Double
Identity
Zoey
e Logan trovarono Quinn in compagnia di Mark nel
cortile della scuola; senza darle spiegazioni la trascinarono di peso
nella
stanza 101 e lei vedendo il suo importante progetto ormai distrutto
sparso sul
pavimento, assunse un’aria omicida.
-Chi
è stato?- tuonò aggressiva, inginocchiandosi e
sfiorando piano quello che rimaneva dell’esperimento.
I due si indicarono
e si accusarono a vicenda, cosa che fece imbestialire ancora di
più la
scienziata. –Chi è stato?- ripeté.
-Lui
ha gettato all’interno di quella cosa
degli ingredienti a caso!- si difese Zoey.
-Lei
però ha urtato quell’aggeggio infernale e
l’ha fatto
cadere per terra!- esclamò Logan.
-Ero
a tanto così per terminarlo! Tanto così- gemette
Quinn. -Mesi e mesi di lavoro sprecato-.
-Ehm,
veramente non ti abbiamo raccontato la parte più
importante e deprimente…- cominciò Logan piano.
–Il tuo esperimento funziona
benissimo, te lo possiamo garantire noi-.
Quinn
inarcò un sopracciglio scettica. –Ah
sì? E voi come
fate a saperlo?- ringhiò, ancora arrabbiata.
–Siete per caso dei ricercatori?!-
Zoey
si nascose il volto fra le mani. –Quel maledetto
intruglio si è rovesciato su di noi…-
spiegò parlando fra le dita. –E ha
scambiato i nostri corpi!-
Quinn
la guardo interrogativa. –Stai dicendo che…?-
chiese,
facendo un gesto con la mano per incitarla a proseguire.
-Sto
dicendo che io sono nel corpo di Logan e lui è nel
mio!- spiegò.
La
mora saltò e urlò per la gioia.
–Davvero? Sono un genio!
Sono un genio!- esclamò contenta. –Sono riuscita a
portare a termine una prova
complicatissima… non posso crederci. Devo subito farlo
sapere a… -
Logan
la guardò scocciato e la interruppe –Adesso puoi
ridarci i nostri veri aspetti? Così anche noi potremo unirci
ai tuoi
festeggiamenti-.
-Sì,
per favore, non voglio restare in questo corpo un
attimo di più- si unì Zoey.
Quinn
li guardò in difficoltà, volgendo lo sguardo al
pavimento. –Nnsoncpce-
biascicò
velocemente.
-Puoi
ripetere? Credo di non aver capito nemmeno una
parola- fece Zoey, scrutandola con sguardo omicida.
-Sì,
e questa volta usa una lingua conosciuta dal genere
umano- disse Logan.
-Beh,
ero soltanto all’inizio del mio esperimento, alle
fasi iniziali, alle prime tappe- balbettò, cercando di
prendere tempo.
-Quindi?-
-Quindi…
ehm, non ho avuto il tempo per pensare ad una
soluzione…- rivelò, coprendosi le orecchie con le
mani.
-Vuoi
dire che io resterò in questo orrendo corpo per
chissà quanto tempo?!- gridò Zoey arrabbiata,
cercando di richiamare a sé tutta
la sua pazienza per non picchiare Quinn.
-Mmm,
sì-.
Logan
imprecò ad alta voce. –E’ uno scherzo?
Ditemi che è
uno scherzo! Io non posso rimanere nel corpo di una ragazza…
soprattutto nel
suo!-
-Ma
se fino a qualche secondo fa avevi detto che ti
piaceva- gli fece notare la bionda.
-Qualche
ora sì, ma non a tempo indeterminato! Ho gli
allenamenti e molti appuntamenti…-
-Sì,
con uno strizzacervelli-
- Sai, anche se tu non vuoi uscire
con
me, ci sono altre ragazze, più intelligenti, che fanno la
fila per poter stare
in mia compagnia!-
Zoey si morse la lingua per non
rispondere, era già agitata e nervosa e quella discussione
con Logan non
avrebbe certo risolto il loro problema. –Quanto impiegherai
per trovare una
soluzione?- chiese a Quinn, che ancora guadava loro a bocca aperta e
con
l’espressione di chi aveva vinto al superenalotto.
