A Cure Story

di DawnRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dopo il (lieto) fine ***
Capitolo 2: *** C'è Syrup per te... ***
Capitolo 3: *** Arriva Almond ***
Capitolo 4: *** Posta in Arrivo ***



Capitolo 1
*** Dopo il (lieto) fine ***


A CURE STORY

 


CAPITOLO UNO: DOPO (IL LIETO) FINE...

 


-Potresti uscire con Haruki, quello della squadra di basket. O con Ken, il tennista. Lo sai che assiste ad ogni tua partita e applaude sempre ogni volta che conquisti un set?- il sorriso di Nozomi Yumehara andava da un orecchio all'altro e la sua migliore amica Rin Natsuki, lo trovò piuttosto irritante. Possibile che, dopo aver trovato per se stessa un fidanzato, certo non era neanche una creatura del loro mondo ma su quello si poteva anche sorvolare, si fosse fissata nel cercare di appiopparlo anche a lei? Lei che per diciassette anni ne aveva fatto volentieri a meno? Scosse il capo: ogni volta che Nozomi si metteva in testa di fare qualcosa non c'era modo di distrarla dal suo obiettivo. Già la vedeva esclamare: "bisogna trovare un fidanzato a Rin. È deciso, sì!"
Una scena terrificante.
-No e poi no!- esclamò con tono scocciato, per poi allungare il passo. -La vuoi smettere di farmi da paraninfo!-
-Da cosa?- Nozomi si affrettò per raggiungere l'amica. Sbuffò leggermente scocciata, prima di replicare: -Non c'era bisogno di usare quella parola-.
Il suo tono di voce era tra il divertito e l'offeso, ma Rin era consapevole che lei ignorava bellamente il significato di quel termine obsoleto.
-Non volevo offenderti- si sentì in dovere di specificare, anche se l'amica, se davvero aspirava a diventare una professoressa, avrebbe forse avuto bisogno di conoscere il significato di quella parola.
-Ah- sul volto di Nozomi si stampò una strana espressione: sembrava sorpresa -e allora cosa vuol dire quello strano termine? Com'era già? Parapimpo? Paralimpo?-
-Paraninfo- sillabò Rin lentamente, fissando l'amica negli occhi.
-Che significa quindi?-
-È un termine che deriva dal greco antico. Viene usato per indicare la persona che combina matrimoni- rispose una voce alle loro spalle.
-Kokoda!- trillò Nozomi estatica, mentre gli correva incontro come se non lo avesse visto per un mese intero. "Ma se lui è stato via per due giorni appena" fu il pensiero acido di Rin, che però decise di trattenere per sé. Chissà che Nozomi non avesse ragione quando affermava che aveva bisogno di un fidanzato...
Rivolse uno sguardo alla coppietta alle sue spalle e, con sorpresa, si ritrovò a provare un po' di invidia nei loro confronti. Ormai erano tre anni che stavano insieme e nonostante le evidenti difficoltà continuavano ad andare avanti, sempre ottimisti e con il sorriso sulle labbra.
"Beati loro" si ritrovò a pensare, con un pizzico di tristezza, mentre Nozomi si staccava dall'abbraccio del ragazzo e tornava da lei,
-Ora vi lascio- le salutò Kokoda -l'anno scolastico sta per iniziare anche per me-
-In bocca al lupo, professore!- sbraitò Nozomi. Da quando avevano iniziato le superiori lui non era più stato il loro insegnante, con sommo dispiacere della ragazza dai capelli magenta, ma, per fortuna dei due fidanzati, continuavano a incrociarsi per la scuola e talvolta pranzavano anche insieme. Rin spesso si sentiva un terzo incomodo tra i due, ma si sacrificava volentieri per l'amica: era convinta che Nozomi avrebbe fatto lo stesso per lei.
In effetti Nozomi, per ricambiare tanta comprensione, si era intestardita nel voler trovare un fidanzato anche a lei, cosa che l'aveva allertata parecchio. Per tutte le vacanze non aveva fatto altro che insistere sul cercare di combinarle appuntamenti con ogni ragazzo che entrava nella Natts House e per quanto Rin fosse stata contenta di assistere alle dimostrazioni d'affetto dell'amica, quando era troppo era troppo!
-Buona fortuna, ragazze- replicò Kokoda salutandole e dirigendosi verso l'edificio del complesso scolastico Cinq Lumières dove si trovavano le classi delle medie. Le due amiche, invece, proseguirono verso le classi delle superiori.
-Mi togli una curiosità?- le domandò tutto d'un tratto Nozomi.
-Va bene- era terrorizzata dalla domanda che lei voleva porgli: sperò che non fosse nulla di estremamente assurdo o stravagante o tantomeno riguardante un fantomatico fidanzato.
-Dove hai imparato quella parola di prima? Quella strana: parafinfo-
Rin rise. -Paraninfo, si dice. L'ho letta nell'ultimo libro di Komachi, quello ambientato nell'Antica Grecia. "Il flauto del filosofo"...- sospirò: il titolo, per lei, era tutto un programma.
-Perché sbuffi?- domandò Nozomi, la quale probabilmente non doveva essere andata oltre la prima pagina.
-Te lo dico se prometti di non farne parola né con Komachi né con nessun altro-
-Ok- sembrava ansiosa di venire a conoscenza di quel piccolo segreto.
-L'ho letto e... non mi è piaciuto. Era un mattone pesante come pochi ed anche un po' noioso...-
Nozomi annuì. -Secondo me dovresti dirglielo in ogni caso. Credo che Komachi apprezzerebbe le tue critiche sincere-
Rin sorrise, abbracciando la sua amica. "Come farei senza di te, Nozomi?"



-Cosa stai leggendo?- chiese Karen alla sua grande amica Komachi Akimoto, intenta nella lettura di un tomo enorme sulle gradinate dell'università Les Papillons, una delle scuole più rinomate del paese. -I Promessi Sposi- rispose lei con un sorriso. Karen annuì, ignorando le ragioni che avevano portato l'amica a frequentare il difficile corso di letteratura italiana e a divorarsi romanzi così spaventosi. 

