Time Flies

di Made Again
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Daily Telegraph - 9 Novembre 2011 ***
Capitolo 2: *** BBC Three - 1 Giugno 2013 ***



Capitolo 1
*** Daily Telegraph - 9 Novembre 2011 ***


Ciao a tutti!
Nonostante Brave stia assorbendo ogni mio momento libero, sento il bisogno di scrivere anche su di loro, i miei idoli. Mi viene naturale ed è proprio grazie a questa nuova inattesa ispirazione che nasce la mia prima raccolta di one-shots che avranno per protagonisti proprio loro, i nostri cari fratelli Gallagher. Saranno tutte tratte da interviste realmente concesse da loro, quindi molte parti sono traduzioni di reali interviste, alle quali ho dato un tocco personale, tentando di trasmettere anche i sentimenti che potrebbero aver provato nel parlare del loro passato e del loro futuro davanti ai giornalisti.
Purtroppo, l’aggiornamento risulterà incostante a causa dei molti impegni che mi ritrovo a gestire.
Spero che possiate gradire e auguro a tutti una buona lettura.
Cheers!
 
***
 
 
9 Novembre 2011
6.31 PM
 
Non posso credere di trovarmi qui, ora. Se non fossi comodamente seduta su questa poltroncina rossa di fianco al mio mentore, Neil McComick(1), credo le mie gambe non mi reggerebbero in piedi. E non certo per colpa dei tacchi vertiginosi che mi hanno pregato di indossare oggi, mentre tutto ciò che volevo mettere era la mia ormai scolorita t-shirt comperata ancora ai tempi del liceo e un paio di vecchie All Star. Menomale che il mio incarico odierno consiste nel reggere il registratore, compito che notoriamente non richiede una laurea in lettere moderne ed un master in giornalismo. Ma sento che dovrò appellarmi a tutta me stessa per riuscirci, invece che gettarmi tra le braccia dell’uomo che sta per entrare da quella porta alle mie spalle. Quell’uomo che, assieme al fratello, ha sconvolto l’Inghilterra ed il mondo intero, facendola urlare con quel loro strano accento mancuniano “Oasis’re gonna live forevah!”.
Sento la porta aprirsi. Neil si volta e mi rivolge un fugace sorriso d’incoraggiamento. Sa che per me sta per realizzarsi un sogno. Per questo mi ha voluta al suo fianco oggi. Non lo ringrazierò mai abbastanza.
Eccolo, è entrato. Dio, sto tremando come una foglia, non mi sembra vero. Neil si alza ed io lo imito automaticamente. Il mio cervello è andato in black out.
-Mr. Gallagher! E’ un onore.- Neil gli tende la mano che lui afferra prontamente in una stretta amichevole.
-Neil, lascia da parte l’onore e dammi del tu. Cazzo, non ho mica sessant’anni!-
Neil si lascia andare in una fragorosa risata, poi si volta verso di me e, passandomi un braccio dietro la schiena, mi avvicina a lui. Il mio cuore batte talmente forte che temo mi scoppierà nel petto. L’ospite sorride e mi porge la mano. Sebbene sia sull’orlo dell’infarto, allungo anche la mia, mentre sento la lontana voce di Neil rivolgersi a lui dicendo: -Liam, lei è Judie, mia valente collega.-
-Questo si che è un bel nome!- afferma con un sorriso mentre ricambio la sua vigorosa stretta. Se esiste il paradiso, scommetto ci si debba sentire esattamente come mi sento io ora. Vuota, felice, come senza peso. Come una piuma portata dalla fresca brezza mattutina. Mentre prende posto di fronte a noi, realizzo d’avere davanti a me il secondo uomo che io abbia mai amato. Il primo è Noel e questo nulla potrà mai cambiarlo. Ovviamente non li amo come amo il mio fidanzato. Riservo a Weetabix e OurKid l’amore che una fan fedele serba ai propri idoli. Coloro che per primi hanno dato voce ai miei sentimenti, alle mie emozioni, coloro che mi hanno fatta piangere, ridere, cantare, ballare, urlare. Loro, che con la loro voce e la loro musica hanno dato la giusta colonna sonora alla mia vita. Si, li amo davvero. E Liam ora è qui, ad un metro da me.
 
