamarla Natsumi, e poi nascerà in estate, non è perfetto?”

Natsuko, se proprio vuoi usare la radice di 'estate'.”
Miyako s'insospettì. “Perché proprio Natsuko?”
“Oh, niente. È giusto il nome della madre di Takeru, mi è venuto in mente così. Non ci leggere niente,
per favore.”aggiunse, notando l'espressione di Miyako.

E se è maschio?”

Se è maschio...”
Miyako alzò gli occhi al cielo.

Ci piacerebbe chiamarlo Daisuke.”

Avvertii un leggero pizzicore agli angoli degli occhi.

Non potevano farmi questo...

Con che kanji?”
“Mi piacerebbero quelli di 'grande' e 'aiuto'. Per me, il nome Daisuke significa 'qualcuno che è di grande aiuto'.”
La volevo abbracciare, tanto mi stavo commuovendo. Era una fortuna che Chris non mi avesse vicino in quel momento, avrei perso tutta la mia credibilità come angelo più grande.

I miei migliori amici...A dare il mio nome al loro bambino.

Eh sì, la terra sarebbe stata inondata di rubini. Anche per Wu la pietra preziosa designata per le lacrime erano i rubini, mi ritrovai a pensare, cercando di detergermi velocemente le stille salate.

Bel nome”acconsentì Hikari, con un tono di voce distratto. “Miya, quand'è il Christmas Ball? Non il quattordici, vero?”

Mmm” Miyako abbassò il viso. “No, se non ricordo male il ventidue. Perché?”

Oh”fece spallucce Hikari. “Niente.”

Miyako sospirò. “Cos'è il quattordici?”
“Niente, davvero.”

Certo, come no.”
“Oh!”sbuffò Hikari, imbarazzata. “Il compleanno di Takeru.”

Capisco”replicò Miyako sorniona. “Beh, questo cambia tante cose.”

Per esempio?”

Perché non gli compri un regalo?”
Hikari incrociò le braccia.
“Cosa si può regalare ad uno che ha già tutto?”

Il sorriso di Miyako si allargò.

La premura con cui ci pensi non è già di per sé un regalo, una vittoria per lui?”
Hikari sospirò. “Non so nemmeno se prenderglielo, voglio dire, non conosco i suoi gusti e...”
“Io, per questo Natale, credo che regalerò a Ken un paio di boxer e basta.”
“Boxer?”ridacchiò Hikari.

Beh? Sono utili, carini, glieli prendo anche rossi in tema.”
“Tu sei matta!”rise la mia protetta. “Secondo te, posso mai fare un regalo del genere a Takeru? Cosa andrebbe a pensare?!”

E David? Lui cosa andrebbe a pensare?”
La domanda di Miyako- era ora che il discorso vertesse su David!-fu un doloroso promemoria per Hikari.

Miya...”
Hikari si accoccolò sul divano, stringendo un cuscino. Miyako, cautamente, si sedette vicino a lei.

Vuoi un the e ne parliamo?”
Hikari annuì timidamente.


La domanda è questa.”esordì Hikari, rigirando nervosamente la tazza. “Un bacio è tradimento?”

Dipende dal tipo di bacio”sentenziò seria Miyako. “Se accidentale ed è solo uno sfiorarsi, no, certo che no!”

Hikari sospirò.

Miya...E' successo il giorno del Ringraziamento, ero a casa di Takeru e...”
“Ah, ma se alludi al ragazzino, no, io non lo definirei...”
“No, Miya-chan.”la interruppe con fermezza lei, tormentando i disegni in rilievo sulla tazza. “Non si tratta di Sven, questo non te l'ho raccontato. Era mattina presto, ed ero andata a casa di lui perché, beh, non avevamo finito la torta e...Ed era tardi, ok? Non si svegliava, dorme più di Ayame!”
“Ayame?”s'intromise gentilmente Miyako, cercando di raccapezzarvisi.

Sì, il su...mio...il gatto, insomma! Io, naturalmente, avevo finito di preparare tutto e ho pensato 'Beh, potrei portargliela di sopra, così lo sveglio e andiamo a vedere la parata, visto che gli altri non hanno mai avuto l'occasione di poterla ammirare dal vivo e...'”
“Hai pensato tutto questo mentre andavi da lui in camera?”sorrise Miyako.

Hikari annuì.

Ok, e poi?”la incitò Miyako.

E poi...Oh, davvero, non so come sia potuto accadere! Un attimo prima lui divide la fetta di torta a metà, perché, non so come, sa già che non l'ho ancora mangiata...un attimo dopo mi ritrovo a chiudere gli occhi e...e, stringermi a lui e...”

Miyako sgranò gli occhi.

Cos'altro è successo?”
“NULLA! Oltre il bacio, nulla! Frida è entrata, seguita da Sven. David era appena arrivato a casa.”
Hikari posò la tazza sulla scrivania, confusa.

Responso?”chiese ansiosamente, posando la tazza.

Miya espirò, prendendo tempo. “Hikari...Conosci già la risposta.”
Hikari sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.

Sono sempre stata dall'altra parte, Miya. Ero io quella tradita, ero io quella ferita, ero io...E adesso sto infliggendo tutto questo ad un'altra persona, che non se lo merita.”

Si prese il viso tra le mani.

Su.”Miya le passò un braccio attorno alle spalle. “Non è niente di così irreparabile. Devi solo essere sincera con te stessa...Hikari, tu cosa provi per David?”
Hikari si morse un labbro.

David è...è una delle persone più straordinarie che abbia mai conosciuto. È dolce, gentile, un cavaliere, sembra sempre capirmi al volo, non mi opprime ma mi cerca, sa quando tacere, sa quando lasciarmi in pace...”
“Un principe azzurro, in breve.”sentenziò la mia amica.

Miya-chan, lui rappresenta tutto quello che ho sempre cercato in una relazione. Ha un lavoro di successo, è brillante, mi compra sempre un sacco di regali, è presente, ma io non...”
“Non si sceglie di innamorarsi, Hikari.”

Hikari sembrò voler sprofondare nel divano.

Il n'y a point de déguisement qui puisse longtemps cacher l'amour où il est, ni le feindre où il n'est pas”mormorò Miya.

Cosa, scusa?”
“Oh, niente, un vecchio aforisma francese del Seicento.”
Colta da un déjà-vu, Hikari deglutì. “Potresti scriverlo?”

Fantastico, Miyako. Quello era proprio l'aforisma che Véronique aveva scritto sul gesso a Takeru, e che io avevo prontamente riferito a lei e Ken, affinché un giorno Hikari chiedesse loro la traduzione, ancora rimasta ignota per lei.

Miyako afferrò un pezzo di carta, componendo la frase.

Ma questo aforisma...”
“Famoso, vero? Leggo troppe citazioni romantiche, forse ha ragione Ken.”si scusò Miya, per nulla imbarazzata.

Miya-chan, tu sai il francese?”
“Sì, certo.”
Retaggio dell'essere stati angeli.

Hikari tremava quasi. “Me lo potresti tradurre?”
Miya sorrise. Dovevo ammettere che era diventata un'ottima attrice, perché sembrava sinceramente colpita e stupita.

Non c'è travestimento che possa alla lunga nascondere amore dov'è, né fingerlo dove non è.”

Hikari aprì la bocca, senza per questo emettere alcun suono.

Aggrottò la fronte.

Mai frase fu più azzeccata, oserei dire!” cinguettò Miyako.

Perché Véro gliel'ha scritta? E chissà Frida cosa...”Hikari fu colta da un altro pensiero improvviso. “Miya, conosci qualche parola di norvegese?”
“Qualcuna”sorrise Miya.

Mi tradurresti anche questo, allora?”
Hikari scrisse esattamente ciò che Frida aveva scritto sul gesso di Takeru, prima che quest'ultimo lo togliesse.

Når du er aleine med deg, du ikke kjenner til løng? Mmm, dovrebbe essere 'Quando sei solo con te stesso, non puoi mentire'.”
Hikari l'abbracciò. “Ma dove sei stata tutto questo tempo? Sei un...”
“Aiutante straordinaria? Sì, lo so!”

Miyako intervenne in fretta, per paura che lei dicesse 'angelo'. “Ma ora dimmi cosa sono queste due frasi.”

Oh...Le hanno scritte rispettivamente Véronique e Frida sul gesso di Takeru.”
Miyako scosse la testa, incredula.

Sei sicura di essere una donna, Hikari-chan?”
Hikari la guardò sconcertata. “Che domanda è?”
“E allora come puoi essere così cieca?!”

Hikari aggrottò la fronte. “Cieca?”
“Tu stai con David.”
“Giusto”s'immusonì l'altra.

Ma baci Takeru. A te piace David e odi Takeru.”
“Non è che lo odi”puntualizzò Hikari. “Stiamo diventando amici, forse.”
“Ok, ok, ricapitoliamo. Stai con David e lo consideri un partito eccezionale, ma ti imbarazzano le sue effusioni in pubblico. Non hai mai visto casa sua né lui la tua, né tantomeno lo studio. A te lui ha colpito subito, come fosse un colpo di fulmine. Lui sa di te tutto quel che è riuscito a carpire da Takeru, tu di lui sai a stento il segno zodiacale.”
Hikari annuì.

Vediamo un po'...Sei quasi amica di Takeru, ma non sopporti la sua disinvoltura nei rapporti sentimentali e il suo menefreghismo per le sorti del pianeta. Detesti che abbia tutta quella servitù e quegli ormoni ai suoi piedi. Hai dormito a casa sua. Sai quand'è il suo compleanno, sai come si chiama sua madre, ti lasci irretire completamente da lui al punto di volerlo baciare, ti ricordi le frasi che altre donne scrivono sul suo gesso!
Hikari annuì di nuovo, pendendo dalle sue labbra.

E la cosa non ti turba affatto? Secondo te, tutto ciò è normale?!”

No?”fece lei con voce fievole.

Miyako stralunò gli occhi.

Te lo devo dire io cos'è l'amore? Se tu amassi David, se ti piacesse un minimo, non...Oh!”sbottò di frustrazione. “Hikari...Lascia David. È così palese che non provi un bel niente per lui.”
“Ma...Ma è perfetto!”
“Non per te. Non finché penserai così tanto a Takeru.”
Hikari arrossì.

Pensaci”continuò Miyako. “Non credo che tu voglia vedere David soffrire, giusto? Ma se continui a ingannarlo, sarà peggio. Non si sta con una persona per compassione, o perché si pensa che, idealmente, quella persona sia giusta. Lo devi sentire che è la persona giusta. Devi fremere ogni volta che senti la sua voce, devi soffrire ogni volta che lo lasci, non temi di farti vedere in pubblico, non ti viene nemmeno in mente di vedere le altre persone, figurati di baciarle!”
Lacrime rigavano le guance di Hikari.

Quando sei solo con te stesso, non puoi mentire”citò, calma. “Hikari...”

Mi sono solo ricordata della prima volta che l'ho visto. Alla festa di Halloween. Mi ha subito colpito, era così...perfetto. E il primo appuntamento. Eccessivo, ma romantico. Sai che, la prima volta, mi ha chiesto di potermi baciare?”
“Odio quando fanno così. Sono uomini, e se fanno questa domanda, beh, vuol dire solo che dovevano già baciare la ragazza con cui sono da molto tempo!”

Ma...Hai ragione, Miyako. Già quando ci ha fatto da guida, avrei dovuto capire qualcosa.”

Miyako l'abbracciò, comprensiva. “Analizzeremo il ruolo di Takeru in questa storia un'altra volta.”

Il telefono di Hikari già squillava.
“David”
Miyako glielo porse. “Devi essere sincera.”


Non avrei mai, mai ringraziato Miyako abbastanza. Supponevo si fosse anche divertita, ma, nel complesso, mi aveva fatto un favore enorme.

Altrimenti, non avrei mai visto Hikari tamburellare le dita, nervosa, sul tavolino di un bar, in attesa di chiarimenti. Non avrei mai visto l'espressione di David dolorosamente stupita, a chiedersi se e dove avesse sbagliato. Non avrei visto Hikari scadere nei luoghi comuni “Non sei tu, sono io” e “Potremmo rimanere amici', cosa che le costava fatica. “Sei perfetto” gli disse, ricalcando le parole di Miyako. “Ma non per me.”

David fu gentile fino alla fine. Lasciò parlare Hikari, non la interruppe se non all'inizio, ma osservai la gamma di sensazioni che gli attraversavano la mente. Una penosa consapevolezza, che sembrava superare quella di Hikari stessa, prevalse.

Quando Hikari ebbe finito- e non gli raccontò del bacio con Takeru, per evitare che litigassero tra di loro-, lui semplicemente si alzò, pagò il conto, la baciò sulla guancia, augurandole di trovare chi fosse perfetto per lei.

Vorrei solo averti conosciuto prima io di Takeru.”

E lasciò la scena.


Quattordici dicembre.

Per due giorni, Hikari era sprofondata in una sorta di apatia. Miyako doveva fare dei controlli, perciò era rimasta completamente sola.

Volevo che metabolizzasse l'idea di aver ferito David, ma quel giorno doveva reagire! Era il compleanno di Takeru!

Feci cadere il calendario, dove la data era stata segnata con un pennarello.

Hikari si alzò, in silenzio, per riappenderlo.

Si fermò, in trance, notando la data.

Chiuse gli occhi, alzando gli occhi al cielo.

Il campanello la prese alla sprovvista.

Si lisciò la gonna e i capelli, avviandosi decisa alla porta.

Sora! Cosa...”
L'amica era entrata con un pacco voluminoso.

È un regalo di Natale anticipato?”tentò di scherzare Hikari, ma fu subito frenata dagli occhi rossi dell'altra. Il mio pensiero volò immediatamente a Yamato.

Cosa poteva essere successo?

Sora si richiuse la porta dietro, prendendo a singhiozzare. Ebbi l'impressione che non facesse altro da giorni.

Sora!”ripeté Hikari, abbracciandola. “Siediti, su. E spiegami subito che ti è preso!”
“Quelli sono vestiti per te...Li lascerò qui, tanto vale darli a te.”

Sora tirò su col naso. “Torno in Giappone, Hikari-chan.”
A Hikari crollarono le ginocchia. “Ma...Il lavoro che hai qui? TAICHI?!”

Sora si strofinò gli occhi ripetutamente.

L'ho lasciato.”
Queste lapidarie parole sembrarono avere un effetto terribile anche per Hikari.

Non condivisi la tristezza, perché per me significava solo che Yamato e Sora avevano fatto un passo in avanti. Non conoscevo granché Taichi, ma sentivo che non meritava menzogne e che, se Sora avesse potuto, gli avrebbe raccontato tutta la storia. Perché capire tutto, sapere i moventi di una determinata scelta, non aiuta a condividere, certo, ma almeno a comprendere e perdonare parzialmente.

...Perché?”riuscì solo a sussurrare Hikari, pallida come un lenzuolo.

L'ho tradito, Hikari.”

Hikari sembrò, per un momento, infuriata. Poi la sua rabbia scemò, ricordandosi di David.

Puoi insultarmi e picchiarmi, se vuoi. Ma sei mia amica, e sentivo il bisogno di dirtelo.”

Hikari le poggiò il viso sulla spalla.

Taichi è mio fratello, Sora.” mormorò, senza apparente forza. “Ma ti capisco. Anche io ho lasciato David perché ho baciato Takeru, e perché non era quel di cui ho bisogno.”
Sora sorrise debolmente.

Ma tu ci hai messo un mese. Io stavo insieme a Taichi da anni...”

Ricominciò a piangere, seguita a ruota da Hikari.

Era un'immagine triste, lacerante, ma allo stesso tempo sentita, profonda. Hikari e Sora sembravano due sorelle, unite inconsapevolmente dalla stessa sorte. Hikari non sospettava della profondità dei sentimenti di Sora per Yamato, Sora sicuramente sospettava che il vero motivo alla base della scelta di Hikari erano le sensazioni verso Takeru che lei ancora non accettava. Eppure, non si dissero niente per molto tempo. Piansero solo, rimanendo abbracciate.

Quando Miyako entrò nello studio, si precipitò a preparare cioccolata calda per tutte.

Conosceva Sora veramente poco, e solo come oggetto dell'amore incondizionato di Yamato, ma la solidarietà femminile è una qualità straordinaria, e ben presto si ritrovarono lei e Hikari a consolare Sora.

In verità, è Taichi che avrebbe bisogno di voi. Io sono solo una stronza approfittatrice.”

Sora si pulì le labbra con un fazzoletto.

Hikari abbassò lo sguardo.

Dovrei odiarti per il male che stai procurando a mio fratello, ma so per esperienza...”sorrise debolmente a Miyako “...che, se non provi più niente per lui, è meglio così.”
“Amo tuo fratello, sul serio”si affrettò a specificare Sora, con gli occhi gonfi. “Ma quando...Quando ho conosciuto Yamato...”
“Si chiama Yamato? È giapponese, dunque.”esclamò Hikari.

Sì”si affrettò a dire Sora. Mi domandai quante cose sapesse su Yamato, cose di cui io non ero a conoscenza.

Cos'hai provato?”domandò Miyako, sviando ogni possibile domanda su Yamato. Lei sapeva benissimo chi fosse Yamato, sapeva che amava Sora e voleva evitarle troppe bugie.

Era come se non avessi mai provato l'amore. L'ho guardato negli occhi, ha gli occhi azzurri, sapete?”
Miyako annuì, bloccandosi però all'istante. Sora non sapeva che lei fosse stata un angelo.

Ma lei non sembrò badarci molto. “Ed è stato come se non avessi mai guardato niente davvero. Dopo, ha tutto assunto un colore, un significato. Io e Taichi c'eravamo già lasciati una volta per lui, ma Yamato poi...”
Sora s'interruppe. “Poi, Yamato è tornato nella mia vita quando meno me l'aspettavo. E mi rendo conto di essere innamorata di lui più che mai, più di prima. Vorrei solo averlo conosciuto prima, vorrei solo aver evitato tanta sofferenza a Taichi. Sono solo un'egoista.”
“Sei innamorata!”disse con forza Miyako.

Hikari fissava il vuoto. “Come l'ha presa mio fratello?”
Sora si strinse nelle spalle. “Ha detto che sapeva che c'era qualcosa che non andava, che si vedeva da tempo.”
“Beh, mi aveva confidato dei timori ad Halloween...”
Sora continuò. “Ho dato fondo ai suoi peggiori incubi. È partito, non sa quando tornerà, mi ha detto. Ho impacchettato tutto, parto tra un paio di giorni. Non mi vorrà più vedere per anni.”

Lo sguardo di Hikari era vitreo. “Nemmeno io lo farei, Sora. Ti voglio bene, ma...”
“Taichi è tuo fratello, Hikari. Dovresti prendermi a schiaffi, dovresti dirmi che potevo pensarci prima, ai suoi sentimenti. Dovresti cacciarmi di qui.”

Hikari la accarezzò i capelli.

Io voglio solo che siate felici. Pensavo che lo foste, insieme. Pensavo che sareste rimasti insieme per sempre.”
“Hikari...Solo quando incontri il tuo vero amore, capisci cos'è il vero amore. E Yamato lo è per me.”Sora stirò gli angoli della bocca in un sorriso. “Il mio unico desiderio è che Taichi possa perdonarmi. Che possa conoscere Yamato e incontrare la persona giusta per lui.”

Non puoi schioccare le dita e aspettarti che questo accada.”disse Hikari duramente.

Lo so”rispose mortificata Sora. “Ti prego solo di non giudicarmi, non capiresti.”

Sora si alzò in fretta. “Se torni in Giappone a Capodanno, ci si vede lì. Grazie di tutto. Anche a te, Miyako.”

Miyako sorrise. Hikari abbracciò Sora a lungo.

Sora scoppiò di nuovo in lacrime.

Hikari le rifilò uno schiaffo.

Questo è per Taichi”spiegò, quando l'altra la fissò attonita, massaggiandosi la guancia. “Sai che sono pacifista, ma...Ma smettila di piangere e vai da questo straordinario Yamato, no?”

Hikari le sorrise, Sora la baciò sulla guancia e scese le scale.

Dicembre non sembra essere un periodo felice per le coppie.”sospirò Hikari, chiudendosi la porta. “Taichi sarà distrutto.”
“Tutto questo dovrebbe insegnarti qualcosa, Hikari.”
“Cioè? Che niente è destinato a durare?”
“No, miss ottimismo. Che quando l'amore arriva, devi accoglierlo. Che il vero amore è raro, ma smuove le montagne e ti fa cambiare, ti fa rinnegare anche tutto ciò in cui hai precedentemente creduto. E, comunque, non è vero che dicembre è un periodo infelice per le coppie. Ti va di vedere la mia prima ecografia?”

Hikari sorrise. “Tu e Ken siete la mia nuova prova vivente che l'amore esiste.”

Miyako estrasse le lastre, fissandole emozionata. “L'ho fatta ieri, volevo che la vedessi anche tu.”

Hikari la raggiunse. “Forse un giorno capiterà anche a me...”
“Beh” fece Miyako subdola “Le probabilità aumentano se chiami una certa persona che oggi invecchia.”

Ehi, io e lui siamo coetanei, cosa vorresti insinuare?”
“Proprio niente, visto che ho un anno più di te.”

Provo prima a chiamare Taichi”

Hikari compose il numero, in attesa.

Come immaginavo, è staccato.”
Miyako fece un sorriso inquietante.

Bene. Non hai scuse, ora.”

Non gli ho nemmeno comprato un pensierino!”piagnucolò Hikari.

Invitalo a bere qualcosa, a pattinare, ma, per l'amor del cielo, FA QUALCOSA!”

Pattinare. Buona idea. Tranne il semplice fatto che io non ho mai...”
“HIKARI!”
Lei si zittì, digitando il numero di Takeru.

Takeru!”esclamò in un soffio.

Metti il vivavoce”sillabò Miyako.

Hikari premette un tasto del proprio telefonino, e la voce di Takeru risuonò nello studio.

A cosa devo questa telefonata?”domandò pigramente. “Devo passare allo stadio, i ragazzi pare mi vogliano...”
“Farti gli auguri. Volevo solo farti gli auguri”espresse lei tutto d'un fiato. “Ma noto che sei impegnato, perciò, forse...”
Le parole le morirono in gola, Takeru stesso dall'altro capo rimase in silenzio per qualche secondo.

Oh, no, mai avuto così poco da fare come in questi giorni. Dovrei riprendere la palestra, sai, credo...”
“Beh, con l'anno nuovo!”

Ah, sì, certo.”
“Quindi...Auguri. Buon compleanno!”

Grazie”

Hikari deglutì, riavviandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Allora, festeggi allo stadio con i tuoi amici?”chiese con disinvoltura, ad un cenno di Miyako.

Per ora sì. Ci sarà anche David, suppongo, perciò potresti venire anche tu.”
“Meglio di no”

La voce le tremò impercettibilmente.

Sì? Strano. Stasera, ad ogni modo, non ho la benché minima idea di cosa organizzare. Penso che starò steso sul divano a vedere un film in francese, o a leggere un po'. La mia idea personale di relax, ora che tutta questa storia del reality è finita.”

Vuoi-proporre-qualcosa?”scandì minacciosamente Miyako.

Hikari si tormentava le mani. “Senti...Non che voglia nuocere alla tua cultura cinematografica, né tantomeno a quella letteraria...Però...Ecco, vorrei tanto andare a pattinare. Mi accompagneresti?”

Si ventilò, cercando di riprendere fiato.

Alle piste della città? Con miliardi di persone che non ci lascerebbero in pace? E se cadessi di nuovo addosso ad un bambino? Scordatelo”

Bene, fa quel che vuoi.”

Hikari stava per chiudere la chiamata, quando Takeru la fermò. “Aspetta. Questo non vuol dire che non accetto il tuo invito. Però...Ho una sorpresa per te, a casa mia. Se vuoi raggiungermi stasera...”

Hikari sorrise. “Dovrei fartela io la sorpresa.”
“Non fa niente.”Takeru aveva un tono allegro. “Detesto gli imprevisti e le sorprese. Ti verrà a prendere Ed per le 20.30 circa.”

Certo.”

Hikari chiuse la conversazione, e Miyako alzò un pollice in segno di vittoria.

Anche stavolta curerò io il tuo abbigliamento e il tuo trucco. E non si discute.”


La vettura privata di Takeru la raggiunse perfettamente in orario. Miyako le aveva lasciato mille raccomandazioni,l'aveva trattata come una sorellina minore al primo vero appuntamento. Hikari aveva solo insistito per tenere con sé i paraorecchie, visto il freddo incredibile.

Non c'era niente di inusuale a casa Takaishi. Non esternamente, almeno. Quei cagnacci erano ancora lì; Baptist accolse Hikari con la solita deferenza.

Maggie aveva preparato qualcosa, lo si desumeva dal buon odorino che si espandeva dalla cucina.

Takeru scese le scale con allegria e dolcezza. Doveva fargli bene invecchiare. O forse era solo l'amore.

Ciao”

Le baciò una guancia, fresco com'era di doccia e dopobarba.

Ciao. Ancora auguri”tentò di sorridere Hikari.

Grazie”
Takeru le regalò un largo sorriso, facendole quasi cedere le gambe.

E lei era quella che non era assolutamente innamorata.

La prese per mano.

Chiudi gli occhi”

Che...”
“Tu chiudili. È il mio compleanno, almeno per una volta nella tua vita puoi assecondarmi?”
Hikari dovette cedere; Takeru la scortò fuori dalla sua residenza, coprendole gli occhi.

Rischio di cadere”gli ricordò Hikari.

Il tuo equilibrio non migliora di molto se apri gli occhi. E, nel caso dovessi cadere, ti prenderei io.”
Suonava così rassicurante.

D'un tratto, Takeru si fermò.

Ora puoi guardare.”
Hikari aprì lentamente gli occhi.

Lo spettacolo che le si offrì davanti fu una strana commistione.

Da un lato, la piscina, quella della foto d'agosto. E, vicina ad essa, una piccola pista artificiale di pattinaggio sul ghiaccio.

L'hai fatta costruire tu?”
Takeru annuì.

Ci sono voluti tre giorni per allestirla.”
“Ecco perché sei sparito, dalla fine del reality.”
Takeru la fissò con un'occhiata penetrante. “Aspettavi che mi facessi sentire?”
“No!”si affrettò a giustificarsi lei.

Takeru tornò ad osservare la pista.

Come facevi già a sapere che volevo andare a pattinare?”gli domandò Hikari, sistemandosi i paraorecchie bianchi.

Me l'ha detto David. Era già mia intenzione costruirla da tempo, in modo da evitare la calca e i media. Poi, David è intervenuto dicendo che ti voleva portare al palaghiaccio, che tu non hai mai veramente imparato a pattinare e...E niente, un giorno o l'altro ti avrei invitata qui. Mi hai solo preceduto sul tempo.”
Takeru si alzò il bavero del colletto.

Cos'altro ti ha detto David?”
Hikari sospirò, appoggiandosi al recinto della mini pista.

Tutto”
Takeru non si nascose.

Ecco perché mi hai invitata qui.”
“Anche.”ammise lui, rassettandosi il cappello.

Così, vi siete lasciati.”cominciò Takeru, ciondolando in giro, buttandola lì come un'affermazione casuale, ma sapevo che il tono e le parole erano misurati appositamente.

No”rettificò Hikari, lo sguardo distante nel vuoto. “Io ho lasciato lui.”
“La sostanza e il risultato non cambiano”

Takeru si allontanò a prendere i pattini.

Sei sadico? Cos'è, ti diverti?”

Takeru le rivolse un grosso sorriso.

Senti, non era giusto per te.”fece, infilandosi il suo paio.
Lei incrociò le braccia.

Ma come fate tutti a dire che non è giusto? Cosa ne sapete voi?!”
“Io so solo che, se te l'avessi detto prima che non era giusto per te, come minimo mi avresti sbranato. Tieni”

Takeru le indicò tre paia di pattini. “Non ho idea di quale sia la tua misura, scegli tra queste tre. Ad occhio e croce, dovrebbe essere questa, ma non si sa mai.” Le consegnò un paio di pattini, quelli intermedi.

Hai così tanta esperienza di calzature femminili?”
“Quanto basta”mormorò, senza ombra di malizia.

Sì, sono giusti” comunicò Hikari, dopo un po'.

Visto?”

Takeru le porse una mano.

Non sai reggerti sulla terra ferma, figurati sul ghiaccio. Provo ad insegnarti qualcosa.”

Hikari sbuffò. “So reggermi in piedi anche sul ghiaccio. Non riesco ad andare fluida e a comporre delle figure, però.”
Takeru rimaneva imperterrito col braccio teso.

Hikari lo ignorò, ma mise subito un piede in fallo, coprendosi di ghiaccio artificiale.

Takeru roteò gli occhi, arrivando dolcemente da lei.

Su”la issò, e lei gli crollò addosso.

Sai reggerti in piedi anche sul ghiaccio, eh?”
Le guance di Hikari erano in fiamme.

Ok. Insegnami ciò che sai, si dice così in questi casi?”
Takeru le strinse una mano.

Non devi aver paura di cadere, altrimenti è peggio.”
L'abbracciò da dietro.

Ehi, non tentare strani avvicinamenti.”
“Voglio solo mantenerti per evitarti brutte cadute.”

Come no”rispose ironica Hikari.

Devi solo scivolare in avanti. Non è difficile. Prova prima a battere i piedi, come se stessi andando a passo marziale. Poi, tenta di allungare di poco i passi.”
Hikari ubbidì.

Ci sto riuscendo!”strillò di gioia. “Quasi” si aggrappò a Takeru, dopo aver tentato una mossa troppo azzardata.

Prova ad andare da sola, adesso.”
Pur reggendosi al recinto di tanto in tanto, Hikari riusciva a compiere piccoli tragitti da sola. Takeru non la perdeva mai di vista.

Era uno scenario così perfetto.

Puoi anche interrompere la relazione col recinto e scoprire le meraviglie del centro pista.”
“Ma vuoi scherzare? Un passo alla volta!”
Takeru scosse la testa e le afferrò le mani, portandola al centro e facendola volteggiare-nonché strillare dal terrore.

Lui le cinse la vita, tornando a girare regolarmente.

Tu sei pazzo!”

Hikari...”

Sì?”mormorò lei, senza fiato, tra un 'pazzo' e l'altro.

David non mi ha detto esattamente tutto.”
Lei strinse le labbra.

Pensavo che l'argomento fosse esaurito.”

Solo perché ho indovinato la tua misura di piede?”
Hikari si fermò, appoggiandosi al recinto.

Come hai sottolineato tu, non era giusto per me.”

Ma perché?”
Takeru la raggiunse, fermandosi anche lui.

David è praticamente perfetto! E non è nemmeno un dongiovanni, se è per questo.”
“So benissimo anche da me che è il tuo perfetto opposto!”lo rimbeccò Hikari. “Solo che...Non mi batteva forte il cuore, non sentivo niente per lui sul fronte puramente sentimentale. Ecco, lo considero un potenziale grande amico, se proprio vuoi saperla tutta!”

“E allora perché ci stai così male?”

Perché?”ripeté sarcastica. “Ah, già. Tu non hai idea di cosa sia lasciare e dispiacersi per la sorte dell'altra persona.”

Touché”mormorò Takeru con voce asciutta.

Hikari guardò altrove. “Non ne hai davvero idea...Essere traditi, bistrattati, presi in giro, usati. Io ho provato tutto questo, ma tu, Takeru?”
Hikari scese dalla pista, sfilandosi i pattini.

Ehi! Ok, sono sempre stato un grandissimo bastardo, lo ammetto!”

Io credo solo che tu non veda la cosa dalla giusta prospettiva.”

Hikari estrasse un proprio documento d'identità dalla borsa, quasi schiacciandolo sul naso di Takeru, non appena lui la raggiunse a bordo pista.

Ahia!”
“Così lo vedi distintamente?”
“Ovviamente no!”farfugliò lui, massaggiandosi il viso e allontanando la carta d'identità.

Ma che diavolo...?”
Hikari si allontanò di diversi metri. “No, stai fermo lì! E così lo vedi?”
“Certo che no, Hikari!”le urlò.

Ok, ora puoi muoverti.”

Takeru aveva l'espressione perplessa.

Con questo, volevo solo dirti che né io né te possiamo parlare della mia situazione con David.”fece cupamente Hikari.

Ah, no?”
“No. Perché io sono troppo interna e di parte. E quando le cose ti sono troppo vicine, non riesci a distinguerle perfettamente, a coglierne ogni sfumatura. Tu nemmeno, perché ne sei esterno. Ed è troppo facile giudicare se non si conoscono i fatti. Perciò, chiudiamo il discorso 'David' una volta per tutte.”

Takeru rimase in silenzio ad osservarla, poi le accarezzò i capelli.

Sto congelando”comunicò Hikari, accendendosi. “Possiamo almeno rientrare in casa?”
“D'accordo. Ti ho fatto preparare la vellutata di zucchine da Maggie.”

Cos'è?”
“Stufato di coniglio. Veleno per te.”
Hikari fece una strana smorfia, quasi a indicare un conato di vomito, e seguitò a mangiare la sua zuppa.

Non vengono mai i tuoi a festeggiarti?”
“Oh, no, no.”
“Che tristezza...”

Takeru fece spallucce. “Mio padre vive in Giappone, mia madre in Francia. Sarebbero troppe ore di viaggio per loro, considerato che hanno i loro begli acciacchi. Ma non lo dire a mia madre, sa essere estremamente suscettibile al riguardo.”

Mi dispiace”sussurrò d'un tratto Hikari, evitando accuratamente lo sguardo di Takeru.

Di mia madre e di mio padre?”domandò stupito Takeru, facendo arrivare un cheesecake. “Non ce n'è bisogno, è passato tanto tempo.”

No...Di non avere un regalo per te. Non avevo proprio idea e...”

Takeru le strinse una mano.

La tua presenza è già un ottimo regalo.”

