Entwined

di flower_moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Good, can we go home now? ***
Capitolo 2: *** 2. The worst part of my life is started? ***
Capitolo 3: *** 3. Where are you taking me? ***
Capitolo 4: *** 4. Why am I so stupid? ***
Capitolo 5: *** 5.What the hell am I doing? ***
Capitolo 6: *** 6. Am I gelous? ***
Capitolo 7: *** 7. Why you play with me? ***



Capitolo 1
*** 1. Good, can we go home now? ***


Entwined 

 



“ Il miliardario Tony Stark, presenzierà oggi alla festa per il quarantatreesimo anniversario della Stark Expo.         

   Si prevede una grande influenza, soprattutto per le ore 21.00 quanto Stark farà il suo discorso.”

Tony Stark... Un nome che ti resta nella mente, specialmente se abiti vicino a Malibù, dove abita pure lui, e dove tutte le notizie gli ruotano perennemente attorno. 

Lui, lui, lui e ancora lui. Tutto qui parla di Stark. Genio, miliardario, playboy, filantropo.

E le cose si complicano quanto tua madre, la stessa donna che sbraita per aver lasciato il tappo del dentifricio sul lavandino, si mette ad urlare per ogni sua minima apparizione al telegiornale, alle trasmissioni di gossip o sui giornali, mentre tu, immersa nella lettura del tuo libro preferito, vieni colpita da un infarto. 

Benvenuti nella mia vita.

 Alcuni potrebbero anche dirmi “Abiti in uno dei posti più belli del mondo!” e io risponderei “Tony Stark lo rende orribile!”

Non chiedetemi da dove arriva tutto questo astio, a parte dagli scleri di mia madre. Mi sta antipatico, a pelle.

Quel suo modo di atteggiarsi come se fosse perfetto, come se niente potesse ferirlo o toccarlo in qualsiasi modo, la sua maniera di essere superiore a tutto e a tutti, solo perché è Iron Man.

Certo, ha salvato il mondo, ma una bella dose di umiltà non gli farebbe affatto male.

Per non parlare di Pepper-amministratricedelegata-segretaria-fidanzata Potts. Ma è tutto lei questa donna!

La domanda sorge spontanea: Lascerà qualcosa anche agli altri?

Appare sui giornali perfetta, alta, magra, capelli perfettamente curati, rossetto rosso e autocompiacimento da manuale.

 

Guardo fuori dalla finestra. Il mare è un po’ lontano dalla mia modesta casa, ma sento comunque il rumore delle onde infrangersi sulla bianca sabbia, che sembra quasi formata da piccoli diamanti. Il profumo del sale è nell’aria, e ti avvolge in un secondo. Ti porta via, facendoti allontanare dal mondo.

 

Ma i momenti come questo vengono spesso interrotti da una macchina come quella che sta per arrivare, che sfreccia alla velocità della luce davanti a case e persone, ed è un miracolo se non investe nessuno.

Anche oggi l’Audi rossa passa selvaggiamente davanti alla mia casa, come quasi tutti i giorni, diretta su quella meravigliosa villa sulla costa.

 

“Era lui?”  Ecco mia madre, che vi avevo detto? Peggio di me, che di anni ne ho solo diciotto.

“Si, mamma.”

“Anche oggi me lo sono perso!”

“Mamma, non saresti riuscita a vederlo neanche lo stesso, vista la velocità con cui sfreccia su questa strada! E poi, non ho voglia di parlarne!”

Stasera mi trascinerà con lei alla Stark Expo, a sentire il famigerato, eroico e alquanto inutile discorso di Stark.

A proposito, che maleducata, il mio nome è Novalee Davis.

 

La folla alla Stark Expo è più grande di quanto avessi immaginato, la fila arriva fino alla fontana al centro della piazza e noi, io e la mia sclerotica madre, siamo in fila dalle quattro di questo pomeriggio.  Ma finalmente l’entrata si palesa ai miei occhi, e io lodo tutti gli dei dell’Olimpo per questo!

Come ogni star, Tony si fa attendere per ben un’ora e mezza, e io devo stare in piedi come una scema, con mia madre accanto  che si comporta peggio di una ragazzina in crisi ormonale.

 

“Mamma, per favore!” esclamo ormai stanca

“Ma che c’è? Anche le mamme hanno il diritto di divertirsi”

 

Sbuffo, sapendo che ormai l’ho persa…definitivamente!

 

Ma ecco che Tony sbuca dalle tende rosse. Avanza con le mani protese in avanti e le dita formano una V.

Vengo trascinata sempre più avanti da quell’essere che ormai non riconosco nemmeno più come mia madre e arriviamo praticamente in prima fila. Ma perché tutto questo a me? PERCHÉ?

 

“Benvenuti alla quarantatreesima edizione della Stark Expo!” Esclama, e subito la folla esplode in un boato assordante che quasi mi spaventa. “Non siamo qui a parlare di me, ma di colui che ha fatto nascere la Stark Expo, mio padre Howard.” La folla acclama ancora il nome di Tony. “No, non acclamate me…” risponde sorridendo sarcastico, e la sua intenzione di fare vedere che tutto quello non gli importava si infrange come un vetro sottilissimo colpito con una mazza. Scuoto la testa, immersa nella folla festante, mentre lui si accinge a ripartire “Mio padre sarebbe fiero di vedere cosa è diventata questa esposizione di opere tecnologiche provenienti da tutto il mondo, ovviamente, nulla in confronto alla meravigliosa armatura, Mark 40 che ho gentilmente offerto.” Gentilmente, ovvio. “Adesso, godetevi la festa!”, penso. Poi però mi ritrovo a fissarlo pensando che tutto questo è una farsa pazzesca, tutti che lo idolatrano, mentre a lui non frega un cazzo di loro, anzi, forse gli può fregare qualcosa della bionda che sta a pochi passi da me e che fissa insistentemente, soprattutto per la profonda scollatura che porta.

