the ghost town

di BigFakeSmileAndStupidLies
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo capitolo ***
Capitolo 2: *** secondo capitolo (1) ***
Capitolo 3: *** secondo capitolo (2) ***
Capitolo 4: *** terzo capitolo ***



Capitolo 1
*** primo capitolo ***


PRIMO CAPITOLO

 

New York, 12 Settembre 2013

 

Ogni mattina era sempre la stessa storia, la famiglia Scott si svegliava puntualmente alle sei di mattina, una veloce colazione e tutti prendevano strade diverse, le due figlie, Susy e Lily salivano sul pulman che le avrebbe portate a scuola, il padre, Mark, saliva sulla sua auto per poi sfrecciare velocemente a lavoro e la madre, Kelli, faceva la casalinga, andava a fare la spesa e a bere un caffè con alcune amiche.

Ma oggi no, non sarebbe stato così.

In seguito al licenziamento di Mark la famiglia Scott non poteva più permettersi una casa tanto grande e una macchina così costosa, dovevano abbandonare tutto, cambiare stile di vita.

Erano intenzionati ad andare a vivere in una piccola casa nella città di Lensly, fino a questo momento sconosciuta.

< Ma come diavolo hai fatto a farti licenziare? > urlava Kelli verso suo marito Mark durante il viaggio in macchina mentre Susy osservava sua sorella maggiore, Lily mentre scriveva ripetutamente interminabili messaggi con il cellulare, aveva un sorriso stampato in faccia, sembrava felice.

< cos'hai da guardare?! > chiese Lily con tono arrogante

< n-niente > balbettò timidamente la sorellina, tornando a guardare fuori dal finestrino.

Il paesaggio era stupendo, ma qualcosa cambiava man mano che si avvicinavano alla cittadina dove erano diretti, tutto sembrava diventare più cupo, più spaventoso; ma forse era solamente l'immaginazione della piccola Susy, che pur avendo ormai quattordici anni e mezzo aveva una grande fantasia.

Sulla strada non c'era anima viva, e tra gli alberi del boschetto che delineava la strada si poteva intravedere qualche volpe in cerca di cibo, Susy essendo amante degli animali e della natura chiese al padre di fermarsi per poter scendere a vedere l'elegante animale.

< Papà frena! > urlò la ragazza facendo frenare il padre bruscamente

< che succede?! > ribattè lui, allarmato

< c'è una volpe, possiamo accarezzarla? > il padre sentendo la richiesta della figlia si girò di scatto

< ma che ti prende Susy? Lo sai bene anche tu che quelli sono animali selvatici, poi è meglio lasciarli in pace quando cacciano > disse

< ma papà.. > cercò di ribattere la figlia, che però fu interrotta dalla sorella maggiore che le tappò la bocca guardandola con aria scocciata

Susy si girò nuovamente per vedere se la volpe fosse ancora li, ma non fu così, vide solamente una mano spuntare da dietro un sasso; non ci fece tanto caso consapevole di cosa fosse capace di farle pensare la sua dannatissima immaginazione e passò a guardare davanti a lei.

Era da qualche minuto che Kelli, la madre delle due ragazze si girava a guardare cosa stesse facendo la sua figlia sedicenne, Lily.

< Tesoro ma che stai facendo? Sei sempre con il cellulare in mano.. > chiese cercando di comunicare con la figlia che continuava a scrivere sulla tastiera del telefono senza mai fermarsi.

< cosa c'è mamma..? non ti va mai bene nulla! Quando parlo troppo non va bene, quando sto in silenzio non va bene! BASTA! > rispose la figlia in modo arrogante

< cerca di calmarti signorina > disse Mark a Lily, cercando di mantenere la calma avvisandola che se avrebbe continuato se ne sarebbe potuta pentire

< mi sto scrivendo con un ragazzo su facebook, siete contenti ora!? > rispose Lily per poi spegnere il cellulare e metterlo nella sua borsa.

