Caro Amico...

di Unforgiven_Ice_Girl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Domenica 8 settembre 2013 ***
Capitolo 2: *** Martedì 24 settembre 2013 ***
Capitolo 3: *** Domenica 29 settembre 2013 ***
Capitolo 4: *** Domenica 13 ottobre 2013 ***
Capitolo 5: *** Mercoledì 23 ottobre 2013 ***
Capitolo 6: *** Giovedì 7 novembre 2013 ***
Capitolo 7: *** Venerdì 15 novembre 2013 ***
Capitolo 8: *** Sabato 23 novembre 2013 ***
Capitolo 9: *** Martedì 17 dicembre 2013 ***
Capitolo 10: *** Lunedì 23 dicembre 2013 ***
Capitolo 11: *** Domenica 29 dicembre 2013 ***
Capitolo 12: *** Giovedì 16 gennaio 2014 ***
Capitolo 13: *** Giovedì 13 febbraio 2014 ***
Capitolo 14: *** Giovedì 6 marzo 2014 ***
Capitolo 15: *** Lunedì 14 aprile 2014 ***
Capitolo 16: *** 13 maggio 2014 ***
Capitolo 17: *** 29 maggio 2014 ***
Capitolo 18: *** Martedì 19 agosto 2014 ***



Capitolo 1
*** Domenica 8 settembre 2013 ***


Caro amico,
mi è venuta voglia di scriverti anche se tu non sai chi sono. Ho letto un bel libro di recente, il libro da cui è tratto il film "Noi siamo infinito". In italiano il titolo del libro è "Ragazzo da parete", e come titolo rende molto di più di quello del film, almeno per me. Perché "Noi siamo infinito" fa pensare a una bellissima amicizia, a una favolosa storia d'amore, a una certa pace con il mondo, e a me queste cose sdolcinate non piacciono, specialmente in questo periodo della mia vita. "Ragazzo da parete" fa più per me, perché è la tipica persona che è ferma all'angolo e guarda la vita scorrergli davanti inesorabile, questa figura potrebbe essere considerata inetta, che potrebbe agire ma non vuole, che preferisce osservare e capire certe cose piuttosto che viverle. In inglese, invece, il titolo del libro è "The perks of being a wallflower", che secondo me rende ancora di più l'idea, perché in italiano sarebbe "I vantaggi di essere un fiore da parete". E tu vuoi mettere un ragazzo da parete con un fiore? Il fiore è qualcosa di delicato, qualcosa di cui bisognerebbe prendersi cura in modo molto attento, un fiore è per antonomasia qualcosa di bello. E poi la figura del fiore o del ragazzo da parete non è solo negativa, ma ha i suoi vantaggi. Capire il comportamento di altre persone non è da tutti, la maggior parte della gente agisce senza pensare e critica senza riflettere su cosa ci possa essere dietro, forse sono queste le persone che andrebbero incriminate in alcuni casi.
In realtà, sto davvero pensando che per me questa figura è positiva semplicemente perché anch'io sono così e forse sono troppo egoista per capire che dovrei essere diversa. Poi sono talmente egoista che sto scrivendo anche di me e dei miei problemi da ragazzina asociale. Ma non mi importa. Io scrivo per me.
Non è che essere asociali sia una cosa tanto evidente. Ad esempio, io frequento l'università, sono solita andare a scuola e parlare con tante persone nell'arco della giornata, ma questo succede solo perché ormai è da un po' che ci vado. Prima di parlare con qualcuno mi faccio tanti problemi e quando finalmente mi faccio coraggio e ci parlo divento subito rossa in viso e comincio ad intrecciare le parole, dando agli altri un'impressione alterata di me, perché la sfiga che mostro all'apparenza si tramuta in un ipersensibilità che ho dentro di me. Però questo lo so solo io, non gli altri. Gli altri non vanno di certo a pensare che io potrei essere una che si vergogna anche solo di chiedere un'informazione banale. Figuriamoci se vanno a pensare che scrivo i miei pensieri a un pubblico che non mi conosce, o che a volte neanche esiste perché magari nessuno leggerà mai certe mie frasi. Ma non importa, perché questo mi fa passare il tempo e non mi fa pensare che devo sbrigarmi a laurearmi per poi mettermi a cercare lavoro, pur sapendo che in tantissimi mi sbatteranno le porte in faccia... se solo quelli sapessero che io a quella gente le porte in faccia gliele sbatterei letteralmente parlando.
Visto che non mi conosci, amico, potrei aprirmi con te e raccontarti qualche mio segreto, che ne dici? Tanto non sai chi sono e non puoi giudicarmi troppo.
- Mi sento estremamente crudele dopo aver ucciso una mosca o una zanzara. Anche se mi danno molto fastidio, son pur sempre esseri viventi che meritano di vivere una vita dignitosa. Una volta ho ucciso due mosche che si stavano accoppiando e per alleviare il mio senso di colpa ho pensato: "Almeno sono morte felici, non capita a tutti."
- In genere non giudico la gente in base all'apparenza, e questa dovrebbe essere una cosa buona. Lo faccio solo se quella persona mi tratta male o mi fa soffrire. Puntualmente, però, quando vado a lamentarmi di qualcuno mi sento dire "ma a lui è morto un parente, ma a lei è morto un amico" e questo mi fa sentire una vera merda.
- Quando qualcosa mi fa ridere non riesco a fare un semplice sorriso discreto, come fanno tutti gli altri. Mi metto a ridere di gusto, emettendo strani rumori, che mi imbarazzano parecchio.
- Provo sempre a guardare gli altri fisso negli occhi quando ci parlo, ma dopo mezzo secondo distolgo lo sguardo perché ho paura di sembrare strabica.
- Piango spesso, anzi, spessissimo davanti alla tv. Davanti a qualsiasi programma. Mi emoziona molto di più di quanto faccia la vita reale.
- Ho la cellulite.
- Mi depilo con molta frequenza, altrimenti divento più pelosa di una scimmia.
- Mi piace andare al bar di sabato sera e bere finché non divento brilla, però solo d'inverno.
- Mi piace quando si fa notte presto.
- A volte il sole mi fa innervosire, specialmente quando la mia anima è in tempesta. Mi verrebbe voglia di minacciarlo con una pistola ad acqua, se solo lui evitasse di scottarmi.
- Mi sento una persona molto egoista.
Bene, basta così con i segreti per oggi. Ti riscriverò non appena mi sentirò di nuovo uno schifo di persona.
Con affetto
Ice Girl

 

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Capitolo 2
*** Martedì 24 settembre 2013 ***


Caro Amico,
sebbene negli ultimi due giorni non abbia avuto molta voglia di parlare con la gente, oggi ho deciso di scriverti, solo perché sei tu. Non dico che ora ti debba sentire onorato, a me basta solo che tu non sia scocciato.
Bene, che dirti? Posso raccontarti come sono andate queste settimane. Non è successo niente di che, ma qualcosa da dirti potrei trovarla. Ma andiamo in ordine cronologico.
L'ultima volta che ti ho scritto dovevo studiare, ricordi? E infatti ho studiato. Ho studiato tutta la settimana, fino al venerdì. Quel venerdì dovevo accompagnare mia madre a fare una visita, niente di grave, tranquillo. Poi però mia zia era libera e quindi le ha fatto compagnia lei, così io sono rimasta a casa a studiare. Passano le ore e mia madre torna a casa e subito mi dice che per caso ha incontrato lì all'ospedale il padre di un mio amico morto un po' più di un anno fa (odio usare la parola "morto" per parlare di lui). In quel momento la cosa mi ha fatto piacere, sulla mia faccia è apparso un bel sorriso da ebete e ho chiesto a mia madre: "Davvero? E come sta?" , ma poi il sorriso da ebete è scomparso quando mi ha riferito ciò che ha detto lui, e cioè che andare in quell'ospedale gli provocava una brutta sensazione e che con il tempo le cose non sono migliorate, anzi, è sempre peggio. Improvvisamente il mio sguardo è cambiato, il mio sorriso è sparito e i sentimenti dentro di me erano così forti e confusi che non saprei proprio come spiegarteli. Mi sono sentita improvvisamente piccola e insignificante, e anche inutile. Non mi sono sentita abbastanza degna di poter provare dolore per lui. Mi sono detta: "Ma cazzo, colui che provvede per noi dev'essere proprio egoista per prendere e tenersi per sé queste persone, facendo morire di dolore i cari." Ok, forse questo avrei voluto pensarlo in quel momento, ma non ce l'ho fatta. Sono corsa al piano di sopra cercando di non destare sospetti, ma sono sicura che i miei hanno notato quanto fossi turbata. Mi sono chiusa in bagno, mi sono buttata a terra con le mani tra i capelli e ho pianto tanto, ho urlato in silenzio. Non mi sono sentita degna dell'amicizia di quel ragazzo, ma allo stesso tempo mi dicevo che non ero autorizzata a fare neanche un sorriso, perché non potevo davanti a una disgrazia del genere. Dopo aver sentito dei passi mi sono rialzata e asciugata le lacrime per non farmi vedere da nessuno. Non ho neanche fatto cena. Per tutta la sera sono stata a giocare con il cellulare e a fine serata avevo come la sensazione di dover dire ai miei: "Grazie per non avermi fatto nessuna domanda, lo apprezzo tanto." Sì, perché devi sapere, caro amico, che i miei sono quasi sempre molto invadenti nei miei confronti. Spesso, ad esempio, ascolto la musica e loro entrano nella stanza dove sto io e cominciano a tartassarmi di domande; è una cosa che sopporto molto poco, perché magari in quei momenti vorrei rimanere da sola. Però devo ammettere che in questa occasione e anche in un'altra (cioè la sera dopo aver saputo che il mio amico se n'era andato per sempre) mi hanno lasciata in pace e non mi hanno fatto nessuna domanda o nessun discorsetto. Questo l'ho apprezzato tantissimo.
Nei giorni seguenti la mia voglia di studiare era scesa sotto lo zero e l'unica cosa che volevo era uscire e non pensare. Sai, sono addirittura andata a guidare i kart, ed è stato stupendo! Quando ti registravi per correre dovevi scrivere un soprannome, io ovviamente ho scelto di chiamarmi IceGirl. Kimi Raikkonen, il pilota di Formula 1, è soprannominato IceMan, uomo di ghiaccio, un po' perché è finlandese e un po' perché ha la personalità di ghiaccio, magari si emoziona ma non lo dimostra, incassa i colpi e va avanti. E io in questo vorrei tanto essere come lui, ma temo di avere ancora molto da imparare. Comunque, tornando al discorso dei kart, ora capisco perfettamente come si sentono i veri piloti... perché ogni volta che riuscivo a sorpassare qualcuno mi sentivo potente e tosta, una sensazione bellissima che non avevo ancora provato. Dopo aver fatto un sorpasso capisci che potresti farne un altro, e poi un altro ancora, e che potresti essere capace anche di vincere. Cazzo, ti fa sentire benissimo! Certo, dubito che un giorno mi ritroverò a lottare contro il mio idolo in una corsa. Ti immagini? IceMan contro IceGirl, sarebbe bello ma troppo surreale. Focalizziamoci sulle cose possibili.
E' stato bello andare sui kart, ma spesso il risveglio da un sogno è traumatico. Il martedì seguente, di sera, avevo un'ansia assurda, tipica da parte mia, perché l'indomani avrei avuto un esame (che poi sicuramente è andato anche male). Avevo bisogno di tranquillità, e così ho chiesto a un ragazzo che conosco di farmi compagnia messaggiando sul cellulare. Lui è stato dolcissimo, perché mi ha davvero fatto compagnia per tutta la sera. E' molto piacevole parlare con lui. Scherziamo per un po' e la conversazione comincia a prendere una strana piega. Diciamo che gli argomenti di conversazione si fanno un po' piccanti. Lui ha una decina di anni più di me, è uno che ci sa fare, mi attira molto e ora non posso negare che mi abbia incuriosita parecchio, ma ciò che mi ha fatta scuotere di più è stato che, secondo lui (e forse è vero), io ho paura di fare l'amore. Lì per lì ho pensato "ma che cazzo vuole, come si permette?" ma poi ho accettato la verità. Perché ha ragione. Io ho paura di fare l'amore, forse perché idealizzo troppo il sesso. Forse è come quando idealizzavo il bacio, ma poi quando ho dato il mio primo bacio ho pensato "Tutto qui? Allora avrei potuto farlo molto prima."
Ora ho bisogno di un consiglio, caro amico. Lui ha inquadrato il mio problema, no? Pensi che potrebbe essere lui la soluzione? Sono così confusa...
Con affetto
IceGirl

 

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Capitolo 3
*** Domenica 29 settembre 2013 ***


Caro amico,
oggi sono di buon umore. Certo, vorrei non avere le orecchie attappate perché mi sento come in una bolla, però ho degli amici fantastici e questo supera di gran lunga il fastidio che provo a causa delle mie sensibili orecchie. Ieri era sabato, tu cosa hai fatto? Io ieri sera sono uscita con le mie amiche del paesino. E' venuto con noi anche un altro amico che non vedevamo da tempo, perché studia in un'altra città. E' parecchio "cool", pensa che è venuto in moto!! Ci ha anche fatto fare un giro in moto, ovviamente una alla volta e con il casco. E' stato fighissimo, anche se quando sono scesa mi tremavano le mani e le gambe. In realtà ero già salita in moto alcune volte, perché anche il mio ex ne guidava una. Anche lui era parecchio spericolato e mi faceva stare sempre con il pensiero. Comunque, tornando alla serata di ieri, siamo andati a mangiare una pizza, e dopo aver fatto qualche tiro con la sigaretta elettronica, propongo io stessa di andare a bere qualche cocktail. Questo ragazzo sa tutto riguardo i cocktail, basta che gli dici un nome e lui ti dice subito tutti gli ingredienti! Così andiamo in un bar dove non ero mai stata prima. Quel posto l'ha suggerito la mia amica che c'era stata già, e ha aggiunto "Il Cosmopolitan me lo preparò un barista troppo gnocco!", quindi quando siamo entrati appena noto un giovane magro e biondo le chiedo se il barista gnocco fosse lui, ma lei parlava di un altro. Anche questo però era carino e l'ho trovato ancora più carino dopo che  mi hanno fatto notare che somigliava un pochino a Kimi Raikkonen. Quel tipo se ne intendeva poco di cocktail, perché li preparava solo da poche settimane, però se ne intendeva moltissimo di alcol, perché ci ha detto che è ucraino e beve vodka da quando aveva sei anni. Sicuramente, caro amico, visto che sei più grande di me, saprai che tantissimi ucraini sono bilingui e parlano anche russo, e io studio russo all'università (in realtà studiavo, perché quegli esami li ho finiti) ma sono un po' timida e non mi metto di certo a parlare con gli sconosciuti, poi in un'altra lingua... mi vergognerei troppo. Il barista simpatico ci prepara i cocktail, ce li scoliamo (forse solo io ho scolato il mio, gli altri bevevano con più cautela) e poi il mio amico torna da lui a chiedere un altro drink. Parlano, parlano (di cosa non si sa) e comincio a scolarmi pure l'altro cocktail, quando sento il barista pormi una domanda... in russo! E io, intelligentemente, invece di rispondere da e andare sul sicuro, dico eh? passando da ignorante. Sì, io mi metto in ridicolo da sola; sono forte, vero? Rossa dalla vergogna, finisco il cocktail e poi fumo, insultando scherzosamente il nostro amico che era andato a dire al barista che sapevo il russo. Chiacchieriamo un altro po' e ce ne andiamo, ma prima... vengo costretta ad andare a salutare quel tipo, ovviamente in russo. Mi vergognavo tantissimo, ma poi è stato come se avessi sentito che quello era il momento giusto per andare da lui e salutarlo. Non ho preso coraggio, perché è venuto da solo, mi sono messa a camminare a passi veloci verso il bar, lui camminava a passi veloci fuori dal bar... e per poco non ci schiantiamo. (Tranquillo, nessuno è andato a sbattere con nessun altro, e nessuno si è fatto male.) Senza pensare per niente, lo guardo e gli dico pokà (cioè ciao) e lui mi sorride e fa dosvidanija (arrivederci, che classe, vero?). Mi metto a ridere imbarazzata e me ne vado, fortuna che era un tipo simpaticissimo, dovrebbero inventarne di più di gente così. Nonostante la mia figuraccia, ero contenta e non ho fatto altro che ripetere ai miei amici come fossi stata bene con loro per tutta la sera. Perché farsi un fidanzato quando si sta bene con gente che non vuole niente in cambio e che non ti fa prendere troppo sul serio? E come se non bastasse abbiamo anche conosciuto una persona davvero gradevole. Io dico sempre che vorrei incontrare una persona come me, tranquilla, un po' pantofolara, che ama il divano, che non si preoccupa troppo della moda e di piacere agli altri, ma in realtà credo di aver bisogno di qualcuno più aperto e socievole di me per uscire e per riuscire a divertirmi. Non devono per forza piacermi solo persone simili a me, posso trovare interessanti e simpatici anche gli altri, e posso imparare anche e soprattutto da coloro che sono diversi da me.
Di sicuro passerai questa domenica pomeriggio aperitivando in qualche bar in centro, è quello che vorrei fare io. Ma, caro amico, non ti chiedo di portarmi con te. Divertiti con le persone che ti fanno star meglio al mondo, e fai pazzie ma senza esagerare, mi raccomando.
Con affetto
IceGirl

 

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Capitolo 4
*** Domenica 13 ottobre 2013 ***


