Akatsuki Gossip
Akatsuki
Gossip
Capitolo 2
Presentazioni
Cantilenando «Kisame-san è il nostro eroe!», Mimi e Susi
continuarono a saltellare intorno al ninja traditore della nebbia.
«Voglio ucciderle…» borbottò Itachi, al quale quelle
vocette allegre stavano provocando un gran mal di testa.
Nessuna delle due ragazze parve accorgersi di quelle
parole, mentre invece a Kisame non sfuggirono. Lì per lì fu tentato di scoppiare
a ridere, ma poi si trattenne, certo che altrimenti Itachi gliel’avrebbe fatta
pagare molto cara. Si limitò a sorridere, cercando inutilmente di impedire alle
giovani di fare tutto quel chiasso.
Attratto dal rumore che proveniva dall’esterno, Deidara
decise di andare a controllare. Una volta uscito, notò immediatamente che Itachi
e Kisame non erano soli.
«Itachi! Kisame-san! Com’è andata la vostra passeggiata?»
domandò allegramente.
Sentendo quella nuova voce, le ragazze si immobilizzarono.
Ebbero bisogno di qualche istante per assimilare le parole dette dall’ultimo
arrivato.
«Passeggiata?!?» esclamarono poi in coro, guardando da
Itachi a Kisame con aria interrogativa.
«Non eravate venuti al villaggio per ucciderci?» chiese
perplessa Mimi.
«No, e credo che Itachi-san sia stato un po’ scortese a
dire una cosa del genere…» rispose prontamente Kisame.
Susi tirò un sospiro di sollievo. Allora il villaggio non
era in pericolo. Non era affatto finito nel mirino dell’Akatsuki: quei due non
erano in missione, stavano solo facendo una passeggiata!
Solo allora, quando la situazione fu chiarita, le due
amiche si degnarono di guardare chi era la persona che li aveva raggiunti.
Videro dei lunghi capelli biondi, un occhio azzurro, e un ciuffo ben pettinato a
coprire l’altro occhio.
«Mimi-chan, quello è Deidara!» esclamò a bassa voce Susi,
afferrando l’amica per un braccio.
Mimi scambiò un’occhiata con Kisame, che le fece
l’occhiolino ghignando. La ragazza ghignò a sua volta, ricordando bene cosa il
ragazzo squalo le aveva detto poco prima riguardo a Deidara.
«Lo so Susi-chan, lo so…» rispose la ragazza, sfregandosi
le mani pregustandosi già un servizio fotografico coi fiocchi.
«Ma quelle due chi sono?» domandò improvvisamente il
ragazzo dai capelli biondi, come se avesse appena notato le due “intruse”.
Mimi e Susi si scambiarono un sorriso complice, poi si
schiarirono la voce. Kisame, intuendo cosa stessero per fare, si sbatté una mano
sulla faccia. Possibile che quelle due adorassero mettersi in ridicolo in quel
modo? Itachi, tenendosi sempre a distanza, assunse un’espressione sempre più
stizzita, segno che non approvava minimamente quel comportamento, né tanto meno
la bizzarra idea di Kisame di portare quelle due al covo.
Tra gli applausi di Deidara, le ragazze si produssero nella
loro solita esibizione di presentazione, terminando con la stessa posa finale
che aveva precedentemente sconvolto Itachi e Kisame.
«Davvero bravissime! Bellissima presentazione! Vediamo se
vi batto, hn!» il ragazzo sembrava euforico.
Deidara infilò entrambe le mani nella sua borsa d’argilla.
Quando le estrasse, le piccole bocche stavano modellando delle strane forme che
sembravano shuriken.
«Io sono Deidara, l’artista!» esclamò il biondo, lanciando
in aria gli strani shuriken d’argilla, che ricaddero in cerchio attorno a lui
piantandosi in terra.
«E l’arte è…» abbassò la voce, stringendo le braccia contro
il proprio petto come se si stesse caricando «Esplosione!» gridò alla fine,
spalancando teatralmente le braccia.
