Complicated

di carabrosdellavigna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Starting of something new ***
Capitolo 2: *** Testing hard ***
Capitolo 3: *** Party ***
Capitolo 4: *** A kind of...superhuman? ***
Capitolo 5: *** Here we are! ***



Capitolo 1
*** Starting of something new ***


 

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Promemoria del giorno:
prima cosa molto importante, oggi è il giorno del trasloco. Dove cazzo è Josh?
seconda cosa molto importante: a che ora arrivano i "disfacasa" ? Un bigliettino giallo evidenziatore mi annuncia che saranno qua tra un' ora e mezza… bene
Che cosa c'é scritto?!
Bene stiamo calme devo solo alzarmi, farmi una doccia, sistemare tutti gli scatoloni, chiamare quel coglione di mio fratello ( che per inciso ha ben cinque anni più della sottoscritta), e cercare di stare calma.
Non è facile alzarsi il giorno del proprio diciassettesimo compleanno, con l'idea che non potrai fare una festa da urlo come tutte le altre coetanee perché qualcuno da lassù ha deciso che è ora di sgombrare da Milano,
Non è facile sopratutto quando una si alza la mattina con pensieri suicidi l'83% delle volte, i capelli che sembrano avere una propria vita, tanto sono arricciati e un fratello di ventidue anni che passa la sua vita in discoteca o all'autodromo con quei coglioni dei suoi amici ( se si possono definire tali).
Ma non mi sono ancora presentata io mi chiamo Elle, e tanto per dirla tutta, vivo a Milano per puro caso.
- El, sei già sveglia? Sento urlare dal salotto.
- Sì Josh sonoperennementeunidiota, sono sveglia e per informarla tra mezz'ora questo bilocale non ci apparterrà più.
- Eh? Ma quanto hai fumato stamattina? Te lo detto che per te sono troppo forti le winston blu! 
- Ma sei andato fuori di cocomero, sai che giorno è oggi?!
- Sì, su questo sono preparato: allora oggi è il 19 giugno 2007, è una splendida domenica, il compleanno della mia adorabile sorellina e sono le 10:27 e 41 secondi, 42, 43…
- Appunto tra tre minuti e quindici secondi saranno qui i 'disfacasa' !
- El, stai tranquilla, o ti viene un esaurimento..
- Non ti preoccupare con te sono abbonata!
- Comunque è domani che vengono i 'disfacasa'…
Stop! Respirare espirare, di nuovo respirare espirare.
Ok, conclusione:  adesso mi do' un pizzicotto e mi sveglio, Josh mi preparerà la colazione per il mio diciassettesimo compleanno e insieme inizieremo a mettere a posto tutto prima dell'arrivo dei traslocatori.
Però a quanto vedo non è così.
- El, la vuoi smettere di darti pizzicotti? 
- Scusa, Josh ma sto cercando di svegliarmi..ma non potevi dirmelo prima?- non è possibile che tutte le volte c'è sempre qualcosa che mi sfugge, come può essere domani; avevo già impacchettato tutto!
- Mi hanno chiamato ieri sera verso le undici, ero in discoteca e…- e ti pareva, mi sarei stupita se fosse stato ad una seduta spiritica o a qualcos'altro del genere.
Stavo per dargli del coglione per la sesta volta in un quarto d'ora quando sentimmo suonare il campanello di casa,
- Spero per te che non sia Jessica a rivendicare un perizoma di pizzo perduto perché non ho intenzione di cercarlo tra i miei! - Dissi acidamente andando verso la porta di casa
- Indossi i perizoma?!
- Sì amore, li porto anche io… sono grande! - Dissi orgogliosamente 
- Non hai ancora diciassette anni! Sei nata alle 13:27 e sono solo le 10:54! 
Andai ad aprire la porta, adoro quando mio fratello fa il protettivo..
Speravo fosse gente che puoi liquidare con espressioni del tipo: ' Sì sono già abbonata da tempo e non ho intenzione di cambiare al momento. Grazie e arrivederci.' oppure ' No, ha sbagliato indirizzo; non ho ordinato nessuna aspirapolvere V2000 ', o roba del genere e invece..
- Ciao Jessica, che piacere rivederti, come posso aiutarti?- Perché cazzo ho sempre ragione in queste occasioni e con il lotto non azzecco neanche un numero?
- Taglia corto, è in casa tuo fratello?- Sempre molto gentile la signorina ed io che cercavo di essere simpatica per una volta..
- Sì è in casa, ma è mooolto occupato, sai oggi è il mio…-
- Va bene… Permesso.- 
'Compleanno' stavo per terminare la frase, odio quella ragazza, stronza!
La sua voce da gallina strozzata o come la definisce amorevolmente Josh 'da mucca inculata' non tardò molto a raggiungere i 100 decibel
- Josh cosa vuol dire tutto questo? Scatoloni su scatoloni, vi trasferite?
Oddio, ma non mi dire! Comunque no, imballo tutto perché ho saputo che venivi a trovarci!
- Senti Jess, stai tranquilla non starò via molto è che…-
- Non stai via molto?! E allora perché non lasci qui tutto e non ingaggi qualcuno perché venga qui a pulire un paio di volte al mese?
- Potresti venire qui tu, ti immagino proprio con un bel completino da donna delle pulizie- disse con tono malizioso.

