Diventerò ciò che sono.

di roberta_everdeen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le origini. ***
Capitolo 2: *** Coincidenza? ***
Capitolo 3: *** Signori e signore: ecco Tony Stark. ***
Capitolo 4: *** Occhi che ghiacciano e ricordi che bruciano. ***
Capitolo 5: *** Il risveglio. ***
Capitolo 6: *** Il fuoco che è in me. ***
Capitolo 7: *** I want to hide the truth, i want to shelter you. ***



Capitolo 1
*** Le origini. ***


Le origini


Passarono due anni da ciò che era accaduto a New York, ed io ero ancora lì a pensare cosa avrei potuto fare, come avrei potuto aiutare quelle sei persone speciali per evitare ciò che è successo. Ascoltavo sempre le loro conversazioni senza farmi né vedere né sentire. Mi sentivo una nullità in confronto a loro anche se nel mio cuore sapevo di avere dei poteri speciali, dei poteri che avrebbero potuto aiutare quelle sei persone. Venivano chiamati “I Vendicatori”, erano conosciuti da tutti da tutto il mondo ed erano di nuovo insieme. Dei nemici volevano attaccare la terra e loro erano pronti a difendere a qualunque costo la vita di tutti. Si presumeva che quei nemici venissero da Asgard.
Asgard. Alla sola pronuncia di quel nome mi arrivava una fitta allo stomaco. Troppi ricordi, troppe emozioni, troppa nostalgia.
Nacqui lì, crebbi lì. Lì ero Madre Natura. Madre di tutti e di tutto. In realtà lo ero ancora ma qui sulla Terra ero debole. Invece li ero potentissima, quando ero lì facevo di tutto. Guarivo le persone o le riportavo in vita. Qui sulla Terra non ci riuscivo, mi limitavo solo ad occuparmi delle piante e degli animali.
Quando ero ad Asgard, giocavo sempre con Thor e Loki. Mi mancavano tanto. Thor era il fratello maggiore che non ho mai avuto, Loki invece sembrava il mio gemello. Eravamo uguali caratterialmente. Non per questo il mio primo bacio lo diedi a lui, ne ero innamorata cotta. Poi successe quello che successe: mio padre Baldr, si ammalò; cercai di guarirlo ma non ci riuscii. Morì quando avevo 17 anni. Odino non ebbe altra scelta: avevo fatto morire il Dio della luce perciò mi mandò sulla Terra, ma non mi tolse del tutto i poteri. Nei suoi occhi vidi la tristezza, non voleva cacciarmi, mi ha sempre voluto bene ma aveva le mani legate.
Il mio sogno era di ritornare lì. Un po’ dei miei poteri furono passati ad una ragazza che si presumeva fosse mia cugina. Sulla terra, diventai una scienziata e iniziai a lavorare per lo S.H.I.E.L.D. Questo significava che spesso vedevo Thor ma ero costretta a nascondermi perché avevo paura della sua reazione nel vedermi, o meglio, non sapevo che reazione avesse avuto. Gli unici Vendicatori con cui parlavo erano Natasha, la Vedova Nera e Steve Roger, Captain America. Natasha diventò praticamente il mio idolo: bella, forte e coraggiosa. Lavorava sempre con Clint, Occhio di Falco. Con lui parlai solo una volta ma sembra simpatico. Con Steve Roger avevo un buon rapporto, eravamo amici. Lui era al passo con i nostri tempi. Tutte le ragazze lo desideravano. Non dubitai mai sulla sua bellezza ma di certo lo consideravo solo come un amico. E lui lo stesso con me.
Il tutto iniziò mentre stavo tentando un esperimento nel laboratorio dell’eliveivolo S.H..I.E.L.D. Nick Fury mi assisteva.
-Signorina Jones quando possiamo avere i risultati dell’esperimento?- mi chiese Fury
- Non manca molto, sig Fury- risposi
-Bene perché ci servono prima dell’arrivo di Thor e Loki-
-Loki?!- sussurrai io facendo cadere per sbaglio un’ampolla
-C’è qualche problema Eleine?- chiede Fury perplesso
Non risposi. Rimaso ferma a fissare il vuoto. Sentimmo un boato venire da sopra, come se qualcuno avesse colpito l’eliveicolo da sopra. -Sono arrivati- disse Fury lasciando la stanza.

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Capitolo 2
*** Coincidenza? ***


Coincidenza?


Rimasi immobile a fissare i cocci di vetro dell’ampolla che avevo fatto cadere. Non potevo crederci. Avrei rivisto Loki. Due anni fa lo vidi solo di sfuggita , era rinchiuso nella gabbia che avevano costruito per Bruce alias Hulk ma riuscì a scappare. Da allora non lo vidi più. Uscii dal laboratorio e andai nella “hall”,come la chiamavo io, dell’eliveivolo. Trovai Steve seduto al tavolo rotondo dove si riuniscono sempre.

-Ciao! Tutto bene? Sei un po’ pallida- mi chiese
-Ciao Steve ehm…sisi sto bene grazie- risposi accennando un sorrisetto. Ricambiò il sorriso e si diresse verso Fury che era ritornato. Dietro di lui, in lontananza, c’era Thor con Loki. Loki aveva una specie di museruola. Non capivo il materiale però, forse di ferro. Aveva anche delle manette e guardava il pavimento. Mi girai per andare di corsa nel laboratorio ma mi sentii chiamare.
-Eleine dove scappi? Qui abbiamo bisogno di te-
Era Natasha insieme a Clint. Con la coda dell’occhio vidi che Thor e Loki si guardarono negli occhi stupiti. Si avvicinarono e Thor sussurrò il mio nome.
-Mi sembra di aver già sentito questo nome- disse Thor guardando Loki.
Ignorai tutto e tutti e ritornai in laboratorio. Mi appoggiai al primo tavolo che mi ritrovai davanti. Non potevo rischiare di essere scoperta, almeno non ora.

-Avevo capito che c’era qualcosa che non andava. Ma ora non riesco proprio a capire quale sia il problema- disse Steve dietro di me appoggiato con la spalla alla porta.
- È una lunga storia. Riguarda me e la mia vita- dissi io abbassando lo sguardo
-Ho tutto il tempo che vuoi- rispose sedendosi nel tavolo dov’ero appoggiata.
Gli raccontai tutto, nei minimi particolari, senza tralasciare niente. Avevo bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarmi con qualcuno. Steve mi ascoltava interessato, come se comprendesse cosa provavo.
-Quindi sei arrivata qua sulla terra a 17 anni, sola e senza conoscere nessuno- chiese lui
-Esattamente. Sono passati otto anni eppure ancora i ricordi riaffiorano- confermai io guardandolo negli occhi.
-Hai cambiato il cognome e sei diventata una scienziata e coincidenza hai trovato lavoro qui allo S.H.I.E.L.D. A proposito da quanto lavori qui?- mi chiese alzandosi
Rimasi un attimo perplessa poi risposi.
-Da cinque anni. Prima ho preso una laurea-
-Capisco- disse lui con aria misteriosa. Nel frattempo entrò Natasha.
-Eleine, è successo qualcosa? Sei scappata senza dire niente- chiese la rossa appoggiando la sua mano nella mia spalla destra.
-Si tutto apposto, ero solo un po’ confusa per l’esperimento appena fatto-
- A proposito ma i risultati?- mi chiese guardandosi intorno
Andai nella mia postazione e le diedi i risultati.
-Precisamente di che si tratta?- chiesi leggendo con lei i risultati
-Tempo fa Thor portò un conchiglia di Asgard, presto scoprimmo che dentro c’era un liquido curativo. Con questo tuo esperimento siamo riusciti a creare una specie di pomata. Thor ha un grosso graffio e potremmo usarla su di lui- spiegò Natasha.
Lasciò la stanza. Steve ridacchiava.
-Cosa?- chiesi
-Niente pensavo al fatto che sia una coincidenza che sei una scienziata e allo stesso tempo Madre Natura e che lavori allo S.H.I.E..L.D.-
Anche lui lasciò la stanza. Rimasi sola. Che strane idee aveva in mente Captain America?



