Heartbreak Girl

di E_M_13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Heart Attack ***
Capitolo 2: *** Little Things ***
Capitolo 3: *** I Would ***
Capitolo 4: *** Roar ***
Capitolo 5: *** All I ever wanted ***
Capitolo 6: *** I know you care ***
Capitolo 7: *** Unpredictable ***
Capitolo 8: *** Light me up ***
Capitolo 9: *** Demons ***
Capitolo 10: *** Be the one ***
Capitolo 11: *** Memories ***
Capitolo 12: *** Born to die ***
Capitolo 13: *** Wait for the sun to rise ***
Capitolo 14: *** Young and beautiful ***
Capitolo 15: *** I'm not broken ***



Capitolo 1
*** Heart Attack ***


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PROLOGO

 
Scappare era sempre stata una mia specialità ma lasciare finalmente quella casa fu un vero e proprio sollievo. Così, lasciai casa per la prima volta a diciasette anni per finire nelle braccia di mia nonna che era molto meglio di due genitori che si erano letteralmente dimenticati di avere una figlia. 
Raggiunsi mia nonna a Leicester a fine Agosto e lei mi iscrisse a una scuola  contro la mia stessa volontà, il motivo principale per il quale non volevo andare a scuola era perché non volevo spiegare al mondo il motivo della mia veloce partenza. L'unico lato positivo era il mio migliore amico d'infanzia, ovvero il ragazzo della porta accanto, Harry, che aveva promesso di aiutarmi almeno per l'inizio in una nuova prigionia. Mi aveva fatto conoscere alcuni dei suoi amici,tra cui Louis e Zayn che erano davvero simpatici anche se non ero in vena di amicizie, non esattamente. 
 

Heart Attack


Ed eccola, la scuola. Molti ragazzi stavano già chiacchierando allegramente all'entrata, probabilmente erano molto contenti di rivedersi e di essere, di nuovo, insieme. Cercai con  lo sguardo Harry ma l'unica cosa che riuscivo a vedere erano  volti sconosciuti che mi guardavano con un misto di curiosità e antipatia. Ero molto tentata di scappare ma non lo feci notare a nessuno. Raggiunsi la prima lezione senza ritardi nè problemi, strano ma vero! 
La lezione fu più o meno piacevole forse perché era la prima e ci voleva andare piano, o magari era semplicemente brava. 
Al suono della campanella uscii velocemente dall'aula e raggiunsi la successiva che, con mio grande sollievo, era frequentata da Harry che mi sorrise in segno di scusa. Giurai di non lasciarmi più andare a quelle fossette. 
"Dove eri scomparso?" gli chiesi mentre mi sedetti al banco di fianco al suo.
"Dopo ti spiego, preparati perché questa lezione sarà terribile" sbuffai, sarebbe stata una lunga giornata.
Come promesso, la noia prese il sopravvento entro un paio di minuti e Harry se ne rese conto così mi mandò un biglietto con scritto: Dopo ti faccio conoscere un mio amico.
Il mio entusiasmo era pari a zero.

Alla fine della lezione mi portò davanti al suo armadietto, lì davanti c'era un ragazzo biondo, probabilmente tinto, dato che si notava la ricrescita. Sorrideva e salutò l'amico con una pacca sulla spalla.
"Niall, questo splendore è Amy Gillbert, la ragazza della porta accanto!" sorrisi, mio malgrado. 
"Ciao Niall, Harry è in vena di scherzi oggi" 
"Lo è sempre, piacere di conoscerti, com'è andata fino a ora?" Feci cenno di zittirsi e ciò lo fece ridere anche se quello che avevo fatto non era sarcastico. 
"Andremo sicuramente d'accordo!" feci spallucce e chiesi che materia avevano nella successiva ora. Fortunatamente sia Harry che Niall erano in quella classe. 
Entrai pronta al peggio,

La prof iniziò a parlare e proprio in quel momento qualcuno bussò. Entrò un ragazzo alto con una imponente corporatura, castano con indosso una maglietta bianca che lasciava poco alla immaginazione e una giacca di jeans senza maniche e un sorriso furbo mentre spigava il motivo di tanto ritardo.
Notai che la sua voce era meravigliosa. Si sedette nell'unico posto libero ovvero quello di fronte al mio. La lezione era improvvisamente diventata mooolto interessante. Cercai di concentrarmi per almeno un paio di minuti e fallì miseramente. Così non mi resi conto della domanda che mi aveva posto l'insegnante.
"Cosa?" chiesi provocando una risata generale.
"Cosa stavo dicendo?" Il ragazzo in giacca si girò e giurai di cambiare posto la prossima volta. 
"Temo che qualcosa mi sia sfuggito" dissi puntando sulla simpatia. Il ragazzo rise ma la insegnante non era altrattanto contenta della risposta. 
"Ringrazia che è il primo giorno"  Graaaaazie,dissi mentalmente. Tutto filò liscio almeno finché la campanella non suonò. Harry mi raggiunse all'istante e mise un braccio intorno alle mie spalle con un fare protettivo che proprio non riuscivo a capire. 

"Liam" disse Harry al ragazzo con la giacca che, evidentemente, aveva un nome. Lo guardai senza capire almeno finché Niall non si mise in mezzo ai due. 
"Allora, come va? Andiamo a pranzo insieme dopo?" ci chiese, con un tono nervoso. Annuì distrattamente e mentre osservavo Liam che intanto rideva divertito dalla scena. Se ne andò senza nemmeno salutare ma non credo che Harry se la prese.
"Che succede?" chiesi incuriosita. 
"Sta alla larga da quello ti conviene" rispose Harry che era diventato molto serio. 

Il resto della giornata passò tranquillamente ma il mio cervello doveva ancora registrare le ultime parole di Harry, così, alla fine delle lezioni chiesi a Niall delle spiegazioni. 
"Non far caso a loro due,si odiano a vicenda" piegai la testa di lato ancora mooolto incuriosita.
"Ma perché?"

 

MA CIAOOO!
Siamo Melissa e Eli (e quando dico Eli intendo solo Eli) e questa è la nostra prima Storia, speriamo che vi piaccia.
Sappiamo che questo primo capitolo è un po' corto ma promettiamo che i prossimi saranno più lunghi, promesso! ;)
E ora vi lasciamo con una foto di Amy e Harry 
A prestoooo!

AMY E HARRY

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Capitolo 2
*** Little Things ***


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Little Things 


"Ma perché?" insistetti, senza ricevere una risposta. 
Decisi che Niall era un vero e proprio osso duro per quando si tratta di segreti. Accidenti!, imprecai mentalmente anche se ancora non capivo il motivo di tanto interesse nei loro confronti ma c'era qualcosa in loro che mi intrigava e non mi sarei di certo fermata adesso. Tornando a casa notai che mia nonna era uscita, per essere vecchia era una vera forza della natura. Mi sdraiai al letto quando il mio cellulare squillò per l'arrivo di un messaggio. 
'Esci di casa e vieni da me, H.' 
Sorrisi e scesi le scale con calma guardandomi allo specchio per vedere se ero decente ma alla fine non ci feci poi tanto caso. Uscii fuori e trovai Louis e Harry che discutevano su cosa fare durante il pomeriggio, neanche si accorsero del mio arrivo. Così rimasi in disparte per vedere in quanto tempo mi avrebbero vista, il che era comico dato che non avevo mai sentito quei due parlare in modo così serio per qualcosa che, di fatto, non lo era.
"Oh, andiamo sei sempre tu a decidere, dammi spazio!" esclamò Louis, alzando le mani al cielo.
"Ma se sei sempre tu quello che decide" controbatte Harry, deciso a non lasciargliela vinta.
"Sì, ma ieri hai scelto tu" disse lui in sua difesa senza rendersi conto di aver dato ragione alla frase di Harry.
"Allora lo ammetti! E allora decido io!" ero sicura di non poter morire di risate ma da quel momento cambiai idea. Loro che non litigavano per le grandi cose erano seriamente arrabbiati per una piccolezza simile. Forse è vero quando dicono che sono le cose piccole ad essere importanti. Stavolta fui io a non rendermi conto che loro mi avevano notato. Louis guardò Harry e Harry guardò Louis, che si voltò verso di me. Scoppiamo a ridere all'unisono. Si diedero dei cazzotti a vicenda prima di voltarsi verso di me e avvolgermi con le loro grandi braccia alzandomi dal suolo e tenendomi in equilibrio. Risi più forte e tirai un paio di calci finché non mollarono la presa. Mi guardai intorno senza smettere di sorridere e ciò fecero anche gli altri due idioti. 
"Allora che si fa?" chiesi, un po' per provocarli, un po' perché volevo davvero saperlo.

***

Un paio di minuti dopo mi ritrovai in un bar davvero singolare. Più che bar tutti lo chiamavano "ritrovo", dove molti studenti si riunivano bevevano qualcosa e chiacchieravano allegramente. Ma la cosa che rendeva quel locale migliore, secondo Louis, era la musica, infatti dissero che lì potevo trovare i migliori cantanti della nostra scuola. Non sapevo che però Luois, Harry, Niall e Zayn, avessero un gruppo. Insomma, sapevo che a Harry piaceva cantare e che aveva davvero un bella voce ma non sapevo che anche gli altri avessero la stessa passione. Lì, il resto del gruppo si riunì e decisero di cantare una delle loro canzoni, lasciandomi a un tavolino vicino al palco. 
Erano bellissimi, Niall aveva la chitarra ed era seduto su uno sgabello mentre gli altri erano in piedi aspettando impazienti. 
"Okay, questa canzone si intitola Little things, spero vi piaccia" disse Zayn. 
La musica partì e per un secondo mi sembrò di volare. Le loro voci erano una composizione di armonia, tutte nel momento giusto, pronte a far battere migliaia di cuori all'unisono. Per un momento mi dimenticai di respirare e presi qualche colpo, la perfezione sembrava un vecchio ricordo a confronto. Finirono la canzone in un lampo e molti gli chiesero di fare il bis, li osservavo con ammirazione anche se non lo avrei mai ammesso di fronte a loro. Ah, l'orgoglio! Cantarono altre due canzoni poi lasciarono che Niall facesse un assolo. 
Sentii un braccio circondarmi le spalle e riconobbi subito lo smeraldo dei suoi occhi. 
"Allora, com'eravamo?" chiese pieno di speranze.
"Non male" ammisi senza dargli la soddisfazione di un complimento in più. Rise, aveva intuito. Lo faceva sempre, da quando all'età di cinque anni scappavo da casa mia per intrufolarmi tra le sue braccia quando i miei genitori litigavano. Gli altri ci raggiunsero ma Zayn dopo un paio di secondi si fiondò da una ragazza che tutti chiamavano Perrie. Louis disse che stavano insieme da un bel po' e che erano la coppia più bella e incasinata di tutto il Regno Unito. 
Dopo un paio di minuti di chiacchiere qualcuno salì sul palco e subito riconobbi il volto, Liam. 
Harry, lì accanto, si pietrificò mentre gli altri borbottavano qualcosa tra l'infastidito e l'arrabbiato. Era questo l'effetto che gli faceva quel volto, interessante. 
"Dedico questa alla ragazza nuova" disse come se fosse la cosa più naturale di questo pianeta. Vidi trecento facce girarsi verso di me come se fosse la cosa più ovvia. Arrossii senza capire il motivo di tanto interesse. In quel momento l'aria divenne troppo pesante, e la voce di Liam era ipnotizzante al punto tale di dimenticare tutto. Non potevo rimanere dentro quel posto a lungo o sarei esplosa nel giro di un paio di secondi così sussurrai a Harry:
"Io vado al bagno, se non ti dispiace", lui annuì e io mi alzai sentendo il peso di almeno cento occhi su di me. Entrai in bagno con il fiato corto e rimasi davanti allo specchio per un paio di minuti notando le guance rosse. Una ragazza entrò e appena mi vide scoppiò a ridere. Aveva i capelli tinti di platino, con due occhi mozzafiato, Perrie. 
"Scusa, riflesso incondizionato. I ragazzi mi hanno chiesto di passare per vedere come andava" disse ma la cosa non mi rassicurò moltissimo. 
"Tutto bene, dovevo solo andare in bagno" Mi sciacquai il viso velocemente e uscii ritrovandomi di fronte a Harry e un succo di frutta. 
"Tieni, ti serve" mi porse la bottiglietta e gli sorrisi grata. 
A quel punto una persona si fece largo tra la folla e mi salutò, come se ci fosse abituato. Era Liam. 
"Non è molto cortese andarsene quando qualcuno ti dedica una canzone, sai?" Simpatico, pensai. Perché dovrebbe dedicarmi una canzone se non sa neanche chi sono? Tra l'altro, nemmeno io so chi è lui. Quindi non sorrisi, né lo salutai di rimando, anzi lo guardai torva. 
"Non ero costretta a sentirti cantare"

LIAM POV

Harry stava appiccicato a quella ragazza come un koala, motivo per il quale dovevo avvicinarmi a lei. Era sicuramente una ragazza carina ma visto che stava con Harry, anche se fosse stata una modella l'avrei avuta tra i nemici.
Quello che mi ha fatto Harry non lo dimenticherò mai, in tutti questi anni gliene avevo perdonate tante ma l'ultima non gliela avrei lasciata passare, mai. Così mi arrabbiai come una bestia quando lo vidi afferrare il braccio della ragazza. 
"Mica l'ammazzo, Styles" lo provocai, sapendo perfettamente che non avrebbe mai lasciato stare. Lui in tutta risposta spostò la ragazza di lato e si mise di fronte a me, con un'aria di sfida.
"Stai alla larga da lei" Oh, oh, il ragazzo ci tiene! , pensai. Sarebbe stato molto più divertente. 
"Tu non sei stato alla larga da quella ricordi?" chiesi, anche se conoscevo perfettamente la risposta. La ragazza nuova mi guardò con curiosità e scostò l'amico in modo da potermi parlare.
"Cosa succede? Harry?" era un bel po' confusa. 
"Non è niente, è lui che ci provoca, andiamocene" disse con una strana calma che non gli calzava a momento. 
"No, tu vai, io resto" Harry scosse la testa deciso a controbattere ma prima che lo facesse la ragazza mi stupì con una delle sue azioni. Afferrò decisa la mia mano e mi trascinò fuori, mi voltai un secondo verso Harry e notai la delusione nel suo volto. Mi fece pena, è vero, ma lui doveva pagare per ciò che aveva fatto. Mi concentrai sulla ragazza che, raggiunto il portone, staccò la sua mano della mia. 
"Allora, come ti chiami?" lei sbuffò e si spostò all'angolo. 
"Hai intenzione di rispondermi?" chiesi, insistendo. Lei si voltò verso di me, ancora nervosa. 
"Non sono qui per socializzare, cosa avete tu e Harry?" andò subito al punto e ciò mi sorprese come non mai. Nessuno me l'aveva mai chiesto, probabilmente perché avevano paura di me, o di Harry, soprattutto dopo la rissa di tre mesi fa. 
"Perché non lo chiedi al tuo ragazzo?" Lei scosse la testa e si appoggiò al muro. Decisi di avvicinarmi e appoggiai una mano al muro dietro di lei imprigionandola con il mio corpo.
"Non è il mio ragazzo" disse, mi piaceva il suo modo di essere diretta e decisa. Questo non significa che però mi piaccia per il resto. "Rispondi alla mia domanda." 
"Esci con me una volta e io ti risponderò, che ne dici?" annuì ma non me la diede vinta fino in fondo. Una parte di me sicuramente se lo immaginava.
"Voglio un indizio però" 


Spazio Autrici
Ma ciaoo,
Siamo tornate e speriamo che questo nuovo capitolo sia abbastanza carino per voi lettori! Allora che ne pensate? Qual è il segreto che nasconde Styles? E perché Liam è così arrabbiato nei suoi confronti?
L'unico modo per conoscere la risposta è seguirci! E ora vi lasciamo a queste due meravigliose creature! :)
Melissa e Eli

