Ferro e fuoco di Lely1441 (/viewuser.php?uid=26394)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Red Fraction ***
Capitolo 2: *** Never To Know ***
Capitolo 3: *** Zombie ***
Capitolo 4: *** Coriandoli a Natale ***
Capitolo 5: *** Frozen ***
Capitolo 6: *** Wherever you will go ***
Capitolo 7: *** Qualcosa di grande ***
Capitolo 8: *** Overprotected ***
Capitolo 9: *** The show must go on ***
Capitolo 1 *** Red Fraction ***
Red Fraction
Dunque, avrò
ricominciato questa song-fiction… Tre, quattro
volte, forse? Ho anche perso il conto… Volevo farla
estremamente introspettiva,
e ogni risultato raggiunto non mi soddisfaceva appieno. Il primo
tentativo l’ho
trovato scadente, il secondo lasciamo perdere, il terzo una specie di
brutta
copia del volume 9 del manga, e adesso ho questo. Volevo fare un salto
nel
passato, quando le song-fiction e le one-shot introspettive ancora mi
riuscivano. Ecco il perché di questa raccolta.
Be’, almeno posso dire di averci
provato, spero solo che le persone che amano Riza e Roy quanto me
l’apprezzino.
Raccolta dedicata a Shatzy e
Sisya.
P.S. L’ho tradotta da
sola, quindi non so come può risultare
la traduzione letta da qualcuno che l’inglese se lo
mangia… Vi prego,
segnalatemi gli eventuali errori!
"Allora come mai è ancora nell'esercito?"
"Perché
c'è qualcuno che devo proteggere."
Red
Fraction
I
have a big gun
I took it from my lord
Sick with justice
I just wanna feel you
I’m
your angel
Only
a ring away
You make me violate you
No matter who you are
It’s
all up to you
No one lives forever
Been burn in the hell
By all those pigs out there
It’s always been hell
From when I was born
They make me violate them
No matter who they are
Ho
una grande pistola
L’ho presa per il mio lord
Disgustata dalla giustizia
Voglio solo sentirti
Sono
il tuo angelo
Ad un solo squillo di distanza
Mi porti a violarti
Non importa chi tu sia
Sta
tutto a te
Nessuno vive per sempre
Sono bruciata all’inferno
Per tutti i porci là fuori
E’
sempre stato un inferno
Sin da quando sono nata.
Mi portano a violarli
Non importa chi siano.
La
mia immancabile calibro 9 è qui, davanti a me.
Ogni
sera, con cura quasi maniacale, la pulisco e la preparo per
il giorno seguente.
Un
rituale ormai consolidato negli anni.
Controllo
i bossoli abbandonati sul tavolo.
Piccoli
oggetti di ottone, dipinti con il rame.
Strano
come una cosa minuta come una cartuccia possa procurare un
brivido simile solo a vederla. Anch’io sentii una strana
scossa il giorno in
cui caricai per la prima volta una pistola. Un lento, freddo tremito
che mi
attraversò la colonna vertebrale al tocco di
quell’arma.
Uno
strumento di morte.
No,
pensai in quel momento con decisione. Uno strumento per la
vita.
Ero
stufa di quel governo così ingiusto e pugnace.
Il
sogno di un uomo, la semplice fantasia di una persona, mi ha
convinta a intraprendere questa via.
“Mi basta
sentirti accanto, rimarrò sempre al tuo fianco.
Sarò colei
che veglia sulle tue notti e che ti proteggerà.
Che
proteggerà te e il tuo sogno.”
Quanto
tempo è passato da questo giuramento… Eppure,
sono sempre
convinta di ciò che faccio, delle mie azioni.
Sorrido,
mentre soppeso con mano esperta la pistola, e prendo la
mira verso un bersaglio immaginario.
Immaginario…
Come vorrei che i miei bersagli rimanessero così. Non
mi piace uccidere, non mi piace essere un’assassina.
Eppure,
ho ucciso. E sono un’assassina, tuttora e comunque.
E
continuerò ad esserlo fino al compimento di quel tanto
bramato
sogno.
Sporca
una volta, sporca per tutta la vita.
Tanto
vale infangarsi fino al midollo, allora.
Eliminerò
dalla sua strada tutti gli ostacoli, uno ad uno.
Non
importa chi cercherà di bloccarlo.
Farò
del mio meglio.
L’ho
giurato.
-
Soldato Hawkeye!
No…
I ricordi
dell’Accademia… Ogni tanto
vengono a trovarmi, mi fanno compagnia durante la notte.
Compagnia
di cui farei
volentieri a meno, perché subito dopo arriva
l’ombra di quello che ho fatto a
Ishbar. Il mio primo comandante…
Il mio primo assassinio… La mia prima vera
coscienza del mondo.
Get
down on your knees
Get a good head on your shoulders
If it’s for your guys
Go to the end of the earth
Do what you think
Give it with dedication
I’ll put out your misery
Mettiti
in ginocchio
Vedi di avere una testa che funziona sulle spalle
Se è per i tuoi ragazzi
Vai fino alla fine del mondo
Fai ciò che pensi
Dallo con dedizione
Mi sbarazzerò della vostra sofferenza
-
Dietro le trincee, subito! In ginocchio, in ginocchio, stupidi! Non
dovete farvi vedere! Avanti, piegatevi in avanti! In avanti!
Corro
dietro la prima difesa che trovo. Il maggiore Stulb, a cui
noi nuovi arrivati siamo stati assegnati, continua a sbraitare ordini,
mentre
dall’altra parte dei trinceramenti i nemici continuano a
sparare.
-
Stateci con la testa! Chrinnell, si può sapere cosa diavolo
cercavi di fare?
Vedo
distrattamente il maggiore afferrare il bavero di Brian,
mentre cerco di calmare il fiatone. Ormai siamo tutti qui dietro, ma
probabilmente Chrinnell ha cercato di fare il furbo come suo solito.
Sono
praticamente certa che abbia cercato di colpire il capo di quel gruppo
di
ribelli. Guardo leggermente preoccupata il taglio che mi sono procurata
sul
braccio. Rimpiango le riserve di disinfettante ormai finite, passeranno
minimo
tre giorni prima che ne arrivino altre. Stasera mi toccherà
buttarci sopra
dell’alcol puro, sempre che lo trovi.
E
sempre che ci arrivi, a stasera.
-
Soldato Hawkeye!
-
Maggiore…
Vedo
quell’omone alto più di due metri acquattarsi
accanto a me.
-
Hai ancora munizioni per il tuo fucile?
Controllo
la sacca accanto a me.
-
Poche signore, avrò sì e no dieci colpi da
sparare. Senza
contare quello in canna.
Il
maggiore si concede il lusso di massaggiarsi le tempie. Un
lusso nel vero senso della parola, se si considera che i proiettili
continuano
a pioverci addosso come grandine. Una schifosa grandine color piombo.
-
Quanti anni hai, soldato?
-
Diciotto, signore.
Sono
sorpresa dalla domanda. Comincio a temere che il rumore
assordante di quel diluvio artificiale abbia seriamente compromesso il
tanto
declamato sangue freddo del mio superiore.
-
Hai mai ucciso qualcuno?
La
profondità del suo sguardo quasi mi ferisce.
-
No, signore.
-
E ti ritieni pronta a farlo?
-
Si può essere pronti per una cosa del genere?
Il
maggiore mi guarda intensamente, come addolorato. Allora
continuo:
-
Tuttavia, sono qui per uno scopo ben preciso, e cercherò di
fare
del mio meglio.
Fare
del proprio meglio per uccidere una persona… Quasi provo
ripugnanza per me stessa.
Non
dimenticherò mai gli occhi del maggiore Stulb in quel
momento.
Mi fissavano con forza, cercando di trovare qualcosa in me, ma
contemporaneamente il suo sguardo era anche spento…
E’ troppo difficile da
spiegare a parole.
Ma
quello sguardo continua ancora a seguirmi, di notte.
Quegli
occhi azzurri, che immagino siano stati tante volte
comparati a piccoli pezzetti di cielo. Ora è un cielo
appestato da tutta la
morte qui intorno.
Sono
veramente pronta a compiere un passo del genere? A togliere
la vita a qualcuno?
-
Ragazza mia…
Il
maggiore sospira, e si passa stancamente una mano sul viso,
chiudendo quelle piccole fessure di cielo che stavo ancora osservando.
-
Vorrei prepararti, sei una delle poche che usa la testa, qui
dentro, ma capisci anche tu che non c’è
più tempo.
Si
alza e, mettendosi in ginocchioni, invita anche me a fare lo
stesso. Oltre lo spiazzo di terra e sangue che vediamo,
c’è l’altra trincea, ed
è proprio quella che l’uomo mi indica. Mi
dà poche istruzioni, mentre io
ascolto concentrata. Devo uccidere l’attuale capo dei
rivoltosi, così gli altri
si disperderanno come foglie in balia del vento autunnale. Devo
riuscire dove
Chrinnell ha fallito, quindi.
-
Pronta?
Annuisco.
Ora
o mai più.
Il
maggiore Stulb mi afferra e mi butta in mezzo al fuoco aperto.
Cerco di combattere contro il panico, e corro lontano, dietro un muro
vicinissimo alle postazioni nemiche.
Capisco
dove mi trovo. So benissimo che basta che giri l’angolo,
mi butti sotto un androne – o quello che ne è
rimasto – della prima casa,
l’aggiri e mi ritrovi dietro la trincea. Sì, ma
quella sbagliata, stavolta.
Prendo
fiato. Una volta sparato il primo colpo, non mi sarà
concesso neppure un secondo, ho dalla mia solo l’effetto
sorpresa, e, terminato
quello, mi ritroverò come un coniglio in mezzo ad un branco
di lupi affamati.
Merda,
morire così è assurdo, ma non posso fare
altrimenti.
Tutto
a un tratto, mi riviene in mente il vero motivo per cui sono
lì; sono entrata in guerra per proteggere il sogno di una
persona, non per farmi
scannare come un soldato qualunque.
E
allora, che si fa?
Poi,
l’illuminazione mi colpisce con la forza di uno schiaffo.
Se
solo riuscissi ad entrare in quella casa…
Se
solo riuscissi? Ma cosa mi prende? Devo farcela.
Scrollo
il capo, mi guardo in giro nervosamente.
Fortuna
che non c’è nessuno. Non è da me
rimanere imbambolata in
un momento del genere.
Scavalco
una piccola montagnetta di detriti accanto al muro
portante, e lo percorro fino a trovare un’apertura nella
parete e infilarmi
dentro la casa.
Detto,
fatto.
Sono
dentro, e percorro a perdifiato le scale semi-distrutte che
portano al piano di sopra. E qui sta la parte più difficile.
Il tetto
dell’abitazione ormai non esiste più, e il
pavimento è aperto da grossi fori
provocati dalle bombe. Grazie al cielo, sono rimaste le robuste travi
che lo
sorreggevano un tempo. Camminerò sopra quelle.
Appoggio
un piede sopra quella più vicina a me. Robuste? Stanno
marcendo pian piano, ma riescono ancora a sorreggere il mio peso.
Cioè,
questo è quello che mi auguro.
Have no prayer
So, I keep the gun with me
For my safety
I’ll do it with no sweat
They
mean business
No time for sissy pig
Queen of ocean
Sing "the Volga" to you
No
need to think about it
You do it or you die
Those aren’t tears
Don’t let it trick on you
Non
ho preghiere
Così, tengo la pistola con me
Per la mia salvezza
Lo farò senza sudare
Loro
fanno sul serio
Non c’è tempo per una stronza femminuccia
La regina dell’Oceano
Canta “The Volga” per voi
Non
c’è bisogno di pensarci
Fallo o muori
Quelle non sono lacrime
Non ci inganniamo su di voi
Ora
sono accucciata contro il muro che dà sulla strada.
Ho
infilato la canna del fucile nello spacco più grosso che ho
trovato.
Prendo
fiato, non ho neppure una preghiera da recitare.
Non
mi lascio intenerire dal senso di colpa che a momenti mi fa
tremare le mani e mi offusca la vista. Non ce n’è
il tempo.
Stringo
più saldamente il calcio dell’arma, mentre i miei
occhi
cercano la preda.
La
trovano.
E
si apprestano ad abbatterla.
Uno,
due, tre colpi.
Lo
centro, è inevitabile che accadesse.
Guardo
quell’uomo cadere, sembra una farsa.
Anche
il sangue che gli colora la tunica, sembra troppo vivido,
troppo per essere vero.
Una
volta, da bambina, in mezzo ai miei giochi, mi capitò anche
di
imbattermi in un duello.
Con
la spada di legno, riuscì a colpire il ragazzo con il quale
stavo
giocando.
Lo
vidi distintamente prendere il pezzo di legno e infilarselo
sotto l’ascella, mentre la sua spada cadeva con un tonfo
sordo a terra. Il
ragazzo moro boccheggiò, e stramazzò a terra, con
delle smorfie tanto buffe che
mi fecero ridere a crepapelle.
Poi
il ragazzo si rialzò e prese a ridere anche lui.
In
fondo, Roy Mustang è sempre stato un buon commediante.
Eppure,
davanti a me, l’uomo Ishbaliano non si alza più.
E
questo non è un gioco.
I
compagni si sono accorti della caduta dell’uomo, e per un
attimo
il tempo si ferma.
Poi
iniziano gli urli.
Come mi aspettavo, un ragazzo deve capire come un colpo del genere
possa aver ferito il loro capo.
Guarda
in alto, e a un certo punto, complice lo scintillio della
canna che mi affretto a ritirare, riesce a scorgermi.
I
suoi occhi, rosso scarlatto come tutti quelli della sua
tribù,
sono velati di lacrime.
Sento
una fitta stringermi lo stomaco, ma no, non mi lascerò
impietosire.
Ho
fatto quello che dovevo, punto.
Scendo
e torno dai miei commilitoni, approfittando dello
scompiglio che ho creato.
I am hard as steel
Get out of my way
Pay back all at once
Suck away the tender part
Sono
dura come l’acciaio
Vattene dalla mia strada
Ripaga tutto in una volta
Succhia via la parte dolente
Il
maggiore Stulb a momenti si mette a piangere, quando viene a sapere
che sono riuscita a portare a termine la missione, rimanendo illesa per
di più.
-
Ragazzi, prendete tutti esempio da lei! Altro che voi
femminucce!
Gli
abbracci, le urla di trionfo , mi fanno sorridere. Peccato che
sia uno di quei sorrisi che precedono il pianto.
Però
mi trattengo. Da quel momento, saranno molte le lacrime che
imparerò a non versare.
In
quell’istante mi sento incredibilmente vecchia, e mentre le
urla di gioia nel campo continuano nella notte, io vado a rintanarmi
nella mia
tenda.
Basta
con il rimorso, quel che è fatto è fatto.
Afferro
la bottiglia di rum che sono riuscita a recuperare, e ne
butto un po’ sulla ferita del braccio, che cominciava ad
infettarsi.
Stringo
i denti, impedendomi di urlare, e con una garza pulita (o
almeno, spero che lo sia) pulisco per bene il taglio. Mi fascio il
braccio, e
quando non me lo sento più pulsare di dolore, decido di
stendermi.
Sarà
la stanchezza, sarà il dolore per quella ferita molto
più
profonda di quel che pensassi, ma mi addormento subito.
Da
quel momento, verrò soprannominata Occhio di Falco, un gioco
tra il mio vero cognome e la mia abilità da cecchino.
Se
non altro, mi verrà risparmiato il corpo a corpo, e quello
lo
odio veramente.
You made a mess
For Christ sake, this rotten world
Shit out of luck
Go with my vision
Light up the fire
Right on the power
Weapon… I have it all
Hai
fatto un casino
Per l’amor di Cristo, questo mondo corrotto
Sei in un’irreparabile brutta situazione
Accompagnati alla mia visione
Accendi il fuoco
Aggiusta la potenza
Arma… Ho tutto
Non
c’è niente da fare, Roy Mustang ama mettersi nei
guai.
Ne
ha combinata un’altra, ma stavolta non è un gioco.
E
mentre mette a frutto gli studi di mio padre, mentre aggiusta il
tiro, regola la potenza, e fa fuoco, io faccio lo stesso con la mia
arma,
simultaneamente.
Combattiamo
insieme, io con il ferro, lui con il fuoco.
Dopotutto,
non si dice proprio “mettere a ferro e fuoco”?
Ho
tutto, non mi manca nulla per proteggerlo.
Nulla.
Passano
gli anni, passano le stagioni.
Ora
sono nella mia cucina, a ripensare a tutto quello che ho
vissuto.
Certe
esperienze non si possono dimenticare mai del tutto.
Mi
alzo e vado in camera, e ripongo la calibro 9 nel cassetto del
comodino. Piano, con cura, non mi lascio mai prendere dalla fretta.
Dopo
essermi lavata le mani, con le stesse mosse tranquille e
calcolate, mi spoglio.
L’occhio
mi cade su una sottile cicatrice, ormai biancastra,
proprio sul braccio.
Sospiro,
e so che quella notte non dormirò molto, me lo sento.
