Le sorelle Salvatore di eltanininfire (/viewuser.php?uid=179429)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Mystic Falls, un tuffo dove il mare è più blu ***
Capitolo 2: *** Cuscini, piume e Rivelazioni ***
Capitolo 3: *** Tra psicopatiche e maniaci forse mi sto innamorando ***
Capitolo 4: *** Rapimento! Rapimento! ***
Capitolo 5: *** Là dove tutto è incominciato ***
Capitolo 6: *** Vendetta ***
Capitolo 7: *** Aspettarti, mia piccola umana ***
Capitolo 8: *** Parentele pericolose parte 1 ***
Capitolo 9: *** Parentele pericolose parte 2 ***
Capitolo 10: *** Parentele pericolose parte 3 ***
Capitolo 11: *** Love and Family ***
Capitolo 12: *** Attenti alla volpe ***
Capitolo 13: *** È così bella quando sorride ***
Capitolo 14: *** I want... ***
Capitolo 15: *** Litigare... ispira ***
Capitolo 16: *** Or maybe yes? ***
Capitolo 17: *** Con il sorriso sulle labbra ***
Capitolo 18: *** L'universo tranne noi ***
Capitolo 19: *** Senza paura più del tempo e di qualcuno che ci possa separare ***
Capitolo 1 *** 1. Mystic Falls, un tuffo dove il mare è più blu ***
MYSTIC FALLS, UN
TUFFO DOVE
IL MARE È PIÚ BLU
POV
TALIA
Correvo
con la mia Porshe nera, accanto a me mia sorella si era addormentata,
così come
Lucas, Cassandra e Simon sui sedili posteriori.
“Certo
che siete molto di compagnia…” pensai.
Alcuni
nostri amici ci avevano invitato a trascorrere un po’ di
tempo con loro e noi
avevamo accettato.
Così
ci siamo ritrovati a dover partire dalla nostra amatissima e assolata
Miami per
raggiungere quel buco di cittadina chiamata Mystic Falls.
Mentre
pensavo queste cose attraversai il confine della città,
segnalato dal cartello
“Benvenuti a Mystic Falls”.
Sapendo
che mia sorella Annabeth e i miei amici non si sarebbero svegliati
tanto
facilmente, afferrai il mio Samsung e misi su la musica al massimo
volume senza
nemmeno scegliere la canzone.
Sorrisi
appena sentii le familiari note di Firework – sia benedetta
Katy Perry! –
invadere l’abitacolo.
I
miei passeggeri si svegliarono all’improvviso e io risi della
loro espressione
spaesata ed assonnata, mooooolto assonnata.
-Siamo
arrivati?-
-Sì,
Cassie, siamo appena entrati in città, ora dobbiamo solo
trovare casa nostra-
Annabeth
prese la cartina della cittadina e mi indicò dove dovevo
andare. Appena
arrivammo rimanemmo a bocca aperta.
“casa”
non era il termine giusto. Quella che avevamo davanti era una reggia in
stile
inglese ottocentesco.
Poi
qualcuno mi fece “Buh!” e io feci un triplo salto
mortale sul sedile.
Ero
già pronta ad insultare chi aveva interrotto quel momento
magico quando vidi
una chioma dorata riempire la mia visuale e sentii una risata
cristallina
risuonare nelle mie orecchie.
-Rebekah!-
saltai addosso alla mia amica vampira Originale e la strinsi in un
abbraccio da
piovra.
Appena
ci staccammo, indicò un punto alla mia destra.
-La
nostra casa è lì. Potete entrare quando volete,
Kol ed Elijah sono appena
tornati-
-Appena
tornati? E dove erano andati?-
-Oh,
lunga storia. Poi vi racconterò. Adesso andiamo a scoprire
la vostra nuova
casa-
Annuimmo
e prendemmo i nostri bagagli.
Appena
entrammo rimanemmo di stucco.
L’arredamento
rispecchiava per intero i nostri gusti. I mobili erano di legno chiaro,
semplici ed eleganti. Dalle grandi finestre entrava tanta luce che
rischiarava
il posto. Enormi lampadari pendevano dal soffitto come gigantesche
ragnatele
illuminate.
Ci
spostammo nel salone, dove ci accolsero delle poltroncine color
pastello,
ognuna diversa. I muri erano coperti da scaffali che aspettavano solo
noi per
essere riempiti.
Esplorammo
il resto della casa e mia sorella scoprì sul retro un
piccolo patio in stile spagnolo
e un giardino sconfinato, dominato da una collinetta su cui sorgeva un
grazioso, e romantico, gazebo bianco.
Mentre
ci dividevamo le camere, che erano tante di più del nostro
numero, Rebekah era
rimasta sulla soglia della porta e ogni minuto che passava
s’imbronciava sempre
di più.
Stava
per perdere la pazienza quando Cassandra la invitò ad
entrare, solo allora si
calmò.
-Allora,
vi piace?- ci chiese.
Noi
ci guardammo scotendo la testa.
-Di
più?- sperò.
-Sì-
rispose solamente Annabeth.
L’Originaria
ci fece un gran sorriso e battè le mani, eccitata.
-Bene!
Allora vi porto a fare un giro della città. Forza!-
Noi
non ci opponemmo, anche se sapevamo come sarebbe andata a finire: lei a
fare
shopping a modo suo, e noi a reggerle gli infiniti pacchetti e
pacchettini che
comprava come tanti appendini ambulanti.
Uscimmo
dall’ennesimo negozio con l’ennesimo vestito che
Rebekah avrebbe indossato solo
tra mille anni, “sempre che lei sia ancora viva e
non dentro ad una bara”
pensai.
Ero
stanca, mi facevano male i piedi e anche i miei amici e mia sorella
erano nelle
stesse condizioni. L’unica ancora pimpante e fresca come una
rosa era
l’Originaria che si era appena fermata davanti ad una vetrina
e saltellava
indicandoci un paio di scarpe tacco 14. Inutile dire che ci
trascinò dentro al
negozio con la forza.
Appena
entrammo capii subito che ci avrebbe messo una vita solo per trovare il
colore
giusto per le scarpe, così posai i sacchetti a terra che
avevo in mano.
-Ragazzi,
io sono stanca. Vado a prendere qualcosa al bar qui di fronte. Come si
chiama?
Ah, sì, il Grill. Ci vediamo dopo-.
Me
ne andai prima che i miei interlocutori potessero dire una sola parola
contro
di me.
Entrai
al Grill, che a quell’ora del pomeriggio era pieno di giovani
liceali, e
raggiunsi ancheggiando il bancone, sedendomi accanto ad un ragazzo moro
con in
mano un bicchiere di liquido ambrato.
Ordinai
un whisky al bel ragazzo biondo che faceva da barista, e lui me lo
servì
subito.
Non
feci in tempo a berlo che qualcuno me lo prese dalla mano.
-Le
ragazzine non dovrebbero bere alcolici a quest’ora del
pomeriggio-
A
parlare era stato proprio il ragazzo cui mi ero seduta vicino.
Lo
guardai di sottecchi.
-Potrei
riavere la mia ordinazione?- chiesi, gentilmente.
Lui
fece un mezzo sorriso e scosse la testa.
-Te
l’ho già detto perché l’ho
fatto- mi rispose.
-Sì,
ma io so quello che faccio. Per favore, posso bere in santa pace il mio
whisky?-
-Lo
dicono tutte, sai?- temporeggiò.
A
quel punto mi arrabbiai sul serio.
-Rubi
a tutte l’ordinazione per fare colpo? No, sai,
perché con me non attacca, e non
lo farà mai- sputai acida. Ero consapevole che i miei occhi
blu elettrico lo
stavano fulminando, ma non me ne preoccupai. Dopotutto, se
l’era cercata lui,
mica io.
Mossi
la mano per cercare di riacchiappare il bicchiere, ma lui fu
più veloce. Scostò
la mano e con quella libera mi afferrò il polso sinistro. Fu
in quel momento
che notai che era mancino. Difatti teneva il mio whisky con la sinistra.
Scesi
dallo sgabello e feci per andarmene ma lui bloccò la mia
fuga, trattenendomi.
-Dove
credi di andarmene?- sussurrò malizioso. Avvicinò
così tanto il suo viso al mio
che potei vedere per bene i suoi occhi.
-Non
sono affari tuoi- tentai di rispondergli duramente, ma mi stava
destabilizzando, e ciò mi faceva paura. Non mi era mai
successo prima.
Lui
trangugiò il mio whisky e ripose il bicchiere sul bancone
prima di afferrarmi
anche l’altro polso.
-Ti
vieni via con me- mi disse fissandomi negli occhi.
Io
mi divincolai ma la sua presa era forte e non accennava a lasciarmi
andare.
-Damon,
lasciala! Subito!- Rebekah era entrata nel locale e stava guardando
irata il
ragazzo, Damon.
Lui
mi mollò come se scottassi, così mi potei
massaggiare i polsi arrossati.
-Chi
sei? Come conosci Rebekah?- mi sussurrò, facendo lo stesso
giochetto con la
pupilla di poco prima.
-Non
credo siano affari tuoi- rispose lei prima che potessi farlo io.
-Andiamo-
mi esortò gentilmente. -Non rispondergli, gli faresti solo
un favore- mi
sussurrò con un tono di voce non udibile ad orecchio umano.
Io
annuii impercettibilmente, poi girai la testa per non far vedere il
turbamento
che gli occhi di Damon mi avevano causato. Dicevano che i miei occhi
incantavano le persone, ma quelli di Damon mi avevano completamente
stregato.
Guardandoli avevo fatto un tuffo dove il mare era più blu.
POV
DAMON
Ero
frustrato. Non ero riuscito a soggiogarla. Dato che era con la
BarbieOriginal,
doveva avere per forza la verbena da qualche parte. Forse la indossava,
o era
in circolo. No, la prima opzione era da escludere, non avevo avvertito
minimamente l’odore di quella maledetta pianta; quindi doveva
averla bevuta,
magari non intenzionalmente. Forse l’Originaria voleva
proteggerla senza dirle
cos’era veramente. Sì, doveva essere
così.
Ero
talmente immerso nei miei pensieri che non sentii arrivare mio fratello
fino a
quando non mi posò la mano sulla spalla. Trasalii, ma cercai
di non darlo a
vedere.
Però
purtroppo aveva visto tutta la scena con la ragazza di cui non sapevo
il nome.
Lo capii dal sorriso di scherno che mi stava rivolgendo.
-Allora,
fratellone, hai fatto cilecca questa volta?-
Dio,
quanto avrei voluto strappargli quel sorrisino derisorio dalla faccia!
Decisi
di cambiare leggermente argomento.
-Hai
visto con chi era quella ragazza?-
-Sì,
era con Rebekah, e allora?-
E allora???
Sono arrivati degli umani che non conosciamo, e lui mi dice
“e allora?”
-Nulla,
solo mi era sembrato strano il fatto che la BarbieOriginal si sia
relazionata
con degli umani-
-Forse
li aveva soggiogati per farsi trasportare le borse-
-Forse-
gli concessi -ma era troppo gentile con loro. Sembravano quasi amici-
Stefan
mi guardò come se fossi un alieno e scosse la testa. Forse
pensava che stessi
dando di matto. Probabilmente sarei diventato veramente pazzo se avessi
continuato in questo modo. Più ci pensavo, meno avevo
risposte.
Dovevo
muovermi se non volevo ammuffire dietro a quella ragazza che era andata
via con
Rebekah.
Ma
la vedevo ancora davanti a me con i suoi magnifici occhi blu come il
mare in
tempesta spalancati dalla paura quando avevo tentato di soggiogarla;
rivedevo
il movimento del vento che causava nei suoi corti capelli neri, come i
miei;
avevo impressa nella mia mente la sinuosità dei suoi passi
mentre si
allontanava da me; avevo marchiato a fuoco nella memoria il suo profumo
di mandarino
e bergamotto italiano che mi aveva colpito con la sua misteriosa
potenza.
L’amore
per Elena mi aveva rammollito, ma mi aveva anche reso capace di provare
qualcosa che non fosse l’odio verso mio fratello. Grazie a
lei avevo riscoperto
cosa significasse amare, dopo il disastro con Katherine. Devo tutto a
lei, la
mia piccola Elena.
Ma
allora perché continuavo a pensare a quella misteriosa
ragazza?
Mi
alzai di scatto e imboccai la porta del Grill, deciso a scoprirlo.
Angolino
della scrittrice:
Salve
a tutti!!!
Mi
chiamo Laura e questo è il mio primo tentativo di fanfic,
anche se chi ha già
visto la mia pagina, sa che sto provando a scrivere un libro.
Perciò, siate
clementi!!! Non mi aspetto granchè, ma mi farebbe molto
piacere se recensiste.
Non chiedo tanto, anche solo qualche parola di incoraggiamento o di
critica a
me vanno bene, mi aiuteranno a migliorare!
Chi
saranno i nostri misteriosi ragazzi? E come mai conoscono gli
Originari? Sarà
tutto spiegato dopo, non immediatamente, ma dopo…
Più
in basso vi ho messo la foto di Talia. Non l’ho messa anche
degli altri ragazzi
perché altrimenti non riuscivo a pubblicare. Sorry!
Tanti
bacetti.
Talia
|
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Capitolo 2 *** Cuscini, piume e Rivelazioni ***
Cuscini, Piume e Rivelazioni
CUSCINI, PIUME E RIVELAZIONI
POV
DAMON
Ormai
si era fatta sera. Avevo seguito il gruppetto misterioso per tutta la
città
fino ad arrivare ad una casa enorme, che non avevo mai visto. La
BarbieOriginal
vi era entrata senza permesso, evidentemente l’aveva
già ottenuto. Io mi ero
sistemato su un albero molto alto, dalla folta chioma, così
da poter vedere ciò
che succedeva senza essere visto. Avevo una buona visuale del salone al
primo
piano e di tre camere al secondo.
Ero
sempre più dell’idea che i cinque fossero amici
degli Antichi. Altrimenti che
senso poteva avere la scena che avevo davanti agli occhi?
In
una nuvola di piume bianche, i tre Originari rimasti avevano ingaggiato
una
battaglia di cuscini contro il gruppo più numeroso, che
stava vincendo. La cosa
più strana era vedere Elijah divertirsi a colpire una
misteriosa bionda, che la
mia moretta aveva chiamato più volte
“Annabeth” e “sorellona”. Era
proprio vero che la vita riserva sempre qualche sorpresa.
Sarei
rimasto volentieri lì a vedere gli Originari uscire
sconfitti da una battaglia,
anche se comportava usare cuscini come arma, ma ero in quella posizione
da più
di tre ore ed ero stanco, così mi sgranchii le gambe e mi
stirai come un gatto
prima di scendere dal mio rifugio segreto.
Mi
incamminai vero la pensione. Volevo raccontare ad Elena
dell’incontro che avevo
avuto quel pomeriggio. Chissà cosa avrebbe detto?
Bah,
non mi restava che scoprirlo.
POV
TALIA
Stavo
camminando nel salone quando mi arrivò un cuscino in faccia.
Appena mi riebbi
dalla sorpresa, mi girai in tempo per vedere Kol ed Elijah sparire
dietro ad un
muro divisorio, ridendo come matti.
Decisi
di vendicarmi. Una folata di vento e mi volatilizzai al piano
superiore.
Arraffai tutti i cuscini che avevo a portata di mano mentre spiegavo ai
miei
amici cosa mi era appena successo. Elaborai un piano
d’attacco che tutti
approvarono tranne Rebekah che era andata a dar man forte ai fratelli.
Ovviamente ci premurammo che non sentisse nulla.
Un’ora
dopo, quando le acque si furono, momentaneamente, calmate, avanzammo
con
circospezione fino alla porta del salone e tendemmo
l’orecchio. Si sentì solo
un rumore di pagine girate e un chiacchiericcio. “Bene,
si può partire con
il piano” pensai.
Feci
un cenno ai ragazzi, che mi risposero affermativamente.
Entrai
nel salone dando ad intendere che fossi tranquilla, e mi sedetti
accanto ad
Elijah.
-Che
leggi?- chiesi, fingendo interesse.
Lui
mi fece vedere la copertina. 1984, di Orwell.
Sorrisi, mi era piaciuto
quando l’avevo letto, appena era stato pubblicato.
-Senti
- esordì Kol - non sei arrabbiata con noi per lo scherzo che
ti abbiamo fatto,
vero?-
Kol
sapeva che, se mi arrabbiavo, diventavo molto cattiva,
perché l’ha sperimentato
in prima persona.
-No,
certo che no. Era solo uno scherzo, giusto Kol? Non sono arrabbiata-
Tentai di
essere convincente. Di solito ci riuscivo abbastanza bene.
L’Originario
annuì e lo vidi rilassarsi visibilmente. “Pfiuuu!
L’ho scampata bella!”
A
quel punto, ad un mio sospiro, si scatenò il finimondo.
Annabeth
colpì Kol direttamente in viso, seguita da Lucas che fece la
stessa cosa con
Rebekah. Simon e Cassandra, invece, attaccarono immediatamente Elijah,
che finì
spiaccicato tra due maxi cuscini matrimoniali. Le loro facce erano
inimitabili.
Tra
una risata e l’altra mi ero diretta in camera per prendere il
mio cuscino e
guidare i miei amici contro gli Originari quando venni letteralmente
investita
da tre vampiri millenari con ognuno la forza di un cacciatornado e la
velocità
di un autotreno moltiplicata per cento. Inutile dire che caddi con il
sedere a
terra.
Appena
mi rialzai sfrecciai per il corridoio e poi giù per le
scale, fino a ritrovarmi
di nuovo nel salone, dove degli ansimanti Lucas, Simon, Cassandra e
Annabeth mi
guardavano in mezzo ad un mare di piume bianche, abbastanza confusi
dalla
reazione dei vampiri millenari. Pensai che si fossero ritirati,
sconfitti. Come
al solito mi sbagliavo di grosso.
A
quel punto scoppiò, di nuovo, la più colossale
guerra di cuscini che avessi mai
visto nella mia vita. Non fatevi ingannare, a dispetto
dell’età che dimostro,
la mia vita è stata lunga, anche troppo. Ma non divaghiamo.
Eravamo
passati da un “Originari contro non Originari” ad
un “tutti contro tutti”, che
era anche peggio di prima.
Non
c’era squadra né fazione, ognuno mulinava le
proprie armi contro chi preferiva.
Lucas e Beks erano impegnati in un corpo a corpo che di bellicoso non
aveva
proprio niente, anzi, sembrava piacere loro veramente tanto; Kol stava
cercando
di non fare troppo male a Cassandra, la quale invece lo stava colpendo
con
tutta la forza che aveva; Elijah e Annabeth si stavano divertendo a
farsi il
solletico a vicenda e a tirare i cuscini sulla testa
all’altro; infine io e
Simon ci guardavamo in faccia e ridevamo delle situazioni impossibili
in cui ci
tiravano gli Originari.
D’un
tratto tutto finì. I vampiri si rizzarono in piedi e mi
guardarono seri, come
se dovessero dirmi che stava per arrivare la fine del mondo. I miei
amici, con
cui ero arrivata qui, si strinsero attorno a me, in attesa.
Rebekah
iniziò il discorso.
-Talia,
noi siamo amiche. Ti posso considerare addirittura la mia migliore
amica, quasi
una sorella. Perciò ti devo chiedere una cosa. So che ti
sembrerà fuori luogo,
ma devo domandarti se ti piace Damon-
Io
rimasi basita. Come poteva piacermi Damon quando al nostro primo
incontro aveva
cercato di soggiogarmi per portarmi a letto? Ma come le venivano in
mente certe
idee?
Corrugai
la fronte. -No- risposi semplicemente.
Lei
tirò un sospiro di sollievo.
La
guardai interrogativa, ma nessuno dei tre si degnava di rispondermi.
Kol
ebbe compassione di me e mi spiegò come stavano le cose in
quella cittadina
disgraziata, anche se non era colpa sua, ovviamente.
-Damon
è un vampiro dal 1864. Era il figlio maggiore di Giuseppe,
uno dei fondatori
della città. Anche suo fratello minore Stefan lo
è. Sono stati trasformati da
Katherine…-
E
così incominciò il racconto di due anni
terribili, pieni di sosie non volute,
di Klaus, di inganni, bugie, trasformazioni, di Klaus, di morti atroci,
di
cambiamenti, di Klaus.
In
pratica
avevo capito che tutto era partito da Lui. E che ora era rinsecchito
dentro ad
una bara come la fine che lui aveva fatto fare al padre. E che la
seconda
doppelganger era diventata una vampira, in quanto Rebekah
l’aveva uccisa mentre
aveva sangue di vampiro nelle vene. E che una certa strega di nome
Bonnie era
sparita senza lasciare traccia.
-C’è
un’altra cosa che devi sapere. Sia Stefan che Damon sono
innamorati persi di Elena
– l’Originaria sputò il nome come se
fosse una parolaccia – ma lei ha scelto il
primo. Il maggiore, in questo momento, è disperato, anche se
non lo dà a
vedere, e cerca di sfogarsi sulle prime ragazze carine che trova sotto
le
zanne. Quindi fate attenzione-
Annuimmo.
Ce la saremmo cavata anche questa volta.
Era
già successo di avere un vampiro follemente innamorato di
una di noi ed eravamo
sopravvissute, avremmo superato anche questo.
Però
ciò che mi dava più da pensare adesso era la
sensazione di paura provata quando
avevo guardato Damon negli occhi. Decisi che alla prima occasione sarei
andata
a parlare con lui. Ovviamente non gli avrei spifferato nulla su di noi,
altrimenti sarebbe stato troppo facile.
“Sarà
divertente vederlo brancolare nel buio mentre cerca di scoprire chi e
cosa
siamo…” pensai.
Sì, a volte ero davvero sadica.
Ma,
d’altronde, non è una prerogativa di noi mezzi
vampiri?
Angolino
della scrittrice:
Salve
a tutti! Sono tornata! Prima di tutto, sotto ho inserito il link per
vedere
chi, secondo me, è Annabeth. Ormai vi metterò una
foto a capitolo, perciò per
vedere i fighi bei ragazzi che ho scelto per
impersonare Lucas e Simon
dovrete aspettare un po’. Passiamo allo schifo,
pardon, al capitolo che
ho scritto.
Allora,
prima abbiamo un Damon che, per
l’occasione, diventa molto riflessivo, possessivo e soprattutto
sorpreso
di vedere Original Family divertirsi con i ragazzi
nuovi, cosa che non
credeva possibile.
Poi
un delizioso Pov Talia in cui capiamo
un po’ di cosette, in primis come fa ad avere la
super-velocità e i sensi
sviluppati…
Ma le
cose andranno come ha deciso? Mah,
chi lo sa… soltanto io! Ahahahahahahahahaha
Dopo di questa
vi lascio…
Annabeth
|
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Capitolo 3 *** Tra psicopatiche e maniaci forse mi sto innamorando ***
Tra psicopatiche e maniaci forse mi sto innamorando
Ciao a tutti! Come vedete sono tornata! Ho capovolto i POV rispetto al
capitolo precedente. Spero vi piaccia.
Sotto, nel mio spazietto, c’è una simpatica
discussione tra me ed alcune persone che non pensereste mai di vedere
qui… <3
TRA
PSICOPATICHE E MANIACI FORSE MI STO INNAMORANDO
POV TALIA
La mia occasione si presentò circa tre settimane dopo quella
discussione sui Salvatore di Mystic Falls. Io e mia sorella avevamo
iscritto a scuola quei testoni di Lucas, Simon e Cassandra, che non
volevano assolutamente andarci. Dicevano “Ma se ci andiamo
noi potete benissimo venire anche voi”. È stata
una vera impresa far capire loro che noi dovevamo stare attente ai
vampiri, licantropi e streghe locali e proteggerli in caso di bisogno.
Alla fine avevano ceduto.
Il sindaco Carol Lockwood aveva insistito per averci nel Consiglio dei
Fondatori e così sono stata costretta a partecipare a quelle
noiose riunioni. Annabeth, avrò la tua testa!
Ad ogni modo, quel pomeriggio i miei amici dovevano andare alla
pensione dei Salvatore per un pomeriggio di studio e io avevo insistito
per accompagnarli. Magari avrei incontrato Damon.
Stavo guidando come una pazza, accanto a me Annabeth mi stava
strillando di rallentare, imitata da Cassandra, la quale aveva assunto
una sfumatura verdognola che la faceva tanto assomigliare ad uno
spirito acquatico. Lucas e Simon ci ignoravano dai sedili su cui erano
bellamente spaparanzati con gli auricolari nelle orecchie. Il volume
era talmente alto che potevo perfino cantare insieme a loro, ma si
sarebbe creato un macello dato che le canzoni erano diversissime. Tra
“Born This Way” di Lady GaGa e “Cercavo
amore” di Emma Marrone non sapevo che brano musicale spedire
a quel paese. Per carità, mi piacevano entrambi i pezzi, ma
in quel frangente non erano d’aiuto, per niente.
Grazie al cielo arrivammo a destinazione proprio in quel momento. Vidi
un ragazzo dai capelli castani che ci aspettava sulla soglia di casa e
sogghignava. Repressi l’impulso di tirargli un cazzotto sul
naso.
-Su, muovetevi! Scendete! Altrimenti vi spedisco fuori a calci del
sedere!-
Obbedirono tutti all’istante, poi abbandonai
anch’io l’auto.
-Io mi chiamo Stefan. E così siete voi due le nuove
Salvatore!- esclamò il ragazzo.
Poi da dentro sentimmo qualcosa che assomigliava a –No!
Ancora la psicopatica no!- detto da quell’odioso di Damon,
che comparve poco dopo davanti ai miei occhi.
Io incrociai le braccia sotto al seno, pronta a combattere sia
fisicamente sia verbalmente. –Ehi! Chi è la
psicopatica? Parla il maniaco!- ribattei.
Mia sorella alzò gli occhi al cielo. –Vacci piano
con gli insulti- mormorò.
-Non mi sembra un insulto, detto da una psicopatica. Probabilmente
è un difetto di famiglia-
-Forse non lo sai, ma ti sei appena insultato da solo, ragazzino-
ringhiò mia sorella.
-Ehi, chi è che insulta adesso?- le dissi con un sorriso.
Lei roteò gli occhi e mi sorrise di rimando.
-Ok, ok, basta! Vi ricordo che siamo qui per studiare non per prenderci
a parole!- disse Simon, prendendo in mano la situazione.
Immediatamente ci calmammo tutti, effetto del suo potere sui nostri
nervi. A volte lo chiamavo Jasper, come il vampiro Cullen che
manipolava le emozioni altrui, dato che è ciò che
Simon sa fare.
Cassandra raggiunse la porta della pensione camminando leggera sul
terreno, poi si voltò.
-Allora, ragazzi, entrate o fate radici lì?- chiese con un
sorriso.
Era impossibile resistere davanti a tanto entusiasmo. Risi, seguita da
Annabeth, Lucas e Simon.
Il mio sorriso si spense quando incontrai lo sguardo indecifrabile di
Damon. Mi fissava con insistenza e curiosità, e forse anche
con divertimento. Ma poi vidi un’ombra nera passare e
depositarsi sul fondo dei suoi occhi così simili ai miei,
trasmettendomi un’istantanea tristezza. Abbassai lo sguardo,
non capacitandomi di quello che era appena successo. Un ragazzo mi aveva influenzata.
Alzai la testa verso i miei amici.
-Ragazzi, io e Annabeth dobbiamo andare. Chiamateci quando avete
finito, ok?-
Risposta affermativa da tutti e tre. “Bene”
pensai, perché era raro che andassimo tutti
d’amore e d’accordo. Praticamente non succedeva mai.
Io e mia sorella ci dirigemmo verso l’auto.
-Dammi le chiavi- mi ordinò lei.
-Eh?- le risposi, molto intelligentemente.
-Ti ho detto di darmi le chiavi dato che sei una pazza quando guidi-
ripetè.
Non mi opposi perché la mia cara sorellina era in grado di
incenerirti con lo sguardo. Letteralmente. Una volta Lucas ha veramente
preso fuoco dopo che l’aveva fatta incavolare sul serio.
Perciò mollai il pezzo di metallo in mani sue e con un
sospiro mi diressi verso il posto del passeggero.
Intanto i miei amici erano scomparsi all’interno di quella
casa enorme.
All’improvviso la porta si aprì e ne
uscì Damon completamente vestito di nero. Poteva chiedere la
parte della Morte nel remake moderno de “Il settimo
sigillo”. Ad ogni modo, il ragazzo coprì in pochi
passi la distanza che lo separava da noi – da me, realizzai
– e si appoggiò alla macchina, proprio dalla mia
parte.
Dannazione! Il finestrino è abbassato! Annabeth, accidenti a
te e alla tua mania di sentire il vento tra i capelli!
Damon è vicino, troppo per i miei gusti.
-Ragazze, ma come mai tutta questa fretta? Dai, venite dentro. Non vi
mangiamo mica- disse con un sorriso falso. Mia sorella battè
le mani e saltellò sul posto, cosa molto ardua dal momento
che su trovava su un sedile.
Io invece fulminai il ragazzo. Avevo notato che mi aveva fissato per
tutta la durata del suo discorsetto (un monologo più che
altro), come se parlasse solo con me e Annabeth fosse invisibile.
A malincuore accettai. Anche perché sarebbe stato difficile,
se non impossibile, calmarla in questi momenti. Scesi lentamente dalla
macchina, avendo cura di non staccare mai gli occhi da terra e, se
proprio lo dovevo fare, di non incrociare mai gli occhi di Damon.
Annabeth saltellava come una capra di montagna (per carità,
non ce l’ho con loro, ma mi sembrava un buon paragone), io
ero sinceramente annoiata e Damon… beh, lui continuava a
guardarmi, mi sentivo a disagio sotto quei riflettori blu oceano.
Poi, miracolo! Staccò gli occhi da me e si avviò
verso casa senza girarsi indietro a controllare che lo stessimo
seguendo, quella ritardata mentale (adesso ne ho la conferma) gli
andò dietro e a me non restò altro da fare che
incamminarmi verso la pensione.
Damon ci aprì la porta. –Prego- disse, sorridendo.
“Non lo
guardare!”
Annabeth entrò nell’edificio.
“Non lo
guardare! Non entrare!”
Feci un passo.
“Non lo
guardare! Non sai cosa potrebbe succedere!”
Feci un altro passo.
“Non lo
guardare! Potrebbero scoprirvi!”
Un terzo passo e fui sulla soglia della pensione. Il mio braccio
sfiorava il petto di Damon, elegantemente appoggiato allo stipite della
porta col sorriso sulle labbra.
“E che labbra!
Ma cosa sto pensando?? Non lo devo guardare!”
Mi feci forza ed entrai.
Ancora non lo sapevo, ma sarebbe stata la fine della mia maledizione e
l’inizio di una nuova avventura.
POV DAMON
Ero riuscito a convincerle ad entrare. Volevo sapere quale fosse il
loro problema e perché la mia moretta
continuava a rispondermi male. Volevo sapere cosa le avevo fatto. Mi
ero già scusato per il nostro primo incontro
perciò non capivo il motivo di tanta indisposizione nei miei
confronti.
Appena lei e la sorella furono dentro, chiusi la porta alle mie spalle,
attirando i loro sguardi.
-Talia!!!- La piccoletta era corsa verso di lei e le era
saltata in braccio stile koala, avvolgendo le gambe e le braccia
attorno al suo corpo.
-Sei rimasta!!- le urlò all’orecchio.
-Si, si, sono qui, non gridare. Adesso per favore scendi, mi stai
spezzando in due- La ragazzina obbedì senza discutere.
Bene, grazie alla piccola Cassandra avevo scoperto come si chiamava
quella ragazza che occupava ormai tutti i miei sogni. Grazie ragazzina!
Presi la parola e mi rivolsi alle sorelline.
-Volevo parlare con voi due in privato-
Talia incrociò le braccia sotto al seno e mi
guardò, ormai era avversa ad ogni mia proposta. Alla fine
riuscii a portarle nel mio studio per discutere.
-Ma che avete voi due contro di me? Anzi, che hai tu?- sbottai,
riferendomi più alla minore che alla maggiore delle sorelle.
-Noi non abbiamo niente, che hai tu, invece?-
-Io? Ma che vi ho fatto?-
-E te lo chiedi pure?- Ahi! Talia si era arrabbiata. Assomigliava ad
una piccola tigre.
-Ma che risposte assurde sono queste?-
-Sono le tue domande ad essere assurde, io ti rispondo di conseguenza!-
Gli occhi blu della ragazza si erano accesi di rabbia, sembrava quasi
che volesse fulminarmi.
-Ok, ok, smettetela. Sembrate due bambini!- disse la biondina, che era
accorsa per dividerci.
Senza accorgermene mi ero avvicinato così tanto a Lei che i
nostri nasi quasi si sfioravano. Dallo sguardo lievemente scioccato
della mia Tigrotta capii che anche lei l’aveva intuito.
Ero confuso, come avevo fatto a non sentire la sua vicinanza in un
momento simile? Probabilmente ero troppo occupato ad urlarle contro.
Ma non bastava, se avessi fatto qualche altro passo sbagliato, Elena me
l’avrebbe fatta pagare e, considerando l’amicizia
che legava Lei alla BarbieOriginal, era probabile che Rebekah avrebbe
messo da parte le divergenze con la doppelganger per aiutarla a farmi a
fettine.
Non trovando una risposta decente girai sui tacchi e tornai nel salone
dagli altri, abbandonando le sorelle nel mio studio.
Poco dopo sentii dei passi dietro di me, così mi girai.
Talia stava avanzando verso di me, arrabbiata come non mai. Mi
arrivò vicino e piantò i suoi occhioni blu nei
miei color oceano. Pensai che volesse riprendere la discussione di
prima ma mi sorprese, facendo quello che solo Elena prima di lei aveva
avuto il coraggio di fare.
Mi schiaffeggiò.
Esatto, mi diede uno schiaffo.
Non disse niente, mi superò e uscì, seguita dalla
sorella che stava cercando di farla ragionare.
Sentii solo il rombo di un motore, poi più nulla.
Spazietto
dell’autrice:
lo so, lo so, sono in ritardo, ma l’ispirazione si
è gettata nel cesso e aveva tirato lo sciacquone T.T
Ma ora sono qui! Meglio tardi che mai, giusto? :-)
Certo,
come no. Era meglio se fossi rimasta a casa e l’ispirazione
nel gabinetto…
Ma come ti permettiii??? Razza di brutto [*+*§@ç*]
che non sei altro! La prossima volta che osi ancora ti faccio esplodere
in minuscoli pezzetti!
Ti
ricordo che io sono il più grande dei Tre Pezzi Grossi, il
signore delle nuvole, il re del cielo, l’imperatore dei
fulmini!
Scusate gentili lettori, questo è Zeus che si è
introdotto in questa ff tramite il crossover che sto scrivendo *poi si
rivolge al fulminato* tornatene tra le nuvolette, razza di decerebrato!
*chissà come appare Era, la moglie di Zeus*
Brava!
Brava! Tu si che hai capito tutto dalla vita! Sono la tua fan numero
uno!
Ehm, ehm, oook. Torniamo al capitolo.
Sì,
che è meglio!
Chiudi il becco tu! Dicevo, ora sono tornata con il terzo capitolo.
È stato un parto perché io Talia e Damon non ce
li vedo proprio a litigare, piuttosto a sbaciucchiarsi, ma arriveremo
anche a quello…
Ma
dico, perché a questa povera ragazza hai dovuto dare il nome
di mia figlia? Dico, perché? E poi l’hai scritto
anche sbagliato, si scrive con l’acca! Thalia, hai presente?
Thalia…
*Sospiro sconsolato da parte mia, sospiro sconsolato da parte della
divina Era* Talia senz’acca è la versione italiana
del nome di tua figlia! Era per differenziare un po’, razza
di testone!
Ah…
* il padre degli dei si gira e se ne va*
Scusalo…
*e sparisce anche la regina Era*
Aspetti, divina Era!
*ricompare*
Sì?
Che c'è?
Mi potrebbe inviare un commentatore speciale direttamente dall'Olimpo o
dal Campo Mezzosangue? Che ne so... Tipo Poseidone, o Percy, o
qualcun'altro?
Con
molto piacere! *e scompare*
*aspetto un pò e dopo un minuto appare di nuovo la regina
del cielo con... Percy Jackson, con addosso un’armatura
azzurrina e brandendo Vortice come un’affettatutto* *sorrido
come una ragazzina*
Ehi!
Dove sono finito? E dov’è Annabeth? Mi stavo
allenando con lei!
*Era sparisce, di nuovo, lasciandoci soli* Ciao Percy!
E
tu chi saresti?
Mi chiamo Aryela (nome inventato, pardon), sono una scrittrice di
fanfics e sto scrivendo un crossover tra voi e la mia versione di the
vampire diaries, quarta stagione...
*il figlio di Poseidone alza un sopracciglio*
Va bene! Basta che mi fai da commentatore alla storia, ok?
Ok!
Ci sto! Basta che non mi riporti per un po’ al Campo, Annie
sta diventando appiccicosa... *si sente un tuono in
lontananza, di sicuro è Atena che non approva ciò
che Percy ha appena detto*
Ok,
ok, ritiro tutto, va bene? *nessuna risposta, lo prendiamo
entrambi come un si*
Oook, sotto vi lascio la foto di Cassie e... dallo 'spazietto
dell’autrice' è tutto, alla prossima dalla vostra
scrittrice e dal vostro Calamaro preferiti!!
Ciaooo!
Ciaooo!
Aryela&Percy
P.S.: Ehi!
Chi hai chiamato “Calamaro”?? :-)
P.S.: Qui
c'è il link per la foto di Cassandra
|
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Capitolo 4 *** Rapimento! Rapimento! ***
Capitolo 4
RAPIMENTO!
RAPIMENTO!
POV
DAMON
Mi
aveva dato uno schiaffo. Non l’avrebbe passata liscia.
Appena
l’avrei trovata l’avrei fatta pentire di averlo
fatto.
Non
poteva essere andata lontano perciò rimasi in
città, a piedi. Con me venne uno
dei suoi amici, Lucas.
Era
passata un’ora e non l’avevamo trovata. Mentre
incominciavo a pensare che era
fuori città vidi un’auto accostarsi al marciapiede
con un gran stridio di
gomme.
POV
TALIA
Lo
avevo schiaffeggiato. Quasi non ci credevo.
Ma
che mi era preso? Gli avevo fatto fare una figuraccia davanti ai suoi
amici e
alla ragazza che ama.
“Prima
non ti saresti fatta tutti questi problemi. Non ti
sei mai innamorata, che invece con lui…”
Chiudi
il becco coscienza!
“Sai
che ho ragione…”
Non
ho bisogno della tua opinione!
“Ma
ne avrai più avanti, quando lui ti dirà
che…”
Che cosa? Che non
può stare con me per questo o per
quell’altro motivo? Magari perché sono solo un
rimpiazzo di Elena?
“Esatto!
Lui ti sta solo usando, ti getterà via alla prima
occasione, quando capirà di essere ancora innamorato di
Elena!”
Allora
cosa
posso fare? Non posso andarmene così, e non posso chiedere a
Rebekah di
cancellarmi la memoria, tanto non ci riuscirebbe comunque. Forse mi sto
veramente innamorando, e ciò mi spaventa! Non era mai
successo prima…
“Stai calma e fai finta
di
niente, tu sei la Donna dal Cuore di Ghiaccio e lui è un ragazzino. Devi andare avanti e non pensare
a lui. Anche se è un gran bel
ragazzo…”
Coscienza!
“Scusa!
Ma sai perfettamente che è
vero…”
Alzai
gli occhi
al cielo.
-Talia,
stai bene?-
Sobbalzai.
Mi ero dimenticata di Annabeth seduta
sul sedile accanto a me, talmente ero presa dal mio trip mentale con la
mia
coscienza.
-S-si,
stavo solo riflettendo, scusa-
-Non
me la bevo. Dai cosa c’è?-
Vedendo
che non accenno a rispondere, continuò.
-Ci
siamo sempre dette tutto, ti prego, rendimi
partecipe dei tuoi pensieri-
-Stavo
pensando… a quello che ho fatto poco fa-
-Ti
riferisci allo schiaffo che hai dato a Damon?-
Annuii.
Non avevo ancora capito perché ci stavo
così male.
Volevo
sentire qualche parere esterno alle mie
emozioni, così esternai ciò che mi inquietava.
Lei
mi guardò con un misto di sorpresa,
preoccupazione e amore fraterno.
-Che
c’è?- Mi faceva paura quello sguardo.
-La
mia piccola Talia si sta innamorando, alleluia!-
esclamò, più a sé stessa che a me.
-Non
è vero!- ribattei.
-Certo,
certo- disse con un sorrisino malizioso.
Non potei fare a meno di arrossire sotto quell’occhiata, e
ciò la fece
scoppiare a ridere. Se possibile diventai ancora più
bordeaux.
-Dove
stiamo andando?- La sua voce mi fece
riportare lo sguardo sulla strada. Involontariamente pigiai ancora di
più
l’acceleratore.
-Houston-
dissi solamente.
-Cosa?
In Texas? Torna immediatamente indietro!-
-No!-
Il tachimetro segnava i centosettanta.
-Come
faremo con Rebekah, Kol ed Elijah? Tu sei nel
Consiglio! Penseranno che sei un vampiro!-
-E
allora? Intanto lo sono già per metà!- La
lancetta sfiorò i centonovanta.
-Pensa
a Lucas, Cassandra e Simon! Pensa ai tuoi
amici! Cosa dirai loro?-
Era
vero. Non ci avevo pensato, presa com’ero dai
miei ragionamenti su di lui.
Rallentammo
ed entrammo in un’area di sosta.
Fermai
l’auto e mi lasciai cadere senza forze sul
sedile, ad occhi chiusi.
-Hai
ragione. Mi fa male ammetterlo, ma hai
ragione-
-Beh,
li stavi abbandonando…-
-Ok,
ok, ho capito! Torno indietro-
Feci
inversione e ritornammo a Mystic Falls.
Entrai
in città ad una velocità tale che quasi non
vedevo Lucas parlare con Damon mentre ci cercavano. Probabilmente gli
altri
erano sparsi per la cittadina.
