I wish you were the one.

di iwashere
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di libri e boxer. ***
Capitolo 2: *** Blame it on the alcohol. ***
Capitolo 3: *** Marchiare. ***
Capitolo 4: *** Cannella. ***
Capitolo 5: *** Caffè. ***
Capitolo 6: *** Chi ha detto che i gatti hanno sette vite? ***
Capitolo 7: *** 31 Agosto. ***



Capitolo 1
*** Di libri e boxer. ***


Pairing: Trent/Hunter.
Genere: Sentimentale, romantico, angst.
Avvertimenti: AU, What if?.
Rating: Verde.
Parole: 208.
Capitoli: 1/7
Prompt: Pigiama.
Note D’autore: La Trunter week finalmente è arrivata! *-* A causa della mia pessima organizzazione, credo che la maggior parte dei prompt saranno svolti con delle double drabble. In caso di qualche cambiamento vi avviserò :)
Disclaimer: Non possiedo Glee e nemmeno questi due – con tutti i warblers annessi.


 

Di libri e boxer.     

 
Trent lo odiava, perché Hunter girovagava sempre in boxer - di notte per la scuola – e sembrava non patire assolutamente il freddo nel suo particolare pigiama a un solo pezzo. Si erano incontrati un giorno, quasi per caso, mentre Trent era in sala comune a leggere svogliatamente sul divano di pelle e Hunter non riusciva a prendere sonno per chissà quale ragione. Non parlavano mai molto, quasi per niente. Erano solo confortevole silenzio, la consapevolezza di avere qualcuno al proprio fianco, solo per la genuina allegria dell’avere un compagno su cui contare.
Era diventata un’abitudine, da quel giorno, darsi impliciti appuntamenti nel mezzo della Dalton, inconsuetamente silenziosa a quell’ora della sera.
C’era sempre buio, e Hunter non capiva come facesse Trent a distinguere le parole stampate sul suo libro preferito, un mucchio di inchiostro e lettere indefinite ai suoi occhi verdi*. Lui d’altro canto riusciva a distinguere tutti i lineamenti di Trent, quindi  forse alla fine era solo la voglia di vedere, di vederlo.
Trent lo odiava, perché di notte Hunter era gentile e comprensivo e perché ormai da qualche settimana non leggeva più, le sue serate ridotte all’agognare il suo calore e la sua presenza.
Trent lo odiava, perché Hunter gli permetteva di amarlo solo di notte.
 

 * - * - *
 

La trunter week è finalmente arrivata, e anche se all'ultimo momento ci sono anche io! :) Una piccola nota, prima che mi dimentichi:
*gli occhi di Nolan sono di un colore indefinito, ma alla fine ho scelto il verde. *sbava*

A domani - o tra poco - un bacio,
Tatiana. <3

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Capitolo 2
*** Blame it on the alcohol. ***


Pairing: Trent/Hunter, con accenni di Nick/Jeff e Sebastian/Thad.
Genere: Sentimentale, romantico, angst.
Avvertimenti: AU, What if?.
Rating: Verde.
Parole: 637.
Capitoli: 2/7
Prompt: Gioco della bottiglia.
Note D’autore: Neanche a farlo apposta, doveva essere una drabble e ne sono uscite seicento parole.
Disclaimer: Non possiedo Glee e nemmeno questi due – con tutti i warblers annessi.
 


Blame it on the alcohol.

 
 
