Momenti - Quando due idioti hanno una figlia. Più idiota di loro.

di Risa Lily Angelie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Momento 1. ***
Capitolo 2: *** Momento 2. ***
Capitolo 3: *** Momento 3. ***
Capitolo 4: *** Momento 4. ***
Capitolo 5: *** Momento 5. ***
Capitolo 6: *** Momento 6. ***
Capitolo 7: *** Momento 7. ***
Capitolo 8: *** Momento 8. ***
Capitolo 9: *** Momento 9. ***
Capitolo 10: *** Momento 10. ***
Capitolo 11: *** Momento 11. ***
Capitolo 12: *** Momento 12. ***
Capitolo 13: *** Momento 13. ***
Capitolo 14: *** Momento 14. ***
Capitolo 15: *** Momento 15. ***
Capitolo 16: *** Momento 16. ***
Capitolo 17: *** Momento 17. ***
Capitolo 18: *** Momento 18. ***
Capitolo 19: *** Momento 19. ***



Capitolo 1
*** Momento 1. ***


24 dicembre, Casa Koizumi-Otani, ore 9:30 P.M.
-Otani.- Chiamò Risa, la voce poco più che un sussurro.
-Uh?- Fu la risposta del ragazzo.
-Otani!- Stavolta la giovane chiamò con più forza, nella voce una nota di panico.
-Cosa?- Chiese il ragazzo, accortosi dell'ansia della moglie.
-OTANI, PORCA MISERIA!- Urlò a quel punto Koizumi, affacciandosi dalla porta del bagno.
-MA COSA VUOI?!- Gridò di rimando Atsushi, balzando in piedi dal divano sul quale era seduto.
-Si... Sono rotte... Le acque.- Annunciò con voce strozzata.
-Come? Non ho capito.- Balbettò lui, facendo un paio di passi verso la donna.
-Si sono rotte le acque.- Ripetè lei, sollevando lo sguardo sul marito.
-Ah, okay... NO, ASPETTA, COSA?!- Esclamò lui, diventando bianco in viso.
-HAI SENTITO BENISSIMO, TAPPO!- Ringhiò Risa.
-TI PARE IL MOMENTO DI SFOTTERMI?!- S'indignò Atsushi.
-E' SEMPRE IL MOMENTO DI SFOTTERTI!- Tuonò Koizumi, portandosi entrambe le mani sul ventre.
-E ORA CHE FACCIAMO?!- Esclamò il ragazzo, mettendosi le mani fra i capelli.
La giovane, camminando a gambe larghe, si avvicinò al marito e lo afferrò per il colletto della camicia chiara.
-NON URLARE, RAZZA DI SCEMO!- Gridò.
-Ma sei tu che urli!- La rimproverò lui. -E mettimi giù!-
Risa mollò la presa e Otani cadde giù come un sacco di patate.
-Mi sono fatto male!-
-Mi sembra che qui ci sia un problema più urgente!- La giovane si mise le mani sui fianchi. -Allora? Vuoi portarmi all'ospedale o no?!-


24 dicembre, Ospedale, Sala d'Aspetto, ore 10:30 P.M.
-Allora? Dov'è?-
Otani si voltò, e vide corrergli incontro Nobu e Nakao, col piccolo Kaito, di un anno, sul passeggino, Chiharu, che teneva fra le braccia il piccolo Yasu, Suzuki, Seiko e persino Haruka.
Il ragazzo fece spallucce.
-E' entrata in sala da quarantadue minuti.- Rispose, guardando la porta di fronte a lui.
-Ehm, Otani...- Cominciò Nobuko, indecisa. -Sei piuttosto pallido.- Disse, prendendo in braccio il figlio, che aveva cominciato a lamentarsi.
-Oh, davvero?- Chiese lui, guardandola da sotto in su.
-Forse dovresti bere qualcosa di caldo.- propose a quel punto la bionda.
-No.- Ringhiò lui. -Non ho alcuna intenzione di muovermi da qui.- A chiarire meglio il concetto, sbattè con forza il piede destro.
-Pft.- Fu il commento di Haruka.
Atsushi gli lanciò un'occhiata interrogativa.
-Prima metti Koizumi in queste condizioni e poi fai l'uomo tutto d'un pezzo? Ma fammi il piacere.- Brontolò il castano, incrociando le braccia.
-Oh, tu...-
Otani venne interrotto da una voce femminile.
-Il signor Otani?- Disse l'infermiera dai lunghi capelli neri, dei grandi ed ingombranti occhiali e un paio di occhietti scuri.
-Eccomi.- Disse, diventando più bianco di quanto non lo fosse cinque minuti prima.
L'infermiera gli lanciò un'occhiata dubbiose; possibile che il marito di quella ragazza così alta fosse proprio quell'uomo piccolo piccolo che aveva di fronte?
Tirò su col naso, poi fece un cenno con la testa.
-Mi segua.- Disse.
Atsushi deglutì a fatica, e fece un paio di passi. Non si sentiva più le gambe.
Nobu lo spinse appena.
-In bocca al lupo.- Gli sillabò.
Lui annuì, negli occhi un'espressione vuota. L'infermiera, forse intuendo lo stato d'animo del giovane, poggiò una mano sulla sua schiena e lo spinse dolcemente verso la Sala.
-Come sta?- Balbettò lui, appena le porte furono chiuse.
La ragazza si tolse gli occhiali.
-E' ancora presto, non è abbastanza dilatata.-
-Presto?- Ripetè Otani sbarrando gli occhi.
Lei annuì.
-Continua a chiedere di lei, e il dottore ha ritenuto opportuno...- Non terminò la frase, perchè un urlo squarciò l'aria.
-Risa!- Balbettò Otani, correndo verso l'amata.
-Ma signore...- Balbettò la giovane infermiera, stupita.
Atsushi raggiunse la moglie, con le lacrime agli occhi, che gridava senza ritegno.
-Ma porc... Atsushi!- La ragazza sorrise appena, poi fece una smorfia ed emise un lamento.
-Come stai?- Chiese lui, stringendole la mano sinistra, sulla quale spiccava un piccolo anello d'oro.
-Una favola.-
-Davvero?-
-SECONDO TE COME POSSO STARE?!- Sbraitò a quel punto, spaventando il giovane che fece un balzo all'indietro.
-Non... Potreste darle un sedativo?- Balbettò lui, rivolto al medico in sala.
-Oddio, scusa, non volevo spaventarti...- Bisbigliò Koizumi a sguardo basso, mentre numerose lacrime le scivolavano sul viso, con espressione mortificata.
-Non ti preoccupare...- Sussurrò Otani, avvicinandosi nuovamente alla moglie.
-Se però tu non mi facessi domande idiote, IO NON SCLEREREI COSI' SENZA RITEGNO!- Ringhiò lei, stringendo fino a stritolare la mano di Otani.
Lui lanciò uno sguardo al dottore.
-E' una cosa normale?- Balbettò con espressione vuota.
-Assolutamente normale, signore.- Disse lui.


24 dicembre, Ospedale, Sala d'Aspetto, ore 11:30 P.M.
"BRUTTO IDIOTA, IO TI..."
-Uhm, a quanto pare Risa sta facendo spettacolo.- Commentò asciutta Nobu, passando una mano sui capelli biondi del figlio. -Mi chiedo come faccia tuo figlio a dormire con questo fracasso, Chiharu.-
Lei sorrise appena, stingendo tra le braccia il piccolo Yasu.
-Dev'essere una cosa di famiglia, la tranquillità.- Borbottò quindi, prendendo in braccio Kaito.
-Otani come se la starà passando?- Chiese Nakao, passandosi una mano fra i capelli.
-Beh, è lui che ha messo incinta Risa, se lo merita.- Sbottò Haruka, incrociando le braccia.
-Haruka, sei il solito insensibile!- Lo rimbeccò Seiko, tirandolo per una manica.
"MA CHE DIAVOLO MI HAI FATTO?! GIURO CHE APPENA MI ALZO DA QUESTO LETTO, IO TI AMMAZZO!", tuonò la stridula voce di Koizumi.
Ai ragazzi parve sentire anche un "Calmati, Risa, ti prego.", da parte di uno sconvolto Atsushi.
-Poverino.- Sospirò Chiharu, tirando su col naso.
-E povera lei.- Ribattè Haruka.
-E povero il figlio di questi matti.- Concluse Nobu.
-A proposito, non sanno il sesso del bambino?- Chiese Chiharu.
Nakao scosse la testa.
-No.- Rispose infatti. -Volevano la sorpresa.-
-E non hanno fatto altro che litigare durante gli ultimi nove mesi.- Brontolò Nobuko, sbuffando.
-Non che fosse una novità.- Commentò Suzuki.
-Sì, certo.- Convenne Nobu sghignazzando. -Otani è convinto che sia una bambina.-
-E ovviamente, Koizumi...- S'intromise Seiko.
-E' convinta sia un maschietto, già.- Terminò la bionda, ridendo.
In quel momento, il piccolo Kaito si agitò dalle braccia della madre.
-Cosa c'è, piccolo?- Chiamò incuriosito il padre, rubandolo dalle braccia di Nobuko.
Il bambino continuò ad agitarsi.
-Forse vuole camminare...- Sussurrò Chiharu, cullando il piccolo Yasu.
Seguendo i consigli dell'amica, Nakao mise a terra il figlio, il quale, zompettando sotto le occhiate divertiti dei genitori, si piazzò davanti alla vetrata, emettendo un gridolino di gioia.
-Cosa c'è, cucciolo?- Chiese Nobu dolcemente al figlio, accucciandosi vicino a lui.
Il bambino puntò un ditino contro il vetro, continuando a ridere divertito.
La donna voltò lo sguardo contro il vetro.
-Ragazzi, sta nevicando.-


 
25 dicembre, Ospedale, Sala d'Aspetto, ore 00:01 P.M.
"BRUTTO IDIOTA, IO CHIEDO IL DIVORZIO!", tuonò la voce di Koizumi.
"Risa, calmati, ti sente tutto l'ospedale!" Ringhiò Otani a quel punto.
"BENE, CHE TUTTO L'OSPEDALE SAPPIA CHE VOGLIO IL DIVORZIO!" Sbraitò la donna.
"NE RIPARLIAMO DOPO, ORA SPINGI, DANNAZIONE, VOGLIO VEDERE MIA FIGLIA!"
"SARA' UN MASCHIO, SCEMO!"
"E IO TI DICO CHE SARA' UNA FEMMINA!"

Il piccolo Yasu aprì gli occhi. Chiharu le soffiò un "dormi, piccolo", e il bambino tornò nel mondo dei sogni.
Nobu scosse la testa esasperata.
-Guarda tu, devono fare i loro sketch comici anche all'ospedale.- Borbottò, mentre il suo figlioletto stringeva convulsamente il suo indice.
Intanto, Risa ed Otani vennero zittiti dalla voce del medico che, probabilmente, era arrivato all'esasperazione.
Dopo qualche secondo, si udì un pianto.


25 dicembre, Ospedale, Sala Parto, ore 00:02, A.M.
-Ce l'abbiamo fatta!- Esultò il medico, mentre passava il piccolo all'infermiera per lavarlo.
Koizumi sospirò.
-E'... Nato?- Balbettò. Aveva la fronte imperlata di sudore, i capelli umidi ed era bianca in viso.
-E' nata, signora. Una bella bambina. Congratulazioni.- Rispose il medico. -Ora vi lascio soli.- Disse, lasciando sola i coniugi Otani.
-Una... Bambina...- Balbettò Risa.
-Te l'avevo detto.- Rispose Atsushi, mentre un sorriso nasceva sulle labbra secche.
-Oh, taci, tu.- Brontolò lei.
Ci fu qualche istante di silenzio, poi ci fu un singhiozzo da parte di Koizumi.
-Risa?- Chiese Otani, guardandola con aria interrogativa.
-Scusa, scusa, dimentica quello che ho detto prima. Non voglio lasciarti.- Balbettò, mentre già uscivano calde lacrime dagli occhi.
Lui rise.
-Ma quanto sei scema.- Sussurrò, togliendole una lacrima dalla guancia.
Si baciarono.
-Scusa, scusa...- Singhiozzò nuovamente la donna, abbracciando il marito.
-Tranquilla Risa, tranquilla.- Rispose lui, sorridendole.
-Erhm-erhm.- Tossicchiò l'infermiera.
Koizumi si staccò da Otani.
-Ecco la bambina.- Disse la giovane, posando la piccola tra le braccia di Risa.
-Oddio, com'è piccola...- Sussurrò appena lei, sorridendo.
-Veramente, signora, è piuttosto grandicella.- Disse la ragazza.
Koizumi le lanciò un'occhiata.
-Oh, davvero?- Rispose, improvvisamente fredda.
La donna annuì, poi, forse capendo l'improvviso cambiamento di umore di Koizumi, si dileguò con una scusa.
-Risa, tutto bene?-
-Lei... Potrebbe diventare un'altra spilungona.- Disse, scrutando la bambina che aveva in braccio.
-E tu ti stai preoccupando per questo? Davvero? Oh, ma piantala, lo sanno tutti che le femminuccie sono sempre copie sputate del padre!- Otani disse queste parole ridendo, poi, all'ultima parola, assunse un'aria pensieriosa.
-Cosa c'è?-
-E'... Bello. Dire che sono padre, intendo.-
Lei sorrise.
-Allora, signor "Padre", tieni la piccola in braccio.-
-Cosa? Io? Ma...-
-Niente "ma", caro.- Con queste parole, poggiò la piccola fra le braccia di Otani.
Lui, che era inizialmente imbarazzato, appena la piccola lo guardò, con gli occhi identici a quelli della madre, sorrise appena.
Si allontanò un attimo, cullandola appena.
-Sì, ehm. Ora molla mia figlia.-
-E' anche mia figlia.-
-Ma l'ho partorita io!-
-Appunto, l'hai tenuta nella pancia nove mesi, dobbiamo recuperare. Vero piccola?- Otani mise un dito vicino al viso della bambina, la quale lo afferrò stretta.
-Piuttosto... Come la chiamiamo?- Chiese Koizumi, arricciando una ciocca di capelli intorno all'indice.
-Come?- Atsushi scrutò gli occhioni scuri della piccola. -Non ne ho idea.-
La donna si lasciò sfuggire una risatina.
-Non ne avevo dubbi... Comunque, forse dovresti avvertire gli altri, fuori...- Disse lei.
-Oh, giusto, giusto.-
Otani fece per andarsene, ma poi venne fermato dalla voce della moglie.
-Atsushi, dammi la bambina.-
-Oh...- Balbettò lui, quasi imbarazzato.
L'uomo lasciò la figlia tra le braccia di Koizumi.
-Ciao piccola, torno tra poco.- Sussurrò lui alla bambina.
-Tranquillo caro, non soffrirà della tua mancanza.- Disse la moglie ridendo.
-Uhm, gelosa?-
Lei rise ancora più forte.
-Dammi un bacio, idiota.-
-Ai tuoi ordini, scema.-


 
25 dicembre, Ospedale, Sala d'Aspetto, ore 00:11 A.M.
-E' nata!- Esclamò Otani, uscendo dalla sala parto.
-E' una lei?-
-Sì!-
-Possiamo vederla?-
-Io non...-
Otani non riuscì ad impedire ai suoi amici di entrare a vedere la moglie.
-Risa!- Esclamò Nobu, correndo verso l'amica.
-Nobu? Oh, Nobu!-
-Come stai?- Disse, abbracciandola.
-Bene ma... Non credo che voi potreste...- Cominciò Koizumi, ma i ragazzi parvero non ascoltarla; l'attenzione di tutti era rivolta alla piccola, che non disdegnava il loro interesse.
-Come la chiamate?- Chiese Seiko, mentre la piccola giocava coi suoi capelli biondi.
-Beh, non saprei...- Balbettò Risa.
-Nami.(*)- Disse Otani, che fino a quel momento era stato in silenzio.

-Come?- Chiese Koizumi, perplessa.
-Nami. E' un bel nome, ti pare?- Otani si avvicinò alla piccola.
-E' molto bello.- Convenne Koizumi, sorridendo.
-E per di più è appropriato.- Annuì Nobu.
-Appropriato?- Risa osservò l'amica perplessa.
-Sta nevicando.- Rispose Otani.
-Uhm. Nami. Mi piace.- Commentò Koizumi sovrapensiero, stringendo la figlia tra le braccia.






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**Angolo di Cali-chan**

Salve Gente!
Rieccomi. Cos'è questa? Uhm. Teoricamente era nata come una one-shot, ma tante idee mi si stanno affollando nella mente, sulla vita della piccola Nami, che credo diventerà una raccolta.
Mi farebbe, ad ogni modo, piacere avere un vostro parere, anche per sapere se chiuderla come one-shot oppure dar voce ai miei pensieri e crearne una raccolta ^^
Ad ogni modo, alla prossima :D
Cali-chan :)


(*)= Nami, vuol dire "Neve" (la fonte è internet, se così non fosse, prendetevela con lui. Uccidetelo ç_ç)

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Capitolo 2
*** Momento 2. ***


4 anni dopo...
Nami si avvicinò al letto matrimoniale dei suoi genitori, che dormivano beatamente. Ogni tanto si udiva qualche ronfo da parte di Otani, intervallato da alcuni sbuffi, provenienti invece da Risa.
-Mamma...- Balbettò la bambina, avvicinandosi alla madre e scuotendola.
La donna aprì gli occhi.
-Nami, cosa ci fai sveglia?- Koizumi si mise a sedere e accese l'abat-jour. Impiegò qualche secondo a far abituare gli occhi alla luce, poi si mise la sveglia sotto il naso. -Sono le due e mezza di notte!- Esclamò.
Si sentì un lamento dal lato di Atsushi.
"Pft, beato lui che dorme.", pensò Koizumi, stropicciandosi gli occhi assonnati.
-Ho fatto un brutto sogno.- Sussurrò Nami a bassa voce.
-Oh, vieni qui.- 
Risa allargò le braccia e la bambina vi si buttò dentro, singhiozzando appena.
-Posso dormire con te e papà?- Bisbigliò la bambina, il volto ancora affondato fra le braccia della madre.
-Beh, non so se papà approverebbe, tesoro.- Commentò la donna, consapevole del fatto che Otani non era mai stato entusiasta di dormire in tre nel lettone, come lo chiamava Nami, giustificandosi sempre con un "Per dormire ho bisogno di spazio!".
-Chiediglielo, ti prego...- Farfugliò la bimba stringendo gli occhi scuri.
Risa scosse la testa sorridendo appena, poi schiaffò uno scappellotto sulla nuca del marito.
-Ahio!- Fu l'indignato commento di Otani, mentre si stropicciava gli occhi. -Che ore sono?- Chiese sbadigliando.
-Le due e mezza di notte.- Rispose la moglie a mezza voce.
-Ah... No, aspetta, cosa?! Per quale razza di ragione mi svegli a quest'ora, smidollata!- Ringhiò Otani, sbuffando.
-Che ti urli, scemo!- Sbottò Risa.
-Anche tu stai urlando!- Le rinfacciò Atsushi.
-Sto urlando perchè tu urli!-
-E io urlo perchè tu urli perchè io urlo perchè mi hai svegliato ad un'orario impossibile!-
Koizumi non rispose, si limitò a guardare il marito perplesso.
-Eh?- Balbettò la donna, ad occhi sbarrati.
-Aspetta, che ho detto?- Borbottò l'uomo, grattandosi la testa.
Solo in quel momento si accorse della presenza della figlia tra le bracca di Koizumi.
-Nami, che ci fai qui?- Chiese perplesso.
-Ha fatto un incubo.- Rispose sbrigativa Risa. -E ci chiedevamo se fossi d'accordo per...- Non terminò la frase, perchè Otani allargò le braccia e la bambina si staccò da Koizumi ed abbracciò il padre. La donna sorrise. -Credo che tu abbia già deciso.- Sussurrò.
-Cosa?- Chiese Otani, mentre stringeva Nami.
-Che nostra figlia dorma qui.- Rispose con fare ovvio la donna.
-Oh... Ehm, va bene. Ma, Nami, devi imparare ad affrontare le tue paure, d'accordo?-
Atsushi era bravo coi bambini, e Koizumi lo sapeva. Tutti i suoi studenti - era alla fine diventato un insegnante delle elementari - lo adoravano, nonostante i più alti lo avessero già raggiunto.
La bambina si passò il dorso della mano sotto il naso, mordendosi appena il labbro inferiore.
-Questa è l'ultima volta che dormo qui. Promesso.- Disse la bambina, saltando in piedi sul letto.
Risa scoppiò a ridere.
-Sì, tesoro, ma ora non gridare, i vicini stanno dormendo...- Sussurrò alla figlia, che, soddisfatta, si infilò tra le coperte.
-Buonanotte!- Esclamò la bambina mentre un sorriso aleggiava sulle labbra, chiudendo gli occhi.
Dopo pochi minuti, già dormiva.
-Uhm, un incubo?- Commentò Otani grattandosi la testa.
-Così pare.- Sghignazzò Koizumi, accarezzando dolcemente i capelli della figlia, dello stesso colore di quelli del padre. -Beh, meglio se dormiamo anche noi, domani dobbiamo tutti alzarci presto.- Disse poi, guardando il marito.
-Già... Risa?-
-Uh?-
-Ti amo.- Sussurò Otani con voce roca.
Koizumi arrossì in evidente imbarazzo. Nonostante fosse ormai suo marito, quegli slanci di affetto - per quanto rari fossero -, le facevano sempre effetto.
-Anche io, Atsushi.- Rispose lei, prima di scoccare un bacio sulle labbra del marito.
-Beh, peccato che ci sia Nami, qui...- Disse lui, accennando con un gesto del capo alla figlioletta addormentata.
-Atsushi!-  Ridacchiò stupita Risa, che sembrava imbarazzata. -Buonanotte.- Disse poi, allontanandosi da Otani e spegnendo la luce.
-'notte.- Rispose lui, infilandosi tra le coperte.





