Era
notte fonda. I corridoi di Hogwarts erano completamente deserti e bui fatta
eccezione per Pix che giocherellava con le armature, e per una piccola lucina
che proveniva dalla biblioteca.
Seduta
al mio solito tavolo accanto alla finestra c’ero io, Hermione Granger, che stavo
chinata su un libro del quale mi erano rimaste poche facciate.
Avevo
sistemato la bacchetta sopra un altro libro, in modo che illuminasse
perfettamente le pagine giallastre del volume che stavo leggendo, e avevo
pronunciato le parole dell’incantesimo più banale di tutti “Lumus”.
Sapevo
che stavo infrangendo le regole e che se qualcuno mi avesse scoperto sarei stata
punita ma in quel momento, non so perché, non mi interessava; l’unica cosa che
desideravo era finire quel bellissimo libro d’amore visto che durante il giorno
ero occupata con i compiti (d’altronde con tutte le materie che seguivo!!) e
nella sala comune non c’era mai abbastanza silenzio per concentrarsi.
Così me
ne stavo lì, seduta al tavolo di legno a sognare ad occhi aperti una storia
d’amore come quella raccontata nel libro; una vicenda in cui i due innamorati
prima si odiano, poi si imparano a conoscere ed infine si innamorano.
Ero
arrivata alla fine della facciata quando sentii Pix gridare “Non si gira nel
castello di notte!! Vergogna sulla tua Casa…vergogna su…”
“Zitto,
stupido fantasma!!” una voce strascicata e glaciale, di cui purtroppo, conoscevo
il padrone, era riuscita a far zittire Pix.
Sentii
dei passi avvicinarsi alla porta della biblioteca; non mi potevo far trovare lì
così misi un segnalibro fra le pagine, mi alzai e mi nascosi dietro alla
scaffalatura più vicina a me.
Rimasi
immobile fino a che la porta della biblioteca non si aprì e qualcuno entrò.
Sbirciai
oltre gli scaffali e vidi Malfoy in vestaglia verde e argento che si accomodava
al tavolo dove, fino a pochi istanti prima, ero seduta io.
La
debole luce della lanterna che aveva portato con se gli illuminava il volto
facendo risplendere i suoi capelli biondissimi e dando un aspetto quasi
spaventoso ai suoi occhi glaciali.
Mi
ridestai da quei pensieri e una domanda mi fece capolino nella mente: che cavolo
ci faceva Malfoy in giro a quell’ora di notte e, per di più, in biblioteca?!
Mi
accorsi che aveva tirato fuori un libro da sotto la vestaglia e che lo aveva
aperto; cercai di vederne il titolo: “William Shakespeare: Amleto”.
Cosa?!
Davvero a Malfoy interessava quel tomo?! La tragedia più conosciuta in tutto il
mondo babbano e magico?! Uau…ero stupita!!
Continuai ad osservarlo.
Una
volta aperto il libro, iniziò a sfogliarne le pagine lentamente come se fosse
qualcosa di veramente prezioso; le sue dita affusolate accarezzavano le facciate
come fossero troppo delicate per le sue mani.
Cercava
il punto in cui era arrivato e, quando finalmente lo ritrovò, sistemò i piedi
sul tavolo, appoggiò la schiena al muro ed iniziò a leggere avidamente.
Era
quasi un piacere guardarlo mentre con gli occhi argentati seguiva le parole;
adoravo osservare chiunque leggesse un libro e, in quel raro caso, anche Malfoy
era interessante quando leggeva.
Improvvisamente mi ricordai in che situazione mi trovavo; ero nascosta dietro la
scaffalatura accanto al tavolo dove ora era seduto quello stupido furetto, non
potevo muovermi altrimenti mi avrebbe scoperta e non potevo Smaterializzarmi
perché…bhè, sempre per il solito problema di discendenza; all’interno delle mura
del castello si potevano Smaterializzare solo i Purosangue e gli insegnanti!!
La mia
unica soluzione era uscire ed affrontare Malfarret…così misi fuori il naso dal
mio nascondiglio e cercai di allontanarmi in punta di piedi ma…
“Granger…che ci fai qui?! Non lo sai che è notte e che stare fuori dal
dormitorio è vietato?!” disse il furetto con il suo tono da saputello ed il suo
solito ghigno trionfante stampato sulle labbra sottili.
Mi
fermai sbuffando.
“Lo so
che è vietato!! E poi non sei la persona più adatta a rimproverarmi visto e
considerato che neanche tu sei nel tuo dormitorio!! Quindi potrei farti la
stessa domanda…perché non te ne torni nel tuo sotterraneo?!” dissi furibonda per
il fatto che era l’una di notte e che non avevo nessuna voglia di parlare con
quell’imbecille.
Malfoy
mise un dito fra le pagine del libro a modi segnalibro e mi guardò.
“Granger, Granger, Granger…come faccio a farti capire che non devi parlarmi con
quel tono?!”
Il suo
sguardo era fisso su di me e, visto che indossavo solo una camicia da notte
semitrasparente, arrossii bruscamente e distolsi lo sguardo dai suoi occhi
argentati.
Il
biondino se ne accorse e sghignazzò, poi si alzò e mi si avvicinò; io estrassi
la bacchetta e gliela puntai contro.
“Non
avvicinarti Malfoy o finisci male!!”
“Oh…che
paura!!”
Lui
continuava ad avvicinarsi ed io continuai ad indietreggiare fino a quando, con
mio grande dispiacere, arrivai con le spalle al muro; urtai contro uno scaffale
dal quale caddero alcuni pesanti volumi che arrivarono a terra con un gran
tonfo.
La mia
bacchetta sfiorava il collo bianco di Draco quando improvvisamente una voce ci
fece girare all’unisono verso la porta.
“Che c’è
tesorino?! Hai sentito qualche rumore?! Eppure la biblioteca dovrebbe essere
chiusa!!” la voce di Gazza che parlava con la sua gatta, Mrs Purr, risuonò nel
corridoi e sentimmo i suoi passi avvicinarsi veloci, per quanto gli consentivano
le gambe, alla porta.
“Merda…”
Draco stava fissando la porta; un suo braccio muscoloso mi impediva di
allontanarmi dal muro e io mi ritrovai a fissare il ciuffo ribelle che gli
accarezzava la fronte.
“Granger…dobbiamo sgombrare altrimenti se Gazza ci scopre siamo nei guai…”
“Granger…ti svegli?! So che sono bello da mozzare il fiato ma da li a non
ragionare più ce ne vuole!!”
Mi
accorsi solo allora che stava parlando con me “Non farti strane idee Malfarret…stavo
solo pensando a come fare per uscire di qui!!”.
I passi
di Gazza si fermarono improvvisamente ed entrambi capimmo che era arrivato
davanti alla biblioteca; sentimmo il suo respiro affannoso: stavamo per essere
beccati, e non sarebbe stata affatto una bella esperienza.
“Ti fidi
di me Granger?!” mi chiese Malfoy come se fossimo amici da sempre.
“Certo
che no!!” gli risposi, realizzando che ero ancora attaccata al muro e che il
furetto mi impediva di spostarmi.
“Perfetto!!” detto questo recuperò il suo libro ancora sul tavolo, mi prese per
il polso e, con un sonoro “pop” ci smaterializzammo.
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