Caro amico,
ed ecco di nuovo un'altra domenica pomeriggio. Sarei voluta uscire, stare in compagnia, ma tutti hanno un impegno, così ho deciso di rimanere a casa a guardare qualche episodio di Being Erica o a leggere un libro. Ora ti racconto come ho scelto questo libro, almeno parlo con un amico.
Lunedì scorso sono andata a sostenere un esame, l'ansia mi divorava (come sempre), ma una volta lì all'università non avevo né la voglia né la forza di riprendere in mano quegli appunti e consultarli ancora una volta. Prima di accedere all'orale bisogna fare un test, tutti parlavano tra di loro e si ripetevano gli argomenti d'esame. Alcuni hanno anche chiesto aiuto a me, e sembravo pronta. Poi però, mannaggia a me che ascolto la gente, mi sono messa ad ascoltare gli altri che parlavano e mi sono venuti dei dubbi su un certo argomento. Quei dubbi mi sono stati fatali, perché poi al test ho sbagliato quella domanda e non l'ho superato, così niente orale... semplicemente sono uscita dall'università e mi sono messa a camminare a passi distratti e a testa bassa verso la macchina. Lungo il tragitto prendo il cellulare, perché l'avevo messo in modalità silenzioso e ora volevo di nuovo la suoneria. Per sbaglio premo per un millesimo di secondo un tasto (che non sapevo a cosa servisse) e niente, stranamente cominciano ad arrivarmi le notifiche di Facebook, di Viber, di Whatsapp e chi più ne ha più ne metta. Mi è sembrato strano perché io posso collegarmi dal cellulare solo quando ho la wi-fi (ad esempio a casa mia o a casa di qualcuno che mi dice la sua password). Mi arriva un sms che diceva: "Ti sono stati addebitati 2,50 € per la connessione." A seguire un altro messaggio: "Il tuo credito sta per terminare." Ma porca di quella troia! Quel tasto (che io fino a quel giorno reputavo inutile) in realtà era quello tramite il quale ci si connetteva. E per meno di un minuto mi hanno fottuto 2,50 €. E lì ho pensato: oggi non è giornata. Prendo la macchina e decido di tornare a casa e mettermi a giocare a Pet Rescue Saga e Candy Crush Saga su Facebook, ma mentre guido mi dico che ho bisogno del conforto delle mie migliori amiche, che sapevo erano a casa perché una si è laureata e fa ripetizioni di pomeriggio, l'altra era ferma con il lavoro per qualche giorno. Così vado dalla laureata e poi insieme andiamo dall'altra. Mi sfogo un po' e a un certo punto dico: "Adesso almeno sono libera, ho finito con gli esami per un po' e ho intenzione di leggere e di guardarmi gli episodi di un telefilm che si chiama Being Erica e parla di questa 32enne che è stata lasciata e licenziata ed è piena di rimpianti." La risposta delle mie amiche è stata: "Tu non dovresti guardare un telefilm del genere in un periodo come quello che stai attraversando, lo sai?" E in effetti sì, lo so. Perché anch'io sono come la protagonista all'inizio del telefilm, l'unica differenza è che ho 10 anni di meno, per il resto sono single, senza lavoro e senza voglia di studiare. Vedendomi disperata, la mia amica mi ha riempita di manga e mi ha prestato anche un libro sui vampiri. In genere non mi piacciono i vampiri, penso che me li hanno fatti odiare i protagonisti di Twilight (che io chiamo affettuosamente toilet). Dai, la cosa più finta di quella saga non è tanto il fatto che i personaggi siano vampiri, licantropi, morti viventi o non so cosa, ma è la storia d'amore. Una banale, fantasiosa e irritante storia d'amore. Comunque questo libro, Gli amori del vampiro, un po' mi affascina, ma in un altro senso... ho mandato un messaggio alla mia amica e le ho detto: "Il libro mi prende. Peccato che adesso la mia paura di conoscere uomini è aumentata." Sì,  perché oltre al mio timore per stalker, stupratori, maniaci sessuali, depravati, morti di figa, impostori, violenti, stronzi, assassini si è aggiunto anche quello per i vampiri (che inserirei tranquillamente anche nelle altre categorie).
Nei giorni seguenti sono uscita, sono andata al McDonald (non è da me) e mi sono consolata facendo shopping (e neanche questo è da me, lo shopping di solito mi innervosisce). Niente di che, ma sono stata bene.
Ieri sera. Con la mia amica ci siamo messe d'accordo per andare a ballare, ma poi sento anche un ragazzo che non dico che mi piace, ma che mi attira. Ti avevo parlato di lui. Diciamo quello che mi ispira sesso. Anche se in realtà ci sarebbero tanti dettagli, non è facile descrivere una sensazione. Vabbè, lui mi ha detto che sarebbe andato in un bar e così ho chiesto alla mia amica se ci andavamo anche noi, tanto non si pagava. Lei però mi ha risposto che non aveva voglia, e io ci sono rimasta un po' male perché lei di solito è un'ottima spalla quando si esce. Voglio dire, fa di tutto per farmi rimorchiare. Presa dalla delusione e dalla negatività, mi sono fatta sopraffare da queste situazioni negative e mi sono messa in testa che sarebbe stata una brutta serata. Comunque, mi vesto e mi trucco e poi parto per andare dalla mia amica e per poi andare in discoteca. All'inizio mi stavo annoiando, come sempre appena si entra in una discoteca. Poi però il ragazzo della mia amica andava in giro per il locale e io sono rimasta a ballare con lei e sono stata bene, mi stavo divertendo. Dopo un po'... indovina un po' chi arriva? Il tipo che mi ispira sesso! Vabbè, non mettiamola così. Il ragazzo che trovo simpatico. Meglio, no? Lo saluto e lui mi chiede "Allora, 5 minuti in bagno e facciamo tutto. Ok? Preliminari e sigaretta compresa." Vedi? E' simpatico, non trovi? Comunque poi ci facciamo un altro giretto per il locale e rimango da sola con la mia amica. Mi sono appoggiata sul divanetto e guardavo la gente che mi passava davanti. Senza rendermene conto mi sono messa a guardare un ragazzo, lui se n'è accorto e si è avvicinato a me. Ha cominciato a fissarmi negli occhi, ma io ho distolto lo sguardo perché mi sentivo in imbarazzo. Guardandolo era proprio uguale a un attore della mia soap opera preferita. Lì mi sono ricordata che proprio prima mi sono detta tra me e me, ma riferita a un amico che non c'è più: "Vorrei tanto che tu mi mandassi un segno..." (L'ho pensato quando ancora ero un po' giù.) E quale miglior segno di una scena da soap opera, precisamente della soap opera preferita mia e sua, con un sosia di un attore da soap opera, e precisamente di quella soap opera? Ogni tanto quel ragazzo ripassava lì, e mi guardava, e mi sorrideva, e mi faceva l'occhiolino, e io quasi svenivo. Mi sono anche chiesta: "Ma tra tutte queste ragazze con minigonne a giropassera e trampoli e scollature abbondanti, come ha fatto lui a soffermarsi a fissare proprio me, in jeans, con i capelli scompigliati, a mio avviso neanche troppo carina? Non quanto le altre lì per lo meno." Quando è ripassato gli ho dovuto assolutamente dire che somigliava a quell'attore, e mi sentivo un po' in imbarazzo perché.. dai, non si può dire a un ragazzo che tu sei una che segue le soap opera. E' anti-sociale. Però mi ha detto "Grazie" quando gli ho detto "Tu somigli tanto a un attore!" con l'entusiasmo di una bambinetta. Poi mi ha chiesto il mio nome e mi ha detto che mi avrebbe aggiunta su Facebook. Se n'è andato ancora, e la mia amica: "Come si chiama? Quanti anni ha? Di dov'è?" La mia risposta è stata: "Boh." Sempre senza rendermene conto, ero come ghiacciata e non gli ho chiesto niente di lui. Ma poi... è ripassato ancora di là e gliel'ho chiesto, è un po' più grande di me. Ma non troppo. Non sopra i 30, per intenderci. Ma neanche sotto. Mi sto rendendo conto che anche ora sembro al settimo cielo, perché non riesco a scriverti più di 10 parole affilate. Ma tu mi capisci, vero?
Bene, ora è tra i miei amici di Facebook, chissà che tipo è. Sono un po' curiosa, sembra un gentiluomo. Ho visto, però, che non è di origine italiana, ma dev'essere integrato bene, forse è sempre vissuto qua. Non ne ho idea di ciò che ha in serbo il futuro, magari nascerà una buona amicizia... come la nostra, vero mio caro amico?
Caro amico, anche se sei lontano sono contenta di aver trovato un modo per parlarti, per renderti partecipe della mia vita, come un tempo ero più capace di fare. Cerca di essere felice ogni volta che sia possibile.
Con affetto.
Ice Girl

 

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Capitolo 5
*** Mercoledì 23 ottobre 2013 ***


Caro amico,
oggi mi sono svegliata con un fastidiosissimo mal di gola. Ti starai dicendo: "Cavolo, questa qui ha sempre qualcosa che non va... una volta le orecchie attappate, un'altra il raffreddore, poi il mal di gola, emicrania, mal di pancia, mal di schiena, poi mettici pure il ciclo...". Ebbene sì, amico, sono un po' fragile di salute, ma se ci pensi sono anche forte perché riesco a sopportare i miei piccoli malesseri giorno dopo giorno.
Stare a casa senza dover frequentare le lezioni mi fa sentire un po' più adulta, ma non troppo. Mi fa sentire anche una ragazzina inutile. Quando ero più piccola pensavo che mi sarei sposata a 20 anni e a 22 avrei avuto già due bambini. Avrei indossato sempre i tacchi, avrei avuto i capelli lunghi e un lavoro. Invece la mia vita non va proprio così. Neanche il mio corpo è così adulto. Sono un'adolescente a tutti gli effetti. Pensa che la gente che mi incontra mi dà sui 16 anni a volte. Non ti dico le facce che fanno quando gli dico che ho superato da un po' i 20. Tipo quando mi vedono in giro di mattina mi chiedono: "Ma non dovresti essere a scuola?". La scuola dell'obbligo l'ho finita da un bel po'. Sai, ero anche abbastanza intelligente. Mi è sempre piaciuto poco studiare, ma mi ci ero abituata e quindi mi bastava poco per apprendere il minimo indispensabile. In matematica ed economia ero abbastanza negata, non trovavo proprio il senso di quegli argomenti. Tutti quei calcoli assurdi, quelle formule insensate. Ma sai, neanche mi sarebbe piaciuto avere una mente propensa alle materie scientifiche. Applicare quelle formule in modo schematico e matematico... preferisco di gran lunga le mie chilometriche seghe mentali, perché forse ora non starei a scrivere e a sfogarmi con te se non avessi avuto una certa passione per le materie umanistiche. Adoro la letteratura, la filosofia, la psicologia. In realtà alle superiori avevo studiato solo la prima, perché non frequentavo un liceo ma un istituto tecnico, però mi piaceva tantissimo perché spesso ci trovavo le risposte alle mie domande esistenziali, oppure perché mi faceva piacere notare che Leopardi la pensava come me su certe cose, o che Machiavelli aveva spiegato tutto ciò che era nella mia testa ma non riuscivo a tramutare in parola, o che Pirandello aveva capito tutto sulla gente e mi ha fatto capire che tutti, nessuno escluso, indossiamo non una, ma tantissime maschere, a seconda delle occasioni. In quinto superiore, a maggio, andai volontaria all'interrogazione di letteratura e portai tutto il programma di quell'anno. Quell'unico 9 che riuscii a prendere fu una delle più grandi soddisfazioni che mi porto dietro ancora oggi. Ed ero doppiamente contenta perché avevo ripassato tutto nei 2 giorni precedenti all'interrogazione e non mi sentivo in ansia, era stato più facile di quello che pensassi. La professoressa era molto professionale, le piaceva il suo lavoro e amava la letteratura. Penso che anche lei sia stata aiutata molto da quella disciplina durante gli anni di studio, proprio come me. A scuola ero bravissima nelle lingue straniere. Ora forse mi odierai, ma io avevo dei voti alti senza mai studiare, almeno bilanciavano quei 6 tirati che avevo nelle altre materie. Forse era un talento naturale. Comunque conosco, anche se non perfettamente, tante lingue. Oltre l'italiano e il mio dialetto so anche l'inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo, e perfino un po' di russo. Ma ti ripeto, non in modo perfetto. Credo che l'unica lingua che mi faccia sentire davvero a mio agio sia il mio dialetto. Questo talento naturale per le lingue mi ha portato a studiarle anche all'università. Il corso che ho scelto, rispetto ad altri che mi piacevano di più (lettere, filosofia, letteratura straniera, psicologia), forse mi darà più sbocchi nel lavoro, perché studio cose che possono essere utili per un eventuale lavoro in un'azienda commerciale che ha contatti con l'estero. Studio cose un po' più pratiche (ma non troppo). Le mie compagne di corso sono molto soddisfatte di certi esami, specialmente quelli riguardanti la trattativa. Vuoi sapere in cosa consiste l'esame? Io sto in mezzo, tra una persona che parla inglese e una che parla italiano, e devo tradurre le varie interazioni. Ora, premetto che sono stata "quella in mezzo" per tutta la mia vita, specialmente quando facevo da tramite per far mettere d'accordo i miei amici, di certo non voglio esserlo in un esame che è la causa delle mie più grandi ansie, e non voglio neanche esserlo in ambito lavorativo. E poi tu immagina uno che ti parla nell'orecchio destro in una lingua e un altro che lo fa nell'orecchio sinistro in un'altra... roba da diventare pazzi. Io credo di essere sulla buona strada. Bene, avrei continuato molto più volentieri a studiare le altre cose, piuttosto che gli sbalzi di umore della gente intorno al mondo. Ma è andata così. Una volta finite le superiori ero convintissima a voler smettere di studiare, tanto avevo già un diploma di maturità tecnica. Mi ero stancata talmente tanto di studiare (talvolta roba inutile) che non volevo assolutamente continuare, volevo solo provare ad entrare nel mondo del lavoro, cioè nella vita reale. Perché quando studi hai molte responsabilità, come imparare la lezione, affrontare ogni giorno anche fino a 6 verifiche o interrogazioni, svegliarsi prestissimo la mattina, i compagni rompipalle... finalmente era tutto finito e non potevo che essere contenta. Sarei finalmente diventata un'adulta. Cercai lavoro per tutta l'estate, poi a settembre, a ottobre ma niente. Ero già un po' nervosa per questo, ma poi mi innervosivano tantissimo anche le persone intorno a me. Tutti mi dicevano che era una follia smettere di studiare, a detta di tutti ero intelligente. Se solo sapessero quanto mi sento stupida ora, dopo tre anni di università. Mi sento di essere regredita, forse perché non ero motivata, forse per altre cose. Mio fratello e una mia amica erano le persone che più mi facevano imbestialire. Di solito la gente mi diceva gentilmente di continuare a studiare, loro me lo dicevano in modo arrogante, perché sapevano quanto ero sensibile e pensavano di spronarmi in quel modo. Il risultato fu un odio spropositato nei loro confronti ma anche la mia iscrizione all'università, appena in tempo per pagare le tasse entro la scadenza. All'inizio quasi mi piaceva, anche se ero leggermente indietro perché gli altri avevano già fatto i test d'ingresso, mentre io in fretta e furia dovevo ancora sostenerli e possibilmente superarli al primo tentativo, per evitare di dover poi rimandare gli esami seguenti. E fu così, li superai e riuscii a stare al passo con i tempi e sullo stesso livello degli altri. Un po' di intelligenza delle superiori mi era ancora rimasta. In questi tre anni ci sono stati parecchi alti e bassi, ogni anno pensavo di lasciar perdere tutto e andare a coltivare bonsai in Giappone, ma poi riuscivo a superare gli esami e sono andata avanti. Ora mi sono rimasti tre esami, il tirocinio all'agenzia di viaggi e la stesura della tesi seguita dalla discussione, poi si ricomincerà esattamente dal punto dov'ero rimasta una volta terminate le superiori: io che voglio cercare lavoro e gli altri che mi diranno che sono troppo intelligente per lasciar perdere gli studi, mio fratello ricomincerà a dirmi con il suo arrogante savoir-faire che dovrò iscrivermi alla magistrale, perché la laurea triennale non mi servirà a niente, oppure mi dirà che se voglio smettere con lo studio devo almeno farmi qualche mese in un Paese straniero, come l'Inghilterra o la Germania. Io adoro il Regno Unito e l'Irlanda, vorrei davvero andarci per una vacanza. Il problema è che tutti mi sopravvalutano, io non mi sento così intelligente come dicono. E poi come fanno a dirmi tutti che sono brava con l'inglese o con il tedesco se nessuno di loro lo parla? I can perfectly write in English, but I am not able to always catch what they say, cause they speak so fast and I feel so slow! Ops, mi sono lasciata prendere dal momento... dicevo, so scrivere bene in inglese, il problema è quando mi parlano. Studio inglese da metà della mia vita, però ancora non riesco a capire che cazzo dicono i tamarri di Jersey Shore ad esempio. E la mia autostima è già abbastanza bassa per andare da sola in un altro Paese (tra l'altro ho anche paura degli aeroporti e di prendere l'aereo), quindi per ora vivo alla giornata. E la mia giornata è molto monotona. Stando a casa mi passa la voglia di fare qualsiasi cosa, anche di rifarmi il letto... però poi lo rifaccio altrimenti mia madre mi accusa di non fare niente in casa. Dovrei andare all'agenzia di viaggi, quella dove farò il tirocinio, perché inizierò mercoledì prossimo e devo andare a mettermi d'accordo con la mia tutor aziendale per gli orari di lavoro (anche se non so ancora che cosa dovrò fare), però oggi non posso, perché ho i capelli tutti scompigliati, sembro un leone (ma solo per la criniera, non per la sua forza o il suo coraggio), la mia pelle è tornata ad essere molto pallida, l'unico colore che si nota benissimo sul mio viso è quel grigio-viola che caratterizza le mie borse sotto agli occhi. Domani mi farò coraggio, sistemerò i capelli e andrò lì a parlarci, poi dovrò andare a comprare il regalo per la festa di laurea di mia cugina, che si terrà sabato sera. Domenica invece i miei nonni paterni festeggiano le loro nozze di diamante (vale a dire 60 anni di matrimonio). Chissà come fa certa gente a sopportarsi per 60 anni, anche di più considerati gli anni di fidanzamento, quando io non riesco a sopportare i miei capelli dopo neanche 5 minuti che li ho lavati. Sai che dobbiamo fare io e i miei cugini? Scrivere una preghiera che poi uno di noi 5 andrà a leggere davanti a tutti. Sarà una cosa del tipo "Oggi i nostri nonni festeggiano i loro 60 anni di matrimonio... due palle!". Io, mio cugino e mia cugina abbiamo già messo le mani avanti perché non ci va di andare a leggere in chiesa, poi io non li so neanche portare molto bene i tacchi... immagina se cadessi lì davanti a tutti... ok, ci sono abituata alle figure di merda, ma quelle che posso evitare preferirei tenerle alla larga. Così i nipoti più propensi alla lettura rimangono due: mio fratello e mia cugina più piccola (piccola per modo di dire, ha 3 anni meno di me ma ne dimostra di più... o forse sono io che ne dimostro meno... più probabile questa seconda opzione) perché sono i più sfrontati tra noi cugini di primo grado. Poi decideranno loro chi tra loro due andrà, magari dopo un giro a carta, forbice, sasso o a morra cinese, che poi ora che ci penso sono la stessa cosa. Allora potrebbero fare pari o dispari... vabbè, ma perché sto facendo quella che sta sempre in mezzo? Proprio prima ho detto che non voglio più essere quel tipo di persona. Mio fratello e mia cugina sono abbastanza grandi per scegliere da soli chi andrà a leggere e con quali mezzi avverrà la scelta.
Caro amico, ora sto seriamente pensando di aprire quella dispensa di inglese e scrivermi qualche riassunto, così per avercelo già fatto quando verrà il momento di studiare... e fidati, quel momento è sempre più vicino di quanto si possa immaginare.
Con affetto
IceGirl
 

