La pioggia magica di Roland Dilligham (/viewuser.php?uid=524234)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Se Dio non esistesse, dovrebbero inventarlo ***
Capitolo 2: *** La nuova casa ***
Capitolo 3: *** L'asilo ***
Capitolo 4: *** La scuola ***
Capitolo 5: *** Il peggio era passato ***
Capitolo 6: *** Ringraziamenti ***
Capitolo 1 *** Se Dio non esistesse, dovrebbero inventarlo ***
Non so che ora fosse, non so che giorno era, non ricordo, non importa,
perché resterà comunque un fatto che non dimenticherò mai per tutta la vita.
Bussarono alla porta, li fecero entrare, non sapevamo chi erano, sapevamo solo
che erano adulti,
gente che lavorava forse per la polizia, chi lo sa...
Non potevano essere passati più di 10 minuti, ci misero in una macchina a tutti
e quattro, senza ma, senza se, nessuno di noi aveva il coraggio di parlare,
durante il viaggio in auto, tutti zitti...
Dove ci stavano portando e perché?
In mente probabilmente ognuno di noi aveva solo: Ovunque ci portino restiamo uniti.
La macchina si fermò i miei due fratelli scesero, e noi insieme a loro, ma dopo due
secondi a me e a mia sorella ci rimisero in auto, allora chiesi all'autista perché
non siamo andati coi nostri fratelli? In quel momento ci sentimmo davvero soli io e
mia sorella, e capimmo che io sarei stato la sua famiglia e lei la mia..
L'autista ci disse: Voi andate in un altra casa.
Dopo un silenzio tombale.. |
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Capitolo 2 *** La nuova casa ***
Eccoci arrivati, nemmeno il tempo di prendere il fiato, per pensare o immaginare quello che sarebbe successo,
ci fecero scendere dall'auto e portare dentro le nostre cose, siamo entrati in quella casa
la signora mi ha lavato, me e a mia sorella, ci chiese come ci chiamavamo, probabilmente,
per rompere il ghiaccio, perché vedeva che io avevo 4 anni e mia sorella 3, lo vedeva, lo aveva capito,
che ero spaventato, lo vedeva che avevo gli occhi spaventati..
Passarono le ore, si fecero le 5:30 le 6:00 non lo so di preciso, so solo che potevano essere
quelle ore perché ero seduto a terra e guardavo fuori, quando all'improvviso mi misi a piangere.
Mia sorella era troppo piccola, non capiva, io si, mi misi a piangere perché sentivo la mancanza di mia madre,
pensavo che sarebbe tornata non pensavo che ci avrebbe lasciati soli la, pensavo così..
Poi passarono i giorni, le settimane, i mesi, e gli anni, ogni tanto veniva a trovarci, e la mia speranza
era sempre quella che ci avrebbe portati via, glielo chiedevo sempre, avvolte lei diceva che non si poteva fare,
avvolte non rispondeva, avvolte faceva finta di non sentire, allora io mi rassegnavo e non glielo chiedevo più. |
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Capitolo 3 *** L'asilo ***
Iniziai a fare l'asilo, mi feci tanti amici, veramente tanti, ero un tipo molto socievole,
era anche per nascondere un po'la realtà di quello che ero, e così non parlavo mai a nessuno di me.
Mi affezionai ai bamini dell'asilo, ricordo quando mi sono commosso il giorno in cui abbiamo dato una
specie di addio ai bambini che dovevano lasciare l'asilo per fare la prima elementare..
Insomma, quando venivano prendermi, ero triste perché volevo rimanere in asilo, piuttosto che restare
in casa..
Ricordo quando uscivamo in cortile, e giocavamo tutti, e ricordo persino quei giorni in cui pioveva
mentre eravamo fuori, salivamo su una specie di torre, io e tutti i miei amici.
