Il morso del ragno.

di Lady Atena
(/viewuser.php?uid=279724)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno. ***
Capitolo 2: *** Adolescenza. ***
Capitolo 3: *** Rispetto. ***
Capitolo 4: *** Partenza. ***
Capitolo 5: *** Discoteca. ***
Capitolo 6: *** Implorazioni. ***
Capitolo 7: *** Principessa. ***
Capitolo 8: *** Tomba. ***
Capitolo 9: *** Tetto. ***
Capitolo 10: *** Divano. ***
Capitolo 11: *** Fronzoli. ***
Capitolo 12: *** Falco pellegrino. ***
Capitolo 13: *** Rispetto. ***
Capitolo 14: *** Famiglia. ***
Capitolo 15: *** Dalla tua parte. ***



Capitolo 1
*** Ritorno. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 39; Ritorno.
NdA: Scritta su richiesta di EndlessBlue.

Clint si accovacciò sul pavimento dell'aereo, il suono delle eliche arrivava ovattato all'interno dell'abitacolo facendogli fischiare le orecchie. Alzò il capo sogghignando, inarcò un sopracciglio guardando Natasha seduta con la schiena ritta e le ginocchia nude dalla pelle pallida premute tra loro. La donna abbassò il capo, strinse le labbra color sangue assottigliando le iridi ghiaccio, allargò le dita delle mani sulle ginocchia facendo tintinnare le manette che le cingevano i polsi sottili.
“Il viaggio di ritorno sarà lungo?” chiese, il tono era freddo e distaccato.
Clint accentuò il sogghigno, si rizzò e camminò fino alla panca davanti quella dov'era seduta Natasha. Salì sulla panca, vi si accovacciò sopra inarcando la schiena in avanti e la faretra sulla sua spalla scivolò lungo il braccio sinistro.
“Allora non parli solo russo, eh?” domandò.
Si tirò su la faretra, le frecce batterono contro la parete del contenitore tintinnando. Natasha aggrottò le sopracciglia rosse, sorrise scoprendo una fila di denti bianchi e piegò il capo di lato facendo ondeggiare la chioma color fuoco che le sfiorò le spalle candide lasciate scoperte dalla veste nera.
“Non l'ho mai detto” disse.
Clint roteò gli occhi, scosse il capo facendo ondeggiare le ciocche castane.
“Lascia perdere di farmi gli occhi dolci. A ritorno ultimato mi beccherò già una bella strigliata da Coulson, per colpa tua”.
Natasha sollevò un piede, la manetta alla caviglia tintinnò e la ragazza abbassò il piede intrecciandolo con l'altro.
“Allora lasciami al primo posto libero. Al ritorno potrai dire di avermi ucciso e nessuno potrà dirti nulla”.
Clint assottigliò le iridi grigio-verdi, sogghignò soffiando aria dal naso.
“Lo sai, per essere così famosa non sei poi tanto furba”.
Saltò giù dallo schienale, l'aereo s'inclinò leggermente di lato facendogli strusciare gli stivali in terra con un fruscio. Piegò la schiena in avanti, guardò gli occhi di Natasha e strinse le labbra.
“Al ritorno ti consegnerò a Coulson. Prega che sia di buon umore” disse.
Natasha alzò il mento, rizzò la schiena facendo aderire le spalle alla parete metallica.
“Sono russa. Non ho niente da pregare”.
Assottigliò le labbra rosse, socchiuse gli occhi.
“E nessuno a pregare il mio ritorno” sussurrò.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Adolescenza. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 33; Adolescenza.
NdA: Dedicata a EndlessBlue che me l'ha richiesta.

