Living With Kids

di _Light_Blue_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitoli 1 : Un grande cambiamento ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Pensieri ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 in my life there's you again ***



Capitolo 1
*** Capitoli 1 : Un grande cambiamento ***




Capitolo 1 : Un grande cambiamento
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Mi chiamo Stephanie. Ho 16 anni e vivo con mio padre, dopo la morte di mia madre lui si è ammalato e mio fratello Niall ha iniziato a cambiare, è diventato premuroso con me e possessivo. Ha iniziato a sfogare le sue emozioni con la musica e poi si è unito a loro. Gli one direction. Da quel giorno non l'ho visto più. 

Partiva e tornava la sera tardi del giorno dopo o stava via per giorni per poi tornare per qualche ora a casa.
Adesso si è trasferito e vive con quei 4 ragazzi, suoi compagni di Band.
Li odio, tutti. Mi hanno strappato via mio fratello.
Ora mio padre è malato, i medici dicono che gli rimane poco da vivere ed io non riesco a contattare Niall per informarlo della presunta morte di nostro padre.

- Stephanie... - mi chiamò. Lasua foce era sofferente, prova di un grande sforzo.
- Papà! papà dimmi, sono qui.- 
- Promettimi... Promettimi che starai vicina a tuo fratello... -
A quelle parole il tempo sembrò fermarsi. Il mio cuore accellerò, i miei respiri si congelarono nell'aria, mentre i suoi, quelli di mio padre diminuirono sempre dippiù.
- Si papà, te lo giuro. - Dissi con la voce spezzata dallo sforzo di non piangere. - Tu non mi lasciare ti prego.  papà...  -
Non ci fù nulla da fare. I suoi occhi si chiusero, la sua mano, da prima stretta intorno alla mia si indebolì ricadendo sul letto.
Mi sentii l'aria mancare. 

Sentii il suo cuore fermarsi, vidi il suo petto appittirsi sotto il tocco delle mie mani disperate.
Cacciai un urlo disperato alla ricerca di aiuto.
Caddi a terra piangendo, sentendo diversi dottori ed infermiere irrompere nella camera.
Portai le mani al viso cercando di frenare una voglia di gridare disperata.

Restai a terra, piangevo, avrò pianto per ore. 

- Dobbiamo portarla fuori di lì... - 
Sentiisussurrare un'infermiera sul ciglio della porta.
- No, non è il caso. Lasciamola in pace. poverina. il padre era tutto quello che aveva.-
- non ha altri famigliari? - 
- vivono lontano, non posso permettersi di tenerla. dovrà andare in una casa famiglia.- 
Una voce maschile smentì le due infermiere.
- Ha un fratello maggiorenne, può occuparsi di lei. è stato contattato e verrà a prenderla domani. La ragazza passerà la notte qui procuratele un letto. -

Un fratello maggiorenne.
Può occuparsi di lei.
Verrà  prenderla domani.
Niall...


Passai la notte a pensare a Niall. Erano 2 anni che non lo vedevo più. Mio fratello maggiore... Stavo per rincontrarlo finalmente. Come sarà vivere con lui? Mi tratterà diversamente da come mi trattava prima?...

Sentii una mano toccarmi la spalla. Non mi girai. rimasi impassibile a singhiozzare.

- Steph... Steph sono io. - Disse con la voce strozzata.
Mi girai di scatto. Provai a guardarlo negli occhi ma era notte e non lo vedevo bene in faccia.
Era Niall però, riconoscetti quella voce.
Saltai in braccio a lui e scoppiai a piangere.
Mi teneva stretta forte, mi diceva di non piangere ma lui dopo un pò cominciò a fare lo stesso.

Non mi reggeva più, sentivo le sue braccia che cedevano e mi ripoggiò sul letto sedendosi accanto a me ma senza lasciarmi.
- Steph, mi sei mancata. - Singhiozzò.
- Perchè... Perchè te ne sei andato. Mi hai lasciata. Ci hai lasciati. Papà stava male e io non ho potuto contattarti in nessun modo. Perchè mi hai abbandonata? Perchè l'hai fatto?- Urlai in preda alla collera.
Lo colpii con un pugno dietro le spalle, reagì stringendomi ancora più forte, iniziando a tremare, trattenendo le lacrime che sempre più voracemente minacciavano di uscire.
- Perchè l'hai fatto Niall ... - 
- Steph... Non sai quanto mi dispiace. .

Cercammo di ricomporci, si alzò e mi tese la mano.

Lo guardai nella penombra per un pò, poi presi la sua mano e mi alzai.
Mi sentii un pò stordita, forse dallo sforzo fatto fino a quel momento.
Niall mi trascinò fuori dalla stanza, si girò verso di me e si avvicinò toccandomi i capelli.

- Sei diventata bellissima. Sono fiero di te. -
- Grazie... - Risposi sussurrando con lo sguardo rivolto verso il basso.
Poi lo alzai. Incrociando due iridi blu che tremaano, che mi guardavano gioiosi, ma che esprimevano dolore.
 
Lo abbracciai stretto, posai la testa sulla sua spalla stringendo forte gli occhi.
Quando li riaprii notai dietro di lui poggiati al muro quattro ragazzi che stavano osservando la scena in silenzio.

Niall allentò  la presa dandomi un bacio sulla fronte, poi si girò verso i ragazzi.
- Stephanie... Loro sono Zayn, Liam, Harrye Louis. -
Disse indicandoli uno per uno.
Prima un moro, con i jeanse strappati e una felpa rossa, poi un ragazzo dai capelli castani, con una maglietta blu con le maniche lunghe e bianche, e un paio di pantaloni neri. Avevano entrambi gli occhi marroni. Poi il riccio, con due occhi verde smeraldini che risaltavano su tutto il viso, indossava una maglietta bianca coperta da una giacca marroncina e dei pantaloni baje. In fine un ragazzo con gli occhi di ghiaccio come mio fratello, con una magietta a maniche lunghe a righe e un paio di jeanse scuri.
Ero rimasta a fissare bene quei ragazzi, quando Niall mi prese la mano e indirizzò verso l'uscita del corridoio. 
Ci diressimo verso l'uscita, ad aspettarci c'era un suv nero, il ricchio entrò dalla parte del giudatore e Niall mi fece sedere dietro.

- Vieni, siediti qui accanto a me Steph. Tranquilla. - Mi sorrise  Louis.
Guardai mio fratello che mi fece un sorrisetto finto di complicità, smascherato dalla lucentezza dei suoi occhi rossi.
Entrai nella macchina e mi sedetti vicino a questo ragazzo seduto nel mezzo. 
Quando la portiera si chiuse mi poggiai sul finestrino guardando mio fratello fare il giro della macchina per montare alla portiera opposta alla mia, accanto a Zayn, mentre Liam si sedette vicino al guidatore.
Per una buona parte del tragitto stetti poggiata al vetro della macchina, poi cominciò a piovere.
Le goccioline facevano a gara per toccare il fondo.
Mi ricordavano le mie lacrime, uqei giorni, consapevole di perdere mio padre. Dure, fredde...
- Ci mancava solo questa ... Ha cominciato a piovere.-
Commentò Louis.
Più le guardavo più le immagini e i sentimenti ripercorevano la mia mente.
Più quelle goccie di pioggia attraversavano il vetro, ppiù le mie lacrime amareattraversavano il mio viso, rigandomi il volto, ancora una volta.

Posai la fronte contro il vetro gelato, sentendo un brivido freddo percorrermi la schiena.
Dalla stanchezza, senza rendermene conto mi addormentai in quella posizione.

La macchina si fermò, facendomi sobbalzare. La pioggia era terminata ma si sentiva quell'odore di bagnato molto pungente.
La portiera si aprì, la prima cosa a cui feci caso fù il freddo pungente nell'aria che mi ricordava quello che stavo provando.
Il celo era ancora nero, ma all'orizzonte poteva vedersi un leggero chiarore.

Guardai Niall che mi fece un'altro sorriso fasullo. Scesi dalla macchina, mi seguì mio fratello e gli altri del gruppo, tranne Harry che si allontanò. 
Guardai la macchina andarsene, poi mi girai verso quela che sarebbe stata la mia nuova casa
Louis andò ad aprire la porta, Niall mi spinse ad entrare.
Era grande, era bella e aveva un odore di... Libri nuovi credo con un lieve profumo di limone. 
Mi fermai al centro della stanza e mi girai verso Niall. 
- Domani andrò a prendere le tue cose a casa, poi pian piano porteremmo qui tutto quello che vuoi. - 
- Ti accompagno io e Zayn, Harry e Liam resteranno con Stephanie. Va bene Niall?-
Lo interruppe Louis posando le chiavi su un tavolo vicino la porta.
- Si Lou, grazie ragazzi.-
Niall mi portò fino ad una stanza che presumibilmente era la mia nuova camera. Entrai.
Al centro della stanza c'era un grande letto matrimoniale con dietro una grande vetrata affacciata su un bellissimo prato e la piscina, tutto oscurato da quella fredda notte.
Il colore predominante era il blu, il mio colore preferito. 
Sulla sinistra c'era un grande armadio, sulla destra invece qualche cassettone. Vicino la porta c'era una scrivania con sopra una lampada. La cosa che mi piaceva più di tutte era il tappetone peloso color ciano che si trovava al centro della stanza.
- E' la tua camera, ti piace? -
Non risposi, presa a guardare la stanza. 
- Lo so. Non è adatta ad una ragazza, ma potrai trasformarla come più ti piace, se vuoi puoi cambiare colore, farla tutta rosa, un enorme confetto rosa. -
Niall si avviò verso il letto.
Sorrisi cercando uno sguardo di complicità negli occhi di Niall.
Una volta trovato lui mi sorrise, un sorriso vero.
Vedendolo lì, mio fratello, di nuovo davanti i miei occhi, la gioia mi pervase.
Gli corsi incontro e lo abbracciai.
- Sono felice di averti vicina. -
I suoi occhi cominciarono a tremare nuovamente, poi la sua voce si strozzò da un pianto.
- Perdonami ti prego. Non potevo sopportare la perdita di nostra madre e... E non sono riuscito più a contattarvi. Te lo giuro, mi siete mancati così tanto.... -
Dissestringendo la presa. Sentivo soffocarmi, ma era quello che volevo. Trovarmi ancora una volta tra le braccia della persona più importante della mia vita.
-Ti perdono. Niall, ti perdono. Ti voglio tanto bene, sono felice di rivederti e riaverti. -
Rimanemmo in quella posizione per qualche secondo, fin quando non iniziò ad allentare la presa.
Prima ancora che si separasse da me, iniziò a mancarmi il ocntatto fisico.
- Steph... Ti lascio sola. Per QUALSIASI cosa sono nella stanza accanto. Chiamami o bussami a qualsiasi ora del giorno e della notte capito? - 
Annuii debolmente.
- Non chiudere la porta, accostala. -
Gli risposi con un sorriso.
- Ti voglio bene fratellone. -


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***




Capitolo 2: Aspettare

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Mi distesi sulla schiena sul materasso, si fece largo nella mia testa un senzo di solitudine lancinante, mentre lo stomaco cominciò a farmi male.

