Le sorelle Salvatore

di eltanininfire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Mystic Falls, un tuffo dove il mare è più blu ***
Capitolo 2: *** Cuscini, piume e Rivelazioni ***
Capitolo 3: *** Tra psicopatiche e maniaci forse mi sto innamorando ***
Capitolo 4: *** Rapimento! Rapimento! ***
Capitolo 5: *** Là dove tutto è incominciato ***
Capitolo 6: *** Vendetta ***
Capitolo 7: *** Aspettarti, mia piccola umana ***
Capitolo 8: *** Parentele pericolose parte 1 ***
Capitolo 9: *** Parentele pericolose parte 2 ***
Capitolo 10: *** Parentele pericolose parte 3 ***
Capitolo 11: *** Love and Family ***
Capitolo 12: *** Attenti alla volpe ***
Capitolo 13: *** È così bella quando sorride ***
Capitolo 14: *** I want... ***
Capitolo 15: *** Litigare... ispira ***
Capitolo 16: *** Or maybe yes? ***
Capitolo 17: *** Con il sorriso sulle labbra ***
Capitolo 18: *** L'universo tranne noi ***
Capitolo 19: *** Senza paura più del tempo e di qualcuno che ci possa separare ***



Capitolo 1
*** 1. Mystic Falls, un tuffo dove il mare è più blu ***


MYSTIC FALLS, UN TUFFO DOVE IL MARE È PIÚ BLU
 
POV TALIA
 
Correvo con la mia Porshe nera, accanto a me mia sorella si era addormentata, così come Lucas, Cassandra e Simon sui sedili posteriori.
“Certo che siete molto di compagnia…” pensai.
Alcuni nostri amici ci avevano invitato a trascorrere un po’ di tempo con loro e noi avevamo accettato.
Così ci siamo ritrovati a dover partire dalla nostra amatissima e assolata Miami per raggiungere quel buco di cittadina chiamata Mystic Falls.
Mentre pensavo queste cose attraversai il confine della città, segnalato dal cartello “Benvenuti a Mystic Falls”.
Sapendo che mia sorella Annabeth e i miei amici non si sarebbero svegliati tanto facilmente, afferrai il mio Samsung e misi su la musica al massimo volume senza nemmeno scegliere la canzone.
Sorrisi appena sentii le familiari note di Firework – sia benedetta Katy Perry! – invadere l’abitacolo.
I miei passeggeri si svegliarono all’improvviso e io risi della loro espressione spaesata ed assonnata, mooooolto assonnata.
-Siamo arrivati?-
-Sì, Cassie, siamo appena entrati in città, ora dobbiamo solo trovare casa nostra-
Annabeth prese la cartina della cittadina e mi indicò dove dovevo andare. Appena arrivammo rimanemmo a bocca aperta.
“casa” non era il termine giusto. Quella che avevamo davanti era una reggia in stile inglese ottocentesco.
Poi qualcuno mi fece “Buh!” e io feci un triplo salto mortale sul sedile.
Ero già pronta ad insultare chi aveva interrotto quel momento magico quando vidi una chioma dorata riempire la mia visuale e sentii una risata cristallina risuonare nelle mie orecchie.
-Rebekah!- saltai addosso alla mia amica vampira Originale e la strinsi in un abbraccio da piovra.
Appena ci staccammo, indicò un punto alla mia destra.
-La nostra casa è lì. Potete entrare quando volete, Kol ed Elijah sono appena tornati-
-Appena tornati? E dove erano andati?-
-Oh, lunga storia. Poi vi racconterò. Adesso andiamo a scoprire la vostra nuova casa-
Annuimmo e prendemmo i nostri bagagli.
Appena entrammo rimanemmo di stucco.
L’arredamento rispecchiava per intero i nostri gusti. I mobili erano di legno chiaro, semplici ed eleganti. Dalle grandi finestre entrava tanta luce che rischiarava il posto. Enormi lampadari pendevano dal soffitto come gigantesche ragnatele illuminate.
Ci spostammo nel salone, dove ci accolsero delle poltroncine color pastello, ognuna diversa. I muri erano coperti da scaffali che aspettavano solo noi per essere riempiti.
Esplorammo il resto della casa e mia sorella scoprì sul retro un piccolo patio in stile spagnolo e un giardino sconfinato, dominato da una collinetta su cui sorgeva un grazioso, e romantico, gazebo bianco.
Mentre ci dividevamo le camere, che erano tante di più del nostro numero, Rebekah era rimasta sulla soglia della porta e ogni minuto che passava s’imbronciava sempre di più.
Stava per perdere la pazienza quando Cassandra la invitò ad entrare, solo allora si calmò.
-Allora, vi piace?- ci chiese.
Noi ci guardammo scotendo la testa.
-Di più?- sperò.
-Sì- rispose solamente Annabeth.
L’Originaria ci fece un gran sorriso e battè le mani, eccitata.
-Bene! Allora vi porto a fare un giro della città. Forza!-
Noi non ci opponemmo, anche se sapevamo come sarebbe andata a finire: lei a fare shopping a modo suo, e noi a reggerle gli infiniti pacchetti e pacchettini che comprava come tanti appendini ambulanti.
 
Uscimmo dall’ennesimo negozio con l’ennesimo vestito che Rebekah avrebbe indossato solo tra mille anni, “sempre che lei sia ancora viva e non dentro ad una bara” pensai.
Ero stanca, mi facevano male i piedi e anche i miei amici e mia sorella erano nelle stesse condizioni. L’unica ancora pimpante e fresca come una rosa era l’Originaria che si era appena fermata davanti ad una vetrina e saltellava indicandoci un paio di scarpe tacco 14. Inutile dire che ci trascinò dentro al negozio con la forza.
Appena entrammo capii subito che ci avrebbe messo una vita solo per trovare il colore giusto per le scarpe, così posai i sacchetti a terra che avevo in mano.
-Ragazzi, io sono stanca. Vado a prendere qualcosa al bar qui di fronte. Come si chiama? Ah, sì, il Grill. Ci vediamo dopo-.
Me ne andai prima che i miei interlocutori potessero dire una sola parola contro di me.
Entrai al Grill, che a quell’ora del pomeriggio era pieno di giovani liceali, e raggiunsi ancheggiando il bancone, sedendomi accanto ad un ragazzo moro con in mano un bicchiere di liquido ambrato.
Ordinai un whisky al bel ragazzo biondo che faceva da barista, e lui me lo servì subito.
Non feci in tempo a berlo che qualcuno me lo prese dalla mano.
-Le ragazzine non dovrebbero bere alcolici a quest’ora del pomeriggio-
A parlare era stato proprio il ragazzo cui mi ero seduta vicino.
Lo guardai di sottecchi.
-Potrei riavere la mia ordinazione?- chiesi, gentilmente.
Lui fece un mezzo sorriso e scosse la testa.
-Te l’ho già detto perché l’ho fatto- mi rispose.
-Sì, ma io so quello che faccio. Per favore, posso bere in santa pace il mio whisky?-
-Lo dicono tutte, sai?- temporeggiò.
A quel punto mi arrabbiai sul serio.
-Rubi a tutte l’ordinazione per fare colpo? No, sai, perché con me non attacca, e non lo farà mai- sputai acida. Ero consapevole che i miei occhi blu elettrico lo stavano fulminando, ma non me ne preoccupai. Dopotutto, se l’era cercata lui, mica io.
Mossi la mano per cercare di riacchiappare il bicchiere, ma lui fu più veloce. Scostò la mano e con quella libera mi afferrò il polso sinistro. Fu in quel momento che notai che era mancino. Difatti teneva il mio whisky con la sinistra.
Scesi dallo sgabello e feci per andarmene ma lui bloccò la mia fuga, trattenendomi.
-Dove credi di andarmene?- sussurrò malizioso. Avvicinò così tanto il suo viso al mio che potei vedere per bene i suoi occhi.
-Non sono affari tuoi- tentai di rispondergli duramente, ma mi stava destabilizzando, e ciò mi faceva paura. Non mi era mai successo prima.
Lui trangugiò il mio whisky e ripose il bicchiere sul bancone prima di afferrarmi anche l’altro polso.
-Ti vieni via con me- mi disse fissandomi negli occhi.
Io mi divincolai ma la sua presa era forte e non accennava a lasciarmi andare.
-Damon, lasciala! Subito!- Rebekah era entrata nel locale e stava guardando irata il ragazzo, Damon.
Lui mi mollò come se scottassi, così mi potei massaggiare i polsi arrossati.
-Chi sei? Come conosci Rebekah?- mi sussurrò, facendo lo stesso giochetto con la pupilla di poco prima.
-Non credo siano affari tuoi- rispose lei prima che potessi farlo io.
-Andiamo- mi esortò gentilmente. -Non rispondergli, gli faresti solo un favore- mi sussurrò con un tono di voce non udibile ad orecchio umano.
Io annuii impercettibilmente, poi girai la testa per non far vedere il turbamento che gli occhi di Damon mi avevano causato. Dicevano che i miei occhi incantavano le persone, ma quelli di Damon mi avevano completamente stregato. Guardandoli avevo fatto un tuffo dove il mare era più blu.
 
 
POV DAMON
 
Ero frustrato. Non ero riuscito a soggiogarla. Dato che era con la BarbieOriginal, doveva avere per forza la verbena da qualche parte. Forse la indossava, o era in circolo. No, la prima opzione era da escludere, non avevo avvertito minimamente l’odore di quella maledetta pianta; quindi doveva averla bevuta, magari non intenzionalmente. Forse l’Originaria voleva proteggerla senza dirle cos’era veramente. Sì, doveva essere così.
Ero talmente immerso nei miei pensieri che non sentii arrivare mio fratello fino a quando non mi posò la mano sulla spalla. Trasalii, ma cercai di non darlo a vedere.
Però purtroppo aveva visto tutta la scena con la ragazza di cui non sapevo il nome. Lo capii dal sorriso di scherno che mi stava rivolgendo.
-Allora, fratellone, hai fatto cilecca questa volta?-
Dio, quanto avrei voluto strappargli quel sorrisino derisorio dalla faccia!
Decisi di cambiare leggermente argomento.
-Hai visto con chi era quella ragazza?-
-Sì, era con Rebekah, e allora?-
E allora??? Sono arrivati degli umani che non conosciamo, e lui mi dice “e allora?”
-Nulla, solo mi era sembrato strano il fatto che la BarbieOriginal si sia relazionata con degli umani-
-Forse li aveva soggiogati per farsi trasportare le borse-
-Forse- gli concessi -ma era troppo gentile con loro. Sembravano quasi amici-
Stefan mi guardò come se fossi un alieno e scosse la testa. Forse pensava che stessi dando di matto. Probabilmente sarei diventato veramente pazzo se avessi continuato in questo modo. Più ci pensavo, meno avevo risposte.
Dovevo muovermi se non volevo ammuffire dietro a quella ragazza che era andata via con Rebekah.
Ma la vedevo ancora davanti a me con i suoi magnifici occhi blu come il mare in tempesta spalancati dalla paura quando avevo tentato di soggiogarla; rivedevo il movimento del vento che causava nei suoi corti capelli neri, come i miei; avevo impressa nella mia mente la sinuosità dei suoi passi mentre si allontanava da me; avevo marchiato a fuoco nella memoria il suo profumo di mandarino e bergamotto italiano che mi aveva colpito con la sua misteriosa potenza.
L’amore per Elena mi aveva rammollito, ma mi aveva anche reso capace di provare qualcosa che non fosse l’odio verso mio fratello. Grazie a lei avevo riscoperto cosa significasse amare, dopo il disastro con Katherine. Devo tutto a lei, la mia piccola Elena.
Ma allora perché continuavo a pensare a quella misteriosa ragazza?
Mi alzai di scatto e imboccai la porta del Grill, deciso a scoprirlo.
 
 
Angolino della scrittrice:
Salve a tutti!!!
Mi chiamo Laura e questo è il mio primo tentativo di fanfic, anche se chi ha già visto la mia pagina, sa che sto provando a scrivere un libro. Perciò, siate clementi!!! Non mi aspetto granchè, ma mi farebbe molto piacere se recensiste. Non chiedo tanto, anche solo qualche parola di incoraggiamento o di critica a me vanno bene, mi aiuteranno a migliorare!
Chi saranno i nostri misteriosi ragazzi? E come mai conoscono gli Originari? Sarà tutto spiegato dopo, non immediatamente, ma dopo…
Più in basso vi ho messo la foto di Talia. Non l’ho messa anche degli altri ragazzi perché altrimenti non riuscivo a pubblicare. Sorry!
Tanti bacetti.
 
 
Talia

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Capitolo 2
*** Cuscini, piume e Rivelazioni ***


Cuscini, Piume e Rivelazioni CUSCINI, PIUME E RIVELAZIONI
 
 
POV DAMON
 
Ormai si era fatta sera. Avevo seguito il gruppetto misterioso per tutta la città fino ad arrivare ad una casa enorme, che non avevo mai visto. La BarbieOriginal vi era entrata senza permesso, evidentemente l’aveva già ottenuto. Io mi ero sistemato su un albero molto alto, dalla folta chioma, così da poter vedere ciò che succedeva senza essere visto. Avevo una buona visuale del salone al primo piano e di tre camere al secondo.
Ero sempre più dell’idea che i cinque fossero amici degli Antichi. Altrimenti che senso poteva avere la scena che avevo davanti agli occhi?
In una nuvola di piume bianche, i tre Originari rimasti avevano ingaggiato una battaglia di cuscini contro il gruppo più numeroso, che stava vincendo. La cosa più strana era vedere Elijah divertirsi a colpire una misteriosa bionda, che la mia moretta aveva chiamato più volte “Annabeth” e “sorellona”. Era proprio vero che la vita riserva sempre qualche sorpresa.
Sarei rimasto volentieri lì a vedere gli Originari uscire sconfitti da una battaglia, anche se comportava usare cuscini come arma, ma ero in quella posizione da più di tre ore ed ero stanco, così mi sgranchii le gambe e mi stirai come un gatto prima di scendere dal mio rifugio segreto.
Mi incamminai vero la pensione. Volevo raccontare ad Elena dell’incontro che avevo avuto quel pomeriggio. Chissà cosa avrebbe detto?
Bah, non mi restava che scoprirlo.
 
 
POV TALIA
 
Stavo camminando nel salone quando mi arrivò un cuscino in faccia. Appena mi riebbi dalla sorpresa, mi girai in tempo per vedere Kol ed Elijah sparire dietro ad un muro divisorio, ridendo come matti.
Decisi di vendicarmi. Una folata di vento e mi volatilizzai al piano superiore. Arraffai tutti i cuscini che avevo a portata di mano mentre spiegavo ai miei amici cosa mi era appena successo. Elaborai un piano d’attacco che tutti approvarono tranne Rebekah che era andata a dar man forte ai fratelli. Ovviamente ci premurammo che non sentisse nulla.
Un’ora dopo, quando le acque si furono, momentaneamente, calmate, avanzammo con circospezione fino alla porta del salone e tendemmo l’orecchio. Si sentì solo un rumore di pagine girate e un chiacchiericcio. “Bene, si può partire con il piano” pensai.
Feci un cenno ai ragazzi, che mi risposero affermativamente.
Entrai nel salone dando ad intendere che fossi tranquilla, e mi sedetti accanto ad Elijah.
-Che leggi?- chiesi, fingendo interesse.
Lui mi fece vedere la copertina. 1984, di Orwell. Sorrisi, mi era piaciuto quando l’avevo letto, appena era stato pubblicato.
-Senti - esordì Kol - non sei arrabbiata con noi per lo scherzo che ti abbiamo fatto, vero?-
Kol sapeva che, se mi arrabbiavo, diventavo molto cattiva, perché l’ha sperimentato in prima persona.
-No, certo che no. Era solo uno scherzo, giusto Kol? Non sono arrabbiata- Tentai di essere convincente. Di solito ci riuscivo abbastanza bene.
L’Originario annuì e lo vidi rilassarsi visibilmente. “Pfiuuu! L’ho scampata bella!”
A quel punto, ad un mio sospiro, si scatenò il finimondo.
Annabeth colpì Kol direttamente in viso, seguita da Lucas che fece la stessa cosa con Rebekah. Simon e Cassandra, invece, attaccarono immediatamente Elijah, che finì spiaccicato tra due maxi cuscini matrimoniali. Le loro facce erano inimitabili.
Tra una risata e l’altra mi ero diretta in camera per prendere il mio cuscino e guidare i miei amici contro gli Originari quando venni letteralmente investita da tre vampiri millenari con ognuno la forza di un cacciatornado e la velocità di un autotreno moltiplicata per cento. Inutile dire che caddi con il sedere a terra.
Appena mi rialzai sfrecciai per il corridoio e poi giù per le scale, fino a ritrovarmi di nuovo nel salone, dove degli ansimanti Lucas, Simon, Cassandra e Annabeth mi guardavano in mezzo ad un mare di piume bianche, abbastanza confusi dalla reazione dei vampiri millenari. Pensai che si fossero ritirati, sconfitti. Come al solito mi sbagliavo di grosso.
A quel punto scoppiò, di nuovo, la più colossale guerra di cuscini che avessi mai visto nella mia vita. Non fatevi ingannare, a dispetto dell’età che dimostro, la mia vita è stata lunga, anche troppo. Ma non divaghiamo.
Eravamo passati da un “Originari contro non Originari” ad un “tutti contro tutti”, che era anche peggio di prima.
Non c’era squadra né fazione, ognuno mulinava le proprie armi contro chi preferiva. Lucas e Beks erano impegnati in un corpo a corpo che di bellicoso non aveva proprio niente, anzi, sembrava piacere loro veramente tanto; Kol stava cercando di non fare troppo male a Cassandra, la quale invece lo stava colpendo con tutta la forza che aveva; Elijah e Annabeth si stavano divertendo a farsi il solletico a vicenda e a tirare i cuscini sulla testa all’altro; infine io e Simon ci guardavamo in faccia e ridevamo delle situazioni impossibili in cui ci tiravano gli Originari.
D’un tratto tutto finì. I vampiri si rizzarono in piedi e mi guardarono seri, come se dovessero dirmi che stava per arrivare la fine del mondo. I miei amici, con cui ero arrivata qui, si strinsero attorno a me, in attesa.
Rebekah iniziò il discorso.
-Talia, noi siamo amiche. Ti posso considerare addirittura la mia migliore amica, quasi una sorella. Perciò ti devo chiedere una cosa. So che ti sembrerà fuori luogo, ma devo domandarti se ti piace Damon-
Io rimasi basita. Come poteva piacermi Damon quando al nostro primo incontro aveva cercato di soggiogarmi per portarmi a letto? Ma come le venivano in mente certe idee?
Corrugai la fronte. -No- risposi semplicemente.
Lei tirò un sospiro di sollievo.
La guardai interrogativa, ma nessuno dei tre si degnava di rispondermi.
Kol ebbe compassione di me e mi spiegò come stavano le cose in quella cittadina disgraziata, anche se non era colpa sua, ovviamente.
-Damon è un vampiro dal 1864. Era il figlio maggiore di Giuseppe, uno dei fondatori della città. Anche suo fratello minore Stefan lo è. Sono stati trasformati da Katherine…-
E così incominciò il racconto di due anni terribili, pieni di sosie non volute, di Klaus, di inganni, bugie, trasformazioni, di Klaus, di morti atroci, di cambiamenti, di Klaus.
In pratica avevo capito che tutto era partito da Lui. E che ora era rinsecchito dentro ad una bara come la fine che lui aveva fatto fare al padre. E che la seconda doppelganger era diventata una vampira, in quanto Rebekah l’aveva uccisa mentre aveva sangue di vampiro nelle vene. E che una certa strega di nome Bonnie era sparita senza lasciare traccia.
-C’è un’altra cosa che devi sapere. Sia Stefan che Damon sono innamorati persi di Elena – l’Originaria sputò il nome come se fosse una parolaccia – ma lei ha scelto il primo. Il maggiore, in questo momento, è disperato, anche se non lo dà a vedere, e cerca di sfogarsi sulle prime ragazze carine che trova sotto le zanne. Quindi fate attenzione-
Annuimmo. Ce la saremmo cavata anche questa volta.
Era già successo di avere un vampiro follemente innamorato di una di noi ed eravamo sopravvissute, avremmo superato anche questo.
Però ciò che mi dava più da pensare adesso era la sensazione di paura provata quando avevo guardato Damon negli occhi. Decisi che alla prima occasione sarei andata a parlare con lui. Ovviamente non gli avrei spifferato nulla su di noi, altrimenti sarebbe stato troppo facile.
“Sarà divertente vederlo brancolare nel buio mentre cerca di scoprire chi e cosa siamo…” pensai. Sì, a volte ero davvero sadica.
Ma, d’altronde, non è una prerogativa di noi mezzi vampiri?
 
 
Angolino della scrittrice: Salve a tutti! Sono tornata! Prima di tutto, sotto ho inserito il link per vedere chi, secondo me, è Annabeth. Ormai vi metterò una foto a capitolo, perciò per vedere i fighi bei ragazzi che ho scelto per impersonare Lucas e Simon dovrete aspettare un po’. Passiamo allo schifo, pardon, al capitolo che ho scritto.
Allora, prima abbiamo un Damon che, per l’occasione, diventa molto riflessivo, possessivo e soprattutto sorpreso di vedere Original Family divertirsi con i ragazzi nuovi, cosa che non credeva possibile.
Poi un delizioso Pov Talia in cui capiamo un po’ di cosette, in primis come fa ad avere la super-velocità e i sensi sviluppati… Ma le cose andranno come ha deciso? Mah, chi lo sa… soltanto io! Ahahahahahahahahaha
Dopo di questa vi lascio…



Annabeth

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Capitolo 3
*** Tra psicopatiche e maniaci forse mi sto innamorando ***


Tra psicopatiche e maniaci forse mi sto innamorando Ciao a tutti! Come vedete sono tornata! Ho capovolto i POV rispetto al capitolo precedente. Spero vi piaccia.
Sotto, nel mio spazietto, c’è una simpatica discussione tra me ed alcune persone che non pensereste mai di vedere qui… <3


 TRA PSICOPATICHE E MANIACI FORSE MI STO INNAMORANDO


POV TALIA

La mia occasione si presentò circa tre settimane dopo quella discussione sui Salvatore di Mystic Falls. Io e mia sorella avevamo iscritto a scuola quei testoni di Lucas, Simon e Cassandra, che non volevano assolutamente andarci. Dicevano “Ma se ci andiamo noi potete benissimo venire anche voi”. È stata una vera impresa far capire loro che noi dovevamo stare attente ai vampiri, licantropi e streghe locali e proteggerli in caso di bisogno. Alla fine avevano ceduto.
Il sindaco Carol Lockwood aveva insistito per averci nel Consiglio dei Fondatori e così sono stata costretta a partecipare a quelle noiose riunioni. Annabeth, avrò la tua testa!
Ad ogni modo, quel pomeriggio i miei amici dovevano andare alla pensione dei Salvatore per un pomeriggio di studio e io avevo insistito per accompagnarli. Magari avrei incontrato Damon.
Stavo guidando come una pazza, accanto a me Annabeth mi stava strillando di rallentare, imitata da Cassandra, la quale aveva assunto una sfumatura verdognola che la faceva tanto assomigliare ad uno spirito acquatico. Lucas e Simon ci ignoravano dai sedili su cui erano bellamente spaparanzati con gli auricolari nelle orecchie. Il volume era talmente alto che potevo perfino cantare insieme a loro, ma si sarebbe creato un macello dato che le canzoni erano diversissime. Tra “Born This Way” di Lady GaGa e “Cercavo amore” di Emma Marrone non sapevo che brano musicale spedire a quel paese. Per carità, mi piacevano entrambi i pezzi, ma in quel frangente non erano d’aiuto, per niente.
Grazie al cielo arrivammo a destinazione proprio in quel momento. Vidi un ragazzo dai capelli castani che ci aspettava sulla soglia di casa e sogghignava. Repressi l’impulso di tirargli un cazzotto sul naso.
-Su, muovetevi! Scendete! Altrimenti vi spedisco fuori a calci del sedere!-
Obbedirono tutti all’istante, poi abbandonai anch’io l’auto.
-Io mi chiamo Stefan. E così siete voi due le nuove Salvatore!- esclamò il ragazzo.
Poi da dentro sentimmo qualcosa che assomigliava a –No! Ancora la psicopatica no!- detto da quell’odioso di Damon, che comparve poco dopo davanti ai miei occhi.
Io incrociai le braccia sotto al seno, pronta a combattere sia fisicamente sia verbalmente. –Ehi! Chi è la psicopatica? Parla il maniaco!- ribattei.
Mia sorella alzò gli occhi al cielo. –Vacci piano con gli insulti- mormorò.
-Non mi sembra un insulto, detto da una psicopatica. Probabilmente è un difetto di famiglia-
-Forse non lo sai, ma ti sei appena insultato da solo, ragazzino- ringhiò mia sorella.
-Ehi, chi è che insulta adesso?- le dissi con un sorriso. Lei roteò gli occhi e mi sorrise di rimando.
-Ok, ok, basta! Vi ricordo che siamo qui per studiare non per prenderci a parole!- disse Simon, prendendo in mano la situazione.
Immediatamente ci calmammo tutti, effetto del suo potere sui nostri nervi. A volte lo chiamavo Jasper, come il vampiro Cullen che manipolava le emozioni altrui, dato che è ciò che Simon sa fare.
Cassandra raggiunse la porta della pensione camminando leggera sul terreno, poi si voltò.
-Allora, ragazzi, entrate o fate radici lì?- chiese con un sorriso.
Era impossibile resistere davanti a tanto entusiasmo. Risi, seguita da Annabeth, Lucas e Simon.
Il mio sorriso si spense quando incontrai lo sguardo indecifrabile di Damon. Mi fissava con insistenza e curiosità, e forse anche con divertimento. Ma poi vidi un’ombra nera passare e depositarsi sul fondo dei suoi occhi così simili ai miei, trasmettendomi un’istantanea tristezza. Abbassai lo sguardo, non capacitandomi di quello che era appena successo. Un ragazzo mi aveva influenzata.
Alzai la testa verso i miei amici.
-Ragazzi, io e Annabeth dobbiamo andare. Chiamateci quando avete finito, ok?-
Risposta affermativa da tutti e tre. “Bene” pensai, perché era raro che andassimo tutti d’amore e d’accordo. Praticamente non succedeva mai.
Io e mia sorella ci dirigemmo verso l’auto.
-Dammi le chiavi- mi ordinò lei.
-Eh?- le risposi, molto intelligentemente.
-Ti ho detto di darmi le chiavi dato che sei una pazza quando guidi- ripetè.
Non mi opposi perché la mia cara sorellina era in grado di incenerirti con lo sguardo. Letteralmente. Una volta Lucas ha veramente preso fuoco dopo che l’aveva fatta incavolare sul serio.
Perciò mollai il pezzo di metallo in mani sue e con un sospiro mi diressi verso il posto del passeggero.
Intanto i miei amici erano scomparsi all’interno di quella casa enorme.
All’improvviso la porta si aprì e ne uscì Damon completamente vestito di nero. Poteva chiedere la parte della Morte nel remake moderno de “Il settimo sigillo”. Ad ogni modo, il ragazzo coprì in pochi passi la distanza che lo separava da noi – da me, realizzai – e si appoggiò alla macchina, proprio dalla mia parte.
Dannazione! Il finestrino è abbassato! Annabeth, accidenti a te e alla tua mania di sentire il vento tra i capelli!
Damon è vicino, troppo per i miei gusti.
-Ragazze, ma come mai tutta questa fretta? Dai, venite dentro. Non vi mangiamo mica- disse con un sorriso falso. Mia sorella battè le mani e saltellò sul posto, cosa molto ardua dal momento che su trovava su un sedile.
Io invece fulminai il ragazzo. Avevo notato che mi aveva fissato per tutta la durata del suo discorsetto (un monologo più che altro), come se parlasse solo con me e Annabeth fosse invisibile.
A malincuore accettai. Anche perché sarebbe stato difficile, se non impossibile, calmarla in questi momenti. Scesi lentamente dalla macchina, avendo cura di non staccare mai gli occhi da terra e, se proprio lo dovevo fare, di non incrociare mai gli occhi di Damon.
Annabeth saltellava come una capra di montagna (per carità, non ce l’ho con loro, ma mi sembrava un buon paragone), io ero sinceramente annoiata e Damon… beh, lui continuava a guardarmi, mi sentivo a disagio sotto quei riflettori blu oceano.
Poi, miracolo! Staccò gli occhi da me e si avviò verso casa senza girarsi indietro a controllare che lo stessimo seguendo, quella ritardata mentale (adesso ne ho la conferma) gli andò dietro e a me non restò altro da fare che incamminarmi verso la pensione.
Damon ci aprì la porta. –Prego- disse, sorridendo.
“Non lo guardare!”
Annabeth entrò nell’edificio.
“Non lo guardare! Non entrare!”
Feci un passo.
“Non lo guardare! Non sai cosa potrebbe succedere!”
Feci un altro passo.
“Non lo guardare! Potrebbero scoprirvi!”
Un terzo passo e fui sulla soglia della pensione. Il mio braccio sfiorava il petto di Damon, elegantemente appoggiato allo stipite della porta col sorriso sulle labbra.
“E che labbra! Ma cosa sto pensando?? Non lo devo guardare!”
Mi feci forza ed entrai.
Ancora non lo sapevo, ma sarebbe stata la fine della mia maledizione e l’inizio di una nuova avventura.


POV DAMON

Ero riuscito a convincerle ad entrare. Volevo sapere quale fosse il loro problema e perché la mia moretta continuava a rispondermi male. Volevo sapere cosa le avevo fatto. Mi ero già scusato per il nostro primo incontro perciò non capivo il motivo di tanta indisposizione nei miei confronti.
Appena lei e la sorella furono dentro, chiusi la porta alle mie spalle, attirando i loro sguardi.
-Talia!!!- La piccoletta era corsa verso di lei e le era saltata in braccio stile koala, avvolgendo le gambe e le braccia attorno al suo corpo.
-Sei rimasta!!- le urlò all’orecchio.
-Si, si, sono qui, non gridare. Adesso per favore scendi, mi stai spezzando in due- La ragazzina obbedì senza discutere.
Bene, grazie alla piccola Cassandra avevo scoperto come si chiamava quella ragazza che occupava ormai tutti i miei sogni. Grazie ragazzina!
Presi la parola e mi rivolsi alle sorelline.
-Volevo parlare con voi due in privato-
Talia incrociò le braccia sotto al seno e mi guardò, ormai era avversa ad ogni mia proposta. Alla fine riuscii a portarle nel mio studio per discutere.
-Ma che avete voi due contro di me? Anzi, che hai tu?- sbottai, riferendomi più alla minore che alla maggiore delle sorelle.
-Noi non abbiamo niente, che hai tu, invece?-
-Io? Ma che vi ho fatto?-
-E te lo chiedi pure?- Ahi! Talia si era arrabbiata. Assomigliava ad una piccola tigre.
-Ma che risposte assurde sono queste?-
-Sono le tue domande ad essere assurde, io ti rispondo di conseguenza!- Gli occhi blu della ragazza si erano accesi di rabbia, sembrava quasi che volesse fulminarmi.
-Ok, ok, smettetela. Sembrate due bambini!- disse la biondina, che era accorsa per dividerci.
Senza accorgermene mi ero avvicinato così tanto a Lei che i nostri nasi quasi si sfioravano. Dallo sguardo lievemente scioccato della mia Tigrotta capii che anche lei l’aveva intuito.
Ero confuso, come avevo fatto a non sentire la sua vicinanza in un momento simile? Probabilmente ero troppo occupato ad urlarle contro.
Ma non bastava, se avessi fatto qualche altro passo sbagliato, Elena me l’avrebbe fatta pagare e, considerando l’amicizia che legava Lei alla BarbieOriginal, era probabile che Rebekah avrebbe messo da parte le divergenze con la doppelganger per aiutarla a farmi a fettine.
Non trovando una risposta decente girai sui tacchi e tornai nel salone dagli altri, abbandonando le sorelle nel mio studio.
Poco dopo sentii dei passi dietro di me, così mi girai.
Talia stava avanzando verso di me, arrabbiata come non mai. Mi arrivò vicino e piantò i suoi occhioni blu nei miei color oceano. Pensai che volesse riprendere la discussione di prima ma mi sorprese, facendo quello che solo Elena prima di lei aveva avuto il coraggio di fare.
Mi schiaffeggiò.
Esatto, mi diede uno schiaffo.
Non disse niente, mi superò e uscì, seguita dalla sorella che stava cercando di farla ragionare.
Sentii solo il rombo di un motore, poi più nulla.


Spazietto dell’autrice:
lo so, lo so, sono in ritardo, ma l’ispirazione si è gettata nel cesso e aveva tirato lo sciacquone T.T
Ma ora sono qui! Meglio tardi che mai, giusto? :-)
Certo, come no. Era meglio se fossi rimasta a casa e l’ispirazione nel gabinetto…
Ma come ti permettiii??? Razza di brutto [*+*§@ç*] che non sei altro! La prossima volta che osi ancora ti faccio esplodere in minuscoli pezzetti!
Ti ricordo che io sono il più grande dei Tre Pezzi Grossi, il signore delle nuvole, il re del cielo, l’imperatore dei fulmini!
Scusate gentili lettori, questo è Zeus che si è introdotto in questa ff tramite il crossover che sto scrivendo *poi si rivolge al fulminato* tornatene tra le nuvolette, razza di decerebrato!
*chissà come appare Era, la moglie di Zeus*
Brava! Brava! Tu si che hai capito tutto dalla vita! Sono la tua fan numero uno!
Ehm, ehm, oook. Torniamo al capitolo.
Sì, che è meglio!
Chiudi il becco tu! Dicevo, ora sono tornata con il terzo capitolo. È stato un parto perché io Talia e Damon non ce li vedo proprio a litigare, piuttosto a sbaciucchiarsi, ma arriveremo anche a quello…
Ma dico, perché a questa povera ragazza hai dovuto dare il nome di mia figlia? Dico, perché? E poi l’hai scritto anche sbagliato, si scrive con l’acca! Thalia, hai presente? Thalia…
*Sospiro sconsolato da parte mia, sospiro sconsolato da parte della divina Era* Talia senz’acca è la versione italiana del nome di tua figlia! Era per differenziare un po’, razza di testone!
Ah… * il padre degli dei si gira e se ne va*
Scusalo… *e sparisce anche la regina Era*
Aspetti, divina Era!
*ricompare*
Sì? Che c'è?
Mi potrebbe inviare un commentatore speciale direttamente dall'Olimpo o dal Campo Mezzosangue? Che ne so... Tipo Poseidone, o Percy, o qualcun'altro?
Con molto piacere! *e scompare*
*aspetto un pò e dopo un minuto appare di nuovo la regina del cielo con... Percy Jackson, con addosso un’armatura azzurrina e brandendo Vortice come un’affettatutto* *sorrido come una ragazzina*
Ehi! Dove sono finito? E dov’è Annabeth? Mi stavo allenando con lei!
*Era sparisce, di nuovo, lasciandoci soli* Ciao Percy!
E tu chi saresti?
Mi chiamo Aryela (nome inventato, pardon), sono una scrittrice di fanfics e sto scrivendo un crossover tra voi e la mia versione di the vampire diaries, quarta stagione...
*il figlio di Poseidone alza un sopracciglio*
Va bene! Basta che mi fai da commentatore alla storia, ok?
Ok! Ci sto! Basta che non mi riporti per un po’ al Campo, Annie sta diventando appiccicosa... *si sente un tuono in lontananza, di sicuro è Atena che non approva ciò che Percy ha appena detto*
Ok, ok, ritiro tutto, va bene? *nessuna risposta, lo prendiamo entrambi come un si*
Oook, sotto vi lascio la foto di Cassie e... dallo 'spazietto dell’autrice' è tutto, alla prossima dalla vostra scrittrice e dal vostro Calamaro preferiti!!
Ciaooo!
Ciaooo!

Aryela&Percy

P.S.: Ehi! Chi hai chiamato “Calamaro”?? :-)
P.S.: Qui c'è il link per la foto di Cassandra

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Capitolo 4
*** Rapimento! Rapimento! ***


Capitolo 4

RAPIMENTO! RAPIMENTO!

 

 

POV DAMON

 

Mi aveva dato uno schiaffo. Non l’avrebbe passata liscia.

Appena l’avrei trovata l’avrei fatta pentire di averlo fatto.

Non poteva essere andata lontano perciò rimasi in città, a piedi. Con me venne uno dei suoi amici, Lucas.

 

Era passata un’ora e non l’avevamo trovata. Mentre incominciavo a pensare che era fuori città vidi un’auto accostarsi al marciapiede con un gran stridio di gomme.

 

 

POV TALIA

 

Lo avevo schiaffeggiato. Quasi non ci credevo.

Ma che mi era preso? Gli avevo fatto fare una figuraccia davanti ai suoi amici e alla ragazza che ama.

“Prima non ti saresti fatta tutti questi problemi. Non ti sei mai innamorata, che invece con lui…”

Chiudi il becco coscienza!

“Sai che ho ragione…”

Non ho bisogno della tua opinione!

“Ma ne avrai più avanti, quando lui ti dirà che…”

Che cosa? Che non può stare con me per questo o per quell’altro motivo? Magari perché sono solo un rimpiazzo di Elena?

“Esatto! Lui ti sta solo usando, ti getterà via alla prima occasione, quando capirà di essere ancora innamorato di Elena!”

Allora cosa posso fare? Non posso andarmene così, e non posso chiedere a Rebekah di cancellarmi la memoria, tanto non ci riuscirebbe comunque. Forse mi sto veramente innamorando, e ciò mi spaventa! Non era mai successo prima…

“Stai calma e fai finta di niente, tu sei la Donna dal Cuore di Ghiaccio e lui è un ragazzino. Devi andare avanti e non pensare a lui. Anche se è un gran bel ragazzo…”

Coscienza!

“Scusa! Ma sai perfettamente che è vero…”

Alzai gli occhi al cielo.

-Talia, stai bene?-

Sobbalzai. Mi ero dimenticata di Annabeth seduta sul sedile accanto a me, talmente ero presa dal mio trip mentale con la mia coscienza.

-S-si, stavo solo riflettendo, scusa-

-Non me la bevo. Dai cosa c’è?-

Vedendo che non accenno a rispondere, continuò.

-Ci siamo sempre dette tutto, ti prego, rendimi partecipe dei tuoi pensieri-

-Stavo pensando… a quello che ho fatto poco fa-

-Ti riferisci allo schiaffo che hai dato a Damon?-

Annuii. Non avevo ancora capito perché ci stavo così male.

Volevo sentire qualche parere esterno alle mie emozioni, così esternai ciò che mi inquietava.

Lei mi guardò con un misto di sorpresa, preoccupazione e amore fraterno.

-Che c’è?- Mi faceva paura quello sguardo.

-La mia piccola Talia si sta innamorando, alleluia!- esclamò, più a sé stessa che a me.

-Non è vero!- ribattei.

-Certo, certo- disse con un sorrisino malizioso. Non potei fare a meno di arrossire sotto quell’occhiata, e ciò la fece scoppiare a ridere. Se possibile diventai ancora più bordeaux.

-Dove stiamo andando?- La sua voce mi fece riportare lo sguardo sulla strada. Involontariamente pigiai ancora di più l’acceleratore.

-Houston- dissi solamente.

-Cosa? In Texas? Torna immediatamente indietro!-

-No!- Il tachimetro segnava i centosettanta.

-Come faremo con Rebekah, Kol ed Elijah? Tu sei nel Consiglio! Penseranno che sei un vampiro!-

-E allora? Intanto lo sono già per metà!- La lancetta sfiorò i centonovanta.

-Pensa a Lucas, Cassandra e Simon! Pensa ai tuoi amici! Cosa dirai loro?-

Era vero. Non ci avevo pensato, presa com’ero dai miei ragionamenti su di lui.

Rallentammo ed entrammo in un’area di sosta.

Fermai l’auto e mi lasciai cadere senza forze sul sedile, ad occhi chiusi.

-Hai ragione. Mi fa male ammetterlo, ma hai ragione-

-Beh, li stavi abbandonando…-

-Ok, ok, ho capito! Torno indietro-

Feci inversione e ritornammo a Mystic Falls.

Entrai in città ad una velocità tale che quasi non vedevo Lucas parlare con Damon mentre ci cercavano. Probabilmente gli altri erano sparsi per la cittadina.

