Amnesia

di Mari Lace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontro ***
Capitolo 3: *** Spiegazioni in gocce ***
Capitolo 4: *** Sotto attacco ***
Capitolo 5: *** La forza interna di Hinata ***
Capitolo 6: *** Movimenti ***
Capitolo 7: *** I bambini ricordano ***
Capitolo 8: *** Novità in vista ***
Capitolo 9: *** Allenamento! E... Dattebayo?! ***
Capitolo 10: *** Incontro? ***
Capitolo 11: *** Bloccati ***
Capitolo 12: *** Una vecchia alleata ***
Capitolo 13: *** A parlare con l'Hokage ***
Capitolo 14: *** Uno sguardo su Karin e Hinata ***
Capitolo 15: *** L'inatteso arrivo di... ***
Capitolo 16: *** Spiegami, Sasuke ***
Capitolo 17: *** Un mese dopo ***
Capitolo 18: *** Scontro: Hinata VS Hojiro! ***
Capitolo 19: *** Naruto-kun ***
Capitolo 20: *** Scambio d'informazioni ***
Capitolo 21: *** Un motivo per vivere ***
Capitolo 22: *** La scelta di Hinata ***
Capitolo 23: *** Il mio posto è qui ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Correva. Senza quasi sapere perché. Non faceva caso ai rami che le intralciavano il passaggio, graffiandola, non faceva più caso a niente. Semplicemente correva, venendo inseguita. 

Non aveva neanche avuto il tempo di fermarsi a ragionare. Chi erano? Perché la inseguivano? Queste le domande che le turbinavano in mente. Domande a cui non sapeva come rispondere... anche se, per la seconda, un’ipotesi la aveva... ma non voleva pensarci, no.

Era uscita da Konoha per andare a fare due passi, tutto normale; le capitava spesso di passeggiare, quando voleva distrarsi. Ma quel giorno... quel giorno, erano spuntati quei due tipi... e l’avevano attaccata. E lei si era resa conto di non poterli battere... non entrambi. E aveva iniziato a correre, nel bosco, e oltre... ormai erano usciti dalla vegetazione, ma i suoi inseguitori c’erano ancora, poteva sentirli. E vederli, anche. 

Iniziava a stancarsi. Presto non ce la avrebbe più fatta. Fortunatamente, anche quelli sulle sue tracce iniziavano a non poterne più. 
Erano arrivati in una zona montuosa. Ormai si era allontanata moltissimo dal Villaggio, ragionò. Forse era quello che volevano i suoi inseguitori. Con le ultime forze, continuò quella corsa disperata, sperando d’incontrare qualcuno. 

Mentre passava vicino a una montagna, si accorse che i suoi assalitori si erano fermati. Erano rimasti indietro. Ma non ebbe il tempo di assimilare il fatto, perché...

Il terreno le franò sotto i piedi. 

Cadde, battendo la testa. 

E tutto, intorno a lei, si fece nero, mentre sentiva un rumore, come di pietre che franano.



Angolino Autrice

Allora... teoricamente i protagonisti per ora dovrebbero essere a sorpresa, ma penso che l'identità della ragazza sia abbastanza scontata XD 
Anche perché nel testo ho inserito un chiaro indizio. Be', spero che vi interessi, grazie mille a chi ha letto, spero che mi lascerete un commento :)
Questo capitolo è cortissimo, ma volutamente, è solo il prologo, gli altri saranno più lunghi. 
Grazie a tutti quelli che recensiranno, a presto!

Lita

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Capitolo 2
*** Incontro ***


Incontro
 
“L’ennesima missione semplice”, pensò Sasuke Uchiha, annoiato, mentre si dirigeva verso uno degli ex covi di Orochimaru, ormai usato solo dal suo Team, visto che alla fine della guerra il Sannin era sparito chissà dove.
Arrivato, si accorse che c’erano state delle frane. L’ingresso principale, mimetizzato alla base della montagna, era sepolto sotto chili di massi. Avrebbe dovuto fare il giro e passare dall’altra parte. Pazienza, tanto non aveva certo fretta...
 
La ragazza si agitava nel sonno, turbata. Aveva sognato tutta la notte. Nei suoi sogni, spesso aveva visto il volto di un bel ragazzo, biondo, occhi azzurri, dei segni in faccia... ma proprio non riusciva a ricordare come si chiamasse. Non ricordava niente, in effetti. Né chi era lei, né cosa ci faceva lì. Ma di questo, se ne sarebbe resa conto solo una volta sveglia.

Sasuke, in soli dieci minuti, arrivò davanti all’altra entrata. Questa non conveniva molto, perché si apriva su un tunnel che portava nella stanza che gli interessava solo dopo un lungo tragitto, in cui si incontrava con molti altri cunicoli. Era facile perdersi, ma lui aveva un ottimo senso dell’orientamento. E lo Sharingan. Mentre si addentrava nell’intrico scavato sotto il monte, i suoi occhi rossi individuarono del chakra, in fondo al covo, proprio in una stanza vicina a dov’era diretto lui. “Qualcuno qui?? Com’è possibile?” si chiese, facendosi più attento a non fare il minimo rumore. Chiunque fosse stato, non si sarebbe accorto di lui.
Finalmente, arrivò. A giudicare dal chakra, l’intruso era sdraiato... chissà che stava facendo. Sasuke non esitò e spinse delicatamente la porta, per non farsi sentire.
Quel che vide lo stupì...
“Una ragazza... addormentata?!”
“Qui?” con mille domande in testa, il ragazzo girò intorno all’assopita, per poterla vedere in faccia. “Questo volto mi è familiare... la ho già vista... una di Konoha, probabilmente...” ragionò, cercando di collegare il volto a uno dei suoi vecchi compagni. Ma erano passati anni, non se ne ricordava proprio: quella ragazza poteva essere chiunque.

Dopo qualche minuto trascorso così, lei si mosse. Ancora per metà nel mondo dei sogni, si sedette alla cieca, tastando il terreno intorno a sé, e si strofinò gli occhi. Il tutto mentre, anche se lei non lo poteva sapere, un certo Uchiha la osservava.

Poi aprì gli occhi.

E lui capì chi aveva davanti.

“Hyuuga... Hinata?” pensò sorpreso. Negli anni era cambiata, ma ora, sapendo che era una Hyuuga, ed il Byakugan ne era una prova evidente, ricollegò quella ragazza, ormai maggiorenne... alla timida ragazzina dei suoi ricordi. L’aveva anche intravista durante la guerra, in effetti, ma lì era preso da tutt’altro che fermarsi ad osservare i cambiamenti degli ex-compagni di Konoha.

Lei, invece, si stava osservando intorno smarrita, notò. Sembrava estremamente confusa da quel luogo... e lo fu ancora di più quando, finalmente, si accorse di avere un altro essere vivente davanti. La vide sobbalzare.
-Chi... chi sei... tu?- articolò, quasi stupendosi delle parole uscitele di bocca.

Si guardò intorno, spaesata. Chi era quel ragazzo? Dov’erano, entrambi? Ma soprattutto... chi era lei? Io... non so chi sono... realizzò, spaventata dall’idea.
Cercò nella sua memoria qualcosa, qualsiasi traccia di un ricordo... ma l’unica cosa che trovò fu... il viso del biondino che aveva sognato. Ad occhi chiusi, lo focalizzò nella sua testa. Chissà chi era. Riaprì gli occhi... e al volto del biondo si sovrappose, sostituendolo, quello del ragazzo moro che aveva visto appena sveglia.

