Ferro e fuoco

di Lely1441
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Red Fraction ***
Capitolo 2: *** Never To Know ***
Capitolo 3: *** Zombie ***
Capitolo 4: *** Coriandoli a Natale ***
Capitolo 5: *** Frozen ***
Capitolo 6: *** Wherever you will go ***
Capitolo 7: *** Qualcosa di grande ***
Capitolo 8: *** Overprotected ***
Capitolo 9: *** The show must go on ***



Capitolo 1
*** Red Fraction ***


Red Fraction

Dunque, avrò ricominciato questa song-fiction… Tre, quattro volte, forse? Ho anche perso il conto… Volevo farla estremamente introspettiva, e ogni risultato raggiunto non mi soddisfaceva appieno. Il primo tentativo l’ho trovato scadente, il secondo lasciamo perdere, il terzo una specie di brutta copia del volume 9 del manga, e adesso ho questo. Volevo fare un salto nel passato, quando le song-fiction e le one-shot introspettive ancora mi riuscivano. Ecco il perché di questa raccolta. Be’, almeno posso dire di averci provato, spero solo che le persone che amano Riza e Roy quanto me l’apprezzino.

Raccolta dedicata a Shatzy e Sisya.

P.S. L’ho tradotta da sola, quindi non so come può risultare la traduzione letta da qualcuno che l’inglese se lo mangia… Vi prego, segnalatemi gli eventuali errori!







"Allora come mai è ancora nell'esercito?"
"Perché c'è qualcuno che devo proteggere."


Red Fraction
I have a big gun
I took it from my lord
Sick with justice
I just wanna feel you

I’m your angel
Only a ring away
You make me violate you
No matter who you are

It’s all up to you
No one lives forever
Been burn in the hell
By all those pigs out there

It’s always been hell
From when I was born
They make me violate them
No matter who they are


Ho una grande pistola
L’ho presa per il mio lord
Disgustata dalla giustizia
Voglio solo sentirti

Sono il tuo angelo
Ad un solo squillo di distanza
Mi porti a violarti
Non importa chi tu sia

Sta tutto a te
Nessuno vive per sempre
Sono bruciata all’inferno
Per tutti i porci là fuori

E’ sempre stato un inferno
Sin da quando sono nata.
Mi portano a violarli
Non importa chi siano.




La mia immancabile calibro 9 è qui, davanti a me.

Ogni sera, con cura quasi maniacale, la pulisco e la preparo per il giorno seguente.

Un rituale ormai consolidato negli anni.

Controllo i bossoli abbandonati sul tavolo.

Piccoli oggetti di ottone, dipinti con il rame.

Strano come una cosa minuta come una cartuccia possa procurare un brivido simile solo a vederla. Anch’io sentii una strana scossa il giorno in cui caricai per la prima volta una pistola. Un lento, freddo tremito che mi attraversò la colonna vertebrale al tocco di quell’arma.

Uno strumento di morte.

No, pensai in quel momento con decisione. Uno strumento per la vita.

Ero stufa di quel governo così ingiusto e pugnace.

Il sogno di un uomo, la semplice fantasia di una persona, mi ha convinta a intraprendere questa via.

“Mi basta sentirti accanto, rimarrò sempre al tuo fianco.

Sarò colei che veglia sulle tue notti e che ti proteggerà.

Che proteggerà te e il tuo sogno.”

Quanto tempo è passato da questo giuramento… Eppure, sono sempre convinta di ciò che faccio, delle mie azioni.

Sorrido, mentre soppeso con mano esperta la pistola, e prendo la mira verso un bersaglio immaginario.

Immaginario… Come vorrei che i miei bersagli rimanessero così. Non mi piace uccidere, non mi piace essere un’assassina.

Eppure, ho ucciso. E sono un’assassina, tuttora e comunque.

E continuerò ad esserlo fino al compimento di quel tanto bramato sogno.

Sporca una volta, sporca per tutta la vita.

Tanto vale infangarsi fino al midollo, allora.

Eliminerò dalla sua strada tutti gli ostacoli, uno ad uno.

Non importa chi cercherà di bloccarlo.

Farò del mio meglio.

L’ho giurato.

- Soldato Hawkeye!

No…

I ricordi dell’Accademia… Ogni tanto vengono a trovarmi, mi fanno compagnia durante la notte. Compagnia di cui farei volentieri a meno, perché subito dopo arriva l’ombra di quello che ho fatto a Ishbar. Il mio primo comandante… Il mio primo assassinio… La mia prima vera coscienza del mondo.

Get down on your knees
Get a good head on your shoulders
If it’s for your guys
Go to the end of the earth
Do what you think
Give it with dedication
I’ll put out your misery

Mettiti in ginocchio
Vedi di avere una testa che funziona sulle spalle
Se è per i tuoi ragazzi
Vai fino alla fine del mondo
Fai ciò che pensi
Dallo con dedizione
Mi sbarazzerò della vostra sofferenza

- Dietro le trincee, subito! In ginocchio, in ginocchio, stupidi! Non dovete farvi vedere! Avanti, piegatevi in avanti! In avanti!

Corro dietro la prima difesa che trovo. Il maggiore Stulb, a cui noi nuovi arrivati siamo stati assegnati, continua a sbraitare ordini, mentre dall’altra parte dei trinceramenti i nemici continuano a sparare.

- Stateci con la testa! Chrinnell, si può sapere cosa diavolo cercavi di fare?

Vedo distrattamente il maggiore afferrare il bavero di Brian, mentre cerco di calmare il fiatone. Ormai siamo tutti qui dietro, ma probabilmente Chrinnell ha cercato di fare il furbo come suo solito. Sono praticamente certa che abbia cercato di colpire il capo di quel gruppo di ribelli. Guardo leggermente preoccupata il taglio che mi sono procurata sul braccio. Rimpiango le riserve di disinfettante ormai finite, passeranno minimo tre giorni prima che ne arrivino altre. Stasera mi toccherà buttarci sopra dell’alcol puro, sempre che lo trovi.

E sempre che ci arrivi, a stasera.

- Soldato Hawkeye!

- Maggiore…

Vedo quell’omone alto più di due metri acquattarsi accanto a me.

- Hai ancora munizioni per il tuo fucile?

Controllo la sacca accanto a me.

- Poche signore, avrò sì e no dieci colpi da sparare. Senza contare quello in canna.

Il maggiore si concede il lusso di massaggiarsi le tempie. Un lusso nel vero senso della parola, se si considera che i proiettili continuano a pioverci addosso come grandine. Una schifosa grandine color piombo.

- Quanti anni hai, soldato?

- Diciotto, signore.

Sono sorpresa dalla domanda. Comincio a temere che il rumore assordante di quel diluvio artificiale abbia seriamente compromesso il tanto declamato sangue freddo del mio superiore.

- Hai mai ucciso qualcuno?

La profondità del suo sguardo quasi mi ferisce.

- No, signore.

- E ti ritieni pronta a farlo?

- Si può essere pronti per una cosa del genere?

Il maggiore mi guarda intensamente, come addolorato. Allora continuo:

- Tuttavia, sono qui per uno scopo ben preciso, e cercherò di fare del mio meglio.

Fare del proprio meglio per uccidere una persona… Quasi provo ripugnanza per me stessa.

Non dimenticherò mai gli occhi del maggiore Stulb in quel momento. Mi fissavano con forza, cercando di trovare qualcosa in me, ma contemporaneamente il suo sguardo era anche spento… E’ troppo difficile da spiegare a parole.

Ma quello sguardo continua ancora a seguirmi, di notte.

Quegli occhi azzurri, che immagino siano stati tante volte comparati a piccoli pezzetti di cielo. Ora è un cielo appestato da tutta la morte qui intorno.

Sono veramente pronta a compiere un passo del genere? A togliere la vita a qualcuno?

- Ragazza mia…

Il maggiore sospira, e si passa stancamente una mano sul viso, chiudendo quelle piccole fessure di cielo che stavo ancora osservando.

- Vorrei prepararti, sei una delle poche che usa la testa, qui dentro, ma capisci anche tu che non c’è più tempo.

Si alza e, mettendosi in ginocchioni, invita anche me a fare lo stesso. Oltre lo spiazzo di terra e sangue che vediamo, c’è l’altra trincea, ed è proprio quella che l’uomo mi indica. Mi dà poche istruzioni, mentre io ascolto concentrata. Devo uccidere l’attuale capo dei rivoltosi, così gli altri si disperderanno come foglie in balia del vento autunnale. Devo riuscire dove Chrinnell ha fallito, quindi.

- Pronta?

Annuisco.

Ora o mai più.

Il maggiore Stulb mi afferra e mi butta in mezzo al fuoco aperto. Cerco di combattere contro il panico, e corro lontano, dietro un muro vicinissimo alle postazioni nemiche.

Capisco dove mi trovo. So benissimo che basta che giri l’angolo, mi butti sotto un androne – o quello che ne è rimasto – della prima casa, l’aggiri e mi ritrovi dietro la trincea. Sì, ma quella sbagliata, stavolta.

Prendo fiato. Una volta sparato il primo colpo, non mi sarà concesso neppure un secondo, ho dalla mia solo l’effetto sorpresa, e, terminato quello, mi ritroverò come un coniglio in mezzo ad un branco di lupi affamati.

Merda, morire così è assurdo, ma non posso fare altrimenti.

Tutto a un tratto, mi riviene in mente il vero motivo per cui sono lì; sono entrata in guerra per proteggere il sogno di una persona, non per farmi scannare come un soldato qualunque.

E allora, che si fa?

Poi, l’illuminazione mi colpisce con la forza di uno schiaffo.

Se solo riuscissi ad entrare in quella casa…

Se solo riuscissi? Ma cosa mi prende? Devo farcela.

Scrollo il capo, mi guardo in giro nervosamente.

Fortuna che non c’è nessuno. Non è da me rimanere imbambolata in un momento del genere.

Scavalco una piccola montagnetta di detriti accanto al muro portante, e lo percorro fino a trovare un’apertura nella parete e infilarmi dentro la casa.

Detto, fatto.

Sono dentro, e percorro a perdifiato le scale semi-distrutte che portano al piano di sopra. E qui sta la parte più difficile. Il tetto dell’abitazione ormai non esiste più, e il pavimento è aperto da grossi fori provocati dalle bombe. Grazie al cielo, sono rimaste le robuste travi che lo sorreggevano un tempo. Camminerò sopra quelle.

Appoggio un piede sopra quella più vicina a me. Robuste? Stanno marcendo pian piano, ma riescono ancora a sorreggere il mio peso.

Cioè, questo è quello che mi auguro.


Have no prayer
So, I keep the gun with me
For my safety
I’ll do it with no sweat

They mean business
No time for sissy pig
Queen of ocean
Sing "the Volga" to you

No need to think about it
You do it or you die
Those aren’t tears
Don’t let it trick on you

Non ho preghiere
Così, tengo la pistola con me
Per la mia salvezza
Lo farò senza sudare

Loro fanno sul serio
Non c’è tempo per una stronza femminuccia
La regina dell’Oceano
Canta “The Volga” per voi

Non c’è bisogno di pensarci
Fallo o muori
Quelle non sono lacrime
Non ci inganniamo su di voi

Ora sono accucciata contro il muro che dà sulla strada.

Ho infilato la canna del fucile nello spacco più grosso che ho trovato.

Prendo fiato, non ho neppure una preghiera da recitare.

Non mi lascio intenerire dal senso di colpa che a momenti mi fa tremare le mani e mi offusca la vista. Non ce n’è il tempo.

Stringo più saldamente il calcio dell’arma, mentre i miei occhi cercano la preda.

La trovano.

E si apprestano ad abbatterla.

Uno, due, tre colpi.

Lo centro, è inevitabile che accadesse.

Guardo quell’uomo cadere, sembra una farsa.

Anche il sangue che gli colora la tunica, sembra troppo vivido, troppo per essere vero.

Una volta, da bambina, in mezzo ai miei giochi, mi capitò anche di imbattermi in un duello.

Con la spada di legno, riuscì a colpire il ragazzo con il quale stavo giocando.

Lo vidi distintamente prendere il pezzo di legno e infilarselo sotto l’ascella, mentre la sua spada cadeva con un tonfo sordo a terra. Il ragazzo moro boccheggiò, e stramazzò a terra, con delle smorfie tanto buffe che mi fecero ridere a crepapelle.

Poi il ragazzo si rialzò e prese a ridere anche lui.

In fondo, Roy Mustang è sempre stato un buon commediante.

Eppure, davanti a me, l’uomo Ishbaliano non si alza più.

E questo non è un gioco.

I compagni si sono accorti della caduta dell’uomo, e per un attimo il tempo si ferma.

Poi iniziano gli urli.

Come mi aspettavo, un ragazzo deve capire come un colpo del genere possa aver ferito il loro capo.

Guarda in alto, e a un certo punto, complice lo scintillio della canna che mi affretto a ritirare, riesce a scorgermi.

I suoi occhi, rosso scarlatto come tutti quelli della sua tribù, sono velati di lacrime.

Sento una fitta stringermi lo stomaco, ma no, non mi lascerò impietosire.

Ho fatto quello che dovevo, punto.

Scendo e torno dai miei commilitoni, approfittando dello scompiglio che ho creato.



I am hard as steel

Get out of my way
Pay back all at once
Suck away the tender part

Sono dura come l’acciaio
Vattene dalla mia strada
Ripaga tutto in una volta
Succhia via la parte dolente

Il maggiore Stulb a momenti si mette a piangere, quando viene a sapere che sono riuscita a portare a termine la missione, rimanendo illesa per di più.

- Ragazzi, prendete tutti esempio da lei! Altro che voi femminucce!

Gli abbracci, le urla di trionfo , mi fanno sorridere. Peccato che sia uno di quei sorrisi che precedono il pianto.

Però mi trattengo. Da quel momento, saranno molte le lacrime che imparerò a non versare.

In quell’istante mi sento incredibilmente vecchia, e mentre le urla di gioia nel campo continuano nella notte, io vado a rintanarmi nella mia tenda.

Basta con il rimorso, quel che è fatto è fatto.

Afferro la bottiglia di rum che sono riuscita a recuperare, e ne butto un po’ sulla ferita del braccio, che cominciava ad infettarsi.

Stringo i denti, impedendomi di urlare, e con una garza pulita (o almeno, spero che lo sia) pulisco per bene il taglio. Mi fascio il braccio, e quando non me lo sento più pulsare di dolore, decido di stendermi.

Sarà la stanchezza, sarà il dolore per quella ferita molto più profonda di quel che pensassi, ma mi addormento subito.

Da quel momento, verrò soprannominata Occhio di Falco, un gioco tra il mio vero cognome e la mia abilità da cecchino.

Se non altro, mi verrà risparmiato il corpo a corpo, e quello lo odio veramente.



You made a mess

For Christ sake, this rotten world
Shit out of luck
Go with my vision
Light up the fire
Right on the power
Weapon… I have it all

Hai fatto un casino
Per l’amor di Cristo, questo mondo corrotto
Sei in un’irreparabile brutta situazione
Accompagnati alla mia visione
Accendi il fuoco
Aggiusta la potenza
Arma… Ho tutto

Non c’è niente da fare, Roy Mustang ama mettersi nei guai.

Ne ha combinata un’altra, ma stavolta non è un gioco.

E mentre mette a frutto gli studi di mio padre, mentre aggiusta il tiro, regola la potenza, e fa fuoco, io faccio lo stesso con la mia arma, simultaneamente.

Combattiamo insieme, io con il ferro, lui con il fuoco.

Dopotutto, non si dice proprio “mettere a ferro e fuoco”?

Ho tutto, non mi manca nulla per proteggerlo.

Nulla.

Passano gli anni, passano le stagioni.

Ora sono nella mia cucina, a ripensare a tutto quello che ho vissuto.

Certe esperienze non si possono dimenticare mai del tutto.

Mi alzo e vado in camera, e ripongo la calibro 9 nel cassetto del comodino. Piano, con cura, non mi lascio mai prendere dalla fretta.

Dopo essermi lavata le mani, con le stesse mosse tranquille e calcolate, mi spoglio.

L’occhio mi cade su una sottile cicatrice, ormai biancastra, proprio sul braccio.

Sospiro, e so che quella notte non dormirò molto, me lo sento.

- Tenente, che brutta cera! Hai fatto le ore piccole?