-
Tenente, che brutta cera! Hai fatto le ore piccole?
Il
Colonnello è abituato a dire certe battute, ma quella di
Havoc
in risposta lo spiazza totalmente.
-
Sì, magari in compagnia di qualche bel giovane, eh, Tenente?
Ridacchio
con discrezione, mentre Roy Mustang è colpito da un
violento colpo di tosse, e a momenti cade dalla scrivania.
-
Havoc, ma cosa ti salta in mente! Il Tenente ti pare il tipo?
Ribatte,
cercando disperatamente di riprendere aria.
Dopo
aver attaccato il soprabito all’appendiabiti, afferro dei
documenti da consegnare, e, mentre apro la porta ed esco, affermo
sibillina:
-
Mai dire mai.
Chiudendo
la porta dietro di me, mi concedo un sorriso sereno. Tutti
i ragazzi scoppiano a ridere, mentre sento il Colonnello sbraitare
verso il
loro indirizzo.
Certi
episodi ti segnano, è vero.
Ma
la vita continua ad andare avanti, e con quella la mia
promessa, che sto ancora mantenendo.
Note: Allora, cosa ne dite? Questo è
solo l'inizio,
con il POV di Riza. Non so se il secondo capitolo sarà una
song-fiction pubblicata su un altro sito molto tempo fa, che
personalmente mi piaceva, ma che purtroppo non c'entra con il Royai,
oppure scriverne un'altra... Be', ci penserò. Intanto fatemi
sapere cosa ve n'è parso, tutto quello che dovrei cambiare e
tutto quello che vi viene in mente! ^^
La canzone è la sigla di Black Lagoon, ossia Red Fraction di
Mell.
I commenti in risposta a "Never Alone" arriveranno insieme al prossimo
capitolo, intanto ringrazio immensamente: Shatzy, elyxyz, merion, Sisya e
Bad Girl. Non dimenticatevi di me! XD
Kissoni e grazie di aver letto! ^X^
Lely
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Never To Know ***
Never to know
Never To Know
Did you know,
hidden by his clothes there are some scars
Some are recent,
some have been there for years
Did you know
It doesn’t even hurt
It never really hurts, but there are tears
Do you want
the real story,
or do you prefer the lie
Do you want to see him smile,
or maybe see him cry
Do you want to follow,
or let him go alone
For then, never to know… Never to know
Lo sapevi?
Nascoste sotto quegli abiti ci sono delle cicatrici
Alcune sono recenti
Altre sono lì da anni
Lo sapevi?
Non fa neanche male
In realtà non fa mai male, ma ci sono delle lacrime
Vuoi la verità
O preferisci la bugia?
Vuoi vederlo sorridere
O forse piangere?
Vuoi seguirlo
O lasciarlo andare
da solo?
Perché, allora
non si saprà mai... Non si saprà mai
Mi
alzo piano dal letto e infilo silenziosamente la vestaglia.
Arrivo
alla finestra della cucina e la richiudo, prima che sbatta
più forte e svegli anche lui.
Oltre
a Black Hayate, ovviamente.
A
volte non so proprio chi sia più infantile dei due, la
bestia o
l’uomo?
Accidenti,
che freddo.
Al
solito, visto che qualcuno
si dimentica sempre di fermare le
imposte, pur sapendo che così quasi sicuramente il vento
aprirà la finestra, a
qualcun altro
tocca andare a chiuderla.
Ma
in fondo, va bene così.
Rientro
in camera, sfregandomi le mani.
Quella
piccola sferzata di aria notturna mi ha gelata a dir poco,
e al solo sentire il calore rimasto intrappolato nel materasso quando
mi
rimetto sotto le lenzuola, sospiro di sollievo.
Mi
raggomitolo meglio contro il fianco dell’uomo che mi sta
accanto, posando le palme e le dita ghiacciate delle mani una sul suo
torace
caldo e vibrante, e l’altra accanto alla sua, le nostre
braccia intrecciate.
Aspetto
pazientemente, perché so già cosa
accadrà.
Infatti,
le mie mani non fanno in tempo a scaldarsi, che lo sento
rabbrividire.
Sbatte
le palpebre una, due volte, mentre focalizza lo sguardo sul
soffitto, che l’oscurità della notte da bianco
rende grigio scuro.
Mugugna
insoddisfatto, tornando a chiudere gli occhi, e quando
parla, la sua voce è leggermente arrochita per il sonno a
cui è stato appena
strappato.
-
Riza, perché devi svegliarmi così?
Sorrido.
-
Chi è che ogni sera si dimentica le persiane della cucina
aperte?
Sento
che sbuffa, e ora cercherà di minimizzare il tutto.
-
Riza, cosa vuoi che sia una finestra lasciata aperta! E poi
succede raramente…
-
Tutte le notti.
-
E se tu poi non mi svegli, ordinandomi di andare in cucina e
chiudere tutto, che colpa ne ho io?
-
Non voglio farti alzare.
L’ho
detto con tono dolce, e lo sento prendere la mano appoggiata
a lui e stringermela. La sua è così
calda…
-
In effetti, credo che un risveglio così, sia pur sempre
meglio
che spedirmi a calci a rimediare al danno che ho fatto, no? E sentiamo,
qual è
il prezzo di tanta squisita premura?
-
Visto e considerato che è del grande Alchimista di Fuoco che
stiamo parlando, credo che il minimo che io possa chiedere è
quello di venire
scaldata a dovere, non trovi?
Mi
rivolge un sorriso sornione.
-
Come Vossignoria Illustrissima desidera.
Si
volta su un fianco, a guardarmi ben bene in faccia, mi cinge la
schiena con un braccio, stringendomi di più a sé,
e
afferra la mia sinistra con
la sua destra, portandosela davanti alla bocca, alternando il soffio
caldo e
gentile che proviene dalle sue labbra a piccoli baci sulle punte delle
dita. Tra
le palpebre socchiuse mi fissa, adesso che sono accontentata, ho gli
occhi serrati e un’espressione appagata che mi illumina il
volto,
e un sorriso
compiaciuto appare sulle labbra di entrambi.
E
dopo ha anche il coraggio di chiedergli perché lo sveglio
solo
dopo che il vento invernale mi ha congelata da capo a piedi.
Sarà
passata un’oretta circa.
Ancora
non prendo sonno, e aspettando che Morfeo mi accolga tra le
sue braccia, mi accontento di rimanere aggrovigliata in quelle di
qualcun
altro.
Si
è sdraiato nuovamente sulla schiena, e continua a tenermi
abbracciata, mentre la mia mano si è ormai impossessata
dell’incavo del suo
collo.
Accarezzo
con tocco lieve, appena accennato, il suo torace nudo.
Vederlo
addormentato mi fa sempre uno strano effetto.
E’
così… Vulnerabile.
Non
riesco a non vederlo indifeso come un bambino, e la cosa mi
mette un po’ d’ansia. Mi sorprendo ad immaginare
ogni sorta di pericoli, ogni
incidente in cui egli possa imbattersi.
Qualcuno
la chiamerebbe paranoia, ma ad essere completamente
sinceri, credo che quando si vuole bene, anzi, quando si ama qualcuno
con una
tale intensità, be’, credo che sia normale aver
paura di perdere qualcosa di
così prezioso.
Normale
soffrire così intensamente quando si vede che
l’uomo
oggetto del proprio attaccamento soffre egli stesso.
Continuo
a sfiorare la sua pelle, perfettamente conscia di ciò che
le mie dita troveranno fra poco.
Ed
infatti eccola qui.
Una
cicatrice molto vasta che si trova sulla zona a fianco
dell’addome.
Piccolo
regalino di un homunculus, se vogliamo definirlo così.
E
poi altri due, minuscoli sfregi, questi più vecchi, che
ormai
non si notano nemmeno più, ad una prima occhiata distratta,
ma che rilucono
ostili quando la luce le sfiora.
La
prima volta che ci siamo incontrati su questo stesso letto,
sono rabbrividita al contatto di quei segni.
Sotto
i suoi abiti, alberga la sua vita da soldato, con le sue
ferite e le sue tracce dolorose.
Le
collego sempre alla mia, sulla schiena.
Dopotutto,
quella cicatrice fu proprio l’inizio della carriera del
famoso Flame Alchemist.
Ma
non mi pento, mai l’ho fatto e mai lo farò, di
avergli dato ciò
che potevo, almeno in quel momento.
Quando
poi non è più bastato, ho messo in gioco la mia
stessa
vita.
E
non mi pento nemmeno di questo, anzi.
Ho
scelto di seguirlo di mia iniziativa.
Mi
rifiuto di vederlo tormentarsi più del necessario, quando
posso
fare da scudo io.
Mi
rifiuto di rimanere a casa e guardarlo partire, magari non
sapendo neppure se e quando tornerà. Vederlo andar via con
il suo sorriso sulle
labbra, pur sapendo che ha la morte nel cuore.
Mi
rifiuto, perché questa scelta non è semplicemente
contemplata
da me.
Il
problema non si pone nemmeno.
Have
you seen the way he
acts sometimes
And when you ask,
he’ll say that he’s okay.
Have you seen how well he pretends
Laughs out loud,
before he looks away
Do you want the
real story,
or do you prefer the lie
Do you want to see him smile,
or maybe see him cry
Do you want to follow,
or let him go alone
For then, never to know… Never to know
Hai visto come si comporta a volte?
E se gli chiedi
Ti dirà che sta bene
Hai visto come sa fingere bene?
Ride forte
Prima di allontanare lo sguardo
Vuoi
la verità
O preferisci la bugia?
Vuoi vederlo sorridere
O forse piangere?
Vuoi seguirlo
O lasciarlo andare da solo?
Perché, allora non si saprà mai... non si
saprà mai
-
Riza, non riesci proprio a
riaddormentarti stanotte, eh?
Lo
guardo colpevole.
-
Scusa…
Mi
fissa senza capire.
-
Guarda che non sei stata tu a svegliarmi.
Ride
leggero, ma dal tono
lievemente forzato capisco che qualcosa non va.
-
Che succede, tutto bene?
-
Certo Riza, cosa dovrebbe essermi
successo? Sono qui, al riparo da una notte rigida come questa, al caldo
e con
la donna che amo al mio fianco. Cosa potrebbe andare storto?
Eppure
vedo che c’è qualcosa di
tormentato nel suo sguardo, che mi rivolge di sfuggita prima di
dedicarlo
definitivamente al soffitto.
-
Incubi?
In
fondo, si è svegliato con un leggero
scatto. E’ più che plausibile.
Gli
incubi di quel periodo tormentano
spesso anche me, e sentirlo irrigidirsi appena contro il mio corpo al
sentire
quella parola, non fa che avvalorare la tesi.
-
Ma no, che dici, lo sai che sono rari…
Invece
so che non lo sono affatto.
-
Oh Roy…
Gli
accarezzo una guancia,
costringendolo a voltarsi verso me.
-
Puoi mentire a tutti, ma non a me. E
poi così non mi fai preoccupare di meno, anzi. Quando un
uomo si ritrova a dire
bugie, può darsi benissimo che si sia trovato
un’altra donna. E io cosa ne so, con la fama da
dongiovanni che ti ritrovi, non posso dar nulla per scontato, non
credi?
Sorride
suo malgrado.
-
Lo sai benissimo che non potrei mai.
Accidenti,
quel tono così serio mi ha
colpito nel profondo. Sento qualcosa di caldo sciogliersi in me, fare
un bel
nodo sopra il mio stomaco e piantarsi lì.
Un
nodo fatto di amore, e dolore,
insieme a qualcos’altro di non meglio identificato.
Dopo
tutto il tempo che ci conosciamo,
continua a farmi ancora questo effetto.
Mentre
sento il suo volto avvicinarsi
piano, penso che sono stata l’unica donna che abbia mai visto
Roy Mustang
piangere, e l’unica a essere riamata dallo stesso
così profondamente.
Nel
bacio trasmetto tutta la gratitudine
e la comprensione che posso, come a dire “Io sono qui, nel
momento del
bisogno”.
Lo
sento gorgogliare, tutt’altro che
dispiaciuto, mentre il bacio prende una piega non prevista e molto
interessante, soprattutto
a suo parere.
Non
lo lascerò andare via, non
permetterò di accontentarmi di una bugia, detta solo per
confortarmi. Non
permetterò che pianga di nuovo, per nulla al mondo.
Mi
avvio ancora mezza addormentata verso
la cucina, senza nemmeno accendere le luci.
Non
posso crederci, nonostante tutto il
bel discorsino di stamattina, ha di nuovo dimenticato aperte le
imposte.
Le
chiudo rabbrividendo, ma qualcosa non
torna: perché continuo a sentir sbattere delle persiane
contro il muro?
Mi
incammino sospettosa verso il
salotto; possibile che…?
Rimango
lì sconcertata per qualche istante,
lo stupore fatto persona. Le finestre sono aperte, tutte e tre, e
sbatacchiano
allegramente contro il muro esterno.
Quel
delinquente…
Ma
allora lo fa apposta!
Un’unica
frase balena nella testa di
Riza.
“E’
un uomo morto”.
In
camera da letto, Roy Mustang
ridacchia soddisfatto, mentre si appresta per l’ennesima
volta a far finta di
dormire, come tutte le notti nell'ultimo periodo.
Purtroppo
per lui, non sa cosa lo
aspetta.
E
sembra anche aver dimenticato che il
suo Tenente preferito è solito lasciare una pistola di
riserva carica nel secondo
cassetto della credenza in cucina.
Note finali:
Canzone: Never To Know, cantante:
Lene Marlin.
Quanto mi sono
divertita a scrivere il
finale! XD
Roy è
proprio dispettoso, non c’è che
dire XD Ah, e non chiedetemi perché dorme a petto nudo in
pieno inverno XD
Personalmente,
credo che questo sia un
capitolo agro-dolce: da una parte, sempre la stessa manfrina della
guerra di
Ishbar (mi dispiace, lo so, ma credo che sia una componente
fondamentale dei personaggi,
quindi ve lo appiopperò molte altre volte, credo, tra cui
proprio la prossima
XD).
Tra parentesi,
l’ho scritto di getto tra
le 3 e le 5 e mezza di mattina di un’altra notte
insonne… Devo darci un taglio
con tutto quel thè XD Mi giravo e rigiravo, e
avrò inscenato minimo altre
quattro storie, ma questa era così viva, che ho pensato che
se non l’avessi
scritta subito, alla fine me la sarei scordata. L’unica nota
divertente, è
stato immaginare il fantasma del padre di Riza che appare nei sogni di
Roy e lo
sgrida… Be’, magari fa qualcosa di anche peggiore
XD Prima o poi dovrò
scriverci qualcosa sopra…
Spero di non aver
confuso un po’ le
acque, all’inizio: il nome di Roy non appare mai, se non nei
dialoghi, o in
qualche frase qua è là. E’ un effetto
voluto, perché mi sono ritrovata a
pensare con la testa di Riza. Insomma, quando si è in due
nella stessa stanza,
ti viene da pensare all’altro come a Lui o Lei…
L’ho fatto per rendere più
realistici i pensieri di Riza, ma visto che sono una pazza, potrei
anche aver
sbagliato tutto. XD
Ora passo ai
ringraziamenti personali:
Shatzy: Anch’io
trovo la maggior parte
delle song-fiction insulse, sai? XD Dico sul serio. Mi è
piaciuta molto la
raccolta di fullmetalQUEEN, invece. E ritengo le mie troppo lunghe per
un testo
di canzone, ma pazienza, escono così. Credo che le strofe
siano sia il fulcro
di tutto (una specie di musa artificiale, a mio avviso; che mi
risparmiano gran
parte del lavoro, devo dire) ma alla fine della stesura del testo,
debbano,
come dire… Abbracciare le parole con dolcezza, avvolgendole.
Io vado avanti per
sensazioni visive, il che mi dà parecchi problemi XD In
questo caso, mi figuro
due nastri che si avvolgono l’un l’altro.
Andiamo avanti che
è meglio XD
Sono contenta
perché mi sono sentita dire
che ho reso una Riza molto IC. E ne sono un tantinello orgogliosa, a
dire il
vero XD Ammiro molto Riza, perché è una donna
forte, combattiva, e armata di
una pistola, soprattutto. Visto e considerato che da piccola, mentre
tutti
sognavano di fare le ballerine o i calciatori, (ma anche la
veterinaria, il
dottore degli animali, credo XD) io sognavo di girare per la
città con una
pistola nella giarrettiera (me ne vergogno profondamente, ma
giarrettiera era
XD) a sventare rapine, mentre mi vedevo rincorrere i malviventi, e li
uccidevo.
Non ero ancora a
conoscenza della legge,
e le puntate di Rex, Zorro e il resto di sicuro non aiutavano la mia
già
fervida fantasia XD
Le scene di guerra
ormai sono parte di
me. Accendo la televisione, e to’, l’Iraq. Vado su
Internet e to’, la Birmania.
