Promise... di Cherolain (/viewuser.php?uid=107689)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Promise!? ***
Capitolo 2: *** Il primo incontro ***
Capitolo 3: *** Domande domande e...niente risposte! ***
Capitolo 4: *** Serata angelica ***
Capitolo 5: *** Incontro non molto fortunato, solo in un certo senso. ***
Capitolo 6: *** Sorpresa di compleanno, parte prima. ***
Capitolo 7: *** Quando il compleanno diventa fantastico! ***
Capitolo 8: *** Esami G.U.F.O. ***
Capitolo 9: *** A casa Black... ***
Capitolo 10: *** Casa, amara casa. ***
Capitolo 11: *** Casa, dolce casa. ***
Capitolo 12: *** La vera natura di Tom. { A Riddle Manor} ***
Capitolo 13: *** Regulus viene a fare visita a Riddle Manor... ***
Capitolo 14: *** Nuovo anno ***
Capitolo 15: *** Tornando ad Hogwarts... ***
Capitolo 16: *** Bianco o nero? ***
Capitolo 17: *** Dromeda e la McGranitt. ***
Capitolo 18: *** Quel buffone di Silente ***
Capitolo 19: *** Il Ballo ***
Capitolo 20: *** Avviso :) ***
Capitolo 1 *** Promise!? ***
Ciao
a tutti ragazzi! L’ispirazione di questa storia mi
è venuta
ieri sera, rileggendo la Camera dei Segreti. Rifacendo il punto. Siamo
nell’Era
dei Malandrini, Voldemort ha 23 anni. Le sorelle Black non sono tre ma
quattro.
Il Signore Oscuro ha chiesto la mano della più piccola,
Jessie. Non svelo
altro. Vi lascio al primo capitolo. Un bacio e…fatemi sapere
come è questa
idea! In poche parole…RECENSITE!
Promise
Primo
Novembre.
Una ragazza correva verso la Sala Grande, in ritardo. I capelli lunghi
e
corvini le sbattevano sul viso, ma non ci faceva caso. Le sue sorelle
l’avrebbero
come minimo uccisa. I suoi occhi quel giorno avevano una sfumatura
tendente al
verde. Con le guance rosate, cosa molto strana visto che la sua pelle
era
chiarissima, arrivò con un balzo al tavolo dei Serpeverde.
<<
Scusate
il ritardo >> disse Jessie Black sedendosi vicino alle
sorelle.
Si
afferrò di
corsa una fetta tostata con pane, burro e marmellata
di
arance.
<<
Come al
solito in ritardo!>> sibilò contrariata la
sorella Bellatrix Black, senza
neanche guardarla in faccia.
Narcissa
Black,
la sorella dai capelli biondi, scoccò un occhiata di fuoco
verso Malfoy.
<<
Ancora
non capisco il motivo della vostra ira >>
<<
Fai
parlare me, Narcissa! Nostra Madre ti ha mandato una strillettera!
>>
<<
Cosa?!
Ma io non ho fatto niente! >>
<<
Deve
semplicemente avvisarti di un fatto molto importante >>
tagliò corto la
sorella dai capelli mossi e neri.
Jessie
notò che
aveva una strana luce d’invidia negli occhi, quindi sarebbe
stato un fatto
molto piacevole.
<<
Buongiorno,
cugina!>>
La
voce di Sirius
Black, nonché il cugino rinnegato e scappato di casa,
investì Jessie. Non gli
stava per niente antipatico, anzi. Lo trovava molto simpatico. Ma se
l’avesse
detto davanti alle sorelle come minimo l’avrebbero cruciata.
Quindi, la
ragazza, si limitò a rispondere al saluto con un sorriso.
Prima che Bellatrix,
sconvolta, potesse fare domande, arrivò la posta. Uno
spettacolo fantastico.
Tantissimi gufi planavano con lettere e pacchetti accuratamente
incartati. Il
gufo di casa Black, Perseus, fece scivolare la strillettera tra le mani
di
Jessie Black. Subito tutti i ragazzi, anche delle altre Case, si
girarono per
guardare incuriositi. Molto di rado arrivavano lettere del genere. La
ragazza
quasi arrossì a vedere tutta quella attenzione.
<<
Forse è
meglio che…>>
<<
Niente
ma! La devi aprire ora!>>
<<
O-ok…
>>
Con
le sue dita
affusolate uscì la lettera. Subito la voce di sua Madre
occupò la Sala Grande.
Mia
cara Jessie, come sai eri promessa al tuo, ormai
rinnegato cugino, Sirius Black. Non facendo più parte della
famiglia il
matrimonio è stato annullato. Oh, tesoro. Non hai neanche
idea di chi abbia
chiesto la tua mano. La categoria migliore, non
c’è dubbio. Noi non pronunciamo
il Suo nome. Un onore, è un onore averti, mia cara.
Ovviamente abbiamo
acconsentito alla tua mano, verrà a trovarti questo
pomeriggio. Essendo oggi Mercoledì,
il giorno delle visite. Sono così fiera di te e della tua
bellezza. Dopo l’incontro
vorrò sapere TUTTO. Le tue sorelle, in particolare Bella, ti
diranno come ti
dovrai comportare. Ti allego una Sua foto.
La
lettera, infine, prese fuoco con un sonoro “
POOP”. Vicino a Jessie rimase solo una foto. La ragazza era
completamente
paralizzata. I Grifondoro, Tassorosso e Corvonero completamente
spaventati e
sconvolti. I Serpeverde orgogliosi. Al Tavolo dei Professori
c’era una certa
agitazione. La Professoressa Mc Granitt si rovesciò addosso
il caffè. Il
Professor Silente si limitava a fissare Jessie con cauto interesse. La
povera
ragazza? Svenne. Non sapeva neanche di essere promessa a Sirius,
figuriamoci al
Signore Oscuro.
Si
risvegliò in infermeria, un ora dopo. Vicino
al tavolo si scagliavano tutte le sue sorelle, compresa Andromeda, una
delle
più grandi delusioni dei genitori.
<<
Come ti senti? >> iniziò
dolcemente quest’ultima.
<<
Male! Come mi dovrei sentire?! MI AVETE
TENUTO NASCOSTO QUESTO!? >>
<<
Guarda che è un onore… >>
<<
Un ONORE!?! Bellatrix io ho perfino
paura di quest’uomo! Inoltre è molto
più grande di me! >>
<<
Non dire cavolate, il Signore Oscuro ha
23 anni >>
<<
Ma… >>
<<
Niente ma! Rimettiti in piedi! Ci
vediamo tra un ora al dormitorio >> concluse Bellatrix
uscendo dall’
infermeria.
Jessie
si alzò sbuffando completamente sconvolta,
Narcissa la accompagnò verso il dormitorio. Andromeda
tornò ferita nel suo
dormitorio, Tassorosso.
<<
Capisci cosa intendo, Narcissa? Neanche
lo conosco… >>
<<
Purtroppo certe cose non possono essere
cambiate >>
<<
Dicono che sia crudele… >>
<<
Non devi avere paura, Jessie >>
Le
due sorelle rimasero a discutere al dormitorio
fino all’arrivo di Bellatrix. Jessie si sentiva leggermente
meglio. Aveva
deciso di non guardare la foto, si sarebbe sentita troppo male. Ormai
erano
quasi le cinque, l’ora delle visite. Jessie era pronta. Le
sorelle non
smettevano di farle raccomandazioni.
<<
Non parlare se non sei interpellata!
>>
<<
Dagli del lei! >>
<<
Non toccarlo! >>
A
momenti la testa di Jessie Black esplodeva. Di
colpo le venne in testa una domanda piuttosto ovvia, sapendo
l’età del promesso
sposo.
<<
Se…se…bè…Lui mi mette le
mani addosso?
>>
<<
Ovvio fattele mettere >> disse
ghignando Bellatrix.
<<
Bella! Tu sei pazza! Non farti mettere
addosso niente >> replicò Andromeda.
<<
Dipende comunque dove te le mette
>> intervenne Narcissa.
L’orologio
scoccò le cinque. Jessie incominciò ad
avviarsi nel corridoio.
<<
Sbrigati che il nostro Signore è sempre
puntuale! >>
<<
Si, si vado >>
Un
passo le costava enorme fatica. Aveva paura,
un gelo si impossessava della sua testa. Era l’Oscuro
Signore. Ormai da sei
anni tutti lo veneravano per quello che faceva. Uccidere
, sterminare. Dicevano che fosse spietato, più dei
suoi
Mangiamorte. La ragazza cercò di non pensarci. Finalmente
superò il corridoio,
Pix aveva di nuovo allagato tutto. A dieci metri di distanza si ergeva
l’uomo
che aveva chiesto la sua mano. Era appoggiato al muro di destra, con
una calma
innaturale, sembrava quasi un angelo. Aveva dei capelli corvini
leggermente
mossi e degli occhi…grigi. Era molto alto, molto molto alto.
A occhio e croce
circa un metro e ottanta. Jessie arrivava a malapena al suo buon metro
e
sessanta. Appena la vide girò lentamente la testa,
iniziò a guardarla
intensamente. La stava assimilando. Jessie era in imbarazzo, gli occhi
grigi le
stavano facendo girare la testa. Non si accorse neanche di inciampare
in una
maledetta pozzanghera e finirgli spiaccicata sul petto. Porca miseria,
non era
certo un buon modo per iniziare.
Allora,
come ve ne pare?! Aggiornerò il prima
possibile!
|
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Capitolo 2 *** Il primo incontro ***
Ringrazio
con il cuore chi ha recensito e chi ha messo la storia
tra le seguite! GRAZIE!
Promise…
Capitolo
secondo
“
Il primo incontro “
In
un baleno si
ritrovò spiaccicata sul petto del Signore Oscuro. Guardando
il lato positivo
ora sapeva che aveva un fisico asciutto e scultoreo. Inoltre aveva un
profumo
delizioso…Jessie non lo sapeva descrivere. Ma era
incredibilmente freddo. Dopo pochi
secondi in cui si
rese conto della figuraccia, temendo per la sua vita, Jessie si
allontanò di un
paio di centimetri. Tremando leggermente non riuscì neanche
a guardarlo negli
occhi. Scivolò di nuovo sulla stessa pozza
d’acqua, Lui la afferrò per i fianchi
impedendole di scivolare, un'altra volta.
<<
Non
abbiamo un grande senso dell’equilibrio, direi
>> costatò con un sorriso
Lui.
<<
Io…mi
dispiace >>
<<
Non fa
niente…non avevi gli occhi azzurri, Jessie? >>
<<
Cambiano
a seconda dei miei…sentimenti >>
<<
Quali
sono i tuoi sentimenti per ora? >> chiese il Signore
Oscuro.
Cosa
gli dico pensò
Jessie maledizione!
<<
Che ne
dici di una passeggiata? >>
<<
Si,
Signor… >>
<<
Presumo
che non sai come chiamarmi >>
<<
Bè… io veramente >>
sussurrò mortificata Jessie
<<
Intanto
dammi del tu, te ne prego >> la interruppe gentilmente
<<
Cosa?!…
>>
<<
Hai
sentito benissimo, dai andiamo >> disse facendole un
segno.
Il
Signore Oscuro
sembrava perfettamente a suo agio in quella situazione, camminava
vicino a
Jessie. Ma decise di non essere troppo precipitoso: la ragazzina quasi
tremava.
Svoltando il corridoio trovarono il Professor Silente ad aspettarli.
<<
Buongiorno, Tom >>
<<
Buongiorno, Professore >>
<< Sono contento che tu abbia
trovato la
Signorina Black >>
<<
Il mio
nome non è più Tom >>
<<
Giusto,
ora ti conoscono come…Lord
Voldemort
>>
Jessie
emise un gemito strozzato a sentire il
Suo nome. Sapeva il nome dell’uomo al suo fianco: Tom Orvoloson Riddle. Ma non avrebbe osato
chiamarlo per nome in
tutti i casi. Sapeva anche il nome con il quale si faceva conoscere: Voldemort. Nessuno lo pronunciava, per
paura. Nemmeno lei, assolutamente no.
<<
Esatto,
Professor Silente >>
<<
Non ci
sono prove delle tue brutalità, Tom >>
<<
Credo
che lei vaneggi, Signore >>
<<
Purtroppo non posso impedirti di entrare >>
<<
Lo vedo…
>>
<<
Il
Ministero ha molta paura di te, Tom >>
<<
Non
vedo… >>
<<
La
Signorina Black ha un animo molto sensibile >>
<<
Cosa
vorrebbe insinuare? >>
<<
Niente,
dopotutto sono un povero vecchio >>
<<
Molto
bene, i miei ossequi… signore
>>
disse Riddle scandendo con odio l’ultima parola e trascinando
Jessie Black.
La
portò vicino
al Platano Picchiatore. Jessie, vedendo il terribile albero, si
fermò di
scatto. Tom Riddle notò la reazione
e si
mise quasi a ridere. La piccola Black si morse con forza il labbro
interiore.
Mormorando una parolina il Signore Oscuro pietrificò
l’albero.
<<
Ti
spaventa ancora? >>
<<
No…
>>
<<
Allora
vieni, sediamoci >>
Si
sedettero
sull’erba, abbastanza vicini. Jessie Black a momenti
tratteneva il fiato. Solo
la presenza di quell’uomo la faceva andare in ventilazione.
Senza preavviso
Riddle prese delicatamente una ciocca dei capelli corvini lucenti di
lei. A
quest’ultima quasi si mozzò il fiato.
Dai
pensò
la ragazza sei sempre stata così
brava con i ragazzi. Lui è uno come tutti gli
altri. Solo che è bello e spietato alla follia.
Dopo
queste
riflessioni prese il coraggio per fargli una domanda.
<<
Perché
lei…ehmm…tu hai scelto proprio… me?
>>
Tom
Orvoloson
Riddle sorrise.
<<
Vedo che
stai prendendo parola >>
<<
Scusami
non dovevo… >>
<<
La tu
domanda è molto intelligente, ti avrei vista molto a
Corvonero >>
Jessie
si limitò
a fare un sorrisino. Ricordava il suo Smistamento. Il Cappello voleva
mandarla
nei Corvonero, per evitare una reazione dei genitori lo
pregò per mandarla con
le sorelle, nei Serpeverde.
<<
Devi
sapere che ti osservo dal tuo primo anno, sei molto diversa dalle tue
sorelle.
Te lo dico come un complimento, non sopporto la gente altezzosa e
troppo piena
di sé. Quelle persone non avranno un grande futuro nelle mie
schiere. Inoltre
hai quella freschezza…purezza che ormai è
impossibile da trovare oggi >>
concluse con tono affabile lasciando la sua ciocca di capelli.
<<
Capisco
>>
<<
Vorrei
sapere qualcosa di te, Jessie >>
<<
Di me?
>>
<<
Mi
dicono che sei una studentessa brillante, soprattutto in Incantesimi
>>
<<
Me la
cavo… >>
<<
La
modestia è una grande virtù >>
<<
…
>>
<<
Cosa
porti al collo? >> chiese a Jessie indicando una
medaglietta.
La
ragazza si era
completamente dimenticata del piccolo medaglietta di argento.
<<
Un
regalo per il mio quindicesimo compleanno…di mio cugino
Regulus >>
<<
Regulus
Black? >>
<<
Esattamente >>
<<
Ottimo
Mangiamorte >>
Un
lampo di
dolore attraversò gli occhi di Jessie Black.
<<
Qualcosa
ti turba, Jessie? >>
<<
No…
>>
<<
Non
mentirmi >>
<<
Io bè…
>>
<<
Riguarda
Regulus, vero? >>
<<
Si…
>>
<<
Non devi avere paura di me, Jessie. Tu non
dovrai
mai averne
>> dicendo questo sfiorò lentamente la guancia
della ragazza.
Jessie
si sentì
avvampare.
<<
Allora
cosa ti turba? >>
<<
Non
dovrei… la mia famiglia >>
<<
Alla tua
famiglia non interessano le nostre discussioni >>
<<
Regulus
e suo fratello non si parlano ormai da anni… >>
<<
Ognuno
sceglie la sua strada, dopo di che non si può tornare
indietro>> concluse
Riddle.
Aveva
un animo
gentile quella ragazza, lo sentiva. Nonostante i quindici anni sembrava
ancora
nell’età dell’innocenza. Tom Riddle era
rimasto folgorato appena
l’aveva vista. Quando guardava quel volto pallido
avvertiva una strana sensazione. Ora era il momento di affrontare
l’argomento
delicato.
<<
Jessie,
immagino che saprai già che noi due ci uniremo in matrimonio
>>
<<
Si…
finirò prima gli studi? >>
<<
Certamente >>
<<
Vorrei
sapere se sei contenta di tutto ciò >>
<<
C-cosa? >>
<<
Lascia
stare, abbiamo tutto il tempo per conoscerci. Anche se io ti conosco
già molto
bene >>
La
piccola Black
si sentiva molto rincuorata, avrebbe avuto tutto il tempo per
conoscerlo. Ma
aveva avvertito un brivido nell’ultima frase pronunciata da
Lui. Mentre ci
pensava non si accorse minimamente di appoggiare la propria mano su
quella di
Lord Voldemort. Quasi scottata dal quel contatto la levò di
scatto, rossa in
viso.
Stupida
pensò grandissima stupida.
<<
Rimetti
la tua mano dove era prima, Jessie >>
<<
Io…
>>
<<
Consideralo un ordine se vuoi >> gli disse
l’uomo fissandola negli occhi.
Gli
occhi di
Riddle erano diventati quasi minacciosi.
Jessie
Black,
timidamente, rimise la mano sopra quella del Signore Oscuro.
<<
Posso
chiederti una cosa, Jessie? Una curiosità >>
<<
Si
ehmm…certamente >>
<<
Quanto
sei alta? >>
<<
Un metro
e sessanta… diciamo >>
Tom
Riddle fece
un sorrisetto.
<<
Di
solito le Black sono molto alte >>
<<
…
>>
<<
Ma
personalmente le donne alte non sono minimamente
attraenti>> concluse
bisbigliando nel suo orecchio.
Jessie
quasi
quasi stramazzò al suolo, quell’uomo la stava
facendo collassare.
Lord
Voldemort se
ne accorse e, sorridendo, allontanò le sue labbra dal lobo
dell’orecchio di
Jessie Black.
<<
Non
volevo essere così precipitoso, ti prego di scusarmi
>>
<<
Nessun
problema >>
<<
Davvero?
>>
<<
Davvero…
>>
L’orologio
scoccò
le sette di sera. L’ora delle visite era finita. A Jessie
dispiaceva, anche se
non riusciva a spiegarselo. Tom Riddle la prese per le mani e la
sollevò da
terra. Gli occhi di Jessie erano ormai tornati azzurri.
<<
Vieni,
ti accompagno al Castello >>
Durante
il
tragitto furono molto silenziosi. Il Signore Oscuro, approfittando di
una
grossa pietra che interrompeva il tragitto, prese delicatamente la mano
di
Jessie Black. Ormai aveva capito che era molto maldestra. La ragazza
non fece
resistenza, dopotutto quel contatto le piaceva. Anche se si vergognava
ad
ammetterlo.
<<
Tornerò
per la prossima visita>>
<<
…
>>
<<
Sei
ancora meglio di quanto pensassi Jessie Black >>
Le
guance della
ragazza si tinsero di nuovo di porpora. Poi, senza preavviso le diede
un
leggero, quanto appassionato, bacio sulla fronte. Con un sorrisino la
ragazza
sparì dentro le mura della scuola.
Sarà
un ottimo Horcrux
pensò la parte di nome Lord
Voldemort.
A
vederla mi trema quasi il cuore…pensò
la parte di nome Tom Orvoloson Riddle.
Spero
vi piaccia!
Questo mi è venuto mooltoo più lungo! Una piccola
recensione sarebbe gradita un
bacione!
|
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Capitolo 3 *** Domande domande e...niente risposte! ***
Ciao
a tutti! Ecco qui un nuovo capitolo appena sfornato! Ringrazio
chi ha messo la mia storia tra le seguite:
Preferite:
darklady2012
[Contatta]
Ricordate:
ayumi_L
[Contatta]
Inoltre
ringrazio chi recensisce la mia storia! Vi adoro! Vi
lascio a questo nuovo capitolo…non ho idea di come sia
venuto avendo la febbre.
Se ho fatto qualche errore vi pregherei di dirmelo…non mi
offendo! Un bacio e…
leggete! Se leggete…recensite, recensite !
Promise
Quando
Jessie
Lily Black rientrò dentro la Sala Comune fu invasa da una
massa di Serpeverde,
che volevano sapere TUTTO. Tutti i particolari.
<<
Quanto è
alto? >>
<<
è bello?
>>
<<
Usa il
dopo barba? >>
<<
Come era
vestito? >>
<<
Il
Signore Oscuro ti ha parlato di qualcuno di noi che vuole scegliere
come
Mangiamorte il prossimo anno? >>
<<
Vi siete
baciati? >>
<<
Ti ha
messo le mani addosso? Ho fatto una scommessa con Andromeda
>>
<<
Ti ha
tenuto per mano? >>
<<
Di cosa
avete parlato? >>
<<
Sicuramente di Mangiamorte.. >>
<<
Stai
zitto McGuire! Era un appuntamento non una riunione >>
<<
Voi
maschi non capite niente! >>
<<
Voi
ragazze siete delle oche >>
<<
Puoi
iniziare a correre McGuire! >>
Jessie
era
davvero stanca, aveva trovato troppe emozioni in una volta. Si
limitò a
scivolare sulla più vicina poltrone di pelle nera,
sospirando. La baraonda e le
domanda continuavano. Non aveva neanche la forza per rispondere.
<<
Quanti
anni ha? >>
<<
Vuole
che diventi una Mangiamorte? >>
<<
SILENZIO!
>>
La
voce di
Minerva McGranitt sovrastò tutte le altre. Era strano
trovare la Direttrice dei
Grifondoro in mezzo ad un covo di Serpeverde. Davvero insolito.
<<
Signorina Black, il Preside desidera vederla >>
Jessie,
con sommo
stupore, seguì la Professoressa. Sotto lo sguardo stupito di
tutti. La
temperatura della Sala sembrava essere scesa. Durante il tragitto
cercava di
decifrare l’espressione della McGranitt, purtroppo arcigna
come sempre. Entrati
nello studio del Preside la Professoressa, senza una parola, si
dileguò.
Silente le dava le spalle, stava accarezzando la sua fenice. Sembrava
molto
pensieroso.
<<
Ah,
Signorina Black. Prego si sieda >>
Jessie
non se lo
fece ripetere due volte.
