Is This Love? di Liam_hates_spoons69 (/viewuser.php?uid=505355)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What penis do you want? ***
Capitolo 2: *** I hate Harry Stles. ***
Capitolo 3: *** Spiritual Dances ***
Capitolo 1 *** What penis do you want? ***
IS THIS LOVE?
1. What penis do you want?
Guardo la mia immagine riflessa nello specchio e arriccio il naso.
Perchè devo sempre sembrare così piccola e infantile?
I lineamenti del mio viso sono simili a quelli di un bambino: occhi grandi e verdi, guance piene, capelli boccolosi e, come se non bastasse, arrivo a malapena al metro e sessanta. Mi detesto.
Sbuffo cercando di sorvolare sul mio ridicolo aspetto da bambina e mi concentro sul mio armadio.
Ma perchè diavolo mi sono fatta convincere ad andare a quella stupida festa? Io odio le feste!
Perchè Summer riesce sempre a farmi fare tutto quello che vuole lei?
Perchè per una volta non ascolto il mio di cervello invece della sua gelatina grigia?
Ovvio, perchè sono un'emerita cogliona.
Guardo l'orologio sul comodino: 19:02. Tra meno di un'ora sarò immersa in una folla di idioti ubriachi fradici, che ballano al ritmo di canzoni di merda.
«Chelsey!» urla mia madre dal piano di sotto. Mi tocca scendere per sapere che cazzo vuole dalla mia povera vita.
«Che cazzo vuoi dalla mia povera vita?» mi ritrovo a dire ad alta voce. Appena la vedo per poco non mi viene un tumore agli occhi.
Ha la sua adorata maschera di bellezza spalmata sulla faccia. Non so di quale merdata è composta, so solamente che ha comprato gli ingredienti su Mediashopping.
«Usa un linguaggio più educato, tesoro della mamma!» bisbiglia mentre cerca di mettersi lo smalto nero sull'unghia del mignolo.
Io non sono il tesoro di nessuno.
Il pennellino dello smalto scivola dall'unghia e si sporca tutto il dito di nero.
«Ma porco pennello bastardo! Vaffanculo!» grida.
Che grande esempio di educazione mi da ogni giorno questa cara mammina.
«Dopo questo grande esempio, puoi dirmi che cazzo vuoi? Oh scusa, che pene vuoi?» dico scocciata.
«Quello di tuo padre ovviame...» si interrompe arrossendo «Oh...certo. La mamma di Summer mi ha chiamata dicendomi che stasera andate ad una festa. A che ora intendi ritornare a casa?»
La recita di mamma premurosa non mi è mai piaciuta. In realtà non gliene importa nulla di me.
«Alle tre?» chiedo sperando di sfangarmela. Lei mi guarda stupita, quasi oltraggiata.
«Chelsey, ma a che cavolo di festa vai? Al ritrovo delle suore di paese? Mi aspettavo volessi rientrare alle cinque! Mi deludi! È inutile dire che non hai proprio preso da tua madre!» dice scioccata.
Alzo le spalle e risalgo in camera. I capelli fradici dovuti alla doccia di poco fa stanno bagnando tutto il pigiama. Li lego alla cazzo, anzi pene, in modo che non creino altri disastri.
Apro l'armadio non convinta su cosa mettere. Il mio occhio cade sul vestito nero che Louis mi aveva regalato prima di partire per il Canada. Mi si forma un groppo in gola al suo ricordo.
Mi piace Louis da diversi anni. So che sembra una cosa figa e strappalacrime, ma mi dispiace deludervi dicendovi che lui non è neppure lontanamente a conoscenza dei miei sentimenti.
Decido di indossarlo. Manca ancora mezz'ora.
Sento il campanello suonare. Ma chi pene è a quest'ora? Summer doveva arrivare alle otto meno dieci per portarmi alla festa!
Scendo di corsa le scale, cercando di non inciampare. Apro la porta e mi trovo davanti la mia migliore amica. Mi sorride solare.
«Che pene vuoi?» chiedo arrabbiata sapendo benissimo il perchè della sua visita anticipata.
«Oh domanda difficile...mi piacerebbe farmi Jack Mattews e Harry Styles, ovviamente!» al solo udire l'ultimo nome mi vien da vomitare.
«Non intendevo quello! Intendevo dire che diavolo vuoi?» urlo. Lei sobbalza.
«Ah ma certo...volevo vedere come ti saresti vestita per la festa!» dice arzilla. Lo sapevo.
Non finisce nemmeno di parlare che le ho già chiuso la porta in faccia.
Risalgo le scale fregandomene del campanello che continua a suonare con insistenza.
Alla fine sento mia madre che tra una bestemmia e l'altra apre la porta alla scellerata. Quest'ultima entra in camera mia senza permesso.
«Ma prego!» sibilo.
Non si direbbe che Summer è la mia migliore amica, quella con cui divido tutti i segreti più intimi. Neanche un po'.
Appena vede le Converse nere che sto cercando di infilarmi si rabbuia. In silenzio si avvicina a me, mi prende le scarpe di mano e le butta giù dalle scale. Io cerco di ribattere ma il suo urlo stridulo copre la mia voce.
«Come diamine puoi anche solo pensare di metterti le converse con un vestito? Non stai mica andando ad una festa dell'asilo, Chelsey! Quand'è che vorrai aprire gli occhi e deciderti sul fatto che non siamo più bambine? Quand'è che ti deciderai a non essere più single?»
