Incontrando l'angelo.

di elettra_catania
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***



Capitolo 1
*** I ***


"E' la prima stroia che pubblico...per favore ... siate gentili!! il primo capitolo sono solo due righe.. scusatemi."


Appena arrivata e già in mezzo ai casini..si era da me… Ero appena arrivata in un college a Berlino e già mi mettevo a litigare. Che mi passava dalla testa?L’aria era gelata. Certo cazzo che volevo era gennaio. La neve cadeva copiosa ed io vagavo pure senza una meta! Dove stavo andando? Iniziai a tremare ma non sapevo se era per freddo o per paura o per febbre. Eppure ero più che convinta che quella strada portava sotto la porta di Brandeburgo. L’avevo percorsa con la macchina quando i miei mi avevano portato qui. Eppure Berlino era sempre stata il mio sogno e ora desideravo scappare! Mi stringevo di più nella felpa. Mi coprì il naso con la kefiah. Si stavo male, la febbre mi stava salendo veramente alta ma io non avevo proprio intenzione di ritornare al college …  Arrivai sotto la porta e mi sentì felice, poi crollai su una panca la vicino. Avevo brividi, mi era salita la febbre altissima e vedevo tutto sfocato. Era stata una stupida e ora ne pagavo le conseguenze. La gente passava di lì ma indifferente. Bene allora il dado era tratto! Potevo morire lì sopra a quella maledettissima panca … Persi i sensi. Nessuno si sarebbe commosso. Nessuno mi avrebbe cercato. Nessuno mi avrebbe trovato. Nessuno mi avrebbe pianto. Amen.
 

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Capitolo 2
*** II ***


Sentì una sensazione di caldo sulla mia pelle. Aprì gli occhi. Non mi trovavo più al centro di Berlino, ma ero distesa sotto una coperta calda a casa di qualche sconosciuto. Altri guai stavano per arrivare a questo punto! Poteva anche essere un malo intenzionato. Mi alzai … qualche capogiro mi colpì. Ma trovai la forza per andare in cucina, lui, colui che mi aveva salvato era li, lo spiai di nascosto, poi lui si girò e si accorse che io mi ero alzata. -Ciao! -Chi sei? Perché mi hai portato a casa tua? - Tutto queste domande in una botta mi faranno impazzire – disse ridendo - Rispondimi!! O chiamo la polizia! - Questo è pure il ringraziamento per non averti lasciato al gelo a morire!- Un altro capogiro mi presa e mi accascia allo stipite della porta … Lo sconosciuto mi prese al volo e mi abbracciò. - A letto subito! Tu stai male e ti metti a girovagare per casa... Mi spieghi da quale manicomio sei scappata?? -Non sono scappata da nessun manicomio! Sono scappata da un college! - Scommetto che sei scappata dal Notturnes College …! Lo guardai, alquanto stupita. Come faceva a sapere che io ero li? Proprio in quel college? Mi sorrise, forse perché lesse la perplessità che c’era sul mio volto. Non sembrava un sorriso cattivo il suo. Sembrava un sorriso puro, innocente. Aveva una schiera di denti bianchissimi ,come neve, e due canini molto affilati. Questo era tutto ciò che si riusciva a vedere da sotto il cappuccio della felpa. -Allora?? Ho indovinato? - C-come hai fatto?? Dissi balbettando dallo sconcerto - Facile. Ci sono scappato anche io anni fa. Distenditi dai! -Ma è tardi io devo tornare! -Hai un’ora ancora per parlarmi di te. Solitamente in quel college i genitori portano i loro figli per fargli correggere un comportamento che loro giudicano sbagliato. Tu perché sei stata portata nelle fredda Berlino? Quel college è tutto italiano ma non riesco a capirne il senso! Una specie di manicomio a mo di college non l’avrebbero potuto fare in Italia? - Evidentemente visto ke il 99% della gente italiana è li, no! E poi comunque non è un manicomio! -Si invece! Io sono entrato sano li e me ne sono scappato per pazzo! E ora desidererei sapere perché sei internata li e perché te ne sei scappata manco il tempo! - ..se magari riuscirei a vederti in faccia o riuscirei a vederti gli occhi … - Ancora è presto per ciò. - Perché?- chiesi con aria di sconcerto. -Perché si!Allora perché sei scappata? -Perché quello non è il mio posto, non me lo merito! Proprio no! Non ho fatto niente di male per stare in mezzo a quegli squinternati! -Sicura??- Dalla camicetta stranamente sbottonata per i primi due bottoni, sul mio seno prosperoso alloggiava un po’ beffardo il pentacolo con la punta in su. Un pentacolo non malefico. Il pentacolo Wicca. Imbarazzata e rossissima lo ricacciai dentro maledicendolo. Lo guardai,cercai di scorgere anche se poco i suoi occhi. -Allora? - I miei hanno scoperto che credo in questa religione pagana, non l’hanno accettata e mi hanno mandato qui, prima che la loro furia distruttiva avrebbe smantellato ogni mio amuleto ogni mia pietra ogni mio singolo oggetto piu disparato ho messo tutto dentro a un bagaglio a mano e lo spedito qui alla scuola. Loro non ha sospettato niente la scuola invece pensava che loro lo sapevano e non gli hanno detto niente, ed eccomi qui con tutti i miei cari oggetti Wicca al salvo. Continuo a praticare quello in cui credo senza che nessuno mi disturbi, o sospetti qualcosa. Ho già avvistato 2 anime. Diciamo che per ora ho solo sentito solo il loro vento gelido nella mia camera. -E allora mi spieghi per quale arcano motivo sei scappata oggi?? -Perché sono tutti dei figli di papà di merda la dentro e attaccano briga per qualsiasi cosa! Lo vedi come sono vestita? Ho detto tutto! -Io credo anche perché qualcuno sa cosa sei.. -Solo una persona in realtà …

