Danelaw: Oh, just maybe di Prof (/viewuser.php?uid=56121)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia parte intollerante ***
Capitolo 2: *** Questione di gusti ***
Capitolo 3: *** Illusion ***
Capitolo 4: *** Strange Neighbors ***
Capitolo 5: *** E adesso dove andiamo? ***
Capitolo 6: *** Undisclosed Desires ***
Capitolo 7: *** If I lose myself ***
Capitolo 1 *** La mia parte intollerante ***
Hetalia - La mia parte intollerante - inghilterra,
danimarca
Titolo raccolta: Danelaw:
Oh, just maybe
Fandom: Axis
Powers Hetalia
Personaggi:
Danimarca, Inghilterra
Genere:
generale
Rating: dal
verde all’arancione
Avvertimenti: shonen
ai, raccolta, drabble, flashfic
Disclaimer: Hetalia
appartiene a Hideakaz Himaruya
Note: Serie
di 10 fanfiction ispirata alla coppia Danimarca/Inghilterra. Ogni fan
fiction sarà ispirata a una canzone scelta a caso dal mio
ipod (sì, il solito giochino). La pubblicazione
sarà giornaliera (in linea di massima).
Titolo della raccolta dalla drabble
n.86 di "Danelaw".
Dedicata a quella
donnina fissata con le coppie “strane”,
alla stessa donnina che non si fa chiamare con il nome con la quale
l’ho conosciuta,
e che non vuole nemmeno gli auguri per il compleanno.
Be’, caro
fuco, sappi che io nemmeno mi ricordo quando è questo tuo
compleanno, e non me ne importa nulla. Questa raccolta è
solo per… festeggiare l’inizio di settembre. Ecco.
Titolo: La mia parte
intollerante
Personaggi: Inghilterra, Danimarca, OC!Europa
Genere: generale,
slice of life, comico
Rating:
giallo per linguaggio colorito.
Note: Titolo
dall’omonima canzone di Caparezza. [song]
[testo]
Informazioni su Danimarca e Inghilterra e il loro rapporto con
l’Unione Europea. [wikipedia]
La Danimarca e il Regno Unito non hanno aderito alla Unione Monetaria
Europea. In pratica, non possiedono l’Euro, come invece
Francia, Italia o Spagna.
La mia parte intollerante
Trovo molto interessante la mia
parte intollerante che mi rende rivoltante tutta questa bella gente
“Sai cosa ti
dico?”
Danimarca sorride, mostrando tutti i denti, per poi portare il quarto
boccale di birra alle labbra. No, non sa cosa gli dirà
Inghilterra, ma più o meno se lo aspetta. Insomma,
Inghilterra dice sempre le stesse cose, dopo le loro riunioni a
Bruxelles, e dopo che l’ebbrezza dell’alcol gli ha
sciolto la lingua per benino.
Ed è sempre spassossimo, quando si lancia nelle sue ubriache
rimostranze!
Cala il boccale, oramai vuoto, sul legno scuro del tavolo unticcio,
ridendo di già.
“Cosa?” lo esorta, soffocando in uno sbuffo una
grossa risata già pronta a scoppiare.
Inghilterra allora cala a sua volta il bicchiere sul tavolo, in mezzo a
loro, per poi farlo scivolare sul legno scuro, di lato, per far spazio
al suo busto che si protende in avanti.
“Ti dico” e una zaffata di alito puzzolente
d’alcol si schianta sulla faccia di Danimarca. “che
non me ne frega esattamente niente di quello che vogliono quei
bellimbusti con una scopa su per il culo.”
Danimarca allora non ce la fa più, e scoppia a ridere, di
gusto, indietreggiando con tutto il corpo e schiantandosi con la
schiena sul divanetto rosso di finta pelle. Nella sua mente
ubriaca vede tutte le altre Nazioni europee saltellare come buffi
pinguini, strette in rigidi smoking blu scuri.
Non sa bene cosa c’entri con quanto detto
dall’inglese, ma è incredibilmente spassoso lo
stesso!
Sta ancora ridendo di gusto, spalmato praticamente sul
divanetto schifido di quel piccolo pub dimenticato da dio, quando per
puro caso un occhio gli si apre per andare a cercare la figura di
Inghilterra di fronte.
Adesso anche l’altro sta ridendo come un pazzo – e
magari le sta immaginando pure lui le Nazioni-pinguini con un palo
della scopa su per il culo.
“Anzi!” urla all’improvviso Inghilterra,
tanto da parere rivolto a tutto il pub, alzando lo stesso boccale di
prima come un trofeo. Un altro moto di insensata ilarità
pervade Danimarca da capo a piedi.
“Te ne dico un’altra di cosa su quella bella
gente!”
“Dimmi, dimmi!” lo esorta il danese, portandosi di
nuovo la birra alla bocca. Ed è mentre beve come un assetato
che l’occhio gli si ferma su una figura che a passo deciso si
avvicina alle spalle di Inghilterra. I due secondi di troppo per
decifrare chi/cosa sia suddetta figura gli sono fatali.
La birra gli va di traverso, ritrovandosela ad un certo punto su per il
naso, ed è costretto sputacchiarla qua e là se
non vuole finire soffocato.
Inghilterra, dal canto suo, sembra essere troppo brillo per essersi
accorto del suo mancato soffocamento, della figura che ormai
gli sta alle spalle con le braccia strette al petto, e del grave
pericolo che sta correndo.
Dio mio, fa che non dica nulla di compromettente, fa che non dica nulla
di compromettente, fa-
“Che se le possono mettere anche nel culo le loro preziose
monetine!”
L’ha detto. Sono fottuti. Sono fottutamente fottuti.