Clint tamburellò con il piede in terra, strinse le braccia al petto osservando la porta del bagno attraverso la quale si sentiva lo scrosciare ritmico dell'acqua.
< Andiamo Clint, hai superato l'adolescenza da un bel po', smettila di fare il palo > pensò.
Si voltò, camminò all'indietro e udì il suono dell'acqua cessare. Si fermò, sciolse le braccia e si voltò osservando la porta aprirsi. Natasha inarcò un sopracciglio, appoggiò la mano destra sul fianco sinistro sentendo la stoffa dell'asciugamano sotto le dita sottili.
"Il bagno è libero" disse piatta.
Clint si umettò le labbra, deglutì sentendo la gola secca e scosse il capo socchiudendo le iridi grigio-verde. 
"Non mi serve" disse.
Natasha batté le palpebre, scrollò le spalle facendo strofinare le ciocche rosse contro le spalle pallide e si tolse l'asciugamano facendolo cadere ai suoi piedi. Clint sgranò gli occhi osservando il seno pallido della donna, abbassò il capo vedendo i fianchi definiti e voltò la testa avvampando.
< Non sono in adolescenza, non sono in adolescenza, non sono in adolescenza! > si ripeté.
Natasha avanzò a piedi nudi fino al divano, si piegò in avanti afferrando una maglia nera.
"Hai lavato i miei vestiti" notò.
Clint si voltò, osservò la schiena pallida della donna contrastare con le ciocche rosse che le ricadevano oltre le spalle; le gambe toniche erano intrecciate tra loro e stringeva tra le dita affusolate la maglia nera. Clint sbuffò, si passò la mano tra i capelli castani.
"Non sono un animale" disse.
Natasha si rizzò, gli si avvicinò e lo guardò stringendo le iridi ghiaccio.
"Vuoi comprare i miei favori?" domandò fredda.
Clint avvampò, indietreggiò stringendo una mano attorno all'arco che gli pendeva dalla ciotola.
"Non sono una bestia in calore!" strillò.
La donna arricciò il labbro verso sinistra, lasciò cadere la maglia e si sporse in avanti aderendo con i seni sodi alla maglia di Clint. Piegò il capo di lato, socchiuse le labbra color sangue alzando la mano pallida.
"Ma vorresti una doccia bollente con me" sussurrò.
Clint indietreggiò, sbuffò e scosse il capo. Strinse il manico della faretra, sogghignò.
"Ho superato l'adolescenza. So che per essere Vedove si sbrana il marito".
Piegò il capo, accentuò il ghigno socchiudendo gli occhi.
"Dovresti provarci con Coulson. A lui piacciono i casi disperati".
Natasha aggrottò le sopracciglia, incrociò le braccia sotto i seni nudi facendoli ondeggiare.
"Ho superato l'adolescenza. So che nessuno fa niente per niente".
Clint ridacchiò, scrollò le spalle.
"Vestiti. Vediamo se impari anche a non regalarti al primo che passa".

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Rispetto. ***


NdA: Dedicata a EndlessBlue che me l'ha richiesta.

Clint si mise la faretra in spalla, sentì il meccanismo scattare facendo uscire dai fori delle punte di freccia. Prese l'arco, lo piegò e lo appese al fianco.
“Tu non credi nell'amore, vero Nath?” chiese.
Afferrò l'arco e lo fece scattare aprendolo, lo richiuse con un cigolio. Natasha si voltò, infilò tre bombe grandi un pugno nella cintura e afferrò due caricatori facendoli scivolare nella scollatura della tuta nera.
“Credo sia una domanda stupida, Barton” disse.
Raggiunse la parete sfilando due fucili ripiegati su se stessi dalla teca, li infilò negli stivali e socchiuse le iridi ghiaccio. Clint agganciò l'arco alla vita, alzò le spalle e si passò la mano tra i capelli castani chiaro.
“Mentre Loki si divertiva a giocare con il mio cervello ho sentito che te l'ha chiesto”.
Sbuffò, abbassò la mano chiudendola e riaprendola un paio di volte osservando il tessuto dei guanti senza dita piegarsi.
“Hai detto di essere in debito con me”.
Natasha annuì, strinse le labbra rosso sangue e avanzò ancheggiando verso il centro della stanza fermandosi due passi davanti a Clint. Sorrise sporgendosi in avanti, le ciocche rosse le sfiorarono le maniche nere della tuta che risaltava la pelle pallida.
“Vuoi che lo ripaghi ora, agente Barton?” sussurrò.
Clint roteò gli occhi, le prese il mento con due dita e fece l'occhiolino aderendo con la fronte a quella di lei. Socchiuse le iridi grigio-verdastre, sogghignò arricciando gli angoli della bocca.
“Non ho intenzione di farmi mangiare, Vedova Nera” sussurrò.
Le lasciò il mento, si rizzò e fece due passi indietro. Si voltò, raggiunse la porta; mise la mano sulla maniglia abbassandola e l'uscio si aprì con un cigolio che riecheggiò nella stanza. Natasha lo osservò uscire, guardò la porta chiudersi e si morse il labbro.
< È per questo che sei diverso, Clint > pensò.
Afferrò un coltello dal tavolo sotto la teca e lo mise nella cintura tra le bombe e il tesar.
< Mi hai sempre trattata come una persona > pensò.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Partenza. ***


Nick: Lady Atena.
Fandom: The Avengers.
Challenge: La sfida dei duecento prompt.
Prompt: 38; Partenza.