Quanto
a me, feci la cosa più pericolosa che avessi
mai fatto in tutta la mia vita: smaniosa di raggiungere i due ragazzi,
pigiai
la frizione, scalai le marce, schiacciai il freno e girai il volante.
L’auto si
arrestò in uno stridio di gomme ad un millimetro dal
marciapiede dall’altra
parte della strada.
Annabeth
era caduta in uno stato catatonico dovuto
allo shock, da cui si riprese subito. Scese dall’auto sotto
gli sguardi
stupefatti di Lucas e Damon che si sporsero a vedere chi è
il guidatore.
Temetti che svenissero quando mi videro con le mani sul volante.
Scesi
anch’io con un sorriso e mi dovetti sorbire
una ramanzina sulla pericolosità della mia azione.
Come
se non bastasse Rebekah stava venendo verso di
me con un’espressione alquanto infuriata, e i suoi fratelli
non erano da meno.
-Che
caspita ti è saltato in testa? Volevi far
spiaccicare tua sorella contro l’asfalto?- mi
gridò contro.
-E
tu sai il perché della mia fuga?- urlai di
rimando.
Stavamo
dando spettacolo nel bel mezzo della
strada, ma non m’importava. Ora volevo solo riabbracciare la
mia piccola
Cassandra.
Come
se l’avessi evocata col pensiero, la mia amica
comparì all’improvviso, colpendomi la spalla con
un pugno.
-Ma
che ti è preso? Mi hai fatto venire un infarto!
Non farlo mai più!- e mi si gettò tra le braccia,
piangendo.
-Talia!-
Perfetto, adesso sono arrivati proprio
tutti a rompere! Ma loro non hanno mai fatto una follia per non sentire
le
proprie emozioni e i propri sentimenti?
-Ci
hai fatto preoccupare!-
Strano,
pensavo che mi avrebbero uccisa. Dio,
adesso avevo anche gli occhi lucidi!
Affondai
il viso nei morbidi capelli di Cassandra
che mi stringeva forte, quasi per scongiurare una mia possibile fuga.
-Adesso
basta, Cassie. Fai piangere anche me- Ma
lei non si staccò e mi sorrise. Lo sentii attraverso il
contatto della una
faccia con la mia pancia.
Alla
fine non ce la feci più e grossi lacrimosi
iniziarono a scendermi lungo le guance. La strinsi con più
forza, stando
attenta a non spezzarle qualche osso.
Alzai
lo sguardo e vidi Damon osservarmi con
un’espressione indecifrabile. Mi chiesi cosa a cosa pensasse.
Annabeth
si avvicinò e afferrò Cassandra,
staccandola da me, così mi potei asciugare gli occhi.
Sentivo
i miei amici litigare. Mentre Lucas e Simon
mi sostenevano contro Rebekah e i suoi fratelli sentii un fazzoletto
bagnato
sulla bocca, poi scivolai nel buio.
POV
ANNABETH
Stavamo
discutendo se quello che mia sorella aveva
fatto fosse giusto o sbagliato quando sentii qualcuno strattonarmi la
maglietta.
Abbassai
lo sguardo e vidi Cassandra che, dall’alto
dei suoi 15 anni, mi guardava implorante.
-Dov’è
Talia?- mi chiese.
-Ma
come, non la vedi? È lì…- e indicai
dove si
trovava lei prima. Mi bloccai perché non c’era
nessuno. Sembrava essersi
volatilizzata.
Inorridii.
Talia era scomparsa.
Cacciai
un urlo e caddi a terra urlando il nome
della mia sorellina. Intorno a me si fece il silenzio. Tutti mi
guardavano
piangere.
-Dov’è
Damon?- Stefan ruppe il silenzio.
In
quel momento notai anche la sua scomparsa.
-L’ha
rapita…-
-Non
possiamo saperlo- disse Elena, parlando per la
prima volta.
-Ha
un movente. Vuole vendicare lo schiaffo di
un’ora fa- continuai.
-Annie,
noi siamo con te- mi disse Lucas, serio.
Annuii.
Mi faceva bene sapere che avevo qualcuno
dalla mia parte adesso.
-Veniamo
anche noi- Kol, sempre pronto ad aiutare
Talia.
-Ok,
ci dobbiamo dividere. Simon, tu vai con Kol.
Perlustrate tutta la città. Kol, tu dovrai mostrargli tutti
i posti più
nascosti che conosci.
Elijah
e Lucas, voi fate il giro della periferia.
Per voi vale lo stesso discorso degli altri due. Cassie e Rebekah, voi
verrete
con me. Andremo nella foresta. Mi raccomando, pensate come lui-
Risposta
affermativa. Ora scattava l’operazione
“Ritrovare Talia e prendere a calci nel sedere
Damon”.
Facemmo
come dissi e ci sparpagliammo per Mystic
Falls e dintorni.
Camminavamo
da un po’, ormai era quasi il tramonto.
Cassie era stanca, così mi ero offerta per trasportarla
sulla schiena, ma lei
non aveva voluto.
-Bekah,
secondo te, dove potrebbe nascondersi in
questo bosco?-
Lei
ci riflettè su e poi mi rispose.
-Io
andrei in un posto accanto ad un fiume, o in
una radura molto ampia, così da poter vedere chi arriva e,
se necessario,
essere avvantaggiati nella fuga-
-Sai
dove posso trovare un posto così?-
-Vicino
al lago c’è troppa gente, ma se si va
più a
monte c’è un fiume. È molto bello
perché c’è una cascata e una piscina
naturale, ed è molto difficile arrivarci-
Era
quello il posto. Incominciai a correre.
POV
TALIA
Lentamente
ricominciai a riprendere i sensi, ma mi
sentivo la vista annebbiata e la testa pesante.
Cautamente
socchiusi gli occhi e la luce del sole
pomeridiano mi ferì le pupille, così li richiusi.
-Bensvegliata-
Una voce armoniosa mi riempì le
orecchie e la mente.
Piano
piano feci forza sul braccio destro e mi misi
a sedere, aiutata da due braccia forti e muscolose. “Braccia
da
uomo”.
-Dove…
dove sono?- chiesi, la voce impastata.
-Accanto
a fiume-
Corrugai
la fronte.
-Come
ci sono finita qui?-
-Ti
ci ho portata io-
Non
feci in tempo a rispondere che avvertii il suo
respiro infrangersi contro il mio collo, facendomi rabbrividire.
-Fai
tanto la dura quando sei insieme ai tuoi
amici, ma appena sei lontana da loro diventi un agnellino-
sussurrò contro la
mia pelle.
Le
sue labbra ad un millimetro dalla mia giugulare.
La sua mano sinistra percorse il mio braccio destro, mentre
l’altra mano
disegnava forme astratte sulla mia schiena, facendomi venire la pelle
d’oca.
-Cosa
vuoi fare?-
-Secondo
te?-
Aprii
gli occhi. Il ragazzo che mi stava
praticamente appiccicato era Damon Salvatore.
Lo
spinsi via con le braccia.
-Stronzo!
Volevi approfittarti di me?-
Un
sorrisino malizioso si fece strada in quel viso
così bello.
-Ti
prego. Solo un bacio-
Scossi
la testa. Non lo volevo.
-Solo
un bacino. È solo un innocente bacino-
-Con
te niente è innocente- sputai. Lui rimase
interdetto.
-Allora
la BarbieOriginal ti ha detto tutto della
sua vita-
Io
annuii, chiedendomi perché stavo lì a parlare
tranquillamente con lui, quando magari i miei amici mi stavano
cercando.
Ancora…
Lui
mi si sedette accanto.
-Ti
va di raccontarmi perché mi odi tanto?-
Annuii.
-Bene,
sono tutto orecchi-
-Sai
la storia delle Cacciatrici di Artemide?-
Lui
sbatté più volte le palpebre, disorientato dal
mio improvviso cambio di discorso.
-No…
chi sono? Sono curioso-
-Sono
le ancelle della dea Artemide, cacciano con
lei e, come lei, hanno fatto voto di castità. Niente
rapporti con gli uomini-
Lui
mi guardava con la bocca aperta-
-Sai,
sono aperta a qualsiasi domanda-
Si
riscosse.
-Per
rapporti intendi?-
-Ogni
cosa. Da quelli sessuali a quelli della più
innocente e pura delle amicizie-
-Ma
se tu hai fatto questo voto, perché hai degli
amici maschi, come Lucas e Simon?-
-Io
ho escluso solo il primo tipo di rapporto, non
il secondo. Preferisco che un uomo sia mio amico che il mio fidanzato,
si
soffre di meno la separazione-
-Quindi
hai sofferto per amore-
Annuii.
-Fammi
un esempio di persona che ti ha fatto
soffrire in questo modo-
-Per
amore? Credevo di essermi innamorata di Lucas,
ma lui mi ha detto chiaro e tondo che non ricambiava. È
stato un colpo per me.
Grazie al cielo c’erano Cassie e Annabeth che mi hanno
aiutata. Devo tutto a
loro-
Terminato
il mio monologo abbracciai le mie stesse
gambe e misi la testa tra le ginocchia. Mi veniva da piangere.
-Dalla
tua reazione deduco che è una cosa recente-
-È
successo a marzo scorso-
Lui
si alzò e si sedette dietro di me. Fece passare
le braccia sotto le mie per potermi abbracciare e appoggiò
la testa sulla mia
spalla.
Rimanemmo
così per quelle che a me sembrarono delle
ore.
Fu
in questa posizione che Rebekah, Annabeth e
Cassandra ci trovarono.
POV
REBEKAH
Li
vidi prima delle mie amiche. Erano abbracciati,
o meglio, lui abbracciava lei facendole passare le braccia sotto le
sue, la
testa appoggiata alla sua spalla.
Talia
stava bene, sembrava un miracolo!
-Eccoli
lì-
-Brava
Rebekah, sei un genio!- Annabeth aveva un
gran sorriso a dipingerle le labbra, che morì appena vide la
loro posizione.
-Adesso
vado a separarli- e prima che l’Originaria
potesse fermarla, la Salvatore uscì allo scoperto, attirando
la loro
attenzione.
POV
DAMON
Me
ne stavo lì abbracciato alla mia tigrotta quando
la sorella sbucò dal bosco, guardandomi malissimo.
-Ehi,
guarda chi c’è- le sussurrai
all’orecchio.
Ci
alzammo insieme e le andammo incontro.
-Che
ci fate insieme voi due?- attaccò lei.
-Annie…-
incominciò la mia tigrotta.
-No,
niente Annie. Non ti ricordi più quello che ci
ha detto Rebekah?-
L’Originaria
spuntò dalla boscaglia come se
l’avesse evocata col pensiero. Mi fissava come se volesse
uccidermi.
Probabilmente pensava che avessi attentato alla virtù di
Talia.
-Forse
è meglio se vai con loro, evitiamo di fare
danni- le sussurai all’orecchio. Lei annuì e si
staccò da me. Avvertii subito
un brivido freddo attraversarmi la parte del corpo dove prima
c’era lei.
Annabeth
mi guardò come se fossi la cosa più brutta
di questo mondo. Vidi lo stesso sguardo dipinto sul viso della
BarbieOriginal.
Ma
non sentivo senso di colpa, piuttosto ero felice
di aver passato un po’ di tempo con la mia tigrotta, ero
riuscito a farla sciogliere
un po’. Ciò mi faceva sentire al settimo cielo.
Mentre
loro se ne andavano mi diressi verso la
pensione.
Arrivato
a casa entrai. Vidi tutti in piedi che mi
fissavano, mettendomi ansia.
-Che
è successo?-
-Potremmo
farti la stessa domanda- mi rispose
Elena.
-Ok,
sentite. Non è successo nulla. Lei mi ha
parlato dei suoi problemi esistenziali e io l’ho abbracciata.
Tutto qui-
-Non
ti credo, hai ancora il suo profumo addosso-
Elena, sempre così diffidente.
-Sei
gelosa?-
-Non
è una domanda pertinente- mi gelò.
-Lei
è come me. Inoltre so cosa la fa soffrire di
più, quindi non farò niente per provocarle dolore-
-Ci
tieni a lei?-
-Come
ci terrebbe un amico-
La
superai e mi diressi in camera mia.
Mentre
camminavo decisi: dopo avrei fatto visita
alla mia tigrotta preferita.
Spazietto dell’autrice:
salve
a tutti! Visto che mi volevo far perdonare
per non aver aggiornato prima, ho pubblicato in anticipo il quarto
capitolo!
Che ve ne pare? Ma, aspettate un attimo! Dov’è
Percy? Peeercy! Dove sei?
Arrivo,
arrivo, sono qui. Non
preoccuparti, tesoro.
*si
leva un coro
di “oohhhhh” dal pubblico mentre divento rossa* *un
tuono risuona in
lontananza*
Perseus
Jackson! Io non sono il tuo tesoro e noi
due non stiamo insieme! Capito?
*alzò
le mani in segno di resa* ok, ok…
*all’improvviso
compare Poseidone, il padre di Percy, spruzzando acqua salata ovunque*
* Percy
è completamente asciutto mentre io sputacchio, completamente
zuppa*
Ops,
scusa…
*e mi asciuga*
Grazie
divino Poseidone *lui sorride*
Percy!
Vieni qui! *fantastico,
mi
ha già dimenticata*
Papà! *e gli salta in braccio*
Non far troppo
arrabbiare Aryela, capito? Mi sembra una
brava ragazza, perciò non influenzarla troppo, ok?
Si,
papà!
Ok, io
devo andare. Se mio fratello viene a sapere che sono
venuto qui mi incenerisce! *e se ne va, lasciandosi dietro
l’odore della brezza marina*
Ooook,
torniamo al capitolo. A me è piaciuto, certo, un
po’ lunghino ma rende l’idea.
Di che?
Della nuova amicizia che si
è
formata in questo cappy! Ma tu l’hai letto?
Ehm, certo!
E
dov’è ora? *tono da maestria che chiede i compiti*
Me
l’ha mangiato il ragazzo-capra!
Lasciamo
perdere, sei senza speranza. Allora, ditemi come vi è
sembrato il cappy tramite
le vostre recensioni, per sapere se vi piace la storia o se dovrei
cambiare
qualcosina.
Praticamente
tutto…
Perseus Jackson! Come
ti permetti! Quasi quasi chiedevo
se potevo avere Nico al posto tuo…
No, no, no! Voglio
rimanere qui!
E
allora fai i commentatore normale, altrimenti chiedo alla divina Era di
cambiarti!
*appare
la regina del cielo, seguita da tutti gli dei dell’Olimpo,
compreso Ade* *Percy
si fa piccolo piccolo accanto a me*
*Zeus
prende la parola*
A
votazione unanime del Consiglio, abbiamo deciso di farti un
regalo per la tua infinita pazienza con… mio nipote. Ti
potremo rendere immortale,
una dea.
E
di che cosa?
Questo si
scoprirà più avanti, quando sarai pronta a
rivelarti.
Ok, fatelo.
*gli
dei alzano le mani e dalla punta delle dita parte una polverina dorata
che si
posa su di me, mi rotea accanto come un turbine. Al termine mi sento
più forte*
Sei una dea?
Penso
di sì…
*gli
dei scompaiono, lasciandoci soli*
Bene!
Sotto trovate il link per la foto di Simon e dalla vostra scrittrice
divinizzata…
…e
dal vostro figlio di Poseidone preferiti…
…è
tutto, alla prossima!
Ciaooo!
Ciaooo!
Arsela&Percy
P.S.:
Simon
|
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Capitolo 5 *** Là dove tutto è incominciato ***
Là dove tutto è incominciato
Mi
scuso per non aver aggiornato ieri, ma c’erano problemi con
la connessione ad
internet. Detto questo vi lascio al capitolo.
LÀ DOVE
TUTTO È INCOMINCIATO
POV
TALIA
Era
da mezz’ora che mi sorbivo le lamentele di mia sorella sulla
pericolosità del
mio gesto, ma io non la stavo ascoltando.
-…
e tu rimani sola in compagnia di quel depravato!-
Alla
fine non ce la feci più.
-Ho
capito! Annabeth, non sono sorda, né ritardata! Tu pensi che
lui sia un
pervertito, ma ti assicuro che non è così!
Avrebbe potuto stuprarmi quando ero
incosciente, ma non l’ha fatto! E ai miei occhi ha
già acquistato cento punti!-
sbottai.
-E
tu che ne sai? Come hai detto tu, avevi perso i sensi!- mi
urlò contro.
-Ehm,
ehm…-
Ci
girammo verso la porta. Cassandra era entrata senza che ce ne
accorgessimo e
aveva visto tutta l’ultima scena.
-Ci
sono i Mikealson alla porta, li faccio entrare?-
Annuimmo
in sincrono e lei scomparve. In meno di due secondi apparve Kol. Quando
mi vide
sgranò gli occhi, si avvicinò e mi
abbracciò forte. Era proprio quello che mi
ci voleva in questo momento. Non una sorella che odia a morte il
ragazzo con
cui ero prima, che continua recriminarmi lo
“sbaglio”. Che poi per me sbaglio
non era, per niente.
Ora
volevo solo un amico che mi stesse vicino, che mi ascoltasse, che mi
capisse.
Non pretendevo una giustificazione, ma almeno la comprensione!
Ancora
abbracciata a lui appoggiai la fronte sulla sua spalla e incominciai a
singhiozzare. Ben presto grossi lacrimoni si fecero strada tra le
ciglia,
andando a bagnare la maglia bianca di Kol.
Il
vampiro mi sollevò da terra e camminò verso il
divanetto dietro di me, vi si
sedette e mi fece accomodare in grembo a lui. Il tutto con me che gli
piangevo
addosso. Lui era sempre stato la mia spalla su cui piangere, e lui non
si era
mai lamentato.
Elijah
ci seguì e si mise accanto al fratello, mentre con la mano
mi accarezzava
dolcemente i capelli.
D’un
tratto il mio cellulare vibrò per l’arrivo di un
messaggio. Numero
sconosciuto citava lo schermo. Cliccai per aprire il
messaggio e sorrisi.
Ciao
piccola, mi chiedevo se volevi ancora vedermi dopo il casino di poco
prima.
Chiamami appena puoi. Per il tuo numero ho frugato nelle tue tasche e
ho acceso
il tuo cellulare, spero non ti dispiaccia.
D.
Guardai
Kol ed Elijah, felicissima.
-Ti
ha mandato un messaggio, vero?-
Annuii.
-Allora
vai in camera tua e chiamalo, a tua sorella ci pensiamo noi-
Saltai
su e corsi nella mia stanza, contenta come una bambina che ha appena
ricevuto
il suo giocattolo preferito.
Andai
nella cartella messaggi, selezionai il suo numero e lo salvai in
rubrica.
Poi
presi un bel respiro e lo chiamai.
POV
DAMON
Ormai
ero certo che non mi avrebbe più chiamato. Ero sicuro che la
sorella le avesse
tolto ogni aggeggio elettronico e l’avesse segregata in casa
per evitare che mi
incontrasse.
E
invece, quando avevo proprio perso le speranze, il mio telefono
squillò. Una,
due, tre volte. Mi allungai per afferrarlo e vidi il suo numero in
entrata.
Sorrisi, allora forse non era tutto finito, forse potevo ancora
vederla, starle
accanto.
Accettai
la chiamata e mi portai il cellulare all’orecchio.
-Damon?-
-Talia.
Dio, come sono felice di sentirti!-
-Anche
io, credimi. Senti, non ho molto tempo, Kol ed Elijah stanno distraendo
mia
sorella, ma non ci riusciranno ancora per molto. Dove vuoi che ci
incontriamo?-
-Posso
parlare liberamente?-
-No,
non credo-
-Ti
aspetto tra mezz’ora dove tutto è incominciato-
-Ok,
ci vediamo lì-
-Ciao-
-Ciao
Damon-
Chiusi
la chiamata e sorrisi nuovamente. Mi alzai dalla poltrona in cui ero
sprofondato
per andare a prepararmi.
Tra
mezz’ora l’avrei rincontrata.
POV
TALIA
Ero
felicissima. Tra poco l’avrei rivisto, e ci saremmo chiariti
su tutto. Decisi
che gli avrei anche detto cos’ero, tanto per essere in pari.
I miei attacchi di
sadismo si fermavano a pochi secondi, raramente duravano interi minuti.
Rimasi
un po’ indecisa su cosa indossare, ma poi optai per la
comodità e lo stile
casual che mi caratterizzava. Un paio di jeans scuri attillati, una
maglia
azzurro cielo a maniche lunghe. Faceva ancora abbastanza caldo per non
prendere
la felpa, anche se ormai eravamo quasi a metà ottobre.
Decisi
anche di non prendere la macchina e di farmi un bella passeggiata
serale in
città, dato che mancavano solo venti minuti
all’appuntamento e, mal che vada, avrei
fatto uno sprint finale a velocità vampiresca.
Salutai
tutti (Annabeth non mi rispose, era ancora arrabbiata con me) e
m’incamminai
verso il Mystic Grill, là dove tutto è
incominciato.
Le
cose incominciarono ad andar male quando sentii l’odore del
sangue entrarmi
prepotentemente nelle narici, facendomelo desiderare sempre di
più. Mi tappai
il naso e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, iniziai a
correre.
Arrivata
al famoso bar mi trovai davanti agli occhi la scena di un film horror.
I tavolini
erano rovesciati, le sedie distrutte. C’era sangue ovunque,
sulle pareti, che
dilagava sul pavimento, ce n’era persino sul soffitto. Una
ventina di corpi
orrendamente mutilati faceva bella mostra di sé sotto le
macerie del luogo di
ritrovo per i giovani della città.
Con
il cuore che mi batteva sempre più forte nel petto mi
avvicinai per controllare
se c’era lui.
Inorridii.
Di
Damon Salvatore non c’era traccia.
Spazietto
dell’autrice:
Buongiorno
a tutti! Come sapete io mi chiamo Percy Jackson e questa è
la storia più
brutta…
Ehm,
ehm… *incrocio le braccia sotto il seno*
Si,
dicevo, e questa è la storia più b…
*lo fulmino* ella del
fandom!
E
io sono Aryela, la scrittrice!
*intorno
a noi c’è solo il frinire dei grilli*
Brava!
Hai fatto scappare tutti i lettori! I miei complimenti
più vivi!
Ehi,
ti ricordo che stai parlando con una dea! Anzi, le stai urlando contro!
È
vero…
Ecco!
Allora stai zitto se non vuoi essere trasformato in un…
*non
faccio in tempo a finire la frase che mi appaiono davanti Apollo e
Artemide che
litigano come due bambini* *mi schiarisco la voce*
Oh,
ehm… allora…
Uff,
Apollo, non cambierai mai!
Scusa
se cerco di dirglielo con delicatezza!
Muoviti
allora!
Che
cosa mi dovete dire con delicatezza?
Ehm,
se dici ad alta voce che vuoi trasformare qualcuno in un
animaletto e, visto che sei alle prime armi come dea, potresti non
riuscire più
a far ritornare quel qualcuno alla sua forma umana, o semidivina.
Oh…
Già…
Ma la
notizia sensazionale è un’altra! Sei la figlia
di…
Artemide!
Deve essere riconosciuta prima!
*manco
a farlo apposta gli occhi di tutti, dei compresi, si voltarono verso un
punto
indefinito sopra la mia testa*
*rimaniamo
tutti a bocca aperta* *Percy si sta smascellando, Apollo e Artemide si
stanno
guardando complici e poi scompaiono*
Ehm,
credo che dobbiamo tornare al capitolo, e tu me lo devi commentare per
bene
stavolta!
Si,
si…
Allora
lettori! Prima di tutto devo ringraziare chi ha recensito, chi ha
inserito la
storia tra le preferite o le seguite e i lettori silenziosi. Grazie,
è anche
grazie a voi che questa storia è arrivata al quinto
capitolo! Senza di voi non
ce l’avrei fatta!
Mi
sta salendo il diabete…
Chiudi
il becco! In questo capitoletto piuttosto cortino abbiamo una piccola
svolta!
Talia viene aiutata sul fronte amoroso dai due Originali maschi (che,
tra Kol
che è gay ed Elijah perennemente innamorato della stronza
psicopatica
corrispondente al nome di Katerina Petrova, è come ricevere
un paletto al
cuore), mentre Rebekah non si vede (almeno per ora), Annabeth
è incavolata nera
con la sorella e Damon sparisce lasciando dietro di sé una
lunga scia di
sangue. Sarà stato lui a causare quella strage? E se non
è stato lui, chi è
stato? Damon è fuggito o l’ha rapito qualcuno,
magari lo stesso dello scempio
al Grill?
Tutte
queste risposte e molto altro ancora nelle prossime puntate!
*parte
la musichetta di “a tutto reality:
l’isola”*
*si
stoppa la musichetta*
Percy,
mi dici che centra questa colonna sonora con quello che ho detto??
È
che quando fai così assomigli tantissimo a Chris McLain!
Fa
cos’ho fatto di male nella vita per meritare questo
supplizio????
*tutti
gli dei, Percy, Annabeth, Grover, tutto il Campo Mezzosangue
più Elijah (?)
esclamano in coro* Usi
il nuovo shampoo Garnier
Ultradolce alla verbena!
Scusate,
sono distrutta *e mi ritiro un angolino a piangere lacrime amare*
Bene!
Posso dirvi che sotto c’è l’ultima foto,
una di quelle più
importanti, una di quelle più attese, vi pubblichiamo sotto
la foto di Lucas!
*si
sentono i grilli che fanno festa*
Ooook,
dallo spazietto dell’autrice è tutto, alla
prossima dalla
vostra scrittrice momentaneamente scomparsa e dal vostro fighetto
preferito!
Ciaooo!
Ciao…
Aryela&PercyCalamaro
P.S.:
Ehi!
Perché sono diventato il Calamaro adesso?
Piantala e sta zitto!
Altrimenti?
Altrimenti ti fulmino e ti spedisco di
nuovo al Campo!
No! Ti
prego!
Oh sì invece! Stai sicuro che lo
farò.
Ancora una mancanza di rispetto
nei miei confronti e ti ritoverai seduto sulla lava della
scalata, al Campo!
Ok…
P.P.S.:
Lucas
|
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Capitolo 6 *** Vendetta ***
Vendetta
VENDETTA
POV
TALIA
Era
sparito, non c’erano tracce della sua presenza al
Grill tranne per l’odore del suo sangue, l’unico di
vampiro in mezzo a tutto
quel macello.
Dovevo
fare qualcosa. Damon era scomparso e non sapevo
dove andare a cercarlo. L’unica era avvisare i suoi amici e
mettere in piedi
una squadra di ricerca.
Scrissi
un messaggio veloce a mia sorella e iniziai a correre verso la pensione
dei
Salvatore.
POV
STEFAN
Ero
nella mia camera a scrivere sul mio diario. Elena invece era nel salone
insieme
a Caroline e Jeremy e stavano parlando della scuola. Che noia!
D’un
tratto avvertii un rumore, come di un passo felpato sulle foglie
autunnali. Mi
immobilizzai. Lo sentii ancora, e ancora. Qualcuno si stava avvicinando.
Mi
materializzai di sotto, allarmando i presenti.
Misi
un dito davanti alle labbra. -Sshh!- Loro obbedirono
all’istante.
Le
mie orecchie captavano ancora quel rumore, che stavolta non era tenuto
nascosto. Avvertivo con chiarezza il passo di quella persona
avvicinarsi a
velocità umana e il battito veloce del suo cuore, come se
avesse appena corso
una maratona.
Poi,
chiunque fosse, bussò alla nostra porta.
POV
CAROLINE
Ero
con Elena e suo fratello nel salone quando Stefan piombò
nella stanza e ci fece
segno di stare in silenzio. Io e la mia amica smettemmo persino di
respirare,
in fondo non ne avevamo bisogno, eravamo già morte.
Inavvertitamente
tre colpi risuonarono nell’aria resa cupa dalla nostra paura.
Chi mai poteva
essere a quest’ora?
-Stefan!
So che sei lì! Fammi entrare!-
Di
chi era quella voce? L’avevo già
sentita… Ah, sì! Era della ragazza che aveva
dato lo schiaffo a Damon! Inutile dire che l’ho stimata per
quello.
Ma
che voleva adesso? Mi scambiai uno sguardo con Elena e Stefan.
-Perché
dovrei farlo?- disse lui.
-Ho
delle notizie da darti! E si gela qui fuori! Ti prego!-
-Va
bene, arrivo-
-Grazie!-
-Vuoi
qualcosa di caldo? Ti porto un the-
-Grazie
ancora-
Stefan
la accompagnò verso di noi e poi sparì in cucina
a velocità vampiresca. Lei non
battè ciglio, come se fosse normale per lei che un
diciassettenne si
volatilizzasse da una parte all’altra della casa.
Si
sedette su una poltrona e aspettò il the.
Appena
Stefan ritorno con una tazza fumante mi misi in posizione. Volevo
ascoltare
bene quello che la ragazza aveva da dire.
-So
che vi sembrerà strano, ma dovevo incontrare Damon al Grill
–pausa,
probabilmente voleva vedere se l’avremmo mangiata,
tecnicamente potevamo farlo-
e invece non c’era-
Stefan
aggottò le sopracciglia, Elena si mosse inquieta sul divano
accanto a me.
-Lui
non c’era ma invece c’era qualcun altro- Un
singhiozzo la interruppe di nuovo:
le veniva da piangere.
Stefan
le si avvicinò. –Ehi, non piangere. Se non riesci
a dirlo ad alta voce potresti
mimarlo-
Lei
lo guardò negli occhi. Era spaventata, tuttavia
riuscì ad imitare ciò che aveva
visto.
-Oddio!-
Aveva
disegnato una riga orizzontale lungo tutto il collo, da parte a parte:
una
testa mozzata.
Aveva
trovato un cadavere.
POV
TALIA
-Quanti
ce n’erano? Solo uno?- Aveva parlato il ragazzino moro che
era insieme alle due
ragazze.
-Jeremy!
Ma che domande fai?!? Non vedi che è già
sconvolta così?-
-Non
importa. Sto bene, Elena-
Si
girarono tutti verso di me.
-Io
non ti ho detto il mio nome. Come lo sai?- Era cauta, aveva paura.
-Me
lo ha detto Rebekah-
-Quindi
tu già ci conoscevi ancora prima di vederci?-
-Certo-
-Cosa
sai di noi?-
Sogghignai.
Avevo la situazione in pugno.
-Ogni
cosa-
In
quel momento la mia squadra fece irruzione nella pensione.
Mia
sorella si avvicinò.
-Come
stai?-
-Mai
stata meglio-
-Sai
che non mi piace doverlo fare, vero?-
-Dobbiamo,
senza una strega loro non vanno da nessuna parte-
Ci
girammo in contemporanea verso Cassandra, che ci guardava impaziente
con un
foglio in mano.
-Lucas!
Simon! Portatemi delle candele, presto!-
Quelli
si volatilizzarono e ritornarono poco dopo con qualche candela.
-Disponetele
in cerchio intorno a me, ecco, così. Io dovrò
sedermi in mezzo e pronunciare
l’incantesimo-
-Non
ti serve qualcosa tipo il sangue di un consanguineo o un oggetto che
appartiene
alla persona scomparsa?- chiese Elena.
-No,
a me non serve- la liquidò.
Si
piazzò al centro del cerchio e iniziò a recitare
parole in latino antico mentre
la cartina s’illuminava e si muoveva. Era come guardare un
navigatore cartaceo:
vedevo i fiumi, i laghi e le montagne spostarsi velocemente fino ad
inquadrare
una cittadina.
Cassandra
si chinò per leggerne il nome. -Impossibile-
sussurrò.
-Cosa?-
mi avvicinai.
-Guarda
tu stessa-
Quando
lessi il nome del posto quasi svenni. Charlotte.
POV
ANNABETH
-Beh,
che succede? Dov’è?-
Talia
mi guardò angosciata. Il vampiro doveva essere in un brutto
posto perché mia
sorella avesse quello sguardo.
-Charlotte-
mi disse solo.
Mi
irrigidii. No, ancora. Non poteva essere.
-Perché
è andato là?- domandai a bassa voce, quasi
ringhiando.
-Non
lo so, vedo solo la sua posizione, non il motivo di questo viaggetto
fuori
programma- mi rispose Cassandra, sarcastica.
-Dobbiamo
avvisare Rebekah e gli altri- disse Talia con voce monocorde.
-NO!-
Era stata Elena a gridare, facendoci girare verso di lei.
-Mi
vuole morta- tentò di spiegare.
-Finché
ci sarò io, nessuno ucciderà nessuno, capito?-
disse mia sorella con forza.
Lei
annuì, poco convinta.
Talia
sparì in una folata di vento e ritornò dopo
cinque secondi con una Rebekah che
urlava come impazzita, un Kol che rideva come rincretinito e un Elijah
al
limite dell’esasperazione.
Non
capivo come facesse a tenerli tutti e tre, sembravano dei bambini.
-No!
Talia, io non lavorerò mai con lei! Mi hai capito? MAI!-
-Rebekah,
ti prego!- Elijah, pacificatore del momento.
-Eddai,
sarà divertente! Spaccheremo qualcosa! O meglio, uccideremo
qualcuno!-
-Zitto
Kol!-
-È
la verità! E poi tu devi sfogarti dopo la morte
di…-
-Non
azzardarti a pronunciare il suo nome! Mai!-
A
quel punto sentii solo dei ringhi. Avrei giurato che Rebekah e Kol si
stessero
ammazzando. Uscii a vedere e mi ritrovai davanti una scena esilarante.
La
vampira si era tolta i sandali e li stava puntando contro il fratello,
seminascosto da Elijah che cercava di non fargli avere un livido a
forma di tacco
a spillo sulla sua fronte entro le prossime ore. Talia era davanti a
quest’ultimo e stava intimando all’Originaria di
consegnarle le scarpe.
Rebekah,
messa all’angolo, fu costretta ad eseguire l’ordine
e ad entrare nella pensione
scalza, mentre mia sorella si girava e dava un forte scappellotto sulla
nuca a
Kol.
-Stupido!
Lo sai che reagisce così quando le parli di lui!
Sei un idiota se la
provochi in questo modo, te la vai proprio a cercare!-
L’Originale
incriminato incassò la testa tra le spalle e
varcò la porta della casa
accompagnato dai fischi dei miei amici.
Elijah
si lasciò andare in una risata liberatoria e
affiancò Talia mentre si
dirigevano verso di noi.
-Sai
che sei bellissima quando ti arrabbi in questo modo?-
Lei
si fermò nel prato e si girò sorpresa verso il
vampiro.
-Elijah!
Non puoi uscirtene con questi commentini! Da Kol me li sarei aspettata,
ma non
da te!- sbottò prima di capire che l’aveva fatto
apposta per farla arrabbiare
ancora.
Affinò
lo sguardo e pose le mani sui fianchi, infuriata.
-Elijah!
Ma che ti sta succedendo? Ti stai “Kolizzando”?-
chiese mimando le virgolette
quando disse l’ultima parola.
Ridemmo
tutti sullo sfondo di un indignato -Ehi!- da parte del vampiro in
questione.
-Forse
sì, troppo Kol fa male- rispose lui, stando al gioco.
-Ok
ragazzi, dovremmo cercare Damon, ricordate? Non stuzzicarci a vicenda-
intervenii.
Talia
mi fulminò ma poi entrò in casa, seguita da un
Elijah alquanto divertito.
Entrati
vedemmo Rebekah che stava usando le ginocchia per tenere Elena
schiacciata
contro il pavimento mentre provava a strozzarla.
-Beks,
no!-
Mia
sorella provò a staccarla dalla doppelganger ma ci vollero
anche tutti i nostri
amici per riuscirci.
-Perché?-
chiese, furiosa.
-Le
ho promesso che non la ucciderai, in questo momento abbiamo bisogno di
entrambe, ok?- rispose Talia.
Annuirono
tutte e due controvoglia.
-Non
mettermi nella stessa squadra con lei, però. Non so per
quanto resisterò. Mi ha
pugnalata alle spalle-
-Capisco-
risposi solamente.
POV
DAMON
Lentamente
ripresi conoscenza. Non mi piaceva affatto questa cosa, avevo un mal di
testa
incredibile e mi sentivo gli occhi impastati e molto più
sensibili alla luce
del normale. “Mi sembra di affrontare una nuova
transizione”
-Dove…
dove sono?- Perfetto, avevo anche la voce flebile. Avevo sete.
-Questo
non ti deve importare- Una voce secca ma in qualche modo familiare mi
arrivò
alle orecchie acuendo il malessere.
-Chi
sei?- chiesi nuovamente. La voce stava migliorando.
-Non
sono affari tuoi- Ancora l’interlocutore misterioso. Ma chi
diavolo era?
Ispezionai
il luogo dove ero rinchiuso. Sembrava una cella. Pareti di pietra mi
circondavano e sembravano indicarmi la porta in legno massiccio che si
ergeva
minacciosa davanti a me. Istintivamente feci un passo indietro e andai
a
schiacciare qualcosa. Girai la testa ma non la abbassai. Pensavo di
sapere cosa
avessi sotto la scarpa sinistra ma avevo paura di scoprire che avevo
ragione.
Io, Damon Salvatore, avevo paura? Talia, cosa mi stai facendo? “Nessuno
lo
saprà mai, nemmeno tu” decisi.
Mi
rivolsi di nuovo alla voce ignota.
-Perché
sono qui?-
Sentii
una risata agghiacciante.
-Solo
una parola, Salvatore: vendetta-
Sotto
il mio piede c’era il cranio mummificato di un vampiro.
Spazietto
dell’autrice:
salve
a tutti! Mi dispiace di essere stata assente per
tutto questo tempo ma sono stata molto malata, come può
testimoniare la mia
amica the_rest_of_me… tra l’altro adoro le tue
storie e ne approfitto per farti
un po’ di pubblicità. Per chi non le avesse lette,
passate a vedere “I’m in
love with you” e il sequel “Are you in love with
me?”, sono fantastiche. Per te
ho riservato una domandina a fine angolino, se vuoi fare un salto e poi
rispondermi ne sarei felicissima.
Passiamo
al capitolo, erano due settimane che mi frullava
in testa il POV DAMON e finalmente l’ho scritto, anche se non
sono sicura sia
venuto come l’avevo pensato io, ma vabbè, mi
direte voi se dovrò cambiare
qualcosa…
Ora
passiamo alle rivelazioni: ebbene si, Cassandra è una
strega!!! Alcuni di voi
mi chiederanno: ma non ha utilizzato il sangue di un
consanguineo o un
oggetto di Damon per trovarlo, come ha fatto allora?? Eheh,
sorpresa!!
Si
scopre anche che i nostri amici avevano sempre saputo tutto e non
avevano detto
nulla, che malefici! *ridacchia mesfistofelicamente*
Ma
dov’è Percy? *lo chiama e non risponde*
*improvvisamente
esce dal bagno con aria assonnata*
Percy!
Ma ti sei addormentato sul water?!?
Umpf?!?
Ah,
lasciamo perdere, sei un caso perso! Vieni qui che mi devi commentare
il cappy!
*all’improvviso
compare un uomo muscoloso ma non grosso, in smoking e con un panama
nero in
testa*
E lei chi
sarebbe?
Mi
chiamo Caffrey, Neal Caffrey *mi
scoppiano le ovaie, si ricompongono e ballano
la samba*
Siiiiii!!!!!
*incomincio a saltellare come una pazza*
Ne
deduco che lei, signorina, è una mia fan.
Non mi
piace, è troppo uguale a me *ah,
Perce, se sapessi!*
Percy!
Commenta il capitolo, ora!
Posso
commentare anch’io?
Si,
tutto quello che vuole, signor Caffrey *faccio la svenevole*
Chiamami
Neal *ma
perché ha questa voce così sensuale,
così… erotica?*
Neal
*sospiro. È ufficiale, sono cotta!*
Allora, questo cappy non
è male. Ho riso in alcune parti
– “Kolizzando”! – e sono
rimasto col fiato sospeso nel POV DAMON e… ma la
smettete voi di flirtare voi due????
*io
e Neal siamo ad un passo dal baciarci che
HoUnBarattoloDiSardineAlPostoDelCervello ci interrompe sul
più bello*
Ora
prendo un fucile e ti ammazzo!
*magicamente
appare l’arma e la punto verso il semidio che strilla come
una ragazzina
isterica e scappa via terrorizzato*
Ora tocca a me!
Mi piace come storia e l’idea non è male,
ma… come la svilupperai?
Segreto!
Posso
rimanere?
Si!
No!
*Percy
è tornato e sembra furioso*
Non
lo ammetterò mai come co-commentatore! È fuori
discussione!
*sfodero
il mio Damon-sorriso* Sei geloso per caso?
No!
Sarebbe un affronto per Annabeth!
Allora
perché non vuoi tornare al Campo?
Voglio
staccare la spina per un po’…
Ti
capisco, anch’io ho espresso lo stesso desiderio e una
signora con un lungo abito verde-azzurro mi ha detto che avevo
un’opportunità,
così mi sono trovato catapultato qui.
Era… Ok, puoi
rimanere, ma
parla solo quando sei interpellato, chiaro?
Cristallino!
Ma Percy, non mi sembra
che tu faccia lo stesso!
Ma tu hai chiesto di me
personalmente!
No, io avevo chiesto di
tuo padre, eventualmente di te, ma come seconda scelta…
Mi sono offeso!
Bene! *sorrido*
Bene! *mi gira le spalle*
Ehm, tutto ok?
Si, si, chiudiamo questo
angolino e poi possiamo svagarci, ok?
Purtroppo non abbiamo
più foto a disposizione, ma visto che ho in mente un ragazzo
mooolto intrigante
proveniente dal passato della nostra Talia, probabilmente ci
sarà anche qualche
foto nuova legata ai nostri personaggi. Se avete qualche preferenza
potete
inserirla nelle vostre recensioni! Però non riesco a fare i
fotomontaggi da
applicare all’inizio del cappy e, ad essere sincera, non so
neanche come
inserire le foto ad inizio capitolo! Per cui, chi avesse la
pietà di aiutarmi
sarebbe veramente ben accetto.
Ringrazio di cuore:
Sweetstar83, che mi ha inserito tra gli autori preferiti;
katerinatvd, Lady
Elizabeth e _ ale _, che hanno inserito la storia tra le
preferite;
angel2,
Desyree92, KatherinePotter, LeLiNa, S u n s e t, safycullen97 e
the_rest_of_me
che l’hanno inserita tra le seguite. Vi voglio bene,
ragazze!
