L'ultima battaglia

di percabeth2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dopo la trasformazione ***
Capitolo 2: *** Localizzare ***
Capitolo 3: *** Riflessioni e sorprese ***
Capitolo 4: *** Non mi arrenderò ***
Capitolo 5: *** Trovata ***
Capitolo 6: *** Prigionieri ***
Capitolo 7: *** Piani ***
Capitolo 8: *** Storie ***
Capitolo 9: *** Vendetta ***
Capitolo 10: *** Vendetta parte 2 ***
Capitolo 11: *** Vita ***



Capitolo 1
*** Dopo la trasformazione ***


DOPO LA TRASFORMAZIONE
 
POV.GINEVRA

 Devo dire che quello che mi avevano fatto quei ragazzi era davvero orribile. No sapevo cosa esattamente mi avessero fatto, avevo una grande confusione in testa, ma sapevo che provavo odio per quei ragazzi e anche una strana voglia di vendetta.

“Piccola mia,ti senti bene?” mi chiese amorevolmente Eris anche se nel suo sguardo e nella sua voce sentivo una sfumatura di divertimento. Come se si beasse della mia rabbia e del mio dolore.

“Sì grazie. Dove stiamo andando?” risposi curiosa. Dopo essere scomparse, eravamo riapparse in un bosco, non so se era lo stesso che si scorgeva dall’apertura della grotta dove avevo incontrato i miei nemici.

Sopra la  mia testa si stagliavano grossi e piccoli rami contorti che alla luce della luna sembravano risplendere di un tenue pallore come quello dei fantasmi oppure come quello dal ragazzo dai capelli neri e gli occhi di ossidiana, quello contro cui avevo combattuto alla grotta.

“Stiamo andando al mio rifugio, non è distante, ancora qualche minuto cara” senza sapere il perché iniziai a provare rabbia per Eris, non mi piaceva il suo tono e non mi piaceva essere chiamata cara o piccola o in qualunque modo mi chiamasse.

“Potresti chiamarmi per nome?” dissi cercando di sembrare il meno acida possibile.

Eris mi guardò con una punta di disprezzo ma voltandosi annuì lievemente.
Intanto, continuavo a osservare sopra la mia testa il cielo blu, di un blu intenso e brillante che faceva risaltare le piccole sfere di luce racchiuse in esso.

“Come si chiamavano quei ragazzi?”chiesi continuando a tenere lo sguardo sul cielo.

“Quei ragazzi, sono i nostri nemici ca …  Ginevra. La ragazza si chiama Chiara, figlia di Apollo, il ragazzo biondo Mattia, figlio di Ermes e il ragazzo con cui hai combattuto Nico, figlio di Ade.” Rispose.

Quei nomi mi suonavano stranamente famigliari, magari conoscevo qualcuno con quei nomi. Avevo due parti dentro di me: la prima diceva che erano cattivi, dei nemici pericolosi da distruggere , la seconda non parlava, sussurrava cauta come se avesse paura di uscire allo scoperto, come se mi volesse dire un segreto. Mi diceva di non fidarmi di Eris, sui presunti nemici non mi informava di niente ma mi diceva di non fidarmi.
Così distogliendo lo sguardo dal cielo decisi. Non sapevo granché di quei ragazzi tranne i nomi e il presunto fatto di avermi fatto qualcosa di male accompagnato da quelle sensazioni di rabbia e vendetta, gli avrei dato la possibilità del dubbio perché qualcosa in me continuava a dirmi di non fidarmi di Eris e anche perché alcuni pensieri non mi tornavano. Sapevo che mi avevano fatto del male (lo sentivo più che saperlo) ma ad esempio non ricordavo i loro nomi ne i loro genitori divini.

“Tutto apposto?” mi chiese la dea fermandosi.

“Certo” mentii, distolta dai miei pensieri.

Con un sorriso raggiante mi indicò una piccola casetta in mezzo al fogliame “casa dolce casa”.

“Tu vivi qui?” chiesi sbalordita, una dea viveva in un posto così, così … umano? E poco pretenzioso?

“Guarda meglio, figlia di Poseidone”

Mi concentrai sull’immagine e a quel punto iniziò a tremolare, tutto si fece più chiaro dopo qualche minuto, la foschia era molto potente lì. La piccola casetta di legno, in realtà era un enorme castello nero in cui i riflessi della luna creavano delle bellissime sfumature di viola.
 
POV.CHIARA

Ok, ero decisamente sconvolta anche se avevo dato l’impressione di essere sicura e forte con Nico e Matty non voleva dire che non soffrissi anch’io dell’attuale situazione in cui ci eravamo cacciati.
Però ero sicura che Ginevra sarebbe tornata normale, ne ero certa. La conoscevo abbastanza bene dopo diversi anni insieme, sapevo le sue stranezze e le sue passione bene quasi come conoscevo le mie.

“E’ passata la mezzanotte?” chiese ad un tratto Nico.

“ Sì, perché?” gli risposi dopo una rapida occhiata al mio polso.

“E’ il trentuno, il suo compleanno” disse quasi in un sussurro.

Vero, il suo compleanno. Essere trasformati in cattivi il giorno della propria nascita, non proprio il regalo che avrei voluto ricevere io.

“Ragazzi, dobbiamo andare, al Campo. Fare rapporto e provare a rintracciarle” disse Matty stupendomi e posando una mano sulla spalla di Nico. Quasi un gesto fraterno.

“E la spada?”chiesi.

“Dal campo riusciranno a rispedirla al suo proprietario” mi rispose Mattia.

Nico non aveva quasi parlato, era abbastanza preoccupante questo suo silenzio. Per un attimo ebbi l’impulso di tirargli uno schiaffo.

“Ok, andiamo” disse riscuotendosi un poco.

Peccato, mi sarebbe piaciuto picchiarlo un pochino …

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Capitolo 2
*** Localizzare ***


LOCALIZZARE

 
POV.MATTIA
Arrivammo al campo mentre le tenebre lasciavano il posto ad uno dei soli più tristi e belli di quella stagione.
Appena superanno il pino che lo proteggeva un profumo famigliare e accogliente mi inondò facendomi ritrovare un po’ di calma e leggerezza. L’aria del Campo sapeva sempre di un vago sentore di salsedine e fragole dolci che all’apparenza uniti formavano una bellissima composizione.

“Fragole …” sussurrò Nico facendoci però partecipi.

“E salsedine” completò Chiara.

Strano il profumo di casa mi facesse venire in mente anche Ginevra, insomma … la salsedine si ricollega al mare e il mare a Poseidone,suo padre. Notando la nostalgia di Chiara le misi un braccio intorno alle spalle per consolarla, doveva essere davvero sconvolta perché normalmente mi avrebbe scacciato o lanciato una delle sue occhiatacce ma invece mi lasciò fare.

“Forza” incitò Nico passandosi una mano tra i capelli stancamente “prima spieghiamo e meglio è”

Ci incamminammo verso la Casa grande mentre trasportati dal vento arrivavano i brusii e gli sbadigli dei semidei appena svegli nelle loro capanne.
Bussammo più volte alla porta finché Chirone non venne ad aprirci, doveva essersi appena svegliato perché sul viso gli ricadevano dei riccioli castani e gli occhi erano semi chiusi.

“Ragazzi! Quando siete arrivati?” ci chiese felice.

“Ora” rispose Chiara.

“Bene, ma Ginevra?” il suo tono ora era colmo di preoccupazione “Non era con voi?”

Gli raccontammo della nostra missione e anche di che cosa era successo con Eris, gli consegnammo la spada e ci assicurò che presto Hermes l’avrebbe consegnata poi ci congedammo con un piccolo saluto e sforzando un sorriso.
 
POV.NICO
Mi ucciderà, anzi peggio, mi odierà. Percy. Dopo aver salutato Chiara e Mattia che si dirigevano verso le proprie capanne e i propri fratelli, avevo ritenuto giusto andare da lui. Ad aspettarmi nella capanna tanto sicuramente non c’era nessuno.
Bussai un paio di volte ma Percy aveva il sonno pesante e quindi iniziai a tirare forti pugni prima che venisse ad aprire.

“Chi diavolo … Nico?!?sei tu?” chiese assonnato “Ginevra?”

“Per questo sono venuto”

“Forza, entra” disse scostandosi.

“Ti prego, dimmi che non è …”

“Non è morta,no. Tranquillo. Ma Eris l’ha presa”

“Vuoi dire che l’ha catturata? E’ prigioniera?” chiese sempre più in tensione.

“In verità tua sorella è andata con lei e ha anche cercato di farmi fuori” risposi.

Dalla sua faccia s’intuiva che non aveva capito niente così gli spiegai tutto per bene in versione riassunto.