In auto la tensione si faceva sentire, un silenzio quasi assordante regnava, fin quando non fu ora di scendere

< Siamo arrivati, forza andate a casa io parcheggio e vi raggiungo! > disse Mark fermandosi per far scendere sua moglie e le due figlie dall'auto.

Queste una volta toccata terra iniziarono a guardarsi attorno con aria interrogativa, il posto era deserto, magari era una città disabitata o semplicemente per l'orario, dopotutto erano le nove di sera ormai, forse tutti stavano cenando.

Lily come se nulla fosse iniziò a camminare indisturbata verso una locanda da dove proveniva una musica country molto particolare; spalancò la porta e davanti a lei i tavoli erano vuoti, al bancone c'era una giovane ragazza dall'aria un po' trasandata che puliva i boccali di birra.

< desidera? > chiese la giovane barista

< desidero sapere velocemente dov'è casa mia > rispose Lily con aria scocciata

< GRAZIE > aggiunse la madre, cortesemente

< siete nuovi di qui, sbaglio? Come vi chiamate? > chiese la ragazza

< siamo la famiglia Scott, loro sono le mie due figlie Susy e Lily e tra poco dovrebbe raggiungerci anche mio marito, Mark. Io invece sono Kelli, piacere, tu come ti chiami? >

< io sono Cecilia, lavoro qui come barista. Avevo sentito parlare dell'arrivo di una nuova famiglia qui in città, ma non credevo fosse come voi, voglio dire, così elegante. > ribattè Cecilia

Le tre ragazze si guardarono gli abiti, a loro apparivano normali, non eleganti.
< Ti ringrazio Cecilia > disse Kelli accennando un sorriso < sai per caso dirci dove si trova casa nostra? >

< seguitemi >la misteriosa ragazza condusse Kelli, Susy e Lily nel retro del locale per poi farle uscire da una porticina nel fondo del corridoio < proseguite di qui, è una scorciatoia. Arriverete ad una casa vicino ad un grande abete, quella è la vostra nuova casa, buona fortuna. > Cecilia indietreggiando sparì nel buio.

Kelli e le figlie uscirono velocemente dal locale, incrociarono Mark e insieme si diressero verso quella che sarebbe stata la loro nuova dimora.

La riconobbero subito, quell'abete era impossibile non notarlo immediatamente!

La casa era a tre piani, sembrava piuttosto grande e forse, essendo in quattro persone, sarebbe stata anche troppo.

Entrarono dalla porta principale, davanti a loro videro un grande atrio, il pavimento in marmo ricordava molto quelle antiche ville di campagna che a loro piacevano tanto.

Al centro dell'atrio un tavolino circolare, su di esso un mazzo di chiavi ognuna con un cartellino con su scritto il nome di ciascuno dei componenti della famiglia.

< credo siano le chiavi delle nostre camere da letto > disse Susy guardandosi intorno

vide una grande scala, sempre in marmo bianco, che portava al piano superiore.

< Speriamo! Almeno così nessuno potrà entrare in camera mia senza il mio permesso! > intervenne Lily rompendo il profondo silenzio che si era creato in quella casa.

Improvvisamente si sentì bussare forte alla porta, tutti si girarono di scatto.

Ancora silenzio, Kelli si avvicinò impaurita alla porta, ma tirò un sospiro di sollievo quando vide di fronte a se Cecilia, la barista conosciuta il quel locale pochi minuti prima.

< mi sono dimenticata di dirvi che questa notte rimarrete senza elettricità, mi dispiace darvi questa notizia proprio la notte del vostro arrivo > varcò l'entrata della porta, che si chiuse dietro di lei scricchiolando < tenete, queste sono per voi. Vi serviranno in caso dobbiate alzarvi questa notte > disse poi porgendo delle candele a Mark.

Cecilia si allontanò senza voltare le spalle ed uscì dalla porta chiudendola davanti a se; il silenzio tornò a regnare, tutti si guardavano con aria spaventata.