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**Angolo di Cali-chan**

Ma buonasera a tutti! ^^
Uhm, ebbene sì, alla fine farò questa famosa raccolta ^^
Che dire... E' un "momento" un po' cortino, eh, lo so, non riesco ad allungarlo (?) più di così D:
Del resto quello prima è piuttosto lungo, per i miei standard :')
Ringrazio tutte le anime pie che hanno recensito lo scorso capitolo :3
Alla prossima! ^^
Cali-chan :)

 

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Capitolo 3
*** Momento 3. ***


-Non ho mai visto un ragazzino così irritante!- Esclamò Nami, tredici anni, sbattendo con forza il libro di storia sul tavolo della cucina, dove era andata a fare i compiti.
-Come?- Risa Koizumi, madre di Nami, osservò la figlia con vaga aria divertita. -Di chi parli?- Chiese, mentre terminava di spazzare per terra.
-Di Kaito Nakao.- Sbottò la giovane, scuotendo i capelli ribelli con una smorfia di disappunto.
-Il figlio di Nobu? Perchè?- Domandò quella, incuriosita.
-E' irritante.- Sentenziò lei, sedendosi ed aprendo il libro.
-Perchè mai? Cosa ti ha fatto?- Chiese Koizumi divertita.
-Non c'è niente di divertente, mamma. Quel ragazzino è così snervante! Oggi sai che ha detto?!- Esclamò Nami, chiudendo di scatto il libro che aveva appena aperto.
Risa, reprimendo una risatina, si sedette accanto alla figlia.
-Cosa, tesoro?-
-Mi ha dato della nana!- Ringhiò seccata Nami.
Esattamente; contrariamente a quanto si pensava inizialmente, Nami era di corporatura piuttosto minuta. A tredici anni, infatti, aveva raggiunto un agognato e sudato 1,40.
-Ma, Nami, ricordati quello che dice sempre papà. Nella botte piccola c'è il vino buono.- Rispose Koizumi con tono conciliante; in realtà, lei era intimamente contenta dell'altezza della figlia. Una ragazza bassa, alla fin fine, era nella normalità.
-Sì mamma, ma tu poi controbatti sempre. "Sì, nella botte, non nel tappo!".- Nami si esibì in un'imitazione della madre, che sbuffò.
-Io non parlo così!- Esclamò.
-Comunque,- riprese la giovane, con un gesto della mano -abbiamo fatto una scommessa.- Riprese la tredicenne con aria di superiorità.
-Ah, sì?- Le fece eco la donna, interessata.
-Oh, sì. Abbiamo scommesso su chi diventerà più alto tra noi due.- Proclamò l'adolescente convinta.
-Tesoro, non per smontare le tue speranze ma... Kaito è un ragazzo, ed è più grande di te di un anno.- Argomentò Risa, sperando di essere convincente.
-Oh, mamma! Kaito è solo un ragazzino!- Ribattè lei.
-Un ragazzino che ha un anno in più di te?-
-Ha in quoziente intellettivo di un bradipo, mamma.-
-Ciò non toglie che è un ragazzo e...- Nami la interruppe.
-Tu sei più alta di papà.- Constatò la piccola Otani, per quella che, a parer suo, era logica inattaccabile.
-Sì tesoro, ma... Aspetta, non è che questo Kaito ti piace?- Esclamò Koizumi, con un sorrisino sornione.
-Cosa? No! Mai!- Ringhiò la ragazzina. -E' un totale idiota!-
Risa sghignazzò divertita; Nami le faceva tornare in mente lei e Otani, ai tempi del liceo.
-E poi... A me piace Yasu.- Balbettò la ragazzina, riaprendo il libro di storia e tuffandocisi dentro.
-Yasu?- Ripetè la donna, perplessa. -Il figlio di...-
-Sì, Yasu Suzuki, mamma.- Nami arrossì fino alla radice dei capelli.
-Beh, sì, è un ragazzo carino...- Nella mente di Risa apparve il giovane dai capelli scuri. Era molto riservato e silenzioso, Yasu. Esattamente come i genitori. -Ma Kaito...- Disse sovrappensiero.
-Kaito è un ragazzino, mamma.- Decretò Nami, sbuffando sonoramente.
-Un ragazzino di quattordici anni? Yasu ne ha tredici.-
-Sì, ma è molto più maturo.- Rispose pratica la figlia. -Yasu non mi prende in giro, non mi chiama "nana". Lui è dolce e gentile con me, a differenza di quel...- Lo sproloquio di Nami venne interrotto da un rumore di una porta che si apriva.
-Sono tornato!- Fece la voce di Otani.
Risa sorrise a sentir la voce del marito, e dopo un paio di minuti, Atsushi fece capolino in cucina.
-Oh, ecco le mie donne preferite.- Esclamò, dando un bacio fra i capelli di Nami, che intanto trascriveva degli appunti dal libro di storia al quaderno, e poi darne uno a fior di labbra alla moglie.
-Fate venire il voltastomaco.- Sentenziò Nami.
-Come hai detto?- Risposero sincronizzati Risa ed Otani, sbuffando.
-Siete melensi.-
-Oh, tesoro, si vede che non conosci la nostra storia... A proposito, Atsushi?- Chiamò la donna, una luce brillante negli occhi.
-Sì?- Rispose il marito, scrutando il libro che stava leggendo Nami.
-Credo che il liceo Maido avrà un altro duo comico.-





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**Angolo di Cali-chan**

Salve gente, rieccomi col terzo "momento" :3
Come potete vedere, ora Nami è già più grandicella.. E, come vedete, ha ripreso l'altezza dal padre, eheh (?). No, sapete, Nami me la immagino un'adorabile tappetta. ^^"
Ad ogni modo, spero che vi sia piaciuto (boh, non mi convince più di tanto çç), e ringrazio voi tutte, care lettrici, per supportarmi in tutte le tre storie (anzi, due storie e una raccolta -questa-) che ho in corso :)
Alla prossima! ^^
Cali-chan :)
Ps: Non trucidatemi per la cortezza imbarazzante, non riesco ad allungare più di così XD


 

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Capitolo 4
*** Momento 4. ***


10 aprile, Casa Koizumi-Otani.
Il suono di una sveglia vibrò, rumorosa, per tutta casa.
Nami allungò una manina bianca e, afferrata la sveglia, la scaraventò a terra.
-Uhm, che sonno...- Borbottò, voltandosi dall'altra parte, sotto le coperte.
Stava per sprofondare nuovamente nel regno dei sogni, quando un una voce, che chiamava il suo nome, squarciò l'aria.
L'adolescente si tirò su, sbadigliando rumorosamente. Si alzò dal letto, grattandosi la testa, ed aprì la porta della camera. Scese le scale che portavano al piano inferiore, ancora in pigiama, e si affacciò alla cucina; si trovò davanti il padre, intendo a sorseggiare il caffè, sorretto dalla mano sinistra, sul naso un paio di occhiali posizionati di sbieco, mentre scriveva febbrilmente su dei fogli, probabilmente i programmi scolastici delle diverse classi.
Sua madre in quel momentò entrò in cucina, mentre con la mano destra si pettinava e con la sinistra teneva in mano il telefono, mentre era assorta in una fitta conversazione.
-Ciao mà.- Sbadigliò la ragazza, sollevando gli occhi sulla madre.
La donna guardò la figlia un lungo attimo, poi farfugliò qualcosa alla persona con la quale stava parlando al telefono ed attaccò.
-Tesoro- esordì Risa, mentre finiva di intrappolare i capelli un un grande cipollone. -Hai la più pallida idea di che ore siano?-
-E' tardi, maledettamente tardi!- Rispose una voce.
Ma non proveniva da Nami, bensì da Atsushi, che saltò giù dalla sedia, infilando le scartoffie nella valigetta che portava al lavoro.
-Tardi...?- Ripetè la ragazza, arricciando il nasino.
-Nami, sono le 8:20.- Annunciò Koizumi.
L'adolescente sbarrò gli occhi.
-C-che cosa?! Le 8 e 20?! E quando avevate intenzione di dirmelo?!-
-Adesso.- Risposero i genitori in sincronia.
-Oh, diavolo!, è tardi!- Con queste parole, Nami corse nuovamente al piano di sopra, spalancò la porta della sua camera e, toltasi il pigiama, si infilò la divisa scolastica. -Dannazione, potevate dirmelo prima!- Ringhiò la ragazza ai genitori, mentre afferrava lo zaino.
Si precipitò giù per le scale, urlando un "Io vado!", e stava anche per uscire di casa, quando sua madre la afferrò per il colletto.
-Cosa?- Sibilò Nami, sbuffando.
-Neanche la colazione?-
Nami si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
-E' tardi, mamma! Oh, voi non capite!- Esclamò, per poi liberarsi dalla presa della madre ed uscire di casa.
-Oh- Rise Koizumi, lanciando un'occhiata al marito, che si liberava degli occhiali -Invece capiamo perfettamente.-

 
10 aprile, liceo Maido.
-Scusa il ritardo!- Esclamò Nami, quasi piegata in due, col fiatone.
-Oh, ben arrivata.- Disse una moretta, ridendo.
Nami alzò gli occhi e incontrò quelli di Sakura, la sua migliore amica dai tempi delle medie.
-Hai già visto le sezioni?- Chiese arrancando.
La mora scosse la testa.
-No, non ancora, aspettavo te.- Rispose.
-Allora andiamo.- Commentò la piccola Otani, avviandosi verso i quadri.
-Oh, ma guarda chi si vede.- Disse una voce maschile alle spalle delle due ragazze.
Nami arrestò la sua camminata, mentre Sakura sghignazzò appena; sapeva perfettamente cosa sarebbe accaduto di lì a pochi minuti.
-Oh, guarda chi c'è. Ancora non ti hanno espulso?- Ringhiò Nami, voltandosi a guardare nientepopodimeno che Kaito Nakao.
Quello fece un sorrisino sghembo, scuotendo i capelli biondi.
-Porta rispetto a chi è più grande di te, piccoletta.-
-Non chiamarmi "piccoletta", razza di grattacielo.-
Il giovane Nakao, in effetti, era parecchio alto; a sedici anni, infatti, aveva raggiunto 1,80 cm.
Nami Otani, al contrario, a quindici anni aveva raggiunto 1,48 cm.
-Sai, i ragazzi alti hanno fascino.- Ribattè lui, incrociando le braccia.
-Le ragazze basse hanno fascino, scemo.- Contrattaccò lei, sbuffando sonoramente.
Sakura rise, divertita.
-Nana!-
-Spilungone!-
-Scema!-
-Idiota!-
-Che succede?- Chiese una voce maschile alle spalle dei ragazzi.
I due si voltarono, urlando un "Niente!" in perfetta sincronia.
-Oh... Ciao Suzuki.- Balbettò poi Nami, arrossendo.
Kaito scosse la testa.
-Bene, vi lascio alle vostre cose da primini.-
-Non farti figo solo perchè sei più grande di noi, okay?!- Tuonò Nami verso il biondo che si allontanava.
Kaito sventolò in aria una mano, urlando un "Ciao ragazzina!".
-Non sono una ragazzina!- Esclamò la quindicenne.
Sakura, che aveva riso tutto il tempo, si rivolse a Yasu.
-Non credi che sarebbero una coppietta carina?-
-Stavo pensando la stessa cosa.- Annuì il moro.
Nami si girò verso i suoi migliori amici con aria allibita.
-Cosa?! Io e... Nakao? Ma siete seri? Non starei con lui nemmeno per tutto l'oro del mondo!- Esclamò.
-Certo Nami, certo...- Sakura le passò amichevolmente un braccio sulle spalle. -Non negherai, però, che Nakao sia un bel ragazzo.-
-Un bel... Che?-
-Beh, sai... Alto, biondo, atletico...- Commentò la moretta, trascinando l'amica verso i quadri.
-Troverei attraente Kaito Nakao solo se si mettesse un sacchetto in testa e smontasse il suo gigantesco ego, Sakura.-
-Queste sono le ultime parole famose...- Commentò Yasu Suzuki, sistemandosi gli occhiali sul viso.
-Come?- Balbettò Nami, mentre sentiva come una coltellata nello stomaco; anche lui credeva che lei e Nakao stessero bene insieme?
Il giovane Suzuki stava per rispondere, quando Sakura annunciò che erano arrivati davanti ai quadri.
Nami cercò di guardare qualcosa, ma bassa com'era riusciva solo a vedere le teste degli altri ragazzi.
-Oh, uffa.- Borbottò. -Sakura, tu vedi qualcosa?- Chiese, rivolta all'amica, che era alta 1,60 cm.
La moretta scosse la testa.
-No, finchè i ragazzi non si tolgono da qui non vedrò mai niente.-
-Tu, Yasu?-
-No, non vedo niente neanche io... E mi si sono appannati gli occhiali.- Con queste parole, il moro si tolse gli occhiali e li pulì con un lembo della divisa.
Mentre Nami osservava il ragazzo, sentì delle braccia forti prenderla da dietro e sollevarla di una spanna buona.
-Ma che... Nakao! Mettimi giù!- Esclamò la ragazza, dimenandosi.
-Se ti agiti così tanto finisce che mi cadi addosso e mi rompo qualcosa.- Borbottò lui da sotto.
-Ma sei matto? Cavolo, se mi fai cadere giuro che ti ammazzo!- Ringhiò la ragazza.
-Taci.- Ribattè lui, e la piccola Otani stava anche per rispondere, quando lui, con fare pratico, la sollevò ancora di più.
-Oh cavolo, cado, cado!- Esclamò la quindicenne, chiudendo gli occhi.
-Ma finiscila.- Ribattè il sedicenne. -E invece di frignare, guarda se leggi il tuo nome.-
L'adolescente spalancò gli occhi e, sotto le occhiate divertiti degli altri studenti, cercava di capire se riuscisse a leggere il proprio nome.
-Tirami un po' più su...- Balbettò la ragazza al giovane, che sollevò un po' di più le braccia, intimamente stupito della leggerezza di lei.
-Uhm... Ci sono! Ho letto il mio nome!-
-Davvero?- Urlò Sakura, diversi centimetri più in basso.
-Sì.- Annuì lei. -Ci sei anche tu, nella mia stessa sezione! E... Yasu, anche tu!- Esclamò Nami, contenta di esser finita in classe coi suoi migliori amici. -Ora- disse, rivolgendosi al biondo -Puoi mettermi giù.-
-Sì, dammi due minuti.- Rispose lui.
-Cioè?-
-Voglio memorizzare le tue mutandine, Otani.- 
Nami arrossì.
-Le mie... Mutandine?!- Esclamò quindi, abbassando lo sguardo verso il giovane. In effetti, la gonna arrivava, come lunghezza, proprio sul naso del ragazzo, che, abbassando un po' la testa, era in grado di guardare ciò che c'era sotto. -Razza di pervertito, fammi scendere adesso!- Ringhiò, nera di rabbia, ed agitandosi. Kaito perse l'equilibrio e fece cadere la ragazza come un sacco di patate. Addosso a lui, che, sbilanciandosi, finì a terra. Lei sopra, lui sotto. Nami arrossì, vista la vicinanza eccessiva che aveva col biondo.
-Sei davvero un idiota.- Ringhiò sbuffando lei.
-E tu sei davvero buffa, ragazzina.- Rispose lui, un sorriso sghembo sulle labbra.
La ragazza si spostò di lato e si alzò in piedi.
-Ti detesto.- Disse Nami, lanciandogli un'occhiata di fuoco.
-Ti amo anche io, Otani, sì.-
Con queste parole, il sedicenne se ne andò, lasciando Nami con un palmo di naso. La quale, suo malgrado, fu costretta ad ammettere che sì, Kaito Nakao era proprio un gran figo.





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**Angolo di Cali-chan**

Ciao gente! ^^
Allora, vediamo. Iniziamo col fatto che, teoricamente, questa raccolta doveva riguardare il rapporto tra Risa e Otani e Nami. Al limite, qualche aggiunta qua e là sui figli degli altri, ma... Come vedete, i personaggi hanno fatto tutto da soli òwò
Kaito è diventato un figo, Nami è diventata una piccola peste, e Risa e Otani sono rimasti gli stessi scemi - anche se qui sono solo una comparsa -.
Il prossimo capitolo proverò ad inserire di più gli All Hanshin Kyojin... Ammesso che ci riesca òwò 
Seriamente, non riesco più a gestire i nuovi personaggi, fanno tutto da soli òwò (cioè, la scena della presa in braccio di Nami da parte di Kaito non era assolutamente prevista, è uscita così ç_ç).
Detto fatto, io mi dileguo u.ù
Cali-chan :)
Ps: lasciate un commentino, se vi va :3

 
 
 

 

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Capitolo 5
*** Momento 5. ***


25 dicembre, Festa degli Innamorati, Liceo Maido, Compleanno di Nami Otani, ore 12 A.M.
-Inizio a detestare il mio compleanno.- Sentenziò Nami, sbuffando.
Sakura, arricciando una ciocca di capelli scuri, osservò l'amica, sua vicina di banco.
-Come mai?- Chiese.
-Mi fa ricordare la mia situazione.- Ringhiò la neo-sedicenne.
-La tua... Cosa?-
-La mia situazione di ragazza sola, senza uno straccio di ragazzo.- Borbottò Nami.
-Ehm- Yasu si introdusse nella conversazione, sporgendosi dal banco, facendo arrossire impercettibilmente la festeggiata. -C'è sempre Kaito.-
Nami si riprodusse in un'espressione schifata.
-C-chi? Mai!- Esclamò la giovane. -Piuttosto ingoio sassi!-
-Oh, su. Non negarlo.- La canzonò Sakura, dandole un'amichevole gomitata.
-No, Sakura, no! Non è davvero il mio tipo.-
-E quale sarebbe il tuo tipo?-
-Non lo so esattamente...- mentì spudoratamente la giovane. Per lei, il suo ideale di ragazzo aveva un nome e un cognome; Yasu Suzuki. -Ma sicuramente non è lui!- Sbottò la ragazza, tirando un pugno sul tavolo.
-Otani!- Esclamò il professore, interrompendo la spiegazione.
Nami imprecò mentalmente.
-Ti sta divertendo a far baccano?- Chiese retoricamente l'insegnante. -Vedi di farlo fuori dall'aula!- E, con quelle parole, punto il braccio teso verso la porta.
Nami sbuffò appena, e, sillabato un "Ci vediamo dopo" a Sakura e Yasu, uscì dalla classe.
"Maledetto Nakao!"
-Oh, guarda chi c'è, la ragazzina.-
"E ti pareva."

La ragazza voltò il capo, e si ritrovò davanti proprio lui, Kaito Nakao.
-Oh. Una giraffa.- Sentenziò la sedicenne, sollevando il capo con sguardo di sfida.
-Oh, un tappo.-
-Idiota.-
-Piccola pulce.-
-Dimmi un po', sei stato cacciato fuori dall'aula perchè russavi o cosa?-
-Si dà il caso che anche tu sia stata sbattuta fuori! Stavi chiacchierando come al tuo solito?-
-Te l'ho chiesto io per prima!-
-Razza di...- Kaito si bloccò. -Dimmi una cosa.- Disse, abbassando la voce.
-Mmh?- Fu il verso che fece Nami.
-Avvicinati un attimo.- Le fece lui, facendo un gesto con la mano e incurvando un po' la schiena, quasi in modo da raggiungerla.

-Dimmi perchè dovrei.-
Lui fece un passo largo, avvicinandosi a lei.
-Preferisci che urli per il corridoio che sei cotta di Suzuki?-
Nami arrossì come non mai. 
-M-ma che dici?!- Trillò lei, con una voce di un paio di ottave più alto.
Stavolta fu il turno di lui di tappare la bocca a Nami.
-Che diavolo ti urli?- Le sibilò, liberandola.
-Ma come... Come fai a saperlo?-
-Oh, andiamo, Nami, si vede che gli fai gli occhi dolci lontano un miglio!-
-N-non è vero... E non chiamarmi Nami! Io sono Otani, per te!-
-Ma Otani vuol dire "Grande valle"... Tu invece sei piccola. Una bambolina.- Le soffiò lui, ad una decina di centimetri dal viso.
Lei gli posò una mano sul petto, come se volesse spingerlo lontano. Ovviamente, senza riuscirci.
-Grande valle o meno, il mio cognome è Otani, ed è così che devi chiamarmi.- Sbuffò, ostentando una serenità che non aveva affatto. Quel ragazzo le faceva rivoltare tutte le viscere che aveva in corpo. Lo trovava così altamente irritante.
-Posso darti un consiglio?- Disse lui, raddrizzando le spalle.
-Ho forse scelta?-
-Se smettessi di essere così irritante, potresti anche sembrare carina.-
-Oh, parli proprio tu!- Esclamò lei, punta nel vivo.
-Ragazzina, porta rispetto.-
-Lo porterò quando tu ne porterai a me.-
-Quanto ti infervori. Sai, quando fai così passi automaticamente dalla parte del torto.-
-La parte del che?-
-Del torto. Quando ti infervori per esprimere le tue opinioni, e fai l'aggressiva come adesso, finisci per passare dalla parte del torto.-
-Oh, ci rinuncio!- Esclamò la ragazza. Detto ciò, fece per voltarsi ed allontanarsi dal giovane, ma slittò col piede e finì gambe all'aria.
-Ci tieni a farmi vedere le tue mutandine, eh?- Sghignazzò divertito lui.
Lei emise un verso.
-Eh?- Fece lui.
-Mi sono fatta male.- Gemette lei.
In quel momento suonò la campanella, annunciando la pausa pranzo.
Quando Sakura e Yasu uscirono dalla classe, per raggiungere Nami e poi andare a pranzare, videro una figura bionda slanciata correre in direzione dell'infermieria, mentre tra le braccia, una figura decisamente piccola e minuta.
-M-ma quello...- Cominciò la mora, boccheggiando.
-Non è Kaito?- Terminò Suzuki, perplesso quanto Sakura.
-Che tiene Nami fra le braccia?-
I due fecero spallucce.
25 dicembre, Liceo Maido, Infermeria.
-Mollami subito!- Ringhiò Nami, agitandosi appena.
-Se lo facessi, cadresti a terra come un sacco di patate.- Commentò asciutto Kaito, aprendo la porta dell'infermeria.
-Ma chi ti ha chiesto di prendermi in braccio?-
-Oh, scusa, volevi che lo facesse Suzuki?- Poi, senza aspettarsi una risposta da Nami, continuò. -Mmh, non c'è nessuno. Oh beh.- Con queste parole, fece stendere la ragazza sul letto.
Si sedette su una sedia lì vicino, mentre Nami osservava il muro sopra di sè.
-Auguri, comunque.- Balbettò lui dopo qualche momento di silenzio.
Nami si voltò a guardare stupita il ragazzo.
-Grazie...- Disse lei, mestamente, ritrovandosi ad arrossire.
Nakao tirò fuori un pacchetto dalla tasca e lo mise sul letto di Nami.
E, quando lui se ne andò, dopo averla salutata con un "ci si becca, ragazzina", Nami realizzò che, forse, Kaito non era poi tanto male.
25 dicembre, Casa Koizumi-Otani, ore 6 P.M.
-Mmh.-
-Cosa c'è?- Chiese Risa alla figlia, guardandola concentrata davanti un piccolo pacchetto, rivestito da una carta verde.
La ragazza balzò in piedi.
-Niente! Non c'è... Assolutamente niente!- Trillò lei, sbarrando gli occhi.
-Questo cos'è?- Chiese la donna, prendendo il pacchetto.
-Sarebbe, a quanto pare, un regalo.-
-Da parte di chi?-
-Kaito.-
Risa sghignazzò assumendo un'espressione sorniona.
-"No mamma, Kaito è un ragazzino, non potrebbe mai piacermi!"- Cantilenò Koizumi, scimmiottando la figlia.
-Io non parlo così!- Esclamò la sedicenne.
-No, ma è quello che dici.-
Nami arrossì.
-B-beh. Comunque Nakao non mi piace.- Disse la ragazza, arricciando il naso.
-Per ora.-
-Per ora e per sempre!-
-Ma da piccoli eravate così amici...-
-Le cose cambiano.-
-Come dici tu... Piuttosto, mi fai vedere che ti ha regalato?- Chiese la donna, incuriosita.

Nami prese il pacchetto e lo liberò della carta.
-Cos'è?- Domandò Koizumi, avvicinandosi.
-Oggi è il tuo compleanno, Kaito?-
-Sì, sì...-
-E quanti anni fai?-
-Sette.-
-E io posso farti un regalo?-
-Ma tu sei una femmina, i regali li fanno i maschi!-
-E chi l'ha detto?-
-Di solito è papà a fare i regali a mamma.-
-Che c'entra, io e te non siamo come tua mamma e tuo papà.-
-Va bene, allora che mi regali?-
La ragazzina tirò fuori dalla tasca un piccolo oggettino.
-Cos'è?- Chiese Kaito, avvicinandosi alla bambina.
-Un braccialetto.- Aveva risposto Nami, mettendo il regalo al polso del bambino.
-I braccialetti sono cose da femmine!-
-Allora me lo riprendo!-
-No, no... Me lo tengo. Grazie.-
-Beh?- La voce di Koizumi risvegliò Nami dai propri pensieri. -Cos'è?-
La ragazza sorrise.
-Un ricordo.- rispose, indossando un braccialetto.