 
Amy
 
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Liam
 
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Capitolo 3
*** I Would ***


I WOULD

Entrai in classe quasi tremando. Speravo con tutta me stessa che si fosse dimenticato di quella maledetta promessa ma una parte di me sperava il contrario e ciò non mi rilassava affatto. Ma dal modo in cui mi sorrise, capii che non si era dimenticato proprio di niente. L'unico posto libero era quello dietro di lui, Harry e Niall, si erano già appostati al lato opposto dell'aula. Mi avvicinai a loro e gli sussurrai un arrabbiato
"Perché l'unico posto rimasto è quello?!". Harry mi guardò stupito, poi capì, e mi sorrise.
"Pensavo non ti dispiacesse". Roteai gli occhi e mi girai verso Liam e buttai la cartella a terra dimenticandomi di comportarmi finemente.
"Allora quando si esce oggi?" mi chiese ma scossi la testa, le mie inutili speranze andavano sempre a farsi benedire. Eppure qualcosa nel suo sguardo ricco di charme, mi faceva dimenticare che tipo di personalità avevo di fronte.
"No, oggi non posso" dissi fingendo sicurezza. Lui sospirò, non del tutto convinto della mia risposta.
"E domani?", scossi di nuovo la testa con rinnovata sicurezza. Il fatto che insistesse non era un buon segno, ma cosa avevo fatto per meritarmi questo?
"Avevamo un patto" sorrisi. Ma lui rimase serio come se mi avesse proposto di salvargli la vita e io avessi rinunciato.
"Sì, ma non avevo detto quando sarei uscita con te", speravo che non continuasse con la sua stupida idea ma lui mi stupì nel peggiore dei modi. Con uno sguardo decisamente arrabbiato si avvicinò al mio banco e appoggiò una mano sullo schienale della mia sedia, piegandosi fino a raggiungere il mio orecchio. Io in quel momento non potevo pensare razionalmente, eppure, di solito, era difficile intimidirmi. "Oggi esci con me, punto." lo disse con una tale forza da farmi impietrire fino alla radice dei capelli.
"Dammi il tuo numero" ordinò, letteralmente. Qualcosa riuscì però a salvarmi e non fu Harry ma la professoressa. Dio la benedica! Lui mi lanciò uno sguardo assassino per poi sedersi. Tirai un sospiro di sollievo che non passò inosservato, sfortunatamente. La prima mezz'ora passò tranquillamente, ma a un certo punto un foglietto atterrò sopra il mio quaderno e dalla paura sobbalzai.
Cosa voleva? H.
Mi girai verso di lui facendoli segno che gliela avrei detto più tardi e lo vidi annuire. In quel momento un'altro foglietto aveva attirato la mia attenzione.
Il tuo ragazzo è geloso? L.
Questo era abbastanza, non potevo farmi prendere in giro in questo modo. Così strappai un pezzo di foglio e scrissi:
non so chi ti credi di essere ma smettila di rompermi le scatole o mi toccherà distruggerti.
Appena la prof si girò gli lanciai la risposta.
Vedremo, rispose di rimando e ciò mi fece imbestialire.
Finita l'ora mi alzai e raggiunsi Harry velocemente. Mi abbracciò sotto gli occhi di Liam e quando mi lasciò andare, agganciai un mio braccio sulla sua vita dirigendomi all'uscita insieme a un Harry sorridente. Finché ero insieme a lui, ero al sicuro.
 

***


Harry mi aveva accompagnato a tutte le lezione, assicurandosi dell'assenza di Liam ogni volta. Alla pausa pranzo mi sedetti accanto a lui, da sola, gli altri ragazzi erano andati a sedersi a un certo Josh alla quale erano molto legati. Rigirai il mio panino per almeno un paio di minuti, poi decisi di lasciarlo a Harry che però non accettò dicendo che avevo bisogno di mangiare. Al diavolo, pensai. Mi alzai e mi diressi verso il cestino buttando via il contenuto del vassoio e non feci in tempo a girarmi che mi ritrovai Liam di fronte.
"Cosa?!" esclamai, mi stavano torturando o cosa? Lui sorrise e in ciò riuscii a vedere una nota di tristezza che scomparve nell'istante in cui alzò il suo sguardo sui miei occhi.
"Il tuo numero, ricordi?" mi spiegò, mostrandomi il suo cellulare. Fu quel nota appena percettibile a farmi semplicemente mollare. Gli afferrai velocemente il telefono e composi il mio numero.
"Solo perché sono una ragazza d'onore che mantiene le sue promesse" dissi, facendolo ridere. Lo scostai e mi diressi al tavolo. Harry mi guardò incuriosito.
"gli ho dato il numero sbagliato" dissi alzando le spalle. Lui rise di rimando ma intanto il mio telefono vibrò per l'arrivo di un messaggio.
Lui ti direbbe quanto sei bella? Perché io lo farei, L.
Alzai lo sguardo e inconsapevolmente sorrisi. Harry mi chiese chi fosse e io gli risposi:
"è mio cugino, mi chiede se mi va di passare il fine settimana a casa sua"
Lui annuì mentre addentava il suo panino. Non avevo tutti i torti, lui mi aveva davvero chiesto di andare a passare una giornata a Londra ma mi aveva chiesto anche un'altra cosa, di portare un amico.
"Ti va di venire?" per un momento lo vidi strabuzzare gli occhi.
"Sei sicura?" gli sorrisi come risposta
"Bene, allora penso che accetterò". Il telefono vibrò un'altra volta.
Dove hai intenzione di andare col riccio questo fine settimana?
Merda, ma dove si era seduto? Mi guardai intorno poi notai Liam dietro di me, seduto di spalle. Sbuffai.
Non sono affari tuoi!, risposi.
Ma una parte di me era felice per quella domanda. Cosa mi stava succedendo?
"Stavo pensando di andare a fare una passeggiata oggi, vieni anche te?" mi chiese Harry. Gli feci cenno di aspettare un secondo e inviai un messaggio a Liam:
Quando usciamo? E quanto sarà lunga la tortura?
Aspettai un paio mi secondi e la risposta arrivò.
Alle 5 vengo a prenderti. E l'appuntamento durerà finché vorrò! , gentiluomini moderni.
"Mi dispiace Harry ma oggi non posso, ho da fare delle commissioni"
Sentii qualcuno tossire sarcasticamente da dietro. Mi girai fulminandolo con lo sguardo, anche se era girato di spalle. Non è un appuntamento!
"Perché non andiamo anche noi dagli altri?" lui annuì notando la presenza di Liam alle nostre spalle. Mi guardò e poi sbuffò comprendendomi. Risi.

***

La camicia più larga che avevo, niente trucco, niente capelli al vento ma una coda alta. Non volevo fare colpo e questo era il motivo principale per cui mi ero trascurata, molto trascurata. Mia nonna stavolta era a casa e stava preparando un torta per festeggiare l'uscita con Liam, anche se le avevo spiegato centinaia di volte che non era un appuntamento. Scesi le scale appena sentii il suono del campanello e aprii la porta. Liam mi guardò un po' storto poi mi salutò e mi scoccò un bacio veloce sulla guancia. Mia nonna "per caso" passò in quel momento davanti al portone e appena lo vide si fece avanti.
"Ma ciao! Tu devi essere amico di Amy, vero? Io sono sua nonna" Lui sorrise cordiale e allungò una mano dicendo
"Io sono Liam, piacere" rimasi alquanto sorpresa dal tono cordiale che aveva usato, strano.
"Quando hai finito la riporti a casa, chiaro?" Lui annuì serio
"Capito, la riporterò sana e salva, non si preoccupi." Mi nonna sorrise e ci salutò lasciandomi sola e completamente imbarazzata, prima di andare mia nonna mi aveva fatto anche l'occhiolino che non passò inosservato, purtroppo.
"Allora, dove andiamo?"
"Vedrai"

Spazio autrici
Ciao,
Rieccoci in un'altro capitolo, che ne pensate? So che è un po' noiso ma questa è solo una introduzione a ciò che succederà al prossimo capitolo, tenetevi pronti e recensite! :)
Eli e Melissa.

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Capitolo 4
*** Roar ***


Roar



La fine dell'ora arrivò troppo velocemente per i miei gusti, senza esitare la biondina si avvicinò a Liam e gli buttò le braccia al collo. Io sorrisi quando sentii un braccio cingermi le spalle ma non avrei mai immaginato che Liam si sarebbe staccato per parlare con Harry.
"Ti piacciono i miei scarti?" gli chiese. Lui lo fulminò con lo sguardo ma allo stesso tempo si vedeva che non aveva capito la situazione. Io arrossii e cercai di trascinarlo all'uscita ma sembrava che si fosse bloccato sul posto pronto ad attaccare. Merda.
"Non ho raccolto nessuno dei tuoi scarti, credimi." lui era troppo deciso per i miei gusti, non sapevo cosa fare, davvero. Liam si avvicinò spostando senza troppe cerimonie la biondina che stupita spalancò le labbra e mi fulminò con lo sguardo mentre metteva il broncio e se andava via dall'aula, probabilmente sperava che Liam la seguisse ma ciò non avvenne. Un lato di me sorrideva, l'altro tremava, nell'indecisione mi scostai da Harry.
"Ne hai presi, credimi" 
A quel punto per distrarre Harry e quella furia di Liam feci qualcosa del quale più tardi mi pentii.
Afferrai la mano di Harry e con l'altra presi il suo mento facendolo girare verso di me. Lui mi guardò, di nuovo sorpreso, mentre appoggiavo le mie labbra sulle sue con delicato tocco che durò appena una manciata di secondi. Senza nemmeno pensarci Harry rispose a quel bacio e mi cinse la vita e per un momento sentii le farfalle. No, è la tensione. Così mi scostai stordita e poi lo portai alla porta e prima di uscire dissi:
"Non sono lo scarto di nessuno".
Uscii con le gambe gambe tremanti e salutai velocemente Harry che era ancora confuso. 
Niall aveva assistito a tutto e ora mi stava seguendo come un cane mentre tentavo di non imprecare.
"Si può sapere cos'era quello?" chiese, mi girai di scatto andando a sbattere contro il suo petto e arrossendo, di nuovo. 
"Niente, non era niente. Volevo solo distrarlo da quella merda di Liam" Lui annuì e mi disse che mi avrebbe parlato più tardi.
Per ora ero salva.
 
***
 
 
Due ore più tardi Niall era davanti alla porta della mia classe e mi accompagnò alla mensa dove trovai Louis, Zayn e Perrie che mi fece cenno di sedermi accanto a lei. Nello stesso tavolo c'era anche un ragazzo sconosciuto: era biondo, un po' basso, e aveva dei bei occhi nocciola. 
"Come va per adesso?" Perrie mi sorrise, poi indicò il ragazzo biondo. "Lui è Josh, Josh lei è Amy. Che, a quanto pare, ha scatenato un inferno a scuola"
La guardai un po' incerta poi capii.
 "Le informazioni corrono veloce, mia cara, però per essere il secondo giorno te la cavi alla grande. Io Zayn non ci riusciremo mai ad essere così veloci" Zayn in risposta sbuffò mentre io alzavo gli occhi al cielo e porsi la mano a Josh che la strinse poco convinto.
"Piacere" dissi semplicemente poi iniziai a mangiare il mio panino.
"Allora dacci delle spiegazioni, su" mi incitò Louis mentre io continuavo a masticare facendo finta di non ascoltare. Finii il primo boccone molto lentamente poi mi voltai verso Niall e gli chiesi:
"Dov'è Harry?" lui mi indicò qualcuno dietro di me che prima non avevo notato. Ah.
Lui mi abbracciò da dietro e si sedette accanto a me. Mi sentivo così male che lasciai il panino e lo offrii a Niall che accettò senza troppi ringraziamenti. 
Harry si avvicinò al mio orecchio sussurrando: "Tutto bene?" io annuii ma la sua vicinanza mi distraeva. "Andiamo a parlare, okay?" Senza aspettare una risposta prese la mia mano e mi aiutò ad alzarmi prendendo il mio zaino. Lo ringraziai e gli sorrisi. Lui non si preoccupò neanche di salutare gli altri mentre io mi girai con un cenno di saluto, giusto in tempo per vedere Perrie farmi l'occhiolino. Risi e mi diressi insieme a Harry verso la biblioteca che a quella ora era sempre deserta, o almeno così dicevano.
Harry aprì la porta con calma e mi fece spazio per entrare, giusto qualche passo e mi bloccai. Harry andò a sbattere contro di me anche lui a bocca aperta. Liam era lì di fronte a noi insieme alla sua biondina mezza nuda sulla scrivania e non si erano ancora accorti della nostra visita. Per un momento pensai che quella insulsa ragazza fosse solo una puttana poi mi ricordai che io non potevo affatto essere gelosa, giusto? Sbagliato, ribollivo dalla rabbia così mi appoggiai al braccio di Harry e lo spinsi fino alla porta mentre sbattevo quest'ultima in modo da far capire che qualcuno c'era di fatto passato di là.
Presi la mano di Harry e, per non so quale motivo, lui decise che quel momento era perfetto per abbracciarmi. Stavo per dire che non avevo alcun bisogno di un abbraccio e poi...
Una testa sbucò dalla porta della biblioteca ed era proprio di quell'idiota.
"Oh, eravate voi, questo posto è già occupato andate a trovarvene un altro" senza pensarci scattai e gli tirai un schiaffo che per mi soddisfazione lasciò un bel segno rosso sulla sua guancia. Poi dissi a Harry di muoversi mentre lui osservava un Liam mooolto arrabbiato e dolorante e rideva di gusto.
Mi misi a ridere insieme a Harry e lo trascinai nel corridoio seguente dimenticandomi dell'orribile scena che avevo appena visto. 
"Se c'è qualcosa tra te e Liam, per favore, dimmelo" mi voltai di scatto, spaventata.
"Sì, in effetti c'è qualcosa", sbuffai. "Odio totale. Credevi davvero che una con un cervello in testa possa anche solo minimamente avvicinarsi a un essere come quello?" lui sorrise.
"E tra di noi?" io scossi la testa, non sapendo cosa dire. Forse qualcosa c'era o forse no.
"Chi vivrà vedrà"

Spazio autore:
Ma Ciaoo, come vi sembra questo ultimo capitolo? Recensite e fateci capire cosa ne pensate. 
A prestooo :)

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Capitolo 5
*** All I ever wanted ***


ALL I EVER WANTED
 
 
 