< mamma mi fa paura questa casa > disse Susy con aria intimorita

< stai zitta e abbi un po' di coraggio una volta tanto! > ribattè Lily

< non trattare così tua sorella! > disse Mark puntando il dito contro Lily

< ehi, basta litigare! Forza, andiamo a dormire, vedrete che domani tutto passerà > disse Kelli rassicurando Susy e portando pace tra Mark e Lily

Ognuno prese la rispettiva chiave, insieme salirono le scale ed entrarono nelle loro stanze.

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Capitolo 2
*** secondo capitolo (1) ***


1

La mattina seguente Kelly si alzò, scese in cucina per preparare la colazione al resto della famiglia; tutto era diverso, il sole entrava dalle finestre aperte della casa, guardando attraverso il vetro si potevano vedere i bambini che giocavano nella strada davanti a casa.

Sembravano felici, la cittadina di Lensly dopotutto non era così male, i cittadini sembravano socievoli, anche se inizialmente guardavano Kelly con aria curiosa, quasi come se non avessero mai visto una donna in vita loro.

La donna accennò un sorriso agli uomini che la stavano osservando e tornò a cucinare.

Poco dopo scese anche Lily < buongiorno > disse mentre camminava verso la madre con lo sguardo però rivolto verso la strada fuori casa.

< buongiorno tesoro > rispose Kelly < hai visto quanti bambini che giocano fuori? >

< si, è pronta la colazion.. > fu interrotta dal suono del suo cellulare che l'avvisava dell'arrivo di un messaggio

< Lily ancora con quel cellulare? Tra un po' te lo sequestro > la avvertì la madre

Lily scocciata appoggiò il cellulare sul tavolo in cucina e uscì in cortile, Kelly curiosa di sapere cosa ci fosse di così importante in quel cellulare, si avvicinò, facendo sempre attenzione che la figlia non la vedesse.

Prese il telefono in mano e iniziò a scorrere, con il dito sullo schermo, tutti i messaggi che sua figlia Lily si stava mandando con un amico su facebook; ''quanti anni hai?'' ''di dove sei?'' ''mi dai il tuo numero di telefono?'' erano gli ultimi messaggi che erano stati inviati alla ragazza la quale non li aveva ancora visualizzati.

Kelly preoccupata e forse anche un po' infastidita per tutte le domande di questo misterioso ragazzo cancellò i messaggi in modo che la figlia non venisse mai a conoscenza delle domande poste dal tizio.

Velocemente ripose il cellulare sul tavolo quando si accorse che la figlia stava rientrando

< Lily vai a chiamare tua sorella che è pronta la colazione > chiese la madre

Lily senza rispondere salì a passo veloce la scalinata che portava al piano superiore, dove incrociò anche il padre mentre scendeva in cucina.

Mark ancora assonnato si sedette al tavolo dove erano stati già messi da Kelly i piatti colmi di biscotti e le tazze di caffè caldo.

< allora cosa facciamo oggi? > chiese lui mentre sorseggiava una tazza di caffè

< io esco a vedere se c'è qualche negozio dove prendere da mangiare, tu di a Susy e Lily di preparasi così dopo le passo a prendere e andiamo a fare una passeggiata > rispose Kelly prendendo la borsa per poi varcare l'entrata della porta.

Nello stesso momento scese velocemente Susy, seguita dalla sorella che si lamentava, come sempre.

Kelly intanto si stava recando al locale dove la sera prima aveva conosciuto Cecilia, pensando che avrebbe potuto indicarle un negozio dove poter comprare cibo.