Senza
contare del Darfur e di tanti altri posti. La cosa che mi sconvolge
maggiormente è l’indifferenza della gente. Non
dico che sia sbagliato, anzi; è
solo la mia totale incapacità a non mettermi nei panni
altrui che fa soffrire
me in una maniera spaventosa. E’ bastato un film
sull’Olocausto per farmi
piangere un giorno intero! Amo descrivere scene di guerra, soprattutto
crude,
non tanto per masochismo o sadismo nei confronti altrui; cerco solo di
far
capire di far finire quelle in atto, e non farne iniziare di nuove.
Per inciso, verso i
6/7 anni sognavo di
fare la “soldatessa”, e di andare, tuta mimetica e
fucile in mano, ad uccidere
i “cattivi”. Preciso che questo era sempre prima di
conoscere la legge ^^”
La cosa che mi
colpisce di più di Riza,
ma anche di Roy, è la loro normalità: ne hanno
passate tante, hanno visto tanti
orrori, eppure continuano ad andare avanti, a non arrendersi. Questo
è quello
che vedo in alcune persone che mi circondano ogni giorno, e ormai sono
giunta
alla conclusione che qualsiasi cosa uno possa vivere, la si
può superare se si
ha forza di volontà. Vabbé che Roy ogni tanto si
fa un goccetto, da questo
punto di vista è Riza quella irreprensibile. XD
Come avrai notato,
pur descrivendo scene
più o meno “dure”, o comunque piene di
sofferenza, alla fine mi lascio sempre
uno spiraglio, una via di fuga. Trattandosi del nostro Roy, mettere un
finale
alla “demenziale” è totalmente
indipendente dalla mia volontà, mi esce così XD
(Ma il prossimo sarà talmente pessimista che vorrete
uccidermi XD)
Ah, giusto, la
motivazione della mia
dedica. L’ho dedicata a voi due perché siete
amanti del Royai (e fin qui ci
stava), perché commentate ogni cosa che scrivo, sempre (e
fin qui ci stava), ma
soprattutto perché amo i vostri scritti. Le mie due senpai
del royai, se
vogliamo metterla così XD Se avessi più
confidenza con Stray, l’avrei dedicata
anche a lei, perché sopra certi suoi temi ci ho anche pianto
XD E anche alla
scrittrice della prima royai che lessi, che mi aprì un mondo
tutto nuovo,
ovvero CowgirlSara (la mia prima RoyAi, quando ancora non ero
registrata! XD)
Le mie senpai del
Royai, punto XD
E soprattutto non
bestemmiare: Tu sei
molto più brava di me, non c’è storia,
e non scherziamo ò.ò
Ancora grazie, i
tuoi commentoni mi
sollevano sempre il morale! Ah, e soprattutto scusa della risposta
chilometrica, ma dopo il commento enorme che mi avevi fatto, mi
sembrava il
minimo XD
Kissoni!!
elyxyz: Vedere la
mia raccolta
apprezzata anche da una scrittrice brava come te, nonostante non le
piaccia
particolarmente il pair, è stato… Incredibile,
ecco ^^ Mi sento molto felice,
veramente. Sono contenta, ribadisco, che la mia Riza sia IC, e mi
scuso, perché
questo capitolo è molto RoyAi (non sono riuscita a resistere
XD). Comunque il prossimo
sarà unicamente un POV di Roy, e Riza non verrà
menzionata. Di nuovo grazie, a
presto! Kissoni!!
Sisya: Sisya!!
Grazie grazie grazie!
(Memore della tua dedica, ormai sappiamo entrambe come siamo ridotte a
questo
punto XD) Sono d’accordo, Roy e Riza ne hanno dovute passare
tante, troppe,
quindi adesso dovrebbero solo essere felici e basta, no? XD Vero che la
scena
di loro due giocano con le spade di legno è qualcosa di
vivido? Sono
praticamente convinta che nel maga sia successo veramente, inutile XD
Quando
hai detto inquietante, sono scoppiata a ridere: tu non puoi sapere, ma
ho
un’amica (la cosiddetta zia XD) che va avanti a: Inquietante!
Ambiguo! E poco
altro XD
Credo che tutti
amino Roy versione
sbraitante, è troppo puccio. Adottiamolo!! Si
può? XD XD
Grazie ancora mille
per i tuoi commenti,
non sai quanto mi facciano felice! XD
Kissoni!!
Appuntamento ad
ogni martedì, quindi,
sempre che con l’aggiornamento settimanale non ci siano
problemi!
Kissoni!!
Lely
|
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Capitolo 3 *** Zombie ***
Zombie
Zombie
Another
head hangs lowly, child is slowly taken
And the
violence caused such silence
Who are we
mistaken
But you see
it's not me, it's not my family
In your
head, in your head, they are fighting
With their
tanks, and their bombs
And their
bombs, and their guns
In your
head, in your head they are cryin'
In your
head, in your head?
Zombie,
Zombie eh eh
In your
head, what's in your head?
Zombie
eh eh eh oh
Un’altra
testa pende lentamente, un bambino è preso
lentamente
E
la violenza ha causato questo silenzio
Ma
chi stiamo fraintendendo?
Ma
tu lo vedi, non sono io, non è la mia famiglia
Nella
tua testa, nella tua testa, loro stanno combattendo
Con
i loro carri armati e le loro bombe
Le
loro bombe e le loro pistole
Nella
tua testa, nella tua testa stanno piangendo,
Nella
tua testa, nella tua testa
Zombie
Zombie Zombie
Cosa
c’è nella tua testa, nella tua testa?
Zombie
Zombie Zombie
Mio figlio…
No…
Corro disperata, verso il
luogo dell’esplosione…
-Fermati,
non entrare! E’ pericoloso!
Ignoro la moltitudine di
voci intorno a me…
Ti prego, tutti ma non mio
figlio…
Ti supplico!!
Entro in quella che una
volta era la mia casa…
La bomba ha distrutto il
tetto e uno dei muri portanti, rischia di cadere…
Corro…
Sento il mio corpo
implorare pietà, ma non mi fermo…
Non posso…
Dio Ishvara, ti
supplico…
Non lui!
E
poi…
-NOOOOOO!!!
Guardo quella madre
straziata, con il suo bambino tra le braccia…
Lo sguardo perso,
folle…
E’ seduta a terra, e
si
dondola avanti e indietro, senza mai fermarsi…
Teme di far piangere il
suo bambino, se si svegliasse…
Mi avvicino. Ormai
è quasi
l’alba, quella zona della città è ormai
deserta, è stata evacuata da giorni…
E quella donna è
sempre
rimasta lì, incurante delle bombe che sono cadute, dei
cadaveri accanto a lei…
Tanti
zombie…
- Alzati.
Ordino.
Lei mi guarda con
un’espressione talmente sofferente che per un attimo rimango
scioccato.
- Shhhhh… O
sveglierai mio
figlio…
Guardo con compassione il
piccolo corpicino, il colorito cadaverico, stretto
nell’abbraccio amoroso della
madre.
- Non si sveglierà
mai
più…
Sussurro, più a me,
che a
lei.
La donna per un attimo mi
guarda, poi spalanca i grandi occhi, sorpresa.
- Tu… Tu sei uno di
quegli
assassini!!!
Distolgo lo sguardo da
quella scena, impietosito. La donna, avvinghiata ancora al corpo del
bambino,
si è alzata, e incurante dei detriti sotto i suoi piedi nudi
si avvicina a me.
-
Perché? Perché
tutta questa
distruzione? Perché?
Si è risvegliata.
Guarda
inorridita i corpi accanto a sé, e quello nelle sue braccia.
-
Joan…
Ha capito.
Improvvisamente
il silenzio. Ci
siamo solo io e lei. Che ci fissiamo negli occhi. Io con il mio sguardo
impietrito, lei come un animale ferito, a cui i cacciatori hanno
portato via i
cuccioli.
- Perché?
Ripete lentamente.
- Siete soltanto degli
ipocriti… Ci avete accusato di qualsiasi cosa, pur di
attaccarci.
Ora siete
soddisfatti? Siete soddisfatti di tutto
questo?
Distende un braccio,
indicando la desolazione intorno a noi.
Chino la testa.
- Donna, io obbedisco solo
agli ordini… Non ho colpe…
So di risultare falso
persino a me stesso.
La donna ride, di una
risata amara.
- Certo…
Finché non siete
tu o la tua famiglia a morire, la tua gente,
allora siete
incuranti di tutta la morte che procurate… Ci considerate
nemici… Ma vi siete
guardati in giro? Anche lui, anche mio figlio, era colpevole? Colpevole
a tre
anni?
La sua voce mi entra
dentro e mi ferisce, come un pugnale affilato.
- Cosa
c’è nella vostra
testa, soldato? Possibile che vediate solo nemici?
Mi giro. Per una volta
tanto nella mia vita, io, Roy Mustang, dico quello che penso veramente.
Comincio a camminare, volgendo finalmente le spalle a quella madre
distrutta
dal dolore.
- Nella mia testa vedo
solo zombie…
Another
mother's breaking heart is taking over
When the
violence causes silence
We must be
mistaken
It's the
same old theme since 1916
In your
head, in your head they're still fightin'
With their
tanks, and their bombs
And their
bombs, and their guns
In your
head, in your head they are dyin'
In your
head, in your head
Zombie,
Zombie eh eh
In your
head, what's in your head?
Zombie eh eh
eh oh oh oh oh oh eheh ooh yae yaeee
La
rottura di un altro cuore di una madre sta finendo
Quando la
violenza causa il silenzio
Ci siamo
sbagliati
E’
lo stesso vecchio tema da 1916
Nella tua
testa, nella tua testa stanno combattendo
Con i
loro carri armati e le loro bombe
Le loro
bombe e le loro pistole
Nella tua
testa, nella tua testa stanno morendo
Nella tua
testa, nella tua testa
Zombie
Zombie Zombie
Cosa
c’è nella tua testa, nella tua testa?
Zombie
Zombie Zombie
E
ora mi ritrovo in
guerra… Di nuovo…
Di
nuovo una madre
straziata dal dolore davanti a me…
Quando
finirà tutto
questo?
Abbiamo
detto, ci siamo
convinti che non si sarebbe ripetuto l’errore di
Ishbar…
Menzogne…
Tutte
le guerre sono
uguali…
-
Perché, soldato? Cosa vi
abbiamo fatto?
Sto
per impazzire… Alla
figura della donna si sovrappone, quasi fosse un fantasma, quella della
donna
Ishibeliana. Lo stesso dolore. E’ lo stesso dolore.
Intorno
a me, solo morte.
Morte e silenzio.
-
Perché?
Sento
le lacrime scendere
lentamente verso il mento. E poi esplodo anch’io.
-
Non lo so! Smettetela di
torturarmi!
Da
quel giorno maledetto,
non è passata notte senza che sognassi lo sguardo vitreo di
quella madre,
privata del proprio figlio.
-
Cosa c’è nella vostra
testa? Rispondimi, soldato! Trova un senso a tutto questo!
Cado
in ginocchio sul
terreno.
Sto
impazzendo.
Ora
alle loro voci si sono
sovrapposte anche quelle di tutti i cadaveri intorno a noi.
Zombie…
Sento
che si avvicinano…
L’alito
fetido…
Gli
occhi vuoti…
Gli
abiti a brandelli…
Ma
siamo sicuri che non
siano umani?
Ormai
non percepisco altro
che le loro urla lontane…
Cercano
vendetta…
Ed
è per questo che non mi
uccidono…
Per
torturarmi con
orribili visioni…
Mentre
io invoco la morte…
La
pace…
Intorno
a me solo zombie,
con una sola domanda…
Perché?
Note
finali:
Canzone:
Zombie, cantanti: The Cranberries
Ok,
fa schifo, lo so =_______= A mio discapito: l'ho scritta un
bel
pezzetto fa. Ho riletto qualcosa di quel periodo, e ne sono sconvolta.
E' indecente, indecente! Non sarò bravissima, ma accidenti,
sono
migliorata! (Prima nota positiva della giornata XD) Scrivevo
addirittura le note finali con il linguaggio sms! Bah, che testa XD
Questa è una shot molto particolare, strana. E se lo dico
io! XD
Comunque ho scritto il prossimo capitolo, e vi assicuro che
sarà
migliore, assolutamente. L'ho steso sghignazzando, quindi è
una
cosina piuttosto leggera (anche se dalla canzone non si direbbe) e ho
già la prossima in mente *occhi scintillanti*
Ora passo
ai ringraziamenti personali:
elixyz:
Grazie come sempre, i tuoi commenti mi fanno molto piacere ^^ Per
quanto riguarda le traduzioni, lo faccio anche per me: devo tradurle
comunque per lavorarci sopra, no? E allora facilitiamo pure la vita
anche agli altri! XD Kissoni!!
Shatzy:
La cicatrice di Roy mi ha sempre fatto effetto (e Havoc che gli diceva
che da quel momento, le donne ne avrebbero provato ribrezzo... Mitico
Havoc! XD) e mi ha colpita addirittura più di quella di
Riza,
non so perché. La cantante di Never To Know era Lene Marlin,
colpa mia che non l'ho scritto, scusa! XD
Ho
rimediato subito dopo... Se non ci fossi tu, cosa farei! XD Anche tu il
soldato? Io ho tristemente cambiato idea dopo aver visto certe
porcherie, ma la divisa ha pur sempre il suo fascino XD
Per
quanto riguarda le scene di guerra e altro: mi dispiace, io avevo fatto
un discorso generale, perché stavo pensando ad un'altra
persona
che è un tantinello... Insensibile? Non era riferito a te,
ma mi
rendo conto che la cosa poteva essere fraintesa... Wahhh, che macello!
Chiedo scusa ulteriormente per questo capitolo, lascerò un
avviso nella Tag Board del forum, sempre che il modem non muoia prima,
e cercherò di avvisarti prima.
Ultima
cosa: Davvero sembro un peperino? Wahhhh!! Per me è un
complimento!! XD Adoro il mio carattere, sono semplicemente folle, e ne
sono orgogliosa XD Kissoni!!
Nimphadora:
Troppo gentile, veramente *me modalità gelatina mode on*
Sono
felice che il mio stile ti piaccia, ma la cosa importante è
il
soggetto, quello sempre e comunque! XD XD Kissoni!!
Sisya:
Ok, ho deciso di farti liquefare sulla tastiera. Scherzo!! Anche
perché sarai più solida che mai ora, questo non
è
un capitolo da gelatina, purtroppo =_____= Ma cosa sono due
pallottole ogni tanto in cambio di Riza, insomma! Roy dovrebbe fare
carte false, altroché! XD Kissoni!!
Kissoni e
ancora grazie per tutti i vostri commenti, rendono il mio piccolo e
nero cuoricino un po' meno arido! XD
|
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Capitolo 4 *** Coriandoli a Natale ***
Coriandoli
a Natale
E'
inutile sai,
il male che fa
il peso di un bacio.
L'hai dato soltanto
perchè eri da solo.
La
colpa dov'è?!
Qua intorno non c'è
Sai dirmi tu dov'è?!
In un giorno che piove
Un
giorno che tu
ti senti inutile
Coriandoli a natale
E magari ancora
troppo stanco per ricominciare.
Ma scommetto che poi..
Tu te ne andrai
Appoggio stancamente la fronte al
vetro gelido della
finestra.
Sarà l’una di
mattina, ormai.
- Roy, non torni a letto?
Mi rifiuto di girarmi a vedere quella
scena. Mi rifiuto.
Eppure lo devo fare.
Cerco, senza sforzo apparente, di
recuperare un sorriso
convincente, prima di voltarmi.
- Fra un po’, Patricia. Tu
intanto continua pure a dormire.
Però, il mio sorriso
funziona sempre, a giudicare da come
si è subito rassicurata.
- Ma non fare tardi, altrimenti mi
svegli.
Si gira dall’altra parte, i
capelli castani che le
scivolano sul guanciale. Qualcosa mi stringe forte dentro al petto,
tanto che
per un attimo mi manca il respiro.
E’ il pensiero assillante: “Non
è lei, non è lei, non è
lei”, a farmi male?
Non lo so.
Ma lei chi, poi?
A volte mi sembra di essere pazzo.
Quando mi sembra di
sentire un certo profumo nell’aria, oppure quando quei
capelli sciolti così, mi
sembrano biondi.
Quelle sensazioni mi fanno sentire
nauseato, nauseato da me
stesso.
Che il grande alchimista Roy Mustang
si stia
infiacchendosi?
“Tu lo sai il
perché, non fare il beota, Roy!”
“Maes, lo sai anche tu che
non si può”.
“Non si può
perché tu non hai abbastanza fegato per farlo,
ecco tutto”.
Certe persone hanno delle voci dentro
la testa, che
chiamano coscienza.
Io invece ho la sfortuna di sentire in
continuazione la
voce del mio migliore amico ormai defunto, alquanto petulante ed
irritante, tra
l’altro.
“Eddai, ammettilo che ti
è sempre piaciuta!”
- Ma cosa vai blaterando!
Ops, mi sono scordato di non essere
solo.
- Ma cosa vai blaterando?
Ripeto, stavolta sussurrando.
“Sto parlando di Riza
Hawkeye, caro mio! E poi smettila di
far finta che ci sia qui io, è la tua coscienza che ti
parla, capito? Il tuo
subconscio!”