Un bacione enorme
alle anime pie che hanno recensito gli scorsi capitoli: S u n s e t,
safycullen97, KatherinePotter e the_rest_of_me (Non la finisco
più di nominarti
oggi!). Mi avete fatta felice più che mai!
Un’ultima
cosa…
Ma non la finisci più
oggi?!?
È proprio
l’ultima
cosuccia…
Mi farai diventare
pazzo…
Allora, dicevo, “mefistofelicamente”
proviene da mefistofelico, cui deriva da Mefistofele, o Mefisto,
(dall’opera omonima), il
diavolo che tenta il povero Faust.
(Fonte:Wikipedia)
E ora, dallo spazietto
dell’autrice è veramente tutto, alla prossima
puntata da Aryela, Percy-Merluzzo
imbronciato e
Neal-sono-il-ladro-più-figo-del-mondo-Caffrey!!!
Ciaooo!
Ciaooo!
Ciao!
Aryela&Percy&Neal
P.S.: ehi,
the_rest_of_me, hai visto chi ti ho inserito? Il nostro Neal!
P.P.S.: Davvero
sono il più figo del mondo?
|
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Capitolo 7 *** Aspettarti, mia piccola umana ***
Capitolo 7
Salve! Volevo aggiornare subito, ma
non avevo ispirazione.
Per chi è in grado di eseguire fotomontaggi, per favore,
alla fine del mio
spazietto ho inserito una richiesta… Detto questo, enjoy!
<3
ASPETTARTI,
MIA PICCOLA UMANA
POV DAMON
Ero in quella dannata cella da troppo tempo ormai, chissà
cos'avrebbero detto
gli altri.
”Cosa penserai di me adesso, Talia? Che sono un
buono a nulla, ritardatario
cronico e forse mi odierai per questo. Mi sto maledicendo per essermi
lasciato
convincere da quell'uomo, ma d'altronde pensavo fossi in pericolo e tu,
piccola
umana, non sei in grado di difenderti da sola...
scusami.
Non sentirò più il dolce battito del tuo cuore,
il tuo profumo particolare che
mi ha colpito dal primo istante, non vedrò più i
tuoi occhi accendersi di
rabbia quando ti punzecchiavo. Ancora ricordo quando ti sei lasciata
abbracciare da me, un uomo. Sei andata contro i tuoi principi... anche
se mi
hai detto che potevi avere amici, non ti ho mai vista abbracciare Lucas
o
Simon... solo io ho avuto il privilegio di farlo.
Ma come tutte le cose belle, presto anche la nostra magia è
scomparsa, rubata
da tua sorella e dal mio rapitore...
Non potrò rivederti mai più, morirò
qui, in questa cella schifosa, di fame, di
sete, o forse avranno pietà di me e mi uccideranno prima,
conficcandomi un
paletto nel cuore.
Non venire a cercarmi, ammazzeranno anche te. Vogliono vendetta e,
senza di me
a proteggerti, l'avranno.
Tu devi vivere, mia piccola umana. A te non devono
togliere il
privilegio della vita. Io sono già morto da troppo tempo
ormai, ma, nelle poche
volte che ci siamo visti, mi hai fatto sentire vivo come non
mai.”
Scivolo contro il muro, ritrovandomi seduto.
”Mi dispiace, non ce la faccio a combattere, sono
stanco, molto, troppo
stanco....”
Mi trovo al buio, in un posto che conosco bene, il Grill. Matt
è lì che sta
servendo ai tavoli, i ragazzi bevono, ridono e scherzano con le
ragazze,
provandoci con loro. Due studenti si stanno sfidando al biliardo,
là in un
angolo.
Io sono seduto al bancone, al mio solito posto, mentre sorseggio il mio
fidato
bourbon, ma come mai prima di adesso, mi sembra di star facendo la
cazzata più
grande del mondo. Persino essere qui, in questo istante, mi sembra
fuori posto.
Mi guardo in giro, ma non c'è nulla di diverso dalle altre
sere, tranne il
fatto che sto aspettando te. Un brivido mi corre
lungo la schiena, come
se stesse per succedere qualcosa di brutto, per me o per te, non so.
Ma non c'è nulla che potrebbe andare storto adesso. Klaus
è morto e con lui
anche i suoi ibridi, ma allora perché non riseco a
scrollarmi di dosso la
sensazione che presto si scatenerà un'altra guerra
sovrannaturale qui a Mystic
falls, dove "non succede mai qualcosa di brutto"?
In questo istante dalla porta entra un uomo, ne sento
l'odore, anche se
è mascherato da qualcos'altro, di molto più
familiare. Il tizio mi si siede
accanto ed ordina un whisky, che gli viene portato subito.
Giro appena la testa verso di lui ed in quel momento noto che porta un
passamontagna nero per non farsi riconoscere. Penso subito ad una
rapina,
niente che non possa sventare con i miei poteri di persuasione. Ma poi
noto che
nessuno si è accorto che è mascherato. Sto per
andarmene via quando il tipo mi
rivolge la parola:
-Sei tu Damon Salvatore?-
Rispondo con un cenno alla sua domanda.
-Allora devi conoscere Talia Salvatore-
Ora sono sicuro che ha tutta la mia attenzione.
-Immaginavo di trovarti qui. E così tu sei qui a sbronzarti
mentre la tua
amichetta è scomparsa-
Scomparsa? Che cavolo stava dicendo? Talia stava benissimo, era nelle
mani (non
proprio felici, ma comunque era meglio di niente) della sorella. Non so
dove
trovo il coraggio per ribattere alla sua affermazione.
-Talia sta benissimo, è a casa sua-
-Ah si? E allora come mai ho addosso l'odore del suo sangue?-
In quel momento realizzo che il profumo familiare è il tuo
sangue. L'uomo tira
giù la zip della felpa e rivela la polo macchiata di un
liquido rosso e denso,
che mi dà alla testa. Mi devo controllare, altrimenti
incomincerò a strappare
il tessuto per averlo.
-Come...?- incomincio.
-Sai, il suo odore è buono, ma il sangue è molto
meglio-
Mi irrigidisco. non voglio che Talia si immischi in queste faccende,
sono più
grandi di lei.
-Vampiro-
Il tizio sorride. -Vieni con me e ti porterò da lei, poi
incominceremo a
trattare la sua liberazione-
Annuisco e, appena sto per varcare la porta del Grill, di nuovo sento
l'odore
del sangue entrarmi prepotentemente nelle narici. Mi giro e
vedo il tipo
squarciare gole come fossero burro fuso. Appena prosciuga una vittima,
la
mutila e questo mi fa venire in mente mio fratello nei suoi periodi da
Squartatore.
Uccide tutti gli avventori del bar, una ventina in tutto, senza che io
possa
muovere un muscolo. Sono troppo scioccato per farlo.
Poi mi si avvicina lentamente con il sorriso sulle
labbra.
-Perché l'hai fatto?- mi sento sussurrare.
-Erano dei testimoni-
-Di cosa?-
-Di questo-
Il vampiro alza un braccio e vedo un coltello balenare nella penombra
del
locale. Mezzo secondo dopo sento un bruciore al braccio e qualcosa
colare sul
pavimento. Il mio sangue fuoriesce dalla ferita molto
lentamente, prima
che lo squarcio si richiuda sotto i nostri occhi.
-Bene, ho lasciato una tua traccia qui, ora possiamo andare-
Non faccio in tempo a muovermi che cado a terra, in preda a forti
spasimi.
-Sul coltello c'era... verbena- sussurro, prima di svenire.
Mi svegliai di soprassalto. Cavolo, mi ero addormentato! Adesso non
avrei
saputo che ore erano.
Mi ricordavo il sogno, purtroppo lo ricordavo molto bene. Come ci ero
finito
lì....
Mi ero lasciato ingannare come un pivellino, un neonato. Dannazione!
Per la frustrazione mi alzai di scatto e sferrai un potente pugno alla
porta,
che non si mosse di un millimetro. In compenso avvertii un forte
bruciore sulle
nocche. Verbena anche qui.
"Ecco perché sono così debole".
Non potei fare altro che sedermi di nuovo nel mio angolino e aspettare.
Aspettarti. Di nuovo.
POV TALIA
Elena stava dando di matto, Matt, che si era inspiegabilmente salvato,
era
sotto shock, Caroline stava parlando a raffica con Jeremy, mentre
Stefan si era
improvvisato uomo di casa e aveva preparato un the calmante a tutti.
Rebekah,
Kol ed Elijah stavano discutendo tra loro a voce talmente bassa che
ancora un
pò e non li avrei sentiti più. Il tutto dopo che
ebbi spiegato con cura tutti i
dettagli della "scena del crimine", come la chiamava Annabeth.
Decisamente aveva visto troppi polizieschi.
Ringraziai il cielo quando il mio cellulare squillò,
allontanandomi dal gruppo
impazzito.
Era una chiamata di Liz, lo sceriffo nonché madre di
Caroline. Voleva mettermi
al corrente della sparizione di Damon, perciò dovetti
mettere in atto tutta la
mia abilità di attrice.
-Pronto, Liz?-
Dietro a me si fece il silenzio.
-Talia, devi venire qui subito!-
-Ehm, dove sarebbe "qui"?-
-Al Grill- Ci avevo visto giusto. Ora lo sapevano anche loro.
-Arrivo subito-
Chiusi la chiamata e mi rivolsi a tutto il gruppo.
-Ragazzi, mi ha chiamato lo sceriffo, devo andare al Grill. Vado a casa
a
prendere l'auto. Ci vediamo-
-Aspetta!- Mi girai verso Caroline.
-Come ci sei arrivata tu qui?-
Sorrisi innocentemente e guardai gli Originali, che si erano messi
comodi ad
osservare al scena.
-Ho corso- risposi semplicemente.
-Sei un vampiro! No, aspetta, il tuo cuore batte, quindi sei un
licantropo!
Stefan, lei è un lupo!-
Rebekah, Kol ed Elijah si stavano sbellicando dalle risate.
A fatica la vampira rispose. -Non... non è un lican... non
è un licantropo!-
-Ci stavi andando vicino quando hai detto vampiro!- aggiunse Kol.
-Spiegate voi, io devo andare-
Elijah mi rispose con un cenno e poi tornò a dedicarsi alla
discussione.
Mi girai e imboccai il corridoio. Quando varcai la porta il vento
freddo di
metà ottobre mi investì, risvegliando i miei
sensi.
Poi incominciai a correre.
POV LIZ
Stavo aspettando Talia. Oh, eccola che arrivava.
La ragazza scese dall'auto e si diresse spedita verso di me.
-Cos'è successo?-
-Pluriomicidio-
-O...ok-
Mi guardai intorno. non avevo nessuno intorno, i miei agenti stavano
facendo i
rilievi.
-Abbiamo ragione di credere che l'assassino sia un vampiro-
La vidi irrigidirsi e mi chiesi come mai.
-Su che basi gettate quest'ipotesi?-
-Là dentro ci sono venti cadaveri orrendamente mutilati e
prosciugati per la
maggior parte del sangue- dissi, indicando il Grill con un dito.
Talia emise un gemito di gola, come se avessero appena dato un pugno
nello
stomaco.
-Avete trovato niente di sospetto?-
-Nulla finora. Aspetteremo il risultato delle analisi delle impronte
trovate
sui corpi-
La vidi annuire.
-Perché avete chiamato me? Damon era in gita?-
-No, non risponde al cellulare. Non sappiamo dove sia- risposi.
Mi girai verso di lei, dovevo tentare il tutto per tutto.
-Senti, so che sai che Damon è un vampiro. Come io so che
non sei umana-
Si irrigidì di nuovo e sgranò gli occhi.
-Adesso io ti chiedo, cosa sei?-
Distolse lo sguardo da me e lo rivolse ad una barella su cui un
cadavere faceva
bella mostra di sé.
La sentii sospirare.
-Diciamo che sono una vampira-
Sollevai il sopracciglio destro. -Diciamo?-
-Mio padre biologico era un vampiro già trasformato quando
ha avuto me e mia
sorella, quindi noi siamo mezze vampire-
Ero sbigottita. Non bastavano gli ibridi, ora ci si mettevano anche i
vampiri a
metà. Sbuffai.
-Tu sai che mia figlia è un vampiro?-
-Caroline? Si...-
-E i Salvatore? Elena?-
Annuì.
-Posso farti una domanda?-
-Non me l'hai già fatta?- Dio, quanto assomiglia a
Damon!
-Hai i sensi sviluppati dei vampiri? E la super velocità e
la super forza?-
-Guarda che non siamo supereroi! Comunque sia, sì-
Bene, mi serviva qualcuno come lei nel Consiglio.
POV TALIA
Ma quante domande che mi faceva Liz!
Meno male che non mi ha
chiesto chi fosse mia madre, mi avrebbe ammazzata sul colpo!
-Dovresti far venire qui mia figlia e
i suoi amici,
potrebbero esserci utili-
Annuii. In fondo era una bella
proposta.
Afferrai i cellulare e avviai la
chiamata a mia sorella.
-Che è successo? Stai
bene?- Mamma mia quant’è apprensiva!
-Si, mammina!-
-Ahahah, ma quanto fai ridere- mi
rispose sarcastica.
Poi sentii qualcuno afferrare il
cellulare di Annabeth e
strapparglielo di mano.
-Talia!-
-Ahio! Non urlare! Udito
supersviluppato, ricordi?-
-Si, scusa! Allora, trovato qualcosa?-
-Mmmh-
-Che è mmmh?-
-Liz pensa che dovreste venire qui,
sai per la faccenda troviamo
tutti insieme chi ha fatto il casino al Grill e allo stesso tempo
troviamo
Damon che ci può aiutare…-
-Chi deve venire?-
-Caroline, Stefan, Annabeth, Lucas,
Simon, Elena?-
-No, Elena no. Non è
ancora in grado di controllarsi- sentii
attraverso l’apparecchio. Ecco lo Stefan apprensivo.
-Allora solo voi cinque- gli risposi.
-Ed Elena dove la lascio?-
-Con Cassie ed… Elijah-
continuai abbassando la voce.
-D’accordo, arriviamo-
Nel giro di cinque minuti erano tutti
qui.
Appena Stefan e Caroline sentirono
l’odore del sangue si
tapparono il naso e la bocca con le mani.
Mi avvicinai allo scempio.
Vicino alla porta c’erano
alcune macchioline di sangue
dall’odore diverso.
-Avete dei guanti in lattice?- chiesi
ad un paramedico, che
me li diede subito.
Con la punta dell’indice e
del medio raccolsi un po’ di quel
liquido e mi avviai verso i miei amici. Stefan mi guardava con gli
occhi
sgranati mentre mi avvicinavo a lui.
-Pensi sia di tuo fratello?-
Lui annuì. Non voleva
rischiare di staccarmi una mano a
morsi.
-Ma c’è un odore
strano…- Annusai quel sangue. Poi ci
arrivai.
Verbena. Lo avevano avvelenato.
Spazietto
dell’autrice:
Allora, come state? Io
benissimo…
Pure io!
Ehi, e io chi sono?
Ovviamente anche io sto benissimo!
Ok, ora che avete fatto le vostre
entrate posso continuare?
Bene. Il capitolo è stato un parto, soprattutto il POV LIZ,
non sapevo quanto
sapesse, quindi ho ipotizzato che fosse a conoscenza di tutto quello
che era
accaduto a MF negli ultimi mesi.
Alcuni mi hanno detto che Damon e
Talia sono diventati amici
troppo in fretta. Loro sono simili, entrambi sono stati rifiutati in
amore; e
soprattutto dovevano diventare amici, perché quando lei lo
salverà e lui verrà
a conoscenza della sua natura, saranno guai per la coppietta!
Come vedete non ho inserito la voce
misteriosa, ma sarà
qualcuno di importante nel passato delle sorelle, soprattutto di Talia.
Altri mi recrimineranno che Damon si
è lasciato convincere
troppo in fretta, ma dovete capire che lui a Talia ci tiene, come
terrebbe ad
Elena…
È
innamorato…
Ma la pianti di dire
scemenze??? Non è innamorato, vero??
Direi che è un
po’ prestino per parlare di amore…
soprattutto quando si hanno delle parentele davvero schifose come
quelle di
Talia…
Umpf?!?
Umpf?!?
Spoiler!!
(per
chi non lo sapesse, questa è la parola preferita della
dottoressa Song, amica
del Dottore in Doctor Who, che consiglio vivamente)
Finalmente si muovono!
Damon
è sparito, e loro che fanno? Pretendono che Talia rimanga
lì a spiegare tutto…
Che tutto in realtà non
è, però…
Cosa?
Cosa manca?
Non lo posso dire, lo scoprirete
leggendo il cappy come
tutte le altre persone!
NOOOOO!
NOOOOO!
*mio sorrisetto malefico*
*all’improvviso compare un
uomo sulla quarantina, vestito da
fattorino. Era magro, con i capelli neri e ricci sotto il casco
coloniale
bianco, e aveva un borsa da portalettere sulla spalla. Fonte: Percy
Jackson
e gli dei dell’Olimpo: il Mare dei Mostri*
Divino Ermes!
Percy! Che piacere
rivederti!
E a me fa piacere rivedere
lei…
Aryela!
Divino Ermes…
Allora, ho saputo che sei
diventata una dea… non sai quanto mi fa piacere! Sai
già di cosa?
No…
Beh, te lo dico
io… sei la
dea del ghiaccio! Guarda!
*la mia mano era ricoperta da una
leggera brina che poi si
trasformò in una patina ghiacciata. Ero bocca aperta*
Ora devo andare, stammi
bene,
ghiacciolo. *e il dio sparì in una
nuvoletta verde*
Ok ghiacciolo, se nessuno
ha
più nulla da aggiungere, possiamo chiudere
quest’angolino…
Si, ma prima vi devo chiedere di
recensire, anche solo un
piccolo commentino mi va benissimo. Noto che il primo capitolo ha
più di 250
lettori e solo due recensioni. Farmi sapere cosa pensate del capitolo
non vi fa
male, almeno penso…
Ok, adesso possiamo darvi
appuntamento al prossimo cappy.
Da Aryela&Percy&Neal:
Ciaoooooo!
P.S.: per chi avesse pietà
di me, mi potete inviare
un’immagine per la storia, da usare come copertina? Please!!!
Potete inviarle a
vampyre4e@hotmail.it, sceglierò quella migliore e ovviamente
leggerò e
recensirò tutte le storie dell’autore che mi
avrà inviato l’immagine… Thanks!
|
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Capitolo 8 *** Parentele pericolose parte 1 ***
Parentele pericolose parte 1
Allora,
aggiornamento
linguistico: ghiaccio, in greco moderno,
è Πάγος (leggere
Págos). Quindi
è il nome greco di… me stessa. Grazie per aver
letto. Vi lascio al capitolo,
so… ENJOY!
Ringrazio
enormemente _Want u Back_ per l'immagine. Un bacione, spero che il
cappy ti piaccia.
PARENTELE
PERICOLOSE PARTE 1
POV
TALIA
Dopo
un attimo di indecisione mi alzai e mi diressi verso mia sorella.
-Dobbiamo
dirigerci verso Charlotte, tutti quanti. Stefan, prendi la tua auto e
di a
Bekah di prendere la sua. Ci faranno comodo due auto in più.
Verranno anche gli
Originari. Lucas, Simon, voi venite con me e Cassandra, Annabeth, tu
invece
andrai con Elena e la proteggerai ad ogni costo, intesi?-
-Non
ne sono felice, ma va bene-
-Che
sta succedendo qui?- La madre di Caroline ci aveva raggiunti.
-Liz,
noi andiamo a scovare Damon, ci serve il suo aiuto per trovare il
pluriomicida-
-D’accordo,
vi metto a disposizione alcuni miei agenti…-
-Liz,
non è necessario. Andremo noi-
-Ok,
ma state attenti. Soprattutto tu, Caroline. Non voglio che tu muoia
impalettata-
-Si,
mamma-
-Bene,
chiamatemi se avete bisogno di me-
Annuimmo
in coro.
Tempo
cinque minuti e Rebekah, Kol, Elijah, Elena, Cassandra, Jeremy e Stefan
ci
raggiunsero. Matt era andato a casa, era l’unico non
protetto/sovrannaturale di
tutti noi, quindi era quello
più a rischio.
Il
gruppo sovrannaturale di Mystic Falls era riunito e mi stavo chiedendo
come
faceva la cittadina a non esplodere con tutto questo potere concentrato
in così
poche persone.
Con
questi pensieri che mi albergavano in testa ci dividemmo nelle varie
auto e
partimmo per Charlotte.
Due ore e mezza
dopo…
Avevo
guidato per un periodo che mi sembrava interminabile e stavo aprendo
una fila
di tre auto che sfrecciavano silenziose nella notte per arrivare fino a
quella
stramaledetta cittadina della Georgia. Cassandra accanto a me
continuava a
tenere d’occhio la posizione di Damon. Non so come facesse
dato che non aveva
candele con sé. Bah, miracoli della magia.
-Dove
andiamo di preciso, Navigatore Hemsworth?-
Sbuffò.
Io sorrisi.
-Al
cimitero- bofonchiò.
-Ok-
E mi diressi verso il campo santo della città. Appena
arrivammo scendemmo tutti
dalle macchine. Eravamo il gruppo di creature sovrannaturali
più strano che si
fosse mai visto: tre Originali, quattro mezzi vampiri, una strega, tre
vampiri
normali e un umano che non poteva morire grazie ad un anello magico.
Eravamo
proprio messi bene.
-Ok,
entriamo- sussurrai.
Aprii
lentamente il cancello, che cigolò come in tutti i film
horror che si
rispettino, facendomi venire la pelle d’oca.
A
completare il quadro si alzò un vento freddo che fece
battere i denti a Cassandra.
Avvertii
un pizzicorio alla base della nuca, come se qualcuno mi stesse
osservando da
dietro. Mi girai di scatto ma non vidi nessuno.
-Tutto
ok?-
Annuii
in risposta, anche se avevo il battito del cuore a mille.
-Andiamo-
sussurrai.
-Nella
cripta- mi disse Cassandra.
-Grandioso-
commentai, sempre a bassa voce.
Però
non feci in tempo a fare un passo che una forza sconosciuta mi
scaraventò
duecento o trecento metri a destra del punto dove mi trovavo mezzo
secondo
prima. Atterrai bruscamente di schiena, rotolando diverse volte prima
di
sbattere la testa contro una lapide che si frantumò.
Sbattei
le palpebre per qualche secondo, ci vedevo doppio. Mi alzai velocemente
cercando di ignorare il lieve senso di vertigine che mi aveva colto.
Una
figura incappucciata se ne stava mollemente seduta sopra una lapide,
facendo
dondolare la gamba. Non vedevo il suo viso, ma ero sicura stesse
sorridendo.
Poi
l’individuo saltò giù dalla pietra
sepolcrale e mi si avvicinò lentamente,
dimostrando una grazia propria solo dei vampiri.
Afferrai
il paletto di legno che portavo sempre nello stivale, pronta ad sua
mossa. Che
non arrivò mai.
Il
mio assalitore si girò e s’incamminò
verso la cripta, sparendoci dentro.
POV
DAMON
Ero
ancora in quella dannata cella, pregando che Talia non venisse mai a
tentare di
salvarmi. Da quanto avevo sentito, avevo capito che il mio rapitore ce
l’aveva
con lei e la sorella per un motivo che non avevo afferrato bene, ma che
lui
riteneva abbastanza valido per vendicarsi. Praticamente io ero
l’esca per farla
venire fino qui. Una situazione grandiosa.
La
porta di legno si aprì, distogliendomi da quei pensieri
lugubri.
-I
tuoi amici sono qui. Anche la tua amichetta-
Emisi
un debole ringhio. Le mie preghiere non erano state ascoltate. Ma
d’altronde
ero un vampiro, una creatura dannata, chi mai darebbe ascolto alla mie
suppliche di risparmiare qualcuno?
Il
tipo sogghignò e si abbassò il cappuccio. Rimasi
basito: assomigliava in modo
inquietante ad Annabeth. Stessi capelli biondi, stessi lineamenti,
stessi occhi
verde chiaro.
-È
ora- E mi incatenò senza sforzo alla parete. In quel momento
non ero più forte
di un bebè. La verbena crebbe magicamente attorno ai miei
piedi ed alle catene,
bruciandomi i polsi. Repressi un gemito di
dolore. Era come essere toccati
dall’acido.
-Ti
fa male? Vedrai, è ancora niente- e sentii qualcosa
penetrare il mio stomaco.
Poi un bruciore incredibile.
Gridai
forte per far arrivare qui i miei amici il più in fretta
possibile, per far
terminare quella tortura. Avvertii dei passi concitati e vidi la figura
sfocata
di Talia ad un centinaio di metri da me.
Prima
di scivolare nell’incoscienza senza dolore la mia
piccola umana sussurrò qualcosa che mi gelò.
-Padre-
Spazietto
dell’autrice:
ommioddio!!!!
Il rapitore è il padre di Talia e
Annabeth!!! Sono sconvolto!!!
Già,
anch’io! Erano queste le parentele schifose cui
hai accennato nel capitolo precedente??
Sì,
e no. Cioè, questa è una,
c’è n’è
un’altra…
Quale?
Posso
solo dire che tutti la conoscono…
È una lei? Chissà
com’è…
Neal!!
*lui
mi sorride ed io mi sciolgo come il burro nella pentola*
*alzo
gli occhi al cielo per non arrossire*
Bene,
se non avete nulla da dire posso concludere questo spazietto…
NO…
Chi ha parlato?
Ma io
questa voce la conosco!
Bene,
ora so che hai perso la testa…
Salve nipoti…
*appare
un tipo vestito come Mick Jagger (cantante dei Rolling Stones), capelli
e occhi
nerissimi, pallido come un morto, che non calcola minimamente Neal*
Divino
Ade…
Perseus Jackson,
sei ancora vivo, vedo… ma ricordati che
hai un conto in sospeso con me.
Si, mio signore.
*il
tipo si rivolge a me e io voglio farmi piccola piccola*
Ecco qui la nuova
dea. Mi hanno praticamente obbligato a
venire qui a porgerti i miei saluti. Quindi,… benvenuta in
famiglia.
Ehm,
grazie mio signore.
Sei gentile per essere
la dea del ghiaccio. Mi auguro abbraccerai la
tua nuova natura molto presto… adesso devo andare. Nuove
anime da smistare *e scompare sotto i
nostri
occhi*
*Neal
è leggermente scioccato per aver sfiorato la morte in
persona. Percy lo guarda
comprensivo. Strano*
Che
voleva dire “mi auguro abbraccerai la tua nuova natura molto
presto”?
*Percy
si stringe nelle spalle*
Bene,
ora possiamo concludere questa nuova puntata dello spazietto spastico,
recensite in tanti. Alla prossima!
Aryela&Percy&Neal
P.S.: *appare
Zeus*
So
che mio fratello ti ha fatto visita. Tutto bene?
Certo,
perché lo chiede?
Perché
io sono… tuo padre!
|
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Capitolo 9 *** Parentele pericolose parte 2 ***
Parentele pericolose parte 2
Buon
venerdì 17 a tutti! Prima di tutto volevo fare gli auguri a mia mamma che
domani compie 49 anni, anche se ne dimostra 10 di meno! E ora eccomi di nuovo
qui con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia. ENJOY!
ringrazio ancora _Want u Back_ per questa splendida immagine. mi piace molto il tuo crossover TVD-1D
PARENTELE PERICOLOSE PARTE 2
POV
TALIA
-Padre-
Mi
è sfuggito, questo sussurro rivelatore ha fatto girare verso di me tutti
quanti, tranne Annabeth. Lei sapeva cosa stavo provando. Nemmeno lei ha mai
conosciuto colui che ci ha dato la vita.
Mio
padre sogghignò. Lucas e Simon ringhiarono.
-No-
dissi -lui è mio-
In
un attimo il mio viso si trasfigurò, diventando del tutto simile a quello dei
vampiri. Un cupo brontolio nacque dal profondo della mia gola, sfociando in un
verso sordo e minaccioso.
-Se
vuoi mettermi paura devi impegnarti di più, assomigliavi incredibilmente ad
Edward Cullen-
-Smettila
di parlare e fammi vedere di cosa sei capace. Avanti, fatti sotto-
-E
beccarmi un paletto in pieno petto? No, grazie, non ci tengo. Lascerò che siano
i miei amici a farti la pelle, figliola-
-Non
chiamarmi in quel modo, non sei mai stato presente per prenderti cura di noi,
non sei mai stato vicino alla mamma, non sei stato un padre per noi-
-Eravate
in buone mani-
-Sicuramente
migliori delle tue- ribattei. Lui si strinse nelle spalle e fece segno a
qualcuno che stava nascosto nell’ombra e dalle tenebre serali comparvero un
centinaio di figure.
-Divertitevi
a morire-
-Mi
divertirò quando vedrò la tua di morte-
Lui
sorrise e scomparve in una folata di vento. Bene, ne mancavano solo altri
cento.
Afferrai
entrambi i paletti, sebbene avevo la sensazione che quelli non fossero solo
vampiri.
-Annabeth,
Lucas, Simon, Cassie- I miei amici e mia sorella risposero alla mia chiamata
facendo un passo in avanti.
-Tu
vai, a loro ci pensiamo noi-
Annuii.
Sapevo che avrebbero fatto un buon lavoro, come sempre.
Scattai
verso sinistra a velocità lievemente inferiore a quella vampiresca, sperando
che i vampiri rivolgessero la loro attenzione solo ai quatto ragazzi che si
erano fatti avanti, attirando la loro attenzione.
Purtroppo
uno di loro mi vide e diede l’allarme. Un gruppo di venti avversari circa tentò
di assalirmi e per un soffio riuscii a scansare tutti colpi volti a
rallentarmi. Tuttavia mi constrinsero a voltarmi e ad iniziare una dura
battaglia.
Quando
conficcai un paletto nel cuore di un vampiro e la sua pelle non divenne grigia,
ebbi la conferma del mio sospetto. Anzi, il tipo estrasse il bastone appuntito
dal cuore e lo lanciò lontano, ricominciando a combattere.
-Ibridi!-
gridai.
-Allora
ci vogliono le spade! Tieni!- E mia sorella mi lanciò uno spadone a due mani
completamente fatto d’argento. Con quello disegnai un arco nell’aria e
decapitai al primo colpo uno di loro.
Iniziai
a menare fendenti di qua e di là e ne uccisi molti, ma continuavano ad
arrivare, sottraendo lavoro ai miei amici. Evidentemente volevano me.
D’un
tratto sentii un dolore alla mano sinistra mentre uno strano quanto forte
bruciore si faceva strada lungo il mio braccio.
Vidi
mia sorella che si faceva strada verso di me accompagnata da Lucas e Simon. In
breve tempo gli ibridi morirono tutti, chi decapitato, chi col cuore strappato
dal petto. Stefan e Caroline si erano fatti avanti e avevano liberato Damon che
continuava a parlare a vanvera. Continuava a ripetere che gli avevo mentito su
tutto e che presto mi avrebbe preso a calci nel sedere.
-Ci
rivedremo presto- sentii la voce di mio padre risuonare nell’ampio spazio della
cripta, seguita da un’agghiacciante risata.
-Io
sarò qui ad aspettarti, capito?- ribattei.
-Non
direi, visto che tra poco morirai-
-Talia…-
Mi girai verso Annabeth che mi aveva chiamata con voce tremante. Aggrottai le
sopracciglia, la sua voce non aveva mai tremato.
-Cos’è
quello?- chiese indicando la mia mano sinistra. La alzai e notai qualcosa che
prima non avevo visto. Le dita erano completamente rosse di sangue che
fuoriusciva da uno squarcio sulla parte inferiore della mano. Poi guardai bene.
La ferita aveva una strana forma, semicircolare. Sgranai gli occhi.
-Un
morso. Uno di quei dannati mi ha morso!- urlai, facendo girare tutti, compresi
Stefan e Caroline.
Mi
girai velocemente per trovare del sangue di ibrido per curarmi. Pessima mossa.
Iniziò a girarmi la testa così in fretta che le mie gambe cedettero. Chiusi gli
occhi in attesa di un impatto con il terreno che non arrivò. Qualcuno mi aveva
afferrata prima che cadessi sulla dura pietra del luogo, ma non mi sembravano
le braccia di Annabeth, anche se mi erano famigliari.
No,
quella decisamente non era la voce di mia sorella.
POV
KATHERINE
-Talia,
dannazione, lo sai che il morso dei licantropi è simile al cianuro, e tu ti
butti in mezzo a loro come se non aspettassi altro. È una condanna a morte!-
Guardai
la bionda davanti a me.
-Annabeth!
Raccogli un po’ di quel sangue, presto! Annabeth!-
Niente,
non si muoveva. Sembrava in catalessi.
-Se
la vuoi salvare ti devi muovere!- Nulla, una statua di sale si muoveva più di
lei.
Allora
mi rivolsi ad uno dei suoi amici. –Simon! Prendi un po’ di sangue di ibrido!-
Grazie
al cielo lui si mosse e in breve tempo riuscimmo a far bere a Talia abbastanza
liquido da metterla fuori pericolo. Avrebbe dormito per almeno due giorni, ma
almeno non sarebbe morta. Potevamo tirare un sospiro di sollievo.
Ma
non era ancora finita. Damon si stava riprendendo ed era fiancheggiato dal
fratello, da Caroline, la mia doppelganger e dal suo fratellino umano.
-Katherine?
Che ci fai qui?-
-Non
vi deve interessare, tra al massimo tre giorni me ne vado-
-Perché
sei qui?-
-Vi
ho già fornito una risposta esauriente-
-No,
io non credo-
Mi
alzai. Mi aveva fatto arrabbiare. E una Katherine arrabbiata e preoccupata era
un mix letale.
-Ok.
Sono venuta per lei- e indicai Talia che stava dormendo come un ghiro sul
pavimento freddo della cripta.
-Che
vuoi da lei?-
-Le
ho salvato la vita, vi basta sapere solo questo-
-No
che non ci basta-
La
mia deliziosa copia, ormai vampira, si era fatta avanti, reclamando maggiori
informazioni.
-Sei
una stronza manipolatrice mentalmente instabile, perché dovrebbe importarti
qualcosa di Talia?- continuò.
-Già,
perché dovrebbe?- ribattei veloce. Annabeth alzò gli occhi al cielo, divertita.
In
quel momento Talia si svegliò con un gemito strozzato e aprì gli occhi,
leggermente assonnata.
Si
alzò lentamente e sbadigliò mentre mugugnava qualcosa di incomprensibile.
-Ben
svegliata- esclamai.
-Ma
quanto ho dormito?-
-Qualche
minuto- le risposi con un sorriso sincero. Lei strabuzzò gli occhi si risedette
di botto sul pavimento. Mi guardò sgomenta.
-Speravo
almeno in qualche ora!-
-Ti
è andata male- risi.
Mi
scoccò un’occhiata di fuoco e chiuse gli occhi. Sembrava distrutta.
-Sentite,
perché non ne parliamo alla pensione? Si sta più comodi e così almeno Talia la
smette di imitare una foglia?-
Il
gruppo davanti a me guardò la diretta interessata e solo allora si accorse che
la ragazza era scossa da violenti brividi che la destabilizzavano sempre di
più. Mi avvicinai e le aprii la bocca, mentre con i miei canini mi squarciai il
polso destro, avvicinandolo alla faccia.
-Bevi,
ti farà bene-
Lei
mugugnò qualcosa in protesta ma alla fine si lasciò convincere.
-Adesso
staccati, altrimenti mi prosciughi-
Le
pulii la bocca e la presi in braccio. Lei appoggiò la testa contro il mio
braccio e chiuse gli occhi. Il suo respiro si regolarizzò in breve tempo.
Lentamente,
come in processione, ci dirigemmo tutti verso le auto. Caricai sui sedili
posteriori il corpo addormentato di Talia e mi sedetti dietro con lei in modo
tale da avere la testa sulle mie gambe mantenendo la posizione orizzontale di
lei.
Chiusi
gli occhi toccandole lievemente i capelli. Sapevo che le piaceva sentire
scorrere le dita tra le ciocche corvine. Rilassava persino me.
Mi
lasciai andare e mi addormentai sul sedile.
Mi
svegliai appena l’auto si fermò. Mi guardai intorno e vidi la pensione del
Salvatore. Scendiamo tutti dalle auto e Lucas prende in braccio Talia come se
fosse una bambina. Entrammo tutti ma Stefan mi spinse fuori. Voleva parlare
solo con me.
-Vedo
che Damon si è ripreso-
-Già,
erano solo qualche taglio e le bruciature da verbena-
Annuii.
Non sapevo cosa dire o fare. Era una situazione nuova per me.
-Perché
l’hai salvata? Che legame hai con lei?-
-E
lui invece?- chiesi senza rispondere alla domanda del ragazzo.
-Sono
amici- rispose.
-Amici-
ripetei.
-Si-
confermò Stefan seccamente.
In
quel momento la porta si aprì e ne uscirono Elena e Caroline.
-Talia
e Damon stanno dormendo come bambini, lui nella sua stanza mentre lei in quella
più lontana da lui- riferì la bionda.
La
bruna mi guardò con sfida. –Rispondi alla domanda di Stefan, perché l’hai
salvata? È una tua amica? Oh, già, giusto, tu non hai amici-
Sorrisi
per la sua ingenuità.
-No.
Vi basti sapere che ha più o meno la mia età di vampira-
-Uff,
smettila di girarci intorno e di quello che devi dire, alla svelta- sentimmo
arrivare da dentro la casa.
-Ok,
ok, siete pronti per la bomba?-
Sfoderai
il mio sorriso pericoloso mentre rispondevo: -Talia è mia sorella-
Spazietto
dell’autrice:
Tu ci farai morire, sul serio.
Ecco
chi era!
Stavo parlando io, pinguino!
Anche
io, calamaro!
Basta,
piantatela! Commentate il capitolo invece di litigare come bambini!
Ok, ok… allora, la tipa che ci hai detto essere la sorella
di Talia è Katherine? Oh cavolo!
Già! Ho visto le tre stagioni e devo dire che Katherine è
il personaggio che mi è piaciuto di più.
Bene!
Perché nel prossimo capitolo, “Parentele pericolose parte 3”, sarà proprio
bellissimo!
In che senso?
Le
fan (3) del Tamon mi ammazzeranno, lo so già, ma mica tutto può essere rose e
fiori, no? Non sono sicurissima del combattimento, né del discorso di Kath con
Stefan alla fine, ma vedrò cosa mi direte voi.
Bene,
non sono in vena di fare il solito angolino spastico, the_rest_of_me mi
ucciderà per questo, perciò chiudo qui lo spazietto dell’autrice.
Da
me che mi sto trasformando in un ghiacciolo vivente, Percy-calamaro e
Neal-pinguino vi dico: alla prossima!
Ciao!!!
Ciao!!!
Ciao!!!
Aryela&Percy&Neal
P.S.:
Non riesco più a muovere il braccio sinistro!
Per
forza, è completamente ghiacciato!
Possio staccarti le dita e usarle per rinfrescare la mia bibita!
Fallo
e ti stacco io stessa la testa e ci gioco a punching ball!
|
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Capitolo 10 *** Parentele pericolose parte 3 ***
Parentele pericolose parte 3
Sono
tornata!!! Si, lo so, non ho aggiornato per un mese e mezzo, ma
sono partita il 2 e sono tornata il 15 settembre da una vacanza studio
in
Scozia, ad Edinburgo. Ho comunque continuato a sfornare idee per la mia
storia,
in attesa di risentirvi tutti. E poi questo è stato un
capitolo difficile da
scrivere, Talia non deve gettarsi tra le braccia di Damon
così in fretta (anche
se io lo farei molto volentieri) e mandare a … tutti i suoi
propositi di non
innamorarsi più. Per quanto riguarda la copertina della
storia, ormai ci ho rinunciato. So che vi sto tediando, per cui vi
lascio al cappy. ENJOY!
PARENTELE
PERICOLOSE PARTE 3
POV STEFAN
-Talia
è mia sorella-
Erano
passati due giorni da quell’affermazione e non ero stato
fermo un secondo.
Almeno, così mi sembrava. Erano tutti agitati, la tensione
era palpabile
nell’aria.
L’unica
che sembrava essere il ritratto della tranquillità era
Katherine. Seduta
comodamente sul divano di pelle davanti al fuoco con in mano un
bicchiere di
liquido rosso, la vampira non ci aveva degnati di uno sguardo, ma io
sapevo che
sorrideva. Si, sorrideva, come solo una vampira pazza come lei sapeva e
poteva
fare.
Mancavano
ancora Talia e Damon, anche se, secondo la Petrova, la ragazza si
sarebbe
svegliata a breve. Ed infatti…
-Ragazzi,
che succede? Perché sono tutti agitati?-
Poi
vide Katherine. Dal suo sguardo sorpreso sperai che tra loro non
scorresse buon
sangue.
-Che
ci fai qui, Katerina?-
-Uff,
sempre con quel nome. Voglio essere chiamata con la mia versione
inglese. É più
moderna-
-E
da quando una vampira di cinquecento anni è moderna?-
replicò Talia, mentre
Katherine si alzava dal divano e le si avvicinava lentamente.
-Ho
vuotato il sacco- ammise la più anziana. L’altra
alzò un sopracciglio.
-Quanto
hai detto e quanto sanno?- Era diventata improvvisamente seria ed
ansiosa.
-Solo
della parentela, il resto è venuto da sé. Ma
visto che non ne parlano non so
quanto abbiano capito-
Talia
annuì. Sembrava abituata a questo tipo di cose.
Sentimmo
un trambusto al piano di sopra e Damon comparve sulle scale. Si
bloccò quando
vide Katherine.
-Tu
che ci fai qui?-
-Oh,
si, sto bene grazie. Anche a me fa piacere rivederti Damon-
Poi
mio fratello divenne una statua di sale notando Talia. Il suo volto si
trasformò all’istante mentre inchiodava la ragazza
al muro dietro di lei con la
mano stretta attorno al suo collo.
-Chi
sei? Cosa sei? Devi dirmi tutto!- ordinò lui..
Talia
sorrise. –No-
-Non
sei nelle condizioni per dare ordini, non trovi?- disse, riferendosi al
fatto
che la teneva per la gola, letteralmente.
