Sarò la tua Sposa

di Manry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Capitolo 1 Quello che stava per iniziare non era un ’anno scolastico come gli altri, non che gli anni precedenti fossero stati normali ma quello era veramente…speciale. L’anno scolastico più importante della vita di ogni studente… il settimo anno, l’ ultimo che Harry, Ron, Hermione e molti altri studenti avrebbero passato tra le mura di Hogwarts. Da quando erano entrati per la prima volta in quel castello sette anni prima molte erano le cose che erano successe. Non tutti i ricordi legati a quel luogo erano piacevoli ma ogni singolo avvenimento aveva contribuito a rendere ciò che quei ragazzi erano oggi, ragazzi in gamba, forti e intelligenti… pronti per affrontare una vita da adulti. Quante cose erano cambiate… e quante altre erano rimaste le stesse… “Insomma Ron sei inaffidabile” sbottò ormai la limite della sopportazione Hermione “hai 17 anni e ancora non sei capace di organizzarti durante l’esatte per non ridurti a copiare i compiti il primo giorno di scuola” “Andiamo Herm dopotutto le vacanze servono per divertirsi e riposarsi non certo per studiare… diglielo anche tu!” disse il rosso volgendo lo sguardo a Harry in cerca di un sostenitore ma questo preferì non intromettersi, meglio non ingaggiare una discussione con Hermione sulla scuola e sullo studio… non ne sarebbe mai uscito vincitore. Ron in 7 anni non si era ancora reso conto che era del tutto inutile cercare di convincere l’amica che lo studio non era la cosa più importante a questo mondo. Dal momento che era rimasto in guerra da solo Ron decise di arrendersi “E va bene, sono un fannullone però… me li fai copiare i compiti? Non vorrai mica che uno dei tuoi più cari amici finisca nei guai proprio il primo giorno? E poi pensa a tutti i punti che toglieranno a grifondoro ….” Disse cercando di sembrare il più dispiaciuto possibile. Finiva sempre così… litigavano, lui faceva la parte del bambino pentito e lei cedeva ricevendo in cambio l’ennesima promessa che si sarebbe impegnato seriamente quell’anno… diciamo pure che era più probabile che il cielo cadesse sulle loro teste piuttosto che Ron studiasse una lezione di storia della magia. “d’accordo” sospirò la grifondoro “ma che sia l’ultima volta! Non sognarti più di chiedermi di farti copiare i compiti chiaro?” “Weasley sei proprio una donnicciola se ti fai mettere i piedi in testa da quella…mezzosangue” disse una voce divertita alle loro spalle. Ecco un’altra cosa che in tutti quegli anni non era cambiata..il scarso senso dell’umorismo di Draco Malfoy. Non perdeva mai l’occasione di stuzzicarli e prenderli in giro, ovviamente questo trattamento lo riservava a tutti coloro che non erano serpeverde ma riservava particolari attenzioni al trio. Ron, come da copione, fu sul punto di lanciarsi contro il biondo serpeverde ma fu prontamente fermato dagli amici. Forse contro Draco avrebbe potuto anche vincere in un corpo a corpo ma di sicuro contro Tiger e Goyle avrebbe avuto la peggio. Ciò che mancava a quei due di cervello era compensato nel fisico..e mancava veramente tanto nella loro scatola cranica. “A cuccia Weasley” disse Malfoy superandoli “Questo sarà un ’anno scolastico molto divertente” rise dandogli le spalle “certo…se tu fossi espulso sarebbe ancora più divertente” disse Hermione “ma tanto si sa che questo non potrà mai accadere … ce sempre papino che ti difende vero? Sei ridicolo Malfoy” A quelle parole il serpeverde si fermò e con lentezza si girò verso la ragazza “ ricordati con chi stai parlando Granger posso renderti al vita un’ inferno se solo volessi” la minacciò “a si? E allora fallo…sono 7 anni che minacci eppure non è ancora successo nulla” ribatté guardandolo dritto negli occhi. Malfoy si limitò a un leggero sorriso poi se ne andò definitivamente con Tiger e Goyle verso la sala grande per la consueta cerimonia di smistamento dei ragazzini di prima.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2 La cerimonia dello smistamento stava per avere inizio. Anche se erano anni ormai che assisteva a quel rito Hermione era sempre emozionata come quando toccò a lei salire su quello sgabello. Guardava uno ad uno i ragazzi sedersi e ascoltava la voce del cappello che li assegnava a una delle quattro case. Ron e Harry invece stavano facendo di tutto tranne che seguire la cerimonia. Avevano perso interesse per quel rito quando erano diventati troppo grandi per corteggiare le ragazzine di 11 anni. In un altro tavolo intanto Draco Malfoy guardava con aria annoiata la sfilata dei primini accennando un leggero applauso quando uno veniva assegnato a serpeverde, Pansy guardava Draco e ogni tanto si voltava a spettegolare con le sue amiche sui ragazzi assegnati alle altre case mentre Tiger e Goyle attendevano impazienti l’inizio del banchetto. La cerimonia era giunta al termine, per concludere il rito mancava solo una persona , più precisamente una ragazza che sembrava tutto tranne che una di prima. Aveva i capelli biondi lunghi fino a metà schiena e la pelle bianca, sembrava che non fosse mai stata al sole in vita sua. Si sedette con movimenti lenti ed eleganti sullo sgabello e attese il responso del cappello. Nei suoi occhi si poteva leggere una certa insicurezza, quella di una bambina che ha paura di combinare qualche guaio. Il cappello sembrava indeciso in che casa collocare quella ragazza ma alla fine decise di mandarla tra i grifondoro. Quando proclamò il suo verdetto lo sguardo della ragazza cambiò, sembrava che sapesse già che il capello l’avrebbe smistata tra i grifondoro. Con la stessa lentezza ed eleganza di prima si alzò e raggiunse il tavolo dove subito fu accolta con calore. Ron si dimenticò di quello che stava facendo e corse a presentarsi..cera da aspettarselo..figurarsi se perdeva l’occasione di conoscere una bella ragazza come quella…Anche Harry seguì l’esempio dell’amico e andò a conoscere il nuovo acquisto della casa. Hermione invece era rimasta seduta al suo posto a guardare la ragazza…non sapeva perché ma le suscitava una strana sensazione… e non era l’unica. Un’altra persona guardava quella ragazza con strano interesse. “Hermione che fai tu non ti presenti?” disse Ron rivolto all’amica. La ragazza lo guardò poi si alzò e lo raggiunse “Piacere Hermione Granger” disse allungando la mano verso la ragazza sorridendo. Questa la guardò un attimo poi rispose al saluto “il piacere è mio, io mi chiamo Elizabet… Elizabet McFarry”.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3 Dopo che tutti si furono sistemati Silente diede inizio al banchetto con un battito di mani. Le lunghe tavolate si riempirono di ogni leccornia e i ragazzi, tra una chiacchiera e l’altra iniziarono a mangiare. “tu non sei di prima vero?” domandò Ron che aveva fatto spostare Elizabet accanto a se “no, ho 15 anni, devo iniziare il quinto anno” spiegò “voi invece di che anno siete?” chiese , la sua voce era bassa ma incredibilmente dolce. “noi frequentiamo il settimo, ancora uno e poi siamo fuori” disse Ron mentre addentava un cosciotto… era veramente un Lord e pensare che aveva una sorella educata e gentile come Ginny... povera ragazza. Nonostante Harry e Ron avessero più volte cercato di coinvolgere anche Hermione nei discorsi con Elizabet questa aveva preferito continuare a parlare con Calì, Ginny e le altre. Questo suo comportamento era veramente singolare, solitamente era la prima a dare il benvenuto ai nuovi arrivati, si dimostrava subito disponibile invece adesso sembrava un’altra persona. Quella ragazza… aveva qualcosa che a Hermione non sembrava normale ma non sapeva dire cosa, a guardarla sembrava una ragazza come tante. Alla fine Hermione si convinse che le sue erano tutte paranoie, che in quella ragazza non cera assolutamente nulla di strano e si aggiunse alla conversazione. Nel tavolo dei serpeverde intanto Pansy continuava a stare attaccata a Draco… o almeno ci provava dato che il biondo aveva fatto in modo che Tiger e Goyle si sedessero uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. Ne aveva abbastanza di tutto quel casino a Malfoy non era mai piaciuto particolarmente la confusione, soprattutto se questo era provocato dal continuo vociare di tassorosso ,corvonero e soprattutto di grifondoro. “io me ne vado in camera…voi continuate pure ad abbuffarvi” disse rivolto ai due ragazzi che gli facevano da fedeli cagnolini si dal primo anno. I due parvero gradire molto l’invito del biondo serpeverde e continuarono a mangiare. Pansy invece si offrì subito di accompagnarlo… figuriamoci se si lasciava scappare l’occasione di starsene da solo con il suo amato Draco, ma ancora prima che potesse finire la frase Draco se ne era già andato. Non cera nessuno in giro per la scuola, nemmeno quella bestiaccia odiosa di Gazza erano tutti troppo occupati a mangiare e a dire stupidaggini in sala grande. Il ragazzo stava camminando con le mani immerse nelle tasche del mantello nero quando vide una sagoma in lontananza uscire dai bagni femminili, quando fu abbastanza vicino riconobbe la chioma mora della sua acerrima nemica dei grifondoro “Granger non riesci proprio a starmi lontana a quanto pare” disse con il suo solito tono beffardo e un sorriso gelido stampato in faccia Hermione dal canto suo decise di non dargli soddisfazione rispondendogli e fece finta di avere davanti solo aria. “Sei così scorbutica perché neanche quest’anno Potter si è accorto che gli sbavi dietro? Hai proprio bisogno di un’ uomo Granger” rise bloccandola con un braccio impedendole di andarsene. Quanto si divertiva a prendere in giro quella ragazza, lei e gli altri due sfigati grifondoro erano il suo divertimento preferito “Non hai niente di meglio da fare?” chiese con voce stanca delle sue continue battutine penose “se spari subito tutte le tue cretinate il primo giorno di scuola non ne avrai più per gli altri” disse passando sotto il braccio di Malfoy per tornare in sala comune… non si poteva neanche andare in bagno in santa pace… “non preoccuparti che per te le ho sempre pronte” disse “non sperare di passare un’ anno tranquillo” Hermione si girò per rispondergli “non ne dubito..anzi vedi di non deludermi” disse guardandolo allontanarsi. Ogni anno la solita storia, ormai ci aveva fatto l’abitudine. Quando tornò a volgere lo sguardo davanti a se ritrovò il viso di Elizabet a poche decine di centimetri dal suo. “Elizabet… mi hai fatto venire un colpo” disse portandosi una mano al cuore.Non l’aveva sentita arrivare…poteva far concorrenza con un fantasma per come era comparsa alle sue spalle senza farsi sentire “co…cosa ce?” chiese mentre Elizabet non staccava i suoi occhi azzurri da Hermione “il bagno…devo andare in bagno” rispose “ sai dov’è?” chiese Hermione, dal momento che era nuova forse non sapeva dove fossero i servizi…e invece lo sapeva benissimo. Infatti dopo aver fatto un leggero cenno di saluto con la mano Elizabet si diresse con una certa sicurezza verso la porta di legno chiaro dalla quale era uscita la grifondoro pochi minuti prima. Hermione la guardò fino a che non scomparve dietro la porta poi tornò in sala grande dagli altri.