<<
Vedo che
ha incontrato…il Signor Riddle >>
<<
Esattamente… >>
<<
Come è
andata? >>
<<
Bene,
molto bene grazie >>
<<
Mi
rincresce, ma io non sono contento di tutto questo >>
Jessie
Black ci
rimase male, ma in cuor suo sapeva che forse il Preside aveva ragione.
Silente
si mise a passeggiare nervosamente nella stanza.
<<
Jessie,
tu sai chi è veramente Tom
Orvoloson
Riddle? >>
<<
Io…
>>
<<
Quale
parte esce con te? >>
<<
Credo di
non… capire >>
<<
Sono
sicuro che sei al corrente delle atrocità che commette
>>
<<
Purtroppo non so che dirle, Signore >>
<<
La tua
famiglia è sempre stata una grande sostenitrice di Tom
>>
<<
Senta,
non vedo il motivo per cui
deve parlare
anche della mia famiglia >>
<<
Ora
rispondimi Signorina Black, con te l’uomo in questione prende
il nome di Tom
Riddle o Lord Voldemort >>
Jessie
emise
quasi un suono strozzato, come poteva pronunciare il Suo nome?! La
risposta le
venne quasi spontanea:
<<
Tom
Riddle >>
<<
Ricordati Signorina che Lord Voldemort è nato dalla mente di
Tom Riddle
>>
<<
…
>>
<<
Ciò
significa che, se fossi in te, starei molto attenta >>
<<
Ma…
>>
<<
Prenda
un biscotto >>
<<
Io,
veramente… >>
<<
Insisto
>>
Titubante,
Jessie,
afferrò un grosso biscotto al cioccolato. Perché
Silente tentava di metterla in
guardia?! Non poteva semplicemente farsi gli affaracci propri!? Ma
Jessie Black
era una ragazza molto educata, quindi si limitò
semplicemente a masticare il
biscotto.
<<
Signorina... ha mai sentito parlare degli Horcrux? >>
Il
biscotto andò
quasi di traverso alla giovane.
<<
No,
Signore…perché? >>
<<
Ogni
cosa a tempo debito, può andare >>
Non
se lo fece
ripetere due volte, scivolò di nuovo verso la Sala Comune.
Ma
cosa è un Horcux pensò
Jessie forse Horcurx…Horcrux. Non
ne ho mai sentito parlare.
Tornata
nella
Sala venne di nuovo bloccata da migliaia di domande, decise di
rispondere con
calma.
<<
Non so
dirvi quanto è alto…ma rispetto a me è
molto molto alto >>
<<
Certo,
sei una tappa >>
<<
Chiudi
quella bocca Bellatrix! >>
<<
Scusa
sorellinaaa… >>
<<
Non so
se una il dopo barba… non ne capisco di queste cose. Era
vestito e… >>
<<
Aspetta,
aspetta… vogliamo sapere come era vestito! >>
<<
Narcissa
sei una seccatura! Completo nero per tua informazione. Soddisfatta!?
>>
<<
Si, direi di si
>>
<<
Non
abbiamo parlato di Mangiamorte… e di selezioni di
quest’ultimi >>
<<
Allora
di cosa avete parlato? >>
<<
Fatti
miei… >>
<<
Ti ha
messo le mani addosso? >>
<<
Bellatrix, mi sa che dovrai dare dieci galeoni ad Andromeda, non mi ha
messo le
mani addosso >>
<<
Maledizione! >>
<<
Vi siete
baciati?! >>
<<
No…insomma…i-io
mi vergognavo e… >>
<<
Almeno
vi siete tenuti per mano? >>
<<
Si, questo
si >>
<<
Non hai
risposto alla nostra prima domanda…è bello?
>>
Jessie
indugiò
sulla risposta. Non voleva dargliela subito vinta ma la risposta le
uscì
spontanea:
<<
Dire che
è bello… è poco >>
Dopo
altri dieci
minuti di confusione ognuno tornò ai propri compiti da
svolgere. Nella fredda
Sala rimasero solo Jessie e Bellatrix. Le parole di Silente
rimbombavano ancora
nella testa della giovane Black.
<<
Bella,
sai cosa sono gli Horcrux? >>
<<
No, perché?
>>
<<
Niente…lo
letto da qualche parte >>
<<
Ora devo
andare ho un appuntamento con Lestrange >>
sussurrò soddisfatta Bellatrix
scomparendo oltre la soglia.
Jessie
Black
rimase pensierosa nella Sala, non aveva voglia di andare nella Sala
Comune per
parlare con Andromeda. Prese
la foto
mandata dai genitori del suo promesso sposo. Ancora non riusciva quasi
a
credere la strana piega che stava prendendo la sua vita. Forse era
sbagliato.
Quell’uomo era Lord Voldemort, per tutte le mutande di
Merlino! Aveva
ucciso…sterminato…torturato…era
il Signore Oscuro. Lei aveva paura. Tutto il Mondo aveva paura della
Sua
crudeltà. Non pronunciavano nemmeno il suo nome. Eppure
quando l’aveva
incontrato, aveva provato qualcosa. Appena i loro sguardi si erano
incontrati
aveva provato… una scarica. Come una scarica elettrica. Non
aveva mai provato
niente del genere. Doveva ammetterlo, era bastato solo un contatto per
perdere
la testa per Lui. Per provare qualcosa. Il solo contatto con la sua
pelle la
faceva bruciare, i suoi occhi erano bellissimi. Ma anche
incredibilmente… freddi.
Ormai era troppo tardi per
tornare indietro. Ricordava ancora il Suo sguardo possessivo mentre la
fissava,
le sue dita tra i suoi capelli. Dalla foto sembrava ancora fissarla
minuziosamente. Il Demonio in persona l’aveva stregata.
MOLTO
BENE! PER
OGGI ABBIAMO FINITO! AGGIORNERò AL Più PRESTO!
COME VI è SEMBRATO? A PRESTO!
UN
BACIO…. ^_^
CHEROLAIN
;)
P..S: HO TENTATO DI INSERIRE UN
IMMAGINE DI TOM IN QUESTO CAPITOLO....MA NON SONO SICURA AL CENTO PER
CENTO CHE IO SIA RIUSCITA A METTERLA CORRETTAMENTE. QUINDI,
SE NON VI ESCE, MI DISPICE UN SACCO!
|
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Capitolo 4 *** Serata angelica ***
Ecco
qui! Vi lascio al nuovo capitolo! Spero vi piaccia!
Nonostante la mia febbre stia peggiorando ho deciso di scriverlo, un
dovere u.u
Fatemi sapere come è venuto con una piccola RECENSIONE! Ora
passiamo ai
ringraziamenti. Ringrazio vivamente chi recensisce.
Chi
ha messo la mia storia tra le preferite:
1
- ayumi_L
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2 - darklady2012
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Chi
ha messo la mia storia tra le seguite:
1
- CruellaDeVil
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2 - Didyme
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3 - Lucetruce
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4 - SmokeOnTheWater_Volturi
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5 - _Elisewin_
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Premetto
con il dire che è stato molto difficile scrivere questo
capitolo, i pensieri ingarbugliati del Signore Oscuro sono quasi sempre
impenetrabili. Spero di avere fatto un buon lavoro! Un bacio!
Promise
Capitolo quarto
“
Serata angelica “
Tom
Riddle rimase
qualche istante a fissare il vuoto quando, alla fine delle visite,
Jessie
rientrò. Si sentiva strano, provava qualcosa per quella
ragazza che non sapeva
spiegarsi. Ritornando nella sua dimora neanche la sua fedele Nagini
riuscì a
distrarlo, si sedette semplicemente in una comoda poltrona davanti al
fuoco.
Fissando distrattamente le fiamme non si accorse di un suo fedele
servitore.
<<
Mio
Signore… >>
<<
Regulus,
cercavo proprio te, stavo mandando qualcuno a cercarti >>
<<
Cosa…desideravate?
>>
<<
Volevo
solo informarti che ho conosciuto tua cugina >>
<<
Ah…
spero che… >>
<<
Mi ha
colpito molto, una ragazza deliziosa
>> Voldemort marcò l’ultima parola
con un tono da brivido.
Regulus
Black si
limitò ad emettere un gemito di terrore. Povera, povera
Jessie. L’unica Black
con un cervello…buona al punto giusto. Proprio il Suo
Signore doveva chiedere
la sua mano?!
<<
Ora puoi
andare, Regulus >>
<<
Si, Mio
Signore ma… la riunione? >>
<<
Alle
otto in punto, nella Sala Circolare. Informa anche gli altri
>>
<<
Certamente, Mio Signore. Arrivederci. >>
Poi,
silenzioso,
si dileguò nell’ombra. Tom Riddle tornò
ai suoi pensieri. Doveva essere
sincero, aveva chiesto la mano della ragazza senza neanche vederla.
Dopotutto
l’amore era una cosa da deboli, lui voleva solo una donna al
suo fianco, come
tutti gli altri, tutto qui. Ma quando l’aveva vista aveva
provato qualcosa di particolare.
Quasi gli si stringeva il
cuore quando gli era scivolata come una patata davanti. Ricordava
ancora i suoi
occhi cristallini, pieni di smarrimento. Non aveva dovuto fingere con
lei. Prima
di incontrarla si era preparato con una bella scenetta delle sue, non
sapeva
nemmeno l’aspetto di Jessie. Poteva essere anche una ragazza
molto brutta,
magari strabica. Invece, quando la vide, pensò che non
c’era creatura più bella
al Mondo. Non era di una bellezza volgare come la sorella Bellatrix,
neanche
odiosamente snob, come Narcissa. Era… perfetta.
Era sua. Quel pronome possessivo
faceva quasi ridere Tom Riddle, era strano, non gliene era mai fregato
delle
persone.
<<
MALEDIZIONE! >> urlò Tom nella stanza dando un
pugno ad un tavolino.
Cosa
stava
succedendo?! Quella ragazzina lo stava facendo impazzire. Basta.
Sarebbe solo
diventata un semplice Horcrux, per questo la voleva. O no?! Poi, senza
neanche
salutare Nagini, si diresse verso la Sala Circolare.
Entrò con furia, sbattendo la porta al suo
passaggio. Prese posto a capo tavola. Non gli andava la riunione quella
sera,
ma quei bastardi degli Auror dovevano morire.
<<
Mio Signore,
la turba qualcosa? >>
<<
No,
Yaxley >>
<<
Ecco…ehmm…noi >> Yaxley si girava
alla sua destra per cercare un aiuto.
Tom
Riddle quasi
sghignazzava:
<<
Cosa
volete? >>
<<
Ehmm, la
ragazza. Immaginiamo tutto…bene >>
<<
In poche
parole siete molto curiosi >> si limitò ad
obiettare il Signore Oscuro.
<<
No…noi…
>>
<<
Non
mentirmi, Yaxley. Comunque è una ragazza particolare, molto
carina, Serpeverde
e Purosangue. Non credo che ci sia altro da dire. Ora pensiamo alla
missione di
domani sera >> concluse secco.
I
Mangiamorte
capirono al volo che il Padrone non aveva voglia di parlare e non
bisognava
interromperlo, quella sera nessuno voleva essere cruciato.
<<
Proporrei lo schema di attacco B, come la scorsa volta. Abbiamo a che
fare con
Auror meno esperti questa volta, sarà una passeggiata
>>
<<
No, Mio
Signore Yaxley sbaglia. Io proporrei lo schema A. Sono Auror giovani,
alla loro
prima missione. Sicuramente Moody li avrà imbottito la testa
per bene! >>
<<
Schema
C, Mio Signore. Per essere previdenti. Ci sono anche alcuni talenti del
settimo
anno come James Potter e Sirius Black >>
<<
Non dire
idiozie Yaxley! >>
<<
Non
dirle tu, Carrow! >>
<<
Smettetela! >>
<<
Lestrange non ti immischiare! >>
<<
SILENZIO! >> urlò Lord Voldemort.
Nagini
uscì dalla
Sala stizzita da tutto quel chiasso. Gli occhi di Lord Voldemort
stavano
prendendo una sfumatura rosso sangue.
<<
Quando
vedremo con chi avremo a che fare…deciderò io
>>
<<
Ovviamente, Mio Signore >>
<<
Certamente, Mio Signore >>
<<
Ora
uscite tutti, razza di stupidi. Fuori! Ho altre cose da sbrigare da solo >>
I
Mangiamorte,
pallidi in volto, si alzarono silenziosamente e scapparono fuori dalla
Sala.
<<
Regulus
tu rimani qui! Devo
dirti due
parole! >>
Il
povero
Mangiamorte si fermò di botto e ritornò indietro,
chiudendo la porta dietro di sé.
<<
Dimmi
tutto quello che sai su tua cugina, Regulus >>
<<
Mio,
Signore io…non la conosco molto bene >>
<<
Ho
voglia di scherzare, Regulus?! >>
<<
Bè è una
ragazza piacevole e, se mi posso permettere, molto graziosa. Molto
solare e…
quindici anni compiuti >>
<<
Molto
bene… puoi andare >>
<<
C-certo
io vado, Mio Signore >> disse balbettando il Mangiamorte
uscendo dalla
Sala.
Che
incapace. Che
incapaci che si ritrovava come servitori. Si era trattenuto quella sera
da
farli fuori tutti! Jessie era la prima persona intelligente che
incontrava da
anni, anche bella osava dire. Non era adatta a lui però,
erano così diversi.
Lei così pura, dolce, romantica,
bastava uno sguardo per capirlo. Lui era sadico,
spietato e cattivo. Dopotutto era Lord Voldemort.
Maledizione, pensava che
essendo una Black… ma era diversa! Al solo pensiero di
vedere Jessie con il
Marchio Nero il Signore Oscuro rabbrividiva. Ma anche al solo pensiero
di
vederla con un altro Tom Riddle diventava una furia.
Era una reazione che non sapeva spiegarsi,
che lo affascinava e lo stizziva allo stesso tempo. Per lui le ragazze
erano
sempre state un passatempo, niente di più. Ma Jessie Lily
Black la vedeva sotto
un altro punto di vista. Lei aveva bisogno di lui, ma lui aveva bisogno
di
lei!? Forse si…ma Tom non voleva certamente ammetterlo. Non poteva ammetterlo.
Come in un lampo si ricordò della
foto di Jessie che gli era stata mandata prima del primo incontro,
aveva deciso
di non guardarla. Tornando nelle sue stanze la trovò
appoggiata su un tavolo di
mogano, ancora imbustata. Sedendosi comodamente la scartò
dalla busta con
grazia. Uno strano sorriso increspò il volto del Signore
Oscuro. Le avevano
fatto la foto di nascosto a Jessie, di sicuro. Si notava
dall’aria scocciata
della ragazza, incredibilmente seducente. Se era il termine esatto.
Peccato
solo che fosse in bianco e nero, non si notavano gli strani occhi
azzurro-verdi
di lei. Era ufficiale, quella ragazza era un Angelo in persona
e… l’aveva
stregato.
Molto
bene! Per oggi abbiamo finito! Come vi pare questo capitolo?
Fatemi sapere…
P.S:
La ragazza nell’immagine è la nostra cara Jessie.
Spero vi
piaccia ^^
Un
bacio e… a presto ^^ !
Cherolain
J
|
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Capitolo 5 *** Incontro non molto fortunato, solo in un certo senso. ***
Ringrazio
di cuore KatLuna89 e Ayumi_L per avere
recensito. Inoltre ringrazio come al solito chi ha messo la storia tra
le
seguite ,ricordate e preferite. Purtroppo sono in ritardo
perché sono stata
molto male. Per farmi perdonare ho scritto un capitolo più
lungo questa voltaJ
Fatemi
sapere come vi sembra, baci
Cherolain
;)
Promise
Ormai
l’inverno era arrivato, l’aria gelida di Gennaio si
faceva sentire. La piccola
Black passava molto del suo tempo a studiare, da sola. Le piaceva molto
sedersi
vicino al fuoco, assaporando le guizzanti e calde fiammelle. In quei
mesi molte
cose erano cambiate. Andromeda era scappata di casa, insieme a Ted
Tonks, il
suo ragazzo Nato Babbano. Un putiferio era scoppiato nella famiglia,
nessuno le
rivolgeva più la parola. Ogni tanto, Jessie, quando poteva,
andava a consolare
la sorella Tassorosso. Quel pomeriggio del primo Gennaio si trovava con
la sorella
rinnegata in biblioteca.
<<
Bella
e Cissy come stanno? >> domandò Andromeda
<<
Bene, Dromeda >>
<<
Non
si degnano di parlarmi, vero? >>
Un moto di
tristezza pervadeva la voce della Tassorosso, Jessie era
così imbarazzata che
non sapeva cosa dire. Andromeda, notando l’imbarazzo, si
voltò di spalle e
incominciò a cercare un libro sconosciuto. Che famiglia
scombussolata! A volte
non era molto bello essere Purosangue. Controllando un tremito prese un
grosso
libro a caso.
<<
JESSIE! >>
Maledizione
quanto era sguaiata la voce di Bellatrix, doveva essere davvero
importante la
cosa. Con il fiatone Bella si piazzò davanti alla sorella,
dopo avere gettato
una occhiata di disprezzo ad Andromenda.
<<
Cosa c’è? >> chiese leggermente
seccata Jessie.
<<
C’è
che hanno spostato l’orario delle visite. L’Oscuro
Signore arriva tra un quarto
d’ora! >>
Il cuore
della piccola Black fece un balzo.
<<
Sei
davvero sicura Bella? >>
<<
Ti
sembro una sciocca?! >> ribattè Bellatrix
scocciata.
<>
Bellatrix
annuì brusca con un cenno e scomparve oltre la biblioteca.
Jessie,
notando l’espressione di disappunto di Andromeda, fece per
sgattaiolare via.
<<
Dove credi di andare!? >>
<<
Io…bè… devo andare >>
<<
Invece tu ti siedi qui, noi dobbiamo parlare >>
ribattè la sorella
minacciosa.
Jessie non
se lo fece ripetere due volte. Seduta, di fronte alla sorella,
incominciò a
fissare con interesse il legno grezzo del tavolo.
<<
Io
ti conosco molto bene, Jessie. Metti il dovere al primo posto, questo
è
sbagliato molte volte. Non sei obbligata a sposare quel mostro.
Ricordati ogni
tanto chi è fuori dai vostri incontri e cosa fanno i suoi
seguaci >>
concluse la sorella alzandosi e girando i tacchi.
Una lacrima
solitaria scivolò sulla guancia di Jessie Black, sua sorella
forse aveva
ragione. Un mostro, quella parola le
si rigirava nella testa. Eppure qualcosa le diceva il contrario,
inoltre era
inconsciamente attratta da lui. Uscendo dalla biblioteca
andò di corsa nel
Dormitorio Serpeverde, fuori nevicava, decise di mettersi la sciarpa.
Mentre
camminava verso l’ Aula di Trasfigurazione non riusciva a
capire il suo
terrore, c’era qualcosa di Lui, nonostante lo amasse, che la
spaventava. Forse
la sua pelle fredda o lo sguardo penetrante, ma forse erano state le
parole di
Silente.
<<
FINALMENTE! SBRIGATI CHE è Già ARRIVATO
>> le urlò Bellatrix
trascinandola verso l’aula.
<<
Dove… dove è? >> chiese Jessie.
<<
In giardino!
>>
<<
In
giardino!? >>
<<
Si,
sbrigati >>
<<
Ma
c’è freddo! >> ribattè la
sorella.
<<
Ti
crucio se non ti sbrighi! >>
<<
Ok,
vado vado >> terminò secca la piccola Black.
Bellatrix
aveva un cervello grande quanto quello di una gallina.
Rilassati,
rilassati pensava Jessie è solo il tuo futuro marito
nonché Lord Voldemort, nonché bellissimo.
Uscita nel
giardino si accorse, che per fortuna, la neve aveva smesso di scendere
dal
cielo. Sistemandosi la sciarpa con un gesto deciso… si
incamminò verso il Platano
Picchiatore. Lui, ovviamente, impeccabile come al solito, era
già lì ad
aspettarla. Jessie Black, in panico totale, non si accorse della pietra
che sporgeva
da sotto il manto candido. Ruzzolò per tutta la discesa, per
fortuna senza
incontrare altre maledette pietre. Scivolando finì sopra a
Tom, travolgendo
anche lui.
Imbarazzo,
imbarazzo totale.
Continuarono a
ruzzolare finchè il Platano Picchiatore,
pietrificato da Tom, non li fermò involontariamente. Con un
sonoro gemito
Jessie cercò di spostarsi da sopra il petto di Riddle, ma
l’uomo la fermò
prendendola delicatamente per i polsi. Il Signore Oscuro
ribaltò la posizione,
ora era Jessie a stare sotto.
Ok
pensò Jessie dopo
questa muoio, farò bene a fare
testamento.
Riddle, da
sopra il suo volto, ghignava sornione. Quando si rese conto del panico
totale
della ragazza si spostò, aiutando a rialzarsi.
<<
Bè,
sicuramente non hai equilibrio >> commentò
Riddle sghignazzando.
Jessie lo
guardò così male che Tom scoppiò in
una sonora risata. Si sedettero, come al
solito, sotto il Platano Picchiatore.
<<
Allora Jessie… come stai? >>
<<
Bene, direi >>
<<
Oh,
aspetta hai ancora della neve…qui >> disse lui
osservando la sua guancia.
Se mi bacia pensò
Jessie non c’è la posso
fare.
Tom Riddle
si limitò a levarla accarezzandole la guancia sinistra, dopo
di che la fissò
divertito negli occhi.
<<
Perché
sei diventata rossa? >>
<<
Io?
>>
<<
Non
vedo altre Jessie… >>
<<
Bè…c’è
caldo >>
<<
Ci
sono tre gradi >>
<<
Dettagli >> concluse la Black abbassando lo sguardo.
Tom stava
per dire qualcosa quando:
<<
SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII! HA DETTO SII! DOVE JESSIEEE!
>>
urlava Laio Canon
correndo senza una
meta per il prato.
No Laio ti prego
pensò Jessie non rovinare tutto.
Istintivamente
la ragazzina si aggrappò al braccio di Tom, l’uomo
era stranamente contento
della sua reazione.
Emmeline
McDonald indicò a Laio dove era seduta Jessie, probabilmente
aggiungendo che
non voleva essere disturbata. Ma il ragazzino Grifondoro del terzo
anno, con i
capelli biondi al vento e le guance rosse, corse subito in quella
direzione.
<<
Conosci quel…ragazzino Jessie? >>
<<
Ehmm…si >>
<<
Ti
da fastidio? >> chiese Tom con tono più duro.
<<
No,
no assolutamente. Penso che… >>
In quel
momento Jessie fu interrotta da Emmeline che le urlava qualcosa che
suonava
come un avvertimento, ma Jessie non riuscì a capire.
<<
GRAZIE JESSIEEEE! >> urlò Laio scendendo di
corsa la discesa.