-Scusa Liam, potresti parlare un po’ più forte?-
-Questa è la storia della mia vita, mate, ho sempre dovuto andare un po’ più forte.-
Non è nemmeno cominciata l’intervista che Liam mostra già una parte nascosta di sé. Il tono che usa è scherzoso, ma ci giunge chiara la nota di amarezza nella sua voce. Questo sarà un pezzo di lui che conserverò per sempre dentro di me, lo realizzo subito. E’ qualcosa che non comparirà sul Telegraph, qualcosa che nemmeno le parole del più rinomato giornalista sapranno trasmettere. Tutto ciò non fa che accrescere la mia riconoscenza a Neil per tutto questo.
Sono seduta davanti a William John Paul Gallagher, colui che è sempre parso agli occhi di tutti l’uomo spensierato, quello con un’esageratamente intensa ed aggressiva fiducia in sé stesso che l’ha aiutato a diventare la più forte, appariscente, cool e probabilmente pazza rock star britannica per la maggior parte degli ultimi 20 anni. E ancora faccio fatica a rendermene conto, sebbene sia pronta, nella mia determinazione, ad ascoltare attentamente ogni singola sillaba che verrà pronunciata qui oggi, a sentire sulla pelle ogni singola emozione che mi sarà concessa. Mi concentro su Neil che sta per porgere a Liam la prima domanda di quest’intervita.
-Sono passati due anni dalla fine degli Oasis, coloro che ti hanno reso un marchio di fabbrica, passami il termine. Come ti senti?-
-E’ dura, Neil. Fottutamente dura. Ma si combatte, come sempre. Non perderò mai il mio spirito combattivo. Ce la faremo, vedrai. Tutti lo vedranno.- E’ sicuro di sé nel pronunciare queste prime parole. Si vede che ci crede davvero. Mi sfugge un sorriso: è un atteggiamento tipico di Weetabix. Mai arrendersi, sempre avanti dritti verso il futuro. La prima regola è crederci.
-Ma hai appena lanciato il tuo primo album con i Beady Eye, Different Gear, Still Speeding. Qual è il tuo ruolo attuale nella band?-
Liam inclina leggermente il capo e assume un’espressione vagamente irritata, come se gli fosse appena stata rivolta una domanda senza senso.
-Parlo sempre allo stesso modo, cammino allo stesso modo. Come prima.- Poi perde quel velo di indisponenza e la sua voce riacquista trasporto. –Quando salgo sul palco, le emozioni sono quelle di prima. Sono sempre le stesse da quando ho iniziato a cantare. Cerco di mangiare quel fottuto microfono. E’ davvero così! Sto più fermo che posso. Sono in una bolla, man, cantando quelle canzoni, cercando di esplodere nell’anima delle persone, cambiare le loro vite. Non penso a nulla eccetto far passare il messaggio. Non so nemmeno quale sia questo fottuto messaggio! Voglio solo farli esplodere con il rock’n roll.-
Neil sembra ritenersi soddisfatto della risposta, perché passa al foglio successivo nella sua cartella. Alza gli occhi verso di me e mi lancia l’occhiata che tanto temevo. Sapevo che questa intervista puntava proprio a quello, sollevare un piccolo vespaio che incuriosisse i lettori, ma solitamente non c’era bisogno di fare domande particolarmente istigatrici ai Gallagher: si infiammavano sa soli su domante semplici e il giornalista poteva così risparmiarsi di fare la parte del provocatore. Ma oggi Liam non si è lasciato prendere la mano. Non fino ad ora quantomeno. Avrei preferito Neil non avesse dovuto cominciare con le domande più amare, ma era già stato deciso, sebbene io avessi decisamente disapprovato per puro spirito di protezione nei confronti del mio idolo. Mi rassegno e tendo il braccio in avanti per carpire tutte le parole che verranno pronunciate e mi ritrovo a pregare silenziosamente che Neil non esageri.
-Il problema Liam, è che il pubblico non sembra più pienamente convinto dalla tua bellicosa fiducia in te stesso. I Beady Eye hanno girato il mondo riempiendo più teatri che stadi. Domani comincerete un tour di 5 date qui in Inghilterra mentre vi sono ancora alcuni biglietti in vendita.-
Sono più attenta che mai, pronta per la reazione di Liam. Che però non arriva. Seguono alcuni attimi di silenzio carico di tensione. Poi Liam atteggia il viso nel sorriso stanco di chi questa situazione la conosce già fin troppo bene, sebbene nei suoi occhi possa cogliere lo sguardo determinato a combattere. La sua replica è decisa.
-Non c’è fretta di conquistare il mondo. L’abbiamo già conquistato, mate. E’già stato fatto tutto. Voglio soltanto fare la musica che mi piace, e se le persone la cercano, allora grandioso. Finchè non sono in una band con mio fratello a combattere per le M&Ms, è un successo ai miei occhi.-
Mi lascio sfuggire un sorriso compiaciuto. Il primo tentativo di Neil è fallito, Liam non ha abboccato all’esca. Sento che si sta trasformano in una silenziosa sfida tra i due e non posso fare a meno che schierarmi con Weetabix. Gallagher 1 – McComick 0. Il City ha segnato un goal contro lo United. Ma la partita è ancora lunga.
-Liam, gli Oasis erano la più grande band dell’era del Britpop, giganti da stadio che ispirarono una generazione. Al cuore del gruppo c’era la battaglia tra i fratelli Gallagher, Noel e Liam, lo scrittore ed il cantante, una coppia di talenti complementari seppur in costante conflitto, la cui furiosa chimica interna potrebbe essere la vera definizione di tutta la macchina Oasis, più che la somma delle sue parti…- Liam interrompe Neil nel bel mezzo del suo discorso.
-Assolutamente si, cazzo! Noi siamo e saremo per sempre la più grande band del Britpop. Siamo i migliori, l’abbiamo dimostrato a tutti.-
-Almeno…- Neil riprende immediatamente la parola, determinato a concludere –fino alla rottura a Parigi, nel 2009. Cosa ne pensi di questo epilogo?-
Liam tace con fare meditabondo. Si vede chiaramente la tristezza che lo sta rapidamente invadendo.
-Ero assolutamente devastato quando gli Oasis finirono. E’ impossibile da spiegare. Era la fine di un’era. Della mia vita per come l’avevo conosciuta, capisci?- Tace di nuovo, rivolgendo lo sguardo verso un punto indefinito per poi riprendere, più deciso. - Fu un momento di tristezza, ma anche di possibilità. Ma guardo solo ai lati positivi ora. L’abbiamo distrutto, man, ma l’abbiamo fatto diventare più grande che potevamo. E hey, abbiamo ispirato un sacco di bambini. Suppongo abbiamo fatto quello che ci eravamo proposti. Sarebbe potuto essere diverso, ma le persone nella band sono quello che sono. Non rimpiango di aver litigato con OurKid, non rimpiango la rottura, doveva succedere.-
Le sue parole mi toccano nel profondo. Sento che mi sono commossa, ma non mi interessa cercare un fazzoletto, perché anche Liam si è commosso nel dirle. Sento di essergli legata più che mai, di condividere almeno un briciolo di ciò che sente ora. Quest’uomo è meraviglioso: mi ha fatta scoprire emozioni sempre nuove per anni con la sua voce ed è capace di farlo anche a parole dopo 20 anni di carriera.
Ma Neil procede con l’intervista prima che io possa capire dove mi porteranno questi pensieri.
-Dopo la rottura che facesti?-
-Non persi tempo, ovviamente. Chi mi conosce lo sa, non amo perdere tempo. Ho chiamato Archer, Bell ed il batterista che ci ha seguiti nel tour, Sharrock, e con questi quattro quarti degli Oasis, abbiamo messo su i Beady Eye.-
-Mentre Noel ha usato quel tempo per mettere insieme un album da solista con una band di musicisti in continuo cambiamento chiamata High Flying Birds. Con la vostra separazione, si è avuta una divisione anche del pubblico che ha avuto l’opportunità di mostrare a chi dava la sua preferenza.-
Liam fa una smorfia irritata, irrigidendosi e serrando la mascella, che sfugge a Neil, ma non ai miei occhi attenti, perennemente su di lui. Evidentemente ha capito dove Neil vuole andare a parare e la cosa non gli piace ed io non posso che indignarmi con lui. Ma lo lascia fare.
-Il vostro album di debutto Different Gear, Still Speeding è stato dichiarato una piacevole sorpresa dai critici, ha raggiunto la terza posizione nella classifica dei migliori album inglesi e ha venduto il rispettabile numero di 157 milioni di copie. Noel Gallagher’s High Flying Birds ha ricevuto recensioni universalmente brillanti, è arrivato immediatamente al primo posto nelle classifiche ed ha venduto 230 milioni di copie nei suoi primi quindici giorni. Come l’hai presa?-
-Va tutto bene.- è la secca e concisa risposta di Liam. Si vede che quelle parole gli costano un grande sforzo e si intuisce nel tono una nota di rancore ed invidia per il fratello, sempre un passo avanti a lui. A tutti a dire il vero, non per nulla lui è The Chief. Lui ha sempre ragione.
Ma poi sembra che anche quel momento passi, che il nodo si sciolga lasciando spazio solo all’astio e il viso di Weetabix appare subito più rabbioso. Si avverte tutto il suo rancore in ciò che dice. Il risentimento che ancora serba per Noel.
-Sono felice che alla gente piaccia, man. Ha delle buone canzoni. Niente di spettacolare, comunque. Tutti sanno cosa Noel Gallagher sa fare, ed è grandioso, ma è noioso. Ho già sentito tutto prima di oggi. Essere il numero uno non è sempre la miglior cosa. The Birdy Song era la numero uno. Preferisco essere il numero tre. Ho qualche posto andare dopo.-
E continua. Continua a lanciare frecciate, insulti velati o plateali al fratello. La finta nonchalance di Liam verso le conquiste del fratello è minata da quanto spesso solleva il discorso, dal crescente modo infiammato e volgare nel quale parla di lui, descrivendolo in termini che non possono essere ripetuti. Non gli darei più di 20 anni a sentirlo parlare così, quando in realtà è ad un passo dai quaranta. La gente può aver pensato che lo sciogliersi degli Oasis avesse in qualche modo portato alla fine delle loro litigate, ma invece è continuato tutto attraverso i media, che hanno sapientemente montato ed amplificato il tutto, con commenti ed insulti che rimbalzano tra i due costantemente. Ed io ne so qualcosa.
E’ davvero nervoso, gli impropri volano e rimbombano per lo studio. Non riesco a dargli completamente ragione: sarebbe come pretendere di dare ragione ed un bambino urlante che afferma che il fratello gli ha ingiustamente rubato il pallone, non riesco a vedere in Liam un uomo, ma soltanto un bimbo affranto, un ragazzo solo che non riesce ad accettare completamente la fine di tutto ciò che la sua vita era stata e l’inizio di una nuova fase senza il fratello maggiore, colui a cui deve la fama e il successo, il ragazzo che ha creduto in lui e l’ha portato all’apice del mondo in poco meno di 5 anni. Capisco, nonostante gli insulti, quanto senta la sua mancanza. Perché è ovvio che gli voglia bene. Sono pronta a scommettere, che anche Noel in realtà, dietro tutte le parole di scherno, sente ciò che prova Liam. Ma sono due Gallagher in pieno conflitto. Nessuno farà un passo indietro, nessuno chiederà scusa. Sarà come affermare davanti all’altro di aver torto. 
Liam va avanti dicendo, sempre più infiammato, che una delle incomprensioni tra lui e OurKid era nata perché un giornalista aveva pubblicato una fantomatica dichiarazione nella quale Noel aveva affermato che Liam non si era presentato al Reading festival del 2009 perché era ubriaco, quando la verità la rese pubblica Noel stesso giorni dopo, dicendo che Liam aveva un divieto del medico di cantare a causa di una laringite.
Neil dev’essere completamente impazzito, perchè con una mossa che rasenta l’invocazione di morte, interrompe Liam e gli suggerisce temerariamente: -Le litigate non credo siano il miglior modo di risolvere i problemi in famiglia.-
Liam sembra essere sul punto di alzarsi in piedi e prendere a pugni McComick per la sua stupidità ed io non lo fermerei di certo, ma si limita a guardarlo con aperta rabbia e a sbottare: -Lo pensi davvero? Dire balle per avere benefici con la vostra approvazione, voi giornalisti,  beh non ci sto. Nel momento in cui OurKid si scusò dicendo che quelle parole erano una montatura, mi sono sentito fottutamente a terra e volevo mandare tutti voi fottuti maledetti all’inferno. E lo farei se accadesse di nuovo. Quindi stai attento.- Le parole di Weetabix suonano come un’aperta minaccia e Neil ha la saggia intuizione di fare un passo indietro.
-I fratelli Gallagher potrebbero risultare la coppia più psicoanalizzata nella storia del rock. La tragedia della vostra relazione è che sembra non siate interessati ad analizzarla voi stessi.- Noto che Neil sta sudando e non certo per il caldo. Sa che sta per porre un’altra domanda decisamente poco raccomandata visto l’umore di Liam, ma non sta a lui decidere la scaletta dell’intervista. Si ferma un attimo, si allenta il nodo della cravatta e poi prosegue.
-Noel è probabilmente il meno colpevole, nel senso che tende ad allontanarsi dal conflitto fra voi, mentre è ovvio pensare che il tuo senso di ribellione nasconda il desiderio di approvazione da parte di Noel, che peraltro non è mai arrivata fin’ora. Ti da fastidio tutto questo?-
Liam lancia a Neil un’occhiata di puro disprezzo e risponde a denti stretti, marcando il suo accento di Manchester: -It doesn’t bother me, mate.-(2)
 
