The Black List

di jimla_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alex ***
Capitolo 2: *** La miccia è stata accesa ***
Capitolo 3: *** Perfetto. ***
Capitolo 4: *** THE FIRST ***



Capitolo 1
*** Alex ***


Tutto cominciò il 22 novembre 2890, quando i genitori di Alex, Martin Hill e Ellen Young, furono costretti a partire per la Guerra di Partizione come medici, lasciando loro figlio di 11 anni nelle mani dell’orfanotrofio della lontana città di White Moon.

Per Alex fu uno shock sapere che probabilmente non avrebbe più visto i suoi genitori e per questo si comportava come se il resto del mondo non esistesse, come se ci fosse solo lui nell’universo. Non parlava non interagiva con i compagni, solo con il personale dell’orfanotrofio e con i Professori (unicamente quando veniva interpellato). Pensava sempre ai suoi genitori. L’unico momento in cui sembrava che sul volto di Alex comparisse una sorta di sorriso era quando riceveva i video messaggi dei suoi genitori.

Alex era alto, molto magro. Aveva i capelli che gli coprivano la fronte e due grandi occhi neri che scrutavano oggetti e persone da cima a fondo, sembra potesse vedere nelle viscere di ognuno di noi. Aveva una grande mente, era l’unico della sua classe ad avere la lode in matematica… Ma i suoi compagni lo detestavano, trovavano qualsiasi pretesto per poterlo aggredire. C’è da dire che a Alex non piacevano le persone, tendeva a osservarle dal suo mondo come un essere superiore venuto su questo pianeta per giudicare. Forse era questa sua aria di superiorità a infastidire i compagni. 

La sua acerrima nemica era Emma King, gli ronzava sempre intorno e lo infastidiva per farlo reagire, ma ovviamente lui era indifferente. Un giorno, gli aveva tagliato una ciocca di capelli infilandogli per sbaglio, la punta acuminata delle forbici nella tempia. Alex urlò dal dolore e per la prima volta tutti sentirono la sua voce, la sua vera voce, non quella che usava durante le interrogazioni. Si alzò di scatto, tolse la punta della forbice dalla testa dirigendosi vero Emma brandendo l’arma come una spada, ma si fermò a metà strada, perse i sensi, e cadde a terra. Sarebbe stato meglio se la avesse picchiata quel giorno.

7 punti di sutura. 

L’anno successivo Alex ricevette la notizia che i genitori sarebbero dovuti rimanere in Europa più a lungo perchè la guerra non era ancora terminata. Alex non fu più lo stesso, sembrava invaghito di odio e sofferenza…

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Capitolo 2
*** La miccia è stata accesa ***


Il 7 agosto del 2892 i compagni di Alex si erano ritrovati allo Yellow Lake per la festa di compleanno di Jake Green, avrebbe compiuto 13 anni. L’ostilità di Alex lo tormentava, era maniaco della perfezione, non accettava il fatto che Alex fosse “Diverso” e come regalo a se stesso organizzò una sorpresa al ragazzo. Jake Green, Adam Nelson, Austin Hall, Emma King, Emily Edwards, Olivia Jill, Louis Lee, Jack Roberts, Luke Mitchell e Caleb Torres fecero un improvvisata all’orfanotrofio. Si presentarono come amici di Alex e chiesero di lui. Dopo 5 minuti il ragazzo si presentò al cancello e si fece convincere dagli altri 10ad andare alla vecchia discarica, spacciandola come un posto magnifico e indimenticabile. Fantastico non lo fu, ma indimenticabile si.

Volevano dargli una lezione, fargli uno scherzo cattivo, così da fargli capire che l’essere indifferenti al mondo non è apprezzato dalle persone, ma i metodi dei tredicenni non sono molto funzionali, e spesso ti si ritorcono contro.