“Bene. Allora sa anche avanzare delle
‘proposte’, Mister England, oltre a gracchiare
sempre dei ‘no’.”
Danimarca si spalma una manata sulla faccia, facendo balzare lo sguardo
dal viso che minaccia le peggiori ritorsioni della nuova venuta,
all’espressione di puro sbigottimento che adesso alberga sul
viso del suo compagno di bevute.
Nessuno osa parlare. Inghilterra manco osa voltarsi per fronteggiare
l’arpia.
Tocca a Danimarca dire/fare qualcosa. Tocca sempre a lui, a dire il
vero.
“Europa!” urla, come se l’avesse vista
comparire solo in quel momento. “Ma che piacere averti qui!
Ti posso offrire una birra?”
Inghilterra gli lancia un’occhiata stralunata, come se gli
fosse appena spuntata una seconda testa. Europa fa lo stesso.
Poi, entrambi, all’unisono, sospirano.
E Danimarca riprende a ridere.
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Capitolo 2 *** Questione di gusti ***
Hetalia - questione di gusti - danelaw
Titolo: Questione di gusti
Genere:
comico, slice of life
Rating: verde
Note: un po'
(?) in ritardo, ma alla fine sono giunta, e questo è
l'importante, giusto? ^^' Altra fanfic leggera leggera (oh, questo mi
ha passato l'ipod! xD); questa volta c'entrano
le muse, direttamente dal film di Hercules.
Questione di gusti
“Noi siamo le
muse…”
Poche note accattivanti e quelle prime parole cantate soavemente ebbero
il potere di congelare Inghilterra sulla soglia del salotto, in mano la
sua tazza di tè bollente.
Allungò lo sguardo oltre il divano dove Danimarca si era
appena spaparanzato, fino a focalizzarlo su cinque figurette bianche
che si muovevano sullo sfondo nero della televisione.
Strizzò gli occhi una, due, tre, volte. Senza nemmeno
rendersene conto, sul suo volto era comparso il tipico mezzo sorrisetto
da ‘mi stai prendendo per il culo, vero?’.
No, non ci poteva proprio credere. No, non era umanamente concepibile.
Danimarca intanto, ignaro del turbamento dell’inglese,
dondolava allegramente la testa al ritmo della canzone.
Inghilterra represse a fatica un basso ringhio di irritazione pura.
Non era mai stato tipo da film e, a parte i più importanti,
si poteva dire che fosse completamente ignorante in tal campo. Non era
mai stato neppure tipo da vedere un film, un qualsiasi film, in
mattinata – lui aveva cose ben più importanti da
fare, invece che perdere tempo con simili scempiaggini.
Ma quando quel mattino, poco prima che la sveglia potesse suonare,
Danimarca si era fiondato in camera sbraitando la buona novella che
‘non avrebbero
dovuto presenziare alla riunione delle dieci’ e
che quindi ‘potevano
pure vedersi un film, che tanto lui ne aveva un mucchio, visto che
erano già svegli’, nel suo stato di
semi-incoscienza (dato che lui,
a differenza di altri,
fino a cinque secondi prima era stato tutto tranne che sveglio) era stato
quasi felice di racimolare un ‘okey’ per
il danese.
Ora, sparita la gran parte dei fumi del sonno, Inghilterra si poteva
rendere conto in che diavolo di situazione si era cacciato.
Avanzò fino a raggiungere il fianco del divano, per poi
guardare di sbieco il suo ospite.
Danimarca non lo notò manco per caso, troppo preso
nel seguire il ritmo di quella stupida canzoncina.
La cosa non giovò per nulla all’umore appena
incrinato dell’inglese, che infatti sbottò:
“Che diavolo di roba è quella?”
aggiungendo con zelo massicce dosi di veleno in ogni singola sillaba.
Oh, a Inghilterra non piacevano neppure troppo i film. Anzi,
Inghilterra detestava cordialmente quelle cose chiamate cartoni
animati. Ma proprio li detestava, dal cuore (forse perché il
signor Disney non recava sul passaporto una nazionalità a
lui gradita).
Danimarca non diede segno di aver ben interpretato il tono della
domanda. Anzi, non si voltò neppure verso Inghilterra,
rispondendogli distrattamente, gli occhi incollati allo schermo.
“E’ Hercules! Me l’ha prestato Europa.
Dice che è l’unico modo per farmi entrare in
testa i miti greci!”
Si ferma un attimo, le parole in sottofondo che scivolano veloci dal
televisore.
“Non credo che fosse un complimento.” Conclude,
senza per altro variare la sua faccia serena.
“Nemmeno io.” Inghilterra sospira,
rassegnato. “Che ne dici allora se guardassimo qualcosa di
più intelligente?” Tipo, non so, qualche cosa che
preveda il prendere a calci certi francesi. Oh, quei film si che gli
piacevano!
Finalmente Danimarca si degnò di dargli
un’occhiata – anche se veloce; il film stava
scorrendo, non poteva perdersi pezzi importanti!
“Oh, suvvia! Non essere noioso! E’
simpatico!” E senza aspettare le rimostranze piccate che
sarebbero sicuramente giunte, catturò Inghilterra per
l’avambraccio per poi trascinarlo, privo di ogni scrupolo, di
fianco a lui, sul divano.
Completò l’opera ancorandolo a sé
passandogli il braccio attorno alle spalle, come a dire ‘prova adesso a schiodarti da qui’.
Inghilterra provò, davvero ci provò, a lagnarsi
– soprattutto perché fu un miracolo se il
tè non si rovesciò, ma fu prontamente zittito.
Alla fine, fu costretto a vedersi tutto il film. E non gli dispiacque
nemmeno tanto.
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