Being human di Mahiv (/viewuser.php?uid=108064)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Smells like home ***
Capitolo 2: *** In your shoes ***
Capitolo 3: *** Shooting lessons ***
Capitolo 4: *** Bright lights ***
Capitolo 1 *** Smells like home ***
Smells Like Home
Una volta diventato umano, Castiel smise di indossare il suo solito
completo.
Non diede spiegazioni, e Dean non le chiese.
Lo capiva, in un certo senso. Era stato lui stesso a dire all'angelo,
quando ancora poteva essere chiamato tale, che senza quell'abito non
sembrava lo stesso.
E ora non lo indossava, come a dire che, sì, ormai non era
davvero più lo stesso, che aveva detto addio alla vecchia
versione di sè, e che avrebbe fatto i conti con il nuovo se
stesso.
Castiel, però, conservò il trench coat, ed in
più di un'occasione Dean lo sorprese a tenerlo in mano, o
semplicemente a guardarlo, con aria assente.
Ma non lo indossò mai.
Così, per un primo periodo, il Winchester decise di
rimediare alla sua mancanza di vestiario facendogli indossare dei suoi
vestiti, in quanto quelli di Sam gli stavano decisamente troppo grandi.
Castiel accettò quella soluzione con un cenno del capo,
senza dire una parola, ed il cacciatore quasi pensò che
potesse essere stato offeso dal fatto che non gli avesse rimediato dei
vestiti da poter considerare propri.
Ma una volta rimasto solo, l'angelo caduto fece un passo indietro,
lasciando la sua schiena cozzare contro la parete dietro di lui. Ed
inclinando leggermente il capo respirò il profumo che su
quella semplice maglietta a mezze maniche sembrava essere quasi
palpabile, sorridendone lievemente.
Sapeva dell'abitacolo dell'Impala, sapeva della giacca di pelle di
Dean, sapeva di polvere da sparo e birra.
Castiel ritrovò quel curioso ed inebriante profumo su di
ogni vestito che prendeva in prestito dal cacciatore, acquisendo quasi
l'abitudine di seppellire il volto nel colletto delle camicie, appena
prima di indossarle, e fare un respiro profondo.
E Dean lo colse sul fatto, un giorno.
Ma tutto quello che fece fu sorpassare Castiel e dirigersi verso la
cucina, fingendo di non aver notato nulla, e, mentre stappava una
bottiglia di birra, cercò di impedire agli angoli delle sue
labbra di piegarsi all'insù.
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Capitolo 2 *** In your shoes ***
In Your Shoes
Castiel non era poi così felice della sua nuova
necessità di riposare.
Da angelo si era sentito stanco, e durante l'estenuante guerra in
Paradiso di cui aveva dovuto sopportare il peso, lo era stato in ben
più di un'occasione.
Ma era una sensazione differente, era una stanchezza
differente.
Non era abituato a non riuscire a tenere gli occhi aperti, a dover
trascinare le membra mentre camminava, a dovere concentrarsi per non
far inclinare il capo in avanti quando stava seduto per troppo tempo.
I Winchester, più l'onnipresente Bobby Singer, gli avevano
ripetuto allo sfinimento che non appena avesse dormito almeno un paio
d'ore si sarebbe sentito meglio, ma l'angelo caduto non ne voleva
sapere comunque.
Aveva osservato il maggiore dei Winchester dormire più volte
di quante potesse ammettere, e spesso si era ritrovato quasi felice del
modo in cui, da addormentato, il cacciatore rilassava i muscoli
facciali, consentendogli di cogliere quello che doveva essere il vero
volto di Dean Winchester, sotto le preoccupazioni, le morti, ed i
tradimenti, ma nulla di tutto ciò gli rendeva più
congeniale l'idea di sperimentare il sonno su se stesso, ora che doveva
affrontarlo da umano.
La perdita di coscienza, il non essere in grado di sapere cosa si ha
attorno, il non avere consapevolezza di sè e di
ció che potrebbe star succedendo proprio a pochi passi da
dove si sta riposando. Non lo attirava affatto.
Per questo motivo Castiel se ne stava raggomitolato su di una sedia
accanto alla finestra della stanza di motel che condivideva con i
Winchester, dondolando leggermente per tenersi sveglio. Per lo stesso
motivo Dean stava minacciando di farlo addormentare con un pugno ben
assestato.
A quella minaccia ne seguirono molte altre, anche se mai messe in
pratica, e dopo vari minuti, al limite dell'esasperazione, Dean lo
sollevò di peso dalla sedia e lo trascinò vicino
al letto.
Il fatto che Castiel non riuscì a rimanere stabile sui suoi
stessi piedi, finendo per cadere seduto sul letto, fu un punto a favore
di Dean.
Allora Castiel cedette, forse grazie all'invitante richiamo del soffice
(ma neanche tanto) materasso fornito dal motel, e si lasciò
cadere all'indietro in modo che anche la sua schiena raggiungesse
l'anelato giaciglio.
Il maggiore dei Winchester rimase a guardare con cipiglio critico
quelle gambe rimaste a penzoloni oltre il bordo del letto,
dopodiché, alzando gli occhi al cielo, si abbassò
a portarle sul materasso accanto al loro proprietario già
dormiente, sistemandolo in una posizione più comoda.
Quella notte, il maggiore dei fratelli Winchester avrebbe potuto, o non
avrebbe potuto (a sentire la versione fornita a Sam) essere rimasto
sveglio fino a che una leggera luce non fosse filtrata dalle tende
giallognole della loro stanza, rimanendo seduto sulla stessa sedia
usata come trespolo dall'Angelo del Giovedì, o quel che
rimaneva di esso, poche ore prima, guardandolo dormire come era ben
consapevole l'altro avesse fatto con lui svariate volte.