Con una scusa Jake e Jack lasciarono il gruppo dicendo di aver perso il telefono per strada e il resto del gruppo avrebbe accompagnato Alex nella “Capanna delle meraviglie”. Alex fu legato e imbavagliato su una sedia e a turno i ragazzi compivano atti sadici sul ragazzo. Emma, con il paio di forbici con cui aveva tagliato i capelli a Alex l’anno prima rasò completamente Hill. Adam incise il suo nome con una penna a inchiostro sulla testa pelata del prigioniero calcando con forza, spuntarono Jack e Jake che con un coltellino tatuarono la parola “ricordati di Jack e Jake” facendo uscire molto sangue, Caleb bruciò con un accendino le sopracciglia di Alex e gli ustionò la lingua, Austin colpì con un destro micidiale l’occhio della vittima e Luke sputò in faccia ai resti dell’urlante ragazzino. Emily e Olivia truccarono e fotografarono il ragazzo dopo avergli attaccato una decine di gomma tra i resti dei capelli e Louis, il chimico del gruppo, rovesciò una piccola ma concentrata quantità di acido sulle gambe di Alex che ormai, era quasi ridotto a uno straccio, urlante e disperato perse i sensi. 

Quando si risvegliò trovò accanto a se l’infermiera dell’orfanotrofio 

<< Alex, finalmente sei sveglio! Ormai temevo il peggio. Ti sei ridotto così cadendo dal marciapiede! Menomale che c’erano loro a salvarti, altrimenti cosa avresti fatto? Chi non vorrebbe amici come loro… meno male che i giovani d’oggi hanno buonsenso. Ma Alex, com’è che ti sei fatto quei segni sulla testa e sul braccio? Non dirmi che sei autolesionista! >>

a quel punto rispose << sì Miss. Dunhill, sono stato io prima di uscire dall’Orfanotrofio, non so cosa mi sia preso… eh che volevo sembrare più sbarazzino, capisce? >> 

la signorina rispose << Oh capisco eccome, ma non ti salti in mente di rifarlo mio caro, altrimenti sarò io a farti dei segni, intesi? >> 

<< si Miss. Dunhill, non capiterà mai più >> 

<< Bene, ora riposati, ciao Alex >> << Arrivederci Miss. Dunhill >>. 

E qui cominciò il peggio. 

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Capitolo 3
*** Perfetto. ***


Ad Alex non piaceva l’idea che a dare una lezione a quei ragazzi ci avrebbero pensato le autorità; per quanto sarebbero potute essere pesanti le punizioni, non si sarebbe mai sentito a posto con la coscienza. Da quel fatidico giorno in Alex cresceva qualcosa di potente, oscuro, e ogni volta che guardava la gamba bruciata o il braccio sfregiato pensava a una cosa e a una soltanto: la vendetta. Ci avrebbe pensato lui a sistemare i suoi “amici”, ma non li, non quel giorno, si sarebbe preso un po’ di tempo per rendere tutto perfetto. Dal 2892 Alex cambiò, sembrò più interessato alle attività di classe, sembrò anche aver perdonato i “The 10” (così li aveva chiamati nel suo diario) ma l’ho detto, “sembrò” e tutti sanno che l’apparenza inganna.

Data la sua grande attitudine per la matematica si iscrisse a una scuola che lo avrebbe preparato nel migliore dei modi al suo piano. Mantenne i contatti con i Ten e spesso si incontravano, ormai lo consideravano uno di loro. Pensavano che avesse dimenticato, o avesse creduto all’infermiera, ma per loro sfortuna non era così.

Nonostante lo sviluppo della vita sociale di Alex lo rendesse felice (ovviamente non perchè quelle persone fossero davvero suoi amici, ma perchè loro lo credevano) il fatto di non aver più ricevuto notizie dai suoi lo incupiva, addirittura si notavano tratti di angoscia nei suoi occhi, qualcosa di mai visto prima.

All’età di 16 anni Alex lasciò per sempre l’orfanotrofio, e si trasferì nel piccolo appartamento dei genitori. Aveva trovato un lavoro in un importante fabbrica del luogo e, anche grazie alle finanze dei genitori, riusciva a mantenersi. Nell’estate del 2897 (a 18 anni) Alex cominciò ad architettare la sua vendetta. Con una scusa disse agli amici che si sarebbe dovuto trasferire fuori città e non avrebbe potuto vederli per almeno un anno. Ormai sapeva tutto sui The Ten: come farli soffrire, a cosa tenevano più nella vita e cosa li avrebbe segnati in eterno, questa era la cosa più importante.

