Il segno maledetto

di Miss Isabelle Davenant
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Miss Isabelle Davenant ***
Capitolo 2: *** Una nuova vita ***
Capitolo 3: *** Tortuga ***
Capitolo 4: *** La fuga ***



Capitolo 1
*** Miss Isabelle Davenant ***


CAPITOLO PRIMO

Miss Isabelle Davenant


Una brezza calda soffiava da sud mentre il moto regolare delle onde infrangeva una calma quasi irreale , il tempo ideale per chi amava viaggiare in mare.
In lontananza un Veliero che non portava insegna si allontanava dalla costa ; l’imbarcazione ondeggiava lenta, le vele eleganti si gonfiavano, ma nessun rumore o schiamazzo giungeva da essa, l’equipaggio era insolitamente silenzioso come se temesse l’arrivo di un evento terribile , ma non si trovavano in pericolo, nulla in quel luogo avrebbe potuto minacciarli.
Sul ponte il capitano guardava adirato una donna che tra le braccia stringeva un piccolo fagotto, era disperata e gemeva inginocchiata di fronte a quel pirata crudele.
-Dobbiamo liberarcene e immediatamente- il tono di voce del capitano non ammetteva repliche
-ma è nostra figlia, non puoi fare una cosa del genere, è tua figlia, è solo una bambina- la donna singhiozzava nel vano tentativo di indurlo a cambiare idea.
-Lo sai benissimo, è stata maledetta, e io non ammetto sulla mia nave la presenza di qualcosa o qualcuno che possa in qualche modo mettere a rischio la mia vita e quella dei miei uomini, se vuoi rimanere a bordo obbedisci all’ ordine, in fin dei conti l’errore è stato tuo e tocca a te rimediare-
-… agli ordini …… mio ….. capitano- rassegnata chinò il capo prima di spostarsi verso una scialuppa con le lacrime agli occhi.
-che madre snaturata scegliere l’amore, questa vita e lasciare al proprio destino una bimba innocente, ma sono certa che ce la farai Isabelle, sei forte, sei un pirata come me, come tuo padre e un giorno ti rivedrò viva e bella come non mai –

Quella frase sussurrata a mezza voce non la rendeva una persona migliore e questo lo sapeva bene, ma in qualche modo voleva salutarla, sapeva che il discorso appena fatto era solo una menzogna più per convincere se stessa che una bambina incapace di capire, oramai aveva deciso e si rendeva conto di cosa comportava quello che stava per fare: una vita schiacciata sotto il peso di un enorme errore.
Adagiò la piccola sul fondo dell’ imbarcazione e le mise al collo un medaglione, il medaglione di famiglia, quella famiglia che l’aveva cresciuta e curata e che lei aveva abbandonato per donare a quell’uomo spietato la sua vita.
La bimba dormiva tranquilla del tutto ignara di quello che le sarebbe successo,
- …. Calate … la scialuppa- Con la voce spezzata dal dolore si aggrappò al parapetto come per resistere alla tentazione di riprenderla con se
- au revoir mon trésor- la guardò per un’ ultima volta, il visino pallido, il ciuffetto di capelli rosso fuoco e quel piccolo segno sul braccio, la causa di tutte le sue disgrazie.
Nessuna parola accompagnò più il suo viaggio, era sola, abbandonata a se stessa, come era facile liberarsi di un problema, bastava lasciarlo sparire verso l’orizzonte, una degna fine per un pirata che non poteva difendersi.

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-Dobbiamo catturare tutti i sospetti, signori, non possiamo permettere che i pirati prendano il sopravvento-
L’ esercito stanco si preparò all’ennesima perlustrazione mentre la voce profonda del comandante riempiva la piazza dove si erano riuniti.
-ordine e disciplina ecco cosa occorre ……-
- correggimi se sono in errore Jhon- sussurrò un uomo imparruccato – ma mi pare che ultimamente non facciamo altro, perlustrazioni …. Perlustrazioni …. E senza risultato tra l’altro-l’espressione corrugata del compagno si fermò sul comandante che implacabile continuava a parlare
-già mi sembra piuttosto difficile trovare ciurme intere di pirati qui nei dintorni,di solito per quello che ne so io prediligono il mare, a quanto pare il governatore è un po’ fissato-
Ormai un brusio sommesso regnava sovrano nelle ultime file della compagnia ma qualcosa riportò il soldati all’ordine,il comandante stava per concludere il discorso
-Ora è giunto il momento di agire è importante trovare indizi che ci portino a loro-
Ascoltando quell’ultimo ordine l’esercito abbandonò rumorosamente il posto e partì per la spedizione.
Il potere che stavano acquistando i pirati era davvero allarmante e il governo faceva di tutto pur di proteggere le proprie terre , anche se a volte questo comportava ore e ore di vagabondaggio puro alla ricerca di qualcosa che non c’era.
Jhon camminava tranquillo vicino ai suoi compagni, sapeva che quella missione non aveva nulla di diverso da quelle affrontate in precedenza,inutile come sempre .

 Stanco e afflitto continuava a marciare senza un lamento quando qualcosa catturò la sua attenzione, gli era parso di sentire in lontananza il pianto di un bambino,impossibile, erano molto lontani dalla città,doveva assolutamente controllare;Vinto dalla curiosità si distaccò dal gruppo per scendere silenzioso lungo un sentiero che portava dalla costa alla spiaggia sottostante.
Più si avvicinava e più l’incertezza prima dimostrata si trasformava in certezza, non ci volle molto per trovare l’artefice di quel lamento; proveniva da una piccola imbarcazione arenata sulla riva, non sembravano esserci altre persone e quindi si avvicinò abbassando la guardia, era sorpreso e troppo curioso per lasciare quel piccolo mistero irrisolto, voleva vedere con i propri occhi il bambino che aveva raggiunto da solo la terraferma.
Si portò vicino alla scialuppa, e lì, adagiato sul fondo lo vide, era poco più di un neonato doveva avere all’incirca un anno, non credeva ai suoi occhi era decisamente troppo piccolo per poter sopravvivere in balia del mare, osservando colpito quella piccola figura si accorse del medaglione che portava al collo ,glielo tolse e se lo rigirò tra le mani, sul retro inciso con grafia irregolare e frettolosa c’era un nome
-ah …..figlia del mare ….. ti chiami Isabelle vero? – la prese in braccio, era certo che il comandante non avrebbe approvato il suo gesto ma poco gli importava, non poteva lasciarla li, in quel momento però un braccino scivolò fuori dagli stracci in cui era avvolta e l’uomo vide chiaramente un simbolo che lo spaventò a morte, quel marchio proveniva dai pirati ne era certo,la bambina era in pericolo
- che razza di genitori ti sono capitati tatuarti e poi abbandonarti così, è proprio vero che i pirati sono dei criminali senza cuore, ma non temere so cosa fare, sono certo che i Davenant si prenderanno cura di te, ovviamente meglio nascondere il tatuaggio per il momento- detto questo strappo un piccolo lembo di straccio per bendare il braccino.
Era facile vedere il male solo nei pirati, e questo era un motivo in più per odiarli ma Jhon così come tutto l’esercito, quell’agglomerato di marionette uguali tra di loro, si era macchiato dei crimini più atroci; in nome della pace erano stati uccisi uomini, donne ma anche bambini innocenti e il suo gesto a prima vista altruista e buono sembrava solo un tentativo di redenzione come se salvare la vita di bambino legato ai pirati potesse liberalo dalle sue colpe. Nessuno in quel mondo era buono e nessuno cattivo, erano semplicemente tutti in cerca di una cosa, il dominio sul mare.

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I Davenant, nobili e ricchi, abitavano in un enorme villa poco distante dalla costa, e non avendo eredi decisero di ascoltare le richieste del militare accogliendo alla fine Isabelle nella loro casa.
La bambina crebbe sotto un severo insegnamento che puntava a farla diventare una gentildonna a tutti gli effetti; distanza e sottomissione ecco come doveva essere una donna, le insegnarono la letteratura, la musica, l’arte ma Isabelle faticava a reprimere quella parte di se indomabile e disobbediente. non riusciva a fare a meno di provare un’ insana attrazione per tutto ciò che le era vietato, in particolare nei confronti del mare, non aveva mai capito perché non le fosse concesso neppure avvicinarsi, viveva quasi segregata in quell’odiosa villa, una sorta di prigione d’orata.
-Un vero peccato, dicono che miss Davenant sia bellissima,ma sembra che la vita di società non le interessi –
-concordo pienamente, ma penso proprio che andrò a farle visita lo stesso, voglio vedere di persona fino a che punto queste voci siano vere-
-sei sempre il solito, Justin-
Tre giovani uomini camminavano su una strada di periferia chiacchierando allegramente
-e quando pensi di andarci- sogghignò uno dei tre
-subito direi- justin si portò teatralmente sulla via che portava alla villa
-non ho paura di una giovane donna lunatica, non saprà resistermi-
Con passo deciso si incamminò, curioso e impaziente di vedere colei che negli ultimi tempi era finita al centro dei pettegolezzi con il suo fare fuori dal comune,molto probabilmente le voci sulla sua bellezza dovevano essere vere ma erano quelle che descrivevano il suo carattere a preoccuparlo seriamente.

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-Miss Davenant, miss Davenant ……- una cameriera affannata giunse di corsa fino alla sua camera
-Miss Davenant ……-
- Cosa succede Marie?-
Marie aprì la porta inchinandosi di fronte a miss Isabelle che pigramente si stava pettinando i capelli
-C’è un giovane uomo che chiede di lei, un certo de Bonnard, cosa devo fare ?- chiese titubante, conoscendo fin troppo bene i suoi modi
-Che scocciatura…..va bene…….. puoi dirgli che lo incontreò –
La cameriera, sorpresa, si inchinò un’altra volta prima di allontanarsi ,Isabelle doveva essere particolarmente di buon umore o molto annoiata per consentire questo privilegio a de Bonnard .
Quando Justin de Bonnard la vide per la prima volta sussultò, tutto quello che era stato detto sulla sua bellezza, non era vero, non le rendeva giustizia, non aveva mai visto una creatura così bella e fiera, in cima alla grande scalinata osservava distaccata il suo visitatore ; I capelli rossi raccolti in un acconciatura complicata e la figura esile imprigionata in un vestito all’ultima moda nascondevano perfettamente la sua vera natura.
-miss Davenant, è..è un piacere fare la sua conoscenza- il giovane non si sentiva più tanto sicuro del proprio fascino come lo era stato poco prima con i suoi allegri compari.
Isabelle sorrise compiaciuta, sapeva di averlo colpito, forse avrebbe aspettato un po’ prima di cacciarlo, doveva ammetterlo non era poi così male, mentre proseguiva lungo la scala lo guardava sempre più ammirata, ma qualcosa andò storto nella sua fatata discesa, mancavano ancora pochi scalini quando un nastro della lunga gonna andò a impigliarsi sotto la scarpetta, se ne rese conto troppo tardi, ormai aveva già perso l’equilibrio e in una frazione di secondo si ritrovò ai piedi del giovane
-ahi………ahi…….ahi-
-Tutto bene signorina ??-Justin si piegò scrutando preoccupato la ragazza che ancora cercava di liberare la scarpa
-accidenti vestito inutile e orrendo- seduta per terra insultava affranta, quel vestito pieno di nastri e lacci
-signorina?-
-oh… hem……..si……….cioè……..certo- sollevò di scatto la testa trovandosi faccia a faccia con il giovane, le sue guancie si infiammarono
-Ovviamente non sono caduta, stavo solo cercando la giusta prospettiva lei da qui è molto più affascinante-
Il ragazzo rise sollevato, non sembrava così irraggiungibile come dicevano
-Io sono Justin de Bonnard come voi avrete di certo capito- e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.
Quel primo incontro diede vita ad una profonda amicizia, il giovane la incontrava ogni giorno coprendola di regali e attenzioni e Isabelle compiaciuta si intratteneva con lui per ore, non conosceva nulla al di fuori delle mura e dei giardini di villa Davenant e quel dolce intrattenimento l’aiutava a spezzare una quotidianità altrimenti noiosa e insopportabile, col tempo,colpita da quei teneri gesti, se ne infatuò com’era giusto che fosse, ma il suo errore più grande fu scambiare quel sentimento superficiale per amore, Isabelle Davenant ancora non conosceva il vero significato di quella parola terribile quanto perfetta

-isabelle……ti chiedo solo un bacio suvvia- La giovane osservava contrariata Justin mentre tentava di avvicinarsi alla sua persona

-Non mi sembra il caso……….-sussurò a denti stretti,che imbarazzo, non aveva la minima intenzione di assecondare quella richiesta, non le sembrava il momento adatto

-Dimmi allora cosa devo fare per ottenere questo privilegio- il teatrale inchino del giovane irritò profondamente Isabelle ma cercò comunque di nascondere il suo disappunto

-Ebbene……………….vediamo……………..dovete sposarmi- un sorriso tremò sulle sue labbra, la richiesta era tanto assurda che sperava di indurlo a desistere

-Per un bacio soltanto?..................oh se è questo che volete sarò lieto di accontentarvi – Una risata melodiosa irradiò l’atmosfera

-No Isabelle sono serio……………….vuoi sposarmi?- la giovane che ancora rideva di gusto si immobilizzò sconvolta, no, doveva aver capito male

-cosa?...............io- lo sguardo profondo e pieno di desiderio di Justin terrorizzò il suo spirito, non stava scherzando

- Ci conosciamo da tempo ormai e devo ammettere che tu mi hai rubato il cuore dal primo istante- dei passi lontani dissiparono l’atmosfera testa e carica di aspettative che si era creata

-Justin…………………è molto tardi…..-Quello era un chiaro invito ad abbandonare la villa, il giovane la guardò vagamente deluso e addolorato.

