Buried - Nel sottosuolo-

di yori
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO I - La scienziata sbaglia il colpo: missione fallita!- ***
Capitolo 2: *** Capitolo II: Salva per caso! ***
Capitolo 3: *** Capitolo III: Privilegi di donna ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV: le vecchie maniere! ***
Capitolo 5: *** Capitolo V: Biglietto da visita ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI: Insonnia ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII: un doppio futuro?! ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII: la paura che non ti aspetti. ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX: La signora del tempo. ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO X: Radura di pace ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI: l'amaro in bocca ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII: visione futura. ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII: tradizioni ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV: Presenze ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV: verso il nucleo della terra cava ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI: la luce della vita ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII: ridatemi il mio principe ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII: il futuro impossibile? Forse no… ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX: verso casa ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX: Epilogo, il sole esiste per tutti ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO I - La scienziata sbaglia il colpo: missione fallita!- ***


Buried cap 1 BURIED - Nel sottosuolo -

CAPITOLO I - La scienziata sbaglia il colpo: missione fallita! -

Il dispositivo continuava a lampeggiare ad intermittenza regolare e una scritta rossa le suggeriva che stava sbagliando tutto: ERRORE! ERRORE!  Eppure era certa che stava facendo la cosa giunta, era certa di aver fatto bene i suoi calcoli e aver analizzato al meglio ogni variabile. Premette, di nuovo, i tasti sul pannello di controllo dell'immensa macchina elettronica. Sentiva la terra sotto i piedi tremare, sentiva un rumore sulla sua testa: sembrava che la grotta dovesse collassare su se stessa da un momento all'altro. Che diavolo stava succedendo!? Cosa sbagliava!? Si chiese, mentre sentiva dei boati alle sue spalle, dovevano esser Goku e gli altri. Avevano sicuramente sconfitto tutti i nemici, ma - dannazione!- lei quella tecnologia non la conosceva affatto, si sentiva esattamente come quando aveva fatto esplodere la navicella di Nappa: impotente! Premette di nuovo i tasti in sequenza: ctrl, rosso, verde, arancio. La macchina si spense e un rumore assordante le suggerì che si era fermato tutto.
Ebbene: era, davvero, un genio indiscusso! Sospirò sollevata portandosi una mano al petto. Fortunatamente, come sempre, ci era riuscita; la fortuna in parte l’aveva assistita e guidata in ogni sua mossa. Guardò sollevata alle sue spalle, Goku stava ancora combattendo, così come tutto il resto del gruppo Z: Yamcha, Junior, Gohan, Crilin.
"Goku! Ce l'ho fatta!!"
Dimenò le mani per farsi vedere e sentire, era molto felice del suo operato voleva a tutti i costi dimostrare di essere forte anche lei, che la prestanza fisica non è di certo l’elemento fondamentale per vincere una guerra. Quando le avevano parlato di quella missione aveva subito accettato. Dopotutto, cos'aveva da perdere? Non sapeva quello che sarebbe stato della sua vita; era perennemente insoddisfatta della propria esistenza, della monotonia che la circondava, quindi: tanto valeva buttarsi in ogni sfida o avventura; senza contare  poi che il Principe delle scimmie passava, casualmente, nell'istante in cui Goku le fece la proposta: "Vieni anche tu sul pianeta Agartha!?" E lei non aveva potuto far altro che accettare, per non sfigurare prima di tutto con lui. Cos'avrebbe pensato altrimenti di lei? “Sei solo una debole umana!”  Le avrebbe, di certo, detto aggiungendo magari che era pure una ritardata. Ma Bulma era certa di valer di più, sapeva di potergli dimostrare di esser una donna con gli attributi. Perché poi le importava del suo parere?  Bel mistero anche quello -un po' come lui del resto- ma quello che più l'aveva sorpresa era stata quella spavalderia con cui aveva risposto lei stessa, senza pensare all'effettivo perché della sua stessa partenza. Non le avevano detto, però, che Re Kahio aveva espresso il volere di averla tra i combattenti -Beh, certo, in senso figurato, si intenda!-  ma c'era uno strano dispositivo sul pianeta che impediva a quella terra di esser rigogliosa e fertile, poiché il marchingegno cambiava lo stato climatico dell'atmosfera. L'avevano, probabilmente, impostata su: secco e arido, in modo da distruggere in parte le colture che davano un sostentamento alla popolazione. Quando erano arrivati li avevano trovati deperiti, ma fortunatamente non irrecuperabili; così avevano portato cibo per tutti e Bulma si era sentita una vera eroina, si era sentita bene. Anche se la parte importante doveva ancora arrivare. Di fatti erano giunti successivamente in quel luogo tetro e montuoso dove spirava un forte vento e l'aria era gelida e lì, in una grotta, c'era il grande dispositivo climatico . Delle guardie li avevano bloccati al varco e, mentre gli altri combattevano, ella si era intrufolata all'interno della caverna e aveva cominciato a trafficare con il macchinario. Non che si capacitasse del suo reale funzionamento, ma in principio le sembrava di averlo inteso bene, tanto che riuscì persino a cambiare la temperatura e mutare gli agenti atmosferici, facendo cader la neve. Poi  tutto era andato per il verso sbagliato; poi tutto si era rivoltato contro di lei e la macchina aveva cominciato a segnalar degli errori. Ma, finalmente, ci era riuscita e ora era tutto finito. Goku la guardò alzando il pollice ben in alto e sorridendole raggiante, Bulma ricambiò, questa volta era lei il vero eroe! Camminò verso l'uscita, trionfante.
Quando ad un tratto sentì una forte deflagrazione alle sue spalle. Le parve di udire il rumore della corrente che riprendeva a scorrere con energia e metteva in tensione l'intera macchina che si riaccese di colpo.
"Merda!"
Fece in tempo a dire, prima di avvicinarsi di nuovo ad essa. La macchina cominciò a lampeggiare di un rosso vivido e acceso e Bulma prese a tastare i pulsanti a caso.
< Allarme! Allarme intrusi! >
Comunicò una voce metallica, mentre la macchina si autodistruggeva. Bulma sentiva provenir dal suo interno degli scoppiettii e cominciò a correre verso l'uscita, ma qualcosa le impedì di farlo. Una grossa crepa si era formata davanti ai suoi piedi. Gridò aiuto, ma ormai era troppo tardi. L'ingresso della grotta era magicamente scomparso, senza che lei se ne accorgesse. Sentiva le voci dei suoi amici  all'esterno chiamarla a gran voce, ma non riusciva a far altro che urlare. Nel buio più pesto, percepì la terra mancarle sotto i piedi e la grotta collassare su se stessa. Trattenne il respiro, mentre il vuoto la inghiottiva. Non trovò alcun appiglio a cui aggrapparsi con forza e precipitò, rovinosamente, nella voragine senza speranza alcuna: sarebbe morta! Che fine misera per una donna come lei, beffata dalla sua stessa stupidità.

I nemici erano stati sconfitti e Yamcha continuava a gridare il nome della sua donna, ma nulla lasciava presagire per il meglio.
"No!!!"
Crilin strinse la mano in un pugno. Bulma aveva sempre partecipato ad ogni missione e non le era mai capitato nulla, come poteva esser successo l’inevitabile, come avevano potuto portarla ad un pericolo tale!?
"Non sento più la sua aura!"
Disse Junior, l'unico a poter palesare il motivo di tutta quella disperazione. Probabilmente era morta, non avrebbe mai potuto cavarsela, una fragile come lei, in una situazione del genere.
"Oh, no!"
Yamcha aveva il volto distorto in una smorfia di dolore: la sua Bulma!
Crilin gli pose una mano sulla spalla.
"Non temere la faremo ritornare in vita con le sfere del Drago."
Yamcha singhiozzò e poi annuì.
"Sarà sicuramente arrabbiata, con noi!"
Smorzò la situazione il pelato e un mezzo sorriso si abbozzò sui loro visi. Goku rimase immobile ancora per un attimo, la cosa non lo convinceva affatto. Aveva sentito una fugace aura, conosciuta, aumentare di colpo, poi più nulla.  Aveva uno strano presentimento: e se la missione non fosse solo quella? E se c'era dell'altro?  Dopotutto il clima non era affatto mutato o tornato normale.
"Amico, andiamo. Dobbiamo almeno ritrovare il suo corpo!"
Disse Crilin e il saiyan fece sì col capo, ma a nulla valsero i loro propositi poiché un'immensa esplosione disintegrò la montagna per intero.
Ora non avrebbero, di certo, trovato più nulla di lei…
"No!! BULMAAAA!!"
Urlò Goku sorpreso e amareggiato, non era neppure riuscito a salvarla! Non l'aveva neppure portata fuori di lì! Non se lo sarebbe mai perdonato.





Angolo autore;
Ebbene ho riscritto pure questa storia, senza togliere ovviamente la vena  ironica che caratterizza la storia e modifiandone solo l'aspetto grammaticale ma non quello stilistico.
Vi auguro una buona lettura!^_^

Ciao!!! SSììììì, lo so! Ma che ti salta in mente? Una nuova storia!? Direte voi! Beh, vi prometto che sarà breve, ma mi ronzava per la testa e non ho potuto non scriverla, dato che mi piaceva, come idea! Spero, ovvio, che intrighi anche voi, così come ha scimmiato me!!! Avevo bisogno di scrivere una cosa che comprendesse solo due personaggi cardine, che fosse introspettiva, che non vi fossero riferimenti al passato, come al mio solito, ma che fosse un semplice Bulma e Vegeta, in una situazione insolita -Chiaramente nulla è lasciato al caso! Compreso il nome del pianeta!- ma che fosse semplice e soprattutto facesse fuoriuscire una mia capacità cardine: l'ironia! Quindi un comico, romantico, molto alla Dragon Ball, spero ovvio di riuscire nell'intento!! Ihih! Cmq a voi l'ardua sentenza!
Un bacione a tutti la vostra Yori!! Colonna sonora della storia il mio cantante preferito italiano: il Gianluca Grignani, Il più fragile.
p.s. prometto che studierò per il meglio altri personaggi, di altre cose così andrò ad appestare un altro fandom con le mie storie ah ah ah!!^^




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Capitolo 2
*** Capitolo II: Salva per caso! ***


buried capitolo 2


CAPITOLO II: SALVA PER CASO!


Le mancava il respiro, il polverone di terra le mozzava il fiato, tossì, per poi poggiarsi a qualcosa di morbido. Aprì gli occhi, ma non vide nulla, tossì di nuovo. Come diavolo si era salvata? Ricordava di esser caduta in un burrone e forse aveva afferrato qualcosa o qualcosa l'aveva afferrata?
Cercò di alzarsi, ma venne bloccata e inciampò, di nuovo, su quel qualcosa di morbido.
"Dove ... dove sono?"
Non riusciva neanche in quel caso a  chiudere la sua boccaccia, con chi poteva parlare se non c'era nessuno? Tastò qualcosa nel buio, ma cosa stava toccando? Sembrava ... sembrava un uomo!! Come Bulma fece a capirlo è ancora un mistero oggi, ma la cosa che le fu certa, all'instante, era di chi fosse quella voce tonante.
"Ma che diavolo fai!? Razza di femmina idiota, stupida e buzzurra!"
"Ve ... Vegeta?"
Esclamò voltandosi verso la voce che sentì rimbombare proprio davanti al suo naso, poi cominciò a cercarlo con le mani e toccò il suo viso spigoloso, le sue sopracciglia i suoi capelli.
"Sì! Sei proprio Vegeta!!"
Bulma si immaginò il suo volto corrucciato, il suo sguardo severo e le sue guance tinte di rosso. Si era accorta di come Vegeta fosse un uomo riservato e certe cose gli davano profondamente fastidio.
"Beh, grazie Vegeta! Mi hai salvato la vita!"
Fece un gran sorriso e cominciò a scorger qualcosa nel profondo buio, anche se Vegeta non poteva vederla lei voleva fargli sentire quanto era contenta di "vederlo" e soprattutto di saper che fosse, evidentemente, lui il suo salvatore! L'avrebbe persino abbracciato, se solo fosse stato meno freddo, ma aveva decisamente paura di morire. Certo, ormai lo conosceva, era ospite da lei da un po', ma non si sentiva ancora del tutto sicura con lui, dopotutto era un cattivo molto pericoloso, anche se le sembrava piuttosto un uomo triste. Avrebbe volentieri colmato quella sua tristezza.
"LEVATI DAI PIEDI!"
"Ma come faccio? Non vedo nulla e poi ci sei solo tu!"
Incrociò le braccia sul petto scocciata, mentre Vegeta fece apparire un bagliore dalla sua mano.
"Non potevi farlo prima?"
Sbraitò la ragazza accorgendosi di esser a cavalcioni sulle sue gambe e di essergli ad un palmo dal naso. Vegeta, come prevedibile, aveva lo sguardo cupo  e molto arrabbiato. Bulma, seccata pure lei, guardò sopra la sua testa.
Erano entrambi incastrati in un cunicolo alto un metro e decisamente stretto.
"Ma come siamo finiti qui? E tu che ci fai qui!?"
Pronunciò alla fine Bulma, resasi conto che Vegeta era lì su Agartha con lei. Non sapeva neppure fosse partito. Poi, quando era partito? Come era arrivato lì? E, soprattutto, perché??
" Perché non te ne stai zitta e non pensi piuttosto a come uscire senza farci crollare tutto sulla testa?"
Bulma cercò di spostarsi, ma si ritrovò con il sedere a terra dopo aver sbattuto la testa. Si massaggiò dolorante il cranio.
"Sei tu il guerriero, non io! Sei tu quello che dovrebbe pensare a come uscire!"
"Oh, ma non sei tu quella che gira per l'universo snervando la gente, con la tua voce assillante, dicendo che sei un genio!"
Bulma sbuffò e lo guardò mentre si guardava intorno, poi si sollevò, per mettersi a cavalcioni, ma Bulma aveva il piede nel posto sbagliato, nel momento sbagliato e il Saiyan, il Principe dei Saiyan, capitombolò su di lei in quel minuscolo spazio vitale!
"Levati dai piedi! Stupida terrestre, perché diavolo ti ho afferrato? Avrei dovuto lasciarti schiattare!"
"Dovrei dirlo io! Stupido scimpanzé!"
Cercarono di scansarsi l'uno dall'altro, peggiorando la loro situazione e trovandosi ancora più aggrovigliati. La gamba di lui tra le gambe di lei. Le braccia di lei intorno al suo petto, le mani di lui ...
"Sei un porco! Giù le mani!"
Disse Bulma distogliendosi dal suo tocco -o se vogliamo chiamarla per bene: palpata!- che il Principe dei Saiyan faceva sulle sue protuberanze. Vegeta divenne bordò, mentre la sfera di luce fluttuava sulle loro teste rischiarando quello stretto pertugio.
"Mi fai schifo!"
Pronunciò direttamente sulle sue labbra e si scostò da lei prendendo a gattonare nel cunicolo.
"Perché di là e non dall'altra parte?"
"Perché tu sei stupida e io sento le aure!"
Bulma lo mandò al diavolo per poi seguirlo: non aveva alternative.
"Perché eri qui?"
Le chiese dopo un po', aveva voglia di parlare, era stanca, spossata e voleva un po' di contatto umano, anche se non era un umano quello davanti a lei, ma uno splendido e virile saiyan.
"Diamine, ma non stai mai zitta!"
"Che palle! Non me lo puoi dire e basta!"
Vegeta si voltò verso di lei.
"Sei stupida o cosa? Volevo combattere! Perché diavolo sarei venuto se no? Per salvarti? Neanche morto! Dio, solo che voi siete molto scemi. Cazzo, si può partire per un pianeta senza saper nulla di esso!?"
Bulma lo guardò sorpresa. Beh, come dargli torto?
"Hai ragione! Sei molto intelligente, Vegeta!"
Vegeta si voltò di nuovo per continuare il percorso e per non far vedere il rossore sulle gote.
"Comunque che hai scoperto sul pianeta?"
Vegeta, sbuffò, e proseguì in silenzio, Bulma lo seguì.
"Manca molto?"
Ma neanche a questo rispose, lei si rassegnò e proseguì dietro di lui.
Dopo molto tempo, finalmente una luce lontana e un odore diverso da quello della terra e di umido che da molto li accompagnava.
"Come pensavo: questo pianeta ha una parte degli abitanti nel sottosuolo, per questo hanno fatto quei macchinari; gli permettono di aver le condizioni ideali al loro interno e probabilmente vogliono distruggere la popolazione in superficie per fuoriuscire e prendersi l'intero pianeta!"
Bulma rimase piuttosto sorpresa dalle sue congetture, era un uomo davvero intelligente, senza contare che aveva pure notato, in quel tempo che avevano passato a gattonare, un notevole sedere!
Arrivarono ad un punto in cui la luce l'abbagliò del tutto, chiuse gli occhi e poi li riaprì.
Davanti ai suoi occhi, in quella che sembrava un'immensa cava sotterranea.
Vegeta aveva completamente ragione.
"E ora che facciamo?"
Disse Bulma spaventata. Vegeta sorrise, amava il rischio, amava la lotta.
"Beh, facciamo baldoria! Distruggerò tutto!"
Si erse sulla rupe innanzi all'ingresso della grotta: avrebbe distrutto tutto!
Rise di gusto pieno della sua gloria, Bulma pose una mano sulla sua spalla.
"Perché? Non possiamo scoprire perché lo fanno, magari hanno un motivo!"
"Ammazzerò pure te!"
Bulma sorrise, non l'avrebbe fatto, dopotutto l'aveva salvata.
"Beh, ma non avrai un posto dove tornare se mi ammazzerai. E poi... non è più divertente indagare?"
Rise anche lei della sua trovata geniale, Vegeta dopotutto pensò che avrebbe anche potuto divertirsi con la terrestre.
"Popolo di Agartha stanno arrivando Bulma e Vegeta!"
Disse Bulma alzando il pollice in segno di vittoria.






Angolo autore:
Ringrazio molto: Giulz87, Benny, Winry8827, Sese87, Enris per avermi dato fiducia con le vostre recensioni!!^^ Le vostre parole sono importanti per me!!
Ringrazio: Fashionelle09, Giul87, Pinklink, Sese87, Winey8827 per aver messo la storia tra le seguite e Mammaemoglie per averla messa tra le preferite!
Grazie a quelli che hanno letto la storia.
p.s. so che Vegeta nell'anime non salva Bulma, quando ne ha l'occasione, ma vedremo il perché nell'evolversi della vicenda, non temete!^^

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Capitolo 3
*** Capitolo III: Privilegi di donna ***


Buried cap 3 CAPITOLO III:PRIVILEGI DI DONNA

Procedeva alle sue spalle ponendogli delle domande, senza ricevere risposte da Vegeta che camminava veloce verso quello che sembrava un villaggio. Le case dai tetti verdi e le piante dalla conformazione strana conferivano all'ambiente circostante uno strano aspetto. Sembrava tutto molto buffo. Bulma era molto entusiasta della situazione, si sentiva come ai vecchi tempi, quando ragazzina era partita affrontando delle avventure pazzesche con degli sconosciuti un po’ strambi. Ora, per giunta, quello davanti a lei non era solo uno sconosciuto alieno dello spazio, ma era anche il più pericoloso tra i nemici sopravvissuti. In ogni modo, qualunque fosse la qualifica di Vegeta rimaneva un tipo decisamente interessante: bello da mozzare il fiato, perfetto, forse un tantino basso, ma era una cosa sulla quale si poteva passar sopra dato il suo meraviglioso portamento regale.
"Vegeta, ma dove stiamo andando ora? Qual è il tuo piano?"
Chiese per l'ennesima volta, senza ottener nessuna risposta. Sbuffò, certo che se proprio gli doveva trovare un difetto -che era anche piuttosto terribile e fondamentale!- era il suo carattere. Non che lei fosse tenera, ma Vegeta aveva decisamente una scorza troppo dura, anche per una come lei.
"Sei insopportabile, oltre che maleducato! Dovresti rispondere a una bella signorina come me!"
Vegeta finalmente si voltò verso di lei.
"Senti donnetta terrestre te lo dico un'unica volta: STA ZITTA!"
Bulma si portò le braccia ai fianchi e puntò i piedi.
"Senti ometto alieno: che tu lo voglia o no, ci sono pure IO. Quindi vedi di ascoltarmi e dirmi cosa diavolo dobbiamo fare! Perché mi hai salvato se mi devi parlare in questo modo!?"
Vegeta non rispose e si voltò proseguendo per la strada.
"Almeno puoi dirmi dove stiamo andando?"
"Senti, capelli da pazza, visto che hai fiato da sprecare: tu cosa proponi?"
La ragazza sgranò gli occhi, oltre che per l'orribile soprannome, anche per la simpatica domanda. Effettivamente ... Non aveva pensato ad un piano, aveva solo fatto la sua proposta a Vegeta.
"Beh ... "
"Beh?"
"Beh, non sei tu il guerriero?"
Vegeta sbuffò portandosi nei pressi di una casa, senza rendersene conto erano giunti al villaggio.
"Mi hai proposto di scoprire il perché di tutto questo. E visto che non ho nulla di meglio da fare, e questo potrebbe essere un allenamento interessante, ho accettato. Ma, onestamente, pensavo che tu -stupida terrestre!- avessi una minima idea di quello che stavi facendo, ma noto -con disgusto- che sei solo una ritardata senza speranze!"
Bulma si nascose con lui dietro il muro di una casa, poiché mentre parlavano proseguivano ugualmente nella loro misteriosa missione.
"Ti preferisco quando taci!"
Vegeta ghignò. Pensare che era stata lei ad insistere perché parlasse e ora si indispettiva per  le sue parole. Per lui le femmine erano davvero incomprensibili, oltre che fastidiose. E pensare che l'aveva pure salvata! Beh, non che avesse potuto far altrimenti. Difatti, mentre stava cercando l'ingresso alla terra cava, improvvisamente era franato il soffitto della grotta. Vegeta era così concentrato sul da farsi, che ... non si era accorto subito del misfatto e aveva solo fatto in tempo a capire la situazione quando era stato colpito da un grosso sedere femminile, in tal modo lo aveva identificato, ed era stato sopraffatto da un profondo senso di nausea, riconoscendo all'istante l'odore dell'odiosa pazza scienziata dalla quale vive da mesi come ospite.
Possibile quella rozza terrestre gli fosse sempre tra i piedi? Era stato inevitabilmente costretto a salvarla, nonostante non ne avesse la minima intenzione. Ma ormai la frittata era fatta e si era ritrovato in quello stretto pertugio con lei sul suo petto. Oltre al fatto che si era sentito strano per quel gesto assurdo, si era persino sentito stupito per non averla uccisa all'istante.
Il problema fondamentale del Principe era che lei in qualche modo lo scombussolava. Come quando era tornato sulla Terra e l'aveva seguita senza batter ciglio. Perché? Beh, strano a dirsi ... ma non lo sapeva neppure lui, che spesso, molto spesso, era impulsivo, ma principalmente un tipo razionale. Con Bulma non lo era affatto.
"E ora cosa stiamo facendo?"
"Il significato della parola silenzio immagino che tu non lo conosca? D'ogni modo, umana rincitrullita e inutile, pensi di andar in giro vestita da terrestre?"
Bulma rimase per un attimo in silenzio, per l'ennesima volta lui aveva terribilmente ragione e lei aveva posto una domanda stupida.
"Quindi vuoi rubare dei vestiti?"
"Ci troviamo di fronte ad un genio!"
Le rispose sarcastico lui, Bulma si appiattì contro la parete della casa, era scocciata, non aveva mai conosciuto nessuno la indispettisse in quel modo ... Beh, togliendo tutte le persone presenti nell'universo, ovvio … Insomma Bulma Brief si indispettiva facilmente, ma Vegeta aveva l'oscura capacità di riuscirci più degli altri. Sentirono, poi, delle voci che sembravano all'udito decisamente maschili e Bulma si irrigidì. Sebbene fosse affianco ad un guerriero dalla potenza eccelsa, non si poteva dire in ogni modo al sicuro. Lui non era un garante della sua incolumità, ne era piuttosto l'opposto! Vegeta la guardò sogghignando. Sicuro era stato un caso l'averla salvata, ma sapeva bene che la ragazza poteva tornargli utile, come prima cosa conosceva bene la cultura di quel popolo, non partiva mai sprovveduto per una missione e ricordava bene di aver letto delle informazioni su Agharta alla base di Freezer, e se la memoria  non lo ingannava Bulma sarebbe stata il suo biglietto da visita. Certo doveva istruirla a dovere, ma pensava che, dopotutto, ella non era poi così stolta.
"Bene terrestre, è il tuo turno. Questa è roba da donne!"
Le disse sereno con un sorriso sghembo.
"Per cosa?"
"Dici di esser una donna affascinante: dimostralo!"
Bulma era furente, ma come si permetteva quello zulù!
"Non ci pensare neanche! Non facciamo prima se ci vai tu e io aspetto qui? Dopotutto devi solo rubare degli abiti!"
Senza darle l'opportunità di proferire oltre, la spinse in un punto dove erano ben visibili agli alieni dalla pelle bronzea. Bulma guardò supplichevole Vegeta. Perché non li faceva fuori e concludevano in bellezza la missione?
Vegeta allora le sillabò a bassa voce: non sarebbe divertente!
E la povera Bulma, suo malgrado, fu costretta ad affrontar la situazione.
I due alieni la guardarono allibiti e con gli occhi sbarrati.
Che si comincino le danze: "Salve signori. Mai vista una bella donna?"






Angolo "autrice": momento di sfogo!
Vorrei ringraziare chi mi ha difeso segnalando una certa storia e delle certe recensioni che mi offendevano a livello personale definendomi in poche parole: ignorante, frustrata, maestrina e gioitrice delle disgrazie altrui!!
Premetto con il dire che sono una persona che ama mettersi in gioco e che dice SEMPRE ciò che pensa. A differenza di quello che pensano in molti non penso che la verità faccia male, penso che, anzi, aiuti a crescere!! (ovvio che c'è modo e modo per dirle!!) Mi spiace che le persone non vogliano crescere! E mi complimento con quelli che prendono le critiche in modo costruttivo!
Io non penso di esser nulla, ma da semplice lettrice mi sento in DOVERE di esprimere le mie opinioni, che siano esse positive o negative, o ambedue le cose nel contempo.
Voglio anche dire che non sono affatto frustrata e che sono molo felice nella mia vita, senza gioire per le disgrazie altrui, ma gioendo solo per me stessa, per quello che di bello accade a me e a chi voglio bene!! Quindi vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso, ma mi sono cmq sentita ferita da certe parole, poiché sono qui per esser giudicata come autrice e non come persona!
Mi fanno cmq un po' tristezza certe cose! Credo che: bisogna esser umili e predisposti ad imparare, a cambiare le proprie vedute e ascoltare gli altri, se no: non si va da nessuna parte!
Detto questo voglio dir due parole sul comico!
Secondo il mio pensiero il comico è forse il genere più complesso da trattare.
Non è facile strappare una risata, non è facile scrivere bene un comico! Ma soprattutto penso sia carino e anche doveroso scrivere un comico su Dragon Ball mantenendo i personaggi IC!
Perché? Perché Dragon Ball è un comico! Quindi i personaggi principalemente sono nel loro mondo. Diciamo che tento di fare quello che vado blaterando, ovvero: mi attengo al canovaccio dei personaggi e tento di farci una storia! (Per la cronaca e non per tirarmenla, ma dato che è stato detto che non conosco le cose che dico: ho preso trenta nell'esame sulla storia del teatro e quello sulla storia della Scenografia!! Quindi diciamo che qualcosa sul tema teatro ho studiato! Scusate, ma detesto quando mi viene dato della "spara cavolate a caso!", poiché se dico una cosa è perché la so, alrimenti non la direi! Quindi non mi metto a parlare di matematica poiché non so una cippa lippa in materia e neanche di fisica!! Ma se son cose che so perchè non dirle??!! Magari a qualcuno che non lo sa potrebbe interessare, no?! Ad esempio io non so nulla di Moda, ma se me ne parlano non dico mica tu sei saccente! Ascolto e cerco di  impare!-__- )
Cmq.... Spero di riuscirci, cercando di far una storia realistica nel mondo di Dragon Ball, simpatica, ma soprattutto di qualità(speriamo ^^'' )!
Ringrzio chi ha letto questo sfogo, ma volevo chiarire le mie posizioni, ma soprattutto vorrei che mi si giudicasse come autrice e non come persona!
Ringrazio Voi miei cari lettori che mi avete sempre supportato con gentilezza e carineria!!
Un bacio a tutti!!!

Ringrazio: Bolla Blu, Delphinium_Love, Fashionelle09, Giulz87, Pinklink, Sese87, Winry8827

Ringrazio anche Winry8827 per averla messa tra le ricordate; Fashionelle09 e Mammaemoglie per averla messa tra le preferite! ^^

Ringrazio coloro che mi hanno recensito: Giulz87, Winry8827, Benny, Fashionelle09, Luna_07 e Delphinium_Love.

p.s. presto scriverò anche Sangue Blu, mi spaice non aver già aggiornato.... ma purtroppo ho poco tempo!! ç__ç

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Capitolo 4
*** Capitolo IV: le vecchie maniere! ***


buried cap 4 CAPITOLO IV: LE VECCHIE MANIERE!

