Year.

di Marshi
(/viewuser.php?uid=371173)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Me. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Sam. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Harry. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Louis. ***



Capitolo 1
*** Prologo - Me. ***


Prologo - Me.


Okay, salve a tutti. 
Mi chiamo Marshi, ho 15 anni, vivo a Torino e, come avrete capito, scrivo ff.
Dentro la testa ho mille cose da raccontare, ma nel mondo reale non mi è possibile: questa è una società che giudica, purtroppo.
Ma a tenermi tutto dentro, penso che prima o poi esploderò. 
Ho quindi trovato il modo, indiretto, di raccontare la mia storia, la mia vita, attraverso un computer, per non esplodere. 
Lo farò attraverso personaggi non reali nel mio mondo, e i fatti saranno ambientati in altre città.
Ho scelto di scrivere attraverso i miei idoli, spero che non vi dispiaccia se mi faranno da tramite. 
Se sceglierete di leggere questa storia, mi sento in dovere di chiedervi un favore.
Criticate o giudicate il mio modo di scrivere, la mia inventiva e tutto ciò che ruota intorno alla storia, ma, vi prego, non voglio leggere commenti negativi sulla storia in sè, perchè, come ho già detto, è la mia vita. 
Mi spiego meglio con un esempio: 
La protagonista non ha un orientamento sessuale, non ha ancora capito quale sia la sua strada, e non può dirlo nè ai genitori, nè alle persone che la conoscono. 
Quello che vi chiedo è di non fare commenti tipo "che schifo", oppure "ma come fanno a piacerle le ragazze", perchè sarebbero alquanto inopportuni. 
Inoltre, la ragazza nel corso della storia prenderà diverse scelte, per lo più sbagliate. Solo dopo realizzerà che sono sbagliate, MA LO FARÀ, quindi non fatemi notare quanto questa ragazza sia ingenua. 
Vi ringrazio, se eviterete queste piccole cose. 
Bene, spero di non avervi annoiato, e che la mia storia sia di vostro gradimento. 
A presto x 
Marshi.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Sam. ***


Capitolo 1 - Sam.