 

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Capitolo 6
*** Giovedì 7 novembre 2013 ***


Caro amico,
ieri ho ufficializzato la mia solitudine su facebook. In parole più semplici, ho aggiunto "single" alle mie informazioni. Non che prima fossi fidanzata, cioè, prima sì... ma tempo fa. Semplicemente non sentivo il bisogno di dire a tutti i miei contatti che sono una zitella. Ma ieri mi sono resa conto che non me ne frega più niente di quello che pensano gli altri di me (anche se in realtà non è del tutto vero). Uno non è single solo perché è uno sfigato o un cesso. Una persona può essere single perché decide di non accettare ciò che non crede sia alla sua altezza. Non voglio dire che io sia perfetta, non l'ho mai pensato (anche perché ho l'autostima alta come le temperature in Siberia durante i mesi invernali), e non penso che gli altri valgano zero, solo che non penso che i ragazzi che ci provano con  me siano giusti per me. In realtà non so neanch'io cosa voglio, lascio che siano gli altri a colpirmi. Di certo con me non fanno centro quelli che mi dicono che sono bella solo perché pensano che io sia così ingenua da crederci e da cadere tra le loro braccia (o magari nel loro letto). E' anche vero che la maggior parte delle volte mi lascio abbindolare da tali parole e magari mi prendo una momentanea cotta per quel ragazzo, ma finisce lì. Ora non sto a dirti cazzate del tipo "non me ne frega niente di incontrare un bravo ragazzo", perché non sarei per niente sincera. E' ovvio che spero sempre di incontrare un bravo ragazzo, però diciamo che anche qui credo di aver aspettative ben più alte della realtà. Ora ti spiego meglio raccontandoti una cosa che mi è successa un po' di mesi fa. Ero uscita, ero ubriaca nel bagno del bar insieme a una mia amica e lei ha cominciato a darmi dei consigli: "Devi capire che la persona perfetta non esiste! La persona perfetta è quella che tu scegli di conoscere meglio, è quella che impari ad apprezzare nonostante i suoi difetti." In quel momento ho pensato che era una cosa triste e che non poteva essere vero. Sicuramente era lei a sbagliare nel pensarla così. Per me la persona perfetta esisteva, solo che era difficile da trovare. Ma non pensavo che eri tu che dovevi andare in giro a cercare l'amore, non dovevi uscire con 50 ragazzi e capire quale tra i tanti era quello giusto. Per me l'amore era quella cosa che un bel giorno ti si presentava davanti, e non eri tu a farlo nascere e crescere, perché avrebbe fatto tutto da solo. Era una cosa al di sopra delle scelte umane, era una cosa strettamente legata al destino. E la pensavo davvero così, perché avevo conosciuto una persona su internet quando avevo 17 anni, non ricordo se te ne ho già parlato. Comunque questo ragazzo mi è sembrato proprio un segno del destino, i nostri sentimenti sembravano qualcosa di magico, di sovrannaturale... hai presente l'amore delle soap opera? Uguale. Questo l'ho pensato per 4 anni, finché ad un certo punto l'amore non bastava più. Avevamo sopportato troppo a lungo quell'amore platonico e puro, ma almeno un abbraccio pensavo di meritarlo, ed era tremendamente deprimente non poterlo avere quando ne avevo più bisogno. Così è finita. (Se vuoi ti racconterò la storia più accuratamente un'altra volta.) Quando è finita mi è crollato comunque il mondo addosso, ma non sembrava così terribile, perché avevo vissuto di recente un'esperienza più triste della fine di un amore. Continuavo a pensarlo, e a volte lo penso ancora (non l'avevi capito, vero?) però è stato giusto lasciarlo andare. Almeno questo è quello che mi ripeto sempre. Comunque... una cosa l'ho imparata. Non dico che l'amore è pura razionalità, ma comunque non è solo magia, non è solo soap opera, non è solo destino. Forse tu, caro amico, queste cose le sai meglio di me, o forse vorresti un consiglio. Non ne ho idea. Comunque questo è quello che penso io. Tuttavia, non ho ancora trovato un nuovo amore, e ora penso che il mio estremo non era del tutto giusto, ma continuo a pensare che neanche quello della mia amica sia così esatto. Ho sentito di persone che hanno incontrato l'amore della loro vita in modo inaspettato, come fosse davvero un segno del destino. E anche se è vero che l'amore è sopravvalutato, comunque un minimo di magia dev'esserci. Altrimenti dev'essere una bella fregatura sentirsi dipendenti da un'altra persona che è piena di difetti, no?
Comunque... ora mi sento molto stanca. Ho iniziato quel tirocinio di cui ti avevo parlato, e per ora sta andando bene. Solo che devo ancora abituarmi ad alzarmi presto la mattina e a rimanere lì per 4 ore (poi la maggior parte del tempo mi annoio perché so fare pochissime cose). Avevo deciso che  il pomeriggio avrei studiato, ma per ora non ci riesco proprio, mi sento gli occhi stanchi. E se penso che stasera ho anche un corso di primo soccorso dopo cena mi sento ancora più fiacca. So che tutto questo si avvicina di più a una vita da adulta, però se proprio devo crescere non voglio perdere questa spensieratezza che ho, perché è merito suo se sono riuscita a superare certe cose con un sorriso o con l'immaginazione. Sai, più vedo gli adulti, più penso che magari sono anche simpatici, ma la loro vita dev'essere così triste. Lavorare per vivere lo si fa solo durante i primi periodi, poi bisogna far fronte a delle situazioni ben più dure e senza rendersene conto si comincia a vivere per lavorare, e questo non va assolutamente bene. Uno perché dovrebbe essere motivato ad alzarsi la mattina? Solo per bere un caffè, vestirsi decentemente, andare a fare un lavoro controvoglia a discapito della tua energia fisica e mentale, solo per portare qualche soldo a casa che poi ti servirà per pagare un sacco di cose che dovrebbero valere molto meno, e già che ci sei anche per pagare lo stipendio a quei parlamentari di merda (loro sì che fanno una bella vita) che non ci mettono neanche piede in parlamento (lo so che andrebbe scritto con la maiuscola, ma non ho il coraggio di farlo). Gli adulti diventano dei disillusi, magari anch'io diventerò così, e tutto questo amore che sto sopravvalutando sarà una cosa inutile per me un giorno, perché non potrò dargli l'importanza che voglio dargli in quanto sarò impegnata ad imprecare contro la mia routine triste e meccanica. Hai mai letto il manga di Nana? O visto l'anime? Quando Hachi dice a Shin, che è più giovane di lei ma ha già una vita abbastanza piena: "Non diventare l'ennesimo adulto infelice." Io mi sento come se quella frase la dicesse anche a me. Certo, non dico che devo invecchiare fisicamente ma non di testa, non voglio neanche essere una di quelle persone che passano le giornate su facebook a taggare la persona che "amano" e a scrivergli "ti amo troppo picci pucci", a tutto c'è un limite, ma non voglio neanche diventare l'ennesima adulta infelice, e non voglio che succeda neanche alle persone che (per ora) riescono ad allietare le mie giornate. Ma forse lo so già che loro cambieranno, e di conseguenza sentirò il bisogno di cambiare anch'io.
Con affetto
IceGirl

 

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Capitolo 7
*** Venerdì 15 novembre 2013 ***


Caro Amico,
oggi è un anno e mezzo che se n'è andato un mio amico. Mi manca tantissimo. Ieri sera ero a letto e lo pensavo, per un attimo ho provato la sensazione che provai quando scoprii che se n'era andato per sempre. Solo che quella sensazione era come sfocata. Non so se questo è un bene o un male. Un bene perché non riesco a provare lo stesso dolore che provai, che fu come una lama gelida e appuntita che mi sfiorava la pelle. E non rende. Nessuna descrizione riuscirebbe ad indicare esattamente cosa ho provato. Un male perché se non riesco a provare ancora quel dolore potrebbe significare che l'ho dimenticato. Però non è così. Io lo penso ancora tutti i giorni. Sai che ho messo la sua foto, che mi hanno dato i suoi genitori, nel mio portafoglio? Così ogni volta che lo apro lo vedo, e poi in questo modo lo porto sempre con me. E se perdo il portafoglio sono fottuta. Ora, se non ti dispiace, vorrei scrivere una lettera a lui. In fondo, anche lui era un mio carissimo amico e il confidente più fidato del mondo.

 
Caro Marco,
è già passato così tanto tempo da quando te ne sei andato, e se vivrò ancora ne passerà ancora tanto altro. E' da un po' che non ti sogno più. Secondo te è la mia mente che non ti vuole pensare la notte perché è talmente stanca che vuole dormire, o sei tu che non vuoi entrare nei miei sogni perché sei arrabbiato con me? Oppure qualsiasi altro motivo, tu fammelo sapere così posso provare a rimediare. Se ce l'hai con me ti chiedo perdono subito, potrebbero essere tanti i motivi. Un motivo potrebbe essere che ce l'hai con me perché dopo un anno e mezzo non sono ancora riuscita a trovare un senso alla mia vita. Ma io vivo così, alla giornata. Non faccio previsioni per il futuro, perché il futuro mi spaventa. E lo so che la tua perdita dovrebbe servirmi come esperienza, però io non riesco a cambiare così tanto. In realtà credo di non averne il coraggio, perché oltre al futuro mi spaventano anche i cambiamenti. Comunque ti assicuro che un pochino sono cambiata, ecco come mi vedo ora rispetto a prima. Quando parlavamo avevo già 20 anni, ma era come se in qualche modo dovessi trovare ancora la "me" più donna, e comunque quando parlavo con te mi sentivo un'adolescente. Un'adolescente che però non doveva più frequentare la scuola dell'obbligo. Il top, lo so! Tu avevi 26 anni e prima di conoscere te pensavo che tutti quelli della tua età fossero già "vecchi". Ora invece quando sento di qualcuno dell'85 penso che sia giovanissimo. Come ti fa cambiare la visione del mondo una persona, vero? Eppure questi dell'85 sono giovani d'età per me, ma vecchi in tutto. Chi ha un'attività commerciale, chi è già sposato, chi già ha anche dei figli, chi ha un lavoro fisso. Che palle. Tu non eri così! Sì, avevi un lavoro fisso però nel tempo libero leggevi tantissimo, ricordo ancora che stavi leggendo Eragon. Poi l'hai finito? Ah, per non parlare della tua infinita collezione di manga. Nel tempo libero andavi a fare "shopping di manga", come dicevi tu. E ti ricordi quando avevi preso quei sassi per fare il rock painting? Prima li pitturavi tutti di bianco e ti sporcavi le mani, poi aspettavi che si asciugassero e così li avresti pitturati ancora con altri colori. Altri tuoi amici mi hanno detto che sapevi anche disegnare. E poi quando avevi scritto quella storia lunga e fighissima?! Altro che le mie storielle per bimbeminchia, peggio delle trame di Moccia. Avevi anche scritto il secondo capitolo, ma non te lo ritrovavi più. L'avevi messo in camera tua, da qualche parte. Quando mi hai detto che te la cavavi a cantare, ma non avresti mai cantato davanti a me perché eri troppo timido, peggio di me. E quando mi mandasti un sms per dirmi che eri andato in 2 o 3 centri commerciali per comprare un uovo di Pasqua, ma erano tutti finiti e così avevi augurato, come dire, un virus intestinale o un colpo a tutti quelli che avevano comprato le uova. Quando mi mandasti quel messaggio io ero a casa mia con due mie amiche davanti al caminetto e lessi loro il tuo messaggio perché mi faceva troppo ridere. Poi al compleanno della mia amica mi era arrivato un altro tuo sms e io che sorridevo mentre lo leggevo, con le mie amiche che se la ridevano perché pensavano che avessi una cotta per il "mittente" del messaggio. Rispetto a te, l'unica vecchia ero io. E poi... non mi facevo neanche le sopracciglia! Riguardando le mie vecchie foto penso "cavolo, quant'ero brutta!", eppure tu mi dicevi che ero "gnocca" e mi mettevi mi piace sotto alle foto su facebook. Non ti ho mai ringraziato abbastanza per quelle tue parole o per quei tuoi gesti che mi facevano alzare l'autostima. In realtà neanche me ne rendevo conto di quanto eri dolce. Che stupida che ero. Con il senno di poi, avrei agito diversamente. Ti avrei detto più spesso che eri un ragazzo bellissimo, molto più di quei pompati che non si sa che razza di acconciature abbiano. Ti avrei ringraziato più spesso per i tuoi complimenti, perché erano davvero sinceri. Avrei fatto le ore piccole per parlare con te la sera. Avrei provato a telefonarti ogni tanto, così, solo per sentire la tua voce. Avrei saltato qualche lezione all'università uno di quei giorni che non lavoravi e avrei preso il treno per incontrarti e per passare qualche ora con te, per andare insieme in fumetteria e per abbracciarti forte. E per dirti che eri speciale. Ora ho rifinito le sopracciglia, hanno una forma decente e non sono folte, mi hanno totalmente rivoluzionato lo sguardo, tanto che mi è stato detto che sembro più donna. Che darei per farti vedere come sono diventata, di sicuro penseresti che sono più carina. Ero ingrassata un pochino, ma adesso sto attenta a come mangio e sembra che un po' di ciccia se ne sia andata (e spero per sempre). Nonostante tutto però, ancora non mi vedo molto carina e da quando te ne sei andato mi sento ancora più vulnerabile. C'è però una cosa di cui sono sicura che tu saresti molto orgoglioso. Ti renderebbe fiero di me. Se potessi tornare indietro smetterei di romperti le palle con quello che io consideravo il mio "ragazzo", perché non ne valeva la pena. Me lo dicevi sempre anche tu che non era quello giusto per me, perché lui era lontano mentre io avevo bisogno di qualcuno vicino che potesse darmi le attenzioni che meritavo. Ora saresti orgoglioso di sapere che non lo sento più. E soprattutto che avevi ragione tu. Ma sai, dato che mi illudo facilmente mi piace pensare che sei stato tu a darmi il coraggio di lasciarlo andare. Allora... sei orgoglioso di ciò che sono diventata in un anno e mezzo? Mi manchi da morire... e ora vorrei che queste lacrime non mi riempissero gli occhi. Ma sappi che ti cercherò in ogni persona che incontrerò nella mia vita. Per sempre. E che c'è solo una cosa che non rimpiango: il fatto di averti detto tante volte ti voglio bene, perché ero davvero sincera e volevo fartelo sapere. E ovunque tu sia, non ho ancora smesso e non so se smetterò mai. Ti voglio bene.

 
Spero non ti sia offeso, caro amico, ma sentivo un assoluto bisogno di scrivergli. Anche se non leggerà mai le mie parole. Forse non ho ancora elaborato il lutto se gli parlo così. Però scrivergli è un modo per me di ricordarlo. E' così triste dimenticare un amico...
Con affetto
IceGirl

 

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Capitolo 8
*** Sabato 23 novembre 2013 ***


Caro Amico,
rieccomi qui a scriverti. Come stai? Io ho le mani congelate, la fame nervosa e dovrei depilarmi le gambe ma fa troppo freddo per stare scosciata in camera mia. Sai, più stai a contatto con le persone, più capisci le loro stranezze. Ora te le elenco, così non le dimentico. E poi te le commento.
- Tutti si lamentano sempre del tempo.
- Gli stati e le foto dei propri amici su facebook fanno diminuire la propria autostima.
- La gente rompe troppo con i propri problemi.
- Per ora basta così, anche perché poi devo andare a lavarmi.
 
Tutti si lamentano sempre del tempo, e sono abbastanza irritanti. D'estate si lamentano che è troppo caldo. D'inverno che è troppo freddo. D'autunno che fa troppo caldo per essere autunno o che è arrivato di colpo l'inverno. In primavera che fa troppo freddo per essere primavera o che è arrivata già l'estate. Mi è capitato di sentire tante di quelle volte questo mese che un giorno era calduccio e non si sapeva cosa mettere, il giorno dopo era troppo freddo e pioveva. Cioè... a questo punto vorrei che qualcuno venisse davanti a me e mi dicesse che cazzo di tempo vuole. Non so, perché non inventano loro una stagione perfetta o qualche agente atmosferico nuovo? Sono ben accetti suggerimenti.
Forse la verità non è solo che certa gente non sa quello che vuole, ma è che non si hanno più argomenti di conversazione, e allora di che si parla? Del tempo. Io comunque penso che quando si comincia a parlare del tempo è perché non si ha più niente da dire, e il silenzio è parecchio imbarazzante. Però evitiamo di parlare di cose idiote e poi di lamentarci che Dio ci odia tutti. E ci credo! Prima crea un disegno perfetto (e diciamocelo, è davvero perfetto.. l'alternarsi delle stagioni, il sole, le stelle, le nuvole, la pioggia, l'arcobaleno, la neve alla quale personalmente do un valore affettivo grandissimo... non sono cazzate da niente, provaci un po' tu a creare tutta questa roba.), e poi gli esseri umani si lamentano sempre di quel disegno perfetto solo perché non riescono a sopportare 5 minuti di pioggia. Io capisco lo stress quotidiano e tutto, ma una regolata, cacchio.
Piuttosto, se uno trova il silenzio tanto imbarazzante dovrebbe cominciare a pensare a domande più originali. Ci credi nei sogni? C'è qualcuno che ti manca? Ti piace il suono della voce di quel tuo amico? Ok, queste domande fanno schifo, ma io almeno c'ho provato.
 
Gli stati e le foto dei propri amici su facebook fanno diminuire la propria autostima. Almeno per me. Poi in questo periodo, che te lo dico a fare? Non dico che sono invidiosa di vedere tanti miei compagni laureati in questo mese, voglio dire... si sono impegnati più di me eventualmente. Io al massimo posso provare a giustificarmi con la frase "Ma io non volevo studiare, volevo trovare lavoro" ma a questo punto non regge più. Ho scelto questo percorso, e devo andare avanti. E allora cos'è che mi innervosisce? Forse è il fatto che per una come me questa è una grande demotivazione. Mi fa pensare che non sono poi così intelligente, così ambiziosa, che non ho una vita così entusiasmante che merita di essere postata su facebook. Ma non mi importa, la soluzione migliore è quella di non andare così spesso online a vedere i successi degli altri, perché la mia vita sarà vuota e statica, ma a me piace e mi dico sempre che il meglio per me deve ancora arrivare.
 