Con l’ultima parola, gli shuriken d’argilla esplosero,
circondandolo con un muro di fumo e facendo fluttuare l’orlo del manto nero a
nuvole rosse dell’Akatsuki. Quando il fumo si diradò, apparve un soddisfatto
Deidara, che stava a braccia incrociate e ghignava.
«Come sono andato, hn?» chiese.
«Forte!» commentò piano Susi.
«Alla grande, Deidara-kun!» esclamò a voce altissima Mimi,
correndo verso il ragazzo per battergli il cinque.
A quella scena Kisame scoppiò a ridere. Quelle due ragazze
erano appena arrivate e già stavano facendo amicizia. E lui di certo non se lo
aspettava che Deidara desse loro corda fino a quel punto! Itachi, invece,
borbottò qualcosa che assomigliava molto a «Patetico…» e sparì.
«Grazie mille, Mimi-chan!» Deidara sembrava piuttosto
soddisfatto.
Anche Susi si avvicinò ai due, stringendo la mano al
ragazzo. La bocca sulla mano di Deidara, sentendosi schiacciata, leccò la mano
della ragazza facendole il solletico.
«Ehi, ma cos’è stato?» si lamentò Susi, ritraendosi
rapidamente.
«Cos’è successo, Susi-chan?» chiese in fretta Mimi.
«Mi ha… Mi ha leccato la mano!» esclamò indignata la
ragazza.
«Oh, scusa…» borbottò Deidara «Di solito queste bocche sono
adorabili !» e nel dire questo alzò la mano, che tirò fuori la lingua.
Susi storse il naso, mentre la sua amica si avvicinò
incuriosita. Borbottando tra sé qualcosa che nessun altro riuscì a sentire,
allungò un dito fino a toccare la mano di Deidara. Solleticò il palmo, facendo
spalancare furiosamente la bocca. A quel punto infilò il dito nella bocca, che
si vendicò con un bel morso.
«Ahi, mi ha fatto malissimo!» gridò scandalizzata la
ragazza.
Susi e Deidara non riuscirono a trattenere qualche risata,
mente Mimi andava su tutte le furie. -Urlando minacce di ogni genere, con un
dito sanguinante, la giovane estrasse kunai e shuriken lanciandoli a casaccio.
Per fermarla, Kisame dovette afferrarla da dietro e sollevarla, trascinandola
per qualche metro.
«Bene, ci si vede!» sentenziò Deidara, voltandosi e
avviandosi verso il portone d’ingresso.
Susi sembrò pensarci un po’ su, poi gridò «Aspetta!» e si
affrettò a raggiungere il ragazzo, avviandosi all’interno con lui.
«Dovevi lasciare che lo uccidessi!» esclamò convinta
un’imbronciata Mimi, incrociando le braccia al petto.
«Sì, come se ci saresti riuscita…» Kisame ridacchiò fra sé.
«Cos’hai detto?» la voce della ragazza era sempre più
indispettita.
«Nulla, nulla.» cercò di calmarla il ragazzo squalo «Dico
solo che non dovresti prendertela con Deidara, all’Akatsuki serve vivo.»
Mimi sbuffò, ma poi sembrò calmarsi. Un ghignetto apparve
sul suo volto.
«È vero quello che hai detto prima su di lui? È davvero
gay?» chiese.
«Ovviamente! Io non sono un tipo che mente sui propri
compagni!» dichiarò Kisame.
«Allora mi dici come l’hai scoperto?» domandò la ragazza,
facendosi improvvisamente euforica.
«No, non posso dirtelo…» rispose il ragazzo.
«E perché mai? Hai detto che sui tuoi compagni non menti
mai!» il tono in cui la giovane pronunciò quelle parole era sconvolto.
«C’è differenza tra mentire e fare la spia.» affermò lui
saggiamente.
Senza darsi per vinta, Mimi estrasse dal nulla un
blocchetto per gli appunti e una penna.