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4 Pian piano la sala comune iniziò a svuotarsi . Molti studenti per smaltire la cena abbondante avevano deciso di fare quattro passi in giardino altri invece avevano preferito andare nelle proprie sale comuni per raccontarsi cosa avevano fatto durante le vacanze. Il gruppetto dei grifondoro aveva optato per la prima opzione con l’intento,oltre che digerire, di mostrare il castello ad Elizabet. “allora Elizabet” esordì Ron che capitanava il gruppetto “da dove vieni?” chiese “io sono Inglese ma in questi anni ho viaggiato molto con mio padre per questioni di lavoro” spiegò “suppongo che tu abbia cambiato molte scuole” intervenne Hermione “in quali sei stata?” Elizabet sul primo momento parve un po’ spiazzata dalla domanda della compagna di casa ma si riprese immediatamente “non ne ho cambiate poi molte” disse con un leggero sorriso sul pallido volto “Ho vissuto in Francia e in Germania” Hermione non continuò anche perché Ron glielo impedì trascinando la nuova arrivata in giardino. Ogni volta che ne aveva la possibilità Ron ci provava con chiunque..ma purtroppo per lui non concludeva mai. “Mia cara Ginny, mio caro Harry io me ne vado a letto” annunciò Hermione sbadigliando “di già?” chiese stupita Ginny “resta un po’ con noi” cercò di convincerla ma fu del tutto inutile. Hermione era veramente stanca, quella mattina si era alzata prima per poter avere il tempo di controllare con calma le valigie prima di prendere il treno. Si diresse con calma verso la sala comune dei rifondo e ,dopo essersi intrattenuta qualche minuto con la signora del quadro, andò in camera dove trovo una sorpresa. Il letto lasciato vuoto da una ragazza diplomatasi l’anno precedente era ora occupato da una grande valigia nera. “strano ,di solito Silente tende a mettere le ragazzine del primo anno tra di loro” rifletté avvicinandosi al letto . guardò la valigia e lesse su un cartellino l’ultimo nome che avrebbe voluto leggere ,Elizabet McFarry. “anche qui” sbuffò tornando verso il suo letto iniziando a spogliarsi. Ripiegò con cura la divisa riponendola sulla sedia poi si sedette accanto alla finestra. Il cielo era limpido e la luna era alta nel cielo, quella sera si poteva godere della vista di una splendida luna piena. Le piaceva la notte, si rilassava a guardare il cielo,la luna e le stelle ma il momento di pace fu interrotto dall’insistente miagolio di Grattastinchi il suo gatto rosso. “cosa vuoi” disse prendendolo in braccio e portando il suo muso davanti al suo viso “sei proprio un gatto ruffiano lo sai?” sorrise mentre si coricava sul letto sempre con il gatto in braccio. Piano le si chiusero gli occhi e si addormentò. Anche Draco si era messo a letto ma di riuscire a dormire non se ne parlava…era da quasi un’ora disteso sul letto ma Morfeo sembrava volerlo ignorare. Si portò a sedere sul letto scompigliandosi i biondi capelli che, dal terno anno non portava più pettinati con il gel . Quei due rincitrulliti di Tiger e Goyle non erano ancora tornati “si saranno mangiati anche i piatti” sbuffò alzandosi dal letto andando in bagno per sciacquarsi il viso. Si guardò allo specchio. Sarà pur stato un’arrogante spocchioso figlio di papà m bisognava ammettere che Draco era diventato veramente un bel ragazzo..certo se fosse stato un pelino più gentile avrebbe avuto sicuramente più ammiratrici ma anche così le ragazze non gli mancavano. Tornò a letto buttando in fondo ai piedi le coperte e finalmente Morfeo lo accolse tra le sue braccia.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Capitolo 5 La mattina seguente Hermione si svegliò di buon’ora essendo andata a letto piuttosto presto la sera precedente. Si alzò facendo attenzione a non svegliare nessuno e sparì nel bagno per farsi una doccia. Ne uscì una decina di minuti dopo con i capelli bagnati raccolti in un asciugamano . Guardò i letti che occupavano la camera assieme al suo. Ginny dormiva ancora profondamente e anche Calì sembrava non avere nessuna intenzione di svegliarsi. La stessa cosa valeva per Elizabet ancora coperta fino al collo dalle coperte rosse…bhe in questo caso forse era un bene che dormisse ancora così non avrebbe corso il rischio di doverci parlare. Quando ebbe finito di vestirsi e asciugasi i capelli uscì dalla sala comune con i libri in mano. Quello era l’unico momento in cui poteva dedicarsi completamente allo studio senza che nessuno la interrompesse… ma si sa, quando si desidera una cosa succede sempre qualche imprevisto. Hermione si era appena seduta al tavolo dei grifondoro quando una vocina terribilmente irritante echeggiò per tutta la sala grande. Si voltò per vedere chi era entrato anche se non ce ne era bisogno, quella voce non poteva appartenere che a Pansy. Stava ridacchiando assieme a sue due compagne quando si accorse della presenza della grifondoro in sala. Si scambiarono rapide un’occhiata poi le si avvicinarono “Salve Granger” disse Pansy con un sorrisetto “magnifica giornata vero?” “veramente magnifica e poi ora che mi hai rivolto la parola non può che migliorare” rispose con ironia Hermione senza sollevare gli occhi dal libro. “Sempre sui libri,sei veramente patetica Granger…ma forse ti sfoghi sui libri dal momento che no riesci a trovare uno straccio di ragazzo” rise assieme alle altre due serpeverde che si stavano divertendo da morire. Non bastava Malfoy adesso anche la sua amichetta ci si metteva a rovinarle la vita la cosa migliore era non darle più di tanto importanza, si sarebbe stancata prima o poi. “non hai parole? Che fai non ribatti? Non dirmi che abbiamo centrato il bersaglio? “ chiese con finto stupore “ma certo che avete centrato i bersaglio” la spalleggiò una voce maschile “Draco” disse con vocina incredibilmente dolce Pansy “come mai sei già sveglio?” “Non riuscivo a dormire” disse avvicinandosi al gruppetto con Tiger e Goyle, se lui non dormiva ovviamente non dormivano neanche gli altri due “Senti Granger se proprio senti la mancanza di un’ uomo ci sono sempre io” disse. Pansy non sapeva se ridere o essere preoccupata della proposta che il suo adorato Draco aveva fatto a Hermione mentre quest’ultima lo guardava indecisa se ridergli in faccia o meno “certo Malfoy…Non verrei con te nemmeno sotto tortura figurati se ci vengo per gioco” disse la grifondoro “ti assicuro che sarebbe un gioco divertente” disse sfoderando uno dei suoi sorrisi più intriganti. Hermione lo guardo per qualche secondo senza riuscire a ribattere… chiunque ragazza al suo posto avrebbe finito col cedere alle proposte di Malfoy ,tutte ma non lei. “Allora proverò un giorno” disse radunando le sue cose per uscire dalla sala grande ma sulla soglia del grande portone vi era Elizabet che con la mano alzata stava salutando Hermione. Ecco…ora si che la giornata era perfetta. Fece un piccolo sorriso. “ciao Elizabet” la salutò raggiungendola “ti svegli così presto tutte le mattine?” le chiese la bionda ragazza “bhe…ecco..ogni tanto mi piace studiare in pace ma come vedi…è impossibile” disse facendo un cenno con la testa verso i serpeverde. Elizabet si sporse per guardare oltre ad Hermione per vedere a chi si riferisse. Cerano tre ragazze e tre ragazzi uno dei quali parve suscitare particolare interesse nella ragazza. “Levati subito dalla testa Malfoy” disse la mora grifondoro alla compagna. Elizabet la guardò un secondo prima di riportare lo sguardo sul serpeverde “è per caso il tuo ragazzo?” chiese “chi lui? Il mio ragazzo? Non diciamo stupidaggini” ribatté la mora uscendo dalla sale grande. Elizabet invece rimase qualche secondo con lo sguardo fisso su Malfoy poi seguì la compagna. Draco aveva guardato la coppia di grifondoro prima di sentire una strana sensazione. Qualcosa di misto tra la nostalgia e l’inquietudine.Non sapeva definire quella sensazione,sapeva solo che non gli piaceva..per nulla. Si voltò verso i compagni e iniziò a parlare sperando che quella sensazione andasse via il più in fretta possibile.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6 E così anche la prima mattinata di lezione dell’anno era finita..non certo nel migliore dei modi ma per fortuna finita. Per iniziare l’anno nei migliori dei modi cosa ci poteva essere di meglio di due lunghe, interminabili e incredibilmente pesanti ore di Piton? Nulla, se poi aggiungiamo anche il fatto che aveva distribuito a destra e sinistra compiti di punizione perché metà classe non si ricordava nulla del programma dell’anno scorso. Grazie al cielo il pomeriggio si preannunciava decisamente migliore. Infatti Harry aveva deciso , con il sostegno di tutta la squadra, di iniziare subito con gli allenamenti di Quidditch. Quello era il suo ultimo anno e voleva a tutti i costi vincere la coppa in più sentiva molto il peso delle responsabilità dell’essere capitano quindi aveva deciso di metterci tutto se stesso. Ma non solo i grifondoro avevano avuto quell’idea, anche i serpeverde aveva tutta l’intenzione di vincere la coppa e anche loro reclamavano l’uso del campo quel pomeriggio. E quale modo migliore per decidere di una bella sfida sul campo? Hermione e Ginny, che avevano deciso di assistere al primo allenamento, sospirarono demoralizzate mentre Elizabet non sapeva se essere eccitata o preoccupata, rivolse uno sguardo incuriosito alle due ragazze “tutte le volte è così” iniziò a spiegare Ginny “se non si sfidano non sono contenti” “Con quegli elementi …tra Harry, Ron e Malfoy…non so chi è peggio” disse Hermione in piedi con le braccia appoggiate alle transenne. Anche Ron era in squadra, come portiere. Finalmente dopo tanto tempo era riuscito a giocare. Sul campo intanto le scope sfrecciavano davanti ai visi del pubblico. Elizabet sembrava essersi incantata a guardare le scope, sembrava incredula della velocità a cui potevano andare. “hei ci sei ancora?” la chiamò Ginny divertita dalla sua espressione “si tutto bene” sorrise continuando a guardare in campo, stava succedendo qualcosa ma ne Ginny ne Hermione sembravano essersene accorte. Uno dei battitori dei serpeverde aveva perso il controllo della scopa e adesso il bolide stava viaggiando senza controllo per il campo. Era diretto verso Malfoy che riuscì solo all’ultimo secondo a schivarlo cadendo però dalla scopa e atterrando malamente al suolo. La corsa del bolide non era ancora terminata e adesso aveva puntato le tribune , più precisamente verso quelli che ospitavano le tre ragazze dei grifondoro ”ragazze” disse Elizabet strattonando il mantello di Ginny che si era girata a chiacchierare con Hermione. Ginny si voltò giusto in tempo per vedere il bolide “Hermione spostati” urlò all’amica. Hermione guardò il bolide e si sposto giusto in tempo per non riceverlo in pieno volto ma finì per inciampare nel proprio mantello cadendo e sbattendo la testa su una delle panchine.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Capitolo 7 Quando Hermione aprì gli occhi sentì una terribile fitta alla testa. Piano riuscì a mettere a fuoco ciò che la circondava…solo pareti bianche..ma dove era? Si mise a sedere a fatica sul letto con una mano alle tempie. Si guardò attorno fino a scorgere la figura dell’infermiera seduta alla scrivania. Stava iniziando a capire quello che era successo al campo. Un bolide..la caduta…era inciampata e aveva sbattuto la testa… “Dio che scema” si disse pensando alla figura da completa stupida che doveva aver fatto. “Granger finalmente hai accettato il fatto di essere una scema” ridacchiò una voce da uno dei letti vicini. Non ci aveva ancora fatto caso ma nell’infermeria cera anche un altro soggetto “Malfoy” disse senza troppo entusiasmo “ e tu che ci fai qui?” “incidente ..sono caduto dalla scopa e mi sono rotto una gamba” rispose Hermione tornò coricata con la testa sul cuscino. Il mal di testa stava aumentando e la presenza del serpeverde non l’avrebbe di certo migliorato. Doveva uscire da li il più in fretta possibile. Si alzò dal letto e si avviò verso la scrivania dell’infermiera “mi scusi…io mi sento meglio posso uscire?” chiese ma lo sguardo che le rivolse la donna fu più eloquente di qualunque parola “ma mi sento veramente meglio, glielo posso giurare” ma mentre la grifondoro parlava la donna l’aveva presa per un braccio e ricondotta al letto in cui era prima. Hermione si sedette con le braccia incrociate al petto e con il broncio. “adesso stia buona a letto che devo finire di compilare delle carte. Uscirà da qui quando io le darò il permesso” concluse voltando le spalle alla ragazza e tornando al lavoro che stava facendo prima di essere interrotta “molto convincente” commentò Malfoy mentre sfogliava annoiato una rivista ”taci” borbottò Hermione “non voglio stare qui…io odio questo posto e poi devo studiare..per non parlare poi della compagnia” disse facendo un chiaro riferimento alla presenza del serpeverde “questo dovrei dirlo io..nella stesa stanza per tutta la notte con una mezzosangue…vedi di non iniziare a fare l’isterica