L’intervista riprende dopo 5 minuti di pausa, necessari ad entrambe le parti: a Liam per tentare di sbollire un po’, a Neil per ricomporsi dall’agitazione. Lo capisco, trovarsi davanti un Gallagher furente non è certo il sogno di una vita, anzi. E’ un’esperienza alquanto sgradevole ed inquietante. 
Liam fa il suo ingresso nella sala adibita all’intervista con passo rilassato, lasciando dietro di sé un chiaro odore di fumo. Sembra più calmo e pronto a riprendere l’intervista.
Neil si schiarisce la voce.
-Liam, se non ti dispiace ritornare sull’argomento, riprenderei dal rapporto tuo e di Noel, così sviscerato e chiacchierato. Cosa ne pensi?-
-Non siamo la sola famiglia ad essere un po’ strana, Neil. Conosco un sacco di fratelli e sorelle che non vanno d’accordo. E’ solo perchè eravamo nella stessa fottuta band che tutti sono diventati ossessionati dal rapporto tra me ed OurKid. Non ho rimpianti per tutte le dichiarazioni testarde che ho rilasciato sul conto di Noel.-
-Beh, proseguiamo.- Neil si mette comodo sulla poltrona e slaccia il primo bottone della camicia bianca. –Sia tu che Noel parlate con tristezza degli Oasis.-
-Non c’è un solo fottuto giorno che passi senza che io non pensi agli Oasis ed alla musica, non ci si aspettava finisse così. Ma come ho già detto recentemente, è possibile che gli Oasis decidano di riunirsi per il 20esimo anniversario di What’s The Story (Morning Glory) nel 2015. Who knows, man, who knows? Il tempo finisce per aggiustare tutto, dicono. Certamente non metterò fuori un ramoscello d’ulivo. Io ed OurKid siamo delle teste di cazzo. Non smanio per ritrovarmi in una stanza con quel miserabile stronzo. Finiremmo per prenderci a cazzottate immediatamente. Ma lo farei per le giuste ragioni, per la musica e per i fans. Non mi servono i fottuti soldi.-
-Molto probabilmente, siete migliori entrambi da separati, entrambi siete creativamente ottimi, sebbene su scala ridotta rispetto agli Oasis. I Beady Eye non hanno fatto un ingresso col botto sul nuovo panorama musicale, ma si vede che c’è l’ambizione a creare qualcosa di meritevole. Sbaglio?-
-No, cazzo! Ma forse non ce ne frega abbastanza. Forse le melodie non sono buone abbastanza per sfondare.- Liam si passa una mano sugli occhi, per poi riprendere con determinazione. –Quindi dobbiamo continuare a provare, dobbiamo continuare a parlare con la gente, dobbiamo continuare a sbagliare qualcosa, continueremo a fare musica. Sono ottimista. So dove andrò in futuro. Stiamo andando dove avremmo voluto andare con gli Oasis. Sarà un po’ più grande, un po’ Spectorico(3). Ho un soul man (4), e la mia anima è accordata alla musica e canterò canzoni ogni giorno della settimana.- La sua voce si fa ora più seria, più dura. Si sporge in avanti sulla poltrona, facendosi più vicino a noi. –Ecco quello che farò.- Gli brillano gli occhi mentre pronuncia le ultime parole. Potrei perdermi in quell’azzurro.  –Sono più che motivato.-
 