Non capiva il suo comportamento... sembrava totalmente spaesata. In più, non lo aveva riconosciuto... d’altra parte non era poi così strano, non si erano mai parlati. Ora, però, cosa avrebbe dovuto fare, con quella ragazza, che adesso aveva richiuso gli occhi? E ora perché era arrossita, tra l’altro? Che seccatura. La avrebbe lasciata fuori dal covo, e avrebbe proseguito per conto suo. Sperando che non parlasse a Naruto di quell’incontro, finalmente era riuscito a far perdere le sue tracce, non ci teneva a ritrovarsi nuovamente il dobe alle calcagna.
-Non importa chi sono. Muoviti, ti porto fuori di qui.- ordinò secco.

Sentendolo parlare, si riscosse. –A.. aspetta... io... tu sai... chi sono io?- chiese, d’impulso. Non riusciva ancora a capire cosa stesse succedendo... ma quel ragazzo per ora era la sua unica certezza... o meglio, la sua unica speranza. Non voleva assolutamente rimanere sola, si sentiva... vulnerabile.

‘Cos’è, una presa in giro, Hyuuga?’ fu il primo pensiero di Sasuke, ma si ricredette in fretta. Per come se la ricordava, Hinata era sempre stata timida e insicura, e in più... era da quando si era svegliata che si comportava in modo strano. La osservò più attentamente... si accorse che era piena di graffi, soprattutto sulle gambe, e la sua tuta era strappata in più punti. Doveva aver corso parecchio... e aver sbattuto la testa, constatò, notando in quel momento una macchia di sangue nel punto dove prima c’era la testa della ragazza. –Non ricordi niente?- chiese brusco, cercando di decidere se dovesse curarla o no.

Lei si limitò a scuotere la testa... che improvvisamente le fece male. I dolori sparsi che aveva sentito prima, ma a cui non aveva dato peso, cercando di capire cosa stesse succedendo, la colpirono tutti insieme. Si sedette, senza fiato.
-Che seccatura...- sentì borbottare dal ragazzo, che le si avvicinò. –Vedi di non urlare,- le disse, e iniziò a curarle la ferita sulla testa. Vide una strana luce formarsi intorno alle mani del ragazzo... e sentì  il dolore scemare, pian piano. Ne rimase piacevolmente stupita.
Poi il ragazzo estrasse fuori delle bende da uno zaino che aveva posato prima di avvicinarsi, e gliele arrotolò intorno alla fronte. Curò leggermente anche i graffi più gravi. Provava ancora dolore, ma andava decisamente meglio. –Grazie...- pronunciò, in quella lingua che non ricordava, ma che le veniva spontaneo usare e che riusciva a capire.

-Tsk.- Non se ne faceva niente, dei suoi ringraziamenti. La aveva curata semplicemente perché non aveva niente di meglio da fare, ecco. E poi... per quanto imbranata fosse, e immaginava che con il passare degli anni fosse migliorata, quella ragazza aveva il Byakugan. Quindi, perché no, poteva servirle. In fondo non gli costava niente aiutarla... la aveva curata con quel poco che aveva appreso da Kabuto, ma non era molto. La avrebbe portata da un medico vero, nel primo Villaggio in cui sarebbero capitati, così si sarebbe anche vestita in modo decente, magari.
Pensando questo, Sasuke non badò minimamente alla parte meno razionale del proprio cervello... che suggeriva che la stesse aiutando perché quella ragazza gli ricordava l’unica donna della sua vita: sua madre, Mikoto Uchiha.

Notando lo sguardo enigmatico della ragazza, che per lui era come un libro aperto, vi lesse la paura di rimanere sola. –Muoviti, ti porto via di qui.- ordinò, rassicurandola almeno su quel punto. Mentre la guidava fuori da quella stanza, portandola in una più confortevole (ormai era tardi, al Villaggio ci sarebbero andati il giorno dopo), parve riflettere un attimo. Si girò verso di lei, che lo aveva seguito docilmente, e le disse: -Dimenticavo. Il tuo nome è Hinata Hyuuga.-


Angolino Autrice

Ciao ^_^ Grazie a tutti quelli che hanno letto (: 
Allora, come probabilmente avevate già capito, la protagonista era Hinata... Come se la caverà la nostra dolce e indifesa Hyuuga, senza alcun ricordo, in balia dell'Uchiha? XD
Qualche precisazione sulla storia: come avrete capito, è ambientata dopo la guerra. Sasuke ha contribuito alla vittoria, ma poi se ne è andato, insieme al suo Team. La vita è continuata normale per tutti... e più avanti spiegherò meglio cosa sta combinando Sasuke :)
Spero vi sia piaciuta, cercherò di allungare sempre più i capitoli. Se mi lasciaste un piccolo commento ne sarei davvero felice **
Be', in ogni caso, alla prossima :)
 

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Capitolo 3
*** Spiegazioni in gocce ***


In Viaggio
Si erano alzati all’alba, quella mattina. Sasuke le aveva dato alcune delle sue provviste, le serviva che fosse in forze, voleva arrivare al Villaggio più vicino senza tappe intermedie.
Usciti dal covo, però, il ragazzo aveva percepito altri ninja. Fece segno alla kunoichi di rimanere lì, e silenziosamente aggirò la montagna, fino a un punto da dove vedeva l’entrata principale, coperta dalle rocce franate. Lì intorno c’erano cinque uomini, presumibilmente ninja, che si davano da fare nel liberare il passaggio.
Il primo pensiero di Sasuke fu che fossero venuti lì per lui, ma lo cancellò subito: era a dir poco improbabile, che lo avessero rintracciato dopo tutto quel tempo, e soprattutto non trovava un motivo plausibile... quelli non sembravano ninja di Konoha. Poi capì, e i suoi occhi si fissarono istintivamente sulla roccia dietro alla quale stava aspettando la Hyuuga. Dovevano essere lì per lei... ma perché? Che volessero usarla per ricattare l’Hokage? Era pur sempre l’erede del Clan Hyuuga, in effetti... però questa spiegazione non lo convinceva del tutto.
E ora che dovrei fare, attaccarli? O andarmene? Valutò entrambe le opzioni per qualche secondo, finendo per scegliere l’ultima. Cosa volevano quei tipi non era affar suo, e non aveva voglia d’impicciarsi: non conosceva nulla delle abilità del nemico, anche se era certo di poterli sconfiggere tutti facilmente. Ma non ne aveva voglia. Tornò da Hinata, e le disse di seguirlo senza far rumore. Lei annuì, incerta, e gli andò dietro... stupendo sé stessa per prima per l’agilità e la capacità di non far rumore del suo corpo. Io... devo essere abituata a cose del genere... ma.. chi sono io, cosa faccio nella vita? si chiese, ma non era più preoccupata come il giorno prima: da quando quel ragazzo, che ancora non si era presentato, le aveva detto il suo nome, si sentiva più tranquilla. “Hinata Hyuuga”... era il primo tassello della sua memoria, uno sprazzo di luce che penetrava nel buio che percepiva dentro di sé, quello lasciato dai suoi ricordi.
Oltre a quello... rimaneva anche da scoprire chi fosse il biondino che aveva sognato anche quella notte.
Ma non era preoccupata: non era sola, e per ora le bastava. Guardò sollevata il moro che la precedeva agile: per il momento, lui era la sua luce.
 