Mi afferrò il braccio e mi fece girare verso di lui.
"Andiamo al bar di ieri?", scossi il capo, sicuramente sarebbe stato pieno di persone che conosceva Liam e ci sarebbe stato Harry e io non volevo deluderlo.
"No, andiamo da un'altra parte" lui annuì e si avvicinò fino a raggiungere il mio orecchio.
"Paura del fidanzatino?" mi scostai bruscamente, non mollava la presa a riguardo. Mi girai verso casa.
"Io torno dentro, non ci tengo a essere trattata così" quasi urlai, lo giuro. Fu velocissimo, si sposto di fronte a me e appoggiò le sue mani sulle mie spalle sussurrandomi in modo da farmi tranquillizzare.
"Mi comporterò meglio, promesso" sbuffai sonoramente mentre lui alzava gli occhi al cielo.
"Ti conviene, idiota!" dissi e gli indicai un bar dall'altro lato della strada. "Che ne dici?"chiesi.
Lui annuì e mi prese la mano, che ritrassi all'istante ovviamente. Rise, divertito dal mio continuo tentativo di allontanarlo.
Non spicciai una parola mentre lui continuava a stuzzicarmi e giuro l'avrei distrutto. Arrivati laddove volevo arrivare mi aprì la porta e mi fece entrare.
Era tutto tranquillo, non c'era nessun studente e ciò mi rese felice, mi misi a sedere al primo tavolo e ordinai un caffè, seguita costantemente da Liam.
"Allora cosa hai da dirmi su Harry?"
"Vai sempre dritta al punto, eh? Vediamo il tuo caro fidanzatino..." gli tirai un calcio da sotto il tavolo e ciò lo fece sobbalzare, più sorpreso che dolorante. "Accidenti, non scherzavi prima!" si massaggiò un ginocchio facendo finta di essere stato terribilmente ferito, un po' mi fece ridere ma alzai gli occhi al cielo e feci finta di essere la tipica ragazza annoiata anche se dentro di me ribollivo di emozioni contrastanti.
"Io non scherzo quasi mai", bé questa era una quasi bugia. Lui sorrise e accidenti! Non volendo ricambiai.
"Harry e io ci conosciamo dai tempi dell'elementari.." iniziò
"Strano non mi aveva mai parlato di te, ai tempi" Lui mi guardò sorpreso e io gli feci cenno di continuare.
"Insomma eravamo parecchio amici ed era così anche con Louis, Niall e Zayn. Poi mi hanno tradito tutti e tre per seguire Harry che..."
"Aspetta, tradito? Non ti sembra una parola troppo pesante alla tua età?" lui alzò gli occhi al cielo.
"Non puoi stare zitta vero?" scossi la testa. "Sei frustrante, ora finisci e andiamo in un altro posto"
"Devi finire anche tu, il discorso" gli ricordai ma lui scosse la testa. 
Probabilmente il mio era odio, eppure, una parte di me non accettava quella parola. Finii di bere il caffè senza dire niente e così Liam mi portò in un giardino lì vicino pieno zeppo di bambini e di genitori troppo felici per i miei gusti, motivo per il quale sbuffai, infastidita. Lui notò il mio disprezzo ma non disse niente, il che era un bene.
Poi afferrò la mia mano e iniziò a correre mentre mi trascinava dietro di lui. Urlai un 'aspetta!' ma non mi ascoltò e continuò così finché non arrivò di fronte a un'altalena e disse "Siediti"
"Senti non sono una bambina, io..." senza pensarci un secondo mi afferrò per la vita e mi caricò su una spalla appoggiandomi incerto sull'altalena. Durò un paio di secondi ma mi tolsero il fiato.
"Chiudi il becco" feci una smorfia mentre si metteva di fronte a me a pochi centimetri di distanza. "Ascoltami adesso e non mi bloccare altrimenti ti faccio pentire di essere nata, chiaro?" Annuii, leggermente spaventata. "Harry non è il bravo ragazzo che dice di essere, lui nonostante i miei preavvisi si è portato a letto la mia ex e ciò non è stato molto carino da parte sua, capito? L'ha fatto quando io e Emily stavamo insieme..."
Spalancai la bocca, no, ci doveva essere una spiegazione a tutto questo. Harry non era cattivo, non avrebbe mai fatto questo a un suo amico, eppure, l'ha fatto. Non potevo credergli ma....
"Quindi se non vuoi essere tradita, sii almeno una mia amica" 
Amica? Quella parola brucia nelle sue labbra. 
"Dovrei essere una tua amica? Perché?" domandai. Sorrise e si avvicinò ancora di più, il suo naso sfiorava il mio e un brivido mi percorse la schiena, oppure era il freddo, non so. La sua voce era appena un sussurro ma era così pieno di fascino che per poco non sospirai.
"Vuoi essere più di una amica?" Scossi la testa troppo velocemente e lui rise di gusto mentre arrossivo. "Facciamo una prova?"
"No, non c'è proprio niente che tu.."
Mi bloccò il mento e l'unica cosa che sentii fu il suo movimento rapido nel avvicinare le sue labbra alle mie. Mi baciò ma da quanto fui sorpresa, senza neanche pensare risposi ai miei impulsi e appoggiai una mano dietro il suo collo mentre lui mi afferrava i fianchi, eravamo uniti in un abbraccio. Provai trecento sensazioni tutte insieme e non riuscivo a capire quale delle tante prevalesse: la paura, l'incertezza, il desiderio? Ma nessuno di essi era abbastanza forte quanto le farfalle allo stomaco mentre quel bacio diventava sempre più profondo. Tutto ciò che volevo era...
Finché non mi resi conto di chi aveva di fronte e lo scostai. 
D'istinto la mia mano partì e tirai uno schiaffo. Liam rise poi cercò di afferrarmi il braccio ma stavolta non gli diedi tempo e iniziai a correre verso casa mentre Liam, paralizzato, rimase lì dov'era. E non so se fu più pesante la delusione o la certezza di aver commesso un grande errore con Liam.
 
***
 
Sono andata da Rose, nonna.
Tanto meglio, così non avrebbe notato il mio viso rosso come un peperone.
Mandai un messaggio a Harry e lui mi rispose all'istante. No, lui non poteva essere la causa della perdita di un'amicizia, non lo sarebbe mai stato.
Arrivo, H.
Menomale che con lui tutto era più facile. Presi un libro e iniziai a studiare ma non riuscivo a concentrarmi così riposi il libro nella libreria  e aspettai l'arrivo di Harry. Mezz'ora dopo lui era lì davanti alla mia porta. 
"Non avevi delle commissioni?" Annuii distrattamente mentre riempivo una ciotola di popcorn per vedere un programma televisivo che a noi due piaceva tanto, Scrubs.
 "Ho finito prima" Lui annuì e partì con una descrizione al dir poco ricca di dettagli della prossima performance della band in un bar in centro. In realtà, non lo stavo neanche ascoltando. Pensavo e basta. Ci spostammo in salotto, sul divano, e divoravamo tutto ciò che c'era di fronte poi appoggiai la testa sulla sua spalla e dimenticai Liam e il suo insulso bacio..
 
***
 
La mattina dopo incontrai Harry nella soglia di casa e insieme ci dirigemmo a scuola parlando animatamente dei compiti di scuola e soprattutto di quelli che non avevamo fatto, durante il tragitto incontrammo Niall e Louis che mi salutò con un bacio alla guancia e tanto di piroette. Era un tipo mooolto vivace.
Entrai in classe con un buon umore che si spense all'istante di fronte alla vista di Liam che abbracciava una ragazza bionda, probabilmente tinta, e straordinariamente antipatica. Sì, insomma aveva una voce a gallina. Cercai un posto il più lontano da quell'essere ma l'unico che trovai fu proprio quello dietro a Liam, ironia della sorte. Appoggiai delicatamente la cartella in modo da non infastidire i due poi mi avvicinai a Harry e, lo giuro non lo feci apposta, lo abbracciai. Sussurrai al suo orecchio: "Ti va di uscire oggi?"
"Stai scherzando?" Esclamò un po' sorpreso. "Certo" si staccò e poi mi guardò incerto. "No aspetta, uscire come..?" chiese alzai gli occhi al cielo e mi sentii immediatamente in colpa ma non ci pensai e mi avvicinai fino toccargli il naso con il mio e sorrisi, maliziosa. Lui, con mia grande sorpresa annuì e si avvicinò a sua volta lasciando un bacio sulla guancia e accarezzandomi una guancia mentre gli sorridevo. "Non me l'aspettavo" 
Anch'io. 
La prof entrò e io mi misi a sedere mentre Liam fulminava con lo sguardo, sia me che Harry. Dopo ben dieci minuti di pura calma un biglietto finì sul mio banco.
Ora ammetti di avere il fidanzatino? Un fidanzatino sincero? L.
Risposi in fretta e furia. 
Molto più di te, sicuramente. A.
La prof non se ne rese conto quando arrivò prontamente una risposta.
Sei gelosa? 
Sbuffai e risposi con un semplice e diretto 'no'. 
E smisi di parlare con Liam, almeno per un po'.
L'unico geloso era lui, non io, lo giuro.

 
Spazio autrici.
Ma Ciaooo, l'ultimo capitolo l'avevo scritto solo un mese fa ma questi sono dettagli, ovviamente l'importante è non dimenticarsi di tornare quindi eccosi qua! :)
Che ne pensate? Le cose si complicano! 
 

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Capitolo 6
*** I know you care ***


I KNOW YOU CARE
 
 
Appena arrivata a casa mi buttai sul letto senza neanche mangiare. Ero confusa e mi ero pentita amaramente di tutto il casino che avevo combinato, stupidissima me. Era l'ora di tirare fuori le unghie anche perché non potevo più nascondere quel lato di me irrimediabilmente cattivo. Presi il telefono e controllai il messaggio che avevo appena ricevuto, era mia madre che tentava di riavermi indietro, lo cancellai senza neanche pensarci. 
Dopo un paio di ore di studio uscii fuori e andai a suonare a casa di Harry che venne ad aprire subito salutandomi con un bacio sulla guancia. 
"Usciamo?" chiesi, lui annuì e mi disse che doveva incontrarsi con gli altri ragazzi al bar dell'ultima volta. Camminai tranquillamente con lui che mi teneva la mano, decisi che avrei chiarito il tutto, tra un po' di tempo. 
Appena arrivati i ragazzi ci salutarono e Perrie venne incontro a me trascinandomi in un tavolo che era proprio sotto il palco dove gli altri si stavano preparando per cantare. 
"Allora, ho sentito che avete beccato Liam e Sarah insieme.." iniziò come preannunciato, accidenti come faceva a saperlo?
"Sarah?" chiesi, ero brava a dire bugie, più o meno. 
"Oh, andiamo quella della biblioteca! Non posso crederci, sei uno scandalo vivente! Allora chi ti piace di più?" si avvicinò appoggiandosi i gomiti alle ginocchia guardandomi con un sguardo interrogativo.
"Non Liam, sicuramente" lei rise anche se io non pensavo di aver detto niente di divertente. 
"Dammi il tuo numero, avanti voglio uscire con te, sei troppo strana" Piegai la testa di lato e sorrisi, raramente stavo simpatica alle persone a prima vista. 
Qualcuno mi diede una pacca sulla spalla proprio mentre i ragazzi iniziarono a cantare, mi girai e per poco non andai a sbattere contro il petto di Liam.
"Accidenti! Potresti darmi un po' d'aria, no?" lui mi sorrise e io mi girai verso il palco. Ma lui si chinò a sussurrarmi qualcosa.
"Cerchi di farmi ingelosire?" gli feci segno di no ma lui continuò lo stesso. "Ci sei riuscita perfettamente, ma io ci sono riuscito?" Scossi la testa di nuovo mentre rabbrividivo. "So che invece di importa e anche parecchio"Spostai il mio sguardo sul tavolino e lì trovai un bicchiere pieno di non so cosa, lo afferrai e mi girai verso di lui, alzandomi. 
"Sai Liam hai proprio ragione, ero così maledettamente gelosa che non potevo non reagire" gli toccai il braccio mentre con l'altro reggevo il bicchiere. Vidi  Perrie strabuzzare gli occhi mentre tentava di non soffocarsi con ciò che stava bevendo. Risi alla sua vista poi mi spostai tutta la mia attenzione su Liam mentre mi morsi un labbro e lo osservavo dritto sugli occhi. Lui mi cinse con un braccio il fianco e io lo spinsi sul tavolo facendolo sedere sul primo sgabello dietro di lui. Gli feci cenno di avvicinarsi a me con due dita e lui stupidamente avvicinò le sue labbra alle mie tentando di baciarmi ma prima che lo facesse lo spinsi un altro po' fino a farlo cadere mentre gli tiravo addosso tutto il contenuto del bicchiere. 
"Non. Rompermi. Più. Le. Scatole" dissi. Tutti si girarono a guardare Liam che imprecava e cercava di recuperare un minimo di dignità. Si alzò mi fulminò con lo sguardo poi umiliato se ne andò. 
Vidi Harry avvicinarsi e abbracciarmi ridendo. 
 
***
Ero davanti al mio armadietto quando Liam si avvicinò con tutta la disinvoltura possibile. Non potevo crederci, gli avevo detto chiaramente di levarsi di culo e lui era ancora lì. 
"Cosa?" chiesi scontrosa.
"Mi devi una maglietta nuova" Mi girai verso l'armadietto presi il libro che mi serviva e raccolsi lo zaino senza neanche rispondere. "Non hai nemmeno intenzione di parlarmi adesso?" Annuii ma non smise di tormentarmi mentre camminavo tra i corridori. "Lo sai che sei proprio una stronza?"
Al sentirmi chiamare così non potevo non controbattere.
"Sai non sei nella posizione giusta per chiamarmi in quel modo" eravamo nel bel mezzo di una folla di ragazzi che sentendomi urlare si erano tutti girati verso di noi. Non mi ci volle molto per capire che i ragazzi e Liam erano delle specie di celebrità di quella scuola.
"Tu mi hai umiliato" disse tranquillamente.
"Tu mi hai offeso" replicai.
"Come esattamente?!" perse la sua tranquillità. Accidenti.
"Mi hai appena chiamato stronza e per di più ieri hai avuto il coraggio di insinuare che cercavo un posto per stare insieme a Harry" 
"Sì e poi mi hai tirato uno schiaffo, cazzo!" 
"Sei un coglione! Accidenti!"
"Almeno io non bacio le persone per poi scappare" Diventai rossa come un peperone e distolsi lo sguardo verso la folla solo per notare il viso di Harry.
"Eri tu quello che hai iniziato questo casino!" suonò la campanella e alcuni dei nostri spettatori si spostarono per andare a lezione.
"Non finisce qui" disse Liam e se andò anche lui lasciandomi lì, pietrificata. 
Le lezioni non finivano più e l'unica cosa che volevo era andarmene a casa ma l'unica cosa che mi attendeva era la mensa. Harry non si trovava da nessuna parte e io ero lì come un'imbecille a sperare che capisse. Dio, stavolta aveva vinto lui. Entrai in mensa senza alcuna idea sul dove sedermi quindi decisi di prendere qualcosa a mangiare e scappare nel primo posto possibile poi arrivò Perrie e mi salvò. Mi trascinò in un tavolo dove non c'erano né i ragazzi né Liam solo quel tizio di nome Josh e un paio di altre persone sconosciute. 
"Amy questi sono Ashton,  Michael, Calum e Luke" li salutai velocemente pensando che ultimamente facevo 'amicizia' solo con ragazzi. "Comunque ieri quando hai tirato quella bibita a Liam avevi fatto una mossa spettacolare, complimenti io non avrei fatto di meglio" Sorrisi. 
"Pensavo fosse un po' più intelligente, invece basta poco per ipnotizzarlo" Lei rise e con loro gli altri che si lanciarono subito su un discorso sulla loro band. Evidentemente questa scuola era pieni di appassionati di musica. Li guardai e desiderai tantissimo far parte di un gruppo anch'io ma sapevo che non avrei mai trovato il coraggio di cantare un pubblico. Così scherzosamente chiesi a Perrie se lei faceva parte di un band.
"Mi piacerebbe ma non vorrei mai essere sola a salire su un palco."
"Capisco" dissi per poi tornare al serio "Qualcuno ha visto Harry?" Perrie scosse la testa.
"Tu e Liam vi siete baciati giusto?" 
"Non è stata colpa mia però" Il mio telefono squillò per l'arrivo di un messaggio. Lo aprii ed era Harry.
Non c'era niente tra di voi, eh? , non ero la sua ragazza e non aveva alcun diritto di chiedermi i miei affari, maledizione.
è stato un accidente di errore ed è stato lui ad avvicinarsi per primo, scrissi velocemente.
Mi alzai e salutai tutti e uscii fuori a cercare Harry ma non lo trovai anche se in compenso vidi Zayn che mi salutò e mi fece cenno di avvicinarmi.
"Ciao, sei nella fase molla con Perrie, eh?" 
"Te l'ha già detto? Non è colpa mia, stavolta" Alzai semplicemente le spalle e lasciai perdere. "Harry è in biblioteca, so che lo stai cercando. Lui è leggermente deluso" Sbuffai e corsi subito in biblioteca senza neanche salutare Zayn.
Arrivai davanti alla porta della biblioteca ma prima notai un messaggio. Ma avevi detto che non c'era niente lo stesso. Aprii la porta e per la prima volta nella mia vita giurai a me stessa di non riaprire quella porta di nuovo. Sarah era sulle ginocchia di Harry.
"Seriamente?! No, non alzarti finisci il tuo lavoro e non provare ad avvicinarti con quelle mani!" Esclami e uscii sbattendo la porta. Perché ci ero rimasta tanto male? Infondo, questo per me sarebbe stato un problema in meno. Perfetto. Una lacrima scese e poi un'altra, mi nascosi nel primo bagno libero e mi asciugai ogni insulsa lacrima. Uscii e proprio lì trovai Liam che mi afferrò il braccio.
"Il tuo ragazzo ti ha tradito?"
"Non è il mio ragazzo"  
"Ma ti ha tradito lo stesso" tentò di avvicinarsi ancora di più  ma glielo impedii. "Io non lo farei"
Lo spinsi contro il muro. "Non ti conosco neanche" alzò gli occhi al cielo.
"Va bé, prima o poi lo capirai" 

Ciaooo,
Sono tornataaa, come sempre ditemi quello che ne pensate! :)
Amy tira fuori le unghie ma Harry ci stupisce! A prestoooo 

 
 

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Capitolo 7
*** Unpredictable ***


Unpredictable

 
Il giorno dopo saltai scuola e rimasi a casa con la scusa di essere malata. Mia nonna non ci cascò ma mi permise di restare comunque.
Come mai non eri a scuola oggi? L. Questo fu il primo di una decina di messaggi, per non contare Harry e tutte le sue inutili scuse. Il giorno prima avevo dato il mio numero anche a Perrie che non tardò a contattarmi.
Scappi da tutto questo casino? Sai, farei la stessa cosa, ho saputo di H, mi dispiace.
Risposi solo a Perrie gli altri li lasciai stare. 
Sto bene, non importa tanto non era niente.
Passai tutto il giorno a letto alzandomi solo poche volte ma alle cinque in punto fui costretta ad alzarmi per andare alla porta proprio mentre mi nonna usciva di casa a incontrare le sue amiche per un tè. 
Era Harry, che tristezza.
"Mi dispiace, io..." lo bloccai e sbuffai.
"Sto bene, non importa, tanto non era niente" ripetei le stesse parole di prima senza provare proprio niente.
"Noi..." ricominciò.
"Non c'è un noi, amici come prima?" lui annuì e sorrise. "Tanto non avrebbe funzionato, sei come un fratello per me" sorrisi e notai una punta di tristezza nei suoi occhi ma scomparve all'istante così pensai di averlo immaginato. Raccolsi la giacca in pelle e lo trascinai fuori. Louis e Niall erano lì e ci guardarono con un po' di sospetto per un momento poi capirono e iniziammo a fare gli idioti insieme per un ora davanti a casa mia. Poi andammo al bar di sempre. 
Trovai Perrie che mi chiese cosa era successo in quel pomeriggio, le raccontai tutto poi ci feci una risata sopra. 
Era il giorno del karaoke, i ragazzi ne erano entusiasti, così giusto per provare cantai anche io. Perrie scattò in piedi e iniziò ad applaudire e Harry mi abbracciò e continuò a dire che avevo un bellissima voce per un bel po' finché non gli chiesi di smetterla. Incontrai anche Luk e il suo gruppo, erano bravi. Liam non si fece vedere è ciò fu proprio un bel sollievo.
 