La terra sotto i suoi piedi pareva brulla ed incolta, sebbene le piante, che raggiungevano cime inimmaginabili e avevano delle forme buffe, fossero verdi e ricche di foglie; e seppur fosse lì da un po' ancora non si era soffermata a lungo a riflettere sul perché era in quel luogo che sembrava ospitale, ma che, probabilmente, non lo era affatto. Roteò gli occhi prima sull'alieno conosciuto -mandandolo mentalmente al creatore!- e successivamente su quelli che aveva davanti a sé.
"bxaefbbbsssssdfadwdbka"
"Hkcxsdfocsihca"
Cosa mai stavano dicendo? Se solitamente Bulma Brief soleva cavarsela era anche per via della sua proverbiale capacità dialettica, ma in questo caso ... cosa poteva fare?? Non capiva nulla!
Cercò con la coda dell'occhio la sagoma di Vegeta. Bene, ottimo, era scomparso!
Possibile l'avesse lasciata sola al suo destino, dopo averle salvato la vita?
"Boshoacbyaka"
L'alieno più grosso si avvicinò a grandi passi a lei. Bulma cominciò a tremare: ma che era saltato in mente alla regale scimmia? Come poteva pensare che lei, una misera umana, avesse mai potuto affrontare quegli energumeni tutta sola? E poi, ora, dov'era svanito? Quel maledetto gliel'avrebbe pagata cara. Come prima punizione: niente più cibo! E poi, certo, non l'avrebbe più fatto dormire in casa, ma in giardino, o magari in una gabbia con dei rami, alle scimmie piace penzolare su e giù, no? Si, sempre che riuscisse a tornare a casa. Chiuse gli occhi e si accucciò, perché Bulma aveva paura e quando si trovava davanti al nemico tremava sempre come una foglia. Eppure si dimostrava spavalda a prima vista, eppure anche quando era arrivato Freezer sulla Terra, non aveva vacillato. Beh, forse in quel caso era solo perché, si insomma, perché non aveva poi molte scelte. Sarebbe morta in ogni luogo si trovasse sul suo pianeta. Invece, in questo caso specifico, non era stata lei a voler affrontare il nemico, ma l'aveva costretta Vegeta.
Serrò forte gli occhi, menomale che esistevano le sfere del drago! Pensò prima di deglutire, convinta di morire, ma un tonfo improvviso le fece spalancare gli occhi e si trovò davanti a sé uno stivale bianco e una bella gamba muscolosa.
"Beh, umana, ti facevo più sveglia!"
Bulma si guardò intorno e vide i due nemici riversi a terra, mentre il nemico troneggiava su di loro, e anche su di lei, nel suo massimo splendore. Bulma scacciò quei pensieri. Vegeta era un bruto, un nemico, uno stupido animale che non faceva altro che prenderla in giro.
"Beh, mi hanno colto impreparata, ecco tutto!"
Disse Bulma sollevandosi e sistemandosi i pantaloncini mimetici e la giacca in tinta.
"Tsk, sei proprio ritardata. Mi fai tutti i tuoi discorsi e poi non combini nulla?"
"Sei tu che sei troppo precipitoso." Mentì lei. "Avrei potuto farcela con le mie doti di ... ehm, di femmina affascinante e ammaliante!"
Vegeta la guardò di sottecchi, distorcendo le labbra.
"Invece a me sembra proprio che le vecchie maniere siano sempre le migliori."
Bulma incrociò le braccia al petto e si scostò lontano da lui indispettita, ma tenendolo sotto controllo, non voleva perderlo di nuovo; era, dopotutto, il suo unico punto di riferimento.
Vegeta si osservò intorno e decise che sarebbe entrato nell'abitazione poco distante da loro, era l'unico luogo in cui avrebbe potuto trovare un buon modo per camuffarsi. Bulma lo seguì a ruota imbarazzata, dopo la sua magra figura non poteva far altro che assecondarlo, in fondo Vegeta le aveva salvato la vita ben due volte nell'arco di quella giornata, e poi ... non era poi così male. Vegeta aprì la porticina ovale ed entrò nella casetta in legno, intonacata esternamente di un giallo paglierino. Le finestre erano piccole e all'interno vi era davvero poca luce, sebbene esternamente fosse diffusa per bene in tutto lo spazio. Solo allora Bulma pensò che si trovassero sottoterra: com'era possibile vi fosse luce? Il legno del pavimento scricchiolò sotto i suoi piedi, mentre Vegeta davanti a lei, ovviamente, avanzava con disinvoltura.
"D...dove siamo?"
Vegeta non rispose, ma il buio parlò per lui.
"Siete sul pianeta Agartha, all'interno del pianeta, qui siamo stati reclusi per un motivo ben preciso." Tossì. "Vi stavo aspettando ... entrambi."
Nella semi oscurità, avanzò verso di loro un'anziana signora, picchiettando il bastone, che la sorreggeva, a terra. Bulma si avvicinò ancor più a Vegeta.
"Chi sei?"
Chiese lui con voce tonante, Bulma si strinse leggermente alla sua tuta, non sapeva il perché, ma il solo sentirlo le dava fiducia, anche se non capiva le parole della donna.
"Sapevo che sareste arrivati, sapevo che sareste venuti insieme. Questo è il necessario, il vostro inevitabile. Senza questo momento la storia non potrebbe cambiare e il futuro non si potrebbe evolvere."
La luce rischiarò il suo viso; somigliava alla vecchia Baba, ma aveva la testa decisamente fuori formato, era molto più grande del corpo e di uno strano colore, come gli alieni all'esterno.
"Ognuno di voi ha da sempre cercato qualcosa, ha avuto un desiderio che è rimasto incompiuto. Ma  il vostro destino è già stato scritto e ora: gli state, solo, andando incontro."
Bulma e Vegeta rimasero immobili senza capire le parole della vecchia, che li oltrepassò e chiuse la porta dell'abitazione alle loro spalle.
"Potete dormire qui per la notte!"
La sua voce era tranquilla e sulle sue labbra apparve un  sorriso.
Vegeta si guardava intorno curioso, mentre Bulma, ancorata all'ombra di lui, si domandava come potesse esserci la notte nel sottosuolo ...




Angolo autori:
 Ola a tutti, miei calorosi lettori! Vi ringrazio per la mega attenzione che dedicate alle mie storie! ç__ç Sono commossa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Vi annunciò che questa storia, prima o poi, sarà più seria del previsto e prevede la maturazione della nostra Bulma, che parte timorosa e paurosa come nel manga/anime per poi acquisire una sua sicurezza. Vedremo quello che ho in serbo per voi in seguito (cosa che non so neppure io ah, ah,ah!!) Cmq sia, come sempre, le mie storie sono in qualche modo collegate quindi...(yori, si schiarisce la voce...) andrà di pari passo con le mie altre "opere"(seee, ma che opere sono! *e mi arrivarono dei pomodori!*) quindi diciamo che non è una mia altra versione del "B/V", ma semplicemente un tassello che mi mancava... (per chi avesse capito il mio discorso riceverà un premio!XD) Quindi questa storia ha a che fare con "La rinascita della speranza" e un po' anche con Sangue Blu. Poi li raccoglierò in una serie... non l'ho ancora fatto perché non so come chiamarla -__- cmq ... bando alle ciance il mistero di dove si collochi questa ff tra le altre lo scoprirete solo leggendooo!!
Ringrazio coloro che hanno lasciato una rece: Fashionelle09, Delphinium_Love, Winry8827, Enris, Benny, Fannyscri, Luna_07, Maia74, Giulzs87!!!
Chi l'ha inserita tra le seguite, e un grazie mega a chi l'ha messa tra le preferite!!^^
Spero di non deludervvviiiiiiiiiiii!!!^^







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Capitolo 5
*** Capitolo V: Biglietto da visita ***


Buried cap 5 CAPITOLO V: BIGLIETTO DA VISITA

L'oscurità era calata repentina su di loro, fuori dalle finestre in legno sembrava che non esistesse altro che il buio. Piccole luci fluttuavano sparpagliate a molta distanza dalla casa, sembravano degli astri, tanto che Bulma si sentì come in una navicella spaziale. Era come se fosse in viaggio per Nameck o per la stessa Agharta, i suoi unici viaggi nello spazio. Diverso certo il pensiero di Vegeta, che probabilmente non ci trovava nulla di strano in tutto quello, ma che probabilmente provava sensazioni che già aveva sentito in passato, o forse, non provava nulla… Lo osservava da lontano, poggiato alla finestre, con le braccia incrociate al petto e le gambe accavallate. La posa Vegeta, avrebbe potuto tranquillamente chiamarla. Il fuoco scoppiettava nel camino, mentre l'anziana, che pareva saper parlar la loro lingua, attizzava il fuoco cucinando qualcosa per loro. Osservò di nuovo lui nel silenzio, non ci aveva mai fatto caso, ma i suoi capelli non erano poi così scuri come potevano sembrare a prima vista, avevano un riflesso rossastro, che si adattava perfettamente alla sua persona, alla sua linea e al colore della sua pelle. Le sopracciglia lunghe gli conferivano un'aria autoritaria, sembrava nato appositamente per esser Principe, tale era la sua movenza e la sua corporatura. Un bel uomo insomma. Molto più bello di quanto non avesse mai potuto pensare di lui, insomma la prima volta che lo aveva visto non le aveva fatto una bella impressione. Un tipo minaccioso, ecco cosa gli era parso, ma si sa che solo gli stolti non cambiano mai idea. E Bulma di certo, nei suoi confronti, l'aveva cambiata completamente. Ne era affascinata, lo era forse da quando aveva deciso di farlo alloggiare a casa sua, lo era forse perché a lei le cose complicate erano sempre piaciute molto. Yamcha, Goku, nessuno di loro aveva quel potere ammaliante, nessuno di loro aveva quel fascino del rischio, di un qualcosa di terribilmente pericoloso. Vegeta racchiudeva in sé tutto questo. Se solo ... se solo non fosse così maledettamente antipatico.
"Che hai da fissare?"
La voce tonante di Vegeta la riportò alla realtà, facendola sobbalzare. Si sistemò meglio sulla sedia e prese a guardar altrove.
"Non guardavo te, stavo osservando la casa!"
"Tsk, non mi sembrava, oca terrestre."
"Beh, ti sbagl..."
Bulma però fu bloccata dal mestolo dell'anziana signora che si mise tra i due.
"Non è il momento di litigare, avrete tempo per questo."
La voce pacata della vecchia li lasciò interdetti e basiti per un attimo, sembrava sempre lasciar intender qualcosa in più di quello che di fatto diceva.
"E' pronto!"
Abbozzò un sorriso sul suo viso rugoso e li fece avvicinare al tavolo. I due si sedettero, Vegeta era incuriosito da tutta quella situazione, non aveva ben capito chi o cosa fosse quella megera, e quale fosse il reale significato delle  sue parole. Cosa lo legava alla terrestre dagli assurdi capelli? Era strenuamente convinto a scoprirlo. Si sedette a tavola, Bulma lo seguì subito dopo, lo osservò curiosa e lo vide storcer il naso guardando quello che aveva nel piatto. Bulma rise, sembrava proprio un bambino, guadagnandosi così un'occhiataccia dal saiyan che non aveva molto gradito il suo gesto.
"Non mangio simili schifezze!"
Sbraitò il Principe sollevandosi dalla sedia.
"Allora mi sa che sarà costretto a digiunare sua Altezza."
Sentenziò la vecchia, burlandosi di lui. Vegeta scostò lo sguardo sulla finestra intenzionato ad uscir all'aria aperta.
"Cosa pensi, che io non riesca a procacciarmi del cibo?"
"Non dubito delle sue capacità, conosco solo quello che mi circonda. E una cosa è certa: il pianeta Agartha è tutt'altro che ospitale. Non vi è molto di buono da mangiare, se non qualcosa che proviene dall'esterno, ma a molti di noi è vietato uscire di qui. Siamo un popolo troppo sapiente e pericoloso, per questo ci tengono segregate qua sotto. Le donne di Agharta sono quasi tutte veggenti e ... questo non è mai totalmente un bene."
La vecchia si sedette a sua volta al piccolo tavolo in legno.
"Quindi è per questo che sapete chi siamo."
Bulma era terribilmente affascinata da quel popolo veggente.
"Siete quasi tutte donne?"
"Sì, più o meno sì."
Vegeta si sedette a tavola ben capendo che presto la turchina avrebbe sviscerato buona parte della sua dote linguistica. Detestava quella stupida, linguacciuta terrestre.
"Quindi ... Quindi le donne hanno il potere assoluto! Ah, ah, ah visto Vegeta, noi donne qui siamo più forti!! Ah, ah, ah!"
Vegeta non la guardo neppure, limitandosi a far finta di non aver  sentito la sua stupida insinuazione.
"Qual è il nostro ruolo qui?"
"Lo saprete presto, ma dovrai farti carico di lei, Vegeta. Altrimenti ... non riuscirai mai a divenir quello che vuoi."
Vegeta accavallò i piedi portandoli sul tavolo.
"Tsk, io non mi faccio carico di nessuno, sia chiaro, men che meno di questa umana debole e ritardata."
"Sai anche tu, però, che è il tuo unico biglietto da visita per la città Emersa."
Sorrise bieca e Bulma l'osservò curiosa. Lei un biglietto da visita?
"Non è forse per questo che la tieni con te, Vegeta? Oltre al caso fortuito che ti ha portato a salvarle la pelle, sai bene che senza una donna questo pianeta è praticamente inespugnabile."
Bulma lo guardò sgranando gli occhi, non che si aspettasse nulla di diverso, ma davvero non pensava che questa volta Vegeta, avesse un secondo fine.  Che stupida, non era altro che un nemico lui. Si sollevò.
"Dove posso coricarmi vecchina?"
Disse sbadigliando, doveva digerir quel boccone amaro e la consapevolezza che sarebbe stata usata per tutto il viaggio.



 
Angolo autore:
Ciao a tutti ed eccomi con un misterioso nuovo capitolo *-* spero che vi piaccia! Mi sono un po' ispirata a varie cose: la leggenda di Agharta, un mio originale ispirato ad essa (ancora in cantiere XD), un po' Dune! Beh, non ancora molto però forse ... vedremo cosa il mio ingegno mi porterà a scrivere. Nel frattempo spero che il capitolo vi piacciaaaaaa un bacio a tutti i miei cari lettori!! :*

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Capitolo 6
*** Capitolo VI: Insonnia ***


Buried cap 6 CAPITOLO VI: INSONNIA

Si era appisolata un poco sul letto duro in quella piccola e scarna stanza. Sentiva ogni piccolo rumore ed il vento faceva vibrare la finestra. Il gorgogliare nel suo stomaco non le giovava affatto. Cominciò a tremare, perché si trovava in quella situazione così assurda… Si sentiva sola, le mancava la sua casa confortevole, sua madre che le preparava il pranzo e poi le mancava Goku che la rendeva sicura di sé. Lui si che l'avrebbe protetta! Invece al suo fianco si ritrovava solo quel buzzurro insensibile di Vegeta. Era antipatico, saccente e infido. Poi ... Lei non era un biglietto da visita, come si era permesso di usarla… Si girò di schiena guardando il soffitto. Non l'aveva poi usata ancora, la vecchia aveva solo detto che era quello il motivo per cui l'aveva tenuta "buona", ma ancora Vegeta non aveva fatto nulla di male. Solo che ... pensava di essergli simpatica, almeno un pochino e invece no: la voleva solo ed esclusivamente usare. Lei a differenza faceva sempre e solo cose fini a se stesse: fargli da mangiare, dargli un alloggio, una camera dell'allenamento. A cosa era valso tutto quello al non esser neppure salvata? Lo ospitava e lui ... Lui si permetteva di trattarla come una stupida, come l'ultima delle donne. Stupida lei e lei soltanto, lui faceva più che bene a trattarla come  si meritava: come una scema! Si alzò battendo i denti, faceva un freddo incredibile in quella stanza. Decise che non avrebbe dormito in quel luogo, beh, probabilmente non ci sarebbe neppure riuscita. Aprì la porta che dava sul corridoio e vi uscì, i piedi nudi le permettevano di non far molto rumore e una volta che riuscì a distinguer qualcosa nel buio cominciò a studiar ciò che avrebbe potuto fare. Le porte a quel piano erano ben tre, strano come anche in quel caso la situazione sembrasse fatta apposta per quell'evenienza. Dunque una era la sua stanza, l'altra quella dove, presumibilmente, dormiva Vegeta e, l'altra ancora, quella della vecchia bacucca. Bene, dopo aver appurato di esser un vero e proprio genio si propose nella sua scientifica mente un nuovo quesito: cosa poteva fare? Beh, uscendo dalla stanza non aveva proprio pensato a nulla, si era lasciata guidare dall'istinto. Poi un forte rumore la fece sussultare e la ragazza si appiattì contro la parete, salvo poi sporgersi incuriosita. Un terribile rombo ritmico le stava squarciando i timpani, salvo poi sopirsi e appiattirsi in un forte respiro. Dunque: qualcuno aveva il sonno pesante e russava decisamente alla grande. Bulma si avvicinò alla porta dalla quale veniva il rombante rumore, poteva esser la vecchia, ma il ... ehm, respiro, sembrava decisamente un uomo o meglio un Saiyan, dato che solo lui c'era nella casa. Bulma si avvicinò ancor più sicura alla porta con l'intento di far la sua apparizione nella stanza e deriderlo fino a svenir delle proprie risate. Poggiò una mano sul pomello del uscio, un sorriso raggiante si era stampato sul suo viso. Almeno una piccola vittoria se la sarebbe presa su quel mostro di Vegeta. Beh, non era certo una gran vendetta, ma per uno puntiglioso e permaloso come lui non era certo bello esser deriso.
"Che stai facendo?"
La voce roca di Vegeta alle sue spalle le fece lanciare un urlo disumano, o meglio tale sarebbe stato se la ragazza avesse potuto librarlo nell'aria, ma la mano di Vegeta fu, prontamente, portata alla sua dolce boccuccia impedendole di esprimere il suo spavento. Mollata la ragazza il Saiyan si diresse verso quella che, evidentemente, era la propria porta, ma dalla quale, ovviamente non proveniva rumore alcuno poiché il padrone della stanza non era affatto in loco.
"Dunque, non eri tu. Beh, lo immaginavo, ma volevo ugualmente sincerarmene!"
Elargì Bulma spostandosi una ciocca di capelli dal viso e cercando di dar volume al resto dell'acconciatura importante che portava in quel periodo.
"Ovvio che non ero io, non so come ti vengano certe idee."
Fece lui entrando nella sua stanza, Bulma svelta lo seguì sgusciando all'interno della stanza.
Vegeta storse le sopracciglia.
"Che ci fai qui?"
"Ma come Vegeta? Hai la memoria corta? Siamo precipitati all'interno di questo pianeta, abbiamo gattonato per delle grotte, abbiamo sconfitto due alieni e abbiamo incontrato una vecchia. Ah, dimenticavo: mi stai usando e non ho cenato."
"Razza di umana decerebrata: non sono mica Kakaroth! So cos'è successo e non mi serve un tuo squallido riassuntino per saperlo. Te lo chiederò più lentamente: c-h-e c-o-s-a c-i f-a-i q-u-i NELLA MIA STANZA!?"
Bulma nel frattempo si era fatta strada e stava perlustrando la camera, che decisamente era più carina ed accogliente della sua. Evidentemente la vecchina aveva un debole per i bei fusti!
Si sedette con leggiadria sul letto accavallando le gambe.
"Oh, su Vegeta rilassati un attimo, sei sempre così teso. Un po' di ironia, su! E poi non ti annoiavi? Io mi stavo rompendo e non riuscivo a prender sonno così ho deciso di far un salto qui da te, per chiacchierare."
"Tsk, chiacchierare?! Stai scherzando, spero?"
 "No, affatto avevo bisogno di scambiar due parole con qualcuno che non mi incutesse terrore ..."
Vegeta storse nuovamente le sopracciglia e aggrottò la fronte, mentre Bulma si mangiava la lingua da sé, doveva imparar a tacere.
"Quindi non ti faccio paura."
"Beh, ormai non più ... Non so perché, ma non mi sembri così cattivo e poi, non so sei un tipo ok!"
"Un tipo: ok?"
Rabbrividì Vegeta avvicinandosi al letto.
"Senti umana mettiamo le cose in chiaro: non ho voglia di parlare né di sentirti parlare. Quindi se vuoi rimaner qui dentro, perché la tua stanza buia ti fa paura e vuoi aver una persona per sentirti al sicuro, fa pure, ma non dormirai in questo letto! La c'è una poltrona, lì c'è un tappeto o se proprio vuoi puoi dormire ai miei piedi."
Disse mentre la faceva sollevare dal materasso, sistemava le coperte e si sfilava gli indumenti di dosso.
"C...cosa?!"
"Hai capito benissimo terrestre: uno non sono scemo, sei qui perché hai una paura pazzesca di star sola; due il resto è tutto come ho detto, non condivido il letto con nessuno. Tu non fai eccezione!"
Bulma arrossì per la vista del suo corpo libero di ogni impiccio, oltre che per i boxer e perché Vegeta aveva letto perfettamente le sue intenzioni. Lo vide infilarsi sotto le coperte e girarle la schiena, intenzionato a concludere il discorso. Rimase immobile nel freddo della stanza ad osservarlo. Cosa poteva fare? Cominciò a camminare su e giù per la stanza, con passo pesante, in modo da farsi sentir bene dal Saiyan, che sembrava però dormire tranquillamente. Sbuffò. Quell'uomo aveva la capacità di infastidirla, la irritava terribilmente e le faceva venir voglia di schiaffeggiarlo, tanto era arrogante e fastidioso. Vegeta pareva ricever le sue provocazioni, non questa volta, ma Bulma era uno degli insetti più fastidiosi dell'universo e quando ci si metteva sapeva esser detestabile tanto quanto un Principe dei Saiyan. Si sedette sul letto, che molleggiò leggermente sotto il suo peso. Poggiò la schiena sul cuscino incrociando le gambe distese sul materasso e cominciò a controllarsi le unghie, nel caso qualcuna se ne fosse rotta nel tragitto. Il giaciglio non era molto grande, ma ben comodo per due persone, così Bulma non vide la ragione per la quale non vi doveva sostar sopra pure lei. Non che volesse dormir con Vegeta, odiava dormir con le persone. Quando le era capitato di dormire con Yamcha le era stato impossibile prender sonno. Il ragazzo si muoveva in continuazione e il suo respiro leggero le sembrava un terribile rumore. Ma in quel caso sentirsi al fianco di un personaggio conosciuto le era di conforto e Vegeta sembrava un dormiente molto invitante: così tranquillo, così silenzioso, così bello ... Arrossì nel guardarlo, era un uomo terribilmente affascinante e a lei gli uomini così piacevano da sempre o meglio aveva immaginato le piacessero poiché Vegeta era unico nel suo genere.
"Mi sembrava di esser stato chiaro!"
Disse lui di colpo spalancando gli occhi.
"AAAAH!!"
Bulma si portò all'indietro cadendo a terra.
"Ma cosa urli, sei impazzita?"
"Tu sei pazzo a parlare così d'improvviso!"
La scienziata si sollevò massaggiandosi la testa e successivamente si sedette, di nuovo, sul letto.
"Scendi dal letto!"
"No!"
"Non ci metto molto a scaraventarti fuori dalla finestra!"
Bulma lo guardò a bocca aperta, poi ghignò maligna.
"Non puoi. Hai forse dimenticato che ti servo?"
Vegeta aveva fatto per aprir la bocca, ma poi era tornato a richiuderla poggiandosi alla spalliera del letto.
"Se voglio ti ammazzo. Non mi sei indispensabile."
"L'ha detto la vecchia! Poi se vuoi diventare quello che vuoi hai bisogno di me!"
Bulma si riportò di nuovo sdraiata sul letto e si accoccolò affondando la testa sul cuscino, ormai aveva solo voglia di dormire. Sbadigliò.
"Non ho comunque capito la storia della città Emersa, perché ci sono solo donne?"
Vegeta si portò le braccia dietro la nuca.
"Il popolo di Agartha nasconde al suo interno una sorta di spezia* che permette alle veggenti di Aga di veder il futuro fin da giovani, poi con il passare del tempo comprendono molte cose in più su quest'arte. Non ho molte informazioni su quanto succede qui, ho incontrato poche veggenti, ma a questo punto non capisco le macchine per cambiare gli agenti atmosferici in superficie."
Bulma lo osservò bene, chissà quanti ricordi aveva, chissà quante cose nascondeva nel suo passato, ad esempio ora si chiedeva in che tipo di relazione era entrato con le veggenti: le aveva massacrate,  aveva avuto dei rapporti intimi con loro, chissà cosa aveva passato nella sua vita di sicario.
"Non ne ho idea, ma erano di sicuro molto controllate, visto quanto successo. Solo non capisco a cosa gli servissero se poi di fatto, a quanto tu mi dici, la cosa più preziosa che hanno è qua sotto. E poi qual è il nostro ruolo qui? La vecchia ha detto che siamo indispensabili, ma per che cosa?"
Vegeta la fissò negli occhi, non gli dispiaceva parlare con quella femmina, non era poi del tutto stupida.
"Penso per sconfiggere qualcuno."
"Tu di sicuro, ma io?"
Vegeta si voltò di lato, dandole la schiena.
"So quello che sai tu, quindi ora chiudi quella bocca e non mi rompere."
Bulma si distese tirandosi su le coperte, chiuse gli occhi, continuando a pensare a quanto sarebbe potuto accadere, ma non si sentiva affatto insicura. Vegeta le infondeva, inconsapevolmente, sicurezza, sebbene non fosse ancora certa di potersi fidare di lui, sebbene lui fosse ancora un nemico, si sentiva comunque tranquilla al suo fianco, tanto che si addormentò subito con il volto rivolto alla schiena di lui.


* La spezia è un elemento tratto da Dune.

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Capitolo 7
*** Capitolo VII: un doppio futuro?! ***


Buried cap 7 CAPITOLO VII: un doppio futuro!?

Un azzurro intenso di una bella giornata primaverile, la Terra sembrava vivere la sua più bella stagione. Aprì e chiuse gli occhi mentre nel cielo passavano delle nuvole bianche. Cercò di sollevarsi, ma aveva ferite su tutto il corpo e un odore intenso di bruciato proveniva dalla sua sinistra. Si chiese cosa mai fosse successo. Il silenzio regnava sovrano in quella radura. Si sollevò portandosi una mano sulla testa, guardando finalmente al suo fianco.
Forse ... non era poi una bella giornata.
“V … Vegeta …”
Il figlio di Kakaroth al suo fianco.
“Dobbiamo andare a salvarli … Sono tutti morti …"
Disse, e le sue parole erano per lui così misteriose che non le comprese affatto, ma ...le sue reazioni furono repentine e immediate, volò verso un luogo che la sua mente non conosceva, ma che il suo corpo sembrava aver in memoria.
Poi, si trovò su quel prato davanti a quella casa e lei lo attendeva lì, bella e forte.
“Promettimi che gli insegnerai le cose giuste, promettimi che diventerà forte, che diventerà un guerriero invincibile. Promettimi che vivrà nella pace e sarà ben voluto da tutti, come un vero Principe quale è …”*

Si svegliò di colpo, colpito da qualcosa di contundente al viso.
"Cosa diavolo ..." Esclamò scostandosi dal volto quello che a prima vista sembrava ... un piede!
"Maledetta umana ma come ti sei permessa di mettermi i piedi in faccia! Stupida donna idiota!"
Bulma si destò di colpo, frastornata dal sonno e da quelle parole.
"Cos'è successo!? Oddio ci sono dei nemici? Aiuto, AIUTOOOO!!!"
Nell'alzarsi in piedi sul letto si incastrò nelle lenzuola capitolando, nuovamente, a terra a gambe all'aria.
"Come hai osato dormire al mio fianco! E come hai osato ... METTERMI I PIEDI IN FACCIA!"
Bulma tirò un sospiro di sollievo.
"Bene quindi non c'è nessun pericolo."
La ragazza si sollevò rimettendosi sul materasso. Vegeta rimase per un attimo con lo sguardo fisso su di lei.
"Penso tu abbia perso qualche rotella, donna!"
"Tu dici?! Ma io non penso. Te l'ho già detto, no? Non so perché ma mi sento sicura con te!"
Lo sguardo di Vegeta vagò su di lei, ricordando fortemente l'immagine che aveva visto nel sogno. I suoi occhi dello stesso medesimo colore, ma nettamente differenti. Quella che aveva visto in sogno era una donna, quella che aveva davanti era ancora un ragazza. Osservò attentamente il suo corpo e ... si accorse solo allora del suo abbigliamento!
"Ma tu? TU ... TU HAI DORMITO IN MUTANDE!?"
Sbraitò il saiyan, arrossendo di colpo alla vista delle gambe nude della donna, dell'indumento intimo e la canotta aderente che fasciava bene il seno pieno. Come aveva fatto a non accorgersene prima!?
"Anche tu, Vegeta, sei in mutande, non vedo il problema! Mi è venuto caldo, sotto le coperte e poi è stata tutta colpa del calore del tuo corpo. Sei per caso una stufetta?"
Si sollevò prendendo i suoi vestiti e infilandoseli senza alcun problema.
"Sei davvero antico Vegeta, dovresti rilassarti." Si avvicinò a lui sfiorandogli le sopracciglia.
"Non ti stufi mai di star serio? Dovresti provar a sorridere un po', forse saresti persino più carino!"
Vegeta sbuffò infilandosi la tuta, era stufo di lei, ma cosa poteva fare? Torturarla, ammazzarla? Non poteva! Poteva far qualcosa per farla star zitta almeno. Forse, spaventarla un po'.
"Dovrei andare in bagno. Non seguirmi, mi raccomando Vegeta!"
"Che donna rozza."
Forse era solo una causa persa con lei.

"Dov'è l'umana?"
Chiese Vegeta all'anziana signora scendendo dalle scale che portavano al piccolo salotto.
"Che ti importa?" Sorrise, al saiyan. "L'hai per caso sognata?" La malizia della donna era evidente dai suoi occhi, oltre che dalle sue parole. Vegeta non si lasciò impressionare, probabilmente  ella aveva visto quanto aveva visto lui, in una visione però.
"Sai saiyan, credo che dovremmo metterci in marcia al più presto. Prima che scoprano che siete qui. Sai ... noi sappiamo tutto, ma non conosciamo mai esattamente il quando."
"Che intendi dire?" Bulma era arrivata in quell'istante.
"Che prevediamo il futuro, ma non sappiamo quando questi eventi si svolgeranno!"
Bulma incrociò le braccia al petto.
"Quindi hai detto che ci aspettavi, ma non eri certa saremmo arrivati!"
"Esatto. In realtà vi sono più futuri in ballo, ho visto esattamente due versioni del vostro arrivo qui.  Una questa, e l'altra, beh, penso riguardi un futuro che ormai non appartiene più a questa linea temporale."
"L'altra quale?"
"Beh, nell'altra vi è con voi un ragazzo dai capelli lilla e io sono un po' più anziana, ma giusto di qualche anno."
Bulma rimuginò per un attimo su quanto detto. Come prima cosa: non conosceva nessun ragazzo dai capelli lilla; come seconda cosa le pareva tutto assai strano, pensava che esistesse una sola linea del tempo e che sicuramente viaggiar in esso era possibile, ma non pensava che ...
"Dunque: vi sono più futuri? Quindi se io mi sposto nel tempo, cambio inevitabilmente quella linea temporale e il futuro si svilupperà in maniera differente, ma lasciando immutata l'altra linea dalla quale io provengo. Mmm, molto interessante."
Vegeta si poggiò alla parete, ghignando divertito.
"Non sei del tutto stupida, allora."
La ragazza gli fece una linguaccia, certo che non era stupida: lei era una genio!
"D'ogni modo non vedo cosa centri tutto questo con quanto stiamo facendo e con le macchine climatiche. Quindi: discorso interessante, ma non abbiamo tempo da perdere."
Il saiyan fu perentorio, uscendo velocemente dall'abitazione.
"Bene! Siamo pronte anche noi!"
Asserì l'anziana, seguendolo con il bastone in mano, Bulma alle sue spalle.
"Viene anche lei vecchina?"
"Ma certo, so dove portarvi e poi ... L'odore di maschio vien coperto meglio da due femmine! Eh, eh, eh!"
Benché non capisse buona parte delle parole della vecchia o meglio le capiva, ma non comprendeva ancora il suo fine, sentiva di potersi fidare di lei; era come con Vegeta inconsapevolmente si sentiva a suo agio in quella situazione. Osservò tranquilla quello che sembrava un cielo plumbeo, e la schiena di Vegeta ormai lontana. Una cosa era certa la vera avventura sarebbe iniziata, davvero, da quel momento.
"Ehi, Vegetaaa!!! Aspettaci! Non vorrai mica andar da solo!"

“Portali via moccioso! Qui ci penso io!” La sua figura si ergeva su quella città semi-distrutta, delle sensazioni che non aveva mai provato erano vivide nella sua mente, nel suo corpo. Osservò l'azzurro così puro e terso di quel giorno strano. Un pensiero continuo nella sua testa:
Ti prego donami un’altra possibilità …*





 * Le due parti in corsivo, o meglio i dialoghi, sono tratte dal capitolo 15, catarsi, della rinascita della speranza. Le descrizioni delle parti in corsivo sono state modificate in base alle sensazioni di Vegeta che sogna/vede quel dato momento!



Angolo autore:
Ciao a tutti mi scuso come prima cosa per il ritardo, ma quando ho idee per altro scrivo per altro. Suo un tipo da: va dove ti porta l'ispirazione. Ed essa mi ha portato verso altre cose nella scorsa settimana! XD Quindi, reduce dalla pubblicazione di una nuova serie intitolata Natale in casa Brief, che comprenderà 3 one-shot spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Il pezzo iniziale è tratto, come da postilla, da un capitolo della: "La rinascita della speranza", e per chi è lettore anche di quest'altra ff... spero che abbia compreso il mistero di questa storia (chissà che mistero!XD)e il suo legame con la suddetta ff e Sangue Blu! (Non temete mie amate/i seguaci prima di Natale riprenderò a pubblicare pure quella!XD)
Per concludere: mi auguro che la storia vi piaccia, vi faccia sorridere e magari anche un po' sognare (questa potevo risparmiarmela!) Un bacione a tutti in particolare a chi mi segue sempre, sempre in ogni mia avventura di tastiera, a chi recenscisce e mi rende una ragazza felice, a chi ha messo la storia tra le preferite: Enris, Fashionelle09, GGG, Lucy94, Mammaemoglie, Winry8827; e chi l'ha messa tra le seguite: Alexa_cr81, Babydgv, Benny, Bolla Blu, BulmaMiky, Crazysuperlucy, Dalphinium_Love, Fashionelle09, Giulz87, Maia74, Nami94, Namifolle, Ninaely, Pinklink, Sese87, Winry8827! Vi mando a tutti, se lo vorrete ovvio, un bacione(sulla guancia!) e un augurio di una buona settimana (se siete nelle MIE condizioni di dipendente schiavizzata, vi servirà di sicuro!) Alla prossima!!!!^^

Per coloro che hanno recensito: grazie mille, per le vostre parole! Domani vedrò di rispondere a tutttttiiiiiiiii!!! Quindi grazie mille!!^^




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Capitolo 8
*** Capitolo VIII: la paura che non ti aspetti. ***


Buried cap 8 CAPITOLO VIII: la paura che non ti aspetti.