«Dici davvero? Allora non ti dispiace se provo a fare
qualche ipotesi, no?» sorrise mentre parlava.
«Ipotesi?» Kisame fece istintivamente un passo indietro,
preoccupato.
«Sì, ipotesi. E la mia ipotesi è che ci ha provato con te!»
sentenziò la ragazza «Allora, ci ho preso?» aggiunse poco dopo con un ghigno
sempre più ampio.
Kisame focalizzò la mente su quelle parole, trovandosi
immediatamente a negare con rapidi movimenti sia con la testa che con le mani.
«Assolutamente no! Non è nulla di così esplicito! L’ho
semplicemente sorpreso mentre…» si affrettò a dire, ma si interruppe non appena
si fu reso conto di aver detto troppo.
«L’hai sorpreso mentre faceva cosa?» domandò una sempre più
curiosa Mimi «Mentre ci provava con uno?»
«Peggio…» sospirò il ragazzo, che non aveva ancora deciso
se vuotare il sacco o no.
«Peggio, dici? L’hai beccato a letto con uno?» e a quella
domanda la ragazza ammiccò verso di lui.
«No, peggio…» la voce di Kisame diminuiva di potenza ad
ogni sillaba «La verità è che lui… Io non potevo sospettare… Sono solo entrato
nella stanza per dirgli che era pronta la cena, e lui era… Oddio…» era arrossito
visibilmente, segno che ricordare certe cose non gli faceva affatto bene.
«Sììììì…» il tono di Mimi si stava facendo sempre più
impaziente, mentre la penna fremeva sul blocco per gli appunti.
«Lui si stava provando dei vestiti da donna! E poi mi ha
fatto promettere di non dirlo a nessuno, dice che è solo un periodo della sua
vita…» concluse Kisame.
Mentre trascriveva le parole del ragazzo squalo, Mimi
riuscì a stamparsi in volto l’espressione più seria che si trovava nel suo
repertorio. Tuttavia quell’apparente serietà era rovinata dal colore viola
intenso del suo viso, dovuto alla fatica che stava facendo per trattenersi dallo
scoppiare a ridere.
«E dimmi, tu come descriveresti questa cosa con una sola
parola?» chiese, cercando di rimanere concentrata.
«Inquietante…» borbottò Kisame, rabbrividendo.
Fu un’esplosione improvvisa. Non riuscendo più a contenersi
oltre, Mimi si lasciò andare alla risata più sguaiata della sua vita. Kisame le
provò tutte, ma nulla sembrò distrarre la ragazza dal proprio completo
divertimento.
«Ho capito, io me ne vado. Ci vediamo dentro!» esclamò
scocciato diversi minuti dopo.
«No, aspettami!» la giornalista finalmente si riprese
«Vengo con te!»
I due si avviarono insieme.
«A te Deidara non piace, vero?» domandò improvvisamente
Mimi.
«No, decisamente non è il mio tipo!» Kisame rispose
sorridendo.
«Perché a te piacciono le donne, giusto?» indagò ancora la
ragazza, mentre superavano la porta d’ingresso dell’edificio.
«Ovviamente!»
Mimi gettò un’occhiata al ragazzo accanto a lei. Il tono di
voce che aveva usato era molto deciso, come se fosse sincero, eppure stava
guardando il soffitto tanto intensamente che avrebbe potuto farci un buco. Che
motivo aveva di sfuggire lo sguardo della ragazza se aveva detto la verità? Si
affrettò ad annotare anche quei dettagli, prima di riporre il blocchetto in una
tasca.
“Su quest’ultima parte staremo a vedere… Vedremo fino a che
punto ti piacciono le donne…” pensò dentro di sé la giovane.
«Sai una cosa?» disse poi all’improvviso, con un sorriso
sincero «Credo proprio che tu sia il mio nuovo mito, Kisame-sama.»
«Mi fa piacere, Mimi-chan.» e sorrise anche lui.
Raggiunta una delle camere degli ospiti, il membro dell’Akatsuki
e l’ospite dovevano salutarsi.