Portai le braccia su esso cercando di alleviare il senzo si nausea, ma questo imperterrito continuava a dolermi.

Mi sentivo gettata in un angolo, dopo essere stata strappata dalla mia vita, mi sentivo completamente abbandonata, come un cane in mezzo alla strada, al freddo. 
Impaurita, del mio futuro, non sapevo cosa avrei fatto da lì a cinque minuti, se avrei dormito, se avrei pianto...

Sentivo il cuore battere, forte, provocando fitte lancinanti al mio spirito.
Il mio cuore batte ancora, il suo cuore, della persona più cara a me in assoluto non batte più.
Mi sentivo perduta.

Trattenni il respiro per evitare di piangere, ma le lacrime prepotentemente iniziarono a farsi largo.
Combattevo contro me stessa.
Chiusi gli occhi cercando di prendere un bel respiro per calmarmi, ma quando l'aria lasciò il mio corpo, portò con se anche quelle goccie d'acqua salata.

rimasi impassibile, immobile, con le lacrime che uscivano dai miei occhi.
Non singhiozzavo, non mi lamentavo.
ero lì, immobile e vuota.

Quando i miei respiri si regolarizzarono con i battiti del cuore affannosi, afferrai un cuscino accanto a me e lo strinsi al petto, dove lancinanti fitte mi perforavano da parte a parte.

Affondai il viso su esso, mantenendo gli occhi saldamente chiusi e la bocca aperta per far arrivare più ossigeno possibile ai polmoni.

Ma mi sentivo comunque soffocare.

Non avevo intenzione di svegliare gli altri ragazzi, di disturbare mio fratello.

... Mio fratello, il ragazzo che per due anni rimase lontano da me, mi abbandonò al mio destino, abbandonò nostro padre alla malattia.
Malattia che dovetti combattere al suo fianco, finendo sconfitta e umiliata.

Finii con l'addormentarmi cullata dalla voce di Niall nella mia testa.


Mi svegliai con un profumo di caffèlatte che mi riscaldava il corpo infreddolito da quella notte da dimenticare.

Dalla porta semi chiusa riuscivo a sentire le voci di Harry e Liam.

- Non so cosa le piace! - 
- Lo so io secondo te harry? - 

I ragazzi discutevano amichevolmente, sentivo il rumore di piatti di coccio e bicchieri di verto scontrarsi tra di loro, Harry stava sicuramente cucinando, mentre Liam apparecchiava la tavola. 

Mi misi seduta pigramente sul letto, sentendo lo stomaco brontolare rumorosamente.
Posai una mano su esso, avvertendo una tremenda sensazione di vuoto.

- E se non ha fame...? - 
Chiese Harry come se leggesse i miei pensieri.

- Non so Harry... A me sembra tipo da pane e marmellata la mattina. - 

Mi alzai pigramente dal letto avviandomi verso la porta con andatura da zombie.
Prima di uscire dalla stanza guardai la sveglia, le 9 e 40.

- Niall ha detto di farla mangiare con le buone o con le cattive comunque. - 

constatò Liam.

- Hai intenzione di legarla sulla sedia...? - 

Attraversai il corridoio, non producendo alcun rumore. 
Mi fermai sulla soglia del salotto, rimanendo in piedi impalata.
Liam e Harry stavano svolgendo i compiti che avevo sospettato.
Li osservavo muoversi vispi per la cucina.
Il riccio stava facendo il caffè, mentre maneggiava una bottiglia di latte.
Il moro invece stava trasferendo i piatti sul tavolo che divideva il salotto dalla cucina.

Con la coda dell'occhio mi individuò.

- Hei, Buon giorno. - 

Mi sorrise venendomi incontro dopo aver abbandonato i piatti sul tavolo.

Harry si girò di scatto tenendo fra le mani un bicchiere di latte macchiato.

- Vuoi fare colazione con noi? - 

Accennò un sorriso, poco convinto.
Il latte fra le sue mani era fumante, infatti qualche attimo dopo Harry lo dovette posare per essersi ustionato i polpastrelli della mano.

- giorno... - Sussurrai quando Liam mi raggiunse a pochi passi.

- Serve qualcosa? - Mi chiese titubante.

- Posso... Posso usare il bagno? - Chiesi evitando il contatto visivo.

Avevo la voce roca, la gola mi bruciava.

Liam mi poggiò una mano sulla schiena, spingendomi verso una porticina bianca in fondo al corridoio.

- Eccoci. - 

fece aprendo la porta.
Il bagno era enorme e lussuosissimo.

- Lì ci sono gli accappatoi, tu puoi usare quello di Niall... Insomma... E' tuo fratello. Di certo non puoi usare il mio, ma se ti piace dippiù... - 

Ironizzò indicandomi degli accappatoi colorati ma molto molto chiari.
Uno rosso, quasi bianco.
Come quello ce ne era uno blu, uno verde, uno viola e uno arancione, ognuno con il nome ricamato.

- Lì invece, dentro quell'armadietto ci sono degli asciugamani puliti... - 

disse puntando il dito su un armadietto accanto il lavabo.

- I prodotti per la diccia, bagnoschiuma e shampoo si trovano dentro quell'altro, dopra il lavandino. - 

continuò.

- In fine, il phon si trova sopra il bancone... Lì, già è attaccato alla presa. -

Mi indicò un bancone con sopra due scatoline di profumo e il phon, tra il lavandino e la vasca.

- Grazie Liam... - 

Dissi sorridendogli appena.

- Figurati Steph. Prima che vada... Cosa vuoi per colazione? -

Riflettei, avevo visto Harry preparare del caffè latte, sull'isolotto della cucina c'è un bel cesto di frutta, a meno che non è finta. 
Sicuramente, se mio fratello non è cambiato, la dispensa dovrà avere un'abbondante varietà di biscotti al cioccolato e poi...
Liam aveva accennato a pane e marmellata.

- Un pò di tutto, muoio di fame -

Ridacchiai.
Oh... Mi era sfuggito di bocca.

Liam rise accarezzandomi il braccio.

- Sei proprio sorella di tuo fratello. - 

Risi anch'io a quell'affermazione più che ovvia.

Liam mi lasciò da sola, chiudendo alle mie spalle la porta.

Mentre avanzavo nella stanza ripassavo mentalmente la posizione degli oggetti.

Raggiunsi la vasca e aprii l'acqua facendola uscire cala, poi mi diressi verso l'armadietto e tirai fuori lo shampoo e il bagnoschiuma.

Li posai all'interno della vasca\doccia e andai a prendere un asciugamano da mettere sul bancone vicino alla vasca.

quando mi liberai dei vestiti e li gettai a terra mi misi sotto l'acqua corrente.

Inizialmente sobbalzai, l'acqua era davvero calda, così la regolai, raggiungendo il perfetto equilibrio dell'acqua tiepida.

Quando il mio corpo si ricoprì di schiuma la mia  mente si li liberò da tutti i pensieri negativi.

Ero in un specie di tras emotiva, felice, rilassata, mi sentivo al sicuro, protetta e coccolata.

Quando i miei capelli furono anch'essi schiumosi sentii come volare via un peso enorme nella mia testa.
Chiusi gli occhi lasciandomi trasportare dall'acqua che scorreva sui capelli e lavava via ogni impurità, concreta e astratta.

Mi sembrava una vita che non mi facevo una doccia rinvigorente.
In quell'ospedale, così freddo, mi sentivo imprigionata.

Le infermiere mi chiamavano per nome, alla caffetteria mi davano sempre il solito...
Quanto ci sarò rimasta? Mesi... 3 o 4. 
La camera di nostro padre aveva oramai preso forma come una stanza di casa nostra, c'erano delle foto, dei libri, le coperte che lo rimboccavano a casa, il suo cuscino...

Adesso invece a casa c'era Niall.

Era tornato dopo due lunghi anni in quella che era stata casa sua.

Sarà entrato in camera sua, avrà trovato tutto come lo aveva lasciato, la sua chitarra, all'angolo del letto, le sue riviste di musica sulla scrivania, i suoi plettri sparsi per la stanza, i suoi abiti piegati e sistemati dentro l'armadio, il letto rifatto, con le federe dell'ultima volta che ci dormì, prima di partire, senza avvisare e sparire definitivamente dalle nostre vite.

Quante volte sono entrata in camera sua, per sedermi sul letto e guardarmi intorno.
Lì lo sentivo vicino, lì tentavo vana di chiamarlo, lì gli inviai 500 messaggi.
Inutilmente.

Lui ci aveva dimenticai, tagliati fuori dalla sua nuova vita, piena di fama e fortuna.

Mentre noi soffrivamo.
Mentre io soffrivo.

Sarà entrato in camera mia, quella camera ormai fredda, con le tende sempre chiuse, con il letto sempre disfatto, con le mie centinaia di cuffiette posate su ogni angolino degli scaffali, con i miei peluche sul pavimento.

Infantili, è vero. 
Non gettai mai i miei giocattoli di quand'ero bambina, li tenni sempre nella camera. 