-Sei spaventata dalla grandezza del tomo?- le domandò lei, notando le sue occhiate bizzarre.
-No- rispose con sincerità -certi manuali di anatomia hanno la stessa dimensione!-
-E allora?- borbottò Komachi -è un libro veramente interessante! Le vicende del povero Renzo sono così intriganti...-
Karen dubitava che quel personaggio dal nome strano avesse vissuto delle avventure così interessanti come le descriveva la sua amica, ma la lasciò continuare. Komachi era veramente presa dalla trama del romanzo che non faceva altro che parlarne in toni decisamente entusiasti.
-E poi... Lucia! Anche lei finisce nelle mani di individui poco raccomandabili, povera ragazza... sai cosa ti dico: potrei scrivere un nuovo libro partendo dalle stesse premesse... non mi sono mai lanciata in questo genere! Magari potrei ambientarlo nell'era Meisho o nell'era Gosai. Tu che ne dici?-
Le rivolse un'occhiata eloquente. Dopo che il suo ultimo libro, una storia d'amore tra un filosofo e un'etera ambientata nell'Antica Grecia, si era risolto in un fiasco totale, Komachi aveva affrontato un difficile periodo di blocco. Karen era contenta di vedere l'amica così brillante e creativa ma aveva paura che se continuava a scrivere romanzi così poco accessibili avrebbe faticato a riscuotere il suo meritato successo. Voleva dirglielo ma si trovò incapace di aprire bocca. "Forse è meglio così..." si disse, per non infrangere i sogni della ragazza.
-E tu invece?- le domandò Komachi con le labbra increspate da un sorriso. -Hai già fatto la prima autopsia?-
-Non ancora... ehm... Sono solo al primo anno-
-Te l'hanno raccontata la storia di quello studente di medicina?-
-Cosa?- non ne aveva mai sentito parlare... -No- fece un cenno con il capo -non so di cosa tu stia parlando-
-Ci credo che non ve l'hanno mai voluta raccontare: è uno dei segreti meglio custoditi di questa università. Io l'ho scoperta per caso cercando nell'archivio della scuola. Una volta, infatti, in questa stessa università, un malcapitato studente di medicina dovette fare un'autopsia su una splendida ragazza. Era la prima volta che affrontava quel processo da solo, nonostante avesse già assistito alle dimostrazioni del suo professore. Ebbene una sera, dopo le lezioni, si trovava in un laboratorio, completamente solo ad eccezione di quello splendido cadavere, nudo sopra il tavolo. Le luci fredde del neon baciavano la pelle chiara di quel corpo, dandogli una sfumatura azzurra.
Lui si avvicinò, le toccò la pelle. Era gelida come marmo. La ammirò per diversi secondi, contemplando la sua bellezza, poi le scostò delicatamente i capelli dal volto. Era bionda. Lo studente prese gli strumenti del mestiere e li impugnò quasi fossero un pennello, perché riteneva che operare su quel corpo fosse un sacrilegio. Ma quando incise il ventre del cadavere, la donna.... La donna...
GRIDÒ!!!-

Karen fece un balzo indietro roteando gli occhi, mentre Komachi non la smetteva di ridere.
-Ci sei cascata in pieno!-
-Non è stato divertente-
-Forse per te! La tua espressione era fantastica, un vero peccato non averti scattato una foto!
"Una vera fortuna forse..."
Le due risero insieme: l'università, in fondo, non le aveva proprio cambiate!



"À Paris..."
Urara Kasugano cantò con dolcezza nella voce. Si passò una mano tra i capelli biondi, mentre i boccoli dei suoi codini rimbalzarono come molle.
-No!- disse il regista. -Ci vuole più enfasi, più grinta!-
La ragazza annuì. Prese un respiro profondo, poi intonò:
"À Paris,
Quand un amour fleurit..."

-No- fu il commento del regista. -Ci vuole più struggimento, più passione... Sei a Paris, ma chérie, non a fare la bambolina su un palcoscenico pieno di neon. La vedi?- gesticolò con le mani in maniera tanto evidente che Urara pensò dovesse prendere il volo -La vedi la Tour Eiffel, l'Ac du Thriomphe, les Champs Elysées???-
"La foschia, il freddo, l'umidità?" aggiunse mentalmente la cantante. Parigi era una bella città, ma il clima era terribile: era aprile e non aveva ancora visto il cielo sgombro la nuvole.
Il pensiero volò alla sua casa, al Giappone e alle sue amiche. "Per Nozomi e Rin è l'ultimo anno di liceo". Presto anche loro sarebbero andate all'Università. Le mancavano parecchio, nonostante avesse spedito loro diverse cartoline. Era molto dispiaciuta per la lontananza, ma in ogni caso avrebbe accettato quell'ingaggio a Parigi a tutti i costi. E poi non era completamente sola... Syrup era sempre con lei, e per quanto potesse a tratti apparire scorbutico, sicuramente apprezzava la sua compagnia. Pensò intensamente ai suoi amici e un sorriso le illuminò il volto.
"À Paris..."
Il direttore applaudì. -C'est magnifique- commentò -questa volta ci hai messo proprio tutto il cuore, eh? Lo si è visto, lo si è sentito. Continui così Mademoiselle Kasugano, e la sua carriera prenderà il volo, vedrà!-
Urara si sentì felice come poche volte nella sua vita.



-Almond-
Quando Syrup lesse il nome del destinatario sulla busta ebbe un fremito. Quel nome non gli era nuovo... "Ma dove l'ho già sentito?" Si trasformò nel grande uccello arancione e solcò il blu del cielo infinito. Questo Almond dal nome già noto abitava in una zona isolata del Regno di Palmier, nel mezzo di una foresta incantata. Sorvolò l'area, ma tutto quello che vedeva erano alberi, alberi e ancora alberi... Sbuffò: alla prima radura scese a terra e assunse la forma di Shiro Amai.

"Questa volta mi toccherà andarci a piedi" si disse, mentre imboccava un sentiero scosceso, ricoperto di aghi di pino e foglie morte.
-Mailpo!- fu il commento stupito di Mailpo, che sbucò dal nulla al suo fianco.
-Cosa c'è?- ribatté Shiro -Non hai mai visto una foresta prima d'ora?-
-Mail-
-Beh, questa zona del Regno di Palmier è troppo fredda per coltivare gli alberi di Palmier... Immagino sia questo il motivo per cui crescono questi pini- alzò gli occhi: i tronchi sembravano non avere mai fine e l'unico cielo visibile da quel posto era color verde smeraldo.
Prese la busta. Il mittente era il Re Nuts di Palmier. Che motivo aveva di scrivere a questo Almond? Fissò il sigillo: c'era qualcosa di insolito, ma non sapeva spiegarsi cosa esattamente.
-Mailpo- si lamentò -abbiamo un nome che conosco ma non so perché, un sigillo che mi pare essere strano ma non so perché... Che cosa dobbiamo fare?-
-Mail-
-Non sono vecchio!- sbuffò Shiro di fronte alla battuta dell'amico -e per dimostrartelo ti propongo una gara-
-Mail?-
-Il primo che arriva da questo Almond vince. Ovviamente il vincitore lo si conosce già- gli rivolse un sorrisetto -ti batterò con le mie formidabili doti atletiche!-
-Mail!-
La creatura rosa scattò di colpo, e Shiro la inseguì. Le loro risate si udirono per tutta la foresta.