Entrò, immediatamente tutti quelli che si trovavano dentro si zittirono girandosi di scatto;

< scusate l'intrusione, c'è Cecilia? > chiese la donna

Tutti si misero a parlare tra di loro guardandosi con aria interrogativa

< Cecilia chi? > chiese una voce tra la folla

< la barista che lavora qui, io e la mia famiglia l'abbiamo conosciuta ieri sera quando siamo arrivati in città. Siamo la famiglia Scott, lei ci ha aiutati a trovare casa nostra.. sapete dirmi ora dove si trova? > domandò Kelly

Un giovane uomo si fece avanti e sussurrando disse < signora, qui non c'è nessuna Cecilia..e il locale ieri sera era chiuso, non c'era nessuno e nessuno poteva entrare >

Kelly iniziò a spaventarsi, insomma, aveva visto con i suoi occhi Cecilia, e le sue figlie potevano confermare!

< mi scusi, ma c'erano anche le mie due figlie.. possono dirglielo anche loro! Cecilia ci ha fatti uscire dalla porta sul retro, era uno scorciatoia per arrivare a casa nostra, lo giuro! > disse Kelly mentre tutti nel locale la guardavano male, pensandola pazza.

La donna spaventata uscì di corsa sbattendo la porta alle sua spalle, come era possibile? Aveva parlato con quella ragazza, si erano presentate! Lei e le sue figlie erano entrate in quel locale la sera prima.

Iniziò a vagare senza meta nella piccola cittadina, quando finalmente trovò un minimarket aperto 24h su 24, entrò facendo suonare il campanello appeso alla porta avvisando così il proprietario dell'arrivo di un cliente.

< Buongiorno signora, posso aiutarla? > chiese il commesso

< s..si grazie, sono arrivata ieri sera in città e dovrei fare scorta di cibo. > rispose Kelly mentre girava per il piccolo negozio.

< perfetto, allora la lascio guardare da sola, io sono qui alla cassa, quando ha finito venga da me > disse l'uomo.

Kelly si affrettò a prendere da mangiare e velocemente andò a pagare il tutto alla cassa

< allora, ben arrivati nella città di Lensly. Come vi siete trovati questa notte? > domandò il commesso cercando di intrattenere la donna mentre depositava le cose appena comprate sul banco

< siamo stati un po' sfortunati a dire la verità, mancava l'elettricità > rispose Kelly con una risatina

< non sappiamo come sia potuto succedere, ma stia tranquilla, non si ripeterà più > rispose l'uomo accennando un sorriso

< lo spero > concluse Kelly, fece per uscire dal negozio quando improvvisamente si fermo e girandosi chiese < lei sa dirmi dove si trova Cecilia, la barista del locale qui vicino? >

l'uomo non rispose e quasi con aria spaventata si diresse nel retrobottega dicendo solamente un ''mi scusi, ho delle commissioni da fare'' per concludere la conversazione.

Kelly, perplessa, tornò a casa dove la aspettava il resto della famiglia.

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Capitolo 3
*** secondo capitolo (2) ***


2


Rientrò a casa con una faccia piuttosto sconvolta dopo quello che le era stato rivelato al locale poco prima, decise così di parlarne con Mark, infondo sapeva che lui le avrebbe creduto sicuramente, come le sue figlie, dopotutto erano anche loro testimoni oculari dell'effettiva esistenza della barista, Cecilia.

Arrivata l'ora di pranzo si sedettero tutti e quattro intorno al tavolo circolare di legno scuro, iniziarono a parlare del più e del meno, di come si fossero trovati questa notte e di come avessero dormito

< a proposito di questo, volevo dirvi una cosa che mi è successa questa notte > disse Susy interrompendo il padre, mentre discuteva con Lily.

I tre si guardarono tra di loro per qualche secondo quando Kelly ruppe il silenzio

< dicci tutto tesoro..> disse

< questa notte mi sono svegliata per scendere qui in cucina a prendere un bicchiere di latte, stavo afferrando la tazza quando improvvisamente ho iniziato a sentire dei lamenti, credo fossero di una donna. Così sono andata a controllare in giardino se ci fosse qualcuno che magari si sentiva male, ma nulla.. sono rientrata in casa e ho sentito dei rumori al terzo piano, avevo tanta paura, così sono ritornata in camera mia, mi sono chiusa dentro e ho continuato a dormire.. > raccontò Susy

effettivamente, nessuno di loro era mai andato al terzo piano, dopotutto quello che gli serviva si limitava al secondo e quindi alle camere da letto, tutti iniziarono a guardarsi sembrava quasi che Mark e Kelly si stessero parlando con gli occhi.