Ti va di tornare a pattinare?”

Takeru annuì, stringendole ancora la mano.


C'era, tuttavia, ancora qualcosa che mancava.

A parte, naturalmente, l'ammissione dei sentimenti di entrambi.

Eppure, in quel momento, sentivo di non dover forzare le cose. L'amore sembrava essere nell'aria, quella sera, come da molto tempo a quella parte.

Improvvisamente, una musica natalizia riecheggiò dall'interno di casa Takaishi.

Devono essere Margareth e Baptist, adorano questo genere di cose.”la rassicurò Takeru. “Ti va di dare loro un'occhiata?”
Hikari annuì timidamente.

Entrando in casa, vide Edward e Nathaniel alle prese con le decorazioni dell'albero di Natale.

Normalmente, spiegò Takeru a Hikari, lui aveva sempre preparato l'albero di Natale il giorno del suo compleanno, e dal giorno dopo sarebbero cominciate le ferie delle sue guardie del corpo, mentre Margareth e Baptist avrebbero aspettato fino al ventitré, giorno della sua partenza per Parigi.

Diamo loro una mano!”mormorò eccitata Hikari. “Noi non prepariamo mai l'albero, sai che in Giappone non è una tradizione propriamente familiare.”
“Oh, sì, ma io sono per metà francese, e vivo negli USA da tantissimo tempo. Inoltre, adoro l'albero di Natale.”
Così, mentre Margareth e Baptist ballavano insieme- né io né Hikari avremmo mai sospettato che erano sposati da oltre vent'anni!- ed Ed e Nat litigavano sull'effettiva migliore disposizione delle luci, Takeru aveva preso in braccio Hikari per aiutarla a posizionare i decori nei punti più alti dell'albero.

Ecco cosa mancava!

Una folgorazione mi raggiunse.

La neve.

C'era, c'era una formula per la neve! L'avevo imparata, tempo addietro.

Let it snow...”cantai gioioso.

E voilà, il bianco manto pronto ad inondare Chicago.

Hikari strillò come una bambina, coprendosi ed uscendo a bearsi di quella sensazione.

Takeru la raggiunse subito, e non appena i mucchietti bianchi cominciarono a farsi più consistenti, iniziarono a tirarseli addosso.

Hikari lo colpì ripetutamente, facendogli persino scivolare del ghiaccio per la schiena. Takeru era leggermente svantaggiato per il braccio, ma riuscì comunque a farla diventare candida.

Non avevo mai visto Hikari e Takeru ridere così di gioia tanto a lungo.

Finché Takeru non scivolò sulla neve, battendo quasi la testa.

Hikari gli si inginocchiò vicino. “Ma guarda un po' mister equilibrio!”

Aiutami a rialzarmi”la incitò Takeru, ma lei lo bloccò.

Non è ancora mezzanotte, faccio ancora in tempo a farti il mio regalo.”sussurrò accaldata, stringendosi le ginocchia al petto.

Cosa, un pupazzo di neve?” replicò ironico lui. “Dai!”fece per rialzarsi, quando...

Hikari lo prese per il collo del giubbotto, premendo le labbra contro le sue.

Non riuscivo ad immaginare scenario più romantico per un bacio. All'approfondirsi del contatto, Takeru le strinse le mani, totalmente perso in lei.

Quando l'incanto si dissolse, Hikari lo aiutò a rialzarsi, e lui era rimasto completamente senza parole.

Hikari fece per avviarsi dentro casa.

Hikari!”Takeru la richiamò, correndo verso di lei.

Hikari”

Lei si voltò. Mai, credo, gli era sembrata più bella, rossa in viso per il freddo e per l'amore.

Credo che mezzanotte sia passata...”sussurrò.

Takeru le prese il volto, poggiando la propria fronte contro quella di lei.

Parti con me il ventitré. Vieni con me, a Natale, a Parigi.”


Scusate il ritardo! ^^' Queste feste sono state particolarmente inclementi con me -.- Ma eccomi qui, ad augurarvi buon 2011( da quando ho iniziato Angeli del Cuore, sarà la quinta volta che faccio gli auguri di buon anno xD) Spero davvero che il capitolo vi piaccia...Oramai, non mi meraviglio più di quanto ci metto davvero di mio o.O Solo che io non ho ancora Takeru xD Che è sempre più un amore!
Per quanto riguarda le vostre recensioni(grazie, grazie, grazie!), proverò a usare la nuova funzione di EFP per rispondervi :D Il che preannuncia tempi biblici di attesa xD Così come per il prossimo capitolo, gli esami si avvicinano...Temo che ci rivedremo a marzo xD

Yours HikariKanna

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Capitolo 23
*** Intermezzo ***


Angeli del cuore


Dov'è? Dov'è?!”

Hikari!”gridò Miyako per la terza volta.

E pensare che dovrei essere io quella da temere per gli sbalzi d'umore.”borbottò tra sé e sé. Ma no, Hikari non la degnava della benché minima considerazione.

Se la smetti di agitarti, magari riesco perfino ad aiutarti!”tentò quest'ultima carta.

Niente.

Oh, io conoscevo benissimo l'oggetto di tale ricerca, ma non ero riuscito a comunicare niente a Ken e Miyako, in quelle poche ore. E non potevo certo mostrarmi in quel momento, malgrado la netta sensazione che, anche se l'avessi fatto, Hikari non si sarebbe accorta comunque di me, presa com'era.

Ci rinuncio”declamò con fare teatrale. “Mancano esattamente dieci giorni a Natale, al momento il mio problema principale è spacciare un paio di calzette rosse per il bebè come ulteriore regalo di Natale per Ken. Oltre ai boxer, naturalmente. Ma naturalmente tu non mi stai sentendo, vero, Hikari?”

Miyako incrociò le braccia, profondamente offesa dall'oltre ogni dire irriguardosa condotta della sua amica.

Se solo avessi potuto rivelarle subito tutto! Avrebbe perdonato Hikari all'istante, e le avrebbe sicuramente dato una mano.

Riuscì comunque a dimenticare temporaneamente il suo rancore, illuminandosi per la vista che le offriva la finestra.

Chicago era completamente coperta di neve. Certo, anche le nuvole sono bianche e la nostra casa natia ne è piena, ma avevo capito che da quando Miyako e Ken erano diventati umani, tutto aveva assunto per loro un significato, un odore, un sapore nuovo. Non davano più niente per scontato, e si emozionavano ancora più dei bambini terrestri. Ovviamente, Miyako era solo peggiorata da quando era incinta.

OH!”

Il capo di Hikari riemerse da alcune scartoffie e scatole dimenticate in un armadio, spargendo polvere dappertutto.

Miya, l'ho trovato! Non posso crederci di averci messo tanto, davvero. Pensare che è un anno che non lo uso.”

Vedendo che Miyako non rispondeva, Hikari le si avvicinò, poggiandole una mano sulla spalla.

Miya-chan?”
Lei sbuffò.

Oh, scusa, hai parlato?”
Hikari aggrottò un sopracciglio.

Cosa ti prende?”

Vediamo...Non ti sei quasi nemmeno accorta della mia presenza, non mi hai degnato di uno sguardo...”
“Davvero?”fece Hikari, sconvolta.

E già! Si può sapere cosa stavi cercando con tanta foga?”
“Il mio passaporto.”

Hikari rispose con estrema disinvoltura, come se cercare così disperatamente il passaporto fosse un'occupazione abituale.

Oh, torni in Giappone per Natale?”
Hikari scosse la testa, scrollandosi un po' di polvere.

Ah, no?”fece Miyako curiosa. “E allora dove vai di bello?”
“A Parigi”rispose secca. Se sperava di estirpare con una frase così laconica la curiosità di Miyako, si sbagliava di grosso.

Parigi? Quando l'hai deciso? Come? Ma troverai posto? In dieci giorni, poi!”

Miya, Miya, calmati. Quest'agitazione non fa bene al bambino”sorrise Hikari, riponendo il prezioso documento al sicuro.

Come se prima non mi fossi già agitata abbastanza. Avanti, rispondi al mio interrogatorio. Cos'è questa storia di Parigi?”
Hikari si tormentava le mani.

L'ho deciso ieri, è stato un...un progetto inatteso.”

L'hai deciso ieri?”

Lo sguardo di Miyako vagò per un momento nel vuoto. Poi, un'improvvisa consapevolezza fece capolino nella sua mente.

Un momento. Ma ieri non era il compleanno di un certo Takeru Takaishi?!”

Hm”annuì Hikari, scorrendo la lista di clienti sulla sua agenda.

'Hm' non è affatto una risposta. Per caso, Takeru Takaishi c'entra con la tua decisione di andare a Parigi a Natale? Per caso, eh, considerato che è mezzo francese e che ieri sei stata da lui.”

Hikari arrossì. “Oh, e va bene!”

Su!”Miyako si accomodò sul divanetto, facendole cenno di sedersi. “Ora racconti tutto alla tua amica Miyako!”

Hikari continuava a trovare estremamente interessanti i suoi palmi.

Non che ci sia molto da dire, in verità.”
Miyako si grattò il mento. “Non ti credo affatto, confido che tu lo sappia.”

Hikari sospirò. “Mi ha insegnato a pattinare. È bravo, sai? E...E niente, a un certo punto si è messo a nevicare e...”
“E?”la incalzò Miyako, sinceramente curiosa.

E gli ho dato il mio regalo di Natale.”
“Oh!Come hai fatto a trovare un regalo in un paio d'ore? Beata te!”
“Non è un regalo esattamente materiale...”iniziò lei, ormai bordeaux.

Hikari inspirò profondamente. “L'ho baciato. Lui...Lui poi mi ha chiesto di andare a Parigi, per questo Natale. Ed io ho accettato, tutto qui.”
Abbozzò un sorriso.

TUTTO QUI?!”

Miyako si prese il viso tra le mani, incredula, cercando invano di risollevare la mandibola.

Beh, senti, non so perché l'ho baciato! C'era la neve, lui era così insolitamente carino e...”
“...E meno male che stavi male per David!”

Hikari s'immusonì. “Secondo te, ho fatto male? Voglio dire...Cinque giorni con lui a Parigi? Da soli?”Deglutì. “Non avevo pensato alle conseguenze, lo ammetto.”
Miyako le poggiò una mano sulla spalla. “Non credo, onestamente, che lui ti costringerebbe a fare qualcosa contro la tua volontà. Non capisco come tu lo possa odiare, è tanto carino con te! Ma... ci pensi...Parigi! E se ti facesse conoscere sua madre?”

Temo sia inevitabile, lui va a Parigi proprio per passare il Natale con la madre.”

Oh, conoscerai tua suocera”disse con tono allegro e leggero Miyako.

Cosa!Non lo dire nemmeno per...”

Miyako roteò gli occhi.

Certo, perché adesso mi dirai che hai baciato Takeru per pura compassione o solo per l'atmosfera. E ti aspetti che io ci creda?”

Ammesso e non concesso che riusciamo a partire, vista la coltre di neve”sospirò Hikari.

Vedi che muori dalla voglia di partire? Oh! Ma è una cosa così romantica...Il primo viaggio insieme!”

Miyako, sembri più entusiasta tu...”
“Questo solo perché tu non vuoi ammettere che sei contentissima di andare in Francia e, soprattutto, di andarci con Takeru.”
“Ti ricordo che io e Takeru ci siamo già trovati in vacanza assieme.”

Me l'hai raccontato. Ma all'epoca era tutto diverso. Tu non gli avevi ancora rapito il cuore, e lui non ti piaceva così tanto.”

Hikari rimase interdetta.

Ma lui non...”
Miyako si alzò. “Scusa, emergenza bagno. È incredibile come la gravidanza ti squilibri completamente.”
Hikari, nel breve momento che le separava dal continuare la chiacchierata, si sfiorò le labbra, sorridendo ad un ricordo non troppo lontano. Ci pensava molto più di quanto osasse ammettere persino a se stessa.

Rieccomi! Dicevamo...”
“Dicevamo che dobbiamo lavorare!”sorrise Hikari, alzandosi a sua volta.

Hai ragione”si rammaricò Miyako, notando l'ora. “Tuttavia, volevo solo dirti una cosa. Tra me e Ken è stato il cosiddetto 'amore a prima vista'. E, delle volte, l'amore agisce davvero così:vedi una persona e, per una qualche ragione assurda e inspiegabile, improvvisamente sai che è quella con cui vuoi invecchiare. Ma...Nella maggior parte dei casi, Hikari, niente è così estemporaneo. A volte, l'amore nasce lentamente, talmente che nemmeno ti accorgi che sta nascendo. Così, ti ritrovi a vedere una persona tutti i giorni, a parlarle, a salutarla. Ed ecco che, quando non la vedi per qualche giorno, d'un tratto scopri che ti manca. Che ti manca anche solo un suo 'ciao' sussurrato di fretta. Che quel rito condiviso s'è così radicato in te da far parte dei tuoi giorni. Più ricordi possiedi insieme ad una persona, più questa entrerà intensamente in te, è qualcosa di ovvio. Non puoi evitarlo, Hikari. Devi solo chiederti se sei un tipo da amore a prima vista o amore coltivato pian piano...Io una mia idea ce l'ho, tu che dici?”
Hikari non rispose per qualche minuto.

Dico solo che dovrai aiutarmi a scegliere i vestiti da portare in Europa!”sorrise dolcemente la fotografa.

Ma sapevo che il discorso di Miya aveva sortito qualche effetto. Takeru la portava in Francia a conoscere sua madre; Hikari in qualche modo ne era lusingata. Forse avrei potuto...

Certo! Takeru e Hikari sarebbero tornati dalla Francia il 28 dicembre. Dovevo solo far in modo che a Hikari venisse voglia di passare il Capodanno con Takeru in Giappone, dalla sua famiglia.

Una volta conosciuti i rispettivi nidi d'infanzia, beh...Era fatta. Oramai era completamente fatta, e stranamente non c'era solo gioia in me.


Hikari digitò 'clima Parigi inverno' sul motore di ricerca, creandosi uno spazio sul divano, sommerso da capi di vestiario di ogni foggia, stagione e genere.

Miyako aveva tirato fuori ogni possibile tipo di indumento. 'E se ti portasse a ballare? E se andaste a una première di non so cosa? E se, e se, e se...'

Mancavano solo i costumi da bagno! Poi, era dovuta scappare per dei controlli in ospedale, lasciandola tra vestitini e maglioni.

L'inverno non è particolarmente prolungato e rigido. Esso è infatti caratterizzato da un'alternanza di periodi miti e piovosi e periodi invece più rigidi e nevosi, con minime anche di -10 ° C.”lesse, soddisfatta, concludendo che peggio di Chicago d'inverno c'era ben poco.

Si stiracchiò dolcemente, cominciando a eliminare i capi superflui. Come uno strano completino intimo sbucato da chissà dove.

In quel momento, le squillò il cellulare. Indaffarata, decise di impostare l'opzione del viva voce, permettendomi così di risparmiare sul mio corredo di missione.

Pronto?”
“Scommetto che stai già facendo le valigie”rispose una calda voce maschile.

Manca una settimana!”

Eppure notai una vena di allegria nella protesta.

Sei comunque una donna, a certe tare genetiche non si sfugge!”

Takeru, su, parla chiaro. Ho da fare, che c'è?”
Takeru sbuffò piano. “Volevo solo sentirti e assicurarmi che avessi ancora intenzione di partire.”

Hikari fissò interdetta il proprio telefonino in tralice .

Quale ragazza sana di mente rifiuterebbe un viaggio a Parigi, con vitto e alloggio gratis?”
“Quale ragazza sana di mente rifiuterebbe un viaggio a Parigi
con me, semmai.”
Hikari scosse la testa. “Sul 'sana di mente' avrei da obiettare.”
“Ad ogni modo, ti consegnerò il biglietto direttamente in aeroporto. In quel marasma che è il tuo studio, si perderebbe sicuramente...”
“Direttamente? Pensavo ci saremmo visti, in questa settimana.”

Sorrisi. Hikari tentò di mascherare la sua indifferenza.

Il sollievo di Takeru fu quasi palpabile, anche a chilometri di distanza.

Beh, ma tu hai da lavorare. E il reality è finito...”
“Oh, sì, certo.”tartagliò Hikari, in cerca di un appiglio. “Però, uhm, non avevo pensato a un possibile problema. Il 23 a che ora dobbiamo partire? Avrei un impegno il 22 sera...”
“Calma, niente levatacce. Partiremo all'incirca per l'ora di pranzo, in modo da arrivare lì per la mattina della vigilia, ora locale. Sono undici ore di viaggio, tesoro. E calcola sette ore di differenza, ti avverto. Non ci avrai mica ripensato?”chiese, con una punta d'ansia maldestramente camuffata.

Supponevo c'impiegasse parecchio, in effetti. No, ti accompagno, puoi dormire sonni tranquilli.”
“E che impegno avresti il 22 sera?”
“Di lavoro. E, anche se fosse di diversa natura, non-”

Di sera? Un impegno di lavoro? Adesso si chiama così?”
“Vieni anche tu, se non ci credi”lo invitò lei. “Devo chiudere, adesso.”
“Per cercare notizie sul clima invernale in Francia?”
Hikari riattaccò senza troppe cerimonie, scuotendo la testa.


Sono matto ad aver detto di sì.”ripeté Takeru, visibilmente nervoso.

Non dire stupidaggini. Lì dentro” Hikari indicò un locale sperduto nella periferia di Chicago “ci sono orde di ragazzine che non sanno della tua presenza...”
“E che mi salteranno addosso. Com'è che non hanno scelto la palestra della scuola, come d'abitudine?”

Non entro nei meccanismi scolastici. E allora? Non sei abituato a ragazze adoranti?”
“Hanno dieci anni meno di me! Non sono nemmeno all'università!”protestò Takeru, lasciandosi trascinare.

Non pensavo ti facessi certi problemi, credimi. Hai una moralità ben nascosta, ma in fondo ce l'hai anche tu.”

Divertente”mugugnò lui. “Ehi, ma...Quello che intravedo sotto il giubbotto...È un vestito?”

Cos'altro vuoi che sia?”sbuffò Hikari, aggrappandosi al braccio di lui onde evitare una rovinosa caduta proprio poco prima di entrare.

Wow. Non sei qui per lavorare?”

Hikari gli sorrise, entrando nella sala sottobraccio con lui.
“Sì, ma che male c'è ad unire l'utile al dilettevole?”

Cosa ne hai fatto della persona triste che conoscevo?”

Inizialmente, nessuno considerò l'ingresso in scena di Hikari. Tutti erano presi a controllare chi avesse accompagnato chi, quale fosse il vestito, l'acconciatura, il trucco più bello, a scommettere su chi avrebbe vinto il premio di coppia danzante, per darsi il disturbo di notare subito la fotografa.

E, in realtà, il rito delle foto era quello più segretamente atteso: immortalare il momento, ricordare che s'erano divertiti, anche se lui aveva invitato la biondina senza cervello di turno, anche se lei aveva occhi solo per il capitano della squadra di rugby.

Aspetta che si accorgano di te”gli mormorò Hikari sicura, sbottonandosi il cappotto.

Dai qui”si offrì Takeru, togliendosi il proprio e consegnandoli all'addetto guardaroba.

Fischiò in segno di approvazione verso Hikari. “Ripeto, qualcuno ti ha rapito stasera. Sembri quasi una ragazza normale.”

Chris quasi si strozzava per imitare il fischio, ma fortunatamente lo dissuasi subito.

Smettila!”

E perché? Anche quei ragazzi laggiù ti osservano”
“Hanno ancora l'acne” ridacchiò lei, afferrando i ferri del mestiere.

Beh, alcuni sono più alti di me. Certo che quelle lì non sono niente male...Ouch!”

Hikari gli aveva appena rifilato una gomitata, fingendo di aggiustare gli obiettivi.

Ti ricordo” sibilò “che la maggior parte di loro è minorenne. L'hai già dimenticato? Oh, ecco che parte l'adorazione.”
Un capannello di ragazzi, con l'aria di passare molto più tempo sui libri che a giocare a pallone, si avvicinò ai due.

Ragazzi, mi dispiace”iniziò Takeru. “Se non avete voi penna e un foglio di carta su cui scrivere, non vedo proprio come possa firmarvi un autografo. Però la foto possiamo farla, dopotutto lei è qui apposta!”
Così concludendo, Takeru sfiorò una spalla di Hikari, che cercava disperatamente di non cadere dai tacchi. Sono sicuro che pensasse qualcosa tipo: '
Maledetta Miyako, ma soprattutto maledetta me e quando mi sono lasciata convincere a farmi vestire da lei!'.

Uno dei ragazzi, con spessi occhiali, lo guardò interrogativo.

A meno che tu non sia esperto di neutrini, dubito tu possa rispondere alle mie domande.”
“Sì, e poi che farcene del tuo autografo?”
“Per non parlare della foto con te. Chi se ne importa della foto con un uomo!”intervenne un terzo, magrolino e ansioso di far notare che anche a loro interessavano le ragazze.

Ragazzi, scommetto che nemmeno sa cosa sia il paradosso del gatto di Schrödinger.”

Hikari cercò di trattenere malamente una risata.

Allora...Cosa volete, ragazzi?”

Una foto”replicò insicuro l'ultimo. “E...”
“Ci concederesti un ballo? Solo uno. Però, ehm, a testa, sai, d'accordo che facciamo parte del Club di Scienze, ma, ecco, non siamo poi così sfigati e...”
“...E tu sei bellissima”concluse sognante Mr-cerco-un-esperto-di-fisica-delle-particelle.

Non ti da fastidio, vero? Si tratta di quattro salti innocenti. Poi ti lasciamo la tua ragazza intatta, sempre se, dopo aver provato le nostri doti, vorrà tornare da te.” disse il ragazzo del paradosso a Takeru, con un'espressione da cagnolino bastonato.

Takeru, tuttavia, si stava innervosendo.

Mi shtanno attipatici”decretò Chris, incrociando le braccia.

Ma no, sono perfettamente innocui”lo rassicurai. “E molto divertenti. Tipici adolescenti insicuri.”
Chris li scrutò con attenzione.

Pecché insiculi?”
“C'è un momento critico nella vita di ogni essere umano, e anche di ogni angelo che decide di crescere. È l'adolescenza, e loro sono tutti dei perfetti archetipi. Quelli che hanno tentato degli approcci verso Hikari sono molto intelligenti e insicuri, presi costantemente in giro da gente tipo loro”indicai la muscolosa squadra di rugby, che non si capacitava di come quei quattro nerd fossero riusciti ad accalappiare Hikari per un ballo.

A parte che non sono la...Non importa”rispose Hikari. “A te da fastidio?”

Takeru sollevò un sopracciglio, cercando di comunicarle col labiale 'Ma che cavolo stai dicendo?'.

Alzò le spalle. “No, prego”

I quattro lo convinsero anche a scattare delle foto del momento fatidico. Da idolo delle masse a scartato fotografo di serie B, la serata non si preannunciava poi così divertente per Takeru.


Hanno avuto il loro quarto d'ora di gloria, credo. E qualcosa su cui fantasticare fino a Carnevale.”sghignazzò Takeru, una volta che Hikari ebbe finito di volteggiare.

Fortunatamente non erano lenti. Spero che tu abbia fatto delle buone foto.”
“Ho seguito le tue istruzioni, non lamentarti.”
“E tu? Non ti si è avvicinata nessuna?”
“Oh, tutti i rugbisti per chiedermi l'autografo.”
Hikari sorrise, accettando di buon grado un bicchiere che le porgeva lui.

Stai perdendo colpi, sul serio.”
“Non m'importa poi di far colpo su sedicenni cheerleaders.”
“Cheerleaders che adesso ti hanno riconosciuto e i cui sospiri si sentono fin qui. Dai, balla con una di loro!”

Perché dovrei?”
“Sarebbe un aneddoto che racconterebbero a chiunque, non credi? Le faresti davvero felici, anche se solo per una sera. Dai, che ti costa?”

In quel momento, un gruppetto di ragazzini si avvicinò all'angolo foto.

Balli con me?”domandò il capitano della squadra ad Hikari, spavaldo, mentre il dj annunciava un ritmo lento e romantico. “Dai, dopo aver ballato con Newton, non puoi negarmi questo piacere.”

Oh, Takeru!”squittì una ragazzina. “Posso chiamarti Takeru, vero? Mi sembra di conoscerti da sempre! Oh, ti prego, ti prego, balla con me! Sarebbe il giorno più bello della mia vita!”
La ragazza proruppe in una risata acuta, efficacemente seguita a ruota da altre cinque ragazzine.

Hikari cercava in tutti i modi di sfuggire a quell'umano armadio a due ante. E aveva appena finito di consigliare a Takeru di ballare con le ragazzine.

Spiacente” mormorò Takeru, mentre la canzone partiva. “Sono impegnato per questo giro.”

Takeru la portò al centro della pista. Perfetto!

Impacciata, Hikari gli strinse le braccia al collo.

Tra i tanti balli, proprio il primo lento-”
“Preferivi essere nelle grinfie dell'energumeno? Accidenti, è perfino più alto di me!”

Hikari sospirò. “Grazie, mio eroe, per avermi salvata.”
Takeru la strinse un po' di più a sé, cullandola dolcemente.

Non avrei ballato comunque con lui. Ma chi gliel'ha concessa tutta quella confidenza?!”
“Però con i quattro dell'apocalisse non hai-”
“Ma loro sono teneri. E mi ricordano tanto me, sempre un po' emarginata. Scommetto che tu eri-”
“Sì, il capitano della squadra di basket. Uguale a mister confidenza.”

Non avevo dubbi.” sospirò Hikari. “Meno male che sei un po' cambiato.”

Takeru sorrise.

Sei arrivata a conoscermi così tanto da dire che sono cambiato?”

Un po' ti conosco, oramai.” ammise Hikari, nascondendo il viso nel petto di lui.
“Hikari” fece lui all'improvviso. “Perché hai lasciato che tutti credano che sei la mia ragazza?”

È più semplice così, come fai a condensare il nostro rapporto e spiegarlo a quattro adolescenti schiavi degli ormoni?”
Takeru le fece fare una piroetta.

Condensare il nostro rapporto?”
“Sì, chi glielo spiega che c'è addirittura una quercia che simboleggia il mio antico odio per te? Tu, piuttosto...Perché sei venuto? Non temi i paparazzi? E se qualcuno ci vedesse insieme?”

E se anche fosse? Chi se ne importa.”

Il lento era finito.

Tra poco sarebbe partita la gara per eleggere la coppia della serata.

Takeru e Hikari si attardarono sulla pista, guardandosi confusi.

Sono contento che tu mi abbia detto di sì” Takeru le baciò una mano, portandola via a scattare altre foto.

Lasciando la sensazione che il 'sì' cui si riferiva non era tanto circoscritto al viaggio in Francia, quanto all'accettazione inconsapevole che Hikari stava manifestando verso di lui, dicendo 'sì' alla progressiva scoperta della più nascosta personalità di Takeru.


Non erano valse a nulla tre sveglie.

Nemmeno Miyako che l'aveva svegliata, chiamandola al telefono fisso.

Ero dovuto intervenire io, in un déjà-vu di settembre, altrimenti Hikari non sarebbe mai partita.

E non potevo permettermelo. Non adesso che eravamo così vicini.

Hikari correva, cercando il gate corretto, cercando Takeru.

Ti sto portando nella capitale della moda e del buoncostume, perciò, guai a te se a Parigi ti presenti in forte ritardo e così conciata.”la punzecchiò Takeru, con un borsone affianco.

Buon...giorno...anche...a...te”riuscì a rantolare Hikari, prima di stramazzare seduta. “Devo...stare comoda in viaggio. Ho anche un paio di libri.”

Takeru sbuffò. “Sarebbe quello il tuo unico bagaglio?”
Hikari annuì, ancora col fiato corto. “Per cinque giorni...non potevo certo trasferirmi. E poi, guarda il tuo borsone, è minuscolo.”
“Hikari”rettificò Takeru, osservando l'orologio. “Io ho imbarcato anche una valigia da quindici chili.”


“Come, non siamo vicini?”

A quanto pare, no”sbuffò Takeru. “Vorrà dire che faremo spostare qualcuno, non è poi la fine del mondo.”

Il solito egoista viziato. Non importa, possiamo anche stare delle ore separati.”

Come vuoi tu, non m'interessa se non vuoi stare vicino a me.”
Hikari sospirò. “Sei un bambino...Qual è il mio posto?”
“22E.”
Hikari cercò il proprio posto, notando che le era capitato come vicino un bel ragazzo moro.

Non ci fu nemmeno bisogno di intervenire, poiché Takeru si avvicinò allo sconosciuto chiedendogli la cortesia di mettersi al suo posto.

COSA! Ma era carino!”protestò Hikari, seguendo l'innominato con lo sguardo.

Ed era anche un mio grandissimo fan, pensa un po'.”sorrise lui, afferrando un giornale da leggere.

Fossi in te, riderei un po' di meno. Guarda lì, potevi capitare con lei”

Il ragazzo si era seduto vicino a una bellissima ragazza con dei lunghi capelli ramati.

Takeru si lasciò sfuggire un mugolio di disapprovazione.

Dai, siediti.”

Ma guarda come scherzano già! Nascerà un amore su questo aereo, e poteva essere il mio! Hai rovinato un possibile incontro, sappilo!”
Takeru la fissò in cagnesco. “La prossima volta vado a sedermi vicino alla top-model di turno. Meglio se straniera, così non c'è nemmeno bisogno di parlare.”

Hikari incrociò le braccia, una volta seduta.

E invece mi tocca starti vicino per undici ore.” esclamò nervosa.

Takeru aprì il giornale, infischiandosene.

Al momento del decollo, Hikari non riuscì a trattenere un gemito di terrore.

Takeru lasciò perdere il quotidiano per concentrarsi su di lei.

Non dirmi che hai paura dell'aereo.”

Hikari era diventata pallidissima.

Oh, santo cielo. Ecco perché non torni praticamente mai in Giappone. Calma, calma. Adesso prendo-”
“Puoi stare zitto solo un secondo?”boccheggiò lei, afferrandogli una mano.

Takeru si limitò a far combaciare perfettamente le sue dita con le fessure tra quelle di lei, non dicendo più nulla.

Una volta passato il momento, Hikari si rianimò.

Non pensavo che potessi ammettere di aver paura di qualcosa”

Ho paura di ciò che va contro natura.”deglutì Hikari. “Come l'aereo. Come l'ascensore quando sale. Come il dimenticare. È per quello che scatto fotografie. Non voglio dimenticare. Non voglio andare contro natura e verso l'oblio. Sono athazagorafobica.”

Così dicendo, Hikari sembrò riacquistare colore.

Lo sguardo di Takeru si posò sulle loro mani, ancora intrecciate.

Posto che non ho afferrato la parola chilometrica che hai detto...Questo per te non va contro natura?”
Hikari arrossì, ma non ruppe il contatto. Con la mano libera, si stropicciò gli occhi e si strinse nelle spalle.

Ho ancora sonno”mormorò.

Takeru colse al volo la richiesta implicita di lei, che desiderava con tutte le sue forze dormire e avere il meno possibile la sensazione di essere sull'aereo.

Le baciò la fronte, sistemandole la testa sul suo petto e avvolgendola con un braccio.

Così non dovresti avere troppo freddo”cominciò, ma Hikari già aveva chiuso gli occhi, prendendo a respirare regolarmente.

Takeru la fissò intensamente per qualche secondo, poi chiuse gli occhi anche lui, e chissà, forse l'avrebbe sognata.


Approfittando delle infinite ore di aereo che avrebbero dovuto affrontare, decisi di tornare a casa. Congedai Chris, che poté andare a giocare felicemente con Maya, e sprimacciai beatamente la mia nuvoletta.

Un solo splendido concetto attraversava la mia mente, in tutte le sue varianti.

Riposo.

Relax.

Dolce far niente.

Tu non sei al lavoro?”

Ecco. Le ultime parole famose.

Mi voltai dall'altra parte, grugnendo qualcosa.

Daisuke, so che non stai realmente riposando, quindi rispondimi.”fece una voce annoiata dietro di me.

È questo il modo di trattare il tuo fratellino di nuvola? Uno torna distrutto e...”
“Ma per favore!”replicò secca Jun. “Tu ti diverti un mondo con queste missioni! Se poi, quando diventa notte a Chicago, tu preferisci volare con Chris, non è colpa mia.”

Non è colpa mia!”protestai, facendole il verso. “Non sto dando la colpa a nessuno, vorrei solo riposarmi un attimo. È un concetto tanto difficile da capire per te? E poi”sbuffai “Chris preferisce Maya a me, ultimamente.”
Jun ridacchiò. “Ah, l'amore...”

È un baby angelo, non sa nemmeno parlare correttamente!”
“E allora?” Jun fece spallucce. “Pensi che questo cambi le cose?”

Rabbrividii al pensiero di Chris innamorato. Era piccolo!
“Non credo che Chris vorrà crescere, sta così bene in queste vesti.”
“Nessuno pensa che i baby angeli vogliano crescere, no? E come mai crescono quasi tutti?”
“Non ne ho idea”ammisi. “Però, so che è molto più bello rimanere baby angeli.”
“Ma tu sei cresciuto, Daisuke”mi fece notare. “Perché?”
Non avrei mai, mai ammesso che ero cresciuto solo perché era cresciuta lei, così le rigirai la domanda.
“Sei cresciuta prima tu di me. Perché?”
Jun sospirò.

Non sono affari tuoi”

Lo disse col solito tono stizzoso. Sarebbe stato tanto bello se, prima o poi, fossimo riusciti a intenderci e parlare fraternamente! Miyako, per esempio, aveva altri...M'interruppi. Miyako non era più un angelo.

Vado da Inés, è meglio. Buon riposo.”
Così dicendo, Jun volò a Santiago, dove l'aspettava la sua nuova assistita. Per breve tempo, era stata anche l'angelo del the di Miyako, ma il capo l'aveva spostata quando aveva notato che Miya s'era integrata perfettamente, e inoltre che doveva aiutare me con Hikari e Takeru.