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**Angolo di Me-La-Sclerotica**

Saaaalve a tutti :3
Allora. Uhm. Si vede un cambiamento fra Nami e Kaito, sì. E non ho potuto non inserire Koizumi, in questo capitolo :3
E... Lo so, lo so!, avevo promesso che avrei trattato più su Risa e Otani... Ma, come ho detto, i miei maledetti personaggi fanno tutto da soli D:
Ringrazio coloro che leggono e coloro che recensiscono. Vi adoro :3
Alla prossima ^^

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Capitolo 6
*** Momento 6. ***


19 Gennaio, Liceo Maido, ore 00:30 P.M.
"Maledetta matematica!", pensò Nami, sbuffando sonoramente.
Dopo aver assistito ad una lezione, della quale non aveva capito assolutamente nulla, aveva chiesto gentilmente al professore se potesse rispiegarle almeno i concetti fondamentali, durante la pausa pranzo. L'insegnante, un uomo fermamente convinto che la matematica dovesse essere studiata ben oltre le ore prescritte dall'orario scolastico, aveva accettato con entusiasmo, spiegandole nuovamente ogni singolo dettaglio di tutta la lezione appena passata.
"Cavolo, è quasi finita la pausa pranzo." Borbottò fra sè e sè, mentre saltellava per le scale per raggiungere il terrazzo sul tetto, dove Sakura e Suzuki la attendevano per mangiare tutti insieme.
Solo che, appena arrivata alla porta-finestra, vide una scena curiosa. 
Yasu, rosso in viso, tirandosi su gli occhiali, stava dicendo qualcosa a Sakura, anch'essa imbarazzata.
Nami, mentre sentiva una sorta di nodo alla bocca dello stomaco, aprì appena la porta.
-I-io... Volevo dirti che mi piaci...- Stava balbettando Yasu alla bella moretta.
La giovane Otani si bloccò, come una spada trapassarla da parte a parte, gli occhi improvvisamente lucidi.
-Anche tu... Mi piaci.- Rispose la ragazza, coprendosi gli occhi con la frangia.
Quello era davvero troppo per la povera Nami.
La giovane chiuse la porta, sperando di non far rumore.
Fece un passo verso le scale, le mani le tremavano, tanto che le cadde il pranzo dalle mani, ma lei era troppo sconvolta da ciò che aveva visto e sentito, per accorgersene. La sedicenne corse giù per le scale, finendo per scontrarsi con un paio di ragazzi.
-S-scusate...- Balbettò la ragazza, correndo via.
-Ehi, Otani, dove vai?- La chiamò una voce maschile; ma lei non l'aveva sentito. Aveva bisogno di prendere aria.
Fu solo quando una mano calda e ferma le bloccò il polso, che la giovane decise di voltarsi.
-K-kaito...- Balbettò lei, stupita.
-Nami, che succede?-
La ragazza si liberò dalla stretta del biondo.
-Da quando mi chiami... per nome?- Disse la ragazza, la voce rotta, gli occhi che iniziavano a bruciare.
-Da quando mi ci chiami tu, per nome.- Obiettò Nakao, inarcando un sopracciglio. -Piuttosto, cosa ti è successo?-
-Non vedo cosa te ne possa importare. Vattene. Lasciami sola.- Poche parole. Fredde, concise, taglienti.
-Preferisci restare da sola? Come vuoi.-
Il ragazzo fece per andarsene, ma stavolta fu il turno dell'adolescente bloccarlo, afferrandogli un lembo della divisa.
-N-no... Ti prego, resta.-
19 Gennaio, Liceo Maido, 00:40 P.M.
-Quindi a Suzuki piace la tua amica?- Chiese Nakao, infilandosi in bocca un po' del suo pranzo.
Nami annuì.
-E lei ricambia.- Disse, dopo un momento di silenzio.
-Capisco...- Borbottò lui, lo sguardo basso.
-Mmh. Tanto ho sempre saputo di non essere il tipo di Yasu. A lui piacciono... Quelle alte.- Nami pronunciò quella parola quasi con ribrezzo. -O, comunque, non una persona che gli arriva ai fianchi.-
-Ehi, senti. Se non hai un ragazzo, questo non dipende affatto dalla tua altezza. Non c'entra niente, la tua altezza, col fatto che non sei fidanzata.-
-Il tuo scopo era rassicurarmi?-
-Beh, sì.-
-Ti informo che non ci sei riuscito.-
-Quello che volevo dire, è che devi smetterla di complessarti sull'altezza. Insomma... Guarda i tuoi genitori; tuo padre e tua madre non hanno certo un'altezza, diciamo, classica, eppure si sono trovati, e si amano. L'altezza non conta.-
-Facile a dirsi per uno spilungone...- Borbottò Nami.
-Pensi sia piacevole in fatto che debba chinarmi per entrare nelle porte? E, comunque... Le ragazze minute sono carine.-
Nami si sentì arrossire, e lanciò uno sguardo di sbieco al giovane, sul quale potè notare un lieve rossore sulle orecchie.
-Lo dici per consolarmi.- Ribattè lei.
-No, no. Fidati.- Disse lui, guardandola vicina negli occhi.
La giovane provò una strana sensazione nello stomaco. Si ritrovò con la salivazione azzerata senza averne ben capito il motivo.
-Comunque- disse la ragazza, con falsa spigliatezza -Non credo di averti mai ringraziato per il braccialetto.- Disse, motrando il polso destro a Kaito, che si ritrovò con le gote rosse.
-Mmh, figurati.- Biascicò lui, abbassando lo sguardo sui resti del pranzo.
-Sai- Disse Nami, sorridendo -Non sei male come credevo.-
Nakao scoppiò in una risata.
-Non è che finirai per innamorarti di me?- Disse, ridendo.
-Oh, non essere ridicolo!-
-Con te non c'è proprio da annoiarsi, Otani.-
-Ne avevi dubbi?-
19 Gennaio, Casa Koizumi-Otani, ore 5:00 P.M.
-Mmh. Mmmhmmh.-
-Che cosa borbotti, Nami? Sembri una pila di fagioli.- Esclamò Risa Koizumi alla figlia adolescente, seduta sul divano, davanti ad una cioccolata calda.
-Oh, mamma. Non puoi capire.-
-Se mi spiegassi, magari...-
-Spiegare cosa?- Fece capolino Otani nel salotto.
-Oh, Atsushi, credo siano quelle cose da ragazza...- Commentò Koizumi, guardando sott'ecchi la figlia.
-Come? Cose da ragazza? Aspetta, non è che hai un fidanzato, vero?!- Trillò l'uomo, entrando a grandi falcate nella stanza, sedendosi vicino alla figlia.
-Oh, papà, non essere ridicolo.-
-Ehi, non puoi dare del "ridicolo" a tuo padre!- Gridò l'uomo.
-Atsushi, per favore, fa' parlare nostra figlia.- Commentò calma Koizumi.
-Non dirmi cosa devo fare, spilungona!-
-Oh, da quanto non mi chiamavi "spilungona"?-
-In effetti da troppo!-
-Ma finiscila, Ota-nano!-
-Come mi hai chiamato?!-
-Ota-nano!-
-Taci!-
-Solo quando lo farai tu!-
-Mamma, papà...- Disse Nami, scrutando i genitori -Non credo che voi mi abbiate mai detto come siete diventati una coppia.-
-Come no?- Domandò la donna, dopo aver lanciato un'occhiataccia al marito. -Ma è impossibile che non te l'abbia detto! Era il mio diciottesimo compleanno e...- La donna venne interrotta dalla figlia.
-Ma no, mamma, non quello! Intendo prima!- Le disse la figlia ridendo.
-Prima quando, tesoro?- Chiese Otani, guardando perplessa Nami.
-Prima di mettervi insieme, ovviamente!- 
Otani e Risa si lanciarono un'occhiata.
-Oh, cara. E' una lunga storia, un giorno te la racconteremo. Ma non oggi.- Rispose la donna, per entrambi. -Sappi solo che è stata una faccenda che si è protratta per anni e, soprattutto, all'inizio eravamo tutto fuorchè amici.-
-E cos'eravate?-
-Dei compagni di scuola che si urlavano contro dalla mattina alla sera.- Rispose Atsushi, guardando la moglie.
-Un po' come te e Kaito, in fondo.- Commentò Koizumi, sorridendo sorniona.
-C-come chi?!- Insorse Otani.
-Nakao. Il figlio di Nobu e...- Rispose la donna con fare affabile.
-Come? Quello spilungone?- Balbettò lui sconvolto.
-Tesoro, non criticare i gusti di tua figlia.-
-Veramente, mamma, io non ho detto che mi piace Nakao.-
-Ma non l'hai nemmeno negato, ora.-
-M-ma io... Oh, ci rinuncio!- Esclamò la ragazza, alzandosi dal divano. -Me ne vado in camera!- 
E con quelle parole, lasciò i due genitori soli.
-Ora, sono davvero curioso- Iniziò Otani -Dimmi perchè non le hai raccontato la nostra storia subito.-
-Perchè, mio caro Acchan- L'uomo si esibì in una smorfia di disgusto -Ogni cosa a suo tempo.-
-Cioè?-
-Lo capirai.- Rispose la donna, avvicinandosi al marito, allungandosi sul divano.
-Sei una volpe.- Le sussurrò lui con voce roca, inarcando un sopracciglio.
-Lo so.- Ribattè lei ridendo, prima di lasciargli un bacio sulle labbra.



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**Angolo della pseudo-autrice**

Hola, gentucola.
Allora. Mmh. Come vedete, ci sono sviluppi nella nuova generazione (?), e nella vecchia (?), invece, ci sono momenti un po' più pucciosi u.ù
Beh, mi è stato espressamente richiesto un po' più di RisaxOtani u.u
Anche se, diciamocelo, era nei miei piani mettere un po' più loro èwé
Comuuuunque, spero di non aver fatto casini - cosa improbabile, eh çwç -
Posso dire a mia difesa che sono rimasta shockata dal rientro a scuola? :') Eh, una nuova classe, awwww çwç Ok, la smetto.
Alla prossima ^^

 

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Capitolo 7
*** Momento 7. ***


12 Febbraio, liceo Maido, ore 10:00 A.M.
-Guarda che bella questa!-
Nami si sporse verso l'amica.
-Che c'è?- Fece con fare svogliato, sbadigliando.
-Guarda!- Sakura mise sotto il naso dell'amica una rivista di torte. -Non ti pare bellissima?- Chiese, indicando una torta al cioccolato a forma di cuore.
-Più che bella, dev'essere buona.- Commentò la giovane Otani facendo spallucce.
Sakura sbuffò e si riprese il giornale.
-Possibile che tu non sia affatto romantica?- Le chiese afflitta.
-Non vedo il motivo per cui dovrei esserlo. Che ci devi fare con quella torta?- Domandò arricciando il naso.
-Secondo te? Devo cucinarla. Per San Valentino.- Cinguettò la mora sorridendo.
-Figo.- Commentò Nami senza fare una piega. -E io a che ti servo?-
Sakura colpì la compagna col giornale.
-Ma dove sei con la testa? E' ovvio! Ne farai una anche tu!- Esclamò Sakura.
-Si dà il caso che, punto primo, non ne ho alcuna intenzione. Punto secondo, non so cucinare. Punto terzo, non ho nessuno a cui dare la cioccolata.- Argomentò Nami, guardandosi le unghie.
La moretta alzò gli occhi al cielo.
-Oh, davvero? E quel figo con i capelli biondi che corrisponde al nome di Kaito Nakao dove lo lasci?- Domandò, puntandole la rivista contro.
Nami arrossì appena.
-Perchè mai dovrei dare a lui della cioccolata?!- Esclamò.
-Per ripagarlo del regalo di compleanno.- Rispose Sakura, indicando il braccialetto blu che la giovane indossava. -E... Il 14 è il suo compleanno.-
-Davvero?-
Nami venne nuovamente colpita dalla rivista di Sakura.
-Ma è possibile?! Vi conoscete da quando sei nata e neanche sai il giorno del suo compleanno?-
La piccola Otani borbottò qualcosa passandosi una mano sulla testa, dove era stata colpita.
-E va bene.- Borbottò la rossa dopo qualche momento. -Ma solo perchè è il suo compleanno, chiaro?-
-Certo, certo...- Commentò Sakura, sorridendo sotto i baffi.
-E tu che hai da ridere?!-
Prima che la mora potesse rispondere, il professore entrò in classe, ponendo fine alla conversazione.
12 Febbraio, ore 04:20 P.M.
-Oh, finalmente!- Esultò Nami, precipitandosi fuori il cancello del liceo.
Dietro di lei, Sakura scoppiò a ridere davanti all'espressione buffa di genuina meraviglia dell'amica.
-Aspetta!- Disse la mora. -Yasu sta arrivando.-
Nami annuì; la cotta per Suzuki era passata, certo, ma vedere la sua migliore amica e il ragazzo che le piaceva mano nella mano, le rovinava l'umore.
Dopo un paio di minuti, il moro uscì dall'edificio, e, dopo aver salutato le due, prese per mano Sakura, che arrossì.
La giovane Otani sospirò impercettibilmente.
-Un momento...- Disse, visto che la coppia non accennava a muoversi. -Chi stiamo aspettando?-
-Nakao.- Rispose Yasu. -Mi ha chiesto se potessimo aspettarlo...-
-Oh, ora sì che la mia "bella" giornata è andata a farsi...- Nami non terminò la frase, perchè una testa bionda uscì dalla scuola.
-Oh, eccolo.- Commentò Sakura, trattenendo una risata.
-Salve a tutti.- Disse Kaito raggiungendoli, passandosi una mano fra i capelli.
-A cosa dobbiamo l'onore della tua presenza?- Chiese Nami acidamente.
-Tua madre.-
-C-Cosa?-
-E' tua madre, ha invitato i miei per cena.- Disse Kaito, sbuffando.
-E perchè io non ne sapevo niente?-
-Può darsi che te l'abbia detto.- Commentò Nakao, poggiando una mano sulla spalla di lei. -Ma, vista la tua memoria scadente, potresti essertene dimenticata.-
La sedicenne scrollò in malomodo la mano del giovane dalla sua spalla; ora era davvero di pessimo umore.
-Ma vai al...- Nami venne interrotta nella sua imprecazione da Sakura.
-Yasu, ti piace questa?-
La mora tirò fuori la sua rivista e mostrò la torta al ragazzo, il quale rimase incantato davanti alla foto.
-E' perfetta.- Disse con gli occhi a stellina.
-Vero? Inizierò a prepararla domani... Anche Nami ne farà una!- Cinguettò la moretta facendo le fusa.
-Davvero?- Chiese Yasu posando gli occhi sulla rossa.
-Davvero?!- Esclamò Kaito sbarrando gli occhi.
Nami fece spallucce.
-Mi ha costretto Sakura.- Disse, a mo' di spiegazione.
-E... A chi la daresti?- Chiese Kaito.
-Non credo siano fatti tuoi.- Sbottò la ragazza.
-Nami!- Trillò Sakura, tirando, per la terza volta, la rivista sulla nuca dell'amica.
-Ma cosa?!- Esclamò la giovane Otani, passandosi nuovamente le mani sulla parte lesa.
Sakura le lanciò un'occhiata eloquente. Nami grugnì.
-A te.- Borbottò poi la rossa, lanciando uno sguardo a Kaito.
Nakao sbarrò ancora gli occhi e spalancò la bocca descrivendo una "O" perfetta.
Sakura e Yasu sghignazzarono tra di loro.
-E chiudi quella bocca!- Lo rimbeccò Nami, poggiandogli una mano sotto il mento. -Ti entrano le mosche.- Sussurrò, facendo chiudere la bocca a Kaito.
-Ma-ma... Io?- Balbettò Kaito allibito.
-Oh, se vuoi me la tengo.-
-No! Cioè... No, è uguale... Se vuoi...- Farfugliò Nakao, arrossendo.
Nami inarcò un sopracciglio.
-Ma che hai?- Chiese perplessa.
-Niente!- Esclamò lui.
Poi, afferrando il polso della giovane, e dopo aver salutato con un cenno Sakura e Yasu, corse via.
-Ma... Mi vuoi lasciare?- Chiese Nami, arrancando a fatica dietro il biondo.
Kaito arrestò subito la camminata.
-Scusa.- Disse, lasciando la presa dal polso della ragazza.
-Mi dici che ti succede? Sei strano!- Disse lei, massaggiandosi il punto dove prima Nakao la teneva stretta.
Nakao non rispose subito; prese a camminare, calciando un sassolino per terra.
Nami lo seguì.
-E' che... Come mai a me?- Chiese lui, guardandosi le scarpe, imbarazzato.
-Perchè... Beh, il 14 è il tuo compleanno. E io non voglio avere debiti con te.- Disse, indicandogli il polso dov'era il bracciale.
Nakao annuì distrattamente.
Nami puntò gli occhi in alto a guardare le nuvole.
"Ma chissà che gli frulla per quella testa..." Pensava la ragazza, guardando poi sottecchi il giovane, che invece teneva lo sguardo basso. "Non ci sto capendo più niente!"
12 Febbraio, Casa Koizumi-Otani, ore 08:15 P.M.
-Ehi, ragazzo.-
Nakao alzò gli occhi dal piatto vuoto davanti a sè e li puntò su Atsushi.
-Signore?-
-Seguimi.-
Otani si alzò in tutta la sua trascurabile statura, e, dopo aver fatto un cenno a Koizumi, che lo guardò perplesso, uscì dalla stanza seguito dal biondo - che era alto due volte lui.
-Allora.- Disse l'uomo, sedendosi sul divano del salone. -Che intenzioni hai con mia figlia?-
Kaito scoppiò a ridere.
-Che intenzioni dovrei avere con Nami?- Sghignazzò divertito.
-Oh, non lo so.- Commentò Otani, guardandolo negli occhi. -Dimmelo tu.-
-Non ho nessuna intenzione con sua figlia, davvero. Stia tranquillo, siamo solo amici!- Rispose Nakao.
-Sarà...- Commentò Atsushi -Ma ho visto come la guardi.- Sussurrò, con l'aria di chi la sapeva lunga. -Il chè, visto che non sono esattamente... "Portato" per capire certe cose, ti fa capire quanto male stai messo.-
-Come?- Kaito si ritrovò ad arrossire.
-Mio caro ragazzo, ho avuto anch'io sedici anni...-
-Ne ho diciassette.-
-... Come vuoi. Quello che voglio dire è...- Il monologo di Otani venne interrotto da un'urlo isterico proveniente dalla sala pranzo.
"Ma... No!" Era la voce di Nami.
"Sh, tesoro, dai..." Cercò di calmarla la madre.
"Ma-ma... Ne abbiamo già parlato!" Esclamò la rossa "No mamma! Io e Kaito non siamo fidanzati... né mai lo saremo..."
"Peccato"
fece la voce di Nobu "Mi saresti piaciuta come cognata."
Il giovane Nakao lanciò uno sguardo eloquente ad Otani.
-Dalle tempo.- Rispose lui -Conosco mia figlia.-
Kaito sospirò rumorosamente.
-Signore... Se anche fossi, e non dico che io lo sia, innamorato di sua figlia, ha sentito anche lei cosa ha appena detto. Sono... Volevo dire, in quel caso, sarei senza speranze.- Disse, prendendosi le mani.
Otani si alzò dal divano.
-Fidati se ti dico che...-
In quel momento, Risa fece irruzione nel salone.
-Atsushi? Kaito? Volete una fetta di crostata?-
I due si lanciarono un'occhiata complice.
-Certo!- Risposero, rientrando in sala pranzo.
-Di cosa parlavate, voi due?- Chiese Nami, gli occhi ridotti a due fessure, scrutando il padre e l'amico.
-Niente, Nami.- Rispose Otani.
-Fatti nostri, ragazzina.-
Nami balzò in piedi.
-Chi hai chiamato ragazzina?!- Ringhiò, puntando un indice contro il biondo.
-Vedi altri "affari minuscoli", qui?-
-Ehi!- Esclamò Atsushi, sentendosi chiamato in causa.
-Ops, mi scusi...- Farfugliò Nakao, portandosi una mano alla bocca.
-Sei davvero idiota!- Esclamò la giovane Otani.
-Quasi quanto te!- Ribattè Kaito.
-Oh, ma io ti...-
Nakao e Nobu si lanciarono un'occhiata.
-Oh. Gli All Hanshin Kyojin 2, la vendetta.- Disse la bionda, scatenando le risate di Koizumi.






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**Angolo di Risa-QuestoCapitoloNonMiPiacePerNiente-**

Salve! ^^"
Eh.. Sì, questo capitolo non mi piace per niente òwò
Ma... Ehi!, ci sono novità, per così dire xD
Qualcosa bolle in pentola, ecco u.ù
Ok, taccio... :'D
Ciaociao! c:
Risa K. :)

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Capitolo 8
*** Momento 8. ***


14 Febbraio, San Valentino, liceo Maido, ore 08:30 A.M., Compleanno di Kaito Nakao.
-Come hai fatto a convincermi?-
-Ci sono riuscita perché... Sono la tua migliore amica?-
-Dovrei disconoscerti da quel ruolo, sappilo!-
Sakura rise divertita.

