You Know Who.

di Loreparda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Letters. ***
Capitolo 2: *** Wands. ***
Capitolo 3: *** The journey from platform nine and three- quarters. ***
Capitolo 4: *** Inboard or outboard? ***
Capitolo 5: *** The sorting hat. ***
Capitolo 6: *** Big plans. ***



Capitolo 1
*** Letters. ***


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CAPITOLO UNO: LETTERS.

Casa Weasley, 01/07/2017, 06:00 a.m.
Una ragazzina dai lunghi e ricci capelli rossi sognava di cibarsi di una moltitudine di dolciumi, tra gelatine Tuttigusti+1, gomme Bolle Bollenti, Cioccorane, Zuccotti di zucca e Bacchette Magiche alla Liquirizia ed altre leccornie, quando il lieve picchiettio indicante la presenza di un gufo oltre il vetro interruppe il suo sonno.
Udito quel suono, l’undicenne si destò immediatamente, scostandosi di dosso le lenzuola colorate, e corse ad aprire la finestra.
Una volta entrato, l’animale le porse una zampa, a cui era stata legata una lettera; adempiuto il suo compito, atterrò su un recipiente contenente dell’acqua sufficiente ad abbeverarlo, posto lì con previdente anticipo.
La rossa, invece, srotolò la pergamena gialla, notando l’aumento delle palpitazioni del suo cuore e lesse il messaggio scritto con inchiostro verde smeraldo:

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Filius Vitious.

Cara signorina Weasley,
siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° settembre.
Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

Con ossequi, Neville Paciock
Vicedirettore

Conclusa la lettura, la destinataria si lasciò trasportare dall’entusiasmo, cominciando a saltare per la stanza ed ad emettere gridolini di gioia, incurante dell’ora mattutina e svegliando di conseguenza Hugo.
«Rose, perché urli come una strillettera?» Chiese il fratello, strofinandosi gli occhi assonnato.
«È arrivata, è arrivata, è arrivata!» Gli comunicò la sua interlocutrice, mostrandogli l’avviso.
Appresa la notizia, anche Hugo iniziò a saltare sul proprio letto, condividendo la felicità di Rose.
 
Casa Malfoy, 01/07/2017, 06:00 a.m.
Anche il sogno di un ragazzino dai corti e lisci capelli biondi, riguardante l’afferrare il boccino d’oro ponendo fine ad una partita di Quidditch e conquistando la vittoria, fu interrotto in modo brusco dall’arrivo in un gufo.
L’undicenne, però, si rivelò riluttante all’idea di abbandonare il suo comodo letto per accogliere nella sua camera il messaggero.
Dopo una decina di minuti, cedette ai fastidiosi lamenti emessi dal postino del mondo magico e permise che gli fosse recapitata la famosa lettera:

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Filius Vitious.

Caro signor Malfoy,
siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
I corsi avranno inizio il 1° settembre.
Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

Con ossequi, Neville Paciock
Vicedirettore

Si trattava del solito modulo prestampato inviato a tutti gli studenti che avrebbero frequentato il primo anno, ma sul viso del biondo si intravide l’ombra di un sorriso addolcire i tratti, evento raro per Scorpius.
 
Luogo indefinito, 01/07/2017, 06:00 a.m.
Una mano fasciata da un guanto nero strinse una lettera, riducendola in tanti piccoli pezzi tramite gesti lenti ed efficaci, che gettò in uno spazio acquoso simile ad un lago.
E mentre una risata malefica echeggiò nell’aria, un solitario quadrato di carta sfuggì alla tremenda sorte, aiutato dal vento; dell’intero nome della persona a cui il biglietto era destinato, restava visibile solo una consonante: una “S”.

WRITER'S CORNER.
Salve!
Questa volta vi propongo una fanfiction nel fandom di Harry Potter, incentrata su amore e mistero.
Il banner è opera di Londonimhere, che si rende disponibile anche a voi.
E un ringraziamento speciale a Tsunamisme, la mia Beta professionale e secchiona. <3

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Capitolo 2
*** Wands. ***


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CAPITOLO DUE: WANDS.