Quanto a me, feci la cosa più pericolosa che avessi mai fatto in tutta la mia vita: smaniosa di raggiungere i due ragazzi, pigiai la frizione, scalai le marce, schiacciai il freno e girai il volante. L’auto si arrestò in uno stridio di gomme ad un millimetro dal marciapiede dall’altra parte della strada.

Annabeth era caduta in uno stato catatonico dovuto allo shock, da cui si riprese subito. Scese dall’auto sotto gli sguardi stupefatti di Lucas e Damon che si sporsero a vedere chi è il guidatore. Temetti che svenissero quando mi videro con le mani sul volante.

Scesi anch’io con un sorriso e mi dovetti sorbire una ramanzina sulla pericolosità della mia azione.

Come se non bastasse Rebekah stava venendo verso di me con un’espressione alquanto infuriata, e i suoi fratelli non erano da meno.

-Che caspita ti è saltato in testa? Volevi far spiaccicare tua sorella contro l’asfalto?- mi gridò contro.

-E tu sai il perché della mia fuga?- urlai di rimando.

Stavamo dando spettacolo nel bel mezzo della strada, ma non m’importava. Ora volevo solo riabbracciare la mia piccola Cassandra.

Come se l’avessi evocata col pensiero, la mia amica comparì all’improvviso, colpendomi la spalla con un pugno.

-Ma che ti è preso? Mi hai fatto venire un infarto! Non farlo mai più!- e mi si gettò tra le braccia, piangendo.

-Talia!- Perfetto, adesso sono arrivati proprio tutti a rompere! Ma loro non hanno mai fatto una follia per non sentire le proprie emozioni e i propri sentimenti?

-Ci hai fatto preoccupare!-

Strano, pensavo che mi avrebbero uccisa. Dio, adesso avevo anche gli occhi lucidi!

Affondai il viso nei morbidi capelli di Cassandra che mi stringeva forte, quasi per scongiurare una mia possibile fuga.

-Adesso basta, Cassie. Fai piangere anche me- Ma lei non si staccò e mi sorrise. Lo sentii attraverso il contatto della una faccia con la mia pancia.

Alla fine non ce la feci più e grossi lacrimosi iniziarono a scendermi lungo le guance. La strinsi con più forza, stando attenta a non spezzarle qualche osso.

Alzai lo sguardo e vidi Damon osservarmi con un’espressione indecifrabile. Mi chiesi cosa a cosa pensasse.

Annabeth si avvicinò e afferrò Cassandra, staccandola da me, così mi potei asciugare gli occhi.

Sentivo i miei amici litigare. Mentre Lucas e Simon mi sostenevano contro Rebekah e i suoi fratelli sentii un fazzoletto bagnato sulla bocca, poi scivolai nel buio.

 

 

POV ANNABETH

 

Stavamo discutendo se quello che mia sorella aveva fatto fosse giusto o sbagliato quando sentii qualcuno strattonarmi la maglietta.

Abbassai lo sguardo e vidi Cassandra che, dall’alto dei suoi 15 anni, mi guardava implorante.

-Dov’è Talia?- mi chiese.

-Ma come, non la vedi? È lì…- e indicai dove si trovava lei prima. Mi bloccai perché non c’era nessuno. Sembrava essersi volatilizzata.

Inorridii. Talia era scomparsa.

Cacciai un urlo e caddi a terra urlando il nome della mia sorellina. Intorno a me si fece il silenzio. Tutti mi guardavano piangere.

-Dov’è Damon?- Stefan ruppe il silenzio.

In quel momento notai anche la sua scomparsa.

-L’ha rapita…-

-Non possiamo saperlo- disse Elena, parlando per la prima volta.

-Ha un movente. Vuole vendicare lo schiaffo di un’ora fa- continuai.

-Annie, noi siamo con te- mi disse Lucas, serio.

Annuii. Mi faceva bene sapere che avevo qualcuno dalla mia parte adesso.

-Veniamo anche noi- Kol, sempre pronto ad aiutare Talia.

-Ok, ci dobbiamo dividere. Simon, tu vai con Kol. Perlustrate tutta la città. Kol, tu dovrai mostrargli tutti i posti più nascosti che conosci.

Elijah e Lucas, voi fate il giro della periferia. Per voi vale lo stesso discorso degli altri due. Cassie e Rebekah, voi verrete con me. Andremo nella foresta. Mi raccomando, pensate come lui-

Risposta affermativa. Ora scattava l’operazione “Ritrovare Talia e prendere a calci nel sedere Damon”.

Facemmo come dissi e ci sparpagliammo per Mystic Falls e dintorni.

 

Camminavamo da un po’, ormai era quasi il tramonto. Cassie era stanca, così mi ero offerta per trasportarla sulla schiena, ma lei non aveva voluto.

-Bekah, secondo te, dove potrebbe nascondersi in questo bosco?-

Lei ci riflettè su e poi mi rispose.

-Io andrei in un posto accanto ad un fiume, o in una radura molto ampia, così da poter vedere chi arriva e, se necessario, essere avvantaggiati nella fuga-

-Sai dove posso trovare un posto così?-

-Vicino al lago c’è troppa gente, ma se si va più a monte c’è un fiume. È molto bello perché c’è una cascata e una piscina naturale, ed è molto difficile arrivarci-

Era quello il posto. Incominciai a correre.

 

 

POV TALIA

 

Lentamente ricominciai a riprendere i sensi, ma mi sentivo la vista annebbiata e la testa pesante.

Cautamente socchiusi gli occhi e la luce del sole pomeridiano mi ferì le pupille, così li richiusi.

-Bensvegliata- Una voce armoniosa mi riempì le orecchie e la mente.

Piano piano feci forza sul braccio destro e mi misi a sedere, aiutata da due braccia forti e muscolose. “Braccia da uomo”.

-Dove… dove sono?- chiesi, la voce impastata.

-Accanto a fiume-

Corrugai la fronte.

-Come ci sono finita qui?-

-Ti ci ho portata io-

Non feci in tempo a rispondere che avvertii il suo respiro infrangersi contro il mio collo, facendomi rabbrividire.

-Fai tanto la dura quando sei insieme ai tuoi amici, ma appena sei lontana da loro diventi un agnellino- sussurrò contro la mia pelle.

Le sue labbra ad un millimetro dalla mia giugulare. La sua mano sinistra percorse il mio braccio destro, mentre l’altra mano disegnava forme astratte sulla mia schiena, facendomi venire la pelle d’oca.

-Cosa vuoi fare?-

-Secondo te?-

Aprii gli occhi. Il ragazzo che mi stava praticamente appiccicato era Damon Salvatore.

Lo spinsi via con le braccia.

-Stronzo! Volevi approfittarti di me?-

Un sorrisino malizioso si fece strada in quel viso così bello.

-Ti prego. Solo un bacio-

Scossi la testa. Non lo volevo.

-Solo un bacino. È solo un innocente bacino-

-Con te niente è innocente- sputai. Lui rimase interdetto.

-Allora la BarbieOriginal ti ha detto tutto della sua vita-

Io annuii, chiedendomi perché stavo lì a parlare tranquillamente con lui, quando magari i miei amici mi stavano cercando. Ancora…

Lui mi si sedette accanto.

-Ti va di raccontarmi perché mi odi tanto?-

Annuii.

-Bene, sono tutto orecchi-

-Sai la storia delle Cacciatrici di Artemide?-

Lui sbatté più volte le palpebre, disorientato dal mio improvviso cambio di discorso.

-No… chi sono? Sono curioso-

-Sono le ancelle della dea Artemide, cacciano con lei e, come lei, hanno fatto voto di castità. Niente rapporti con gli uomini-

Lui mi guardava con la bocca aperta-

-Sai, sono aperta a qualsiasi domanda-

Si riscosse.

-Per rapporti intendi?-

-Ogni cosa. Da quelli sessuali a quelli della più innocente e pura delle amicizie-

-Ma se tu hai fatto questo voto, perché hai degli amici maschi, come Lucas e Simon?-

-Io ho escluso solo il primo tipo di rapporto, non il secondo. Preferisco che un uomo sia mio amico che il mio fidanzato, si soffre di meno la separazione-

-Quindi hai sofferto per amore-

Annuii.

-Fammi un esempio di persona che ti ha fatto soffrire in questo modo-

-Per amore? Credevo di essermi innamorata di Lucas, ma lui mi ha detto chiaro e tondo che non ricambiava. È stato un colpo per me. Grazie al cielo c’erano Cassie e Annabeth che mi hanno aiutata. Devo tutto a loro-

Terminato il mio monologo abbracciai le mie stesse gambe e misi la testa tra le ginocchia. Mi veniva da piangere.

-Dalla tua reazione deduco che è una cosa recente-

-È successo a marzo scorso-

Lui si alzò e si sedette dietro di me. Fece passare le braccia sotto le mie per potermi abbracciare e appoggiò la testa sulla mia spalla.

Rimanemmo così per quelle che a me sembrarono delle ore.

Fu in questa posizione che Rebekah, Annabeth e Cassandra ci trovarono.

 

 

POV REBEKAH

 

Li vidi prima delle mie amiche. Erano abbracciati, o meglio, lui abbracciava lei facendole passare le braccia sotto le sue, la testa appoggiata alla sua spalla.

Talia stava bene, sembrava un miracolo!

-Eccoli lì-

-Brava Rebekah, sei un genio!- Annabeth aveva un gran sorriso a dipingerle le labbra, che morì appena vide la loro posizione.

-Adesso vado a separarli- e prima che l’Originaria potesse fermarla, la Salvatore uscì allo scoperto, attirando la loro attenzione.

 

 

POV DAMON

 

Me ne stavo lì abbracciato alla mia tigrotta quando la sorella sbucò dal bosco, guardandomi malissimo.

-Ehi, guarda chi c’è- le sussurrai all’orecchio.

Ci alzammo insieme e le andammo incontro.

-Che ci fate insieme voi due?- attaccò lei.

-Annie…- incominciò la mia tigrotta.

-No, niente Annie. Non ti ricordi più quello che ci ha detto Rebekah?-

L’Originaria spuntò dalla boscaglia come se l’avesse evocata col pensiero. Mi fissava come se volesse uccidermi. Probabilmente pensava che avessi attentato alla virtù di Talia.

-Forse è meglio se vai con loro, evitiamo di fare danni- le sussurai all’orecchio. Lei annuì e si staccò da me. Avvertii subito un brivido freddo attraversarmi la parte del corpo dove prima c’era lei.

Annabeth mi guardò come se fossi la cosa più brutta di questo mondo. Vidi lo stesso sguardo dipinto sul viso della BarbieOriginal.

Ma non sentivo senso di colpa, piuttosto ero felice di aver passato un po’ di tempo con la mia tigrotta, ero riuscito a farla sciogliere un po’. Ciò mi faceva sentire al settimo cielo.

Mentre loro se ne andavano mi diressi verso la pensione.

 

Arrivato a casa entrai. Vidi tutti in piedi che mi fissavano, mettendomi ansia.

-Che è successo?-

-Potremmo farti la stessa domanda- mi rispose Elena.

-Ok, sentite. Non è successo nulla. Lei mi ha parlato dei suoi problemi esistenziali e io l’ho abbracciata. Tutto qui-

-Non ti credo, hai ancora il suo profumo addosso- Elena, sempre così diffidente.

-Sei gelosa?-

-Non è una domanda pertinente- mi gelò.

-Lei è come me. Inoltre so cosa la fa soffrire di più, quindi non farò niente per provocarle dolore-

-Ci tieni a lei?-

-Come ci terrebbe un amico-

La superai e mi diressi in camera mia.

Mentre camminavo decisi: dopo avrei fatto visita alla mia tigrotta preferita.

 

 

Spazietto dell’autrice:

salve a tutti! Visto che mi volevo far perdonare per non aver aggiornato prima, ho pubblicato in anticipo il quarto capitolo! Che ve ne pare? Ma, aspettate un attimo! Dov’è Percy? Peeercy! Dove sei?

Arrivo, arrivo, sono qui. Non preoccuparti, tesoro.

*si leva un coro di “oohhhhh” dal pubblico mentre divento rossa* *un tuono risuona in lontananza*

Perseus Jackson! Io non sono il tuo tesoro e noi due non stiamo insieme! Capito?

*alzò le mani in segno di resa* ok, ok…

*all’improvviso compare Poseidone, il padre di Percy, spruzzando acqua salata ovunque* * Percy è completamente asciutto mentre io sputacchio, completamente zuppa*

Ops, scusa… *e mi asciuga*

Grazie divino Poseidone *lui sorride*

Percy! Vieni qui! *fantastico, mi ha già dimenticata*

Papà! *e gli salta in braccio*

Non far troppo arrabbiare Aryela, capito? Mi sembra una brava ragazza, perciò non influenzarla troppo, ok?

Si, papà!

Ok, io devo andare. Se mio fratello viene a sapere che sono venuto qui mi incenerisce! *e se ne va, lasciandosi dietro l’odore della brezza marina*

Ooook, torniamo al capitolo. A me è piaciuto, certo, un po’ lunghino ma rende l’idea.

Di che?

Della nuova amicizia che si è formata in questo cappy! Ma tu l’hai letto?

Ehm, certo!

E dov’è ora? *tono da maestria che chiede i compiti*

Me l’ha mangiato il ragazzo-capra!

Lasciamo perdere, sei senza speranza. Allora, ditemi come vi è sembrato il cappy tramite le vostre recensioni, per sapere se vi piace la storia o se dovrei cambiare qualcosina.

Praticamente tutto…

Perseus Jackson! Come ti permetti! Quasi quasi chiedevo se potevo avere Nico al posto tuo…

No, no, no! Voglio rimanere qui!

E allora fai i commentatore normale, altrimenti chiedo alla divina Era di cambiarti!

*appare la regina del cielo, seguita da tutti gli dei dell’Olimpo, compreso Ade* *Percy si fa piccolo piccolo accanto a me*

*Zeus prende la parola*

A votazione unanime del Consiglio, abbiamo deciso di farti un regalo per la tua infinita pazienza con… mio nipote. Ti potremo rendere immortale, una dea.

E di che cosa?

Questo si scoprirà più avanti, quando sarai pronta a rivelarti.

Ok, fatelo.

*gli dei alzano le mani e dalla punta delle dita parte una polverina dorata che si posa su di me, mi rotea accanto come un turbine. Al termine mi sento più forte*

Sei una dea?

Penso di sì…

*gli dei scompaiono, lasciandoci soli*

Bene! Sotto trovate il link per la foto di Simon e dalla vostra scrittrice divinizzata…

…e dal vostro figlio di Poseidone preferiti…

…è tutto, alla prossima!

Ciaooo!

Ciaooo!

 

Arsela&Percy

 

P.S.: Simon

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Capitolo 5
*** Là dove tutto è incominciato ***


Là dove tutto è incominciato Mi scuso per non aver aggiornato ieri, ma c’erano problemi con la connessione ad internet. Detto questo vi lascio al capitolo.
 
 
LÀ DOVE TUTTO È INCOMINCIATO
 
 
POV TALIA
 
Era da mezz’ora che mi sorbivo le lamentele di mia sorella sulla pericolosità del mio gesto, ma io non la stavo ascoltando.
-… e tu rimani sola in compagnia di quel depravato!-
Alla fine non ce la feci più.
-Ho capito! Annabeth, non sono sorda, né ritardata! Tu pensi che lui sia un pervertito, ma ti assicuro che non è così! Avrebbe potuto stuprarmi quando ero incosciente, ma non l’ha fatto! E ai miei occhi ha già acquistato cento punti!- sbottai.
-E tu che ne sai? Come hai detto tu, avevi perso i sensi!- mi urlò contro.
-Ehm, ehm…-
Ci girammo verso la porta. Cassandra era entrata senza che ce ne accorgessimo e aveva visto tutta l’ultima scena.
-Ci sono i Mikealson alla porta, li faccio entrare?-
Annuimmo in sincrono e lei scomparve. In meno di due secondi apparve Kol. Quando mi vide sgranò gli occhi, si avvicinò e mi abbracciò forte. Era proprio quello che mi ci voleva in questo momento. Non una sorella che odia a morte il ragazzo con cui ero prima, che continua recriminarmi lo “sbaglio”. Che poi per me sbaglio non era, per niente.
Ora volevo solo un amico che mi stesse vicino, che mi ascoltasse, che mi capisse. Non pretendevo una giustificazione, ma almeno la comprensione!
Ancora abbracciata a lui appoggiai la fronte sulla sua spalla e incominciai a singhiozzare. Ben presto grossi lacrimoni si fecero strada tra le ciglia, andando a bagnare la maglia bianca di Kol.
Il vampiro mi sollevò da terra e camminò verso il divanetto dietro di me, vi si sedette e mi fece accomodare in grembo a lui. Il tutto con me che gli piangevo addosso. Lui era sempre stato la mia spalla su cui piangere, e lui non si era mai lamentato.
Elijah ci seguì e si mise accanto al fratello, mentre con la mano mi accarezzava dolcemente i capelli.
D’un tratto il mio cellulare vibrò per l’arrivo di un messaggio. Numero sconosciuto citava lo schermo. Cliccai per aprire il messaggio e sorrisi.
 
Ciao piccola, mi chiedevo se volevi ancora vedermi dopo il casino di poco prima. Chiamami appena puoi. Per il tuo numero ho frugato nelle tue tasche e ho acceso il tuo cellulare, spero non ti dispiaccia.
D.
 
Guardai Kol ed Elijah, felicissima.
-Ti ha mandato un messaggio, vero?-
Annuii.
-Allora vai in camera tua e chiamalo, a tua sorella ci pensiamo noi-
Saltai su e corsi nella mia stanza, contenta come una bambina che ha appena ricevuto il suo giocattolo preferito.
Andai nella cartella messaggi, selezionai il suo numero e lo salvai in rubrica.
Poi presi un bel respiro e lo chiamai.
 
 
 
 
 
POV DAMON
 
Ormai ero certo che non mi avrebbe più chiamato. Ero sicuro che la sorella le avesse tolto ogni aggeggio elettronico e l’avesse segregata in casa per evitare che mi incontrasse.
E invece, quando avevo proprio perso le speranze, il mio telefono squillò. Una, due, tre volte. Mi allungai per afferrarlo e vidi il suo numero in entrata. Sorrisi, allora forse non era tutto finito, forse potevo ancora vederla, starle accanto.
Accettai la chiamata e mi portai il cellulare all’orecchio.
-Damon?-
-Talia. Dio, come sono felice di sentirti!-
-Anche io, credimi. Senti, non ho molto tempo, Kol ed Elijah stanno distraendo mia sorella, ma non ci riusciranno ancora per molto. Dove vuoi che ci incontriamo?-
-Posso parlare liberamente?-
-No, non credo-
-Ti aspetto tra mezz’ora dove tutto è incominciato-
-Ok, ci vediamo lì-
-Ciao-
-Ciao Damon-
Chiusi la chiamata e sorrisi nuovamente. Mi alzai dalla poltrona in cui ero sprofondato per andare a prepararmi.
Tra mezz’ora l’avrei rincontrata.
 
 
POV TALIA
 
Ero felicissima. Tra poco l’avrei rivisto, e ci saremmo chiariti su tutto. Decisi che gli avrei anche detto cos’ero, tanto per essere in pari. I miei attacchi di sadismo si fermavano a pochi secondi, raramente duravano interi minuti.
Rimasi un po’ indecisa su cosa indossare, ma poi optai per la comodità e lo stile casual che mi caratterizzava. Un paio di jeans scuri attillati, una maglia azzurro cielo a maniche lunghe. Faceva ancora abbastanza caldo per non prendere la felpa, anche se ormai eravamo quasi a metà ottobre.
Decisi anche di non prendere la macchina e di farmi un bella passeggiata serale in città, dato che mancavano solo venti minuti all’appuntamento e, mal che vada, avrei fatto uno sprint finale a velocità vampiresca.
Salutai tutti (Annabeth non mi rispose, era ancora arrabbiata con me) e m’incamminai verso il Mystic Grill, là dove tutto è incominciato.
 
Le cose incominciarono ad andar male quando sentii l’odore del sangue entrarmi prepotentemente nelle narici, facendomelo desiderare sempre di più. Mi tappai il naso e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, iniziai a correre.
Arrivata al famoso bar mi trovai davanti agli occhi la scena di un film horror. I tavolini erano rovesciati, le sedie distrutte. C’era sangue ovunque, sulle pareti, che dilagava sul pavimento, ce n’era persino sul soffitto. Una ventina di corpi orrendamente mutilati faceva bella mostra di sé sotto le macerie del luogo di ritrovo per i giovani della città.
Con il cuore che mi batteva sempre più forte nel petto mi avvicinai per controllare se c’era lui.
Inorridii.
Di Damon Salvatore non c’era traccia.
 
 
 
Spazietto dell’autrice:
Buongiorno a tutti! Come sapete io mi chiamo Percy Jackson e questa è la storia più brutta…
Ehm, ehm… *incrocio le braccia sotto il seno*
Si, dicevo, e questa è la storia più b… *lo fulmino* ella del fandom!
E io sono Aryela, la scrittrice!
*intorno a noi c’è solo il frinire dei grilli*
Brava! Hai fatto scappare tutti i lettori! I miei complimenti più vivi!
Ehi, ti ricordo che stai parlando con una dea! Anzi, le stai urlando contro!
È vero…
Ecco! Allora stai zitto se non vuoi essere trasformato in un…
*non faccio in tempo a finire la frase che mi appaiono davanti Apollo e Artemide che litigano come due bambini* *mi schiarisco la voce*
Oh, ehm… allora…
Uff, Apollo, non cambierai mai!
Scusa se cerco di dirglielo con delicatezza!
Muoviti allora!
Che cosa mi dovete dire con delicatezza?
Ehm, se dici ad alta voce che vuoi trasformare qualcuno in un animaletto e, visto che sei alle prime armi come dea, potresti non riuscire più a far ritornare quel qualcuno alla sua forma umana, o semidivina.
Oh…
Già…
Ma la notizia sensazionale è un’altra! Sei la figlia di…
Artemide! Deve essere riconosciuta prima!
*manco a farlo apposta gli occhi di tutti, dei compresi, si voltarono verso un punto indefinito sopra la mia testa*
*rimaniamo tutti a bocca aperta* *Percy si sta smascellando, Apollo e Artemide si stanno guardando complici e poi scompaiono*
Ehm, credo che dobbiamo tornare al capitolo, e tu me lo devi commentare per bene stavolta!
Si, si…
Allora lettori! Prima di tutto devo ringraziare chi ha recensito, chi ha inserito la storia tra le preferite o le seguite e i lettori silenziosi. Grazie, è anche grazie a voi che questa storia è arrivata al quinto capitolo! Senza di voi non ce l’avrei fatta!
Mi sta salendo il diabete…
Chiudi il becco! In questo capitoletto piuttosto cortino abbiamo una piccola svolta! Talia viene aiutata sul fronte amoroso dai due Originali maschi (che, tra Kol che è gay ed Elijah perennemente innamorato della stronza psicopatica corrispondente al nome di Katerina Petrova, è come ricevere un paletto al cuore), mentre Rebekah non si vede (almeno per ora), Annabeth è incavolata nera con la sorella e Damon sparisce lasciando dietro di sé una lunga scia di sangue. Sarà stato lui a causare quella strage? E se non è stato lui, chi è stato? Damon è fuggito o l’ha rapito qualcuno, magari lo stesso dello scempio al Grill?
Tutte queste risposte e molto altro ancora nelle prossime puntate!
*parte la musichetta di “a tutto reality: l’isola”*
*si stoppa la musichetta*
Percy, mi dici che centra questa colonna sonora con quello che ho detto??
È che quando fai così assomigli tantissimo a Chris McLain!
Fa cos’ho fatto di male nella vita per meritare questo supplizio????
*tutti gli dei, Percy, Annabeth, Grover, tutto il Campo Mezzosangue più Elijah (?) esclamano in coro* Usi il nuovo shampoo Garnier Ultradolce alla verbena!
Scusate, sono distrutta *e mi ritiro un angolino a piangere lacrime amare*
Bene! Posso dirvi che sotto c’è l’ultima foto, una di quelle più importanti, una di quelle più attese, vi pubblichiamo sotto la foto di Lucas!
*si sentono i grilli che fanno festa*
Ooook, dallo spazietto dell’autrice è tutto, alla prossima dalla vostra scrittrice momentaneamente scomparsa e dal vostro fighetto preferito!
Ciaooo!
Ciao…
 
Aryela&PercyCalamaro
 
P.S.: Ehi! Perché sono diventato il Calamaro adesso?
        Piantala e sta zitto!
        Altrimenti?
        Altrimenti ti fulmino e ti spedisco di nuovo al Campo!
        No! Ti prego!
        Oh sì invece! Stai sicuro che lo farò. Ancora una mancanza di rispetto nei miei confronti e ti ritoverai seduto sulla lava della scalata, al Campo!
        Ok…
 
P.P.S.: Lucas

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Capitolo 6
*** Vendetta ***


Vendetta

VENDETTA

 

POV TALIA

 

Era sparito, non c’erano tracce della sua presenza al Grill tranne per l’odore del suo sangue, l’unico di vampiro in mezzo a tutto quel macello.

Dovevo fare qualcosa. Damon era scomparso e non sapevo dove andare a cercarlo. L’unica era avvisare i suoi amici e mettere in piedi una squadra di ricerca.

Scrissi un messaggio veloce a mia sorella e iniziai a correre verso la pensione dei Salvatore.

 

 

POV STEFAN

 

Ero nella mia camera a scrivere sul mio diario. Elena invece era nel salone insieme a Caroline e Jeremy e stavano parlando della scuola. Che noia!

D’un tratto avvertii un rumore, come di un passo felpato sulle foglie autunnali. Mi immobilizzai. Lo sentii ancora, e ancora. Qualcuno si stava avvicinando.

Mi materializzai di sotto, allarmando i presenti.

Misi un dito davanti alle labbra. -Sshh!- Loro obbedirono all’istante.

Le mie orecchie captavano ancora quel rumore, che stavolta non era tenuto nascosto. Avvertivo con chiarezza il passo di quella persona avvicinarsi a velocità umana e il battito veloce del suo cuore, come se avesse appena corso una maratona.

Poi, chiunque fosse, bussò alla nostra porta.

 

 

POV CAROLINE

 

Ero con Elena e suo fratello nel salone quando Stefan piombò nella stanza e ci fece segno di stare in silenzio. Io e la mia amica smettemmo persino di respirare, in fondo non ne avevamo bisogno, eravamo già morte.

Inavvertitamente tre colpi risuonarono nell’aria resa cupa dalla nostra paura. Chi mai poteva essere a quest’ora?

-Stefan! So che sei lì! Fammi entrare!-

Di chi era quella voce? L’avevo già sentita… Ah, sì! Era della ragazza che aveva dato lo schiaffo a Damon! Inutile dire che l’ho stimata per quello.

Ma che voleva adesso? Mi scambiai uno sguardo con Elena e Stefan.

-Perché dovrei farlo?- disse lui.

-Ho delle notizie da darti! E si gela qui fuori! Ti prego!-

-Va bene, arrivo-

-Grazie!-

-Vuoi qualcosa di caldo? Ti porto un the-

-Grazie ancora-

Stefan la accompagnò verso di noi e poi sparì in cucina a velocità vampiresca. Lei non battè ciglio, come se fosse normale per lei che un diciassettenne si volatilizzasse da una parte all’altra della casa.

Si sedette su una poltrona e aspettò il the.

Appena Stefan ritorno con una tazza fumante mi misi in posizione. Volevo ascoltare bene quello che la ragazza aveva da dire.

-So che vi sembrerà strano, ma dovevo incontrare Damon al Grill –pausa, probabilmente voleva vedere se l’avremmo mangiata, tecnicamente potevamo farlo- e invece non c’era-

Stefan aggottò le sopracciglia, Elena si mosse inquieta sul divano accanto a me.

-Lui non c’era ma invece c’era qualcun altro- Un singhiozzo la interruppe di nuovo: le veniva da piangere.

Stefan le si avvicinò. –Ehi, non piangere. Se non riesci a dirlo ad alta voce potresti mimarlo-

Lei lo guardò negli occhi. Era spaventata, tuttavia riuscì ad imitare ciò che aveva visto.

-Oddio!-

Aveva disegnato una riga orizzontale lungo tutto il collo, da parte a parte: una testa mozzata.

Aveva trovato un cadavere.

 

 

POV TALIA

 

-Quanti ce n’erano? Solo uno?- Aveva parlato il ragazzino moro che era insieme alle due ragazze.

-Jeremy! Ma che domande fai?!? Non vedi che è già sconvolta così?-

-Non importa. Sto bene, Elena-

Si girarono tutti verso di me.

-Io non ti ho detto il mio nome. Come lo sai?- Era cauta, aveva paura.

-Me lo ha detto Rebekah-

-Quindi tu già ci conoscevi ancora prima di vederci?-

-Certo-

-Cosa sai di noi?-

Sogghignai. Avevo la situazione in pugno.

-Ogni cosa-

In quel momento la mia squadra fece irruzione nella pensione.

Mia sorella si avvicinò.

-Come stai?-

-Mai stata meglio-

-Sai che non mi piace doverlo fare, vero?-

-Dobbiamo, senza una strega loro non vanno da nessuna parte-

Ci girammo in contemporanea verso Cassandra, che ci guardava impaziente con un foglio in mano.

-Lucas! Simon! Portatemi delle candele, presto!-

Quelli si volatilizzarono e ritornarono poco dopo con qualche candela.

-Disponetele in cerchio intorno a me, ecco, così. Io dovrò sedermi in mezzo e pronunciare l’incantesimo-

-Non ti serve qualcosa tipo il sangue di un consanguineo o un oggetto che appartiene alla persona scomparsa?- chiese Elena.

-No, a me non serve- la liquidò.

Si piazzò al centro del cerchio e iniziò a recitare parole in latino antico mentre la cartina s’illuminava e si muoveva. Era come guardare un navigatore cartaceo: vedevo i fiumi, i laghi e le montagne spostarsi velocemente fino ad inquadrare una cittadina.

Cassandra si chinò per leggerne il nome. -Impossibile- sussurrò.

-Cosa?- mi avvicinai.

-Guarda tu stessa-

Quando lessi il nome del posto quasi svenni. Charlotte.

 

 

POV ANNABETH

 

-Beh, che succede? Dov’è?-

Talia mi guardò angosciata. Il vampiro doveva essere in un brutto posto perché mia sorella avesse quello sguardo.

-Charlotte- mi disse solo.

Mi irrigidii. No, ancora. Non poteva essere.

-Perché è andato là?- domandai a bassa voce, quasi ringhiando.

-Non lo so, vedo solo la sua posizione, non il motivo di questo viaggetto fuori programma- mi rispose Cassandra, sarcastica.

-Dobbiamo avvisare Rebekah e gli altri- disse Talia con voce monocorde.

-NO!- Era stata Elena a gridare, facendoci girare verso di lei.

-Mi vuole morta- tentò di spiegare.

-Finché ci sarò io, nessuno ucciderà nessuno, capito?- disse mia sorella con forza.

Lei annuì, poco convinta.

Talia sparì in una folata di vento e ritornò dopo cinque secondi con una Rebekah che urlava come impazzita, un Kol che rideva come rincretinito e un Elijah al limite dell’esasperazione.

Non capivo come facesse a tenerli tutti e tre, sembravano dei bambini.

-No! Talia, io non lavorerò mai con lei! Mi hai capito? MAI!-

-Rebekah, ti prego!- Elijah, pacificatore del momento.

-Eddai, sarà divertente! Spaccheremo qualcosa! O meglio, uccideremo qualcuno!-

-Zitto Kol!-

-È la verità! E poi tu devi sfogarti dopo la morte di…-

-Non azzardarti a pronunciare il suo nome! Mai!-

A quel punto sentii solo dei ringhi. Avrei giurato che Rebekah e Kol si stessero ammazzando. Uscii a vedere e mi ritrovai davanti una scena esilarante.

La vampira si era tolta i sandali e li stava puntando contro il fratello, seminascosto da Elijah che cercava di non fargli avere un livido a forma di tacco a spillo sulla sua fronte entro le prossime ore. Talia era davanti a quest’ultimo e stava intimando all’Originaria di consegnarle le scarpe.

Rebekah, messa all’angolo, fu costretta ad eseguire l’ordine e ad entrare nella pensione scalza, mentre mia sorella si girava e dava un forte scappellotto sulla nuca a Kol.

-Stupido! Lo sai che reagisce così quando le parli di lui! Sei un idiota se la provochi in questo modo, te la vai proprio a cercare!-

L’Originale incriminato incassò la testa tra le spalle e varcò la porta della casa accompagnato dai fischi dei miei amici.

Elijah si lasciò andare in una risata liberatoria e affiancò Talia mentre si dirigevano verso di noi.

-Sai che sei bellissima quando ti arrabbi in questo modo?-

Lei si fermò nel prato e si girò sorpresa verso il vampiro.

-Elijah! Non puoi uscirtene con questi commentini! Da Kol me li sarei aspettata, ma non da te!- sbottò prima di capire che l’aveva fatto apposta per farla arrabbiare ancora.

Affinò lo sguardo e pose le mani sui fianchi, infuriata.

-Elijah! Ma che ti sta succedendo? Ti stai “Kolizzando”?- chiese mimando le virgolette quando disse l’ultima parola.

Ridemmo tutti sullo sfondo di un indignato -Ehi!- da parte del vampiro in questione.

-Forse sì, troppo Kol fa male- rispose lui, stando al gioco.

-Ok ragazzi, dovremmo cercare Damon, ricordate? Non stuzzicarci a vicenda- intervenii.

Talia mi fulminò ma poi entrò in casa, seguita da un Elijah alquanto divertito.

Entrati vedemmo Rebekah che stava usando le ginocchia per tenere Elena schiacciata contro il pavimento mentre provava a strozzarla.

-Beks, no!-

Mia sorella provò a staccarla dalla doppelganger ma ci vollero anche tutti i nostri amici per riuscirci.

-Perché?- chiese, furiosa.

-Le ho promesso che non la ucciderai, in questo momento abbiamo bisogno di entrambe, ok?- rispose Talia.

Annuirono tutte e due controvoglia.

-Non mettermi nella stessa squadra con lei, però. Non so per quanto resisterò. Mi ha pugnalata alle spalle-

-Capisco- risposi solamente.

 

 

POV DAMON

 

Lentamente ripresi conoscenza. Non mi piaceva affatto questa cosa, avevo un mal di testa incredibile e mi sentivo gli occhi impastati e molto più sensibili alla luce del normale. “Mi sembra di affrontare una nuova transizione”

-Dove… dove sono?- Perfetto, avevo anche la voce flebile. Avevo sete.

-Questo non ti deve importare- Una voce secca ma in qualche modo familiare mi arrivò alle orecchie acuendo il malessere.

-Chi sei?- chiesi nuovamente. La voce stava migliorando.

-Non sono affari tuoi- Ancora l’interlocutore misterioso. Ma chi diavolo era?

Ispezionai il luogo dove ero rinchiuso. Sembrava una cella. Pareti di pietra mi circondavano e sembravano indicarmi la porta in legno massiccio che si ergeva minacciosa davanti a me. Istintivamente feci un passo indietro e andai a schiacciare qualcosa. Girai la testa ma non la abbassai. Pensavo di sapere cosa avessi sotto la scarpa sinistra ma avevo paura di scoprire che avevo ragione. Io, Damon Salvatore, avevo paura? Talia, cosa mi stai facendo? “Nessuno lo saprà mai, nemmeno tu” decisi.

Mi rivolsi di nuovo alla voce ignota.

-Perché sono qui?-

Sentii una risata agghiacciante.

-Solo una parola, Salvatore: vendetta-

Sotto il mio piede c’era il cranio mummificato di un vampiro.

 

 

 

Spazietto dell’autrice:

salve a tutti! Mi dispiace di essere stata assente per tutto questo tempo ma sono stata molto malata, come può testimoniare la mia amica the_rest_of_me… tra l’altro adoro le tue storie e ne approfitto per farti un po’ di pubblicità. Per chi non le avesse lette, passate a vedere “I’m in love with you” e il sequel “Are you in love with me?”, sono fantastiche. Per te ho riservato una domandina a fine angolino, se vuoi fare un salto e poi rispondermi ne sarei felicissima.

Passiamo al capitolo, erano due settimane che mi frullava in testa il POV DAMON e finalmente l’ho scritto, anche se non sono sicura sia venuto come l’avevo pensato io, ma vabbè, mi direte voi se dovrò cambiare qualcosa…

Ora passiamo alle rivelazioni: ebbene si, Cassandra è una strega!!! Alcuni di voi mi chiederanno: ma non ha utilizzato il sangue di un consanguineo o un oggetto di Damon per trovarlo, come ha fatto allora?? Eheh, sorpresa!!

Si scopre anche che i nostri amici avevano sempre saputo tutto e non avevano detto nulla, che malefici! *ridacchia mesfistofelicamente*

Ma dov’è Percy? *lo chiama e non risponde*

*improvvisamente esce dal bagno con aria assonnata*

Percy! Ma ti sei addormentato sul water?!?

Umpf?!?

Ah, lasciamo perdere, sei un caso perso! Vieni qui che mi devi commentare il cappy!

*all’improvviso compare un uomo muscoloso ma non grosso, in smoking e con un panama nero in testa*

E lei chi sarebbe?

Mi chiamo Caffrey, Neal Caffrey *mi scoppiano le ovaie, si ricompongono e ballano la samba*

Siiiiii!!!!! *incomincio a saltellare come una pazza*

Ne deduco che lei, signorina, è una mia fan.

Non mi piace, è troppo uguale a me *ah, Perce, se sapessi!*

Percy! Commenta il capitolo, ora!

Posso commentare anch’io?

Si, tutto quello che vuole, signor Caffrey *faccio la svenevole*

Chiamami Neal *ma perché ha questa voce così sensuale, così… erotica?*

Neal *sospiro. È ufficiale, sono cotta!*

Allora, questo cappy non è male. Ho riso in alcune parti – “Kolizzando”! – e sono rimasto col fiato sospeso nel POV DAMON e… ma la smettete voi di flirtare voi due????

*io e Neal siamo ad un passo dal baciarci che HoUnBarattoloDiSardineAlPostoDelCervello ci interrompe sul più bello*

Ora prendo un fucile e ti ammazzo!

*magicamente appare l’arma e la punto verso il semidio che strilla come una ragazzina isterica e scappa via terrorizzato*

Ora tocca a me! Mi piace come storia e l’idea non è male, ma… come la svilupperai?

Segreto!

Posso rimanere?

Si! No!

*Percy è tornato e sembra furioso*

Non lo ammetterò mai come co-commentatore! È fuori discussione!

*sfodero il mio Damon-sorriso* Sei geloso per caso?

No! Sarebbe un affronto per Annabeth!

Allora perché non vuoi tornare al Campo?

Voglio staccare la spina per un po’…

Ti capisco, anch’io ho espresso lo stesso desiderio e una signora con un lungo abito verde-azzurro mi ha detto che avevo un’opportunità, così mi sono trovato catapultato qui.

Era… Ok, puoi rimanere, ma parla solo quando sei interpellato, chiaro?

Cristallino!

Ma Percy, non mi sembra che tu faccia lo stesso!

Ma tu hai chiesto di me personalmente!

No, io avevo chiesto di tuo padre, eventualmente di te, ma come seconda scelta…

Mi sono offeso!

Bene! *sorrido*

Bene! *mi gira le spalle*

Ehm, tutto ok?

Si, si, chiudiamo questo angolino e poi possiamo svagarci, ok?

Purtroppo non abbiamo più foto a disposizione, ma visto che ho in mente un ragazzo mooolto intrigante proveniente dal passato della nostra Talia, probabilmente ci sarà anche qualche foto nuova legata ai nostri personaggi. Se avete qualche preferenza potete inserirla nelle vostre recensioni! Però non riesco a fare i fotomontaggi da applicare all’inizio del cappy e, ad essere sincera, non so neanche come inserire le foto ad inizio capitolo! Per cui, chi avesse la pietà di aiutarmi sarebbe veramente ben accetto.

Ringrazio di cuore: Sweetstar83, che mi ha inserito tra gli autori preferiti; 

katerinatvd, Lady Elizabeth e _ ale _, che hanno inserito la storia tra le preferite; 

angel2, Desyree92, KatherinePotter, LeLiNa, S u n s e t, safycullen97 e the_rest_of_me che l’hanno inserita tra le seguite. Vi voglio bene, ragazze! 