-Eddai, Nami!- La mora spintonò sghignazzando la sedicenne. -Non è la fine del mondo! È solo un dolce!-
-Di cioccolata, Sakura. Che devo dare a Nakao. Per il giorno di San Valentino!-
-Ah, non era perché... Aspetta, com'è che era? Per il suo compleanno. E per la faccenda del bracciale. Perchè tu non vuoi avere debiti con lui, no?-
-Da quando registri le nostre conversazioni?- Chiese Nami con espressione allibita.
-Oh, non puntualizzare... Eccoli!-
La morte puntò l'indice verso due figure maschili che camminavano verso di loro.
-Buongiorno!- cinguettò Sakura.
Nami nascose rapidamente una scatola, dalla quale usciva un lieve profumo di cioccolata, nella borsa.
-Buongiorno...- Disse timidamente, evitando deliberatamente di incrociare lo sguardo con quello di Kaito.
-Allora- cominciò Suzuki, probabilmente captando l'imbarazzo tra i due. -Vogliamo entrare? Non vorrei arrivare in ritardo.-
-D'accordo.-
14 febbraio, ore 00:00 P.M., Pausa pranzo, liceo Maido.
-Dai Nami, vai!-
-Sakura, io ti ucciderò.-
-Sì certo, ora vai!-
La mora spintonò l'amica verso la porta dell classe di Nakao.
-Ma io mi vergogno!- Bisbigliò Nami a Sakura.
-Ma piantala! Vai, dai quella cioccolata a Nakao, e te ne vai. Chiaro?-
Prima che la rossa potesse controbattere, la porta della classe si aprì.
- Che ci fate qui?-
La giovane Otani, con lentezza estenuante, voltò la testa; Kaito Nakao era piazzato davanti a lei e la osservava perplesso.
-Ehm...-
-Io vado a pranzo con Yasu, ci vediamo dopo, ciao!- Sakura sorrise e diede una pacca a Nami, che si sbilanciò e fece un paio di passi prima di trovare l'equilibrio. Così facendo, però, aveva ridotto la lontananza con Kaito.
Il biondo inarcò un sopracciglio.
-Sì?-
-Ehm, ecco, io...-
Una mano maschile si posò sulla spalla di Nakao.
-Noi andiamo a pranzare.- disse un moro, comparendo oltre la porta. -Tu vieni?- 
-Io... Dopo vi raggiungo.-
Una decina di ragazzi sfilarono fuori la classe.
-Allora?- Chiese Kaito, passandosi una mano fra i capelli.
-Ehm... Io volevo...- Nami gli porse una scatola blu. -Sai, te l'avevo promesso.-
-Tu non me l'avevi promesso.-
-N-no...- La ragazza arrossì. -Ma te l'avevo comunque detto, sbaglio?-
Kaito prese la scatolina.
-Grazie.- Disse. -Ora, che dici?-
-Eh?-
-Andiamo a mangiarcrli di nascosto, prima che qualcuno, vedendoci, pensi male?-
Nami sorrise.
-Agli ordini, capo!-
I due sgattaiolarono su per le scale che portavano al terrazzo e si sedettero su di esse.
-Mmh. Non sono male.-
Lei rise, mangiando un cioccolatino.
-Non sottovalutare le mie capacità culinarie!-
Kaito le lanciò un'occhiata.
-Okay, lo ammetto, se non fosse stato per Sakura ora sarebbero abbrustoliti.-
-Non ne avevo dubbi.-
I due mangiucchiarono per un po' i cioccolatini in silenzio.
-Senti, Nami...-
-Dovrei correggerti perché io sono Otani per te. Ma per stavolta passi.-
-Oh, grazie per la concessione.-
-Prego.-
-Comunque... Io volevo dirti una cosa.-
La ragazza guardò sottecchi il biondo.
-Dimmi pure.- 
-Mi piaci.-
14 febbraio, ore 06:30 P.M., Casa Koizumi-Otani.
-Mamma...-
-Sì?-
Nami si passò una mano sotto il naso.
-Come si è dichiarato papà?-
Risa sgranò gli occhi.
-D-dichiararsi? Mia cara, sono stata io a dichiararmi a lui!-
Stavolta fu la giovane a sbarrare gli occhi.
-T-tu? Ho sempre pensato che...-
-No, fui io a dichiararmi.-
-E...Lui?-
-Beh- Koizumi sorrise. -Diciamo che ci mise un po' a capirlo. Aveva completamente frainteso le mie parole.-
-E quando ha capito?-
-Ci ha pensato.-
-E...?-
-Mi ha respinta.-
Nami spalancò la bocca.
-Cosa?!-
-Oh, sì. Ma perché mi fai queste domande?-
-Perché... Nakao si è dichiarato.-
Koizumi rise apertamente.
-Era ora!-
-C-come?-
-Se ne erano accorti tutti, persino tuo padre!-
Nami avvampò di imbarazzo.
-Io non avevo mai pensato chè lui potesse...-
-Oh tesoro, sei proprio come tuo padre.-
-Chi sarebbe come chi?-
Otani entrò in cucina, trovando la figlia seduta e con aria concentrato, e Koizumi che cucinava chissà cosa.
-Nakao si è dichiarato.- Comunicò la donna.
-Mamma!- Trillo Nami.
-Oh.- Atsushi si sedette di fianco la figlia. -Tesoro, penso che mamma ti abbia detto... Uhm, del fatto che io non mi ero accorto...-
-Sì.-
-Bene. Io credo che tu sia nella stessa situazione in cui mi ritrovai io.-
-E... quindi?-
-Nami, non posso dirti io cosa rispondere a Kaito.- Atsushi lanciò uno sguardo alla moglie. -Ma pensaci, okay? Non rifiutarlo su due piedi. E non farlo soffrire inutilmente. Lui...- Otani guardò Risa dolcemente. -Non se lo merita.-
14 febbraio, ore 10:00 P.M., Casa Kozumi-Otani.
-Atsushi?-
L'uomo si voltò a guardare la bellissima moglie, sdraiata nel letto di fianco a lui.
-Sì?-
-Quando hai detto quelle cose a Nami, non parlavi solo di lei, giusto?-
Lui sorrise appena.
-No, in effetti no. Stavo pensando che sono stato stupido, a dirti di no, allora. Visto che tu, il cuore, me l'avevi già rubato.-
Koizumi arrossì.
-Quanto sei... idiota.-
-
Anche tu Risa. Anche tu.-




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**Angolo di Risa (che no, non si è dimenticata di questa storia, lol)**

Salveciao, gente.
Alloa, uhuh, scopertd in giro per la New Generation, e boh, momenti dolciosi (?) Per i vecchi (anche se vecchi non sono, ma va beh.)
Una gentile lettrice, Yoake, mi ha fatto notare che Nami significa "Onda", invece di "neve".
Google, ti odio.
Oh beh, mettete che Kaito vuol dire "Onda" o qualcosa del genere, quindi niente, amiamoli comunque (???)
Io mi dileguo, ciao!

Risa K.
 
 

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Capitolo 9
*** Momento 9. ***


15 febbraio, Casa Koizumi-Otani, ore 02:00 A.M.
Nami sbuffò, si tirò su dal letto e sconsolata diede un'occhiata all'orologio. Visto il vergognoso orario al quale era ancora sveglia, sospirò pesantemente e si lasciò cadere a corpo morto sul materasso.
"Che situazione." Penso tra sè e sè.
-Mi piaci.-
Nami si strozzò col cioccolatino. Cominciò a tossire, battendosi con forza un pugno sul petto. Una volta regolato il respiro, si voltò a guardare l'amico vicino a lei.
Lui non la stava affatto guardando; in realtà aveva lo sguardo ben piantato sulla scatolina dei dolci che la ragazza aveva preparato. Era lievemente rosso in viso.
La giovane aprì la bocca per dire qualcosa, ma dalle labbra non le uscì alcun suono.
"Ho sentito bene?" Si chiese tra sè la sedicenne.
Poi sorrise. E dopo scoppiò a ridere.
-Hahahahahahahhahaha, oddio, ci ero quasi caduta! Hahahahhahahahaha!- Rise lei, dando un leggero spintone al biondo seduto vicino a lei. -Ti prego, non farmi più questi scherzi che potrei restarci secca!- 
Kaito le lanciò un'occhiata.
-Eh? No, guarda, io...-
-Su, dai! Devo dire che sei un ottimo attore, ci sono quasi cascata con tutte le scarpe!-
-Nami...-
-Eh?- 
-Sono...- Stavolta il ragazzo arrossì fino alla radice dei capelli. -Sono serio.-
Nami smise all'istante di ridere.
Rimase a bocca socchiusa e ad occhi sbarrati.
-Non...- La giovane boccheggiò. -Non ho capito...-
Il ragazzo sospirò pesantemente.
-Sì che hai capito. Ma se vuoi far finta di niente per...- Lui si fermò un momento. -Se credi sia più facile far finta di niente, accomodati.-
Con quelle parole, Nakao si alzò dal gradino.
-Dove... Dove stai andando?-​ Chiese la piccola Otani von un filo di voce.
Lui si voltò verso la rossa. Le rivolse un sorriso triste e cominciò a scendere le scale.
-Nakao...- Farfugliò lei, senza riuscire a capire cosa stesse accadendo. -Nakao!-
La sedicenne saltò il piedi ed afferrò un lembo della divisa del compagno.
Il biondo strattonò la presa.
-Nakao... Aspetta... Io non capisco...-
-Non capisci?- Lui le si voltò contro. -Cosa c'è che non capisci? Come si fa a non capire una cosa del genere?!-
-Ma...-
-Sei piccola ma hai il cervello perfettamente in scala.-
-E tu...- Nami si bloccò; nonostante l'avesse insultata come faceva di solito, c'era qualcosa di nuovo nelle sue parole. -Mi spieghi cosa sta succedendo?-
Kaito, nonostante fosse rosso in viso e anche sulle orecchie, posò le mani sulle spalle della ragazza.
-Succede che sono stato così stupido da innamorarmi di un'idiota.-
Dopo quella frase, Nami sbarrò gli occhi.
Lui era... Innamorato di lei?
Ma prima che potesse dire qualcosa, Nakao aveva lasciato la presa dalle sue spalle e se ne era andato.
Lasciandola sola. 
Nami sotterrò il viso sotto il cuscino.
"Stupida, stupida me." Pensò. "E ora io che faccio?". 
Cominciò a giocherellare col braccialetto che Lui le aveva dato, cercando di far luce sui suoi sentimenti; lei era affezionata a Nakao.
Alla fine, per lei, lui c'era sempre. Come quando Yasu e Sakura si erano messi insieme. O quando ad inizio anno l'aveva presa in braccio per farle vedere in che sezione era finita. O quando le aveva fatto il regalo di compleanno. O quando l'aveva portata in infermeria in braccio. O quelle volte che i loro genitori si riunivano e loro sgattaiolavano via perché trovano i discorsi da degli adulti noiosi. O ancora quando si prendevano in giro.
Insomma, Kaito per lei era importante.
Ma fino a che punto?
15 febbraio, liceo Maido, ore 08:30 A.M.
-Buongi... Nami, che è successo?-
La giovane Otani lanciò un'occhiata alla sua migliore amica.
-È così evidente? Non ho dormito.- Disse, stropicciandosi gli occhi.
-Oh.- Sakura si avvicinò all'amica. -Come mai?-
-Pensavo.- Rispose lei.
-A cosa?-
Prima che la rossa potesse rispondere, e spiattellarle tutta la storia della dichiarazione, Suzuki e Nakao si avvicinarono alle due.
O meglio, Suzuki si avvicinò, trascinandosi dietro Nakao.
-Su, Yasu, per favore, è imbarazzante!- Bisbigliò quello all'amico.
-Non essere timido, Kaito! Mi ringrazierai!- Sghignazzò quello in risposta.
-Oh, io ti...-
-Buongiorno!- Cinguettò Sakura avvigghiandosi al braccio del fidanzato.

Nami si limitò a darsi una manata sulla fronte.
-Buongiorno, Sakura. Buongiorno, Nami!- Trillò Suzuki sorridendo, tirando poi di soppiatto una gomitata a Kaito, facendogli un cenno eloquente con il capo.
Nakao scosse risolutamente la testa; non aveva nessuna, nessunissima intenzione di guardare Otani anche solo in faccia.
-Buongiorno...- Sussurrò la rossa col capo chino e con una strana intonazione della punto.
A quel punto sì che Nakao sollevò il capo a guardarla; in quello stesso momento, lei si era arrischiata a guardarlo oltre la frangetta. I due si ritrovarono a guardarsi negli occhi. Arrossirono entrambi e distolsero lo sguardo in sincronia.
"Morirò prima delle fine delle lezioni!", fu il pensiero di entrambi.
15 febbraio, Casa Koizumi-Otani, ore 06:00 P.M.
-Che diavolo stai facendo?- Fu quello che Atsushi disse alla moglie, quando la vide china su se stessa, stringendo forte il suo vecchio abito da sposa.
La donna si voltò con gli occhi colmi di lacrime.
-Non mi entra...- Farfugliò.
-Eh?- Balbettò Otani stupito; ma che cosa stava dicendo?
-Non mi entra più.- Disse Risa in un sospiro. -L'ho provato, e non riesco più ad indossarlo.-
-Ma che diavolo...- Atsushi si avvicinò alla moglie. -È normale, questo vestito ha più anni di nostra figlia.-
-Lo so. Ma questo mi fa capire che non ho più il fisico...- Blaterò lei.
-Risa, non dire assurdità.-
Koizumi, nonostante la gravidanza, era rimasta piuttosto longilinea.
Ma certo, pretendere di entrare nel proprio vestito da sposa, indossato diciassette anni prima (*) era chiedere troppo.
-Ma il vestito...-
-Risa, ascoltami.- Atsushi si accovacciò vicino alla moglie. -Tu sei perfetta, okay?-
Koizumi sollevò lo sguardo pieno di lacrime dal vestito e lo puntò sul marito.
-Davvero?-
Lui arrossì un po'.
-Sì, quindi piantala con la storia che non ti entra il vestito da sposa, è assolutamente normale, va bene?-
Lei sorrise.
-Ma quanto stai diventando smielato, Nanetto?-
-Devi essere tu che mi contagi, Gigantessa.-




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**Angolo di Risa**


Salve gentucola c:
Allorah, in questo capitolo non succede praticamente nada, e forse dovrei non pubblicare neanche (?), ma boh. Mi serve (?)
Mi serve perché spiega come sono andate le cose nel post-dichiarazione,  si inizia a far luce (?) Sui sentimenti di Nami (?) E... Boh, uno dei complessi di Koizumi. E l'ammmmoreh di Otani.
Okay basta, capitolo che fa pietà, mi dileguo.
Ciaociao c:

Risa-chan ~

(*)  ho presupposto che Risa ed Otani si siano sposati un anno prima della nascita di Nami, che ha sedici anni. 

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Capitolo 10
*** Momento 10. ***


22 Febbraio, liceo Maido, ore 9:30 A.M.
Era passata una settimana dalla dichiarazione di Kaito, e lui e Nami avevano fatto il possibile per evitarsi. Il primo, era imbarazzato da morire, la seconda... Eh, la seconda. 
La ragazza non voleva dare una risposta. Si imponeva di non pensare alle parole di Kaito. 
-Ma perché?- Le chiedeva Sakura.
La rossa scrollava le spalle, biascicava qualcosa e cambiava discorso.
Sakura e Yasu, intanto, a causa dell'allontanamento dei due, erano costretti a dividersi: la ragazza passava il proprio tempo con la giovane Otani tentando, a scarso esito, di capirci qualcosa, mentre Suzuki stava con Nakao, cercando di spronarlo ad un riavvicinamento con la rossa.
Entrambi i giovani, però, erano irremovibili.
-No! Mi vergogno troppo, e lei non vuole avere niente a che fare con me!- Diceva lui.
-Oh Kami!, Sakura! Non posso tornare da Kaito come se niente fosse! Lui vorrà una risposta, e io...- A quel punto, come da copione, Nami scrollava le spalle e si zittiva, lasciando la frase a metà.
 Per Sakura e Suzuki, la separazione fra i due, era un problema, perché potevano passare poco tempo assieme.
-Dobbiamo trovare una soluzione!- Disse quella mattina la moretta, lasciandosi cadere a peso morto sulla propria sedia.
-Cioè?- Le chiese Suzuki.
-Non lo so, ma dobbiamo inventarci qualcosa.- Commentò Sakura. -E dobbiamo farlo adesso, o queste due teste-dure finiranno per allontanarsi in modo irreparabile.-
Yasu si tirò su gli occhiali.
-Io pensavo qualcosa come...-
-Buongiorno gente!- Cinguettò Nami, entrando in classe spalancando la porta.
La coppietta si lanciarono un'occhiata, equivalente ad un "Ne parliamo dopo."
-'giorno, Nami...-
-Cosa sono quelle facce?- Chiese la rossa, arricciando il naso.
-Quando inizierai a riparlare con Naka... Ahio!- Il potevo Suzuki venne interrotto da un calcio della fidanzata.
-Eh?- Balbettò la giovane Otani, arrossendo impercettibilmente.
-Lascialo perdere.- Ribatte Sakura, lanciando un'occhiataccia al moro. -Piuttosto, dopo la scuola andiamo a fare shopping?- 
Nami scrollò le spalle, in segno affermativo, e si sedette al suo posto.
-Ma noi oggi pomeriggio dovevamo vederci...- Farfugliò Yasu alla moretta.
-Lo so, e infatti lo faremo.- Ribattè lei, sicura. -Tu verrai con Kaito, e per caso ci incontreremo. E, con una qualche scusa, li lasceremo soli.- Sussurrò, attenta a non farsi sentire dall'amica, che stava aprendo il libro di matematica.
-Sei un genio.- 
-Grazie, lo so.-
22 Febbraio, ore 05:30 P.M.
-Uh, guarda che bel vestitino!- 
Nami annuì distrattamente; non amava lo shopping. O almeno, non quanto lo adorasse Sakura. 
"Cosa non si fa per amicizia?", pensò fra sé, calciando a terra un sassolino.
Intanto, Sakura controllava il cellulare ogni due minuti, aspettando un messaggio di Yasu, che le dicesse che erano nei paraggi.
La mora sbuffò frustrata.
Ad un tratto, Nami afferrò la manica dell'amica.
-Uh?-
-Andiamocene.-
-Cos...?-
La giovane Otani indicò un punto non meglio definito davanti a lei.
-C'è Nakao!- Bisbigliò, arrossendo fino alla radice dei capelli.
Sakura puntò lo sguardo oltre a sé.
-Oh!- Sulle labbra si disegnò un ghigno malefico. -Beh, andiamo a salutarlo, no?-
Nami spalancò la bocca, allibita.
-Scherzi?!- Esclamò, isterica.
-Affatto. Oh, c'è anche Yasu!- La moretta sventolò la mano. -Ragazzi, siamo qui!-
La rossa si fece piccola piccola (più di quanto non fosse) dietro la schiena dell'amica.
-Te la farò pagare.- Balbettò.
-Oh, non essere melodrammatica!- Brontolo l'altra, mentre intanto si esibiva in un sorriso da perfetta innamorata, mentre Suzuki si avvicinava, trascinandosi dietro Nakao, che avrebbe preferito essere ovunque anzichè lì.
-Sakura, Nami! Che bella sorpresa!-
-Yasu, Nakao! Non mi aspettavo di vedervi qui!-
-Ciao.-
-Ciao...-
Silenzio.
Tra i quattro ragazzi cadde un silenzio imbarazzante.
Yasu guardava Sakura, Sakura guardava Kaito, Kaito guardava Nami, e Nami guardava a terra, rossa di imbarazzo.
-Oh beh!- Squittì all'improvviso la mora, afferrando per un braccio Suzuki. -Ti ricordi che devi farmi vedere quella cosa?- 
Yasu la guardò perplesso.
-Quale cosa?-
-Quella cosa. Sai di che parlo.- Disse, lanciandogli un'occhiata complice.
Il moro si accigliò, perplesso.
-Oh, Sakura...- Commentò inaspettatamente Nakao. -Non credevo tu avessi certe voglie, così all'improvviso.- Disse, esibendosi in un sorriso malizioso.
La ragazza arrossì violentemente.
-Pervertito!- Commentò fra i denti, stringendo convulsamente il braccio del povero Yasu, rosso di vergogna, e trascinandolo via.
-Sakura, aspetta!- Provò a fermarla Nami. -Non lasciarmi qui.- Con Kaito, si trattenne dall'aggiungere.
La mora sbuffò.
-Sì che posso. Lo sto facendo.- 
-Sakura!-
Ma la coppietta aveva già svoltato l'angolo.
Lasciando soli i due ragazzi.
Nami lanciò un'occhiata al biondo, che in quel momento aveva cercato lo sguardo di lei.
I loro occhi si incrociarono per un momento. Quindi arrossirono e puntarono lo sguardo a terra.
-Ehm...-
Nami stava odiando quel silenzio. Preferiva quasi quando discutevano. Lui le avrebbe dato della nanerottola, lei dello stoccafisso, poi ci avrebbero riso su e sarebbero andati a mangiare qualcosa da qualche parte.
-Dimenticatelo.- Disse la voce forte e chiara di Kaito.
-C-che cosa?- Balbettò lei, presa di sorpresa.
-Quello che ti ho detto...- Kaito cominciò a camminare. -Dimenticatelo.-
-Ma...- Nami fece qualche passo veloce per raggiungerlo. -Perché?-
 Nakao evitò di guardarla negli occhi.
-Perché, se dichiarandomi...- Il biondo deglutì, a disagio. -Se dichiarandomi ho rovinato la nostra amicizia, allora...-
-Ma, Kaito...-
L'adolescente si voltò verso la rossa.
-E che fine ha fatto il "Chiamiamoci per cognome"?-
La giovane Otani gli lanciò un'occhiataccia.
-Okay. Allora Nakao...- La sedicenne prese un respiro profondo. -Io non sono sicura di volermelo dimenticare.-
Stavolta fu il ragazzo a boccheggiare, stupito.
-C-cioè?-
-Quello che intendo dire...- Nami si passò una mano fra i capelli ramati, che le arrivavano poco più giù delle spalle. -Io...- Si morse il labbro, nervosa. -Io sono... Affezionata a te, diciamo.- Arrossì.
-... Anche io?-
 Commentò stupidamente il biondo; ma dove voleva arrivare lei?
-Però...- La giovane si mise a giocherellare nervosa con una ciocca di capelli. A Kaito non era mai parsa più femminile di così.
-Però?- La incitò lui, col cuore che batteva forte come un tamburo.
-Non ho mai pensato a te in quel senso...- Balbettò Nami.
-Ah.- Kaito si agganciò una mano dietro il collo. 
Era forse un 'no'?
-Con questo... Con questo non voglio dire che tu non mi piaccia!- Pigolò Otani, mentre ormai il suo viso era diventato dello stesso colore dei capelli.
Kaito la guardò stupito, anche lui rosso in faccia.
-Quindi...?- Non ci stava capendo niente.
-Quindi...- Nami sospirò. -Quindi non lo so. Ma ti prego, torniamo ad essere come eravamo prima.-
La realtà era che Nami non aveva voluto neanche toccare l'argomento con Nakao perchè aveva paura delle conseguenze che avrebbero portato la sua risposta. Che in realtà non era neanche una risposta definitiva, e questo la spaventava ancora di più.
Non aveva ben chiari i suoi sentimenti nei confronti del ragazzo, e non voleva, non poteva dargli una risposta, se non era certa.
Da parte sua, Kaito sapeva che la ragazza era sempre stato una tipa orgogliosa, per cui si immaginava quanta fatica potessero costarle quelle parole.
Quindi sorrise, poi prese per mano la rossa, che ebbe solo il tempo di guardarlo sconvolta e balbettare un "Ma cosa...?", perché lui la trascinò verso un negozio di dolciumi.
-Per festeggiare, Kotani, ti offro un dolce a tua scelta.- Le disse, facendola entrare nel locale.
-Non commento sul 'Kotani' puramente per il dolce.- Sentenziò lei sorridendo, pestandogli i piedi.
Lui l'avrebbe aspettata. E non importava quanto ci avrebbe messo a raggiungerlo. Lui l'avrebbe aspettata, sempre e comunque.
22 Febbraio, Casa Koizumi-Otani, ore 08:30 P.M.
-Risa...- Atsushi diede una lieve gomitata alla moglie.
-Uhm?- Fece lei, ingoiando l'ultimo boccone della cena.
-Ma che problema ha Nami?- Sussurrò l'uomo, assottigliando gli occhi.
-Cioè?- Risa si accigliò.
-Come cioè? Guardala!-
La donna puntò lo sguardo sulla figlia; aveva lo sguardo perso nel vuoto, un'aria sognante e la sua posata girava in tondo all'interno del piatto.
-Ehm... Nami?-
La ragazza sospirò e affondò una guancia nel palmo della mano.
-Na-Nami?- Balbettò Risa.
-E-eh?!- La ragazza fece cadere la posata nel piatto e si risvegliò dai propri pensieri.
-Sicura di star bene?-
-I-Io?- La sedicenne si portò una mano dietro i capelli. -Sì, si sto bene... Eheh. Ora io vado... Al letto, sì. Eh eh. Buonanotte!-
-Ma...-
 Provò a fermarla Otani; però Nami era già uscita. -Ma che ha?-
Risa sghignazzò, divertita.
-Credo...- Disse, sentendo i passi pesanti della figlia che saliva per le scale. -Credo che Nami si sia innamorata.-
-Inna... Che?!-
-E non urlare!- Lo rimbeccò Koizumi, tappandogli la bocca.
-Ma lei... Ma quando...?!-
-Sai?- Riprese la donna sorridendo. -Credo che lei non se ne sia ancora accorta. O, almeno, non del tutto.-
-Ma come si fa a non accorgersi di una cosa di questo tipo?-
-Ah!- Esclamò Koizumi. -Credo tu sia l'ultima persona a poter dire una cosa del genere!-
Atsushi a quel punto arrossì.
-Oh beh. Allora credo che tu abbia ragione.-
-Certo che ho ragione.- Ribatte lei. -Tale padre, tale figlia. No?-
-Uhm.- Atsushi si mise a pochi centimetri dal viso della moglie. 
-C-che c'è?- Balbettò lei, non riuscendo ad evitare di arrossire.
-Te l'ho mai detto che mi diverto a farti arrossire?-
Lei sbuffò.
-Idiota.- Commentò Koizumi.
-Come te.-
-Lo sai che fra i due il più idiota sei tu.-
Otani ridacchiò.
-Okay, okay, lo ammetto. Sono colpevole.-
-Oh, sì. Sei sicuramente colpevole.- Koizumi si avvicinò di più a lui. -Di avermi rubato il cuore, per dirne una.-
-Neanche tu scherzi, signora Otani.- 
-Mi stai dicendo...- La donna sorrise lievemente imbarazzata. -... Che ci sono riuscita?-
-Ah-ah. E ti dirò di più...- Lui le mise un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. -Ci sei riuscita prima di quando pensassi.-











Angolo di Risa-chan.~ 

Salve gente! :3
(No, non mi ero dimenticata di questa storia x'D)
Premetto; questo capitolo mi ha uccisa. Mi son dovuta immedesimare in Nami, e non è stato facile. Uh. T_T
Che, comunque, spero non l'abbiate odiata più di tanto (?); del resto, come dice Koizumi, è figlia di suo padre ;)
Ora, scusate, ma io sono praticamente morta c_c
Spero che questo parto capitolo vi sia piaciuto :3

Risa-chan.