din-don
Spero almeno che sia qualcuno con un bel mazzo di fiori o una scatola di baci perugina..
- Salve, lei è la signorina Elle Foster?
- Sì, sono io ma ha sbagliato indirizzo, non ho ordinato nessuna pizza con salame piccante o roba del genere…
- Scusi?
- Lei non è quello della pizzeria all'angolo? Visto il cappellino che porta con il nome ' pomodoro&mozzarella'… pensavo..
- Sì mi scambiano spesso per mio fratello…io sono Ivan.- Mi tese la mano.
E perché cazzo porti il cappello di quella pizzeria? 
- Comunque io sono quello dei traslochi, il signor Foster l'ha avvisata che sarei arrivato con due ore di ritardo, vero?- proseguì
- Scusi, può attendere qui un istante? Grazie.- gli sbattei la porta in faccia
Entrai furiosa in soggiorno
- Josh mi spieghi perché il tipo del trasloco è qui se doveva venire domani?!- sbraitai.
- Scusa bella, ma sto parlando con il mio ragazzo!
- E chiudi il becco Jess! Andiamo a vedere cosa vuole..- sospirò avvilito.
- Ehi Josh, noi stavamo par…
Troppo tardi eravamo già davanti la porta di casa:
- E ora che facciamo?- Mi disse mettendosi una mano sulla nuca.
- Non so genio, ma mi dici come hai fatto ha confondere 'domani' con 'dopo due ore' ?
- Troppa confusione, cocktail e..-
- Cubiste?-
- Cubiste- ammise. 
Josh aprì la porta di casa:
- Buongiorno, ci scusi per averla fatta aspettare… prego entri.- disse tutto d'un fiato.
Il traslocatore si guardò in giro, diede un occhiata ai mobili imballati e agli scatoloni
- Bhè la maggior parte del lavoro l'avete già fatto..veloci per aver capito che venivo domani- rise compiaciuto
- Eh già..- dissi con un sorriso sforzato
- Bene, allora noi la lasciamo lavorare in pace con la sua impresa e…- disse mio fratello afferrando la maniglia della porta
- Ehm uhm.. vedete oggi sono da solo..-
- Che cosa significa che oggi lei é da solo?-- Significa che avrò bisogno una mano per spostare i mobili…- Disse tranquillamente.
Fantastico non avrei potuto immaginare un compleanno migliore: aiutare il 'disfacasa' sgombrare casa mia. Una favola, yuppie!
- Bhè se lo può anche scordare! - disse Josh interrompendo i miei pensieri. - Abbiamo un sacco di cose da sbrigare; e mi vuole spiegare, per l'amor di Dio, perché cazzo e qui se non può lavorare?!-
L'atmosfera si stava scaldando e i toni alzando.
- Josh, per favore… - Gli presi la mano. -Lo scusi, ma il problema è che il trasloco fa fatto per forza oggi, e se non c'è la sua impresa, vorrà dire che l'aiuteremo noi tre.- 
- Elle ma che cosa stai dicendo?- interruppe Jessica
- Mi dispiace tesoro, ma ormai se qui: te l'avevo detto che eravamo parecchio impegnati e se…-
AHIA 
- Scusateci un momento.. voi iniziate pure vi raggiungeremo tra un attimo..- Sentii Josh prendermi per un braccio.
Mi portò di forza in camera:
- Senti amore, anch'io muoio dalla voglia di farlo; però datti un po' di contegno c'è gente in casa..- dissi prendendolo in giro.
Lui, al contrario, non aveva nessuna voglia di scherzare:
- Dico, sei diventata matta? Chi lo aiuta quello a spostare tutto e a caricare sul camion; ammesso che abbia almeno quello!
- Punto primo: non parlarmi con quel tono, punto secondo: sei tu semmai che sei diventato matto, sei tu l'idiota a cui quel tizio ha telefonato ieri sera; e siamo noi, per la cronica, che dobbiamo sgombrare da questo appartamento stasera e prendere un fottuttisiimo aereo per Londra domani!
- Cosa proponi genia?
- Non so genio, forse aiutare?
- Scordatelo.- disse secco.
- Non abbiamo nessuna altra possibilità Joshua.
Ci fu un attimo di silenzio poi sospirò:
- D'accordo.. ma questa me la pagherai, koala!
- Non pensare di passarla liscia, panda!
Tornammo in salotto, notammo con stupore che il traslocatore era occupato a palpare il culo di Jessica, mentre lei lo baciava con passione, emettendo dei piccoli gemiti.
- Sei uno zuccherino niente male, e questo reggiseno fucsia ti sta d'incanto, peccato che non sia bene in mostra, che ne dici se sbottoniamo un pò?- Lo sentimmo sussurrare lentamente.
Le sue mani passarono dalla minigonna, alla camicetta di lino di lei. Ivan ormai non si controllava più e... basta!
Decisi di tossire: - Ehm uhm..
-Bhè non fu difficile leggere la vergogna sui loro volti e immaginare la velocità con la quale si staccarono l'uno dall'altra, ma ciò che mi stupì fu la classica domanda da soap opera che mi fu rivolta.
- Da quanto siete qui?- parlò Jessica, come se niente fosse successo. 
Infatti non era successo nulla di così imprevedibile, ma morivo dalla voglia di umiliarla davanti a mio fratello.
- Abbastanza, posso dire, da sentire i vostri gemiti e risolini.- Risposi acida. - Ma prego, continuate pure, noi andiamo a sistemare quegli scatoloni laggiù!- indicai verso la porta di casa seguita da Josh a dir poco scioccato.
- Troia, lurida troia. 
Furono le uniche parole che disse per tutta la giornata.

 

- Josh, se non ti sbrighi perdiamo l'aereo! - gli urlai.
- Sì arrivo, dammi il tempo di vestirmi! - Sbuffò raggiungendomi.
Presi la borsa, il cellulare e l'ipod, e uscì di casa seguita da mio fratello, senza mai voltarmi indietro; senza pensieri, vuota, sforzandomi  di non pensare a i miei amici e a quei momenti felici trascorsi insieme a loro in quella casa.
Senza neanche accorgermene, però, mi ritrovai a fissare il punto in cui prima si trovava il divano verde smeraldo, con gli occhi pieni di lacrime.
Uscì e mi chiusi la porta alle spalle, quella fase della mia vita si era conclusa, per sempre.
Salita in macchina notai che anche Josh aveva lo sguardo perso nel vuoto, se non avessi saputo che era mio fratello, avrei detto malinconico; stava fissando la casella della posta:
- Hai dimenticato qualcosa? - Chiesi con un filo di voce.
- No, ho preso tutto;  mi pare di aver visto qualcosa nella casella della posta. Possibile?- Mi rivolse uno sguardo dubbioso.
Scesi di corsa dall'auto, guardai nella casella, effettivamente c'era qualcosa: un post-it fucsia dalla scrittura quasi illeggibile.Una volta risalita in macchina glielo porsi:

"Josh non è come credi, mi sono lasciata trasportare..
Lo sai che amo e voglio solo te..
Ho fatto una grande cazzata, spero che mi perdonerai: hai il mio numero per favore chiamami.
Jess."

 

- Forza andiamo, abbiamo un aereo da prendere.- accartocciò il post-it e lo buttò fuori dal finestrino. 
Non gli chiesi niente di ciò che aveva letto, tantomeno chi era il mittente, era così ovvio, restammo in silenzio per tutto il tragitto e anche una volta in aeroporto, ci limitammo a scambiarci le soliti domande ' d'obbligo ', come le definivo io: " Vuoi qualcosa da bere?" oppure " Aspettami qui, vado un attimo alla toilette"; ma Josh si limitava a rispondere con dei lievi cenni del capo o tramite monosillabi.
Finalmente ci imbarcarono, ero stanca di quell'atmosfera così tesa e fredda, non desideravo altro che potermi addormentare.
Mi sedetti, ma non passarono che pochi secondi che un ragazzo ricciolo dagli occhi verdi mi fece notare di aver sbagliato posto. Era inglese.
- Scusa che posto sei?- Mi chiese.
- 20F, qualche problema?
- E' la fila dietro.. - Bhè effettivamente aveva ragione, ero seduto nel 19F.
- Scusami.- Dissi arrossendo.
Mi sedetti accanto a mio fratello.
- Inglese?- Domandò titubante.
- Origini.
- Si sente dall'accento.- sorrise, - Io sono di Manchester.
- Gran bella città.- Affermai non sapendo che altro dire.
- Eh, già.- Sospirò sorridendo e si voltò definitivamente.
Josh, nel frattempo si era addormentato; era così tranquillo, il suo respiro era regolare. 
" Povero -pensai- forse ci teneva davvero a quella Jessica."
Senza pensarci gli presi la mano e incrociai le mie dita alle sue; appoggiai la mia testa sulla sua spalla, attenta a non svegliarlo.
- Sono un cretino, El.
- Scusami, non volevo svegliarti.
- Sono un cretino.- Ripeté.
- Smettila, sai che non è così; e non iniziare ad autocommiserarti perché sai che mi dà sui nervi.
- Perdonami El, sono un fallimento come fratello e anche come ragazzo..-
- Chiudi il becco, ma che stai dicendo? Tu sei il miglior fratello maggiore che una ragazza possa desiderare e per la storia del 'ragazzo', è LEI che è un fallimento non tu, è chiaro?.- Vidi una specie di sorriso illuminargli il viso.
- Grazie El.-
- Ti voglio bene, Josh.
- Anch'io sorellina…anch'io.- Mi diede un bacio sulla fronte. 
E ancora abbracciati ci addormentammo.