La voce di Jun si era leggermente incrinata; perché?


Daisuke. Daisuke?”

Mh.

Sapete, noi angeli non dormiamo come voi umani, anche se chiamiamo quest'attività 'dormire'. Non ce ne serviamo per riposare il corpo, dato che siamo essenze quasi incorporee; è più che altro un modo per pensare alle prossime mosse da compiere, per tracciare un bilancio del proprio operato, per schiarirsi le idee. A volte si fanno persino dei 'sogni premonitori', per esempio avevo sognato spesso Ken e Miyako, proprio poco prima che diventassero umani.

Io ero proprio nella fase di massima pace interiore, quando una leggera voce femminile mi aveva chiamato.

Non poteva essere di nuovo Jun.

Schiusi piano gli occhi.

Wu mi stava a tre centimetri dal naso.

WU!”

Ben svegliato!” sorrise lei.
“Da quanto tempo sei qui?”
“Oh, vediamo, abbastanza da sentirti dire solo 'Hikari, Capodanno, Tokyo, Takeru, Parigi, Chris, no all'amore. Anzi, 'no' e 'amore, innamorato eccetera' erano le più gettonate. Non è un po' strano, per un angelo del cuore?”
“Stavo solo pensando che adesso Hikari e Takeru non s'infatueranno più di nessun altro.”
Wu sollevò un sopracciglio. “E che c'entra Chris?”
“Ho detto Chris? Che strano. Forse perché mi aiuta sempre e...Ma anche tu mi aiuti tanto e sei un'amica preziosa!”aggiunsi in fretta, notando come il suo viso stesse virando sull'arrabbiato.

Servì: si calmò subito.

Sono felice di aiutarti!”

Mi rivolse un altro mega sorriso. Come poteva avere nel giro di millisecondi stati d'animo così diversi, rimaneva un mistero.

Comunque, che ci fai qui?”
Wu si picchiettò la testa. “Mi ha mandato il capo!”

Sgranai gli occhi. “Cosa vuole?”
“Non lo so. Com'è che dicono gli umani? Ambasciator non porta pena!”
“Wu, piantala di accettare missioni che abbiano a che fare con scrittori o vecchi moralisti.”

Insieme, volammo dal capo.

Mentre Wu mi ragguagliava sui progressi della sua ultima missione-'Oggi lui l'ha guardata! Sono certa che andrà bene'-, incontrammo Yamato.

Ehi! Da quanto! Come stai?”

Lui mi fissò con la sua solita espressione indecifrabile. “Daisuke, Wu.” ci salutò.
Wu era sempre stata stranamente inquietata da Yamato, e diventava insolitamente seria quando lo incontrava.

Sei appena stato dal capo?”

Fortunatamente no”sospirò lui, con lo sguardo ancora fisso nel vuoto.

Wu, mi scusi un attimo?”

Lei scrollò le spalle, aveva appena visto anche Kyo e Thomas. Non avrei dovuto lasciarla da sola ad affrontare quella situazione, ma...

Si può sapere che hai? Sora ha lasciato Taichi, sta per ricominciare una nuova vita in Giappone. Perché non sei mai contento?!”

Yamato mi fissò vitreo.

So che sai perché ti occupi di Takeru e Hikari, e so che Sora ha parlato con Hikari. Ma non t'intromettere.”

Avevo fatto l'abitudine ai modi freddi e sprezzanti di Yamato-mi chiedevo spesso come avesse fatto Sora a preferirlo a Taichi.

E invece m'intrometto! Hai idea Taichi di quanto sia stato male? Sai Sora-”
“Daisuke”mi rispose incolore. “Ti sei mai innamorato?”

No”dovetti confessare. “Non di quell'amore di cui faccio innamorare le persone.”
“Buffo, per un angelo del cuore. Ma non entro nel merito delle decisioni dall'alto.”Sospirò ancora. “Allora, non potrai mai capirmi. Non potrai mai arrivare a pensare di aver solo commesso uno sbaglio per il tuo egoismo, per il tuo amore. Non merito tutto quel che ha fatto Sora, non-”
“Ora ti do uno schiaffo, se non la finisci!”mi alterai. “Pensi che questo atteggiamento sia produttivo? Pensi che crogiolarti nel tuo dolore e non dirle niente sia molto meglio per lei?! Credi che Sora sia felice di vederti solo per pochi attimi, quando nemmeno tu puoi mentire a te stesso e dirti che non l'ami?”
Yamato evitava accuratamente di ricambiare il mio sguardo.

Mi sarei innamorato come lui? Avrei mai pensato di andare contro me stesso, per fare del bene alla persona amata?

E allora cosa proponi concretamente di fare?”mi chiese beffardo.

Trovati un altro angelo e trasformati in umano.”risposi serio. “So che non vuoi che Sora muoia nel suo mondo, perciò è l'unica soluzione.”
Yamato rise. Di una risata dolorosa, terribilmente sofferente, incredula.

Daisuke...Sai perché gli angeli si possono trasformare solo in coppia? Di norma e regola, dico. Per sempre, non per scopi della missione.”
Scossi la testa. “È qualcosa di semplice. L'amore è l'unica forza che può mettere le ali, e, nonostante noi ce le abbiamo già, non bastano. Ci vuole amore per morire in un mondo e rinascere nell'altro. Solo amore.”
“Ma tu la ami e-”
“Amore tra gli angeli. Tutti e due gli angeli devono amare. Altrimenti, come avrebbero fatto Ken e Miyako?”
Mi grattai la nuca. Adesso comprendevo appieno la desolazione di Yamato.

Non posso costringere un angelo ad amare un umano, o ad amare me, capisci? E se un angelo ama un altro angelo, beh, si trasformeranno insieme, se vorranno. Mi vergogno di aver anche solo pensato di chiedere a Ken o Miyako di trasformarsi con me.”
Ecco perché Ken insisteva sul farmi notare che l'amore, tra gli angeli, esiste eccome.

Come potevo non sapere tutte quelle cose? Avevo sempre accettato passivamente ciò che mi veniva insegnato, ma solo in quel momento ne capii la reale portata.

Non so che dirti, amico. Non so davvero che dirti. Ma è possibile che nessun altro angelo s'innamori di un umano?”
“Tu t'innamoreresti di Hikari?”
Mi sentii quasi arrossire.

Beh, è carinissima, bellissima, è dolce e...Però, lei ha Takeru. Quindi, no, non penso me ne innamorerei seriamente, dopotutto.”.

E tutti gli altri angeli la pensano come te. Inoltre, il capo non promuove affatto questo genere di cose, perciò...”

Yamato s'interruppe, triste.

Cercai di sorridergli.

Troveremo un modo, vedrai! Per adesso va da Sora e non pensare a nient'altro!”

Yamato mi rivolse un mezzo sorriso di gratitudine- evento più unico che raro-, e volò via.

Wu”la richiamai, notando che anche Kyo e Thomas erano volati via.

Wu?”

Si stava asciugando gli occhi, chissà le miniere della terra come le erano grate.

Le posai una mano sulla spalla. “Mi dispiace se...”
“No. Dovevo affrontarli da sola, prima o poi. Dovevo-”La voce le si spezzò di nuovo, per l'ultima volta.

Wu, ti posso chiedere una cosa?”

Cercò di sfoggiare il miglior sorriso che aveva.

E basta lacrime, su!”tentai di sdrammatizzare, togliendo le ultime traditrici.

Dai, sono pronta! Chiedimi tutto quel che vuoi!”

Ma è così brutto amare? Tra te e Yamato non si sa chi sta peggio. E credo che anche mia sorella mi nasconda qualcosa...”

Sgranò gli occhi sorpresa.

Oh, no! Non pensarlo mai, Daisuke! Il mio amore non è terminato col lieto fine, ma...Ma mi ha regalato tante emozioni intense! Sarò grata a Kyo per sempre; sono un angelo, perciò il mio 'per sempre' indica davvero tanto tempo. Io penso davvero che sia più triste non amare che non essere amati. Certo, è triste anche così, però...Però amare qualcuno ti eleva, ti fa pensare solo al suo bene, anche se questo è qualcosa che ti ferisce. Oh, siamo arrivati!”esclamò tutta pimpante.
Ti fa pensare solo al suo bene, anche se questo è qualcosa che ti ferisce.

Ultimissima cosa, poi ti lascio tornare da Maya.”
“Certo, sai che ti ascolto! Comunque, fai bene ad agire così...Una volta che Hikari e Takeru conosceranno i rispettivi nidi d'infanzia, s'innamoreranno. Garantito!”
“Come fai a saperlo?”domandai sconcertato.

Prima ti ho sentito parlare, ricordi? E poi Chris e Maya e...”
“Va bene, va bene, non m'interessa questo. Volevo chiederti...”cominciai, ma ci fu qualcosa che mi fermò. Forse era la frase di prima, forse i suoi occhi grandi che mi fissavano curiosi.

No, nulla, non importa.”
“Cosa?”
“Niente, davvero!”le sorrisi. “Adesso devo proprio andare dal capo!”
“Ah, no, adesso sono curiosa!”

Mi si aggrappò a un braccio. “Dai, dai, dimmi!”
“No!”
“Sì!”
“NO!”

Scusate se v'interrompo” fece capolino la voce acuta di Mimi. “Daisuke, il capo ti aspetta da un po'. Wu, tu non dovresti essere altrove?”
Wu sbuffò, regalandomi una linguaccia. “Me lo ricorderò, sta tranquillo.”
Io venni trascinato da Mimi, felice di essere scampato alle grinfie di Wu.


Capo”lo salutai rispettosamente, con un cenno del capo.

Prego, accomodati, Daisuke.”

Sentii che sorrideva a Mimi, mentre quest'ultima usciva. L'avvicendamento aveva fatto bene all'umore del capo!

Capo, sono sicuro di avercela quasi fatta! E Wu, che sapete bene essere uno dei più valenti angeli in circolazione, ha confermato questa mia impress-”

Daisuke, non m'interessano i tuoi rapporti con l'angelo Wu.”

Durezza. Perché?
“Ah, ma infatti, non...non c'entrava niente!”
“Daisuke” Si sentì quasi un sospiro. “C'è un aspetto della tua missione su cui vorrei ti soffermassi a riflettere.”
“Se si riferisce alla trasferta a Parigi, potrei chiedere a-”
“Fammi finire, per favore”

Decisi di chiudere la bocca una volta per tutte.

Mi sono spesso accorto, monitorando la tua attività, che prediligi osservare la missione dal punto di vista di Hikari. Come mai, posso chiederlo?”

Eh?

Colto alla sprovvista, risposi:”Beh, dipende soltanto dalle diverse vite che conducono Hikari e Takeru. Lui, soprattutto ora che è in riabilitazione, si sveglia sempre molto tardi. Perciò, non appena si fa giorno, vado subito da Hikari:la sua giornata è più lunga di quella di Takeru. E, inoltre, è buona amica di Miyako, così è più facile per me farla parlare e ragionare a proposito dell'ipotesi di lei e Takeru come coppia. E prima c'era anche Sora, e Hikari le confidava tutto, e-”

Mi bloccai all'improvviso.
“Te lo chiederò una volta sola, e rispondi con la massima sincerità. Anche perché, se non lo farai, saranno guai solo per te.”

Deglutii.

Ti stai innamorando di Hikari, Daisuke?”
COSA?
Ma che avevano tutti?

Hikari era bellissima, ma ero un angelo! Il mio dovere era un altro!
“No!”risposi semplicemente. “Sto solo compiendo il mio dovere!”
Il capo si rilassò immediatamente.

Puoi andare ora, e buon lavoro.”
Volando via, lo sentii mormorare a Mimi, che era appena entrata, “Del resto, umani e angeli insieme non funzionano affatto.”


Non penso di avere molte scusanti, ma eccomi. Con l'ultimo giorno d'inverno, ecco anche me ^^'

Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto, ma, come anticipavo a EnMilly nella risposta alla sua recensione(@Shine e Padme, risponderò anche alle vostre, don't worry!), quello da metà gennaio a metà marzo è stato un periodo atroce per me...E, purtroppo, non c'entrano solo problemi sentimentali (anche quelli, ma si profilano nuovi orizzonti, grazie al cielo!), bensì problemi personali che non vi racconto qui per evitare il melodramma. Senza contare il mio immenso dolore per il disastro giapponese, dovrò presto affrontare una scelta parecchio difficile, che plasmerà il mio futuro, ammesso che tra Maya e guerre varie ci arrivi. E non lo potrò fare prima di qualche altro mese, perciò... Perdonatemi in anticipo se andrò più a rilento del solito. Mi è stato suggerito di fermarmi per un po' di tempo, scrivere parecchi capitoli e poi pubblicarli a intervalli più regolari. Lo farei anche, ma temo che, così facendo, la parola fine non la vedremmo più. Preferisco aggiornare ogni uno-due mesi, che fermarmi un anno e aggiornare ogni settimana poi.

Tenete duro, manca veramente poco- otto capitoli circa, se tutto rientra. In realtà, questo capitolo doveva finire in un altro modo, ma dovevo prendermi una pausa per spiegare un paio di cose sul mondo angelico. Il prossimo sarà davvero a Parigi, potete starne certi! ^^

Stavolta, credo che ci vedremo entro il mio compleanno- ovvero, tra un mese, tranquilli. Hikari conoscerà finalmente Natsuko, e qualcun altro =P (Padme NON ODIARMI XD)

Spero che questo capitolo ripaghi la vostra attesa e le vostre aspettative. Vi devo come sempre tantissimo!
HikariKanna

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Capitolo 24
*** We'll always have Paris ***


Angeli del cuore


Mia madre s'è disturbata fino a questo punto?”domandò Takeru curioso, sistemandosi vicino a Hikari. La quale non riusciva a mascherare affatto la propria contentezza. Era la prima volta che vedeva il vecchio mondo.

L'autista gli rispose con un cenno del capo secco.

Era il minimo”spiegò in francese, e Takeru cominciò a tradurre pedissequamente, nonostante Hikari non lo ascoltasse affatto, presa com'era dalla contemplazione delle case caratteristiche delle campagne francesi.

Sì, ma...Presentarsi con un cartello in aeroporto con i nostri nomi non era esagerato?”
“Non per il signorino Takaishi e la sua promessa sposa.”sorrise il vecchio autista, decidendo autonomamente per un primo giro panoramico della città.

Takeru sospirò teatralmente.

Che ha detto?”si voltò Hikari, sbadigliando.

Takeru sorrise. “Sciocchezze, che mia madre è impaziente di conoscerti.”
Hikari assunse un'espressione sospettosa.

Takeru...Tua madre pensa che io venga qui in qualità di cosa, esattamente?”
Takeru fece spallucce. “Dal momento che non ho mai portato qui in Francia nessuna straniera, non ne ho idea. Magari penserà che dobbiamo dirle che ci sposiamo, o che aspetti un bambino...cose così.”concluse con una certa naturalezza, seminando il panico in lei.

Cosa? Non le hai detto che noi siamo solo...” S'interruppe.

Takeru le si avvicinò col viso.

Amici che occasionalmente si baciano?”(*)

Quello che vedete alla vostra destra è il famoso Moulin Rouge!”intervenne il conducente, spezzando il silenzio irreale creatosi dietro. Supponevo che non parlasse granché bene giapponese, ma chissà a quanti silenzi del genere aveva assistito.


Sono un po'...nervosa.”ammise Hikari, mentre Martin, l'autista, le spingeva il bagaglio dentro casa.

Non morde, sai?”la rassicurò Takeru.

Hikari si inanellò una ciocca di capelli attorno all'indice, dopo avergli rifilato un'occhiataccia.

È che lei è...una persona importante, no?”

A suo modo e nel suo campo, sì.”

Potrei farle un'impressione sbagliata, non sono esattamente l'emblema della femminilità.”

Takeru si richiuse la porta dietro, congedando Martin.

Probabilmente non sarà neppure in casa. E, comunque, di che ti preoccupi? Non è un papabile datore di lavoro, né una persona di cui tu debba temere il giudizio. Ma poi...Hikari Yagami che si lascia spaventare da qualcuno? Non ci crederò mai.” concluse sorridendo.

A proposito di paure...”

Hikari inspirò a fondo.

Takeru le sfiorò una guancia, capendo al volo. “Su quell'aereo...Sei solo sembrata più umana che mai.”

Una presenza ancora nascosta lo chiamò a gran voce. “Takeru. Era ora, temevo vi foste persi negli effetti del jet lag.”

Hikari smise di tormentarsi i capelli, cercando di crearsi una prima impressione su Natsuko Takaishi.

Ma vedeva esattamente quel che vedevamo io e Chris, a giudicare dalla sua espressione: un biondo oramai di tintura, stessi occhi chiari del figlio, qualche ruga sfuggita a trattamenti e cosmesi vari, un giornale in mano e una vestaglia rosa ricamata. Tutto questo era Natsuko Takaishi.

Sembrava tutto fuorché qualcuno che aveva trascurato suo figlio per la carriera.

Maman”(**)”sorrise Takeru.

Tuttavia, non l'abbracciò; lei si alzò in punta di piedi per scompigliargli solo un po' i capelli e gli sfiorò il braccio, che entro poco sarebbe tornato in piena attività.

Ho tolto di mezzo le pellicce”gli sussurrò in francese, certo per non farsi comprendere da Hikari.

...Dev'essere davvero straordinaria, per farti diventare così convincente con tua madre.”

Takeru si voltò verso Hikari, tendendole un palmo e spostandosi di poco. “Mamma, lei è Hikari. Hikari...Mia madre”

Hikari chinò il capo rigidamente, Natsuko si limitò a fissarla.

Il telefono di cara squillò e Takeru fece per andare a rispondere.

No, caro” lo fermò Natsuko. “Tu pensa alla nostra ospite. Sarà il redattore di quella nuova rivista, ti ricordi, te ne avevo parlato pochi giorni fa per telefono.”

Takeru fece segno di sì con la testa, mostrando tuttavia di non ricordare assolutamente un particolare del genere.

Sfiorando lievemente la schiena di Hikari, la invitò a salire le scale per raggiungere la propria stanza.

Wow”esclamò, una volta dentro. “Quanto siete ricchi?”

Takeru alzò un sopracciglio. “Pensavo ti avrebbe dato fastidio tutta questa opulenza, ma non temere...Mia madre fa molta beneficenza.”
“Già mi sta più simpatica”

Credo tu le abbia fatto una buona impressione, sai?”
Takeru si sedette sul bordo del letto a baldacchino preparato appositamente per Hikari.

Come puoi dirlo?”

Hikari gli si accomodò vicino.

È comodissimo!”constatò, saltellandoci sopra, per ritrovarsi addosso a Takeru.

Sì”sussurrò pianissimo lui. “Se hai paura, di notte, io sono nella stanza accanto.”Sorrise, rialzandosi.
“Non ho paure che tu non abbia già visto”sussurrò altrettanto piano lei, cercando di recuperare il cellulare vibrante in borsa.

Mio fratello?!”esclamò stupefatta.

Perfetto. Una telefonata di Taichi era quel che ci voleva...Grazie a una speciale e rinnovata versione della MVATP, sarebbe bastato modificarla di veramente poco per ottenere un nuovo viaggio per Takeru e Hikari.

BRUTTO-INCONSCIENTE-PAZZO-FURIOSO-NON-PERMETTERTI-MAI-E-DICO-MAI-PIU'-DI-SPARIRE-SENZA-FARTI-SENTIRE-PER-GIORNI!”Sputò Hikari tutto d'un fiato, scattando in piedi e spaventando Takeru. Vibrava con ogni fibra del suo essere, mentre imprecava a Taichi al telefono che, per nessun motivo al mondo, avrebbe potuto trovare una scusante per essere così irresponsabile da non dare sue notizie durante così tanto tempo.

Quando finalmente a Taichi fu concesso del tempo per rispondere, Takeru dovette alzarsi a sua volta per cercare di far tornare a Hikari un respiro regolare. Lei lo respinse in malo modo, troppo nervosa e insieme sollevata di aver sentito Taichi. Takeru la osservò per un altro istante, mentre lei si allontanava dall'altro capo della stanza, sempre sbracciandosi.

Decise di andarsene e lasciarla sola, col fratello a miglia di distanza; Hikari accompagnò la sua uscita di scena con un sospiro.

Sorellina, ti vuoi calmare?”

La voce di Taichi, per quanto ovattata fosse, esprimeva una certa dose di serenità.
“NO! Non provare nemmeno a dirmi che mi devo calmare!”gli sibilò.

E va bene, come vuoi. La rabbia invecchia, sappilo. E non basterà bere tutto quel the verde antiossidante, sai?”
Suo malgrado, un angolo della bocca di Hikari si piegò in un sorriso.

Massaggiandosi le tempie, gli chiese: “A parte tutto...Come stai?”

Taichi rispose dapprima con un lungo silenzio.

Mi sento vuoto” ammise infine. “Lo so, mi hai riempito di parole, eppure non bastano. Ma devo andare avanti. L'inerzia mi sta possedendo...”
Taichi iniziò a sperticarsi in articolate descrizioni di come fossero le giornate senza Sora, quando Hikari gli fece:” Ehm, fratellone...Sai quanto ti sta costando questa chiamata?”
“Perché?”
“Non sono a Chicago”
“Oh...Sei sulla East Coast?”
“Non sono proprio negli Stati Uniti.”specificò Hikari.

Sei andata in Canada con questo freddo? Sei matta?”
“Taichi”ridacchiò Hikari. “Sono a Parigi.”
“Parigi? PARIGI?! Bella forza, e poi chi è che non da notizie di se stesso? Cosa cavolo ci fai a Parigi?”
Hikari roteò un po' la testa, cercando di raccogliere i pensieri in una frase di senso compiuto.

Mi ha invitato Takeru, e mi sono detta 'perché no?'”rispose semplicemente lei.

Dall'altro capo si sentì Taichi ridere.

Già che ci sei, puoi sfruttare due biglietti che ho per Tokyo.” Si bloccò. “ Io e Sora...Dovevamo partire il 28. Ma lei è già lì. E io...rimarrò qui. Per ancora tanto...Credo.”

Fratellone...”Mormorò Hikari.

Ce la sto mettendo davvero tutta, Hikari, davvero. Sai come sono fatto, non riesco ad essere triste così a lungo. Anche se questo è stato...” S'interruppe. “Prendili per te e Takeru i biglietti, almeno faranno una fine migliore. Non erano rimborsabili.”
Dopo una breve pausa, Hikari rispose: ”Ci penserò, davvero. Ci sentiamo presto, Taichi-niisan.”


Scendendo nell'ampio salone, Hikari rischiò di sbattere più volte la testa, presa com'era dall'ammirazione per i quadri d'arte moderna, le sculture, le carte da parati, i tappeti e innumerevoli altri oggetti che casa Takaishi offriva.

Takeru era al telefono con Iori, che lo stava avvisando a proposito del maglioncino che Kirsten stava ancora cucendo per lui, e che teoricamente era il suo regalo di compleanno, nonostante il ritardo accumulato.

Allora, cosa vuoi fare, ora che ti sei placata?” chiese ad Hikari, non appena ebbe riattaccato.

Cosa si fa in Europa, la vigilia di Natale?” domandò, tutta eccitata, ignorando la seconda parte della domanda.

La gente si affretta a comprare gli ultimi regali, si va a messa, si prepara la cena...Mi dispiace, la mia famiglia non è molto numerosa.”
“Oh” Hikari arrossì. “Pensavo che...”
Takeru la interruppe. “Shopping pre-natalizio? Magari ti offro la colazione, credo sarai curiosissima di assaggiare i croissant!”

Hikari annuì, uscendo con lui nella fresca aria mattutina.


Cosa fa tua madre di preciso?”
“Redattrice di una rivista di moda. È partita come giornalista, e poi è diventata una Miranda Prestley francese, tanto per intenderci.”
Hikari addentò il proprio
pain au chocolat. “Chi?”
Takeru scosse la testa, camminandole vicino. “Mi dimenticavo che non sei cresciuta come una normale ragazza.”

Hikari registrò la lieve polemica, aggiustandosi il basco bianco.

Mi dimenticavo che tu sei cresciuto giocando con le bambole”

Nel frattempo, Chris cercava di creare delle perfette sfere di neve, sebbene con scarso successo.

Takeru? Non posso crederci!

Takeru, che stava cercando di replicare a tono, si bloccò.

Oh, ma sei proprio tu!”

Una ragazza bionda, con lunghi e morbidi boccoli elaborati e un'inconfondibile erre francese, sorrise, baciando tre volte sulla guancia Takeru.

Takeru strizzò gli occhi; Hikari alzò le sopracciglia, spostando ora lo sguardo sulla biondina, curiosa, ora su lui.

Chi era?

Credevo non ti avrei più rivisto in Francia, ora che sei diventato così famoso a Chicago!”

Gli si strofinò contro, candida com'era dalla testa ai piedi, incluso il manicotto di pelliccia.

Manicotto che Hikari osservava nervosamente, stringendo le labbra.

Già, dove vuoi che ti firmi l'autografo?”chiese lui, allontanandola dolcemente.

La bionda, ancora senza nome per me, inclinò di lato la testa, riducendo gli occhi a due fessure.

Sospirando con fare teatrale, disse :”Ma quale autografo. Certo che le dimentichi davvero in fretta le ragazze!”ridacchiò, dandogli un buffetto sulla guancia.

Hikari si schiarì la voce.

Takeru non s'era ancora tolto quell'espressione inebetita e distratta di chi non riusciva assolutamente a ricordare, pur desiderando con tutte le forze di evitare una figuraccia.

Oh, lei è la tua nuova ragazza?”

Si voltò verso Hikari, continuando a parlare in francese.

Mmm, hai avuto di meglio. È bassina, piatta, scialba.”

Takeru sospirò, avvicinandosi a Hikari e incrociando le braccia, con una luce di consapevolezza negli occhi.

Avevo dimenticato le tue maniere dolci, Catherine.”

Oh, era così che si chiamava, dunque.

Dai! Posshiamo falla andae via?”
Sorrisi. “Oh, no. Hikari gelosa non si può perdere.”
E avevo ragione.

Takeru presentò le due:Hikari assunse un'espressione davvero peculiare, a metà tra il perplesso e il disgustato; Catherine elargiva solo sorrisi melliflui.

È una vita che non ti vedo” cercò di rompere il ghiaccio Takeru. “Sei cambiata tanto, sono passati più di quindici anni. Se non ti ho riconosciuto, beh...”

Io so tutto di te, ancora sento Véronique, sai? E poi, sei famoso in tutto il mondo! Soprattutto dopo il reality! Ma dimmi...Lei ti ha scaricato per un medico?”

Takeru si grattò il mento.

Senti ancora Véronique?”
Hikari colse al volo quell'unica parola che riusciva a comprendere, cercando di drizzare il più possibile le orecchie. Quanto avrei voluto che in quel momento fosse stata un angelo, in modo da capire tutto quel che si dicevano.

Catherine sorrise ancora. “Certo. Non sono io ad essere sparita dalla circolazione, Takeru.”

Lui mise le mani in tasca, pensieroso.

Suppongo di doverti delle scuse. Tuttavia, non ero nemmeno un adolescente a tutti gli effetti e-”
“Oramai saranno cadute in prescrizione.”
“Però, se ti va, stasera puoi venire da me. Ci sarà lei”indicò Hikari. “Véronique è ancora in giro per il mondo con il suo grande amore, ma rivedresti mia madre e...”
“Nonno Michel?”domandò speranzosa.

Oh, sì, certo, lui in pole position.” replicò perplesso lui.

Perfetto, allora!” Stampò ancora a Takeru altri tre baci, rivolgendosi a Hikari. “Vediamo se ricordo ancora. Contente di conoscere voi.”cercò di sillabare in giapponese, con scarso successo.

Guarda che parla anche inglese”s'intromise Takeru. “E il tuo giapponese è un po' arrugginito...”

Catherine fece spallucce, fermando un taxi per portare a casa le voluminose buste che aveva con sé.

L'importante è che abbia capito, no? A stasera!”
Gli mandò un altro bacio volante, prima di sparire nel traffico.


Hikari camminava a passo svelto, degnando di uno sguardo ben poche vetrine. D'altronde, non poteva aspettarsi di trovare nel centro di Parigi occasioni a buon mercato.

Takeru faticava quasi a starle dietro.

Ehi! Dobbiamo correre la Parigi-Dakar?”

Divertente”replicò, sprezzante.

Takeru la prese per mano, costringendola a fermarsi.

Mi spieghi che hai?”

Io? Niente”

Dai, sei gelosa di Cathy?”

Hikari lo strattonò in avanti. “Heathcliff, ma stasera è previsto qualche arrosto o cose del genere?”
“Heathcliff? Vedi che in realtà sei un'anima romantica?”

La baciò sulla guancia.

Hikari si scansò, ma continuandogli a tenere la mano.

Solo perché ho letto Cime Tempestose? Ad ogni modo, vorrei provare la ratatouille”

E ratatouille sia” sospirò Takeru.

Camminarono in silenzio per un altro po', quando Hikari gli chiese: “Come fa quella a conoscere addirittura tuo nonno?”

Quella si chiama Catherine.”sorrise Takeru. “Beh, avevamo sì e no undici anni quando ci siamo conosciuti-”

Undici anni?” scosse la testa, continuando una sorta di monologo interiore. “Ma poi, perché la cosa dovrebbe stupirmi?”
Takeru le strinse ancora di più le dita. “Hikari...Era una mia vecchia, vecchissima cotta. Dava più retta a mio nonno che a me; se avesse saputo il mio futuro, forse ci avrebbe ripensato.”
“E ti piaceva?”

Takeru le pizzicò una guancia.

Non credo che all'epoca avessi molti ormoni in circolo. Però, sì, suppongo di sì. Poi ho conosciuto Véronique, e il resto lo sai.”
Hikari continuava a macinare metri su metri, pensierosa.

Ma perché invitarla stasera?”
Takeru fece spallucce. “Chi se ne importa se ci sarà anche lei! Io sono qui per passare il Natale con mia madre e mio nonno. “ Trasse un profondo sospiro, guardandola in tralice. “E ovviamente con te. Il resto può passare in secondo piano tranquillamente.”


Oh! T'es si jolie!”

Hikari indossava un vestito rosso e bianco, intonato perfettamente col clima della festa in corso. A farle quell'apprezzamento in francese, di cui lei aveva intuito solo il senso, era stato il nonno materno di Takeru, un uomo che, in passato, era stato sicuramente un tombeur de femmes, proprio come il nipote.

Nonno Michel le baciò una mano, complimentandosi col nipote per l'ottima scelta, e lui non smentì nulla. Fissava Hikari come solo chi ama può guardare, con un'espressione dolce.

Che c'è? Mi ha detto qualcosa d'imbarazzante? Ho qualcosa fuori posto? Sapevo che questa forcina mi avrebbe dato problemi!”

Takeru l'osservò sistemarsi i capelli, in trance. Poi si prese il viso tra le mani, ridendo.
“Non so proprio come fare con te”sospirò, prendendola per le spalle e dirigendola a tavola. “E nemmeno senza” mormorò, causando un'improvvisa tonalità nel viso di Hikari affine al vestito.

Prima, mio nonno ha solo detto che sei veramente bella.” Le indicò il posto a sedere, spostando la sedia in modo da farla sistemare.

In quel momento, un maggiordomo annunciò l'arrivo della signorina Catherine, e con lei, temevo, la fine della pace domestica.

Catherine apparve vestita solo di bianco, altera e apparentemente sicura di sé.

Semba la leggina elle nevi!”soffiò Chris, indispettito.

La tavolata non era affatto numerosa: la lunga tavola rettangolare prevedeva solo cinque coperti.

E tua nonna?” domandò Hikari, meravigliata.

È morta tempo fa.”replicò Catherine. “Io c'ero.”
Takeru sbuffò.

Oh”fece Michel, dolorosamente. “Sono dieci anni che passo il Natale senza di lei.”
Catherine gli prese la mano, sembrando sinceramente dispiaciuta. “Oh, Michel. Come mi è mancata la vostra sensibilità in questi anni.”
Natsuko, oltremodo contrariata, ordinò ai camerieri di servire gli antipasti, rigorosamente vegetariani.

Takeru, intanto, traduceva parola per parola la sviolinata che Catherine stava rivolgendo a nonno Michel, provocando ora le risate ora lo sdegno di Hikari.

Come mai tutto a base di verdure?”
“Hikari è vegetariana”spiegò Takeru pacatamente.

Quel dommage”sospirò Catherine, infilzando un pezzo di melanzana grigliata.

Ritengo che non sia buona educazione recriminare su una cena in cui si è ospiti.” Natsuko si pulì delicatamente la bocca col tovagliolo, sorridendo freddamente all'indirizzo di Catherine.

Lei arrossì. “Oh, ma certamente, è solo che pensavo alla tradizione, et la dinde.”(***)
“Questa cena è per mio figlio, lui ha chiesto solo verdure, e io lo accontento. Nemmeno tu vuoi vedere Takeru scontento, vero, cara?”

Natsuko ripeté la frase in giapponese, poiché Takeru non sembrava volerla tradurre a Hikari.

Si veggogna”decretò saggiamente Chris.

Sì, la gente tende a vergognarsi delle gentilezze che fa e a vantarsi delle proprie azioni peggiori.”confermai, sorridendogli.

Hikari rimase interdetta per un attimo, poi sorrise, rivolgendo la sua attenzione al piatto, che, per quel Natale, non conteneva l'usuale tacchino.


“Posso farle una domanda?”si permise Hikari, una volta che ebbero finito le portate principali.

Certo, cara”le sorrise Natsuko.

Pensavo che lei fosse francese, e invece...”
“Oh, la storia è un po' complicata. Io sono per tre quarti francese, mio padre”indicò nonno Michel, che stava raccontando a Catherine di certe sue gesta durante una non precisata guerra “è metà giapponese e metà francese. Io sono nata in Francia da madre totalmente francese e padre per metà francese...Non so dirti quanto Takeru abbia di francese nel suo sangue, ma di sicuro è più giapponese.”