Vegeta camminava a distanza da loro, osservandosi intorno. Non aveva ancora capito il suo ruolo in quel posto, in quell'avventura, ma poco importava. Sempre meglio che vagar per lo spazio in cerca di chissà che cosa o rammollirsi sulla Terra, così com'era accaduto prima del ritorno di Kakaroth. Si vergognava persino di se stesso nel ripensare a quel momento. Il suo acerrimo rivale era ritornato e lui cosa stava facendo in quel momento? La doccia! Precisamente si stava insaponando le ascelle, quando aveva sentito l'aura del mentecatto seguita da quella del lucertolone. Oh, certo e lui cosa aveva potuto fare, anche in quel caso? Beh, l'unica cosa era stata indossare quegli abiti orribili, che l'umana gli aveva portato, e presentarsi sul luogo della battaglia per osservare l'immensa potenza del Super Saiyan, che non aveva impiegato poi molto a distrugger il tiranno, che per anni aveva rovinato la sua vita.  
"Vegeta! La vecchina dice che dobbiamo andar da questa parte."
Bulma alle sue spalle attirò la sua attenzione con la sua noiosa voce petulante.
"Ma se io decido di andar da questa parte, si va da questa parte!" Bulma si portò le mani ai fianchi sbuffando, Vegeta la fissò negli occhi, mentre uno strano odore arrivò alle sue narici, dalla direzione in cui la vecchia aveva deciso che si sarebbero diretti. Bulma osservò attenta il suo viso, lui si voltò dove l'odore lo portava. Sembrava, decisamente, che qualcuno stesse cucinando qualcosa di estremamente buono.  Forse, era una locanda! E senza che Bulma dovesse convincerlo affatto, il Saiyan si mosse verso quel luogo oscuro. La terrestre lo seguiva a poca distanza, chissà cosa frullava nella testa del Principe. Bulma davvero non ne aveva idea, talvolta pensava di capirlo, altre volte, invece, non lo comprendeva affatto… Era così oscuro e misterioso. Forse, pensava a Goku, forse pensava a come diventare Super Saiyan e a cosa mai lei sarebbe servita al fine di tutto quello. Beh, da quello che aveva sentito raccontare da Crilin e Ghoan, la trasformazione era avvenuta dopo che Freezer aveva ucciso brutalmente Crilin. Bulma si strinse nelle spalle, rabbrividendo. Dunque doveva morire? Se così fosse stato: Vegeta avrebbe dovuto provar qualcosa per lei. Insomma Goku era amico con Crilin, forse Vegeta sarebbe diventato suo amico? O forse, qualcosa di più. Guardò la sua schiena possente, le sue braccia muscolose. Certo, non era molto alto, ma compensava con il resto. Bel corpo, una camminata degna d'un Re, un viso enigmatico e ... beh, bello! La vecchia al suo fianco rise, Bulma la guardò arrossendo. Che avesse letto nei suoi pensieri? Cercò di cambiare argomento e cominciò a rimuginare sulla macchina del clima, ma dannazione le natiche sode di Vegeta erano lì davanti ai suoi occhi. Come poteva non notarle? Se solo non fosse così dannatamente odioso, così dannatamente scorbutico, forse sarebbe stato l'uomo, essere maschile o quello che era, più bello che avesse mai visto. E lei di uomini se ne intendeva. Insomma Yamcha era un bal ragazzo, Goku anche, sebbene non fosse mai stato il suo fidanzato si sentiva come se fosse stata lei a scoprirlo. Certo, era innegabile fosse andata così: Chichi era arrivata dopo! Era stata lei a seguire Goku in tutte le sue battaglie, a scoprirlo sul monte Paoz. Le veniva sempre un po' da ridere nel ripensare al suo passato. E pensare che era partita solo per chiedere delle fragole e un meraviglioso principe azzurro. Non aveva avuto né l'uno né l'altro. Però non aveva fallito del tutto, aveva trovato il più grande eroe dell'universo.
"Che diavolo è questo posto!?"
La voce severa di Vegeta la riportò alla realtà. Principe... Ma certo! Alla fine, il suo principe azzurro era lì. Sorrise gongolando di quella sua trovata. Tutto tornava, lei era partita per trovare un principe tutto per sé -poco importava fosse senza regno e senza corona, Vegeta era un nobile di tutto rispetto-, mentre Vegeta voleva trovar un modo per diventar biondo, la soluzione era così chiara, che si sentiva una stupida a non averci pensato prima: dovevano unirsi! Ecco risolto tutto.
"Vegeta, stavo pensando una cosa ..."
"E chi ti ha chiesto di pensare, terrestre. Io no, di certo, ho solo chiesto: cosa diavolo è questa cosa? La domanda non implica una tua riflessione!"
Davanti a loro si ergeva una grotta con tanto di porta, finestre e fiori d'ovunque. Delle tendine rosa, fluttuavano davanti ad una finestra aperta, che lasciava fuoriuscire un profumino invitante.
"Beh, Vegeta è una casa, mi pare ovvio!"
"Sento che c'è qualcosa di strano qui."
"Ma non avevi fame?"
"Non sono così stupido, come te, da mangiare ogni cosa che capita a tiro! E se fosse una trappola?"
Bulma pensò che, dopotutto, poteva anche aver ragione. Erano sicuramente degli intrusi e sicuramente, qualcuno prima o poi avrebbe tentato di fargli la pelle.
"Dovete passar di lì per forza se volete acceder all'altra parte. Questo è l'unico passaggio."
"Spaccherò la montagna."
"Ricorda, Vegeta, che siamo all'interno del pianeta e soprattutto se provi a distrugger il portale, sicuramente le Irumel ti sentiranno. Non penso tu sia nella posizione di sconfiggerle tutte insieme."
Vegeta dissentì dalla ultime parole della vecchia, ma non poteva dargli torto, sapeva che la forza dei protettori delle veggenti era grande e lui solo senza esser ancora divenuto un Super Saiyan, di certo non poteva sconfiggerle, nemmeno utilizzando una strategia. Se solo avesse avuto altri alleati, allora la faccenda sarebbe stata diversa, ma ... una donna e una vecchia, non erano dei guerrieri credibili. Aprì la porta della casa entrandovi. Bulma alle sue spalle lo seguì a sua volta all’interno dell'abitazione chiudendo la porta dietro di sé.
"V... Vegeta ... Accendi la luce, fai una sfera di energia, per favore ... Ho paura."
Ma non vi fu alcuna risposta da parte del Saiyan. Bulma fece un passo in avanti, sentendo scricchiolare il pavimento, sotto il suo piede. Rabbrividì. Aveva affrontato tante avventure, ma rimaneva sempre una gran fifona.
"Bulma. Finalmente ti ho trovato." La donna si guardò stralunata in avanti, per veder l'amico di una vita apparirle di fronte. "Pensavo fossi morta e invece stai bene. Dobbiamo andarcene da qui." Goku la prese per mano, trascinandola nell'oscurità.
"Goku, aspetta, dobbiamo trovare Vegeta. E poi, come fai… Come fai ad essere arrivato fin qui…"
"Beh, ti cercavo Bulma." Poi d'un tratto uno strale le passò accanto.
"C'è un nemico, devo sconfiggerlo."
"Goku aspetta, non lasciarmi qui sola!" Ma il ragazzo era già sparito. Il cuore di Bulma batteva all'impazzata e ora cos'avrebbe fatto tutta sola lì, nell'oscurità. E Goku dov'era per difenderla? Perché doveva sempre pensare ai nemici, era venuto per salvare lei, prima di tutto. Gattonò sul pavimento in legno, cercando una via di uscita. La testa le pulsava, si sentiva mancare il respiro. Cosa stava facendo? Dove poteva andare? Arrivata alla fine della stanza, o quello che era, una piccola luce rischiarò una porta. Bulma si aggrappò subito alla maniglia aprendo l'unica uscita, visibile, di quel luogo. Forse era tutto finito? Pensò speranzosa, ben sapendo non sarebbe stato così. Passò dalla parte opposta, una forte luce l'accecò. Dove era finita questa volta, in quale posto si trovava?
"Bulma ..." Goku schiacciato contro la parete si teneva forte il petto.
"Goku ..."
"Mi fa male, mi fa malissimo." Bulma si avvicinò a lui, titubante.
"Che succede, oddio posso far qualcosa."
"C'è ... c'è, un nuovo nemico Bulma. Io ... io non so cosa fare."
Bulma lo sollevò da terra, tenendolo stretto a sé.
"Non ti preoccupare, Goku. Chiameremo gli altri. Ti aiuteranno, c'è anche Vegeta, lui è forte come te, non temere non farai tutto da solo."
Lui distese sul volto un mezzo sorriso per rassicurarla, ma Bulma si sentì ancor più in pericolo.
"Non puoi cambiare quello che accadrà Bulma. Non lo puoi fare. Il destino è già scritto."
Bulma lo guardò basita, cosa stava dicendo? Era ovvio vaneggiasse.
"Abbiamo sempre cambiato tutto, lo faremo anche questa volta."
"Non lo cambierai per te, non lo cambierai per me. E ... nemmeno per Vegeta."
Poi la luce si spense di colpo e, Bulma, non vite più nulla. Prima che il panico potesse sopraffarla, fu afferrata da un qualcosa, che le strinse forte il piede e la trascinò lungo il pavimento.
"Aaahhhhh!!! Gokuuuuu!! AIUTOOOOO!"
Cercò di divincolarsi, ma non vi riuscì; l'essere che l'aveva catturata la stava buttando da una parte all'altra della grotta. Poi una luce rischiarò due occhi sottili. "Ssshh" E lo vide per intero: un gigantesco serpente l'aveva afferrata e la stringeva tra le sue spire. "Gokuuu!! Aiutami ti prego!" Dov'era finito il suo migliore amico, perché non c'era mai per salvarla, per aiutarla. Un raggio colpì alla testa la bestia e Bulma riuscì a sgattaiolar via dalla presa mortale del mostro-serpente. Sentì un forte schianto  e si appiattì contro la parete, sperando di non esser vista, sperando che tutto quello sarebbe presto finito. Voleva tornare a casa. "Dannazione che schifo!" Bulma sollevò gli occhi, quella voce, dunque era arrivato lui a salvarla! Vegeta sopra la sua testa, combatteva con il mostro.
"Vegeta!" Chiamò per attirare la sua attenzione, il Principe non le rispose.
"Vegetaaa! Sono qui! C'è anche Goku, potrà aiutarci!"
Vegeta finalmente si voltò verso di lei.
"Sta zitta o ti vedrà! E non c'è Kakaroth, non dire stupidaggini!"
"Ma ... ma io, l'ho visto ..." Vegeta scansò la punta più estrema della coda del mostro, mentre Bulma si acquattava contro la parete.
"Questo posto mostra le tue paure! Ancora non l'avevi capito?"
"C ... cosa?" Le sue paure, ma lei aveva visto Goku, come poteva esser Goku la sua più grande paura? Vegeta stava vaneggiando, era ovvio.
"E ora sta zitta o il serpente ti mangerà!" Bulma rabbrividì all'idea, ma il mostro le afferrò nuovamente la gamba, trascinandola verso le sue fauci. "AAAHHH!!" Urlò la ragazza cercando di tenersi al suolo, ma fu tutto inutile e il mostro la lanciò nella sua bocca con un sol colpo.
Vegeta rimase ammutolito, i serpenti gli facevano ribrezzo, erano la cosa che più detestava al mondo.
"Ehi, tu! Come ti sei permesso di mangiare il mio biglietto da visita! La pagherai cara, viscido mostro, per questo affronto! Sono il Principe dei Saiyan, e non te la farò passare liscia."




Angolo autore:
 Beh, dopo questo capitolo vi sarete chiesti: ma non conosce gli eventi di Dragon Ball? Beh, semplicemente questa è la storia di Mirai Bulma e Mirai Vegeta, mi mancava all'appello l'inizio della loro di storia! E siccome sono due personaggi che amo molto tanto quanto Bulma e Vegeta -ovvio son sempre loro!- volevo dedicargli un'intera storia. Ho sempre pensato che le cose si fossero svolte in maniera differente e forse, più velocemente di quanto non sia accaduto agli altri due. Dopotutto cosa poteva aver spinto Vegeta a rimaner sulla Terra, oltre a Kakaroth, se non vi era la minaccia dei Cyborg? Nel tentativo di darvi una risposta eccovi la mia storia! Ho voluto anche scientemente dar un'impronta comica al testo, per contrastare la drammaticità che contraddistingue questo "tempo", nel suo finale. Sappiamo tutti che i due non vivranno la loro meravigliosa e lunga storia d'amore, ma spero che per lo meno il loro inizio, e quello che ne cercherò di far seguire vi possa apparir plausibile, piacevole e divertente. Vi ringrazio davvero un sacco per l'attenzione!^^ Ringrazio tutti quelli che leggono, che hanno preferito questa storia, che la seguono, che la ricordano! E un grazie infinito a chi recensisce, e mi da la forza giusta per andar avanti e migliorare. Grazie davvero di cuore!^^
Un bacione, e BUON ANNO NUOVO a tutti, la vostra Yori

P.s. Con l'anno nuovo, ho deciso di postare un mio originale, quindi a breve, tempo di renderlo leggibile, sarà possibile leggerlo sul sito! Quindi per chi fosse interessato, sintonizzatevi sul canale Yori e presto scoprirete i miei personaggi originali! XD Scherzi a parte, mi farebbe molto piacere!^^





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Capitolo 9
*** Capitolo IX: La signora del tempo. ***


Buried cap 9 CAPITOLO IX: la signora del tempo.

In quell'istante in cui il sangue le colava a gocce lungo il viso, non riusciva a pensar ad altro che alla sua vita. Come un lungo flashbeck ripercorreva i passi della sua grande avventura, per poi ritornar a guardare quella coltre scura e pensare a quel volto marmoreo, alla condanna che si era scelta con quella semplice frase: "E tu? Cosa hai intenzione di fare bel fusto?" Lui era tutto quello che non avrebbe mai voluto avere: un essere senza patria, senza corona, senza nulla. Lei forse avrebbe preferito uno che avrebbe avuto un ruolo in quel mondo,  lui era solo un randagio. Un bel randagio, beninteso, ma pur sempre uno su cui non si poteva far affidamento. Eppure, in quei mesi in cui lo aveva ospitato, prima del ritorno di Yamcha, le era parso di capirlo un poco, di conoscerlo. Forse, perché tra tutte le persone che aveva incontrato, forse... lui era semplicemente quello più simile a lei. Come prima cosa erano entrambi immensamente sensuali, forse lei un po' di più, d'altra parte aveva un bel seno, ma Vegeta poteva sicuramente vantare due meravigliose "chiappe d'oro" come soleva chiamarle lei, quando le incontrava; come non dimenticare, anche il loro detestabile carattere, forse per questo spesso si erano trovati bene durante i litigi. Vegeta era un tipo tosto, un bel tipo tosto, ma non si lasciava andare per nulla. Chiuse gli occhi. Perché doveva pensare a lui nel mentre veniva mangiata da un serpente gigante? E poi, soprattutto, perché Goku rappresentava la sua più grande paura?
Presa da quei pensieri riaprì pian piano gli occhi, immaginando di ritrovarsi nello stomaco viscido di quel mostro orribile.
"Dove sono? Mio Dende sono stata mangiata!" Si coprì gli occhi, per non guardare, quando dal silenzio penetrante emerse un verso, che ormai avrebbe riconosciuto tra mille.
"Tsk"
Bulma spalancò gli occhi, scoprendosi sdraiata a terra con qualcosa sopra il suo viso che continuava a gocciolare. Un alito caldo le suggerì che non era sola.
"V...Vegeta!?"
"No, il pelato demente! Chi diavolo vuoi che sia!? Devi sempre aprir la bocca a sproposito?"
"Vegeta, come sono felice di vederti! Avevo paura!"
"Primo non mi stai vedendo; secondo, perché mi sei sempre tra i piedi!?"
"Beh, in questo caso ti sono, più precisamente, sotto! E se non vado errando sono, nuovamente, le tue mani sopra il mio prosperoso seno!"
"Perché devi dire cose stupide e ambigue? Non ti sto affatto toccando e non mi piaci per niente!"
Bulma rise, immaginando il rossore sulle guance di lui. Poi le venne in mente tutto quello che era successo.
"Vegeta, ma dove siamo? E che fine ha fatto il serpente?"
Vegeta si scostò un poco da lei, sembravano chiusi in un qualche luogo. Cercò di sollevarsi, non riusciva davvero a veder nulla, perché la sua vita doveva esser racchiusa sempre nel buio più profondo. E perché l'umana doveva essergli sempre addosso?
"V...Vegeta... Che fai pensi?" Ogni volta era così: lei parlava. Che lei fosse quel lumino, quel bagliore che mancava nella sua vita, quello scorcio che non riusciva mai a vedere, quel sole che l'avrebbe condotto all'onnipotenza, all'oro del Super Saiyan?
"Soffrì di claustrofobia?" Le chiese.
"No, perché?"
"Mi chiedo sempre come tu possa ritenerti un genio. Sei proprio tonta. Se qui dentro si manifestano le nostre paure, forse tu soffri di claustrofobia!"
"Quindi il serpente è scomparso, perché tu l'hai affrontato, mettendo da parte la tua paura, no?"
Vegeta sbuffò, l'avrebbe volentieri uccisa, se solo non gli fosse così appiccicata. Sentì le sue esili braccia ferrarsi per bene al suo collo.
"E ora che fai? Mi sembrava di esser stato chiaro: NON SONO INTERESSATO, NON MI PIACI!"
"NO, idiota! Non mi piaci affatto, tu! E non capisco, francamente, come io non sia appetibile per uno come te. Comunque mi sto solo preparando, per la mia prossima paura!!" Si strinse ancor più a lui, sentendosi mancare la terra sotto la schiena. "AAAHHH!!! Ho paura del vuotooooo!!!"
E anche Vegeta sussultò, sentendosi cadere. Un baratro si era aperto sotto di loro, lasciandoli precipitare. Bulma si ere stretta a lui, chiudendo gli occhi. Il saiyan era stato talmente preso di sorpresa, che non aveva fatto in tempo a comprender la situazione ed era franato miseramente in un lago sottostante il crepaccio. Bulma si dimenò nell'acqua riemergendo, poco dopo Vegeta che si era sollevato in aria zuppo fradicio. Dei piccoli animaletti luminosi, illuminavano lo spazio circostante, il Principe aprì la mano, facendone  scaturire una ki blast, che illuminò ancor meglio la grotta sotterranea nella quale erano caduti.
"Dove diavolo siamo finiti? Ma che razza di posto è questo?"
Vegeta si osservò meglio intorno, le lucciole illuminavano fiocamente l'acqua che risplendeva, lasciando intravedere in trasparenza il fondale marino, sul quale, al posto delle rocce, risplendevano dei cristalli. Il saiyan si avvicinò all'acqua osservandovi all'interno, forse l'uscita era da quella parte, stranamente si sentiva come se fosse stato ribaltato, da sotto in su. Beh, certo i suoi capelli  non contribuivano a comprender a pieno la valenza della forza di gravità, ma bastava il suo sesto senso a fargli intendere che, in qualche modo, si trovava in un luogo nel quale poteva esser sbalzato da una parte all'altra, come se fosse in una palla che veniva ruotata a piacimento di chi ne aveva in mano la sorte. Insomma, per farla breve: si sentiva preso in giro!
"Vegeta, dovresti aiutarmi."
"Per i miei gusti, terrestre svitata, invochi il mio nome un po' troppo spesso."
Bulma gli fece una linguaccia, poi, approfittando di un suo momento di distrazione, si strinse alla sua gamba, mentre si sollevava in aria e planava, con lei come zavorra appesa, su di un angolo roccioso, ove pareva vi fosse una via di uscita.
"Ho freddo."
"Frigni sempre! Asciugati!"
Bulma sbuffò, Vegeta era sempre così imperativo e antipatico.
"Come faccio, razza di imbecille."
"Fatti tuoi, ritardata!"
Bulma sfilò dalla cintura una capsula, con all'interno un camerino, aveva molti abiti, doveva solo sceglierne uno adeguato e cambiarsi.
"E ti aspetti, che io ti aspetti!?"
"Ci metterò un attimo, uomo degli sciogli lingua."
Canticchiando la donna entrò all'interno del piccolo scatolotto e cominciò a cambiarsi, uscì all'esterno con un corto abitino color rosso fuoco, senza spalline.
"Ti piace, Veggy?"
Disse maliziosa, strizzando l'occhio al bel saiyan che l'attendeva poggiato alla parete.
"Senti donnetta, o quel che sei, Se speri di farmi cadere nella tua trappola: credi male. E non pensare che mi sia sfuggita la parte finale della frase, la pagherai per tutto!"
"Non puoi dir solo: sì, Bulma sei molto sexy! E poi tu mi dai sempre mille soprannomi, invece di pronunciare il mio meraviglioso nome, perché ti arrabbi se te ne do' uno!"
Bulma rientrò delusa nel camerino, riuscendo con una tuta militare aderente, che le risaltava, comunque le forme.
"Così va meglio, mister macio?"
"Tsk, abbiamo perso solo tempo. Se non ti muovi, ti lascio qui!"
Camminarono a lungo, in quel tunnel fievolmente illuminato dalla luce che Vegeta faceva fluttuare sulle loro teste. Bulma intanto rifletteva, su quanto accaduto: perché Goku? Perché lui era la sua paura? Forse, perché era sempre a causa sua che lei si trovava in pericolo o forse era perché aveva paura che non la salvasse?
O forse, Bulma, perché un giorno dovrai andar a cercarlo con tutti i tuoi mezzi o forse perché ... non è solo la tua di paura ...
"Cosa?!" Disse ad alta voce, Vegeta si voltò per vederla volare a Terra e appendersi ad una roccia. "Cosa, cosa? Parli pure da sola ora?"
"No, Vegeta, è che ho sentito una voce e ..."
Non finì la frase poiché si aprì una botola sotto di lei e Bulma cadde miseramente senza trovare appigli per salvarsi.

La luce l'accecò. Era intensa e vivida e filtrava da alcune finestre.
Un odorino di torta alle mele le arrivò alle narici. Dov'era finita questa volta?
Si voltò osservando intorno: la stanza era piccola, vi era un comò e un letto, si sollevò da terra, sedendosi su di esso sollevata. Sembrava tutto finito,  finalmente.
Avrebbe tanto voluto addormentarsi, poggiarsi su quel soffice letto e pensar di esser tornata a casa. Si distese, accucciandosi, e portando un braccio sotto la testa. Chiuse gli occhi sperando che Vegeta arrivasse presto detestava non averlo sott'occhio. Sbadigliò di nuovo, ma poi si costrinse a svegliarsi, non poteva dormire e se quella fosse stata una trappola?
Uscì dalla stanza di corsa, proseguendo lungo il corridoio. Scese le scale a gran velocità, giungendo al piano sottostante dove, seduto ad un sontuoso tavolo imbandito, il suo prezioso Principe si riempiva la bocca di ogni schifezza. All'altro capo del tavolo la vecchina la guardò sorridente.
Si portò la mano al petto sollevata. Stavano tutti bene! Sorrise, mentre la vecchina la faceva accomodare al tavolo.
"Ce ne hai messo di tempo Bulma, sono ore che ti aspettiamo. Ti sei per caso addormentata?"
Bulma la guardò interrogativa, erano passati pochi attimi da che era caduta nella botola ed era apparsa nella stanzetta.
"Ma... ma io, io non capisco..."
"Beh, Bulma, questa casa mostra molte cose: cose del presente, cose del passato, ricordi di quando si è bambini, cose di cui non si ha memoria. Questa è la casa della Signora del Tempo, Bulma."
"...?? Non credo di aver compreso pienamente. E lei dov'era?"
"Io? Ho beh, io... sono sempre stata qui. La casa mostra inizialmente le cose di cui avete timore, poiché sono quelli i momenti che più sono impressi, che emergono per primi ed evidentemente la cosa cui è rimasta più impressa a voi due e di cui più avete timore siete voi due stessi. Tu Bulma hai paura di Vegeta e tu Vegeta ai timore di Bulma. Per questo avete passato tutto il tempo insieme. Io ero semplicemente qui ad aspettarvi."
Bulma scambiò una veloce occhiata con Vegeta, che distolse subito lo sguardo. La ragazza arrossì. Certo che aveva timore di Vegeta ... Aveva una terribile paura di innamorarsene. Lo guardò di nuovo: forse se n'era innamorata già, forse quando l'aveva visto solo, sotto quell'albero con lo sguardo scuro, aveva pensato che poteva invitarlo a casa sua, aveva pensato pure, che se lui avesse voluto, avrebbe potuto rimanerci per sempre lì. Come le sarebbe piaciuto scoprir cosa il futuro aveva in serbo per lei. Forse, era proprio con lui che si sarebbe alla fine fatta una famiglia.
"Beh, abbiamo perso abbastanza tempo in questo posto. Andiamocene!"
E come sempre lui si era alzato per primo e scomparve.
Bulma si poggiò la mano in vita, per afferrare la sua cintura con le capsule, ma non la trovò. Si batté una mano sulla fronte, doveva averla lasciata al piano superiore.
"Arrivò subito, vecchina."
Disse prima di sparire dalla sua vista.
La cintura era poggiata sul letto, la prese subito infilandosela senza indugi. Non voleva più stare in quel posto. Qualcosa, però, prima di uscir dalla stanza, catturò la sua attenzione: un ciondolo tondo, con dei ricami intarsiati nel materiale di cui era fatto - chissà poi di cos'era fatto? Sembrava rame- se lo rigirò tra le mani. Era un oggetto di rara bellezza, con una leggera pressione lo aprì e vi scoprì all'interno un orologio funzionante. Non sembrava aver degli ingranaggi, ma funzionava ugualmente. Segnava una data ben precisa: 12 maggio, ore nove meno un quarto. Che strano, chissà cosa voleva dire? Bulma si infilò la collana al collo, nascondendolo per bene sotto la maglia. Non poteva lasciarlo lì, forse l'avrebbe aiutata a scoprir il suo futuro o forse no. Forse l'avrebbe solo aiutata a cercar il suo passato. Dopotutto se era appartenuto alla Signora del Tempo, ora avrebbe potuto lei prender il suo posto.




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Capitolo 10
*** CAPITOLO X: Radura di pace ***


Buried cap 10 CAPITOLO X: radura di pace


La camminata non era stata poi così faticosa, la strada era piuttosto lineare e Bulma non aveva faticato a proceder con l'anziana abitante di Agartha, Kaede alle spalle del Principe che pareva essersi scordato completamente della sua esistenza. Lo fissava, rimanendo in silenzio. Troppi i pensieri che riguardavano la sua persona. Perché mai Vegeta per lei doveva essere una figura centrale? Perché l'aveva avuto al suo fianco per tutta la durata della pseudo-illusione? Davvero non si capacitava del perché fosse così spaventata da lui, certo le piaceva, ma le erano piaciuti un sacco di ragazzi, tipo il generale Blue del Fiocco Rosso, ma non era apparso nella sua visione, così come anche Yamcha! Insomma, aveva fatto svariate ipotesi su quanto accaduto, sull'apparizione di Goku e la presenza costante di Vegeta e l'unica cosa che le era venuta in mente era che, forse, aveva terribilmente paura di innamorarsi. Certo stava con Yamcha, ma questo non implicava da parte sua una completa devozione all'uomo o un totale coinvolgimento da parte sua con il terrestre. Aveva avuto una cotta per lui da giovane, quando aveva sedici anni, ma ora perché stava ancora con lui? Lo amava? No, probabilmente no! Forse non voleva un terrestre...
Scosse la testa mordendosi il labbro, pensava pure come Vegeta ora!
Tornò a concentrarsi sull'accaduto e si disse che sia Vegeta che Goku, forse, erano i due che fisicamente la prendevano di più. Erano entrambi belli ed aitanti, anche se completamente differenti nel carattere, avevano un qualcosa che li accomunava, forse questo le pareva solo perché erano entrambi Saiyan. Qualunque fosse la motivazione per il quale i due le piacessero non spiegava affatto il perché di questa sua paura. Non aveva forse sempre voluto trovare l'amore della sua vita? E non era, forse, anche vero che probabilmente il suo cuore, la sua mente avessero eliminato tutti i "pretendenti" a favore di Vegeta e Goku e che forse il primo era davvero quello giusto per lei? Arrossì fissando la figura davanti a sé.
"Ma figurati se mi sono innamorata di quel nanerottolo!"
Le parole le uscirono dalla bocca senza che lei se ne accorgesse, ma i suoi compagni di viaggio avevano sentito chiare le sue parole. L'anziana Kaede rise sotto i baffi, mentre Vegeta si voltò verso di lei con aria interrogativa.
"Perché devi rovinare il silenzio con le tue stupide considerazioni. Pensi davvero che ci interessi qualcosa del tuo amore per il nanerottolo pelato, come diavolo si chiama quel microbo umano?"
Bulma era prima arrossita, poi le era venuta una gran voglia di scoppiargli a ridere in faccia: Vegeta sapeva esser proprio sciocco alle volte.
"Si chiama Crilin, Vegeta. E comunque ... Beh, lasciamo perdere. Intanto che siamo riusciti a rompere il ghiaccio, finalmente, volevo chiederti una cosa: MA QUANDO CI FERMIAMO? Io sono stanca. Mi fanno male i piedi, ho fame e devo riposare il mio splendido viso o mi verranno delle rughe precoci o delle terribili occhiaie."
"STA ZITTA! Ma possibile che non riesci a frenare la lingua!? E poi, se proprio lo vuoi sapere, ti fa bene camminare, ti rassoderà quelle natiche flaccide!"
Detto questo si voltò proseguendo per la strada, in cerca di un chissà-che-cosa sconosciuto ai più. Bulma era rimasta pietrificata alle sue parole. Mai nessuno si era permesso di dire che non aveva un bel corpo, mai nessuno si era permesso di dire che lei non diceva cose interessanti e non aveva un corpo tonico e giovane.
"Come ti permetti, razza di scimmia mal riuscita! Io davvero non capisco: sono affascinante, sono bella e poi ho un sedere sodissimo! Non capisco come tu possa dire il contrario."
Vegeta si fermò lasciando che la donna petulante lo affiancasse, arrabbiata ed irritata.
"Mi stai invitando a toccare il tuo sedere?"
Le aveva detto gelido, regalandole un ghigno malefico. Bulma aveva deglutito, raccogliendo la sfida del Principe del Saiyan.
"Beh, se questo serve a farti cambiare idea: sì! Accetto la tua proposta!"
Vegeta era arrossito visibilmente e aveva ripreso a camminare.
"Ma quando ci fermiamo, Vegeta! Io non scherzavo: sono davvero stanca!"
Ma il saiyan guardava dritto davanti a sé, senza ascoltare le cavolate della terrestre. Quella donna gli faceva andare in fumo il cervello, non capiva come, ma riusciva a fargli delle sensazioni nuove: imbarazzo, perplessità e un pizzico di preoccupazione per se stesso. Insomma, tra tutti i nemici che aveva avuto quella casa maledetta doveva mostrargli lei!? Perché poi un saiyan doveva aver paura di lei, era un'inutile, petulante e stupida terrestre.
Arrivarono presto in una radura verdeggiante e Vegeta finalmente si fermò. Bulma sbuffava dalla stanchezza alle sue spalle.
"Finalmente ti sei fermato!"
"Sì, ma non per sentire la tua voce. E ora, tira fuori una tenda o qualcosa per la notte. Comincia a tramontare la luce -dato che non ho idea di quale astro possa illuminare questo posto!- se questa terra è pericolosa la notte è meglio che ci ripariamo per tempo, e poi ho fame! Quindi vedi di far qualcosa di commestibile."
Bulma rimase a bocca asciutta boccheggiando, maledettissimo saiyan!
"Si dice: per favore, Bulma."
"Oppure si dice: certo Principe Vegeta, lo farò immediatamente."
"Razza di sbruffone!"
E cominciò a frugare tra le sue capsule, sapeva di aver una casa tra di esse, così avrebbero potuto dormire sonni tranquilli. Finalmente la trovò, una capsula gialla con la scritta: "HOME". Sorrise, era proprio un genio! Aprì la capsula e Vegeta fu il primo ad entrare nella casa, diretto verso il bagno. Bulma accompagno l'anziana all'interno dell’abitazione e poi aspettò che Vegeta uscisse dalla toilette.
"C'è acqua solo per lo scarico! Possibile tu non sappia far nulla di funzionale e completo? "
Bulma aggrottò le ciglia e gli fece una linguaccia, evidentemente il Principe aveva voglia di farsi un bagno, ma non era stata preddisposta nella casa una cisterna d'acqua sufficiente per riuscire a lavarsi. Vegeta era uscito dalla casa  poi si era voltato indietro.
"Credo, terrestre, che non sia stabile questa struttura."
E anche la vecchina aveva fatto un passo verso l'esterno, seguita da Bulma che aveva, effettivamente, sentito uno strano rumore.
"Ma ... ma cosa ... Perché??!"
Aveva esclamato mettendosi le mani nei capelli, guardando crollare su se stessa la sua bella dimora.
"E ora come facciamo qui fuori è pericoloso! Verremo uccisi."
"Tsk"
"Che hai da dire, tu stupido saiyan! Non vedi che siamo nei guai!"
"Saremmo stati nei guai anche all'interno dell'abitazione, stupida e sciocca terrestre petulante e piena di sé!"
"Oh, si certo, ma almeno avremmo avuto un tetto sopra la testa! IO NON SONO UNA GUERRIERA! NON SONO FORTE!"
"E SAI A ME COSA ME NE IMPORTA SE CREPI!"
Si erano guardati in cagnesco mentre la vecchina, che aveva adagiato sul terreno erboso una stuoia, si stava versando del the - chissà poi da dove era uscito!- osservandoli ridendo.
"E tu, che hai da ridere."
Il Principe era più nervoso che mai e aveva perso completamente le staffe. L'umana era solo ed esclusivamente un peso, che si faceva sentire per altro, la vecchia era solo maledettamente fastidiosa. Avrebbe dovuto semplicemente ammazzarle entrambe, in primis lei: Bulma! Anche solo pensare il suo nome gli rivoltava lo stomaco e gli faceva passare la fame.
"Beh, in realtà vi ho preso un po' in giro. Diciamo che passata la casa della Signora del Tempo, non vi sono poi molti animali pericolosi nel circondario."
"MA PERCHE' NON L'HAI DETTO PRIMA!"
Avevano esordito in coro i due che si erano poi voltati l'uno da una parte l'altro dall'altra.
"Perché siete molto divertenti."
Bulma era arrossita e Vegeta per tutta risposta se n'era andato svanendo nella folta vegetazione.