Ma secondo lei io sono single perché mi metto le Converse con un vestito?
«Summer, non me ne fotte un accidenti! L'unico che voglio è Louis, gli altri sono tutti dei culi viventi!»
«Louis ti ha abbandonata! Secondo te ora lui sta pensando che non si fidanzerà con nessuno perchè a migliaia di chilometri di distanza c'è la povera Chelsey che ha una cotta per lui da anni? Ah giusto, lui non lo sa perchè non hai mai avuto le palle di rivelargli i tuoi sentimenti!» urla arrabbiata.
Ha oltrepassato ogni limite. Il problema è che ha perfettamente ragione.
Mi accascio sul letto sentendomi come una torta chantilly senza panna o come un wc senza merda.
Sento gli occhi pizzicarmi, vorrei piangere e morire allo stesso tempo.
Summer mi vede nel mio stato pietoso e lentamente mi abbraccia.
Troia di merda, è solo per colpa tua se ora mi sento così da schifo!
«Perdonami Chelsey ...so benissimo anche io che Louis non ti ha abbandonata, sicuramente si ricorda ancora di te, e vedrai che un giorno tornerà, te lo prometto!» sussurra tra i miei capelli. Sospiro.
Tanto è inutile arrabbiarsi con lei, te ne penti subito.
Annuisco mentre restituisco l'abbraccio.
«Adesso però...TACCHI!» urla.
È sempre la solita, non si smentisce mai.
Scuoto la testa e sbuffo.
Alla fine è riuscita a convincermi a mettermi i tacchi. Perchè riesce sempre a farmi fare tutto quello che vuole?
«Ora proviamo la camminata!» esclama Summer. Io sbuffo alzandomi dal letto. Appena appoggio il peso sul piede mi sento catapultata in avanti e perdo l'equilibrio cadendo rovinosamente a terra.
«Chelsey, non ti insulto perchè ci ha già pensato la natura» bofonchia quella che dovrebbe essere la mia migliore amica.
Ruggisco qualcosa che neanche io riesco a comprendere.
«Devi atteggiarti in maniera diversa! Innanzitutto, alzati!- mi prende la mano per aiutarmi a sollevare il sedere da terra -Poi incomincia a camminare. La classica camminata consiste nel mettere un piede davanti e uno dietro!» Ma guarda! Pensavo che un piede andasse avanti e l'altro su per il culo!
«Bene, adesso avanza!» Certe volte mi stupisco del linguaggio che usa Summer. Non potrebbe semplicemente dire “muovi il culo”? Sbuffo nuovamente e incomincio a muovere un piede in avanti.
È stato lo sbaglio più grande della mia vita. La caviglia prende una storta e cado nuovamente a terra.
«Summer, io non li voglio mettere questi tacchi! Voglio le mie Converse!» Lei mi ignora completamente e mi aiuta di nuovo ad alzarmi.
«Piede avanti, piede indietro, piede avanti, piede indietro! Mentre fai questo devi sculettare. Attira i ragazzi!» squittisce.
***
Alla Fiera dell'Est per due soldi un topolino mio padre comprò. E venne il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Tutti dicono che ogni canzone ha un significato profondo e vuole dire qualcosa. Bene, io non ho mai capito il significato di questo schifo di canzone. Quale padre degenere compra un topo al proprio figlio?!
Forse il mio.
Sbuffo.
Ssono completamente fusa e ubriaca.
Sono arrivata da un'ora a questo schifo di festicciola e già non capisco più nulla.
Forse ho esagerato leggermente con la grappa. Già perchè mi sembra completamente normale servire della grappa ad una festa di liceali!
Mi guardo i piedi, non ho più le scarpe. Pazienza.
Mi guardo il vestito, è mezzo alzato e probabilmente si vedono le mutande. Pazienza.
Scivolo verso un divanetto nell'angolo del salone. Non so come ma per miracolo riesco a salirci sopra e a sdraiarmi.
Dov'è finita Summer? Non importa.
Sento che qualcuno si avvicina al mio sacro rifugio alias il divanetto.
Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo che non ho mai visto in vita mia.
«Alsha il culo e vattene!» borbotto.
Accipicchia, non ho neanche più la facoltà di parlare correttamente.
Lui mi guarda malissimo.
«Minchia guaddi?» mi ritrovo a dire.
«Scusa, sai dov'è il bagno?» domanda.
Ma che pene ne so io dov'è il bagno! So a malapena come mi chiamo. Chiara...Cherry...Anastasia...Caroline...Hanna...Emy...non mi ricordo.
«Bvafbancudo» bisbiglio. Lui mi guarda peggio di prima.
«Stai bene?» mi chiede.
«Shi...no...chi lo sha»
«No, non stai affatto bene»
«Shi, shi...ehi, ma lo shai come mi chiamo io? Io. Tu. Egli. Noi. Essi. Voi...ah no, non era coshì!» mormoro.
Ok. Qualcuno mi aiuti.
Il ragazzo sconosciuto si siede affianco a me. Lo osservo attentamente. È carino.
Ha gli occhi color nocciola e i capelli sono corvini, tenuti in un ciuffo ordinato sulla testa.
«No, non so come ti chiami...mi dispiace...credo però che tu abbia esagerato un po' con gli alcolici» sussurra. Alzo le spalle come se non ricordarsi il proprio nome sia una cosa che accade tutti i santi giorni.
Questa volta il suo sguardo si fa preoccupato.