Ma poi per un secondo i nostri occhi si incontrano. I suoi occhi marroni, pieni di approvazione e ammirazione per se stesso, il sorriso beffardo non fa altro che confermarmelo.

Si inchina alla folla, alza un braccio con il suo solito gesto di vittoria e girando sui tacchi se ne va.

 

Bene, possiamo andare a casa adesso?

 

 

 

Angolo Autrice

Salve a tutti, come va? Possiamo dire che sono nuova di questo forum, perchè ho scritto solamente due One-Shot. 

Questa fanfiction non sarà assolutamente una Pepper/Tony, ma una Tony/Nuovo Personaggio. 

Diciamo che è stata pensata a tre teste, infatti ringrazio forgivemyfins (che ringrazio anche per il banner) e hopestarlight, che in una pazzesca serata post Iron Man 3, mi hanno aiutata a inventare questa storia che spero piacci anche a voi!

Bene, spero che mi facciate sapere che ne pensate!

 

xoxo flower_moon

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Capitolo 2
*** 2. The worst part of my life is started? ***


Entwined


 


Casa, casa, casa, finalmente CASA!

Non potevo sopportare più la vista di quell’uomo, e per di più con mia madre in quello stato. 

No. Questa è l’ultima volta che seguo mia mamma, per di più cedendo alle sue pazze idee, e non voglio nemmeno più sentire nominare Stark, dovessi anche spegnere tv, radio e computer a vita!

 

Imbocco le scale mentre lei continua il suo discorso, che in realtà è un monologo visto che io ho smesso di ascoltarla da un bel pezzo. Arrivo al secondo piano prima che se ne accorga e mi chiudo in camera. La vista dall’alto mi permette di vedere l’Oceano, e anche la casa di…NO, non lo devo nominare! A quanto pare mi dovrò chiudere in casa con le persiane abbassate.

 

Ma neanche questo basterebbe. 

Un rumore infernale arriva fino a qui. Il party post-Expo sta tenendo sveglio tutto il vicinato, anche se nessuno è stato invitato. 

Sono quasi le undici e domani devo andare a scuola, meglio che provi a dormire. 

Il letto sembra incredibilmente comodo e le coperte straordinariamente calde quando la stanchezza si impossessa di te. 

Buona notte mondo, a domani…

 

 

È mattina. La luce entra dal fondo della persiana, e la sveglia non smette di suonare. Mi volto su un fianco, mugugnando per il sonno che ancora mi avvolge come una nera coperta. 

Sposto il lenzuolo da sopra il mio corpo e mi accarezza una brezza fresca, provocandomi un piacevole brivido sulle gambe.

Poggio i piedi sul tappeto e, piano, metto insieme qualche mossa che possa sembrare un passo, avanzando poi verso la persiana. Appena la alzo, il sole mi colpisce in pieno volto, tanto forte che mi fa chiudere gli occhi. 

Con la voglia di una condannata al patibolo comincio a prepararmi e mi infilo un paio di jeans insieme ad una maglietta a maniche corte dei Black Sabbath.

 

Scendo velocemente le scale ed entro in cucina, dove mia madre sta preparando il caffè.

 

“Ciao mamma.”

“Ciao Novalee. Mangi qualcosa?”

“Ovvio, sto morendo di fame! Waffles?”

 

Mi piacciono questi momenti di calma. Dopo tutto lei è mia mamma, anche se le piace S… NO! Non devo assolutamente dire o pensare quel nome.

 

Esco di casa, prendendo la stradina che porta alla scuola.

 

La mia scuola è un vecchio, brutto e fatiscente edificio, situato all’interno della città, ma dalla mia classe si può ancora scorgere l’oceano, e quella è l’unica cosa che mi fa evadere dalla opprimente realtà delle lezioni. 

È dipinto di un lievissimo giallo, per di più sbiadito. Insomma, fa schifo. Per non parlare delle persone che vi sono dentro, tutti con la puzza sotto il naso perché il fratello del cognato del loro cugino ha incontrato S… NO! 

Che vi avevo detto, qui tutto ricade su di lui!

 

Entro nella classe di matematica, mentre anche tutti gli altri arrivano, e l'aula si popola di persone.

 

“Buongiorno ragazzi.” La professoressa entra nella stanza, portando con se anche delle nuove notizie. “Sapete che quest’anno comincerete a fare lo stage che durerà per ben tre settimane, oggi finalmente saprete a chi siete stati assegnati!”

 

Bene, mi piacerebbe tanto andare da quell’avvocato che ha il suo studio di fronte alla spiaggia, speriamo bene!

 

La professoressa comincia a dire i nomi ad alta voce e, per fortuna, io non devo aspettare poi molto per sapere del mio “destino”, perché sono solo la quarta della lista.

 

“Novalee Davis…” la professoressa pronuncia il mio nome, e sarei una bugiarda se non dicessi che sono emozionata, insomma è una esperienza importante per me, tanto che sto sorridendo, cosa abbastanza insolita “…Stark Industries.”

 

Il sorriso si tramuta in una faccia che del disperato ha molto.

 

No, non può succedere proprio a me!

 

Proprio a quella che più di tutte odia Stark! Nella mia classe ci saranno almeno dieci ragazze che sarebbero contente di andarci per sbavare dietro a quell’egocentrico, invece tocca a me!

 

Perché la vita è così ingiusta?

 

Non voglio andare! Assolutamente! Non posso neanche vederlo in televisione o su un giornale, figuriamoci passarci un intera giornata insieme!

 

“Bene, questi sono i vostri luoghi di lavoro. Nessun cambiamento è possibile.”

 

Ok, sarò condannata a morte per il resto dei miei giorni.

 

No, non può succedere proprio a me! Ditemi che è un incubo. Svegliatemi. Fatemi qualsiasi cosa!