"Rompi palle." 
Sbuffai sbattendo la porta alle mie spalle. 
I miei genitori non facevano altro che litigare, e io finivo sempre nel mezzo della discussione. 
Dopo le sfuriate, restavano arrabbiati tutto il giorno, e riversavano il loro rancore su di me. 
Mentre camminavo per il viale alberato, i miei stivali neri calpestavano le foglie gialle che, stanche di appartenere a qualcosa, si erano staccate dal ramo, per poi posarsi sul cemento freddo. 
Venivano calpestate, più e più volte, ma l'umidità non le faceva rompere, erano silenziose. 
Trattenevano il peso di altre persone, senza fare rumore. 
La mia mente vagava su pensieri vuoti e cercava di dare un senso alle cose intorno a me. 
Mi sedetti su una panchina e fumai una sigaretta.
Era già la quarta del pacchetto. 
Lasciai il fumo riempire i miei polmoni, e osservavo. 
Nulla in particolare, osservavo tutto. 
Una donna spingeva un passeggino, dove un neonato dormiva. 
Io cercai di calcolare la relazione che poteva esserci tra la forza della donna, la velocità della sua camminata e il peso del passeggino, per fare una stima dell'energia che veniva consumata in quel movimento così semplice.
Due vecchiette passavano dietro di lei, a braccetto, con passo lento e insicuro. 
Le immaginai da giovani, probabilmente erano sorelle. 
Mi piaceva guardare le persone, studiarne i particolari, inventarmi delle possibili storie. 
Forse quelle anziane stavano tornando a casa per preparare il pranzo della domenica, e le loro figlie sarebbero andate a trovarle. 
Chissà se qualcuno, come me, mi osservava da lontano. 
Buttai la sigaretta ormai finita e mi alzai. 
Sentii uno strano calore umidiccio sui pantaloni. 
Mi voltai e vidi un'enorme colante macchia verde sui miei jeans. 
La panchina era anch'essa sporca d'inchiostro verde fluorescente. 
"Merda." 
Mi voltai di scatto, vedendo dei ragazzi in una panchina a pochi metri da me. Uno di loro aveva in mano un enorme pennarello verde, e stava scrivendo il legno della panchina sulla quale era seduto.
"Ehi idiota!" 
Si voltarono tutti, erano una decina. 
"Dico a te, riccio!" 
Il ragazzo si alzò in piedi e notai che era veramente alto, molto più di me. 
Spostò la chioma di capelli scuri con un movimento del collo.
"Dici a me?" 
La sua voce era roca e profonda, sembrava che non fosse un ragazzo.
Avevo dato dell'idiota ad un uomo? 
Sembrava avesse 30 anni, bel guaio. 
Guardai meglio come era vestito, e realizzai che non poteva essere un uomo. 
"Sì, dico a te, artista incompreso. Guarda che cazzo hai fatto." 
Mi voltai per mostrargli i miei pantaloni rovinati. 
Risero tutti. 
Perchè non pensavo mai a quello che facevo? 
Stavo suggerendo ad uno sconosciuto di guardarmi palesemente il culo. 
Subito mi rigirai verso di loro, rossa in volto. 
"Anche con quella lampante macchia verde nessuno si girerà a guardarti, puoi stare tranquilla."
Aggiunse a quella frase anche un occhiolino. 
Il bastardo aveva voglia di scherzare. 
"Come pensavo. Idiota." 
Lo guardai con sufficienza e feci per andarmene. 
In qualche passo raggiunse il mio braccio e lo afferrò con una stretta che mi fece trasalire. 
Impulsivamente, la mano che prima giaceva lungo il mio fianco, si fiondò con forza sulla sua guancia destra facendolo voltare. 
Tornò a guardarmi con la bocca spalancata, in attesa di spiegazioni. 
"Scusa io..non volevo..cioè, non l'ho fatto a posta.." 
Mi ricomposi, quell'imbecille non poteva toccarmi. 
"Cioè, volevo dire, te la sei cercata." 
Serrò la bocca e lasciò la presa. 
Lo guardai mentre camminava verso i suoi amici, mostrandomi la schiena. 
Probabilmente si accorse che non mi ero mossa e fece un gesto con la mano. 
"Ci si vede, stronza." 
"A mai più, coglione." 
Mi voltai irritata e iniziai a camminare con i pugni serrati, di ritorno verso casa. 
Certi ragazzi pensano di poter trattare le ragazze come più gli piace.
Quel tipo però, era veramente sexy.
Rimaneva un idiota, sexy, ma pur sempre idiota.
Fanculo. 
Quella giornata stava andando di male in peggio. 
Per fortuna avevo il mio angelo. 
Tirai fuori il telefono dalla borsa e composi il numero. 
"Ehi amore. " 
"Piccola, dimmi che hai in programma qualcosa per stasera, salvami." 
La voce di Robin esitò un attimo prima di rispondere. 
"Cinese e filmetto da me? I miei sono fuori." 