Hikari sorrise, accettando di buon grado un po' di champagne.

Catherine aveva convinto Takeru, seppure con grande sforzo, a ballare con lei un lento, cantato lì per lì da Michel.

Hikari abbozzò un sorriso, guardando Takeru che cercava disperatamente di svincolarsi da lei.

Probabilmente ti sarò sembrata una madre degenere, dai suoi racconti”

Natsuko bevve un altro sorso, osservando dolcemente suo figlio e suo padre, ora intenti a sfidarsi a braccio di ferro.

Hikari scosse la testa. “Io so solo che ha tanta stima di lei. Takeru dice che lei è veramente un pezzo grosso, nel suo campo.”
“Se lui è così instabile con le donne, è solo colpa mia e di Hiroaki.”mormorò, abbandonando il bicchiere. “Ed ora andiamo a cacciare quell'oca bionda.”

Hikari si lasciò sfuggire un sorrisetto, lasciando sul viso di Takeru, che la stava osservando, un'ombra divertita.



Non provare mai più a riportare Catherine”ingiunse Natsuko al figlio, una volta effettuato il brindisi augurale e mangiata la bûche de Noël.

Maman, era da sola, che dovevo fare?”
“Ma hai visto tuo nonno? Se ho lasciato che ti vedessi con Véronique e non con lei, ci sarà pur stato un motivo.”
“Sì, mamma”

Takeru assunse il tono di un bambino irrispettoso e nient'affatto pentito, mentre Michel blaterava su quanto fosse ancora affascinante, nonostante i capelli bianchi.

Nonno, lei guardava solo il tuo portafogli.”

Sciocchezze. Erano anni che una donna non mi guardava!”

Takeru scosse la testa, prendendolo per le spalle. “Adesso andiamo a dormire, eh?”
“Ma no! La notte è giovane! Hai una splendida ragazza” guardò Hikari, ammiccando. “...E anche l'altra non è male, ma preferisco le more!”


Tuo nonno è davvero simpatico”sorrise Hikari, salutando anche Natsuko, che le aveva appena augurato la buonanotte.

Non ci sta più con la testa”mormorò Takeru. “Vuoi un altro po' di champagne?”

Oh, no, altrimenti non rispondo più di me stessa.”
“Non mi dispiacerebbe vederti così”sorrise lui. “Beh, Buon Natale.”si strinse nelle spalle, alzandosi e afferrando un pacco sotto l'albero.

Mia madre e mio nonno lo apriranno domani, e comunque si aspettano lo stesso regalo che faccio loro da anni. Ma questo è per te.”

Hikari s'illuminò come se fosse tornata bambina, nonostante, in effetti, in Giappone non fosse usanza familiare scambiarsi i doni di Natale.

Non dovevi, io-”

Takeru la zittì con due dita. “Non importa se non mi hai regalato niente per Natale.”

Hikari aprì la confezione lentamente, quasi timorosa di strappare la carta. Infine, rivelò un lungo vestito bianco.

Mi dispiace se somiglia tantissimo a quello che aveva Catherine oggi, ma quel giorno che abbiamo fatto shopping lo guardavi così-”
Hikari gli buttò le braccia al collo-forse lo champagne cominciava a dare i suoi effetti.

Takeru la strinse appena.

Non pensavo te ne saresti ricordato. È semplicemente stupendo.”

Takeru le sorrise. “Vorrei te lo mettessi per la prima occasione speciale che ti capita, anche se non è per me.”

Hikari si alzò, appoggiandoselo addosso.

Sembro quasi una sposa”sorrise imbarazzata, poggiandolo poi sul divano.

A dir la verità...” Hikari si inginocchiò, recuperando un pacchetto fatto a mano sotto l'albero “Ho anch'io qualcosa per te. Certo, non è ai livelli del vestito, però...”

Takeru fu molto più veemente nell'aprire il proprio dono, rivelando un album di foto.

Ma queste...”

Non erano foto qualsiasi. Erano foto solo di loro due, quelle foto che Frida aveva scattato qua e là durante il periodo in cui erano stati insieme. Di quando avevano riso da morire per la prima volta. Di quando s'erano stretti la mano, iniziando a diventare amici.

Me le sono fatte spedire da Frida. Non so i tuoi gusti, e forse sono troppo costosi per me, e poi volevo vedere quelle foto e-”

Takeru le accarezzò una guancia. “Grazie. Ci sono degli spazi vuoti, in questi giorni faremo altre foto, non credi?”

Hikari gli strinse la mano.

Frida mi ha mandato anche questo, pare sia una tradizione nordica.”
Estrasse da una tasca un rametto di vischio.

Perché non l'hai tirato fuori prima?!”ridacchiò, fissandola ancora ardentemente negli occhi.

Catherine attendeva solo questo.”fece sarcastica Hikari.

Takeru prese il ramoscello, sollevandolo appena sopra di loro.

Buon Natale, Hikari.”

Chiuse gli occhi, sfiorandole i capelli con la mano libera.

Buon Natale, Takeru.”

Hikari azzerò velocemente la distanza tra di loro, baciandolo con delicatezza.

Takeru la baciò sulla fronte, augurandole la buonanotte, forse sospettando che Natsuko li stesse guardando-cosa che, effettivamente, stava avvenendo.

Sospirai. Se solo fossero stati da soli...

E poi sorrisi. Avevo quasi finito. Se aspettavano ancora a darsi del tutto l'uno all'altro, potevo star certo che la profondità dei loro sentimenti stesse solo aumentando.

Sapevo che era questione di tempo, e temevo di non poter più far molto, come cercai di spiegare a Chris. Sapevo di non poter più far molto.


Oh, Takeru, giusto la sciarpa che mi serviva!”

Adoro questi sigari!”

25 dicembre, mattina.

Hikari aveva comprato, per la madre di Takeru-non sapeva ci sarebbe stato anche nonno Michel- una serie di candele profumate per la casa, su consiglio del giovane giocatore di basket. Tutti gradirono i doni, e per Hikari si apriva una lunga serie di escursioni in giro per la città.

Si emozionò di fronte alla grandezza di Notre Dame; si divertì a verificare, dall'alto della Tour Eiffel, come effettivamente gli incroci davano origine al disegno di una stella; salì la scalinata di MontMartre, accusando Takeru, che faticava a starle dietro, di essere ormai fuori allenamento.

La sera del 26 dicembre, Takeru le propose una gita sui bateaux mouches.

Di notte, erano estremamente romantici, ma sfortunatamente non erano soli.

Molte altre coppie erano lì, sulla Senna, a giurarsi amore eterno, a chiedersi in matrimonio, a dichiararsi per la prima volta.

Ti dispiacerà tornare a Chicago, domani?”le domandò Takeru, abbracciandola per evitare che sentisse troppo freddo.

No, ad essere sincera. Parigi è bellissima, ma...”
“Ma tu sei una stacanovista.” mormorò scherzosamente lui.

Lei si appoggiò al parapetto, sempre con le spalle coperte dal corpo di Takeru.

Non direi, non in questo periodo. Da quando ti ho conosciuto, sembra tutto molto più semplice.”
Hikari si zittì di un colpo, godendosi l'improvvisa nevicata che era iniziata sulla Ville Lumière.

E questo è un male?”
“No, è soltanto un dato di fatto. Ho solo un rimpianto.”
“Quale?”chiese lui allarmato.
“Non ho visto Disneyland.”
Takeru le baciò i capelli, ridendo e promettendole che la prossima volta sarebbe stata la loro prima meta, sussurrandole in seguito una poesia in francese, traducendola dopo.


Trois allumettes une à une allumées dans la nuit

La première pour voir ton visage tout entier

La seconde pour voir tes yeux

La dernière pour voir ta bouche

Et l'obscuritè tout entière pour me rappeler tout cela

En te serrant dans mes bras.”


Questa poesia va per la maggiore, qui a Parigi. E si chiama Paris at night.”

Allora è perfetta”sorrise lei, serrandosi a lui. “Anche se non abbiamo fiammiferi.”

Però ti stringo tra le braccia.”

Takeru...”
“Mh?”

Dici sempre che sono una patita per il lavoro, che non mi so divertire, che non so prendere la vita con leggerezza, ma...Se ti chiedessi di partire il 28 per Tokyo, con me...Tu verresti? È tanto che non festeggio il Capodanno a casa.”

Takeru continuò a baciarle i capelli.

Partirei subito.”confessò, strappando a Hikari uno dei sorrisi più belli che le avessi mai visto fare.



(*) Mi sembra venga da Patch Adams

(**) L'appellativo 'Maman' mi ricorda un film, ma non riesco assolutamente a ricordare quale ^^'

(***) Tacchino

Tre fiammiferi, accesi uno ad uno nella notte

Il primo per guardarti il viso

Il secondo per guardare i tuoi occhi

L'ultimo per guardare la tua bocca

E tutto il buio per ricordare tutto questo

Mentre ti stringo tra le braccia.(Jacques Prévert)

Oggi sono di un romanticismo spaventoso, sarà che è il mio compleanno, sarà che ormai è primavera, sarà una lunga e complicata serie di fattori, eppure eccomi ad aggiornare ^^

Mi rendo conto che leggere di Natale dopo Pasqua farà strano, ma sapete che sono lentissima xD Il momento fatidico si avvicina sempre di più, e sto cercando di stringere i tempi :) Il miele che emana questo capitolo è qualcosa di mostruoso, per me, ma mi hanno assicurato che sarà ben gradito, o almeno lo spero ^^

Un bacio a voi tutti, e come sempre grazie :)
HikariKanna

PS:Il titolo del capitolo è una citazione dell'ultima frase di Casablanca :)

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Capitolo 25
*** L'anno che verrà ***


Angeli del cuore


Stavolta sì che partiamo con tutto comodo.”fece Hikari, che non aveva smesso di ripetere quella frase un solo secondo, come un mantra.

Di nuovo aeroporto, di nuovo Chicago, ma la meta non era più l'Europa, bensì Tokyo.

Ciò che Hikari chiamava casa.

Takeru sorrise.

Non che fossimo puntuali, siamo solo stati fortunati per il ritardo del volo.”
“Fortunati, poi!”replicò lei, imbronciata. “Già ci matteremo una vita a tornare...”

Questa volta, però”disse Takeru, arrotolando il giornale che stava leggendo, “ci tratteniamo un po' di più.”
Hikari annuì, cominciando distrattamente anche lei a sfogliare il giornale.

Mia madre avrebbe voluto che ci fermassimo ancora un po': effettivamente, tre giorni sono stati pochi.”
“Proprio per quello,
io avevo una valigia piccola”chiosò Hikari a braccia conserte.

Takeru le fece una linguaccia.

Hai portato la macchina fotografica?”
“Anche qui?”
“Ma no”fece lui, con un cenno della mano. “Non quella professionale. Quella che possiamo usare per le foto da mettere nel tuo album, nel
nostro album.”
“Oh! Certo, è ovvio! Non passo il Capodanno a un tempio realmente giapponese da non so quanto tempo.”
“Magari riesco a rivedere mio padre” buttò lì Takeru, stiracchiandosi.

Vive a Tokyo?”

Takeru annuì.

Non lo vedo da tantissimo tempo...suppongo, tuttavia, di sì. È il dirigente di una tv nazionale.”aggiunse.

Però, siete tutti conosciuti!”

Lui si limitò a fare spallucce.

Chissà com'è tuo padre.”
“Come te lo immagini?”
“Non saprei, tua madre è volitiva, sebbene dolce.”
“Merito-o colpa?-dell'età.”
“Ma no, dai. A me ha dato una buona impressione. Forse ti ha trascurato tanto, in passato, perché ha sofferto per la separazione da tuo padre, no? Forse ha voluto solo buttarsi nel lavoro, non pensare quasi più a niente. Takeru, non sto dicendo che quello che ha fatto è giusto, sto solo cercando di capirla.”
“Dubito che tre giorni ti basterebbero, per dare un quadro psicologico completo di Natsuko Takaishi.”rispose amaramente lui.

Hikari gli prese una mano.

E a te non basterebbe una vita...ma rimane sempre tua madre. E ho notato come ti sia legata. Magari non lo dimostra perché ha paura, si porta ancora dentro il retaggio della sofferenza, chi lo sa. Però ti vuole seriamente bene. E perché non dovrebbe? Sei il suo unico figlio. È un legame che va al di là di ogni comprensione.”
Così dicendo, gli pizzicò una guancia, causando un moto di gratitudine nello sguardo di lui. “Pensavo dicessi qualcosa tipo 'E perché non dovrebbe? Sei meraviglioso'”.

Hikari roteò gli occhi. “Soprattutto modesto.”
“E chissà come sono i signori Yagami.”
“Oh, una vecchia coppia di sposini. Sono tremendamente romantici. Quasi troppo, per chi è perennemente single.”
Takeru assunse un'espressione pensierosa. “Tanto per parafrasare una tua vecchia domanda, in qualità di cosa mi porti a casa?”

Evidente risposta al 'perennemente single'. Sorrisi tra me e me, Chris interloquì: “Si coshidea suo fiddazato!”
“Ah, se l'è sbrogliata Taichi, non ho idea di come ti abbia definito. Sempre
se lo ha fatto, potrebbe chiamarti 'quello' per il resto della tua vita.”rispose Hikari con finta noncuranza.

Se c'era una cosa che ancora mi sfuggiva, era proprio il comportamento di Hikari. Lei e Takeru avevano condiviso tutto, o quasi, e lei era irresistibilmente attratta da lui, e forse l'amava già. Era una persona disorganizzata che mirava all'ordine cosmico; aveva assunto Miyako per questo, per far ordine. Eppure, s'incaponiva a non far ordine nella sua vita sentimentale: era così difficile inserire il pezzo mancante nel puzzle, ammettere che quella era una relazione romantica a tutti gli effetti? O Hikari aspettava ancora qualcosa?
“Rivedrai Sora?”
Hikari sospirò.

Probabilmente sì. Vorrei chiederle un consiglio, e, chissà, magari conoscere questo fantomatico ragazzo che le ha fatto perdere la testa.”
Certo, come no. Mi trattenni dal commentare solo per la presenza di Chris, ma era fuori discussione che Hikari potesse incontrare Yamato.

Contenta di tornare a casa?”
Takeru le intrecciò le dita con le sue, osservandola dolcemente.
Hikari annuì silenziosamente, poggiando la testa sulla spalla di lui.

Mi manca un po' Tokyo, anche se ormai tutto il mio universo è a Chicago. E a te non fa strano tornarci?”
“Ci ho vissuto per poco, in fin dei conti. Vivo in America dai tempi delle mie medie, e prima facevo continuamente viaggi in Francia. A Tokyo, salvo mio padre, non ho nessuno.”
“Dove ti senti a casa? Tokyo, Parigi, Chicago?”

Casa...è solo una parola. Parola che ha smesso di avere un significato quando mio padre ha varcato quella soglia, quando venivo trasportato a Parigi come un pacco postale, quando Véronique è partita per la prima tournée, dicendo che avrebbe mandato qualcuno a prendere le sue cose.”

Takeru fissava il vuoto, perso in chissà quali ricordi.

Hikari rafforzò la stretta. “Dai, foto!”
Estrasse fuori dalla borsa la macchinetta fotografica, e quello fu il primo ricordo del nuovo viaggio insieme.



“Mamma! Papà!”

Hikari sembrò dimenticare Takeru per un attimo, ma lui non fece nulla per essere notato, per la prima volta da molto tempo.

La signora Yagami abbracciò sua figlia, e alla stretta si unì placidamente il signor Yagami. Pensai ai rapporti familiari umani, e a Miyako e Ken. Avevano lottato per avere anche solo un momento così.

Hikari s'inanellò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, improvvisamente timida, spingendo indietro i propri genitori e facendo cenno a Takeru di avvicinarsi.

Lui è...Takeru Takaishi. Takeru, questi sono i miei genitori”

Lui s'inchinò leggermente, offrendo uno dei suoi migliori sorrisi.

La signora Yagami arrossì quasi, nello stringere la mano di quell'altissimo ragazzo così straniero nell'aspetto.

Yuuko Yagami”

Il padre di lei sorrise, altrettanto cordiale ma leggermente più teso.

Susumu Yagami”

Mi chiedo se non sia stato quasi sconveniente presentarmi a casa vostra, per Capodanno, e irrompere in una splendida riunione familiare...”iniziò a sviolinare Takeru.

Yuuko lo interruppe. “Nostro figlio Taichi non ci ha voluto dire esattamente in che-”
“Mamma”sibilò Hikari, bordeaux. “È un ospite, potremmo evitare domande indiscrete?”

Il signor Susumu posò una mano sulla spalla di sua moglie, sorridendo enigmatico. “Forse Taichi aveva proprio ragione.”

Un attimo. Che vi ha detto mio fratello?”
I due coniugi si scambiarono un'occhiata di complicità.
“Nulla, sai com'è tuo fratello!”
“Appunto!
Cosa-”

Niente, cara, davvero. Allora, ti vedo quasi bene, hai forse ripreso a mangiare?”
“Mamma!”

Ma tesoro! É vero! Takeru-kun, per favore, dille anche tu che è magra da far paura!”
“Quando hai deciso di usare il -kun, mamma?!”mormorò Hikari, trascinando il proprio trolley.

Yuuko-san, lo dico sempre. Mi ha proprio letto nel pensiero.” ridacchiò Takeru.

Hikari gli rifilò una gomitata. “Yuuko-san? Ci mancava solo che ti alleassi con mia madre!”
“E perché no, scusa? Mi spiano solo la strada.”
“Ti spiani la strada
per cosa?”
Il signor Yagami tossicchiò, indicando la strada per giungere al parcheggio.


È da tanto che non vieni a Tokyo, cara. Ora ci penso io a prepararti tanti manicaretti giapponesi!”
“Mamma...”protestò debolmente Hikari.

Non accetto lamentele.”
“Ma...A gennaio Takeru tornerà in campo, e se dovesse rimpinzarsi troppo, hai idea di quanto ci metterebbe a ritornare in forma?”

Ehi! Non si preoccupi, signora, Hikari-chan scherzava. Mi piacerebbe tantissimo assaggiare la sua cucina.”


Ora capisco da chi hai preso.”

Mi piacerebbe tantissimo assaggiare la sua cucina.”lo scimmiottò Hikari, sedendosi a tavola.

Spero ti piacciano le verdure! In questa famiglia vanno per la maggiore.”

Vedo”rispose Takeru, mentre una strana poltiglia verdastra gli veniva versata.

Takeru provò invano ad afferrarla con le bacchette, ma fu un tentativo inutile.

Non ti devi formalizzare davanti a noi”sorrise affabile il signor Yagami, cominciando a bere direttamente dalla ciotola.

Hikari si coprì metà del viso con le mani.

Papà! Mi dispiace, sarai abituato a-”
Takeru le sorrise, adeguandosi subito al nuovo metodo e invitandola a fare altrettanto, pur con una strana smorfia sul volto.


Caro, mi aiuteresti con i piatti?”
“Certo, Yuuko.”

Hikari si accasciò sul divano, dopo essersi sincerata che non ci fosse bisogno di un'ulteriore domanda.

Takeru, invece, si mise a girovagare per la piccola cucina.

Che stai cercando?”
“Eri tu da piccola?”
Takeru prese una cornice, con una sorridente e sdentata Hikari.

Aspettami qui!”

Hikari tornò, dopo pochi minuti, con parecchi album di fotografie, ed iniziò a spiegare la storia di ogni singola foto a Takeru.

Qui Taichi s'era fratturato il ginocchio giocando a calcio con Sora! Qui, invece, mamma aveva appena creato uno strano sformato e aveva deciso di fotografarlo...Lei non lo sa, ma io e Taichi non l'abbiamo mai mangiato, a sentirsi male fu il povero Miko!”sussurrò in tono cospiratore.
“Chi è Miko?”
“Era il nostro gatto”sorrise dolcemente Hikari. “A proposito, chissà come starà Ayame da Iori.”
“Benissimo, Kirsten adora gli animali.”
“Lo avrei dato a Miyako, ma è diventata isterica al pensiero di un gatto durante la gravidanza.”

Mi piace vedere le tue foto.”mormorò Takeru piano.
“E a me piace scattarle.”

Ora posso quasi dire di conoscerti da sempre.”sorrise allegramente. “E qui? Perché eri in ospedale?”

Takeru indicò una foto di Hikari in un lettino, circondata di cioccolatini e fiori.

Ero molto cagionevole. Ma sta tranquillo, adesso sono fortissima!”

Scherzosamente, gli allungò un pugno sul braccio. Lui le strinse la mano, baciandola delicatamente.

Hikari si arrotolò una ciocca di capelli, e il suo sorriso si allargò.


Spiacente, nella camera di mio fratello troverai un tale disastro...Spero abbiano riordinato il più possibile!”

Takeru fece spallucce. “L'importante è dormire, sono distrutto dal jet lag.”
“Takeru, mi dispiace se casa nostra non è...ecco, la tua era una reggia, al confronto, e...”
Hikari si tormentava le dita, nervosa.

Ma questa casa ha visto molto più calore di quanto io ne abbia mai provato in vita mia. E poi, se proprio vuoi sdebitarti, lasciami dormire con te.”ammiccò.
Hikari arrossì.

Takeru rise di gusto. “Giusto, ci sono i tuoi di là, non sarebbe saggio. Però...”
Sospirò, quasi a scacciare un pensiero fisso.

Buonanotte, Hikari-chan.”
Hikari si sporse a dargli un bacio sulla guancia. “Accontentati del bacio della buonanotte,
Takeru-kun.”


Certo che sembri così straniero, Takeru-kun! Eppure hai un nome giapponese al 100%.”
La signora Yagami s'era alzata di buon'ora per preparare una degna colazione giapponese, ma lo sforzo sembrava quasi vano, poiché sia Hikari che Takeru erano ancora sotto i postumi del cambiamento di fuso orario.

Takeru represse uno sbadiglio.

È che mia madre è per un quarto francese, Yuuko-san. Forse conosce Natsuko Takaishi?”azzardò.

Lei lasciò quasi cadere la ciotola di riso che gli stava riempiendo.
“Davvero?!”
“Mamma” sbadigliò Hikari. “Perché tu sai chi è, e io non ne avevo mai sentito parlare?”

È famosissima, Hikari! Oh, come mi piacerebbe conoscerla! È un vero mito!”

Hikari le rivolse uno sguardo stralunato.

Sono sicuro che anche a lei farebbe piacere, ma purtroppo ora è a Parigi. Se vuole, dopo potremmo chiamarla insieme al telefono.”
“Oh, Takeru-kun! Hikari, hai portato veramente un ragazzo d'oro!”

Il signor Yagami scambiò un'occhiata d'intesa con sua figlia, alzando gli occhi dal giornale.

Tuo padre sarà fiero di avere una moglie così famosa e in gamba.”
Takeru ingollò una manciata di riso.

Oh, beh, suppongo lo fosse, quand'erano sposati.”
“Mi dispiace.” mormorò il signor Yagami, ripiegando il giornale e sospirando.

Non si preoccupi.”
“Non è morto, papà, lavora a Tokyo. Il signor Hiroaki Ishida è il dirigente di quella tv famosa, di cui non ricordo mai il nome.”

Sei il figlio di Hiroaki Ishida?”ripeté il signor Yagami, stupefatto.

Proprio così.”annuì Takeru. “Anzi, progettavo di andarlo a trovare poco prima di partire, non lo vedo da molto.”
“Oggi però andiamo a trovare Sora.”annunciò Hikari, finendo di mangiare.

La signora Yagami sospirò.

Mamma, Taichi sta bene. Si riprenderà.”
“Il punto è che noi non ce ne facciamo una ragione.”
“Lo so, però...”Hikari fissò Takeru, che stava rimirando le bacchette. “Si riconosce la persona giusta solo incontrandola, e Sora deve aver...trovato qualcuno migliore di Taichi, almeno per lei, anche se mi riesce ancora difficile crederlo. Ma...Ma lui se la caverà come sempre.”

Dove abita Sora?”
“L'ultima volta mi ha lasciato l'indirizzo, da questa parte...non è tornata a vivere con i suoi. Chissà se incontreremo questo formidabile Yamato!”

Gli chiederò consigli su come conquistare le donne così velocemente!”ironizzò Takeru, avvolgendosi la sciarpa al collo.

Come se ne avessi bisogno!”

Hikari suonò; il portone si aprì e i due salirono per una vecchia scalinata. Il palazzo non sembrava affatto essere lussuoso, ma supponevo Sora e Yamato fossero felici.

Sora li accolse in tuta, intenta com'era a sistemare ancora pacchi.

Sai, sono tornata da un paio di settimane! C'è ancora tantissimo da fare! Oh...Ma non sei sola!”
“Permesso?”
“Prego, entra anche tu, Takeru!”

Sora gli strinse la mano, poi abbracciò Hikari.
Supponevo a ragione.

Non potevano vedere Yamato, certo, ma io- Chris era via con Maya- sì, e finalmente vedevo solo sorrisi. Yamato poteva rendersi visibile a Sora perché lei sapeva della sua esistenza, come i bambini. Solo chi crede negli angeli li vede, oppure chi usufruisce del nostro aiuto, in casi particolari. È rarissimo che un angelo del cuore si presenti in quanto tale alle sue vittime, comunque, e preferivo evitare di provarlo.

Sono così contenta che tu sia venuta nonostante...Beh, lo sai. Taichi...?”
“Resterà a Chicago per molto tempo, Sora, e non puoi biasimarlo. Credo che ti debba stare lontano...Oh, non c'è Yamato?”
“No!”si affrettò a rispondere Sora, guardando nervosamente nella direzione di lui, che si allontanò, raggiungendomi all'esterno.

Ciao, Daisuke! Immaginavo ci fossi anche tu!”

Yamato! Ti vedo benissimo!”
“Mai stato meglio.”sorrise, accomodandosi a sentire la conversazione.

E sei riuscita a portare su questo da sola?”
Takeru indicò un pianoforte, suonando distrattamente qualche nota.

Sora, non sapevo suonassi!”
“Ma non sono io. È lui...Lavora nella musica, è un genio. Spero che presto riuscirete a sentirlo suonare.”
Colsi una nota di tristezza, e un sospiro alla mia destra.

Lo spero anche io.” sorrise Hikari. “Takeru, visto che Sora deve buttare questi scatoloni vuoti, perché non le dai una mano tu?”
Takeru le lanciò un'occhiata torva. “Se cerchi una scusa per spettegolare, puoi dirmelo tranquillamente.”
“Renditi utile comunque, e butta i rifiuti. Mi raccomando, raccolta differenziata.”


Mentre Takeru eseguiva l'ordine, Sora mise a bollire l'acqua per il the.

Mi dispiace se l'appartamento è alla stregua di un accampamento.”
Hikari alzò le spalle.
“Macché. Sai, Sora, mi secca quasi ammetterlo, ma ti trovo davvero bene.”
“Ti secca?”ripeté Sora, asciutta, versando il the nelle rispettive tazze.

Hikari sospirò. “Pensavo quasi che le cose si sarebbero sistemate, che sarebbe tutto tornato come prima. E invece dovevo arrendermi subito all'evidenza. Tu odi i cambiamenti, Sora, e guarda quanto sei cambiata. Questo Yamato dev'essere davvero straordinario.”

Non vantarti, sai!” scherzai con lui, mentre Sora gli lanciava uno sguardo fugace e lui sorrideva.

Lo è. E tu, come mai hai deciso di portare a Tokyo Takeru? Mi sono persa qualcosa?”

Hikari iniziò a tartagliare qualcosa; nel frattempo domandai a Yamato:”Così Sora sa della mia missione?”
“Sì, ti vede, non ha senso nasconderglielo. E non voglio più nascondere niente, almeno a lei. Comunque, tranquillo, tifa per Takeru, ti potrà solo essere d'aiuto.”

Tirai un sospiro di sollievo.

Beh, non molto.”riprese Hikari. “Io sono stata a Parigi, e ho conosciuto sua madre.”
“Hai conosciuto Natsuko Takaishi! É un guru, per chi lavora nel mio settore!”

Hikari deglutì. “Dovevo essere molto ignorante, per non sapere chi fosse.”aggiunse a mo' di scusa.

Sora sorrise.

Meno male che ora c'è Takeru, eh?”
Hikari bevve un lungo sorso di the.

Sora, io non so che...che mi succede, improvvisamente mi trovo così bene con lui.”
L'altra si appoggiò a un gomito, interessata agli sviluppi della vicenda.

Improvvisamente?”
“Sì, prima lo trovavo solo un playboy da strapazzo! Se mi faceva un complimento, non ci credevo o minimizzavo. Se mi stringeva, mi dava quasi fastidio. E se parlava di io e lui come 'noi', m'irritavo e basta. Ma adesso...”
Posò la tazza.
Dai, pensavo, dillo che ne sei innamorata!

Adesso, se ti fa un complimento, ci credi e senti le farfalle nello stomaco. Se ti stringe, senti un pizzicore di piacere ovunque. Se parla al plurale di voi due, vorresti solo che non si fermasse mai. Ho ragione?”concluse Sora.

Hikari sospirò, rossa in viso.

Non capisco come possa essere successo, lui...”
“Sei sicura che sia stato tutto così improvviso? Voglio dire, già è successo che vi siate baciati, siete palesemente gelosi l'uno dell'altra, siete andati in vacanza insieme!”enumerò Sora. “ E adesso ti ha portato a Parigi da sua madre...E lui è qui a Tokyo a casa tua. Hikari-chan, molte altre persone compiono questi gesti a pochi mesi dal matrimonio, e tu ti chiedi ancora cosa provi per lui!”
Hikari si attorcigliò una ciocca di capelli per più volte, prima di rispondere.

Sì, ma...E se in lui non fosse cambiato niente? Se io per lui fossi una di passaggio?”
“Non vedo perché non possa essere cambiato anche lui, guardati!” rise Sora. “Fossi in te, mi butterei all'istante.”
“Ho...ho paura di...”
Sora sospirò.

Hai paura di essere spudoratamente felice, ma, comunque la pensi, non potrai nascondere ancora a lungo quel che provi a te stessa, men che meno a lui.”

In quel momento, Takeru rientrò dalla sua missione ecologica, interrompendo così l'opera di Sora e la visita dei due.

Quando Takeru e Hikari uscirono di casa, Yamato rientrò dalla sua Sora. Prima che raggiungessi i miei due protetti, sentii Yamato sussurrare queste parole: “Sora, non mi convince affatto Takeru.”

Incuriosito, restai in attesa per qualche secondo. Era stato fino a quel momento con me, perché non dirmelo direttamente?
“Perché no, Yamato?” sorrise Sora, stringendosi a lui.
“Ho visto come la guarda. Takeru...Guarda Hikari come io guardo te. È innamorato.”

Fiuu!Credevo avrebbe detto chissà cosa!
“E non la trovi una cosa straordinaria?”

Yamato rimase in silenzio, pensieroso, accarezzandole i capelli

Sora...E se venisse a sapere di...Se ricordasse, grazie all'amore?”
“Ce ne preoccuperemo se e quando accadrà.”

Sora si sporse in avanti per baciarlo, e la conversazione si esaurì così.

Cosa doveva ricordare Takeru, e in che modo poteva essere collegato con Yamato?


L'ho trovata bene, è evidente che è in pace col mondo.”disse Takeru, offrendole il caffè.

Hikari rifiutò, ma Takeru dichiarò che non si sarebbe mai svegliato del tutto senza una tazza di caffè.

Immagino di sì. Chissà com'è, gettare tutto all'aria per una persona.”mormorò Hikari, seduta al tavolo del bar con lui.

Tu non lo faresti?”
“A Chicago ho il mio studio, ho degli amici. Sarebbe ricominciare tutto da zero, e ne avrei paura. Tu lo faresti?”
Takeru girò lo zucchero nel caffè, aspettando un attimo prima di rispondere.

Se trovassi qualcuno per cui ne valesse la pena, sì. Ho cambiato tante città, non cambierebbe molto per me.”
Fissò Hikari negli occhi, poi sorrise.

Senza contare che tantissimi club al mondo vorrebbero avermi nella loro squadra!”

Hikari aggrottò un sopracciglio.

Per te è sempre tutto così semplice!”

Sei tu che complichi le cose, cercando sempre troppo lontano.”

Takeru bevve un sorso del proprio caffè.

Sicura che non vuoi nemmeno un po' d'acqua?”
Hikari accettò la proposta, prendendo il bicchiere che il barista aveva dato a Takeru.

Non bevi altro, di solito?”
“The. Che, tutto sommato, è acqua calda aromatizzata.”

Allora è vero che ti piaccio tantissimo.”

Non vedo perché, quest'acqua la produce forse la tua famiglia?”
Takeru scosse la testa.

Ma io sono composto al 72% di acqua. Il 72% è un'ottima affinità per far partire una relazione.”

Uhm, il termometro dell'amore ci avrebbe pensato su.

Che cretino...”sorrise Hikari. “Mi mancavano queste battute squallide per conquistare le donne.”
“Ogni tanto, non fa male tornare alle origini...Ultimamente eravamo troppo romantici.”

Hikari si morse un labbra.

Takeru si alzò, prendendola poi per mano.

Non che la cosa mi dispiaccia.”

Hikari non protestò, nemmeno quando furono per strada.

Ricordami, per il tuo compleanno, di regalarti dei guanti.”le fece Takeru. “Hai le mani perennemente gelate.”
“Ho, tra le altre cose, problemi di circolazione. Ma il mio compleanno è in piena primavera, dubito che per allora saranno utili.”
“Allora, per il prossimo Natale.”
“Chi ti garantisce che passeremo il prossimo Natale insieme?”lo stuzzicò Hikari, fermandosi davanti ad una vetrina di un negozio di oggettistica.