«Hai qualche amico qua intorno?» domanda.
Faccio spallucce. Sono venuta con qualcuno a questa festa? Non ricordo.
«Io sono un suo amico!» dice una voce roca poco distante dal divanetto.
La vista mi si offusca. Non riesco a capire chi è che ha appena parlato e dopo poco mi addormento di sasso.
Vass Appenin' boysss????
Eccomi qui con la mia prima fanfiction!!! In questo capitolo appare Chelsey, la protagonista, interpretata da Àstrid Bergès-Frisbey; Summer la sua migliore amica, interpretata da Freya Mavor.
E c'è poi il ragazzo "misterioso" che ovviamente avrete tutte capito chi è.
Mi vergogno un casino perché il primo capitolo è assolutamente orribile, ma è solo il primo. Gli altri spero mi verrano meglio. çwç
Poi vabbè, il banner fa schifo ma lo cambierò presto.
Vi prego, ditemi cosa ne pensate in una recensione, così capisco se è il caso di continuarla o no.
Cercherò di aggiornare il prima possibile.
Ciao a tutte e baci!! <3 <3
Lucy.
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Capitolo 2 *** I hate Harry Stles. ***
2.
I hate Harry Styles.
Per quale
ragione mi trovo
in un prato?
Gli uccellini volano felici
e spensierati, i fiori colorano l'erba folta e il sole è
alto nel
cielo.
Che schifo.
I panorami di questo genere
mi fanno venire solamente i getti di vomito.
Sono vestita in un modo
alquanto ridicolo: con un vestito da principessa e delle scarpe
improbabili. Ma che diamine succede?
«Ciao Chelsey» dice una
voce alle mie spalle. Non può essere lui.
Mi volto per assicurarmi che
non sia tutto frutto della mia mente contorta e lo vedo in tutto il
suo splendore. Louis.
Mi butto tra le sue braccia.
Mi è mancato tantissimo, troppo!
«Louis sei tornato
finalmente!» dico entusiasta. Lui mi sorride e mi scompiglia
i
capelli già abbastanza spettinati. Fosse stato chiunque
altro
probabilmente adesso non starebbe più respirando, ma
è Louis. Il
mio adorato Louis; lui può farmi tutto, anche ficcarmi la
testa nel
cesso.
«Sì, sono tornato per te»
sussurra.
Arrossisco e il mio cuore
perde parecchi battiti.
Devo dirglielo, devo dirgli cosa provo per
lui. Non posso più aspettare. L'ho già fatto per
troppo tempo.
«Louis...io ti...» non
riesco a finire la frase perchè il suo indice si posa
delicatamente
sulle mie labbra.
«Chelsey svegliati!» dice.
Come? Io sto per confessarti i miei sentimenti per te e mi dici di
svegliarmi?! Ma è impazzito?
«Ma Louis io ti...» provo
a dire.
«Svegliati cazzo!» urla.
All'improvviso tutto intorno
a me diventa scuro, i fiori spariscono assieme all'erba, il sole non
scintilla più nel cielo e gli uccellini sono andati via. Mi
giro
diverse volte per capire cosa sta succedendo, e quando tento di
prendere la mano di Louis per evitare che almeno lui se ne vada,
scompare.
Urlo. Urlo con tutto il
fiato e cado dal letto.
«Finalmente ti sei
svegliata!» borbotta un ragazzo.
Alzo la testa dal pavimento
e quando vedo chi ha appena parlato un senso di nausea mi invade.
Harry Styles.
«Che pene ci fai tu in
camera mia?! Porco!» grido. Lui ridacchia divertito.
«Guardati bene in torno,
questa ti sembra casa tua?»
Mi guardo bene attorno, e
effettivamente noto che ha ragione.
«Oh è vero...aspetta,
COSA?!» sbraito appena mi rendo conto di quello che sta
succedendo.
Lui ride compiaciuto. Che
faccia da schiaffi.
Non capisco proprio cosa ci trovino di sexy nel
suo sorrisetto da bastardo, tutte quelle ragazze.
«Minchia ti ridi?» sibilo.
«Ieri sera che ci facevi
con Malik?» domanda. Eeeeh??? Malish chi?
«Chi? Dove? Quando? Cosa?
Perchè?» chiedo tutto d'un fiato.
Styles ride. Io di tutta
risposta sbuffo.
«La tua vita consiste nel
ridere, scopare, cagare, scassare le ovaie e farti le seghe,
Styles?»
All'improvviso smette di
ridere e mi guarda male.
«E la tua consiste
nell'ubriacarti, cantare a squarciagola nel sonno e fracassare le
palle di prima mattina?» ribatte freddo.
«Perchè il tuo aborto è
riuscito male?» dico esasperata.
Lui mi fulmina con lo
sguado.
«Dovresti ringraziarmi
invece! Se non fosse per me, in questo momento probabilmente saresti
sdraiata su un marciapiede, come spazzatura, con i cani che ti
pisciano sopra!»
Comecosa?
«Cosa sta dicendo quel
cesso che ti ritrovi al posto della bocca?» chiedo acida.
«Ieri hai bevuto ed eri
completamente ubriaca. Ti sei addormentata e così ho pensato
di
portarti a casa mia, Malik ti ha subito lasciata andare...è
così
stupido quel ragazzo!»
Perchè Harry Styles si
preoccupa di me? Avrei potuto benissimo cavarmela. Ok, forse no...ma
il suo aiuto non mi serviva in ogni caso. E poi chi diamine
è questo
Melich, Malish?