Clint poggiò la spalla contro lo stipite della porta, incrociò le braccia e socchiuse gli occhi facendo brillare le iridi grigie.
“Così stai andando” disse.
Natasha si voltò, strinse le labbra rosse e annuì infilandosi un coltello nella cintura nera. Allungò il braccio verso un tavolo, prese tre pistole, le mise nella scollatura della tuta e infilò dei caricatori nella cintura.
“Non ho motivi di rimandare la partenza” rispose.
Clint si scostò dalla porta, avanzò e le si affiancò.
“Nemmeno di anticiparla” disse.
Natasha si voltò, allungò la mano e Clint le afferrò il polso. Natasha gli diede una gomitata alle costole, Clint si piegò in avanti e Natasha gli pestò il piede con il tacco. Clint indietreggiò, tossicchiò e si passò la mano sulle labbra. Natasha prese tre lacci, li infilò nella cintura e si tolse il ciuffo cremisi da davanti gli occhi.
“Non sto anticipando la partenza, mi sto solo preparando ad essa” affermò.
Clint si passò la mano tra i capelli castano chiaro, mugugnò e si rizzò.
“Sei nervosa, per caso?” chiese.
Natasha aggrottò le sopracciglia, socchiuse gli occhi e le iridi color ghiaccio brillarono di riflessi celesti. Incrociò le braccia sotto i seni, si sporse in avanti facendo risaltare la scollatura della tuta nera; le ciocche rosse le sfiorarono la pelle pallida del solco dei seni.
“E perché dovrei, agente Barton?” domandò.
Clint alzò le spalle.
“Questa è la tua prima partenza senza di me” rispose.
Natasha roteò gli occhi, camminò in avanti e prese tre pugnali.
“Ho lavorato da sola per anni” disse.
Li infilò nella cintura, annuì e storse il labbro.
“Non ho paura di una partenza in più o in meno” aggiunse.
Si voltò, camminò fino alla porta. Clint sogghignò, scosse il capo e sospirò.
“Cerca almeno di tornare a casa entro il mese, Nat” sussurrò.
La donna si fermò, si voltò e lo fissò. Scosse il capo, si girò e superò la porta.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Discoteca. ***