“Scusa” dissi io alla fine, prima di uscire ed andarmene nel bosco anche se sentivo che  mi chiamava.

Dovevo stare da solo, ma a forza di correre arrivai al campo di rose. Non avevo intenzione di andarci, non ci avevo neanche pensato ma a quanto pare le mie gambe avevano un’opinione diversa.
Sospirando mi accasciai contro un albero chiudendo gli occhi e cercando di calmare il respiro affannato per la corsa.
Come in un sogno le immagini mi apparvero nitide e realistiche: quando mi aveva bagnato con la bolla gigante, quando sul letto dell’infermeria mi diceva che non era colpa mia, il bacio, il sorriso nel giardino di Persefone, la chiaccherata appoggiati a Storm.

Ad aprirmi gli occhi fu quel pensiero, Storm. Era sicuramente ancora fuori dal campo dovevo trovargli un riparo magari una grotta.
Lasciando il bosco iniziai a correre fino al confine dove Storm volava in cerchio nel cielo chiaro. Fischiai per richiamare la sua attenzione e lei scese calma planando lentamente. Non feci in tempo neanche ad accarezzarla che mi prese per la maglietta e mi caricò sul suo dorso volando verso il mare.

Si fermò su un’altura in cui le onde s’infrangevano arrabbiate e violente mandando spruzzi dappertutto.
Girandomi notai una grande grotta, riparata e un po’ nascosta, non molto lontano dal mare e neanche dal campo visto che vedevo la spiaggia da lì. Storm me la indicò con un cenno del capo ed io la segui dentro.
Più illuminata di quello che pensavo e anche abbastanza grande per farci stare un drago, perfetta.
Accucciata in un angolo la draghessa ogni tanto mandava dei deboli ruggiti sofferti, come una specie di pianto.

“Manca anche a te vero? La riporteremo indietro vedrai” le dissi avvicinandomi e accarezzandole il muso.

All’improvviso qualcosa tra noi e l’uscita si creò, una specie di visione, un messaggio Iride.

ANGOLO AUTRICE:
Un saluto a tutti i lettori, spero il capitolo piaccia anche se è abbastanza corto e forse confuso? Non so, l'ho scritto di getto. Fatemi sapere la vostra e a presto.
percabeth2000

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Capitolo 3
*** Riflessioni e sorprese ***


RIFLESSIONI E SORPRESE
 
POV.CHIARA
Il calore dei miei fratelli mi rincuorò un po’ dopo tutto quello che era successo, erano tutti felici di vedermi e Layla, la più piccola, si era attaccata alle mie gambe abbracciandomi con le sue piccole braccine.
Passai un paio di minuti a parlare di come andavano le cose al Campo e di come fosse finita la mia missione, se avevamo ritrovato la spada e perché ci avevamo messo così tanto tempo.
Cercavo di rispondere in maniera pacata e gentile sempre con un grande sorriso ma dentro mi dicevo : ci credo che non siamo partiti subito, Ade ci ha tenuti lì con Persefone ad insegnarci il canto e poi ad aiutare Ginevra con Storm, alla fine di tutto ecco che spunta Eris dagli occhi viola che si prende la mia migliore amica e poi sparisce in una nuvoletta di fumo come i maghi dei concorsi e degli spettacoli.

“Ehy ci sei sorellona?” mi chiese Layla sventolandomi la mano davanti agli occhi.

“Sì, scusate. Vado a farmi una passeggiata, mi rinfrescherà le idee” risposi scompigliandole i corti capelli biondi.

Finalmente aria! Non ce la facevo più! Gridava la mia mente mentre le mie gambe si stavano già dirigendo verso il mare mosso. Le scarpe da ginnastica sprofondavano non poco nella sabbia e stavo per togliermele quando qualcuno mi chiamò.

“Chiara! Hai visto Nico?” mi chiese Percy stremato dalla corsa.

“Non doveva venire da te?” chiesi io.

“E’ venuto, mi ha raccontato tutto e si dà la colpa. Ho provato a seguirlo ma niente, nel bosco non c’è e pensavo che forse sarebbe venuto da te o da Mattia” mi spiegò.

“Vado a chiamare Matty, meglio che lo cerchiamo, chissà cosa potrebbe fare quel pazzo …”dissi mentre già mi dirigevo verso la cabina di Hermes.
 
POV.GINEVRA
Il castello era davvero enorme e luminoso. Entrando dalla porta principale al centro si vedevano delle ampie scale in marmo nero che diramandosi portavano in due corridoi.
Quello alla destra, mi spiegava Eris, portava alle camere mentre quello a sinistra a tutte le altre stanze.
Mi fece vedere una cucina e una sala da pranzo gigantesche e ben decorate, una specie di arena per allenamenti e per ultima una gigantesca biblioteca con due grandi finestre sul fondo.
La luce della luna penetrava illuminando di un bianco candore l’ambiente, gli scaffali ai lati erano ricolmi di libri con copertine rosse e verdi che sembravano di velluto e avevano una piccola scala che permetteva di raggiungere i testi posti più in alto.
Ci passerò parecchio tempo, pensavo prima di venire interrotta.

“E’ tardi, domani ci aspetta una lunga giornata, ti faccio vedere la tua camera” mi disse Eris spingendomi con una mano fuori.

Mi lasciò in una grande stanza quadrata con un letto sul fianco sinistro e un armadio appoggiato alla parete destra, sulla stessa parete si apriva anche una porta che portava ad un piccolo bagno munito di doccia.
Le lenzuola erano bianche, in contrasto con il muro blu e l’armadio scuro.
Stanca morta mi misi sotto le coperte accartocciandomi le gambe a petto per avere più caldo e mi lasciai cullare da Morfeo.

Mi ero svegliata già da due ore quando Eris mi venne a chiamare per la colazione.
Per tutta la durata del pranzo non feci altro che pensare agli incubi che mi avevano tormentata finché Eris non iniziò a parlarmi degli allenamenti.
Avrei dovuto combattere con delle dracene e dei lestrigoni, o almeno così avevo capito.

“In camera tua sulla sedia c’è un completo, ti conviene indossarlo” mi congedò.

Arrivata in camera notai subito una macchia scura sulla sedia, avvicinandomi capii che era una tuta di pelle.
Indossata quella mi feci una coda e prima di uscire dalla stanza mi osservai per un secondo allo specchio: non sembravo io. Dov’era quella ragazza che portava solo jeans e felponi? Sembrava sparita o meglio soppressa dalla guerriera che si rifletteva sulla superficie levigata.
Arrabbiata spaccai lo specchio con un pugno.
O, bene, sette anni di sfiga come se già tutto questo non fosse abbastanza, pensai uscendo.
Arrivata nell’arena mi accorsi veramente della sua grandezza: un enorme campo di sabbia con delle specie di gradinate sul fondo dove sedeva la dea.

“Lì ci sono le tue armi, scegline una e poi iniziamo” mi disse. Prima di distogliere lo sguardo notai una specie di bolla al fianco di Eris.

Presi un tridente e mi sistemai al centro, avanti il primo.
 
POV.NICO
La prima cosa che vidi fu un grande spiazzo di sabbia con al centro la persona che non avrei mai pensato mi avesse chiamato, Ginevra.

“Non ti ha chiamato lei, ma io” mi disse una voce.

Girandomi notai Eris che teneva gli occhi fissi sul campo come se stesse aspettando qualcosa.

“Che le hai fatto? E che ci fa laggiù?” le chiesi arrabbiato.

“Cosa le ho fatto? Niente di che, ora però pensa che gli avete fatto del male. Per quanto riguarda la sua collocazione, bè, ora vedrai …” mi disse tranquilla e con una punta di divertimento nella voce.

Mi girai seguendo il suo sguardo e vidi un gigantesco lestrigone che correva alla carica verso Ginevra.
La cosa strana era che non ero spaventato per il lestrigone ma piuttosto impressionato dalla mia ragazza.
Non avevo notato la tuta di pelle attillata che indossava e con quella non sembrava neanche lei.

“Non credi che sia un abbigliamento molto bello?” mi chiese Eris “Io lo trovo semplicemente stupendo”

Ero così preso dal combattimento che quasi non la sentii. Il lestrigone continuava a ruotare la sua mazza e a scagliarla verso la testa di Ginny che non faceva altro che schivare e tentare degli affondi che andavano sempre a vuoto. Un piede messo male e Ginevra inciampò finendo a terra, il mostro non perse tempo e iniziò a scagliare la mazza sul terreno cercando di colpirla ma fortunatamente si alzò velocemente e in un lampo saltò sulla schiena del lestrigone colpendolo con il tridente.
Alzando lo sguardo incontrò per un attimo i miei occhi prima che il messaggio svanisse.