<<
Si
Laio ma…FRENA, LAIO FRENA! >>
Il ragazzino
non riuscì a frenare e le finì addosso, facendole
sbattere la testa contro il
tronco del Platano Picchiatore. Jessie riuscì a vedere solo
la faccia preoccupata
di Tom, infinite stelline colorate e poi…solo il buio.
Quando si
risvegliò fu a causa di alcune urla:
<<
La
prego i-io non l’ho fatto a posta >>
<<
POTEVA MORIRE! Se sbatteva la testa un centimetro più
giù rischiava perfino di
non potere più camminare >>
<<
Io
sono mortificato…Jessie è una mia amica. Volevo
solo ringraziarla, Signore
>>
<<
Sono del parere che per ringraziare non serva balzare addosso su una
persona
>> replicò indignato Tom.
Jessie,
infastidita dalle urla, si girò di un fianco,
capì così di essere in
infermeria. Istintivamente si portò una mano dietro la nuca,
trovò una benda di
un tessuto che poteva essere tranquillamente lino. Non
riuscì a trattenere un
gemito quando tentò di sollevarsi, la testa le faceva un
male tremendo. La
discussione si interruppe, un rumore di passi e qualcuno
entrò nell’infermeria.
Quel qualcuno era Tom Orvoloson Riddle. Si avvicinò a passi
veloci al letto di
Jessie con lo sguardo preoccupato. Senza una parola prese una sedia e
si
sedette di scatto appicciato al letto di Jessie.
<<
Stai bene? >>
<<
La
testa mi esplode…. >>
<<
Quello stupido! >>
<<
No,
Laio non c’entra è colpa della neve,
To… >> si portò di scatto le mani
alla bocca.
Stavi dicendo il
suo nome pensò
Jessie il suo nome da Babbano. O Dio, ha
ucciso persone per averlo
pronunciato.
Sentendo le
prime due sillabe del suo vecchio nome gli occhi di Voldemort ebbero un
guizzo
non molto amichevole, ma la sua espressione si addolcì
vedendo il volto
spaurito e pallido come un cencio della ragazza. Prima di potere dire
le sue
scuse Tom si alzò e prese un bicchiere d’acqua nel
tavolo più vicino e lo porse
alla piccola Black.
<<
Devi bere…sei molto calda >> le disse
appoggiandole una mano sulla
fronte.
Jessie bevve
il bicchiere tutto di un fiato, si sentiva un fuoco nella testa.
<<
Io…scusami.
Non volevo, perdonami >>
<<
Tranquilla, dopotutto non hai idea di come chiamarmi.
Accetterò il fatto che,
in privato, tu mi possa chiamare così >>
dicendo questa le accarezzò una
guancia.
A rovinare
quel momento fu un ragazzino Grifondoro, entrato di corsa mortificato.
<<
Scusate non volevo….ehmm…. volevo chiederti scusa
Jessie >> il povero
Laio aveva quasi le lacrime agli occhi.
Tom lo
guardò in un modo così gelido che il poveretto
fece tre passi indietro.
<<
Tranquillo, Laio. Cosa volevi dirmi poi? >>
<<
Ehmm, grazie a te Celestina si è decisa ad uscire con me
>>
<<
Bene, se la porti a Hosmade portala da Madama Piediburro, adora quel
posto
>>
<<
Ma…ma
a me non piace! >>
<<
Stupidino, deve piacere a lei >>
<<
O-ok. Al massimo ci vediamo dopo, io vado >> dicendo
questo Laio scappò
via.
Tom
ghignò
mentre cominciò a levare la fasciatura dalla testa di Jessie.
<<
Dove è Madama…? >>
<<
Appena ha saputo che c’ero pure io bè, diciamo che
se le data a gambe >>
<<
Oh…
>>
<<
Turbata? >>
<<
No…assolutamente
>> rispose forse troppo in fretta Jessie.
Riddle le
aveva levato delicatamente le fasciature e le massaggiava esperto il
luogo in
cui le faceva più male.
<<
Ora
stai meglio? >>
<<
Oh,
si. Grazie! >>
<<
Bene, molto bene >> rispose Tom con un sussurro.
Poi fu tutto
così veloce. Riddle avvicinò il suo viso a quello
di Jessie e stampò le sue
labbra su quelle della ragazzina. Un bacio, un casto bacio.
A Jessie
girò quasi la testa, mentre Tom la guardava negli occhi
l’ennesimo scocciatore
entrò in infermeria: Silente.
<<
Tom, l’orario delle visite è finito. Sei
stato molto cortese a medicare la Signorina Black >>
<<
Molto bene, signore. Ci vediamo
presto, Jessie >> disse dando un tenero bacio sulla
guancia alla
ragazzina.
|
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Capitolo 6 *** Sorpresa di compleanno, parte prima. ***
Ringrazio
come al solito chi recensisce e chi ha
messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Questo capitolo,
in
quanto molto lungo, è stato diviso in due parti. Vi lascio
alla prima parte! Vi
prego di recensire se vi piace, sennò non penso di andare
avantiL
Baci!!!!
Promise
Appena Tom
uscì dall’infermeria Jessie
si sentì incredibilmente triste, uno strano vuoto le
corrodeva lo stomaco. Il
giorno dopo fu dimessa e tornò alla sua noiosa vita
quotidiana. Cissy e Bella
continuavano a ripeterle che era un incapace maldestra e che aveva
rovinato
tutto. Decise di non dire a quelle arpie del bacio, non si meritavano
di
saperlo. Dopo quella magnifica giornata aveva preso
l’abitudine di sfiorarsi le
labbra, quasi non consapevole di quello strano bacio ricevuto. La
prossima
visita sarebbe stata il primo di Giugno, quindi con i G.U.F.O. in
vista. Jessie
aveva il terrore degli esami, ecco perché in quel pomeriggio
assolato del
trenta Maggio, studiava sommersa di libri sul prato del giardino.
<<
Ehilà, secchiona posso
sedermi?! >> chiese Dora sedendosi accanto alla sorella,
<< Esami
in vista eh? >> terminò divertita.
<<
Eh già, che fifa >>
<<
Già tutti questi appunti di
Storia della Magia? >> chiese la sorella Tassorosso
indicando una pila di
fogli.
Jessie
diventò color porpora, Storia
della Magia era la materia in cui andava peggio. L’unica
materia in cui andava
male, veramente. Non sapeva il perché, ma tutte quelle date
non le entravano in
testa. Circa cinque pagine dei suoi appunti parlavano di Elfric
l’Avido,
continuo con la storia visto che a nessuno interesserebbe la vita di un
folletto conquistatore e avido come la morte. Mentre Dora osservava con
più
attenzione gli appunti, correggendo il minimo indispensabile, con un
fruscio di
ali arrivò la piccola civetta di Jessie. A vederla, la
piccola Esmè, sembrava
un batuffolo marroncino e beige, con grossi occhi dorati.
Consegnò con una
beccata di affetto la lettera alla padroncina e sparì nella
guferia.
A Jessie
Elisabeth Violet Black
Hogwarts,
giardino principale.
Inghilterra.
Da Tom Orvoloson
Riddle
Riddle Manor,
giardino principale.
Inghilterra.
Jessie fece un
sussulto così forte che
fece cadere la lettera sul manto soffice dell’erba.
Dora la
guardò con un aria
interrogativa:
<<
Stai bene? Oh, ti ha scritto
qualcuno >> disse tra le risate, << Fammi
vedere daii! >>.
Jessie si tenne
la lettera stretta al
petto e scappò via, uscendo una delle sue tante scuse.
Andò di corsa nel
dormitorio dove si scontrò con Bellatrix, davvero infuriata.
<<
Maledizione Jessie, guarda
dove cammini! >>
<<
Bella…l-ui…lettera >>
<<
Cosa!? >>
<<
Lui mi ha m-mandato una
lettera >>
<<
Corri a leggerla! Ti copro
io, ci sono Grifondoro che tentano di entrare >> concluse
dandole una
leggera spintarella.
Seduta sul suo
letto aprì con le mani
tremanti per l’emozione la ‘ famosa’
lettera di Tom.
Cara Jessie,
inizio con il
dirti che è la prima volta che
scrivo una lettera, ovviamente una lettera del genere. Non ti so dire
cosa sia
venuto fuori, ho più volte stracciato innumerevoli bozze,
difficile parlare
tramite posta con una ragazzina di quindici anni. La cosa mi ha dato
leggermente fastidio, non c’è niente che Lord
Voldemort non sappia fare.
Comunque, prima di tutto mi scuso in anticipo per il gemito che avrai
emesso
dopo avere letto il mio nome, secondo spero che tu stia bene. I tuoi
genitori
mi hanno sempre detto che sei una brillante studentessa, ma nel periodo
degli
esami tutti quanti possono iniziare a dare i numeri. Voi del quinto
anno vi
aspettate chissà quali prove, ma in realtà farete
i conti con prove facilissime
che sono le stesse dei miei tempi. Comunque, di questo parleremo
domani. Ti ho
scritto principalmente questa lettera perché domani
è il tuo compleanno, non ti
faccio ora gli auguri perché porterebbero sfortuna. Ho
semplicemente una
sorpresa per te, domani ricordati di portarti dietro un costume e un
cambio.
Un bacio,
Tom Orvoloson
Riddle; Lord Voldemort;
Tu-sai-chi.
Aveva firmato
con tutti i suoi nomi,
comprensibile. Ma alcuni brutti pensieri si affacciavano nella mente
della
piccola Black, portare un costume. Ma doveva stare tranquilla, poi era
il suo
compleanno! Peccato che nessuno se lo era ricordato, pazienza. Sarebbe
stata
una sedicenne. A pensarci bene pure Lui aveva compiuto gli anni,
ventiquattro.
Il tempo passava veloce. Andò subito al suo baule, per
controllare che avesse
un costume adatto. Aprendo il baule trovò subito il suo
preferito,
probabilmente il più carino. In quel momento
arrivò Bellatrix come una furia:
<<
Allora!? >> incalzò,
<< Cosa ti ha detto? >>
<<
Che domani, per il mio compleanno,
mi porterà in un
posto >>
<<
La lettera si può leggere?
>>
<<
No… >>
<<
Ok, ok. Allora incomincia a
prepararti il tutto, sono le sette e mezza, tra mezz’ora
dobbiamo scendere a
cenare >> concluse secca chiudendo la porta dietro di
sé.
Possibile che nessuno si era
ricordata del suo
compleanno??! Si vede che non era abbastanza importante per alcune
persone…
A cena fu
silenziosa, non aveva
neanche molta fame. Era felice, ma allo stesso tempo arrabbiata. Ma,
addentando
l’ultimo boccone di polpettone, ripensò a quelle
morbide labbra e tutto le
sembrò perfetto.
Il giorno dopo
si svegliò più tardi
del solito, cosa molto strana. Fissando l’orologio del
dormitorio femminile
scattò imprecando, possibile che nessuno l’aveva
svegliata!!? Si mise la divisa
di corsa e corse verso la Sala Comune. Inciampando su un gradino vide
con
orrore chi aveva travolto, mi correggo, ritravolto. Tom Riddle la
fissava
divertito dal suo ottimo metro e ottanta, con una cara espressione in
volto.
<<
Ti stavo aspettando >>
sentenziò lui, giocherellando con una ciocca ribelle di
Jessie.
<<
Ehmm, la sveglia oggi non è
suonata >> iniziò lei, <<
Più che altro bè, non mi hanno
svegliata…
>>
<<
Io ho ordinato di non
svegliarti… Buon compleanno Jessie! >>
<<
Oh, grazie >> dicendo
questo la piccola Black divenne rossa come un peperone.
Iniziarono a
scendere velocemente le
scale, Riddle si fermò di botto.
<<
Sapevo che eri smemorata,
quindi ho pregato tua sorella di darmi l’occorrente per oggi
>> disse Tom
porgendole una sacca contenente il costume e il cambio.
Maledizione
pensò Jessie Mi ero proprio
dimenticata.
Sorrise a modo
di scusa e la prese
dalle sue mani. Senza dire una parola Riddle, ghignando bonariamente,
la
trascinò fuori dalla scuola.
<<
Io non credo di potere uscire
>>
<<
Ho chiesto il permesso a
Silente >>
<<
Ah… ma dove, dove stiamo andando?
>> chiese Jessie mentre Tom la trascinava verso la
Foresta Proibita.
Lui non rispose,
sembrava pensieroso.
Si avvicinarono a delle radici dove era posta una scatoletta argentata:
una
Passaporta. Tom Riddle la prese per mano e toccò
delicatamente l’oggetto.
|
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Capitolo 7 *** Quando il compleanno diventa fantastico! ***
Ringrazio
come al solito chi recensisce e chi ha
messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Questo capitolo,
in
quanto molto lungo, è stato diviso in due parti. Purtroppo
ho avuto dei
ritardi, in quanto sono stata molto male. Sapete,
all’ospedale non ci sono
computer! Per farmi perdonare vi ho lasciato un immagine molto hot del
nostro
Signore oscuro, non incominciate a sbavare. Vi rovinereste la tastiera.
Vi
ricordo di recensire e recensire! Anche perché in questo
capitolo le cose sono
un pochino più bollenti, infatti voglio il vostro parere se
alzare il rating da
verde a giallo.Vi lascio alla seconda parte! Baci!!!!
Promise
Non si era mai
materializzata prima con
la Passaporta, aveva lo stomaco sottosopra. Ma, imperterrita,
continuava a
tenere la mano fredda di Tom Riddle. Dopo qualche secondo di puro
terrore e di
un miscuglio di colori, finalmente arrivarono nel luogo predestinato da
Riddle.
La luce del giorno era così forte che accecò
Jessie Black per qualche secondo,
la testa continuava a girarle.
<<
Jessie, stai bene? >>
chiese Riddle vedendo il suo volto cereo.
<<
Si, era la prima volta… con
la Passaporta >> rispose lei facendogli un sorriso.
Tom la costrinse
a sedersi qualche
minuto, solo così Jessie ebbe veramente modo di osservare il
panorama che la
circondava. Lei e
Tom si trovavano in mezzo alla natura,
precisamente sotto un olmo. La fitta erba terminava molto
più avanti, vicino a
degli alberi alti e scuri. Alla sua sinistra, invece, si ergeva una
bella
dimora. Probabilmente, anzi, sicuramente la casa di Tom Riddle.
L’insieme di
tutto ciò era davvero delizioso, Jessie non vedeva posti del
genere da anni.
<<
Ti senti meglio? >>
<<
Si, grazie. Sto bene >>
dicendo questo Jessie si alzò incantata dal volo di una
farfalla purpurea.
Dietro di lei
Tom sospirò:
<<
Ti piacciono le farfalle?
>>
<<
Le trovo meravigliose sono
così… >>
<<
Pure? Libere? >>
<<
Si, per questo >>
<<
Le farfalle ti assomigliano
molto Jessie >> concluse Riddle trascinandola verso la
dimora, con uno
sguardo molto strano.
Jessie Black non
sapeva se prenderlo
come un complimento oppure il contrario. Entrando dentro la villa
Jessie notò
che non era arredata con un innaturale sfarzo, ma neanche con una
grande
semplicità. Una perfetta via di mezzo. Attraversando un
corridoio e salendo una
rampa di scale si fermarono davanti una porta.
<<
Bene, cambiati >> disse
aprendole la porta Tom.
<<
Ok… >>
<<
Quado uscirai chiudi gli
occhi, non provare a sbirciare >>
<<
Contaci >> disse Jessie
sorridendo e chiudendo la porta dietro
di lei.
La stanza in cui
si trovava era
spaziosa, di bell’aspetto e soprattutto luminosa. Jessie era
stata educata con
un buio perenne nella propria casa, dopotutto era una Black. Sistemando
il
borsone di pelle sul letto si cambiò. Prima di uscire si
diede una occhiata
allo specchio, che era una grande lastra montata
sull’argento. Fu in quel
momento che notò per la prima volta. Il medaglione si poteva
scorgere solo con
il riflesso dello specchio, solo un occhio attento, molto attento
poteva
notarlo immediatamente.
Curiosa, la
piccola Black, girandosi a tentoni, lo prese in mano. Sentiva uno
strano rumore
provenire da esso, qualcosa di naturale e innaturale allo stesso tempo.
Accostandolo all’orecchio sentì una specie di
strano cuore di metallo battere
con ritmo umano. Turbata lo rimise al posto in cui l’aveva
trovato. Si mise il
pareo in fretta e furia e uscì dalla camera, serrando gli
occhi.
<<
Bene >> le disse la
voce di Tom, << Dammi la mano così non sbatti
>>.
Jessie
allungò la sua manina nel vuoto
e, poco dopo, sentì la morsa di ghiaccio di Tom Riddle.
Continuarono ad
avanzare per pochi minuti poi, finalmente, Jessie potè
aprire gli occhi. Rimase
incantata dalla visione del tutto. Ricordava che i suoi genitori non
l’avevano
mai portata al mare, dicevano che c’ erano troppi sudici
babbani, ma a Jessie i
babbani non dispiacevano. Erano persone interessanti. La spiaggia era
bianca e
la distesa d’acqua era piatta e cristallina. Tom le sorrise,
abbandonò la sua
mano e si tolse la maglia, non portava altro che il costume. Jessie
prese a
fissare con attenzione l’asciugamano bianca su cui era
seduta, dire che era
imbarazzata era poco. E non solo per il petto nudo di Tom Riddle.
L’uomo si
sedette al fianco di Jessie Black. La ragazza si voltò
lentamente verso di lui,
Tom sorrise. Gli occhi del Signore Oscuro era particolari, neri come la
pece,
dei tunnel nel buio, ma dannatamente attraenti. Jessie si accorse
all’ultimo
minuto che Tom le stava sollevando delicatamente il mento e ormai i
loro nasi
si sfioravano. Riddle iniziò cauto, dandole piccoli baci
sulle labbra piene.
Poi, quando sentì Jessie più a suo agio, le fece
dischiudere le labbra, facendo
entrare la sua lingua. La Black era titubante, ciò piacque a
Tom, non si era
mai baciata. Tanto meglio, avrebbe evitato spargimenti di sangue. Dopo
qualche
minuto si staccò dolcemente dalle labbra
dell’amata. Era meglio non spingersi
troppo oltre, aveva sempre sedici anni. Jessie gli sorrise, da quanto
Tom non
vedeva un sorriso vero? Troppo, davvero troppo tempo.
<<
Forse non dovevo essere così
precipitoso >> disse Riddle iniziando a giocherellare con
la mano di
Jessie.
La ragazza
inarcò un sopracciglio .
<< Non vedo il motivo >> replicò.
Appena lo
saprà Andromeda…andrà su tutte le
furie pensò
la ragazza mentre rispondeva a
Tom.
Riddle
approfittò del sua leggere
distrazione.
<<
Guarda lì Jessie! >>
indicò un punto indefinito dietro le sue spalle.
Appena Jessie si
girò Tom la prese in
braccio e se la caricò su una spalla, ridendo a
più non posso!
<<
DIVERTENTE! MA MOLLAMI!
>>
<<
Non ne vedo il motivo!
>>
<<
No, no! Nell’acqua NO! Non so
NUOTAREEE! >>
Tom la mise
giù quando l’acqua gli
arrivò alle cosce, meglio non farla spaventare troppo.
Jessie lo fissava con un
espressione falsamente scocciata. Tom non resistette e la
ribaciò, adorava il
suo sapore. Jessie si sorresse alle spalle di quel pazzo che aveva
tentato di
affogarla, temeva di scivolare. Dopo un bagnetto, esclusivamente dove
si
toccava, ritornarono sulle asciugamano a riva. Jessie fu la prima a
distendersi
con i capelli gocciolanti, Tom
si sdraiò
al suo fianco, accarezzandole piano i capelli. Poi si alzò
di botto, e iniziò a
frugare nella borsa.
<<
Prima che mi scordi, questo è
il mio regalo di compleanno >> disse Tom mettendole un
pacchetto tra le
mani.
Jessie lo
scartò immediatamente, era
un medaglione ovale, ne grande ne piccolo, sembrava quasi una cornice.
Ma al
centro non c’era nessuna foto, bensì il cielo. O
quantomeno lo sembrava.
<<
Io c’è l’ho identico, lo
porto sempre al collo. Basta che tu lo sfiora, formulando una domanda,
un
pensiero e….arriverà al mio medaglione, sotto
forma scritta per intenderci. Così
potremmo comunicare, utile per gli esami, no? >> concluse
strizzandole l’occhio.
Jessie era senza
parole, si lanciò tra
le sue braccia. Tom non riuscì a non sorridere,
accarezzò la schiena della
piccola Black. Quando le sue dita arrivarono al gancetto del suo bikini
( Ma si
dice così? N.d) Jessie diventò rosso fuoco.
Riddle si affrettò a levare subito
la mano.
<<
Ora su, dobbiamo andare
>> disse Tom Riddle
aiutandola ad
alzarsi, << Silente mi ha detto che devi essere a scuola
per le sette
precise, vedi tu che babbeo >>.
Ritornarono a
passi veloci sotto il
vecchio olmo, un'altra passaporta gli avrebbe condotti ad Hogwarts. Tom
prese
la mano di Jessie e scomparvero nel buio. Riapparvero nel dormitorio
femminile
Serpverde, non c’era nessuna ragazza. Erano solo le sette di
sera. Jessie
sgranò gli occhi, era impossibile.
<<
Vedo che hai letto la storia
di Hogwarts, dalla tua espressione >>
<<
Bè si…è impossibile! >>
<<
Per me niente è impossibile
Jessie >> sussurrò Riddle.
Scostandole una
ciocca di capelli
corvini, si chinò a baciarla. La sua scia di baci
arrivò fino al mento, per poi
risalire lentamente. L’orologio scoccò le sette in
punto. Il viso di Riddle si
allontanò.
<<
A presto, Jessie. In bocca al
lupo per gli esami! >> disse scomparendo con un sonoro
POOF!
Esausta la
ragazza andò a farsi una
doccia per levare tutto il sale che aveva accumulato nei capelli e nel
corpo,
non smettendo di pensare al Signore Oscuro.
Ora ci dovrete
credere per forza che
Jessie è rimasta di sasso a vederlo! Potete sbavare in
tranquillità in un
fazzolettino, non mi prendo la responsabilità per eventuali
tastiere rovinate!
|
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Capitolo 8 *** Esami G.U.F.O. ***
Ringrazio
come al solito chi recensisce e chi ha
messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate. In questo
capitolo
vedremo i famosi esami G.U.F.O., che paura! Nel finale del capitolo
troveremo
un avvenimento triste e una grande sorpresa. Che altro? Recensite,
sennò vengo
a cruciarvi!
Kiss&Bites.