Mi ricordavo dei bei vecchi tempi, quando mamma e papà accompagnavano me e Niall sulle giostre, quando io e mio fratello litigavamo per l'altalena, quando facevamo i pic nic sulla casa sull'albero, ormai sigillata e dimenticata.
Le volte in cui mamma ci dava il bacio della buona notte e sceglieva per me un peluche diverso ogni calar del sole...

E quando Niall me li nascondeva e litigavamo... 

Una lacrima si unì all'acqua scrosciante.

Quei ricordi mi fecero sorridere.

Ma soffrire allo stesso tempo.

Nella mia camera ancora tenevo il carillon con la ninna nanna che mi cantava nostra madre.

Mentre uscivo dalla doccia canticchiai il motivetto.

Un calore si formò nel mio stomaco, come se la sua anima fosse entrata e si fosse insinuata in esso per farmi stare calda mentre mi mettevo l'accappatoio di Niall.

Niall l'avrà sicuramente aperto, avrà visto le foto, le nostre foto, tutti insieme, le mie foto con lui e la mamma...
Dentro c'era anche la sua cavigliera e il braccialetto che mi regalò quando avevo 5 anni.
Dentro c'era... Il pacchetto di sigarette.

Mi ricordai del pacchetto e dell'accendino dentro il carillon.

Se Niall lo vedesse scoppierebbe!

Ha sempre odiato i fumatori, adesso scoprirà che a fumare invece sono io!

... Ma in fondo...

cosa si aspettava? Che mi facessi suora?
Con tutto quello che ho passato, mi sorprendo della mia volontà di non usare droghe pesanti pur di dimenticare o tagliarmi come qualche autolesionista.

Ma purtroppo l'ospedale mi ha insegnato ad odiare i farmaci e ho sempre avuto il terrore degli aghi e lamette.

Avevo però il mio jolly, la frase più accusatoria che esistesse al mondo, lo avrebbe spronato

' Cosa ti aspettavi Niall? Te ne sei andato, nessuno è rimasto a badare a me quando papà si è ammalato, io da sola non ho avuto la forza di farlo guarire. Se è morto è stata solo colpa tua! Ci hai lasciati! Ci hai abbandonati! '

Raccolsi da terra i collant neri e l'intimo, poi sgattaiolai in camera mia, stando attenta a non farmi individuare da Liam e Harry.

Mi infilai il tutto, poi con l'asciugamano che mi avvolgeva i capelli mi coprii il petto andando alla ricerca della camera di Niall, il quae aveva accennato fosse quella di fianco alla mia.

Mi insinuai in essa e aprii l'armadio, tirando fuori la prima maglietta bianca che trovai.

''Crazy Mofos '' 

Era la scritta su essa. '' Pazze pervertite '' . Mi ricordo qualcosa del genere, rivolto alle sue fans.

quando uscii mi diressi in salone, dove vidi Liam fuori dalla porta finestra al telefono e Harry intanto mi versava del succo dentro un bicchiere di vetro.

Andai verso di lui che mi fece sedere a tavola.

- Buon appetito - 

Mi sirrise. 
Iniziai a divorare quell'invitante fetta di pane con la marmellata, poi iniziai ad intingere i biscotti nel latte.
Dopo 5 biscotti decisi di berlo, quando la tazza si separò dalle mie labbra Harry scoppiò a ridere con la fetta biscottata in bocca.

Se non fosse fisicamene impossibile, avrei giurato che quella gli partì dal naso o le orecchie.

- Che c'è? - 

Chiesi falsamente offesa.

- Hai i baffi ! - 

Ridacchiò dopo aver mandato giù la fetta biscottata con il latte.

- I che? - 

Mi passai la mano sul viso e sentii qualcosa di bagnato
Quando l'allontanai vidi le dita della mano sporche di latte.

- Mi ricordi troppo tuo fratello - 

Ridacchiò Finendo di bere dal bicchiere.
Annuii non molto entusiasta del paragone.

Harry notò il mio stato d'animo preoccupato.

- Hei Steph che hai? - 

Chiese mentre il nervoso si fece larco nel mio stomaco, comprimendo il cibo appena ingerito e facendo spazio ad una terribile sensazione di nausea.

Alzai lo sguardo, incrociandolo con Harry preoccupato.

- Harry... Mi chiedi cos'ho? Cosa posso avere? - 

dissi con la voce strozzata quasi da un pianto.

- S.Scusa Steph. - 

Disse torturandosi le mani.

Scossi la testa, non volevo si sentisse in colpa, non centrava nulla in tutto questo.

- no, No, Harry non è colpa tua, non devi scusarti -

Dissi alzandomi dal mio posto.
Corsi in camera mia prima di scoppiare a piangere davanti a lui.

Ho sempre odiato piangere davanti gli altri e non avrei di certo cominciato a farlo ora.

Adesso avrei solo dovuto attendere che Niall tornasse a casa...





Salve!

Questa fan fiction già l'avevo pubblicata su questo sito, però l'ho cancellata per sbaglio... Perdonatemi? 
Ho approfittato per sistemare i capitoli.
... C'è solo un problema...
Questo capitolo sarebbe dovuto essere mooooolto più lungo, ossia....
Nel vecchio link questo sarebbe stato un terzo del capitolo.
E sarebbe stato però molto più corto. Come?
Quando ho pubblicato per la prima volta questa FF, ero alle prime armi e...
La storia faceva schifo XD 
Così la sto correggendo e allungando...

Vi prego recensite ç_ç Non so se vi piace o meno, se è il caso che ci rinunci e elimini definitivamente questa FF... 

Baci :3 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




Capitolo 3: Dove sei stato? 
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- Steph... -

Sentii Harry sulla soglia della porta, così smisi subito di singhiozzare.
Mi misi seduta sul letto, con lo sguardo fisso sul pavimento.
Mi asciugai il viso con il dorso della mano, mentre i passi di Harry si fecero sempre più forti in mia direzione.
Mi morsi il labbro inferiore, pentendomi della scenata fatta poco prima.

- Non volevo... - 

Sussurrò sedendosi sul letto.

- Non è colpa tua... - 

Scossi la testa cominciando a torturarmi le mani.

Un vuoto improvviso si impossessò di me. 
Un vuoto che mi ricordò la mia solitudine, completa.

- Hei Steph... Se vuoi sfogarti, io e Liam siamo qui con te... - 

Disse Harry mettendomi un braccio intorno le spalle.
Sentii improvvisamente quel vuoto colmarsi, un tremolio mi attraversò la schiena, provocandomi pelle d'oca.

Harry era lì per me...

- Grazie - 

Lo abbracciai forte, sentendo il suo  profumo di vaniglia e caramello penetrare nei polmoni.

Restammo abbracciati per un pò, mentre le mie lacrime bagnavano la sua camicia.

- Hei... Stai meglio? - 

Mi sorrise mettendo in bella mostra due fossette perfette.
Alzai lo sguardo, incrociando i suoi occhi verdi, come due bellissimi smeraldi.

- Si... - 

Sorrisi prendendogli la mano che strinse molto volentieri.

Me lo sentivo, di loro potevo fidarmi.

Liam face irruzione in camera, ci guarò accigliato aspettando una nostra reazione, ma, dopo uno scambio di sguardi complici commentò.

- Cosa state combinando? La colazione si fredda. -

Rise dolcemente, con un pizzico di maliziosità nella voce.

- Andiamo? - 

Chiese Harry passandosi una mano fra i ricci disordinati.

- ... Ho fame. - 

Rise portando poi l'altra mano sullo stomco brontolante.



Finita la colazione mi feci il giro della casa, evitando di entrare nelle camere da letto.

Era molto grande, con un piccolo bar collegato alla cucina da un arco, una stanza con una chitarra e qualche microfono e... Una parete coperta di disegni, firmati dalle fans. Una cosa davvero dolcissima da parte loro appenderli alle pareti.

Mentre osservavo la prosperosa collezione di chitarre di Niall mi cadde l'occhio su alcune foto.

La più vecchia raffigurava Niall, Zayn e Louis bagniati fradici che rincorrevano Liam;

La seconda invece era una loro foto, di tutti e cinque su un enorme palcoscenico;

Un'altra foto davvero bella era di Harry, in primo piano e sullo sfondo i ragazzi che si intorcigliavano in una lotta amichevole.

Mentre il mio sguardo viaggiava da una foto all'altra sentii la porta d'ingresso aprirsi.

- Niall! -

Sentii esclamare Liam.

Mi si formò prepotentemente un groppo in gola.

Strinsi gli occhi, preparandomi al peggio.

Niall avrà sicuramente visto il pacchetto di sigarette, sarà sicuramente su tutte le furie.

Uscii dalla stanza, raggiungiendo gli altri nel salone.
Mi si presentò una scena piuttosto curiosa, dove Zayn e Harry spingevano uno scatolone verso il salotto, Louis e Niall portavano delle valigie e Liam invece si preoccupava di ridere e chiudere la porta.

- Fare più viaggi no...? - 

commentò poggiandosi allo stipite del portone, osservando i ragazzi portare quattro volte il loro peso.

- Penso che bisognerà rianimarli... -

Mi avvertì in fine.
Ricambiai con un sorriso, mentre Niall cercava di riprendere fiato.
Vidi tra le sue mani il Carillon.

Mi sentii mancare il respiro.

quando si addrizzò mi venne in contro, porgendomi la scatolina tra le mani.
Abbassai lo sguardo, evitando a tutti i costi il suo.

- Questo è meglio che lo tenga tu. -

La sua voce era seria, leggermente stanca, ma sopratutto impassibile.

Improvvisamente dovetti controllarmi dal correre in camera e aprirlo, per vedere se al suo intenrno c'era ancora il pacchetto di sigarette.

- Qui dentro ci sono i tuoi vestiti - 

Aggiunse Niall porgendomi anche una valigia nera con le ruote a cui era poggiato per riprendere fiato.

Niall cercò il mio sguardo severamente, ma non lo accontentai per il terrore che mi leggesse negli occhi che temevo qualcosa.