Era passata ben un'ora dalla sparizione di Vegeta e Bulma cominciava ad esser un po' preoccupata. Con un po' di legna aveva acceso un fuocherello sul quale stava scaldando delle pietanze surgelate che teneva in una capsula.
"Chissà dov'è andato a finire. Uff, che razza di testone, non se ne sta mai un attimo tranquillo."
Kaede aveva sorriso alla ragazza.
"Beh, mi pare vi sia una cascata non poco distante da qui, forse è andato a farsi un bagno. Oppure è là a riposarsi."
Bulma senza pensarci due volte si era sollevata ed era andata, a passo spedito, verso la direzione indicatagli dalla donna anziana. Salvo poi, dopo aver raggiunto la meta, fermarsi di colpo.
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"
Un urlo disumano riempi l'aria tanto che alcuni volatili spiccarono il volo.
"COSA DIAVOLO FAI?? MI SPIII!?"
Il saiyan era dinnanzi a lei, nell'acqua tersa e fredda che la guardava sbigottito. Non l'avrebbe davvero mai capita.
"Cosa fai lì impalato copriti, dannazione!"
Bulma era rimasta immobile, con lo sguardo fisso su di lui e sulle sue fattezze. Era rossa in viso, ma non riusciva a chiudere gli occhi o distogliere lo sguardo. Era più bello di quanto si fosse aspettata. Le cicatrici lungo il suo torace gli conferivano un'aria ancor più affascinante, le sue gambe erano muscolose, ma snelle e ... e... poi, poi ....
"Che hai umana, pensavo fossi più sveglia ed invece, sembra tu non abbia mai visto un maschio!"
"Io, io ... Ma non puoi coprirti?"
"Guarda che sei tu che ti sei intromessa! E poi ora devi spogliarti pure tu!"
Bulma aveva strabuzzato gli occhi, mentre lui perseverava nel mostrarle la propria nudità, e Bulma non distoglieva affatto gli occhi.
"Cosa?!"
"Beh, si hai capito bene. Non penserai di potermi veder nudo e goder delle mie grazie senza pagare pegno! Quindi ora mostrami le tue curve!"
Bulma si era riscossa, rimanendo sbigottita dalla sua richiesta.
"Tu sei pazzo!"
"No, forse non ti è chiaro: è un ordine, non una richiesta! Quindi forza, spogliati. Che vuoi che sia, per una spigliata come te!"
Bulma aveva deglutito cominciando a sfilarsi la maglia. Non voleva mostrarsi nuda davanti a lui, ma voleva di certo farlo impallidire. Lei era bella e voleva che Vegeta la guardasse con voglia, giusto per distruggere una volta per tutte quella sicurezza. E poi…. Doveva dimostrare che le sue natiche non erano certo flaccide.  
"Molto bene Saiyan, comincia a sbavare. E ammira il mio stupendo corpo."
Vegeta incrociato le braccia al petto ghignando e osservando la donna che si spogliava.




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Capitolo 11
*** Capitolo XI: l'amaro in bocca ***


Buried cap 11 Capitolo XI: L'amaro in bocca

"Ripeti quello che hai detto, razza di saiyan idiota e petulante!"
Vegeta aveva storto il naso alle parole della donna e l'aveva guardata nuovamente da capo a piedi. Certo non era male, questo era innegabile: belle gambe, seno pieno, sedere tonico. La terrestre aveva una bella carrozzeria, ma quale gusto c'era nel dirle che aveva un bel corpo, che l'avrebbe volentieri stesa a terra possedendola? Primo non era da lui, secondo era certo più divertente fare altro.
"Sturati le orecchie terrestre, ho detto: tutto qui?"
Bulma si era passata le mani lungo il corpo, coprendosi poi il seno. Cosa si aspettava da uno come lui, non lo sapeva neppure, ma sperava almeno per un attimo di vederlo cedere, di scorger sul suo viso una nota di approvazione, un qualcosa che le dimostrasse che tutto sommato pensasse fosse bella. Invece nulla, Vegeta non aveva avuto la minima reazione di fronte al suo corpo.
"Come sarebbe: tutto qui! Sei forse ammattito, hai forse delle fette di salame sugli occhi!? Guarda quanto sono bella e formosa."
"Lo sai che i complimenti dovrebbero farteli gli altri? Sei davvero presuntuosa. E poi ribadisco il concetto: tutto qui? Mi aspettavo qualcosa di meglio umana, ne ho viste di aliene molto più belle e formose di te!"
Bulma aveva serrato i pugni osservandolo con odio crescente, Vegeta si era lentamente rivestito poi le era passato affianco, guardandola di nuovo.
"Tsk."
Bulma si era voltata verso di lui, che ormai le dava le spalle.
"E te ne vai così?"
Vegeta la fissò negli occhi ghignando e percorrendo poi il suo corpo con lo sguardo, soffermandosi prima sul seno, per poi passare sulle mutandine rosa della ragazza. Bulma era arrossita vistosamente di imbarazzo.
"E cosa ti aspettavi? Volevi concludere con me? Mi spiace donna, ma non sono così affamato."
Bulma coprendosi i seni con una mano e con il braccio, l'aveva schiaffeggiato sonoramente. Come si era permesso di trattarla come una meretrice qualunque. Lei non era così, si era spogliata solo perché lui l'aveva sfidata. Bulma si era poi infilata la maglia, aveva le lacrime agli occhi, non si era mai sentita così umiliata. Ma non aveva fatto in tempo a riflettere su nulla, che un qualcosa l'aveva schiacciata brutalmente a terra.
"AAHH!"
"Sta zitta!"
Vegeta sopra di lei la stava premendo al suolo con forza. Bulma aveva tentato di dir qualcosa, ma un previdente Vegeta le aveva tappato la bocca con la mano. Conosceva fin troppo bene ormai quella donna e sapeva che, la sua lingua biforcuta, avrebbe esclamato con forza qualcosa giusto per aprir la bocca a sproposito.
L'aveva trascinata nella vegetazione, stringendola con veemenza. Bulma non comprese subito cosa fosse successo e per un attimo quasi pensò che Vegeta volesse violentarla. Ma il Saiyan non ne aveva la benché minima intenzione; anzi aveva ben altre gatte da pelare in quel preciso istante. Sopra le loro teste, di fatti, erano apparsi due individui dal colore azzurrognolo. Bulma li osservò attentamente dirsi qualcosa, mentre Vegeta le serrava ancora forte la bocca.
D'un tratto la vecchia Kaede apparve alle loro spalle.
"Dovete andarvene, hanno sentito il vostro odore o probabilmente sanno che vi sono degli intrusi. Tuffatevi nel lago, vi è un pertugio che porta ad un passaggio sotterraneo proseguite lungo il cunicolo giungerete alle porte di Amor."
"Come diavolo facciamo ad andarci se ci sono qui tipi là sopra."
Aveva detto Bulma divincolandosi dalla presa del Principe.
"Ovvio: li uccido!"
Ma Kaede scosse la testa violentemente.
"Non dovete rivelarvi, non devono scoprire che siete qui! E' così che si compie il vostro fato. Attirerò io la loro attenzione."
Vegeta contrariato si mise comunque in piedi e Bulma si posizionò al suo fianco.
"Ma non sarà pericoloso?"
"No, Bulma non temere, ci vedremo dall'altro lato."
Bulma si era affezionata a quella strana aliena, le spiaceva perderla, così come anche voleva ormai bene allo scorbutico saiyan che stava ora al suo fianco. Vegeta sbuffò fissando di nuovo gli alieni. Bulma osservando il suo profilo appuntito, le sue sopracciglia contratte: intuì al volo il suo pensiero. Non sapeva né come né perché, ma quando si trattava di Vegeta capiva sempre ogni cosa, i pensieri quello di cui aveva bisogno e così fu anche in quell'istante.
"Non ti preoccupare Vegeta, vedrai che arriverà il momento della battaglia!"
Bulma sorrise, posandogli una mano sulla spalla, al tocco senti il calore del corpo di lui e stranamente si sentì protetta al sicuro. Vegeta arrossì di colpo, quel gesto semplice l'aveva sorpreso e imbarazzato. La donna sembrava comprenderlo, sembrava leggergli nel pensiero; così com'era capitato, tempo addietro, quando era tornato sulla Terra e lei nuovamente l'aveva accolto nella sua casa. La terrestre gli aveva dato tutto quello che gli serviva e spesso non aveva neanche avuto bisogno di chiedere, era come se lei lo capisse, come se leggesse i suoi pensieri.
Kaede sorrise e poi scomparve nella vegetazione. Poco dopo i due alieni atterrarono nella foresta, dove l'anziana aveva acceso un piccolo fuoco. Bulma osservò Vegeta chiedendosi quale fosse la prossima mossa da fare. Il saiyan si avvicinò al lago e vi si buttò dentro. Bulma presa dal panico, nel vederlo svanire nel nulla, si buttò nell'acqua con foga trattenendo il respiro. La ragazza cercò di nuotare verso il fondo, ma non vedeva nulla l'acqua non era nitida e Bulma, pur essendo un'ottima nuotatrice, cominciò a boccheggiare un po' per la paura, un po' perché non riusciva a trattenere a lungo il respiro. Come avrebbe raggiunto il passaggio? Di quel passo sarebbe di certo morta! Non poteva nemmeno riemergere, l'avrebbero di vista. Dannato Vegeta, dove poteva essersi cacciato, come poteva averla abbandonata così? Aprì la bocca e si lasciò andare, non riusciva più a respirare. Dannazione, sarebbe riemersa ugualmente.  
Poteva dopo mille avventure morir così? Poteva quella stupida scimmia regale abbandonarla in quel modo dopo tutto quello che aveva fatto per lui!? Certo che poteva, lui non era Goku, lui era malvagio, era cattivo. Allora perché non si sentiva del tutto spacciata, allora perché in un qualche modo strano vedeva in Vegeta una piccola luce di speranza. Non solo per quel momento tragico, ma per la sua intera vita. Forse non si era solo affezionata a lui, forse provava qualcosa di più ... Chiuse gli occhi. Beh, ora non aveva alcuna importanza la sua vita giungeva al suo termine. Chissà magari qualcuno l'avrebbe fatta tornare in vita con le Sfere del Drago; chissà magari quel qualcuno avrebbe potuto esser Vegeta ...
Ma i suoi sogni le sue elucubrazioni furono smorzate da un evento improvviso. Di fatti, inaspettatamente, qualcosa l'afferrò per la vita.
Delle labbra sottili toccarono le sue, l'aria entrò nella sua bocca, nel suo corpo e venne trascinata da quella forza sconosciuta verso il fondo.




Angolo autore:

Si lo so pensavo di aggiornare prima Sangue Blu, poi però avevo pronto questo capitolo quindi ... Ecco a voi Buried la mia storia ambientata nel futuro, questo è un capitolo di passaggio, per tornare a raccontarvi la storia, spero che i piaccia e vi diverta! E vi prometto di aggiornare quanto prima!!^^ 
Grazie mille a tutti per l'attenzione e l'affetto che dimostrate nei confronti delle mie storie,  davvero grazie mille!

Alla prossima la vostra Yori



 

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Capitolo 12
*** Capitolo XII: visione futura. ***


Buried cap 12 Capitolo XII: VISIONE FUTURA

Si era persa e non riusciva più a trovare la strada per il ritorno, si era persa e si era ritrovata sui monti Paoz ed era lì a guardarsi, mentre reggeva un bambino tra le braccia, mentre osservava tetra la porta della casa di Goku. Silenzio intorno a lei, non un uccellino che cantasse, solo un rumore le pareva sentir provenire dall'interno della casa: un pianto sommesso e poi una voce al suo fianco che chiamava piano quel suo antico rivale. Vegeta seduto su di una roccia, osservava il torrente ai suoi piedi, nel quale la sua figura si specchiava. I riflessi dei suoi capelli rossastri e gli occhi di quel nero intenso  erano così vivi e veri che Bulma si avvicinò per toccarlo. Il bambino tra le braccia dell'altra se stessa prese a piangere, Vegeta con la coda dell'occhio seguiva la scena non visto. Che cosa stava accadendo, e dov'era finita? Toccò Vegeta, gli sfiorò la mano e di nuovo venne catapultata altrove, come le era già successo all'interno della casa della Signora del tempo. Ed era lì davanti alla sua casa distrutta, senza nessuno che la sorreggesse, senza nessuno che l'aiutasse ad alzar lo sguardo. Strinse qualcosa tra le mani, strinse ancor più forte infilandosi le unghie nel palmo, nemmeno il dolore sentiva più. Lo sguardo si perse lontano nel cielo dove probabilmente aveva visto svanire qualcosa che ora le frantumava il cuore.
Non era più tornato e ora lei era sola, sola nel mondo. Guardò stizzita ciò che stringeva tra le dita e lanciò a terra quei guanti bianchi ormai sporchi di sangue.*

Si era sollevata di colpo senza aver affatto capito il significato di quel sogno. Quale futuro triste l'attendeva? Oppure erano solo proiezioni della sua mente? Bulma osservò la caverna con curiosità, era tutto scuro intorno a lei tranne che per quel fuocherello acceso che rischiarava un poco la grotta. Era sola, dunque? Anche se evidentemente qualcuno aveva acceso un fuoco per lei. Vegeta, forse, l'aveva abbandonata dopo averla salvata? Oppure non era stato affatto lui? Si sfiorò le labbra con le dita, quel bacio indiretto le aveva fatto battere il cuore. Arrossì pensando al saiyan, le erano piaciuti spesso molti uomini nella vita, ma nessuno era come Vegeta. Lui aveva qualcosa che nessuno aveva, lui era come un magnete che l'attraeva inevitabilmente e forse, inconsapevolmente, già amava quell'uomo burbero e dispotico, così affascinante e carismatico da calamitare su di sé ogni genere di creatura. Ed era di fatto così: Vegeta non passava mai inosservato, tutt'altro o lo si amava o lo si odiava. Molti dei suoi amici erano del secondo avviso, lei invece lo aveva apprezzato dal suo primo sguardo o forse meglio dal secondo. Dato che il primo incontro su Nameck era stato tutt'altro che gioviale. Dunque a conti fatti momentaneamente si ritrovava sola in una grotta, su di un pianeta sconosciuto e lui se l'era data a gambe.
"Era ora umana tu ti svegliassi!"
Sobbalzò sollevandosi per guardarlo, era sbucato da un angolo sconosciuto dell'oscurità e teneva sulle spalle due alieni, presumibilmente morti. Bulma aprì la bocca e la richiuse non sapeva davvero che dire.
"Vegeta ma sei impazzitooo?? Non dobbiamo farci scoprire e tu vai in giro ad ammazzare la gente??"
"Tsk!"
Disse lui o emise un suono più che altro, gettando a terra i due cadaveri azzurri e cominciando a spogliarli.
Bulma lo osservò incuriosita e spaventata nel contempo, cosa stava facendo? Non disse nulla, ma probabilmente il suo sguardo lasciava trapelare molto, tanto che Vegeta rispose alla sua domanda, senza che lei l'avesse pronunciata.
"Ci prenderemo i loro vestiti. Come sono uscito di qui, hanno sentito il mio odore di maschio e mi hanno attaccato, dunque presumo che per andare in giro io abbia bisogno della presenza di una femmina." E la guardò, Bulma continuava a fissarlo incuriosita. "Ma non possiamo, ovviamente, uscire da qui così. Soprattutto perché ora siamo nei pressi di una città, quindi vi sono molti degli abitanti di questo strano pianeta. Dobbiamo vestirci come loro, dunque mi servivano questi due!"
Bulma continuava imperterrita a fissarlo, era un uomo tremendamente interessante, astuto, intelligente, spietato. Più lo fissava, più le piaceva.
"Sono contenta di esserti utile."
E questa volta fu il suo momento di guardarla, incrociare quegli occhi di fuoco con gli occhi chiari di lei.
"Non fraintendermi: non ho bisogno di te, potrei ammazzarli con un sol colpo, ma voglio veder se è vero quello che la vecchia ha detto. Voglio vedere a cosa mi servi per trasformarmi in Super Saiyan."
Bulma non distolse lo sguardo, non le importava quello che diceva, lei comunque gli era utile, lei comunque serviva a Vegeta. Lei dopotutto era l'unica che lo avesse davvero a cuore.
"Di quello che ti pare. Tanto ti servo!"
Vegeta scostò lo sguardo e poi, dopo aver spogliato gli alieni, staccò con facilità un braccio ad uno di essi mettendolo sul fuoco ad arrostire. Bulma lo guardò stranita, capendone le intenzioni, ma senza volerci credere.
"Ve... Vegeta... Non vorrai mica mangiarli?"
Il Saiyan alzò lo sguardo e ghigno compiaciuto della sua faccia schifata.
"Certo che sì! Non mi sembra vi sia molto altro da mangiare."
"MA SEI IMPAZZITO!? Non si fanno queste cose, è disgustoso! Non puoi mangiare un altro essere umano!"
"A conti fatti non sono affatto esseri umani, non sono terrestri dunque non sono uomini! Semmai sono aghartiti, come io  sono saiyan, il Principe per giunta, e non sono umano! Quindi non sto mangiando un mio simile, quello si che mi farebbe schifo. Ma sappi che potrei mangiare anche te, se non vi fosse altro di commestibile."
Bulma deglutì, davanti alla sua faccia rabbiosa, osservandolo mentre smembrava quei poveri corpi senza vita e lì cuoceva alla bell'è meglio sul fuoco. Il suo discorso non era senza senso e detto in quel modo sembrava anche giusto, ma dannazione come poteva far una cosa del genere.
"E' disgustoso! Non mangerò mai una cosa del genere. Sei davvero un mostro!"
"Sei un mostro anche tu, allora. Non mangi forse la carne animale? Non è forse lo stesso principio? Li mangi perché non sono tuoi simili, allora ti sembra legittimo farlo. Quindi è lo stesso principio con il quale io agisco. Non mangerei mai Kakaroth, per farti un esempio, ma a te sì! Ah, ah, ah!"
Disse un po' per spaventarla, un po' per divertirsi. La donna si strinse nelle gambe, aveva pure freddo e nel mentre che parlava con Vegeta tutto quello che aveva pensato fino a quel momento di lui le era caduto e ora provava solo disgusto per quel guerriero.
"Io comunque non mangio."
"Tsk, fa come ti pare, per me puoi anche morire di fame!"
Bulma gli propinò una linguaccia, mentre il Saiyan addentava il primo pezzo di carne. Bulma chiuse gli occhi per non guardare, il suo stomaco cominciò a gorgogliare sonoramente e tornò allora a concentrarsi su Vegeta che ovviamente aveva sentito tutto e aveva dispiegato un ghigno sulle sue labbra. Bulma sbuffò cercando di cambiar argomento.
"Ho fatto uno strano sogno prima."
"Non mi interessa!"
"Dovrebbe interessarti, ho sognato te! Sembrava come se fosse un qualcosa che dovrà accadere. Come se ..."
"Come se fosse una previsione futura."
L'anticipò lui finendo la sua frase. Bulma annuì.
"Hai sognato qualcosa anche tu?"
Vegeta non rispose e Bulma comprese che era un sì.
"Dici che siamo legati? Pensi che forse accadrà qualcosa tra di noi? Io non capisco più nulla. E poi come ho fatto a fare un sogno del genere?"
Vegeta rise sguaiatamente e addentò un'altro boccone di carne, prima di rivolger di nuovo la parola a Bulma.
"Non accadrà mai nulla tra noi, stanne certa. Forse solo rimarrò a casa tua fino a che non avrò distrutto quella terza classe di basso livello. Tutto qui! Per quanto riguarda i sogni credo sia un qualcosa che la vecchia ci ha fatto mangiare. Gli abitanti del pianeta prevedono il futuro mangiando delle particolari spezie, immagino che anche noi le abbiamo mangiate."
Bulma rimase nuovamente pensierosa, ricordando quanto sognato, poi prese tra le mani il ciondolo che aveva trovato nella casa della Signora del Tempo, forse era un segno anche quello, forse doveva cambiare qualcosa. E Vegeta in tutto quello cosa aveva a che fare con lei?
Le sue elucubrazioni terminarono lì, poiché il Saiyan le aveva lanciato addosso gli abiti dell'aliena che si stava pappando.
"Cambiati, tra poco partiremo."
"Non li voglio mettere."
"Non vorrai andar in girò in mutande spero!"
Bulma si guardò le gambe, non ricordava di aver perso nella fretta i pantaloni, lo guardò arrossendo e coprendosi.
Di mala voglia guardò gli abiti e cominciò con l'infilare quei pantaloni larghi che si stringevano sulla caviglia. Prima di sfilarsi la maglia però osservò Vegeta che continuava a fissarla.
"Girati"
"Ti ho già vista quasi nuda, quindi non vedo perché dovrei guardare altrove, senza contare che non prendo ordini da te Bulma."
Non seppe perché pronunciò il suo nome, ma mentre parlava con lei e più passava il tempo con quella donna più si sentiva in confidenza. Dopotutto era degna di nota la terrestre: non era stupida e riusciva a parlarci tranquillamente, si meritava dunque il suo rispetto.
Bulma era arrossita di colpo e tutti i brutti pensieri che aveva avuto su di lui erano svaniti all'istante. L'aveva chiamata per nome, si sentiva così euforica, si sentiva felice. Le era bastata una sola parola di lui per cambiare umore. Forse lei e Vegeta erano davvero legati da un qualcosa che un giorno avrebbe potuto divenire forte e indissolubile. Si voltò lei di schiena, sfilandosi la maglia e indossando quella nuova, sentendo forte lo sguardo di lui su di sé. Sorrise, Vegeta alla fine non era un mostro, agiva per istinto. Era di un altra natura, aveva vissuto in un altro mondo, in un modo diverso. Non sempre dunque poteva capirlo, ma spesso forse avrebbe potuto comprenderlo. E dopo tutto quello che avevano vissuto fino ad ora insieme o avrebbero vissuto, era convinta sarebbe riuscita al fine ad averlo al suo fianco. Vegeta era quello giusto, Vegeta era il Principe che aspettava da tempo.

*I riferimenti della scena che Bulma vede sono inseriti all'interno del capitolo 15: "Catarsi" della mia long fic: La rinascita della speranza.



Angolo autore:
Buongiornooooo, eccovi un nuovo aggiornamento, alleluia! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, so che la parte degli alieni è un po' controversa, ma  penso che Vegeta la pensi così, infatti in una scena del manga si vede chiaramente che si mangia un alieno. Dunque ho pensato di riproporvi qui il concetto! Sperando di non avervi schifato troppooo!!

Un abbraccio a tutti voi, miei cari lettori, alla prossima
Yori








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Capitolo 13
*** Capitolo XIII: tradizioni ***