Ed avrebbe potuto, o non avrebbe potuto (a sentire la versione fornita
a se stesso), aver compreso come l'angelo avesse potuto vegliare sul
suo sonno in tutte quelle occasioni senza trovarlo noioso.
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Capitolo 3 *** Shooting lessons ***
Castiel era impaziente di prendere parte ad una caccia, di
aiutare Sam e Dean nel loro lavoro, ma quasta volta farlo nelle vesti
di un cacciatore. Non avendo, però, il suo voodoo angelico,
e non essendo particolarmente ferrato nella lotta libera senza di esso,
il maggiore dei Winchester dichiarò che era giunto il
momento che imparasse ad impugnare una pistola, e possibilmente, ma
Dean non si faceva troppe illusioni al riguardo, un fucile, prima della
loro partenza.
Gli fece fare pratica sul retro del deposito di Bobby, posizionando
varie bottiglie vuote di birra o liquore sul cofano di un vecchio
rottame.
Come immaginava, Castiel sembrava una causa persa. Erano lì
da quasi un'ora ormai, e l'angelo caduto era riuscito solamente a far
tintinnare e traballare una delle bottiglie vuote di birra che il
Winchester continuava diligentemente ad aggiungere, nell'attesa.
Quindi Dean sospirò, avvicinandosi con aria esasperata e
spiegando qualche concetto sulla giusta posizione da assumere, e si
posizionò alle spalle dell'apprendista cacciatore, guidando
la sua mano, accompagnandolo passo per passo, parlando direttamente al
suo orecchio.
E Castiel, che fino a quel momento non era riuscito nemmeno a scalfire
una delle bottiglie, le centro tutte in una manciata di secondi. Dean,
compiaciuto, si complimentò con una pacca sulla spalla, e
continuò a guidarlo sempre meno, finchè l'angelo
caduto non fu in grado di colpire ogni bersaglio senza che lui lo
indirizzasse o gli suggerisse cosa fare.
Quando Dean, più che soddisfatto dei risultati ottenuti,
propose di fargli fare pratica con un bersaglio in movimento, quindi di
portarlo a caccia, la
caccia tradizionale, quella con cervi, o scoiattoli,
o...altri animali, spiegò, Castiel lo
guardò con l'espressione di chi ha appena assistito al
massacro di una famiglia di cuccioli di dalmata, affermando
che non poteva
sparare al cervo, perchè era una creatura di suo padre, ed
era pura ed incolpevole.
Quindi Dean si limitò ad alzare gli occhi al cielo e dargli
le spalle, rientrando in casa nascondendo un sorriso alla sua vista.
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Capitolo 4 *** Bright lights ***
Il 4 Luglio di quell'anno, Sam insistette per mostrare a
Castiel i fuochi d'artificio. L'angelo caduto non esteriorò
molto entusiasmo, inizialmente, affermando che, essendo una creatura
millenaria, aveva assistito a tali cerimonie innumerevoli volte, ma il
minore dei Winchester lo liquidò semplicemente con un 'non
da umano, Cas'.
E quella notte, Castiel si ritrovò a comprendere
ciò che quella frase significava.
Sam e Dean si sistemarono sul cofano dell'Impala, e l'angelo caduto si
sedette su un rado sprazzo d'erba, con la schiena poggiata alla targa
anteriore della macchina.
I tre cacciatori rimasero con lo sguardo puntato su quelle esplosioni
di luci e colori nel cielo, ognuno provando sentimenti differenti, di
fronte a quello spettacolo.
Riguardo a Castiel, sebbene avesse osservato questa abitudine umana di
festeggiare lanciando fuoco nel cielo in migliaia di occasioni, quella
volta, lo fece sentire piccolo.
Come un minuscolo essere che poteva essere spazzato via da quel fuoco
colorato in ogni momento.
Una volta che i festeggiamenti alla fiera di Sioux Falls finirono, i
fuochi artificiali terminarono con essa, e dopo una manciata di minuti
in religioso silenzio, il minore dei Winchester si congedò
con un sospiro, dando la buonanotte e rientrando dentro casa.
L'angelo caduto, però, non accennò a
voler tornare dentro, rimanendo con gli occhi puntati sul cielo.
Dean si accigliò leggermente, alle sue spalle, intuendo
quale poteva essere la natura dei suoi pensieri, e dopo un momento lo
chiamò, facendogli cenno di sedersi accanto a lui
sull'Impala, e gli confessò di sapere pressoché
nulla riguardo al cielo, le stelle, le costellazioni.
E quello sembrò funzionare, distrarlo, perché il
volto dell'angelo caduto si aprì in un lieve ma luminoso
sorriso, mentre prendeva posto accanto al cacciatore, affermando di
potergli insegnare, se avesse voluto.
E così passarono la notte, distesi sul cofano della
Chevrolet, le gambe un po' a penzoloni, con Castiel che raccontava la
storia di ogni stella, ed il maggiore dei Winchester che guardava quei
puntini luminosi con malcelata ammirazione, mentre l'angelo caduto gli
indicava con un dito di quale stella esattamente lui stesse narrando.
E Castiel parlò per ore, ed il cacciatore non si
sentì stanco di ascoltare nemmeno per un momento, non
distogliendo mai lo sguardo dal cielo. L'angelo caduto, invece,
guardò solo lui, narrando di corpi celesti e costellazioni.
E mentre Dean contemplava quelle piccole luci, apprendendo le loro
origini, Castiel contemplava lui, godendosi la sua espressione di
ammirazione ogni qual volta gli indicava una nuova stella, senza mai
togliere gli occhi da lui, non avendo bisogno di guardare il cielo per
conoscere le posizioni degli astri.
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