Promise
Il giorno dopo
era il primo di Giugno,
gli esami erano incominciati. Jessie aveva una fifa blu, se ne dicevano
di
tutti i colori! Juliette Abercrombie, alla prova scritta di Storia
della Magia,
era svenuta per lo stress. Emengarda Finnegan, invece, aveva avuto un
piccolo
attacco di cuore. Scesa dal letto, la piccola Black, dopo essersi
vestita,
scese nella Sala Serpeverde per ripassare alcuni appunti. Venne accolta
da una
grandissima confusione, tutti gli alunni Serpeverde del quinto
schiamazzavano e
tentavano i trucchi più disparati per copiare agli esami.
Con la coda
dell’occhio vide alcuni del settimo mettere dentro il water
la testa di un
primino. Bellatrix, nell’angolo opposto, si concedeva a delle
“ effusioni” con
Lestrange. Narcissa,
invece, si
pavoneggiava davanti a quel pallone gonfiato di Malfoy. Sbuffando
sonoramente
si sedette nell’unica poltrona libera. Ci mancava solo il
casino di prima
mattina. Iniziò a leggere un noiossisimo appunto su Abdal il
tirchio, dopo di
chè sarebbe passata a Elfric l’avido. Davvero un
divertimento notevole.
Istintivamente sfiorò il medaglione di Tom che le pendeva
dal collo, le mancava
molto. Alle otto in punto andò, insieme ai suoi altri
compagni, verso la Sala
Grande. Sedendosi nella sua postazione sospirò.
Insomma, Storia
della Magia non deve essere
difficile pensò
iniziando a scrivere sulla
pergamena.
Le domande erano
dieci, con un crespo
sorriso sulle labbra iniziò a spremersi le meningi.
Mancavano dieci
minuti alla fine del
compito, a Jessie mancava una dannatissima domanda. Che le sfuggiva
dalla testa,
purtroppo.
10)
Chi era Elfric l’avido? Quale
riforma attuò nel 1807? Ebbe un erede? Se si, chi?
Come un fulmine
a ciel sereno si
ricordò del medaglione. Sfiorò delicatamente la
parte cosparsa di piccole
stelle e pensò:
Aiuto! Ti
ricordi per caso chi era Elfric
l’avido, quale riforma fece nel 1807 e qualcosa sul suo Erede?
Dopo di che,
visto che non aveva altro
da fare, spostò il suo sguardo su suo cugino Sirius, al suo
fianco, che
sembrava nel pallone. Gli sussurrò a mezza voce tutte le
risposte che sapeva,
attenta a non farsi beccare da Ruf ( Ma sapete come si fanno nella
tastiera i
due puntini sopra la u?! N.d). Dopo circa un minuto sentì un
piacevole calore
nel petto, Riddle aveva risposto al messaggio! Si chinò a
guardare la risposta
nel medaglione:
Elfric
l’avido era un folletto salito al
potere nel 1799 al trono dell’Irlanda, attuò una
riforma contro i Giganti del
Nord-Irlanda. Ebbe un erede, nato nel 1812, di nome Aratron. Mi manchi.
Ho una
sorpresa in serbo per te. Non rispondere, scrivi piuttosto la risposta
mancante.
Jessie
benedì mentalmente il suo quasi
marito e, scarabocchiando in fretta e furia la risposta, corse a
consegnare a
Ruf ( ma quanto mi brucia di non sapere fare i puntini sulla u! n.D).
Appena
uscita dalla sala non ebbe un attimo di tregua, si diresse
immediatamente
all’esame di Pozioni. Fu semplice, per non dire banale. Una
delle materie in
cui Jessie era più portata, figurarsi per fare un filtro
facilissimo come
l’amortentia. Di pomeriggio le aspettava l’esame di
volo. Una tragedia. Ebbene,
Jessie non aveva equilibrio, neanche un po’. Quando veniva
trascinata di peso
da Madama Bumb a giocare, le compagne evitavano accuratamente di
passarle la
palla, in quanto veniva messa sempre come cercatrice. Salendo sulla
scopa per
la prova di esame, si concentrò a fissare il cielo. Se
guardava giù sarebbe
sicuramente caduta. Dio quanto era fastidioso Andrew Corbleu, la
fissava con
quella inquietante occhiata languida. Jessie maledisse quel maledetto
corteggiatore. Dopo aver passato l’ora della partita immobile
come una statua,
e dopo il bel Troll della Bumb, corse distrutta a cenare.
<<
Allora >> chiese
Narcissa sedendosi al suo fianco, << Come è
andata? >>
<<
Oh, bene. Tranne…volo
>>
<<
Questo lo sapevo di già,
Madama Bumb si è lamentata anche con noi del settimo,
durante la nostra prova,
della tua incapacità >> concluse sorseggiando
del succo di zucca.
Jessie
diventò color porpora, come al
solito.
Il giorno dopo
fece i restanti esami.
In incantesimi e Difesa contro le Arti Oscure andò
egregiamente, in Divinazione
non era tanto sicura, quasi affatto. Poi, finalmente, dopo due giorni
veramente
stressanti, si ritirò nel dormitorio per passare la sua
ultima nottata, almeno
per quell’anno, ad Hogwarts. Sotto le coperte argentate non
riusciva a dormire,
rompeva la quiete nella stanza solo il russare di Bellatrix. Ma poi,
pensando a
Riddle, con un sorriso in volto, crollò definitivamente.
Il giorno dopo
c’era una grandissima
confusione nei dormitori Serpeverde. Gente che non trovava un paio di
calzini,
magari nascosti da certi bulletti del settimo. Ragazze disperate che
non
trovavano alcuni trucchi. Primini che correvano starnazzando e, diciamo
rompendo le pluffe, a tutti. Senza contare tutti i quaderni che Pix di
nascosto
rubava, con le proteste e pianti di tutti. Ma Robin Red, con un
po’ di
cervello, andò a chiamare il Barone Sanguinario. I quaderni
ritornarono all’istante.
Prima di salire sul treno, Jessie, salutò i suoi amici
Grifondoro e Tassorosso,
se Cissy e Bella l’avessero vista sarebbero andate su tutte
le furie. I
Serpeverde, secondo la regola di stato, potevano al massimo sopportare
i
Corvonero. Gli altri erano considerati spazzadura. Salita nel primo
scompartimento notò al volo Andromeda, che camminava
frettolosamente mano nella
mano con Ted Tonks.
<<
Dromeda! >> esclamò
Jessie tentando di avvicinarsi alla sorella.
Ma Andromeda le
scoccò una occhiata di
fuoco, che sapeva tanto di disgusto. Lo fece dopo avere guardato il
medaglione
di Riddle, che sapeva di qualcosa di eramente serio e ufficiale. Jessie
sentì
quasi di essere stata pugnalata. Fu l’ultima attenzione che
la sorella rinnegata
le rivolse, il loro rapporto era irrimediabilmente spezzato. Triste
andò fino
al vagone riservato per il Luma club.
Quando scese dal
treno, insieme al
sorelle Cissy e Bella, rimase quasi senza fiato. Appoggiato a un palo
vicino,
con un sorriso sghembo in volto, Tom Riddle la fissava.
|
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Capitolo 9 *** A casa Black... ***
Ringrazio
come al solito chi recensisce e chi ha
messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate. Fatemi sapere come vi sembra
questo capitolo!
Bacissimi,
Cherolain.
Promise
Jessie rimase
imbambolata a fissare il
suo promesso sposo, appoggiato allo stipite del muro della stazione.
<<
Jessie! Ci sono i miei che mi
aspettano!! Ti vuoi muovere a scendere!? >>
La voce di
Celestina Butter sembrava
arrivare da lontano, molto lontano. Bellatrix, da brava sorella,
conficcò le
sue unghie incredibilmente lunghe nell’avambraccio della
piccola Black. Almen
servì per farla ritornare in sé.
Jessie Black si
voltò
impercettibilmente verso la sorella. << Bellatrix, ti
prego, aiutami
>>.
<<
Si può sapere quale è il
problema? Non fare cattiva figura davanti al nostro
Signore…>>
Black
sospirò affranta, sicuramente
quella pazza di Bella non l’avrebbe aiutata. Prendendo un
po’ di coraggio scese
dal treno, avvicinandosi alla sagoma di Riddle.
<<
Ciao >> iniziò lui, con
il solito sorrisetto sexy sul volto.
Jessie si
azzardò ad alzare lo sguardo
sul suo viso e rispose al suo saluto.
Il viso di lui
era incredibilmente
pallido, il pallore gli donava, ma aveva qualcosa di leggermente
inquietante.
Forse sta male? Si chiese
Jessie, nella sua testa.
Ma comunque
evitò di fare domande,
dopotutto era troppo timida in tutti i casi.
<<
Comunque, che ne dici se
iniziamo ad andare? >> chiese Tom con un sorriso
leggermente più gentile.
<<
A-a…casa mia, vero? >>
<<
Certo >> concluse Tom
Riddle, facendole segno di aggrapparsi al suo avambraccio.
Jessie si
sentiva la testa stranamente
leggera, non si accorse neanche di comparire davanti al portone della
propria
casa. Casa Black era una dimora austera, molto grande. Le tende,
ovviamente
verde argento, erano sbarrate come al solito.
La casa era quindi cupa
imponente
come al solito, purtroppo nessun cambiamento. Tom bussò al
battitore della
porta, che non era altro che un serpente d’argento con gli
occhi di smeraldo,
con fare molto educato. Larkin, il vecchio e cencioso elfo domestico,
si
precipitò ad aprire, inchinandosi profondamente. Riddle non
esitò sulla soglia,
e con Jessie si incamminò verso il salotto. Cygnus Black
aspettava seduto sulla
suo ricca e costosa poltrona preferita. Jessie non amava molto il
padre, era un
uomo troppo altezzoso e superbo per i suoi gusti. Ma comunque qualche
briciolo
di bene doveva provare per forza per lui. Io non ho vissuto con Jessie,
ma
comprendo pienamente il rapporto tra i due. Sarebbe troppo lungo
descrivere il
tono con cui l’uomo si rivolgeva alla figlia e i miliardi di
rimproveri che le
dava, magari a causa della sua grande e innata bontà, non
benvenuta nella
nobilissima e antichissima casata dei Black. Cygnus fece un lungo cenno
col
capo in direzione di Riddle, quest’ultimo uno molto breve.
<<
Jessie, sali a sistemare i
tuoi bagagli. E accompagna tuo cugino Regulus nella stanza degli ospiti
>> disse il Signor Black con tono freddo, indicando la
sagoma di Reg
sulle scale.
La ragazza non
se lo fece ripetere, e
si incamminò verso le scale che conducevano al piano di
sopra. Riuscì solo a
vedere Tom che si accomodava su una poltrona davanti al padre. Cercando
di
levarsi vari pensieri dalla testa, corse ad abbracciare Regulus.
<<
Come stai Jessie? >>
chiese il cugino salendo le scale con lei.
<<
Abbastanza bene…>>
<<
Abbastanza? >>
<<
E’ un periodo
particolarmente…stancante >>
<<
Sei promessa a Lui >>
<<
E quindi? >> rispose
con un tono stranamente ferito.
<<
Io non sono certo al Suo
livello, sono solo il tuo stupido cugino >>
<<
Ohh Regulus! >>
<<
Non dire niente, siamo due
impotenti >>
<<
Ma… >>
<<
C’è uno strano misto di
piacere e dolore, quando si guarda una persona amata che non ha
più bisogno di
te. Ti invidio, perché lui è il mio Padrone. Ma
ti compiango >> concluse
con tono secco Regulus Black, entrando di corsa nella stanza degli
ospiti.
Dentro Jessie
qualcosa si spezzò. Il
suo destino la stava portando in strade molto tortuose. Lei aveva
sempre amato
Regulus, ma a modo suo. Era un amore fraterno, punto. Ma, aquanto pare,
il
cugino era di un altro parere. Non bastava l’allontanamento
di Dromeda, stava
perdendo tutti i parenti. Sospirando decise di riscendere in salotto.Il
salotto
era sbarrato, segno che si stava parlando di cose molto importanti.
Jessie,
senza fare il minimo rumore, accostò l’orecchio
alla porta chiusa a chiave.
Fece scivolare per terra il suo nastro verde smeraldo, se avrebbero
aperto la
porta di colpo lei avrebbe avuto una scusa per essere lì. Le
voci si sentivano
molto soffocate.
<<
Io ancora non credo di capire,
Mio Signore. Nostra figlia Narcissa era sicuramente più
adatta. Vede, Jessie è
molto… >>
<<
Ingenua? Inadatta? Troppo
giovane? Troppo buona? Non vedo dove vuole arrivare >>
sussurrò Riddle
con tono freddo e tagliente.
<<
Non mi fraintenda, Mio Signore.
Intendevo solo dire che per il vostro rango… >>
<<
Mi stia a sentire, Black.
Vostra figlia Jessie è perfetta per il mio rango. Il tipo di
giovane che ho
sempre cercato. E non sono certo tenuto a spiegarvi i perché
della mia
decisione >>
<<
Si Mio Signore, ovviamente…
>> rispose Cygnus con tono adulatorio.
Jessie era
disgustata, non aveva mai
sentito sua padre parlare così. Era molto spaventato oppure
era semplicemente
impazzito.
<<
E si tenga i suoi soldi,
Black. Non voglio alcuna dote. L’unica cosa che voglio
è sua figlia. Perché ormai
mi
appartiene. Sono stato abbastanza chiaro? >>
<<
Si, Mio Signore >>
Aveva sentito
già abbastanza, Jessie
salì di corsa nella sua camera. Sospirando si sedette alla
sua scrivania e, per
cercare di rilassarsi, fece partire il suo carillon preferito. Proprio
mentre
la musica del Lago dei Cigni stava terminando, Jessie
avvertì una presenza al
suo fianco.
<<
Credo questo sia tuo, Jessie
>> disse Riddle, sventolando divertito il suo nastro
verde.
Cavolo pensò
la Black, devo averlo dimenticato vicino
alla porta.
<<
Ehmm, si grazie >> rispose
prendendolo dalle sue mani.
Tom,
rapidissimo, afferrò l’avambraccio
di Jessie, con il suo solito ghigno sornione. Il cuore della ragazzina
incominciò a battere velocemente. I loro occhi si
incontrarono, i profondi
pozzi neri di Riddle e i grigio-verdi
di
Jessie. Lord Voldemort si abbassò leggermente per baciare le
vellutate labbra
della ragazza.
<<
A domani >> le sussurrò
all’orecchio.
E Jessie non
riuscì a non arrossire.
|
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Capitolo 10 *** Casa, amara casa. ***
Allora,
faccio dei ringraziamenti come si deve a….
-
Chi
ha messo la storia tra le seguite:
-
1
- Didyme
[Contatta]
2 - Eloradana
[Contatta]
3 - EmilyHole
[Contatta]
4 - fedecaccy
[Contatta]
5 - GabrelPrince
[Contatta]
6 - GioPattz
[Contatta]
7 - Kat
Luna89 [Contatta]
8 - Katje96
[Contatta]
9 - Lady
Smoke van
Lancaster [Contatta]
10 - Lily261
[Contatta]
11 - Lucetruce
[Contatta]
12 - Marti_18
[Contatta]
13 - mony_voltura
[Contatta]
14 - Patta97
[Contatta]
15 - sofyLove98
[Contatta]
16 - _Elisewin_
[Contatta]
-
Chi
ha messo la storia tra le preferite:
-
1
- Allice_rosalie_blak
[Contatta]
2 - AuroraTwilight
[Contatta]
3 - ayumi_L
[Contatta]
4 - chia
[Contatta]
5 - darklady2012
[Contatta]
6 - Dolce_Rika
[Contatta]
7 - elelele
[Contatta]
8 - ellie_sama
[Contatta]
9 - Sapphire_
[Contatta]
-
Grazie
di cuore!
Promise
Jessie
rimase qualche secondo a fissare la porta della sua stanza, chiusa
delicatamente da Tom che, ahimè, era appena andato via.
Risedendosi alla sua
scrivania provò un senso di sconforto, si guardò
allo specchio: i suoi occhi
erano più grigi che verdi. Passò il resto del
breve pomeriggio a leggere uno
dei suoi libri preferiti. All’ora
di
cena scese silenziosamente per cenare “amabilmente”
con la sua famiglia. La
sala da pranzo era rischiarata da pallide candele, come al solito.
Cygnus Black
sedeva a capo tavola, appoggiando le mani adunche sulla tovaglia di
lino.
Narcissa, da quando era morta la madre Druella Rosier, sedeva
dall’altro capo
del tavolo. Bellatrix, stranamente, alla sinistra del Signor Black. A
Jessie
toccò sedersi alla destra del padre. Nonché uno
dei posti più importanti nella
famiglia Black. Bellatrix la fissava con astio, Narcissa la squadrava
dall’alto
in basso.
<<
Domani dovrai svegliarti alla sette
in
punto, trascorrerai alcuni giorni dall’ Oscuro Signore. Forse
tutte le vacanze
>> disse a Jessie, con tono gelido, il cpao famiglia.
Jessie
posò rumorosamente la forchetta. Bene, suo padre si voleva
liberare di lei.
<<
Molto bene >> riuscì solo a sussurrare.
Poi
tornò a guardare nel suo piatto.
<<
Sembri una Grifondoro, Jessie >> sibilò Bella
guardandola fisso negli
occhi.
La
piccola Black alzò lentamente lo sguardo, e fissò
con astio la sorella.
<<
Preferirei esserlo, piuttosto di diventare una donna come te >>
Bellatrix,
per l’affronto, si alzò in piedi, rovesciando la
sedia. Jessie si limitò a
impugnare la bacchetta, senza però puntarla alla sorella. Lo
schiaffo del padre
arrivò all’improvviso, sulla guancia candida di
Jessie. Narcissa si limitò a
squadrare la scena con
disapprovazione.
<<
Non osare di mancare di rispetto a tua sorella Bellatrix
>> disse Cygnus
in tono duro.
<<
Padre >> iniziò Bellatrix, <<
Ero più adatta io!
Jessie non merita di avere un posto del genere al fianco del
Signor.. >>
<<
Basta così, Bella >> replicò con
tono annoiato il Signor Black.
La
cena si concluse senza intoppi, Regulus non si era presentato. Salendo
verso la
sua camera Jessie passò silenziosamente davanti alla camera
del cugino. Non
volava una mosca. Affranta si ritirò nella sua stanza.
Buttandosi sul letto
ripensò al suo fidanzamento con Reg. Non era stata una cosa
seria, insomma,
neanche un bacio, avevano undici anni. Dopo un anno era tutto finito.
Per la
piccola Black Regulus era sempre stato un cugino e amico. In altri modi
non
avrebbe potuto vederlo. Poi pensò a Lui. A Tom, a Lord
Voldemort. Dal primo
istante che l’aveva visto aveva provato qualcosa. Un
sentimento difficile da
descrivere, non quello che si raccontavano starnazzando le oche del
settimo.
<<
Cosa è quindi l’amore??? >>
pensò quindi a voce alta Jessie.
<<
Un sentimento sciocco e infantile! >> replicò
Cissy dalla stanza accanto.
E
Jessie non riuscì a non fare una linguaccia indirizzata alla
sorella.
Ecco,
Narcissa era una di quelle oche che
starnazzavano parlando dei ragazzi. Che oca. Mettendosi la camicia da
notte,
dopo pochi minuti, sprofondò in un dolce sonno. Cullato
dagli occhi scuri di
Riddle, ovviamente. Il giorno dopo venne svegliata dai raggi di sole
mattutini
e da rumore di passi e sussurri. Sbadigliando guardò
l’orologio vicino alla
finestra: erano le nove e mezza. Subito si alzò: doveva
chiedere alle sue
sorelle a che ora sarebbe dovuta partire con Riddle. La cosa la faceva
impazzire di felicità, ma anche di tristezza. Suo padre non
l’aveva mai voluta
bene e, come al solito, cercava un pretesto per allontanarla di casa.
Scese di
corsa le scale, ancora in camicia da notte, ma tanto era in famiglia.
Imboccando il corridoio di destra, camminando a passo sostenuto,
finì
letteralmente addosso a qualcuno.
<<
Narcissa!! Sei sempre tu una volta tanto smettila di >>
Jessie
si interruppe, purtroppo non aveva travolto Narcissa. Non aveva neanche
travolto Bellatrix, e non era suo padre. Era Tom, in carne e ossa.
<<
Oh, ehm, scusa io… >> iniziò Jessie.
<<
Ormai ci sono abituato Jessie >> disse Riddle, fissandolo
con uno sguardo
leggermente malizioso.
La
piccola Black solo in quell’istante si ricordò di
portare una leggera camicia
da notte, che terminava sopra il ginocchio, con il bordo di pizzo nero.
<<
Oggi vengo con te? >> chiese Jessie cercando di
mascherare il suo
imbarazzo.
<<
Si, vieni con me. Ho finito pochi minuti fa di parlare con tuo padre.
Aspettavo
che ti svegliassi >>
<<
I-io vado… a vestirmi >> concluse la Black con
le guance color porpora.
Iniziò
a fare dietro front velocemente, maledicendosi per la sua orribile
figura. Ma
una mano le afferrò il braccio, e la costrinse a voltarsi.
Riddle la baciò, con
un bacio che era il contrario della parola “ casto”. La sollevò
delicatamente per i fianchi, per
essere alla stessa altezza. Dopo qualche minuto la lasciò
andare. Jessie corse
in camera sua, con un gigantesco batticuore. Cercando di frenare la sua
euforia
indossò con calma il suo vestitino color panna preferito, e
spazzolandosi per
bene i capelli. Diede una occhiata alle valigie: erano già
pronte.
Probabilmente le sue sorelle l’avevano stranamente aiutata.
Sospirando uscì dalla
sua stanza, che avrebbe rivisto dopo un anno buono. Tom
l’aspettava sul
pianerottolo, con le braccia conserte. Proprio in
quell’istante Regulus entrò
in scena. Era molto pallido, e aveva un espressione molto, molto
scontenta. Il
cuore di Jessie si gelò solo per un istante. Andò
nel panico quando li sguardi
di Tom e Regulus si incontrarono per un istante.
<<
Regulus Black, giusto? >> chiese Riddle con tono
autoritario.
<<
Si, Signore >> rispose Reg.
<<
Tuo zio Evan Rosier parla bene sul tuo conto, un Serpeverde
d’oro >>
<<
Sono molto fiero di appartenere nella casa dei Serpeverde, Mio Signore
>>
<<
In futuro potrebbe esserci un posto tra i miei fedeli per te, ragazzo
>>
<<
Sarei davvero onorato, Mio Signore >>
<<
Molto bene, andiamo Jessie >> terminò Riddle
prendendo per mano la
giovane.