Arrivarono senza intoppi al villaggio scelto come destinazione da Sasuke, era abbastanza piccolo e non c’erano ninja, per le ferite di Hinata tanto sarebbe bastato un normale medico, aveva valutato. Nel vederli entrare nessuno fece domande, erano abituati agli stranieri, quello era un punto di passaggio e vi arrivava qualcuno quasi ogni giorno, anche solo per passare la notte.
A Hinata piacque quel posto, le sembrava accogliente. Vedere i bambini giocare per le strade la fece sorridere. Osservandoli si ritrovò a pensare a come fosse stata la sua infanzia... più tardi avrebbe chiesto al ragazzo, decise. Per il momento, però, voleva solo farsi curare, sentiva bruciare tutte le gambe, che erano totalmente coperte di graffi. Non riusciva a spiegarselo.
Trovare un medico fu facile. Sasuke raccontò che la sua compagna si era ferita durante una missione, e che dovevano ripartire il prima possibile, per fare rapporto al proprio Kage –che tra l’altro non specificò- e l’uomo annuì. Gli capitavano spesso casi simili. Fece accomodare Hinata, che non aveva capito molto del racconto del moro, dentro il suo studio, una grande stanza con al centro un lettino, e una scrivania appoggiata al muro, con due sedie accanto. Fece cenno all’Uchiha di rimanere fuori, e chiuse la porta.
Sasuke ne approfittò per passare a fare provviste. Non aveva ancora deciso cosa fare con la Hyuuga, in effetti. Per via del suo Byakugan avrebbe potuto essergli utile... ma tanto, con missioni di quel livello, se la poteva cavare benissimo anche senza... Avrebbe dovuto riportarla a Konoha? Così però rischiava di ritrovarsi nuovamente Naruto alle costole... che seccatura. Doveva proprio capitare nel suo covo?
Mentre tornava verso lo studio del medico, decise che l’avrebbe, momentaneamente, portata con sé. Grazie al suo doujutsu avrebbe finito la missione più velocemente, poi avrebbe ragionato sul da farsi.
~
Quella sera alloggiarono in una locanda. Sasuke spiegò concisamente ad Hinata cos’era un ninja e come funzionava il loro mondo.
-Tu sei una Kunoichi- disse alla fine.
Lei, sbalordita, assimilò la notizia. Ora si spiegava perché, innanzitutto, era così agile e silenziosa.
Dopo qualche secondo di silenzio, parlò. –Tu... come mi conosci?- chiese.
Quella domanda lo sorprese, si aspettava che volesse informarsi sulle sue tecniche, sul suo Villaggio, sulla sua famiglia o su qualsiasi altra cosa... non certo su di lui o su come la conoscesse.
Valutò per qualche secondo l’idea di non risponderle, poi scosse la testa e disse brevemente: -Proveniamo dallo stesso Villaggio... ti conosco solo di vista. D’altra parte, il Clan Hyuuga è molto famoso e importante, impossibile non riconoscere un suo appartenente.-
Però... sapevi anche il mio nome... pensò lei. Il ragazzo le era sembrato leggermente a disagio nel parlare del loro Villaggio d’origine... e non le aveva neanche ancora detto come si chiamava. Nascondeva qualcosa, questo era certo... ma lei sarebbe riuscita a farselo dire? O, insistendo, avrebbe solo finito per farsi lasciare lì, senza guida e senza nessuna idea di come raggiungere il proprio Villaggio? Decise di non chiedergli niente, per il momento. Poi, ripensò alle parole che il moro aveva pronunciato pochi secondi prima. “Un clan famoso e importante?” –Cos’ha di speciale il mio Clan?- domandò istintivamente, accorgendosi di aver aperto bocca solo dopo aver posto la domanda.
Questa domanda è già più logica. –Possiedi un’abilità innata, il Byakugan... una capacità che solo gli Hyuuga hanno. Ma ora dormi, domani partiremo all’alba, e non voglio un peso morto con me.- spiegò, per chiudere il discorso. Quindi si avviò verso un lato della stanza, quello vicino alla porta, e si sdraiò sul futon che vi aveva precedentemente sistemato. Hinata lo imitò, il suo giaciglio però era al lato opposto.
Si addormentò velocemente, agitata da tutte le rivelazioni avute quel giorno. Il suo Clan... chissà cosa pensavano di lei... quella notte, nei suoi sogni, accanto al volto del biondino, sognò anche il volto di un ragazzo, con neri capelli lunghi e occhi chiarissimi. Quel viso le ispirò tristezza, anche se non riusciva a spiegarsi il perché.
-Nii-san...- mormorò nel sonno.
Nel frattempo, a Konoha, nell’ufficio dell’Hokage...
-Come sarebbe che non sa dov’è?? Mia figlia è sparita da più di due giorni ormai!! Com’è possibile che i suoi Anbu non siano riusciti a trovarla?- sbottò Hiashi Hyuuga, furioso, davanti all’ultima Senju.
Tsunade, da parte sua, scosse le spalle. –Hanno cercato dappertutto, ma tutto quel che sono riusciti a scoprire è che dev’essere stata aggredita da qualcuno. Purtroppo la notte in cui è scomparsa ha anche piovuto, quindi non sono riusciti a identificare bene le orme. L’unica traccia che pensavano d’aver trovato, li ha portati ai piedi di una montagna, dov’erano franati dei massi, probabilmente a causa della pioggia o di alcune scosse del terreno. Non ho idea di dove sia finita Hinata- ammise tristemente.
Lo sguardo che Hiashi aveva in quel momento avrebbe fatto paura a non poche persone, Shizune inclusa, ma Tsunade non era tra quelle. Lei si limitò a chiedersi, con una punta di amarezza, se la preoccupazione del Capoclan fosse per la figlia o solo per il fatto che fosse l’erede del Clan.
-Senta...- iniziò l’uomo, ma si interruppe a causa di un forte rumore proveniente da fuori la porta. “Fermo, non puoi entrare!” si sentì gridare da qualcuno, prima che un turbine biondo aprisse la porta scaraventandosi dentro la stanza. –Baa-chan, manda me, ritroverò Hinata, ‘teebayo!- esclamò l’Uzumaki, con un sorriso convinto, che non dava a vedere la preoccupazione per la compagna dispersa. Era certo di ritrovarla.

