Sfigata? No, innamorata. di annalisastyles (/viewuser.php?uid=259693)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stiamo scherzando? ***
Capitolo 2: *** Una sfida in atto. ***
Capitolo 1 *** Stiamo scherzando? ***
"Andiamo, Allison, non te la sarai presa?" inarcò
le sopracciglia incredulo per la mia reazione.
Era così difficile essere romantici con la propria ragazza?
Era più che ovvio che me la fossi 'presa'. Gli avevo aperto
il mio cuore, in un momento di totale oscurità tra noi, non
ci scambiavamo messaggi del genere da più di 3 mesi ormai e
l'unica cosa che aveva da rispondermi era: 'Buongiorno anche a te, piccola!'?
Ma scherziamo, vero?
Dopo più di tre pagine di amore...profondo (chiamiamolo
così, và), lui mi rispondeva in questa maniera?
"No, Peter. Sto bene"
Quante volte vi è capitata una simile risposta? Haha,
è normale. Gli uomini sono degli stronzi insensibili.
"Ascolta, piccola...ho bisogno di parlarti" alzai poco lo sguardo solo
per permettermi di vedere la sua faccia compiaciuta che alzava gli
angoli della bocca, sereno peggio di qualcuno che si chiamasse
così.
(okay, è squallida)
Alzai un sopracciglio, dandogli modo di iniziare il suo
monoloquio.
"Io in vacanza ho capito che stavo benissimo, senza vincoli,
divieti, occhi, che mi guardavano...senza te, ecco" fece spallucce "Mi
sentivo libero e, beh, questo mi piaceva"
"Vincoli? Tu avresti dei vincoli?" probabilmente lo incenerivo con gli
occhi, ma poco mi importava.
"Beh, no...però voglio sentirmi libero del tutto"
"L'unica cosa che ti vieto e mettermi le corna"
"Beh, mi piacerebbe anche questo..." la mia risata fu la sua risposta.
Mi alzai da quella fottuta panchina senza nemmeno rivolgergli un ultimo
saluto. "Dove stai andando?" mi sentii gridare alle mie spalle.
"Sei libero, Nemo. Và ad esplorare il mondo".
Probabilmente non mi sono ancora presentata.
Il mio nome è Allison Williams, ho 17 anni e ho appena rotto
con il mio primo grande amore, dopo due anni della mia vita.
Se sto male?
No affatto.
Era diventata una situazione invivibile, per i seguenti punti
all'ordine del giorno.
-NON potevo vestirmi come dicevo io, e detto francamente non pretendevo
certo un perizoma! Era estate e cercavo almeno dei pantaloncini!
-NON potevo rivolgere la parola a nessun altro ragazzo all'infuori di
mio fratello Sam, sempre se trovavamo un minuto per parlare tra una
lite e l'altra.
-NON potevo salutare nessuno se non con il suo consenso. No, ma dico, stiamo
scherzando?
-NON potevo uscire con le mie amiche,
perché in quel caso dei maschi mi avrebbero fermato per
salutarmi. Le mie amiche non si toccano, bello.
-NON potevo uscire di casa senza di lui. (questa non la commento
nemmeno)
Ma posso comprendere che sei geloso, per amore non uscirei
più di casa, ma appunto...per amore. Lui invece
era totalmente indifferente a me, ero tipo una 'bambola da mobilio' per
lui. Ed era questo che mi faceva perdere la pazienza.
E' stato sempre così?
No, è impazzito solo negli ultimi mesi, ed ero finalmente
felice di dichiararmi.....
"SINGLE" gridai felice, non appena entrai nel salotto della mia
migliore amica Roxane. Circa 20 paia di occhi si girarono nella mia
direzione esterrefatti dalla novità.
"Oh mio Dio" sentii sibilare dalle labbra di Roxane.
"Ce ne siamo resi conto" disse l'unica voce che ebbe il coraggio di
parlare nel più totale sconforto generico. Mi girai, in
cerca di chi avesse parlato e lo trovai lì, bello come il
sole, come sempre, con il suo cappello blu dalla visiera piatta, che
sorrideva beffardo e sicuro delle sue parole.
Era bello, bello davvero, ma come il sole appunto, non si poteva
toccare, o almeno guardare. Finiva per bruciarti, o buttarti
semplicemente a terra...odiava
l'amore e qualsiasi sua sfumatura.
Austin.
L'unico ragazzo che era stato in grado di farmi stare bene durante
quell'estate assurda. L'unico ragazzo che aveva avuto il coraggio di
starmi vicino in vacanza in Italia, nonostante io avessi indossato la
maschera dell'acidità in persona...lui mi aveva smascherata.
La mia 'cotta' estiva, che mi ero fatta passare perché
ritenevo di poter salvare Peter dal suo cambiamento.
"Da cosa?" le mie parole uscivano incerte, mentre tutti ci guardavano
sorpresi, con gli occhi fuori dalle orbite. Sapevano tutti cosa c'era
stato fra noi, sapevano tutti che Allison Williams era stata l'unica a
saper giocare col fuoco e, infine, tutti sapevano che quei sentimenti
erano stati repressi da entrambe le parti.