Il
sorriso della ragazza si trasformò in un ghigno carico di
cattiveria.
Un
attimo prima Damon la bloccava al muro con una forte stretta, e un
attimo dopo
era disteso a pancia in giù sul pavimento, con Talia a
cavalcioni su di lui che
gli teneva la testa schiacciata a terra e il braccio destro piegato
innaturalmente
dietro la schiena.
-Adesso
chi è che non è nella posizione adatta per
comandare?-
-Lasciami
andare, piccola bugiarda! Mi hai mentito!-
-Io
preferisco chiamarla omissione di verità. È
più elegante, sai-
-Te
lo do io l’elegante. In testa però!-
-Mmmh-
Vidi
i suoi occhi assottigliarsi pericolosamente. Venni preso dal panico e
decisi di
intervenire.
-Dai,
ti prego, lascialo andare. Ora non è in sé-
Lei
mi guardò.
-E
non lo sarà mai- rispose. Ma si spostò e
andò a posizionarsi accanto a
Katherine. Damon si alzò dal pavimento con un mugolio di
dolore: Talia gli
aveva spezzato il braccio.
-Come
ti sei permessa?- bofonchiò lui, arrabbiato.
-Potrei
farti la stessa domanda-
La
voce della piccola Salvatore-Petrova era composta, gelida. Mi vennero i
brividi
solo a sentirla. Non volevo sapere cosa avrebbe fatto a Damon se fosse
esplosa.
-Quando
mi avresti detto cosa sei?-
Lei
abbassò gli occhi. –Quella sera volevo dirtelo, ma
tu ti sei fatto prendere da
mio padre!-
-Tuo
padre?-
-Sì,
il vampiro che ti ha rapito era il mio grazioso paparino che, appena io
ho
compiuto sei anni, portò via me e mia sorella da casa nostra
e ci abbandonò nel
bosco. Grazie al cielo passavano di lì gli Originali,
altrimenti saremmo
morte!-
Damon
era sbigottito, esattamente come me.
-Ma
si può sapere che diavolo sta succedendo qui?- Rebekah,
accompagnata dai
fratelli e dal resto del gruppo, arrivò nel salone, ormai al
completo.
Talia
la guardò in cagnesco.
-Ma
che ho fatto?- sbottò l’Originaria.
-Niente,
niente…-
-Damon!
Che le hai fatto?- La vampira millenaria esigeva delle spiegazioni?
Bene, se
mio fratello non voleva fornirgliele, l’avrei fatto io!
-Ehm, Bekah… Damon…-
-L’ho
chiesto a Damon, non a te. Sparisci!- mi liquidò. Kol si era
fatto avanti
minaccioso emettendo un ringhio basso e gruttuale. Non potei fare altro
che
obbedirle.
Mi
dileguai al piano di sopra, tendendo comunque un orecchio alla
conversazione
rimasta di sotto.
-Allora,
volete rispondermi?-
POV
ELENA
-Talia
mi ha mentito, non mi ha detto la verità- rispose Damon.
-Talia!-
la redarguì Rebekah.
-Te
l’avrei detto la sera stessa!- La ragazza ignorò
l’amica e continuò a
battibeccare col vampiro, che le rispose prontamente per le rime.
-E
chi me lo conferma, eh? Tua sorella non voleva nemmeno che ci vedessimo
quel
giorno!-
-Dovrai
credermi sulla parola-
-Non
ci penso nemmeno, non esiteresti ad ingannarmi di nuovo-
-E
chi te lo dice? Non tutte le Petrova sono uguali, no? Lo sai benissimo,
perfino
meglio di me-
-Non
so a cosa tu ti stia riferendo- ribattè lui.
-Certo,
come no-
Era
strano vederli bisticciare, sembrava quasi di veder Damon parlare con
il suo
riflesso nello specchio.
-Resta
il fatto che mi hai mentito- riprese il vampiro.
-Non
è vero! Io mi fidavo di te, te l’avrei detto!-
-Ti
fidavi?- chiese Damon, stupito.
-Sì,
stupido idiota che non sei altro! E tu, per un banale equivoco, stai
facendo
regredire tutto!-
Il
fratello del mio ragazzo sgranò ancora di più gli
occhi.
-Io
me ne vado- annunciò Talia.
-Cosa?
No!- urlò il vampiro, afferrandola per un braccio e
costringendola a fermarsi.
-Che
vuoi?- Il tono della ragazza era talmente carico di rabbia e disprezzo
che
Damon non potè fare altro che lasciarla andare.
-Prima
litighi e poi vuoi che rimanga qui? Sei un incoerente!-
-Cosa?!?
Ma ti sei sentita?-
-Certo!
Non ti sei mai visto allo specchio?-
-Lo
so che sono il più bello, ma non c’è
bisogno di fare tutto questo giro di
parole per dirmelo- disse Damon con un sorrisetto malizioso che non
prometteva
nulla di buono, ma su Talia non sembrava avere effetto.
Infatti…
-Vuoi
sapere cosa sei? Sei un idiota senza cervello, uno stupido, un
cretino…-
-Non
ti permettere mai più!- la interruppe lui, alterandosi.
-Oh,
non preoccuparti di questo, Damon. Me ne vado, così non
potrai sentirmi mai
più- e si diresse verso la porta.
-Talia
-la richiamò Katherine- non fare il mio stesso errore-
La
ragazza annuì e si girò di nuovo verso il vampiro
dagli occhi celesti.
-Fidarmi
di te è stato l’errore più grande che
avessi mai potuto fare. Tu non meriti
fiducia-
In
un attimo la mezza vampira fu fuori e nella casa calò il
silenzio. Stefan scese
le scale e guardò verso l’ingresso con aria
assorta.
-Talia
ha ragione- proferì.
-Cosa?-
disse Damon girandosi verso il fratello, che puntò i suoi
occhi verdi in quelli
ghiaccio del maggiore.
-Sei
un idiota- continuò il minore. –Ti ha dato fiducia
e tu nemmeno l’hai
ascoltata. Mi hai deluso-
-Ho
di meglio da fare che compiacere te- replicò il corvino.
-Ah,
si? Come ad esempio tentare di fregarmi la ragazza?- sputò
velenoso Stefan.
Tirava brutta aria.
Sgranai
gli occhi. –No! Fermi!- urlai mettendomi tra loro.
-Elena,
spostati-
-No,
Damon-
-Spostati-
-No-
Vidi
la frustrazione in quegli occhi colore del cielo. Non sapevo
più a cosa
pensare. Talia che si fidava di Damon, la sua prima reazione quando lei
aveva
detto di volersene andare. Annabeth non aveva detto nulla…
che fosse già
successa una cosa simile? Stefan che dava ragione alla mezza
vampira… Ero
confusa, molto.
Damon
sospirò e si diresse al piano superiore. Ero tentata di
andare da lui, ma non
sapevo come avrebbe reagito, non dopo quello che avevo ricordato.
-Che
cosa facciamo?- chiesi dopo che ebbi sentito la porta della sua stanza
sbattere
con forza.
-Non
lo so- ammise Stefan. –Non conosco Talia, non so che reazione
potrebbe avere-
Insieme alzammo il viso verso Annabeth che stava seguendo il nostro
discorso
facendo saltare lo sguardo da me al mio ragazzo.
-Talia
tende a stare da sola, le piace molto l’acqua e molto spesso
va in piscina o,
in mancanza di quella, fa il bagno al fiume- mi informò.
-Non
sente il freddo, esattamente come i vampiri- disse Cassandra. Non avevo
ancora
capito cosa facesse con quei quattro, ma avevo compreso benissimo che
lei e
Talia erano molto legate.
-Allora
cerchiamola accanto al Wickery River, che aspettiamo?- dissi. Volevo
trovarla
per renderle il favore. Aveva impedito a Rebekah di ammazzarmi,
salvarla da se
stessa mi sembrava il minimo.
-No,
sarebbe proprio quello che si aspetterebbe da noi. Rimarremo qui-
s’intromise
il mezzo vampiro dagli occhi nocciola, Lucas mi pareva si chiamasse.
-Da
quanto la conosci? Due anni? Come fai a sapere cosa fare? Lascia che
sia sua
sorella a decidere- ribattè Kol. Da tre che eravamo, ora la
nostra discussione
aveva coinvolto tutti, Originali compresi.
-Io
posso dire di conoscerla da quando era piccolissima, ho già
visto il suo
comportamento molte volte e so perfettamente che Talia ha bisogno di
stare da
sola. Ma…- disse la bionda Originaria.
-Ma
cosa, Rebekah?- chiese l’altro amico, Simon.
-Ma
penso che stavolta non può farcela senza di noi. Non ho mai
visto, in
cinquecento anni di forte amicizia, quello sguardo. Era delusa, si
fidava per
davvero- concluse lei.
-Quindi?
Che facciamo? La cerchiamo?- chiesi.
-Sì.
Qui a Mystic Falls c’è una piscina, giusto?- disse
Annabeth, trovando conferma
nei nostri occhi.
-Proviamo
lì- concluse.
POV
TALIA
Guardai
la tavola davanti a me. Avevo perso il conto dei tuffi che avevo
eseguito, come
sempre, alla perfezione.
Ma
ero ancora nervosa. Ogni volta che chiudevo gli occhi rivedevo la mia
discussione con Damon, le sue parole, le sue espressioni, i suoi gesti.
E,
come ogni volta, mi dicevo che avevo fatto bene a rispondergli in quel
modo.
Chiusi
gli occhi e feci un bel respiro.
-Ok,
un avvitato all’indietro- decisi.
Presi
la rincorsa e mi tuffai.
Appena
il mio corpo infranse il pelo dell’acqua mi sentii meglio,
come se tutte le mie
preoccupazioni fossero volate via. Riemersi in un secondo e rimasi a
galleggiare un po’ a mo di stella. Volevo riflettere.
Ovviamente
tutto deve sempre andare storto e non potei fare nulla di quello che
avevo
pensato.
Sentii
qualcuno battere le mani in un applauso inaspettato e mi venne un
infarto. Ne
rischiai un altro quando vidi chi era entrato nella struttura.
-Alexej-
sussurrai, gli occhi sbarrati.
-Ciao
Talia- mi rispose a voce bassa.
-Che
ci fai qui?-
-Ti
ho sentito litigare con quel ragazzo, come si chiama? Ah, si,
Damon…, e,
siccome ti conosco come le mie tasche, sapevo che saresti venuta qui-
-Mi
hai seguita per tutti questi anni? Non ti è mai venuto in
mente che magari
avrei avuto bisogno di un padre?-
-Lo
so, hai ragione. Ma non mi sentivo pronto per fare il genitore, di due
Petrova
per giunta-
-Per
questo ci hai lasciate nel bosco, speravi che saremmo morte per evitare
i tuoi
doveri di padre?-
Alexej,
seduto sul bordo della piscina con le gambe a mollo, abbassò
lo sguardo,
colpevole. Lo raggiunsi rimanendo in acqua.
-Perché
volevi me?- sussurrai. Volevo risposte.
-Perché
eri la figlia che mi odiava di più, volevo che mi
perdonassi. Se ci fossi
riuscita tu, allora potevo sperare anche nell’indulgenza di
Annabeth-
-Devo
dire che, anche se è il discorso di un assassino, ha un
senso- commentai.
-Perché
adesso?- chiesi ancora.
-Ma
quante domande fai?-
-Devo
recuperare cinquecento anni, aspettati tanti quesiti da parte mia!-
Ridemmo
insieme, come non mi accadeva da una vita ormai.
-Comunque,
non hai visto i segni? L’altro ieri c’è
stata un’eclissi lunare, molto
probabilmente ci sarà qualche altro evento cosmico tra poco.
È arrivato il
momento-
-Stai
dicendo..?-
-Sì,
hai conosciuto la tua anima gemella, quella persona che ti
aiuterà a spezzare
la tua maledizione-
-Ma
perché hai detto a Damon di volere vendetta? Non ha senso-
-Era
una messinscena, non volevo farti del male-
-Ma
un ibrido mi ha morso- e gli feci vedere la cicatrice biancastra che si
intravedeva sulla mano sinistra.
-Non
era nei piani-
-Perciò,
visto che non riuscivi ad avvicinarti a me con le buone, hai rapito
Damon per
farmi venire da te. Avevi previsto anche il nostro litigio?-
-Sinceramente
non avevo immaginato venisse così bene-
-Ok,
ora basta- Uscii velocemente dall’acqua e mi diressi negli
spogliatoi.
-Ehi,
che ho detto?-
-Ecco
perché mi sono sempre rifiutata di parlarti. Tu
sensibilità zero-
Mi
rimisi i vestiti e presi il borsone. Cercai di essere il più
veloce possibile,
ma non era pensabile di ingannare un vampiro di settecento anni.
Difatti Alexej
mi afferrò il braccio, costringendomi a fermarmi.
-Ehi,
aspetta. Spiegami, perché adesso sei arrabbiata-
-E
me lo chiedi pure?- gli ringhiai contro.
Sbigottito
dalla mia reazione, mollò la presa, lasciandomi libera di
mettere una certa
distanza da lui.
Ma
non feci che qualche passo quando una figura comparve accanto alla
piscina.
Indossava una giacca di pelle nera, come i pantaloni, e una camicia di
seta
scura come la notte. I capelli corvini erano scompigliati e facevano
risaltare
due occhi azzurri come il cielo estivo.
-Damon…-
soffiai.
-Che
ci fa lui qui?- mi chiese lui a bassa voce.
-Sono
venuto per parlarle. Volevo che capisse cosa mi ha portato ad agire in
quel
modo- rispose mio padre per me.
-Alexej…-
-Da
quando mi chiami con il mio nome? Papà non è
più di moda?-
Lo
scrutai. Morbidi riccioli dorati incorniciavano un volto rubato agli
angeli,
gli occhi verdi come prati inglesi brillavano di malizia e astuzia.
-Alexej?
Non è italiano- commentò Damon.
-Mia
madre era russa- ribattè secco il biondo.
-Perché
sei qui?- chiesi rimando indifferente a quello scambio di battute.
-Ho
bisogno di parlarti-
-E
tu non hai pensato che forse io non ho bisogno di ascoltarti?-
-Ti
prego-
-No,
Damon. È troppo tardi-
-Tardi
per cosa?-
Per
cosa? Non lo sapevo nemmeno io. Per non rispondere a quella domanda
scomoda gli
voltai le spalle e ritornai nello spogliatoio. Mi sembrava di aver
visto
un’altra uscita, almeno speravo. Le mie preghiere non vennero
esaudite e,
frustrata, mi sedetti su una panca.
-Per
favore- Sobbalzai quando sentii queste parole, non mi ero accorta che
Damon
fosse entrato e mi stesse guardando. Alexej gli stava dietro.
-Non
posso-
-Ti
prego, basta. Ne ho abbastanza di persone che mi dicono che non possono
fare
qualcosa quando quello che devono fare è semplicemente
volerlo-
-Non
voglio-
Damon
mi scrutò attentamente. –Vuoi davvero che non ci
sia nessun chiarimento? Siamo
entrambi nel Consiglio, ci sarebbero molte tensioni-
-Non
sono preparata. Non voglio soffrire di nuovo- mugolai.
-Mi
sono innamorato di due ragazze fisicamente uguali e caratterialmente
diverse,
ma che amano entrambe mio fratello. Come la mettiamo?-
-E
se io ti dicessi che mi sono innamorata sei volte e per altrettante
volte il
mio cuore si è spezzato?-
Damon
si avvicinò e si sedette su una sedia davanti a me, non
staccando i suoi occhi
dai miei.
-Scusa-
sussurrò, meravigliandomi. Damon Salvatore che chiedeva
scusa? Questa me la
dovevo segnare!
Mi
limitai a guardarlo a bocca aperta.
-Per
cosa?-
-Ho
sempre creduto che solo io ho sofferto nella vita, senza pensare agli
altri,… a
te-
Il
mio cuore sobbalzò. Nessuno mi aveva mai detto una cosa
simile. Non sapevo più
a cosa pensare.
-Ok,
piccioncini. Annabeth sta per arrivare, con lei
c’è tutta la combriccola.
Voglio spiegare loro ogni cosa- ci interruppe mio padre.
In
quel preciso istante tutto il gruppo entrò nella sala.
Appena Annabeth vide la
scena sgranò gli occhi.
-Alexej-
sussurrò. Lucas e Simon ebbero la sua stessa reazione.
-E
voi due?- chiese Cassandra.
-Damon
mi stava parlando di amori non corrisposti- dissi alzandomi e
dirigendomi verso
i miei amici con in mano il borsone.
-E
tu non eri da meno- rispose lui.
-Guarda
che hai iniziato tu-
-Vero-
Il
corvino iniziò a dondolare il bacino avanti e indietro
tenendo le mani nelle
tasche dei pantaloni.
-Non
fare così, mi innervosisci. Di Patrick Jane ce
n’è solo uno, e sarà sempre
così-
-Troppo
The Mentalist fa male alla salute- commentò Annabeth
divertita.
-PJ
sempre e comunque- le risposi con un sorriso.
Ridemmo
insieme, e fu bello. Mi sentii in sintonia con lei e con ciò
che ci circondava.
Ma
quest’idillio durò troppo presto. Katherine era
entrata nella struttura e
fissava Alexej con i canini snudati. D’altronde, nemmeno lei
lo sopportava per
quello che aveva fatto a me e a mia sorella.
-Perché
c’erano degli ibridi? Non ti è venuto in mente che
forse le tue figlie sono ancora più allergiche al morso dei
licantropi rispetto
a noi vampiri?- sputò lei, velenosa.
-Sinceramente
no- ammise lui.
-Sei
un padre da fare schifo- commentò Annabeth. Io sorrisi.
Alexej ringhiò.
-Non
posso darti torto, sorella- le diedi corda.
-Non
ti ci mettere anche tu!- gridò mio padre.
-Altrimenti?-
lo sfidai.
-Ti
uccido, prendo la tua carcassa e la appendo là, guarda- e
indicò una ringhiera
dalla quale le persone potevano vedere le evoluzioni dei nuotatori,
come gli
spettatori nelle grandi piscine.
-Dimentichi
una cosa, però –dissi, avvicinandomi a lui- a meno
che non mi morda un
licantropo, io non posso morire-
Alexej
imprecò sottovoce in russo, e io sorrisi di nuovo.
-Vedi,
–continuai- quando raggiungiamo il diciassettesimo anno di
età, il nostro corpo
muta, facendoci diventare del tutto simili a voi vampiri, ma con
qualche
difesina in più-
Damon
aggrottò le sopracciglia. Certo che era tardo quel ragazzo.
“Ma
tanto tanto carino…” Coscienza, che vai a pensare!
“Beh,
dovrai ammetterlo prima o poi…” Ammettere cosa?
“Che
un po’ ti piace…” Certo, Coscienza, ma solo nei tuoi
sogni!
-Ehi,
Talia? Ma che hai? Ti sei incantata?-
-Mmh?-
-Ti
sei incantata. Che volevi dire?-
-Oh,
si. Il paletto nel cuore, la decapitazione e il fuoco non ci fanno
nulla. In
compenso il morso dei licantropi è ancora più
letale. Ho finito- aggiunsi.
-Hai
praticamente omesso metà DNA, direi che non hai finito per
niente- replicò mia
sorella.
Sbuffai. Quando faceva la
perfettina so-tutto-io
volevo farla fuori, non la sopportavo.
-Non puoi farlo tu?- la implorai,
con lo sguardo da
cucciola.
Sospirò pesantemente,
alzando gli occhi al cielo.
-Le nostre madri erano delle
streghe, quindi
ereditiamo anche i geni magici. Siamo streghe-vampire, ibridi insomma-
concluse
la bionda.
Damon aveva la bocca spalancata
dallo stupore,
Elena, Stefan e Caroline non erano messi meglio.
-Ci siamo specializzati tutti e
cinque in uno degli
elementi…-
-Scusa se ti interrompo, ma gli
elementi sono
quattro, come fare voi a possederli tutti, ce n’è
uno in comproprietà?- chiese
Caroline.
-Io non possiedo il controllo su
nessuno degli
elementi tradizionali- dissi.
Stefan aveva la fronte corrucciata,
nel tentativo di
capirci qualcosa.
-E su cosa allora?- chiese Elena.
-Scopritelo da soli- ribattei. Non
mi andava di dire
tutto subito, volevo che facessero delle indagini, che puntualmente non
avrebbero portato a nulla perché non lasciavamo mai tracce e
indizi sul nostro
passato. Dio, come mi piaceva questo gioco!
Involontariamente sorrisi e Damon
mi guardò
incuriosito. Lo ignorai bellamente.
-Annie, andiamo?- chiesi in tono
leggero.
-Aspetta! –mi
fermò Katherine- che ne fai di lui?-
indicò Alexej.
-Mmmh, non lo so. Perché
non ci pensi tu, Kath? Mi
raccomando, non ucciderlo- aggiunsi con un sorriso cattivo, molto
Petrova.
Il soggetto maschile in questione
deglutì forte e
sgranò gli occhi verdi. Mi veniva da ridere: gli tremavano
le labbra, sembrava
un coniglietto impaurito.
Io e tutto il gruppo uscimmo dalla
piscina, al sole,
e strinsi gli occhi. Adoravo il loro colore, blu elettrico che sfumava
verso il
grigio attorno alla pupilla, ma erano anche molto più
sensibili alla luce
solare degli occhi marroni. Quelli di Damon invece erano ancora
più belli,
variavano dall’azzurro ghiaccio al blu
oltreoceano… Dio, ma cosa andavo a
pensare?
“Vedi? Sei attratta da
lui…” Cheee???? Semmai sono
attratta dai suoi occhi stupendosi!!
“Che fanno parte di lui,
quindi è come se
fossi attratta da lui…” Che palle! Coscienza, ma non hai
altro da fare che stare qui a rompere
a me??
“Ovvio che no,
è divertente stuzzicarti…” Ti prego, basta!
Mi avvicinai all’auto e
aprii la portiera
posteriore, infilandoci il borsone. Poi mi sedetti al posto del
guidatore.
-Te ne andrai per un po’,
vero? Per riflettere-
disse Annabeth.
Annuii stancamente.
-Buona fortuna- aggiunse, triste.
Mossi ancora il capo in segno
affermativo.
Misi in moto velocemente e mi
allontanai con una
sgommata, desiderosa di mettere quanta più strada possibile
tra me e il resto
del mondo. “Tra me e Damon…”
pensai involontariamente, ma poi mi resi
conto che era vero. Avevo paura che mi ferisse, come era già
successo con Lucas
e Simon. E sapevo il perché.
In fondo Bekah aveva ragione: avevo
proprio delle
parentele pericolose.
Spazietto
dell’autrice:
ok, qui si capiscono un
po’ di cose, soprattutto
perché Talia e Annabeth odiano il padre, mezzo russo. La
nazionalità di Alexej
è molto importante, poi scopriremo il perché.
Stranamente Percy non mi ha
ancora interrotto… A proposito, Neal!
Dov’è Calamaro?
Non ne ho la minima idea, sorry!
Ok, va bene, ci penserò
più tardi. Ringrazio chi mi
ha inserita negli autori preferiti, chi ha inserito le mie storie nelle
preferite/seguite/ricordate, e i lettori silenziosi, anche se pochi
recensiscono in confronto ai 372 lettori silenziosi solo del primo
cappy. Mi
demoralizzate…
Passiamo ora alla notizia che devo
comunicarvi.
Essendo io una scrittrice (????), mi sono impegnata in un cross-over
tra questa
storia e Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, dopo
“Lo Scontro Finale”.
Desidererei chiedervi in che Cabine vorreste inserire i nostri vampiri.
Qui
sotto abbiamo la lista dei belli e dannati che si trasferiranno al
Campo
Mezzosangue:
Talia, già inserita, per
mie esigenze di storia,
nella Cabina di Zeus;
Annabeth, vi ricordo che il suo
elemento è il fuoco
e che lei, Talia e Katerina hanno la stessa madre!
Cassie, già inserita,
per mie esigenze di storia,
nella Cabina di Demetra, anche se sarà figlia della Titana
Gaia;
Lucas, già inserito, per
mie esigenze di storia,
nella Cabina di Poseidone;
Simon, già inserito, per
mie esigenze di storia,
nella Cabina di Eolo;
Elena,
Stefan,
Damon, già inserito, per
mie esigenze di storia,
nella Cabina di Afrodite;
Caroline, già inserita,
per mie esigenze di storia,
nella Cabina di Afrodite;
Bonnie,
Rebekah, già inserita,
per mie esigenze di storia,
nella Cabina di Afrodite;
Elijah,
Kol,
Niklaus,
Katherine,
Nuovo personaggio (sorpresa
inedita!).
Ovviamente faccio riferimento ai
libri, e Percy,
Annabeth e Grover non hanno l’aspetto dei personaggi del film!
Bene, ho finito! Ringrazio gli dei
che almeno la
testa non si è ghiacciata come le gambe, non riesco
più a camminare!
Forse
è un bene, non credi?
Percy! Che cosa stai insinuando?
Nulla
solo che…
Che cosa?
Lascia
perdere!
*faccio gli occhi da incazzata nera*
Almeno fai
meno danni.
Oh. Ok. *mi giro e me ne vado*
Non ci credo, me
l’ha data vinta così, senza litigare
come facciamo di solito?
Già, mi sto
preoccupando. Prima chiedeva di
te.
Mi sto
preoccupando anche io. Aryela, vieni qui per favore!
Si, che c’è?
Stai
bene?
Mai stata meglio!
Sicura? Non è che hai la
febbre?
Ragazzi! Sono sana come un pesce!
Non preoccupatevi!
È
quando mi si dice così che mi preoccupo ancora di
più!
*mi avvicino a Percy con un ghigno
sul volto.
Avvicino la mano destra alla sua guancia e gliela pizzico*
Ma che cariiinooo! Si preoccupa per
me!
Noooo!
È la prima che riesce a farmelo ammettere!
Hihihihihihi (mia risata molto
malefica).
Sei un genio del male! *do un cinque a Neal*
Grazie, lo so! *sorriso ghembo alla
Damon*
Bene, per oggi è tutto,
ci vediamo la prossima
puntata da Aryela, Calamaro e Il-Mio-Panama-Preferito!
Ciaooo!
Ciaooo!
Ciaooo!
Aryela&Percy&Neal
P.S.:
complessivamente, ma senza immagine iniziale, sono 13 pagine di word,
vi piace questa lunghezza o devo tagliare/allungare il
cappy? Fatemi sapere!
P.P.S.:
qui
trovate la
foto di Alexej ;-)
|
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Capitolo 11 *** Love and Family ***
Love and Family
Finalmente
ce l'ho fatta, tra la scuola, il morale a terra per le poche recensioni
e l'ispirazione che era fuggita via, non ho potuto aggiornare per
più di due mesi... comunque ora sono qui e auguro a tutti
una buona lettura, soprattutto a _Want u Back_, che mi ha inviato
questo splendido banner, e safycullen97, che mi ha aiutato ad andare
avanti e a non mollare, mai.
Grazie
ragazze, siete speciali. Questo capitolo è dedicato a voi.
Capitolo 11
LOVE AND FAMILY
POV
DAMON
L’aveva
lasciata andare. Sua sorella era emotivamente instabile e lei
l’aveva lasciata
andare per conto suo su un auto.
Annabeth
era una pazza, Talia in questo momento potrebbe fare di tutto, anche
gettarsi
da un ponte.
Volevo
gridare contro la bionda tutta la sconsideratezza che aveva avuto, ma
tutto ciò
che riuscivo a fare era guardare insistentemente il punto in cui la
Porche era
scomparsa dalla mia vista.
Qualcuno
mi riscosse prendendomi per le spalle e scuotendomi violentemente.
-Damon,
Damon, che hai? Dobbiamo andare, ricordi? Avevi promesso che mi
accompagnavi a
scegliere un vestito nuovo- La voce lamentosa di Elena
arrivò ovattata alle mie
orecchie, da tanto ero concentrato.
-Si,
si, arrivo- le risposi in modo distratto, mentre gettavo un ultimo
sguardo alla
strada.
Seguii
Elena solo per rivolgere i miei pensieri altrove, per non pensare a
Talia e a
quanto, da sola, fosse in pericolo.
POV
TALIA
Stavo
guidando da molto, non sapevo se erano passate ore o solo pochi minuti
da
quando me ne ero andata.
Ero
fuggita, di nuovo. E di nuovo da qualcuno che sapevo farmi bene
all’anima.
Sempre che ne avessi una, ovviamente.
Adesso
mi veniva in mente solo una persona che volessi al mio fianco in questo
momento. Mi era stato vicino nei momenti più bui della mia
vita e lo desideravo
accanto anche adesso. Il problema era che era morto nel modo
più atroce…
-Basta!
Se continuo ad arrovellarmi il cervello in questo modo,
andrò fuori di testa-
mi dissi.
Accostai
sul ciglio della strada e scesi dall’auto. Gli occhi mi
pungevano
pericolosamente ed io non volevo piangere. Non l’avevo mai
fatto e mai avrei
incominciato. Non era nel mio DNA frignare come una bambina.
Eppure
in questo momento ne avevo inspiegabilmente bisogno.
Mi
allontanai nel bosco per evitare di essere vista da qualcuno. Non so
per quanto
camminai, ma quando decisi che ero abbastanza lontana dalla strada, mi
buttai a
terra e mi presi la testa tra le mani.
Adesso
potevo sfogarmi liberamente senza che qualcuno possa vedermi. Maledetto
orgoglio!
Grossi
lacrimoni iniziarono a rigarmi le guance, mentre singhiozzi sempre
più forti mi
laceravano il petto.
Non
potevo restare sola per sempre, non potevo! Volevo innamorarmi, cazzo!
Mi
alzai di scatto e raggiunsi l’albero più vicino.
Avevo voglia di prendere
qualcuno a pugni. Senza pensarci avevo iniziato a colpire la corteccia
del
tronco. Sentivo l’odore del sangue diffondersi
nell’aria, probabilmente usciva
dalle nocche sbucciate.
-Perché
stai tentando di uccidere un povero albero? Si può sapere
che ti ha fatto?-
Sobbalzai
e istintivamente guardai intorno a me per vedere chi aveva parlato. Non
vidi
nessuno.
Perfetto,
adesso sentivo pure le voci! Stavo diventando…
-No,
non sei pazza- mi smentì di nuovo la voce
<> continuò.
-Qui
dove?- ringhiai, una descrizione un po’ più vaga
no?
-Alza
il tuo bel visino- riprese.
Feci
come aveva detto e vidi un ragazzo in piedi su un ramo, elegantemente
appoggiato al tronco di un albero accanto a quello che avevo preso a
pugni.
Aveva i capelli molto scuri, esattamente come gli occhi. Istintivamente
lo
ricollegai ad Elijah.
Nel
frattempo il ragazzo era saltato a terra, atterrando con grazia accanto
a me.
Io invece avevo continuato a fissarlo a bocca aperta.
-Cara,
se continui a guardarmi così mi consumi- ghignò.
Mi
ripresi velocemente e soprattutto serrai le labbra, facendolo
ridacchiare. Gli
rifilai un’occhiataccia. Da un demente all’altro,
che fortuna!
-Allora,
potrei sapere il nome del prode cavaliere che ha evitato
così tempestivamente
una mia possibile morte per dissanguamento causato da motivi
più che
personali?!?!-
A
volte ero così incazzata che il sarcasmo mi usciva persino
dalle orecchie.
-Tyler
Lockwood-
Il
nome non mi era nuovo, soprattutto il cognome. Dove l’avevo
già sentito?
Poi,
l’illuminazione.
-Ma
tu sei il figlio di Carol Lockwood! Il sindaco di Mystic Falls!-
Il
ragazzo annuì, leggermente rabbuiato.
-Io
mi chiamo Talia Salvatore, sono nel Consiglio-
Tyler
si guardò intorno, come se potesse esserci qualcuno a
spiarci, e annuì.
Iniziammo
a camminare fianco a fianco senza una direzione precisa.
-Comunque
perché sei qui, tu?- continuai.
-Stavo
facendo una passeggiata per schiarirmi le idee. E tu invece?- chiese di
rimando.
-Mi
fidavo di una persona che mi ha delusa. Mi era entrato dentro
velocemente e
pensavo seriamente mi fosse almeno amico, invece non si è
fidato- conclusi il
racconto a testa bassa, la mente invasa dai ricordi.
-Il
tuo ragazzo?- chiese lui.
Alzai
di scatto la testa e lo fissai, dura.
-Ok,
ok, scusa- si rimangiò quanto aveva detto.
-Così
va meglio- sorrisi.
-Comunque,
tu lo ritenevi un buon motivo per prendertela con un albero-
ragionò.
Annuii.
-Forse
posso rimediare, love- si avvicinò
pericolosamente.
Indietreggiai, pronta a qualunque
sua mossa. Poi mi venne
in mente.
Love.
L’avevo sentito da una sola persona prima di
adesso e sapevo che questa
era morta. Eppure quel ragazzo l’aveva appena pronunciata, e
adesso ero nella
confusione più totale.
-Chi… Cosa…
Cosa sei tu?-
-Calmati, ok? Non voglio farti del
male. D’altronde, chi
potrebbe fartene?- rise, come se sapesse.
Oddio, e se sapesse veramente? In
che guaio mi sono
cacciata?
Lo guardai con gli occhi sgranati,
almeno ero ancora
capace di imitare una povera ragazza impaurita che si trovava nel
bosco, sola
con un ragazzo inquietante che imitava una delle persone più
importanti della
sua vita.
-Talia- mi chiamò
dolcemente, mettendomi le mani sulle
spalle.
-Non avere paura-
continuò.
-Non ne ho, BASTARDO!- urlai,
caricandolo come un toro con
tutta la forza e velocità che mi venivano fuori in questo
momento.
Tyler finì
scompostamente contro un albero. Sentii
distintamente la spina dorsale del ragazzo rompersi. Una strana
sensazione di
gelo s’impossessò di me. Cazzo, l’avevo
ucciso.
Non importa, magari è un
vampiro e non s’è fatto nulla.
Ma dico, ti senti! Talia,
se non è un immortale l’hai
ammazzato sul serio!
Cazzo, cazzo, cazzo. Cazzo!
Adesso sono davvero nei casini, ho
accoppato il figlio del
sindaco Lockwood!
-Ok, stai calma Talia, si
risolverà tutto. Potrei sempre
soggiogare Carol- parlai a voce alta.
-No, non funzionerà,
prende regolarmente verbena- mi
risposi.
-Ma… se provassi con
l’altro metodo di soggiogazione?
Quello made in Talia Salvatore-Petrova? Potrei tentare, ma avrei il
sindaco come
lecchino per tutta la vita…-
Ok, stavo davvero uscendo di testa.
Insomma, facevo le
domande e mi davo le risposte da sola!
Decisi di tornare a Mystic Falls,
tanto, ovunque fossi in
questo momento, sarei arrivata prima a piedi che in macchina.
Arrivata all’auto, la
spostai in una zona di sosta e
afferrai il borsone ancora abbandonato sul sedile posteriore.
Ero pronta.
Mystic Falls, sto ritornando. E
stavolta saranno cazzi
amari per tutti.
POV KLAUS (IN TYLER’S
BODY)
L’avevo rincontrata per
cinque minuti e già mi voleva fare
fuori. Mi aveva sbattuto contro un albero con talmente tanta forza che
mi si
era spezzata la schiena. Letteralmente.
Comunque ero felice,
l’avevo rivista, la mia Tals.
Ricordavo ancora quando
l’avevo vista per la prima volta
nel bosco. Era lei a risollevare il morale della sorella maggiore, non
il
contrario. In quel momento capii che era speciale e volevo portare via
solo
lei, ma la piccoletta si era talmente impuntata che non aveva avuto
altra
scelta. Le avevo portate via entrambe ed erano cresciute con la
migliore
protezione sovrannaturale del mondo.
Sorrisi involontariamente al
ricordo di quella bambinetta
cocciuta che, a soli dodici anni, era l’unica della famiglia
ad avere
avuto l’accesso incondizionato al mio studio.
Ed io ero lì quando ha
affrontato la prima trasformazione
in vampira, il giorno del suo diciassettesimo compleanno.
Per cinquecento anni le ero stato
accanto, ogni giorno,
fino a tre anni fa, quando l’avevo lasciata a Miami, venendo
qui a Mystic Falls
per rompere la mia maledizione.
Ora era qui e potevamo riprendere
da dove avevamo lasciato
la nostra vita insieme, come due fratelli che si amavano senza riserve.
Ognuno
sapeva sempre tutto dell’altro, ogni più piccolo
momento della nostra vita,
della nostra eternità. Ma, soprattutto, nostra.
Immerso in questi pensieri, non mi
ero accorto che ero
arrivato a destinazione: la pensione Salvatore.
POV TALIA
Stavo correndo a più non
posso, dovevo avvisare tutti. Le
immagini del mio attacco mi scorrevano ancora vivide nella mente e non
riuscivo
a scacciarle. Probabilmente non se ne sarebbero più andate.
Non dovevo pensarci, altrimenti
impazzivo. Insomma, non lo
avevo fatto apposta, no?
Non ebbi il tempo di darmi una
risposta, anche mentale,
che mi ritrovai di nuovo a Mystic Falls.
Destinazione: il pensionato dei
Salvatore.
La mia camminata era veloce e
sicura mentre procedevo
verso la mia meta, ma la verità era che avevo una
fottutissima paura di
rincontrare tutti, specialmente lui. Mi avrebbe
giudicata? Se sì,
cos’avrei fatto? Dio, ero così confusa!
In poco tempo vidi
l’imponente struttura ottocentesca
completamente in legno che era la casa di Stefan e… Damon.
Presi un bel respiro ed entrai.
POV DAMON
Mi stavo trattenendo dal decapitare
all’istante quel
dannato ibrido. Cavolo, sembrava scomparso dalla faccia della terra, e
adesso
era ricomparso chissà come ed era nel mio salone a
sorseggiare con nonchalance
del sangue preso dalla mia cantina.
L’avrei strozzato.
-Dio, sei vivo- continuava a
ripetere BarbieKlaus con le
lacrime agli occhi. Ma come faceva a commuoversi per un tipo del
genere? Bah.
D’un tratto la porta si
aprì, rivelando una figura bassina
ma armoniosa, dai corti capelli neri e dagli elettrici occhi blu.
Era tornata.
Talia.
Per un secondo ci immobilizzammo
tutti, fissandola
sbigottiti.
Al suo ironico -Beh,
perché mi guardate tutti in quel
modo? Ho qualcosa in faccia?-, si scatenò
l’inferno.
-Talia! Sei tornata quasi subito!-
urlarono almeno sette
persone, trapanandomi i timpani, per poi gettarsi su di lei.
Persino Elijah e Kol si erano
alzati per salutarla.
Gli unici che non le erano andati
incontro erano Elena, il
piccolo Gilbert, la BarbieVampira, mio fratello ed io. E
l’ibrido.
-Avete finito di farle le feste?
Sembrate tanti cagnolini.
Bau, bau!- dissi ironicamente.
-Come non riconoscerti, Damon. La
tua ironia è scadente
come sempre- commentò sarcasticamente Talia.
La guardai sorpreso da questo
cambiamento, ma lei aveva
già spostato lo sguardo sull’ibrido e lo stava
guardando con gli occhi
sgranati.
-Tu…>>
sussurrò. Potevo sentire il suo cuore
prendere il volo. <
Lui si alzò e lentamente
le andò vicino, parlandole
insieme.
-Talia… Sono tornato per
te, per Ann, per Cassie, per la
nostra famiglia-
La mora parve ricordarsi qualcosa e
gli occhi le si
inumidirono.
-Nik…-
soffiò, dubbiosa.
L’ibrido
annuì, regalandole poi un sorriso, forse il primo
vero sorriso avesse mai fatto da quando era venuto qui.
-Nik! Oddio, quanto mi sei
mancato!- gridò Talia,
abbracciandolo forte.
In quel momento tutti i miei sogni
di gloria sfumarono
miseramente. L’aveva abbracciato. Cioè, aveva
abbracciato qualcuno di verso da
me. Insomma, non ero io quello che stava stringendo a se.
Grrrr. Adesso sì che
volevo ammazzarlo sul serio, ma prima
l’avrei fatto soffrire tanto. I miei occhi luccicarono di
rabbia e dovetti
distogliere lo sguardo per non attuare il mio piano in quel preciso
istante.
La mia attenzione venne catturata
dalla successiva frase
della ragazza.
<>
Sembrava arrabbiata. Una tigre.
Sorrisi, aspettandomi una bella
zuffa. Invece lei si
limitò a dargli un cazzotto sul braccio che lo fece spostare
di mezzo metro.
Però, forte la ragazza.
-Sempre violenta, eh?- disse lui.
Talia si limitò a
sorridergli, commossa.
-Ehm, volevo chiederti una
cosa…- continuò l’ibrido.
-Sì, Nik?-
-Vuoi aiutarmi a riprendermi il mio
corpo?-
-È impossibile,
l’abbiamo gettato in mare- disse Stefan.
-Ti assicuro che per noi non
è un problema. Anzi, volete
assistere al nostro spettacolino?- rispose Lucas con un sorriso.
-Luc, non abbiamo tempo per questo-
lo rimproverò la
BarbiePetrova.
Il vampiro lo guardò
accigliato. -Volete diventare i
nostri nemici allora?-
-Amici…
nemici… per me non fa differenza- disse la mora,
fredda.
Strinsi lievemente i braccioli
della poltrona su cui ero
seduto e alzai il mento, guardandola impassibile.
-Andiamo allora- disse
l’ibrido.
Talia sorrise e annuì,
afferrando il borsone e avviandosi
verso la porta.
-Klaus…-
chiamò
Katherine.
-Sì, Katerina?-
-Volevo chiederti, visto che
abbiamo in comune la felicità
di Talia e Annabeth, possiamo mettere da parte le nostre divergenze e
vivere
tranquillamente, senza che tu tenti di uccidermi?-
Klaus parve pensieroso per un
secondo.
-Vediamo… potremmo
provarci, perché no? Ma ti avverto,
sgarra una volta e ti stacco la testa, capito?-
Katherine annuì,
intimorita.
-Grazie Nik, significa tanto per
me- disse Talia.