“Certo…”
“Senti, è inutile
che vai con tutte queste… Mmh… Donnine
allegre? Ma sì, definiamole così, per sentirti
meno solo. Sei patetico. E
vigliacco. Perché sappiamo entrambi cosa desideri veramente,
e non è il piacere
fine a se stesso”.
“Lo so…”
“Ehh, l’ho sempre
detto io che avevi bisogno di una
moglie!”
“Ma tu non eri il mio
subconscio, scusa?”
“Il tuo subconscio era
perfettamente d’accordo con il tuo
migliore amico, per inciso. Eri te la testa dura fra i due, anzi, fra i
tre!”
Sghignazzo piano.
“Bene, ora cominci anche a
ridere da solo! Poveri noi, se
il governo dello Stato finisce in mani di un simile squinternato,
avremo di che
penare veramente, altro che homunculus e King Bradley!”
“E tu sei quello che parla
con sé stesso, se riteniamo per
certo il fatto che tu sia la mia coscienza”.
“Ma lo vedi che sei proprio
uno zuccone? Te l’ho detto!
Sono il tuo inconscio, chiaro, sei te che parli con me!”
“Lasciamo perdere,
va’…”
Mi volto. Quella sgradevole sensazione
che si era appena
appena affievolita, torna ad aggredirmi, più feroce di prima.
“Cosa hai intenzione di fare
ora, Roy?”
La voce si è un
po’ raddolcita. Sono solo stanco, stanco
della situazione, stanco di tutto. E lui se n’è
accorto.
“Proposte?”
“Sì, una:
prendere i tuoi vestiti e andartene, che ne
dici?”
“Dico che tanto ogni volta
si fa sempre come vuoi tu, ecco
cosa dico”.
“Oh, non fare il finto
arrabbiato con me, tanto non
attacca”.
“Ti odio”.
“Lo so”.
Mi rivesto velocemente, e lascio la
stanza senza nemmeno
voltarmi indietro.
“Maes?”
“Mmh?”
“Grazie”.
“E di che. Sempre a tua
disposizione, compare”.
E'
semplice ma..
Ma non dire che
la vita ti prende
soltanto alle spalle.
Ti
ha preso in un giorno in cui ti senti inutile.
Coriandoli a Natale
E magari ancora
troppo stanco per ricominciare.
E magari ancora
troppo stanco per ricominciare.
In
un giorno che
ti senti inutile
Coriandoli a Natale
Ma scommetto che poi..
Tu te ne andrai
E'
inutile sai
vorrei ma non puoi
toccarmi nel cuore
entrarmi negli occhi
Ti ha preso in un giorno in cui ti senti inutile.
Coriandoli a Natale
Ma
scommetto che poi...
Tu te ne andrai
Tu te ne andrai
Tu te ne andrai...
- Piove!
“Ma va’, che
scoperta! Te ne sei accorto perché conosci il
termine del fenomeno meteorologico per indicare “Acqua che
piove”, o perché ti
sei scordato l’ombrello?”
“Fammi il piacere, tappati
quella bocca una volta tanto, è
così difficile?”
“Immensamente, amico mio, ma
vedrò quello che posso fare
per te”.
“Grazie”.
Odio questo tempo schifoso. La pioggia
è un elemento
estremamente infido, ti prende alla sprovvista, ti si infila dentro il
collo,
ti inzuppa completamente…
“Da’ pure colpa
all’acqua, se ti sei scordato l’ombrello”.
“Maes”.
“Subconscio,
prego”.
“…”
“Ok, ok, sto zitto, non ti
innervosire… Che razza di
carattere che ti ritrovi però! Quella povera donna di tua
madre mi ha sempre
fatto una grande compassione, chissà come avrà
fatto a sopportarti per tutto
quel tempo!”
“Maes”.
“Va beeeeeeeeene, ora faccio
silenzio”.
Mi immaginai un Maes che, stizzito,
faceva segno di
chiudersi con un lucchetto immaginario la bocca, per poi buttare la
chiave in
dietro di sé.
Essere andato ad un appuntamento
galante senza macchina si
è rivelato una pessima idea. Ma almeno la casa di Patricia
non è troppo lontana
dalla mia.
Apro velocemente la porta, per poi
svestirmi completamente nell’atrio.
Nudo, ma abbastanza asciutto, per lo
meno. In quei vestiti
sembravo un gatto annegato.
“Guarda che hai i boxer, non
sei nudo, quindi non tentare
di fare tanto il figo con me. Carina comunque quella del gatto, sai? Me
ne
ricorderò in futuro… Oh, ok, ok, scusa, dovevo
tacere, è vero”.
Mi dirigo in cucina, prima di tutto un
bel bicchiere
d’acqua. Dopo tutta quella corsa che mi sono fatto, ho la
gola secca.
Ehi, che puzza di bruciato.
Sarà il vicino, come al
solito.
Butto giù l’acqua
in un sorso.
- Non sapevo che girasse per casa
praticamente nudo,
Colonnello.
“Sta’ zitto, Maes,
sai che lo faccio sempre”.
“Guarda che io non ho
fiatato”.
“Co-“.
Mi giro, e ritrovarmi seduto su una
sedia il Tenente
Hawkeye a momenti mi fa prendere un infarto.
-Tenente, che diavolo ci fai qui? Con
la luce spenta, poi!
Strillo, con una voce che supera di
parecchi toni quella
abituale.
- Colonnello, ritengo sia
più appropriato che si rivesta,
prima delle spiegazioni.
“Ahahah!! Beccato, beccato,
beccato!”
Mi sento lentamente sprofondare. Anche
perché non mi è
sfuggita l’occhiata divertita del Tenente, prima di ritornare
a fissare
intensamente lo sportello del frigorifero.
- Eh, io… Io torno subito,
non ti spostare.
Esco, cercando di camminare
normalmente, prima di correre
in camera come un disperato.
“Una camicia, un paio di
pantaloni, qualsiasi cosa!”
“Ahahah!! Che figura che hai
fatto, amico mio, che figura!”
- STA’ ZITTO!
- Colonnello, tutto bene?
L’ho sentita urlare!
Accidenti alle pareti sottili,
accidenti al mio subconscio,
accidenti alla mia cattiva stella, accidenti a tutto!
- Sì, io… Ho
solo sbattuto un piede, niente di grave!
“Maledizione, maledizione,
maledizione!”
Mi sento le lacrime agli occhi per
questa situazione
assurda, e un vago senso di panico che si sta materializzando
pericolosamente.
“Quanto mi sto divertendo,
non puoi nemmeno immaginartelo!”
“Con te faccio i conti dopo,
preparati”.
“Certo, certo. Guarda un
po’ lì, sotto l’armadio, quelli
vanno bene”.
“E non cercare di fare il
ruffiano proprio ora, Maes, che
non regge con me!”
“Ah be’, io almeno
ci ho provato”.
Esco dalla camera da letto e torno in
cucina, ed entrando
cerco di darmi un minimo di contegno. Mi sento più fiducioso
adesso, almeno ho
un paio di pantaloni addosso.
Il Tenente solleva dubbiosa un
sopracciglio.
- Pantaloni rosa?
Abbasso lo sguardo. Non ci credo. Ecco
perché erano finiti
sotto l’armadio.
Tento la carta della
sincerità.
- Mi dispiace, ho preso la prima cosa
che ho trovato. Mi
ero sbagliato, e avevo fatto un lavaggio di cose con un maglione rosso.
Non
credevo stingesse veramente…
“Tipico da uomo virile che
vive da solo, eh?”
“Maes, ti ammazzo. Tu lo
sapevi che erano quei pantaloni!”
“No, ti giuro. E’
stata una gradevole sorpresa anche per
me”.
- Non si preoccupi, signore. Con me
non deve farsi certi
problemi.
“Gioia, chiudi quella bocca,
ti prego! Non ci stai facendo
una bella figura, per quanto tu possa esserne cotto”.
“Io
non…”
“Certo certo, e le mucche
sono blu e tu sei astemio e io
non sono morto! Ma va’ va’…”
“Ti odio”.
“Sei ripetitivo, lo
sai?”
- Ehm… Comunque,
perché sei qui?
- Corto circuito.
Circuito? Ha detto proprio corto
circuito?
- C’è stato un
corto circuito nel suo bagno, signore. Mi ha
chiamata la sua amministratrice di condominio, perché
sentiva puzza di fumo.
Credo che temesse che lei si stesse divertendo a fare il piromane con
le tende
del bagno, signore, da come ne parlava.
Il suo tono è serio, ma
riesco a vedere la risata che sta
trattenendo.
- Ma… Ma come…?
- Se vuole può andare a
controllare, signore. Ma credo che
abbia dimenticato il phon ancora attaccato.
“Ma si può essere
così deficienti?”
“Devo rispondere?”
Ripercorro mentalmente la sera.
Dunque, ero già vestito, mi
stavo asciugando i capelli, Patricia suona il campanello…
E maledizione, io appoggio il phon sul
lavandino senza
spegnerlo.
Lavandino bagnato, filo scoperto che
dovevo aggiustare da
mesi...
- Oh no…
Per qualche minuto non parliamo. Io mi
sono seduto su una
sedia, tenendomi la faccia con le mani, mentre lei continua a fissarmi
in
religioso silenzio.
- E… E posso sapere
perché hanno chiamato proprio te?
- Be’, signore,
l’amministratrice ha detto che di tutte le
donne che ha visto, io sono quella più affidabile. O
perlomeno, citando le sue
testuali parole, “l’unica che ha visto abbastanza
da potersi ricordare nome e
cognome”. Ha fatto subito a trovarmi sulla guida telefonica.
E una volta qui,
ho pensato che sarebbe stato meglio se fossi rimasta ad avvisarla.
Trovarsi
mezzo bagno bruciato dev’essere un bel colpo.
Oh be’, sempre meglio
dell’essere trovati nudi da una donna
nella propria cucina. Se sono sopravvissuto a questo, ce la farei anche
a
trovarmi con una casa distrutta da un terremoto durante la mia assenza,
sicuro.
- Ah, signore, le conviene lasciare le
chiavi si casa in un
posto meno ovvio dello stipite della porta d’ingresso.
Sorrido.
- Pensavo che il tappetino o il
porta-ombrelli lo sarebbero
stati di più.
- Non avrei mai sottovalutato la sua
intelligenza fino a
quel punto, signore.
Sorride anche lei.
- Sarebbe stata la tua seconda scelta,
Tenente?
- Esatto.
Oh Cielo. Il suo sorriso…
La vedo alzarsi, e prendere la
borsa che aveva appoggiato accanto a sé.
- Signore, a questo punto, posso anche
tornare a casa.
Ignoro la nota di disappunto nei miei
pensieri.
- Grazie di tutto, Tenente.
- Si figuri.
Mentre la riaccompagno
all’ingresso, mi viene in mente una
cosa.
- A che ora l’hanno chiamata?
Avvertendo la sua esitazione, aggiungo:
- La verità.
- Verso le nove, signore.
Quasi quattro ore di attesa!
- Ti do il permesso di venire
più tardi domattina, Tenente.
- Grazie Colonnello, ma non mi sembra
il caso. Non so cosa
potreste combinare in ufficio senza di me.
Vero. L’ultima volta che si
è presa un congedo, i ragazzi a
momenti quasi facevano esplodere l’ufficio con un petardo
artigianale. Lasciamo
perdere il ruolo svolto dal loro capo in questione.
- Insisto.
- Anche io.
- Allora va bene Tenente, come vuoi.
Ma la prossima volta…
- Spero che non si metterà
a giocare a fare l’incendiario
con l’abat-jour in camera mia solo per sdebitarsi, signore!
- Mi credi davvero così
sconsiderato, Tenente?
- Sinceramente sì.
Rimango incantato a guardarla.
Sono appoggiato con un braccio allo
stipite, e lei se ne
sta dritta nel pianerottolo non illuminato.
- Allora a domani, Tenente.
Sussurro. C’è
qualcosa che sa di non-detto nell’aria, e
scommetto che lo sappiamo entrambi, dal modo in cui anche lei tentenna
impercettibilmente, prima di augurarmi la buonanotte e andarsene.
Per un momento provo il folle
desiderio di chiamarla per
fermarla, per prolungare ancora quella conversazione… Ma
è solo un momento.
“E chi è che non
sarebbe cotto, ora?”
Anche il mio inconscio sembra
preoccupato dal mio silenzio.
Mi sto muovendo come un automa.
“Terra chiama Roy Mustang!
Se c’è qualcuno, rispondete!”
(*)
“Maes…”
“Devo star zitto?”
Magari. Ormai ho rinunciato
all’idea.
“Da quanto va
avanti?”
“Diciamo da anni? Prima di
Ishvara, quello è sicuro.
Sobbalzare solo perché te la trovavi davanti…
Decisamente, era da prima”.
“Che idiota”.
“To’,
l’hai capito! Ma che meraviglia!”
Mi sento solo stanco e spossato, ora.
“Dai, non sei un idiota
totale, in fondo… Te ne sei pur
andato da quella donna, no?”
“E dalle ultime nove,
aggiungi”.
“La mia buona influenza.
Guarda che so come ti senti. E ti
supplico, togliti da quella posa da eroe ferito, mi fai impressione! E
poi è
identica a quella di prima, dai!”
“L’atteggiamento
da uomo romantico sopraffatto dal dolore
fa sempre colpo, sai?”
“Quindi startene
lì, impalato come un mammalucco,
appoggiato alla finestra con il vetro gelido, devo considerarlo come
una posa
seducente…”
“Maes?”
“Che
c’è? Mi vuoi insegnare tutto il tuo sapere sulle
donne? Con il charme di cui modestamente sono dotato, non ne ho
bisogno,
ripiego volentieri l'offerta”.
“Credo di essermene
innamorato veramente”.
Silenzio. Caspita, sono riuscito a
zittirlo!
“E io te l’ho
sempre detto che ti serve una moglie!!
Secondo te chi intendevo per “moglie”, la fata
turchina?”
“Non urlare, mi rompi i
timpani!”
“E come faccio, di grazia,
se sono dentro la tua testa?”
Ahh, Maes.
Mi infilo a letto (dopo essermi tolto
quegli pseudo-pantaloni,
ovviamente) e chiudo gli occhi.
“Roy?”
“Eh?”
“Ma non ci dovresti provare,
scusa? Ad uscirci insieme, a
fare qualcosa, insomma”.
“Lo so, Maes… Ma
non ora”.
“E’
l’una di notte, certo che non è ora!”
“Hai capito”.
Silenzio comprensivo.
“Sono troppo stanco
ora… E poi voglio offrirle qualcosa di
più che una relazione pericolosa, dopotutto mi hanno
definito un ottimo
sacrificio umano… Non me la sento, adesso”.
“Allora vedi di sbrigarti,
altrimenti le farai la
dichiarazione a settant’anni suonati, magari con la dentiera
e i vestiti fucsia
a forza di mescolare i vestiti”.
“Spiritoso…
Comunque, mi ci impegnerò veramente, promesso.
E ora, buonanotte”.
“’notte,
Roy”.
“Ah, Maes? Grazie”.
“Di nuovo? Basta, mi hai
rotto l’anima! Comunque di niente,
fammi sapere quando ti troverai sposato con un bel figlioletto da
crescere,
perché lì implorerai il mio
aiuto”.
“Aspetta e spera”.
Sette anni dopo.
“Maes, ti supplico, dimmi
cosa devo fare!”
“Visto?
Te lo avevo detto, io! Povero Maes, che
razza di padre degenere che si ritrova! No! Così lo
soffochi! Chiama Riza prima
di uccidere questa povera creatura, ti prego! ROY!"
(*)
Piccola licenza letteraria, in fondo a quell'epoca non
esistevano i razzi XD
Note
finali: Avevo questo
testo in mente da un po’, ma non riuscivo a capire quale
fosse il metodo
migliore per il “Tu te ne andrai” e poi…
Bang! Illuminazione! XD E mi è venuta
giù liscia come l’olio, miracolo! XD
Ammetto
che per queste
canzoni sto saltando allegramente ogni sorta di linea
temporale… Bah, forse
quando finisco la raccolta, mi ingegno a metterle in fila XD
Mi
dispiace per la scorsa
song-fic, prendetela come… Una tappa buchi? XD Mi sono
pentita di averla
pubblicata, al solito, ma ormai c’era, no?
Da
notare come la notte in
“Never To Know” sia sostanzialmente diversa da
questa. Lo considero uno sprone
per Roy a darsi da fare XD
Il
discorso con Maes
versione coscienza mi ha fatta sbellicare. Ok, lo so, non dovrei essere
io a
dirlo, però è vero XD Mi sono immaginata me nella
stessa situazione, con la
voce della mia migliore amica che non mi dava tregua. Ok, probabilmente
io
avrei risposto con un bel “Vaff…”, e lei
mi ci avrebbe rimandato, o con frasi
come “Sei proprio una grande bastarda!” ma il
sentimento è lo stesso XD Mentre
la zia (brutta anonima che non commenta ò.ò) ha
detto che sembriamo io e lei al
telefono. Soprattutto per alcune battute XD
Di
solito, appena finita
di scrivere un nuovo capitolo lo passo alla "zia", che mi dice cosa
ne pensa. Oltre al fatto di scatarrare tutti gli insulti possibili e
immaginabili contro Roy all'inizio e contro Patricia, quando le ho
detto che ci
avevo rifilato una nostra battuta a metà, l'ha cominciata a
leggere tutta di
fretta. Così si è accorta dopo un bel pezzo che
il Tenente in questione era
Riza, e non Havoc, perché non avevo specificato XD
Nuovo
termine: RoyXHavoc =
RoyOc.