“Qualcuno di voi si è reso conto che siamo tutti ragazzi, vero?” Hunter parla, e nessuno dei warblers gli da retta, sostanzialmente.
“E quindi? Noi siamo tutti di mentalità aperta!” Thad è da qualche parte nella stanza – probabilmente sopra Sebastian – e non riesce nemmeno a vederlo, solo a sentire la sua voce.
“Una festa senza donne non è divertente, per me! E poi, quando ho detto di non essere nemmeno bi-curioso uno di voi mi ha ascoltato, per caso?” ruota gli occhi al cielo, consapevole che Thad deve aver smesso di prestargli attenzione.
“Io sì, ma sai come sono i warblers, gli dici una cosa e la dimenticano qualche ora più tardi.” Trent è a fianco di Hunter, arrivato silenzioso come sempre, e sembra quasi a disagio.
“Tutto bene, Trent?” e Hunter non vorrebbe apparire così preoccupato, ma è tardi e la musica è ad un volume spropositato, quindi chi gli darà importanza? Clarington no di certo.
“È solo che so come vanno a finire queste feste.” Un mezzo sorriso. “Jeff ha già bevuto due birre e se ne uscirà con una delle sue idee fra tre, due, un-“ Trent viene interrotto dalla voce del biondo che, sovrastando la musica, propone con entusiasmo “Gioco della bottiglia!”
Hunter dovrebbe essere sorpreso, ma Sterling è prevedibile e Nixon ha questa strana capacità di leggere le persone, quindi lo trova normale. Forse giusto un po’ divertente.
Quando però capisce cosa la proposta di Jeff comporta, spalanca gli occhi e scuote la testa violentemente. “Io non gioco, me ne torno in camera.”
Nick, fedelmente avvinghiato al suo biondo ragazzo, lo guarda con due occhi da cucciolo.
Cercano di usare le armi pesanti.
“Eddai, Hunter, rimani! Che ti costa?” Hunter si chiede se sia davvero così stupido o se sia colpa dell’alcool.
“Gli costa che dovrebbe baciare un ragazzo, e lui continua a dire di essere etero! Capisci il collegamento Duvall o vuoi che ti faccia un disegnino?” Sebastian parla con il suo solito tono acido e superiore, ma quando Thad – in braccio a lui, come sospettava Hunter – gli da uno schiaffo leggero sul braccio, i suoi occhi lasciano andare via un po’ di cattiveria.
“Puoi non giocare, se vuoi rimanere. Io non partecipo mai, comunque, quindi possiamo bere una birra insieme mentre aspettiamo che si stanchino.” Trent sorride di nuovo mentre gli stringe un po’ il braccio, e Hunter capitola troppo facilmente per i suoi gusti.
Tre bottiglie vuote e un numero indefinito di baci tra Nick e Jeff dopo, Hunter comincia davvero a sentirsi stanco, e ringrazia mentalmente il fatto che il giorno seguente sia sabato.
Trent si offre di riaccompagnarlo in camera, e ancora una volta Clarington attribuisce la colpa alla stanchezza e al sonno se accetta e quasi sorride, mentre lo fa.
Finisce di bere la sua birra proprio mentre sono davanti alla sua stanza e Trent sta dicendo qualcosa che lo fa ridere, così la piccola bottiglia verde gli scivola dalle mani per cadere a terra, miracolosamente senza rompersi.
Sia ringraziata la santa moquette di questa scuola.
Non ci fa caso subito, Hunter, al fatto che il collo della suddetta bottiglia sia rivolto verso Trent. Forse se ne accorge prima lui, perché arrossisce, e Hunter, sconvolto dall’idea che gli è passata per la mente e dai fumi dell’alcool, lo trova adorabile.
Così gli si avvicina e gli lascia un bacio a stampo, leggero e scomposto, per poi giustificarlo con un “Ho passato una bella serata, Nixon”.
Trent annuisce leggermente, poi sparisce nel corridoio poco illuminato andando verso la sua camera.
Quando Hunter si chiude la porta alle spalle e si butta sul suo letto, pensa che sia stata colpa dell’alcool se la bottiglia gli è caduta dalle mani.
Prima di addormentarsi, si ritrova a pensare che non sia stata per niente colpa dell’alcool, se ha baciato Trent.

 

* - * - *
 

Vi ho sorprese con questo bacio tutto dolcioso? Niente angst per oggi, siate fiere di me! ;3

Tatiana.