Scrisse un diario, intitolato “07082892”, e la prima pagina presentava una lista di nomi. La cosa stra di quel diario è che aveva esattamente 11 facciate, la dodicesima era stata pitturata di nero.

La  prima pagina:

White Moon, 22 ottobre 2897

CAPITOLO 1: I THE TEN
 

Caleb Torres

Louis Lee

Jack Roberts

Luke Mitchell

Olivia Jill

Austin Hall

Emma King

Emily Edwards

Adam Nelson

Jack Green

 

"Sono felice cari amici di avervi regalato regalato la migliore festa di compleanno di sempre, spero mi rendiate altrettanto felce quando io regalerò a voi la miglior festa di sempre"

Alex

Che senso aveva quella lista? Che ruolo avevano i The Ten? Cosa avrebbe fatto loro? Mille domande senza riposta, ma una cosa era certa, aveva in mente qualcosa di orribile, orribile ma perfetto.

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Capitolo 4
*** THE FIRST ***


Alex utilizzò l’ “anno fuori città” per entrare nella mente di quei ragazzi e farli soffrire toccando le loro più grandi paure. Ci riuscì. Alex è una sorta di quello che noi chiameremmo “Genio del Male”. Ma non è quello che si vede nei cartoni o nei film che viene sempre sconfitto dal bene, no, lui era 100 vuolte più intelligente e 1000 volte più cattivo poichè animato da odio, sofferenza e frustrazione. 

Così, dopo essersi assicurato che tutto fosse andato per il meglio, tornò alla sua vita e i suoi amici ne furono lieti. Poveri illusi. 

Caleb torres, età 18 anni, madre originaria del New England e padre Messicano. Ormai viveva da 16 anni a White Moon e non c’era strada, vicolo, piazza o tombino che non conoscesse. Aveva collaborato alla tortura di Alex durante l’estate del 92 bruciandogli le sopracciglia e ustionandogli la lingua, un atto apparentemente poco rilevante, ma aveva causato nel ragazzo non solo dolore fisico, ma anche mentale. Poichè per lui era una gravissima mancanza di rispetto, avrebbe dovuto pagarla per primo. Ora Caleb lavorava in un ristorante in periferia come cameriere, per potersi guadagnare i soldi per lo studio. Iniziava le 6 (a volte 6.30) e finiva per mezzanotte-l’una. Ovviamente questo Alex lo sapeva. 

Alle 8 del 12 dicembre Alex invitò Caleb a vedere un film. Gli disse però di passarlo a prendere a uno strano indirizzo… era una fattoria fuori città. Non ci pensò e si presentò all’indirizzo. Arrivato sembrava non esserci nessuno, così scese dalla macchina e si incamminò nel vialetto sterrato che portava al fienile. Le uniche cose che gli tenevano compagnia erano la luna che produceva una luce fiebile, che bastava a vedere dove andasse, e il rumore sei suoi passi. Sentiva dentro di lui crescere un’ansia apparentemente inspiegabile. Sentì un brivido freddo percorrergli la schiena, un improvviso rumore e poi un fittissimo dolore al collo. Il buio totale. Si ritrovò appeso ad una corda penzolante dal soffitto, provò ad urlare ma quando tentò sentì un dolore acuto alla gola. Gli era stato versato dell’acido in bocca. Alex si fece largo tra l’oscurità, e quando Caleb lo scorse provò quasi un senso di sollievo, ma quando vide quale espressione aveva in volto si rassegnò. Capì che quello era la fine di Caleb Torres, e capì anche che sarebbe stata atroce, tutto d’un colpo si trovò proiettato nella stanza dove avevano torturato Alex, e ricollegò il tutto. Pian piano la corda calava in una vasca piena di acido. Quando la vittima fu immersa per metà Alex fermò la discesa. Il primo dei The Ten era ridotto uno straccio. Aveva smesso di contorcersi e non dava più segni di vita. Quando l’assassino fu certo che fosse privo di ogni conoscenza lo gettò completamente nell’acido e gettò i resti nel campo vicino. Nessuno vide più Caleb Torres.

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