Casa Weasley, 01/08/2017, 08:00 a.m.
«Rose!» Salutò un ragazzo dai corti e lisci capelli neri e dai grandi occhi verdi smeraldo, ereditati rispettivamente dal nonno e dalla nonna paterni, erompendo nella camera della cugina appena nominata.
«Albus Severus Potter, non osare avanzare di un altro passo con le tue scarpe imbrattate di fango o ti scaglierò contro un Tergeo.» Lo minacciò Rose di rimando, usando il nome completo del cugino per sottolineare la gravità della situazione, nonostante fosse consapevole di non sapere e potere compiere incantesimi.
«Dovresti bere del Distillato della Pace.» Ironizzò Albus, ignorando l’avvertimento ed avanzando ad abbracciarla.
«Simpatico.» Rispose lei, ricambiando però la manifestazione d’affetto. «Hai ricevuto la tua lettera, alla fine?»
«No, ma papà si è informato: pare sia stata spedita regolarmente ma non è mai arrivata a destinazione.» Si rabbuiò un momento il moro, concludendo poi la frase raggiante. «Ma Nev ha promesso che me ne consegnerà un’altra personalmente!»
«Nev? Il vicepreside “nonché professore di Erbologia” Neville Paciock, intendi? Sei un raccomandato.» Lo canzonò la rossa, approfittando della situazione per vendicarsi e dandogli una giocosa spinta.
«Il professor Neville.» Si corresse lui, mentre le sue guancie assumevano una colorazione simile a quella dei capelli della cugina.
La loro conversazione fu interrotta da una trafelata Hermione, che percorse il corridoio dicendo: 
«Rose ed Albus preparatevi.», per poi ritornare sui suoi passi e domandare con aria confusa: «Albus? Da quanto sei qui?».
«Dieci minuti, mi ha accompagnato papà prima di correre al Ministero.» Le spiegò sinteticamente il nipote, buttandole le braccia al collo, ad ulteriore conferma del suo carattere affettuoso.
«Tra mezz’ora andremo a Diagon Alley.» Sentenziò la zia, addolcita dall’abbraccio, e ritornando a svolgere le sue numerose faccende domestiche dopo aver pronunciato un: «Al? Togli subito quelle calzature sudice che porti ai piedi!»
"Tale madre, tale figlia.” Pensò il ragazzino con un sorriso, slacciando immediatamente le Nike… Hermione sarebbe stata capace di legarlo usando la formula “Incarceramus”, se fosse stata necessaria ad evitare che lasciasse anche una singola macchia sul pavimento appena cerato! 

Diagon Alley, 01/08/2017, 09:00 a.m.
Hermione, Albus e Rose vagarono per la via londinese alla ricerca degli oggetti indicati nell’allegato alla lettera.
L’elenco, nonostante il trascorrere degli anni, era rimasto pressoché invariato:

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS.

Uniforme
Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago e simili)
Un mantello invernale (nero con alamari d’argento)
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.
Libri di testo
Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
“Incantesimi per principianti (vol. 1) – terza edizione” di Isadora Charmy
“La magia nei secoli: dalla Preistoria alla fondazione di Roma” di Medoro Lloyd
“Teoria della magia – edizione unicorno” di Selene Incant, figlia e allieva di Adalbert Incant
“Trasfigurare facile” di Samantha Sanderson
“Piante nel mondo magico: come riconoscerle e utilizzarle” di Isadora Herb
“Pozioni: come si fanno e come si riconoscono (vol. 1)” di Horace Lumacorno
“Animali fantastici: dove trovarli – quinta edizione” di Newt Scamandro; è possibile integrare con “Animali a cui nemmeno i maghi credono” di Luna Scamandro
“Difesa contro le Arti Oscure: guida pratica e teorica” di Harry Potter e Ronald Weasley
Altri accessori
1 bacchetta magica
1 calderone (in peltro, misura standard 2)
1 set di provette di vetro o cristallo
1 telescopio
1 bilancia d’ottone
Gli allievi possono portare anche un gufo, OPPURE un gatto, OPPURE un rospo.

SI RICORDA AI GENITORI CHE AGLI ALLIEVI DEL PRIMO ANNO NON E’ CONSENTITO L’USO DI MANICI DI SCOPA PERSONALI.

I tre iniziarono gli acquisti dal negozio dell’anziana Madama McClan, continuando in libreria ed in farmacia, ma superando il punto vendita di animali perché entrambi aveva ottenuto il consenso di portare con sé i gufi appartenuti ai padri: Leo per Rose ed Edvige II per Albus.
Quest’ultimo, in particolare, aveva ricevuto questo permesso dal momento che il fratello maggiore, James, aveva preferito acquistare un animale nuovo.
Conservarono per ultima la tappa più significativa: il negozio di bacchette, ora gestito da Alexander (nipote di Olivander), meta di uno dei più importanti momenti della vita di un mago.
La procedura per entrambi fu la medesima, cioè una serie di misurazioni di differenti parti del corpo, sebbene, come amasse ripetere la persona che diede il nome al negozio fosse “la bacchetta a scegliere il mago”.
Diverse prove ed agitamenti di bastoncini in legno dopo, Rose ne strinse una lunga dieci pollici, di cuore di drago unito ad olivo, ed Albus una lunga undici pollici, di crine di unicorno congiunto a quercia.
All’uscita dalla bottega, la rossa si scontrò contro qualcuno fasciato da un mantello in tinta unita, ma, prima che potesse scusarsi, Hermione la trascinò via.