Dawn's corner

 
Convinzione a palla. Ci provo anch'io!!! *si butta nella piscina del fandom Pretty Cure, ma prende una capocciata terribile...*
Ok, avevo questa specie di storia (che poi è un delirio, ma chissene) e avevo pronto questo capitolo già da un po'. Volevo scrivere il più possibile perché per lo meno per me la scuola quest'anno sarà un inferno (gulp!) ma spero di postare regolarmente in futuro (siete liberi di ricordarmelo!)
Però non ho resistito... E ho pubblicato (in fondo questa non sarà una very long, ma una short long). Vabbè.
Quindi... Un po' di parlottio che non guasta mai.
DawnNotes.
1) Lo sapevate che la scuola in Giappone inizia a marzo/aprile? Io no e ci sono rimasta di stucco :O (ecco però piegata la dinamica degli episodi delle Pretty Cure *e il loro strambo calendario*) 
2) Per quanto riguarda le età delle PC se Nozomi e Rin sono all'ultimo anno di superiori, Karen e Komachi sono al primo di Università e Urara uno indietro (disse Mister Ovvio)... 
3) Altra cosa: la canzone che canta Urara è vecchissima. La davano alla ruota della fortuna quando usciva come premio Parigi xD (motivo per cui l'ho messa nel capitolo) 
4) Non so perché Komachi si sia iscritta a letteratura italiana... Non ha un verso sta scelta. Mah... *l'autrice non sa cosa dire e si appella al quinto emendamento*
5) Ebbene sì, sono tutti amici, anche i non presenti Milk e Nuts e si vogliono tutti benissimo, nessuno ha lasciato nessuno e il fluff regna sovrano. 
...
*Suona una musichetta inquietante* Ma qualcosa accadrà perché la pace non è destinata a durare*finisce la musichetta inquietante*
Al prossimo capitolo...
Dawn




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Capitolo 2
*** C'è Syrup per te... ***



CAPITOLO DUE: C'È SYRUP PER TE...
 
Quando Shiro si rese conto di essere arrivato a destinazione trattenne a stento un fischio di meraviglia. Davanti ai suoi occhi, in una minuscola radura incastonata tra gli alti pini, si ergeva una casa costruita completamente con pannelli di biscotto allo zenzero. Il tetto, di un bianco abbacinante che contrastava con il marrone delle pareti, era di marshmellow e le finestre erano di zuccherosa gelatina colorata. Dal camino usciva un fumo bianco, il profumo di torta appena sfornata permeava l'aria.
Le cascate del Niagara ormai si gettavano direttamente nella bocca di Shiro.
-Che dici?- si rivolse all'amico Mailpo -Non sembra la casetta di Hansel e Gretel?-
-Mail-
-Tranquillo, il destinatario è Almond, non certo la strega cattiva!-
-Mail...- La creaturina rosa sembrava riluttante.
Il "mail" perplesso e preoccupato di Mailpo lo riportò alla realtà. In effetti quella casetta in mezzo al bosco, all'apparenza così idilliaca, poteva anche nascondere qualcosa: da quando, mentre combattevano contro Eternal, la malvagia Shibiretta lo aveva trasportato dentro una mezza dozzina di fiabe, Shiro aveva cominciato a non apprezzare quelle storie come quando era un cucciolo. Se ora prima di andare a dormire per caso leggeva una fiaba, di certo non dormiva meglio, anzi, i suoi sogni erano monopolizzati dall'orribile cappello a forma di fungo indossato da quella strega. Per lui le fiabe non erano più state innocue come un tempo. 
-Ci sarà un campanello?- domandò, ignorando quel bizzarro presentimento.
-Mail- 
-Non fare il saccente Mailpo!-
In effetto gli bastò abbassare lo sguardo e lo trovò: il campanello non era altro che una lucida lastra di cioccolato fondente con dei confetti come tasti. Vi era inciso:
Almond ~ Cacao
Shiro premette a caso uno dei tasti e una voce gracchiante gli rispose subito:
-Chi siete?-
-Ho una lettera per il signor Almond-
-Vi apro subito- 
"Che organizzazione!" pensò il ragazzo. 
La porta si aprì e ne uscì una creatura che assomigliava ad un orsetto di peluche. La pelliccia era scura ed arricciata, mentre gli occhi erano color nocciola. Il ciuffo sulla sua testa era bianco ed aveva una forma bizzarra, solo quando gli si avvicinò il giovane poté notare che era impomatato a dovere. 
Shiro lo salutò e in un "puf" assunse la sua forma di piccolo pinguino arancione. Sarebbe stato più facile trattare in quella forma: da creatura del Regno di Palmier a creatura del Regno di Palmier. 
-Sono Syrup, rup- si presentò. -E lui è Mailpo, il mio fidato assistente. Siamo i postini e abbiamo una lettera per voi- 
-E io Cacao. Sono l'assistente di Almond, cao- la sua voce era perfettamente impostata: sembrava un automa.
Syrup squadrò quella specie di orsacchiotto dalla testa ai piedi. Pareva un tipo assurdamente preciso, il ciuffo impomatato della sua testa e il tono della sua voce lo dimostravano, ed efficiente. 
Ma come mai Almond necessitava di un segretario? 
Sempre più perplesso Syrup porse la busta a Cacao, che con sguardo scettico fissò il destinatario scritto sul retro della lettera. 
-Re Nuts?- sembrava sorpreso. Poi aggiunse, sempre con la stessa espressione stupita stampata sul volto -Puoi aspettarmi qui un attimo, cao?- 
-Certo, rup-
Così come era arrivato Cacao sparì all'interno della casetta di biscotto, lasciando Syrup e Milpo soli sulla soglia. 
-Cosa credi che vorrà, rup?-
-Mail-
-Già, hai ragione- "C'è qualcosa che non mi torna..." 
 