Qualcuno
ci interni, vi
supplico XD
Sono
riuscita a tenermi un
po’ leggera, suvvia. Un pochettino meno depressa. Stava
venendo fuori un
pappone avvilente, ma dopo ho avuto quest’idea…
Ehi, cosa sono tutti quei
sospiri di sollievo? XD
Non
sarà il massimo
dell’originalità la scena della cucina, lo ammetto
=_____=
Ma
è divertente comunque
XD
Comunque
sono veramente felice di tutti questi commenti, veramente *Lely si
asciuga una
lacrima immaginaria. Anzi, immaginaria un corno, mi sono beccata un 5
oggi, e
non so neanche come ho fatto. No, aspettate, in verità so
come ho fatto... Che
tristezza, ma non mi scoraggio! Adesso mi darò da fare e
vedrete i risultati,
bwahahahah!! XD*
Canzone:
Coriandoli a Natale, cantanti: Subsonica
Bene,
ora
passo ai commenti personali:
Shatzy:
Zombie come canzone è
stupenda, veramente stupenda. La controparte di Riza... In effetti,
sembra
anche a me, dopotutto. Sono contenta di sentirmi dire che sono
migliorata,
anche perché non voglio smettere di farlo mai. Seppur poco
alla volta, mi sto
impegnando a scrivere meglio, perché ci tengo molto. E che
dire, senza di te mi
mancherebbe la soddisfazione dei commentoni lunghi lunghi! XD Ti
ringrazio
tanto, per i commenti, la sopportazione e tutto. Kissoni!!
elyxyz:
Spero che il tuo
dolore si sia per lo meno acquietato, per quanto sia possibile. Ognuno
ha i
suoi zombies, credo, ognuno ha i suoi fantasmi personali che di tanto
in tanto
lo vengono a trovare, lo so bene anch'io. L'importante è
essere forti e non
arrendersi. Grazie di tutto, spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto!
Kissoni!!
Nimphadora:
Ohohoh, ma chi abbiamo
qui? La mitica sorellona! XD Guarda, io sono per le guerre a tavolino,
ovvero
mi piacerebbe tanto che i politici si mettessero a giocare a scacchi e
chi
vince lì vince su tutto XD Almeno non ci sarebbero vittime,
innocenti o meno.
Dai, dobbiamo darci da fare a popolare efp di RoyAi! Te con i 100
themes, io
con questa raccolta, e tutte le altre della "famiglia" con i propri
scritti. Ci risentiamo sul forum, kissoni!!
AyuTsukimiya:
Sbrigati a leggere il
manga, allora, non sai cosa ti perdi! Sono contenta di riuscire a
trasmetterti
delle emozioni, per me significa tanto, te l'assicuro. Appena leggerai
il
manga, sentirai anche tu l'elettricità che c'è
quando li vedi insieme *ora mi
partono i filmini mentali, bene XD* Spero che continuerai a seguirmi,
alla
prossima! Kissoni!!
valy88:
Ehi, la cuginotta del
forum! Ciao! x3 Addirittura nei preferiti! Grazie! >.<
Ehi, le recensioni
non sono mai troppo lunghe, non ti preoccupare, a me non fanno altro
che
piacere XD Ringrazio ancora per il commento positivo, e soprattutto per
averle
commentate tutte e tre! Alla prossima, kissoni!!
Sisya:
Ce l'hai proprio con
Bradley, eh? Ma dai, un uomo così affascinante, come fa a
non piacerti? *Sisya
scaglia una ciabatta contro il pc* Scherzo, su ^^ La gelatina ora si
è un po'
avariata, devo dire, mi è venuta fuori questa song-fic che
non è né gelatinosa
né triste né che so io... E' demenziale XD Roy e
Riza se lo meritano sì un
finale ad happy ending, ma andiamo un po' a dirlo all'Arakawa XD Alla
prossima
gemellina! XD Kissoni!!
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Capitolo 5 *** Frozen ***
Frozen
Volume 10 –
Capitolo 39
I can’t
feel my senses
I just feel
the cold
All colours
seem to fade away
I can’t
reach my soul
I would
stop running, If knew there was a chance
It tears me
apart to sacrifice it all but I’m forced to let go
Non riesco a
percepire i miei sensi
Sento solo il freddo
Tutti i colori
sembrano svanire
Non riesco a
raggiungere la mia anima
Avrei smesso di
scappare, se avessi saputo che c'era una
possibilità
Mi fa a pezzi
sacrificare tutto ma sono obbligata ad
arrendermi
Annichilita dal dolore. Totalmente
annientata. Non credo di
essermi mai, mai sentita peggio.
Completamente in balia del tormento.
“Ti
farò raggiungere
subito il tuo superiore”
Le ho scaricato addosso entrambi i
caricatori delle pistole
che avevo con me. Ma non è bastato. Non è stato
sufficiente né per ucciderla,
né per spegnere tutto l’odio che provavo nei
confronti di quella donna. Donna…
Cos’è alla fine un homunculus? Uno scherzo della
natura? Un errore umano? Il
risultato di un tabù infranto? Ma non mi importa, cos’è che importa
ora?
La odio.
Ma a conti fatti, non me ne faccio
nulla di questo
sentimento, quando una così profonda disperazione mi lacera
l’animo.
La
odio,
sì. Vorrei ucciderla,
benissimo. Ci ho anche provato.
La prima volta che avrei ucciso
qualcuno senza rimorsi.
Mi sarei vendicata. Ma cosa sarebbe
cambiato?
L’ha ucciso, ha ucciso il
Colonnello.
Ha ucciso lui.
Ad un morto non si può
restituire la vita, e questo lo so
bene. Io, figlia di un alchimista, sono una delle persone che lo sanno
meglio.
Quella donna ha portato via il
Colonnello, e non c’è modo
che lui ritorni.
E’ finita.
Il mio unico scopo era quello di
proteggerlo, e non ci sono
riuscita.
La mia esistenza è finita
con il termine della sua.
La mia esistenza ora non serve
più.
Con quale scopo andare avanti ora?
Mi dispiace, ma io mi fermo qui.
Tell me I’m
frozen but what can I do?
Can’t tell
the reasons I did it for you
When lies
turn into truth I sacrificed for you
You say
that I’m frozen but what can I do?
Dimmi che sono
fredda, ma cosa posso farci?
Non so dirti le
ragioni per cui l'ho fatto per te
Mi sono sacrificata
per te quando la bugia è divenuta realtà
Mi dici che sono
fredda, ma cosa posso farci?
E’ tutto buio.
La sensazione è totalmente
diversa da tutto ciò che abbia
provato in precedenza. Non è come tirarsi le coperte fin
sopra la testa, e non
vedere altro che nero. Perché lo sai, che oltre quella
barriera calda e
rassicurante c’è la tua camera, puoi immaginarla,
illuminata dalla luce
grigiastra che penetra dalle tapparelle.
Io vedo solamente il buio.
Perché non vi è altro da vedere,
oltre quel muro.
Sento il mio corpo piangere, i
sussulti nel petto
assurdamente dolorosi. Eppure, nello stesso tempo è come se
tutto ciò che provo
sia sostanzialmente lontano dalla mia anima.
La mia mente è qui, ma si
rifiuta di percepire quello che
vede il corpo.
Perché è
veramente troppo. E pur sapendolo, pur avvertendo
tutto questo, non riesco a tornare al mondo reale. Non voglio.
Voglio morire.
Perché sono sicura che non
ci possa essere dolore più grande
di questo.
Vi prego. Se c’è
qualcuno lassù, mi affido a lui.
Voglio morire. Voglio annullarmi,
lasciare tutto questo
dietro di me. Il nulla non può essere più
spaventoso di questo buio.
Voglio
morire.
E poi di nuovo, questo pensiero
insistente.
E’
morto.
E’
morto.
Morto. Morto. Morto. Morto. Morto. Morto.
Morto. Morto.
Non riesco a pensare ad altro.
E sono consapevole del fatto che non
dovrei. Ora so perché i
fratelli Elric hanno tentato quell’assurda trasmutazione
umana.
Probabilmente, se avessi studiato
anch’io l’alchimia, ci
starei provando giusto ora.
Sento Alphonse e Lust parlare. Forse
dovrei ascoltare quello
che si stanno dicendo.
Ancora in balia di
quell’ipnosi che non mi permette di
concentrarmi, cerco di farlo. Se almeno il ragazzo potrà
salvarsi, per me sarà
abbastanza.
E come se avessi ricevuto uno
schiaffo, riemergo da quella
specie di liquido amniotico nel quale stavo quasi soffocando. Una sacca
umida e appiccicosa,
che non mi permetteva di respirare, che mi appannava i sensi.
Ma ora è peggio.
Riacquistando un minimo di lucidità, sento
tutta la disperazione ripiombarmi nuovamente addosso.
Alphonse sta blaterando qualcosa sul
non voler lasciarmi
morire. Ma io lo voglio, non capisce?
Quell’idiota…
Quell’idiota cosa crede di star facendo? Di sacrificarsi per
me?
E nonostante lo implori di lasciarmi
qui, non vuole darmi
retta.
Non ha senso! Non ha alcun senso!
“Ben detto, Alphonse
Elric”.
Non può essere…
E’ un’allucinazione!
E’ la sua voce!
E’ vivo!
Le scene si susseguono veloci e lente
allo stesso tempo,
come se un regista crudele si divertisse a far andare avanti ed
indietro il
nastro senza interruzioni, con la velocità che
più gli aggrada.
E poi, improvvisamente, finisce tutto.
La pellicola si attorciglia, e si
scioglie piano nell’acido,
lasciando solo qualche bolla e una macchia nera come traccia della sue
presenza. Lust è morta, e il Colonnello è steso
per terra.
E nonostante si trovi in quelle
condizioni, ha ancora la
forza di anteporre gli altri davanti alla sua salute.
I can feel
your sorrow
You won’t
forgive me,
but I know
you’ll be all right
It tears me
apart that you will never know but I have to let go
Tell me I’m
frozen but what can I do?
Can’t tell
the reasons I did it for you
When lies
turn into truth I sacrificed for you
You say
that I’m frozen but what can I do?
Riesco a sentire il
tuo dolore
Non mi perdonerai
Ma so che starai bene
Mi fa a pezzi il
fatto che non lo saprai mai ma sono
obbligata ad arrendermi
Dimmi che sono
fredda, ma cosa posso farci?
Non so dirti le
ragioni per cui l'ho fatto per te
Mi sono sacrificata
per te quando la bugia divenne realtà
Mi dici che sono
fredda, ma cosa posso farci?
“Idiota!”
E’ furioso.
Mi sta rimproverando come mai aveva
fatto in precedenza.
E mi sento umiliata, sì,
perché ha effettivamente ragione.
Come ho potuto lasciarmi ingannare in
quel modo?
Cielo, in guerra non mi sarei mai
comportata così.
In guerra, mi sarei aspettata di
tutto dal nemico.
Mi sono lasciata ingannare come una
principiante.
L’ho deluso.
Eppure, conta ancora di fare
affidamento su di me.
Quest’uomo è
incredibile.
Everything
will slip way
Shattered
peaces will remain
When
memories fade into emptiness
Only time
will tell its tale
If it all
has been in vain
I can’t
feel my senses
I just feel
the cold
Frozen...
But what can
I do ?
Frozen...
Tell me I’m
frozen but what can I do?
Can’t tell
the reasons I did it for you
When lies
turn into truth I sacrificed for you
You say
that I’m frozen, frozen...
Tutto
scivolerà
Solo i pezzi in
frantumi rimarranno
Quando i ricordi
svaniranno nel vuoto
Solo il tempo
racconterà la sua fiaba
Se tutto
ciò è stato vano
Non riesco a
percepire i miei sensi...
Sento solo il freddo
Freddo…
che ci posso fare
Freddo…
Mi dici che sono
fredda,ma cosa posso farci?
Non so dirti le
ragioni per cui l'ho fatto per te
Mi sono sacrificata
per te quando la bugia divenne realtà
Mi dici che sono
fredda, fredda…
Voglio
morire.
Perché
sono sicura che
non ci possa essere dolore più grande di questo.
Vi prego. Se
c’è
qualcuno lassù, mi affido a lui.
Voglio
morire. Voglio
annullarmi, lasciare tutto questo dietro di me. Il nulla non
può essere più
spaventoso di questo buio.
Voglio
morire.
“Chiamate
un’ambulanza”.
Divertente.
Così quella donna sarebbe
legata al Colonnello in un modo
tale da…
Veramente divertente.
Perfetto.
E’ semplicemente perfetto.
Basterà informare il Padre.
Introspezione
del capitolo 39! Lo adoro XD I miei volumi
preferiti sono proprio il 9, il 10 e il 13, chissà
perché XD Finalmente un POV
di Riza… Spiegazioni: allora, iniziamo da come abbia
interpretato il termine
Frozen ==> Fredda ==> Congelata ==> Immobile. Ok,
questo è un esempio
eclatante di traduzione libera XD E vabbé, ogni testo e
poesia trasmette cose
diverse a chi le legge, no? Lasciatemi questa piccola soddisfazione
=____=
La
parte finale è narrata da Wrath. Non tanto per lasciarvi
addosso un po’ d’inquietudine, ma ci stava troppo
bene con la canzone, non so
perché… La trovo bella e angosciante allo stesso
tempo, credo di essermi fatta
prendere un po’ troppo la mano XD
Canzone: Frozen, cantanti:
Within Temptation
Per
quanto riguarda il capitolo precedente: in realtà,
ricordo che uno dei 100 themes di Stray che più mi
piacevano, si riferivano al
paragone tra la squadra e proprio le figure degli scacchi, quindi
ringraziate
lei, io ho solo notato che non potevo fare a meno di paragonarli,
perché gli
scacchi appaiono proprio nel volume.
Ma
passiamo pure ai commenti personali:
valy88:
Cuginetta! Per fortuna mia madre si sbollisce velocemente ^^ Ho
terminato
questo capitolo oggi, in fretta e furia, quindi non so come
può risultare ad
un’occhiata esterna.
Speriamo
bene =_____=
Il
generale Grumman deve aiutarli, quel vecchietto è proprio
una forza, ma se li piantasse in asso, giuro che non gliela perdonerei
ò.ò
Grazie
mille per le recensioni sempre positive! ^^ Kissoni!!
Shatzy: Sorellona!!
Ho fatto i salti mortali, ma il capitolo è pronto.
Né revisionato né corretto,
ma almeno riesco a postare qualcosa (non sono per nulla professionale,
accidenti =______=).
Giuro,
e giuro e rigiuro, che non riesco a dargli un
giudizio, a ‘sto benedetto capitolo. Non l’ho
riletto a freddo, quindi non
riesco a capire come diamine sia.
Ergo:
Conto su di te per tutte le precisazioni, ti supplico
e ti scongiuro, sii spietata!! Perché non lo sei mai fino in
fondo (non si
spiegano altrimenti tutte le recensioni troppo buone, nah nah) quindi
anche se
mancasse una virgola, ti autorizzo a bannarmi dal forum!! (Oh
be’, quello
dovrebbe farlo Ninmpha… E dopotutto non credo che resisterei
a lungo senza
forum… Ma ci siamo capite, no?)
Conto
su di te! XD
Il
POV di Riza… Il difficile non è scriverlo, il
difficile è
trovare una canzone che riesca ad adattarsi a lei! E’
tremenda quella donna
=_____= Ed è per questo che tifo per lei XD
Grazie
di tutto!!
Kissoni!!
elyxyz: Sono contenta
che abbiate trovato un senso alle ripetizioni, grazie a tutte voi! XD
Sempre
sperando di rimanere IC!! Sempre grazie per i commenti, troppo gentile
^^
Kissoni!!
Sisya:
Gemellina!! Totalmente d’accordo, penso che basti appendere
una minigonna fuori
da una finestra di Central City, per ritrovarselo lì sotto
casa che sbava come
un cane… Tanto c’è sempre Riza che lo
fa rigar dritto XD E l’orbo è tornato
anche in questo capitolo, mi spiace… Veramente no, ma per
solidarietà
gemellare, dirò di sì XD Ce l’ho
infilato io… Ehhh, vabbé ^^
Grazie
per tutto!!
Kissoni!!
Nimphadora:
Sorellona!! (Dovrò trovare un modo per far distinguere te da
Shatzy… E ora
anche da Stray! Ci penserò…)
Dunque…
Ma allora i neologismi sono le parole inventate?
Perché allora nessuno potrebbe più aver da ridire
sulle ciofeche che sparo
dalle elementari! Giustizia sarà fatta!!