La
piccola Black si voltò un ultima volta a guardare suo
cugino, il suo sguardo
non era più lo stesso. Con un minuscolo sospiro si fece
trascinare da Tom fino
alla soglia di casa. Le sue sorelle e suo padre non erano venuti a
salutarla.
Fu in quel briciolo di istante che Jessie capì che
l’unica sua famiglia, ormai,
era Tom. E mentre scompariva dalla sua casa non
sapeva
se sentirsi felice o triste.
|
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Capitolo 11 *** Casa, dolce casa. ***
Ringrazio
chi ha messo le storie tra le
seguite:
1
- ania2692 [Contatta]
2 - Blakiee [Contatta]
3 - Didyme [Contatta]
4 - EmilyHole [Contatta]
5 - Fantasiana [Contatta]
6 - fedecaccy [Contatta]
7 - GabrelPrince [Contatta]
8 - GioPattz [Contatta]
9 - Kat Luna89 [Contatta]
10 - Katje96 [Contatta]
11 - Lady Smoke van Lancaster [Contatta]
12 - Lily261 [Contatta]
13 - Lucetruce [Contatta]
14 - Marti_18 [Contatta]
15 - mony_voltura [Contatta]
16 - Patta97 [Contatta]
17 - sofyLove98 [Contatta]
18 - _Elisewin_ [Contatta]
Chi
ha messo le storie tra le preferite
<3 :
1
- Allice_rosalie_blak [Contatta]
2 - AuroraTwilight [Contatta]
3 - ayumi_L [Contatta]
4 - chia [Contatta]
5 - darklady2012 [Contatta]
6 - Dolce_Rika [Contatta]
7 - elelele [Contatta]
8 - ellie_sama [Contatta]
9 - kury [Contatta]
10 - Sapphire_ [Contatta]
E,
infine, chi ha messo la storia tra le
ricordate:
1
- ayumi_L [Contatta]
2 - masychan [Contatta]
GRAZIE!
Promise
<<
Siamo arrivati >> disse
Riddle, lasciando la mano a Jessie.
La
Black si guardò intorno, il posto era
meraviglioso, come il giorno del suo compleanno. Cercò gli
occhi scuri di Tom
che, però, stavano fissando due figure ammantate di nero. Due sinistrefigure
ammantate di nero.
<<
Aspettami qui >> ringhiò il
Signore Oscuro, andando incontro ai loschi figuri.
Jessie
Black obbedì, nonostante fosse
molto curiosa da quei tipi che, molto probabilmente, erano dei
Mangiamorte. Da
lontano, purtroppo, non si capiva molto del discorso. Jessie
capì solo qualcosa
come “ missione”, “ Mio
Signore” e “ compagna”. Dopo qualche
minuto di quella
strana conversazione i Mangiamorte sparirono nel nulla, facendo un
inchino al
loro Signore. Tom tornò con passo calmo verso la sua futura
moglie, con un
sorriso stampato in volto. Ma era arrabbiato, si notava dallo sguardo.
<<
Tutto bene? >> chiese la
ragazza titubante.
<<
Si >> rispose Riddle,
fissandola intensamente.
Era
uno sguardo amorevole, senza alcun
dubbio. Ma c’era qualcosa di inquietante in esso, qualcosa
che spingeva Jessie
a scappare. Quello sguardo era possessivo, troppo possessivo. Tom
iniziò a
giocherellare con le dita affusolate e delicate della Black, con una
leggera
ruga che gli solcava la fronte. Poi lasciò di botto la mano,
trascinando la
giovane verso la villa. Era un uomo molto strano,
sicuro. Entrarono
subito nell’immenso atrio, sculture di ogni genere fissavano
la ragazza con
interesse.
<<
Ti mostro la tua camera >>
disse Riddle, facendo cenno di seguirlo.
Attraversarono
due piani e dieci corridoi,
e Jessie si deprimeva. Figurarsi, neanche a casa sua sapeva orientarsi.
Casa
sua. Le venne una stretta allo stomaco, la dimora
Black non era casa
sua. Non lo era mai stata, purtroppo.
<<
Comunque >> iniziò l’uomo,
<<
Fa come se fossi a casa tua, questa è casa
tua. Ti mando
l’elfo domestico per disfare i bagagli>> concluse
con una
espressione indecifrabile
Poi
fece dietrofront, lasciando Jessie
davanti a quella massiccia porta. La ragazza decise di entrare, quel
posto dava
leggermente i brividi. La stanza era molto grande, soprattutto molto
luminosa.
Jessie Black apprezzò quest’ultimo particolare.
Uno spazioso letto a
baldacchino, un armadio a due ante, un comodino, un cassettone, un
grande
specchio con una cornice d’argento e… il medaglione. Il
gingillo spuntava da dietro un vaso di vetro colmo di rose bianche.
Tump,
tump, tump, tump…
Il
battito era metallico, come l’ultima
volta. E sinistro, maledettamente sinistro. La giovane avvertiva la
presenza di
Riddle nella stanza, o forse era semplicemente il medaglione di
smeraldi.
Turbata andò nell’altro capo della stanza, verso
la finestra. In casa Black le
finestre erano sempre state ermeticamente chiuse, e per Jessie era una
delle
cose più belle aver della luce del sole nella propria stanza.
<<
Kreans è stato mandato dal
Padrone per aiutare la Padrona >>
Una
voce squillante e infantile fece
saltare in aria la ragazza, che si voltò per attribuire un
volto allo strano
timbro.
L’elfo
domestico aveva delle orecchie
gigantesche che, probabilmente, sembravano ancora più grandi
a causa della sua
magrezza e piccolissima statura. I suoi occhi erano di un grigio
slavato, ma
incredibilmente lucidi e luminosi. Sembrava molto contento. Jessie
sorrise
istintivamente, niente a che fare con quello scorbutico e lunatico di
casa
Black.
<<
Ciao Kreans, io sono Jessie
>> disse amichevolmente, stringendo la minuscola mano
dell’elfo.
Kreans
rimase basito, i suoi occhi
diventarono più lucidi e grossi lacrimoni incominciarono a
scendere sulle sue
guancie.
<<
Oh no, Kreans! Ho fatto qualcosa
di sbagliato? >> chiese la Black, preoccupata.
<<
Signorina! Nessuno aveva mai
trattato così bene, Kreans. Kreans è solo un
povero elfo domestico, ma Kreans è
tanto bravo >> concluse iniziando a disfare i bagagli di
Jessie, con un
sorriso in volto.
<<
Il Padrone come ti tratta,
Kreans? >>
Le
spalle del piccolo elfo si
afflosciarono.
<<
Kreans parla sempre bene del suo
Padrone, perché Kreans non vuole essere punito
>>
<<
Quindi ti tratta male? >>
incalzò la ragazza.
<<
Forse… ecco … >> Kreans si
bloccò di colpo, con un espressione di terrore degli occhi.
Lo
sguardo dell’ elfo vagò velocemente
nella stanza, saltellando prese un vaso di ferro battuto.
<<
Kreans è cattivo! Tanto cattivo!
E Kreans si punisce >> disse a voce alta colpendosi
ripetutamente con il
pesante vaso.
<<
Calmati Kreans! Anzi, ti ORDINO
di smettere di picchiarti >>
L’elfo
smise immediatamente,.
<<
Grazie, Padrona >>
<<
Di niente, Kreans. Avanti,
aiutami con i bagagli >> terminò Jessie
Un
ora dopo, con la roba sistemata, Jessie
sospirò di sollievo. Il messaggio della sua famiglia Black
era chiaro: Non
farsi più vedere. Le sue sorelle le avevano messo nei
bagagli tutto, proprio
tutto. Perfino i suoi carillon e le foto di quando era bambina.
<<
Il Padrone ha detto a Kreans di
farla scendere in giardino quando finivo i bagagli, e ora Kreans
obbedisce
>> disse l’elfo schioccando le dita.
La
stanza iniziò a vorticare e Jessie,
dopo pochi secondi passati a vedere strane macchie di colori,
atterrò sulla
soffice erba del giardino, con un leggero tonfo. Aspettò
qualche secondo prima
di aprire gli occhi, gli uccellini cinguettavano e… un
rumore di passi veniva
verso di lei. Sorrise aprendo gli occhi. Tom si scagliava davanti a lei
in
tutta la sua altezza, con il suo solito sorrisetto. Aveva levato il
mantello, e
indossava una camicia bianca che metteva in risalto i muscoli del
torace. La
raagazza si alzò scostandosi una ciocca di capelli dal viso.
<<
L’elfo ti ha disfatto i bagagli?
>>
<<
Si, Kreans è stato molto gentile
>> rispose Jessie.
Per
un lampo di secondo passò un aria
interrogativa e sorpresa negli occhi di Riddle, ma si riprese subito.
<<
Bene… >> concluse l’uomo,
iniziando ad accarezzare la guancia della piccola Black.
Poi,
senza preavviso, la baciò. In pochi
secondi ci fu un intreccio di lingue e, Jessie, si alzò
sulle punte per almeno
arrivare alle spalle del suo promesso sposo. Quando la caviglia della
ragazza
iniziò a cedere Tom la prese in braccio, interrompendo il
bacio. Per alcuni
istanti i loro occhi si incontrarono, provocando una scintilla. Poi Tom
Riddle,
con la ragazza tra le braccia, incominciò a correre verso la
spiaggia.
<<
NOOO! SOFFRO DI VERTIGINIII! L’ACQUA,
ASPETTA,MI VUOI BUTTARE A…AHHHH! >>
Ciaffff!
Tutti
e due finirono in acqua ma, mentre
l’uomo rideva, Jessie mise un falso broncio. E per la prima
volta nella sua
vita fu solo Tom Orvoloson Riddle, Lord Voldemort era come svanito nel
nulla.
Grazie
a Sarnek, fantastico personaggio e
mio amore costante delle Guerre del Mondo Emerso. Che, cambiando le
lettere del
suo nome, ha donato la vita a Kreans
|
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Capitolo 12 *** La vera natura di Tom. { A Riddle Manor} ***
Scusate
il ritardo, ma ho avuto alcuni problemi. Spero di farmi perdonare con
questo
capitolo, il più lungo che abbia scritto in questa long. E
di gran lunga quello
che preferisco, almeno fino a ora.
Ringrazio
chi ha messo le storie tra le seguite:
1
- ania2692
[Contatta]
2 - Blakiee
[Contatta]
3 - Didyme
[Contatta]
4 - Elasia
[Contatta]
5 - EmilyHole
[Contatta]
6 - Fantasiana
[Contatta]
7 - fedecaccy
[Contatta]
8 - GabrelPrince
[Contatta]
9 - GioPattz
[Contatta]
10 - Kat
Luna89
[Contatta]
11 - Katje96
[Contatta]
12 - Lady
Smoke van
Lancaster [Contatta]
13 - Lily261
[Contatta]
14 - Lucetruce
[Contatta]
15 - Marti_18
[Contatta]
16 - mony_voltura
[Contatta]
17 - Patta97
[Contatta]
18 - sofyLove98
[Contatta]
19 - _Elisewin_
[Contatta]
Preferite:
1
- Allice_rosalie_blak
[Contatta]
2 - AuroraTwilight
[Contatta]
3 - ayumi_L
[Contatta]
4 - chia
[Contatta]
5 - darklady2012
[Contatta]
6 - Dolce_Rika
[Contatta]
7 - elelele
[Contatta]
8 - ellie_sama
[Contatta]
9 - kury
[Contatta]
10 - Sapphire_
[Contatta]
11 - Soficoifiocchi
[Contatta]
E
ricordate:
1
- AuroraTwilight
[Contatta]
2 - ayumi_L
[Contatta]
3 - masychan
[Contatta]
Promise
I caldi raggi del sole
svegliarono il giorno
dopo la piccola Black. La ragazza mugugnò scocciata,
rigirandosi nel lenzuolo
candido. Per un minuscolo istante pensò di essere a Casa
Black, in compagnia
delle due vipere, il cugino triste e il padre dal cuore di pietra.
Quest’ultimo
pensiero le provocò un battito cardiaco molto veloce, che si
quietò
ricordandosi di essere, per sua fortuna, a Riddle Manor.
Tumptumptumptumptumptump…
Jessie
Black sospirò, corrugando la fronte. Quello strano ciondolo,
insieme al battito
inquietante che produceva, la terrorizzava. Cercando di concentrarsi
sul suo
respiro si alzò per prepararsi. Seduta alla toletta del
trucco* un sonoro Poop la fece
saltare in aria.
<<
Ho spaventato la Padrona? Kreans no, non era intenzione di Kreans
>>
disse il piccolo elfo, con gli occhioni più lucidi che mai.
Jessie
si voltò verso l’elfo domestico, sorridendogli.
<<
Buongiorno, Kreans. >>
<<
Buongiorno, Padrona. Il Padrone vi sta aspettando per fare colazione
>>
<<
Puoi dirgli che sto scendendo? >>
<<
Ovviamente >>
<<
Grazie >> terminò garbatamente la ragazza.
Pochi
minuti dopo Jessie uscì silenziosamente dalla sua camera,
decisa ad arrivare al
piano sottostante. Il panico la assalì vedendo almeno sei
corridoi e cinque
scale nel suo piano. Indugiando un po’ prese la prima scala
sul suo cammino e
stranamente arrivò al piano giusto. Prendendo un grosso
respiro entrò nella
sala da pranzo.
<<
Sai, ero convinto che ti saresti persa >>
La
voce di Riddle era divertita, molto divertita.
Jessie
drizzò le spalle, cercando di darsi un contegno ed evitando
di diventare rossa.
<<
A quanto pare ti sei sbagliato >>
<<
Di solito non mi sbaglio >> concluse l’uomo
ghignando sornione.
Finita
la colazione Tom annunciò che sarebbe partito per una
particolare missione, e
avrebbe fatto ritorno il tardo pomeriggio.
<<
Per qualsiasi cosa chiedi all’elfo domestico >>
<<
Vabbene, chiederò a Kreans >>
Tom
assunse un'aria perplessa, e si fermò proprio davanti alla
soglia per guardare
Jessie negli occhi.
<<
Chiami l’elfo con… il suo nome? >>
<<
Ehm sì, insomma, è davvero molto gentile con
me… >>
Riddle
rise.
<<
Sei proprio una strana Black >>
Poi
le diede un buffetto sulla guancia e un leggero bacio, sparendo da
Riddle
Manor. Ma c’era una minuscola ira di rabbia nel suo tono, e
Jessie Black ne
rimase leggermente scossa. Una volta rimasta senza il suo promesso
sposo dedicò
la giornata a leggere, cogliere fiori e studiare qualche appunto.
Quando il
cielo iniziò a tingersi di rosso, salì al piano
superiore. Doveva finire alcuni
compiti assegnati dalla McGranitt che, stranamente, ne aveva dati
più a lei che
a tutti i Serpeverde messi insieme.
Tump…
Bastava
anche un minimo battito di quel maledetto ciondolo per mandarla in
crisi. Con
delicatezza prese il medaglione e lo mise nel cassetto più
lontano e isolato
della stanza. Pochi minuti dopo fu interrotta da una presenza furiosa
che entrò
correndo nella sua camera.
<<
DOV’E’?! DOVE L’HAI MESSO!! DOVE!!!!
>>
Riddle
era furioso, Jessie non l’aveva mai visto in quello stato.
<<
I-io. Cosa? >> rispose indietreggiando.
<<
HAI TOCCATO IL MIO MEDAGLIONE?! TU L’HAI PRESO!
>> abbaiò l’uomo con una
strana luce negli occhi.
Jessie
iniziò a tremare convulsamente.
<<
I-io mi dava fastidio i-il battito è-è nel
cassetto q-quello >>
Tom
le afferrò l’avambraccio, stringendola da far
male. La ragazzina sentì le sue
ossa scricchiolare paurosamente, e si accasciò sperando di
far diminuire il
dolore. Le lacrime iniziarono a solcarle le guance.
<<
I-io non volevo, i-io … non sapevo che…
>>
<<
NON ammetto una sola parola. Azzardati a toccarlo di nuovo e questa ti
sembrerà
una carezza >> sibilò Tom Riddle.
Sconvolta
e confusa Jessie Black si limitò ad annuire. Voldemort, dopo
pochi istanti, la
lasciò libera dalla presa ferrea. E uscì dalla
stanza con il medaglione, non
dicendo una sola parola. La piccola Black rimase interminabili istanti
inginocchiata sul freddo marmo, con le lacrime che le rigavano il viso.
Non
scese a mangiare, rimase in stanza a fissare il suo riflesso dagli
occhi gonfi.
Invano cercò di dormire, quella sera non riusciva a prendere
sonno. Tentava
inutilmente di immedesimarsi nel libro “ Cime Tempestose
“, quello che amava
tanto. Con un tremito si ricordò che la natura di
quell’ libro era Babbana, e
Riddle sarebbe di nuovo andato su tutte le furie. Senza tante cerimonie
lo
prese e lo nascose dietro il comò, tremando come un pulcino
spaventato. In
quell’istante qualcuno bussò alla porta. Come un
lampo al ciel sereno decise di
correre sotto le coperte, pregò con tutto il suo cuore che
non fosse Riddle.
Per fortuna un essere minuscolo, dalle sproporzionate orecchie a punta,
si
presentò al suo cospetto. Kreans aveva gli occhi rossi e
gonfi, proprio come i
suoi. E un'espressione triste, dannatamente triste. Si
avvicinò strascicando i
piedi vicino al letto a baldacchino della ragazza.
<<
A Kreans dispiace tanto, tanto per la Padrona. Il Padrone…
è fatto così. E’
meglio non farlo arrabbiare, se non si vuole avere un livido o peggio
>>
dicendo queste porse a Jessie una benda di garza ghiacciata.
La
ragazza mise subito l’impacco sull’avambraccio, che
era gonfiato
pericolosamente.
<<
Ti prometto che non ti farà più male Kreans. Ti
proteggerò io >>
<<
Sì ma… chi proteggerà la Padrona?
>> replicò con un sorriso triste
l’elfo.
Jessie
deglutì. Non sapeva cosa ribattere, purtroppo.
<<
Ora Kreans va, Kreans non dovrebbe essere qui, Kreans va
sennò il Padrone si
arrabbia >> dicendo ciò scomparì di
corsa.
Jessie
uscì dalla stanza. Aveva bisogno di prendere un
po’ d’aria. Camminò in punta di
piedi per il corridoio, non voleva certo far svegliare Lui. Per
carità. Si
fermò a guardare fuori da un finestrone. La serata era
limpida ma calda. Un
alito di vento, e niente più. Troppo tardi si accorse dei
passi che si
avvicinavano pericolosamente alle sue spalle.
<<
Jessie… cosa fai in piedi? >>
La
giovane sobbalzò: era Riddle. Si voltò
lentamente, cercando di mascherare la
paura che forse le sfigurava il volto.
<<
V-v…Volevo prendere una boccata d’aria
>> riuscì solo a sussurrare.
L’uomo
notò che stringeva convulsamente una pezzuola con del
ghiaccio
sull’avambraccio.
<<
Fammi vedere >>
<<
C-cosa? >>
<<
L’avambraccio >>
<<
I-io >>
<<
Non discutere Jessie >> replicò
l’uomo con tono duro.
La
ragazzina fece un minuscolo sospiro e, lentamente, levò la
benda. L’avambraccio
era gonfio, e soprattutto violaceo.
<<
Vieni con me >> disse con tono secco Riddle.
La
Black lo seguì senza dire una parola.
Attraversarono
più di due corridoi, la quiete regnava sovrana.
L’unico rumore che Jessie
riusciva a udire era
il sangue che le
martellava nelle orecchie. Tom la fece entrare in una stanza abbastanza
buia,
solo alcune candele illuminavano l’ambiente. La ragazza
dedusse che non era
altro che la camera da letto di Riddle.
<<
Siediti su quella poltrona >>
<<
S-si >>
Tom
rovistò su un tavolino in penombra, prese un piccolo impacco
dalla natura
indefinita e si avvicinò alla fidanzata. Senza dire una
parola le tamponò con
quest’ultimo l’avambraccio, e mormorò
qualcosa tra sé e sé. I loro visi erano
pericolosamente vicini. Jessie si morse il labbro inferiore.
<<
Io… io non volevo. Non avevo idea che fosse qualcosa di
molto prezioso, o
magari importante. Quel battito era così…
>> si interruppe con la voce
rotta da leggeri singhiozzi.
Tom
la guardò negli occhi, intensamente. Sembrava combattuto.
Dopo pochi istanti la
abbracciò, ignorando il battito del cuore spaventato della
giovane.
<<
Non avrei dovuto essere così duro, ma dopotutto sono Il
Signore Oscuro. Anche
se con te potrei essere tranquillamente chiamato Tom Riddle, fuori di
qui, sono
solo Lord Voldemort. Dovrai mettertelo in testa, Jessie >>
La
ragazza si limitò ad annuire leggermente con il capo.
<<
Questa sera rimani qui a dormire, più corretto dire che noi rimaniamo qui a dormire
>> disse l’uomo, staccandosi
dall’abbraccio
della Black.
Jessie
fu stupita e impaurita allo stesso tempo.
<<
Stai scherzando? >>
<<
No, voglio semplicemente farmi perdonare >>
<<
Ma… ma >>
<<
Russi, Jessie? >>
<<
No! >> ribattè irata la giovane.
<<
Allora cosa c’è? >>
incalzò Riddle.
<<
Cosa intendi con… insomma io… ehm >>
Tom
inarcò un sopracciglio, aveva un cipiglio abbastanza
divertito.
<<
A quanto pare tu… Non importa, comunque. Non fare quella
faccia da pulcino
spaventato. Andiamo a dormire, dormire.
Se non te ne sei accorta sono le due di notte, e vorrei riposarmi
>>
concluse Tom Riddle sghignazzando.
Jessie
non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo. Senza una
parola si sdraiò sul
letto vicino al quasi sposo, spegnendo la candela più vicina.
Aveva
sedici anni, miseriaccia. E non era Narcissa Black, quindi pensare solo
certe
cose la facevano diventare un peperone.