«Non mi serviva il tuo
aiuto!» dico acida.
«Infatti non volevo
aiutarti, ma usarti» bisbiglia sedendosi sul letto.
Non voleva aiutarmi, ma
usarmi.
Usarmi.
Usarmi.
USARMI!
Ha scopato con me! Mi ha
usata come pupazzetto, come troia personale!
«Chiama tua madre e
chiedile scusa per essere nato perchè sarà
l'ultima cosa che farai.»
ringhio incazzata marcia.
Lui mi guarda come se fossi
pazza.
«Ma che cazzo dici?»
«Tu sei morto...»
bisbiglio.
«Come?» chiede.
Il problema più grande è
che non sembra neanche rendersi conto di quello che ha fatto, non si
rende ancora conto che tra pochi secondi di Harry Styles rimarranno
solo briciole.
«Io ti uccido!» urlo come
una bestia. Harry sbarra gli occhi verdi che tra poco saranno due
marshmallow sopra un chiodo.
Gli piombo addosso facendolo
cadere dal letto.
«Ridammi la mia verginità!
Ti odio! Bastardo! Puttano! Troio! Figlio di una povera donna di cui
ho tutto il rispetto per aver sopportato un escremento del genere
come figlio!» non riesco a smettere di sparare insulti.
La mia statura insulsa non
mi aiuta e Harry capovolge la situazione.
Dopo poco mi trovo sotto di
lui, in una posizione fraintendibile.
Tiene le sue mani ai lati delle
mie spalle e le ginocchia piegate ai lati delle mie gambe.
Il suo
volto è vicinissimo al mio e riesco benissimo a sentire il
suo
profumo. Credo che sia “Alien”. Nononono. Ma
cosa pene mi metto a pensare? Harry puzza di culo, non profuma!
Rimango spiazzata dalla sua
azione e improvvisamente non so più cosa dire, è
come se tutti gli
insulti contro di lui fossero finiti nel cesso. I suoi occhi
smeraldini mi guardano insistentemente e non so come sia possibile,
ma il mio cuore incomincia a battere forte.
Perchè accidenti?! Non è
colpa mia se ho gli ormoni che mi fanno impazzire!
Io odio Styles con tutta me
stessa, però non posso negare che non sia figo.
Accidenti! Ma che diavolo
sto pensando!
“Harry
è un cesso e puzza
di culo!” cerco di stamparmi in mente.
Harry è un cesso e puzza di
culo. Harry è un cesso è puzza di culo. Harry
è un cesso e puzza
di culo!
«Harry è un cesso è puzza
di culo!» mi ritrovo ad urlare.
Lui ridacchia quasi con
compassione e scuote la testa. Avvicina il volto ancora di
più al
mio, mancano ancora pochi centimetri e le nostre labbra si toccano!
Chelsey muoviti e tiragli
uno scappellotto.
Vorrei farlo, ma non ci riesco. Sono come
immobilizzata sotto di lui.
Ormai è troppo vicino, il
bacio è imminente. Chiudo gli occhi aspettando che il duro
destino
mi si fracassi addosso.
Tre, due, uno...non succede
niente.
Mi smentisco subito quando
sento le sue labbra sul collo. Improvvisamente sussulto sotto quel
gesto inaspettato.
«Hai un buon profumo»
sussurra.
Oh grazie...anche tu.
NO!
Ricordi Chelsey? Harry è un
cesso e puzza di culo!
I brividi ormai percuotono
tutto il mio corpicino da bambina, mi sento debolissima sotto di lui.
Non mi piace questa sensazione, devo levarmelo di dosso.
Apro gli occhi e appoggio le
mani sul suo petto...muscoloso. NO, mi correggo...flaccido.
Cerco
di spingerlo via, ma sembra fatto di pietra. Quanto vorrei essere
Zydrunas
in questo momento!
Passa
le labbra dal collo, al mio orecchio e ci soffia sopra. Sussulto e i
brividi triplicano.
Il
cuore sta per partire per la tangente e mi accorgo di essere
completamente in suo potere.
«Guarda
che quando ho detto che ti ho usata non intendevo quello, non mi
permetterei mai, soprattutto se quella ragazza sei tu...»
bisbiglia
al mio orecchio.
«E
allora spiegami in quale altro modo mi hai usata!» riesco a
dire con
voce roca.
Sembra che una pigna mi sia rimasta in gola.
«Una
ragazza davvero brutta credeva che io e lei stanotte avremmo dovuto
scop-» lo interrompo con un colpo di tosse, evitando di
entrare nei
particolari. Lo sento sorridere.
«Comunque,
ho finto che tu fossi mia sorella e visto che ti sentivi male le ho
detto che non potevo trattenermi con lei...dovevi vedere la sua
faccia!» prosegue Harry.
«E
secondo te qualcuno potrebbe mai credere che noi siamo fratelli?
Insomma, guardati! Tu sei così...wow, mentre io sono
soltanto la
povera Chelsey! Tu sei popolare mentre la mia popolarità e
pari a
quella di un calzino nero in un cassetto di calzini neri! Capisci
cosa intendo?» dico.
Lui
alza la testa dal mio orecchio e mi guarda come poco fa.
«Si
vede che non parli con tanta gente...davvero tu ti credi brutta?
Perchè da quanto ne so io, ci sono molti ragazzi che ci
provano con
te!» ride. Arriccio il naso disgustata.