"Otto?" 
"A dopo, cucciola."
Adoravo quando mi chiamava così.
Con quella voce da mangiare. 
Ovviamente quella sera avrei trovato una delle mie solite scuse con i miei, come "vado  da un'amica a studiare". 
Non avevano mai accettato il fatto che potessi avere una ragazza, pensavano che dovessi schiarirmi le idee. 
Non sapevo cosa volessi con certezza, ero troppo giovane per decidere da che parte stare. 
Forse in futuro avrei preferito un ragazzo, ma ora amavo Robin, e il mio cuore era suo ormai. 
Lei era la mia ragazza, la mia migliore amica, era tutto per me. 
Stavamo insieme da sei mesi, non litigavamo mai. 
Quando stavo con lei avevo la sensazione che tutto ciò che ci circondava non fosse più così brutto. 
Lei rendeva tutto così bello, felice, migliore. 
Rendeva la mia vita migliore. 
E rendeva migliore anche me. 
Era la prima e l'unica ragazza che avessi mai avuto. 
Oh, ero così spaventata all'inizio. 
Per me era un'esperienza del tutto nuova, mai provata e avevo molta paura. 
L'anno scorso, ad una festa, ci eravamo conosciute. 
Io avevo bevuto non so quanti litri di birra, e mi stavo letteralmente pisciando sotto.
La porta del bagno era chiusa da più di mezz'ora, così, spazientita e ubriaca, entrai. 
Una ragazzina magra ed esile era accovacciata in un angolo, vicino al gabinetto. 
Quando alzò lo sguardo per vedere chi fosse entrato in bagno, notai che il trucco nero le rigava la faccia.
Subito dopo la mia attenzione si posò sui suoi lucenti occhi azzurri, così luminosi che sembravano di ghiaccio. 
"Ciao." 
Biascicai. 
Lei non rispose, e tirò su col naso. 
Mi sedetti tranquillamente sul water e feci pipì, mentre lei, seduta accanto a me, cercava di sistemare il suo aspetto come poteva. 
Quando finii, mi tirai su i pantaloni e decisi che quella ragazza era bellissima. 
Mi guardò, e quando un sorriso addolcì la sua faccia, il mio cuore ebbe un sussulto. 
Mi chinai verso di lei. 
"Oh, penso ti sia caduto qualcosa."
Mi rialzai subito. 
"No, mi sono sbagliata, quelle stelle sono ancora lì." 
Indicai i suoi occhi, e lei si mise a ridere. 
Le porsi la mano, che tremava dall'agitazione.
Lei la strinse e si alzò in piedi di fronte a me.
"Sono Sam. Che sta per Samantha. Ma chiamami un po' come ti pare, Sam, Sammy...come vuoi." 
Continuava a sorridere, con il collo rivolto in su.
Era più bassa di me, e aveva un corpo che trovai semplicemente spettacolare. 
Mi porse la mano esile. 
"Robin." 
Disse.
Volevo assolutamente trovare un modo per parlarle di qualcosa, rendermi interessante ai suoi occhi, quando si alzò sulle punte facendo leva sulla stretta della mia mano. 
Premette le sue labbra sulle mie e aggiunse:
"Bhe Sam, sei forte." 
Mi fece un sorriso e uscì dal bagno. 
Io rimasi lì, immobile come una statua, con un'espressione ebete stampata in faccia. 
Wow, una ragazza, anzi, una bellissima ragazza mi aveva baciata. 
Ero così euforica e felice. 
E ora eccomi qua, a calpestare delle foglie, aspettando con ansia di vederla di nuovo, di stringerla.
Passa così in fretta il tempo.
Ripercorro molto spesso, col pensiero, i momenti più belli. In questo modo rimangono vivi nella mia mente, e i ricordi non svaniscono.
A volte ho paura di perdermi qualcosa, di correre troppo e saltarmi qualche passaggio.
Forse avrei dovuto fermarmi e pensare se è davvero questo che volevo per me, per la mia vita. 
Non avevo certezze, non sapevo cosa pensassi prima e neanche quello che avrei voluto dopo. 
Sapevo che in quel momento volevo Robin, e niente altro. 
Aprii la porta di casa, i miei ancora si urlavano addosso.
~
~
Ciao a tutte :) 
Mi permetto di rubare al capitolo un piccolo spazio per me, mi piace aggiungere delle cose alla fine. 
Ho deciso di concludere la mia prima storia perchè aveva troppi buchi insensati da riempire, troppi intrecci che non ero riuscita a risolvere (voglio fare le cose e non ci riesco, scusate, faccio schifo ahah). 
Tornando al capitolo, vi chiederei un parere, se mi lasciate un pensierino tra le recensioni mi fareste moooolto piacere :)
Spero di avervi suscitato interesse, spero anche che abbiate capito chi è il ragazzo di cui si parla e che seguiate questa ff :3
Aggiorno a 3 recensioni, a presto care x
-Marshi.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Harry. ***