adesso, non ho voglia di sentire per tutto i tempo la tua voce” Hermione sbuffo piuttosto innervosita dalla situazione e si coricò su un lato dando le spalle al biodo. Quello stava diventando l’anno scolastico peggiore di tutta la sua vita, gliene capitava una dietro l’altra..ed erano solo al primo giorno di scuola. Anche se si fosse arrabbiata quella situazione non sarebbe cambiata, l’infermiera non l’avrebbe mai lasciata uscire prima..quindi..meglio rilassarsi. Qualche decina di minuti dopo fecero la loro entrata in infermeria i grifondoro che, anche se con qualche protesta dell’infermiera, si radunarono attorno al letto di Hermione “Come stai?” chiese Ron seduto in fondo ai piedi “io sto bene ma quella carceriera non vuole farmi uscire” rispose “ti ho portato un libro da leggere nel caso ti annoiassi” intervenne Ginny con un grosso libro rosso in mano “sempre se non sarai troppo occupata a litigare con Malfoy” ridacchiò “Ginny smettila… non inferire sulla povera Hermione” Rise Harry “E’ così terribile questo ragazzo?” domandò Elizabet “più o meno …si “ rispose Ron lanciando uno sguardo poco benevolo al serpeverde che non li aveva degnati neanche di un’occhiata “ora noi dobbiamo andare” disse Harry dando un bacio sulla fronte ad Hermione “torniamo domani mattina prima delle lezioni” la informò. Dopo i saluti uscirono tutti lasciando nuovamente Hermione da sola. “adesso che ti sono venuti a trovare i tuo amichetti sei più felice?” domandò Draco sollevando il viso dalla rivista “si,a desso sono più felice..la tua adorata Pansy non è ancora venuta?” “no ma non ne faccio una tragedia” tutta la scuola era convinta che Malfoy e Pansy fossero fidanzati però Draco non aveva mai detto o fatto nulla che confermasse questo fatto però non aveva neanche mai cercato di smentire queste voci…questa era l’occasione giusta per indagare, non che a Hermione interessasse qualcosa della sfera sentimentale di Malfoy ma era la sua natura di curiosa che la spingeva a fare domande. “Come? Non ti senti solo senza di lei che ti sta incollata a un braccio?” “potresti farmi compagnia tu questa notte…l’infermiera dovrà pur andare a dormire prima o poi” disse con una voce che fece venire i brividi alla ragazza. “ma che…ma che stai dicendo” balbettò, non riusciva mai a capire se scherzava o meno Draco rimase qualche secondo in silenzio a guardarla poi scoppiò a ridere “non sarò mai tanto disperato da fare la corte a una mezzosangue” La grifondoro prese i cuscino e glielo tirò centrando in pieno il suo viso “non ci tengo affatto alla corte di uno come te” disse “non sei così irresistibile come credi” “questo dovresti chiederlo alle ragazze della scuola..il parere di una che va dietro a Potter non è così importante. Che ne dici se chiediamo alla tua nuova amica? Sono sicuro che lei apprezza i bei ragazzi” “chi Elizabet? Vedi di starle lontano” lo avvertì “sei gelosa di quella ragazzina? Lo sai che tra tutte le grifondoro sei la mia preferita” sorrise per poi coricarsi a letto e chiudendo gli occhi.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Capitolo 8 Il grande orologio a pendolo posto sopra la porta d’entrata dell’infermeria aveva appena suonato l’una. La stanza era immersa nel silenzio e i letti erano illuminato dalla luce della luna che entrava dalle grandi finestre che si alzavano dal pavimento fino al soffitto. Non cera vento e nel cielo le stelle brillavano senza dover temere di essere oscurate dalle nuvole. Il cielo era limpido e si sentiva solo il gufare di qualche gufo appollaiato sul tetto o sugli alberi. Ma in quella notte che appariva perfetta e tranquilla non tutti riuscivano a dormire tranquillamente. Nel suo letto Hermione continuava a girarsi nervosamente ormai da parecchi minuti. Il suo sonno era turbato da qualcosa ma non incubi era più una sensazione..uno strano presentimento. Si mise a sedere all’improvviso con il respiro un po’ più accelerato del normale. Non cera niente da fare, non riusciva a dormire più di mezzora di fila. Magari poteva chiedere all’infermiera qualcosa per dormire. Si alzò dal letto con addosso la camicia da notte color pesca che Ginny le aveva portato. Mentre si avviava verso la porta gettò un’occhiata al letto di Malfoy .Lo trovò vuoto , si guardò in giro e lo vide alla finestra con la schiena appoggiata al muro che guardava fuori. La luna lo illuminava e i pallidi raggi si confondevano con i pallore del viso mentre risplendevano sui capelli biondi. Hermione rimase a fissarlo. A vederlo così non sembrava neanche la persona scontrosa e antipatica che tutti conoscevano, sembrava un’illusione pronta a sparire al minimo rumore. “Granger” la chiamò Draco che si era girato e si era accorto che la grifondoro lo guardava “se continui a guardarmi così potrei anche pensare che hai qualche strana idea per la testa” disse senza alzarsi. “magari di spingerti giù dalla finestra” rispose la ragazza. Sul viso di Malfoy si dipinse un lieve sorriso ma questa volta non era di schermo come le altre volte “non riesci a dormire?” le domandò tornando a guardare fuori il grande prato. “no, forse è questo posto ma…appena mi addormento inizio a provare una strana sensazione…” rispose. Malfoy si girò nuovamente a guardare la ragazza con sguardo indagatore. “co-cosa ce?” chiese Hermione mentre gli occhi del serpeverde non la lasciavano. “no niente” disse Draco alzandosi “ora è meglio tornare a letto” Il serpeverde prese le stampelle e si diresse verso il letto dove vi si coricò nuovamente. Era strano..ma anche lui aveva provato una sensazione strana quando aveva chiuso gli occhi. Era come se ci fosse qualcuno li con loro una presenza per certi versi inquietante ma anche rassicurante. Non aveva mai provato quella sensazione ma gli sembrava di sentirne la mancanza. Si passò una mano tra i capelli spostando la frangia dagli occhi. Forse aveva ragione la mezzosangue magari era quel luogo...era spettrale di notte..così silenzioso…così vuoto… La mattina seguente come promesso Harry, Ron e Ginny tornarono a far visita all’amica “cavolo Hermione” esclamò Ron appena la vide “che hai..hai una faccia” “Ron sei sempre così gentile …” sbuffò Hermione “però ha ragione..stai per caso poco bene?” chiese Harry “no sto benissimo è solo che questa notte non ho dormito molto”. “ti ha fatto qualcosa lui? È stata colpa sua?” si scaldò subito Weasley “chiedi e gli darò una bella lezione” “no Ron, non devi picchiare nessuno per ora, non ha fatto nulla lui..è questo posto, non mi piace”lo calmò Hermione “già..non è molto...allegro” concordò Harry e lui di infermeria se ne intendeva..ormai si poteva trasferire li che faceva prima. “Adesso tutti fuori” interruppe l’infermiera entrando in sala con in mano due cartelle “loro devono essere visitati e voi se non sbaglio avete lezione perciò fuori” I tre grifondoro la salutarono per poi sparire dietro alla porta “iniziamo con lei signorina Granger…mi segua nell’altra stanza” disse precedendola. Draco intanto si era svegliato…tutto sommato stare in infermeria per qualche giorno non era poi così male, non doveva andare a lezione, poteva dormire fino a tardi e non doveva fare nulla tutto il giorno. Sentì aprire la porta e pensando che fosse l’infermiera iniziò ad alzarsi con calma ma quando rivolse il viso verso l’entrata si accorse che non era l’infermiera ma la grifondoro amica della Granger. “scusa” iniziò Elizabet “non ce Hermione?” domandò Il serpeverde la guardò poi rispose con un’ annoiato no tornando a sedersi comodamente sul letto “e quando torna? La volevo salutare prima di andare a lezione” continuò Elizabet avvicinandosi al letto di Malfoy “non lo so” rispose loquace come sempre Malfoy Elizabet guardò il ragazzo poi allungò la mano davanti al suo viso “io mi chiamo Elizabet McFarry” Draco guardò prima la ragazza poi la sua mano ma non la strinse “e a me cosa interessa chi sei tu?” domandò La ragazza parve un po spiazzata dalla sua risposta “bhe ecco..dal momento che ancora non ci consociamo mi sembrava carino presentarci” spiegò “tipico comportamento da Grifondoro….mi da sui nervi tutta questa gentilezza” borbottò Draco incrociando le braccia al petto continuando a mantenere lo sguardo sulla ragazza Elizabet fece un sorriso appena accennato poi si diresse verso l’uscita “bhe ci vediamo..sono sicura che ci incontreremo ancora” disse la ragazza di spalle “cos’è una minaccia?” rise Malfoy “no..diciamo che è più…una sensazione …”disse prima di uscire.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Era già passata una mezzora buona da quando Hermione e l’infermiera erano sparite nel piccolo ambulatorio. Nel frattempo era arrivata anche Pansy che non potendo stare lontana dal suo Dracuccio adorato si era inventata un’ improvviso mal di testa che richiedeva l’immediato ricovero in infermeria. La serpeverde si era incollata al petto di Malfoy e continuava a ripetere di quanto gli mancasse e di quanto fosse stata in pena per lui. Draco dal canto suo non sembrava così interessato alle attenzioni della compagna, spostava annoiato lo sguardo dalla finestra alla porta dell’ambulatorio in attesa che comparisse la sagoma dell’infermiera ,l’unica persona che avrebbe potuto sottrarlo da quella tortura. Pansy sapeva essere veramente assillante quando voleva. Pochi minuti dopo il desiderio di Draco si esaudì. Dalla porta sbucò Hermione che lanciò uno sguardo indignato verso la coppietta “muoviti Malfoy l’infermiera ti sta aspettando” lo informò Draco si alzò declinando l’invito di Pansy di accompagnarlo fino alla porta. Passò accanto ad Hermione “per questa volta…devo dirti grazie” le sussurrò all’orecchio. Hermione si girò stupita verso il serpeverde che si stava allontanando. Era la prima volta in vita sua che lo sentiva dire grazie. Ok ,lo aveva salvato da una condanna terribile ma addirittura un grazie, non se l aspettava proprio. Si andò a sedere su una delle poltroncine che la donna aveva fatto mettere accanto alle finestre e prese il libro che Ginny le aveva portato. Pansy la guardava con odio. Avrebbe voluto essere stata lei a cadere e a sbattere la testa per poter passare l’intero giorno e l’intera notte da sola con Draco. “cosa ce?” domandò leggermente scocciata dal continuo fissare della serpeverde. “Scommetto che hai fatto apposta a cadere” disse con fare accusatore Pansy “cosa? Tu hai qualche rotella che non gira bene” rispose allucinata dalle stupidaggini che era in grado di dire “non fare la santarellina Granger..non venirmi a dire che Draco non ti piace” “no non mi piace”rispose tranquilla la mora “non preoccupati non te lo voglio di certo rubare” Pansy continuava a fissare minacciosamente Hermione che si stava facendo tranquillamente i fatti suoi quando Malfoy tornò dalla visita “bene tocca a lei signorina” disse l’infermiera rivolta a Pansy. La donna aveva capito le intenzioni della serpeverde perciò la voleva trattare da malata. La ragazza si lamentò, non voleva assolutamente lasciare il suo tesoro da solo con quella mezzosangue ma cedette e se ne andò. “allora Malfoy..a quando gli adii?” domandò Hermione seduta sulla poltroncina “domani sera ” rispose secco il ragazzo “e tu? Quando ti leverai di torno?” “per tua immensa gioia e per mia fortuna adesso.devo aspettare che l’infermiera mi dia una medicina poi potrò andarmene..mi dispiace solo che tu debba saltare la gita a …. Di domani” disse la ragazza con finto dispiacere alzandosi e dirigendosi verso i l letto per recuperare le sue cose “non mi lamento di certo…sai che perdita…tutti gli anni la stessa gita..ormai mi ha stufato” “Signorina Granger” li interruppe l’infermiera “queste sono le pillole che deve prendere alla mattina e adesso può andare” poi si girò per accompagnare fuori Pansy che non aveva ottenuto il permesso di restare in infermeria. Hermione finì di sistemare poi uscì lasciando Draco da solo. Il serpeverde si coricò..adesso era sicuro si sarebbe annoiato da morire,non cera neanche più la mezzosangue da prendere in giro…per fortuna non cera più nemmeno Pansy..almeno questo lo consolava.