-Non so dirti con
precisione… prima di
tutto devo recuperare quello che resta dell’esperimento,
trovare tutti gli
ingredienti necessari e poi proverò a farvi tornare nei
vostri corpi-.
Entrambi sospirarono pesantemente,
mentre continuavano ad osservarsi torvi.
-Non riesco ad immaginare le
reazioni
degli altri! Non ci crederanno mai…- disse Logan.
-Oh no, no... non dovete dirlo a
nessuno!- gridò Quinn, allarmata. –Non voglio che
la voce si sparga in giro, nessuno
oltre a noi tre deve sapere cos’è successo oggi-.
-Ma…-
-Niente ma, Logan! Avete distrutto
il
mio progetto, me lo dovete… tenete la bocca cucita o vi
faccio rimanere così
per un mese!- li minacciòuQQq
edmcmcmdè+
,
incrociando le braccia al petto.
Sia
Zoey che Logan alzarono le mani in segno di resa, giurando di mantenere
il
segreto.
-Bene,
al lavoro allora!- trillò Quinn eccitata, battendo le mani.
Zoey
camminava per i corridoi dell’accademia nel suo nuovo corpo,
guardandosi
intorno nervosamente e cercando di non attirare troppo
l’attenzione.
Evitò
accuratamente un paio di ragazze del suo anno, che chiacchieravano
animatamente
sul pomeriggio appena trascorso; passò accanto ad un gruppo
di studenti
dell’elementari e riconoscendo suo fratello, lo
salutò affettuosamente
scompigliandogli i capelli. Dustin lo guardò sorpreso e la
ragazza, rendendosi
conto dell’errore appena commesso, trasformò
quella carezza in un colpetto
dietro il capo.
Stacey
Dillson le fece
ciao con la mano come in
estasi; lei rispose, cercando di non vomitare nel guardare il rossore
espandersi sul suo viso e gli occhi sognanti della amica affianco.
Prima di
arrivare in camera e chiudersi con sollievo la porta alle spalle, altre
due
ragazze la fissarono intensamente e la salutarono; poté
sentire distintamente
una di esse rivolgersi alla sua compagna per indirizzare un
apprezzamento
abbastanza pesante sul suo sedere, o più precisamente su
quello di Logan.
La
stanza era deserta (e meno male, si disse) e senza pensarci un attimo,
si stese
stancamente sul letto, chiedendosi come avrebbe fatto a indossare il
pigiama e
ad andare in bagno senza guardare i gioielli di famiglia di Malfoy.
Mentre
si mangiava il cervello, cercando una soluzione, la porta si
aprì e Chase
entrò.
-Ehi,
amico…- lo salutò.
Zoey
alzò a malapena la testa dal cuscino, con il quale tentava
di soffocarsi da
qualche minuto, e mugolò qualcosa di indistinto.
-Stanco?-
-Sì-
borbottò.
-Colpa
dell’allenamento intensivo o delle ripetizioni con Zoey?-
-Entrambe!-
esclamò, poi prima che Chase potesse aprire bocca si
alzò di scatto e con la
scusa di voler fare una doccia, si dileguò in bagno.
Si
chiuse la porta alle spalle e vedendo la sua immagine riflessa nello
specchio,
non riuscì a non reprimere una smorfia di disgusto. Per
carità, Logan era
davvero un bel ragazzo, con quei capelli ricci, la bocca sottile e la
mascella
squadrata che donava al volto un non so che di affascinante; e a tutto
quello
era obbligatorio aggiungere un fisico davvero niente male:
né troppo muscoloso,
né troppo mingherlino… una giusta via di mezzo!
Ma lei in quel momento non
sapeva e non poteva apprezzare nessuna di quelle qualità,
spaventata da ciò che
fra pochissimo avrebbe visto.
Si
portò le mani fra i capelli, sull’orlo della
disperazione: la sua vescica
reclamava, anzi pretendeva, di essere svuotata e ormai non poteva
più ritardare
quel momento. Osservò con astio il water, pensando alla
soluzione
migliore: se avesse
chiuso gli occhi, non
sarebbe riuscita a controllare il coso
di Logan e l’avrebbe fatta di fuori, bagnando da per tutto e
dovendo poi anche
pulire… Tremò immaginando la scena; ma se li
avesse tenuti aperti, sarebbe
dovuta andare in analisi per anni.