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Capitolo 3
*** Marchiare. ***


Pairing: Trent/Hunter con accenni di Stiles/Derek.
Genere: Sentimentale, romantico, angst.
Avvertimenti: AU, What if?.
Rating: Verde.
Parole: 1148.
Capitoli: 3/7
Prompt: Teen Wolf AU.
Note D’autore: Siete contente che ho sforato le mille parole? Tutto merito dell’AU, mi ha ispirato tantissimo. <3 Per il resto, ci vediamo sotto.
Disclaimer: Non possiedo Glee e nemmeno questi due – con tutti i warblers annessi. Nemmeno Teen Wolf è mio, in ogni caso. *sbuffa*
 



Marchiare.

 
Trent era stato trasformato quasi per caso, la notte in cui la sua auto aveva deciso di rimanere a secco sulla strada di casa e lui cercava disperatamente un po’ di segnale per chiamare il soccorso stradale. Si era allontanato di qualche metro dalla macchina, e aveva notato due punti rossi nel mezzo della foresta. Per capire che erano occhi, ci era voluto più tempo. Troppo.
Quello che Trent ricorda della notte in cui è stato trasformato, è il dolore dei denti che affondano nella carne, la mano sulla bocca per impedirgli di urlare e poi solo rosso e nero.
Si era svegliato in un loft sconosciuto, con un ragazzo muscoloso e dai capelli neri e scompigliati che lo fissava dal divano. Dopo il primo momento di panico e il dolore al collo e alla schiena – l’altro lo aveva poco gentilmente scaraventato a terra, una volta arrivato a casa – si era deciso ad ascoltare Derek. Gli aveva spiegato che era un Alpha, e che di conseguenza Trent era diventato un suo beta. Voleva ridere, perché era assurdo e perché i lupi mannari non potevano esistere. Derek aveva tirato fuori le zanne e la sua risata gli si era mozzata in gola, un po’ per la consapevolezza e un po’ per la paura.
Era rimasto a casa di Derek per quasi una settimana, lui che tanto non aveva nessuno da cui tornare – i suoi genitori scomparsi tragicamente in un incidente qualche anno prima – e si era fatto spiegare più cose che poteva.
Trent aveva quindici anni quando era stato trasformato una notte di novembre.
 

* - * - *

 
“Di grazia, mi spieghi che diavolo ci facciamo a Beacon Hills? Credevo che la fossimo lasciata alle spalle tre anni fa.” Trent è quasi scocciato e Derek lo capisce benissimo. Tornare a casa fa sempre schifo, se non c’è nessuno che ti aspetta.
“Te l’ho detto, mi ha chiamato l’Alpha di questa zona perché ha bisogno di aiuto. È uno che andava al liceo locale, Scott qualcosa.” Fa un gesto con la mano, come se fosse poco importante. E per Derek Hale, effettivamente lo è.
“Scott McCall? Scherzi Derek?” Trent sbarra un po’ gli occhi e si blocca di colpo nel mezzo della foresta.
“Direi di no, io non scherzo mai. Lo conoscevi?” Derek si ferma a sua volta e lo guarda aspettando un qualsiasi segno di risposta.
Trent alla fine annuisce. “Aveva sempre gli attacchi d’asma agli allenamenti di lacrosse. Era un tipo a posto. Come diamine ha fatto a diventare un Alpha?”
Un fruscio tra le foglie e Scott appare da dietro un albero, il suo migliore amico che lo segue fedelmente qualche passo più indietro, perché lui non appartiene al bosco come i licantropi.
“Il mio emissario dice che è una questione di carattere.” Sorride, e Trent si rende conto che non è cambiato molto, in quei tre anni. “E’ bello rivederti, amico.” Nixon annuisce e passa in rassegna il resto del branco di Scott.
C’è Stiles che però è ancora umano – e Trent lo sa perché il suo cuore sta battendo come un martello pneumatico mentre guarda Derek – e c’è Jackson – Trent ricorda anche lui, il ragazzo più popolare della scuola che non faceva altro che sfotterlo. E pensare che Scott lo odiava.
Dietro di loro c’è un ultimo ragazzo, alto e muscoloso, e Trent è quasi sicuro di non conoscerlo.
Scott fa le presentazioni, e lo sconosciuto ottiene il nome di Hunter. Derek quasi gli scoppia a ridere in faccia, perché il suo è proprio un nome perfetto per un licantropo*.
 