Capitolo 2 - Harry. 

"Mmm sento un buon odorino! Cosa c'è per cena?" 
"Ciao Harry! Pollo al forno con patate" 
Mia mamma mi stampò un bacio sulla guancia appena entrai in casa. 
Morivo di fame, e adoravo i piatti che mi faceva sempre trovare quando tornavo, la sera. 
"Ciao Anne!" 
Papà era tornato.
"Ciao !" Gridammo io e la mamma in coro. 
"Bene, ora che siamo tutti a casa, sediamoci a tavola, sta sera si parla di una cosa importante."
Guardai mia madre dubbioso, cercando di cogliere un segno nel suo volto. Lei mi sorrise, come per tranquillizzarmi. 
"Come è andata oggi al lavoro?" 
Mamma voleva sempre sapere tutto sulla vita mia e di mio padre. 
"Come al solito ho litigato con quel cretino del mio segretario. È un incapace, e il mio capo non vuole che lo licenzi." 
"E tu Harry? Come è andata oggi." 
Mamma si rivolse a me, e io ripercorsi mentalmente la mia giornata in pochi secondi.
"Niente di che, le solite cose. Oh, una stronzetta al viale mi ha tirato uno schiaffo." 
"Di sicuro non l'avrà fatto a caso, giovanotto." 
Mugolai, non sapendo più cosa rispondere. 
"Bene." 
Sospirò e battè le mani sulle ginocchia, poggiando il peso su di esse. 
"Io e tuo padre abbiamo una notizia da darti." 
Si guardarono, escludendomi da quella conversazione silenziosa che stavano avendo con gli occhi. Forse era una brutta notizia. 
Odiavo quando i miei facevano così, mi nascondevano le cose. 
"Allora?!?" 
Ero impaziente. 
"Diglielo tu, caro." 
Il mio vecchio sospirò, prese fiato e iniziò a parlare.
"Immagino tu ti ricordi che entro questo inverno ci dovremmo trasferire a Bradford perchè il capo mi ha trasferito in un'altra sede?"
Non capii dove volesse arrivare. Sì, me lo ricordavo eccome. 
"No, papà, non ricordo bene, rinfrescami le idee. Intendi dire quel momento in cui mi hai detto che non avrei rivisto più i miei amici, o quando mi hai detto che non sarei più venuto a scuola qui? Ah, ma forse ti riferisci a quando hai deciso di distruggere tutto quello che ho costruito in questa città. I ricordi, gli affetti." 
L'ironia nella mia voce era lampante. Stavo facendo pesare tantissimo a mio padre il fatto che dovessi lasciare tutto quello che avevo, per trasferirci in un'altra città. 
"Sì, Harry, sì. Ma fammi finire, per piacere. Il capo ha deciso che sono un buon investimento e che è più sensato trasferire quell'incompetente del mio segretario." 
Mamma lo interruppe.
"Ho annullato l'iscrizione alla scuola di Bradford, ti ho iscritto di nuovo alla tua vecchia scuola." 
Schizzai in piedi ed abbracciai sia mia madre che mio padre. 
Mi avevano detto che da lì a poco la mia vita sarebbe ripartita da zero, e invece ora sapevo che non avrei dovuto ricominciare. 
Avrei semplicemente dovuto continuare al meglio che potevo, dare una svolta alla mia vita, qui, dove avevo la forza per farlo. 
Ero al settimo cielo. 
Balzai sulle scale e salii in camera mia afferrando il telefono di plastica bianca. 
"Porca troia,  Louis!" 
"Che c'è Haz, che succede?" 
Era preoccupato, forse avevo risposto in maniera troppo agitata, così presi un bel respiro. 
"Non mi trasferisco più Lou." 
"Come scusa?!" 
"Resto, Lou. Sto qui, non vado via." 
"Non..non..." 
"No, Lou!" 
Esordii, con la gioia che cercava di uscire dal corpo che la intrappolava. 
"Lo dico subito a Zayn, a dopo bro!" 
"Ok, ciao Lou." 
"Harry." 
"Dimmi." 
"Sono felice che resti." 
"Anche io, amico." 
Attaccai il telefono e tornai giù. Quella sera mi sarei goduto casa mia, la morbidezza del mio letto e il volume della mia tv a schermo piatto. 
Avevo bisogno di un film d'azione. 
Presi le chiavi e uscii di casa. 
// 
"Oh, ma guarda un po' chi c'è, 'miss schiaffeggio li sconosciuti'." 
Non potevo credere che quella ragazzetta mi avesse seguito. 
Erano troppe due volte in un giorno. 
Fece finta di stupirsi quando mi vide. 
Era una brava attrice, non c'è che dire. 
"Che bello rivederti." 
Mi sorrise come se fosse davvero felice. Non sapevo come reagire. 
Cambiò subito espressione, che ora divenne schifata. 
"Scherzavo, ovviamente." 
"Se hai le tue cose non te la prendere con i ragazzi che incontri per strada." 
Iniziai con non curanza a scorrere i film sul display della videoteca. 
"Con gli imbecilli, semmai." 
"Ah. Che ridere." 
"Preferisci che ti faccia piangere?" 
Quella bamboccia non la smetteva di sfidarmi. Ma come si permetteva?
Stavo per risponderle, ma il suo cellulare (da sfigata, ovviamente) vibrò, e lei parlò con voce seriosa.
"Pronto?" 
Non mi curai di quella telefonata e scelsi il film. 
Ogni tanto mi voltavo a guardarla per vedere cosa stesse facendo. 
Era tremendamente bella.
Ma era bella quanto insopportabile. 
Una pezzo della conversazione mi arrivò all'orecchio.
"Sì, Samantha Hander. Serve lo spelling?" 
E così ora sapevo il suo nome. Grande colpo, dovevo tenermelo buono. Feci finta di mandare un messaggio, e salvai quel nome tra le bozze. 
Quando riposi il telefono in tasca, lei aveva già chiuso la chiamata. 
"Parli al telefono con persone che non sanno neanche il tuo nome?" 
"Mi hanno chiamato per informarmi del fatto che prenderò una borsa di studio, perdente." 
Sorrise in modo sarcastico. 
Bhe, per essere un'antipatica sfigata, era intelligente. 
Se ne vedevano poche di borse di studio in giro.
"Oh, sì e dove? Alla Diamoborsedistudioallestupide Heast High?" 
Risi della mia ironia. 
"No, rimbambito. Leytonstone." 
"Bene, ci vediamo là." 
Non potevo crederci. Andava nella mia stessa scuola. 
Non sarei riuscito a sopportarla per tutto l'anno. 
Ma guardai il lato positivo della faccenda: ero più alto di lei, cosa che per tutto l'anno scolastico mi avrebbe permesso di guardare la scollatura del suo top. 
Non male come inizio. 
~
~
Sono di nuovo qui :)
Allora, nella prima storia usavo spesso cambiare il punto di vista dei personaggi, un po' facevo raccontare uno e un po' l'altro. 
Invece per questa ff ho deciso di dedicare un capitolo ad ogni personaggio, cosa che renderà la storia più interessante. 
Spero che questo vi sia piaciuto, 
Aggiorno a 4 recensioni.
Un bacio x
-Marshi.
 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Louis. ***