Piano,
con una lentezza esasperante, aprì il bottone del jeans
scuro e, prendendo un
respiro profondo, si fece coraggio e tirò giù la
cerniera; adesso non doveva
far altro che abbassarsi i pantaloni e i boxer (o almeno sperava che
Logan
indossasse quelli e non degli orribili slip o peggio ancora un perizoma
leopardato) e poi fare la pipì.
Stava
per mettersi a piangere e farsela sopra, ma poi richiamando a
sé tutto il suo
coraggio, decise di comportarsi come se fosse ancora nel suo corpo e
farla come
le ragazze. Obbligandosi a guardare davanti a sé e di non
abbassare mai lo
sguardo sul coso, scese i jeans e,
notando con piacere che aveva indosso dei boxer (grazie al cielo!) li
abbassò un
po’, per poi sedersi immediatamente sul water.
Finì rapidamente e più veloce
che poté si risistemò, tirando un sospiro di
sollievo. Il suo sguardo, però cadde
sulla doccia e, poco mancò che le venne un infarto, quella
sarebbe stato un
ostacolo molto più difficile da superare e sapeva che quella
volta, una volta molto vicina,
avrebbe dovuto
fare la conoscenza del più caro e intimo
amico di Logan.
A
pochi chilometri di distanza, la situazione era ben diversa: mentre Zoey si disperava e
malediva tutto
l’albero genealogico dei Reese; Logan, per adesso, non aveva
trovato nessun problema
nell’ambientarsi nel suo nuovo corpo e ne stava
già provando i suoi lati
positivi.
Quinn
prima di fuggire via dalla stanza, aveva affermato di aver bisogno di
tranquillità per trovare una soluzione a quel problema;
perciò lui si era
fiondato in bagno a dare un’occhiatina alle sue
nuove amichette.
Aveva
chiuso la porta a chiave, per poi sfilare velocemente il vestitino e quello che vide gli
piacque molto: aveva
sempre saputo che Zoey fosse ben messa, lo aveva notato quando
indossava top
scollati e gonne corte, ma non credeva che avrebbe mai avuto
l’occasione di
valutarlo in prima persona senza che lei gli amputasse una mano.
Certo,
adesso aveva qualche centimetro di altezza in meno, ma non poteva
davvero
lamentarsi, si disse, continuando ad osservarsi nello specchio in
reggiseno e
mutandine. Poggiò le mani sul sedere sodo, toccandolo, e un
sorriso compiaciuto
si aprì sul suo volto adesso lentigginoso (ecco, quelle
erano le uniche cose
che non sopportava: Zoey aveva qualche efelide sparsa sulle guance e
sul naso e
a lui proprio non piacevano ) e anche i suoi nuovi capelli biondi e
morbidi al
tatto, non erano male. Osservando la doccia, si rese conto che aveva
davvero
bisogno di una rinfrescatina per rilassarsi e togliersi di sopra i
residui di
quell’esperimento maledetto.
Aprì
la doccia e fece scorrere l’acqua per un po’, fino
a farla uscire completamente
bollente, come piaceva a lui, poi sghignazzando si tolse il reggiseno
con un
po’ di difficoltà (quei gancetti erano veramente
difficili da staccare!) e
subito dopo levò le mutandine.
Per
la prima volta in vita sua arrossì, sulle sue guance si
sarebbero potute
tranquillamente cuocere delle uova; una cosa era vedere il seno di
Zoey,
un’altra vedere quella.
Non si
sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte sua. Con
decisione alzò
lo sguardo da lì, si stava vergognando tantissimo! Chiuse
gli occhi e dato che
l’imbarazzo non aveva nessuna intenzione di abbandonarlo,
terminò di lavarsi
velocemente, indossò l’accappatoio e corse
nell’altra stanza per indossare
qualcosa di pulito.
Quando
Zoey trovò la forza necessaria per uscire dal bagno,
trovò i suoi nuovi
compagni di stanza che chiacchieravano fra loro, lanciandosi una
pallina.
-‘Sera,
Logan- lo salutò Michael.
Rispondendo
con un grugnito si accorse che entrambi erano in mutande e sbuffando si
promise
che appena fosse tornata nel suo corpo, non avrebbe voluto
più vedere un maschio
nudo per un bel po’ di tempo: stava facendo una vera e
propria indigestione! Sperò
soltanto che quei cretini non avessero il vizio di dormire, o peggio
ancora,
girare continuamente per la stanza così o avrebbe tagliato
loro gli attributi.