Negozio “Olivander”, 01/08/2017, 10:00 a.m.
«Salve!» Esordì Alexander al suono del campanello posto allo scopo di avvisare dell’entrata di un nuovo cliente.
Non ricevendo alcuna risposta, sollevò lo sguardo, fino a quel momento puntato sull’immenso scaffale dove erano riposte le bacchette, e, quando osservò il compratore, un’espressione maligna mista ad un’ombra di paura si disegnò sul suo volto.

«L’ho costruita come da lei richiesto.» Si limitò a dire, dirigendosi nel retrobottega e, controllato che sia porta che finestre tenessero lontane luce del sole e persone curiose, porse al compratore un contenitore. “Ecco a lei: tredici pollici e mezzo, nucleo formato da un pelo della coda di un thestral e rivestita da legno di sambuco.
Per l’ennesima volta non ricevette ringraziamenti, se non un sacchetto straripante di galeoni d’oro.

«Arrivederci!» Concluse il venditore, mentre la figura dall’identità misteriosa si chiuse la porta alle spalle, stringendo tra le dita una perfetta imitazione della bacchetta di sambuco.

WRITER'S CORNER.
Aggiornamento settimanale!
Il banner è, invece, opera di 
drawjng.
Ringrazio le 22 persone che hanno recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate. 
Il solito ringraziamento speciale va a 
Tsunamisme, la mia beta nonchè autrice dei titoli dei libri sovrastanti (anche questo è un inciso? AHAHAH). <3

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Capitolo 3
*** The journey from platform nine and three- quarters. ***


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TITOLO: THE JOURNEY FROM PLATFORM NINE AND THREE- QUARTERS.