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Capitolo 3
*** III ***


"scusate se l'latro l'ho fatto finire così , qui c'è il continuo" copriti..ti riporto a scuola! Non sapevo che aveva in mente,presi il giubbotto e lo seguì. Davanti al portone di casa c’era parcheggiata una moto nera grossa e potente. Mi allungo un casco integrale mi sorrise e mi disse di montare su. Lo guardai e gli sorrisi. Io? Su quella belva? Bene da male in peggio! -Allora?Andiamo? -Ho paura! -Ma di che! È solo una semplicissima moto!! -Questa è una belva- dissi montandoci su con gran fatica,essendo che era alquanto alta. Diede gas e sgommando inizio a sfrecciare per l’autostrada silenziosa Berlinese.. Mi accuccia a lui,involontariamente. Credo che la colpa era dell’elevata velocità. Sospirò e scosse la testa,volevo chiedergli che c’era ma tanto ero più che certa che non mi avrebbe sentito. Le luci dei lampioni assomigliavamo a mille luci quelle li calde e giocose che puoi vedere nelle notti di carnevale. Dopo un viaggio,che durò più delle mie aspettative, Elia fermo la moto davanti al cancello della scuola. -Fermo li giovanotto!- Elia scese dalla belva nera si tolse il casco integrale e da sotto il cappuccio guardò il guardiano. - Elia.. sei tornato!- come diamine lo aveva riconosciuto? Era tecnicamente impossibile riconoscerlo visto che aveva il 95% del viso era coperto dal’ampio cappuccio della felpa. - Di certo non sono tornato per me, Sergej. -Conosci la signorina? Per me è come una principessa,è l’unica che merita davvero di non stare in questo manicomio,dunque trattale bene non come le altre.- Nel fra tempo mi tolsi il casco e gli sorrisi,poi prese Elia e se lo portò in disparte. - Elia.. - Dimmi,Sergej. - Stai attento. - Ho paura a rivelarmi a lei,a mostrare le mie ferite di guerra. Potrebbe scappare e io è 16 anni che la inseguo, Agata non ricorda era troppo bambina. Ora che per sbaglio l’ho trovata, ora che l’ho salvata, non voglio che vola di nuovo via. È stata dura dimenticarsi di lei. Mi ricordo quando c’erano le feste del paese e lei correva incontro a me “Lia Lia” con quella sua voce da bambina innocente. Poi il tempo e la mia maturità ci ha portato a separarci. -Elia, la so tutta la storia. Sono felice per te, ma attento. Attento davvero! Ha 16 anni tu 28. Ha già grandi problemi in famiglia, una famiglia che la prende per pazza. Non vorrai mettergli anche questo? - Sergej, io la amo. E a poco a poco mostrerò il mio volto,stando attento che non scappi impaurita e stando attento che non si innamorerà di un altro. - Elia. Ora vai. Solo perché sei tu ti permetto di entrare,vai. -Grazie!- Lo lasciò andare e venne da me. Lo guardai un po’ stupita. Poi Sali sulla moto e diede gas. Entrò e poi lascio la moto nel parcheggio. -Facciamo un giro assieme?-chiese -Certo- Risposi. – Però dimmi … Cosa aveva di tanto importante da chiederti il guardiano? - Lascia stare piccola. Noi ci conosciamo da un bel po’ , io qui sono arrivato prima di te.. - In primis toglici piccola, in secondo . . . Tu qui che ci facevi? Sei arrivato a diplomarti? E in che cosa? -Vieni, entriamo nel salone principale, qui fa un freddo cane visto che sta anche nevicando. Mi prese per il braccio e insieme andammo verso il salone principale, quello più grande e magnifico , quello che ricordava un po’ la sala di ingresso di Harry Potter. Quello che era adibito a feste a ordinari pranzi e cene ma anche a sala relax. La dentro ci potevi trovare di tutto. Otto