***
 
 
Non potevo mancare a quel giorno di scuola quindi mi preparai con tutta la calma del mondo e decisi di incamminarmi insieme a Harry a scuola. Tutti ci guardavano e ciò non era solo fastidioso ma anche imbarazzante. Ma decisi di non farci caso. Alla prima lezione un paio di ragazze mi arrivarono incontro e mi salutarono dicendo:
"Abbiamo molto sentito parlare di te! Ieri ti abbiamo sentito al bar, sei bravissima." Parlare ovvero sparlare. Due ragazze si distaccarono dal gruppo e si avvicinarono salvandomi da quella marea di pettegole. 
"Non ascoltarle sono sanguisughe, potrebbero distruggerti" mi afferrò una mano e mi trascinò in fondo alla classe. "Io sono Mary, comunque"
"Piacere, Amy" lei annuì. Era una ragazza bionda con dei bei ricci sparsi ovunque. Di faccia sembrava simpatica.
"Lo so, sai ti sei fatta mooolto sentire, dimmi che però hai studiato!" annuì e sorrisi. 
"Più o meno" Chiacchierai un po' con lei poi la prof arrivò e con lei un test a sorpresa che riusci a far bene un po' grazie al fatto che avevo studiato e po' perché Mary mi aiutò e io aiutai lei, era molto più intelligente di ciò che dava a vedere.
Uscii dalla classe ridendo e arrivai a quella dopo promettendo di andare a pranzare insieme a Mary.
Quando entrai in classe, la stessa di Liam, mi sedetti in posto diverso il più lontano da quest'ultimo. Quando entrò trattenni il fiato e lui si avvicinò a me mettendosi al banco al mio fianco. Sbuffai sonoramente e lui rise.
"Non lo trovo affatto divertente, idiota" invece di smettere rise ancora di più. "Non ci posso credere!" 
"Dovresti smetterla, sai" lo fulminai con lo sguardo. "Sei troppo sulla difensiva" 
"Sei troppo sulla offensiva" dissi senza neanche rendermene conto  e ciò lo fece leggermente alterare.
"Io non ti ho offeso." si alzò avvicinandosi ancora di più, al che non potei fare a meno di alzarmi a mia volta. Eravamo uno di fronte a l'altro e tutta la classe ci stava osservando, alcuni avevano scattato anche qualche foto che mi fece arrabbiare e non poco.
"Ti devo ricordare il fatto che ieri mi hai chiamato 'stronza'?" Sbuffò.
"Mi hai macchiato la maglietta!" esclamò un po' esasperato. 
"Mi hai dato della facile!" 
"Mi hai tirato un ceffone!" 
"Bé, che vuoi, siamo alla pari" cercai di calmarlo.
"No, non lo siamo affatto, accidenti! Non scherzavo quando dicevo che sei proprio una stronza!" E DUE. Questo era troppo, dovevo trovare un modo per distruggerlo.
"Sei un coglione e basta!" 
"Siete gentilmente pregati di andare dalla preside." ci girammo di scatto entrambi. "Si ho ascoltato tutto e non mi piace il modo in cui vi rivolgete l'uno a l'altro. Liam conosci la strada, andate" 
Ecco, ora mia nonna mi ucciderà, merda!, pensai. Mi diressi verso la porta lanciando qualche parola di protesta che non vennero neanche ascoltate. 
Liam uscì e mi diresse verso l'ufficio dicendo. "Tutta colpa tua" 
"Che ne pensi di stare zitto e basta?" borbottai senza alcuna voglia di parlare. 
Ci fecero attendere giusto un paio di minuti poi ci fecero entrare e sedere di fronte alla preside, una signora sulla quarantina ancora frizzante di energie.
"Liam, cosa hai fatto?" entrò una bidella e le disse ciò che era successo con tutta la calma del mondo. Io però non lo ero affatto, speravo in un qualcosa di poco severo ma quando si trattava di me e le mie punizioni, niente non era severo. 
"Di chi è la colpa dunque?" chiese e contemporaneamente io indicai Liam mentre lui faceva la stessa cosa. La preside ci rise in faccia. "MA guardatevi, siete una terribile coppia e, proprio per questo, vi farò fare qualcosa insieme, okay?" 
Io scossi la testa mentre Liam annuiva. La preside soffocò una risata. "Per favore, no..." 
"Sì, invece. Cercavo proprio qualche volontario che avesse la forza di ripulire il teatro, ce la fate in due giorni da due ore ciascuna?"
Io scossi la testa e Liam annuì, di nuovo. Sbuffai di fronte alla scenata. 
"Bene, tornate in classe." 
Mi alzai e uscii di lì con un'aria se non arrabbiata furiosa o qualcosa di più. Liam rise e decisi di non rispondere alle sue insulse provocazioni. Al diavolo.
 
 
***
 
 
"Allora cosa fai dopo scuola?" chiese Mary sedute mentre eravamo sedute a mangiare il nostro pranzo.
"Devo rimanere a scuola per pulire il teatro, colpa di Liam, stavolta" lei rise, si infondo era divertente ma solo infondo. "Okay, forse era un po' colpa mia ma solo in parte" 
"Allora lo ammetti?" sentii una voce dietro di e immancabilmente era Liam. 
"No" risposi seccata. 
Si sedette senza neanche essere invitato. Mary lì vicino lanciò una scusa e scappò via lasciandomi sola. Prima che fosse troppo lontana le urlai un "Traditrice!" lei rise e si dileguò. 
Non parlai per un po' concentrandomi esclusivamente sul panino che avevo di fronte a me. Lui d'altronde si concentrò sul suo finché non si girò verso di me.
"Pace? Almeno per questi due giorni?" annuì senza degnarlo di uno sguardo. "Non sei per niente facile, altrimenti saresti già ai miei piedi"
"Che detto da te è un complimento?" chiesi sarcastica. 
"Ehi, non è uno scherzo stai durando anche troppo per i miei gusti" un brivido mi corse per la schiena. NO, non stai per cedere. Non lo conoscevo neanche. "Dovresti far cadere quella barriera, se non con me almeno con Harry" lo guardai male. Mentre lui sorrideva e basta. Da quando mi dava consigli?
"Smettila, tu non mi conosci"
"E se ti dicessi che un po' ti capisco?" 
Mi alzai dal tavolo. "La pace non ci costringe a parlare, a dopo"
Mi voltai verso il gruppo di Harry ma Liam mi bloccò il braccio. "Non andare da loro" lo disse con un filo di tristezza e ciò fece crollare quel minimo di buonsenso che avevo. Sapendo di aver colpito in pieno, si avvicinò ancora di più e mi cinse la vita. Lo lasciai fare ma non sapevo cosa fare. Ero paralizzata tra l'indecisione di ammazzarlo o abbracciarlo a mia volta. Non riuscivo a guardare il suo viso così guardai altrove ma ovunque trovai visi che ci osservavano con curiosità, non riuscivo a vedere né Mary né Harry e ciò fu proprio un bene. Liam posò due dita sotto il mio mento e mi costrinse a guardarlo e quello fu un errore. Si avvicinò ancora di più fino a posare le sue labbra sulle mie e, a quel punto, non resistetti e appoggiai le mie mani sul suo collo mentre rispondevo al suo bacio. Le sue mani- arrivarono al bordo della maglietta cercando di scendere ancora di più mentre io gli scompigliai i capelli senza staccarmi da lui, poi qualcuno dietro di noi tossì e allora mi riscossi e mi staccai poco dignitosamente. Era quella bionda di Sarah. Presi la mia cartella e rossa in viso non riuscii a guardare nessuno in faccia così senza salutare nessuno andai in bagno ma prima di uscire di lì sentii la voce Liam parlare irritato verso Sarah. "Per favore, vattene, trovati qualcun altro!" 
Sorrisi, mio malgrado. 
 
***
 
Avevo già preso degli strofinacci quando Liam arrivò con quel maledetto sorriso stampato in faccia. Stavo per ucciderlo, seriamente. 
"Come va, amore?" Gli puntai un dito incontro. 
"Oh, tu amore non mi chiami, capito? Posso sopportare la parola stronza ma questa proprio no" Alzò gli occhi al cielo. 
"Molti si sentirebbero onorati, sei proprio al contrario. Allora io comincio dal fondo del palco tu vai alle scale" Annuii e iniziai subito a pulire il tutto che era maledettamente polveroso. Odiavo pulire, odiavo la polvere e odiavo Liam, la combinazione era perfetta.
Tre quarti d'ora dopo era sfinita e la preside venne a farci visita dicendo che eravamo troppo silenziosi per i suoi gusti, da parte mia ero più che felice di non dover parlare con quell'essere. Anche se l'attrazione ormai era più che evidente. Bé, l'importante è che quell'attrazione non si trasformi in qualcosa di più. 
A un certo punto mi lasciai cadere in una poltroncina sbuffando. Liam si unì a me. 
"Odio le punizioni" sospirai.
"In questo almeno ci troviamo d'accordo"
"Un punto in comune, che miracolo! Ma, a parte questo, dovremmo trovare un modo per non impazzire, seriamente" 
"Hai ragione" lui si girò verso di me sbalordito. 
"Mi hai appena dato ragione?" Io gli feci segno di no, ovviamente. Lui si fece più vicino e e appoggiò le sue mani alle mie ginocchia. "Oh, sì, tu mi hai dato ragione, ammettilo" 
"Altrimenti?" chiesi allora fece qualcosa che non mi aspettai. Iniziò a farmi il solletico sulla pancia e quello era il posto più sensibile per me così scoppiai a ridere e lui non la smetteva neanche quando iniziai a contorcermi. Cercai di cacciarlo in tutti i modi ma lui mi circondò con le braccia da dietro e alla fine dovetti cedere. 
"Okay, ti ho dato ragione" lui sorrise e a quel punto notai la mia posizione scomoda ma lui era irremovibile. Poi si sentì la porta scattare ed entrò la preside, di nuovo. 
"Oh, vedo che avete fatto pace" Lo scostai bruscamente. No, due volte al giorno, no.  Arrossii e quella sensazione fu terribile. "Tornate a casa, domani farete due ore ma adesso vi vedo un po' stanchi"
La salutammo velocemente e ci dirigemmo all'uscita della scuola. Liam mi teneva la cartella e scherzavamo insieme tranquillamente. "Ti accompagno a casa" io annuii, contenta. Durante il tragitto parlammo di noi, lui mi raccontò della sua famiglia mentre io gli raccontai di mia nonna. Entrambi avevamo sorvolato temi pesanti, però mi parlò del fatto che gli sarebbe piaciuto diventare un cantante e questo lo apprezzai, aveva una bella voce si meritava quella professione. Io gli dissi che non avevo alcun progetto ma che anche a me piaceva cantare. Quando arrivammo davanti a casa mia ero un po' delusa perché avrei preferito continuare a parlare. "Allora ci si vede domani" Annuii e lo salutai, guardandolo andarsene. Strano, si era trasformato in una persona completamente diversa rispetto a quell'emerito stronzo che era prima.
 Ed era molto più simpatico.
NO, SIMPATICO NO!

Ma Ciaooo!
Sono tornata! Nella lunga attesa ho scritto un capitolo un po' più lungo del normale ma questi sono solo dettagli. Questi ragazzi sanno essere davvero imprevedibili, eh? Ditemi cosa ne pensate! :)
Eli

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Capitolo 8
*** Light me up ***


Light me up
 
 
Harry suonò alla mia porta ripetutamente prima che io potessi aprire. 
"Accidenti, non vorrai mica stroncarmi il campa...." Non mi diede tempo di nemmeno di finire la frase.
"Cos'era quel bacio?!" urlò e per un momento ho avuto davvero paura.
"Ha importanza?" chiesi tranquillamente. Non riuscivo a spiegarmi io stessa ciò che era successo, figuriamoci se sarei riuscita a dirlo a lui.
"Sì, Amy, sì! Ne ha e anche parecchia! Sei l'unica in questo mondo che non se ne rende conto!" e fu così che mi alterai.
"Di cosa mi dovrei rendere conto, Harry? Un bacio non è niente, tanto tra me e Liam non funzionerà mai niente, lo sai!" questa era tra le tante cose, l'unica certezza. Lui lo sapeva,  io lo sapevo. 
"No, non lo so, ma non è questo ciò di cui ti devi rendere conto!" Iniziava a essere antipatico, seriamente. 
"E allora cosa?" esclamai vicina all'esasperazione.
"Di me! Non ti rendi conto di me! Non voglio essere tuo amico, quando lo capirai?" alzò le mani al cielo e si girò andando nel mio vialetto. "Credi che io non abbia sentimenti? Che non mi sia sentito male quando Liam ha detto che lo avevi baciato? Credi che sentirmi dire 'tanto sei come un fratello' sia facile? Bé, non lo è, Amy, e l'unica che non lo capisce sei tu" Mi paralizzai, cosa si dice in queste situazioni? Pensai di dirgli che non era una buona idea e che era meglio non frequentarsi per un po', poi sentii il mio cuore mancare qualche battito e a quel punto l'idea di perdere un amico mi fece davvero male. 
"Harry..." sussurrai.
Mi tappò la bocca con una mano. "Non lo dire perché so cosa dirai, tu non provi quello che sento io e sono come un fratello per te"
Scossi la testa e una lacrima scese, non piangevo quasi mai di fronte ad altre persone. Harry mi guardò sbalordito poi senza fiatare si avvicinò e mi abbracciò. Appoggiai la testa sul suo petto e non riuscii più a trattenermi. 
"Mi dispiace io..." gli feci cenno di non parlare.
"No, è colpa mia. Qualsiasi cosa sia, non sono brava con le persone" ammisi sorridendo. "Mi dispiace sono un idiota, dimmi cosa devo fare per cambiare la situazione" 
"Considerami e basta" annuii e gli feci cenno di entrare. Dimenticammo semplicemente quella litigata per un po' e passammo una bella serata insieme e, lo giuro, feci di tutto per non deluderlo. Quando lui tornò a casa sua lo salutai dalla finestra di camera mia, come nei vecchi tempi, e lo vidi sorridere sfoderando quelle straordinarie fossette. 
Ma prima di dormire non fu l'immagine del suo viso quello che mi si parò di fronte.
 