<<
Scusa >>
Era
la voce di Tom, senza dubbio. Ma era così flebile che Jessie
non capì se era
reale o se stava semplicemente impazzendo.
|
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Capitolo 13 *** Regulus viene a fare visita a Riddle Manor... ***
Eccomi
qui! Con un nuovo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Ringrazio
chi ha messo le storie tra le seguite:
1
- ania2692
[Contatta]
2 - Blakiee
[Contatta]
3 - Didyme
[Contatta]
4 - Elasia
[Contatta]
5 - EmilyHole
[Contatta]
6 - Fantasiana
[Contatta]
7 - fedecaccy
[Contatta]
8 - GabrelPrince
[Contatta]
9 - GioPattz
[Contatta]
10 - Kat
Luna89
[Contatta]
11 - Katje96
[Contatta]
12 - Lady
Smoke van Lancaster
[Contatta]
13 - Lily261
[Contatta]
14 - Lucetruce
[Contatta]
15 - Marti_18
[Contatta]
16 - mony_voltura
[Contatta]
17 - Patta97
[Contatta]
18 - sofyLove98
[Contatta]
19 - _Elisewin_
[Contatta]
20
- TeaChan [Contatta]
Preferite:
1
- Allice_rosalie_blak [Contatta]
2 - AuroraTwilight [Contatta]
3 - ayumi_L [Contatta]
4 - chia [Contatta]
5 - darklady2012 [Contatta]
6 - Dolce_Rika [Contatta]
7 - elelele [Contatta]
8 - ellie_sama [Contatta]
9 - kury [Contatta]
10 - powerpuff89 [Contatta]
11 - roxy_black [Contatta]
12 - Sapphire_ [Contatta]
13 - Soficoifiocchi [Contatta]
14 - _Music_6277 [Contatta]
E
ricordate:
1
- AuroraTwilight
[Contatta]
2 - ayumi_L
[Contatta]
3 - masychan
[Contatta]
4
- lil_aluz [Contatta]
Promise
Dopo essersi sdraiata sul
letto matrimoniale
Jessie, contro ogni sua aspettativa, crollò in un sonno
profondo. Il giorno
dopo pioveva. La ragazza fu svegliata dai pesanti goccioloni che
ticchettavano
sul vetro della grande finestra. Per completare in bellezza grossi
nuvoloni
scuri si ergevano fuori nel cielo. Insomma, un tipico acquazzone
estivo.
Imbronciata si voltò istintivamente al suo fianco per
cercare Tom, ma trovò
solo un biglietto:
Cara
Jessie, sono dovuto andare fuori di casa
per una particolare emergenza. Mi è dispiaciuto non poter
stare a guardare le
buffe espressioni che ti compaiono in volto nel sonno. Sono sicuro che
tu sia
arrossita, in questo istante, come un peperone maturo.
Tornerò per colazione se
tutto va bene.
Un
dolce risveglio,
T.O.R.
O.S.
P.
S: Questo pomeriggio verrà tuo cugino
Regulus a farti una visita, mi ha confidato che desidera parlarti di un
argomento abbastanza importante.
Jessie
aggrottò
la fronte, non desiderava vedere Reg. Non voleva farlo soffrire
ulteriormente.
Sospirando uscì dalla camera di Riddle, per andare verso la
sua. Una volta
preparata scese a fare colazione al piano sottostante. Tom non
c’era, a quanto
pare era ancora in missione.
<<
Buongiorno Padrona! >>
<<
Oh… ciao
Kreans >> disse la ragazza sorridendo.
<<
Si sieda
Padrona. Ora Kreans porta la colazione. Cosa desidera la Padrona?
>>
<<
Mm… un
bicchiere di latte, per favore >>
L’elfo
saltellò
fino alla cucina, e tornò poco dopo con un vassoietto colmo
di biscotti e di un
bicchiere esageratamente grande di vetro.
<<
La
colazione è servita >>
<<
Grazie
Kreans >>
La
Black si
sedette al tavolo e iniziò a sgranocchiare qualche biscotto.
Poi fissò
perplessa l’elfo, seduto in uno sgabello solo soletto in
cucina.
<<
Kreans,
vieni qua a farmi compagnia >>
L’elfo
domestico
guardò con occhioni luccicanti Jessie.
<<
La
Padrona dice sul serio? >>
<<
Certo
>>
Terminata
la
colazione, che si era svolta con un commosso Kreans che non poteva
accettare un
biscotto al cioccolato, Jessie Black si trasferì in salotto
per ultimare i
compiti della McGranitt. In un'ora arrivò fortunatamente
all’ultima pergamena
degli esercizi:
1000)
L’aconito è utilizzato per
facilitare la trasfigurazione di quale animale?
1001)
Descrivi la trasfigurazione di
un ermellino in una tazza da thè.
1002)
Qual è il principio di trasfigurazione
umana di Urchidaex?
1003)
Perché non bisogna mai
trasfigurare un gatto in una barretta di cioccolato bum al latte di
drago?
1004)
Cos’è un Horcrux?
La
ragazza rimase
paralizzata davanti all’ultima domanda. La sua mano ebbe un
tremito. Non era
programma del suo anno, di nessuna classe.
Silente le aveva accennato qualcosa, ma perché?
C’entrava con Lui? Una voce la fece sobbalzare
all’istante.
<<
Jessie,
non finiscono mai i tuoi compiti? >>
Era
Riddle.
La
Black si voltò
lentamente, cercando di mantenere una faccia di bronzo.
<<
Ehm, a
quanto pare >>
<<
McGranitt? >> chiese l’uomo sedendosi al suo
fianco.
<<
Si
>>
<<
E’ un
classico, riempiva anche a me di compiti durante le vacanze. Posso
vedere il
questionario? Vedo se sono giuste magari >>
Il
cervello di
Jessie andò in tilt, non voleva che vedesse quella domanda.
Ma non doveva
neanche fare capire che aveva collegato il suo promesso sposo al
suddetto “
Horcrux”. Sospirando gli porse il foglio. Riddle, con tutta
la sua buona
volontà, iniziò a leggere dalle ultime risposte.
Le leggeva scrupolosamente,
facendo segni di approvazione, mentre teneva la mano della giovane.
Arrivato
all’ultima domanda, smise di accarezzare la mano di Jessie,
stringendo
pericolosamente la mascella. Gli occhi di Tom erano diventati duri, e
furiosi.
<<
La McGranitt
ti ha scritto quest’ultima domanda? >> chiese
con tono incredibilmente
gelido.
<<
Sì,
almeno credo. Io
non so… cosa… cosa sia
>> mormorò in risposta la ragazza.
Riddle
si accigliò,
ma non proferì altra parola.
Il
pranzo si
svolse tranquillamente in modo piacevole. Regulus si
presentò verso le cinque
del pomeriggio, suonando educatamente il campanello.
Driin
Driin Drin.
Tre
suonate brevi pensò
la giovane E’ sicuramente Reg.
<<
Sarà
meglio che inizi a scendere >> disse Tom sbuffando.
<<
Sì, sono
pronta >>
<<
Jessie?
Curiosità: cosa deve dirti tuo cugino? >>
chiese l’uomo avvicinandosi
lentamente alla ragazza.
<<
Davvero,
non ne ho la più pallida idea >>
mormorò in risposta la Black.
Riddle
era così
vicino che la giovane sentiva il suo sensuale fiato caldo sul collo.
Poi, senza
preavviso, l’uomo si incamminò verso la sua stanza.
<<
Quando
finisci, raggiungimi >> concluse con un occhiolino.
La
ragazza
arrossì violentemente.
Tom
scosse
sorridendo la testa.
Appena
udì la
voce sottomessa di Kreans parlare con un ipotetico qualcuno si
precipitò al
piano di sotto. Era Regulus. Era cambiato. Sembrava più
alto, o forse era il
suo volto più scarno e pallido a fare la differenza. Aveva
una strana luce
negli occhi. Determinazione? Dolore? Jessie Black non riusciva a
leggere quelle
iridi scure.
<<
Ciao Reg
>>
<<
Ciao
Jessie >> mormorò come risposta il ragazzo.
La
ragazza si
sentiva stranamente in imbarazzo.
<<
Prego,
accomodati >> disse portandolo verso il salotto.
Seduti
uno di
fronte all’altro, Reg sospirò.
<<
Jessie,
sono venuto per una questione importante >>
<<
Sirius è
scappato di nuovo? >>
<<
No
>>
<<
E’ morto
qualcuno? >>
<<
No
>>
<<
Andromeda è stata punita? >>
<<
No, no.
Niente di queste cose terribili. E’ una cosa bella, fino ad
un certo punto
>> proruppe imbarazzato il cugino.
La
mente di
Jessie lavorava veloce, e dopo pochi istanti capì con
terrore.
<<
Senti
Reg è meglio che… >>
<<
Io ti
amo, Jessie. Se l’unica cosa cui tengo in questo mondo,
quando ci siamo
lasciati tutto mi è caduto addosso >>
<<
No,
Regulus >>
Il
ragazzo non
ascoltò, e prese delicatamente le mani alla cugina.
<<
No tu,
Jessie. Io so che mi ami >>
<<
Mi
dispiace, Reg. Ma non è più così
>>
<<
Hai idea
di quello che sto passando!? >> ribatté irato,
<< Sto scegliendo te
al mio Signore! L’uomo che da anni desidero servire con tutto
me stesso. Non
sei obbligata a scegliere lui >>
<<
Io ho
già scelto Regulus. Mi dispiace, è questo il mio
destino >> concluse la
giovane liberandosi dalla stretta del cugino.
Un
lampo fugace
di dolore passò negli occhi del Black.
<<
Permettermi almeno di starti accanto >>
<<
E’
meglio di no Reg >>
<<
Sai che
io sarò Mangiamorte in tutti i casi questo Settembre, ormai
ho finito la
scuola. Che tu ci metta una buona parola o non io… Che cosa
hai fatto
all’avambraccio? >> chiese interrompendo il
discorso, fissando il grande
livido scuro.
Jessie
Black lo
coprì con la mano come poteva.
<<
Non è
niente… >>
Regulus
Black
capì dannatamente tutto. Con le mani tremanti si
alzò dalla sedia, andandosene
da quella dimora. Una lotta interiore lo stava divorando.
Jessie
sentì il
volto cospargersi di lacrime e salì di corsa al piano di
sopra, dove incontrò
Riddle.
<<
Jessie
ma cosa diavolo…? >>
La
ragazza si
buttò tra le sue braccia singhiozzando.
<<
Va…
tutto bene. Sta tranquilla >> mormorò
l’uomo accarezzandole la schiena.
<<
Non va
tutto bene >>
Tom
alzò il mento
della ragazza, in modo tale di guardarla negli occhi. Erano
così vicini.
<<
Invece
presto andrà meglio >> sussurrò con
voce sensuale.
<<
Come fai
a saperlo? >>
Tom
Riddle inarcò
il sopracciglio destro.
<<
Io so
tutto >> disse, avvicinando le labbra a quelle invitanti
e tornite della
ragazza.
|
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Capitolo 14 *** Nuovo anno ***
ATTENZIONE!
AVVISO INPORTANTE ALLA FINE DEL CAPITOLO!!
Promise
<<
Si può? >> chiese Riddle bussando alla
porta.
Jessie
arrossì, era in biancheria intima. Si stava ancora
sistemando. Senza preavviso,
e con una gran faccia tosta, Tom entrò nella stanza. La
Black fece appena in
tempo a fiondarsi dietro il paravento.
<<
Non si poteva entrare >> puntualizzò
leggermente stizzita.
<<
Mm, che peccato. Devo dire che odio questo paravento. Ti aspetto
giù,
ricordandoti che il TUO treno parte tra due ore al binario nove e tre
quarti
>> sussurrò malizioso in risposta, uscendo
dalla stanza.
Appena
l’uomo uscì Jessie emise un sospiro di sollievo.
Lentamente indossò il suo
abito preferito, legandosi i capelli con un nastro verde smeraldo. I
suoi
occhi, quel giorno, erano veramente grigi. Ammetteva lei stessa, nella
sua
testa, che era molto contenta di tornare a Hogwarts per il sesto anno,
ma
l’idea di lasciare Riddle le metteva molta tristezza.
Scacciando il pensiero
scese al piano sottostante.
<<
Padrona? >>
Era
il piccolo Kreans, che avanzava titubante verso la giovane.
<<
Padrona ho un regalo per voi >>
<<
Dici sul serio Kreans? >>
In
risposta l’elfo domestico, timidamente, le diede un minuscolo
pacchetto.
Jessie
sorrise: adorava quell’elfo.
<<
Jessie!! Ti ricordo che perdi il treno se non ti sbrighi!!
>> proruppe
Riddle dal giardino.
<<
Sto arrivando! >> replicò.
Scartò
in modo febbrile il pacchetto: era un calzino fatto a mano tutto
colorato.
<<
Era della mamma di Kreans, Padrona. Kreans l’ha sempre
tenuto, ma ora Kreans
vuole darlo a voi, perché Kreans è felice che la
Padrona sia così buona
>>
<<
Oh, Kreans. Grazie. Ti prometto che quando sarò DAVVERO la
tua Padrona, te l’ho
regalerò. >>
Non
fece in tempo ad aggiungere altro che una possente forza la
trascinò verso
l’esterno. Quando voleva Riddle sapeva essere molto rozzo.
<<
Capisco il tuo sentimentalismo, ma dobbiamo sbrigarci >>
disse l’uomo con
una punta di sarcasmo.
Jessie
Black si limitò ad alzare il sopracciglio destro.
<<
Prendi il braccio >> terminò Tom con un
sorriso sghembo.
Sapeva
come farla sciogliere, era un dato di fatto.
In
pochi secondi riapparvero in un vicolo isolato di Londra, nei pressi
della
stazione.
<<
I bagagli? >>
<<
Ci sono >>
<<
Bene, andiamo >> concluse con un tono stranamente secco
Riddle.
Attraversarono
la stazione Babbana, nella quale Tom faceva smorfie di disgusto. Senza
farsi
notare passarono attraverso il muro del binario nove e dieci, sbucando
finalmente al binario nove e tre quarti. Una caotica folla di maghi,
streghe e
animali domestici li travolse. Tra gli spintoni e le grida Jessie Black
riconobbe sua sorella Andromeda insieme a Ted Tonks, e il suo cuore
divenne piccolo
piccolo. Tom Riddle, silenzioso, la trascinò dietro la
colonna più vicina, a
riparo dagli occhi indiscreti.
<<
Ho sempre odiato gli addii, Jessie >>
<<
Non è un addio, in fin dei conti >>
<<
Ma non sarà certo come vivere con te >>
replicò scostando alla ragazza
una ciocca ribelle corvina dagli occhi.
<<
Verrò a trovarti durante gli orari di ricevimento
>> continuò, << E’
una promessa >>
<<
Bene >> sussurrò in tutta risposta la giovane.
A
quel punto, Tom, la fissò dritta negli occhi. Prendendo il
suo viso tra le mani
e iniziando ad avvicinare le sue labbra. Fu un bacio travolgente, in
cui Jessie
dovette stare in equilibrio in mezza punta, giacché
abbastanza bassina. Le loro
lingue si accarezzavano dolcemente, mentre la mano bollente di Riddle
si faceva
strada sotto la camicetta della ragazzina. Il corpo di Jessie
iniziò a
diventare particolarmente sensibile, finchè non si
ricordò di essere dietro ad
una misera colonna del binario nove e tre quarti. Imbarazzata
più che mai
interruppe il bacio, ritrovandosi il solito sorrisetto di Tom in faccia.
<<
Mmm… dovresti iniziare ad andare, dopotutto. Avemmo modo il
prossimo mese di, come
dire, approfondire la discussione?! >>
Jessie
divenne ancora più rossa, non era mica Narcissa!
<<
Ciao >> concluse come una scema scappando via.
Senza
voltarsi indietro salì di corsa in treno, dove Laio Canon la
aiutò a salire i
bagagli, il minimo che potesse fare dopotutto. L’incidente
dell’inverno passato
era diventato molto rinomato, e qualcuno ancora ne parlava. Povero
Laio! Che vergogna!
Ringraziando il Grifondoro si diresse verso il suo scompartimento
preferito,
nell’ultimo vagone del treno. Nessuno aveva un posto fisso
sul treno, tranne
lei. Non le importava molto di chi si sedeva al suo fianco, le piaceva
fare
amicizia e conversazione. Entrò nello scompartimento
accorgendosi con orrore
che tutti la fissavano insistentemente. C’era James Potter,
Lupin, Minus, suo
cugino Sirius, Andromeda, Ted Tonks e… Lily Evans, quella
Grifondoro che
sembrava così simpatica. Istintivamente
s'irrigidì, non andava bene.
Ordine
della
Fenice, Grifondoro, cugino rinnegato, nemici di Lord Voldemort.
Per
Merlino, non andava per nulla bene. In tutti i casi si sedette nel
posto più
vicino, ridosso alla porta. Non le andava di fare la figura della
tipica
Serpeverde con la puzza sotto il naso.
<<
Ciao cugina >> disse Sirius interrompendo il silenzio
gelido.
<<
Oh, ciao Sirius >>
<<
Passate buone vacanze? >>
<<
S, e tu? >>
<<
Ottime senza la famiglia, direi >>
Andromeda
la fissava in modo glaciale, a differenza della Evans che la squadrava
benevola. James Potter si limitò a smozzicare qualche frase
del tipo: “ Ho una
fame da lupi” e “ Lily quest’anno mi devi
aiutare con i compiti, ti pregooo!”
Quando
arrivarono a destinazione Jessie fu la prima a uscire dallo
scompartimento,
seguita a ruota da Remus Lupin, che la prese in disparte.
<<
Jessie non ti conosco come vorrei, ma so da Sirius che sei una brava
ragazza,
una Black sicuramente finita per sbaglio tra i Serpeverde. Non hai idea
in cosa
ti stai andando a cacciare sposando Voldemort, non hai idea
dell’incubo che
potrebbe diventare il tuo futuro. Non sempre i poli opposti si
attraggono,
ricordatelo bene. Noi possiamo aiutarti, tutto l’Ordine della
Fenice è pronto a
fare qualcosa per te. Ricordatelo. E per qualsiasi cosa, anche una
chiacchierata, non esitare a chiamarmi >> concluse Lupin
raggiungendo di
corsa gli altri Malandrini.
La
piccola Black rimase paralizzata per qualche istante. Combattuta tra la
ragione
e i suoi sentimenti. Forse Lupin aveva ragione, ma anche no.
Non
hai idea
dell’incubo che potrebbe diventare il tuo futuro.
Quelle
parole l’avevano colpita come uno schiaffo in pieno viso,
soprattutto perché aveva
la piena consapevolezza che il futuro illustrato da Lupin avrebbe
potuto
avverarsi. Scese lentamente dal treno, con i capelli scompigliati dal
vento,
qualsiasi cosa sarebbe successa, o qualsiasi decisione avrebbe preso,
l’avrebbe
mantenuta e affrontata. Ora un nuovo anno la chiamava, e dopotutto era
contenta
di iniziare un’altra nuova avventura.
ALLORA,
RAGAZZUOLI. MI SCUSO PER L’IMMENSO
RITARDO, MA TRA LE VACANZE E LA SCUOLA NON AVEVO NEANCHE IL TEMPO PER
SEDERMI
AL COMPUTER.
AVENDO
QUEST’ANNO GLI ESAMI DI
TERZA MEDIA SARò COSTRETTA A SOSPENDERE MOMENTANEAMENTE LA
STORIA, IN QUANTO
DEVO METTERMI LA TESTA A POSTO E INIZIARE IL RIPASSO PER BENE. LA
STORIA
RIPRENDERà, AHIMè, AD AGOSTO/SETTEMBRE. IN QUANTO
NELLA LOCALITà DOVE STO D’ESTATE
NON C’è UNA CONNESSIONE ._. VEDO Già LA
VOSTRA FACCIA, NON DISPERATEVI!! NON VI
LIBERERETE MAI DI ME, E IO NON
ABBANDONERò MAI QUESTA STORIA, CHE ADORO DOPOTUTTO. COMUNQUE
NON SPARIRò DALLA
FACCIA DI EFP, POTRETE VEDERE PUBBLICATA QUALCHE DRABBLE O ONE-SHOT (
CHICCHE
DI CHEROLAIN IN VISTA NELLA SEZIONE DI DEATH NOTE) AD AGOSTO/SETTEMBRE
RIPRENDERò QUESTA LONG, E NE INIZIERò ANCHE ALTRE
DUE ( NON SVELO NIENTE, DICO
SOLO CHE RIGUARDANO IL FANDOM DI DEATH NOTE & HARRY POTTER) LA
MIA RACCOLTA
“IN FRONT OF THE MIRROR” VERRà
AGGIORNATA IL GIORNO STESSO IN CUI PUBBLICHERò
QUESTO CAPITOLO.
CHE
ALTRO DIRE?
SE
AVETE CONSIGLIETTI PREZIOSI
PER AIUTARMI PER GLI ESAMI, MAGARI DICENDOMI ANCHE LA VOSTRA
ESPERIENZA, VI
SCONGIURO DI FARVI AVANTI. SONO COSì STRESSATA.
VI
VOGLIO BENE E…GRAZIE, GRAZIE,
GRAZIE PER SEGUIRMI DA DICEMBRE 2010 CON QUESTA LONG.
CHEROLAIN
|
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Capitolo 15 *** Tornando ad Hogwarts... ***
LEGGERE
IMPORTANTE!
Eilà,
sono consapevole di essere un mostro senza cuore. Vi ho abbandonato da
Maggio:
causa esami ( che sono andati egregiamente) Purtroppo per tutto il mese
di
giugno e luglio, oltre a non avere la connessione internet, non ho
avuto
neanche il computer, visto che il monitor si è rotto :/ Qua
ad Agosto posso
usufruire da mia cugina, una odiosa scema patentata che odia leggere,
scrivere
e le fanfiction. Motivo per cui mi sorveglia a vista, facendomi stare
solo su
Fb, sto pubblicando ora di nascosto, per non lasciarvi a bocca asciutta
fino a
Settembre. Vi voglio bene, e grazie per le enormi soddisfazioni che mi
date
tramite questa storia.
Una
recensione è gradita…abbiate pietà di
me! Ne sto passando di cotte e di crude
senza il mio computer, e con quel troll di mia cugina.
Un
bacione,
Carol
Cuzari ( alias Cherolain)
Promise
<<
Ma Jessie…mi stai ascoltando? >> chiese
infuriata Julie White, agitando
la forchetta ricolma di budino al cioccolato in direzione della guancia
pallida
della giovane.
Lo
sguardo della piccola Black era perso in un punto indefinito della
stanza. Le parole
di Lupin le ronzavano ancora in testa.
<<
I-io…si, ti sto ascoltando. Stavi parlando di te e Rabastan,
giusto? >>
<<
Si…e comunque…sai, lui è bellissimo,
siamo entrambi Serpeverde, quindi i miei
approvano ed è anche più grande! >>
<<
Sono contenta per te, Julie >> disse con un sorriso
Jessie.
La
White ricambiò enormemente il sorriso.
<<
Grazie, comunque …Oh, come sei fortunata Jessie, che onore!
Sai che Silente ha
smentito tutto? Ha fatto una riunione con li studenti a tua insaputa!