«Senti, quando potrò farti un’intervista?» domandò Susi.
Deidara ci pensò un po’, poi rispose alzando le spalle.
«Sì, devo ammettere che sei stato molto chiaro!» esclamò la
ragazza in tono sarcastico.
«In questi giorni sono un po’ occupato, hn. Non so quando
mi troverai disponibile…» buttò lì Deidara.
«Occupato? Hai una missione?» indagò Susi.
«No, è più una…» cercò di spiegare lui, ma venne
interrotto.
«È una punizione.» concluse qualcun altro al posto suo
«Purtroppo questo coglione ha fatto esplodere qualcosa che non avrebbe dovuto
toccare, e il capo non l’ha mandata giù.» quelle parole furono seguite da una
risatina.
«Chiudi il becco, Hidan!» rimproverò Deidara.
«Che hai combinato?» domandò con curiosità la ragazza.
«Il leader ha portato qui un ammasso di pietra scolpita
spacciandolo per arte, ma lo sanno tutti che l’arte è esplosione! Così ho deciso
di renderlo più artistico facendolo esplodere, hn!» si giustificò il biondo.
«Io penso che a te sia esploso il cervello.» commentò
un’altra voce, più dura di quella di Hidan «Era un monumento antico, pagato un
sacco di soldi!»
«Kakuzu-san, la vera arte non ha nulla a che fare con i
soldi!» la voce di Deidara sapeva di rimprovero.
«Tutto ha a che fare con i soldi!» lo corresse Kakuzu.
I due continuarono a bisticciare tra loro, con Kakuzu che
sosteneva l’importanza dei soldi, e Deidara che esponeva la sua tesi su come
l’arte fosse qualcosa che si sviluppava in un istante e poi finiva, e che quindi
non fosse possibile acquistarla. Hidan, nel frattempo, si presentò a Susi.
«È un piacere, Hidan-san.» rispose la ragazza «Io mi chiamo
Susi, sono una giornalista. Sono qui con una mia amica, ci fermeremo per un
po’.»
«Allora erano vere quelle cazzo di voci che giravano! Ci
sono veramente due ragazze in visita al covo!» esclamò il ragazzo dai capelli
argentati.
«Voci? Si è già diffusa la notizia del nostro arrivo?» Susi
era perplessa.
«Sì, quello stronzo di Itachi si è chiuso a chiave nella
sua stanza borbottando qualcosa del genere, ma noi non sapevamo se credergli o
no.» spiegò Hidan.
«Mi dispiace che Itachi-san sia così infastidito dalla
nostra presenza…» si scusò la ragazza «È tutta colpa della mia amica Mimi, deve
averlo un po’ sconvolto. Noi siamo solo due giornaliste a caccia dell’articolo
perfetto, niente di più!» aggiunse, proclamandosi innocente da ogni colpa.
«Tranquilla Susi-san, avrete il vostro fottuto articolo.»
la rassicurò il ragazzo «Ora scusami ma devo andare. Devo convincere Kakuzu a
tirare fuori i soldi per la spesa, altrimenti stasera non si cena. Purtroppo ha
il braccino maledettamente corto quando si tratta di spendere…»
Susi capì al volo, quindi si affrettò a salutare Hidan che,
una volta afferrato Kakuzu per un braccio, si allontanò per il corridoio.
«Hidan, lasciami subito se non vuoi che ti uccido!» si
sentì urlare in lontananza.
«Fai come ti pare, tanto sai che non posso morire…» si udì
in risposta.
«È ora che vada anche io, hn. Ho moltissime pulizie da
fare. Sai, la punizione…» disse Deidara.
«Certamente… Buon lavoro, allora!» lo salutò Susi, per poi
entrare nella propria stanza e andare a stendersi sul letto.
Hidan e Kakuzu camminavano fianco a fianco lungo un
corridoio. Tanto per fare una cosa nuova, stavano litigando.