Il tutto fu interrotto dallo squillo del cellulare di Lily, che subito tentò di prenderlo, senza però alcun risultato; sua madre fu altrettanto veloce:

< adesso basta! > urlò Kelly < da oggi il cellulare non lo vedrai più! >

< ma mamma..! mi stò scrivendo con il mio amico di facebook, non puoi togliermi il cellulare per sempre! > ribattè la figlia

< oh certo che posso, ma non lo farò! Te lo ridarò quando inizierai a comportarti bene, chiuso il discorso > rispose kelly chiudendo il litigio con la figlia che senza esitare si alzò bruscamente da tavola e andò in camera sua, sbattendo la porta.

La madre cercò di trattenere le lacrime, non le piaceva affatto litigare con sua figlia, ma quel cellulare stava diventando un'ossessione per lei; subito la donna si alzò e iniziò, cercando di distogliere i pensieri da sua figlia, a lavare i piatti.

< Susy, tesoro, potresti andare in camera tua che devo parlare un attimo con papà? > chiese Kelly voltandosi verso la figlia

questa, senza rispondere obbedì e di corsa salì le scale fino ad arrivare in camera.

< sai, oggi è successa una cosa strana.. sai il locale dove io e le ragazze siamo andate ieri sera, appena arrivati? > il marito annuì < ho chiesto dove fosse Cecilia, la ragazza che lavora in quel locale come barista, e che ci ha portato le candele perchè mancava l'elettricità. Mi hanno detto che quel locale era chiuso la sera in cui siamo arrivati e che li non lavora nessuna barista di nome Cecilia, ma sia io che te e le ragazze abbiamo visto quella ragazza! Ah, una cosa, non dire nulla a Susy e Lily, non voglio che si spaventino > concluse Kelly

< tesoro, ma di che ragazza stai parlando? > chiese Mark con una faccia pensierosa

< Cecilia, la ragazza che ci ha portato le candele ieri sera.. > rispose la donna, sedendosi lentamente sulla sedia senza distogliere un secondo gli occhi dal marito

< amore, forse ti ricordi male.. ieri sera non mancava l'elettricità, le luci funzionavano benissimo e non è venuto nessuno a casa nostra, tantomeno a portarci delle candele.. > rispose lui

< Mark ma cosa stai dicendo? > chiese Kelly con un tono di voce piuttosto preoccupato

< amore io vado a sdraiarmi un po' sul letto > disse allontanandosi, quando arrivò all'angolo della porta < ah, non dire nulla alle bambine.. > concluse ammiccando.

Kellu era confusa, spaventata, non si potevano ben definire i suoi stati d'animo in quel momento e non sapeva se raccontare tutto alle figlie, spaventandole o se tenere tutto per sé, difendendole; optò per la seconda opzione, dopotutto avrebbero solamente preso paura e, forse, Mark le stava facendo uno scherzo, si, doveva essere così! Rassicurata la donna andò in salotto, si sdraiò sul divano e iniziò a dormire.

Si svegliò poi nel tardo pomeriggio, alzandosi lentamente diede un breve sguardo fuori dalla finestra, non c'era nessuno in quella città, o forse erano tutti al locale.

Andò in cucina, assetata aprì il frigorifero notando di non avere acqua, decise così di fare una corsa al negozio dove era andata la mattina stessa, si affrettò; prese la giacca, si infilò le scarpe e si avviò.

La struttura di quella piccola cittadina le ricordava molto una di quelle città dei film che vedeva in televisione il sabato sera, una lunga e larga strada centrale e ai lati tutte le abitazioni dei cittadini, infondo invece, si trovava il locale dove tutti si trovavano a bere boccali di birra e giocare a biliardo, mentre di fronte si trovava il minimarket separato.