Ora tutto
i luridi Mezzosangue, Nati Babbani, Tassorosso, Grifondoro e la maggior
parte
dei Corvonero pensano che non è affatto vero che stai e sei
promessa sposa
all’Oscuro Signore >> concluse tra un boccone e
l’altro mugugnando.
<<
Forse è meglio così, che non si sappia in
giro…>>
<<
Punti di vista. Ovviamente il resto della nostra Casa ti crede, eccome
se ti
crede! Ci sono genitori, ti anticipo, che verranno qui per una futura
raccomandazione da parte tua per fare entrare i figli, e parliamo anche
di
mocciosi del primo anno, nella Sua futura schiera >>
Jessie
rabbrividì.
<<
E cosa c’entro io? I-insomma…io…
>>
Julie
la prese saldamente per le spalle, guardandola fissa con i suoi enormi
occhi
blu cobalto.
<<
Jessie Elisabeth Violet Lily Black, tu c’entri. E anche
tanto, lo capisci?
>> esclamò scuotendo i suoi ricci color del
grano.
La
Black si accorse che dal tavolo Grifondoro i Malandrini la stavano
fissando,
compresi la Evans. Imbarazzata spostò lo sguardo verso Laio
Canon che la
salutava allegramente, ricambiando. Finita la cena Jessie scese di
corsa nel
dormitorio femminile, aveva bisogno di dormire. E anche di riflettere.
Con
indosso solo la corta camicia di notte nera di pizzo, andò
verso il bagno,
pettinandosi i lunghi capelli corvini davanti allo specchio.
L’aria era
stranamente fredda, per cui Jessie rabbrividì.
D’un tratto percepì qualcuno, o
qualcosa alle sue spalle. Terrorizzata si voltò di scatto,
trovando solo la
carta di parati. Simulò un respiro di sollievo proprio
nell’istante in cui
qualcuno le coprì la bocca con la mano. La ragazza fece un
sobbalzo e, per la
paura, le cadde la spazzola dalle mani.
<<
Sta calma, Jessie. Sono io. >>
La
flautata voce di Tom le soffiò nell’orecchio
destro.
<<
Come…come sei entrato? >>
<<
Nello stesso modo in cui sono entrato la sera del tuo compleanno.
>>
ribattè con una risatina.
Lo
sguardo di Riddle scivolò sul corpo della giovane, e si
soffermò sulla
minuscola camicia da notte. Jessie degludì arrossendo,
fissando lo specchio
davanti a sé. Non aveva la più pallida idea di
cosa fare. La mano gelata di
Riddle scivolò sulla coscia di lei, che d’istinto
tentò di scansarsi. Ma Tom
l’afferrò saldamente per un fianco, continuando il
suo lavoro, spostandosi
nell’interno coscia.
<<
T-tom >> pigolò spaventata, cercando di
sottrarsi a quella morsa d’acciaio.
<<
Sta tranquilla, non voglio farti del male >>
<<
Ti prego…>> sussurrò stringendo con
forza il lembo della sua camicia,
girandosi di scatto.
Tom
bisbigliò qualcosa incomprensibile. Poi proruppe in un
roco<< Mi dispiace.
>>
<<
Non fa niente… >> mormorò la
ragazza in risposta, non osando guardarlo
fisso negli occhi.
Tom
Riddle le alzò delicatamente il mento, in modo tale di
poterla fissare negli
occhi.
<<
Domani partirò, ho un importante faccenda da sbrigare, ci
rivedremo al primo
colloquio. >>
<<
L’ordine della Fenice?…>>
<<
Sì… >>
Jessie
sentì un’innata paura per Tom. Fu in quel
minuscolo istante, forse, che
comprese di amarlo. Il solo pensiero di perderlo, di non vederlo mai
più,
nonostante ciò che era successo a Riddle Manor, nonostante
il suo essere
crudele le fece venire le lacrime agli occhi.
<<
Sta attento. >> sussurrò sfiorandogli la mano.
Tom
la fissò negli occhi, con un’espressione sorpresa
negli occhi.
<<
Sta tranquilla, Jessie. In tutti i casi, tieni sempre il medaglione al
collo.
>>
<<
Io non lo levo mai! >>
<<
Brava! >> sogghignò, dandole un buffetto
scherzoso.
Le
voci delle compagne Serpeverde di stanza si fecero più
vicine e chiassose.
<< Arrivederci Jessie, domani
ti farò i
complimenti per i risultati dei G.U.F.O.>> concluse
l’uomo, scomparendo
di punto in bianco.
Sospirando
leggermente, la ragazza, uscì di corsa dal bagno,
scontrandosi con Narcissa.
<<
Che diamine fai in camicia da notte? Svelta, vatti a rivestire. Silente
vuole
vederti immediatamente, ha mandato la McGranitt a prenderti. Quella
stupida
megera sta aspettando nella nostra Sala, e io vorrei andare ad avere un
contatto intimo con Malfoy, non so se mi spiego, bambina.
>> concluse con una smorfia di
superiorità.
Come
l’odiava, diamine, come l’odiava!
Senza proferire parola corse a vestirsi, e si gettò
giù per le scale,
rischiando di rompersi l’osso del collo, arrivando nella Sala
Serpeverde. La
professoressa McGranitt fissava con occhiate sinistre li studenti
presenti
nella Sala, ed era piuttosto spazientita.
<<
Alla buon ora, Signorina Black! >>
<<
Mi scusi, Professoressa. >>
<<
Mi segua dal Preside, immediatamente. >> disse arcigna,
facendole strada.
Iniziarono
a risalire i sotterranei. Jessie teneva il passo della Mc Granitt,
facendola,
però, camminare qualche passo più avanti.
<<
Professoressa…io…ho fatto qualcosa di male?
>>
<<
Purtroppo non posso dirti nulla, il Professor Silente mi ha
espressamente
vietato di trattare l’argomento. >> rispose,
con un tono molto dolce, che
rincuorò la giovane.
Arrivati
nell’Ufficio di Silente, Jessie, venne lasciata sola dalla
Professoressa.
Silente si presentò pochi minuti dopo, invitando la Black a
sedersi.
<<
Un po’ di thè? >>
<<
No, grazie, Signore. >>
<<
Neanche un biscotto? >>
<<
No, no, grazie. >>
<<
Scommetto che, però, ti interessa sapere il motivo per
cui…sei stata convocata
qui. >> disse l’uomo, accarezzandosi pensoso la
barba candida.
<<
Effettivamente sì, Signore. >>
Silente
iniziò a camminare pensoso per la stanza.
<<
Hai terminato tutti i compiti delle vacanze, Jessie? >>
<<
Sì. >>
<<
Compresi quelli della McGranitt? >>
<<
Lì non sono riuscita a rispondere ad…una domanda
>> rispose.
<<
Quella su li Horcrux? >>
<<
Esattamente, e non è certo nel programma. >>
<<
Giusto, ma ti riguarda in prima persona. >>
Jessie
Black gelò sul posto.
<<
Li Horcrux riguardano Lord Voldemort, signorina Black. Sono degli
oggetti
oscuri, e dannati. >>
<<
Io…>>
<<
Ascoltami bene, Jessie. Non sei come le sue sorelle Narcissa e
Bellatrix.
Assomiglia più ad Andromeda, di certo. >>
<<
Non è la prima persona che me lo
dice…>>
<<
Noi possiamo aiutarti, Jessie, se lo desideri. Possiamo proteggerti e
farti
avere una vita felice.. Sei così giovane, troppo giovane per
un peso del genere
>> ribattè con occhi tristi Silente.
<<> rispose quasi meccanicamente la
giovane, nel
suo totale stupore.
<>
Lo
amava?
Sì
che lo
amava, forse, certamente.
<<
Perdonami, sono stato troppo invadente. Puoi andare, Signorina Black.
Sarai
stanca, e domani escono i risultati dei G.U.F.O. >> disse
senza aspettare
risposta, congedandola.
Jessie
Black uscì con una strana sensazione agrodolce nel petto.
Cosa
desiderava da lei realmente Silente?
|
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Capitolo 16 *** Bianco o nero? ***
Ecco
qui il nuovo capitolo, dedicato a Kat
Luna89 che segue la mia storia da sempre: GRAZIE DI CUORE! Vedete,
anche se
magari non sembrerà, questo è stato un capitolo
molto difficile da scrivere. In
u certo senso…è la perdita di innocenza (
emotiva, piccole menti contorte. So
già cosa stavate andando a pensare XD) di Jessie. Le ultime
battute, nonché quelle
di Laio Canon, sono le più importanti. Le dissi, le dedicai,
ad una delle mie
più care amiche, che sta attraversando un periodo non molto
bello.
Comunque,
fine del monologo, spero che il
capitolo vi piaccia^^
Un
bacio, Carol.
P.S:
In effetti avrei scritto una drabble su
Lavanda Brown e Hermione Granger ( Buffo.) Mi piacerebbe infinitamente
un
vostro parere.
Promise
Il
giorno dopo Jessie si svegliò con una fifa innata: i
risultati degli esami
erano stati aperti al pubblico.
Ai
tempi di Jessie Black i risultati dei G.U.F.O. non arrivavano a casa
durante
l’estate via posta, ma venivano messi pubblicamente in
bacheca il secondo
giorno di scuola del nuovo anno ad Hogwarts. Cercando di rilassarsi,
dopo
essersi resa presentabile, scese nella Sala Comune Serpeverde.
L’atmosfera era
piuttosto pesante, soprattutto per le Serpi del settimo anno. Bellatrix
Black
si limitava a imprecare ad alta voce seguita da Rodolphus. I restanti
studenti
di esami erano pallidi, strano a vedersi su una Serpe. Alle nove in
punto tutti
si precipitarono a vedere i risultati. Davanti alla grossa pergamena,
con il
dito tremante, Jessie si fermò davanti al suo nome e cognome.
Black
Jessie:
Astronomia:
Oltre ogni Previsione
Cura delle Creature
magiche: Eccellente
Incantesimi: Eccellente
Difesa contro le arti
oscure: Eccellente
Divinazione: Accettabile
Erbologia: Eccellente
Storia della magia: Oltre
ogni Previsione
Pozioni: Eccellente
Trasfigurazione: Eccellente
Non
poteva credere ai suoi occhi.
Rimase un paio di minuti a fissare con espressione sconvolta la bacheca
e, dopo
un paio di spintoni, si fece da parte, sedendosi nella panca di pietra
lì
vicina. All’improvviso sentì un piacevole calore
al petto: il medaglione
bruciava, Tom le aveva scritto qualcosa. Impaziente rischiò
quasi di
strozzarsi, nella
foga di leggere nella
superficie.
Ormai
avrai visto i risultati, e ti
faccio i miei più vivi complimenti. Ci vediamo presto, devo
parlarti
urgentemente, faccia a faccia.
T.O.R.
L.V.
Un
brivido attraversò il corpo della
Serpeverde, aveva commesso qualcosa di sbagliato? Subito
formulò nel pensiero
la risposta che, automaticamente, si trascrisse nel medaglione.
Ho
fatto qualcosa di sbagliato?
J.B
Passarono
i minuti, ma non ebbe
risposta. L’aveva fatto arrabbiare, le avrebbe fatto del male
di nuovo. Dio.
Non avrebbe potuto farcela. Stava quasi per mettersi a singhiozzare
quando
avvertì una presenza al suo fianco: era Dromeda, nella sua
impeccabile divisa
Tassorosso.
«
Come sono andati gli esami? »
le chiese con tono abbastanza formale.
Jessie
si voltò per fissare la
sorella negli occhi.
«
Bene, grazie » .
«
Quanti G.U.F.O.? »
«
Nove su nove » .
«
Papà sarà fiero di te » .
«
Lo sai perfettamente che mi odia!
» sbottò
Jessie.
«
Non quanto me, non ti pare? Senza
contare che ora è sicuramente contento…con la tua
unione vantaggiosa » sibilò
con disprezzo « Non ti riconosco più
ormai, Jessie » .
La
Serpeverde si prese la testa tra
le mani. Era stufa di sentirsi dire sempre le stesse cose.
«
SMETTILA, ANDROMEDA, SMETTILA! »
«
Cosa? Cosa dovrei smettere in
particolare? Cercare di farti ragionare? Dirti che Regulus si
è quasi suicidato
perché è innamorato di te, e tu, probabilmente,
lo vorresti ricambiare ma non
puoi? »
Ormai
tutti i presenti le stavano
fissando. Rodolphus e Rabastan avevano già la bacchetta in
mano, pronti a
intervenire, stizziti del comportamento della Tassorosso. Narcissa, che
casualmente passeggiava nel corridoio, rimase a fissare il tutto con
un’aria
glaciale, stringendo il braccio di Lucius. Tutti gli altri si
limitavano a
scoccare occhiate nervose, trovando un pretesto qualsiasi per
allontanarsi dal
corridoio, per spettegolare sul quel certo Regulus Black.
Dopo
l’ultima insinuazione di
Dromeda, profondamente ferita e umiliata, con sorpresa dei presenti, e
anche di
se stessa, Jessie lanciò un Expelliarmus in pieno petto alla
sorella. La
Tassorosso fu sbalzata a pochi metri di distanza e fissò,
con aria sconvolta,
la sorella.
«
Cosa sei diventata? COSA SEI
DIVENTATA? »
Quattro
abili Grifondoro trascinarono
di corsa via Andromeda, vedendo già
le
faccie maligne delle Serpi, con le bacchette sguainate. Solo uno di
loro rimase in
mezzo al corridoio, con i ricci
biondi scompigliati, e la bacchetta riposta nel mantello. Laio Canon
non aveva
ereditato dalla sua Casa solo il coraggio ma, probabilmente, anche il
masochismo. Se ne stava lì, a fissare Jessie Black, con
un’aria di muto
rimprovero che non si addiceva di certo ad un quasi quattordicenne,
circondato
da un branco di Serpi incazzate. Il ragazzo fece alcuni passi in
avanti, e tese
la mano verso la Black.
«
Jessie, vieni, andiamo via » .
Era
sbagliato aggrapparsi all’unica
certezza in quel corridoio? All’unica persona che, seppur
magari voleva
rimproverarti, ti voleva bene come una fratello?
Non
ci pensò due volte, seguì il
Grifondoro, lontano da quel luogo.
Uscirono
fuori, quasi correndo,
superando le serre di Erbologia, sedendosi vicino al tronco di una
maestosa
quercia. L’aria di Settembre iniziava a diventare fresca, se
non fredda.
«
Ti sei calmata ora? »
«
Sì » .
«
Jessie, qual è il problema? »
La
Black fissava un punto indefinito
nell’erba color smeraldo.
«
Non lo so, Laio. E’ tu non potresti
aiutarmi in tutti i casi » .
«
Posso starti accanto, però » .
Le
lacrime iniziarono ad affiorare
negli occhi della giovane. Le parole di Silente le risuonavano ancora
in testa.
Laio
le tirò un ciocca di capelli,
per costringerla a voltarsi verso il suo viso.
«
Jessie, ascoltami bene. Io non sono
qui per giudicarti, non sono come Andromeda, lo capisci?
Io
sono del parere che
la vita sia come un immenso puzzle, decidiamo noi se finirlo,
aggiungere
un'altro tassello, o lasciarlo incompleto.
Decidiamo noi se aggiungere
il tassello nero o
quello bianco, quello vecchio o quello nuovo, bastiamo solo NOI. Quello
che
siamo, quello che ci circonda, quello che abbiamo accanto. Io ti sono
accanto,
sempre. Non importa quale tassello sceglierai, la vita è la
tua. E io non posso
intromettermi. Posso solo starti accanto, darti un consiglio su quale
tassello
aggiungere se lo desideri, niente più. Sono le nostre
scelte, che si rivelano
davvero chi siamo, più delle nostre capacità
»
concluse serio, fissandola negli occhi.
Cambiavano
davvero
tante cose anche in pochi mesi. Laio era diventato un uomo, ormai
Jessie
l’aveva compreso.
«
Cosa devo fare,
Laio? »
«
Quale tassello
vuoi aggiungere al tuo puzzle? »
Il
bianco o il nero?
Il
prossimo capitolo
sarà….bè….torno a casa
l’uno Settembre, e
inizierò a scrivere da quel giorno. Sono ufficialmente
tornata, yess :D
Cherolain.
|
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Capitolo 17 *** Dromeda e la McGranitt. ***
Eccomi
con il nuovo capitolo^^ Spero vi piaccia,
un bacio.
P.S:
Vi piace la novità? Questo bellissimo
banner è stato creato da Lights.
Promise
Per
Jessie Black parlare con Laio Canon era
semplicemente la cosa migliore che le potesse capitare in quei giorni.
La
notizia dello schiantamento di Andromeda aveva fatto il giro dei
corridoi e, a
quanto pare, anche la discussione tra le due sorelle era stata resa
pubblica.
Stranamente nessun Professore ne era al corrente, la omertà
delle Serpi era
famosa in tutta Hogwarts.
Il giorno
dopo la litigata, Jessie, decise di andare al dormitorio Tassorosso,
per chiarire
con la sorella. Dirigendosi verso le Cucine incontrò un
gruppetto di Grifondoro
del quarto anno, che le scoccarono una strana occhiata. Per entrare al
Dormitorio Tassorosso non servivano parole d’ordine, bastava
semplicemente
bussare alla grande porta. Jessie rimase qualche secondo titubante ma,
con un
coraggio che di certo non l’apparteneva, picchiò
con decisione l’uscio,
preparandosi la miglior faccia di bronzo dei suoi sedici anni. Dopo
pochi
secondi sentì uno scalpiccio di passi, seguito ad alcune
parole sussurrate. La
porta venne aperta da un allampato Tassorosso pel di carota del suo
anno che la
fissò con una smorfia disgustata.
«
Cosa vuoi qui, Black? »
«
Desidero parlare con Andromeda, è importante » .
L’espressione
del Tassorosso divenne più
disgustata.
«
Con che coraggio ti presenti qui? »
«
Con nessun baldanzoso coraggio, non
sono una Grifondoro » .
«
Andromeda non è in Dormitorio…» .
«
Non mentirmi » ribattè
Jessie « Si capisce perfettamente quando mentite
voi Tassi. Non entrerò
nel vostro Dormitorio, dici solo ad Andromeda che sono qui, e che
è importante
» .
Il
ragazzo sbuffò sonoramente, ma fece ciò che le
aveva chiesto la ragazza. Pochi secondi dopo uscì Andromeda,
con i capelli
castani stretti in una lunga coda. Sembrava tesa.
«
Cosa vuoi, Jessie? »
«
Io…volevo chiederti scusa » .
«
Perché dovrei accettare le tue scuse? »
«
Perché sei mia sorella, no? »
«
Non lo sono più » .
Jessie
sgranò gli occhi sorpresa.
«
Non dire idiozie! »
«
Papà mi ha diseredato, e disconosciuto » .
«
Tu resterai sempre mia sorella »
replicò in un sussurro.
Con
la coda dell’occhio vide che Dromeda
trascinava alcune valige. Qualcosa le si strinse nello stomaco.
«
Te ne vai? »
«
Sì, ho superato molto bene i M.A.G.O. » .
«
Non resti qui a fare specializzazione per Difesa
Contro le Arti Oscure? » **
«
No, ho deciso di andare al Ministero. Da Alastor
Moody per la precisione »
dicendo ciò
iniziò ad allontanarsi verso il corridoio, dando le spalle
alla sorella più
piccola.
«
Mi dispiace che sia finita così, Jessie » continuò
« Non pensavo che le nostre vite…io…
» .
Non
terminò neanche la frase, semplicemente
scomparì via, e Jessie ebbe la sensazione di averla vista
per l’ultima volta.
Molto
triste andò verso l’aula di Storia della
Magia, dove l’aspettava una noiosa lezione sui Goblin
dominanti del 1608. Vide,
però, che molte ragazze erano accalcate a leggere
un’avviso nella
bacheca del corridoio. Incuriosita anche
lei si fece spazio, per leggere la pergamena.
Hogwarts
è lieta di annunciare:
Il
Ballo della Vigilia di Natale
Alle
20:00 in punto, della Vigilia, si terrà nella Sala Grande il
Ballo che da
sempre distingue Hogwarts dalle altre scuole di Magia. Per i ragazzi
è
tassativamente obbligatorio lo smoking, per le ragazze, un qualsiasi
abito, che
potrà essere acquistato solamente alla prossima
uscita ad Hosmade. Potranno partecipare gli studenti dal
terzo anno in
poi. Quelli del primo e secondo anno potranno partecipare solo se
invitati da
uno studente più grande.
Minerva
McGranitt
Jessie
sorrise istintivamente alla notizia,
adorava il Ballo della Vigilia. Era stata invitata tutti gli anni da
molti
ragazzi, ma era sempre andata con Regulus. Il solo pensiero del cugino
la
rattristava infinitamente. Con chi sarebbe andata al ballo? Sicuramente
con
nessuno, avrebbe fatto da tappezzeria, come molte altre.
Riddle…lui non poteva
certo venire, era un uomo pieno di impegni.
Senza contare che da tempo aveva finito Hogwarts, non poteva certo
partecipare
al ballo. Ancor più affranta si diresse verso
l’Aula di Storia della Magia. Al
posto di seguire la lezione si perse nel limbo dei suoi pensieri, che
riguardavano Tom, Regulus, Andromeda e Laio. Finchè, come un
boato, il
Professore quasi le urlò che la McGranitt desiderava vederla
urgentemente.
Leggermente spossata si diresse verso l’ufficio della donna
lentamente. Prima
di entrare bussò delicatamente, ed entrò solo
dopo avere sentito il consenso.
La
donna
sedeva dietro la sua scrivania di mogano, con la solita
espressione
arcigna in faccia, fece
cenno a Jessie
di sedersi. La ragazza non se lo fece ripetere due volte.
«
Signorina Black » iniziò,
« Lei avrà sicuramente letto
l’annuncio del Ballo, non è vero? »
«
Sì, certo. Oggi mentre andavo a lezione » .
«
Vede, noi non possiamo permetterlo » .
Jessie
le scoccò un’occhiata perplessa.
«
Cosa non…comprendo, Professoressa » .
Fu
il turno della McGranitt di fare una faccia
perplessa.
«
Il Signor Riddle non le ha riferito niente? »
«
Credo di no… »
«
Lei non può andarsene alla fine del ballo con il
Signor Riddle, abbiamo un rigido protocollo da seguire. E non credo
neanche che
il Signor Riddle possa partecipare al ballo » .
Jessie
sospirò delusa.
«
Professoressa lei non…non può…
»
«
Fare uno strappo alla regola? No, non posso
Signorina Black. Soprattutto in queste… circostanze,
e con alcune determinate persone
» marcò
il tutto con un velo di
disprezzo ( o tristezza? Jessie non lo comprese mai)
La
Black chinò il capo, stufa delle persone che,
in un modo o nell’altro, cercavano di manifestarle lo stesso
timore.