 

Resto seduta qui, su questa sedia, annegando nei miei pensieri, e sperando che sia solamente un brutto sogno.

 

“Gli stage cominceranno domani. Dovrete presentarvi dai vostri datori di lavoro alle 8.30.”

 

Sta per cominciare la parte peggiore della mia vita?

 


 

Angolo autrice

Salve a tutti! Ecco qui il mio secondo capitolo.

La storia è originale, lo ammetto, ma ormai le storie su Pepper e Tony sono moltissime e  l'idea è creare una storia diversa dalle altre dove però i personaggi rimangono sempre gli stessi più uno. Come le gelatine di Harry Potter! Non penso che ci sia qualcosa di sbagliato in questo. 

Bene, detto questo, ringrazio tutti quelli che hanno letto il primo capitolo, ma soprattutto chi ha recensito (Cosa farei senza forgivemyfins e hopelystarlight? Nulla! Mi faccio domande e risposte da sola come una pazza.), chi ha aggiunto la storia tra le preferite e le seguite!

Spero che mi lascerete qualche recensioncina, anche breve per sapere se la storia vi piace! 

Xoxo flower_moon

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Capitolo 3
*** 3. Where are you taking me? ***


Entwined 

Entro a casa, e so già che dovrò dare a mia madre la meravigliosa notizia.

La vedo, seduta sullo sgabello della cucina, in trepidante attesa, mentre ormai nelle mani rimangono poche unghie.

 

“Allora?” urla prima che riesca a varcare la soglia della cucina.

“Stark Industries.” Mastico la parola a denti stretti e con parecchia rabbia.

 

Un urlo parte dalla sua gola.

 

Decido di scappare prima che sia troppo tardi.

 

 

La notte è stata tremendamente lunga, ma nello stesso tempo troppo breve.

Troppo breve per pensare a tutto quello che mi accadrà tra pochi minuti.

 

Sono qui, imbambolata come una cretina, davanti alla porta d’entrata della sede principale delle Stark Industries.

 

“Forza Novalee, respira profondamente, fai dei piccoli passi ed entra in quella stramaledettissima porta!”

 

Parlo con me stessa, e questo forse manda un impulso al mio cervello.

 

Si, non posso farci niente. Stare qui impalata non mi farà evitare questo stage.

 

Avanzo decisa, nessuno può fermarmi. Afferro la maniglia e la abbasso.

 

Un forte profumo di carta e detergente per pavimenti mi investe mentre cammino verso la grande reception di fronte a me.

 

“Lei chi è signorina? Dov’è il suo badge?”

“Il mio cosa?”

“Il suo badge.”                                                             

 

Un signore alto e abbastanza corpulento si è messo davanti a me, accusandomi a gran voce di non indossare qualcosa di nome badge.

 

“Sono la nuova stagista mandata dall’Istituto del centro…”

“È tutto ok Happy! Ciao, tu devi essere Novalee! Io sono Pepper, Virginia Pepper Potts.”

 

Virginia Pepper Potts sta in piedi con i suoi tacchi da dodici centimetri, mentre mi squadra da capo a piedi.

La faccia tirata in un sorriso, che per me di vero ha bene poco, indossa un tailleur firmato Prada e ha la mano tesa davanti a me.

 

“Piacere, - cerco di dire, anche se non è un piacere - Novalee Davis.”

“Sei molto fortunata cara!” Cara? Ma se ci siamo parlate per due minuti! “Oggi Tony è arrivato presto e starà in azienda per tutto il giorno. Deve sbrigare dei lavori, e tu…tu starai con lui per tutto il tempo.”


“Oh, che fortuna.” Cerco di dirlo nel modo più gentile possibile.

“Vieni, ti accompagno da lui!”

 

Pepper comincia a camminare sui tacchi, e come faccia a restare in equilibrio rimarrà sempre un mistero per me.

Insieme, arriviamo davanti ad una porta di vetro, una figura si intravede, girata di spalle, mentre parla al telefono.

 

“Vai, entra.” Dice Pepper rivolta a me.

 

Con fare titubante entro.

 

 Dio, perché a me?

 

Le converse rosse si allineano una davanti all’altra, mentre la sua voce arriva alle mie orecchie.

È possibile odiare anche la voce di una persona? A quanto pare si, perché sta accadendo a me proprio in questo momento.

 

Persino la sua voce ostenta sicurezza ed un ego ipertrofico.

 

Finalmente finisce la sua telefonata, ma la sua schiena resta comunque rivolta verso di me.

 

Cosa vuole fare? Sfidarmi al primo incontro?

 

Cos’è? Una specie di iniziazione per le nuove stagiste?

 

Aspetto, ancora, ancora e ancora, fino a quando mi stanco e sbotto:

 

“Avrebbe la decenza di guardarmi o dirmi qualcosa almeno?”

 

Le parole escono dalla mia bocca quasi senza che io me ne accorga, e capisco che la mia pazienza ha raggiunto il limite massimo.

 

Gira velocemente la sedia e si alza, camminando piano fino a posizionarsi di fronte a me.

 

I suoi occhi marroni si scontrano con i miei verdi. Ora però non voglio dire nulla, sarà lui a parlarmi per primo.

 

“Sei Novalee Davis, vero?” Queste sono le sue prime parole.

“Si, sono io.” Rispondo, mantenendomi più fredda possibile.

 

Annuisce, e mugugnando inizia a girami intorno, squadrandomi da capo a piedi, tanto che riesco a sentire il peso del suo sguardo addosso al mio corpo, come una coperta di ferro, talmente pesante, da farmi chiudere nelle spalle.

 

“Sarai la mia assistente personale, ragazzina. Visto che Pepper è stata promossa.”

“Non sono una ragazzina!”

“Hai carattere, RAGAZZINA, delle belle gambe e un fondoschiena da favola. Cosa porti di reggiseno? Una quarta?”

“Non sono qui per una sfilata di moda signor Stark, e inoltre non sono affari suoi!”