Takeru le si avvicinò ancora di più.

Non so più in che modo dirtelo” sospirò, mentre riprendevano a camminare. “Ma vorrei davvero passare con te tanto tempo. Possibilmente tutti i giorni, i mesi, gli anni a venire.”

Hikari deglutì.

Takeru...Ma...Quando mi dici queste cose...Tu...”
Hikari si bloccò, probabilmente andando in iperventilazione.

Io cosa?”
Takeru le sfiorò la fronte con un bacio.

Hikari lo fissava con i suoi occhi grandi, e Takeru decise di sciogliere la tensione, soprattutto per via del fatto che erano in una delle vie più affollate del centro.

Ora torniamo a casa dei tuoi. Ti prometto che riprenderemo il discorso a Chicago.”
Le sfiorò le labbra con un bacio, chiedendole poi:”Suppongo che tuo fratello sia geloso di te. Ma...è l'unico?”

Hikari lo guardò ancora stralunata. “Non ho altri fratelli, lo sai.”

Non è che spunta qualche tuo ex?”
Hikari sorrise, sconvolta.
“Ero poco più di una bambina quando mi trasferii a Chicago!”

E allora? Sai cosa succede? Gli amici di infanzia sono un classico intralcio.”
Hikari sorrise. “Dimenticavo i tuoi trascorsi con Catherine.”
“Dai, rispondimi seriamente.” Takeru sembrava davvero sulle spine.

Hikari scosse la testa con fare solenne. “Gli unici che potrebbero intralciarti sono tutti a Chicago.”
Takeru finse di strofinarsi il giubbotto con aria maliziosa.

Ah, se sono tutti come carciofo e David...”
Hikari gli fece la linguaccia.

Perché tu non hai mai conosciuto Richie. Ah, il primo amore non si scorda mai! O Paul, lui era particolarmente geloso. E Max, la prima-”
Takeru si tappò le orecchie. “Non ho
nessuna intenzione di sentire altro!”
Hikari ridacchiò compiaciuta.

Tu hai avuto Catherine, Véronique e un harem quasi infinito.”
“Ma prima era diverso! E poi, io sono stato sincero dall'inizio! Tu non mi hai mai detto niente...”
Gelosia, pensai soddisfatto. Dovevo ammettere che neppure io avevo mai pensato ad ex di Hikari; gli unici ostacoli che avevo 'vissuto' erano Mark e David.
“Non mi hai mai chiesto di parlarti dei miei ex.”fece Hikari meravigliata, mentre lui si fermava ad osservare un negozio di articoli sportivi.

La verità è che...” Takeru sospirò. “Non importa, davvero. Se te lo dico, ti arrabbi soltanto. ”

Hikari interruppe il contatto con la mano di lui, incrociando le braccia dietro la schiena.

È difficile arrivare quasi ai trent'anni e non avere un passato. Ma non ci avevi mai pensato, ecco tutto. Quando tu arrivasti in pianta stabile a Chicago, io avevo conosciuto il mio primo amore, Richie, e scoperto che, in fondo, a volte il primo bacio non è poi così romantico.

Quando Véronique se ne andava di casa, io sorprendevo Max a letto con la mia compagnia di stanza ai tempi del college. Quando sei entrato nella mia vita, avevo smesso di vedere Paul da qualche mese. Non c'è davvero molto altro da dire, se non conti stupidi flirt da ragazzina.”

Takeru le carezzò i capelli.
“Non volevo dire che solo io avevo avuto una vita interessante. È che a me...”
“Anche per me è la stessa cosa.”lo fermò Hikari. “Anche a me, sembra che, prima di conoscerti, andasse tutto così diversamente. Voglio dire...All'inizio ti odiavo, ed ora...Ora non lo so nemmeno io.”

Arrossì; Takeru la strinse a sé.

Se continui così, non rispondo di me” sorrise, malgrado fosse serio.

Hikari sospirò. “Forse sto parlando solo per suggestione, sai...la neve e tutto il resto.”
“Hai descritto tutto quel che provo io da mesi, io dubito che sia 'suggestione'. Ma di qui a definirla...Ho paura anch'io. L'ultima volta che l'ho detto, sono stato abbandonato.”
“Ed io tradita.”

Hikari premette il proprio capo contro il petto di lui.

Restiamo un po' così. Poi torniamo dai miei, ti va?”

Takeru la cullò dolcemente tra le proprie braccia.

Sentii una strana oppressione. Era questa la sensazione di vedere il traguardo?


Papà?!”

Era arrivato il 31 dicembre. Tutto il mondo si apprestava a ricordare l'anno passato, gioie e dolori, a trarre bilanci, e ad accogliere speranzoso il nuovo anno.

Takeru ed Hikari erano appena tornati da un giro al supermercato su ingiunzione di Yuuko, che voleva offrire un ottimo pranzo di Capodanno a tutti i parenti che si sarebbero riuniti a casa Yagami l'indomani.

E, mentre Takeru consegnava la spesa a Yuuko, dalle sue labbra uscirono proprio queste parole.

Papà.

Hikari arrivò trafelata in soggiorno.

Sul divano di casa Yagami si trovava un uomo che avevo visto solo in fotografia, qualche mese prima.

Hiroaki Ishida sembrava molto più vecchio di quanto immaginassi, come se avesse sulle spalle tanti dolori.

Ma nei suoi gesti, nel suo sorriso, traspariva tantissimo di Takeru.

Mamma, papà, cosa ci fa il padre di Takeru a casa nostra? Voi lo conoscete?”domandò Hikari, inebetita.

So che è amico del mio superiore, e mi sono permesso di contattarlo.”rispose semplicemente Susumu.

E di questo le sono infinitamente grato.” affermò il signor Ishida con voce profonda.

Takeru, spero tu non abbia preso il mio gesto come un'invasione.”

No, signor Yagami, anzi, la ringrazio. Però...”guardò incerto suo padre, poi i genitori di Hikari.

Hikari spinse via i propri genitori, affrettandosi a chiudere le porte, quando Takeru la pregò di restare.

Stringendogli la mano, anche Hikari si sedette sul divano.

Tu devi essere Hikari, Natsuko mi ha parlato di te.”

Hiroaki le strinse la mano, cordiale.

Takeru aggrottò le sopracciglia.

Ma la mamma ha conosciuto Hikari pochi giorni fa. È possibile che...”
Hiroaki assunse un'espressione sorpresa.

Io mi sento molto spesso con tua madre. D'altronde, è da lei che ho saputo che saresti venuto in Giappone, ed è per questo che ho annullato tutti i miei impegni. Ma non sapevo come contattarti.”
Si prese la testa tra le mani.

Fortuna che poi è intervenuto Susumu, vero?”

Hikari sorrise, accarezzando la spalla di Takeru.

Speravo venissi tu, in realtà.” continuò Hiroaki incerto.

E l'avrei fatto. Coi miei tempi, ma l'avrei...Oh, perché tu e la mamma continuate a fare di testa vostra anche adesso? Cos'è questa storia che vi sentite, ora?”

Pensavo ti avrebbe fatto piacere.”

Takeru sospirò. “Mi avrebbe fatto più piacere da adolescente.”
Hikari gli pizzicò una guancia.

Dai, Takeru, non credi che basti? Che senso ha fare il ragazzino ferito? Ishida-san è un uomo impegnato, ed ha annullato i suoi impegni perché sei il suo unico figlio e voleva vederti! Takeru...Mi hai detto tu stesso che lo volevi vedere, perché è da tantissimo che non vi vedete...” Gli stampò un bacio sulla guancia. “Ammetti che ti è mancato, su. Fai il bravo bambino.”
Takeru la guardò indispettito.

Hiroaki, inaspettatamente, si mise a ridere. “Orgoglioso come tua madre, c'è poco da fare!”

Si alzò, arruffandogli i capelli.
“Ma rimani sempre il mio ragazzo.”
Lo abbracciò e, per quanto Takeru fosse ormai un uomo, sembrava un bambino spaventato da un incubo.

Non provare più a sparire per mesi.”sibilò.

Senti chi parla! A volte mi sembra più di parlare con la tua segreteria che con te!”

Non ti lamentare, vecchio, io ho una vita.”scherzò Takeru, sciogliendo la stretta e rivelando due occhi lucidi.

Tsk, guarda questo sbruffoncello.” Si chinò a sussurrargli all'orecchio: ”Ma stavolta durerà più delle altre, vero?”

Ishida-san, le piacerebbe venire al tempio con noi questa notte? E domani a pranzo qui?”

Hikari si era inchinata leggermente, nel porre questa richiesta formale.

Hiroaki sorrise.

Sarebbe la prima festa in cui mi diverto di cuore da anni.”

Un nuovo anno stava per arrivare.






Scusate l'immenso ritardo, non ho davvero parole per la mia negligenza ^^' Ma è evidente che l'ispirazione è una brutta bestia capricciosa u.u Spero che questo capitolo vi piaccia, è preparatorio al prossimo, per il quale avrò davvero le crisi (e figuriamoci...) xD Tuttavia, spero di pubblicarlo prima di partire per la Sardegna ^^'

Come sempre, grazie a tutti voi per il costante appoggio :) Angeli del Cuore sta volgendo alla fine, e provo lo stesso senso di oppressione di Daisuke nel vedere questo 'traguardo' incombere. È un misto di tristezza e liberazione, ma c'è ancora tempo perché prenda forma-almeno altri cinque capitoli...Alla prossima!
HikariKanna



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Capitolo 26
*** Iris Day ***


Angeli del cuore


Anno nuovo, vita nuova, e il tuo studio è sempre un disastro.”

Miyako incrociò le braccia, buttando via le foto scartate del ballo studentesco di dicembre. Hikari stava contemplando il vestito che le aveva regalato Takeru, indecisa se lasciarlo a casa sua o nello studio, dove l'avrebbe visto più spesso.

Miyako si alzò con leggera fatica. Aveva raggiunto il quarto mese, e il suo ventre era diventato più morbido e rotondo. Non si poteva dire lo stesso del suo carattere.

Sai che è davvero bello? Mi ricorda un vestito che mi ha regalato Ken!”
Hikari annuì meccanicamente.

Hikari, se ricominci ad ignorarmi mi arrabbierò molto peggio dell'altra volta.”
Lei sospirò rumorosamente.

Scusami, Miya. Non so che mi prende in questi giorni.”

Hikari si spostò nella stanza principale, armeggiando sulla scrivania.

Non quello, Hikari! Ti serve per il cliente di dopodomani, non ti ricordi? E nemmeno questo!”le strappò dalle mani una fotografia con una scenografia particolare, salvandola dalla spazzatura.

Hikari si massaggiò le tempie e prese il telefonino.

Se ti preoccupi della prenotazione del signor Wynne, non devi, ha chiamato qui, confermando...Ma è evidente che non è la chiamata del signor Wynne che stai aspettando. Sentiamo, quand'è che ti ha chiamato l'ultima volta?”
Miyako incrociò le braccia, appoggiandosi alla finestra.

Tre giorni fa.” rispose Hikari in automatico. “Oh!Cioè...A chi ti riferisci?”
Miyako roteò gli occhi.

Sappi che devi raccontarmi tutto.”

Hikari mugolò. “Non mi mancava l'angolo confessioni, sai? Ti ho portato un pensierino dal Giappone, non so se qui avete un neko portafortuna.”
Hikari estrasse da una bustina una statuetta, raffigurante un gattino, di buon auspicio, consegnandola alla diretta interessata.

Per fortuna che Miyako aveva avuto ottimi voti a 'Tradizioni e simboli terrestri, sezione Asia'! Qualunque altro angelo avrebbe chiesto cosa fosse e, per una che si professava nata in Giappone, sarebbe stato parecchio strano. Ma forse Hikari, viste le strane condizioni in cui versava, neppure ci avrebbe fatto caso.

Ehi, piccolo, guarda che bello” Miyako si carezzò la pancia. “Il primo regalo dell'anno in cui nascerai tu.”

Hikari sorrise. “Dai, non ci credo che Ken non ti abbia fatto un regalo!”
“Non dal primo dell'anno, e poi che c'entra?”
“Pover'uomo, è veramente un santo.”ridacchiò Hikari.

Non cercare di sviare il discorso. È il primo giorno di lavoro dall'inizio delle ferie natalizie, ed io esigo sapere ciò che è successo a Parigi e a Tokyo. Non provare nemmeno a dirmi che non è successo niente, non ti crederò. Altrimenti non saresti in pena, adesso. Sei diventata il tuo peggiore incubo, ma ti sei ascoltata?”

E va bene, calma, calma. Certo che il bambino ha solo aumentato le tue energie, ed io che pensavo il contrario!”
Miyako le rifilò un'occhiataccia. “Su, a Parigi?”

A Parigi...Beh, siamo stati veramente poco. Ho conosciuto una sua ex, una cretina.”
“Sento, nel tuo tono, un vago accenno di gelosia.”
Hikari fece spallucce. “Non so bene cosa raccontarti. In fin dei conti...Non è successo nulla di eclatante.”
“Sì, certo, e magari vengo a scoprire che avete fatto l'amore!”
Hikari si morse un labbro.

No. Quel vestito bianco...Me l'ha regalato lui la sera di Natale. Mi ha chiesto di indossarlo per la prima occasione speciale...Anche se non fosse per lui.”
“Tu, invece, gli hai regalato le foto che ti ha mandato Frida, vero?”
Hikari annuì. “Un po' mi sono anche vergognata, il suo regalo è talmente bello!”
“Hikari...Tu gli hai aperto il tuo mondo, e sei entrata nel suo. Se davvero ti ama come credo, penserà che non avresti potuto regalargli niente di più.”
Hikari arrossì. “Mi...ama?”

Beh, tu cosa credi provi per te? Dubito ti odi.”sorrise.

Ma Hikari non era dello stesso avviso.

No, Miyako, non mi ama. Magari ha fiducia in me, e mi considera un'amica, ma...nulla più.”
“Amica. Certo. Come no.” sciorinò Miyako tutto d'un fiato, in modo piatto.
“Ha paura di poter anche solo pensare di...di amarmi, me l'ha detto lui stesso. Ha paura di definire quel che prova. Se prova qualcosa.”

Miyako rimase in silenzio per un po', poi disse: “Dovete solo abituarvi.”

Abituarci? A cosa? A baciarci ogni tanto, com'è capitato a Natale sotto il vischio? A fare tutto ciò che fa una coppia, e non esserlo? A volte vorrei chiedergli cosa siamo, e non ci riesco per paura di sembrare una bambina petulante. Anche perché, se me lo chiedesse lui, io stessa non saprei cosa rispondergli. Amici?”
“Smettila di parlare di amicizia! Dovete abituarvi all'idea di amarvi. So che è un rischio, Hikari, ma se va bene, vinci tutto.”
“Miya...”
“Ascoltami. So che ti hanno tradita ed usata, so che all'inizio le cose tra di voi non sono state precisamente rose e fiori, ma la gente cambia, Hikari. Se tu solo sapessi quanto siamo cambiati io e Ken l'uno per l'altra...È così, rassegnati, non sospirare. Lui ti ha cambiata, e tu hai cambiato lui. Che ti piaccia o no, si chiama amore, non amicizia. È quella morsa al petto, quando tu non ti riconosci più, se non in lui. Sono certa che anche per lui è così.”
Hikari l'abbracciò. “Cos'eri in un'altra vita, un guru?”
“Una persona molto sciocca che ha dovuto pensare troppo. E in Giappone? Nemmeno lì è successo 'niente'?” Miyako evidenziò l'ultima parola con delle virgolette astratte.

Miya, te l'avrei detto, no. E poi, con i miei genitori, ma dai!”
“Un'adolescente. Sto parlando ad una quindicenne. Veleggi verso i trent'anni e ti comporti come una ragazzina che deve trovare una casa libera per la sua prima volta!”
Hikari le fece la linguaccia, buttandole scherzosamente un cuscino.

Mi ha chiamato una sola volta, da quando siamo tornati. Ed è stata poco più che una normalissima conversazione, con frasi del genere: 'Tutto bene? Come stai? Io tra pochissimo riprenderò a giocare!'”
“Ti aspettavi qualcosa del tipo 'Ohhhh, come mi manchi, amore mio?' Sveglia! È un uomo, per di più un ex latin lover, e nemmeno state insieme ufficialmente! Oh, già, è vero! Quando ricomincia?”
“Credo che il 14 abbia la sua prima partita dopo l'infortunio. Chissà, potrei andarlo a vedere!”
“Ecco, trovo che questa sia un'ottima idea! Potremmo venire anche io e Ken? Lui adora il basket! In effetti, fosse per lui, organizzerebbe sempre appuntamenti a quattro con te e Takeru, per parlare con lui oooore di NBA, e play off o quel che è.”Incrociò le braccia, ma guardò una frazione di secondo verso l'alto, verso me. Forse per ricordarmi di quante partite avevamo visto io e Ken. O forse per garantirmi il suo aiuto la sera della partita, per far succedere quel che mancava.

Beh, perché no? Sarebbe bello...fargli una sorpresa.”
“Informati sul giorno preciso, senza farti scoprire!”
“Ma Ken, se è davvero tanto tifoso, lo saprà senz'altro!”

Giusto.”annuì Miyako. “Ma questo non significa che tu non debba chiamarlo. Non può mica sempre chiamarti lui!”

Magari è impegnato...”

O magari pensa che sia tu ad essere impegnata. Chiamalo. Adesso.”

Miyako indicò il cellulare, e poi si dileguò in bagno.

Hikari compose tremante le cifre sulla tastiera.

Ehi, ciao, scusami, forse ti disturbo? Sono-”
“Era ora che ti facessi viva! Temevo fossi sommersa di lavoro, Hikari.”

Potrei anche essere un'impiegata di un call center.”
“Come se non sapessi riconoscere la tua voce.” Dall'altro capo, Takeru rise, e me lo immaginai a sorridere gongolante.

Oh, sì, non ci avevo pensato. Come...come va?”
“Ora che mi hai chiamato, benissimo.”
“Che stupido, dico sul serio. Non ti fa più male il braccio?”
“No, il bacio sotto il vischio mi ha guarito miracolosamente. Scommetto che sei diventata tutta rossa.”

Ovviamente, aveva ragione. L'aveva imparata a conoscere in molti dettagli. Era anche questo amore, la sensazione di familiarità che ormai provavano? Il sapere tutto l'uno dell'altra, eppure avere ancora dei segreti?

Guarda che sfrontato! No, sto benissimo! Sto riorganizzando il lavoro di gennaio con Miyako.”

È un peccato non vedersi più tutti i giorni.”continuò, con voce calda e dolce.

Non mi manca vederti periodicamente confondere gli spazzolini, i cuscini, eccetera eccetera”
“Lo facevo apposta, è rimasto un po' del tuo profumo sulle mie cose. È inutile che menti, adesso sarai davvero bordeaux.”
“Un po' sì.” ammise a malincuore Hikari. “Dimmi, non hai di meglio da fare che sparare queste banalità?”
“Saranno anche banalità, ma sono vere.” Abbassò leggermente la voce. “Vorrei tanto dirtele dal vivo, ma devo riprendere il ritmo negli allenamenti. La prossima settimana sei a Chicago? Vorrei parlarti.”
Credevo che il cuore di Hikari avesse perso un battito. E sentivo vicina la fine, più che mai.

Sì, sì, ci sono. Ma non avere fretta, pensa alla partita del 14. È il 14, giusto?”

Wow, ti ricordi. Sarà bello tornare in campo, mi attendono i fan!”
“Soprattutto LE fan.”
“Non è colpa mia se sono richiesto.”

Ma sentitelo!”
Miyako richiamò trafelata la sua attenzione, mimando: “ Il signor Wynne!”

Oh...Takeru, devo chiudere, c'è un cliente. Allora...Buona fortuna con gli allenamenti, campione!”scherzò, rilassandosi un po'.

Buoni scatti. Volente o nolente, ti rapirò la prossima settimana, prima della partita in trasferta. A presto, Hikari-chan.”
Hikari sorrise debolmente. “A presto...Takeru-kun.”
“Scusami, Hikari! Ma è appena arrivato, l'ho fatto accomodare di là! Non avrei mai voluto interrompere la conversazione-”
“Ma non era previsto per domani?”
“Se tu prima mi avessi dato retta, avresti saputo che aveva chiamato, confermando il cambiamento.”

Poco male. Miyako, ultima cosa...Ha detto che mi deve parlare.“Questa frase mi mette angoscia, non è che...?”
“Occupati del signor Wynne e non sparare stupidaggini!”


Il 14 gennaio arrivò in un baleno, portando con sé abbondantissima neve, un gelo inusuale anche per Chicago in pieno inverno e...
“Una partita di basket. Chi avrebbe mai creduto che avrei pagato per una cosa del genere!”inveì Hikari, cercando maldestramente di celare l'imbarazzo.

Non ti piace il basket?”domandò Ken gentilmente, stringendo la mano di Miyako.

Lo sport forse no. Ma c'è un giocatore...”sorrise sorniona quest'ultima.

Finiscila. Davvero, Ken, come la sopporti, a volte?” borbottò Hikari, cercando il proprio posto negli spalti.
Ken alzò gli occhi al cielo-a me?-, continuando a sorridere.

È uno sport bellissimo, sul serio. Preferisco il calcio, ma qui negli USA non va per la maggiore. Se vuoi, posso spiegarti le regole.”

Seduta dietro di lui, Miyako fece ogni possibile smorfia, affinché Hikari capisse che, se ci teneva a rimanere sveglia, non avrebbe mai dovuto acconsentire.

Miyako, il bambino ti sta dando noie? Hai un'espressione strana.”
Ken si girò di scatto.

Cosa?”

Miyako sospirò.

Un pochino sì. Ken-kun...”

Lo fissò con sguardo lacrimevole, e Ken dimenticò completamente i suoi propositi didattici.
“Vuoi che torniamo a casa?”
Miyako scosse la testa, accoccolandosi su di lui.

Volevi assolutamente vedere la partita, ci tenevi tanto.”
“Dopo, quella tua maledetta borsa voluminosa la porto io, chissà quanto sarà pesante.” continuò nervoso, accarezzandole i capelli e il ventre.

Sto bene, davvero” lo rassicurò lei, baciandolo su una guancia. “Non fare lo sciocchino e goditi il ritorno in campo di-”
Un boato accolse il rientro di Takeru, al punto che la voce del telecronista risultò decisamente ovattata.

Hikari si alzò in piedi, non riuscendo a mascherare la propria ansia.

Cercò con lo sguardo Takeru, ma, in quel frangente lui non l'avrebbe mai notata. Era tornato l'idolo delle folle, la partita che aspettava di giocare da mesi era appena cominciata.


Non pensavo fosse così bravo.”

Hikari si massaggiò le tempie.

Perché siamo capitati proprio sopra il fan club ufficiale?”
“Non è che sei un po' gelosa, eh?”Miyako le diede una leggera gomitata.

Di adolescenti ipertruccate e casalinghe disperate?”
“La gelosia e l'amore sono ciechi”borbottò lei. “E poi, sono certa che alcune sono simpatiche. E probabilmente ti ritrovi anche qualche uomo.”

Usciamo?” domandò Ken preoccupato. “Magari hai bisogno d'aria...”
“Amore”fece Miyako con voce ferma. “Fuori si congela, e prima di arrivare alla macchina devo esser certa che questa qui”avvolse un braccio attorno al collo di Hikari, con aria piuttosto minacciosa “
abbia salutato Takeru!”
“Ma-”
“Starò benissimo! Vai, su. La borsa la tengo io.” aggiunse.

Ken brontolò qualcosa. “Vado a prendere la macchina, in modo da avvicinarmi più possibile all'uscita! Ciao, Hikari.”

Lei lo salutò con un sorriso.“È un santo, e tu lo tratti malissimo.”
“Non preoccuparti per noi, faremo pace in tutti i modi. Secondo te, da quale uscita si farà vivo Takeru?”
“Da quella dove sono radunati più fan, c'è da scommetterci.”

E, infatti, Takeru stava firmando miriadi di autografi, fuori dagli spogliatoi.

Permesso! Fate passare! Sono incinta, santo cielo!”

Le ragazzine si spostarono, terrorizzate.
Per solidarietà femminile, le donne adulte che già erano passate dal travaglio del parto fecero passare Miyako, sapendo bene come fosse instabile l'umore di una donna in dolce attesa.

Ma Miyako di dolce, in quel frangente, aveva ben poco, e strattonava Hikari verso l'oggetto del desiderio.

Uhm, chi è il prossimo?...Hikari.”

Takeru alzò la testa, osservando Miyako respirare pesantemente e Hikari che cercava di sorridergli.

Lui sorrise. “Scusatemi” si rivolse alle restanti fan. “Mi perdonerete se mi dileguo con questa bellissima ragazza, vero?”

Lui non firmava gli autografi e non stava con loro per una sconosciuta. Quante probabilità aveva Takeru che glielo lasciassero fare?

AAAH!”Miyako si accasciò a terra, toccandosi il ventre. “Ho bisogno di un medico!”

Hikari spalancò gli occhi, ma ricevette un occhiolino complice. Questo stratagemma avrebbe concesso loro del tempo per fuggire dalla folla.

Miyako lanciò ad Hikari un pacco informe, e, unendo le dita a forma di cuore, ricominciò a gridare frasi sconnesse su quanto fossero fortunati gli uomini a non partorire.

Takeru raccolse il pacco al volo, e, tenendo Hikari per mano, corse alla sua vettura, dove l'aspettava Ed.

È dura essere l'idolo delle folle, eh?”domandò lei col fiato corto, adagiandosi sul sedile.

Non sai quanto. Credo che questo sia per te.”

Che diavolo mi ha lanc...Oh!”

Hikari liberò il vestito bianco che le aveva regalato Takeru.

Lui la guardò intensamente per qualche secondo.

Vieni a cena da me. Non accetto rifiuti.”


Ma quanto ci metti a cambiarti?”
“Scusami se non sono un uomo!”

Takeru si appoggiò alla parete antistante il primo bagno della casa.

L'atmosfera era...gravida di attesa.
Il clic della serratura costrinse Takeru a voltarsi.

Accidenti, se Hikari era bella. Sembrava più luminosa e pura che mai, con quel bianco e quel sorriso addosso.

Come immaginavo.”

Deglutì, e le mise un braccio attorno alla vita. “Ti sta d'incanto. Se vuoi seguirmi...”

Hikari accettò la mano che le veniva offerta.

Nella sala da pranzo c'erano iris ovunque. Ayame dormiva placidamente in una cesta poco lontana dal tavolo. Tavolo che era imbandito di ogni genere di delizia vegetariana.

Prego, accomodati.”
Hikari fissava il tutto stolidamente.

Perché?”
“Se vuoi mangiare in piedi, fa pure.”la prese in giro lui.

No, dico, perché...Perché tutto questo? Non potevi prevedere che...”
“Devo ringraziare Miyako. Mi ha contattato dal fan club, e mi ha detto che saresti venuta alla partita. L'ho pregata di portarti il vestito...Le ho chiesto di raggiungermi all'uscita, in modo che ti trovassi. Certo, non sapevo se avresti accettato la cena che progettavo da giorni, ma...Dovevo pur rischiare, no? Altrimenti, Ayame sarebbe andato avanti a verdure per un po'. Devo ammettere che hai un'amica straordinaria.”

Hikari si accasciò sulla sedia.

Non mi ha detto niente. Io...n-non me l'aspettavo.”
“E allora? Mica bisogna essere psicologicamente pronti per mangiare.”

Shecondo me, divettano vappiri!”
“Sono a lume di candela, Chris, non sono vampiri!”Sorrisi al mio piccolo aiutante, che, durante la partita, s'era addormentato.

Forse ti aspettavi una cosa del genere per il 14 febbraio?”
“Oh, no, odio San Valentino.”Hikari scosse la testa, ingollando in fretta un cucchiaio di crema di zucca. “È una festa basata solo sul consumismo e terribilmente inflazionata.”
“Sono contento di sentirtelo dire.”

Takeru allungò la mano, per prendere quella esile di Hikari.
“Perché il 14 febbraio è per tutti, e il 14 gennaio, oggi, è solo per noi.”
Da quando esisteva un 'noi'? Non c'era stata nessuna ufficializzazione, e Hikari aspettava solo quello.

Giusto un mese prima.”

È il contrario del white day, no? Ci ho pensato quando ho saputo che la partita sarebbe stata oggi, e quando Miyako ha confermato la mia speranza che tu venissi. In origine, volevo decorare tutta questa stanza di rosso, e definire questo giorno il red day.”
Red day?”
Hikari non mangiava più, lo guardava soltanto al di sopra del crepitio della candela posizionata alla sua destra.

Il rosso è il colore...dell'amore.”
La voce di Takeru s'era ridotta ad un sussurro, e le loro labbra erano sempre più vicine.

Ma è anche il colore del sangue, e della violenza. Così...Perché non ribattezzarlo iris day? Tanto più che l'iris è uno dei simboli del Giappone.”
Iris day?”ripeté Hikari sognante, fissando prima i suoi occhi blu, e poi le sue labbra, sempre più vicine, così tanto da sentire il respiro di lui.

Gli iris hanno vari colori.”spiegò lui lentamente, alzandosi e andandole vicino.

Lei si sentì quasi in dovere di alzarsi assieme a lui. E si fissavano così, soli, e insieme.

Lui appoggiò le mani a coppa sul suo viso. “Il rosso non è che un unico colore. Ma perché accontentarsi di un solo colore? L'iris viola è simbolo di saggezza, e tu sei una delle persone più razionali che abbia mai conosciuto.”
Hikari si strinse a lui, sussurrando, sulla falsariga di quel che aveva detto lui: “L'iris blu è simbolo di speranza, e tu sei una delle persone più ottimiste che abbia mai conosciuto.”

Iris bianco significa purezza.”continuò lui.
Takeru le accarezzò un fianco, fino a risalire alle spalle. “Il giallo...”

S'interruppe, sfiorandole la fronte con la propria.

...Ardore e passione.”

Trattenni il respiro insieme ad Hikari.

Il bacio profondo che si scambiarono, e che stavolta nessuno avrebbe interrotto...Le braccia di Takeru che la sollevarono...Le dita di Hikari tra i capelli dorati di lui...Il vestito bianco che finì, sgualcendosi, sul pavimento...La porta della stanza di Takeru che si chiudeva...E tanti, tanti sospiri, e carezze, e baci...Capii che il mio tempo era finito.

Stavolta davvero.

Stavolta per sempre.

Chris, dai, andiamocene.”
“Dove shono addati?”

Sono in camera di Takeru, devono stare da soli.” spiegai pazientemente.

Hikali avlà feddo, senza vettito.”
Scossi la testa. “Tranquillo. In quella stanza sta succedendo una cosa bellissima, piccolo. Una cosa...bellissima.”
“No! Non è bella! Pecché se è bella tu pecché...ueeee!”
Chris scoppiò in lacrime, ma la colpa era solo mia. Fili di rubino mi scorrevano sulle guance, e non potevo semplicemente fermarle.

Mi sentivo il cuore oppresso, e insieme sollevato.

Non sapevo più se piangevo di gioia o di tristezza. Se gioivo per il compito che mi era riuscito, o se, in fondo, mi ero affezionato alle manie di una vegetariana incallita e ai canestri di un idolo dei teenagers.

Piangevo, e sentivo il cuore alleggerirsi.

Chris piangeva con me, e non c'era verso di fermarci.

Quando pensai di aver esaurito le mie riserve, abbracciai forte Chris.

Pecché piaggi?”
“Perché sono triste. E tu?”
“Pecché shei ttitte! Pecché? Pecché, Dai?”
“Perché si piange quando si lascia qualcosa di caro, Chris. Anche se a volte è inevitabile.”
Chris si zittì.

Daisuke non latterà mai Chris, veo? Mai mai!”

Mi si aggrappò contro, mentre oramai volavamo verso casa.

No, perché dovrei? Saremo sempre amici! Sai, stavo pensando che domani dovremo tornare a Chicago, per completare gli ultimi dettagli della missione e...”

Ma Chris non mi ascoltava, aveva chiuso gli occhi e riposava, svagandosi con chissà quali pensieri.

Forse pensava ai nuovi giochi che avrebbe sperimentato con Maya. O forse sognava di diventare me, e questa ipotesi non poteva non riempirmi di orgoglio.

Lo lasciai sulla sua nuvoletta, e mi diressi verso la mia, mentre quella fatidica notte avvolgeva Chicago.


Uuuuuuah. (Verso non meglio identificato di puro sollievo.)

Ho vent'anni ma scrivere di scene del genere mi imbarazza comunque ^//^ Lo sa bene Padme xD Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto, davvero. Ma ho fatto un po' la vagabonda per l'Italia, e ora sono tornata a casa. E ho pensato che era il momento di affrontare questo capitolo :) E' di un diabete allucinante-credo che toccheremo questi livelli solo nel penultimo capitolo- ed è stato davvero difficile da scrivere. Meno male che esistono i fiori in generale e gli iris in particolare! ^^

Così, i miei due eroi sono arrivati a fare l'amore. Come sono carini *_* Nonostante ci abbia messo quasi cinque anni per arrivarci, questa è una delle prime scene, insieme a quelle del prossimo capitolo, che mi sono venute in mente! Era giusto il trovare le parole il dramma xD Ma credo-spero- di esserci riuscita. Povero il bel vestito bianco...

Scusatemi se rispondo tardissimo alle vostre bellissime recensioni ç_ç Ma siate pur certi che lo farò! Alla prossima(forse a settembre)

HikariKanna :)

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Capitolo 27
*** Memories ***




Angeli del cuore

Credo che a farci incontrare, dopotutto, sia stato qualcuno, sai, Take?”

Takeru si stiracchiò pigramente, sfiorando una spalla di Hikari.

Semmai, qualcosa. Uno strano cappuccino e un po’ di crema. Comunque, ripeti un attimo quello che hai appena detto.”