Stazione di King’s Cross, 01/09/2017, 10:30 a.m.
«Non manca molto, fra poco ci andrai anche tu.» Ripetè per l’ennesima volta Harry con tono paziente, trascinando la bambina dai lisci capelli rossi raccolti in due trecce attaccata al suo braccio.
«Fra due anni. Io voglio andarci adesso!» Ribattè Lily, asciugandosi il naso gocciolante con la manica della maglietta, mentre ulteriori lacrime continuavano a rigarle il viso angelico.
Il padre, sospirando, sollevò da terra la figlia e la caricò sul carrello, dove già si trovavano un baule e una gabbia di ferro contenente Edvige II; si affrettò poi a raggiungere la moglie, che spingeva un carrello con oggetti identici mentre assisteva esasperata ad un’altra discussione tra James e Albus.
« Non voglio! Non voglio essere un Serpeverde!» Gridò con convinzione Albus.
«James, piantala!» Rimproverò il figlio Ginny, alzando gli occhi al cielo, come in una richiesta disperata d’aiuto ad un’entità sconosciuta.
«Io ho detto solo che potrebbe. Non c’è niente di male.» Si giustificò l’interpellato.«Potrebbe essere un Serpe…» Ma non concluse la parola, a causa dell’occhiata minacciosa lanciatagli della mamma; si limitò quindi a prenderle dalle mani il carrello con i proprio beni personali ed a scomparire oltre la barriera invisibile ai Babbani.
«Mi scriverete, vero?» Domandò Al ai genitori, attraversando a sua volta il portale invisibile posto tra il binario nove e quello dieci.
«Tutti i giorni, se vuoi.» Risposero loro in coro, notando la coincidenza e scoppiando a ridere come due adolescenti innamorati.
«Non proprio tutti. James dice che gli altri ricevono lettere da casa una volta al mese.» Precisò immediatamente il piccolo, preoccupato per gli eventuali insulti da parte dei compagni.
«L’anno scorso gli scrivevamo tre volte alla settimana.» Gli rivelò Ginny, scoccandogli un sonoro bacio sulla guancia.
«E non devi credere a tutto quello che ti dice su Hogwarts. A tuo fratello piace scherzare.» Aggiunse Harry, consapevole dell’incredibile somiglianza del carattere del figlio maggiore con quello del nonno, da cui aveva ereditato il nome.
Improvvisamente sollevato, Albus corse in direzione della folla di pendolari, tra cui aveva avvisato quattro capigliature familiari per abbracciare i cugini Rose e Hugo e salutare gli zii Hermione e Ron.
«Tutto bene con il parcheggio? Io sì. Hermione non credeva che sarei riuscito a superare l’esame di guida Babbano, vero? Pensava che avrei dovuto Confondere l’esaminatore.» Si vantò Ron, appena raggiunse sua sorella e il suo migliore amico.
«Non è vero. Avevo assoluta fiducia in te.» Si difese prontamente Hermione, facendo di nascosto l’occhiolino alla cognata.
«In realtà l’ho Confuso. Avevo solo dimenticato di guardare nello specchietto retrovisore, e diciamocelo, per quello posso sempre usare un Incanto Super-sensor.» Rivelò altrettanto segretamente Ron all’orecchio di Harry, minacciando dopo sua figlia Rose. «Se non finisci in Grifondoro ti diserediamo, ma non voglio metterti pressione.»
«Ron!» Lo rimproverò la moglie, dandogli un intenzionale colpetto sulla spalla e rassicurando la primogenita: «Non dice davvero.»
«Guarda chi c’è… E così quello è il piccolo Scorpius.» Proferì con aria disgustata il rosso, indicando con un cenno della testa una famiglia formata da tre persone posizionate a distanza dalla massa. «Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rose: per fortuna hai il cervello di tua madre.»
Se Ron avesse avuto un paio di orecchie oblunghe a portata di mano, avrebbe udito con stupore che un dialogo simile si stava svolgendo tra Draco e il suo unico figlio.
«E così quella è la piccola Rose. Cerca di batterla in tutti gli esami, Scorpius: per fortuna hai la stessa mia capacità di far volgere le situazioni a tuo favore.» Disse infatti il padre, calmo ma contemporaneamente diabolico.
 «Sono quasi le undici, è meglio se salite.» Harry interruppe lo strano silenzio, creatosi perché tutti erano impegnati a fissare i Malfoy.
I genitori si affrettarono, quindi, a salutare i figli, tra “Ci vediamo a Natale.” e baci più o meno graditi.
In particolare, Harry prese da parte Al ed iniziò una serie di raccomandazioni, nella speranza che il ragazzino, a differenza di quando aveva fatto lui ai tempi di Hogwarts, non si cacciasse nei guai: «Ciao, Al. Non dimenticare che Hagrid ti ha invitato a prendere il tè venerdì prossimo. Non perdere tempo con Pix. Non sfidare a duello nessuno finché non avrai imparato. E non farti prender in giro da James.»
«E se divento un Serpeverde?» Fu la risposta che ottenne.
«Albus Severus Potter, tu porti il nome di due Presidi di Hogwarts: uno di loro era un Serpeverde e probabilmente l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto.» Lo tranquillizzò il padre, con gli occhi lucidi al ricordo di ciò che Piton aveva rischiato per salvarlo. Aveva dato quel nome al suo secondogenito, nella convinzione che se i due si fossero potuti incontrare, nonostante il carattere un po’ burbero del più grande, essi avrebbero avuto un rapporto speciale, forse perché gli occhi del più piccolo gli avrebbero ricordato quelli della donna di cui era stato innamorato una vita intera.
«Ma se… » Continuò Al.
«…Vorrà dire che la Casa di Serpeverde avrà guadagnato un ottimo studente, no? A noi non importa. Ma se per te è importante, potrai scegliere Grifondoro invece di Serpeverde. Il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta.»Svelò per la prima volta a qualcuno il salvatore del mondo magico.
Uno sbuffo di vapore del treno annunciò l’imminente partenza e numerosi fazzoletti vennero sventolati a mo’ di saluto, mentre la locomotiva scarlatta si apprestò a trasportare centinaia di promettenti maghi alla volta di Hogwarts.
«Non avrà problemi.» Mormorò Ginny, stringendo a sé l’unica figlia troppo piccola per quell’avventura e ricordandosi della sgradevole sensazione provata alla sua età osservando i fratelli allontanarsi da lei.
Harry sfiorò distrattamente la cicatrice a forma di saetta sulla fronte, sentendo un inquietante formicolio dopo diciannove anni.
«Lo spero.» Sussurrò, convincendosi di essersi sbagliato.

King’s Cross, 01/09/2017, 10:59 a.m.
«Il treno partirà tra un minuto.» Comunicò il controllore, obliterando l’ultimo biglietto dei passeggeri in attesa di salire:

 
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Un paio di stivali neri si issarono sul gradino del mezzo ferroviario.

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Ringrazio le 20 persone che hanno recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate.
E grazie a te, Tsunamisme, per le tue divertentissime note. <3
AVVISO: i dialoghi sotto riportati sono fedeli traduzioni dell'originale, opera dell'inimitabile J.K. Rowling  nell'epilogo di "Harry potter e i doni della morte".