ò.ò
Per
quanto riguarda l’uccisione del modem… Che tu ci
creda o
no, smette di funzionare solo quando non dovrei assolutamente stare al
pc.
Modem
intelligenti… Li odio! XD
Grazie
di tutto, spero che anche questo capitolo sia
passabile ^^”
Kissoni
a tutti!! Alla prossima!
P.S. Ho una
sorpresina, l’idea è stata partorita ieri sera, ma
credo che fra un mesetto
saprete di cosa si tratta… Baciamo le mani!! XD
|
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Capitolo 6 *** Wherever you will go ***
Wherever you will go
Wherever You
Will Go
“So
lately, I've been wondering
Who will be there to take my place
When I'm gone, you'll need love
To light the shadows on your face
If a great wave should fall
It would fall upon us all
And between the sand and stone
Could you make it on your own
If I could, then I would
I'll go wherever you will go
Way up high or down low
I'll go wherever you will go”
“Ultimamente
mi sono
chiesto
Chi ci sarà a prendere il mio posto
Quando me ne sarò andato, tu avrai bisogno di amore
Per illuminare l'ombra (di tristezza) sul tuo viso
Se una grande onda dovesse cadere
Travolgerebbe tutti noi
E tra la sabbia e le pietre
Potresti farcela da sola
Se potessi, allora vorrei
Andrò dovunque andrai
Dal paradiso all’inferno
Andrò dovunque andrai”
-
Tenente…
Ora
che anche tu te ne sei andata, chiudendo la porta dietro
di te, sento il silenzio di questa stanza farsi opprimente. Questi muri
hanno
vissuto momenti di gioia, di dolore, momenti tranquilli (pochi) e pieni
di
viavai, momenti frastornanti e momenti silenziosi, certo, ma mai
così… Vuoti.
Non
rimane più nulla. In questo ufficio, in cui per tanto
tempo le nostre esistenze si sono intrecciate e scontrate, non
rimangono che delle
scrivanie e qualche scaffale.
Vuoto.
Privo della vita che soleva abitarci, dell’allegria,
della spensieratezza così come della serietà, del
dolore.
Ho
ancora un’ultima carta da giocare. O per meglio dire, ho
ancora dalla mia lo scacco matto. Osservo quel pezzetto di carta, che
le mie
dita continuano a tormentare. La mia ultima speranza. Il generale
Grumman.
-
Riza…
Quel
nome, che mai più ho pronunciato da quando sei
diventata un mio sottoposto, o che almeno, non ho avuto il coraggio di
articolare se non nella mia mente, sfugge inconsapevolmente dalle mie
labbra.
Sorrido amaramente. Perché sta andando tutto storto,
così dannatamente storto?
La segretaria personale del Fuhrer… Non potresti essere
più lontana. E’ colpa
della mia ostinazione se sono ancora qui. Ostinazione…
Molti, meno gentilmente,
l’hanno definita sete per il potere. Se solo sapessero
perché faccio tutto
questo, credo che cambierebbero idea. Forse, perché a volte
gli uomini sono
troppo stupidi anche per capire cosa si trova davanti ai loro stessi
occhi.
Il
comandante supremo…
Mi
trattengo a stento dal colpire la scrivania con un pugno.
Non è ancora venuto il momento di perdere le speranze,
dopotutto.
Ma
il saperti sola con quell’uomo mi mette addosso una
rabbia, un’agitazione, che poche volte ho provato in
precedenza.
Mi
impongo di rimanere calmo.
Se
succedesse il disastro, c’è pur sempre la remota
possibilità che riusciresti a farcela da sola. Sei una donna
forte e
combattiva, non dovresti lasciarti abbattere facilmente.
Non
ti sei scomposta neanche alla morte di tuo padre,
avresti rinunciato alla tua vita solo quando pensavi che io fossi
morto.
Perché, Riza? Io non sono così importante in
questo mondo, avresti avuto altri
motivi per andare avanti. Se io fossi arrivato solo qualche minuto
dopo… Non
oso nemmeno immaginare cosa ti avrebbe fatto
quell’homunculus. Neppure Alphonse
sarebbe riuscito a proteggerti più di tanto, ammettiamolo. E
tu saresti morta
inutilmente, e io sarei rimasto senza di te. E’ stata la
prima volta che mi hai deluso, e la cosa mi ha
sconvolto nel profondo. Il tuo viso segnato dalle lacrime, quel segno
di
sottomissione… Ecco perché mi sono arrabbiato
tanto. Credevo di conoscerti bene,
non avrei mai pensato che la tua reazione fosse…
Così avventata, ecco. Ed ora
ti trovi di nuovo in balia di un altro homunculus, e temo si possa
verificare
ancora quella situazione.
Certo
che il Fürher è stato molto scaltro. Ha capito che
sei
uno dei miei punti deboli, anche se non riesco a capire come. Forse
quel
diavolo di occhio che si ritrova aiuta, in qualche modo.
Vorrei
solo restare con te, non importa come e dove, vorrei
solo saperti sana e salva, che sia in un posto tranquillo, o in un
inferno come
questo in cui ci troviamo.
Se
potessi seguirti, lo farei.
"And
maybe, I'll find out
The way to make it back someday
To watch you, to guide you
Through the darkest of your days
If a great wave should fall
It would fall upon us all
Well I hope there's someone out there
Who can bring me back to you
If I could, then I would
I'll go wherever you will go
Way up high or down low
I'll go wherever you will go
Runaway with my heart
Runaway with my hope
Runaway with my love"
"E
forse, scoprirò
Il modo per ritornare un giorno
Per guardarti, per guidarti
Attraverso il più oscuro dei tuoi giorni
Se una grande onda dovesse cadere
Travolgerebbe tutti noi
Bene io spero che ci sia qualcuno
Che possa riportarmi da te
Se potessi, allora vorrei
Andrò dovunque andrai
Dall'inferno al paradiso
Andrò dovunque andrai
Scappa con il mio cuore
Scappa con la mia speranza
Scappa con il mio amore"
E
adesso tu sei lì. Perduta, ma non per sempre. Ci
sarà pure
un modo per farti tornare indietro, no? Un modo
c’è sempre, dipende tutto dalla
disperazione di chi lo mette in atto. Ci saremo ancora, noi due, con
tutta la
banda al completo, e sì, anche con Havoc, perché
ci
dovrà pur essere un modo, anche per lui, di farlo
tornare normale, no? Io
non dispero, e a costo di contattare tutti i migliori medici del paese,
lo farò
tornare come prima. A costo di usare la pietra filosofale.
Perché è colpa mia
se lui ora è così, è colpa mia se voi
vi trovate finiti in posti assurdi (Tu,
la segretaria personale di Bradley! Figurarsi), colpa della mia
avventatezza.
Vi chiedo perdono, perché voi vi siete fidati di me, e io ho
tradito le vostre
aspettative. Ma troverò il modo di risollevarmi, di ottenere
ciò che mi sono
prefissato.
E
ora ho un motivo in più per farlo. Voi.
E
se dovesse accadere un’altra guerra, sono sicuro che ce la
farete. Dovete farcela.
Riza,
tu ci sei, tu ci sei sempre stata.
Ti
affido il mio futuro, le mie speranze, e, perché no? Il
mio amore. Perché quando avrà termine tutto
questo, quando riusciremo a
tirarcene fuori, ci sarò io lì, stavolta, per te.
Come hai fatto tu con me, io
ti seguirò, veglierò su di te, e vedrò
di fare tutto ciò in mio potere per te.
Ma tu promettimi di farcela, perché ho una paura matta che
tu ti lasci andare
come quella volta. Non farlo, resisti.
Tu
sarai il motivo fondamentale per il quale io andrò
avanti, quindi non arrenderti, mai.
Troverò
la maniera per migliorare le cose. La troverò.
E
quando tornerò, verrò da te a
riprendermi ciò che ti ha affidato in custodia. E magari
potremo
dividerlo in due parti uguali, e viverlo insieme.
I
know now, just quite how
My life and love might still go on
In your heart and your mind
I'll stay with you for all of time
If I could, then I would
I'll go wherever you will go
Way up high or down low
I'll go wherever you will go
If I could turn back time
I'll go wherever you will go
If I could make you mine
I'll go wherever you will go
I'll go wherever you will go
Ora
so, esattamente come
Come la mia vita e l'amore dovrebbero ancora procedere
Nel tuo cuore e nella tua mente
Vorrò stare con te per sempre
Se potessi, allora vorrei
Andrò dovunque andrai
Dall'inferno al pardadiso
Andrò dovunque andrai
Se potessi tornare indietro nel tempo
Andrò dovunque andrai
Se potessi farti mia
Andrò dovunque andrai
Perché
io so, che una volta finito tutto, io vorrò stare con
te.
Non
come semplice capitano, no.
Vorrò,
voglio,
starti accanto come uomo, passare la mia vita con te. Come dovrebbe
andare, se
non ci fosse di mezzo l’esercito.
E
King Bradley. Come odio quell’uomo!
E
no, adesso il pugno l’ho sbattuto veramente,
perché
sopporta sopporta, anche i migliori perdono la pazienza. E io non ne
faccio
nemmeno parte, figurarsi. Vorrei ucciderlo con le mie stesse mani.
Ma
proprio la sua assistente, dannazione! Maledetto, lo
sapeva, sapeva fin da principio di quello che ci univa, ne sono sicuro.
Di ciò
che univa me a te.
Se
potessi, andrei dovunque tu andrai.
E
un giorno lo farò.
O
meglio, rimarrai sempre l’assistente personale del
Comandante Supremo, ma di un altro Comandante.
E
con questi propositi, afferro il mio soprabito e mi vesto velocemente
per uscire, e andare a preparare il mio scacco matto.
E
il re risorgerà finalmente, insieme alla sua regina e ai
suoi pedoni.
Ragassuole,
questo capitolo non doveva essere postato. Avevo trovato un testo
proprio domenica, adattissimo, ma ci sono stati vari casini, e questo
lo avevo già pronto, anche se non terminato e betato a
dovere,
scusate... Mi dispiace, ma non tornerò al pc per un po'. Mia
madre mi ha staccato la presa d'alimentazione del pc (ricordate la
giustificazione di ieri? L'ha presa malissimo, ci ha pensato due ore, e
mi ha fatto un'ora di sfuriata XD), oggi ci sono solo perché
devo stampare una cosa per scuola. Non so quanto durerà
questa
punizione, ma credo che probabilmente troverò prima io il
nascondiglio del cavetto XD Passiamo al testo: oh,
insomma, è un classico XD Il testo l’avevo pensato
per
Riza (ci sta tutto XD) ma poi ho detto: Ma no, troppo scontato!
Andrò dovunque
andrai, ti seguirò e bla bla bla… E
allora… Vai con Roy! XD Il POV di Roy mi
viene molto più facile rispetto a quello di Riza, non
è giusto! I pensieri sono
un po’ slegati tra loro, a volte ripetitivi. Oh
be’, nei suoi panni io
sicuramente non avrei cominciato a proclamare la “Gerusalemme
Liberata” a
memoria, e credo anche voi XD Quindi ho cercato di essere
più realista ed
immediata, a scapito della linearità. Come
l’insistenza a ripetere che Riza sia
proprio la segretaria personale del Comandante Supremo. Anche
perché all’inizio
è così sicuro che Riza sia
“collaudata” a tutto, ma poi si ricorda di come
abbia reagito quando Lust le aveva detto di aver ucciso il Colonnello,
e lì le
sicurezze vacillano. Ehhhh, devo trovare qualcosa da adattare anche a
lei, ma è
maledettamente difficile XD Prometto, mi ci impegnerò.
Stavolta ero in vena
gelatinosa, e mi è venuta ‘sta cosa, che non so
nemmeno ben definire. Dico solo
che avevo iniziato a scriverla ancora prima della scelta di fare una
raccolta,
ma era rimasta lì per un bel po’, non voleva
proprio saperne di scriversi XD
(Sisya mi capirebbe benissimo ^^). Dopo che avevo porchettato
abbastanza contro
un’altra che non voleva scriversi, ho esordito più
o meno così: Ah sì, tu ti
permetti di fare il bastardo con me? Ma sai cosa ti dico? Io ho sempre
quello
vecchio, tié!
Reazione
molto matura e responsabile, certamente XD
Comunque
ha funzionato, spero solo che anche l’altro si
decida (sempre POV di Roy XD) altrimenti ne inizierò un
terzo, alla faccia sua
ò.ò Così impara! E’
così carino, e ci sta anche, ma è così
bastardo,
maledizione =______=
Adattato
al volume 16.
Canzone:
Wherever You Will Go, dei The Calling. Una delle mie preferite, tra
l'altro. Che voce che ha Alex Band O//////O
Purtroppo
non ho veramente tempo per i ringraziamenti personali, sappiate
però che mi hanno fatto tutti un grande piacere, veramente
tanto! Ringrazio tutta la famiglia del forum, e soprattutto Stray, che
si è unita a questo viaggio improvvisato ^^
Alla
prossima, gente, spero di avere il tempo di pubblicare qualcosa XD
(Comunque domani chiederò dieci minuti al pc, insomma,
è
il mio compleanno... Che donna sadica e crudele che ho per madre
ç______ç)
Aggiunta di mercoledì Scusate il ritardo, ho fatto quello che ho potuto. Kissoni!!
Kissoni!!
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Capitolo 7 *** Qualcosa di grande ***
Qualcosa
di grande
Cos'è
successo,
sei
scappata da una vita che hai vissuto,
da
una storia che hai bruciato e ora fingi che non c'è...
Cos'è
successo sei cambiata,
non
sei più la stessa cosa,
o
sei ancora quella che,
è
cresciuta insieme a me?
Ti
osservo, incredulo, di ritorno al campo.
Quindi
il cecchino che mi ha salvato la vita, sei tu.
La
piccola ragazzina che è cresciuta insieme a me, che ho
visto sbocciare giorno dopo giorno, trasformarsi da una bambina ad una
ragazza,
che una volta tornato ho scoperto ormai donna, si è
irreparabilmente logorata.
Come,
come puoi fare finta di conoscermi appena, dopo tutto
quello che abbiamo passato insieme?
Come
puoi guardarmi con quegli occhi da assassina, facendo
credere che vada tutto bene?
Stai
mentendo.
E
la piccola Riza che conoscevo non mi avrebbe mai mentito,
per nessuna ragione.
Mi
fidavo di lei.
Perché
è diventata te?
Sei
scappata dalla casa di tuo padre, sei fuggita dal tuo
passato troppo doloroso, ma solo per cacciarti dritta
nell’inferno della
disperazione più cupa.
Perché
macchiarti in questo modo, tu che sei stata marchiata
con il fuoco?
Non
soffrivi già abbastanza?
Credevi
di poter espiare la tua unica colpa, quella di
essere nata da un padre che amava più la sua alchimia che
sua figlia, e che
l’ha resa complice inconsapevole del suo piano?
Cos'è
successo sei scappata,
e
con te anche la mia vita: l'ho cercata,
l'ho
cercata,
e
l'ho trovata solo in te!
Ma
c'è qualcosa di grande tra di noi,
che
non potrai cambiare mai,
nemmeno
se lo vuoi!
Ma
c'è qualcosa di grande tra di noi che non puoi scordare
mai,
nemmeno
se lo vuoi!
Possibile
che tu sia diventata un soldato?
Avevo
lasciato una piccola speranza nella casa di tuo padre.
Te.
Pensavo
che una volta finito tutto, sarei venuto a trovarti,
a controllare come stessi.
Pensavo
che avrei trovato un piccolo uccellino innocente,
felice di vedermi.
Invece
qui davanti a me c’è un falco.
Un
implacabile predatore, che colpisce con empietà le sue
prede, non ne lascia vivo neppure uno.
Speravo
che almeno tu potessi salvarti da tutta questa
follia.
Questa
guerra non ha senso, ma me ne sono accorto troppo
tardi.
Decisamente
troppo tardi, perché io potessi tirarmi
indietro, rinunciare a cambiare le cose.
Ma
tu, almeno tu, potevi salvarti.
Saresti
rimasto il mio fiore incontaminato, il mio piccolo
angelo splendente e puro, che avrebbe brillato al di sopra di tutto.
Il
mio amore platonico.
Invece
sei venuta qui, destinata ad un valzer crudele e perenne con il
diavolo.
E
ora che neppure tu potrai tornare indietro, come ti senti?
Mi
chiedo se la mia vita potrà più tornare ad essere
normale.
Una
volta mi sosteneva il tuo pensiero, il pensiero che ci
fosse qualcosa al di fuori di questo campo di battaglia.
I ricordi
che via via svanivano sempre più, ma che
continuavano ad esserci, erano tutti tuoi.
La
timida ombra di un sorriso, il ricordo di una ciocca
bionda.
L’unica
cosa che ancora mi teneva legato al mondo.
E
ora cosa farò?
Non
mi rimarrà più nulla di là?
Cos'è
successo sei caduta,
sei
caduta troppo in basso e ora provi a risalire,
ma
è la fatica che non vuoi!
Cos'è
successo la fortuna non ti ha mai abbandonata,
ma
ricordati il destino non ti guarda in faccia mai!
