Bianco sporco

di TeddySoyaMonkey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Albori di una rovina cremisi ***
Capitolo 2: *** Un grigiore condiviso ***



Capitolo 1
*** Albori di una rovina cremisi ***



I
Albori di una rovina cremisi


Se una cosa era certa era che ormai tutti i fratelli Pevensie erano cresciuti. Se Peter aveva il suo studio a cui pensare e Susan addirittura l’America anche i due più piccoli avevano collezionato un buon repertorio di esperienze: Edmund aveva l’esercito o, meglio, una svariata gamma di piani talvolta comici per arruolarsi in esso. Il ragazzo aveva ormai raggiunto per la seconda volta sedici anni, di battaglie ne aveva guidate e quello che ora voleva era dimostrare il suo valore anche in questo mondo.
Era di questo che si stava lamentando con la sorella Lucy, mentre l’aiutava a portare la spesa, dopo che l’ennesimo tentativo di arruolarsi era mancato. Ad essere sinceri la colpa di quell’ennesimo fallimento era dovuta proprio alla piccola Pevensie, che non capendo l’espediente di Edmund l’aveva tradito. Anche volendo, tuttavia, il ragazzo non riusciva ad incolpare la sorella, come tutti del resto. Lucy era così dolce, delicata e piena di buone intenzioni che anche solo pensare di prendersela con lei come aveva fatto tempo fa, quando erano bambini, gli pareva a dir poco crudele.
In ogni caso Edmund si stava di nuovo lamentando con Lucy di tutto quello che abbiamo già spiegato, ed era palese che l’attenzione della ragazzina si stava ormai facendo altalenante.
Trasportava le buste con quell’aria un po’ sognante che aveva assunto negli ultimi tempi, si guardava intorno, ribattendo di tanto in tanto, battendo le ciglia più del necessario o sistemandosi in modo vagamente ossessivo l’orlo del cappotto, come se farlo potesse conferirgli una forma migliore.
Edmund, sebbene intuisse dei gesti della sorella, non si accorgeva mai quando Lucy smetteva di ascoltarlo davvero per entrare nel suo mondo privato che no, in quei casi non era Narnia.
Solo quando Lucy spostò lo sguardo oltre il viso del fratello, sbatté le ciglia e con un sorrisetto che qualsiasi adolescente avrebbe saputo riconoscere si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio proprio davanti ad Edmund quello la guardò vagamente basito:- Che stai facendo?-
Lucy uscì in fretta dalle sue fantasticherie per arrossire leggermente e replicare un:- Niente!- A cui, nel notare che Edmund non aveva cambiato espressione, aggiunse:- Andiamo, dai!-
Il ragazzo si guardò intorno confuso, come a cercare la fonte dei gesti di Lucy, e quando il suo sguardo incrociò un giovane soldato tutto preso da una bella ragazza bionda decise che probabilmente sarebbe stato meglio lasciar perdere.
Perché ormai anche lui aveva capito su cosa le esperienze di Lucy stessero vertendo o, meglio, su cora volessero vertere. Da tempo ormai guardava in modo sognante i rari gesti che i coniugi Scrubb, si scambiavano e assorbiva quella lievissima tenerezza dello sfiorarsi che li contraddistingueva come coppia. In alternativa passava molto tempo davanti al minuscolo specchio della sua stanza a spazzolarsi i capelli o, visto che di trucchi non ne possedeva, ad immaginarsi con le labbra rosse e le palpebre colorate.
Edmund, si era accorto del cambiamento della sorella, che sempre più spesso gli chiedeva pareri su come le stesse questa piuttosto che quella camicetta o gonna. Dal canto suo il ragazzo aveva capito che avrebbe fatto meglio a posizionare la sorella nella categoria delle ragazze: quegli esseri oscuri e inquietanti, ma allontanare Lucy come ogni fratello sedicenne avrebbe fatto con una sorellina tutta presa dalla sua femminilità non gli era concepibile.
Era da quando erano bambini, dai tempi della loro prima avventura a Narnia, che Edmund attribuiva al suo rapporto con Lucy tutto quello che di giusto e buono la vita gli aveva portato. Ed era anche vero considerando come stare dalla parte di lei era sempre garanzia di qualcosa di buono, garanzia alla quale proprio non poteva e voleva rinunciare. Senza contare che, con tutto quello che avevano passato, era ovvio che Lucy ed Edmund fossero straordinariamente legati.