Clint aprì la porta, si poggiò allo stipite incrociando le braccia al petto e osservò Natasha. Natasha fece il nodo allo stivale destro che le arrivava al ginocchio, lo poggiò in terra facendo ticchettare il tacco alto tre dita e tintinnare la serie di borchie dei pantaloni attillati neri. Mise una ciocca rossa dietro l'orecchio, si piegò in avanti lasciando intravedere una porzione di seno dalla maglia scollata e sporse le labbra rosse osservandosi allo specchio rotondo. Storse la bocca, afferrò un orecchino e inarcò un sopracciglio.
“Volevi qualcosa?”.
Clint osservò i lacci che coprivano la schiena di Natasha guardando la pelle pallida risaltare sotto la stoffa nera, seguì con lo sguardo la curva della spina dorsale osservando il solco delle natiche intravedersi dai pantaloni attillati e deglutì alzando il capo verso lo specchio; intravedendo gli occhi ghiaccio della donna.
“Vai in discoteca?” chiese Clint.
Sogghignò arricciando le sopracciglia con la fronte tesa, intrecciò le caviglie tra loro tenendo la punta dello stivale destro sul pavimento con la pianta sollevata; strusciando la suola dello stivale sinistro in terra.
“O solo a caccia?”.
Natasha roteò gli occhi, mise l'orecchino e si rizzò facendo finire la ciocca di capelli davanti al gioiello. Si voltò per metà, mise la mano sul fianco scoperto e allargò le dita sfiorando uno dei nastri che stringeva il corpetto nero.
“Non frequento le discoteche per divertimento da prima che tu nascessi, Clint”.
Clint sbuffò dal lato del labbro, si scostò dalla porta e avanzò tenendo le braccia incrociate. Inarcò un sopracciglio socchiudendo le iridi grigio-azzurre, sporse la bocca di lato arricciandola.
“Vuoi dirmi che sai cosa significa divertirsi, o che hai già cacciato in una discoteca?”.
Natasha strinse le labbra rosso sangue, poggiò l'unghia sul nastro nero e lo tirò verso il basso facendo scivolare la mano lungo il fianco.
“Credevo di avertelo detto” sussurrò con tono basso.
Sfilò il nastro del tutto facendo aprire il corpetto su una maglia nera che la copriva fino a metà seno, afferrò due dei pugnali appesi ai lati del corpetto e saltò ruotando sopra Clint. Lui si voltò, sfilò il coltello a lama ricurva dallo schienale parando i due pugnali della donna. Natasha si sporse in avanti, socchiuse gli occhi e le iridi azzurro ghiaccio brillarono; piegò il collo verso l'altro sogghignando.
“Una discoteca è un luogo di caccia fin troppo noioso” sibilò.
Diede una ginocchiata al gomito di Clint, lui gemette e lasciò andare il coltello indietreggiando. Natasha infilò i due pugnali ai lati del corpetto tra altre armi, rotolò in terra afferrando l'arma di Clint e rizzò in piedi puntandogliela alla gola. Clint alzò il collo, sorrise e portò una mano dietro di sé.
“E dire che sembra piacerti ballare” disse.
Natasha aderì con i seni al petto dell'uomo, gli poggiò una mano sulla spalla sporgendo il collo verso l'alto e socchiuse gli occhi.
“Non in posto popolati come una discoteca” sussurrò.
Clint infilò la mano nello stivale, ne prese una freccia e premette la punta tra due lacci della schiena di Natasha, contro la pelle pallida.
“Paura di essere presa alle spalle?” chiese.
Sogghignò, risalì con la punta della freccia fino a sentire la resistenza del laccio e lo tirò all'indietro allentandolo. Natasha strinse le labbra, abbassò il coltello e piegò le ginocchia. Balzò all'indietro, poggiò le mani in terra e si diede la spinta mettendosi ritta. Infilò il coltello dietro uno shuriken accanto a due pugnali, chiuse il corpetto e riannodò il nastro chiudendolo; i seni ondeggiarono leggermente e la pelle pallida sporse attraverso il nastro intrecciato.
“Non aspettarmi alzato. In discoteca si fa molto tardi” disse.
Clint soffiò dal naso, infilò la freccia nello stivale e ticchettò con il piede in terra. Incrociò le braccia, strinse le labbra e scosse il capo.
“Credo che lo farò, invece”.
Le passò accanto, sogghignò e piegò la testa di lato.
“Una volta mangiato le vedove non hanno più fame, giusto?” sussurrò.
Le fece l'occhiolino, si rizzò e superò la porta uscendo dalla stanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Implorazioni. ***


Personaggi: Clint, Natasha.
Prompt: Mi piace come implori.
Lanciata da: Claudia de Sessa.

Clint deglutì trattenendo il fiato, chiuse i pugni stringendo le lenzuola e indietreggiò.
“Natasha ...” sussurrò.
Natasha sorrise socchiudendo le iridi color ghiaccio, s'inginocchiò facendo tremare i candidi seni nudi e si sporse in avanti poggiando le mani su quelle chiuse di Clint. Sporse le labbra color sangue in avanti, le ciocche di capelli rossi ricci le ricadevano sul corpo nudo.
“Non avere paura, Barton. Non siamo sposati” mormorò seducente.
Clint chiuse le gambe ritirando le mani, aderì con la schiena alla parete guardando la donna, socchiuse gli occhi indurendo lo sguardo.
“Non puoi usare il tuo corpo come una merce, Tasha”.
Natasha aderì con il ventre alle gambe dell'uomo, gli poggiò i seni sulle ginocchia sentendolo tendersi e gli mise le mani sulle cosce.
“Puoi anche smettere di ripeterlo. Non voglio comprare niente”.
Clint contrasse i muscoli sentendo la gola secca, strinse maggiormente le lenzuola attorcigliandole con le mani chiuse.
“Ma pensi comunque di dovermi pagare”.
Natasha gli passò la mano sul cavallo dei pantaloni, lo sentì fremere premendo contro il palmo e passò la mano su e giù.
“Mi piace come implori”.
Clint sfregò i denti tra loro, le afferrò i polso e la batté sul materasso guardandola dall'alto.
“Di smetterla, Nath. Questa è la mia unica implorazione”.
Natasha piegò il capo di lato, allungò le gambe nude passandole tra quelle di Clint e sporse il bacino verso l'alto.
“E se io stessi fingendo fin dall'inizio? Sono una spia, è il mio lavoro”.
Clint sogghignò, inarcò un sopracciglio puntellandosi con le ginocchia.
“E il tuo prezzo è una scopata con me?”.
Roteò gli occhi, si rizzò e scosse il capo.
“Potrei sempre piantarti quella freccia nel cuore”.
Natasha si mise seduta, sorrise maliziosa sporgendosi in avanti.
“Senza alcun rimpianto?” domandò.
Clint si voltò, le guardò il corpo nudo e si leccò le labbra. Alzò il capo, le sfiorò la guancia e sorrise.
“Non averti fatto capire che non sei una bambola, e che ti ho risparmiato la vita perché credo che te lo meriti”.
Natasha si sedette sulle ginocchia, inarcò un sopracciglio storcendo le labbra.
“Se non puoi allearti con loro, uccidili?”.
Clint sogghignò, annuì.
“Esatto”.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Principessa. ***