* - * - *

 
Tre mesi dopo, si considerano un unico branco con due Alpha. Scott e Derek sembrano fatti per guidare insieme il loro gruppo, e a Trent non è dispiaciuto smettere di vivere solo con lo scorbutico Hale. Per lo meno, pensa, da quando conosce Stiles sfoga la sua rabbia repressa su di lui. E con lui.
Trent ha sviluppato subito una certa connessione con Hunter, come se fossero destinati a conoscersi e a salvarsi il culo a vicenda. Quando sono finiti insieme, qualche settimana prima, Trent ha ignorato prepotentemente i sorrisini compiaciuti di Derek e le sue maledette definizioni di “compagno” e “soulmate” che continuava a cercare di rifilargli.
Su una cosa però il suo Alpha ha pienamente ragione e Trent deve riconoscerglielo.
Quando fanno l’amore, sente sempre questa necessità di mordere e lasciare segni e marchiare tutto il corpo di Hunter. Perché è suo, e tutto il modo deve saperlo e farsene una ragione.
Non lo fa mai però, perché sa cosa significherebbe marchiarlo e sa anche che sarebbe un patto eterno e incancellabile.
Non è pronto, Trent, ad assumersi una responsabilità del genere a diciotto anni.
E se Hunter cambiasse idea, un giorno? Lui si ritroverebbe con un compagno che non lo vuole e un amore non corrisposto a vita.
Non può – anche se vorrebbe - davvero correre il rischio, perché non è quel tipo di licantropo. Quindi aspetta.
Trent aspetta sempre.
 

* - * - *

 
Ad Hunter, aspettare non è mai piaciuto. Odia le file chilometriche, i compiti in classe finiti troppo presto che ti costringono ad implorare la campanella di suonare e anche il tempo che deve passare senza macchina quando la porta dal meccanico.
Così, quando dopo quattro mesi che stanno insieme e lui non ha ancora un morso di Trent sul collo, decide di parlargli. Perché Hunter è quel tipo di licantropo.
Hunter vuole tutto e subito, lo esige e non si aspetta di non ottenerlo, per il semplice motivo che il morso l’ha cambiato in maniera drastica e meravigliosa.
Hunter era uno sfigato, adesso tutti vogliono parlare con lui.
Hunter non aveva amici e ora ha un branco intero.
Hunter aveva paura di tutto – soprattutto di morire – mentre adesso potrebbe benissimo camminare in mezzo ad un incendio senza tremare.
Hunter era bianco e puro, invece adesso è nero e colpevole.
Ma va bene così, non gli interessa se i suoi occhi diventano blu quando si trasforma, perché Hunter si sente vivo come mai nella sua vita. E si sente amato, per la prima volta.
Così un giorno, dopo aver fatto l’amore con Trent, gli chiede candidamente di marchiarlo, perché lui è sicuro, per lui è chiaro come il sole: non c’è nessun altro che vorrebbe all’infuori di lui.
E Trent non riesce e non vuole dirgli di no, non può negarsi un amore così completo solo per la paura. Così lo morde, e sa esattamente come Hunter si sente.
Il dolore dei denti che bucano la pelle, il sangue che timido zampilla fuori da tutte le piccole fessure sul suo collo, la gola che sembra bruciare fino ad andare a fuoco.
Ma immagina che ne valga la pena, se questo dolore poi viene sostituito dai baci e dall’amore e dal senso di appartenenza.
Perché Hunter e Trent si appartengono, ora e sempre.
 

* - * - *

 
*Il gioco di parole fa riferimento alla traduzione in italiano della parola “hunter” che significa cacciatore. Magari non ha molto senso, ma dovevo inserirlo da qualche parte, era troppo tempo che volevo usarlo.
Spero vivamente che la shot sia comprensibile anche a chi non segue Teen Wolf – ve lo consiglio tra parentesi – e in caso contrario sentitevi liberi di dirmelo e di inctarmi a smettere di scrivere.
Siete meravigliosi e io davvero non so cosa dirvi. Vi amo. <3
 
Tatiana.