Il Colonnello è abituato a dire certe battute, ma quella di Havoc in risposta lo spiazza totalmente.

- Sì, magari in compagnia di qualche bel giovane, eh, Tenente?

Ridacchio con discrezione, mentre Roy Mustang è colpito da un violento colpo di tosse, e a momenti cade dalla scrivania.

- Havoc, ma cosa ti salta in mente! Il Tenente ti pare il tipo?

Ribatte, cercando disperatamente di riprendere aria.

Dopo aver attaccato il soprabito all’appendiabiti, afferro dei documenti da consegnare, e, mentre apro la porta ed esco, affermo sibillina:

- Mai dire mai.

Chiudendo la porta dietro di me, mi concedo un sorriso sereno. Tutti i ragazzi scoppiano a ridere, mentre sento il Colonnello sbraitare verso il loro indirizzo.

Certi episodi ti segnano, è vero.

Ma la vita continua ad andare avanti, e con quella la mia promessa, che sto ancora mantenendo.





Note:
Allora, cosa ne dite? Questo è solo l'inizio, con il POV di Riza. Non so se il secondo capitolo sarà una song-fiction pubblicata su un altro sito molto tempo fa, che personalmente mi piaceva, ma che purtroppo non c'entra con il Royai, oppure scriverne un'altra... Be', ci penserò. Intanto fatemi sapere cosa ve n'è parso, tutto quello che dovrei cambiare e tutto quello che vi viene in mente! ^^
La canzone è la sigla di Black Lagoon, ossia Red Fraction di Mell.
I commenti in risposta a "Never Alone" arriveranno insieme al prossimo capitolo, intanto ringrazio immensamente: Shatzy, elyxyz, merion, Sisya e Bad Girl. Non dimenticatevi di me! XD
Kissoni e grazie di aver letto! ^X^
Lely

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Capitolo 2
*** Never To Know ***


Never to know
Never To Know
Did you know,
hidden by his clothes there are some scars
Some are recent,
some have been there for years
Did you know
It doesn’t even hurt
It never really hurts, but there are tears


Do you want the real story,
or do you prefer the lie
Do you want to see him smile,
or maybe see him cry
Do you want to follow,
or let him go alone
For then, never to know… Never to know



Lo sapevi?

Nascoste sotto quegli abiti ci sono delle cicatrici
Alcune sono recenti
Altre sono lì da anni
Lo sapevi?
Non fa neanche male
In realtà non fa mai male, ma ci sono delle lacrime


Vuoi la verità

O preferisci la bugia?
Vuoi vederlo sorridere
O forse piangere?
Vuoi seguirlo
O lasciarlo andare da solo?
Perché, allora non si saprà mai... Non si saprà mai



Mi alzo piano dal letto e infilo silenziosamente la vestaglia.

Arrivo alla finestra della cucina e la richiudo, prima che sbatta più forte e svegli anche lui.

Oltre a Black Hayate, ovviamente.

A volte non so proprio chi sia più infantile dei due, la bestia o l’uomo?

Accidenti, che freddo.

Al solito, visto che qualcuno si dimentica sempre di fermare le imposte, pur sapendo che così quasi sicuramente il vento aprirà la finestra, a qualcun altro tocca andare a chiuderla.

Ma in fondo, va bene così.

Rientro in camera, sfregandomi le mani.

Quella piccola sferzata di aria notturna mi ha gelata a dir poco, e al solo sentire il calore rimasto intrappolato nel materasso quando mi rimetto sotto le lenzuola, sospiro di sollievo.

Mi raggomitolo meglio contro il fianco dell’uomo che mi sta accanto, posando le palme e le dita ghiacciate delle mani una sul suo torace caldo e vibrante, e l’altra accanto alla sua, le nostre braccia intrecciate.

Aspetto pazientemente, perché so già cosa accadrà.

Infatti, le mie mani non fanno in tempo a scaldarsi, che lo sento rabbrividire.

Sbatte le palpebre una, due volte, mentre focalizza lo sguardo sul soffitto, che l’oscurità della notte da bianco rende grigio scuro.

Mugugna insoddisfatto, tornando a chiudere gli occhi, e quando parla, la sua voce è leggermente arrochita per il sonno a cui è stato appena strappato.

- Riza, perché devi svegliarmi così?

Sorrido.

- Chi è che ogni sera si dimentica le persiane della cucina aperte?

Sento che sbuffa, e ora cercherà di minimizzare il tutto.

- Riza, cosa vuoi che sia una finestra lasciata aperta! E poi succede raramente…

- Tutte le notti.

- E se tu poi non mi svegli, ordinandomi di andare in cucina e chiudere tutto, che colpa ne ho io?

- Non voglio farti alzare.

L’ho detto con tono dolce, e lo sento prendere la mano appoggiata a lui e stringermela. La sua è così calda…

- In effetti, credo che un risveglio così, sia pur sempre meglio che spedirmi a calci a rimediare al danno che ho fatto, no? E sentiamo, qual è il prezzo di tanta squisita premura?

- Visto e considerato che è del grande Alchimista di Fuoco che stiamo parlando, credo che il minimo che io possa chiedere è quello di venire scaldata a dovere, non trovi?

Mi rivolge un sorriso sornione.

- Come Vossignoria Illustrissima desidera.

Si volta su un fianco, a guardarmi ben bene in faccia, mi cinge la schiena con un braccio, stringendomi di più a sé, e afferra la mia sinistra con la sua destra, portandosela davanti alla bocca, alternando il soffio caldo e gentile che proviene dalle sue labbra a piccoli baci sulle punte delle dita. Tra le palpebre socchiuse mi fissa, adesso che sono accontentata, ho gli occhi serrati e un’espressione appagata che mi illumina il volto, e un sorriso compiaciuto appare sulle labbra di entrambi.

E dopo ha anche il coraggio di chiedergli perché lo sveglio solo dopo che il vento invernale mi ha congelata da capo a piedi.

 

Sarà passata un’oretta circa.

Ancora non prendo sonno, e aspettando che Morfeo mi accolga tra le sue braccia, mi accontento di rimanere aggrovigliata in quelle di qualcun altro.

Si è sdraiato nuovamente sulla schiena, e continua a tenermi abbracciata, mentre la mia mano si è ormai impossessata dell’incavo del suo collo.

Accarezzo con tocco lieve, appena accennato, il suo torace nudo.

Vederlo addormentato mi fa sempre uno strano effetto.

E’ così… Vulnerabile.

Non riesco a non vederlo indifeso come un bambino, e la cosa mi mette un po’ d’ansia. Mi sorprendo ad immaginare ogni sorta di pericoli, ogni incidente in cui egli possa imbattersi.

Qualcuno la chiamerebbe paranoia, ma ad essere completamente sinceri, credo che quando si vuole bene, anzi, quando si ama qualcuno con una tale intensità, be’, credo che sia normale aver paura di perdere qualcosa di così prezioso.

Normale soffrire così intensamente quando si vede che l’uomo oggetto del proprio attaccamento soffre egli stesso.

Continuo a sfiorare la sua pelle, perfettamente conscia di ciò che le mie dita troveranno fra poco.

Ed infatti eccola qui.

Una cicatrice molto vasta che si trova sulla zona a fianco dell’addome.

Piccolo regalino di un homunculus, se vogliamo definirlo così.

E poi altri due, minuscoli sfregi, questi più vecchi, che ormai non si notano nemmeno più, ad una prima occhiata distratta, ma che rilucono ostili quando la luce le sfiora.

La prima volta che ci siamo incontrati su questo stesso letto, sono rabbrividita al contatto di quei segni.

Sotto i suoi abiti, alberga la sua vita da soldato, con le sue ferite e le sue tracce dolorose.

Le collego sempre alla mia, sulla schiena.

Dopotutto, quella cicatrice fu proprio l’inizio della carriera del famoso Flame Alchemist.

Ma non mi pento, mai l’ho fatto e mai lo farò, di avergli dato ciò che potevo, almeno in quel momento.

Quando poi non è più bastato, ho messo in gioco la mia stessa vita.

E non mi pento nemmeno di questo, anzi.

Ho scelto di seguirlo di mia iniziativa.

Mi rifiuto di vederlo tormentarsi più del necessario, quando posso fare da scudo io.

Mi rifiuto di rimanere a casa e guardarlo partire, magari non sapendo neppure se e quando tornerà. Vederlo andar via con il suo sorriso sulle labbra, pur sapendo che ha la morte nel cuore.

Mi rifiuto, perché questa scelta non è semplicemente contemplata da me.

Il problema non si pone nemmeno.

Have you seen the way he acts sometimes
And when you ask,
he’ll say that he’s okay.
Have you seen how well he pretends
Laughs out loud,
before he looks away


Do you want the real story,
or do you prefer the lie
Do you want to see him smile,
or maybe see him cry
Do you want to follow,
or let him go alone
For then, never to know… Never to know


Hai visto come si comporta a volte?

E se gli chiedi
Ti dirà che sta bene
Hai visto come sa fingere bene?
Ride forte
Prima di allontanare lo sguardo

Vuoi la verità
O preferisci la bugia?
Vuoi vederlo sorridere
O forse piangere?
Vuoi seguirlo
O lasciarlo andare da solo?
Perché, allora non si saprà mai... non si saprà mai




- Riza, non riesci proprio a riaddormentarti stanotte, eh?

Lo guardo colpevole.

- Scusa…

Mi fissa senza capire.

- Guarda che non sei stata tu a svegliarmi.

Ride leggero, ma dal tono lievemente forzato capisco che qualcosa non va.

- Che succede, tutto bene?

- Certo Riza, cosa dovrebbe essermi successo? Sono qui, al riparo da una notte rigida come questa, al caldo e con la donna che amo al mio fianco. Cosa potrebbe andare storto?

Eppure vedo che c’è qualcosa di tormentato nel suo sguardo, che mi rivolge di sfuggita prima di dedicarlo definitivamente al soffitto.

- Incubi?

In fondo, si è svegliato con un leggero scatto. E’ più che plausibile.

Gli incubi di quel periodo tormentano spesso anche me, e sentirlo irrigidirsi appena contro il mio corpo al sentire quella parola, non fa che avvalorare la tesi.

- Ma no, che dici, lo sai che sono rari…

Invece so che non lo sono affatto.

- Oh Roy…

Gli accarezzo una guancia, costringendolo a voltarsi verso me.

- Puoi mentire a tutti, ma non a me. E poi così non mi fai preoccupare di meno, anzi. Quando un uomo si ritrova a dire bugie, può darsi benissimo che si sia trovato un’altra donna. E io cosa ne so, con la fama da dongiovanni che ti ritrovi, non posso dar nulla per scontato, non credi?

Sorride suo malgrado.

- Lo sai benissimo che non potrei mai.

Accidenti, quel tono così serio mi ha colpito nel profondo. Sento qualcosa di caldo sciogliersi in me, fare un bel nodo sopra il mio stomaco e piantarsi lì.

Un nodo fatto di amore, e dolore, insieme a qualcos’altro di non meglio identificato.

Dopo tutto il tempo che ci conosciamo, continua a farmi ancora questo effetto.

Mentre sento il suo volto avvicinarsi piano, penso che sono stata l’unica donna che abbia mai visto Roy Mustang piangere, e l’unica a essere riamata dallo stesso così profondamente.

Nel bacio trasmetto tutta la gratitudine e la comprensione che posso, come a dire “Io sono qui, nel momento del bisogno”.

Lo sento gorgogliare, tutt’altro che dispiaciuto, mentre il bacio prende una piega non prevista e molto interessante, soprattutto a suo parere.

Non lo lascerò andare via, non permetterò di accontentarmi di una bugia, detta solo per confortarmi. Non permetterò che pianga di nuovo, per nulla al mondo.

 

Mi avvio ancora mezza addormentata verso la cucina, senza nemmeno accendere le luci.

Non posso crederci, nonostante tutto il bel discorsino di stamattina, ha di nuovo dimenticato aperte le imposte.

Le chiudo rabbrividendo, ma qualcosa non torna: perché continuo a sentir sbattere delle persiane contro il muro?

Mi incammino sospettosa verso il salotto; possibile che…?

Rimango lì sconcertata per qualche istante, lo stupore fatto persona. Le finestre sono aperte, tutte e tre, e sbatacchiano allegramente contro il muro esterno.

Quel delinquente…

Ma allora lo fa apposta!

 

Un’unica frase balena nella testa di Riza.

“E’ un uomo morto”.

 

In camera da letto, Roy Mustang ridacchia soddisfatto, mentre si appresta per l’ennesima volta a far finta di dormire, come tutte le notti nell'ultimo periodo.

Purtroppo per lui, non sa cosa lo aspetta.

E sembra anche aver dimenticato che il suo Tenente preferito è solito lasciare una pistola di riserva carica nel secondo cassetto della credenza in cucina.




Note finali: 

Canzone: Never To Know, cantante: Lene Marlin.

Quanto mi sono divertita a scrivere il finale! XD

Roy è proprio dispettoso, non c’è che dire XD Ah, e non chiedetemi perché dorme a petto nudo in pieno inverno XD

Personalmente, credo che questo sia un capitolo agro-dolce: da una parte, sempre la stessa manfrina della guerra di Ishbar (mi dispiace, lo so, ma credo che sia una componente fondamentale dei personaggi, quindi ve lo appiopperò molte altre volte, credo, tra cui proprio la prossima XD).

Tra parentesi, l’ho scritto di getto tra le 3 e le 5 e mezza di mattina di un’altra notte insonne… Devo darci un taglio con tutto quel thè XD Mi giravo e rigiravo, e avrò inscenato minimo altre quattro storie, ma questa era così viva, che ho pensato che se non l’avessi scritta subito, alla fine me la sarei scordata. L’unica nota divertente, è stato immaginare il fantasma del padre di Riza che appare nei sogni di Roy e lo sgrida… Be’, magari fa qualcosa di anche peggiore XD Prima o poi dovrò scriverci qualcosa sopra…

Spero di non aver confuso un po’ le acque, all’inizio: il nome di Roy non appare mai, se non nei dialoghi, o in qualche frase qua è là. E’ un effetto voluto, perché mi sono ritrovata a pensare con la testa di Riza. Insomma, quando si è in due nella stessa stanza, ti viene da pensare all’altro come a Lui o Lei… L’ho fatto per rendere più realistici i pensieri di Riza, ma visto che sono una pazza, potrei anche aver sbagliato tutto. XD

Ora passo ai ringraziamenti personali:

Shatzy: Anch’io trovo la maggior parte delle song-fiction insulse, sai? XD Dico sul serio. Mi è piaciuta molto la raccolta di fullmetalQUEEN, invece. E ritengo le mie troppo lunghe per un testo di canzone, ma pazienza, escono così. Credo che le strofe siano sia il fulcro di tutto (una specie di musa artificiale, a mio avviso; che mi risparmiano gran parte del lavoro, devo dire) ma alla fine della stesura del testo, debbano, come dire… Abbracciare le parole con dolcezza, avvolgendole. Io vado avanti per sensazioni visive, il che mi dà parecchi problemi XD In questo caso, mi figuro due nastri che si avvolgono l’un l’altro.

Andiamo avanti che è meglio XD

Sono contenta perché mi sono sentita dire che ho reso una Riza molto IC. E ne sono un tantinello orgogliosa, a dire il vero XD Ammiro molto Riza, perché è una donna forte, combattiva, e armata di una pistola, soprattutto. Visto e considerato che da piccola, mentre tutti sognavano di fare le ballerine o i calciatori, (ma anche la veterinaria, il dottore degli animali, credo XD) io sognavo di girare per la città con una pistola nella giarrettiera (me ne vergogno profondamente, ma giarrettiera era XD) a sventare rapine, mentre mi vedevo rincorrere i malviventi, e li uccidevo.

Non ero ancora a conoscenza della legge, e le puntate di Rex, Zorro e il resto di sicuro non aiutavano la mia già fervida fantasia XD

Le scene di guerra ormai sono parte di me. Accendo la televisione, e to’, l’Iraq. Vado su Internet e to’, la Birmania. Senza contare del Darfur e di tanti altri posti. La cosa che mi sconvolge maggiormente è l’indifferenza della gente. Non dico che sia sbagliato, anzi; è solo la mia totale incapacità a non mettermi nei panni altrui che fa soffrire me in una maniera spaventosa. E’ bastato un film sull’Olocausto per farmi piangere un giorno intero! Amo descrivere scene di guerra, soprattutto crude, non tanto per masochismo o sadismo nei confronti altrui; cerco solo di far capire di far finire quelle in atto, e non farne iniziare di nuove.