“Il carattere è da rifare, ragazzina.”

“Lei è uno stronzo signor Stark. E, per la cronaca, io non volevo nemmeno venire a fare lo stage qui, cazzo!”

“Che ti piaccia o no, ho richiesto la migliore del corso, ed eri tu.”

 

Comincia a camminare verso la porta.

“Bene, sappi che renderò questo tuo stage un inferno, bambolina.”

Al termine “bambolina” perdo definitivamente il pizzico di timore reverenziale che ancora possiedo nei confronti di quell’uomo.

 

È rivolto verso di me, mi scruta. Sul voto porta quel suo sorrisetto che lo caratterizza in ogni situazione.

Mi avvicino verso di lui. Non mi fa paura, lo sa, lo vedo dai suoi occhi, strafottenti, come tutto in lui lo è.

 

Appena sono faccia a faccia con lui, quando ormai pochi centimetri ci dividono, decido di parlare.

“Io non so chi lei pensi di essere, ma stia sicuro che non mi farò mai mettere i piedi in testa da lei, signor Stark.”

“Io sono Iron man! E adesso muovi quel culo, e seguimi!”

 

Si, che io voglia o no questo stage sarà veramente un inferno.

 

Lui ha più esperienza ed è anche molto furbo, mentre io sarò sicuramente costretta a soffrire.

Ma non avrà vita facile con me!

 

È appena cominciato tutto e sono già stanca.

 

Cammino con lui per i corridoi della sede principale delle Stark Industries, e una domanda mi sorge nella mente:

Dove mi sta portando?

Angolo Autrice

Salve a tutti, ed eccomi qui per il terzo capitolo, sono felice che alla mia storia si siano aggiunti altri lettori, ma sono soprattutto felice di avere avuto delle recensioni. Molte grazie a Lillith of Babilonia, Eruenne, forgivemyfins, Chiccardj e hopelystarlight! 
Grazie anche a tutti coloro che sono semplicemente passati a leggere e coloro che hanno aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate.
Spero che questo capitolo vi piaccia e che mi lasciate una recensione per sapere che ne pensate!

xoxo flower_moon

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Capitolo 4
*** 4. Why am I so stupid? ***


Entwined

 

 

 

Giorno di prigionia numero uno.

 

Questo corridoio è il corridoio più lungo della storia dei corridoi!

 

Tony cammina spedito davanti a me, talmente tanto veloce che fatico a mantenere il suo passo. Forse qualcosa di buono da questo stage ne verrà fuori: perderò peso!

 

“Brava ragazzina! Sai tenere il mio passo. Pepper ci ha messo settimane prima di imparare.”

 

Bene, in qualcosa non è perfetta. Che soddisfazione!

 

“Mi dice dove stiamo andando?”

 

“Da nessuna parte in particolare. Era solo la prima di una serie di prove.”

 

“Sta scherzando, vero?”

 

“Affatto, bambolina. Ma se vuoi ti porto a vedere la tana del Bianconiglio!”

 

Il suo sguardo si fa malizioso e la sua bocca sorride sorniona.

 

Ok, cosa ho da perdere? Giochiamo al suo gioco! Gli sorrido di rimando, e subito intuisco che significa una sola cosa: GUERRA!

 

“Tony, Novalee, siete qui! Vi ho cercati per tutta l’azienda!”

 

“Si, siamo qui tesoro.”

 

“Dove hai intenzione di portarla? Cosa vuoi farle fare?”

 

“Troppe domande Potts. Intanto ho intenzione di portarla a casa.”

 

“A casa?!” Esclamiamo insieme io e Pepper.

 

“Si, ho bisogno di aiuto lì e lei è la mia assistente personale, o no?”

Nessuna delle due fiata.

 

“Bene. Novalee, seguimi.”

O mio Dio, no, ancora una maratona no!

 

 

Lodo gli dei del cielo, perché siamo arrivati alla macchina, una Audi grigia. Non oso nemmeno immaginare il prezzo.

 

“Presumo che dovrei aprirti la porta. Sarebbe gentile da parte mia. Ma siccome io lo sono con le donne e non con le ragazzine puoi anche aprirtela da sola.”

 

Non rispondo, ingoio un noto di rabbia e salgo in macchina sbattendo la porta.

 

“Ti conviene mettere la cintura.” Eseguo, so a quale stratosferica velocità sfreccia davanti a casa mia, e non vorrei fare la fine del topo!

 

 

Terra! Sia ringraziato San Crispino, ma Terra!

 

Vorrei baciarla, non pensavo di arrivare viva, vista la velocità con cui sfrecciava sulla strada principale.

 

“Avanti, scendi ragazzina.”

 

La casa che mi si presenta davanti è immensa, ancora più impressionante di come la si vede da casa mia. La porta è una grande vetrata.

I vetri non hanno una macchia o un alone.

 

Qui è tutto troppo perfetto, a parte Stark, ovviamente.

 

“La prossima volta non andare in azienda, vieni direttamente qui, è a casa che lavoro. Ti toglierò il peso di vedere Pepper tutti i giorni. Riscontro dalla tua faccia un certo senso di odio nei suoi confronti, e questo mi piace, scalderà la situazione.”

 

Che moto di gentilezza, ma da dove viene?

 

E poi, cosa significa che “…scalderà la situazione?”

 

Si avvicina alla porta e, non come tutti i comuni mortali, la apre con la scansione della retina.

 

“Scansione retinica confermata. Bentornato signor Stark.”

“Vuoi startene lì impala ancora per tanto, o vuoi entrare in casa?”

 

Mi affretto ad entrare, mentre una voce metallica senza corpo dà il benvenuto a Tony.

 

“Benvenuta signorina Novalee Davis, è un piacere averla alla villa.”

“Presumo di dover dire…grazie.”

“Lui è Jarvis- riprende Tony - È il mio assistente elettronico, abituati a sentirlo molto spesso.”