«Adesso dovrò rifare tutti i calcoli! Hai idea di quanti
soldi perderemo in questo modo?» si lamentò Kakuzu.
«Io non credo sia così terribile. Sono due dannatissime
ragazzine, non due squadre di ninja. Quanto cazzo vuoi che mangino?» cercò di
farlo ragionare Hidan.
«Sono pur sempre due bocche in più da sfamare a spese
dell’organizzazione!» fece notare il tesoriere dell’Akatsuki.
«Dai, che palle, non puoi farne una questione di soldi!» lo
rimproverò l’immortale.
«È sempre una questione di soldi!» ribatté Kakuzu.
«Sei troppo attaccato ai beni materiali! Jashin-sama ti
punirà per questo! Se passassi più tempo a pregare e meno a contare quei soldi
di merda, saresti una persona fottutamente migliore!» esclamò Hidan con
convinzione.
«Per carità! Di pazzoide super religioso ce ne basta uno!»
notò una voce che proveniva da davanti a loro.
I due spostarono lo sguardo su chi aveva parlato, notando
che era accompagnato da una sconosciuta.
«Ehilà, Kisame!» salutò tranquillamente Kakuzu,
improvvisamente di buon umore perché l’altro aveva zittito il suo fastidioso
compagno.
Hidan sbuffò, offeso per essere stato chiamato “pazzoide
super religioso”.
«Kisame, un giorno morirai, mentre io no, perché
Jashin-sama non lo permetterà!» disse convinto.
Il ragazzo squalo alzò gli occhi al cielo, ma si diede
comunque una bella grattata, visto che non ci teneva a morire molto presto. Poi
afferrò Mimi, che se ne stava in disparte a ridacchiare, e la trascinò al centro
dell’attenzione.
«Lei è Mimi-chan.» la presentò.
«Ciao!» salutò lei con un sorrisone.
Kakuzu la guardò con sospetto. I suoi occhi si soffermarono
soprattutto sulla pancia della ragazza, come a volerne analizzare la capienza.
Hidan, invece, strinse la mano alla nuova arrivata.
«È un cazzo di piacere conoscerti, io sono Hidan. Spero che
qualche volta tu possa unirti a me per una preghiera, Jashin-sama ne sarà
dannatamente felice.» si presentò l’immortale.
«Volentieri!» rispose lei felice, assicurandosi un’occhiata
sconvolta da parte degli altri.
«Spero che tu non abbia una taglia sulla tua testa, perché
altrimenti dovrai guardarti sempre le spalle dal sottoscritto!» minacciò Kakuzu
senza preavviso.
Mimi incrociò le braccia e lo guardò con sospetto.
«Tranquillo, io e Susi-chan siamo diventate genin di
recente, nessuno pagherebbe per averci morte…» disse poi con un mezzo sorriso.
«A parte Itachi, forse.» si intromise Hidan ridacchiando.
«A proposito… Dov’è Itachi-san?» chiese Kisame, rendendosi
conto che il ragazzo era sparito dopo la sconvolgente presentazione di Deidara.
«In camera sua a borbottare furioso.» rispose Kakuzu.
«Forse è meglio se vado a parlargli…» disse preoccupato lo
squalo.
«Non credo che sarà felice di vederti!» notò l’immortale
«Prima borbottava qualcosa riguardo ad una tua scomparsa prematura…»
«Ma no, non esageriamo…» cercò di minimizzare Kisame
«Scommetto che l’arrabbiatura gli sarà già passata!»
«A proposito di scommessa… Per 50’000 ryo, io dico che non
ti lascerà neanche avvicinare alla sua camera!» esclamò l’amante dei soldi.
«Io credo fermamente nella mia amicizia con Itachi-san!» il
ragazzo dai capelli blu si sentì offeso «Accetto la tua scommessa!»
Mimi ridacchiò tra sé. Aveva già una certa idea di come
sarebbe finita la scommessa, e la sua idea prevedeva un Kisame in fin di vita, o
per lo meno con il borsellino alleggerito.