Ciao a tutti! Questo è il secondo capitolo della mia prima Fan Fiction. Spero vi piaccia, al più presto il terzo capitolo. Baci :)

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Capitolo 3
*** Signori e signore: ecco Tony Stark. ***


Signori e signore: ecco Tony Stark.

Steve era una persona molto interessante. Ma soprattutto molto intelligente. Credo sia questo il motivo per cui era capitano e credo che sia anche il motivo per cui io l’adoravo. Mi piaceva il modo in cui ragionava.
Iniziai sistemare la mia postazione scientifica stando attenta ad ordinare le varie ampolle in ordine di data. Phil mi aveva soprannominata "Mary Poppins" per l'ordinato modo in cui riordinavo tutto. Le ampolle in ordine di data, i documenti in ordine alfabetico, i vestiti in ordine di stagione.
Phil Coulson.
La sua morte sconvolse tutti compresa me. Non perdonerò mai Loki.
Phil fu la prima persona che conobbi qui allo SHIELD. Se io mi ero abituata a quell'ambiente bizzarro, era solo grazie a lui. Tutto ciò che conoscevo sullo SHIELD proveniva dalla bocca di Coulson. Una perdita difficile da superare per tutti.
Mi ripresi da miei pensieri e ritornai nella “hall”.
-Hey Fury! Sono due anni che non ci riuniamo tutti insieme, dovremmo farla più spesso una cosa del genere. Ma tranquillo “chiuderò un occhio”-
Signori e signore è appena arrivato: Tony Stark.
Ogni volta che arrivava faceva sempre una battuta sull’occhio di Fury. Secondo me battute del genere le pensava la notte.
Mi sedetti davanti al mio computer cercando di fare nessun rumore. Ma visto che si parlava di Tony Stark, l’uomo d’acciaio, il silenzio non era di giornata. Si girò verso di me di scatto.
-Oh tu sei sicuramente la scienziata tanto carina di cui parla sempre Steve. Com’è che ti chiami? Elena? Alena? Eleonor?-
Sgranai gli occhi, controllando di nascosto se Thor mi stesse guardando. Non era il momento giusto per buttare giù la maschera.
-Può chiamarmi Jones, sig. Stark-
Tony storse le labbra, ondeggiò la mano e si avvicinò a me.
-Non mi piace chiamare per cognome i colleghi. Sei una scienziata quindi molto probabilmente lavoreremo molto spesso insieme. Capitan Ghiacciolo mi ha raccontato molto su di te quindi voglio sapere il tuo nome- disse tutto d'un fiato.
Le mani mi sudavano quindi le strofinai tra loro. Mi morsi il labbro leggermente.
-Davvero sig.Stark non c'è nessun problema se--
-Testarda la ragazza. Cap sceglie bene le prede. Tesoro, voglio apparire amichevole e gentile così che il guercio e la sua combriccola si convinca che sono cambiato quindi te lo chiedo per favore. E comunque chiamami Tony. Appaio vecchio con "sig.Stark"- sussurrò velocemente.
Mi decisi a collaborare con Tony. Mi stava chiedendo un favore, non potevo rifiutare. -Eleine, il mio nome è Eleine- dissi con un filo di voce.
Tony abbozzò un sorriso.
-Scusa Stark ma dobbiamo andare. Abbiamo del lavoro da svolgere– disse Bruce entrando nella hall.
-Lavoro? Che lavoro?-
chiese il miliardario
-Dopo l'ultima volta, preferisco prevenire ogni cosa. Controlliamo se ci sono portali o cose del genere- rispose Bruce arrotolando le maniche della camicia. -Bene ragazzi ci salutiamo. Io e Bruce andiamo nella Bat-caverna. Eleine è stato bello conoscerti. Rogers non si sbagliava- batté le mani e mi fece l'occhiolino.
Quella frase mi spiazzò. Steve mi trovava carina. Questa era una novità visto che non avevamo mai trattato quell'argomento, mi lusingava. Le mie guance arrossirono leggermente.
Bruce e Tony lasciarono l’hall dirigendosi nella stanza vicino al laboratorio. Durante questo spostamento guardai con la coda dell’occhio Thor e Loki. Thor senza darlo a vedere mi stava fissando. Loki continuava a guardare il pavimento. Mi girai e inizia una ricerca al computer.
Steve mi trovava carina, Loki mi fissava e Tony Stark mi chiedeva un piccolo favore. Bingo. I colori della mia faccia diventarono dal rosso scuro al viola melanzana. Tutto era così imbarazzante. Non ero abituata a tutte queste attenzioni. Ma non volevo scappare di nuovo, infatti rimasi seduta a fissare lo schermo del computer.
- Si può sapere che succede? Sei diversa. Non sei la solita Eleine- sussurrò Natasha che senza nemmeno accorgermene prrese una sedia e si sedette accanto a me.
- Non è niente. Te l’ho appena detto in laboratorio-
-Mmh. Comunque se è successo qualcosa e hai bisogno di parlare, sai dove trovarmi- disse alzandosi dalla sedia. Lasciò l’hall.
Rimanemmo solo io, Thor, Loki e Fury. I tre, o meglio i due visto che Loki aveva ancora quella specie di museruola, parlavano tra loro. Finché Fury non mi disse di andare nel magazzino delle armi per avvertire un mio collega di lasciare delle armi che Fury aveva ordinato di portare, lì dov’erano. Andai subito. Entravo raramente nel magazzino: era tutto scuro e c'erano tantissimi scatoloni impolverati ma trovai subito il mio collega e riferii il messaggio ricevuto. Mi salutò e mi lasciò da sola nel magazzino. Nell’uscire fece cadere uno scatolone ma non se ne rese conto. Andai a raccoglierlo. Mentre stavo per rimetterlo al proprio posto mi sentii toccare entrambe le mie spalle. Stavo per voltarmi quando qualcuno mi sussurrò all’orecchio:
-Comunque anch’io ti ho sempre trovato carina, Madre Natura-