“Nico, razza di imbecille, dove sei?” sentivo gridare.

Salutai Storm con una pacca e uscii di corsa per andare contro ai miei compagni e raccontargli l’accaduto.
Dovevano sapere.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Scusatemi tanto se ci ho messo così tanto ad aggiornare, soprattutto l'altra storia per chi la seguisse, farò del mio meglio per pubblicare anche quella presto. Sul capitolo non ho molto da dire, spero non lo troviate molto noioso perchè anche se è un pò di passaggio ho dovuto farlo per spiegare un pò di cose e anche perchè mi serve. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate così da megliorare. A presto.
percabeth2000

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Capitolo 4
*** Non mi arrenderò ***


NON MI ARRENDERO’

POV. NICO

“Eccoti qui! Dove diavolo ti eri cacciato?” mi urlò Chiara tirandomi uno scappellotto.

“Ahi!” dissi massaggiandomi la testa “ Ho trovato una grotta per Storm. Ma non è questo il punto …”

“Come non è questo il punto?!?!” disse Chiara evidentemente nervosa.

“Senti Nico,  per quanto riguarda prima …” iniziava a dire Percy un po’ triste.

“Hai trovato una grotta per Storm? Dove?” chiese invece Mattia.

“Eris mi ha contattato e forse so come trovare Ginevra” dissi quasi urlando per farmi sentire.

Si zittirono tutti, forse per assimilare la notizia o forse stavano solo aspettando la mia spiegazione, stranamente mi sentivo felice quasi euforico. E’ viva, posso trovarla e forse non mi odia. Nei suoi occhi, quando mi ha guardato sembrava in corso una specie di battaglia, non sapevano se guardarmi da assassini oppure da amici.

“Davvero?” chiese Chiara quasi sottovoce risvegliandomi dai miei pensieri.

“Sì, e se ci sbrighiamo potremmo farci dare una missione da Chirone, per partire”risposi.

“E come facciamo a trovarla?” disse Matty.

“Una volta mio padre mi disse che Eris ha un castello, in un bosco. Credo sia nello stesso bosco in cui l’abbiamo incontrata poco tempo fa ma in un’altra sezione, forse verso est” risposi io semplicemente.

“E non potevi dirlo prima? Magari quando eravamo già là?” sbottò Chiara.

“Come facevo a sapere che Eris era nel castello? Senza volerlo, me l’ha mostrato  con il messaggio Iride, ma prima per quanto ne sapevo potevano anche essere finite nella bottega di un qualche anziano negoziante” risposi irritato.

“Calmatevi ragazzi, ora non è il momento. Torniamo da Chirone e avvisiamolo” ci calmò Mattia poi prese per un braccio Chiara e la portò via.

“Nico, non è stata colpa tua, non sei obbligato a partire …” disse Percy.

“Stai scherzando spero, certo che voglio partire. Non lascerò tua sorella da Eris, le voglio troppo bene per farlo” dissi io. Era strano dire una cosa del genere a Percy, credo lo sapesse che bè io e lei stavamo insieme ma non gli avevo mai detto che le volevo bene, pensandoci non l’ho detto più a nessuno dopo che a Bianca.

“Sta attento però e …. Riportamela indietro perfavore”

“Non mi arrenderò facilmente, tornerà”

 
POV. MATTIA

“Che hai?” chiesi a Chiara.

Camminava al mio fianco ma sembrava distante mille miglia.

“Che ho? Ho che la mia amica è diventata pazza e mi ha lasciata sola” disse guardandomi. Era triste, lo vedevo nei suoi occhi e mi dispiaceva molto.

“Ora sappiamo dov’è ma se non riusciamo a riportarla normale? Se lei non lo volesse? Se combattesse con noi, con me? Non riuscirei ad ucciderla Matty, non riuscirei “ aggiunse dopo.

“Nessuno di noi la ucciderà e vedrai che riusciremo a riportarla alla normalità” dissi io “Credo che piuttosto di ucciderla Nico lascerebbe che lei uccidesse noi, credo sia la mia più grande preoccupazione”
Frase cattiva, lo so, ma almeno l’avevo fatta sorridere e in ben poco tempo entrambi ci mettemmo a ridere.

“Perché ridete ?” chiese Nico spuntato dal nulla.

“Lascia stare” dissi con fare evasivo.

Arrivati alla Casa Grande bussammo un paio di volte prima di scoprire da un Dioniso arrabbiato che Chirone non c’era, era al poligono di tiro con l’arco.

“Perfetto, così mi posso allenare un po’” disse Chiara.

“Allenare? Sei una delle più brave, tra poco farai centro anche ad occhi chiusi e tu ti vuoi allenare?” chiesi io.

“Non lo ascoltare, un po’ d’allenamento fa sempre bene e poi lui è il tuo ragazzo … tende ad ingrandire le tue
doti” disse Nico divertito.

Io non ingrandisco le sue doti, è davvero molto brava, ok magari non farebbe centro ad occhi chiusi ma insomma, è solo un modo di dire pensavo mentre ci dirigevamo verso il poligono.
Trovare Chirone fu abbastanza semplice: alto, barba, capelli arruffati e giusto, dimenticavo, dalla parte del corpo in giù è un centauro.
Non sembrava dispiaciuto di vederci ma neanche al culmine della felicità, era ovvio che Chirone si fosse affezionato ad ognuno di noi, compresa Ginevra.

“Mi cercavate?” chiese paziente.

“Sì, vorremmo chiederti una missione. Forse ho capito come trovare Ginevra” rispose Nico serio e deciso con gli occhi scuri fissi in quelli del nostro allenatore. Gli spiegò tutto, o almeno, gli spiegò ciò che anche noi sapevamo.

“Siete sicuri? Insomma siete coinvolti affettivamente e non so se sia il caso “ chiese lui preoccupato.

Nessuno si tirò indietro. Dopotutto era una mia amica, oserei dire la mia migliore amica visto che Chiara non era proprio un’amica.

“Andate a prepararvi, partirete domani” disse allora il centauro.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, non è il massimo ma dovevo scrivere un capitolo sulla partenza senò sarebbe mancato un pezzo. Fatemi sapere che cosa ne pensate.

percabeth2000

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Capitolo 5
*** Trovata ***


TROVATA

POV. GINEVRA
 
Che cosa è successo? Pensavo che Eris odiasse quei ragazzi, allora perché stava parlando con … Nico, no? Sì, si chiama Nico se non vado errata.

“Bravissima! Bravissima!” mi diceva Eris scendendo dagli spalti e applaudendo in modo lento, quasi inquietante.

“Sbaglio o lei stava parlando con Nico?” le chiesi facendomi roteare il tridente tra la mano.

Rimase per un secondo sconcertata, forse non si aspettava che pronunciassi il suo nome, forse pensava che lo avevo già dimenticato.

“Sì stavo parlando con lui. Si deve sempre mostrare le proprie capacità ai nemici se no sarebbe irrispettoso e ci si toglierebbe il piacere di averli battuti” mi rispose gelida.

Mi ritrovai a guardarle negli occhi: due occhi cattivi e subdoli ma incredibilmente belli e attraenti, di un viola scuro ma illuminato da un brio particolare, un brio malvagio.

“Per stamattina può bastare, vai pure. Il pranzo è all’una in punto.” disse congedandomi.

Uscii dalla porta e arrivai fino alle scale ma non sapevo cosa fare.
Se scappavo non avrei risolto un bel niente ma era anche vero che non avevo voglia di passare giorni su giorni rinchiusa in una piccola camera, per quanto confortevole fosse.
A quel punto un’idea mi balenò in testa: la biblioteca. Ricordavo perfettamente dove era e in poco tempo fui lì, a quel punto mi diressi verso le grandi finestre per sbirciare fuori ma nel farlo notai un movimento alla mia sinistra. Mi voltai lentamente, un ragazzo stava accuratamente sistemando alcuni libri.
Doveva essere piuttosto giovane, all’incirca la mia età, sedici anni, aveva i capelli ricci di un castano cioccolato, di fisico alto e slanciato, non era per niente brutto ma sicuramente era più bello Ni …. Basta! Ma che vado a pensare? Solo perché non mi devo fidare di Eris non vuol dire che mi devo fidare di loro.

“Cerchi qualcosa mia signora?” mi chiese girandosi.

Fu lì che rabbrividii all’istante. Era molto pallido e i suoi occhi risaltavano molto, due occhi rossi come le fiamme.

“Tu non sei Eris” mi disse.
Scossi la testa.

“Ti starai chiedendo cosa sono giusto? Mi chiamo Lucius, non sono un mostro ma neanche un umano, sono uno dei pochi che è nato, e sopravvissuto, da un empusa. Per questo i miei occhi sono rossi e per questo ho questi”mi disse mostrandomi i canini bianco latte.