Per inciso, verso i 6/7 anni sognavo di fare la “soldatessa”, e di andare, tuta mimetica e fucile in mano, ad uccidere i “cattivi”. Preciso che questo era sempre prima di conoscere la legge ^^”

La cosa che mi colpisce di più di Riza, ma anche di Roy, è la loro normalità: ne hanno passate tante, hanno visto tanti orrori, eppure continuano ad andare avanti, a non arrendersi. Questo è quello che vedo in alcune persone che mi circondano ogni giorno, e ormai sono giunta alla conclusione che qualsiasi cosa uno possa vivere, la si può superare se si ha forza di volontà. Vabbé che Roy ogni tanto si fa un goccetto, da questo punto di vista è Riza quella irreprensibile. XD

Come avrai notato, pur descrivendo scene più o meno “dure”, o comunque piene di sofferenza, alla fine mi lascio sempre uno spiraglio, una via di fuga. Trattandosi del nostro Roy, mettere un finale alla “demenziale” è totalmente indipendente dalla mia volontà, mi esce così XD (Ma il prossimo sarà talmente pessimista che vorrete uccidermi XD)

Ah, giusto, la motivazione della mia dedica. L’ho dedicata a voi due perché siete amanti del Royai (e fin qui ci stava), perché commentate ogni cosa che scrivo, sempre (e fin qui ci stava), ma soprattutto perché amo i vostri scritti. Le mie due senpai del royai, se vogliamo metterla così XD Se avessi più confidenza con Stray, l’avrei dedicata anche a lei, perché sopra certi suoi temi ci ho anche pianto XD E anche alla scrittrice della prima royai che lessi, che mi aprì un mondo tutto nuovo, ovvero CowgirlSara (la mia prima RoyAi, quando ancora non ero registrata! XD)

Le mie senpai del Royai, punto XD

E soprattutto non bestemmiare: Tu sei molto più brava di me, non c’è storia, e non scherziamo ò.ò

Ancora grazie, i tuoi commentoni mi sollevano sempre il morale! Ah, e soprattutto scusa della risposta chilometrica, ma dopo il commento enorme che mi avevi fatto, mi sembrava il minimo XD

Kissoni!!

elyxyz: Vedere la mia raccolta apprezzata anche da una scrittrice brava come te, nonostante non le piaccia particolarmente il pair, è stato… Incredibile, ecco ^^ Mi sento molto felice, veramente. Sono contenta, ribadisco, che la mia Riza sia IC, e mi scuso, perché questo capitolo è molto RoyAi (non sono riuscita a resistere XD). Comunque il prossimo sarà unicamente un POV di Roy, e Riza non verrà menzionata. Di nuovo grazie, a presto! Kissoni!!

Sisya: Sisya!! Grazie grazie grazie! (Memore della tua dedica, ormai sappiamo entrambe come siamo ridotte a questo punto XD) Sono d’accordo, Roy e Riza ne hanno dovute passare tante, troppe, quindi adesso dovrebbero solo essere felici e basta, no? XD Vero che la scena di loro due giocano con le spade di legno è qualcosa di vivido? Sono praticamente convinta che nel maga sia successo veramente, inutile XD Quando hai detto inquietante, sono scoppiata a ridere: tu non puoi sapere, ma ho un’amica (la cosiddetta zia XD) che va avanti a: Inquietante! Ambiguo! E poco altro XD

Credo che tutti amino Roy versione sbraitante, è troppo puccio. Adottiamolo!! Si può? XD XD

Grazie ancora mille per i tuoi commenti, non sai quanto mi facciano felice! XD

Kissoni!!

 

Appuntamento ad ogni martedì, quindi, sempre che con l’aggiornamento settimanale non ci siano problemi!

 

Kissoni!!

Lely


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Capitolo 3
*** Zombie ***


Zombie
Zombie

Another head hangs lowly, child is slowly taken

And the violence caused such silence

Who are we mistaken

 

But you see it's not me, it's not my family

In your head, in your head, they are fighting

With their tanks, and their bombs

And their bombs, and their guns

In your head, in your head they are cryin'

In your head, in your head?

Zombie, Zombie eh eh

In your head, what's in your head?

Zombie eh eh eh oh

Un’altra testa pende lentamente, un bambino è preso lentamente

E la violenza ha causato questo silenzio

Ma chi stiamo fraintendendo?

 

Ma tu lo vedi, non sono io, non è la mia famiglia

Nella tua testa, nella tua testa, loro stanno combattendo

Con i loro carri armati e le loro bombe

Le loro bombe e le loro pistole

Nella tua testa, nella tua testa stanno piangendo,

Nella tua testa, nella tua testa

Zombie Zombie Zombie

Cosa c’è nella tua testa, nella tua testa?

Zombie Zombie Zombie

Mio figlio…

No…

Corro disperata, verso il luogo dell’esplosione…

-Fermati, non entrare! E’ pericoloso!

Ignoro la moltitudine di voci intorno a me…

Ti prego, tutti ma non mio figlio…

Ti supplico!!

Entro in quella che una volta era la mia casa…

La bomba ha distrutto il tetto e uno dei muri portanti, rischia di cadere…

Corro…

Sento il mio corpo implorare pietà, ma non mi fermo…

Non posso…

Dio Ishvara, ti supplico…

Non lui!

E poi…

-NOOOOOO!!!

 

Guardo quella madre straziata, con il suo bambino tra le braccia…

Lo sguardo perso, folle…

E’ seduta a terra, e si dondola avanti e indietro, senza mai fermarsi…

Teme di far piangere il suo bambino, se si svegliasse…

Mi avvicino. Ormai è quasi l’alba, quella zona della città è ormai deserta, è stata evacuata da giorni…

E quella donna è sempre rimasta lì, incurante delle bombe che sono cadute, dei cadaveri accanto a lei…

Tanti zombie…

- Alzati.

Ordino.

Lei mi guarda con un’espressione talmente sofferente che per un attimo rimango scioccato.

- Shhhhh… O sveglierai mio figlio…

Guardo con compassione il piccolo corpicino, il colorito cadaverico, stretto nell’abbraccio amoroso della madre.

- Non si sveglierà mai più…

Sussurro, più a me, che a lei.

La donna per un attimo mi guarda, poi spalanca i grandi occhi, sorpresa.

- Tu… Tu sei uno di quegli assassini!!!

Distolgo lo sguardo da quella scena, impietosito. La donna, avvinghiata ancora al corpo del bambino, si è alzata, e incurante dei detriti sotto i suoi piedi nudi si avvicina a me.

- Perché? Perché tutta questa distruzione? Perché?

Si è risvegliata. Guarda inorridita i corpi accanto a sé, e quello nelle sue braccia.

- Joan…

Ha capito.

Improvvisamente il silenzio. Ci siamo solo io e lei. Che ci fissiamo negli occhi. Io con il mio sguardo impietrito, lei come un animale ferito, a cui i cacciatori hanno portato via i cuccioli.

- Perché?

Ripete lentamente.

- Siete soltanto degli ipocriti… Ci avete accusato di qualsiasi cosa, pur di attaccarci. Ora siete soddisfatti? Siete soddisfatti di tutto questo?

Distende un braccio, indicando la desolazione intorno a noi.

Chino la testa.

- Donna, io obbedisco solo agli ordini… Non ho colpe…

So di risultare falso persino a me stesso.

La donna ride, di una risata amara.

- Certo… Finché non siete tu o la tua famiglia a morire, la tua gente, allora siete incuranti di tutta la morte che procurate… Ci considerate nemici… Ma vi siete guardati in giro? Anche lui, anche mio figlio, era colpevole? Colpevole a tre anni?

La sua voce mi entra dentro e mi ferisce, come un pugnale affilato.

- Cosa c’è nella vostra testa, soldato? Possibile che vediate solo nemici?

Mi giro. Per una volta tanto nella mia vita, io, Roy Mustang, dico quello che penso veramente. Comincio a camminare, volgendo finalmente le spalle a quella madre distrutta dal dolore.

- Nella mia testa vedo solo zombie…

Another mother's breaking heart is taking over

When the violence causes silence

We must be mistaken

It's the same old theme since 1916

In your head, in your head they're still fightin'

With their tanks, and their bombs

And their bombs, and their guns

In your head, in your head they are dyin'

 

In your head, in your head

Zombie, Zombie eh eh

In your head, what's in your head?

Zombie eh eh eh oh oh oh oh oh eheh ooh yae yaeee


La rottura di un altro cuore di una madre sta finendo

Quando la violenza causa il silenzio

Ci siamo sbagliati

E’ lo stesso vecchio tema da 1916

Nella tua testa, nella tua testa stanno combattendo

Con i loro carri armati e le loro bombe

Le loro bombe e le loro pistole

Nella tua testa, nella tua testa stanno morendo

 

Nella tua testa, nella tua testa

Zombie Zombie Zombie

Cosa c’è nella tua testa, nella tua testa?

Zombie Zombie Zombie


E ora mi ritrovo in guerra… Di nuovo…

Di nuovo una madre straziata dal dolore davanti a me…

Quando finirà tutto questo?

Abbiamo detto, ci siamo convinti che non si sarebbe ripetuto l’errore di Ishbar…

Menzogne…

Tutte le guerre sono uguali…

- Perché, soldato? Cosa vi abbiamo fatto?

Sto per impazzire… Alla figura della donna si sovrappone, quasi fosse un fantasma, quella della donna Ishibeliana. Lo stesso dolore. E’ lo stesso dolore.

Intorno a me, solo morte. Morte e silenzio.

- Perché?

Sento le lacrime scendere lentamente verso il mento. E poi esplodo anch’io.

- Non lo so! Smettetela di torturarmi!

Da quel giorno maledetto, non è passata notte senza che sognassi lo sguardo vitreo di quella madre, privata del proprio figlio.

- Cosa c’è nella vostra testa? Rispondimi, soldato! Trova un senso a tutto questo!

Cado in ginocchio sul terreno.

Sto impazzendo.

Ora alle loro voci si sono sovrapposte anche quelle di tutti i cadaveri intorno a noi.

Zombie…

Sento che si avvicinano…

L’alito fetido…

Gli occhi vuoti…

Gli abiti a brandelli…

Ma siamo sicuri che non siano umani?

Ormai non percepisco altro che le loro urla lontane…

Cercano vendetta…

Ed è per questo che non mi uccidono…

Per torturarmi con orribili visioni…

Mentre io invoco la morte…

La pace…

Intorno a me solo zombie, con una sola domanda…

Perché?

Note finali:

Canzone: Zombie, cantanti: The Cranberries

Ok, fa schifo, lo so =_______=  A mio discapito: l'ho scritta un bel pezzetto fa. Ho riletto qualcosa di quel periodo, e ne sono sconvolta. E' indecente, indecente! Non sarò bravissima, ma accidenti, sono migliorata! (Prima nota positiva della giornata XD) Scrivevo addirittura le note finali con il linguaggio sms! Bah, che testa XD Questa è una shot molto particolare, strana. E se lo dico io! XD Comunque ho scritto il prossimo capitolo, e vi assicuro che sarà migliore, assolutamente. L'ho steso sghignazzando, quindi è una cosina piuttosto leggera (anche se dalla canzone non si direbbe) e ho già la prossima in mente *occhi scintillanti*  

Ora passo ai ringraziamenti personali:

elixyz: Grazie come sempre, i tuoi commenti mi fanno molto piacere ^^ Per quanto riguarda le traduzioni, lo faccio anche per me: devo tradurle comunque per lavorarci sopra, no? E allora facilitiamo pure la vita anche agli altri! XD Kissoni!!

Shatzy: La cicatrice di Roy mi ha sempre fatto effetto (e Havoc che gli diceva che da quel momento, le donne ne avrebbero provato ribrezzo... Mitico Havoc! XD) e mi ha colpita addirittura più di quella di Riza, non so perché. La cantante di Never To Know era Lene Marlin, colpa mia che non l'ho scritto, scusa! XD

Ho rimediato subito dopo... Se non ci fossi tu, cosa farei! XD Anche tu il soldato? Io ho tristemente cambiato idea dopo aver visto certe porcherie, ma la divisa ha pur sempre il suo fascino XD 

Per quanto riguarda le scene di guerra e altro: mi dispiace, io avevo fatto un discorso generale, perché stavo pensando ad un'altra persona che è un tantinello... Insensibile? Non era riferito a te, ma mi rendo conto che la cosa poteva essere fraintesa... Wahhh, che macello! Chiedo scusa ulteriormente per questo capitolo, lascerò un avviso nella Tag Board del forum, sempre che il modem non muoia prima, e cercherò di avvisarti prima. 

Ultima cosa: Davvero sembro un peperino? Wahhhh!! Per me è un complimento!! XD Adoro il mio carattere, sono semplicemente folle, e ne sono orgogliosa XD Kissoni!!

Nimphadora: Troppo gentile, veramente *me modalità gelatina mode on* Sono felice che il mio stile ti piaccia, ma la cosa importante è il soggetto, quello sempre e comunque! XD XD Kissoni!!

Sisya: Ok, ho deciso di farti liquefare sulla tastiera. Scherzo!! Anche perché sarai più solida che mai ora, questo non è un capitolo da gelatina, purtroppo =_____=  Ma cosa sono due pallottole ogni tanto in cambio di Riza, insomma! Roy dovrebbe fare carte false, altroché! XD Kissoni!!

Kissoni e ancora grazie per tutti i vostri commenti, rendono il mio piccolo e nero cuoricino un po' meno arido! XD

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Capitolo 4
*** Coriandoli a Natale ***


Coriandoli a Natale


E' inutile sai,
il male che fa
il peso di un bacio.
L'hai dato soltanto
perchè eri da solo.


La colpa dov'è?!
Qua intorno non c'è
Sai dirmi tu dov'è?!
In un giorno che piove


Un giorno che tu
ti senti inutile
Coriandoli a natale
E magari ancora
troppo stanco per ricominciare.
Ma scommetto che poi..
Tu te ne andrai




Appoggio stancamente la fronte al vetro gelido della finestra.  

Sarà l’una di mattina, ormai.

- Roy, non torni a letto?

Mi rifiuto di girarmi a vedere quella scena. Mi rifiuto. Eppure lo devo fare.

Cerco, senza sforzo apparente, di recuperare un sorriso convincente, prima di voltarmi.

- Fra un po’, Patricia. Tu intanto continua pure a dormire.

Però, il mio sorriso funziona sempre, a giudicare da come si è subito rassicurata.

- Ma non fare tardi, altrimenti mi svegli.

Si gira dall’altra parte, i capelli castani che le scivolano sul guanciale. Qualcosa mi stringe forte dentro al petto, tanto che per un attimo mi manca il respiro.

E’ il pensiero assillante: “Non è lei, non è lei, non è lei”, a farmi male?

Non lo so.

Ma lei chi, poi?

A volte mi sembra di essere pazzo. Quando mi sembra di sentire un certo profumo nell’aria, oppure quando quei capelli sciolti così, mi sembrano biondi.

Quelle sensazioni mi fanno sentire nauseato, nauseato da me stesso.

Che il grande alchimista Roy Mustang si stia infiacchendosi?

“Tu lo sai il perché, non fare il beota, Roy!”

“Maes, lo sai anche tu che non si può”.

“Non si può perché tu non hai abbastanza fegato per farlo, ecco tutto”.

Certe persone hanno delle voci dentro la testa, che chiamano coscienza.

Io invece ho la sfortuna di sentire in continuazione la voce del mio migliore amico ormai defunto, alquanto petulante ed irritante, tra l’altro.

“Eddai, ammettilo che ti è sempre piaciuta!”

- Ma cosa vai blaterando!

Ops, mi sono scordato di non essere solo.

- Ma cosa vai blaterando?

Ripeto, stavolta sussurrando.

“Sto parlando di Riza Hawkeye, caro mio! E poi smettila di far finta che ci sia qui io, è la tua coscienza che ti parla, capito? Il tuo subconscio!

“Certo…”

“Senti, è inutile che vai con tutte queste… Mmh… Donnine allegre? Ma sì, definiamole così, per sentirti meno solo. Sei patetico. E vigliacco. Perché sappiamo entrambi cosa desideri veramente, e non è il piacere fine a se stesso”.