Questo si collega al punto successivo, la gente rompe troppo con i propri problemi. Tra i miei tantissimi difetti qualche pregio c'è (e per dirmelo da sola si vede che c'è davvero). Uno è la comprensione, l'altro è la positività. Sono comprensiva nei confronti degli altri quando hanno qualche problema. E non faccio come certi che, ad esempio, fingono di ascoltare un'amica che è triste e piange perché si è lasciata con il ragazzo e poi le vanno a dire "Ma ti lamenti per questo? Allora che devono dire i bambini in Africa che muoiono di fame?" In quel momento uno non vuole sentirsi paragonato a nessuno, va ascoltato, va fatto sentire speciale, perché lo è, perché ognuno nel suo piccolo è speciale. (Non nego che ci sono eccezioni anche qui però.) Non si possono scegliere le emozioni, una persona non fa apposta a vivere un periodo triste, le emozioni e i sentimenti vengono da sé. Perché la gente non sa prendere in considerazione l'eventualità che ognuno meriti un po' di amore?
Per quanto riguarda la positività, io credo di essere una persona abbastanza positiva. Non dico assolutamente che non crollo mai, perché non è così. Ma di certo se passo un brutto periodo non mi voglio ammazzare o praticare autolesionismo (visto che quest'ultimo va così tanto di moda....). Ho passato giorni bui, ma ci sono ancora e questo lo capisco anche quando provo tantissimo dolore. Lo provo perché sono viva. E forse sono anche troppo affezionata alla vita e spaventata dalla morte fino alla paranoia, ho pianto tantissimo però alla fine mi sono sempre tirata su da sola ma con l'aiuto di persone che per me sono state davvero speciali (e non smetterò mai di ringraziarle), ho imparato di più dalle esperienze negative che positive, anche se vorrei che fosse possibile imparare tutto solo dalle cose belle. Io sono così, e credo sia normale per una come me lamentarsi delle persone che si lamentano di tutto, perché io sarò anche fragile e vulnerabile, ma (al contrario di altri) riesco a regalare a tutti un sorriso sincero, anche in mezzo alla sofferenza, se lo meritano. E prima di chiudere voglio dirti che non sopporto la gente che prende in giro gli altri solo perché ridono. Alle superiori ci portavano il giornale in classe ogni lunedì, così potevamo imparare a leggerlo (anche se io non lo leggo neanche adesso). Il pomeriggio prima Kimi Raikkonen aveva vinto una gara in Formula Uno e c'era la sua foto sul giornale, io ero felicissima e sono andata dalla mia amica tutta contenta a dirle "Guarda quanto è bello!". Nel bel mezzo della mia felicità, un mio compagno mi ha detto con disprezzo "Sei felice, eh? Sfigata!" e mi ha ferita tantissimo. Nessuno merita di essere disprezzato solo perché ride. Ridere è una bella cosa, per quanto ne so io. E l'idea di sentirsi insultare per questo motivo da persone che non sanno neanche sorridere mi fa venire la nausea, ma anche la voglia di pestarli lì dove non batte il sole. Dicono che faccia male un bel po', forse anche più delle loro parole insensate.
 
Con affetto
IceGirl

 

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Capitolo 9
*** Martedì 17 dicembre 2013 ***


Caro amico,
ieri mattina mi sono alzata alle 10.30, se non più tardi. Ed ero ancora più stanca di quando sono andata a dormire. Dopo un mese e mezzo, ieri è stato il primo lunedì che ho potuto dormire, perché il tirocinio è finito. Sono stata bene in quell'ambiente lavorativo. All'inizio mi sembravano tutti abbastanza rigidi, ma poi ho capito che erano divertenti, che sapevano scherzare. Un po' mi è dispiaciuto salutarli, soprattutto perché io odio gli addii. Devo, però, ammettere che non sono stati così traumatici. Ci siamo detti "ciao", io ho detto loro che mi sono trovata molto bene e che magari qualche volta li andrò a trovare. Poi ho finito anche il corso di primo soccorso. In poche parole ricomincio a fare la fancazzista questa settimana. Ho un mucchio di roba da studiare, mi farà venire tanta di quella ansia da soffocare.
Ok, basta con questa roba. In realtà non è di questo che ti volevo parlare, diciamo che la mia era solo un'introduzione.
Nelle ultime settimane sono andata sempre a ballare il sabato sera, e devo dire che con la mia amica si acchiappa parecchio, avrà una specie di calamita. Fatto sta che ho conosciuto diversi ragazzi, e devo ammettere che erano anche belli.
Una domenica sera sono tornata a casa dopo essere stata da un'amica a giocare a Just Dance (quel gioco per la Wii che ti dice i passi che devi fare e tu devi ballare) e in tv davano il film "Yes Man" con Jim Carrey (dove lui diceva "sì" ad ogni proposta gli venisse fatta). So solo che uno di quei ragazzi che avevo conosciuto la settimana prima mi aveva scritto su Facebook e mi aveva chiesto quando potevamo vederci. Per qualche strano motivo, gli ho risposto "quando puoi tu", e lui mi ha detto che avrebbe potuto il giorno dopo. Quel cazzo di film mi ha influenzata, perché gli ho risposto "sì" senza pensarci troppo, proprio come aveva fatto Jim Carrey per tutta la durata del film. Non ti dico che macello il giorno dopo... anzi, te lo dico! Ho detto a mamma che sarei uscita con una mia amica dell'università. Con mamma si può parlare di tutto, per carità, ma se le avessi detto del mio appuntamento mi avrebbe fatto tantissime domande, sia prima dell'appuntamento che dopo. E poi non era niente di ufficiale, giusto un'uscita per conoscersi meglio. Che poi mia madre vuole sapere tutto... e infatti quando sono tornata a casa mi ha chiesto che lezione avesse avuto la mia amica, senza pensarci troppo ho detto tedesco e lei mi ha risposto: "Ma tedesco non è la lezione che frequenta anche l'altra tua amica? Però non è di lunedì, ma di martedì." Quelle che tengono la contabilità le fanno un baffo a mia madre. Poi ho inventato un'altra scusa ed è finita lì. In tutti i sensi. Quel ragazzo dopo che siamo usciti non mi ha più contattata. Una volta l'ho contattato io per chiedergli se sarebbe andato a ballare, ma mi ha risposto che aveva un altro impegno. La settimana dopo, dopo un'uscita tra amiche, propongo scherzando di andare a ballare, ma la mia amica mi prende sul serio e ci dirigiamo verso la discoteca. E' bello seguire l'istinto, almeno per una volta. Arriviamo in discoteca e c'era... quel ragazzo con cui sono uscita! Inizialmente ho visto solo i suoi amici, mi hanno salutata gentilmente, abbracciata, baciata e sono stati carinissimi. L'altro invece non si vedeva, ma dopo un po' è arrivato. Forse sia io che lui eravamo un po' imbarazzati, ma poi ci siamo visti e ci siamo salutati, però giusto con la manina e un sorriso. E poi non mi ha cagata quasi mai. Mi aspettavo un saluto un po' più affettuoso, come quello dei suoi amici. Ci sono rimasta un po' male sinceramente, anche perché lui è un ragazzo molto serio e carino, quando siamo usciti non ci ha provato minimamente (e l'ho apprezzato tantissimo). Prima di uscirci pensavo fosse un po' pazzerello, sembrava uno che voleva solo divertirsi. Invece ti assicuro che non è così. Cioè, è giovane ed ama divertirsi, è giusto così, ma allo stesso tempo è molto serio. E' laureato, dopo la laurea ha trovato subito lavoro, è poco più grande di me (io di solito attiro quelli parecchio più grandi, non so il perché)... ma a quanto pare devo mettermi l'anima in pace, non gli interesso. Che poi io non cerco un ragazzo, io cerco solo un amico... con un amico ci si diverte, si parla di telefilm, di tempo libero, delle uscite, degli hobby, si scherza... ma perché i ragazzi non vogliono un'amica? Io non gli avrei chiesto niente in cambio... ma non pensiamoci.
Sabato sera sono andata a ballare con un'amica (quella con cui si acchiappa bene) e il suo ragazzo (anche se poi il suo ragazzo era sempre in giro) in un locale dove non ero mai stata prima. Prendiamo un drink analcolico e poi ci buttiamo in pista e balliamo una di fronte all'altra. Improvvisamente, sento delle mani sui miei fianchi e capisco che ovviamente è un ragazzo, così mi avvicino alla mia amica e le chiedo "questo ragazzo dietro a me è bello? Perché se è brutto non mi giro per niente" (lo so, sono più superficiale del ragazzo con cui sono uscita), ma la mia amica mi fa un'espressione non troppo convinta e quindi io ballo ma non mi giro. Dopo un po' inevitabilmente lo vedo: un fighetto un po' attempato per essere ancora un fighetto con una cresta e vestito di nero. Balliamo un po', all'inizio sembra serio. La mia amica esce dalla pista per farmi stare un po' "sola" con lui. Mi dice che ha 30 anni. Ok, balliamo un po' e dopo non troppo tempo... mi stringe a sé e prova a baciarmi. Io ovviamente giro la testa a destra e poi a sinistra per evitare le sue labbra, e sembra funzionare. Ci sediamo, ci scambiamo i numeri e lui prova a sedurmi con tecniche di corteggiamento molto discutibili (cioè mi chiede se mi può interessare, se mi può piacere...) e dopo un po'... rieccolo che prova ancora a baciarmi e, sebbene io provi a scansarmi, riesce a darmi un bacio a stampo. Insiste ancora e ancora e... lo ammetto, cedo anch'io. Ma è stato un bacio innocente, te lo assicuro. Talmente tanto che dopo mi chiede "che studi?" e io rispondo "lingue"... la sua risposta è stata "però la lingua non l'hai usata tanto prima." Non ho ancora capito se dovevo ridere dopo quella frase, boh. Più tardi, senza che gli avessi chiesto niente, mi fa "ah comunque io ho 28 anni"... ora spiegami perché uno che ha davvero 28 anni dovrebbe mentire dicendo che ne ha ancora di più. Avrei dovuto dirgli "ne ho baciati di più vecchi, tesoro" ma in quel momento non mi è proprio venuta la battuta. Ah, comunque è vero che non ne ha 30, perché ne ha 31 (è dell'82, si è inceppato con l'anno di nascita, forse pensava che io non sapessi fare due conti). Anche se poi l'ho gentilmente mandato a fanculo perché non lo volevo intorno a me e lui faceva il viso dispiaciuto, mi ha perseguitata per tutta la sera, quando mi passava vicino mi dava sempre un bacio a stampo (e io poi mi ripulivo la bocca).
Mentre pensavo "spero di non incrociarlo ancora in questo locale", si avvicina un tipo che non saprei dirti se somigliava di più a un drogato o a un alcolizzato. Lui stesso aveva ammesso di aver bevuto un po'. Con il suo alito puzzolente di superalcolici comincia a dirmi "sei bellissima", "credo di essermi innamorato di te".. sarebbe stato da dirgli "non sei il primo, tesoro, prendi il biglietto e mettiti in fila" ma avevo troppa paura che non avrebbe capito l'ironia della frase, dopotutto a questi drogati/alcolizzati non sai mai cosa passa per la testa. Vabbè, mi ha rotto il ca....volo per un'infinità di tempo baciandomi tutto il viso e le mani e  chiedendomi il mio numero, ma io non glielo volevo dare, lui insisteva e io mi stavo innervosendo... e proprio in quel momento è passato il mio "principe azzurro" (il fighetto di prima) che ha chiesto: "c'è qualche problema? ci penso io?" e la mia amica stava accanto a me a collassarsi dalle risate, poi l'ho abbracciata e le ho detto "ma io che ho fatto di male?"
Non so come, ma finalmente era arrivata l'ora di andare via e io ero felice come una pasqua. Metto il giubbetto ed esco dalla discoteca con la mia amica e il suo ragazzo e andiamo verso la macchina. Manco a farlo apposta, chi mi ritrovo accanto? Il drogalcolizzato! "Hey stellina, domani ti chiamo!", mi prende il viso tra le sue mani e mi dà un bacio a stampo sulle labbra. Che schifo! Però devo ammettere che aveva degli occhi azzurri davvero stupendi, meravigliosi. Non sarebbe stato un brutto ragazzo, se fosse stato meno drogalcolizzato e rompiballe e se avesse indossato qualcosa di più carino di quei jeans larghi con il cavallo bassissimo.
"Lieto" fine: il drogalcolizzato credo mi abbia chiamato domenica pomeriggio, ma non ho risposto. Il fighetto sono 3 giorni che mi assilla su Whatsapp chiedendomi "vorresti che fossi con te?" e dicendomi "vorrei stare con te ora... credo di essermi preso una cotta per te" (sì, ti ripeto che ha 31 anni e parla come se ne avesse 13, con tutto rispetto per i veri tredicenni che sono più maturi di questo qui).
Ho letto da qualche parte una frase tipo questa: Forse Dio vuole che incontriamo un po’ di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo. Io spero con tutto il cuore che questa frase sia uno specchio della realtà.
Con affetto
IceGirl

 

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Capitolo 10
*** Lunedì 23 dicembre 2013 ***


Caro amico,
la mia mente è convinta che siamo ancora agli inizi di Dicembre, invece questo stupido calendario si ostina a dire che ormai è arrivato Natale, e vorrei che non avesse ragione. Devo confessare che a me è sempre piaciuto il Natale, forse perché sono ancora una bambina dentro, però il Natale mi fa lo stesso effetto che mi fa l'alcol: lo sento sempre di meno. Ed è un po' triste, perché questo significa che... devo spendere molti più soldi se voglio ubriacarmi una sera. I regali non li faccio più a nessuno e nessuno non li fa più a me. Un po' perché con la crisi abbiamo deciso così. Un po' perché probabilmente sono, come si dice, utile ma non indispensabile. E mi va bene così, perché così non ho particolari doveri nei confronti di particolari persone. A parte in queste 3 settimane. Due giorni fa mia madre si è slogata la caviglia (slogata non è proprio il termine giusto, ma l'altro non mi viene proprio) e deve stare per tre settimane con il tutore, senza poter appoggiare il piede a terra. Per ora sta sempre a letto comunque, le fa ancora troppo male. Niente di grave, si spera, però siamo 5 persone in famiglia (io, mamma, babbo, nonno e mio fratello), e con mamma a letto devo fare tutto io a casa. Ammetto che mio padre e mio nonno comunque un po' mi stanno aiutando, non posso lamentarmi. Ovviamente io devo cucinare, pulire, fare la lavatrice, stirare, riordinare, studiare... già sono abbastanza nervosa per i motivi sopra elencati, mettiamoci anche che a gennaio ho 3 orali. Oggi sono andata sul sito dell'università per iscrivermi all'appello di informatica, quello del 7 gennaio. La lista dovrebbe essere aperta, entro sul sito, controllo e... non c'era! Panico! In situazioni come questa, per me ogni cosa è fonte di panico e ansia. Considera poi che ero stata bocciata a quell'esame... quel giorno mi sono sentita parecchio umiliata, perché l'avevano passato quasi tutti quell'esame, anzi, togliamo il quasi. Non ti dico come mi sento in questo periodo semplicemente perché penseresti che sono più depressa di quei ragazzini emo, incazzati con i loro genitori solo perché cercano di insegnargli qualcosa nella vita. Vabbè, io non sono incazzata con i miei genitori, al massimo sono leggermente ostile ai professori che mi rendono la laurea così difficile. Questi giorni mi rendo conto cosa prova mia madre quando deve fare tutte quelle faccende in casa, quando deve lavare, stirare, pulire, cucinare per cinque persone, sopportare un padre che si lamenta di ogni cosa che lei dice, un marito che pensa che urlandole contro riesca a motivarla, un figlio (abbastanza grandicello, più di me) che non fa altro che accusarla e gridarle per ogni minima cosa e, ciliegina sulla torta, una figlia un po' lunatica, che prima di ogni esame dice piagnucolando che vuole lasciare l'università, che si lamenta di ogni minima cosa. Ti confesso che mi fa pena, e che quando avrò una famiglia da una parte la vorrei come la mia, dall'altra no. La vorrei come la mia perché siamo persone semplici, a parte me sono tutti dei grandi lavoratori, a noi figli non è mancato mai niente, a malincuore ammetto che ho 22 anni e sono ancora mantenuta, anzi, diciamo "a loro carico", perché è più carina come espressione (anche se l'università me la pago da sola). Invece, mi incazzerei di brutto se un giorno i miei figli si rivolgessero a me con arroganza, ora come ora credo che potrei rinfacciargli il dolore che mi hanno fatto provare durante il parto, e probabilmente minaccerei mio marito con frasi tipo "se non mi aiuti in casa non te la do"... potrebbe fare effetto, no? Dopotutto, si sa come sono certi uomini.
Le faccende mi hanno stancata, anche se non ho ancora finito: devo lavare i denti, mettere a posto i vestiti che ho stirato e leggere Trainspotting prima di addormentarmi (sperando di non fare la fine di quei tizi del libro), e spero anche di fare un sogno decente, perché quando mi sveglierò sarà già la Vigilia di Natale.
Divertiti durante le vacanze, non stancarti troppo.
IceGirl

 

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Capitolo 11
*** Domenica 29 dicembre 2013 ***