*Angolino Lita*

Ciao a tutti! Scusate il ritardo, la scuola mi toglie moltissimo tempo, e non voleva pubblicare qualcosa di troppo corto :/
Spero sinceramente che il capitolo vi sia piaciuto, grazie a tutti quelli che leggeranno fino a qui :) 
Se mi lascerete un piccolo commento ne sarò davvero felice c:
In ogni caso, grazie per avermi dedicato un po' della vostra attenzione ^^ A presto :)
Lita

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Capitolo 4
*** Sotto attacco ***


Attaccati

La mattina dopo, Hinata si svegliò, con una strana sensazione. Si sentiva triste. Il volto del ragazzo moro che aveva sognato non la abbandonava, non riusciva proprio a toglierselo dalla testa. La cosa strana era che, invece di sentirsi come se avesse recuperato un pezzo della sua memoria, insieme all'immagine del ragazzo percepiva una specie di... vuoto. E non riusciva a spiiegarsene il perché. 
Si strofinò gli occhi, per svegliarsi del tutto, e si guardò intorno. Individuò qualcosa al lato del suo futon, quindi si avvicinò per osservare più da vicino quell'oggetto. Erano vestiti puliti e piegati, constatò. Arrossì. In effetti, la tuta che aveva indosso quando si era svegliata era piena di graffi e strappata in più punti. Doveva avergliela presa il suo enigmatico compagno di viaggio... si guardò intorno per individuarlo e ringraziarlo, ma si accorse stupita che non era nella stanza. 
In un primo momento, si spaventò. Poi decise di vestirsi e andare a cercarlo. Si alzò e si diresse verso il bagno, con la tuta nuova tra le mani.

Si era alzato all'alba. Aveva preso gli abiti per la Hyuuga, che aveva comprato il giorno prima mentre la ragazza era dal medico, e li aveva posati accanto al giaciglio della ragazza, senza guardarla. Dopo una colazione veloce, era uscito. Ora si trovava nel cortile dietro la locanda, ad allenarsi un po', mentre aspettava che Hinata si svegliasse. All'improvviso, sentì uno strano rumore provenire dal primo piano della costruzione... come se qualcuno fosse caduto.

Dopo essersi lavata e cambiata, era uscita sul terrazzino della stanza, pensosa. Doveva trovare il ragazzo che ormai considerava come la sua luce... il suo unico punto di riferimento. Ma non aveva idea di dove cercare. Non sapeva neanche come si chiamava. Si affacciò sul terrazzino per osservare la strada, distrattamente, pensando che fosse un peccato che da lì si vedesse così poco...
e un secondo dopo aveva visto bianco e nero. Ma non solo: vedeva... tutto. Dietro di sé, nei corridooi della locanda, in strada, nel cortiletto dietro l'edificio, dove l'oggetto della sua ricerca si stava allenando... Stupita e confusa, fece un passo indietro, incespicando nei propri passi e cadendo di schiena. 
Vide il moro abbandonare il cortile e correre verso la stanza, per poi spalancare la porta; il tutto ad una velocità incredibile.

In pochi secondi fu dentro. La Hyuuga era a terra, metà sul tatami e metà sul terrazzino. Sembrava star bene, però. Notò che aveva attivato il Byakugan.
-Che stai facendo?- domandò, secco.
-Io... che... mi sta succedendo?- domandò lei di rimando. Era strano vedere a quel modo... ma una parte di sé le suggeriva di esserci abituata, e dopo i primi secondi di sorpresa, in effetti, aveva capito come controllarlo. Ora stava osservando lo shinobi nella stanza. Notò un curioso simbolo a forma di ventaglietto dietro la sua felpa.
Sasuke sbuffò sonoramente. -E' la tua abilità innata, il Byakugan. Una specie di vista a 360°... se ti concentri, dovresti poterlo disattivare.- spiegò.
Il... Byakugan. Allora consisteva in questo. Memorizzando quell'informazione, Hinata annuì lentamente. Poi chiuse gli occhi, e si concentrò. Li riaprì dopo pochi secondi. Le vene intorno agli occhi, che prima si erano gonfiate, non si vedevano più; vedeva nuovamente a colori, e solo ciò su cui posava lo sguardo. Sospirò sollevata.
-Grazie- disse, genuinamente. 
Lui non commentò. Quella ragazza era decisamente troppo tenera per fare la kunoichi... d'altra parte, possedeva una delle innate più potenti che esistessero, quindi era ovvio lo diventasse. Ma si stupì nel constatare che fosse così ingenua. Si chiese se non fosse dovuto alla perdita dei ricordi.
Lui scrollò le spalle. -Adesso però muoviti, se sei pronta vieni, farai colazione velocemente, dobbiamo proseguire.- disse, con un tono deciso, che non ammetteva repliche. Ma lei non vi fece caso. -D'accordo, ma... dove andiamo?- si azzardò a chiedere. Al limite, non le avrebbe risposto, pensò.
Mentre lo precedeva fuori dalla stanza, raccolse lo zaino in cui teneva tutto il suo bagaglio, e valutò come risponderle. -Ho una missione. Devo recuperare un oggetto, e con il tuo Byakugan ci metterò molto meno, probabilmente. Vuoi aiutarmi? In caso contrario, non ti forzerò.- disse. 
Hinata non potè fare a meno di sorridere. Le stava chiedendo se voleva seguirlo o no? E che altro avrebbe potuto fare, si chiese? O seguiva lui, o era perduta... chissà che oggetto avrebbero dovuto recuperare. -Verrò con te- rispose, cercando di sembrare sicura, -ma... puoi dirmi il tuo nome? Non so come chiamarti, e dovremo viaggiare insieme- aggiunse timidamente. Sperando che non si arrabbiasse per la sua insistenza.
Allora non è poi così timida come credevo... pensò l'Uchiha, non sapendo se doversi irritare o meno. In effetti, non era comodo non poter comunicare, dovendo viaggiare insieme per qualche giorno. Ah, se ci saranno conseguenze le affronterò più avanti, non m'importa, si disse, prima di risponderle. -Puoi chiamarmi Sasuke, ma non rivelarlo a nessuno.- poi, dopo qualche secondo, aggiunse: -Specie ad un ragazzo biondo...- detto questo, non aspettò un qualche suo commento, la superò e si diresse verso le scale alla fine del corridoio. 
"Sasuke"... si ripeté lei, scrivendolo nella sua mente, che ormai aveva imparato a riconoscere l'aspetto del giovane. Non sapeva niente del proprio passato, ma aveva una certezza nel suo presente. 
Mentre pensava a questo e scendeva le scale, non poté fare a meno di ripensare al commento finale di Sasuke, riguardante un biondo... possibile che fosse lo stesso ragazzo che sognava da... be', praticamente da sempre, da quando si era svegliata? Se sì, chi era? Perché non doveva sapere del ragazzo? Quante domande... e quante poche risposte. Si fece coraggio. Aveva già scoperto qualcosa, la sua mente non era più una tabula rasa. Poi, stava per partire insieme al moro... non sarebbero certo stati sempre in silenzio, no? Con quest'ultimo pensiero, uscì in cortile, dove su un tavolino Sasuke la attendeva, due polpette di riso e un piccolo pesce. -Muoviti- le intimò lui, osservandola stupito. Che aveva da sorridere sempre? si chiese. Era così diversa da lui... molto più spensierata. Improvvisamente, si ritrovò a pensare a come sarebbe stato dimenticare tutto, non ricordare nulla di Itachi, del suo sacrificio per Konoha, del suo odio... forse sarebbe stato facile. Ma lui aveva commesso degli errori, e il prezzo da pagare era vivere con il rimorso. E lo avrebbe fatto: un Uchiha non cerca scorciatoie. Quindi accantonò quel pensiero, ripromettendosi di non considerarlo mai, neanche per scherzo.

A Konoha...