Note dell'autrice
Ciao a tutti i vendicatori e non! Mi scuso per aver fatto passare un bel po' di tempo prima di questo aggiornamento ma tra la nuova scuola, nuovi compagni e nuove professoresse sono stata un po' occupata. Ringrazio comunque le persone che hanno messo tra le seguite e le preferite questa mia FanFiction. Vi chiedo anche di recensire, se ne avete voglia e di dirmi il vostro parere. Alla prossima ;)
Baci

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Capitolo 4
*** Occhi che ghiacciano e ricordi che bruciano. ***


Occhi che ghiacciano e ricordi che bruciano

Sussultai facendo cadere lo scatolone in avanti ed emisi un piccolo gridolino. Non volevo girarmi, non sapevo il perché, solo non volevo vedere in faccia qualcuno che, oltre a Steve, conosceva il mio segreto.
-Hey, perché fai così? Non ti avrò fatto venire un attacco di cuore- disse la voce maschile dietro di me. Dannazione, quella voce. Mi rimbalzava nella mente e mi faceva stare male. Perché?
-Beh.. quasi- risposi titubante.
-Allora ti chiedo scusa. Ora se non ti dispiace vorrei guardarti negli occhi-. Feci un gran respiro e mi girai. Stava per venirmi un altro attacco di cuore: davanti a me c’erano due occhi glaciali, due occhi freddi che mi riportarono alla mente fin troppi ricordi. Scacciai i pensieri dalla mia mente e parlai, più o meno.
-L-l-oki.. No, tu eri li con Thor, con le manette cioè… ecco… come hai.. perché…-
-Ti facevo più sveglia, cara Eleine. Sono passati solo otto anni dall’ultima volta che ci siamo visti eppure vedo che hai già dimenticato che io sono il dio degl’inganni e che posso tranquillamente andare in posto all’altro ingannando gli altri con la mia figura- disse lui in modo superficiale. Lo guardai dall’alto in basso senza darlo a vedere e notai infatti che aveva ancora le manette.
-Ma la… come si chiama? Museruola? Dov’è andata a finire? Non credo sia facile da togliere.- chiesi io appoggiandomi ad una libreria piena di fascicoli mentre guardavo quell'ingannevole uomo che mi incuriosiva ogni secondo di più.
-Ma che curiosa! Comunque un modo l’ho trovato e non credo che sia questo il problema- rispose passando il peso da un piede all'altro e iniziando a fissarmi come se aspettasse una risposta.
-Ora davvero non ti capisco. Non ho nessuno segreto tanto meno problema. Sono solo una scienziata che lavora per lo S.H.I.E.L.D. Tutto qui, non sono altro. Il mio passato non centra e non mi faccio condizionare da esso. Ora, se non ti dispiace dovrei ritornare al mio lavoro. Tu fa ciò che vuoi- dissi io mantenendo la calma o almeno cercando di non scoppiare. Mi congedai e ritornai nell’hall.
C’era una leggera confusione: gente che faceva avanti e indietro, i miei colleghi che lavoravano nervosamente al computer e Nick Fury che dava degli ordini ad alcuni ragazzi della sicurezza di controllare ogni stanza dell’eliveivolo. Mi avvicinai a Fury e chiesi cosa stava succedendo anche se, sapevo esattamente cosa succedeva.
-Loki è scomparso, non riusciamo più a trovarlo. Stiamo controllando d’ovunque. Eleine tu l’hai visto? Insomma qualcuno l’avrà visto e tu sei l’unica che rimane. Allora?-
Guardai dietro di me, verso il magazzino delle armi. Mi sentii un po’ in difficoltà: avevo visto Loki o non l’avevo visto? Rimasi un attimo in silenzio e poi risposi:
-Avete controllato nel laboratorio di Stark? Magari volevo scambiare quattro chiacchiere con lui- risposi calando il tono di voce.
-Si abbiamo controllato. Grazio lo stesso Jones. Se lo vedi portalo immediatamente da me o da Thor-
Io annuii e lui se ne andò sbuffando leggermente. Spontaneamente scappai verso il magazzino per controllare cosa stesse facendo Loki. Appena entrai vidi dei ragazzi inviati da Fury che “pattugliavano” la zona. Cercando di fare l’indifferente inizia a cercare Loki chiamandolo con voce strozzata. Girai tutto il magazzino ma dell’omino glaciale non c’era traccia. Stavo per aprire la porta quando qualcuno mi prese per mano portandomi in un angolo buio, tutto in meno di un minuto.
-Sei venuta a prendermi?- disse Loki sghignazzando
-Si. Che c’è ti aspettavi qualcun’altra?- dissi io con un pizzico di presunzione. Lui continuava a ridere silenziosamente.
-Bene, appena avrai finito di ridere senza un preciso motivo, finalmente andremmo fuori di qui e tu dimenticherai tutto quello che è successo- lo fulminai con lo sguardo. Lui come risposta mi prese il mento avvicinando il mio viso al suo. In quel preciso istante io arrossì.
-Eh eh eh. La piccola Eleine ancora non capisce vero? Io sto ridendo di te. Guardati: sei cambiata. La Eleine che conosco non avrebbe mai permesso che qualcuno le dia degli ordini, ma soprattutto non aveva la coda di paglia. Voglio la vecchia Eleine- mi disse guardandomi dritto negli occhi. Mi allontanai da lui e prendendolo per l’avambraccio lo tirai fuori dal magazzino. Stavo per portarlo nella hall quando incontrai Clint.
-Jones che stai combinand….Ma lui che ci fa qui?- disse lui indicando Loki e alzando il sopracciglio destro in modo interrogativo.
-È una lunga storia. Visto che sei qui aiutami a riportarlo nella hall sano e salvo. Comunque smettila di fare quella faccia. Sei… inquietante- dissi io gesticolando.
-Come vuoi, ma sappi che sei in debito- disse Clint facendo una piccola smorfia.
Ci accompagnò nella hall con una piccola scorciatoia. Arrivati li Thor si precipitò subito su Loki.
-Loki! Non fare più una cosa del genere! Sul serio devi piantarla- rimproverò Thor a Loki
-Punto primo: non sei mio fratello quindi devi smetterla di controllare ogni cosa che faccio con fare paterno. Punto secondo: non posso andare da nessuna parte quindi non devi preoccuparti, era con la signorina qui accanto- spiegò Loki guardando prima Thor e poi me. Thor mi guardò incuriosito poi andò in laboratorio con Loki. Quello sguardo significava che prima o poi avremmo discusso.

La giornata passò in fretta tra un esperimento e l’altro. La pomata che avevamo ideato funzionava perfettamente e questo mi rese felice. Voleva dire un altro esperimento con risultati positivi.
Si fece sera e io raggiunsi la mia camera qui nell’eliveiolo: in realtà io vivevo in una casa procuratomi segretamente da Coulson, in un hotel mantenuto da Stark ma qui nell’eliveivolo ognuno di noi aveva una propria camera. Indossai il pigiama e mi abbandonai tra le leggere lenzuola del mio letto. Tutta quella giornata mi aveva distrutto: l’esperimento, la chiacchierata con Steve, Tony Stark e infine Loki che cercava di leggermi la mente. Senza nemmeno accorgermene caddi in un sonno profondo. Quella notte però non sognai qualcosa, sognai un ricordo.