Personaggi: Natasha Romanoff.
Prompt: Principessa o no, imparare a combattere è essenziale.
Lanciata da: La Morte Fidanzata.

Clint ticchettò con il calcagno sulla spalla di Natasha, lei roteò gli occhi accavallando le gambe sul divano e alzò la ciotola di pop corn. Clint si arcuò in avanti strofinando i piedi sullo schienale del divano, afferrò una manciata di pop corn e si rizzò.
“Perché non vediamo Anastasia?” chiese.
Natasha sospirò, afferrò il telecomando e cambiò canale tre volte di fila. Clint si sedette a gambe incrociate sullo schienale, sporse la gamba in avanti e continuò a ticchettarle sulla spalla con il piede.
“Andiamo, Nat. Siamo tornato ieri dalla Spagna, possiamo anche non vedere un telegiornale per sta volta”.
Natasha strofinò i denti tra loro, le immagini sulla televisione grande due pugni si succedevano velocemente man mano che lei cliccava sul tasto avanti del telecomando.
“Barton, sai che odio Anastasia”.
Clint grugnì, si sporse in avanti allungando la mano verso i pop corn e Natasha li portò dietro la propria schiena. Lui sogghignò, le assestò un colpetto con il lato del piede al collo e lei gli afferrò la caviglia. Natasha fece leva con i piedi in terra, lo scaraventò sul pavimento e Clint rotolò fino al lato della televisione. Spense l'oggetto, si alzò e incrociò le braccia.
“Non l'hai mai visto, Natasha”.
Natasha sospirò, si tolse una ciocca rossa da davanti al volto e scosse il capo.
“Sai che posso passare la serata a guardare lo schermo nero, Barton”.
Clint si piegò, afferrò una cassetta dal mobiletto su cui era la televisione e la ondeggiò.
“Andiamo. Cos'hai contro le storie di Principesse?”.
Natasha strinse le labbra assottigliandole, socchiuse gli occhi osservandosi le mani dalle dita affusolate.
“La mia insegnante diceva sempre che Principessa o no, imparare a combattere è essenziale”.
Clint le si avvicinò, le mise la cassetta tra le mani e sogghignò piegandosi in avanti.
“E assassina o no, imparare a divertirsi lo è anche di più” mormorò.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Tomba. ***


Clint osservò la tomba di Phil, socchiuse gli occhi.
“Sei sicura che ...” sussurrò.
Natasha gli sfiorò le mani chiuse a pugno, gli carezzò le nocche e annuì.
“Non sei stato tu, Clint”.
Clint accennò un sorriso, alzò il capo osservando il cielo sereno; l'odore di fiori gli pizzicava le narici e sentiva gli occhi umidi.
“È stato l'unico a credere che potessi farcela”.
Natasha gli si mise davanti, si alzò sulle punte avvicinando il volto a quello di lui e socchiuse le iridi ghiaccio.
“È stato l'unico a credere in entrambi” sussurrò.
Clint si chinò in avanti, poggiò le labbra su quelle di lei e chiuse gli occhi cingendole la vita. Natasha aderì al corpo di lui, ricambiò il bacio sentendo un sapore acre in bocca.
< Un bacio di disperazione > pensò.
Si scostarono, si strinsero le mani.
< Ora siamo soli >.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Tetto. ***


Prompt: Tetto.
Lanciato da: Riam efp.