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Capitolo 4
*** Cannella. ***


Pairing: Trent/Hunter, Trent/Thad con accenni Sebastian/Thad.
Genere: Sentimentale, romantico, angst.
Avvertimenti: AU, What if?.
Rating: Verde.
Parole: 650.
Capitoli: 4/7
Prompt: Biscotti.
Note D’autore: Sono in ritardo di un giorno e non ho nulla di sensato da dire. Ci sono un paio di note a fine shot, ci si risente lì! <3
Disclaimer: Non possiedo Glee e nemmeno questi due – con tutti i warblers annessi.
 

 

Cannella.

 
Thad sta quasi dormendo, tra le braccia di Sebastian, quando bussano alla porta della loro stanza. Ci prova davvero ad ignorare il rumore sordo che fanno le nocche sul legno, ma dopo un tempo indefinito – cinque minuti o mezz’ora? – si decide a sciogliere la presa di Sebastian, che nel frattempo non ha mosso un muscolo – ma tu non ti svegli nemmeno con le cannonate, uhm? – e apre la porta, mostrando un Trent agitato e sollevato.
“Trent, cosa ti serve di tanto urgente la domenica mattina alle” si gira verso la radiosveglia “otto e mezzo?” il suo tono di voce potrebbe essersi alzato di qualche ottava.
Potrebbe.
Trent struscia un po’ i piedi sulla moquette davanti alla porta, poi prende coraggio e spiega a Thad il motivo per cui è andato lì.
“Io avrei bisogno della tua ricetta dei biscotti. Sai, quelli che avevi preparato a Sebastian quel giorno?* Vorrei farli anche io ad Hunter, se non ti dispiace.” Trent sorride, di nuovo imbarazzato eppure deciso.
Thad gli sorride, si allunga a prendere una felpa e gli comunica che gli darà una mano a prepararli.
 

* - * - *

 
“Quindi, qualche ricorrenza importante o è semplicemente un gesto carino?” chiede Thad, mentre mescola tutti gli ingredienti nella terrina gialla.
Trent sobbalza un attimo, troppo preso dallo sciogliere il cioccolato per ascoltare davvero. “Scusami Thad, ero sovra pensiero. Dicevi?”
Thad ride, e si chiede se anche lui risultava così agli occhi degli altri, i primi mesi con Sebastian.
“Chiedevo se era un qualche mesiversario o solo un gesto romantico.”
Trent alza un po’ le spalle e sorride mentre versa il cioccolato nella ciotola di Thad, poco alla volta.
“In realtà non è nulla di speciale, sto solo cercando di farmi perdonare.” Thad lo guarda, tutto occhioni nocciola e indicazioni su come impastare, e lo incita silenziosamente a spiegarsi.
Perché Thad non chiede mai, in questi casi. Lui si insinua nel cervello degli altri attraverso gli occhi, fino a quando la pressione del silenzio diventa troppa da sopportare.
“Ieri ci siamo urlati addosso per l’ansia da pre-esame e abbiamo finito con il dormire in letti separati. Girati da una parte opposta all’altra. È da talmente tanto tempo che ci addormentiamo insieme, che non sono riuscito a chiudere occhio tutta la notte. Speriamo che con i biscotti riesca a risolvere questa situazione.” Trent sorride a Thad, che lo ha ascoltato attentamente mentre versava l’impasto negli stampini.
“Andrà bene, non preoccuparti.” Gli fa l’occhiolino e si siedono al tavolo, aspettando che il forno suoni decretando la cottura perfetta dei biscotti.
 