Lui le sorrise un’ultima
volta prima di incamminarsi verso
la porta.
L’ultima cosa che vidi fu
il braccio di Klaus intorno alle
esili spalle della mezza vampira.
Spazietto
dell’autrice:
ehm, allora, salve a tutti/e, buon
9 dicembre. Lo so, lo
so, non aggiorno da più di due mesi, ma mi ero fatta
prendere dallo sconforto.
Insomma, cosa fareste voi se non aveste ricevuto nessuna recensione
agli ultimi
due capitoli?
Io me ne sarei stato a casa
e non avrei rotto più i maroni a queste anime pie che ti
seguono ad ogni
capitolo.
Io avrei avuto la tua
stessa reazione.
Bene, io mi sono bloccata ed
è stato solo grazie al
supporto di safycullen97 (grazie ragazza, ti adoro) se sono qui oggi.
Comunque, come avete letto, la
grande persona che Talia
vuole con se è Klaus (come darle torto?
ù.ù) e si capisce anche il perché.
Come
resistere ad un angelo dai capelli biondi e gli occhi azzurri che ti
salva da
morte certa? Io non lo farei…
Ho introdotto Nik,
diventerà un grande rivale per l’amore
non ancora sbocciato di Damon e Talia? Chi leggerà
vedrà…
… o
vomiterà…
… o si
metterà due dita in bocca per vomitare se non gli
viene spontaneamente…
… o voi due vi state
zitti e non rompete…
… o non
è nella nostra
natura…
… o io ve la cambio
evirandovi…
…
ooooook…
Bene, dopo questo scambio di
battute molto intelligente,
passiamo oltre. Come mai Damon ha questa reazione molto da uomo geloso?
Semplice, perché pensa che Talia non abbia mai abbracciato
nessuno oltre lui e
si sente quasi in dovere di difendere quell’unico momento in
cui si è sentito
in comunione con lei. In pratica nessuno da adesso in poi
può abbracciarla,
altrimenti il povero malcapitato si ritroverà la testa
staccata a morsi.
Ma quanto è carina
questa cosa?
Mi è stato chiesto: ma
faranno mai sesso questi due? Beh,
in un tempo lontano, sicuramente. Nei prossimi capitoli si prenderanno
parecchio a parole e anche a pugni, tra una decina di capitoli
finalmente si
ameranno totalmente, cappy più, cappy meno.
Ma subentra di nuovo Klaus. E
se… Non voglio dire nulla,
sarò malefica.
Come se tu già
non lo
fossi…
*sguardo truce verso Percy*
Volevo pubblicizzare la storia di
safycullen97, The
Devil’s Daughters, stupenda. Vi adoro, a te e alla tua storia.
Bene, ora vi lascio e vado a
pattinare.
Saluti da Aryela, Percy e Neal.
P.S.: vorrei dirvi una sola cosa:
È NEVICATO!
|
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Capitolo 12 *** Attenti alla volpe ***
Attenti alla volpe
Yeah,
sono tornata! Spero siate contente. Soprattutto safycullen97, che
voglio citare
perché mi ha aiutato, ed è una scrittrice
fantastica sebbene abbia solo una storia sul CV di EFP.
Ti adoro ragazza, te e la tua storia (The Devil Daughters NdAutrice)
per questo
ti dedico questo capitolo. Quindi, a te, safy, che con poche
parole, riesci sempre a tirarmi su il morale e a farmi guardare sempre
davanti a me, superando tutti gli ostacoli sul mio cammino.
Enjoy it, I
hope you’ll leave me a little
review.
Attenti
alla volpe
POV
TALIA
-Che
palle! Ho il culo quadrato- urlai al vento.
Era
seduta da stamattina su quella dannatissima sabbia
bagnata che mi stava sporcando i jeans che mi aveva regalato Bekah per
il mio
515° compleanno.
Lucas
stava setacciando i fondali marini per trovare la bara
con il corpo di Nik. Ann era chissà dove a fare
chissà cosa, così come Cassie e
Simon. E così era toccato a me starmene qui ad aspettare che
Lucas riemerga.
Che noia!
Il
cellulare squillò, distraendomi.
-Pronto?-
-Ciao
Talia-
-Damon-
sospirai.
-In
tutta la mia magnificenza, tesoro-
-E
in tutta la tua stupidità, cosa da non dimenticare-
replicai.
-Stai
attenta, non sai cosa potrebbe succedere a te e ai tuoi
amici-
-Mi
stai minacciando, Salvatore? Dovresti essere tu quello
che deve stare attento, non trovi?-
Per
tutta risposta quello ringhiò.
-Uhh,
che paura. Mi tremano le gambe-
Mentre
parlavo vidi Nik, ancora nel corpo di Tyler, che
avanzava verso di me, salutandomi con la mano, timido. Aspettate un
secondo,
timido??? Ma quando mai il Big Bad Hybrid era stato timido???
Ero
talmente imbambolata a guardarlo che non mi accorsi che
Damon mi stava praticamente urlando contro attraverso il cellulare.
-Si,
si, scusa. Dicevi?-
Sentii
un sospiro esasperato dall’altra parte
dell’apparecchio.
-Stavo
dicendo che stiamo venendo a cercarvi e a fermarvi,
per cui, per favore, andatevene. Non vogliamo farvi del male. Lasciate
perdere.
Per Klaus non ne vale la pena-
Questa
volta fui io a ringhiare. Non si dovevano permettere!
Poi
mi venne un’idea.
Un
ghigno malefico comparve sul mio volto, sfigurandolo.
Nik
mi guardò, incuriosito.
-Damon-
-Sì?-
-Sai,
non credo che Caroline voglia stare con un
pericolosissimo e mortale ibrido assassino che ha preso “in
prestito” il corpo
del suo ragazzo, anch’esso ibrido trasformato dal sangue
dell’Originale-
Sapevo
che Care stava ascoltando e anche Damon l’aveva
capito.
-Ti
prego, Talia-
-Oh,
adesso mi preghi? Non ti getterai anche ai miei piedi,
vero?-
-Questo
non è uno scherzo, se riusciremo anche solo a
vedervi, sarà lotta aperta-
-Benissimo,
adoro fare a fettine i vampiri arroganti come
te-
-Talia,
sto cercando di salvarti la vita-
-Tenta
di salvare la tua, piuttosto. Sii egoista per una volta-
ribattei acidamente.
-Stai
parlando di…- ma io non lo ascoltai e chiusi la
chiamata.
Venivano
qui? Sarei stata pronta ad accoglierli come
meritavano.
Un
altro ghigno deformò il mio viso. Erano arrivati.
POV
DAMON
Ci
aveva sentiti, lo sapevo.
Scendemmo
tutti dall’auto e ci dirigemmo verso la spiaggia
libera a nord di Charleston. Avevo gettato lì la bara con il
corpo di Klaus.
Ora
dovevo ritornarci per impedire un possibile ritorno
dell’ibrido.
Talia
era seduta di spalle a noi e guardava il mare. Sospirò
pesantemente e guardò Klaus. Non erano ancora riusciti a
trovare la bara,
perché l’ibrido era ancora nel corpo del
lupacchiotto.
-Che
hai intenzione di fare?- le chiese lui.
-Lo
sai- rispose lei.
Klaus
si alzò e le andò vicino, inginocchiandosi
davanti a
lei. Si sporse e le diede un lieve bacio sulla fronte.
Mi
accorsi che le aveva sussurrato qualcosa mentre aveva le
labbra sulla pelle, ma non seppi se anche gli altri l’avevano
visto. Il sangue
mi ribollì nelle vene per la rabbia, ma ero anche curioso di
sapere cosa le
avesse detto di così importante e segreto da non poter
essere sentito da tutti
noi.
-Bene,
siamo qui- iniziai.
-Lo
vedo- m’interruppe bruscamente.
-Se
permetti non avevo ancora finito- e mi stanno girando le
scatole, ma questo non lo dissi.
-No,
non te lo permetto- Dannazione, almeno fammi finire una
frase! Ringhiai di frustrazione.
Talia
si girò sogghignando.
-Che
c’è? Non ti va bene quello che dico? O piuttosto
quello
che faccio? Oh, ma forse è perché non sei
riuscito a portarmi a letto!-
Mai
frase fu più infelice.
POV
TALIA
A
giudicare dalla reazione sinceramente stupita di Stefan,
Caroline ed Elena (quella rompi*bip*! La odio. Si crede migliore di
Kath solo
perché non ha ancora ammesso di amare Damon, NdTalia; non
sai quanto ti stimo ragazza,
NdAutrice; grazie ragazza, NdTalia), il mio discorsetto aveva avuto il
risultato sperato.
Difatti…
-COSA
HAI FATTO? Bastardo, io ti uccido!-
Mia
sorella era sbucata fuori da chissà dove ed era furiosa.
Aveva afferrato Damon per il colletto della camicia rigorosamente nera
e lo
teneva schiacciato sulla sabbia.
Ogni
tanto ringhiava più forte e lo sollevava per ribatterlo
a terra con violenza.
-Ti
piace? O devo dire ad Ann di aumentare la forza?-
Damon
tossì, o almeno, tentò di farlo prima di parlare
con
difficoltà.
-Dille
di lasciarmi andare-
Un
altro difficile colpo di tosse lo scosse.
-Credi
sia così facile, ragazzo? Che basti chiedere per
ottenere? Allora sei uno stolto-
-Adesso
dice stupido, scemo o stronzo, preferisco
quest’ultimo, gli si addice- disse Rebekah. Le sorrisi,
accomodante.
-Per
cui, spero capirai perché non voglio lasciarti andare-
Feci
comunque segno ad Ann di mollarlo. Il moro di alzò con
fatica. Mia sorella era stata un po’ dura con lui.
-Avanti,
dillo. Di a tutti che ti sei innamorata di me- Il
tono serio del vampiro fece alzare la testa di Nik, che mi
guardò con la morte
negli occhi.
Sorrisi,
sadica.
-E
tu di quanto mi ami, Damon- soffiai. Nik sposto lo
sguardo da me al vampiro.
-Non
provo nulla, lo sai- mi rispose.
Sorrisi
ancora, amabilmente falsa.
-Bene,
allora non serve che ripeta, vero?- Nessuno rispose,
ma d’altronde non mi aspettavo una risposta.
-Stai
mentendo, lo so-
-Oh,
non sapevo di essere diventata anche attrice, così,
tutto d’un tratto-
-Non
è divertente Tals. Smettiamola con questi giochetti- ci
interruppe Nik.
Lo
guardai e mi alzai per dirigermi verso di lui. Mi fermai
proprio davanti e gli cinsi il collo con le braccia, mentre le sue
braccia
forti mi afferravano i fianchi. Sentii tutti trattenere il respiro.
D’un
tratto Nik non era più davanti a me. Damon l’aveva
colto di sorpresa e gli aveva assestato un sinistro talmente potente da
scaraventarlo lontano di una decina di metri.
-Wow
bravo, bel colpo. Sarei riuscito a fare di meglio, ma
di poco-
Queste
parole riecheggiarono tra le persone presenti alla
spiaggia. Uno strano presentimento si fece strada in me.
-Talia,
che c’è?-
-Una
brutta sensazione Cassie. Speriamo che non sia nulla di
grave-
-Lo
sento anche io- sussurrò Damon mentre mi veniva accanto.
Un
ragazzo tremendamente familiare stava comparendo sulla
rena bagnata, un ghigno strafottente stampato sul volto pallido.
Nik
si rialzò e tolse i granelli di sabbia dai jeans,
fulminando Damon con la sua occhiata “Sei morto,
moccioso”. Sentivo chiaramente
la rabbia montare in lui.
Rivolsi
l’attenzione al nuovo arrivato. Completamente
vestito di nero, aveva i capelli castano scuro con le punte rosso
cremisi. Gli
occhi erano inquietanti, dorati come soli in miniatura.
Lo
riconoscevo, e il fatto che fosse qui mi spaventava, e
non poco.
-Shinichi-
-Salve
Talia Salvatore. Sono felice che tu sappia chi sono,
anche se non mi hai mai visto in vita tua- esordì lui.
-Ti
consiglio vivamente di andartene-
-Ti
faccio paura, forse?-
Risposi
con un sibilo indignato che fece nascere un sorrisino
divertito su quel viso perfetto.
-Sai,
non è bello che tu ti ribelli a chi ti ha creato-
Alzai
un sopracciglio, imperturbabile. In compenso, Annabeth
reagì.
-In
che senso “creata”? Oh, cavolo, aspetta un
secondo…!-
-La
tua adorabile sorellina che già capito tutto, Talia. E
tu, invece?-
-Ti
ucciderò-
-Non
puoi, non conosci i nostri punti deboli-
-Questo
lo dici tu, volpe-
-Tornerò,
vedrai-
-Ci
conto-
Lui
sorrise e scomparve come se fosse un ologramma.
Sbattei
le palpebre più volte prima di girarmi verso Ann.
-Avanti,
spara. Come posso ucciderlo?-
-Non
puoi-
Scrollai
le spalle. -Troverò il modo-
-Non
ci riuscirai-
-Si
può sapere da che parte stai? Dalla mia o da quella
della volpe?-
-Sei
troppo impulsiva-
-Ma
dai, non lo sapevo- ribattei. Poi mi bloccai. Oh no,
adesso mi mettevo a fare pessimo sarcasmo alla Damon. Dovevo stare per
impazzire.
-So
il modo- mi richiamo la mia sorella bionda. –Ma so che
andresti a cercarlo immediatamente, perciò non te lo
dirò-
-Voglio
solo sapere perché dice che mi ha creata lui!-
Ok,
stavo sclerando, ma mettetevi nei miei panni. Sono
cresciuta con gli originali, sono un’ibrida mezza vampira e
mezza strega con una
sorella doppelganger e un migliore amico ibrido vampiro-licantropo, e
ora un
tizio giapponese che non ho mai visto compare dal nulla e mi fa la
ramanzina
sulla creazione della vita. Eh no, era troppo. Anche per me.
-Almeno
ci puoi dire che diavolo era quel tizio?-
Damon
era la prima persona che spezzava un litigio tra me ed
Annabeth. Nemmeno Nik osava farlo. Insieme eravamo pericolose,
figuriamoci una
contro l’altra. Letali.
-Il
tizio si chiama Shinichi ed è una creatura millenaria
con il potere di controllare le piante. Il suo vero aspetto
è quello che una
volpe con sei code, mentre prima era in forma umana. Aveva una sorella
pazza,
Misao, che è morta tempo fa. Nessuno sa chi l’ha
uccisa- spiegò Ann.
-Non
ci siamo capiti: cos’è Shinichi?-
La
bionda sospirò come se non avesse mai voluto che questo
momento arrivasse.
-È
un uomo-volpe. Un kitsune-
Spazietto
dell’autrice (pazza come viene definita):
Colpetto
di scena! Oltre ad essere ancora viva, sono tornata
con un nuovo capitolo!
Conosciamo
(si fa per dire) un nuovo personaggio, e giuro
che è l’ultima entrata in scena. Gli estremi ci
sono tutti, per cui posso
incominciare.
Mi
sono immaginata una battaglia colossale per questo cappy,
ma poi diventava troppo lungo e allora l’ho posticipata. Poi
ho pensato a come
Tals e Dam potevano pomiciare per la prima volta, e sinceramente nella
mia
testolina bacata era venuta proprio bene…
Sarò
malefica, perciò vi lascio alle vostre congetture. Mi
aspetto tante recensioni rosse come il sangue.
Bacioni.
Laura
P.S.:
come avete notato non c’è nessun commentatore.
Avete
da proporne?
P.P.S.: avevo
già scritto
questo annuncio, ma nessuno se l’è filato,
perciò provo a ripostarlo. Essendo
io una scrittrice (????), mi sono impegnata in un cross-over tra questa
storia
e Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, dopo “Lo
Scontro Finale”. Desidererei
chiedervi in che Cabine vorreste inserire i nostri vampiri, licantropi,
streghe
e chi ne ha più ne metta. Qui sotto abbiamo la lista dei
belli e dannati che si
trasferiranno al Campo Mezzosangue:
Talia,
già inserita, per mie esigenze di
storia, nella Cabina di Zeus;
Annabeth,
vi ricordo che il suo elemento
è il fuoco;
Cassie, già
inserita, per mie esigenze di storia, nella
Cabina di Demetra, anche se sarà figlia della Titana Gaia;
Lucas,
già inserito, per mie esigenze di
storia, nella Cabina di Poseidone;
Simon,
già inserito, per mie esigenze di
storia, nella Cabina di Eolo;
Elena,
Stefan,
Damon,
Caroline,
Bonnie,
Rebekah,
Elijah,
Kol,
Niklaus,
Katherine,
Shinichi.
Ovviamente
faccio riferimento ai libri, e
Percy, Annabeth e Grover non hanno l’aspetto dei personaggi
del film!
Ancora
baci.
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Capitolo 13 *** È così bella quando sorride ***
E' così bella quando sorride
Sono tornata in fretta, avete
visto?
E altrettanto velocemente vi lascio una piccola canzoncina: Maledetto quel giorno,
di Emma Marrone. Ora vi lascio al capitolo. Ci vediamo
di sotto!
È così bella
quando sorride
POV
DAMON
Un
kitsune. Quello stramaledetto ragazzino era un kitsune millenario. Non
bastavano i licantropi, gli ibridi e i mezzi vampiri, no, adesso anche
i
kitsune che, a quanto avevo capito, potevano controllare le piante e
non
potevano essere uccisi se non dall’argento e da quello che la
BarbiePetrova
aveva chiamato Peccato del Rimorso. Bella fregatura.
Talia
non aveva aperto bocca per tutto il tempo e si era andata a sedere
sulla riva a
guardare il mare. La luce del sole le aveva schiarito gli occhi, che
ora
assomigliavano ai miei, ed era assorta a fissare l’orizzonte.
Non so cosa avrei
dato per sapere a cosa stesse pensando in quel momento.
Uno
sciabordio più forte mi costrinse a distogliere lo sguardo
da lei e a posare lo
sguardo sulle onde che nascevano poco più lontane dalla
risacca.
Una
bara lunga circa due metri si alzò dalla superficie marina
sorretta da una massa
d’acqua salata. Un ragazzo si erse insieme ad essa: aveva i
capelli e gli occhi
castani.
Lucas.
Il
ragazzo per cui Talia aveva avuto una cotta. E lei ci abitava insieme,
scherzandoci insieme come se non ci fosse mai stato nulla tra di loro.
Grandioso.
Sbuffai,
e gli occhi di tutti furono su di me.
-Che
c’è?- esclamai scorbutico, e ritornarono a
guardare il tizio acquatico, che
adesso aveva raggiunto la riva e aveva appoggiato la bara sulla sabbia.
-Allelujah!
Ce ne hai messo di tempo!- lo rimbeccò la corvina.
-Scusami
se era a metà strada per l’isola di
Sant’Elena, sai credo proprio di averla
buttata io in mare, per sbaglio. Ops!- le rispose lui a tono.
Talia
fu sorpresa dalla sua replica, tanto che rimase senza parole. Capii che
non era
abituata ad essere contraddetta, o quanto meno che qualcuno le
rispondesse in
quella maniera.
-D’accordo
allora, puoi andartene. Non sei più il benvenuto nella mia
casa-
Lucas
sgranò gli occhi.
-Mi
stai cacciando?-
Talia
alzò la testa, guardandolo negli occhi.
-A
te che sembra?- domandò con tono di sfida.
Lui
la fissò per un secondo, poi sorrise apertamente.
-Stai
scherzando, vero?-
Talia
non lo imitò. Rimase fredda come il ghiaccio. Si
girò e si diresse verso la
bara, senza nessuna esitazione nella sua camminata fluida.
Lucas
urlò e l’acqua dietro di lui si alzò di
botto, formando un muro liquido che
scagliò con forza contro la corvina. Quella si
girò appena.
Un
attimo e la mezza vampira non era più lì. A
velocità sovrannaturale si era
spostata sotto agli alberi che costeggiavano la piccola spiaggia. Il
suo
sguardo era glaciale.
Si
ringhiarono addosso e qualcosa cambiò. Il cielo si era fatto
tempestoso, con
grossi fulmini che cadevano dalle nuvole nere. Tuttavia mi accorsi che
c’era
qualcosa di strano. I lampi non emettevano luce, erano completamente
neri, e
quando arrivavano a terra il rumore era assordante, più dei
fulmini normali. Ad
una seconda occhiata vidi che ad ogni impatto si apriva una voragine
nel
terreno, sempre più grossa. Ne rimasi impressionato. Davvero
Talia era così
potente?
Quella
intercettò il mio sguardo e sorrise maliziosamente,
strizzandomi l’occhio.
Rimasi pietrificato quando vidi che il bianco dell’occhio era
diventato
completamente nero, così il blu elettrico
dell’iride risaltava ancora di più.
Quando guardò Lucas, sembrò quasi che le facesse
pena.
Lui
creò un enorme tridente d’acqua che le
lanciò addosso. Lei lo schivò
prontamente con un salto e ricadde alla sua sinistra.
Il
ragazzo la stava tempestando di proiettili d’acqua e tutto
quello che la sua
avversaria faceva era schivarli. Non capivo, cosa stava spettando ad
attaccarlo?
-Non
provarci. Non tentare di capirla. Mi assomiglia molto- disse una voce
familiare.
Alla
mia destra era comparsa Katherine. Sbattei più volte le
palpebre prima di
metterla a fuoco e ricordarmi che lei e Talia erano sorelle. Anzi,
sorellastre
per la precisione.
-Guarda-
mi incitò. Rivolsi ancora l’attenzione allo
scontro.
Lucas
mi sembrava in difficoltà. Respirava in modo irregolare e
tremava leggermente.
Talia invece mi pareva fresca come una rosa. Non aveva il fiatone e
nemmeno una
goccia di sudore. Sorrideva come se si divertisse un mondo.
D’un
tratto Annabeth sbuffò e si diresse verso i due, che si
erano fermati un
secondo e si guardavano negli occhi, come per studiarsi.
Si
fermò perfettamente nel mezzo, così da avere
l’attenzione di entrambi, e non
solo. Tutti noi ci facemmo più attenti.
Io
saltai all’indietro, così come tutti gli altri
vampiri, quando la ragazza fece
comparire nelle sue mani una palla di fuoco e la scagliò a
terra, causando una
piccola esplosione.
-Ragazzi!
Ma siete impazziti? Vi devo ricordare che siamo in pubblico?-
Talia
sorrise. –Scusa, sis-
Poi
si rivolse a Lucas. –Non provare nemmeno a tornare, capito?
Nessuno mi fa un
affronto del genere e poi la passa liscia. Starai un settimana fuori
casa,
senza poter entrare, passati sette giorni esatti da adesso potrai
rientrare,
tutto chiaro?- chiese infine, col tono più serio che le
avevo mai sentito.
-Cristallino-
bofonchiò lui, ma una punizione del genere doveva andargli
bene, perché non
tentò ancora di inzupparla.
-Talia!
Ma…-
La
ragazza si limitò ad alzare una mano per fermarla. La
sorella la guardò
stralunata. Poi alzò le braccia e le fece ricadere lungo il
corpo, come
spossata.
-Io
non ti capirò mai- borbottò prima di andare verso
la bara, imitata dai
compagni. Quando la piccola Cassandra mi passò accanto mi
sorrise
incoraggiante. Io le risposi con uno sguardo confuso.
Tutti
e cinque si disposero in cerchio intorno al feretro, si presero per
mano e
chiusero gli occhi.
Aspettai,
ma nessuna litania venne intonata, nessun vento magico si
alzò nessuno
sconvolgimento naturale in generale.
Talia
aprì gli occhi di scatto e guardò oltre le spalle
di Simon davanti a lei, e
tutti la seguirono.
Bonnie
era in piedi dietro il moro e la fissava in trance.
-Bon…-
sussurrò Elena.
La
streghetta girò la testa di scatto, come se fosse obbligata
a farlo da
un’entità superiore e il corpo stesse cercando di
opporsi.
-Io
non sono lei- disse atona.
-Perché
mi stai bloccando? Non dovresti esserne capace!- sibilò la
corvina.
“Bonnie”
riportò il viso nella sua direzione e sogghignò
malignamente.
-Perché
non voglio che tu riporti in vita Niklaus-
-Adesso
basta! Ne abbiamo abbastanza! Se non sei la streghetta da quattro
soldi, chi
sei?- esclamai, furibondo. Mi ignorò.
-Io
posso tutto, ragazza, ricordatelo. Ora ti dirò qualcosa di
molto importante, ma
che già tu sai. Cinque sono e cinque saranno./Nei
secoli vagheranno./La
magia possiederanno./E dei veri spiriti l’anima avranno. Agli
elementi
apparterranno,/ma anche dannati saranno,/e il mondo distruggere
potranno./Perciò maledetti saranno-
-Perché
me lo stai dicendo adesso?- la interruppe Talia.
-Fammi
finire, ragazza. Anzi, sono solo all’inizio. Il
Fuoco nascerà,/il primo
sarà,/e presto libero diverrà./Il Fulmine lo
seguirà,/veloce e sicuro
crescerà,/ma per molto tempo maledetto
sarà./L’Aria dopo verrà,/in silenzio e
solitudine vivrà,/fino all’incontro fatale che
avrà./L’Acqua giungerà,/nel sole
si formerà,/prima di incontrare la Grande Madre./La Terra,
infine,
germoglierà,/nella pioggia del Nord maturerà/e
l’ultimo maledetto sarà./Quando
tutti liberi saranno/una scelta fare dovranno/le volpi aiuteranno o
uccideranno?- finì di cantilenare la streghetta.
Calò
il silenzio, rotto solo dalla BarbieVampira.
-Ma
che cos’era?-
“Bonnie”
si girò di nuovo verso di noi, puntando gli occhi spiritati
sulla bionda.
-Loro
lo sanno- disse meccanicamente un’ultima volta prima di
cadere a terra. Elena
si slanciò verso di lei e la afferrò un secondo
prima che sbattesse la testa
sulla sabbia.
-Bon…- sussurrò la Gilbert.
La
streghetta aprì lentamente gli occhi, infastidita dalla luce.
-Ma
che è successo?- biascicò.
Sgranai
gli occhi. Ci aveva sorpresi tutti comparendo in questo modo, e poi non
si
ricordava nulla?
-È
stata posseduta- intervenne Talia, facendo spostare
l’attenzione di tutti verso
di lei.
-Dopo
devi spiegare, lo sai questo, vero?- domandai.
Lei
annuì gravemente.
Bonnie
iniziò ad agitarsi quando la vide. –Tu…
sei… sei… un’abominio!-
La
corvina alzò gli occhi al cielo.
-Il
brutto è che sento la tua aura magica… sei molto
potente…-
La
strega da quattro soldi continuò così per un bel
po’, finchè Annabeth le fece
un incantesimo che le tolse la voce. Era esilarante vederla
boccheggiare
tentando di comunicare con noi col labiale.
-Bionda-
chiamai la Petrova –Ti stimo per questo-
Lei
sorrise. –Lo so-
Si
disposero in cerchio come prima, intorno alla bara.
Dopo
un attimo di concentrazione, Annabeth intonò quella che,
invece di una formula
magica, mi sembrava una canzone lirica, presto imitata da tutti. Meno
Talia.
Lei non cantava, ma teneva gli occhi chiusi, come in ascolto dei
compagni. Era
una melodia antica e sconosciuta, che mi intorpidiva i sensi e mi
invitava a
lasciarmi andare.
Il
canto si arrestò bruscamente com’era venuto,
risvegliandomi dalla trance in cui
ero caduto.
Talia
si era staccata dagli altri e si era diretta verso la bara, ora aperta.
Potevo
scorgere il corpo di Klaus incatenato e mezzo bruciacchiato disteso sul
fondo
del feretro. Lei mise una mano intorno al paletto che spuntava e lo
estrasse
con forza, gettandolo poi alla sorella bionda.
Poi
fece una cosa che non mi sarei mai aspettato: alzò la manica
della giacca e
della maglia fino al gomito e appoggiò il polso destro sulla
bocca di Klaus.
Inizialmente
non accade nulla, ma quando l’ibrido la morse, la corvina
emise un gemito di
dolore.
Quando
lui la lasciò andare, Talia si accasciò contro la
bara tenendosi il braccio
ferito che non accennava a rimarginarsi.
Klaus
aprì chi occhi e prese un bel respiro, balzando poi
giù dal feretro.
-Tals!-
gridò, e si affrettò a darle il suo sangue per
farla guarire.
Il
morso si richiuse in un batter d’occhio.
-Grazie
Nik- sussurrò lei, e si lasciò andare contro di
lui, chiudendo gli occhi.
L’ibrido
la raccolse da terra e si diresse verso le auto, ignorandoci tutti.
Caroline,
che aveva seguito tutto, sorrise, raggiante.
-Tyler!
Sei tu!- e lo abbracciò di slancio.
Elena
e Bonnie ci vennero incontro, un po’ sorridenti
perché avevano scampato
l’ennesimo pericolo, un po’ tristi
perché Klaus non era ancora morto.
BarbieOrliginal
era contenta perché il fratello non era morto, e stava
stritolando gli altri
familiari ancora in vita con tutta la sua forza di Antica.
Tutti
erano felici, chi per una cosa, chi per l’altra.
Ma
tutto ciò non mi interessava. Volevo sapere come stava
Talia, così seguii
l’ibrido millenario tra gli alberi.
Lo
trovai che stava tentando di mettere delicatamente a sedere la mezza
vampira
sul sedile dell’auto delle Petrova senza picchiare una
testata contro il
tettuccio dell’auto.
-Ogni
volta che viene morsa, poi va in una specie di coma. Tranquillo, non
è
irreversibile- mi sorprese.
-Non
mi interessa, me ne sono andato perché di la erano tutti
felici e contenti. Non
li sopporto- dissi, fintamente freddo.
Finalmente
lui si girò.
-Oh,
certo. Come ho fatto a dimenticarlo. Tu non provi emozioni,
né sentimenti- mi
schernì.
-Già.
Ora, vediamo di chiarire una cosa: Talia si è confidata con
me, per cui prova
solo a farla soffrire che…-
-Che
cosa, Damon? Talia è come una sorella per me, anzi,
è la mia sorellina, la
migliore amica che non ho mai avuto prima di lei. L’ho
allevata, cresciuta. Non
le farei mai del male. Piuttosto, tu, vedi di non spezzarle il cuore,
altrimenti ti impaletto- concluse lui.
Annuii
brevemente prima che dagli alberi spuntasse tutta la truppa.
Divisi
nelle varie auto, ritornammo a Mystic Falls.
Quando
le macchine si fermarono davanti alla pensione Salvatore, Talia stava
ancora
dormendo.
Povera,
due morsi di licantropo nel giro di una settimana…
Ma
che?!?! Ok, stavo impazzendo. Non potevo pensare una cosa del genere
nei
confronti di una ragazza che mi odia.
Devo
pensare ad altro, altrimenti Stefan inizia a pensare chissà
cosa e io non ho
voglia di sentire le sue paternali da nonnetto rincitrullito.
Ma
non faccio in tempo a cercare qualcosa cui potrei pensare che Elena mi
viene
vicino con una strana espressione.
-Damon…
Ti devo parlare-
Annuii
solamente. Non sapevo cosa dire.
Mi
portò in una stanza isolata dalle altre e, soprattutto, al
secondo piano.
Lontano da mio fratello e da tutti gli altri che stanno discutendo nel
salotto
al piano di sotto.
-Allora?-
domandai spazientito.
-Ecco…
io…-
-Muoviti,
non ho tutto il tempo del mondo- la rimbeccai.
-Oh,
al diavolo! Ricordo tutto, Damon!-
Alzai
un sopracciglio. –Cosa ricordi?-
-Mi
hai soggiogata due volte. La prima, il nostro primo incontro, la sera
in cui
sono morti i miei genitori adottivi. La seconda, il tuo primo
“ti amo”-
Cavolo!
Aveva riassunto due eventi così importanti per me in due
righe!
-E
quindi? Cambia qualcosa della tua scelta?-
-No,
mi dispiace, amo Stefan. Tu sei solo un buon amico, Damon-
Detto
ciò, uscì dalla stanza e se ne andò al
piano di sotto per unirsi alla
discussione della gang del bosco.
Io
avevo assoluto bisogno di alcool. A velocità sovrannaturale
percorsi le scale e
il salone, avvertendo distrattamente il –Damon! Dove stai
andando?- di Stefan.
Avrei voluto fermarmi e… nemmeno io sapevo cosa fargli, ma
volevo che si
facesse mooolto male.
Decisi
di proseguire e me ne andai al Grill, riaperto da poco. Matt era sempre
lì e,
appena mi vide, preparò il solito bicchiere di bourbon senza
che glielo
chiedessi apertamente. Ciò mi fece spuntare il primo sorriso
di quella giornata
ormai al termine.
Finii
il liquore in un sorso e ne chiesi un altro, che fece la stessa fine.
Poi un
altro, un alto, e un altro ancora.
Ero
ubriaco quando Talia mi si parò davanti, rubandomi
l’ennesimo bicchiere e
scolandoselo in un secondo.
-Eccola
qui! La ragazza maledetta! Non sai che non si deve mai sottrarre
l’alcool ad un
vampiro ubriaco?- le chiesi, canzonatorio.
-Ne
avevo bisogno- si giustificò lei.
-Da
quanto sei in piedi?- tentai un discorso normale.
-Qualche
minuto, in verità. Però Ann e gli altri credono
che stia ancora ronfando sotto
le coperte-
-Della
mia camera-
-Sul
serio? Quella è la tua camera? Me la immaginavo diversa-
-Diversa
come? Piena di teschi e ragnatele?-
-Più
che altro mi aspettavo una bella bara di ebano posta al centro, un
lampadario
enorme appeso al soffitto e le finestre murate per dare
un’aria più tetra al
tutto-
Scoppiammo
a ridere nello stesso momento, guadagnandoci un’occhiata
perplessa da parte di
Matt.
-Sai,
non ti facevo così- dissi.
-Così
come?-
-Mi
sembravi più simile a Stefan-
Lei
fece un verso disgustato che ci fece ridere ancora come due matti,
accompagnati
da un altro sguardo dubbioso del barista biondo.
La
serata andò avanti tra battute, risate e alcool a fiumi,
tanto che quando
decidemmo di andare a casa, erano le tre di notte passate e
barcollavamo per
strada cantando a squarciagola “Ci son due
coccodrilli”.
Arrivati
nel salotto notammo che non si sentiva nulla in tutta la casa.
Talia
si slanciò sul divano e si accomodò per bene,
mettendo i piedi sul cuscino.
-Fai
come se fossi a casa tua, eh?- la presi in giro.
Lei
sorrise ad occhi chiusi.
Il
fuoco era ancora vivo, ma si era abbassato di molto, così
aggiunsi qualche
ciocco di legno per ravvivarlo. Finita quest’operazione andai
da lei e le alzai
i piedi, per sedermi e tirarmi addosso le sue gambe.
-Posso
chiederti una cosa?- chiese.
Annuii
in silenzio, cosa che lei interpretò come un si.
-Cosa
ti ha spinto ad ubriacarti proprio stasera?-
Non
le risposi immediatamente, perso nei brutti ricordi di qualche ora
prima.
Non
ricevendo risposta, quella aprì un occhio per vedere la mia
reazione alla
domanda.
-Elena-
dissi solo. La risposta di Talia fu uno sbuffo che mi sorprese.
-Quella
non ha ancora capito nulla dalla vita- tradusse.
-E
tu si?- la provocai.
-Almeno
io posso piangermi addosso per un motivo-
-La
profezia?- tirai ad indovinare.
-La
maledizione- mi corresse.
Aggrottai
le sopracciglia, confuso. C’era una Profezia e poi
una Maledizione? Non
ci stavo capendo più niente.
-In
cosa consiste la maledizione?-
-Non
posso dirtelo. Non è perché io non voglia,
è perché nemmeno Ann sa di cosa
parla. Così come io non sapevo in cosa consisteva la sua-
-Quindi
ognuno di voi sa il testo della maledizione, ma è vincolato
a non rivelarlo a
nessuno?-
Annuì.
-Bella
fregatura- commentai. Talia sorrise.
“È
così bella quando sorride…”
-Adesso
ho io una domanda da farti: perché porti i capelli corti?-
La
corvina spalancò gli occhi, sorpresa.
-Beh,
perché sono comodi, non intralciano…-
-Ora
una io! Com’era la tua famiglia?- rilanciò.
-Mia
madre era una persona fantastica, peccato sia morta prematuramente. Non
si
arrabbiava mai per nulla, era dolce, gentile e bellissima. Tutto il
contrario
di mio padre, invece-
-Era
brutto come la fame?- domandò per sdrammatizzare.
Scoppiai
a ridere. Possibile che con lei fosse tutto così semplice?
Persino parlare dei
miei genitori era diventato facile.
-No,
ma il carattere era pessimo. Ha sempre privilegiato Stefan. Mio
fratello era
sempre il migliore in tutto, nello studio, negli affari. Io ero il
disonore
della famiglia, disertore e nullafacente, buono solo a spendere i suoi
soldi
nel gioco d’azzardo e nelle belle donne-
Preso
com’ero dal racconto, non mi ero accorto di aver stretto
violentemente le mani
a pugno e che le unghie vi avevano lasciato dei segni rossi a forma di
mezzaluna. Talia, per cercare di calmarmi, si era messa a sedere anche
lei e
aveva preso ad accarezzarmi il braccio.
Chiusi
gli occhi, lasciandomi andare a queste carezze, e continuai a parlare.
-Quando
ho visto Katherine, ero subito attratto da lei. Era bellissima, dolce.
Tanto
simile a quella madre che avevo perso da piccolo, sebbene non le
somigliasse.
Credo fu per questo che me ne innamorai, disertai per lei. E stetti
male per
lei quando la catturarono. Dopo centoquarantacinque anni sono venuto a
scoprire
che aveva vissuto libera senza cercare né me né
Stefan. Un’altra delusione. Ora
Elena, così simile a Katherine, ma così diversa-
-Te
ne sei innamorato- constatò.
-Si,
la amo, ma ha scelto mio fratello, come ha fatto anche tua sorella. Io
sono
sempre la seconda scelta, in tutto. Per cui, perché cercare
un’altra persona
che finirebbe con il nutrire verso di me aspettative che so che
deluderei, come
ho già fatto per la mia famiglia?-
Talia
sospirò, come se stesse per fare un grande discorso.
-L’amore
da parte della propria famiglia è molto importante, ma non
sempre riusciamo a
capire in che modo ce lo trasmettono… Ma l’amore
dimostrato dal proprio
compagno è tutta un’altra cosa… Secondo
me, quando si sceglie, soprattutto
inconsapevolmente, di amare qualcuno, il compagno ama prima di tutto i
tuoi
difetti, perciò non rimarrebbe mai deluso, al contrario
considererà ogni tuo
più piccolo traguardo una grande vittoria-
La
guardai per un secondo e realizzai che anche lei, come me, doveva avere
tante
delusioni alle spalle. Era simile a me.
-Dai,
dormiamoci su- la esortai.
-Non
ho una camera per me- protestò.
-Vieni
con me. Giuro che non approfitterò di te mentre dormi- alzai
le mai in segno di
buona volontà.
-Giuralo-
mi minacciò col dito un po’ tremante
dall’alcool che circolava ancora nei
nostri corpi.
-Lo
giuro- dissi serio, forse per la prima volta nella mia eterna vita.
-Ok,
possiamo andare-
Ci
dirigemmo verso la mia stanza come dei ladri, attaccati ai muri per
cercare di
non fare rumore. Mi sembrava di essere in un film di spionaggio.
Arrivati
sani e salvi alla meta, ci buttammo in contemporanea sul letto a
quattro piazze
che troneggiava in mezzo alla camera. Velocissima, Talia si
impossessò della
parte sinistra del letto, appallottolandosi su se stessa e chiudendo
gli occhi,
pronta a dormire.
Le
feci
passare un braccio intorno ai fianchi per bloccarla contro il materasso.
-Cos..?-
-Adesso
che sei qui, dormi con me-
-Ma
sono già qui- protestò debolmente.
-Intendo
appoggiata a me- e aprii le braccia per invitarla ad avvicinarsi a me.
Talia
sospirò. –Solo perché sono troppo
stanca per rifiutare, sia chiaro-
-Va
bene- acconsentii. Tutto per sentirla ancora vicina.
Difatti
si accoccolò sul mio petto e strinse la maglia, mentre il
mio braccio passava
ancora intorno ai suoi fianchi. Era calda e morbida.
Sospirò
e si abbandonò al sonno. Dormendo, sorrise per qualcosa.
“È
così bella quando
sorride…”
pensai prima di scivolare nelle spire di Morfeo.
Spazietto
dell’autrice:
Sono
tornata in fretta! Evvai! *balla la conga*
Kyoya
(di Beyblade Metal Fusion e seguenti): nooooooo!
Io:
T.T
Ok,
in questo capitoletto vediamo Elena che da l’ennesino due di
picche a Damon
che, poveretto, va a sfogarsi nell’alcool… e vi
trova Talia che è fuggiata
dalle spire delle sorelle maggiori.
Ihihih
come ce la vedete Kate in versione sorellona? Volete che ritorni la
solita
pazza psicopatica che ci prova con tutti? O vi va bene dolce e
premurosa con le
sorelline?
Poi
Talia consola Damon con un grande discorso sull’amore. Non
sono teneri insieme?
Kyoya:
è ufficiale, è impazzita
Io:
O.o
Ok,
aspetto le vostre recensioni, e intanto ringrazio che ha messo questa
sottospecie di sgorbio la storia tra le preferite (3, pochi
ma buoni):
BiteMeHarderIanSmolder;
Lady Elizabeth;
Nikotvd
(tra parentesi, adoro “Dobbelganger Love”).
Chi
l’ha messa tra le seguite (11, non mi sembra nemmeno vero!):
angel2;
Angy_1D;
Giada
cattaneo (che ringrazio per la recensione allo scorso capitolo);
jess chan;
S u n s e t;
Safycullen97
(che ringrazio perchè mi sostiene sempre);
Subsonic;
the_rest_of_me;
vannuccini;
_Raiko;
_Want u Back_.
Chi
le ha messe tra le ricordate (2, sempre meglio di niente):
babimarikapazza
_1Dboy_
Vi
ringrazio enormemente, ragazzi! La storia è andata avanti
anche grazie a voi!