Capitolo 3 - Louis. 

"Oh ma è fantastico!" 
Zayn era felice quanto me, gli avevo appena dato la notizia che Harry non si sarebbe trasferito. 
Noi tre eravamo un trio inseparabile. 
Harry, Louis e Zayn.
Eravamo molto conosciuti, soprattutto per la grande quantità di ragazze che rimorchiavamo nei locali. 
Ma facevamo quasi tutto insieme, ci eravamo conosciuti a scuola. 
Feci una domanda a Zayn, ancora al telefono. 
"Pensi che il padre cambierà di nuovo idea?" 
"No, non credo. O almeno, lo spero per Harry. Anche se non so perchè si sia disperato molto, qui non ha nulla. 
Una ragazza, un'affetto. 
Ha solo noi due." 
Zayn aveva ragione. 
A Harry piaceva stare tra di noi, non voleva nessun altro intorno. 
"Già. Ora scappo, ci sentiamo." 
Attaccammo il telefono, e io scesi al piano di sotto, sentendo la voce di mia madre chiamare il mio nome. 
"Lou, ho deciso che quest anno non mi farai disperare di nuovo. 
Ho girato un po' sul sito della scuola e ho trovato una ragazza che ti darà ripetizioni in matematica." 
Bene, mia mamma aveva intenzione di rovinarmi la vita, era ufficiale. 
Quelle del terzo che davano ripetizioni, soprattutto in matematica, erano degli sgorbi. 
Delle ragazzotte sfigatelle che non avevano una vita sociale. 
Il solo pensiero di passare delle ore solo con una di quelle ragazze mi faceva venire il voltastomaco. 
"Si chiama Samantha, e inizierà a venire qui dalla settimana prossima, visto che domani inizia la scuola."
"Sì, non me lo ricordare. Quanto la pagheremo?" 
"12 euro l'ora. Ha una borsa di studio, quindi se li merita. Con tutti i soldi che le darò dovrai avere la media più alta della classe, capito Louis?" 
Annuii scocciato. 
L'anno scolastico non era ancora iniziato e già ne avevo le scatole piene. 
Per fortuna l'avrei passato con Harry e Zayn. 
Purtroppo non saremo stati di nuovo in classe insieme, visto che ero stato bocciato, loro sarebbero stati al terzo e io al secondo, di nuovo. 
Senza contare il fatto che io e Dafne ci eravamo lasciati questa estate, e avrei dovuto sopportare le sue occhiatacce tutto l'anno. 
Bello schifo. 
Ma avrei di sicuro trovato il modo per riprendermela. 
Davanti a me avevo parecchi mesi, dove ogni giorno avrei avuto l'opportunità di vederla, parlarle e farla tornare con me, non aveva scampo. 
Non ne ero innamorato, per nulla. 
Ma mi dava il nervoso pensarla con qualche altro ragazzo, lei era mia. 
E non guardava minimamente Harry e Zayn, una delle poche ragazze che non lo faceva. 
In realtà stavo con lei anche perchè ogni volta che andavo a trovarla, sua sorella Robin era in casa, ed era una delle ragazze più sexy che avessi mai visto. 
Anche se in giro si diceva che non l'aveva mai data a nessun ragazzo. 
Dopo Dafne, sarebbe stata mia anche lei, ne ero convinto. 
Appena quell'anello fosse scomparso dal suo anulare, le avrei chiesto di uscire. 
Mi venne un idea, chiamai subito Dafne, dimenticandomi che ci eravamo lasciati.
"Ehi, Daf." 
"Che vuoi?" Il suo tono era duro. 
"Voglio parlarti piccola. Posso fare un salto da te?" 
"No, ci sono mia sorella e una sua amica qui. E poi non voglio vederti." 
"Se c'è altra gente non farò scenate, voglio solo parlarti." 
"Uff...sbrigati." 
Mi vestii e preparai per bene, e arrivai da lei in pochi minuti. 