E
c'è qualcosa di grande tra di noi,
che
non potrai cambiare mai,
nemmeno
se lo vuoi!
Ma
c'è qualcosa di grande tra di noi che non puoi scordare
mai nemmeno se lo vuoi!
Cerca
di giustificarti, ti prego.
E’
un pensiero egoistico, ma è l’unico che mi viene
in
mente.
Sei
venuta a parlarmi. Chissà, magari a spiegarti.
Non
che io abbia il diritto di sapere alcunché. La vita
è la
tua, dopotutto.
Tuo
il modo di pensare, tuo la scelta del futuro che ti aspetta.
Però
mi sento, e mi sentirò sempre, in un qualche modo colpevole
di questa tua brusca ascesa al mondo degli Inferi.
E’
stata forse colpa mia?
E’
sempre stato difficile capire cosa stessi pensando, ma
dopo tanti anni, avevo imparato ad interpretare ogni tuo gesto.
La
linea delle tue labbra diventava più dura quando eri
triste, il modo in cui ti riportavi nervosamente indietro un ciuffo
ribelle,
indicava il tuo stato di agitazione.
Quei
tuoi sorrisi fugaci, prontamente nascosti dietro una
mano, volevano dire che eri di buonumore.
Quando
cominciavi a fissare il cielo, con un’aria grave e
riflessiva, significava che stavi pensando a tua madre, e questo me lo
confidasti
tu stessa.
Invece
ora mi sembra di dover cominciare daccapo, alle prese con una perfetta
sconosciuta.
Non
mi parli del perché della tua scelta, benché
sappiamo
entrambi che io me lo sto chiedendo da quando ti ho rivista qua.
Non
me ne parli, forse non vuoi ferirmi?
Oppure,
semplicemente non te ne importa più nulla.
Ma
siamo cresciuti insieme, non puoi sperare che io non te
lo domandi, prima o poi.
Siamo
legati, nel bene o nel male.
Ti sto portando nel
baratro, perché tu eri stanca di aspettarmi nel piccolo
paradiso che volevo raggiungere, e che non avrò mai.
Adesso
cosa fai?
Che
cosa inventerai,
per
toglierti dai guai... Dove andrai?
Adesso
cosa fai?
Che
cosa inventerai?
Puoi
fingere di più,
di
come fai!
Cos'è
successo la tua luce,
la
tua luce si è oscurata,
con
qualcuno che conosco e ti ha portata via da me.
Cos'è
successo,
la
tua stella,
la
tua stella si è eclissata e ora provaci dal buio a
brillare senza me!
Ma
c'è qualcosa di grande tra di noi,
che
non potrai cambiare mai,
nemmeno
se lo vuoi!
Ma
c'è qualcosa di grande tra di noi,
che
non puoi scordare mai nemmeno se lo vuoi!
Ma
c'è qualcosa di grande tra di noi che non puoi scordare
mai nemmeno se lo vuoi!
E
c'è qualcosa di grande tra di noi,
che
non potrai cambiare mai,
nemmeno
se lo vuoi!
...Se
lo vuoi
...Se
lo vuoi
Ti
guardo dopo anni, nel nostro ufficio.
Quante
stagioni sono passati da quando ti ho vista la prima
volta?
Sono
tante, veramente tante.
Ho
imparato a conoscerti, pian piano.
Ho
imparato anche a riconoscere la disperazione, la
rassegnazione nel tuo sguardo.
Ti
ho vista combattere, soffrire, amare, vivere.
Giorno
per giorno, la mia vita si è legata alla tua,
indissolubilmente.
Un
legame che si è consolidato con il tempo, fatto di parole
e di silenzi, altrettanto significativi, se non di più.
Di
sguardi che s’incrociavano, di piccole carezze nascoste.
Inconfessabili
persino a noi stessi.
E’
un vincolo più forte di qualsiasi altro,
un’alchimia che
lega solo noi due.
Il
Colonnello e il suo Tenente.
Roy
e Riza.
Eppure,
in quel momento, non ti riconobbi affatto.
La
piccola figlia del mio maestro, era venuta a cercare di
salvare un sogno.
Di
preservarlo dall’impurità di questo mondo, non
curandosi
di tutto il male che ella stessa raccoglieva ogni giorno.
Piccolo angelo,
ti feristi le ali con i cocci delle bottiglie di odio, che giacevano
per terra, abbandonate, esposte ai più.
Te
le spezzasti, e ti precludesti ogni via di fuga.
Destinata
alla dannazione eterna, insieme a me.
Oggi,
forse, ho capito il tuo gesto. Non ne abbiamo mai parlato
apertamente, ma credo di aver capito.
E
ti chiedo scusa, scusa per averti fatta partecipe della mia
utopia.
Per
averti fatta soffrire, prima usando l’eredità di
tuo
padre, poi cancellandola dalla tua pelle, su tua richiesta.
Ti
chiedo scusa se in quell’uggioso pomeriggio di novembre di
quindici anni fa,
ho bussato alla porta di casa Hawkeye, segnando il destino di entrambi.
Perché
mai nulla, ormai, sarà in grado di sciogliere i lacci
del nostro legame.
E
le nostre ali ora ristagnano nell'acqua del rammarico, inutilizzabili.
Siamo
rimasti quaggiù.
Ma almeno, siamo
insieme.
Note finali:
E’ talmente orrida che non ha bisogno di
spiegazioni! Veramente, mi scuso con tutte voi se dopo due settimane di
attesa,
l’unica cosa che mi è venuta fuori è
questa. La canzone è "Qualcosa di grande" dei Lunapop...
Be', ero piccolina quando la davano in tv, ma non mi dispiaceva, e non
mi dispiace neanche adesso^^ (Sisya, perdonami ^^")
Vabbé,
speriamo nella prossima =_______=
Ringraziamenti
personali:
elyxyz: Un momento
di fragilità è necessario a tutti,
purtroppo (o per fortuna?) nessuno è perfetto, ogni essere
umano è destinato a
sbagliare, ma magari non a fallire. Quindi, lasciamo uno spazietto per
la
speranza ^^ Grazie come sempre, kissoni!!
valy88: Cugina!!
Sempre troppo gentile ^^ Le tue sono parole
da vera fan del RoyAi, mi compiaccio profondamente XD Certo che Roy e
Riza sono
fatti per stare insieme, è l’Arakawa che sembra
non averlo ancora capito ç____ç
O perlomeno, è sadica XD Grazie per i tuoi commenti, mi
tirano su di morale
ogni volta ^^ Kissoni!!
Shatzy: E pensare
che il fatto della sorpresa, credevo che
non l’avesse letto nessuno XD Che occhi di falco, sorellona!
XD Be’, è una
sorpresa, e io se mi ci metto sono più muta di un morto,
quindi non contare su
di me XP Allora, la modalità spietatezza riaccendila di
nuovo, che ti servirà
stasera XD Riguardo alla storia dell’ultimo paragrafo, avevo
risposto sul
forum, quindi a posto… E poi è vero, devo
aggiungere anche il quindicesimo
volume alla lista degli altarini XD La canzone è
tristissima, ma se ti capita
di sentirla, fallo: Frozen è molto bella. Grazie come sempre
dei tuoi commenti!
XD Kissoni!!
Sisya: Gemy!!
ç____ç Che dire? Si vede proprio che siamo
gemelle, abbiamo gli stessi gusti XD
Sì
sì, quella canzone è stupenda XD E te sei sempre
dolcissima, vorrei veramente che fossimo parenti
ç___ç (Anche se dopo
scatterebbe l’odio fraterno, sbaglio? XD Allora è
meglio così!) Temo che il
ciclope di tanto in tanto farà la sua comparsa *evita le
varie maledizioni
cinesi di Sisya* perché in fondo in fondo, mi piaciucchia
quell’uomo *evita i
vari coltelli che piovono dal cielo* ma non prendertela, su ^^ *evita
di bere
il suo succo d’ananas, perché non sembra succo
d’ananas, e non ne odora
nemmeno* Peace and love, raga!! Non mi ammazzare gemy XD Grazie
perché ci sei
sempre, in ritardo o meno, ma ci sei XD Kissoni!!
Nimphadora:
E’ un capitolo stupendo, è verissimo
ç____ç
Comunque cos’è ‘sta storia, tutte
curiose! Tranquille, se avessi voluto
uccidervi, mi sarei data al RoyOc (uhhhh, dovevo usarla questa parola
prima o
poi XD), e poi anche se siamo in famigghia, devo rispettare il patto
con me
stessa XD Quindi… Non aspettatevi spoilers di alcuna sorta
XD Grazie come
sempre del tuo sostegno, sorellona! XD Ci sentiamo, kissoni!!
|
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Capitolo 8 *** Overprotected ***
overprotected
Overprotected
I need time
(time)
Love (love)
Joy (joy)
I need
space
I need me
(Action!)
Say hello
to the girl that I am!
You're
gonna have to see through my perspective
I need to
make mistakes just to learn who I am
And I don't
wanna be so damn protected
There must
be another way
Cause I
believe in taking chances
But who am
I to say
What a girl
is to do
God, I need some answers
Ho
bisogno di tempo (tempo)
Amore
(amore)
Gioia
(gioia)
Ho
bisogno di spazio
Ho bisogno di me
(Azione!)
Saluta la
ragazza che sono
Dovrai
vedere dalla mia prospettiva
Ho
bisogno di fare degli errori solo per sapere chi sono
E non
voglio essere cosi dannatamente protetta
Ci deve
essere un altro modo
Perché
io credo nel correre rischi
Ma chi
sono io per dire
Cosa deve
fare una ragazza?
Dio ho bisogno di risposte
-
Riza, smettila.
-
Ma padre, non capite? Quello che state facendo non è
giusto! Non potete condizionare in questo modo le vite…
-
Riza, basta!
Mi
volto, fuori di me, e noto il ragazzo sulla soglia della
porta. E certo, arriva lui e mio padre deve ricominciare a recitare la
parte
del genitore perfetto. Come se Roy non sappia nulla. Come se lui non
possa
capire. Ma guardalo, fermo lì, immobile, incerto se
addentrarsi o meno nella
tana del lupo. Che pena.
-
Roy, mio caro! Entra, entra! Mi dispiace che tu debba
assistere a certe scene, ma era solamente un piccolo scambio di vedute
tra me e
mia figlia, non preoccuparti.
Sempre
a scusarsi, a cercare di coprire la realtà. Poco ci manca
che gli scagli contro qualcosa, quando mi
lancia una breve occhiata significativa, che mi ordina di tacere. Roy
abbozza
un sorriso, rassicurato, e mio padre gli sorride di rimando.
Rassicurante,
incoraggiante.
Semplicemente
ipocrita.
Mi
siedo a tavola per la
cena. La conversazione procede come al solito, mentre loro parlano di
alchimia,
e degli ultimi studi, io rimango zitta e mangio senza fretta. Sono
troppo
arrabbiata anche per inserirmi nel dialogo, ma
tant’è, a mio padre non
importerebbe comunque. Mi ha addestrata a rimanere impassibile, anche
quando
dentro di me vorrei solo urlare.
Mio padre tende
ad eliminare tutto ciò che non
sopporta.
E
a mio padre, non piacciono le scenate.
Quindi
con lui il silenzio quando non si è d’accordo,
è
d’obbligo.
Alzo
lo sguardo dal mio piatto, e noto che il ragazzo mi sta
scrutando da sopra l’orlo del bicchiere che sta per bere.
Sostengo
il suo sguardo, lo sfido, ma una domanda di mio
padre lo costringe ad interrompere il contatto. Poco male, tanto non
sarebbe
mai riuscito a tollerare i miei occhi.
Quelli
sono l’unica parte di me che ancora dicono ciò che
mi passa realmente per la testa.
E’
per questo che mio padre non mi guarda mai in faccia,
quando gli parlo. Ha troppa paura di venire sopraffatto dalla mia
angoscia, e
dai suoi sensi di colpa.
Sempre
che gliene siano rimasti, ormai comincio a dubitarne.
-
Con permesso.
Appoggio
il tovagliolo in ordine, accanto al piatto
praticamente pieno, e mi alzo.
-
Riza, noi non abbiamo ancora finito. Per favore, rimettiti
a sedere.
L’impulso
di obbedire, contro quello di andarmene.
-
Perdonatemi padre, ma ho un po’ di acidità di
stomaco. Non
posso restare.
Acidità
dovuta alla sua vista. E quando me ne vado, ho la
precisa impressione che tutti e tre sappiamo che è soltanto
una bugia, ma
l’omertà regna sovrana in questa casa. Mio padre
non potrebbe mai fare la
figura del genitore non amorevole, non davanti a terzi, perlomeno.
What am I
to do with my life
(You will
find out don't worry)
How Am I supposed
to know what's right?
(You just
got to do it your way)
I can't
help the way I feel
But my life
has been so overprotected
I tell 'em what I
like
What I want
What I
don't
But every
time I do I stand corrected
Things that
I've been told
I can't
believe what I hear about the world, I realize
I'm Overprotected
Cosa devo
fare della mia vita?
(Lo
scoprirai non ti preoccupare)
Come
faccio a sapere cosa è giusto?
(Devi
solo agire a modo tuo)
Non posso
evitare di sentirmi così
Ma la mia
vita è stata così iperprotetta
Dico loro
cosa mi piace, cosa voglio e cosa no
Ma ogni
volta che lo faccio, sono ripresa
Su cose
che mi sono state dette
Non posso
credere a ciò che sento sul mondo
Capisco di essere
iperprotetta
Me
ne esco di casa, non potrei soffrire quell’aria viziata
un momento di più.
Mi
sento nervosa, agitata, sull’orlo delle lacrime.
Eppure,
non traspare nulla da me, se non il mio passo un po’
troppo veloce.
E
questo mi fa infuriare ancora di più, sono solo il
riflesso perfetto di una perfetta marionetta.
Ogni
volta che non sono d’accordo con mio padre, vengono
fuori delle tragedie greche. Sono rare, ma più cresco,
più non riesce a
rabbonirmi come prima.
E
questo lo spaventa molto, anche perché mi ha lasciato come
eredità il suo sapere.
Per
questo motivo cerca di non farmi venire a contatto con
il mondo esterno.
Ma
io ho capito che sta succedendo qualcosa di grosso al di
là di questa cittadina.
Una
guerra, ma è inutile cercare di parlarne con mio padre.
Qualsiasi
cosa io possa dire, verrei sempre e comunque
ripresa.
Ma
non mollerò così facilmente.
Voglio trovare uno
scopo alla mia esistenza, qualcosa che
non concerni magari solamente il trovare qualcuno di adatto per
succedere a mio
padre, nella mia vita.
There must
be another way
Cause I
believe in taking chances
But who am
I to say
What a girl
is to do
God I need
some answers
What am I
to do with my life
(You will
find out don't worry)
How Am I
supposed to know what's right?
(You just
got to do it your way)
I can't
help the way I feel
But my life
has been so overprotected
I need…
time (love)
I need…
space
(This is
it, this is it)
I don't
need nobody
Tellin me
just what I wanna
What I what
what I'm gonna
Do about my
destiny
I Say No,
No
Nobody tell
me just what what what I wanna do, do
I'm so fed
up with people telling me to be
Someone
else but me
(Action!)
Ci deve
essere un altro modo
Perché
io credo nel correre rischi
Ma chi
sono io per dire
Cosa deve
fare una ragazza?
Dio ho
bisogno di risposte
Cosa devo
fare della mia vita?
(Lo
scoprirai non ti preoccupare)
Come
faccio a sapere cosa è giusto?
(Devi
solo agire a modo tuo)
Non posso
evitare di sentirmi così
Ma la mia
vita è stata così iperprotetta
Ho
bisogno di… tempo (amore)
Ho
bisogno di… spazio
(E’
questo, è questo?)
Non ho
bisogno di nessuno che mi dica cosa voglio
Che cosa,
cosa, cosa, cosa farò del mio destino
Io dico
no, no, nessuno deve dirmi cosa voglio fare
Sono
stufa della gente che mi dice di essere qualcuno di
diverso da me
(Azione!)
-
Perché te ne sei andata in quel modo?
-
Non capirebbe.
-
Chi, io o tuo padre?
Si
siede tranquillamente accanto a me, neanche mi avesse
chiesto se fossi d’accordo o meno.
-
Entrambi, direi.
Si
sdraia sull’erba, e si infila uno stelo d’erba in
bocca.
Questa scena mi porta alla mente un vecchio ricordo, una delle tante
estati
passate insieme a lui, su quello stesso prato.
Cos’è
cambiato da allora?
Siamo
solamente cresciuti o c’è qualcosa di
più?
La
sera
è diventata ormai notte. Quando tutto si fa buio,
è
sempre il momento della verità. Aiuta a dire più
facilmente ciò che si pensa, il non vedere bene in
faccia
l’altro. Di nuovo ipocrisia, quindi?
-
Signor Mustang, potrebbe dirmi una cosa?
-
Dipende.
-
Cosa sta succedendo là fuori?
Mi
guarda, come soppesando la risposta.