Vedevo Asgard come al solito di una bellezza indescrivibile. C’ero io: avevo otto anni, forse. Insieme a me c’erano Loki e Thor. Insieme giocavamo nel vialetto del castello di Odino. Ad un certo punto un serva prese per mano i due bambini e li portò sotto il castello, nella sala dove c’era il TesserAct, dove li aspettava Odino. Dopo un po’ i due ritornarono: Thor era felice e raggiunse altri bambini del posto, Loki invece andò nel terrazzo che si affacciava su tutta Asgard. Lo raggiunsi.
-Loki vieni a giocare con me?-
-No non voglio giocare Eleine-
-Perché?-
-Oggi mio papà a parlato a me e a Thor. Ha parlato dei Giganti di Ghiaccio, io ho un po’ di paura mentre Thor sembra felice perché può combattere- disse il bambino guardando il panorama.
-Hey ma così ho paura anch’io!- dissi io mettendo il broncio.
-Facciamo un patto: se arriveranno i Giganti di Ghiaccio noi due ci aiuteremo. Io proteggo te e tu proteggi me. Ci stai?- mi chiesi Loki. Ricordo che io accettai e ci abbracciammo.
- Loki, saremo sempre amici e non ci lasceremo mai, vero?- chiesi io dopo l’abbraccio.
-Certo! È una promessa-
Dopo questa frase il sogno, o meglio il ricordo, sembra finito. Ma subito dopo, rividi il peggiore momento della mia vita. Il momento in cui Odino mi tolse i poteri.
Tutto si era svolto velocemente.
Un baglio di luce, Odino con aria malinconica che mi priva dei miei poteri, io in lacrime ma soprattutto Loki che urla in mio nome. Rivivere quel momento mi portò un groppo alla gola che mi fece svegliare di colpo.
Mi sedetti sul letto con gli occhi chiusi. Avevo il battito accelerato, respiravo pesantemente ed ero tutto sudata. Aprii gli occhi: tutto quello che vedevo era delle fiamme che attorniavano il mio letto e che pian piano si andavano a divampare in tutta la stanza. Le fiamme stavano per avvolgermi quando la mia vista si offuscò finché tutto non si oscurò.



Ciao a tutti! Sono ritornata! Spero davvero che questo capitolo vi piaccia perchè ci ho messa tutta me stessa per scriverlo. Quindi, vi chiedo di recensire e se volete di aggiungere questa FF tra le preferite o seguite. Vi ringrazio in anticipo. Baci :)

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Capitolo 5
*** Il risveglio. ***