Natasha strinse la mano oltre l'ultimo gradino della scala, sporse il capo osservando la schiena di Clint piegata in avanti. Poggiò le ginocchia sul tetto insieme alle mani, gattonò in avanti piegando la testa di lato facendo oscillare i boccoli rossi. Clint voltò il capo, accennò un sogghigno.
“Cosa fai qui?” chiese.
Natasha si sedette accanto a lui, stese una gamba facendo sporgere lo stivaletto nero oltre il bordo del tetto e strinse una gamba al petto abbracciandola.
“È stata la nostra prima casa” rispose.
Clint puntellò i piedi sulle tegole incassando le ginocchia contro il suo petto; poggiandoci il mento.
“Eri tu quella che scappava sul tetto”.
Natasha sorrise scuotendo il capo, piegò la testa all'indietro osservando il cielo notturno puntellato di stelle.
“Ma è sempre stato il tuo spazio. Io lo invadevo senza permesso”.
Clint sbuffò roteando gli occhi, abbracciò le ginocchia.
“Hai sempre potuto farlo, Tasha”.
Natasha gli poggiò la mano candida dalle dita sottili sulla spalla, gli baciò la guancia e addolcì lo sguardo.
“Allora non lasciarmi fuori ora” mormorò.
Si alzò, si allontanò. Clint la guardò, sorrise e si alzò a sua volta sospirando; seguendola.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Divano. ***


Ambientazione: Primi periodi di convivenza.
Prompt: Divano.
Lanciato da: Riam EFP.

Natasha sporse il capo dalla porta del bagno, inarcò un sopracciglio osservando Clint stringere l'estremità di un divano ed avanzò incrociando le braccia sotto i seni.
“Cosa fai?” chiese.
Clint tirò il divano verso il centro della stanza, espirò e lo lasciò cadere facendo tremare le assi di legno; il telecomando cadde dal mobile della tv. Barton si passò la mano sulla fronte, si voltò e piegò il capo.
“Anche io sono contento di vedere che sei ancora qui”.
Alzò le spalle, indicò la stanza e arricciò il labbro.
“Non puoi continuare a dormire per terra. Ti ho comprato un divano”.
Natasha guardò a destra e sinistra, aggrottò le sopracciglia sporgendo la bocca e scosse il capo. Si piegò, raccolse il telecomando e lo poggiò sul televisore.
“Ne avevi già uno, ed era esattamente dove dormivo”.
Clint indicò il divano, scosse la mano.
“Sì, beh, ma questo ha il letto”.
Natasha raggiunse il divano, sporse il capo osservandone la seconda estremità incastrata nella porta d'ingresso. Salì a gattoni sul divano, avanzò e scavalcò il bracciolo.
“Ed hai buttato il tuo vecchio divano per comprarne uno nuovo solo per me?” chiese, con tono dubbioso.
Clint allargò le braccia, arricciò le sopracciglia e si piegò sollevando il divano.
“Coulson mi avrebbe ucciso, se la sua nuova protetta avesse contratto una scoliosi”.
Natasha sollevò l'altra parte dell'oggetto, camminarono fino al centro della stanza davanti al televisore e lo poggiarono. Clint sbuffò sonoramente, si buttò sul pavimento e piegò il capo all'indietro. Natasha lo raggiunse, si sedette e socchiuse gli occhi.  Si piegò, gli baciò la fronte.
“Grazie” sussurrò. 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Fronzoli. ***


Prompt: Fronzoli.
Lanciata da: Astra di Fluxopoli.

Natasha batté due volte le palpebre, alzò la mano toccando una decorazione rossa. Clint abbassò il capo, si sporse dall'ultimo gradino della scala e sorrise.
“Oh, Natasha. Ben tornata” salutò.
Natasha assottigliò le labbra, chiuse la porta e arricciò il naso.
“Cosa sono tutti questi fronzoli?”.
Clint aggrottò la fronte, osservò le decorazioni rosse sopra la porta, abbassò il capo verso l'albero di Natale che brillava di luci blu e arancioni ad intermittenza; strinse la busta di palline e alzò le spalle.
“Mai sentito parlare del Natale?”.
Natasha avanzò, raggiunse l'albero e ne toccò i rami sintetici; diede una spintarella ad una delle palline a forma di babbo natale facendola ondeggiare.
“Sei credente?”.
Clint rise, scosse il capo ed estrasse una stella di natale dalla busta, la infilò sulla cima dell'albero e roteò gli occhi.
“Ma no. I fronzoli sono per chi vuole divertirsi, non per chi crede”.
Natasha fece due passi indietro, incrociò le braccia sotto i seni.
“Non capisco a cosa ti serva. Probabilmente a Natale sarai in missione”.
Clint sbuffò, balzò giù dalla scala e le porse la sacca.
“Dovresti provare. Magari ti diverte anche”.
Natasha guardò il sacco, fece un passo lateralmente scuotendo il capo.
“Non ho intenzione e di aiutarti a togliere tutti questi fronzoli una volta finite le feste”.
Clint accentuò il sorriso, tirò fuori una pallina di natale e la mise tra le mani candide di Natasha, le indicò l'albero.
“Nessuno ha detto che dovremmo toglierle”.
Natasha roteò gli occhi, scosse il capo sospirando e appese la pallina.
“Tu hai proprio un hobby per le cose senza senso” si lamentò.
Clint rise, appese una pallina accanto a quella di lei.
“Qualcuno dovrà pur farlo, tra i due”.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Falco pellegrino. ***