immense tavolate,che servivano per pranzo e cena. Tanti divanetti qualche camino e qualche console per poter ammazzare il tempo. In un angolo, un po’ nascosto, c’era l’angolo studio. Un piccolo angolino con delle poltroncine disposte in maniera circolare. Il salone, come tutto l’edificio, era in stile gotico. Ma questo e il dormitorio erano le cose che preferivo di più. Il salone aveva una grande navata centrale ed era sorretto da immense colonne,lunghe tende di velluto pesante e nero scendevano lungo le immense finestre. I camini erano alti contornati di legno intagliato. Ognuno aveva la sua storia. Alzando gli occhi verso la volta,si restava incantanti dai racconti dipinti che raffiguravano streghe,vampiri e altri creature mitologiche ma anche dipinti che raffiguravano le varie cacciate del male in varie culture. In assoluto il mio preferito era la cacciata degli angeli ribelli dal paradiso. C’era un so che,che mi attraeva negli angli. Li amano in qualunque loro forma. Li amavo sia che rappresentavano il bene sia che rappresentavano il male sia che erano custodi distruttori o pacifici. Elia mi guardò. -Scendiamo verso quel camino? - Eh ok. – la maggior parte del Nocturn College mi inizio a guardare e credo a pensare. Credo che stava pensando come era possibile che una pazza criminale come me poteva essere in compagnia. Poi guardarono Elia e capirono che era un pazzo criminale peggio di me. -Dunque fuori dicevi? - Ti avevo semplicemente chiesto se eri riuscito a diplomarti e come mai eri finito qui dentro. -Mi hanno fatto finire qua dentro perché mi ero innamorato di una ragazza troppo più piccola di me e comunque si mi sono diplomato in informatica. -Ma tu di dove caspiterina sei? -Altomonte. – mi sentì mancare. Anche lui era Altomontese,dunque essendo che era un paese piccolo (molta gente stima che siamo poco più di 4 mila anime) ci dovevamo conoscere per forza. Il sangue mi si raggelò nelle vene. Chi era lui? Chi era davvero lo sconosciuto senza nome? Perché nascondeva la maggior parte del suo viso? E chi era quella ragazza?? -cos’hai? Sembra che hai visto un fantasma! - Anche io sono di Altomonte. Potrei conoscerti sai? - Lo sapremo più avanti,abbi pazienza eh! Fra parentesi,come ti chiami? È un giorno che parliamo. – Da sotto il cappuccio scorsi un sorrisetto,quasi un ghigno. Già mi veniva d’ammazzarlo. - Electra. Ma ho anche un altro nome,che pochi conosco. Nemmeno quelli del paese lo conoscono. Solo i più stretti. -Umm interessante. - In quel contempo arrivò l’unica amica che avevo la dentro,Selvaggia. -Ehi è quasi ora di cena. Che ne dici di andarci a posizionare al tavolo?? E lui chi è? - Bene . . . Mi accompagni Electra? -Certo – risposi io ancora stralunata. Insieme andammo verso l’esterno. Una volta fuori mi guardo. -Indicami quale è il tuo alloggio. - Vieni . – Gli dissi sorridendo. Nevicava e sotto la neve iniziammo a incamminarci su per un collinetta. -Quante passeggiate mi facevo qui! – Esclamò lui. -Beato tu che hai finito in questo manicomio,comunque l’alloggio femminile è questo e quel balcone è “l’ingresso esterno” del mio alloggio! -Dormi da sola o qualcuna dorme con te? -Opta la seconda- dissi mentre che scendevamo giù. Appena arrivati alla moto rimase fermo immobile davanti a me. Presumo che mi stava guardando. -Bhe allora ciao. Ci vediamo. – Disse dandomi un bacio frettoloso nella guancia. Rimasi di stucco e corsi dentro da selvaggia.

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