Il risveglio


-Eleine, Eleine, svegliati ti prego-
Una voce semplice, limpida.
Steve.
Cercai di aprire gli occhi. Gli occhi si aprirono ma immediatamente si richiusero. Tentai altre volte finchè finalmente vidi due occhi azzurri come il mare, lucidi.
-Hey- sussurrai così piano che non riuscii nemmeno a sentire la mia voce. Ero stesa sul lettino dell’infermeria. Ci ero stata molto volte durante il mio lavoro qui. Mi sedetti sul lettino e guardai Steve. Aveva i capelli arruffati e delle leggere occhiaie.
-Come ti senti?- chiese sedendosi ai piedi del letto.
-Mi sento…. Stanca. Ma che è successo?-
Mi guardò con aria interrogativa.
-Non lo sappiamo. È successo tutto all’improvviso. Stavo andando in camera mia quando ho sentito puzza di bruciato, vidi anche del fumo che usciva dalla tua camera. Mi sono precipitato in camera tua e ti ho trovata priva di sensi nel letto, le fiamme stavano bruciando tutto, così ti ho preso e ti ho portato qui. Hanno appena finito di spegnere il fuoco. Erano davvero delle grosse fiamme- disse guardandomi negli occhi preoccupato.
Ripensai a quello che era successo. Le ultime cose che ricordavo erano il sogno e le fiamme che stavano per raggiungermi. Nient’altro.
-Tu non hai visto niente? O sentito qualcosa o qualcuno?- chiese
Scossi la testa.
-No, stavo dormendo-
Steve fissò il vuoto pensieroso, come se stesse pensando ad una soluzione.
Le fiamme. Più ci pensavo più mi faceva male il cuore. Non sapevo il perché.
Entrò una guardia e Steve si alzò.
-Capitano, Fury la richiede-
Steve annuii, mi guardò rassicurante e uscì.
-Signorina Jones, non si preoccupi le manderemo qualcuno. Non la lasceremo sola- mi disse la guardia, si congedò e seguì Steve.
Un attimo dopo entrò Natasha. Il solo fatto di vederla mi portò conforto.
Mi alzai e l’abbracciai. Lei stranamente ricambiò l’abbraccio. Noi due non dimostravamo mai nessuna forma d’affetto ed entrambe eravamo molto scettiche sull’amore e sui sentimenti che una persona può provare. Quell’abbraccio fu qualcosa d’inaspettato sia per me che per lei.
-Come stai?- mi chiese mentre ci sedemmo nel lettino.
-Non lo so. Bene, male, distrutta, confusa. Decidi tu-
-E questo non deriva solo dall’incendio. Stai cambiando, stai diventando più debole. Ma perché? Non ti sei mai fatta abbattere da niente e da nessuno. Puoi spiegarmi che succede?-
Potevo spiegarle che succedeva? Potevo spiegarle che non sono una ragazza normale ma che in realtà ero Madre Natura? Potevo spiegarle quello che succedeva con Loki? No, con lui non succedeva niente. Assolutamente niente. Comunque no. Non potevo spiegarle tutto. Prima avevo bisogno di parlare con Thor. Avevo bisogno di sentire la sua voce.
-Non succede niente. Sono solo stanca di tutto- risposi amareggiata
-Smettila di mentire- mi disse seria.
-Natasha ti prego. Non ti sto mentendo, sto dicendo la verità- supplicai
-Eleine puoi fidarti di me. Evidentemente non ti è chiaro. Io sono sempre qui ad aiutarti, ma tu devi collaborare. – Se ne andò.
Ero di nuovo sola.
Decisi di alzarmi e uscire per prendere aria.
Stavo camminando a testa bassa nel corridoio quando mi scontrai con qualcuno che veniva dalla parte opposta alla mia.
-Scusa, non……- alzai lo sguardo. Mi ero appena scontrata con Thor.
-Ciao-
-Ciao- rispose.
Stavo per iniziare a parlare quando lui mi fermò.
-Loki mi ha detto tutto- aveva un sguardo serio ma presto spuntò un sorriso tra le sue labbra.
-La mia piccola Eleine- disse abbracciandomi.
-Thor, mi sei mancato così tanto-
Piccole lacrime di gioia scesero tra le mie guance.
-Anche tu mi sei mancata. Asgard non è la stessa senza di te-
Rimanemmo vari minuti abbracciati. I suoi erano gli abbracci migliori. Sciolse l’abbraccio e mi asciugò le lacrime. Mi guardò negli occhi, come se volesse leggermi dentro.
-Che succede con Loki?-
Ahia. Non volevo arrivare a quell’argomento così presto.
-In che senso?-
-Eleine, non fare finta di niente. Loki mi ha raccontato cosa è successo nello sgabuzzino. MI ha detto che indossi una maschera, che fingi di essere felice. Posso capire il perché ma non puoi nasconderti sempre-
Aveva ragione ma l’orgoglio mi pervase. Forse è vero, forse indossavo una maschera ma non l’avrei mai detto apertamente.
-Thor, che cosa devo fare per far capire a te e a quella testa dura di Loki che io non fingo niente? Sono quello che sono. Lavoro qui e ne sono felice! Punto e basta!-
-Allora è per questo che nascondi i tuoi poteri?- disse quasi urlando.
-Poteri? Thor è come se non li avessi i poteri! Sono fin troppo debole! Non riesco a fare niente di utile nemmeno accendere una sigaretta-
-Si certo e allora come spieghi l’incendio?- mi chiese con voce più cauta.
Mi bloccai un attimo.
Non poteva essere così, no no Thor non poteva avere ragione.
-L’incendio è….. avvenuto e basta. Non sono stata io-
-Oh certo. Non sei stata tu. Eleine, tu hai ancora i poteri, solo che si manifestano solo quando provi delle emozioni forti. Sicuramente avrai sognato o pensato qualcosa che ti ha fatto arrabbiare e hai rafforzato i tuoi poteri, incendiando la stanza. Ne devi essere consapevole- disse poggiando le sue mani nelle mie spalle costringendomi a guardarlo.
Basta non ne potevo più. Lasciai Thor solo nel corridoio e andai in laboratorio.
Come se non bastasse in laboratorio c’era l’omino glaciale con Stark e Bruce.
-Hey Jones tutto bene? Ho saputo quello che è successo.- mi disse Bruce venendomi incontro.
-Si sto bene, vorrei solo riposare-
Girai lo sguardo verso Loki che era appoggiato al MIO tavolo di lavoro. Rideva sotto i baffi.
-Perché ridi?- chiesi io avvicinandomi a lui, incrociando le braccia al petto, in segno di sfida.
-Devo spiegartelo?-
Stark nel frattempo stava assistendo alla scena con curiosità, come se fosse uno spettacolo teatrale.
-Si per favore oppure il tuo ego sproporzionato non te lo permette?-
Rise ancora di più questa volta più rumorosamente.
-Ehy, ti ricordo che è notte fonda e che stavo per finire in pasto al fuoco. Perciò o ti spieghi o chiudi quella boccaccia!- dissi io puntandogli il dito contro.
-Eleine, prova a specchiarti- disse questa volta serio.
-Cos’è un gioco?-
-No davvero. Specchiati anzi no aspetta- mi scrutò e mi guardò dritto negli occhi- vediamo se indovino. Hai appena parlato con Thor, infatti sei arrabbiata. Avrete parlato di tu sai che cosa-
-Cos'è sei diventato una specie di indovino?-
-In realtà sono molto simile a un indovino ma non è questo il caso. Ti ho semplicemente guardato negli occhi. Ora puoi specchiarti- disse passandomi un piano riflettente.
Oh cavolo. Aveva ragione.
Nei miei occhi grandi e castani, precisamente attorno alla pupilla si poteva vedere chiaramente delle….. fiamme. Si, esatto delle fiamme.
Sobbalzai. Lo “specchio” mi cadde dalle mani e si frantumò nel pavimento.
-Perfetto!Ci mancavano solo sette anni di sfiga! - Povero Tony. Rimase tutto in silenzio ad ascoltare senza che si parlasse di lui. Sarà esploso.
-Hai visto bambolina? Non puoi nascondere niente- sussurrò Loki al mio orecchio poi si distaccò da me andando di nuovo accanto al MIO banco di lavoro.
Bruce raccolse i cocchi di vetro. Io mi allontanai coprendomi gli occhi.
Se lui o Stark avessero visto i miei occhi, si sarebbero insospettiti.
-Eleine, aspetta. Che succede?- chiese Bruce dietro le mie spalle, mentre ero sulla soglia della porta.
Mi ricomposi, chiusi gli occhi e pensai a qualcosa di felice, a qualcosa di bello e che mi mettesse allegria. Se quando ero arrabbiata avevo le fiamme negli occhi, bastava quindi, solo pensare qualcosa che mi rendava tranquilla, no?
Iniziai a pensare a quando sono arrivata qui allo S.H.I.E.L.D. Coulson, Fury, Natasha, Clint, Maria Hill e tutte le persone che mi accolsero.
Presi un gran respiro e mi voltai verso Bruce.
Aspettai qualche secondo, per vedere la reazione di Bruce. Lui aspettava una risposta. Niente di più.
-Bruce, sono solo frastornata da quello che è successo-
-Posso capire, solo che tu e il signorino mi insospettite. Sarebbe strano se voi due già vi conoscesse, ma sempre proprio così. Ma la cosa più strana è che sembrate amici.... d'infanzia- stava indicando me e Loki.
Io non risposi, alzai solo il mento e guardai in basso. Loki mi fissava.
-È una lunga storia-
Loki disse solo questo.
Bruce corrugò la fronte e raggiunse Stark, come in segno di arresa.
-Spiegate- questa volta fu Stark a prendere la parola.
-Dai avanti Eleine, spiega. Do a te la parola. Oppure sei così debole da non saper spiegare? Sei così distrutta da non aver la forza di rialzarti e andare avanti e lasciarti il passato alle spalle. Sei debole, sei finta. Ti rifugi dentro una menzogna chiamata felicità. Avanti, mostrati!- disse Loki disgustato, quasi urlando, avvicinandosi a me.
-Avanti!!!- mi urlò una vocina dentro di me.
Guardai dritto negli occhi Loki.
-Ora basta! Io non sono debole!- urlai.
Sentii una scarica di adrenalina uscirmi dal corpo. Solo dopo mi accorsi che dalle mie mani aperte, uscirono delle fiamme, una per ogni mano.

Ciao a tutti!
Ok,ok lo ammetto anch'io, questo capitolo non è il top. Ma volevo continuare la storia perchè comunque devo ammettere di essermi fin troppo affezionata ad Eleine.
Niente di che, vi chiedo di recensire e ringrazio chi mi segue sempre.
Un bacio
roberta_everdeen

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Capitolo 6
*** Il fuoco che è in me. ***


Il fuoco che è in me



Una fiamma andò a schiantarsi nel pavimento mentre l’altra raggiunse la maglietta di Tony. Iniziò a saltellare qua e là picchiando la spalla per spegnerla ma sembrò uno sforzo inutile. Al dire il vero, era una scena divertente.
-Ma come cavolo è successo? Eleine?- urlò Bruce
Guardai Loki aspettando una sua risposta. Lui guardò me, aspettando una mia risposta. Bruce ci guardò aspettando una nostra riposta. Tutto era così ironico.
-Come ho detto prima, è una lunga storia- disse Loki
-Direi!- sbottò Bruce
-Potete smetterla di parlare e aiutarmi?- Tony cercava ancora di spegnere la fiamma con scarsi risultati.
MI avvicinai a lui e cercai di spegnere la fiamma ma ad ogni mio tocco, la fiamma si divampava sempre di più.
-Eleine usa i poteri!- mi urlò Loki
-I poteri?-
-Si, i poteri!-
Mi concentrai sulla fiamma. Come prima, sentii una scarica di adrenalina invadermi il corpo, soprattutto nelle braccia e nelle mani. Dalle mie mani uscii dell’acqua che spense la fiamma. Guardai Loki soddisfatta. Mi sorrise.
Che cosa strana. Da quando ci siamo rincontrati, non abbiamo fatto altro che pizzicarci a vicenda. Questa era la prima volta che lui mi sorrideva ma soprattutto che io sorridevo a lui.
-Bene ora che tutto è finito, credo che Bruce ed io meritiamo delle spiegazioni- disse Tony.
Presi un gran respiro e iniziai a raccontare anche con l’aiuto di Loki. Finito il racconto, chiesi a Bruce e a Tony di non raccontare niente agli altri anche se oramai, gli unici che non seppero niente erano Natasha e Clint. Naturalmente tralasciando anche Fury. Con loro avrei parlato da sola, dopo.