Un bacione enorme alle anime pie che hanno recensito gli scorsi capitoli: S u n s e t, safycullen97, KatherinePotter e the_rest_of_me (Non la finisco più di nominarti oggi!). Mi avete fatta felice più che mai!

Un’ultima cosa…

Ma non la finisci più oggi?!?

È proprio l’ultima cosuccia…

Mi farai diventare pazzo…

Allora, dicevo, “mefistofelicamente” proviene da mefistofelico, cui deriva da Mefistofele, o Mefisto, (dall’opera omonima), il diavolo che tenta il povero Faust.

(Fonte:Wikipedia)

E ora, dallo spazietto dell’autrice è veramente tutto, alla prossima puntata da Aryela, Percy-Merluzzo imbronciato e Neal-sono-il-ladro-più-figo-del-mondo-Caffrey!!!

Ciaooo!

Ciaooo!

Ciao!

 

Aryela&Percy&Neal

 

P.S.: ehi, the_rest_of_me, hai visto chi ti ho inserito? Il nostro Neal!

 

P.P.S.: Davvero sono il più figo del mondo?

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Capitolo 7
*** Aspettarti, mia piccola umana ***


Capitolo 7

Salve! Volevo aggiornare subito, ma non avevo ispirazione. Per chi è in grado di eseguire fotomontaggi, per favore, alla fine del mio spazietto ho inserito una richiesta… Detto questo, enjoy! <3

 

ASPETTARTI, MIA PICCOLA UMANA



POV DAMON

Ero in quella dannata cella da troppo tempo ormai, chissà cos'avrebbero detto gli altri.
”Cosa penserai di me adesso, Talia? Che sono un buono a nulla, ritardatario cronico e forse mi odierai per questo. Mi sto maledicendo per essermi lasciato convincere da quell'uomo, ma d'altronde pensavo fossi in pericolo e tu, piccola umana, non sei in grado di difenderti da sola... scusami.
Non sentirò più il dolce battito del tuo cuore, il tuo profumo particolare che mi ha colpito dal primo istante, non vedrò più i tuoi occhi accendersi di rabbia quando ti punzecchiavo. Ancora ricordo quando ti sei lasciata abbracciare da me, un uomo. Sei andata contro i tuoi principi... anche se mi hai detto che potevi avere amici, non ti ho mai vista abbracciare Lucas o Simon... solo io ho avuto il privilegio di farlo.
Ma come tutte le cose belle, presto anche la nostra magia è scomparsa, rubata da tua sorella e dal mio rapitore...
Non potrò rivederti mai più, morirò qui, in questa cella schifosa, di fame, di sete, o forse avranno pietà di me e mi uccideranno prima, conficcandomi un paletto nel cuore.
Non venire a cercarmi, ammazzeranno anche te. Vogliono vendetta e, senza di me a proteggerti, l'avranno.
Tu devi vivere, mia piccola
umana. A te non devono togliere il privilegio della vita. Io sono già morto da troppo tempo ormai, ma, nelle poche volte che ci siamo visti, mi hai fatto sentire vivo come non mai.”
Scivolo contro il muro, ritrovandomi seduto.
”Mi dispiace, non ce la faccio a combattere, sono stanco, molto, troppo stanco....”


Mi trovo al buio, in un posto che conosco bene, il Grill. Matt è lì che sta servendo ai tavoli, i ragazzi bevono, ridono e scherzano con le ragazze, provandoci con loro. Due studenti si stanno sfidando al biliardo, là in un angolo.
Io sono seduto al bancone, al mio solito posto, mentre sorseggio il mio fidato bourbon, ma come mai prima di adesso, mi sembra di star facendo la cazzata più grande del mondo. Persino essere qui, in questo istante, mi sembra fuori posto.
Mi guardo in giro, ma non c'è nulla di diverso dalle altre sere, tranne il fatto che sto aspettando
te. Un brivido mi corre lungo la schiena, come se stesse per succedere qualcosa di brutto, per me o per te, non so.
Ma non c'è nulla che potrebbe andare storto adesso. Klaus è morto e con lui anche i suoi ibridi, ma allora perché non riseco a scrollarmi di dosso la sensazione che presto si scatenerà un'altra guerra sovrannaturale qui a Mystic falls, dove "non succede mai qualcosa di brutto"?
In questo istante dalla porta entra un uomo, ne
sento l'odore, anche se è mascherato da qualcos'altro, di molto più familiare. Il tizio mi si siede accanto ed ordina un whisky, che gli viene portato subito.
Giro appena la testa verso di lui ed in quel momento noto che porta un passamontagna nero per non farsi riconoscere. Penso subito ad una rapina, niente che non possa sventare con i miei poteri di persuasione. Ma poi noto che nessuno si è accorto che è mascherato. Sto per andarmene via quando il tipo mi rivolge la parola:
-Sei tu Damon Salvatore?-
Rispondo con un cenno alla sua domanda.
-Allora devi conoscere Talia Salvatore-
Ora sono sicuro che ha tutta la mia attenzione.
-Immaginavo di trovarti qui. E così tu sei qui a sbronzarti mentre la tua amichetta è scomparsa-
Scomparsa? Che cavolo stava dicendo? Talia stava benissimo, era nelle mani (non proprio felici, ma comunque era meglio di niente) della sorella. Non so dove trovo il coraggio per ribattere alla sua affermazione.
-Talia sta benissimo, è a casa sua-
-Ah si? E allora come mai ho addosso l'odore del suo sangue?-
In quel momento realizzo che il profumo familiare è il tuo sangue. L'uomo tira giù la zip della felpa e rivela la polo macchiata di un liquido rosso e denso, che mi dà alla testa. Mi devo controllare, altrimenti incomincerò a strappare il tessuto per averlo.
-Come...?- incomincio.
-Sai, il suo odore è buono, ma il sangue è molto meglio-
Mi irrigidisco. non voglio che Talia si immischi in queste faccende, sono più grandi di lei.
-Vampiro-
Il tizio sorride. -Vieni con me e ti porterò da lei, poi incominceremo a trattare la sua liberazione-
Annuisco e, appena sto per varcare la porta del Grill, di nuovo sento l'odore del sangue entrarmi prepotentemente nelle narici. Mi giro e vedo il tipo squarciare gole come fossero burro fuso. Appena prosciuga una vittima, la mutila e questo mi fa venire in mente mio fratello nei suoi periodi da Squartatore.
Uccide tutti gli avventori del bar, una ventina in tutto, senza che io possa muovere un muscolo. Sono troppo scioccato per farlo.
Poi mi si avvicina lentamente con il sorriso sulle labbra.
-Perché l'hai fatto?- mi sento sussurrare.
-Erano dei testimoni-
-Di cosa?-
-Di questo-
Il vampiro alza un braccio e vedo un coltello balenare nella penombra del locale. Mezzo secondo dopo sento un bruciore al braccio e qualcosa colare sul pavimento. Il mio sangue fuoriesce dalla ferita molto lentamente, prima che lo squarcio si richiuda sotto i nostri occhi.
-Bene, ho lasciato una tua traccia qui, ora possiamo andare-
Non faccio in tempo a muovermi che cado a terra, in preda a forti spasimi.
-Sul coltello c'era... verbena- sussurro, prima di svenire.

Mi svegliai di soprassalto. Cavolo, mi ero addormentato! Adesso non avrei saputo che ore erano.
Mi ricordavo il sogno, purtroppo lo ricordavo molto bene. Come ci ero finito lì....
Mi ero lasciato ingannare come un pivellino, un neonato. Dannazione!
Per la frustrazione mi alzai di scatto e sferrai un potente pugno alla porta, che non si mosse di un millimetro. In compenso avvertii un forte bruciore sulle nocche. Verbena anche qui.
"Ecco perché sono così debole".
Non potei fare altro che sedermi di nuovo nel mio angolino e aspettare. Aspettarti. Di nuovo.


POV TALIA

Elena stava dando di matto, Matt, che si era inspiegabilmente salvato, era sotto shock, Caroline stava parlando a raffica con Jeremy, mentre Stefan si era improvvisato uomo di casa e aveva preparato un the calmante a tutti. Rebekah, Kol ed Elijah stavano discutendo tra loro a voce talmente bassa che ancora un pò e non li avrei sentiti più. Il tutto dopo che ebbi spiegato con cura tutti i dettagli della "scena del crimine", come la chiamava Annabeth. Decisamente aveva visto troppi polizieschi.
Ringraziai il cielo quando il mio cellulare squillò, allontanandomi dal gruppo impazzito.
Era una chiamata di Liz, lo sceriffo nonché madre di Caroline. Voleva mettermi al corrente della sparizione di Damon, perciò dovetti mettere in atto tutta la mia abilità di attrice.
-Pronto, Liz?-
Dietro a me si fece il silenzio.
-Talia, devi venire qui subito!-
-Ehm, dove sarebbe "qui"?-
-Al Grill- Ci avevo visto giusto. Ora lo sapevano anche loro.
-Arrivo subito-
Chiusi la chiamata e mi rivolsi a tutto il gruppo.
-Ragazzi, mi ha chiamato lo sceriffo, devo andare al Grill. Vado a casa a prendere l'auto. Ci vediamo-
-Aspetta!- Mi girai verso Caroline.
-Come ci sei arrivata tu qui?-
Sorrisi innocentemente e guardai gli Originali, che si erano messi comodi ad osservare al scena.
-Ho corso- risposi semplicemente.
-Sei un vampiro! No, aspetta, il tuo cuore batte, quindi sei un licantropo! Stefan, lei è un lupo!-
Rebekah, Kol ed Elijah si stavano sbellicando dalle risate.
A fatica la vampira rispose. -Non... non è un lican... non è un licantropo!-
-Ci stavi andando vicino quando hai detto vampiro!- aggiunse Kol.
-Spiegate voi, io devo andare-
Elijah mi rispose con un cenno e poi tornò a dedicarsi alla discussione.
Mi girai e imboccai il corridoio. Quando varcai la porta il vento freddo di metà ottobre mi investì, risvegliando i miei sensi.
Poi incominciai a correre.

POV LIZ

Stavo aspettando Talia. Oh, eccola che arrivava.
La ragazza scese dall'auto e si diresse spedita verso di me.
-Cos'è successo?-
-Pluriomicidio-
-O...ok-
Mi guardai intorno. non avevo nessuno intorno, i miei agenti stavano facendo i rilievi.
-Abbiamo ragione di credere che l'assassino sia un vampiro-
La vidi irrigidirsi e mi chiesi come mai.
-Su che basi gettate quest'ipotesi?-
-Là dentro ci sono venti cadaveri orrendamente mutilati e prosciugati per la maggior parte del sangue- dissi, indicando il Grill con un dito.
Talia emise un gemito di gola, come se avessero appena dato un pugno nello stomaco.
-Avete trovato niente di sospetto?-
-Nulla finora. Aspetteremo il risultato delle analisi delle impronte trovate sui corpi-
La vidi annuire.
-Perché avete chiamato me? Damon era in gita?-
-No, non risponde al cellulare. Non sappiamo dove sia- risposi.
Mi girai verso di lei, dovevo tentare il tutto per tutto.
-Senti, so che sai che Damon è un vampiro. Come io so che non sei umana-
Si irrigidì di nuovo e sgranò gli occhi.
-Adesso io ti chiedo, cosa sei?-
Distolse lo sguardo da me e lo rivolse ad una barella su cui un cadavere faceva bella mostra di sé.
La sentii sospirare.
-Diciamo che sono una vampira-
Sollevai il sopracciglio destro. -Diciamo?-
-Mio padre biologico era un vampiro già trasformato quando ha avuto me e mia sorella, quindi noi siamo mezze vampire-
Ero sbigottita. Non bastavano gli ibridi, ora ci si mettevano anche i vampiri a metà. Sbuffai.
-Tu sai che mia figlia è un vampiro?-
-Caroline? Si...-
-E i Salvatore? Elena?-
Annuì.
-Posso farti una domanda?-
-Non me l'hai già fatta?- Dio, quanto assomiglia a Damon!
-Hai i sensi sviluppati dei vampiri? E la super velocità e la super forza?-
-Guarda che non siamo supereroi! Comunque sia, sì-
Bene, mi serviva qualcuno come lei nel Consiglio.

 

 

POV TALIA

 

Ma quante domande che mi faceva Liz! Meno male che non mi ha chiesto chi fosse mia madre, mi avrebbe ammazzata sul colpo!

-Dovresti far venire qui mia figlia e i suoi amici, potrebbero esserci utili-

Annuii. In fondo era una bella proposta.

Afferrai i cellulare e avviai la chiamata a mia sorella.

-Che è successo? Stai bene?- Mamma mia quant’è apprensiva!

-Si, mammina!-

-Ahahah, ma quanto fai ridere- mi rispose sarcastica.

Poi sentii qualcuno afferrare il cellulare di Annabeth e strapparglielo di mano.

-Talia!-

-Ahio! Non urlare! Udito supersviluppato, ricordi?-

-Si, scusa! Allora, trovato qualcosa?-

-Mmmh-

-Che è mmmh?-

-Liz pensa che dovreste venire qui, sai per la faccenda troviamo tutti insieme chi ha fatto il casino al Grill e allo stesso tempo troviamo Damon che ci può aiutare…-

-Chi deve venire?-

-Caroline, Stefan, Annabeth, Lucas, Simon, Elena?-

-No, Elena no. Non è ancora in grado di controllarsi- sentii attraverso l’apparecchio. Ecco lo Stefan apprensivo.

-Allora solo voi cinque- gli risposi.

-Ed Elena dove la lascio?-

-Con Cassie ed… Elijah- continuai abbassando la voce.

-D’accordo, arriviamo-

Nel giro di cinque minuti erano tutti qui.

Appena Stefan e Caroline sentirono l’odore del sangue si tapparono il naso e la bocca con le mani.

Mi avvicinai allo scempio.

Vicino alla porta c’erano alcune macchioline di sangue dall’odore diverso.

-Avete dei guanti in lattice?- chiesi ad un paramedico, che me li diede subito.

Con la punta dell’indice e del medio raccolsi un po’ di quel liquido e mi avviai verso i miei amici. Stefan mi guardava con gli occhi sgranati mentre mi avvicinavo a lui.

-Pensi sia di tuo fratello?-

Lui annuì. Non voleva rischiare di staccarmi una mano a morsi.

-Ma c’è un odore strano…- Annusai quel sangue. Poi ci arrivai.

Verbena. Lo avevano avvelenato.

 

 

Spazietto dell’autrice:

Allora, come state? Io benissimo…

Pure io!

Ehi, e io chi sono? Ovviamente anche io sto benissimo!

Ok, ora che avete fatto le vostre entrate posso continuare? Bene. Il capitolo è stato un parto, soprattutto il POV LIZ, non sapevo quanto sapesse, quindi ho ipotizzato che fosse a conoscenza di tutto quello che era accaduto a MF negli ultimi mesi.

Alcuni mi hanno detto che Damon e Talia sono diventati amici troppo in fretta. Loro sono simili, entrambi sono stati rifiutati in amore; e soprattutto dovevano diventare amici, perché quando lei lo salverà e lui verrà a conoscenza della sua natura, saranno guai per la coppietta!

Come vedete non ho inserito la voce misteriosa, ma sarà qualcuno di importante nel passato delle sorelle, soprattutto di Talia.

Altri mi recrimineranno che Damon si è lasciato convincere troppo in fretta, ma dovete capire che lui a Talia ci tiene, come terrebbe ad Elena…

È innamorato…

Ma la pianti di dire scemenze??? Non è innamorato, vero??

Direi che è un po’ prestino per parlare di amore… soprattutto quando si hanno delle parentele davvero schifose come quelle di Talia…

Umpf?!?

Umpf?!?

Spoiler!! (per chi non lo sapesse, questa è la parola preferita della dottoressa Song, amica del Dottore in Doctor Who, che consiglio vivamente)

Finalmente si muovono! Damon è sparito, e loro che fanno? Pretendono che Talia rimanga lì a spiegare tutto…

Che tutto in realtà non è, però…

Cosa?

Cosa manca?

Non lo posso dire, lo scoprirete leggendo il cappy come tutte le altre persone!

NOOOOO!

NOOOOO!

*mio sorrisetto malefico*

*all’improvviso compare un uomo sulla quarantina, vestito da fattorino. Era magro, con i capelli neri e ricci sotto il casco coloniale bianco, e aveva un borsa da portalettere sulla spalla. Fonte: Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: il Mare dei Mostri*

Divino Ermes!

Percy! Che piacere rivederti!

E a me fa piacere rivedere lei…

Aryela!

Divino Ermes…

Allora, ho saputo che sei diventata una dea… non sai quanto mi fa piacere! Sai già di cosa?

No…

Beh, te lo dico io… sei la dea del ghiaccio! Guarda!

*la mia mano era ricoperta da una leggera brina che poi si trasformò in una patina ghiacciata. Ero bocca aperta*

Ora devo andare, stammi bene, ghiacciolo. *e il dio sparì in una nuvoletta verde*

Ok ghiacciolo, se nessuno ha più nulla da aggiungere, possiamo chiudere quest’angolino…

Si, ma prima vi devo chiedere di recensire, anche solo un piccolo commentino mi va benissimo. Noto che il primo capitolo ha più di 250 lettori e solo due recensioni. Farmi sapere cosa pensate del capitolo non vi fa male, almeno penso…

Ok, adesso possiamo darvi appuntamento al prossimo cappy.

 

Da Aryela&Percy&Neal: Ciaoooooo!

 

 

P.S.: per chi avesse pietà di me, mi potete inviare un’immagine per la storia, da usare come copertina? Please!!! Potete inviarle a vampyre4e@hotmail.it, sceglierò quella migliore e ovviamente leggerò e recensirò tutte le storie dell’autore che mi avrà inviato l’immagine… Thanks!

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Capitolo 8
*** Parentele pericolose parte 1 ***


Parentele pericolose parte 1

Allora, aggiornamento linguistico: ghiaccio, in greco moderno, è Πάγος (leggere Págos). Quindi è il nome greco di… me stessa. Grazie per aver letto. Vi lascio al capitolo, so… ENJOY!

Ringrazio enormemente _Want u Back_ per l'immagine. Un bacione, spero che il cappy ti piaccia.

 

PARENTELE PERICOLOSE PARTE 1

 

POV TALIA

 

Dopo un attimo di indecisione mi alzai e mi diressi verso mia sorella.

-Dobbiamo dirigerci verso Charlotte, tutti quanti. Stefan, prendi la tua auto e di a Bekah di prendere la sua. Ci faranno comodo due auto in più. Verranno anche gli Originari. Lucas, Simon, voi venite con me e Cassandra, Annabeth, tu invece andrai con Elena e la proteggerai ad ogni costo, intesi?-

-Non ne sono felice, ma va bene-

-Che sta succedendo qui?- La madre di Caroline ci aveva raggiunti.

-Liz, noi andiamo a scovare Damon, ci serve il suo aiuto per trovare il pluriomicida-

-D’accordo, vi metto a disposizione alcuni miei agenti…-

-Liz, non è necessario. Andremo noi-

-Ok, ma state attenti. Soprattutto tu, Caroline. Non voglio che tu muoia impalettata-

-Si, mamma-

-Bene, chiamatemi se avete bisogno di me-

Annuimmo in coro.

Tempo cinque minuti e Rebekah, Kol, Elijah, Elena, Cassandra, Jeremy e Stefan ci raggiunsero. Matt era andato a casa, era l’unico non protetto/sovrannaturale di tutti noi, quindi era quello più a rischio.

Il gruppo sovrannaturale di Mystic Falls era riunito e mi stavo chiedendo come faceva la cittadina a non esplodere con tutto questo potere concentrato in così poche persone.

Con questi pensieri che mi albergavano in testa ci dividemmo nelle varie auto e partimmo per Charlotte.

 

Due ore e mezza dopo…

 

Avevo guidato per un periodo che mi sembrava interminabile e stavo aprendo una fila di tre auto che sfrecciavano silenziose nella notte per arrivare fino a quella stramaledetta cittadina della Georgia. Cassandra accanto a me continuava a tenere d’occhio la posizione di Damon. Non so come facesse dato che non aveva candele con sé. Bah, miracoli della magia.

-Dove andiamo di preciso, Navigatore Hemsworth?-

Sbuffò. Io sorrisi.

-Al cimitero- bofonchiò.

-Ok- E mi diressi verso il campo santo della città. Appena arrivammo scendemmo tutti dalle macchine. Eravamo il gruppo di creature sovrannaturali più strano che si fosse mai visto: tre Originali, quattro mezzi vampiri, una strega, tre vampiri normali e un umano che non poteva morire grazie ad un anello magico. Eravamo proprio messi bene.

-Ok, entriamo- sussurrai.

Aprii lentamente il cancello, che cigolò come in tutti i film horror che si rispettino, facendomi venire la pelle d’oca.

A completare il quadro si alzò un vento freddo che fece battere i denti a Cassandra.

Avvertii un pizzicorio alla base della nuca, come se qualcuno mi stesse osservando da dietro. Mi girai di scatto ma non vidi nessuno.

-Tutto ok?-

Annuii in risposta, anche se avevo il battito del cuore a mille.

-Andiamo- sussurrai.

-Nella cripta- mi disse Cassandra.

-Grandioso- commentai, sempre a bassa voce.

Però non feci in tempo a fare un passo che una forza sconosciuta mi scaraventò duecento o trecento metri a destra del punto dove mi trovavo mezzo secondo prima. Atterrai bruscamente di schiena, rotolando diverse volte prima di sbattere la testa contro una lapide che si frantumò.

Sbattei le palpebre per qualche secondo, ci vedevo doppio. Mi alzai velocemente cercando di ignorare il lieve senso di vertigine che mi aveva colto.

Una figura incappucciata se ne stava mollemente seduta sopra una lapide, facendo dondolare la gamba. Non vedevo il suo viso, ma ero sicura stesse sorridendo.

Poi l’individuo saltò giù dalla pietra sepolcrale e mi si avvicinò lentamente, dimostrando una grazia propria solo dei vampiri.

Afferrai il paletto di legno che portavo sempre nello stivale, pronta ad sua mossa. Che non arrivò mai.

Il mio assalitore si girò e s’incamminò verso la cripta, sparendoci dentro.

 

 

POV DAMON

 

Ero ancora in quella dannata cella, pregando che Talia non venisse mai a tentare di salvarmi. Da quanto avevo sentito, avevo capito che il mio rapitore ce l’aveva con lei e la sorella per un motivo che non avevo afferrato bene, ma che lui riteneva abbastanza valido per vendicarsi. Praticamente io ero l’esca per farla venire fino qui. Una situazione grandiosa.

La porta di legno si aprì, distogliendomi da quei pensieri lugubri.

-I tuoi amici sono qui. Anche la tua amichetta-

Emisi un debole ringhio. Le mie preghiere non erano state ascoltate. Ma d’altronde ero un vampiro, una creatura dannata, chi mai darebbe ascolto alla mie suppliche di risparmiare qualcuno?

Il tipo sogghignò e si abbassò il cappuccio. Rimasi basito: assomigliava in modo inquietante ad Annabeth. Stessi capelli biondi, stessi lineamenti, stessi occhi verde chiaro.

-È ora- E mi incatenò senza sforzo alla parete. In quel momento non ero più forte di un bebè. La verbena crebbe magicamente attorno ai miei piedi ed alle catene, bruciandomi i polsi. Repressi un gemito di dolore. Era come essere toccati dall’acido.

-Ti fa male? Vedrai, è ancora niente- e sentii qualcosa penetrare il mio stomaco. Poi un bruciore incredibile.

Gridai forte per far arrivare qui i miei amici il più in fretta possibile, per far terminare quella tortura. Avvertii dei passi concitati e vidi la figura sfocata di Talia ad un centinaio di metri da me.

Prima di scivolare nell’incoscienza senza dolore la mia piccola umana sussurrò qualcosa che mi gelò.

-Padre-

 

 

Spazietto dell’autrice:

ommioddio!!!! Il rapitore è il padre di Talia e Annabeth!!! Sono sconvolto!!!

Già, anch’io! Erano queste le parentele schifose cui hai accennato nel capitolo precedente??

Sì, e no. Cioè, questa è una, c’è n’è un’altra…

Quale?

Posso solo dire che tutti la conoscono…

È una lei? Chissà com’è…

Neal!!

*lui mi sorride ed io mi sciolgo come il burro nella pentola*

*alzo gli occhi al cielo per non arrossire*

Bene, se non avete nulla da dire posso concludere questo spazietto…

NO…

Chi ha parlato?

Ma io questa voce la conosco!

Bene, ora so che hai perso la testa…

Salve nipoti…

*appare un tipo vestito come Mick Jagger (cantante dei Rolling Stones), capelli e occhi nerissimi, pallido come un morto, che non calcola minimamente Neal*

Divino Ade…

Perseus Jackson, sei ancora vivo, vedo… ma ricordati che hai un conto in sospeso con me.

Si, mio signore.

*il tipo si rivolge a me e io voglio farmi piccola piccola*

Ecco qui la nuova dea. Mi hanno praticamente obbligato a venire qui a porgerti i miei saluti. Quindi,… benvenuta in famiglia.

Ehm, grazie mio signore.

Sei gentile per essere la dea del ghiaccio. Mi auguro abbraccerai la tua nuova natura molto presto… adesso devo andare. Nuove anime da smistare *e scompare sotto i nostri occhi*

*Neal è leggermente scioccato per aver sfiorato la morte in persona. Percy lo guarda comprensivo. Strano*

Che voleva dire “mi auguro abbraccerai la tua nuova natura molto presto”?

*Percy si stringe nelle spalle*

Bene, ora possiamo concludere questa nuova puntata dello spazietto spastico, recensite in tanti. Alla prossima!

 

Aryela&Percy&Neal

 

 

P.S.: *appare Zeus*

So che mio fratello ti ha fatto visita. Tutto bene?

Certo, perché lo chiede?

Perché io sono… tuo padre!

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Capitolo 9
*** Parentele pericolose parte 2 ***


Parentele pericolose parte 2

Buon venerdì 17 a tutti! Prima di tutto volevo fare gli auguri a mia mamma che domani compie 49 anni, anche se ne dimostra 10 di meno! E ora eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia. ENJOY!

 

ringrazio ancora _Want u Back_ per questa splendida immagine. mi piace molto il tuo crossover TVD-1D

 

PARENTELE PERICOLOSE PARTE 2

 

POV TALIA

 

-Padre-

Mi è sfuggito, questo sussurro rivelatore ha fatto girare verso di me tutti quanti, tranne Annabeth. Lei sapeva cosa stavo provando. Nemmeno lei ha mai conosciuto colui che ci ha dato la vita.

Mio padre sogghignò. Lucas e Simon ringhiarono.

-No- dissi -lui è mio-

In un attimo il mio viso si trasfigurò, diventando del tutto simile a quello dei vampiri. Un cupo brontolio nacque dal profondo della mia gola, sfociando in un verso sordo e minaccioso.

-Se vuoi mettermi paura devi impegnarti di più, assomigliavi incredibilmente ad Edward Cullen-

-Smettila di parlare e fammi vedere di cosa sei capace. Avanti, fatti sotto-

-E beccarmi un paletto in pieno petto? No, grazie, non ci tengo. Lascerò che siano i miei amici a farti la pelle, figliola-

-Non chiamarmi in quel modo, non sei mai stato presente per prenderti cura di noi, non sei mai stato vicino alla mamma, non sei stato un padre per noi-

-Eravate in buone mani-

-Sicuramente migliori delle tue- ribattei. Lui si strinse nelle spalle e fece segno a qualcuno che stava nascosto nell’ombra e dalle tenebre serali comparvero un centinaio di figure.

-Divertitevi a morire-

-Mi divertirò quando vedrò la tua di morte-

Lui sorrise e scomparve in una folata di vento. Bene, ne mancavano solo altri cento.

Afferrai entrambi i paletti, sebbene avevo la sensazione che quelli non fossero solo vampiri.

-Annabeth, Lucas, Simon, Cassie- I miei amici e mia sorella risposero alla mia chiamata facendo un passo in avanti.

-Tu vai, a loro ci pensiamo noi-

Annuii. Sapevo che avrebbero fatto un buon lavoro, come sempre.

Scattai verso sinistra a velocità lievemente inferiore a quella vampiresca, sperando che i vampiri rivolgessero la loro attenzione solo ai quatto ragazzi che si erano fatti avanti, attirando la loro attenzione.

Purtroppo uno di loro mi vide e diede l’allarme. Un gruppo di venti avversari circa tentò di assalirmi e per un soffio riuscii a scansare tutti colpi volti a rallentarmi. Tuttavia mi constrinsero a voltarmi e ad iniziare una dura battaglia.

Quando conficcai un paletto nel cuore di un vampiro e la sua pelle non divenne grigia, ebbi la conferma del mio sospetto. Anzi, il tipo estrasse il bastone appuntito dal cuore e lo lanciò lontano, ricominciando a combattere.

-Ibridi!- gridai.

-Allora ci vogliono le spade! Tieni!- E mia sorella mi lanciò uno spadone a due mani completamente fatto d’argento. Con quello disegnai un arco nell’aria e decapitai al primo colpo uno di loro.

Iniziai a menare fendenti di qua e di là e ne uccisi molti, ma continuavano ad arrivare, sottraendo lavoro ai miei amici. Evidentemente volevano me.

D’un tratto sentii un dolore alla mano sinistra mentre uno strano quanto forte bruciore si faceva strada lungo il mio braccio.

Vidi mia sorella che si faceva strada verso di me accompagnata da Lucas e Simon. In breve tempo gli ibridi morirono tutti, chi decapitato, chi col cuore strappato dal petto. Stefan e Caroline si erano fatti avanti e avevano liberato Damon che continuava a parlare a vanvera. Continuava a ripetere che gli avevo mentito su tutto e che presto mi avrebbe preso a calci nel sedere.

-Ci rivedremo presto- sentii la voce di mio padre risuonare nell’ampio spazio della cripta, seguita da un’agghiacciante risata.

-Io sarò qui ad aspettarti, capito?- ribattei.

-Non direi, visto che tra poco morirai-

-Talia…- Mi girai verso Annabeth che mi aveva chiamata con voce tremante. Aggrottai le sopracciglia, la sua voce non aveva mai tremato.

-Cos’è quello?- chiese indicando la mia mano sinistra. La alzai e notai qualcosa che prima non avevo visto. Le dita erano completamente rosse di sangue che fuoriusciva da uno squarcio sulla parte inferiore della mano. Poi guardai bene. La ferita aveva una strana forma, semicircolare. Sgranai gli occhi.

-Un morso. Uno di quei dannati mi ha morso!- urlai, facendo girare tutti, compresi Stefan e Caroline.

Mi girai velocemente per trovare del sangue di ibrido per curarmi. Pessima mossa. Iniziò a girarmi la testa così in fretta che le mie gambe cedettero. Chiusi gli occhi in attesa di un impatto con il terreno che non arrivò. Qualcuno mi aveva afferrata prima che cadessi sulla dura pietra del luogo, ma non mi sembravano le braccia di Annabeth, anche se mi erano famigliari.

No, quella decisamente non era la voce di mia sorella.

 

 

POV KATHERINE

 

-Talia, dannazione, lo sai che il morso dei licantropi è simile al cianuro, e tu ti butti in mezzo a loro come se non aspettassi altro. È una condanna a morte!-

Guardai la bionda davanti a me.

-Annabeth! Raccogli un po’ di quel sangue, presto! Annabeth!-

Niente, non si muoveva. Sembrava in catalessi.

-Se la vuoi salvare ti devi muovere!- Nulla, una statua di sale si muoveva più di lei.

Allora mi rivolsi ad uno dei suoi amici. –Simon! Prendi un po’ di sangue di ibrido!-

Grazie al cielo lui si mosse e in breve tempo riuscimmo a far bere a Talia abbastanza liquido da metterla fuori pericolo. Avrebbe dormito per almeno due giorni, ma almeno non sarebbe morta. Potevamo tirare un sospiro di sollievo.

Ma non era ancora finita. Damon si stava riprendendo ed era fiancheggiato dal fratello, da Caroline, la mia doppelganger e dal suo fratellino umano.

-Katherine? Che ci fai qui?-

-Non vi deve interessare, tra al massimo tre giorni me ne vado-

-Perché sei qui?-

-Vi ho già fornito una risposta esauriente-

-No, io non credo-

Mi alzai. Mi aveva fatto arrabbiare. E una Katherine arrabbiata e preoccupata era un mix letale.

-Ok. Sono venuta per lei- e indicai Talia che stava dormendo come un ghiro sul pavimento freddo della cripta.

-Che vuoi da lei?-

-Le ho salvato la vita, vi basta sapere solo questo-

-No che non ci basta-

La mia deliziosa copia, ormai vampira, si era fatta avanti, reclamando maggiori informazioni.

-Sei una stronza manipolatrice mentalmente instabile, perché dovrebbe importarti qualcosa di Talia?- continuò.

-Già, perché dovrebbe?- ribattei veloce. Annabeth alzò gli occhi al cielo, divertita.

In quel momento Talia si svegliò con un gemito strozzato e aprì gli occhi, leggermente assonnata.

Si alzò lentamente e sbadigliò mentre mugugnava qualcosa di incomprensibile.

-Ben svegliata- esclamai.

-Ma quanto ho dormito?-

-Qualche minuto- le risposi con un sorriso sincero. Lei strabuzzò gli occhi si risedette di botto sul pavimento. Mi guardò sgomenta.

-Speravo almeno in qualche ora!-

-Ti è andata male- risi.

Mi scoccò un’occhiata di fuoco e chiuse gli occhi. Sembrava distrutta.

-Sentite, perché non ne parliamo alla pensione? Si sta più comodi e così almeno Talia la smette di imitare una foglia?-

Il gruppo davanti a me guardò la diretta interessata e solo allora si accorse che la ragazza era scossa da violenti brividi che la destabilizzavano sempre di più. Mi avvicinai e le aprii la bocca, mentre con i miei canini mi squarciai il polso destro, avvicinandolo alla faccia.

-Bevi, ti farà bene-

Lei mugugnò qualcosa in protesta ma alla fine si lasciò convincere.

-Adesso staccati, altrimenti mi prosciughi-

Le pulii la bocca e la presi in braccio. Lei appoggiò la testa contro il mio braccio e chiuse gli occhi. Il suo respiro si regolarizzò in breve tempo.

Lentamente, come in processione, ci dirigemmo tutti verso le auto. Caricai sui sedili posteriori il corpo addormentato di Talia e mi sedetti dietro con lei in modo tale da avere la testa sulle mie gambe mantenendo la posizione orizzontale di lei.

Chiusi gli occhi toccandole lievemente i capelli. Sapevo che le piaceva sentire scorrere le dita tra le ciocche corvine. Rilassava persino me.

Mi lasciai andare e mi addormentai sul sedile.

 

Mi svegliai appena l’auto si fermò. Mi guardai intorno e vidi la pensione del Salvatore. Scendiamo tutti dalle auto e Lucas prende in braccio Talia come se fosse una bambina. Entrammo tutti ma Stefan mi spinse fuori. Voleva parlare solo con me.

-Vedo che Damon si è ripreso-

-Già, erano solo qualche taglio e le bruciature da verbena-

Annuii. Non sapevo cosa dire o fare. Era una situazione nuova per me.

-Perché l’hai salvata? Che legame hai con lei?-

-E lui invece?- chiesi senza rispondere alla domanda del ragazzo.

-Sono amici- rispose.

-Amici- ripetei.

-Si- confermò Stefan seccamente.

In quel momento la porta si aprì e ne uscirono Elena e Caroline.

-Talia e Damon stanno dormendo come bambini, lui nella sua stanza mentre lei in quella più lontana da lui- riferì la bionda.

La bruna mi guardò con sfida. –Rispondi alla domanda di Stefan, perché l’hai salvata? È una tua amica? Oh, già, giusto, tu non hai amici-

Sorrisi per la sua ingenuità.

-No. Vi basti sapere che ha più o meno la mia età di vampira-

-Uff, smettila di girarci intorno e di quello che devi dire, alla svelta- sentimmo arrivare da dentro la casa.

-Ok, ok, siete pronti per la bomba?-

Sfoderai il mio sorriso pericoloso mentre rispondevo: -Talia è mia sorella-

 

 

 

Spazietto dell’autrice:

Tu ci farai morire, sul serio.

Ecco chi era!

Stavo parlando io, pinguino!

Anche io, calamaro!

Basta, piantatela! Commentate il capitolo invece di litigare come bambini!

Ok, ok… allora, la tipa che ci hai detto essere la sorella di Talia è Katherine? Oh cavolo!

Già! Ho visto le tre stagioni e devo dire che Katherine è il personaggio che mi è piaciuto di più.

Bene! Perché nel prossimo capitolo, “Parentele pericolose parte 3”, sarà proprio bellissimo!

In che senso?

Le fan (3) del Tamon mi ammazzeranno, lo so già, ma mica tutto può essere rose e fiori, no? Non sono sicurissima del combattimento, né del discorso di Kath con Stefan alla fine, ma vedrò cosa mi direte voi.

Bene, non sono in vena di fare il solito angolino spastico, the_rest_of_me mi ucciderà per questo, perciò chiudo qui lo spazietto dell’autrice.

Da me che mi sto trasformando in un ghiacciolo vivente, Percy-calamaro e Neal-pinguino vi dico: alla prossima!

Ciao!!!

Ciao!!!

Ciao!!!

 

Aryela&Percy&Neal

 

P.S.: Non riesco più a muovere il braccio sinistro!

Per forza, è completamente ghiacciato!

Possio staccarti le dita e usarle per rinfrescare la mia bibita!

Fallo e ti stacco io stessa la testa e ci gioco a punching ball!

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Capitolo 10
*** Parentele pericolose parte 3 ***


Parentele pericolose parte 3

Sono tornata!!! Si, lo so, non ho aggiornato per un mese e mezzo, ma sono partita il 2 e sono tornata il 15 settembre da una vacanza studio in Scozia, ad Edinburgo. Ho comunque continuato a sfornare idee per la mia storia, in attesa di risentirvi tutti. E poi questo è stato un capitolo difficile da scrivere, Talia non deve gettarsi tra le braccia di Damon così in fretta (anche se io lo farei molto volentieri) e mandare a … tutti i suoi propositi di non innamorarsi più. Per quanto riguarda la copertina della storia, ormai ci ho rinunciato. So che vi sto tediando, per cui vi lascio al cappy. ENJOY!

 

 

 

PARENTELE PERICOLOSE PARTE 3

 

POV STEFAN

 

-Talia è mia sorella-

Erano passati due giorni da quell’affermazione e non ero stato fermo un secondo. Almeno, così mi sembrava. Erano tutti agitati, la tensione era palpabile nell’aria.

L’unica che sembrava essere il ritratto della tranquillità era Katherine. Seduta comodamente sul divano di pelle davanti al fuoco con in mano un bicchiere di liquido rosso, la vampira non ci aveva degnati di uno sguardo, ma io sapevo che sorrideva. Si, sorrideva, come solo una vampira pazza come lei sapeva e poteva fare.

Mancavano ancora Talia e Damon, anche se, secondo la Petrova, la ragazza si sarebbe svegliata a breve. Ed infatti…

-Ragazzi, che succede? Perché sono tutti agitati?-

Poi vide Katherine. Dal suo sguardo sorpreso sperai che tra loro non scorresse buon sangue.

-Che ci fai qui, Katerina?-

-Uff, sempre con quel nome. Voglio essere chiamata con la mia versione inglese. É più moderna-

-E da quando una vampira di cinquecento anni è moderna?- replicò Talia, mentre Katherine si alzava dal divano e le si avvicinava lentamente.

-Ho vuotato il sacco- ammise la più anziana. L’altra alzò un sopracciglio.

-Quanto hai detto e quanto sanno?- Era diventata improvvisamente seria ed ansiosa.

-Solo della parentela, il resto è venuto da sé. Ma visto che non ne parlano non so quanto abbiano capito-

Talia annuì. Sembrava abituata a questo tipo di cose.

Sentimmo un trambusto al piano di sopra e Damon comparve sulle scale. Si bloccò quando vide Katherine.

-Tu che ci fai qui?-

-Oh, si, sto bene grazie. Anche a me fa piacere rivederti Damon-

Poi mio fratello divenne una statua di sale notando Talia. Il suo volto si trasformò all’istante mentre inchiodava la ragazza al muro dietro di lei con la mano stretta attorno al suo collo.