Si
stese sul letto, si coprì fino al mento con la coperta e si
addormentò non
appena appoggiò la testa sul cuscino, stanca dei pesanti
avvenimenti della
giornata.
Il
risveglio che ebbe il giorno seguente fu traumatizzante, peggio di
quando aveva
scoperto che Babbo Natale non esisteva o di quando i suoi le
annunciarono che
presto avrebbe avuto un fratellino.
Era
domenica mattina e lei, che di solito rimaneva a letto fino a tardi a
poltrire,
credeva che anche dei maschi diciassettenni di dubbia intelligenza la
pensassero così, ma ovviamente si sbagliava. Alle otto
–praticamente l’alba per
una dormigliona come lei- era stata svegliata da Michael
–naturalmente in
canottiera e boxer a fiorellini- e Chase che facevano a gara a chi
urlava di
più. Il primo dava la colpa al secondo di avergli rubato
“una bellissima e
soprattutto costosissima maglietta” che suo zio era riuscito
a ottenere grazie
a delle famose conoscenze.
Peggio
delle mie
compagne di stanza,
pensò Zoey, rigirandosi fra le coperte e schiacciandosi il
cuscino sul volto,
indecisa se soffocare sé stessa o loro.
All’improvviso
qualcosa di abbastanza pesante le arrivò sopra e maledicendo
Quinn, riemerse
dal piumone per vedere cosa la stesse schiacciando e impedendo quasi di
respirare.
-Chase!-
esclamò, mentre valutava i metodi
più veloci
per suicidarsi. –Cosa stai facendo?- chiese, gli occhi
ridotti a due fessure.
-Michael
ha intenzione di uccidermi! Proteggimi tu- rispose teatralmente.
-Hai
rubato la mia preziosa maglietta, ridammela !- lo minacciò
nel frattempo
l’altro, con una sveglia a mo di arma e
un’espressione decisamente assassina
stampata sul viso.
-Ok,
io tolgo il disturbo- disse Zoey, staccandosi Chase da sopra a fatica.
–Non
voglio finire in mezzo ai vostri stupidi litigi e rischiare di perdere
un arto-
uscì dalle coperte, cercando le enormi barche che Logan
usava al posto delle
pantofole (aveva dei piedi veramente giganti; si diceva che a piede
grande
corrisponda grande… beh, l’avrebbe scoperto
presto!), quando Michael puntò
l’indice verso di lei, cambiando improvvisamente espressione.
–TU!- urlò. –Hai
la mia maglietta, hai la mia maglietta!- ripeté.
La
ragazza si guardò l’orribile T-shirt giallo senape
che aveva trovato in un
angolo della stanza, che aveva indossato senza problemi, credendola un
pigiama.
–Stavi cercando questo orrore?-
-Sì!
E tu l’hai usata senza chiedermi il permesso e per di
più per dormire!-
-Ma se non te l’ho
mai vista indossare!- esclamò, scocciata. –E poi
è anche sporca- si difese,
indicando quello che secondo lei era uno scarabocchio.
–Guarda, propri qui…
anzi, vado a lavarla, che ne dici?-
Michael
la guardò come se l’avesse beccata a baciare il
preside, poi prese un respiro
profondo e cominciò a urlare, saltandole sopra per
toglierla. –Quella maglietta…
quella maglietta, che tu hai insozzato indossandola, ha un valore
inestimabile!-
-Michael,
per favore, smettila di comportarti come una checca isterica;
è solo una
schifosa maglietta- lo rimbeccò acida, comportandosi da
perfetta Logan; se la
tolse e gliela tirò in pieno viso.
-
E’ firmata da Mark Mclaughen, il mio giocatore di basket
preferito! E’ adesso è
piena dei tuoi germi da ragazzo viziato… non ci si
può fidare di nessuno in
questo mondo, nemmeno dei migliori amici!-
disse melodrammatico, sedendosi e osservando la macchia di
bava visibile
solo ai suoi occhi, che, a suo dire, aveva lasciato durante la notte
sul
colletto.
In
quel momento, sentirono bussare alla porta e Chase, contento di essere
ancora
vivo e di essere scapato dalle grinfie di Michael, andò ad
aprire.