"Non saresti qui in questo momento" sorrise, permettendomi di
riprendere fiato.
Senza neanche rendermene conto ero rimasta in apnea, in ansia per
quella risposta. Era in grado di farmi stare bene solo con uno sguardo,
o un sorriso. Faceva parte del suo essere.
"Allora, demente, mi devi spiegare qualcosa o sbaglio?" Roxane mi
guardava sognante, felice per una volta per me.
Forse era la prima volta che era felice per me? Tutti mi ricordavano
quanto fossi sfigata!
"Non vuole avere vincoli, Rox!" scoppiai in una risata isterica, che
nascondeva una rabbia assurda verso il soggetto che era stato definito
'mio ragazzo' per ben 25 mesi.
La risata della mora non si fece aspettare. Lei era bella, capelli
corti fino alla spalla, occhi grandi e nocciola, dal sorriso perfetto e
se rideva, aveva la capacità di farti morire dal ridere con
lei.
"Lui...vincoli?" riprese a ridere nuovamente, lasciandomi praticamente
piegata in due con le lacrime agli occhi.
Si ricompose, asciugandosi gli occhi e assumendo un'espressione seria.
"Questa sua assurda gelosia è nata tutta dall'accaduto con
Piers, Ally. Ne sono convinta. Aveva paura che finisse come l'estate
scorsa ed è diventato così"
Piers...l'unico ragazzo che era stato capace di farmi friggere il
cervello tanto da convincermi a lasciare Peter. Ma si parlava appunto
dell'estate scorsa.
"Rox, stavamo insieme da due anni, dovrebbe saperlo che di Piers non mi
è mai fregato nulla. Mi ero avvicinata a lui
perché mi sentivo sola e volevo ingelosirlo, abbiamo
chiarito questo argomento mille e mille volte"
"Allison, lui avrà sempre paura di Piers. Quello ci sa fare
con le ragazze e permettimi che ne sappia qualcosa" disse alludendo
alla sua specie di relazione con lui 2 anni prima, durata meno di una
settimana, formata solo da baci.
"Cosa ci fa qui Austin?" okay, non c'entrava praticamente nulla con
l'argomento, ma...cosa diavolo ci faceva qui?
Roxane mi guardò maliziosa, capendo subito a cosa stavo
pensando in quel momento.
"Senti, Allison, io e te dobbiamo parlare..." allargò il suo
sorriso malizioso e fece i suoi occhi a fessura "Tu con me sei stata
molto vaga. Io voglio sapere nei dettagli cosa c'è stato fra
te e lui in Italia"
BOOM.
"In pratica nulla, in teoria...qualcosa è scattato" mi
scappò un sorriso nostalgico.
"Sei vaga. Voglio sapere tutto, dal giorno della partenza"
"Ti converrà sederti...è un racconto un po'
lungo" presi un bel respiro...
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Capitolo 2 *** Una sfida in atto. ***
"La prima settimana di vacanza non calcolavo minimamente
nessuno, solo Lucy. Mi sentivo terribilmente in colpa se parlavo con
qualche ragazzo o qualcuno che non era stato approvato da Peter" Roxane
mi uccise con lo sguardo, mi sarei uccisa da sola anch'io. "Ma mentre
tutti mi tenevano alla larga, o mi chiamavano asociale.."
"Tu asociale?!" grido spontaneamente. Già, era
difficile credermi così; ero la tipa che faceva
amicizia parlando anche solo di un marshmallow in meno di un minuto, io
non potevo affatto essere asociale.
"Sì, vabbe" scrollai il pensiero del marshmallow per poi
riprendere a parlare "Solo un ragazzo, nonostante io fossi acida e
distante con tutti, era premuroso, gentile e dolce nei miei confronti"
"Non può essere Austin, lui non è gentile e dolce
con nessuno" un sorriso spavaldo nacque sulle mie labbra.
"E' capitato che, un giorno io non avevo dormito per niente la notte,
perché ero troppo occupata a piangermi addosso per via del
coglione, così mi addormentai nel pullman all'andata di
un'escursione, la mattina dopo. C'erano gli altri che facevano un
casino assurdo, gridando, cantando e ciò che mi
uscì dalla bocca fu un lieve 'uffa'.
Il biondino seduto davanti a me si sporse verso il gruppetto rumoroso
e, senza che io gli chiedessi nulla o avessimo mai parlato,
dice:'Ragà, per favore! Sta dormendo! Un po' di rispetto,
che diamine!'. Io feci finta di continuare a dormire ma rimasi a
pensare a quella gentilezza per tutto il viaggio di ritorno"
"Oh mio Dio, il biondino è Austin! Lui è stato
gentile con te senza neanche conoscerti" squittì Rox.
"Non mi illudevo affatto, piuttosto spiegavo a me stessa che il tipo
dalla bellezza perfetta era gentile di carattere e lo aveva fatto per
rispetto. La prima settimana andò avanti così,
tra gentilezze e sorrisi dolci che mi sembravano così
perfetti. Iniziava a piacermi, ma dovevo evitare tutti, per seguire
l'ordine di Peter.