Credo che qualcuno sia stato responsabile- e non delle semplici macchie del nostro incontro. È strano, io non pensavo esistesse il destino.”

Hikari gli si accoccolò vicino.

Non iniziare discorsi filosofici del tipo che eravamo destinati ad incontrarci. Ma non intendevo questo.”Hikari sbuffò leggermente alla prima affermazione, ma pose ugualmente la sua domanda.

E cosa, Take?”

Take. Take, Take. Ho sempre odiato i diminutivi, ma adesso...Sei l'unica autorizzata a chiamarmi così.”

Sul viso di lei si abbozzò piano un sorriso, poi un lieve rossore le tinse le guance.

A parte tua madre?”

Mia madre non si azzarda a chiamarmi più Take, o Tacchan, dopo le mie rimostranze adolescenziali.”
“Takeru.”

Mh?”
“Anche solo Takeru suona bene.”
Takeru le baciò una tempia.

Non m'importa come mi chiami, purché continui a farlo.”

E chi ti dice che vorrò continuare a chiamarti?”
Takeru le fece la linguaccia.

Stupido borioso!”

Ma il tono di Hikari non era indignato. Era un pezzo che non lo era più.

Un nuovo accordo era stato segretamente sancito la notte precedente.

Io amo te, con tutto me stesso, aveva detto Takeru, stringendola?

Io amo te, con tutta me stessa, aveva sussurrato Hikari, accogliendolo?

Che sensazione assurda, non poter più far niente quando si è fatto tanto.

C’è un’aria strana, Daisuke, vola via…’Persino Chris sembrò accorgersene.

E tu, ormai, sei di troppo.

Oa non li vedlai più, velo, Dai?”

Forse no. Ma questo significherà solo che sono felici, non credi?”

Ero così...stanco di questa missione. Era durata mesi. Era stata impegnativa. Ma, lo ammettevo senza problemi, mi ero divertito. Credevo che…Mi sarebbero mancate le lotte di Hikari…La vanità di Takeru. Quelle che avevo davanti, mentre mi dondolavo sull’albero di fronte la camera da letto di lui, erano altre persone.

Altre persone? Non era un giudizio parziale? Sapevo poco e niente del loro passato. Se la loro reale indole fosse quella, e avessero aspettato solo il momento giusto per farla uscire?
Hikari in realtà era sempre così dolce? E Takeru premuroso e con quello sguardo inebetito?

Sapevo che avrei dovuto ascoltare Ken e Miyako. L’amore permea le persone, gli angeli, ogni cosa. Lo vedevo in una rete fittissima di ricordi che legavano le mie due “vittime”. Vedevo il loro destino; insieme, sempre. E quando sarebbero entrati in un bar, avrei saputo a cosa pensavano. Quando avrebbero guardato un reality show. Quando dei paparazzi avrebbero interrotto il loro sereno ménage. Perfino quando avrebbero sentito parlare spagnolo.

Sarebbe venuto loro in mente tutto ciò che li aveva fatti unire. Senza via d’uscita. Buffo, pur non sospettando minimamente della mia esistenza, avrebbero pensato continuamente alle situazioni più strambe in cui io li avevo messi. Avrebbero pensato, indirettamente, sempre a me. Illudendosi che fosse destino.

Eccezion fatta per i bambini, che riescono a vederci, la nostra opera viene attribuita a qualcun altro. C’è chi non crede al caso, chi pensa che la serendipità sia alla base della vita, chi prega ogni giorno…E solo in pochi sono convinti della nostra esistenza. O, tutt’al più, sperano che esistiamo. A volte vorrei rendermi visibile solo per dimostrare agli umani che sì, siamo uguali nell'anima. E che se s’innamorano dipende dalla forma del loro essere e dal sapiente angelo che, su milioni di persone, è riuscito a far incontrare due cuori che s’incastrassero perfettamente.

Non è da tutti riuscirci, altrimenti non si spiegherebbero divorzi, abbandoni, tradimenti e quant’altro. Io, con Takeru e Hikari, avevo capito che l’amore non è certo il sentimento più stabile del mondo, bensì il più potente.

L’aria era fresca, Chicago pareva voler ritrovare colore e caldo, anche se la giornata preannunciava solo nuvole. La finestra di fronte a me era aperta-avevano preso l'abitudine americana di dormire sempre con le finestre aperte, qualunque fosse la stagione dell'anno; potevo sentire tutto ciò che dicevano, senz’alcun artificio.

In realtà, stavano solo scherzando, scambiandosi effusioni…Se avessi dovuto descrivere la felicità, la beatitudine e quant’altro, senza dubbio avrei guardato a Hikari e Takeru in quel momento.

Magari è stata la famiglia Ortès ad averci portato fortuna!”

Takeru rise.

Sapevo che quel bacio ti era rimasto nel cuore…”

Insieme a questo, questo, questo…”

Hikari gli sfiorò le labbra tre volte, piano, assaporandosi il momento.

Come siamo diventati arrendevoli…Vorrei poter far vedere alla te stessa di qualche mese fa questa scena.”

Ti ricordo che hai sempre voluto conquistarmi. Ce l’hai fatta, ora vuoi riperdermi di nuovo?!”

Il viso di Takeru si oscurò appena, per poi far confluire in un lungo bacio tutte le emozioni che provava in quell’istante.

O magari è stato il set del reality!”

Takeru roteò gli occhi. “Chi se ne importa...”

Dai, addiamo via.”

Se fossi stato umano e se mi avessero visto, sarei sembrato un pervertito voyeur. Eppure, com'era inaspettatamente duro andarsene...

D'accordo, Chris.”

Ma quell'attimo mi fu fatale.

Mi voltai a vedere Takeru ed Hikari per quel che sembrava il nostro ultimo incontro. Come poteva essere tale, se loro non erano neppure consapevoli di avermi conosciuto? Ci sono angeli del cuore che riescono ad archiviare, con una buona percentuale di successi, tantissime missioni. Come possono soprassedere a quello scoramento, a quel senso di desolazione, a quella voglia di essere rivelati come semidivinità portatrici di amore e gioia? Come possono non affezionarsi a delle storie? E, se vengono catturati dalla malinconia, come riescono a portarsela dentro senza scoppiare mai?

Ci pensai troppo.

Ero ancora un novellino, in fin dei conti.

Mi voltai, e li vedevo sorridere. Gli innamorati si riconoscono dai sorrisi che illuminano loro anche gli occhi.

Mi voltai, e vidi Takeru accarezzarle i capelli.

E dirle una frase così banale.

Per me può essere stato Ayame, un ufo, un angelo, ma non…”

Durò meno di una frazione di secondo.

Senza preavviso, senza riguardo, venni scaraventato nella camera da letto.

Non avrebbe potuto essere un momento più sbagliato.

Hikari urlò, dopo un momento di smarrimento.

Takeru si vestì in fretta e a casaccio, seguito da Hikari. Chris scoppiò in lacrime per l'improvvisa tensione.

Io ero fermo lì, senza sapere che fare. Effettivamente, senza far nulla.

Mi ero fatto scoprire.

Era l’unica, angosciosa, certezza che risiedeva in me, in quel momento.

Mi ero fatto scoprire.

Avevo deluso il capo.

Che errore da pivellino...Ci insegnano fin da baby angeli a non farci prendere troppo dall'istinto e dalle emozioni.

Avevo svelato il mio mondo.

Mi sembrava di essere nudo, esposto al pubblico ludibrio. E tutti ad additarmi come un fenomeno da baraccone.

Hikari, scarlatta in volto, mi toccava le ali incredula.

Takeru la cingeva possessivo.

Avevano paura, li potevo sentire, non capivano chi- cosa?- fossi.

Non riuscivo a proferire alcunché.

So…Sono vere, Takeru.”

Takeru sgranò gli occhi, esterrefatto.

Sapevo di avere sempre avuto un talento esoterico nascosto. Ma addirittura evocare un angelo…”

Sorrise debolmente, compiaciuto della sua stessa battuta.

Ehm, a volerla dire tutta, non sei affatto magico se non, forse, in campo.”

Mi schiarii la voce, deciso a continuare, ora che avevo ritrovato il dono dell'eloquenza.

Io…credo di dovervi un paio di spiegazioni.”

Leggevo nei loro occhi lo smarrimento puro.

Daisuke

Condivisi immediatamente l'angoscia di Takeru e Hikari, alla comparsa di una sorta di ologramma.

Capo…”

La figura scura di fronte a me sospirò.

Ero convinto che i miei problemi fossero finiti con Yamato.”

Fummo tutti catapultati in un mondo alieno agli umani, il mio. Riconobbi all’istante l’ufficio del capo.

Ma non eravamo soli. Vidi Mimi, la nuova collaboratrice del capo…Taichi, Sora, Yamato.

Sora!”

Cosa...Sora? Yamato? Taichi?

Mi portai una mano alla bocca. Sperai con tutto il cuore che le mie previsioni non si fossero già realizzate. Yamato...scoperto anche lui?

Chris si teneva stretto a me, mentre Takeru e Hikari erano palesemente storditi.

Il capo si passò una mano sul viso.

Avete combinato un bel disastro”

Capo, io…”incominciai a dire.

No, Daisuke, un problema alla volta. Yamato.”lo richiamò duramente all’ordine.

Sora gli si era letteralmente aggrappata addosso, scatenando un’espressione attonita da parte di Taichi. Che sicuramente non aveva ancora capito nulla.

Come sua sorella, che forse si chiedeva chi diavolo fosse quell’angelo che tanto somigliava a Takeru.

Yamato aveva un’espressione nient'affatto contrita. Come se ad essere in torto fosse il capo.

Chris fu invitato a volar via da Mimi, appena entrata.

Non avresti dovuto innamorarti di Sora. Non di nuovo.”

Hikari spalancò la bocca, senza riuscire ad articolare nulla; Taichi rimase immobile, alzando di poco lo sguardo.

Non ho mai smesso di amarla”

Yamato rafforzò la stretta, Sora sembrava quasi esanime, e tuttavia aveva un'espressione fiera.

NON è permesso!”urlò il capo, sconvolto. Le onde che emanava raccoglievano sgomento, rabbia, terrore, un’antica paura.

'Sconvolto' non era un aggettivo che rientrava nella mia personale lista di abituali comportamenti e stati d'animo del capo.

Yamato perse completamente le staffe. “LEI SA BENISSIMO CHE NON È COSÌ! È POSSIBILE! ALTRIMENTI, NON SAREBBE QUI!”

Sentii sorpresa.

Come puoi sapere chi sono?” domandò il capo.

Chi sono?

Koushiro, adesso basta. Racconta loro la storia.”

Fu Mimi a parlare, stranamente dura. Koushiro…?

Il capo emanò risentimento.

Di quale storia stavano parlando?

Perché Mimi ne era a conoscenza? Mi girava la testa, e la presenza di tutti quegli umani lì, di fronte a segreti che non conoscevo neppure io, non aiutava.

Ricordo una scintilla, e nulla più. In un attimo, ci fu visibile il volto del capo.

Non era vecchio,non me l’ero immaginato così. Sembrava di poco più piccolo di Taichi, se fosse stato umano non gli avrei dato nemmeno trent’anni.

Aveva dei capelli di un insolito rosso mattone, ispidi, e dei profondi occhi neri. Sospirò, seguito a ruota da Mimi, che gli prese una mano.

Corrugai la fronte.

Lui le rivolse un’occhiata di rabbia, che si addolcì dopo una frazione di secondo.

Bene. D'accordo, se è questo che vuoi. Io” trasse un respiro profondo. “...Sono figlio di un angelo e di un’umana.”

Le labbra di Yamato si strinsero, i suoi occhi erano una fessura feroce.

Sora fissava il capo con tutto l’astio possibile. Si voltò a vedere Taichi, imbambolato, ma non resse il suo sguardo.

Il capo continuò. “È bene che senta anche tu la storia, Daisuke. Dopotutto, le tue vittime sono più che implicate.”

Vittime? Implicate in cosa?” esclamarono all’unisono Takeru e Hikari.

Ve lo spiegherò dopo.” Risposi. Se non per la parentela di Hikari e Taichi, io questo nesso proprio non lo vedevo.

Decisi comunque di tacere.

Mio padre era un angelo del cuore. Era il più potente. Era a capo della comunità angelica. Ma diversi anni fa…”

Il suo sguardo si oscurò, la stretta di Mimi si rafforzò.

“…Gli capitò un caso. Si trattava di far innamorare una ragazza ribelle e contestataria con un rappresentante dell’alta borghesia. Avevano quasi vent’anni di differenza. Mio padre non riuscì a capire cos’avesse il termometro dell’amore, ma è lui che decide tutto.”

Si fermò, portandosi le mani al viso.

Una sera, mio padre ebbe la brillante idea di farsi scoprire. S’era innamorato di lei. Lei era, ovviamente, mia madre.”

Mi sembrò di avere un déjà-vu. Yamato mi aveva già raccontato una storia così.

Mio padre voleva che lei diventasse angelo, lei che lui diventasse umano. Non si misero mai d’accordo, ma continuarono ad amarsi per tutta la vita. Non so molto, in verità...So solo che, da quell'errore...Nacqui io. Costretto a non vederli quasi mai insieme. Costretto all’immortalità, come gli angeli. E all’invecchiamento, come gli umani. Mia madre morì per un arresto cardiaco, non riuscì ad esprimere in punto di morte il desiderio di diventare un angelo. L’avevamo persa per sempre.”

Vidi una lacrima scendere dal suo volto pallido e basso. Un mezzo angelo. Meno potente persino di me.

Non poteva vivere con gli umani, perché l'avrebbero rinchiuso e l'avrebbero sottoposto ai test più crudeli.

Non poteva essere un angelo, perché non aveva le facoltà necessarie. E non avrebbe aiutato di suo pugno gli umani.

Mio padre decise di perdere la vita. Rinunciò all’immortalità e sparì. Lasciandomi a capo di questa immensa comunità di angeli da guidare.”
Il suo sguardo era vitreo.

Proprio lei, allora, dovrebbe capire.”
Sora tremava.

Cosa, quanto siate stupidi?”

Allora eri tu.” Taichi sembrava aver ripreso la parola. “Eri tu che Sora invocava di notte. La causa dei suoi pianti, del suo essere così strana.”

Si rivolgeva a Yamato. Nel suo discorso, però, più che rabbia, scorgevo un’incommensurabile tristezza.

Taichi…”
Sora si voltò verso di lui.

Non è colpa tua. Sei…il miglior amico che si possa avere. Ti ho ingannato, ma non potevo dirti di lui. Lo capisci, vero? Dimmi che lo capisci, ti scongiuro.”
”Perché non lasciarmi, allora? Perché illudermi, illuderci, ad oltranza?”
Gli occhi di lei divennero lucidi. “Si ha sempre bisogno di qualcuno accanto, e se mi avessi lasciato anche tu…”
Fu scossa da un tremito, e subito Yamato l’abbracciò, con indicibile tenerezza.

Taichi abbassò lo sguardo.

E…Quando mi amavi? Quando dicevi di amarmi? Cosa…Pensavi a lui?”
”Non è esatto” intervenne Mimi. “Sora s’era dimenticata di Yamato. Ma lui…la osservava sempre di nascosto.”
Yamato la interruppe. “Il mio compito era di farvi stare insieme” cercò di spiegare maldestramente.

Bel lavoro” mormorò amaro Taichi. “Sei proprio un professionista, non c'è che dire.”
”Però…Poi Sora mi ha scoperto, per caso. E l’amavo davvero, Taichi.
La amo davvero. Sarò anche incompetente come angelo del cuore, ma…”
”In seguito, quando lo venni a sapere, le feci un incantesimo. Sora non voleva ingannarti, Taichi. L’oblio s’era davvero impossessato di lei.”disse il capo.
”Allora com’è possibile…COM’ È POSSIBILE…Che lui sia tornato?”
Puntò l’indice verso Yamato, visibilmente scosso.

Hikari gli si avvicinò, abbracciandolo. “Fratellone…”
”Beh…”Fece Mimi, zittendo il capo, che stava per riprendere. “Sora aveva iniziato a capire che Yamato era tornato in città, come angelo della musica di una ragazza, una loro amica” fece cenno a Takeru e Hikari.

Véronique.

A dimostrazione di come l’amore sia più forte di qualunque incantesimo”concluse, rivolgendo un lungo sguardo al capo.

Taichi rimase annichilito. Si ritrasse dall’abbraccio, rivolgendosi a Sora.

Non avevo capito niente.”

NO!Non è colpa tua, Taichi. Se qui c’è qualcuno che ce l’ha, sono io.”
”Io” fece Yamato. “Ma la amo” ripeté, come se fosse un mantra.

Allora com’è che non diventi umano? Se la ami tanto come dici...Se vi amate a tal punto.”aggiunse sprezzante.

Yamato abbassò lo sguardo.

Dovrei trasformarmi in coppia. Non posso diventarlo da solo senza cambiare aspetto. E non voglio certo costringere nessun angelo a trasformarsi con me.”
”Non posso permettervi di vivere il vostro amore. O lei diventa angelo o tu ti trasformi in coppia. È la legge.”
”Potrebbe cambiare quelle stupide leggi, se solo lo volesse, capo!”ruggì l’angelo biondo, sfigurato dall’ira.

Cos'avrebbe di speciale la vostra storia? Dovrei fare un'eccezione alla regola per voi? E perché?”

Non puoi sfogare contro di noi la rabbia che hai contro i tuoi genitori. Siamo esseri diversi.” rispose alterata Sora.
Io non avrei mai abbandonato la donna che amo e mio figlio.”rincarò Yamato.

Dareste vita a un bambino che non è né un angelo né un umano! Voi non sapete che cosa sia…invecchiare nell’aspetto e nelle forze, e mai , mai, morire! Non sapete cosa significhi non vedere mai i propri genitori, vedersi abbandonato! Quando sono diventato capo, è stata la prima cosa che ho cambiato…Nessuno mai dovrà provare quello che ho provato io, la mia condizione di diversità! Non lo augurerei a nessuno!”

Dovetti trattenere il respiro. Era la prospettiva di veder rivivere la propria triste vita in un innocente, con la schiacciante sensazione di non aver imparato nulla dai propri errori, ad essere un macigno insopportabile.

Yamato era livido di rabbia.

Lo sa che le leggi mi consentirebbero di diventare umano anche da solo!”

Yamato!”gridò il capo, sfinito. “Le leggi consentono di diventare umano da solo o se si cambia aspetto, oppure se non si è mai stati umani. Daisuke potrebbe diventare umano da solo,se lo volesse. Tu no. O meglio, non prima di almeno due generazioni. Lo sai che tutti quelli che ti hanno conosciuto devono essere morti.”
Yamato ricacciò lacrime di frustrazione.

Ma dopo ho cancellato la memoria! Sulla Terra nessuno si ricorda di me, se non Sora!”

Cancellare la memoria?

Di cosa...?

Pochi angeli cancellavano la memoria. Lo facevano per poter apparire per brevi tempi umani, per aiutare ancora più da vicino. Con i bambini non ce n’era bisogno, loro ci potevano vedere. Se non avessi avuto Ken e Miyako, probabilmente anche io mi sarei trasformato un po'.

Yamato…”deglutii. “Che significa? Sei stato umano?”

Lui alzò lo sguardo, impietrito.

Ero suo fratello”

Teneramente, indicò Takeru, che non aveva di certo compreso il motivo della sua chiamata lassù. Takeru stralunò gli occhi.

Ero tuo fratello.” ripeté Yamato, rivolgendosi stavolta a Takeru.

Non credo proprio” sorrise nervosamente lui. “Sono sempre cresciuto come figlio unico.”

Lo shock s’impossessò di me.

Yamato aveva cancellato la memoria di se stesso. Era nato e cresciuto come umano.

Era un'infrazione gravissima manovrare fino a tal punto la memoria delle persone.

Ora capii anche il costante trattamento di sfavore verso di lui da parte del capo. Yamato era in vita esclusivamente perché era un ottimo angelo della musica. Se avessi fatto io la metà delle cose che aveva combinato lui, probabilmente adesso sarei disperso nel cosmo.

Yamato sorrise.

Ricordai d’un tratto la sensazione di vuoto che m’era parso di notare in una foto di Takeru, la prima volta che la vidi. Lui da bambino con i genitori. Nella versione originale…c’era anche Yamato.

Un tempo ero conosciuto come Yamato Ishida”

Ishida è il cognome di mio padre” deglutì Takeru.

Yamato alzò un sopracciglio.

Avevo quasi quattro anni quando nascesti. I nostri genitori erano già in crisi allora. Ma pensavo che un fratellino avrebbe migliorato la situazione. Eri uguale a me.”
Yamato si perse nei ricordi, sospirando.

Sei cresciuto bene, sai?”

Non mi ricordo di nessun fratello. Devi scambiarmi con qualcun altro.”sussurrò minacciosamente Takeru.

Ho cancellato la memoria di tutti quelli che mi avevano conosciuto. La tua…quella dei nostri genitori, che da un pezzo s’erano separati…Dei miei compagni di classe, del mio professore di basso. Era come se non fossi mai esistito.”
”Aveva conosciuto anche me e Taichi”sorrise mestamente Sora. “In un parco giochi, quasi vent’anni fa. Non c’eravamo scambiati mai una parola, ma io e Taichi giocavamo con lui sempre. Vincevo, naturalmente, io.” Rise ai ricordi. “Yamato me l’ha fatto ricordare solo poco tempo fa.”

Taichi spalancò gli occhi dalla sorpresa.

Sora, tu…sapevi che era il fratello di Takeru?” mormorò senza fiato Hikari.

Sì, lo sapevo.”

Era per questo che volevi mi mettessi con lui? Perché era il fratello del tuo amore? Così da stare noi quattro sempre insieme?”
”NO! No, certo che no! Io voglio solo che tu sia felice, amica mia…Sapevo che vi sareste innamorati sul serio. E avete un ottimo angelo del cuore”

Arrossii per il complimento, assieme a Hikari. Nessuno dei due, comunque, negò l’ “innamorati sul serio”.

E poi cos’è successo?”fece Takeru, sconvolto.

Yamato gli si avvicinò, scompigliandoli i capelli.

Quel semplice e fraterno gesto sembrò scuotere internamente Takeru.

L’armonica”

Yamato sorrise.

Suonavi sempre l’armonica quand’eri triste.”

Tu piagnucolavi e basta” Yamato gli fece la linguaccia, divertito.

Takeru l’abbracciò di slancio.

A-adesso…ricordo…ogni cosa”

Fratelli.

Come me e Jun...

Come Hikari e Taichi.
Come loro, eppure strappati via.

Era strano vedere due persone con caratteri così diversi…fratelli. Avevano lo stesso…sangue, e gli occhi, e i capelli, e l’anima.

Yamato ricambiò l’abbraccio.

Volevo venire a Chicago anche per vedere come te la passavi, fratellino”

Avevi undici anni. Eri venuto a trovare me e la mamma, dopo le prime lezioni di basso. Non ti capacitavi di non saper andare ancora sciolto con gli accordi. La macchina non ti vide.” continuava Takeru, quasi febbrilmente.

Lo sguardo di Yamato si fece vitreo.

Avevo un angelo della musica. Espressi il desiderio di diventarlo anch’io”rispose semplicemente.

Perché non me l’hai mai detto?”
Yamato alzò le spalle, indicando Sora.

Se avessi cancellato la vostra memoria…Sarei potuto tornare indietro così. Ti sarei diventato amico, anche se nell’animo…Avrei saputo sempre che per me eri molto, molto di più, fratellino. Ma è evidente che quel gesto non è bastato.”
Rivolse un’occhiata d’astio profondo al capo.

Non importa. Per me puoi cambiare aspetto, amore, davvero non m’importa” fece Sora, accarezzandogli una guancia.

Neanche a me. Resterai mio fratello, comunque…adesso che ti ho ritrovato…Anche se…non pensavo che bastasse la magia a farmi dimenticare di te.”
Takeru non riuscì a continuare per l’emozione. Hikari lo fissava mesta.

Era un altro tipo d’amore, quello necessario per romperlo, Takeru. Non ti rimprovero proprio niente, anzi…perdonami di essere sparito, se puoi. Ma non sono mai stato un angelo dello sport, non avrei mai potuto aiutarti direttamente e farmi vedere.”

Eri negato per lo sport.”
“Ma almeno io ho una bella voce.”

Mi sentivo un tale idiota, non avevo capito niente. Tutto quel dolore...Tutto quell'amore...Sapevo davvero di cosa si trattava?

Hikari abbracciò suo fratello, ancora, in lacrime. Lui le strinse le mani, forse pensando a cosa sarebbe successo se l’incidente fosse capitato nella famiglia Yagami.

Anche lui ricordò improvvisamente di quel ragazzino biondo totalmente incapace a giocare a pallone.

Sora…Takeru…Taichi…mi dispiace” sospirò Yamato. “Avrei dovuto cambiare aspetto e tornare tempo fa, ma mi avreste creduto?”
Sora lo baciò sulle labbra con dolcezza.

Stupido, cambia aspetto e torna immediatamente sulla Terra.”
Il capo sembrava essersi acquietato.

Se le cose si mettono così, io non obietto nulla.”
”Non ce ne sarà bisogno.”
A parlare era stata una voce estranea al gruppetto che si era creato.

Ma non a me.

Jun!”

Mia sorella fissò tristemente il capo.

Mi dispiacerà molto perdere due angeli in un colpo solo, ma se è questo che volete…”si appoggiò a Mimi, stanco.

Come, due angeli?” urlai, sgomento.

Mi trasformo in coppia con te,Yamato.” sussurrò Jun, rossa in viso.

Yamato sospirò.

Che c’è di strano, che avete da guardare?”continuò, cercando di dissimulare l'imbarazzo e la tristezza.

Stupida…stupida scontrosa pazza isterica d’una sorella!”le strillai. “Perché devi sacrificarti tu?! Che c'entri?!”

Modera i termini!”

Ecco, ricominciavamo a litigare e picchiarci.

Perché voleva trasformarsi?! Non l’avevo quasi mai vista parlare con Yamato, non poteva essere…

Jun, lo sai che non potrò mai ricambiarti.”

Oh.

No.

No?

Mi tornarono in mente le parole di Miya e Ken. L’amore c’era eccome, tra gli angeli. Io dov'ero, mentre mia sorella...

TU SEI INNAMORATA DI YAMATO?!”le vomitai contro, in un impeto di rabbia.

Non me l’aveva mai detto.

Non l’avevo capito.

Come potevo definirmi un angelo del cuore?

Mi sarei autodeclassato all'istante, all'inferno.

Jun abbassò lo sguardo, piangendo.

Quante pietre preziose, sulla Terra.

Lo so, Yamato, lo so. Ma so anche che non voglio più vederti così. Se stai con lei…Sei felice. Allora che importa se sono infelice io? Chi ama davvero desidera solo che l’altro sia felice. È una frase gettonata sulla Terra, e forse è vera. Tu lo sei quando ti trovi con lei?”

Yamato strinse la mano di Sora.

Come mai in tutta la mia esistenza.”

Beh, mi sembra che non ci sia più niente da discutere, no?” finse maldestramente di essere allegra. Proprio come se avesse detto: “Oh, lo sai, Daisuke, oggi quella ragazzina mi ha sbriciolato tantissimi biscottini addosso!”.

Sora le prese le mani.

Grazie”

Jun arrossì.

Solo una cosa…”

Baciò improvvisamente Yamato sulle labbra.

Scusa. Ma…volevo sapere cosa si prova.”
Lui le asciugò le lacrime.

Non potrò mai sdebitarmi abbastanza.”

Il saperti…sereno…mi basta…credo. Mi basta. Almeno...Fino a domani.”

Taichi le rivolse uno sguardo, consapevole che condividevano lo stesso triste destino.

Troverò un umano più bello di te!”sorrise “Qualcuno che ami disperatamente e follemente solo me!”
”Sarà così”sorrise Yamato, felice. Spudoratamente felice.

Cretina.

Era troppo semplice scappare senza spiegare.

Jun tirò su col naso.

Fratellino”

Mi aveva anche fatto piangere.

Idiota.

Vattene, se è questo che vuoi!”le gridai, risentito.

Lo capirai anche tu, un giorno.”
Mi abbracciò, ma la respinsi.

Lei sospirò.

Mi mancherai anche tu, Daisuke”

Fece un cenno al capo, che schioccò le dita e li fece sparire, assieme a Sora, Yamato e Taichi.

Furibondo, ero ancora in lacrime.

Stupida sorella squilibrata.

La nostalgia si stava già impossessando di me.

Ma i miei problemi non erano finiti.

E adesso, passiamo a voi”

Il capo era palesemente stanco, eppure comprendeva che Hikari e Takeru esigevano delle risposte.

Takeru era ancora visibilmente emozionato per la gioia di aver ritrovato Yamato.

Strinse Hikari tra le braccia, ma lei non sembrava ricettiva. Era come…svuotata.

A quanto è salita l’affinità, capo?”

Lui sorrise e Mimi sembrava raggiante.

100%!”

COSA?!”

Spiccai un balzo fenomenale, abbracciando Takeru e Hikari quasi in una morsa.

Cento. Cento... CENTO!

Vero amore al 100%!

La sensazione di aver concluso la prima missione quasi brillantemente, seppur per un breve istante,scacciò il pensiero di Jun.

Siamo schedati?” mormorò Hikari atona.

Più o meno. Diciamo che dopo l’ultima notte…”

Takeru sorrise, Hikari arrossì vistosamente.

È stato tutto merito tuo, vero?”

Si rivolse a me, con un’espressione indecifrabile.

Certo! Sennò quella macchia sparita, la voglia di andare improvvisamente al camping…”
”Come sospettavo.”

Hikari si prese il volto tra le mani, allontanando Takeru.

Quindi tutto quello che credevo di avere con Takeru è solo una tua creazione. Non siamo mai stati altro che marionette.”

Lo disse in tono estremamente calmo, glaciale.

Oh, no! Le cose non sono così semplici, no!”
”Hikari” esclamò Takeru. “Anche se fosse, conterebbe davvero?”
Vedendo la sua espressione truce,Takeru si corresse. “Voglio dire…Magari eravamo davvero destinati a incontrarci! Magari ci siamo incontrati in quel parco da piccoli, accompagnando i nostri fratelli! Lui…non ha fatto altro che darci una mano!”
”Giustissimo!”
Però, avevo sottovalutato quel ragazzo!

Cosa fai, ora parli tu di destino? Non è destino! È...lui.”

Credo si riferisse a me.
Il capo sospirò.

Hikari” fece il capo, seriamente. “Non creiamo noi i vostri sentimenti. Li portiamo solo alla luce.”

Hikari ricacciò una lacrima.

NO! È tutto finto! Per una volta, UNA, credevo che andasse tutto bene! Credevo di conoscerti, e invece capisco che non sei altro che un estraneo che mi hanno fatto incontrare e…E poi, guarda mio fratello! Portate davvero gioia? Amore?”
Hikari scoppiò in singhiozzi.

Takeru cercò di stringerla a sé, per calmarla, ma lei strillò, fuori di sé, di lasciarla andare.

Portatemi a casa…Portatemi solo a casa…Vi prego”

Si accasciò per terra, portando le ginocchia alla fronte.

Takeru la fissava impotente.

Innamorato.

La loro affinità non sarebbe mai più scesa. Avrebbero potuto mascherarla, negarla, assecondarla, ma mai estirparla. Mai più.

Ma Hikari non voleva ammettere di essere perdutamente innamorata di lui. Irreversibilmente.

Aveva paura che fosse tutto finto, e la capivo. Non voleva stare a sentire la verità, cocciuta com’era. Non erano un sogno le carezze di Takeru e i baci che s’erano scambiati la notte precedente. Takeru era entrato intensamente in lei, in tutto quel che esisteva per lei.

Anche Ken e Miyako erano angeli.” Disse il capo.

Evidentemente voleva convincerla che l’amore trova sempre il modo di percorrere la propria strada. Sortì l’effetto contrario.

Hikari sbiancò. “Anche loro...”

Non c’era verso di farla ragionare.

Con un ulteriore schiocco di dita, fummo a casa di Takeru.

Alla vista del letto sfatto,Hikari deglutì e ricacciò le lacrime.

Notai che Yamato era tornato al suo posto nella foto.

Hikari prese in fretta le sue cose, cercando al più presto l'uscita.

Scappare...Ancora? Scappi ancora da me e dai tuoi sentimenti?”

Non provare a fermarmi. Non provare a seguirmi. Voglio solo...uscire.”

Hikari corse disperatamente, raccogliendo alla bell'e meglio i propri averi. Quel vestito così bello...Il suo candore era andato via quando era stato gettato a terra.

Quella notte era andata via con l'alba.

Hikari stava andando via da Takeru.

Era testarda…Cosa c’era di più vero e forte dei sentimenti che provava lei? Nulla, e lo sapeva. Era la prospettiva di essere stata ingannata da Sora e Miyako che più di tutte l’imbestialiva, suppongo. Oltre all’infinitesimale dettaglio costituito da me.

HIKARI!”
La chiamai, volando verso di lei.

Aveva il volto rigato di lacrime, che cercava fieramente di nascondere.

Non hai già combinato abbastanza disastri? Allora è per questo che né con Mark né con David aveva funzionato! C’eri tu!”
”No, non era stato predisposto nessun angelo per voi, segno che il termometro dell’amore non li aveva nemmeno presi in considerazione.”

Ma io sì! Ora mi verrai a dire che non esiste nemmeno un'anima, giusto?”
Takeru correva verso di noi, evidentemente convinto a tentare ancora.

Lasciami andare. Lasciami andare lontano da lui!”

NO! Tu lo ami, maledizione!”
”Ah, perché adesso deciderai così, vero?”

Hikari! Cerca di capire! Lo avresti amato comunque…Ho solo accelerato i tempi per non farvi incontrare tra venti, trenta,quarant’anni! L’avreste rimpianto tutta la vita…”

Meglio un amore vero e stile ‘L’amore ai tempi del colera’ che una finzione del genere!”