Eccomi di nuovo qui ad intasare il fandom degli One Direction ahah, e intanto grazie mille se stai leggendo qui significa che non ti sei pentita del mio primo capitolo!
É la mia prima fanfiction! Quindi *prende un tappetino e si mette inginocchio* ho assolutamente bisogno di sapere cosa ne pensiate per vedere se vale la pena che la continui!
Comunque chi sarà mai il ricciolino sull'aereo? Ahah
Spero di leggere qualche recensione che mi motivi :)
Un bacio a tutte xx
_Carabros_

Credits banner: ehimaliik 

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Capitolo 2
*** Testing hard ***






 

"Si prega i signori passeggeri di allacciare le cinture di sicurezze, e prepararsi per l'atterraggio".
La voce del capitano tuonò nelle mie orecchie, svegliandomi all'improvviso.
Tenevo ancora stretta la mano di Josh. Strizzai gli occhi per abituarmi alla luce delle lampadine al neon sopra le nostre teste.
Guardai i passeggeri, ma alcuni posti ora erano vuoti: la sessantenne bionda cotonata con il marito, la ragazza giamaicana e le due gemelle dai capelli rossi mancavano all'appello.
Neanche quel ragazzo dagli occhi verdi era seduto al proprio posto.
- E' sceso durante lo scalo a Parigi.- Disse Josh indovinando i miei pensieri.
- Abbiamo fatto uno scalo?- 
- Sì, sono scese una decina di persone tra cui quel tizio di Manchester.
- Ah.
Ci fu una breve pausa.
- Semmai un giorno dovessimo tornare a Milano- accennò allacciandosi la cintura - non prenotiamo più la classe più economica, detesto il rumore dei motori sotto i piedi!
- D'accordo.- Dissi con un mezzo sorriso.

- Josh, Elle, siamo qui! - Una donnetta, vestita rosa confetto, stava saltellando vicino al distributore di bibite; chiamandoci a gran voce; accanto a lei un uomo con un soprabito blu cobalto stava sventolando un cappello, facendo cenno di avvicinarci.
- Ma non dovevamo prendere un taxi?- Sospirai prendendo la mia borsa dalla spalla di Josh.
- A quanto pare no..- disse lui poco convinto.
Ci avvicinammo alla strana coppia che pareva essere appena uscita da un film degli anni cinquanta.
- Elle, tesoro..- disse venendomi incontro la donnetta. - Che fiore di fanciulla sei diventata! - 
- E' un piacere rivederti, zia Vivian.
Ora era il turno di Josh.
- Zia..- disse baciandole la guancia.
- Drizza quelle spalle, nipote, e fai sparire immediatamente quell'assurda goffaggine!Sì, signora
- Anch'io sono contento di rivederti zia.- 
Finalmente una persona che non aveva paura di farsi abbracciare.
- Zio Richard! - Dissi saltandogli letteralmente in braccio.
- Come sta la mia nipotina preferita?- Chiese, dandomi un pizzicotto sulla guancia.
- Bene, bene…
- E tu, nipotone; come te la passi?- Disse con una sonora pacca sulla spalla.
- Bene per il momento, ma la classe economica è un vero schifo!
- Joshua! - Urlò scandalizzata zia Vivian.
- Scusami zia, volevo dire confortevole; non era molto confortevole.- Aggiunse sottolineando l'ultima parola.
- Ah.- Fece indignata zia Vivian. "Ah."  fece eco Josh.
 Perché cazzo ho un fratello così idiota e perché cazzo devo sempre parargli il culo!
- Non dovevate disturbarvi di venirci a prendere, avremmo preso tranquillamente un taxi.- Intervenni rivolgendo uno sguardo complice a Josh che si limitò a rispondere con un semplice " Eh, già..".
- Nessun disturbo nipote, ricorda solo che a questo mondo nulla è gratis!
Solita stronza di una gallina bisbetica.
-Forza, muoviamoci.- disse con aria risolutiva- François è fuori che ci aspetta.
- Chi?
- Sei diventata forse sorda, nipote? Ho detto François, l'autista.
Ma che razza di incubo sto vivendo? Nipote di una zia tanto ricca quanto stronza con uno "chauffeur" francese di nome François… SVEGLIATEMI!
- Comunque, benvenuti a Londra.
- Grazie. Dicemmo in coro Josh ed io.
Che Dio ci aiuti.

 

                                                                                                                                                                                                                                                                          

tre settimane dopo
Avevo iniziato ad abituarmi ai ritmi immutabili di zia Vivian e mia cugina Molly, che mi avevano creato una agenda fitta di impegni, riguardanti perlopiù incontri dall'estetista, parrucchiere, e personal trainer oltre ovviamente a lezioni private di matematica,
filosofia e francese come "preparazione al prossimo anno scolastico".
Una mattina mi alzai molto presto, fui svegliata dallo sbattere della porta d'ingresso; erano le sei e mezza, mi alzai di malumore presi il libro di filosofia e andai in cucina per una tazza di latte.
- Che schifo, il latte a quest'ora?- interruppe i miei studi la voce sgraziata di Molly.
- Bhè cara,sei tu che ti mangi uova fritte e bacon per colazione..piuttosto perché sveglia a quest'ora?
- Pilates, poi ho sentito mia madre uscire..- disse con una mezza smorfia.
- Già, stamattina ha un aereo per Francoforte.
Molly prese un dvd e lo mise nel lettore, dopo mezz'ora ci raggiunse Josh, che si limitò a prendere un cornetto; mormorando un assonnato 'giorno..'  per poi chiudersi in bagno.
- Che ha? Sonnambulo?- 
- No..- mi limitai a rispondere. - Malumore, lo avranno svegliato i tuoi soliloqui con il personal trainer virtuale.-  
Presi il libro, appoggiai la tazza nel lavello e me ne andai.
Dopo mezz'ora scesi al primo piano seguita da mio fratello.
- Dove andate voi due a quest'ora?
- In città, dobbiamo assolutamente cercare un lavoro, che ne so: baby-sitter, cameriera…
- Avete capito che non potete vivere sfruttando la mia futura eredità?
Sì stronza, perché tua madre ci chiederà la restituzione dei soldi con gli interessi!
- Bene..noi andiamo.- disse Josh, trascinandomi di forza fuori dalla porta.
- Io..la..u-c-c-i-d-o.-Sibilai tra i denti.
Eravamo quasi fuori dal vialetto quando aprì la finestra urlando:
- Quasi dimenticavo, domani ci sarà una festa a casa di una mia amica, ci sarà un sacco di gente che vorrei farti conoscere El; comprati qualcosa di..DECENTE! - 
- Ok..é M-O-R-T-A  tra tre..due..uno..-
- El, lascia perdere, non vedi che è completamente suonata?- Disse scuotendo il capo.
- Oggi sono abbastanza suscettibile..
- Hai le tue cose?
- IDIOTA!
- Chiedevo..- disse alzando le mani come difesa.