 

“Signore, la Mark 42 è pronta per essere testata.”

“Bene, Jarvis, avvia la procedura. Ferrovecchio, vedi di non fare danni e pulisci quel disastro! Non servi a nulla!”

“Perché lo tratti così?” 

Il suo sguardo si posa su di me. “Lo stai difendendo?”

“Si! Guardalo…sembra così triste e solo.”

 Con un leggero rumore il robot abbassa la sua “testa” facendomi provare pena (se così si può dire per un robot).

Mi avvicino e gli faccio una piccola carezza, togliendoli lo stupido cappello a cono con scritto “asino” che ha sulla testa.

Fa un altro rumore, sembra quasi un ringraziamento e pare già più felice.

 

“Avete finito di fare smancerie? - Dice Tony in tono sprezzante - Bene, comunque sia, tu hai dei lavori da fare.- Riprende girandosi verso me. Lo guardo, e per un altro attimo i nostri occhi si incontrano, come tre giorni fa alla Expo - Devi prendere i pezzi che ti dirò e telefonare ad alcuni fornitori, controlla la quotazione delle azioni e soprattutto... - Si ferma per un po’ scrutandomi con aria grave - vai a prendermi il caffè qui girato l’angolo, come lo fanno loro non lo fa nessuno.”

 

Ok, stendiamo un piumone pietoso su questa conversazione.

 

“Solo un’altra cosa, dove diavolo è il mio caffè, ragazzina?

 

Mi precipito all’ angolo prendendo la tazza di caffè che Stark tanto desidera e con ancora più velocità, mi rituffo in quel mondo che tanto a me sconosciuto… La tecnologia. Quella più avanzata, quella tecnologia che non riuscirà a capire mai nessuno, se non un genio come lui.

 “Ecco il caffè.”

“Bene, almeno qualcosa sai fare.”

“So fare molte cose.” Rispondo e, anche se non volendolo, con un pizzico di malizia nella voce e me ne pento immediatamente.

“Ah si? E cos' è che sapresti fare?”, dice avvicinandosi ancora più a me.

 

Il suo profumo mi entra nelle narici, inebriando tutti i miei sensi e mi ci vuole qualche minuto per mettere insieme un gesto sensato come quello di camminare all’ indietro per allontanarmi da lui.

Tony fa la stessa cosa.

 

“Presumo che avremo molto lavoro da fare. Stanotte starai qui. Chissà, forse scopriremo in cosa sei brava…”

 

Un sorriso gli increspa le labbra.

 

Perché sono così stupida?

 

 

Angolo Autrice

Salve, allora, cominciamo con le scuse per il tempo che è passato, purtroppo sono stata impegnata per vari motivi. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno aggiunto la storia nelle seguite/preferite/ricordate e soprattutto chi ha recensito! Grazie tanto!!

xoxo f_m 

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Capitolo 5
*** 5.What the hell am I doing? ***


Entwined 

 

 

 


 

Dopo una serie di infinite commissioni, mi ritrovo ancora a casa Stark e so già che, quando entrerò, avrà mille cose da puntualizzarmi e decine di cose da criticare. Ma è Stark, cosa posso aspettarmi se non questo?

 

“Avanti Ferrovecchio! Sei stato cattivo, dovresti stare nell’angolo. Su pulisci quello schifo!”

“La vuoi smettere di trattarlo così? Sgobba tutto il giorno e poi deve anche sopportare le tue angherie. Mi ci sento affine!”

“Ma…da quando noi due siamo passati ufficialmente al tu?”

“Da adesso, sono stufa di chiamarti Signor Stark, per un rispetto che non meriti.”

“Sei troppo sfrontata ragazzina. Mi piaci sempre di più.”
“E tu sempre meno!”

 

Poggio l’insieme di cianfrusaglie che ho in mano sul tavolo da lavoro. Sarei un’ipocrita se non dicessi che queste armature mi attraggono molto. Deve essere bello farci un giro ogni tanto.

Mi ritrovo a fissare un'armatura dal vetro che la protegge e a trovarci qualcosa di tremendamente attraente.

“Ti piace?”

“Molto. Non chiedermi il perché…”

“Uhm… - Riprende a fissarmi. Odio quando lo fa, odio essere osservata - Non ti piace essere guardata vero?”

Ma come diavolo fa a sapere quello che penso “Cosa sei? Anche telepatico? Comunque no. Io non mi piaccio, perché dovrei piacere agli altri? Quindi se qualcuno mi osserva è perché sono brutta.”
“Ma ti sei vista veramente? - mi volto verso di lui - Va bene. Sei una adolescente e come tutte le ragazzine ti vedi brutta, grassa e strana. Beh strana lo sei veramente.” 

Scuoto la testa, non cambierà mai!

 

“Avvicinati", dice. Eseguo l’ordine.

 

È chino su una armatura, intento a sistemarla. Sembra perfetto, i capelli corti incorniciano gli occhi, di un colore indefinito, non si capisce se marroni o verdi.

 

Novalee, ma a che cazzo pensi? Dio, avrete quasi venticinque anni di differenza, ho sempre detto che l’età non conta ma... È Tony Stark e l’hai sempre odiato!

 

“Appoggia la mano qui. - Lo guardo – Prometto che non ti tocco il culo!” Le solite precisazioni da maniaco.

Eseguo, mentre lui armeggia sul ferro.

Giro il viso, i nostri occhi si incontrano ancora, come alla Stark Expo, un attimo che dura una vita. Semplicemente troppo e non mi piace quello che comincio a sentire dentro me.

“Bene, puoi pure toglierla e andare a casa", dice.

Si, è meglio andare a casa.

Prendo la borsa ed esco velocemente dal laboratorio. Imbocco le scale e arrivo al primo piano della casa.

“Hei, come è andato il primo giorno?” Una sorridente Pepper, ancora su quei maledetti tacchi, si presenta davanti a me.