Non dire sciocchezze! Come potrai dimenticare tutti i giorni passati con lui?”
”Non erano
veri! Erano frutto della tua bravura, lo ammetto! Complimenti, puoi davvero fare carriera! La prossima volta, però, se vuoi un consiglio, evita di farti scoprire…”
“Non fare la stupida! Tu lo ami! Guarda in faccia la realtà! Non avresti mai, MAI, fatto l’amore con lui, altrimenti!”

Per Hikari fu come ricevere uno schiaffo.

Takeru ci aveva appena raggiunti, col fiato corto.

Io…io non lo amo. NON LO AMO!”

Lo fissò disperata, facendo intendere tutto il contrario.

Lui le rivolse uno sguardo triste.

Io sì, invece...”mormorò, ma così piano che nemmeno Hikari lo sentì.
”Takeru, io…non posso dimenticare questa storia…Lo capisci, vero? Lo capisci?”
Takeru la prese per le spalle.

NO! NON LO CAPISCO AFFATTO! Perché te ne frega così tanto? Va bene, esisteva lui, e quindi? Io so che quello che è successo stanotte, che quello che ho provato negli ultimi sette mesi non era assolutamente falso! Non m’importa se le occasioni le ha create lui…Se non le avessimo colte noi, non sarebbe nato niente. Io ho scelto te. La mia anima ha voluto la tua.”

La baciò con rabbia.

Lei lo scansò.

Se ora scappi... Da me, da quello che c’è stato in questi mesi...Non tornare indietro, Hikari. Puoi andartene, allora. Non credo di avere più niente da dirti”

Lei non ribatté. Corse via, fuori dai cancelli, diretta verso il suo studio.

La lasci andare così? Ma se la ami!” gli chiesi, non sapendo più che pesci prendere.

Certo che hai combinato un bel casino, ma credo di esserti in qualche modo debitore” mi disse lui.

A te non da fastidio sapere della mia esistenza?”
”Certo che sì”mi rispose, adirato. “ L’aver saputo di avere un fratello…di essere circondato da angeli…di averla incontrata per questo…non credo farebbe felice nessuno. Ma ora mi ricordo di Yamato, come ho pianto e ho smesso di mangiare per settimane quand’è morto. Ricordo dell’angelo che mi aiutò quando non riuscivo a centrare bene il canestro. I miei sentimenti per Hikari sono di una semplicità e di una forza tali da disarmare anche me, che credi? Non mi era mai successo. Neppure con Véro. Solo che adesso Hikari è sconvolta. Vorrei che capisse che non si è innamorata di me per causa tua, ma che tutto quel che è successo tra di noi è stato anche grazie a te. E per farlo, deve stare da sola. Io credo che ci saremmo incontrati comunque, no?”

Annuii.

Non posso però sapere quando vi sareste incontrati.”

Takeru sospirò.

Tu sai anche del contratto, vero?”
Annuii ancora. Me l'aveva detto Ken.

Andrai davvero a Los Angeles, Takeru?”



Scusate il ritardo, davvero. L'università mi distrugge con i suoi orari(per esempio, domani ho lezione dalle 9 alle 20!), ma sono felice come non lo ero da molto tempo ^^ Magari non si dedurrà da questo capitolo, ma è così xD
Gomen nasai se non rispondo celermente alle recensioni, ma grazie a tutti ^^ Siamo agli sgoccioli, stavolta sul serio o_O Il 27 è un numero che mi è sempre piaciuto, e originariamente i capitoli dovevano essere proprio ventisette, ma poi la mia mente malata è arrivata fino a trenta...C'est la vie =P Finalmente le cose per Yamato e Sora sono risolte,
deo(mihi xD) gratias. Deve solo sbrogliarsi l'ultimissimo intoppo :)
Non mi odiate troppo, sapete che non amo il dramma se non è fine all'happy end ;)
A presto! (si spera entro fine novembre xD)

HikariKanna

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Capitolo 28
*** Omnia vincit amor... ***


 

 

“Febbraio è un mese di languori, il cuore del mondo è greve, ignaro ancora dell'inquieto aprile e del vigoroso maggio.” (William Somerset)

 

Angeli del Cuore

 

“Le vecchie miniere del Klondike registrano un'impennata di pietre preziose, fatto raro; per di più, la scoperta in questo periodo dell'anno...”
Miyako afferrò il telecomando, interrompendo il flusso di parole del giornalista.

“Ti ha licenziata?”
“Non esattamente. Me ne sono andata io, e comunque sarebbe stata una questione di giorni. Oh, Daisuke, come puoi essere stato così...”
“Miyako, basta. Non vedi quanto si senta già in colpa?”
Rivolsi a Ken uno sguardo di pura gratitudine, afflosciandomi sul divano di casa loro.

Febbraio era arrivato da qualche giorno, e di certo non c'era un clima meno adatto di quello per...come si chiama? Ah, San Valentino.

“Non le hai parlato?”
“Non sente ragioni, Daisuke. Continua a ripetere che l'abbiamo ingannata tutti...E' più testarda di me, quella ragazza!”
“E ce ne vuole”commentai, con umorismo funereo.

“Solo Ken può apostrofarmi così, non ti permettere.”(Ken, intanto, mi faceva segno che non era vero, che in quei giorni governava solo lei, ufficialmente sempre a causa degli ormoni.)

“Comunque sia,” intervenne Ken, prima che la moglie lo scoprisse a confabulare con me alle sue spalle “non ne possiamo parlare in eterno, senza agire. Qual è la tua situazione, Daisuke?”
“Sono tornato un angelo dello sport.” confessai.

Miyako si morse un labbro.

“Ma non puoi comunque osservarli, dico bene?”
“Mi hanno visto. Anche se non sono più il loro angelo del cuore, ormai per me sono come i bambini.”
“Ne sei sicuro? Normalmente, dopo un po', questo effetto non dovrebbe...”
“Dopo un po', Ken. Sicuramente, non prima di un paio di mesi...Il tempo di finire un'altra missione come angelo dello sport, e non dovrei essere più visibile nemmeno per loro. Stando a come la pensa Hikari, probabilmente anche prima.”
Mi presi la testa tra le mani.

Ero andato da Ken e Miyako per sapere se almeno loro avessero mantenuto i rapporti con Hikari, ma la mia mossa si era rivelata un buco nell'acqua, l'ennesimo.

 

 

In fondo, non era male essere tornato angelo dello sport. I bambini, si sa, sono menti semplici, soprattutto i maschi. E Mike sembrava un bambino a posto, sì. Wu, però, che mi sedeva affianco sulla mia nuvola, non ne era convinta.

“Ti ripeto che sto bene.”

“Siamo alla fase del rifiuto, viene dopo l'iniziale disperazione. È quasi banale, come reazione.” mormorò con fare esperto.

“Grazie tante, eh.”

Era inutile tentare di spiegarle che, nonostante mi arrovellassi il cervello, non c'era niente che potessi fare. Quindi, meglio non pensarci. Ma era davvero possibile? Quando succede qualcosa d'importante, quando vieni a conoscenza di cose ignote e poi sei costretto a ritornare sui tuoi passi, si torna veramente indietro? Potevo essere lo stesso angelo dello sport che badava a Reiichi?

Wu, nel frattempo, stava parlando, ma la mia mente era scollegata. Sentii solo l'ultima domanda, e mi accorsi di non essere stato molto carino nei suoi confronti. Dopotutto, non era tenuta a cercare, pur nel suo modo strambo, di consolarmi.

“...E se ti aiutassi?”
“Cosa?” Mi ero perso qualche passaggio, perciò andai a senso. “Aiutarmi anche con Mike? Hai già fatto troppo, pensa alla tua nuova missione.”
“Beh, non me ne hanno ancora affidata una.” Sorrise spensierata. “Perciò, posso aiutarti. Non penso che questo vada contro le regole, ormai il peggio è passato. Ma non mi stavi sentendo, vero?” Stranamente non sembrava offesa.

“Ehm...”
“Intendevo aiutarti con Takeru e Hikari.”

Non capii sul momento e rimasi fermo a fissarla con sguardo vacuo.

“Ehi? Daisuke?”
“Grazie, Wu!” tentai di sorridere apertamente, abbracciandola di slancio. “Ma come pensi di...”

“Vedrò un po' di osservarli per conto tuo. Ora levati di dosso, sei pesante.”

“Ti ricordi l'indirizzo?”

No, no, no. Non dovevo darle corda, non dovevo immischiarmi più. D'altro canto, però, s'era offerta lei...
“Sì, non era in Norvegia? Quel paesino sperduto dove...”
Wu”scossi la testa, alzando gli occhi al cielo. “Quelli sono Frida e Jyou, io mi occupavo di Takeru e Hikari.”
“Ah, già! E dove vivevano?”
“Ti accompagno fino ad un certo punto, dai.”
“Cos'è, non ti fidi?”
“No, no”mi affrettai a rispondere. “E' solo che il mio nuovo protetto, Mike, gioca a calcio in una cittadina vicino Chicago. “
“Calcio, eh?”
“E' un sollievo che non si tratti di basket, questa volta!”
“Sai, Daisuke...”cominciò, mentre volavamo sui tetti del Nord America.

“Sì?”
“Forse sei più adatto a fare l'angelo dello sport.”
“E' un complimento?”tentai di capire depresso.

“Quando ti occupavi di Ta...Ta...”
Takeru e Hikari.”
“Sì, esatto! Insomma, quando eri un angelo del cuore, eri molto...preoccupato, stressato, nervoso.”
“Era il mio primo incarico...ed anche l'ultimo.”

“Ma tu non sei così. Tu sei un angelo simpatico, mi piaci più adesso!”concluse sorridente.

Wu non si rendeva quasi mai conto veramente di quel che diceva. Imbarazzato, cambiai discorso.

“Forse hai ragione tu. Comunque, quello è lo studio di Hikari. E lo stadio dove si allena Takeru è quell'edificio lì, lo vedi?”
Indicai entrambi i luoghi alla mia amica, sperando con tutto il cuore che non annuisse tanto per fare. “Vado da Mike, ok?”
“Ti aggiornerò subito!” mi fece un saluto militare e svolazzò da Hikari. Sentivo che c'era qualcosa di sbagliato in tutto questo, ma cosa?

 

“Ciao, Daisuke!! Ti stavo cercando...mi aiuti ad allenarmi nei rigori?”

“Mike! Scusami, ero occupato con una mia amica...Certo, anche ora!” gli sorrisi, mentre ci dirigevamo ad un campetto vicino casa sua.

Mike era un bambino di otto anni che adorava già il calcio e che mi era stato affidato poco dopo il disastro. Non pensavo davvero di avere diritto ad un'altra possibilità così presto.

“E com'è questa tua amica? E' un angelo anche lei?”
“Sì, anche lei è un angelo.”
“E aiuta le bambine a truccarsi e tutte quelle cose lì?”
“Lei no, ma ci sono angeli di quel genere”ridacchiai, al suo evidente disgusto.

“E allora lei cosa fa?”mi domandò, iniziando a tirare un po' a casaccio.

“Non così, mira alla rete!”sorrisi, indicandogli un paio di tecniche. “Comunque, lei aiuta le persone a stare insieme.”
“Anche io e te stiamo insieme.”
“Intendo insieme come la tua mamma e il tuo papà. Quel genere di 'insieme'.”
“Oh.” Altro segno di ribrezzo. “ E fa fare tutte quelle cose sdolcinate?”
“Anche. Ma un giorno anche tu le farai, credimi.”
“Io no.”
“Ah, no? E vuoi stare da solo?”
“Io non sono solo. Ci sarai tu con me. O tu stai insieme ad un altro angelo?”mi chiese sospettoso.

“No, anche io sono solo.”
“E allora, vedi che è una fregatura.”
“Cioè?”

“Cioè, tutti quanti mi dicono che un giorno starò con una ragazza e farò quelle cose...bleah! Che fanno gli adulti.” Mentre parlava gesticolava, mangiandosi anche le parole.

“Giusto.”
“Però tu non stai con una ragazza, giusto? E così sarà per me!”

Ero affascinato dal modo in cui aveva già deciso cosa sarebbe stato del suo futuro e dalla solennità con cui lo diceva, ma non potei reprimere un sorriso.

“Sei ancora piccolo per credere che una ragazza possa essere speciale.”
“Oh, no, la mia amica Tina è speciale.”
“Vedi?”
“E' l'unica femmina speciale. E mamma. Mia sorella è scema. Lei e Ian stanno sempre appiccicati.”
“E' l'amore.” sorrisi piano.
“Perciò, io sposerò Tina, perché pure lei odia queste cose da grandi.”
Non potei fare a meno di ridere.

Chissà, tra qualche anno sarei anche potuto tornare un angelo del cuore e li avrei aiutati io ad innamorarsi.

Scacciai immediatamente quel pensiero dalla testa.

Non dovevo più pensare da angelo del cuore. Mai più.

“Allora...Ci alleniamo ancora, campione?”

Daisuke? Stai riposando?”
Balzai in piedi, spaventato.

“Pensavo fossi Chris!”
“Scusa se sono andata in giro per te!”
“Scusami tu, Wu, è stata una giornata stancante. Incredibile quanta energia abbiano i bambini!”

Wu sospirò.

“Ho fatto come mi hai detto, Daisuke. Ma...E' giusto? Forse la mia non è stata una buona idea.”

“Cosa intendi dire?”
“Tu non vuoi più fare l'angelo del cuore, no?”
“Anche volendo, non posso.”
“Rispondi alla mia domanda.”
Rimasi in silenzio, concentrandomi sulle sensazioni provate prima con Mike: doversi occupare di una persona sola, non dover macchinare niente perché i desideri di un bambino sono meno complessi, giocare, ridere, aiutare qualcuno che sa che esisti...Beh, anche Takeru e Hikari lo sapevano, oramai.

“No”dissi lentamente. “Avevi ragione, sto bene così.”
“E allora che t'importa di quei due? Voglio dire...E' una missione che non ti appartiene più.”
“Non capisci perché tu hai sempre avuto successo. Vorrei solo stessero insieme, perché è stata tutta colpa mia.”

Wu sospirò. “E va bene, come vuoi tu!”

“Ma dove sono Chris e Maya?”
“A giocare insieme? Sono giorni che non li vedo granché.”

Fece spallucce e continuò. “Sono andata da Hikari.”
“E...?”
“E' molto triste. E stupida e orgogliosa, da quello che so.”

“Abbastanza.”
“Era da sola a piangere, una scena molto allegra.”
Si fermò, arricciò le labbra, come se stesse selezionando le informazioni.

“Il suo studio è ordinatissimo.”
“Ordinato?”
“Sì, evidentemente avrà pulito e buttato molte cose. Ad un certo punto è arrivato un cliente, si è asciugata le lacrime alla bell'e meglio e si è data da fare.”
“Come ci si aspetta da lei...”
“Se m'interrompi in continuazione, mi dimentico cosa ti voglio dire!”

Alzai le mani in segno di resa, lasciandola continuare.

“C'era...Un mazzo di rose nel cestino. E lei ha mormorato qualcosa sul San Valentino.”
“Forse...”

Mi zittì con un'occhiata truce.

“Forse erano da parte di lui, sì. Poi lei ha risposto al telefono, anche se in verità era un messaggio registrato. Era un messaggio strano, l'interlocutore era in silenzio. E c'è rimasto un po', stavo per andarmene annoiata, finché non s'è sentito un sospiro e non s'è sentita la voce di lui dire '...Non mi hai dato il tempo di dirtelo di persona, un mese fa, ma oggi, per quanto sia un cliché, volevo dirti che ti...'. Poi lei ha riattaccato.”

Sospirai.

“Bel 14 febbraio.”

“Hm, per gli standard umani direi di sì”annuì Wu. “Lui sta peggio di lei. Sono andata allo stadio, tutti quanti lo criticano perché non riesce ancora a dare il meglio di sé in campo. E poi, pare si dovrà trasferire, ad aprile, a meno che non ci siano i play-off, o una cosa del genere, credo.”

Wu, ti ringrazio, sei stata davvero gentile.” le sorrisi triste. “Ma hai ragione su tutta la linea, io...forse dovrei smetterla di preoccuparmi. Non è più affar mio, giusto?”

“Giusto.” Wu annuì con fervore, sbattendo anche le ali.

“Parlerò con Sora e Yamato, cercherò di far agire loro. Ma ti prometto che è l'ultima cosa che farò per loro.”
“Io non ne ricavo proprio niente, nel bene o nel male, Daisuke. Lo dico per te. È triste vivere pensando a qualcosa che non puoi cambiare e che non dipende da te.”

Mi pizzicò il naso, lei era avvezza a queste manifestazioni di affetto.

Daisuke.”

S'interruppe; era arrivato un nuovo angelo a chiamarmi.

Non riconoscevo la sua voce, era un nuovo arrivato?

Era alto ed aveva i capelli lunghi; qualcosa in lui mi sembrava familiare...ma che...?

“Sì?”
Doveva essere un novellino, un altro angelo femminile lo seguiva in silenzio.

Il sorriso di Wu si spense all'istante e rimase immobile come un pezzo di ghiaccio.

Wu?”
Le sventolai una mano davanti agli occhi; nessuna reazione.

Wu?!”

L'angelo si schiarì la gola, sussurrando qualcosa a malapena udibile.

“Scusa, non ti ho sentito. WU!”

La scossi, ma si ritrasse, stavolta sorridendo.

“Cos'hai da ridere?”
“Rido anche per te, ci sarà bisogno di qualcuno allegro che ti compensi.”

“Eh?”

Ma che diavolo andava blaterando?

Si asciugò delle lacrime agli angoli degli occhi-aveva preso a ridere convulsamente, o forse a piangere, o tutt'e due- e suggerì:”Ascolta quel che ti vuole dire, no?”
Gonfiai le guance indispettito.

“Se è uno scherzo per tirarmi su il morale, beh, non è divertente!”

“Ascoltalo.”Ripeté Wu con dolcezza, scrutando l'angelo femminile. Non avevo mai visto nemmeno lei, a ben pensarci.

“Scusala, è matta. Avanti, dimmi. Che vuoi da me, ehm...”
“Chris.”mormorò in un soffio.

Ed era solo per questo che rideva? Solo perché aveva lo stesso nome del mio baby angelo?

“Pensa, è il nome del baby angelo che...”
Che aveva i suoi stessi occhi?

Mi voltai di scatto verso l'altro angelo.

I capelli di Maya?

“Ok. Che stregoneria è questa? Somigliate troppo a due baby angeli che conosco.”
“Smettila di far l'idiota e di far finta di non capire.”mi apostrofò Wu con apparente leggerezza. “Mh, eri più carina da piccola, Maya, ma non si può certo dire che tu sia brutta. Bene. Chris, ora tocca a te. La vostra nuova nuvola in che zona è?”

“Smettila tu di prenderti tanta confidenza! Come fai a conoscerli, non li hai mai visti!”
Daisuke, sono io, sono Chris. Solo che adesso parlo in maniera corretta, senza storpiare nulla.”

Aggrottai le sopracciglia.

“Mi stupisci sempre, e, credimi, detto da me è più che è un complimento. Hai pensato a diventare umana con lui?”sentivo Wu parlottare concitata con l'altro angelo, pressoché sconcertata dall'apparente cordialità di Wu.

Ma era un atto puramente passivo; la mia mente era rivolta all'elaborazione di quelle quattro frasi.

Chris?

Cominciai a sbattere le palpebre confuso.

E capii.

Solo una dolorosa domanda affiorò alla coscienza e trovò esecuzione:”Perché?”

Mi rispose Maya. Adesso lo capivo, quella... Maya.

“Volevo crescere. Lui mi ha seguito. Tutto qui. È stato...un gioco.”
“Un gioco? UN GIOCO?! Sapete che non potete più tornare indietro? Che è la crescita a rendervi infelici e insoddisfatti e...e tristi, e arrabbiati, e...IMBECILLI! INCOSCIENTI! E tu, tu sei stato molto più stupido di lei!”

Daisuke, dubito che gli altri angeli vogliano essere messi al corrente della crescita di Maya e Chris. Smettila di strillare. È un fenomeno normale. Tu stesso non sei rimasto allo stadio baby.”Intervenne Wu, interponendosi tra me e il mio...

Il mio...

“Io l'ho fatto per Jun, ma era mia sorella di nuvola!”

“E io l'ho fatto per Maya.”sussurrò dolcemente Chris, prendendole la mano.

Se fossi stato umano, avrei vomitato all'istante.

“Hai scelto lei? Ridicolo, avreste potuto continuare a giocare per sempre.”
Wu sospirò. “Proprio non ci arrivi. Ragazzi, andate a trovarvi la vostra nuvoletta. Su, forza! Dagli un po' di tempo, Chris...Non è un bel periodo per lui.”aggiunse sottovoce.
“Per quello che vale, ora che ti ho deluso...”cominciò lui ad occhi bassi. “Ti ho sempre considerato il mio fratello di nuvola adottivo.”

“Mi fa piacere.”
Daisuke, io...”
“Vai da Maya, no?”

Chris sospirò. Ma era un sospiro diverso...troppo gutturale, troppo forte, troppo triste. Troppo grande.

Evidentemente Wu gli fece un cenno; voltato com'ero, sentii solo il fruscio d'ali.

“Ah, la primavera.”

“Teoricamente non è ancora inverno?” chiesi abbastanza frastornato.

“Ah, sì? A quanto sembra, ancora per poco.”
“Già.”

Rimasi in silenzio, sentendo Wu canticchiare qualcosa. Mi stava dando sui nervi.

Wu...”intimai, ma lei riprese.

“Non l'hanno fatto contro di te. Stai pensando che tutti ti hanno tradito, vero?”

Sospirai rumorosamente-e il mio sospiro, ora, era così simile al suo. Era così che mi vedeva? Così grande? E ora così alla pari?

“Forse.”dissi lentamente. “Mi sento oppresso. Chris mi diceva sempre tutto, e...Non me ne ha parlato. Non pensavo che l'avrei mai visto grande.”
“Dovresti aver capito che l'amore può tutto, no?”
“Non credevo di certo a quell'età!”
“Ha forse un'età l'amore?”
Rimasi in silenzio; lei mi pizzicò il naso.

“Troppo tempo per pensarci, alunno Daisuke! O piuttosto, non è che ti dà fastidio che ora non puoi più insegnargli niente? Sai, molti hanno la sindrome da 'allievo-che-supera-il-maestro' e...”
“Tu credi diventerà umano? Che avrà una famiglia, dei figli, che invecchierà...che...
morirà?”

Avrei sopportato di non vedere più Chris? Tuttavia, avrei sopportato di vederlo così?

Wu fece spallucce. ”Che invecchierà...che morirà? Chi lo sa, nessuno lo sa, nemmeno il capo, temo. E, comunque, che ti ho detto prima?”

“Che sono un idiota?”sorrisi debolmente, riconoscente degli sforzi che stava facendo per me.

“A parte. Non è triste vivere pensando a qualcosa che non puoi cambiare?” si citò, appoggiando il capo sulla mia spalla.

“Tu come lo sapevi? Che Maya si sarebbe trasformata, intendo.”
“Io so sempre tutto, Daisuke.”
“Dico sul serio.”
“E sono anche sempre seria. Caratteristica che mi permette di dire sempre quel che penso con toni diversi, così qualcuno pensa che io stia scherzando e non mi dà troppa retta.”

“Qualcuno come me?”
“Chi lo sa.” ripeté. “Se per 'qualcuno come me' ti riferisci a un angelo che non ha minimamente pensato che anche io sto nella stessa situazione per Maya e non strepito, beh, forse sì.”
Ci misi qualche secondo a capire il senso della sua risposta.

“Ehi.”
I suoi occhi erano altrove, molto lontani.

Le strinsi una mano impacciato, a mo' di consolazione.

“Scusami, sono un egoista. Ma come fai ad essere così straordinaria? Non hai pianto per Maya?”

“Hai già riempito tu il Klondike, non provare a piangere anche per questa storia.”osservò in tono leggero.

Uff.”Sì, mi ero un po' commosso. E mi era venuta voglia di vedere la nuvola di Chris e Maya. Forse...forse era quella di Miyako e Ken.

“Oh, quanti piagnistei! Su, asciugati.”
“Insensibile.”
“Non si tratta di questo, è che le mie lacrime le ho spese tutte tempo fa.”
La dolcezza e la finta noncuranza con cui lo disse mi scatenarono un'ignota voglia di abbracciarla e darle conforto.

“Dev'essere dura vedere tutti attorno a te felici e con qualcuno accanto.”disse con tono distaccato.
“Non è solo quello. È che non capisco la totalità dell'amore. Ken e Miyako vogliono un figlio e diventano umani. Maya vuole provare a crescere per gioco, Chris la segue per paura di perderla. Sora  e Yamato hanno sfidato tantissime regole. Takeru non è più lo stesso in campo, Hikari è ordinata sul lavoro. Come può...”
“Te l'avranno detto tutti, ma...Un giorno, proverai tutto questo. E ti chiederai come hai fatto a vivere finora senza quella sensazione. Prima di allora, di acqua sotto i ponti ne dovrà passare.”

“Ma quando? Quando? Parlo sempre di amore, e poi mi arrabbio quando ne vedo i frutti.”
“Ma va, sei solo un po' geloso.”
“Geloso? Di Chris?”

“Si può essere gelosi dei propri amici, perché no?”
“Però l'amicizia è un sentimento più libero dell'amore.”
“Fino a un certo punto. Daisuke, parla con Chris, sono certa che ti vorrà spiegare tutto dal suo punto di vista.”

Affossò il viso nell'incavo della spalla.

“Non dirò a nessuno che stai piangendo per Maya.” Le feci l'occhiolino, ma non se ne accorse.

“Idiota.”
“Ripetitiva.”
“Impiccione.”
“Svampita.”

“Imbranato.”
Mmm...piagnucolona.”
“Grazie alla tua esitazione vinco io! E comunque lo sei di più tu.”

Scoppiai a ridere, grato.

“Gli parlerò, promesso.”
“Che me ne faccio io delle tue promesse?!”Esibì una linguaccia, volando via.

“Non deprimerti troppo, Daisuke!”
“Nemmeno tu!” le gridai di rimando.

 

Daisuke, non vuole parlare nemmeno con me.”
“Figurati con me, le ricordo troppo Takeru e sono la persona che ha reso infelice suo fratello.”

Sora guardò Yamato, sforzandosi di sorridere.

“Vorrei tanto aiutarti...”cominciò. “Ma come?”

“Mi viene in mente solo un'idea.”replicai con una smorfia. “Però...”

“Di parlarle attraverso Taichi, giusto?”commentò neutro Yamato.

Annuii.

“Tanto vale aspettare una scorpacciata di carne alla brace da parte di Hikari.”

“E se parlaste con Takeru?”
Yamato fece spallucce.

“Io gli parlo ogni giorno. Ma di Hikari non vuol sentir parlare, Daisuke. La ama, ma ha anche un dannatissimo orgoglio. Lei ha gridato che non lo vuole più e, anche se Takeru e noi tutti sappiamo benissimo che non è vero, lui ha deciso di rispettare la sua decisione.”
“Scappando a Los Angeles?”

“A volte è più semplice.“

“Ma tu non sei scappato.”

“Non potevo.” replicò con dolcezza Yamato, stringendo la mano di Sora.

“E allora che si fa?”

“Si fa in modo che Hikari legga i giornali sportivi. O che guardi questi servizi in tv.”

Dal televisore, una cronista esaltata spiegava tutti i presunti dettagli del trasferimento ai Lakers della stella Takeru Takaishi.

“ Al momento, la squadra si sta preparando per il famoso All-Star Weekend. Se i Chicago Bulls non dovessero passare ai play-off, la nostra città si troverà costretta a dire addio alla stella nipponica? Continuate a seguirci e lo scoprirete!”

Yamato spense la tv.

“Non puoi manovrare le partite per far rimanere Takeru fino alle finali, Daisuke.”

“Tecnicamente potrei, ma mi declasserebbero anche stavolta. Dobbiamo fare in modo che Hikari venga a sapere del trasferimento. Devo...”
Mi afflosciai sul divano. “Non posso.”
“E' diventata più di una missione, a quanto pare.” osservò Yamato con pacatezza.

“A volte capita.”intervenne con decisione Sora. “La regular season finisce ad aprile, e dubito che i Chicago Bulls passino.”

Yamato la guardò scettico. “Da quando ne capisci di basket?”

“Guarda che io sono una persona sportiva.”dichiarò scherzosa Sora. “Sei tu l'artista maledetto.”
Yamato sorrise incredulo.

Daisuke, credimi, faremo in modo che Hikari venga a sapere del trasferimento di Takeru. E sono sicura...”Sora si strinse a Yamato “che capirà. È testarda, come il fratello, ma sa riconoscere i propri errori.”
“Forse, però, lei non sta sbagliando. Forse, l'amore dev'essere una cosa spontanea. Forse, noi non abbiamo nemmeno ragione di esistere.”sospirai.

“Ma esistete. Ed esiste l'amore, spontaneo o indotto che sia.”
“Pare proprio che l'amore vinca tutto, eh?”

Yamato baciò Sora su una tempia, e non ebbi bisogno di risposte alla mia domanda retorica.

 

Come sempre, scusate l’attesa e grazie per tutto. Grazie per la pazienza, per le vostre recensioni, per i vostri consigli, le critiche, i suggerimenti…So che può sembrare che io abbia abbandonato questa povera fanfiction a se stessa, ultimamente, ma vi garantisco che non è così. Ho solo tanti, tanti, tanti esami da fare, in primis, e tante situazioni da gestire. E, purtroppo, sono sempre scrittura e fansub a soffrirne. Inoltre, l’ispirazione è una bruttissima bestia, che una volta viene e cento se ne va, e ovviamente quando viene o è periodo di esami o si è a lezione. XD C’è da aggiungere, nello specifico, che questo capitolo molto triste non ne voleva proprio sapere di uscire…Pensate che in origine doveva chiamarsi Spaccacuore. Poi il mio animo romantico(che ultimamente tutto è tranne romantico) ha preso il sopravvento. XP Insomma, non disperate, le imprese di questi due avranno la loro giusta fine nel prossimo capitolo…Dovrete aspettare veramente poco, dal 13 luglio sarò ufficialmente in vacanza e  prima della mia partenza per Barcellona ci vorranno quasi due settimane, che posso dedicare, tra il fancazzismo e il turismo di Roma fai-da-te, a Takeru e Hikari <3 Non preoccupatevi, sono una spudoratissima amante dell’happy ending u.u Ma dev’essere un po’ movimentato, altrimenti che gusto c’è?

Vi ringrazio ancora una volta (vi amo dal profondo ç_ç) per tutto il sostegno ^^

HikariKanna

PS:Mike e Tina vengono dal mio nuovo amore, la coppia Tike di Glee(come per Tina, è stato amore a prima vista con gli addominali di Harry Shum Jr. <3)

PPS:L’ All-Star Weekend è una manifestazione dell’NBA che si svolge a febbraio J La regular season finisce a metà aprile circa, poi ci sono i play off e poi le finals(fonte di tutte queste informazioni mio fratello, al grido di guerra e indignazione:”Se devi scrivere una delle tue storie sull’NBA, almeno informati prima, visto che i Chicago Bulls non vincono praticamente mai da Michael Jordan!” Diciamo che è stato lui a convincermi che Takeru dovesse trasferirsi a Los Angeles.XD)

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Capitolo 29
*** ...et nos cedamus amori ***



Angeli del cuore


Oggi l'ultima partita di Takeru Takaishi con la casacca dei Chicago Bulls. La squadra, purtroppo, reduce da una sfortunata stagione, non è riuscita ad accedere ai Play-off e-”

Hikari spense la televisione, sospirando rumorosamente.

Proprio oggi?”

La primavera era arrivata anche nella regione dei Grandi Laghi e aveva colorato tutto di una sfumatura rosata.

I cuori lasciavano finalmente spazio al calore e lasciavano via i ricordi invernali...Pensare che per Hikari era andata così al contrario. Un inverno pieno d'amore e calore, mentre il mondo fuori moriva, e una primavera smunta e pallida, quando tutti erano pronti a innamorarsi.

Un “27” faceva capolino da una delle lettere debitamente impilate sul tavolo, in ordine.


Happy birthdayyyyyyyy Hikari!”

Taichi aveva vissuto anni negli Stati Uniti, ma quando parlava in inglese non aveva perso una certa buffa inflessione giapponese. Terminata la canzoncina che riesce a rendere tutti gli umani stonati, Hikari gli sorrise, grata per il pensiero, con tutto quello che lui aveva per la testa...
“Taichi! Non eri in giro per il mondo?”
“Una cosa è dimenticare le pene di cuore, un'altra il compleanno della propria sorellina. Uff, quant'è diventato triste questo posto! Un po' di musica, invitiamo un po' di gente, festeggiamo!”
“E chi vorresti invitare?”
“Mah, il tuo ragazzo, Sora, Yamato, quei due ex angeli-come si chiamano?-, qualche altra amicizia che hai stretto nel fratt-”cominciò con tono noncurante il ragazzo.
“Non ci sarà nessuno, Taichi. E smettila con questa farsa, che altro ti ha detto Sora?”
“Che dovresti proprio partire per Los Angeles.”
“Di angeli ne ho visti fin troppi, ultimamente. Pensavo lo stesso valesse anche per te.”

A quell'accusa suo fratello sospirò. “Hikari, credo che il proprio compleanno sia un po' uno spartiacque, no? Pensa a quest'ultimo anno, sei davvero contenta di come sia andata? E ricordati...”Quando sei da solo con te stesso, non puoi mentire.”
“E questo chi te l'ha detto?”
Ma lui si limitò a farle l'occhiolino e scolarsi non si sa cosa tutto d'un fiato.

E comunque non sono sola.”
“Ma lo sei stata per così tanto tempo...”