-Come volete……..miss Isabelle!- con un cenno di saluto lasciò Isabelle sola con i suoi pensieri

Non l’aveva cacciato per cattiveria, quella richiesta l’aveva spaventata, certo lei era sicura di amarlo, e non aveva mai fatto mistero di ciò, ma non era pronta per sentire quelle parole tanto meno per rispondere

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-Marie credi che Justin tornerà da me?- con gli occhi arrossati dal pianto guardava triste la sua cameriera
-Voi siete molto confusa e poco decisa miss Isabelle, prima lo cacciate e poi vi chiedede se il signor justin possa in qualche modo tornare da voi-
Quelle parole troppo sincere fecero sprofondare isabelle nella depressione più totale, Marie intuendo di aver appena commesso un grave errore per evitare un licenziamento seduta stante cercò di consolarla
- ma se il signor Justin tiene alla vostra persona è molto probabile che si ripresenti alla porta, oppure voi dovreste pensare alla risposta e poi andare di persona a comunicargliela non credete?-
La giovane Isabelle si lasciò cadere tra i morbidi cuscini del suo letto
-Forse hai ragione Marie, forse hai ragione …… ora puoi andare devo pensare-
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Isabelle si svegliò presto quella mattina, era agitata, nella lunga e tormentata notte passata a ragionare sul suo futuro era giunta ad una conclusione, e la sua risposta era si, ora non aveva più dubbi o incertezze voleva solo ritrovare Justin e chiedergli perdono
-Marie?.... Marie?.........dove sei Marie?- volava leggera lungo i corridoi alla disperata ricerca della sua domestica – Marie?....dove caspita ti nascondi quando mi servi ?- non si era neppure accorta di indossare ancora la veste da notte, non le importava
-signorina, cosa succede?- lo straccio dell’ argenteria le cadde dalle mani per la sorpresa
- oh eccoti finalmente, aiutami a prepararmi , devo incontrare mio padre più tardi- l’espressione raggiante mise all’erta la povera Marie, che temeva di aver parlato troppo la sera precedente
-Vostro padre?!.....come vuolete signorina-
Ore e ore passate a preparasi in una stanza che pareva quella delle torture l’avevano annoiata da morire ma ne era valsa la pena, era perfetta, un angelo, così l’aveva definita Marie, effettivamente quel vestito bianco avorio le stava molto bene ma dannazione era terribilmente scomodo,una volta aggiustati gli ultimi particolari decise di abbandonare la domestica
Non aveva più tempo doveva raggiungere suo padre,preoccupata strabuzzò gli occhi, la cosa doveva rivelarsi alquanto semplice, bastava mantenere la calma e formulare frasi corrette ma a quel punto non ne era neanche più sicura
Purtroppo la strada che separava la sua camera dallo studio dove si era rintanato il signor Davenant non era molto lunga,e prendere tempo fermandosi ogni due passi non servì a nulla, aveva raggiunto comunque lo studio ma con una dose di nervosismo in più, fino a quel momento non si era mai dimostrata quel che si dice coraggiosa in questo genere di cose, preferiva evitare i momenti imbarazzanti ma non aveva scelta doveva agire, bussò incerta alla porta.
-prego entrate- la voce del padre la fece deglutire ma facendosi forza riuscì alla fine ad aprire la porta.
- hem padre…….-lo sguardo si era fissato su un punto poco interessante del pavimento
-Isabelle…cara, cosa fate qui?-disse nascondendo rapidamente un piccolo oggetto che aveva tra le mani
-ho bisogno del vostro permesso….io…..si io voglio raggiungere Justin, ho sbagliato e voglio rimediare-
- ma bambina mia è incosciente…sai perfettamente….-lo sguardo adirato di Isabelle incontrò quello del padre per un istante
-so cosa…?… di essere stata imprigionata fino ad oggi in una casa per motivi a me oscuri , io non ho mai chiesto niente, ora voglio poter scegliere e io ho scelto, lasciatemi andare-
-ma ma non puoi andar…..non puoi-l’uomo cercava in tutti i modi di trovare una scusa valida, sapeva di averla imprigionata per il suo bene, per quel marchio che nascondeva sotto la manica lunga, per la sua natura e per il terrore che qualcuno potesse scoprire il segreto ma non poteva dirle niente, non voleva rivelare alla giovane che in realtà lui e la signora Davenant non erano i suoi veri genitori
-vi prego….padre vi prego- gli occhi disperati della figlia non gli diedero scelta
Si rassegnò di fronte all’evidenza non poteva fare più nulla, doveva chiamare un domestico
-Edward! – un uomo corpulento di media statura entrò inchinandosi leziosamente
-signor Davenant ?-
-preparate una carrozza, mia figlia deve andare immediatamente nella proprietà dei de Bonnard-
Stanco passò le mani sulle tempie, in fondo l’aveva sempre saputo non poteva tenerla rinchiusa a vita
-vi ringrazio con tutto il cuore- Isabelle sorrideva guardando il padre piena di gratitudine era finita, ora poteva andare, uscire veramente per la prima volta, non riusciva a crederci, quando fece per andarsene però il padre la trattene per un braccio
-Aspetta…..tieni….. questo ti appartiene- con tristezza le mise al collo uno strano medaglione su cui era inciso il suo nome
-Ma cosa?-non riusciva a capire non aveva mai visto quell’oggetto
-ti prego piccola mia non aprirlo adesso ……più avanti non ora, lo apriremo insieme promettimelo-
Isabelle guardava sconvolta il padre, ma qualcosa interruppe quella strana discussione, Edward era entrato distraendo entrambi
-La carrozza è pronta signore!-
Lasciò la presa con un ultimo sguardo implorante non poteva più trattenerla –promettimelo…-
-si ve lo prometto padre- e sparì rapida oltre la porta.

Era giusto così,Il signor Davenant chiuse gli occhi pensieroso,quelle strane voci, la gente cominciava a sospettare………,no, non poteva rimandare oltre, era necessario far tornare il medaglione nelle mani del legittimo proprietario, qualcosa turbò il suo animo, un brutto presentimento, quanto ancora poteva durare quella farsa.