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Capitolo 11
*** Momento 11. ***


4 Aprile, ore 9:30 A.M., liceo Maido.
-Scusate il ritardo!- Esclamò Nami arrancando a fatica.
Sakura guardò l'amica e sorrise appena.
-Oh, buongiorno! Pronta per ricominciare la scuola?- Cinguettò allegra la mora, stringendo il braccio di Yasu.
-Beh, più o meno...- La giovane Otani si guardò intorno. -E Nakao?- Chiese, voltando la testa a destra e a manca.
-Che c'è, ti manca?- La punzecchiò l'amica.
-Oh, non dire assurdità, Furuhaka!- Trillò la ragazza, chiamando la mora per cognome, arrossendo fino alla radice dei capelli.
-Sì, sì, certo... Oh, ecco Nakao!- Disse Sakura, indicando dietro di lei.
-Nakao!- Nami voltò la testa di scatto.
Nessuno.
Sakura e Suzuki scoppiarono in una risatina sommessa.
-Oh, io vi...!- Una mano si posò fra i capelli della piccola Otani.
-Ma guardatela. Non sembra un gattino?-
Nami sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi nocciola di Kaito.
Arrossì violentemente.
-U-un gattino?- Balbettò, incredula.
Nakao le lanciò un'occhiata perplessa, e la sedicenne ci mise qualche istante per far tornare il suo viso ad un colore naturale.
-Beh... Posso sempre graffiarti.- Commentò, sbuffando, ancora un po' imbarazzata.
-Vorresti farmi male? Uh, provaci. Potrebbe piacermi...-
Nami tornò ad arrossire violentemente.
-S-sei... Incredibile!- Tuonò, non sapendo più dove guardare per nascondere il proprio imbarazzo.
-Sì, grazie, lo so.-
-Non era un complimento!-
Lui sghignazzò appena.
-Uh, dimmi... Ti sei accorciata, di recente?-
-Cos... Ma no! Semmai sei tu che sei cresciuto, Spilungone!-
-Oh, ma sentila! Ma chi cresce ancora, a diciassette anni suonati?-
-Ah, giusto... Beh, sei vecchio.-
-I-io?! Vecchio?!-
-Ehm, ragazzi...- Intervenne Yasu, tirandosi su i suoi inseparabili occhiali. -Credo abbiano appena messo i nomi e le sezioni.- Disse, indicando verso la bacheca, già gremita di gente.
Nakao lanciò un'occhiata a Nami, la quale, sentendosi osservata, non poté fare a meno di arrossire.
-C-che c'è?- Chiese.
-Sai cosa dobbiamo fare, noi due?-
Nami aprì la bocca per rispondere, poi la richiuse.
"Noi due." Ripeté a mente la ragazza. "Noi due. Noi. Noi. Noi. Due. Noi. No, un momento! A me non piace Kaito, vero? Vero?"
-Che cosa?- Domandò, mentre intanto centro di sé scoppiava una lotta.
-Beh...-
-Cos... Oh, no, non ci prova...- Troppo tardi, Nakao l'aveva già afferrata per la vita e sollevata di una spanna buona.
-Mettimi giù, pervertito!- Ringhiò lei, ricordandosi perfettamente cos'era accaduto l'anno scorso.
-E tu non ti agitare, accidenti! Se mi cadi addosso, mi rompi qualcosa!-
-Stai per caso insinuando che io sia pesante?-
-Beh, diciamo che in un certo qual modo, lo sei.-
-Oh, tu...!-
-Invece di sbraitare, vedi se riesci a leggere i nostri nomi!-
Nami aguzzò gli occhi.
-Uhm, vediamo... Sakura, Yasu, voi state in classe insieme... E io... Oh, ottimo.-
-Cosa succede?- Chiese Sakura, da sotto.
-Non sono nella vostra classe.- Rispose lei, lugubre. -E ora fammi scendere, Nakao!-
-Sì, un momento...-
-Non ricominciare con la storia delle mutandine!- Trillò la rossa.
-Figurati. Quest'anno, ho fatto di meglio; le ho ben memorizzate prima che trovassi i vostri nomi.-
Nami arrossì.
-Tu sei davvero un...-
-...bravo, bello e dolce ragazzo, lo so.-
-E modesto, oltretutto!-
-Esatto.-
-Allora, vuoi farmi scendere o no?-
-Ah, giusto...- Borbottò fra sé, calando Nami a terra.
In quel momento, davanti al gruppetto passò una ragazza dai capelli neri come la notte, la pelle bianca e un paio di occhi verdi. Aveva un portamento elegante, sembrava quasi una modella che sfilava. Cosa che in effetti avrebbe potuto essere, dato che sembrava molto alta.
-Che bella...- Mormorò Sakura, spalancando la bocca.
-Che stanga.- Fu il commento sarcastico di Nami. -Comunque... Nakao? Nakao... Nakao!- 
Il biondo era rimasto a guardare la nuova arrivata, che era appena entrata all'interno dell'edificio.
La giovane Otani si morse il labbro e, risentita, pestò il piede al ragazzo.
-Ahio!- Si lamentò il giovane. -Mi hai fatto male!-
-Si prega il signor Kaito Nakao, alias Spilungone, di non aprire la bocca quando passa una stanga. Grazie.- Rispose la sedicenne, con tono acido.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio, decisamente stupito.
-Non ci credo...-
-Cosa.- Brontolò la rossa, varcando la soglia dell'edificio scolastico.
-Sei... Tu sei gelosa!- 
Nami arrestò la camminata, ed arrossì violentemente.
-Io? Gelosa?! Ma di chi? Di quella lì?! Ahahhahahahaha, ma non farmi ridere! Per favore, non posso neanche a pensare di...- La ragazza venne bloccata nel suo monologo da Kaito, che si era avvicinato pericolosamente a lei, fermandosi giusto ad un paio di dita di distanza.
-Sicura?-
La mente dell'adolescente venne attraversata da diversi pensieri. 
E se lui la baciasse? 
"No, macchè, siamo matti?" pensò la ragazza, che però, arrossì all'idea.
-S-sicurissima.-
-Bene. Ci si vede in giro, Otani.- Con queste parole, Nakao si dileguò. 
Nami lanciò un'occhiata a Sakura e Yasu, che avevano assistito alla scena. Scrollò le spalle, ed entrò in classe.
4 Aprile, ore 10:00 A.M, liceo Maido, Classe di Nami Otani.
-Mettiti al banco vicino Otani, è vuoto.- Disse il prof. di matematica, alto, di mezz'età e con una grande pancia, indicando il banco libero.
"Cosa?! No! Giammai! Io non ce la voglio, questa qui, come vicina di banco!" Pensò la povera Nami, mentre una ragazza prese posto vicino a lei.
Era nuova. Ed proprio quella ragazza che avevano visto fuori scuola.
Emi Sawashima.
"Emi. Bellissima benedizione?(*) Pft." Pensò afflitta la rossa, guardando la mora che disfava lo zaino.
-E tu sei Otani, hm?- Chiese Emi, guardandola con i suoi occhi da gatta. 
-Beh, sì.-
-Otani. Grande Valle? Davvero? Non mi sembri tanto alta...- Commentò la ragazza, lanciando uno sguardo ai piedi dell'interpellata, che a malapena toccavano terra.
-E tu non mi sembri una bellissima benedizione...- Commentò Nami a denti stretti.
-Come?-
-No, niente...-
"Ah, già la odio!"
4 Aprile, ore 11:40 A.M, liceo Maido, Palestra (Visita medica).
-Nami Otani.-
La ragazza si fece avanti.
-Oh, Sakura!- Sorrise. -Sei qui per aiutare?-
La giovane annuì, scuotendo a ricci castani.
-Su, Nami, mettiti qui così ti misuro.-
La rossa, obbediente, si mise al metro.
Sakura si avvicinò per controllare.
-Uhm... 1,48 cm...-
Nami sbarrò gli occhi.
-A-ancora?!- La sedicenne afferrò per le spalle l'amica. -Non è possibile, non sono cresciuta neanche di un millimetro?! Ma non è giusto! Dimmi che è uno sbaglio! Uno stupidissimo sbaglio!-
Altro lato della palestra, stessa scena. O quasi.
-1,84?! Quando ci sono diventato?! Quando li ho presi questi quattro centimetri?! Quando?!- Kaito afferrò per le spalle Yasu (che, come Sakura, era lì per aiutare), il quale venne sballottolato qua e là. -Voglio dire, non è normale! Quanto ancora crescerò?! Quanto?!-
-Su Kaito, calmati...-
-Calmarmi?!- Tuonò la voce di Nami, che era esattamente al lato opposto di Kaito, il quale si voltò a guardarla. -Come sarebbe a dire che devo calmarmi?!- Sbraitò, mentre teneva saldamente le spalle della povera Sakura. -Non sono cresciuta neanche di un microscopico centimetro, accidenti!- Pignucolò la rossa.
Il diciassettenne sospirò.
-Trentasei.(**)- Sussurrò lui, guardando in basso.
-Eh?- Fece Yasu, senza capire.
-Niente.- Rispose lui, sbuffando. -Niente...-













~Angolo di Risa-chan.~ 

Konnichiwa, minna! :3
Vediamo, uhm. Perfettamente consapevole che manchi la Koizutani (?) in questo capitolo. Ma questa è, come si suol dire (?), "la calma prima della tempesta".
MUHAHAHAHHAAHHAHAHAHAHAH.
Comunque. Allora... Nami è confusa, lalala. ~
Spero che almeno un po' la cosa si sia capita, hmm.. òwò
Ma, soprattutto... È gelooooooooooooosa.
Uhuh, vedremo (?) cosa succederà, con la nostra new-entry. (A me, personalmente, sta un po' sugli zebedei.)
(*)= Emi, sperando che stavolta google mi abbia detto giusto (?), dovrebbe significare, appunto, "bellissima benedizione". Che sia bella non c'è dubbio... È la parte della benedizione che mi lascia perplessa x'D
(**)= Trentasei.. Beh, facile. Sottraete l'altezza di Nami a quella di Kaito. Dadaaaaaan ~ (oddio, in matematica sono una capra, non vorrei aver sbagliato a fare i conti... òwò)
Ah, fateci caso (io me ne sono accorta solo ora o.o); Nami è 1,48. Kaito 1,84. 
Aw, i centimetri invertiti (?????)
Comunque.
Ringrazio tutti, come sempre, che seguite le mie taaaaante storie x'D
Alla prossima (a breve, aggiornerò Wrong.)
Ah, no! Prima che mi dimentichi.. x'D
Stavo, qualche temo fa, cercando su google (?) immagini di LC, e mi trovò davanti un'immagine di un'altro manga (non esiste versione anime). Ecco, non so voi, ma a me sembrano proprio Nami e Kaito òwò (Nady-chan ha già visto e approva XD)
Ecco a voi (ve la linko in bianco e nero perché nell'originale lui è moro e lei castana, lol):
 
Image and video hosting by TinyPic
Non so voi, ma io li adoro *w*
Okay, ora vado davvero... x'D
Ciaociao :3

Risa-chan.~
 

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Capitolo 12
*** Momento 12. ***


10 Aprile, liceo Maido, ore 00:30 P.M.
-Io la odio.- Sentenziò Nami, sbuffando sonoramente e stringendo convulsamente la scatola del pranzo.
-Su, Nami, calmati...- Balbettò Sakura, intimorita dall'aura oscura che emanava la sedicenne.
-Calmarmi. Tu mi dici di calmarmi?!- Ringhiò a quel punto la rossa. Indicò un punto di fronte a loro. -Cioè, insomma, guardali! Danno il voltastomaco!- Brontolò, girando poi il capo da un'altra parte.
Sakura posò lo sguardo dove le indicava l'amica: di fronte a lei, Kaito ed Emi chiacchieravano allegramente.
-Oh.-
-Scusate, devo vomitare.- Commentò la giovane Otani, arricciando il naso, schifata.
-Ehm, Nami...- Si intromise Yasu. -...non è che sei davvero gelosa?-
 La ragazza avvampò.
-Cosa?! Ma vi pare?!-
-Sì.-
-Sei anche arrossita.- Gli diede man forte Sakura.
La rossa scosse furiosa la testa, biascicò qualcosa e posò lo sguardo, apparentemente concentrata, sul suo pranzo.
-Quante cavolate...- Farfugliò.
-Nami...-
-Mmh.-
-Nami, ti spiace sollevare lo sguardo?-
-A dire il vero sì, Sakura.-
-Nami!- La mora, a quel punto, diede una gomitata all'amica, la quale si fece scivolare il pranzo fra le mani, facendolo finire sulla camicia di qualcuno che si era messo di fronte a lei.
-Ops.- Balbettò Otani, arrossendo violentemente e sollevando lo sguardo. -Mi dispiace, non vol... Ah, sei tu.-
Kaito Nakao non fece una piega, ma si limitò ad inarcare un sopracciglio.
-E allora? Non mi merito delle scuse?-
-Veramente n...- Nami venne interrotta da Sakura, che le pestò il piede. -Ahi! Sì, sì, scusa.- Balbettò poi.
-Uhm, Nami... Forse dovresti accompagnarlo a pulirsi...- Accennò Sakura.
-C-Cosa...- Prima che la giovane Otani potesse ribattere, stava già seguendo Nakao in bagno.
10 Aprile, liceo Maido, ore 00:30 P.M.
-Posso farti una domanda?- Chiese Nami, arricciandosi nervosa un ciuffo di capelli ramati.
-Lasciami indovinare; non ho alternative, vero?- Commentò Nakao di rimando, mentre tentava di pulirsi la camicia, lasciandosela addosso.
Nami accennò un sorrisino forzato.
-No.- Rispose, cautamente. -Puoi anche non rispondermi.-
-Mmh. Bene, spara.-
"Su, Nami, su. Respira. Non potrà esser tanto difficile fare una domanda del genere. È solo pura curiosità."
-A te...- La rossa poggiò la schiena contro il muro del bagno, dalle mattonelle azzurre. -Piacciono quelle come Emi?- Soffiò, sollevando lo sguardo verso il soffitto.
Kaito smise di strofinare la camicia con una mano, sollevò le sopracciglia e guardò Nami.
-C-cosa...-
-Hai capito.- Brontolò lei, abbassando la testa, imbarazzata.
-Mmh.- 
Kaito non rispose, non subito almeno.
Fece un sorrisino e si sbottonò la camicia.
-Ma... Ma cosa stai facendo?!- Tuonò Nami, trovandosi davanti Nakao a torso nudo.
-Devo lavare la camicia che tu mi hai sporcato.-
-Pft, lascia fare a me. Rimettiti la camicia.-
Il ragazzo la indossò obbediente e la sedicenne, presa una pezza bagnata e saponata lì vicino, si avvicinò al ragazzo e prese a strofinare con forza la macchia.
-Comunque...- Soffiò . -No, non mi piacciono i tipi come Emi.-
-Ah... Ah, no?- Balbettò la piccola Otani, rifiutandosi di guardarlo in viso.
Nakao le prese il mento con una mano e la costrinse a far incrociare i loro occhi.
-No.-
Nami, rossa in viso, gli spinse contro il petto la pezza, nel tentativo di allontanarsi. -Beh... Ho pulito la macchia. Dovevi metterci solo un po' più di forza.-
-Nami...-
-Eh?-
-Quando la smetterai di scappare?-
L'adolescente deglutì a vuoto.
-Io non sto scappando...- Provò a difendersi, debolmente.
-Sì che stai scappando.- Ribatte lui; era frustrato, tremendamente frustrato da quell'assurda situazione. -Io mi dichiaro e tu mi respingi...-
-Non ti ho mai respinto!- Ringhiò a quel punto Nami.
-Ah, sì? E allora, cos'era quello? Un ? Non prendermi in giro, Otani.-
-N-no... Io dovevo pensarci...-
-Dovevo? Allora ciò implica che tu ci abbia pensato e che sei giunta ad una conclusione.  Allora ora puoi darmi una risposta.-
-Beh, i-io...-
-Lo sapevo. Tu non ce l'hai una risposta. Tu non ci hai neanche pensato!-
-Non puoi dire questo!-
-Te lo sto dicendo! Tu non ci hai minimamente pensato, e appena mi hai visto parlare con Emi, hai pensato che non fossi più il tuo giocattolo.-
-No, non è vero!-
-Sì, che è vero! Ed è per quello che adesso stai facendo la gelosa!-
-Tu non sai niente!- Urlò lei, furiosa; Nakao non poteva davvero pensare questo, di lei. Non era quel tipo di ragazza. 
-Ah, no?- Ribatté secco Kaito, deluso. -E come sarebbe andata? Sentiamo!-
-I-io... Ah-eh, io... Oh, accidenti a te, Nakao!-
Successe tutto molto velocemente: Nami si sollevò sulla punta dei piedi, poggiò le mani sulle spalle del ragazzo e poggiò delicatamente le labbra su quelle di lui. 
Subito dopo scese giù, e corse via.
-Nami, Nami,aspetta!-
10 Aprile, Casa Koizumi-Otani, ore 08:30 P.M.
-Atsushi, Na-chan, ho un annuncio da fare.- Sentenziò Koizumi, sedendosi a tavola.
-Spara.- Commentò Otani.
-Io... Nami?-
La rossa si picchiettava il labbro, pensierosa.
-Tesoro, non guardare con tanta intensità il cibo, potrebbe prendere fuoco.- Disse ironicamente la donna, suscitando la perplessità del marito.
-Ma cosa cavolo ti sei fumata?- Borbottò Otani, arricciando il naso perplesso.
-Oh, ma finiscila. Nami, puoi prestarci attenzione o no?!- Trillò a quel punto la donna.
La rossa saltò su.
-C-cosa?-
-Oh, buongiorno, eh.- Farfugliò Risa.
-Allora, vuoi dirci questa notizia?-
-Reggetevi forte... Aspetto un bambino!-
Pum!
Atsushi Otani era appena crollato con la faccia nel piatto.
















~Angolo di Risa-chan.~

Buonsalveciao(?) a tutti, e buon anno nuovo! :D
Alloooooora...
Quante di voi vorrebbero capire cosa si è fumata Nami?
E quante di voi vorrebbero sapere cosa sia passato per la testa a Risa ed Otani di far quello che hanno fatto senza precauzioni, alla loro età (in realtà non ho ancora ben deciso quanti anni abbiano,ma okay.)?
E quanti di voi avrebbero voluto essere al posto di Koizumi a far certe cose con Otani? Io!
Bene, dopo questo capitolo ssssscoppiettanteH di novità (?), mi dileguo XD
Alla prossima!

Risa-chan.
❤️

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Capitolo 13
*** Momento 13. ***