Buried cap 12 Capitolo XIII: Tradizioni

Erano finalmente usciti da quella grotta maledetta dopo una notte passata insonne -se si poteva chiamare notte dato che in quel pianeta non vi era nulla di affatto chiaro o sensato o simile a ciò che succedeva sulla Terra- aveva paura Bulma di addormentarsi e di vedere qualcosa che le avrebbe suggerito un futuro infausto. Lei a differenza di qualcun altro credeva alle parole dell'anziana abitante di Agartha e pensava vi fosse del vero in quello che sosteneva anche Vegeta: erano stati drogati, per modo di dire, avevano ingerito quella spezia che gli aveva dato la facoltà tipica degli Agartiti, ovvero quella di prevedere il futuro. Nel vero aveva paura, una paura fottuta di provare qualcosa per Vegeta e una paura fottuta, o forse una certezza assoluta, che l'avrebbe fatta soffrire. Nei suoi sogni sembrava proprio che ci fosse stato qualcosa tra di loro, che avessero una relazione, che ella provasse dei sentimenti verso quel saiyan dispotico ed arrogante che aveva attaccato la Terra per conquistarla, perché aveva ucciso i suoi amici... No, non poteva amarlo.
“Ehi umana ti vuoi muovere o vuoi rimanere qui a fissare il vuoto?”
Vegeta l'aveva riscossa con la sua voce tonante e imperativa riportandola alla realtà dove entrambi indossavano dei vestiti molto particolari, non erano affatto alla moda! Il turbante sulla testa di Vegeta lasciava intravedere i suoi capelli che ribelli sfuggivano dalla stoffa rigata. I pantaloni larghi blu che si stringevano alla caviglia lasciavano ugualmente intravedere la muscolatura del saiyan, la camicia bianca aperta sul petto risaltava ancor di più i suoi pettorali scolpiti e quello splendido color ambrato che la sua pelle aveva, i riflessi di quello strano sole interno alla cavità del pianeta baciando i capelli color pece di Vegeta ne segnavano delle sfumature rossastre che gli davano un aspetto ancor più bello, per non parlar poi dei suoi occhi...
“Ti vuoi muovere!?”
Senza che Bulma se ne fosse accorta Vegeta le si era fatto più vicino intimandole di sistemarsi un po' meglio il turbante sulla testa, non l'aveva annodato con cura e i capelli assurdi di Bulma le contornavano ancora il bel viso ovale. Vegeta parlava concitato, mentre Bulma rimaneva inerme pensando ancora una volta a quello che aveva visto. No, non poteva essere. Come avrebbe potuto vivere con un tipo del genere...
“Al prossimo richiamo giuro che ti polverizzo terrestre.”
Bulma aveva alzato lo sguardo fissandolo negli occhi, data l'altezza riusciva facilmente ad arrivarci. Certo che Vegeta era proprio basso!
“Grazie!”
Aveva detto semplicemente lei, cercando di aggiustarsi il copricapo così come Vegeta le aveva suggerito, poi lo vide voltarsi borbottando qualcosa di incomprensibile. Si fermò lo sguardo di Bulma di nuovo sulle natiche di Vegeta. Si coprì gli occhi con la mano. Decisamente doveva toglierselo dalla testa. Aveva Yamcha che l'aspettava a casa, sulla Terra o lì su Agartha. Era un bravo ragazzo e … Vegeta che cosa le avrebbe potuto dare?
“Vegeta e le scarpe?”
Lui si era voltato di nuovo snervato dalla insistenti quesiti di Bulma. Non la sopportava più, una volta finita quell'avventura era certo ormai di volerla uccidere. E non l'avrebbe fatto subito, ma molto lentamente. Prima di tutto le avrebbe strappato le unghie, come poteva averle sempre così colorate, quando trovava il tempo di pitturarle? Si maledì da solo per aver notato quel particolare insignificante, ma quella terrestre tanto incosciente quanto folle gli faceva perdere il lume della ragione.
“E' semplice: qui non le portano! Mi chiedo a volte come possano definirti intelligente. Ah, giusto lo dice Kakaroth che ha un quoziente intellettivo pari al due percento, giusto per riuscir a mangiare e dormire!”
Aveva esclamato acido con la sola intenzione di stizzirla. Bulma aveva allora puntato i piedi a terra e le braccia ai fianchi, quei pantaloni larghi aranciati e quella maglia fasciata in tessuto le rendevano ben visibile il seno prosperoso e la vita stretta, la maglietta era corta e lasciava intravedere la pancia.
“Tu sei matto! Io non sono mica un guerriero! Non posso andare in giro scalza mi ferirò.”
Vegeta però non voleva sentir parole e anzi era proprio intenzionato a vedere che cosa accadeva ai suoi piedi.
“E questo cos'é?”
Le aveva detto avvicinandosi nuovamente e prendendo in mano l'elastico del reggiseno di Bulma tirandolo verso l'alto.
“MA CHE FAI!?”
“Devi toglierlo.”
Vegeta pareva così freddo e impassibile a quel gesto, che Bulma si chiese quale tipo di aliena potesse piacere ad un maschio del genere. E quello che le venne in mente aveva solo tanti tentacoli e un mostro verde dagli occhi grandi. Scosse la testa tornando a concentrarsi sul bel saiyan, ringraziando qualche dio del paradiso per averle mandato un extraterrestre tanto sensuale. Maledetto Vegeta le si era insinuato nella testa come un tarlo introvabile che stava mettendo lentamente le radici.
“Stai scherzando spero... Io non tolgo proprio nulla. Mi hai già vista abbastanza.”
Vegeta allora si indispettì cogliendo l'ironia della ragazza e pensando che nemmeno sotto tortura sarebbe andato a letto o si sarebbe interessato alle grazie di un tipo tanto rozzo. Bulma era irascibile e sciocca, si sarebbe fatta ammazzare prima o poi per quel suo modo spregiudicato di prender anche il più feroce nemico. Pensava Vegeta che tutti gli alieni della galassia avrebbero provato l'irrefrenabile desiderio di stringere forte la sua carotide e di strangolarla sentendola gemere dal dolore. Poi i suoi occhi caddero su quel seno prorompente e sull'arnese che lo sosteneva per bene e rifletté sul fatto che, forse, gli alieni dell'intera galassia avrebbero potuto apprezzare anche altro di lei e desiderare quel qualcosa.
“Non lo porta nessuno su questo pianeta questo arnese.”
“Non è un arnese Vegeta … ”
“Beh un porta tette o quello che è! LEVALO!”
E Bulma allora scoppiò in una fragorosa risata, Vegeta sembrava così serioso, sembrava così tanto intelligente che alle volte Bulma si stupiva di quanto sciocco ed ingenuo potesse sembrare. Non riusciva a capacitarsi di come egli avesse sempre quello sguardo glaciale ed impenetrabile e riuscisse a dire nella maniera più seria e minacciosa possibile le cose più sciocche. Un po' come quando continuava a ripetere costantemente: “sono il principe dei saiyan” il più delle volte Bulma veniva presa dall'irrefrenabile voglia di ridere a crepapelle per quanto risultasse poco credibile seppur pieno di convinzioni. Forse era semplicemente lei che non riusciva a vederlo sotto una cattiva luce.
“Dimmelo che vuoi morire subito!”
Si era fatto sempre più minaccioso il saiyan, mentre Bulma sicura di non dover temere nulla si era appoggiata alla sua spalla continuando a ridere.
“Scusami Vegeta. E' solo che sembri così minaccioso e spigliato che non credevo fosse possibile non conoscessi questo indumento.” Bulma l'aveva schernito osservando il proprio reggiseno. Avrebbe voluto illustrare a Vegeta la funzionalità di quell'arnese molto utile per le donne terrestri.
“Vedi questo è un reggiseno. Serve per sorreggere il seno e farlo sembrare più formoso e tenerlo più su. Soprattutto quando si avanza con l'età è molto utile.”
Vegeta si era a quelle parole illuminato, irradiando il proprio volto di un sorriso malefico e malizioso nel contempo.
“Allora lo porti perché sei vecchia? Beh, si vedeva l'altro giorno quando me le hai mostrate che erano un po' molli. Per nulla invitanti per giunta.” Bulma era rimasta a bocca aperta, balbettando insulti ignoti ai più. “E Comunque non mi importa e non voglio assolutamente perder tempo con queste stupidaggini”
“Beh sei tu che non sai le cose...”
Vegeta indispettito dalla noncuranza e l'atteggiamento spocchioso della terrestre davanti alla sua grandezza di principe, aveva architettato un nuovo modo per farla arrabbiare: con un colpo secco le aveva sfilato il reggiseno strappandolo di netto e lanciandolo in aria l'aveva polverizzato con un raggio energetico.
“Perché l'hai fatto!?”
“Sono stufo di te e di tutte queste stronzate ora fa silenzio e cammina.”
“Ma sono senza scarpe!”
Si era lagnata nuovamente Bulma davanti al principe che ostentava freddezza e sicurezza, ma celava in sé un'incredibile voglia di… spaccarle la testa!
“Ho detto silenzio! E poi ora andiamo in una città io un conosco il loro linguaggio, tu invece non pronunciare una sola parola: fai silenzio potrebbero insospettirsi sentendoti parlare in lingua terrestre.”
Bulma l'aveva guardato sorpresa. Ovviamente non faceva una piega il discorso di Vegeta. Come sempre, del resto. Solo le rosicava dovergli dare ragione, ma soprattutto dover rimanere in silenzio. Adorava importunare Vegeta, sapeva che egli non avrebbe mosso un dito su di lei e questo la rassicurava, ma soprattutto adorava veder la sua faccia imbronciata o furiosa o... Maledizione, si stava proprio … Non voleva neppure pensare a quella parola, a quel sentimento.
“Quindi cosa dovrei fare!?”
“Beh, ovvio: fingerti muta!”
Sogghignò il saiyan che finalmente era riuscito a zittirla, finalmente avrebbe vissuto delle interminabili ore di silenzio, senza sentire quell'odioso starnazzare delle terrestre.
“Che cosa?”
“Sarà così. Non si discute! E' un piano perfetto quindi vedi di non rovinarlo.”
Bulma cercò di stare al suo passo e quando furono arrivati alle porte della città a loro sconosciuta Vegeta rallentò un poco per studiare meglio la situazione. Gli abitanti camminavano veloci per le vie del paese dove sembrava vi fosse un mercato per la strada principale. Una serie di bancarelle erano disposte ai bordi delle strade e un sacco di alieni di varie razze differenti parlavano quella lingua sconosciuta scambiandosi oggetti di vario genere e anche quello che sembrava del cibo. La pancia di Bulma cominciò a brontolare, guadagnandosi un'occhiataccia da Vegeta che le intimò di far silenzio. La povera pancia per timore tacque e con lei la sua proprietaria. Il saiyan sembrava cercar un posto in cui rintanarsi o abbandonarla per non averla come intralcio, anche se aveva bisogno del suo odore di femmina, sebbene, notò Bulma, in quella città ci fossero molti alieni maschi, quindi probabilmente nessuno avrebbe fatto caso a Vegeta. Una donna d'improvviso le fu addosso, agguantando avida il ciondolo che Bulma portava al collo.
“Sakabi skihku.”
Le disse osservando con cura quel gioiello opacizzato dal tempo che Bulma aveva trovato nella casa della Signora del Tempo. La terrestre indietreggiò senza saper cosa dire e invocando segretamente l'aiuto di Vegeta. Fu un altro splendido alieno dalla pelle blu e gli occhi azzurri che le venne però in soccorso, le fu addosso scansando la vecchia e prendendo il mento di Bulma tra le mani sollevandole il volto verso il suo. La guardò con interesse tanto che Bulma arrossì sentendosi quasi come se quell'essere le avesse trapassato la pelle, le avesse letto nella mente...
“Joskc alronend.”
La donna non rispose non sapendo minimamente che cosa l'alieno le avesse detto. Deglutì sonoramente osservando per bene il volto strano ed inusuale dell'alieno. I capelli lunghi argentati e quegli occhi di mare erano così belli da perdersi. E Bulma rimase come ipnotizzata.

Aveva trovato quella collana nello spazio con il saiyan, in quell'avventura che non poteva dimenticare, ed era strano come ogni volta la guardasse le venisse in mente lui. Un pensiero fugace e Vegeta riusciva ad esserle dentro come mai nessuno aveva fatto. E mentre trastullava il gingillo al suo collo egli era entrato alle sue spalle e senza nemmeno guardarla l'aveva sdraiata sul letto e si era appoggiato su di lei toccandole il seno e baciandole le labbra. Bulma si era lasciata andare e trasportare dal saiyan. Poi un pianto lontano si era levato nell'aria. Bulma si era alzata andando ad osservare il piccolo frugoletto dai capelli argentati che frignava nella culla...

Bulma aprì allora gli occhi mentre Vegeta aveva scostato con le mani quello che aveva osato metter anche un solo dito su Bulma. Aveva distolto da lei l'alieno, dicendo parole incomprensibili solo alle orecchie della povera terrestre.
“Ooyew flo nemulaas.”
Vegeta aveva lo sguardo deciso e la trascinò lontano da lì con forza. Il ragazzo alieno dalla pelle blu le sorrise e Bulma ancora stordita dalla visione e dal volto di quel ragazzo, per la prima volta nella sua vita era rimasta senza parole. Cos'aveva visto in quello che a conti fatti sembrava un ricordo lontano …? Ne aveva sentito le sensazioni, aveva avvertito i suoi sentimenti in quel dato istante che le era stato mostrato. Lui l'aveva baciata, in quel sogno certo, ma sembrava volerla, desiderarla... Sembrava che fra di loro vi fosse qualcosa d'intenso e poi quel bambino... Si chiese Bulma se per caso fosse suo figlio e se potesse averlo concepito con Vegeta. Arrossì al solo pensiero di trovarselo nudo nel letto. In fondo era ciò che ardentemente desiderava...
Quando furono in un angolo appartato e vicino ad una locanda, Bulma si aggrappò con forza al braccio di Vegeta.
“Che fai?” Disse piano per non farsi udire. “Che hai detto a quell'alieno per farlo allontanare?”
Vegeta non aveva risposto come sempre e l'aveva fatta entrare nella locanda, spintonandola e portando un dito alle labbra per farle segno di rimanere completamente in silenzio. Decisamente il saiyan aveva fame, constatò Bulma sentendo lo stomaco del saiyan brontolare.
Solo entrando nel locale Bulma si accorse di come fortunatamente in quel paese c'erano molti uomini, anzi erano quasi solo alieni maschi che appena entrata percepirono il suo forte odore di femmina e la guardarono come fosse un premio da gustare con lentezza tra le loro fauci di maschi affamati. Guardò Vegeta che sorrise sornione, fu allora che Bulma cominciò ad interrogarsi sulla propria incolumità. Dopotutto Vegeta era uno spietato assassino … Fino a quel momento non ci aveva ancora pensato. Che sciocca ingenua ragazzina. Così le avrebbe detto lo stesso principe.





Angolo autore(se così mi posso definire!XD)

Eccomi qui finalmente a riprendere in mano anche questa storia!^_^ Credo di esser a buon punto quindi penso a breve, considerando cmq i miei interminabili tempi, riuscirò ad aggiornare. Spero che vogliate continuare a legger questa avventura e che voglio ringraziare chi vorrà iniziare da ora a legger questa storia!^_^ Vi ringrazio infinitamente tutti.

Yori

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV: Presenze ***


Buried cap 14 Capitolo XIV: Presenze

Vegeta l'aveva spedita nella stanza che aveva affittato in quella locanda sperduta su di un pianeta perso nello spazio. A dispetto di quanto detto dalla vecchia Kaede quel luogo sembrava pieno di alieni di sesso maschile. Non era certo un'esperta Bulma di certe cose, ma le sembrava di aver visto abbastanza alieni in vita sua da poterne distinguere il sesso e poi la reazione che avevano avuto vedendola entrare nella locanda era stata proprio quella di uomini che da molto tempo non vedono una femmina, le avevano ricordato il Maestro Muten. Si era sentita aggredita visivamente, come se la stessero mangiando con gli occhi e istintivamente si era aggrappata al braccio di Vegeta in cerca d'aiuto. Lui infastidito l'aveva subito spintonata e aveva chiesto alla vecchia locandiera un alloggio o almeno Bulma aveva creduto avesse detto questo; ancora non riusciva a comprendere una sola sillaba di quella lingua strana ed incomprensibile. Vegeta l'aveva allora strattonata per un braccio e condotta al piano superiore della locanda facendole percorrere un corridoio angusto e scuro fatto di solo legno e dalle quali finestre filtrava un poco di luce. Su Agartha, o meglio al suo interno, la luce era fioca e fredda; il sole pesava la sua assenza. Vegeta aveva aperto una porta, che per poco non cadde sotto la violenta presa del saiyan, le aveva intimato con lo sguardo di entrare nella stanza. I suoi occhi cupi sembravano preoccupati per qualcosa, ma Bulma non riusciva a capire cosa avesse. Forse era preoccupato per quello che aveva detto l'alieno, forse … Aveva semplicemente come lei fatto un sogno strano. Una sola cosa era certa, loro erano legati da un filo invisibile che da quando si erano incontrati per la prima volta si era avvoltolato alle loro anime e aveva impedito si staccassero.
"Stai qui, sta zitta e buona se non vuoi finir nei guai."
Bulma aveva mosso la testa in segno d'assenso. Aveva paura certo e l'unico di cui poteva fidarsi era Vegeta, non poteva fare altro.
“Che succede, Vegeta?”
Lui aveva alzato lo sguardo su di lei e aveva ghignato.
“Dobbiamo andarcene da qui e pare che tu sia un bocconcino interessante...”
Era svanito chiudendole la porta in faccia, Bulma aveva sbuffato e si era adagiata esausta sul letto. Non aveva capito le parole di Vegeta, ma le faceva paura. Si trovava in un luogo sperduto sola e probabilmente era perfino in pericolo. Eppure non aveva paura, non si sentiva nemmeno sola: Vegeta era con lei e inspiegabilmente si fidava di lui. Perché poi si fidava di quel guerriero… Si guardò intorno, era esausta e con piacere noto che finalmente era in un luogo pulito e con un materasso morbido. La stanzetta era in legno e aveva una piccola finestra che dava all'esterno, aveva una voglia matta di farsi una doccia; in quei giorni si era lavata come meglio poteva nei laghi e torrenti che aveva trovato lungo la strada, ma aveva davvero bisogno di un poco della sua comodità. La voglia di uscire da quella stanza e andare a farsi una doccia nel bagno del piano era forte, ma Vegeta le aveva raccomandato di non muoversi, dunque gli avrebbe obbedito, in fondo … Ci teneva alla sua incolumità, quindi avrebbe fatto quello che lui le diceva.
Si sollevò dal letto per osservare fuori dalla finestra che si affacciava sul retro delle locanda, cercò qualcosa di interessante da osservare, forse Vegeta, forse qualcosa che le desse speranza di uscir viva da quel luogo. Vide una sagoma muoversi nel giardino e la riconobbe subito: era l'alieno che aveva incontrato per strada e che l'aveva importunata. Si ritrasse immediatamente, sperando di esser sfuggita allo sguardo indagatore dell'essere. Vegeta vegliava su di lei ne era certa, dunque non aveva paura, l'avrebbe sentita se ne avesse avuto bisogno, dopotutto lei gli serviva e questo le dava la sicurezza l'avrebbe protetta. Si sdraiò allora sul letto tirando un poco le tende e sperando Vegeta tornasse al più presto. Le venne da ridere. In passato aveva tremato davanti a Vegeta, ricordava precisamente il momento in cui lo aveva incontrato su Nameck, ricordava di aver urlato, di aver avuto paura di morire; ora invece bramava le sue braccia, voleva risvegliarsi cullata dal suo dolce odore. Si stava innamorando di lui… Anzi lo era sempre stata dal giorno in cui lo aveva invitato a viver sotto lo stesso tetto. Ricordava il suo viso i suoi occhi, il suo corpo, aveva voglia di perdersi nelle sue labbra, sul petto scultoreo. Si sopì acciambellandosi di lato. Forse non avrebbe dovuto far simili pensieri su Vegeta, forse doveva tornare con i piedi per terra, dopotutto aveva Yamcha ad aspettarla, aveva i suoi amici e poi… Avrebbe dovuto tremare dalla paura in quella situazione, invece si sentiva sicura, forse troppo e non riusciva proprio a pensare altro che a lui; Vegeta e solo Vegeta nella sua testa, nei suoi pensieri. E poi finalmente fu il buio e si addormentò.

All'esterno le ricerche di Bulma non avevano avuto fine. I guerrieri Z si erano affaticati molto per ritrovare anche una sola traccia di Bulma. Non erano riusciti a sgominare i nemici, ma li avevano comunque costretti ad una momentanea ritirata. Goku era molto preoccupato, poiché pur essendo entrati in battaglia in ritardo e con effetto sorpresa sembrava che i guerrieri di Agartha fossero in grado di prevedere ogni loro mossa. Quando c'era stata l'esplosione in cui Bulma era stata inghiottita erano riusciti a vincere quella breve battaglia, ma nel momento in cui era stata ferita quella montagna si erano come rialzati e avevano ripreso a combattere. Era stato solo il grande potere di Goku a far si che battessero in ritirata. Il saiyan e i suoi amici stavano cercando il corpo della povera donna, Goku non riusciva a darsi pace, si sentiva terribilmente in colpa per l'amica.
"Goku, ho trovato una navicella spaziale…"
Crilin era giunto da loro, era stato in giro alla ricerca di quel poco cibo che potevano avere da quel pianeta e un gruppo di abitanti l'avevano avvicinato per comunicargli che avevano trovato una cosa strana; così Crilin era andato a dare un'occhiata e aveva trovato la navicella spaziale monoposto saiyan. Preso dal panico era corso ad avvertire gli amici.
"E' una di quelle con cui i saiyan arrivarono sulla Terra."
Goku aveva strabuzzato gli occhi concentrandosi al meglio per sentire qualche energia conosciuta.
Poi di colpo gli venne un dubbio: Vegeta l'aveva sentito parlare con Bulma della missione e gli era venuto il terribile presentimento li avesse seguiti fin lì.
"Son sicuro sia Vegeta… Tutte le volte che abbiamo fatto qualche combattimento è arrivato, certo dopo, ma è pur sempre arrivato."
"Maledizione, ci mancava pure quel pazzo."
Yamcha come sempre manifestò il suo dissenso più totale verso il principe dei saiyan. Lo odiava a morte, oltre ad avergli rubato la vita, si sentiva come se il saiyan gli avesse rubato la propria intimità. Viveva nella casa di Bulma e a Yamcha non era mancato di notare il modo in cui ella guardava il saiyan; compiaciuta delle fattezze del principe sembrava spesso mangiarlo con lo sguardo, senza poi parlare del modo assurdo che avevano i due di parlarsi: battibecchi intrisi di sarcasmo e una complicità così strana che a Yamcha faceva terribilmente male ogni volta che li vedeva altercare.
Aveva sempre avvertito Bulma come un punto fermo della sua vita, tanto che spesso si era soffermato ad osservare le gonne delle altre o far lo sciocco con le fan della palestra... L'aveva trascurata e ora che la vedeva guardare un altro si sentiva come se lei fosse la cosa più preziosa dell'intero universo. Si apprezzano di più le cose quando le si sta perdendo. Dopotutto però non l'aveva ancora persa, lei era ancora sua, la sua ragazza e ben presto l'avrebbe sposata, avrebbe costruito con lei una famiglia, anche se non si sentiva ancora pronto...
“Scusate se vi interrompo...”
Un anziano del villaggio si era avvicinato loro per udir meglio ciò che stavano dicendo.
“Volevo soltanto informarvi che ho visto l'alieno di cui state parlando. Ha sorvolato l'alto piano ed è svanito qui dove la vostra amica è scomparsa. Da quel momento non l'ho più visto … ”
Goku si era per un attimo illuminato, sicuramente se Vegeta era là sotto non poteva esser morto per un'esplosione del genere, dunque poteva aver tratto in salvo Bulma. Cosa probabile solo nella mente pura e bonaria di uno come Goku, nessun altro avrebbe mai preso in considerazione una simile ipotesi. Rimaneva il fatto che non sentisse le loro auree e che non vi fosse traccia di loro, ma il vecchio aveva proseguito il racconto svelando i suoi dubbi.
“Io … Volevo svelarvi un segreto... Nel sottosuolo vi è un'altra terra, la terra cava, la vera Agartha. Il popolo all'esterno deve proteggere il popolo che è all'interno, formato principalmente da femmine. Sono secoli che viviamo qui fuori per proteggere quello che c'è dentro... Ma è un lungo periodo ormai che si sono dimenticati di noi e ci trattano male.” Il vecchio aveva preso fiato e aveva continuato con il racconto.
“Si dice che vi sia una spezia nel sottosuolo e che in molti la vogliano poiché permette di veder il futuro. Così hanno voluto trasformare questo pianeta in qualcosa di inospitale, tramite quelle macchine climatizzanti. Io temo che loro abbiano paura di un qualche attacco o comunque l'abbiano predetto...”
Goku si era fatto serio e aveva cominciato a pensare a quanto detto e trarne delle conclusioni.
“Dunque dobbiamo sapere i motivi per cui vi hanno attaccati se voi siete i loro protettori e cosa, soprattutto, hanno predetto.”
“Io non ne ho la più pallida idea, ma sono molto preoccupato. Non si era mai verificato un simile cataclisma, una simile guerra tra la crosta e l'interno. E' certo vero che molto è cambiato, ma ...”
Il vecchio aveva vacillato spaventato e Goku aveva posto la sua mano sulla spalla dell'anziano rassicurandolo.
“Non vi preoccupate sistemeremo tutto.”
Poi rifletté un attimo: come erano entrati Bulma e Vegeta nella terra cava – ormai si era convinto fossero lì entrambi sani e salvi- così voleva entrar pure lui.
“Bene ora cerchiamo un ingresso! Li prenderemo dal nucleo del loro potere.”
Non sarebbe stato certo facile, visto che gli abitanti dell'interno prevedevano ogni loro mossa...

“Dovresti piantarla di sfidarmi. Potresti finir molto male femmina!”
Vegeta passò le narici sul collo di Bulma per sentir il suo caldo e dolce odore, avvertiva il fremito che ella voleva a tutti i costi negare. Il corpo non mente mai: lei lo desiderava.
“Ma mi pare di averti già avvertita a suo tempo!”
Rise il saiyan schernendo la povera Bulma, che si reggeva a mala pena sulle sue stesse gambe. Sembrava spaventata, in parte, ma era di certo cocciuta, perché continuava comunque a rimaner lì in quel punto, senza dargli tregua.
“Sei tu Vegeta che ti ostini con me, ti ostini a respingermi!”
Rise anche lei, massaggiandosi i polsi dove Vegeta l’aveva troppo stretta. Vegeta sorrise sghembo: e così l’aveva ammesso, implicitamente, certo, ma aveva ammesso di volerlo. Si meritava un premio, la terrestre! Ghignò, per poi schiacciarla, di nuovo, contro la parete, aprendo prontamente le sue gambe con il ginocchio e premendolo su, fino la sua femminilità. Bulma sussultò, Bulma si lasciò sfuggire un gemito di spavento, troppo improvviso quel forte contatto, ma prima che il suo cervello potesse aver tempo di ragionare, riflettere o capire, aveva già posto le sue braccia intorno alla sua nuca, mentre le sue labbra lo desideravano. Attese ancora un attimo, mentre Vegeta la guardava mascherando la sua confusione, voleva minacciarla, ma aveva nuovamente perso il controllo delle sue azioni: la voleva troppo. Aveva fatto scorrere le sue mani lungo i suoi fianchi e poi aveva chiuso gli occhi, afferrando la sua nuca e spingendola con forza verso le sue labbra. La trovò già pronta con gli occhi serrati e le labbra dischiuse; insinuò la sua lingua trovando subito la sua, la roteò sentendola al contatto con la sua che prendeva a muoversi con crescente ritmo, con crescente voglia. La voleva, Dio se la voleva! Bulma si staccò da lui per un attimo, spaesata e poi continuò quel bacio che non era un bacio, ma la perdita totale della ragione da parte di entrambi. Si staccò dalle sue labbra, si guardarono negli occhi, i loro corpi ad unirli e quel rivolo di saliva che aveva lasciato su entrambi quel bacio passionale e  intenso, si erano scambiati il sapore, poiché quello non era un semplice in contro di due corpi, vi era ben altro...

Si svegliò di colpo Bulma madida di sudore, il sogno che aveva avuto le era sembrato tanto reale che non le pareva vero ora essersi svegliata... E poi dove si trovava? L'amnesia di quell'istante fu tale che si senti sconquassata da tutte quelle informazioni che stava ricevendo: Vegeta, i suoi baci, l'amore che sentiva pian piano scorrere dentro di lei. Non riusciva a comprendere come potesse provare un simile sentimento per uno del genere, ma dannatamente lo provava, si sentiva parte di lui e poi quel bacio, quel volersi intensamente e in maniera incondizionata le stava facendo perdere il lume della ragione. Avrebbe lasciato la sua vita serena per abbandonarsi nelle braccia di un essere del genere? Ripercorse a grandi passi quello che aveva vissuto fino a quel momento, i sogni che da quando era giunta su quel pianeta aveva fatto … Il motivo per cui aveva intrapreso quella dannata avventura che stava ancora vivendo. Si perché lei era partita alla ricerca delle sfere del drago per un motivo e ora le sembrava di aver quel motivo per le mani.
Senti un corpo adagiato al suo fianco e cercò con lo sguardo di ricavarne l'identità fino a trovare quel corpo scultoreo e muscoloso che tanto bramava. Lo guardò negli occhi mentre lui continuava a fissarla con intensità.
“Allora non era un sogno”
Disse prima di tuffarsi tra le sue braccia e lasciarsi trasportare dalle sue mani calde. Con gesti sapienti Vegeta la condusse al suo fianco, continuando ad accarezzare il suo corpo, mentre con la bocca catturava le sue labbra carnose.
Bulma si abbandonò completamente a lui, desiderava averlo e ora che aveva per le mani il suo desiderio non l'avrebbe certo lasciato andare.
“Bulma”
Sussurrò lui all'orecchio della donna e Bulma in quell'istante si irrigidì di colpo, staccando le proprie labbra dal suo corpo.
“Bulma amami, continua...”
Finalmente aveva ripreso conoscenza di sé ed era riuscita ad uscire dalla nebbia in cui il sonno l'aveva gettata al suo risveglio. Quel bacio non aveva l'intensità di quello del sogno e poi …
“Da quando mi chiami Bulma?”
Il saiyan fece un'espressione stupita, quando Bulma se ne aspettava una seccata o quanto meno irritata. Aveva studiato a lungo gli impercettibili cambi di mimica facciale e quello che gli aveva mostrato in quel momento non faceva parte delle così dette -da Bulma stessa s'intenda- “microespressioni invisibili ed incomprensibili di Vegeta”
Spaventata si staccò e in quel preciso istante si aprì la porta ed un altro Vegeta apparve davanti a loro.
“Che accidenti stai facendo!?”
Le chiese disgustato nel vederla con i capelli scarmigliati e il vestito gualcito indosso.
Bulma urlò forte, comprendendo appieno il grave errore fatto: quello che aveva baciato con passione non era affatto Vegeta, ma un suo clone, molto ben fatto!
“Vattene via!” Gridò in faccia allo sconosciuto colpendolo con forza “Chi diavolo sei?!”
Incalzava con le domande Bulma, che presa dal panico, aveva visto infranto il suo sogno e si sentiva insudiciata da uno misterioso aitante alieno.
L'anonimo sorrise e ghignò.
“Ti porterò via la tua mogliettina principe.”
Vegeta lo guardò inarcando il sopracciglio, che secondo gli studi approfonditi di Bulma sulla “razza Vegeta” voleva dire “Che cavolo dici” ed infatti: “Cosa stai dicendo alieno-con-la-mia-faccia! Quella non è nulla per me, se vuoi fartele fattela, ma non qui e non con il mio corpo!”
Bulma si era sollevata ancora una volta colpita dalle parole di Vegeta atte a sminuirla del tutto.
“Senti, ma quale problema hai con me?”
“Nessuno donna umana, solo mi infastidisce il tuo modo rozzo di far le cose. Non hai un minimo di pudore”
“Fa silenzio principe dei nani, io pensavo fossi tu!”
Le scappò di getto, ma Vegeta non fece in tempo a parlare che l'alieno sbraitò infastidito.
“Basta! Sono stufo di voi! Ora porterò a termine la missione.”
Entrambi l'avevano guardato contrariati e minacciosi e prima che la situazione degenerasse nuovamente in battibecchi insensati e infantili, afferrò Bulma e se la coricò in spalla.
“Te la porterò via! Non potrai più rivederla Vegeta!”
Rise sguaiatamente, sotto lo sguardo perplesso del principe dei saiyan.
“E cosa mi importa se tu la porti via?”
“Vegeta scemo! Devi salvarmi muoviti!”
“Sta zitta gallina non mi importa!”
L'alieno con Bulma sulla spalla balzò sul davanzale della finestra pronto a lanciarsi e svanire nel nulla.
“Te la porterò via e non sarai più un super saiyan.” Rise di nuovo mentre Bulma scalciava colpendo ripetutamente l'alieno.
“Non capisco cosa dite! Perché diavolo lei dovrebbe essere il pretesto della mia trasformazione? Continuate a dirlo tutti, ma a me non importa di quella donna!”
Era arrabbiato era furioso, lui era un saiyan, i saiyan non hanno sentimenti quella donna non poteva essere nel modo più assoluto la goccia che l'avrebbe trasformato in un super saiyan.
“Vegeta non dire sciocchezze: salvami! Chi ti preparerà la cena poi?”
“Continui a dire stupidaggini maledetta terrestre, fatela finita! E tu alieno portatela via non mi importa nulla di lei!!”
Bulma aveva incassato ogni colpo, ogni parola crudele di Vegeta la feriva profondamente, ma ormai aveva capito una cosa, lei gli serviva per diventare super saiyan, solo … Non sapeva però perché gli abitanti di quel pianeta volevano lei.
 
Il primo super saiyan della storia fu Kakaroth, un guerriero come tanti eppure diverso. Aveva sentimenti, nutriva passioni, amava una donna. Non voleva una compagna solo per procreare, ma una donna da amare. Così quando ella era stata uccisa lui aveva sprigionato un'energia immensa e totale, una luce che aveva illuminato il sole stesso, una luce che mai si era vista prima aveva dati la vita e aveva creato la morte. La leggenda narra che la sua prima energia fu immagazzinata in un'ampolla e dispersa su di un pianeta morto che aveva pian piano preso vita... Solo quella terra ora stava inesorabilmente morendo...





Angolo autore

Ciao a tutti,
ed eccomi anche con questo aggiornamento, che spero vi piaccia. La storia si avvia verso la conclusione, finalmente direo!XD Spero di divertirvi sempre con questa storiella e se volete leggere qualcosa di più riguardo la parte finale del capitolo ho trattato la leggenda del super saiyan in due storie: Butterflies and Hurricane e Sangue blu.
Vi ringrazio per aver letto,
Yori

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Capitolo 15
*** Capitolo XV: verso il nucleo della terra cava ***


Buried cap 15 Capitolo XV: verso il nucleo della terra cava

Era rimasto immobile ad aspettare un qualcosa che sembrava non giungere mai… Un segno indelebile del fatto che avrebbe dovuto muoversi e combinare effettivamente qualcosa di positivo. Non sapeva né come né perché ma aveva la netta sensazione che se non fosse corso, figurativamente s’intenda, a salvare la terrestre qualcosa nella sua vita sarebbe andato decisamente storto.  Forse quelle visioni continue, che gli apparivano in sogno ogni volta che chiudeva gli occhi o si sopiva anche solo per pochi istanti, gli avevano, in qualche modo, inculcato nella testa che… Beh, che sarebbe stato sereno con lei. Strano a dirlo di una tipa che nemmeno aveva la finezza o la magnificenza di una vera regina; con determinati canoni avrebbe dovuto scegliere la propria compagna e invece si ritrovava a pensare ad una terrestre stolta e avventata. Però lei sapeva tenergli testa e mai nessuna aveva saputo farlo. Aveva scelto diverse donne per il proprio letto, ma mai nessuna l’aveva veramente capito o si era mai avvicinato a lui più di quelle meccaniche schermaglie di letto e mai con nessuna si era trattenuto più di tanto, salvo forse con Pant*  anch’ella però non era stata all’altezza del compito, mentre Bulma… Beh che andava a pensare, una battaglia si apprestava alle porte e lui pensava a quella stupida umana, cosa mai poteva avere di tanto speciale…? Era solo che lei era entrata nella quotidianità delle sue azioni tanto ché non riusciva più a scollarsela di dosso né dalla mente. Il fatto poi che fosse avvenente giocava a suo favore; ella era solo ed esclusivamente un’umana che non sapeva usare altro che la propria intelligenza per tentare di cavarsela. Eppure Vegeta non aveva la benché minima intenzione di  salvarla né tanto meno riportarla sulla Terra o da Kakaroth. Strinse la mano in un pugno e prese a digrignare i denti ringhiando furioso. Intanto nel piccolo cortile della locanda si erano raggruppate un gran numero di persone che osservavano il saiayn spaventati. Vegeta si guardò finalmente intorno scoprendosi osservato, avvertì all’istante di essere in pericolo e che ormai il loro tentativo di mimetizzarsi con la gente del posto era fallito miseramente, cosicché prese la decisione perentoria di allontanarsi velocemente da quel luogo senza dare il tempo agli altri di seguirlo. Si concentrò per un attimo sull’aura irrisoria di Bulma sentendola ormai lontana chilometri e partì spedito inseguendo quella traccia. Era certo lontana, ma Vegeta era sicuro l’avrebbe raggiunta, ormai era conscio del fatto qualcuno lo stesse aspettando e dopotutto lui stesso era curioso: cosa lo legava alla terrestre? Quando si sarebbe trasformato? Fuggiva libero e veloce nell’aria certo di riuscire a ritrovarla, volando nella direzione di Amor fulcro della terra custodita dalle guardie più potenti gli Irumel… Un sorriso sghembo si dipinse sul suo volto. Finalmente era pronto per la battaglia.