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


La mattina del giorno successivo tutti gli studenti che avrebbero preso parte alla gita a … erano riuniti davanti al cancello pronti per partire. La giornata era splendida e un bel sole splendeva nel cielo…tutto preannunciava una giornata magnifica… d’altra parte come poteva essere altrimenti con Malfoy rinchiuso in infermeria?

“ciao ragazzi” salutò una voce alle spalle del solito gruppetto dei grifondoro

“ciao Elizabet” la salutò Ron

“posso unirmi a voi?” chiese con un sorriso stampato in volto. Il rosso parve molto felice della richiesta della ragazza e subito acconsentì senza nemmeno chiedere il consenso agli altri certo che tutti sarebbero stati felici di averla nel gruppo. Tutti tranne Hermione…la ragazza alzò gli occhi al cielo non appena la vide…non cera Malfoy a rovinargli la giornata ma cera lei., ma era inutile rodersi tanto non se ne sarebbe andata, Ron non lo avrebbe permesso quindi meglio rassegnarsi e cercare di godersi lo stesso la gita.

Una volta avuto i permesso dalla McGranit i ragazzi si sparpagliarono in ogni direzione. Il gruppetto di grifondoro passò in rassegna tutti i negozi, si fermarono a bere e a mangiare qualcosa poi decisero di concedersi una passeggiata.

Camminarono a lungo parlando e ridendo, Hermione pareva essersi rilassata e adesso camminava a braccetto con Ginny mentre prendevano in giro il povero Ron, il loro bersaglio preferito

All’improvviso Elizabet si fermò, avevo lo sguardo rivolto verso un grande fiume che scorreva pacifico in mezzo agli alberi. Sopra al ponte vi era un ponticello , sembrava piuttosto vecchio e per niente stabile. Le piante di edera si attorcigliavano attorno le assi di legno che formavano la passerella mentre tra le pietre dei muretti laterali spuntavano di tanto in tanto qualche fiore colorato.

“non avevo mai fatto caso a questo ponte” disse Ginny

“lo sapete che su questo ponte ce una strana leggenda?” chiese Elizabet che si era avvicinata per guardare meglio la costruzione

“stai attenta, non ti avvicinare troppo potrebbe essere pericoloso” la avvertì Harry ma Elizabet non parve badare molto alle sue parole

“tanto tempo fa una ragazza, una studentessa di 15 anni era innamorata di un ragazzo appena più grande di lei ma il suo amore era un ‘amore impossibile. Cerano troppe differenze tra loro. Appartenevano a case diverse e a classi sociali diverse inoltre il ragazzo non sembrava accorgersi minimamente di lei. Aveva perso qualunque speranza, era come un sogno, un bellissimo sogno che svaniva appena apriva gli occhi. Quante volte aveva pianto in silenzio nel bagno per non farsi vedere dalle amiche e quante volte l’aveva maledetto cercando con tutto il cuore di odiarlo. Già..lei aveva provato a tramutare il suo amore in odio ma non cera riuscita…poi un giorno successe quello che mai avrebbe immaginato. Nonostante le differenze pian paino riuscirono a fare amicizia e questa amicizia cresceva sempre di più fino a trasformarsi nell’amore che lei aveva sempre sognato.Le sembrava di vivere in un sogno, era felice, nulla avrebbe potuto rovinare quello che cera tra loro ne era certa….ma si sa , non sempre va tutto come si spera. In molti provarono a dividerli, a partire dai compagni gelosi fino ai genitori di lei che non tolleravano in alcun modo la relazione con un ragazzo che avrebbe potuto distrarre la figlia dagli studi e dal futuro che i genitori avevano deciso per lei.Ma loro resistevano convinti che il loro amore avrebbe vinto tutte le ostilità ma non fu così. I genitori della ragazza la mandarono lontano, in una scuola dall’altra parte del globo. Per essere sicuri che i due non si sarebbero più visti erano addirittura arrivati a mettere un ’intero oceano tra loro. Nonostante tutto i due si scrivevano raccontandosi tutto attendendo con pazienza il giorno che si sarebbero potuti rivedere. Quel giorno dopo quasi un’ anno arrivò e la ragazza poté finalmente far ritorno a casa. Ma una brutta sorpresa la attendeva. Il ragazzo che amava non cera più. I genitori di lui avevano deciso di farlo sposare con una ragazza che lui non amava,lo ricattavano in tutte le maniere ma lui non acconsentì mai di sposarla e così si tolse la vita. La ragazza in preda a un dolore terribile aveva perso il senno. Non avrebbe mai potuto vivere senza di lui, non voleva vivere senza di lui così decise di raggiungerlo..e venne proprio qui…su questi ponte da dove si lanciò trovando finalmente la pace”

Tutti i presenti erano rimasti in silenzio durante il racconto, non una sillaba era uscita dalle loro bocche. Fissavano la schiena di Elizabet che aveva parlato con il volto verso il ponte e la schiena verso i compagni

“ma è terribile” disse piano Ginny che si era aggrappata ancora di più al braccio di Hermione. Questa dal canto suo aveva gli occhi spalancati fissi su Elizabet, quella storia l’aveva scossa più di quanto lei stessa potesse immaginare

Elizabet si girò “andiamo non fate quelle facce ,è solo una leggenda…una storiella “sorrise “torniamo in città?”propose scuotendo un po gli amici. Insieme si incamminarono di nuovo verso il centro e sembrava che tutti si fossero ripresi e sembravano non pensare più a quella storiella. Tutti tranne Hermione continuava a ripensare alle sue parole ma era soprattutto il tono con cui l’aveva raccontata che l’aveva colpita, sembrava …sembrava quasi che lei avesse vissuto tutte quelle sensazioni…ma che stava pensando lei non si era mai fatta influenzare da storielle del genere…stava perdendo colpi. Si scosse e decise di no pensare più a quelle sciocchezze e di divertirsi per il resto della giornata.

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Capitolo11

Chissà perché ma quella faccenda aveva toccato Hermione più di quanto lei stessa potesse immaginare era una storia triste e ,anche se non l’avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura, lei amava quel tipo di storia, fondamentalmente era una ragazza romantica. Poteva solo immaginare il grande amore che legava quei due perché non lei non aveva mai provato un sentimento del genere. Certo avrebbe dato la vita per Harry, Ron e i suoi amici ma per un sentimento d’amicizia, non meno forte di un sentimento d’amore ma era una cosa diversa.

I giorni passarono ma lei non smetteva di pensare alla sfortunata storia dei due ragazzi. Non era il tipo da credere in leggende e storielle varie ma era certa che nonostante tutto ci fosse sempre un fondo di verità in tutto quindi perché non ci doveva essere qualcosa di vero in quella storia? Magari i due ragazzi erano esistiti davvero e col passare del tempo quella che poteva essere una semplice storia a distanza si era trasformata in un gesto estremo d’amore e visto che non aveva altro da fare al momento decise di dare un’occhiata in giro per vedere se riusciva a trovare qualche informazione. Se Harry e Ron lo fossero venuti a sapere probabilmente l’avrebbero presa in giro a vita…meglio fare da sola inoltre era certa che qui due non le sarebbero stati di nessun aiuto…anzi le avrebbero fatto perdere un sacco di tempo. Per fortuna non erano nei paraggi, probabilmente erano agli allenamenti o a scambiarsi figurine in qualche angolo del castello, così riuscì a sparire nella biblioteca senza che nessuno la disturbasse. Si aggirò per gli scaffali pensando da dove avrebbe potuto iniziare…magari dai giornali di quegli anni…oppure dagli annuari…trovò negli scaffali più nascosti dei vecchi registri scolastici dove venivano riportati gli avvenimenti più importanti anno per anno. Ne prese alcuni , quelli che secondo lei potevano avvicinarsi agli anni in cui doveva essere avvenuto il fatto e si andò a sedere a uno dei tanti tavoli in legno scuro iniziando a sfogliare i volumi.