-Chi sei? Cosa sei? Devi dirmi tutto!- ordinò lui..

Talia sorrise. –No-

-Non sei nelle condizioni per dare ordini, non trovi?- disse, riferendosi al fatto che la teneva per la gola, letteralmente.

Il sorriso della ragazza si trasformò in un ghigno carico di cattiveria.

Un attimo prima Damon la bloccava al muro con una forte stretta, e un attimo dopo era disteso a pancia in giù sul pavimento, con Talia a cavalcioni su di lui che gli teneva la testa schiacciata a terra e il braccio destro piegato innaturalmente dietro la schiena.

-Adesso chi è che non è nella posizione adatta per comandare?-

-Lasciami andare, piccola bugiarda! Mi hai mentito!-

-Io preferisco chiamarla omissione di verità. È più elegante, sai-

-Te lo do io l’elegante. In testa però!-

-Mmmh-

Vidi i suoi occhi assottigliarsi pericolosamente. Venni preso dal panico e decisi di intervenire.

-Dai, ti prego, lascialo andare. Ora non è in sé-

Lei mi guardò.

-E non lo sarà mai- rispose. Ma si spostò e andò a posizionarsi accanto a Katherine. Damon si alzò dal pavimento con un mugolio di dolore: Talia gli aveva spezzato il braccio.

-Come ti sei permessa?- bofonchiò lui, arrabbiato.

-Potrei farti la stessa domanda-

La voce della piccola Salvatore-Petrova era composta, gelida. Mi vennero i brividi solo a sentirla. Non volevo sapere cosa avrebbe fatto a Damon se fosse esplosa.

-Quando mi avresti detto cosa sei?-

Lei abbassò gli occhi. –Quella sera volevo dirtelo, ma tu ti sei fatto prendere da mio padre!-

-Tuo padre?-

-Sì, il vampiro che ti ha rapito era il mio grazioso paparino che, appena io ho compiuto sei anni, portò via me e mia sorella da casa nostra e ci abbandonò nel bosco. Grazie al cielo passavano di lì gli Originali, altrimenti saremmo morte!-

Damon era sbigottito, esattamente come me.

-Ma si può sapere che diavolo sta succedendo qui?- Rebekah, accompagnata dai fratelli e dal resto del gruppo, arrivò nel salone, ormai al completo.

Talia la guardò in cagnesco.

-Ma che ho fatto?- sbottò l’Originaria.

-Niente, niente…-

-Damon! Che le hai fatto?- La vampira millenaria esigeva delle spiegazioni? Bene, se mio fratello non voleva fornirgliele, l’avrei fatto io!

-Ehm, Bekah… Damon…-

-L’ho chiesto a Damon, non a te. Sparisci!- mi liquidò. Kol si era fatto avanti minaccioso emettendo un ringhio basso e gruttuale. Non potei fare altro che obbedirle.

Mi dileguai al piano di sopra, tendendo comunque un orecchio alla conversazione rimasta di sotto.

-Allora, volete rispondermi?-

 

 

POV ELENA

 

-Talia mi ha mentito, non mi ha detto la verità- rispose Damon.

-Talia!- la redarguì Rebekah.

-Te l’avrei detto la sera stessa!- La ragazza ignorò l’amica e continuò a battibeccare col vampiro, che le rispose prontamente per le rime.

-E chi me lo conferma, eh? Tua sorella non voleva nemmeno che ci vedessimo quel giorno!-

-Dovrai credermi sulla parola-

-Non ci penso nemmeno, non esiteresti ad ingannarmi di nuovo-

-E chi te lo dice? Non tutte le Petrova sono uguali, no? Lo sai benissimo, perfino meglio di me-

-Non so a cosa tu ti stia riferendo- ribattè lui.

-Certo, come no-

Era strano vederli bisticciare, sembrava quasi di veder Damon parlare con il suo riflesso nello specchio.

-Resta il fatto che mi hai mentito- riprese il vampiro.

-Non è vero! Io mi fidavo di te, te l’avrei detto!-

-Ti fidavi?- chiese Damon, stupito.

-Sì, stupido idiota che non sei altro! E tu, per un banale equivoco, stai facendo regredire tutto!-

Il fratello del mio ragazzo sgranò ancora di più gli occhi.

-Io me ne vado- annunciò Talia.

-Cosa? No!- urlò il vampiro, afferrandola per un braccio e costringendola a fermarsi.

-Che vuoi?- Il tono della ragazza era talmente carico di rabbia e disprezzo che Damon non potè fare altro che lasciarla andare.

-Prima litighi e poi vuoi che rimanga qui? Sei un incoerente!-

-Cosa?!? Ma ti sei sentita?-

-Certo! Non ti sei mai visto allo specchio?-

-Lo so che sono il più bello, ma non c’è bisogno di fare tutto questo giro di parole per dirmelo- disse Damon con un sorrisetto malizioso che non prometteva nulla di buono, ma su Talia non sembrava avere effetto. Infatti…

-Vuoi sapere cosa sei? Sei un idiota senza cervello, uno stupido, un cretino…-

-Non ti permettere mai più!- la interruppe lui, alterandosi.

-Oh, non preoccuparti di questo, Damon. Me ne vado, così non potrai sentirmi mai più- e si diresse verso la porta.

-Talia -la richiamò Katherine- non fare il mio stesso errore-

La ragazza annuì e si girò di nuovo verso il vampiro dagli occhi celesti.

-Fidarmi di te è stato l’errore più grande che avessi mai potuto fare. Tu non meriti fiducia-

In un attimo la mezza vampira fu fuori e nella casa calò il silenzio. Stefan scese le scale e guardò verso l’ingresso con aria assorta.

-Talia ha ragione- proferì.

-Cosa?- disse Damon girandosi verso il fratello, che puntò i suoi occhi verdi in quelli ghiaccio del maggiore.

-Sei un idiota- continuò il minore. –Ti ha dato fiducia e tu nemmeno l’hai ascoltata. Mi hai deluso-

-Ho di meglio da fare che compiacere te- replicò il corvino.

-Ah, si? Come ad esempio tentare di fregarmi la ragazza?- sputò velenoso Stefan. Tirava brutta aria.

Sgranai gli occhi. –No! Fermi!- urlai mettendomi tra loro.

-Elena, spostati-

-No, Damon-

-Spostati-

-No-

Vidi la frustrazione in quegli occhi colore del cielo. Non sapevo più a cosa pensare. Talia che si fidava di Damon, la sua prima reazione quando lei aveva detto di volersene andare. Annabeth non aveva detto nulla… che fosse già successa una cosa simile? Stefan che dava ragione alla mezza vampira… Ero confusa, molto.

Damon sospirò e si diresse al piano superiore. Ero tentata di andare da lui, ma non sapevo come avrebbe reagito, non dopo quello che avevo ricordato.

-Che cosa facciamo?- chiesi dopo che ebbi sentito la porta della sua stanza sbattere con forza.

-Non lo so- ammise Stefan. –Non conosco Talia, non so che reazione potrebbe avere- Insieme alzammo il viso verso Annabeth che stava seguendo il nostro discorso facendo saltare lo sguardo da me al mio ragazzo.

-Talia tende a stare da sola, le piace molto l’acqua e molto spesso va in piscina o, in mancanza di quella, fa il bagno al fiume- mi informò.

-Non sente il freddo, esattamente come i vampiri- disse Cassandra. Non avevo ancora capito cosa facesse con quei quattro, ma avevo compreso benissimo che lei e Talia erano molto legate.

-Allora cerchiamola accanto al Wickery River, che aspettiamo?- dissi. Volevo trovarla per renderle il favore. Aveva impedito a Rebekah di ammazzarmi, salvarla da se stessa mi sembrava il minimo.

-No, sarebbe proprio quello che si aspetterebbe da noi. Rimarremo qui- s’intromise il mezzo vampiro dagli occhi nocciola, Lucas mi pareva si chiamasse.

-Da quanto la conosci? Due anni? Come fai a sapere cosa fare? Lascia che sia sua sorella a decidere- ribattè Kol. Da tre che eravamo, ora la nostra discussione aveva coinvolto tutti, Originali compresi.

-Io posso dire di conoscerla da quando era piccolissima, ho già visto il suo comportamento molte volte e so perfettamente che Talia ha bisogno di stare da sola. Ma…- disse la bionda Originaria.

-Ma cosa, Rebekah?- chiese l’altro amico, Simon.

-Ma penso che stavolta non può farcela senza di noi. Non ho mai visto, in cinquecento anni di forte amicizia, quello sguardo. Era delusa, si fidava per davvero- concluse lei.

-Quindi? Che facciamo? La cerchiamo?- chiesi.

-Sì. Qui a Mystic Falls c’è una piscina, giusto?- disse Annabeth, trovando conferma nei nostri occhi.

-Proviamo lì- concluse.

 

 

POV TALIA

 

Guardai la tavola davanti a me. Avevo perso il conto dei tuffi che avevo eseguito, come sempre, alla perfezione.

Ma ero ancora nervosa. Ogni volta che chiudevo gli occhi rivedevo la mia discussione con Damon, le sue parole, le sue espressioni, i suoi gesti.

E, come ogni volta, mi dicevo che avevo fatto bene a rispondergli in quel modo.

Chiusi gli occhi e feci un bel respiro.

-Ok, un avvitato all’indietro- decisi.

Presi la rincorsa e mi tuffai.

Appena il mio corpo infranse il pelo dell’acqua mi sentii meglio, come se tutte le mie preoccupazioni fossero volate via. Riemersi in un secondo e rimasi a galleggiare un po’ a mo di stella. Volevo riflettere.

Ovviamente tutto deve sempre andare storto e non potei fare nulla di quello che avevo pensato.

Sentii qualcuno battere le mani in un applauso inaspettato e mi venne un infarto. Ne rischiai un altro quando vidi chi era entrato nella struttura.

-Alexej- sussurrai, gli occhi sbarrati.

-Ciao Talia- mi rispose a voce bassa.

-Che ci fai qui?-

-Ti ho sentito litigare con quel ragazzo, come si chiama? Ah, si, Damon…, e, siccome ti conosco come le mie tasche, sapevo che saresti venuta qui-

-Mi hai seguita per tutti questi anni? Non ti è mai venuto in mente che magari avrei avuto bisogno di un padre?-

-Lo so, hai ragione. Ma non mi sentivo pronto per fare il genitore, di due Petrova per giunta-

-Per questo ci hai lasciate nel bosco, speravi che saremmo morte per evitare i tuoi doveri di padre?-

Alexej, seduto sul bordo della piscina con le gambe a mollo, abbassò lo sguardo, colpevole. Lo raggiunsi rimanendo in acqua.

-Perché volevi me?- sussurrai. Volevo risposte.

-Perché eri la figlia che mi odiava di più, volevo che mi perdonassi. Se ci fossi riuscita tu, allora potevo sperare anche nell’indulgenza di Annabeth-

-Devo dire che, anche se è il discorso di un assassino, ha un senso- commentai.

-Perché adesso?- chiesi ancora.

-Ma quante domande fai?-

-Devo recuperare cinquecento anni, aspettati tanti quesiti da parte mia!-

Ridemmo insieme, come non mi accadeva da una vita ormai.

-Comunque, non hai visto i segni? L’altro ieri c’è stata un’eclissi lunare, molto probabilmente ci sarà qualche altro evento cosmico tra poco. È arrivato il momento-

-Stai dicendo..?-

-Sì, hai conosciuto la tua anima gemella, quella persona che ti aiuterà a spezzare la tua maledizione-

-Ma perché hai detto a Damon di volere vendetta? Non ha senso-

-Era una messinscena, non volevo farti del male-

-Ma un ibrido mi ha morso- e gli feci vedere la cicatrice biancastra che si intravedeva sulla mano sinistra.

-Non era nei piani-

-Perciò, visto che non riuscivi ad avvicinarti a me con le buone, hai rapito Damon per farmi venire da te. Avevi previsto anche il nostro litigio?-

-Sinceramente non avevo immaginato venisse così bene-

-Ok, ora basta- Uscii velocemente dall’acqua e mi diressi negli spogliatoi.

-Ehi, che ho detto?-

-Ecco perché mi sono sempre rifiutata di parlarti. Tu sensibilità zero-

Mi rimisi i vestiti e presi il borsone. Cercai di essere il più veloce possibile, ma non era pensabile di ingannare un vampiro di settecento anni. Difatti Alexej mi afferrò il braccio, costringendomi a fermarmi.

-Ehi, aspetta. Spiegami, perché adesso sei arrabbiata-

-E me lo chiedi pure?- gli ringhiai contro.

Sbigottito dalla mia reazione, mollò la presa, lasciandomi libera di mettere una certa distanza da lui.

Ma non feci che qualche passo quando una figura comparve accanto alla piscina. Indossava una giacca di pelle nera, come i pantaloni, e una camicia di seta scura come la notte. I capelli corvini erano scompigliati e facevano risaltare due occhi azzurri come il cielo estivo.

-Damon…- soffiai.

-Che ci fa lui qui?- mi chiese lui a bassa voce.

-Sono venuto per parlarle. Volevo che capisse cosa mi ha portato ad agire in quel modo- rispose mio padre per me.

-Alexej…-

-Da quando mi chiami con il mio nome? Papà non è più di moda?-

Lo scrutai. Morbidi riccioli dorati incorniciavano un volto rubato agli angeli, gli occhi verdi come prati inglesi brillavano di malizia e astuzia.

-Alexej? Non è italiano- commentò Damon.

-Mia madre era russa- ribattè secco il biondo.

-Perché sei qui?- chiesi rimando indifferente a quello scambio di battute.

-Ho bisogno di parlarti-

-E tu non hai pensato che forse io non ho bisogno di ascoltarti?-

-Ti prego-

-No, Damon. È troppo tardi-

-Tardi per cosa?-

Per cosa? Non lo sapevo nemmeno io. Per non rispondere a quella domanda scomoda gli voltai le spalle e ritornai nello spogliatoio. Mi sembrava di aver visto un’altra uscita, almeno speravo. Le mie preghiere non vennero esaudite e, frustrata, mi sedetti su una panca.

-Per favore- Sobbalzai quando sentii queste parole, non mi ero accorta che Damon fosse entrato e mi stesse guardando. Alexej gli stava dietro.

-Non posso-

-Ti prego, basta. Ne ho abbastanza di persone che mi dicono che non possono fare qualcosa quando quello che devono fare è semplicemente volerlo-

-Non voglio-

Damon mi scrutò attentamente. –Vuoi davvero che non ci sia nessun chiarimento? Siamo entrambi nel Consiglio, ci sarebbero molte tensioni-

-Non sono preparata. Non voglio soffrire di nuovo- mugolai.

-Mi sono innamorato di due ragazze fisicamente uguali e caratterialmente diverse, ma che amano entrambe mio fratello. Come la mettiamo?-

-E se io ti dicessi che mi sono innamorata sei volte e per altrettante volte il mio cuore si è spezzato?-

Damon si avvicinò e si sedette su una sedia davanti a me, non staccando i suoi occhi dai miei.

-Scusa- sussurrò, meravigliandomi. Damon Salvatore che chiedeva scusa? Questa me la dovevo segnare!

Mi limitai a guardarlo a bocca aperta.

-Per cosa?-

-Ho sempre creduto che solo io ho sofferto nella vita, senza pensare agli altri,… a te-

Il mio cuore sobbalzò. Nessuno mi aveva mai detto una cosa simile. Non sapevo più a cosa pensare.

-Ok, piccioncini. Annabeth sta per arrivare, con lei c’è tutta la combriccola. Voglio spiegare loro ogni cosa- ci interruppe mio padre.

In quel preciso istante tutto il gruppo entrò nella sala. Appena Annabeth vide la scena sgranò gli occhi.

-Alexej- sussurrò. Lucas e Simon ebbero la sua stessa reazione.

-E voi due?- chiese Cassandra.

-Damon mi stava parlando di amori non corrisposti- dissi alzandomi e dirigendomi verso i miei amici con in mano il borsone.

-E tu non eri da meno- rispose lui.

-Guarda che hai iniziato tu-

-Vero-

Il corvino iniziò a dondolare il bacino avanti e indietro tenendo le mani nelle tasche dei pantaloni.

-Non fare così, mi innervosisci. Di Patrick Jane ce n’è solo uno, e sarà sempre così-

-Troppo The Mentalist fa male alla salute- commentò Annabeth divertita.

-PJ sempre e comunque- le risposi con un sorriso.

Ridemmo insieme, e fu bello. Mi sentii in sintonia con lei e con ciò che ci circondava.

Ma quest’idillio durò troppo presto. Katherine era entrata nella struttura e fissava Alexej con i canini snudati. D’altronde, nemmeno lei lo sopportava per quello che aveva fatto a me e a mia sorella.

-Perché c’erano degli ibridi? Non ti è venuto in mente che forse le tue figlie sono ancora più allergiche al morso dei licantropi rispetto a noi vampiri?- sputò lei, velenosa.

-Sinceramente no- ammise lui.

-Sei un padre da fare schifo- commentò Annabeth. Io sorrisi. Alexej ringhiò.

-Non posso darti torto, sorella- le diedi corda.

-Non ti ci mettere anche tu!- gridò mio padre.

-Altrimenti?- lo sfidai.

-Ti uccido, prendo la tua carcassa e la appendo là, guarda- e indicò una ringhiera dalla quale le persone potevano vedere le evoluzioni dei nuotatori, come gli spettatori nelle grandi piscine.

-Dimentichi una cosa, però –dissi, avvicinandomi a lui- a meno che non mi morda un licantropo, io non posso morire-

Alexej imprecò sottovoce in russo, e io sorrisi di nuovo.

-Vedi, –continuai- quando raggiungiamo il diciassettesimo anno di età, il nostro corpo muta, facendoci diventare del tutto simili a voi vampiri, ma con qualche difesina in più-

Damon aggrottò le sopracciglia. Certo che era tardo quel ragazzo.

“Ma tanto tanto carino…” Coscienza, che vai a pensare!

“Beh, dovrai ammetterlo prima o poi…” Ammettere cosa?

“Che un po’ ti piace…” Certo, Coscienza, ma solo nei tuoi sogni!

-Ehi, Talia? Ma che hai? Ti sei incantata?-

-Mmh?-

-Ti sei incantata. Che volevi dire?-

-Oh, si. Il paletto nel cuore, la decapitazione e il fuoco non ci fanno nulla. In compenso il morso dei licantropi è ancora più letale. Ho finito- aggiunsi.

-Hai praticamente omesso metà DNA, direi che non hai finito per niente- replicò mia sorella.

Sbuffai. Quando faceva la perfettina so-tutto-io volevo farla fuori, non la sopportavo.               

-Non puoi farlo tu?- la implorai, con lo sguardo da cucciola.

Sospirò pesantemente, alzando gli occhi al cielo.

-Le nostre madri erano delle streghe, quindi ereditiamo anche i geni magici. Siamo streghe-vampire, ibridi insomma- concluse la bionda.

Damon aveva la bocca spalancata dallo stupore, Elena, Stefan e Caroline non erano messi meglio.

-Ci siamo specializzati tutti e cinque in uno degli elementi…-

-Scusa se ti interrompo, ma gli elementi sono quattro, come fare voi a possederli tutti, ce n’è uno in comproprietà?- chiese Caroline.

-Io non possiedo il controllo su nessuno degli elementi tradizionali- dissi.

Stefan aveva la fronte corrucciata, nel tentativo di capirci qualcosa.

-E su cosa allora?- chiese Elena.

-Scopritelo da soli- ribattei. Non mi andava di dire tutto subito, volevo che facessero delle indagini, che puntualmente non avrebbero portato a nulla perché non lasciavamo mai tracce e indizi sul nostro passato. Dio, come mi piaceva questo gioco!

Involontariamente sorrisi e Damon mi guardò incuriosito. Lo ignorai bellamente.

-Annie, andiamo?- chiesi in tono leggero.

-Aspetta! –mi fermò Katherine- che ne fai di lui?- indicò Alexej.

-Mmmh, non lo so. Perché non ci pensi tu, Kath? Mi raccomando, non ucciderlo- aggiunsi con un sorriso cattivo, molto Petrova.

Il soggetto maschile in questione deglutì forte e sgranò gli occhi verdi. Mi veniva da ridere: gli tremavano le labbra, sembrava un coniglietto impaurito.

Io e tutto il gruppo uscimmo dalla piscina, al sole, e strinsi gli occhi. Adoravo il loro colore, blu elettrico che sfumava verso il grigio attorno alla pupilla, ma erano anche molto più sensibili alla luce solare degli occhi marroni. Quelli di Damon invece erano ancora più belli, variavano dall’azzurro ghiaccio al blu oltreoceano… Dio, ma cosa andavo a pensare?

“Vedi? Sei attratta da lui…” Cheee???? Semmai sono attratta dai suoi occhi stupendosi!!

“Che fanno parte di lui, quindi è come se fossi attratta da lui…” Che palle! Coscienza, ma non hai altro da fare che stare qui a rompere a me??

“Ovvio che no, è divertente stuzzicarti…” Ti prego, basta!

Mi avvicinai all’auto e aprii la portiera posteriore, infilandoci il borsone. Poi mi sedetti al posto del guidatore.

-Te ne andrai per un po’, vero? Per riflettere- disse Annabeth.

Annuii stancamente.

-Buona fortuna- aggiunse, triste.

Mossi ancora il capo in segno affermativo.

Misi in moto velocemente e mi allontanai con una sgommata, desiderosa di mettere quanta più strada possibile tra me e il resto del mondo. “Tra me e Damon…” pensai involontariamente, ma poi mi resi conto che era vero. Avevo paura che mi ferisse, come era già successo con Lucas e Simon. E sapevo il perché.

In fondo Bekah aveva ragione: avevo proprio delle parentele pericolose.

 

Spazietto dell’autrice:

ok, qui si capiscono un po’ di cose, soprattutto perché Talia e Annabeth odiano il padre, mezzo russo. La nazionalità di Alexej è molto importante, poi scopriremo il perché. Stranamente Percy non mi ha ancora interrotto… A proposito, Neal! Dov’è Calamaro?

Non ne ho la minima idea, sorry!

Ok, va bene, ci penserò più tardi. Ringrazio chi mi ha inserita negli autori preferiti, chi ha inserito le mie storie nelle preferite/seguite/ricordate, e i lettori silenziosi, anche se pochi recensiscono in confronto ai 372 lettori silenziosi solo del primo cappy. Mi demoralizzate…

Passiamo ora alla notizia che devo comunicarvi. Essendo io una scrittrice (????), mi sono impegnata in un cross-over tra questa storia e Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, dopo “Lo Scontro Finale”. Desidererei chiedervi in che Cabine vorreste inserire i nostri vampiri. Qui sotto abbiamo la lista dei belli e dannati che si trasferiranno al Campo Mezzosangue:

Talia, già inserita, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Zeus;

Annabeth, vi ricordo che il suo elemento è il fuoco e che lei, Talia e Katerina hanno la stessa madre!

Cassie, già inserita, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Demetra, anche se sarà figlia della Titana Gaia;

Lucas, già inserito, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Poseidone;

Simon, già inserito, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Eolo;

Elena,

Stefan,

Damon, già inserito, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Afrodite;

Caroline, già inserita, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Afrodite;

Bonnie,

Rebekah, già inserita, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Afrodite;

Elijah,

Kol,

Niklaus,

Katherine,

Nuovo personaggio (sorpresa inedita!).

Ovviamente faccio riferimento ai libri, e Percy, Annabeth e Grover non hanno l’aspetto dei personaggi del film!

 

Bene, ho finito! Ringrazio gli dei che almeno la testa non si è ghiacciata come le gambe, non riesco più a camminare!

Forse è un bene, non credi?

Percy! Che cosa stai insinuando?

Nulla solo che…

Che cosa?

Lascia perdere!

*faccio gli occhi da incazzata nera*

Almeno fai meno danni.

Oh. Ok. *mi giro e me ne vado*

Non ci credo, me l’ha data vinta così, senza litigare come facciamo di solito?

Già, mi sto preoccupando. Prima chiedeva di te.

Mi sto preoccupando anche io. Aryela, vieni qui per favore!

Si, che c’è?

Stai bene?

Mai stata meglio!

Sicura? Non è che hai la febbre?

Ragazzi! Sono sana come un pesce! Non preoccupatevi!

È quando mi si dice così che mi preoccupo ancora di più!

*mi avvicino a Percy con un ghigno sul volto. Avvicino la mano destra alla sua guancia e gliela pizzico*

Ma che cariiinooo! Si preoccupa per me!

Noooo! È la prima che riesce a farmelo ammettere!

Hihihihihihi (mia risata molto malefica).

Sei un genio del male! *do un cinque a Neal*

Grazie, lo so! *sorriso ghembo alla Damon*

Bene, per oggi è tutto, ci vediamo la prossima puntata da Aryela, Calamaro e Il-Mio-Panama-Preferito!

Ciaooo!

Ciaooo!

Ciaooo!

 

 

Aryela&Percy&Neal

 

P.S.: complessivamente, ma senza immagine iniziale, sono 13 pagine di word, vi piace questa lunghezza o devo tagliare/allungare il cappy? Fatemi sapere!

P.P.S.: qui trovate la foto di Alexej ;-)

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Capitolo 11
*** Love and Family ***


Love and Family

Finalmente ce l'ho fatta, tra la scuola, il morale a terra per le poche recensioni e l'ispirazione che era fuggita via, non ho potuto aggiornare per più di due mesi... comunque ora sono qui e auguro a tutti una buona lettura, soprattutto a _Want u Back_, che mi ha inviato questo splendido banner, e safycullen97, che mi ha aiutato ad andare avanti e a non mollare, mai.

Grazie ragazze, siete speciali. Questo capitolo è dedicato a voi.


Capitolo 11

LOVE AND FAMILY

 

POV DAMON

 

L’aveva lasciata andare. Sua sorella era emotivamente instabile e lei l’aveva lasciata andare per conto suo su un auto.

Annabeth era una pazza, Talia in questo momento potrebbe fare di tutto, anche gettarsi da un ponte.

Volevo gridare contro la bionda tutta la sconsideratezza che aveva avuto, ma tutto ciò che riuscivo a fare era guardare insistentemente il punto in cui la Porche era scomparsa dalla mia vista.

Qualcuno mi riscosse prendendomi per le spalle e scuotendomi violentemente.

-Damon, Damon, che hai? Dobbiamo andare, ricordi? Avevi promesso che mi accompagnavi a scegliere un vestito nuovo- La voce lamentosa di Elena arrivò ovattata alle mie orecchie, da tanto ero concentrato.

-Si, si, arrivo- le risposi in modo distratto, mentre gettavo un ultimo sguardo alla strada.

Seguii Elena solo per rivolgere i miei pensieri altrove, per non pensare a Talia e a quanto, da sola, fosse in pericolo.

 

 

POV TALIA

 

Stavo guidando da molto, non sapevo se erano passate ore o solo pochi minuti da quando me ne ero andata.

Ero fuggita, di nuovo. E di nuovo da qualcuno che sapevo farmi bene all’anima. Sempre che ne avessi una, ovviamente.

Adesso mi veniva in mente solo una persona che volessi al mio fianco in questo momento. Mi era stato vicino nei momenti più bui della mia vita e lo desideravo accanto anche adesso. Il problema era che era morto nel modo più atroce…

-Basta! Se continuo ad arrovellarmi il cervello in questo modo, andrò fuori di testa- mi dissi.

Accostai sul ciglio della strada e scesi dall’auto. Gli occhi mi pungevano pericolosamente ed io non volevo piangere. Non l’avevo mai fatto e mai avrei incominciato. Non era nel mio DNA frignare come una bambina.

Eppure in questo momento ne avevo inspiegabilmente bisogno.

Mi allontanai nel bosco per evitare di essere vista da qualcuno. Non so per quanto camminai, ma quando decisi che ero abbastanza lontana dalla strada, mi buttai a terra e mi presi la testa tra le mani.

Adesso potevo sfogarmi liberamente senza che qualcuno possa vedermi. Maledetto orgoglio!

Grossi lacrimoni iniziarono a rigarmi le guance, mentre singhiozzi sempre più forti mi laceravano il petto.

Non potevo restare sola per sempre, non potevo! Volevo innamorarmi, cazzo!

Mi alzai di scatto e raggiunsi l’albero più vicino. Avevo voglia di prendere qualcuno a pugni. Senza pensarci avevo iniziato a colpire la corteccia del tronco. Sentivo l’odore del sangue diffondersi nell’aria, probabilmente usciva dalle nocche sbucciate.

-Perché stai tentando di uccidere un povero albero? Si può sapere che ti ha fatto?-

Sobbalzai e istintivamente guardai intorno a me per vedere chi aveva parlato. Non vidi nessuno.

Perfetto, adesso sentivo pure le voci! Stavo diventando…

-No, non sei pazza- mi smentì di nuovo la voce <> continuò.

-Qui dove?- ringhiai, una descrizione un po’ più vaga no?

-Alza il tuo bel visino- riprese.

Feci come aveva detto e vidi un ragazzo in piedi su un ramo, elegantemente appoggiato al tronco di un albero accanto a quello che avevo preso a pugni. Aveva i capelli molto scuri, esattamente come gli occhi. Istintivamente lo ricollegai ad Elijah.

Nel frattempo il ragazzo era saltato a terra, atterrando con grazia accanto a me. Io invece avevo continuato a fissarlo a bocca aperta.

-Cara, se continui a guardarmi così mi consumi- ghignò.

Mi ripresi velocemente e soprattutto serrai le labbra, facendolo ridacchiare. Gli rifilai un’occhiataccia. Da un demente all’altro, che fortuna!

-Allora, potrei sapere il nome del prode cavaliere che ha evitato così tempestivamente una mia possibile morte per dissanguamento causato da motivi più che personali?!?!-

A volte ero così incazzata che il sarcasmo mi usciva persino dalle orecchie.

-Tyler Lockwood-

Il nome non mi era nuovo, soprattutto il cognome. Dove l’avevo già sentito?

Poi, l’illuminazione.

-Ma tu sei il figlio di Carol Lockwood! Il sindaco di Mystic Falls!-

Il ragazzo annuì, leggermente rabbuiato.

-Io mi chiamo Talia Salvatore, sono nel Consiglio-

Tyler si guardò intorno, come se potesse esserci qualcuno a spiarci, e annuì.

Iniziammo a camminare fianco a fianco senza una direzione precisa.

-Comunque perché sei qui, tu?- continuai.

-Stavo facendo una passeggiata per schiarirmi le idee. E tu invece?- chiese di rimando.

-Mi fidavo di una persona che mi ha delusa. Mi era entrato dentro velocemente e pensavo seriamente mi fosse almeno amico, invece non si è fidato- conclusi il racconto a testa bassa, la mente invasa dai ricordi.

-Il tuo ragazzo?- chiese lui.

Alzai di scatto la testa e lo fissai, dura.

-Ok, ok, scusa- si rimangiò quanto aveva detto.

-Così va meglio- sorrisi.

-Comunque, tu lo ritenevi un buon motivo per prendertela con un albero- ragionò.

Annuii.

-Forse posso rimediare, love- si avvicinò pericolosamente.

Indietreggiai, pronta a qualunque sua mossa. Poi mi venne in mente.

Love.  L’avevo sentito da una sola persona prima di adesso e sapevo che questa era morta. Eppure quel ragazzo l’aveva appena pronunciata, e adesso ero nella confusione più totale.

-Chi… Cosa… Cosa sei tu?-

-Calmati, ok? Non voglio farti del male. D’altronde, chi potrebbe fartene?- rise, come se sapesse.

Oddio, e se sapesse veramente? In che guaio mi sono cacciata?

Lo guardai con gli occhi sgranati, almeno ero ancora capace di imitare una povera ragazza impaurita che si trovava nel bosco, sola con un ragazzo inquietante che imitava una delle persone più importanti della sua vita.

-Talia- mi chiamò dolcemente, mettendomi le mani sulle spalle.

-Non avere paura- continuò.

-Non ne ho, BASTARDO!- urlai, caricandolo come un toro con tutta la forza e velocità che mi venivano fuori in questo momento.

Tyler finì scompostamente contro un albero. Sentii distintamente la spina dorsale del ragazzo rompersi. Una strana sensazione di gelo s’impossessò di me. Cazzo, l’avevo ucciso.

Non importa, magari è un vampiro e non s’è fatto nulla.

Ma dico, ti senti! Talia, se non è un immortale l’hai ammazzato sul serio!

Cazzo, cazzo, cazzo. Cazzo!

Adesso sono davvero nei casini, ho accoppato il figlio del sindaco Lockwood!

-Ok, stai calma Talia, si risolverà tutto. Potrei sempre soggiogare Carol- parlai a voce alta.

-No, non funzionerà, prende regolarmente verbena- mi risposi.

-Ma… se provassi con l’altro metodo di soggiogazione? Quello made in Talia Salvatore-Petrova? Potrei tentare, ma avrei il sindaco come lecchino per tutta la vita…-

Ok, stavo davvero uscendo di testa. Insomma, facevo le domande e mi davo le risposte da sola!

Decisi di tornare a Mystic Falls, tanto, ovunque fossi in questo momento, sarei arrivata prima a piedi che in macchina.

Arrivata all’auto, la spostai in una zona di sosta e afferrai il borsone ancora abbandonato sul sedile posteriore.

Ero pronta.

Mystic Falls, sto ritornando. E stavolta saranno cazzi amari per tutti.

 

 

POV KLAUS (IN TYLER’S BODY)

 

L’avevo rincontrata per cinque minuti e già mi voleva fare fuori. Mi aveva sbattuto contro un albero con talmente tanta forza che mi si era spezzata la schiena. Letteralmente.

Comunque ero felice, l’avevo rivista, la mia Tals.

Ricordavo ancora quando l’avevo vista per la prima volta nel bosco. Era lei a risollevare il morale della sorella maggiore, non il contrario. In quel momento capii che era speciale e volevo portare via solo lei, ma la piccoletta si era talmente impuntata che non aveva avuto altra scelta. Le avevo portate via entrambe ed erano cresciute con la migliore protezione sovrannaturale del mondo.

Sorrisi involontariamente al ricordo di quella bambinetta cocciuta che, a soli dodici anni, era l’unica della famiglia ad avere avuto l’accesso incondizionato al mio studio.

Ed io ero lì quando ha affrontato la prima trasformazione in vampira, il giorno del suo diciassettesimo compleanno.

Per cinquecento anni le ero stato accanto, ogni giorno, fino a tre anni fa, quando l’avevo lasciata a Miami, venendo qui a Mystic Falls per rompere la mia maledizione.

Ora era qui e potevamo riprendere da dove avevamo lasciato la nostra vita insieme, come due fratelli che si amavano senza riserve. Ognuno sapeva sempre tutto dell’altro, ogni più piccolo momento della nostra vita, della nostra eternità. Ma, soprattutto, nostra.

Immerso in questi pensieri, non mi ero accorto che ero arrivato a destinazione: la pensione Salvatore.

 

 

POV TALIA

 

Stavo correndo a più non posso, dovevo avvisare tutti. Le immagini del mio attacco mi scorrevano ancora vivide nella mente e non riuscivo a scacciarle. Probabilmente non se ne sarebbero più andate.

Non dovevo pensarci, altrimenti impazzivo. Insomma, non lo avevo fatto apposta, no?

Non ebbi il tempo di darmi una risposta, anche mentale, che mi ritrovai di nuovo a Mystic Falls.

Destinazione: il pensionato dei Salvatore.

 

La mia camminata era veloce e sicura mentre procedevo verso la mia meta, ma la verità era che avevo una fottutissima paura di rincontrare tutti, specialmente lui. Mi avrebbe giudicata? Se sì, cos’avrei fatto? Dio, ero così confusa!

In poco tempo vidi l’imponente struttura ottocentesca completamente in legno che era la casa di Stefan e… Damon.

Presi un bel respiro ed entrai.

 

 

POV DAMON

 

Mi stavo trattenendo dal decapitare all’istante quel dannato ibrido. Cavolo, sembrava scomparso dalla faccia della terra, e adesso era ricomparso chissà come ed era nel mio salone a sorseggiare con nonchalance del sangue preso dalla mia cantina.

L’avrei strozzato.

-Dio, sei vivo- continuava a ripetere BarbieKlaus con le lacrime agli occhi. Ma come faceva a commuoversi per un tipo del genere? Bah.

D’un tratto la porta si aprì, rivelando una figura bassina ma armoniosa, dai corti capelli neri e dagli elettrici occhi blu.

Era tornata.

Talia.

 

Per un secondo ci immobilizzammo tutti, fissandola sbigottiti.

Al suo ironico -Beh, perché mi guardate tutti in quel modo? Ho qualcosa in faccia?-, si scatenò l’inferno.

-Talia! Sei tornata quasi subito!- urlarono almeno sette persone, trapanandomi i timpani, per poi gettarsi su di lei.

Persino Elijah e Kol si erano alzati per salutarla.

Gli unici che non le erano andati incontro erano Elena, il piccolo Gilbert, la BarbieVampira, mio fratello ed io. E l’ibrido.

-Avete finito di farle le feste? Sembrate tanti cagnolini. Bau, bau!- dissi ironicamente.

-Come non riconoscerti, Damon. La tua ironia è scadente come sempre- commentò sarcasticamente Talia.

La guardai sorpreso da questo cambiamento, ma lei aveva già spostato lo sguardo sull’ibrido e lo stava guardando con gli occhi sgranati.

-Tu…>> sussurrò. Potevo sentire il suo cuore prendere il volo. <

Lui si alzò e lentamente le andò vicino, parlandole insieme.

-Talia… Sono tornato per te, per Ann, per Cassie, per la nostra famiglia-

La mora parve ricordarsi qualcosa e gli occhi le si inumidirono.

-Nik…- soffiò, dubbiosa.

L’ibrido annuì, regalandole poi un sorriso, forse il primo vero sorriso avesse mai fatto da quando era venuto qui.

-Nik! Oddio, quanto mi sei mancato!- gridò Talia, abbracciandolo forte.

In quel momento tutti i miei sogni di gloria sfumarono miseramente. L’aveva abbracciato. Cioè, aveva abbracciato qualcuno di verso da me. Insomma, non ero io quello che stava stringendo a se.

Grrrr. Adesso sì che volevo ammazzarlo sul serio, ma prima l’avrei fatto soffrire tanto. I miei occhi luccicarono di rabbia e dovetti distogliere lo sguardo per non attuare il mio piano in quel preciso istante.

La mia attenzione venne catturata dalla successiva frase della ragazza.

<>

Sembrava arrabbiata. Una tigre.

Sorrisi, aspettandomi una bella zuffa. Invece lei si limitò a dargli un cazzotto sul braccio che lo fece spostare di mezzo metro.

Però, forte la ragazza.

-Sempre violenta, eh?- disse lui.

Talia si limitò a sorridergli, commossa.

-Ehm, volevo chiederti una cosa…- continuò l’ibrido.

-Sì, Nik?-

-Vuoi aiutarmi a riprendermi il mio corpo?-

-È impossibile, l’abbiamo gettato in mare- disse Stefan.

-Ti assicuro che per noi non è un problema. Anzi, volete assistere al nostro spettacolino?- rispose Lucas con un sorriso.

-Luc, non abbiamo tempo per questo- lo rimproverò la BarbiePetrova.

Il vampiro lo guardò accigliato. -Volete diventare i nostri nemici allora?-

-Amici… nemici… per me non fa differenza- disse la mora, fredda.

Strinsi lievemente i braccioli della poltrona su cui ero seduto e alzai il mento, guardandola impassibile.

-Andiamo allora- disse l’ibrido.

Talia sorrise e annuì, afferrando il borsone e avviandosi verso la porta.

-Klaus…- chiamò Katherine.

-Sì, Katerina?-

-Volevo chiederti, visto che abbiamo in comune la felicità di Talia e Annabeth, possiamo mettere da parte le nostre divergenze e vivere tranquillamente, senza che tu tenti di uccidermi?-

Klaus parve pensieroso per un secondo.

-Vediamo… potremmo provarci, perché no? Ma ti avverto, sgarra una volta e ti stacco la testa, capito?-

Katherine annuì, intimorita.

-Grazie Nik, significa tanto per me- disse Talia.

Lui le sorrise un’ultima volta prima di incamminarsi verso la porta.