Si era chinato su di lei cogliendo le sue labbra nelle proprio per saggiarne il sapore e per testarne il respiro. Certo ella era viva e il suo cuore batteva ancora forte nel petto. L’aveva in quel modo svegliata e quegli occhi che l’avevano fin ora guidato si erano aperti su di lui. Ella si sollevò poggiando la schiena sulla testiera del letto seguitando a  guardarlo.

“Che c’è?”
Aveva chiesto sbadigliando e Vegeta senza riporre in lei alcun dubbio l’aveva a quel punto assalita portandola sotto il proprio corpo e assaporando nuovamente la sua bocca. Bulma aveva cercato di riprendere fiato e l’unica cosa che le era uscita dal profondo del proprio animo, più che dalla sua sola voce, fu una parola che lo fece bloccare ed indugiare oltre.
“Ti amo”
E a quel punto Vegeta si era risvegliato nel cuore della notte vedendo quella terrestre scapestrata adagiata al suo fianco e pensò che non poteva essere affatto il loro futuro… Era solo ed esclusivamente stato condizionato dagli avvenimenti della giornata e non dalle spezie che probabilmente la vecchia Kaede aveva dato loro da mangiare.**

Bulma si reggeva forte sul collo del misterioso alieno per non cadere; volavano ad alta quota e la ragazza pur di non sfracellarsi a terra si teneva con vigoria. Nel primo momento aveva cercato di staccarsi da lui, ma poi compresa la situazione non aveva potuto far altro che cercare di tener cara la propria vita. Dopotutto Vegeta non era accorso in suo aiuto, dunque poteva dirsi la loro relazione definitivamente conclusa. Non che ce ne fosse mai stata una, ma era chiaro come il sole che al saiyan non importava propriamente nulla della povera e indifesa terrestre. Gli occhi le si fecero umidi, mentre pensava a tutto quello che avevano passato insieme e tutti i sogni o premonizioni che aveva fatto da quando era giunta su quel pianeta non le sembravano altro che delle mere illusioni. Eppure le era proprio sembrato di avvertire qualcosa in Vegeta, di leggere nel suo cuore che qualcosa era cambiato, che alla fine ci teneva a lei come non teneva a nessun’altra donna esistente sulla faccia dell’universo. Egli però si ostinava e continuava ad andare avanti per la sua strada senza mai guardare in faccia a nessuno. In fondo quello che le conveniva in quel momento fare era di certo: morire e cadere nel vuoto per poi rinascere a nuova vita grazie alle sfere del drago  ai suoi amici. Se mai lui fosse tornato sulla Terra una cosa era certa egli avrebbe dovuto cercarsi un posto di lavoro, poiché Bulma non era più disposta ad ospitarlo. Distolse l’attenzione dai suoi pensieri nel momento stesso in cui avvertì un repentino e graduale sbalzo di quota e si rese conto che stavano planando all’ingresso di un immenso palazzo di cristallo.

“Bene, siamo arrivati”
Sentenziò il ragazzo nella lingua di Bulma lasciandola basita, ma non poté ribattere che il ragazzo la consegnò a dei nuovi venuti svanendo poi attraverso il grosso portone d’ingresso della dimora.
“Lasciatemi!”
Gridò Bulma, ma a nulla valsero le sue suppliche o meglio insulti, poiché essi non comprendevano le sue parole.

“Bulma, non capisco perché tu l’abbia fatto… Ti lascio sola un attimo e … guarda che combini?”
Yamcha era  davanti a lei con la faccia sconvolta, sbraitando a più non posso, mentre fissava incessante la pancia della ragazza. Camminava avanti e indietro furioso e sconcerto nel contempo.
“Ti rendi conto di quello che hai fatto?”
“Yamcha non ho bisogno delle tue ramanzine né tanto meno di sentirti blaterare di cose che ormai non ti riguardano più”
“Bene allora non mi impiccio. Fatti usare Bulma, fatti trattare come se fossi un oggetto, perché questo è l’unico trattamento che lui ti riserverà”

Era svenuta per un attimo, che a lei era parso infinito, e che in effetti era durato ore intere; poi si era risvegliata cercando di muoversi, scoprendosi però legata nel centro di un’immensa sala fatta di soli specchi. La luce filtrava dall’alto ed andava a colpire esattamente il ventre di Bulma. Essa ricordò il sogno fatto e comprese che quello di cui non doveva interessarsi Yamcha era probabilmente una sua gravidanza che non l’aveva visto partecipe in prima persona. Vegeta le balenò allora alla mente ed ella desiderò ardentemente vederlo arrivare lì in quel momento, lo desiderava al punto di perdonargli ogni genere di misfatto. Ma Vegeta anche quella volta non giunse affatto, quel saiyan sapeva esser certo più tenace perfino di lei… in compenso una figura longilinea e dai capelli d’argento si presentò al suo cospetto.
“Benvenuta terrestre, l’aspettavamo da tempo…”
Bulma aveva sgranato gli occhi, quello che aveva davanti sembrava proprio il ragazzo che l’aveva rapita; cercò di scalciare, ma dei forti lacci le stringevano polsi e caviglie.
“Tu brutto…” Ma fu interrotta poiché l’alieno le pose un dito sulle labbra e le aveva sorriso.
“No, non sono lui. Sono Oresem, uno dei cinque Irumel di Amor”
“Eh?”
Bulma non aveva capito davvero nulla di quello che aveva detto quell’essere, tanto che dalla sua faccia l’alieno capì la terrestre non avesse la benché minima idea di dove fosse finita.
“So che non comprendi ciò che dico, ma tu un giorno ripercorrerai questa vicenda e ne scorgerai una luce”
Bulma storse il naso, certo sembrava tutto magnifico: belle parole, bel ragazzo, ma dannazione cosa diavolo volevano da lei?
“Io non capisco”
“Voglio che guardi verso l’alto e dimmi cosa vedi”
Bulma sbuffò controvoglia, quel ragazzo le parlava dolcemente, ma pur sempre la teneva legata, dunque: Bulma non si fidava affatto di lui.
“Un orologio. Somiglia molto a quello che ho preso alla casa della Signora del tempo”
“Sì, esatto Bulma e ora dimmi cosa vedi in esso”
“Cosa diavolo è un quiz scemo? E cosa vinco se rispondo in maniera corretta”
La terrestre aveva guardato l’alieno che l’aveva scrutata con aria interrogativa: questa volta era stato lui a non capire. Bulma allora, presa dallo sconforto e dalla rabbia di non riuscire mai a combinare nulla di buono, aveva fissato gli occhi verso l’alto e qualcosa si era mosso: le lancette avevano preso a girare e un fluido bluastro aveva cominciato a scorrere all’interno di esso. Il cielo sembrava essersi incupito e Bulma in quell’oscurità scorse due luci che ben conosceva.
“Vegeta…”
Sussurrò scorgendo gli occhi del saiyan in quella nuvola di fumo.
“Lui non è nemmeno venuto a salvarmi…”
“E’ questo che ti sfugge Bulma, sei tu che devi salvarlo.”
Bulma si voltò allora verso Oresem, che le aveva sfiorato le gambe, lei si era scostata rabbrividendo, quel tizio le incuteva timore.
“Non ho intenzione di farti seriamente del male Bulma. Voglio solo trovare la luce”
“Lasciami in pace, io non capisco cosa tu voglia da me, che cosa sia questa luce e soprattutto come puoi conoscermi?”
“Ti ho già spiegato Bulma: io vedo il futuro, mi cibo di spezie da che sono nato e dunque prevedo ogni tua azione ogni tuo gesto: so cosa stai per chiedermi, so quello che desideri, ho visto persino quello che vuoi per te e per il principe dei saiyan… ” Bulma era visibilmente arrossita abbassando lo sguardo.
“Solo ora non puoi fare nulla, se non darmi i tuoi ricordi e la tua vita”
Bulma non comprese, come sempre da che era arrivata su quel pianeta, quello che voleva dire, ma non ebbe il tempo di aver paura che di nuovo cadde in un sonno profondo.

Sfiorò la sua mano e si mise a sedere al suo fianco, lui non l’aveva respinta aveva solo avvertito quella leggera pressione sul proprio arto ed aveva continuato a fissare integerrimo la volta celeste.
“A che pensi?”
“A nulla”
“Dai dimmi cosa riempie la tua mente”
“Non di certo la tua voce petulante, anzi vorrei tu sparissi dalla mia vista, ho bisogno di aria”
Bulma si sdraiò affianco a lui sul prato e prese a fissare le stelle lei stessa.
“Se potessi tornare indietro nel tempo tornerei al giorno in cui è apparso il dio drago per la prima volta e non sono riuscita ad esprimere il mio desiderio…”
Attese un attimo, poi si pose da sola la domanda che attendeva arrivasse dal suo silente interlocutore.
“Beh, Vegeta volevo esprimere un semplice desiderio ed era quello di trovare la mia anima gemella… ”
Lo guardò di sottecchi scorgendo le sue ciglia più incurvate del solito.
“Sono certa saresti giunto da me… ”
Vegeta non aveva pronunciato alcuna parola, sapeva quella donna lo stava solo provocando, quell’aria di sfida nei suoi occhi ne era il chiaro segno.
“E tu che desiderio avresti voluto esprimere?”
Egli si soffermò sulle labbra sorridenti di lei e distese il proprio volto in un ghigno.
“Sarei tornato indietro al giorno in cui di ritorno da Nameck mi invitasti a stare qui”
“Beh e cosa avresti fatto? Vagato nei boschi? Ammettilo che ti piace stare qui”
Lui le fu sopra e in un lampo la distese sul prato accomodandosi tra le sue gambe, Bulma rabbrividì deglutendo. Certo lui le piaceva fisicamente, ne era attratta come negarlo, ma era pur sempre un saiyan spietato e se non fosse stato che adorava terribilmente scherzarlo o punzecchiarlo gli sarebbe stata a chilometri di distanze.
“Non mi piace stare qui. E’ solo che mi fai comodo in tutti i sensi, terrestre”

Era giunto infine a quella reggia intatta: Amor, il centro della Terra il luogo che più d’ogni altro era splendido e ricco. Invidiava Vegeta quel palazzo poiché più non aveva avuto il suo.
“Ebbene siete giunto a noi principe dei saiyan”
Due loschi figuri dai capelli lunghi e argentei si erano parati davanti a lui.
“Se vuoi indietro la terreste dovrai sconfiggerci”
Vegeta livido di rabbia aveva preso a sbraitare, quella terrestre anche solo nominata gli dava l’orticaria.
“Piantatela con questa storia, detesto quella femmina e non voglio aver niente a che fare con lei”
I due avevano sorriso.
“Menti a te stesso principe, ed è questo che ti allontana inesorabilmente dal tuo obbiettivo”
“Balle! Un super saiyan deve avere il cuore puro e quel puro può esser pieno perfino di malvagità!!”
Dispiegò la sua energia più che poteva, ma ancora nulla niente trasformazione.
“Menzogne saiyan. Lo sai benissimo perfino tu, non è quello che pensi sinceramente. Sai benissimo perché il tuo più acerrimo rivale si è trasformato. Ed è solo perché prova dei sentimenti così forti che gli sono esplosi nel cuore, che hanno inebriato i suoi sensi e  hanno fatto scaturire quella folgore vitale che rifulge di vita e speranza”
“Come potete dire una simile scempiaggine, siete solo degli stolti.”
L’avevano attaccato entrambi con forza e l’avevano imprigionato in maglie energetiche resistenti come l’acciaio.
“Risplendi della tua luce saiyan o non riuscirai mai a sconfiggerci!”
Si era, a quel punto, aperta una delle cupole poste al centro della struttura, formando una specie di fiore sul tetto del caseggiato e da esso era fuoriuscito, come un pistillo luminoso, un corpo di donna che aveva i capelli color del cielo terrestre. Bulma era lì legata e svenuta, mentre un nuovo Irumel lo attendeva per il combattimento. Sapeva Vegeta di dovercela mettere tutta, erano avversari temibili quelli e per intanto ne mancavano perfino due all’appello, poiché  cinque erano in totale i guardiani di Amor.
“Pensate di farmi paura? Beh, andatevene all’inferno”
Aveva dispiegato la propria energia Vegeta, mentre Oresem toccava incessante i capelli della ragazza.
“Non ci siamo proprio principe dei saiyan, così non ci siamo”

Nel frattempo Goku e gli altri si erano fatti spazio tra le macerie, partendo dalla cima e, sapendo che sotto non vi era nulla e nessuno, avevano spaccato le rocce fino a trovare il tunnel che Bulma e Vegeta avevano seguito e pian piano furono all’esterno o meglio interno del pianeta. L’ambiente che si presentò alla loro vista era impareggiabile e magnifico, nessuno di loro aveva mai visto nulla di simile.
“Che posto è mai questo?”
Aveva sentenziato Crilin sconcertato. Yamcha dal suo canto era rimasto nelle retrovie, dopotutto lui non avrebbe neppure voluto andare in quel luogo. L’aveva fatto solo per non sfigurare di fronte a Bulma, che da poco l’aveva, per l’ennesima volta, mollato anche se poi egli sapeva si sarebbero rimessi insieme come sempre e quello, quel dannato viaggio, poteva essere un modo per ricucire i tasselli della loro coppia scoppiata. L’amava ecco tutto o almeno sentiva di provare qualcosa per lei e voleva tornare definitivamente a casa con quella donna dispotica e farsi finalmente una famiglia. La perdita e la paura che questa volta fosse stata lei a morire l’avevano avvicinato all’idea di Bulma come compagna per la vita e al matrimonio come soluzione. La vita era troppo importante e non l’avrebbero sprecata un attimo di più: le avrebbe oltremodo impedito di compiere simili avventure e di trovarsi nuovamente in una situazione del genere. Dal canto suo non voleva mai più morire, quell’ultima esperienza nell’oltremondo gli era bastata ed avanzata.
“Bene e ora chissà dove sarà Bulma?”
Esclamò Goku massaggiandosi la testa.
“Non è certo semplice avvertire la sua aura…”
“Era ora arrivaste”
Un’anziana signora si era avvicinata a loro e tutti si erano messi sull’attenti.
“Vi aspettavo”
I ragazzi la guardarono interrogativi e  tutti tranne Goku si erano messi in posizione d’attacco.
“Se cercate la vostra amica posso indicarvi la strada, sempre se volete…”
E la vecchia Kaede gli sorrise contenta.
“Solo giovanotto” disse rivolta a Goku “Avrei bisogno di un passaggio, sono un po’ troppo vecchia e al mio passo ci metteremmo dei giorni”
Rise bonaria osservando ad ovest, verso il centro della terra.




 

*vedi Wuthering Heights
**per chi non ricordasse nel capitolo …. Bulma e Vegeta dormono nello stesso letto. In precedenza ho narrato solo il sogno che fece Bulma sotto l’effetto della spezia ora invece ho narrato cosa vide Vegeta.





Angolo autore:
Ringrazio molto chi ha letto questa storia, chi mi ha lasciato una recensione e chi continua a seguirmi!!^_^
Grazie a tutti davvero di cuore!<3
Questa storia volge al termine, ma sopratutto l'ho realmente finita dunque ogni settimana ne posterò un capitolo!
Grazie mille a chi leggerà,
Yori

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI: la luce della vita ***


Buried cap 16 Capitolo XVI: la luce della vita

“Chi diavolo sei?"
Chiese Goku alla vecchia che aveva davanti. La signora sorrideva ed espresse tutto il suo appoggio ai ragazzi, raccontando loro quello che sapeva, la situazione sembrava divertirla un sacco.
"Se cercate i vostri amici sono ad Amor e penso che dovrete raggiungerli al più presto, non prima però che abbiano raccolto la luce"
Gli occhi di Goku scrutavano con intensità quelli dell’abitante di Aharta, il saiyan sentiva di potersi fidare di quella donna non sentiva astio nelle sue parole né pericolo, solo gli sembrava qualcosa non andasse per il verso giusto, come se sotto quell’apparenza forzata ci fosse un mistero da svelare.
"Cosa stai dicendo?"
Junior che meglio di tutti stava cominciando a comprender la situazione si intromise cercando di capire quello che stava accadendo e una cosa era certa se centrava Vegeta sicuramente erano grane.
"Non penso signora lei possa ostacolarci"
Goku era ben convinto delle sue parole e aveva cominciato a sollevarsi in volo. Le parole per lui erano state fin troppo chiare, quella vecchia voleva ostacolarli.
"Con tutto rispetto non riesco proprio a comprendere il perché del vostro attacco alla superficie..."
Lei sorrise e si sollevò in volo anch'essa.
"Beh, avevamo i nostri motivi e non credo che tu possa fermarci, non ora almeno... E se proprio vuoi saperla tutta, so già come andrà a finire dunque è inutile che ti opponi al tuo destino saiyan"
E si era allora trasformata, divenendo una guerriera e al suo fianco apparve un'altro guerriero che si affiancò a lei dispiegando la propria energia.
"Finché non sarà salvo il pianeta ci opporremo al vostro volere guerrieri"
E tutti si prepararono alla battaglia.

Il cuore le batteva forte nel petto mentre egli si sedeva a tavola come sempre faceva, lo amava così tanto che sentiva le viscere contorcersi e la voglia di toccarlo era così forte che non riusciva a staccare gli occhi da lui. Eppure un tempo quando l'aveva visto per la prima volta una sola cosa aveva provato: terrore, paura... E non era riuscita a guardarlo in faccia. Quello che più le sembrava strano era che sempre nella sua vita aveva apprezzato le fattezze degli uomini, ne aveva osservato le più disparate bellezze lustrandosi gli occhi invece con Vegeta era stato diverso... Lui non le era piaciuto affatto, lui le incuteva timore e sentiva come se da un momento all'altro le avrebbe potuto togliere la vita e non riusciva a scindere quel sentimento dal resto; e invece poi tutto era cambiato, aveva osservato bene i suoi occhi e quella che era stata paura un tempo si era trasformata prima in un forte senso di dispiacere per lui che era solo - e nessuno può desiderare esser solo, nemmeno uno come Vegeta- ora invece era altro il sentimento a guidarla la dove c'era lui, a osservare il suo viso triste e cercare in lui un mondo che aveva sempre desiderato, ma che riusciva a scorgere solo in lui. Non riusciva ancora a decifrare cosa provasse per lui, ma una cosa era certa non ne era affatto innamorata… Lei aveva Yamcha ed era pure ora si facessero una famiglia insieme.
"Smettila di fissarmi lo detesto"
Bulma aveva distolto lo sguardo, concentrandosi sul piatto che aveva in mano e porgendolo al saiyan. Certo Vegeta ci metteva del suo: era quasi impossibile non concentrarsi su di lui.
"Ti da sempre tutto fastidio"
Aveva sbuffato lei girandosi di spalle senza guardarlo in faccia. Era stufa del suo atteggiamento e del suo modo di fare fastidioso ed irritante, come se tutto gli fosse necessariamente dovuto.
"Sei tu principalmente che mi dai fastidio"
"Uff, ma quanto sei noioso, che ti ho fatto di male?"
Vegeta aveva cominciato a trangugiare il pranzo che Bulma gli aveva preparato con cura, anche se le era duro ammetterlo il vederlo mangiare così animatamente un suo piatto le dava un briciolo di soddisfazione.
"Beh, il solo fatto tu esista è un gran fastidio"
Bulma si era appoggiata al piano cottura incrociando le braccia al petto e riprendendo a guardare negli occhi il principe che in quel momento nulla aveva di regale dato che il sughetto, del succulento arrosto che aveva preparato,gli aveva imbrattato il contorno labbra e lui nemmeno si era reso conto.
"Ma non ho fatto davvero nulla per infastidirti, anzi mi pare di averti accudito come fossi un cane randagio e abbandonato"
"Come osi paragonarmi ad un cane?"
Bulma trattenne le risa dato che il saiyan con il muso rosso sembrava proprio un cane affamato.
"E' solo una metafora, Vegeta. Potrei anche toglierti tutti questi privilegi che ti concedo sai la casa è mia, la carne è mia e pure i vestiti che indossi sono miei!"
"Non farmi ridere: sono io che ti concedo dei privilegi. Anche il solo parlarmi è considerato come tale. terrestre"
Bulma rise, si divertiva immensamente con lui, era come se avesse incontrato una parte di se stessa. Eppure non era affatto convinta di lui, eppure continuava a pensare che fosse malvagio, che non aveva alcun diritto di avere ciò che voleva. D'improvviso Vegeta si sollevò andando verso il frigorifero per prendere una bibita.
Bulma si era spaventata ed era trasalita di colpo, quando Goku era entrato nella cucina. Era quasi imbarazzata, come se egli l’avesse colta in flagrante … Ma in fragrante di cosa poi?
"Buongiorno Bulma, buongiorno Vegeta"
La scienziata, scacciando i pensieri di un suo presunto tradimento ai danni degli amici consumato con il principe dei saiyan, comprese all'istante che Vegeta aveva avvertito l'aura dell'altro e allora aveva voluto dimostrare che non gli importava nulla di Bulma, come del resto continuava costantemente egli stesso a ricordarle ogni giorno.
"Devo farti una proposta Bulma, sei impegnata?"
Vegeta quasi si era strozzato con la propria bibita, quel saiyan di terza classe di infimo livello osava entrare in casa sua e importunare in quel modo i suoi averi, era davvero irrispettoso nei confronti del suo signore .
"Ma non eri sposato Kakaroth?"
"Ma no che pensi, non era in quel senso"
Il ragazzone dai capelli costantemente scarmigliati si era allora grattato la testa imbarazzato.
"Sembrava"
Il principe aveva ghignato schernendo i due compagni avventurieri che stavano l’uno di fronte all’altro.
"Che c'è sei geloso?"
Bulma si era fatta avanti prendendo in contropiede il saiyan che come sempre pensava di essere l’unico e il solo a poter sfottere il resto della popolazione dell’universo.
"Che cazzo dici, che vuoi che me ne importi di te"
“Beh, allora fatti gli affari tuoi e torna a fare quello che stavi facendo, ovvero: ingozzarti!”
“Tsk, se pensi di passarla sempre liscia, stupida umana, sappi che prima o poi te la farò pagare cara”
Goku si compiaceva sempre ogni volta che li vedeva insieme, non sapeva né come né perché, ma ogni volta che vedeva Bulma e Vegeta gli sembrava di guardare una coppia che stava insieme da anni. Bulma aveva sempre avuto un caratteraccio e Vegeta le teneva ampiamente testa.
"Beh, comunque mi ha chiamato Re Khaio e mi ha detto che su un pianeta- non mi ricordo il nome- è scoppiata una guerra e vuole sapere se vogliamo andare a combattere. Ovviamente ho accettato!"
Bulma lo aveva guardato per nulla sorpresa di quella dichiarazione, solo non riusciva capire perché era venuto a parlarle della sua partenza.
"E cosa vorresti da me…"
Goku si era allora illuminato, l’idea di partire con Bulma lo allettava, gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo.
"Beh, serve una scienziata"
"Cosa?"
"Vegeta se vuoi venire anche tu, mi farebbe piacere"
Chiese Goku al saiyan di spalle che non lo stava neppure guardando.
"No, non mi interessano queste stronzate"
"Beh, io invece accetto"
Bulma rispose di getto lanciando uno sguardo di sfida al principe dei saiyan e lui di rimando si era voltato andandosene.
“Benissimo, Bulma. Si parte!”


Vegeta combatteva strenuamente contro i tre nemici che usavano con agilità le proprie lance; si sentiva sempre sull'orlo della trasformazione, ma qualcosa lo bloccava, qualcosa gli impediva di esplodere, di imprimere sul proprio corpo quell’oro che tanto aveva desiderato possedere.
I colpi gli arrivavano forti e riusciva sempre a pararsi con agilità e senza problema alcuno. Si era allenato talmente tanto che aveva raggiunto una forza spropositata e comunque non riuscire a portarsi più in là. Forse gli serviva una scossa.
Il problema era che ormai egli stesso era convinto non ce l’avrebbe mai fatta. Durante i lunghi anni di soprusi sotto il governo di Freezer non aveva superato con la sua rabbia quella dannata soglia… Lui non era destinato alla leggenda… Si ritrovò poi a combattere con solo due degli alieni, mentre un terzo, quello più alto si era avvicinato al corpo esanime di Bulma.
“Penso che dovremmo usare un po’ le maniere forti”
Gli aveva sorriso guardandolo negli occhi e allora tocco le spalle di Bulma.
“Mi dispiace ragazza, non ho nulla di personale con te”
E le infilò la lama del proprio dardo nel braccio, la ragazza si svegliò di colpo urlando di dolore.
“Cosa pensate di fare!”
I due Irumel che erano rimasti sul campo di battaglia e l’avevano accerchiato lanciando su di lui dei fasci d’energia che l’avevano completamente inglobato.
“Pensate di soggiogarmi con questi trucchetti!! Non mi importa nulla di quella terrestre, mi importa solo di me stesso!”
Bulma aveva sentito quelle parole crudeli, dopo tutto quello che avevano passato insieme come poteva lasciarla al proprio destino, come poteva lasciarla morire così? Non valeva nulla tutto quello che avevano passato insieme? Lei era cambiata con lui, lei… Si era fottuta la testa per quel maledetto principe orgoglioso e superbo.
“Sei uno stronzo, Vegeta! Se mai tornassimo a casa sappi che la mia porta sarà chiusa per te!”
“Me la aprirò a forza stanne certa!”
“Ti detesto, sei inutile e immensamente egoista. Chi me l’ha fatta fare di ospitarti se il ringraziamento è questo”
“Io non ho mai detto di essere interessato ad una come te!”
Oresem si era allora intromesso schiarendosi la voce e cercando di non badare allo sciocco battibecco che avevano messo in atto.
“Perfetto principe dei saiyan, allora la uccideremo senza problemi”
Bulma si guardò la spalla sanguinante, inorridendo.
“Con Goku non mi sono mai ferita, invece con te subito! Si vede la differenza tra te e lui anche in questo”
“Tsk, la differenza è che io non ho mai detto di volerti proteggere è una cosa che hanno dedotto le altre persone!”
I due sembravano talmente concentrati su loro stessi da non badare alle minacce dell’Irumel.
“Io non ho bisogno di nulla e di nessuno per diventare un super saiyan, non ho bisogno di nessuno per vivere”
Bulma aveva alzato lo sguardo delusa, come una sciocca aveva pensato per un attimo Vegeta fosse cambiato e avesse compreso che lei ci teneva, lei voleva sostenerlo.
“Nessuno può vivere solo, Vegeta. Nemmeno tu…”
Oresem aveva preso il mento di Bulma tra le mani e le aveva voltato il viso.
“Addio, ragazza, mi sono divertito con te”
L’aveva baciata, come aveva già fatto nella sua stanza sotto le fattezze di Vegeta… Bulma aveva sgranato gli occhi vedendo che il guerriero aveva fatto scaturire dalle proprie mani un fluido e l’aveva posto sulla testa della ragazza.
“No!” Aveva gridato lei. “Aiutami Vegetaaa”

Era ritornato da poco sulla Terra e la prima persona che aveva visto era stato quell’inutile essere umano con le cicatrici che aveva visto per poco tempo non appena era giunto sulla Terra la prima volta con Nappa ed era stato distrutto da un saiybam. Un inutile ed orribile rifiuto, dunque. Si era avvicinato e l’aveva minacciato. Poi era arrivata lei, spavalda come la ricordava nei mesi passati in cui l’aveva avuta vicina e lui come un allocco, e senza motivazione alcuna, l’aveva seguita. Dopotutto lei era terribilmente logica e la maggior parte delle volte riusciva a coglierlo di sorpresa. Era stanco e lei gli aveva proposto di rilassarsi e di farsi una doccia, aveva fame e lei gli aveva proposto un barbecue. Insomma come se leggesse nei suoi pensieri l’aveva indotto a fare ciò che lui desiderava, ma che ella gli aveva in qualche modo imposto. La sera stessa, dopo essere tornati dalla grande piana desertica in cui Kakaroth aveva posto fine al despota che aveva distrutto Vegeta-sei,Vegeta non aveva potuto far altro che stare a guardare, rodendosi il fegato, ma con un piano ben in testa: si sarebbe allenato da quel momento in poi e non si sarebbe mai fermato, aveva chiesto al padre di Bulma di costruirgli una camera di allenamento e dei marchingegni per potersi potenziare. Si era allora fatto una doccia ed era uscito all’aria aperta, se ne stava lì sdraiato su quel prato ben curato a guardar le stelle, rimuginando su quello che avrebbe dovuto compiere ed infine chiuse gli occhi.
“Vegeta, tutto bene?”
La voce della bisbetica gli era parsa apparirgli in sogno mentre qualcosa gli pizzicava il naso.
Aprì gli occhi di soprassalto trovandosela lì di fronte, lei, sempre lei. La punizione per le sue malefatte, l’inferno che il fato gli aveva posto tra le mani.
“Vegeta, allora sei vivo.” Sospirò adagiandosi al suo fianco. “Pensavo ti fosse successo qualcosa dato che ti ho visto qui a terra.”
I suoi grandi occhi blu indugiavano sul suo viso.
“Non dire sciocchezze cosa mai potrebbe succedermi e poi che ti importa”
“Beh, ormai siamo amici e mi dispiacerebbe se ti succedesse qualcosa”
Vegeta l’aveva guardata storto, ghignando divertito, quella donna sapeva sempre dire cose che lo stupivano coglievano di stucco. Come poteva pensare fossero amici? Perché non lo vedeva come uno che la stava solo ed esclusivamente sfruttando?
“Amici? E da quando io e te siamo amici?”
“Da quando vivi in casa mia e abusi della mia gentilezza senza nemmeno chiedere grazie”
Si era adagiata anche lei sul prato guardando in cielo le stelle.
“Molto spiritosa e ora va ad importunare quello smidollato del tuo fidanzato”
“Non ne ho voglia… Credo di dovermi decidere. Non so cosa fare con lui. Sai non so se lo amo… è così immaturo, non credi?”
Vegeta non riusciva a credere alle proprie orecchie: e a lui che cosa gliene importava delle sue problematiche amorose? Cosa veniva in mente a quella pazza di confidarsi con lui?
“Credo sia un cretino e questo mi basta a non prenderlo in considerazione tra gli esseri viventi”
Bulma si era messa una mano sul mento pensierosa.
“Bel punto di vista. Ugualmente non so cosa fare. Pensi dovrei farla finita? Sai sono anni che stiamo insieme tra alti e bassi e non so effettivamente se l’ho mai amato… Insomma quando lo vedo non mi batte forte il cuore – anche se immagino che tu non sappia neanche cosa vuol dire- Pensa non mi ricordo nemmeno quando ci siamo baciati la prima volta. Non credi sia una cosa che uno dovrebbe ricordare?”
Vegeta si era sollevato sedendosi e guardandola serio inarcò le sopracciglia pronto ad andarsene.
“Che vuoi che ne sappia uno come me? Io penso che tu sia solo pazza”
“Allora cosa mi consigli di fare?”
Aveva incalzato lei ormai abituata al modo di fare del saiyan.
“Io gli farei saltare in aria la testa”
“Molto spiritoso, non posso fare una cosa del genere, Goku non la prenderebbe bene”
Vegeta l’aveva allora guardata interessato, quella donna era piena di sorprese.
“Quindi lo faresti? Per questo scopo potrei pure diventare tuo amico, momentaneamente, e darti una mano. La clausola sarà quella di non rivolgermi la parola per sempre. Nemmeno un ciao”
Bulma per un secondo era arrossita guardando dritto in quegli occhi scuri e profondi.
“Beh, ma non pensi al malinteso che potremmo creare. Così penseranno tutti che siamo amanti e che l’abbiamo ucciso di comune accordo perché volevamo star soli e Yamcha era di troppo.”
L’intesa che respirava nell’aria era incredibilmente forte e percepibile, c’era tra di loro qualcosa di forte.
“Tsk, impossibile io non starò mai con una come te”
“Già impossibile io non starò mai con uno come te, ma una come Chichi o mia madre lo penserebbe”
“Fatti loro”
Lui come sempre rispondeva secco e deciso e a Bulma piaceva questo suo modo di pensare di procedere avanti senza guardare in faccia a nessuno.
“Beh, comunque lo farebbero resuscitare con le sfere del drago quindi poi dovremmo anche spiegare perché l’abbiamo fatto”
“E nessuno crederebbe che sei stata tu”
Bulma aveva sorriso, conscia del fatto Vegeta la credesse capace di simili cose poiché ella era l’unica l’avesse accolto senza porsi alcun tipo di problema.
“Quando ho conosciuto Goku gli ho sparato”
“Che cosa?”
“Si pensavo fosse un’animale feroce e ho tentato di ucciderlo, quindi come vedi anche io sono pericolosa”
Si era frizionata le spalle con le mani, la maglietta maniche corte era un po’ poco coprente per quella serata fresca.
“Tsk, si ma alla fine non hai combinato nulla. Sei priva di intenzione”
“Non credo proprio, ho scovato i guerrieri più potenti della galassia. Se non fosse stato per me, non vi sareste mai incontrati”
Vegeta aveva storto il naso proseguendo con la sua attenzione verso la donna.
“Ti dai un sacco di arie. Non credo sia quello il motivo, probabilmente eravamo destinati”
“Intendi che ci saremmo incontrati in ogni luogo dello spazio, qualsiasi cosa sarebbe successa?”
“Non dico con te terrestre, intendo con Kakaroth, ovviamente”
Bulma aveva nuovamente preso a fissare le stelle pensierosa.
“Io penso che ci sarei sempre stata”
“Sei completamente irrilevante per la mia esistenza femmina terrestre”
“Beh, principe dei saiyan quanto tempo era che non parlavi con qualcuno?”
Lui si soffermò a riflettere, forse ella aveva ragione, non aveva sviscerato le sue doti oratorie ormai da molto tempo, da quando aveva perso i compagni e da quando aveva preso a vagare solo per lo spazio.
“Che assurdità”
“Beh, comunque prima o poi deciderò cosa fare con Yamcha: se formare una famiglia con lui o lasciarci. Qualunque sia la decisione Vegeta sappi che potrai rimanere qui per sempre… O almeno fino a quando lo vorrai”
Vegeta si era allora sollevato e l’aveva guardata dall’alto verso il basso.
“Non ti sembra folle chiedere ad un uomo che non è il tuo fidanzato di rimanere per sempre con te, mentre stai decidendo se stare continuare la tua relazione con lui ?”
Bulma arrossì: Vegeta aveva ragione. Lui non si faceva certo problemi a dirle la verità.
“Sono due cose diverse Vegeta e non metterti in testa strane idee, non mi piaci affatto”
“Nemmeno tu se per questo”