Passarono due settimane tra piani e allenamenti dei Vendicatori. Certe volte Stark mi faceva allenare con i miei poteri con lui per tenerli a bada e non creare disastri. Infatti riuscivo a lanciare fuoco, acqua, mandare vento e far crescere radici da ogni parte della terra che volevo. In teoria sarei riuscita anche a mandare terremoti ma preferii evitare per non creare sospetti ma in compenso imparai a far piovere e nevicare.
Un giorno mentre riordinavo dei moduli nel mio laboratorio sentii toccarmi la mano destra. Abbozzai un sorriso.
-Quando la smetterai di attaccare alle spalle?-
-Hey io non attacco alle spalle-
-Loki, ti conosco troppo bene-
Si mise davanti a me guardandomi negli occhi.
-Lo so- rispose. Sospirai e roteai gli occhi. È sempre il solito presuntuoso.
-Comunque che vuoi?- mi appoggiai al mio banco di lavoro.
-Devo fare ..uhm.. un esperimento-
-Un esperimento?-
Annuii. Incrociai le braccia. –Di che si tratta?-
-Seguimi-
Lo seguii finchè non arrivammo alla porta che portava alla palestra dell’eliveivolo. Dentro c’erano attrezzi, lance e armi varie.
-Che significa?- chiesi. La mia voce rimbombò su tutta la palestra.
-Vedi Eleine, Stark ti ha aiutato con i tuoi poteri. Quindi ora voglio giocare un po’- sogghignò.
Tutto accadde in meno di un minuto.
Loki scomparve e riapparse alle mie spalle, mi afferrò per un braccio per poi lanciarmi in aria. Atterrai in ginocchio poggiandomi con le mani a terra. Risi guardandolo con sfida. Mi alzai e allargai le mani. Da dietro di me uno Tsunami si stava elevando verso Loki. Di nuovo lui fu più veloce di me e mi blocco le mani annullando lo Tsunami. Mi teneva strette le mani ma con il pensiero feci crescere un’edera che avvolse la sua gamba destra. Si staccò da me ed io gli mandai una tromba d’aria potente tanto da farlo finire dall’altra parte della palestra.
Corse verso di me e lì inizio lo scontro fisico vero e proprio. Finii molte volte a terra ma mi rialzai per ricominciare. Ci fermammo solo quando Loki prese i miei polsi e li portò dietro la mia schiena. I nostri visi a pochi chilometri di distanza. Mi guardava le labbra ma non si muoveva. Iniziò a ridere.
-Piaciuto il giochetto?- gli dissi cercando di allontanarmi da lui.
-Non sai quanto. Sei solo più debole. Dovrai allenarti di più-
-Invece sembra che la prigione ti abbia fatto bene!- gli diedi uno strattone e mi liberai.
Rimase colpito.
-Ma.. ma che succede qui?- chiese Steve entrando in palestra.
-Niente, stavamo giocando- rispose Loki tranquillamente
-Giocando.- gli lanciò un sguardo serio.
Si scambiavano occhiate glaciali perciò m’intromisi io.
-Hey ragazzi smettetela con quegli sguardi. Loki va da Thor, Steve…-
-Ti cercava Tony. Dice che vuole fare un altro controllo-
Annuii e mi diressi verso l’uscita con Steve. Guardai un’altra volta i due. Steve stava lanciando un’altra occhiata a Loki.

Nel corridoio parlai con Steve o almeno cercai di parlare con lui. Era freddo e distaccato e a ogni domanda lui fingeva di non aver sentito nulla. Lo ignorai anch’io e camminammo silenziosamente. Fu lui stranamente a rompere il ghiaccio.
- Scusa- abbassò lo sguardo
-Tranquillo. Solo, non capisco che ti è preso-
-Vedi Eleine, tu per me sei diventata una persona importantissima. Sei l’unica persona che mi vede come “Steve” e non come “Captain America” la leggenda vivente. Sei diversa dalle altre ragazze e ti voglio bene. Non mi piace che stai sempre in compagnia di Loki. Conosciamo tutti com’è, tu meglio di tutti. Ti sto proteggendo-
-Oh, Steve- l’abbracciai -Anche tu sei una persona importantissima per me. Non saprei come fare senza di te-
-Abbiamo finito con i sentimentalismi?-
Tony si avvicinò a noi. Mi fece cenno di seguirlo.
Andammo nella sua postazione e al solito mi allenai con le emozioni e i miei poteri.
-Bene, diciamo che sei migliorata. Hai saputo la novità?-
-Quale?-
-Oggi è l’ultima sera che passiamo nell’eliveivolo. Da domani saremo da me, alla Stark Industries-
-No, non ne sapevo niente. Come mai questa decisione?-
-Non lo so precisamente. Mi hanno detto solo che prima che i nemici attaccano, dovremmo tenere sotto controllo la Terra in generale-.
Ringraziai Tony e uscii.

La notte dormii tranquillamente, niente incendi né niente. Comunque però preferii alzarmi per prendere una boccata d’aria. La hall era deserta, illuminata solo dalla luce della luna e della notte che entrava dalla grande finestra. Scorsi una figura davanti alla finestra, mi avvicinai.
-Non riesci a dormire?- sussurrai
-Questa volta sei tu che attacchi alle spalle-
-Non sto attaccando-
Abbassò gli occhi e sorrise. In quel momento i suoi occhi non erano proprio azzurri. Erano di una sfumatura verde-acqua quasi rilassante.
-Loki?-
-Umh?- -Scusa-
-Per cosa?-
-Per tutto. Per come ti ho trattato, per quello che ti ho detto. Sono stata una stupida. Ero sempre sulla difensiva e non capivo che mi dicevi quelle cose per aiutarmi. Ora ho capito, grazie-
Dopo quelle parole mi accorsi di come il bisogno di lui aumentava. Avevo bisogno di lui e lui di me. La mia mente era collegata alla sua. Quando non lo vedevo, sentivo il bisogno di vederlo. Quando lo vedevo, alzavo le difese. Poteva distruggermi ed io lo sapevo, ma allo stesso tempo mi faceva stare bene. Lui e i suoi occhi glaciali, lui e la sua arroganza, lui e la sua misteriosità. Mi piaceva. Come mi piaceva ad Asgard, mi piaceva anche qui.
Eravamo come la pioggia e il fuoco.
Come la luna e il sole.
Come il bianco e il nero.
Come il sopra e il sotto.
Eravamo come lo yin e lo yang. Ci completavamo.
Ci guardammo negli occhi. I miei occhi caldi che si univano ai suoi occhi gelidi.
Non solo i suoi occhi erano gelidi. Lo erano anche le sue labbra che si poggiarono sulle mie delicatamente, assaporando dolcemente tutto il momento.