«Bene, allora andiamo da Itachi!» affermò Kakuzu con
decisione.
«Alt!» si intromise Hidan «Noi due dovremmo andare a fare
la spesa, sono gli ordini di quello stronzo insopportabile del capo!»
L’avaro sbuffò rumorosamente, in cerca di un modo per
svicolare da quel compito che non era affatto di suo gradimento.
«Puoi andarci da solo a fare la spesa. E vedi di comprare
solo cose in offerta, così spendi di meno. E possibilmente vai al discount che
lì costa tutto pochissimo. I soldi non vanno sprecati.» disse Kakuzu
rapidamente.
«Te lo puoi scordare!» esclamò indignato l’immortale «Mi ci
vorrà una vita da solo, specialmente se devo oltrepassare il confine del paese
per andare al discount! Ed è quasi l’ora della mia preghiera pomeridiana!»
«Tu e le tue stupide preghiere… Ma falla finita con queste
stupidaggini, il mio tempo è denaro! Specialmente quando il nostro Kisame è così
desideroso di regalarmi 50’000 ryo…» il tono del tesoriere dell’Akatsuki era
molto sbrigativo.
«Jashin ti punirà, maledetto infedele!» urlò Hidan, poi si
voltò spazientito e mosse alcuni passi.
Subito dopo parve ripensarci, tornando indietro.
«Mimi-san, verresti con me?» domandò, guardando speranzoso
la ragazza.
«Non ci penso nemm… Cioè, volevo dire, ahi che male il mio
povero ginocchio!» si corresse Mimi, stringendosi il ginocchio destro simulando
un dolore improvviso.
«Che cazzo ti sei fatta?» chiese preoccupato Hidan.
«Niente, niente, è un dolore sopportabile…» la ragazza
strinse i denti, fingendo di soffrire, e mosse un paio di passi «AHI che
dolore!» gridò poi, chinandosi a massaggiare il ginocchio sinistro «Mi spiace ma
proprio non ce la faccio. Però ti assicuro che ti avrei accompagnato molto
volentieri, Hidan-kun!»
La recita del ginocchio dolorante era ben fatta, l’unico
problema era che alla fine si era fregata da sola. Infatti Kisame e Kakuzu non
ci cascarono nemmeno per un momento, però rimasero in silenzio vedendo che Hidan
era ancora incerto se crederci o no.
«Merda, un momento… Ma prima non era l’altro ginocchio che
ti faceva male?» si informò dubbioso l’immortale.
Mimi sudò freddo. Era la prima volta che faceva un errore
così grossolano nell’eseguire la sua tecnica migliore.
«No, mi fanno male entrambe le ginocchia!» si affrettò a
cercare di rimediare.
Fortunatamente Hidan non era proprio un genio, perché disse
un preoccupato «E allora riguardati, non le sforzare…» per poi andarsene.
Attesero che Hidan fosse lontano, poi Mimi saltò di nuovo
in piedi e riprese la parola.
«Io sarò il giudice della scommessa. Andiamo da Itachi-kun!»
disse allegramente.
I tre si avviarono insieme in direzione della stanza dell’Uchiha.
Quando giunsero silenziosamente a destinazione, nessuno fiatò. Si scambiarono
uno sguardo, poi Kisame alzò un braccio e strinse la mano a pugno. Prima ancora
di poter abbassare il braccio per bussare, venne fermato da una voce proveniente
dall’interno della stanza.
«Kisame è inutile che bussi. Sparisci!» disse deciso Itachi.
«Ma come ha fatto a sapere che eri tu?» chiese stupita
Mimi.
«Aha! Ho vinto la scommessa, non ti ha fatto nemmeno
bussare! Kisame, dammi i soldi!» Kakuzu sembrava decisamente realizzato.
«Itachi-san…» chiamò lo squalo con voce implorante,
ignorando completamente le parole degli altri due «Ce l’hai con me per aver
portato qui le ragazze?» domandò.
«Sì! E adesso vattene!» rispose lapidario il ragazzo
dall’altra parte della porta.