Bulma nell’istante in cui gridò il suo nome comprese che … Era lui quello che stava aspettando da sempre, il principe che voleva ardentemente conoscere, l’uomo che voleva amare. Bulma pensò che Vegeta aveva ragione quando aveva detto che comunque si sarebbero incontrati, si perché lui era il suo principe azzurro.
“Sai cosa penso che farò principe dei saiyan, non ucciderò la tua bella donna, ma le renderò un servizio migliore. Anzi le renderemo un servizio migliore.”
Rise sguaiatamente Oresem avvicinandosi minaccioso alla terrestre.
“Dopotutto se vuole avere te principe posso assumere le tue sembianze”
E si trasformò prendendo il volto e il corpo di Vegeta, mentre si chinava e baciava Bulma che si dimenava cercando di staccarsi, mentre egli le stringeva il collo cercando di strozzarla. Fu allora che Vegeta si caricò di una forza spropositata e fu allora che esplose la potenza del super saiyan e avvenne la trasformazione. Un potere immenso invase l’area e tutto sembrò fermarsi di fronte alla sua immensa potenza. Sganciò subito i lacci che tenevano imprigionata Bulma, che cadde sul tetto del palazzo senza farsi alcun male, come se qualcosa avesse attutito la sua caduta.
Poi Vegeta si era scagliato sopra di lei attaccando Oresem.
“Ti ho detto che non mi importa nulla di quella femmina”
E aveva dispiegato nuovamente la sua forza, Bulma senti su di sé la furia del super saiyan che la colpi sbalzandola ancor più indietro, sul ciglio del tetto. La terrestre guardò sotto vedendo il baratro sotto di sé spaventata. Vegeta combatteva con vigoria sempre crescente, sul suo volto un sorriso trionfale gli inebriava le membra.
“Beh, ti sei trasformato principe e qualunque sia il motivo l’importante è che l’hai fatto”
Oresem era tornato alla sua forma originaria con il suo aspetto e aveva richiamato a sé i suoi compagni.
“ Onurevni, Atnegam è il momento”
Circondarono insieme il neo super saiyan: imposero le mani a formare un cerchio e un fluido fuoriuscì da essi formando una bolla intorno a Vegeta. Lo inglobarono in un enorme sfera, che con la potenza spropositata di Vegeta, pareva formare un enorme palla di energia: come se fosse un magma incandescente, come se fosse il centro della terra.

Goku non riusciva a capacitarsi di come quei due soggetti fossero così immensamente potenti. Nemmeno lui che era un super saiyan riusciva a tenergli testa. Gli esplose nel petto una bolla d’energia e sbalzò indietro verso i compagni esausti. Poi d’un tratto i due contendenti si bloccarono
“ Onoi, è fatta andiamo”
E Kaede ed Onoi si allontanarono a velocità super sonica verso un punto indistinto. Goku non perse un solo secondo di tempo e volò dietro di loro velocemente, tutto il gruppo zeta lo seguì a ruota.

Erano sprofondati ancora di più i tre guerrieri con l’enorme palla d’energia contenente Vegeta erano sgusciati negli abissi. Bulma aveva osservato la profonda voragine per cercare di scorgere qualcosa, ma nulla di quello che poteva vedere in quel buco oscuro le ricordava Vegeta.
“No, Vegeta… Non può essere”
Aveva gridato forte il suo nome, mentre le si stringeva il cuore, mentre andava in pezzi. Tolse la mano dal proprio braccio, quello che le era stato ferito e si rese conto che in realtà non si era fatta alcun ché. Che fosse stata tutta una visione anche quella per indurre Vegeta alla trasformazione?
Due figure poi di colpo passarono veloci per svanire velocemente nella voragine anche loro.
Poi planò Goku per primo al suo fianco e successivamente tutti i suoi amici, finalmente l’avevano trovata.

Il centro della terra pulsava sempre più piano su quel pianeta morente che di una sola luce poteva aver bisogno per riuscire a sopravvivere.






Angolo Autore:
Ed eccomi qui a postare di nuovo questa storia che va verso le battute finali. Sto revisionando un po' le mie vecchie storie, i miei vecchi racconti che verranno a poco a poco riscritti e corretti... Ne avevano proprio bisogno erano illeggibili!XD Quindi do una rispolverata un po' a tutto!
Grazie a tutti quelli che hanno inserito la storia tra i seguiti, chi tra i preferiti e chi tra le ricordate e a chi ha solo letto, mi commuove sapervi in tanti e vedere il contatore delle visualizzazioni salireee!^_^
Grazie davvero di cuore a tutti, son ripetitiva ma è la verità!!!!
Un bacione,
Yori

 

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII: ridatemi il mio principe ***


Buried cap 17
Capitolo XVII: ridatemi il mio principe


Bulma era rimasta inerme di fronte a quella voragine senza fine che il principe dei saiyan e gli altri guerrieri avevano formato. Osservò con cura ogni anfratto di quel buco così profondo tanto che sembrava avessero raggiunto il centro della terra. Bulma cominciò a riflettere proprio su quest’ultima osservazione: se già si trovavano all’interno del pianeta a quale profondità erano arrivati? In escluse fossero effettivamente giunti al centro della terra, senza contare che c’era sicuramente qualcosa che non quadrava in tutta quella situazione.
Goku per primo le si fece vicino, scrutandola con attenzione. Bulma sapeva essere un libro aperto quando voleva, come poteva perfino essere un enigma indecifrabile; ma in quel momento Goku riuscì a leggerle dentro e un solo nome affollava la mente della scienziata…
“Che è successo Bulma?”
Lei si era girata verso Goku, confusa, spossata, sembrava come se non riuscisse a capire cosa stesse succedendo e certamente il non sapere sconvolgeva una che aveva fatto della propria razionalità la ragione del suo successo o forse era più l’insensatezza della suo agire che la portava ad avere sempre idee geniali.
“Io… ”
“C’era anche Vegeta?”
Lo sguardo eloquente di Bulma fu chiaro subito a Goku che fissò la ragazza dritto negli occhi.
“Sì, Goku, lui è… Io non ho capito cosa stesse succedendo, loro l’hanno portato via. Non so se sia morto”
Deglutì e si guardò le mani, poi ancora la spalla che in un momento le era tornata normale. Una magia era stata compiuta sotto i suoi occhi e di tutte le cose strane e assurde che aveva visto forse quella era la situazione più insensata e surreale.  
“Goku ti prego…”
Non aggiunse alcuna parola poiché arrivarono velocemente tutti gli altri
“Bulma stai bene?”
Chiese Yamcha, contento di vederla. Avevano litigato a lungo prima della loro partenza, ma il solo fatto di vederla lì viva e vegeta gli aveva risollevato il morale e gli aveva fatto dimenticare i dissapori passati.
“Sì, io sto bene”
Gli altri storsero il naso a quelle parole, non comprendendo sul subito a chi si riferisse la donna che guardava sconsolata le proprie mani. Bulma era sempre stata un tipetto isterico un tipo di molte parole, solo quel giorno sembrava averle perse tutte o almeno in quel momento.
“Allora c’è davvero Vegeta?”
Chiese Junior che era come sempre più arguto degli altri e  aveva compreso di come vi fosse presente perfino quel piantagrane di Vegeta.
“Sì, è sprofondato nelle viscere del pianeta con gli altri guerrieri”
Bulma era tornata a guardare di sotto e con serietà aveva spostato parte delle macerie che c’erano al suo fianco rivelando una scala che proseguiva verso il basso. Bulma si era fatta l’idea che tutto quello era probabilmente stato studiato a tavolino, arrossì nel pensare che Vegeta dopotutto si era trasformato salvandola… Si riscosse tornando ad osservare la scala e pensando che dopotutto forse aveva ragione: il buco non si era formato per puro caso era lì di proposito, così come tutto quello che era successo in quel luogo. Certo erano un popolo di veggenti ma Bulma non pensava potessero arrivare a tanto.
“Goku dobbiamo aiutarlo”
La ragazza si rivolse direttamente a lui capendo che nessuno l’avrebbe supportata in quella crociata.
“Bulma sei impazzita?”
Chiese Yamcha basito ponendo sulla spalla della ragazza la propria mano e cercando il suo sguardo. Sapeva il ragazzo che Bulma aveva un debole per quel saiyan, lo sapeva da quando era tornato in vita, da quando lui le aveva rubato l’astronave per fuggire nello spazio e tornando Bulma l’aveva nuovamente accolto nella sua casa. Era certo le piacesse, era certo provasse quanto meno un’attrazione fisica per lui.
“No, non sono impazzita”
Nessuno dei loro amici era intervenuto, nessuno aveva proferito parola attendendo che fosse il fidanzato della scienziata a convincerla del contrario.
“Perché Goku dovrebbe salvare quell’essere? Fa sempre delle cose assurde, era ovvio prima o poi si sarebbe ammazzato”
Bulma allora si voltò verso di lui con il suo solito fare da bisbetica e aveva risposto come era solita fare, come la Bulma di sempre avrebbe reagito in ogni situazione, solo questa volta c’era in ballo la vita di un sanguinario assassino.
“Beh, se non mi darete una mano scenderò io stessa e lo riporterò indietro”
Yamcha aveva strabuzzato gli occhi incredulo. Era sempre stato buono e gentile con lei, l’aveva sempre assecondata in ogni sua follia, in ogni suo capriccio, ma questo era troppo. Aveva accettato di vedere Vegeta girare per la casa quasi fosse sua, approfittare della gentilezza di Bulma, ma questo onestamente era davvero troppo.
“Che cosa? Sei matta?”
Lei si era allora incamminata per quelle scale. Era sicura come non mai e nessuno l’aveva vista così decisa.
“Bulma, sta tranquilla, andrò io”
Goku le aveva messo una mano sulla spalla rassicurandola sulla propria sincerità: era seriamente intenzionato a salvare colui che lo voleva uccidere.
“Voglio venire con te Goku, voglio vedere che succede”
“No, Bulma andrò io da solo”
E partì subito verso il basso, sotto gli occhi concentrati e seri di Bulma.

Era talmente folle che non riusciva a comprendere come ella avesse potuto agire in quel modo.
“Bulma perché dovrei tollerare la sua presenza?”
Era tornato a casa dopo la sua morte e aveva scoperto di come il principe dei saiyan avesse vissuto sotto lo stesso tetto di Bulma, di come ella gli avesse riservato una camera tutta sua e di come quando fu tornato dal suo viaggio nello spazio ella lo avesse nuovamente riaccolto con fervore.
“Non lo devi tollerare, devi solo apprezzare il fatto che la tua ragazza sia una persona buona quasi quanto l’eroe della galassia Goku ”
L’aveva guardata storcendo il naso… C’erto Bulma era sempre stata matta, ma questo indubbiamente andava ben oltre le sue solite follie tollerabili. Vegeta non poteva stare in quella casa, non dove avevano deciso di convivere loro due, non dove aveva deciso di farsi una famiglia con Bulma… Solo, avevano deciso di farsi una famiglia?
“Bulma ma non ha senso. Invitare un assassino psicopatico non è certo una buona azione: è una follia”
La scienziata aveva sbuffato lasciandoselo alle spalle e girarsi solo per affermare le sue posizioni.
“Quanto la fai lunga: non è poi così male.”

 
Yamcha rivedeva in lei, proprio in quel momento, quegli occhi ricchi di passione e pieni di luce come erano sempre stati, ed essi le conferivano un’aria sicura che significava solamente un’unica cosa: che Bulma aveva deciso di intraprendere quella strada e nulla o nessuno avrebbe potuto fermarla. Lo sapeva da tempo ormai che Vegeta le piaceva, lo sapeva perché lo guardava in modo diverso e non era una di quelle sue solite bottarelle che si concludevano con l’esclamazione “che bel ragazzo” e degli occhi a cuoricino… Con Vegeta non aveva mai fatto nessun apprezzamento, non aveva esposto quel falso innamoramento momentaneo: l’aveva semplicemente accettato, supportato e questo bastava.
“Bulma”
Sussurrò al suo fianco, ma lei era così presa da Vegeta che non ascoltò il suo chiamarla.
“Goku, portamelo indietro”

Nel profondo della terra, Vegeta cercava di distruggere quella bolla d’energia, ma più rilasciava la propria forza, più essa veniva risucchiata e il saiyan non riusciva a capire come avrebbe potuto venir fuori da quell’assurda situazione. Gli Irumel erano molto potenti e presi singolarmente avrebbe perfino potuto sconfiggerli in quel modo invece non sarebbe riuscito a compiere alcunché. Vegeta era certo impavido e ammantato da quella forza sconvolgente che finalmente aveva ricevuto su se stesso cercava in ogni modo di liberarsi e distruggere tutto quello che lo circondava; evidentemente gli agartiti erano stati accorti anche in quello e avevano studiato nei minimi dettagli l’attacco. Vegeta ne era quasi certo essi avevano utilizzato tutte le proprie risorse per progettare quel momento, solo non ne comprendeva ancora la motivazione.
“Maledizione devo fuggire da qui”
Sollevò la propria aura ancora di più ponendo i palmi delle mani sulla sfera che lo avvolgeva, ma sembrava solo che più energia mettesse più quel corpo molle e vitreo che lo circondava diventasse resistente e catturasse l’intera sua forza. Gridò più forte il saiyan quando sferrato l’ultimo colpo energetico esso gli rimbalzò sul viso e per primo perse le sembianze di super saiyan poi cercando di dibattersi ancora le sue stesse armi gli si ritorsero contro e l’ultimo colpo lo sbalzò contro la parete della bolla elettrizzandolo del potere che essa aveva assorbito e bruciandolo poiché quel magma di potere cominciò a diventare incandescente. Vegeta allora perse i sensi.

Goku nel frattempo li aveva raggiunti sul fondo dell’enorme voragine e si stupì non poco di non trovarvi nulla; sebbene avvertisse chiaramente l’aura di Vegeta che pareva esaurirsi pian piano. Fu, come già in precedenza era accaduto, che sempre la vecchia Kaede si fece avanti e sorridendo lo invitò a seguire una stretta via per le rocce. Sembrava che vi fosse stato scavato un tunnel sotterraneo dove molte torce erano state poste sulle pareti al solo scopo di illuminarne la via.
“Non voglio farti del male, non temere”
Goku si fidò delle sue parole e così seguì l’Irumel più anziana che lo guidò lungo la stretta via ed infine al luogo in cui vi era Vegeta. Al centro di quell’enorme stanzone c’era una piattaforma rialzata sulla quale nel centro era stata posta l’enorme sfera d’energia contenente Vegeta che, perse completamente le forze, era rimasto risucchiato dall’ammasso di forze che concentrava quell’accumulo di spropositato di luce. Goku rimase immobile per un attimo poi si scagliò contro la sfera venendo ricacciato indietro quasi all’istante.
“Cosa gli avete fatto?”
Non poteva certo abbandonare l’ultimo saiyan esistente sulla faccia dell’universo in quel modo e poi… L’aveva promesso a Bulma.
“Nulla di grave, dovrebbe riprendersi”
Fu Oresem questa volta a sorridergli bonario e Goku lo guardò con un grosso interrogativo in viso: ma che cosa stava succedendo?
“Ma cosa gli state facendo?”
“Avevamo bisogno della sua energia”
Nel frattempo arrivarono anche gli altri sotto la guida temeraria di Bulma erano giunti negli abissi. La scienziata strabuzzò gli occhi incredula nel vedere il suo principe, ormai lo considerava tale, inerme e privo di forze: sembrava che qualcosa gli stesse risucchiando la vita.
“Vegeta…”
Goku attaccò di nuovo e Kaede respinse la sua portata d’energia. Bulma si avvicinò a grandi passi salvo essere sbalzata indietro da Oresem che non le toglieva gli occhi di dosso.
“Non ti preoccupare te lo ridaremo indietro”
“Lo spero”
Aggiunse ella con gli occhi pieni di rabbia. Ormai Vegeta era suo ed in un modo o in un altro lo avrebbe riportato a casa. Ora che aveva raggiunto il suo sogno non poteva di certo morire così…
Vegeta aprì gli occhi in quel mentre e nel frattempo che gli venivano risucchiate le forze riuscì a dispiegare le proprie energie, le ultime energie che gli erano rimaste in corpo, e la grotta cominciò a tremare. Il gruppo dei guerrieri Z uscì di corsa dall’antro nel quale era stata deposta la sfera e unica a rimase fu Bulma che non si dava ormai pace. Un masso capitolo sopra di lei dal soffitto precario e fu solo grazie al tempestivo intervento di Goku, che trascinò Bulma nel cunicolo adiacente la grande aula della sfera, che riuscì la scienziata a salvarsi. Guardarono insieme il crollo della grotta, ma Bulma non si dava pace incedula e corse verso le macerie togliendo con le proprie mani le pietre che ostruivano il passaggio. Dopo tutto quello che avevano passato, dopo tutti i battibecchi, dopo che finalmente si erano un po’ capiti non poteva certo lasciarselo sfuggire. Bulma Brief avrebbe compiuto la più impossibile delle imprese e avrebbe portato quel testardo saiyan nel suo mondo di pace facendoglielo accettare.
“No, Vegeta non può essere… Non può morir così lui è un saiyan, lui…”
Gli amici la guardarono ad occhi aperti, possibile lei si fosse… Nessuno osava dire una parola, nessuno osava nemmeno pensare a quella parola.
“Bulma… Lascia che ci pensi io. In questo modo mi sarai solo d’intralcio. Aspettatemi fuori di qui”
Goku fu perentorio, serio come non mai e Bulma acconsentì spostandosi da dove una volta si trovava l’ingresso al fulcro della terra cava di Agharta. Quando la scienziata si voltò molti dei suoi amici avevano già risalito la voragine, perfino Yamcha era già svanito in superficie; così Bulma si fece trasportare da Crilin che le fece un mezzo sorriso, unico a rimanere al suo fianco insieme a Goku. Forse lui comprendeva meglio perché aveva conosciuto di più Vegeta o forse semplicemente non si poneva domande. Una cosa era certa ora avrebbe dovuto delle spiegazioni a Yamcha…

C’era stato un tempo in cui un saiyan era giunto su Agartha per conquistarla, ma quel pianeta era ormai un pianeta morente a aveva trovato solo un sasso sul quale nulla si sarebbe potuto fare. I suoi abitanti però, consci del pericolo, l’avevano accolto con dispiacere e la squadra di lui aveva cominciato a depredare il terreno. Una femmina tra loro vi era e fu essa più di tutti a saccheggiare i villaggi, fu allora che gli Irumel misero in atto il loro piano e quella femmina fu catturata e torturata per la sua cattiveria e per tutti quelli che aveva ucciso. Il saiyan a capo della spedizione le venne in soccorso grande il legame che lo legava a quella saiyan forte e portentosa, ma una volta giunto nel castello di Amor vi trovò solo le sue spoglie adornate da rossi fiori…




Angolo Autore:
Ed eccomi qui con un leggero ritardo come sempre a ringraziarvi sperando che la lettura vi sia gradita!^_^ Ringrazio le tante persone che leggono e tutti quelli che seguono questo assurdo racconto. Spero di non annoiarvi e beh, ormai siamo agli sgoccioli quindi che dire: beh, buona lettura!^_^
Yori

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII: il futuro impossibile? Forse no… ***


Buried cap 18 Capitolo XVIII: il futuro impossibile? Forse no…

Il cielo in quel mentre si era fatto scuro e tetro e il guerriero delle scimmie aveva acquisito una potenza in modo inimmaginabile e aveva acquistato quello straordinario potere che si era solo narrato in antiche leggende e nulla di più. Kakaroth il suo nome, guerriero di terza classe della razza saiyan. Lui era stato libero di provare dei sentimenti e sebbene egli fosse un guerriero spietato, sebbene uccidesse di mestiere questo non negava potesse sentire qualcosa. E certo per la compagna avvertiva quell’affetto inscindibile, quel sentimento che lo legava inevitabilmente a lei e ai loro figli. E lei ora era morta, svanita per sempre e di colpo aveva sentito quel potere sgorgare dalle sue viscere ed esplodere in lui mutando il suo aspetto e trasformandolo in un super saiyan.

Amava Vegeta e quello era un fatto certo e assodato. Lo amava da impazzire e quello  che l’aveva fatta definitivamente convincere era stata quell’esplosione: l’aveva visto svanire nel nulla, l’aveva visto perdere i sensi e lei questo non lo poteva accettare. Non avrebbe mai tollerato di perderlo per sempre, non ora che l’aveva trovato. Chiuse gli occhi mentre lo attendeva e il sonno la colse d’improvviso, forse per mostrargli nuovamente uno stralcio di futuro.

“Immagino che le parole staremo sempre insieme, ti amo non le sentirò mai uscire dalla tua bocca.”
“Desumi bene”
Si accoccolò sul suo petto Bulma cingendo con un braccio la vita di lui, erano in un letto, il loro letto, e mentre lui chiudeva gli occhi lei pensava solo ed esclusivamente a quello che aveva vissuto con Vegeta e al forte desiderio che provava nei suoi confronti.
“Mi basta solo tu mi chiami per nome… Così è anche più semplice per te che dovevi inventarti sempre appellativi nuovi per la sottoscritta, non trovi?”
Si sedette a cavalcioni su di lui e poi gli mise le mani sulla propria pancia.
“Penso che anche a nostro figlio piacerà sentire il suo nome pronunciato dalla tua voce.”
“Forse non lo conoscerò neanche, chi ti ha dato la certezza che rimarrò qui per sempre”
Fece una pausa, mentre ella si avvicinava pericolosamente alle sue labbra.
“Bulma” Le disse ad un palmo dal naso ed ella lo baciò con trasporto. Certo quello doveva essere il paradiso.

Si destò d’improvviso sentendo che qualcosa di nuovo stava accadendo all’esterno e fu lì che lo vide. Trasportato sulla spalla destra di Goku, Vegeta giaceva privo di sensi. Alle loro spalle i cinque guerrieri Irumel li seguivano con uno sguardo sereno in volto. Bulma gli si fece subito incontro  e Goku voltatosi verso Oresem gli domandò dove potesse posare il principe dei saiyan.
“Vi consegnerò delle stanze sarete nostri ospiti”
“Che cosa? Ma non volevate eliminarci?”
Chiese Junior al quale tutta quella situazione non era affatto chiara: non avevano ucciso nessuno e la battaglia era stata stranamente priva di scontri all’ultimo sangue. L’unico che ci aveva rimesso era stato dopotutto Vegeta e se lo meritava pure quel saiyan dispotico.
“Riposatevi, avremo modo a tavola di raccontarvi tutto. Lasciate che pensiamo a tutto noi”
Goku non se l’era fatto ripetere due volte e trovata una stanza per il principe dei saiyan, andarono tutti a lavarsi in quelle splendide stanze del palazzo di Amor. Bulma evitò prontamente Yamcha e una volta si fu preparata e lavata – erano giorni che desiderava lavarsi- tornò nella stanza di Vegeta. Si accoccolò al suo fianco e bagnò la sua fronte con un panno bagnato. Il solo guardarlo sopito in quel modo si sentiva felice, leggeva sul suo corpo tutte le sensazioni che avevano vissuto insieme, tutto quel tempo che avevano passato a schernirsi e giocare l’un con l’altro. Ora sapeva perché l’aveva visto nella casa della signora del tempo e sapeva perfino perché aveva visto Goku: uno perché temeva di innamorarsi e l’altro perché temeva portasse nuovi nemici. Dopotutto però non avrebbe mai potuto fare a meno di nessuno dei due. Rimase al capezzale di Vegeta fino al momento in cui Kaede la chiamò per il pranzo.
Yamcha aveva evitato di guardarla e di parlarle, nemmeno quando si erano seduti a tavola. Goku aveva cominciato a mangiare trangugiando ogni genere di cosa. Junior in un angolo aveva parlato esplicando le perplessità di tutti.
“Allora spiegaci cos’è successo là sotto?”
Kaede ed Oresem si erano avvicinati osservandoli mangiare. Goku prese a parlare tra un boccone e l’altro, era decisamente curioso anche lui di sapere come si era risolta quell’improbabile battaglia, perché lui ancora non ci aveva capito nulla.
“Beh, nulla l’energia di Vegeta si è esaurita e lui è svenuto ed è stato sbalzato fuori dalla palla incandescente e loro” indicò i guerrieri Irumel  “Hanno portato la sfera ancora più in profondità. Io ho solo afferrato Vegeta e sono tornato in superficie. Quindi non ho capito davvero un cavolo”
Kaede sorrise e si fece avanti.
“Vi dobbiamo dunque chiedere scusa, poiché vi abbiamo sfruttato fino a questo momento e vi chiediamo perdono, non siamo un popolo violento, ma non potevamo fare altrimenti”
Bulma per prima sapeva di essere stata usata, lo capiva ripensando a tutto quello che aveva passato su quel pianeta, da quando era giunta lì le erano capitate delle cose incredibili, ma grazie a tutto quello che era accaduto si era avvicinata sempre più a Vegeta; fino al punto di capire di amarlo da impazzire.
“Quindi quando ci ha fatto mangiare la spezia per vedere il futuro era tutto calcolato…”
Bulma si fece avanti, dopotutto era stata lei la protagonista di tutta quella storia e più degli altri voleva sapere che cosa le era successo, nel mentre mangiava qualcosa anche lei; dopotutto aveva mangiato ben poco in quel periodo. L’ultima volta che ricordava aver visto cibo era stato nel momento in cui Vegeta le aveva cucinato carne di alieno.
“Sì, avevamo bisogno che quello che tu ben sai nascesse prima del tempo”
Rimase sul vago e Bulma gliene fu grata, non aveva intenzione di raccontare quello che aveva visto nel suo futuro ai suoi amici, non almeno per ora; anche se, in effetti, era abbastanza palese che qualcosa legasse lei e Vegeta.
“Il nostro pianeta stava morendo… Il nucleo si era fatto sempre più debole e stava perdendo di energia. Così avevamo bisogno di una stella luminosa che ci desse vita.”
Continuò allora Oresem, spiegando ai combattenti la triste sorte che aveva accompagnato fino a quel momento il pianeta Agartha.
“In un tempo passato fu quella stessa luce ad illuminare il pianeta e renderlo vivo; cosicché i nostri veggenti avevano previsto questa possibilità: la luce di un neo super saiyan avrebbe riportato la vita su questo pianeta.”
Rimasero per un attimo tutti ammutoliti ascoltando la verità che si celava dietro tutta quella avventura. Nessuno avrebbe mai potuto credere che la forza di un super saiyan potesse essere tale da alimentare il fulcro di un pianeta.
“Eh? Quindi dite che l’energia di Vegeta vi è stata utile per ripristinare l’integrità del pianeta?”
Bulma spalancò la bocca guardando Goku negli occhi incredula.
“Esattamente. In passato fu il primo super saiyan della storia a donarci la sua forza trasformandosi proprio qui. Perse la propria compagna in questo luogo e dalla rabbia che scaturì dal forte sentimento che li legava ne uscì quella stella di immensa bellezza e forza che è il super saiyan”
Bulma arrossi pensando a quale motivazione aveva spinto il suo di saiyan alla trasformazione.
“Quindi abbiamo creato le macchine climatizzanti in modo da far venire qui la scienziata e una battaglia in modo che venissero anche dei saiyan. Nelle visioni delle veggenti più sapienti era chiaro come dovessimo creare la situazione adatta ad attuare la trasformazione: quindi servivano sia Bulma che Vegeta che non si era trasformato ancora, ma era molto vicino alla trasformazione, cosicché abbiamo deciso di  utilizzare loro e l’unica che avesse un qualche tipo di legame con il saiyan era lei così abbiamo sviluppato tramite diverse situazioni quel barlume di luce che scaturiva tra di loro”
Bulm arrossì violentemente, Crilin rise mentre Yamcha si girò scocciato.
“Beh, non è che abbiamo chissà quale rapporto”
Minimizzò la terrestre che ancora non aveva capito cosa vi fosse tra lei e Vegeta e dunque non voleva scavarsi la fossa da sola: dopotutto non era certo cosa semplice pensare ad una relazione con Vegeta, dopotutto lui aveva fatto fuori i suoi amici… Voleva uccidere Goku…
“Qualunque sia il tipo di relazione che avete intrapreso o intraprenderete: tu sei l’unica che ha creduto in lui. Gli hai perfino affidato la tua vita… Io credo che sia stato questo che gradatamente lo farà cambiare”
Ci fu un attimo di silenzio in cui Yamcha grugnì qualcosa e svanì dalla stanza. Bulma dopotutto pensò che prima o poi avrebbe dovuto dare delle spiegazioni al suo ex fidanzato.
“Quindi alla fine ci avete usato per i vostri scopi”
“Sì, ci dispiace. Noi siamo un popolo pacifico, vogliamo mantenere i nostri poteri nascosti e intatti, ma avevamo ugualmente bisogno di voi per sopravvivere. Quindi vi ringraziamo e abbiamo provveduto ugualmente a darvi una lauda ricompensa”
“Beh, chi se lo sarebbe mai aspettata che Vegeta avrebbe salvato un pianeta”
Buma sorrise, dopotutto tutti l’avevano presa per matta, ma alla fine lei aveva fatto la scelta giusta. Pensò alla sua ultima visione ed uscì per incontrare il suo fidanzo di sempre. Era pronta per la sua nuova vita, era pronta per scegliere lui  tutto il resto. Guardò Goku: sapeva lui l’avrebbe capita.
“Ora che è diventato super saiyan tenterà di sconfiggerti Goku…”
“Non glielo permetterò, non ti preoccupare. Ma tu non lasciarlo solo non voglio ritorni com’era prima”
Bulma sorrise, sapeva egli avrebbe capito, sperava solo di riuscire a raggiungere il suo scopo.