Liam si alza e tende la mano a Neil. –E’ stato un piacere, man. Fammi sapere a quando la prossima.- poi si volta verso di me e mi sorride, un sorriso stupendo, disarmate. –Judie, spero di avere l’occasione di incontrarti nuovamente.-
Dopo di ché si volta e si avvia verso la porta.
-Ti ringrazio Neil.- Lo dico con le lacrime agli occhi. Lui mi stringe le spalle. –Di nulla Jud.- Poi mi guarda e mi sorride.
-La prossima è per Noel.- mi dice con leggerezza. Gli sorrido di rimando, raggiante. –Si, la prossima è per OurKid.-
 
***
 
 
 
 
 
 
 
 
 
(1) Neil McComick è realmente un giornalista musicale britannico. Ha una rubrica settimanale riservata a lui sul Daily Telegraph ed è un’ospite fisso del programma BBC Breakfast Television ed un occasionale esperto di musica per la BBC News. Fu un compagno di classe dei membri degli U2 (classe 1961)
(2) trad. Non mi infastidisce.
(3) Spectorico -> Phil Sperctor è un produttore discografico, musicista e compositore statunitense. Più recentemente Spector è diventato famoso per l'eccentricità e il comportamento reclusivo e ossessivo, culminato nella condanna a 19 anni di carcere per omicidio di secondo grado.
(4) Soul Man è un grande motivo scritto da Sam e Dave, due famosi artisti blues dagli anni sessanta agli anni ottanta.
 

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Capitolo 2
*** BBC Three - 1 Giugno 2013 ***


Un saluto a tutti voi che vi ritrovare qui a leggere questa mia seconda OneShot.
Grazie a tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite, a coloro che hanno gentilmente lasciato il loro parere con una recensione e a coloro che hanno semplicemente letto “Daily Telegraph – 11 Novembre 2011”.
Questa seconda OneShot si basa su un’intervista rilasciata dai Beady Eye al settimanale britannico ShortList appena prima che BE arrivasse sugli scaffali dei negozi di musica di tutto il mondo.
Ho deciso di trasformarla in un’intervista esclusiva in onda sul canale BBC Three nella fascia serale, condotta dal presentatore Gavin Inskip, in quanto dopo aver letto l’intervista sia in italiano che in lingua originale, ho convenuto che potesse rendere molto meglio in questa forma.
Spero potrete apprezzare. Enjoy!
Cheers.

 
 
1 Giugno 2013
21.00 PM
 
 
E’ con infinita stanchezza e assoluta mancanza di grazia che mi abbandono sul divano. Dire che sono stanca è un eufemismo. Sono spossata, distrutta, sfibrata, sfiancata, sfinita, a pezzi. E’ stata la settimana più dura da quando ho iniziato questo mio amato lavoro al Telegraph, ma nonostante tutto, sento di essere estremamente soddisfatta: ho fatto il meglio che ci si potesse attendere da me e la nuova rubrica musicale che mi hanno affidato al fianco di Neil è quanto di più soddisfacente abbia realizzato fin’ora. Accendo la televisione mentre con immenso sollievo libero i miei piedi da questi tacchi opprimenti. Non credo potrò mai abituarmici.
Mi avvio distrattamente verso il bagno per struccarmi e farmi una bella doccia rilassante, quando le inaspettate note di The Roller catturano la mia attenzione. Aggrotto la fronte nel constatare che il canale che ho involontariamente selezionato all’accensione dell’apparecchio è BBC Three. Mi stropiccio gli occhi stanchi e alzo il volume. Un sorridente Gavin Inskip da il buonasera a tutti gli ascoltatori mentre The Roller continua a fare da sottofondo alle sue parole.
-Cari fan dei Beady Eye, questa serata è vostra! Speciale sugli ex Oasis Liam, Gem, Chris ed Andy a pochi giorni al debutto del loro secondo album BE, in onda ora su BBC Three!-
Mi lascio cadere nuovamente sul divano, realizzando che dovrò rimandare la mia doccia serale. Intanto, è partito il servizio d’apertura.
 
A due anni dal primo disco, la band di Liam Gallagher ci riprova con un nuovo album, BE, in uscita il 10 giugno. Stavolta con un nuovo produttore, un nuovo stile e una determinazione più forte che mai. Stasera, in esclusiva su BBC Three, Gavin Inspik scopre come "il più folle bastardo con occhiali con montatura spessa dai tempi di mio nonno", il produttore Dave Sitek, ha trasformato Liam Gallagher e i Beady Eye da feticisti degli anni Sessanta a futuristi psichedelici.”
 
Mi accoccolo tra le coperte leggere senza nemmeno tentare di reprimere il sorriso che mi nasce spontaneo non appena i Beady Eye calcano il salottino dello studio per sedersi su divanetti rossi così simili a quelli che accolsero me, Neil e Liam ormai due anni fa. Ne ha fatta di strada da allora il mio Weetabix.
Intanto, Gavin si rivolge a tutti salutando e ringraziando per la presenza, per poi indirizzare la sua attenzione subito sul frontman della band.
-Liam! E’ tanto che ti attendevamo qui. Eletrizzato?-
Liam replica con una fragorosa risata. –La mia vita è sempre elettrizzante, man!-
Gavin replica pronto. –Ma certamente! Come sempre, sono molte le cose per le quali sei elettrizzato: l'abilità sempre maggiore di tuo figlio Gene alla batteria che ora se non sbaglio fa parte di una band e il fatto che il mese scorso Reni degli Stone Roses(1) gli abbia regalato un nuovo set di bacchette.-
Liam sorride. –Quel ragazzo non smette mai di rendermi orgolioso, Gavin. Dico davvero. Ha talento, tutto suo padre.-
-C'è l'ultimo singolo dei Suede(2) che…-
-Cazzo di pezzo! Alla scuola dove va mio figlio mi sono imbattuto in Brett(3). Non ho problemi con lui: mi lanciava attacchi all’epoca e io lanciavo attacchi a lui, ma poi ti fai grande e la pianti con queste stronzate. Ma almeno, dopo tutti questi anni, non abbraccio Damon Albarn né faccio fottuti concerti con lui.- interrompe Weetabix sull’onda dell’emozione.
-E ci sono, sempre e comunque, gli Stone Roses, che hai visto a Dubai qualche settimana fa.-
A Liam brillano gli occhi. Gli ho già visto quello sguardo dal vivo e il cuore prende a battere più veloce. –Sono stati fottutamente grandi! Cazzo, che concerto epico. Sono tra i migliori, man. Senza dubbio.-
-Ma- tenta nuovamente Gavin sperando vanamente di non essere interrotto nuovamente –ci sono anche i Palma Violets(5) ora. Cosa pensi di loro? Possibili “rivali”, passami il termine.-
Liam alza un sopracciglio con aria contrariata. Fissa Gavin con sguardo indagatore. –Stai scherzando? No, mate, quelli non sono un cazzo di niente. Non mi elettrizzano affatto, loro. Ho visto una foto in cui indossavano una strana camicia… Fottutamente ridicoli.-
Gavin abbozza quindi un sorriso e lancia il sasso – …Ma sei ancora preso da Justin Bieber!-
Gem da una gomitata a Liam, Andy alza gli occhi al cielo, con fare esasperato. Non posso che accorarmi a lui. Questa storia ormai è diventata snervante. A marzo, la 19enne popstar canadese si era presentata sul palco della O2 Arena di Londra con due ore di ritardo, suscitando le ire dei genitori degli adolescenti, che avevano accompagnato i figli al concerto, oltre a fischi e insulti. Fu un caso editoriale da prima pagina nel Ragno Unito. Tutti i giornali scandalistici e musicali di bassa tiratura gli diedero la prima pagina. Ufficialmente si era parlato di "problemi tecnici", ma pare che Bieber si fosse svegliato in ritardo per poi chiudersi in camera a giocare con i videogame. Popstar? Idolo? Non sono dello stesso avviso, ma sono opinioni. Molte fan si erano schierate dalla sua parte con convinzione e orgoglio.
Sull'episodio, Noel Gallagher aveva commentato: "È rock'n'roll fare due ore di ritardo prima di salire sul palco? Dipende da cosa ha fatto in quelle due ore. Ha sniffato cocaina con delle prostitute? Ha giocato a bridge? Non è molto rock 'n' roll, no? Il mio gatto sembra più rock 'n' roll di lui". Dio, quanto aveva ragione.
Ma Liam, che sorride di rimando, non è dello stesso avviso. -Chiunque si presenti sul palco con due ore di ritardo secondo me ha ragione, cazzo- afferma convinto. -Tutte queste cosiddette rock band che si siedono nel backstage dicendo: 'Ehi, aspettiamo 15 minuti' ... vadano a fanculo. Aspetta 2 ore e 15 minuti! Ha spaccato i culi, cazzo, nessuno mai lo batterà! Quindi fuori dalle palle, lasciatelo in pace. Amico, sono un Belieber!- Mi prendo la testa tra le mani, non riuscendo comunque nella mia indignazione a reprimere un sorriso divertito. Vorrei poter dire che hai perso punti Weetabix con questa caduta di stile, ma proprio non ci riesco.