Comecosaquandoeperche?!
Tutta
l'enfasi di poco fa sparisce appena tiro una ginocchiata nelle palle
di Harry e lui si accascia di lato dolorante.
Io
mi alzo contenta di essermi finalmente liberata dalla statua.
«Mai
abbassare la guardia, Styles!» esclamo divertita dalla scena
davanti
ai miei occhi. Il riccio è piegato su se stesso che geme di
dolore,
la sua espressione è esilarante. Rido compiaciuta.
«Io
ti ho pure fatto i complimenti!» bisbiglia con un filo di
voce.
«Perchè
non pensi alla reputazione delle troie che ti porti a letto ogni
giorno, invece della mia?» domando acida.
Mi
guarda malissimo e borbotta chissà quale imprecazione o
insulto
contro di me.
Siamo
tornati quelli di sempre, i soliti Chelsey e Harry, quelli che
litigano per tutto.
Menomale.
Faccio un sospiro di sollievo.
«Sai
Harry, preferisco quando litighiamo...mi stai sulle chiappe quando
fai il ragazzo dolce!» dico seria.
Nel suo sguardo noto un velo di
delusione.
Sbuffa
e si rialza.
«Non
vuoi andare a casa?» mi chiede.
Casa...oh
merda putrida di un bue delle vallate afghane! Mia madre
sarà
furiosa!
«Non
è che voglio, io devo!» esclamo preoccupata. Lui
ridacchia,
evidentemente ha capito il perché della mia ansia.
Spalanco
la porta della camera, non sapendo orientarmi inizio ad aprire tutte
le sante porte della santa casa. Sembro una matta.
Apro
una porta bianca e mi ritrovo in bagno, casualmente mi cade l'occhio
sullo specchio e per poco non mi viene il cancro. Urlo come se avessi
appena visto un mostro.
I
miei capelli sono peggio di quelli di Harry, il trucco è
completamente sbavato e delle orribili occhiaie circondano i miei
occhi. Sembro 'Joker la vendetta'!
Sento
Harry correre preoccupato in bagno per vedere la causa del mio
urlo.
Quando si accorge che non è successo nulla, ride.
«Brutto
stronzo io...io» una nausea improvvisa mi assale, i muscoli
dello
stomaco si contraggono. Corro vicino al cesso e vomito l'anima. Tutto
quello che ho bevuto la sera prima finisce nel cesso di Harry, ho
paura che lo intaserò.
Il
riccio si avvicina subito a me e mi appoggia una mano sulla schiena,
come per darmi conforto. Non sa che così fa aumentare
solamente la
mia nausea.
Dopo
poco entra la sorella di Harry, Gemma, svegliata dal rumore dei miei
flussi di vomito.
La
stanza sembra brillare grazie alla sua incredibile bellezza.
Anche se
ha i capelli disastrati dalle ore di sonno e gli occhi gonfi,
è
comunque perfetta. Spalanca gli occhi appena mi vede: devo essere
orribile.
Lei
in confronto sembra una dea scesa dall'Olimpo e la sua presenza mi
rende ancora più brutta e insignificante.
Mi
accascio vicino al water, sorretta da Harry. Gemma invece ha tre
quintali di carta in mano, per pulirmi.
Mi
sorride gentilmente e mi accarezza i capelli con fare materno. Wow.
Nemmeno mia madre mi ha mai prestato tante attenzioni. È
davvero
imbarazzante.
«Come
va?» chiede Harry.
«Hai
presente un porcospino su per il culo?» domando con voce
debole e
roca.
«Ehm...in
realtà no.»
«Immagina
il malessere che ti provoca un porcospino su per il culo e
moltiplicalo per diciassette!» borbotto.
«Perchè
proprio diciassette?» mi chiede. Ma di tutto il discorso da
povera
sfigata dolorante comprendi solo il numero diciassette?!
Gemma
gli tira uno scappellotto.
«Che
razza di deficiente, ti ha appena detto che si sente di merda e tu
pensi a quell'insignificante particolare! Sei proprio uno
schifo!»
Sento che potrei mettermi a piangere da un momento all'altro.
Può
esistere tanta perfezione in un essere solo?
Sorrido
felice del fatto che al mondo esiste una persona come me.
Harry
sbuffa annoiato.
«Tesoro,
pulisciti la bocca e datti una sistemata...io intanto mi preparo e ti
accompagno a casa, va bene?» mi chiede gentilmente. Sorrido e
annuisco.
Perchè
Gemma non è mia sorella? Perchè io ho due inutili
fratelli maggiori
che non capiscono un acciminchia?
Harry
si alza, seguito da Gemma e mi lasciano da sola nel loro bagno.
Mi
guardo intorno parecchio imbarazzata. Sta succedendo tutto troppo in
fretta. Fino a qualche ora fa ritenevo Harry Styles la persona
più
odiosa di tutta l'umanità e adesso mi ritrovo a vomitare nel
suo
bagno?
Il
mondo sta proprio andando a rotoli.
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Capitolo 3 *** Spiritual Dances ***
3.
Spiritual
dances.
Fatti
forza Chelsey, tua madre non può ucciderti per un leggero
ritardo di
sei ore giusto?
Sbagliato.
Sono
davanti alla porta di casa e non ho assolutamente il coraggio di
aprirla. Mi tremano le mani e le gambe e in più indosso le
Vans di
Gemma perchè ho perso le scarpe.
