hunger games distretto sei

di pietros99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** IL DISTRETTO SEI ***
Capitolo 2: *** La mietitura ***



Capitolo 1
*** IL DISTRETTO SEI ***


Distretto sei. Pomeriggio. In questo momento sono steso a pancia in giù sull'erba,tengo un piccolo pugnale di ferro nella mano destra,è l'unica cosa che mia madre sia riuscita a forgiare,e gli animali che sono riuscito a cacciare nella mano sinistra,tre scoiattolo e una piccola lepre. Oggi la caccia non è andata bene,stasera mangeremo ben poco,ma c'è a chi va peggio,ad esempio a chi prende degli animali grossi,se uccidi degli animali grossi devi chiedere per forza una mano per il trasporto e se chiedi la mano sbagliata potresti ritrovati con una freccia in gola. Aspetto un altro po',gli animali oggi non vogliono farsi vedere. Mi alzo di scatto e mi stiracchio,stare per sei interminabili ore steso nell'attesa di qualcosa che può anche non arrivare è piuttosto scomodo. Guardo ciò che ho cacciato e sospiro,non posso commerciare con niente,altrimenti stasera non mangeremo niente e come farò con Ortensia? Non posso non darle nulla da mangiare,la sua famiglia conta su di me. Sospiro di nuovo e mi stendo nuovamente con la speranza di prendere qualcosa.dopo più o meno un quarto d'ora passa un cervo di media taglia,una preda tanto prelibata quanto difficile da prendere. Brulica allegramente nei pochi di ciuffi di erba che rimangono in quel che noi chiamiamo "campo". Traggo un enorme respiro e cerco di prendere la mira,uccidere un cervo non è mai stato facile. Se solo avessi un arco... Quando ho il cervo sotto mira lancio deciso il pugnale che si conficca zampa posteriore sinistra. Un colpo doloroso ma non mortale. Il cervo emette un gemito e corre via zoppicando. Corre veloce ma riuscirò a raggiungerlo. Nel momento preciso in cui il pugnale si conficca nella zampa del cervo mi alzo e scatto verso l'animale. Corro,corro e corro,devo raggiungere quel cervo a tutti i costi,c'è in ballo la cena di Ortensia e della sua famiglia. Riesco a raggiungere l'animale,afferro il pugnale dalla sua piccola zampa e gli è lo conficco dritto dentro il cranio,l'animale si accascia a terra esanime. Contemplo per un attimo la "bestia" morta e mi riprendo il pugnale pulendolo ai miei vestiti. Mi carico il cervo sulle spalle e mi incammino verso la zona edilica dello squallido distretto sei. A quest'ora gli adulti sono nella zona nord a cacciare,in quella non c'è praticamente niente,il posto migliore in cui cacciare si trova all'estremo sud. Comincio a scorgere le prime fatiscenti case,nel distretto sei le case sono sparse ovunque mentre al centro del distretto si trova il municipio ed i negozi. Guardo un ultima volta le mie prede,darò il cervo a Ortensia,la sua famiglia è molto numerosa,poi baratterò gli scoiattoli con del pane e qualche spezia e noi mangeremo la lepre. In famiglia siamo solo in tre:io,mia madre e mio padre. Mio padre è il macellaio di paese e mia madre lavora illegalmente dal fabbro,se i Pacificatori la scoprissero tutta la famiglia passerebbe grossi guai. 
Faccio gli ultimi due passi e sono di fronte alla porta della casa di Ortensia. Sospiro e poi busso con veemenza.
-Ortensia,sono Negus!-dico allegramente
La porta si apre lentamente rivelando una ragazza con dei lunghissimi capelli corvini,gli occhi di un colore violaceo e un corpo sensuale,ecco Ortensia:la ragazza più intelligente del distretto sei. Indossa un abito lungo blu lievemente scolorito. Oggi è il giorno della mietitura! Me ne sono completamente dimenticato! Guardo i miei vestiti:sono stracolmi di fango e si scorgono delle macchie di sangue. Non posso presentarmi così.
-Ma che hai fatto?!-domanda lei squadrandomi-Oggi c'è la mietitura!!! Non dovevi cacciare!-mi rimprovera lei
-Scusami se mi preoccupo per te...-dico io mostrando la mia preda
-Ce la saremmo cavata da soli-dice lei balbettando,però non riesce a staccare gli occhi dal cervo.
-Si certo...potresti ringraziarmi almeno-dico io un po' amareggiato
-Grazie mio cacciatore-dice lei rassegnata dandomi un bacio sulla guancia-Vieni,datti almeno una lavata-
-Sicura che non disturbo?-dico io entrando in casa affiancato da Ortensia
-Certo che no! I miei genitori non ci sono e i miei fratelli ti adorano-dice lei-e poi tu non disturbi mai-dice lei con toni dolce
-Grazie Ortensia-dico accarezzandola dolcemente.
No,non siamo fidanzati,siamo solo ottimi amici...in tutta sincerità non so nemmeno io che cosa provo per lei. Tolgo la mia mano dalla sua guancia e appoggio il cervo sul tavolo
-Allora...grazie Ortensia-dico sfilando mi la maglia-vado a lavarmi-dico incamminandomi verso il bagno.
Riempio la vasca con poca acqua gelida,mi sfilo i pantaloni ed entro. Mi lavo velocemente.
Incredibile,oggi è il giorno della mietitura,non voglio che inizino gli Hunger Games,quel Reality Show dove o uccidi o muori,quei bastardi di Capitol City ci costringono ad accoglierli come se fossero una festività. Tutto questo finirà un giorno.
Mi vesto velocemente e raggiungo Ortensia.