Fandom: The Avengers.
Prompt: Falco pellegrino.
Lanciato da: Claudia Saini.

Clint si puntellò sul davanzale della finestra, fece scattare l'apertura e la sollevò. Si infilò dentro, una gomitata lo colpì al petto e lui si piegò in avanti; venne colpito al collo e sbattuto contro il muro. Natasha accese la luce, si scostò e inarcò un sopracciglio.
“Pensavo non saresti più tornato” disse.
Clint si massaggiò il collo, chiuse la finestra e grugnì.
“Non volevo svegliarti”.
Natasha infilò i due coltelli da cucina nell'elastico degli shorts, scrollò le spalle e si sedette sul letto.
“Ho una missione tra due ore, ero già sveglia”.
Clint si tolse la maglia, la gettò su una sedia.
“Anche a me fa piacere rivederti” scherzò.
Natasha roteò gli occhi, prese il completo di pelle nera poggiato alla sua destra e lo infilò.
“Più che ‘Occhi di falco’ avrebbero dovuto chiamarti ‘Falco pellegrino’. Vai e vieni anche quando non hai missioni”.
Clint ridacchiò, si slacciò i pantaloni e li lasciò cadere lungo le gambe sode.
“Non si vive di solo lavoro. Ogni tanto fa bene svolazzare in giro”.
Natasha tirò fuori i boccoli rossi dalla tuta, scosse il capo e si alzò.
“Stavo per chiamare Phil per denunciare il tuo decesso” disse, piatta.
Clint sbuffò, si stese di peso sul letto.
“Ehi. Occhi di falco sì, falco pellegrino va bene, ma falco suicida proprio no”.
Natasha roteò gli occhi, aprì il cassetto del comodino ed estrasse le arme nascondendole nella tuta.
“Sei un vero e proprio lavativo” si lamentò.
Clint voltò il capo, ghignò.
“Così sembri Phil”.
Natasha sospirò, scosse il capo e gli lanciò il cellulare.
“Chiamalo, prima che mobiliti lo SHIELD per la tua scomparsa” ordinò.
Clint prese il cellulare, si mise seduto.
“Sai, i falchi pellegrini non sono esattamente prede facili”.
Natasha girò il capo, sorrise.
“Ma i falchi incoscienti sì” disse.
Raggiunse la finestra, si accovacciò sul davanzale.
“E la prossima volta usa la porta” ordinò.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Rispetto. ***


Clint boccheggiò sgranando gli occhi, l'uomo strinse la presa del laccio metallico sul suo collo chinandosi in avanti. Venne travolto e finì a terra, Clint annaspò tirando su il capo e si voltò.
“Natasha!” urlò.
Natasha fermò il braccio, la punta del vetro rotto contro la gola dell'uomo e le ginocchia premute sul suo petto.
“Stai bene?” chiese.
Clint si puntellò sui gomiti, deglutì massaggiandosi il collo arrossato e batté le palpebre.
“Dobbiamo consegnarlo vivo”.
Natasha socchiuse le iridi di ghiaccio, premette la punta del vetro contro il collo dell'uomo facendo uscire qualche goccia di sangue e piegò il capo di lato facendo ondeggiare i ricci rossi.
“A Fury non dispiacerà se eliminiamo un rifiuto”.
Clint si mise seduto, guardò l'uomo tremante e si passò la mano tra i capelli sudati e sporchi di fango.
“A Fury non sarebbe interessato neanche se avessi eliminato te”.
Natasha strinse le labbra, allentò la presa e si voltò.
“Non è la stessa cosa”
Clint ridacchiò, si alzò e avanzò barcollando.
“Hai ragione. Tu ci hai messo molto più impegno per farmi fuori”.
Natasha grugnì, si alzò e strattonò l'uomo in piedi. Quello si allontanò, sorrise a Clint e avanzò.
“Grazie, amico”.
Clint gli poggiò una mano sulla spalla, gli diede un pugno allo stomaco facendolo svenire.
“Non sono tuo amico” sussurrò.
Natasha lasciò il vetro rotto, mosse la mano e sporse il fianco di lato inarcando un sopracciglio.
“E questo perché l'hai fatto?”.
Clint si caricò l'uomo in spalla, sogghignò.
“Voglio insegnarti il rispetto della vita umana, non diventare un santo”.
Natasha roteò gli occhi.
“Le due cose sono molto simili, Barton”.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Famiglia. ***