- Niente da fare, ma qua chiunque è talmente ricco che ha persino qualcuno addetto a pulire i cessi?- dissi sconsolata, cancellando l'ennesima possibilità di lavoro.
- Bhè pensa il lato positivo, ti sarebbe davvero piaciuto pulire i cessi a casa di quelli lì? Io non credo proprio…
- Forse hai ragione..- dissi specchiandomi nella vetrina di un panificio.
" Cercasi aiutante per mesi estivi"
- Hai letto Josh?
- Uhm..- si voltò con aria distratta.
- Guarda alle tue spalle..- Gli urlai quasi.
- Forza entra, che aspetti?
- Non vuoi provare tu stavolta?
- Na, non mi ci vedo a sfornare panini, ciabatte e ciambelle, darei fuoco a tutto l'edificio!- Disse mettendosi le mani in tasca.
Entrai.
- Salve signorina, desidera?
- Salve, ho visto l'annuncio in vetrina..- dissi sul vago - cercate ancora un aiutante?
- Ha mai lavorato in un panificio o in una pasticceria?- disse abbassando gli occhiali. Sembrava la versione femminile di Gordon Ramsay.
- Sì..- mentii poco convinta.
- E dove?-Ma che cazzo gliene frega a quella lì di dove lavoravo, ammesso fosse vero.. 
- In una panetteria..- ma va?! -…a Milano, precisamente nella piazza del Duomo, in una panetteria francese..- continuai, prendendo spunto dalle baguettes in vetrina
- Ma non mi dica, sa che io fino a qualche anno fa dirigevo una panetteria francese? E mi dica come si chiama questo tipo di pane?- Indicò alle sue spalle.
- Sono delle baguettes..
Cazzo non dirmi che inizia a interrogarmi questa stronza
- Questo?- riprese
- Pain au lait..
- Quest'altro?
- Pain au levain..
- E questo?
- Pain noir..
- Bene signorina, vedo che lei fa proprio a caso nostro.- disse con un sorriso compiaciuto. 
In fin dei conti, non è così crudele..
- Per curiosità quanto tempo ha lavorato in quella panetteria?
- Lavoravo tre o quattro pomeriggi la settimana dopo la scuola..- mentì nuovamente.
- Bene ci vediamo domani mattina, alle sette meno un quarto, per ora può andare..- E mi licenziò con un segno della mano.Come non detto, era questo il tranello..
Uscì, chiudendo la porta lentamente alle mie spalle. Mi voltai attirata da una voce famigliare che mi chiamava. Era Josh:
- Ehi, chi era quella; la sorella di Elton John?
- Direi più un incrocio tra Elton e Gordon Ramsay..- sbuffai.
- Ti hanno presa?
- Uhm..- sospirai- sì mi hanno presa! - E gli saltai al collo.
- Bhè anch'io ho una bella notizia.
- Spara!
- Hai presente quel bar, dove fanno musica rock?
- Sì, quello delle spogliarelliste..non dirmi che ti hanno preso proprio lì! - Urlai puntandogli il dito indice in faccia.
- No tranquilla, sto parlando di quello nella via adiacente..bhè mi hanno preso!- disse aprendo le braccia.
- Congratulazioni! - e gli saltai nuovamente in braccio.
- Quando inizi?- continuai.
- Domani sera, ho il turno dalle otto a mezzanotte..non credo che arriverò in tempo per accompagnarti alla festa..
- Non ti preoccupare, me la caverò..- Non era colpa sua ma non potei evitare un tono deluso.- Mi spiace..
- Non ti preoccupare..- dissi scuotendo la testa -ora dobbiamo festeggiare e poi devi aiutarmi
a trovare 'qualcosa di decente' da indossare alla festa.
- Ok, offro io.
Mi strinse la spalla destra e dandomi un bacio sulla fronte.





Ciao a tutte!
Ecco qui un nuovo capitolo, fresco fresco, spero di ricevere qualche recensione. Fa sempre piacere ricevere delle opinioni personali.
Soprattutto se si é alle prime armi come lo sono io ahah :)
Per adesso nessun personaggio (o meglio nessun 'One Direction' ahah) é ancora entrato in scena, ma lo faranno presto, promesso xx
_Carabros_

Credits banner: ehimaliik

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Capitolo 3
*** Party ***






 