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Capitolo 7
*** I want to hide the truth, i want to shelter you. ***


I want to hide the truth, i want to shelter you.


Quella notte dormii ripensando a quel bacio inaspettato. Si ripetevano le immagini delle sue labbra sulle mie, di quel bacio che prestò s’intensifico lasciandoci senza respiro. Le sue braccia attorno alla mia vita e le mie mani sul suo petto. Chi l’avrebbe mai pensato. Non ero pronta per affrontare una situazione emotivamente forte come quella. Tutto successe troppo velocemente, senza lasciarmi il tempo di contrastare i vari sentimenti che ribalzavano dal mio cuore alla mia mente. Mi sentivo in trappola, senza via d’uscita. Attorno a me c’era una fortezza che però Loki ruppe con quel bacio. Perché? Che cosa voleva dimostrare? Il fatto che mi amasse ancora lo esclusi immediatamente. Nella situazione di Loki, io non penserei mai all’amore.
Di una cosa ero certa: io non l’amavo. Sì, era vero.
L’amore non può nascere con un semplice bacio soprattutto dopo che la persona in questione è stata lontana da te per sette anni. No no. Quello non era amore. La mia era dipendenza. I suoi occhi mi mandavano in estasi, avevo bisogno di lui. La sua voce mi dava assuefazione. Ma non era amore. Prima di valutarlo come amore, avrei dovuto riscoprire me stessa.

L’indomani mattina aiutai i collaboratori dello SHIELD con i preparativi per il trasloco. Si sarebbe tenuto quel pomeriggio stesso e tutti erano indaffarati.
Non vidi Loki per tutto il giorno. Cosa alquanto strana visto che in quei giorni era sempre tra i piedi. Non sapevo se fosse una cosa positiva o negativa, non vederlo. Volevo parlargli ma al solo pensiero, dei fiori iniziavano a spuntare in tutto il mio corpo, evidente segno della mia preoccupazione. Quindi cercai di non pensarci troppo dedicandomi solo alle mie mansioni. Nei momenti liberi mi esercitavo con i miei poteri nel laboratorio. Chiudevo gli occhi e dosavo le emozioni. Una volta delle nuvole mi sollevarono dal terreno fino a toccare il tetto. Era una gradevole sensazione saper volare. Ad Asgard, essendo ancora bambina non provavo mai a volare. Un altro motivo era anche perché Frigga me lo vietava. Diceva che c’era già Thor che le faceva venire un attacco ogni volta che si alzava dal terreno, vedere me l’avrebbe fatta impazzire. Anche se Frigga non era mia madre naturale, le fui sempre grata per avermi accompagnato nella mia infanzia. Quando mi trasferii sulla Terra i suoi abbracci, le sue parole d’incoraggiamento e il suo affetto furono le prime cose a mancarmi.
Dopo aver riordinato la mia postazione, chiusi gli occhi e presi un gran respiro. Mi concentrai su tutte le emozioni che il mio cuore riusciva a stimolare. Mi rilassavo, mi sentivo leggera come una piuma. Come se ogni problema fosse sparito dalla mia vita.
-Ti eserciti ancora?-
Bruce entrò lentamente in laboratorio. Delle goccioline di acqua cristallina fluttuavano nell’aria riempendo tutta la stanza.
-Solo un po’. Ho capito come funzionano i miei poteri finalmente- mi appoggiai al tavolo di lavoro, sporsi il busto in avanti e sorrisi entusiasta.
-Brava. Quindi se abbiamo bisogno d’aiuto possiamo contare su di te?- appoggiò gli occhiali sottili e grigi appena sopra il naso mentre controllava alcuni pannelli nei piccoli schermi sparsi qua e là per la stanza.
Arricciai le labbra pensierosa e abbassai lo sguardo.
-Non so in realtà. I miei poteri funzionano solo quando provo delle emozioni, non ho mai provato ad usarli senza.. ecco provare niente-
-Non ti sei esercitata con Stark?-
-Si ma lui m’incitava, mi spronava. Sa essere più fastidioso del solito certe volte…-
Bruce mi guardò allibito. Appoggiò entrambe le mani sul bancone, gli occhiali gli scivolarono sul naso. Alzò le sopracciglia e guardò di nuovo lo schermo luminoso sogghignando.
-Cosa? Perché ridi?- incrociai le braccia appena sotto il seno e mi avvicinai a lui.
-Perché sei una ragazza forte e coraggiosa. Mi ha sorpreso che tu non abbia mai provato a usare i tuoi poteri quando vuoi. Secondo me ci puoi riuscire, devi solo provarci.
-Uhm- mi morsi il labbro e sospirai. Aveva ragione. Non mi fidavo delle mie capacità e mi limitavo.
Mi allontanai dalla sua postazione e inizia a camminare per il laboratorio indifferente.
-Avanti chiedimelo- mi disse deciso. -Guarda che io non ho parlato-
-Lo so ma lo stai pensando-
Sbuffai.
-D’accordo. Come fai a trasformarti senza arrabbiarti?-
Si tolse gli occhiali, si sedette nel tavolo e iniziò ad annuire.
-Io sono sempre arrabbiato-
Non rimasi sorpresa di quella risposta. Sapevo che aveva un qualche segreto ma non riuscii ad associarlo al mio problema, se così potevo chiamarlo.
-Vuoi dire che forse potrei usare i miei poteri quando voglio perché.. sono sempre emozionata?- allargai le braccia esasperata.
-Detto nella nostra lingua, sì. Oltre a essere una ragazza forte sei anche una ragazza molto emotiva. Ogni emozione anche la più insignificante riesci ad amplificarla dandoti così la forza di sfruttare i tuoi poteri. La tua mente è un continuo subbuglio d’emozioni mescolate a causa dei vari cambiamenti apportati alla tua vita e questo ti rinforza-
Bruce spiegò il tutto con tranquillità, aprendomi gli occhi a quello che ero. Lo ringraziai per l’enorme aiuto che mi diede. Era una delle poche persone di cui iniziai a fidarmi in quel periodo. Ne avevo bisogno e nessuno, meglio di lui avrebbe potuto aiutarmi. Ero in debito.