***
 
Non guardarmi, non parlarmi, non sorridermi., pensai quando il giorno dopo vidi Liam. Era davanti il mio armadietto e mi sorrideva malizioso pronto a tutto. Quello che avevamo passato il giorno prima non era niente di negativo ma questo non gli dava il permesso di intrufolarsi nella mia vita. Quindi decisi di tenere la testa alta e di ignorarlo completamente. Tanto  non ero costretta a niente.
"Un ciao è gradito" disse notando il mio caratteraccio. Sospirai senza rispondere e presi i libri senza degnarlo di uno sguardo. "Se questo è uno scherzo, allora non sei simpatica" continuò mentre mi mordevo la lingua per non rispondergli né bene né male, dato che ero sul punto di rispondergli decisi di allungare il passo e entrare in classe. Che purtroppo era anche la sua. Mi sedetti infondo seguita da lui. 
"Non hai intenzione di parlare vero?" Fu proprio in quel momento che entrò Harry e così il gruppo era completo. Liam s'irrigidì appena lo vide avvicinarsi a me e abbracciarmi. Lo salutai con calma e lo vidi guardare Liam in cagnesco, in fondo, se vista dall'esterno, questo sarebbe anche stato divertente. Credo.
Harry andò a sedersi e Liam si avvicinò al mio banco dicendo: "Non mi parli per colpa sua?" Io non risposi. "Sai, mi sto arrabbiando" A quel punto non potei trattenermi e risi. Lo vidi piegare la testa di lato indeciso se essere frustrato o curioso. "Cosa?"
"Ti ho mai visto arrabbiato?" Lui scosse la testa e decise di lasciar perdere, mi girai verso Harry e gli feci cenno di avvicinarsi. "Allora Harry, mi piacerebbe sapere se hai mai visto questo tizio infuriato" dissi con calma quando sapevo benissimo che in quel momento stavo toccando un argomento pesante per entrambi. "Oh, andiamo! Ma vi siete visti? Sareste perfetti amici"
"Cosa stai tentando di fare?" Chiese Liam che subito guardò Harry. Che diavolo mi ero messa in testa? Come se potessero fare pace. Va Beh, ci avrei provato.
"Ditemelo voi, eravate amici, no?" Harry sbuffò e mi guardò con un'aria supplichevole. Liam invece mi fulminò, letteralmente. 
"Non posso crederci" 
"Sapete cosa, io non vi capisco, davvero. Siete due persone completamente fuori di testa. Tu Liam" cominciai a sperare in un miracolo. "Tu fai il forte, sembri indistruttibile, poi esci fuori dalla tua barriera e sei addirittura... simpatico. E tu Harry, tieni tutto per te e pensi che noi altri possiamo capirti quando, in realtà, ognuno si domanda cosa diavolo sta accadendo dentro di te" 
"E questo cosa c'entra con il fatto che eravamo amici?" chiese Liam avvicinandosi pericolosamente mentre per poco non cominciai a tremare. Harry lo spostò ma a quel punto parlai. 
"è semplice, non ve ne rendete davvero conto?" Domandai ma capii subito che non avevano intuito niente di ciò che stavo dicendo. "Voi due vi comportate nello stesso modo e siete anche diventati molto infantili. Questo significa che ognuno di voi ha subito un torto e crede che la colpa sia dell'altro anche quando molto probabilmente non è così perché so che entrambi siete troppo buoni per far del male ad altri."
Li lasciai senza parole mentre tornavano a sedere perché la prof riuniva tutta la classe per la lezione. Sorrisi, ero soddisfatta, raramente mi capitava di parlare così seriamente ma, quando questo succedeva, o avevo ragione o avevo ragione. Presi appunti per il resto dell'ora e quando questa terminò, sia Liam che Harry se ne andarono senza neanche salutarmi né guardarmi. Meglio così.
 
HARRY'S POV
 
Era ovvio che avesse ragione ma non lo avrei di certo ammesso di fronte a quell'idiota senza un pizzico di cervello in testa. Cercai di non incrociarla per tutto il giorno di scuola così uscii il più velocemente possibile da quell'inferno. Liam era di fronte al cancello dell'uscita e mi guardava. Passai lì vicino e lui mi bloccò. 
"Amy, quello che ha detto era sensato" disse con calma. "E tu non avrai intenzione di parlarne" Stavo per prendergli la gola e ammazzarlo di botte ma mi bloccai. No, non tutto quello che aveva fatto poteva essere perdonato così facilmente. 
"Parliamone" dissi Liam, ancora. Io annuii e lo vidi farmi cenno di spostarmi verso una panchina lì vicino. "Quello che hai fatto.." iniziò sedendosi. Lo bloccai.
"Quello che abbiamo fatto" 
"Già, tu e la mia ragazza" quella affermazione mi sbalordì. Io e la sua ragazza? 
"Aspetta cosa? Io e la tua ragazza?" Lui annuì spazientito. 
"Ti eri fatto la mia ragazza, non mentire"
"Io non sto mentendo sei tu quello che mente, io la tua ragazza non abbiamo combinato niente. Casomai tua cugina..." Mi guardò incerto. "E tu e ti sei arrabbiato perché credevi che io fossi uscito con la tua ragazza?" Lui annuì e poi si girò verso una ragazza che stava passando di lì che era proprio la sua ex, Teresa. 
"Ehi! Eri uscita con Harry mentre stavamo insieme?" chiese urlando. Lei lo guardò e disse di no, per poi muoversi velocemente e andare verso il cancello. "Quindi immagino che mi devo scusare per averti picchiato. Pace?" chiese. Cosa gli aveva fatto Amy?, pensai. Non potevo crederci, gli altri come l'avrebbero presa? Stava solo cercando di attirare l'attenzione di Amy, ne ero certo. Ma lo avrei tenuto più d'occhio se fosse stato un mio amico piuttosto che un nemico.
"Sai cosa? Va bene, ma glielo dici tu agli altri" Lui rise e mi sembrò di tornare indietro nel tempo. 
"Un giusto prezzo da pagare. io devo andare, ci si vede!" esclamò dirigendosi verso scuola con Amy che ci guardava stupita alla soglia del portone di scuola. Adesso sarebbe stato più difficile averla tutta per me.
 
****
 
Vederlo far pace era stato un vero trauma. Ma era meglio così, almeno non avrei dovuto dividere il mio tempo tra quei due, loro erano tornati amici e io ero felice di vederli insieme. Ma era da un'ora e mezzo che stavo pulendo e la mia felicità si era a dir poco esaurita. Buttai a terra lo straccio che stavo usando e mi girai verso Liam che per la maggior parte del tempo è rimasto in silenzio. "Che ne dici di una pausa?" sfoggiai uno dei miei migliori sorrisi per cercare di ar smettere di lavorare a quella pseudo-macchina da lavoro a tempo pieno. Lui mi sorrise e si mise a sedere su una poltroncina indicandomi quella accanto la sua. Non ci pensai neanche un secondo e mi buttai su quel che, in quell'istante, mi sembrò una comodissima poltroncina. 
"Non posso credere di aver fatto pace con Harry" disse semplicemente. Gli diedi una pacca sulla spalla.
"Meglio no? Odiare è un lavoro a tempo pieno" appoggiai le mia gambe alla poltroncina di fronte alla mia e chiusi gli occhi per un momento.
"E tutto questo grazie a te" annuii senza realmente credere a quelle parole.
"La fate troppo complicata certe volte" risposi. 
"è questo il motivo per il quale sei così lontana da casa tua?" scattai all'istante. Non aveva alcun diritto per giudicarmi.
"Non sono affari tuoi" mi alzai e presi la mia cartella dirigendomi all'uscita. Lo vidi alzarsi e seguirmi ma non disse nulla quindi lo sorpassai e decisi che non gli avrei parlato per un bel po' di tempo, anche se la sua faccia tosta si sovrappose tra me e la porta. 
"Ho ragione, vero?" Scossi la testa e lo spostai. Lui mi afferrò un braccio con troppa forza e ciò mi fece male. 
"Non toccarmi e non avvicinarti mai più" dissi e me ne andai correndo.


 
 

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Capitolo 9
*** Demons ***


Demons
 
 
L'unica cosa che odiavo di più dell'essere giudicata era quello di dover litigare con mia madre che era comparsa davanti alla porta della casa di mia nonna. Giuro, un giorno o l'altro, l'avrei completamente cancellata dalla mia vita. Non era durato molto ma fu abbastanza per spezzarle il cuore più o meno come lei aveva fatto con me, così, dopo tutto questo casino, la nonna la invitò a entrare per una tazza di caffè che lei non sfiorò neanche.
Lei era lì che mi guardava e piangeva mentre mia nonna le raccontava la situazione e le diceva di andarsene giusto per far calmare le acque. Rinunciò e scappò via, di nuovo. Non che mi importasse, era colpa sua se il mio cuore era di ghiaccio. 
Uscii di casa e suonai al campanello di Harry che mi aprì molto velocemente.
"Mi dispiace, ho sentito la litigata" Io scossi la testa con una smorfia e lo invitai a uscire fuori e affogare tutto il casino che c'era in noi con l'alcool. Anche se non era molto convinto lo trascinai fuori alla prima festa possibile. In effetti, Ashton, il giorno prima mi aveva parlato di questo 'mega festone' a casa sua, giusto per festeggiare l'inizio di un nuovo anno scolastico, anche se non c'era proprio niente da festeggiare. Incontrammo gli altri ragazzi durante il tragitto e trovai Perrie al portone della casa di Ashton. Mi salutò e mi disse: "Sei bellissima in quel vestito! Su mi devi aggiornare" risi e le dissi che per quella sera non volevo pensare a niente e le feci l'occhiolino. Entrai e, incontrando Luke, gli chiesi dove erano gli alcolici. Lui mi rispose ridendo ma poi mi passò un bicchiere che Harry rubò dalle mie mani.
"Non avrai davvero intenzione di ubriacarti, vero?" chiese con quell'aria a fratellone che odiavo più di qualsiasi cosa al mondo. Gli presi il bicchiere e sorrisi.
"Sì, invece, farò casino stasera" Gli puntai un dito contro e spostai uno sguardo assassino sui suoi occhi. "E non sarai tu a fermarmi" Lo lasciai, di nuovo, senza parole e mi spostai verso il centro di un salotto dove molti stavano ballando. Non ci pensai neanche un secondo, iniziai a muovermi a ritmo sorseggiando il drink, che era molto più pesante di quel che pensavo. Non era la prima la volta che mi comportavo in quel modo e di certo non ne andavo fiera ma, a volte, l'unico modo per dimenticare era questo. Qualcuno posò le sue mani sui miei fianchi e iniziò a ballare insieme a me. 
Non lo conoscevo ma non mi importava più di tanto, questo mi posò un bicchiere pieno tra le mani che, in poco tempo, finii. Dopo un paio di minuti scoprii il suo nome, si chiamava Matt e si stava appiccicando un po' troppo per i miei gusti ma non ci feci caso. Non mi importava più niente, in quel momento il mondo poteva cadere e io non me sarei resa conto. Harry era scomparso mentre gli altri stavano ballando abbastanza vicino a me tanto da soffocarmi. Decisi di salutare Matt e cercai un posto dove sedermi e riposarmi un attimo. 
Capii dal modo in cui mi buttai sul divano lì vicino di essere finalmente ubriaca.
 
***
 
Mi svegliai con un terribile mal di testa. La luce era troppo forte per i miei occhi e mi ci volle non poco tempo per alzarmi dal letto che non era mio. Strabuzzai gli occhi quando notai che nemmeno la stanza era mia. Mi alzai velocemente ma questo fu un terribile errore perché, subito dopo, caddi a terra. Qualcuno, dietro di me, rise e capii che quel qualcuno mi aveva svestita e mi aveva messo degli abiti più comodi. Il problema era che quel qualcuno era Liam.
NO!
"Cosa diavolo ci faccio qui?!" esclamai cercando di rialzarmi ma lui si avvicinò e mi tese le mani che afferrai all'istante. Mi fece sedere sul letto che avevamo condiviso e, cavolo, speravo che non fosse successo quello che pensavo. 
"Davvero non ricordi?"Lo fulminai.
"Ti sembro una che si ricorda? Mi hai portata tu qui?" Lui annuì tranquillamente e mi sorrise. Guardai l'ora e subito entrai nel panico: mia nonna mi avrebbe ucciso. "Dove sono i miei vestiti?" Lui rise e questo mi fece infuriare. 
"Stai tranquilla tua nonna sa che sei da me. Anche Harry lo sa." Sospirai e chiusi gli occhi lasciandomi cadere sul letto. "Davvero non ricordi?" Gli lanciai un pugno, senza forza, sul braccio troppo muscoloso. 
"Rinfrescami le idee, va!" Lui si alzò e mi disse che prima mi avrebbe portato un'aspirina. Odiavo questa situazione, non potevo sopportare tutto.
Lui tornò in poco tempo e ciò fu un sollievo. "Allora, ieri eri ridotta molto male, sai non dovresti bere così tanto potresti finire male...."
"E bla, bla, bla. Vai al punto Liam" Mi afferrò il braccio con la mano e lo strinse.
"Non stavo scherzando quando dicevo che eri messa male e se, questo succede di nuovo, io..." Lo bloccai alzando gli occhi al cielo.
"Non mi importa Liam dimmi quello che ho fatto!" esclamai sul punto dell'esasperazione. Che cavolo ho fatto? 
"Oh, davvero! E conciarsi in quel modo è importante?" Alzai le braccia al cielo. Perché avevo dimenticato tutto quello che era successo?
"Sveglia! Ti hanno drogato!" Chiusi gli occhi, era quello che temevo di più. 

Flashback
 
"Hey, dove sei scappata?" mi chiese Matt che si avvicinò pericolosamente. La vista mi si stava annebbiando e tutto era molto confuso, senza riuscire a tenermi in piedi mi aggrappai al suo braccio sperando nel suo appoggio. Lui invece fece scorrere le sue mani sui miei fianchi e mi spinse verso lì vicino. L'impatto mi lasciò senza fiato e, senza neanche avere il tempo, lui posò le sue mani sull'orlo del mio vestito cercando d alzarlo mentre posò le sue labbra sulle mie. Tentai di spostarlo ma ero debole e non ci riuscii, così cercai almeno di urlare ma il suono che usciva dalle mie labbra era leggerissimo. Ero paralizzata.  
Guardandomi intorno notai solo facce sconosciute e fu allora che entrai nel panico. Si staccò da me e mi prese per un braccio trascinandomi tra le persone, alla ricerca dell'uscita. Prima di uscire vidi Liam insieme a un'altra ragazza e così decisi che non era il momento giusto per chiedergli aiuto. "Andiamo a casa mia, adesso" disse senza nemmeno aspettare una mia risposta. 
Mi guardai intorno e cercai di scappare ma mi teneva ancora stretta  e proprio non riuscivo a urlare. 
A un certo punto qualcuno colpì Matt facendomi cadere a terra e sporcando il vestito in una pozzanghera. Sentii i lamenti del ragazzo che veniva picchiato da mani pesanti e le mani di qualcun altro circondarono le mie spalle sollevandomi. Era Perrie che mi guardava preoccupata. 
"Stai bene? Mi senti?" Non so cosa feci ma ciò la convinse che Matt mi aveva drogato. Urlò qualcosa a Zayn che entrò dentro la casa e tornò poco dopo con Harry e Louis che sembravano tutt'altro che felici. Harry mi avvolse il viso con le sue mani e mi guardò per un periodo sproporzionato. Quando decisi di distaccarsi, disse: "Non può tornare a casa in queste condizioni, maledetto Matt". In quel momento si avventò sul una figura già stesa ma qualcuno lo fermò. Liam.
"Ci ho già pensato io, amico" cercò di calmarlo. "Chiama sua nonna digli che oggi dorme a casa di Perrie, la porto da me"
Lui annuì, fidandosi. Liam mi prese in braccio e salutò gli altri mentre io, piano piano, mi addormentavo.
 