Probabilmente
prendersi a frustate sarebbe meno doloroso in confronto alla tortura
che mia madre mi riserva.
Fuori
fa freddo, è domenica mattina e non c'è un cane
in giro. Devo
aprire la porta.
Infilo
lentamente le chiavi nella serratura e apro la porta. Entro piano in
casa, facendo attenzione a non farmi sentire.
Mi
levo le bellissime Vans della sorella di Harry e percorro in silenzio
il corridoio.
«Chelsey!»
urla Jake.
Invoco
tutti i Santi, gli spiriti e gli Dei dell'Olimpo affinché
uccidano
questo decerebrato che alla mia nascita ha detto di essere mio
fratello.
Corre
verso di me e mi abbraccia. Mi torna il vomito.
«Jake,
mi soffochi!» urlo stridula. Sento dei passi veloci che
scendono le
scale: Andrew.
Quest'ultimo
mi salta addosso.
Sembra
la parabola del figlio e il prodigo, solo che io sono stata via solo
otto ore.
Sento
degli altri passi avvicinarsi, questi però sono
più leggeri e
silenziosi dei precedenti: mamma.
Credo
che il mio cuore potrebbe smettere di battere da un momento
all'altro.
«Ciao
Chelsey» dice mamma. Non riesco a decifrare la sua
espressione.
«Ehm...buonasera?»
farfuglio. È giorno.
Mia
madre mi guarda come si guarda una merda di cane spalmata su un
marciapiede.
«Perchè
questo ritardo?» chiede. Mi si forma un groppo in gola. Mi
volto
cercando sostegno in Andrew e in Jake, ma loro si girano subito
facendo gli indifferenti.
«Forse
il canarino ha bisogno di un po' di carne!» bofonchia Jake.
Punto
primo: noi non abbiamo un canarino.
Punto
secondo: i canarini non mangiano la carne.
Punto
terzo: vaffanculo fratello degenere.
«Ho
lasciato la lavastoviglie accesa!» esclama invece Andrew
dirigendosi
verso camera sua, che è in tutt'altra direzione della
cucina, dove
si trova la lavastoviglie.
Ma
che bastardo.
«Ero
a casa di un mio amico...NO! Amica!» urlo correggendomi al
volo. Ma
non sembro convincere mia madre che mi trafigge con lo sguardo.
«Lo
conosco?» domanda freddamente. Sbuffo sapendo che con mia
madre è
impossibile raccontare bugie.
«Sì,
è Pasqualo Ginetti della 3B!» dico menzionando il
secchione della
classe accanto. È un ragazzo che viene dall'Italia. La prima
volta
che l'ho visto a momenti cadevo dalle scale accecata dal suo
squallore.
Lo
sguardo perforante di mia madre è intrattenibile.
«Da
chi sei andata VERAMENTE? Non accetto altre bugie, Chelsey»
esclama.
Lo
sapevo, è impossibile raccontarle bugie. Sospiro.
«H-Harry
Styles...» bisbiglio.
Chiudo
gli occhi aspettandomi una sfuriata trapana-timpani, ma non arriva.
Appena li riapro la vedo con un sorriso furbesco in volto.
Mi
scompiglia i capelli con una mano e ride compiaciuta.
«Ma
brava la mia piccolina! Stanotte si è data da fare col
ragazzo più
popolare della scuola! Ho sempre saputo che hai preso da me!
Com'è
stato? Ti
ha fatto male?»
domanda incuriosita. Cosa cazzoculo sta dicendo?
Sto
per ribattere ma lei se ne va, canticchiando allegra e dicendo cose
del tipo “Buon sangue non mente mai!” oppure
“Chelsey sta
diventando donna e io sto invecchiando!”.
In
realtà mia madre non è molto più
vecchia di me. È rimasta incinta
di Jake, al liceo con mio padre. Fortunatamente lui non era uno
stronzo come tanti, la amava e le è stato accanto nel
momento del
bisogno.
Anche
io vorrei proprio trovare un ragazzo come mio padre.
Louis.
Molto
probabilmente quando tornerà, ovviamente se
ritornerà, si ricorderà a malapena di me. Ormai
sono già cinque
mesi che è sparito dalla mia vita.
A
volte ci sentiamo per telefono, ma molto raramente perchè
spendiamo
una cifra pazzesca per ogni chiamata: lui è all'estero.
Ma
io mi chiedo che ci sarà mai in Canada di così
speciale. Perchè
non è rimasto qui a Londra? C'è
l'università dei suoi sogni.
Scuoto
la testa allontanando il ricordo di quegli occhi magnifici e quel
viso dolce.
Salgo
in camera strusciando i piedi quando mi viene in mente un dubbio.
Summer
che fine ha fatto?
Spalanco
gli occhi e mi fiondo in camera da letto, prendo il cellulare in mano
e compongo il suo numero.
“Tu
tu tu tu tu tu...segreteria telefo-”
Entro
in panico. E se ieri sera era ubriaca fradicia proprio come me? Cosa
ne sarà stato di lei?!
Prendo
un foglio e incomincio a fare una lista delle probabili drammatiche
sorti di Summer.
1)
è tornata a casa sana e salva non so grazie a chi o grazie a
cosa.
2)
probabilmente un Santo ha deciso di aver pietà di lei e l'ha
riportata a casa.
3)
qualcuno alla festa ha approfittato di lei e adesso ha perso la sua
verginità.