Nemmeno tre mesi non sono poi così tanto tempo.”
“Dicono che le farfalle vivano un giorno. Non so se crederci, le vedo sempre tutte uguali. In effetti, però, potrebbero non essere le stesse e...”

Hikari lo fissava attonita. “Comunque, il punto era...Pensa, tutto quello che gli uomini vivono...In un giorno! Eppure le farfalle devono lottare affinché quel giorno sia splendido. Altrimenti saranno morte invano, non pensi? Sì, credo che la morale della favola fosse questa.”
“Non mi sembra così drastica la mia situazione.”
“Cos'hai che ti frena qui?”
“Beh...Tu...E poi...”

E poi gli amici che non vuoi nemmeno oggi?”
Hikari avvampò.

Taichi la baciò sulla fronte.

Il mio regalo è quest'informazione : La partita è alle 16.”


Ma le 16 erano davvero un brutto orario, no? Tanto per cominciare, alcuni studenti nemmeno erano rincasati. E poi, era ancora troppo presto, c'era chi si riposava dopo pranzo...E poi, c'erano querce che stavano per crollare.

Hikari uscì di casa(io ero debitamente nascosto su degli alberi, anche se, riflettevo tristemente, non c'erano comunque possibilità che mi vedesse, dato che ero passato ad un'altra missione) nel primissimo pomeriggio, e si diresse al parco.

Quel parco, con quella quercia.

Quercia che stavano per sradicare.

Tutto intorno all'albero secolare vi erano delle gru e macchinari strani di cui Hikari non sospettava nemmeno l'esistenza, figuriamoci saperne il nome(e, ad essere onesti, nemmeno io).

La mia(no, non più affar mio, mi ripetevo) protetta sbiancò, evidentemente attraversata da una tempesta di emozioni.

Cosa ci facevano tutti lì?

Perché lei non sapeva di quest'evento?

Anche da angelo, non ripeterei mai il salto spaventoso che Hikari compì, oltrepassando le transenne e qualunque ostacolo si frapponesse tra lei e l'albero.

Arrivata al tronco, con gli operai che scavalcarono con fatica tutto, Hikari tese le mani come ad abbracciare l'albero, e pianse, cadendo in ginocchio.

Pian piano, per sfuggire agli uomini, si arrampicò in alto, dichiarando furiosa che non sarebbe mai scesa di lì.

Uno degli operai si grattò la testa, palesemente confuso.

Signorina...La prego, cerchi di capire. Io sto lavorando.”
Ma Hikari era un fiume in piena, come prima di conoscere Takeru.

Anche io. È mio dovere proteggere quest'albero. È molto più vecchio anche dei suoi prozii.”
L'uomo sospirò. “Deve fare anche la stessa fine, purtroppo. Senta, davvero, non l'ho deciso io di costruire questo nuovo parcheggio, perciò, che ne direbbe di scambiare due parole con chi si occupa di urbanistica o, in ultima analisi, col sindaco?”
“Sì, certo, e poi una volta allontanatami, lo abbattereste senza un solo scrupolo.”

A braccia conserte, Hikari ricacciò indietro qualche lacrima.

Nel frattempo, s'era radunata una certa folla, incuriosita dalla “novella Pocahontas”.

Cos'è, hai scoperto che tua nonna non è un salice ma una quercia?”

Ehi, ma quella non è una tizia che usciva con Takeru Takaishi?”
A quest'ultimo commento, espresso con nonchalance da una ragazzina, Hikari si prese la testa con le mani, non volendo sentire una parola di più.

Ma io ero lì, e sentivo l'umore di quegli uomini peggiorare rapidamente.

Ti aspetti che il tuo amichetto ti venga a prendere? Da Los Angeles? Facci il piacere, carina, spostati.”
A nulla valsero gli strilli di Hikari quando un altro uomo la prese di peso(lui era almeno il triplo di lei) e la fece cadere rovinosamente a terra.

La quercia cadde, distruggendo una panchina(avevano anche calcolato male la traiettoria del crollo), distruggendo le-forse-ultime speranze di Hikari.

Hikari, imbambolata, passava frenetica dal fissare la quercia al quadrante dell'orologio.

E poi iniziò a correre.


Bambina, che succede? Non ti hanno fatto entrare facilmente?”

Hikari si appoggiò con i palmi sulle ginocchia, spossata. “No, no, io, non...Voglio dire, loro sono...Oh!” Strinse i denti, superando la stanchezza. “Dov'è?”

E Natsuko sapeva già chi.

Temo che tu abbia l'orologio regolato sull'orario di Tokyo, tesoro. È possibile, dopo tutti questi anni che vivi qui? Mio figlio è già in volo. È partito all'istante dopo la partita, gli stavo giusto impacchettando alcune cose che s'è dimenticato. È incredibile come sia partito leggero, non lo aveva mai fatto prima.”
Hikari represse a stento un sorriso.

La prego, mi dia il suo indirizzo, la prego. Io...”
“Beh, ce ne hai messo di tempo per capire che lo ami.”

Hikari tirò su col naso, asciugandosi anche gli occhi e annuendo.

Che tenerezza, non riesci ancora a dirlo.”
Hikari deglutì.

Lui ancora non lo sa. Voglio che sia il primo a...a saperlo.” Riprese fiato. “Grazie! Mi auguri buona fortuna!”

Corse via come una forsennata.

Aspetta! Fatti accompagnare da qualcun-”

E' già andata. Cascata in pieno.”
Natsuko si voltò lentamente verso chi aveva parlato.

No, io direi solo tanto innamorata.”

Hai convinto tu Takeru a trasferirsi a Los Angeles?”
“Le mamme hanno sempre i loro ascendenti sui figli, ricordatelo.”
“Perché?”
“Cosicché lei possa fare quel che può in tempo. Non come me.”
“A volte ci vuole solo un po' di coraggio, vero?” sussurrò Hiroaki prendendole la mano.


Restava da vedere come Hikari avesse intenzione di attraversare metà degli Stati Uniti.

Una volta uscita da casa Takaishi(persino gli adorabili cani erano atterriti dalla sua veemenza), si fermò ad aspettare un autobus, cercando di riprendere ulteriore fiato.

Un momento...Ma quella...

Hikari?!”
Di Miyako uscì prima la sporgenza del ventre.

Miyako”

Hikari non sapeva bene dove guardare.

Miyako poteva avere mille difetti(anzi, li aveva di sicuro), ma non era un essere capace di portare rancore.

Buon compleanno, tesoro!” le gridò, seguita da un più pacato augurio da parte di Ken.
La abbracciò con tutta la grazia di cui era capace in quelle condizioni.

Miyako...La quercia. La quercia è caduta. Miyako, io...Scusami.”cominciò a piagnucolare Hikari.

Oh, no, non ci pensare. Avrai tutto il tempo per piangere se non riesci a raggiungerlo. Nel migliore dei casi, ti ripeterà tutti i giorni della sua vita quanto sei stata stupida.”
“E nel peggiore?”

Te lo ripeterai tu da sola, fino alla fine dei tuoi giorni. No, no, non piangere. Cielo, quando sei diventata così femminile e sentimentale, su?”

Suo malgrado, Hikari ridacchiò.

Non so come arrivare a Los Angeles.”

Ken guardò verso di me e poi sorrise a Miyako.

Bene.”fece lei. “Dov'è quell'imbecille di un angelo quando serve?”

Ehi, ma...

Non avrebbero potuto comunque vedermi, però tanto valeva fare un tentativo.

Dagli alberi su cui mi ero nascosto scesi dolcemente.

Daisuke...”
Hikari si buttò ad abbracciarmi, profondendosi in scuse anche con me.

Mi potrai aiutare ancora, Daisuke?”
Se era in grado di vedermi, allora...

Sì, la missione non è finita. E poi sono io quella che non è sveglia.”sbadigliò una figura a me nota.

Wu!”

Voglio venire anche iooooo!”strillò felice.

Non qui in mezzo alla strada!”sibilò Ken, nascondendo Hikari che, a vista dei passanti, abbracciava il vuoto.

Non sei carina a inferire che, data la mia figura a mo' di balena, io basti a coprirti del tutto. Spostiamoci.”ordinò perentoria Miyako.


Rimane solo un piccolo, minuscolo, infinitesimale problema. Come le attraverso più di 1700 miglia?”

Mi schiarii la voce.

Devo finire la mia missione, no? Wu, tu che ne pensi?”

Siamo in missione per conto di Hikari!” canticchiò Wu, una volta che ci fummo spostati dietro dei palazzi.

Hikari le sorrise grata, forse pensando anche a Frida.(*)

E quindi?” borbottò spiccia Miyako. “Buono tu”intimò al suo pancione.

Hikari, non soffri di vertigini, vero?”

Hikari scosse la testa alla mia domanda.

Scambiai un cenno d'intesa con Wu e rapidamente la sollevammo insieme, in modo che nessuno guardasse la manovra e giurasse di aver visto umani volare.

Hikari lanciò involontariamente un urlo.

Per distrarre dei passanti incuriositi, anche Miyako, rimasta a terra, iniziò a urlare come un'ossessa.

Ken la fissava atterrito.

Amore, brava, ma basta, altrimenti penseranno che sono un criminale.”

Ken! Ken! Mi si sono rotte le acque!”
Hikari sgranò gli occhi.

Non dovremmo scendere?”
“C'è Ken con lei, sperando che non svenga per l'emozione. È un po' in anticipo, comunque. Mai che quella donna stia tranquilla.”Borbottai.

Pensiamo a far nascere altri bambini nell'immediato futuro!”gongolò Wu, facendo arrossire Hikari. “Pronta a viaggiare a velocità celestiali?”
Poiché non abituata, io e Wu addormentammo Hikari con la polvere Morfeo.

Arrivati a Los Angeles, non avevamo idea di dove potesse essere la nuova villa Takaishi.

Dici che Takeru è già arrivato?”
“Non ne ho idea, sai che in “calcolo dei fusi orari umani” ero un disastro!”

Wu sospirò.

Andiamo in aeroporto.”
“Oh, no! Scordati la scena all'aeroporto, è troppo
cliché!”
“Chi se ne importa!”
“No, no! L'ho sempre odiata, nei film umani.”

Borbottai: “Oh, e va bene. Allora andiamo in aeroporto, controlliamo le uscite e poi seguiamo la macchina fino a casa sua, d'accordo?”
Mi stampò un bacio sulla guancia. “Braaaavissimo!”
“Al capo non capitano queste stronzate.”(**) mormorai cupo, ma appena si girò verso di me sorrisi. Dopotutto, non si poteva tenerle il broncio a lungo.


Takeru non aveva una bella cera, era pallido, tirato e visibilmente provato dagli eventi degli ultimi tre mesi.

Una volta chiarita la destinazione, io e Wu precedemmo il taxi e lasciammo Hikari, ancora addormentata, davanti al cancello.

Takeru pagò il taxi, prese la valigia e...strabuzzò gli occhi.

Quando la macchina si fu allontanata, cercò automaticamente in alto con gli occhi qualcosa, forse me.

Ma io e Wu ci eravamo nascosti di nuovo, e avevamo-d'accordo, lei- calcolato che l'effetto della polvere sarebbe finito in tre...due...uno...
Come da previsione, Hikari scattò in piedi. Si guardò confusa i vestiti e si ravviò i capelli, terrorizzata di come le sembrassero scompigliati al tatto.

Poi lo vide.

La sua espressione mutò drasticamente in un sorriso nervoso. Tentò di articolare più volte qualcosa, ma alla fine riuscì a dire solo: “Ciao.”
“Ciao. Che dici, mi fai entrare in casa?”
Hikari, sbalordita dall'accoglienza, si scostò. La casa sembrava di recentissima costruzione e quindi mai abitata.

Non-non posso entrare?”
“Se insisti” Takeru fece un gesto noncurante verso l'ingresso.

Hikari lo costrinse a voltarsi, prendendolo per un braccio.

La smetti? Potresti anche chiedermi che ci faccio qui, tanto per cominciare.”
“Che ci fai qui?” ripeté inespressivo, posando un borsone a terra.

Sono...”Hikari cercò di raccogliere l'esiguo coraggio che le restava. “...qui perché la quercia è caduta.”
Takeru finalmente variò l'espressione del viso.

Quercia?”
“L'hanno abbattuta alle quattro, mentre tu giocavi. La..
nostra quercia.”
“Non pensavo avessimo qualcosa di
nostro.”

E Ayame, allora?”
“Che ci fai qui?” ripeté Takeru, ma stavolta era una vera domanda.

La...La quercia. E t-tua madre e il m-mio...”
“Hikari, qualunque cosa sia, temo che tu sia un po' in ritardo, no?”
Hikari inspirò profondamente, evitando i suoi occhi. “Sarei in ritardo a Chicago, ma qui il fuso orario è diverso. Siamo due ore prima, no?”
Takeru, a braccia conserte, non la interruppe.

Perciò, qui, il mio “ti amo” arriva in tempo. Forse.”
Takeru le alzò il mento, quasi rude come i primi tempi.

Dimmelo guardandomi negli occhi.”le soffiò.

Dicono che poche cose siano veramente difficili da pronunciare, ma quel che Hikari disse fu così spontaneo e semplice che sembrava non potesse dire altro.

Ti amo.” riprese fiato, continuando a guardarlo negli occhi, evitando quasi di sbattere le ciglia e perdere anche solo per una frazione di secondo il contatto visivo.“ La quercia è caduta, e con essa l'odio.”
“Io non ti ho mai odiato. Ma...Ok, che c'entra mia madre?”
“Lei mi ha detto dove fossi.”
Takeru digrignò i denti. “Tipico di chi è felice in amore. Credono di poter risolvere anche i problemi altrui.”

E poi, sei un gran maleducato.”
“...Scusa?” Takeru sembrò sinceramente stupito della piega della conversazione.

E' il mio compleanno, ok? Sì, puoi farmi gli auguri quando ti pare, magari anche ora. Io un regalo te l'ho fatto, e il minimo che tu possa fare è ricambiare, no?”
“Beh, il tuo regalo era un bacio...”
“E ti chiedo solo una risposta.”

Non mi hai fatto domande.”

'Ti amo' è l'unica frase affermativa che esige una risposta. Non si sfugge, anche se non è una domanda.”

Hikari si arrotolò una ciocca di capelli, diventati lunghi per i suoi standard, nervosa come mai l'avevo vista.

Takeru le si avvicinò con una scatolina in mano.

Visto che insisti tanto, avevo pensato a questo come regalo.”

Gliela porse.

Era forse un anello?
Non ci potevo credere. Lui era partito, sapendo di avere ben poche possibilità di rivederla, dicendo addio ad una donna che amava tanto, eppure le aveva comprato un anello. Dopo mesi che non si sentivano.

E' proprio amore” sorrise dolcemente Wu.

Hikari dovette aver pensato la stessa cosa, poiché aprì il prezioso oggetto offertole con aria sognante.

Semi?” chiese Hikari perplessa.

Ok, scherzavo. È...amore per il giardinaggio?”

Wu...”

Dai, sdrammatizzavo!”

Takeru rise di cuore.

Semina. Poi raccoglierai. A volte è il miglior metodo per avere risposte.”
Nel giardino che separava il cancello dall'ingresso, Takeru raccolse una vanga, e gliela pose.

E' quasi sera e io ho attraversato metà continente, lo sai?” Hikari rischiava l'esaurimento nervoso, vedevo le mani torcersi a velocità inaspettate.
“Idem. E allora?”
“E allora?! C'è che speravo che...Argh!”
Takeru le si avvicinò di nuovo.

Desideri davvero così tanto passare tutta la vita con me?”le chiese con voce bassa e seria.

Hikari inspirò profondamente.

Non mi sarei fatta trasportare da un angelo, altrimenti. Hai idea di quanto sia scomodo?”

EHI! Scusa tanto se non sono come i vostri voli in prima classe!”
“Perdono” Hikari mi fece un cenno con la mano, con cui poi sfiorò il viso di Takeru.

Ah, ecco dove siete!”
Io e Wu gli rivolgemmo un cenno di saluto.

Volete anche i popcorn, per caso?”ironizzò Takeru.

Oh, no, ci sono indigesti. Noi ci nutriamo di sogni e-”
“Wu.”la richiamai.

-e sentimenti, e-”

Wu.”
“Oh, insomma, poi parli della tua dieta, d'accordo?”
“Non gliene frega niente.”
“Ah. Beh, Takaishi, dacci dentro con la dichiarazione, se pensi che sia più interessante del mio nutrimento!”

Hikari sospirò, sorridendo piano. Takeru riprese a parlare.
“Nei primi tempi, avevo anche pensato ai diamanti, dopo quella sera...che continuo a considerare la più bella della mia vita, per inciso...ma alcune mie fonti sostengono che non è affatto vero che un diamante dura per sempre, poi si trasforma in grafite. Ma regalarti una matita dicendo che è per sempre...Era una cosa un po' da bambini. E ho pensato a quella quercia e a te sola, sempre...”

Hai ceduto dopo poco. E io che pensavo di dover far peggio per riconquistarti!”
“Non c'é già stato troppo orgoglio? E se non si avverano nemmeno i desideri che esprimi il giorno del tuo compleanno, beh...”
“Se pianto questi semi, sai che cosa rappresenteranno?”
Takeru scosse la testa, fermandole le mani e baciandole.

Tutto il mio amore. Per sempre. Ovunque in me.” Allora fu lei a stringergli le mani, portandole al viso, al collo, al cuore.

Il nostro amore, no?”

Persino Ayame, trasportato in una cesta, miagolò il suo assenso.

Hikari sorrise, arresasi una volta per tutte, e si guardarono ardentemente negli occhi per qualche secondo.

Mi schiarii la voce, ottenendo una gomitata pazzesca da Wu.

Non hai già fatto abbastanza danni, tu?” mi domandò Takeru, irritato per l'interruzione.

Ed e Nat, partiti prima di Takeru, erano già lì da un giorno a sistemare la roba del signorino, e non sapevano che anche quelle di Hikari erano in dirittura d'arrivo, grazie a Miyako, che-me lo raccontò poi Ken- gli dettò tutte le istruzioni anche in travaglio.

Dovreste essermi solo grati.”Cominciai. “Comunque...Se vi va, possiamo piantare noi angeli i semini, così voi vi dedicate un po' a voi stessi. D'altronde, ora che anche Chris è cresciuto, posso sempre chiamar-”
Hikari baciò dolcemente Takeru sulle labbra, ignorandomi palesemente.

Oh, sì, grazie Daisuke, tu sì che sei un angelo gentile e premuroso!”cominciai.

Non ti preoccupare”intervenne Takeru, prendendola per mano e tirandosi su le maniche. “D'ora in avanti, con un po' di fortuna, ce la faremo da soli.”

Come volete, ingrati.”

Daisuke!”

Hikari mi sorrideva ansiosa.

Dimmi pure.”
“...Grazie ancora.”

Dovere.” Le sorrisi di rimando.

Mentre mi allontanai volando, sentii Hikari che rimproverava Takeru, dicendogli:“Hai comprato dei semi di quercia? Per Los Angeles?”

E lui rispondeva: “L'altro albero era una quercia!”
“Sì, ma...Non eravamo esposti a tutti questi UV! Non è il suo ambiente naturale!”
“Ok...EDDIE! Andresti a comprarci dei semi di palme?”
“PALME?Per simboleggiare amore eterno?”
“Amore mio...Preferisci i cactus?”




(*) “Siamo in missione per conto di Dio” è una famosissima battuta de “I Blues Brothers”, il film preferito della madre di Frida.

(**) Altra battuta cinematografica, ripresa da Notting Hill.

Dicono che per ogni cosa vi sia una ragione, e ho cominciato a credere che davvero sia così(sarà l'influenza delle CLAMP, ormai XD). Piccolo inciso per scusarmi di nove mesi di assenza...Questo capitolo è stato davvero un parto. E' incredibile, poi, come cambi il mondo-e di conseguenza la tua visione delle cose- anche in un solo giorno XD Buon 2013 in ritardo(e stavolta è l'ultimo anno che affronto con Angeli del cuore ç_ç)!

In questi mesi, sono sopravvissuta ai Maya e ad altre piccole, grandi catastrofi, e ho vissuto cose bellissime. Tutto questo è confluito in questo capitolo.

Capitolo che ha visto innumerevoli versioni, tutte bocciate XD 'Troppo cliché'(fa molto Melody di “Basta che funzioni”), 'Troppo lungo', 'Troppo melenso'...Eccetera, eccetera. Spero che la versione definitiva vi piaccia, io mi sono divertita un mondo a scriverla XD Soprattutto di Wu!

Come al solito, un immenso “Arigatou” a voi tutti ^^ Sono arrivata a quasi 200 recensioni, e per me è un assoluto miracolo :') I discorsi strappalacrime li allegherò al prossimo(e ora posso dirlo...ultimo!) capitolo, l'epilogo. Continuate a tifare per Takeru e Hikari(e i loro cactus) anche quando(si spera a breve) questa storia sarà finita, kudasai XD

HikariKanna

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Capitolo 30
*** Epilogo ***



Angeli del cuore


Epilogo

To believe I walk alone

is a lie that I've been told...”

A Marco...Per quel 1 settembre

e innumerevoli altri giorni insieme.



No, no, no. Non esiste proprio.”
“Beh, ogni promessa è debito. Ed è il mio matrimonio, quindi vinco sempre io.”

E' anche il mio matrimonio. Dai, se non vuole...”
“No, no.
Io sono la sposa e io decido.”

Wu, secondo te la mangia?”

Lei mi diede una gomitata per intimarmi di star zitto. Aveva una strana espressione sognante.

Non trovi che sia fantastico?”

Cosa? Che Sora si sia ricordata quella vecchia promessa? Tanto Hikari non toccherà quella carne, te lo dico io.”

Che Yamato e Sora si siano sposati. Che siamo qui a testimoniarlo, in comunione con degli...”qui strabuzzò gli occhi e le venne un attacco di riso. “...umani! Non è incredibile?”

Gli esseri umani sono incredibili”dissi stiracchiandomi pigramente sull'albero e vedendo Hikari salvata da Takeru.

Non trovi che Hikari sia un po' troppo abbronzata? E poi sta mangiando troppo per i suoi standard!”

L'unico che vedo grasso è quel bambino. Capisco la maternità, ma Miyako esagera come sempre.”

Uffaaaaaaaa!”gridò tutto d'un colpo, rotolandosi su un ramo e oscillando pericolosamente.

Ma sei impazzita?! Che ti prende? Non c'è nemm-”

Perché sono tutti abbronzati tranne meeeeeee?!”

Mi salvai da una caduta rovinosa solo grazie alle ali.

Wu, ti è forse sfuggito il fatto che sei un angelo?!”
“Oh, senti, siamo a Los Angeles a un matrimonio estivo, è normale che ci pensi! Uh, guarda, le mini palme.” disse calmandosi d'un tratto.
“E' un gran bel posto. Ci credo che Yamato e Sora abbiano deciso di sposarsi qui.”

Poi una voce mi distrasse.

Ciao, fratellino.”

Jun!”

Scesi dall'albero e abbracciai mia sorella.

Ehi, piano con queste smancerie. Wu.”fece un cenno anche a lei, alzando un bicchiere a mo' di brindisi.

Com'è la vita da umana?” chiese lei con una sfrontatezza che avrei voluto avere io.

Oh, beh, sai...”Jun si voltò verso Yamato e Sora. “Non è poi questo granché.”ammise. “Tuttavia, sento di essere stata molto più utile così. E questo val-”

La successiva mossa di Wu non l'ho mai capita, né tantomeno feci in tempo a vederla. A tutt'oggi, lei sostiene che sia stato un incidente.

Fatto sta che il bicchiere di Jun si rovesciò completamente su David e io e Wu eravamo di nuovo sull'albero. Jun si guardò inebetita cercandoci attorno, e solo dopo si rese conto della mia gaffe.

Oh! Io...Non so come sia potuto accadere! Io...io...Oh! Scusami!”

David era stato invitato per volere di Takeru, che aveva approfittato del matrimonio del fratello per radunare tutta la sua ex squadra. Sì, persino Anthony che ci provava con le damigelle.

E ora David, l'ex fiamma di Hikari, guardava Jun abbastanza inebetito-due secondi prima era da solo con un bicchiere in mano, e ora era vicino a quella sconosciuta bagnato di champagne.

Temo di aver combinato lo stesso.”e indicò i capelli di Jun, ora una massa informe al sapore di alcool.

I due si guardarono per una frazione di secondo, scoppiando a ridere. “Jun.” “David. Sei sempre così affascinante o è l'effetto dello champagne?” “E tu fai sempre così il galante?” “Effetto champagne”confessò lui, indicandosi la giacca. “Magari ne prendiamo un altro, eh, Jun? Solo che stavolta lo beviamo in compagnia.”

Lei alzò gli occhi verso il nostro albero e fece un occhiolino a Wu.

Scusa, che cos'era quello sguardo d'intesa? C'è qualcosa che dovrei sapere?”
Wu si limitò a sorridere sorniona. “Bel ragazzo. Ahhh, se solo fossi umana...”
“No! Di trasformazioni ce ne sono state fin troppe!”

Wu sorrise.

E pensare che tu avresti voluto che m'innamorassi di Yamato.”
“Come lo sai?! Sei una veggente?”
“Sono un angelo femmina. Posso e so taaante cose. Perché poi non me l'hai detto?”
Deglutii imbarazzato. Per la prima volta, non riuscii a sostenere il suo sguardo.

E' che...per te...”

Oh, andiamo! Non ti sarai preso una cotta per me?”

Mi diede uno strattone.

Ehi!”

Quanto sei carino quando ti preoccupi per me. Oooh, non trovi meraviglioso l'ammmmore?”

Wu guardò Sora lanciare il bouquet, che arrivò dritto dritto nelle mani di Hikari, scatenando l'ilarità di Takeru e il rossore di lei, che ora stava usando il bouquet come arma contundente.

Sora e Yamato...i tuoi preziosi Hikari e Takeru. Guarda anche Taichi lì, con quella ragazza. Ma chi è?”

Dopo un fischio di approvazione, continuai: “Non ne ho idea, ma se fossi umano anche io...Uh!Ma quelle abbandonati lì non sono auguri di Véronique e Steve? E...guarda!, c'è una lettera anche da parte di Frida e Jyou. Takeru ha fatto un annuncio al mondo, figurati quando si sposerà lui.E' quello che indica il bouquet, no?”

Wu ridacchiò. “Oh, sì. Quante me ne hanno fatte patire Frida e Jyou...”
“Mai quanto loro.”indicai la 'famiglia Ichijouji'. Ken mi aveva confessato che Miyako voleva almeno altri due figli...Matta lo era sempre stata, del resto.

Hai strepitato molto più per Chris e Maya!”

Le feci la linguaccia, quando pensai... Tutti quegli umani felici. Pronti a difendere il loro amore a spada tratta. Come se l'intera vita dipendesse esclusivamente da quello. E , pensai guardando gli sposi e i testimoni ballare, per alcuni in realtà le cose stavano così. Inorgoglito, pensai che era anche merito mio.

Wu, non dovremmo andarcene?”
“Oh, anche a te sta dando fastidio non poter bere e mangiare? Io li invidiooo...Sembra tutto così buono.”
“Intendo...E' un matrimonio umano, noi che c'entriamo?”
“Daisuke, Daisuke, ma noi c'entriamo
sempre.”
“Anche se non possiamo capire i loro sentimenti?”
Tu non puoi capire.”rispose con leggerezza. “Ma forse perché non cerchi dove dovresti.”

Che significa?”

Wu mi guardò nello stesso modo di prima e, per la seconda volta, non riuscii a guardarla negli occhi. Aveva sempre avuto quello sguardo così...profondo?

Le migliori sono le ragazze della nuvola accanto.”mi strizzò un occhio, lasciandomi perplesso. “Però per una volta hai ragione, il dovere ci chiama.”


Ci verrete a trovare?”chiese Takeru, elegante come poche volte l'avevo visto. Beh, dopotutto era il testimone!

Guardai Wu, e con lei scossi leggermente la testa.

Vi osserveremo sempre, ma...Addio. Ora tocca a voi rendere bella questa storia d'amore. Probabilmente smetterete di litigare quando saranno cresciute le palme.”aggiunsi con un sorriso.

Hikari si asciugò una lacrima e Takeru le baciò una tempia.

Mi mancherai tanto, Daisuke. Ciao, Wu.”

E...grazie.” mormorarono insieme, finalmente insieme.

Wu si chinò a sussurrare a Hikari qualcosa all'orecchio, facendola diventare scarlatta.

Tranquilla, il segreto con me è al sicuro. Ma ora, per noi s'è fatto tardi. Sento quasi il termometro che ci chiama!Chissà cos'hanno in serbo il capo e Mimi per noi!”

Hikari e Takeru ci salutarono con un abbraccio impacciato, e poi si voltarono. Non appena ripresero a camminare, Takeru cominciò il terzo grado.

Quale segreto?”

Ogni cosa a suo tempo.”
“Quale segreto? Quale segreto?!”

Oh, dai, non cominciare!”

Guardavo Hikari e Takeru allontanarsi, battibeccando come sempre. Non riuscivo a muovermi.

Wu mi strinse con dolcezza la mano.

Mancheranno anche a me.”

Non mi vergognai a far uscire rubini, quella volta, appoggiandomi completamente a lei. In un lampo di improvvisa intuizione, capii che Wu ci sarebbe sempre stata. Rafforzai la stretta e, quando riuscii a mettere insieme qualche parola,le dissi con un occhiolino: “Io direi che dobbiamo andare avanti verso nuove missioni, sperando che ci emozionino come questa.”

Lei guardò mia sorella, mentre io fissavo con curiosità Taichi e quella ragazza che pareva ignota a tutti. Forse era la pasticciera della torta? Aveva uno strano ombrello giallo, oggetto bizzarro da portare ad un matrimonio estivo, e per di più in una città in cui non piove quasi mai.

Ho già una vaga idea sulle prossime missioni...Ce la faremo?”
Wu mi batté un colpetto sull'ala. “Ehi, tu, con chi credi di parlare?
Io non fallisco mai! Dopotutto, siamo o non siamo...”
E, all'unisono, esclamammo “Angeli del cuore!”





Ho sempre amato i numeri e le date. Anche se i miei studi attuali(e anche liceali)non sono affatto scientifici, questa è una costante nella mia vita. Ho una pessima memoria se mi si chiede di ricordare una cosa per l'indomani, ma in quanto a memoria storica sono imbattibile. Per questo, anche se l'epilogo è pronto da un bel po', ho deciso di aspettare il 1 settembre. Sette anni insieme. Mi sembra un miracolo, e forse lo è. Nel corso degli anni, tra il 31 agosto e il 1 settembre me ne sono successe di tutti i colori. Un giorno ero in un modo, e il giorno dopo ero l'esatto opposto, e non perché sia bipolare. Un giorno torni dal mare e il giorno dopo pubblichi una storia così, senza pensarci su troppo. Alcuni direbbero che 'era già tutto previsto', altri che era 'inevitabile'. Non potrò mai dimenticare quel che ha fatto anche Padme per me quel 1 settembre. Questo capitolo è soprattutto per lei. :)

Ed anche per chi crede profondamente nell'amore, e un po' nel destino con un pizzico di fortuna. Sapete, quando ho cominciato a scrivere tutto questo universo di angeli, umani, amore eccetera avevo appena iniziato il liceo. Era un'estate come tante, ed ebbi l'idea.

È inutile descrivere quanto in questi sette estati sia tutto cambiato, tra diploma, università, viaggi, lotte contro il peso, lotte nell'amore, prime volte di ogni genere.

Comunque, ringraziamenti, sciocchezze e sproloqui a parte, tutto questo, che poi è quel che accade a tutti(la vita), s'è dipanato anche tramite questa storia. Rileggendola un po' tutta per l'epilogo, la mia indole romantica vi ha rivisto un po' questi sette anni. E' ovvio che a voi lettori non arrivano tutti i rimandi che ogni scrittore dilettante mette di sé in una storia, ma vi posso garantire che tutte le sensazioni e alcuni avvenimenti sono accaduti e filtrati in un contesto angelico xD Sono sempre più Hikari, anche se il mio attuale Takeru(?) si trova a 500 km di distanza da me. E se nonostante questi continui rimandi a persone che hanno fatto parte della mia vita, se nonostante l'impressionante cambiamento di stile(eppure sono ancora ben lontana dalle mie speranze) questa storia vi è piaciuta almeno un po', non posso fare altro che ringraziarvi, davvero, dal più profondo. :) 200 recensioni vanno ben oltre le mie aspettative e speranze di allora.

Tuttavia, mi sento di andare fino in fondo e dirvi che probabilmente dopo questo non scriverò per un po' in questa categoria. Di idee ne ho tante, ma di tempo veramente poco... E onestamente non voglio più scrivere lasciandovi per mesi senza nulla. Non è un addio definitivo, ma ciò che più mi premeva era finire Angeli del cuore(pensate che l'ho messo tra i buoni propositi del 2013 a inizio anno xD)...E, per quanto mi possa suonare strano, questa è davvero la fine. Non della storia di Takeru e Hikari, ovviamente, né di tutte le altre che ho creato. Wu e Daisuke ne dovranno passare ancora...Ma forse è meglio lasciarli così. Gli inizi sono sempre la parte migliore delle cose, e la più faticosa. Anche le fini non scherzano mica! La vera storia è finita lo scorso capitolo, questo era più un epilogo per tirare le fila e dare una speranza d'amore un po' a tutti ;) Perché, in realtà, credo che dappertutto ci sia qualcuno sotto un ombrello giallo che ci aspetta, e spero che il vostro angelo del cuore vi aiuti a trovarla ;) Grazie di questi sette anni, a chi è parte e causa primaria di questa storia, ai miei amori ed amici che hanno contribuito a creare vari personaggi , a voi tutti per esserci stati. Sono cresciuta grazie a voi, e queste misere parole non esprimono quanto realmente sia in debito. Grazie, infinite volte grazie.

HikariKanna

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