- Grazie - 

Mormorai con il cuore che batteva a mille.
Le mani iniziarono a tremarmi, mi irrigidii per evitare l'evidente nervoso.


Mi girai sui miei stessi passi e mi chiusi in camera, cercando di sembrare calma, ma dentro di me morivo.

Aprii avidamente il carillon, svuotandone il contenuto sul letto.
Ogni ogettino che cadeva era un battito perso. Il pacchetto non c'era. 


- Perso qualcosa? - 

La voce rilassata di Niall mi colse alle spalle. 
Mi girai di scatto trattenendo il respiro.

- No, tutto a posto -

Inghiottii a vuoto, cercando di mandar via quella sensazione di stallo dal mio corpo pietrificato.

- Sicura? - 

La sua voce era pesante, si avvicinò a me con passi lenti.

Mi fissò dritto negli occhi aspettando una risposta.
Il reciproco scambio di sguardi era talmente forte che da lì a poco avrei pianto.

- E queste? -

Niall cacciò fuori dalla tasca dei Jeanse aderenti un pacchetto di Chesterfield rosse e un accendino anch'esso rosso sangue, gettandoli sul letto.

Tentai di far uscire qualcosa dalla mia bocca, ma persino respirare era diventata una sfida.

Niall irrigidì i pugni. Il suo sguardo, falsamente rilassato, divenne duro, o più precisamente adirato.

- Che cazzo significa? -

Tentò di mantenere un contegno, ma i movimenti duri come la pietra e la voce trattenuta già mi iniziarono a spaventare.

In due anni, l'altezza di mio fratello era diventata evidentemente più dominante, i tratti da adolescente erano palesemente scomparsi, lasciando spazio a quei pur sempre dolci lineamenti da giovane adulto... 
Scomparsi anch'essi in questo momento.

Mi girai in preda al panico, afferrando il pacchetto e l'accendino e riponendoli, insieme alle altre cose nel carillon.

- N.Niall... - 

Tentai di parlare, con un grande sforzo. Spezzato da un suo intervento maggiore.

- Di chi è quella roba? Amiche? Di nostro padre? Di nostra madre? Non mi risulta fumassero! -

Sbraitò rigido come una pietra.

- E che cazzo vuoi saperne tu!? -

Mi rigirai con una gran voglia di piangere ed abbracciarlo.

Ma in due giorni esaurii le lacrime.

- Che intendi? - 

Si rilassò colpevole, intuendo sicuramente il significato della mia domanda, mirata alla sua assenza nella mia vita.

Era pur sempre un colpo basso e me ne pentii. 
Ma non potevo ritirarmi.

- Steph che vuoi dire!? - 

Chiese impaziente diminuendo la distanza fra di noi.
La sua impaziensa nella voce mi suggerì che sperava io non intendessi quel che realmente volevo comunicargli.

- Lo sai Niall, da quando te ne sei andato, le cose sono cambiate... Io sono cambiata, la mia vita... - 

Spiegai cadendo seduta sul letto, allo stremo delle forze, consumate trattenendomi fino ad allora.

- Sono riuscita a trovarmi uno sfogo, se per te era la musica, per me sono queste! -

Indicai il carillon, ma intesi bene il soggetto di tutto questo casino.

- ... E dovresti essere sollevato del fatto che non sia droga, o alcool, o autolesionism... -

Niall scatto, non facendomi finire la frase.

- Cosa, ma sei impazzita totalmente!? -

Urlò incredulo.

- Sono dovuta crescere Niall! -

Balzai in piedi, esattamente faccia a faccia con lui.

- Crescere, troppo in fretta. -

Continuai sospirando.
Un sospiro pesante, carico di tensione che si poteva tagliare nell'aria.

- Cazzo Steph, non centra niente! Qui si parla di fumo! Cancro ai polmoni! -

Anche Niall era stanco di urlare e agitarsi.
La sua voce stava cominciando a tornare più loquace, ma sempre accusatoria restava.

- Dove sei stato tu per impedire tutto questo? -

Questa frase mi scappò dalla bocca senza ch'io lo volessi davvero.

Diedi per errore voce ai miei pensieri più disperati.

Sentii gli occhi piazzicare, Niall era inerte e sconfitto di fronte a me.

Diedi una risposta alla sua domanda.


Dopo qualche attimo di silenzio, in cui i suoi respiri accellerarono, Niall si incamminò fuori dalla mia stanza e venni invasa da un senso di vuoto letale.

Solo una cosa avrebbe potuto riempire quel vuoto...


Afferrai goffamente dal carillon il pacchetto di sigarette e l'accendino, per poi abbandonare la camera, diventata asfissiante.

Mi diressi verso la porta finestra, con gli sguardi dei ragazzi puntati su di me, silenziosi. 

Mi diressi in giardino, il freddo pungente mi trafisse le braccia scoperte, come milioni di aghi di ghiaccio.

Attraversai il prato perfettamente verde e livellato, un tappeto verde sotto i miei piedi.

Raggiunsi l'altro lato con una quarantina di passi spediti e diretti.

Mi scagliai conntro il muretto di pietra che divideva il giardino con la spiaggia e mi lasciai ricadere seduta sull'erba fredda.

Accesi quella sigaretta, tanto bramata e chiusi gli occhi inspirando profondamente.



Salve Hola Buenos Dias! 

Mi credo spiritosa...

No, seria, i capitoli sono lunghetti vero ? ;9

hehehe! Lo so pardon ;) ...
E pensate che questo e il capitolo precedente erano parte di un capitolo unico... 
Eppure quel capitolo era più corto...
Sto facendo un buon lavoro con l'arricchimento...? hahahaha! Ma magari...

Fatemi sapere se vi sta incuriosendo la storia :3 

Bacii
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




Capitolo 4 : Perdonami
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Ero certa che Niall non mi avrebbe parlato per tutta la giornata, che ce l'avrebbe avuta con me, per molto tempo...

Eppure speravo che lui accettasse questo lato di me, perchè non mi rimase nient'altro che Niall su cui fare affidamento.

Sarebbe dovuto essere padre e madre per me, sarebbe dovuto essere il fratello che non è stato.
Avrei convissuto con lui per molti anni ancora, e mi avrebbe dovuta accettare per quello che ero e volevo essere.


La cenere della sigaretta stava per cadere sui miei collant, così allontanai la mano e la scossi leggermente per farla finire sul prato.

Proprio mentre guardavo la cenere ricadere sull'erba fredda, un venticello frizzante mi accarezzò il viso.

Mi lasciai trasportare da quella leggera brezza, portando la sigaretta sulle labbra ancora una volta.


- Hei... -

Sobbalzai quando sentii una voce familiare provenire dalla porta finerstra.
Portai immediatamente il mio sguardo sulla figura che avanzava a pasto lesto nella mia direzione.
Zayn.

Capelli neri, con un ciuffo biondo molto sbarazzino.
Un giacchetto di jeanse che copriva una maglietta a maniche lunghe nera e un paio di jeanse blu scuro con le vans bianche.

Un look molto trandy, il genere di stile che piace a me, su un ragazzo.

Quando mi raggiunse si accucciò accanto a me puntando i suoi occhi color caramello sui miei.

Mi persi in un'istante nel suo sguardo caldo, attraente che mi impediva di tornare alla realtà.

- Steph. - 

Zayn chinò lo sguardo, interrompendo quella strana connessione.
Quando ripresi coscenza scossi leggermente la testa, per ritrovare la cognizione del tempo.

- Capisco che per te è difficile, accettare la tua nuova vita... -

Quell'attacco di presunzione accese in mè la miccia di una bomba. 

- No, Zayn tu non capisci! Non venirmi  fare la predica, ti prego. -

Mi alzai di scatto stringendo i pugni.
L'adrenalina iniziò a crescermi dentro, avevo voglia di spaccare qualcosa, di urlare, di piangere, ancora.
Ma mi ero stufata di piangere.

- E' vero, non ti capisco... -

Zayn alzò un pò la voce per attirare la mia attenzione, ero rimasta immobile, dandogli le spalle. 
Ero insicura, non sapevo se tornare all'interno della casa o rimanere lì.
Avevo paura di tutto quello che stava succedendo, del futuro, non sapevo cosa sarebbe successo cinque minuti da quel momento.

Non sapevo come muovermi, avevo il terrore di tutto in quell'istante in cui Zayn si alzò, piazzandosi dietro le mie spalle, facendomi ombra, ombra che osservai a terra, ombra che coprì totalmente la mia.

-... Ma voglio provare a farlo.-

Nella mia testa non facevo che chiedermi ... Perchè?
Perchè delle sue azioni, delle azioni di tutti.
Perchè tutto a me..?
Perchè sempre sfortuna e sofferenza mi perseguitavano?


- Non credo tu possa farlo. - 

Dissi arrogantemente, decidendomi finalmente d'entrare.
Nessuno era capace di capirmi, mai nessuno nè fù capace.
Solo una persona in tutta la mia vita c'era riuscita...

Quando finalmente raggiunsi il salotto, seguita dagli sguardi di Zayn, una vampata di calore mi fece venire il capogiro.

Mi avvicinai al divano e mi sedetti a gambe conserte, osservando la scena che si svolgeva intorno a me.

Harry giocava ad un videogame, Louis lo guardava.
Liam invece stava con il cellulare fra le mani, poggiato al bancone dell'isolotto della cucina.

Zayn entrò e si sedette accanto a lui.
Restammo qualche secondo in silenzio, ognuno preso da quello che stava facendo, io semplicemente osservavo la mia '' nuova famiglia ''.

Liam posò il cellulare sul tavolo e scambiò uno sguardo con Zayn, per poi posare la sua attenzione su di mè.

- Che c'è? - 

Iniziai a sentirmi a disagio, osservata e controllata.

- Secondo me dovresti andare da Niall, Steph... - 

sospirai iniziando ad analizzare le parolacce che mi avrebbe potuto tirare non appena avessi messo piede in camera.

- Non pensare che tuo fratello ti odi Steph, è felicissimo di averti qui. - 

Replicò Zayn, stavolta appoggiato dai suoi amici.