-
...Naruto...- sillabò Tsunade, fremente. Poi esplose. -NON CHIAMARMI BAA-CHAN!!!- esclamò, scavalcando la scrivania e colpendolo in testa, dall'alto verso il basso. 
-Ma... baa-chan...- protestò lui, massaggiandosi un voluminoso bernoccolo, appena apparso. 
L'Hokage lo fulminò con un'occhiataccia, poi si ricompose, e si voltò verso Hiashi Hyyuga, che aveva assistito basito a tutta la scena. 
-Allora, ha sentito, signor Hyuuga? Abbiamo già un volontario per trovare Hinata. Gli affiancherò altri due ottimi ninja, non si deve preoccupare.- 
Il Capoclan assottigliò lo sguardo. Non sembrava molto rassicurato. -Se lo dice lei- disse solo, freddo, prima di uscire dallo studio. 
.Chi verrà con me, Baa-chan?- domandò Naruto. 
-Lo vedrai...- fu l'enigmatica risposta.

Su una strada nei pressi di Iwa... 
Un ragazzo e una ragazza, entrambi mori, l’uno più pallido dell’altra, camminavano in silenzio, l'uno accanto all'altro. Il ragazzo portava uno zaino, l'unico bagaglio di entrambi.
-Mh.. non sembrano messi particolarmente bene...- sussurrò una voce nell'ombra.
-Sembrano Ninja... la ragazza ha anche un coprifronte... pensi ne valga la pena?- chiese un'altra voce, al suo capo.
-Abbiamo il vantaggio del numero, dovremmo farcela.- rispose lui, valutando la situazione. -Inoltre non se lo aspettano... li coglieremo impreparati.- aggiunse.

Mi sembra di aver sentito qualcosa... pensò Sasuke. Che sia solo un'impressione? Per sicurezza, attivò lo Sharingan. Hinata osservò stupita i suoi occhi passare da un nero senza fine al rosso. Rabbrividì. Quegli occhi facevano paura. Sa... suke? Lui le fece cenno di fermarsi, mentre i suoi occhi catturavano un movimento davanti a loro. Erano circondati, si rese conto, osservandosi intorno. 
-Chi siete?- esclamò, prima che si mostrassero.
-Bravo, te ne sei accorto! Ma non potrai fare niente!- esclamò uno di loro, saltando fuori da uno delgi alberi che costeggiavano il viale, subito imitato dagli altri cinque compagni. Il primo che gli si avvicinò, lo scagliò lontano con un calcio. Poi estrasse la katana, e ne fronteggiò altri due. 
Che.. che sta succedendo?? più per istinto che per altro, Hinata attivò il Byakugan. 


*Angolino Lita*

Ciao a tutti! Scusate il ritardo .-. Con l'inizio della scuola, sono parecchio incasinata >.<
Però sono finalmente riuscita a postare ^_^ Spero che il capitolo vi piaccia... non ammazzatemi per la fine XD 
Nel prossimo cap Sasuke prenderà una decisione ^*^ 
Non vi dico niente... lo scoprirete solo seguendo (?) XD
Ringrazio ClaudiaUzumaki angelikawhite per aver recensito, mi ha fatto davvero piacere leggere i vostri pareri **
Grazie anche a chi leggerà/recensirà questo capi :D
A presto!

Lita
 

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Capitolo 5
*** La forza interna di Hinata ***


Decisione
 
Sasuke si sbarazzò facilmente dei suoi due avversari, senza neanche ucciderli. Si limitò a stordirli. Il primo che lo aveva attaccato, era finito contro un albero, ed ora giaceva a terra inerme. L’Uchiha si girò a fronteggiarne un altro, e diede una rapida occhiata alla Hyuuga. Aveva attivato il Byakugan, ma sembrava terrorizzata… vedeva tutto, ma non attaccava, limitandosi a schivare i colpi, aiutata anche dall’agilità acquisita in anni di allenamento. Ma la stavano attaccando in due, pressandola per farla sbagliare, e in più, Sasuke si ricordò che lei era già ferita. Sbuffando, colpì il suo avversario allo stomaco con l’elsa della spada.
Corse verso Hinata, ora chiaramente in difficoltà, che tentava di difendersi come poteva.
-Accidenti! Ha sconfitto tutti i nostri compagni!- esclamò uno di quelli che stava affrontando la ragazza, vedendolo arrivare.
L’altro, voltatosi a guardarlo dopo quell’esclamazione, vide lo sharingan. Aveva vissuto abbastanza da sapere cosa fossero, e cosa significassero, quegli occhi.
-I tuoi occhi… tu devi essere- non finì mai quella frase, trafitto dalla katana di Sasuke, che lo osservò, gelido, cadere a terra. Lo aveva riconosciuto, ma non avrebbe potuto raccontarlo a nessuno. Si girò a guardare l’ultimo bandito rimasto in piedi, che ormai si era allontanato da Hinata. –Tu.. chi sei tu?- stava balbettando questo, in preda al terrore. Quel ragazzo, da solo e in pochi minuti, aveva sconfitto tutti gli altri, anche il loro capo!
-Non.. non uccidermi..!-
Sasuke sorrise sprezzante. –E se non ti uccido… cosa farai, continuerai ad assaltare chi passa per di qua?- chiese ironico.
 
Hinata aveva osservato tutta la scena, spaventata. Cosa nascondevano gli occhi di Sasuke? E perché il ragazzo all’improvviso le sembrava così… irrangiungibile? Osservò il suo assalitore, ormai ridotto a un corpo senza vita, giacere a terra. Le si strinse il cuore a quella vista. Eppure.. dovrei essere abituata a spettacoli del genere… o.. no? Si chiese turbata.
 
Uccise anche l’ultimo, con un kunai caricato di Raiton. Che perdita di tempo. Si voltò a guardare Hinata. Stava bene, ma... non era stata di nessun aiuto, pensò infastidito. Forse non era stata una buona idea portarla con sé. Non aveva tempo, né tantomeno voglia, di fare da balia a nessuno, lui.
-Sei un peso- le disse, freddo, come se niente fosse.
 
-Sei un peso- quelle tre parole, così dure ma allo stesso tempo distanti, la colpirono al cuore come altrettante lame fredde. Ma fecero scattare qualcosa, dentro di lei.
Non si sarebbe lasciata trattare così. Lei non lo faceva certo apposta, a essere ‘un peso’. Da quando si era svegliata dentro il covo, e aveva realizzato di non ricordare niente, stava lottando con sé stessa per non arrendersi allo sconforto. E lui era parte integrante della sua lotta… sapere che c’era, la aiutava ad andare avanti. Sentirsi rivolgere una frase simile da lui… poteva avere due risultati. La prima, quella in cui lei si arrendeva alla propria fragilità, lasciava che il suo cuore si rompesse e smettesse di lottare. Lei non poteva saperlo, ma probabilmente la vecchia Hinata avrebbe scelto questa.
La seconda, dirgli ciò che pensava. E chiedere aiuto, in un certo senso. E la ‘nuova’ Hinata scelse questa.
 