“Ginevra, piacere. Sono una semidea, figlia di Poseidone. Lavori per Eris?” gli chiesi riferendomi ai libri.

“Più o meno, una volta ogni tanto le sistemo alcune stanze. Non sapevo dell’arrivo di una semidea … bè io non so mai niente in fondo.” Mi rispose.

“Non hai mangiato con noi stamattina” dissi.

“I dipendenti non mangiano con il capo, no? E poi io colazione non la faccio mai. Comunque … come mai sei venuta qui?” mi chiese curioso.

“Mi è piaciuta appena l’ho vista, la biblioteca intendo. Mi ero ripromessa che ci avrei passato del tempo qui” gli spiegai.

“Voi semidei non siete mica dislessici?”

“Sì, ma qualcosa riesco a leggere anche se devo impegnarmi un po’” risposi un po’ malinconicamente, mi sarebbe piaciuto leggere senza dovermi sforzare come in una maratona.

“Se vuoi …” mi propose avvicinandosi “ ti leggo io qualcosa”

“Davvero?” chiesi stupita.

“Certo. Non ho molto da fare e sei una delle poche persone che quando mi ha visto non si è messa ad urlare, anche se eri visibilmente stupita” mi disse ridacchiando.

“In fondo non incontro persone con gli occhi strani tutti i giorni …” dissi anche se mi affrettai ad aggiungere “ No, scusa, in verità sì. Tra te che hai gli occhi rossi, Eris che gli ha viola e quel ragazzo di ieri che gli ha praticamente neri, direi che incontro persone strane tutti i giorni”

Ci mettemmo a ridere entrambi. Almeno una cosa positiva mi era successa: avevo trovato qualcuno con cui passare il tempo.

Il resto della giornata lo passai ad allenarmi sotto lo sguardo attento di Eris . La sera volevo salutare Lucius ma Eris mi mandò in camera subito dopo la cena e prima che me ne accorgessi ero già tra le braccia di Morfeo.
 
POV.CHIARA

Per quanto riguarda la mia persona, avevo dormito magnificamente.
Ero riposta e tranquilla, non vedevo l’ora di partire: rischiare di morire ogni ora e combattere ogni due è davvero emozionante!
No, parliamo seriamente, non avevo dormito male ma non si può certo dire che avevo dormito bene.
Non era un problema partire, con me c’erano Nico e Mattia (speriamo che non si facciano uccidere).
Mi vestii con jeans, maglietta e felpa azzurra, preparai lo zaino e mi misi l’arco e la faretra in spalla pronta per partire.
Nico e Mattia già mi aspettavano al confine. Era presto ed essendo inverno inoltrato non si era ancora alzato nessuno tranne alcune driadi che si divertivano a rincorrersi.

“Quella è carina” disse Matty indicandone una bionda con i capelli intrecciati. Ovviamente non mi aveva visto arrivare.

“Se ti sentisse chiara, ti ucciderebbe” disse Nico osservando la ninfa.
Arrivando tirai uno scappellotto ad entrambi.

“Da Matty potevo anche aspettarmelo, con te faccio i conti dopo, ma tu Nico mi hai deluso. Appena Ginevra torna normale, glielo dico.”

“In verità, io non ho detto niente”disse Nico.

“Ma l’hai guardata”

“Cosa dovevo fare? Cucirmi gli occhi?”chiese esasperato ma un po’ divertito.

“Sì, ma prima dovevi cucirli a Mattia … E ora muovetevi che si parte!”

“Bisogna prendere Storm, arriveremo prima e poi può esserci utile” disse Nico.

“Vuoi dire che dobbiamo salirci senza Ginevra?” chiese Mattia. Nico annuì convinto.

Arrivammo alla grotta e senza dire niente Storm si era già abbassata per farci salire.

Volammo per un po’ sopra gli alberi e dopo tre ore ci fermammo ad una casetta di legno per riprenderci.

Peccato che non era una casetta.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Cosa succederà ai nostri eroi? Non faccio spoiler, questo mai. Mi dite cosa ne penste di Lucius? Sinceri eh? Mi raccomando.
Spero solo che il capitolo vi sia piaciuto e mi scuso se ci sono errori di battitura. A presto.
percabeth2000

 

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Capitolo 6
*** Prigionieri ***


PRIGIONIERI
POV. GINEVRA
 
“Ma che diavolo …” ho appena il tempo di dire prima che l’allenamento mattutino venga interrotto dalla mazzata di un ciclope sulla testa.
Mi alzai verso le due del pomeriggio, mi issai seduta sul letto e mi massaggiai le tempie. L’ultima cosa che ricordo sono delle urla e dei gridi poi il buio.

“Ti sei presa una bella mazzata semidea” mi disse Lucius porgendomi una benda fresca.

“Che è successo? Ricordo delle grida, mi sono distratta un attimo e poi …” non riuscii a finire  la frase, diavolo se mi faceva male la testa.

“I guardiani, hanno trovato dei semidei fuori dal castello” mi rispose “Non dovresti fare …”

Ma io ero già in piedi, pronta per vedere i nuovi arrivati e sinceramente anche per mettere qualcosa sotto i denti visto che non avevo pranzato.

“Sforzi” finì Lucius.

“Eddai, non fare il fratello iperprotettivo. Pensa a fare il fratello che appoggia sempre la sorella in qualunque cosa decida di fare” gli dissi sentendomi già meglio.

“Svegliata di buon umore vero? Comunque non esiste un fratello che appoggia sempre la sorella” disse lui.

“Va bene, va bene. Ora però andiamo”

“E dove?” chiese lui curioso.

“A vedere i semidei. Però devi aiutarmi, li vorrei incontrare da sola” gli risposi.

“E allora io che ci vengo a fare?” chiese un po’ arrabbiato.

“Non intendo senza di te, intendo senza di Eris. Devo verificare una cosa.” Gli risposi sbuffando e dirigendomi verso la porta.

“Va bene, arrivo, a quest’ora Eris deve essere nella sua camere abbiamo via libera per un po’, ma non sono sicuro” mi disse seguendomi.

“Niente è mai sicuro Lucius, niente”

Detto questo uscimmo in silenzio stando attenti perfino al rumore dei nostri passi, ripassammo le solite scale ma una volta arrivata lì mi venne una stretta al cuore, non sapevo dove fossero.

“Seguimi so dove sono le prigioni” sussurò Lucius scortandomi in corridoi mai percorsi.

Mi dispiaceva non dirglielo, non dirgli che io sapevo chi erano e non dirgli che cosa volevo sapere da loro, insomma era pur sempre l’unico amico che avevo.

“Come mai sai dove sono?” gli chiesi invece.

“Eris mi teneva laggiù all’inizio insieme ad alcuni dei miei simili, prima di decidere di farmi suo collaboratore, prima di uccidere gli altri.”mi rispose con tono freddo e arrabbiato fermandosi poi davanti ad una porta di
legno pitturata di nero.

“Eccoci” disse aprendola.

Eris doveva essere davvero nella sua camera e la prigione risuonava di un silenzio inquietante.
Le due file di celle si estendevano lungo i miei fianchi dando vita ad un corridoio di sbarre e spazi vuoti, percorrendolo ti sembrava di passare in una dimensione diversa, fino a quanto non trovai la cella che cercavo.
Chiara e Mattia se ne stavano a destra appoggiati al muro mentre Nico era sul fondo con sguardo arrabbiato ma triste. La prima a notarmi fu Chiara.

“Ginevra … “ disse “Chi è lui?” chiese subito dopo.

“Li conosci?” mi chiese Lucius.

Ma in quel momento ero troppo impegnata ad osservare Nico, ora aveva alzato lo sguardo e mi scrutava attentamente mentre cercava di leggermi dentro. Nella mia mente passavano tantissime immagini sconnesse io, lui, io e Chiara che ridevamo, io che parlo con Mattia, un drago, Persefone, Percy, Chirone, troppe immagini per la mia mente già confusa e in più l’emicrania non aiutava.

“Stai bene?” mi chiese Lucius mentre io annuivo tenendomi la testa.

“Che le è successo?” chiese invece Mattia, riconoscevo la sua voce.

“La mazzata di un ciclope, l’ha presa in pieno”

“Perché sei venuta?” mi sentii sussurrare e alzando il mento mi ritrovai Nico davanti, solo la grata a dividerci.

“Voglio delle risposte, non mi fido di Eris ma non posso neanche fidarmi di voi per ora. Non so se quello che
penso sia vero o falso.” Risposi più ad alta voce.