10 Aprile, Casa Koizumi-Otani, ore 8:32 P.M.
-Tu sei cosa?!- Esclamò Atsushi, sollevando il capo, e prendendo un tovagliolo per pulirsi il viso.
-Voi siete pazzi.- Fu il commento di Nami.
-E tu chi saresti per dare dei pazzi ai tuoi genitori?!- Ringhiò il padre, risentito.
-Come vi salta in mente di fare una cosa del genere, alla vostra età, nelle vostre condizioni?-
Ribattè la piccola Otani, ignorando le proteste di Atsushi.
-Ehi, e tu quanto ne sai di questa storia?- Fece lui, assottigliando gli occhi.
-Papà, il discorso sulle api e sui fiori avreste dovuto farmelo tempo fa.- Rispose asciutta la ragazza, scrollando le spalle.
-E tu come ti saresti informata, scusa?!- Sbottò l'uomo, arrossendo.
-Beh, sai, quando i genitori non insegnano certe cose ai figli, questi cercano di capire in altri modi...- Tentò di spiegare Nami.
-In altri modi?!- Ripetè shockato Otani -MI STAI DICENDO CHE HAI FATTO SESSO?!-
-NON HO MAI DETTO UNA COSA DEL GENERE!- Gridò la sedicenne, avvampando di vergogna.
-Eeehi, yuhuh, io, qui, sarei incinta.- Disse Risa, ticchettando nervosa i polpastrelli sul tavolo.
-E ALLORA COME TI SARESTI INFORMATA, SENTIAMO!- Sbraitò Atsushi alla figlia, ignorando la moglie.
-ESISTONO DEGLI OGGETTI, DALLA FORMA RETTANGOLARE, FATTI DI CARTA, SU CUI CI SONO SCRITTE DELLE COSE, E SI CHIAMANO "LIBRI"!- Tuonò l'accusata, sbattendo un pugno sul tavolo, che fece sobbalzare Koizumi.
-Ehi, questo è mogano!- La riprese piccata la madre, accarezzando dove la figlia aveva dato il pugno.
-NON FARE LA SAPUTELLA CON ME!- Ringhiò Otani.
-E TU NON FARMI DOMANDE DEL GENERE!- Ribattè Nami.
-Yuhuh, c'è nessuno...? Ehi, aspetto un bambino... No, eh?- Si intromise Risa, sconsolata.
-NON SEI NELLA CONDIZIONE DI...- Atsushi venne interrotto dal campanello di casa.
-Vado io.- Disse Koizumi, alzandosi in piedi, avviandosi verso la porta di casa.
-Chi è, ma'?- La ragazza si era sporta oltre lo stipite della porta.
-Ehm, Nami, credo sia per te...- Rispose la madre, facendo spazio in modo da far entrare in casa...
-Kaito...-
-Nami...-
Nonostante fosse aprile, quella sera faceva freddo, nulla da invidiare alle serate invernali; Nakao aveva il naso arrossato dal freddo, e il fiatone - segno che aveva corso - e, appena vista la rossa, l'aveva guardata con uno sguardo indecifrabile. Nami restò per lunghi momenti a fissare le labbra schiuse del biondo, per poi ritrovarsi a scuotere la testa.
"Nami, smettila, non è il momento!"
-Noi... Vi lasciamo soli, uh?- Disse Koizumi, poi, preso un lembo della camicia di Atsushi - il quale era uscito dal soggiorno per vedere "chi diavolo può essere a quest'ora", e sparì in cucina, sbattendo la porta.
-Kaito.- Ripetè la piccola Otani, deglutendo; era giunto il momento della verità, il momento in cui avrebbe detto il motivo per cui aveva fatto qualcosa di talmente sconsiderato come baciare Kaito Nakao.
-Nami.-
-Da quando mi chiami per nome?-
-Da quando mi chiami tu, per nome.- Ribattè il biondo, inarcando un sopracciglio.
Lei gli fece un sorriso a labbra strette in risposta.
-Vogliamo sederci...?- Disse la giovane, indicando un divano color crema in salone.
-Oh, Nami!- esclamò Kaito -Lo sapevo che tu, in fondo, sei quel tipo di ragazza che ama stare comoda in certe occasioni!-
Nami arrossì fino alla radice dei capelli.
-Piantala di dire scemenze e siediti!- Sbottò, indicandogli nuovamente il divano.
-Agli ordini, capo!- Ridacchiò Nakao, mettendosi a sedere.
Nami lo seguì; in realtà aveva una folle paura di quello che sarebbe accaduto di lì a poco. "Meglio iniziare subito." pensò lei, sospirando.
-Allora...- Cominciò insicura, lisciandosi i capelli. Ma come avrebbe fatto a dirgli che lo aveva baciato solo seguendo il suo semplice istinto? -Immagino che tu sia qui per sapere perché ti ho baciato...- Lei si bloccò, guardò a terra e si morse il labbro inferiore.
Kaito fece un sorrisino sghembo, e le sollevò il capo con due dita. -Nami, piccola, ingenua Nami...- Sussurrò, mettendole un ciuffo di capelli ramati dietro l'orecchio, mentre lei, bocca socchiusa, assumeva una colorazione sempre più accesa. -E tu quello lo chiami "bacio"?-
Lei chiuse la bocca e guardò un punto imprecisato a terra, poi guardò nuovamente Nakao. Le sembrava di star parlando col Vecchio Kaito, quello che trovava spesso antipatico.
-Beh, sì...- Farfugliò, le tempie le pulsavano terribilmente.
-Oh, no, Nami.- Sussurrò lui, avvicinandosi alla rossa. -Questo è un bacio.-
E, prima che lei potesse dire o fare qualunque cosa, lui si era già avventato sulle labbra di lei, costringendola a sdraiarsi su quel divano color crema.
10 Aprile, Casa Koizumi-Otani, Cucina, ore 8:40 P.M.
-Cosa diavolo staranno facendo quei due di là?- Si ripeteva Atsushi, girando in tondo per il soggiorno.
-Dai At-chan, lasciali stare...- Lo riprese la moglie, scrollando le spalle.
-Piuttosto...- Otani agganciò un braccio dietro il collo. -Da quanto sei...?-
-Un mese, circa.- Rispose Koizumi, portando entrambe le mani sul ventre ancora piatto. -Stavolta ce la farai ad essere un maschietto?- Chiese retoricamente alla sua pancia.
-Per me è un'altra femmina.- Commentò asciutto Atsushi.
-Oh, no!, sono sicurissima stavolta sia un maschietto. Io lo sento.-
-Certo.- Sghignazzò il marito. -Come ne eri convinta la prima volta, ma chi ha avuto ragione?- Chiese, retoricamente, sorridendo sornione.
-Stavolta è diverso...!- Sbottò la donna.
Lui rise di gusto, poi si zittì improvvisamente.
-Ma che diavolo stanno facendo quei due.- Si chiese, frustrato.
-Dai...- Lo rimbeccò Risa. -Probabilmente hanno capito di piacersi a vicenda e...La donna tacque, con aria colpevole.
-E...?- La incitò lui a continuare.
-Beh...- Balbettò lei, incerta. -Hai avuto anche tu sedici anni...-
-Lui ne ha diciassette.-
-Sì, ma, voglio dire, tu sai cosa succede a due ragazzi che si piacciono a quell'età...- 
Otani ci mise qualche secondo a realizzare quello che la moglie gli stava dicendo.
-Tu... Cioè, loro due, dì là... SI STANNO BACIANDO?!- Sbraitò Atsushi, e la povera Koizumi si mise le mani tra i capelli.
-Eddai, lasciali stare...!-
-Oh, assolutamente no, non in casa mia!- 
E, con queste parole, si avventò sulla porta della cucina, spalancandola.
10 Aprile, Casa Koizumi-Otani, Salone, 8:45 P.M.
-CHE DIAVOLO STATE FACENDO VOI DUE, QUI?!-
La voce di Otani fece staccare immediatamente Kaito e Nami; questa si era messa a sedere, terrorizzata, e il povero Nakao era caduto dal divano.
-Io credo che Kaito ora deve proprio andare via, no?- Così dicendo, Koizumi fece alzare in piedi il biondo, e, dopo averlo salutato frettolosamente ed aver mandato i suoi saluti a Nobu e Nakao, gli chiuse la porta di casa in faccia.
Nami, nel frattempo, era scivolata via dal divano, e stava sgattaiolando su per le scale che conducevano alla sua camera da letto.
-E tu, signorina, dove credi di andare?- La rimbeccò il padre, ma Koizumi lo bloccò.
-Ne parliamo domani, Na-chan, ora vai a letto.- Disse.
Nami le sorrise riconoscente, e la madre le fece l'occhiolino.
-Koizumi, ma sei matta?- Le sbottò Otani, risentito.
-Oh, ma lasciala vivere in pace, questa ragazza! Ha sedici anni, dai.- Gli rispose Koizumi. -E poi...- Sussurrò stavolta, strattonandogli la camicia da fuori i pantaloni. -Io avrei un'idea migliore di passare la serata.- Terminò, sorridendo maliziosa.
Otani sghignazzò.
-Ai tuoi ordini, capo.-
10 Aprile, Casa Koizumi-Otani, Camera da letto di Nami Otani, ore 8:50 P.M.
"Certo che, per essere dei vecchi, ci danno ancora dentro come pochi.", pensò la povera Nami, sentendo dei strani rumori provenire dalla camera da letto dei suoi genitori, mentre si rigirava nervosa nel letto. "Altro che fratellino, questi me ne faranno una decina tutti insieme!" La rossa scosse la testa, e la sotterrò sotto il cuscino.
In quel momento, a distoglierla dai suoi pensieri, un messaggio le arrivò sul cellulare.
Che ne dici se domani ci vediamo?
Vorrei portarti in un posto carino.
Passo a prenderti io.
Kaito.
PS. Le tue labbra sapevano di ciliegia.
Nami sorrise appena e, stringendo tra le mani il cellulare, chiuse gli occhi e si addormentò.



-Angolo di Risa Calinee-

SONO RISORTA, SI'.
Non ho abbandonato questa long, nè le altre, solo che ultimamente non ho davvero tempo di aggiornare.
Vi prometto che d'ora in poi cercherò di essere più puntuale.
Passando alla storia... Eeeeeeh, lo so, non si capisce molto (?), ma Kaito ha invitato ad uscire Nami, quindi, è già qualcosa.
Forse Nami sta iniziando ad usare il cervello che Madre Natura le ha dato u.u
E... Aperte le scommesse sul sesso del bambino! :'D
Parlando d'altro, so che il comportamento di Otani è un po' strano; prima incoraggia Kaito, poi reagisce così a vedere lui e la figlia che si baciano.
...so che non è un comportamento normale, ma somiglia a quello di mio padre: prima dice che devo trovarmi un ragazzo, lo trovo e dice che è troppo presto.
Cioè. Deciditi, uomo. LOL.
No davvero, credo che ai padri questa cosa succeda; vogliono che la loro figlia cresca ma non subito, ecco ^^"
Ah, regalo un biscotto a chi trova il riferimento (abbastanza ovvio ma vabbeh lol) ad Hunger Games. :3
Detto ciò, alla prossima :)


Risa Calinee.

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Capitolo 14
*** Momento 14. ***


11 Aprile, liceo Maido, ore 9:30 A.M.
-Scusate il ritardo!- Farfugliò Nami, piegata in due e col fiatone.
Sakura e Yasu risero.
-Tranquilla- Rispose la mora. -Non sei l'ultima arrivata.-
-Che vuoi dire...?-
Prima che l'amica potesse rispondere, un'uragano biondo di più di 1,80 cm finì addosso alla rossa, trascinandola nella rovinosa caduta.
-Questo.- Sghignazzò Sakura, ridendo di gusto.
-Oh, Otani.- Disse Kaito, sorridendo beffardo, a pochi centimetri di distanza dalla sopracitata, la quale, ormai, era diventata dello stesso colore dei capelli. -Mi fa piacere...- Tacque un momento, gustandosi il rossore che colorì istantaneamente il viso della ragazza, a causa del doppiosenso voluto. -... vederti.- Terminò sornione.
-A me farebbe piacere...- Sbuffò la ragazza a sua volta, scuotendo la testa nel tentativo di non far notare al giovane il suo imbarazzo. -... se non avessi addosso 1,84 cm di puro ego smisurato.- Sbuffò, scrollandoselo malamente di dosso.
-Oh, ma sei davvero adorabile stamattina.- Sentenziò il biondo, alzandosi in piedi, e offrendo la propria mano alla rossa, per aiutarla ad alzarsi.
La piccola Otani guardò attentamente la mano di Kaito, arricciando il naso, poi si decise ad afferrarla. Nakao la tirò su, cingendola poi alla schiena.
-Lasciami.- Sentenziò la rossa, guardandolo con astio da sotto in su.
-Non me lo concedi un ballo, baby?- Ribattè Nakao, allontanandola da sè spingendola con una mano, mentre l'altra la teneva saldamente per un fianco.
-Non chiamarmi baby.- ringhiò la sedicenne; stavolta, il viso era rosso a causa dell'arrabbiatura che stava prendendo il sopravvento sull'imbarazzo.
-Scusa- Rispose il biondo, strattonandola e riavvicinandola a lui. -Era una cosa che mi girava per la testa.- Sussurrò il biondo a due centimentri dalle labbra dell'adolescente.
-Ah, bene. Lasciala lì.- Sibilò Nami a denti stretti, squadrandolo.
In quel momento, Sakura tossì rumorosamente.
-Ehm, scusate.- Si intromise. -Nami, noi due dobbiamo parlare.- Sentenziò, incrociando le braccia in un'espressione che voleva dire "Mamma Sakura non è per niente contenta".
-Cosa...?- Balbettò la piccola Otani, perplessa.
Ma ormai la mora l'aveva già afferrata per un braccio e trascinata lontano dai ragazzi.
-Mi spieghi cosa accidenti è successo tra te e Nakao?- Sputò Sakura, lasciandole il polso solo una volta nascoste dietro un albero.
-B-beh...- Farfugliò Nami, arrossendo visibilmente. -Ieri... I-ieri noi... Noi...-
11 Aprile, liceo Maido, ore 9:32 A.M.
-Ci siamo baciati.- Ammise Kaito ad uno sconvolto Yasu. -O meglio, è stata lei a baciare me.-
-COSA?!- Tuonò la voce di Sakura, qualche metro lontano dai due adolescenti.
Il moro sorrise appena.
-E ora...?- Chiese, pulendosi le lenti degli occhiali con un lembo della divisa.
11 Aprile, liceo Maido, ore 9:33 A.M.
-Oggi usciamo.- Farfugliò Nami, nascondendo il viso dietro la cartella.
-Ah.-
-A cena...- Balbettò ancora.
-Ah.-
-Vuole portarmi in un posto carino...- La rossa avrebbe voluto sotterrarsi.
-E cosa ti metti?- Chiese Sakura, ignorando i balbettii sconclusionati della ragazza.
-Non ne ho idea...- Rispose Nami inarcando un sopracciglio, mentre un brutto presentimento si faceva largo nella sua testa.
-Ci penso io, tranquilla!- Esultò la riccia, dando una pacca sulle spalle all'altra - dando così ragione all'idea che era appena balenata nella mente di quest'ultima.
"Oh, no!"
11 Aprile, casa Furuhaka, ore 6:30 P.M.
-Gliel'hai detto?-
-Sì.-
-Bene.- Sakura mise davanti a Nami, reggendole dalla stampella, un paio di outfit. -Questo- disse, portando avanti un composto da una maglia bordeaux e una gonna scozzese. -...o questo?- Gliene indicò un altro, con una maglia bianca e un paio di jeans.
-Ma perché non possiamo andare a casa mia e scegliere dalla mia roba?- Sbuffò la rossa, indicando il secondo outfit.
-Perché i tuoi gusti in fatto di abbigliamento fanno schifo, e ormai, l'haid etto anche tu, hai detto a Nakao di prenderti qui e... Ma no, Nami!, provati la gonna.-
-Ma io ho detto...- Provò a ribattere la rossa, aggrottando le sopracciglia.
-Proprio per questo- rispose la riccia. -... provati la gonna.-
La giovane Otani sbuffò rumorosamente e prese i vestiti incriminati, per poi rintanarsi nel bagno dell'amica.
-Sai dove ti porta?- Chiese Sakura, sedendosi comodamente sul proprio letto, aspettando che Nami uscisse dal bagno.
-No!- Urlò la sedicenne, da dietro la porta. -Ha detto che è una sorpresa!-
-Ma quindi... state insieme?- Chiese la padrona di casa, guardandosi distrattamente le unghie.
Dal bagno si udì un tonfo.
-Nami?- Sakura scese dal letto e si avvicinò un poco alla porta del bagno.
L'interpellata, lentamente, aprì la porta del bagno.
-Come hai detto, scusa?- Balbettò, pallida come un cencio; va bene l'uscire insieme, ma stare insieme? L'idea non l'aveva minimamente sfiorata.
Sakura, trattenendosi dal ridere, si avvicinò all'amica, le sistemò la maglia e sfiorò i capelli.
-Uh, stai bene.- Sentenziò la riccia, soprapensiero.
-Ma Sakura...- Nami venne interrotta dal suo cellulare, che aveva preso a squillare.
Saltellando dall'agitazione, lo prese e rispose.
-Pronto...?- Balbettò, arricciandosi nervosa un ciuffo di capelli rossicci.
-Io sono fuori casa di Sakura, scendi?- La voce di Nakao era bassa e profonda. Una volta, Sakura l'aveva definita sensuale, scatenando le espressioni di pieno disgusto di Nami, la quale, fu costretta ad ammettere in quell'occasione, dovette ricredersi, in quanto la voce di Kaito non le era mai parsa più attraente.
-A-arrivo...- Farfugliò, chiudendo la chiamata.
Sakura si avvicinò alla ragazza.
-Era Nakao?-
Nami, pallidissima, annuì.
-Bene, ricorda; non fare stupidate e non datevi da fare già dal primo appuntamento. Non voglio diventare zia!-
-Sakura!- Esclamò la giovane Otani, ormai bianca come un fantasma.
Ridendo, l'incriminata spinse l'amica fino a davanti alla porta di casa, mentre Nami continuava ad inveire e chiedersi perché dovesse capitare proprio a lei un'amica del genere.
-Dai, Nami, vai! In bocca al lupo!- Urlò Sakura alla giovane Otani, prima di sgattaiolare in camera sua.
La rossa, deglutendo rumorosamente, aprì la porta di casa Furuhaka.
-C-ciao...- Sussurrò Nami, cercando di nascondersi dietro la frangia.
Kaito, alla vista della ragazza - vestita così carina, addirittura con una gonna che non fosse quella della divisa scolastica, e con quell'adorabile coda alta, tenuta ferma da un fiocco rosso, intonato ai capelli - si ritrovò ad arrossire vistosamente.
-Ciao...- Riuscì a dire, dopo essersi schiarito la voce un paio di volte.
Nami sollevò lo sguardo verso il ragazzo e diavolo, non le era mai parso più bello.
Sotto lo sguardo scrutatore della ragazza, il povero biondo arrossì ancora di più - Kaito Nakao che arrossiva così tanto? Mai visto! - e accennò un piccolo sorriso; a quella vista, lo sguardo della piccola Otani tornò rigorosamente a terra, a guardarsi le scarpe.
Gli occhi di Kaito seguirono lo sguardo della ragazza, e si ritrovò a guardare il pavimento. Leggermente frustrato, alzò lo sguardo verso la casa dietro di lei; alla finestra del secondo piano che dava sulla strada, era affacciata una furibonda Sakura, la quale, appena intercettò lo sguardo desolato di Kaito, gli sillabò un bel "DAT-TI DA FA-RE!". Il biondo annuì, ritrovando improvvisamente energia.
-Nami.- La ragazza, sentendo il suo nome, alzò il capo verso Kaito. -Vogliamo andare...?- Chiese lui, dopo qualche momento di assoluto silenzio.
La rossa annuì lentamente.
-Perfetto, allora andiamo.- Disse allora il giovane, prendendo la mano della giovane Otani. "E' congelata." Pensò lui, guardando Nami con la coda dell'occhio, mentre, dolcemente, la trascinava via dalla porta.
Improvvisamente, la stretta della mano della ragazza si fece più forte; Nakao si voltò a guardarla stupito.
Nami gli concesse il primo sorriso della serata.
-Dove andiamo?-
-Ti piacerà.- Rispose lui, enigmatico. "O almeno spero." Pensò tra sè, sospirando.





 
   


Angolo di Risa:
Buonsalveciao(?), oh Fandom di Lovely Complex! :D
...
No dai, eccomi!
Allora, dunque.
So che questo capitolo è davvero esageratamente corto, ma ecco, mi serve per motivi di trama (?);
inoltre, prometto che al prossimo capitolo ci sarà un po' di sana(?) RisaxOtani
u.u
Dunque, dunque... Ah, sì.
Avevo promesso che la prima long che avrei aggiornato sarebbe stata Una nuova vita,
ma quel capitolo è un parto piuttosto difficile da scrivere, ma ci sto lavorando.
Nel frattempo, ecco, leggetevi questa cagatina (?)
Ok, mi dileguo(?), alla prossima!

Risa Lily Calinee.

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Capitolo 15
*** Momento 15. ***


11 Aprile, da qualche parte ad Osaka, ore 7:30 P.M.
-Kaito? Va tutto bene?-
Il biondo era, da un quarto d'ora, fermo davanti un ristorante. Chiuso.
-Merda.- Digrignò, a denti stretti.
Nami inarcò un sopracciglio; che accidenti era successo?
-Che succede...?-
-Volevo portarti qui.- Spiegò il ragazzo, sbuffando. -Ma è chiuso.- Si mise a ridere, mezzo isterico. -Chiuso! Certo, poteva andare bene al primo appuntamento...?-
-Ma...- Nami aggrottò le sopracciglia. -Davvero sei stato così idiota non prenotare? Se avessi chiamato, avresti scoperto subito che era chiuso!-
-Ma il giorno di riposo è martedì...!-
-Nakao...- Nami si mise le mani tra i capelli. -Oggi è martedì.-
-No, oggi è mercoledì.-
-No, fidati, è martedì.-
I due si guardarono in cagnesco per qualche istante.
In quel momento, un vecchina, con un paio di vistosi occhiali, un bastone e una borsetta, stava lentamente andando a casa.
-Chiediamo a lei.- Propose Kaito, sicuro di avere ragione.
-Tanto ho ragione io.- Sbuffò la rossa, superandolo e andando verso l'anziana signora. -Mi scusi...?- 
La donna sollevò lo sguardo e guardò la ragazza qualche istante.
-Non ho nulla da dare ai mendicanti.- Sentenziò con voce acuta.
-M... mendicanti...?- Balbettò l'adolescente, presa in contropiede.
-Lascia fare a me.- Nakao le parò un braccio davanti, per impedirle di dire altro. -Chiediamo perdono, gentile signora, Nami è davvero...- Si voltò a guardarla; gli stava lanciando uno sguardo parecchio innervosito, per usare un eufemismo. "... bellissima", pensò. -... un caso perso.- Disse invece, riguardando di nuovo la signora, che aveva aggrottato le sopracciglia, decisamente scettica. -Volevamo solo chiederle un favore.-
La signora inarcò un sopracciglio.
-No, non ci casco nelle vostre truffe, manigoldi!- E, per rafforzare le sue parole, tirò una borsata sulla spalla di Kaito. -Cosa volete, soldi? Non ne ho...!-
-Oh, no, ci ha franteso...- Tentò di spiegare la giovane Otani, alzando le mani, come a voler proteggere il ragazzo dai colpi della vecchia. -... volevamo semplicemente chiederle che giorno è oggi.-
-Ma di che scemenze andate blaterando?- Sbottò allora l'aziana, agitandosi. 
-La prego, solo ci dica che giorno è oggi e noi andiamo via.- Pregò Nami.
-Beh, è facile.- La signora scosse i capelli bianchi e si mise più comoda sul bastone. I due ragazzi la guardarono, in attesa. -... E' l'11 Aprile.-
I due si guardarono qualche istante e si esibirono in un facepalm.
-No, no, ci scusi...- Tentò di precisare il biondo. -Noi intendiamo il giorno della settimana.-
-E perché non l'avete detto subito...?- Sbuffò la donna. -E' lunedì.- E, senza aspettarsi delle risposte, zoppicando, si allontanò.
-Lunedì.- disse Nami, inarcando le sopracciglia.
-Già.- Borbottò Nakao. -... in effetti, ora che ci penso, mi sembra che il giorno di riposo fosse il lunedì, e non il martedì.-
-Nakao...!-
11 Aprile, casa Koizumi-Otani, ore 8:00 P.M.
-Tu mi stai dicendo che Nami, nostra figlia, è attualmente nelle mani di Kaito Nakao?!- 
Da quando Risa aveva informato Atsushi dell'uscita di Nami con il biondo, l'uomo continuava a girare per il salone, in tondo, borbottando tra sé e sé.
-Oh, non essere melodrammatico, Otani...!- Lo rimbeccò Koizumi, alzando gli occhi al cielo. -Non è mai morto nessuno per un appuntamento. E lo sai anche tu che Kaito tiene molto a Nami. In effetti, è il candidato migliore.-
-Nonché unico, voglio sperare.- Sbuffò Atsushi, incrociando le braccia.
Risa repressa una risatina.
-Dai Otani, ora Nami inizia ad essere grande...- Cercò di farlo ragionare.
-Non abbastanza per un ragazzo!- Sbuffò Otani.
-Tu quanti anni avevi quando ti sei messo con Kanzaki, sentiamo.- 
-... Beh... Ma per un maschio è diverso!- Sbottò Atsushi, arrossendo.
-Perché tu ti eri fidanzato con un ragazzo? No, con una ragazza. Quindi, anche per le ragazze è normale. E smettila di fare il padre geloso, non ti si addice...!-
-E tu...!- Disse Otani, indicando il ventre ancora piatto di Risa. -Prova a trovarti un ragazzo prima dei venti anni, e saranno affari tuoi!-
-Un... ragazzo...? Ma, Otani, chi te lo dice che sarà un'altra femmina?-
-Io. E sai che io ho occhio per queste cose.-
-Non essere idiota, pff, stavolta sarà sicuramente un maschio. Risa Koizumi non sbaglia due volte!- 
-Se lo dici tu...- Sogghignò Otani, sotto i baffi. 
-Hai detto qualcosa?!- Lo rimbeccò la rossa.
-No, niente...!-
11 Aprile, da qualche parte ad Osaka, ore 8:15 P.M.
-Non vorrei interrompere questo fantastico appuntamento...- Disse Nami, con la schiena appoggiata contro quella di Kaito, avevano trovato una panchina e vi si erano seduti, schiena contro schiena, ognuno perso nei propri pensieri. -... Ma io avevo promesso ai miei che sarei tornata a casa per le 8:30...-
-Così presto?-
-Beh, fosse stato per mio padre non sarei proprio uscita, sai?-
-Oh, già...- Kaito scese dalla panchina; Nami si sbilanciò e cadde lunga sulla panchina.
-Grazie, eh!- Sbuffò, guardandolo da sdraiata, mentre lui, in tutto il suo metro e ottantaquattro centimentri, la sovrastava.
Kaito sorrise.
-Scusa, quest'uscita è stata a dir poco disastrosa...-
-Sicuramente...- Rispose Nami, scendendo anche lei dalla panchina mentre, timidamente, infilava le dita tra quelle di lui. -... La prossima volta andrà meglio, no?-
Kaito strinse la piccola mano della rossa.
-Sicuramente.-
11 Aprile, casa Koizumi-Otani, ore 8:35 P.M.
-Beh...- Balbettò Nami, ferma davanti alla porta di casa, sul gradino, mentre Kaito stava più in basso; ovviamente lui continuava ad essere più alto, ma comunque vi era un po' meno di differenza tra i due. -... Sono stata bene.-
-... Davvero?- Ridacchiò Kaito, sarcastico.
-Sì...- Nami abbassò lo sguardo, trovando improvvisamente molto interessante le mattonelle. -... Sai, con te sto bene sempre.-
Nakao arrossì e le sollevò il viso con l'indice.
-Kaito...- Sussurrò Nami, rossa in viso come non lo era mai stata.
-Non parlare.-
E poi, la baciò.
12 Aprile, Liceo Maido, 9:30 P.M.
-Buongiorno, gente!- Salutò allegra Nami quel mattino, con un sorriso a trentadue denti.
-Ehi, Nami!- La salutò Yasu.
-Nami...?- Sakura inarcò un sopracciglio, scettica. -Sei puntualeTu?!-
La rossa si passò una mano tra i capelli rossi, imbarazzata.
-Buongiorno...- Disse una voce cavernosa alle spalle.
-Kaito...?- Balbettò allora Sakura, sbarrando gli occhi. -Puntuale anche tu? E, ehi!, che hai fatto ai capelli?-
Nami si voltò a guardarlo; dire che fosse spettinato era un eufemismo.
-Non ho dormito.- Sbuffò Kaito, con un sonoro sbadiglio, stiracchiandosi la schiena.
Ad interrompere quelle confidenze, suonò la campanella di scuola.
Mentre i quattro stavano per entrare, qualcuno afferrò un lembo della camicia di Nami, e la trascinò indietro.
-Ma chi... Kaito?- Nami arrossì subito.
-Per la cronaca...- Disse, con uno sguardo velato di malizia. -Non ho dormito perché pensavo a te.-
12 Aprile, Liceo Maido, ore 9:35 A.M.
-Otani, potrei parlarti un attimo?- 
Nami se l'era ritrovata seduta sul suo banco, con le braccia incrociate, che la guardava. Sembrava irritata.
La rossa alzò gli occhi al cielo; Emi Sawashima era esattamente l'ultimo dei suoi pensieri, al momento.
-Dimmi.- Sbuffò, poggiando la cartella a terra.
Emi le fece segno di avvicinarsi; la rossa eseguì.
-Volevo solo dirti...- Sibilò Emi. -... Che non devi cantare vittoria, Kaito sarà mio.-
 
 









 


 



Angolo di Risa:
Weeeeeell!
L'appuntamento tra Nami e Kaito è stato un po' un fiasco, poveri cuccioli.
Però loro si lovvano lo stesso.
Emi sta tirando fuori le unghie, come potete vedere.
Dunque-dunquino. 
Sto cercando di seguire una mia linea di aggiornamenti (?), indi per cui (?), il prossimo aggiornamento dovrebbe essere Wrong.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, almeno un po'.
Poi, ho una domanda per voi, non so quanto possa entusiasmarvi l'idea(?); stavo pensando ad un sequel di Alla fine tutto va bene; se non va bene, non è la fine.
E no, non parlo di OS, ma di un vero e proprio sequel.
Ma uhm, sono abbastanza indecisa, e al momento ho molte long, vedremo :')
Alla prossima ^^

Risa Lily Calinee.