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La proprietà dei de Bonnard era davvero immensa e si fermò a contemplarla qualche istante mentre la carrozza ripartiva per tornare a casa, le erano state concesse due ore prima che il signor Edward tornasse prontamente a riprenderla, suo padre non voleva rischiare lasciandola troppo a lungo lontana dalle sue mura.
Emozionata camminò lungo il viale che portava alla villa,il grande portone non era chiuso e quindi ne approfittò per entrare cauta, non c’era nessuno, neanche la servitù, cominciava a temere di aver sbagliato luogo quando un rumore proveniente dal piano di sopra la fece sussultare.
Poteva essere un qualunque membro della famiglia de Bonnard,magari lo stesso Justin. La scalinata che aveva di fronte era davvero allettante ma non poteva girovagare come se niente fosse tra le stanze di una casa che non era di sua proprietà. Forse la soluzione più semplice era uscire e aspettare che qualcuno si accorgesse della sua presenza
Un altro rumore la costrinse ad alzare lo sguardo, insomma oramai era li ,in ogni caso aveva sempre a disposizione la scusa della fanciulla sperduta e disperata
No non poteva tirarsi indietro, salì timidamente le scale, a ogni gradino il suo cuore accelerava il battito e quando riuscì finalmente ad arrivare in cima avvertì un odiosa sensazione di panico impadronirsi del suo corpo.
-Calma Isabelle…calma……..ma cosa stò facendo?-fece correre rapida lo sguardo da a destra a sinistra in cerca della via giusta
Il piano di sopra, era buio e i quadri appesi alle pareti inquietanti, non era stata un’ idea molto fortunata, troppe stanze era impossibile individuare quella giusta.
Camminava ancora sconsolata quando sentì delle voci sommesse provenire da quello che sembrava un piccolo studio, non era molto distante quindi si avvicinò e socchiuse piano la porta
-…… Justin?......-
Di fronte a lei e avvinghiato a una ragazza vide allibita il suo amore
-Isabelle?!- frettolosamente si allontanò dalla donna -che…….che ci fai qui?-cercava di mantenere la calma mentre guardava con isterismo prima Isabelle e poi la ragazza mora al suo fianco, quest’ultima sembrava piuttosto divertita.
-Justin……non capisco……-si appoggiò al tavolo che aveva vicino per resistere all’enorme colpo appena subito
-Non temere Isabelle cara te lo spiego io- Rose si avvicinò impercettibilmente alla sventurata
-Pensavi di essere l’unica per lui vero, povero tesoro, sei così bella eppure così ingenua, Justin è un uomo di mondo è normale che si intrattenga con più donne non trovi è sempre stato così e poi…..-
-Rose!-Justin interruppe preoccupato la ragazza che scoppiò in una risata sguaiata
Isabelle ignorò completamente Rose,tremava dalla collera e inchiodò il giovane con uno sguardo infuocato
-Tu non mi ami….non mi hai mai amata-
Non poteva più continuare a mentire era finita, chinò la testa per fuggire agli occhi adirati della bella Isabelle
-..No…….sei bellissima, la più bella ma………… non ti amo- che vigliacco non riusciva neanche a guardare negli occhi colei che aveva tradito
-Ma allora perché mi hai mentito …… perché volevi sposarmi?- ormai aveva perso il contegno degno di una vera gentildonna e si ritrovò ad urlare le ultime parole con una rabbia che fino a quel momento non aveva mai provato
Ancora una volta intervenne Rose precedendo il giovane che sembrava intento a cercare le parole giuste
-Una sola parola, intimità mia cara, non penso che avesse davvero intenzione di sposarti ma non è nella sua natura lasciarsi sfuggire una creatura così fuori dal comune, qualcosa doveva pur fare non poteva di certo prendersi una fanciulla così ben protetta e amata come se niente fosse, il fidanzamento era la scusa perfetta-
Questa volta Justin non la interruppe aveva colto nel segno, fu in quel momento che isabelle sentì scattare qualcosa in lei, d’un tratto realizzò tutto, le sue parole i suoi gesti, che sporco bugiardo.
Un terribile odio e ribrezzo per l’uomo che aveva davanti la invase e perse il controllo,tutto avvenne in pochi attimi, bastò il luccichio di un tagliacarte sul tavolo a cui era appoggiata per far scattare la vendetta.
Si lanciò in una corsa disperata con la lama del piccolo oggetto protesa verso l’uomo che l’aveva ferita, voleva solo una cosa, ucciderlo.
Ma Justin riuscì a bloccarle il braccio impadronendosi abilmente del tagliacarte che aveva nella mano, la ragazza cocciuta continuò a dimenarsi ,seppur disarmata, nel vano tentativo di colpirlo così il giovane la spinse all’indietro facendola cadere
A causa di quel gesto improvviso una manica del bel vestito color avorio si strappò e da sotto la seta comparve il marchio che in tutti quegli anni era rimasto nascosto.
-cos’è quello?- chiese interdetto
-è una scottatura-sussurrò mentre istintivamente copriva con la mano quel maledettissimo segno, perché rispondeva alle sue domande perché rimaneva li per terra umiliata e con il vestito strappato doveva andarsene e subito, le venne una terribile voglia di correre, senza meta, lontano e dimenticare tutto, si alzò e fuggì da quella casa e da Justin.
Nonostante il suo intento non riuscì ad andare molto lontano le scarpette facevano male e il vestito le impediva di correre decentemente, era arrivata fino alla costa, in un punto dove la terra saliva a formare una sorta di collina per poi scendere bruscamente ripida e rocciosa fino al mare.
Li si lasciò cadere ancora scossa e adirata.
Nessuno l’avrebbe più umiliata nessuno, poi stringendo a pugno le mani che poggiavano sulla terra umida prese una decisione
-IO NON AMERO’ PIU’ NESSUNO- urlò al vento
-questa è una promessa – gli occhi scuri determinati e orgogliosi – Miss Isabelle Davenant non amerà mai più- ora non aveva più nulla dire, nulla da fare, era completamente svuotata, si sdraiò per terra e raggomitolandosi su un lato lasciò che tutta la stanchezza che le era improvvisamente piombata addosso prendesse il sopravvento.
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Non era mai stata tanto scomoda in tutta la sua vita, con gli occhi ancora serrati cercava di ricordare qualcosa di molto importante, uno strano incubo, quando d’un tratto realizzò
-Oddio!-spalancò gli occhi accorgendosi improvvisamente di essere ancora sulla scogliera, aveva una strana sensazione, anzi si sentiva vagamente osservata così si voltò di scatto. Dietro di lei decine di uomini armati la scrutavano serissimi
-Non …… non sono stata io- i suoi pensieri volarono alla casa dei de Bonnard, a Justin e al tagliacarte
- signorina Isabelle Davenant lei è accusata di pirateria e per tale motivo verrà imprigionata e giustiziata-
-ma…se l’è cercata……..CHE COSA?-con gli occhi spalancati dalla sorpresa si rivolse all’uomo che aveva appena parlato
-io non ho mai visto un pirata …… sono una Davenant e..-
Fece molta fatica per alzarsi, sentiva qualcosa che tratteneva le sue braccia;si ritrovò legata a una tavola di legno molto pesante che le impediva alcuni movimenti, cominciò a temere che aggredire un uomo armata di tagliacarte potesse considerarsi un atto di pirateria
-signorina abbiamo effettuato le dovute ricerche, lei non è figlia dei signori Davenant, questa copertura è ormai inutile, dove è stata negl’ultimi quattro anni?-
- ma io sono una Davenant ……..e negli ultimi anni non mi sono mai spostata da casa mia accidenti!....il signor Justin de Bonnard può confermarlo- rispose decisa
-abbiamo già interrogato il signor de Bonnard, poche ore fa e non ne sa niente, sostiene di non averla mai vista – il comandante cominciava a perdere la pazienza
- non è possibile, che codardo mi conosce da molto tempo ……e comunque non avete nessuna prova i Davenant mi difenderanno!- era innocente nessuno poteva farle del male, era sicura che suo padre l’avrebbe liberata da quell’orribile situazione
-Miss Davenant, se così posso chiamarvi- si avvicinò alla ragazza sogghignando, aveva cambiato totalmente modo di fare nei suoi confronti – oh ma guardate, vi siete sporcata di fango, che triste spreco vedere una splendida creatura come voi ridotta tanto malamente, fuggivate da qualcosa non è vero, forse fuggivate da me-chinò la testa fino a toccarle l’orecchio con le labbra – mia cara i Davenant sono stati rinchiusi per aver aiutato un pirata e io ne ho le prove- sentì una mano posarsi sul braccio incatenato proprio in corrispondenza del marchio– una scottatura particolare quella che portate- sussurò
-è stato un incidente!-ancora quella macchia, non aveva la più pallida idea di come fosse comparsa sulla sua pelle,nessuno gliel’aveva detto, ricordava di averla sempre avuta, ma di certo una nobile donna del suo calibro non poteva far vedere una simile atrocità,per questo motivo l’aveva nascosta.
Il comandante lasciò la ragazza con un sorriso beffardo
-Sei colpevole!....prendetela -all’ordine i soldati si mossero pronti per trascinarla via
-Aspettate, non ho paura, io non ho fatto niente e avrò giustizia, vi seguirò con le mie gambe – alzò il mento fiera delle sue parole
i soldati però non presero in considerazione il suo coraggioso intervento e anzi puntarono verso Isabelle le sciabole con fare minaccioso, in quel preciso istante un’ idea le folgorò la mente
-D’altro canto se proprio devo scegliere tra morte certa e forse morte ma non so-indietreggiò pericolosamente fino a raggiungere il limite della costiera.
i soldati comandante compreso la guardavano allibiti senza capire le sue intenzioni
-preferisco di gran lunga forse morte ma non so ……… oh che maleducata quasi dimenticavo ….. con permesso-diede un ultima occhiata soddisfatta alla scena, felice di aver lasciato senza parole un esercito intero
-Adieu signori-
E si lasciò cadere all’indietro pronta a raggiungere il mare o almeno ci sperava seriamente
Si sentì un tonfo e poi più nulla, il comandante con qualcuno dei soldati raggiunse il posto dove pochi attimi prima c’era Isabelle.
Cercò di aguzzare lo sguardo per vedere se riusciva a scorgere qualcosa tra le onde, ma la ragazza sembrava sparita nel nulla, inghiottita dal mare.
-Quante probabilità ci sono che miss Davenant sia sopravissuta- chiese voltandosi verso uno dei suoi uomini
-beh considerando il fatto che il salto è spaventoso e che miss Davenant è caduta con le mani legate trascinandosi dietro una tavola di legno ,molto pesante direi ….-e si mise a contare sulle dita con aria intelligente -nessuna- la battuta provocò una crisi di risate collettiva
-molto bene un altro lavoro concluso nel migliore dei modi …….. suicidio……sono proprio curioso di sapere cosa dirà lord Davenant quando scoprirà cosa le è successo-
Isabelle continuava ad affondare, il terribile impatto con l’acqua le aveva fatto perdere i sensi, per la seconda volta, dopo diciannove anni si ritrovò in balia del mare.

Una nave dall’aspetto malandato galleggiava placidamente, lontana da ogni contatto con la terraferma, le vele chiare ricadevano morbidamente sugli alberi contrastando con il colore del legno
-signor Gibbs, perché la nave è ferma ?!- il capitano uscì dalla cabina e inchiodò Gibbs con lo sguardo –Rum finito, comprendi?- e per dimostrare ciò che aveva appena detto si mise ad agitare freneticamente la bottiglia che aveva in mano
-u…una donna!- con occhi incerti indicò un punto nel mare, non sapeva bene che reazione aspettarsi da Jack Sparrow, d'altronde era impossibile poter prevedere le sue mosse e questo lo sapeva bene
La bottiglia rimase sospesa a mezz’aria, pessimo segno ………. o no?
– una donna !-sussurrò acido avvicinando il viso a quello del nostromo;
insomma il capitano non doveva essere poi tanto dispiaciuto anzi sembrava quasi che volesse dirgli qualcosa di importante così protese l’orecchio pronto ad ascoltare
-LEVATE L’ANCORA, AMMAINATE LE VELE, ….-i suoi ordini ,urlati di buon grado raggiunsero puntualmente l’orecchio di Gibbs -riferite agli altri questo e tutto ciò che occorre per far salpare decentemente questa bagnarola-
-Ma…..-non riusciva proprio a capire
-su forza…….cosa fai ancora qua?.....tanto l’ultima goccia è mia- e tornò a litigare con la sua amata compagna che non voleva cedere
Con una grande frenesia tutta la ciurma escluso Jack si mise al lavoro per riportare la nave sulla giusta rotta, il vento favorevole soffiava spingendoli avanti velocemente, oramai avevano lasciato alle spalle l’interessante distrazione
Gibbs tornò ansante vicino alla cabina dove Jack depresso si era finalmente dichiarato sconfitto, la bottiglia era senza alcun dubbio vuota.
-Ma cosa….cosa succede ancora?-quasi faticava a parlare, cominciava a sentirsi troppo vecchio per i ritmi del capitano
-la seminiamo!!!- sereno e con gli occhi socchiusi si mise seduto a gambe incrociate lasciando che qualche treccia della sua strana capigliatura finisse davanti
-Capitano, quella donna sembrava svenuta ed era pure legata ……- niente poteva descrivere bene la sua espressione quanto il termine “senza parole”
-il fatto a mio parere non ha rilevanza, le donne portano guai, specialmente su una nave , specialmente se la suddetta nave è la mia nave e si da il caso che io al momento non voglia nessun genere di guaio femminile tra i piedi-
-Ma…ma…ma…..aveva un segno interessante sul braccio-ormai si era rassegnato, quella donna non aveva la minima possibilità di salvezza con un Jack Sparrow sobrio e di conseguenza nel suo momento peggiore ,quello era solo un triste ultimo tentativo, ma con sua sorpresa a quelle parole sollevò curioso la testa
-Un segno Gibbs?!, e che genere di segno?, no perché se si tratta di un segno segno non posso lasciare questo segno a qualcun’ altro che cerca segnalai, non che io stia cercando segnali, s’intende –
-Era un segno….e basta……credo- sospettoso lo scrutò serio, l’unica cosa certa è che non aveva mai visto una cosa del genere
-Perché non me l’hai detto subito………………..FERMI TUTTI SI TORNA INDIETRO-
Nessun pirata sollevò obiezioni e di nuovo si prepararono ad affrontare le dovute manovre, la fanciulla era salva,……..forse.
-Capitano,………. capitano!-parte dell’equipaggio continuava a chiamarlo ma Jack sembrava essersi estraniato in una sorta di mondo proprio, poi però risistemò la strana bussola che stava osservando e tornò alla realtà - hem si ….che c’è?- e si guardò intorno fintamente confuso
-abbiamo perso di vista la ragazza, non c’è più- affranti alcuni uomini continuavano a cercarla
-magari l’abbiamo investita- suggerì speranzoso
Ma il signor Gibbs lo distolse da quei lieti pensieri - No, eccola, capitano è da questa parte-
-mannaggia!- ora non poteva fare altro che raggiungere la parte opposta del ponte per accertarsi del triste evento.
E purtroppo eccola, sembrava quasi addormentata su una lastra di legno,e anche se i capelli disordinati le coprivano parte del viso si riuscivano comunque a scorgere i bei lineamenti
-non ha l’aria tanto viva-, - forse dovremmo ucciderla per porre fine alle sue sofferenze-, -che rara bellezza….un vero bocconcino-i pirati continuarono a parlottare tra di loro fino a quando il vero problema non venne a galla
-Capitano- chiesero all’unisono- come facciamo a portarla a bordo- le loro espressioni erano sinceramente preoccupate, nessuno aveva voglia di tuffarsi per recuperarla
-Non lo so, provate a pescarla ………. suggerirei di usare gioielli come esca, sembra che li trovino irresistibili- quindici paia di occhi lo guardarono male – che ho detto?....è l’assoluta verità-e si complimentò con se stesso per l’astuta trovata.