Che le prende? Si domandò Sasuke, notando che ora la kunoichi tremava, dopo quel che le aveva detto. Poi si girò, una maschera d’indifferenza sul volto. In fondo, non m’importa. Non so nemmeno io perché la ho aiutata finora. Molto meglio per lei se mi lascia perdere. Ma non poté muovere un solo passo, perché Hinata, ora di nuovo immobile, iniziò a parlare.
Dapprima con voce flebile, ma che pian piano crebbe d’intensità, in cui la ragazza riversò tutta sé stessa, con le lacrime agli occhi.
-‘Sono un peso’, hai detto? Pensi che sia così? Che la cosa mi faccia piacere?- indicò con il braccio gli uomini a terra, a Sasuke che ora si era girato nuovamente a guardarla –Avrei voluto aiutarti, ma non so come! Mi dispiace, ma non so niente, ricordi? E tu non hai fatto molto per questo, quindi non ti lamentare!- improvvisamente diminuì l’intensità del tono, e si fermò un attimo per prendere fiato, -Se sono così inutile, allora… aiutami tu. Fammi essere forte- concluse, tremante, quello sfogo, con una richiesta disperata. Aveva attinto a una forza che non sapeva di possedere, e aveva lanciato la sua richiesta d’aiuto. Ora stava all’Uchiha raccoglierla. L’Uchiha, che ora la guardava stupito. Era davvero quella, la timida Hinata Hyuuga che conosceva lui? 


*Angolino Lita*

Scusaaate .__. Lo so, sono in ritardo mostruoso, e se volete uccidermi lo capisco D: Per di più il capitolo è corto... e neanche mi convince >.< Il discorso di Hinata non so come sia uscito... spero vi sia piaciuto in ogni caso (?), volevo si capisse che, a differenza dell'Hinata che conosciamo noi, segnata da un'infanzia difficile, dal continuo senso d'inferiorità ecc. ecc... questa non si lascerà far mettere i piedi in testa tanto facilmente! Anche perché sono convinta che Hinata volendo può essere forte... vedere il combattimento con Pain per credere (?) 

Ringrazio moltissimo tutti quelli che hanno messo nelle seguite/preferite/ricordate, grazie davvero ^^
Un ringraziamento speciale anche a tutti quelli che sono arrivati a leggere fino a qui, e che mi seguono ancora ^^ Se lasciate anche un commento, mi farete felicissima e mi aiuterete facendomi sapere cosa pensate della storia ** in ogni casom grazie lo stesso ;)
Poi ringrazio A r y a, per i consigli che mi ha dato sulla caratterizzazione di Hinata ^*^
Quindi vi saluto tutti :)
A presto (spero)! 

Lita
 
PS
Il titolo non mi convince per niente, se avete suggerimenti, siete i benvenuti c_c

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Capitolo 6
*** Movimenti ***


Movimenti su due fronti diversi

Tutto taceva da diversi secondi. Hinata, dopo essersi sfogata, si era zittita, aspettando, e il ragazzo, da parte sua, sembrava esser rimasto senza parole. Senz’altro, non se l’aspettava.
Il lato nascosto di Hinata Hyuuga sarebbe questo? Si domandò quasi divertito, ricordando la timida e impacciata ragazzina dei tempi dell’Accademia. Scacciò in fretta il ricordo e si rifece serio.  
-Va bene, sembri determinata, Hyuuga... ti darò una possibilità. Ti allenerò. Ma se non sarai all’altezza, ti riporterò al Villaggio e non ci vedremo più. Non ho tempo da perdere, io- scandì.
 
Stentava a credere alle sue orecchie. Aveva sentito bene? Poteva restare, e tutto ciò che doveva fare era allenarsi con lui? Non aveva osato neanche sperarci, temeva che dopo quell’esplosione lui la avrebbe abbandonata, proseguendo per la sua strada, e lasciandola alla solitudine. Ma non era andata così. Si rilassò e scivolò a terra, lasciando che tutta la tensione scivolasse via dai muscoli, tesisi mentre metteva a nudo i suoi sentimenti. –Grazie...- sussurrò piano, sollevata.
 
-Sei strana, Hyuga...- disse tra sé Sasuke, che aveva osservato stranito la reazione della ragazza alle sue parole. Tutta la sua sicurezza dov’era finita? Mah. –Rialzati, che dobbiamo andare- aggiunse poi ad alta voce.     –Arrivo- rispose lei, felice. Aveva un posto dove stare. Una certezza.

Covo di Orochimaru sulle montagne vicine a Konoha

-Che caldo... e non c’è traccia di Hinata! Sei sicuro che fosse per di qua?- domandò un ragazzo dai capelli splendenti come il sole, e due bellissimi occhi color cielo, al suo compagno di squadra in quella missione: un ragazzo castano, accompagnato da un enorme cane bianco.
-Certo che lo sono, stupido! Le tracce dell’odore di Hinata sono deboli, ma portano per di qua.. lungo la strada c’erano anche dei pezzi della sua tuta, che devono essersi strappati mentre correva- fu la pronta risposta. Anche se non capisco perché correvi, Hinata... pensò poi il ragazzo, che non lo lasciava trasparire, ma era molto preoccupato per la compagna scomparsa.
-Non litigate... sono certa che la troveremo!- tentò d’incoraggiarli il terzo ed ultimo membro del loro gruppo, una ragazza che condivideva i colori di occhi e capelli con il sopraccitato biondino.
-Questo è certo!- si affrettò ad esclamare lui, e ci credeva davvero. I futuri Hokage non lasciano certo i propri compagni nei guai. Anche se non era riuscito a trattenere Sasuke a Konoha... ma con Hinata era diverso, decise tra sé. Anche perché... non era andata via di sua volontà, no?
-Fermi- disse improvvisamente l’altro ragazzo. –Sento... un altro odore... ma questo... è quello di...- iniziò, avvicinandosi al masso che nascondeva l’entrata principale del covo, quella in cui, anche se loro non lo sapevano, Hinata era scivolata.

Anjo, villaggio al confine tra il Paese del Fuoco e quello del Vento

Avevano camminato senza sosta, si era fatta sera, e Sasuke la aveva guidata ad una locanda. Il proprietario, un uomo alto e dal volto severo, con qualche rado capello bianco, sembrava essere un uomo discreto. L’Uchiha affittò due stanze separate per quella notte. Dopo aver cenato e prima di andare ognuno nella rispettiva stanza, la avvisò che il loro obiettivo si trovava nel Paese della pioggia, situato a metà strada tra i Paesi del Fuoco e del Vento, e a sole due ore di cammino dal punto in cui si trovavano loro. E che il giorno dopo avrebbero anche iniziato l’allenamento della ragazza. –Quindi riposa bene, Hyuuga- suggerì divertito, prima di darle le spalle e dirigersi verso la sua stanza.
Ripensando a tutto ciò che era successo quel giorno, alle parole che era riuscita a tirar fuori, e alla risposta di Sasuke, Hinata si addormentò quasi subito, sdraiata in un morbido futon. La stanza era priva di finestre, e faceva molto caldo, ma non ci fece caso. Quella notte, sognò il ragazzo biondo che gridava il suo nome. E... diceva... ‘Dattebayo’? Che significava?