 
***
 
"Merda!" dissi "Stavo per finire con quel viscido?" Lui annuì. "Mi dispiace, e comunque grazie"
"Per cosa?" chiese. Lo guardai e per un momento pensai che stesse scherzando ma era più che serio e ciò mi preoccupò e non poco.
"Per avermi salvato"  
 
 
 

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Capitolo 10
*** Be the one ***


Be the one
 
 
Non parlò per un periodo quasi infinito e ciò era molto più che preoccupante. Pensavo che si sarebbe messo a parlare della sua avventura con uno sguardo fiero, invece, fissava il vuoto. Non sapevo casa fare se non rimproverarmi.
"Non voglio far male a nessuno, Amy, e tu mi hai costretto a farlo." Mi indicò i vestiti e le scarpe in un angolo della stanza. "Vestiti e per una buona volta fai qualcosa per bene" Se ne andò senza che io potessi replicare. Non che ci fosse molto da dire. Mi vestii velocemente e mi guardai allo specchio lì vicino sperando in un qualsiasi miracolo. Ma vidi solo una ragazza con i capelli spettinati, il trucco sbavato e le occhiaie. Avevo paura del mio riflesso, accidenti.
Non potevo credere di essere una tale idiota. Uscii dalla stanza e mi incamminai al piano di sotto trovando la portone per uscire. Liam era seduto su un divano e non si era accorto neanche di me così trovai un foglietto e una penna. Scrissi la prima cosa che mi venne in mente e me ne andai, lasciandolo solo con i suoi pensieri. Tornai a casa tremando e vergognandomi di ogni singola occhiata curiosa che scattava in ogni persona che mi guardava camminare con incerta sul mio stesso passo. Entrando in casa evitai completamente mia nonna e mi sdraiai nel letto a osservare il soffitto finché non decisi che l'unica cosa che potessi fare per tranquillizzarmi era semplicemente dormire. 
 
***
 
Flashback
 
"Sali, dai" scossi la testa e cercai si oltrepassare quel maledetto scooter che avevo davanti. "Ho detto sali" 
"Non ci penso neanche" dissi con calma anche se dentro di me ero agitata e non poco.
"Cosa accidenti hai contro i motorini?" 
"Cosa accidenti hai contro di me?" urlai di rimando dato che non ero proprio in vena di sentirlo parlare in quel momento.
"Sali o ti ci butto di forza lo sai che lo faccio!" speravo che cambiasse discorso con l'ultima domanda invece mi toccò ribattere.
"Te lo chiedo per favore, adesso, vai senza di me" lui mi guardò e capì subito che qualcosa non andava. Questo era ciò che non quadrava in noi: poteva succedere di tutto, potevamo far finta di odiarci a vicenda per secoli, ma quando si tratta di emozioni eravamo in grado di capirci a vicenda come nessun altro. E alla fine non potevamo negare tutto questo.
"Cosa succede?" disse dolcemente. 
"Mio cugino c'è morto in uno di quei cosi infernali quindi vedi di starmi alla larga, okay?"lui scosse la testa e io dalla frustrazione alzai gli occhi al cielo.
"Dovresti affrontare le tue paure e poi questo è l'unico modo che ho per farmi abbracciare da te" nonostante tutto sorrisi. "Su, sali" Mi prese la mano e mi fece sedere e mi mise il casco mentre io tremavo. Si sedette anche lui e io appoggiai le mani sulle sue spalle ma lui le prese con le sue e se le trascinò sui fianchi. "Ora tieniti forte, okay? Non avere paura"
Partì e mi strinsi così forte alla sua maglietta che ero letteralmente schiacciata su di lui che in compenso ne sparò una delle sue e mi fece rilassare. In effetti non era poi tanto male, potevo stare vicino a lui e sentirne il calore e il resto del mondo scompariva e basta. Quando arrivammo ero quasi delusa dal viaggio così breve anche se continuavo ancora a tremare. Appena ci fermammo una ragazza con il lunghi capelli svolazzanti di un colore incerto  tra il biondo e il rosso arrivò e baciò Robert sulle labbra mentre io ero ancora seduta. 
 
 
Liam Pov.
 
C'era qualcosa che in lei non mi convinceva. Il suo modo di camminare era troppo sicuro, la testa alta era in realtà l'unico modo che aveva di nascondere quell'ombra sugli occhi che la rendevano più matura di quel che in realtà ci si aspetta da una sedicenne. Passai un intero giorno a rigirarmi i pollici trattenendomi a stento ad alzarmi e andare a vedere come stava.
Volevo conoscerla, volevo essere di più ma lei non me l'avrebbe mai permesso, questo era poco ma sicuro. Harry, probabilmente, non conosceva il perché del suo fare ombroso ma ero sicuro che quasi nessuno dei suoi amici lo sapesse. Lei era in grado di tenere molti segreti ma un giorno sarebbe scoppiata e io l'aiuterò a alzarsi. Ma lei non me lo avrebbe permesso.
"Liam c'è qualcuno per te di sotto" mi disse mia mamma tranquillamente anche se stava sorridendo a trentadue denti. Scesi le scale e vidi Amy e la mia sorpresa si contenne a stento. La invitai in camera e lei mi sorrise. Ha sorriso!, pensai.
"Okay, non voglio disturbare ma ti devo un favore" disse lei anche se io ero troppo impegnato a vedere la busta che aveva portato. "Ah, tieni è per te. Un pensierino per avermi aiutata ieri sera." 
Mi porse la busta e io l'aprii. La prima cosa che notai era un era una scatoletta. Le la prese e me l'aprì, dentro c'era una chiave d'oro.
"So che sembra stupido ma questa era una chiave per me importantissima, mi ha portato molta fortuna. Voglio che sia tua."  Io annuii.
"Qual è la storia dietro a questa chiave?" Lei sorrise scuotendo la testa. 
"Un giorno te la racconterò" disse semplicemente, posizionando un altro oggetto di fronte a me, un profumo da uomo. "Mi piace e basta" Le sorrisi e la ringraziai. Non sapevo il perché ma credevo che quella chiave fosse davvero speciale. "Grazie a te, io devo andare. Ci si vede a scuola allora?" Io annuii accompagnandola alla porta.
 Senza rendermene conto lei aveva lasciato una lettera nella mia scrivania.
 

Amy Pov.
Flashback.
 
 
Le serate si facevano sempre più fredde e io mi strinsi nel mio giubbotto nell'inutile tentativo di riscaldarmi. Scesi velocemente le scale e raggiunsi l'uscita del palazzo dove vivevo, sorrisi nel sentire il campanello suonare ripetutamente dal mio appartamento. Mia cugina si rese conto della mia presenza e smise di suonare. Aprii la porta e lei d'istinto mi abbracciò. "Ciaaaaooo, come va?" chiese. Se solo sapessi non mi abbracceresti., pensai. Scacciai indietro quello stupido pensiero e dissi che tutto andava una meraviglia anche se non era esattamente così, ma come potevo dirle che in realtà l'unica cosa che mi interessava era l'unica cosa che non potevo avere? Mi zittii e le chiesi come stava e lei sorrise in tutta risposta. Andammo al solito giardino e ci sedemmo nelle solite altalene con la nostra solita spensieratezza. E quando iniziò a parlare di Robert sospirai melodrammaticamente. "Sai ultimamente non mi sembra lo stesso di sempre, è più chiuso e quando gli chiedo 'cosa hai?' questo s'arrabbia." Cosa cazzo sta combinando?! Ma io lo uccido! 
"Starà passando un brutto periodo, sai, come quando capì di essere bocciato" dissi mostrando poca credibilità. "Comunque, non preoccuparti lo sai che quello non ti molla un attimo." Lei annuì e mi sorrise.
"è solo che mi piacerebbe vederlo più felice" Non sapevo cosa dire, di solito ero io quella che consigliava ma in quel momento avrei tanto voluto dirgli qualcosa di terribilmente cattivo.  Non risposi e lei lo notò e si fece avanti. 
"Ti ho per caso zittita" Scossi la testa e sorrisi. 
"No, semplicemente hai ragione" 
"Mi hai appena dato ragione?" chiese con un pizzico di falso stupore. 
"Non lo dire in giro però!" 
 

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Capitolo 11
*** Memories ***


Memories 
 
 
Flashback.
 
 
 Mi mossi velocemente e raggiunsi le altre ragazze che si erano già accese una sigaretta. "Quelli non si staccano più" affermò Ally, una ragazza abbastanza bassa e carina. Teresa, che era il perfetto contrario, sorrise.
"Sono carini insieme" io annuii con un falso sorriso sulle labbra. Tanto quando si tratta d'amore quelle ragazze diventavano cieche."Dovresti trovartene uno anche te, sai c'è Peter che fa di tutto per parlarti, magari esci insieme a lui" All'inizio non ne ero del tutto convinta poi sentii la voce irritante di mia cugina e, a quel punto, semplicemente lanciai un sì di risposta. La mia fortuna volle che Peter passasse di lì proprio in quel momento e lui non aspettò neanche un secondo ad avvicinarsi. "Ciao, possiamo parlare?" 
Io annuii e mi girai un attimo verso mia cugina che si rese conto di me solo in quel momento. Notai che il viso di Robert era un po' irritato ma non ci feci caso. "Vado un attimo via" Mi diedi coraggio e presi la mano di Peter e lo trascinai lontano dal gruppo di amici. 
Lui non solo era un po' sbalordito ma non sapeva neanche che fare così per metterlo a suo agio parlai io. "Trascinami lontano dalla civiltà per un po', non ne potevo più di tutto quel fumo" Lui rise anche se non era una battuta. Sarei potuta morire soffocata, per mia sfortuna anche lui fumava.
Non era brutto, anzi era carino, ma era troppo timido nei miei confronti e questo era dolce, sì, ma anche noioso perché dovevo essere sempre io a parlare ed era noto a tutti che io non ero esattamente un tipo socievole. 
"Allora, quello che volevo dirti era che...." iniziò ma non riuscì a continuare così alzai gli occhi al cielo e parlai io. 
"Ti va di uscire qualche volta insieme?" Lui annuì quasi di riflesso, accidenti. Forse dovevo ritirare tutto e non dargli false speranze perché era proprio quello che stavo facendo. "Cosa facciamo adesso?" chiesi con tranquillità. lui indicò il parco giochi lì vicino e io sorrisi. Passai il resto della giornata con lui e cercai di fargli coraggio. incrociai il mio gruppo solo una volta e bastò per farmi fulminare un centinaio di volte da Robert che non sembrava affatto contento del fatto che tenevo per mano Peter. Bene, no cioè, questo è un male ma almeno adesso sapeva come mi sentivo ogni volta che si avvicinava a Mary. 
 Prima che io me ne andassi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio "Io e te dobbiamo parlare" io risi facendo finta che fosse una battuta. Era una nostra regola non detta e mi stritolò il braccio irritato. Lo allontanai mentre Mary lo richiamava. Lo odiavo, davvero. 
 
 
Harry's pov.
 
"Accidenti Liam! Che è successo in questi ultimi due mesi? Sei peggiorato!" dissi ridendo mentre giocavamo a calcio. Il gruppo era tornato alle vecchie abitudini e ciò non mi dispiaceva affatto. Louis con un scatto lo sorpasso e tirò il pallone nella porta lasciando Zayn mano nelle mani. Risi ancora più forte quando Niall si risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti e si girò verso la porta con gli occhi spalancati. 
"Ti avevo detto di difendere, idiota!" gli urlò Zayn sorridendo. "Ehi, Harry, dov'è Amy?" Mi spostai verso la porta bevendo un po' d'acqua dalla bottiglia che mi ero portato dietro. 
"è andata da suo cugino a Londra." Zayn annuì mentre Perrie era comparsa dal nulla.
"Non dovevi andarci anche tu?" Chiese con aria tutt'altro che innocente.
"Sì, ma dopo ieri ho preferito rimanere a casa." Liam si avvicinò asciugando il sudore con la manica della maglietta.
 E così arrivarono anche gli altri ad ascoltare cosa avevamo da dire. Una ragazza, la stessa che avevo visto insieme a Amy in mensa si avvicinò, salutandoci. 
"Ciao, Amy mi ha chiesto di dirvi che non tornerà a casa per l'intera settimana e che tornerà Lunedì" Disse semplicemente. Cosa?! , pensai. Non poteva andarsene per così tanto tempo. Era successo qualcosa, sicuramente.
"Perché?" chiese Liam prima che lo facessi io.
"Dice che ha delle faccende da sistemare, non so cosa. Io vado, addio!" disse andandosene. Niall sospirò mentre la vide andare via e io lo guardai.
"Non è fantastica?" scoppiai a ridere dimenticandomi di Amy.  
 
 
Amy's pov.
 
 
Abbracciai mio cugino poi uscii di casa per andare al solito posto di sempre. Camminai velocemente sperando che le persone di quel quartiere, che conoscevo da una vita, non mi vedessero. Ero un volto conosciuto dopo tutto quel che era successo negli scorsi mesi e non volevo che la mia 'storia' tornasse alla loro mente, volevo semplicemente essere dimenticata come tutte quelle stupide leggende metropolitane.
Il punto era che la mia non era una leggenda ma la pura realtà.
Mi avvicinai a l'altalena che da bambina avevo tanto adorato e mi sedetti su di essa aspettando l'arrivo della mia amica. Teresa arrivò quasi subito e mi abbracciò velocemente. Poi mi trascinò verso casa sua e passai l'intera giornata con lei, dimenticandomi di Leicester e di tutto ciò che la riguardava.
Ma tornando da mio cugino fu quasi impossibile non ripensare ciò che era successo il giorno prima. 
Chiamai Harry al telefono ma non rispose così passai al numero di Perrie che rispose quasi subito.
"Ciaaaao! Come stai?" mi chiese con la sua solita energia. Era strano, la conoscevo da pochissimo e non avevo passato molto tempo con lei eppure sapevo di potermi fidare anche se non a fondo come con Teresa. D'altronde lei non aveva passato quel che avevo passato io, nascondendo il tutto con la stupida scusa dei genitori che non riescono a capirti e bla, bla, bla. 
"Bene, te?" lei cominciò a parlare e fu quasi impossibile fermarla. Parlò della sua nuova e, secondo lei, favolosa tinta di capelli mentre allo stesso tempo parlò della partita dei ragazzi al parco dove Liam per sbaglio mi baciò per la prima volta. Sorrisi pensando a cinque ragazzi che giocavano come bambini con un pallone mentre, come minimo, di tanto in tanto lanciavano delle parolacce. 
"Volevo dirti che non tornerò fino a Lunedì" dissi
"Lo sapevo di già, me l'ha detto Mary. Harry ci è rimasto un po' male, sai." 
"Ah, okay. Ehm, io ora devo andare ma ci si risente il più presto okay?"
 Lei disse che il più presto equivaleva a un domani e io risi promettendo di chiamarla. 
 
 
Flashback.
 