Tra le due costruzioni si trovava una grande fontana in marmo, sul bordo le persone si potevano sedere nei caldi pomeriggi, ed immergere i piedi nell'acqua fresca.

Sembrava che la grande strada principale non avesse mai fine, cominciava all'inizio della città e proseguiva tra il bosco che circondava la città di Lensly, era suggestivo e incantevole nello stesso momento; Kelly, si fermò per qualche istante ad osservare l'entrata del bosco, dove il sentiero continuava tra ruscelli e pini alti metri e metri.

Abbassando lo sguardo notò che il negozio dove si stava recando era vuoto e incuriosita si avvicinò alla vetrina sporca di polvere, con il palmo della mano pulì il vetro con l'intento di guardare all'interno della struttura, ma senza successo.

Si avvicinò così alla porta principale, appoggiò delicatamente la mano sulla maniglia e questa si aprì, poteva finalmente entrare a controllare cosa fosse successo, effettivamente le pareva strano che la porta fosse aperta anche se il negozio era apparentemente chiuso.

Andò a vedere se dietro il bancone ci fosse qualcuno, ma nulla; notò però una botola aperta, forse portava agli scantinati e incuriosita decise di scendere.

Il posto era infestato dalle ragnatele, Kelly non faceva che dimenarsi sulla scala che portava in profondità quando improvvisamente inciampò, sbattè la testa su di uno scalino, perse i sensi a cadde a terra.

Si risvegliò dopo un tempo non stabilito dietro al bancone del negozio, la botola era sparita, iniziò a tastare il pavimento, sentì delle fessure e con forza provò ad aprire, sbucò improvvisamente, da dietro una tendina dello sgabuzino, il proprietario del negozio che la mattina stessa aveva conosciuto

< la botola, dov'è la botola?! > chiese Kelly alzandosi di scatti spaventata

< s..signora quale botola? > domandò l'anziano

< c'era una botola qui! Ecco, vede? Ci sono anche le fessure dell'apertura! Porta agli scantinati, ci sono appena scesa! Chi mi ha portato qui su? > disse la donna

l'uomo spalancando gli occhi disse < signora quella botola è chiusa da anni! L'ho portata io qui dentro, è svenuta mentre passeggiava fuori dal mio negozio, non c'era nessuno così l'ho soccorsa io! >

Kelly era terrorizzata, non capiva più nulla, prima la barista di cui nessuno sa l'esistenza, ora la botola.. ''ma cosa sta succedendo?!'' continuava a bisbigliare mentre lentamente usciva dal negozio; tornò a casa che era ormai notte, non sapeva per quanto tempo fosse svenuta, ma quando tornò a casa le sue due figlie erano già a letto, mentre suo marito la aspettava sveglio sul divano, davanti al caminetto acceso; < bentornata tesoro > disse.

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Capitolo 4
*** terzo capitolo ***