Angolo di Ted: Non sono sicura che questa cosa qui sopra che avete appena letto sia un primo capitolo o un prologo, diciamo che “getta le basi” della storia e siamo tutti felici.
Mi sembra superfluo dire che il tutto è completamente, unicamente e assolutamente basato sui film (il terzo in particolare) e non sull’opera di Lewis. Poi, la lunghezza dei capitoli varierà parecchio. Potrebbero essere molto corti (tre pagine, come questo) o discretamente lunghi (dodici pagine). Volevo avvisarvi per farvi capire che la cosa sarà abbastanza altalenante.
Grazie di aver letto, spero vi sia piaciuto,
Teddy
Ps. Grazie a Ribes per il meraviglioso banner e il supporto tecnico.

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Capitolo 2
*** Un grigiore condiviso ***


II
Un grigiore condiviso
 
Lucy alzò lo sguardo dalla lettera, rivolgendolo al fratello, che si era voltato di scatto verso di lei completamente basito, con aria lamentosa:- Qualche altro mese?- Piagnucolò la ragazza. –Come faremo a sopravvivere?-
Il tono della sorellina fece dimenticare ad Edmund lo sconcerto iniziale, così le si sedette accanto, prese la lettera e con aria che era al contempo pratica e consolante le disse:- Tu sei fortunata, hai la tua camera. A me tocca stare con quel pesce lesso.-
-Susan e Peter sono fortunati.- Ribatté Lucy, alzandosi dal letto. –Loro ce l’hanno l’avventura.-
Come la ragazza si alzò Edmund si sdraiò sul letto, con la lettera davanti agli occhi, pensando distrattamente a quanto fosse ingiusto che non potesse condividere la stanza con Lucy. –Certamente. Loro sono i più grandi e noi siamo i più piccoli. Noi contiamo meno di loro.-
Disse, con quel tono che era insieme amareggiato e consolante e che riusciva sempre a mettere se stesso e la sorella sulla stessa barca, a condividere la stessa ingiustizia, facendosi forza l’un l’altra.
Solitamente parole simili erano abbastanza per scambiarsi uno sguardo d’intesa piuttosto triste che, quando Eustachio faceva particolarmente l’antipatico e zio Harold li ignorava più del solito, riusciva anche a sfociare in un abbraccio.
Quella volta però, vuoi per la distanza che li separava, vuoi perché Lucy era ancora una volta impegnata a rimirarsi allo specchio, non successe.
Anzi, la piccola Pevensie, ancora memore del mittente della lettera sorrise alla sua immagine riflessa e si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, come aveva visto fare alla biondina poco prima.
-Secondo te io ricordo Susan?- Chiese candidamente, cambiando discorso.
Edmund finse di non averla sentita. Non poteva fare nulla per impedire a sua sorella di essere… be’, una ragazza, ma chiedergli di guardarla dall’alto in basso, di osservare tutte le forme di quel corpo ancora un po’ acerbo e di paragonarle a quelle floride di Susan era troppo. Certo, dire che non si soffermasse a guardare la sorella era falso. Lucy era pur sempre una giovane donna, l’unica con cui stesse a contatto tanto spesso, ed era impossibile per lui non osservarla crescere, apprezzare la curva leggera del seno e le gambe snelle, ma ammetterlo era tutto un altro paio di maniche.
Così sbuffò, lasciò cadere la lettera di Susan sul letto e si alzò, optando per cambiare discorso e puntando lo sguardo sul quadro che sempre catalizzava la sua attenzione quando entrava nella stanza della sorella.
-Lucy, hai mai visto questo veliero?- Chiese.
Come sempre la ragazzina si dimenticò di quel tremendo miracolo che era l’adolescenza, per rifugiarsi ancora una volta tra le calde braccia del ricordo della terra magica di cui era regina.
-Sì, sembra un veliero di Narnia, non è vero?.- Disse, voltandosi per guardare il fratello con un sorriso luminoso sul volto.
-Sì.- Sospirò Edmund con amarezza, alzandosi per avvicinarsi al quadro. –Proprio per ricordarci che siamo qui e non lì.-
Lucy spostò lo sguardo sul fratello, cercando le parole per consolarlo, ma prima che potesse provarci Eustachio entrò senza bussare, quasi di soprassalto, e l’equilibrio di quei momenti magici e privati che condivideva con Edmund, parlando di Narnia ma anche di tutti i dubbi che le attanagliavano lo stomaco, si ruppe, si disgregò e volò  fuori dalla porta che il cugino aveva prepotentemente aperto.
 
Angolo di Ted: Provo sentimenti conflittuali per la cosa qui sopra. Da una parte ci sono elementi che trovo carini, dall’altra cose che mi fanno ribrezzo ma che non riesco a sostituire.
Tra l’altro questo capitolo l’ho scritto per fare da collegamento tra il primo\prologo e il terzo. Mi spiace non avervi ancora dato qualcosa di “buono” da leggere, ma vi garantisco che non vi pentirete del prossimo.
Che altro dire? Spero vi sia piaciuto.
Teddy

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