“Mi piacerebbe avere una famiglia”.
Natasha alzò lo sguardo dal cadavere della guardia, inarcò un sopracciglio guardando verso l'alto. Clint si dondolò sulla corda, prese lo slancio entrando dalla finestra aperta e premette un pulsante sul fondo della faretra facendo rientrare la corda.
“Dico sul serio”, affermò, “sarebbe bello avere dei marmocchi”.
Natasha sospirò, scosse il capo proseguendo per il corridoio.
“E dirgli che loro padre è un killer professionista per un organizzazione segreta?”.
Clint incoccò una freccia, alzò l'arco e scoccò ad una telecamera; il circuito prese fuoco e l'allarme antincendio scattò risuonando in tutto il piano.
“Sono un soldato. Sei tu la spia”.
Natasha si voltò di scattò, tirò due dischetti d'argento contro una guardia ed essi esplosero scagliandola all'indietro; Natasha lo raggiunse prendendogli la pistola dal fianco e la strinse tra le mani candide.
“Io non voglio una famiglia”.
Clint la raggiunse, incoccò una freccia e colpì il centro tra due guardie; la freccia rilasciò un fumogeno che invase il tratto di corridoio. Natasha tossicchiò sventolando una mano davanti al volto, indietreggiò di qualche passo serrando le palpebre e imboccò il corridoio dal lato opposto; i riccioli rossi le battevano contro le spalle.
“Era il tuo modo per dirmi che non ci credi?”.
Clint sogghignò, scrollò le spalle mettendo l'arco in spalla e le passò di fianco, le diede una pacca sulla schiena.
“Torni sempre a casa da me, e quando non sei da me sei da Phil o Maria. Vorrà pur dir qualcosa”.
Natasha strinse le labbra, rizzò le braccia di scatto e sparò a tre guardie in successione; rinfoderò l'arma e scosse il capo.
“Solo che mi piace avere una stanza mia”.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Dalla tua parte. ***


Natasha strinse il bendaggio attorno al braccio di Clint, assottigliò le labbra espirando pesantemente dal naso.
“Alle volte mi chiedo se io non sia la tua unica amica”.
Clint grugnì sorridendo, aggrottò la fronte poggiando il capo contro la spalliera del letto e socchiuse gli occhi sfumati di rosso.
“Perché?”.
Natasha gli diede una pacca sul braccio facendolo gemere, si alzò in piedi e versò del the caldo nel bicchiere, lo porse a Clint sedendosi sul bordo del letto.
“Tocca sempre a me recuperarti e ricucirti”.
Clint ridacchiò, afferrò il bicchiere bevendo qualche sorso e arricciò le sopracciglia, deglutì leccandosi le labbra e sospirò.
“A Phil tocca fingere che io stessi eseguendo gli ordini, Fury finge di crederci e la Hill ha il compito di evitare lo SHIELD vada a pezzi”, elencò, “credimi, abbiamo tutti la nostra parte”.
Natasha roteò gli occhi portando una gamba al petto, strinse il ginocchio con il braccio e piegò il capo guardandolo.
“Il tuo sarebbe infrangere le regole?”.
Clint scrollò le spalle, posò il bicchiere sul comodino e grugnì sentendo una fitta alla spalla, si poggiò nuovamente contro la spalliera del letto e scosse il capo.
“Fungo da promemoria”, rispose, “in pieno stile; ehy! Sapete che dando seconde possibilità a gente senza speranza potremmo avere ottimi agenti?, o qualcosa del genere”.
Natasha accennò un sorriso arricciando il naso.
“Mi hai dato più di una seconda possibilità”.
Clint ricambiò il sorriso, si tirò seduto e si mise vicino a lei, le sfiorò la mano con la propria sana e annuì.
“Siamo amici, Nath”, rispose, “sarò sempre dalla tua parte”.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2135059