Dopo una mezzora gli sbadigli iniziarono a farsi molto frequenti, quelle cronache erano veramente noiose, anche per Hermione. Per lo più erano resoconti del programma svolto durante l’anno, delle gite e dell’andamento delle case. Chiuse i libri sbuffando

“cosa stavi cercando Granger? Un libro di filtri d’amore per Potter?” chiese Malfoy appena entrato in biblioteca

“e tu che fai qua? Non credevo fossi il tipo da lettura” rispose la mora alzando il sopracciglio

“Granger ci sono molte cose che non sai su di me” disse sedendosi di fronte alla grifondoro e appoggiando un libro sul tavolo “diario scolastico del ...1930? e che te ne fai?” chiese alzandosi appena dalla sedia per poter leggere i titoli sulle copertine dei libri.

“queste sono cose che non ti devono riguardare” rispose “e tu invece che cerchi? Non riesco ad immaginare che libri possano interessarti” ancora una volta la curiosità ebbe la meglio

“un libro sui folletti rossi della scozia settentrionale…ma non ho trovato nulla…” rispose sfogliando un libro sul tavolo abbandonato li qua qualche studente ben poco ordinato.

Hermione rifletté un’ attimo con il mento tra le dita poi si alzò e scomparve dietro gli scaffali. Draco la seguì con lo sguardo ben poco interessato per poi vederla ricomparire dopo pochi minuti con un volume nero tra le mani

“tieni…cerca nel capitolo 12…li dovresti trovare qualcosa” gli spiegò la ragazza

Draco guardò prima il libro poi la compagna di scuola “sempre a fare la maestria vero?” rise “non mi piace essere in debito con nessuno..tanto meno con una mezzosangue per di più grifondoro…perciò dimmi cosa stavi cercando in quegli stupidissimi diari”

Hermione lo guardò storto…era sempre il solito, non poteva limitarsi a ringraziare invece di fare tutte quelle storie?

“prima di tutto…io non ti ho fatto un piacere per riceverne qualcosa in cambio” lo informò “non sei tenuto a fare niente per me”

Draco sorrise , era proprio una ragazza cocciuta e orgogliosa…era divertente prenderla in giro perché riusciva a ribattere. Non era come le altre ragazze, di solito o pendevano dalle sue labbra e lo guardavano estasiate o alla prima parola correvano via piangendo.

“andiamo…te lo chiedo per l’ultima volta…dimmi che diavolo stavi cercando” insistette Hermione era indecisa se dirlo o no…era certa che se avesse parlato gli avrebbe dato un nuovo argomento per prenderla in giro…ma la curiosità era veramente tanta quindi decise di rischiare

“stavo cercando informazioni su una vicenda che dicono sia accaduta qua qualche decina di anni fa…parla di due ragazzi che si gettarono dal ponte che si trova a nord dalla città..lo fecero per amore” raccontò

Malfoy la guardava in silenzio ragionando dove avrebbe potuto trovare un libro che avesse tali informazioni poi si alzò. Andò al banco della bibliotecaria e vi trovò una ragazza di serpeverde che era solita aiutare in biblioteca.

Come previsto anche lei non era riuscita a rimanere impassibile davanti allo sguardo e al fascino di Malfoy così, non appena lui le disse cosa cercava ,balzò in piedi e corse a cercarlo. La ragazza girovagò per gli scaffali per poi tornare una decina di minuti dopo con in mano alcuni libri sottili che consegnò al serpeverde. Questo se ne tornò al tavolo senza degnarla ne di uno sguardo ne di un grazie

“ecco a te” disse appoggiando piano i libri sulla testa di Hermione “ e con questo siamo pari”

“Grazie” disse confusa dal fatto che lui avesse deciso di aiutarla, non se lo sarebbe mai aspettato “ora devo andare” raccolse i libri e si voltò verso la porta pronta per uscire dalla biblioteca ma prima di iniziare a camminare si girò un’ultima volta “se ti servono altri consigli per i libri…bhe…dimmelo pure” poi se ne andò.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Capitolo 12

Hermione si incamminò verso il quadro della signora grassa. Stringeva al petto i volumi e sorrideva. Un po perché forse adesso avrebbe trovato ciò che cercava un po perché …si lo doveva ammettere, sorrideva perché Malfoy l’aveva aiutata. Tutto si sarebbe aspettata tranne che Malfoy le facesse un favore. Non si chiedeva il motivo che lo aveva spinto a fare tale gesto, le bastava il fatto che lo avesse fatto.

Una volta salutata la signora del quadro , entrò in sala comune e si sedette al tavolo sotto la finestra iniziando a sfogliare i volumi. Le ore passarono e ancora non aveva trovato nulla , si stava domandando seriamente se non si stesse comportando da stupida, si stava convincendo sempre più che stava gettando tempo prezioso che avrebbe potuto utilizzare in maniera ben più costruttiva come per lo studio o per adempiere ai suoi doveri di caposcuola.

Chiuse la copertina di uno dei volumi e chiuse gli occhi mentre si stiracchiava le gambe e le braccia

“hai passato tutto il pomeriggio a studiare?” domandò la voce di Ron che aveva appena fatto il suo ingresso in sala seguito da Ron e Nevile.

Il rosso si sedette nella sedia d fronte alla sua mentre Harry si portò alle spalle della mora grifondoro…quanto a Nevile…lui iniziò a ficcanasare tra i libri di Hermione.

Ormai la ragazza non ci faceva nemmeno più a caso a lui abituata com’era al suo comportamento da bambino curioso.

“hei…questa assomiglia a Elizabet” esclamò indicando insistentemente con un dito una foto su un volumetto Hermione guardò senza particolare interesse il libro convinta che il compagno di casa stesse sbagliando ma non appena il suo sguardo si fermò sulla foto balzò in piedi facendo cadere la sedia all’indietro. Afferrò il libro seguita dagli sguardi stupiti dei compagni che si scambiavano sguardi stupiti.

“ma che ti prende?” le domandò Ron mentre si dondolava sulla sedia rischiando di volare a terra Hermione non rispose ma in compenso corse in camera chiudendosi dentro.

Guardava e riguardava la foto quella non assomigliava a Elizabet..era identica…una sua parente? Era normale che i parenti anche a distanza di generazione si assomigliassero in maniera impressionante..ma dopo aver lesso la didascalia il sangue le si gelò nelle vene...la ragazza della foto corrispondeva al nome di Elizabet McFarry…bhe potevano essersi anche tramandate il nome, anche qui non cera nulla di strano ,lei stessa portava il nome della bis nonna.

Intanto Elizabet vagabondava per i corridoi con lo sguardo fisso davanti a se perso nei suoi pensieri ma quando vide una testa bionda uscire dalla biblioteca tutto ciò a cui stava pensando si dissolse.

Corse incontro al ragazzo chiamandolo per farlo fermare. Draco si fermò proprio come sperava la grifondoro ma la sua reazione invece la lasciò un po’ amareggiata

“sei tu…”disse sbuffando “che vuoi?” domandò anche se non sembrava per nulla interessato a sentire la risposta.

“io..niente..volevo solo salutarti” disse incerta Elizabet giocherellando nervosamente con una ciocca di capelli biondi.

“bene ora che lo hai fatto puoi anche andartene” rispose Malfoy facendo per andarsene

“no aspetta..io volevo..bhe ecco…parlare un po’ con te” confessò la ragazza guardando prima a terra poi il ragazzo ripetutamente.

Draco la fissò e come al solito un sorriso strafottente comparve sul suo candido viso

“e di cosa? Non credo ci siano molti argomenti interessanti da condividere con una grifondo” rispose acido

“però…”iniziò Elizabet ma sentendosi lo sguardo non troppo amichevole di Malfoy addosso si fermò. Però con Hermione ti fermi a parlare avrebbe voluto dirgli, avrebbe voluto chiedergli il motivo..si insomma…non è che i due andassero molto d’accordo ..però almeno avevano un rapporto ..per quanto strano fosse.

“niente…vado via…” e poi se ne andò. Aveva le mani affondate nelle tasche del mantello e un’aria particolarmente contrariata.

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Capitolo 13

Hermione aveva finito di leggere l’articolo...più o meno raccontava quello che Elizabet aveva raccontato come leggenda…ma più che le parole, più che il racconto…erano le foto che avevano turbato la grifondoro.

“lo sapevo” esclamò “il mio istinto non si sbaglia mai, lo sapevo che cera qualcosa di strano” aveva fatto bene a seguire il suo istinto ma mentre stava esultando la porta della camera si aprì

“che cosa sapevi?” chiese la voce di Elizabet che aveva ancora la mano sulla maniglia di bronzo.

“niente” Rispose prontamente nascondendo dietro la schiena il volume “ho appena finito un tema e ho scoperto che le mie intuizione sui…sui folletti rossi della scozia erano giuste”ridacchio .Infilò il volume nel cassetto sotto alcune pergamene “ora vado … Una mia compagna mi sta aspettando in biblioteca per finire la ricerca…ai mi aveva chiesto aiuto..bhe ciao” detto questo si fiondò fuori dalla camera.

Elizabet rimase qualche istante a fissare la porta dio legno chiusa poi si girò verso il comodino di Hermione e lo aprì. Frugò velocemente e ne estrasse il volume che poco prima la compagna di stanza aveva nascosto. Lo guardò attentamente, le pagine passavano veloci sotto le sue dita e quando ebbe finito di guardare cosa contenevano quelle pagine leggermente ingiallite lo richiuse. Aveva un’espressione tranquilla e serena ma all’improvviso strappò il volume in due gettandolo nella stufa che riscaldava la camera.

Rimase a fissare le fiamme fino a quando il volume non fu completamente bruciato.

Hermione era corsa fuori dal dormitorio e ora avanzava a passo veloce nei corridoi verso i sotterranei. Non le piaceva ciò che aveva letto…e ciò che aveva visto…il suo orgoglio era contento che avesse avuto ragione a pensare che cera sotto qualcosa ma avrebbe preferito non aver mai visto quelle foto…Non era tanto la storia che l’aveva colpita ma erano le foto…foto che raffiguravano due ragazzi.

In una vi era il volto sorridente di Elizabet. Aveva pensato che si trattasse di una parente ma dopo aver visto la seconda foto scartò subito quella possibilità. Era arrivata davanti al quadro dei serpeverde. Cosa pensava di ottenere andando li non lo sapeva con esattezza ma il primo istinto che aveva avuto era quello di correre li.