-
Siamo in guerra. E io sto per tornare alla mia città, per
vedere cosa posso fare.
Il
mio cuore subisce una piccola stretta. Sapevo che non
sarebbe rimasto per sempre, ma ho sempre rimandato questo pensiero. Una
stupida
lacrima tentenna sulle mie ciglia, prima che mi decida a distogliere lo
sguardo
e puntarlo dalla parte opposta, e liberarla.
Una,
una sola lacrima, questo mi è ancora concesso, vero?
Maledetto
burattino.
Voglio
fare qualcosa, qualunque cosa. Qualcosa per lui. Che
mi permetta di ricordarsi di me.
La
mia schiena comincia a bruciare, ma le mie labbra
rimangono serrate.
Un
pensiero comincia a farsi largo piano nella mia mente.
Forse ho trovato uno
scopo.
E non sarà
facile, lo so. Sarà doloroso, umiliante. Eppure,
potrà essere più umiliante di adesso?
What am I
to do with my life
(You will
find out don't worry)
How Am I
supposed to know what's right?
(You just
got to do it your way)
I can't
help the way I feel
But my life
has been so overprotected
I don't
need nobody
Tellin’ me
just what I wanna
What I what
what I'm gonna
Do about my
destiny
I Say No,
No
Ain't
nobody tell me just what I wanna do, do
I'm so fed
up with people telling me to be
Someone
else but me
What am I
to do with my life
(You will
find out don't worry)
How Am I
supposed to know what's right?
(You just
got to do it your way)
I can't
help the way I feel
But my life
has been so overprotected.
Cosa devo
fare della mia vita?
(Lo
scoprirai non ti preoccupare)
Come
faccio a sapere cosa è giusto?
(Devi
solo agire a modo tuo)
Non posso
evitare di sentirmi così
Ma la mia
vita è stata così iperprotetta
Non ho
bisogno di nessuno che mi dica cosa voglio
Che cosa,
cosa, cosa, cosa farò del mio destino
Io dico
no, no, nessuno deve dirmi cosa voglio fare
Sono
stufa della gente che mi dice di essere qualcuno di
diverso da me
Cosa devo fare della mia vita?
(Lo
scoprirai non ti preoccupare)
Come
faccio a sapere cosa è giusto?
(Devi
solo agire a modo tuo)
Non posso
evitare di sentirmi così
Ma la mia vita è
stata così iperprotetta
-
La guerra… Hai paura?
-
Dovrei averne?
Mi
squadra, mentre pensa a come rispondermi.
-
Non lo so, ho smesso da tempo di cercare un modo per penetrare i tuoi
pensieri più intimi.
-
Strano che ci abbia anche solo provato.
Il
tono di entrambi è arrabbiato, amaro. Pieno di
risentimento, perché ognuno di noi due sta lanciando un
messaggio che l’altro
non afferra, che non vuole afferrare.
-
A cosa pensi?
Scrollo
le spalle, lascio che le mie dita giochino con
l’erba del prato. Il segno sulla schiena brucia come non mai,
neanche fosse un
anatema. O magari lo è, invece.
-
Ci riuscirò mai?
Chiudo
gli occhi, una seconda lacrima che insiste per
uscire. Lui non mi guarda, il suo sguardo è fisso
sull’orizzonte davanti a noi,
le mani che cercano di catturare gli stessi fili d’erba.
Ritiro le mie in
grembo, non voglio che si tocchino. Non voglio un contatto. Non ora,
non così.
-
Riuscirò mai a capirti? A capire perché ti
comporti così?
Rimango
in silenzio per un po’.
-
Chissà, forse un giorno…
Sorride.
-
E’ una promessa?
Riapro
gli occhi. Lo fisso a lungo, in cerca di una qualche
esitazione da parte sua. Ma lui sorregge il mio sguardo senza battere
ciglio.
Il tatuaggio torna a punzecchiarmi, come se cercasse di dirmi qualcosa.
-
Sì.
Note finali: Temo
di essere proprio andata OOC stavolta =_____=
Ma
una Riza arrabbiata, amareggiata era in linea con quello
che provavo io in quel momento, e purtroppo mi sono lasciata guidare da
questa
visione.
Quindi,
mi alterno con il considerarla IC e OOC, ma
pazienza, è stata solamente colpa mia, la prossima volta ci
rifletterò meglio
^^
Altra
cosa: Il fatto di capire Riza sarà proprio quello
stesso scoprirsi di quel tatuaggio, praticamente è la
promessa di Riza di
condividere con lui ciò che il padre le ha lasciato. Casomai
non si fosse
capito ^^
Canzone:
Overprotected, di: Britney Spears.
Per i ringraziamenti
personali non ho proprio tempo, e mi dispiace molto, ma latino mi
chiama ç____ç Chiedo scusa poi a
Shatzy, perché non era questo il capitolo che aspettava, ma
per la visione di Riza dopo le sue scuse, mi ci vorrà un
po'. Sono troppo stressata, mi verrebbe fuori solo un genocidio
(Immagina Riza sparare dietro a Roy) Decisamente XD
Kissoni a tutti, alla prossima!!
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Capitolo 9 *** The show must go on ***
The
Show Must Go On
Empty
spaces, what are we living for?
Abandoned places, I
guess we know
the score
On and on
Does anybody know
what we are looking for?
Another hero, another
mindless crime
Behind the curtain,
in the pantomime
Hold the line
Does anybody want to
take it anymore?
The show must go on
The show must go on
Inside my heart is
breaking
My make-up may be
flaking
But my smile still
stays on
Spazi
desolati, per
cosa viviamo?
Luoghi abbandonati, forse noi conosciamo già
la partitura
Avanti e ancora avanti
C'è qualcuno che sappia cosa stiamo cercando?
Un
altro eroe, un altro
crimine inutile
Dietro il sipario, nella pantomima
Resistere
C'è qualcuno che ce la fa ancora?
Lo
spettacolo deve
continuare
Lo spettacolo deve continuare
Mi si spezza il cuore
Il trucco si sta sciogliendo
Ma io continuo a sorridere
-
Maggiore Mustang, ottimo lavoro, come sempre d'altronde.
-
Grazie Generale.
Il
Maggiore Mustang rivolse un sorriso al suo superiore,
nonostante si fosse accorto da molto tempo delle occhiate disgustate
che gli
rivolgevano gli altri militari. Disgustate, ed impaurite, ed ammirate,
e molto
altro ancora. Lui, l'arma umana, non se ne curava. Fece un cenno a Maes,
che
significava di non seguirlo,
che andava tutto bene, che non aveva bisogno di nulla, e se ne
andò da solo. A
volte un gesto vale molto più di mille parole. Anche se
sapevano entrambi che
quello non era che l'ultimo degli innumerevoli finti gesti che il
Maggiore faceva in
quei
lunghi mesi.
Roy
Mustang si ritrovò in uno di quei vicoli della parte di
città già espugnata, totalmente deserto. Si
incamminò sotto la calura del sole
implacabile mentre sentiva il dolore alla testa aumentare gradatamente,
per
colpa della troppa luce che lo costringeva a socchiudere gli occhi. Ad
un
tratto sentì un rumore all'interno di una casa e si
fermò, il cuore in gola. Si
avvicinò piano, facendo attenzione a non farsi sentire, e
spiò da un pertugio
aperto sul lato di un muro. Quello che vide lo fece impietrire.
L’ennesimo,
l’ennesimo soldato, che penzolava da una trave, morto.
L’ennesimo
suicidio.
Distolse
lo sguardo sconvolto, passandosi una mano sugli
occhi e appoggiandosi con la schiena contro il muro bollente della
casa. Fu in
quel momento che decise di non riuscire più ad andare
avanti, di lasciarsi andare
lì, di abbandonarsi completamente al destino. La maschera
che lo ricopriva era
caduta, era rimasta indietro, con quel soldato. Ora rimanevano solo Roy
Mustang
e il suo animo straziato. Quale che fosse il vincitore, neanche a lui
era dato
saperlo.
Whatever
happens, I'll leave it all to chance
Another heartache,
another failed romance
On and on
Does anybody know
what we are living for?
I guess I'm learning
I must be warmer now
I'll soon be turning
round the corner now
Outside the dawn is
breaking
But inside, in the
dark, I'm aching to be free
The show must go on
The show must go on,
yeah
Oooh inside my heart
is breaking
My make-up may be
flaking
But my smile still
stays on
Yeah oh oh oh
Qualunque
cosa succeda,
lascerò tutto al caso
Ancora dolore, un'altra storia finita
Avanti e ancora avanti
Qualcuno sa per cosa viviamo?
Credo di iniziare a capire
Dovrei essere più cordiale
Presto girerò l'angolo
Fuori inizia ad albeggiare
Ma dentro, nell'oscurità, desidero ardentemente essere libero
Lo spettacolo deve continuare
Lo spettacolo deve continuare, yeah
Oooh mi si spezza il cuore
Il trucco si sta sciogliendo
Ma io continuo a sorridere
Yeah oh oh oh
-
Maggiore…
D’improvviso
si affacciarono nella sua testa una miriade di
voci. Alcune che lo elogiavano, altre che lo dannavano per sempre.
Eppure, lui
rimaneva un unico uomo; in quel momento di visione allucinata e
vaneggiante
non riusciva a capire perché lui, un unico essere, un solo
uomo, riuscisse a
toccare contemporaneamente l’invidia e
l’ammirazione di
alcuni, l’odio e il rancore di
tanti altri. La risposta era semplice, era quella che si ripeteva tutte
le
notti: quelli che non sono d’accordo con te non sono
d’accordo con lo Stato.
Sono una minaccia. Vanno eliminati. La medesima risposta di tanti altri
suoi
sottoposti, di tanti generali arroganti, vanesi ed orgogliosi delle
loro divise
mai
sporche di sangue, sudore e sabbia, sempre immacolate.
“Ragiona
con la tua testa, Roy. Non importa che azione
compi, la cosa di fondamentale importanza è che tu non ti
lasci condizionare da
altri”.
Il
vecchio insegnamento del suo maestro riecheggiava ancora
nelle sue orecchie. Si domandò di sfuggita se, aprendo gli
occhi, avrebbe visto
brillare il mirino di sua figlia. Elogiata come Roy, maledetta quanto
lui.
E
no, non riusciva proprio a riaprire gli occhi per cercare
un’altra assassina. Rimase così per ore ed ore, in
stato di semi-incoscienza,
immobile, muovendosi solo per portare alle labbra secche un
po’ di quell’acqua
bollente che stagnava nella sua borraccia. Fu solo la voce stridula di
un
uccello a riportarlo in minima parte alla realtà, uno di
quei demoniaci
avvoltoi che si avventano sulle carogne ancora calde. Stava diventando
un
morto, in una città di morti. Respirò
profondamente per qualche minuto, e si
rovesciò il resto dell’acqua che aveva con
sé sulla testa, cercando un minimo
di refrigerio. Con le tempie raffreddate, constatò stupito
che era stato un
miracolo se non era morto sotto quel sole implacabile. Se non si era
impiccato
anche lui.
Si
rialzò faticosamente in piedi, sorreggendosi contro il
muro per i primi metri, mentre la pressione si andava rialzando piano
piano.
Doveva fuggire da lì, da quel campo di rovine e condanne.
Davanti a sé
troneggiava, poco distante, una grande rupe, posizionata proprio dietro
l’accampamento.
Come
condotto per mano, si diresse, claudicando come un
folle più che uno zoppo, verso quella roccia rossa e dopo
molto tempo, quando
finalmente la raggiunse, decise di provare l’impossibile:
Roy
Mustang avrebbe scalato quella rupe. Senza accorgersi che l'occhio di
falco ancora non lo abbandonava.
My soul is painted like the
wings of butterflies
Fairy tales of
yesterday will grow but never die
I can fly, my friends
The show must go on,
yeah
The show must go on
I'll face it with a
grin
I'm never giving in
On with the show
I'll top the bill
I'll overkill
I have to find the
will to carry on
On with the
On with the show
La
mia anima è colorata
come la ali delle farfalle
Le fiabe di ieri crescono ma non moriranno mai
Posso volare, amici miei
Lo spettacolo deve continuare, yeah
Lo spettacolo deve continuare
Lo affronterò con un largo sorriso
Non mi arrenderò mai
Avanti con lo spettacolo
Sarò l'attrazione principale
Sarò uno schianto
Devo trovare la volontà di andare avanti
Avanti con
Avanti con lo spettacolo
Si
arrampicò faticosamente fino a raggiungere la
sommità
della rupe. Stranamente, ogni graffio, ogni ferita, ogni singolo
granello di
sabbia che lo frustava senza pietà, che si infilava nella
fessura dei suoi
abiti e rimaneva lì, grattando contro la sua pelle sudata,
lo faceva sentire
meglio. Il vento forte che spirava da est gli bruciava gli occhi,
facendoli
lacrimare, e le ferite sulle mani si andavano via via sporcando sempre
di più
con lo scuro terriccio che ricopriva da secoli quella pietra nuda e
ancora
vergine. Eppure ne era felice. Contro ogni logica, si sentiva bene.
Quel dolore
lo riportava alla realtà, gli ricordava di essere vivo.
Toccò
con una mano una minuscola traccia di vegetazione e
con un ultimo sforzo si issò sullo spiazzo orizzontale.
Respirò profondamente e
si guardò in giro. Aveva lasciato la città
Ishbaliana e l'accampamento dietro
di sé, e ora non vedeva niente che non fosse il deserto. Con
un impulso
illogico, pensò improvvisamente e per la prima volta che
quel posto fosse
bello, in fondo.
Vedeva
sabbia rossa ovunque, ma era unicamente perché quello
era il suo colore naturale. La sua mente non la vedeva tinta
di rosso, rosso sangue, quel rosso era il suo colore naturale. Questa
consapevolezza lo
sconvolse.
Era
come se fosse uscito dalla cecità dopo tanto, troppo
tempo. Lassù l'aria era fresca, e dopo poco tempo
l'escursione termica sarebbe
arrivata a minacciare quel breve attimo di requiem. Chiuse gli occhi,
continuando però a vedere il paesaggio intorno a
sé oltre le palpebre serrate.
Come in risposta ad una domanda non ancora formulata, il vento
soffiò più forte
e lo fece barcollare. Quasi come un amico che lo avesse svegliato,
iniziò a
giocare con lui, ad accarezzarlo con il suo guanto invisibile; lui
sorrise e se
fosse stato ancora un bambino, sicuramente avrebbe tirato fuori la
lingua,
sfidandolo. Ma non ce ne fu bisogno, perché una nuova
sferzata di ossigeno gli
riempì prepotentemente i polmoni negandogli una possibile
realizzazione di quel
piano infantile, e lui se li lasciò colmare, per liberare
infine l'urlo che
teneva imprigionato in gola da mesi e che riecheggiò
più e più volte contro i
muri sottili e fragili della sua testa. Urlò,
urlò ed urlò ancora. Urlò,
ferendosi la gola e facendo accelerare sensibilmente il suo ritmo
cardiaco.
Ignorò la massa pulsante e dolorante che gli batteva nel
petto ed urlò, urlò,
urlò. Fin quando ebbe fiato in corpo, non smise di urlare.
Allargò le braccia e
gettò il capo indietro ridendo forte. Il vento smise di
spirare e lui si voltò
indietro, affrontando finalmente ciò che lo sovrastava ed
opprimeva con un
sorriso amaro. Diede un ultimo sguardo riconoscente al deserto, quel
deserto
che aveva tanto odiato e che ora lo aveva salvato, e si accinse ad
intraprendere la discesa. Lo spettacolo continuava. Lo spettacolo deve sempre,
sempre continuare, anche se il copione non
è quello che desideri.
The show must go
on
Lo spettacolo deve
continuare
Note
Finali:
Questa
canzone stupenda si intitola “The Show Must Go On”,
dei Queen. Un ringraziamento speciale a Lilly che mi ha praticamente
costretta
ad ascoltarla in corriera * Linda si volta incredula verso Lely * Ok,
ok, lo
ammetto, sono stata io che l'ho costretta a darmi il suo I-Pod. Grazie
mille
Lilly ^^
Bon,
non so cosa pensare di questa song-fic, sarò sincera.
L'ho scritta in un momento improvviso di ispirazione durante le 13 ore
e mezza
di pullman che mi sono sorbita per arrivare in Francia XD E il resto
l’ho
finito stasera… Ci ho messo mesi, in effetti ^^”
Non capisco perché, questa
fanfic mi sfugge, non sono mai riuscita a completarla prima, e ora che
l’ho
fatto… Non mi piace, mi sembra vuota, senza contare che
l’ho scritta in un
momento di quasi trance (e non scherzo). Roy tocca il fondo, Roy ne
risale. Non
so cosa significhi per me, forse lo scoprirò, forse no.
Forse non ha
importanza… Bon, chiudo qui, sono abbastanza allucinata di
mio.
Un grande
ringraziamento a: Shatzy, elyxyz,
valy88, Sisya e Kabubi, che hanno recensito il precedente
capitolo (sono passati secoli, lo so. E se non fosse stato per la
cuggy, ne
sarebbero passati altrettanti XD).
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