4)
qualcuno, a cui Summer stava antipatica, ha deciso di ammazzarla.
5)
Summer, completamente ubriaca è scappata in Alaska.
6)
Summer è stata investita da una macchina mentre tornava a
casa.
7)
direi di eliminare la 5.
8)
sto facendo troppi punti.
Il
panico incomincia ad assalirmi. Sto tremando come una spastica.
Prendo nuovamente il cellulare e provo a richiamarla.
“Tu
tu tu tu tu tu....segreteria telefo-”
Lo
stomaco mi si attorciglia su me stesso. Provo a chiamarla altre sei
volte ma non ricevo nessuna risposta.
Chiamo
a casa, stessa storia.
Vi
prego Santi, Spiriti e Dei dell'Olimpo, io vi invoco
affinché
riportiate Summer a casa, sana e salva!
Cosa
faccio? Mi viene un'idea: ho sentito dire in giro che i balli
spirituali servono ad invocare gli spiriti.
Non
ho altra scelta.
Cerco
su internet come si fanno i balli spirituali, perchè io non
ne ho la
minima idea.
Clicco
sul primo link, a caso.
'Se
sei entrato in questa pagina significa che sei un malato di mente
oppure un idiota che ha perso le speranze'.
Wow.
Incominciamo bene.
Decido
comunque di continuare a leggere.
'Tu,
idiota che ha perso le speranze o malato di mente; prendi del sale,
dei cetrioli, dei lembi di stoffa e altre cazzate varie...come ho
già
detto devi essere solo un perdente se apri questa pagina, quindi non
ti assicuro che il piano riesca, anzi ti confermo che
fallirà. Ma
visto che sei un idiota, sicuramente continuerai a leggere'
Corro
in cucina, prendo del sale e dei cetrioli. Poi scendo giù in
cantina
dove spesso Allannah, la nostra donna delle pulizie che ha un
quoziente intellettivo pari a quello di un lama, lascia gli stracci.
Torno
in camera con tutto l'occorrente e ovviamente continuo a leggere. Non
si sa mai, forse funzionerà. Sarò un'eccezione
per gli Spiriti che
vedranno quanto sono sfigata.
'Sei
hai davvero continuato a leggere, significa che molto probabilmente
sei un povero scarto dell'umanità e mi fai davvero
compassione.
Pregherò per tua madre e tuo padre che hanno partorito un
essere
così pietoso'
Mi
mordo il labbro spiazzata, ma non demordo. Non m'importa di quello
che dice un computer.
'Allora,
scarto umano, prendi il sale e spargilo a terra formando la forma di
una stella...almeno credo. Poi prendi il lembo di stoffa e legatelo
intorno alla testa. Incastra i cetrioli tra la stoffa e la fronte.
Credo che si faccia così.'
Eseguo
subito alla lettera tutto quello che mi è stato chiesto.
Sono
pronta.
Il
pavimento sembra essere appena stato scarabocchiato da Neil di Art
Attack che col sale imbratta tutti i pavimenti, quello che spreca i
vestiti che potrebbero servire ai poveracci del Gibuti, per fare
merdate.
'Bene.
Adesso dovete spegnere la luce e incominciare a ballare alla cazzo
intorno al rettangolo che avete disegnato. Ah no, era una
stella...stessa cosa. Mentre ballate a caso dovete dire
“Spiriti,
Dei e minchiate varie, aiutatemi!”. Dopodichè
accendete la luce e
aspettate che qualche vostro parente venga a farvi il culo per il
disastro che avete appena fatto. Come ho già detto, non
funzionerà
mai.
Se
vi state chiedendo perchè ho pubblicato questa pagina la
risposta è
semplice: pigliare per il culo gli scarti umani. Bene. Con questo vi
dico addio e spero di non incrociarvi mai per strada.'
La
pagina si chiude all'improvviso. Misteriooosooo. Ok, torniamo
normali.
Mi
gratto la testa. Sto facendo la cosa giusta o sto sprecando solo
sale, come Neil? Probabilmente la seconda opzione è quella
giusta,
ma ci sorvolo sopra.
Spengo
la luce e incomincio a ballare come una scimmia intorno al casino di
sale sul pavimento. Mi sento ridicola.
«Spiriti
e Santi...no!» esclamo non ricordandomi cosa devo dire.
La
porta improvvisamente si apre. Io presa dallo spavento incomincio a
tirare calci al sale cercando di nasconderlo da qualche parte. Questo
però si sposta tutto di lato facendo il triplo del casino.
Entra
in camera mio padre. Accende la luce e mi guarda sconvolto.
«C-Chelsey?»
balbetta incredulo. Questa non ci voleva proprio, mio padre
è
fissato con l'ordine!
«Sai
qual è la radice quadrata di 1567?» domando
cercando di sviare il
discorso.
Lui
mi ignora, continua a guardare esterrefatto il pavimento pieno di
sale.
Pian
piano incomincia a diventare verde, poi bianco e poi rosso. Sta
facendo la bandiera italiana.
«Per
quale ragione di Dio, hai fatto questo scempio per terra?»
domanda
con voce roca.
«Una
ricerca per la scuola!» esclamo cercando di essere il
più
convincente possibile, ma la mia voce ha una nota isterica.
«FUORI
DI QUI! COME DIAVOLOSANTO TI SEI PERMESSA DI FARE QUESTO COMPLETO
DISASTRO?» urla rosso in volto.