Kisame incrociò le braccia stizzito e si avviò lungo il
corridoio. Non riusciva a credere di aver perso una scommessa del genere.
“Itachi-san, questa me la paghi… Potevi almeno fare finta
di avermi perdonato!” pensò contrariato.
«Vieni, Mimi-chan. Ti mostro la tua stanza.» disse poi ad
alta voce.
La ragazza annuì e lo seguì rapidamente.
«Ehi, aspetta!» cercò di fermarlo Kakuzu «E i miei soldi?»
«Spiacente, ma io non ce li ho mai avuti 50’000 ryo!»
rispose Kisame senza fermarsi né voltarsi.
Kakuzu strinse i pugni e andò su tutte le furie. Era stato
fregato!
Note dell'autrice:
E questo era il secondo capitolo! Per ora la protagonista
"normale" e la protagonista "schizzata" hanno conosciuto altri tre membri dell'Akatsuki,
e Mimi sta cominciando a far uscire allo scoperto le strane idee da maniaca
partorite dalla sua mente malata. Quindi si prevedono seri problemi in futuro
per i nostri poveri membri dell'Akatsuki!
Parlando di questo secondo capitolo, devo ammettere di aver
aver avuto qualche difficoltà a scriverlo. Il problema è stato causato da... da
Hidan! Il fatto è che lui parla praticamente solo a parolacce e io, anche se
quando mi ci impegno sono un'esperta del "parlare volgare", ho trovato molto
difficile raggiungere i suoi livelli per scrivere le sue battute. Sempre
riguardo al linguaggio di Hidan, vorrei dire un'altra cosa. Non ho censurato le
parolacce perchè tanto il rating della fic è abbastanza alto, ma se dovesse
darvi fastidio fatemelo sapere che dal prossimo capitolo arriveranno le
censure!!
Angolo dei ringraziamenti:
Ringrazio prima di tutto tutte le persone che hanno deciso
di leggere questa fic. In particolare le persone che hanno recensito:
Rika_fma_lover: Per quanto riguarda le coppie, devo
dire che mi piace tenermi sul "classico". Penso che queste poche parole bastino
per capire come voglio articolare la storia, ma se hai ancora qualche incertezza
stai tranquilla che presto si capirà qualcosa di più. Mimi e Susi accettano il
sostegno che stai dando loro, e ti ringraziano! XD Spero continuerai a seguire
le loro avventure...
Hinata707: C'è sempre una prima volta per tutto,
anche per leggere storie sull'Akatsuki! Mi fa piacere sapere che l'introduzione
abbia attirato anche qualcuno che solitamente non legge storie con questi
personaggi... Comunque su Deidara hai ragione, e infatti anche in questa fic non
volevo che fosse da meno. Non posso farci niente, è talmente effeminato che
viene naturale dire certe cose su di lui! Spero continuerai a leggere!
KeikoNara: Ecco qui... Forse ci ho messo un po'
troppo ad aggiornare, però il capitolo è arrivato. Spero ti piaccia e che
continui a leggere.
shiba96: Grazie dei complimenti, sono felice di
sapere che qualcuno trova la mia fic divertente. Spero quindi che seguirai anche
il resto!
reader: Santo cielo, questa recensione mi riempie
d'orgoglio! Qualcuno che diventerebbe addirittura una fenice per poter
continuare a leggere la mia fic? Sconvolgente! Non può che farmi piacere! Spero
che questo secondo capitolo non abbia deluso le aspettative lasciate dal primo.
Mi auguro di vederti ancora a seguire le avventure (o sventure) dell'Akatsuki.
Inoltre un ringraziamento speciale va a coloro che hanno
inserito la storia tra i preferiti, cioè:
13d08c81, fujiima, KeikoNara,
ladymicia, nikynaa, reader, Selvy, shiba96,
tobichan
Bene, detto questo credo di aver concluso. Allora alla
prossima, spero recensiate numerosi! Ciao ciao!
|