“Lo so…”

“Ehh, l’ho sempre detto io che avevi bisogno di una moglie!”

“Ma tu non eri il mio subconscio, scusa?”

“Il tuo subconscio era perfettamente d’accordo con il tuo migliore amico, per inciso. Eri te la testa dura fra i due, anzi, fra i tre!”

Sghignazzo piano.

“Bene, ora cominci anche a ridere da solo! Poveri noi, se il governo dello Stato finisce in mani di un simile squinternato, avremo di che penare veramente, altro che homunculus e King Bradley!”

“E tu sei quello che parla con sé stesso, se riteniamo per certo il fatto che tu sia la mia coscienza”.

“Ma lo vedi che sei proprio uno zuccone? Te l’ho detto! Sono il tuo inconscio, chiaro, sei te che parli con me!”

“Lasciamo perdere, va’…”

Mi volto. Quella sgradevole sensazione che si era appena appena affievolita, torna ad aggredirmi, più feroce di prima.

“Cosa hai intenzione di fare ora, Roy?”

La voce si è un po’ raddolcita. Sono solo stanco, stanco della situazione, stanco di tutto. E lui se n’è accorto.

“Proposte?”

“Sì, una: prendere i tuoi vestiti e andartene, che ne dici?”

“Dico che tanto ogni volta si fa sempre come vuoi tu, ecco cosa dico”.

“Oh, non fare il finto arrabbiato con me, tanto non attacca”.

“Ti odio”.

“Lo so”.

Mi rivesto velocemente, e lascio la stanza senza nemmeno voltarmi indietro.

“Maes?”

“Mmh?”

“Grazie”.

“E di che. Sempre a tua disposizione, compare”.

 

E' semplice ma..
Ma non dire che
la vita ti prende
soltanto alle spalle.


Ti ha preso in un giorno in cui ti senti inutile.
Coriandoli a Natale
E magari ancora
troppo stanco per ricominciare.
E magari ancora
troppo stanco per ricominciare.

In un giorno che
ti senti inutile
Coriandoli a Natale
Ma scommetto che poi..
Tu te ne andrai


E' inutile sai
vorrei ma non puoi
toccarmi nel cuore
entrarmi negli occhi
Ti ha preso in un giorno in cui ti senti inutile.
Coriandoli a Natale


Ma scommetto che poi...
Tu te ne andrai
Tu te ne andrai
Tu te ne andrai...

 

 

- Piove!

“Ma va’, che scoperta! Te ne sei accorto perché conosci il termine del fenomeno meteorologico per indicare “Acqua che piove”, o perché ti sei scordato l’ombrello?”

“Fammi il piacere, tappati quella bocca una volta tanto, è così difficile?”

“Immensamente, amico mio, ma vedrò quello che posso fare per te”.

“Grazie”.

Odio questo tempo schifoso. La pioggia è un elemento estremamente infido, ti prende alla sprovvista, ti si infila dentro il collo, ti inzuppa completamente…

“Da’ pure colpa all’acqua, se ti sei scordato l’ombrello”.

“Maes”.

“Subconscio, prego”.

“…”

“Ok, ok, sto zitto, non ti innervosire… Che razza di carattere che ti ritrovi però! Quella povera donna di tua madre mi ha sempre fatto una grande compassione, chissà come avrà fatto a sopportarti per tutto quel tempo!”

“Maes”.

“Va beeeeeeeeene, ora faccio silenzio”.

Mi immaginai un Maes che, stizzito, faceva segno di chiudersi con un lucchetto immaginario la bocca, per poi buttare la chiave in dietro di sé.

Essere andato ad un appuntamento galante senza macchina si è rivelato una pessima idea. Ma almeno la casa di Patricia non è troppo lontana dalla mia.

Apro velocemente la porta, per poi svestirmi completamente nell’atrio.

Nudo, ma abbastanza asciutto, per lo meno. In quei vestiti sembravo un gatto annegato.

“Guarda che hai i boxer, non sei nudo, quindi non tentare di fare tanto il figo con me. Carina comunque quella del gatto, sai? Me ne ricorderò in futuro… Oh, ok, ok, scusa, dovevo tacere, è vero”.

Mi dirigo in cucina, prima di tutto un bel bicchiere d’acqua. Dopo tutta quella corsa che mi sono fatto, ho la gola secca.

Ehi, che puzza di bruciato.

Sarà il vicino, come al solito.

Butto giù l’acqua in un sorso.

- Non sapevo che girasse per casa praticamente nudo, Colonnello.

“Sta’ zitto, Maes, sai che lo faccio sempre”.

“Guarda che io non ho fiatato”.

“Co-“.

Mi giro, e ritrovarmi seduto su una sedia il Tenente Hawkeye a momenti mi fa prendere un infarto.

-Tenente, che diavolo ci fai qui? Con la luce spenta, poi!

Strillo, con una voce che supera di parecchi toni quella abituale.

- Colonnello, ritengo sia più appropriato che si rivesta, prima delle spiegazioni.

“Ahahah!! Beccato, beccato, beccato!”

Mi sento lentamente sprofondare. Anche perché non mi è sfuggita l’occhiata divertita del Tenente, prima di ritornare a fissare intensamente lo sportello del frigorifero.

- Eh, io… Io torno subito, non ti spostare.

Esco, cercando di camminare normalmente, prima di correre in camera come un disperato.

“Una camicia, un paio di pantaloni, qualsiasi cosa!”

“Ahahah!! Che figura che hai fatto, amico mio, che figura!”

- STA’ ZITTO!

- Colonnello, tutto bene? L’ho sentita urlare!

Accidenti alle pareti sottili, accidenti al mio subconscio, accidenti alla mia cattiva stella, accidenti a tutto!

- Sì, io… Ho solo sbattuto un piede, niente di grave!

“Maledizione, maledizione, maledizione!”

Mi sento le lacrime agli occhi per questa situazione assurda, e un vago senso di panico che si sta materializzando pericolosamente.

“Quanto mi sto divertendo, non puoi nemmeno immaginartelo!”

“Con te faccio i conti dopo, preparati”.

“Certo, certo. Guarda un po’ lì, sotto l’armadio, quelli vanno bene”.

“E non cercare di fare il ruffiano proprio ora, Maes, che non regge con me!”

“Ah be’, io almeno ci ho provato”.

Esco dalla camera da letto e torno in cucina, ed entrando cerco di darmi un minimo di contegno. Mi sento più fiducioso adesso, almeno ho un paio di pantaloni addosso.

Il Tenente solleva dubbiosa un sopracciglio.

- Pantaloni rosa?

Abbasso lo sguardo. Non ci credo. Ecco perché erano finiti sotto l’armadio.

Tento la carta della sincerità.

- Mi dispiace, ho preso la prima cosa che ho trovato. Mi ero sbagliato, e avevo fatto un lavaggio di cose con un maglione rosso. Non credevo stingesse veramente…

“Tipico da uomo virile che vive da solo, eh?”

“Maes, ti ammazzo. Tu lo sapevi che erano quei pantaloni!”  

“No, ti giuro. E’ stata una gradevole sorpresa anche per me”.

- Non si preoccupi, signore. Con me non deve farsi certi problemi.

“Gioia, chiudi quella bocca, ti prego! Non ci stai facendo una bella figura, per quanto tu possa esserne cotto”.

“Io non…”

“Certo certo, e le mucche sono blu e tu sei astemio e io non sono morto! Ma va’ va’…”

“Ti odio”.

“Sei ripetitivo, lo sai?”

- Ehm… Comunque, perché sei qui?

- Corto circuito.

Circuito? Ha detto proprio corto circuito?

- C’è stato un corto circuito nel suo bagno, signore. Mi ha chiamata la sua amministratrice di condominio, perché sentiva puzza di fumo. Credo che temesse che lei si stesse divertendo a fare il piromane con le tende del bagno, signore, da come ne parlava.

Il suo tono è serio, ma riesco a vedere la risata che sta trattenendo.

- Ma… Ma come…?

- Se vuole può andare a controllare, signore. Ma credo che abbia dimenticato il phon ancora attaccato.

“Ma si può essere così deficienti?”

“Devo rispondere?”

Ripercorro mentalmente la sera. Dunque, ero già vestito, mi stavo asciugando i capelli, Patricia suona il campanello…

E maledizione, io appoggio il phon sul lavandino senza spegnerlo.

Lavandino bagnato, filo scoperto che dovevo aggiustare da mesi...

- Oh no…

Per qualche minuto non parliamo. Io mi sono seduto su una sedia, tenendomi la faccia con le mani, mentre lei continua a fissarmi in religioso silenzio.

- E… E posso sapere perché hanno chiamato proprio te?

- Be’, signore, l’amministratrice ha detto che di tutte le donne che ha visto, io sono quella più affidabile. O perlomeno, citando le sue testuali parole, “l’unica che ha visto abbastanza da potersi ricordare nome e cognome”. Ha fatto subito a trovarmi sulla guida telefonica. E una volta qui, ho pensato che sarebbe stato meglio se fossi rimasta ad avvisarla. Trovarsi mezzo bagno bruciato dev’essere un bel colpo.

Oh be’, sempre meglio dell’essere trovati nudi da una donna nella propria cucina. Se sono sopravvissuto a questo, ce la farei anche a trovarmi con una casa distrutta da un terremoto durante la mia assenza, sicuro.

- Ah, signore, le conviene lasciare le chiavi si casa in un posto meno ovvio dello stipite della porta d’ingresso.

Sorrido.

- Pensavo che il tappetino o il porta-ombrelli lo sarebbero stati di più.

- Non avrei mai sottovalutato la sua intelligenza fino a quel punto, signore.

Sorride anche lei.

- Sarebbe stata la tua seconda scelta, Tenente?

- Esatto.

Oh Cielo. Il suo sorriso… La vedo alzarsi, e prendere la borsa che aveva appoggiato accanto a sé.

- Signore, a questo punto, posso anche tornare a casa.

Ignoro la nota di disappunto nei miei pensieri.

- Grazie di tutto, Tenente.

- Si figuri.

Mentre la riaccompagno all’ingresso, mi viene in mente una cosa.

- A che ora l’hanno chiamata?

Avvertendo la sua esitazione, aggiungo:

- La verità.

- Verso le nove, signore.

Quasi quattro ore di attesa!

- Ti do il permesso di venire più tardi domattina, Tenente.

- Grazie Colonnello, ma non mi sembra il caso. Non so cosa potreste combinare in ufficio senza di me.

Vero. L’ultima volta che si è presa un congedo, i ragazzi a momenti quasi facevano esplodere l’ufficio con un petardo artigianale. Lasciamo perdere il ruolo svolto dal loro capo in questione.

- Insisto.

- Anche io.

- Allora va bene Tenente, come vuoi. Ma la prossima volta…

- Spero che non si metterà a giocare a fare l’incendiario con l’abat-jour in camera mia solo per sdebitarsi, signore!

- Mi credi davvero così sconsiderato, Tenente?

- Sinceramente sì.

Rimango incantato a guardarla.

Sono appoggiato con un braccio allo stipite, e lei se ne sta dritta nel pianerottolo non illuminato.

- Allora a domani, Tenente.

Sussurro. C’è qualcosa che sa di non-detto nell’aria, e scommetto che lo sappiamo entrambi, dal modo in cui anche lei tentenna impercettibilmente, prima di augurarmi la buonanotte e andarsene.

Per un momento provo il folle desiderio di chiamarla per fermarla, per prolungare ancora quella conversazione… Ma è solo un momento.

“E chi è che non sarebbe cotto, ora?”

Anche il mio inconscio sembra preoccupato dal mio silenzio. Mi sto muovendo come un automa.

“Terra chiama Roy Mustang! Se c’è qualcuno, rispondete!”   (*)

“Maes…”

“Devo star zitto?”

Magari. Ormai ho rinunciato all’idea.

“Da quanto va avanti?”

“Diciamo da anni? Prima di Ishvara, quello è sicuro. Sobbalzare solo perché te la trovavi davanti… Decisamente, era da prima”.

“Che idiota”.

“To’, l’hai capito! Ma che meraviglia!”

Mi sento solo stanco e spossato, ora.

“Dai, non sei un idiota totale, in fondo… Te ne sei pur andato da quella donna, no?”

“E dalle ultime nove, aggiungi”.

“La mia buona influenza. Guarda che so come ti senti. E ti supplico, togliti da quella posa da eroe ferito, mi fai impressione! E poi è identica a quella di prima, dai!”

“L’atteggiamento da uomo romantico sopraffatto dal dolore fa sempre colpo, sai?”

“Quindi startene lì, impalato come un mammalucco, appoggiato alla finestra con il vetro gelido, devo considerarlo come una posa seducente…”

“Maes?”

“Che c’è? Mi vuoi insegnare tutto il tuo sapere sulle donne? Con il charme di cui modestamente sono dotato, non ne ho bisogno, ripiego volentieri l'offerta”.

“Credo di essermene innamorato veramente”.

Silenzio. Caspita, sono riuscito a zittirlo!

“E io te l’ho sempre detto che ti serve una moglie!! Secondo te chi intendevo per “moglie”, la fata turchina?”

“Non urlare, mi rompi i timpani!”

“E come faccio, di grazia, se sono dentro la tua testa?”

Ahh, Maes.

Mi infilo a letto (dopo essermi tolto quegli pseudo-pantaloni, ovviamente) e chiudo gli occhi.

“Roy?”

“Eh?”

“Ma non ci dovresti provare, scusa? Ad uscirci insieme, a fare qualcosa, insomma”.    

“Lo so, Maes… Ma non ora”.

“E’ l’una di notte, certo che non è ora!”

“Hai capito”.

Silenzio comprensivo.

“Sono troppo stanco ora… E poi voglio offrirle qualcosa di più che una relazione pericolosa, dopotutto mi hanno definito un ottimo sacrificio umano… Non me la sento, adesso”.

“Allora vedi di sbrigarti, altrimenti le farai la dichiarazione a settant’anni suonati, magari con la dentiera e i vestiti fucsia a forza di mescolare i vestiti”.

“Spiritoso… Comunque, mi ci impegnerò veramente, promesso. E ora, buonanotte”.

“’notte, Roy”.

“Ah, Maes? Grazie”.

“Di nuovo? Basta, mi hai rotto l’anima! Comunque di niente, fammi sapere quando ti troverai sposato con un bel figlioletto da crescere, perché lì implorerai il mio aiuto”.

“Aspetta e spera”.

 

 

Sette anni dopo.

“Maes, ti supplico, dimmi cosa devo fare!”

“Visto? Te lo avevo detto, io! Povero Maes, che razza di padre degenere che si ritrova! No! Così lo soffochi! Chiama Riza prima di uccidere questa povera creatura, ti prego! ROY!"

 

(*) Piccola licenza letteraria, in fondo a quell'epoca non esistevano i razzi XD

 

Note finali: Avevo questo testo in mente da un po’, ma non riuscivo a capire quale fosse il metodo migliore per il “Tu te ne andrai” e poi… Bang! Illuminazione! XD E mi è venuta giù liscia come l’olio, miracolo! XD

Ammetto che per queste canzoni sto saltando allegramente ogni sorta di linea temporale… Bah, forse quando finisco la raccolta, mi ingegno a metterle in fila XD

Mi dispiace per la scorsa song-fic, prendetela come… Una tappa buchi? XD Mi sono pentita di averla pubblicata, al solito, ma ormai c’era, no?

Da notare come la notte in “Never To Know” sia sostanzialmente diversa da questa. Lo considero uno sprone per Roy a darsi da fare XD

Il discorso con Maes versione coscienza mi ha fatta sbellicare. Ok, lo so, non dovrei essere io a dirlo, però è vero XD Mi sono immaginata me nella stessa situazione, con la voce della mia migliore amica che non mi dava tregua. Ok, probabilmente io avrei risposto con un bel “Vaff…”, e lei mi ci avrebbe rimandato, o con frasi come “Sei proprio una grande bastarda!” ma il sentimento è lo stesso XD Mentre la zia (brutta anonima che non commenta ò.ò) ha detto che sembriamo io e lei al telefono. Soprattutto per alcune battute XD

Di solito, appena finita di scrivere un nuovo capitolo lo passo alla "zia", che mi dice cosa ne pensa. Oltre al fatto di scatarrare tutti gli insulti possibili e immaginabili contro Roy all'inizio e contro Patricia, quando le ho detto che ci avevo rifilato una nostra battuta a metà, l'ha cominciata a leggere tutta di fretta. Così si è accorta dopo un bel pezzo che il Tenente in questione era Riza, e non Havoc, perché non avevo specificato XD

Nuovo termine: RoyXHavoc = RoyOc.