- Niall non è il tipo che resta arrabbiato per troppo tempo... -

Sottolineò Harry completamente preso con il videogame.

- Conoscevo un'altro Niall. -

Affermai prepotentemente incrociando le braccia al petto.

- Se con voi si comporta in maniera diversa, con me non lo farà. - 

Louis sottrasse dalle mani di Harry la console, provocando diversi ringhi da parte del riccio.

- Niall è cambiato Steph, con gli anni tutti cambiano. -

Quella frase mi trascinò improvvisamente in un buco nero.
Sentivo risucchiarmi in una triste verità, che Louis mi risbattè in faccia, con totale non curanza.
Harry colpì questo con una gomitata in pieno stomaco. 

Io e Niall crescemmo separati, le nostre vite non appartenevano più l'una all'altra come era un tempo.

- Vado a parlargli. - 

Confermai a me stessa più che a loro con un tono basso quasi sussurrato.

Sentivo i loro sguari puntati su di me, mentre mi incamminavo verso la camera di mio fratello.
Non avevo intenzione che le cose restassero quelle che diventarono. 
La separazione che ci fù stata fra noi aveva rovinato la mia vita, questo nuovo riaccostamento non si sarebbe dovuto basare su ricordi e rimpianti. 
Avrei ristabilito un rapporto con mio fratello e quello era il momento.



Nell' istante in cui la mia mano sfiorò la maniglia, un brivido mi attraversò la schiena.
Rimasi immobile, il mio unico pensiero fisso era cosa dire una volta entrata.
Sospirai, mi feci coraggio ed entrai.

- Niall... -

Lo chiamai con il tono di una bambina paraventa, il cui scopo era, in questo caso, arruffianarsi il fratello maggiore.

Ad un tratto mi ritrovai stretta fra le sue braccia.

- Niall mi dispiace -

Le mie scuse non si riferivano solo alla lite, nemmeno io sapevo di cosa dovermi scusare, fattostà che mi sentivo in dovere di porgergliele.

- No, non sei tu a doverti scusare, Steph, è colpa mia. Sono stato assente e tutto questo è colpa mia. -

Era pentito, il suo cuore batteva forte, i respiri erano spezzati, sembrava avesse corso tutto il tempo, ma non era affaticato, dato che la forza con cui mi stringeva era molta.

Niall era in totale confusione, questo in altre situazioni mi avrebbe mandato in bestia, in generale, dato che ho sempre voluto avere a che fare con persone dalle idee chiare.
Ma in questa circostanza persino io faticavo a trovare qualcosa da dire, volevo solo che quell'abbraccio non trovasse mai fine.

- Non ho il diritto di dirti di smettere, non ho il diritto di interferire nella tua vita ... -

Ammise con voce pentita.
Ma non era giusto. 
Niall avrebbe dovuto invece interferire con la mai vita, per insegnarmi il giusto e lo sbagliato, per aiutarmi a prendere decisioni.

Non mi sentivo pronta per affrontare da sola la mia vita, avevo bisogno di lui.

- Tu devi farlo invece -

Gli sussurrai stringenolo forte.

Niall allentò la presa, poi i nostri occhi si incrociarono. 
Sul suo viso era dipinto uno sguardo incredulo, prima i lasciare spazio a un sorriso rassicurato.

- Mi aiuterai? -

Annuii contenta di quella proposta.

- Da dove cominciamo? - 

L'abbraccio che mi circondava i fianchi si strinse un'altra volta, Niall mi lasciò un lungo bacio sulla fronte, che mi ricaricò totalmente di fiducia.

- Che dici di uscire a fare una passeggiata in spiaggia? - 

Con la mente ritornai a quando ero bambina, mio fratello si ricordò di quanto amassi le uscite con la mamma sulla riva del mare. 
La brezza al tramonto che mi scompigliava i capelli, il profumo del mare che mi riempiva le narici, le sue mani, le mani della mamma che mi stringevano forte.

Era il ricordo più bello che avevo.



***


appena l'auto si fermò balzai fuori per guardarmi intorno.
Il vento soffiava, non forte nè piano. 
La sabbia era rosata ed il mare si gettava sulla riva.

- Mi verrebbe voglia di buttarmi in mare! - 

Esultai correndo verso la riva.
L'aria era pungente, ma frizzante, mi sfiorava la pelle lasciandomi brividi di piacere.

- Non è bellissimo? -

Sentivo crescere in me un senso di gioia e tranquillità, mi sentivo libera, come se quel venticello cacciò tutti i pensieri negativi.

Guardavo l'orizonte, dove il sole pian piano scompariva dentro l'oceano che non trovava fine, colorando l'orizzonte di rosso.

Il cielo era color ciano, si sfumava con le nuvole multicolore.

- Avrei dovuto farti portare una giacca -

Ridacchiò Niall avvicinanosi a me con le mani nelle tasche dei jeanse.

Scossi la testa e osservai le sue iridi, più blu del mare.
Aveva gli occhi lucidi, ma di gioia, il suo sorriso valeva più di mille parole in quel momento.

Mi prese la mano, la sua era calda, in confronto alle mie, ghiacciate.
Camminammo, lasciano oscillare le braccia, lungo la riva.

L'aria profumava... Di mare, di tramonto, di tranquillità.

Ad un tratto chiusi gli occhi per concentrarmi sul rumore delle onde, il gracidare dei gabbiani, il fruscio del vento fra gli scogli.
Quando mi prese un lampo di genio.
In fretta e furia lasciai la mano di Niall, per poi chinarmi sulle mie scarpe e slacciare lo strep.
Quando tolsi i calzini e li riposai nelle scarpe, mi alzai in piedi e iniziai a calciare la sabbia.

Le mie dita affonavano in essa, era fredda, ma non mi importava.
I palmi venivano solleticati a quelle miriai di granelli, che si insidiavano tra le dita.

Quando il mio sguardo tornò su Niall questo osservava la scena in silenzio.
Sorrisi, invitandolo a fare lo stesso, e non se lo fece ripetere ue volte.

Niall tolse le scarpe e i calzini, come me, ma invece di posarle a terra, le lanciò lontano, per poi prenere le mie, accuratamente sistemate di finaco le mie caviglie rimaste in superficie e fece la stessa cosa, lanciandole lontano.

Lo guardai interrogativa, no servivano le parole per intenderci tra me e mio fratello.
Questo mi lasciò con un sorriso beffardo prima i cominciare a correre, accolsi la sua sfida, dirigendomi a grandi passi verso il punto dove le nostre scarpe vegetavano tranquille.

Niall correva, ma lo raggiunsi.
Mi aggrappai al suo braccio e lo iniziai a tirare, ma questo non si fermò.
Leggermente mi spingeva, così da farmi perdere l'equilibrio e cadere sulla sabbia.
Ma ero ancora appigliata al suo braccio, quindi cadde anche lui i peso su essa, a pochi passi dal nostro obbiettivo.

Mio fratello mi guard per un secono, per poi balzare in piedi, ma lo precedetti, afferrandogli la caviglia e facendolo cadere nuovamente a terra.
Per non farlo muovere mi gettai su di lui, che non perse tempo a rotolare per invertire le posizioni.

Girai la testa e lo sguardo verso destra e scoppiai a ridere quando vidi le scarpe ad un palmo dal mio naso.

- Ho vinto -

Dissi immobilizzata a terra.
Niall rideva di gusto, inginocchiato sopra di me.

- Non è vero, ma ti lascio illudere per una volta. -

Borbottò con un broncio finto.
Era adorabile il suo faccino e i suoi occhi brillavano di una luce tutta particolare.

Mi sentivo così tranquilla e rilassata che non avrei mai voluto alzarmi da terra, cosa che invece fece Niall.

- Hei Horan, ho fame -

Annunciai a gran voce mettendomi seduta sulla sabbia.

- C'è un ristorantino poco più avanti, vuoi andarci? - 

Mi chiese recuperando le nostre scarpe da terra e sbattendole l'un l'altra per sgrullarle dalla sabbia.
Osservai i lineamenti i mio fratello, non era solo il suo viso ad essere cambiato, ma anche il suo corpo.

Il busto era più marcato, come i fianchi e le gambe.
Non era un ragazzo paffuto, ma magro.
Anche se a prima vista sembrava ancora un ragazzino, il vecchio Niall che suonava la chitarra scordata, azzeccando due note per sbaglio, era diventato un ragazzo maturo, all'apice del successo, idolo per milioni di persone, ed io, non riuscivo ad accettarlo.

Nel mio cuore restava quel ragazzino goffo, con un sogno nel cassetto.

- Steph? -

Mi interpellò in attesa di una risposta.

Mi sfregai le mani, spostando lo sguardo lungo l'orizzonte.
Il sole era totalmente scomparso, ma una sfumatura di arancione ancora tinteggiava l'orizzonte e le nuvole.
Il cielo andava a scurirsi man mano che alzavo la testa e la portavo dall'altro lato.
Quano il mio sguardo finì nuovamente su Niall, questo mi guarava interrogativo.

Si avvicinò, per poi accucciarsi accanto a me e porgermi le scarpe ripulite dalla sabbia.

- Andiamo a mangiare o torniamo a casa? -

Mi sussurrò da più vicino.
La mia attenzione era nulla, così utilizzai altri dieci secondi per analizzare la frase, troppo presa a cercare nel suo viso, tracce del fragile ragazzo che qualche anno fà scappò di casa con le lacrime agli occhi, al culmine della sopportazione.

- Torniamo a casa? -

Chiesi sentendo il cuore riempirsi di tristezza.

Era come un salto nel futuro, mentre io vivevo ancora nel passato.
Purtroppo quegli anni erano andati persi.

Sentivo gli occhi riempirsi di lacrime, mentre le sue mani toccavano il mio viso, cercai di visualizzare di fronte a me la realtà, nuda e cruda qual'era, dolorosa o meno, era questa.

Non potevo sperare di tornare indietro nel tempo per riavere mio fratello, se negli anni l'ebbi perso, ora lo riavevo.

- Tutto bene? -

Mi chiese lasciandomi un bacio sulla guancia.