Niente era sconosciuto a Mika Masuko, caporedattrice del Cinq Lumières Comunications. Era entrata nel club di giornalismo praticamente il primo giorno in cui era arrivata a scuola, ed era diventata la caporedattrice già alle medie: girava sempre con la sua macchina fotografica e sapeva tutto di tutti. Era a conoscenza di ogni segreto di tutti gli studenti della scuola, ed era sempre pronta a metterli nero su bianco sulle pagine del Cinq Lumières Comunications. Certo, in gioventù aveva compiuto anche degli errori, come quella volta con la storia del capitano della squadra di calcetto, ma capitava anche ai migliori giornalisti di prendere un granchio quando erano alle prime armi, ma col tempo la qualità dei suoi servizi era migliorata e aveva raccolto a sé numerosi allievi.
"Le mie pecorelle" così le chiamava: erano lontani i tempi  in cui doveva occuparsi di tutto da sola. 
Ma, nonostante la sua profonda conoscenza dei meccanismi studenteschi della scuola Cinq Lumières c'erano ancora diverse cose che non comprendeva nell'istituto.
La prima era che non aveva mai beccato Rin Natsuki fuori dalla scuola con un ragazzo. La cosa la stupiva parecchio: era una bella ragazza, era decisamente popolare e anche simpatica. Com'era possibile che nessuno la corteggiasse? Che fosse tutta casa, famiglia lavoro e sport? ne dubitava altamente.
Sognò il suo titolo perfetto: "Intervista a Rin Natsuki~ Perché i ragazzi mi evitano", così sì che avrebbe venduto parecchie copie! Perché, se c'era una cosa che aveva imparato nei lunghi anni di onorato servizio nella redazione del giornalino scolastico, era che agli studenti non importava nulla degli articoli di attualità o della situazione dell'edificio scolastico. Loro volevano le chiacchiere, i pettegolezzi, il gossip. 
Lei glieli avrebbe dati. 
La seconda persona sulla quale voleva indagare era Kurumi Mimino, una studentessa trasferitasi anni prima che sembrava sparire e ricomparire in continuazione. Non solo dal punto di vista delle presenze in classe, certe volte spariva per giorno interi senza dare spiegazioni, ma anche nei corridoi. Capitava di averla davanti e a un certo punto la ragazza scompariva senza lasciare tracce. Era successo anche a Mika e ancora la giornalista non trovava spiegazioni razionali. Kurumi si era dissolta nel nulla di fronte ai suoi occhi ed era ricomparsa alcuni minuti dopo dieci metri più in là.
"La ragazza che spariva nel nulla ~ Confessioni di Kurumi Mimino" Anche questo titolo avrebbe attirato l'attenzione dei suoi compagni di classe... Inoltre Kurumi era benvoluta da tutti. Sì, avrebbe proprio dovuto intraprendere anche quella inchiesta.
E poi... C'era un mistero, ancora più grande, sul quale Mika Masuko si interrogava quasi ogni giorno senza riuscire a trovare una spiegazione credibile. Non riteneva che esistesse una soluzione logica al problema, ed era dall'ultimo anno delle medie che ci pensava...
Nozomi Yumehara. Quel bizzarro personaggio. 
Non l'aveva mai considerata di striscio: era l'incapacità fatta persona, soprattutto alle medie, quando non riusciva ad ottenere alcun tipo di risultato in qualsiasi cosa tentasse di fare. Era una ragazza-nessuno, di cui a nessuno sarebbe importato, sulla quale nessuno aveva niente di interessante da scrivere. Eppure, questo era il mistero di Nozomi, era una calamita per le persone più importanti della scuola. 
Le ragazze più celebri della scuola, da un giorno all'altro, le si erano avvicinate quasi Nozomi avesse ingoiato a colazione un magnete: dalle medie pranzavano ogni giorno insieme e si incontravano anche dopo le lezioni, non avevano perso quest'abitudine neanche con il passaggio alle scuole superiori. 
Si era sempre domandata cosa trovassero in lei. Forse era il sorriso, o forse la gentilezza... Probabilmente quest'ultima. Ma c'era ancora una cosa che non si spiegava. Estrasse la sua fedele macchina fotografica dalla custodia e visualizzò le foto che aveva scattato in città alcuni giorni prima. 
Nozomi e il professor Kokoda. Abbracciati. Molto abbracciati. E si stavano baciando... molto appassionatamente. 
Mika Masuko era rimasta di sasso quando li aveva visti, e aveva scattato quelle foto di nascosto. Aveva capito fin dalle medie che tra loro c'era un rapporto speciale, ma non pensava fino a quel punto. Erano talmente attaccati che si domandava come riuscissero a respirare... 
Per quanto le costava ammetterlo, Nozomi era diventata una ragazza veramente carina mentre  Kokoda era sempre l'insegnante di giapponese più desiderato della scuola.
"La coppia segreta. Yumehara e Kokoda sorpresi insieme"
Quello era un titolo da prima pagina.  
Pubblicare o non pubblicare?
"Quello era il vero dilemma..."
 
Cacao tornò alcuni minuti dopo. L'espressione sul suo viso era radicalmente cambiata: gli occhi erano sgranati e la bocca contorta in una strana smorfia. Sembrava stravolto dall'orrore.
"Ma che è successo?" pensò Syrup vedendolo ridotto in quella maniera. La sua espressione era talmente strana che poteva sembrare anche buffa, ma il pinguino arancione sapeva che non c'era niente da ridere. "Cosa vi è scritto in quella lettera?" si chiese, ripensando ai suoi sospetti sul sigillo del mittente.
Cacao era seguito a ruota da uno scoiattolo dalla pelliccia grigia, che camminava  barcollando reggendosi a malapena con un bastone di legno chiaro. Gli occhi erano di un verde sbiadito, il ciuffo di un grigio più scuro del manto. Pareva abbastanza anziano, di certo più di re Montblanc e di Donuts. Fece un segno a Cacao che si spostò di colpo e il vecchio si avvicinò pian piano al postino. 
Il suo manto emanava un forte odore di cannella. 
-Io sono Almond- si presentò. 
"Io questo qui l'ho già visto. Dove? Dove???" 
-Io sono Syrup-
-Ho già sentito parlare di te. Sei colui che è nato nel Giardino delle Cure Rose, mond?-
-Ebbene si, rup- "Ma come fa a saperlo? Evidentemente lui riesce a ricordarsi di me, mentre io non riesco a ricordare niente di lui"
-Mi dicono che tu sia in grado di consegnare lettere in ogni angolo dell'Universo e che nessun luogo sia troppo lontano per le tue ali. Sei veramente capace di ciò, mond?-
"Che modo di parlare raffinato" -Certamente, rup!- 
-Allora credo di necessitare il tuo aiuto. Ho bisogno di incontrare le leggendarie guerriere Pretty Cure. Tu puoi aiutarmi a trovarle, vero?-
-Lui esige il tuo aiuto- aggiunse Cacao -è un ordine- 
-Cacao, per piacere- lo bloccò il vecchio -Non parlare quando il tuo contributo non è richiesto!-
-Cao- borbottò quello in risposta. Sembrava scocciato, ma non aggiunse altro e tacque, proprio come gli aveva detto il vecchio,  
Sytup storse il naso. Aveva apprezzato moltissimo il momento in cui Almond aveva zittito Cacao... Come si permetteva quell'orsacchiotto di dare ordini a lui! Eppure... Il rapporto tra Almond e Cacao aveva qualcosa di già visto. 
"I miei vuoti di memoria sono ancora preoccupanti..." 
-Mail- gli disse Mailpo.
-Che c'entra Milk?- gli domandò, prima di capire da solo dove voleva arrivare il suo amico: mentre Milk era la custode dei principi di Palmier, Cacao doveva essere il custode di Almond. In effetti i due erano accomunati dal fatto di essere entrambi precisi, maniacali ed esageratamente affezionati ai loro protetti. 
-Speriamo di non aver a che fare con due Milk allora- sussurrò a Mailpo. Una bastava ed avanzava... Anzi,certe volte era anche troppo! 
-Va bene- accettò di aiutarli solo perché Almond in fondo gli stava simpatico, mentre avrebbe volentieri lasciato Cacao a terra. -Seguitemi e alla prima radura mi trasformerò. Così voleremo per incontrare le Pretty Cure!-
 