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Nonostante tutto il tempo impiegato per liberarla dalle catene, Isabelle non dava ancora segni di vita rimaneva li, sul ponte, immobile e pallida
-Forse dovremmo provare noi a rianimarla- azzardò un uomo mingherlino esaltato dall’idea
Stava per ricevere il pieno consenso di tutta la ciurma quando un flebile movimento riportò l’attenzione sulla fanciulla che lentamente aprì gli occhi. finalmente aveva ripreso conoscenza
Non appena riuscì a collegare tutti gli avvenimenti tra di loro si levò seduta guardandosi intorno ancora vagamente stordita
-Come è finita in mare signorina ………- cominciò Gibbs tentando di pensare al nome che ovviamente non sapeva
- Isabelle …….- concluse meccanicamente –Dove mi trovo?- non sapeva ancora se quello che la circondava fosse un sogno o potesse considerarsi realtà
Su una nave pirata gioia- questa volta fu lo stesso Jack a intervenire – e io sono Capitan Jack Sparrow- orgoglioso si posizionò a lato della fanciulla
Fu in quel momento che lei lo vide, la pelle scottata dal sole ,gli indumenti improbabili per non parlare poi dei capelli e di quelle strane ombre nere che portava intorno agli occhi
-Oddio, mi sento male- si sdraiò di nuovo portandosi un braccio sulla fronte, ma dove caspita era finita, il destino doveva proprio volerle male, non poteva essere così sfortunata.
-Si ma come è finita in mare?- ribadì ancora una volta il signor Gibbs
-Ho scelto forse morte ma non so- al momento non le veniva in mente nulla di più intelligente da dire
Trovava quell’ signor Gibbs estremamente seccante e inutile, insomma l’aveva interrotta nel bel mezzo di una riflessione molto importante sulla sua sorte , quindi non si impegnò più di tanto nella risposta
-Signor Gibbs traduci, io non capisco il donnese stretto-Jack sogghignò osservandolo di sottecchi
-E cosa ti fa pensare che io lo sappia- una risposta sfortunata la sua, ma se ne rese conto troppo tardi
–GIBBS-
suo malgadro il nostromo si concentrò per tentare un’ interpretazione di quello che aveva detto, se non altro per evitare le ire del capitano
-Non ne ho la più pallida idea, forse ha bevuto troppa acqua salata o magari la sua è solo demenza-
-HEI, MA COME OSA, io non sono affetta da demenza ne da altre patologie strane e se proprio vuole saperlo …- qualcosa però la costrinse ad abbassare lo sguardo, Jack le aveva preso il braccio e ora lo osservava con occhio critico -Signore la invito a levarmi cortesemente le mani di dosso- stava innervosendosi, quegli uomini non avevano rispetto di una gentildonna.
-invito non accettato tesoro, mia nave ,…mio comando e poi io ti ho salvata e quindi ho il diritto di fare ciò che voglio, c’è scritto nel regolamento-
-Ma di che regolamento stà parlando, accidenti io non le ho chiesto di salvarmi- questa volta l’agitazione la costrinse ad alzarsi mentre fulminava con lo sguardo il suo per così dire odioso salvatore
-Guarda che se vuoi ti rimetto dove ti ho trovata, non ci metto nulla sai-
-NO…………no la prego-
-ecco appunto ..-
Non poteva essere così spregevole non conosceva i pirati sapeva solo che erano criminali e per non rischiare lasciò che Jack finisse di esaminare la scottatura
-interessante …..Legatela all’albero maestro- Isabelle rimase scioccata si aspettava di tutto ma non quello
-Perdonami tesoro, è per la tua salute vedrai che ti rimetterai più velocemente in questo modo-
Allegro le diede le spalle abbandonandola ai suoi uomini
-Ma io stò benissimo…….e lasciatemi………Jack, jack Sparrow……io stò bene- le sue parole non lo toccarono minimamente, doveva andare a controllare nella sua cabina, era certo di aver visto quel simbolo sulla mappa che aveva rubato a Barbossa, proprio dove si poteva distintamente leggere …”fonte dell’eterna giovinezza”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell’autrice :…….Perdonatemi questa è la mia prima Fan fiction in assoluto, non ho mai scritto sigh sigh……mi sono impegnata molto…… davvero!!!!……In questa prima parte non indagherò molto sulla personalità di Isabelle perché voglio che voi la conosciate gradualmente capitolo dopo capitolo…sn davvero contenta……non pensavo che potesse essere così bello scrivere!!^^…………………ovviamente so bene che ci sono errori ovunque e che riceverò molte critiche ma spero comunque di trovare tra queste anche qualche nota positiva……………BUONA LETTURA

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Capitolo 2
*** Una nuova vita ***


Nota dell’autore: grazie davvero per le recensioni, hihihi per me è davvero importante ricevere giudizi e consigli……sono pronta ad ascoltarli per migliorare…………..sono contenta che vi piaccia…..ci speravo tanto……vediamo si questo è il continuo di POTC3……cotinuare da dove ci aveva lasciato il film…..mi sembrava la scelta più sicura…..Isabelle come vedrete man mano, nonostante la belezza non è una ragazza perfetta anzi fondamentalmente è un disastro, bisogna comprenderla lei era abituata a vivere nella pigrizia e nel lusso quindi diciamo che non è abituata ad arrangiarsi.

Purtroppo il suo passato non è dei migliori, ma comunque sia non ha vissuto male nella villa dei Davenant , il terribile Justin, per non dire di peggio, non voleva assolutamente sposarla, però confidando nell’ingenuità di una fanciulla che non conosceva il mondo sperava di raggirarla con la scusa del matrimonio, davvero infame.

Per quanto riguarda le descrizioni e le riflessioni……………………..me ne rendo conto, non mi sono impegnata più di tanto…waaaaaaaaa..ormai il primo capitolo l’avevo scritto e inserire qua e la pensieri voleva dire stravolgerlo spero di riuscire a rimediare questa mia mancanza nei prossimi capitoli hihihi

GRAZIE ANCORA…………..

 

 

CAPITOLO SECONDO

UNA NUOVA VITA

 

Non doveva essere poi così difficile bastava solo avere molta, molta pazienza; isabelle cercava di sciogliere il nodo senza farsi notare dai due uomini che dovevano sorvegliarla.
Le braccia erano bloccate sotto una massa non indifferente di corde ma le permettevano comunque di fare piccoli movimenti con le mani.
Ancora poco, c’era quasi, sentiva esaltata quel groviglio ruvido cedere sotto la sua determinazione
-ah!....perfetto- sussurrò, era stata davvero brava quasi quanto una scioglitrice di nodi professionista e ora le serviva solo un diversivo per completare il suo ingegnoso piano
-SIGNORI…………..SIGNORI, una nave ci viene addosso, ODDIO è enorme!- ma che razza di grido spaventato doveva essere quello, si, se ne rendeva conto non era mai stata una brava attrice, più che altro non ne aveva mai avuto l’occasione, ma confidava nel suo impegno.
- ATTENZIONE …..- concentrò tutta la disperazione che poteva nello sguardo inchiodato verso l’orizzonte e funzionò,le due guardie voltandosi preoccupate cominciarono a cercare un veliero invisibile
-Ma cosa ?, signorina qui non c’è nessuna nav…- uno dei due si rivolse offeso ad una corda afflosciata sul ponte.
-MA…ma …..ma…ma…dov’è?-
- ho come l’impressione che sia sparita- azzardò l’altro – mai sentito parlare di smaterializzazione improvvisa, potrebbe essere una strega in realtà- con occhio esperto cominciò a perlustrare la zona del misfatto
-Taci, ci è sfuggita……………….CAPITANO!……..CAPITANO!-no era una cosa del tutto impossibile, una donna li aveva fregati.
Isabelle stava per avere una crisi di nervi mentre tentava istericamente di far scendere in mare una scialuppa, perché diavolo i pirati dovevano complicarsi la vita con tutti quei cordami a suo avviso una misera cordicella era più che sufficiente per sostenere il peso di una piccola imbarcazione
-accidenti, accidenti,accidenti - non aveva molto tempo, il suo tentativo di fuga stava per fallire miseramente
-Isabelle giusto?- con un tuffo al cuore si bloccò, beccata
-sei davvero gentile a controllare il corretto funzionamento delle mie scialuppe- Jack la osservava divertito dall’alto della sua nave
-hehehe……allora se permettete io continuerei nel mio nobile intento- la giovane tornò a trafficare con le corde
-gioia, non per infierire ma se continui così non riuscirai mai a toccare l’acqua e anche nel fortunato caso in cui tu ci riesca e io ne dubito fortemente, non faresti molta strada dal momento che sei sprovvista di remi-
-Come?.......io…..la scialuppa …..i remi?- dava per scontato la presenza dei remi così non aveva controllato, non che avesse seriamente intenzione di usarli, per qualche strano motivo si era illusa che le scialuppe funzionassero da sole.
-Hai intenzione di passare li tutto il viaggio e in tal caso non avrei nulla in contrario o preferisci che ti mostri il nuovo alloggio ? - che disastro, alzò lo sguardo vergognandosi terribilmente
-se non vi spiace opterei per il nuovo alloggio- si sollevò ,pronta per essere issata a bordo, ma dal capitano non giunse nessun aiuto, dannazione doveva pure arrampicarsi da sola.
-Certo che mi dispiace- sogghignò mentre la guardava fare movimenti del tutto inutili nel tentativo di raggiungere il ponte.
Isabelle non vantava un passato da arrampicatrice provetta e il legno umido di certo non l’aiutava,nonostante la determinazione, non poteva resistere a lungo avvinghiata al parapetto.
le mani scivolavano e l'acqua diventava di attimo in attimo più minacciosa,presto sarebbe caduta in mare se lo sentiva, terrorizzata dal suo infelice stato scrutò disperata il capitano -Un…..un aiuto?- tutto sommato le andò bene, un istante dopo la sua richiesta due forti braccia la salvarono dal mare.
Jack se la mise allegramente in spalla, non era quello il genere di aiuto che si aspettava
-METTETEMI GIU’ VILE MALEDUCATO, E’ INAUDITO SO’ CAMMINARE DA SOLA-Profondamente offesa la fanciulla si dimenava scalciando e tirando pugni mentre Jack la portava verso una vecchia porta, non si era mai sentita tanto debole in vita sua, odiava quell’uomo insensibile lo odiava con tutta se stessa.
Raggiunta la meta Jack decise di rimetterla a terra, ma nemmeno il ponte ,nuovamente sotto i suoi piedi, riuscì a farla rinsavire dalla profonda indignazione che l'aveva colpita e per tutta risposta continuò ad insultarlo e colpirlo almeno fino a quando un forte odore di rum muffa e alghe arrivò alle sue narici
ma cosa diavolo....
-Ecco miss Isabelle, qua sotto c’è la stanza, sono certo che sarà di tuo gradimento- la giovane si sporse titubante oltre la porta per osservare il posto che le era stato assegnato ma riusciva a vedere solo buio , buio e buio
-dopo di lei…. Capitano- nonostante lo sforzo usato per apparire sicura di se la voce usciva comunque strozzata
-prima le donne- sembrava che neanche il capitano morisse dalla voglia di andare la sotto
-insisto- questa volta puntò i piedi decisa a non continuare la visita se non al seguito di Jack
La situazione stava decisamente precipitando e bisognava porre rimedio così senza indugio il capitano le afferrò il braccio per poi accompagnarla personalmente verso una cella incrostata.