* - * - *

 
Quando Trent torna in camera, un’ora e mezzo dopo, Hunter sta ancora dormendo. Nel sonno si è girato inconsciamente verso il suo compagno di stanza, che sorride nel vederlo così, aggrovigliato tra le lenzuola e con il viso schiacciato sul cuscino.
Trent si siede sul letto e gli tocca leggermente la spalla, come se stesse svegliando un animale pericoloso. Hunter mugugna un paio di volte, poi apre pigramente gli occhi e mette a fuoco la figura del suo ragazzo dopo una manciata di secondi.
“Buongiorno, Hunt.” Trent sorride, e gli accarezza automaticamente la fronte sistemandogli i capelli scompigliati.
“Come mai già in piedi?” Hunter sta letteralmente facendo le fusa, e Trent passerebbe la sua vita così, a far scorrere le dita tra i suoi capelli.
“Ti ho preparato i biscotti per colazione. Mi dispiace davvero tanto per ieri, sono stato uno stupido a prendermela con te. Puoi perdonarmi?”
Hunter apre gli occhi del tutto, come se fosse stato colpito da un secchio di acqua gelata.
“No, fammi capire. Tu mi prepari la colazione e mi chiedi se posso perdonarti?” Trent annuisce appena, e prima che possa dire qualunque cosa Hunter lo bacia, famelico e dolce allo stesso tempo.
“Chissà come mi ringrazierai quando li assaggerai, questi biscotti.” dice Trent quando si staccano, prima di scoppiare a ridere con Hunter.
 
 

* - * - *

 
*si riferisce ad un’altra mia shot, in cui Thad preparava i biscotti a Seb e viceversa. Questa qui per intenderci. *si vergogna per la pubblicità occulta*
Scusate l’immenso ritardo, ma la mia vita sociale ieri mi chiamava a gran voce. Prima di notte torno anche con quella di oggi, così mi metto in pari!
 
Tatiana.

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Capitolo 5
*** Caffè. ***


Pairing: Trent/Hunter.
Genere: Sentimentale, romantico, angst.
Avvertimenti: AU, What if?.
Rating: Verde.
Parole: 106.
Capitoli: 5/7
Prompt: Cucina.
Note D’autore: Siamo ritornati al traguardo delle cento parole – più o meno, non sono proprio capace di essere precisa – ma spero che vi piaccia ugualmente.
Disclaimer: Non possiedo Glee e nemmeno questi due – con tutti i warblers annessi.
 

Caffè.

Ore 6.00, casa Clarington-Nixon.


“Hunter, spegni la caffettiera!” Trent, al piano di sopra, si veste di tutta fretta.
Dalla cucina, nessuna risposta.
“Hunter?” si azzarda a chiedere di nuovo, scendendo le scale.
Suo marito sta dormendo, faccia sul tavolo di legno e braccia a fargli da cuscino.
Trent sorride automaticamente, un riflesso involontario nato negli anni.
Adorabile.
“La prossima volta la preparo io la colazione, tu rischi di bruciare tutta la cucina.” Un bacio sulla fronte, il caffè che viene versato nel termos d’acciaio e Trent che lo sveglia all’ultimo momento. Perché saranno anche in ritardo, ma Hunter addormentato è uno spettacolo troppo bello da interrompere.
 

* - * - *

 
Questo è stato il prompt più difficile da scrivere, quindi aspetto i vostri commenti con ancora più impazienza.
 
Tatiana. <3

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Capitolo 6
*** Chi ha detto che i gatti hanno sette vite? ***


Pairing: Trent/Hunter.
Genere: Sentimentale, romantico, angst.
Avvertimenti: AU, What if?.
Rating: Verde.
Parole: 386.
Capitoli: 6/7
Prompt: Mr. Pussy.

Note D’autore: Nosense al massimo e un giorno di ritardo. Ma mi amate comunque, anche se non recensite più, vero? ç___ç
Disclaimer: Non possiedo Glee e nemmeno questi due – con tutti i warblers annessi.

 

 

Chi ha detto che i gatti hanno sette vite?