Annuii falsamente abbracciandolo e tirandolo a me, così che i suoi occhi non potessero vedere le lacrime che mi scendevano sul viso.

In un attimo le sue mani si posarono sulla mia schiena, regalandomi una sensazione i protezione assoluta e calore.

Ora Niall era di nuovo con me e nulla poteva separarci ancora.




 
 
 
Salve a tutti sono tornata :D 

Non ci sarà più nessuno dato che penso mi abbiate dato per morta... Comunque.

Ho aggiornato! Alleluja! 
hehe... Passiamo alle cose serie.
Ho finito di scrivere questo capitolo oggi pomeriggio e lo pubblico... Ora.
Ho avuto più difficoltà nella sistemazione perchè questo capitolo, nella vecchia versione
già non mi '' quadrava '' , diciamo che per me era il peggiore.
Quindi, ho eliminato la parte che odiavo dippiù e l'ho cambiata.
( per chi volesse saperlo, si tratta di una cena dei ragazzi e Steph al mare, ora sono solo Niall e Steph al mare. )
Ho fatto in modo che in questo capitolo si potesse conoscere meglio lo stato d'animo di Steph.
Difatti spero abbiate appreso abbastanza quello che c'è scritto, dato che nei seguenti capitoli
Il tutto crescerà, diminuirà, ma sopratutto si modificherà.

Ho scritto un poema... E' meglio che vada, quindi EVAPORO.
Lasciate una recensione per farmi sapere che ne pensate - Un bacione :3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Pensieri ***




Capitolo 5. Pensieri
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Il telefono vibrò rumorosamente sulla superfice del comodino.
Sbuffai e decisi di lasciarlo lì dov'èra. 
Un'altro messaggio di consolazione? Altre condoglianze?
No, potevo benissimo farne a meno, in questo momento avevo solo voglia di dormire.


Camminavo lungo i corridoi dell'ospedale, daltronde come facevo sempre, da sola, in silenzio, mentre gli altri ridevano e scherzavno, molto probabilmente su di me. 
Solo dopo svariati passi mi accorsi che quello non era l'ospedale, bensì la mia scuola. 
Entrai nella prima aula che mi si presentò vicino, intenta a fare biologia. 
Presi i libri da sotto il banco e aspettai l'arrivo del professore, o meglio, aspettavo con impazienza l'arrivo di Kyle.
Era buffo che lo stessi aspettando, dopotutto lui era di due anni più grane di me, cosa facevo ancora qui..?
Mi alzai dalla sedia, mentre il resto della classe riprendeva a fare casino, io uscii dalla porta, ritrovandomi improvvisamente nei corridoi dell'ospedale. 
Camminai, inizialmente alla ricerca della classe di Kyle, poi mi ricordai che non ero più a scuola, così mi misi a cercare sulle porte delle stanze il suo nome, e lo trovai.
Cosa ancora più strana dato che solitamente si metteva il cognome antecedente al nome...
Entrai e lo trovai seduto vicino la finestra, da essa si poteva vedere il mare. Quanto amavo il mare...
Quando Kyle si girò mi fece un grandissimo sorriso. La prima cosa che notai fù quanto mi sembrava diverso senza il gel tra i capelli o i pearcing che tanto amava mettere.
Le sue labbra si mossero non producendo alcun suono, poi notai che portò la mano all'orecchio stendendo il mignolo ed il pollice, quest'ultimo verso la bocca.
Mosse ancora una volta le labbra e lì capii subito il suo messaggio.
'' Chiamami. ''


Mi svegliai confusa, quello che non capii del mio sogno fù più il messaggio finale che l'ambientazione alquanto ' particolare '.
Ma il fatto che Kyle si trovasse in ospedale mi provocò un nodo in gola. 
Iniziai a sperare, pregare che non fosse così.

Afferrari il telefono dal comodino e controllai l'ora, le tre e trentadue.
Non era di certo il momento migliore per fare una chiamata ma sentivo il disperato bisogno di ascoltare la sua voce dopo tanto tempo.
I messaggi che avevo sul cellulare erano circa una ventina, e come avevo previsto, prima di adormentarmi, li ignorai, tutti.
Non mi presi la briga di cercare il suo numero dato che lo sapevo a memoria, però composi le prime quattro cifre... Ed il resto si dissolse nel nulla.
Chiusi gli occhi concentrandomi ripetei quelle cifre nella mia testa mimandole con la bocca fin quano il resto delle cifre non mi tornarono in mente.

Sentivo che squillava insistentemente quei suoni registrati si ripeterono dodici o tredici volte. 
Presa dall'ansia mi misi a contarli, ma l'ansia stessa mi fece perdere il conto.

Improvvisamente i suoni cessarono sentii un classico sfregamento sul microfono dall'altro capo della linea, ovvero la sua guancia che si posava sullo schermo del telefono.

'' Pronto..? ''

La voce impastata dal sonno, la sua voce, finalmente la sentivo.
Feci due respiri profondi cercando di non scoppiare in lacrime per la gioia ma quel sentimento si mischiò presto alla malinconia oltre che sentirlo avrei voluto tanto rivederlo abbracciarlo i desideri si stavano mischiano tra loro sostituendosi anche uno all'altro, tanto che mi ero dimenticata del fatto che stava aspettando una risposta attraverso la linea.
A riportarmi sulla terra fù un gemito di disaccordo, forse un'altro tentativo di richiamare il mittente della chiamata al telefono.

'' Kyle ''

Pronunciai il suo nome con più desolazione che gioia.
Mi sedetti sul letto incrociano le gambe e coprendole con il piumoncino bianco.
aspettavo con ansia una sua risposta ma iniziai a credere si fosse riaddormentato.

'' Steph!? ''

Chiese sorpreso. 
Sentii il rumore di coperte scostate il classico sfregamento di un lensuolo al piumone o tra i due lembi di una stessa coperta.
Questo significava che o si stava alzano o si stava sedendo sul letto come me.

'' Si sono io ''

Mi morsi il labbro emozionata.
Avrei voluto piangere per la voglia che avevo di rivederlo ma mi contenni. 
Mi schiarii la voce cercai di fare ordine nella mia testa e misi in fila le domande che in realtà avrei voluto sparargli a raffica una dopo l'altra, in ordine di importanza.

'' Come stai? ''

Iniziai con quella più semplice ma significativa, una risposta negativa mi avrebbe affranta, ma una positiva mi sarebbe bastata per eliminare quel peso sullo stomaco.

'' Tutto ok, ma tu piuttosto stai bene? Sei a casa? ''

Sentivo ancora parecchia scioltezza nella sua voce, data l'ora tarda ed il risveglio inaspettato.
Mi schiarii la voce, soddisfatta.

Dopotutto quello precedente era solo un sogno, un brutto sogno. 

Sentii richiamarmi con impazienza, così mi affrettai a rispondere generalizzando con un doppio si, universale.

'' ... Ma non a casa mia, sono a casa di Niall, o meglio la residenza che i ragazzi hanno in città. ''

Mi spostai verso la spalliera del letto, alzai il cuscino e mi poggiai ad esso con la schiena.

'' Mi dispiace averti disturbato a quest'ora ''

Dissi pentita mettendo il viva voce.
Piegai le gambe al petto, mettendo il telefono sulle ginocchia, abbssai il volume per non svegliare nessuno e rimasi ad aspettare una sua risposta.

'' No, figurati, stavo solo dormendo. ''

Ridacchiò con voce ovattata, molto probabilmente stava con il viso tra i cusini...

'' ... Ma risentirti è molto meglio che dormire piccola. Mi sei mancata. ''

Chiusi gli occhi, posando il mento accanto al telefono, sospirai profondamente prima di mormorare un anche tu che uscì dal mio petto carico di emozioni.

'' Quindi sei da tuo fratello? ''

Era sorpreso, come se l'informazione fosse arrivata solo ora al suo cervello.
Il suo tono era sempre più lucido, il silenzio rimbombò attraverso la linea per pochi instanti.
Aprii gli occhi, la luce dello schermo era spenta, intorno a me non c'era nemmeno una minima fonte di luce.
Le serrande erano abbassate e le tenebre avevano inghiottito la mia camera.
Guardai verso la porta, non la chiusi quella sera, la lasciai leggermente aperta, ma comunque nemmeno un filo di luce passava attraverso la fessura.
Dopotutto erano tutti a dormire.
Mi sentivo abbracciata dalle tenebre, nuda, spoglia di ogni copertura emotiva.

'' Si... ''

Continuai con meno entusiasmo, quasi come un lamento, quel si, lo raggiunse.

'' Va tutto bene? Come è Niall? Come ricordavi? è cambiato? ''

Le sue domande una dietro l'altra mi toccarono il cuore come frecce acuminate.
Strinsi i denti aspettando l'arrivo dell'ultimo interrogativo, poi richiusi nuovamente gli occhi alzando leggermente il mento, per poter parlare più chiaramente.

'' Niall è... Niall. '' Cercai di essere sciolta mentre pronunciavo delle parole senza senzo.

Non ero nemmeno capace di rispondere a me stessa alle stesse domande, che Kyle mi anticipò tutto e subito.

'' Insomma,... va tutto bene... oggi siamo andati in spiaggia... ''

Farfugliai frasi a caso fino a chè Kyle non mi richiamò dolcemente.

'' Va tutto bene? ''

Chiese con estrema delicatezza. 
Trattenni il respiro e contai fino a cinque prima di lasciarmi andare.
Posai la fronte, dove poco prima ero poggiata con il mento, chiusi gli occhi per un breve istante, ma la mia visione del mondo non cambiava, così li riaprii fissando un punto fisso nel buoio tetro.

'' Non so bene come va Kyle... Vorrei che tu fossi qui. ''

Sentivo il bisogno di piangere, come quella sera, ricominciare a piangere a dirotto, come se non ci fosse un domani.
Sentivo come se pian piano mi stessi riempendo d'acqua e prima o poi questa sarebbe uscita fuori.
Quelle lacrime, quella sera, erano di liberazione, come una cosa rinnegata per torppo tempo.
L'intensa emozione di essere così vicina alla persona più importante della mia vita.