 
 
Entrai a scuola e mi sedetti in una delle poltroncine male andate mentre aspettavo che arrivassero le mie amiche. I ragazzi si stavano tutti avviando verso classe la maggior parte era già in ritardo ma a me non importava anche perché avevo un'ora libera. Quando le mie amiche erano arrivate iniziammo a fare esercizi e compiti vari che non avevo fatto nel fine settimana. Un ragazzo entrò e passò per la portineria. Non lo riconobbi subito perché aveva il cappuccio ma quando si girò verso di me sgranai gli occhi dalla sorpresa. Beh, un po' me l'aspettavo, non avevo risposto nemmeno a uno dei suoi messaggi né chiamate. Sapevo che era arrabbiato, anzi furioso e lo capii dal modo in cui mi squadrò da capo a piedi con piena irritazione. Si avvicinò e si sedette accanto a me. "Si usa salutare" gli feci un cenno con la mano.
"Che ci fai qui?" chiesi sgarbatamente. Una mia compagna di classe di inglese strabuzzò gli occhi, non era abituata a vedermi così perché in effetti lui era in grado di tirare fuori il meglio e il peggio di me allo stesso tempo. Che schifo.
"Devo parlarti di ieri" scossi la testa. 
"Non c'è niente di cui parlare" dissi con decisione. Avevo la testa più dura di tutto il mondo niente mi avrebbe fatto cambiare idea su niente e lui lo sapeva benissimo, il punto era che io non avevo la più pallida idea di dove si concentrasse la mia decisione. 
"Ah, no? Mi spieghi cosa ti ho fatto? Perché ti sto tanto antipatico?" Perché mia cugina è innamorata di te, pensai ma subito mi sentii male e quindi scacciai indietro questo pensiero. Non lo odiavo, semplicemente non sopportavo vederli insieme. Dovevo essere io quella che veniva abbracciata ogni singolo istante, la ragazza che veniva trattata dolcemente e con tutta l'amore del mondo. Dovevo essere io. Ma per qualche pseudo-ragione non lo ero e questo faceva male.
Ma non potevo dirglielo o altrimenti sarei stata la peggior amica di tutto il mondo e io non lo ero. 
"Rispondi" Sussurrò vedendomi pensierosa. La verità era che non me ne ero nemmeno resa conto.
"Perché non ti piace il rosa?" chiesi. Lui senza neanche aspettare un secondo scattò in pieno e si alzò. Non sembrava in vena di scherzi.
"Che cazzo di domande sono? Possiamo per una volta parlare seriamente?" alzai gli occhi al cielo, proprio non capiva.
"E' un dato di fatto che a te non piace il rosa e non per qualche strano motivo ma per puro istinto, più o meno ciò che succede con noi" Merda. Non dovevo dire 'noi'. Lui corrugò la fronte e piegò la testa di lato.
"Io non ti capisco" Una ragazza al mio fianco soffocò una risata, senza nessun buon risultato. Mi girai verso Alessio e lo spinsi.
"Vattene"dissi con noncuranza. Lui afferrò la mia mano appoggiata sul suo petto e mi fece alzare. 
"Ti prego, parliamo" sbuffai, ero troppo vicino per dire di no. "Okay, l'hai voluto tu" Si piegò e mi prese per i fianchi alzandomi di peso. Lanciai un grido mentre le altre ridevano ma io capovolta non potevo far altro che pensare a quanto questo fosse ridicolo. 
"Se non mi metti giù entro dieci secondi ti distruggo la vita, idiota!" Urlai. Lui rise e mi trascinò fuori di scuola, verso il cortile deserto. Si fermò vicino a un cancello e mi mise giù con calma, senza pensarci un secondo gli tirai un sonoro schiaffo che lo infastidì e non poco. "Si può sapere qual è il tuo problema?!"
"Qual è il tuo? Perché sei uscito con quello? Perché lui sì e io no?" Urlò di rimando massaggiandosi la guancia che era diventata rossa. In effetti, anche la mia mano era dolorante.
"Non è una cosa che ti riguarda dato che sei fidanzato!" Lui alzò gli occhi al cielo. 
Sapevo cosa significava quel gesto, lo sapevo da un po', ma avevo paura ad ammetterlo ad alta voce. Mi piaceva e anche parecchio e il tutto era corrisposto ma c'era di mezzo un'intruso o meglio un'intrusa, mia cugina. 
"La vuoi smettere di essere così odiosa, sei tu quella che mia ha detto di mettermi con lei, lo neghi?" lo guardai, Vorrei poterlo negare, pensai. Potevo essere una stronza senza neanche avere sensi di colpa ma quando si trattava di amicizia ero leale, sempre.
"No, lo sottolineo, lei è perfetta per te. E poi non mi piaci, questo lo sai bene." Lui scosse la testa. Stavo iniziando ad avere freddo, insomma era Dicembre e lui mi aveva trascinato fuori senza neanche prendere il giubbotto, così mi massaggiai le mani in cerca di calore. Il suo sguardo si spostò dal cancello al mio viso e ciò mi fece arrossire anche se la colpa la diedi al freddo. Mi bastava uno sguardo per impazzire, non riuscivo quasi a riconoscermi.
"Smettila di negare"sussurrò e lo giuro in quell'istante avrei anche smesso. La sua mano afferrò la mia e io mi dimenticai di respirare, massaggiò le mie dita e le avvicinò alle sue labbra. Da chiunque altro questo sarebbe parso come un fatto romantico ma per me era una tortura e lui non mi aiutava affatto. Accorciò le distanze abbracciandomi e, lo so, avrei dovuto allontanarlo. Chiusi gli occhi appoggiando la mia guancia sul suo petto. "Lo vedi?" non risposi, sospirai. "Possiamo far finta di odiarci ma questo non cambia e sai cosa intendo con 'questo'" Mi allontanai di colpo ma le nostre mani erano ancora intrecciate e ciò mi impediva di spostarmi molto. Questa era un'immagine perfetta di noi due, in quel momento. Mi afferrò il mento e mi fece alzare lo sguardo verso il suo viso e senza neanche pensarci guardai le sue labbra. Si avvicinò e posò le sue labbra sulle mie con un leggero tocco. Pensai che non dovevo ricambiarlo ma il mio corpo reagì d'istinto e le mie mani scattarono si spostarono sulle sue spalle mentre le sue tenevano la mia vita anche troppo stretta. Il lieve toccò diede posto a un bacio passionale e mentre la sua lingua mi esplorava, lui si spostò schiacciandomi contro il cancello e io, all'improvviso, non avevo più freddo. Le sue mani si spostarono e mi alzò di peso così io incrociai le mie gambe per avvolgerle sulla sua vita in modo da non cadere. Affondai le mie dita sulle sue morbide ciocche biondo scuro e continuai a rispondere a ogni singola carezza dimenticandomi di un gran particolare. 
 

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Capitolo 12
*** Born to die ***


Born to die.
 
 
Falshback.
 
 
Driiiiiiin. E la campanella suonò, così centinaia di ragazzi uscirono di scuola per la ricreazione. Mi staccai velocemente arrossendo.
"Fa che qualcuno lo sappia o che ci abbia visto e sei morto" dissi minacciosa. Lui mi afferrò la mano.
"Non lo dirò a nessuno ma tu ammetti che non è vero quello che hai detto prima"allontanai la mano e scossi la testa. Merda, merda, merda., pensai guardandomi intorno. Fu allora che vidi Graziella con la bocca spalancata e il mio giubbotto in mano. Per un momento desiderai sparire e non farmi vedere per un bel po'. Tirai un pugno al braccio di Robert che scattò all'istante. 
"E' inutile che io lo dica tanto lo sai benissimo" lui sorrise con dolcezza e allora gli tirai un altro schiaffo giusto per fargli male e mi girai a correre verso la mia amica che mi attendeva alla ricerca di informazioni. Presi il mio giubbotto e lo vestii velocemente mentre facevo cenno a lei di seguirmi dentro scuola. Non mi girai indietro per paura di incontrare il suo sguardo che, lo giuro, bruciava sulle mie spalle. "Ti prego, non lo dire a nessuno."
"Chi era lui? Era carino" disse. Carino, già., pensai ma non volevo sembrare crudele non con lei che era davvero sensibile. 
 
 
***
 
 
"Non ti eri accorta che ero io?" Veramente sì, accidenti! Come faccio a dimenticarmi dei tuoi occhi?, pensai. Dovevo smetterla di pensare a cose tanto sdolcinate. Ma risposi con calma e ciò, non solo lo sorprese, ma lo fece sentire in qualche modo privilegiato. E aveva ragione.
"Sì, ma me ne sono accorta più tardi" dissi poi, dietro di lui, vidi comparire la figura di Peter che mi sorrideva. A quel punto mi illuminai e Robert se ne accorse e pensò che quel sorriso era tutto suo. 
"Che c'è?" Mi chiese stupito. Mi mossi velocemente e raggiunsi Peter abbracciandolo. Lui ricambiò subito e mi salutò sussurrandomi un ciao tra i capelli. Non mi aspettavo di incontrarlo in quel posto. Di solito, andava sempre in giro con gruppo di ragazzi.  
"Che ci fai qui?" chiesi sorridendogli. Lui indicò il mio cellulare e mi resi conto che mi aveva mandato un messaggio. Lo lessi. Dove sei? Possiamo vederci?.
"Scusa non l'avevo visto. Come mi hai trovato?" 
"Ti ho seguita!" Strabuzzai gli occhi. Speravo non avesse visto la scenata che avevo fatto di fronte ad Robert. "Veramente passavo di qui, tranquilla" sospirai falsamente. Mi girai per vedere dove era finito Robert e mi sorpresi a osservarlo mentre fulminava con lo sguardo Peter. DIO! Quanto odio quando si comporta così. 
"Che ne dici andiamo a fare un giro?" propose. Annuii e poi mi rivolsi a Robert. "Io vado, tanto avrei fatto la terza incomoda anche oggi. Addio!" Lo vidi furioso ma non disse nulla. Semplicemente si girò verso la rossa che le andava incontro sorridendo. Non mi fermai neanche per salutarli. 
Passai una bellissima giornata, in compenso al casino che era successo quel mattino. Finalmente mi sentivo abbastanza tranquilla e sopratutto molto felice. Eppure quella strana sensazione che ogni volta provavo di fronte Robert, non c'era di fronte a me. 
 
 
Liam's pov.
 
 
Notai che la scuola senza Amy era un vera noia. Tutti parlavano di lei come se fosse una celebrità e forse avevano anche ragione. Nessuno è mai riuscito a fare ciò che lei ha fatto in così poco tempo. Harry la conosceva da una vita ma anche io che la conoscevo da poco mi sarei accorto del suo fare da ragazzina indipendente che non era. Una biondina con i codini si avvicinò a me e mi fece la scomoda domanda che mi fece infuriare per il resto della giornata.
"Allora, Amy ti ha fatto le corna con Harry o con Matt? Quest'ultimo l'hai anche mandato all'ospedale vero?" chiese con una voce mielosa. Non risposi e la cacciai a malo modo ma non mi importava più di tanto, credo.
Sentii altre voci che dietro alle mie spalle sussurravano di una Amy che scappa da Leicester per ritornare a Londra dopo la brutta figura che aveva fatto Venerdì. Per un momento pensai che fosse vero e mi venne quasi, dico quasi, un infarto.
Non sopportavo più quelle stupide pettegole così uscii di scuola prima trovando con mia sorpresa Harry alle scale.
"Harold, che ci fai lì?" chiesi con simpatia.
"Vado a casa, non sopporto quelle pettegole." Annuii e invece di tornare a casa lo accompagnai al parco dove giocammo col pallone come sempre.
"Cosa hai sentito tra le tante cose?" chiesi 
"Ho sentito che Amy vuole tornare a Londra per sempre e che mi ha fatto le corna con te e Matt."
"Non te la prendere sono solo cazzate" dissi per confortarlo.
"Sì, ma una cosa è vera."
"Cosa?"
"Lei ti piace e anche parecchio. Ma anche a me piace e questo lo sai, non cambierà"
Passammo il resto della giornata a parlare di lei e finimmo per metterci d'accordo. Nessuno avrebbe fatto in modo di distruggere il rapporto con l'altro, sarebbe stata lei a decidere. Una volta per tutte.
 
 
Amy's pov.
Flashback.
 
DUE MESI DOPO
 
 
"Buongiorno!" Disse Peter lasciandomi bacio veloce sulle labbra. Mia cugina lì vicino sorrise mentre stava abbracciata a Robert che invece non sembrava altrettanto contento. Gli lasciai un altro bacio e gli presi la mano. "Dove andiamo?" Chiese. Gli indicai un posto non molto lontano e lui annuì. Avevamo ufficializzato solo da due settimane eppure tutti ci vedevano come una coppia già da parecchio tempo. Bé, tutti tranne Robert che non aveva ancora digerito bene la cosa. In effetti, neanche io lo avevo dimenticato, restavo sempre convinta che un giorno saremmo finalmente riusciti a stare insieme come eravamo sempre stati predisposti. Ma quel giorno era lontano e intanto mi teneva compagnia Peter  che era molto più sensibile e gentile rispetto ad Robert. 
Ci divertimmo moltissimo insieme  poi Robert disse le due meravigliose parole che avrebbero potuto far tremare tutte le ragazze. E le rivolse a Mary. 
"Dobbiamo parlare" Lei annuì, inconsapevole mentre io mi mordicchiavo le labbra dall'ansia. Non le dirà mai di noi due, vero?, pensai. Lui non era un traditore, credo. Iniziai a sentire l'ansia ma cercai in tutti i modi di nasconderlo. Mi misi a sedere in una panchina insieme a Pasquale aspettando il ritorno di quei due che intanto si erano allontanati raggiungendo un posto più intimo ma comunque un posto visibile ai miei occhi. Peter mi chiese cosa mi faceva tremare e io per un istante vacillai. 
"Non so, sembra che la discussione sia seria. Non voglio che si lascino, insomma, sono perfetti insieme" lui annuì e io sospirai felice di essere riuscita a mantenere un segreto con Peter. Difficilmente riuscivo a starmene zitta con lui ed era per questo che mi piaceva ma non era la stessa cosa perché di fronte a lui stavo bene, ma non impazzivo. Vidi mia cugina incrociare le braccia e allontanarsi da Robert e allora capii che quello che stava succedendo non era niente di buono. A un certo punto, dal nulla, comparve una ragazza e prese la mano di Robert tra le sue. Mary diventò furiosa e gli tirò un ceffone correndo verso di me. Mi alzai di scatto lasciando le mani di Peter e raggiungendola. Lei mi abbracciò subito e sentii che già stava piangendo. Fulminai con lo sguardo quel maledetto ragazzo che non solo aveva preso in giro mia cugina, dico mia cugina!, ma anche me con le sue dolci e false parole. "Non ti merita, non ti meriterà mai se si comporta così" lei annuì ma continuò a piangere e a sporcare il mio giubbotto.  Eravamo in mezzo a un parcheggio ma in quel momento spostarsi sembrava impossibile. 
"Amy!" sentii urlare e poi mi girai di scatto notando una macchina muoversi velocemente verso di noi.
 
 

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Capitolo 13
*** Wait for the sun to rise ***


Wait for the sun to rise
Flashback.
 
"Amy!" sentii urlare e poi mi girai di scatto notando una macchina muoversi velocemente verso di noi. Senza neanche pensarci spinsi mia cugina abbastanza lontano e cercai di muovermi ma la macchina fu più veloce e riuscì a raggiungermi. Mi colpì per poco ma fu abbastanza forte da spingermi verso l'alto fino a raggiungere l'asfalto . L'impatto non fu affatto spiacevole e il braccio iniziò quasi subito a farmi male. Sentii che la vista mi si annebbiava non solo perché stavo per perdere i sensi ma anche perché sentii il sangue scendere da una ferita sulla fronte. Sentii qualcuno urlare il mio nome e prima di chiudere gli occhi vidi il volto di Robert piangere. 
 
***
 
Mi alzai con un terribile mal di testa. Ma che cavolo?, pensai guardandomi intorno. Ero in un ospedale quello era poco ma sicuro. Al mio fianco appoggiato al mio letto c'era Robert che sembrava stravolto ma almeno stava dormendo. Tolsi la mascherina che avevano messo per respirare e mi guardai alzai un braccio verso la flebo. Terribilmente scomodo. In un nanosecondo una infermiera si precipitò vicino a me e mi disse di fermarmi. A quel comando Robert si alzò e strabuzzò gli occhi con un misto di felicità e sorpresa. 
"Signorina, si è svegliata!"esclamò l'infermiera. La guardai male. 
"Lo dice come se fosse un miracolo, accidenti. Mi può portare un altro cuscino?" lei rimase a bocca aperta. 
"Arrivo subito, porto anche il dottore" Senza riuscire a replicare lei partì a razzo. Fantastico. Alessio mi prese la mano e io mi girai verso di lui. 
"Cosa è successo?" chiesi. Notai che una lacrima stava scendendo lentamente sulle sue guance. 
"Hai preso una bella botta ma almeno Mary sta bene." Mi guardai il braccio dolorante. Era ingessato mentre una benda circondava la mia fronte. Il dottore arrivò quasi subito e dietro di loro c'erano anche i miei genitori. In quel momento lo'unica persona che volevo accanto era anche quella che cacciarono via dalla stanza. E dopo ore di domande mi sdraiai e chiusi gli occhi cadendo in un sonno profondo. Sperando di risvegliarmi anche questa volta.
 
 
***
 
Nei giorni seguenti un marea di persone vennero a trovarmi. Il primo ad arrivare fu Peter seguito da mia cugina che continuava a chiedermi scusa e a dirmi che ero una forza. Teresa e Alex arrivarono lo stesso giorno e con loro un bel paio di parenti. Solo la sera, al di fuori dell'orario di visita, tornò Robert. Appena mi vide tentò di abbracciarmi ma lo cacciai via, non se lo meritava. "Scusa, non volevo so che il braccio..."
"Vattene, Robert, non è il braccio che mi interessa!" Vidi la tristezza devastargli i contorni del viso rendendolo più stanco di ciò che doveva essere. Per un secondo mi sentii male. "Quello che hai fatto a mia cugina non te lo perdonerò mai" dissi con cattiveria.
"Cosa dovevo fare? Stare insieme a lei mentre non provavo niente per lei?Lo sai che sarebbe stato non solo da pazzi ma anche da insensibili. Non è lei che voglio sei tu, accidenti! Mi avevi detto tu di provarci con lei perché era meravigliosa e bla bla bla.. e ci ho provato ma non andava avanti mentre con te, sono sicuro al cento per cento, che andrà male ma so anche che non ci lasceremo perché so cosa provi, lo so da quando ci siamo baciati. Non puoi lasciarmi da solo, perché tu sei mia" Sentirlo parlare così mi spezzò il cuore. Se non l'avessi costretto a mettersi insieme a mia cugina questo non sarebbe mai successo. L'incidente, il cuore distrutto di mia cugina, il suo cuore spezzato. E ne avrei spezzato un altro lasciando Peter.
La cosa stava diventando troppo complicata per me, che sono una che non sa usare i consigli che dà agli altri. Chiusi il discorso con un semplice ciao. Non volevo ma era l'unica cosa giusta da fare. O almeno speravo che lo fosse. 
 