A quel punto Gavin, che sembra finalmente accorgersi degli altri tre presenti in studio, si rivolge a tutti –Ma dove avete lasciato il nuovo arrivato?-
Parlano del nuovo bassista dei Beady Eye, l'ex Kasabian Jay Mehler.
-Ha dato buca a causa di una varicella. Il suo arrivo nei Beady Eye è come quello di Van Persie allo United(5)- spiega Liam.
 
Passano quindi a discutere del loro nuovo album e degli appuntamenti imminenti. Liam, gli ugualmente entusiasti Gem Archer e Andy Bell e il più taciturno Chris Sharrock, sono eccitati dal loro nuovo brano, Flick Of The Finger, già diffuso da qualche giorno. Si vede da come si animano non appena Gavin vi accenna.
-Il pezzo deriva da una vecchia demo di una canzone di Liam di nome Velvet Building. Era su cassetta, quindi immagina quanto era vecchio il demo- dice Gem. -Si tratta di un brano reso irrilevante dall'interruzione sul nascere della collaborazione con i Death In Vegas, che com'è noto, avevano iniziato il lavoro di produzione del sesto album degli Oasis nel 2004, ma senza portarlo a compimento perché i risultati non erano soddisfacenti, fatto che aveva indotto la band a rinunciare al rapporto di collaborazione. La canzone, però, è stata completamente reinventata nella musica, con un'altisonante sessione di ottoni, e nel testo, con nuove parole mie e di Andy.-
All’improvviso, seguono frasi entusiaste a raffica, pronunciate con tono acuto ed eccitato.
Andy -Dovremo cominciare i concerti con questo pezzo. Dobbiamo! È un biglietto da visita.-
Liam -È incalzante, ti va dritto in faccia. È semplicemente folle. Per me è come uno tsunami che aspetta semplicemente di venire fottutamente da te e poi ti prende.-
Gem -È come Bruce Lee su una tavola da surf nel mezzo di uno tsunami.-
Chris -... con gli ottoni. Salvia da ardere.-
-Calma ragazzi!- interviene entusiasta Gavin. –Lo tsunami con Bruce Lee e tutto il resto qui siete voi!-


Ho ben presente quel pezzo. Anche se non mi è piaciuto subito, il finale mi ha immediatamente colpita, un brano parlato che si intreccia con la musica. So che si tratta di una citazione di Jean-Paul Marat, rivoluzionario francese del Settecento, contenuta nel libro Street Fighting Years: An Autobiography Of The Sixties del saggista e romanziere pakistano Tariq Ali, uomo ammirevole. Contiene questa frase: "le cui armi si sono rapidamente evolute per mano di scienziati servili e diventeranno più mortifere fino a che, con un semplice schiocco delle dita (appunto flick of the finger), ridurranno un milione di voi in pezzi". La voce è quella del protagonista del programma TV britannico Fonejacker, l'iraniano Kayvan Novak. Trovo quell’idea perfetta, se non lungimirante. Chiunque ci abbia pensato, ha fatto un’ottima cosa. Calza a pennello con la canzone in sé.
Gem riprende subito la parola. A quanto pare, il ghiaccio è stato rotto con Bruce Lee.
-Dovevamo comunque registrarlo di nuovo. E per farlo è venuto a bordo Kayvan. Amo questo pezzo pesantemente verboso e che sia Fonejacker a farlo.-
Liam si reinserisce prontamente nella conversazione.- Fonejacker è l'unico guest dell'album. E la prima cosa del nostro nuovo materiale che la gente sentirà sarà la sua voce che dice: 'Di' quello che credi'. Quindi è fortunato, lo stronzetto!-
Evidente Gavin deve aver fiutato un possibile inizio per uno dei famosi monologhi tutti firmati Gallagher, dove gli impropri superano la metà delle parole pronunciate, perché devia prontamente il discorso, rivolgendosi a tutta la band nel suo insieme. Anche in questo sta il talento dei giornalisti: sviare discorsi pericolosi oppure alimentarli con talento professionale, senza mai esporsi troppo.
-Ora i Beady Eye sono felici ed entusiasti, ma un anno e mezzo fa non era così, no ragazzi? Il vostro album d'esordio, Different Gear, Still Speeding, pur essendo disco d'oro e avendo riscontrato numerosi pareri positivi, non aveva - a giudizio vostro ovviamente - fatto il botto in termini di vendite e apprezzamenti.
-Alla fine della fiera- attacca il 40enne frontman -la gente non l'ha fottutamente comprato, non l'ha capito non ci si è connessa. E’ stato un colpo più duro di quanto ci aspettassimo. Ma non si molla mai, cazzo. Mai. Dopo che abbiamo interrotto il contratto con il management, lo stesso che si occupa anche di quel cazzone di OurKid, abbiamo vissuto una fase difficile. Gli ultimi concerti quelli finali del tour del 2011, sono stati fottutamente dolorosi. In molti di questi passavo davvero dei momentacci. Voglio dire: noi eravamo fantastici, ma era semplicemente ...- si interrompe. Lo vedo per la prima volta questa sera, in difficoltà. E sento di provare un po’ di quel dolore assieme a lui. Gem interviene prontamente a salvare la situazione, il superman di turno.
-La situazione e la circostanza, amico. La gente diceva che non ce l'avremmo mai fatta ad arrivare alla fine del tour. Noi dicevamo: 'Ce la faremo, cazzo!'. E così è stato. Io la vedo così: bisogna dare alla gente qualcosa che valga il prezzo dei soldi spesi. Quaggiù i tempi sono difficili e se la gente vuole sentire un paio di fottute canzoni dei vecchi tempi fa forse male a qualcuno? Non lo stiamo facendo per andare a suonare nelle arene e non lo stiamo facendo per abbandonare dei buchi di merda. E, sai, se la gente non vuole sentirle allora ... le faremo comunque!-
Ricordo bene quel periodo. Proprio quello in cui ebbi il privilegio di assistere all’intervista fatta da Neil proprio a lui, Liam. Dicembre 2011, i Beady Eye ce l'avevano fatta a concludere il tour, ma sapevano che era tempo di rifare il gruppo. Non avrebbero suonato di nuovo prima del giugno 2012 e comunque si sarebbe trattato non di un tour vero e proprio, ma di fare da supporter agli Stone Roses. Eppure nel giugno scorso la band è apparsa rivitalizzata, è rinata dalle proprie ceneri, una fenice tutta britannica, in parte per merito del nuovo management, in parte perché avevano leggermente sconfessato la decisione di non suonare canzoni degli Oasis, con grande mia gioia, inguaribile nostalgica quale sono, e di tantissimi altri fan. A Heaton Park, alla fine di giugno, ricordo come se fosse ieri quel concerto, la band ha proposto dal vivo Rock'N'Roll Star e Morning Glory, brani scritti da OurKid, ma, come si dice nello showbiz, resi famosi da Liam Gallagher. Ingiusto, sono la prima a dirlo, ma inevitabile. Io c’ero. Si, ero là tra la folla ad urlare “Tonight, I’m a rock’n roll staaaaaah!”. E sarei una bugiarda se rinnegassi le lacrime che mi sono scese mentre cantavo con Liam. Lacrime di tristezza, rimorso, rabbia, impotenza davanti a quel disastro, quei due fratelli lacerati e divisi. Ridevo e piangevo insieme, ma dentro mi sentivo solo una goccia nel mare. Quel che sono. Troppo piccola e insignificante per poter mutare la marea.
 