“Non sarà un problema, ma vi conviene mettervi comodo sarà una storia lunga” mi disse Chiara iniziando a raccontare.

In quanto a descrizioni quella ragazza ci va giù pesante, mi ha raccontato tutto o meglio tutto quello che ha visto anche lei. Mi ha raccontato delle nostre missioni, della nostra amicizia e delle nostre … relazioni.

“Ok, ho finito. Ora ti fidi? Non mi piace questa cella, preferirei mi facessi uscire, se vuoi più lasciare dentro loro due” mi chiese impaziente.

“Mi fido, ma non posso farvi uscire ora, sarebbe un suicidio per tutti” gli risposi sincera, perché era vero, mi fidavo. Mentre raccontava alla mente mi erano tornate delle immagini, immagini che raccontava, immagini che non possono essere impiantate così di punto in bianco, devi averle viste e poi, quel senso di rabbia e vendetta non c’era più se n’era andato.

“Non possiamo andarcene così, ci seguirà e ci metterà in prigione tutti anche se partiamo tra due settimane” disse Mattia.

Sentii un mano accarezzarmi la guancia sinistra, all’inizio mi spaventai ma poi capii chi era stato. Nico aveva allungato il braccio attraverso la sbarra e stava per dirmi qualcosa quando Lucius disse:”Dovete fare un piano”

“Dobbiamo?” chiesi scostandomi un po’ di malavoglia dal tocco di Nico “Tu vieni con noi, ti perseguiterebbe e poi qui non hai niente per cui valga la pena restare”

“Darò fastidio e basta”

“Potrebbe servire invece” gli dissi.

“E come?” chiese.

“ Con questi” dissi alzandogli il labbro e mostrando i canini.

Gli altri restarono un po’ scioccati ma si ripresero quando si sentì un rumore in lontananza, forse una porta.

“ Eris … Domani, ci vediamo domani. Muoviti Lucius, se ci vede ci uccide” dissi salutandoli.

Mentre me ne andavo l’ultima immagine che scorsi furono gli occhi neri di Nico scuriti maggiormente dal buio della prigione.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Scusate l'enorme ritardo ma non riesco mai ad aggiornare, il capitolo ad essere sinceri era già pronto da un pò. Bando alle scuse, in questo caso d'obbligo, e pensiamo positivo: il capitolo.
Spero vi sia piaciuto e che mi facciate sapere. A presto.
percabeth2000

 

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Capitolo 7
*** Piani ***


PIANI
POV.NICO
 
Chi diavolo è quello? Sì, è egoistico, ma insomma, se tu avessi appena visto la tua ragazza o il tuo ragazzo con qualcun altro che penseresti? Appunto … Chi è quello?
Mi consolavo con il fatto che stesse bene e che potesse tornare da me, se non come ragazza, come amica perlomeno, l’importante è che sia felice e che stia bene, non fa niente se con quello, con me o con qualcun altro.
I miei pensieri furono interrotti da una fragorosa risata e un richiamo, credo un nome.

“O miei cari eroi, alla fine siete giunti nella mia dimora. O che dolore, che disgrazia, che sciagura immane, mi ucciderete non è così? E allora colpitemi e fate si che la mia sia una morte insofferente, ve ne prego”disse con voce dolce Eris imitando un po’ gli attori delle opere, con gesti e sguardi di dolore e sofferenza.

“Se solo mi dessi una spada, sarei grata ti porti questo onore” gli rispose Chiara inchinandosi e tenendo il suo gioco.

“Lucius!” chiamò Eris con sguardo di sfida.

“Sì mia signora?” chiese il ragazzo di prima, quello che era con Ginevra. Devo dirglielo, non è dei nostri, sta con Eris.

“Vammi a chiamare la mia cara figlia di Poseidone, devo mostrargli delle cosette qui”chinando il capo in modo reverenziale Lucius uscì dalle prigioni, tornando dopo poco con Ginevra.

“Mia cara, che piacere. Vedo che stai meglio.” La salutò la dea con fare quasi materno.

“Sì, grazie. Mi riprendo in fretta. Lucius ha detto che deve mostrarmi qualcosa no?” gli chiese lei invece fredda e impassibile. Ok, devo dire che anche se è triste, questo lato di lei mi piace un sacco.

“I tuoi amici, visto? Erano venuti a rapirti questo è certo ma noi domani li metteremo nell’arena e con questi vestiti e senz’armi non dureranno neanche cinque minuti, sarà uno stupendo spettacolo non trovi?” gli rispose  con fare sognante.

“Stupendo mia signora, a dir poco eccitante” le diede corda Ginny con un bel sorriso furbo stampato in volto.

“Andiamo ora, andiamo che domani sarà uno spettacolo fantastico, bisogna riposarsi” le sorrise Eris spingendola delicatamente con una mano sulla schiena e guardandoci con un sorriso canzonatorio.
A me non serve una spada, se si avvicina la faccio fuori con le mie mani.
 
POV.MATTIA

Era stato bello rivedere Ginevra, un po’ meno rivedere Eris ma, come si sa, c’è un lato positivo e uno negativo per tutto no? Ad esempio, se non troviamo in fretta un buon piano ci ritroveremo tutti a fettine domani.
Ormai sono passate due ore e dovrebbe essere sera ma Ginny non si è ancora vista, spero non abbia cambiato idea o meglio, spero che Eris non si sia accorta di tutto e non le abbia di nuovo fatto il lavaggio del cervello perché se no possiamo dire addio ad ogni speranza di vivere, ci sarebbe Lucius ma non credo si fidi molto di noi si fida solo perché lo fa anche Ginevra. O, giusto, credo che Nico stia dando di matto, per gelosia intendo. Dovevate vederlo quando sono scesi insieme, se ci fosse stata una telecamera lo avrei filmato.

“Non ti spaventare, gli occhi di Ginny restano comunque solo per te” disse Chiara. Appunto, dicevo io …

“Non mi provocare Chiara, non è il momento, sono abbastanza nervoso” gli rispose Nico.

Scoppiammo tutti e tre a ridere come dei matti anche se la situazione era alquanto preoccupante e la tensione non evitava di farsi sentire, anzi. Smettemmo quando sentimmo la porta, quante volte l’abbiamo sentita in solo mezza giornata?Cinque o sei? Forse di più, però almeno, non era Eris ma Ginevra. Con Lucius.

“Dovreste metterle sotto i vestiti, non sarete invulnerabili ma vi proteggeranno un po’” disse Ginevra porgendoci delle specie di canotte in cuoio.

“Quindi domani dovremmo combattere?” chiesi squadrando la canotta mentre Nico già si cambiava.

“Sì. Cercherò di combattere anch’io se riesco a convincerla e mentre Lucius la distrarrà potremmo scappare fuori, in qualche modo” mi rispose.

“Quindi … è un piano mezzo suicida” dichiarai cambiandomi anch’io, Chiara non si era ancora cambiata.

“Non ho intenzione di spogliarmi davanti a voi, piuttosto mi faccio colpire nell’arena” disse.

“Avevo previsto. Metti la canotta sopra, Lucius, la felpa?”disse Ginevra mentre gliela porgeva. “Grazie. Metti sopra questa, così Eris non noterà il cuoio”

“Ma vedrà la felpa”protestò Chiara.

“Gli dirò che stanotte avevate freddo e ti ho portato una felpa” disse Lucius “tanto devo farvi da guardia”

“A Eris non interessa della nostra sanità se no ci avrebbe dato anche delle armi per domani” disse Nico un po’ scontroso.

“E probabilmente ve le darà. A Eris non interessa vedervi morti ma umiliarci tutti e se morite in fretta, non può farlo” s’intromise Ginevra con sguardo serio.

“Ok, va bene, basta. Vai ora, che se Eris viene da te siamo fritti e morti tutti” disse Lucius incoraggiando Ginevra. Peccato che non aveva intenzione di spostarsi da lì, stava ancora fissando Nico e quei due si stavano lanciando una specie di discorso a sguardi.

“Vai, corri” la incoraggiò ancora e questa volta annuì seria e corse via.

“io starò qui di fianco se vi serve qualcosa” si rivolse a noi.

“Aspetta, ho una domanda da quando ti ho visto. Come mai hai i canini e gli occhi rossi?” chiese Chiara curiosa, la solita.

“E’ una storia un po’ lunga” disse lui.

“Abbiamo tutta la notte”

Perfetto, come minimo prima di domani Nico o strozzerà lui o strozzerà se stesso, o peggio, me. Guai in vista.