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Capitolo 4
*** Inboard or outboard? ***


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CAPITOLO QUATTRO: INBOARD OR OUTBOARD?

Interno dell’Espresso, 01/09/2017, 11:15 a.m.
Partito il treno, James si affrettò a raggiungere i compagni con i quali aveva stretto amicizia l’anno precedente per vantarsi con loro del nuovo manico di scopa, regalatogli dai genitori per la promozione.
Rose ed Albus, invece, intrapresero la vana ricerca di uno scompartimento libero, ottenendo risultati nulli.
Dopo aver percorso un paio di volte i corridoi che collegavano le diverse carrozze, decisero di separarsi, occupandosi una del lato destro ed uno del lato sinistro e promettendo di avvisare l’altro al conseguimento dell’obiettivo.
Per sfuggire ad un gruppo di ragazzi più grandi che si muovevano in massa nella direzione contraria alla sua, però, Albus aprì una cabina a caso e si fiondò al suo interno, gettandosi sfinito su una delle poltrone rivestite di pelle marrone.
Quando il respiro affannato a causa della corsa si fu stabilizzato, notò che il vagone era occupato da un individuo solitario e decise di presentarsi, in nome dell’educazione impartitagli sin da bambino: «Ciao! Io sono Albus, Albus Severus…».
«Potter.» Concluse l’altro ragazzo, con una nota di disprezzo percepibile nella voce, distogliendo l’attenzione dal paesaggio  visibile fuori dal finestrino e concentrandola sul moro.
«Come fai a saperlo?» Si stupì Al.«Aspetta, anch’io ti conosco! Tu sei…»
Non ebbe il tempo di concludere la frase, perché fu interrotto da una voce femminile proveniente dall’esterno: «Al, dove ti sei cacciato?» e la persona che l’aveva pronunciata aprì bruscamente la porta incombendo nel luogo, rivelandosi essere Rose.
La ragazzina, visto colui che era in compagnia del cugino, trascinò quest’ultimo nuovamente in corridoio e gli sussurrò irritata: «Ti lascio solo due minuti e complotti con il nemico?».
«Nemico? Ro’, neanche lo conosciamo!» Le fece notare Albus, spinto dalla sua abitudine nel non giudicare un libro dalla copertina.
«E neanche lo conosceremo.» Tagliò corto prontamente la rossa e, senza dargli la possibilità di ribattere, lo spinse all’interno del vano sul lato opposto, dove trascorsero il viaggio con i figli di Bill e Fleur: i cugini Victoire, Domique e Louis.
Rimasto di nuovo solo, Scorpius si rimise ad osservare il panorama: essere evitato, per lui, era una consuetudine fin dalla nascita.


Fuori dall’Espresso, 01/09/2017, 5:00 p.m.
Indossata la lunga tunica nera, gli allievi si apprestarono  a scendere dal treno e subirono una prima suddivisione: quelli del primo anno furono radunati da Hagrid, mentre gli altri raggiunsero centinaia di carrozze guidati da thestral, cavalli alati visibili soltanto a persone che hanno visto qualcuno morire. 
«Il primo anno dietro di me!» Il vocione di una creatura per metà umana e per metà gigante, dagli occhi neri lucidi e la faccia ricoperta da peli, infatti, ridestò i primini, stupiti dalla vista paronimica di Hogwarts e li invitò a proseguire lungo il sentiero, diretti a delle imbarcazioni galleggianti su un grande lago nero.
«Quattro per battello.» Continuò ad ordinare  il mezzogigante, usufruendo della sua altezza per controllare tutti  gli scolari, e, riconosciuti due visi noti, esordì un: «Ciao Rose, ciao Albus!»
 I due cugini ricambiarono il saluto con un sorriso spontaneo e si sedettero vicino ad una ragazzina dai capelli acconciati in due trecce ordinate, osservando spaesati il territorio circostante.
«Si part… Ehi, tu, biondino! Hai un’aria familiare.» Rimuginòil guardacaccia, interrompendo l’abituale procedura. «Sei il figlio di Draco, Scarpus. Cosa fai lì? Aspetti che la piovra gigante ti rapisca?»
E così dicendo lo spinse delicatamente, per quanto i suoi rozzi modi permettevano, nell’unico battello dove era disponibile ancora un posto.
Scorpius si ritrovò, per quello che parve uno scherzo del destino o l’invenzione di una diabolica autrice, nella barca al fianco di Rose, la quale schizzò sul lato opposto mantenendosi il più possibile lontana da lui.
«Scorpius, non Scarpus.» digrignò Malfoy tra i denti in direzione di Hagrid.
Fu allora che Albus, osservati i movimenti della cugina, scosse la testa e salutò l’ultimo arrivato con un semplice: «Ciao!», che rivolse anche alla ragazzina silenziosa.
Ma, prima che quest’ultima potesse valutare se rispondere o meno, l’imbarcazione vorticò attorno a sé stessa, al pari della zattera di Ulisse nel poema dell’Odissea, e fu risucchiata da un vortice.