A riscuotermi dallo stato di apatia nel quale sono caduta è Andy.
-A quel punto eravamo sicuramente pronti e avevamo già circa 12 canzoni nuove. Saremmo potuti andare in studio allora, ma abbiamo pensato: 'Scriviamo un altro po' di canzoni'- 
Liam integra le parole dell’amico. -Sapevamo che per l'album successivo avremmo dovuto rivoltare le cose come un calzino. Non sapevamo come farlo, non sapevamo da cosa cominciare a farlo, quindi a quel punto abbiamo tutti avuto la sensazione che quello che dovevamo fare era scrivere delle buone canzoni. Avevamo, però, bisogno di un po' di fottuto aiuto. Il produttore dell'ultimo disco non aveva fatto le cose per bene e se l'era svignata. Il disco ha finito per mixarlo Gem e per quello che era è uscito fuori grandioso, ma avevamo bisogno di un grande produttore. Il più folle bastardo con occhiali con montatura spessa dai tempi di mio nonno.-
Gavin si lancia in una sonora risata. –E’ così che descrivete il povero Dave(6)? Ok, è davvero strano come personaggio, ma non avevo mai sentito parlar di lui in questi termini! Non che mi aspettassi diversamente da voi, ragazzi.-
Andy prende la parola con tono serio, ma pacato. -La gente dirà che lui viene da un mondo e noi da un altro, ma in realtà siamo piuttosto simili. Musicalmente ci siamo trovati d'accordo su molte cose: la roba che ci piace, la roba che suonavamo nella stanza per divertimento.-
Gem annuisce, sorridendo. -All'inizio è stato tipo: 'Perché vogliono me?', ma gli abbiamo mandato delle canzoni e lui ha fatto: 'Oh, lo capisco: vogliono andare in quella direzione'. E voleva fare del rock'n'roll alla sua maniera. Quindi è stato un atto di fede che ha funzionato.-
A Liam intanto brillano gli occhi. Vuole parlare, si vede da come si agita irrequieto sul divanetto per lasciarsi finalmente andare, sebbene il tono che tiene sia decimante alto. -Lo amo cazzo! E’ un fuorilegge. Di sicuro non è venuto a Londra per vedere la regina, sai cosa intendo? È venuto per fare un buon disco. Quando la gente usa la parola 'sperimentazione' pensa che ci si debba sforzare fottutamente tanto, ma noi non ci siamo sforzati così tanto, mate. Abbiamo messo le cose in chiaro. Lui ci ha fatto: 'Non sono qui per far sì che i demo suonino meglio, sono qui per buttarli in aria e vedere cosa succede'. E l'ha fatto, ma la sperimentazione non è andata oltre quel punto. Non ce ne stavamo mica seduti lì a fare: 'Bene, dobbiamo fare più cose di questo tipo o chissà cos'altro, perché tutte quelle merdate le trovo fottutamente faticose- Soddisfatto, si lascia nuovamente ricadere sullo schienale del divanetto rosso, incrociando le braccia con aria da padrone.
Gavin, lasciandosi anch’egli andare sulla propria poltroncina, porta la gamba destra sulla sinistra e si assesta il colletto della camicia azzurra con fare informale.
-Quale che sia la procedura e il risultato che avete ottenuto, il sound di questo nuovo album è molto diverso rispetto ai primi Beady Eye, nessuno mette in dubbio questo. Le canzoni sono ancora spaccone e dirette, non sarebbero vostre altrimenti! Ma adesso ci sono molti strati di colore che imprimono ai pezzi delle svolte impreviste. E la tua voce, Liam, è una rivelazione! Mixata secca, quasi senza alcun effetto, in modo da fartela sentire in fronte. Fa sempre parte dei vostri nuovi esperimenti con Dave?-
- Beh, si e no. È così che suono a casa mia o sulla schiena di un cammello o dovunque.- replica Weetabix con una risata. -Sono stufo degli idioti che dicono che non so cantare. Si spera che ora me li toglierò dai piedi, mostrando la mia cazzo di voce per com’è.- Pare leggermente infastidito, evidentemente deve essersi scaldato con questa frase.
Gem prende la parola per concludere degnamente il discorso sul nuovo manager che altrimenti resterebbe incompleto. -Gli occhi di Liam e Dave Sitek si sono incrociati per la prima volta agli State Of The Ark Studios di Richmond, nella zona di Londra, ed è stata subito intesa, aiutata dal fatto che nessuno dei due conosceva il pregresso musicale dell'altro. Da parte di Sitek non c'è stata neanche un po' della reverenza che ci si poteva attendere nei confronti di quattro quinti degli Oasis. Anzi. E’ stato davvero uno stronzo.-
Liam sente un’evidente necessità di puntualizzare. -Non è stato tutto fottute rose e fiori, questo sicuramente. Abbiamo avuto dei battibecchi, di sicuro. Nessuna scazzottata, ma ci sono stati molti ...-  Andy termina al posto suo, dato che si vede chiaramente quanto Liam faccia fatica a trovare la parola adatta a concludere la propria frase nel suo registro non volgare. -... strattonamenti. Noi abbiamo strattonato lui e lui ha strattonato noi.-
Gavin, visibilmente interessato dall’argomento in qualità di facente parte nel suo piccolo di questo ramo del music business, si lancia in una domanda certamente non in programma, data la naturalezza con la quale la pone ai ragazzi. -C'è stato del materiale che voi avete portato e di fronte al quale lui ha detto: "No, grazie?"-
Liam risponde con ostentata indignazione -Sì, senza dubbio. E sai come vanno quelle cose. Fa: 'Non mi piace', e io, aggressivo: 'Bene, a me sì, cazzo'. E poi lui continua e fa 'un esperimento musicale' e tu fai: 'Hmm, non suona affatto male, in realtà. Per me può andare'. E c'erano altri pezzi dove facevamo: 'Stai perdendo la testa, dobbiamo tornare nella terra degli Hare Krishna(7)-
Andy, invece, interviene con tono decisamente più accomodante. -A volte abbiamo perso, a volte abbiamo vinto, ma ogni volta per la singola canzone ha vinto la persona migliore.-
Liam si tappa in naso con due dita e attacca con voce nasale da comico snob. -Ragazzi, è il disco che ha vinto. Ha vinto la musica!- Ciò che segue è una fragorosa risata da parte di tutto lo studio, alla quale mi accoro anch’io. Sei unico Weetabix.
Gavin, asciugandosi le lacrime, si rivolge alla telecamera con la voce ancora rotta da risatine nervose -Il disco, a proposito, si chiama BE.- Si riassesta sulla sedia e quindi continua, tentando di darsi un contegno. –Liam, tu volevi chiamarlo Universal Gleam, bagliore universale, ma "certe persone" (Chris) hanno messo il veto, mentre tu invece sostenevi che con un titolo come quello che volevi tu, leggo le testuali parole, "avresti potuto ritirare fuori la stronzata della coca, ma con questo non puoi dire molto. È così e basta”. Cosa intendevi dire, scusa?-
-La mia teoria- aggiunge Liam -è che in copertina ci sarà BE e poi sul retro I-E-B-E-R.- A questo punto si alza e intona a mo' di coro da stadio. -Biiiiieee-ber! Cazzo, il retro è così, man!- E giù tutti a ridere di nuovo come matti. “Avresti dovuto fare il comico!” urla una voce dal pubblico che scatena nuove, inevitabili risate isteriche da parte di tutti. Alzo gli occhi al cielo, sebbene stia sorridendo anch’io, stiracchiandomi sul divano.
Gavin pone quindi la fatidica domanda. -Come mai oggi insisti tanto con Justin Bieber?-
-Non lo so, cazzo, no? È meglio che insistere sugli Strypes(8) o uno di quegli stronzi là, no?- E’ la distratta risposta di Liam.
 