 

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Capitolo 16
*** Momento 16. ***


14 Aprile, casa Ishihara-Nakao, ore 5:30 P.M.
-Nakao...-
-Chiamarmi Kaito è tanto difficile, per te?-
Nami sbuffò, e affondò il viso nella camicia di lui.
Avevano appuntamento a casa di lui ma, appena arrivati, i due si erano inspiegabilmente ritrovati sdraiati sul letto, l'una tra le braccia dell'altro.
-Ok, Kaito.- Si corresse allora lei, mettendosi a sedere. -Io dovrei dirti una cosa...-
-Tu sì che sai mettere l'ansia addosso alle persone. Avanti, dì quello che devi dire...- Nakao si puntellò sui gomiti. -Prometto che sarò forte.-
Nakao si sedette anche lui, ed incrociò le gambe; Nami sospirò profondamente, e raddrizzò la schiena.
-Kaito...- Borbottò lei, guardandolo seccata.
-Che c'è? Con te non si può mai sapere.-
La rossa alzò gli occhi al cielo. Kaito la guardò con studiato interesse.
-... sei consapevole che Emi Sawashima sia cotta di te?- Partì in quarta la sedicenne, assottigliando gli occhi.
-Chi? Emi?-
-Oh, fantastico, vi chiamate anche per nome...!- Sbuffò seccata la ragazza, guardandolo torvo.
-Gelosa?- La stuzzicò Kaito, ridacchiando.
-Mi sembra il minimo.- Borbottò lei, guardando in basso. -Lei è bella... E' alta.- 
Kaito smise di ridere, e la guardò. Non si aspettava che lo ammettesse, si aspettava una risata finta e un "Chi? Io? Quando mai? Ridicolo!", non che lo dicesse. E non in quel modo. Nakao le prese il mento con due dita, e la costrinse a guardarlo.
-Nami, tu sei bellissima.- Prima che lei potesse dire qualcosa, lui scelse quel momento per rubarle un bacio, impedendole così di rispondergli.
Ma a Nami, andava bene così.
14 Aprile, casa Koizumi-Otani, ore 6:00 P.M. 
-Maschio!-
-Femmina!-
-Ho detto maschio!-
-Chi se ne frega, sarà una femmina!- 

Otani e Koizumi stavano lì, l'uno di fronte all'altra, e in mezzo a loro, il tavolo rotondo della cucina. Stavano lì, con i muscoli tesi, pronti a scattare, come se si stessero rincorrendo.
-Chi se ne frega? Oh, per favore, Risa Koizumi non sbaglia due volte!-
-Smettila di ripeterlo, tanto sarà una femmina!-
-Un maschio, ti dico!, un masch...-
Lo sproloquio dei due venne messo a tecere dal campanello della porta di casa, che suonò.
Koizumi guardò Otani un lungo istante.
-Aspettavi qualcuno?- Chiese lui.
-No... Tu?-
-Se te l'ho chiesto...-
Risa sbuffò, e decise di andare ad aprire la porta.
-Salve, sono un'amica di Nami, è in casa?-
La donna rimase perplessa vedendo la ragazza che aveva davanti; era alta all'incirca quanto lei e aveva dei lunghi capelli neri.
"Somiglia a Mimi." Fu la prima cosa che pensò Koizumi, spostandosi per farla entrare.
-No mi spiace, è uscita, ma a breve dovrebbe tornare... Puoi aspettarla qui, se vuoi.-
Emi annuì, e si sedette sul divano color crema.
14 Aprile, casa Koizumi-Otani, ore 6:30 P.M.
-Mi sono divertita.- Disse la giovane Otani, voltandosi a guardarlo; l'aveva riaccompagnata a casa, e ora erano dvanti alla porta chiusa.
-Anche io.-
Nami sollevò lo sguardo, incrociò quello di Kaito, e sorrise.
Era contenta di aver dato quella possibilità al ragazzo, dopotutto. E' vero, era tonto, pervertito, aveva sempre una battuta a doppiosenso da infilare ovunque - oh cielo, un doppiosenso! La stava contagiando - ma era anche buono, dolce, e insospettatamente romantico.
Nami si mise in punta di piedi, allacciò le braccia attorno al collo di lui, e lo baciò; lui rispose al bacio, le mise le mani intorno ai fianchi. Lei si diede una spinta e gli saltò in braccio stringendogli i fianchi con le gambe, e Kaito la sorresse tenendola da sotto.
-Sai- Sussurrò lui staccandosi dalle labbra di Nami. -Potremmo provarla nudi, questa cosa.-
La ragazza arrossì violentemente e scese dalle sue braccia.
-Idiota.- Sentenziò, rossa come non mai. -Tu sei un pervertito.-
Kaito ridacchiò divertito.
-Non dirmi che ti dispiace.-
Lei sgranò gli occhi, se possibile, ancora più imbarazzata.
-Vai via!- Disse goffamente, mentre gli indicava il cancello di casa.
-Certo.- Rispose lui. -Ma prima...- Lui le prese il viso tra le mani, e la baciò di nuovo.
Nami avrebbe voluto tenere la sua facciata di ragazza imbarazzata, ma appena la sua bocca venne a contatto con quella di lui si dimenticò di tutto, gli strinse le braccia attorno al collo, rispondendo al bacio.
-Tu mi manderai all'Inferno.- Soffiò lei sulle labbra di lui, guardandolo.
-Beh, l'Inferno deve essere un posto interessante.-
Lei ridacchiò.
-Ci vediamo domani, Nakao.-
-A domani, Otani.-
Il ragazzo le sorrise e, mentre si allontanava, Nami infilò la chiave nella toppa, aprì la porta ed entro in casa.
-Ehi, Na-chan, c'è una tua amica!- Disse allegra la voce della madre dalla cucina, dove evidentemente si era cimentata in qualche diavoleria culinaria.
-Va bene!- Rispose lei, appoggiando le chiavi sul tavolo nero all'ingresso; si diresse verso il salone, dove si aspettava di trovare questa sua amica, abbastanza sicura di trovarvi Sakura.
-... tu?- Farfugliò la rossa, indicando Emi, seduta sul divano.
Emi sollevò lo sguardo e lo puntò sulla ragazza.
-Già.- Chiuse la rivista che stava leggendo. -Sono venuta perché volevo chiederti i compiti.-
Nami inarcò un sopracciglio, e incrociò le braccia.
-Sono le sei passate di sera... E avresti potuto chiamarmi.-
-Se avessi avuto il tuo numero, l'avrei fatto.- Emi scrollò le spalle. -E poi, io sono venuta qui mezz'ora fa.-
-Beh.- Nami sbuffò. -Comunque avresti potuto chiedermelo a scuola.-
-Oggi non c'ero a scuola, non te ne sei accorta?-
Nami arrossì; no, non se ne era accorta.
A dirla tutta, era stata più concentrata a come sgattaiolare fuori dalla classe per raggiungere Kaito in bagno... Al pensiero, le scappò un sorriso imbarazzato.
Si ricordò con chi stava parlando, e guardò negli occhi Emi.
-Ah, vero.- Bofonchiò. -Come mai non sei venuta?- Non che le interessasse molto, in realtà, ma aveva bisogno di distrarsi dal pensiero di Kaito.
-Dovevo lavorare.- Emi abbassò lo sguardo. -Faccio la modella... Mi porta via molto tempo.-
-Oh, capisco...-
Le due caddero in un imbarazzante silenzio.
-Beh?- Fu Emi a romperlo. -Mi dai questi compiti o no?-
-Oh, un momento...-
Rapidamente prese il diario dalla cartella, che era abbandonata in un angolo, e le dettò i compiti, che Emi ricopiò sul proprio diario.
-Grazie.- Disse Emi, dopo aver chiuso il diario e averlo fatto sparire nella sua borsa. -Senti... Come sta Nakao, con te?-
-Perché...?- Balbettò Nami.
-E' una domanda.- Emi guardò in basso. -Voglio solo sapere come sta.-
-Sta... Bene...- 
-Ok...-
In quel momento entrò Risa, trionfale.
-Vuoi restare a cena?-
-Oh, no signora Otani, io...-
-Non accetto un no come risposta, avanti...!-
Emi lanciò uno sguardo interrogativo a Nami; lei, da parte sua, sollevò le braccia, come a dire che non ne sapeva nulla, e guardò sconsolata la madre, che però già le stava trascinando in cucina.
"Sarà una serata distruttiva." Riuscì a pensare la rossa, sconfortata.




 




Angolo di Risa:

Ciao a tutti!
Questo capitolo è un po' buh, un po' così, non mi piace, non fila, è osceno e molto wtf.
Ci sto combattendo da giorni, e aiuto, capitemi, sto programmando le cose.
Perché sì gente, ci stiamo mano a mano avvicinando verso il finale (e no, non ho intenzione di dirvi quando finirà, né tra quanti capitoli, anche perché non lo so, ancora, quanti ne servono), voglio l'effetto sorpresa (?)
Per quanto, se ci pensate un po', potreste arrivarci da sole a quando ho intenzione di terminare questa long.
Voglio solo ringraziare chi continua a seguire questa storia, perché le sono molto affezionata; sappiate che vi lovvo(?), tutte ;-;
Avviso le interessate (ormai l'avviso fa parte di me, perdonatemi), che la prossima long ad essere aggiornata sarà 
Let her go.
E poi *pubblicità occulta: Mode ON*, come dire, ho scritto un'altra cosuccia a mo' di prequel di Alla fine tutto va bene, con il titolo di I'm not the only one, e mi farebbe piacere un vostro parere ;-;
Grazie per essere passate, e grazie a chi recensisce a chi recensirà(?)!
Alla prossima!


Risa Lily Calinee.

 

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Capitolo 17
*** Momento 17. ***


14 Aprile, casa Koizumi-Otani, ore 6:40 P.M.
Nami, per l'ennesima volta, maledì mentalmente la madre, la quale, con un sorriso stampato sul viso, stava porgendo la scodella di riso ad Emi che - non senza un certo imbarazzo, a dirla tutta - accettò. Gli occhi della giovane Otani incrociarono quelli della modella, che li distolse rapidamente, iniziando a mangiare.
-Dunque,- esordì Koizumi, non perdendo il suo buonumore. -Emi, sei in classe con Nachan, no?-
-Già.- Rispose la mora, pulendosi la bocca con un tovagliolo. -Sono arrivata da poco qui ad Osaka, in realtà io sono di Tokyo.- Disse, non sollevando gli occhi dal piatto.
-Oh, l'avevo capito dall'accento.- Rispose Risa, annuendo.
"Tokyo?" pensò Nami, guardando la ragazza seduta vicino a lei. "E' piuttosto lontano." Rifletté, ingoiando un po' di riso. "Forse lì aveva degli amici." Ma subito dopo scosse la testa, pensierosa. "E a me che accidenti importa?"
-E così sei amica di Nachan, uhm?- Si intromise Otani, guardandola. -Che strano, tutti i suoi amici sono molto più alti di lei.-
-Ehi!-
-Davvero tu stai dicendo questo a tua figlia, Atchan?- Lo sbeffeggiò Koizumi, sorridendo sorniona.
-Non chiamarmi così.-
Nami si schiaffò una mano sul viso; ora avrebbero dato spettacolo.
-Perdonali, non sono sempre così.- Si sentì in dovere di far sapere ad Emi.
-Non preoccuparti,- Le rispose subito l'altra, guardandoli. -Sono divertenti.-
-No davvero...- Riprese Atsushi, finendo il riso nella ciotola. -... Basta guardare con quel Kaito, no?, prima tutta Ah io non lo sopporto!, e ora...-
-Papà!- Lo richiamò Nami, arrossendo; ci mancava solo che suo padre iniziasse un discorso del genere davanti ad Emi, che l'aveva praticamente messa in guardia. Perché lei voleva portargli via il ragazzo. Perché Emi Sawashima era innamorata di Kaito Nakao. Forse anche più di lei. Forse Emi era più adatta a stare con lui. Sicuramente più di lei.
Quel pensiero le fece male.
-Ehm, forse è un po' tardi per me.- Emi si alzò in piedi con una certa fretta.
-Asp...- Nami venne bloccata dalla mora, che le fece un cenno con la mano.
-No, davvero, è tardi per me. Vi ringrazio per l'ospitalità, arrivederci.-
Koizumi guardò decisamente stupita la ragazza; poi, dopo un lungo sospiro, annuì.
-Nachan, l'accompagni alla porta?- Nami annuì, alzandosi in piedi; forse era stato l'accennare di suo padre a Kaito che l'aveva fatta scattare così presto?
-Grazie per l'ospitalità.- Disse Emi alla porta, giungendo entrambe le mani al ventre. -E' stato carino da parte di tua madre.-
La rossa annuì, distratta; i suoi pensieri andavano da tutt'altra parte.
-Senti,- Cominciò, insicura; in qualche modo, si sentiva stranamente in colpa. Di cosa, poi? Di stare con Kaito? -... mi dispiace, sai, per mio padre dico, lui...-
-Tranquilla, Otani.- Rispose lei, fredda, algida, mentre la guardava con due occhi glaciali. -Ci vediamo a scuola.-
-Già...- Balbettò Nami, ansiosa, mentre osservava la slanciata figura di Emi allontanarsi.
"Ci vediamo a scuola." pensò, rientrando in casa.
14 Aprile, casa Koizumi-Otani, ore 9:30 P.M.
-Papà, senti...- Otani distolse lo sguardo dalla tv e lo posò sulla figlia, che si sedette accanto a lui, sul divano color crema del salone.
-Dimmi tutto, Nachan.-
Nami fece una smorfia, e unì le mani, nervosa.
-Ho da farti una domanda.- Disse, con voce tremula. -E posso farla solo a te, perché mamma...- Sospirò. -Non si è trovata in questa situazione. Diciamo.-
-Cosa ti fa pensare che io sia finito nella tua stessa situazione, qualunque essa sia?- Chiese il padre, curioso.
Nami si passò una mano tra i capelli, frustrata.
-Lo penso,- Gracchiò la ragazza, agitandosi sul divano. -... perché mamma dice che sono idiota come te, quindi penso che tu sia la persona più indicata ad aiutarmi.-
-Ehi!-
Nami lo ignorò, fece un respiro profondo e proseguì.
-Allora, metti caso di stare con un ragazzo, cioè, non proprio che ci stai insieme, ma...-
Otani alzò le mani.
-Aspetta Nami, io non ho quei gusti.-
-Fai finta di essere una ragazza.- Sbottò, esasperata.
Atsushi fece una smorfia e si concentrò.
-Ok.- Disse. -Sono una ragazza, ho dei lunghi capelli rossi e sono fighissima.-
Nami gli lanciò un'occhiataccia.
-No, non fighissima.- Lo corresse. -Una ragazza... Normale.-
-Non vedo perché non dovrei essere una ragazza fighissima.-
-Insomma, papà...!- Sbuffò Nami, alzando gli occhi al cielo. -Ok, lasciamo stare la tecnica dell'immedesimazione.- Brontolò, afflitta.
Atsushi la studiò qualche momento, in silenzio, aspettandosi qualcosa.
-... beh?- Disse, dopo un ragionevole tempo di pausa.
-Ok pa'.- Nami fissò il padre. -Come hai fatto a capire di essere innamorato di mamma?-
Otani non poté fare a meno di arrossire.
-Nami, ma...-
-Rispondi.-
Atsushi sospirò e incrociò lo sguardo della figlia; aveva gli stessi occhi di Risa, faceva le stesse smorfie - anche se, doveva riconoscerlo, non bene come quelle di Koizumi - e anche la voce era simile.
"Sgraziata e petulante come la madre." pensò, ridendo sotto i baffi.
-Cosa vuoi sapere, Nachan? Di cosa provi quando sei innamorato?- L'uomo tacque un momento, e Nami lo guardò confusa. -Questo dipende da persona a persona. Da parte mia, ho le farfalle dello stomaco e mi sento perfettamente a mio agioperfettamente al posto giusto e con la persona giusta...- Otani si zittì, quando vide entrare Risa nella stanza. -... Anche se è una Gigantessa.- Terminò alzando la voce.
-Ti ho sentito, Nano.- Sentenziò Koizumi, fulminandolo.
Otani ridacchiò, e Nami sospirò. Poi sollevò lo sguardo, sorrise alla madre, e, silenziosamente, uscì dalla stanza.
-Che succede?- Chiese Koizumi, sedendosi dove un istante prima c'era la figlia.
Otani si strinse nelle spalle.
-Nami si chiede se è davvero innamorata, suppongo.-
15 Aprile, liceo Maido, ore 9:30 A.M.
-Nami, la tua puntualità inizia a spaventarmi.- Sentenziò Sakura, lanciando un'occhiata ad una trafelata Otani, piegata in due e col fiatone.
-Sakura, vieni con me.-
La rossa afferrò il polso dell'amica e la trascinò dietro un albero, lasciando il povero Yasu solo e perplesso.
-Nami...?!- Balbettò lei, perplessa.
-Sakura, come hai fatto a capire che ti piaceva Yasu?- Chiese l'adolescente, a bruciapelo.
La riccia inarcò un sopracciglio ed incrociò le braccia.
-Nami. Dimmi che succede.- Sibilò, assottigliando gli occhi.
-Succede...- La ragazza abbassò lo sguardo, colpevole. -Succede che non lo so.- Balbettò, incerta. -Non so se mi piace Kaito quanto io piaccio a lui, e...- Si morse il labbro, si stropicciò la gonna della divisa scolastica. -Non so se lui mi piace quanto piace ad Emi.-
Sakura sospirò.
-Nami, che diavolo vai farneticando?- Sbottò la riccia, stringendo i pugni. -Tu sei innamorata di Kaito, giusto? Altrimenti non l'avresti baciato e non saresti uscita con lui...!-
-Non...- Nami chiuse gli occhi. -Non ne sono più sicura.-
-Grazie per averemelo detto, allora.- 
Una voce maschile.
Un brivido lento le scese lungo la schiena.
-Kaito...- Balbettò la ragazza, voltandosi verso il biondo.
-Sono Nakao, per te.-
-Kaito, io...-
La campanella suonò.
Il ragazzo le fece un sorriso sprezzante, fece cadere a terra un sacchetto bianco, e corse via, fuori il cancello della scuola.
-Nami, io non so cosa ti stia passando per la testa.- Disse Sakura, poggiandole una mano sulla spalla. -Ma ti consiglio di darti una mossa, o qualcuna se lo porterà via.- Terminò con un altro sospiro. -Kaito Nakao, dove stai andando?!- Gridò poi, inseguendo il biondo, incurante del fatto che avrebbe dovuto entrare a scuola.
-Nami...- Yasu le si avvicinò.
-Yasu, ho fatto un casino...- Balbettò la rossa, gettandosi tra le braccia dell'amico che, dopo un momento di stupore, ricambiò il suo abbraccio.
Non c'era malizia nel gesto dei due; la cotta infantile di Nami nei confronti di Suzuki era ormai passata da un bel po', e per lei, lui era praticamente il suo migliore amico.
-Nami, dovresti raccontarmi cosa è successo.- 
Otani trattenne a fatica un singhiozzo; come faceva a dire a Yasu che non sapeva più se era davvero innamorata di Kaito? Come faceva a dirgli che sapeva di non meritarselo, perché il ogni caso il suo amore era acerbo, incompleto, mentre quello di lui era così puro, così adulto... Che lei si sentiva una ladra ad accettarlo. Che, forse, a lui serviva una come Emi, alta, bellissima, probabilmente ricca, e che sicuramente provava un amore più certo del suo.
Emi si era messa in gioco, Emi voleva portarle via Kaito, Emi era innamorata di lui, altrimenti non avrebbe avuto motivo di dirle che avrebbe fatto tutto il possibile per prenderselo.
E lei? Lei l'aveva respinto, l'aveva tenuto in sospeso, era stata così sadica da lasciarlo lì, ad aspettarla, e lui non se lo meritava.
E lei non era abbastanza per lui. L'aveva sempre saputo. Non avrebbe mai dovuto baciarlo. Non avrebbe mai dovuto illuderlo.
-Andiamo via di qui.- Sussurrò Nami, sulla spalla dell'amico.
-Come vuoi.-

















Angolo di Risa:
Chiamatemi sadica. So di esserlo. Faccio del mio meglio (?)
No, scherzo.
Allora, non so se è ben chiaro ciò che prova Nami. 
Non si sente sicura, sente che Emi è più innamorata di Kaito, rispetto a lei, e lei non si sente all'altezza (in tutti i sensi) di Kaito.
Insomma, come ha detto Nami, è stata una serata distruttiva!
Ok, le eventuali fan della NamixKaito stanno per farmi fuori, lo so, lo so. 
Anche io vorrei uccidermi, sto facendo soffire i miei cuccioli (?)
*Folla inferocita: E ALLORA PERCHE' DIAVOLO LO STAI FACENDO?!*
Dunque, voglio solo dire che ho scoperto una cosa: shippo da morire Nami e Yasu in BrOTP. E voglio esplorare questa amicizia che avevo lasciato nei meandri oscuri della mia mente, per questo ho fatto andare Sakura da Kaito. Che pure loro shippo un po' in BrOTP, vediamo che ne esce fuori.
Allora, avviso come al solito, le eventuali interessate, che la prossima long ad essere aggiornata sarà 
Let her go.
Il mio sadismo non conosce limiti, ultimamente. (?)
Grazie mille per essere passate, alla prossima! :)


Risa Lily Calinee.