Intanto ricordo le due one-shot legate a questa storia, “E
se…” e “Dove sei…”,
che trovate alla mia pagina.
Bacioni
Laura
P.S.:
ripeto, avete qualche commentatore da suggerire?
|
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Capitolo 14 *** I want... ***
I want...
Buonasera
a tutti. Volevo dedicare questo spazio prima del capitolo ad una storia
che ho
appena pubblicato. È una OS originale, e ci terrei che la
leggeste. Se poi mi
lascerete una recensioncina, ben venga…
Vi
lascio al capitolo.
I
want…
I want, I want, I
want, but that's crazy!
I want, I want, I want, and that's not me
I want, I want, I want to be loved by you
(Io
voglio, io voglio, io voglio, ma è assurdo!
Io voglio, io
voglio, io voglio, e non è
da me
Io voglio, io voglio, io voglio essere amato da te)
(One
Direction con “I want”, “Io
voglio”)
POV
DAMON
Mi
svegliai lentamente,
ancora un po’ intontito da tutto l’alcool ingerito
la sera prima. Avvertii un
peso sul mio petto e sorrisi. Talia aveva accettato di dormire insieme
a me e
adesso era premuta contro il mio corpo, tentando di avvolgerlo sia con
il
braccio sia con la gamba ancora liberi.
Il
mio sorriso si allargò.
Era così spontanea mentre dormiva e ciò mi
piaceva in un modo che non avrei mai
creduto possibile.
Chiusi
gli occhi e assaporai
quel momento. Non mi accorsi di stare già scivolando nel
dormiveglia, cullato
dal battito ritmico del cuore umano di Talia.
POV
TALIA
La
bambina si svegliò di soprassalto nel cuore della
notte. Un tuono l’aveva strappata dal sonno e adesso si stava
stropicciando i
vispi occhietti blu. Un altro fulmine illuminò la stanza e
l’altro lettino
posto dall’altra parte della cameretta.
La
sorella maggiore stava ancora dormendo profondamente, sicuramente il
padre non
voleva essere disturbato, quindi cercò di rimettersi a
letto. Però il sonno non
veniva. Per quanto si sforzasse, non riusciva a riaddormentarsi. Colpa
della
pioggia che batteva incessante contro il tetto, dei tuoni in
lontananza, dei
fulmini che rendevano tutto più luminoso, del vento che
ululava tra gli alberi
della foresta.
O
erano i lupi? Quest’ultima opzione la spaventò
ancora di più. Aveva una
grandissima paura di quegli animali, non si facevano scrupolo a
sbranare anche
i bambini come lei pur di placare la loro fame, leggendariamente
insaziabile.
Si rannicchiò ancora di più sotto le coperte,
tentando di tapparsi le orecchie.
Ancora nulla.
La
porta della stanza si aprì lentamente. La bambina si nascose
e tentò di
fingersi immersa nel sonno. Sentì chiunque fosse entrato
avvicinarsi prima da
lei, come per controllarla, e poi dirigersi verso la sorella che non si
era
mossa, i lunghi capelli biondi le coprivano il viso come una tenda.
Intanto che
l’individuo era girato verso di lei, ne approfittò
per aprire un occhio.
Capelli ricci e biondi si intravedevano nella luce intermittente dei
fulmini
che ancora facevano infuriare la tempesta là fuori. I
lineamenti erano
familiari, troppo. “Papà…”
pensò.
L’uomo
di girò verso di lei e la bimba dovette ritornare a fingere
di dormire. Il
padre le si avvicinò di nuovo, per controllarla meglio.
L’ispezione dovette
andare a buon fine, perché ritornò dalla bambina
bionda. La raccolse dal
lettino come de fosse una bambola pregiata e se la mise sulle spalle,
per avere
le braccia ancora libere. Con esse prese la sorellina e se la
sistemò in
braccio, prima di uscire dalla stanza e, infine, dalla casa.
Fuori
i rumori erano ancora peggio che all’interno
dell’abitazione, erano
amplificati. E l’assenza delle pareti faceva in modo che la
pioggia battente si
riversasse anche sullo strano gruppetto.
L’uomo
portò le bambine in una piccola radura, dove gli alberi
erano così fitti che
formavano una specie di tetto di foglie e rami. Le lasciò
sotto un grande
tronco, una accanto all’altra. Diede ad ognuna un bacio sulla
fronte bagnato di
lacrime e una benedizione diversa. Non sapevano cosa riservava loro il
destino.
Sapeva che l’avrebbero odiato, ma per la loro
incolumità, questo ed altro.
“Addio,
figlie mie… ci rincontreremo un giorno, lo so.”
La bambina mora fece ancora
finta di dormire, anche se le veniva da piangere. Suo padre la stava
abbandonando, insieme alla sorella maggiore. Come avrebbero fatto senza
di lui?
Quando non vide più la
figura paterna, si alzò di scatto e svegliò la
biondina e le spiegò quello che
aveva visto.
Insieme cercarono di
richiamare il padre per ore, fino a rimanere senza più fiato
in gola.
Allora la sorella più
grande
si sedette in mezzo allo spiazzo erboso e scoppiò in un
pianto disperato. La
minore le si avvicinò e le mise un braccio sulle spalle,
come per consolarla.
Le lacrime scesero per molto tempo, tanto che la pioggia
cessò lentamente e il
sole fece capolino tra le nubi temporalesche.
Un rumore le fece voltare
contemporaneamente verso un punto della foresta in cui gli alberi erano
più
fitti. La sorellina si mise davanti alla maggiore, come per proteggerla.
Un ragazzo fece capolino da
dietro uno dei tronchi e le guardò con curiosità.
In fondo erano due bambine da
sole in una foresta dopo una tempesta. Il giovane aveva lisci capelli
biondi,
un po’ lunghi, e due occhi colore del cielo estivo, di un
azzurro talmente
intenso da far girare la testa.
-Ciao, chi siete?-
esordì
lui.
-Non ci fidiamo di te- lo
fulminò la moretta.
-Vorrei solo sapere
perché
siete sole solette in questa parte della foresta-
-Non vi è dato saperlo-
continuò lei, passando al voi.
Il ragazzo si avvicinò e
la
bambina fece involontariamente un passetto indietro. Le veniva naturale
diffidare di lui.
-Vi siete perse?- chiese
ancora il biondo.
-No- rispose la maggiore.
-E allora perché siete
qui?-
domandò di nuovo lui.
-Non sono affari che vi
riguardano- disse la corvina.
-Siamo state abbandonate-
ribattè la biondina nello stesso momento.
-Sorella! È uno
sconosciuto,
non dobbiamo dargli confidenza- l’ammonì la
più piccola.
-È la prima persona che
non
fugge via quando ci vede, sorellina. Può aiutarci-
replicò la maggiore. Come ad
avvalorare la sua tesi, lo sconosciuto (tutte noi abbiamo
già capito chi è,
vero?*.* NdMe) annuì calorosamente.
La bimba era ancora dubbiosa
ed estremamente diffidente. Non si fidava, punto. Era nel suo carattere.
Lei e la sorella si
avvicinarono al biondo.
-Io sono Annabeth e lei
è la
mia sorella minore Talia. Tu sei?- disse la più grande,
ignorando il galateo.
-Ciao bambine, il mio nome
è
Niklaus-
La scena cambiò. Le
bambine
erano sempre con Niklaus, ma erano in un castello enorme, come quello
delle
fiabe che il loro padre leggeva prima che andassero letto. I servi
s’indaffaravano per eseguire gli ordini del ragazzo, che
doveva essere un
nobile per quanto sfarzo stavano vedendo, estasiate.
Una ragazza bionda
attirò la
loro attenzione. Stava scendendo lentamente lo scalone centrale, il
vestito
azzurro frusciava sul pavimento ad ogni suo movimento.
-Fratello! Dove sei stato?
Ci stavamo preoccupando- esordì lei, ignorando
volontariamente le due bimbe.
-Rebekah, non devo rendere
conto a te dei miei spostamenti, comunque ho fatto un giro nella
foresta-
rispose lui.
-E queste due…intruse?-
domandò la bionda.
Il fratello fece per
rispondere quando la sorella più grande li interruppe.
-Non siamo intruse! Niklaus
ci ha trovate nella foresta- spiegò.
-Ah, siete orfane allora!-
esclamò Rebekah con cattiveria.
-Prova ancora a dire una
cosa del genere e ti faccio a fettine, vampira o no- esordì
la minore,
facendoli sussultare.
I due fratelli si
guardarono, sorpresi. Come aveva fatto una bambina di sei anni a sapere
cos’erano loro?
-Semplice, vi ho sentiti-
spiegò lei. –E ora gradirei essere accompagnata
nella mia stanza- continuò,
altezzosa.
-Voi non comandate qui,
chiaro? Siamo noi i padroni di tutto ciò che vedi, io, Nik,
Elijah e Kol-
-Elijah e Kol? Spero siano
più divertenti di te, Rebekah- replicò la mora.
-Chi ha parlato di
divertimento?- Un ragazzo scese dallo scalone, aveva gli occhi e i
capelli
neri, la pelle molto pallida e un ghigno strafottente sul volto.
-Ciao bambine, mi chiamo
Kol. Voi siete Talia e Annabeth? Piacere- si presentò.
La minore sorrise veramente
per la prima volta da quando aveva varcato il portone scuro del
castello. Le
stava simpatico.
-Piacere mio, Kol- rispose,
esibendosi in perfetto inchino.
-Finalmente qualcuno che mi
porta rispetto, vero sorellina?- esclamò il moro. Rebekah
sbuffò. Evidentemente
non le andava a genio che i fratelli le avessero prese sotto la loro
ala
protettiva.
-Venite con me, vi mostro le
vostre stanze- continuò, gentilissimo.
Anche Annabeth sorrise. Era
l’inizio di una nuova vita.
Mi
svegliai piano piano. Avevo un mal di testa terribile, era come se
migliaia di
nanetti avessero deciso di marciare sui miei neuroni. Oltretutto avevo
anche
sognato il nostro abbandono, il ritrovamento da parte di Nik, la
conoscenza di
Bekah e Kol.
Feci
per alzarmi ma un braccio mi tenne ancorata al materasso comodo su cui
ero
sdraiata. Un braccio maschile.
Oddio,
che avevo combinato la sera prima? Osai aprire un occhio e la prima
cosa che
vidi fu il nero.
Aggrottai
le sopracciglia. Com’era possibile che la mattina potessi
vedere del nero?
Poi
mi venne l’illuminazione. Avevo dormito con Damon, ovviamente
senza farci
nulla. Altrimenti, che guaio!
Sospirai
e sentii il vampiro agitarsi accanto a me. Non proprio
accanto… diciamo pure
che gli ero spalmata addosso.
-Va
bene che sono super figo, ma saltarmi addosso mentre dormo non
è un po’
eccessivo?- esordì lui. Dio, che imbarazzo! Bel modo di
iniziare la giornata,
davvero.
Gli
tirai un leggero pugno sul petto, ma lui parve non risentirne. Provai
di nuovo
ad alzarmi, ma mi tenne di nuovo ferma contro di lui.
Contro il suo corpo sexy e
libidinoso…
fece la mia coscienza.
Zittaaaaa! dovetti urlare mentalmente.
Intanto lo sai che ho
ragione… già che ci sei, potresti
anche… continuò.
Ma anche no! la interruppi, facendo
cadere il discorso.
-Ehi-
mi richiamò –potresti anche staccarti, sai?-
Sgranai
gli occhi, scioccata. Ma se era lui che non mi permetteva di andarmene!
Io i
vampiri non li capirò mai.
Damon
ridacchiò e dovetti frenarmi per non staccargli la testa sul
posto.
Mi
avvicinai a lui, fino quasi a sfiorare le sue labbra con le mie.
-Fallo
un’altra volta e ti eviro- lo minacciai, per poi voltarmi e
andarmene
lentamente, e mooolto sensualmente, per quanto ci riuscivo ancora mezza
ubriaca, nella camera che mia sorella si era presa alla pensione.
POV
CASSANDRA
Mi
svegliai con la luce del sole che filtrava dalle tende aperte.
Sorrisi.
Avevamo fatto in modo che non ci fossero più stanze libere
per Talia quando
fosse rientrata alla pensione, per cui era stata costretta a dormire
con Damon.
Io quei due ce li vedevo benissimo insieme!
Mi
alzai e andai nel bagno. Avevo assoluto bisogno di una doccia per
svegliarmi
del tutto.
Ancora
mezza intontita andai a sbattere contro Kol che ne stava uscendo.
-Ops,
scusa Kol-
-Non
fa nulla, Cassie- e sorrise. In quel momento seppi di essere diventata
bordeaux.
-Devo…
devo…- balbettai.
-Certo,
vai- e si spostò. Mormorai un grazie e mi fiondai nel bagno
per evitare di
svenirgli tra le braccia. Non ero sicura di riuscire a riprendermi.
La
doccia fu veloce, ero impaziente di sentire il resoconto di Talia.
Così,
appena mi fui rivestita, mi diressi in cucina per prepararmi un bel
caffè.
Anzi, una tisana rilassante. Mi sentivo ancora addosso lo sguardo
dell’Originale. Al solo pensiero arrossivo ancora
violentemente.
Davanti
alla tazza fumante ascoltavo distrattamente Annabeth parlare di Lucas e
Simon.
Era indecisa su quale dei due scegliere, le piacevano entrambi.
Speravo
di riuscire a prepararmi senza poi incontrarlo. Ma ovviamente il
destino era
contro di me. In quel preciso istante entrò Kol e volli
sotterrarmi.
Cioè,
era impossibile che si accorgesse di me, perché allora non
riuscivo a smettere
di pensarci? Dovevo parlare al più presto con Tals, Ann e
Kate. Anche se loro
non erano proprio fortunate in amore, almeno avrei avuto qualcuno con
cui
parlare.
Finii
velocemente la tisana e raccolsi la borsa di scuola e il giubbotto. Mi
sistemai
sul divano del salone, aspettando quei due ritardatari di Lucas e
Simon. E
soprattutto per evitare lo sguardo indagatore di Kol.
I
ragazzi non arrivavano, perciò mi alzai e andai sotto le
scale.
-Lucas!
Simon! Muovetevi, non posso andare a scuola se voi non venite!-
Mi
arrivò in debole –Si, si, arriviamo- da parte di
uno dei due.
Sbuffai
e mi risedetti sul divano. In quel momento scese Damon.
-Mi
hai illuso- gli dissi. Il vampiro si fermò e mi
guardò, sorpreso e confuso.
-Pensavo
fossi Lucas o Simon- spiegai.
-Ti
sembro un pesciolino? O un fringuello?- ribattè alzando un
sopracciglio.
Sbuffai.
–Li sto aspettando e ti ho sentito scendere-
In
quel momento i due ibridi comparvero sul pianerottolo. –Siamo
pronti!-
esclamarono.
-Era
ora!- commenti acidamente.
Simon
mi si avvicinò lentamente. –Su, dai. Non essere
arrabbiata. Lucas era indeciso
su cosa indossare- disse.
-È
vero- confermò l’altro. –Aspetta! Cosa?
Non è vero! Era lui che non sapeva
decidere!- e iniziarono a litigare.
-Sei
sempre il solito ritardatario, squaletto!-
-Parla
per te, aquilotto!-
Alzai
gli occhi al cielo. Possibile che non passasse un giorno in cui non
litigassero
quei due?!?!
-Muovetevi,
invece di litigare come due bambini. Cavolo, il più giovane
tra di voi ha
cinquant’anni!- sbottai.
Lucas
mi guardò, arrabbiato. –T’inzuppo?-
Alzai
un sopracciglio. –Ti sotterro?- ribattei.
-Vi
do fuoco così la finite tutti e due?- intervenne Annabeth.
Mi ero completamente
dimenticata che c’era anche lei.
-Voi
siete pazzi- decretò Damon con un sorriso.
Una
risata cristallina ci fece girare verso le scale. Talia stava seguendo
la
nostra conversazione/litigio, divertita.
-Si,
io l’ho sempre detto- disse.
Mi
girai tempestivamente verso Damon e lo vidi guardare la mia amica con
un’espressione quasi estasiata. Come
un
cieco che vede per la prima volta il sole.
Sorrisi.
Il piano mio e di Kate stava funzionando.
-Cassandra,
Lucas, Simon? Perché non siete a scuola?- chiese la corvina.
Sgranai
gli occhi. Mi ero dimenticata anche quello, presa com’ero dal
litigio, da Damon
e… Kol. Al solo pensiero del ragazzo arrossii, e fui
costretta a voltarmi per
non incorrere in un terzo grado di Annabeth.
-Andiamo?-
trillai, cercando di nascondere l’imbarazzo.
-Si!-
esclamò Caroline, facendomi sussultare. Anche lei era in
ritardo.
Sorrisi.
L’esuberanza della bionda mi piaceva sempre di più.
Ci
avviammo verso le nostre auto.
La
scuola era un mortorio, più di prima. Il nuovo professore di
storia americana
(il precedente, il signor Saltzman, era diventato un originale, morto
quando
Elena era diventata una vampira. Care dice che era un grande uomo e un
professore coi fiocchi) si chiamava Stark ed era bassino, cicciottello
e un po’
pelato. A me stava simpatico. La bionda continuava a preferire Alaric.
A pranzo ci
era arrivata la notizia che Rebekah voleva
organizzare un ballo in maschera per Halloween, che si sarebbe tenuto
la
settimana prossima. Per questo Caroline era più agitata del
solito.
-Non
può organizzare un ballo, così, dal nulla. Non
senza consultare me. Sono io la
presidentessa del Comitato per la Realizzazione dei Balli Scolastici-
ringhiò
la bionda.
-Per
me non fa differenza, intanto non avevo intenzione di andarci- disse
Elena.
-Sinceramente
neanch’io volevo venire. Ho altro a cui pensare-
rincarò la dose Bonnie, che si
era ripresa benissimo dalla possessione del giorno prima.
La
bionda guardò le due a bocca aperta.
-Chiudi
la bocca, Barbie, altrimenti ci entrano le mosche!-
Scherzosa,
la voce di Damon ci arrivò chiara e concisa, facendoci
voltare tutte di scatto.
Il
moro si trovava qualche passo dietro di loro e sembrava si fosse
portato dietro
un esercito.
C’erano
Talia e Annabeth, Elijah e Kol, Stefan, Jeremy e…
-Klaus-
sospirò Caroline.
-Buongiorno
sweetheart- sorrise lui, e gli comparvero le fossette sulle guance.
Care
gli lanciò un’occhiataccia e gli diede le spalle.
Talia
sbuffò. –Come seduttore fai schifo, Nik-
L’ibrido
si girò. –E vorresti essere tu la mia maestra?-
disse, malizioso.
-Già
dal tono con cui l’hai detto mi viene da rifiutare- lo
stroncò lei.
Sogghignai.
Solo Talia può rispondere così Niklaus e passarla
liscia!
Kol
mi guardò e sorrise. Mi stavo sciogliendo.
Rebekah
ci raggiunse in quel momento. –Ma che ci fate qui?-
-Grazie
sorellina, si vede che ci vuoi bene!- la prese in giro il fratello.
-Abbiamo
sentito che vuoi organizzare un ballo in maschera per Halloween- dissi
per
distrarla, e per non causare un fraticidio.
Lei
mi sorrise e si sedette accanto a me.
-Già!
Vorrei farlo nel bosco, appendere tante lanterne e…- alla
terza cosa che voleva
realizzare avevo già staccato la spina e la mia mente stava
divagando per campi
fioriti.
Gli
altri che ci avevano raggiunto lì si sedettero con noi e
tutti allegramente
pranzammo, chi più (gli umani), chi meno (i vampiri).
-Ok,
allora noi torniamo in classe- disse Elena. Correva voce che fosse in
crisi con
Stefan, per questo il vampiro non era venuto a scuola.
-Si,
andiamo- l’assecondai.
Mi
alzai, ma appena raggiunsi l’edificio, mi accorsi di una cosa.
-Ragazze,
voi andate, io vi raggiungo-
-Ma…-
-Tranquille,
ho solo dimenticato il cellulare sul tavolo- e ritornai indietro.
Ci
avevo visto giusto. Conficcata nel legno svettava una freccia, che
teneva fermo
un bigliettino. Le piume erano nere con le punte rosse, ma
più inquietante era
il contenuto del foglio. Lo lessi velocemente, strappai carta e freccia
e, dopo
averli messi via, ritornai in classe.
Dovevo
assolutamente parlare con Talia.
POV
DAMON
-Parteciperai
al ballo?- chiesi alla mia interlocutrice.
-Non
lo so- rispose, atona.
-Se
hai bisogno di consigli per il vestito, chiedi pure, ok?-
Annuì.
Rimanemmo
uno davanti all’altra per un bel po’ di tempo.
Nessuno dei due parlava e il
silenzio si era fatto pesante.
-Talia?
–la chiamai- Perché sei ancora qui?-
-Non
lo so- ripetè, stavolta con una nota stanca nella voce.
Vidi
che era pensierosa, gli occhi costantemente rivolti verso il basso.
Non riuscivo ad instaurare
una conversazione.
-Vado
di sopra, sono stanca- annunciò. E così fece.
Percorse le scale a passi lenti,
misurati, e aprì la porta della mia camera.
Finii
il mio Bourbon e la seguii.
-Ehi,
stai bene?- sussurrai.
Talia
era a letto con gli occhi chiusi e, se stava dormendo, non volevo
svegliarla.
Invece
alzò le palpebre e mi fece vedere le due pozze blu delle sue
iridi.
Annuì
e le richiuse.
Lentamente
andai a sedermi dalla parte del materasso non occupata dalla mezza
vampira.
-Sai,
non pensavo fosse così forte- esordì, facendomi
spaventare.
Insomma
prima era tutta in silenzio e poi mi parlava come se niente fosse!
-Cosa?-
cercai di imprimere alla mia voce un tono tranquillo.
Talia
si girò con tutto il corpo, così da potermi
guardare il viso.
Arrossì
appena prima di parlare. –Tu. L’amicizia che mi
lega a te è diversa da quella
che ho con Nik. È più intensa, sconvolgente-
Ero
stupito. Davvero sentiva questo per me?
-Credo
non sia amicizia- dissi.
Lei
mi guardò con una bellissima espressione confusa, che la
fece assomigliare ad
una gattina imbronciata.
Sorrisi
apertamente.
-Secondo
me è Amore-
La
mezza vampira sgranò gli occhioni blu e le guance
s’imporporarono di nuovo. Era
in imbarazzo.
Ma
non si mosse.
Mi
guardava in attesa, di cosa, non lo sapevo neppure io.
Mi
chinai fino a sfiorare le sue labbra con le mie. Potevo già
sentire il suo
profumo invadermi le narici ed inebriarmi i sensi.
L’improvvisa
consapevolezza quasi mi face battere di nuovo il cuore.
Volevo
baciarla.
Volevo
far combaciare le sue labbra con le mie tante volte.
Volevo
che fosse mia.
Volevo
che mi amasse.
Volevo
essere suo.
Volvevo
sentirmi suo.
Vidi
il mio stesso desiderio riflesso nei suoi occhi blu e non esitai.
Annullai le
distanze e unii le nostre labbra in un casto bacio.
Tutto
intorno a me si fermò. Stefan, Elena, Klaus, il ballo,
niente di tutto questo
esisteva più.
C’eravamo
solo io, lei e questa piccola bolla creata dalla magia della nostre
labbra che
si toccavano dolcemente.
Decisi
di intensificare il bacio, perciò feci passare la lingua sul
suo labbro
inferiore, come un invito.
Spinta
dal mio desiderio, socchiuse timidamente la bocca.
Esultai
internamente. Ero riuscito ad abbattere tutti i muri imposti da Talia,
che in
questo momento mi aveva gettato le braccia al collo e si spingeva
contro di me
per approfondire il bacio.
La
presi per i fianchi per avvicinarla ancora di più e solo
allora mi accorsi che
eravamo in una posizione un pochetto compromettente: io seduto sul
letto e lei
a cavalcioni su di me.
Gentilmente
la staccai e sorrisi quando emise un mugolio di protesta. La adagiai
sul letto
e mi alzai.
Non
l’avessi mai fatto. Talia si era seduta di scatto e mi aveva
afferrato il braccio,
costringendomi ad arretrare verso di lei.
-Vado
solo a chiudere la porta, torno subito- tentai di rassicurarla, e fu
così. Si
ridistese sul materasso e portò il lenzuolo fin quasi sopra
i capelli,
sbuffando sonoramente. Gesto che mi fece ridacchiare.
Le
tolsi la stoffa bianca che le copriva il viso e le sorrisi, pienamente
ricambiato.
Come
i dolci baci che ci scambiammo tutto il pomeriggio.
Spazietto
dell’autrice:
Macciaoooo!
Sono tornata, vedete?
Ok,
passiamo subito al capitolo. Prima c’è Damon che
la guarda mentre dorme (Awwww
*.* che tenero!), poi Talia che fa un sogno/ricordo su quando incontra
il
nostro bel Nik, poi Cassandra (la adoro ^.^) che si è presa
una bella cotta per
Kol (e come darle torto?). Infine abbiamo ancora Damon che è
combattuto, ma poi
si decide a baciare Talia.
Nei
prossimi capitoli vedremo la reazione della mezza vampira al bacio di
Damon e
molto altro!
Buona
sera a tutti!
Laura
|
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Capitolo 15 *** Litigare... ispira ***
Litigare... ispira
Hi, here I am! Sono tornata con il capitolo 15. Spero piaccia e che mi
seguirete ancora in tante/i. Ci tengo a dire a Pecky e ai fan della sua storia
“To be or not to be?” che una frase (segnata con “**”) all’interno del
capitolo non è assolutamente presa dal titolo del suo 6° capitolo, ma l’avevo
in mente da un po’. Detto ciò, ringrazio le quattro dell’Ave Maria (non è un
insulto, tranquille) per il loro supporto a quasi ogni capitolo: safycullen97,
giada cattaneo, nikotvd e S u n s e t.
Questo capitolo, seppur un
po’ più corto degli altri, è per voi.
Litigare… ispira
POV TALIA
Mi
svegliai lentamente. Neanche mi ero accorta che mi fossi addormentata.Guardai
l’ora. Erano solo le undici di sera.
In
quel momento mi accorsi che Damon non era vicino a me.
Già,
Damon.
Mi sfiorai le labbra, ripensando a quando poche ore prima
erano state baciate da quelle del vampiro.
Arrossii,
e quando me ne accorsi, mi ripresi. “Se mi vedessero da fuori… sembro una
ragazzina alla sua prima cotta” pensai, sorridendo come un ebete.
Queste
meditazioni mi avrebbero portato alla pazzia, così, quando sentii un rumore al
piano di sotto, mi costrinsi ad abbandonare il mio rifugio e a scendere al
piano di sotto, dove sembrava si stesse combattendo la Terza Guerra Mondiale.
Invece erano solo Damon ed Elena che litigavano. Da quello che avevo capito
mentre scendevo le scale, la vampira era gelosa.
Sorrisi
al pensiero. Sembravo una scema.
Purtroppo
l’idillio finì presto. Elena mi vide.
-Che
ci fai tu qui? Damon mi ha detto che stavi dormendo. Oppure mi hai mentito?-
aggiunse, girandosi di scatto verso di lui.
-No,
Elena, ti giuro, stava dormendo quando sei arrivata tu- provò a giustificarsi
il vampiro.
-Certo,
perché io ti credo. So come sei fatto, Damon. Menti, soggioghi e uccidi quando
pensi sia necessario. Anche se non lo è mai- replicò lei acidamente.
-Secondo
me stai esagerando- m’intromisi, guadagnandomi un’occhiata di fuoco da parte
della bruna e un muto ringraziamento del corvino.
-Ogni
volta che succede qualcosa di brutto, è sempre stato Damon, anche quando non
era vero. Non puoi semplicemente pensare che è stato qualcun altro?- continuai.
-Ah,
un’altra cosa. Perché quando Damon uccide qualcuno, non merita perdono, e
invece quando lo fa il fratello, allora lui sì? Cos’ha di diverso, non capisco.
Era lui lo Squartatore, non il maggiore- finii, soddisfatta. Era da tempo che
volevo chiederglielo!
Elena
mi guardava stralunata, mentre Damon invece mi si era avvicinato, come per
impedirmi di saltare e staccarle la testa. Invece mi prese i lati della testa e
mi fece voltare verso di lui.
-Torna
di sopra, ti prego-
Rimasi
così stupita che sbattei le palpebre più volte, come quando ci si risveglia da
un sogno da occhi aperti.
-Torna
a dormire- ripeté.
Stavolta
però ero pronta.
-No-
risposi. –Voglio sapere che sta succedendo-
-Non
sono affari tuoi- ribatté acida la vampira.
-Invece
lo sono, nipotina- la schernii. Mi riusciva facile con lei. Se la
prendeva per tutto.
-Finchè io e te vivremo, e a quanto pare saremo eterne, tu
rimani un mio affare, perciò mi posso impicciare nella tua vita quando voglio-
sibilai.
-Non
credo proprio- rispose Elena, inviperita.
-Ok,
ragazze. Per quanto ci tenga a veder combattere due esemplari di donna come
voi, non ho tutta la notte. Perciò la finite qui, e tu, Elena, vai a casa.
Veloce- la esortò Damon, dividendoci.
La
castana raccattò la giacca e la borsa, avviandosi a passo di marcia verso
l’uscita. Solo quando sentimmo sbattere la porta ci rilassammo.
-Non
puoi andare in giro a minacciare la gente, non è giusto- disse dolcemente il
moro.
-È
stata lei ad incominciare, io ho solo seguito il mio istinto- replicai.
Damon
sorrise e il mio cuore fece una capriola. Dal calore che sentivo sulle guance,
forse anche più di una.
-Mmmhhh-
disse il corvino, assottigliando gli occhi.
-Così
mi fai paura- dissi, indietreggiando di un passo.
-Non
devi averne- replicò lui, avvicinandosi.
“Si,
ciao, sembra che tu mi voglia mangiare, ed io non devo avere paura? Ma ti sei
bevuto il cervello insieme al Bourbon?”
Il vampiro
mi guardò e si fece ancora più vicino, tanto che potevo sentire il suo respiro
sulla pelle.
Rabbrividii,
e in quel momento la mia mente si azzerò del tutto.
Lo
assalii, baciandolo. La passione governava sovrana tra noi, e, all’improvviso,
non c’erano più Nik, Ann, Kath, Cassie, la Profezia, la Maledizione. Nulla.
Solo io e lui.
E
questo mi piaceva e mi spaventava allo stesso tempo. Ma non volevo pensarci, al
momento volevo solo sentire le sue labbra morbide premere e modellarsi sulle
mie.
Avvertivo
le mie dita passare tra i capelli neri di Damon e giocare con alcune ciocche,
tirandole leggermente. Percepivo le sue mani assaltare i miei fianchi e tirarmi
sempre più vicina a lui, come se ci fosse ancora spazio da colmare tra i nostri
corpi già avvinghiati.
Le
nostre lingue giocavano e si rincorrevano in modo quasi sfrenato, tanto che mi
ritrovai a gemere e ansimare nella sua bocca.
Sorrisi
sulle sue labbra quando mi accorsi della sua eccitazione crescere fino a
premere contro il mio bacino, dove la mia fremeva e aspettava, impaziente.
Di
malavoglia mi staccai da lui, ricevendo un mugolio di protesta.
Nel
momento in cui aprì gli occhi e li puntò nei miei, potei vedere riflesso in
quelle iridi ghiacciate ciò che stavo provando anche io.
Desiderio. Puro e semplice.
Ma non potevo, non in quel momento. Era troppo presto.
-Non
oggi, Damon. Non oggi- dissi, per tranquillizzarlo.
Nei
suoi occhi bellissimi scorsi un lampo di delusione, misto a comprensione.
Lo
baciai un’ultima volta, prima di dirigermi verso casa.
POV
DAMON
Stavo
fissando da cinque minuti buoni il portone da cui era uscita Talia.
Mi
era praticamente saltata addosso. Niente a che vedere con la dolcezza del
pomeriggio. Dio, nemmeno si accorgeva di essere così sensuale da far perdere la
testa!
Così
come lo sentivo ancora dentro di me, l’avevo visto nei suoi occhi.
Desiderio. Torbido e oscuro.
Anche
lei mi voleva, come io volevo lei. Ormai non mi ricordavo più com’era la mia
vita prima che questa mezza vampira dai capelli neri e gli occhi blu mi sconvolgesse
nel profondo.
Non
ero sicuro di cosa provavo nei suoi confronti, ma ero certo di una cosa: non
volevo farla soffrire.
Soprattutto
dopo che Klaus mi ha promesso torture talmente dolorose che alla fine l’avrei
pregato di uccidermi per smettere di patire le sofferenze che mi avrebbe
inflitto.
Va
beh, non l’aveva messa proprio in questi termini, ma il succo del discorso era
questo.
A
distrarmi ci pensò Stefan, che piombò nel salone, incazzato nero.
-Elena
è venuta da me in lacrime dicendo che era stata qui. Che le hai fatto?- mi
attaccò.
-Non
capisco, perché devo essere stato io a farla piangere?- replicai.
-Forse
perché sei qui da solo?- ribatté lui.
Sbuffai,
allungando una manica della camicia nera. Stefan si accigliò e diede
un’annusatina veloce.
Aggrottò
le sopracciglia mentre tentava di ricollegare il profumo al volto del
proprietario.
Aspettai.
Quando
capì sgranò gli occhi. –Talia…- sussurrò.
Annuii.
–È stata qui. Ha praticamente insultato Elena-
-Perché?-
chiese.
-Credo
che se lo portasse dentro da un po’ e che avesse visto l’occasione di
liberarsene-
-Facendo
piangere Elena, però-
Alzai
le spalle. Realizzai che la salute psicofisica della neovampira non mi
interessava più, preferivo quella di Talia. Era meno complicata.
Stefan
invece mi guardò in modo strano.
-Che
c’è?- lo fulminai.
Lui
scosse la testa. –Vado a dormire. Buonanotte-
-Ma
come? Non vai da Elena e la consoli dicendole che l’amerai per sempre, very
Emerson*? Oh, ho capito! Hai paura di non riuscire a soddisf…-
-Damon!-
La voce di mio fratello mi giunse potenziata dalla tromba delle scale (no, non
è una roba sconcia, semplicemente il timbro della voce può cambiare in base
alla forma dell’oggetto cui passa attraverso, e no, non vi sto prendendo in
giro NdMe; peccato NdDamon; -.- NdTalia).
Ridacchiai
e lasciai perdere. Stefan non sarebbe mai cambiato.
POV
KOL
Ero
sdraiato sul mio letto, al buio, con una bottiglia di Whiskey Irlandese nella
mano sinistra e il cellulare nella destra. Un unico pensiero nella testa.
Cassandra.
Ero
indeciso se chiamarla o no. Non ero sicuro che mi rispondesse e, se mai
l’avesse fatto, non avrei saputo cosa dirle. Insomma, non potevo chiamarla nel
bel mezzo della notte, con la scuola il giorno dopo, e bloccarmi sul più bello.
Proprio quando le sto per dire…
Rebekah
entrò in camera all’improvviso, senza bussare, e accese la luce. Strizzai gli
occhi, momentaneamente accecato, cercando di mettere a fuoco la sua figura.
La
bionda chiuse la porta a chiave e si avvicinò a me furtivamente.
-Ascoltami,
so cosa ti sta succedendo in questi giorni. Posso aiutarti se vuoi- esordì.
Sbattei
le palpebre, tentando di registrare le sue parole.
La
mia sorellina sbuffò indispettita mentre prendeva in mano la mia bottiglia.
-Possibile
che voi uomini dobbiate sempre annegare i vostri dispiaceri nell’alcool? Non
avete ancora capito che sanno nuotare?**-
Stavolta
fui io a sbuffare, divertito.
-Possibile
che voi donne vi dobbiate sempre impicciare nei nostri affari? Non avete ancora
capito che possono remarvi contro?- tentai di rigirare la frittata. Senza
successo, ovviamente.
-Saltiamo
subito al sodo. So che ti piace lei,
quello che non capisco è perché non ti fai avanti-
-Non
le piaccio- risposi, depresso.
-Come
fai a saperlo?- rilanciò.
-Lo
so e basta- tagliai corto, rabbuiandomi.
Bekah
si sedette accanto a me sul letto e mi prese la mano, accarezzandola
gentilmente.
-Fai
una prova. Non dico adesso, ma quando ti sentirai pronto. Avete entrambi
l’eternità davanti-
Le
sorrisi debolmente, l’alcool che incominciava già a fare effetto.
Mi
rimboccò le coperte e mi accarezzò la guancia.
-Buonanotte
Bekah- biascicai.
-Buonanotte
fratellino- disse, e fu l’ultima cosa che sentii.
Caddi
in un sonno profondo e senza sogni, il cellulare che ancora visualizzava il
numero di Cassandra.
POV
SHINICHI
Sorrisi.
Il mio piano stava funzionando alla perfezione.
Talia
presto avrà spezzato la maledizione e, a quel punto, mancherà solo quella
Cassandra.
Ah,
una perfetta Kitsune. Aveva anche il dono del controllo delle piante, anche se
ancora non lo sapeva.
Avrei
aspettato, come avevo fatto per oltre cinquecento anni. Due anni non erano
niente a confronto.
Ma
intanto potevo metterli alla prova.
Si,
e avevo già in mente gli avversari adatti a loro.
Ghignai
un’ultima volta per poi scomparire nelle tenebre della foresta dietro di me.
Spazietto dell’autrice:
eccomi
qui, in orario come non lo sono mai stata da tempo, con il capitolo n°15!
Vi
giuro, fino a sabato non avevo scritto nulla, non ho avuto nemmeno il tempo di
aprire word.
L’inizio
l’avevo in mente da martedì, ho dovuto scriverlo sul cellulare altrimenti,
puf!, sarebbe sparito insieme all’ispirazione che mi ha colto proprio sabato.
Adoro
la prima parte, il POV TALIA, credo mi sia venuto proprio bene. Spero soddisfi
le aspettative delle ragazze che recensiscono sempre: safycullen97, giada cattaneo
e le nuove nikotvd e S u n s e t.
So
che, leggendo, avete pensato: “Oddio, adesso lo fanno! Siiiiiiii!” e stavate
per ballare la conga sul tavolo, ma ho voluto fermarli, anzi fermarla, per
dedicare loro un intero capitolo. Forse il prossimo…
I
POV DAMON e KOL non mi convincono tanto, forse perché sono maschi confusi che
devono esprimere i loro sentimenti, e a me non vengono tanto bene, soprattutto
l’Originale, poiché non è stato psicanalizzato nella serie tv.
Il POV
SHINICHI invece è venuto fuori così, volevo finire il capitolo in bellezza e mi
è saltato in mente lui che progettava un imminente e misterioso attacco alla gang del bosco. E così è stato scritto.
Passiamo
agli asterischi che spero abbiate notato.
*nella
puntata 1x03, Una partita rosso sangue, Damon paragona il modo di scrivere un
diario di Stefan a quello dello scrittore Ralph Waldo Emerson (che io non ho
mai sentito nominare), dicendo very
Emerson. In italiano, molto poetico.
**la
citazione di Albert Willemetz è stata appositamente modificata da me per
adattarla al testo e ai contenuti. Nella realtà è “Non pensate di annegare i
dispiaceri nell’alcool. Sanno nuotare”.
Al
prossimo capitolo, ragazze. Che quel figaccione di Neal Caffrey sia con voi,
visto che, anche se è gay, ha comunque un fisico da paura.
E
con questa bella nota sensuale vi auguro buona serata.
Laura
|
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Capitolo 16 *** Or maybe yes? ***
Or maybe yes?
Or maybe yes?
POV
TALIA
Mi
ero svegliata benissimo, con il ricordo del bacio di ieri sera con
Damon.
Ma
ovviamente una giornata che iniziava bene era destinata a diventare ben
peggiore, potevo confermarlo per esperienza.
Ecco,
questo era uno di quei giorni.
A
colazione Ann e Kate ogni tanto mi lanciavano occhiate preoccupate,
come se da
un momento con l’altro sarei scattata in piedi e avrei
intonato l’inno
nazionale francese, la Marsigliese. Tra l’altro ero
stonatissima, più di una
campana.
Già
dalle otto erano arrivati gli Originali, con la scusa di stare insieme
ai loro
amici ‘speciali’. Bah, come ne avessero di non
speciali. Ma io sapevo che
volevano tenermi d’occhio.
Bekah
mi stava riempiendo di chiacchiere da un tempo a me indefinito e non
vedevo l’ora
di ficcarmi nelle orecchie le mie cuffie ed estraniarmi dal mondo, sola
con la
mia musica.
-E
ho visto quella bellissima borsa di Armani in quella boutique
a…- e così via.
Cassie
non era messa meglio. Era rossissima in viso mentre parlava con Kol,
che non si
stava accorgendo di nulla.
Sbuffai.
Avrei dovuto fare a cupido con Kol oltre che con Simon o Lucas. Ma non
potevo
vivere da sola, così da evitare tutti questi problemi? Ma
non mi sarei
divertita così tanto.
Poi
la mia salvezza. Un profumo familiare, fresco e mascolino, si fece
strada in
me, sconvolgendomi tutti i sensi.
Tremai
e mi irrigidii. Damon.
Non sapevo se ero pronta
a rivederlo, in fondo ieri sera ci
stavamo spingendo troppo oltre.
Mi
alzai e, con una scusa appena balbettata, fuggi di sopra, in camera mia.
Appena
fui dentro, chiusi a chiave e mi lasciai scivolare contro la porta,
finendo
seduta sul pavimento.
No,
decisamente non ero pronta.
POV
DAMON
Ero
appena arrivato che Talia fuggì di sopra e si chiuse a
chiave in camera sua.
Prima avvertivo la sua presenza al piano terra, mezzo secondo dopo era
al piano
superiore. Era stato un gesto così repentino che mi ero
bloccato sulla soglia,
stupito.
-Possiamo
entrare?- chiesi dopo essermi rapidamente ripreso.
-Certo!-
trillò la ragazzina, Cassandra.