-Ebbene, Liam, sai cosa sto per chiederti, tutti in studio e a casa fremono per sapere la tua risposta a questa domanda. Parliamo di una canzone tra tutte, una che ha sollevato un gran polverone mediatico dal giorno della sua uscita. Una tipica ballata liamiana, passami il termine, sparata nello spazio e supportata da sitar elettrico. Il titolo potresti leggerlo Don't Bother Me, ma in realtà è Don't Brother Me. Perché chiamare una canzone Don't Brother Me?-
Liam sincronizza il suo umore su “scazzato”, quello più consigliato per affrontare questo argomento, aggrotta le ciglia sempre troppo incolte e risponde con tono irritato. –Beh, Don't Sister Me, suona di merda, o no? Specialmente quando non hai una sorella.- Dallo studio si leva un rumore indistinto di risate sommesse.
-Coraggio! Dovresti sapere, Liam, che la gente penserà subito al brother Noel come destinatario della canzone.-
-Sì, sì, la gente ci ricamerà su, ma sono pronto. Quindi sì: parla di OurKid.- Si leva dal pubblico un’esclamazione univoca di sorpresa, seguito da un silenzio carico di aspettativa.
-Facci capire: sei pronto a continuare a rispondere a domande su Noel per il prossimo anno e per buona parte della tua vita futura?-
-Ma la canzone è la canzone, amo la canzone più di quanto ami andare a parlare della canzone stessa. Avrei potuto provare a chiamarla in un altro modo, ma è quello.- Quindi si raddrizza sul divanetto e intona a cappella 'Don't brooo-ther meee', facendomi correre un brivido lungo la schiena per la sorpresa. Eppure non dovrei stupirmi. Quando mai Weetabix è prevedibile?
-Ed è quello. È una canzone fottutamente adorabile. Amo la canzone. Non le cambierò il titolo per facilitarmi l'esistenza.- conclude Liam. Ma Gavin ricalibra il tiro e continua imperterrito.
-Alcuni dei versi, cito, "Come on now, give peace a chance"(9) ed "In the morning, I'll be calling, hoping that you’ll understand"(9) sembrano suggerire un ramoscello d'ulivo, come già avvenuto in Kill For A Dream, brano pubblicato nel precedente disco. Ebbene? E’ una coincidenza anche questa?-
-Beh, come mi ha detto Andy, è un po' contraddittorio. C'è molto amore e molto fottuto ...- sospende la frase, i gomiti poggiati sulle ginocchia, le mani intrecciate tese verso il viso e lo sguardo a perdersi sul pavimento, nel vuoto dei suoi occhi limpidi.
Gavin lo osserva un po’. -Un verso fa: "Sono stufo di tutte le tue menzogne/trame e dei tuoi pianti"-
Liam si risveglia dal suo stato di assenza mentale rapidamente così come vi era caduto. Ho già visto quel suo comportamento da molto vicino e mi intenerisce esattamente allo stesso modo, nonostante questa volta a separarci vi siano uno schermo al plasma e parecchi chilometri. -Sì, ma le menzogne, le trame e i pianti potrebbero non riferirsi a lui. Potrebbero riguardare qualcuno vicino a lui. O potrebbero riguardare me. Potrebbe essere lui quello stufo delle mie trame, delle mie menzogne e dei miei pianti. Comunque c'è molto amore nella canzone, ma ci sono anche un paio di frecciate, scherzose credo. Non c'è nulla di malvagio perché non è nella mia natura. Vorrei essere capace di scrivere una canzone malvagia. Se sapessi farlo, cazzo, lo sapresti bene, ma non ne sono capace.-
Gavin aggrotta la fronte. -Scusa, mi sono perso. In che senso?-
-Ahh, sto scherzando, man, ma non ci riuscirei. E un titolo come 'Tu, Tu sei uno Stronzo' suona merdoso come titolo, no? Inoltre lui l'ha già sentito prima. Tutti l'hanno sentito prima.- 
Si inserisce Gem. -La vita non è in bianco e nero, no? Ci sono molte sfumature di grigio.- Mi sorge spontaneo un sorriso. Che filosofo mancato. Povero chitarrista incompreso.
-Il miglior verso per me è 'Did you shoot your gun?'(9)- prosegue tranquillo Liam, imprimendo alla voce una nota di serietà che fino a poco prima non gli apparteneva.
-Perché?-
-Semplicemente penso che sia figo. Parla sempre di pistole, o no? If I Had A Gun... Bene, poi hai fottutamente sparato?- Sbraita quindi agitando le braccia come per farsi capire meglio, mimando il gesto di sparare. Tutta la serietà dell’affermazione precedente è crollata miseramente sotto If I Had A Gun.
Gem abbassa la voce, come se stesse rivolgendo a Gavin una confidenza. -Guarda, non l'ho capito neanche io.-
Gavin che per altro continua ad essere perplesso. -Quindi il senso è quello, no?-
Ma Liam l’ignora. Ormai è partito per il proprio discorso. -E c'è il verso 'You're always in the sun/With your Number One'(9). Mi riferisco al tabloid The Sun, che scrive sempre delle cosette su di lui.-
-L'hai incontrato per puro caso durante un party la sera della chiusura delle Olimpiadi, dove per altro vi siete esibiti con Wonderwall, no?-
Liam risponde con aria di finta indifferenza. -Sì, beh è stato lui ad imbattersi in me.- 
-Com'è andata?-
-Tutto bene. Non ero proprio ubriaco fradicio, mi ero fatto soltanto...- sembra pensarci seriamente. -quattro bottiglie di champagne.- conclude quindi soddisfatto.
Gem, che evidentemente è determinato ad apparire questa sera come l’uomo serio e pacato, puntualizza con aria rassegnata. -Sapevo che saremmo arrivati a questo.-
Liam pare a questo punto della serata ben disposto, perché si lascia trascinare nella conversazione, seppur spinosa. -Penso di essere stato piuttosto piacevole, sai cosa intendo? Gli ho detto: 'Allora che cosa te ne pare della nostra performance, stronzo?'. E lui ha fatto: 'Uh, sì, andava bene'. Poi gli ho detto: 'Ho visto i tuoi amici lì, sono venuti a salutarci'. E lui ha fatto: 'Chi?'. E io: 'I Take That'(10). E lui: 'Urggh'. E basta, poi gli ho voltato le spalle e mi sono fatto un drink. Poi tutti mi hanno fatto: 'Hey, compare: parla con lui'. E io ho detto: 'No, mi voglio fare un cazzo di drink', e basta.-