WRITER'S CORNER.
Tanti auguri a voi, tanti auguri a voi, tanti auguri a J.K. Rowling e a Harry Potter, tanti aguri a voi!
Ringrazio le 13 persone che hanno recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate.
Il solito ringraziamento a Tsunamisme. <3
AVVISO: Vi serve un banner? Chiedete e lo avrete: 
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Capitolo 5
*** The sorting hat. ***


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CAPITOLO CINQUE: THE SORTING HAT.

Riva del lago, 01/09/2017, 6:00 p.m.
«Albus, Albus, Albus?» Ripeté varie volte Rose, continuando a scollare il corpo privo di sensi del cugino, mentre lacrime terse di pura paura le segnavano il volto.
Ridestatosi in seguito agli scossoni, Al tossicchiò ed espulse una consistente quantità di acqua dai polmoni,che inumidì il terreno bruno sulla quale era adagiato e si trovò stretto in un abbraccio di Ro’, sollevata per la sua ripresa.
«Scorpius?» Chiese il ragazzino con voce strozzata, dopo aver verificato la salute della sua interlocutrice, vagando con lo sguardo tra la folla di studenti del primo anno radunati intorno ai due.
La cugina si limitò a compiere un cenno sollevando la testa in direzione della propria destra, indicando alcuni metri più in là il biondo, il mento poggiato sulle ginocchia e gli occhi puntati su di loro.
«Albus che spavento ci hai fatto prendere, hai bevuto mezzo lago!» Esordì Hagrid, rivolgendosi poi altri studenti. «Che avete da guardare voi? In marcia verso il castello, siamo in ritardo per la cena.»
«No.» Esclamò improvvisamente Albus, adesso in posizione eretta, rivolgendosi al mezzogigante.
«No?» Domandò conferma lui, confuso da questo rifiuto insensato del piccolo Potter.
«Non siamo tutti, manca un’allieva.» Fu l’ambigua spiegazione che ricevette.
«L’acqua ti è finita nel cervello?» Scherzò Hagrid, indicandoli con pazienza. «Eccovi: tu, Rose e Albus.»
«Al ha ragione, Hagrid. Manca la bambina.» Convenne la Weasley, intervenendo a favore del cugino.
«Quale bambina?» La interrogò il guardacaccia, la mandibola leggermente scostata dalla mascella per lo stupore.
«Quella che era con noi sulla barca.» Concluse Scorpius, intervenendo risoluto a favore di quella che poche ore prima l’aveva identificato come il nemico.