Ma non avevo speso 2000 sterline solo per vedere il posto nelle
escursioni e rimanere chiusa in una camera di albergo per due
settimane. Così, la seconda settimana dovevamo iniziare con
le attività del college, essere divisi in gruppi e
conoscersi meglio. Io finii nel gruppo con lui e la sua combriccola,
dove era entrata anche Lucy da prima.
L'attività del primo giorno riguardava completare un
questionario di storia, all'interno di un museo. Tutti facevano quello
che gli pareva ed io, capogruppo, ero l'unica demente che si disperava
a trovare le risposte tra i vari scaffali di storia. Nel panico
più assurdo lo stesso biondino, che avevo scoperto si
chiamasse Austin mi propose di aiutarmi, finendo il progetto da soli,
insieme.
Il giorno dopo l'attività era piuttosto divertente: laser
game. Io e lui fummo messi in squadre opposte e ogni volta che capitava
di ritrovarci difronte non pensavamo mai di sparare, come avrebbero
fatto delle persone normali, ma ci bloccavamo le braccia e finivamo al
muro, ridendo, ma non mollando la presa.
'Facciamo così, ci lasciamo le braccia e io vado a destra e
tu a sinistra' dicevo ogni volta. E ogni volta mi seguiva la sua risata
divertita. All'uscita del gioco la mia squadra aveva vinto e Lucy
propose di fare una foto me, lei e Austin. Lui si posizionò
alle mie spalle posando una mano sulla mia spalla.
Quella notte lo sognai." guardai Roxane.
"Oh no, i tuoi sogni sono sempre sogni premonitori!" già,
l'anno prima mi ero lasciata con Peter appunto perché
sognavo Piers e il giorno dopo il sogno diventava realtà.
Esempio: sognavo di abbracciarlo? Il giorno dopo mi abbracciava.
Sognavo che avrebbe provato a baciarmi? Il giorno dopo mi girai di
scatto per evitare il suo bacio.
La dote dei sogni premonitori era una dote di famiglia. Mi affascinava
sapere che quello che sognavo diventava realtà ogni volta,
ma mi metteva ansia, perché se il sogno era con una persona
sbagliata, o complicata, o qualsiasi altra cosa negativa, io sapevo che
sarebbe successo davvero.
"Sognai che c'era una festa imminente e nel caos più totale
Austin mi prende per mano e mi porta via, lontano dagli altri. Mi porta
in un posto dalle luci chiare, un luogo chiuso che non ero riuscita ad
identificare. Mi sussurra:'Smettila di stare male per quello, goditi
l'estate' e mi avvicina a se per baciarmi. Sognai che il giorno dopo il
bacio, a colazione, lui mi accarezzava e con dolcezza mi donava un
altro bacio. Chiamai Peter, per sentire che emozione mi avrebbe fatto
sentirlo e così vedere come comportarmi.
'Pronto, amore? Mi manchi tanto' dissi io nel mio sogno.
'Hey, anche tu' senza emozioni, come lui faceva sempre.
'Sai che torno un giorno prima? Non vedo l'ora di abbracciarti'
'Ah, okay'"
"Vabbe, non c'è da stupirsi. Peter risponde sempre
così" disse Roxane, quasi disturbata dal nome pronunciato.
"Appunto io nel sogno mi incazzo con me stessa dicendomi:
perché devo stare dietro ad un tipo che se ne strafrega di
me quando poi c'è un ragazzo stupendo che mi tratta in una
maniera dolcissima? Fu al mio risveglio che capii che stavo di merda,
non perché avevo sognato di aver tradito Peter, ma
perché non era successo veramente.
Da quel momento in poi la mia mente viaggiava solo attorno a lui,
pensando ad ogni suo gesto gentile e facendomi sentire protetta.
La mattina dopo quel sogno vedevo le cose in modo diverso: qualsiasi
sorriso, dolcezza o gentilezza io l'avrei fraintesa con molta
facilità, così mi creai una specie di guscio in
cui dicevo che era impossibile che io gli piacessi e non dovevo
illudermi.
L'attività del giorno era il bowling, come sempre il nostro
gruppetto di amici giocava insieme: io, lui, Lucy, Luke (il tipo del
casino in pullman) e Matt. Ad un mio ennesimo buon tiro lui si avvicina
a me e con uno sguardo profondo tanto da toglierti il fiato mi dice:'Ti
supero di nuovo, ora' e un sorriso malizioso.
'C'è in atto una sfida tra me e te ed io non lo sapevo
nemmeno?' rispondo divertita ed eccitata all'idea della nostra sfida
privata.
'C'è in atto una sfida tra me e te già da prima
che arrivassimo qui'
'Allison, non essere stupida! Si vedeva perfettamente che quella tra te
e lui non era una semplice competitività, ma era amore
soppresso!' mi aveva detto Lucy in camera poco dopo.
'Ma che dici! Giocavamo e basta, era un odio da gioco, da competizione'
convincevo più me stessa che lei.
'Allison, ma hai visto come vi guardavate?! Vi mangiavate con gli
occhi!'
Okay, fu in quel momento che finii in crisi.
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