La
barriera che mi impediva di accedere a quella casa svanì e
mi diressi verso la
cucina, dove sembravano essersi ritrovati tutti gli esseri
più cattivi,
spregevoli e malvagi del mondo.
Klaus, Katherine, BarbieKlaus, MattoKol e
Self-controlledElijah. Tutti
insieme chiacchieravano con i nuovi arrivati come se niente
fosse. Era una scena così surreale che non feci neanche una
battutina, cosa che
l’Originale pazzo n°3, Kol, non mancò di
farmi notare. Non gli risposi nemmeno.
-Avete
intenzione di stare lì fermi sulla porta a guardarci ancora
per molto?- esordì
la bionda Annabeth.
Sbuffai
e mi sedetti sulla prima sedia disponibile, imitato anche dal mio
seguito.
Stefan, Elena, BarbieVampira e StreghettaPosseduta.
Ok,
mi mancava Alaric. In questo preciso istante avrei voluto essere al
Grill con
lui a scolarci insieme una bottiglia di Bourbon alle otto e mezza di
mattina.
-Perché
siete venuti qui?- chiese la Petrova pazza.
-Ho
mandato loro un messaggio dicendo di trovarci qui stamattina- rispose
BarbieSalvatore.
-Avresti
dovuto dirmelo- esclamò una voce dietro di me. Talia era
scesa e aveva
rimbeccato la sorella maggiore.
-Scusa-
mormorò la bionda.
Allora
notai che indossava qualcosa che non le avevo mai visto. Pantaloni,
corpetto e
anfibi di pelle nera. In più si era lasciata crescere i
capelli, che ore le
incorniciavano il volto in morbide onde nere fino al sedere, facendo
risaltare
ancora di più la pelle pallida e gli occhi blu. Sembrava una
ninfa. Eterea.
-Che
ci fai qui? Non eri scappata di sopra?- chiesi guardandola con un
disprezzo che
in realtà non provavo.
Lei
non sembrò accorgersi della nuova inflessione della mia
voce. Si piegò verso di
me, appoggiandosi al tavolo con la mano destra, mentre la sinistra
aveva
afferrato lo schienale della mia sedia. Arrivò a sfiorarmi
l’orecchio con le
labbra. Rabbrividii al contatto.
-Non
fingere che non ti sia piaciuto, ieri sera- sussurrò, in
modo tale che sentissi
solo io.
Poi
si rialzò e, come se non fosse successo nulla, si rivolse
agli altri.
-Allora,
che fare lì impalati? Volete imparare a sconfiggere queste
volpi, si o no?-
Come
ci ero finito a fare le flessioni insieme a mio fratello, la sua
ragazza, le
sue migliori amiche, Katherine, Klaus, i suoi fratelli e i suoi amici,
sotto la
direzione di Talia, ancora lo dovevo capire.
E
dovevo anche precisare che la ragazza aveva un pugno di ferro:
rimbeccava
tutti, senza esclusioni. Klaus aveva ringhiato un paio di volte, ma non
disse,
né fece nulla.
Il
che mi sorprese non poco. Mi aspettavo reagisse staccandole la testa, o
mordendola come minimo. Invece non aveva mosso un dito, anzi, aveva
anche
eseguito gli ordini, correggendo il tiro.
Stavo
facendo uno sforzo quasi sovrumano. Non mangiavo da due giorni ormai, e
la
mancanza di sangue si stava facendo sentire.
Stefan
non era messo meglio: la sua dieta idiota lo rendeva più
debole di me a digiuno
da una settimana.
Talia
parve capire che eravamo allo stremo delle forze.
-Va
bene, basta così!- disse e all’istante crollammo
tutti a terra, Originals
compresi, a lamentarci del dolore che sentivamo.
-Su,
avanti, in piedi. Abbiamo appena iniziato!- trillò la
corvina, beccandosi una
serie di insulti piuttosto coloriti da parte di tutti, me compreso.
Sbuffò.
–Ho capito…- mormorò, e si diresse
verso un borsone nero che prima non avevo
notato e lo aprì, inginocchiandosi per cercare qualcosa.
Evidentemente non lo
trovava, perché infilò anche la testa dentro e
continuò a rovistare. La
guardavo e non potevo fare a meno di lanciare occhiate maliziose al suo
fondoschiena da urlo, reso ancora più sensuale dai pantaloni
di pelle nera che
lo fasciavano perfettamente.
Finalmente
tirò fuori ciò che cercava: delle bottigliette
piene di un liquido rossastro.
Le esaminò per bene, come per capire cosa c’era
dentro.
-Stefan,
per te ho del sangue animale, anche se non ricordo se di Bambi o dei
Tre
Porcellini. Mi pare sia di Gatto Silvestro, ma non ne sono sicura-
borbottò,
facendomi ridacchiare. Le somiglianze con me si vedevano ogni giorno di
più. –E
per chi invece ha una dieta normale, invece, sangue
umano. Urrà!-
Tutti
presero una bottiglia a testa e bevvero. Li imitai e, appena il
contenuto dell’ampolla mi
riempì la bocca, mi sentii subito meglio,
rinvigorito.
Chiusi gli occhi,
assaporando meglio il gusto di quel
sangue. Non era il migliore, ma era sicuramente meglio delle sacche
dell’ospedale che mi passava la dottoressa Fell (Meredith,
NdA).
Li
riaprii e vidi anche Talia bere.
Piegai
la testa di lato. Era strano vederla calata nella parte della vampira,
di
solito non esternava i suoi pensieri in proposito. E dovevo ammettere
che era
più sexy vestita in quel modo.
“Basta!
Non devo pensare a lei in quel modo, non è giusto. O forse
si?”
I
miei pensieri vennero bruscamente interrotti dall’ibrida, che
richiamò la
nostra attenzione con un lungo fischio modulato.
-Ok,
vedo che non siete per niente preparati sul piano fisico. I kitsune non
sono
degli sprovveduti, sono più forti e resistenti di voi.
Soccomberete dopo
nemmeno un minuto-
-Come
fai a dirlo?- chiesi indispettito. La mia forma fisica era impeccabile!
Lei
non rispose. Sospirando so alzò il corpetto, facendo vedere
a tutti una
cicatrice che correva lungo tutto il fianco sinistro, scomparendo oltre
il
tessuto dei pantaloni.
Sgranai
gli occhi. Come si erano permessi di fare questo alla MIA
moretta??? Le
avrei uccise tutte, quelle insopportabili volpi immortali, avrei tirato
loro il
collo, una per una.
Talia si risistemò il
corpetto con gesti bruschi.
-Ok, muoviamoci. Voglio vedere la
velocità che riuscite a
raggiungere. Chi arriva per primo al fiume, avrà un mio
bacio, l’ultimo stasera
pagherà da bere per tutti!- e si volatilizzò.
Rimanemmo tutti fermi per mezzo
secondo, poi scattammo
tutti al suo inseguimento.
POV KLAUS
Vedevo Salvatore guardare la mia
sorellina come se fosse
la donna più bella al mondo. Effettivamente anche io ci
avevo fatto un
pensierino, ma poi avevo desistito. Praticamente era mia sorella,
cavolo!
Appena ci mettemmo ad inseguirla
nel bosco, affiancai il
vampiro. Mi guardò per un secondo e poi ritornò a
concentrarsi sulla “preda”.
-Senti, so che ti piace, quindi
finiamola qui. Non ti do
il permesso di portartela a letto quando vuoi, ma ti posso concedere un
appuntamento- dissi.
Il moro scansò un
albero, tornando poi a correre vicino a
me.
-Non so, mi piace in un modo che
non credevo possibile.
Insomma, non so cosa provo, ma non voglio bruciare le tappe-
-E se lei volesse farlo, invece?-
lo provocai.
-In quel caso, credo che non
riuscirei a resistere-
Mi bloccai e lo fermai mettendogli
una mano sul petto,
atterrandolo.
-Ascoltami attentamente. Talia
può fare quello che vuole,
ma vorrei che fosse felice. Se lei lo vuole –feci una pausa,
mi costava tanto
dirlo– allora per me va bene. Ripeto: falla soffrire e io ti
farò patire le
pene dell’inferno. È la mia sorellina- conclusi.
Mi accorsi di avere gli occhi
lucidi.
-Non pensavo fossi legato ad una
persona, non così tanto-
disse.
-Fa parte della famiglia. Sono
felice quando sono con lei,
mi sento a casa. Forse perché è l’unica
che mi capisce veramente- lo informai.
-Siete molto amici-
Non era una domanda, ma annuii
comunque. –A soli dodici
anni poteva andare e venire liberamente dal mio studio,
incondizionatamente. Le
voglio molto bene-
Ma perché mi
stavo aprendo con lui? Non c’entrava
nulla. O forse si?
Mi alzai e, a lentezza umana,
continuai a camminare
seguendo l’inconfondibile profumo di Talia.
Avvertii distintamente il vampiro
alzarsi da terra e
pulirsi i jeans, prima di seguirmi.
POV DAMON
Quando arrivammo, realizzai che
eravamo gli ultimi.
-Siete in ritardo- sentii dire da
sopra una roccia.
Alzai lo sguardo e incrociai quello
di Talia che mi
guardava divertita.
-Dovrai offrire da bere a tutti-
disse Cassandra.
-Tu sei troppo piccola per bere-
dissi, superandola.
La sentii girarsi. –Io
posso bere quanto voglio. E poi tu
sei troppo vecchio, non hai paura che ti si distrugga il fegato?-
Ok, stava passando il limite.
-Hai quindici anni, non hai
l’età- ribattei, tentando di
tenere ferma la voce. Mi stavo arrabbiando con una ragazzina appena
adolescente. Mi sentivo patetico.
-Ma ho
l’autorità per farlo- replicò decisa.
-Si, certo, contaci. Io non ti
offro da bere, è escluso-
-Sei ridicolo, Damon. Stai
litigando con una quindicenne e
tu ne hai più di centosettanta, ma non ti vergogni?- disse
Talia, ridendo.
-Comunque, adesso posso dare il mio
bacio- continuò lei.
Mi feci più attento. Se
l’avesse dato a mio fratello? O ad
un Originale? O, ancora, ad uno dei suoi amici, Lucas magari? Non
sapevo se
sarei riuscito a non tirargli un cazzotto sul naso.
Si avvicinò a noi
lentamente. La tensione era palpabile.
Sorrise, prendendoci
–prendendomi– per il culo.
Afferrò Cassandra per un
braccio e le scoccò un bacio
sulla guancia, causando le risate della ragazzina e dei suoi amici.
-Ma come hai fatto ad arrivare qui
prima di tutti?- chiesi
sbalordito.
Quella mi sorrise in modo
inquietante e, improvvisamente,
il bianco dell’occhio diventa verde. La terra la risucchia
lentamente e la
inghiottisce sotto i miei occhi.
Mezzo secondo dopo un grosso imbuto
si formò dietro di me,
risputando la ragazza che, atterrando con grazia sul terreno,
scoppiò in una
grossa risata.
-Già, sei proprio
ridicolo, Damon. Sembri un pesce lesso-
disse strafottente.
Sbattei le palpebre. –Ma
come è possibile?- sussurrai.
-Semplicemente usiamo il nostro
elemento per spostarci a
proprio piacimento- m’informò Talia.
-Davvero è possibile?-
Lei annuì.
-Ok, fermiamoci qui a pranzare, poi
riprenderemo con gli
allenamenti- disse la corvina.
Sbuffai. Adesso dovevo fare anche
un pic-nic.
“Quanto
è strana la
vita.”
POV REBEKAH
Vedevo che Damon non era molto
contento di stare con noi.
Ma prima di tutto volevo sapere perché era arrivato insieme
a Nik. Così presi
da parte mio fratello e tentai di parlargli. Lui liquidò il
tutto con un –Me ne
sto occupando io, tu non c’entri- e un’alzata di
spalle. Incredibile.
Pffff, allora cercherò
di parlare con Damon, sebbene
sappia che sarà una perdita di tempo. “Almeno
potrò dire di averci provato, no?”
Ogni tanto Talia scoccava delle
occhiate a Damon, sul cui
braccio sinistro si era appolipata la doppelganger.
Sorrisi, era gelosa.
Dovevo per forza parlare con la mia
sorellina.
E se non voleva… beh,
sarei stata costretta a tirarle le
parole fuori di bocca con le tenaglie.
Spazietto
dell’autrice:
salve a tutti/e! Come state? Io
appena finisco un capitolo
mi sento come se mi fossi tolta un gran peso dallo stomaco.
Passiamo al capitolo 16. Fino a
metà mi piace, poi il POV
REBEKAH è lì e non so nemmeno perché
l’ho messo.
Sono in stallo con gli esercizi da
far fare a questi
vampiri. Mica posso prenderli dall’esercito! Qualcosina va
bene, tipo il
passaggio alla marinara e o un percorso appositamente inventato da
me/Talia.
Avete suggerimenti? Nel prossimo capitolo vedremo tutti i maschioni
senza le
magliette! Damon, ù.ù!
Sta di fatto che, secondo il mio
modesto giudizio, la
media di questo capitolo è 6-------- (in pratica 4).
Però mi sono sganasciata
dal ridere scrivendo di Damon e Cassandra, quando si punzecchiano sono
mitici.
Allora, vi piace la nostra Talia?
Spero di aver reso bene
l’idea dei vestiti che indossa. Per chi ha visto Underworld
(tutti e quattro i
film è meglio), sa che ho preso i vestiti di Seline e Sonja.
Ringrazio i miei due angeli custodi
che hanno recensito lo
scorso capitolo: safycullen97 e nikotvd. Grazie davvero.
Spero che dopo questo
capitolo/sgorbio mi seguirete
ancora.
Bacioni
Laura
|
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Capitolo 17 *** Con il sorriso sulle labbra ***
Con il sorriso sulle labbra
Con
il sorriso sulle labbra
POV
SHINICHI
Li
vedevo seduti intorno al fuoco a mangiare e chiacchierare come se si
conoscessero da sempre. Riuscivo a spiarli senza farmi vedere. A volte
era
proprio utile avere il completo controllo sulle piante.
Feci
un segno al kitsune accanto a me. Quello sparì e sul mio
volto comparve un
ghigno malefico.
Presto
avrebbero avuto delle sorpresine.
POV
ELIJAH
Talia
gelosa era uno spettacolo che non si vedeva tutti i giorni.
Damon
che tentava in tutti i modi di allontanarsi da Elena sortiva lo stesso
effetto,
perché non avrei mai immaginato che potessero innamorarsi
l’uno dell’altra, e
viceversa. Erano così simili, e così diversi. In
un certo senso,
anticonvenzionalmente perfetti insieme.
Incrociai
lo sguardo di Bekah e vidi che mi faceva segno di andare con lei,
così mi alzai
e la seguii nel bosco.
Appena
ci fummo allontanati abbastanza, lei mi prese per un braccio.
-Hai
visto? Hai visto?- strillò.
-Sshhhhhh,
fai piano! Comunque, si- l’ammonii.
-Sono
bellissimi- sospirò. Era andata.
-Come
facciamo a farli mettere insieme?- la riscossi. Volevo vedere Talia
felice e,
se Damon poteva realizzare questo mio desiderio, ero disposto ad
accettare che
si fidanzasse con la mia sorellina preferita. [Però,
shhh, non dite a Bekah
che ho detto questo, mi raccomando.]
-Ma
è ovvio, no?- mi rispose.
Alzai
un sopracciglio, poteva esserlo a lei, ma non a me.
-Lo
facciamo ingelosire, testone d’un fratello-
m’illuminò.
-Di
che parlate?- disse una voce, facendoci venire un infarto. [Tecnicamente
noi
vampiri non possiamo avere infarti.]
-Ciao
Nik, che ci fai qui?- temporeggiò Bekah.
-Veramente
questa domanda dovrei farla a voi. Scomparite senza dire una parola,
v’infiltrate nel bosco con fare sospetto e parlottate tra di
voi come se steste
complottando qualcosa. Avanti, perché siete qui?- disse lui.
Sbuffai.
–Vogliamo che Tals e Damon si mettano insieme e stavamo
giustamente tentando di
capire come fare- spiegai con un mezzo sorriso.
-Me
sto occupando io, non fate casini- mi smontò.
Rebekah
aprì la bocca, ma non fece in tempo a dire una parola, che
Klaus la stroncò.
-Ho
già parlato con Damon, è un affare tra lui e me.
Voi non immischiatevi-
Detto
questo, girò e ritornò verso gli altri con la sua
camminata fluida.
-Che
facciamo?- le chiesi, non appena nostro fratello non fu più
a portata di
orecchio.
-Credo
che sia meglio lasciare tutto nelle mani di Nik, almeno per il primo
periodo.
Poi vedremo come va e se è necessario interveniamo-
-Mmmhhhh,
non ti facevo così saggia, sorellina-
-Che
credi, sotto questo aspetto da Barbie ho anche io un cervello, sai?-
-Ma
davvero? Non lo sapevo!- la presi in giro.
-Scemo!-
gridò.
Ridemmo
insieme, come non accadeva da tempo.
-Era
ora, pensavamo vi foste imboscati a fare chissà cosa!- ci
sfottè Damon.
-Lascia
stare, te lo consiglio vivamente- disse Bekah, ponendo fine ad ogni
discussione
sull’argomento.
POV
DAMON
I
due Originals erano appena tornati dal bosco. Non avevo idea di che
diavolo
avessero fatto, e non mi interessava. O almeno, fingevo che fosse
così. In realtà,
la curiosità mi stava uccidendo.
-Elena,
ti staccheresti un secondo? E poi, perché stai appiccicata a
me? Vai dal tuo
ragazzo!- dissi sgarbatamente.
Per
la prima volta da quando ci eravamo fermati vicino al fiume, la ragazza
mi
lasciò andare il braccio, per guardarmi ferita. Sicuramente
tentando di
suscitarmi un qualche senso di colpa, che ovviamente non
arrivò.
Avevo
una voglia matta di baciare Talia, anche lì davanti a tutti.
Il problema era
che non sapevo a quali conseguenze avrebbe portato.
Cassandra
sembrava essere felicissima di come si erano evolute le cose tra noi,
Kol ed
Elijah ci avevano già aiutato, per cui erano consenzienti ad
una nostra
possibile relazione. Klaus aveva dato più o meno il suo
consenso, e ciò mi
aveva dato una mezza speranza. Rimanevano Annabeth e Katherine. Mi
preoccupavo più
della prima che della seconda.
-Talia,
com’è essere amici di Klaus?- chiese BarbieVampira.
La
corvina e il biondo arrossirono in contemporanea, si guardarono e poi
distolsero subito lo sguardo.
-Mmmhhh,
Nik è… avventura, ironia, risate, arte allo stato
puro, nuove scoperte ogni
giorno. Può essere tranquillo e pacifico come il cielo, ma
anche impetuoso e
libertino come il mare. È il sole, caldo e avvolgente come
quello italiano. Ma
è anche freddo e sfuggente, come la pioggia inglese.
Semplicemente il mio
migliore amico- rispose con un sorriso, sbalordendoci tutti. Klaus?
Migliore
amico di qualcuno? Mai sentito.
Quello
si alzò e andò ad abbracciarla.
-Grazie
piccola- le disse. Commosso? Possibile?
Quando
si staccarono, Talia mi sembrò turbata, ma fu solo un
momento.
-Ok,
adesso abbiamo finito tutti. Venite con me- disse e fece per girarsi.
Venne
bloccata da un ringhio profondo, di gola, proveniente dal bosco dietro
di lei.
Si
voltò lentamente, una mano alla cintura. Sei volpi sbucarono
dal sottobosco e
finalmente potei vederle nella loro forma animale.
Erano
grosse quanto dei lupi, i loro mantelli bianchi come la neve. La cosa
più
spaventosa era che non avevano una sola coda, ne avevano tre della
stesso colore
del pelo, ma con le punte nere.
Le
volpi ringhiarono e notai dei denti lunghi quanto un coltello da
cucina.
Sembravano incazzate nere.
Talia
però si fece avanti. –Era ora!- esclamò
e pensai fosse pazza a mettersi da sola
contro sei di quelle cose.
Poi
vidi le braccia della sorella bionda prendere fuoco e non potei fare
altro che
spalancare la bocca. Le fiamme si propagarono velocemente a tutti i
vestiti e,
quando si ritirarono, Annabeth aveva una tuta aderente del tutto simile
a
quella della sorella minore, solo che era rosso fuoco.
Lo
stesso avvenne per gli altri ragazzi e, quando i loro elementi ce li
lasciarono
vedere, Lucas aveva i vestiti blu mare, Simon bianchissimi e la piccola
Cassandra verde prato. In mano avevano ciascuno un’arma
diversa: il primo un
tridente, il secondo delle fruste e la terza una lancia. La sorella
infuocata
aveva un arco e delle frecce circondate dalle fiamme sulla punta
d’argento.
Talia
li guardò con soddisfazione e completò la sua
trasformazione, ritrovandosi in
mano due coltelli da caccia crepitanti di elettricità.
Sorrisero
tutti contemporaneamente e lo trovai molto inquietante.
-State
tutti indietro e NON intervenite, qualsiasi cosa succeda- ci
avvisò Klaus.
Poi
Annabeth scagliò il primo dardo di fuoco e la battaglia
incominciò.
Di
norma una quindicenne non dovrebbe mulinare alla perfezione una lancia
e riuscire
ad abbattere quelle bestie, ma Cassandra ci riusciva benissimo.
Lo
stesso stavano facendo gli altri. La bionda si teneva quasi in disparte
e le
bersagliava di frecce, Simon le feriva principalmente agli occhi e
Lucas invece
le trafiggeva per indebolirle.
Talia
volteggiava e danzava con grazia letale tra le volpi e le finiva tutte
al primo
colpo. Era una visione bellissima e mortale.
Quei
maestosi animali bianchi morirono velocemente, prima ancora che noi
spettatori ce
ne rendessimo veramente conto. I loro corpi si sciolsero e affondarono
nel
terreno, scomparendo.
-Siete
feriti?- chiese Klaus. Era difficile vederlo in versione premurosa, ma
tutti i
combattenti annuirono.
-Cavolo
che scarica di adrenalina- commentò Talia, facendo scoppiare
a ridere gli
altri.
Poi
avvenne qualcosa di strano, anche se stando con i mezzi vampiri il mio
concetto
di strano stava leggermente cambiando.
Una
ragazza camminò fuori dalla foresta, i lunghi capelli rosso
fuoco si muovevano
nel vento. Indossava una tunica color avorio con rifiniture dorate,
tipica del
medioevo.
-Vi
porgo i saluti del mio signore, miladies e milords- esordì,
con un inchino. –Il
mio re, Shinichi, si congratula con voi per la vittoria appena
ottenuta. Sapete
cosa vi chiede, la vostra resa incondizionata, ma, sapendo che non
avreste mai
accettato, ha pensato di darvi un assaggio della nostra forza.
Immaginate un
attacco del genere portato avanti da cento di noi. Non avreste scampo.
Perciò,
Vostra Maestà il Re delle volpi Shinichi, vi chiede di
ascoltare bene il vostro
cuore e di scegliere, non avete più molto tempo-
finì. Un altro inchino e se ne
andò.
Appena
fu inghiottita dal bosco, Talia ringhiò.
-Gliela
ficco su per il culo la nostra resa incondizionata-
La
guardai stupito. Non era mai stata così scurrile.
-Ok,
avete visto come combattono le volpi nella forma animale, ma in quella
umana o
ibrida sono ancora più pericolose. Ci divideremo in coppie o
in trii e ognuno
dovrà tentare di atterrare quattro volte
l’avversario. Mmmmhhhh, Lucas contro
Cassandra, so quanto volete battervi uno contro l’altra,
perciò vi ho
accontentato- disse. I due esultarono, per poi sfidarsi con gli occhi
ridotti a
fessure.
-Simon,
tu contro Bonnie, Caroline contro Stefan, Bekah contro Elena e Kol,
Kate contro
Elijah, Nik contro Ann e io contro Damon. Disponetevi, e tu vieni con
me-
continuò, prendendomi per un braccio. Probabilmente voleva
stare sola con me.
-Guardate!-
urlò. Ok, ero diventato il suo manichino.
Mi
sorrise e sparì. Mi voltai di scatto e non la vidi.
Velocemente mi guardai
intorno ma non riuscii a vederla.
“A meno
che…”
Alzai
lo sguardo e quella mi travolse con forza, facendomi cadere a terra di
peso.
Avvicinò
il viso al mio e vidi chiaramente i canini spuntare dalla sua bocca, il
respiro
di entrambi che si fondeva in un'unica aria.
Mi
riscossi in un attimo e le diedi uno spintone violento, che la fece
volare una
decina di metri più indietro.
Talia
si rialzò e si spazzolò i vestiti come nulla
fosse.
Sparì
di nuovo e mi salì l’ansia. Come, dove, in che
modo e con che potenza mi
avrebbe colpito? Quasi avevo paura…
Mi
piegai in due dal dolore. Mi aveva appena sferrato un violento pugno
allo
stomaco. Prima che mi desse il colpo finale, le afferrai le gambe ed
entrambi
rovinammo a terra.
Iniziò
il corpo a corpo. Avevo sempre pensato che fosse facile, un colpo di
qui, un
altro di là, mi sembrava semplice. Forse perché
ero un vampiro. Ma solo ora
capivo veramente quanto avessi bisogno di preparazione in quel senso.
Talia,
in poche mosse, era riuscita a bloccarmi le braccia sopra la testa, in
una
morsa dolorosissima. Non riuscivo a muovermi.
-Avete
capito?- chiese, ed io sperai di sì. Dovevano avere
assentito tutti, perché mi
mollò.
Avevo
chiuso gli occhi cercando un po’ di sollievo per i muscoli
indolenziti, quando
mi sentii prendere e tirare per un polso.
Alzai
una palpebra e vidi Talia guardarmi sorridente.
-Che
c’è? Non ti basta avermi picchiato davanti a
tutti? ho male alle braccia- mi
lamentai.
-Dai,
vieni mollaccione. Ho il rimedio giusto per te- replicò.
-Davvero?
Ok, allora-
Lei
mi sorrise di nuovo ed io mi beai dei suoi occhi scintillanti. Ogni
volta che
sorrideva le pagliuzze argentate delle sue iridi danzavano e la
facevano
assomigliare ad una ninfa del cielo notturno.
Ci
avvicinammo al fiume schivando gli schizzi d’acqua che usava
Lucas per
combattere contro Cassandra. Quella, per contro, la assorbiva quasi
tutta con
il suo elemento, la terra.
Una
volta arrivati sulla riva ci fermammo e Talia iniziò a
fissare l’altra sponda
in modo profetico.
-Allora?
Il tuo rimedio?- chiesi per riscuoterla da quello stato di torpore.
Lei
mi guardò e sfoderò il sorriso alla Katherine.
Mezzo secondo dopo ero sommerso
da almeno una decina di metri cubi di sudicia acqua di fiume.
Riemersi
e fulminai Talia con lo sguardo. Lei se la stava ridendo in tutta
tranquillità.
Mi
tolsi la maglia nera, ormai d’intralcio.
-Talia
Salvatore! Inizia a correre!- gridai, con il sorriso sulle labbra.
POV
TALIA
L’aveva
detto davvero?
L’aveva
fatto davvero?
Damon
era lì, davanti a me, gocciolante, senza maglia e pronto da
vendicarsi.
Ma
soprattutto senza maglia!
Oddio,
infarto istantaneo. E noi possiamo avere degli infarti!
Presi
un bel respiro. Ma lui prese me. Mi caricò in spalla come se
non pesassi nulla
e mi fece cadere a mia volta in acqua.
Riemersi
in un batter d’occhio e lo trascinai con me.
Mentre
gli altri combattevano, noi ci facevamo un bel bagno nel fiume, ridendo
e
scherzando per tutto il tempo. Con il sorriso sulle labbra.
Passò
così una settimana.
Una
settimana terribile.
Scuola
per Lucas, Simon e Cassie e allenamenti per noi la mattina.
Il
pomeriggio era diventato la mia nemesi: Rebekah ci portava a fare
shopping per
il ballo in stile ottocento che si sarebbe svolto per Halloween.
Ovviamente,
dato che l’aveva organizzato lei, dovevamo andarci. Potevo
vomitare per la quantità di vestiti che mi faceva provare, i
quali tra un pò mi potevano uscire dalle orecchie.
Ripeto,
la mia nemesi.
Spazietto
dell’autrice!
Sono
tornata. Eh, già! Lunedì scorso stavo male,
così, dopo una piccola consulenza
con i miei angeli custodi safycullen97
e nikotvd (che ringrazio
infinitamente), ho deciso di postare oggi
il 17° capitolo.
È
stato un parto, davvero. Io lo dico sempre che non sono portata per i
combattimenti. Beh, mi farete sapere se ho fatto pena o meno.
Che
tenero il nostro Damon! E Talia che (giustamente!) se lo mangia con gli
occhi?
Ahahah, ne vedremo delle belle!
Il
prossimo capitolo sarà incentrato sul ballo stile ottocento
che ho già nominato
alla fine del capitolo. Qualcuna di voi ha suggerimenti per gli abiti
(che sono
abbozzati sul retro del quaderno di economia aziendale)? O, per lo
meno, conoscete
un sito di abiti?
Me
li potreste dire nelle recensioni?
Grazie
in anticipo per tutto il supporto che mi date ad ogni capitolo, e
ovviamente a
chi mi ispirerà con le sue idee sui vestiti.
Bacioni
immensi.
Laura.
|
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Capitolo 18 *** L'universo tranne noi ***
L'universo tranne noi
Capitolo
18
L’universo
tranne noi
Ti
ho incontrata ma… tu non mi hai visto
Eri
in macchina… è stato un attimo
Ma
il cuore si è… come fermato
O
era fermo prima e… ha ripreso a battere
(“L’universo
tranne noi”, inizio prima strofa- Max Pezzali, 883)
POV TALIA
-Ti prego, spiegami di nuovo cosa ci faccio qui- mi lamentai. Non mi
sentivo a mio agio tra tutte quelle persone che sembravano spogliarmi con gli
occhi. L’abito era strettissimo, avevo caldo e i tacchi mi facevano già male!
Rebekah, invece, sembrava rilassata, anche se potevo vedere benissimo
che non lo era. Matt si era finalmente deciso ad invitarla al ballo in maschera,
ambientato nell’Ottocento, e lei era superfelice.
La mia amica indossava un favoloso abito blu pavone, con la scollatura
quadrata, a maniche corte e con delle balze sull’ampia gonna che la rendevano
più simile ad un pallone aerostatico che ad una dama dell’epoca. In più aveva
una maschera in raso dello stesso colore.
Io non potevo lamentarmi. Un abito senza maniche e la scollatura a
cuore tutta piena di perline che scendevano fino ai fianchi stretti da una
cinturina di perline. La gonna era più sgonfia di quella di Bekah, ma era
comunque troppo… troppo per i miei gusti. La mia maschera era in seta, come il
vestito del resto, ma aveva una specie di baldacchino in pizzo che scendeva
sulle guance e sul naso.
E soprattutto era azzurro ghiaccio. “Così s’intona al colore degli
occhi del tuo cavaliere” aveva detto lei. L’avrei strozzata, oh si, a fine
serata si sarebbe trovata con il collo tirato come una gallina.
Già, perché il mio accompagnatore portava il nome di Damon Salvatore.
Era
mercoledì sera ed ero appena tornata, stanca morta, dalla sessione pomeridiana
di shopping con Rebekah. Sapeva come tapparmi la bocca quella schizzata,
continuava a farmi domande su Damon, così io non le facevo domande su Matt. Era
già tanto se non le ero saltata addosso tentando di strapparle tutti i suoi
biondi e angelici capelli.
-Ehi,
sembri distrutta- Damon, mio Salvatore!
-Perché
lo sono, Bekah è difficile da gestire, ma si trasforma letteralmente in
un’esaltata quando si usa quella parola che inizia con la S- dissi, iniziando a
lamentarmi. Il ragazzo aveva la pazienza di un santo con me. Ci sedevamo tutti
i giorni uno accanto all’altra sul divano, davanti al fuoco che scoppiettava, e
mi ascoltava quando tornavo dalle torture psicofisiche con l’Originaria.
Mi
sfogavo e quel giorno non faceva eccezione. Tuttavia c’era qualcosa di strano
quella sera nel vampiro, sembrava che mi volesse dire o chiedere qualcosa e che
avesse paura di sapere la risposta.
-Ehi,
Damon, qualsiasi cosa tu abbia da dirmi, non sentirti obbligato, ok?- gli dissi
per calmarlo un po’.
Lui mi
venne vicino e mi abbracciò, gesto che ricambiai volentieri. Volevo stare con
lui almeno cinque minuti consecutivi senza che qualcuno – Nik – ci
interrompesse ogni santa volta.
Lo
sentii baciarmi delicatamente la clavicola sinistra, per tutta la lunghezza,
avanti ed indietro. Rabbrividii e chiusi gli occhi, esponendo di più il collo a
quelle piccole attenzioni.
Mi
sentivo sciogliere dalla dolcezza con cui mi sfiorava, toccava, baciava. Non
potevo non essere attratta da lui.
-Vuoi
venire al ballo con me?-
All’inizio
pensai che fosse un’allucinazione dovuta a quello che mi stava facendo. Bisogna
capirmi, non ero pienamente cosciente di quello che accadeva intorno a me.
Poi lo vidi
alzare lo sguardo e puntare quegli occhioni da cucciolo nei miei. Piano piano
li vidi riempirsi di una strana consapevolezza. Insomma, credevo che sarebbe
stato il cavaliere di Elena insieme a Stefan, di nuovo.
-Lascia
stare, era meglio se non te l’avessi chiesto. Probabilmente andrai con Klaus o
Kol, non è vero?- Ecco, era tornato lo scontroso presuntuoso che avevo
conosciuto.
-No,
ehi, guardami- Gli presi il viso tra le mani e lo fissai, come lui aveva fatto
con me. –Nik va con Ann. Credo che mia sorella abbia capito che né Simon né
Lucas facevano per lei. Kol va con una tizia che ha conosciuto, pardon,
soggiogato. E, certo che si-
Mi
guardò confuso. Era adorabile.
Gli
sorrisi con dolcezza. –Sì, vengo con te. Davvero credevi che avrei rifiutato?-
Lo sguardo
divenne colpevole. Certo che era un libro aperto per me, a casaccio, ma
aperto*.
Risi dei
miei stessi pensieri. Damon, stavolta, mi guardò incuriosito.
-Non ti
dico niente, vampiro- scherzai, dandogli un buffetto sul naso.
La porta
si aprì all’improvviso e una fiumana di gente si riversò all’interno della
pensione. Stefan ed Elena in primis, tenendosi per mano e con un sacco di
buste. Poi Rebekah, seguita da Nik e Kol, costretti a farle da chaperon.
-Avete
finito di pomiciare come due ragazzini?- berciò la diavolessa.
-Attenta,
potrei distruggere in due secondi la messa in piega che hai fatto non meno di
due ore fa- le risposi.
-Non lo
faresti mai- mi assicurò.
-Davvero?-
dissi, e sfregai pollice e indice uno contro l’altro, creando delle scintille
azzurre. Bekah fece un passo indietro.
-Pfff,
lasciala stare. Abbiamo interrotto il loro momento di intimità-
Ora ero
pronta ad uccidere mia sorella. Ma Santa Katherine mi venne in aiuto.
-Vogliamo
parlare dei tuoi
momenti di intimità con Klaus, Annie?- Sì, decisamente l’avrei santificata.
-Ehi!-
esclamò indignata. –Avete violato la mia privacy!-
-Benvenuta
nel club- dissi.
Cassie
sbadigliò. In quel momento mi ricordai che domani c’era scuola.
-Rebekah
Mikaelson! Come ti sei permessa di trattenere fino a tardi una quindicenne?
Sono le undici e mezza di sera!- la rimproverai.
Lei
guardò il grande orologio appeso alla parete e sgranò gli occhi. –Ops!-
esclamò, mettendosi una mano davanti alla bocca per nascondere un sorriso.
Sorrisi lievemente al ricordo. Damon era fragile, aveva bisogno di
sicurezze, cosa che Elena non gli dava.
Rebekah emise uno squittio degno di un topolino preso in trappola. Mi
girai e la vidi slanciarsi verso Matt, che la prese praticamente al volo. Il
suo cavaliere aveva un grande sorriso sul viso e mi augurai che insieme fossero
felici.
Il mio invece ancora non si vedeva. Al suo posto, Stefan mi venne
vicino.
-Tranquilla, arriverà presto- disse.
-Si vede così tanto? Insomma, sembro davvero disperata perché non
arriva nessuno?-
Sorrise. –Se ti può consolare, arrivo direttamente da casa, e Damon
era agitato quanto te, se non di più-
-Damon agitato? In che mondo, scusa?-
-Non ne ho la più pallida idea. Oh, è arrivata Elena. Se mi vuoi
scusare- mi fece un inchino e si diresse verso la ragazza, avvolta in un
vestito rosa antico. Volevo vomitare, che colore del cavolo.
Tornai a fissare le coppie che volteggiavano nella sala addobbata a
tema.
All’improvviso sentii delle mani cingermi i fianchi e tenermi stretta.
-Credeva davvero che non venissi, Miss Salvatore?-
La sua voce, calda e suadente, mi fece perdere un battito. Il mio
cuore accelerò improvvisamente alla vista di lui in smoking e con una maschera blu e azzurra sul viso.
-Se devo dire la verità, speravo che veniste, cominciavo a sentirmi un
po’ sola qui, Mr. Salvatore-
-Allora le prometto che non la lascerò più sola per tutta la durata
del ballo, che ne dice?-
-La trovo una magnifica idea- risposi, ostentando un sorriso.
Mi prese sottobraccio e ci avviammo nella sala. Che il ballo vero e
proprio cominci.
POV DAMON
Mi sentivo bene mentre la facevo volteggiare su se stessa. Aveva il
sorriso sulle labbra e una luce serena negli occhi. Era tutto ciò che volevo.
La giravolta finì e Talia ritornò tra le mie braccia. Le cinsi di
nuovo il bacino con le mani e lo avvicinai a me.
Mi gettò le braccia al collo. Il mio cuore si fermò. O era fermo e in
quel momento aveva ripreso a battere? Non lo sapevo proprio, ma mi sembrava
così giusto.
Ormai non sapevo più chi amavo e chi odiavo. Ero solo… non sapevo nemmeno
come altro descrivermi se non confuso.
Cosa aveva Talia che Elena non aveva?
Beh, innanzitutto era più sicura di sé stessa, e soprattutto delle
scelte che faceva.
La doppelganger aveva tenuto in pugno me e mio fratello per così tanto
tempo che solo ora me ero accorto. Avevo bisogno di qualcuno che mi capisse
veramente, e quel qualcuno era Talia, non Elena.
La seconda voleva solo cambiarmi in Stefan, ed era una cosa che non
accettavo. La prima invece, sembrava banale, ma mi avvicinato per quello che ero,
non per quello che lei voleva diventassi. Era questo ad avermi colpito. Nessun
cambiamento, solo me stesso, con lei.
All’improvviso sentii degli stralci di una conversazione tra la
Gilbert e mio fratello – ci stavo prendendo gusto a chiamarlo in questo modo.
-Dici che si metteranno
insieme?-
-Credo
che Damon non sia fatto per queste cose, sai, appuntamenti, fiori,
cioccolatini. San Valentino poi!- disse Stefan, per poi scoppiare
a ridere.
Stava ridendo di me! Anzi, di noi! Oh, gliela avrei fatta pagare, oh
si!
Vidi Talia sorridere e piegai leggermente la testa di lato, curioso.
-Mah, secondo me sono una bella
coppia, tu che ne pensi?- chiese lei.
-Penso
che se mio fratello non smette di sorridere come uno scemo, potrei sul serio
credere che si sia innamorato- rispose lui.
Io non sto sorridendo come uno scemo! Fratellino! Talia sogghignò,
stava origliando pure lei!
-Odio i tacchi- sbuffò la
BarbieVampira che si era appena seduta accanto alla castana, seguita a ruota
da… Tyler? Quando era tornato l’ibrido?
-Tu che pensi della nuova
coppia?-
-Che
devo iniziare a shipparla su twitter- rispose la bionda.
Ebbi la conferma che la mia
dama stesse effettivamente sentendo anche lei la conversazione quando quasi
scoppiò a ridere davanti a tutti.
Finalmente il ballo finì ed io potei andare a strozzare quello
sciocco.
In realtà non andò proprio così, ma ci andò vicino.
-Twitter? Sul serio?- esordì Talia appena fu vicina a loro.
-Ti prego, non dire nulla. Sono appena tornato e Care mi ha già
riempito di parole che non avevo mai sentito in vita mia- le rispose l’ex lupo.
-Hai visto??? Ty è tornato appena in tempo per il ballo, sono
supermegaiperfelice!!!!!- starnazzò la gallina.
-Tyler Lockwood-
-Talia Salvatore-
-Me lo ricordo-
-Mi dispiace di averti scaraventato contro l’albero-
-Tranquilla, non è stato nulla-
-Bene- sussurrò. Sembrava in imbarazzo.
Poi sembrò andare in trance. Il viso si rilassò e gli occhi divennero
vacui. Quasi cadde su se stessa, ma riuscii ad acchiapparla in tempo.
Annabeth ci raggiunse subito, seguita da Klaus.
Le rifilò uno schiaffo e Talia si riprese, sbattendo gli occhi. La
guardò come se la vedesse per la prima volta e si voltò verso un balconcino.
Aggrottò le sopracciglia.
-Eppure ero sicura…- sussurrò.
Ma che stava succedendo?
Però adesso che… è capitato
Non
importa più se sia.. stata colpa tua o mia
(“L’universo
tranne noi”, fine prima strofa-Max Pezzali, 883)
POV MISAO
Quella puttanella si stava divertendo, mentre io mi dovevo riprendere
dallo scontro che le aveva lasciato quella cicatrice sul fianco. Ci avevo messo
quattrocento anni a ritornare potente come prima, se non di più. Adesso potevo
mettere fine a questa pagliacciata.
Mio fratello Shinichi era convinto che, una volta rotta la maledizione
della stronzetta, quella si sarebbe unita a noi, trascinando con sé anche tutti
gli altri. Il risultato sarebbe stato la nostra più completa vittoria sul
genere umano.