 


 

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Capitolo 18
*** Momento 18. ***


15 Aprile, da qualche parte ad Osaka, ore 10:00 A.M.
-Nakao, se non ti fermi all'istante, io ti...-
-Non mi fai proprio niente, Furuhaka.-
La riccia alzò gli occhi al cielo e affrettò il passo; riuscì ad afferrare un lembo della camicia di Kaito, costringendolo così a fermarsi e a guardarla negli occhi.
-Kaito Nakao.- Disse lei col fiatone. -Tu sei un idiota.-
Il biondo inarcò un sopracciglio, scettico.
-Uh, grazie. Si può sapere il motivo di tale complimento...?-
-Tu sei un idiota.- Ripeté Sakura, passandosi una mano tra i capelli castani. -Tu conosci Nami.-
-Non abbastanza, forse.- Rispose lui, abbassando lo sguardo.
-No, Kaito, tu la conosci, sai com'è fatta. Lei è idiota. Insicura, spaventata da tutto.- Sakura sospirò ed allentò la presa dalla camicia dell'amico. -Spaventata dall'amore.-
Il ragazzo sospirò a sua volta, esasperato.
15 Aprile, Bar Ikebe, ore 10:00 A.M.
-Dai, Nami.-
La ragazza si tirò la pellicina vicino l'unghia del pollice con i denti.
-Mmh.-
-Nami, ti uscirà il sangue così.-
Otani sbuffò e mise le mani sotto le gambe; erano andati al bar Ikebe e si erano presi una limonata; ma da quando erano lì, Nami non aveva spiccicato parola, con sommo dispiacere di Suzuki.
-Yasu...- Nami chiuse gli occhi, frustrata; aveva proprio fatto un bel casino. -Non so cosa fare.-
-Nami, lo sai eccome, cosa devi fare. Sei solo troppo spaventata.- Disse con tono pratico il ragazzo.
-Spaventata...?- Balbettò lei, inarcando un sopracciglio.
-Sì. Dall'amore.-
-Non essere ridicolo.- Oh, come si fa ad essere spaventati dall'amore?
-Nami, la conosci la Leggenda del filo rosso del destino(1)?-
Otani si accigliò.
-Me ne hanno parlato.- Disse, poggiando i gomiti sul tavolo. -Si parla di un tale, Wei, che...-
Suzuki la bloccò con un gesto.
-Non mi interessa, ora, la leggenda vera e propria. Il punto è un altro: secondo la leggenda, ogni persona ha, legato al proprio mignolo sinistro, un filo rosso, che la collega in modo indissolubile ad un'altra persona.-
-E...?- Nami si guardò il mignolo, senza capire.
-Quello che sto cercando di dirti...- Yasu sospirò. -E' che tu l'hai già trovata.-
-Chi?-
-La persona che è all'altro capo del filo.- 
-No...-
-E' Kaito, Nami. Non essere infantile, lo sai che è lui. Lo hai sempre saputo.-
Otani si strinse il mignolo con l'altra mano, mordendosi il labbro.
-No, Yasu, ti sbagli. Io sono una codarda.- Nami guardò in basso, colpevole. -Sono una stupida che, per un poco, si è illusa di poter stare con un ragazzo come Nakao.- Sorrise amaramente. -Lui è... Quello di cui avrei bisogno. La mia parte complementare; no, non opposta. Complementare. E' la coperta quando ho freddo o il ghiaccio quando ho caldo o la battuta quando sono triste. Ma io... Non sono io, quella che può completarlo. Non sono io la ragazza adatta a lui. Non sono abbastanza bella, abbastanza alta o abbastanza intelligente; non sono abbastanza estroversa - o abbastanza introversa -, non sono la classica ragazza dolce e gentile, non sono... Non sono nemmeno capace di capire se sono davvero innamorata di lui. Sono un disastro, su tutti i punti di vista.-
Yasu batté con forza il palmo della mano sul tavolo e scattò in piedi.
-Nami Otani, tu sei un'idiota totale! Come puoi pensare una cosa del genere? Come puoi avere ancora dubbi riguardo quello che provi per lui?! Nami, ti sono amico e ti voglio bene, ma ragiona! Tu sei pazzamente innamorata di lui... Da molto, molto tempo.- Si sedette sulla sedia, più calmo. -Da molto prima di questo. Da prima che lui si dichiarasse. E, sai che ti dico?, da prima delle superiori. Da sempre, Nami.-
15 Aprile, da qualche parte ad Osaka, ore 10:10 A.M.
Nakao e Sakura si erano seduti su una panchina, in centro.
Guardavano la folla che si muoveva, si agitava in giro per i negozi.
-Kaito, toglimi una curiosità...- Sakura si arricciò un ciuffo di capelli. -Perché Nami?-
-Mmh?-
-Voglio dire: sì è carina e quando ci si mette è simpatica, ma perché lei? Per anni ti ha, come dire... Preso a parolacce? Insultato? Odiato dal profondo di se stessa? Per carità, è mia amica e io sono stata la prima a spingerla tra le tue braccia, sono convinta che stiate benissimo insieme... Ma come mai hai iniziato a pensare a lei in quel modo?-
Kaito non poté fare a meno di sorridere.
-Vuoi la verità?- Sorrise, Nakao, guardandosi le scarpe. -Avevo cinque anni, lei ne aveva quattro. Stavamo bisticciando, perché sì, lo facevamo fin da piccoli, e dopo l'ultima sfuriata di lei, si voltò per andarsene, ma slittò col piede e finì a gambe all'aria.-
Sakura non poté fare a meno di ridere.
-Tipico di lei.-
-Oh sì. Sin da piccola la sua ambizione era farmi vedere il colore delle sue mutandine.-
-Ed è per questo che ti sei innamorato? Per sue mutandine?-
-Per quanto le sue mutandine viola con i draghetti fossero adorabili, stranamente no. Il fatto è che cadendo, urtò la schiena su un sasso e si fece male. Mi avvicinai a lei per chiederle se si era fatta male, ma lei mi scansò; aveva gli occhi lucidi e il nasino rosso, ma non voleva farmi vedere che le doleva la schiena. La cosa all'epoca mi colpì: insomma, le femmine piangevano sempre e per qualunque cosa, e lei? Lei no? E' stupido, ma da quel momento iniziai a guardarla con rispetto, pur non cambiato modo di rapportarmi con lei. Ecco. Io la rispettavo. E la rispetto ancora. Non so dirti se fu esattamente quello il momento in cui mi innamorai di lei, anche perché ero troppo piccolo per capire, ma sicuramente qualcosa cambiò. Iniziai a guardarla in modo diverso da quel momento.- Sakura non poté fare a meno di sorridere, mentre Kaito raccontava; gli si illuminavano gli occhi, mentre parlava di lei. -Poi è cresciuta, sono cresciuto anch'io. E il rapporto, come dire, si è evoluto... Bah, tanto è inutile pensarci adesso, lei...-
-Lei ti ama, Nakao.- Disse Sakura, sicura. -E' solo insicura.-
-E io che posso fare?-
-Aspettare.-
15 Aprile, Bar Ikebe, ore 10:15 A.M.
-Non ti sembra di esagerare, Yasu?- Chiese la ragazza dai capelli rossi, sfiorando il bicchiere vuoto.
-No, Nami, fidati, non esagero. E basta vedervi insieme, per capire che non potete che essere anime gemelle.-
Otani si mordicchiò il labbro, un po' perplessa.
-Esageri.- Bisbigliò, in evidente disagio.
-No, Nami, non è vero. Non esagero. E lo sai. Vuoi davvero chiudere con Kaito?- Le chiese Yasu senza guardarla; anzi, aveva il cellulare tra le mani e stava messaggiando.
-E' la cosa giusta...-
-E' quello che vuoi?- Disse, sollevando lo sguardo su di lei.
-Io... No...-
-E allora si può sapere che accidenti ci stai a fare, ancora qui?! Vai da lui e riprenditelo!-
Nami si mise entrambe le mani tra i capelli: cosa doveva fare? Aveva ragione Yasu? Si sentiva così confusa! 
Forse era vero, forse lei amava Kaito, ma non era comunque alla sua altezza - in tutti i sensi - e non lo sarebbe mai stata... Lei era solo la piccola, stupida Otani.
-Io non sono...-
-Alla sua altezza?-
Otani annuì.
-Nami, smettila. Sei assolutamente alla sua altezza. Sei perfetta per lui. E ora non voglio sentir ragioni.- Le mostrò il suo cellulare. -La vedi questa via? E' quella in cui sono Sakura e Kaito. Vai da lui. Subito.-
Forse Yasu aveva ragione. Forse davvero lei e Kaito erano destinati. E forse era solo suggestione il fatto che in quel momento il mignolo della mano sinistra la tirasse verso la finestra, come se volesse farla uscire. Sì, forse era solo suggestione.
Ma lei era innamorata di Kaito e lo sapeva.
15 Aprile, da qualche parte ad Osaka, ore 10:30 A.M.
-Dai Kaito, l'hai aspettata per tanto, un altro paio di giorni - o mesi - o anni - non ti uccideranno!-
-Anni?!- Ripeté Nakao, abbandonandosi a peso morto sulla panchina, sfinito psicologicamente.
-Beh...- Disse Sakura, lanciando un'occhiata lontana. -Potrebbero anche essere solo due secondi.-
-Cosa stai...?- Nakao si mise dritto sulla schiena e si sporse: Nami, col fiatone, correva verso di lui.
-Io vi abbandono, ciao!- Disse Sakura, appena la ragazza fu abbastanza vicina per udirla.
Nami avvampò appena i suoi occhi incontrarono quelli del ragazzo.
-Ciao...- Bisbigliò.
-Ciao.-
-Posso sedermi...?-
Kaito scrollò le spalle e la ragazza si mise all'estremo angolo, il più lontano possibile da lui, in evidente imbarazzo.
15 Aprile, sulla panchina ad Osaka, ore 10:45 A.M.
Kaito, per la prima volta in vita sua, era terribilmente agitato. Nemmeno quando si dichiarò a Nami era così nervoso.
Si guardava i pugni stretti che teneva sulle ginocchia, muoveva nervoso un piede e aveva paura di quello che avrebbe detto la ragazza seduta sulla sua stessa panchina.
Da parte sua, Nami non era messa molto meglio; si era morsa il labbro fino a farlo sanguinare, si sistemava continuamente la gonna e cercava di non incontrare lo sguardo del ragazzo - per paura di vederlo deluso, accusatorio, ferito o arreso? La ragazza non avrebbe saputo dirlo.
-Senti...- Si fece forza Nakao, raschiandosi la gola. -Tu sì che sai mettere l'ansia addosso alle persone. Avanti, dì quello che devi dire. Prometto che sarò forte.(2)-  
La ragazza lo fulminò.
-Ok.- Disse la ragazza, voltandosi in modo di averlo di fronte a sé. -Dammi la mano.-
-Perché?- Chiese lui, perplesso.
-Tu dammela a basta. La sinistra, per favore.-
Nakao, trattenendo in gola una pessima battuta, gli passò la mano.
Nami restò a guardarla per un poco, carezzandone il dorso.
-Sai... C'è una leggenda.- Disse con calma, mettendosi una caviglia sotto le cosce, in modo da avere una sola gamba penzoloni. -La conosci, no? La storia del filo rosso?- A quelle parole, gli sfiorò il mignolo sinistro con il proprio.
-Beh, sì... Parla di quel tale che...-
-Oh, lascia perdere la leggenda vera e propria. Il succo della storia è questo: per ogni persona ne esiste un'altra. La propria anima gemella.-
-Non ti facevo così romantica, Otani.-
-Oh, sta' un po' zitto.- Lo rimbettò la ragazza, seccata. -Secondo la leggenda, queste due persone sono legate da un filo rosso invisibile, al dito della mano sinistra. E nulla può spezzare quel legame, tagliare quel filo.-
-E questo cosa ha a vedere con...?-
-E' che...- Nami si morse il labbro: il momento era giunto. -Io penso di averla trovata.-
-Chi?-
-La persona che sta dall'altro capo del mio filo.- Sussurrò solo.
Kaito deglutì.
-Oh.- Disse solo; ed ora chi era, questo? -Sono contenta per te.- Disse, togliendo bruscamente la mano da quella di lei. -E' un tipo fortunato.- Commentò poi, alzandosi in piedi: voleva solo andarsene. Come poteva dirgli una cosa del genere? A lui? 
-Sono contenta che la pensi così.- Disse Nami, aggrottando le sopracciglia. -Sei fortunato a pensarla così.-
Nakao ci mise qualche momento a registrare la frase. La guardò come se avesse detto una cosa impossibile, poi accennò ad un sorriso.
-Ah.- Disse, piuttosto stupidamente.
-Mi dispiace...- Bisbigliò Otani, alzandosi in piedi ed avvicinandosi al ragazzo. -Sono una povera stupida... Il fatto è che...- Le stavano bruciando gli occhi; stava per piangere. Guardò lontano, cercando di non guardare negli occhi Kaito - perché non voleva che la vedesse piangere. -... è che ti amo e ho paura.-
Kaito non poté fare a meno di ridere; sì, scoppiò a ridere, mentre afferrava per un braccio la ragazza, la sua ragazza, e la stringeva tra le sue.
-Sei proprio scema.- Sussurrò Nakao mentre Nami, lieta di essere nascosta tra le braccia di Kaito, contenta che non potesse vederla in viso, aveva cominciato a versare qualche calda lacrima, mentre lo stringeva forte a sua volte e poggiava il capo sul suo petto. -E ti amo per questo.-
Era a casa.


 

 
 







 

(1)Poiché tutte le volte che si parlava di questa Leggenda, i poveri Nami e Kaito venivano interrotti, a chi non la conoscesse, eccola qui:
Tutto ha inizio da Wei, un uomo rimasto sin dalla tenera età orfano di entrambi i genitori. Proprio perché rimasto sempre solo e avendo dovuto sempre badare a se stesso, il grande desiderio di Wei era sempre stato quello di sposarsi e di avere una numerosa famiglia. Nonostante la sua buona volontà, sino ad età adulta però non era riuscito a trovare una donna che volesse diventare sua moglie o di cui lui si fosse innamorato.

Durante uno dei suoi viaggi Wei incontrò nei pressi di un tempio, un anziano signore che rilassatamente stava consultando un libro: questi non era altro che il Dio dei Matrimoni e il suo libro, ciò su cui lui leggeva riguardo le unioni volute dal destino. Dopo essersi presentato e aver guardato il libro, rivelò a Wei che il motivo per cui non aveva trovato moglie era che la donna a lui destinata, quella che era legata a lui tramite il filo rosso era ancora una bambina di 3 anni e che doveva aspettare ancora quattordici anni prima di poterla conoscere e quindi poi anche poterla sposare.
Wei rimase un pò perplesso dalla rivelazione e, in un qualche modo anche deluso; chiese dunque incuriosito cosa contenesse il sacco su cui l’anziano signore era appoggiato. Quest’ultimo disse che dentro c’era il filo rosso del destino che legava donne e uomini destinati a stare insieme; si trattava di un filo indivisibile e impossibile da tagliare e il legame che creava era indissolubile: persone dunque legate dal filo erano destinate ad incontrarsi prima o poi e a sposarsi, indipendentemente dai loro comportamenti, da quelli degli altri, da eventi vissuti o da qualsiasi altra influenza esterna.
Wei, già perplesso e deluso dalla prima rivelazione non volle credere nemmeno a quest’ultima risposta e per ripicca e sentirsi libero di scegliere la donna da sposare, ordinò ad un servo di uccidere la bambina che, secondo l’anziano signore del tempio, sarebbe dovuta diventare sua moglie in futuro. Il servo riuscì solo a ferire la bambina alla testa, ma mosso da pietà non riuscì ad ucciderla.
Wei continuò la sua vita di sempre in cerca di una moglie, che nonostante il passare degli anni non riuscì a trovare.
Quattordici anni dopo, Wei, ancora celibe, giunse a conoscere una bellissima ragazza di 17 anni proveniente da una famiglia benestante e dopo poco tempo si sposò finalmente con lei. La ragazza, sin da quando l’aveva conosciuta, aveva sempre portato sulla fronte una fascia. Giunti al momento intimo per la coppia, la giovane si rifiutò di lasciarsi togliere la fascia destando la curiosità del marito.
Non potendosi più trattenere, la donna scoppiò in lacrime per la vergogna e finalmente confessò che il motivo per cui non voleva togliere la fascia dalla fronte era perchè sotto si celava una cicatrice rimasta in seguito ad una ferita procuratagli da un uomo che l’aveva ferita quando ella aveva 3 anni.
A quelle parole Wei si ricordò dell’incontro con il Dio dei Matrimoni al tempio e dell’ordine che aveva dato al suo servo; lo stesso poi scoppiò in lacrime nel confessare di essere stato lui ad aver ordinato di ferirla (se non addirittura ucciderla). Una volta chiarito tale malinteso e conoscendo meglio la loro storia accettando con gioia il loro legame, voluto inevitabilmente dal fato, i due giovani si amarono più di prima e vissero la loro vita insieme felici.

(2)Riferimento al capitolo 16.











Angolo di Risa:
Questo capitolo è stato un vero e proprio parto.
So che, guardando la mia "tabella di marcia", avrei dovuto aggiornare Diamonds, ma attualmente ho deciso che, fino alla fine degli esami (maturità, ew), il mio unico tempo libero lo dedicherò alle long "già avviate" (quindi a WrongUna nuova vita e, ovviamente, Momenti). Mi dispiace per le lettrici delle altre storie, ma ho poco tempo e sto cercando di portare a termine almeno qualcuna che è già piuttosto avanti (insomma, ho una caterva di idee e tutte queste long mi limitano) - e comunque devono riuscire a resistere e capirai la fatica, stanno meglio senza fino a luglio.
Ma passiamo al capitolo vero e proprio capitolo: come detto sopra, è stato un parto.
Ho cancellato e riscritto la stessa cosa un sacco di volte e tutt'ora non mi soddisfa.
Inoltre, ho avuto un breve periodo di "rigetto" per questa long, per un motivo ben preciso: qualche tempo fa, una gentile lettrice mi ha scritto, chiedendomi se ero anche su wattpad, poiché anche in quel sito c'era questa long. 
Ebbene, era un caso di plagio.
Ora, non so se la plagiatrice stia leggendo, ma in ogni caso voglio dirvi che io sono solo su EFP.
Qualora dovreste trovare delle mie storie in altri siti, siete pregate di avvisarmi, poiché io ho solo questo profilo ed è plagio.
Grazie mille per l'attenzione, alla prossima. 

Risa.

 

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Capitolo 19
*** Momento 19. ***


10 Giugno, liceo Maido, ore 5:30 P.M.
-Libeeeertà!- esclamò una contentissima Nami, sventolando la cartella ed uscendo entusiasta dall'edificio scolastico.
Dietro di lei, con più calma, seguivano Yasu e Sakura, a braccetto.
-Uh, hai visto Nakao?- domandò ad un tratto la più alta, guardandosi intorno.
Nami placò l'entusiasmo e si voltò verso l'amica, la cartella stretta nei pugni dietro la schiena.
-No, in effetti no.- commentò quindi la ragazza dai capelli rossi, grattandosi confusa il capo.
Proprio in quel momento, un paio di mani le coprirono la visuale.
-Chi sono?-
-Nakao finiscila, so perfettamente che sei tu.- 
Ridacchiando, il ragazzo prese in braccio la fidanzata, facendole cadere la cartella a terra.
-Viva l'estaaate!-
-KAITO NAKAO, METTIMI SUBITO GIU'!-
-Oh, lo farò subito,- disse Kaito astutamente, scuotendo i capelli biondi. -... ma tu devi darmi un bacio.-
Nami alzò gli occhi scuri al cielo ed incrociò le braccia.
-Non ci penso nemmeno.-
-Peggio per te.- commentò a quel punto il più grande, iniziando a farla dondolare qua e là.
-KAITO SMETTILA, QUANDO SCENDO TI UCCIDO!- tuonò la piccola Otani, dimenandosi tra le braccia del giovane.
-Macché, ti si vedono anche le mutandine, così...-
A quel punto, Nami iniziò a tirare, con le sue piccole manine, i capelli biondi del fidanzato che cominciò a guaire di dolore.
-Fammi scendere.-
-AHI! Sì, subito!-
Nami finalmente toccò terra, si sistemò la gonna e, rossa in viso, lanciò un'occhiataccia al ragazzo: -Idiota.-
-Ti amo anche io.-
Yasu e Sakura risero, mentre Kaito rubava un bacio alla ragazza.
10 Giugno, casa Koizumi-Otani, ore 6:00 P.M.
-Aaaaatsushi?- pigolò Koizumi, carezzandosi il ventre un po' gonfio, allungandosi sul divano.
Otani si massaggiò una tempia - anch'esso sul divano, o meglio, su piccolo posto che era riuscito a ricavarsi dopo l'intrusione delle gambe della moglie su di esso - e sospirò: -Che c'è?-
-Lo sai di cosa avrei voglia?-
L'uomo sollevò gli occhi al cielo: quando era incinta, Risa era semplicemente un incubo.
-Di cosa?- domandò, inarcando un sopracciglio.
-Di...-
La donna venne interrotta dalla porta di casa che si aprì.
-Sono a caaasa!- esclamò Nami, raggiungendo i genitori nel salone. -Che accidenti state facendo?- domandò perplessa, notando il capo della madre sulle ginocchia del padre.
-Tua madre, Na-chan, sta solo per mandarmi in un posto assurdo per soddisfare le sue voglie.-
Nami avvampò: -Le... sue voglie?- ripeté in imbarazzo.
I due genitori si lanciarono un'occhiata perplessa, poi scoppiarono a ridere.
-Parlo delle voglie da gravidanza.- sboffò Atsushi. -Da quando sei così...?- Pervertita?
"Colpa di Kaito" pensò la ragazza colpevole, mordendosi un labbro: però poi sorrise.
-Con voi non si può mai sapere.- commentò, stringendosi nelle braccia per poi scappare al piano di sopra.
-... di mandarini.- disse Koizumi, dopo un momento di silenzio.
-Come scusa?-
-Ho voglia di mandarini, Otani.-
10 Giugno, casa Ishihara-Nakao, ore 6:30 P.M.
Nakao chiuse la porta della sua camera con un tonfo e si mise seduto sul letto, agganciando una mano al collo.
A terra, guardò delle brochure dell'Università: era il suo ultimo anno e doveva scegliere cosa fare dopo il diploma.
A dirla tutta, aveva la precisa idea di cosa fare dopo: c'era solo un problema.
Ad interrompere le sue elucubrazioni mentali, ci pensò un messaggiò che arrivò sul suo telefono.
Da: Nami
A: Kaito

Ehi, tu!
Che ne dici di andare al mare con Yasu e Sakura un bel giorno di questi?
Aspetto notizie.
Ps: Prova a prendermi di nuovo in braccio quando ci vediamo, e ti faccio diventare calvo.
E sterile.
E il suo problema si chiamava Nami Otani.

 

 

Angolo dell'Autrice:
Meeeow, ciao a tutti!
Dunque.
Il capitolo è microscopico, I know. 
Ma sto sganciando una bomba più o meno grande e non voglio sapere (come se non lo sapessi) cosa accadrà quando scoppierà.
Poi, ho notato solo ora il collegamento alla mia OS Voglia di Fragole.
Che dire, oh beh òwò
Vi ringrazio per essere passate, caaaarrre :3
Anyway, no, non ho dimenticato nessuna delle long che ho in corso: sto provvedendo a scrivere il quarto capitolo di Diamonds.
Alla prossima!

 

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