Quando pioveva ed io ero in quel altezza, mi sentivo grande, potente, ma nello stesso tempo fragile,
quando i miei compagni parlavano mentre pioveva, io gli dicevo: shh.. silenzio, zitti a voce bassa,
gli dicevo: Lo sentite anche voi? Non vi sentite strani? Non vi sentite liberi?
figuriamoci, a che glielo dicevo a fare, nessuno poteva capirmi, erano piccoli come me, li perdonavo
il fatto era che, non mi capivano nemmeno gli adulti, all'asilo c'era un aria diversa,
c'era un odore di pioggia particolare, una pioggia che quando eri triste, sembrava essa a piangere a posto tuo,
una pioggia che quando dentro hai troppe cose, che te le tieni dentro per troppo tempo e dentro sei bloccato
e non riesci a piangere, c'è essa che piange a posto tua... ERA UNA PIOGGIA MAGICA.. |
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Capitolo 4 *** La scuola ***
E si, devo ammetterlo, l'avventura dell'asilo era finita,
era iniziata la scuola, io non ne vedevo l'ora,
i tempi della scuola iniziarono, non per vantarmi ma ero
bravino, me la cavavo, il primo giorno di scuola,
mi sono seduto accanto ad una bambina che si chiama Miriam,
la ammiravo, la ritenevo una genia, era speciale,
sapeva leggere e scrivere, per me chi lo sapeva fare era un
genio vero e proprio, poi col passare dei mesi,
imparai a leggere anche io ed ero riuscito anche a superare
Miriam, leggevo molto meglio di lei..
Ero felicissimo, avevo problemi con la scrittura, sapevo
scrivere si, ma non avevo una bella calligrafia,
a me ciò non importava tanto perché ero della teoria che col
passare degli anni la mia calligrafia sarebbe migliorata.
Purtroppo c'era la signora che non la pensava come me, infatti
quando scrivevo un po' male la signora se la prendeva molto,
appena non scrivevo bene una lettera la signora, mi faceva c
cancellare tutto il rigo anche se era scritto in modo perfetto.
Tutto questo iniziava stressarmi, fino a quando non ho
raggiunto il livello di non potercela fare più, c'erano giorni
in cui non volevo tornare a casa , poi giorni in cui non riuscivo
a dormire per lo stress, e giorni in cui, desideravo
o che il tempo si fermasse, di addormentarmi, e di non
risvegliarmi mai più, o di avere le ali per volare via,
e l'unica cosa che mi consolava, era la pioggia..
C'erano giorni in cui pensavo di scappare, ma c'era sempre un
problema, quando mi avvicinavo al cancello,
mi dicevo: E dopo dove andrò? Poi se scappavo io, doveva
venire con me mia sorella, che vedevo solo quando ero a
cena..
Noi, in quella casa eravamo quelle tipo di persone che era
come se fosse Natale il giorno in cui ad esempio ci
preparavano un dolce,
basta quello per renderci una giornata migliore, sarebbe
anche bastato un abbraccio, un sorriso, un bacio, dalla
signora,
e tutto sarebbe diventato più bello.
Ma purtroppo c'era buio totale dentro me, io non vivevo più
ero solo una sagoma animata. |
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Capitolo 5 *** Il peggio era passato ***
Guardavo le pubblicità tipo quelli degli spray, deodoranti per la casa,
e vedevo la moglie che lo spruzzava e i bambini giocavano col cane mentre
il marito leggeva il giornale, (un classico) allora pensavo ai miei fratelli e
nella mia mente mi dicevo: Non avrò mai una famiglia così, e mi rattristivo.
Poi un giorno seppi che i miei fratelli furono adottati, e questa notizia mi diede un grande dispiacere,
perché me li sono sentiti rubati, me li sono sentiti lontani, avevo paura che non li avrei mai rivisti più.
Così succese, fino a quando un giorno non venne una coppia che adottò me e mia sorella, ora abbiamo una famiglia,
e sapete che vi dico? E anche meglio di quello che c'era nella pubblicità, molto meglio,
ero felice, sono felice, i miei fratelli non li ho mai più rivisti, loro vivono solo nei mei ricordi, non ho niente di loro,
apparte ricordi e ricordi, di una cosa però ne sono certo, ovunque loro siano, anche dall'altro lato del mondo,
NOI SIAMO E SAREMO SEMPRE UNITI.
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Capitolo 6 *** Ringraziamenti ***
Vorrei ringraziare le persone che hanno letto, leggono, e leggeranno la mia storia, è qualcosa di importante per me, un GRAZIE DI CUORE A TUTTI, CHE DIO VI BENEDICA ♥ |
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