La casa era immensa, la musica assordante, le persone..bhè troppe, l'alcool che circolava per casa di Ariana..troppo, i ragazzi ubriachi alle 23:30 sempre di più.
Le ragazze più spavalde erano già in pista da almeno un'ora, usando il proprio accompagnatore come palo, o accerchiate intorno a quel fottutissimo dj da urlo.
Le ragazze più timide si limitavano a occupare i divanetti o le sdraio a bordo piscina, leggendo una rivista o navigando in internet con il cellulare. 
La regina della festa non si era ancora fatta vedere e con lei mia cugina; mi sentivo tremendamente sola e abbandonata.
Odiavo questa festa, tanto simile a quella tragica sera di un anno prima quando la mia migliore amica rischiò quasi la vita. 
L'ambiente era lo stesso: gente che vomitava, gente che scopava nei bagni, musica, fumo..
Mi girava la testa. L'aria era così soffocante.
Avevo assolutamente bisogno di un bicchiere d'acqua. Mi avvicinai al tavolo del rinfresco, ma l'unica bevanda trasparente era la sambuca.
Il tavolo era ricoperto di liquori, e di sciroppi alla frutta.
Optai per una vodka al limone, una scelta fantastica a stomaco vuoto..
Dopo circa mezz'ora le due regine della serata, entrarono in scena: Ariana, la padrona di casa, indossava un tubino di lustrini nero con allacciatura dietro il collo e scollatura a cuore; mentre Molly un tubino rosa perla con tacco quindici.
Ovviamente non passai inosservata..
- Cugina, perché non vai in pista a ballare, vieni..- aveva l'alito che puzzava tremendamente d'alcool.
- No Molly, sei ubriaca fradicia.. forse faremmo meglio a tornare a casa..- dissi tenendola per un braccio, non si reggeva in piedi.
- Ma sei impazzita? Questa è la mia serata, lasciami divertire e non rompere i coglioni..
- Dai Molly, vieni con me..
- Non mi toccare! Togliti, una come te può solo rovinarmi la reputazione!- e mi lanciò uno sguardo sprezzante.
- Ehi, tu devi essere Elle, giusto?- una ragazza bionda cotonata apparve dietro la schiena di mia cugina- Molly aveva ragione..faccia da secchiona,calzoncini di jeans, tesoro dove l'hanno trovata questa al mercatino delle pulci?- le ragazze attorno ad
Ariana iniziarono a starnazzare come galline - cerca di non comportarti da sfigata, muoviti..fai qualcosa diamine!
Strinsi ancora più forte il polso di Molly, decisa a portarla via di lì, cercando di non versare alcuna lacrima per quelle oche..anche se risultava difficile.
- Lascia, faccio io..- un ragazzo biondo la cinse per i fianchi e la fece accompagnare in camera.
- Matt, cazzo, ti ci metti anche tu ora?- urlò cercando di liberarsi dalla presa di lui.
E sparirono.
Iniziai a pensare a ciò che mi aveva detto Ariana con un tono così carico d'odio.
Forse aveva ragione, forse avrei dovuto rifiutare e starmene a casa, o forse semplicemente cambiare me stessa, ero davvero un angelo come descrivevano tutti?
Ritornai al tavolo del rinfresco ordinai una vodka, poi un'altra, un'altra e un'altra ancora, non ero più padrona del mio corpo.
Iniziai a ballare vicino ai divanetti, poi pian piano con il bicchiere mai vuoto in mano, raggiunsi il centro della pista.
Un ragazzo iniziò a ballarmi intorno, mi prese per la vita e iniziò a baciarmi il collo, le sue mani non avevano una meta precisa: passavano dal mio fondoschiena alle spalle, ai capelli, di nuovo al mio sedere, mi soffiava nelle orecchie nel tentativo di
eccitarmi.
- Come ti chiami?- disse sussurrandomi all'orecchio.
- Elle, Elle Foster; e tu?- chiesi maliziosa.- Daniel Conroy.
La danza era ricominciata stavolta con un
a musica più invitante di prima, mi portò per mano verso un muro su cui mi fece appoggiare e slacciandomi la camicetta, iniziò a baciarmi con foga, prima sulle labbra, poi sul collo ed infine sul seno.
C'era un odore soffocante di alcool e fumo di sigaretta, ma non capivo chi dei due lo emanasse.
Ero bloccata al muro, ma non mi importava; Daniel continuava a baciarmi e a palparmi il seno, soffiandomi nell'orecchio, ma neanche questo mi importava.
Volevo provare a eccitarmi veramente per un ragazzo senza arrivare al sesso.
Una ragazza dai capelli rossi, si appoggiò al muro, continuando lo stesso a ballare facendo dei piccoli movimenti circolari con il sedere, sempre a contatto con il muro.
- Senti Daniel, credo che questa ragazza voglia ballare con te..- gli soffiai nell'orecchio.
La squadrò un attimo poi con un sorriso malizioso disse:
- Non sparire dalla mia vista, piccola.
- Se mi cerchi sono a bordo piscina..- e gli diedi un ultimo bacio.
Presi un altro bicchiere e andai in piscina, mi reggevo ancora in piedi; notai che il ragazzo che prima aveva accompagnato Molly in camera, era seduto su una sdraio solo; decisi di andare a ringraziarlo.
- Ciao.- dissi alzando il bicchiere.
- Ciao piccola, che ne dici di farmi compagnia?
- Volentieri.
- Prima non abbiamo avuto occasione di presentarci..- disse accarezzandomi una coscia.
- Elle Foster.
- Matt, semplicemente Matt.
Diverse ragazze stavano ballando a bordo piscina.
- Ti va di ballare?- chiesi appoggiando il bicchiere sulla sdraio.
- Un vero gentiluomo non rifiuta mai.
Mi cinse la vita e lo trasportai vicino alle casse della musica, le mie mani erano nei suoi capelli mentre le sue compivano moti rotatori attorno alle mie natiche.
Iniziò a baciarmi il collo e poi le labbra, soffiava nell'orecchio e mi pregò di slacciarmi la camicetta.
- Una vera donna non rifiuta mai.- dissi sorridendo maliziosamente.
Aprì lentamente la camicetta, per poi riallacciarla.
- Che c'è piccola?- disse prendendo una pausa dal mio collo.
- Non è intimo, andiamo dietro quell'albero..- dissi trascinandolo per una mano.
- Mi piacciono le donne con spirito di iniziativa.
Il gioco ricominciò più frenetico di prima; mi slacciai la camicetta e mi avvinghiai ai suoi capelli. Le mani di Matt dalle natiche passarono al mio seno, mi aveva morso il lobo dell'orecchio; le sue labbra stavano passando dall'incavo del collo ai miei seni.
Mi vennero i brividi.
Ci spostammo a bordo piscina, la musica era cessata.
Una sagoma spuntò da dietro le casse della musica: Daniel.
- Ehi piccola, vedo che ci stiamo divertendo.
Mi prese per le braccia affinché lo guardassi dritto negli occhi, aveva le pupille dilatate.
Matt mi spinse contro il muro e mi fece sbattere violentemente la testa.
Daniel mi strappò la camicetta, con il suo peso mi schiacciava contro il muro; sentivo con disgusto la sua erezione contro la mia parte intima.
Sentivo la lingua di Daniel entrare con forza nella mia bocca.
Matt mi stava, nel frattempo, slacciando i pantaloncini.
Daniel mi afferrò un seno con forza fino a farmi male. Gemetti dal dolore.
Non volevo che finisse così, volevo urlare, ma la musica dentro la casa sovrastava qualsiasi rumore; non mi avrebbe sentito nessuno.
Mi avrebbero stuprata e poi buttata in acqua con la bocca scocciata.
Non mi potevo arrendere così, urlai con tutto il fiato che avevo in gola:
- NO!! NON MI TOCCARE!
- Zitta gallina, stai zitta! - disse Daniel tappandomi la bocca con una mano.
Non riuscivo a respirare, morsi.
- PUTTANA!
Mi diede uno schiaffo, pensavo di perdere i sensi, non sentivo più la guancia destra.
- CHE CAZZO STAI FACENDO LURIDO BASTARDO! -
Due ragazzi si avvicinarono, uno di loro afferrò Daniel per il colletto della camicia prendendolo a pugni.
Era troppo, avevo preteso troppo per una sola serata, le gambe mi cedettero, caddi in piscina.
Come avevo potuto essere così stupida?
Come avevo potuto buttar via la mia vita per dimostrare alle altre persone che non ero come loro mi descrivevano: ingenua, dolce.. un angelo?
Iniziai a contare alla rovescia, le forze mi stavano abbandonando, gli occhi chiudendo. Se prima avevo tentato di lottare, ora risultava tutto inutile.
Il mio ultimo pensiero andò a Josh poi sentii due braccia forti afferrarmi, la morte mi aveva raggiunto.
Lo sapevo.