Caro Amico,
questi giorni provo parecchia inquietudine. A breve ci saranno gli esami, e io sono sempre agitata... stavolta come non mai. Sarebbero gli ultimi, e la mia mente si rifiuta di collaborare e di aiutarmi. Vuole solo imparare a memoria canzoni e citazioni, leggere libri, scrivere, guardare qualche stupido programma su MTV, addirittura imparare un mestiere... ma di studiare non se ne parla proprio. Curioso sarebbe (per uno psichiatra) far sapere che a me l'ansia pre-esame non viene solo qualche giorno prima dell'esame, ma anche nel momento che vengono aperte le iscrizioni online sul sito dell'università. In quel momento capisco che mancano due settimane all'esame e io mi sento intelligente come una gallina. Oggettivamente, le galline sono tra gli esseri viventi più stupidi che abbia mai visto (dopo certe persone...). Quando passo con la macchina davanti casa della mia vicina, ci sono le galline che stanno ferme in un lato della strada, e proprio mentre sto per passare attraversano. Io la considero stupidità, perché non credo che capiscano che la loro vita è monotona e triste e quindi vogliono suicidarsi. Bhè, io mi sento intelligente come loro ultimamente... l'unica differenza è che sono ben consapevole che se non sto attenta potrei morire, e io ho una paura grandissima della morte. Se bussassero alla porta e mi direbbero "sono la morte", io risponderei "no, grazie, non mi interessa" come dico sempre a quelli che vogliono vendermi qualcosa. Che poi io comprerei pure qualcosa, ma devo risparmiare i soldi per andare al concerto di Marco Mengoni.
I miei frequenti dolori di pancia, oltre ai miei studi, credo siano dovuti anche a certe cose dette o fatte da alcune persone. Un tempo, c'erano delle persone che, senza volerlo, mi facevano provare belle sensazioni, anche se parecchio effimere (questione di qualche secondo). Ora sono un po' cambiata, alcune cose le vedo in modo diverso, e mi sono resa conto che quelle persone, sempre senza volerlo, mi fanno provare sensazioni come l'ansia, la delusione, l'amarezza. E io non so che fare. Dovrei cercare di dimenticare? Di dimenticare la causa di queste sensazioni? Perché ultimamente mi portano solo tristezza e malinconia, e non è facile affrontare questi sentimenti, perché li senti così pesanti sul tuo cuore. Ora ti dico una citazione: Solo i più forti fanno i conti con la solitudine... gli altri la riempiono con chiunque. Non dico che mi accontento, comunque mi circondo di gente che mi fa star bene. Però ultimamente non riesco più a fare i conti con la solitudine, perché quando sto da sola l'atmosfera si fa troppo pesante, la mente si riempie di ricordi tristi, comincio a pensare troppo. Potrei sembrarti superficiali, ma i weekend a casa mi fanno venire la nausea, e preferisco passare il tempo con gente che preferisce divertirsi piuttosto che far fronte ai propri problemi, mi piace stare con persone che non parlano mai né di lavoro, né di famiglia, né di litigi, ma pensano solo a saltare al ritmo della musica. Certo, è sempre bello avere qualcuno con cui sfogarsi, ci sono amici che si confidano con me e ne sono felice. Ma ultimamente riesco molto poco ad affrontare i problemi, a volte mi piace metterli da parte, almeno per qualche ora, e mi piace se anche gli altri fanno così. Tipo ora... mi piace parlarti delle mie cose, ma già credo che sto pensando troppo. Ora voglio ascoltare qualche canzone non troppo impegnativa né impegnata (tipo quelle di Irene Grandi... E perché no? Vivo in vacanza da una vita.), allo studio penserò domani. Ah, e stanotte spero di sognare qualche bel ragazzo. Buonanotte!
IceGirl

 

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Capitolo 12
*** Giovedì 16 gennaio 2014 ***


Caro Amico,
da quando è iniziato il nuovo anno non ti ho più scritto, ma devo tenerti aggiornato, quindi eccomi qui.
La sera dell'ultimo dell'anno ho cenato con dei miei amici e, facendo zapping, abbiamo notato che c'era Marco Mengoni che cantava. Era un vero e proprio concerto. Alla cena sia io che un'altra mia amica eravamo cotte di lui, così abbiamo iniziato a fissare la tv senza mai sbattere le palpebre. Nel vedermi, i miei amici mi dicevano "E' inutile che lo guardi così, a lui non piacciono le donne", oppure lo imitavano tutti mentre cantava o storpiavano le sue canzoni, del tipo "beati loro poi se scambiano le offese con il pene". Mentre tutti si interrogavano sulla sessualità del cantante, uno ha tirato fuori il cellulare e ha fatto un'accurata ricerca, e dice: Marco Mengoni smentisce tutto: non sono etero! Ebbene sì, ho dato l'addio al 2013 e il benvenuto al 2014 ridendo e cantando le canzoni di Marco Mengoni. Non male!
Due giorni dopo, ero sul divano e si era fatta una certa. Mi alzo, appoggio i piedi a terra per dirigermi verso la camera da letto. Tutto normale. E invece no. Perché non mi ero accorta di avere la gamba addormentata, così appena ho appoggiato il piede a terra sono inciampata facendo una storta e sono caduta. Per due giorni ho camminato zoppa e andavo avanti con ghiaccio e pomata. Ancora ho alcuni fastidi in certi giorni, e sopra il piede c'è ancora del nero.
Ho studiato perché avevo gli esami, ne avevo due. Uno lunedì scorso e uno martedì, un giorno dietro l'altro. Per l'esame di lunedì (tedesco) avevo una paura assurda, forse era il prof che mi metteva a disagio. Quando sono andata a sostenere l'esame, però, è stato tranquillissimo. Non mi ha fatta sentire a disagio, anche se intrecciavo le parole, e non mi ha fatto sentire l'emerita nullità che invece il mio ego mi faceva sentire. Esame superato! Felicità alle stelle. E sai come si dice... dalle stelle alle stalle. Sì, perché il giorno dopo avevo l'esame di informatica, ed era già la seconda volta che lo provavo. L'esame consisteva in un test a crocette e poi, se lo superavi, c'era anche l'orale. Io non ho superato il test, proprio come l'altra volta. L'altra volta però avevo fatto una figura di merda perché solo io ero stata bocciata (anche se poi ho saputo che diversi erano stati bocciati all'orale), invece stavolta solo in 6 su quasi 40 avevano superato la prima parte, quindi mi sono sentita somara solo fino ad un certo punto. Ma sempre che mi sono sentita tale.
Ora sono due giorni che non faccio un cavolo, che passo le giornate a leggere i fumetti di Rat-Man oppure il libro di Nietsche, Al di là del bene e del male. Sai, anche Nietsche collabora ad abbassare la mia autostima, ma prova un po' a leggere quel libro. Almeno nella prima parte non ci si capisce niente. Che uomo complessato che dev'essere stato quel Nietsche. Un po' però mi fa pena, dev'essere stato un uomo triste e solo perché nessuno riusciva a comprenderlo e perché lui non riusciva a trovare persone altrettanto complessate e con dei pensieri contorti. Oh, caro Nietsche, sai, anch'io affogo nei miei pensieri insensati e indescrivibili, ma almeno nella mia mente vagano parole un po' più semplici. Io, al contrario di te, non riesco a girare intorno a un concetto inesistente tessendolo con parole assurde, almeno questo è ciò che credo.
Pochi giorni fa invece ho finito di leggere un altro libro, Trainspotting. Leggendolo non mi sono sentita stupida, perché capivo tutte le parole e tutte le frasi. In molte sono riuscita anche ad immedesimarmi benissimo. Certo, io non ho mai fatto uso di droghe come i protagonisti del libro, però qualcosa in comune con loro ce l'ho. Prendiamo il personaggio principale, Mark Renton (di cui mi sono presa una cotta). Lui ha 25 anni, studiava all'università ma ha lasciato perdere, è un parassita della società perché prende un sussidio dallo Stato (nel suo caso la Scozia), è dipendente (da eroina) ed è un tizio che pensa tantissimo, e non ha pensieri così stupidi se ci pensi bene. Io non ho ancora 25 anni e ancora studio, non sono una parassita della società ma ancora posso contare solo sui miei, non su me stessa, non sono dipendente da eroina ma sono dipendente da altre cose. Dalla pigrizia, ad esempio. Dalla musica. Dalla lettura. Dalla scrittura. Non mi sembrano cose devastanti come l'eroina, però in molti suoi discorsi o monologhi interiori mi sono sentita molto simile a lui. Probabilmente quel senso di inutilità che sento io lo avrà sentito anche lui. Tipo in questa frase mi ci rivedo:
Una parte di lui è convinta di essere di gran lunga la persona più attraente in tutto il bar. Questo per la semplice ragione che riesce sempre a trovare qualche difetto orribile anche nel più perfetto degli individui. E concentrandosi su quell’unico difetto, riesce a cancellarne mentalmente ogni bellezza. I suoi difetti, invece, non li vede nemmeno, e poi tanto ci è abituato.
Anch'io sono così, sai? Non mi vedo carina quando mi guardo allo specchio, ma riesco a svalutare anche la persona più importante del mondo, perché è come se fossi alla ricerca di un difetto per ogni persona mi trovi davanti. E per me quel difetto conta molto di più di tutti i suoi pregi. Questo però non lo penso riguardo chiunque. Ad esempio, non lo penso mai riguardo quelle persone che, quando stanno con me, mi fanno sentire bene, mi fanno sentire importante, una bella persona. Questo lo penso per quelle persone che non fanno altro che sminuirmi sbandierando ai quattro venti la loro vita stupenda, come se volessero rinfacciarmi che la mia è mediocre. Ora, io so che la mia vita non è poi il massimo, ma visto che mi piace mi innervosisco quando la gente fa così. Che poi magari non lo fa neanche apposta, ma lo fa e basta. E per me conta solo quello.
Sai, mi sono resa conto che, quando devo rinchiudermi dentro casa per studiare, nasce in me un senso di odio verso la gente. Passo questi periodi ad innervosirmi con qualsiasi stato che la gente pubblica su facebook (perché appunto non esco molto di casa, devo studiare). Quindi decido di lasciar perdere, di non connettermi, di non mandare messaggi a nessuno, di non fare telefonate, di uscire il meno possibile. E se faccio queste cose, sono comunque con la testa in un mondo parallelo dove volano farfalle sopra le nuvole, dove l'aria è profumata e gli uccellini non cantano perché sanno che mi fanno innervosire. E certa gente, fortunatamente, neanche se ne rende conto che io sono lì ma è come se non ci fossi.
Ora gli esami sono finiti per un po', dovrò ancora ricominciare a studiare ma prima mi prendo qualche giorno di relax, questi giorni uscirò e incontrerò un po' di gente, prima che torni il momento di rimettersi sui libri. Ho deciso, però, che devo parlare, uscire e stare vicino solo alle persone che mi fanno star bene. Quelle che mi fanno solo sentire a disagio o inferiore le metto da parte, perché finché posso evitarlo, non ho bisogno di dolore nella mia vita.
Con affetto
IceGirl

 

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Capitolo 13
*** Giovedì 13 febbraio 2014 ***


Caro Amico,
ho fatto una scoperta. Non di quelle da premio Nobel per la scienza, ma quasi. Ho scoperto che forse non sono così diversa dalle altre ragazze, e l'ho scoperto giovedì scorso, dopo essere stata bocciata all'esame. Ti risparmierò il racconto di quanto è stato difficile trattenere le lacrime dall'uscita dell'università fino alla macchina, ma ti dirò che dopo essermi fatta un giretto in macchina per sbollire un po', sono andata al centro commerciale, e precisamente alla libreria del centro commerciale. Ho fatto shopping terapeutico! Ecco ciò che mi accomuna alle altre. Era shopping di libri, comunque, e non di vestiti, scarpe, borse o cosmetici, e questa è una cosa che ancora mi distingue dalle altre. Ovviamente mi piace vestirmi decentemente e andare in giro abbastanza presentabile (anche se i risultati sono piuttosto scarsi), però vado a fare compere solo in caso di necessità. Lo shopping di vestiti mi agita, perché non sempre i pantaloni di taglia 42 mi stanno bene, a volte non riesco neanche ad abbottonarli, e mi innervosisco. Lo shopping di borse lo trovo abbastanza inutile, perché ne ho davvero tantissime a casa ma porto sempre le solite due: una verde bottiglia spaziosa per il giorno, una pochette nera con le perline per la sera. Gli smalti li adoro, ma ho davvero tutti i colori (a parte giallo, arancione, verde, blu perché i colori degli evidenziatori sulle unghie non mi piacciono). Le scarpe... bhè, quelle le adoro, ma per me sono un po' come le borse. Certo, metterei volentieri i tacchi anche di giorno per sembrare più donna in carriera, ma riderebbero tutti di me. Voglio dire, non abito a Milano o a Roma o a Torino, dove si vedono tantissime donne vestite superfighissime anche di giorno... vivo in un piccolo paesino nelle Marche, dove tutti si conoscono. E se per caso non si conoscessero, non avrebbero paura di andare dagli altri a chiedere "tu chi figliu si?" cioè "tu di chi sei figlio?" (perché appunto tutti conoscono tutti, quindi se non conoscono te non te la scampi, sicuramente conoscono la tua famiglia o qualche tuo parente, che in quel momento odierai perché conosce gente così pettegola).
Potrei farti una lista delle cose che mi accomunano alle altre ragazze ultimamente. Bhè, lista è una parola un po' grossa. Ritratto, diciamo che ho trovato due cose che mi accomunano alle altre ragazze:
1. Avrei voglia di andare al concerto di Marco Mengoni. Le sue canzoni sono piene di sentimento, di emozioni che io ho già provato. Credimi, il fatto che abbia tre anni più di me o che sia un bel ragazzo non c'entra niente con il mio interesse per la sua musica. E poi, chi voglio prendere in giro? Non potrò mai mettermi con lui.
2. Una mia amica mi ha fatta fissare con Uomini e Donne, programma che ho sempre odiato, condotto da una presentatrice che ho sempre odiato, e con la partecipazione di un'opinionista che ho sempre odiato. Però, cavolo, quel corteggiatore, Marco, ha degli occhi stupendi! Lui è stupendo. E ha la mia età. Sì, lo so che le probabilità che mi possa mai mettere con lui sono pari a quelle che ho di mettermi con l'altro Marco, cioè Mengoni, ma mi piace. Non è stato scelto dalla tronista, ma adesso si dice che diventerà lui stesso tronista. Quindi continuerò a vedere quel programma, condotto da una presentatrice che ora adoro, perché è un po' come una psicologa (l'ho scoperto guardando anche C'è posta per te), con la partecipazione di un'opinionista che è diventata il mio nuovo idolo personale. Che dire? E' normale cambiare punto di vista, almeno credo.
Bene, la mia immensa passionale per i programmi televisivi strappalacrime potrebbe essere fonte di vergogna da parte mia, un po' lo è, ma di certo è anche la conseguenza di qualcos'altro. Diciamo di un periodaccio. Come ti ho già detto, gli esami non sono andati bene, e adesso sto parecchio... lo posso dire? Nella merda, temo che slitterà anche la mia laurea. Non che mi cambi molto, il lavoro non lo troverò a luglio come non lo troverò a novembre, le tasse le ho già pagate e non le dovrò ripagare per novembre, ma l'università mi mette un'angoscia indescrivibile. La scorsa settimana ho sempre bevuto una tazza di camomilla prima di andare a dormire, mentre durante il giorno bevevo sempre tre caffè, per studiare meglio. Il problema è che tre caffè cominciavano ad essere un po' troppi, perché invece dell'energia per studiare, mi davano energia per piangere e disperarmi. Ero sempre nervosa, per la prima volta nella mia vita credo di aver avuto una crisi pre-mestruale (io di solito le crisi le ho il primo giorno, quando ho un forte mal di pancia, e il secondo, quando invece mi fa male la testa, ma mai prima... a parte una certa fame chimica che mi colpisce nei giorni precedenti). I prossimi esami li ho a marzo, e potrò sostenerli grazie ad un appello per i fuori corso (cioè per quelli che hanno già fatto i tre anni e non sono riusciti ancora a terminare tutti gli esami). Avrei tre esami orali da sostenere, uno lunedì 17, uno martedì 18 e l'altro mercoledì 19. Ora capirai, ho fatto un macello con tre appelli in un mese, figuriamoci con tre appelli in tre giorni, così ho deciso di sostenerne al massimo due (tanto ho già pagato la rata e avrò la possibilità di fare gli esami anche a maggio). Pensavo di provare informatica o tedesco per ora, inglese più in là. Se dovessi avere un'altra delle mie crisi isteriche, lascerò perdere un altro esame ancora, e ne sosterrò solo uno, ma mi impegnerò in quello, perché dovrò assolutamente superarlo. Altrimenti scapperò in Giappone e andrò a coltivare bonsai, ho già deciso.
Lo so, sicuramente ti avrò fatto impazzire con questo discorso, pensa che dentro di me crea ancora più confusione. Ti racconto di qualcos'altro, ok? Ok.
Stamattina mi sono arrabbiata a casa, in particolare con mio nonno, e ho alzato la voce. Devo ammettere che non ci ho visto più perché era l'ennesima persona a dirmi che non faccio niente tutto il giorno a casa. Ti ho già detto quanto fossi nervosa, quindi non sono riuscita a sopportare più le critiche di tutti, e ho urlato davanti a mamma e nonno dicendo "Non ne posso più, ogni singola persona mi ripete sempre che non faccio niente dalla mattina alla sera, sono stanca perché tutti me lo fanno pesare!" e poi sono scoppiata in lacrime, perché nel momento in cui ho alzato la voce mi sono sentita terribilmente in colpa e ho pensato che mio nonno in passato ha perso un figlio e una moglie, e non meritava una nipote stupida e immatura. Mi fa un po' pena, perché è anziano e lo vedo sempre così solo. E io per quanto possa sembrare dolce, in realtà sono una stronza dentro e ne sono consapevole, quindi se mai dovessi arrivare alla sua età sarò ancora più sola. Il figlio di nonno, cioè il fratello di mamma, è morto probabilmente con un infarto quando aveva 16 anni (data la giovane età, probabilmente era una cosa con cui era nato, una specie di malformazione). E io so cosa vuol dire perdere qualcuno a cui vuoi bene: vuol dire guardarsi intorno e pensare che chiunque ti circondi non sarà mai abbastanza buono o abbastanza speciale come il tuo caro. Vuol dire sapere che non esiste al mondo nessun altro come lui, vuol dire pensare che c'è gente che meritava molto di più di lui la morte. E fa schifo, perché invece niente è andato come pensavi tu. Quindi immagino mio nonno abbia pensato: "Avevo un figlio bravissimo, ed è morto, mentre mia nipote che è una stronza è ancora viva." Questo pensiero fa male. Non sono certa che mio nonno l'abbia pensato, lui non parla mai dei suoi cari. Io invece ci penso un po' a queste cose, a queste persone. Ok, mettiamo caso che dopo la morte ci sia un'altra vita, una vita bellissima e serena (cosa in cui io credo, tra l'altro). Ma perché un ragazzo così giovane deve morire così, all'improvviso? E poi con tutto quel dolore. Forse il suo destino era vivere in un universo più "pulito", meno corrotto, perché era troppo buono e puro per stare su questa terra... ma allora che senso aveva farlo soffrire così tanto quando era così piccolo? E mia nonna, che aveva vissuto un dolore così grande per la perdita di suo figlio e per tante altre cose durante la vita.. che senso aveva farle sapere che la leucemia la stava logorando e che quelli erano gli ultimi mesi della sua vita? E il mio amico... bhè, se potessi scegliere, forse è quella la morte che vorrei per me (ma prima vorrei vivere abbastanza, vorrei ancora far passare tanti ma tanti anni ancora), lui mi diceva che si sentiva debole, che aveva spesso mal di testa, mal di denti, la febbre. Sembrava tutto normale. Eppure quando è andato all'ospedale, dopo che si è allungato sul lettino non è più riuscito ad alzarsi. Tre giorni, tre giorni maledetti ed è finito tutto. Aveva 26 anni, aveva un lavoro, avrebbe potuto trovare una brava ragazza, far nascere qualcosa, avere una vita felice. Ma se n'è andato, e sorrideva. La stessa malattia di mia nonna, ma lui non aveva sofferto così tanto, almeno spero. Forse neanche sapeva di averla. Sono giunta alla conclusione che Dio aveva altri progetti per lui, che lui non meritava di soffrire per la crisi economica, per una ragazza che non l'avrebbe apprezzato quanto meritava, per una vita triste e malinconica. Ed è l'unica spiegazione che mi do, l'unica cosa che mi fa star meglio. Eppure mi fa soffrire pensare che ci facciamo un culo così in questa vita, che poi per cosa? Se finisce tutto così. Ma io penso che non finisca, io spero che quando sento un brivido (sai quei brividi che ti vengono all'improvviso?) sia lui che mi sfiora o che mi passa accanto. Altrimenti niente avrebbe un senso. Ma un senso dev'esserci per forza, anche se a noi è sconosciuto. Il senso può essere nascosto dietro un sorriso. Perché dopo che il mio amico se n'è andato, ho conosciuto una ragazza che lo conosceva, erano molto amici quando facevano le medie. Adesso io e questa ragazza siamo diventate molto amiche, ci parlo benissimo con lei, le ho raccontato di questa mattina, del mio nervosismo. E la cosa bella è stata che lei mi ha capito benissimo, mi ha detto che anche se può sembrare una ragazza fortissima, in realtà ha anche lei dei momenti "no", e io ho capito che a chiunque può capitare un'esperienza negativa, che a tutti può capitare di cadere in basso e non voler rialzarsi, però vale la pena farlo... perché c'è sempre qualche tesoro nascosto ad aspettarci.
Mi dispiace averti fatto venire la depressione, in questo periodo sto giù per una serie di motivi, ma se non ci fossero i periodi tristi poi non saremmo in grado di apprezzare quelli belli, quando arriveranno. Quindi resto fiduciosa, il meglio per me deve ancora venire.
Con affetto
IceGirl