-se ignori la muffa non è poi così male gioia- Jack scrutò divertito il visino offeso dalla giovane

-…………io ti avrei fatta dormire con me nella cabina ma tu non vuoi collaborare….- un rumore metallico e Isabelle si ritrovò chiusa nella vecchia gabbia

-preferisco la muffa capitano- piena di rabbia decise di lasciarsi cadere sulla branda malandata che aveva a disposizione,non era mai stata in un posto tanto squallido e la cosa non le piaceva affatto

-Ironicamente parlando……meglio così figliola-l'uomo senza troppi complimenti si portò verso l'uscita. Fosse stato per lei l'avrebbe volentieri lasciato andare, non sopportava quelle conversazioni inutili, ma per sua sfortuna un brontolio sommesso proveniente dal suo stamaco le ricordò qualcosa di molto, molto importante

-Signor....Jack…Sparrow..- improvvisamente consapevole della propria debolezza decise di chiamarlo disperata, non pensava che i morsi della fame potessero essere tanto dolorosi,ora che ci faceva caso non sapeva neanche quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che aveva mangiato decentemente

-Signor Capitan Jack Sparrow –il capitano la corresse gesticolando offeso ma si fermò comunque pronto per ascoltarla

-hem…- era difficile ammettere una debolezza del genere ma d’altro canto aveva un assoluto bisogno di energie…non poteva fare altro… – non so per quanto tempo sia rimasta in mare…………ma………ma……….ma……. –

-…suvvia Isabelle datti una mossa- perché il capitano doveva essere così insensibile insomma quello era un discorso delicato, lo guardò implorante per qualche istante

-purtroppo ho sete…e….. sono affamata- tirò un sospiro di sollievo, ora il peggio poteva considerarsi passato

-mi sembra giusto- jack sorrise divertito dalla difficoltà con la quale la giovane aveva formulato il bisogno,doveva assecondarla più che altro per evitare lamenti fastidiosi e inutili

Rapidamente sparì dalla sua visuale per poi tornare poco dopo con una brocca e una sorta di pagnotta rafferma

-Non abituarti gioia la prossima volta dovrai guadagnarteli- passò i viveri attraverso le sbarre e la giovane, dimenticando per un istante le buone maniere, li afferrò famelica

Ma che diavolo aveva contro le donne, neanche si conoscevano e già pretendeva di detestarla, Isabelle guardò con disappunto la coperta logora e umida sulla quale si era nuovamente seduta per mangiare,doveva essere completamente folle,senza alcun dubbio,d’altro canto che importanza poteva avere tanto lei ricambiava pienamente il suo sentimento

Allegro e soddisfatto il capitano riemerse dalle profondità della stiva traballando pericolosamente, quello stato d’animo non convinse il signor Gibbs, era suo preciso compito bloccare sul nascere qualsiasi cosa avesse in mente e quindi lo chiamò preoccupato
-Jack non penso sia saggio trattarla così, finirà per dare più problemi di quanti non ne abbia già dati-
-bazzecole!-non voleva neanche ascoltarlo
-Ora le è venuto il pallino della fuga, ma credo che se non l’avessi trattata così a questo punto sarebbe tranquilla sul ponte a contare i pesci, dove pensi che possa andare una giovane donna ricercata -
-vuoi farle compagnia Gibbs?.... per colpa di quella dannata Isabelle il rum è ancora lontano,............ mannaggia!-

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Ultimamente le pareva di passare un po’ troppo tempo incatenata, legata, imprigionata se quella doveva essere libertà preferiva di gran lunga la vita nella villa dei Davenant, dove erano finiti gli specchi, le spazzole, i domestici e ancora i domestici, intorno a lei regnava incontrastato solo il sudiciume.
Passò in rassegna per la terza volta la gabbia in cui era stata rinchiusa ; A giudicare dallo stato di corrosione non doveva essere così robusta come sembrava, si trattava solo di trovare il punto giusto e poi….
CRICK
Trovato, fece qualche passo indietro fino a toccare la parete con la schiena e si lanciò con tutto il suo peso contro le sbarre
Il ferro arrugginito cedette facendola cadere in una poltiglia scura
Non voleva neanche sapere cosa fosse quello che aveva appena toccato ,bastava la sensazione di viscido a terrorizzarla
Rimuovere l'accaduto ecco cosa doveva fare,con un po’ di fatica raggiunse la scala e salì in fretta, impaziente di trovare la porta dalla quale era entrata.
E finalmente eccola,piccola e chiusa incombeva su di lei privandola della libertà quindi,per rimediare,allungò una mano nel tentativo di aprirla
Qualcosa però non funzionò come invece avrebbe dovuto, la maniglia era bloccata, decisamente bloccata, forse si trattava di un suo errore ci voleva più violenza; Senza pensarci si accanì con forza contro il pomello malandato
-Oddio- invece di cedere quell’ingrato decise di vendicarsi staccandosi di qualche centimetro con la serratura al seguito
-no no no…..maniglia cara….torna al tuo posto…..non fare così-bastò un ultimo lieve tocco per farla cadere rumorosamente a terra
-dannazione …..che sfortuna- Isabelle era quel che si dice una donna colta e sapeva quindi che una porta si può chiamare porta quando c’è una maniglia che ne permette l’apertura di conseguenza senza maniglia quella non era più una porta e lei non poteva uscire
In quel preciso istante un movimento sospetto alle spalle interruppe i suoi pensieri contorti facendola rabbrividire, pietrificata non osava voltarsi era quasi certa di sapere chi fosse l’artefice del movimento
-APRITE..APRITE….LO SAPEVO CHE PRIMA O POI SAREBBE SUCCESSO …….. APRITE …….LE ALGHE ASSASSINE-
Urlava disperata battendo le mani contro il legno duro nella speranza che qualcuno si accorgesse della sua presenza
Le sue grida avevano infatti attirato l’attenzione di parecchi uomini e tra questi c’era anche il signor Gibbs che preoccupato si ingegnò per liberarla
Non appena socchiuse la porta Isabelle si catapultò fuori ancora ansimante
-miss Isabelle stà bene?- si aspettava di trovarla ferita o comunque ammaccata ma a prima vista sembrava sana
-Io la sotto non ci torno- disse guardando storto la stiva
-Ma cosa è successo?- se Jack Sparrow veniva a sapere che l’aveva liberata per un motivo futile il prossimo a finire rinchiuso era lui
-alghe assassine-era profondamente convinta di quello che aveva appena detto
-Alghe assassine ?...e cosa diavolo sono?- sapeva molto di presa in giro,non esistevano delle alghe assassine
La giovane ignorò la sua domanda, non aveva tempo da perdere in spiegazioni doveva allontanarsi il più velocemente possibile da li
-hem….signore ……..nel caso in cui il capitano dovesse chiedersi per quale motivo la maniglia interna non sia più al suo posto……..-
Fece una pausa per essere certa che Gibbs la stesse ascoltando, ovviamente pendeva dalle sue labbra confuso
-Si è rotta da sola!- senza aspettare la reazione dell’uomo se ne andò tranquillamente verso la prua della nave
-Signorina il capitano non vuole che lei giri ……-vinto dall'amarezza si vide costretto a rinunciare, oramai era fuori dalla sua portata perché nessuno lo ascoltava mai

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Che noia, dopo un po’ che lo osservavi anche il mare diventava monotono, Isabelle appoggiata al parapetto guardava l’orizzonte con una mano sotto il mento
-MI pareva di averti lasciata da tutt’altra parte- il capitano con il solito fare baldanzoso la costrinse a voltarsi
-Il luogo era infestato da organismi vegetali pericolosi- ma che arrogante distogliere lo sguardo offesa era il minimo che potesse fare
-Alghe assassine mi è stato riferito, una piaga non è vero?! Mi duole dirtelo figliola ma sembra che fortunatamente attacchino sole le donne che portano il nome di Isabelle- perché nessuno le credeva, che ottusi, un giorno si sarebbero accorti di quanto erano vere le sue parole, per il momento era meglio cambiare discorso
-Di grazia dove siamo diretti?- fino a qualche istante prima la destinazione era stata l’ultimo dei suoi problemi ma ora che obbiettivamente non aveva più nulla da fare la curiosità aveva cominciato a divorarla.
-Tortuga tesoro!- sorrideva esaltato – non manca molto ormai-
-T…Tortuga, quella Tortuga?- cominciava a sentirsi vagamente preoccupata, aveva letto cose oscene su quel posto
-si…precisamente…quella Tortuga figliola….-la guardò di sottecchi avvicinandosi un poco alla sua persona
-non mi pare un posto raccomandabile-sorpresa si mise a cercare con lo sguardo gli occhi di Jack, magari stava solo bleffando per stuzzicare la sua rabbia
-Se la metti in questi termini non si può neanche considerare quel che si dice raccomandabile viaggiare come unica donna a bordo di un nave pirata- il ragionamento non faceva un piega
-è diverso…….e comunque non ho avuto molta scelta- decisamente non stava bleffando,si andava a Tortuga
-e non l’avrai neanche ora…….ma se permetti vorrei in ogni caso sapere perché hai deciso di vagare per i mari su un pezzo di legno…perdonami gioia ma l’imbarcazione scelta non è delle migliori- era chiaro che voleva scoprire qualcosa in più sulla sua sorte,forse era il caso di informarlo,tanto la situazione non poteva peggiorare,ormai aveva perso anche l'ultimo briciolo di dignità con la storia delle alghe assassine
-Mi hanno accusata di pirateria- suonava strano anche alle sue orecchie, che assurdità
-Senza offesa…..ma non hai come dire l’aspetto di un pirata-il capitano sogghignò osservandola
-L’offesa ci sarebbe nel caso opposto…….io sono una Davenant non un pirata- Davenant, con un nome così altisonante non poteva essere altro che…..
-Una nobile?!- lo sguardo di Jack si rabbuiò- mi chiedo solo quanto ci vorrà prima che il tuo prode fidanzato ci trovi pronto a dare la vita pur di salvarti- sembrava che alludesse a qualcosa successo tempo prima del loro incontro,ma questa era solo una sua supposizione,aveva capito una sola cosa del capitano.....era impossibile capirlo e poi doveva ammettere che lei stessa ultimamente tendeva ad essere alquanto visionaria
-io…………….non sono promessa- anche i suoi pensieri volarono al passato e alla felicità mancata,si immaginò felice in una grande casa con abiti eleganti e al fianco di Justin ma quel sogno ormai lontano venne interrotto provvidenzialmente dal buon Jack Sparrow
-chissà perché ma la cosa non mi stupisce ?!- il capitano aveva improvvisamente deciso di tornare del solito umore e quindi per chiudere in bellezza quell'atto di generosità si mise a contemplarla sarcastico
Isabelle lo fissò per una frazione di secondo,stava decisamente prendendosi troppe libertà, ancora una frecciatina del genere e non avrebbe risposto delle sue azioni
-Per sua informazione ho avuto una miriade di uomini io…….non può nemmeno immaginare quanti-e questa frase da dove le era uscita ? si ,doveva essere così, le sue labbra si erano mosse ma lei non aveva parlato
-buon per te gioia- accidenti allora l’aveva detto sul serio,che vergogna doveva assolutamente ribaltare la situazione
-E io mi chiedo perché lei si dia arie da gran capitano anche se è al comando di una carcassa……-
-questa non è la mia nave!................la mia nave è grande ed è nera…..con le vele nere comprendi?-
La giovane non sapeva se crederci o meno ma seguiva rapita i gesti del capitano – Ah davvero?-
-si…gioia ………completamente nera-
-e dove sarebbe questa nave completamente nera?- Jack si guardò intorno con aria innocente
-tecnicamente………………..l’ho perduta-
-è impossibile perdere una nave – che bugiardo quel Jack Sparrow
- è successo, quindi vuol dire che se una nave dimentica di essere nave diventa perdibile e in quanto tale l’ho perduta –
-Hum-Non era impossibile perdere una nave...il problema era decisamente un altro.... era impossibile mantenere una conversazione decente con quell’uomo così scocciata tornò a dedicarsi al mare
I momenti in cui regnavano pace e tranquillità erano i più pericolosi specialmente se non c’era altro da fare che importunare una bella donna, e tutti sapevano quanto il capitano fosse sensibile alle belle donne ; per non smentirsi neanche quella volta allungò un braccio senza farsi notare per poi cingere la spalla di Isabelle
-NON MI TOCCHI……..non ha alcuna speranza con me- Isabelle si allontanò stizzita di qualche metro
Jack non rispose subito, ma quando si decise a parlare fece sussultare Isabelle
-Dimostramelo-
-Dimostr……..- che cosa aveva in mente…….
-Baciami- gli occhi del capitano indugiarono un po’ troppo sul corpo della giovane mentre un sorriso si allargava sulla sua bocca
-COSA AVETE DETTO??- Isabelle strabuzzò gli occhi confusa
-Baciami! Se è vero quello che hai detto poco fa, con tutti gli uomini che hai avuto, non dovrebbe essere problematico un bacio innocente- dubitava fortemente che quello potesse essere un bacio innocente perché si era lasciata scappare una bugia così triste
-se non vuoi potrei anche dedurre che sei una bugiarda comprendi?- sapeva bene come ottenere quello che voleva e lei non aveva intenzione di dargliela vinta facilmente così mosse alcuni passi decisi verso quel terribile imbroglione;
in pochi attimi si ritrovò davanti, lo sentiva vicino dannatamente vicino sollevò il viso strizzando gli occhi se ne andava della sua parola un sacrificio doveva pure compierlo
Con le labbra a pochi millimetri da quelle del capitano però si bloccò
-Io non devo dimostrarle niente!-
-No?-lo sentiva ridere, irritante ecco una parola che lo descriveva perfettamente
-NO!- aprì gli occhi guardandolo con aria di sfida prima di dargli le spalle
-Lei dice che non ho l’aspetto di un pirata…………..benissimo……vedrà di cosa sono capace!-
e se ne andò a grandi passi lasciandolo solo.