Buonasera a tutte!
Ecco un altro capitolo, putroppo sto vedendo con dispiacere che questa storia non ha molto successo T.T
Ma comunque ringrazio tutte quelle che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite, mi date soddisfazione :'3
Allora che posso dire di questo capitolo? Qui si vede la prima scenetta arancione, che ne dite? E secondo voi a chi appartiene quella voce, quella del salvatore?
Lascio a voi l'immaginazione! Qualche recensione in più la ottengo per questo capitolo? Dai speriamo di sì *fa gli occhietti da cucciolo indifeso*
Un bacio xx
_Carabros_


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Capitolo 4
*** A kind of...superhuman? ***


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- Elle mi senti? El, sono Josh, El, respira; per favore respira!
Ero cosciente ma non avevo la forza o la volontà di respirare. Sentii una mano tapparmi le narici e un' altra sollevarmi il mento.
- Cosa diavolo stai facendo?
- Non respira, hai un alternativa migliore?
- Non-la-toccare.- Sibilò Josh tra i denti.
- Preferisci vederla morta?
Non rispose.
Due labbra vennero a contatto con le mie, erano calde ma allo stesso tempo rigide. Sentivo l'ossigeno farsi spazio tra l'acqua nei miei polmoni.
- Harry, non funziona, non respira! - Disse un altro ragazzo.
Non mollate, vi prego! Supplicavo dentro di me.
- Zayn, devi farle il massaggio cardiaco.- Disse con tono calmo il ragazzo accanto a me.
Il ragazzo non rispose, intrecciò le dita e le posizionò sul mio petto.
- Forza: uno, due, tre..
Aria.
- Uno, due, tre..
Aria.
- Ancora una volta: uno, due, tre..
Aria.
- Elle, non mi lasciare, non anche tu..- piangeva.
Iniziai ha sentire l'aria nei miei polmoni bruciare come il fuoco: spalancai gli occhi e tossii, fino quasi a vomitare l'anima - se dopotutto ciò ne avevo ancora una.
I ragazzi a occhi sbarrati mi guardavano. Uno di loro, biondo, mi porse un'asciugamano.
- El, stai calma non ti muovere, hai sbattuto la testa? Sai chi sono e cosa è successo? Hai qualcosa di rotto?
Avevo un forte senso di nausea e le vertigini nonostante fossi seduta.. presi un bel respiro e aprii bocca:
- Mi gira un po' la testa, e credo di avere la nausea.
Mi girai e vomitai.
Nell'aria ora c'era soltanto una gran puzza di alcool.
- El, quanto cazzo hai bevuto?
Pausa.
- Un po', credo di essermi ubriacata; non avevo mangiato ed è stata una serata pesante, mi hanno offerto da bere..e..- risposi a bassa voce. Mi sentivo la coscienza sporca.
Schiaffo. Secco, potente sulla guancia destra; la stessa di un' ora fa.
Le lacrime iniziarono a scendere; i ragazzi, nel frattempo, si erano allontanati.
- Hai la minima idea di quanto mi hai fatto morire? Hai idea che pensavo di perderti? Lo sai che hai solo diciassette anni e non puoi metterti a bere a stomaco vuoto come un alcolizzata?-
Gesticolava, urlando.
- Perché hai la camicetta strappata?- Aveva riaquisito un tono diplomatico, ma ugualmente freddo e distaccato.
Non risposi. Era troppo l'imbarazzo.
- Beh che fai, non rispondi?.- Iniziava a seccarsi.
- D-due…due…due ragazzi! - dissi tutto d'un fiato, nascondendomi con l'asciugamano.- Non dirmi che..- deglutì- che… ti hanno fatto qualcosa.
- No niente, sono arrivati quei ragazzi e.. ci hanno pensato loro..
- E c-come hai fatto a cadere in piscina?
- Sono svenuta, mentre prendevano a pugni Matt e Daniel..
- Matt e Daniel?- Stava per esaurirsi, ancora poco e sarebbe svenuto lui.
- Sì, quelli che hanno cercato di..di..- Scoppiai in singhiozzi.
- Shh, shh ora sono qui io, non ti accadrà nulla; non lo permetterò.- Mi prese fra le braccia e iniziò a cullarmi. 

Avevo ancora un fortissimo mal di testa e le vertigini a ogni passo che facevo, ma riuscimmo insieme a uscire da quella casa. 
Raggiungemmo la macchina che era parcheggiata di fronte alla villa.
- Sono passato a casa prima, ma le luci erano tutte spente, ho citofonato e chiamato sul tuo cellulare ma niente.. per questo che sono venuto qui..
- Come fai fatto a sapere l'indirizzo?
- Il post-it, me l'avevi lasciato sul parabrezza.
- Già, è vero..
Pausa.
- Molly?- chiesi.
- Una sua amica ha detto che l'ha vista andare via con un gruppo di ragazzi e ragazze..- disse vago.
- Ha lei le chiavi, come facciamo ora a entrare in casa?
Ero ancora bagnata e avevo freddo e in più continuavo a tossire.
- Scusate..- due ragazzi si avvicinarono.
- Ho trovato questo nella piscina.. mi spiace non credo che funzioni ancora.- Il biondino di poco fa mi porse un cellulare quasi irriconoscibile mettendosi una mano fra i capelli.
- Abbiamo sentito che siete fuori casa.. e pensavamo che potreste dormire a casa nostra, non è grande; ma c'è un divano letto in soggiorno.. insomma, potreste stare comodi.
- E poi, credo che tu faresti meglio a farti una doccia calda e a mangiare qualcosa, dopo tutto quello che è successo.- Continuò il ragazzo accanto.
Nè io nè tantomeno mio fratello sapevamo cosa rispondere.
- Sono senza parole..non so che dire; è..è molto gentile da parte vostra, ma questo è davvero troppo, avete già fatto abbastanza..- balbettai incredula.
Silenzio.- Non vi preoccupate, per stanotte dormiremo in macchina; nessun problema, davvero..- disse pratico mio fratello.
- Non sono affari miei…ma lei continua tossire ed è ancora bagnata potrebbe ammalarsi seriamente..
Di nuovo silenzio.
- E' davvero un pensiero carino, ma..- azzardai.
- E' stata una decisione comune..nel senso.. non ti avremmo fatta rimanere da sola se lui non ci fossi stato..saresti stata ospitata da noi, con intenzioni buone, naturalmente…
- Non ne dubito affatto..- dissi imbarazzata.
- Allora convinti? Dormite da noi?- chiese il ragazzo biondo sorridendo speranzoso.
Annuimmo. 
- Ci sdebiteremo prima o poi..- rivolsi lo sguardo a terra.
- Io sono Niall e lui è Liam.- Disse indicando il ragazzo alla sua sinistra.
- Noi siamo Elle e Joshua Foster.- 
- Gli altri ci hanno preceduto, saranno già a casa..vi facciamo strada.- e salirono nella loro auto.