Hogwarts, 01/09/2017, 6:30 p.m.
Superato un passaggio nella roccia, gli studenti guidati da Hagrid spuntarono in prossimità di un portone di legno di quercia ed aspettarono che esso si aprisse in risposta a tre colpi bussati dal mezzogigante.
 Il vicepreside Neville, anche direttore della casa di Grifondoro, li accompagnò poi fino ad una aula vuota dove spiegò loro la suddivisione in case, riprendendo il discorso che anni prima aveva ascoltato dalla McGranitt.
«Le quattro case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Alla fine dell’anno la casa che avrà totalizzato più punti verrà premiata con una coppa. La Cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti a tutti gli altri studenti.» Snocciolò speditamente, per finire con un caloroso: «Benvenuti ad Hogwarts!».
I presenti, dallo sguardo spaesato ed intimorito, si sistemarono quindi in fila e si riunirono per accedere ala Sala Grande, addobbata, come ogni anno, in grande stile.
Le candele, dalla luce soffusa e sospese a mezz’aria, costituivano le fonti d’illuminazione, mentre il soffitto come di velluto nero e con stelle incastonate rendeva l’ambiente interno simile a quello esterno.
Al di sotto, quattro lunghi tavoli, circondati da studenti, erano apparecchiati con stoviglie d’oro luccicante e tovaglie portavano lo stemma delle diverse case: un leone d’oro su sfondo scarlatto per Grifondoro, un serpente d’argento su sfondo verde per Serpeverde, un’aquila di bronzo su sfondo blu per Corvonero ed un tasso su sfondo giallo e nero per Tassorosso.
In fondo alla sala, infine, era posizionato un tavolo altrettanto spazioso per ospitare gli insegnanti, tra cui si distinguevano: Ruf, fantasma da tempo immemore occupante della cattedra di storia della magia; Brown e Patil, professoresse di divinazione; Boston, professore di volo; ed altri assunti recentemente.
Il professor Paciock, adempiendo ad un altro dei suoi compiti, collocò davanti alla fila uno sgabello a quattro gambe, ma quando si girò la lunga veste da mago che indossava rimase impigliata in una di esse e lui inciampò, cadendo rovinosamente a terra.
Questo incidente scatenò, come era prevedibile, la risata di tutti gli adolescenti della sala e anche di qualche professore, compreso il preside.
Persino Neville, ritrovandosi con la faccia appiattita al suolo, scoppiò in un riso fragoroso, nonostante l’imbarazzo fosse visibile sulle sue guancie, che avevano assunto una colorazione porpora.
Rimettendosi in piedi, corse a prendere un vecchio cappello rattoppato e pieno di macchie e lo poggiò con cura sulla seggiola in legno.
Restò un attimo in silenzio, al fine di attirare lo sguardo curioso degli alunni, e poi si contrasse, spalancando una bocca costituita da uno strappo vicino al bordo e cominciò il suo originale canto.
Finita la filastrocca, i partecipanti accennarono un applauso.
Per calmare la situazione, Neville spiegò subito: «Quando chiamerò il vostro nome, metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello dello smistamento.» e aggiunse il nome della prima persona che si sarebbe sottoposta al rito di iniziazione.
Alcuni alunni dopo, il vicepreside lesse in silenzio il prossimo nome, fissando l’alunno in modo curioso e un po’ impaurito, e comunicandolo in un secondo momento a voce alta, sottolineandone il cognome: «Malfoy Scorpius.».


WRITER'S CORNER.
Ehi, abbassate quei fucili!
Mi scuso per aver saltato un aggiornamento, che spero di recuperare presto, ma non ho potuto essere puntuale.
Ringrazio le 13 persone che hanno recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate. 
L'abnorme quantità di virgole è opera di tsunamisme :'D
A mercoledì (si spera)!

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Capitolo 6
*** Big plans. ***