 
Liam's pov. 
 
Mancava solo un giorno e lei sarebbe tornata. Niente era cambiato durante la sua assenza e ciò non mi sorprese. Tornai a casa sorridendo a mia mamma che era di una stranissimo buon umore. Entrai in cucina e trovai dei pasticcini nel tavolo con un biglietto.
Sono tornata! :) -A. Sorrisi e ne mangiai uno. Era buonissimo. 
Uscii e mi diressi verso casa sua portando con me alcuni di quei dolci. Mi bloccai appena il telefono mi squillò.
"Pronto?" chiesi tranquillamente.
"Ciao, dove stai andando con i miei dolci?" Mi bloccai e mi guardai intorno alla ricerca di Aileen. Il mio cervello andò in tilt. Avevo dato per scontato che fosse stata Amy ma non era così. Dentro di me urlai ma cercai di mantenere il controllo. "Ti ho sorpreso?"
"Cosa vuoi?" Non può essere tornata.
"Mi hanno detto che ti sei fatta una nuova amichetta. Ricordati che mi devi un paio di favori... ho una missione per te" Alzai gli occhi al cielo. Non volevo sporcarmi di crimini per colpa sua ma evidentemente il destino era quello. Mi preparai al peggio.

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Capitolo 14
*** Young and beautiful ***


Young and beautiful 
 
 
Prima o poi dovevo tornare, no? Rintanarmi in casa di mia zia non era esattamente il modo migliore per affrontare la vita, anche se restare e farmi coccolare da lei non era affatto male. Il viaggio in treno fu, se non deprimente, stancante e noioso. Di una cosa ero certa, appena arrivata a casa, la noia si sarebbe trasformata presto in confusione. E invece di scappare, come ero solita, stavolta, la cosa mi eccitava. 
Inviai un messaggio a Perrie che subito mi rispose.
Evviva! Adesso però sarai costretta a spiegarmi tuttoooo.
La sua aggiunta di 'o' parlava chiaro: la sua amicizia mi era d'aiuto. Arrivata a casa mi ero buttata sul letto e aspettai che mia nonna mi chiamasse per la cena, non so cosa mi fermò davanti alla porta di Harry. Volevo salutarlo ma allo stesso tempo volevo evitarlo. Liam, invece, ero solo un grande punto esclamativo e interrogativo allo stesso tempo.
Va bé, prima o poi lo avrei incontrato comunque, quindi decisi di fare uno sforzo e prima di uscire dissi a mia nonna che andavo a incontrare Harry. Bussai alla porta e lui mi aprì. Appena mi vide sembrava ovvio che non sapeva cosa fare ma dopo un po' mi avvicinai e lo abbracciai. Si paralizzò solo un secondo poi rispose all'abbraccio, appoggiando il mento sulla mia spalla. "Ciao" dissi semplicemente.
"Ciao" Mi rispose, semplicemente.
Mi staccai e gli sorrisi. Cosa si dice in questi casi? Ah, già.
"Come va?" Chiesi. Alzò le spalle senza rispondere. Mi invitò a entrare ma, a quel punto, mia nonna era già uscita di casa e mi stava chiamando per andare a mangiare la cena. Salutai con un cenno di mano Harry e poi entrai in casa senza sapere se essere tranquilla o agitata. 
 
 
***
 
 
Ecco cosa non mi mancava: la scuola e i gli altri ragazzi che ti guardano dalla testa ai piedi studiandoti peggio di dottori. Mi guardai intorno e pensai che potevo deviare e tornare a casa ma poi mi dissi che dopo una settimana a casa non mi conveniva perdere altre lezioni così cercai il mio armadietto lasciando lì un paio di libri. Mi diressi in classe e, per mia fortuna, incontrai Mary che mi salutò abbracciandomi.
"Allora, come va?" Senza nemmeno rendermene conto alzai le spalle e le chiesi se poteva passarmi gli appunti della lezione. Lei li aveva già raccolti in una cartellina e me la passò subito spiegandomi alcuni passaggi che non capivo. Poi arrivò la professoressa e iniziò a spiegare. 
E la lezione non finì più.
Uscendo di classe e passando per altre classi non potei far a meno di vedere gli altri osservarmi come se non mi avessero mai visto. Non capivo cosa avevo fatto per meritarmi quegli sguardi. 
A pranzo mi sedetti accanto a Mary anche se sembrava troppo impegnata nella contemplazione di una persona lì vicino. Niall. 
La guardai con sospetto poi le tirai una gomitata. "Attenta, ti scende la bava!" Dissi e le si riscosse come se si fosse appena svegliata, mi guardò e prese un fazzoletto pulendosi le labbra.
"Sono così oscena?" Scossi la testa ridendo. Non aveva neanche la bava ma forse non le importava. 
"No, ma sembri una stalker, dovresti farti avanti" Alzò gli occhi al cielo e strinse un pugno.
"Facile dirlo per te, tutti ti considerano. Io posso scomparire domani e nessuno lo capirebbe" Stavolta fui io ad alzare gli occhi al cielo. 
"Non credo sai. Se vuoi ti aiuto io, va bene?" Lei annuì sorridendomi e la discussione finì lì. Ma questo non le impedì di descrivermi ogni singola minima cosa che le piaceva di Niall, la trovai disgustosamente dolce. La ascoltai lasciando, di tanto in tanto, commenti non cattivi. Mi piaceva sentirla parlare e si vedeva che ci teneva di brutto. Almeno così mi ero persa l'interrogatorio. 
Sentii le mani di qualcuno appoggiarsi sulle mie spalle e mi voltai.
"Allora sei tornata." Liam era dietro di me e, acconto a lui, c'era una ragazza che non avevo mai visto prima. Aveva lunghi capelli neri e gli occhi di un bel colore nocciola. Mi guardava come se avessi vestito un straccio e ciò mi diede fastidio. 
"Già" Dissi svogliatamente. Chi diavolo è?, mi domandai mentalmente. Mi salutò con una mano, notando il mio cattivo umore, e prese per mano la ragazza portandola nel tavolo di Niall e gli altri. Non finisce qui, pensai. No, aspetta, cosa stavo pensando? Non doveva affatto interessarmi, vero?
Ero così pensierosa che non vidi Ashton avvicinarsi e sedersi accanto a me.
"Ciaaao!" Mi riscossi da sola e gli sorrisi.
"Ciao, come va?" Gli chiesi e lui alzò le mani al cielo.
"Alla grande! Sabato, a casa di mio cugino, ci sarà una festa. Devi assolutamente." Mi mordicchiai un'unghia pensando all'ultima serata che avevo passato in un festa. Non era stata esattamente un bella esperienza, stavo per declinare l'invito, quando mi ricordai di una cosa importante.
"Vengo, solo se viene anche Mary" Mary mi fulminò con lo sguardo così le feci l'occhiolino sperando che capisse. E lo fece, mi capì.
"Perfetto, allora, ci si vede lì" Disse Ashton alzandosi e lasciandomi un bacio sulla guancia. Alzai un sopracciglio, non può avvicinarsi anche lui. 
 
***
 
 
Ero davanti allo specchio, intenta a sistemare un ciuffo di capelli che era riuscito, chissà come, a resistere alle forcine che avevo sistemato per rimediare a una treccia non esattamente perfetta. Avevo vestito dei jeans e un maglione e presto sarei andata alla festa di Ash. Per tutta la settimana che avevo passato a scuola, sia Liam che Harry tentarono di starmi alla larga anche se non sapevo bene il perché. Una cosa era però evidente, io e Mary ci eravamo unite molto più di prima. 
Uscii di casa e raggiunsi Mary che mi aspettava davanti alla soglia della casa del cugino di Ash. Non ero in tenuta da festa ma avevo scelto quei vestiti apposta perché questa sarebbe stata una serata tranquilla, me lo sentivo. 
"Ehi, Amy!" Mi salutò Ashton appena entrai nel suo giardino. Lo raggiunsi tenendo la mano di Mary, che sembrava smarrita, e mi feci largo tra ragazzi che avevano in mano già bicchieri vuoti o mezzi pieni. Ash mi passò un bicchiere e io lo presi bevendone un piccolo sorso. Vidi tra i ragazzi Zayne e Perrie e li salutai sorridendogli. 
Appena si girarono per vedere chi si stava avvicinando a loro io buttai un po' del contenuto del bicchiere sul prato senza farmi vedere. Mi dissi che era meglio così. Liam e quella ragazza della mensa erano le persone per i quali si erano voltati e questo mi diede fastidio. Non tanto perché non ero al centro dell'attenzione ma più perché quella ragazza gli stava attaccata come una cozza. Bé, poco male, pensai. Dietro di loro c'era Harry con un sorriso a trentadue denti e un bicchiere in mano. Posai il mio su un banco che era stato messo lì vicino e mi sedetti aspettando l'arrivo dell'anello mancante Louis e Niall che ancora non si erano visti. Mary iniziò a socializzare con i ragazzi mentre io me ne stavo da parte facendo finta di bere e di vedere le persone ballare alla ricerca di qualcuno. Ma non c'era nessuno che in realtà cercavo, Ash era lì che rideva come un matto e tutti gli altri chiacchieravano tranquillamente e io, seduta a un angolo, sembravo l'intrusa. Mi alzai e dissi che sarei andata a ballare dato che non avevo molto da fare, ma lo dissi solo a Mary e la lasciai sola con i suoi nuovi amici. Raggiunsi a stento la casa e mi intromisi nel salotto girando intorno a gruppi di ragazzi impegnati o a baciarsi o a ballare. 
Ma tra tutte quelle persone, l'unico che notai era un volto ben noto e spaventoso. Nonostante avesse i capelli ben pettinati, si notava lontano chilometri il suo occhio nero e dei graffi che gli circondavano una guancia, rabbrividii pensando a ciò che avrebbe potuto fare poi distolsi lo sguardo ma prima di tornare vidi perfettamente che lui mi aveva riconosciuto.

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Capitolo 15
*** I'm not broken ***


I'm not broken

Dovevo andarmene e subito. Tornai da Mary ma la vidi insieme a Niall e decisi di inviarle un messaggio, mi voltai e pensai che il modo migliore per scappare era quello di passare attraverso il giardino e correre. Spostai un paio di coppie e raggiunsi il marciapiede che avevo il fiato corto. Non ci pensai neanche e iniziai a correre per raggiungere la fine della strada e poter dire di essere finalmente al sicuro.

Sentii qualcuno urlare dietro alle mie spalle e mi girai di scatto compiendo l'errore di andare a sbattere contro il petto di qualcuno. Persi il fiato quando questo mi poggiò una mano sulla bocca e mi trascinò lontano di lì. Come avevo fatto a non vederlo?

Mi dimenai e scalciai il più possibile ma la sua mano ferma non mi lasciava andare e quasi non mi faceva respirare. Mi trascinò fino a una macchina e cercò di prendere le sue chiavi dalla tasca ma mentre spostò un braccio gli morsi l'altro e lui cercò di fermare un un urlo. Ne approfittai e urlai spostandomi il più lontano di lì ma mi raggiunse e mi buttò a terra schiacciandomi con il suo peso sull'erba fresca e bagnata.

"Sta zitta, accidenti!" Mi sussurrò a un orecchio e mi tirò un violento schiaffo alla guancia. Continuai lo stesso a contorcermi e urlare sperando che qualcuno mi sentisse ma mi tirò un pugno in faccia e stavolta smisi di muovermi. Eccoci, e adesso cosa faccio?, pensai, rimasi ferma e tentai di respirare ma sentii che mi stava venendo un attacco di panico. Cercai l'aria che, nonostante fossi all'aperto, sembrava scomparsa. Sbiancai e iniziai a tremare. Matt lo notò e per un instante pensai che fosse preoccupato ma mi alzò malamente da terra colpendomi alla schiena e schiacciandomi contro la portiera dell'auto e prendo le chiavi. Aprì la portiera e mi ci buttò dentro nel lato posteriore e mi fece sdraiare. Sentii la sua mano passare attraverso le cosce per poco vomitai.

Si buttò sopra di me ma prima chiuse la porta della macchina e mi tappò la bocca con la sua. Tentai di spostare la testa ma mi afferrò i capelli e mi spinse contro il finestrino. "Sta. Ferma" Ringhiò con il fiato contro il mio collo.

Proprio quando pensai che da quella macchina non sarei mai uscita qualcuno spalancò la portiera e afferrò Matt buttandolo letteralmente sul marciapiede. Mi alzai e uscii da quell'inferno e vidi Liam perdere il controllo e chinarsi su di lui e picchiandolo come non avevo mai visto. Gli tirò pugni al viso fino a farlo sanguinare e non si accorse neanche che io era lì che lo osservavo spaventata e disgustata allo stesso tempo. Vidi una piccola folla uscire dalla casa e avvicinarsi alla macchina.

"Liam!" Gli urlai e lui si voltò a guardarmi. Matt aveva perso i sensi e Liam non ci faceva caso, spostò il suo sguardo sulla mano sporca di sangue e fece una smorfia. Si alzò e tentò di avvicinarsi ma appena fece un passo io indietreggiai.

"Amy.." Scossi la testa e mi voltai verso il lato opposto e iniziai a camminare lungo il marciapiede. "Amy, ferma" Ma i miei piedi si spostavano automaticamente. Sentii la sua mano afferrarmi il braccio e sperai che mi lasciasse andare.

"Non andartene da sola" Mi abbracciò e mi tenne stretta contro il suo petto.

***

Il ritorno a scuola fu anche più peggiore di quello della scorsa settimana. Harry dopo aver scoperto cosa mi era successo non mi lasciava camminare più per le strade da sola e Mary si scusò almeno una decina di volte per avermi lasciata da sola. Liam, invece, dopo avermi salvato una seconda volta non si fece sentire fino al lunedì quando mi chiese se ci sarebbe stato qualcuno ad accompagnarmi fino a scuola. Il mio occhio era diventato nero e avevo una paio di lividi lungo le braccia che mi facevano venir voglia di vomitare ogni volta che li vedevo. Pensare che si era avvicinato così tanto a me.

Avevo raccontato ciò che era successo alla polizia che si stava occupando del caso ma ciò non mi impedì di prepararmi per scuola.

Arrivata al mio armadietto Harry mi guardò preoccupato.

"Amy, dopo pranziamo insieme, okay?" Annuii senza parlare, in quegli ultimi giorni rispondevo solo in monosillabi e agli altri, per ora, bastava. Vidi Liam avvicinarsi e iniziai a tremare sperando che se ne andasse ma non lo fece. Harry si fece da parte e ci lasciò soli sicuro che con lui non sarebbe successo niente. Notai che Liam non era solo ma c'era insieme a lui la stessa ragazza che gli si appiccicava da una settimana al braccio. Feci finta di leggere una pagina del libro di letteratura e mi spostai al centro del corridoio facendo finta di andare in classe.

"Amy, aspetta." Disse Liam e si staccò dalla ragazza per avvicinarsi a me che intanto facevo finta di averlo visto solo in quel momento. "Mi dispiace per sabato"

Alzai un mano e lo fermai. "Grazie per avermi aiutato, ora puoi andartene"

"Amy, smettila di allontanarmi" Non dissi niente, continuai a camminare fino all'aula con lui che mi seguiva perché anche lui doveva venire nella mia stessa lezione. Prima che io potessi entrare però Liam mi si parò davanti e mi mise le mani sulle spalle. Non avevo neanche il coraggio di guardarlo in viso. "Okay, mi vuoi spiegare qual è il problema?" Alzai lo sguardo e staccai le sue mani.

"Non c'è nessun problema, semplicemente non voglio parlare" Speravo che sentisse il mio tono sprezzante.

"Bene, allora dopo scuola sarai pronta per parlare."

"No, non sarò.." Mi tappò la bocca con una sua mano.

"Ci si vede a casa tua alle sei, ciao" Disse ed entrò in classe. Si mise al solito posto e per tutta la giornata scolastica non mi rivolse una parola.

Di male in peggio, insomma.


 

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