L’ultima cosa che vidi fu il braccio di Klaus intorno alle esili spalle della mezza vampira.

 

 

Spazietto dell’autrice:

 

ehm, allora, salve a tutti/e, buon 9 dicembre. Lo so, lo so, non aggiorno da più di due mesi, ma mi ero fatta prendere dallo sconforto. Insomma, cosa fareste voi se non aveste ricevuto nessuna recensione agli ultimi due capitoli?

Io me ne sarei stato a casa e non avrei rotto più i maroni a queste anime pie che ti seguono ad ogni capitolo.

Io avrei avuto la tua stessa reazione.

Bene, io mi sono bloccata ed è stato solo grazie al supporto di safycullen97 (grazie ragazza, ti adoro) se sono qui oggi.

Comunque, come avete letto, la grande persona che Talia vuole con se è Klaus (come darle torto? ù.ù) e si capisce anche il perché. Come resistere ad un angelo dai capelli biondi e gli occhi azzurri che ti salva da morte certa? Io non lo farei…

Ho introdotto Nik, diventerà un grande rivale per l’amore non ancora sbocciato di Damon e Talia? Chi leggerà vedrà…

… o vomiterà…

… o si metterà due dita in bocca per vomitare se non gli viene spontaneamente…

… o voi due vi state zitti e non rompete…

… o non è nella nostra natura…

… o io ve la cambio evirandovi…

… ooooook…

Bene, dopo questo scambio di battute molto intelligente, passiamo oltre. Come mai Damon ha questa reazione molto da uomo geloso? Semplice, perché pensa che Talia non abbia mai abbracciato nessuno oltre lui e si sente quasi in dovere di difendere quell’unico momento in cui si è sentito in comunione con lei. In pratica nessuno da adesso in poi può abbracciarla, altrimenti il povero malcapitato si ritroverà la testa staccata a morsi.

Ma quanto è carina questa cosa?

Mi è stato chiesto: ma faranno mai sesso questi due? Beh, in un tempo lontano, sicuramente. Nei prossimi capitoli si prenderanno parecchio a parole e anche a pugni, tra una decina di capitoli finalmente si ameranno totalmente, cappy più, cappy meno.

Ma subentra di nuovo Klaus. E se… Non voglio dire nulla, sarò malefica.

Come se tu già non lo fossi…

*sguardo truce verso Percy*

Volevo pubblicizzare la storia di safycullen97, The Devil’s Daughters, stupenda. Vi adoro, a te e alla tua storia.

Bene, ora vi lascio e vado a pattinare.

Saluti da Aryela, Percy e Neal.

 

P.S.: vorrei dirvi una sola cosa: È NEVICATO!

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Capitolo 12
*** Attenti alla volpe ***


Attenti alla volpe

Yeah, sono tornata! Spero siate contente. Soprattutto safycullen97, che voglio citare perché mi ha aiutato, ed è una scrittrice fantastica sebbene abbia solo una storia sul CV di EFP. Ti adoro ragazza, te e la tua storia (The Devil Daughters NdAutrice) per questo ti dedico questo capitolo.  Quindi, a te, safy, che con poche parole, riesci sempre a tirarmi su il morale e a farmi guardare sempre davanti a me, superando tutti gli ostacoli sul mio cammino.

Enjoy it, I hope you’ll leave me a little review.

 

Attenti alla volpe

 

POV TALIA

 

-Che palle! Ho il culo quadrato- urlai al vento.

Era seduta da stamattina su quella dannatissima sabbia bagnata che mi stava sporcando i jeans che mi aveva regalato Bekah per il mio 515° compleanno.

Lucas stava setacciando i fondali marini per trovare la bara con il corpo di Nik. Ann era chissà dove a fare chissà cosa, così come Cassie e Simon. E così era toccato a me starmene qui ad aspettare che Lucas riemerga. Che noia!

Il cellulare squillò, distraendomi.

-Pronto?-

-Ciao Talia-

-Damon- sospirai.

-In tutta la mia magnificenza, tesoro-

-E in tutta la tua stupidità, cosa da non dimenticare- replicai.

-Stai attenta, non sai cosa potrebbe succedere a te e ai tuoi amici-

-Mi stai minacciando, Salvatore? Dovresti essere tu quello che deve stare attento, non trovi?-

Per tutta risposta quello ringhiò.

-Uhh, che paura. Mi tremano le gambe-

Mentre parlavo vidi Nik, ancora nel corpo di Tyler, che avanzava verso di me, salutandomi con la mano, timido. Aspettate un secondo, timido??? Ma quando mai il Big Bad Hybrid era stato timido???

Ero talmente imbambolata a guardarlo che non mi accorsi che Damon mi stava praticamente urlando contro attraverso il cellulare.

-Si, si, scusa. Dicevi?-

Sentii un sospiro esasperato dall’altra parte dell’apparecchio.

-Stavo dicendo che stiamo venendo a cercarvi e a fermarvi, per cui, per favore, andatevene. Non vogliamo farvi del male. Lasciate perdere. Per Klaus non ne vale la pena-

Questa volta fui io a ringhiare. Non si dovevano permettere!

Poi mi venne un’idea.

Un ghigno malefico comparve sul mio volto, sfigurandolo.

Nik mi guardò, incuriosito.

-Damon-

-Sì?-

-Sai, non credo che Caroline voglia stare con un pericolosissimo e mortale ibrido assassino che ha preso “in prestito” il corpo del suo ragazzo, anch’esso ibrido trasformato dal sangue dell’Originale-

Sapevo che Care stava ascoltando e anche Damon l’aveva capito.

-Ti prego, Talia-

-Oh, adesso mi preghi? Non ti getterai anche ai miei piedi, vero?-

-Questo non è uno scherzo, se riusciremo anche solo a vedervi, sarà lotta aperta-

-Benissimo, adoro fare a fettine i vampiri arroganti come te-

-Talia, sto cercando di salvarti la vita-

-Tenta di salvare la tua, piuttosto. Sii egoista per una volta- ribattei acidamente.

-Stai parlando di…- ma io non lo ascoltai e chiusi la chiamata.

Venivano qui? Sarei stata pronta ad accoglierli come meritavano.

Un altro ghigno deformò il mio viso. Erano arrivati.

 

 

POV DAMON

 

Ci aveva sentiti, lo sapevo.

Scendemmo tutti dall’auto e ci dirigemmo verso la spiaggia libera a nord di Charleston. Avevo gettato lì la bara con il corpo di Klaus.

Ora dovevo ritornarci per impedire un possibile ritorno dell’ibrido.

Talia era seduta di spalle a noi e guardava il mare. Sospirò pesantemente e guardò Klaus. Non erano ancora riusciti a trovare la bara, perché l’ibrido era ancora nel corpo del lupacchiotto.

-Che hai intenzione di fare?- le chiese lui.

-Lo sai- rispose lei.

Klaus si alzò e le andò vicino, inginocchiandosi davanti a lei. Si sporse e le diede un lieve bacio sulla fronte.

Mi accorsi che le aveva sussurrato qualcosa mentre aveva le labbra sulla pelle, ma non seppi se anche gli altri l’avevano visto. Il sangue mi ribollì nelle vene per la rabbia, ma ero anche curioso di sapere cosa le avesse detto di così importante e segreto da non poter essere sentito da tutti noi.

-Bene, siamo qui- iniziai.

-Lo vedo- m’interruppe bruscamente.

-Se permetti non avevo ancora finito- e mi stanno girando le scatole, ma questo non lo dissi.

-No, non te lo permetto- Dannazione, almeno fammi finire una frase! Ringhiai di frustrazione.

Talia si girò sogghignando.

-Che c’è? Non ti va bene quello che dico? O piuttosto quello che faccio? Oh, ma forse è perché non sei riuscito a portarmi a letto!-

Mai frase fu più infelice.

 

 

POV TALIA

 

A giudicare dalla reazione sinceramente stupita di Stefan, Caroline ed Elena (quella rompi*bip*! La odio. Si crede migliore di Kath solo perché non ha ancora ammesso di amare Damon, NdTalia; non sai quanto ti stimo ragazza, NdAutrice; grazie ragazza, NdTalia), il mio discorsetto aveva avuto il risultato sperato.

Difatti…

-COSA HAI FATTO? Bastardo, io ti uccido!-

Mia sorella era sbucata fuori da chissà dove ed era furiosa. Aveva afferrato Damon per il colletto della camicia rigorosamente nera e lo teneva schiacciato sulla sabbia.

Ogni tanto ringhiava più forte e lo sollevava per ribatterlo a terra con violenza.

-Ti piace? O devo dire ad Ann di aumentare la forza?-

Damon tossì, o almeno, tentò di farlo prima di parlare con difficoltà.

-Dille di lasciarmi andare-

Un altro difficile colpo di tosse lo scosse.

-Credi sia così facile, ragazzo? Che basti chiedere per ottenere? Allora sei uno stolto-

-Adesso dice stupido, scemo o stronzo, preferisco quest’ultimo, gli si addice- disse Rebekah. Le sorrisi, accomodante.

-Per cui, spero capirai perché non voglio lasciarti andare-

Feci comunque segno ad Ann di mollarlo. Il moro di alzò con fatica. Mia sorella era stata un po’ dura con lui.

-Avanti, dillo. Di a tutti che ti sei innamorata di me- Il tono serio del vampiro fece alzare la testa di Nik, che mi guardò con la morte negli occhi.

Sorrisi, sadica.

-E tu di quanto mi ami, Damon- soffiai. Nik sposto lo sguardo da me al vampiro.

-Non provo nulla, lo sai- mi rispose.

Sorrisi ancora, amabilmente falsa.

-Bene, allora non serve che ripeta, vero?- Nessuno rispose, ma d’altronde non mi aspettavo una risposta.

-Stai mentendo, lo so-

-Oh, non sapevo di essere diventata anche attrice, così, tutto d’un tratto-

-Non è divertente Tals. Smettiamola con questi giochetti- ci interruppe Nik.

Lo guardai e mi alzai per dirigermi verso di lui. Mi fermai proprio davanti e gli cinsi il collo con le braccia, mentre le sue braccia forti mi afferravano i fianchi. Sentii tutti trattenere il respiro.

D’un tratto Nik non era più davanti a me. Damon l’aveva colto di sorpresa e gli aveva assestato un sinistro talmente potente da scaraventarlo lontano di una decina di metri.

-Wow bravo, bel colpo. Sarei riuscito a fare di meglio, ma di poco-

Queste parole riecheggiarono tra le persone presenti alla spiaggia. Uno strano presentimento si fece strada in me.

-Talia, che c’è?-

-Una brutta sensazione Cassie. Speriamo che non sia nulla di grave-

-Lo sento anche io- sussurrò Damon mentre mi veniva accanto.

Un ragazzo tremendamente familiare stava comparendo sulla rena bagnata, un ghigno strafottente stampato sul volto pallido.

Nik si rialzò e tolse i granelli di sabbia dai jeans, fulminando Damon con la sua occhiata “Sei morto, moccioso”. Sentivo chiaramente la rabbia montare in lui.

Rivolsi l’attenzione al nuovo arrivato. Completamente vestito di nero, aveva i capelli castano scuro con le punte rosso cremisi. Gli occhi erano inquietanti, dorati come soli in miniatura.

Lo riconoscevo, e il fatto che fosse qui mi spaventava, e non poco.

-Shinichi-

-Salve Talia Salvatore. Sono felice che tu sappia chi sono, anche se non mi hai mai visto in vita tua- esordì lui.

-Ti consiglio vivamente di andartene-

-Ti faccio paura, forse?-

Risposi con un sibilo indignato che fece nascere un sorrisino divertito su quel viso perfetto.

-Sai, non è bello che tu ti ribelli a chi ti ha creato-

Alzai un sopracciglio, imperturbabile. In compenso, Annabeth reagì.

-In che senso “creata”? Oh, cavolo, aspetta un secondo…!-

-La tua adorabile sorellina che già capito tutto, Talia. E tu, invece?-

-Ti ucciderò-

-Non puoi, non conosci i nostri punti deboli-

-Questo lo dici tu, volpe-

-Tornerò, vedrai-

-Ci conto-

Lui sorrise e scomparve come se fosse un ologramma.

Sbattei le palpebre più volte prima di girarmi verso Ann.

-Avanti, spara. Come posso ucciderlo?-

-Non puoi-

Scrollai le spalle. -Troverò il modo-

-Non ci riuscirai-

-Si può sapere da che parte stai? Dalla mia o da quella della volpe?-

-Sei troppo impulsiva-

-Ma dai, non lo sapevo- ribattei. Poi mi bloccai. Oh no, adesso mi mettevo a fare pessimo sarcasmo alla Damon. Dovevo stare per impazzire.

-So il modo- mi richiamo la mia sorella bionda. –Ma so che andresti a cercarlo immediatamente, perciò non te lo dirò-

-Voglio solo sapere perché dice che mi ha creata lui!-

Ok, stavo sclerando, ma mettetevi nei miei panni. Sono cresciuta con gli originali, sono un’ibrida mezza vampira e mezza strega con una sorella doppelganger e un migliore amico ibrido vampiro-licantropo, e ora un tizio giapponese che non ho mai visto compare dal nulla e mi fa la ramanzina sulla creazione della vita. Eh no, era troppo. Anche per me.

-Almeno ci puoi dire che diavolo era quel tizio?-

Damon era la prima persona che spezzava un litigio tra me ed Annabeth. Nemmeno Nik osava farlo. Insieme eravamo pericolose, figuriamoci una contro l’altra. Letali.

-Il tizio si chiama Shinichi ed è una creatura millenaria con il potere di controllare le piante. Il suo vero aspetto è quello che una volpe con sei code, mentre prima era in forma umana. Aveva una sorella pazza, Misao, che è morta tempo fa. Nessuno sa chi l’ha uccisa- spiegò Ann.

-Non ci siamo capiti: cos’è Shinichi?-

La bionda sospirò come se non avesse mai voluto che questo momento arrivasse.

-È un uomo-volpe. Un kitsune-

 

 

Spazietto dell’autrice (pazza come viene definita):

Colpetto di scena! Oltre ad essere ancora viva, sono tornata con un nuovo capitolo!

Conosciamo (si fa per dire) un nuovo personaggio, e giuro che è l’ultima entrata in scena. Gli estremi ci sono tutti, per cui posso incominciare.

Mi sono immaginata una battaglia colossale per questo cappy, ma poi diventava troppo lungo e allora l’ho posticipata. Poi ho pensato a come Tals e Dam potevano pomiciare per la prima volta, e sinceramente nella mia testolina bacata era venuta proprio bene…

Sarò malefica, perciò vi lascio alle vostre congetture. Mi aspetto tante recensioni rosse come il sangue.

Bacioni.

 

Laura

 

P.S.: come avete notato non c’è nessun commentatore. Avete da proporne?

 

P.P.S.: avevo già scritto questo annuncio, ma nessuno se l’è filato, perciò provo a ripostarlo. Essendo io una scrittrice (????), mi sono impegnata in un cross-over tra questa storia e Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, dopo “Lo Scontro Finale”. Desidererei chiedervi in che Cabine vorreste inserire i nostri vampiri, licantropi, streghe e chi ne ha più ne metta. Qui sotto abbiamo la lista dei belli e dannati che si trasferiranno al Campo Mezzosangue:

Talia, già inserita, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Zeus;

Annabeth, vi ricordo che il suo elemento è il fuoco;

Cassie, già inserita, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Demetra, anche se sarà figlia della Titana Gaia;

Lucas, già inserito, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Poseidone;

Simon, già inserito, per mie esigenze di storia, nella Cabina di Eolo;

Elena,

Stefan,

Damon,

Caroline,

Bonnie,

Rebekah,

Elijah,

Kol,

Niklaus,

Katherine,

Shinichi.

Ovviamente faccio riferimento ai libri, e Percy, Annabeth e Grover non hanno l’aspetto dei personaggi del film!

 

Ancora baci.

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Capitolo 13
*** È così bella quando sorride ***


E' così bella quando sorride

Sono tornata in fretta, avete visto? E altrettanto velocemente vi lascio una piccola canzoncina: Maledetto quel giorno, di Emma Marrone. Ora vi lascio al capitolo. Ci vediamo di sotto!

 

È così bella quando sorride

 

 

POV DAMON

 

Un kitsune. Quello stramaledetto ragazzino era un kitsune millenario. Non bastavano i licantropi, gli ibridi e i mezzi vampiri, no, adesso anche i kitsune che, a quanto avevo capito, potevano controllare le piante e non potevano essere uccisi se non dall’argento e da quello che la BarbiePetrova aveva chiamato Peccato del Rimorso. Bella fregatura.

Talia non aveva aperto bocca per tutto il tempo e si era andata a sedere sulla riva a guardare il mare. La luce del sole le aveva schiarito gli occhi, che ora assomigliavano ai miei, ed era assorta a fissare l’orizzonte. Non so cosa avrei dato per sapere a cosa stesse pensando in quel momento.

Uno sciabordio più forte mi costrinse a distogliere lo sguardo da lei e a posare lo sguardo sulle onde che nascevano poco più lontane dalla risacca.

Una bara lunga circa due metri si alzò dalla superficie marina sorretta da una massa d’acqua salata. Un ragazzo si erse insieme ad essa: aveva i capelli e gli occhi castani.

Lucas.

Il ragazzo per cui Talia aveva avuto una cotta. E lei ci abitava insieme, scherzandoci insieme come se non ci fosse mai stato nulla tra di loro. Grandioso.

Sbuffai, e gli occhi di tutti furono su di me.

-Che c’è?- esclamai scorbutico, e ritornarono a guardare il tizio acquatico, che adesso aveva raggiunto la riva e aveva appoggiato la bara sulla sabbia.

-Allelujah! Ce ne hai messo di tempo!- lo rimbeccò la corvina.

-Scusami se era a metà strada per l’isola di Sant’Elena, sai credo proprio di averla buttata io in mare, per sbaglio. Ops!- le rispose lui a tono.

Talia fu sorpresa dalla sua replica, tanto che rimase senza parole. Capii che non era abituata ad essere contraddetta, o quanto meno che qualcuno le rispondesse in quella maniera.

-D’accordo allora, puoi andartene. Non sei più il benvenuto nella mia casa-

Lucas sgranò gli occhi.

-Mi stai cacciando?-

Talia alzò la testa, guardandolo negli occhi.

-A te che sembra?- domandò con tono di sfida.

Lui la fissò per un secondo, poi sorrise apertamente.

-Stai scherzando, vero?-

Talia non lo imitò. Rimase fredda come il ghiaccio. Si girò e si diresse verso la bara, senza nessuna esitazione nella sua camminata fluida.

Lucas urlò e l’acqua dietro di lui si alzò di botto, formando un muro liquido che scagliò con forza contro la corvina. Quella si girò appena.

Un attimo e la mezza vampira non era più lì. A velocità sovrannaturale si era spostata sotto agli alberi che costeggiavano la piccola spiaggia. Il suo sguardo era glaciale.

Si ringhiarono addosso e qualcosa cambiò. Il cielo si era fatto tempestoso, con grossi fulmini che cadevano dalle nuvole nere. Tuttavia mi accorsi che c’era qualcosa di strano. I lampi non emettevano luce, erano completamente neri, e quando arrivavano a terra il rumore era assordante, più dei fulmini normali. Ad una seconda occhiata vidi che ad ogni impatto si apriva una voragine nel terreno, sempre più grossa. Ne rimasi impressionato. Davvero Talia era così potente?

Quella intercettò il mio sguardo e sorrise maliziosamente, strizzandomi l’occhio. Rimasi pietrificato quando vidi che il bianco dell’occhio era diventato completamente nero, così il blu elettrico dell’iride risaltava ancora di più. Quando guardò Lucas, sembrò quasi che le facesse pena.

Lui creò un enorme tridente d’acqua che le lanciò addosso. Lei lo schivò prontamente con un salto e ricadde alla sua sinistra.

Il ragazzo la stava tempestando di proiettili d’acqua e tutto quello che la sua avversaria faceva era schivarli. Non capivo, cosa stava spettando ad attaccarlo?

-Non provarci. Non tentare di capirla. Mi assomiglia molto- disse una voce familiare.

Alla mia destra era comparsa Katherine. Sbattei più volte le palpebre prima di metterla a fuoco e ricordarmi che lei e Talia erano sorelle. Anzi, sorellastre per la precisione.

-Guarda- mi incitò. Rivolsi ancora l’attenzione allo scontro.

Lucas mi sembrava in difficoltà. Respirava in modo irregolare e tremava leggermente. Talia invece mi pareva fresca come una rosa. Non aveva il fiatone e nemmeno una goccia di sudore. Sorrideva come se si divertisse un mondo.

D’un tratto Annabeth sbuffò e si diresse verso i due, che si erano fermati un secondo e si guardavano negli occhi, come per studiarsi.

Si fermò perfettamente nel mezzo, così da avere l’attenzione di entrambi, e non solo. Tutti noi ci facemmo più attenti.

Io saltai all’indietro, così come tutti gli altri vampiri, quando la ragazza fece comparire nelle sue mani una palla di fuoco e la scagliò a terra, causando una piccola esplosione.

-Ragazzi! Ma siete impazziti? Vi devo ricordare che siamo in pubblico?-

Talia sorrise. –Scusa, sis-

Poi si rivolse a Lucas. –Non provare nemmeno a tornare, capito? Nessuno mi fa un affronto del genere e poi la passa liscia. Starai un settimana fuori casa, senza poter entrare, passati sette giorni esatti da adesso potrai rientrare, tutto chiaro?- chiese infine, col tono più serio che le avevo mai sentito.

-Cristallino- bofonchiò lui, ma una punizione del genere doveva andargli bene, perché non tentò ancora di inzupparla.

-Talia! Ma…-

La ragazza si limitò ad alzare una mano per fermarla. La sorella la guardò stralunata. Poi alzò le braccia e le fece ricadere lungo il corpo, come spossata.

-Io non ti capirò mai- borbottò prima di andare verso la bara, imitata dai compagni. Quando la piccola Cassandra mi passò accanto mi sorrise incoraggiante. Io le risposi con uno sguardo confuso.

Tutti e cinque si disposero in cerchio intorno al feretro, si presero per mano e chiusero gli occhi.

Aspettai, ma nessuna litania venne intonata, nessun vento magico si alzò nessuno sconvolgimento naturale in generale.

Talia aprì gli occhi di scatto e guardò oltre le spalle di Simon davanti a lei, e tutti la seguirono.

Bonnie era in piedi dietro il moro e la fissava in trance.

-Bon…- sussurrò Elena.

La streghetta girò la testa di scatto, come se fosse obbligata a farlo da un’entità superiore e il corpo stesse cercando di opporsi.

-Io non sono lei- disse atona.

-Perché mi stai bloccando? Non dovresti esserne capace!- sibilò la corvina.

“Bonnie” riportò il viso nella sua direzione e sogghignò malignamente.

-Perché non voglio che tu riporti in vita Niklaus-

-Adesso basta! Ne abbiamo abbastanza! Se non sei la streghetta da quattro soldi, chi sei?- esclamai, furibondo. Mi ignorò.

-Io posso tutto, ragazza, ricordatelo. Ora ti dirò qualcosa di molto importante, ma che già tu sai. Cinque sono e cinque saranno./Nei secoli vagheranno./La magia possiederanno./E dei veri spiriti l’anima avranno. Agli elementi apparterranno,/ma anche dannati saranno,/e il mondo distruggere potranno./Perciò maledetti saranno-

-Perché me lo stai dicendo adesso?- la interruppe Talia.

-Fammi finire, ragazza. Anzi, sono solo all’inizio. Il Fuoco nascerà,/il primo sarà,/e presto libero diverrà./Il Fulmine lo seguirà,/veloce e sicuro crescerà,/ma per molto tempo maledetto sarà./L’Aria dopo verrà,/in silenzio e solitudine vivrà,/fino all’incontro fatale che avrà./L’Acqua giungerà,/nel sole si formerà,/prima di incontrare la Grande Madre./La Terra, infine, germoglierà,/nella pioggia del Nord maturerà/e l’ultimo maledetto sarà./Quando tutti liberi saranno/una scelta fare dovranno/le volpi aiuteranno o uccideranno?- finì di cantilenare la streghetta.

Calò il silenzio, rotto solo dalla BarbieVampira.

-Ma che cos’era?-

“Bonnie” si girò di nuovo verso di noi, puntando gli occhi spiritati sulla bionda.

-Loro lo sanno- disse meccanicamente un’ultima volta prima di cadere a terra. Elena si slanciò verso di lei e la afferrò un secondo prima che sbattesse la testa sulla sabbia.

-Bon…- sussurrò la Gilbert.

La streghetta aprì lentamente gli occhi, infastidita dalla luce.

-Ma che è successo?- biascicò.

Sgranai gli occhi. Ci aveva sorpresi tutti comparendo in questo modo, e poi non si ricordava nulla?

-È stata posseduta- intervenne Talia, facendo spostare l’attenzione di tutti verso di lei.

-Dopo devi spiegare, lo sai questo, vero?- domandai.

Lei annuì gravemente.

Bonnie iniziò ad agitarsi quando la vide. –Tu… sei… sei… un’abominio!-

La corvina alzò gli occhi al cielo.

-Il brutto è che sento la tua aura magica… sei molto potente…-

La strega da quattro soldi continuò così per un bel po’, finchè Annabeth le fece un incantesimo che le tolse la voce. Era esilarante vederla boccheggiare tentando di comunicare con noi col labiale.

-Bionda- chiamai la Petrova –Ti stimo per questo-

Lei sorrise. –Lo so-

Si disposero in cerchio come prima, intorno alla bara.

Dopo un attimo di concentrazione, Annabeth intonò quella che, invece di una formula magica, mi sembrava una canzone lirica, presto imitata da tutti. Meno Talia. Lei non cantava, ma teneva gli occhi chiusi, come in ascolto dei compagni. Era una melodia antica e sconosciuta, che mi intorpidiva i sensi e mi invitava a lasciarmi andare.

Il canto si arrestò bruscamente com’era venuto, risvegliandomi dalla trance in cui ero caduto.

Talia si era staccata dagli altri e si era diretta verso la bara, ora aperta. Potevo scorgere il corpo di Klaus incatenato e mezzo bruciacchiato disteso sul fondo del feretro. Lei mise una mano intorno al paletto che spuntava e lo estrasse con forza, gettandolo poi alla sorella bionda.

Poi fece una cosa che non mi sarei mai aspettato: alzò la manica della giacca e della maglia fino al gomito e appoggiò il polso destro sulla bocca di Klaus.

Inizialmente non accade nulla, ma quando l’ibrido la morse, la corvina emise un gemito di dolore.

Quando lui la lasciò andare, Talia si accasciò contro la bara tenendosi il braccio ferito che non accennava a rimarginarsi.

Klaus aprì chi occhi e prese un bel respiro, balzando poi giù dal feretro.

-Tals!- gridò, e si affrettò a darle il suo sangue per farla guarire.

Il morso si richiuse in un batter d’occhio.

-Grazie Nik- sussurrò lei, e si lasciò andare contro di lui, chiudendo gli occhi.

L’ibrido la raccolse da terra e si diresse verso le auto, ignorandoci tutti.

Caroline, che aveva seguito tutto, sorrise, raggiante.

-Tyler! Sei tu!- e lo abbracciò di slancio.

Elena e Bonnie ci vennero incontro, un po’ sorridenti perché avevano scampato l’ennesimo pericolo, un po’ tristi perché Klaus non era ancora morto.

BarbieOrliginal era contenta perché il fratello non era morto, e stava stritolando gli altri familiari ancora in vita con tutta la sua forza di Antica.

Tutti erano felici, chi per una cosa, chi per l’altra.

Ma tutto ciò non mi interessava. Volevo sapere come stava Talia, così seguii l’ibrido millenario tra gli alberi.

Lo trovai che stava tentando di mettere delicatamente a sedere la mezza vampira sul sedile dell’auto delle Petrova senza picchiare una testata contro il tettuccio dell’auto.

-Ogni volta che viene morsa, poi va in una specie di coma. Tranquillo, non è irreversibile- mi sorprese.

-Non mi interessa, me ne sono andato perché di la erano tutti felici e contenti. Non li sopporto- dissi, fintamente freddo.

Finalmente lui si girò.

-Oh, certo. Come ho fatto a dimenticarlo. Tu non provi emozioni, né sentimenti- mi schernì.

-Già. Ora, vediamo di chiarire una cosa: Talia si è confidata con me, per cui prova solo a farla soffrire che…-

-Che cosa, Damon? Talia è come una sorella per me, anzi, è la mia sorellina, la migliore amica che non ho mai avuto prima di lei. L’ho allevata, cresciuta. Non le farei mai del male. Piuttosto, tu, vedi di non spezzarle il cuore, altrimenti ti impaletto- concluse lui.

Annuii brevemente prima che dagli alberi spuntasse tutta la truppa.

Divisi nelle varie auto, ritornammo a Mystic Falls.

 

 

Quando le macchine si fermarono davanti alla pensione Salvatore, Talia stava ancora dormendo.

Povera, due morsi di licantropo nel giro di una settimana…

Ma che?!?! Ok, stavo impazzendo. Non potevo pensare una cosa del genere nei confronti di una ragazza che mi odia.

Devo pensare ad altro, altrimenti Stefan inizia a pensare chissà cosa e io non ho voglia di sentire le sue paternali da nonnetto rincitrullito.

Ma non faccio in tempo a cercare qualcosa cui potrei pensare che Elena mi viene vicino con una strana espressione.

-Damon… Ti devo parlare-

Annuii solamente. Non sapevo cosa dire.

Mi portò in una stanza isolata dalle altre e, soprattutto, al secondo piano. Lontano da mio fratello e da tutti gli altri che stanno discutendo nel salotto al piano di sotto.

-Allora?- domandai spazientito.

-Ecco… io…-

-Muoviti, non ho tutto il tempo del mondo- la rimbeccai.

-Oh, al diavolo! Ricordo tutto, Damon!-

Alzai un sopracciglio. –Cosa ricordi?-

-Mi hai soggiogata due volte. La prima, il nostro primo incontro, la sera in cui sono morti i miei genitori adottivi. La seconda, il tuo primo “ti amo”-

Cavolo! Aveva riassunto due eventi così importanti per me in due righe!

-E quindi? Cambia qualcosa della tua scelta?-

-No, mi dispiace, amo Stefan. Tu sei solo un buon amico, Damon-

Detto ciò, uscì dalla stanza e se ne andò al piano di sotto per unirsi alla discussione della gang del bosco.

Io avevo assoluto bisogno di alcool. A velocità sovrannaturale percorsi le scale e il salone, avvertendo distrattamente il –Damon! Dove stai andando?- di Stefan. Avrei voluto fermarmi e… nemmeno io sapevo cosa fargli, ma volevo che si facesse mooolto male.

Decisi di proseguire e me ne andai al Grill, riaperto da poco. Matt era sempre lì e, appena mi vide, preparò il solito bicchiere di bourbon senza che glielo chiedessi apertamente. Ciò mi fece spuntare il primo sorriso di quella giornata ormai al termine.

Finii il liquore in un sorso e ne chiesi un altro, che fece la stessa fine. Poi un altro, un alto, e un altro ancora.

Ero ubriaco quando Talia mi si parò davanti, rubandomi l’ennesimo bicchiere e scolandoselo in un secondo.

-Eccola qui! La ragazza maledetta! Non sai che non si deve mai sottrarre l’alcool ad un vampiro ubriaco?- le chiesi, canzonatorio.

-Ne avevo bisogno- si giustificò lei.

-Da quanto sei in piedi?- tentai un discorso normale.

-Qualche minuto, in verità. Però Ann e gli altri credono che stia ancora ronfando sotto le coperte-

-Della mia camera-

-Sul serio? Quella è la tua camera? Me la immaginavo diversa-

-Diversa come? Piena di teschi e ragnatele?-

-Più che altro mi aspettavo una bella bara di ebano posta al centro, un lampadario enorme appeso al soffitto e le finestre murate per dare un’aria più tetra al tutto-

Scoppiammo a ridere nello stesso momento, guadagnandoci un’occhiata perplessa da parte di Matt.

-Sai, non ti facevo così- dissi.

-Così come?-

-Mi sembravi più simile a Stefan-

Lei fece un verso disgustato che ci fece ridere ancora come due matti, accompagnati da un altro sguardo dubbioso del barista biondo.

La serata andò avanti tra battute, risate e alcool a fiumi, tanto che quando decidemmo di andare a casa, erano le tre di notte passate e barcollavamo per strada cantando a squarciagola “Ci son due coccodrilli”.

Arrivati nel salotto notammo che non si sentiva nulla in tutta la casa.

Talia si slanciò sul divano e si accomodò per bene, mettendo i piedi sul cuscino.

-Fai come se fossi a casa tua, eh?- la presi in giro.

Lei sorrise ad occhi chiusi.

Il fuoco era ancora vivo, ma si era abbassato di molto, così aggiunsi qualche ciocco di legno per ravvivarlo. Finita quest’operazione andai da lei e le alzai i piedi, per sedermi e tirarmi addosso le sue gambe.

-Posso chiederti una cosa?- chiese.

Annuii in silenzio, cosa che lei interpretò come un si.

-Cosa ti ha spinto ad ubriacarti proprio stasera?-

Non le risposi immediatamente, perso nei brutti ricordi di qualche ora prima.

Non ricevendo risposta, quella aprì un occhio per vedere la mia reazione alla domanda.

-Elena- dissi solo. La risposta di Talia fu uno sbuffo che mi sorprese.

-Quella non ha ancora capito nulla dalla vita- tradusse.

-E tu si?- la provocai.

-Almeno io posso piangermi addosso per un motivo-

-La profezia?- tirai ad indovinare.

-La maledizione- mi corresse.

Aggrottai le sopracciglia, confuso. C’era una Profezia e poi una Maledizione? Non ci stavo capendo più niente.

-In cosa consiste la maledizione?-

-Non posso dirtelo. Non è perché io non voglia, è perché nemmeno Ann sa di cosa parla. Così come io non sapevo in cosa consisteva la sua-

-Quindi ognuno di voi sa il testo della maledizione, ma è vincolato a non rivelarlo a nessuno?-

Annuì.

-Bella fregatura- commentai. Talia sorrise.

“È così bella quando sorride…”

-Adesso ho io una domanda da farti: perché porti i capelli corti?-

La corvina spalancò gli occhi, sorpresa.

-Beh, perché sono comodi, non intralciano…-

-Ora una io! Com’era la tua famiglia?- rilanciò.

-Mia madre era una persona fantastica, peccato sia morta prematuramente. Non si arrabbiava mai per nulla, era dolce, gentile e bellissima. Tutto il contrario di mio padre, invece-

-Era brutto come la fame?- domandò per sdrammatizzare.

Scoppiai a ridere. Possibile che con lei fosse tutto così semplice? Persino parlare dei miei genitori era diventato facile.

-No, ma il carattere era pessimo. Ha sempre privilegiato Stefan. Mio fratello era sempre il migliore in tutto, nello studio, negli affari. Io ero il disonore della famiglia, disertore e nullafacente, buono solo a spendere i suoi soldi nel gioco d’azzardo e nelle belle donne-

Preso com’ero dal racconto, non mi ero accorto di aver stretto violentemente le mani a pugno e che le unghie vi avevano lasciato dei segni rossi a forma di mezzaluna. Talia, per cercare di calmarmi, si era messa a sedere anche lei e aveva preso ad accarezzarmi il braccio.

Chiusi gli occhi, lasciandomi andare a queste carezze, e continuai a parlare.

-Quando ho visto Katherine, ero subito attratto da lei. Era bellissima, dolce. Tanto simile a quella madre che avevo perso da piccolo, sebbene non le somigliasse. Credo fu per questo che me ne innamorai, disertai per lei. E stetti male per lei quando la catturarono. Dopo centoquarantacinque anni sono venuto a scoprire che aveva vissuto libera senza cercare né me né Stefan. Un’altra delusione. Ora Elena, così simile a Katherine, ma così diversa-

-Te ne sei innamorato- constatò.

-Si, la amo, ma ha scelto mio fratello, come ha fatto anche tua sorella. Io sono sempre la seconda scelta, in tutto. Per cui, perché cercare un’altra persona che finirebbe con il nutrire verso di me aspettative che so che deluderei, come ho già fatto per la mia famiglia?-

Talia sospirò, come se stesse per fare un grande discorso.

-L’amore da parte della propria famiglia è molto importante, ma non sempre riusciamo a capire in che modo ce lo trasmettono… Ma l’amore dimostrato dal proprio compagno è tutta un’altra cosa… Secondo me, quando si sceglie, soprattutto inconsapevolmente, di amare qualcuno, il compagno ama prima di tutto i tuoi difetti, perciò non rimarrebbe mai deluso, al contrario considererà ogni tuo più piccolo traguardo una grande vittoria-

La guardai per un secondo e realizzai che anche lei, come me, doveva avere tante delusioni alle spalle. Era simile a me.

-Dai, dormiamoci su- la esortai.

-Non ho una camera per me- protestò.

-Vieni con me. Giuro che non approfitterò di te mentre dormi- alzai le mai in segno di buona volontà.

-Giuralo- mi minacciò col dito un po’ tremante dall’alcool che circolava ancora nei nostri corpi.

-Lo giuro- dissi serio, forse per la prima volta nella mia eterna vita.

-Ok, possiamo andare-

Ci dirigemmo verso la mia stanza come dei ladri, attaccati ai muri per cercare di non fare rumore. Mi sembrava di essere in un film di spionaggio.

Arrivati sani e salvi alla meta, ci buttammo in contemporanea sul letto a quattro piazze che troneggiava in mezzo alla camera. Velocissima, Talia si impossessò della parte sinistra del letto, appallottolandosi su se stessa e chiudendo gli occhi, pronta a dormire.

Le feci passare un braccio intorno ai fianchi per bloccarla contro il materasso.

-Cos..?-

-Adesso che sei qui, dormi con me-

-Ma sono già qui- protestò debolmente.

-Intendo appoggiata a me- e aprii le braccia per invitarla ad avvicinarsi a me.

Talia sospirò. –Solo perché sono troppo stanca per rifiutare, sia chiaro-

-Va bene- acconsentii. Tutto per sentirla ancora vicina.

Difatti si accoccolò sul mio petto e strinse la maglia, mentre il mio braccio passava ancora intorno ai suoi fianchi. Era calda e morbida.

Sospirò e si abbandonò al sonno. Dormendo, sorrise per qualcosa.

“È così bella quando sorride…” pensai prima di scivolare nelle spire di Morfeo.

 

 

Spazietto dell’autrice:

Sono tornata in fretta! Evvai! *balla la conga*

Kyoya (di Beyblade Metal Fusion e seguenti): nooooooo!

Io: T.T

Ok, in questo capitoletto vediamo Elena che da l’ennesino due di picche a Damon che, poveretto, va a sfogarsi nell’alcool… e vi trova Talia che è fuggiata dalle spire delle sorelle maggiori.

Ihihih come ce la vedete Kate in versione sorellona? Volete che ritorni la solita pazza psicopatica che ci prova con tutti? O vi va bene dolce e premurosa con le sorelline?

Poi Talia consola Damon con un grande discorso sull’amore. Non sono teneri insieme?

Kyoya: è ufficiale, è impazzita

Io: O.o

Ok, aspetto le vostre recensioni, e intanto ringrazio che ha messo questa sottospecie di sgorbio la storia tra le preferite (3, pochi ma buoni):

BiteMeHarderIanSmolder;

Lady Elizabeth;

Nikotvd (tra parentesi, adoro “Dobbelganger Love”).

 

Chi l’ha messa tra le seguite (11, non mi sembra nemmeno vero!):

angel2;

Angy_1D;

Giada cattaneo (che ringrazio per la recensione allo scorso capitolo);

jess chan;

S u n s e t;

Safycullen97 (che ringrazio perchè mi sostiene sempre);

Subsonic;

the_rest_of_me;

vannuccini;

_Raiko;

_Want u Back_.

 

Chi le ha messe tra le ricordate (2, sempre meglio di niente):

babimarikapazza

_1Dboy_

 

Vi ringrazio enormemente, ragazzi! La storia è andata avanti anche grazie a voi! Intanto ricordo le due one-shot legate a questa storia, “E se…” e “Dove sei…”, che trovate alla mia pagina.

 

Bacioni

Laura

 

P.S.: ripeto, avete qualche commentatore da suggerire?

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Capitolo 14
*** I want... ***


I want...