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TITOLO: BIG PLANS.
Hogwarts, 01/09/2017, 6:30 p.m.
Annoverato il cognome del prossimo allievo a sottoporsi allo smistamento, il borbottio disinteressato - diffuso durante il resto della procedura - fu sostituito dagli schiamazzi di coloro che appartenevano alla casa di Serpeverde, i quali erano convinti che fosse stato appena proclamato un nuovo compagno.
«Per certe persone, questa cerimonia è solamente un dispendio di tempo. Lo sanno anche i fantasmi che Malfoy sarà un Serpeverde: non potrebbe essere altrimenti considerati i suoi antenati.» Era stata Rose ad esprimere il suo punto di vista con un tono di voce per nulla basso.
Scorpius, le cui orecchie - come quelle di chiunque nell’immensa sala - avevano udito il bisbetico commento, si limitò ad avanzare i pochi passi che lo separavano dallo sgabello.
Si accomodò sul sedile di legno, con le ginocchia unite e la schiena diritta nonostante l’assenza dello schienale, sorretta dal proprio orgoglio in una posa composta ed aristocratica.
Quando appoggiò il cappello dall’aspetto malridotto sui capelli color paglia, il copricapo iniziò a parlare: «Chi abbiamo qua? Il piccolo Malfoy! Intere generazioni di ragazzi smistati in Serpeverde e diventati - ahimè- Mangiamorte. È questo che vuoi anche tu?»
«No.» Risposte l’undicenne, con una sicurezza che non si addiceva alla sua giovane età.
«Per la barba di Silente, hai rifiutato di appartenere alla casa di Salazar? Aspettavo questo momento da anni, decenni, secoli! Coraggio, Malfoy, è ciò che vedo nel tuo cuore.» Si esaltò il cappello, aggiungendo in modo che fosse udibile a tutti: «GRIFONDORO!».
«Visto? Servepeverde.» Declamò altezzosa Rose, sempre rivolta al cugino.
«Ro’, non hai sentito? E’ un Grifondoro.» La interruppe Al, un’espressione sconvolta dipinta sul volto.
L’intera platea - in seguito a quell’inaspettata scelta - ruppe il silenzio e riprese a borbottare, senza però smettere di fissare l’oggetto delle loro conversazioni: i Grifondoro quasi impauriti, i Serpeverde alquanto nauseati, i Corvonero e i Tassorosso visibilmente scossi e confusi sull’atteggiamento da assumere.
Il professor Paciock, altrettanto stupefatto da quell’episodio, si apprestò ad annunciare il prossimo nome della lista, fino a quando non giunse il turno di: «Potter Albus.».
Il ragazzino strinse con forza la mano che la cugina gli aveva allungato in segno di incoraggiamento e si posizionò nel punto in cui pochi minuti prima si trovava Scorpius, ora seduto accanto ai suoi nuovi compagni.
«Raddrizza quella schiena, figliolo. Sei o non sei il secondogenito di colui che ha sconfitto il Signore Oscuro?» ordinò il cappello parlante, riferendosi alla postura assunta da Al. «Assomigli a tuo padre - che occhiali buffi portava!- più del tuo scalmanato fratello James. Ricordo come fosse ieri quando Harry mi ha supplicato di non assegnarlo a Serpeverde.»
«Ecco, signor Cappello Parlante, neanche io vorrei andare a Serpeverde.» sussurrò intimidito il mago, incrociando le dita nella speranza che la sua supplica fosse accolta. 
«No, piccolo Potter, ho già ceduto alle implorazioni di quel piagnucolone di bambino con la cicatrice, non farò lo stesso errore di nuovo.» concluse risoluto il berretto, strillando: «SERPEVERDE!»
Se all’assegnazione di Malfoy a Grifondoro era seguito un brusio di commenti acidi, dopo quella di Potter nella casa più propensa per le Arti Oscure, tutti interruppero qualsiasi attività - dal chiacchierare allo spettegolare - per puntare il proprio sguardo su Albus.
Quest’ultimo resistette all’impulso di abbandonare la sala e, gli occhi lucidi puntati sull’altrettanto lustro pavimento, si avviò al tavolo verde ed argento.
«W-Weasley Rose.» Elencò Neville, ricevuta un’occhiata eloquente dal preside al fine di invitarlo a concludere la cerimonia.
Ro’ prese posto sul sopracitato sgabello, accavallando elegantemente le gambe e scoprendo le sottili caviglie precedentemente nascoste sotto la lunga veste nera.
«Crespi capelli rossi, li riconoscerei ovunque. Weasley, è indubbio che nelle tue vene scorre sangue misto ad intelligenza.» Annuì la bombetta, sbraitando: «CORVONERO!».
Gli studenti del tavolo bronzo e blu proruppero in un fragoroso applauso spontaneo, stringendosi sulle panche per fare spazio alla nuova arrivata. 
Nessuno parve, però, accorgersi che Rose ignorò i ripetuti tentativi di Albus di complimentarsi con lei.
 
Torre di Corvonero, 01/09/2017, 09:00 p.m.
Rose era china sul proprio baule, alla ricerca di una pergamena per scrivere ai genitori, quando scorse un foglio non più candido:
Cuginetto Serpeverde, sorpresa?
Non quanto Ron quando scoprirà che sei una Corvonero.
You Know Who.
La boccetta di inchiostro si rovesciò trapunta, macchiandola, a causa del sussulto della rossa.

Sotterraneo di Serpeverde, 01/09/2017, 09:00 p.m.
Albus si asciugò il naso gocciolante, servendosi di un lembo del lenzuolo.
L’ immagine di una Ginny arrabbiata per quel gesto fu però proiettata dalla sua mente e l’undicenne allungò la mano per afferrare un fazzoletto, situato sul comodino.
Su di esso, una scritta era stata ricamata a mano:
Il piccolo Potter ignorato dalla cuginetta.
Non piangere, Serpeverde, ho grandi progetti in serbo per te.
You Know Who.
Una nuova lacrima scese sul viso del ragazzo.
 
Torre di Grifondoro, 01/09/2017, 09:00 p.m.
Scorpius stringeva tra le mani una foto, raffigurante una serie di maghi purosangue in abiti eleganti durante un ricco banchetto. 
Girando l’istantanea, il biondo si accorse che, accanto alla data, era stato annotato un messaggio: 
L’ottavo diseredato dell’arazzo della famiglia Black.
Sorbirò con piacere le grida di Walburga nel cancellare la tua foto.
You Know Who.
 
Chilometri più in là, il campanello del numero 12 di Grimmauld Place trillò.


WRITER'S CORNER.
Non fate quella faccia, so bene che è giovedì e che ho saltato due aggiornamenti!
Vorrei precisare ai più attenti potterheads che ho modernizzato l'arazzo e ora si modifica da solo in seguito alla nascita di un componente della famiglia Black.

Ringrazio le 12 persone che hanno recensito lo scorso capitolo e chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate.
Un saluto a tsunamisme, la mia beta. ;)
A - spero - presto!

 

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