”e adesso?” si domandò appoggiando la schiena al muro iniziando a riflettere

“Granger che ci fai tu qui?” chiese Pansy appena giunta con una nota di astio nella voce.

“dov’è Malfoy” domandò seria ma come previsto la serpeverde si rifiutò di risponderle sommergendola di insulti .

“stammi bene a sentire” scoppiò Hermione avvicinandosi alla ragazza prendendola per il colletto della camicia “dimmi immediatamente dove diavolo è Malfoy o giuro su Dio che ti farò rimpiangere di avermi conosciuta “la minacciò ma non appena ebbe finito di parlare due mani la trascinarono via dalla serpeverde. Un serpeverde era intervenuto in soccorso della compagna di casa e purtroppo per Hermione era troppo grosso per potersi ribellare.

“e adesso? Fai ancora la gran donna?” rise Pansy “che vuoi da Draco” le chiese ora più sicura di se dato che l’avversaria era ferma nella salda presa del compagno.

“Pansy dimmi dov’è Malfoy..è importante e non ho tempo da perdere” insistette “ti prego, devi dirmelo” la pregò. Dover pregare Pansy era veramente toccare il fondo ma al momento non era il suo orgoglio ad avere la precedenza

“e perché..:” ma Malfoy interruppe la serpeverde appoggiandole una mano sulla spalla. Era appena uscito dal quadro e ora guardava serio la grifondoro. “lasciala” ordinò al tizio che la teneva ferma per le braccia “vieni con me” ordinò poi ad Hermione. Raggiunsero in silenzio il giardino .Hermione si sedette su una panchina mentre Draco rimase in piedi davanti a lei.

“allora cos’è che devi dirmi di tanto importante? Non dirmi che è una scusa per restare sola con me?” chiese ridendo ma in cuor suo sapeva che non si trattava di una sciocchezza…lo sguardo che aveva era tutt’altro che scherzoso. Hermione era seria, fin troppo

“devi ascoltarmi attentamente. Devi stare il più lontano possibile da Elizabet” disse

fissandolo negli occhi. Malfoy la guardò con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate al petto

“tralasciando il fatto che non ci tengo alla sua vicinanza …perché dovrei starle lontana ? …sei gelosa?” chiese cercando di non sembrare particolarmente interessato alle parole di una mezzosangue

“smettila di fare lo stupido” esclamò Hermione balzando in piedi piuttosto alterata dal comportamento del serpeverde

“non sto scherzando devi darmi retta ti prego stalle lontano..e per il tuo bene”

Draco la guardava confuso. Perché era così tanto allarmata…cosa le era preso?

“da quando in qua ti preoccupi per il mio bene? E poi cosa può fami una ragazzina?” Draco non capiva cosa passasse per la testa di quella ragazza … era veramente preoccupata , questo era chiaro, aveva visto raramente quello sguardo nei suoi occhi e sempre e solo quando Potter e Weasley si trovavano in pericolo. Rinunciò a continuare ad insistere “ e va bene ma almeno dimmi il perché”

Hermione si risedette sulla panchina “il libro…quello che mi hai procurato tu in biblioteca…lo cercavo perché volevo trovare delle informazioni su Elizabet” iniziò “e purtroppo i miei dubbi si sono rivelati reali. Parecchi anni fa due ragazzi, o per meglio dire due studenti di Hogwarts, sono morti. La ragione che li spinse ad uccidersi era il loro amore proibito.” Si fermò un momento per trovare le parole più giuste per spiegare la faccenda ma quando fu sul punto di riprendere la spiegazione un brivido le percorse la schiena.

Si voltò lentamente verso il portico che costeggiava i muri del castello e vide due occhi fissarla. Due occhi azzurri che in quel momento sembravano non appartenere ad un essere umano. Fissavano Hermione ma non esprimevano nessuna emozione..ed era questo che spaventava la grifondoro.

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


La grifondoro balzò nuovamente in piedi con lo sguardo preoccupato si voltò verso Malfoy

“ricordati di quello che ti ho detto…stalle lontana” si raccomandò ancora una volta prima di rivolgere nuovamente lo sguardo verso il porticato ma quegli occhi non cerano più. Hermione corse via ancor prima che Draco potesse fermarla. Il biondo serpeverde rimase a fissare il punto dove la Granger era sparita.

Ma cosa stava succedendo..se era uno scherzo non si stava divertendo ma dubitava lo fosse. Si poteva dire di tutto sulla Granger ma non che si divertisse a far scherzi stupidi o a far soffrire gli altri. Cosa centrava poi la mocciosa grifondoro ...questo si domandava.

Tornò in sala comune dei serpeverde dove rimase fino all’ora di cena e quando scese si accorse che accanto a Potter e Weasley non cera la Granger. Li fissò per qualche istante poi qualcosa lo spinse ad avvicinarsi

“dov’è la Granger” domandò con quel tono brusco che ormai lo distingueva da ogni altro ragazzo della scuola

“che diavolo vuoi da lei” domandò scontroso e sulle difensive Ron. Harry invece rimase in silenzio ad osservare la scena

“Non sono cose che ti riguardano Weasley, voglio solo sapere dove si trova in questo momento” concluse deciso Draco

Certo non si poteva dire che era stato gentile ma era chiaro che non era in cerca di lite ne tanto meno di problemi.

Harry lo aveva notato ma Ron si era subito fatto prendere dall’odio verso il serpeverde per poter vedere quello che invece era chiaro all’amico.

“vedi di levarti di trono o giuro che io ti…”

“l’ultima volta che l’ho vista era dalle parti della torre di astronomia” intervenne Harry interrompendo Ron. Draco non disse nulla e si limitò a voltarsi uscendo dalla sala grande

.

“ma che cavolo…ma perché glielo hai detto” domandò incredulo il rosso all’amico che, seduto, guardava la porta della sala grande

“ce qualcosa che non mi quadra” disse solo alzandosi e seguendo la direzione che aveva preso poco prima il serpeverde. Ron scosse la testa contrariato ma seguì lo stesso l’amico.

Hermione era andata nella direzione in cui aveva visto gli occhi scrutarla ma quando vi era giunta non cera nessuno tranne qualche tassorosso che chiacchierava allegramente.

Non trovando nessuno e non sapendo dove cercare decise di tornarsene in camera. Era stanca e avrebbe approfittato del tempo che le restava fino alla cena per fare un sonnellino. I compiti per il giorno dopo erano fatti e come al solito aveva già studiato alla perfezione tutto.

In sala comune non era nessuno, solo il gatto di qualche studente che dormiva placidamente sulla poltrona davanti al caminetto. Una volta entrata si gettò sul letto spargendo i lunghi capelli castani sul cuscino. Servirono alcuni istanti prima che se ne rendesse contò ma quando si accorse che il cassetto del comodino era aperto si alzò in piedi all’istante. Lei quel cassetto lo aveva chiuso, ne era certa… ma allora perché adesso era aperto?

“Elizabet...” sussurrò precipitandosi a cercare il volume che aveva nascosto nel cassetto ma non lo trovò…adesso ne era certa …era stata lei…chi altro sennò avrebbe potuto avere interesse a far sparire quel volume. Se fosse stata un’altra delle ragazze a ficcanasare nel cassetto avrebbe preso tutto all’infuori di un noioso volume sull’anno 1930.

Panico… questo era il nome che si poteva dare alla sensazione che stava provando in quel momento Hermione. Adesso Elizabet sapeva che stava indagando su di lei e se quello che aveva dedotto era vero adesso lei era in pericolo e starsene li da sola non era la cosa migliore. Si precipitò alla porta e quando la aprì trovò ad ostacolare la sua corsa un volto pallido contornato da biondi capelli.

“seguimi ” disse solo Elizabet con tono fermo e autoritario.

Hermione la fissò indecisa sul datarsi e alla fine decise che era meglio seguirla e assecondarla.

Elizabet camminava silenziosa e con passo svelto ma tranquillo verso la torre di astronomia. Il cuore di Hermione batteva forte. Altre volte si era trovata in situazioni difficili e pericolose ma accanto a lei cerano sempre Ron e Harry…adesso invece era da sola, poteva contare solo sulle proprie capacita anche se dubitava fortemente che le sarebbero servite questa volta.

Salirono le scale e una volta arrivate in cima Elizabet si fermò. Rimasero li ,ferme e in silenzio, qualche secondo che alla mora grifondoro parvero durare ore poi Elizabet si voltò.

Fissava negli occhi Hermione. Quest’ultima sperava di capire dal suo sguardo che intenzioni avesse ma si dovette arrendere subito…era praticamente impossibile capire qualcosa da quegli occhi…sembravano due pezzi di vetro.

“ti stai intromettendo troppo” esordì. Al sentire la sua voce Hermione sussultò leggermente “non avresti dovuto ficcare il naso in cose che non ti riguardano”

“tu…vuoi fargli ..vuoi fargli del male?” domandò titubante la grifondoro

“Hermione…devi smetterla di proti troppe domande” sorrise la bionda alzando la mano destra nella quale impugnava la bacchetta “mi dispiace ma è inevitabile. Non essere arrabbiata con me..te la sei cercata” concluse pronunciando le parole di un ’incantesimo.

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Capitolo 15

Il motivo per il quale stava correndo su per quella scala?

Draco non lo sapeva con precisione…forse erano state le parole delle grifondoro o forse il fatto che centrasse, per quanto ne sapeva, Elizabet.

In ogni modo … stava correndo seguito a breve distanza da Weasley e Potter.

La Granger era strana in quel periodo…sembrava avere sempre la testa altrove, faceva strani discorsi, non la riconosceva quasi.

Certo…era sempre stata una ragazza piuttosto strana per lui ,ma mai come in quel periodo l’aveva vista così…diversa.

Si diversa era il termine esatto. La vedeva cambiata…forse perché era cresciuta, forse perché le giravano per la testa chissà quali storie…o forse perché lui la vedeva cambiata.

Si sorprese di questo pensiero e si fermò con i piedi su due scalini diversi…che diavolo stava pensando…come poteva essere cambiata la sua opinione sulla Granger? Pensandoci bene..nell’ultimo periodo aveva evitato di chiamarla addirittura mezzosangue…il che per ,Draco Malfoy, era veramente strano.

Si passò una mano tra i capelli scuotendo la testa come per cacciare via quei pensieri e quando Weasley esordì con un ben poco gentile “che diavolo stai facendo ora?” si riscosse completamente dai suoi pensieri e riprese a correre. Ora ne era certo…o quasi…era preoccupato.

Era in pensiero per la Granger, era in pensiero per quello che le sarebbe potuto succedere anche se, a dire il vero, non aveva ben chiaro in mente quali pericoli potesse correre.

Di una cosa era certo, pericolosa o meno, Elizabet centrava

“datevi una mossa” sbottò all’improvviso ai due grifondoro che lo seguivano a una decina di scalini di distanza.

Elizabet aveva trasportato il corpo di Hermione all’interno dell’aula di astronomia.

Il suo corpo era sospeso a mezz’aria dalla bacchetta della compagna.