ANGOLO DELL'AUTRICE CHE è TERRIBILMENTE SPIACIUTA PER IL RITARDO MOSTRUOSO:
Credo che dall'introduzione si capisca che sono dispiaciuata no? Colpa della scuola e dei continui spostamenti.
In quanto al capitolo, spero vi sia piaciuto o che perlomeno non lo troviate poi così orrendo,
Questa storia ormai sta volgendo al termine a meno che non mi venga in mente qualcosa di talmente sbalorditivo per farla durare dei capitolo in più, fatemi sapere che cosa ne pensate e se avete dei consigli non esitate a farmeli presente. A presto.
percabeth2000

 

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Capitolo 8
*** Storie ***


STORIE
POV. CHIARA

Una storia davvero curiosa e strana, quella di Lucius, il figlio di un empusa e  un umano, più o meno un vampiro senza l’immortalità e senza morire alla luce, chissà se magari …

“Hai per caso qualcosa contro l’aglio?” chiesi. Mattia scoppiò a ridere, Nico alzò gli occhi al cielo e Lucius fece un sorriso divertito.

“No, non ho niente contro l’aglio, non mi brucia e non mi uccide però non lo mangio certo a colazione” mi rispose.
Ok, ora posso dirmi estremamente soddisfatta.

“Passando a domande vere, domani: con chi combatteremo?” chiese Nico.

“Principalmente lestrigoni, dracene e magari qualche arpia e qualche empusa” rispose Lucius tranquillo “ Ginevra combatterà con voi, o almeno penso, conoscendo Eris. Credo che l’abbia confusa per poi farle vedere voi morire ma se la mette nell’arena con voi, quando la farà ritornare normale lei si sentirà ancora più in colpa per non avervi aiutato. Morirebbe di dolore”

“Ma ora lei sta bene” disse Mattia.

“Sì, ma Eris non lo sa e penserà solo a farla soffrire ad a umiliarvi”

“Morirebbe di dolore hai detto. Come fai a saperlo?” gli chiese Nico “Insomma, non sai niente di quello che ha passato con noi”

Effettivamente era vero, per noi era normale pensare di morire l’uno per l’altro ma Lucius ci conosceva da poco ed era vero che aveva sentito la storia delle nostre avventure però era comunque molto strano.

“Si vede da come vi guarda e da come vi protegge, si fida anche se non è ancora del tutto sicura di ciò che è successo, l’incantesimo di Eris continua comunque a gravare su di lei ci metterà un po’ per passare del tutto. Anch’io avevo degli amici con cui avevo un bellissimo rapporto ma poi Eris gli ha imprigionati e uccisi così come la mia famiglia e la ragazza che amavo, per questo vi voglio aiutare” rispose Lucius con tono un po’ malinconico, si vedeva che gli mancavano: i suoi amici, l sua famiglia e la sua ragazza. Deve essere orribile.
“Sarà meglio che vi mettiate a dormire ora, domani sarà una lunga giornata” ci informò.

“Notte a tutti belli e brutti” dissi “ O meglio, notte a me, che sono bella e a voi, che siete, bé, accettabili”

“Se l’avessi Chiara, ora avresti un cuscino in faccia “ disse Nico.

Avevo un po’ di pensieri nella testa ma dopo poco mi addormentai sul pavimento freddo, stringendomi nella felpa.
 
POV.GINEVRA

Ero un po’ preoccupata: Eris mi aveva dato il permesso di combattere dicendomi di farli sfigurare e di metterli in ridicolo, di dimostrare chi era il più forte.
Ma non mi sentivo affatto forte, anzi, avevo un po’ paura, se si accorge di tutto e mi fa tornare come prima? O peggio, mi fa un incantesimo più potente? No, non potevo permetterlo, non in quel momento proprio quando stavo riprendendo piano piano tutta la memoria,pensai.
Ricordavo con più chiarezza le nostre avventure, i nostri primi incontri, alcuni momenti divertenti e anche alcuni brutti, ricordavo una guerra della quale però ancora non riuscivo a vedere la conclusione e poi ricordavo un prato, non un prato qualsiasi, un prato di rose nere e rosso sangue, un prato che adoravo.
Se continui così mia cara domani non avrai neanche la forza per reggerti in piedi, vai a letto, mi disse la mia testa ma prima dovevo fare ancora una cosa, poi avrei potuto dormire.
Mi alzi e camminai fino all’armadio, lo aprii e ci trovai dentro una bella scorta di vestiti di tutti i generi: da tute a jeans e magliette, maglioni e felpe. Scavando più a fondo trovai poi ciò che cercavo, la tuta di pelle nera che uso per gli allenamenti ma nuova di pacca e con alcuni rinforzi sulla cassa toracica e sull’interno coscia, l’appoggia sulla sedia e poi mi lasciai cullare dai pensieri finché non mi ritrovai a vagare in un  mondo di sogni.

La mattina dopo mi svegliai abbastanza in fretta e soprattutto alla buon ora perché dovevo vedere i ragazzi senza che Eris se ne accorgesse, scesi giù alle prigioni e li trovai ancora tutti addormentati tranne Lucius.
“Ehy” lo salutai.

“Ehy, dormito bene?” mi chiese premuroso.

“Sì. Tu? Tutto apposto?” chiesi di rimando curiosa e preoccupata.

“Hai degli amici che ti vogliono bene” mi disse sorprendendomi, era strano sentirsi dire una cosa del genere da qualcuno che vi ha visti insieme per poco tempo e non in un periodo molto florido “Non sottovalutarlo, io ho perso i miei”
Giusto, la sua famiglia, i suoi amici e la ragazza che amava. Me l’aveva detto una volta, nel pomeriggio, in biblioteca.

“Tu pensi di essere un mostro e di non essere degno di essere apprezzato ma sei una delle persone più intelligenti e profonde che io conosca, ci tengo a fartelo sapere e tengo anche a farti sapere che una volta fuori da qui ti aiuterò a trovarti una sistemazione. In ogni caso sei anche tu un mio amico” gli dissi sincera.

“Nico è fortunato”

“Cosa c’entra Nico?” chiesi stranita ma curiosa.

“Nico è fortunato ad essersi innamorato di una ragazza come te ed a essere ricambiato” mi rispose con tono dolce ma con uno sguardo un po’ malizioso.

“Come diavolo?...” ero sbigottita.

“Si vede lontano un miglio e poi, credo sia geloso di me” specificò guardandolo.

“Geloso di te? Per quale motivo?”

“Forse si sente in colpa per non averti aiutato”

“Ma non poteva farlo” dissi automaticamente “Nessuno poteva farlo, al massimo sono io che avrei dovuto opporre più resistenza” affermai.

“No, neanche tu, Eris è forte”

Restammo in silenzio per un po’ finché uno sbadiglio attirò la nostra attenzione.
L’ora della battaglia è vicina.


ANGOLO DELL'AUTRICE:
Non so come scusarmi per l'enorme ritardo, quanto saranno? Tre settimane? Chiedo enormemente scusa ma l'ispirazione tardava a venire ed in più la stanchezza non aiuta di certo.
Pensando al capitolo invece, spero che vi sia piaciuto, ormai siamo quasi al capolinea ragazzi. E la battaglia? Come andrà?
Un saluto,
percabeth2000

 

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Capitolo 9
*** Vendetta ***


VENDETTA

POV.NICO
 
Non avevo dormito molto bene e, quando la mattina sentii la voce di Ginevra, rimasi a far finta di dormire per ascoltare quello che diceva a Lucius.
Avevano parlato di me ed effettivamente Lucius aveva proprio fatto c’entro: mi sentivo così in colpa per non averla aiutata, per non aver fatto qualcosa e averla lasciata andare via con Eris.
Ma non continuarono la conversazione a causa di uno sbadiglio.

“E’ già mattina? Dite che non si può rimandare il combattimento?” chiese Chiara con la voce impastata dal sonno.

Nel frattempo anch’io avevo iniziato a svegliarmi cercando di non dare nell’occhio il fatto che fossi già piuttosto arzillo, mentre Mattia si godeva ancora il suo dolce sogno. Non per molto visto che ormai Chiara era sveglia.

“Giù dal letto dormiglione!” gli gridò nell’orecchio mentre sia Ginevra che Lucius ridevano sotto i baffi.

Una volta tutti svegli dovevamo solo aspettare il momento propizio, quanto avrei voluto parlare con Ginevra da solo, per qualche minuto o anche solo dirgli di stare attenta.
Stavo per dirglielo ma mentre la guardavo bene notai che era diversa dal solito, aveva la tuta in pelle nera che gli avevo visto nel messaggio Iride ma sembrava rinforzata. Rimasi per un secondo scioccato: stava veramente bene così.

“Ehy, bella tuta Ginny. Portatela a casa poi, vedrai quanti ragazzi ti faranno il filo, quelli che non sono già occupati con me, è ovvio”disse Chiara. Io e Mattia lanciammo due occhiatacce a Chiara veramente da record.