 

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Capitolo 14
*** Giovedì 6 marzo 2014 ***


Caro Amico,
hai presente quei periodi un po’ così? Passano i giorni e ti senti sempre e ovunque fuoriposto e vorresti solo sparire per un po’, vivere in un universo parallelo e pacifico finché le cose non si sistemano. Io sto vivendo uno di quei periodi.
Per gli altri è facile parlare, mi vedono dormire fino a tardi, ascoltare tanta musica, studiare poco, uscire con gli amici. Sarebbe facile spiegare a tutti che in realtà non è così bene che mi sento. Io non sto male, per niente. Ma non sto neanche bene e non c’è un motivo particolare del mio stato d’animo. Sì, sarebbe facile spiegarlo, ma per gli altri sarebbe troppo difficile (se non impossibile) capirlo. Allora lo spiego a te, perché sai ascoltare, sai capire e non giudichi.
Da dove potrei iniziare? Dall’università. Come già sai, prima di laurearti devi scrivere una tesi di laurea, e per scriverla hai bisogno di un relatore, cioè un professore (scelto da te) che ti controlli la tesi e te la firmi. Volevo laurearmi a luglio, così ho mandato delle e-mail ad alcune professoresse, dove chiedevo loro la disponibilità a farmi da relatore. Per esser più sicura, ho scritto loro che la tesi la volevo preparare per luglio, o al massimo anche novembre. Lo so, passerebbero un po’ di mesi, ma almeno mi prenoto. Tutte mi hanno risposto che non sono disponibili, né per luglio né per novembre. Mi sono scoraggiata parecchio, ma mi sono anche arrabbiata. Con i prof, dirai. E invece no, non sono arrabbiata con nessun professore. Sono arrabbiata con i miei compagni d’università. Anzi, le mie compagne. Siamo quasi tutte ragazze, i ragazzi sono pochi e più svogliati. Mi sono arrabbiata con loro, perché magari hanno più esami da dare rispetto a me, ma si sono già prenotate (a questo punto credo che si siano prenotate un anno fa) e per colpa loro i professori sono già impegnati e non possono seguire me, che per luglio pensavo di farcela, mentre ora credo di non farcela neanche per novembre. Ho già pagato regolarmente le tasse del primo anno fuori corso, la seconda rata la dovrò pagare a fine aprile e, cazzo, siamo già a marzo. La sessione di gennaio, come già sai, mi è andata male e devo ristudiare ben due materie dall’inizio, e un’altra la devo studiare per la prima volta. Il 17 marzo avrò l’esame di tedesco, il 18 avrò quello di informatica. O forse viceversa. Ho tanta inquietudine dentro, tra pagamenti, esami, studio, scadenze, ricerca di un relatore, stesura della tesi. E, come se non bastasse tutto questo, ho letto che entro fine luglio sposteranno la sede dell’università in un’altra città che io odio. Per arrivarci ci vuole una mezz’oretta di macchina, non si trova un parcheggio neanche a pagarlo. Anzi, a pagarlo si trova. Ma due euro all’ora a una città come Macerata (denominata Città della Pace) io non glieli do. Tante salite da fare a piedi, entrerei all’università tutta sudata, e io quando sudo puzzo tantissimo, vorrei tanto uscire dal mio corpo ed allontanarmi finché non sarò sotto la doccia. Dentro quella città io mi perdo molto facilmente, non la conosco affatto (e non ho neanche voglia di farlo), e ci sono talmente tanti edifici (ognuno con un ufficio specializzato solo in una mansione) distanti tra loro, che io non so neanche distinguere. E io dovrei andare a Macerata solo per incontrare una prof o sostenere degli esami, tra l’altro chissà dove? A quanto pare sì. Già stanotte ho sognato che ero andata lì perché dovevo cercare una prof con cui parlare, mi ero persa e avevo anche lasciato la macchina su un parcheggio a pagamento. Quando sono tornata verso la macchina c’era un asiatico che stava scrivendo una multa, e le urla che dicevano “No, no, ti prego, sto qui, non serve la multa, sono qui!” non sono servite a niente. Quello stronzo l’aveva già fatta la multa. Ma una cosa l’ho capita… stasera prima di andare a dormire bevo un po’ di camomilla.
Parliamo d’altro. Ho conosciuto un ragazzo! Te lo descrivo? Quando sorride è bellissimo, gli si formano anche le fossette sulle guance. Ha un buon profumo. Ha degli occhi molto belli, anche se quando mi bacia non li chiude. Però mentre mi bacia mi dice “che bella che sei”, ed è una cosa che mi fa spiccare il volo. Dà degli abbracci stretti stretti, e se io lo stringo, lui ricambia stringendomi più forte. E’ dolce e adorabile. L’ho conosciuto in discoteca. All’inizio mi era sembrato un maniaco, si era avvicinato, mi ha appoggiata contro il muro e provava a baciarmi… io non ci stavo, ma lui non voleva saperne di andarsene. Qualche giorno dopo, abbiamo deciso di rivederci e all’inizio l’uscita procedeva anche abbastanza bene. Dopo neanche 10 minuti che passeggiavamo mi ha preso la mano e ho pensato che quel gesto fosse un po’ prematuro, ma mi faceva anche piacere quindi poi anch’io gli ho preso la mano. In fondo era passato tanto tempo dall’ultima volta che avevo passeggiato mano nella mano con qualcuno, così l’ho lasciato fare. Ci siamo seduti e lui ha provato subito a baciarmi, io però non ho ricambiato perché stavolta sentivo che era davvero troppo presto. Lo trovavo un po’ troppo intraprendente, così gli ho chiesto che cosa si aspettasse da me, o comunque che intenzioni aveva. La sua risposta è stata chiara. Per una relazione siamo un po’ troppo lontani, meglio incontrarci una volta ogni tanto, soddisfare le sue fantasie. A me ovviamente non sta bene che lui sia più interessato a una parte del mio corpo piuttosto che a me, al mio modo di ragionare, ai miei difetti. Mi rendo conto che è difficile accettare le stranezze o le particolarità di un’altra persona, ma io non sono né un’anti-stress né una bambola con cui giocare a proprio piacimento, perché mentre lui gioca io metterei a nudo (oltre che me) i miei sentimenti, e non mi va di immergermi troppo in una situazione così compromettente. Ok, tutto bene, sembrerebbe. Non può nascere niente di serio. Almeno ho passato un pomeriggio in piacevole compagnia.
Sono tornata a casa, avevo la testa tra le nuvole. Ripensandoci, era da un bel po’ che non mi sentivo così serena grazie a un’altra persona. Mentre volavo, mi manda un messaggio una mia amica che sapeva dell’appuntamento. Tra l’altro era talmente curiosa (evidentemente la mia vita privata per qualcuno è meglio di un film al cinema o di un passatempo) che mi aveva già mandato un messaggio e addirittura aveva provato a chiamarmi mentre stavo con lui! Precisamente mentre ci stavamo baciando! Vabbè, sorvoliamo. Le racconto che è andata bene, che con lui stavo bene e che non avevo intenzione di uscire con un altro ragazzo (anzi, uomo) che voleva vedermi (che chiamerò Pseudo-Casanova), perché tanto ormai una persona con cui stavo bene l’avevo trovata. Ovviamente la mia amica non ha capito i miei sentimenti, perché ha insistito affinché uscissi anche con l’altro (con cui poi non sono uscita, ma di questo te ne parlerò tra un po’). Solo che poi ho fatto un errore (lì per lì non mi sembrava tanto sbagliato, invece dopo un po’ mi sono resa conto che dovevo tenermelo per me): ho detto alla mia amica che quel ragazzo mi aveva fatto capire che voleva solo sesso. Il “consiglio” della mia amica, naturalmente, è stato quello di lasciarlo perdere e di rimettermi alla disperata ricerca di una persona che fosse interessata esclusivamente a una storia seria. I motivi per cui non ero d’accordo faccio prima ad elencarli:
1. Con quel ragazzo sono stata bene.
2. Pseudo-Casanova non mi suscitava le stesse emozioni che invece mi faceva provare lui.
3. Ok che non voglio una relazione basata sul sesso, ma l’espressione “relazione seria” che vuol dire? Mica si capisce all’istante cosa vogliono gli altri e soprattutto cosa vuoi tu! Io stessa sono spaventata all’idea di una relazione seria. Cioè, provo a spiegarmi meglio. Prima di valutare la serietà di un rapporto ci vuole tempo, non è che uno viene lì da te e ti dice: “ciao bella, io voglio una relazione seria, tu pure, perfetto, domani ci sposiamo”. Riassumendo, non voglio una relazione di solo sesso ma neanche una cosa seria ora. Facciamo un passo alla volta.
4. La vita è la mia, di conseguenza anche la vita privata è la mia. Ci si confida tra amiche, è normale, ma non sei tu che devi vivere ogni istante del mio appuntamento, sono io.
5. Non devo per forza fidanzarmi solo perché un tempo le ragazze della mia età già mettevano su famiglia.
6. Non rinuncio a quel ragazzo, perché mi ha fatta sentire bene. Non rinuncio a lui perché mi piace, ho una cotta per lui (se la si può definire così), mette in moto il mio cervello molto più di 6 ore consecutive di studio.
 
E’ passato qualche giorno, nel frattempo sono andata a ballare e ho incontrato Pseudo-Casanova che dice di essere tanto interessato ad avere una storia con me. Credo di averti già parlato di lui, l’avevo incontrato già un’altra volta in discoteca, il fighetto 31enne… sicuramente avrai capito. Quando ci siamo incontrati lui voleva stare un po’ da solo con me, e la mia amica dovevi vedere com’era contenta di lasciarmi andare tra le braccia di un uomo che non mi piace. Un bel ragazzo, nulla da ridire, ma è così appiccicoso, anzi, asfissiante rende più l’idea. Ah, e neanche molto modesto. Mi ha detto: “Io sono un grande baciatore.” Eppure quando bacia non è niente di speciale, non più di tanti altri almeno. Mi faceva domande davvero stupide… ora te le elenco e ci scrivo accanto la risposta che avrei voluto dargli.
1. Ti piaccio? Bhè, fisicamente non sei un brutto ragazzo. Se solo ridessi un po’ di più. Sai, sei più carino quando ridi. Quando stai serio invece assumi un’espressione da porco. Caratterialmente il discorso cambia. Caratterialmente non sei molto compatibile a me. Non mi piace molto la gente che insiste perché puntualmente mi fa passare per amorfa, e io poi non sono mai capace di dare una spiegazione plausibile. Insomma, sei un po’ arrogante. E gli arroganti io non li sopporto.
2.Ti interesso? Forse se ti regolassi un po’ per controllarti mi interesseresti di più. Voglio dire, non servono 50 messaggi stupidi al giorno su Whatsapp, non serve che mi chiedi se mi manchi perché capisco che non sei sincero anche con un solo messaggio. Ma in linea di massima, non mi interessi più di tanto.
3. Saresti interessata a una storia seria con me? Io penso che la storia seria non è che ti svegli una mattina e decidi che la vuoi. La storia seria è una conseguenza. Bisogna fare le cose per gradi, uscire se c’è l’interesse sopra citato (che a quanto pare non abbonda), vedere se si sta bene insieme, eventualmente poi capire se si vuole una storia seria. Per la cronaca, anche se non c’entra niente, mi metti ansia con tutte queste domande.
4. Ti va di baciarmi? Non è che non mi va. E’ che io, al contrario tuo, do una certa importanza al bacio. Tu hai provato a baciarmi dopo 5 minuti che stavamo parlando, e io non capisco come mai la maggior parte di voi uomini fa così. Se ho voglia di baciare non ho problemi a farlo, ma quando è troppo presto non ho voglia, perché mi rendo conto che è una cosa molto affrettata. Comunque… a te non mi va di baciarti (lo so che qui c’è un errore, ma rende meglio così) perché ti credi così bravo e qualcuno dovrebbe abbassartela quella crestina (tra l’altro, lui ha davvero la cresta ai capelli… alla sua età!).
5. Perché non mi baci? E’ la prima volta che baci un ragazzo? Bhè tesoro, sarà anche vero che ho dato il mio primo bacio a un’età avanzata per un primo bacio in effetti, perché avevo già 18 anni, ma comunque mi è capitato di baciare altre persone. Voglio dire, non è che esisti solo tu al mondo, anche se a quanto pare la pensi così. Ad esempio mi è capitato di baciare un ragazzo proprio ieri, per moooolto tempo (sì, perché questa conversazione è avvenuta il giorno dopo il mio appuntamento con l’altro ragazzo) e ho deciso di baciarlo perché alla fine ho capito che la sua compagnia mi faceva piacere. E comunque se quello con te fosse stato il primo bacio avresti rovinato alla grande la magia del momento e sarebbe stato un pessimo primo bacio.
6. Non capisco perché pensi che io sia interessato solo al sesso. Voglio dire, usciamo insieme e poi viene quello. Non ti piace il sesso? Tesoro mio, già non ho voglia di uscire con te, figuriamoci di fare sesso con te. Quindi la risposta è no, non mi piace il sesso, non con te. E ho detto tutto.
7. Allora, che ne dici di uscire insieme? Solo che non mi sembri tanto entusiasta. Se prima avevo una minima voglia di uscire con te, adesso dopo tutte queste tue domande a raffica la mia voglia è sparita, si è dissolta nel nulla e dubito che la ritroverò con molta facilità.
Tu, personalmente, caro amico, mi ci vedi con una persona del genere? Non mi ci vedo neanch’io. E forse se non mi ci vedo io, allora neanche gli altri dovrebbero vedermi con una persona così. Ma tanto gli altri che vuoi che ne capiscano di ciò che provo io?
Ho raccontato tutto ciò (magari senza le risposte che ho dato ora a te) alla mia amica e la sua risposta è stata: “Evidentemente lui insiste così tanto perché ha interesse.” No, cara, tu mi dovevi dire: “Hai ragione, è un rompipalle. Se non ti piace non continuare a sentirlo. Continua ad uscire con il ragazzo che ti piace, se con lui stai meglio.” Ma vedi, caro amico, purtroppo la gente non è mai come vorremmo che fosse.
I consigli sono ben accetti, comunque, anche se entro un certo limite, perché quando da consigli diventano ordini cambia tutto. Comunque, io sono uscita ancora con quel ragazzo. La mia amica mi consigliava di fare un’uscita con quel ragazzo e un’altra con quel rompipalle di Pseudo-Casanova. Io ne ho fatte due con il ragazzo che mi piace e zero con il rompipalle, e così ho scoperto che in me prevale il sentimento sulla ragione.
Durante la nostra seconda uscita, insisteva tanto per andare in macchina, e io gli ho detto un NO! secco. Non capiva perché fossi così titubante  e io non capivo perché lui fosse così insistente. Certo, è più che naturale che un ragazzo di 24 anni voglia fare l’amore (anche se non lo chiamerei “amore”, perché è ancora presto), ma è altrettanto naturale (almeno credo) che una ragazza non voglia concedersi così presto a qualcuno e che voglia essere sicura di aver davanti una brava persona.
Vedendomi incerta, mi ha chiesto: “Facciamo così. Dimmi un posto dove ti piacerebbe fare l’amore, e io esaudirò il tuo desiderio.” (Il mio???? Casomai il TUO desiderio!)
E io sono stata zitta.
“Ti piacerebbe farlo sulla spiaggia?”
“No.”
“In macchina?”
“No.”
Dopo tutti questi “No.” ho notato che la sua espressione è cambiata notevolmente. E infatti…
“Mica sarà la prima volta?”
“Ehm…” rispondo titubante. “Sì.” (Visto? Alla fine un “Sì” l’ho detto!)
“Veramente?” chiede come se gli avessi detto che ho un particolar talento a stringere amicizia con alieni e fantasmi.
“Sì…” rispondo timidamente. Un po’ di vergogna c’era. Che cazzo di epoca è questa se una ragazza si deve vergognare perché è vergine, mentre è un onore andare a letto con tantissimi ragazzi?
Devo ammettere che è stato molto comprensivo, mi aspettavo almeno una risata in faccia in stile Nelson dei Simpson. Invece mi ha abbracciato ancora più forte, come se fossi un tesoro raro.
“Scusa, non lo sapevo… ma perché non me lo hai detto prima?”
“Perché se te lo avessi detto poi non saresti neanche tornato per incontrarmi ancora.”
E sono sicura che sarebbe stato davvero così.
Mi ha coccolata un po’, ma l’incredibile voglia di gnocca che aveva era superiore a qualsiasi cosa, e ha ricominciato con i suoi tentativi per convincermi. Ovviamente non mi sono concessa a una persona di cui non sapevo neanche il cognome, però, per la primissima volta nella mia vita, ho valutato l’idea di concedermi a lui, magari non proprio in quel momento, ma ad un altro appuntamento sì. Anche ora sono tanto confusa perché lo conosco poco, ma mi fa star bene, cosa che sono in grado di fare poche persone in questo periodo. Lui vuole un’amica di letto, io voglio farlo con.. non dico la persona giusta, ma una persona che si avvicini a quella giusta.
“Non posso ancora sapere quando sarò pronta.”
Ti capisco… ma cerca di capire anche me, non posso farmi 200 km ogni volta solo per due bacetti.”
Mi capisci? No. Tu non mi capisci neanche per un cazzo, perché se mi vuoi bene come dici mi aspetteresti senza rinfacciarmi che ti fai tutta quella strada solo per stare con me. Cos’è? Per una scopata te ne faresti anche di più di 200 km, ma per stare con una persona che ti vuole bene (anche solo per due bacetti o due coccole) non lo faresti? Cos’è? Una scopata vale più di un po’ di benessere? Io non credo…
Quando va a ballare il sabato sera va in discoteche che stanno ancora più lontane di dove ci incontriamo noi, e non si fa tutti questi problemi. Forse sono io che non sono così speciale, non ne valgo la pena. Ma neanche una scopata ne vale la pena. Anzi, io valgo molto di più di un atto sessuale! Razionalmente sarebbe facilissimo lasciarlo andare, non sentirlo né vederlo, evitare di soffrire, evitare tutte queste seghe mentali che mi faccio (la cosa che più mi fa paura del sesso non è il dolore, ma il rischio di rimanere incinta)… e invece no! Mi piace e non posso rinunciare a una persona che mi dà attenzioni, che potrebbe farmi diventare più donna, che mi fa vivere sensazioni nuove, mai provate prima. Sarebbe tutto più facile se non fossi così sentimentale.
 