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Barbossa era seduto comodamente nella sua cabina,il cappello piumato abbandonato sulla scrivania , lo sguardo assente,pensava avvilito al piano da lui architettato;
Non era andato come aveva previsto e questo lo irritava terribilmente impedendogli di svolgere i consueti compititi degni di un capitano
Quel Jack Sparrow, che scocciatura, ricordava perfettamente il momento della triste scoperta, l’ira che aveva provato in quell’istante, non poteva lasciare la questione irrisolta l’avrebbe ritrovato, questa era la sua unica certezza.
Si, l’avrebbe ritrovato, ma non per vendetta o rancore, il suo movente era l’ambizione, anche lui desiderava ardentemente quello che Jack cercava e l’unico modo per arrivarci al momento non era più in suo possesso
-maledetto!- i suoi occhi indugiarono sulla cartina che aveva davanti , in particolare sul buco che portava nel mezzo, come diavolo aveva fatto e soprattutto dove era finito poi …….
Ci vollero due tonfi secchi per riportarlo al presente, qualcuno aveva bussato e lui doveva rispondere
-cosa succede?!- era convinto di aver intuito l’identità del disturbatore più che altro sperava che fosse lui, lo aspettava da giorni
La porta si aprì cigolando e un uomo alto quanto magro si fermò sulla soglia fissandolo timido con il suo unico occhio.
-Raghetti..............finalmente-il capitano lo trafisse con uno sguardo carico di aspettativa – che notizie mi porti?-
-Nessuna traccia di Jack Sparrow………capitano……non è passato dal luogo in cui mi avete mandato-
Barbossa era perplesso, non poteva credere che Jack Sparrow avesse rinunciato alla fonte dell’eterna giovinezza, non era nella sua indole
-Impossibile-
-Se fosse passato lo saprei di certo,sono rimasto inchiodato buono, buono sulla scialuppa come mi avete ordinato-
Parte della rotta che jack doveva seguire la conosceva anche lui, era già stato in quei luoghi dannati e il punto d’osservazione in cui aveva mandato Raghetti era infallibile, a meno che……
-A meno che qualcosa non l’abbia ritardato – attorno a questa flebile speranza costruì rapidamente una nuova strategia, era una soluzione che aveva sempre avuto davanti agli occhi, semplice e perfetta
-Se non abbiamo modo di seguirlo possiamo sempre precederlo- quell’idea proprio non gli dispiaceva, la mappa sarebbe presto tornata nelle sue mani, se lo sentiva
Con un gesto elegante si rimise il cappello e uscì dalla cabina con al seguito un Raghetti che non osava proferir parola
-UOMINI….- la voce di Brbossa tuonò profonda catturando l’attenzione della ciurma
-VENTO ALLE VELE……….FACCIAMO ROTTA VERSO NORD…..-
In pochi attimi ,la veloce Perla Nera tornò a volare sul mare, tutto era perfetto, Jack Sparrow non l’avrebbe fatta franca anche quella volta .
L’eco di un’ultima risata crudele e la Perla era già sparita all'orizzonte

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Capitolo 3
*** Tortuga ***


Nota dell’autore:ti ringrazio monipotty per la recensione mi ha fatto davvero piacere, ringrazio anche tutti i lettori che hanno avuto il coraggio di leggere questa storia, questo capitolo sarà pieno d’azione spero che possa piacervi

In questi giorni ho letto qualche fan fictions su questo sito e presto provvederò per recensirle….ci sono parecchi autori di talento e io non posso certamente tenergli testa, spero di migliorare, la trama l’ho ben presente nella mia testa …… lo so!!.. devo migliorare molto nello stile di scrittura…. ah ma non demordo…… prima o poi mi dichiarerò soddisfatta dei miei scritti!!!....Spero di ricevere tante recensioni più che altro per capire dove devo puntare l’attenzione per le eventuali correzioni hihi…e tremila sbagli che popolano allegramente il capitolo….VI PREGOOOO CONSIGLIATEMIIII….ecco ora vi posso lasciare alle avventure di questa fanciulla assolutamente sfortunata ahahahahah………..BUONA TORTUGA!!!!

 

CAPITOLO TERZO

TORTUGA


Il sole era calato ormai da ore quando la malandata imbarcazione di Jack Sparrow riuscì ad attraccare nel porto di Tortuga
Non appena la nave smise di beccheggiare Isabelle si sentì enormemente sollevata, sperava che la ciurma, con la scusa dell’arrivo, smettesse di farle saltare i nervi ogni due per tre; dal canto suo li detestava tutti quanti
Nell’ultima parte del viaggio di certo i pirati non avevano fatto molto per entrare nelle sue grazie anzi, esaltati dalla vicina Tortuga, avevano deciso di deliziarla con una canzone stonata e interminabile
Che diamine , cosa aveva di così speciale quel posto tralasciando ovviamente lo stato d’inciviltà in cui era caduto.
-Hum- un silenzio irreale interruppe i suoi pensieri
C’era qualcosa che non andava, dove erano finiti ordini e urla?
Per qualche strana ragione la ciurma non dava più segni di vita, aveva la vaga sensazione di essere rimasta sola così decise di controllare
Alzò titubante lo sguardo e si rese conto che molto, molto lontano da lei si erano radunati tutti ,capitano compreso, e parlavano ora con fare cospiratorio ; nessuno l’aveva mai esclusa, decisamente non poteva approvare un comportamento del genere.
Non era accettabile, come passeggera d’onore a tutti gli effetti voleva essere giustamente informata sul da farsi
Andare di persona al cospetto di quei maleducati però non le sembrava il modo giusto per risolvere il problema,lei era una gentildonna e le gentildonne non si abbassano a tanto, dovevano essere loro a invitarla cortesemente
Perché allora nessuno l’aveva ancora presa in considerazione, forse si erano dimenticati della sua presenza
Scocciata si mise a pestare un piede convinta che potesse bastare per attirare l’attenzione, ma dopo alcuni attimi di insistenza decise che il metodo da lei scelto non portava a nessun risultato, la stavano deliberatamente ignorando. Suo malgrado provò a farsene una ragione
In fondo nessuno le impediva di origliare a distanza, voleva solo cogliere qualche parola qua e la nulla di più così tentò di affinare l’udito avvicinandosi un poco
Dalla parte opposta della nave Jack guardava annoiato i suoi uomini, sembravano delusi
-Capitano che fine ha fatto la democrazia, voi non potete impedirci di scendere a terra-
-Abbiamo perso fin troppo tempo per questa piccola deviazione mi aspetterete qui …… niente terra ,niente donne,niente rum- il capitano sembrava serio ,stranamente serio
-Scenderete solo quindi?- Gibbs non riusciva a comprenderlo ma l’avrebbe appoggiato come suo solito
-No….Isabelle scenderà con me …..fa parte del piano-
Si aveva sentito bene, non c’era alcun dubbio, Jack aveva pronunciato il suo nome, quindi qualsiasi cosa stessero complottando lei ne era coinvolta, al diavolo le buone maniere voleva scoprire qualcosa in più e per farlo doveva andare da loro
-questo è troppo,cosa centro io?- la voce candida della giovane fece sobbalzare il capitano che si girò rapidamente
-Isabelle!- non si aspettava di trovarsela alle spalle così la guardò con aria colpevole limitandosi a sorridere
-parlavate male di me vero?-Isabelle era a dir poco infuriata e voleva sfruttare l' occasione per rimproveragli la riunione alla quale non era stata invitata
-No gioia ,certo che no….stavo giusto informando i miei uomini che ti avrei portata a fare una bella visita turistica, questa cittadina è ricca di tradizioni e di tutto il resto- Jack rimase in attesa, non sapeva esattamente che reazione aspettarsi
La fanciulla per qualche istante non disse nulla, una visita turistica…….. non aveva mai partecipato a visite turistiche……ma dannazione quella era Tortuga
-No…non mi porterà da nessuna parte- non poteva lasciarsi abbindolare
-E invece verrai- quell’ordine le fece ritrovare la solita determinazione, se il capitano insisteva tanto ci doveva essere sotto qualcosa
-ASSOLUTAMENTE NO……. Non metterò piede a Tortuga ne ora ne mai…….- e si girò dall’altra parte incrociando le braccia con fare testardo
-non può costringermi-mugugnò
-Ne sei certa figliola- Jack mosse qualche passo pronto a raggiungerla, quando fu abbastanza vicino le afferrò un braccio, aveva deciso di trascinarla giù dalla nave ma lei inaspettatamente si lasciò cadere sul ponte
- ho detto che non vengo- il capitano era in difficoltà, non aveva la minima intenzione di sollevare il suo dolce peso così cominciò ad agitarle il braccio
-forza donnaccia cocciuta andiamo…….forza-
-No- Isabelle non voleva cedere e Jack aveva esaurito la pazienza
-Gibbs la bottiglia!- mastro Gibbs lo guardò confuso
-la bottiglia capitano?-possibile che quel dannato testone non capisse mai un accidente
-Si, la mia bottiglia di rum…vai a prenderla- il pover’uomo si precipitò nella cabina alla ricerca dell’oggetto, che strano,a cosa poteva servire una bottiglia di rum vuota
-e di grazia cosa intendete fare con una bottiglia di rum- isabelle cercò di catturare l’attenzione del capitano, era curiosa
-posso ubriacarti al punto che troverai le mie iniziative meravigliose- constatò divertito
-lei è completamente pazzo- Isabelle tremò al solo pensiero
-sei libera di credere quello che vuoi, ciò non toglie che ora tu berrai il mio rum……io sarei contento al tuo posto gioia- Gibbs tornò di gran fretta reggendo la bottiglia scura
-eccola capitano- dopo averla presa con la mano libera l’avvicinò alla bocca di Isabelle sogghignando
-no la prego…..non mi obblighi a bere-la giovane non riusciva più a sostenere il suo sguardo –vengo- cos’altro poteva fare, rassegnata si alzò liberandosi in fretta dalla stretta di Jack

 

*


Che strano posto,di certo non si poteva incontrare gente per bene a Tortuga;
La giovane indignata procedeva molto lentamente attenta a non finire nelle pozzanghere che tappezzavano la strada dissestata.
-Isabelle…… pensi di metterci ancora molto?- Jack qualche metro più avanti cominciava a perdere fiducia nel piano
-A quanto pare questa via è un po’ troppo complicata per te!- sorrise osservando la giovane che scivolava a terra
-accidenti……è molto tradizionale direi- isabelle cercò di rialzarsi ma lo strato di fanghiglia su cui si era bloccata la costrinse a tornare nella posizione iniziale.
Perché in momenti come quello non riusciva a dimostrare tutta la sua superiorità camminando ben dritta e fiera, si faceva pena da sola
-quando finirà questa visita?.... comincia a diventare dannosa per la mia salute- Isabelle gattonò lontano dalla trappola scivolosa nel tentativo di sfuggire alla triste situazione
-figliola ,a dire la verità,siamo solo scesi dalla nave……….- jack le fece segno di voltarsi
Contrariata osservò la strada alle sue spalle, era seriamente convinta di aver percorso un bel tratto quindi rimase sconvolta quando notò che la nave era ancora a pochi passi dalla sua persona, cominciava a temere di aver camminato all’indietro senza accorgersene
Stava perdendo tempo inutilmente e questo non era sfuggito al capitano che non trovando altra soluzione decise di intervenire;
si guardò intorno con circospezione per poi avvicinarsi alla giovane
-e comunque questa non è una visita turistica……….siamo in missione comprendi?-
A quelle parole Isabelle saltò in piedi agile e scattante, non riusciva a crederci
-Che genere di missione?- contro ogni logica era nata in lei l’insensata voglia di fare qualcosa di irresponsabile e pericoloso
-è una questione di vita o di morte e concorderai con me immagino nel giudicare le questioni di vita o di morte segreti …… quindi dal momento che la missione di cui ti ho accennato prima rientra tra le suddette questioni…non posso dirtelo……mi dispiace gioia-
In poche parole doveva rimanere all’oscuro di tutto, poco importava, Jack non avrebbe seriamente messo la sua vita a repentaglio, ne era quasi certa
-Però devi sapere che……….-Il capitano le si avvicinò pericolosamente- tu sei l’elemento indispensabile…..fondamenteale ……..irrinunciabilre….e via dicendo- La giovane si sentiva quasi in soggezione,Jack era troppo vicino per i suoi gusti, doveva escogitare qualcosa , si allontanò con un balzo guardandolo intensamente
-Ho afferrato il concetto……ANDIAMO- gli occhi le brillarono per l’eccitazione
-Isabelle dove vuoi andare?- Il capitano la guardava allontanarsi confuso
-vado a portare a termine la missione ovviamente- si bloccò interdetta, non riusciva proprio a capire, se decideva di fare una cosa non andava bene e se decideva di non farla non andava bene lo stesso insomma cosa voleva da lei Jack Sparrow
-Ammiro il tuo entusiasmo…ma….la missione non si porta a termine da quella parte- Jack le indicò una strada scoscesa che saliva fino a una sorta di locanda
-Per l’esattezza è li che dobbiamo andare- Isabelle, guardò prima il percorso e poi la meta cercando di mantenere una certa dignità
-Ah!- non riuscì a dire altro, dalla sua postazione la locanda sembrava irraggiungibile
-Ah si tesoro- Il capitano le fece strada divertito, quella fanciulla era proprio un disastro.