“Bene, grazie.”

“Nessuna battutina?”

“È Tony Stark, deve fare battutine, non sarebbe lui se no”, dico semplicemente.

Lei annuisce e mi augura buona notte.

 

                                                                                                                             ***

“Com’è andata? Com’è andata?” Mia madre mi salta letteralmente addosso appena entro in casa.

“È andata mamma…” e lasciandola in cucina mi dirigo in camera mia.

 

Ho troppo a cui pensare, troppo da rivalutare.

Nulla può distogliermi dal pensiero fisso di Tony. Ma come è potuto succedere Novalee? Ma cosa ti passa per la testa? Lo hai sempre odiato, fino all’osso, mentre ora, per un semplice sguardo, mandi anni di convinzioni a fanculo?

A quanto pare sì.

Mi distendo sul letto, la stanza è immersa nel buio, ci sono solo le luci della città. Volto la testa, vedo la villa di Stark. La luce del laboratorio è ancora accesa, segno che sta ancora lavorando.

Cullata dalla convinzione che domani sarà un giorno terribile, cado tra le braccia di Morfeo.

 

 

“Ciao Novalee.” La perfetta Pepper Potts ha già occupato la cucina sui suoi tacchi e sorseggia caffè.

“Ciao, Pepper. Tony?”

“È nel laboratorio. Ha delle commissioni da farti sbrigare.”

Ovviamente.

 

Scendo le scale, immetto la password mostrando il mio badge all’occhio elettronico di Jarvis.

Esordisco con un semplice “Buongiorno”. Niente di più. Niente di meno.

 

Mi dà la schiena ed è seduto a fissare le sue armature ed esordisce

 

“Che fine avevi fatto?”

“Sono in perfetto orario. Non cominciare.”

“Comincio quando voglio, in tutto quello che voglio…ragazzina.”

“E… sei sicuro che io ti lascerò iniziare?”

“Tutte mi fanno iniziare. Con te sono solo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia.”

“Lo resterai per sempre.”

“Non scommetterci.” Dice in tono troppo sensuale per i miei gusti, ma il mio corpo quasi non riesce a muoversi, impietrito. Il cervello esclama di allontanarsi da lui e di cercare qualche fottuta risposta, mentre il cuore dice qualcos’altro che non posso e non voglio decifrare.

 

Questa è una parte che odio di me. Odio quando resto impietrita, senza essere capace di rispondere a qualcuno che mi mette in difficoltà.

Ma lui… Con lui è tutto diverso. Lui è diverso, mai nessuno c’era riuscito prima e, anche se me l’aspettavo, non pensavo di provare queste emozioni.

Lui è come me, ma è anche diverso, così particolare da lasciarmi senza alcun giudizio. Ovviamente, sono ancora convinta che sia uno stronzo egocentrico, eppure devo ammettere che è davvero un genio, e i suoi occhi… Ne ho mai visti di così?

Cosa sto combinando? 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ebbene si rieccomi finalmente qui. Scusate moltissimo il ritardo, ma prima lo stage e poi una mancanza di ispirazione mi hanno portata a pubblicare tardi. 

Spero che il capitolo vi piaccia. La storia comincia a fare un po' più intima tra i duei! Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate! 

 

Grazie mille ancora

 

Xoxo flower_moon

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Capitolo 6
*** 6. Am I gelous? ***


Entwined
Entro a casa Stark, ed esordisco con un “Buongiorno!”

Come ogni mattina Tony si trova al laboratorio, intento a smontare e rimontare qualcuno dei suoi aggeggi metallici.
E, come al solito, la risposta al mio saluto è data dal cozzare del metallo tra le mani di Stark.

“Alla buon’ora, sei in ritardo!”

“Non è vero, sono puntualissima. Allora, cosa succede? C’è una strana energia nell’aria, come tensione.”

“Pepper ha deciso di dare una festicciola.” Mi chiedo che cosa intenda con il termine festicciola, ma poi mi delucida lui “Ci saranno circa 300 persone, e tu parteciperai.”

“Alla faccia della festicciola. Comunque sia, io non sono portata per le feste e non ho nemmeno un vestito adatto.”

“Sarà una festa in cui ci saranno tutti i maggiori azionisti e voglio ci sia anche tu.”

“No, mi sentirei fuori luogo.”

“Io sono il tuo datore di lavoro e quindi verrai senza se e senza ma. Non voglio sentire storie, ho già provveduto al vestito.”

Si alza dallo sgabello e prende una scatola bianca con scritto “Valentino” al di sopra.

“Forza, aprila!”

“Tu sei completamente pazzo!” Dico sorridendo.

Apro la scatola. Dentro c’è un bellissimo abito rosso. Il taglio è a sirena stretto fino alle cosce per poi aprirsi in un’ala di tulle, è lungo fino ai piedi e senza spalline.

“Ti piace?”

“E’ bellissimo. Non so cosa dire.”

“Non devi dire nulla. Devi sono indossarlo e venire questa sera. Ah, quasi dimenticavo, una ragazza non è perfetta se non ha, uhm, gioielli di Tiffany.”

“Ma ti sei fatto di qualcosa?”

“Mhhhh… No, direi che oggi no, anche se ho bevuto il sciroppo per la tosse, non penso…”

“Ok. Verro a questa stramaledettissima festa!”

“Bene, adesso lavoriamo un po’ scansa fatiche. Voglio un caffè per prima cosa.”

“Si, vado.”

“Ah, dimenticavo Novalee… - Mi giro verso di lui - …il tuo culetto con quel vestito sarà spettacolare!”

Prendo la prima cosa che mi capita tra le mani e gliela lancio addosso. Che razza di impertinente.

Chiudo la porta con violenza senza guardare indietro e solo quando arrivo di sopra mi chiedo.

“Non l’avrò ammazzato vero?”

Il mio cellulare suona.

Il nome Stark appare sullo schermo.