 
 
 
 
Dawn's Corner:
Ave! Chi ha già iniziato la scuola? Io inizio lunedì, ma avendo già altri due capitoli pronti per almeno i prossimi due giovedì saremo a posto :D
Si, in effetti aggiornerò il giovedì... Non so cosa abbia di bello questo giorno, ma spero di ricordarmi di aggiornare (specie quando hai i capitoli già pronti!) 
Grazie a tutti coloro che hanno messo la storia nelle seguite!
 
E ora un po' di DawnNotes:
1) Si, la casa assomiglia molto a quella di Hansel e Gretel ma non c'è un vero motivo dietro. 
2) Almond e Cacao avrebbero potuto tranquillamente partecipare a Pechino Express... Non so quanto avrebbero resistito: molti tratti caratteriali di Almond verranno approfonditi in seguito (ebbene sì, anche lui nasconde le sue cose...) 
3) Mika Masuko. A me stava simpatica (di certo più di Milk/Kurumi) anche se non mi piaceva il modo in cui trattava Nozomi. Troverò un ruolo per lei in questa storia...
4) Sia Almond che Cacao sono (ovviamente) nomi di cibo. Insomma, tutti gli appartenenti al regno di Palmier hanno nomi commestibili... Giusto? 
5) Syrup deve variare la sua dieta... E mangiare più pesce! I suoi vuoti di memoria, per quanto voluti dall'autrice (ehehe), ormai preoccupano anche me...
 
Non so che altro aggiungere... Ne parliamo al prossimo capitolo (sempre se continuate a seguire la storia!)
Alla prossima,
Dawn 

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Capitolo 3
*** Arriva Almond ***


CAPITOLO 3: ARRIVA ALMOND

 

Alle mie amiche adorate

Come si dice qui a Parigi

Tout le monde est magnifique! 

Vi vorrei qui con me in Francia,

Mi mancate tantissimo

Urara



-Che bella deve essere Parigi-
Komachi ridacchiò di fronte alla buffa espressione di Nozomi la quale, stravaccata su un divano della Natts Hous, reggeva una cartolina sulla quale erano raffigurati la Tour Eiffel, il Museo del Louvre e l'Arco di Trionfo.
-Mi sarebbe piaciuto avere un appartamento a Parigi- commentò Karen -ma poi i miei hanno preferito acquistare una country house in Toscana-
-E ti lamenti?- replicò Rin -io non sono andata più in là della tua villa al mare?-
La ragazza dai capelli blu si stupì: sembrava che la sua amica avesse detto un'assurdità.
-Ma cosa dici? Se è dietro l'angolo?-
-Tu cinque ore di macchina le chiameresti "dietro l'angolo?"-
-E allora ventiquattro ore di volo cosa sarebbero?-
-Ragazze!- disse Nozomi e Komachi, ridendo, si unì all'amica. Certe cose, in fondo, non sarebbero cambiate mai: Rin e Karen potevano anche essere diventate amiche intime, ma quando iniziavano una discussione non c'era verso di farle smettere.
Calò un silenzio quasi imbarazzante che, come al solito, fu rotto da Nozomi.
-Mi manca Urara- disse, rattristandosi per un momento.
-Vedrai che tornerà presto- Komachi la consolò. Nozomi era solita esternare i suoi sentimenti: tutto il mondo sapeva quando era triste e felice. Era semplice leggerle dentro, di solito aveva stampate in faccia le sue emozioni. Al contrario la ragazza dai capelli verdi era molto più introversa, ma questo non significava che fosse un blocco di ghiaccio. Anche lei soffriva per la lontananza di Urara. -Ha detto che quel lavoro durerà solo qualche mese, e si trova a Parigi già da un po'-
-E poi anche Kurumi è via da un po'- aggiunse Karen. "Non è colpa di Kurumi" pensò Komachi. Nattsu le aveva detto che la ragazza era impegnatissima nel regno di Palmier ad aiutarlo, visto che Coco, oltre ad occuparsi degli affari esteri del regno, aveva anche ripreso l'anno scolastico. Nonostante tutto, però, la ragazza ci teneva molto a diplomarsi e cercava, per quanto era possibile, di frequentare assiduamente la scuola.
-Chi è via da un po'?- replicò una voce femminile dall'ingresso. Il tono, energico, spiritoso, a tratti anche un po' irritante era inequivocabile: Kurumi era tornata!
-Siamo tornati- aggiunse una voce maschile.
-Nattsu!- trillò di colpo Nozomi. Komachi si bloccò di colpo.
"Fa che non sia arrossita, ti prego..." si disse. Nonostante Nattsu trascorresse la maggior parte del tempo nel Regno di Palmier non si era ancora dimenticato di lei, e questo la rendeva felice come poche altre. Tuttavia, al contrario di Nozomi, che sembrava sempre sentire l'irrefrenabile bisogno di mostrare al mondo la sua felicità, Komachi si accontentava di tenere le sue emozioni per sé.
-È tutto ok?- le domandò Karen, che aveva intuito tutto. Se ne era conto dal bagliore nei suoi occhi color oltremare e dal leggero sorriso che increspava le sue labbra.
-Tranquilla- la rassicurò.
I due arrivarono nel salottino qualche istante dopo, reggendo sacchetti e sportine colmi di ogni delizia. -Bisogna festeggiare!- esordì Kurumi, puntando subito al tavolo basso del salotto, dove lasciò le sporte. Poi, volteggiando sulle punte dei piedi, si diresse verso la credenza, prese due ciotole e le mise sul tavolino, riempendole con una valanga di dolcetti al riso e bignè alla crema.
-È un piacere vederti Kuru...-
Komachi sorrise vedendo la ragazza dai capelli viola colpire al volo la mano di Nozomi, già pronta ad afferrare un dolcetto. -La prima porzione spetta ai principi Coco e Nuts!- ribadì con decisione.
-Ma cosa?- sbuffò Nozomi. Le due iniziarono a battibeccare, causando l'ilarità generale delle ragazze.
"È proprio vero: certe cose non cambieranno mai..."
-Perché sei così divertita?- gli domandò una voce alle sue spalle.
-Nattsu!-
Gli angoli della bocca del ragazzo si sollevarono leggermente: si poteva definire quell'espressione un sorriso?
-Il tempo passa, noi cambiamo, eppure c'è qualcosa dentro di noi che resta immutato e sempre lo resterà, insensibile allo scorrere delle stagione. Guardale- indicò Nozomi e Kurumi, impegnate a disputarsi un dolcetto alla crema -non fanno così dal primo istante in cui sono conosciute?-
-Hai ragione-
-Come vanno le cose nel Regno di Palmier?-
-Tutto bene. Ormai la ricostruzione è terminata e l'economia è tornata in moto. Non ce l'avremmo mai fatta senza l'aiuto di tutti voi...-
-Abbiamo fatto solo ciò che era giusto-
-Forse. Ma ciò non toglie significato al vostro gesto- di fronte all'espressione commossa della ragazza si affrettò ad aggiungere: -E tu invece? Hai iniziato l'università? Come ti trovi?-
-È un ambiente fantastico, decisamente stimolante. Il corso è molto interessante, e sto ricevendo molti stimoli. Presto inizierò a stendere il mio nuovo romanzo!- lo disse con ritrovata sicurezza, tanto che dentro di sé, si ritrovò a ripetere "presto inizierò a stendere il mio nuovo romanzo!"
-Sono felice per te. Solo la pratica, insieme con l'esperienza, permette ad uno scrittore di migliorare-
-È uno dei tuoi saggi consigli?-
Nattsu accennò un mezzo sorriso.