 

*

 

In un primo momento pensò di essere entrata in un altro mondo, quindi quella era una locanda, all’interno tutto appariva caotico e colorato non aveva mai visto uno spettacolo del genere;
c’erano persone che bevevano, altre che cantavano, altre ancora litigavano, la giovane con gli occhi sbarrati osservava curiosa tutte quelle novità e quasi non si accorse che Jack la stava sospingendo verso una lunga tavolata
-Su ….. Sali- Isabelle lo guardò confusa, perché mai doveva finire su un tavolo, le sembrava assurdo
-spicciati- Jack le diede una piccola spinta per aiutarla nell’arrampicata e poi la raggiunse agilmente
Nessuno sembrava essersi accorto della loro presenza, molto probabilmente erano abituati alle stranezze;
Senza indugiare un attimo il capitano afferrò la sua mano e lei rispose con uno sguardo carico di complicità, era pronta per la missione
-Signori ,ascoltatemi, ho da proporvi uno scambio- Il locale cadde nel silenzio più assoluto, con voce profonda Jack Sparrow era riuscito a catturare l’attenzione degli allegri bucanieri.
Sollevò il braccio di Isabelle sfoderando un sorriso sghembo
-Questa bellissima donna per una bottiglia di rum-
-Si questa bellissima donna…….- la voce della giovane seguì quella del capitano ma si spense quasi immediatamente, c’era qualcosa che non quadrava
- MA COSA….Jack …..ho sentitò bene?- Non poté fare a meno di scrutare preoccupata la folla che cominciava a scaldarsi mandando cenni d’assenso
-Perfettamente……ora mi dispiace gioia ma devo andare…ho da fare- Jack saltò giù dal tavolo e fece correre lo sguardo da destra a sinistra
-ma……………….-il panico cominciava a prendere il sopravvento, non sapeva come comportarsi;
la reazione della donna l’aveva insospettito così per essere sicuro di aver scelto un diversivo decente cercò di incoraggiarla
-Non eri tu che volevi farmi vedere di cosa sei capace…..se vuoi un consiglio corri-
- PIRATA CRUDELE!-in quel momento avrebbe voluto ucciderlo ma aveva problemi molto più urgenti su cui concentrare l’attenzione
-Senza alcun dubbio figliola-
Non avevano altro da dirsi, quella era l’occasione buona per abbandonarla al suo destino
-Ebbene dov’è il rum?- alcuni uomini indicarono la strada che portava alla cantina
-la fanciulla è tutta vostra!- e si diresse indifferente verso quella direzione
Nello stesso istante in cui Jack si allontanava decine di uomini ubriachi si gettarono sulla poveretta tirando e strappando il suo vestito
-BONTA’ DIVINA!!-Isabelle si divincolò a fatica e tentò la fuga lungo il tavolo
-Dove vai dolcezza??-
-vieni qui bambolina!-
-ehi non scappare!-
quei fuorilegge come immaginava non avevano la minima intenzione di lasciarla andare; le serviva qualcosa, qualsiasi cosa,meglio se acuminata ovviamente
senza fermarsi si chinò afferrando il primo oggetto capitato tra le sue mani
era il momento di agire, decise di arrestare la corsa per poi voltarsi, a quel punto l’unico atteggiamento che poteva darle una possibilità di salvezza era affrontare direttamente i suoi assalitori.
Con aria minacciosa puntò contro questi l’oggetto di cui si era appena appropriata
-FERMI!!......Ho questo……….-Isabelle abbassò lo sguardo per accertarsi sull’identità dell’arma fatale- cosciotto d’agnello???- no, non era possibile, un cosciotto d’agnello accidentaccio cosa poteva fare con un cosciotto d’agnello, la sua sfortuna non aveva limiti
- e….e….e non ho paura di usarlo!-dopo la coraggiosa scena con la quale si era fatta valere non poteva certo tirarsi indietro, in qualche modo doveva pur concludere
Tutti gli uomini sghignazzarono  pronti per la cattura.
Isabelle fortunatamente aveva intuito il loro intento e quindi riprese a scappare, il suo obbiettivo era una grossa porta, sperava sinceramente che portasse all’esterno
-Dannazione!-
proprio sul limitare del tavolo però, quando credeva ormai di essere salva, un vecchio uomo calvo le bloccò la strada da terra,la giovane lo sovrastava ma questo non sembrava preoccuparsene anzi continuava a guardarla famelico scoprendo un ghigno sdentato
-Oddio……che esempio di rara bruttezza!- sconvolta si ritrovò a sferrare un calcio così forte da farlo crollare a terra
-ne ho atterrato uno?......NE HO ATTERRATO UNO!-era la prima volta che faceva una cosa simile e come una bambina voleva rendere noto il lieto evento, quella piccola distrazione però le costò l’incontro con un enorme omone che approfittando del momento l’aveva raggiunta
-hem…..- doveva prendere tempo;
Quell’uomo a giudicare dall’espressione non doveva essere molto intelligente se giocava bene le sue carte non le sarebbe successo niente
-Cosa Jack?…..si certo arrivo subito!-l’energumeno osservò Isabelle incredulo- scusate la mia scortesia signore ma non posso intrattenermi, purtroppo la mia persona è richiesta da un'altra parte- fece una finta e saltò giù dal tavolo precipitandosi verso l’uscita, ce l’aveva fatta.

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Capitolo 4
*** La fuga ***


NOTA DELL’AUTORE: vi ringrazio per aver seguito con tanta pazienza i capitoli di questa fan fiction…..sono davvero contenta che vi piaccia……ah ecco……..scusate se ci ho messo tanto per pubblicare questa parte ma a quanto pare gli impegni hanno deciso di torturarmi più del solito…spero comunque di ripagarvi con questo capitolo………….mi fa sempre tanto piacere ricevere recensioni le leggo e rileggo…….giusto, giusto per rendermi veramente conto che qualcuno ha il coraggio di leggere e seguire la mia fan fiction quindi ……………..Monipotty e 68keira68…mi illuminate la giornata con i vostri commenti hihihihi…spero di riceverne ancora……e farò di tutto per continuare a scrivere questa storia…anche a costo di ritirarmi a vita privata su un monte cambiando identità per evitare le scocciature della scuola!!!!!......buona lettura a tutti!!!!

 

CAPITOLO QUARTO
LA FUGA


L’aria fresca della notte sferzò contro il suo viso mentre correva a rotta di collo lungo le strade di Tortuga ,più indietro alcuni uomini continuavano a seguirla, doveva seminarli ad ogni costo;
Non conosceva il posto di conseguenza non aveva la più pallida idea di dove andare, poteva solo affidarsi all’intuito ; destra, sinistra ancora destra,sapeva benissimo che utilizzando quel metodo si sarebbe persa,ma non le importava
Proprio grazie ai continui cambiamenti di direzione era riuscita a conquistare un piccolo vantaggio,quindi, in nome della sua salvezza, doveva continuare a depistarli
La giovane approfittò del suo stato per fiondarsi in una viuzza laterale buia e anonima
-Cosa faccio?…..cosa faccio?- non voleva assolutamente finire tra le grinfie di quei barbari incivili ma come in ogni momento di panico non le veniva in mente nulla di costruttivo
Stava per perdere le speranze quando una catapecchia piuttosto nascosta attirò la sua attenzione, non poteva chiedere di meglio,contro ogni suo sano principio decise di entrare, in fondo si trattava di rimanere li dentro solo fino a quando gli inseguitori non avessero rinunciato alla sua persona.
Chiuse piano la porta e vi si appoggiò nella speranza di riprendere un po’ il fiato
La corsa l’aveva distrutta, che situazione assurda lei, Isabelle Davenant,nobildonna a tutti gli effetti, aveva alle calcagna una folla imbufalita, doveva proprio trattarsi di un brutto sogno
-donnina……….donnina vieni qui!-qualcuno aveva parlato facendola sobbalzare
Un uomo dall’altro lato della piccola stanza la guardava deliziato con una bottiglia sospetta in mano
-Oh no un altro…..ma non è possibile… qui ci sono uomini strani proprio dappertutto- Era assolutamente indignata da Tortuga e dai suoi abitanti
Per sua fortuna quel rimprovero non fece alcun effetto sul bucaniere che anzi decise di continuare nel suo intento
-ehi ..ma non mi ascolti!- cominciava a preoccuparsi sembrava che l’uomo,chiaramente ubriaco,stesse per perdere il controllo sugli eventi
-Ho detto che devi venire qui…..hai capito donnina?- Isabelle deglutì prima di rispondergli,se voleva fuggire doveva provare a distrarlo con la sua cultura
-In verità sarei molto lusingata di assecondarvi ma….ma se prendiamo in considerazione la tanto declamata teoria dei contrari secondo la quale tutto ciò che è verità diventa menzogna e tutto ciò che è menzogna diventa verità, in virtù di quanto è stato detto e da un punto di vista strettamente allegorico trascendentale io non posso adempire alla richiesta se dichiaro di essere…hem…….un uomo- come diavolo faceva a pensare certe cose, doveva ammettere che ogni tanto si stupiva di se stessa
L’ubriacone ammutolito lasciò cadere la bottiglia che si infranse a terra –Cosa?-
-In una parola……Addio!-se proprio doveva scegliere preferiva la folla imbufalita almeno all’aria aperta non doveva sopportare l’odore di rum
Tornò sulla strada sbattendo fragorosamente la porta, fu un grosso errore ma se ne rese conto troppo tardi,quando ormai aveva rivelato a tutti la sua posizione
-oh no!-complimentandosi con se stessa per l’intelligente trovata riprese la fuga,……sbattere le porte e da quando lo faceva?
Era tutta colpa di quel pirata maleducato se stava perdendo l’uso delle buone maniere,già quell’odioso capitano disonesto che l’aveva fregata,un momento, che soluzione geniale,l’illuminante piano da lei appena ideato si prospettava piuttosto semplice, non doveva fare altro che raggiungere la nave di Jack Sparrow,
in cuor suo sperava che la ciurma vedendola in difficoltà la liberasse dal pericolo, ovviamente era superfluo pensare al fatto che era stato proprio il loro capitano a metterla in quel brutto guaio
Di nuovo si lanciò in una corsa disperata ma questa volta nel senso inverso.