Per concludere tutta la “magia”, ti dico che Pseudo-Casanova mi ha mandato un messaggio su Whatsapp (applicazione per smartphone che ho cominciato ad odiare) dove mi diceva che sabato va a ballare. Io non gli ho risposto, perché proprio qualche giorno fa lui voleva uscire con me e io gli ho detto di no (sai com’è… lui non lo sopporto, e poi la mia mente è troppo occupata questi giorni!). Pensavo di essermelo tolto dalle palle, e invece no… vabbè, lui non mi sembra molto intelligente, perché invece di rinunciare insiste, perché vuole conoscere una persona NON interessata a lui. L’ho ignorato su Whatsapp, e lui che fa? Mi scrive un sms con la stessa identica frase che mi aveva già scritto prima. E dopo di questa… io comincio ad avere sempre meno pazienza con la gente e la sopporto sempre di meno! E tu, Pseudo-Casanova, lo vuoi capire che sei un rompipalle che mi fa passare la voglia di conoscere gente nuova?!?!?!
 
Con affetto
IceGirl

 

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Capitolo 15
*** Lunedì 14 aprile 2014 ***


Caro Amico,
non capisco cosa ci trovi di tanto speciale la gente nel sesso. Non che io abbia mai compreso pienamente la mentalità di certe persone, non che sia diventata una grandissima esperta del settore, ma per quanto mi riguarda… è sopravvalutato. Ma andiamo per ordine.
Non sento più quella specie di Casanova presuntuoso ed arrogante. Che ci posso fare? Le sue battute non fanno ridere nessuno, non ha uno spiccato sense of humour e non mi prendeva affatto come persona. Che avrei dovuto fare? Fingermi divertita per poi farlo diventare ancora più montato e pieno di sé? Decisamente no. Così gli ho ribadito un’ultima volta che non c’era affinità tra di noi. So solo che in un millesimo di secondo mi ha sputato in faccia una marea di argomenti insensati, ad esempio che ero troppo seria e cupa per le sue “battute”, che dovevo trovarmene un altro meglio di lui (bhè, su questo la pensavamo allo stesso modo) e che per lui era finita la schiavitù. Ora non voglio soffermarmi a sprecare parole per una cosa così poco importante, semplicemente non ho capito come possa chiamare “schiavitù” il fatto che lui mi tartassava di messaggi poco graditi tutto il tempo, ricevendo poi come risposta dei monosillabi da parte mia. Personalmente, avevo un’altra idea di schiavitù. Al massimo questa cosa la chiamerei disinteresse. Ma sorvoliamo. Come stavo dicendo, l’immaturità di un quasi 32enne non è un tema di mio interesse.
L’altro ragazzo, quello che mi piaceva un pochino. Ecco. Lui potrebbe essere un tema di interesse. Interessante come il modo, a me ancora sconosciuto, in cui mi ha convinta a… disinibirmi.
Ha cercato di convincermi con tante parole, dicendomi che prima o poi l’avrei dovuto fare con qualcuno, che una prima volta ci sarebbe stata comunque, che nella maggior parte dei casi la persona della prima volta non è quella con cui si passerà il resto della vita, che lui avrebbe fatto di tutto per rendere la mia prima volta bella, e così via… forse anche quelle parole hanno fatto un po’ effetto, ma non solo quelle. Se devo essere sincera, per me è stata più che altro una questione di sensazioni. Anni fa sono stata fidanzata a lungo e non l’ho mai fatto, stavolta al quarto appuntamento con uno che non è neanche il mio ragazzo ho deciso di lasciarmi andare. Me la sentivo, ecco perché. Prima non me la sentivo, e non so dire se è per il ragazzo, per qualche aspetto del mio carattere, per le situazioni che si sono create… non ne ho idea, semplicemente sentivo che sarebbe andato bene farlo con lui la prima volta, e così è stato. E’ stato molto attento, dolcissimo, come se fosse stato il mio ragazzo. E il mio istinto non sbagliava, perché non mi sono pentita di niente. Forse per una questione di “morale” avrei preferito etichettarlo in modo diverso.. compagno, fidanzato, ragazzo che frequento, moroso.. è che “scopamico” suona troppo sfacciato! Che esempio darò un giorno ai miei figli quando mi chiederanno “Mamma, con chi è stata la tua prima volta?” e io risponderò “Con il mio trombamico dell’epoca. Avevamo una specie di relazione aperta.”? Cavolo, quanto sono brutte le etichette! Dover dare un nome così poco carino a una cosa che gli altri fanno da molto più tempo di me, dover passare come quella che fa una cosa sbagliata solo perché non è il suo ragazzo, mentre tante altre magari lo fanno con il loro fidanzato che forse neanche amano, ma agli occhi degli altri ha l’etichetta “fidanzata modello” appiccicata alla fronte, e quindi quella non è una cosa sbagliata. Per come la penso io, il fatto che non ho nessun rimpianto mi fa capire che poi non è stato così sbagliato. Forse mi giustificherò così con i miei figli.
Come ti dicevo, il sesso non è niente di speciale. L’attesa è un po’ come quando aspetti il primo bacio. Ti crei tante aspettative perché credi che il bacio sia chissà che, poi succede e pensi tra te e te che non è niente di che. Poi vabbè, io ogni volta che do un primo bacio a qualcuno è sempre qualcosa di nuovo, e le cose nuove a volte fanno un po’ paura. Il sesso è stata la stessa cosa per me, con la differenza che la prima volta fa così male che non riesci neanche a camminare e vorresti evitare di farlo ancora per tutta la vita (e alla fine neanche capisci se si è davvero rotto l’imene e quindi se hai perso la verginità), mentre poi verso la terza volta non senti né dolore né piacere e ti chiedi come mai tutta questa gente sia così fissata con il sesso se è fatto solo di nudità (che fa vergognare) e sudore (che fa schifo quasi quanto l’odore dello sperma che continui a sentire sulla tua pelle dopo l’atto sessuale, tanto per essere schietta).
Ora non posso fare a meno di pormi delle domande. Se l’avessi fatto con la persona di cui ero innamorata, avrei provato tutta questa vergogna e questo disgusto? Non fraintendermi, lui è un bel ragazzo e ha un fisico scultoreo oserei dire, ed è anche venuto a dire a me, mentre ero nuda, che ho un corpo perfetto e che sono bellissima, nonostante io mi veda brutta e grassa. Il problema è che ancora adesso io potrei stare benissimo senza farlo, perché non sembra cambiato niente rispetto a prima. Come se non bastasse, ora ho dei dubbi e non riesco a prendere una decisione: continuare ad uscire con lui, che in fin dei conti mi fa stare bene, o troncare tutto e lasciar perdere perché non si accende in me nessun fuoco della passione? Credimi, ho anche pensato di essere anormale da quel punto di vista, ma navigando su internet e cercando risposte alle domande più imbarazzanti (che non sono l’unica a pormi) ho capito che in realtà sono domande naturali quando si è ancora alla scoperta della propria sessualità. Ecco, o forse il punto è questo: è solo l’inizio, ho ancora un mondo da scoprire.
Per ora, l’unica cosa di cui sono sicura è che nella mia testa c’è una confusione assurda e spero al più presto di trovare la mia strada, senza dovermi sentire sbagliata. Perché a volte è così che mi sento, e l’unico aggettivo che riesco a darmi è proprio questo. Sbagliata.
Con affetto,
IceGirl

 

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Capitolo 16
*** 13 maggio 2014 ***


Caro Amico,
questi giorni di metà maggio sono tristi, è da due anni ormai che la malinconia non se ne vuole andare. Oggi è il 13 maggio, ed esattamente il 13 maggio 2012 è stato il primo giorno, dopo tre mesi, che sono stata senza sentire Marco. Già cominciava a star male ed era stato ricoverato. Io sapevo solo che aveva la febbre, ma cominciavo a stare in pensiero. Era strano non ricevere un suo sms, mi mancava e la notte non riuscivo a dormire. Con il trascorrere delle ore, la mia ansia aumentava, i miei sms non ricevevano alcuna risposta e la sera scoppiai a piangere per tutta la pressione. Fingevo di studiare per l’esame del 16, ma quando il mio cuore non riuscì più a sopportare tutto, presi un foglio e cominciai a scrivergli una lettera. Lui era un piccolo artista, io ero negata per l’arte, ma volevo fare qualcosa per lui, così feci una scritta carina. “Ti Voglio Bene”, avevo scritto questo dietro al foglio. Una volta ripreso gli avrei spedito quella lettera e lui sarebbe stato contento di vedere come mi ero impegnata nel colorare quella scritta. E poi quel “Ti Voglio Bene” era enorme, mi avrebbe detto che ricambiava, ed era bello quando mi diceva che mi voleva bene.
 
Ho messo a soqquadro (che bello, ho scritto l’unica parola con 2 Q) le mensole del mio studio e il mio armadietto per cercare del colori, alla fine ne ho trovati un po’… Erano anni che non coloravo più, e hai visto che è venuto fuori? E sai, qualunque sia il risultato è stato bello… perché per un po’ le lacrime sono sparite, ma il pensiero fisso sei stato sempre tu, sia con le lacrime che con i pastelli in mano. Che cosa vuol dire voler bene a qualcuno? Tu come lo spiegheresti? Io… non saprei come spiegarlo, non saprei dirti neanche per quale motivo si vuole bene a qualcuno, oppure che cosa spinge le persone a volersi bene…
Quello che so è che a te voglio un mondo di bene, sia quando parlo con te che quando non mi è possibile, i miei pensieri girano sempre intorno alle stesse cose, puoi metterci tutta la forza e tutto l’impegno che puoi, ma la tua mente non la puoi fermare, e i tuoi sentimenti neanche. La conosci quella canzone dei Blink 182? “I miss you”… Dice: “Will you come home and stop this pain tonight?” Ok, ok, non rompere che ora traduco! “Puoi tornare a casa e metter fine a questo dolore stanotte?” Che poi su queste poche parole ci sarebbe un discorso lunghissimo da fare, sai, le traduzioni, la roba che studio, ma lasciamo stare perché è una palla… Pensami un pochino quando leggi questa mia lettera! Lo sai che ci tengo a te. Ti voglio tanto bene!
 
Era lunedì 14. Andai a dormire, e dormii ancora peggio della sera precedente. Ma lo sognai. Hai presente quando si dice che se sogni una persona che muore gli allunghi la vita? Io quella notte lo sognai su un letto d’ospedale, ma era sveglio e sorrideva. Io ero sul ciglio della porta e lo guardavo senza volerlo disturbare.
La notte le ore non passavano mai, ma alla fine si fece giorno. Martedì 15 non riuscivo più neanche a fingere di studiare, la mia voce era spezzata, gli occhi rossi e sempre lucidi. Mia madre pensò che ero tesa per l’esame e andammo a fare un giro. Andammo da mio cugino che mi fece ascoltare una registrazione dove lui suonava il pianoforte e una sua amica cantava. La canzone era “Someone like you” di Adele. Mi si strinse il cuore ancora di più.
Quel Never mind, I’ll find someone like you (non importa, troverò qualcuno come te) mi spaventava tantissimo. Io non volevo trovare qualcuno come lui, volevo lui e basta.
Tornai a casa, piansi lacrime amare, mangiai poco, gli inviai uno dei tanti sms dove gli dicevo di farmi sapere come stava, andai a letto senza avere nessuna risposta e dormii malissimo ancora una volta.
Mercoledì 16 mi svegliai scombussolata, continuavo a ripetermi che avrei avuto l’esame nel pomeriggio e che Marco me l’avrebbe fatto sapere subitissimo non appena stava meglio. Forse aveva lasciato il cellulare a casa, ma sarebbe rientrato dall’ospedale e la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata rispondermi e dirmi che finalmente era tornato, e che ci saremmo incontrati nei giorni seguenti, proprio come già previsto.
Ma volevo andare all’università con il cuore in pace, magari qualcuno aveva scritto che stava tornando a casa dall’ospedale. Così andai su Facebook, sul suo profilo. Vidi i miei sogni crollare uno appresso all’altro. I miei sogni in realtà erano svaniti la sera precedente intorno alle 22.45, ma io ancora non lo sapevo. Li aveva portati con sé. Ma sono contenta che ora li abbia lui, non avrei saputo cosa farmene di quegli stupidi sogni senza di lui.
 
Sono passati due anni, ma le cose non sono cambiate del tutto. Ciò che è rimasto uguale è che oggi ho pianto. Ciò che è diverso è che ho pianto per una persona completamente diversa, una persona che mi manda sms solo per mettersi d’accordo con me perché vuole vedermi, ma solo per chiuderci in macchina e fare cose che non mi fanno sentire a mio agio, cose che mi fanno sentire usata per i porci comodi di un ragazzo con cui so già di non avere futuro perché è lontano.
Tutti mi dicono che è passato tanto tempo, non mi parla più nessuno di Marco, credono che l’abbia dimenticato. Io fingo di aver elaborato il lutto, ma mi ha segnata per sempre ormai.
Ti dico un segreto, io a lui penso ogni giorno. Vorrei tanto fosse qui, così potrei raccontargli anche la cosa più stupida, potrei dirgli tutto quello che faccio, quello che vorrei fare ma non ho il coraggio. Mi manca tanto soprattutto quando conosco le persone sbagliate, perché lui non lo era. Era un tipo ok. E io ho anche altre amiche che sono ok, ma nessuno potrà prendere mai il suo posto. Vorrei dirgli che tra tutti i ragazzi, lui è l’unico di cui ci si possa fidare. E se fosse qui, la prima cosa che farei sarebbe portarlo in fumetteria, che per lui era meglio del paradiso, anche se ora mi chiedo… chissà se avrà cambiato idea!