 
“Hunter, ti prego, sta’ calmo. Con questo attacco di panico ti verrà un infarto.” Trent gli mette una mano sul braccio ma suo marito non lo ascolta.
“Stare calmo? Stare calmo, Trent? Mr. Puss è sparito ed io non devo entrare nel panico?” si passa le mani tra i capelli, preoccupato e impotente. “Chissà in quale quartiere pieno di cani randagi sarà andato a cacciarsi!”
Trent non sa se ridere o avere paura. Hunter ha sempre avuto questo morboso attaccamento al suo gatto, ma non pensava potesse arrivare ad un livello del genere.
“Mr. Puss è un gatto coraggioso e sa farsi rispettare. Vedrai che non gli succederà nulla, tornerà a casa per cena.” Cerca di rassicurarlo, e all’elogiare le doti del suo bianco e peloso compagno di vita Hunter sembra tranquillizzarsi.
Passano la giornata ad aspettare, in salotto, che la porticina dedicata all’amato gatto si apra riportandolo a casa.
Quando sono le sei e Clarington ha superato poco brillantemente altri due attacchi di panico – Hunter va tutto bene, sono qui con te. – Trent pensa che forse dovrebbe dirglielo.
“Hunt, credo di sapere dov’è Mr. Puss.” Sbiascica, e suo marito apre gli occhi di scatto, d’un tratto interessato soltanto all’uomo accanto a lui sul divano blu.
Gli fa segno di continuare, immediatamente pronto ad uscire alla ricerca per tutti i viali della città.
“Sai che i nostri vicini hanno una gatta, no?” Trent parla con calma e pazienza. “Si chiama Black*, ha una macchia nera sul musetto. Te la ricordi, vero?”
Hunter annuisce senza capire davvero dove il marito vuole andare a parare.
“È un paio di mesi che Mr. Puss passa le giornate nel giardino dei nostri vicini. Per lei. Hanno una specie di storia d’amore.” Trent prende un sospiro enorme, conscio del peso di quello che sta per dire. “Lei è incinta, Hunter.”
Passano secondi lunghi mille anni, Hunter immobilizzato sul divano con gli occhi spalancati e la bocca appena aperta per prendere aria. Poi si alza di scatto, esce dalla porta secondaria – quella dalla quale si vede benissimo il pezzo di prato che condividono con i Watson** - e l’ultima cosa che dice arriva alle orecchie del marito un po’ ovattata ma cristallina.
“Mr. Puss, io non sono pronto a diventare nonno! Fai bene a nasconderti da me, io ti castro!”
Trent ride.
 
 

* - * - *

 
*Black era la mia gattina, non ho potuto che accoppiarla al mitico gatto di Hunter <3
**Potrei aver iniziato Sherlock. E potrei avere una cotta per Watson. *sospira*
Bene, dopo questo alto tasso di nosense e comicità – vi prego ditemi che Hunter fa ridere anche voi xD – ci risentiamo domani.
Get ready,
Tatiana.

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Capitolo 7
*** 31 Agosto. ***


Pairing: Trent/Hunter.
Genere: Sentimentale, romantico, angst.
Avvertimenti: AU, What if?.
Rating: Verde.
Parole: 647.
Capitoli: 7/7
Prompt: Last kiss.
Note D’autore: Avete presente quando avevo accennato all’angst? Dimenticate l’angst, mi sono messa a piangere scrivendo – è peggio. Per il resto ci vediamo sotto.
Disclaimer: Non possiedo Glee e nemmeno questi due – con tutti i warblers annessi.
 

 