-Buongiorno ragazze!-
-Ciao Shiro- Nozomi lo salutò con slancio, seguita dalle altre ragazze. Da quando Eternal era stato sconfitto il giovane era sempre rimasto con loro, nonostante non avesse certo esaurito la sua vena di sarcasmo.
-Ma cosa vedo qui?- esclamò il postino stupito, indicando le ciotole colme di golosità, e si buttò sui dolcetti lanciando la sua borsa su una poltrona.
-Ahi, mond!- si udì dalla sacca, rovesciatasi su un cuscino.
-Come si permette! La qualità dei servizi postali non è più quella di una volta...- strillò un'altra voce decisamente agitata. -State bene, cao?-
-Le mie ossa non sono più buone come una volta. Ragazzo! Fai più attenzione la prossima volta, ormai sono un vecchietto, mond!-
Nozomi guardò sconcertata la borsa di Syrup.
Si muoveva.
All'improvviso uscì una zampa, poi un'altra: in men che non si dica comparve quello che sembrava un orsacchiotto di peluche dalla pelliccia arricciata. Si guardò in giro, scambiando occhiate stupite con ciascuno dei presenti nella sala, poi si voltò verso la borsa.
-Cacao!- tuonò qualcuno da là dentro -Smetti di guardarti in giro con quell'espressione da rimbambito e aiutami ad uscire.-
-Ma io non ho un'espressione da rimbambito...-
-E io sono ancora qua dentro. Tirami fuori da qui, mond, prima che perda la pazienza!-
-Certo, cao!- replicò l'orsacchiotto, per poi dare la zampa ad una specie di scoiattolo che era impegnato a cercare, senza successo, di uscire dalla sacca di Syrup. Quello, dopo essersi dimenato per alcuni secondi, riuscì finalmente ad uscire dalla borsa nella quale era rimasto impigliato.
Nozomi rimase colpita dal colorito grigiastro della sua pelliccia: doveva trattarsi di un individuo molto vecchio che apparteneva, come era evidente, al regno di Palmier. Sentì Kokoda irrigidirsi accanto a lei. Lo fissò: era visibilmente teso. Anche Nattsu e Milk le sembrarono più rigidi del solito, con la schiena dritta e il capo abbassato. Intanto la strana coppia non si perdeva in convenevoli, nonostante si trovasse di fronte ai sovrani del loro paese: né un inchino, né una presentazione ufficiale.
"Qualcuno mi può dire che cosa sta succedendo?"
-Kokoda...- gli sussurrò, quando si accorse che il ragazzo aveva chinato il capo. Si stava... inchinando?
Fu l'orsacchiotto, che il vecchio aveva chiamato Cacao, a rispondere alla sua domanda:
-Inchinatevi tutti!- urlò.
-Perché dovremmo?- ribatté Rin.
Quello non perse la calma, al contrario si limitò a fissarla come se stesse guardando un bambino. Poi estrasse una trombetta e, pomposamente , proclamò:
-Avete di fronte a voi Sua Altezza Reale, Vostra Eccellenza, Sua Signoria...-
-Taglia dunque, mond!- lo scoiattolo grigio con fatica passò sul tavolo basso, agguantò un dolcetto e lo ingurgitò. Kurumi non disse una parola. Anche lei, notò Nozomi, continuava a tenere lo sguardo basso.
Dopo aver finito di masticare, lo scoiattolo, borbottando qualcosa come "non si parla a bocca piena", si mise esattamente di fronte a lei e la fissò intensamente. "Ha gli occhi verdi" pensò la giovane, colpita dalla profondità dello sguardo del vecchio. Doveva essere addirittura più anziano di Re Montblanc...
Nozomi si sentì a disagio.
-Mi chiamo Almond- si presentò senza troppi fronzoli -e sono stato Re di Palmier fino alla mia abdicazione-
"Cosa?"
Nozomi alzò lo sguardo da Almond alle altre ragazze: erano tutte molto sorprese, proprio come lei. Shiro borbottò -Ecco dove lo avevo sentito- ma nessuno gli prestò attenzione.
-Tu sei il leader delle leggendarie guerriere Pretty Cure, che hanno salvato il mio paese per ben due volte, vero?- si inchinò di fronte a lei, causando l'irritazione di Cacao. -Non starlo a sentire- le sussurrò piano -è molto efficiente ed è una brava persona dopotutto, ma a volte tende ad esagerare con le formalità. Lascialo perdere, non vale la pena- poi, dopo aver osservato tutte e cinque le Pretty Cure e non aver degnato di striscio Milky Rose aggiunse -vi prego, ascoltate la preghiera di questo vecchio. Dovete aiutarmi, ne va della mia vita... e del mio Regno-
-Cosa dobbiamo fare?-
Almond estrasse la lettera. 