 

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Capitolo 17
*** 29 maggio 2014 ***


Caro Amico,
oggi è stato e continuerà ad essere un giorno di completo relax, che dedicherò alla scrittura e alla visione di qualche telefilm che mi piace. Me lo merito un po’ di riposo, perché questi giorni sono stata sempre impegnata a fare qualcosa e ora che è finita posso finalmente dire di essere soddisfatta.
Da dove posso partire? Vediamo… potrei iniziare a parlarti dell’esperienza che ho avuto come scrutatrice al seggio. Come sicuramente sai già, domenica ci sono state le elezioni. Io non mi sono mai interessata di politica, perché non mi sento affatto rappresentata da quella gente lì. Al massimo mi sento presa in giro. Però qualche anno fa sono andata al comune ad iscrivermi alle liste per fare la scrutatrice, in poche parole è la persona che registra che sei andato a votare, e una volta finito l’orario di voto resta lì a controllare le schede e registrare i voti. Il giorno precedente (sabato) sono andata un’oretta al seggio per mettere le firme sulle schede elettorali, mentre il giorno dopo sono rimasta lì dalle 7 del mattino alle 11 di sera (esclusa qualche oretta che mi era stata concessa per la pausa pranzo e cena). Dopo le 11 sono rimasta ancora un’ora a fare lo spoglio dei voti, cioè mettere in mucchi diversi le schede in base ai partiti che erano stati votati. In realtà non è stato un lavoro molto difficile, più che altro ti annoia un po’ stare tutto quel tempo lì perché non sempre c’erano le persone a votare. Ma è stata una bella esperienza, ho rivisto una mia amica d’infanzia che faceva la scrutatrice nel mio stesso seggio. Sai, all’inizio non sapevo assolutamente cosa dovessi fare o come si svolgesse il lavoro, poi lì (a parte la mia amica) non c’era nessuno che conoscessi, quindi era un’esperienza totalmente nuova e, come tutti sanno, l’ignoto spaventa. Non sapevo cosa fare e temevo di non essere all’altezza. E invece è andata davvero bene, talmente tanto che alla fine mi sono detta che me la sono cavata e non è andata poi così male, sono riuscita a risultare gentile nei confronti delle persone che venivano lì, auguravo il buongiorno e la buonasera a tutti sorridendo, ed è stata una cosa che mi ha fatto sentire davvero bene, perché magari la mia educazione ha fatto piacere alle persone che parlavano con me. Quindi ho pensato che forse in futuro diventerò brava a svolgere un lavoro e che, forse, non sarò un fallimento totale. Solo che c’è stata una cosa che mi ha fatto un po’ pena. Ovviamente tutti hanno diritto al voto, e quindi tutti si presentavano. E tra quelle persone, ce n’erano molte che erano anziane, camminavano con le stampelle, avevano problemi alla vista, sembravano tremendamente fragili. Mi sono detta che quelle persone facevano bene ad uscire di casa per esercitare un proprio diritto (anche perché più che diritti noi tutti abbiamo soprattutto doveri), ma mi facevano pena e tenerezza. Pensavo che un giorno anch’io diventerò così, resterò sola, avrò dei figli e nipoti che saranno troppo impegnati a trascorrere un weekend fuori e non avranno di certo voglia di stare un po’ con me. Ebbene, io ero gentile ed educata con tutti, ma con loro cercavo di esserlo ancora di più. Sorridevo il doppio, li ascoltavo più attentamente quando mi parlavano e cercavo di non farli sentire fuori luogo, perché a volte mi ci sento anch’io e non è per niente piacevole. Una volta finita l’università, potrei provare con il servizio civile e trovare un lavoro (anche se per un breve periodo di tempo) dove potrò far compagnia ed aiutare le persone a star meglio psicologicamente, anche se so già che sarà triste e che tornerò a casa in lacrime tutte le sere.
Dato che l’ho già accennato, parliamo di università. Ieri ho sostenuto il mio penultimo esame e… finalmente l’ho superato! Ero già stata bocciata una volta e passai tutto il pomeriggio a piangere. Stavolta è andato. Per due settimane sono andata costantemente a prendere ripetizioni da un’amica di famiglia che è inglese. Il mio inglese è abbastanza buono, ma l’unico modo di parlarlo per me era ripetere da sola. Invece in questo modo potevo ripetere a qualcuno che mi ascoltava, e dovevo per forza essere chiara quando spiegavo perché avevo davanti una persona che non conosceva quegli argomenti. Mi ha aiutato molto con l’inglese, ma ancora di più con me stessa. Io sono una persona molto insicura, che ha paura di aprire bocca e dire una stupidaggine. In questo modo ho acquisito un po’ di sicurezza, e ieri sono andata all’esame piena d’ansia ma armata anche di un po’ più di fiducia in me stessa, almeno rispetto alla volta precedente è andata alla grande. Ho fatto degli errori, non si riesce mai a dare il 100% agli esami, ed è per questo che uno dovrebbe provare a dare il massimo quando si esercita. Quando vieni esaminato c’è una serie di fattori che ti ostacolano, come il nervosismo, l’ansia, la paura, l’emotività… ma io ieri, in sede d’esame, ho dato il massimo che potevo dare in quel momento (non in assoluto), so che ho fatto ciò che mi era possibile ed è bastato. Quindi le persone hanno ragione quando dicono che valgo e che devo avere più fiducia in me stessa. Però devo ammettere che ultimamente in molti mi hanno rispettata e trattata con i guanti, quindi sono stata anche fortunata durante la fase preparatoria.
Terzo punto da trattare: il solito ragazzo! Una decina di giorni fa mi ha mandato un messaggio e mi ha chiesto se ci potevamo vedere perché era da un po’ che non uscivamo. Io devo ammettere che volevo metterlo alla prova, così gli ho risposto di sì ma gli ho subito messo in chiaro che avevo il ciclo e che quindi non potevamo avere un po’ di intimità. Vuoi sapere la sua risposta? Credo che la possa già immaginare… “Allora rimandiamo alla prossima settimana.” Tornando un attimo indietro, sai già dei dubbi che avevo nei suoi confronti. Cioè, che era un bravo ragazzo era chiaro, il problema è che, anche se non lo faceva apposta, in un certo senso mi “usava” per divertirsi. Ero davvero dispiaciuta, ci sono rimasta molto male e gli ho risposto al messaggio in questo modo: “Non ci hai pensato per niente ad incontrarmi lo stesso, anche senza fare niente?”, quindi per pararsi il culo mi ha risposto di sì e ci siamo incontrati lo stesso.
“Come mai il ciclo ha ritardato così tanto?” è stata una delle prime cose che mi ha chiesto. In realtà a me ritarda sempre di qualche giorno, e anche in questo caso erano “solo” sei… anche se sono stati sei giorni d’ansia, perché l’ultima volta che sono stata insieme a lui si era anche rotto il preservativo (non si era spaccato sulla punta, ma di lato, ed è successo quando era fuori, non dentro di me). Il vero problema dell’ultima volta però è stato un altro. Non mi sentivo affatto a mio agio, quindi mi faceva male (il sesso è tutta una questione di testa, più che di corpo) così gli ho detto che non avevo voglia di farlo. Lui se l’è presa, evidentemente gli bruciava che non ero un oggetto, come avrebbe voluto lui. Io sono rimasta seduta sul sedile dell’auto, nuda e raggomitolata su me stessa cercando di coprirmi il corpo, quel corpo che avevo imparato ad accettare a fatica solo qualche volta, quel corpo che mi ha sempre messa a disagio perché non è mai stato perfetto… credo di non essermi sentita mai tanto umiliata in vita mia. Ero nuda e impotente, volevo piangere e allo stesso tempo dirgli che era uno stronzo, che la donna non va trattata come un oggetto, specialmente quando è così vulnerabile. Eppure sono stata debole, perché lo vedevo deluso, avevo troppa paura che si arrabbiasse e che mi gridasse contro, quindi per evitare tutto ciò gli ho detto che avevo bisogno di qualche minuto per riprendermi e tranquillizzarmi, così avrei potuto accontentarlo. Ho pensato a quanto è brutto sentirsi rifiutati, così poi l’ho lasciato fare. Ho cercato di rimanere più tranquilla possibile, e infatti dopo non mi ha fatto più male una volta dentro. Poi però ho capito che le cose non sarebbero migliorate con il tempo, che non mi sarei sentita a mio agio in futuro con quella situazione… noi lontani che ci incontriamo una volta a settimana, parliamo due minuti di cosa abbiamo fatto durante la settimana, poi andiamo subito nella sua macchina e lo facciamo subito, senza creare un minimo di atmosfera, lì con la paura che arrivi qualcuno, con la paura di essere vista. Insomma, non è così che dovrebbe funzionare. Per far sì che il sesso sia bello, bisognerebbe lasciare tutto fuori dalla testa, allontanare i pensieri, pensare solo a quanto è bello stare vicini, lasciare che le cose avvengano da sole, senza forzarle. Per me non era così, e mai sarebbe stato così, e non per colpa sua.
E’ stato davvero un bene che il ciclo avesse ritardato, perché con lui ho passato una bellissima giornata, abbiamo passeggiato, ci siamo baciati, abbiamo parlato, ma la maggior parte del tempo siamo rimasti abbracciati, e lui quando mi abbraccia mi stringe davvero forte. Non mi era mai successo così. Ed è una sensazione bellissima, è meglio di un bacio, meglio di qualsiasi cosa, perché mi ha fatta sentire protetta come non mi era successo mai. Ed è stato davvero difficile prendere la decisione di rinunciare a tutto ciò, ma lui ha capito ed era d’accordo: quella era la cosa migliore da fare. Anche se non cancelleremo ciò che c’è stato tra di noi, non dimenticherò mai che è stato un ragazzo importante e speciale per me, altrimenti le cose non sarebbero andate così. Non è stato un errore, anzi, è stata un’esperienza che mi ha fatta crescere, ma bisogna capire quando è il momento giusto per finirla, e stavolta l’ho capito, ho agito e sono sicura di aver preso la decisione giusta. Certo, non ti nego che ho paura di non incontrare un ragazzo così bravo (perché a parte la sua fissa per il sesso, lui è davvero dolce e premuroso), ma so che non avrebbe funzionato, e una persona adulta deve prendere le decisioni che sono migliori per lei, anche se all’inizio è difficile e fa soffrire.
Che dire? Sono stati tre mesi intensi, tre mesi in compagnia di una persona che mi ha dimostrato di volermi bene, che mi ha fatto credere di più in me stessa, che mi ha insegnato a non sottovalutarmi troppo. Tre mesi, da febbraio a maggio… esattamente come Marco. Seguendo questo ragionamento, devo aspettare altri due anni e poi quando arriverà febbraio arriverà anche una persona interessante. Ma, se così dovesse essere, stavolta spero tenermela stretta anche oltre maggio.
 
Con affetto
IceGirl

 

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Capitolo 18
*** Martedì 19 agosto 2014 ***


Caro Amico,
è da un po’ che non scrivo più. Sono stata impegnata a scrivere la tesi (non sto ancora a buon punto, ma qualcosa l’ho comunque scritta) e quindi non riuscivo più a scrivere per il piacere. Devo essere ispirata, e se ho altro in mente mi passa anche la voglia, purtroppo. Eppure sono successe tante cose, talmente tante che il desiderio di piazzarmi davanti ad un computer era davvero basso. Queste esperienze riguardano soprattutto ragazzi, che siano amici, potenziali spasimanti o entrambe le cose.
Ho conosciuto un nuovo amico, tramite alcune persone che conosco. Io sono sempre contenta quando faccio amicizia con qualcuno. Sembravamo affiatati, per alcune cose avevamo gli stessi gusti, parlavamo molto bene insieme. Ci siamo visti diverse volte come amici, e devo ammettere che era davvero piacevole passare il tempo con lui, perché era un bravo ragazzo. Poi, però, credo che abbia preso una cotta per me, ma io non ricambiavo. Conosco i miei sentimenti e so che non avrebbe funzionato, se non in amicizia. Da quel momento ha cominciato a farsi sentire solo per raccontarmi delle varie ragazze che conosceva (la maggior parte su internet). Non so quanta verità ci sia nelle sue storie, ma sono quasi sicura che me le abbia raccontate solo per farmi ingelosire o per farmi capire che non sono tutte così restie al suo fascino come me. A me sembra solo un comportamento estremamente immaturo. Prima che me ne dimentichi, ha anche avuto il fegato di giudicarmi perché frequentavo quel ragazzo di cui ti avevo già parlato. Tra l’altro, piccola parentesi, quel ragazzo non si è mica fatto più sentire. Diceva che ero la ragazza migliore che avesse conosciuto e che avrebbe voluto tenersi in contatto con me, ma chi l’ha sentito più? Anzi, credo anche di averlo visto una volta in discoteca abbracciato a un’altra ragazza. Poverina, chissà se sapeva già cosa la aspettava. Ritornando al mio “amico”, i suoi discorsi mi fanno proprio passare la voglia di parlare con lui. Lui mi fa sentire presa in giro, credo che si stia divertendo tantissimo a raccontarmi le sue presunte storielle con le donne, ma io mi innervosisco e basta. E’ un peccato che lui non riesca a rendersi conto di quanto risulta patetico ai miei occhi con le sue stupidaggini. Credo che sia la persona che più mi dà fastidio in questo periodo.
Poi mi è successa una cosa simile ma diversa. Lo so che detto così è un controsenso, ma ora capirai. Stavolta ti parlo di un altro mio amico, ci conosciamo da molto più tempo (quasi una decina di anni ormai), lui è più grande di me (sempre di quasi una decina di anni), quindi mi ha sempre vista come la “piccola” o la “bambina” di turno, prima mi chiamava proprio bimba. Un giorno usciamo in amicizia (starai pensando che sono davvero tanto ingenua ad uscire sempre in amicizia con dei ragazzi, e ora capisco che hai ragione) e poco prima di salutarci comincia a farmi un discorsetto. Mi dice che da un paio di anni mi vede in modo diverso, che vorrebbe e potrebbe offrirmi tutto ciò che merito, mentre altri non potrebbero (l’ha detto lui), vuole che provo anch’io a vederlo con occhi diversi. Il punto è che non posso, non ci riesco. In tutti questi anni per me è stato sempre un amico. Chissà come sarebbe stato imbarazzante anche solo abbracciarlo con altre intenzioni! Cercando di essere onesta, sono stata accusata (sia da questo amico che da quello di prima) di rispondere con frasi fatte, del tipo “Ti vedo solo come un amico.” . Ovviamente con il nervosismo del momento ho sempre risposto “scusami se provo sentimenti fatti”. Ma la gente non pensa che le persone non rispondono con le frasi fatte solo perché sono frasi fatte, ma magari rispondono con le frasi fatte solo perché rispecchiano ciò che provano? Ok, sono stata davvero contorta e forse dovrai rileggere la frase tre o quattro volte per capirla, ma poi forse capirai come la penso.
Oltre a loro, ho conosciuto un’altra persona, con la quale non sono mai stata amica. Anche perché l’ho conosciuto quando mi ero già messa in testa il seguente ordine: “Mai più amici del sesso opposto.” Questo ragazzo l’ho conosciuto in discoteca, durante uno dei miei frequentissimi momenti di noia. Si è avvicinato e la prima cosa che mi ha chiesto è stata: “Posso offrirti qualcosa da bere?” Per me era una novità, nessun altro ragazzo mi ha mai voluto offrire niente da bere, specialmente al primissimo incontro, ma la mia risposta è stata ovviamente “No, grazie.” Perché non volevo approfittare di tanta gentilezza. Abbiamo parlato un po’ di noi, all’inizio non mi piaceva proprio. Anzi, non vedevo l’ora che se ne fosse andato. E poi era più grande e si vedeva. Certo, 36 anni non sono tanti, ma in confronto a 23 la differenza c’è (sì, perché due mesi fa ho compiuto 23 anni) e a volte si sente pure. “Come ci teniamo in contatto?”, mi chiede appena prima di salutarci. Gli avrei tanto voluto dire “Lasciamo fare al destino”, almeno avrebbe capito che non ero interessata a lui. Alla fine ci siamo scambiati i numeri e nei giorni seguenti lui si è fatto sentire quasi sempre, o tramite SMS o addirittura chiamandomi. Ok, questo non era davvero mai successo prima! Per colpa del mio falso “amico” che mi trasmetteva infantilità, ho deciso di uscire con lui, almeno era più maturo. Ci sono uscita una volta e non ha fatto per niente il maniaco, non ha neanche provato a baciarmi. Questa cosa l’ho apprezzata tantissimo, ho pensato che non era come gli altri ragazzi stupidi. Secondo appuntamento: dopo una serata passata insieme e dopo i suoi innumerevoli tentativi di darmi un bacio, alla fine cedo e succede. Aveva passato un po’ di tempo ad accarezzarmi il braccio o a baciarmi il collo, e io cominciavo a sentire dei brividi così forti che avevo anche iniziato a tremare, quindi alla fine ci siamo baciati. E’ stato bello. Non ci metteva la lingua, è stato un bacio dolce, quasi innocente. Almeno fino a quando non mi ha detto: “Basta, credo sia meglio andare ora… altrimenti mi viene voglia.” Detto così non sembra molto dolce, ma il pensiero lo è. Significava che non voleva “approfittare” della situazione. Eppure in quel momento avrei tanto voluto rispondergli “E allora che problema c’è?”, ma con un po’ di buon senso sono stata zitta e poi ci siamo salutati. E’ stato un appuntamento bellissimo, mi aveva fatto smettere di pensare che avevamo 13 anni di differenza e una cinquantina di chilometri che ci separavano. Sono tornata a casa e non sono riuscita a pensare ad altro che al nostro bacio.
La sera successiva sono andata a ballare nella discoteca dove ci siamo conosciuti e dove sarebbe andato anche lui. Mi viene a salutare mentre parlavo con la mia amica, ma dopo un po’ arriva il ragazzo della mia amica che me lo “ruba” per parlare di discoteche e serate varie nella zona. La mia “fiamma” la sapeva proprio lunga e dopo un’infinita conversazione con il ragazzo della mia amica se ne esce fuori con un “Vado a salutare delle amiche”, si sposta di pochi centimetri e parla per ore ed ore con queste sue amiche, che a detta del ragazzo della mia amica erano amiche per qualcos’altro, tipo di letto. Sono rimasta così delusa, specialmente dopo la bella serata passata insieme. Mi aveva detto che aveva avuto parecchie esperienze con le ragazze vista l’età, ma non me l’aspettavo proprio che in discoteca si sarebbe trasformato nel latin lover di turno. E poi, secondo un mio parere soggettivo, le sue amiche non erano niente di che. Ero quasi meglio io, che quando mi guardo allo specchio detesto il mio corpo.
Nonostante ciò, lui continua a chiamarmi quasi tutti i giorni. Il problema è che questa cosa non la vedo romantica, ma un po’ soffocante ed esagerata. Forse la vedo in questo modo perché mi ha deluso quel suo comportamento così diverso da quello della sera precedente. Perché la gente è capace di confondermi così tanto?
Per evitare di spegnere il computer con i nervi a mille, prima di salutarti vorrei raccontarti una cosa più bella, riguardante una persona che non mi avrebbe deluso come gli altri. Lo sai già di chi sto parlando. Lui è ogni mio sorriso.
Ieri notte l’ho sognato, era da tanto che non succedeva più. Era una situazione un po’ confusa, ma i sogni di solito sono così. Lui aveva l’aspetto di quando se n’è andato, ma nel sogno lui andava ancora alle medie, quindi io alle elementari. Era come una vita parallela, dove io mi ero trasferita vicino a casa sua e volessi andare a conoscere i vicini. Suono alla sua porta e dal vetro lo intravedo. I suoi occhi marroni e vivi, bellissimi. Apre la porta e me lo ritrovo davanti. Ora potevo vedere anche il suo viso, così dolce. E il suo sorriso, magnifico. E lui, in maglietta e jeans, alto e bello. Un po’ impacciata, sono riuscita a dirgli “Come sei carino…” e lui mi sorride, dicendomi “Anche tu sei carina!”. E io, come una bambina delle elementari (anche se è una cosa che faccio ancora oggi), arrossisco e piego la testa di lato, abbassando lo sguardo per l’imbarazzo e muovendomi di qua e di là. Vorrei tanto fosse qui ad insultare quegli stupidi ragazzi a posto mio e a consolarmi quando sono giù.  Sai, ora sono tanto amica con una sua amica con cui usciva in comitiva ai tempi delle medie (quindi quando aveva l’età che doveva avere nel sogno). Ci siamo conosciute dopo che lui se n’è andato, per noi è come se questa amicizia fosse un regalo da parte del cielo, da parte dell’amico più dolce, che mai avrebbe voluto vederci sole. Questa amicizia per noi è sacra, e si rafforza sempre di più. Lei sa consigliarmi, consolarmi e ascoltarmi. Domani andrò a trovarla e rideremo insieme. Con lei (e quindi anche con lui, che ci resta accanto) i problemi non sembrano più così pesanti e diventano un modo per ridere di questa vita così fragile e preziosa.
 
Con affetto
IceGirl

 

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