Buonasera a tutti. Volevo dedicare questo spazio prima del capitolo ad una storia che ho appena pubblicato. È una OS originale, e ci terrei che la leggeste. Se poi mi lascerete una recensioncina, ben venga…

Vi lascio al capitolo.

 

I want…

 

I want, I want, I want, but that's crazy!
I want, I want, I want, and that's not me
I want, I want, I want to be loved by you
(Io voglio, io voglio, io voglio, ma è assurdo!
Io voglio, io voglio, io voglio, e non è da me
Io voglio, io voglio, io voglio essere amato da te)

(One Direction con “I want”, “Io voglio”)

 

 

POV DAMON

 

Mi svegliai lentamente, ancora un po’ intontito da tutto l’alcool ingerito la sera prima. Avvertii un peso sul mio petto e sorrisi. Talia aveva accettato di dormire insieme a me e adesso era premuta contro il mio corpo, tentando di avvolgerlo sia con il braccio sia con la gamba ancora liberi.

Il mio sorriso si allargò. Era così spontanea mentre dormiva e ciò mi piaceva in un modo che non avrei mai creduto possibile.

Chiusi gli occhi e assaporai quel momento. Non mi accorsi di stare già scivolando nel dormiveglia, cullato dal battito ritmico del cuore umano di Talia.

 

 

POV TALIA

 

La bambina si svegliò di soprassalto nel cuore della notte. Un tuono l’aveva strappata dal sonno e adesso si stava stropicciando i vispi occhietti blu. Un altro fulmine illuminò la stanza e l’altro lettino posto dall’altra parte della cameretta.

La sorella maggiore stava ancora dormendo profondamente, sicuramente il padre non voleva essere disturbato, quindi cercò di rimettersi a letto. Però il sonno non veniva. Per quanto si sforzasse, non riusciva a riaddormentarsi. Colpa della pioggia che batteva incessante contro il tetto, dei tuoni in lontananza, dei fulmini che rendevano tutto più luminoso, del vento che ululava tra gli alberi della foresta.

O erano i lupi? Quest’ultima opzione la spaventò ancora di più. Aveva una grandissima paura di quegli animali, non si facevano scrupolo a sbranare anche i bambini come lei pur di placare la loro fame, leggendariamente insaziabile. Si rannicchiò ancora di più sotto le coperte, tentando di tapparsi le orecchie. Ancora nulla.

La porta della stanza si aprì lentamente. La bambina si nascose e tentò di fingersi immersa nel sonno. Sentì chiunque fosse entrato avvicinarsi prima da lei, come per controllarla, e poi dirigersi verso la sorella che non si era mossa, i lunghi capelli biondi le coprivano il viso come una tenda. Intanto che l’individuo era girato verso di lei, ne approfittò per aprire un occhio. Capelli ricci e biondi si intravedevano nella luce intermittente dei fulmini che ancora facevano infuriare la tempesta là fuori. I lineamenti erano familiari, troppo. “Papà…” pensò.

L’uomo di girò verso di lei e la bimba dovette ritornare a fingere di dormire. Il padre le si avvicinò di nuovo, per controllarla meglio. L’ispezione dovette andare a buon fine, perché ritornò dalla bambina bionda. La raccolse dal lettino come de fosse una bambola pregiata e se la mise sulle spalle, per avere le braccia ancora libere. Con esse prese la sorellina e se la sistemò in braccio, prima di uscire dalla stanza e, infine, dalla casa.

Fuori i rumori erano ancora peggio che all’interno dell’abitazione, erano amplificati. E l’assenza delle pareti faceva in modo che la pioggia battente si riversasse anche sullo strano gruppetto.

L’uomo portò le bambine in una piccola radura, dove gli alberi erano così fitti che formavano una specie di tetto di foglie e rami. Le lasciò sotto un grande tronco, una accanto all’altra. Diede ad ognuna un bacio sulla fronte bagnato di lacrime e una benedizione diversa. Non sapevano cosa riservava loro il destino. Sapeva che l’avrebbero odiato, ma per la loro incolumità, questo ed altro.

“Addio, figlie mie… ci rincontreremo un giorno, lo so.”

La bambina mora fece ancora finta di dormire, anche se le veniva da piangere. Suo padre la stava abbandonando, insieme alla sorella maggiore. Come avrebbero fatto senza di lui?

Quando non vide più la figura paterna, si alzò di scatto e svegliò la biondina e le spiegò quello che aveva visto.

Insieme cercarono di richiamare il padre per ore, fino a rimanere senza più fiato in gola.

Allora la sorella più grande si sedette in mezzo allo spiazzo erboso e scoppiò in un pianto disperato. La minore le si avvicinò e le mise un braccio sulle spalle, come per consolarla. Le lacrime scesero per molto tempo, tanto che la pioggia cessò lentamente e il sole fece capolino tra le nubi temporalesche.

Un rumore le fece voltare contemporaneamente verso un punto della foresta in cui gli alberi erano più fitti. La sorellina si mise davanti alla maggiore, come per proteggerla.

Un ragazzo fece capolino da dietro uno dei tronchi e le guardò con curiosità. In fondo erano due bambine da sole in una foresta dopo una tempesta. Il giovane aveva lisci capelli biondi, un po’ lunghi, e due occhi colore del cielo estivo, di un azzurro talmente intenso da far girare la testa.

-Ciao, chi siete?- esordì lui.

-Non ci fidiamo di te- lo fulminò la moretta.

-Vorrei solo sapere perché siete sole solette in questa parte della foresta-

-Non vi è dato saperlo- continuò lei, passando al voi.

Il ragazzo si avvicinò e la bambina fece involontariamente un passetto indietro. Le veniva naturale diffidare di lui.

-Vi siete perse?- chiese ancora il biondo.

-No- rispose la maggiore.

-E allora perché siete qui?- domandò di nuovo lui.

-Non sono affari che vi riguardano- disse la corvina.

-Siamo state abbandonate- ribattè la biondina nello stesso momento.

-Sorella! È uno sconosciuto, non dobbiamo dargli confidenza- l’ammonì la più piccola.

-È la prima persona che non fugge via quando ci vede, sorellina. Può aiutarci- replicò la maggiore. Come ad avvalorare la sua tesi, lo sconosciuto (tutte noi abbiamo già capito chi è, vero?*.* NdMe) annuì calorosamente.

La bimba era ancora dubbiosa ed estremamente diffidente. Non si fidava, punto. Era nel suo carattere.

Lei e la sorella si avvicinarono al biondo.

-Io sono Annabeth e lei è la mia sorella minore Talia. Tu sei?- disse la più grande, ignorando il galateo.

-Ciao bambine, il mio nome è Niklaus-

 

La scena cambiò. Le bambine erano sempre con Niklaus, ma erano in un castello enorme, come quello delle fiabe che il loro padre leggeva prima che andassero letto. I servi s’indaffaravano per eseguire gli ordini del ragazzo, che doveva essere un nobile per quanto sfarzo stavano vedendo, estasiate.

Una ragazza bionda attirò la loro attenzione. Stava scendendo lentamente lo scalone centrale, il vestito azzurro frusciava sul pavimento ad ogni suo movimento.

-Fratello! Dove sei stato? Ci stavamo preoccupando- esordì lei, ignorando volontariamente le due bimbe.

-Rebekah, non devo rendere conto a te dei miei spostamenti, comunque ho fatto un giro nella foresta- rispose lui.

-E queste due…intruse?- domandò la bionda.

Il fratello fece per rispondere quando la sorella più grande li interruppe.

-Non siamo intruse! Niklaus ci ha trovate nella foresta- spiegò.

-Ah, siete orfane allora!- esclamò Rebekah con cattiveria.

-Prova ancora a dire una cosa del genere e ti faccio a fettine, vampira o no- esordì la minore, facendoli sussultare.

I due fratelli si guardarono, sorpresi. Come aveva fatto una bambina di sei anni a sapere cos’erano loro?

-Semplice, vi ho sentiti- spiegò lei. –E ora gradirei essere accompagnata nella mia stanza- continuò, altezzosa.

-Voi non comandate qui, chiaro? Siamo noi i padroni di tutto ciò che vedi, io, Nik, Elijah e Kol-

-Elijah e Kol? Spero siano più divertenti di te, Rebekah- replicò la mora.

-Chi ha parlato di divertimento?- Un ragazzo scese dallo scalone, aveva gli occhi e i capelli neri, la pelle molto pallida e un ghigno strafottente sul volto.

-Ciao bambine, mi chiamo Kol. Voi siete Talia e Annabeth? Piacere- si presentò.

La minore sorrise veramente per la prima volta da quando aveva varcato il portone scuro del castello. Le stava simpatico.

-Piacere mio, Kol- rispose, esibendosi in perfetto inchino.

-Finalmente qualcuno che mi porta rispetto, vero sorellina?- esclamò il moro. Rebekah sbuffò. Evidentemente non le andava a genio che i fratelli le avessero prese sotto la loro ala protettiva.

-Venite con me, vi mostro le vostre stanze- continuò, gentilissimo.

Anche Annabeth sorrise. Era l’inizio di una nuova vita.

 

Mi svegliai piano piano. Avevo un mal di testa terribile, era come se migliaia di nanetti avessero deciso di marciare sui miei neuroni. Oltretutto avevo anche sognato il nostro abbandono, il ritrovamento da parte di Nik, la conoscenza di Bekah e Kol.

Feci per alzarmi ma un braccio mi tenne ancorata al materasso comodo su cui ero sdraiata. Un braccio maschile.

Oddio, che avevo combinato la sera prima? Osai aprire un occhio e la prima cosa che vidi fu il nero.

Aggrottai le sopracciglia. Com’era possibile che la mattina potessi vedere del nero?

Poi mi venne l’illuminazione. Avevo dormito con Damon, ovviamente senza farci nulla. Altrimenti, che guaio!

Sospirai e sentii il vampiro agitarsi accanto a me. Non proprio accanto… diciamo pure che gli ero spalmata addosso.

-Va bene che sono super figo, ma saltarmi addosso mentre dormo non è un po’ eccessivo?- esordì lui. Dio, che imbarazzo! Bel modo di iniziare la giornata, davvero.

Gli tirai un leggero pugno sul petto, ma lui parve non risentirne. Provai di nuovo ad alzarmi, ma mi tenne di nuovo ferma contro di lui.

Contro il suo corpo sexy e libidinoso… fece la mia coscienza.

Zittaaaaa! dovetti urlare mentalmente.

Intanto lo sai che ho ragione… già che ci sei, potresti anche… continuò.

Ma anche no! la interruppi, facendo cadere il discorso.

-Ehi- mi richiamò –potresti anche staccarti, sai?-

Sgranai gli occhi, scioccata. Ma se era lui che non mi permetteva di andarmene! Io i vampiri non li capirò mai.

Damon ridacchiò e dovetti frenarmi per non staccargli la testa sul posto.

Mi avvicinai a lui, fino quasi a sfiorare le sue labbra con le mie.

-Fallo un’altra volta e ti eviro- lo minacciai, per poi voltarmi e andarmene lentamente, e mooolto sensualmente, per quanto ci riuscivo ancora mezza ubriaca, nella camera che mia sorella si era presa alla pensione.

 

 

POV CASSANDRA

 

Mi svegliai con la luce del sole che filtrava dalle tende aperte.

Sorrisi. Avevamo fatto in modo che non ci fossero più stanze libere per Talia quando fosse rientrata alla pensione, per cui era stata costretta a dormire con Damon. Io quei due ce li vedevo benissimo insieme!

Mi alzai e andai nel bagno. Avevo assoluto bisogno di una doccia per svegliarmi del tutto.

Ancora mezza intontita andai a sbattere contro Kol che ne stava uscendo.

-Ops, scusa Kol-

-Non fa nulla, Cassie- e sorrise. In quel momento seppi di essere diventata bordeaux.

-Devo… devo…- balbettai.

-Certo, vai- e si spostò. Mormorai un grazie e mi fiondai nel bagno per evitare di svenirgli tra le braccia. Non ero sicura di riuscire a riprendermi.

La doccia fu veloce, ero impaziente di sentire il resoconto di Talia.

Così, appena mi fui rivestita, mi diressi in cucina per prepararmi un bel caffè. Anzi, una tisana rilassante. Mi sentivo ancora addosso lo sguardo dell’Originale. Al solo pensiero arrossivo ancora violentemente.

Davanti alla tazza fumante ascoltavo distrattamente Annabeth parlare di Lucas e Simon. Era indecisa su quale dei due scegliere, le piacevano entrambi.

Speravo di riuscire a prepararmi senza poi incontrarlo. Ma ovviamente il destino era contro di me. In quel preciso istante entrò Kol e volli sotterrarmi.

Cioè, era impossibile che si accorgesse di me, perché allora non riuscivo a smettere di pensarci? Dovevo parlare al più presto con Tals, Ann e Kate. Anche se loro non erano proprio fortunate in amore, almeno avrei avuto qualcuno con cui parlare.

Finii velocemente la tisana e raccolsi la borsa di scuola e il giubbotto. Mi sistemai sul divano del salone, aspettando quei due ritardatari di Lucas e Simon. E soprattutto per evitare lo sguardo indagatore di Kol.

I ragazzi non arrivavano, perciò mi alzai e andai sotto le scale.

-Lucas! Simon! Muovetevi, non posso andare a scuola se voi non venite!-

Mi arrivò in debole –Si, si, arriviamo- da parte di uno dei due.

Sbuffai e mi risedetti sul divano. In quel momento scese Damon.

-Mi hai illuso- gli dissi. Il vampiro si fermò e mi guardò, sorpreso e confuso.

-Pensavo fossi Lucas o Simon- spiegai.

-Ti sembro un pesciolino? O un fringuello?- ribattè alzando un sopracciglio.

Sbuffai. –Li sto aspettando e ti ho sentito scendere-

In quel momento i due ibridi comparvero sul pianerottolo. –Siamo pronti!- esclamarono.

-Era ora!- commenti acidamente.

Simon mi si avvicinò lentamente. –Su, dai. Non essere arrabbiata. Lucas era indeciso su cosa indossare- disse.

-È vero- confermò l’altro. –Aspetta! Cosa? Non è vero! Era lui che non sapeva decidere!- e iniziarono a litigare.

-Sei sempre il solito ritardatario, squaletto!-

-Parla per te, aquilotto!-

Alzai gli occhi al cielo. Possibile che non passasse un giorno in cui non litigassero quei due?!?!

-Muovetevi, invece di litigare come due bambini. Cavolo, il più giovane tra di voi ha cinquant’anni!- sbottai.

Lucas mi guardò, arrabbiato. –T’inzuppo?-

Alzai un sopracciglio. –Ti sotterro?- ribattei.

-Vi do fuoco così la finite tutti e due?- intervenne Annabeth. Mi ero completamente dimenticata che c’era anche lei.

-Voi siete pazzi- decretò Damon con un sorriso.

Una risata cristallina ci fece girare verso le scale. Talia stava seguendo la nostra conversazione/litigio, divertita.

-Si, io l’ho sempre detto- disse.

Mi girai tempestivamente verso Damon e lo vidi guardare la mia amica con un’espressione quasi estasiata. Come un cieco che vede per la prima volta il sole.

Sorrisi. Il piano mio e di Kate stava funzionando.

-Cassandra, Lucas, Simon? Perché non siete a scuola?- chiese la corvina.

Sgranai gli occhi. Mi ero dimenticata anche quello, presa com’ero dal litigio, da Damon e… Kol. Al solo pensiero del ragazzo arrossii, e fui costretta a voltarmi per non incorrere in un terzo grado di Annabeth.

-Andiamo?- trillai, cercando di nascondere l’imbarazzo.

-Si!- esclamò Caroline, facendomi sussultare. Anche lei era in ritardo.

Sorrisi. L’esuberanza della bionda mi piaceva sempre di più.

Ci avviammo verso le nostre auto.

 

La scuola era un mortorio, più di prima. Il nuovo professore di storia americana (il precedente, il signor Saltzman, era diventato un originale, morto quando Elena era diventata una vampira. Care dice che era un grande uomo e un professore coi fiocchi) si chiamava Stark ed era bassino, cicciottello e un po’ pelato. A me stava simpatico. La bionda continuava a preferire Alaric.

A pranzo ci era arrivata la notizia che Rebekah voleva organizzare un ballo in maschera per Halloween, che si sarebbe tenuto la settimana prossima. Per questo Caroline era più agitata del solito.

-Non può organizzare un ballo, così, dal nulla. Non senza consultare me. Sono io la presidentessa del Comitato per la Realizzazione dei Balli Scolastici- ringhiò la bionda.

-Per me non fa differenza, intanto non avevo intenzione di andarci- disse Elena.

-Sinceramente neanch’io volevo venire. Ho altro a cui pensare- rincarò la dose Bonnie, che si era ripresa benissimo dalla possessione del giorno prima.

La bionda guardò le due a bocca aperta.

-Chiudi la bocca, Barbie, altrimenti ci entrano le mosche!-

Scherzosa, la voce di Damon ci arrivò chiara e concisa, facendoci voltare tutte di scatto.

Il moro si trovava qualche passo dietro di loro e sembrava si fosse portato dietro un esercito.

C’erano Talia e Annabeth, Elijah e Kol, Stefan, Jeremy e…

-Klaus- sospirò Caroline.

-Buongiorno sweetheart- sorrise lui, e gli comparvero le fossette sulle guance.

Care gli lanciò un’occhiataccia e gli diede le spalle.

Talia sbuffò. –Come seduttore fai schifo, Nik-

L’ibrido si girò. –E vorresti essere tu la mia maestra?- disse, malizioso.

-Già dal tono con cui l’hai detto mi viene da rifiutare- lo stroncò lei.

Sogghignai. Solo Talia può rispondere così Niklaus e passarla liscia!

Kol mi guardò e sorrise. Mi stavo sciogliendo.

Rebekah ci raggiunse in quel momento. –Ma che ci fate qui?-

-Grazie sorellina, si vede che ci vuoi bene!- la prese in giro il fratello.

-Abbiamo sentito che vuoi organizzare un ballo in maschera per Halloween- dissi per distrarla, e per non causare un fraticidio.

Lei mi sorrise e si sedette accanto a me.

-Già! Vorrei farlo nel bosco, appendere tante lanterne e…- alla terza cosa che voleva realizzare avevo già staccato la spina e la mia mente stava divagando per campi fioriti.

Gli altri che ci avevano raggiunto lì si sedettero con noi e tutti allegramente pranzammo, chi più (gli umani), chi meno (i vampiri).

-Ok, allora noi torniamo in classe- disse Elena. Correva voce che fosse in crisi con Stefan, per questo il vampiro non era venuto a scuola.

-Si, andiamo- l’assecondai.

Mi alzai, ma appena raggiunsi l’edificio, mi accorsi di una cosa.

-Ragazze, voi andate, io vi raggiungo-

-Ma…-

-Tranquille, ho solo dimenticato il cellulare sul tavolo- e ritornai indietro.

Ci avevo visto giusto. Conficcata nel legno svettava una freccia, che teneva fermo un bigliettino. Le piume erano nere con le punte rosse, ma più inquietante era il contenuto del foglio. Lo lessi velocemente, strappai carta e freccia e, dopo averli messi via, ritornai in classe.

Dovevo assolutamente parlare con Talia.

 

 

POV DAMON

 

-Parteciperai al ballo?- chiesi alla mia interlocutrice.

-Non lo so- rispose, atona.

-Se hai bisogno di consigli per il vestito, chiedi pure, ok?-

Annuì.

Rimanemmo uno davanti all’altra per un bel po’ di tempo. Nessuno dei due parlava e il silenzio si era fatto pesante.

-Talia? –la chiamai- Perché sei ancora qui?-

-Non lo so- ripetè, stavolta con una nota stanca nella voce.

Vidi che era pensierosa, gli occhi costantemente rivolti verso il basso.

 Non riuscivo ad instaurare una conversazione.

-Vado di sopra, sono stanca- annunciò. E così fece. Percorse le scale a passi lenti, misurati, e aprì la porta della mia camera.

Finii il mio Bourbon e la seguii.

-Ehi, stai bene?- sussurrai.

Talia era a letto con gli occhi chiusi e, se stava dormendo, non volevo svegliarla.

Invece alzò le palpebre e mi fece vedere le due pozze blu delle sue iridi.

Annuì e le richiuse.

Lentamente andai a sedermi dalla parte del materasso non occupata dalla mezza vampira.

-Sai, non pensavo fosse così forte- esordì, facendomi spaventare.

Insomma prima era tutta in silenzio e poi mi parlava come se niente fosse!

-Cosa?- cercai di imprimere alla mia voce un tono tranquillo.

Talia si girò con tutto il corpo, così da potermi guardare il viso.

Arrossì appena prima di parlare. –Tu. L’amicizia che mi lega a te è diversa da quella che ho con Nik. È più intensa, sconvolgente-

Ero stupito. Davvero sentiva questo per me?

-Credo non sia amicizia- dissi.

Lei mi guardò con una bellissima espressione confusa, che la fece assomigliare ad una gattina imbronciata.

Sorrisi apertamente.

-Secondo me è Amore-

La mezza vampira sgranò gli occhioni blu e le guance s’imporporarono di nuovo. Era in imbarazzo.

Ma non si mosse.

Mi guardava in attesa, di cosa, non lo sapevo neppure io.

Mi chinai fino a sfiorare le sue labbra con le mie. Potevo già sentire il suo profumo invadermi le narici ed inebriarmi i sensi.

L’improvvisa consapevolezza quasi mi face battere di nuovo il cuore.

Volevo baciarla.

Volevo far combaciare le sue labbra con le mie tante volte.

Volevo che fosse mia.

Volevo che mi amasse.

Volevo essere suo.

Volvevo sentirmi suo.

Vidi il mio stesso desiderio riflesso nei suoi occhi blu e non esitai. Annullai le distanze e unii le nostre labbra in un casto bacio.

Tutto intorno a me si fermò. Stefan, Elena, Klaus, il ballo, niente di tutto questo esisteva più.

C’eravamo solo io, lei e questa piccola bolla creata dalla magia della nostre labbra che si toccavano dolcemente.

Decisi di intensificare il bacio, perciò feci passare la lingua sul suo labbro inferiore, come un invito.

Spinta dal mio desiderio, socchiuse timidamente la bocca.

Esultai internamente. Ero riuscito ad abbattere tutti i muri imposti da Talia, che in questo momento mi aveva gettato le braccia al collo e si spingeva contro di me per approfondire il bacio.

La presi per i fianchi per avvicinarla ancora di più e solo allora mi accorsi che eravamo in una posizione un pochetto compromettente: io seduto sul letto e lei a cavalcioni su di me.

Gentilmente la staccai e sorrisi quando emise un mugolio di protesta. La adagiai sul letto e mi alzai.

Non l’avessi mai fatto. Talia si era seduta di scatto e mi aveva afferrato il braccio, costringendomi ad arretrare verso di lei.

-Vado solo a chiudere la porta, torno subito- tentai di rassicurarla, e fu così. Si ridistese sul materasso e portò il lenzuolo fin quasi sopra i capelli, sbuffando sonoramente. Gesto che mi fece ridacchiare.

Le tolsi la stoffa bianca che le copriva il viso e le sorrisi, pienamente ricambiato.

Come i dolci baci che ci scambiammo tutto il pomeriggio.

 

Spazietto dell’autrice:

Macciaoooo! Sono tornata, vedete?

Ok, passiamo subito al capitolo. Prima c’è Damon che la guarda mentre dorme (Awwww *.* che tenero!), poi Talia che fa un sogno/ricordo su quando incontra il nostro bel Nik, poi Cassandra (la adoro ^.^) che si è presa una bella cotta per Kol (e come darle torto?). Infine abbiamo ancora Damon che è combattuto, ma poi si decide a baciare Talia.

Nei prossimi capitoli vedremo la reazione della mezza vampira al bacio di Damon e molto altro!

Buona sera a tutti!

 

Laura

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Capitolo 15
*** Litigare... ispira ***


Litigare... ispira

Hi, here I am! Sono tornata con il capitolo 15. Spero piaccia e che mi seguirete ancora in tante/i. Ci tengo a dire a Pecky e ai fan della sua storia “To be or not to be?” che una frase (segnata con “**”) all’interno del capitolo non è assolutamente presa dal titolo del suo 6° capitolo, ma l’avevo in mente da un po’. Detto ciò, ringrazio le quattro dell’Ave Maria (non è un insulto, tranquille) per il loro supporto a quasi ogni capitolo: safycullen97, giada cattaneo, nikotvd e S u n s e t.

Questo capitolo, seppur un po’ più corto degli altri, è per voi.

 

Litigare… ispira

 

 

POV TALIA

 

Mi svegliai lentamente. Neanche mi ero accorta che mi fossi addormentata.Guardai l’ora. Erano solo le undici di sera.

In quel momento mi accorsi che Damon non era vicino a me.

Già, Damon.

Mi sfiorai le labbra, ripensando a quando poche ore prima erano state baciate da quelle del vampiro.

Arrossii, e quando me ne accorsi, mi ripresi. “Se mi vedessero da fuori… sembro una ragazzina alla sua prima cotta” pensai, sorridendo come un ebete.

Queste meditazioni mi avrebbero portato alla pazzia, così, quando sentii un rumore al piano di sotto, mi costrinsi ad abbandonare il mio rifugio e a scendere al piano di sotto, dove sembrava si stesse combattendo la Terza Guerra Mondiale. Invece erano solo Damon ed Elena che litigavano. Da quello che avevo capito mentre scendevo le scale, la vampira era gelosa.

Sorrisi al pensiero. Sembravo una scema.

Purtroppo l’idillio finì presto. Elena mi vide.

-Che ci fai tu qui? Damon mi ha detto che stavi dormendo. Oppure mi hai mentito?- aggiunse, girandosi di scatto verso di lui.

-No, Elena, ti giuro, stava dormendo quando sei arrivata tu- provò a giustificarsi il vampiro.

-Certo, perché io ti credo. So come sei fatto, Damon. Menti, soggioghi e uccidi quando pensi sia necessario. Anche se non lo è mai- replicò lei acidamente.

-Secondo me stai esagerando- m’intromisi, guadagnandomi un’occhiata di fuoco da parte della bruna e un muto ringraziamento del corvino.

-Ogni volta che succede qualcosa di brutto, è sempre stato Damon, anche quando non era vero. Non puoi semplicemente pensare che è stato qualcun altro?- continuai.

-Ah, un’altra cosa. Perché quando Damon uccide qualcuno, non merita perdono, e invece quando lo fa il fratello, allora lui sì? Cos’ha di diverso, non capisco. Era lui lo Squartatore, non il maggiore- finii, soddisfatta. Era da tempo che volevo chiederglielo!

Elena mi guardava stralunata, mentre Damon invece mi si era avvicinato, come per impedirmi di saltare e staccarle la testa. Invece mi prese i lati della testa e mi fece voltare verso di lui.

-Torna di sopra, ti prego-

Rimasi così stupita che sbattei le palpebre più volte, come quando ci si risveglia da un sogno da occhi aperti.

-Torna a dormire- ripeté.

Stavolta però ero pronta.

-No- risposi. –Voglio sapere che sta succedendo-

-Non sono affari tuoi- ribatté acida la vampira.

-Invece lo sono, nipotina- la schernii. Mi riusciva facile con lei. Se la prendeva per tutto.

-Finchè io e te vivremo, e a quanto pare saremo eterne, tu rimani un mio affare, perciò mi posso impicciare nella tua vita quando voglio- sibilai.

-Non credo proprio- rispose Elena, inviperita.

-Ok, ragazze. Per quanto ci tenga a veder combattere due esemplari di donna come voi, non ho tutta la notte. Perciò la finite qui, e tu, Elena, vai a casa. Veloce- la esortò Damon, dividendoci.

La castana raccattò la giacca e la borsa, avviandosi a passo di marcia verso l’uscita. Solo quando sentimmo sbattere la porta ci rilassammo.

-Non puoi andare in giro a minacciare la gente, non è giusto- disse dolcemente il moro.

-È stata lei ad incominciare, io ho solo seguito il mio istinto- replicai.

Damon sorrise e il mio cuore fece una capriola. Dal calore che sentivo sulle guance, forse anche più di una.

-Mmmhhh- disse il corvino, assottigliando gli occhi.

-Così mi fai paura- dissi, indietreggiando di un passo.

-Non devi averne- replicò lui, avvicinandosi.

“Si, ciao, sembra che tu mi voglia mangiare, ed io non devo avere paura? Ma ti sei bevuto il cervello insieme al Bourbon?”

Il vampiro mi guardò e si fece ancora più vicino, tanto che potevo sentire il suo respiro sulla pelle.

Rabbrividii, e in quel momento la mia mente si azzerò del tutto.

Lo assalii, baciandolo. La passione governava sovrana tra noi, e, all’improvviso, non c’erano più Nik, Ann, Kath, Cassie, la Profezia, la Maledizione. Nulla. Solo io e lui.

E questo mi piaceva e mi spaventava allo stesso tempo. Ma non volevo pensarci, al momento volevo solo sentire le sue labbra morbide premere e modellarsi sulle mie.

Avvertivo le mie dita passare tra i capelli neri di Damon e giocare con alcune ciocche, tirandole leggermente. Percepivo le sue mani assaltare i miei fianchi e tirarmi sempre più vicina a lui, come se ci fosse ancora spazio da colmare tra i nostri corpi già avvinghiati.

Le nostre lingue giocavano e si rincorrevano in modo quasi sfrenato, tanto che mi ritrovai a gemere e ansimare nella sua bocca.

Sorrisi sulle sue labbra quando mi accorsi della sua eccitazione crescere fino a premere contro il mio bacino, dove la mia fremeva e aspettava, impaziente.

Di malavoglia mi staccai da lui, ricevendo un mugolio di protesta.

Nel momento in cui aprì gli occhi e li puntò nei miei, potei vedere riflesso in quelle iridi ghiacciate ciò che stavo provando anche io.

Desiderio. Puro e semplice.

Ma non potevo, non in quel momento. Era troppo presto.

-Non oggi, Damon. Non oggi- dissi, per tranquillizzarlo.

Nei suoi occhi bellissimi scorsi un lampo di delusione, misto a comprensione.

Lo baciai un’ultima volta, prima di dirigermi verso casa.

 

 

POV DAMON

 

Stavo fissando da cinque minuti buoni il portone da cui era uscita Talia.

Mi era praticamente saltata addosso. Niente a che vedere con la dolcezza del pomeriggio. Dio, nemmeno si accorgeva di essere così sensuale da far perdere la testa!

Così come lo sentivo ancora dentro di me, l’avevo visto nei suoi occhi.

Desiderio. Torbido e oscuro.

Anche lei mi voleva, come io volevo lei. Ormai non mi ricordavo più com’era la mia vita prima che questa mezza vampira dai capelli neri e gli occhi blu mi sconvolgesse nel profondo.

Non ero sicuro di cosa provavo nei suoi confronti, ma ero certo di una cosa: non volevo farla soffrire.

Soprattutto dopo che Klaus mi ha promesso torture talmente dolorose che alla fine l’avrei pregato di uccidermi per smettere di patire le sofferenze che mi avrebbe inflitto.

Va beh, non l’aveva messa proprio in questi termini, ma il succo del discorso era questo.

A distrarmi ci pensò Stefan, che piombò nel salone, incazzato nero.

-Elena è venuta da me in lacrime dicendo che era stata qui. Che le hai fatto?- mi attaccò.

-Non capisco, perché devo essere stato io a farla piangere?- replicai.

-Forse perché sei qui da solo?- ribatté lui.

Sbuffai, allungando una manica della camicia nera. Stefan si accigliò e diede un’annusatina veloce.

Aggrottò le sopracciglia mentre tentava di ricollegare il profumo al volto del proprietario.

Aspettai.

Quando capì sgranò gli occhi. –Talia…- sussurrò.

Annuii. –È stata qui. Ha praticamente insultato Elena-

-Perché?- chiese.

-Credo che se lo portasse dentro da un po’ e che avesse visto l’occasione di liberarsene-

-Facendo piangere Elena, però-

Alzai le spalle. Realizzai che la salute psicofisica della neovampira non mi interessava più, preferivo quella di Talia. Era meno complicata.

Stefan invece mi guardò in modo strano.

-Che c’è?- lo fulminai.

Lui scosse la testa. –Vado a dormire. Buonanotte-

-Ma come? Non vai da Elena e la consoli dicendole che l’amerai per sempre, very Emerson*? Oh, ho capito! Hai paura di non riuscire a soddisf…-

-Damon!- La voce di mio fratello mi giunse potenziata dalla tromba delle scale (no, non è una roba sconcia, semplicemente il timbro della voce può cambiare in base alla forma dell’oggetto cui passa attraverso, e no, non vi sto prendendo in giro NdMe; peccato NdDamon; -.- NdTalia).

Ridacchiai e lasciai perdere. Stefan non sarebbe mai cambiato.

 

 

POV KOL

 

Ero sdraiato sul mio letto, al buio, con una bottiglia di Whiskey Irlandese nella mano sinistra e il cellulare nella destra. Un unico pensiero nella testa.

Cassandra.

Ero indeciso se chiamarla o no. Non ero sicuro che mi rispondesse e, se mai l’avesse fatto, non avrei saputo cosa dirle. Insomma, non potevo chiamarla nel bel mezzo della notte, con la scuola il giorno dopo, e bloccarmi sul più bello. Proprio quando le sto per dire…

Rebekah entrò in camera all’improvviso, senza bussare, e accese la luce. Strizzai gli occhi, momentaneamente accecato, cercando di mettere a fuoco la sua figura.

La bionda chiuse la porta a chiave e si avvicinò a me furtivamente.

-Ascoltami, so cosa ti sta succedendo in questi giorni. Posso aiutarti se vuoi- esordì.

Sbattei le palpebre, tentando di registrare le sue parole.

La mia sorellina sbuffò indispettita mentre prendeva in mano la mia bottiglia.

-Possibile che voi uomini dobbiate sempre annegare i vostri dispiaceri nell’alcool? Non avete ancora capito che sanno nuotare?**-

Stavolta fui io a sbuffare, divertito.

-Possibile che voi donne vi dobbiate sempre impicciare nei nostri affari? Non avete ancora capito che possono remarvi contro?- tentai di rigirare la frittata. Senza successo, ovviamente.

-Saltiamo subito al sodo. So che ti piace lei, quello che non capisco è perché non ti fai avanti-

-Non le piaccio- risposi, depresso.

-Come fai a saperlo?- rilanciò.

-Lo so e basta- tagliai corto, rabbuiandomi.

Bekah si sedette accanto a me sul letto e mi prese la mano, accarezzandola gentilmente.

-Fai una prova. Non dico adesso, ma quando ti sentirai pronto. Avete entrambi l’eternità davanti-

Le sorrisi debolmente, l’alcool che incominciava già a fare effetto.

Mi rimboccò le coperte e mi accarezzò la guancia.

-Buonanotte Bekah- biascicai.

-Buonanotte fratellino- disse, e fu l’ultima cosa che sentii.

Caddi in un sonno profondo e senza sogni, il cellulare che ancora visualizzava il numero di Cassandra.

 

 

POV SHINICHI

 

Sorrisi. Il mio piano stava funzionando alla perfezione.

Talia presto avrà spezzato la maledizione e, a quel punto, mancherà solo quella Cassandra.

Ah, una perfetta Kitsune. Aveva anche il dono del controllo delle piante, anche se ancora non lo sapeva.

Avrei aspettato, come avevo fatto per oltre cinquecento anni. Due anni non erano niente a confronto.

Ma intanto potevo metterli alla prova.

Si, e avevo già in mente gli avversari adatti a loro.

Ghignai un’ultima volta per poi scomparire nelle tenebre della foresta dietro di me.

 

 

Spazietto dell’autrice:

 

eccomi qui, in orario come non lo sono mai stata da tempo, con il capitolo n°15!

Vi giuro, fino a sabato non avevo scritto nulla, non ho avuto nemmeno il tempo di aprire word.

L’inizio l’avevo in mente da martedì, ho dovuto scriverlo sul cellulare altrimenti, puf!, sarebbe sparito insieme all’ispirazione che mi ha colto proprio sabato.

Adoro la prima parte, il POV TALIA, credo mi sia venuto proprio bene. Spero soddisfi le aspettative delle ragazze che recensiscono sempre: safycullen97, giada cattaneo e le nuove nikotvd e S u n s e t.

So che, leggendo, avete pensato: “Oddio, adesso lo fanno! Siiiiiiii!” e stavate per ballare la conga sul tavolo, ma ho voluto fermarli, anzi fermarla, per dedicare loro un intero capitolo. Forse il prossimo…

I POV DAMON e KOL non mi convincono tanto, forse perché sono maschi confusi che devono esprimere i loro sentimenti, e a me non vengono tanto bene, soprattutto l’Originale, poiché non è stato psicanalizzato nella serie tv.

Il POV SHINICHI invece è venuto fuori così, volevo finire il capitolo in bellezza e mi è saltato in mente lui che progettava un imminente e misterioso attacco alla gang del bosco. E così è stato scritto.

Passiamo agli asterischi che spero abbiate notato.

*nella puntata 1x03, Una partita rosso sangue, Damon paragona il modo di scrivere un diario di Stefan a quello dello scrittore Ralph Waldo Emerson (che io non ho mai sentito nominare), dicendo very Emerson. In italiano, molto poetico.

**la citazione di Albert Willemetz è stata appositamente modificata da me per adattarla al testo e ai contenuti. Nella realtà è “Non pensate di annegare i dispiaceri nell’alcool. Sanno nuotare”.

 

Al prossimo capitolo, ragazze. Che quel figaccione di Neal Caffrey sia con voi, visto che, anche se è gay, ha comunque un fisico da paura.

E con questa bella nota sensuale vi auguro buona serata.

 

 

Laura

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Capitolo 16
*** Or maybe yes? ***


Or maybe yes?

Or maybe yes?

 

POV TALIA

 

Mi ero svegliata benissimo, con il ricordo del bacio di ieri sera con Damon.

Ma ovviamente una giornata che iniziava bene era destinata a diventare ben peggiore, potevo confermarlo per esperienza.

Ecco, questo era uno di quei giorni.

A colazione Ann e Kate ogni tanto mi lanciavano occhiate preoccupate, come se da un momento con l’altro sarei scattata in piedi e avrei intonato l’inno nazionale francese, la Marsigliese. Tra l’altro ero stonatissima, più di una campana.

Già dalle otto erano arrivati gli Originali, con la scusa di stare insieme ai loro amici ‘speciali’. Bah, come ne avessero di non speciali. Ma io sapevo che volevano tenermi d’occhio.

Bekah mi stava riempiendo di chiacchiere da un tempo a me indefinito e non vedevo l’ora di ficcarmi nelle orecchie le mie cuffie ed estraniarmi dal mondo, sola con la mia musica.

-E ho visto quella bellissima borsa di Armani in quella boutique a…- e così via.

Cassie non era messa meglio. Era rossissima in viso mentre parlava con Kol, che non si stava accorgendo di nulla.

Sbuffai. Avrei dovuto fare a cupido con Kol oltre che con Simon o Lucas. Ma non potevo vivere da sola, così da evitare tutti questi problemi? Ma non mi sarei divertita così tanto.

Poi la mia salvezza. Un profumo familiare, fresco e mascolino, si fece strada in me, sconvolgendomi tutti i sensi.

Tremai e mi irrigidii. Damon.

Non sapevo se ero pronta a rivederlo, in fondo ieri sera ci stavamo spingendo troppo oltre.

Mi alzai e, con una scusa appena balbettata, fuggi di sopra, in camera mia.

Appena fui dentro, chiusi a chiave e mi lasciai scivolare contro la porta, finendo seduta sul pavimento.

No, decisamente non ero pronta.

 

 

POV DAMON

 

Ero appena arrivato che Talia fuggì di sopra e si chiuse a chiave in camera sua. Prima avvertivo la sua presenza al piano terra, mezzo secondo dopo era al piano superiore. Era stato un gesto così repentino che mi ero bloccato sulla soglia, stupito.

-Possiamo entrare?- chiesi dopo essermi rapidamente ripreso.

-Certo!- trillò la ragazzina, Cassandra.

La barriera che mi impediva di accedere a quella casa svanì e mi diressi verso la cucina, dove sembravano essersi ritrovati tutti gli esseri più cattivi, spregevoli e malvagi del mondo.