Mamma mia. Ritardo inperdonabile. Sorry sorry... Diciamo che ho avuto da fare. Come tutti del resto, ma quando letteralmente mi sfracellavo sul divano l'ultima cosa che volevo fare era mettermi a scrivere... Ehehe. Imperdonabile. 

Ma adesso siamo di nuovo qua... E ora si sa chi è Almond. 

Che altro nasconderà quella palla di pelo? Che c'è scritto nella lettera? 

Al prossimo appuntamento ;)

Dawn

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Capitolo 4
*** Posta in Arrivo ***


CAPITOLO QUATTRO: POSTA IN ARRIVO

Mio caro re Almond,
Che onore rivederla! Mi dispiace avere usato un simile trucchetto, ma sapevo che non avrebbero mai accettato di consegnare la mia lettera...
E così la vita continua, nonostante la perdita di una persona cara... Ancora oggi ripenso alla morte di suo figlio, chiedendomi se potevo evitarla. Ma ci sono domande che non troveranno mai risposta, e anche lei si deve arrendere,
Sono dispiaciuto, sinceramente, per quello che le ho fatto, per questo a distanza di anni vorrei aiutarla. Lo consideri un risarcimento per suo figlio. Dica ai nuovi sovrani di lasciare immediatamente il regno e nessuno si farà male. Se rimarranno... Palmier andrà incontro ad una nuova distruzione.
È davvero questo ciò che volete?
Ho scoperto un modo per sfruttare l'energia nascosta nel sottosuolo di Palmier, e non mi farò certo sfuggire l'occasione di sfruttarla! La mia promozione a vice-presidente è ormai prossima, mi faccia gli auguri, mio caro, e io li farò a lei e alla sua famiglia.
Lady Shade ~ amministratore delegato delle ENS Industries.
Ps: come ha potuto notare abbiamo acquisito anche i Marchi Nightmare Company ed Eternal. Per questo da oggi siamo noti come ENS, Eternal Nightmare Shadow Industries.
 

 
-È terribile-
-Sul serio nel suolo del Regno di Palmier è nascosta questa grande forma di energia?- Rin era scettica riguardo a quella storia, mentre Komachi, che sembrava decisamente più scioccata di lei, chiese:
-Sul serio hanno ucciso il vero erede del Regno? E hanno assorbito anche i nostri vecchi nemici?- Rin preferì non interpretare la nota esaltata nella voce della ragazza dai capelli verdi. "Komachi non si tratta di un romanzo..." pensò tra sé e sé.
Anche le altre Pretty Cure cominciarono a esprimere le loro opinioni e il brusio nella stanza si fece insopportabile.
-Ragazze...- le fermò Kokoda, giusto in tempo. Rin ormai aveva la bocca aperta, pronta a zittire le sue compagne.
Tuttavia l'intervento del giovane fu inutile: le ragazze non si fermarono,anzi, cominciarono a esternare i loro dubbi sempre più rumorosamente. Sommerso dalle domande, re Almond si prese il muso tra le zampe.
-È stata tutta colpa mia!- piagnucolò come un bambino, alzando gli occhi lu  cidi verso le ragazze. Cacao scattò come una molla, sorreggendo il vecchio e passandogli un minuscolo fazzoletto di seta sul quale era ricamata una A ricca di decori e ghirigori. Quello, poco regalmente, ci si soffiò il naso. Il rumore poco principesco prodotto dal sovrano fece sorridere la castana, che fu costretta a trattenere una risatina, altrimenti l'efficiente Cacao l'avrebbe incenerita con uno sguardo e lei certamente non aveva voglia di litigare con quella che riteneva "solo una palla di pelo". 
Kokoda e Nattsu tornarono nella loro forma originaria, e si avvicinarono allo scoiattolo, che se ne stava ricurvo sul bastone.
-Vostra maestà-
Cacao si parò loro davanti, con un ghigno che non prometteva niente di buono.
-Spostati- lo bloccò Almond. -Dobbiamo collaborare. So quanto sia stato difficile per voi ricostruire il regno di Palmier, e che la mia sparizione nel momento del bisogno non vi è stata certo di aiuto... Ma dobbiamo allearci, o sarà la nostra casa a risentire del nostro rapporto complicatelo... Fatelo per me, per voi, per Palmier... e per il mio Bibi-
Nuts era pronto per replicare, ma Coco lo fermò.
-Per il regno- gli disse, dandogli la zampa. Nuts fissò l'amico in maniera dura, ma non aggiunse altro. strinse anche lui la zampa del vecchio re, chiuso in un silenzio impenetrabile  Almond gli sorrise, poi Nozomi, prima che il re potesse aprir bocca, si intromise esclamando con la sua solita voce squillante.
-Non so preoccupi Re Almond! Può contare anche su noi, Pretty Cure! Salveremo ancora il regno di Palmier... È deciso, si!-
Rin sospirò: Nozomi, di tanto in tanto, non poteva tenere la bocca chiusa? E così erano coinvolte... per l'ennesima volta.
 