Qualcuno ci interni, vi supplico XD

Sono riuscita a tenermi un po’ leggera, suvvia. Un pochettino meno depressa. Stava venendo fuori un pappone avvilente, ma dopo ho avuto quest’idea… Ehi, cosa sono tutti quei sospiri di sollievo? XD

Non sarà il massimo dell’originalità la scena della cucina, lo ammetto =_____=

Ma è divertente comunque XD

 

Comunque sono veramente felice di tutti questi commenti, veramente *Lely si asciuga una lacrima immaginaria. Anzi, immaginaria un corno, mi sono beccata un 5 oggi, e non so neanche come ho fatto. No, aspettate, in verità so come ho fatto... Che tristezza, ma non mi scoraggio! Adesso mi darò da fare e vedrete i risultati, bwahahahah!! XD*

Canzone: Coriandoli a Natale, cantanti: Subsonica

Bene, ora passo ai commenti personali: 

Shatzy: Zombie come canzone è stupenda, veramente stupenda. La controparte di Riza... In effetti, sembra anche a me, dopotutto. Sono contenta di sentirmi dire che sono migliorata, anche perché non voglio smettere di farlo mai. Seppur poco alla volta, mi sto impegnando a scrivere meglio, perché ci tengo molto. E che dire, senza di te mi mancherebbe la soddisfazione dei commentoni lunghi lunghi! XD Ti ringrazio tanto, per i commenti, la sopportazione e tutto. Kissoni!!

elyxyz: Spero che il tuo dolore si sia per lo meno acquietato, per quanto sia possibile. Ognuno ha i suoi zombies, credo, ognuno ha i suoi fantasmi personali che di tanto in tanto lo vengono a trovare, lo so bene anch'io. L'importante è essere forti e non arrendersi. Grazie di tutto, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Kissoni!!

Nimphadora: Ohohoh, ma chi abbiamo qui? La mitica sorellona! XD Guarda, io sono per le guerre a tavolino, ovvero mi piacerebbe tanto che i politici si mettessero a giocare a scacchi e chi vince lì vince su tutto XD Almeno non ci sarebbero vittime, innocenti o meno. Dai, dobbiamo darci da fare a popolare efp di RoyAi! Te con i 100 themes, io con questa raccolta, e tutte le altre della "famiglia" con i propri scritti. Ci risentiamo sul forum, kissoni!!

AyuTsukimiya: Sbrigati a leggere il manga, allora, non sai cosa ti perdi! Sono contenta di riuscire a trasmetterti delle emozioni, per me significa tanto, te l'assicuro. Appena leggerai il manga, sentirai anche tu l'elettricità che c'è quando li vedi insieme *ora mi partono i filmini mentali, bene XD* Spero che continuerai a seguirmi, alla prossima! Kissoni!!

valy88: Ehi, la cuginotta del forum! Ciao! x3 Addirittura nei preferiti! Grazie! >.< Ehi, le recensioni non sono mai troppo lunghe, non ti preoccupare, a me non fanno altro che piacere XD Ringrazio ancora per il commento positivo, e soprattutto per averle commentate tutte e tre! Alla prossima, kissoni!!

Sisya: Ce l'hai proprio con Bradley, eh? Ma dai, un uomo così affascinante, come fa a non piacerti? *Sisya scaglia una ciabatta contro il pc* Scherzo, su ^^ La gelatina ora si è un po' avariata, devo dire, mi è venuta fuori questa song-fic che non è né gelatinosa né triste né che so io... E' demenziale XD Roy e Riza se lo meritano sì un finale ad happy ending, ma andiamo un po' a dirlo all'Arakawa XD Alla prossima gemellina! XD Kissoni!!

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Capitolo 5
*** Frozen ***


Frozen

               

Volume 10 – Capitolo 39

 

I can’t feel my senses

I just feel the cold

All colours seem to fade away

I can’t reach my soul

I would stop running, If knew there was a chance

It tears me apart to sacrifice it all but I’m forced to let go

 

Non riesco a percepire i miei sensi

Sento solo il freddo

Tutti i colori sembrano svanire

Non riesco a raggiungere la mia anima

Avrei smesso di scappare, se avessi saputo che c'era una possibilità

Mi fa a pezzi sacrificare tutto ma sono obbligata ad arrendermi

 

Annichilita dal dolore. Totalmente annientata. Non credo di essermi mai, mai sentita peggio.

Completamente in balia del tormento.

 

“Ti farò raggiungere subito il tuo superiore”

 

Le ho scaricato addosso entrambi i caricatori delle pistole che avevo con me. Ma non è bastato. Non è stato sufficiente né per ucciderla, né per spegnere tutto l’odio che provavo nei confronti di quella donna. Donna… Cos’è alla fine un homunculus? Uno scherzo della natura? Un errore umano? Il risultato di un tabù infranto? Ma non mi importa, cos’è che importa ora?

La odio.

Ma a conti fatti, non me ne faccio nulla di questo sentimento, quando una così profonda disperazione mi lacera l’animo.

La odio, sì. Vorrei ucciderla, benissimo. Ci ho anche provato.

La prima volta che avrei ucciso qualcuno senza rimorsi.

Mi sarei vendicata. Ma cosa sarebbe cambiato?

L’ha ucciso, ha ucciso il Colonnello.

Ha ucciso lui.

Ad un morto non si può restituire la vita, e questo lo so bene. Io, figlia di un alchimista, sono una delle persone che lo sanno meglio.

Quella donna ha portato via il Colonnello, e non c’è modo che lui ritorni.

E’ finita.

Il mio unico scopo era quello di proteggerlo, e non ci sono riuscita.

La mia esistenza è finita con il termine della sua.

La mia esistenza ora non serve più.

Con quale scopo andare avanti ora?

Mi dispiace, ma io mi fermo qui.

 

Tell me I’m frozen but what can I do?

Can’t tell the reasons I did it for you

When lies turn into truth I sacrificed for you

You say that I’m frozen but what can I do?

 

Dimmi che sono fredda, ma cosa posso farci?

Non so dirti le ragioni per cui l'ho fatto per te

Mi sono sacrificata per te quando la bugia è divenuta realtà

Mi dici che sono fredda, ma cosa posso farci?

 

E’ tutto buio.

La sensazione è totalmente diversa da tutto ciò che abbia provato in precedenza. Non è come tirarsi le coperte fin sopra la testa, e non vedere altro che nero. Perché lo sai, che oltre quella barriera calda e rassicurante c’è la tua camera, puoi immaginarla, illuminata dalla luce grigiastra che penetra dalle tapparelle.

Io vedo solamente il buio. Perché non vi è altro da vedere, oltre quel muro.

Sento il mio corpo piangere, i sussulti nel petto assurdamente dolorosi. Eppure, nello stesso tempo è come se tutto ciò che provo sia sostanzialmente lontano dalla mia anima.

La mia mente è qui, ma si rifiuta di percepire quello che vede il corpo.

Perché è veramente troppo. E pur sapendolo, pur avvertendo tutto questo, non riesco a tornare al mondo reale. Non voglio.

 

Voglio morire.

Perché sono sicura che non ci possa essere dolore più grande di questo.

Vi prego. Se c’è qualcuno lassù, mi affido a lui.

Voglio morire. Voglio annullarmi, lasciare tutto questo dietro di me. Il nulla non può essere più spaventoso di questo buio.

Voglio morire.

 

E poi di nuovo, questo pensiero insistente.

 

E’ morto.

E’ morto. Morto. Morto. Morto. Morto. Morto. Morto. Morto. Morto.

Non riesco a pensare ad altro.

E sono consapevole del fatto che non dovrei. Ora so perché i fratelli Elric hanno tentato quell’assurda trasmutazione umana.

Probabilmente, se avessi studiato anch’io l’alchimia, ci starei provando giusto ora.

Sento Alphonse e Lust parlare. Forse dovrei ascoltare quello che si stanno dicendo.

Ancora in balia di quell’ipnosi che non mi permette di concentrarmi, cerco di farlo. Se almeno il ragazzo potrà salvarsi, per me sarà abbastanza.

E come se avessi ricevuto uno schiaffo, riemergo da quella specie di liquido amniotico nel quale stavo quasi soffocando. Una sacca umida e appiccicosa, che non mi permetteva di respirare, che mi appannava i sensi.

Ma ora è peggio. Riacquistando un minimo di lucidità, sento tutta la disperazione ripiombarmi nuovamente addosso.

Alphonse sta blaterando qualcosa sul non voler lasciarmi morire. Ma io lo voglio, non capisce?

Quell’idiota… Quell’idiota cosa crede di star facendo? Di sacrificarsi per me?

E nonostante lo implori di lasciarmi qui, non vuole darmi retta.

Non ha senso! Non ha alcun senso!

 

“Ben detto, Alphonse Elric”.

 

Non può essere… E’ un’allucinazione!

E’ la sua voce! E’ vivo!

Le scene si susseguono veloci e lente allo stesso tempo, come se un regista crudele si divertisse a far andare avanti ed indietro il nastro senza interruzioni, con la velocità che più gli aggrada.

E poi, improvvisamente, finisce tutto.

La pellicola si attorciglia, e si scioglie piano nell’acido, lasciando solo qualche bolla e una macchia nera come traccia della sue presenza. Lust è morta, e il Colonnello è steso per terra.

E nonostante si trovi in quelle condizioni, ha ancora la forza di anteporre gli altri davanti alla sua salute.

 

 

I can feel your sorrow

You won’t forgive me,

but I know you’ll be all right

It tears me apart that you will never know but I have to let go

 

Tell me I’m frozen but what can I do?

Can’t tell the reasons I did it for you

When lies turn into truth I sacrificed for you

You say that I’m frozen but what can I do?

 

Riesco a sentire il tuo dolore

Non mi perdonerai

Ma so che starai bene

Mi fa a pezzi il fatto che non lo saprai mai ma sono obbligata ad arrendermi

 

Dimmi che sono fredda, ma cosa posso farci?

Non so dirti le ragioni per cui l'ho fatto per te

Mi sono sacrificata per te quando la bugia divenne realtà

Mi dici che sono fredda, ma cosa posso farci?

 

“Idiota!”

 

E’ furioso.

Mi sta rimproverando come mai aveva fatto in precedenza.

E mi sento umiliata, sì, perché ha effettivamente ragione.

Come ho potuto lasciarmi ingannare in quel modo?

Cielo, in guerra non mi sarei mai comportata così.

In guerra, mi sarei aspettata di tutto dal nemico.

Mi sono lasciata ingannare come una principiante.

L’ho deluso.

Eppure, conta ancora di fare affidamento su di me.

Quest’uomo è incredibile.

 

 

 

 

Everything will slip way

Shattered peaces will remain

When memories fade into emptiness

Only time will tell its tale

If it all has been in vain

 

I can’t feel my senses

I just feel the cold

Frozen...

But what can I do ?

Frozen...

Tell me I’m frozen but what can I do?

Can’t tell the reasons I did it for you

When lies turn into truth I sacrificed for you

You say that I’m frozen, frozen...

 

Tutto scivolerà

Solo i pezzi in frantumi rimarranno

Quando i ricordi svaniranno nel vuoto

Solo il tempo racconterà la sua fiaba

Se tutto ciò è stato vano

 

Non riesco a percepire i miei sensi...

Sento solo il freddo

Freddo…

che ci posso fare

Freddo…

Mi dici che sono fredda,ma cosa posso farci?

Non so dirti le ragioni per cui l'ho fatto per te

Mi sono sacrificata per te quando la bugia divenne realtà

Mi dici che sono fredda, fredda…

 

 

Voglio morire.

Perché sono sicura che non ci possa essere dolore più grande di questo.

Vi prego. Se c’è qualcuno lassù, mi affido a lui.

Voglio morire. Voglio annullarmi, lasciare tutto questo dietro di me. Il nulla non può essere più spaventoso di questo buio.

Voglio morire.

 

 

 

“Chiamate un’ambulanza”.

Divertente.

Così quella donna sarebbe legata al Colonnello in un modo tale da…

Veramente divertente.

Perfetto.

E’ semplicemente perfetto.

Basterà informare il Padre.

 

 

 

 

 

 

Introspezione del capitolo 39! Lo adoro XD I miei volumi preferiti sono proprio il 9, il 10 e il 13, chissà perché XD Finalmente un POV di Riza… Spiegazioni: allora, iniziamo da come abbia interpretato il termine Frozen ==> Fredda ==> Congelata ==> Immobile. Ok, questo è un esempio eclatante di traduzione libera XD E vabbé, ogni testo e poesia trasmette cose diverse a chi le legge, no? Lasciatemi questa piccola soddisfazione =____=

La parte finale è narrata da Wrath. Non tanto per lasciarvi addosso un po’ d’inquietudine, ma ci stava troppo bene con la canzone, non so perché… La trovo bella e angosciante allo stesso tempo, credo di essermi fatta prendere un po’ troppo la mano XD

Canzone: Frozen, cantanti: Within Temptation

Per quanto riguarda il capitolo precedente: in realtà, ricordo che uno dei 100 themes di Stray che più mi piacevano, si riferivano al paragone tra la squadra e proprio le figure degli scacchi, quindi ringraziate lei, io ho solo notato che non potevo fare a meno di paragonarli, perché gli scacchi appaiono proprio nel volume.

Ma passiamo pure ai commenti personali:

valy88: Cuginetta! Per fortuna mia madre si sbollisce velocemente ^^ Ho terminato questo capitolo oggi, in fretta e furia, quindi non so come può risultare ad un’occhiata esterna.

Speriamo bene =_____=

Il generale Grumman deve aiutarli, quel vecchietto è proprio una forza, ma se li piantasse in asso, giuro che non gliela perdonerei ò.ò

Grazie mille per le recensioni sempre positive! ^^ Kissoni!!

Shatzy: Sorellona!! Ho fatto i salti mortali, ma il capitolo è pronto. Né revisionato né corretto, ma almeno riesco a postare qualcosa (non sono per nulla professionale, accidenti =______=).

Giuro, e giuro e rigiuro, che non riesco a dargli un giudizio, a ‘sto benedetto capitolo. Non l’ho riletto a freddo, quindi non riesco a capire come diamine sia.

Ergo: Conto su di te per tutte le precisazioni, ti supplico e ti scongiuro, sii spietata!! Perché non lo sei mai fino in fondo (non si spiegano altrimenti tutte le recensioni troppo buone, nah nah) quindi anche se mancasse una virgola, ti autorizzo a bannarmi dal forum!! (Oh be’, quello dovrebbe farlo Ninmpha… E dopotutto non credo che resisterei a lungo senza forum… Ma ci siamo capite, no?)

Conto su di te! XD

Il POV di Riza… Il difficile non è scriverlo, il difficile è trovare una canzone che riesca ad adattarsi a lei! E’ tremenda quella donna =_____= Ed è per questo che tifo per lei XD

Grazie di tutto!!

Kissoni!!

elyxyz: Sono contenta che abbiate trovato un senso alle ripetizioni, grazie a tutte voi! XD Sempre sperando di rimanere IC!! Sempre grazie per i commenti, troppo gentile ^^ Kissoni!!

Sisya: Gemellina!! Totalmente d’accordo, penso che basti appendere una minigonna fuori da una finestra di Central City, per ritrovarselo lì sotto casa che sbava come un cane… Tanto c’è sempre Riza che lo fa rigar dritto XD E l’orbo è tornato anche in questo capitolo, mi spiace… Veramente no, ma per solidarietà gemellare, dirò di sì XD Ce l’ho infilato io… Ehhh, vabbé ^^

Grazie per tutto!!

Kissoni!!

Nimphadora: Sorellona!! (Dovrò trovare un modo per far distinguere te da Shatzy… E ora anche da Stray! Ci penserò…)

Dunque… Ma allora i neologismi sono le parole inventate? Perché allora nessuno potrebbe più aver da ridire sulle ciofeche che sparo dalle elementari! Giustizia sarà fatta!! ò.ò

Per quanto riguarda l’uccisione del modem… Che tu ci creda o no, smette di funzionare solo quando non dovrei assolutamente stare al pc.