Erik
Bolt, un loro compagno di corsi e residente nella stanza al fianco, si
trascinò
ancora assonnato nella camera. –Cos’è
tutto questo casino?- domandò. –E’
domenica!- esclamò.
-Litigavamo
per te: sei talmente bello- lo beffeggiò Zoey, in
un’abile imitazione del tono
ironico di Logan.
-Lo
so- rispose lui. –Sono divino. Dovrei fare il modello, invece
di sprecare la
mia vita a studiare-
-Cos’hai
fatto ieri sera?- gli chiese Michael, alzando finalmente lo sguardo
dalla sua
maglietta. –Dovevamo vederci dopo le lezioni, ma sei sparito-
Il
viso di Erik assunse un’espressione maliziosa e di chi la sa
lunga, cosa che
fece tremare Zoey, perché questo voleva dire soltanto una
cosa…
-Beh,
lo sapete che sto “frequentando”
Irma
Watson, vero?- domandò, sottolineando il verbo nel
pronunciarlo.
-La
ragazza che scrive sul giornale della scuola?-
-Irma-la-do-a-tutti-come-se-non-fosse-mia-Watson?-
-Irma
la troia?-
Chiesero
all’unisono e rispettivamente Zoey, Chase e Michael.
Il
ragazzo scoppiò a ridere, facendo poi un gesto esplicito con
la mano destra.
–Sì, proprio lei! Dai, la conoscete tutti, no?-
chiese, facendo loro
l’occhiolino.
-Quella
frequenta un po’ tutta l’intera popolazione
maschile dell’accademia - fece
Chase. –Ha due…- si interruppe, perdendosi un
attimo fra i ricordi.
-Già-
si unì subito Michael, dandogli man forte.
–E’ un’assatanata, cavolo!-
-Vero.
Perciò potete ben immaginare la serata che ho trascorso:
assolutamente da
rifare.
Rose
li guardò,schifata, non abituata a sentire quel genere di
parole uscire dalla
bocca dei suoi amici… ma infondo erano maschi: avrebbe
dovuto aspettarselo. –Erik,
chiudi quella boccaccia o fra poco affogheremo nella tua bava-.
-Dai,
Logan, non fare il santarellino! Sappiamo tutti che
c’è stata anche con te-
controbatté lui in risposta, mentre Zoey gli
scoccò un’occhiataccia; lui si
avvicinò e scambiandosi uno sguardo complice con Michael, le
si buttarono
sopra, toccandola in mezzo alle gambe.
-E
dai, fai prendere aria all’uccellino!- esclamò
Erik. –So che dai ripetizioni
alla Brooks… perciò puoi provarci con lei, no?-
gli chiese sghignazzando. -Ma
quella con quel caratterino che c’ha, quando te la
dà?! Mai!- si rispose da solo.
-Non ci è riuscito nemmeno Chase, eppure le sta sempre
intorno!- esclamò,
facendo ridere Michael; velocemente si scansò di lato per
evitare di ricevere un
pugno in pieno viso da Zoey, beccandosi però una pantofola
in fronte
lanciatagli da Chase, che non aveva trovato per niente divertente
quella veritiera
battuta.
-Era ora- disse il vero Logan,
osservando
il corpo che un tempo era suo venirgli incontro. –Sei in
ritardo, di nuovo-.
Di comune accordo, avevano deciso
di
incontrarsi nella stanza 101, per fare il reso conto della giornata, in
attesa
che Quinn portasse loro notizie sulla tanto attesa guarigione.
-I tuoi
compagni di stanza mi hanno fatto impazzire e poi ho avuto un piccolo
problema
con la doccia- si giustificò lei.
-Idem! –
affermò, arrossendo leggermente al
ricordo. -Ho anche avuto problemi con i tuoi vestiti.
Zoey inarcò un
sopracciglio, scettica.
–Perché?-
-Con la biancheria intima-
specificò. –Non
ho trovato uno slip che copra più di metà
chiappa! Possibile che tu abbia
soltanto perizoma?-
Il viso della ragazza divenne
immediatamente rosso. –Oddio- fece, vergognandosi, coprendosi
il volto con una
mano.