“Sbrigati a tornare, ho bisogno di caffeina e di un consiglio di moda.”

Ma come cazzo ha fatto ad avere il mio numero di cellulare privato? E, soprattutto, a registrarci il suo dentro. Le risorse di quell’uomo sono infinite.

Faccio tutto alla velocità della luce per essere a casa in meno di dieci minuti. Sono già stanca e sono solo le dieci del mattino.

“Per fortuna sei arrivata. Allora,- comincia togliendosi la maglietta nera - devi aiutarmi a scegliere. Camicia bianca o nera?”

Non riesco a parlare, sto solo fissando lui. Non mi importa nulla di moda in questo momento.

“Ehy, Nov?”

“Scusa, stavo pensando ad un’altra cosa. - Finge di bere la mia scusa, e con un sorriso malizioso abbassa la testa - Comunque…quella nera.”

Andiamo avanti per un po’ a parlare della sua giacca e dei suoi pantaloni, che grazie a Dio non si toglie, perché se altrimenti non avrei più parlato.

Che cazzo mi succede?

Sono passata da quella che odiava Stark, a quella che non riesce più a proferire parola per un petto nudo? Anche se è quello di Tony Strak…

“Adesso torna a casa.- Mi ordina - Preparati perfettamente per stasera.”

Mi giro e senza dire una parola esco.

 

La sera arriva. Ho indossato il vestito, le scarpe con il tacco, i gioielli di Tiffany e ho osato anche truccarmi.

Scendo le scale, portandomi fino alla cucina della mia casa.

Mia madre è in trepidante attesa, mentre io non so cosa aspettarmi. Non cosa dovrò fare ad una festa del genere.

“Sei bellissima!” esclama mia madre.

“Grazie mamma. Ma non mi sento bellissima e non mi sento a mio agio.”

Con quelle poche parole chiudo la porta di casa e mi infilo dentro il taxi mandato da Tony.

In pochissimo tempo siamo a casa Stark. È completamente illuminata, non sembra nemmeno la stessa.

Noto che il taxi è già pagato, mentre osservo gli ospiti che arrivano a frotte.

Davanti all’ingresso una sorridente Pepper in vestito bianco sorride e invita tutti ad entrare. Tra poco sarà il mio turno, che il cielo mi aiuti.

“O mio Dio Novalee! Sei stupenda!” gracchia.

“Grazie mille Pepper. Sono molto felice di essere qui.” Mento.

“Prego entra.”

La ringrazio ed entro nella casa che ormai conosco bene. Tony è al centro della stanza. Quasi tutti indossano vestiti, bianchi, neri o comunque di colore neutro. L’unica con un vestito rosso sono io, che spicco in mezzo a tutte le altre persone.

Perfetto.

“Wow - Tony mi ha raggiunto, guardandomi con malizia- So di avere buon gusto, ma tu interpreti al meglio le mie idee.”

“Spiritoso.”

“Vieni.” Prende la mia mano in maniera decisa, stringendola e mi porta verso il centro della stanza, dove tutti stanno ballando.

“Avanti sciogliti un po’”

“Non mi piace molto ballare.”

Il suo braccio passa dietro alla mia vita, stringendola leggermente. La sua faccia è indecifrabile, sembra diverso dal solito, molto più… Vero. I suoi occhi sorridono e mi sento bene anche io.

“Sei bellissima.” Il modo in cui lo dice mi manda in paradiso.

Nessun uomo mi aveva mai detto che ero bella. Nessuno.

Tranne Anthony Edward Stark.

Ecco, questo è il problema.

“Qualcosa non va?”

“No, va tutto benissimo.”

Si, questa sera sarò stupida, per me. Questa sera sarò incosciente.

Appoggio la testa sulla sua spalla e tutto il mondo sembra sparire. Rimaniamo solo noi due in quella stanza, con quella musica e con quell’atmosfera.

La musica termina e con essa anche il nostro momento, poiché Pepper comincia a parlare.

Mi stacco da Tony.

“Devo raggiungere Pepper.”

“Ok.”

Pepper ringrazia tutti, parlando di azioni, prestiti obbligazionari e di utili divisi, rinnovando la fiducia verso di loro.

Poi prende per mano Tony e ballano insieme.

Ma cosa diavolo è questa sensazione che mi sento dentro?

Non sarò gelosa?

 

ANGOLO AUTRICE

Salvee! Potrete mai perdonare la mia mancanza di ispirazione? Ho riscritto questo capitolo 3 volte. Spero che vi piaccia.

Voglio ringraziare tutte le recensioni precedenti e spero che me ne lascerete ancora.

Xoxo flower_moon

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Capitolo 7
*** 7. Why you play with me? ***


Entwined

 

Mi dirigo fuori dal salotto, trasformato per l’occasione in sala da ballo. Devo schiarirmi le idee e stare un po’ tranquilla per conto mio.

Il vento dell’oceano mi fa muovere leggermente i capelli corti e il profumo dell’acqua mi invade le narici e i polmoni. La veduta dal “balcone” enorme di casa Stark è bellissima e mi fa calmare ogni volta che finisco per arrabbiarmi dentro queste mura, cioè tutti i santi giorni.

Sono passati pochi minuti, e dietro di me sento dei passi.

“Che cosa ci fai qui sola soletta?” Mi chiede Tony.

“Tu eri impegnato con la tua bellissima e perfettissima Pepper.”

“Si, mi ha incastrato.”

Il silenzio si impadronisce di noi per alcuni secondi che sembrano interminabili, in cui penso a tutto quello che mi ha fatto passare e, al pensarci, mi scappa un sorriso.

“Che c’è da ridere?”

“Pensavo a quanto sono stupida.” Mi giro e mi incammino verso l’interno, ma mi trattiene per un braccio.

“Dove vai?”

“A casa, sono stanca, tu devi stare vicino a Pepper, ed è in ogni caso meglio così.”