Modem intelligenti… Li odio! XD

Grazie di tutto, spero che anche questo capitolo sia passabile ^^”

 

Kissoni a tutti!! Alla prossima!

 

P.S. Ho una sorpresina, l’idea è stata partorita ieri sera, ma credo che fra un mesetto saprete di cosa si tratta… Baciamo le mani!! XD

 

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Capitolo 6
*** Wherever you will go ***


Wherever you will go
Wherever You Will Go

“So lately, I've been wondering
Who will be there to take my place
When I'm gone, you'll need love
To light the shadows on your face
If a great wave should fall
It would fall upon us all
And between the sand and stone
Could you make it on your own


If I could, then I would
I'll go wherever you will go
Way up high or down low
I'll go wherever you will go”


Ultimamente mi sono chiesto
Chi ci sarà a prendere il mio posto
Quando me ne sarò andato, tu avrai bisogno di amore
Per illuminare l'ombra (di tristezza) sul tuo viso
Se una grande onda dovesse cadere
Travolgerebbe tutti noi
E tra la sabbia e le pietre
Potresti farcela da sola

Se potessi, allora vorrei
Andrò dovunque andrai
Dal paradiso all’inferno
Andrò dovunque andrai”

- Tenente…

Ora che anche tu te ne sei andata, chiudendo la porta dietro di te, sento il silenzio di questa stanza farsi opprimente. Questi muri hanno vissuto momenti di gioia, di dolore, momenti tranquilli (pochi) e pieni di viavai, momenti frastornanti e momenti silenziosi, certo, ma mai così… Vuoti.

Non rimane più nulla. In questo ufficio, in cui per tanto tempo le nostre esistenze si sono intrecciate e scontrate, non rimangono che delle scrivanie e qualche scaffale.

Vuoto. Privo della vita che soleva abitarci, dell’allegria, della spensieratezza così come della serietà, del dolore.

Ho ancora un’ultima carta da giocare. O per meglio dire, ho ancora dalla mia lo scacco matto. Osservo quel pezzetto di carta, che le mie dita continuano a tormentare. La mia ultima speranza. Il generale Grumman.

- Riza…

Quel nome, che mai più ho pronunciato da quando sei diventata un mio sottoposto, o che almeno, non ho avuto il coraggio di articolare se non nella mia mente, sfugge inconsapevolmente dalle mie labbra. Sorrido amaramente. Perché sta andando tutto storto, così dannatamente storto? La segretaria personale del Fuhrer… Non potresti essere più lontana. E’ colpa della mia ostinazione se sono ancora qui. Ostinazione… Molti, meno gentilmente, l’hanno definita sete per il potere. Se solo sapessero perché faccio tutto questo, credo che cambierebbero idea. Forse, perché a volte gli uomini sono troppo stupidi anche per capire cosa si trova davanti ai loro stessi occhi.

Il comandante supremo…

Mi trattengo a stento dal colpire la scrivania con un pugno. Non è ancora venuto il momento di perdere le speranze, dopotutto.

Ma il saperti sola con quell’uomo mi mette addosso una rabbia, un’agitazione, che poche volte ho provato in precedenza.

Mi impongo di rimanere calmo.

Se succedesse il disastro, c’è pur sempre la remota possibilità che riusciresti a farcela da sola. Sei una donna forte e combattiva, non dovresti lasciarti abbattere facilmente.

Non ti sei scomposta neanche alla morte di tuo padre, avresti rinunciato alla tua vita solo quando pensavi che io fossi morto. Perché, Riza? Io non sono così importante in questo mondo, avresti avuto altri motivi per andare avanti. Se io fossi arrivato solo qualche minuto dopo… Non oso nemmeno immaginare cosa ti avrebbe fatto quell’homunculus. Neppure Alphonse sarebbe riuscito a proteggerti più di tanto, ammettiamolo. E tu saresti morta inutilmente, e io sarei rimasto senza di te. E’ stata la prima volta che mi hai deluso, e la cosa mi ha sconvolto nel profondo. Il tuo viso segnato dalle lacrime, quel segno di sottomissione… Ecco perché mi sono arrabbiato tanto. Credevo di conoscerti bene, non avrei mai pensato che la tua reazione fosse… Così avventata, ecco. Ed ora ti trovi di nuovo in balia di un altro homunculus, e temo si possa verificare ancora quella situazione.

Certo che il Fürher è stato molto scaltro. Ha capito che sei uno dei miei punti deboli, anche se non riesco a capire come. Forse quel diavolo di occhio che si ritrova aiuta, in qualche modo.

Vorrei solo restare con te, non importa come e dove, vorrei solo saperti sana e salva, che sia in un posto tranquillo, o in un inferno come questo in cui ci troviamo.

Se potessi seguirti, lo farei.





"And maybe, I'll find out
The way to make it back someday
To watch you, to guide you
Through the darkest of your days
If a great wave should fall
It would fall upon us all
Well I hope there's someone out there
Who can bring me back to you

If I could, then I would
I'll go wherever you will go
Way up high or down low
I'll go wherever you will go

Runaway with my heart
Runaway with my hope
Runaway with my love
"

"E forse, scoprirò
Il modo per ritornare un giorno
Per guardarti, per guidarti
Attraverso il più oscuro dei tuoi giorni
Se una grande onda dovesse cadere
Travolgerebbe tutti noi
Bene io spero che ci sia qualcuno
Che possa riportarmi da te

Se potessi, allora vorrei
Andrò dovunque andrai
Dall'inferno al paradiso
Andrò dovunque andrai

Scappa con il mio cuore
Scappa con la mia speranza
Scappa con il mio amore"

E adesso tu sei lì. Perduta, ma non per sempre. Ci sarà pure un modo per farti tornare indietro, no? Un modo c’è sempre, dipende tutto dalla disperazione di chi lo mette in atto. Ci saremo ancora, noi due, con tutta la banda al completo, e sì, anche con Havoc, perché ci dovrà pur essere un modo, anche per lui, di farlo tornare normale, no? Io non dispero, e a costo di contattare tutti i migliori medici del paese, lo farò tornare come prima. A costo di usare la pietra filosofale. Perché è colpa mia se lui ora è così, è colpa mia se voi vi trovate finiti in posti assurdi (Tu, la segretaria personale di Bradley! Figurarsi), colpa della mia avventatezza. Vi chiedo perdono, perché voi vi siete fidati di me, e io ho tradito le vostre aspettative. Ma troverò il modo di risollevarmi, di ottenere ciò che mi sono prefissato.

E ora ho un motivo in più per farlo. Voi.

E se dovesse accadere un’altra guerra, sono sicuro che ce la farete. Dovete farcela.

Riza, tu ci sei, tu ci sei sempre stata.

Ti affido il mio futuro, le mie speranze, e, perché no? Il mio amore. Perché quando avrà termine tutto questo, quando riusciremo a tirarcene fuori, ci sarò io lì, stavolta, per te. Come hai fatto tu con me, io ti seguirò, veglierò su di te, e vedrò di fare tutto ciò in mio potere per te. Ma tu promettimi di farcela, perché ho una paura matta che tu ti lasci andare come quella volta. Non farlo, resisti.

Tu sarai il motivo fondamentale per il quale io andrò avanti, quindi non arrenderti, mai.

Troverò la maniera per migliorare le cose. La troverò.

E quando tornerò, verrò da te a riprendermi ciò che ti ha affidato in custodia. E magari potremo dividerlo in due parti uguali, e viverlo insieme.







I know now, just quite how
My life and love might still go on
In your heart and your mind
I'll stay with you for all of time

If I could, then I would
I'll go wherever you will go
Way up high or down low
I'll go wherever you will go

If I could turn back time
I'll go wherever you will go
If I could make you mine
I'll go wherever you will go
I'll go wherever you will go

Ora so, esattamente come
Come la mia vita e l'amore dovrebbero ancora procedere
Nel tuo cuore e nella tua mente
Vorrò stare con te per sempre

Se potessi, allora vorrei
Andrò dovunque andrai
Dall'inferno al pardadiso
Andrò dovunque andrai

Se potessi tornare indietro nel tempo
Andrò dovunque andrai
Se potessi farti mia
Andrò dovunque andrai

Perché io so, che una volta finito tutto, io vorrò stare con te.

Non come semplice capitano, no.

Vorrò, voglio, starti accanto come uomo, passare la mia vita con te. Come dovrebbe andare, se non ci fosse di mezzo l’esercito.

E King Bradley. Come odio quell’uomo!

E no, adesso il pugno l’ho sbattuto veramente, perché sopporta sopporta, anche i migliori perdono la pazienza. E io non ne faccio nemmeno parte, figurarsi. Vorrei ucciderlo con le mie stesse mani.

Ma proprio la sua assistente, dannazione! Maledetto, lo sapeva, sapeva fin da principio di quello che ci univa, ne sono sicuro. Di ciò che univa me a te.

Se potessi, andrei dovunque tu andrai.

E un giorno lo farò.

O meglio, rimarrai sempre l’assistente personale del Comandante Supremo, ma di un altro Comandante.

E con questi propositi, afferro il mio soprabito e mi vesto velocemente per uscire, e andare a preparare il mio scacco matto.

E il re risorgerà finalmente, insieme alla sua regina e ai suoi pedoni.









Ragassuole, questo capitolo non doveva essere postato. Avevo trovato un testo proprio domenica, adattissimo, ma ci sono stati vari casini, e questo lo avevo già pronto, anche se non terminato e betato a dovere, scusate... Mi dispiace, ma non tornerò al pc per un po'. Mia madre mi ha staccato la presa d'alimentazione del pc (ricordate la giustificazione di ieri? L'ha presa malissimo, ci ha pensato due ore, e mi ha fatto un'ora di sfuriata XD), oggi ci sono solo perché devo stampare una cosa per scuola. Non so quanto durerà questa punizione, ma credo che probabilmente troverò prima io il nascondiglio del cavetto XD Passiamo al testo: oh, insomma, è un classico XD Il testo l’avevo pensato per Riza (ci sta tutto XD) ma poi ho detto: Ma no, troppo scontato! Andrò dovunque andrai, ti seguirò e bla bla bla… E allora… Vai con Roy! XD Il POV di Roy mi viene molto più facile rispetto a quello di Riza, non è giusto! I pensieri sono un po’ slegati tra loro, a volte ripetitivi. Oh be’, nei suoi panni io sicuramente non avrei cominciato a proclamare la “Gerusalemme Liberata” a memoria, e credo anche voi XD Quindi ho cercato di essere più realista ed immediata, a scapito della linearità. Come l’insistenza a ripetere che Riza sia proprio la segretaria personale del Comandante Supremo. Anche perché all’inizio è così sicuro che Riza sia “collaudata” a tutto, ma poi si ricorda di come abbia reagito quando Lust le aveva detto di aver ucciso il Colonnello, e lì le sicurezze vacillano. Ehhhh, devo trovare qualcosa da adattare anche a lei, ma è maledettamente difficile XD Prometto, mi ci impegnerò. Stavolta ero in vena gelatinosa, e mi è venuta ‘sta cosa, che non so nemmeno ben definire. Dico solo che avevo iniziato a scriverla ancora prima della scelta di fare una raccolta, ma era rimasta lì per un bel po’, non voleva proprio saperne di scriversi XD (Sisya mi capirebbe benissimo ^^). Dopo che avevo porchettato abbastanza contro un’altra che non voleva scriversi, ho esordito più o meno così: Ah sì, tu ti permetti di fare il bastardo con me? Ma sai cosa ti dico? Io ho sempre quello vecchio, tié!

Reazione molto matura e responsabile, certamente XD

Comunque ha funzionato, spero solo che anche l’altro si decida (sempre POV di Roy XD) altrimenti ne inizierò un terzo, alla faccia sua ò.ò Così impara! E’ così carino, e ci sta anche, ma è così bastardo, maledizione =______=

Adattato al volume 16. 

Canzone: Wherever You Will Go, dei The Calling. Una delle mie preferite, tra l'altro. Che voce che ha Alex Band O//////O  

Purtroppo non ho veramente tempo per i ringraziamenti personali, sappiate però che mi hanno fatto tutti un grande piacere, veramente tanto! Ringrazio tutta la famiglia del forum, e soprattutto Stray, che si è unita a questo viaggio improvvisato ^^ 

Alla prossima, gente, spero di avere il tempo di pubblicare qualcosa XD (Comunque domani chiederò dieci minuti al pc, insomma, è il mio compleanno... Che donna sadica e crudele che ho per madre ç______ç)
Aggiunta di mercoledì Scusate il ritardo, ho fatto quello che ho potuto. Kissoni!!

Kissoni!!

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Capitolo 7
*** Qualcosa di grande ***


Qualcosa di grande

 

 

 

Cos'è successo,

sei scappata da una vita che hai vissuto,

da una storia che hai bruciato e ora fingi che non c'è...

Cos'è successo sei cambiata,

non sei più la stessa cosa,

o sei ancora quella che,

è cresciuta insieme a me?

 

 

 

Ti osservo, incredulo, di ritorno al campo. 

Quindi il cecchino che mi ha salvato la vita, sei tu.

La piccola ragazzina che è cresciuta insieme a me, che ho visto sbocciare giorno dopo giorno, trasformarsi da una bambina ad una ragazza, che una volta tornato ho scoperto ormai donna, si è irreparabilmente logorata.

Come, come puoi fare finta di conoscermi appena, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme?

Come puoi guardarmi con quegli occhi da assassina, facendo credere che vada tutto bene?

Stai mentendo.

E la piccola Riza che conoscevo non mi avrebbe mai mentito, per nessuna ragione.

Mi fidavo di lei.

Perché è diventata te?

Sei scappata dalla casa di tuo padre, sei fuggita dal tuo passato troppo doloroso, ma solo per cacciarti dritta nell’inferno della disperazione più cupa.

Perché macchiarti in questo modo, tu che sei stata marchiata con il fuoco?

Non soffrivi già abbastanza?

Credevi di poter espiare la tua unica colpa, quella di essere nata da un padre che amava più la sua alchimia che sua figlia, e che l’ha resa complice inconsapevole del suo piano?

 

 

 

 

Cos'è successo sei scappata,

e con te anche la mia vita: l'ho cercata,

l'ho cercata,

e l'ho trovata solo in te!

Ma c'è qualcosa di grande tra di noi,

che non potrai cambiare mai,

nemmeno se lo vuoi!

Ma c'è qualcosa di grande tra di noi che non puoi scordare mai,

nemmeno se lo vuoi!

 

 

 

 

Possibile che tu sia diventata un soldato?

Avevo lasciato una piccola speranza nella casa di tuo padre.

Te.

Pensavo che una volta finito tutto, sarei venuto a trovarti, a controllare come stessi.

Pensavo che avrei trovato un piccolo uccellino innocente, felice di vedermi.

Invece qui davanti a me c’è un falco.

Un implacabile predatore, che colpisce con empietà le sue prede, non ne lascia vivo neppure uno.

Speravo che almeno tu potessi salvarti da tutta questa follia.

Questa guerra non ha senso, ma me ne sono accorto troppo tardi.

Decisamente troppo tardi, perché io potessi tirarmi indietro, rinunciare a cambiare le cose.

Ma tu, almeno tu, potevi salvarti.

Saresti rimasto il mio fiore incontaminato, il mio piccolo angelo splendente e puro, che avrebbe brillato al di sopra di tutto.

Il mio amore platonico.

Invece sei venuta qui, destinata ad un valzer crudele e perenne con il diavolo.

E ora che neppure tu potrai tornare indietro, come ti senti?

Mi chiedo se la mia vita potrà più tornare ad essere normale.

Una volta mi sosteneva il tuo pensiero, il pensiero che ci fosse qualcosa al di fuori di questo campo di battaglia.

I ricordi che via via svanivano sempre più, ma che continuavano ad esserci, erano tutti tuoi.

La timida ombra di un sorriso, il ricordo di una ciocca bionda.

L’unica cosa che ancora mi teneva legato al mondo.

E ora cosa farò?

Non mi rimarrà più nulla di là?

 

 

 

 

Cos'è successo sei caduta,

sei caduta troppo in basso e ora provi a risalire,

ma è la fatica che non vuoi!

Cos'è successo la fortuna non ti ha mai abbandonata,

ma ricordati il destino non ti guarda in faccia mai!

E c'è qualcosa di grande tra di noi,

che non potrai cambiare mai,

nemmeno se lo vuoi!