Ma c’era la possibilità che questo non accadesse e che la nostra
specie venisse distrutta completamente. Nell’eventualità, avevo deciso di non
rischiare e di allontanarla da quel Damon. Mmmh, che bel bocconcino! Peccato
fosse un vampiro, per cui non era soggiogabile al nostro volere.
Il primo passo era ferire proprio lui, poi sarebbe toccato a lei. Le
narici fremettero di rabbia, mentre il pelo nero veniva accarezzato alla fresca
brezza notturna di fine ottobre.
Mi trasformai direttamente nella forma umana del mio gemello,
pericolosamente simile a me, e saltai sul balconcino comunicante la sala da
ballo.
Aspettai che lei si girasse verso di me, poi saltai di nuovo giù e mi
nascosi dietro un folto arbusto.
La vidi seguirmi fino al parapetto e sporgersi per tentare di
individuarmi. Purtroppo il suo cavaliere le venne dietro. Non potevo attuare il
mio piano con lui lì, cavolo!
Per fortuna il fratello lo chiamò e il vampiro fu costretto a
rientrare, lasciandola finalmente sola.
In un balzo le fui accanto, spaventandola. Il cuore mancò
deliziosamente un battito.
-Shinichi…- soffiò. Sorrisi e la baciai.
Per la sorpresa non si spostò. Aprii le labbra e con la lingua forzai
le sue. La spinsi contro lo stipite della porta-finestra, in modo tale che il
vampiro potesse vedere ciò che stava accadendo.
Aprii gli occhi per gustarmi la sua espressione assieme al sapore di
Talia.
Era piacevolmente sorpreso, deluso e amareggiato. Ferito. Bene, il mio
compito era terminato.
Mi staccai da lei e le diedi un veloce bacio. Saltai giù per
l’ennesima volta e scomparii nella notte.
POV ANNABETH
Non capivo il perché di quel gesto. Talia aveva baciato Shinichi davanti
a Damon, che li guardava impotente. Era giustamente ferito, anche se non lo
dava a vedere. Avevano avuto una discussione anche abbastanza pesante, in cui
erano volati pure insulti rivolti alle rispettive famiglie.
Dopo due giorni la situazione era peggiorata drasticamente. Stefan ed
Elena si erano lasciati, per motivi futilissimi; Kol e Cassie avevano litigato
ed ora ogni scusa era buona per ripetere; Damon e Talia non si parlavano
neanche, si evitavano proprio; Caroline e Tyler avevano rotto pure loro, con la
scusa che entrambi erano cambiati troppo nel tempo; Katherine si era trasferita
nella casa sul lago di Elena, dicendo che aveva bisogno di stare un po’ da
sola, ragion per cui Elijah se ne stava sempre chiuso in camera sua; Bonnie era
partita per Ottawa alla ricerca dei suoi poteri perduti, lasciando a Mystic
Falls un Jeremy abbastanza distrutto; Nik ed io eravamo quelli più normali di
tutti. Certo, facevamo l’amore un po’ ovunque e ci baciavamo anche davanti agli
altri, ma non stavamo male per colpa dell’altro. Anzi, erano gli altri a farci
star male.
Talia e Stefan avevano litigato, in una discussione che aveva compreso
pure me, Kate, Nik, Elijah, Kol e Bekah.
Quasi non dormivo la notte, dalle altre stanze arrivavano stralci di
battibecchi delle altre ex-coppie della cittadina.
Una mattina in cui mi alzai senza aver chiuso occhio riuscii a
trovarli – miracolo! – tutti nella stessa stanza. Ovviamente litigavano.
-BASTA!!- mi costrinsi a gridare. Calò il silenzio.
-Mi sembrate dei bambini. Ok, le questioni d’amore sono le più
difficili, ma non vedo perché non dovete riuscire a trovare un accordo-
-Talia ha baciato Shinichi- disse Damon.
-È lui che ha baciato me!- si difese lei.
-Ma tu non ha fatto nulla per impedirlo, non cercavi neanche di
spostarti!- ribattè il vampiro.
-Perché non potevo! Ero immobilizzata! E poi…- la voce le si spense,
per la prima volta da due giorni.
-Poi cosa? Non dirmi che ti è pure piaciuto!- le urlò lui. Lei emise
un gemito soffocato.
-Damon!- lo ripresi, guadagnandomi una sua occhiataccia.
-Non lo volevo- sussurrò Talia. -Posso capire come ti senti, per
questo me ne torno a Miami. Addio-
Prese un borsone, che non avevo nemmeno visto, e si avviò verso il
portone. -Tals!- gridai, e lei si girò.
-Ah, Ann. Buona fortuna con Nik- disse, per poi varcare la soglia del
pensionato.
E
saremo quel che tutti sognano
Quell’amore
che i cantanti cantano
Tanto
forte, potente, immenso che
Sembra
esagerato e impossibile.
Con
il petto che sembra esplodere
Che
non serve altro più per vivere
Che
non c’è parola per descrivere
Che
non ti sceglie e che non si fa scegliere.
E
saremo quel che tutti cercano
Quell’amore
che i cantanti cantano
Tanto
forte, potente, immenso che
Sembra
esagerato e irrealizzabile.
E
che il petto fa quasi esplodere
Senza
il quale non si può più vivere
Che
potrebbe scomparire l’Universo tranne noi.
(“L’universo
tranne noi”, ultime due strofe-Max Pezzali, 883)
POV NIKLAUS
Ma che era successo alla nostra famiglia? Qui nessuno si parlava e si
evitavano tutti. Mi sentivo demoralizzato, nemmeno Bekah mi rivolgeva la
parola.
Talia se n’era andata, molto probabilmente per sempre. E ora con chi
mi sarei confidato?
Agguantai Damon per un braccio e lo trascinai nella sua camera. Chiusi
a chiave.
-Che c’è? La biondina non ti soddisfa?- mi schernì.
-Evita di parlare di lei, vampirello- ringhiai. -L’argomento è un
altro. Talia-
Alzò gli occhi al cielo. -Non voglio parlare di quella…- il resto si
confuse con un ringhio.
-Quello che è successo al ballo è stato indotto, non era reale- dissi.
-Non era reale?? Sentivo tutto, persino i piccoli gemiti che
emettevano!- scoppiò, infuriato. –Non venire qui a dirmi che sono io che ho
sbagliato, Klaus!-
-Mi sono sbagliato, volevo dire che lei non lo voleva. È stato
Shinichi a costringerla-
-Te l’ha detto lei di dirmelo? Così poteva ricevere il mio perdono?-
Scossi la testa. –Sono meno coinvolto in questa lite, per questo
riesco a pensare con più lucidità. Tals non farebbe mai una cosa del genere,
soprattutto a chi tiene-
-Allora non ci tiene molto a me, no?-
Sembrava quasi svuotato dalla forza che lo caratterizzava prima. Era
deluso, ferito, e lo potevo capire. Ma queste sensazioni potevano trarre in
inganno chi amava così profondamente ed in maniera totalizzante come faceva
Damon. Lui si dava completamente alla persona che amava, ma se questa gli
faceva un piccolo sgarro, allora era finita. O tutto o niente, sembrava il suo
motto.
-Lei ti vuole bene- ribattei. –Solo che non le hai lasciato molte
possibilità di spiegarsi, no?-
-Stai dicendo che adesso è colpa mia?- ringhiò.
-Non ho detto questo, solo che se l’avessi ascoltata subito, o
nell’immediato quanto meno, magari non ci saremmo trovati a dover fermare i
kitsune senza la nostra ibrida più forte- replicai, mantenendo un tono sincero
e accorato. Dovevo fargli capire il suo sbaglio, e magari spingerlo a
rimediare. Sapevo benissimo che non era da me fare una cosa del genere, ma io e
lui eravamo simili, perciò potevo benissimo ficcargli in quella zucca dura che
non sempre allontanare le persone era la soluzione migliore.
Si sedette sul letto a gambe divaricate e con i gomiti appoggiati
sulle cosce a sorreggere il mento. Una tempesta negli occhi azzurri.
-Fammi sapere poi cos’hai deciso, anche se dovessi metterci giorni-
E
uscii dalla stanza. Ci avrebbe messo del tempo, un bel po’ di
tempo,
ma lo avrebbe capito. Che amava Talia come lei amava lui, che loro
erano quello
che tutti cercano e sognano, che il loro petto quasi esplodeva quando
si
guardavano e si toccavano. Che senza l’altro non potevano
più vivere. Che poteva scomparire l’Universo intero tranne
loro e non se ne sarebbero
accorti.
Spazietto dell’autrice:
mi sento una dea! Ho aggiornato! Yuppie! Ok, dovevo rimettere insieme
un bel po’ di pezzi, e non solo di questa storia. Vi basti sapere che ho in
cantiere un’altra storia in questo fandom, due nel Cast di TVD, una nel fandom de
“The Kane Chronicles” e una di Percy Jackson. Quindi ho usato questa pausa per
stendere le scalette di ognuna di queste storie.
Passiamo al capitolo. Davvero lungo, lo ammetto (11 pagine piene piene!
RECORD!), ma il prossimo sarà una sorpresa. Amo la canzone del titolo e che ho
inserito qua e là oltre a dei veri e propri spezzoni del brano. Spero che il
ballo vi sia piaciuto, e soprattutto i vestiti, che non ho potuto inserire ma
solo descrivere. L’abito di Elena è rosa perché odio quel colore e odio lei. I
colori che non ho detto sono: Care è verde chiaro, Bonnie è albicocca chiaro,
Ann è vermiglione, Cassie è verde turchese. April non c’è, odio quella
balenottera.
La frase con * è stata detta dal
comandante Gasparini a Max Conti nella serie tv a miniepisodi
"Piloti" che adoro e mi fa ridere sempre. E che ovviamente consiglio!
Poi… il BACIO! Ihihihihi, scommetto che nessuno se l’aspettava, eh?
Misao è la sorella e la fidanzata del fratello Shinichi (lo so, fa un po’ senso
la cosa, ma ho voluto rispettare la volontà della Smith) e quattrocento anni fa
è stata la famosa avversaria di Talia, che le ha lasciato quella famosa
cicatrice. Ann e Tals pensavano che fosse morta, e invece no! Però non sanno
che è lei e non lui. Semplicemente non conoscono il loro potere di diventare
qualsiasi persona loro vogliano. Quindi Talia non sa di aver baciato una tizia.
E il quasi svenimento della ragazza prima del bacio, a cosa è dovuto?
Un’altra speranza è che il litigio sia venuto bene, ho fatto reagire i
due come avrei reagito io al posto loro. È un bel po’ OOC, me ne rendo conto,
ma Damon mi sembra anche un po’ cattivello, non trovate? Poi il colpo di scena,
Klaus che fa da coscienza a Damon, ma non sapevo più a chi dare questo ruolo,
con tutti che odiano e litigano con tutti…
Vabbò, le note stanno diventando lunghe come il capitolo. Spero (di
nuovo!) che vi sia piaciuto, e scappo a scrivere il prossimo, sicuramente
ambientato nella città dell’amore…
Bacioni
Fire
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Capitolo 19 *** Senza paura più del tempo e di qualcuno che ci possa separare ***
Senza paura più del tempo e di qualcuno che
ci possa separare
Senza
paura più del tempo
e di qualcuno che ci possa separare
POV
DAMON, dieci giorni
dopo la discussione con Klaus, dodici
giorni dopo quella con Talia
Damn, I want my baby back
It’s so cold without her
Cold without her
She’s gone
Now I’m alone, no one to hold on
Cause she was the only one
And I know I was dead wrong
But if you
If you
See her soon
Ask her will she forgive me
(So Cold- Chris Brown)
Non
sapevo più che fare. Che pensare. Di me, di lei. Di
noi.
Se
n’era andata e io sentivo tanto freddo. Cosa
impossibile, mi dicevo, dato che ero un vampiro. Eppure quella
sensazione
c’era, e rimaneva come un’ombra sui miei pensieri,
indirizzandoli solo ed
esclusivamente verso lei.
Ero
solo, senza qualcuno a cui aggrapparmi, perché lei
non c’era. Avevo permesso che si
allontanasse da me.
Tuttavia,
c’era il mio orgoglio ad dirmi, ad urlarmi,
di lasciar perdere. In fondo, era lei che aveva preso quella decisione,
giusto?
Giusto.
E
infine c’era il mio cuore che praticamente era sempre
con lei.
Alla
fine della fiera, non sapevo che fare. Andare o
non andare? Quale dilemma.
Mi
alzai di scatto dalla mia postazione sotto l’albero
dietro casa Salvatore-Petrova. Non ce la facevo più a stare
a rimuginare sugli
eventi passati, dovevo fare qualcosa.
Manco
a dirlo, appena arrivai di fronte alla casa,
dalla porta uscì Klaus. E si che non l’avevo
sentito entrare, pur essendo
rimasto lì vicino tutto il tempo.
-Damon-
mi salutò. –Cos’hai deciso?-
Scossi
la testa, segno che non ero ancora venuto a capo
di nulla.
-Metti
da parte l’orgoglio, hai sbagliato in buona
fede. Dovrai farglielo capire- mi consigliò.
Assurdo,
mi stavo facendo aiutare dall’Ibrido Originale
che era il migliore amico della ragazza a cui dovevo chiedere scusa.
-E
se non mi perdonasse? E se andasse tutto storto? E
se…-
-Woah,
calma, ragazzone!- mi bloccò Klaus. –Metti da
parte ogni come, dove e se. Dovrai farti vedere pentito di averla
trattata come
una poco di buono, perché, ti assicuro, che lei si
è sentita così-
Umiliarmi?
Mai! Avrebbe fatto troppo male e avrebbe
portato solo altro dolore.
-Capisco
che sia difficile, ma devi farlo. Non per me,
non per Ann, non per Cassie, Kol o altri. Ma solo per te stesso, Damon.
Forse
non ti sei visto, ma in questi giorni sei deperito, sei spento, non
sembri
neanche più tu. Elena mi ha detto che non ti nutri da almeno
una settimana-
Feci
una smorfia al nome della ragazza. –Che è successo
tra te e la doppelganger?- chiese.
Chiusi
gli occhi e con la mente ritornai a quella sera
di due giorni fa.
Ero
seduto davanti
al fuoco, in uno di quei rari momenti in cui non passavo la sera nei
dintorni
della casa delle Salvatore, con un bicchiere doppio di Bourbon in mano.
In casa
mia non c’era nessuno, neppure il mio fratellino,
probabilmente era a caccia
nel bosco.
-Damon?-
Una
delicata voce femminile mi arrivò alle orecchie. Nessuno mi
aveva rivolto la
parola da quando lei se n’era andata. Avevo sperimentato la
solitudine più solitaria della mia vita.
Fino
a quella sera.
Non
girai nemmeno
la testa, il profumo era inconfondibile. Un tempo avrei sorriso e
l’avrei
invitata a bere qualcosa con me, per farla cadere ai miei piedi. Adesso
non
potevo fare a meno di rifuggere i sentimenti che mi legavano a lei.
Elena, che
il diavolo se la porti via.
-Che
vuoi?- chiesi,
brusco. La sentii fermarsi a pochi passi da me. Lentamente si sedette
sul
divano, accanto a me, e mi mise una mano sul braccio. Istintivamente mi
alzai,
per allontanarmi il più possibile da lei.
-Che
vuoi?-
ripetei, stavolta più arrabbiato. Elena sussultò.
Forse non si aspettava una
risposta del genere. Dovetti reprimere un sorriso cattivo, volevo che
si
ferisse, almeno avrebbe smesso di provarci, di provare a farmi cambiare
idea
su…
-Volevo
solo… solo
farti stare meglio- pigolò.
-Allora
fai questo.
Sparisci. Dalla. Mia. Vita. Spero di essere stato sufficientemente
chiaro-
ringhiai. Per tutta risposta lei si alzò e mi raggiunse
accanto alle scale.
-Lo
vedo, sai? Vedo
come ti struggi per una che non ti guarda nemmeno. Siamo tornati
indietro,
Damon? In questa storia sei solo tu la vittima. Non lasciare che ti
distrugga
come aveva fatto sua sorella- mi disse, ma io registrai solo la seconda
frase.
La spinsi all’indietro ed Elena volò oltre un
tavolino di vetro, per atterrare
indenne sul pavimento.
-NON
OSARE!-
tuonai. –Non osare parlare male di lei in questo modo! Sai
che ci siamo
avvicinati molto? Ci siamo baciati, Elena!-
-Anche
noi
l’abbiamo fatto- replicò lei.
-Ma
non ho sentito
nulla di quello che ho avvertito con lei, Gilbert! Pensavo di amarti,
ma era
solo una stupida ossessione per via di Katherine. Non contare
più su di me se
qualcuno vuole te o il tuo sangue. La nostra amicizia finisce qui. Il
mio amore
per te finisce qui- dissi, quasi sfinito.
Mi
sedetti di peso
sul divano e mi presi la testa tra le mani. Come avrei fatto adesso?
L’unica
era andare da lei e sperare in un suo perdono.
-Beh,
la mia
attrazione per te no, invece- ribattè. Eh? Avevo sentito
bene? Dopo un anno e
mezzo ammetteva di essere attratta da me ed era perché era
gelosa? No, così non
andava.
-Non
me ne frega-
risposi. Non la vidi ma la sentii. Aveva preso il mio viso tra le mani
e mi
stava baciando, premendo le labbra morbide contro le mie.
Ero
talmente
stupito che non reagii.
-Niente.
Adesso vado. Buona serata, Klaus-
POV
TALIA, dodici
giorni dopo la discussione con Damon
Ti
trovo dentro
Ogni
ricordo
E
come un pugno che fa male
Male
di brutto
Inerme
incasso
E
mi convinco un’altra volta
Che
non è finito tutto
(Dimmelo-Modà)
Bastarda!
Come si permetteva quella sgualdrina? E lui?
Perché non aveva reagito? Avrei scommesso tutto quello che
avevo che era perché
era ancora innamorato di lei. Maledetto! Che il diavolo ti prenda e ti
porti
via con sé!
Ed
io c’ero cascata, come una pera cotta. Già, cotta
a
puntino, stracotta di lui. Ero riuscita a dissimularlo, ma mi ero
innamorata di
lui. E faceva male sapere che alla fine lui non mi aveva mai amata, ma
preferiva ancora… Elena.
Stanotte
ho fatto quel sogno e avevo tutti i
presupposti per considerarla una visione stregonesca.
Ricordavo ancora le lacrime che mi scendevano
sul viso. E aveva fatto malissimo, come non avevo mai sentito in vita
mia,
sapere di non essere ricambiata.
Adesso
dovevo concentrarmi sul pranzo. Si, dovevo
tagliare la mozzarella.
Avrei
fatto la pizza, di solito riusciva a rallegrarmi
il fatto che avrei mangiato un piatto tipico della mia terra
d’origine,
l’Italia. E volevo farlo io, non prenderlo in qualche
pizzeria d’asporto,
perché in ogni piatto ci sono i sentimenti della persona che
l’ha fatto.
Improvvisamente
una goccia cadde nel piatto. Rimasi
stupita, non mi ero accorta di aver iniziato a piangere.
Mollai
il coltello tra la mozzarella tagliata e mi
girai, finendo per terra, la schiena appoggiata al legno della cucina.
Non
riuscii a trattenermi. Piansi tutte le lacrime che
avevo trattenuto per dodici giorni, per tutta la vita. Piansi tutto il
mio
amore. Piansi per la mia vita, sempre in bilico tra ragione e
sentimenti.
Piansi per il mio stupido destino, che speravo inutilmente di cambiare.
Piansi
per me stessa, così forte e fragile al tempo
stesso da ammettere di amare, ma non di dirlo al mondo.
POV
DAMON, il
giorno dopo l’ultima discussione con Klaus, tredici giorni
dopo quella con
Talia
Non
cancellarmi
Piuttosto
dammi
Almeno
un’ora per parlarti
E
per sfogarmi
Non
serve a niente
Me
l’hai già detto
Ma
abbi il coraggio di guardarmi
Dritto
dentro agli occhi
(Dimmelo-Modà)
Sperai
di essere forte abbastanza da poter fare questa
cosa.
Suonai
il campanello di casa Mikaelson.
Ovviamente
non mi aprì Klaus.
-Oh,
chi abbiamo qui? Che sei venuto a fare qua?- Rebekah,
dolce come il limone.
Abbassai
lo sguardo. –Devo parlare con tuo fratello-
-Quale
dei tre che mi rimangono?-
-Klaus-
dissi, e lei smise di sorridere con
strafottenza.
-Entra-
mi concesse, facendomi da guida in quella casa
enorme.
-Ecco,
è qui- mi indirizzò verso l’ultima
porta del
corridoio. Bussai e attesi un –Avanti- che arrivò
presto.
-Damon,
quale sorpresa vederti qui, nella mia umile
dimora- tentò di scherzare. Ma io non ero in vena.
-Klaus,
sono pronto- tagliai corto.
-Sai
che questa è la resa dei conti, vero? O ti perdona
o non lo farà mai. Io ti porterò là,
proverò a parlarle in tuo favore, ma non
so se l’esito sarà positivo. Non sperare, potresti
avere delle brutte sorprese-
-La
speranza è tutto ciò che mi resta- dissi,
ostentando una sicurezza che non avevo.
-No,
hai anche l’amore che provi per lei. Voi due siete
simili, puoi capire cosa sta provando. È la stessa cosa di
quando vedevi Elena
baciare tuo fratello. Fai leva sui suoi sentimenti ed emozioni, ma in
modo
positivo- mi disse. Era strano farmi consigliare da un sanguinario come
Klaus,
ma la conosceva meglio di se stessa. Valeva la pena provare.
-Ma
sappi che, se sbagli, lei per te non ci sarà più,
intesi? Commetti un errore – uno solo, bada bene –
e sei morto. Io ti avevo
avvertito- aggiunse.
-Si,
intesi- mormorai.
-Su,
vampiro pappamolle, preparati. Andiamo a
riprenderci Talia- esclamò, con una vitalità che
non mi apparteneva.
A
Miami non era arrivata la notizia che eravamo ormai a
novembre. Gli alberi erano verdissimi e il sole splendeva in cielo,
riscaldando
tutto e tutti. Almeno, così capivo dalle persone, umane, che passeggiavano lungo le vie,
perché sudavano tantissimo.
-Ma
c’è sempre questo caldo qui?- chiesi al mio
compagno d’avventura.
Klaus
mi sorrise. –Hai presente la California? Qui è lo
stesso, undici mesi di caldo infernale. Ancora un mese e mezzo e si
potranno
vedere le nuvole invernali. E poi a lei piace-
Mi
bloccai improvvisamente. D’un tratto non mi sentivo
più tanto forte, come se non dovessi andare da lei. Come se
qualcosa, qualcuno, non volesse che
ci
riappacificassimo.
-Eh
no, andiamo, sono quasi le sette di sera. Damon?- A
malapena lo sentii. Ero troppo concentrato sulle mie sensazioni.
-Tutto
ok?- Alzai lo sguardo e me lo trovai davanti.
Annuii, solo per continuare a camminare per le vie assolate di Miami.
-Ehi,
ma quanto manca?- domandai, raggiungendolo
qualche passo più avanti.
-Poco,
siamo quasi arrivati- mi rispose, e svoltammo
verso la spiaggia. Ancora poche centinaia di metri e… la
strada si aprì,
facendo vedere una splendida casa a tre piani appollaiata ai margini
della rena
chiara, tutta in legno dipinto di un abbacinante bianco.
-Wow…-
riuscii a dire.
-Già,
l’ha fatta fare Elijah. È il regalo di compleanno
per Cassandra-
-Vado
a parlarle, tu rimani accanto alla soglia- mi
disse.
Lo
osservai entrare nella villa e svoltare a destra
come se la conoscesse da sempre, e probabilmente era così.
Ancora una volta mi
maledii per non sapere nulla della sua
vita.
Mi
tolsi la giacca di pelle nera, tanto per far
sembrare agli umani che lo ero anch’io e che come tale avevo
caldo. Rimasi
avvolto nella t-shirt bianca, una delle poche che avevo, e nei jeans
grigio
scuro.
D’un
tratto udii uno scalpiccio, come di qualcuno che
stava scendendo velocemente le scale, seguito dalla voce di Klaus e
dalla sua. Comparirono nella grande
vetrata
dell’ingresso.
Mi
raddrizzai, ansioso di scoprire quello che si
dicevano.
-No,
no, no. Ho già detto no? No, hai capito? Non lo
farò entrare. Ha dimostrato di non aver fiducia in me e per
questo non si merita
nulla da me, neppure di essere ascoltato- stava dicendo lei.
-Lo
capisco, te lo giuro. Ma lui è li fuori e sta
aspettando te, per parlarti. Dagli un’altra
possibilità- le rispondeva lui.
-Perché
la butti di nuovo nel cesso? No, Nik, mi sono
stancata di essere io quella che ci rimette sempre. Per una volta che
siano gli
altri a soffrire- Fredda come il ghiaccio.
-E
questa scelta ti ha fatto sentire meglio? Ma
guardati, sei pallidissima, magra come non ti ho mai visto e hai le
occhiaie
sotto agli occhi. Hai pianto, vero?-
-E
a te che te ne importa?- le aveva risposto.
-Me
ne importa, perché, se non sbaglio, sono il tuo
migliore amico-
-E
mi hai tradito anche tu portandolo qui!- e mi vidi
indicato.
-Cos’avrei
dovuto fare? Vederlo deperire ogni giorno di
più? Non si nutre da una settimana, Tals, forse anche di
più. E gira sempre
intorno a casa tua a Mystic Falls. Non dirmi che non ti vuole bene-
ribattè
l’Ibrido.
Silenzio.
Da parte di entrambi.
-No…-
sussurrò lui, andando all’indietro. Lei
abbassò
lo sguardo, colpevole di qualcosa che non capivo.
-Non
gli vuoi bene, vero? Non solo- fece una pausa. –Tu
lo ami-
Sgranai
gli occhi. Mi amava? Davvero? Io… io non
pensavo… mi amava…
Barcollai,
incredulo. Per una volta che non ero la
seconda scelta, che Santo Stefan non veniva indicato come il migliore
tra me e
lui, che avevo fatto? Avevo allontanato l’unica donna che mi
vedeva migliore
così com’ero e non cercava di tirare fuori il
buono che, secondo gli altri, era
nel mio cuore.
Quanto
avevo sbagliato! La rabbia aveva accecato la mia
già poca capacità di giudizio e ci eravamo
divisi. Odiavo ammetterlo, ma Klaus
aveva ragione. Alzai il viso, ansioso di sentire la sua
risposta.
-Si,
ma…- si inumidì le labbra con un gesto
decisamente
sensuale, -lui non mi ama-
-Oh,
Talia. Quanto sbagli! È un uomo distrutto, guarda-
e le prese il viso, girandolo dalla mia parte.
Lei
si liberò con uno strattone. –Adesso sei tu quello
in errore, Nik! Ho avuto una visione stanotte, era così reale… io…
lui… Elena l’ha baciato, e lui non si è
spostato. E fa
male, Nik! Fa maledettamente male, perché lo amo con tutta
me stessa e so, ne
sono certa, lui non mi ama allo stesso modo!-
Oh,
mia piccola Talia!
-Perché
non glielo chiedi tu stessa?- e mi fece segno
di avvicinarmi. Riuscii a muovere le gambe ma era come se non fossi
lì. Mi
amava… mi amava… due parole che mi avevano invaso
la mente, proiettandomi in
cielo e in terra, nel fuoco e nel ghiaccio, pieno di speranza e timore.
Raggiunsi
il porticato in poche falcate, certo che non
mi avrebbe mai perdonato.
Aprì
la vetrata con un gesto leggero, tremante, e capii
che si stava sforzando di non piangere. Non l’avevo mai vista
così fragile.
-Vi
lascio soli- disse Klaus, sparendo al piano di
sopra.
Calò
di nuovo il silenzio.
-Davvero
mi ami?- chiesi e seppi subito di aver fatto
la domanda sbagliata. Il suo sguardo era ferito a morte e pieno di
dolore, il
dolore che io avevo causato.
-Ti
prego, dimmi se c’è qualcosa che posso fare per
farti star meglio- insistetti, e lei scosse la testa.
-Non
posso chiederti di farlo, perché altrimenti ci
separeremmo ancora- mi spiegò.
-Cosa?
Dimmelo-
-Lascia
stare Elena, concentrati su di me, per favore.
Sono stanca di sentirmi rifiutata- Allora io capii perché si
sentiva così.
-Elena…
è stata lei a baciarmi, io non lo volevo- mi
giustificai.
-Ma
non hai fatto nulla per rimediare, non l’hai
allontanata. Non ha fatto niente-
-È
vero! Non ho fatto nulla, perciò non ho nemmeno
risposto al bacio!-
-Ma
non ti sei scansato, è questa la tua colpa-
insistette lei.
-Capisco-
conclusi. –Posso entrare?- chiesi. Lei si
spostò e io misi piede in quella casa.
-Posso
sembrarti banale, ma è bellissima-
-Grazie,
ma non è a me che dovresti dirlo ma a…-
-Cassandra-
finii per lei. Annuì, leggermente sorpresa
che lo sapessi. Poi sospirò. –Nik- disse, parlando
a se stessa.
Sorrisi
leggermente. Avevo fatto bene a fidarmi di
Klaus, alla fine non era stato completamente tempo perso.
Attraversammo
l’ingresso e il salotto, andando davanti
ad un’altra vetrata, che stavolta dava sulla spiaggia. Nel
senso che, appena la
si apriva, si poteva correre sulla sabbia e tuffarsi in acqua.
Istintivamente
le presi la mano e la strinsi nella mia.
La sentivo calda a contatto con la mia pelle, e morbida, e profumata.
Il
paesaggio ci dava uno dei più romantici e scontati momenti
da passare in
coppia, il tramonto sulla spiaggia. Però era bellissimo
vedere come il sole
piano piano scendeva lungo l’orizzonte e il cielo si tingeva
di sfumature
sempre più scure, fino al viola e al blu mirtillo. Il mare
si faceva sentire infrangendosi
sulla costa, e rendeva tutto più… magico. Altra
banalità, ma era vero.
Talia
abbassò lo sguardo sulle nostre mani intrecciate
e poi lo posò su di me, che la stavo osservando
già da un po’.
-Io…-
sussurrò e fece un passo indietro. Mi prese il
panico. No, non poteva andarsene un’altra volta! Non adesso
che ci eravamo
ritrovati!
Feci
per prenderle il braccio e attirarla a me, ma lei
mi sfuggì e, dopo una breve occhiata, scappò di
sopra. Rimasi pietrificato, ma
avevo capito l’antifona. Ci voleva solo del tempo per
ritornare a fidarsi.
POV
TALIA, un’ora
dopo
Vorrei
toccarti
E
respirarti
Vicino
ai punti più sensibili
E
sentirti
Gridare
forte
Non
per dolore
Ma
dal piacere e dalla voglia
Di
fare l’amore
Di
farlo bene
Senza
paura più del tempo
E
di
qualcuno che ci possa separare
(Dimmelo-Modà)
Avevo
bisogno di rilassarmi, perciò ero andata in terrazza, dove
c’era una piscina
completa di tutto, minibar incluso. E da almeno tre quarti
d’ora ero
felicemente sposata con l’idromassaggio. Mi stavo
addormentando.
Ma
non potevo lasciarmi andare, dopotutto ero nuda in una piscina, con un
individuo di sesso maschile che girava libero ed indisturbato per la
casa. Nik
neanche lo contavo, sapevo che non sarebbe venuto a rompere mentre mi
rilassavo
sotto le stelle.
-Fai
sempre il bagno in questo modo?- chiese una voce. Sussultai e
istintivamente mi
coprii il seno con un braccio.
Poi
mi girai verso la fonte che mi aveva disturbata e vidi Damon.
-Ho
fatto il giro della casa e questo era l’ultimo posto da
visitare. Allora, mi
vuoi rispondere?- Io ero ancora scioccata. E se mi aveva visto? Oddio,
che
figura.
-Questo
non è un museo!- sibilai mezzo secondo dopo. Lui
accennò ad una risata.
-Non
mi hai ancora risposto- disse.
-Solo
quando sono sola-
Si
avvicinò fino ad arrivare al bordo opposto a quello dove mi
trovavo io e si
chinò, sfiorando l’acqua con le punta delle dita.
Era… sexy. Deglutii.
-Però
adesso non lo sei- sussurrò. Sbagliavo… o la sua
voce era diventata più roca?
Il mio basso ventre ebbe una stilettata a quel pensiero.
Distolsi
lo sguardo per posarlo sul mio costume bianco e azzurro accanto a lui.
-Se
me lo passi…- sussurrai, sperando che capisse di non giocare
con me. Ovviamente
il messaggio non arrivò al suo cervello di maschio in preda
agli ormoni qual
era.
-E
se non lo facessi?- mi sfidò. E io raccolgo sempre le sfide.
Mi
staccai dalla zona idromassaggio per raggiungere il centro della
piscina,
dirigendomi poi verso la piccola scaletta dove troneggiava un
accappatoio blu.
Quando uscii dall’acqua calda, lo sentii alzarsi e
contemporaneamente girarsi
per darmi le spalle, in segno di rispetto.
Sorrisi.
Nik l’aveva istruito bene, anche se a volte faceva di testa
sua.
Appena
il tessuto mi avvolse, Damon si girò di nuovo verso di me e
mi squadrò da capo
a piedi.
-Che
c’è?- chiesi e lui scrollò le spalle,
avvicinandosi. Io non indietreggiai,
presa da un’insolita sensazione che pian piano si stava
facendo strada in me.
Alzò
un braccio e mi sfiorò la guancia con le dita bagnate di
cloro. Rabbrividii e
chiusi gli occhi, concentrandomi su ciò che stavo sentendo
in quel momento.
Il
tocco si spostò sul collo ed io sospirai, stringendomi
nell’accappatoio.
Deglutii
e presi un bel respiro, lasciandolo scivolare ai miei piedi. Lo sentii
trattenere il respiro e lo vidi fissarmi.
-Talia…-
disse, probabilmente per fermarmi. Ma ora era troppo tardi per tornare
indietro. Feci un passo in avanti e lo afferrai per il collo,
avvicinandolo a
me.
Lo
baciai e fu come farlo per la prima volta. Da un semplice sfioramento
di labbra
eravamo subito passati a qualcosa di più passionale, con
entrambi che premevamo
per essere più vicini l’uno all’altra.
Con
difficoltà gli feci scivolare la giacca giù dalle
spalle e lui la fece cadere a
terra, a far compagnia all’accappatoio. La maglia era chiara,
forse una delle
poche che aveva, e presto sparì anche quella, lanciata
chissà dove.
Gli
baciai le clavicole e lo sterno, mente lui mi carezzava i fianchi e la
schiena,
provocandomi brividi che non sapevo nascondere. Le mie mani corsero
alla
cintura dei jeans grigio scuro, slacciandola con difficoltà.
La sfilai dai
passanti e la strinsi tra le mani, sorridendo.
Mi
staccai da lui e, fissandolo negli occhi confusi, mi tuffai in acqua.
Riemersi
in un secondo e mi tolsi i capelli dal viso, scoprendo che mi stava
fissando
con uno sguardo strano, eccitato.
Tremai
tutta sotto quell’intensità e quasi lasciai cadere
la cintura che tenevo ancora
tra le mani. Rimanendo a galla, la sollevai.
-La
rivuoi? Vieni a prenderla!- gridai, girandomi per tuffarmi
un’altra volta. Meno
di un secondo dopo avvertii uno spostamento d’acqua e seppi
che Damon sarebbe
venuto a riprendersela.
Nuotai
più velocemente che potevo, ma il vampiro riuscì
ad afferrarmi una caviglia e
mi tirò indietro. Poco dopo mi ritrovai imprigionata tra le
sue braccia a
contatto diretto contro il suo corpo nudo. Meno male non avevo bisogno
di
respirare, altrimenti sarei morta a furia di trattenere il fiato.
Riemergemmo
insieme e ancora intrecciati. Le sue mani sui miei fianchi e le mie
sulle sue
spalle, i corpi a contatto, il desiderio alle stelle. Il bacio fu
inevitabile,
così come i nostri bacini a contatto. Rabbrividii,
perché il punto di non
ritorno stava arrivando e io iniziavo a dubitare di lui, della sua
voglia di
me.
Avvolsi
le gambe attorno ai suoi fianchi e mi strusciai contro la sua erezione,
confutando
i miei dubbi.
Quando
prese in bocca un mio capezzolo e lo succhiò piano, mi
sentii morire. Mi
accasciai su di lui che dedicava la sua tortura anche
all’altro seno, ormai
entrambi inturgiditi.
Damon
si tirò leggermente indietro e mi guardò negli
occhi, in cerca della mia
approvazione. Gli sfiorai le labbra con le mie e lui si mise in
posizione.
Fu
un attimo. Prima era fuori e poi era dentro di me. L’unica
cosa che cambiò fu
il dolore. Atroce e lacerante, mi fece lanciare un grido che non
riuscii a trattenere.
-Io…
scusa… non volevo…- lo sentii dire, ma non
m’importava. Gli misi un dito sulle
labbra e sorrisi.
-Non
importa, capita la prima volta- gli sussurrai e si rilassò.
Diede una piccola
spinta e avvertii un’altra scarica di dolore acuto, che
esternai conficcandogli
le unghie nelle spalle.
-Dimmi
tu quando sei pronta- mormorò, chiudendo gli occhi. Capivo
come si sentiva.
Aveva fatto in modo che provassi dolore e non se lo perdonava.
Deglutii
e serrai ancora di più le gambe attorno al suo bacino,
avvicinandolo. Lo
interpretò come un assenso e si tirò leggermente
indietro per sprofondare
ancora in me. Stavolta la scarica fu di piacere. Intenso e sconvolgente.
Le
spinte erano lente e ben calibrate. Non arrivavano fino in fondo, dove
sapeva
farmi male. Poi picchiai la schiena contro qualcosa di duro e mi
accorsi che
era il bordo della piscina contro il quale Damon mi aveva da poco
spinta.
Ora,
racchiusa tra le piastrelle azzurre e il vampiro, sentivo tutte le
conseguenze
che l’amplesso stava apportando al mio corpo. Ero
ipersensibile ovunque, tanto
che avvertivo persino l’acqua lambirmi l’ombelico.
La mia mente, però, era
altrove, era concentrata sulle sensazioni che stavo provando per la
prima
volta.
Damon
si appoggiò a me, incastrando il viso nel mio collo e
inspirando forte.
Rabbrividii e socchiusi le labbra, presto divenute l’oggetto
dei desideri del
vampiro. Il bacio era diverso, c’era qualcosa in
più. Istintivamente presi il suo labbro inferiore
in bocca e
succhiai forte, facendogli scappare un gemito che mi fece sorridere.
Si
staccò da me, con tutto il corpo, e gemetti in protesta. Gli
occhi azzurri
erano spalancati e respirava a fatica, l’erezione ben
visibile. La cintura
galleggiava tra noi, come a dividerci.
-Non
farlo mai più- disse senza fiato.
-Altrimenti?-
lo sfidai. Lui si avvicinò e mi prese il viso tra le mani.
-Altrimenti
non potrei rispondere delle mie azioni e non vorrei farti male-
sussurrò, la
voce resa roca dal desiderio.
-È
una paranoia inutile- replicai, baciandolo subito dopo. Lui si
rilassò,
afferrandomi per i fianchi ed entrando in me per la seconda volta. Il
mio basso
ventre era già eccitato per le attenzioni che gli erano
state rivolte giusto
mezzo minuto prima, perciò, appena lo sentii farsi spazio in
me, abbandonai la
testa all’indietro e gli andai incontro col bacino. Entrambi
gememmo ed io
ansimai.
Ora
le spinte erano più profonde e scoordinate, ma non sentivo
più dolore, anzi,
avvertivo un piacere immenso. Quando riuscivo, gli andavo incontro col
mio
bacino per approfondire il contatto tra i nostri corpi e amplificare le
nostre
sensazioni.
Mi
sentivo bagnata e terribilmente eccitata, e il membro di Damon non
faceva che
accrescere tutto questo, moltiplicandolo per mille.
In
un impeto più forte degli altri le nostre mani si cercarono
e si intrecciarono,
mentre i nostri respiri si mescolavano da tanto i nostri visi erano
vicini,
incatenando i nostri sguardi.
Gettai
la testa all’indietro e raggiunsi l’apice di quel
piacere che mi invadeva lo stomaco,
lasciandolo libero di scuotermi nel profondo.
Damon,
vedendo che avevo raggiunto la vetta, diede un’ultima spinta
e mi raggiunse in
Paradiso.
Un
lampo e poi un tuono scossero il mondo. Anche il fulmine era libero.
Spazietto
dell’autrice:
il
Dalia finalmente insieme! Evvai, avevo in mente questa scena da sempre,
ma la
piscina super completa di tutto l’ho presa da un episodio di
Law and Order.
Unità speciale, così come lei che si toglie
l’accappatoio in quel modo.
“Sexy!”, ho detto, e l’ho inserito.
Detto
questo, sono felice di averlo scritto, perché mi sono
liberata da una scena
alquanto spinosa. Insomma, in totale sono 17 pagine – 18 con
le note – e adesso
posso dirmi soddisfatta. Spero che sia venuta bene e che riscaldi le
giornate
che diventano sempre più fredde (io di sera ho freddo, voi
no?).
Damon
indeciso e Klaus che lo consiglia, un’accoppiata strana ma ha
funzionato. La
casa è quella dei miei desideri, a tre piani, color avorio e
con la piscina in
terrazza, ovvero all’ultimo piano, quello scoperto. Klaus non
si vede per tutta
l’ultima scena, quella HOT, perché si è
rinchiuso nella sua stanza per non
sentire loro due che si danno alla pazza gioia. Inutilmente, ovvio.
Nel
prossimo vedremo come la prenderanno coloro che sono rimasti a Mystic
Falls.
Per
ultima cosa dico che da domani con ci sarò, dato che parto
per l’Inghilterra.
Tornerò tra due settimane, tranquillizzatevi, e se
aggiornerete sarò lì a
leggere, siatene certi.
Ringrazio
safycullen97, che ha recensito lo scorso capitolo, rinnovando il suo
sostegno
anche dopo la mia lunga assenza.
Al
prossimo capitolo.
Fire
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