Gli occhi chiusi, i capelli che ricadevano nel vuoto sotto di lei e la bocca serrata e pallida…chiunque l’avesse vista in quel momento avrebbe giurato fosse un corpo privo di vita.

Con la mano libera Elizabet aprì la botola che stava al centro della torre e che dava accesso a un’altra sala che conteneva tutti gli strumenti che servivano per le lezioni.

Ripose con cura il corpo della giovane compagna sul pavimento di legno…gesto in estremo contrasto con quello che aveva appena fatto.

La bionda grifondoro rimase qualche istante a fissare il volto addormentato di Hermione poi chiuse la botola.

Non aveva intenzione di ucciderla e non aveva nemmeno intenzione di farle del male..se avesse avuto anche solo la minima intenzione di metterla a tacere per sempre ora Hermione non sarebbe ancora nel mondo dei vivi.

Fece un profondo respiro e si sedette su una delle sedie distribuite in cerchio nell’aula.

Lo sapeva… da li a poco sarebbe arrivato anche lui e allora il quadro sarebbe stato finalmente completo.

Avrebbe messo finalmente la parola fine a quel capitolo della sua vita.

Un capitolo che però le stava rovinando la trama..la sua trama di una vita felice…non poteva permettere che loro rovinassero tutto…doveva assolutamente concludere quella questione il prima possibile.

All’improvviso la porta che dava accesso all’aula di astronomia si aprì con un rumore sordo ma…non vi era nessuno dall’altra parte.

“finalmente sei qui” disse Elizabet volgendo gli occhi al soffitto con un sorriso malinconico sul viso.

I capelli erano mossi da un leggero vento…innaturale in quella stanza chiusa. “tra poco arriverà anche lui…non preoccuparti” disse rivolta ancora una volta al soffitto.

Draco, Harry e Ron erano finalmente giunti al piano più alto della torre.

In giro non cera nessuno…non si udiva niente, ne un rumore, ne una voce…e se Hermione era davvero li….questo era strano.

Draco percorse in silenzio, camminando senza emettere alcun rumore, il corridoio che portava alla porta dell’aula di astronomia.

Stava attento, pronto a sentire un qualsiasi rumore che gli potesse dare qualche informazione. Giunto davanti alla porta aperta si fermò e guardò al suo interno.

Vide Elizabet seduta con il viso segnato da un sorriso malinconico.

Piano si fece avanti varcando la soglia della porta.

Anche Ron ed Harry si fecero avanti ma proprio quando stavano per seguire il serpeverde all’interno della stanza la porta si chiuse davanti a loro, impedendogli il cammino.

Ron si butto sulla porta cercando prima di aprirla con la forza poi con la magia ma niente…la porta sembrava un tutt’uno con il muro.

“Malfoy...apri questa accidente di porta” sbraitò il rosso dando qualche pungo alla porta di legno

“smettila” disse piano Harry “non serve a nulla…ci hanno chiusi fuori…non vogliono che entriamo”

“Ma che diavolo dici…che sta succedendo..chi sono loro” sbraitò Ron in evidente agitazione.

Harry senza dire una parola si voltò e corse giù dalle scale. Loro non potevano nulla…qualunque cosa stesse succedendo la dentro…era troppo grande anche per loro, avevano bisogno di aiuto di un mago potente, di Silente.

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


Draco si guardava attorno in silenzio.

Oltre ad Elizabet all’interno di quella stanza non cera nessun’altro.

Posò infine il suo sguardo sulla ragazza che aveva lo sguardo perso a guardare chissà cosa sul soffitto

“cosa sta succedendo” disse Draco con voce ferma facendo tornare l’attenzione di Elizabet su di se.

La ragazza lo guardò poi infine si decise a parlare

“Sei preoccupato per lei?” domandò “Non devi esserlo”

“Perché mai dovrei essere preoccupato per una mezzosangue. Sono qui soltanto perché in una qualche maniera sono coinvolto e voglio sapere cosa diavolo sta succedendo”

Sul volto della bionda ragazza comparve un sorriso, chiaro segno che non credeva affatto alle parole di Draco.

Si alzò dalla sedia che stava occupando e con passo lento e deciso si avvicinò al ragazzo.

Malfoy da canto suo se ne restava immobile con le braccia incrociate al petto e sul viso aveva un’espressione che gli dava un’ aspetto tranquillo e sicuro ma che in realtà celava un’inquietudine che ben poche volte aveva provato.

Elizabet era a pochi centimetri da lui e lo fissava negli occhi. Sollevò una mano e gliela appoggiò su una guancia

“Ora capisco” esordì con voce bassa “cosa ci trovasse lei in te”

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Hermione intanto nella botola stava aprendo gli occhi a fatica.

Aveva un terribile mal di testa e il buio della stanza non l’aiutava di certo a mettere a fuoco ciò che la circondava.

Riuscì dopo molti tentativi a mettersi in piedi…ma dove si trovava?

Il luogo in cui si era svegliata era buio e si sentiva un odore di chiuso e polvere come se quella stanza non fosse usata da molto tempo.

Che cosa era successo…i suoi ricordi erano confusi…non riusciva a focalizzare gli eventi che l’avevano portata in quel luogo buio.

Fece qualche passo incerta, conscia del fatto che avrebbe potuto inciampare ovunque dato che non vedeva nulla a causa del buio che regnata.

Non fu però questa la causa dell’arresto del suo cammino.

La testa le girava e le gambe faticavano a tenerla in equilibrio.

Fu costretta ad appoggiarsi alla prima osa solida che le sue mani incontrarono. Era qualcosa di instabile…freddo…probabilmente era di ferro. Iniziò ad esaminarlo con le mani…le ricordava qualcosa…le era famigliare quell’oggetto.

Si fermò cercando di radunare le informazioni...quello era un cannocchiale!…uno di quelli che usavano durante le ore di astronomia.

Se li cera un ’oggetto simile doveva per forza trovarsi nella torre di astronomia…o meglio…nella saletta dove venivano radunati gli attrezzi e il materiale. Doveva essere così…altrimenti come spiegare il buio? Ma cosa ci faceva li…cosa stava succedendo…si ricordava sol odi aver seguito Elizabet ma non si ricordava nemmeno dove…

Elizabet…doveva essere stata lei…l’aveva colpita e portata li mentre era svenuta.

All’improvviso un nome si dipinse nella sua mente…

…Malfoy…

Lui era in pericolo…ne era certa… Non era riuscita ad avvertirlo e adesso Elizabet era libera di agire.

L’agitazione stava iniziando a crescere…pregava con tutta se stessa di non essere rimasta svenuta troppo a lungo… Se fosse successo qualcosa a Malfoy…a Draco…lei non se lo sarebbe mai perdonato.

In quello stesso istante si rese conto per la prima volta di quanto potesse essere in pena per quello che aveva considerato per così tanto tempo soltanto un verme… Era, contro la sua volontà, diventato importante…era diventato parte della sua vita, si era insinuato fino a diventare indispensabile. Non poteva immaginare una vita senza Draco Malfoy…nel bene o nel male lui era sempre presente.

Cerco la botola per uscire e quando la trovò e cercò di aprirla la trovò chiusa…

“ce qualcuno?” urlò con la speranza che dall’altra parte della botola ci fosse qualcuno.

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Elizabet esaminava con attenzione il viso di Malfoy.

Con le dita accarezzava la sua guancia, la sua mascella ora rigida…era veramente bello.

Avrebbe potuto perdersi in quegli occhi grigi…avrebbe voluto tenerlo per se, quegli occhi …avrebbe desiderato che si posassero soltanto su di lei…su nessun’altra. Non avrebbe mai pensato che quella storia avrebbe potuto significare così tanto per lei…

Ma la realtà era ben lontana dai suoi desideri.

Lui…i suoi occhi…la sua mente…non sarebbero mai appartenuti a lei…

…Hermione…

Era convinta che in un modo o nell’altro l’oggetto del desiderio di quei laghi ghiacciati fosse proprio lei…litigavano, si offendevano, si odiavano….si cercavano…se non cera una motivazione valida affinché loro si incontrassero la creavano. Ma cosa stava pensando…lei non era li per se stessa…lui non era destinato a lei e nemmeno a Hermione…

“ce qualcuno” la voce di Hermione chiusa all’interno della botola fece voltare Elizabet e Draco

“Granger” disse Draco scostandosi da Elizabet “dov’è?” domandò glaciale.

“smettila…lei sta bene non devi preoccuparti per lei” disse fermandolo per un braccio prima che lui potesse andare ad aprire la botola “ora abbiamo altro a cui pensare”

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


Capitolo 17

“Malfoy” disse Hermione quasi in un sussurro...quella era la sua voce “Malfoy sono qui” disse più forte battendo i pugni contro il legno ormai logoro della botola.

“Sta zitta!” urlò Elizabet “devi tacere…non ti intromettere. Draco non è qui per te. Lui deve fare una cosa” continuò poi in tono più pacato…quasi rassegnato “Draco devi darmi retta…devi venire con me, lasciar perdere tutto il resto…devi fare ciò che ti dico”

“ma che diavolo dici” Draco non capiva più nulla…no che prima ci avesse capito molto…ma cosa stava dicendo quella grifondoro e perché la Granger era rinchiusa?

Elizabet chiuse gli occhi e scosse leggermente la testa “sei testardo” asserì calma alzando la bacchetta su di lui e prima che il ragazzo potesse estrarre la propria, Elizabet pronunciò le parole del suo incantesimo.

Durò tutto un ‘istante…due parole e Draco adesso era fermo, non dava più segni di ribellione…si limitava a starsene li in piedi… in silenzio.

La sua volontà? Annullata da un’ incantesimo. Non poteva far altro che obbedire a Elizabet.

La sua mente vuota, i suoi occhi spenti, le sue mani distese lungo i fianchi…una bambola…era una stupenda bambola dagli occhi di ghiaccio.

Una folata di vento, completamente innaturale in quel posto , gli fece muovere i capelli facendo si che un ciuffo gli ricadesse sugli occhi.

Elizabet con un gesto lento e leggero gliela spostò poi rimase a fissarlo…

Non era giusto…lui era li, era giovane, era bello e intelligente…perché doveva sacrificarsi per la felicità di chi ormai non cera più? Perché non poteva essere lei felice con lui?

Perché…

“Che sciocca…non me lo permetterebbe mai...lui…è suo...non mio” disse piano mentre la porta della stanza si apriva piano facendo cigolare i vecchi cardini.

“ho capito…adesso andiamo” disse la bionda volgendo lo sguardo ancora una volta al soffitto.

A un suo cenno Draco la segui silenzioso…completamente annullato.

Hermione non sentiva più nulla…non li sentiva più parlare…chiamava Draco ma lui non rispondeva più…

Smise di battere i pugni. E si sedette su un gradino della scaletta che portava alla botola.

Non poteva uscire da li…non poteva aiutare Draco…non poteva fare nulla.

Si prese al testa fra le mani e chiuse gli occhi.

Era prigioniera e nessuno sapeva che lo era…nessuno tranne il serpeverde che ormai se ne era andato con Elizabet.