Ma c'è qualcosa di grande tra di noi che non puoi scordare mai nemmeno se lo vuoi!

 

 

 

Cerca di giustificarti, ti prego.

E’ un pensiero egoistico, ma è l’unico che mi viene in mente.

Sei venuta a parlarmi. Chissà, magari a spiegarti.

Non che io abbia il diritto di sapere alcunché. La vita è la tua, dopotutto.

Tuo il modo di pensare, tuo la scelta del futuro che ti aspetta.

Però mi sento, e mi sentirò sempre, in un qualche modo colpevole di questa tua brusca ascesa al mondo degli Inferi.

E’ stata forse colpa mia?

E’ sempre stato difficile capire cosa stessi pensando, ma dopo tanti anni, avevo imparato ad interpretare ogni tuo gesto.

La linea delle tue labbra diventava più dura quando eri triste, il modo in cui ti riportavi nervosamente indietro un ciuffo ribelle, indicava il tuo stato di agitazione.

Quei tuoi sorrisi fugaci, prontamente nascosti dietro una mano, volevano dire che eri di buonumore.

Quando cominciavi a fissare il cielo, con un’aria grave e riflessiva, significava che stavi pensando a tua madre, e questo me lo confidasti tu stessa.

Invece ora mi sembra di dover cominciare daccapo, alle prese con una perfetta sconosciuta.

Non mi parli del perché della tua scelta, benché sappiamo entrambi che io me lo sto chiedendo da quando ti ho rivista qua.

Non me ne parli, forse non vuoi ferirmi?

Oppure, semplicemente non te ne importa più nulla.

Ma siamo cresciuti insieme, non puoi sperare che io non te lo domandi, prima o poi.

Siamo legati, nel bene o nel male.

Ti sto portando nel baratro, perché tu eri stanca di aspettarmi nel piccolo paradiso che volevo raggiungere, e che non avrò mai.

 

 

 

 

Adesso cosa fai?

Che cosa inventerai,

per toglierti dai guai... Dove andrai?

Adesso cosa fai?

Che cosa inventerai?

Puoi fingere di più,

di come fai!

Cos'è successo la tua luce,

la tua luce si è oscurata,

con qualcuno che conosco e ti ha portata via da me.

Cos'è successo,

la tua stella,

la tua stella si è eclissata e ora provaci dal buio a brillare senza me!

Ma c'è qualcosa di grande tra di noi,

che non potrai cambiare mai,

nemmeno se lo vuoi!

Ma c'è qualcosa di grande tra di noi,

che non puoi scordare mai nemmeno se lo vuoi!

Ma c'è qualcosa di grande tra di noi che non puoi scordare mai nemmeno se lo vuoi!

E c'è qualcosa di grande tra di noi,

che non potrai cambiare mai,

nemmeno se lo vuoi!

...Se lo vuoi

...Se lo vuoi

 

 

 

 

 

 

 

Ti guardo dopo anni, nel nostro ufficio.

Quante stagioni sono passati da quando ti ho vista la prima volta?

Sono tante, veramente tante.

Ho imparato a conoscerti, pian piano.

Ho imparato anche a riconoscere la disperazione, la rassegnazione nel tuo sguardo.

Ti ho vista combattere, soffrire, amare, vivere.

Giorno per giorno, la mia vita si è legata alla tua, indissolubilmente.

Un legame che si è consolidato con il tempo, fatto di parole e di silenzi, altrettanto significativi, se non di più.

Di sguardi che s’incrociavano, di piccole carezze nascoste.

Inconfessabili persino a noi stessi.

E’ un vincolo più forte di qualsiasi altro, un’alchimia che lega solo noi due.

Il Colonnello e il suo Tenente.

Roy e Riza.

Eppure, in quel momento, non ti riconobbi affatto.

La piccola figlia del mio maestro, era venuta a cercare di salvare un sogno.

Di preservarlo dall’impurità di questo mondo, non curandosi di tutto il male che ella stessa raccoglieva ogni giorno.

Piccolo angelo, ti feristi le ali con i cocci delle bottiglie di odio, che giacevano per terra, abbandonate, esposte ai più.

Te le spezzasti, e ti precludesti ogni via di fuga.

Destinata alla dannazione eterna, insieme a me.

Oggi, forse, ho capito il tuo gesto. Non ne abbiamo mai parlato apertamente, ma credo di aver capito.

E ti chiedo scusa, scusa per averti fatta partecipe della mia utopia.

Per averti fatta soffrire, prima usando l’eredità di tuo padre, poi cancellandola dalla tua pelle, su tua richiesta.

Ti chiedo scusa se in quell’uggioso pomeriggio di novembre di quindici anni fa, ho bussato alla porta di casa Hawkeye, segnando il destino di entrambi.

Perché mai nulla, ormai, sarà in grado di sciogliere i lacci del nostro legame.

E le nostre ali ora ristagnano nell'acqua del rammarico, inutilizzabili.

Siamo rimasti quaggiù.

Ma almeno, siamo insieme.

 

 

 

 

Note finali: E’ talmente orrida che non ha bisogno di spiegazioni! Veramente, mi scuso con tutte voi se dopo due settimane di attesa, l’unica cosa che mi è venuta fuori è questa. La canzone è "Qualcosa di grande" dei Lunapop... Be', ero piccolina quando la davano in tv, ma non mi dispiaceva, e non mi dispiace neanche adesso^^ (Sisya, perdonami ^^")

Vabbé, speriamo nella prossima =_______=

Ringraziamenti personali:

elyxyz: Un momento di fragilità è necessario a tutti, purtroppo (o per fortuna?) nessuno è perfetto, ogni essere umano è destinato a sbagliare, ma magari non a fallire. Quindi, lasciamo uno spazietto per la speranza ^^ Grazie come sempre, kissoni!!

valy88: Cugina!! Sempre troppo gentile ^^ Le tue sono parole da vera fan del RoyAi, mi compiaccio profondamente XD Certo che Roy e Riza sono fatti per stare insieme, è l’Arakawa che sembra non averlo ancora capito ç____ç O perlomeno, è sadica XD Grazie per i tuoi commenti, mi tirano su di morale ogni volta ^^ Kissoni!!

Shatzy: E pensare che il fatto della sorpresa, credevo che non l’avesse letto nessuno XD Che occhi di falco, sorellona! XD Be’, è una sorpresa, e io se mi ci metto sono più muta di un morto, quindi non contare su di me XP Allora, la modalità spietatezza riaccendila di nuovo, che ti servirà stasera XD Riguardo alla storia dell’ultimo paragrafo, avevo risposto sul forum, quindi a posto… E poi è vero, devo aggiungere anche il quindicesimo volume alla lista degli altarini XD La canzone è tristissima, ma se ti capita di sentirla, fallo: Frozen è molto bella. Grazie come sempre dei tuoi commenti! XD Kissoni!!

Sisya: Gemy!! ç____ç Che dire? Si vede proprio che siamo gemelle, abbiamo gli stessi gusti XD

Sì sì, quella canzone è stupenda XD E te sei sempre dolcissima, vorrei veramente che fossimo parenti ç___ç (Anche se dopo scatterebbe l’odio fraterno, sbaglio? XD Allora è meglio così!) Temo che il ciclope di tanto in tanto farà la sua comparsa *evita le varie maledizioni cinesi di Sisya* perché in fondo in fondo, mi piaciucchia quell’uomo *evita i vari coltelli che piovono dal cielo* ma non prendertela, su ^^ *evita di bere il suo succo d’ananas, perché non sembra succo d’ananas, e non ne odora nemmeno* Peace and love, raga!! Non mi ammazzare gemy XD Grazie perché ci sei sempre, in ritardo o meno, ma ci sei XD Kissoni!!

Nimphadora: E’ un capitolo stupendo, è verissimo ç____ç Comunque cos’è ‘sta storia, tutte curiose! Tranquille, se avessi voluto uccidervi, mi sarei data al RoyOc (uhhhh, dovevo usarla questa parola prima o poi XD), e poi anche se siamo in famigghia, devo rispettare il patto con me stessa XD Quindi… Non aspettatevi spoilers di alcuna sorta XD Grazie come sempre del tuo sostegno, sorellona! XD Ci sentiamo, kissoni!!

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Capitolo 8
*** Overprotected ***


overprotected

Overprotected

 

 

I need time (time)

Love (love)

Joy (joy)

I need space

I need me

 

(Action!)

 

Say hello to the girl that I am!

You're gonna have to see through my perspective

I need to make mistakes just to learn who I am

And I don't wanna be so damn protected

There must be another way

Cause I believe in taking chances

But who am I to say

What a girl is to do

God, I need some answers

 

 

Ho bisogno di tempo (tempo)

Amore (amore)

Gioia (gioia)

Ho bisogno di spazio

Ho bisogno di me

(Azione!)

Saluta la ragazza che sono

Dovrai vedere dalla mia prospettiva

Ho bisogno di fare degli errori solo per sapere chi sono

E non voglio essere cosi dannatamente protetta

Ci deve essere un altro modo

Perché io credo nel correre rischi

Ma chi sono io per dire

Cosa deve fare una ragazza?

Dio ho bisogno di risposte

 

 

 

 

- Riza, smettila.

- Ma padre, non capite? Quello che state facendo non è giusto! Non potete condizionare in questo modo le vite…

- Riza, basta!

Mi volto, fuori di me, e noto il ragazzo sulla soglia della porta. E certo, arriva lui e mio padre deve ricominciare a recitare la parte del genitore perfetto. Come se Roy non sappia nulla. Come se lui non possa capire. Ma guardalo, fermo lì, immobile, incerto se addentrarsi o meno nella tana del lupo. Che pena.

- Roy, mio caro! Entra, entra! Mi dispiace che tu debba assistere a certe scene, ma era solamente un piccolo scambio di vedute tra me e mia figlia, non preoccuparti.

Sempre a scusarsi, a cercare di coprire la realtà. Poco ci manca che gli scagli contro qualcosa, quando mi lancia una breve occhiata significativa, che mi ordina di tacere. Roy abbozza un sorriso, rassicurato, e mio padre gli sorride di rimando.

Rassicurante, incoraggiante.

Semplicemente ipocrita.

Mi siedo a tavola per la cena. La conversazione procede come al solito, mentre loro parlano di alchimia, e degli ultimi studi, io rimango zitta e mangio senza fretta. Sono troppo arrabbiata anche per inserirmi nel dialogo, ma tant’è, a mio padre non importerebbe comunque. Mi ha addestrata a rimanere impassibile, anche quando dentro di me vorrei solo urlare.

Mio padre tende ad eliminare tutto ciò che non sopporta.

E a mio padre, non piacciono le scenate.

Quindi con lui il silenzio quando non si è d’accordo, è d’obbligo.

Alzo lo sguardo dal mio piatto, e noto che il ragazzo mi sta scrutando da sopra l’orlo del bicchiere che sta per bere.

Sostengo il suo sguardo, lo sfido, ma una domanda di mio padre lo costringe ad interrompere il contatto. Poco male, tanto non sarebbe mai riuscito a tollerare i miei occhi.

Quelli sono l’unica parte di me che ancora dicono ciò che mi passa realmente per la testa.

E’ per questo che mio padre non mi guarda mai in faccia, quando gli parlo. Ha troppa paura di venire sopraffatto dalla mia angoscia, e dai suoi sensi di colpa.

Sempre che gliene siano rimasti, ormai comincio a dubitarne.

- Con permesso.

Appoggio il tovagliolo in ordine, accanto al piatto praticamente pieno, e mi alzo.

- Riza, noi non abbiamo ancora finito. Per favore, rimettiti a sedere.

L’impulso di obbedire, contro quello di andarmene.

- Perdonatemi padre, ma ho un po’ di acidità di stomaco. Non posso restare.

Acidità dovuta alla sua vista. E quando me ne vado, ho la precisa impressione che tutti e tre sappiamo che è soltanto una bugia, ma l’omertà regna sovrana in questa casa. Mio padre non potrebbe mai fare la figura del genitore non amorevole, non davanti a terzi, perlomeno.

 

 

 

 

What am I to do with my life

(You will find out don't worry)

How Am I supposed to know what's right?

(You just got to do it your way)

I can't help the way I feel

But my life has been so overprotected

 

I tell 'em what I like

What I want

What I don't

But every time I do I stand corrected

Things that I've been told

I can't believe what I hear about the world, I realize

I'm Overprotected

 

Cosa devo fare della mia vita?

(Lo scoprirai non ti preoccupare)

Come faccio a sapere cosa è giusto?

(Devi solo agire a modo tuo)

Non posso evitare di sentirmi così

Ma la mia vita è stata così iperprotetta

 

Dico loro cosa mi piace, cosa voglio e cosa no

Ma ogni volta che lo faccio, sono ripresa

Su cose che mi sono state dette

Non posso credere a ciò che sento sul mondo

Capisco di essere iperprotetta

 

 

 

Me ne esco di casa, non potrei soffrire quell’aria viziata un momento di più.

Mi sento nervosa, agitata, sull’orlo delle lacrime.

Eppure, non traspare nulla da me, se non il mio passo un po’ troppo veloce.

E questo mi fa infuriare ancora di più, sono solo il riflesso perfetto di una perfetta marionetta.

Ogni volta che non sono d’accordo con mio padre, vengono fuori delle tragedie greche. Sono rare, ma più cresco, più non riesce a rabbonirmi come prima.

E questo lo spaventa molto, anche perché mi ha lasciato come eredità il suo sapere.

Per questo motivo cerca di non farmi venire a contatto con il mondo esterno.

Ma io ho capito che sta succedendo qualcosa di grosso al di là di questa cittadina.

Una guerra, ma è inutile cercare di parlarne con mio padre.

Qualsiasi cosa io possa dire, verrei sempre e comunque ripresa.

Ma non mollerò così facilmente.

Voglio trovare uno scopo alla mia esistenza, qualcosa che non concerni magari solamente il trovare qualcuno di adatto per succedere a mio padre, nella mia vita.

 

 

 

 

There must be another way

Cause I believe in taking chances

But who am I to say

What a girl is to do

God I need some answers

 

What am I to do with my life

(You will find out don't worry)

How Am I supposed to know what's right?

(You just got to do it your way)

I can't help the way I feel

But my life has been so overprotected

 

I need… time (love)

I need… space

(This is it, this is it)

 

I don't need nobody

Tellin me just what I wanna

What I what what I'm gonna

Do about my destiny

I Say No, No

Nobody tell me just what what what I wanna do, do

I'm so fed up with people telling me to be

Someone else but me

 

(Action!)

 

 

Ci deve essere un altro modo

Perché io credo nel correre rischi

Ma chi sono io per dire

Cosa deve fare una ragazza?

Dio ho bisogno di risposte

Cosa devo fare della mia vita?

(Lo scoprirai non ti preoccupare)

Come faccio a sapere cosa è giusto?

(Devi solo agire a modo tuo)

Non posso evitare di sentirmi così

Ma la mia vita è stata così iperprotetta

 Ho bisogno di… tempo (amore)

Ho bisogno di… spazio

(E’ questo, è questo?)

Non ho bisogno di nessuno che mi dica cosa voglio

Che cosa, cosa, cosa, cosa farò del mio destino

Io dico no, no, nessuno deve dirmi cosa voglio fare

Sono stufa della gente che mi dice di essere qualcuno di diverso da me

(Azione!)

 

 

 

- Perché te ne sei andata in quel modo?

- Non capirebbe.

- Chi, io o tuo padre?

Si siede tranquillamente accanto a me, neanche mi avesse chiesto se fossi d’accordo o meno.

- Entrambi, direi.

Si sdraia sull’erba, e si infila uno stelo d’erba in bocca. Questa scena mi porta alla mente un vecchio ricordo, una delle tante estati passate insieme a lui, su quello stesso prato.

Cos’è cambiato da allora?

Siamo solamente cresciuti o c’è qualcosa di più?

 

La sera è diventata ormai notte. Quando tutto si fa buio, è sempre il momento della verità. Aiuta a dire più facilmente ciò che si pensa, il non vedere bene in faccia l’altro. Di nuovo ipocrisia, quindi?

- Signor Mustang, potrebbe dirmi una cosa?

- Dipende.

- Cosa sta succedendo là fuori?

Mi guarda, come soppesando la risposta.

- Siamo in guerra. E io sto per tornare alla mia città, per vedere cosa posso fare.