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Capitolo 2
*** La mietitura ***


Ortensia sta vestendo due bambini di sette anni,i suoi fratelli Kronos e Calypso.  Kronos è un bambino pestifero ma dolce,ha i capelli corvini come la sorella Ortensia,gli occhi sono di un verde intenso,ha l'aspetto piuttosto denutrito,come tutti gli abitanti del distretto sei d'altronde,qualche lentiggini cosparge il suo viso,indossa uno smoking nero con qualche chiazza bianca sparsa qua e la,ed era di almeno due taglie più grandi,e un paio di pantaloni anche essi neri e fin troppo grandi. Calypso invece è l'opposto del fratello,è intelligente e odia gli scherzi,è un po' più robusta del fratello,i suoi occhi sono azzurri come il cielo,i suoi capelli,biondissimi,le arrivano fino a metà schiena,la sua pelle è bianca come il latte,indossa un vestito azzurro con un enorme fiocco bianco intorno alla vita. Anche se a quell'età non si può essere scelti per gli Hunger Games anche i bambini devono essere eleganti,non si sa mai quello che potrebbe succedere.
-Oh,ciao Negus! Già finito?-domanda lei rivolgendomi un dolce sorriso mentre i due bambini si voltano guardandomi.
-NEGUS!-esclama Kronos avvinghiandomisi ad una gamba
-Ehi...ciao campione-dico accarezzandogli la testa-tutto bene?-
-Andava tutto bene prima che arrivassi tu-replica acida Calypso,credo che quella bambina fa tanto la scontrosa con me,ma so che in fondo mi vuole bene
-Su non essere scortese-la rimprovera Ortensia
-Tranquilla,va tutto bene-le dico appoggiando una mano sulla sua guancia e poi sposto lo sguardo lievemente imbarazzato-E-ehm...vuoi che ti prepari il cervo?-chiedo cambiando argomento
-No...ti sei appena lavato,ci penserò io-risponde lei prendendomi il mento con il pollice e l'indice,costringendomi a guardare i suoi magnifici occhi
-Si...ehm...la mietitura!-dice Calypso interrompendo quel momento magico
-Oh...già...andiamo bambini...-dice aprendo la porta.
Mi vendicherò Calypso,sappilo. Esco dalla casa di Ortensia chiudendo la porta alle mie spalle. Arriviamo alla piazza principale:alberi appassiti,negozi chiusi e abbandonati e un enorme palcoscenico bianco con un mega schermo che troneggiava su tutto il distretto. Raggiungo gli altri ragazzi del distretto sei,uno di noi oggi se ne andrà e non sappiamo nemmeno se tornerà più,vogliamo stare uniti. Rivolgo uno sguardo fuggiasco a Ortensia,stava abbracciando le sue amiche,è sempre stata una ragazza dolce.
Un uomo dai capelli multicolore,una giacca di strass blu e verdi e dei pantaloni neri sale sul palco,Klortus Shame,colui che dovrebbe guidare il distretto sei alla vittoria. Il volto inevitabilmente rigato dalla vecchiaia ma pur sempre sorridente compare sul maxi schermo.
Visto che il distretto sei non ha mai vinto un Hunger Games,Capitol City ci ha assegnato quel l'essere laggiù.
-Benvenuti alla settantatreesima edizioni degli Hunger Games!-dice con il suo fortissimo accento della capitale-prima dell'estrazione dei nomi il sindaco Loutus!-continua lui con allegria e qualcuno inizia ad applaudire pigramente.
Il sindaco Timoty Loutus si alza,è un uomo grasso,dall'aria vecchia e stanca,con una bionda barba incolta intorno al viso e la testa completamente pelata. Il sindaco inizia il suo discorso ma nessuno presta molta attenzione,sono tutti troppo presi dal salutare i propri familiari. Ora che ci penso devo salutarli anche io,cerco i miei genitori tra la folla,non voglio che sia l'ultima volta che ci vediamo anche se le possibilità non sono molto elevate.
Dopo una decina di minuti il sindaco finisce il suo estenuante di scorso e la parola torna a Klortus.
-Bene bene. Sindaco il suo discorso è stato...istruttivo-dice trattenendo uno sbadiglio-adesso l'estrazione! Prima le femminucce-dice con una voce piuttosto acuta. Quando parla così,lo ucciderei. Infila un braccio intero dentro una delle sfere di vetro stracolme di foglietti di carta con scritto la condanna a morte di due ragazzi.
Klortus scosta qualche foglietto di carta e ne tira fuori uno,lo guarda con aria soddisfatta,lo srotola e poi:-ORTENSIA PICKMAR!-
-N..non è possibile...ORTENSIA NO!!!!-urlo io con un nodo alla gola.
Il mondo mi è crollato addosso,no,lei non può andare ad uccidere delle persone e morire. 
Scosto a suon di gomitate e arrivo in cima al palco,protendo un braccio verso ortensia,saremmo fuggiti,insieme. La catena di pacificatori mi spintona indietro,non saranno loro a fermarmi. Almeno penso così finché il mio corpo si irrigidisce con una scarica elettrica e cado a terra paralizzato,bastardi pacificatori,un giorno questo finirà,lo giuro.
-Un po' di dignità! Capisco che sei invidioso della tua amica ma mantieni la calma!-mi dice Klortus indignato-e tu,mia cara:congratulazioni!-dice allegramente ad Ortensia che si siede sconsolata senza dire nulla.
-È rimasta senza parole!-dice lui ridendo-e adesso é il turno degli uomini-continua con una voce profonda.
Immerge nuovamente la mano nell'altra sfera,tira fuori un altro foglietto di carta e legge a voce alta
-NEGUS ROSMITH!-
Continua

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