Interno del covo

-Ne sei sicuro, Kiba?- chiese la ragazza, incredula e incerta. Possibile che... dopo tutto quel tempo, avessero trovato, per puro caso, una traccia che portava a lui?
-Sì, Ino... mi ricordo bene del suo odore, anni fa ho fatto parte della squadra che doveva rintracciarlo; in questo covo c’è stato Sasuke, senza alcun dubbio.- rispose lui sicuro.
-Sasuke...- mormorò Naruto, pensieroso. –Cosa c’entra lui con Hinata?!- chiese ad alta voce, mentre cercava di immaginarsi ogni scenario possibile... ma forse si stavano sbagliando, e quello era, sì, un covo di Sasuke, ma non significava per forza che il ragazzo vi si trovasse proprio quando la loro kunoichi era scomparsa, no? si disse. Ora che il compagno sparito dopo la fine della guerra riappariva nella sua vita, non riusciva a immaginare quali sarebbero stati gli sviluppi. E dire che era partito tutto per ritrovare Hinata... aveva pensato che sarebbe stato semplice. Si era sbagliato, sembrava.
Si riscosse da questi pensieri e osservò i suoi compagni. Kiba fremeva, forse temeva che l’Uchiha avesse fatto qualcosa alla loro compagna; Ino, invece, sembrava confusa. Naruto sapeva bene che un tempo lei aveva provato qualcosa di molto profondo verso Sasuke. L’Uzumaki sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori. –Questo non cambia niente comunque, ‘ttebayo! Sono certo che Hinata sta bene, e noi la ritroveremo sicuramente!- esclamò per risollevarle il morale.
La kunoichi del Clan Yamanaka alzò il volto e lo osservò, capendo le sue intenzioni. –Grazie, Naruto- disse replicando il sorriso. Poi si voltò verso Kiba. –Tranquillo Kiba, Hinata sta bene, ne sono sicura! Se fosse morta probabilmente avremmo trovato il corpo, non credi?- disse.
Lui, che fino a quel momento aveva osservato un masso sporco di sangue in alcuni punti, annuì. –Probabilmente hai ragione, Ino. Ma se quell’Uchiha la ha sfiorata anche solo con un dito...- iniziò, ma non finì. Non era il momento di creare tensione nella squadra.
-C’è un problema- disse cambiando discorso –l’odore di Hinata culmina qui. Ho potuto seguire le tracce fino a questo punto anche grazie ai brandelli della tuta di Hinata disseminati nel bosco, ma le tracce finiscono in questo covo. Sembra che uscendone lei e chiunque la accompagnasse siano stati attenti a non lasciare tracce...- spiegò.
Naruto annuì; aveva capito la situazione. –Non importa!- esclamò subito. -Baa-chan ci ha dato cinque giorni per questa missione, dobbiamo solo metterci nei loro panni e capire dove possono essere andati!-
Ino sorrise. La faceva facile Naruto... e sembrava anche crederci. Era davvero un ragazzo fuori dalla norma. Guardò Kiba. –Bene, allora mettiamoci all’opera!- esclamò. 


*Angolino Lita*

Ciao a tutti! Stavolta non ho aggiornato tanto tardi, no? XD Proverò a pubblicare almeno una volta ogni due settimane... se poi riesco a farlo più velocemente, tanto meglio :) 
Prima di tutto, grazie mille a chi ha recensito, davvero, mi ha fatto moltissimo piacere, siete voi ad invogliarmi a continuare a scrivere ^*^ Grazie di cuore, quindi, ad angelikawhite, A r y a e _Emy_, siete state gentilissime <3
Parlando della storia... Sasuke ha accettato di allenare Hinata! (Ma dai? NdTutti) (Lo so, lo so... >.< NdMe) E ho finalmente svelato chi sono i componenti della squadra recupero... Sakura aveva da fare al Villaggio, quindi va Ino! Ve l'aspettavate? E a tal proposito... eccetto la coppia principale, non ho idee... quindi riguardo ad eventuali coppie che coinvolgano Ino, Kiba, Sakura e chiunque non sia Naruto, Sasuke e Hinata sono ben accetti! (Ma sì, manteniamo la suspence...) 
Grazie per aver letto fino a qui, e grazie mille a chi mi lascerà un commento!
Ciao a tutti, a presto (:

Lita
 

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Capitolo 7
*** I bambini ricordano ***