Il mio cuore subisce una piccola stretta. Sapevo che non sarebbe rimasto per sempre, ma ho sempre rimandato questo pensiero. Una stupida lacrima tentenna sulle mie ciglia, prima che mi decida a distogliere lo sguardo e puntarlo dalla parte opposta, e liberarla.

Una, una sola lacrima, questo mi è ancora concesso, vero?

Maledetto burattino.

Voglio fare qualcosa, qualunque cosa. Qualcosa per lui. Che mi permetta di ricordarsi di me.

La mia schiena comincia a bruciare, ma le mie labbra rimangono serrate.

Un pensiero comincia a farsi largo piano nella mia mente.

Forse ho trovato uno scopo.

E non sarà facile, lo so. Sarà doloroso, umiliante. Eppure, potrà essere più umiliante di adesso?

 

 

 

 

What am I to do with my life

(You will find out don't worry)

How Am I supposed to know what's right?

(You just got to do it your way)

I can't help the way I feel

But my life has been so overprotected

 

I don't need nobody

Tellin’ me just what I wanna

What I what what I'm gonna

Do about my destiny

I Say No, No

Ain't nobody tell me just what I wanna do, do

I'm so fed up with people telling me to be

Someone else but me

 

What am I to do with my life

(You will find out don't worry)

How Am I supposed to know what's right?

(You just got to do it your way)

I can't help the way I feel

But my life has been so overprotected.

 

Cosa devo fare della mia vita?

(Lo scoprirai non ti preoccupare)

Come faccio a sapere cosa è giusto?

(Devi solo agire a modo tuo)

Non posso evitare di sentirmi così

Ma la mia vita è stata così iperprotetta

Non ho bisogno di nessuno che mi dica cosa voglio

Che cosa, cosa, cosa, cosa farò del mio destino

Io dico no, no, nessuno deve dirmi cosa voglio fare

Sono stufa della gente che mi dice di essere qualcuno di diverso da me

 
Cosa devo fare della mia vita?

(Lo scoprirai non ti preoccupare)

Come faccio a sapere cosa è giusto?

(Devi solo agire a modo tuo)

Non posso evitare di sentirmi così

Ma la mia vita è stata così iperprotetta

 

 

 

 

- La guerra… Hai paura?

- Dovrei averne?

Mi squadra, mentre pensa a come rispondermi.

- Non lo so, ho smesso da tempo di cercare un modo per penetrare i tuoi pensieri più intimi.

- Strano che ci abbia anche solo provato.

Il tono di entrambi è arrabbiato, amaro. Pieno di risentimento, perché ognuno di noi due sta lanciando un messaggio che l’altro non afferra, che non vuole afferrare.

- A cosa pensi?

Scrollo le spalle, lascio che le mie dita giochino con l’erba del prato. Il segno sulla schiena brucia come non mai, neanche fosse un anatema. O magari lo è, invece.

- Ci riuscirò mai?

Chiudo gli occhi, una seconda lacrima che insiste per uscire. Lui non mi guarda, il suo sguardo è fisso sull’orizzonte davanti a noi, le mani che cercano di catturare gli stessi fili d’erba. Ritiro le mie in grembo, non voglio che si tocchino. Non voglio un contatto. Non ora, non così.

- Riuscirò mai a capirti? A capire perché ti comporti così?

Rimango in silenzio per un po’.

- Chissà, forse un giorno…

Sorride.

- E’ una promessa?

Riapro gli occhi. Lo fisso a lungo, in cerca di una qualche esitazione da parte sua. Ma lui sorregge il mio sguardo senza battere ciglio. Il tatuaggio torna a punzecchiarmi, come se cercasse di dirmi qualcosa.

- Sì.

 

 

 

 

Note finali: Temo di essere proprio andata OOC stavolta =_____=

Ma una Riza arrabbiata, amareggiata era in linea con quello che provavo io in quel momento, e purtroppo mi sono lasciata guidare da questa visione.

Quindi, mi alterno con il considerarla IC e OOC, ma pazienza, è stata solamente colpa mia, la prossima volta ci rifletterò meglio ^^

Altra cosa: Il fatto di capire Riza sarà proprio quello stesso scoprirsi di quel tatuaggio, praticamente è la promessa di Riza di condividere con lui ciò che il padre le ha lasciato. Casomai non si fosse capito ^^

Canzone: Overprotected, di: Britney Spears.

 

Per i ringraziamenti personali non ho proprio tempo, e mi dispiace molto, ma latino mi chiama ç____ç  Chiedo scusa poi a Shatzy, perché non era questo il capitolo che aspettava, ma per la visione di Riza dopo le sue scuse, mi ci vorrà un po'. Sono troppo stressata, mi verrebbe fuori solo un genocidio (Immagina Riza sparare dietro a Roy) Decisamente XD

Kissoni a tutti, alla prossima!!

 

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Capitolo 9
*** The show must go on ***


The Show Must Go On


Empty spaces, what are we living for?
Abandoned places, I guess we know
the score
On and on
Does anybody know what we are looking for?

Another hero, another mindless crime
Behind the curtain, in the pantomime
Hold the line
Does anybody want to take it anymore?

The show must go on
The show must go on
Inside my heart is breaking
My make-up may be flaking
But my smile still stays on

 

 

Spazi desolati, per cosa viviamo?
Luoghi abbandonati, forse noi conosciamo già
la partitura
Avanti e ancora avanti
C'è qualcuno che sappia cosa stiamo cercando?

Un altro eroe, un altro crimine inutile
Dietro il sipario, nella pantomima
Resistere
C'è qualcuno che ce la fa ancora?

Lo spettacolo deve continuare
Lo spettacolo deve continuare
Mi si spezza il cuore
Il trucco si sta sciogliendo
Ma io continuo a sorridere

 

 

 

 

- Maggiore Mustang, ottimo lavoro, come sempre d'altronde.

- Grazie Generale.

Il Maggiore Mustang rivolse un sorriso al suo superiore, nonostante si fosse accorto da molto tempo delle occhiate disgustate che gli rivolgevano gli altri militari. Disgustate, ed impaurite, ed ammirate, e molto altro ancora. Lui, l'arma umana, non se ne curava. Fece un cenno a Maes, che significava di non seguirlo, che andava tutto bene, che non aveva bisogno di nulla, e se ne andò da solo. A volte un gesto vale molto più di mille parole. Anche se sapevano entrambi che quello non era che l'ultimo degli innumerevoli finti gesti che il Maggiore faceva in quei lunghi mesi.

Roy Mustang si ritrovò in uno di quei vicoli della parte di città già espugnata, totalmente deserto. Si incamminò sotto la calura del sole implacabile mentre sentiva il dolore alla testa aumentare gradatamente, per colpa della troppa luce che lo costringeva a socchiudere gli occhi. Ad un tratto sentì un rumore all'interno di una casa e si fermò, il cuore in gola. Si avvicinò piano, facendo attenzione a non farsi sentire, e spiò da un pertugio aperto sul lato di un muro. Quello che vide lo fece impietrire. L’ennesimo, l’ennesimo soldato, che penzolava da una trave, morto.

L’ennesimo suicidio.

Distolse lo sguardo sconvolto, passandosi una mano sugli occhi e appoggiandosi con la schiena contro il muro bollente della casa. Fu in quel momento che decise di non riuscire più ad andare avanti, di lasciarsi andare lì, di abbandonarsi completamente al destino. La maschera che lo ricopriva era caduta, era rimasta indietro, con quel soldato. Ora rimanevano solo Roy Mustang e il suo animo straziato. Quale che fosse il vincitore, neanche a lui era dato saperlo.

 

 

 

 

 

Whatever happens, I'll leave it all to chance
Another heartache, another failed romance
On and on
Does anybody know what we are living for?
I guess I'm learning
I must be warmer now
I'll soon be turning round the corner now
Outside the dawn is breaking
But inside, in the dark, I'm aching to be free

The show must go on
The show must go on, yeah
Oooh inside my heart is breaking
My make-up may be flaking
But my smile still stays on
Yeah oh oh oh

 

 

Qualunque cosa succeda, lascerò tutto al caso
Ancora dolore, un'altra storia finita
Avanti e ancora avanti


Qualcuno sa per cosa viviamo?
Credo di iniziare a capire
Dovrei essere più cordiale
Presto girerò l'angolo
Fuori inizia ad albeggiare
Ma dentro, nell'oscurità, desidero ardentemente essere libero


Lo spettacolo deve continuare
Lo spettacolo deve continuare, yeah
Oooh mi si spezza il cuore
Il trucco si sta sciogliendo
Ma io continuo a sorridere
Yeah oh oh oh

 

 

 

 

- Maggiore…

D’improvviso si affacciarono nella sua testa una miriade di voci. Alcune che lo elogiavano, altre che lo dannavano per sempre. Eppure, lui rimaneva un unico uomo; in quel momento di visione allucinata e vaneggiante non riusciva a capire perché lui, un unico essere, un solo uomo, riuscisse a toccare contemporaneamente l’invidia e l’ammirazione di alcuni, l’odio e il rancore di tanti altri. La risposta era semplice, era quella che si ripeteva tutte le notti: quelli che non sono d’accordo con te non sono d’accordo con lo Stato. Sono una minaccia. Vanno eliminati. La medesima risposta di tanti altri suoi sottoposti, di tanti generali arroganti, vanesi ed orgogliosi delle loro divise mai sporche di sangue, sudore e sabbia, sempre immacolate.

“Ragiona con la tua testa, Roy. Non importa che azione compi, la cosa di fondamentale importanza è che tu non ti lasci condizionare da altri”.

Il vecchio insegnamento del suo maestro riecheggiava ancora nelle sue orecchie. Si domandò di sfuggita se, aprendo gli occhi, avrebbe visto brillare il mirino di sua figlia. Elogiata come Roy, maledetta quanto lui.

E no, non riusciva proprio a riaprire gli occhi per cercare un’altra assassina. Rimase così per ore ed ore, in stato di semi-incoscienza, immobile, muovendosi solo per portare alle labbra secche un po’ di quell’acqua bollente che stagnava nella sua borraccia. Fu solo la voce stridula di un uccello a riportarlo in minima parte alla realtà, uno di quei demoniaci avvoltoi che si avventano sulle carogne ancora calde. Stava diventando un morto, in una città di morti. Respirò profondamente per qualche minuto, e si rovesciò il resto dell’acqua che aveva con sé sulla testa, cercando un minimo di refrigerio. Con le tempie raffreddate, constatò stupito che era stato un miracolo se non era morto sotto quel sole implacabile. Se non si era impiccato anche lui.

Si rialzò faticosamente in piedi, sorreggendosi contro il muro per i primi metri, mentre la pressione si andava rialzando piano piano. Doveva fuggire da lì, da quel campo di rovine e condanne. Davanti a sé troneggiava, poco distante, una grande rupe, posizionata proprio dietro l’accampamento.

Come condotto per mano, si diresse, claudicando come un folle più che uno zoppo, verso quella roccia rossa e dopo molto tempo, quando finalmente la raggiunse, decise di provare l’impossibile:

Roy Mustang avrebbe scalato quella rupe. Senza accorgersi che l'occhio di falco ancora non lo abbandonava.

 

 

 

 

 

 

My soul is painted like the wings of butterflies
Fairy tales of yesterday will grow but never die
I can fly, my fr
iends

The show must go on, yeah
The show must go on
I'll face it with a grin
I'm never giving in
On with the show

I'll top the bill
I'll overkill
I have to find the will to carry on
On with the
On with the show

 

 

La mia anima è colorata come la ali delle farfalle
Le fiabe di ieri crescono ma non moriranno mai
Posso
volare, amici miei


Lo spettacolo deve continuare, yeah
Lo spettacolo deve continuare
Lo affronterò con un largo sorriso
Non mi arrenderò mai
Avanti
con lo spettacolo


Sarò l'attrazione principale
Sarò uno schianto
Devo trovare la volontà di andare avanti
Avanti con
Avanti con lo spettacolo

 

 

 

Si arrampicò faticosamente fino a raggiungere la sommità della rupe. Stranamente, ogni graffio, ogni ferita, ogni singolo granello di sabbia che lo frustava senza pietà, che si infilava nella fessura dei suoi abiti e rimaneva lì, grattando contro la sua pelle sudata, lo faceva sentire meglio. Il vento forte che spirava da est gli bruciava gli occhi, facendoli lacrimare, e le ferite sulle mani si andavano via via sporcando sempre di più con lo scuro terriccio che ricopriva da secoli quella pietra nuda e ancora vergine. Eppure ne era felice. Contro ogni logica, si sentiva bene. Quel dolore lo riportava alla realtà, gli ricordava di essere vivo.

Toccò con una mano una minuscola traccia di vegetazione e con un ultimo sforzo si issò sullo spiazzo orizzontale. Respirò profondamente e si guardò in giro. Aveva lasciato la città Ishbaliana e l'accampamento dietro di sé, e ora non vedeva niente che non fosse il deserto. Con un impulso illogico, pensò improvvisamente e per la prima volta che quel posto fosse bello, in fondo.

Vedeva sabbia rossa ovunque, ma era unicamente perché quello era il suo colore naturale. La sua mente non la vedeva tinta di rosso, rosso sangue, quel rosso era il suo colore naturale. Questa consapevolezza lo sconvolse.

Era come se fosse uscito dalla cecità dopo tanto, troppo tempo. Lassù l'aria era fresca, e dopo poco tempo l'escursione termica sarebbe arrivata a minacciare quel breve attimo di requiem. Chiuse gli occhi, continuando però a vedere il paesaggio intorno a sé oltre le palpebre serrate. Come in risposta ad una domanda non ancora formulata, il vento soffiò più forte e lo fece barcollare. Quasi come un amico che lo avesse svegliato, iniziò a giocare con lui, ad accarezzarlo con il suo guanto invisibile; lui sorrise e se fosse stato ancora un bambino, sicuramente avrebbe tirato fuori la lingua, sfidandolo. Ma non ce ne fu bisogno, perché una nuova sferzata di ossigeno gli riempì prepotentemente i polmoni negandogli una possibile realizzazione di quel piano infantile, e lui se li lasciò colmare, per liberare infine l'urlo che teneva imprigionato in gola da mesi e che riecheggiò più e più volte contro i muri sottili e fragili della sua testa. Urlò, urlò ed urlò ancora. Urlò, ferendosi la gola e facendo accelerare sensibilmente il suo ritmo cardiaco. Ignorò la massa pulsante e dolorante che gli batteva nel petto ed urlò, urlò, urlò. Fin quando ebbe fiato in corpo, non smise di urlare. Allargò le braccia e gettò il capo indietro ridendo forte. Il vento smise di spirare e lui si voltò indietro, affrontando finalmente ciò che lo sovrastava ed opprimeva con un sorriso amaro. Diede un ultimo sguardo riconoscente al deserto, quel deserto che aveva tanto odiato e che ora lo aveva salvato, e si accinse ad intraprendere la discesa. Lo spettacolo continuava. Lo spettacolo deve sempre, sempre continuare, anche se il copione non è quello che desideri.

 

The show must go on

 

Lo spettacolo deve continuare

 

 

 

 

 

Note Finali:

Questa canzone stupenda si intitola “The Show Must Go On”, dei Queen. Un ringraziamento speciale a Lilly che mi ha praticamente costretta ad ascoltarla in corriera * Linda si volta incredula verso Lely * Ok, ok, lo ammetto, sono stata io che l'ho costretta a darmi il suo I-Pod. Grazie mille Lilly ^^

Bon, non so cosa pensare di questa song-fic, sarò sincera. L'ho scritta in un momento improvviso di ispirazione durante le 13 ore e mezza di pullman che mi sono sorbita per arrivare in Francia XD E il resto l’ho finito stasera… Ci ho messo mesi, in effetti ^^” Non capisco perché, questa fanfic mi sfugge, non sono mai riuscita a completarla prima, e ora che l’ho fatto… Non mi piace, mi sembra vuota, senza contare che l’ho scritta in un momento di quasi trance (e non scherzo). Roy tocca il fondo, Roy ne risale. Non so cosa significhi per me, forse lo scoprirò, forse no. Forse non ha importanza… Bon, chiudo qui, sono abbastanza allucinata di mio.

 

Un grande ringraziamento a: Shatzy, elyxyz, valy88, Sisya e Kabubi, che hanno recensito il precedente capitolo (sono passati secoli, lo so. E se non fosse stato per la cuggy, ne sarebbero passati altrettanti XD).

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