La 'piccola casa' come la definivano loro era una di quelle villette a schiera tutte uguali, tipicamente inglesi. 
Di tre piani si sviluppava più in altezza che in ampiezza.
La casa era circondata da un giardino ben curato, con tanto di vasca per i pesci rossi.
Entrati in casa, ci assalì l'odore di pancakes appena sfornati e latte, segno che qualcuno stava facendo uno spuntino o una precoce colazione.
Niall mi accompagnò in bagno tenendo un biscotto in mano.
- Fatti una doccia tranquilla, ma prima mangia questo..- mi porse il biscotto rotondo.
- Mangialo ti darà un po' di zucchero..li ha fatti Lou, quindi per favore fai finta di apprezzarlo..- continuò.
- Grazie..grazie di tutto.- Dissi con un filo di voce.
- Vicino alla lavatrice ci dovrebbe essere una maglietta grigia, è mia, sarà il tuo pigiama per questa notte..e se hai freddo ci sono anche i pantaloni..spero non ti stiano troppo larghi..sono io qua il più magro..- mi fece l'occhiolino e uscì chiudendo la porta.
Mi spogliai, mangiai il biscotto e entrai in doccia. Sentivo l'acqua come una specie di purificazione.
Non ci misi tanto, uscii e mi vestii, notai che sopra i vestiti c'era anche una spazzola e uno spazzolino usa e getta. Ne approfittai per lavarmi i denti.
I pantaloni della tuta mi stavano un po' larghi, ma fortunatamente erano elasticizzati, per la maglietta invece arrotolai le maniche fino ai gomiti. Mi raggruppai i capelli in una coda di cavallo e scesi in salotto.Josh non c'era, i ragazzi erano tutti riuniti in cucina.
- Dai vieni che ti presento gli altri..- disse qualcuno alle mie spalle.
Il biondino fece capolino e mi prese per mano.
Tossì.
- Uhm ehm, ragazzi penso che ora è il momento delle presentazioni..vieni accomodati.
- Allora io e Liam ci siamo già presentati, ora tocca a voi ragazzi..- continuò.
- Aspetta manca Hazza..- disse qualcuno.
- Eccomi, sono qui..- un ragazzo ricciolo dagli occhi verdi entrò in cucina.
Oddio, ma questo io lo conosco!








Eccomi qui PIPOL! Ahah
Eccomi qui di nuovo ad intasare questo fandom, che ne dite del capitolo? Siete contente che la nostra dolce Elle non sia morta in quella piscina?
Mah..spero proprio di sì, sennò avrei dovuto finirla qui con questa ff xD
Cosa pensate che accadrà nel prossimo capitolo tra Harry ed Elle? fatemi sapere le vostre opinioni :)
Grazie infinite a chi ha aggiunto la ff alle preferite/ricordate/seguite, vi adoro c':
Spero di ricevere qualche altra recensione, per motivarmi ancora di più u.u
Al prossimo aggiornamento, buona serata xx
_Carabros_



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Capitolo 5
*** Here we are! ***






 