Lensly, 14 Settembre 2013

Lily si svegliò nel cuore della notte, allarmata dal suono del suo cellulare
che squillava dall'interno della borsa di Kelly.
La ragazza, cercando di non svegliare nessuno, scese le scale per poi arrivare in cucina; vide la borsa appoggiata sul tavolo, si avvicinò, aprì la cerniera infilando la mano all'interno della sacca e prese il cellulare.
Aveva quindici nuovi messaggi, tutti del tizio con cui si stava scrivendo su facebook;
un completo sconosciuto a dirla tutta, lesse velocemente i testi dei vari sms, erano spaventosi.
A quanto pare l'uomo si era innervosito per il fatto che Lily non gli stesse rispondendo ormai da ore
''tesoro, perchè non mi rispondi?''
''RISPONDIMI!''
''rispondimi o giuro che la pagherai!
''stai rischiando grosso!''
''non farmi arrabbiare!''
''LILY!!''
la ragazza turbata, fece cadere il cellulare per terra.
< Lily ma che ci fai sveglia?! > disse una voce alle spalle della ragazza, era Kelly, che era scesa dopo aver sentito dei lamenti provenire da giu
< AH! > urlò Lily sobbalzando < ero scesa.. a prendere dell'acqua! > disse cercando di nascondere il cellulare
Kelly guardò la figlia per qualche secondo, poi si avvicinò a lei e abbassandosi raccolse il cellulare
< ah, l'acqua.. > disse mostrando l'oggetto alla figlia, che cercò subito una scusa da raccontare
Kelly la interruppe, e senza dire una parola le fece cenno di salire in camera sua.
La famiglia Scott si svegliò dopo qualche ora, insieme scesero in cucina per fare colazione,
Lily aveva passato una notte senza chiudere occhio, non faceva altro che ripensare ai messaggi
che aveva letto sul cellulare, l'avevano turbata, e non poco; non sapeva se raccontare tutto ai suoi genitori o se tenere tutto per sè, forse dopo si sarebbero preoccupati troppo, magari per un semplice scherzo, cercò quindi
di non pensarci.
< Mark, puoi dire a Lily di andare a prendere il latte? > chiese Kelly, mentre era intenta nel preparare la colazione
Lily alzò lo sguardo, e senza dare alcuna risposta si avviò; arrivò al termine della strada, entrò nel negozio e si avvicinò al bancone dietro al quale era seduto l'anziano signore, proprietario del locale.
L'uomo vedendo Lily, si alzò velocemente dalla sedia sulla quale era seduto
< buondì signorina! > disse < posso aiutarla?>
< buongiorno, si grazie, avrei bisogni di un pò di latte > rispose la ragazza con un piccolo sorriso
< sai, assomigli molto ad una signora che è venuta qui da me proprio ieri, povera donna.. >
disse l'uomo cercando di aprire un dialogo con Lily, mentre cercava del latte tra gli scaffali del piccolo negozietto
< perchè ''povera donna''? > domandò la ragazza, inconsapevole del fatto che il negoziante stesse parlando proprio di sua madre, Kelly.
< sai, questa città è particolare.. e.. > l'uomo si interruppe guardandosi intorno, per essere sicuro che nessuno lo stesse ascoltando < non sarebbe la prima bella donna a sparire misteriosamente in
questa città, come la bella.. > si interruppe, un rumore nel retrobottega lo aveva allarmato
< ..come la bella..? > continuò Lily
L'uomo guardò Lily negli occhi, sembrava che qualcosa lo avesse spaventato, le disse di correre velocemente a casa, senza fermarsi da nessuno.
Lily prendendo il latte iniziò a correre velocemente a casa.
La sera stessa, quando tutti andarono a dormire,
Susy si ricordò di aver dimenticato il cellulare  in salotto, fece per prenderlo dal tavolino quando improvvisamente sentì dei lamenti provenire dallo scantinato, di primo impatto non ci fece caso, poi sentì qualcuno chiamare il suo nome e dire ''Susy, vieni a giocare con me?'' confusa si guardò intorno,
vide se fuori in giardino ci fosse qualche bambino, ma nulla.
Aprì una porta che la condusse davanti ad una ripida scalinata che portava agli scantinati, scese sempre più impaurita; i gradini di legno scricchiolavano per quanto fossero vecchi; arrivò al
termine della scala, tutto era buio, vicino a lei si trovava una pietra piuttosto sporgente sulla quale era appoggiata una candela accesa, guardò avanti e vide che ce n'era una seconda più avanti,
continuò a camminare, arrivò alla seconda candela quando dal basso soffitto di roccia cadde un sasso; la ragazza d'istinto abbassò la testa e vide, per terra, un foglio di carta con scritto ''ciao Susy''
..un filo d'aria fece spegnere la candela nella mano della ragazza, BUM, qualcuno la prese alle spalle.

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