Klaus, Katherine, BarbieKlaus, MattoKol e Self-controlledElijah. Tutti insieme chiacchieravano con i nuovi arrivati come se niente fosse. Era una scena così surreale che non feci neanche una battutina, cosa che l’Originale pazzo n°3, Kol, non mancò di farmi notare. Non gli risposi nemmeno.

-Avete intenzione di stare lì fermi sulla porta a guardarci ancora per molto?- esordì la bionda Annabeth.

Sbuffai e mi sedetti sulla prima sedia disponibile, imitato anche dal mio seguito. Stefan, Elena, BarbieVampira e StreghettaPosseduta.

Ok, mi mancava Alaric. In questo preciso istante avrei voluto essere al Grill con lui a scolarci insieme una bottiglia di Bourbon alle otto e mezza di mattina.

-Perché siete venuti qui?- chiese la Petrova pazza.

-Ho mandato loro un messaggio dicendo di trovarci qui stamattina- rispose BarbieSalvatore.

-Avresti dovuto dirmelo- esclamò una voce dietro di me. Talia era scesa e aveva rimbeccato la sorella maggiore.

-Scusa- mormorò la bionda.

Allora notai che indossava qualcosa che non le avevo mai visto. Pantaloni, corpetto e anfibi di pelle nera. In più si era lasciata crescere i capelli, che ore le incorniciavano il volto in morbide onde nere fino al sedere, facendo risaltare ancora di più la pelle pallida e gli occhi blu. Sembrava una ninfa. Eterea.

-Che ci fai qui? Non eri scappata di sopra?- chiesi guardandola con un disprezzo che in realtà non provavo.

Lei non sembrò accorgersi della nuova inflessione della mia voce. Si piegò verso di me, appoggiandosi al tavolo con la mano destra, mentre la sinistra aveva afferrato lo schienale della mia sedia. Arrivò a sfiorarmi l’orecchio con le labbra. Rabbrividii al contatto.

-Non fingere che non ti sia piaciuto, ieri sera- sussurrò, in modo tale che sentissi solo io.

Poi si rialzò e, come se non fosse successo nulla, si rivolse agli altri.

-Allora, che fare lì impalati? Volete imparare a sconfiggere queste volpi, si o no?-

 

Come ci ero finito a fare le flessioni insieme a mio fratello, la sua ragazza, le sue migliori amiche, Katherine, Klaus, i suoi fratelli e i suoi amici, sotto la direzione di Talia, ancora lo dovevo capire.

E dovevo anche precisare che la ragazza aveva un pugno di ferro: rimbeccava tutti, senza esclusioni. Klaus aveva ringhiato un paio di volte, ma non disse, né fece nulla.

Il che mi sorprese non poco. Mi aspettavo reagisse staccandole la testa, o mordendola come minimo. Invece non aveva mosso un dito, anzi, aveva anche eseguito gli ordini, correggendo il tiro.

Stavo facendo uno sforzo quasi sovrumano. Non mangiavo da due giorni ormai, e la mancanza di sangue si stava facendo sentire.

Stefan non era messo meglio: la sua dieta idiota lo rendeva più debole di me a digiuno da una settimana.

Talia parve capire che eravamo allo stremo delle forze.

-Va bene, basta così!- disse e all’istante crollammo tutti a terra, Originals compresi, a lamentarci del dolore che sentivamo.

-Su, avanti, in piedi. Abbiamo appena iniziato!- trillò la corvina, beccandosi una serie di insulti piuttosto coloriti da parte di tutti, me compreso.

Sbuffò. –Ho capito…- mormorò, e si diresse verso un borsone nero che prima non avevo notato e lo aprì, inginocchiandosi per cercare qualcosa. Evidentemente non lo trovava, perché infilò anche la testa dentro e continuò a rovistare. La guardavo e non potevo fare a meno di lanciare occhiate maliziose al suo fondoschiena da urlo, reso ancora più sensuale dai pantaloni di pelle nera che lo fasciavano perfettamente.

Finalmente tirò fuori ciò che cercava: delle bottigliette piene di un liquido rossastro. Le esaminò per bene, come per capire cosa c’era dentro.

-Stefan, per te ho del sangue animale, anche se non ricordo se di Bambi o dei Tre Porcellini. Mi pare sia di Gatto Silvestro, ma non ne sono sicura- borbottò, facendomi ridacchiare. Le somiglianze con me si vedevano ogni giorno di più. –E per chi invece ha una dieta normale, invece, sangue umano. Urrà!-

Tutti presero una bottiglia a testa e bevvero. Li imitai e, appena il contenuto dell’ampolla mi riempì la bocca, mi sentii subito meglio, rinvigorito.

Chiusi gli occhi, assaporando meglio il gusto di quel sangue. Non era il migliore, ma era sicuramente meglio delle sacche dell’ospedale che mi passava la dottoressa Fell (Meredith, NdA).

Li riaprii e vidi anche Talia bere.

Piegai la testa di lato. Era strano vederla calata nella parte della vampira, di solito non esternava i suoi pensieri in proposito. E dovevo ammettere che era più sexy vestita in quel modo.

“Basta! Non devo pensare a lei in quel modo, non è giusto. O forse si?”

I miei pensieri vennero bruscamente interrotti dall’ibrida, che richiamò la nostra attenzione con un lungo fischio modulato.

-Ok, vedo che non siete per niente preparati sul piano fisico. I kitsune non sono degli sprovveduti, sono più forti e resistenti di voi. Soccomberete dopo nemmeno un minuto-

-Come fai a dirlo?- chiesi indispettito. La mia forma fisica era impeccabile!

Lei non rispose. Sospirando so alzò il corpetto, facendo vedere a tutti una cicatrice che correva lungo tutto il fianco sinistro, scomparendo oltre il tessuto dei pantaloni.

Sgranai gli occhi. Come si erano permessi di fare questo alla MIA moretta??? Le avrei uccise tutte, quelle insopportabili volpi immortali, avrei tirato loro il collo, una per una.

Talia si risistemò il corpetto con gesti bruschi.

-Ok, muoviamoci. Voglio vedere la velocità che riuscite a raggiungere. Chi arriva per primo al fiume, avrà un mio bacio, l’ultimo stasera pagherà da bere per tutti!- e si volatilizzò.

Rimanemmo tutti fermi per mezzo secondo, poi scattammo tutti al suo inseguimento.

 

 

POV KLAUS

 

Vedevo Salvatore guardare la mia sorellina come se fosse la donna più bella al mondo. Effettivamente anche io ci avevo fatto un pensierino, ma poi avevo desistito. Praticamente era mia sorella, cavolo!

Appena ci mettemmo ad inseguirla nel bosco, affiancai il vampiro. Mi guardò per un secondo e poi ritornò a concentrarsi sulla “preda”.

-Senti, so che ti piace, quindi finiamola qui. Non ti do il permesso di portartela a letto quando vuoi, ma ti posso concedere un appuntamento- dissi.

Il moro scansò un albero, tornando poi a correre vicino a me.

-Non so, mi piace in un modo che non credevo possibile. Insomma, non so cosa provo, ma non voglio bruciare le tappe-

-E se lei volesse farlo, invece?- lo provocai.

-In quel caso, credo che non riuscirei a resistere-

Mi bloccai e lo fermai mettendogli una mano sul petto, atterrandolo.

-Ascoltami attentamente. Talia può fare quello che vuole, ma vorrei che fosse felice. Se lei lo vuole –feci una pausa, mi costava tanto dirlo– allora per me va bene. Ripeto: falla soffrire e io ti farò patire le pene dell’inferno. È la mia sorellina- conclusi. Mi accorsi di avere gli occhi lucidi.

-Non pensavo fossi legato ad una persona, non così tanto- disse.

-Fa parte della famiglia. Sono felice quando sono con lei, mi sento a casa. Forse perché è l’unica che mi capisce veramente- lo informai.

-Siete molto amici-

Non era una domanda, ma annuii comunque. –A soli dodici anni poteva andare e venire liberamente dal mio studio, incondizionatamente. Le voglio molto bene-

Ma perché mi stavo aprendo con lui? Non c’entrava nulla. O forse si?

Mi alzai e, a lentezza umana, continuai a camminare seguendo l’inconfondibile profumo di Talia.

Avvertii distintamente il vampiro alzarsi da terra e pulirsi i jeans, prima di seguirmi.

 

 

POV DAMON

 

Quando arrivammo, realizzai che eravamo gli ultimi.

-Siete in ritardo- sentii dire da sopra una roccia.

Alzai lo sguardo e incrociai quello di Talia che mi guardava divertita.

-Dovrai offrire da bere a tutti- disse Cassandra.

-Tu sei troppo piccola per bere- dissi, superandola.

La sentii girarsi. –Io posso bere quanto voglio. E poi tu sei troppo vecchio, non hai paura che ti si distrugga il fegato?-

Ok, stava passando il limite.

-Hai quindici anni, non hai l’età- ribattei, tentando di tenere ferma la voce. Mi stavo arrabbiando con una ragazzina appena adolescente. Mi sentivo patetico.

-Ma ho l’autorità per farlo- replicò decisa.

-Si, certo, contaci. Io non ti offro da bere, è escluso-

-Sei ridicolo, Damon. Stai litigando con una quindicenne e tu ne hai più di centosettanta, ma non ti vergogni?- disse Talia, ridendo.

-Comunque, adesso posso dare il mio bacio- continuò lei.

Mi feci più attento. Se l’avesse dato a mio fratello? O ad un Originale? O, ancora, ad uno dei suoi amici, Lucas magari? Non sapevo se sarei riuscito a non tirargli un cazzotto sul naso.

Si avvicinò a noi lentamente. La tensione era palpabile.

Sorrise, prendendoci –prendendomi– per il culo.

Afferrò Cassandra per un braccio e le scoccò un bacio sulla guancia, causando le risate della ragazzina e dei suoi amici.

-Ma come hai fatto ad arrivare qui prima di tutti?-  chiesi sbalordito.

Quella mi sorrise in modo inquietante e, improvvisamente, il bianco dell’occhio diventa verde. La terra la risucchia lentamente e la inghiottisce sotto i miei occhi.

Mezzo secondo dopo un grosso imbuto si formò dietro di me, risputando la ragazza che, atterrando con grazia sul terreno, scoppiò in una grossa risata.

-Già, sei proprio ridicolo, Damon. Sembri un pesce lesso- disse strafottente.

Sbattei le palpebre. –Ma come è possibile?- sussurrai.

-Semplicemente usiamo il nostro elemento per spostarci a proprio piacimento- m’informò Talia.

-Davvero è possibile?-

Lei annuì.

-Ok, fermiamoci qui a pranzare, poi riprenderemo con gli allenamenti- disse la corvina.

Sbuffai. Adesso dovevo fare anche un pic-nic.

“Quanto è strana la vita.”

 

 

POV REBEKAH

 

Vedevo che Damon non era molto contento di stare con noi. Ma prima di tutto volevo sapere perché era arrivato insieme a Nik. Così presi da parte mio fratello e tentai di parlargli. Lui liquidò il tutto con un –Me ne sto occupando io, tu non c’entri- e un’alzata di spalle. Incredibile.

Pffff, allora cercherò di parlare con Damon, sebbene sappia che sarà una perdita di tempo. “Almeno potrò dire di averci provato, no?”

Ogni tanto Talia scoccava delle occhiate a Damon, sul cui braccio sinistro si era appolipata la doppelganger.

Sorrisi, era gelosa.

Dovevo per forza parlare con la mia sorellina.

E se non voleva… beh, sarei stata costretta a tirarle le parole fuori di bocca con le tenaglie.

 

 

Spazietto dell’autrice:

salve a tutti/e! Come state? Io appena finisco un capitolo mi sento come se mi fossi tolta un gran peso dallo stomaco.

Passiamo al capitolo 16. Fino a metà mi piace, poi il POV REBEKAH è lì e non so nemmeno perché l’ho messo.

Sono in stallo con gli esercizi da far fare a questi vampiri. Mica posso prenderli dall’esercito! Qualcosina va bene, tipo il passaggio alla marinara e o un percorso appositamente inventato da me/Talia. Avete suggerimenti? Nel prossimo capitolo vedremo tutti i maschioni senza le magliette! Damon, ù.ù!

Sta di fatto che, secondo il mio modesto giudizio, la media di questo capitolo è 6-------- (in pratica 4). Però mi sono sganasciata dal ridere scrivendo di Damon e Cassandra, quando si punzecchiano sono mitici.

Allora, vi piace la nostra Talia? Spero di aver reso bene l’idea dei vestiti che indossa. Per chi ha visto Underworld (tutti e quattro i film è meglio), sa che ho preso i vestiti di Seline e Sonja.

Ringrazio i miei due angeli custodi che hanno recensito lo scorso capitolo: safycullen97 e nikotvd. Grazie davvero.

Spero che dopo questo capitolo/sgorbio mi seguirete ancora.

Bacioni

Laura

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Capitolo 17
*** Con il sorriso sulle labbra ***


Con il sorriso sulle labbra

Con il sorriso sulle labbra

 

 

POV SHINICHI

 

Li vedevo seduti intorno al fuoco a mangiare e chiacchierare come se si conoscessero da sempre. Riuscivo a spiarli senza farmi vedere. A volte era proprio utile avere il completo controllo sulle piante.

Feci un segno al kitsune accanto a me. Quello sparì e sul mio volto comparve un ghigno malefico.

Presto avrebbero avuto delle sorpresine.

 

 

POV ELIJAH

 

Talia gelosa era uno spettacolo che non si vedeva tutti i giorni.

Damon che tentava in tutti i modi di allontanarsi da Elena sortiva lo stesso effetto, perché non avrei mai immaginato che potessero innamorarsi l’uno dell’altra, e viceversa. Erano così simili, e così diversi. In un certo senso, anticonvenzionalmente perfetti insieme.

Incrociai lo sguardo di Bekah e vidi che mi faceva segno di andare con lei, così mi alzai e la seguii nel bosco.

Appena ci fummo allontanati abbastanza, lei mi prese per un braccio.

-Hai visto? Hai visto?- strillò.

-Sshhhhhh, fai piano! Comunque, si- l’ammonii.

-Sono bellissimi- sospirò. Era andata.

-Come facciamo a farli mettere insieme?- la riscossi. Volevo vedere Talia felice e, se Damon poteva realizzare questo mio desiderio, ero disposto ad accettare che si fidanzasse con la mia sorellina preferita. [Però, shhh, non dite a Bekah che ho detto questo, mi raccomando.]

-Ma è ovvio, no?- mi rispose.

Alzai un sopracciglio, poteva esserlo a lei, ma non a me.

-Lo facciamo ingelosire, testone d’un fratello- m’illuminò.

-Di che parlate?- disse una voce, facendoci venire un infarto. [Tecnicamente noi vampiri non possiamo avere infarti.]

-Ciao Nik, che ci fai qui?- temporeggiò Bekah.

-Veramente questa domanda dovrei farla a voi. Scomparite senza dire una parola, v’infiltrate nel bosco con fare sospetto e parlottate tra di voi come se steste complottando qualcosa. Avanti, perché siete qui?- disse lui.

Sbuffai. –Vogliamo che Tals e Damon si mettano insieme e stavamo giustamente tentando di capire come fare- spiegai con un mezzo sorriso.

-Me sto occupando io, non fate casini- mi smontò.

Rebekah aprì la bocca, ma non fece in tempo a dire una parola, che Klaus la stroncò.

-Ho già parlato con Damon, è un affare tra lui e me. Voi non immischiatevi-

Detto questo, girò e ritornò verso gli altri con la sua camminata fluida.

-Che facciamo?- le chiesi, non appena nostro fratello non fu più a portata di orecchio.

-Credo che sia meglio lasciare tutto nelle mani di Nik, almeno per il primo periodo. Poi vedremo come va e se è necessario interveniamo-

-Mmmhhhh, non ti facevo così saggia, sorellina-

-Che credi, sotto questo aspetto da Barbie ho anche io un cervello, sai?-

-Ma davvero? Non lo sapevo!- la presi in giro.

-Scemo!- gridò.

Ridemmo insieme, come non accadeva da tempo.

-Era ora, pensavamo vi foste imboscati a fare chissà cosa!- ci sfottè Damon.

-Lascia stare, te lo consiglio vivamente- disse Bekah, ponendo fine ad ogni discussione sull’argomento.

 

 

POV DAMON

 

I due Originals erano appena tornati dal bosco. Non avevo idea di che diavolo avessero fatto, e non mi interessava. O almeno, fingevo che fosse così. In realtà, la curiosità mi stava uccidendo.

-Elena, ti staccheresti un secondo? E poi, perché stai appiccicata a me? Vai dal tuo ragazzo!- dissi sgarbatamente.

Per la prima volta da quando ci eravamo fermati vicino al fiume, la ragazza mi lasciò andare il braccio, per guardarmi ferita. Sicuramente tentando di suscitarmi un qualche senso di colpa, che ovviamente non arrivò.

Avevo una voglia matta di baciare Talia, anche lì davanti a tutti. Il problema era che non sapevo a quali conseguenze avrebbe portato.

Cassandra sembrava essere felicissima di come si erano evolute le cose tra noi, Kol ed Elijah ci avevano già aiutato, per cui erano consenzienti ad una nostra possibile relazione. Klaus aveva dato più o meno il suo consenso, e ciò mi aveva dato una mezza speranza. Rimanevano Annabeth e Katherine. Mi preoccupavo più della prima che della seconda.

-Talia, com’è essere amici di Klaus?- chiese BarbieVampira.

La corvina e il biondo arrossirono in contemporanea, si guardarono e poi distolsero subito lo sguardo.

-Mmmhhh, Nik è… avventura, ironia, risate, arte allo stato puro, nuove scoperte ogni giorno. Può essere tranquillo e pacifico come il cielo, ma anche impetuoso e libertino come il mare. È il sole, caldo e avvolgente come quello italiano. Ma è anche freddo e sfuggente, come la pioggia inglese. Semplicemente il mio migliore amico- rispose con un sorriso, sbalordendoci tutti. Klaus? Migliore amico di qualcuno? Mai sentito.

Quello si alzò e andò ad abbracciarla.

-Grazie piccola- le disse. Commosso? Possibile?

Quando si staccarono, Talia mi sembrò turbata, ma fu solo un momento.

-Ok, adesso abbiamo finito tutti. Venite con me- disse e fece per girarsi. Venne bloccata da un ringhio profondo, di gola, proveniente dal bosco dietro di lei.

Si voltò lentamente, una mano alla cintura. Sei volpi sbucarono dal sottobosco e finalmente potei vederle nella loro forma animale.

Erano grosse quanto dei lupi, i loro mantelli bianchi come la neve. La cosa più spaventosa era che non avevano una sola coda, ne avevano tre della stesso colore del pelo, ma con le punte nere.

Le volpi ringhiarono e notai dei denti lunghi quanto un coltello da cucina. Sembravano incazzate nere.

Talia però si fece avanti. –Era ora!- esclamò e pensai fosse pazza a mettersi da sola contro sei di quelle cose.

Poi vidi le braccia della sorella bionda prendere fuoco e non potei fare altro che spalancare la bocca. Le fiamme si propagarono velocemente a tutti i vestiti e, quando si ritirarono, Annabeth aveva una tuta aderente del tutto simile a quella della sorella minore, solo che era rosso fuoco.

Lo stesso avvenne per gli altri ragazzi e, quando i loro elementi ce li lasciarono vedere, Lucas aveva i vestiti blu mare, Simon bianchissimi e la piccola Cassandra verde prato. In mano avevano ciascuno un’arma diversa: il primo un tridente, il secondo delle fruste e la terza una lancia. La sorella infuocata aveva un arco e delle frecce circondate dalle fiamme sulla punta d’argento.

Talia li guardò con soddisfazione e completò la sua trasformazione, ritrovandosi in mano due coltelli da caccia crepitanti di elettricità.

Sorrisero tutti contemporaneamente e lo trovai molto inquietante.

-State tutti indietro e NON intervenite, qualsiasi cosa succeda- ci avvisò Klaus.

Poi Annabeth scagliò il primo dardo di fuoco e la battaglia incominciò.

Di norma una quindicenne non dovrebbe mulinare alla perfezione una lancia e riuscire ad abbattere quelle bestie, ma Cassandra ci riusciva benissimo.

Lo stesso stavano facendo gli altri. La bionda si teneva quasi in disparte e le bersagliava di frecce, Simon le feriva principalmente agli occhi e Lucas invece le trafiggeva per indebolirle.

Talia volteggiava e danzava con grazia letale tra le volpi e le finiva tutte al primo colpo. Era una visione bellissima e mortale.

Quei maestosi animali bianchi morirono velocemente, prima ancora che noi spettatori ce ne rendessimo veramente conto. I loro corpi si sciolsero e affondarono nel terreno, scomparendo.

-Siete feriti?- chiese Klaus. Era difficile vederlo in versione premurosa, ma tutti i combattenti annuirono.

-Cavolo che scarica di adrenalina- commentò Talia, facendo scoppiare a ridere gli altri.

Poi avvenne qualcosa di strano, anche se stando con i mezzi vampiri il mio concetto di strano stava leggermente cambiando.

Una ragazza camminò fuori dalla foresta, i lunghi capelli rosso fuoco si muovevano nel vento. Indossava una tunica color avorio con rifiniture dorate, tipica del medioevo.

-Vi porgo i saluti del mio signore, miladies e milords- esordì, con un inchino. –Il mio re, Shinichi, si congratula con voi per la vittoria appena ottenuta. Sapete cosa vi chiede, la vostra resa incondizionata, ma, sapendo che non avreste mai accettato, ha pensato di darvi un assaggio della nostra forza. Immaginate un attacco del genere portato avanti da cento di noi. Non avreste scampo. Perciò, Vostra Maestà il Re delle volpi Shinichi, vi chiede di ascoltare bene il vostro cuore e di scegliere, non avete più molto tempo- finì. Un altro inchino e se ne andò.

Appena fu inghiottita dal bosco, Talia ringhiò.

-Gliela ficco su per il culo la nostra resa incondizionata-

La guardai stupito. Non era mai stata così scurrile.

-Ok, avete visto come combattono le volpi nella forma animale, ma in quella umana o ibrida sono ancora più pericolose. Ci divideremo in coppie o in trii e ognuno dovrà tentare di atterrare quattro volte l’avversario. Mmmmhhhh, Lucas contro Cassandra, so quanto volete battervi uno contro l’altra, perciò vi ho accontentato- disse. I due esultarono, per poi sfidarsi con gli occhi ridotti a fessure.

-Simon, tu contro Bonnie, Caroline contro Stefan, Bekah contro Elena e Kol, Kate contro Elijah, Nik contro Ann e io contro Damon. Disponetevi, e tu vieni con me- continuò, prendendomi per un braccio. Probabilmente voleva stare sola con me.

-Guardate!- urlò. Ok, ero diventato il suo manichino.

Mi sorrise e sparì. Mi voltai di scatto e non la vidi. Velocemente mi guardai intorno ma non riuscii a vederla.

“A meno che…”

Alzai lo sguardo e quella mi travolse con forza, facendomi cadere a terra di peso.

Avvicinò il viso al mio e vidi chiaramente i canini spuntare dalla sua bocca, il respiro di entrambi che si fondeva in un'unica aria.

Mi riscossi in un attimo e le diedi uno spintone violento, che la fece volare una decina di metri più indietro.

Talia si rialzò e si spazzolò i vestiti come nulla fosse.

Sparì di nuovo e mi salì l’ansia. Come, dove, in che modo e con che potenza mi avrebbe colpito? Quasi avevo paura…

Mi piegai in due dal dolore. Mi aveva appena sferrato un violento pugno allo stomaco. Prima che mi desse il colpo finale, le afferrai le gambe ed entrambi rovinammo a terra.

Iniziò il corpo a corpo. Avevo sempre pensato che fosse facile, un colpo di qui, un altro di là, mi sembrava semplice. Forse perché ero un vampiro. Ma solo ora capivo veramente quanto avessi bisogno di preparazione in quel senso.

Talia, in poche mosse, era riuscita a bloccarmi le braccia sopra la testa, in una morsa dolorosissima. Non riuscivo a muovermi.

-Avete capito?- chiese, ed io sperai di sì. Dovevano avere assentito tutti, perché mi mollò.

Avevo chiuso gli occhi cercando un po’ di sollievo per i muscoli indolenziti, quando mi sentii prendere e tirare per un polso.

Alzai una palpebra e vidi Talia guardarmi sorridente.

-Che c’è? Non ti basta avermi picchiato davanti a tutti? ho male alle braccia- mi lamentai.

-Dai, vieni mollaccione. Ho il rimedio giusto per te- replicò.

-Davvero? Ok, allora-

Lei mi sorrise di nuovo ed io mi beai dei suoi occhi scintillanti. Ogni volta che sorrideva le pagliuzze argentate delle sue iridi danzavano e la facevano assomigliare ad una ninfa del cielo notturno.

Ci avvicinammo al fiume schivando gli schizzi d’acqua che usava Lucas per combattere contro Cassandra. Quella, per contro, la assorbiva quasi tutta con il suo elemento, la terra.

Una volta arrivati sulla riva ci fermammo e Talia iniziò a fissare l’altra sponda in modo profetico.

-Allora? Il tuo rimedio?- chiesi per riscuoterla da quello stato di torpore.

Lei mi guardò e sfoderò il sorriso alla Katherine. Mezzo secondo dopo ero sommerso da almeno una decina di metri cubi di sudicia acqua di fiume.

Riemersi e fulminai Talia con lo sguardo. Lei se la stava ridendo in tutta tranquillità.

Mi tolsi la maglia nera, ormai d’intralcio.

-Talia Salvatore! Inizia a correre!- gridai, con il sorriso sulle labbra.

 

 

POV TALIA

 

L’aveva detto davvero?

L’aveva fatto davvero?

Damon era lì, davanti a me, gocciolante, senza maglia e pronto da vendicarsi.

Ma soprattutto senza maglia!

Oddio, infarto istantaneo. E noi possiamo avere degli infarti!

Presi un bel respiro. Ma lui prese me. Mi caricò in spalla come se non pesassi nulla e mi fece cadere a mia volta in acqua.

Riemersi in un batter d’occhio e lo trascinai con me.

Mentre gli altri combattevano, noi ci facevamo un bel bagno nel fiume, ridendo e scherzando per tutto il tempo. Con il sorriso sulle labbra.

 

Passò così una settimana.

Una settimana terribile.

Scuola per Lucas, Simon e Cassie e allenamenti per noi la mattina.

Il pomeriggio era diventato la mia nemesi: Rebekah ci portava a fare shopping per il ballo in stile ottocento che si sarebbe svolto per Halloween. Ovviamente, dato che l’aveva organizzato lei, dovevamo andarci. Potevo vomitare per la quantità di vestiti che mi faceva provare, i quali tra un pò mi potevano uscire dalle orecchie.

Ripeto, la mia nemesi.

 

 

Spazietto dell’autrice!

Sono tornata. Eh, già! Lunedì scorso stavo male, così, dopo una piccola consulenza con i miei angeli custodi safycullen97 e nikotvd (che ringrazio infinitamente), ho deciso di postare oggi il 17° capitolo.

È stato un parto, davvero. Io lo dico sempre che non sono portata per i combattimenti. Beh, mi farete sapere se ho fatto pena o meno.

Che tenero il nostro Damon! E Talia che (giustamente!) se lo mangia con gli occhi? Ahahah, ne vedremo delle belle!

Il prossimo capitolo sarà incentrato sul ballo stile ottocento che ho già nominato alla fine del capitolo. Qualcuna di voi ha suggerimenti per gli abiti (che sono abbozzati sul retro del quaderno di economia aziendale)? O, per lo meno, conoscete un sito di abiti?

Me li potreste dire nelle recensioni?

Grazie in anticipo per tutto il supporto che mi date ad ogni capitolo, e ovviamente a chi mi ispirerà con le sue idee sui vestiti.

Bacioni immensi.

Laura.

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Capitolo 18
*** L'universo tranne noi ***


L'universo tranne noi

Capitolo 18

L’universo tranne noi

Ti ho incontrata ma… tu non mi hai visto

Eri in macchina… è stato un attimo

Ma il cuore si è… come fermato

O era fermo prima e… ha ripreso a battere

(“L’universo tranne noi”, inizio prima strofa- Max Pezzali, 883)

 

POV TALIA

-Ti prego, spiegami di nuovo cosa ci faccio qui- mi lamentai. Non mi sentivo a mio agio tra tutte quelle persone che sembravano spogliarmi con gli occhi. L’abito era strettissimo, avevo caldo e i tacchi mi facevano già male!

Rebekah, invece, sembrava rilassata, anche se potevo vedere benissimo che non lo era. Matt si era finalmente deciso ad invitarla al ballo in maschera, ambientato nell’Ottocento, e lei era superfelice.

La mia amica indossava un favoloso abito blu pavone, con la scollatura quadrata, a maniche corte e con delle balze sull’ampia gonna che la rendevano più simile ad un pallone aerostatico che ad una dama dell’epoca. In più aveva una maschera in raso dello stesso colore.

Io non potevo lamentarmi. Un abito senza maniche e la scollatura a cuore tutta piena di perline che scendevano fino ai fianchi stretti da una cinturina di perline. La gonna era più sgonfia di quella di Bekah, ma era comunque troppo… troppo per i miei gusti. La mia maschera era in seta, come il vestito del resto, ma aveva una specie di baldacchino in pizzo che scendeva sulle guance e sul naso.

E soprattutto era azzurro ghiaccio. “Così s’intona al colore degli occhi del tuo cavaliere” aveva detto lei. L’avrei strozzata, oh si, a fine serata si sarebbe trovata con il collo tirato come una gallina.

Già, perché il mio accompagnatore portava il nome di Damon Salvatore.

 

Era mercoledì sera ed ero appena tornata, stanca morta, dalla sessione pomeridiana di shopping con Rebekah. Sapeva come tapparmi la bocca quella schizzata, continuava a farmi domande su Damon, così io non le facevo domande su Matt. Era già tanto se non le ero saltata addosso tentando di strapparle tutti i suoi biondi e angelici capelli.

-Ehi, sembri distrutta- Damon, mio Salvatore!

-Perché lo sono, Bekah è difficile da gestire, ma si trasforma letteralmente in un’esaltata quando si usa quella parola che inizia con la S- dissi, iniziando a lamentarmi. Il ragazzo aveva la pazienza di un santo con me. Ci sedevamo tutti i giorni uno accanto all’altra sul divano, davanti al fuoco che scoppiettava, e mi ascoltava quando tornavo dalle torture psicofisiche con l’Originaria.

Mi sfogavo e quel giorno non faceva eccezione. Tuttavia c’era qualcosa di strano quella sera nel vampiro, sembrava che mi volesse dire o chiedere qualcosa e che avesse paura di sapere la risposta.

-Ehi, Damon, qualsiasi cosa tu abbia da dirmi, non sentirti obbligato, ok?- gli dissi per calmarlo un po’.

Lui mi venne vicino e mi abbracciò, gesto che ricambiai volentieri. Volevo stare con lui almeno cinque minuti consecutivi senza che qualcuno – Nik – ci interrompesse ogni santa volta.

Lo sentii baciarmi delicatamente la clavicola sinistra, per tutta la lunghezza, avanti ed indietro. Rabbrividii e chiusi gli occhi, esponendo di più il collo a quelle piccole attenzioni.

Mi sentivo sciogliere dalla dolcezza con cui mi sfiorava, toccava, baciava. Non potevo non essere attratta da lui.

-Vuoi venire al ballo con me?-

All’inizio pensai che fosse un’allucinazione dovuta a quello che mi stava facendo. Bisogna capirmi, non ero pienamente cosciente di quello che accadeva intorno a me.

Poi lo vidi alzare lo sguardo e puntare quegli occhioni da cucciolo nei miei. Piano piano li vidi riempirsi di una strana consapevolezza. Insomma, credevo che sarebbe stato il cavaliere di Elena insieme a Stefan, di nuovo.

-Lascia stare, era meglio se non te l’avessi chiesto. Probabilmente andrai con Klaus o Kol, non è vero?- Ecco, era tornato lo scontroso presuntuoso che avevo conosciuto.

-No, ehi, guardami- Gli presi il viso tra le mani e lo fissai, come lui aveva fatto con me. –Nik va con Ann. Credo che mia sorella abbia capito che né Simon né Lucas facevano per lei. Kol va con una tizia che ha conosciuto, pardon, soggiogato. E, certo che si-

Mi guardò confuso. Era adorabile.

Gli sorrisi con dolcezza. –Sì, vengo con te. Davvero credevi che avrei rifiutato?-

Lo sguardo divenne colpevole. Certo che era un libro aperto per me, a casaccio, ma aperto*.

Risi dei miei stessi pensieri. Damon, stavolta, mi guardò incuriosito.

-Non ti dico niente, vampiro- scherzai, dandogli un buffetto sul naso.

La porta si aprì all’improvviso e una fiumana di gente si riversò all’interno della pensione. Stefan ed Elena in primis, tenendosi per mano e con un sacco di buste. Poi Rebekah, seguita da Nik e Kol, costretti a farle da chaperon.

-Avete finito di pomiciare come due ragazzini?- berciò la diavolessa.

-Attenta, potrei distruggere in due secondi la messa in piega che hai fatto non meno di due ore fa- le risposi.

-Non lo faresti mai- mi assicurò.

-Davvero?- dissi, e sfregai pollice e indice uno contro l’altro, creando delle scintille azzurre. Bekah fece un passo indietro.

-Pfff, lasciala stare. Abbiamo interrotto il loro momento di intimità-

Ora ero pronta ad uccidere mia sorella. Ma Santa Katherine mi venne in aiuto.

-Vogliamo parlare dei tuoi momenti di intimità con Klaus, Annie?- Sì, decisamente l’avrei santificata.

-Ehi!- esclamò indignata. –Avete violato la mia privacy!-

-Benvenuta nel club- dissi.

Cassie sbadigliò. In quel momento mi ricordai che domani c’era scuola.

-Rebekah Mikaelson! Come ti sei permessa di trattenere fino a tardi una quindicenne? Sono le undici e mezza di sera!- la rimproverai.

Lei guardò il grande orologio appeso alla parete e sgranò gli occhi. –Ops!- esclamò, mettendosi una mano davanti alla bocca per nascondere un sorriso.

 

Sorrisi lievemente al ricordo. Damon era fragile, aveva bisogno di sicurezze, cosa che Elena non gli dava.

Rebekah emise uno squittio degno di un topolino preso in trappola. Mi girai e la vidi slanciarsi verso Matt, che la prese praticamente al volo. Il suo cavaliere aveva un grande sorriso sul viso e mi augurai che insieme fossero felici.

Il mio invece ancora non si vedeva. Al suo posto, Stefan mi venne vicino.

-Tranquilla, arriverà presto- disse.

-Si vede così tanto? Insomma, sembro davvero disperata perché non arriva nessuno?-

Sorrise. –Se ti può consolare, arrivo direttamente da casa, e Damon era agitato quanto te, se non di più-

-Damon agitato? In che mondo, scusa?-

-Non ne ho la più pallida idea. Oh, è arrivata Elena. Se mi vuoi scusare- mi fece un inchino e si diresse verso la ragazza, avvolta in un vestito rosa antico. Volevo vomitare, che colore del cavolo.

Tornai a fissare le coppie che volteggiavano nella sala addobbata a tema.

All’improvviso sentii delle mani cingermi i fianchi e tenermi stretta.

-Credeva davvero che non venissi, Miss Salvatore?-

La sua voce, calda e suadente, mi fece perdere un battito. Il mio cuore accelerò improvvisamente alla vista di lui in smoking e con una maschera blu e azzurra sul viso.

-Se devo dire la verità, speravo che veniste, cominciavo a sentirmi un po’ sola qui, Mr. Salvatore-

-Allora le prometto che non la lascerò più sola per tutta la durata del ballo, che ne dice?-

-La trovo una magnifica idea- risposi, ostentando un sorriso.

Mi prese sottobraccio e ci avviammo nella sala. Che il ballo vero e proprio cominci.

 

 

POV DAMON

 

Mi sentivo bene mentre la facevo volteggiare su se stessa. Aveva il sorriso sulle labbra e una luce serena negli occhi. Era tutto ciò che volevo.

La giravolta finì e Talia ritornò tra le mie braccia. Le cinsi di nuovo il bacino con le mani e lo avvicinai a me.

Mi gettò le braccia al collo. Il mio cuore si fermò. O era fermo e in quel momento aveva ripreso a battere? Non lo sapevo proprio, ma mi sembrava così giusto.

Ormai non sapevo più chi amavo e chi odiavo. Ero solo… non sapevo nemmeno come altro descrivermi se non confuso.

Cosa aveva Talia che Elena non aveva?

Beh, innanzitutto era più sicura di sé stessa, e soprattutto delle scelte che faceva.

La doppelganger aveva tenuto in pugno me e mio fratello per così tanto tempo che solo ora me ero accorto. Avevo bisogno di qualcuno che mi capisse veramente, e quel qualcuno era Talia, non Elena.

La seconda voleva solo cambiarmi in Stefan, ed era una cosa che non accettavo. La prima invece, sembrava banale, ma mi avvicinato per quello che ero, non per quello che lei voleva diventassi. Era questo ad avermi colpito. Nessun cambiamento, solo me stesso, con lei.

All’improvviso sentii degli stralci di una conversazione tra la Gilbert e mio fratello – ci stavo prendendo gusto a chiamarlo in questo modo.

-Dici che si metteranno insieme?-

-Credo che Damon non sia fatto per queste cose, sai, appuntamenti, fiori, cioccolatini. San Valentino poi!- disse Stefan, per poi scoppiare a ridere.

Stava ridendo di me! Anzi, di noi! Oh, gliela avrei fatta pagare, oh si!

Vidi Talia sorridere e piegai leggermente la testa di lato, curioso.

-Mah, secondo me sono una bella coppia, tu che ne pensi?- chiese lei.

-Penso che se mio fratello non smette di sorridere come uno scemo, potrei sul serio credere che si sia innamorato- rispose lui.

Io non sto sorridendo come uno scemo! Fratellino! Talia sogghignò, stava origliando pure lei!

-Odio i tacchi- sbuffò la BarbieVampira che si era appena seduta accanto alla castana, seguita a ruota da… Tyler? Quando era tornato l’ibrido?

-Tu che pensi della nuova coppia?-

-Che devo iniziare a shipparla su twitter- rispose la bionda.

 Ebbi la conferma che la mia dama stesse effettivamente sentendo anche lei la conversazione quando quasi scoppiò a ridere davanti a tutti.

Finalmente il ballo finì ed io potei andare a strozzare quello sciocco.

In realtà non andò proprio così, ma ci andò vicino.

-Twitter? Sul serio?- esordì Talia appena fu vicina a loro.

-Ti prego, non dire nulla. Sono appena tornato e Care mi ha già riempito di parole che non avevo mai sentito in vita mia- le rispose l’ex lupo.

-Hai visto??? Ty è tornato appena in tempo per il ballo, sono supermegaiperfelice!!!!!- starnazzò la gallina.

-Tyler Lockwood-

-Talia Salvatore-

-Me lo ricordo-

-Mi dispiace di averti scaraventato contro l’albero-

-Tranquilla, non è stato nulla-

-Bene- sussurrò. Sembrava in imbarazzo.

Poi sembrò andare in trance. Il viso si rilassò e gli occhi divennero vacui. Quasi cadde su se stessa, ma riuscii ad acchiapparla in tempo.

Annabeth ci raggiunse subito, seguita da Klaus.

Le rifilò uno schiaffo e Talia si riprese, sbattendo gli occhi. La guardò come se la vedesse per la prima volta e si voltò verso un balconcino. Aggrottò le sopracciglia.

-Eppure ero sicura…- sussurrò.

Ma che stava succedendo?

 

                        Però adesso che… è capitato

Non importa più se sia.. stata colpa tua o mia

(“L’universo tranne noi”, fine prima strofa-Max Pezzali, 883)

 

POV MISAO

Quella puttanella si stava divertendo, mentre io mi dovevo riprendere dallo scontro che le aveva lasciato quella cicatrice sul fianco. Ci avevo messo quattrocento anni a ritornare potente come prima, se non di più. Adesso potevo mettere fine a questa pagliacciata.

Mio fratello Shinichi era convinto che, una volta rotta la maledizione della stronzetta, quella si sarebbe unita a noi, trascinando con sé anche tutti gli altri. Il risultato sarebbe stato la nostra più completa vittoria sul genere umano.