“Non voglio che tu vada.”

“Avanti, non fare il cretino Tony…”

Non ho nemmeno il tempo per realizzare e per capire, perché le sue labbra si posano sulle mie.

Resto lì, ferma, a sentirne il sapore e la morbidezza quando mi rendo conto che sto facendo una cazzata enorme.

Subito mi stacco da lui dandogli un ceffone.

Gira la testa dalla parte opposta alla mia, sorride, per poi tornare a guardarmi negli occhi. Lo odio quel sorriso sornione che gli si stampa sul viso tutte le volte che si compiace di qualcosa.

“Sei contento?”

“Moltissimo, ragazzina.”

Esco dal terrazzo rientrando nella sala da ballo per prendere la mia borsa lasciata al guardaroba, mentre Pepper a grandi passi si avvicina a me. Cerco di sbrigarmi il più possibile, ma la sua voce arriva alle mie orecchie e mi costringe a girarmi e a considerarla.

“Novalee! Stai già andando?”

“Si, ormai è tardi è mia madre vuole che sia a casa. Mi spiace molto, la festa è bellissima.”

Intanto l’uomo più odioso della storia del mondo, Anthony Stark, si avvicina a Pepper.

“Avanti, resta ancora un po’.” Insiste Pepper

“Si, resta ancora! - si intromette Tony - Ci siamo divertiti fino ad ora e se resti prometto che ci divertiremo ancora di più…" Pronuncia la frase ancora con quel sorriso incollato alla bocca, quella stessa bocca che prima ha toccato la mia.

“Non ne dubito, ma devo proprio declinare l’invito. Ci vediamo domani.”

Do la buonanotte nel modo più veloce possibile e mi dirigo verso casa.

Tolgo le scarpe lungo la strada e l’asfalto nero scala i miei piedi mentre le macchine mi sfrecciano accanto.

Io non le sto guardando perché il mio sguardo è altrove, perso nel ricordo delle labbra di Tony sulle mie.

La mia mente si sforza di definire quel momento ma l'unica parola che mi lampeggia in testa è "bellissimo". Forse non voglio ammettere che ormai sono più gelosa di Pepper di quanto non voglia.

Giorno di prigionia numero quindici.

Non so che giornata sarà oggi, ma Tony la renderà sicuramente più odiosa del solito.

Pepper è già uscita, poiché la sua macchina non è nel garage, mentre la porta di casa è aperta come al solito, per permettermi di entrare.

Passo la soglia e subito vedo Tony al grande tavolo della cucina.

“Buongiorno splendore.” Mi saluta

“Buongiorno Signor Stark.”

Mi si avvicina, sorridendo come sempre.

“Mi pare che dopo ieri sera, non sia il caso di tornare al “Lei”.”

“Sai una cosa? Dimentichiamo quello che è successo, ok?”

“Io non voglio dimenticarlo.”

“E io non voglio essere l’amante del miliardario, o la seconda scelta!” Glielo urlo quasi in faccia, senza capire perché mi stia sfogando con lui “Lo sono stata per diciotto anni ormai, mia madre mi ha sempre considerato come una fallita. Nessun gusto in comune, nessuna voglia di fare feste come lei.”

Senza rendermene conto comincio a piangere e lo capisco dalle lacrime che mi scorrono sulle guance.

“Io non voglio esserlo per sempre, voglio essere la persona più importante per qualcuno, la persona senza la quale non si può vivere.” Continuo a blaterare, fino a quando le sue forti braccia mi attirano verso il suo petto, stringendomi, come nemmeno mio padre ha mai fatto.

Appoggio la guancia sul suo torace sentendomi spaventosamente al sicuro, niente può toccarmi in questo momento, tranne lui, con il suo braccio intorno alle mie spalle e la mano sopra la mia nuca.

“Non piangere. Non sei una seconda scelta…per me.” Il suo profumo entra nelle mie narici, e mi fa calmare. Mi posa un bacio sulla testa, chiudo gli occhi sentendomi amata per la prima volta in molti anni.

Mi stacco da lui.

“Avanti, andiamo a combinare qualcosa…”

“Si. Ti serve qualcosa?”

“No, voglio solamente che tu stia giù con me oggi.” Si gira, intraprendendo la strada del laboratorio.

“Comunque, non potrebbe mai funzionare…ci sono troppe differenze tra me e te, prima di tutto l’età e poi…”

“Ti ho chiesto solo di seguirmi giù, niente altro.”

Zitta, lo seguo.

Appena arrivati al laboratorio, il mio cellulare squilla.

“Scusa è il mio ragazzo.”

“Oh, davvero? Hai un ragazzo? E’ uno dei nostri ostacoli? Facciamo in modo che tu non lo abbia più.” Mi strappa il cellulare dalle mani e comincia a parlare.

“Ciao - si stacca un secondo, leggendo il nome sul cellulare - Josh, - lo dice in modo dispregiativo - Sono Tony Stark. Sai ieri sera io e la tua ragazza abbiamo passato una bella serata. L’ho anche baciata.”

“Smettila, ridammi il telefono. Basta.” Ma quando riesco a riprendermelo ormai è troppo tardi.

“Josh, ascolta, ne parliamo quando torno.”

Josh mi liquida con un semplice “Ok”.

“Piaciuto?”

“Ma a che cazzo di gioco stai giocando? Prima mi fai sentire come la persona più amata al mondo, e poi ti prendono questi attacchi di possessione, ma che cosa vuoi da me?”

“Lo sai quello che voglio. Ho cercato di fartelo capire in tutti questi giorni. Ho ancora una settimana e poi sarai mia.”

Mi avvicino a lui e gli mollo un sonoro ceffone. Lui ride ancora.

Bastardo.

 

Angolo autrice.

Ecco il nuovo capitolo, grazie a tutti per avere letto/recensito i precedenti. Fatemi sapere che pe pensate! 

xoxo f_m

 

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