'' Vorrei che tu sia qui con me... '' 

Sussurrò dolcemente, avrei giurato di sentirlo persino sorridere.

'' ...Quando torni a scuola? ''

Continuò chiudendo la parentesi aperta poco prima.

Mi scrollai tutti quei sentimenti di dosso, ripulii la mia mente da tutti i pensieri che mi si stavano aggrovigliando, strinsi i denti e sorrisi...
Un sorriso finto, non tanto per illudere qualcuno, che anche nel buio non avrebbe notato, quanto per illudere me stessa.

'' Dopo il funerale ''

Non lasciai traspirare alcuna emozione in quelle parole, forse perchè non ne provavo più alcuna.
Pensavo a quella disgrazia come se fosse una delle tante che ormai mi stasse capitando.
Come se il mio cuore si fosse abituato alla tristezza...

'' Ci vieni...? ''

Eppure sentivo il bisogno di abbracciarlo, quando avrei visto la bara scendere sotto terra, quando il corpo privo d'anima di mio padre fosse l'ultimo tassello del mio passato ad essere seppellito.
Ma anche Kyle era il mio passato.
Forse l'unico granello di sabbia bianco, presente su quella enorme spiaggia nera.
Il passato non oveva sparire del tutto, altrimenti non rimaneva nulla della persona a cui apparteneva, senza Kyle, non rimaneva nulla di me.

'' Solo per te, sai che li odio... ''

Mormorò apprensivamente. 
Avevo bisogno di lui, e lui c'era.
C'era sempre stato, dalla scomparsa di mio fratello alla malattia di mio padre.
Ma io con la consapevolezza che sarebbe morto, lo ho allontanato, ho allontanato tutto e tutti da me e lui, da me e la fine del mio passato.
Ho allontanato Kyle, per combattere vincere quella battaglia contro me stessa da sola.
Ma la guerra era appena iniziata.


 

Ciao a tutti lettori!

Sto facendo un tour the force per agiornare tutto...
Comunque anche ai lettori di Living With Kids annuncio che...
Ho aperto un blog.. YEE ( grilli... )

Va bene, ecco a voi il link, scrivo ogni giorno, così saprete esattamente quando aggiorno e quando, e cosa faccio nei giorni in cui non sono su EFP... Una cosa carina insomma, spero che lo sia anche per voi... LINK 

Comunque questo non è proprio un capitolo, ma diciamo dei chiarimenti, nulla è messo per caso, sta sera arriverà il capitolo 6 comunque, molto più lungo.
Spero che il blog porti degli agevolamenti per me e per voi, oltretutto sto studiando per migliorare come scrittrice, quindi incrociamo le dita e... GRAZIE A TUTTI, per le recensioni e per chi segue :3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 in my life there's you again ***



Capitolo 6 : in my life there's you again
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Camminavo a testa bassa tra la gente che parlava, senza una meta precisa.
Il mio intento era evitare ogni tipo di domanda, sopratutto i '' Come stai ''...  domanda più inutile in quel momento? Come sarei dovuta stare? 
Eppure me lo aspettavo.

Avevo nelle orecchie le cuffiette, ma la musica non la stavo ascoltando.
Era come dire... '' Non disturbatemi '' o '' non voglio sentirvi ''.

Faceva davvero, molto freddo quella mattina, ma nemmeno il freddo mi faceva reagire, nemmeno ci pensavo, la mia preoccupazione era soltanto il non essere disturbata....

Camminavo con le mani nelle tasche dei jeanse, dato che la mia felpa nera non ne aveva.
La testa china lasciava i capelli lunghi sulle spalle, ricadere in avanti e coprirmi il volto.
Procedevo a passi lenti sulla ghiaia biancastra che formava il sentiero al cimitero, tutt'intorno si vedeva una vasta pianura di verde, con delle lapidi che spuntavano come funghi qua e là.

Diverse persone si erano già ammassate intorno al grande buco nel terreno dove avrebbero riposto mio padre a breve. 
Qualcuna di esse si girò verso di me.

Alzai lo sguardo, incrociandolo con persone a me quasi sconosciute. 
Parenti lontani che mi venivano presentati durante le feste quando ero piccola, i cui nomi venivano dimenticati subito dopo, assieme alle facce.
O amici di famiglia, gente che ignoravo a prescindere da chi fossero. 

Proprio come ignorai quegli sguardi dispiaciuti, nulla di più preparato.
Nessuno pronunciò una parola, una donna sulla mezza età si portò una mano sul cuore e scosse la testa con un'espressione triste sul viso.
Avrei voluto gettarla nella buca e poi scaraventargli addosso la tomba, lei era uan di quelle persone che non potevano non fare a meno di recitare una parte in quelle occasioni.

Li ignorai, tutti quanti, distolsi lo sguardo, puntandolo su qualsiasi cosa mi sarebbe capitata dirando la testa altrove.

Alla mia sinistra sorgeva una lapide bianca, di pietra, con la base in marmo colorato.
Mi bastò guardare quella sagoma, quel viso dietro un vetro attaccato alla pietra
.
Riconoscevo quella lapide, la persona a cui apparteneva....
Mi si strinse il cuore e venni
 trascinata in un ricordo dolorosissimo.

- Niall era chino sulla lapide, aveva appena lasciato un mazzo di fiori freschi sul terreno umido.
Io ero in piedi a guardare la scena, ma mancava qualcosa... mi sentivo... vuota.
Quando Niall si rialzò in piedi mi saltarono agli occhi le lacrime che gli ricoprivano gli zigomi, rimasi immobile a guardarlo, a mala pena respiravo, mentre lui invece tremava, era rosso in viso e stringeva i denti, forte quasi quanto i pugni. -


Inizialmente non capivo il significato di quel flashback, poi ricordai.

-'' Non potevi fare nulla... ''
'' Non è vero! Qualcosa si poteva fare, poteva salvarsi! ''
'' Niall non... ''
'' Zitta, Steph, no! Non può essere... non può essere vero... ''-


Quella conversazione avvenuta un momento prima che cadesse sulle ginocchia per depositare il fiore sulla tomba.
Una mano che stringeva la mia, la mano di nostro padre, che in silenzio lasciava il dolore dentro se stesso...

E poi quegli occhi, addolorati, che osservavano la scena in silenzio. 
Quelle mani in tasca, proprio come le avevo io mentre ricordavo tutto.
Quelle cuffiette nelle orecchie, quelle labbra dalle quali non uscì altro che il mio nome sussurrato.


Nulla poteva rompere quel silenzio. -

Quando alzai lo sguardo dalla lapide per uscire da quel Flashback, lo indirizzai proprio nel punto in cui c'era stata la figura di un ragazzo, che da quel giorno entrò nella mia vita come una furia. 
Solo che al suo posto trovai la figura di un giovane adulto, sotto l'albero che faceva ombra su uno spazio di terra libero dalle lapidi.
Il punto dove lo vidi il giorno del funerale di mia mamma.

Rimasi per un pò a guardarlo, i capelli neri settinati, la mascella serrata, le labbra disgiunse per lasciar passare un profondo respiro nell'attimo in cui incrociai i suoi occhi.
Quelle iridi, nere, che non si distinguevano con le pupille...

Tolsi le mani dalle tasche, lasciandole ricadere lungo i fianchi.
Azzardai un passo avanti, ma l'intenzione venne come bloccata.
Il mio ginocchio si piegò appena, ma la suola delle mie scarpe non si mosse da terra.

Era come nel flashback, silenzio tombale, immobilità, vuoto...

Poi quelle labbra si mossero, pronunciando il mio nome, completamente.

Le catene che mi avvolgevano si sciolsero e caddero a terra.
Azzardai un passo avanti, e quando vidi di riuscire a camminare, iniziai a correre.

Mi diedi la spinta con le braccia, i pugni serrati, i gomiti che spingevano in avanti e tiravano in dietro, correvo, verso di lui che era rimasto lì a guardarmi.

Non appena lo raggiunsi gli saltai al collo, stringendolo con tutta la forsa che avevo in corpo.
Kyle perse l'equilibrio e cadde a terra.

Cominciai a piangere, di gioia, dolore, esasperazione di rivivere quel momento ancora una volta.

'' Vorrei dirti che va tutto bene, ma mentirei, e l'ultima cosa che vorrei fare è mentirti. Vorrei dirti che passerà presto, ma sapiamo entrambi che ci vorrà del tempo. Vorrei aiutarti, ma non posso... ''

Le sue parole mi toccarono una per una. 
Mi riscaldarono il petto attaccato al suo. 

Le sue mani accarezzavano la mia schiena, quasi a voler cercare qualcosa di inesistente, quasi a volersi assicurare che non fossi qualcosa di astratto.
Lo stringevo forte, sentivo il suo respiro sul collo, e piangevo, fregandomene degli sguardi di tutti puntati su di noi.

E sentii quel vuoto colmarsi. 
Kyle colmava quel vuoto, bastava un suo abbraccio... Lui poteva farmi stare bene...

Sentii dei passi venire verso di noi, inizialmente non ci feci tanto caso, ma non appena questi divennero più nitidi mi girai di scatto.
Niall e Louis erano fermi di fronte a noi, con degli sguardi seri, ci fissavano.

Le due figure vestite con una camicia e un pantalone nero non proferirono parola, ma rimasero immobili a guardarci, o meglio a guardare Kyle, quasi volessero capire cosa facesse lì in quel momento.

Mi alzai in piedi, seguita automaticamente da lui, la sua espressione era cambiata, si poteva leggere quasi disprezzo e rabbia, misto a qualcos'altro, quel qualcosa che si stava formando mentre lo stringevo tra le mie braccia.

Kyle mi afferrò la mano e mi tirò leggermente, quasi a non volermi far andare con loro.

Fù allora che capii, come io non avevo ancora perdonato Niall per come mi aveva abbandonata, nemmeno Kyle lo aveva fatto.

Louis sussurrò qualcosa all'orecchio di Niall, capii solo '' ...mi allontani '', poi tutto il resto rimase indecifrabile.