-Già, questo coso
è di un fastidio: non
capisco come tu faccia a camminare!- esclamò, portandosi una
mano sul sedere
per cercare di sistemarlo meglio. –Per non parlare del
reggiseno, non riesco ad
agganciarlo-.
Zoey alzò gli occhi al
cielo. –Beh, la mia
è stata senza dubbio peggiore-.
-Cosa ti sarà successo
mai? La mia vita è
perfetta!-
-Michael ha tentato di uccidermi a
causa di
un’orrenda maglietta che ho usato per pigiama e ho scoperto
che i miei amici in
realtà non sono altro che un branco di gorilla dagli ormoni
impazziti! Ah,
dimenticavo- aggiunse, non dandogli il tempo di ribattere. -Ho fatto la
conoscenza del tuo amico più intimo- lo informò,
cercando di farlo a sua volta
vergognare.
Logan la guardò
sorpreso. –Di chi?- fece,
non capendo.
-Anche se momentaneamente sono nel
corpo di
un maschio, io sono una femmina e di conseguenza amo
l’igiene…parola a te
sconosciuta…-
–Ah, hai conosciuto Diabolik-.
-No, razza di idiota!-
esclamò, pensando
che Diabolik fosse un soprannome di qualche secchione amante dei
fumetti. -Ho
conosciuto il tuo pene- sbottò, irritata.
-Eh, appunto. Si chiama Diabolik- rivelò come se nulla
fosse,
mentre, in realtà, stava morendo dalla vergogna: si sarebbe
volentieri affogato
nell’oceano, ma non voleva dargliela vinta e mostrarsi
impacciato davanti a
lei.
-Diabolik?!- domandò
sconcertata, non
credendo alle proprie orecchie.
-Già, bel nome vero?-
-Oh, cielo! Sei un deficiente,
adesso ne ho
la prova-.
-Guarda, che anche quelli di
Michael e
Chase hanno un nome…- le svelò, divertendosi a
innervosirla e imbarazzarla.
Zoey si tappò le
orecchie. –Non li voglio
sapere! Non ti azzardare a dirmeli o sarò perseguitata a
vita dagli incubi-.
-Quello di Michael si chiama Hulk…- disse, scoppiando a
ridere
davanti all’espressione divertito della ragazza.
–Mentre l’amico di Chase è Batman…-
-Smettila! Che schifo, che schifo!-
-Ti piacciono? L’idea di
dare loro il nome
dei supereroi è mia-
-Chissà
perché, ma non avevo dubbi-.
-Sai qual è il nome che
ho dato alla tua
amica?-
Zoey lo fulminò con lo
sguardo, odiandolo.
Non ci aveva pensato: come lei aveva visto il corpo di Logan nudo,
anche il
ragazzo aveva fatto la stessa cosa con il suo. Stava per morire dalla
vergogna,
desiderava soltanto che un enorme voragine si aprisse sotto di lei e la
risucchiasse.
-Stronzo!-
-Si chiama Eva-
Non era vero: tanto era
l’imbarazzo provato,
che quella mattina aveva fatto la doccia e indossato l’intimo
a occhi chiusi;
l’idea del nome gli era venuta solo adesso.
-Eva?- domandò a suo
malgrado lei.
-Sì, come la compagna di
Diabolik… non
credi che le sia addica alla perfezione?-
Le guance di Zoey divennero
talmente rosse,
che Logan cominciò a preoccuparsi sul serio per la sua
salute; poi, però, lei
respirò profondamente e con un grido belluino, gli
saltò sopra.
Logan si coprì il
voltò con le braccia,
scoppiando a ridere. –Ferma! Non vorrai mica far del male a
te stessa!-
Proprio
in quel momento, la porta della camera si spalancò e
comparve Quinn con
un’espressione vittoriosa sul volto. –Ho trovato la
soluzione-.
Ciao!
Ecco il capitolo…
spero vi piaccia :D
Ovviamente, Quinn ha
trovato sì la soluzione, ma le cose non si risolveranno
così facilmente.
Se vi viene in mente
qualche situazione in cui i nostri protagonisti si potrebbero trovare,
non
esitate a dirmela xD ad esempio, qualcosa che le ragazze normalmente
non
possono fare o provare e viceversa.
Grazie a chi ha
commentato e inserito la storia nelle preferite ecc. Ditemi che ne
pensate, dai.
Alla prossima,
Greta.
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