*

Finalmente eccola,dissestata e ripida la discesa che all’andata aveva tanto odiato ora le riempiva il cuore di felicità.
Colta dall’entusiasmo percorse rapidamente il primo tratto, il suo obbiettivo era raggiungere la nave nel minor tempo possibile e ce l’avrebbe fatta se un ammasso informe non avesse improvvisamente deciso di ostruire la strada
-Ma che diavolo………- a quell’orribile visione lo stato di irritazione Isabelliana superò ogni limite
Jack Sparrow, fermo a metà tragitto, cercava di smuovere con tutte le sue forze un piccolo carretto sul quale aveva caricato molte botti di rum
-Ben gli sta-
La giovane non poté fare a meno di sorridere compiaciuta trovando nella ridicola scena una piccola vendetta
pensandoci meglio si meritava pene ben peggiori di un carretto bloccato, dannazione l’aveva pur sempre scambiata con una bottiglia di rum,non approvava quel gesto,lei valeva molto di più,come minimo cinque botti e in ogni caso non doveva permettersi di metterla nei guai
Delle urla lontane la riportarono alla realtà,si rese conto immediatamente di non aver abbastanza tempo per fantasticare sulle future sofferenze del capitano, in quel momento la fuga aveva la priorità su tutto il resto così malvolentieri si vide costretta ad abbandonare quei piacevolissimi pensieri
-Capitano..... la pagherà cara-il sussurro appena accennato non arrivò alle orecchie del capitano ma le servì per metterla del giusto umore
Quella frase ebbe il benefico effetto di farle raggiungere in pochi attimi l’odiato compare,dal canto suo decise comunque di non fermarsi, anzi per dimostrare quanto fosse semplice procedere senza un carretto dispettoso al seguito lasciò che la pendenza della strada accelerasse la sua andatura
Isabelle sogghignò soddisfatta mentre correva di buon grado, moriva dalla voglia di ripetere quelle parole che il signor frego chiunque perché mi va le aveva propinato al momento dello scambio, non tanto per avvertirlo del pericolo, più semplicemente voleva fargli notare quanto l’avesse indignata il suo comportamento
-….SE VUOI UN CONSIGLIO…….CORRI-
Jack sentendo ciò si riscosse dal suo compito e guardò la ragazza superalo, era agitata e correva, soprattutto correva non era un tipico comportamento da miss Isabelle Davenant, le nobildonne si offendono e gridano ma non si affannano mai in sforzi fisici troppo elevati
Sospettoso alzò lo sguardo verso la locanda, doveva arrivare da li sicuramente, o almeno era li che l’aveva lasciata
-Mannaggia-
Al principio della strada un gruppetto di uomini lo fissò per qualche istante, non ci misero molto per realizzare quanto stava accadendo
-quello è il nostro rum!-
-ha rubato il nostro rum-
-PRENDIAMOLO-
L’attenzione era decisamente passata sul povero capitano, le belle fanciulle passano in secondo piano quando c’è di mezzo il rum, dovevano fermarlo ad ogni costo
Jack cominciò a strattonare e tirare istericamente quella maledetta legnosità che non voleva collaborare
Si sentì un rumore sordo e il carretto sfuggì dalla sua presa perdendo progressivamente il controllo,era riuscito a liberalo dal problema,senza alcun dubbio, ma a quel punto non poteva fare altro che osservarlo mentre scendeva a una velocità paurosa verso la nave
-ISABELLE…..- Anche il capitano, spinto da un forte istinto di sopravvivenza si mise a correre
-ISABELLE………..FERMALO………………..SALVA IL RUM!-La giovane si voltò sconvolta , cosa voleva da lei ancora
-ODDIO- alle sue spalle un carretto impazzito minacciava di investirla
-NEANCHE PER SOGNO………….- riuscì ad evitarlo lasciando che l’inconsueto oggetto la superasse
-….DI QUESTO PASSO SARA’ L’UNICO A SALVARSI- urlò queste ultime parole sinceramente terrorizzata ,i bucanieri stavano guadagnando terreno,era inutile illudersi non avevano molte speranze.
Quella strada sembrava interminabile, guardò avanti a se per accertarsi sulla distanza che ancora doveva percorrere ma si ritrovò a fissare alcuni uomini dalla ciurma,non ci poteva credere erano scesi a terra pronti per salvarla, aveva fatto bene a riporre fiducia in loro, forse in fondo non erano così male come aveva pensato inizialmente.
Non ci volle molto e la terribile verità le crollò addosso costringendola ad arrestare bruscamente la corsa
-NOOOO...fermi....piccoli infami-
Provò un'ira spropositata quando scoprì il vero intento della ciurma;
In realtà avevano lasciato la nave giusto, giusto per placare il carretto e portare al sicuro il rum, una volta completato il loro dovere infatti si erano ritirati nuovamente negli antri dell’imbarcazione
la prima impressione che aveva avuto nei confronti di quegli egocentrici alcolizzati era certamente quella giusta,al diavolo i pirati sarebbe comunque salita su quella nave anche a costo di usare la forza
con una nuova carica di determinazione riuscì a raggiungere il molo ma la testardaggine non servì per evitarle un'orribile presa di coscienza,l’equipaggio non solo si era rifiutato di dare aiuto ma aveva anche deciso di salpare lasciando indietro i due malcapitati e tutti i loro guai
Era assolutamente sconvolta e rimase sul limitare del porto con gli occhi sbarrati, no, non potevano fare una cosa del genere senza il suo consenso
Jack le fu accanto poco dopo, non sembrava preoccupato e si mise ad osservare fiducioso mastro Gibbs che si allontanava,quel comportamento non si addiceva alla situazione, forse non erano stati abbandonati come sembrava, aggrappandosi a quest’ultima speranza anche Isabelle si ritrovò a scrutare il buon uomo
Gibbs, dalla poppa della nave lanciò la prima cima e Jack l’afferrò con abilità e sorridente, aspettò il turno di Isabelle prima di abbandonare il porto,non voleva perdersi lo spettacolo, la giovane stava per dare sfoggio delle sue qualità cordaiole, c'era da divertirsi
Offesa da quell’atteggiamento tentò di prepararsi alla presa
-che sarà mai…- non sembrava una cosa difficile la corda arriva e tu la prendi fine della storia
Ed ecco che dalla nave giunse anche la seconda cima, era talmente ansiosa di dimostrare la sua bravura che riuscì a mancarla.
demoralizzata osservò la corda tornare dal suo legittimo proprietario,Gibbs ormai era troppo lontano per tentare un altro lancio,che disastro
in qualche modo doveva salvare la situazione,decise di optare per lo sguardo implorante
-Jack……-lui osservò Isabelle serio e per qualche istante parve indeciso sul da farsi.
-Jack …andiamo…non mi lascerà qui…..- jack sparrow suo malgrado prese una decisione, rapidamente la strinse a se e spiccando un balzo lasciò che la cima li portasse verso lo scafo della nave, verso la salvezza

*

Dopo tutto quello che le aveva fatto, dopo tutto quello che le aveva detto perché non poteva fare a meno di provare gratitudine nei confronti di quell’uomo disonesto
Forse perché tra le sue braccia si sentiva sicura,lontana da qualsiasi pericolo, o forse perché l’improvvisa vicinanza le confondeva le idee ma non doveva essergli grata,no, lei lo odiava, lo odiava con tutta se stessa ne era certa, eppure…..
Sollevò timida il viso per scrutare la sua espressione, jack guardava avanti a se, verso il porto che si faceva sempre più lontano, chissà quali erano i suoi pensieri……
Accidenti, ma cosa diavolo stava facendo, lei era miss Isabelle Davenant, non doveva comportarsi così
Certo che per una volta, una soltanto poteva anche cedere, lasciare che le sensazioni prendessero il sopravvento sulla ragione,in fondo cosa aveva da perdere
Chiuse gli occhi e posò la testa sulla sua spalla,era felice
Libertà, passione, rischio,avventura solo ora cominciava a capire il vero significato di quelle parole
In risposta a quel gesto il capitano abbassò lo sguardo scrutandola divertito, per qualche istante non disse nulla ma poi………..
-Gioia, dobbiamo tornare sul ponte, non che mi dispiaccia stare qui sia chiaro, sei molto interessante ma vedi…..cominci a pesare e io ho bisogno di rum……particolarmente rum-
Prontamente lasciò la sua spalla per osservarlo confusa
-io……..hem……..non penserà che….-una mezza domanda completamente inutile,purtroppo la risposta si leggeva chiaramente nell’espressione dispettosa del capitano
-VADA ALL’INFERNO!- la cosa peggiore era che in quella posizione non poteva neanche andarsene stizzita come invece avrebbe voluto fare, cercò comunque di aggrapparsi alla corda per tentare una goffa arrampicata
-Figliola ci sono già stato, non è neanche così male ti assicuro- ma che crudeltà, basta non poteva sopportare altro, Isabelle lo abbandonò calpestandolo senza ritegno doveva pur scavalcarlo in qualche modo……e quel modo se l’era meritato pienamente
Con molta fatica e l’aiuto del signor Gibbs riuscì a raggiungere il ponte e li si lasciò cadere sfinita, orami aveva deciso, non si sarebbe più mossa, quella sera aveva dato abbastanza
Jack Sparrow saltò sul ponte subito dopo,che sbruffone,lo guardò da terra incrociando le braccia offesa ma lui evidentemente non ci fece caso e le si avvicinò ignorando il suo stato d’animo
-Se mi è lecito saperlo potresti dirmi come hai fatto a fuggire- era sinceramente curioso, insomma non è da tutti fregare una folla Tortughese
-Utilizzando la mia sconfinata cultura ovviamente- Isabelle era fiera di se, si sentiva molto pirata in quel momento, si , era giunto il momento di mettersi in mostra e accantonare il risentimento
-Ovviamente……….posso immaginare- il capitano la guardò pieno di sospetti
-Ha visto, che alla fine ho trovato il modo di tirar fuori la mia parte piratesca- lo guardò esaltata, aveva vinto lei
-Per carità………tesoro tu non sei e non sarai mai un pirata……- la giovane non riusciva a capire, cosa c’era in lei che non andava,insomma ne aveva passate di tutti i colori e secondo il suo modesto parere quello poteva bastare per diventare un pirata
-Che cosa?- forse non si era espresso abbastanza chiaramente, doveva ritentare la spiegazione
-Io sono miss Isabelle Davenant…e dò del voi a tutte le persone che incontro……..guardate il mio bel vestito…- Jack aveva deciso di provare con la sua crudele imitazione
-….ma per favore…i pirati non sono donnette figliola……prova ad essere più uomo- se non capiva così doveva essere chiaramente ritardata
- Ma come faccio ad essere più uomo se sono una donna?- certo che il capitano pretendeva un po’ troppo da lei
-Non ne ho la più pallida idea…….questo lo lascio a te- il problema non lo toccava minimamente e quindi dopo aver espresso le sue opinioni se ne andò lasciandola pensierosa sul ponte
Isabelle strinse le ginocchia al petto cercando di ignorare la sua situazione,era sporca e il suo vestito cadeva a pezzi,ma almeno poteva dichiararsi salva e questo le doveva bastare.
E allora perché non riusciva a tranquillizzarsi, sembrava che tutte le angosce patite nella giornata avessero deciso di invaderla proprio in quel momento, si sentiva come quando, da bambina, sobbalzava spaventata per un brutto incubo, solo che sulla nave nel bel mezzo dell’oceano non c’era nessuno pronto a consolarla
Era tutta colpa di quel dannato segno, era tutta colpa di quell’orribile cicatrice, era tutta colpa di quel maledetto marchio se tutto era cambiato
Isabelle abbassò lo sguardo per accertarsi che la scottatura fosse ancora li al suo posto e si stupì nel vedere l’ enorme mutamento;
Se prima era una macchia irregolare solcata da una più scura e sottile ora si poteva chiaramente distinguere un cerchio perfetto oscurato da una sorta di esse scarlatta, come aveva fatto a non accorgersene e soprattutto quando era successo, cominciava a chiedersi se il comandante non avesse detto la verità, magari lei non era la figlia dei Davenant, a quei pensieri la sua mano si strinse convulsivamente sul medaglione che portava al collo, non doveva essere così
Lontano da tutti Jack Sparrow poteva finalmente godersi il rum nella sua tranquilla cabina,ma c’era qualcosa che lo tormentava,forse un ricordo legato alla sua infanzia,quei capelli rossi e quello sguardo ardente e scuro, avevano un non so che di famigliare …………ma dove li aveva visti?

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