“Dovrei andare o Eris mi troverà qui, state attenti nell’arena, una distrazione e siete finiti” ci comunicò seria ma forse con una punta di tristezza.

“Stai attenta anche tu, e non pensare a noi, ce la caveremo”dissi io guardandola negli occhi che avevano assunto la tonalità che preferivo.

“Ne sono sicura” sorrise per poi sparire verso l’uscita.
 
POV.CHIARA

Fortuna che Ginny era andata via perché dopo neanche dieci minuti scese Eris intimandoci di seguirla fino all’arena. Perché non siamo scappati durante il breve tragitto? Semplice, per Eris intimare significava legarci i polsi e poi legarci ulteriormente tra di noi per la gamba destra come dei carcerati.
Mentre camminavamo, ad ogni passo, trovavo il castello sempre più incantevole ed imponente peccato solo chi lo abitava …
Arrivammo ad una porta e quando vidi l’arena rimasi sbalordita: era molto grande, in un certo senso mi ricordava il Colosseo, completamente di sabbia con al lato destro appoggiati degli specie di armadi contenenti armi di tutti i tipi infine le scalinate erano completamente piene di gente o meglio, mostri.

“Sono tantissimi” sussurrò Mattia.

“Ce ne siamo accorti” dissi sarcasticamente.

Velocemente Eris ci tagliò le corde e ci presentò al pubblico esattamente come si fa con dei pezzi da carne con un cliente.

“E ora miei cari, vedrete combattere i vostri forzuti figli e nipoti con questi semidei. Per dimostrarvi la mia dedizione metterò la mia stessa prediletta a lottare con loro e se i vostri figli la uccideranno, saprete che
siete i più forti”

O, bella politica, uccidiamoli tutti insieme e poi mettiamo a bada i mostri, perché è ovvio che stai solo bleffando e loro ti credono pure, poveretti.

“Tu sei d’accordo Ginevra? Accetterai di combattere anche con coloro che odi?” chiese Eris con i suoi occhi viola.

“Certamente” rispose la mia amica con una freddezza che non credevo possibile.

“Bene, scegliete le vostre armi, una per uno e combattete”

Ci dirigemmo verso gli armadi e mentre io prendevo un arco e una faretra Nico prendeva una spada e Mattia ugualmente, Ginevra prendeva due pugnali.

“Combattete!”

Io incoccai subito una freccia colpendo in mezzo agli occhi una dracena che cadde a terra morta e si dissolse in polvere mentre Matty e Nico si occupavano di un gigantesco lestrigone.
All’inizio non mi accorsi di tutto quello che mi stava succedendo in torno ma poi capii: Lucius e Ginevra avevano cambiato un po’ le carte in tavola.
Ginevra non ci aveva seguito ma al contrario si era diretta verso il bordo dell’arena e aveva iniziato a colpire gli spettatori riducendoli tutti in polvere così come Lucius, che gettava tanto caos come solo una specie di vampiro avrebbe potuto fare, a differenza delle empuse era molto veloce( non aveva quelle brutte gambe che si ritrovavano loro) e sicuramente la sua rabbia per quello che gli era successo non aiutava gli altri.
Un’altra dracena mi graffiò un fianco facendomi perdere un po’ di sangue ma riuscii a tagliarle la testa con un colpo netto, la battaglia stava diventando sempre più caotica a causa anche dei mostri degli spalti, i quali, iniziavano a combattere anche se fortunatamente non tutti.
Tutto mi sembrava così stranamente famigliare e già visto, come un tremendo e terribile dejàvou e quando sentii quel grido capii anche il perché.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Questa è solo la prima parte ovviamente, la seconda cercherò di postarla al più presto anche se ancora non so bene quando ne avrò la possibilità. Spero vi sia piaciuto.
Avevo detto a qualcuno che gli avrei fatto un regalo, non è uscito benissimo, lo ammetto, ma parli tu per una parte della battaglia, accontentati!
percabeth2000

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Capitolo 10
*** Vendetta parte 2 ***


POV.GINEVRA
Appena Eris aveva capito che stava avvenendo una vera e propria rivolta aveva distolto i suoi poteri dall’offuscarmi la mente e si era concentrata sul radunare quanti più mostri riusciva, era stato in quel momento in cui intorno a me era diventato tutto più chiaro e in cui la mia mente si era finalmente fatta limpida come uno specchio d’acqua.
Mi ricordavo di tutto, ma soprattutto mi ricordavo della battaglia sull’Olimpo, molto simile a quest’ultima se non per la mancanza degli Dei e l’aiuto di Lucius, mi ricordavo di quanto fossi stata persa, confusa e spaventata dopo aver visto gli occhi di quel drago e mi ricordavo di quante me ne aveva fatte passare.
La rabbia si era subito impossessata del mio corpo e oltre ad aiutare Lucius ad uccidere i mostri sugli spalti avevo un obbiettivo ben preciso: Eris.
Continuavo a colpire con il tridente facendomi strada verso la dea, intorno a me scorgevo degli squarci di battaglia, vedevo Chiara e Mattia combattere da un lato mentre Nico si occupava dell’altro, vedevo alcuni mostri scappare mentre altri gettarsi nella mischia verso i miei amici senza preoccuparsi più di tanto di me e Lucius.
La battaglia ti rende pazzo solitamente, i sensi si affinano rendendoti l’udito finissimo e dandoti la vista di un falco, la  tua arma diventa un prolungamento di ciò che sei, diventa l’aiutante di cui hai bisogno, l’amica che aspettavi. Però, se non riesci a controllarti, la battaglia diventa una specie di suicidio, come buttarsi giù da un ponte , il tuo unico scopo diventa uccidere e non ti cibi più di cibo ma di sangue e dolore.
Questi pensieri mi fermarono per un secondo e come sempre accade, quel secondo è fatale perché Eris si materializza dietro di me colpendomi il fianco, lo stesso fianco dell’altra volta e io urlo di dolore ma fortunatamente mi ha solo fatto un taglio e non è neanche tanto profondo quindi quello stesso grido diventa molto presto in un grido di rabbia e battaglia.
Mi giro colpendole la mascella con la parte finale del tridente, penso di avergliela staccata ma invece sembra ancora intatta.

“Non riuscirò mai a far star zitta quella tua boccaccia è?” le dissi furente di rabbia.
In tutta risposta mi fece una specie di gorgoglio rabbioso.

“Non è elegante Eris, ci credo che non ti invitano ai matrimoni poi”

Ok, avevo fatto centro, rabbiosa iniziò a caricare ed iniziò la vera battaglia tra di noi mentre intorno sentivo solo un gran fracasso di spade che cozzavano contro altre spade e armi colpendo qualche volta un mostro qua e là.
Questa volta Eris aveva una bella spada romana e si vedeva che sapeva usarla bene, dal canto mio per certi sensi era svantaggioso usare il tridente in quanto può colpire solo con le punte ma essendo anche l’arma di mio padre riuscivo a destreggiarmi eccellentemente continuando a farlo roteare per parare i colpi.
In qualche secondo riuscii a tagliarle il dorso della mano con il lato della punta sinistra del tridente, mi aspettavo che lasciasse cadere la lama ma invece si limitò a fare una smorfia di dolore ed ad attaccare ferendomi il braccio da cui iniziò a colare fuori un piccolo rivolo di sangue scarlatto poi mi colpì con l’elsa le gambe facendomi volare giù per tre o quattro scalini, mi si avvicino puntandomi la lama al collo.

“Fallo, dai, colpiscimi, finiscimi, tanto ormai sei morta” e con un colpo secco alzai il tridente e glielo conficcai nel costato facendole sgranare gli occhi. Con le ultime forze affondò la lama, ma essa colpì solo il terreno in quanto ero già rotolata di lato, alla fine sparì some sabbia grigiasta potata dal vento.
Non persi tempo e mi precipitai ad  aiutare i miei compagni.
 
POV. MATTIA

“Sono troppi!” urlai per farmi sentire da Chiara e Nico mentre uccidevo una dracena.

“Giù!” urlò qualcun altro ed io esegui l’ordine immediatamente senza neanche pensare che fosse una trappola, i miei muscoli e la mia testa fecero tutto di per sé, loro avevano già capito.

Sopra la mia testa volò quello che a prima vista sembrava un tridente ed andò a conficcarsi esattamente al centro della testa di un Lestrigone, poi accanto a me sfrecciò una figura che subito dopo riconobbi, Ginevra, che riprese il tridente e ci chiamò a raccolta.

“Sei … Stai bene?” le chiese subito Chiara notando il fianco e il braccio.

“Non peggio di voi” rispose squadrandoci. Effettivamente eravamo tutti pieni di graffi e ferite più o meno gravi.