Nozomi accese la televisione e si mise ai fornelli. Suo padre era in viaggio per presentare il suo nuovo libro e sua madre aveva molto lavoro da sbrigare e ormai si era convinta che la figlia fosse troppo grande per trovare la cena pronta ogni sera. Così si era dovuta arrangiare e, suo malgrado, aveva dovuto imparare a cucinare. Per i primi tempi la sua unica specialità era stata una poltiglia bruciacchiata che emanava un sottile odore di zolfo.
"Immangiabile" era stato il giudizio di Kokoda quando aveva tentato di rifilargliela durante una romantica cenetta a due. Il ragazzo era stato in seguito costretto a ordinare una pizza per non farla rimanere a digiuno. 
Da quell'esperienza Nozomi era notevolmente migliorata, ma il fallimento era dietro l'angolo...
-Ma adesso ce la farò- esclamò con convinzione, fregandosene del fatto che stesse parlando da sola -imparerò a cucinare una cenetta romantica per Kokoda. È deciso, si!-
-Quindi tu sei la fidanzata di mio nipote, mond?- chiese una voce proveniente dal divano.
-Re Almond?- non l'avevano lasciato alla Nuts House? Era sicura di averlo lasciato alla Nuts House! Le guance di Nozomi assunsero  lo stesso colorito magenta dei suoi capelli mentre, balbettando, rispose:
-Beh... In realtà... Siamo molto amici...-
-Perché tutti credete che essere vecchio sia sinonimo di essere rimbambito? Me ne sono reso conto subito, appena ho visto il modo in cui lui ti fissava. Conosco i miei nipoti, e quello che ti rivolgeva non era uno sguardo da "siamo semplici amici". Piuttosto, se proprio ti interessa saperlo, ti stava spogliando con gli occhi!-
Nozomi si bloccò imbarazzata. "È sempre così diretto?". Avrebbe dovuto chiederglielo a Kokoda, prima o poi sempre che, come sosteneva Almond, "non fosse troppo concentrato a spogliarla con gli occhi".
-Dai, non essere così imbarazzata- replicò lui, vedendola paonazza -Mi piace scherzare! C'era un tempo, prima di... quello che mi successo, insomma... in cui scherzavo spesso con i sudditi e con i miei famigliari- si rattristò, ma solo per un momento. Poi, ripreso il suo solito tono di voce, aggiunse cortesemente -Puoi venire ad aiutarmi, grazie? Ho abbandonato Cacao alla Nuts House perché volevo passare un po' di tempo senza avere un'ombra alle spalle, ma senza di lui chi può aiutarmi a muovermi? Faccio sempre molta fatica...- 
-Arrivo- prese lo scoiattolo e si rese conto che era veramente leggero. La sua pelliccia era opaca e leggermente stopposa, ma i suoi occhi brillavano come non mai.
-Non ero mai stato in questo strano e al tempo stesso fantastico mondo prima di allora... Mi sento ringiovanito!-
-Quindi non puoi trasformarti in un umano?-
-Potrei... Ma perché dovrei farlo? Per vedermi vecchio, gobbo, grigio e con il volto pieno di rughe? No, grazie. Lasciamo che siano i giovani a fare esperienza...- aggiunse poi ridendo -Vedo che Coco si è dato da fare con te!-
Nozomi trattenne una risatina isterica."Alla Nuts House non era così pimpante!"
Quando le si era presentato per la prima volta le era sembrato che Re Almond fosse un sovrano saggio e giusto, come Montblanc e Donuts, decisamente un po' troppo formale e che parlava con un lessico risalente al secolo scorso. Ma, ora che lo aveva conosciuto in privato, Almond non le sembrava affatto calmo e tranquillo: era un vecchietto spumeggiante e la sua attività preferita sembrava punzecchiare i nipoti.
-Da quant'è che state insieme?- le domandò con curiosità.
-Circa... tre anni-
Almond le sorrise -È tanto... Vedo che mio nipote ha avuto il buon gusto di scegliere una ragazza carina come te- Nozomi arrossì un'altra volta.
-Grazie del complimento-
-Ho detto soltanto la verità- asserì il re, con un tono di voce serio. Non stava scherzando. Nozomi si voltò, cercando di non mostrargli quanto si sentisse onorata dal complimento. Lo scoiattolo arrancò a fatica verso di lei, rivolgendo uno sguardo storto alla wok vuota sul fornello.
-Hai intenzione di cucinare qualcosa stasera o ti coricherai con lo stomaco tremendamente vuoto?- 
Nozomi guardò la pentola vuota e mugugnò qualcosa riguardo al fatto che "la cucina non è il mio forte".
-Hai fame?- gli domandò, e il suo stomaco rispose per lei.
-Vediamo cosa si può fare...-
 
-La sua proposta è ammirevole, Lady Shade!-
La donna si inchinò. Non aveva mai visto il presidente da così vicino, ed era stata felice che lui l'avesse convocata. Certo, la delusione era stata forte quando si era resa conto che nessun centimetro di pelle di quell'essere era scoperto in quanto tutto il suo corpo era avvolto da un mantello nero e il volto coperto da una maschera dello stesso colore. Si era spesso domandata come apparisse quella creatura per lei mitica che, 
dal niente, aveva creato  la Shadow Industry e aveva poi assorbito le fallimentari Nightmare Company ed Eternal, creando così le ENS Industries.   
Il vicepresidente al contrario non l'aveva mai colpita. Era incredibilmente giovane, e il suo volto era coperto da una maschera veneziana. Non prndeva mai decisioni e non diceva mai una parola. Probabilmente, ipotizzò Shade, doveva confrontarsi solo con il presidente... Ma possibile che un esponente così di spicco nell'azienda non facesse mai sentire la sua opinione?
Era stato ragionando su questo dilemma che Lady Shade, valente amministratrice, si era messa in testa di continuare la sua scalata al successo diventando vicepresidente: nessuno avrebbe avvertito la mancanza di quel tipo che non faceva altro che stare in poltrona tutto il tempo. In fondo lei se lo meritava: aveva ottenuto risultati molti importanti, ed era stata anche la causa della rovina di Re Almond di Palmier.
Certo, quella era stata un'operazione decisamente complicata risoltasi con una morte non voluta e un fallimento non spiegabile, ma in breve tempo Shade era riuscita a riconquistare la fiducia del Capo, ed era sicura che non l'avrebbe tradita un'altra volta, licenziandola proprio in quel momento.
Il fatto che ora si era complimentato con lei le dava la prova necessaria per crederlo.
-Sono grata di ricevere i suoi complimenti, Presidente- la donna rivolse un'occhiata al vice che, al suo solito non sembrava affatto coinvolto negli affari della compagnia. Al contrario, sebbene i suoi occhi fossero coperti da una maschera, sul suo volto si poteva chiaramente leggere una smorfia annoiata. Lo ignorò. "Che faccia come crede" pensò "tanto, fra poco, sarò io ad essere seduta al suo posto".
-Quando diamo il via all'operazione- le domandò il presidente,una nota di ansia emerse nel suo tono di voce.
-Il prima possibile-
 

DawnNotes:
sorry sorry sorry! Scusate l'abnorme ritardo (e il fatto che non so quando posterò il prossimo capitolo dipende dalla scuola) ma mi scocciava lasciare la ff incompleta con questo enorme cliffhanger. ENS: ovvero Eterna Ombra dell'Incubo... mmh suona bene (nonostante la banalità dei termini che compongono l'esperessione). Che combineranno?
Buona Pasqua a tutti!

Dawn

 

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