Il cuore le batteva forte nel petto, mentre scorreva le sue mani sul suo corpo e lo percorreva con gli occhi. Avevano fatto l’amore saggiandosi l’uno con l’altra e la prima volta era stato così splendido che le era sembrato di toccare il cielo con un dito. E lo amava così tanto che non l’avrebbe mai più abbandonato.




Angolo Autore:
Ringrazio molto tutti quelli che anno letto e continuano a farlo!^_^ Grazie infinite e ora si dia il via  al finale che posterò la prossima settimana e successivamente  l'epilogo del futuro!^_^ Vi aspetto alla prossima.
Un bacione,
Yori

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Capitolo 19
*** Capitolo XIX: verso casa ***


Buried cap 19
Capitolo XIX: verso casa


Il super saiyan della leggenda, narrato da tutti in ogni storia ed in ogni tempo si era trasformato per reclamare un affetto perduto, aveva perso la propria compagna e con la trasformazione aveva perso se stesso donando nuova vita ad un pianeta ormai spacciato. Un’oscura ombra si era immediatamente avventata su di lui e su Vegeta-sei era solo arrivata la voce di questo guerriero straordinario e la leggenda fu narrata sulla sua terra, ma distorta poiché di voce in voce essa andò narrata e nessuno vi era a poter raccontare la verità. Il guerriero venne come inghiottito da un buco nero e di lui non si ebbe altro che un lontano eco.

Bulma l’aveva raggiunto sul terrazzo, mentre guardava l’orizzonte. Quella terra era splendida e strana insieme, non vi era un solo a rischiarare quel posto ma una strana luce alta nel cielo. Glia alberi dalle foglie circolari e verdi, i frutti su di esse grandi e di diversi colori, vi era persino un lago nei pressi e un ruscello gorgogliava poco distante. Splendido ed inquietante insieme, solo Bulma sperava di tornare a casa e porre fine a tutta quella storia.
“Yamcha”
Sussurrò ponendosi al suo fianco vicino alla balaustra.
“Non o niente da dirti Bulma, è già tutto abbastanza chiaro”
Ma Bulma non lo ascoltò appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo, voleva fargli capire che lei non l’aveva tradito, che lei si era solo innamorata di un altro e questo sentimento non avrebbe potuto mutare.
“Io vorrei spiegarti”
“Non mi serve la tua commiserazione”
Yamcha aveva abbassato lo sguardo dispiaciuto per quella storia che andava finendo.
“Non sono qui per commiserarti, mi sembra tu abbia guardato abbastanza donne in tutti questi anni per non guadagnare la mia pietà”
Il ragazzo allora aveva alzato lo sguardo sorridendo amaramente e Bulma per un attimo riconobbe il caro ragazzo che era sempre stato; ma che indubbiamente non avrebbe capito.
“Non ha alcuna rilevanza quando si ha davanti una persona che si è innamorata di un assassino”
“Non…” Gli occhi di Bulma si erano fatti scuri nel sentir parlare di Vegeta e dei suoi sentimenti
” Io non mi sono innamorata di Vegeta … Io”
“Bulma, è chiaro a tutti non c’è bisogno di negare. L’avevi invitato per quello, perché ti piaceva?”
Yamcha si era allontanato dalla balaustra intenzionato ad andarsene.
“No, non per quello ”
“E allora perché? Chi mai inviterebbe un assassino se non avesse provato un sentimento per lui?”
Ma Bulma a quel punto aveva dimostrato il suo caratterino, risentita per il giudizio malevolo che lui stava dimostrando per lei e che forse tutti avrebbero dimostrato; tutti forse eccetto Goku…
“Io non capisco come tu possa crederti migliore di me dato tutte le volte che hai preferito le altre a me, cosa credi che non lo so?”
“Bulma, non ti implorerò di stare con me, ho fatto i miei errori certo, ma anche tu ne hai fatti e questo è certo uno dei più grandi. Quindi: fai come credi, tanto lo faresti lo stesso”
“Sai qual è la differenza tra me e te: tu mi hai tradito per soddisfare una tua vanità; io invece me ne sto andando perché so che quella è la strada giusta per me”
Detto questo se ne andò, senza rimpianti; dopotutto una storia quando è chiusa è chiusa.
“Te ne pentirai Bulma”

Si diresse a passo spedito da lui che giaceva ancora privo di coscienza sul lettino in cui era stato riposto. Gli sfiorò la fronte e prese un panno bagnato passandoglielo addosso.
“Alla fine ti sei trasformato testa dura che non sei altro…”
Sorrise sfiorandogli di nuovo la fronte e poi le braccia. Non l’aveva dopotutto ringraziato del fatto l’avesse salvata, nel vero non c’era stata l’intenzione da parte degli agarthiti di ucciderla, ma ugualmente Vegeta l’aveva protetta e poco importava l’avesse fatto solo per dire e farle ben sentire che a lui non importava nulla di lei, poiché Bulma ben conosceva la verità: Vegeta ci teneva a lei. In modo strano certo, ma ugualmente teneva a lei e alla sua vita, anche solo per litigare, anche solo per insultarla. Si appisolò un attimo Bulma appoggiata al materasso.
“Ti aspetterò mio principe, per sempre è una promessa”
E sorridendo si appisolò al suo capezzale.

I fatti si susseguirono l’un l’altro senza che Bulma si accorgesse di ogni particolare. Erano riemersi dalla terra cava e quello che si erano trovati davanti era uno splendido mondo pieno di vita. Avevano disposto che le macchine del clima creassero un’aria illusoria in modo da allontanare ogni nemico avesse mai voluto attaccare quella terra, facendola apparire inospitale. Nel momento dell’addio Bulma era andata a recuperare la navicella monoposto di Vegeta, mentre il saiyan veniva caricato sulla navicella in cui avevano viaggiato tutti. Bulma salutò per prima la vecchia Kaede e le porse il ciondolo della signora del tempo.
“Penso debba rimanere qui con voi”
“No, Bulma questo è il tuo premio a tempo debito saprai utilizzarlo al meglio. Vedrai ti sarà molto utile. Questo è il ringraziamento per averci salvato”
“Grazie a te vecchina. Sai senza tutto questo…”
L’anziana aveva sorriso e Bulma si stupì di come fosse quella che aveva conosciuto durante tutto il viaggio, ma che all’occorrenza poteva mutarsi in una guerriera incredibile.
“Sarebbe accaduto lo stesso, solo forse con più lentezza.”
Bulma sorrise salutandoli e rivolse uno sguardo eloquente a Oresem.
“La prossima volta che ci vediamo non voglio brutti scherzi”
Lui le sorrise di rimando e tutti li salutarono ringraziandoli per l’accoglienza ricevuta.
“Bulma mi raccomando non perder di visti quel bel fusto, avessi avuto qualche anno di meno”
Scherzò la più anziana Kaede strizzandole l’occhio.
Partirono e quando la navicella spaziale fu nel cielo Oresem e Kaede spostarono lo sguardo verso il basso.
“Mi spiace solo saranno felici per poco tempo…”
“Vedrai Kaede, Bulma è in gamba. Capirà il nostro dono e troverà un mondo in cui essere felice”
“Lo spero tanto”

Vegeta si svegliò sollevando un attimo le palpebre per scorgere al suo fianco, con la testa reclinata su di una scrivania, la capigliatura scarmigliata di Bulma. Un respirare forte gli suggerì che ella stava ancora dormendo.
“Stupida femmina ancora lei…”
Si sollevò deciso sentendo i  propri muscoli ancora indolenziti e nell’alzarsi cadde sulle proprie gambe schiantandosi su Bulma e facendola ribaltare dalla sedia. La donna si svegliò di soprassalto gridando il nome di Vegeta, che  le era praticamente caduto sopra.
“Che diavolo fai? Avevamo pattuito niente mani addosso”
Disse lei sicura notando che le mani del saiyan erano piazzate proprio sul proprio consistente seno.
“Beh, a meno che io non ti dia la mia benedizione a farlo e in questo caso non l’ho fatto”
Vegeta aveva storto il naso ad un palmo da quello di lei.
“Sappi che io ti tocco quando e come voglio e ora non era mia intenzione! Sono caduto e l’ultimo dei miei pensieri era quello di toccarti!”
Il saiyan pronunciò il proprio dissenso da quella situazione, ma con ancora il seno della bella terrestre tra le sue mani
“Sto notando”
Lo schernì Bulma, fissando i propri seni palpati e guadagnandosi un “che cosa” e un repentino spostamento del saiyan che si era alzato in piedi. Nel frattempo Vegeta aveva fatto mente locale e aveva notato che non si ricordava più l’ultima parte dalla battaglia e soprattutto: dov’erano?
“Che diavolo è successo dove sono i nemici? E dove mi trovo!?”
Bulma si era sistemata l’abito e si era riseduta sulla sedia, rimettendola al suo posto, accavallando le gambe.
“Per farla breve era tutta una messa in scena per rubarti la prima energia di super saiyan, che hanno poi usato per sorreggere il pianeta. Insomma hai dato vita al loro nucleo. Ti senti un po’ spossato perché ti hanno rubato tutta la tua energia e hai dormito per due settimane”
“Che cosa?”
“Già. Comunque ora siamo sulla Terra a casa mia e per tua informazione ti sei trasformato per salvarmi. Perché la trasformazione avviene solo se sei mosso da un forte sentimento”
Vegeta aveva incrociato le braccia al petto e l’aveva guardata serio.
“Non lo vedo possibile”
“Beh, comunque è così e sappi che penso di meritarmi un premio”
“Scordatelo”
Bulma si era fatta vicina e aveva cinto le proprie braccia intorno al collo  di Vegeta che non si era neppure spostato, nonostante continuasse a disdegnare la presenza della petulante terrestre.
“Neppure un bacio? Io vorrei questo come premio, che ne dici?”
“No”
Bulma aveva preso l’iniziativa e premendo il seno sulle sue braccia incrociate lo baciò sulle labbra. Dapprima parve forzarlo, poi il bacio prese il ritmo giusto ed il gusto giusto; fino a quando Vegeta portatosi le mani una sui glutei di lei, alzandogli il vestito, e una sulla testa per intensificare il bacio, la buttò sul letto sollevandole l’abito e lasciandone intravedere le mutandine.
“Pensavi mi sarei fermato ad uno stupido bacio?”
Bulma l’aveva guardato con fare di sfida e poi baciandolo lievemente sulle labbra gli aveva sussurrato all’orecchio una dichiarazione.
“Speravo non ti bloccassi a quello. Te l’ho già detto mi metterai addosso le mani solo quando io lo vorrò”
“Non credo proprio, terrestre”
Bulma si tolse le spalline del vestito e mostrò i propri seni al principe dei saiyan, che si fece avanti sul suo corpo denudandola completamente; ma quando l’ebbe spogliata del tutto si sollevò per andarsene.
“Che diavolo fai? E mi lasci così?”
Bulma si era sollevata avvicinandosi a lui che già se ne stava andando.
“Certo non cado nelle tue trappole strega: quando vorrò verrò a prenderti io Bulma anche contro il tuo volere.”
Bulma arrossì sentendo il suo nome pronunciato dalla voce di lui. Sorrise con uno sguardo di sfida e lui la ricambiò nello stesso modo: erano fatti della stessa pasta loro.
“Vegeta non mi troverai mai contraria.”
Lo rincorse fino alla porta, dato che lui nel frattempo era già uscito nel disimpegno adiacente la stanza in cui era stato deposto per ben due settimane.
“E non andare in giro nuda, ma non ti vergogni?”
“E’ colpa tua se ora non ho più vestiti me li hai strappati!!”
“Beh, fa lo stesso copriti sei indecente, terrestre!”
Bulma si era attaccata al suo braccio senza provando alcun imbarazzo nell’essere lì nuda davanti a lui.
“Ma vegeta prima mi hai chiamato Bulma dunque sai il mio nome”
“Me lo sono già dimenticato, essere petulante!”
Bulma gli sorrise posando un dito maliziosa sul suo naso. Vegeta arrossì discostando lo sguardo i cerca di una via di fuga.
“Bugiardo è solo che ti diverti di più così”
“Non mi diverto con te mi dai solo noia!”
Si accorsero solo allora di essere nel centro del corridoio e che qualcuno avrebbe potuto passare di lì trovandoli in quella ridicola situazione.
“Ho detto copriti, razza di stupidaa!!”
“Non essere geloso, amore”
“Ma quando muore questa”
Loro erano fatti l’uno per l’altra e nessun nefasto futuro li avrebbe allontanati. In ogni tempo e ogni luogo si sarebbero rivisti ed amati per sempre. Dopotutto loro due insieme creavano la speranza della vita, così com’era stato su Agharta.
“Bulma mollami ti odio”
“Non mi scappi principe sei mio”
“Sappi che posso trasformarmi in un super saiyan quando voglio e disintegrarti!”
“Ma se l’hai fatto per me…”
“Ti ho già detto che se l’ho fatto era solo perché ero molto arrabbiato in quel momento e poi aspetta un po’…”
“Cosa, Vegeta? Ti sei ricordato del motivo della tua trasformazione ovvero: IO”
“No, razza di oca, mi sono ricordato che devo sconfiggere Kakaroth!”
Beh, con alti e bassi, ognuno con il proprio scopo nella vita… Ma chi l’ha detto che per vivere felici bisogna essere perfetti?

C’era un solo ed unico modo per trovare la via della luce del super saiyan e quel modo era uno soltanto: provare anche solo un barlume di un qualche affetto e combattere per proteggere con tutte le forze qualcuno oltre che appagare il proprio orgoglio…




Angolo Autore:
Ed eccomi qui al capitolo conclusivo della storia. Che dire se non: grazie a tutti quelli che hanno letto e apprezzato chi si è fatto una risata e chi si è forse emozionato, ringrazio chi mi segue sempre e tutti quelli che hanno inserito la storia tra le preferite, ricordate e chi la segue!!^_^
Grazie davvero di cuore e alla prossima settimana con l'epilogo della storia!
Un abbraccio a tutti,
Yori


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Capitolo 20
*** Capitolo XX: Epilogo, il sole esiste per tutti ***


Buried ap 20
Capitolo XX: Epilogo, il sole esiste per tutti


Gli occhi di Trunks si erano illuminati, l’aveva guardata per tutto il tempo mangiando avido ogni sua singola parola. Bulma aveva narrato quella storia, la sua storia, omettendo molto e raccontando solo quello che più riteneva necessario. Certo non aveva detto a Trunks i particolari più piccanti e non aveva raccontato a lui tutti i suoi immensi dubbi. Insomma dopo tutti quegli anni, dopo il viaggio nel tempo di suo figlio, dopo aver perso ogni cosa… Ricordare l’uomo che l’aveva stregata le faceva ancora male, ma dopo quello che le aveva raccontato Trunks dal futuro, che avevano insieme cambiato, aveva cominciato a scostare quella tenda che continuava a tenere chiusa e un filo di luce aveva cominciato a scaldare il suo cuore.
“Quindi è così che vi siete messi insieme… Beh, mamma ma è una storia fantastica! Perché non me l’hai mai raccontata?”
Bulma aveva preso un altro bicchiere di aranciata e si era sdraiata sull’erba guardando le nuvole che passavano nel cielo sereno.
“E’ incredibile che tu mi abbia mandato nel passato e che non mi abbia raccontato questa storia… Cioè tu e papà siete incredibili.”
Bulma rise, dopotutto nella loro relazione non c’erano mai stati momenti particolarmente divertenti, ma la loro avventura su Agharta era di certo stata esilarante.
“Beh, volevo lasciarti la sorpresa di scoprire chi fosse tuo padre”
“Ah, davvero divertente; penso che solo tu potevi averci a che fare.”
Bulma guardò il figlio che fissava  anch’egli il cielo finalmente sereno, dopo la sconfitta dei cyborg sembrava che finalmente ci si potesse rilassare.
“Tu dici? Beh, non era poi così male fin dall’inizio”
Trunks rise e prese a mangiare delle fette di pane con maionese e salmone. Dopo aver salvato la Terra i due improbabili eroi si erano concessi una giornata di pace prima della ripresa della vita; così erano andati a fare una scampagnata sui monti Paoz e avevano preso a ricordare il passato felice di Bulma.
Trunks aveva ascoltato con attenzione le parole della madre, dopotutto come aveva detto a Crilin durante il combattimento contro Cell: lui e sua madre erano rimasti attratti da Vegeta per quel suo carattere assurdo e dal suo spiccato orgoglio. Una cosa era certa suo padre non è certo un tipo che si dimentica con facilità e da quando era tornata la pace molti uomini ronzavano intorno a sua madre, ma lei non sembrava vederli nemmeno.
“Forse non ti ho raccontato prima queste cose perché non volevo lasciar scappare via questi ricordi da me, non volevo condividerli con nessuno perché avevo paura di perderlo per sempre. Come in effetti è…”
Ammise Bulma tirando un sospiro rassegnato.
“Non lo rivedrò nemmeno nell’aldilà e questo mi rattrista…”
Trunks abbassò il capo, dopotutto nemmeno lui avrebbe più rivisto suo padre, quello vero e non quello che apparteneva ad una dimensione più fortunata ad una Bulma felice e ad un Trunks che sarebbe cresciuto con un padre.
“Beh, ora che è tornata la pace potresti magari trovarti un altro compagno.”
Bulma l’aveva fissato torva e Trunks era arrossito.
“Non fraintendermi mamma, io sono felice che tu sia devota a papà è una cosa che ti fa onore, ma… Non voglio tu sia sola.”
Bulma scosse il capo e tornò a fissare il cielo.
“Non sono sola, ho te.”
“Sì, lo so però…”
“Trunks io ho amato davvero molto tuo padre. Mi ha fatto capire molte cose, mi ha fatto cambiare e maturare e se non fosse stato per lui forse non sarei mai diventata madre. Quindi: non escludo di potermi ancora innamorare di qualcuno certo, nella vita non si sa mai, ma onestamente se non capita… Non sarò certo io ad andare a cercare un uomo che non sia tuo padre. Piuttosto andrei a cercare ancora lui in un’altra dimensione!”
Trunks sorrise e addentò l’ennesimo panino di quel pic-nic all’insegna delle confessioni.
“Vorrei piuttosto tesoro che trovassi tu una fidanzata!”
Il ragazzo divenne bordò per l’imbarazzo e andatogli di traverso qualcosa cominciò a tossire.
“Non ti imbarazzare caro, è normale voler cercare una ragazza.”
Gli strizzò l’occhio ed egli cercò nella mente un nuovo argomento di conversazione per sviare quello che più lo imbarazzava.
“Beh, comunque non mi hai detto a cosa ti è servito il ciondolo della signora del tempo…”
“Ah, giusto…”
E la donna riprese il suo racconto.


Vegeta cadde sotto gli strali dorati di due bestie feroci e malvagie dagli occhi chiari come quelli di lei e quello che più la sconvolse nel vederli la prima volta fu quella loro fattezza umana. Vegeta non si era mai fidato di nessun popolo della galassia e il primo in cui si era accasato l'aveva ridotto in pezzi; sia fisicamente che mentalmente. L'aveva amato in quegli anni, l'aveva amato come mai le era successo in vita sua; perché lui era la parte mancante del suo corpo, la parte mancante
del suo cuore e della sua vita. E mentre l'esplosione si dipanava per la città del sud Bulma stringeva tra le braccia il suo bambino e le lacrime le caddero dagli occhi copiosamente; la donna cercava una via di fuga perché lei doveva vivere, lei doveva scappare e se necessario partire per Nameck e trovare le sfere del drago, di nuovo, e farli tornare tutti in vita. Gohan l'aveva raggiunta e come aveva promesso a Vegeta* aveva cercato di portare via Bulma e Trunks dalla città dell'ovest. Il momento era stato così frenetico che non avevano compreso quello che stava realmente succedendo, solo Bulma senti una forte fitta al cuore e comprese che Vegeta era morto e lo sguardo torvo di Gohan le disse che sì: lui se n'era andato per sempre. I suoi genitori poiché nemmeno sapeva Bulma dove fossero erano spacciati** e tutti il mondo che aveva sempre amato stava irrimediabilmente morendo. Raggiunsero Chichi e scapparono nelle foreste il più lontano possibile da ogni luogo conoscibile sulla Terra, poiché quei Cyborg maledetti cercavano Goku e tutto quello che li riguardasse e neppure Vegeta, che era diventato un super saiyan, era riuscito a sconfiggerli. Il cuore di Bulma era andato in mille pezzi e solo l'amore che nutriva per suo figlio e la speranza di un futuro di pace la mandavano incessantemente avanti. Così trascorse un anno dal primo attacco e Bulma, Chichi, Gohan, Trunks e Juma vivevano presso le più disparate locazioni, fu un giorno che decisero di tornare ognuno a casa propria poiché i Cyborg sembravano essersi calmati. Così per primo andarono alla Capsule Corporation e Bulma scoprì la sua casa mezza distrutta e nulla vi era in quel luogo che raccontasse la sua vita gioiosa o qualcosa di Vegeta poiché persino la sua GR era andata distrutta. Lo sconforto la colse e la paura di crescere un figlio in un mondo devastato e terribile la stava corrodendo. Ma Bulma aveva sempre avuto un animo fatto di pace e gioia, un animo votato alla speranza e alla fede in quello che è più impossibile. Lei dopotutto aveva conquistato un uomo malvagio e seppur non l'avesse cambiato e seppur non aveva la certezza lui l'avesse mai amata si sentiva più forte solo per essersi avvicinata così tanto a lui. Era sicura che se avesse avuto ancora un po' di tempo sarebbe riuscita a portarlo completamente nel suo mondo, dopotutto Vegeta era un uomo difficile e poco avvezzo ai sentimenti e mai li avrebbe dimostrati, ma lei lo capiva, lei l'aveva capito al primo sguardo. E alla fine non ce l'aveva fatta, l'aveva lasciato solo, lui era morto solo e freddo come la roccia che risiede sulla montagna più alta. Se n'era andato per sempre e mai l'avrebbe rivisto... Neppure nell'aldilà, poiché lui sarebbe stato purificato e non avrebbe ricordato più nulla; non avrebbe più ricordato la loro storia, la loro vita insieme, loro figlio, ma probabilmente a Vegeta neppure sarebbe importato. Negli ultimi anni della loro convivenza, nei soli anni della loro convivenza, lui non aveva pensato ad altro che sconfiggere Goku e quando l'aveva raggiunto egli era morto per una malattia cardiaca... Forse solo questo gli sarebbe importato, non certo di lei. Con gli anni si era convinta che la trasformazione di Vegeta fosse avvenuta per sola  rabbia e non per un qualche desiderio o passione verso di lei. Una cosa era certa: lui si era quanto meno affezionato, se si poteva usare quella parola, o meglio abituato a quel luogo: alla loro casa e alla sua routine lì con lei. Dopotutto Bulma gli aveva dato tutto quello che desiderava viziandolo nel peggiore dei modi: perché mai Vegeta avrebbe dovuto andarsene? Lei gli aveva donato tutto quello che aveva e non aveva ricevuto in cambio nulla; beh, a parte Trunks. Il bambino cresceva era intelligente, sveglio e quello che più la colpiva era che dietro quegli occhi splendidi riconosceva il marchio di Vegeta. Già perché lui sembrava guardarla dagli occhi biechi di Trunks e questo le permetteva di andare avanti, di diventare sempre più forte e di credere incessantemente in un futuro di speranza. Passarono cinque anni dal primo attacco e Bulma un giorno nel sistemare la propria camera ritrovò il ciondolo che aveva riportato dalla pazzesca avventura avuta nello spazio. Lo posò sulla scrivania e rimase lì per anni ad impolverarsi soltanto. Poi un giorno prese a giocherellarci con la mano ed esso si aprì, un fluido bluastro uscì da quell’involucro posandosi su di una penna che aveva deposto casualmente sulla scrivania, un attimo dopo essa scomparve e si riposizionò nel portapenne dove pochi minuti prima stava l’oggetto a cui lei stessa aveva cambiato l’ubicazione. Quel procedimento così veloce ed istantaneo la incuriosì e Bulma, che è donna sagace, prese a studiare l’ingranaggio che stava all’interno del ciondolo e le venne l’idea. Certo quello spostamento era stato minimo certo quel macchinario non le avrebbe permesso di spostare lei stessa nel tempo, ma quello era un segno, un segno indelebile del fatto che ella avrebbe potuto cambiare la storia. Così prese a lavorare su un nuovo progetto: la macchina del tempo. Sarebbe tornata indietro e avrebbe modificato quel futuro disgraziato. Era certa che ce l’avrebbe fatta, dopotutto i veggenti di Agartha le avevano svelato che ci sarebbe stato un doppio futuro e che un’altra avventura avrebbero vissuto su quel pianeta solo non sarebbe stata lei la protagonista di quel salvataggio, ma Trunks.*** Questo le suggeriva oltremodo che il suo futuro non sarebbe cambiato, ma che perlomeno avrebbe dato la possibilità ad un’altra se stessa di essere felice. Sorrise raggiante di quell’idea, sorrise perché ora loro avevano una luce lontana a cui puntare, Trunks era sempre stato la loro ultima speranza ed era certa che dopo quel viaggio sarebbe divenuto l’eroe di quel tempo. Dopotutto lei e Vegeta erano il buio e la luce, il male e il bene e c’è forse potere più forte di quello scaturito dalle anime gemelle più potenti della galassia? No, lei era certa di no. La speranza è insita in ogni essere vivente ed era giusto che la speranza, che si era fatta carne, portasse la pace nelle diverse linee temporali. Di questo lei era certa e così proseguì il suo lavoro portando nel cuore il ricordo di un qualcosa che era stato e che forse in un altro mondo sarebbe divenuto più tangibile e reale. Voleva la felicità per tutti ed era certa che lei stessa e suo figlio avrebbero ridato vita alla Terra come solo la luce di un super saiyan sa ripristinare il ciclo di un mondo. Cullata da quel sogno di pace, da quell’amore tanto cercato che infine Bulma guidò il più grande eroe dei mondi.

“Allora mamma che facciamo, andiamo?”
Trunks la ridestò dai suoi pensieri, mentre accigliata guardava il tramonto dopo aver raccontato il suo ennesimo racconto. Sorrise ricordando gli amici di un tempo passato e vide il volto di Goku apparirle nel cielo; dopotutto doveva ringraziare anche lui poiché dalla sua sicurezza e dalla sua forza era partito tutto il suo impegno nell’inventare quel macchinario rivoluzionario e alla fine la sua fiducia era stata premiata.
“Sì, arrivo Trunks.”
Una folata di vento le scompigliò i capelli e avverti il profumo di Vegeta nell’aria, come se le fosse passato accanto. Il cuore le mancò d’un battito ed ella si voltò a guardare la schiena del figlio.
“Sto proprio invecchiando…”
Trunks si voltò verso di lei e le chiese se avesse detto qualcosa, ma Bulma scosse la testa in segno negativo. Si sollevò e si pulì i pantaloni seguendo quel ragazzo splendido che era la forma tangibile del fatto Vegeta fosse esistito con lei davvero. Lo raggiunse e mentre il vento aumentava d’intensità le venne una delle sue folli idee.
“Pensavo tesoro che se non ti dispiace quando sarò vecchia e morirò vorrei essere reincarnata pure io…”
Trunks la guardò sgranando gli occhi, non capendo se ella stava scherzando o meno.
“Sai ho paura che l’eternità possa essere un po’ monotona per un tipo intraprendente come me!”
Vi fu un attimo di silenzio, poi entrambi scoppiarono a ridere, mentre il sole tramontava e le stelle tornavano a brillare sulla Terra tranquilla dove regnava finalmente la pace. E Trunks posò una mano sulla spalla di sua madre, sapeva che ella probabilmente avrebbe compiuto anche quell’ultima follia.
Dopotutto a cosa le sarebbe servita l’eternità senza la persona giusta al suo fianco per poterla condividere?






Fine








Riferimenti: * Vedi "Catarsi" capitolo de "La rinascita della speranza
"
                  ** "Death" drabble inserita nella raccolta "Love is..."
                  *** Vedi capitolo "Un doppio futuro?!"  di "Buried- nel sottosuolo-" dove viene vagamente descritto Trunks  




Angolo Autore:
Ed eccomi qui con il finale un po' amaro e un po' speranzoso di questa storia. Il racconto è giocato sulla dinamica di Dragon Ball  quindi divertente e scherzoso, messo in contrasto con la realtà del mondo Mirai. Spero che la storia nel complesso vi sia piaciuta, mi dispiace un po' aver perso tanti lettori, ma penso di meritarmelo poiché ho impiegato davvero troppo tempo a concluderla!XD Quindi se i vecchi lettori tornassero qui a leggere: ecco finalmente la storia conclusaaaa!XD Mentre ai lettori nuovi spero di avervi divertito e reso la lettura piacevole. Mille grazie davvero a tutti quelli che seguono la storia, a quelli che l'hanno recensita in passato e quelli che hanno continuato a recensirla; a quelli che vorranno farlo e a tutti quelli che l'hanno inserita tra le preferite e le ricordate e quelli che la stanno seguendo ora e che quando arriveranno alla fine si meritano un grandissimo GRAZIE!!!
Per me è sempre un piacere scrivere qualcosa che possa piacere, scrivere qualcosa che venga apprezzato e che in questo caso vi regali qualche sorriso. Ho adorato scrivere questa storia, quindi grazie a tutti quelli che mi hanno sempre seguito e spronato a continuare.
Quindi grazie e grazie a tutti quanti.
Alla prossima storia,
Yori

                           
Per farvi un paio di agiornamenti e a chi fosse interessato a  leggere qualcosa di mio (in attesa che io riesca a concludere la mia stramaledetta pagina autore!XD): ho aggiornato Butterfies and Hurrycanes una storia un po' particolare che a chi avrà la pazienza di leggere non mancheranno dei colpi di scena; il capoitolo conclusivo di Moon Light sarà  per massimo fine mese on line ed infine (per ora!XD)  ho revisionato e corretto "La rinascita della speranza" e non appena avrò terminato di ripubblicare tutti i capitoli corretti posterò l'agognato capitolo Extra!^_^ Scusate i miei mega ritardi, ma purtroppo ho avuto poco tempo l'anno scorso per fare aggiornamenti che sto recumerando tutto ora I'm sorry!!!

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