Ma c’era la possibilità che questo non accadesse e che la nostra specie venisse distrutta completamente. Nell’eventualità, avevo deciso di non rischiare e di allontanarla da quel Damon. Mmmh, che bel bocconcino! Peccato fosse un vampiro, per cui non era soggiogabile al nostro volere.

Il primo passo era ferire proprio lui, poi sarebbe toccato a lei. Le narici fremettero di rabbia, mentre il pelo nero veniva accarezzato alla fresca brezza notturna di fine ottobre.

Mi trasformai direttamente nella forma umana del mio gemello, pericolosamente simile a me, e saltai sul balconcino comunicante la sala da ballo.

Aspettai che lei si girasse verso di me, poi saltai di nuovo giù e mi nascosi dietro un folto arbusto.

La vidi seguirmi fino al parapetto e sporgersi per tentare di individuarmi. Purtroppo il suo cavaliere le venne dietro. Non potevo attuare il mio piano con lui lì, cavolo!

Per fortuna il fratello lo chiamò e il vampiro fu costretto a rientrare, lasciandola finalmente sola.

In un balzo le fui accanto, spaventandola. Il cuore mancò deliziosamente un battito.

-Shinichi…- soffiò. Sorrisi e la baciai.

Per la sorpresa non si spostò. Aprii le labbra e con la lingua forzai le sue. La spinsi contro lo stipite della porta-finestra, in modo tale che il vampiro potesse vedere ciò che stava accadendo.

Aprii gli occhi per gustarmi la sua espressione assieme al sapore di Talia.

Era piacevolmente sorpreso, deluso e amareggiato. Ferito. Bene, il mio compito era terminato.

Mi staccai da lei e le diedi un veloce bacio. Saltai giù per l’ennesima volta e scomparii nella notte.

 

 

POV ANNABETH

Non capivo il perché di quel gesto. Talia aveva baciato Shinichi davanti a Damon, che li guardava impotente. Era giustamente ferito, anche se non lo dava a vedere. Avevano avuto una discussione anche abbastanza pesante, in cui erano volati pure insulti rivolti alle rispettive famiglie.

Dopo due giorni la situazione era peggiorata drasticamente. Stefan ed Elena si erano lasciati, per motivi futilissimi; Kol e Cassie avevano litigato ed ora ogni scusa era buona per ripetere; Damon e Talia non si parlavano neanche, si evitavano proprio; Caroline e Tyler avevano rotto pure loro, con la scusa che entrambi erano cambiati troppo nel tempo; Katherine si era trasferita nella casa sul lago di Elena, dicendo che aveva bisogno di stare un po’ da sola, ragion per cui Elijah se ne stava sempre chiuso in camera sua; Bonnie era partita per Ottawa alla ricerca dei suoi poteri perduti, lasciando a Mystic Falls un Jeremy abbastanza distrutto; Nik ed io eravamo quelli più normali di tutti. Certo, facevamo l’amore un po’ ovunque e ci baciavamo anche davanti agli altri, ma non stavamo male per colpa dell’altro. Anzi, erano gli altri a farci star male.

Talia e Stefan avevano litigato, in una discussione che aveva compreso pure me, Kate, Nik, Elijah, Kol e Bekah.

Quasi non dormivo la notte, dalle altre stanze arrivavano stralci di battibecchi delle altre ex-coppie della cittadina.

Una mattina in cui mi alzai senza aver chiuso occhio riuscii a trovarli – miracolo! – tutti nella stessa stanza. Ovviamente litigavano.

-BASTA!!- mi costrinsi a gridare. Calò il silenzio.

-Mi sembrate dei bambini. Ok, le questioni d’amore sono le più difficili, ma non vedo perché non dovete riuscire a trovare un accordo-

-Talia ha baciato Shinichi- disse Damon.

-È lui che ha baciato me!- si difese lei.

-Ma tu non ha fatto nulla per impedirlo, non cercavi neanche di spostarti!- ribattè il vampiro.

-Perché non potevo! Ero immobilizzata! E poi…- la voce le si spense, per la prima volta da due giorni.

-Poi cosa? Non dirmi che ti è pure piaciuto!- le urlò lui. Lei emise un gemito soffocato.

-Damon!- lo ripresi, guadagnandomi una sua occhiataccia.

-Non lo volevo- sussurrò Talia. -Posso capire come ti senti, per questo me ne torno a Miami. Addio-

Prese un borsone, che non avevo nemmeno visto, e si avviò verso il portone. -Tals!- gridai, e lei si girò.

-Ah, Ann. Buona fortuna con Nik- disse, per poi varcare la soglia del pensionato.

 

E saremo quel che tutti sognano

Quell’amore che i cantanti cantano

Tanto forte, potente, immenso che

Sembra esagerato e impossibile.

Con il petto che sembra esplodere

Che non serve altro più per vivere

Che non c’è parola per descrivere

Che non ti sceglie e che non si fa scegliere.

 

E saremo quel che tutti cercano

Quell’amore che i cantanti cantano

Tanto forte, potente, immenso che

Sembra esagerato e irrealizzabile.

E che il petto fa quasi esplodere

Senza il quale non si può più vivere

Che potrebbe scomparire l’Universo tranne noi.

(“L’universo tranne noi”, ultime due strofe-Max Pezzali, 883)

 

POV NIKLAUS

Ma che era successo alla nostra famiglia? Qui nessuno si parlava e si evitavano tutti. Mi sentivo demoralizzato, nemmeno Bekah mi rivolgeva la parola.

Talia se n’era andata, molto probabilmente per sempre. E ora con chi mi sarei confidato?

Agguantai Damon per un braccio e lo trascinai nella sua camera. Chiusi a chiave.

-Che c’è? La biondina non ti soddisfa?- mi schernì.

-Evita di parlare di lei, vampirello- ringhiai. -L’argomento è un altro. Talia-

Alzò gli occhi al cielo. -Non voglio parlare di quella…- il resto si confuse con un ringhio.

-Quello che è successo al ballo è stato indotto, non era reale- dissi.

-Non era reale?? Sentivo tutto, persino i piccoli gemiti che emettevano!- scoppiò, infuriato. –Non venire qui a dirmi che sono io che ho sbagliato, Klaus!-

-Mi sono sbagliato, volevo dire che lei non lo voleva. È stato Shinichi a costringerla-

-Te l’ha detto lei di dirmelo? Così poteva ricevere il mio perdono?-

Scossi la testa. –Sono meno coinvolto in questa lite, per questo riesco a pensare con più lucidità. Tals non farebbe mai una cosa del genere, soprattutto a chi tiene-

-Allora non ci tiene molto a me, no?-

Sembrava quasi svuotato dalla forza che lo caratterizzava prima. Era deluso, ferito, e lo potevo capire. Ma queste sensazioni potevano trarre in inganno chi amava così profondamente ed in maniera totalizzante come faceva Damon. Lui si dava completamente alla persona che amava, ma se questa gli faceva un piccolo sgarro, allora era finita. O tutto o niente, sembrava il suo motto.

-Lei ti vuole bene- ribattei. –Solo che non le hai lasciato molte possibilità di spiegarsi, no?-

-Stai dicendo che adesso è colpa mia?- ringhiò.

-Non ho detto questo, solo che se l’avessi ascoltata subito, o nell’immediato quanto meno, magari non ci saremmo trovati a dover fermare i kitsune senza la nostra ibrida più forte- replicai, mantenendo un tono sincero e accorato. Dovevo fargli capire il suo sbaglio, e magari spingerlo a rimediare. Sapevo benissimo che non era da me fare una cosa del genere, ma io e lui eravamo simili, perciò potevo benissimo ficcargli in quella zucca dura che non sempre allontanare le persone era la soluzione migliore.

Si sedette sul letto a gambe divaricate e con i gomiti appoggiati sulle cosce a sorreggere il mento. Una tempesta negli occhi azzurri.

-Fammi sapere poi cos’hai deciso, anche se dovessi metterci giorni-

E uscii dalla stanza. Ci avrebbe messo del tempo, un bel po’ di tempo, ma lo avrebbe capito. Che amava Talia come lei amava lui, che loro erano quello che tutti cercano e sognano, che il loro petto quasi esplodeva quando si guardavano e si toccavano. Che senza l’altro non potevano più vivere. Che poteva scomparire l’Universo intero tranne loro e non se ne sarebbero accorti.

 

 

Spazietto dell’autrice:

mi sento una dea! Ho aggiornato! Yuppie! Ok, dovevo rimettere insieme un bel po’ di pezzi, e non solo di questa storia. Vi basti sapere che ho in cantiere un’altra storia in questo fandom, due nel Cast di TVD, una nel fandom de “The Kane Chronicles” e una di Percy Jackson. Quindi ho usato questa pausa per stendere le scalette di ognuna di queste storie.

Passiamo al capitolo. Davvero lungo, lo ammetto (11 pagine piene piene! RECORD!), ma il prossimo sarà una sorpresa. Amo la canzone del titolo e che ho inserito qua e là oltre a dei veri e propri spezzoni del brano. Spero che il ballo vi sia piaciuto, e soprattutto i vestiti, che non ho potuto inserire ma solo descrivere. L’abito di Elena è rosa perché odio quel colore e odio lei. I colori che non ho detto sono: Care è verde chiaro, Bonnie è albicocca chiaro, Ann è vermiglione, Cassie è verde turchese. April non c’è, odio quella balenottera.

La frase con * è stata detta dal comandante Gasparini a Max Conti nella serie tv a miniepisodi "Piloti" che adoro e mi fa ridere sempre. E che ovviamente consiglio!

Poi… il BACIO! Ihihihihi, scommetto che nessuno se l’aspettava, eh? Misao è la sorella e la fidanzata del fratello Shinichi (lo so, fa un po’ senso la cosa, ma ho voluto rispettare la volontà della Smith) e quattrocento anni fa è stata la famosa avversaria di Talia, che le ha lasciato quella famosa cicatrice. Ann e Tals pensavano che fosse morta, e invece no! Però non sanno che è lei e non lui. Semplicemente non conoscono il loro potere di diventare qualsiasi persona loro vogliano. Quindi Talia non sa di aver baciato una tizia. E il quasi svenimento della ragazza prima del bacio, a cosa è dovuto?

Un’altra speranza è che il litigio sia venuto bene, ho fatto reagire i due come avrei reagito io al posto loro. È un bel po’ OOC, me ne rendo conto, ma Damon mi sembra anche un po’ cattivello, non trovate? Poi il colpo di scena, Klaus che fa da coscienza a Damon, ma non sapevo più a chi dare questo ruolo, con tutti che odiano e litigano con tutti…

Vabbò, le note stanno diventando lunghe come il capitolo. Spero (di nuovo!) che vi sia piaciuto, e scappo a scrivere il prossimo, sicuramente ambientato nella città dell’amore…

Bacioni

Fire

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Capitolo 19
*** Senza paura più del tempo e di qualcuno che ci possa separare ***


Senza paura più del tempo e di qualcuno che ci possa separare

Senza paura più del tempo e di qualcuno che ci possa separare

 

POV DAMON, dieci giorni dopo la discussione con Klaus, dodici giorni dopo quella con Talia

 

Damn, I want my baby back

It’s so cold without her

Cold without her

She’s gone

Now I’m alone, no one to hold on

Cause she was the only one

And I know I was dead wrong

But if you

If you

See her soon

Ask her will she forgive me

(So Cold- Chris Brown)

 

Non sapevo più che fare. Che pensare. Di me, di lei. Di noi.

Se n’era andata e io sentivo tanto freddo. Cosa impossibile, mi dicevo, dato che ero un vampiro. Eppure quella sensazione c’era, e rimaneva come un’ombra sui miei pensieri, indirizzandoli solo ed esclusivamente verso lei.

Ero solo, senza qualcuno a cui aggrapparmi, perché lei non c’era. Avevo permesso che si allontanasse da me.

Tuttavia, c’era il mio orgoglio ad dirmi, ad urlarmi, di lasciar perdere. In fondo, era lei che aveva preso quella decisione, giusto? Giusto.

E infine c’era il mio cuore che praticamente era sempre con lei.

Alla fine della fiera, non sapevo che fare. Andare o non andare? Quale dilemma.

Mi alzai di scatto dalla mia postazione sotto l’albero dietro casa Salvatore-Petrova. Non ce la facevo più a stare a rimuginare sugli eventi passati, dovevo fare qualcosa.

Manco a dirlo, appena arrivai di fronte alla casa, dalla porta uscì Klaus. E si che non l’avevo sentito entrare, pur essendo rimasto lì vicino tutto il tempo.

-Damon- mi salutò. –Cos’hai deciso?-

Scossi la testa, segno che non ero ancora venuto a capo di nulla.

-Metti da parte l’orgoglio, hai sbagliato in buona fede. Dovrai farglielo capire- mi consigliò.

Assurdo, mi stavo facendo aiutare dall’Ibrido Originale che era il migliore amico della ragazza a cui dovevo chiedere scusa.

-E se non mi perdonasse? E se andasse tutto storto? E se…-

-Woah, calma, ragazzone!- mi bloccò Klaus. –Metti da parte ogni come, dove e se. Dovrai farti vedere pentito di averla trattata come una poco di buono, perché, ti assicuro, che lei si è sentita così-

Umiliarmi? Mai! Avrebbe fatto troppo male e avrebbe portato solo altro dolore.

-Capisco che sia difficile, ma devi farlo. Non per me, non per Ann, non per Cassie, Kol o altri. Ma solo per te stesso, Damon. Forse non ti sei visto, ma in questi giorni sei deperito, sei spento, non sembri neanche più tu. Elena mi ha detto che non ti nutri da almeno una settimana-

Feci una smorfia al nome della ragazza. –Che è successo tra te e la doppelganger?- chiese.

Chiusi gli occhi e con la mente ritornai a quella sera di due giorni fa.

 

Ero seduto davanti al fuoco, in uno di quei rari momenti in cui non passavo la sera nei dintorni della casa delle Salvatore, con un bicchiere doppio di Bourbon in mano. In casa mia non c’era nessuno, neppure il mio fratellino, probabilmente era a caccia nel bosco.

-Damon?- Una delicata voce femminile mi arrivò alle orecchie. Nessuno mi aveva rivolto la parola da quando lei se n’era andata. Avevo sperimentato la solitudine più solitaria della mia vita.

Fino a quella sera.

Non girai nemmeno la testa, il profumo era inconfondibile. Un tempo avrei sorriso e l’avrei invitata a bere qualcosa con me, per farla cadere ai miei piedi. Adesso non potevo fare a meno di rifuggere i sentimenti che mi legavano a lei. Elena, che il diavolo se la porti via.

-Che vuoi?- chiesi, brusco. La sentii fermarsi a pochi passi da me. Lentamente si sedette sul divano, accanto a me, e mi mise una mano sul braccio. Istintivamente mi alzai, per allontanarmi il più possibile da lei.

-Che vuoi?- ripetei, stavolta più arrabbiato. Elena sussultò. Forse non si aspettava una risposta del genere. Dovetti reprimere un sorriso cattivo, volevo che si ferisse, almeno avrebbe smesso di provarci, di provare a farmi cambiare idea su…

-Volevo solo… solo farti stare meglio- pigolò.

-Allora fai questo. Sparisci. Dalla. Mia. Vita. Spero di essere stato sufficientemente chiaro- ringhiai. Per tutta risposta lei si alzò e mi raggiunse accanto alle scale.

-Lo vedo, sai? Vedo come ti struggi per una che non ti guarda nemmeno. Siamo tornati indietro, Damon? In questa storia sei solo tu la vittima. Non lasciare che ti distrugga come aveva fatto sua sorella- mi disse, ma io registrai solo la seconda frase. La spinsi all’indietro ed Elena volò oltre un tavolino di vetro, per atterrare indenne sul pavimento.

-NON OSARE!- tuonai. –Non osare parlare male di lei in questo modo! Sai che ci siamo avvicinati molto? Ci siamo baciati, Elena!-

-Anche noi l’abbiamo fatto- replicò lei.

-Ma non ho sentito nulla di quello che ho avvertito con lei, Gilbert! Pensavo di amarti, ma era solo una stupida ossessione per via di Katherine. Non contare più su di me se qualcuno vuole te o il tuo sangue. La nostra amicizia finisce qui. Il mio amore per te finisce qui- dissi, quasi sfinito.

Mi sedetti di peso sul divano e mi presi la testa tra le mani. Come avrei fatto adesso? L’unica era andare da lei e sperare in un suo perdono.

-Beh, la mia attrazione per te no, invece- ribattè. Eh? Avevo sentito bene? Dopo un anno e mezzo ammetteva di essere attratta da me ed era perché era gelosa? No, così non andava.

-Non me ne frega- risposi. Non la vidi ma la sentii. Aveva preso il mio viso tra le mani e mi stava baciando, premendo le labbra morbide contro le mie.

Ero talmente stupito che non reagii.

 

-Niente. Adesso vado. Buona serata, Klaus-

 

 

POV TALIA, dodici giorni dopo la discussione con Damon

Ti trovo dentro

Ogni ricordo

E come un pugno che fa male

Male di brutto

Inerme incasso

E mi convinco un’altra volta

Che non è finito tutto

(Dimmelo-Modà)

 

Bastarda! Come si permetteva quella sgualdrina? E lui? Perché non aveva reagito? Avrei scommesso tutto quello che avevo che era perché era ancora innamorato di lei. Maledetto! Che il diavolo ti prenda e ti porti via con sé!

Ed io c’ero cascata, come una pera cotta. Già, cotta a puntino, stracotta di lui. Ero riuscita a dissimularlo, ma mi ero innamorata di lui. E faceva male sapere che alla fine lui non mi aveva mai amata, ma preferiva ancora… Elena.

Stanotte ho fatto quel sogno e avevo tutti i presupposti per considerarla una visione stregonesca.  Ricordavo ancora le lacrime che mi scendevano sul viso. E aveva fatto malissimo, come non avevo mai sentito in vita mia, sapere di non essere ricambiata.

Adesso dovevo concentrarmi sul pranzo. Si, dovevo tagliare la mozzarella.

Avrei fatto la pizza, di solito riusciva a rallegrarmi il fatto che avrei mangiato un piatto tipico della mia terra d’origine, l’Italia. E volevo farlo io, non prenderlo in qualche pizzeria d’asporto, perché in ogni piatto ci sono i sentimenti della persona che l’ha fatto.

Improvvisamente una goccia cadde nel piatto. Rimasi stupita, non mi ero accorta di aver iniziato a piangere.

Mollai il coltello tra la mozzarella tagliata e mi girai, finendo per terra, la schiena appoggiata al legno della cucina.

Non riuscii a trattenermi. Piansi tutte le lacrime che avevo trattenuto per dodici giorni, per tutta la vita. Piansi tutto il mio amore. Piansi per la mia vita, sempre in bilico tra ragione e sentimenti. Piansi per il mio stupido destino, che speravo inutilmente di cambiare.

Piansi per me stessa, così forte e fragile al tempo stesso da ammettere di amare, ma non di dirlo al mondo.

 

 

POV DAMON, il giorno dopo l’ultima discussione con Klaus, tredici giorni dopo quella con Talia

Non cancellarmi

Piuttosto dammi

Almeno un’ora per parlarti

E per sfogarmi

Non serve a niente

Me l’hai già detto

Ma abbi il coraggio di guardarmi

Dritto dentro agli occhi

(Dimmelo-Modà)

 

Sperai di essere forte abbastanza da poter fare questa cosa.

Suonai il campanello di casa Mikaelson.

Ovviamente non mi aprì Klaus.

-Oh, chi abbiamo qui? Che sei venuto a fare qua?- Rebekah, dolce come il limone.

Abbassai lo sguardo. –Devo parlare con tuo fratello-

-Quale dei tre che mi rimangono?-

-Klaus- dissi, e lei smise di sorridere con strafottenza.

-Entra- mi concesse, facendomi da guida in quella casa enorme.

-Ecco, è qui- mi indirizzò verso l’ultima porta del corridoio. Bussai e attesi un –Avanti- che arrivò presto.

-Damon, quale sorpresa vederti qui, nella mia umile dimora- tentò di scherzare. Ma io non ero in vena.

-Klaus, sono pronto- tagliai corto.

-Sai che questa è la resa dei conti, vero? O ti perdona o non lo farà mai. Io ti porterò là, proverò a parlarle in tuo favore, ma non so se l’esito sarà positivo. Non sperare, potresti avere delle brutte sorprese-

-La speranza è tutto ciò che mi resta- dissi, ostentando una sicurezza che non avevo.

-No, hai anche l’amore che provi per lei. Voi due siete simili, puoi capire cosa sta provando. È la stessa cosa di quando vedevi Elena baciare tuo fratello. Fai leva sui suoi sentimenti ed emozioni, ma in modo positivo- mi disse. Era strano farmi consigliare da un sanguinario come Klaus, ma la conosceva meglio di se stessa. Valeva la pena provare.

-Ma sappi che, se sbagli, lei per te non ci sarà più, intesi? Commetti un errore – uno solo, bada bene – e sei morto. Io ti avevo avvertito- aggiunse.

-Si, intesi- mormorai.

-Su, vampiro pappamolle, preparati. Andiamo a riprenderci Talia- esclamò, con una vitalità che non mi apparteneva.

 

A Miami non era arrivata la notizia che eravamo ormai a novembre. Gli alberi erano verdissimi e il sole splendeva in cielo, riscaldando tutto e tutti. Almeno, così capivo dalle persone, umane, che passeggiavano lungo le vie, perché sudavano tantissimo.

-Ma c’è sempre questo caldo qui?- chiesi al mio compagno d’avventura.

Klaus mi sorrise. –Hai presente la California? Qui è lo stesso, undici mesi di caldo infernale. Ancora un mese e mezzo e si potranno vedere le nuvole invernali. E poi a lei piace-

Mi bloccai improvvisamente. D’un tratto non mi sentivo più tanto forte, come se non dovessi andare da lei. Come se qualcosa, qualcuno, non volesse che ci riappacificassimo.

-Eh no, andiamo, sono quasi le sette di sera. Damon?- A malapena lo sentii. Ero troppo concentrato sulle mie sensazioni.

-Tutto ok?- Alzai lo sguardo e me lo trovai davanti. Annuii, solo per continuare a camminare per le vie assolate di Miami.

-Ehi, ma quanto manca?- domandai, raggiungendolo qualche passo più avanti.

-Poco, siamo quasi arrivati- mi rispose, e svoltammo verso la spiaggia. Ancora poche centinaia di metri e… la strada si aprì, facendo vedere una splendida casa a tre piani appollaiata ai margini della rena chiara, tutta in legno dipinto di un abbacinante bianco.

-Wow…- riuscii a dire.

-Già, l’ha fatta fare Elijah. È il regalo di compleanno per Cassandra-

-Vado a parlarle, tu rimani accanto alla soglia- mi disse.

Lo osservai entrare nella villa e svoltare a destra come se la conoscesse da sempre, e probabilmente era così. Ancora una volta mi maledii per non sapere nulla della sua vita.

Mi tolsi la giacca di pelle nera, tanto per far sembrare agli umani che lo ero anch’io e che come tale avevo caldo. Rimasi avvolto nella t-shirt bianca, una delle poche che avevo, e nei jeans grigio scuro.

D’un tratto udii uno scalpiccio, come di qualcuno che stava scendendo velocemente le scale, seguito dalla voce di Klaus e dalla sua. Comparirono nella grande vetrata dell’ingresso.

Mi raddrizzai, ansioso di scoprire quello che si dicevano.

-No, no, no. Ho già detto no? No, hai capito? Non lo farò entrare. Ha dimostrato di non aver fiducia in me e per questo non si merita nulla da me, neppure di essere ascoltato- stava dicendo lei.

-Lo capisco, te lo giuro. Ma lui è li fuori e sta aspettando te, per parlarti. Dagli un’altra possibilità- le rispondeva lui.

-Perché la butti di nuovo nel cesso? No, Nik, mi sono stancata di essere io quella che ci rimette sempre. Per una volta che siano gli altri a soffrire- Fredda come il ghiaccio.

-E questa scelta ti ha fatto sentire meglio? Ma guardati, sei pallidissima, magra come non ti ho mai visto e hai le occhiaie sotto agli occhi. Hai pianto, vero?-

-E a te che te ne importa?- le aveva risposto.

-Me ne importa, perché, se non sbaglio, sono il tuo migliore amico-

-E mi hai tradito anche tu portandolo qui!- e mi vidi indicato.

-Cos’avrei dovuto fare? Vederlo deperire ogni giorno di più? Non si nutre da una settimana, Tals, forse anche di più. E gira sempre intorno a casa tua a Mystic Falls. Non dirmi che non ti vuole bene- ribattè l’Ibrido.

Silenzio. Da parte di entrambi.

-No…- sussurrò lui, andando all’indietro. Lei abbassò lo sguardo, colpevole di qualcosa che non capivo.

-Non gli vuoi bene, vero? Non solo- fece una pausa. –Tu lo ami-

Sgranai gli occhi. Mi amava? Davvero? Io… io non pensavo… mi amava…

Barcollai, incredulo. Per una volta che non ero la seconda scelta, che Santo Stefan non veniva indicato come il migliore tra me e lui, che avevo fatto? Avevo allontanato l’unica donna che mi vedeva migliore così com’ero e non cercava di tirare fuori il buono che, secondo gli altri, era nel mio cuore.

Quanto avevo sbagliato! La rabbia aveva accecato la mia già poca capacità di giudizio e ci eravamo divisi. Odiavo ammetterlo, ma Klaus aveva ragione. Alzai il viso, ansioso di sentire la sua risposta.

-Si, ma…- si inumidì le labbra con un gesto decisamente sensuale, -lui non mi ama-

-Oh, Talia. Quanto sbagli! È un uomo distrutto, guarda- e le prese il viso, girandolo dalla mia parte.

Lei si liberò con uno strattone. –Adesso sei tu quello in errore, Nik! Ho avuto una visione stanotte, era così reale… io… lui… Elena l’ha baciato, e lui non si è spostato. E fa male, Nik! Fa maledettamente male, perché lo amo con tutta me stessa e so, ne sono certa, lui non mi ama allo stesso modo!-

Oh, mia piccola Talia!

-Perché non glielo chiedi tu stessa?- e mi fece segno di avvicinarmi. Riuscii a muovere le gambe ma era come se non fossi lì. Mi amava… mi amava… due parole che mi avevano invaso la mente, proiettandomi in cielo e in terra, nel fuoco e nel ghiaccio, pieno di speranza e timore.

Raggiunsi il porticato in poche falcate, certo che non mi avrebbe mai perdonato.

Aprì la vetrata con un gesto leggero, tremante, e capii che si stava sforzando di non piangere. Non l’avevo mai vista così fragile.

-Vi lascio soli- disse Klaus, sparendo al piano di sopra.

Calò di nuovo il silenzio.

-Davvero mi ami?- chiesi e seppi subito di aver fatto la domanda sbagliata. Il suo sguardo era ferito a morte e pieno di dolore, il dolore che io avevo causato.

-Ti prego, dimmi se c’è qualcosa che posso fare per farti star meglio- insistetti, e lei scosse la testa.

-Non posso chiederti di farlo, perché altrimenti ci separeremmo ancora- mi spiegò.

-Cosa? Dimmelo-

-Lascia stare Elena, concentrati su di me, per favore. Sono stanca di sentirmi rifiutata- Allora io capii perché si sentiva così.

-Elena… è stata lei a baciarmi, io non lo volevo- mi giustificai.

-Ma non hai fatto nulla per rimediare, non l’hai allontanata. Non ha fatto niente-

-È vero! Non ho fatto nulla, perciò non ho nemmeno risposto al bacio!-

-Ma non ti sei scansato, è questa la tua colpa- insistette lei.

-Capisco- conclusi. –Posso entrare?- chiesi. Lei si spostò e io misi piede in quella casa.

-Posso sembrarti banale, ma è bellissima-

-Grazie, ma non è a me che dovresti dirlo ma a…-

-Cassandra- finii per lei. Annuì, leggermente sorpresa che lo sapessi. Poi sospirò. –Nik- disse, parlando a se stessa.

Sorrisi leggermente. Avevo fatto bene a fidarmi di Klaus, alla fine non era stato completamente tempo perso.

Attraversammo l’ingresso e il salotto, andando davanti ad un’altra vetrata, che stavolta dava sulla spiaggia. Nel senso che, appena la si apriva, si poteva correre sulla sabbia e tuffarsi in acqua.

Istintivamente le presi la mano e la strinsi nella mia. La sentivo calda a contatto con la mia pelle, e morbida, e profumata. Il paesaggio ci dava uno dei più romantici e scontati momenti da passare in coppia, il tramonto sulla spiaggia. Però era bellissimo vedere come il sole piano piano scendeva lungo l’orizzonte e il cielo si tingeva di sfumature sempre più scure, fino al viola e al blu mirtillo. Il mare si faceva sentire infrangendosi sulla costa, e rendeva tutto più… magico. Altra banalità, ma era vero.

Talia abbassò lo sguardo sulle nostre mani intrecciate e poi lo posò su di me, che la stavo osservando già da un po’.

-Io…- sussurrò e fece un passo indietro. Mi prese il panico. No, non poteva andarsene un’altra volta! Non adesso che ci eravamo ritrovati!

Feci per prenderle il braccio e attirarla a me, ma lei mi sfuggì e, dopo una breve occhiata, scappò di sopra. Rimasi pietrificato, ma avevo capito l’antifona. Ci voleva solo del tempo per ritornare a fidarsi.

 

 

POV TALIA, un’ora dopo

Vorrei toccarti

E respirarti

Vicino ai punti più sensibili

E sentirti

Gridare forte

Non per dolore

Ma dal piacere e dalla voglia

Di fare l’amore

Di farlo bene

Senza paura più del tempo

E di qualcuno che ci possa separare

(Dimmelo-Modà)

 

Avevo bisogno di rilassarmi, perciò ero andata in terrazza, dove c’era una piscina completa di tutto, minibar incluso. E da almeno tre quarti d’ora ero felicemente sposata con l’idromassaggio. Mi stavo addormentando.

Ma non potevo lasciarmi andare, dopotutto ero nuda in una piscina, con un individuo di sesso maschile che girava libero ed indisturbato per la casa. Nik neanche lo contavo, sapevo che non sarebbe venuto a rompere mentre mi rilassavo sotto le stelle.

-Fai sempre il bagno in questo modo?- chiese una voce. Sussultai e istintivamente mi coprii il seno con un braccio.

Poi mi girai verso la fonte che mi aveva disturbata e vidi Damon.

-Ho fatto il giro della casa e questo era l’ultimo posto da visitare. Allora, mi vuoi rispondere?- Io ero ancora scioccata. E se mi aveva visto? Oddio, che figura.

-Questo non è un museo!- sibilai mezzo secondo dopo. Lui accennò ad una risata.

-Non mi hai ancora risposto- disse.

-Solo quando sono sola-

Si avvicinò fino ad arrivare al bordo opposto a quello dove mi trovavo io e si chinò, sfiorando l’acqua con le punta delle dita. Era… sexy. Deglutii.

-Però adesso non lo sei- sussurrò. Sbagliavo… o la sua voce era diventata più roca? Il mio basso ventre ebbe una stilettata a quel pensiero.

Distolsi lo sguardo per posarlo sul mio costume bianco e azzurro accanto a lui.

-Se me lo passi…- sussurrai, sperando che capisse di non giocare con me. Ovviamente il messaggio non arrivò al suo cervello di maschio in preda agli ormoni qual era.

-E se non lo facessi?- mi sfidò. E io raccolgo sempre le sfide.

Mi staccai dalla zona idromassaggio per raggiungere il centro della piscina, dirigendomi poi verso la piccola scaletta dove troneggiava un accappatoio blu. Quando uscii dall’acqua calda, lo sentii alzarsi e contemporaneamente girarsi per darmi le spalle, in segno di rispetto.

Sorrisi. Nik l’aveva istruito bene, anche se a volte faceva di testa sua.

Appena il tessuto mi avvolse, Damon si girò di nuovo verso di me e mi squadrò da capo a piedi.

-Che c’è?- chiesi e lui scrollò le spalle, avvicinandosi. Io non indietreggiai, presa da un’insolita sensazione che pian piano si stava facendo strada in me.

Alzò un braccio e mi sfiorò la guancia con le dita bagnate di cloro. Rabbrividii e chiusi gli occhi, concentrandomi su ciò che stavo sentendo in quel momento.

Il tocco si spostò sul collo ed io sospirai, stringendomi nell’accappatoio.

Deglutii e presi un bel respiro, lasciandolo scivolare ai miei piedi. Lo sentii trattenere il respiro e lo vidi fissarmi.

-Talia…- disse, probabilmente per fermarmi. Ma ora era troppo tardi per tornare indietro. Feci un passo in avanti e lo afferrai per il collo, avvicinandolo a me.

Lo baciai e fu come farlo per la prima volta. Da un semplice sfioramento di labbra eravamo subito passati a qualcosa di più passionale, con entrambi che premevamo per essere più vicini l’uno all’altra.

Con difficoltà gli feci scivolare la giacca giù dalle spalle e lui la fece cadere a terra, a far compagnia all’accappatoio. La maglia era chiara, forse una delle poche che aveva, e presto sparì anche quella, lanciata chissà dove.

Gli baciai le clavicole e lo sterno, mente lui mi carezzava i fianchi e la schiena, provocandomi brividi che non sapevo nascondere. Le mie mani corsero alla cintura dei jeans grigio scuro, slacciandola con difficoltà. La sfilai dai passanti e la strinsi tra le mani, sorridendo.

Mi staccai da lui e, fissandolo negli occhi confusi, mi tuffai in acqua. Riemersi in un secondo e mi tolsi i capelli dal viso, scoprendo che mi stava fissando con uno sguardo strano, eccitato.

Tremai tutta sotto quell’intensità e quasi lasciai cadere la cintura che tenevo ancora tra le mani. Rimanendo a galla, la sollevai.

-La rivuoi? Vieni a prenderla!- gridai, girandomi per tuffarmi un’altra volta. Meno di un secondo dopo avvertii uno spostamento d’acqua e seppi che Damon sarebbe venuto a riprendersela.

Nuotai più velocemente che potevo, ma il vampiro riuscì ad afferrarmi una caviglia e mi tirò indietro. Poco dopo mi ritrovai imprigionata tra le sue braccia a contatto diretto contro il suo corpo nudo. Meno male non avevo bisogno di respirare, altrimenti sarei morta a furia di trattenere il fiato.

Riemergemmo insieme e ancora intrecciati. Le sue mani sui miei fianchi e le mie sulle sue spalle, i corpi a contatto, il desiderio alle stelle. Il bacio fu inevitabile, così come i nostri bacini a contatto. Rabbrividii, perché il punto di non ritorno stava arrivando e io iniziavo a dubitare di lui, della sua voglia di me.

Avvolsi le gambe attorno ai suoi fianchi e mi strusciai contro la sua erezione, confutando i miei dubbi.

Quando prese in bocca un mio capezzolo e lo succhiò piano, mi sentii morire. Mi accasciai su di lui che dedicava la sua tortura anche all’altro seno, ormai entrambi inturgiditi.

Damon si tirò leggermente indietro e mi guardò negli occhi, in cerca della mia approvazione. Gli sfiorai le labbra con le mie e lui si mise in posizione.

Fu un attimo. Prima era fuori e poi era dentro di me. L’unica cosa che cambiò fu il dolore. Atroce e lacerante, mi fece lanciare un grido che non riuscii a trattenere.

-Io… scusa… non volevo…- lo sentii dire, ma non m’importava. Gli misi un dito sulle labbra e sorrisi.

-Non importa, capita la prima volta- gli sussurrai e si rilassò. Diede una piccola spinta e avvertii un’altra scarica di dolore acuto, che esternai conficcandogli le unghie nelle spalle.

-Dimmi tu quando sei pronta- mormorò, chiudendo gli occhi. Capivo come si sentiva. Aveva fatto in modo che provassi dolore e non se lo perdonava.

Deglutii e serrai ancora di più le gambe attorno al suo bacino, avvicinandolo. Lo interpretò come un assenso e si tirò leggermente indietro per sprofondare ancora in me. Stavolta la scarica fu di piacere. Intenso e sconvolgente.

Le spinte erano lente e ben calibrate. Non arrivavano fino in fondo, dove sapeva farmi male. Poi picchiai la schiena contro qualcosa di duro e mi accorsi che era il bordo della piscina contro il quale Damon mi aveva da poco spinta.

Ora, racchiusa tra le piastrelle azzurre e il vampiro, sentivo tutte le conseguenze che l’amplesso stava apportando al mio corpo. Ero ipersensibile ovunque, tanto che avvertivo persino l’acqua lambirmi l’ombelico. La mia mente, però, era altrove, era concentrata sulle sensazioni che stavo provando per la prima volta.

Damon si appoggiò a me, incastrando il viso nel mio collo e inspirando forte. Rabbrividii e socchiusi le labbra, presto divenute l’oggetto dei desideri del vampiro. Il bacio era diverso, c’era qualcosa in più. Istintivamente presi il suo labbro inferiore in bocca e succhiai forte, facendogli scappare un gemito che mi fece sorridere.

Si staccò da me, con tutto il corpo, e gemetti in protesta. Gli occhi azzurri erano spalancati e respirava a fatica, l’erezione ben visibile. La cintura galleggiava tra noi, come a dividerci.

-Non farlo mai più- disse senza fiato.

-Altrimenti?- lo sfidai. Lui si avvicinò e mi prese il viso tra le mani.

-Altrimenti non potrei rispondere delle mie azioni e non vorrei farti male- sussurrò, la voce resa roca dal desiderio.

-È una paranoia inutile- replicai, baciandolo subito dopo. Lui si rilassò, afferrandomi per i fianchi ed entrando in me per la seconda volta. Il mio basso ventre era già eccitato per le attenzioni che gli erano state rivolte giusto mezzo minuto prima, perciò, appena lo sentii farsi spazio in me, abbandonai la testa all’indietro e gli andai incontro col bacino. Entrambi gememmo ed io ansimai.

Ora le spinte erano più profonde e scoordinate, ma non sentivo più dolore, anzi, avvertivo un piacere immenso. Quando riuscivo, gli andavo incontro col mio bacino per approfondire il contatto tra i nostri corpi e amplificare le nostre sensazioni.

Mi sentivo bagnata e terribilmente eccitata, e il membro di Damon non faceva che accrescere tutto questo, moltiplicandolo per mille.

In un impeto più forte degli altri le nostre mani si cercarono e si intrecciarono, mentre i nostri respiri si mescolavano da tanto i nostri visi erano vicini, incatenando i nostri sguardi.

Gettai la testa all’indietro e raggiunsi l’apice di quel piacere che mi invadeva lo stomaco, lasciandolo libero di scuotermi nel profondo.

Damon, vedendo che avevo raggiunto la vetta, diede un’ultima spinta e mi raggiunse in Paradiso.

Un lampo e poi un tuono scossero il mondo. Anche il fulmine era libero.

 

 

Spazietto dell’autrice:

il Dalia finalmente insieme! Evvai, avevo in mente questa scena da sempre, ma la piscina super completa di tutto l’ho presa da un episodio di Law and Order. Unità speciale, così come lei che si toglie l’accappatoio in quel modo. “Sexy!”, ho detto, e l’ho inserito.

Detto questo, sono felice di averlo scritto, perché mi sono liberata da una scena alquanto spinosa. Insomma, in totale sono 17 pagine – 18 con le note – e adesso posso dirmi soddisfatta. Spero che sia venuta bene e che riscaldi le giornate che diventano sempre più fredde (io di sera ho freddo, voi no?).

Damon indeciso e Klaus che lo consiglia, un’accoppiata strana ma ha funzionato. La casa è quella dei miei desideri, a tre piani, color avorio e con la piscina in terrazza, ovvero all’ultimo piano, quello scoperto. Klaus non si vede per tutta l’ultima scena, quella HOT, perché si è rinchiuso nella sua stanza per non sentire loro due che si danno alla pazza gioia. Inutilmente, ovvio.

Nel prossimo vedremo come la prenderanno coloro che sono rimasti a Mystic Falls.

Per ultima cosa dico che da domani con ci sarò, dato che parto per l’Inghilterra. Tornerò tra due settimane, tranquillizzatevi, e se aggiornerete sarò lì a leggere, siatene certi.

Ringrazio safycullen97, che ha recensito lo scorso capitolo, rinnovando il suo sostegno anche dopo la mia lunga assenza.

Al prossimo capitolo.

Fire

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