Prima di incamminarsi Louis mi sorrise e salutò entrambi con un cenno della mano.

Niall tornò alla realtà, scosse leggermente il capo per poi sembrare perplesso. 
Lui e Kyle si scambiarono uno sguardo veloce, prima che Niall cominciò a parlare.

'' Steph, ti stavo cercando, stiamo per iniziare, andiamo? ''

Annuii leggermente, ma Kyle strinse la presa attorno alla mia mano.
Niall lo notò e fece per muoversi, rimanendo invece  immobile con le braccia lungo i fianchi.

'' Kyle...Vedo che non sei... Cambiato ''

Abbozzò un sorrisetto, era evidentemente sotto pressione, non sapevo se compiacermi della cosa, scoppiare a ridere o sbrigarmi a prendere una decisione.

'' E' passato un pò di tempo Niall, che dici? O credevi che tutto restasse come lo avevi lasciato? ''

Kyle fece un passo in avanti minaccioso, anche l'altro pugno era ben chiuso, temevo volesse colpire mio  fratello, così strinsi la presa e lo tirai indietro., non smuovendolo però di un millimetro.

Niall avanzò di un passo, l'insicurezza scivolò via, il suo sguardo si indurì, ma rimase composto, nonera sulla difensiva, bensì pronto a rispondere ad un presunto attacco.

'' No, Kyle, non lo pensavo nemmeno... '' 

La sua voce era cambiata, sembrava quasi più dura dei pugni di Kyle.
Iniziai a spaventarmi, i due erano sempre più vicini, non capivo il perchè dell'ostilità da parte di entrambi, tentai un'ultima volta di tirare Kyle, ma questo non accennava a muoversi.
I loro sguardi erano legati l'uno all'altro, sembravano emanare scintille.

'' Kyle! ''

Urlai quando scattò improvvisamente in avanti, approfittai del cambio di peso per spintonarlo, così finì a sbattere contro il tronco dell'albero.

'' Ci sentiamo dopo piccola... '' 

Mormorò sistemandosi la maglietta a maniche lunghe blu scura, arrotolatasi leggermente dopo che lo spinsi.
Lo guardai andare via, andò per un primo momento alla ricerca delle cuffie, così dopo essersele messe ritornò con le mani in tasca, e a passo deciso uscì del cimitero, tagliando per il prato e le lapidi.

Quando mi girai Niall mi guardava sollevato.

'' Cosa cazzo è successo? '' 

Chiesi Turbata, come una molla quelle parole uscirono dalla mia bocca, colpendolo in pieno.
Contorse il viso in una smorfia, per poi girarsi e avviarsi verso la folla radunatasi per il funerale.

'' Nulla, adesso andiamo per favore? ''

Lo seguii senza aggiungere altro, per il resto della cerimonia rimasi impassibile, non versai nemmeno una lacrima.
Il viaggio verso casa, anche quello fù silenzioso.

Scesa dalla macchina attraversai spedita il salone, per raggiungere la mia camera, ma qualcuno mi afferrò per la spalla, facendomi quasi perdere l'equilibrio.

'' Steph, cosa è successo? ''

Era Harry, era turbato, mi guardava come se la causa di tutto fossi io.

'' Niall ti ha detto qualcosa? ''

Chiesi guardandomi attorno, gli altri ragazzi stavano rientrando uno per volta, prima Liam, poi Louis... 

'' No, ma ho  visto tutto. ''

Mormorò quasi girandosi per vedere poi la porta che is chiudeva.

'' Vieni ''

Mi afferrò la mano e mi trascinò fino alla porta della sua camera.
Dentro di me mi dicevo '' non entrare '' ma in fondo non sapevo cosa aspettarmi, e volevo sapere il più possibile qualcosa sull'accaduto.
Se Harry mi doveva dire qualcosa in privato, allora significava che c'era molto da capire.

Quando varcai la soglia della porta mi saltò subito all'occhio il grande letto matrimoniale al centro della stanza, con accanto il comodino in legno.
La stanza era leggermente più grande della mia, un grande armadio ricopriva la parete alla nostra sinistra, accanto ad esso un cassettone e una libreria completavano invece la parete che separava la camera dal corridoio.
Mi andai a sedere sul divanetto bordeaux sulla destra, accanto ad esso c'era un tavolinetto con un cassetto mezzo aperto, sopra di esso c'era un libro e una lampada classica, la base bianca eraseguita da un corpo nero, dritto, fino ad arrivare alla punta, dove era avvitata la lampadina, ricoperta poi da un '' casco '' bianco come la base.

'' Devi sapere che Niall e Kyle... ''

La voce di Harry mi catturò immediatamente, lo guardai gettarsi sul letto, sospirando, cercando le parole per continuare quella frase.

'' Insomma, hanno discusso e poi sono passati alle mani... ''

Harry si era disteso, lasciando le gambe fuori dal letto. Mi guardò per un breve istante e notò che effettivamente la cosa non mi sorprendeva affatto.
Questo perchè dopo l'episodio che mi tornò in mente nel flashback, Niall iniziò a cambiare, ad ignorarmi quasi, si distanziò sempre dippiù, fino ad abbandonarci definitivamente.

Kyle sapeva quanto la cosa mi avesse ferita, quanto io ci stassi male, e di conseguenza era arrabbiato con Niall.

'' Vedo che la cosa non ri sorprende. ''

Sottolineò l'ovvietà tirandosi su con i gomiti.
I ricci ricaddero davanti il volto, coprendogli la fronte, il suo talgio di capelli risaltava benissimo la forma del viso, e delle sue fossette quando sorrideva, anche se in quel momento non stava affatto sorridendo.


'' Kyle ha minacciato parecchie volte Niall, la cosa mi faceva ridere, dato che è più piccolo di noi... ''

Mi incuriosii sempre dippiù a quello che Harry stava raccontando, non mi sembrava vero che Kyle avesse minacciato mio fratello senza dirmi nulla, sapevo fosse arrabbiato, ma minacce... 

'' Ma come hai potuto vedere anche tu, è diventato palesemente più forte e si è alzato rispetto a qualche annetto fa... ''

Harry guardò fuori dalla finestra, poi si diede una spinta sui gomiti, rimettendosi seduto, fissò lo sguardo sul pavimento, sfregando le mani una contro l'altra.
Iniziava a mettermi in soggezione, era preoccupato e io ero sempre più curiosa di sapere la verità.

'' Tuo padre si è ammalato, Niall si è confrontato con Kyle e quando cercarono di chiarire scoppiò una brutta lite, fortunatamente senza passare alle mani. ''

Le mani si bloccarono, chiudendosi una contro l'altra. 
Alzò lo sguardo e mi fissò per un attimo, quegli attimi di silenzio erano lunghissimi per me, avevo bisogno di sapere e Harry se la stava prendendo troppo comoda.
Il comportamento di Kyle era tipico, protettivo nei miei confronti e agressivo...
Sapevo bene come la sua aggressività in quel periodo era aumentata, ma non mi passò nemmeno per un attimo l'idea che fosse tutto per causa di Niall.
Quelle rivelazioni mi stavano aprendo una porta su una realtà che ho ignorato in quel periodo.
Riuscivo a collegare tutto, pensieri, reazioni...

'' Hanno mantenuto le distanze, fino ad ora. Sono seriamente preoccupato per Niall, non è il tipo da fare a botte, lo sai, lo vedi, poi finirebbe sulla bocca di tutti e la cosa andrebbe a degenerare... ''

Harry si alzò in piedi, era nervoso, mi stava facendo innervosire anche a me, così lo seguii a ruota.

'' Calma, ci parlo io... '' 

Non capivo affatto perchè fosse così nervoso, secondo me stava esagerando.
Ma dopotutto in una band, quel che riguarda uno riguarda tutti, Kyle era sicuramente una minaccia, ma non potevo non frequentarlo più, era parte di me, ed ora che era rientrato nella mia vita, non o avrei mai lasciato andare.

Nella mia testa stavo ricollegando tutto, ricordi frasi, risposte...
Esaminavo ogni situazione che mi passava per la testa e effettivamente quello che mi raccontò Harry quadrava alla perfezione con il comportarsi in modo strano di Kyle in quel periodo.
Tranne per un epidosio.
Una chiamata...
Quella chiamata.

'' Va tutto bene? Come è Niall? Come ricordavi? è cambiato? ''

Il suo tono di voce, la sua ansia in quel momento, come d'un tratto si fosse svegliato...
Ma non era nervoso o preoccupato, era normale...

'' Steph, ti prego, chiarisci con Kyle, noi abbiamo fatto già ragionare Niall... ''

Poi mi flesciò per la testa un'altra situazione.
Se Harry sosteneva di aver fatto ragionare Niall, se i ragazzi cercavano di evitare uno '' scontro '' tra i due, allora, perchè Louis aveva lasciato mio fratello con me e Kyle?

'' Daccordo Harry, ci parlerò... '' ... E cercherò di capirci qualcosa. 





HERE I AM!

Ben trovati lettori e lettrici ( più lettrici che lettori ) - Innanzi tutto vorrei avvisarvi di una cosa importantissima, trovate scritto tutto sul blog: LINK

Riguarda me, ma sopratutto riguarda anche voi! 
Quindi vi prego PARTECIPATE! 

Ora, sulla storia...
Questo capitolo è molto interessante, è stato tosto da scriverep erchè c'è molto dietro e ho cercato di non farvi capire subito delle cose...
Si, è stato molto difficile, ci ho messo quasi 4 ore.
Living With Kids è una storia un pò così, bisogna ragionarci sopra alla fine ... Ed è questo il bello, credo.

Personalmente mi piace moltissimo questa storia e scriverla è bellissimo.
Vorrei sapere cosa ne pensate, vorrei avere vostre notizie sul blog, lo vorrei davvero, perchè per me significa moltissimo.

Se mi lasciare consigli o critiche mi fate ancora più felice, vi prego, mi servono davvero, perciò sono apertissima ad ogni tipo di contatto! 

Ci sentiamo sul BLOG! ;) 

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