- Ok, lui è Hazza.- Disse Niall
Oddio, ma che cazzo ci fa lui qui?!
E' inutile dire che la mia attenzione era tutta concentrata su quel ragazzo ricciolo dal sorriso da mascalzone..
- Non ci conosciamo già, noi due?
- Ehm..- 
Non mi dire che si ricorda di me..
- Attenta a come rispondi è così che flirta con le ragazze!- mi avverte Liam
- Zitto cretino, ci siamo già visti da qualche parte, seriamente!
- Sì credo anch'io.. sull'aereo forse..- azzardai abbassando lo sguardo.
- Ah già; avevi sbagliato posto..- disse con aria non curante
- Eh sì..-
Ci furono dei risolini di sottofondo.
Cazzo si ricorda proprio tutto!
- Bene voi due vi conoscete di già, ma noi no..
- Non ci conosciamo, abbiamo scambiato appena due parole.. comunque non mi chiamo "Hazza", sono Harry..- mi tese la mano.
- Piacere, Elle..- non potei evitare di arrossire per l'ennesima volta
Dove era andata a finire tutta la spavalderia della festa?
- Bhè veramente lo chiamiamo anche "piccolo Tarzan" quando siamo in piscina.. sono Louis.
Solo un ragazzo non si era ancora presentato: moro, alto, dagli occhi nocciola.
- Piacere Elle..- cercai di essere cortese, dopotutto mi avevano ospitato a casa loro.
- Si, ho sentito..
Cazzo, voglia di vivere saltami addosso!
- Mi chiamo Zayn. 
Prese un cupcake e se ne andò..
- Scusalo è fatto così; non ama gli estranei; ma gli passerà tranquilla..- mi disse Louis offrendomi una tazza di tè.
- Non ha tutti i torti..- sospirai addentando un biscotto.
- Allora, vuoi raccontarci qualcosa di te; per sembrare meno un' estranea?
- Cazzo Niall, sensibilità zero; non pensi che sia già abbastanza stressata e che magari vorrebbe riposarsi?- 
- Va bene, Hazza, calmati..-
- "Du benimmst dich wie ein Elefant im Porzellanladen."
- Arriva Liam "il sapientone"..
- Ehi, almeno io studio..
Ci fu una risata generale.
- Scusate, traduzione..
- Sintetizzando significa 'sensibilità pari a zero'- disse Liam
Pausa.
- Non sono abituata a parlare della mia famiglia, anche perché non c'è molto da dire, ma farò uno sforzo..- dissi con un mezzo sorriso.- Bene, allora.. come qualcuno sa, ho vissuto a Milano per parecchio tempo; ma sono inglese; quanto questo
cupcake..- dissi sollevandolo; mi sono trasferita qui a Londra con mio fratello, per cambiare aria.. a proposito dov'è lui?
- E' andato a fare un giro; adesso credo sia fuori con Malik a fumare..- Mi tranquillizzò Louis
- Malik?
- Zayn.
- E come l'hanno presa i vostri genitori? Non dev'essere stato affatto facile lasciarvi andare..- chiese Niall ingenuamente.
- Bhè, la verità è che non avrebbero potuto decidere un bel niente, hanno praticamente divorziato da noi..
- Solito cretino.. scusa non volevo essere incauto..- disse Niall appoggiando la mano sulla mia spalla.
- No, non ti preoccupare..non fa più tanto male parlarne, ormai.
- Quando ti abbiamo tirato fuori dall'acqua; hai iniziato a tremare urlando un nome..Lucy forse..e poi hai smesso di respirare..-disse Louis sussurrando.
- Oddio, non dev'essere stato un bel vedere..comunque Lucy, era l-la mia sorellina e..
Qualche lacrima cominciò a scendere, sapevo che era ancora presto parlarne; la voragine nel petto non era stata ancora riempita..ma prima o poi qualcuno l'avrebbe saputo, forse non così; ma dovevo sfogarmi.
- Basta così, siamo stati impertinenti; scusaci..- Harry mi abbracciò.
Non lo conoscevo che da dieci minuti, ma era come se una parte di me lo conoscesse da sempre.
Mi asciugai le lacrime con il polso.
- Posso sapere chi mi ha tirato fuori dalla piscina?- chiesi titubante cercando accennando un sorriso.
I ragazzi si guardarono intorno un po' sorpresi da una tale domanda; li avevo spiazzati; non c'è che dire..
- E' stato Louis, è l'unico ad avere fatto il corso di bagnino a scuola..- disse Liam
- Sentite, il preside aveva promesso dei crediti per quel corso..- cercò di scusarsi imbarazzato.
Credo che in quella casa fosse stata bandita ogni forma di tristezza.
- E invece non vuoi sapere chi ti ha fatto la respirazione bocca a bocca?- chiese Louis malizioso.
- Sentiamo..
- Sono stato io..e cerca di non fare più una cazzata del genere; perché ero terrorizzato dall'idea di non riuscirci..- Harry parlò alzandosi in piedi.
- Fortuna solo che Zayn sapeva che cosa era il massaggio cardiaco..- disse con poco sarcasmo e se ne andò.
Non ebbi il tempo di ringraziare, che gli altri se ne erano andati; lasciandomi sola in cucina; solo Niall rimase con me.
- Non è colpa tua, non hai idea di quanta paura ha provato solo al pensiero di non riuscire a svegliarti; è un po' scosso..perdonalo.
- Grazie di tutto, senza di voi..
- Basta, ora è passata..non pensarci più.-
E se ne andò anche lui.
Mio fratello non era ancora rientrato, spostai leggermente la tendina della cucina e lo vedi seduto con il moro.
Dovevo aspettarlo, chiedere scusa anche a lui, ma il sonno vinse; e mi addormentai sulla sedia della cucina.
- El, sveglia..non puoi dormire sul tavolo della cucina..
- Uhm..- sbadigliai
- Sei stato fuori con quel ragazzo tutto il tempo?
- No, bhè..sono andato a fare un giro per schiarirmi un po' le idee, e poi sono stato qui fuori a parlare con lui..
- Io sono stata in cucina con gli altri..a parlare..
- Di che?
- Oh, niente che possa essere così interessante..ho parlato un po' di me..
- Uhm, ok..ho provato a telefonare a quella demente di Molly, ma ha il telefono staccato..
- Speriamo di riuscire a contattarla domani.
- Già..che fai ora, dormi?
- Provo, che ore sono?
- Le tre.
- Senti Josh, sei arrabbiato con me?
Ci fu una pausa di riflessione.
- No El, non sono arrabbiato con te, ma il fatto è che.. pensavo che tu fossi diversa. Sapevamo entrambi che non sarebbe stato facile vivere a Londra: qui è tutto molto diverso da Milano. Sei tutto ciò che mi resta, prima di fare qualcosa pensa a me,
vuoi farmi morire?
- Josh, sono mortificata.
- No El, non mi basta più sentirmi dire ' sono mortificata' o 'mi dispiace'; questo lo potevi dire quando facevi cadere una tazzina di porcellana o se ti beccavo che non eri andata a scuola; ma non ora che hai diciassette anni, cazzo!
Ero imbarazzata, ma sapevo che aveva perfettamente ragione.
- Non pensavo che potessi compiere un gesto così stupido tipo: ubriacarti e a cosa è servito, sentiamo? A far sì che due coglioni si approfittassero di te? Bene ma a quanto mi risulta non so chi dei tre se ne è approfittato di più!
- Ma che cosa stai dicendo?
- A quanto mi risulta, ieri sera sei stata tu l'anima della festa: prima con uno, poi con l'altro..ti sei divertita? Spero proprio di sì; almeno ne è valsa la pena di farsi quasi stuprare! - 
- Ma di che cosa stai parlando?
- Smettila El, non hai più cinque anni, vuoi forse negare che non ti sei quasi scopata Daniel e poi quando si è stancato perché non gliela davi, sei corsa a farti il ragazzo di tua cugina?
- Ma chi cazzo ti ha detto questo?
- Non importa chi me la detto; quel che importa è che mi hai delusa, sai quando ti sono venuto a cercare a a casa di Ariana e ho visto quei cinque ragazzi cercare di animarti; bhè sai cosa ho pensato? Ho pensato che non potevi essere tu, perché la mia
sorellina non avrebbe mai fatto in modo di morire annegata a diciassette anni, nella piscina della più troia di Londra!
-Ti ho deluso, eh? Bhè se ti importa, la prima ad essere delusa qui sono io: sono delusa di me stessa ma sono delusa anche di te: chi è quello che una settimana fa mi ha detto che per me ci sarebbe sempre stato? Indovina: tu. Lo so che ho fatto una
cazzata, ma ad una festa si cerca di divertirsi come meglio si può; colpa mia se mia cugina mi ha insultato per tutta la serata, dicendomi che ero uno schifo? Bene, aveva ragione. Ho bevuto troppo, mi sono ubriacata e mi sono fatta due ragazzi
contemporaneamente? Me ne prendo le mie responsabilità. Ma non venirmi a fare da papà ora, perché io ti ho fatto da madre per tutta la vita.
Nonostante tornassi a casa tutti i sabati sera ubriaco, nonostante non mi accompagnassi alle gare di nuoto quando avevo tredici anni, nonostante non venissi ad una sola recita di Natale; io per te ci sono sempre stata, e sempre ci sarò.
- E' riluttante il modo con cui cerchi di pararti il culo, mi fai schifo; dovevi esserci tu al posto di Lucy in quella strafottuttissima macchina cinque anni fa.
- C-come..come puoi dirmi una cosa del genere?- Scoppiai a piangere.
Prese le chiavi dell'auto e se ne andò.









Eccomi! Ebbene sì, non sono morta, sono ancora viva e vegeta, anche se la scuola inizia a farsi sentire..
Mi scuso per l'enorme ritardo, spero di poter essere perdonata con questo capitolo :)
Lasciatemi come al solito una recensione se volete e avete tempo, sarà sempre ben gradita, qualcunque essa sia c:
Un bacio x
_Carabros_

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