Quando mi aprì la porta, davanti a me c'era una bellissima ragazza dai capelli rosso fuoco, con degli occhi verdi che brillavano anche di sera. 
Dafne era lì, che aspettava che io dicessi qualcosa. 
Ma, senza dire nulla, entrai in casa. 
In cucina, Robin e la sua amica preparavano i pop corn. 
Robin era sempre più figa ogni volta che la vedevo. 
Lei aveva gli occhi azzurri, e brillavano come quelli di Dafne, ma i capelli erano neri come la pece, non rossi. 
Quando la sua amica si voltò, pensai di sognare. 
Aveva un enorme chioma di riccioli biondi, rossi, castani, arancioni, non riuscivo a capire. Erano stupendi. 
Aveva un fisico mozzafiato e delle labbra piene, che ogni tanto mordicchiava. 
Era più alta di Robin. 
"Ciao Lou! Da quando sei tornato con mia sorella?!" 
Rob era davanti a me che mi sorrideva, aspettando la mia risposta, mentre Dafne era appoggiata allo stipite della porta con le braccia conserte che si godeva la scena. 
"Oh, no, è troppo impegnata ad essere meravigliosa per occuparsi anche di me." 
Mi voltai a guardarla, e lei cercava di trattenere un sorriso. 
Stavo colpendo il bersaglio. 
"Oh, Louis, lei è Samantha. Sam, lui è il famoso Tomlinson, quello di cui Dafne parla sempre." 
Lei mi fissò pensierosa, con gli occhi color nocciola che cercavano di capire chi fossi. 
"Ah, sei tu Louis Tomlinson? Io sono Sam, tua mamma mi ha chiamata poco fa, a quanto pare ti darò ripetizioni in matematica." 
Parlava con un sorriso da togliere il fiato. 
Oh, le mie immaginazioni non corrispondevano affatto alla ragazza che avevo davanti. 
Era magnifica.
Ma mi ricordai di essere andato lì per Dafne, così cercai di sembrare il meno imbarazzato possibile.
"Ah, okay." 
Mi voltai verso Dafne, compiaciuta del fatto che io non mostrassi alcun interesse verso la nuova arrivata. 
"Vieni Dafne, dobbiamo parlare." 
//
Quando uscii da quella casa un sorriso ebete mi si disegnò in volto. 
In pochi minuti avevo visto due ragazze bellissime, da capogiro, e, dopo una lunga chiacchierata, ero riuscito a tornare con Dafne. 
Lei mi piaceva, era una tipa a posto. 
Le ragazze mi guardavano dalla finestra, facendo un cenno di saluto con la mano. 
Ero abbastanza vicino, e risposi di conseguenza. 
Notai con estremo stupore che Sam portava al dito un anello uguale a quello di Robin. 
Wow.
Quindi ora avevo molti dubbi da risolvere. 
1.  Forse Robin non era fidanzata, ma era solo molto legata alla sua amica.
2. Avrei dovuto parlarle? Mi avrebbe odiato per quello che avrei cercato di fare, sapendo che stavo con sua sorella?
3. E Dafne? Cosa avrei dovuto fare? 
Questo, sarebbe stato l'anno scolastico più incasinato di tutti. 
E non vedevo l'ora che iniziasse. 
 
~
~
~
Holaaaa :3 
Allora, non so se tutti questi incastri vi sono stati chiari, quindi faccio un piccolo punto della situazione. 
Sam è la ragazza di Robin. 
Robin è la sorella di Dafne.
Dafne è l'ex ragazza di Louis. 
A Louis piace Robin.
Louis è uno dei migliori amici di Harry. 
Harry e Sam si odiano.
Okay, spero si tutto chiaro ahah :) 
Lasciatemi un parere, voglio sapere cosa pensate di questo capitolo :) 
A presto fanciulle x
-Marshi.

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2095287