Aprii la palestra facendomi travolgere dal silenzio e dall’odore di pulito che emanava. Nella mia mente riaffiorò il ricordo dell’allenamento del giorno prima con Loki.
Buffo. Strano.
Non riuscivo ad appellare altri aggettivi a quel ricordo. Ma non ci ragionai più di tanto. Avevo troppi pensieri per la mente – o forse da quello che capii, avevo troppe emozioni che mi gironzolavano per l’encefalo. Il trasloco poi era un altro problema.
Alla Stark Tower si sarebbe trasferiti solo i Vendicatori –compreso Loki- e i collaboratori più importanti. Quelli in secondo piano, che svolgevano un lavoro secondario, si sarebbero traferiti nella base SHIELD o sarebbero rimasti nell’eliveivolo. A me toccò di rimanere nell’eliveivolo. Non sapevo il perché, mi era stato detto questo e basta. Mi sarebbe piaciuto trasferirmi alla Stark Tower ma gli ordini di Fury erano impossibili da disobbedire.
Sistemai i vari attrezzi nelle custodie nere donatomi dal personale. Pian piano svuotai quasi tutta la palestra approfittandone di allenarmi un po’ da sola. Steve entrò improvvisamente, con calma e sorridendo.
-Vuoi un po’ d’aiuto Madre Natura?-
Presi una custodia e la donai a Steve. Alzò un sopracciglio e si avvicinò mentre finivo di sistemare gli ultimi attrezzi.
-Mi aspettavo un’altra risposta, sai-
-Hai detto che non ti tiri mai indietro. Bene, aiutami così finiremo prima e potrò andarmi a riposare- c’era un po’ di acidità nel mio tono. Non ero arrabbiata, ero semplicemente nervosa. Steve mi voltò verso di lui, sussurrò il mio nome comprensivo e indicò i miei occhi.
Le fiamme, di nuovo.
-Perché sei arrabbiata?-
Non gli risposi ma lui insistette fino allo svenimento. Gli confessai che mi sarebbe piaciuto avere più considerazione in quel posto. Che mi sarebbe piaciuto dare aiuto ma non con il trasloco.
-Ne hai mai parlato con Fury?- si appoggiò alla parete e incrociò le gambe e le braccia.
-No, con lui parlo raramente-
Entrambi stemmo in silenzio per pochi minuti nel frattempo mi riposai un altro po’.
Odiavo quel silenzio. Non era da Steve.
-Hey Ghiacciolo, che ti succede?- gli dissi. Sorrise e si avvicinò a me.
-Ti prego anche tu con questo soprannome no-
-Perché? È così carino!-
-Davvero, posso comprendere Stark che mi chiami così, ma tu evita…- ridacchiò un po’.
-Che vuoi dire?-
Steve sospirò, si avvicinò a me e mi aiutò a chiudere una custodia. Piegò le labbra fino a farle sbiancare.
-Qualche giorno fa ti ho detto che tu sei diversa dalle altre ragazze che ho attorno. È così. Questo soprannome “Ghiacciolo” corrisponde a Captain America, non a Steve Rogers. Sai l’altra volta sono uscito con una ragazza…-
-Uh uh. L’ennesima?-
-Si. Non faceva altro che chiamarmi Captain. Vedeva solo il supereroe internazionale che c’è in me, non vedeva l’altra mia personalità. Tu invece mi guardi con altri occhi. Con te sono me stesso, sono semplicemente Steve.-
Mi morsi leggermente il labbro. Steve era stato sincero con me e questo mi riempì il cuore di gioia. Entrambi eravamo ricoperti da quella nostra immagine che avremmo voluto mostrare a tutti. Forse era questo la ragione che ci univa.
Girò il viso verso destra, sorrise e mi guardò di nuovo.
-Vuoi allenarti?- chiese improvvisamente
Sollevai un sopracciglio stupita.
-Avanti, ti sei allenata con tutti! Con Stark, con Natasha, con Clint..
-In realtà con Natasha non è stato un vero e proprio allenamento. Non facevo altro che finire con il sedere per terra. Con Clint ho provato a schivare una freccia ed anche lì sono finita per terra-
-Si ma ti sei allenata anche con…..
-Con….. Loki?-
Annuì disgustato. Gli diedi una pacca nel braccio e feci una smorfia. Roteo gli occhi e mi diede un buffetto nella guancia. Mi decisi ad allenarmi con lui a patto che l’allenamento sarebbe durato solo un paio di minuti.
Ci posizionammo uno di fronte all’altro, strinsi i pugni e mi concentrai. Mi bloccò i polsi e io cercarci di liberarmi dalla presa. Ridevamo ma eravamo anche concentrati.
Steve era un po' più debole senza lo scudo ma era abbastanza abile da scaraventarmi a destra e a sinistra.
Lo buttai varie volte anch’io a terra, aiutandolo ad alzarsi con una risata.
Ci allenammo finchè non ci stancammo.
Roteò dietro di me, mi cinse la vita da dietro e mi fece girare.
-Steve smettila! Mettimi giù!- urlai ridendo. La mi risata rimbombò su tutta la palestra. La porta si aprì.
-Bene bene. Ecco l’uomo senza tempo e la ragazza che non sa chi è. Che strana accoppiata questa. Voi Midgardiani siete alquanto strambi e faccio fatica a comprendervi. Insomma siete due personalità in contrasto- incrociò le braccia e ci osservò. Steve aveva ancora le braccia attorno alla mia vita e io mi reggevo a lui.
-Laufeyson, tu non mi conosci- tuonò Steve
-Si ma conosco la ragazza abbastanza bene direi- rispose con tono malizioso. Mi fece innervosire.
-Bene, ma questa non ti da il diritto d’interferire con la sua vita. Qui servi solo per aiutarci con i nemici non per fidanzarti- si avvicinò deciso a lui, sollevò il petto e piantò i piedi a terra.
-Che c’è Capitano, sei geloso?-
-E tu invece?- ringhiò.
Loki rise rumorosamente. Passeggiò un po’ e poi si voltò di nuovo verso di lui.
-Se possiedo già qualcosa non mi preoccupo di perderla. Se è mia, è mia-
-Quindi io sono un oggetto di tua proprietà?- sbottai nervosamente. Alzò il sopracciglio retorico.
-Mi hai stancata Loki. Non tutti i nove regni girano intorno a te-
-Ieri sera però non mi sembra che tu abbia pensato questo.- sussurrò.
Aprii la bocca e la richiusi immediatamente. Gli occhi mi pizzicavano per le lacrime che minacciavano di uscire.
Ero in imbarazzo e odiavo quella situazione.
-Eleine, che è successo ieri sera?- mi chiese Steve calmo. Guardai entrambi.
Ero confusa, avevo bisogno di ragionare da sola. Uscii dalla palestra lasciando i due da soli con le lacrime che sgorgavano dai miei occhi. Mi chiusi in camera mia ignorando la voce di Steve che proveniva da fuori la porta.




Ciao a tutti!
Mi dispiace per l'enorme ritardo ma ho avuto un po' il blocco dello scrittore. Siete pochi lettori che leggete ma non m'importa.
Come avete potuto vedere in questo capitolo (forse non è meraviglioso, lo so) Eleine è abbastanza confusa. Non sa che sentimenti prova.
Una piccola cosa: sto revisionando gli altri capitoli, così da rendere la lettura più scorrevole.
Non ho altro da dire.
Vi lascio i network dove potete contattarmi.
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PS: il titolo del capitolo l'ho preso da "Demons" degli Imagine Dragons che mi ha un po' inspirata.

roberta_everdeen

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