«
Lei è una ragazza molto carina, Signorina. Sono
sicura che non avrà problemi a trovare un altro cavaliere
» .
«
Il problema, Professoressa, è che io non credo
di volerlo trovare e non potrei in tutti i casi » .
La
situazione era estremamente comica da un lato,
la McGranitt e Jessie Black che parlavano di un argomento a tratti
così
delicato.
La
Professoressa non rispose subito, ci furono
dell’interminabili secondi in cui, l’unico rumore
udibile, era il ticchettio
dell’orologio a parete.
«
Signorina Black, fino a prova contraria, lei è
una ragazza libera. Deve comprendere, anche se non sono la persona
più giusta
per spiegarglielo, che deve cercare di fare uno sforzo. Cercare di
trovare…un
altro cavaliere, sarebbe una soluzione più semplice
e chiara» .
«
Io non…non posso » .
La
McGranitt si sporse dall’altro lato della
scrivania, per fissare meglio la ragazza negli occhi.
«
O non vuole? »
Non
voleva, ma non poteva e non voleva ammetterlo.
Il volto di Dromeda diventava sempre più nitido nella sua
mente.
No,
non poteva ammetterlo.
«
Può andare Signorina Black, torni a lezione. Io
non posso fare niente. Se desidera potrà parlare con il
Professor Silente » la
congedò, terminando il tutto con un gesto
teatrale con la mano.
E
Jessie uscì, perplessa non solo dal
comportamento della McGranitt, ma anche dal suo.
|
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Capitolo 18 *** Quel buffone di Silente ***
Promise
Io mi SCUSO
INFINITAMENTE per l’immenso
ritardo! Purtoppo ho iniziato il quarto ginnasio. Ho le giornate piene,
pienissime! Il primo approccio con il greco, la miriade di compiti, i
nuovi
insegnanti. La mia vita ormai si può riassumere in:
sveglia-scuola-pappa-studio-pappa-nanna ._.’’ Io vi
prometto di cercare di
aggiornare il più presto possibile! Purtroppo sono
infinitamente impegnata!
Questo capitolo, infinitamente importante per la storia, è
dedicato a Patta97
<3
Au
revoir!!
Erano
passati due mesi dalla conversazione con la
McGranitt. Jessie ogni pomeriggio, lezioni permettendo, si riuniva con
alcuni
Serpeverde, cercando di trovare una soluzione per il Ballo.
«
Jessie, bisogna trovare una soluzione in fretta!
Manca meno di un mese al Ballo! »
esclamò Julie White, scuotendo i suoi ricci
ribelli infuriata.
«
Lo so, Julie. Ma non ho nessuna idea in mente
» rispose
pacatamente la giovane. « E
inoltre tutte le vostre proposte sono da bocciare. Non possiamo
Imperiare
Silente, e neanche Schiantarlo e fare una lettera di permesso finta
» concluse
sospirando, bevendo un sorso di tè
bollente.
Rabastan
sbuffò sonoramente, iniziando a camminare
davanti al caminetto della Sala Comune Serpeverde.
«
E se semplicemente chiedessi a Lui di parlare con il vecchio
Silente? » proruppe
Lucius, sedendosi elegantemente
accanto alla giovane, con aria di trionfo negli occhi.
Tutti
i presenti fissarono con aspettativa Jessie.
«
No io… non posso chiederglielo. Insomma …
è un
uomo impegnato, ha molto faccende da sbrigare ».
«
In effetti ha ragione, Jessie. Dovresti usare il
vecchio metodo seduttivo con il vecchio, Jessie » .
«
Che diamine intendi Narcissa? Sentite… io ora
devo correre a Pozioni, sono quasi in ritardo, ci vediamo dopo
» disse
congedandosi frettolosamente.
Lucius
Malfoy la seguì con lo sgomento di tutti,
blaterando qualcosa sul fatto che gli servissero degli appunti.
«
Jessie aspetta! »
La
ragazza si fermò, girandosi con un sorriso
verso il neo-cognato.
«
Lucius… ».
«
Avrei bisogno di chiederti… un favore ».
«
Dimmi pure neo-dottore! »
esclamò scherzosamente la ragazza.
«
E’ proprio questo il punto, io non sono un
neo-dottore… » replicò con
un’aria disgustata in viso.
«
Ma come? All’orientamento a Narcissa hai detto
che … ? »
«
La mia massima ispirazione è diventare un
Mangiamorte, Jessie » disse tutto in un fiato.
La
ragazza si gelò sul posto.
«
Ma cosa stai dicendo Lucius! »
«
Serpeverde è la casata dell’ambizione e del
potere, non dimenticarlo. Io sono nato per questo, l’ho
sempre saputo. Ho
bisogno di una tua raccomandazione, Jessie. Ti prego ».
«
E come la prenderà mia sorella? COME? E’
pericoloso, Lucius! »
«
E’ la mia strada Jessie ».
«
Potresti perdere Narcissa! »
«
Non succederà, mai ».
«
Lo farò » promise Jessie, con aria triste.
«
Promettilo ».
«
Promesso. Ma sarai tu a dirlo a Narcissa. Sei
uno sconsiderato, Lucius » terminò fredda correndo
verso l’aula.
Lasciando
in mezzo al corridoio un Lucius Malfoy
disgustosamente tronfio e felice. La lezione si svolse nella completa
normalità. Jessie si sedette al fianco di un Severus Piton
amareggiato, in
quanto ormai i suoi rapporti con Lily si erano del tutto incrinati.
Inutile
tentare di consolarlo. Verso la fine della prima ora di Pozioni Julie,
dal
bancone dietro, le passò un bigliettino.
“Oggi
si va ad Hogsmeade! Dobbiamo andare a prendere il vestito per
il
Ballo. Tu dovresti prenderlo in tutti i casi, è
l’unica data possibile per
andare a fare compere. Ci vediamo alle quattro davanti
all’entrata di Hogwarts.
Hai il permesso, non è vero?”
Jessie
gelò un istante. Lei non aveva il permesso. Erano mesi che
non vedeva suo padre. Come diavolo avrebbe fatto?
All’uscita
dell’aula lo comunicò a Julie, che le disse
semplicemente di presentarsi il pomeriggio nella fila degli studenti
per andare
ad Hogsmeade. Magari, con un pizzico di fortuna, non sarebbe stata
notata da
quell’imbecille di Jack Gazza.
Alle
quattro scese davanti al portone d’ingresso, e si
mimetizzò
nella folla di Serpeverde. Si sentiva in imbarazzo, non aveva mai fatto
una
cosa del genere. Ad un
tratto arrivò la
McGranitt, che iniziò a controllare i permessi degli
studenti.
«
Ah, Signorina Jessie Black, può andare anche lei. Ho la
firma
del suo tutore ».
Tutore?
Quale tutore?
La
McGranitt l’aveva individuata tra la folla, e la fissava
pensierosa. Stupita si fece trascinare di pesa da Julie, verso i Tre
Manici di
Scopa, dove presero una Burrobirra calda.
«
Julie, secondo te cosa intendeva dire la McGranitt? »
«
Io…non ne ho idea. Senti, andiamo al negozio? Non vedo
l’ora di
prendermi l’abito per il Ballo »
Il
tono di Julie non la convinceva affatto. Evitando di fare altre
domande la seguì nel negozio, dove iniziarono a visionare
montagne di vestiti.
La commessa, una giovane molto simpatica, consigliò a Jessie
un vestito dello
stesso colore della sua Casa, infinitamente bello, lungo e forse un po’ troppo
scollato. Decise di prenderlo
sotto insistenza di Julie e la signorina. Soddisfatte, le due amiche,
tornarono
ad Hogwarts intorpidite dal freddo. Jessie Black aveva una strana
sensazione in
corpo, un brivido le percorse la spina dorsale. Aggiustandosi meglio la
sciarpa
al collo si diresse verso la Sala Grande, dove trovò Laio
annoiato al tavolo
Grifondoro, alle prese con dei compiti di Trasfigurazione. Continuava a
sentire
quel brivido gelato, continuava a sentire la Sua Presenza.
D’un tratto sentì
dei passi frettolosi, che rivelarono la presenza della McGranitt nella
sala.
«
Mi segua, Signorina Black ».
«
Come? »
«
Mi segua dal Preside » tagliò corto, procedendo a
passo spedito.
Arrivate
davanti all’ufficio la Professoressa bussò
all’uscio,
dileguandosi subito dopo. Delle voci concitate provenivano dalla
stanza. Jessie
entrò timidamente e quasi il cuore si fermò
Tom
Tom
era lì, seduto nell’Ufficio di Silente, e stava
parlando con
quest’ultimo, con una tazza di tè in mano. Riddle
le rivolse un sorriso
abbastanza tirato, come se fosse dovuto passare dalla rabbia assoluta
alla più
totale tranquillità, in pochi secondi.
«
Ah, prego Signorina, si sieda. La stavamo aspettando ».
Meccanicamente
Jessie obbedì a Silente, sedendosi vicino a Tom.
Involontariamente
sfiorò la mano dell’uomo.
Era
ghiacciata
Preoccupata
si voltò leggermente verso il viso di Tom che,
però,
era una maschera impenetrabile.
«
Tè, Jessie? »
«
No, grazie Professore ».
«
Insisto almeno per un biscotto, Signorina ».
«
Va bene, Professore » rispose, afferrando un biscotto alla
zenzero con mano tremante.
L’atmosfera
era così sottile che poteva essere tranquillamente
tagliata a fette.
Tom
aveva la mascella serrata, sembrava trattenersi a stento dallo
Schiantare Silente.
«
Allora, a quanto ho capito, il problema di tutta questa faccenda
è il Ballo. Ah, come sono cambiati i tempi, non
c’è che dire. Abbiamo delle
regole precise, in effetti. Però…potrebbe esserci
un eccezione. La Signorina
Black è una studentessa eccellente, ed è il mio
regalo per tutti i G.U.F.O.
ottenuti » terminò gioviale Silente.
Qualcosa
non andava di certo, il comportamento del Preside stupiva
enormemente Jessie. Tom continuava ad
avere la mascella contratta.
«
Eppure, Signorina Black, avrei scommesso su un invito da parte
di Regulus Black ».
I
pugni di Tom si strinsero enormemente.
«
Siete sempre andati molto d’accordo, ottimi amici,
infinitamente
».
Voleva
provocare Tom, per avere una scusa di aggressione
volontaria e per poi smascherarlo come Lord Voldemort. Jessie lo
capì nell’arco
di pochi secondi, come un lampo a ciel sereno.
«
Sì, siamo stati buoni amici, dopotutto siamo cugini
».
«
Esatto, mi era quasi sfuggito al momento ».
Riddle
strinse da sotto il tavolo il polso di Jessie, con una
presa delicata, ma abbastanza forte.
«
Forse è ora che Jessie torni a lezione, Silente, non crede?
»
«
Hai ragione, Tom. La
nostra chiacchierata è finita, potete andare
tutti e due » concluse, con
una strana espressione.
Riddle
si alzò per primo, continuando a tenere stretta Jessie,
guidandola fuori dalla Presidenza.
La
lasciò solo al piano sottostante, con aria molto riluttante.
«
Mi dispiace… ».
«
Per cosa? »
«
Avrei dovuto cavarmela da sola ».
«
Non dire sciocchezze, Jessie! Non sai nemmeno di cosa è
capace
quel vecchio » replicò Riddle, sistemandosi un
ciuffo corvino ribelle.
Jessie
iniziò a fissare con un certo interesse il pavimento.
«
Ora devo andare, ci vediamo al Ballo ».
«
Tom! Aspetta! Cosa dovevi dirmi? »
Tom
la fissò intensamente.
«
Ogni cosa a tempo debito » rispose semplicemente, dandole un
bacio fin troppo delicato sulle labbra, riprendendo il suo sfacciante
sorrisetto. Poi le diede le spalle, iniziando ad allontanarsi. Ad un
tratto, a
metà corridoio, si fermò. Tornando di botto
indietro, con passo misuratamente
calmo. Afferrò Jessie per le spalle, baciandola
appassionatamente, sollevandola
quasi da terra.
«
Avrò molte cose da dirti, al Ballo, Jessie. Anche qualcosa
sul discorso di Silente. » concluse,
sfiorandole l’orecchio con le labbra.
E
poi si smaterializzò, come incredibilmente aveva
già fatto più
di una volta, lasciando una Jessie color porpora e incredibilmente
confusa.
|
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Capitolo 19 *** Il Ballo ***
Il
mio al momento è uno strano periodo, stancante
ma intenso, bello ma brutto e pieno di cambiamenti. Il Ginnasio mi
succhia via
i pomeriggi, è un miracolo che sono riuscita ad aggiornare! Proprio oggi
avevo il compito
di greco, venerdì di matematica, tra due giorni di latino.
Non smetterò MAI di
dirvi grazie per voi che mi sostenete da ormai quasi un anno con questa
storia,
GRAZIE. Spero di ricevere recensioni, ne sarei così felice
da dimenticare per
un po’ tutto il greco che mi aspetta!
Un
bacio, Carol.
Promise
Il
giorno del Ballo l’aria che si respirava ad Hogwarts non era
sicuramente una
delle migliori. L’agitazione percorreva ogni luogo del
Castello, mettendo in
fibrillazione anche gli studenti più calmi, metodici e
riflessivi. Jessie Black
apparteneva a quest’ultima categoria.
La
mattina del 24 Dicembre Julie White si sedette in Sala Grande vicino a
lei,
iniziandola a tartassare di domande.
«
Hai deciso l’acconciatura? »
«
No »
«
Il vestito è pronto? »
«
Sì »
«
Non rispondermi a monosillabi! » sbraitò la White
« Tutto dovrà essere
perfetto, capisci? »
Jessie
sbuffò.
«
Lo so perfettamente, Julie. Non bisogna essere così agitati.
Tutto andrà per il
verso giusto » terminò, fiera della sua rara
pillola di saggezza, bevendo la
sua spremuta d’arancia.
La
maggior parte delle ragazze del quarto anno fissavano Jessie con una
strana
espressione. La McGranitt, inoltre, informò dal tavolo dei
Professori che per
le ragazze sarebbe stata obbligatorio avere i capelli raccolti.
Ciò consentì,
il un certo senso, lo sfogo completo della ciurmaglia Grifondoro. Laio
Canon si
sedette accanto a Jessie tremante come una foglia.
«
Laio, va tutto bene ».
«
Non va affatto bene! Guarda le Grifondoro! Perché diamine
siete così complicate
voi ragazze? ».
«
Dipende dalla ragazza in effetti ».
Laio
la fissò, come le ragazze del quarto anno Corvonero, in modo
molto strano. Poi
sembrò prendere un po’ di coraggio.
«
La maggior parte dell’ansia deriva dal tuo accompagnatore,
Jessie. Per il
semplice motivo, sai, ci sarà anche tuo cugino Regulus al
Ballo. La discussione
con Andromeda ha fatto il giro di tutti i corridoi, se ne parla ancora
» le
mormorò nell’orecchio.
Jessie
deglutì e il labbro inferiore le tremò
leggermente. Julie White, da brava
Serpeverde, aveva ascoltato tutto il discorso, e trascinò
Jessie fuori dalla
Sala Grande. Le lacrime salirono senza un determinato motivo agli
occhi, la
mano di Julie la guidava saldamente verso un luogo più
tranquillo.
Regulus.
Non
poteva vederlo un’altra volta, non avrebbe potuto sopportare
di nuovo il
passato. Laio diceva che si trattava di aggiungere un tassello, o nero
o
bianco. Ma si trattava davvero di fare una scelta?
A
occhio e croce le due ragazze dovevano trovarsi nel corridoio solitario
tra
l’Aula di Antiche Rune e Babbanologia.
«
Jessie calmati ».
«
Ti sembra semplice? Come puoi dire di calmarmi nella situazione in cui
mi
trovo? »
La
Black sentiva un’innata rabbia dentro.
«
Questa sera ci sarà il Ballo! Sarai con il tuo cavaliere, la
persona che ami in
modo inconscio, tutti l’abbiamo capito. Io per prima. Regulus
è il passato,
capisci? L’amore della tua infanzia, di quando il mondo non
era ostile e
incredibilmente luminoso. Ma non è così, Jessie!
Quella di Regulus non era
realtà, e ti faccio presente che noi non viviamo nei sogni
» diceva Julie, con
le guance rosse per il freddo, stranamente seria e infervorata
« E Lui non è un
incubo Jessie, è la realtà. E la
realtà va vissuta con cautela » concluse
sedendosi vicino a Jessie.
«
Lo pensi sul serio, Julie? »
«
Ovvio ».
La
conversazione finì lì, ma Jessie non la
scordò mai in tutta la sua vita.
Già
dal primo pomeriggio iniziarono i preparativi per il Ballo. Nella Sala
Comune
Serpeverde le ragazze del terzo anno erano sicuramente quelle che
producevano
più chiasso. Narcissa camminava su e giù in
maniera per il
Dormitorio, avendo sempre qualcosa da
ridire sulla sorella più piccola. Lucius ancora non le aveva
fatto parola sul
suo ambizioso progetto per il futuro. L’ansia
iniziò a crescere dentro Jessie,
dopo che 17 persone le avevano ripetuto per tutto il tempo il nome del
suo
cavaliere. Quando fu l’orario di scendere nella Sala Grande
sentì le gambe
tremare.
«
Jessie! Non fare la bambina, andiamo! »
«
Julie ho paura… ».
«
E di cosa? »
«
Non lo so…sai quanto sono maldestra ».
«
Ci siamo esercitate da un mese sul Ballo del Ceppo, quindi datti una
calmata! »
concluse seccamente trascinandola di peso fuori dalla Sala Comune.
La
musica iniziava già ad aleggiare per la scuola, la neve dava
un tocco
incredibilmente delicato alla serata. Julie la lasciò
davanti alla scalinata,
come la più vile delle Serpi, visto che aveva scontrato il
suo George nel
corridoio dell’aula di Trasfigurazione, era sempre stata
leggermente egoista a
dire il vero. La Black prese un grosso respiro, i suoi tacchi
sembravano
sferzare con forza il pavimento, producendo un rumore non
particolarmente
gradevole. Si sentiva sola su quell’imponente scalinata,
tutti erano già in
Sala. Quando mise a fuoco l’unico ragazzo rimasto alla fine
della scalinata il
suo cuore fece un autentico capitombolo. Tom Riddle era incredibilmente
affascinante in smoking, sembrava più alto del solito, ed
era incredibilmente pallido.
Il suo sorriso si curvò leggermente, con occhi scintillanti
dalla punta
smaliziata fissò la giovane. Ormai mancavano meno di due
passi a dividerli.
«
Ciao ».
«
Ciao ».
«
Sei bellissima! »
«
Grazie… ».
Jessie
prese un grosso respirò declamando timidamente un piccolo
sì. Quando entrarono
insieme la Sala sembrò zittirsi, la Black sentì
molti sguardi puntati su di se,
e la cosa le procurò un forte imbarazzo. La mano fredda di
Tom, che la cingeva
in una morsa delicata, la guidava con sicurezza. Silente fissava la
coppia da
poco lontano con un’ aria non troppo contenta. Le danze
iniziarono, Tom le
cinse i fianchi, il suo tocco faceva bollire la pelle chiara della
ragazza. Al
secondo Ballo entrò Regulus accompagnato da una biondina del
quinto anno
Tassorosso. Tom serrò la mascella.
Come
diamine poteva essere al Ballo? Silente aveva dato il permesso anche a
Reg,
conscio del putifero che avrebbe provocato. La presa di Riddle si fece
più
stretta sulla vita della giovane.
«
Continua a ballare » le mormorò
all’orecchio, con tono fin troppo calmo.
Regulus
la stava fissando fugace, la biondina sembrava non farci caso. Quando
le labbra
di Tom Riddle le sfiorarono la tempia Jessie perse di vista
l’intera Sala,
catturata dagli occhi di Tom, non assistendo allo schiaffo e alle
lacrime di
Narcissa causate da Malfoy. Poi il Ballo terminò e Regulus
iniziò a fissarla
apertamente. Jessie comprese il gioco di Silente, era lo stesso
utilizzato il
mese prima, voleva incastrare Tom, per poi provare al mondo intero la
sua crudele
e spietata seconda identità. Presa da sentimenti
contrastanti e con il cuore
che batteva a mille, per la prima volta, fu lei che sfiorò
di botto ( e timidamente)
le labbra di Riddle. L’espressione di Regulus subì
una crudele modifica:
divenne di ghiaccio e guardò velocemente alla sue spalle,
dando le sue
attenzioni alla Tassorosso. L’orchestra attaccò di
nuovo con il Valzer della
Strega Primaverile ma Tom trascinò via dalla Sala Grande
Jessie. La condusse
fuori, vicino al Platano
Picchiatore, dove si erano conosciuti per la prima volta.
«
Hai freddo? Il tuo vestito è molto…leggero
» affermò con un sorrisetto.
Jessie
scosse la testa velocemente con lieve imbarazzo.
Tom
le lasciò il polso, si mise a pochi centimetri dal suo viso,
con un’espressione
molto seria.
«
Ti ricordi quando qualche mese fa ti ho mandato il messaggio in cui ti
dicevo
che dovevo parlarti? »
Come
poteva
non ricordarlo.
Il
cuore della ragazza iniziò a battere disperatamente.
«
Sì »
«
Volevo parlarti di Regulus, voglio sapere, voglio capire cosa
è successo tra di
voi. E cosa sta succedendo ».
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Capitolo 20 *** Avviso :) ***
Mi rendo conto che sono passati due anni dall'ultimo aggiornamento, ed è imperdonabile, lo so.
In questi anni sono cambiate tante cose, io stessa sono una persona diversa e tra problemi, mancanza di ispirazione e impegni vari, è stato difficile aggiornare questa long.
Ho già scritto quattro nuovi capitoli, ma intendo ricominciare a pubblicare quando finirò del tutto la storia.
Il finale, come la parte mancante della storia, è già presente nella mia testa, devo solo delineare meglio il tutto e fare maturare alcune idee.
L'ispirazione non è tornata del tutto ma, un passo per volta, mi sto impegnando con tutta me stessa per concludere questo lavoro a cui tengo tantissimo.
Una cosa è certa: questa storia avrà una fine, e non verrà lasciata incompiuta.
Mi sono affezionata fin troppo a Jessie e Laio, i miei personaggi originali, e anche agli altri personaggi della Rowling che hanno trovato spazio nella mia storia.
Detto questo...volevo ringraziare con tutto il cuore chi ha messo la storia tra le seguite, ricordate o preferite e chi è stato così gentile da recensire.
Jessie e Laio vivono per voi, questa storia vive per voi.
Grazie.
Carol
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