“Ma la tua ferita è più profonda” s’intromise Lucius.

“Non vi preoccupate, piuttosto pensiamo a un modo per farli fuori” continuò Ginevra.

“Strom” disse Nico.

“Cosa?”chiese Ginevra guardandolo stranita.

“Storm, il tuo drago, non so se ti ricordi comunque siamo venuti con lei” le spiegò.

“Sei un genio. Presto, fuori di qui”

Lucius e Ginevra ci fecero strada per tutto il tragitto e quando uscimmo una ventata di aria gelida ci investì, senza fermarci ovviamente.

“Come facciamo a …” stava dicendo Lucius quando Ginevra fischiò forte. Tutti la guardammo male tranne Nico, forse lui sapeva già dei fischi alla super potenza?

“Non guardatemi così, colpa di mia zia”

“Chi?” chiese Chiara curiosa.

“La mamma di Gabriele. Quella che può farti tremare se ne a voglia.” Rispose Ginevra , mentre in lontananza già si vedeva arrivare qualcosa di grosso e nero. Una volta Ginevra aveva detto che i draghi sono molto fedeli, bè, non mentiva.
I mostri ci avevano seguito ma Storm li lasciò talmente stupiti che noi nel frattempo riuscimmo a salirci in groppa ed a volare verso il Campo. Finalmente tutto era finito
.



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Grazie a tutti quelli che hanno letto fin qui! Spero solo che il mio capitolo vi sia piaciuto e, ora scappo. Tantissimi saluti.

percabeth2000

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Capitolo 11
*** Vita ***


VITA
POV.NICO
 
Ormai eravamo quasi arrivati grazie al volo di Storm e appena ci lasciò giù, dopo essersi fatta accarezzare la testa da Ginevra, volò nella grotta che avevamo trovato come rifugio.
Appena superammo la barriera però Lucius restò fuori.

“Giusto … allora io Ginevra …” stava per pronunciare le parole per poterlo farlo entrare ma Lucius la bloccò.

“Non serve, è tanto quello che avete già fatto per me, ci sono dei miei vecchi amici a New York, magari ci rivedremo …”

“Ok, a presto ragazzo-vampiro” disse Chiara sorridente.

“Grazie mille Lucius” disse invece Mattia ed io mi pronunciai in un semplice “Grazie”
Ginevra invece uscì dalla barriera del campo, lo abbracciò e gli disse di avere cura di sé.
Lucius ci salutò sorridente mentre con le mani in tasca si dirigeva verso il suo destino.

“Tutto bene?” chiesi a Ginevra mentre ci dirigevamo alla casa grande.

“Sì, ora sì” rispose sorridente.
Da quanto non la vedevo sorridere così? Mi era mancata davvero tantissimo.

Appena entrammo nella casa grande notammo subito Chirone seduto sulla sua sedia a rotelle che stava discutendo animatamente con Percy e Annabeth.

“Ehm … Penso che il nostro ritorno sia importante, ma magari sbaglio …” li interruppe Chiara con un colpo di tosse a coronare tutta la frase.

“Sei tornata …” disse Percy.

“Sì ed è anche in modalità normale, Eris non la controlla più in alcun modo” annunciò felice Mattia.
A Percy bastò questo per farlo correre ad abbracciare sua sorella.

“Percy, mi stai stritolando …” bofonchiò la sorella divertita.

“Scusa”

“Bé, ragazzi, vi posso solo dire bentornati” disse felice Chirone.

Passammo una buona ora a raccontare tutto l’accaduto a Chirone, Percy e Annabeth che ci ascoltavano curiosi e interessanti. Rivivere tutto era stranissimo perché mentre ognuno di noi parlava mi ritornavano alla mente le emozioni di quei momenti, ma il racconto che mi incuriosì di più fu quello di Ginevra perché in verità non sapevo bene che le era successo mentre noi la stavamo cercando, aveva accennato ad egli allenamenti e gli avevo anche visti per un po’, ma sentirseli raccontare nel dettaglio, l’incontro con Lucius, le cene con Eris, era tutta un’esperienza nuova.
Chirone ci congedò appena finito il racconto in modo che potessimo riposarci e mentre Chiara e Mattia andavano dai propri fratelli io seguivo Percy , Ginevra e Annabeth.

“Forse è meglio che vada …” dissi appena fummo davanti alla cabina tre.

“Ci vediamo dopo?” chiese Percy mentre Ginevra mi guardava stranita.

“Sì, a dopo” risposi girandomi e dirigendomi verso la mia cabina. Mi fermai solo quando senti qualcuno
chiamarmi, qualcuno che conoscevo bene.
 
POV.GINEVRA

“Nico!Aspetta!” urlai correndogli incontro, fortuna che si era fermato.

“C’è qualcosa che non va?” mi chiese subito in tono preoccupato.

“No,no, tutto bene” gli risposi in imbarazzo. Gli ero corsa incontro ma non sapevo bene come spiegargli quello che provavo.

“Vuoi entrare?” mi chiese mentre eravamo davanti alla sua cabina.

“Non è che vengo risucchiata dalla terra vero?” gli chiesi tra l’umoristica e la preoccupata.

“No, non dovresti …” mi rispose lasciando intravedere un sorriso divertito.

Appena entrata mi accorsi subito di come tutto fosse in tonalità scure e  opache, rispecchiavano in pieno lo stile di Nico. Pareti colorate in nero, una luce bianco-lattea, una scrivania e un armadio di mogano mentre il letto alto e di legno scuro ricoperto da un copriletto scuro sfumato.

“E’ tutto scuro, lo so” mi disse.

“Pensavo che il mio ragazzo mi conoscesse, io amo il nero” dissi a mia volta sorridente “Senti, ti avevo seguito per un motivo preciso”

“Me lo vuoi dire o no?”

“Quando ero sotto il controllo di Eris, nel profondo, sapevo che non eravate mie nemici”

“E come mai lo dici solo a me?” mi chiese curioso.

“Perché oltre a sapere quello sapevo anche che avevo un legame profondo con te. La prima volta che ho incontrato Lucius l’ho ritenuto un bel ragazzo ma poi l’ho subito comparato a te e immediatamente e bé …”

“Bé …” mi incoraggiò avvicinandosi.

“Bé, ho pensato che tu fossi molto più bello e poi mano a mano che la memoria mi tornava hanno iniziato a venirmi in mente i momenti che ho passato insieme a te e soprattutto il prato delle rose” finii di dire.

“Il prato … prima di venire a cercarti sono andato lì, mi ricordava te …” disse avvicinandosi sempre di più e alzandomi il mento “Anche se ovviamente non ho bisogno di un prato per ricordarmi di una così bella e intelligente ragazza”

“Grazie, anche tu sei bello …”

“Non intelligente?”mi chiese abbracciandomi con un braccio.

“Sì, a volte sì” risposi guardandolo negli occhi neri.

“Mi basta” disse baciandomi dolcemente. Grazie agli dei che non ci sono più radici.

“Mi sei mancata tantissimo ….”

“Anche tu …” risposi prima che potesse ribaciarmi con più passione.

“Niente svenimenti?” chiese divertito quando ci staccammo.

“In realtà ero semplicemente inciampata su una radice, non ti montare” risposi, poi controllai l’orologio che Nico aveva appeso sopra la scrivania “Secondo il tuo orologio-teschio è ora che io vada altrimenti per il falò sarò l’unica che puzza come un animale da stalla”

“A me non da fastidio” disse infilando la testa tra i capelli.

“A me sì, ma grazie comunque” gli risposi “ A stasera”

“A dopo” mi rispose.
 
 
Per i nostri semidei fu una delle serate più belle della loro vita: cantarono e ballarono fino allo sfinimento.
Chiara a causa di due certi fratelli gemelli finì  nelle braccia di Mattia mezza ubriaca.
Mattia, dopo aver portato Chiara a letto, non avendo capito che le bevande erano corrette con il rum, finì a letto anche lui.
Mentre Ginevra obbligò Nico a seguirla e appena arrivata alla spiaggia lo buttò in acqua convinta a tutti i costi di insegnargli a nuotare decentemente e ad ogni protesta del ragazzo rispondeva con un : “ io sono stata negli Inferi, non morirai per un po’ d’acqua!”
Così finisce la nostra storia, piena di avventure e amori, disperazioni e felicità, aspettiamo solo che vi uniate anche voi.



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ora potete anche urlarmi dietro, non posto da secoli e la faccio finire così. Sinceramente a me piace  come è uscito il capitolo anche se so che le azioni sono spiegate un pò velocemente e forse vi aspettavate un pò di più ... fatemi sapere con una recensione che ne pensate.
percabeth2000

 

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