Mio
padre non ha proprio il senso dell'esclamazione. Diavolosanto non
può
stare insieme...i diavoli e i santi non stanno bene insieme.
Torno
alla realtà quando vedo mio padre strappare con violenza il
computer
da tutti i fili.
Grido
di disperazione. Tutto ma non il mio santo computer!
«Papà
ti prego, il computer no! Qualsiasi cosa ma questo no!» mi
inginocchio ai suoi piedi fingendo di piangere.
Lui
mi ignora e mi scavalca uscendo poi dalla stanza col mio gioiello, il
mio piccolo e amato computer.
«Vedi
di pulire questa merda! Ah e i cetrioli ti stanno sporcando i
capelli!» aggiunge poi aspro.
Sobbalzo.
I miei capelli? Prendo con foga i cetrioli e li sbatto contro il
muro. Creano una macchia verdastra sulla parete bianca.
Perchè
tutte le fottute sfortune vengono a me?!
Sento
il cellulare squillare. Mi ci fiondo sopra.
«Pronto?
Ti prego dimmi che sei Summer, ti prego, ti prego, ti prego!»
esclamo ansiosa.
Sento
una risata dall'altra parte della cornetta, ma non è
femminile.
«Non
so chi sia Summer, mi dispiace!» risponde la voce.
È
roca, bassa e piuttosto sensuale.
Una
nausea improvvisa mi assale e chiudo la chiamata.
Perchè
pene Styles mi ha chiamata? E sopratutto, chi è l'escremento
che gli
ha dato il mio numero?!
Arrossisco
per la figuraccia. Gli sarò sembrata ancora più
cogliona di quanto
non sono in realtà.
Il
cellulare mi squilla di nuovo.
«Senti
Styles, mi stai trapanando le ovaie! Non me ne fotte un pene di te e
della tua stupida vita, ti ringrazio per stanotte, ma devi
dimenticare tutto! Dobbiamo tornare al vecchio rapporto che c'era tra
di noi! Io ti odio e tu mi odi. La merda grigia che ti ritrovi al
posto del cervello, comprende?» urlo isterica.
Le
cose intorno a me mi stanno sfuggendo decisamente di mano.
«Ehm...io
non sono Styles...» balbetta una voce familiare.
Tutto
il peso che avevo sul cuore e l'attorcigliamento di stomaco svanisce.
Summer!
«Oddio
Summer! Non sai neanche quanto ero preoccupata per te! Me ne sono
andata dalla festa senza sapere dov'eri, avevo paura che ti fossi
ubriacata come me; temevo che qualcuno ti potesse aver rapito o
scopata! Ti ho chiamato otto volte ma non rispondevi! Non ci crederai
mai, ho persino tentato di invocare gli spiriti con una danza
spirituale! Ho rovesciato quattro chili di sale per terra e dei
cetrioli mi hanno sporcato i capelli! Non puoi nemmeno immaginarti
quanto minchia sono felice di sentire la tua voce!» dico
tutto d'un
fiato. Infatti appena finisco di parlare mi sdraio sfinita sul letto
per riprendere ossigeno.
«Frena
frena frena, io stavo solo dormendo!» bisbiglia con
tranquillità.
Comecosaquandoperchè?!
A
momenti non cado dal letto. Come pene non ho fatto a pensarci prima?!
«E
poi cos'è questa storia di Styles? Sbaglio o hai detto
“grazie per
stanotte ma devi dimenticare tutto”? Mi nascondi qualcosa
Bolton?»
chiede curiosa.
Maledetta
me, il mio cesso che parla e il mio cervellaccio!
«Se
un cesso ha 4 merde e un gabinetto ne ha 20, quante sono in totale le
merde?» chiedo cercando di cambiare discorso.
«Ah.ah.ah
molto divertente...» borbotta.
Sbuffo,
sapendo che con Summer questi trucchetti non funzionano.
«Aspetta
un attimo, ma un cesso e un gabinetto sono la stessa cosa!»
esclama.
«Lo
so»
«Oh
ma tu guarda se dobbiamo parlare di queste cazzate! Comunque sono
24....ACCIDENTI!» sbraita.
Io
ridacchio. È proprio fantastica Summer.
«È
inutile che ridi. Ho tutto il tempo disponibile, aspetterò
fino a
quando non ti deciderai a parlare!»
«Andrew
compra 23 pacchetti di preservativi. In ogni pacchetto ce ne sono 17
. Quanti preservativi ha mio fratello adesso, se prima di comprare i
pacchetti ne aveva già 80?» domando scervellandomi
per tirare fuori
un problema del genere in venti secondi.
Non
sento nessun suono dall'altra parte della cornetta.
Non
ditemi che sta facendo davvero il calcolo, vi prego.
«Perchè
tuo fratello dovrebbe avere così tanti
preservativi?» mi chiede con
aria interessata.
VAS APPENIN' BOYS???
Ed ecco qui il terzo
capitolo. Nel capitolo precedente non ho messo nessuno spazio autrice,
scusate. çwç
Comunque...siamo al
terzo ed ho solo una recensione. Vi fa tanto schifo? Se è
così ditemelo che la elimino...non vale la pena di
impegnarsi a scrivere se poi tanto nessuno ti caga.
In base ai vostri
commenti vedrò se aggiornare o no. Vi ricordo che comunque
questo è solo l'inizio, la vera essenza della storia deve
ancora arrivare.
Bene, ora la smetto
di scassarvi i maroni e me ne vado.
Lucy.
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