Sembra un momento buono per abbandonare il discorso su Noel e Gavin lo sfrutta appieno per far convergere la conversazione sul nuovo videoclip. Gem prende dunque il suo apparecchio telefonico dalla tasca dei jeans e mostra alla telecamera la copertina del disco, uno scatto tratto da una rivista degli anni Settanta di nome Nova. Mi colpisce subito, è uno scatto di classe. I colori sono piacevolmente insoliti e nel complesso l’album si presenta fin da subito come qualcosa di diverso dal solito. Andy parla di come nuove band quali Strypes e Temples suonerebbero curiosamente vecchio stile se paragonate al nuovo album dei Beady Eye. Il secondo album della band nata dalle ceneri degli Oasis è un'avventura in un territorio un po' più inesplorato, ma comunque "dispiacerebbe se non arrivasse al primo posto delle classifiche", come affermano accorati i quattro uomini della serata. E mi ritrovo ancora una volta d’accordo con loro. Hanno lavorato tanto. In fondo, lo meritano.
Liam non vede l'ora di esibirsi di nuovo. -Abbiamo dei concerti interessanti in programma. E sono pronto a scommettere che saranno una fottuta bomba, cazzo.- Tutti asseriscono, convinti. Ci sono idee ovunque e la netta sensazione di una band rivitalizzata e rinvigorita, che guarda avanti, è facile percepirlo anche attraverso uno schermo. Sono loro, eppure c’è qualcosa in più questa volta, una nuova scintilla, un nuovo obiettivo ed una nuova strada. Sarò con loro, dovunque andranno. Al loro fianco, come loro sono stati al mio.
Mentre Gavin si congeda dagli ospiti e dal pubblico di BBC Three, mi cade l’occhio sull’orologio e mi rendo conto di come quest’ora sia volata così in fretta. Rivolgo la mia attenzione al televisore ancora una volta prima di spegnerlo e di avviarmi verso il bagno dove la doccia mi invita sempre più insistentemente a rilassarmi prima del meritato riposo. Proprio mentre Liam, Gem, Andy e Chris stanno lasciando lo studio tra i mille applausi. Il registra mi regala un primo piano dei loro volti. Volti soddisfatti, compiaciuti, sollevati, carichi.
Sorrido, quindi spengo il televisore.
I Beady Eye avevano bisogno di lanciare il dado e imprimere una svolta. Potrebbero essere davvero ripagati.




(1) Gli Stone Roses sono una band britannica di alternative rock formatasi a Manchester nel 1984, attiva fino al 1996 e riunitasi nel 2011 dopo 15 anni di inattività.
 
(2) I Suede sono una band di alternative rock formatasi nel 1989 in Gran Bretagna, scioltasi nel 2003 e riunitasi nel 2010. Sono stati uno dei gruppi musicali britannici più conosciuti tra quelli che lanciarono l'ondata britpop.
 
(3) Brett Lewis Anderson è cantante e fondatore del gruppo musicale Suede.
 
(4) I Palma Violets sono una band indie rock britannica formatasi nel 2011.
 
(5) Robin van Persie è un calciatore olandese, attaccante del Manchester United e della Nazionale olandese, della quale è capitano.
 
(6) Dave Sitek, architetto del sound avventuroso dei TV On The Radio, la sua band, e produttore innovativo e progressista, come riconosciuto da riviste e critici. Tra i suoi lavori ricordiamo la produzione degli album di Brooklyn, band dell'avanguardia d'élite newyorchese quali gli Yeah Yeah Yeahs e i Liars e i suoi remix influenzati dal free jazz. Una volta fece un album di rock spaziale con Scarlett Johansson che cantava cover di Tom Waits.
 
(7) Hare Krishna Krishna è l'incarnazione della persona Suprema, come Cristo è l'incarnazione di Dio Padre nel cristianesimo.
Harè è una invocazione di liberazione, come il nostro "salvami".
 
(8) The Strypes sono una band mod-revival formata da quattro ragazz tra i 16 e i 17 anni provenienti da Cavan, Irlanda, formatasi nel 2008.
 
(9) Forza, adesso dai una possibilità alla pace.
Al mattino ti chiamerò, sperando che tu capisca.
La vita è troppo corta per non perdonare / puoi serbare rancore, ma non ti lascerà vivere. 
Hai sparato con la tua pistola?
 
(10) I Take That sono un gruppo musicale pop britannico formato da cinque cantanti; Gary Barlow, Robbie Williams, Howard Donald, Jason Orange e Mark Owen. Sono considerati una delle boy band di maggior successo della storia della musica.

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