Senza la magia non era niente…senza la sua bacchetta era soltanto una ragazzina inutile…

Aveva passato la sua vita ad ammazzarsi sui libri, a studiare intere nottate per un compito…lei era questo…un mucchio di frasi, l’insieme delle nozioni trovate nei libri, una piccola saccente arrogante…lei non era nulla.

Ma poteva arrendersi ora? No, non poteva.

Non doveva…per Draco Malfoy.

Lei era Hermione Granger…la strega più brillante di Hogwarst…ne sarebbe uscita e avrebbe aiuto Malfoy…lo girò a se stessa.

Mentre stava cercando una maniera per uscire da quel maledetto buco sentì dei rumori…delle voci…

“Draco” fu il primo nome che le venne in mente…ma poi ,con un po’ di rammarico,si rese conto che la voce non apparteneva a lui…non era la sua ma…era quella di Ron!

“Ron!!” chiamò ricominciando a dare pugni sulla botola “Ron sono qua sotto” Il rosso, accompagnato da Harry e Silente si precipitò sulla botola e con un incantesimo Silente la fece aprire.

“Hermione! Stai bene?” domandò Harry prendendola dolcemente per le spalle

“si Harry sto bene” disse la grifondoro cercando di calmare l’amico momentaneamente in preda a una crisi di panico

“ma cosa sta succedendo” si intromise Ron “scommetto che è stato quel verme di Malfoy” ringhiò rosso in viso per la rabbia.

“no…Draco non centra nulla…lui è in pericolo..è stata Elizabet. Dobbiamo andare subito da loro”

Ma dove…dove potevano essere andati…ci sarebbero volute ore per setacciare tutto il castello…e non avevano tutto quel tempo…no, non ce l’avevano…forse era anche troppo tardi.

Non doveva dire così…non ci voleva nemmeno pensare a questa possibilità. Malfoy stava sicuramente bene, non gli era successo nulla…ne era certa…lo doveva essere.

I suoi due amici e il preside stavano parlando ma non sentiva una sola parola di quello che dicevano, non aveva ne tempo per ascoltare le loro chiacchiere ne di raccontare tutto ciò che aveva scoperto e tutto ciò che era successo.

Pensa Hermione…pensa…si ripeteva nella mente…dove sono andati…dove l’ha portato Elizabet… Il ponte!

Elizabet sembrava molto legata a quel ponte. E se la leggenda era vera…se ciò che aveva scoperto corrispondeva a verità…Elizabet non poteva che non trovarsi la.

Non sapeva se avrebbe solo fatto un buco nell’acqua ma aveva bisogno di credere che loro si trovassero la…era l’unico indizio che avesse al momento…l’unica speranza.

Senza neanche dire una parola ai tre corse fuori dalla stanza diretta al ponte seguita da Harry, Ron e da Silente che faticava non poco a stare dietro ai tre.

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


Elizabet camminava lenta ormai nei pressi del ponte.

L’unico rumore che si udiva era quello del vento che passava tra i rami ormai spogli degli alberi.

“ci siamo”disse fermandosi a osservare il ponte. Si girò per osservare Draco che stava a pochi passi da lei con lo sguardo fisso davanti a lui…anche quando era privato della sua volontà manteneva sempre quel qualcosa di altezzoso e sicuro di se che lo contraddistingueva da tutti gli altri serpeverde…

“vieni” disse solo la ragazza avviandosi verso le sponde del ponte e Draco la seguì.

Fissò il fiume che scorreva al di sotto dei loro piedi. Le acque erano agitate, trasportavano tutto ciò che aveva la sfortuna di entrare in contatto con loro…nessuno sarebbe sopravissuto a una caduta in quell’inferno di acqua…nessuno…nemmeno Draco.

“mi dispiace” disse rivolta al ragazzo. La sua voce nonostante volesse assumere freddezza e distacco tradiva una nota di rammarico…e di dolore…era sincera quando diceva che le dispiaceva fare quello proprio a lui…a Draco.

“ora…ora tu dovrai…”iniziò ma le costava veramente molto dover pronunciare quelle parole “dovrai…compiere il tuo destino...dovrai gettarti da questo ponte…come tanti anni fa”

Draco si avvicinò ancora di più alle sponde pronto per obbedire ad Elizabet

“quando ti darò l’ordine ..dovrai gettarti” ordinò ma una voce la costrinse a interrompere l’ordine che stava per dare

“Elizabet!!!!” una voce carica d’odio la stava chiamando…la voce di colei che aveva fatto di tutto per metterle il bastone tra le ruote…Hermione.

La grifondoro stava correndo verso di lei e si fermò all’inizio del ponte. Aveva il fiato corto, i capelli che le ricadevano disordinatamente sulla fronte e sulle spalle per la corsa…e negli occhi la determinazione di fermarla…

“che cosa hai intenzione di fare…dov’è Draco” disse con il tono di chi esige una risposta…e l’avrebbe avuta su questo era certa.

“Draco? Perché ti preoccupi tanto per lui? Tu non lo odiavi?” domandò per nulla intenzionata a darle una risposta

“dimmi dov’è! Ti conviene rispondere” la minacciò ma non servì la sua risposta…dietro le sue spalle vide la figura del giovane serpeverde

“Draco!” lo chiamò ma invece di avere una risposta non ebbe altro che uno sguardo spento e vuoto “che cosa gli hai fatto?” chiese

Ma Elizabet non rispose

“Draco…ora gettati” disse rivolta al serpeverde.

Hermione a sentire quelle parole si senti quasi mancare…Non poteva davvero dire sul serio…Draco non poteva davvero gettarsi…sicuramente adesso se ne sarebbe andato mandando tutti a quel paese…si ,sarebbe successo questo…ma allora perché Draco stava superando la sponda del ponte?Perché ascoltava le sue parole…non era la voce di Elizabet che doveva ascoltare…era la sua…voleva che Draco sentisse solo la sua voce.

Senza neanche pensarci corse verso di lui ma la sua corsa fu bloccata da Elizabet che le si piazzò davanti puntando sulla grifondoro la bacchetta.

“andiamo…levati…non puoi davvero dire sul serio..non puoi davvero volere la sua morte”

“io non voglio la sua morte…Io anche volendo non posso decidere la sua sorte. Draco ha il destino già scritto..il suo destino non è qui con noi…lui deve morire per compirlo…”disse Elizabet .Sembrava che le sue parole si sarebbero fermate li ma vedendo negli occhi di Hermione confusione decise di continuare “pensavo fossi più sveglia Hermione. Avevi già scoperto tanto…non credevo che non fossi ancora arrivata alla conclusione…Ti ricordi la leggenda…dei due ragazzi morti per amore su questo ponte? La ragazza era la mia bis nonna. Il suo spirito però non trovò riposo dopo la morte del corpo mentre quella del suo amato si reincarnò in un corpo…nel corpo di Draco Malfoy ed ora…mia nonna rivuole lo spirito del suo amato…solo così potrà trovare la pace che ha atteso per tutti questi anni”

“e perché questo avvenga…Draco deve morire…” mormorò quasi più a se stessa Hermione…no…non voleva, non doveva morire, non ora che aveva scoperto che non lo odiava affatto, non adesso che stava iniziando a mettere in ordine i sentimenti che per troppo tempo avevano vagato nel suo cuore.

“Draco” urlò con voce supplichevole rivolta al ragazzo ormai in procinto di gettarsi “ti prego svegliati”

Un’ improvviso vento però fece interrompere Hermione. Un vento forte e freddo avvolse la giovane impedendole di tenere gli occhi aperti e di parlare…in quel turbinio una voce chiamò Hermione…una voce fioca, triste…una voce che le ordinava di andarsene, di non intromettersi con il destino…o sarebbe morta…

Hermione si tappò le orecchie con le mani…quella voce …quel suono…era insopportabile. Sembrava volesse farle scoppiare il cuore. Era così carico d’odio verso la vita, di tristezza e di rimpianti…Hermione sentiva questi sentimenti…erano forti, forse troppo perché lei potesse contrastarli…ma doveva provarci…

Riuscì ad aprire appena gli occhi e vide Draco sempre più sull’orlo del precipizio sul fiume…sempre più vicino alla morte…sempre più lontano da lei.

Non poteva far nulla…non riusciva a parlare, a fatica riusciva a respirare per il vento… …fino a quando una voce…un ’incantesimo non fece terminare quel turbine di vento e la ragazza poté vedere Silente. “professore!” Silente ancora una volta aveva salvato le vite degli studenti…ancora una volta l’aveva aiutata. Non sarebbe mai riuscita ad immaginare un mondo magico senza di lui,senza Silente

“Hermione” Ron si precipitò dalla compagna seguita da Harry poi constatato che la ragazza stava bene il loro sguardo cadde su Elizabet.

“allora …. Hermione aveva ragione” disse Ron … fin dal primo momento che l’aveva vista Elizabet l’aveva colpito…la trovava interessante…credeva fosse una persona speciale, diversa dalle altre…e aveva ragione, lei per lui era veramente così, speciale …ma non si sarebbe mai aspettato che potesse davvero avere intenzione di far del male a Malfoy ma soprattutto ad Hermione

“Elizabet smettila” le disse supplicante ma non ricevette risposta. In quel momento Ron non esisteva, ne lui ne Harry ne Silente ,per la giovane grifondoro non esisteva altro che il suo compito in quel momento. Il turbine presto si riformò circondando Silente e i tre ragazzi

Hermione si sforzò di tenere gli occhi aperti…non voleva correre il rischio di riaprire gli occhi e non vedere più nessuno sul ponte

Silente alzò nuovamente la mano e i vortice rallentò ma non si fermò questa volta

“credo che tocchi a lei signorina Granger” disse rivolto alla ragazza mentre cercava di tenere a bada lo spirito irrequieto della bis nonna di Elizabet “sono sicuro che lei se la caverà” Disse quelle parole con quel tono che solo lui aveva, riusciva a dare coraggio, a infondere fiducia a dare una speranza che il mondo non fosse del tutto brutto.

Con Harry e Ron ,Hermione riuscì ad uscire dal turbine di vento.

“per quanto mi suoni strano dirtelo credo che tu debba aiutarlo” disse Harry indicando con un gesto lieve della testa Malfoy “io credo in Silente e credo in te. E se il professore dice che puoi aiutarlo sono certo che ci riuscirai. Ci pensiamo noi a Elizabet” Hermione non disse nulla…si limito a donare all’amico un sorriso che esprimeva meglio di qualsiasi parola la sua riconoscenza poi si voltò e raggiunse il serpeverde mentre i due grifoni pensavano alla compagna.

“Malfoy” chiamò una volta giunta alle spalle del ragazzo.

Davanti a lei la schiena del ragazzo si ergeva dritta e immobile in attesa di un ’ordine.

La grifondoro allungò una mano e afferrò il suo braccio “andiamo…non ci credo che non mi senti” continuò “sono io, la Granger” ma ancora una volta nessuna reazione.

Elizabet intanto era occupata con i due grifoni che la trattenevano “smettila!” urlò “lascialo stare! Non ti avvicinare a lui…così si arrabbierà, non fare in modo che scateni la sua rabbia”

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