31 Agosto.

 
Quando Trent e Hunter si baciano la prima volta, non è propriamente voluto.
È l’ultimo giorno di scuola, si stanno salutando mentre Hunter mette via le ultime cose, e non si accorge che Trent è davvero troppo vicino. Quando si gira, invece di scoccargli un bacio sulla guancia, assaggia le sue labbra. E ne rimane scioccato all’inizio, tanto da non riuscire a dire o fare nulla, se non spalancare un po’ la bocca e inalare più aria che può, nemmeno soffrisse di asma.
Dopo quel giorno, si incontrano nuovamente alla consegna dei certificati annuali. C’è tutta la scuola, nella sala grande dei warblers, eppure Hunter ha occhi solo per il suo compagno di stanza, che però prontamente evita il suo sguardo e cerca in ogni modo di stargli il più lontano possibile. Alla fine, quando metà degli studenti sparisce dietro ai propri genitori, fieri e soddisfatti, Hunter e Trent rimangono da soli per forza di cose. Parlano un po’, di qualunque cosa che non sia il bacio. Quando sono costretti a salutarsi – perché Hunter sente meglio di chiunque altro, e i tacchi di sua madre fanno particolarmente rumore – il bacio che si scambiano è totalmente voluto.
Dopo il loro primo vero bacio, decidono di frequentarsi e uscire insieme più che altro perché si mancano. Hunter vorrebbe passare con Trent più tempo possibile e Trent non vede l’ora di tornare a scuola per dividere la stanza con Hunter.
Si amano e si vogliono a tal punto, che a metà luglio – un mese e diciotto giorni dopo lo scontro in camera – finiscono a fare l’amore a casa di Hunter, che ormai è anche un po’ casa di Trent. È la prima volta di entrambi – Ricordi che io non ero nemmeno bi-curioso? Non sono pratico! – e sono un po’ impacciati, guidati dall’istinto e dall’amore denso e palpabile che li unisce. Quando la mattina dopo Trent si sveglia sulla spalla del suo ragazzo a casa Clarington, vorrebbe dirgli che lo ama. Ma non lo fa, perché sa che Hunter non è ancora del tutto convinto del suo cambiamento, e dichiararsi servirebbe solo a farlo scappare. Così ingoia a vuoto il suo amore e scende a preparare la colazione.
Passano il resto dell’estate insieme, studiando e svolgendo i compiti, leggendo in giardino e baciandosi ogni tanto – soprattutto quando i genitori di Hunter non ci sono – e sfruttando a pieno ogni minuto.
Ai genitori degli studenti della Dalton, viene recapitata a casa una lettera, il 31 Agosto.
“Siamo lieti di annunciare che le lezioni riprenderanno il giorno 5 Settembre. Saremo più che felici di rivedere tutti i nostri studenti.”
E Trent quel giorno non è con Hunter, ma lo sa cosa vuole dirgli quando riceve la sua chiamata. Così non risponde, si prende il suo tempo, si chiude in camera per un paio d’ore e ne esce con i solchi sulle guance, fatti da lacrime troppo ingiuste e troppo difficili da affrontare da solo. Un bacio in fronte a sua madre seduta sul divano ed esce, diretto a casa Clarington.
Quando arriva, non riesce nemmeno a dire una parola che Hunter gli attacca le labbra e lo porta in camera. Fanno l’amore, e non c’è più incertezza, non più oramai, né ansia. Solo paura e dolore e la consapevolezza che le cose finiscono. Un ultimo bacio, poi il padrone di casa si appoggia alla spalliera del letto, come se anche stare seduto fosse doloroso all’inverosimile.
“Non possiamo più stare insieme, Trent.”
Non si scusa, Hunter, perché non l’ha mai fatto, perché lo rende debole. Ma vorrebbe, vorrebbe con tutto il cuore, perché Trent non fa null’altro che non sia annuire e rivestirsi, e poi sparire dietro la porta bianca di camera sua e poi giù nel suo giardino perfettamente curato e poi ancora in strada da dove è arrivato.
È il 31 Agosto, e l’estate muore portando con sé anche l’amore di Hunter e Trent.
 
 

* - * - *

 
Potete uccidermi, giuro che potete. Fatemi del male e ditemi di smetterla - ma l’angst è proprio il mio essere.
La week è finita, ma vi annuncio che scriverò anche il giorno 8, la Daddy, ma la posterò singolarmente, così mi farò perdonare – forse?
Grazie a tutte le ragazze del gruppo “Trunter week” e a tutti quelli che hanno letto e recensito e mi hanno sostenuta.
 
Tatiana. <3

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