Sasuke si alzò all’alba, si vestì in fretta, uscì nel corridoio della locanda e in pochi secondi fu davanti alla stanza di Hinata. Bussò. –Sveglia Hyuuga, dobbiamo andare,- disse, per poi spostarsi subito dopo: la porta era aperta. L’Uchiha si ritrovò davanti Hinata, vestita. Aveva delle leggere occhiaie, notò. –Sono pronta...- mormorò lei con voce stanca. Non doveva aver dormito bene. –Allora andiamo- si limitò a dire, celando lo stupore che aveva provato nell’averla trovata già pronta a quell’ora.
Erano appena usciti dal villaggio in cui avevano passato la notte, quando la corvina sbadigliò. Per la quinta volta in dieci minuti.
Sasuke alzò gli occhi al cielo. –Se non riesci ad alzarti all’alba, non farlo, se questo è il risultato- disse.
Lei arrossì leggermente. –È che non sono riuscita a dormire bene...- si giustificò. La verità è che aveva avuto un incubo. C’era un ragazzo con i capelli dall’insolito colore rosso-arancio, con il quale lei combatteva. Alla fine del sogno, lui la colpiva con delle strane barre nere, e lei cadeva a terra... morta. La cosa peggiore era il realismo della scena. Se non avesse saputo che era impossibile, avrebbe pensato che fosse successo davvero. Eppure lei era lì... viva. ‘Quindi non è possibile, giusto?’ Aveva pensato per rassicurarsi, ma l’immagine di sé stessa senza più vita la aveva lasciata molto scossa. Si era chiesta se fosse il caso di parlarne con Sasuke, ma aveva deciso di lasciar perdere, almeno per il momento. Anche perché non voleva apparirgli ancora più debole di quanto già non la considerasse. Con questo in testa, continuò a seguire il ragazzo. E sbadigliò per la sesta volta.
Konoha, ufficio dell’Hokage
-Ne siete sicuri?- chiese il quinto Hokage di Konoha, Tsunade Senju, preoccupata da ciò che aveva appena sentito, ai due Anbu che erano venuti a riferirle il risultato delle loro indagini.
-Assolutamente- fu la risposta che, pur temendola, la Godaime si era aspettata. Congedò i due Anbu, e fece chiamare Shikamaru Nara. La faccenda si complica...
Higiri, monte nei dintorni di Ame
-Siamo arrivati- Sasuke comunicò, con il suo solito tono incolore, alla ragazza ansimante dietro di lui. Dopo averle rivolto una mezza occhiata, commentò: -Certo che hai poca resistenza. Ti riduci così dopo sole due ore di cammino...-
Lei, intenta a riprendere fiato, non rispose. –Sto bene- disse alla fine, e finalmente si guardò intorno. Era uno spettacolo bellissimo...
La strada era completamente bagnata, da questo dedusse che aveva smesso da poco di piovere, e infatti...
Stagliato dietro il Monte, Hinata poté ammirare un bellissimo arcobaleno, un enorme ‘ponte’ di sette colori diversi...
-Wow...- si lasciò sfuggire la kunoichi.
Il suo compagno di viaggio, invece, non ci fece caso e si avviò alle pendici del monte, facendole segno di seguirlo. Dopo pochi secondi, Hinata distolse lo sguardo dall’arco variopinto e si affrettò a raggiungerlo.
Era ora di compiere la missione.
Imanuya, un kilometro di distanza dal covo
-Avevi ragione, Ino!- esclamò Kiba, uscendo dallo studio del dottore di quel Villaggio. Non era un ninja, come quasi nessuno lì. –Sono passati di qui...- la voce del ragazzo si incupì leggermente, -un ragazzo e una ragazza... entrambi mori.- disse.
-Lo sapevo!- esclamò la bionda di rimando. Quello era il terzo Villaggio nei pressi del covo che visitavano, e in tutti avevano chiesto ai medici del posto se avessero visto una kunoichi, mora, sui vent’anni, ferita. E finalmente avevano fatto centro. Il sangue nel covo allora era proprio quello di Hinata.
-Bene!!- esclamò Naruto, raggiante. –Forza, cerchiamo di scoprire dove sono andati!!- disse, e iniziò a correre per il villaggio, chiedendo un po’ a chiunque se avessero visto quei due e, in caso positivo, di riferirgli qualsiasi cosa di cui fossero a conoscenza sulle loro azioni o i loro spostamenti. La questione ‘Cosa ci fanno Sasuke e Hinata insieme’ era momentaneamente accantonata, anche perché non riusciva a immaginare nessun motivo plausibile. Ci avrebbe pensato dopo averli trovati.
~
È questo che si prova ad usare così tanto il Byakugan...?  si chiese Hinata. Stava perlustrando la zona senza sosta da quindici minuti, ed iniziava a stancarsi. Il fatto di aver dovuto camminare per due ore prima di arrivare lì non l’aiutava certo.
-Resta concentrata, Hyuga- la riprese Sasuke.
La fa facile lui... pensò, ma seguì il consiglio. Cancellò tutti i pensieri superflui e si concentrò su quello che stava facendo.
Finalmente, scorse una nicchia sul versante est del monte. –Trovato!- esclamò, girandosi in quella direzione.
Sasuke, che si era appoggiato ad un albero nel frattempo, la raggiunse.
-Bene; ora ci penso io, dammi solo la posizione esatta-
~
Kiba sorrise. La sua compagna di squadra era sempre la stessa. Chiedendo in giro al villaggio, i primi che si erano fatti avanti dicendo di aver visto ‘una gentile signorina con i capelli scuri e gli occhi molto chiari’... erano stati dei bambini, che Hinata aveva salutato per strada.
Grazie a loro, erano risaliti alla locanda in cui i due mori avevano alloggiato, ed erano riusciti a farsi dire in che direzione erano stati visti andare. Sembrava puntassero al Paese della Pioggia. Il perché non era importante, ora avevano una direzione, e i tre ragazzi erano certi di riuscire nella loro missione.
 –Andiamo, ‘ttebayo!!-
Dopo l’esclamazione di Naruto, ripartirono, ottimisti.
Ma non si allontanarono di molto, perché arrivarono in uno spiazzo circondato da alberi... in cui c’era senza dubbio stato uno scontro. Disseminati a terra, c’erano i corpi inerti di due banditi, ma a giudicare dalle tracce, il combattimento era avvenuto tra più persone.
-Ma... cos’è successo qui? Pensate centrino Hinata... e... Sasuke?- chiese Ino, riducendo ad un sussurro la voce mentre pronunciava il nome del ragazzo.
Naruto si avvicinò ad uno dei due corpi e lo esaminò, notando che era morto trapassato da qualcosa, probabilmente un kunai, che infatti trovò poco distante. Ma per passare un uomo da parte a parte, l’arma era sicuramente stata potenziata con il chakra... Si avvicinò anche all’altro, che invece sembrava essere stato trafitto con un oggetto lungo, una katana ad esempio. Tutti indizi che indicavano il suo ex-compagno di squadra come responsabile.
-Sembrerebbe proprio di sì- disse quindi ad alta voce, in risposta alla domanda di Ino.
-Chissà chi erano…- si chiese ad alta voce Kiba.
-Non importa chi fossero,- rispose puntualmente il biondo, -ora sappiamo che Sasuke, probabilmente insieme a Hinata, è passato di qua! Continuiamo, dobbiamo raggiungerli!- esclamò, riprendendo la corsa verso Amegakure.
Ino sorrise. –Hai ragione!- esclamò, pensando che comunque quegli uomini erano banditi. Probabilmente erano stati loro ad attaccare per primi. Sperò che Hinata stesse bene, e riprese a correre dietro a Naruto, presto imitata da Kiba e Akamaru.


*Angolino Lita*

Ciao a tutti! Stavolta aggiorno particolarmente presto... non fateci l'abitudine xD
Scherzi a parte, ho avuto molto tempo per scrivere e anche i prossimi due capitoli sono pronti, che bella cosa ** Però li posterò più avanti, con calma...
Stavolta vi mando a questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=g7mmYycRVRM , la ho trovata per caso in un'altra fic, i diritti ovviamente non sono miei, ma sentendola mi ha fatto troppo pensare all'Hinata di questa fic... quindi la posto e mi piacerebbe sapere che ne pensate XD
Alloooora... grazie mille ad angelika_white per aver recensito lo scorso capitolo, grazie davvero, mi ha fatto molto piacere :')
Grazie a tutti quelli che leggono, se mi lasciate un commento mi fate davvero felice ^__^
Vi spoilero che tra poco le cose inizieranno a smuoversi, succederà una cosa molto importante :O 
Ciao a tutti, a presto ^___^
Lita

P.S.
Rinnovo l'invito a suggerirmi le coppie, tranne quelle con Hinata, sono aperta un po' a tutte (eccetto yaoi e yuri u.u)  

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Capitolo 8
*** Novità in vista ***


-Ne sei proprio sicuro, Shikamaru?- domandò Tsunade. Non era certa che fosse la cosa migliore.
-Neanche a me piace, ma sì, e anche così correremo dei rischi. Però è la mossa più sicura.- rispose, deciso, il geniale stratega.
L’Hokage sospirò. –Allora faremo così.-
~
Hinata era seduta su un masso a riposare da dieci minuti, quando il moro shinobi tornò. Aveva un rotolo in mano, e un’espressione soddisfatta.
-Fatto, Hyuuga, ho recuperato il rotolo. Possiamo andare.- le comunicò.
-Non... ci fermiamo neanche un po’?- azzardò lei, senza osare guardarlo in faccia. Era stanca, non pensava di poter reggere altre due ore ininterrotte di marcia senza prendersi una pausa. Stava così bene, lì seduta tranquillamente...
Lui ghignò. –Già stanca, Hyuuga? Non possiamo fermarci- iniziò a dire, -ma puoi prendere una di queste. Ti darà energia sufficiente per proseguire ancora un po’.- terminò, lanciandole un qualcosa impacchettato.
Lei lo afferrò istintivamente, quindi lo aprì. Un piccolo contenitore. Lo prese con una mano e se lo mise davanti agli occhi, per osservarlo meglio. Sembrava contenere delle... caramelle?
-Cosa sono?- chiese.
Lui alzò gli occhi al cielo. Giusto, ovviamente non lo ricordava. –Dei tonici. Servono per ricaricare il proprio chakra, in genere si usano per i combattimenti, ma andranno bene anche per questo- le spiegò.
-Capisco-, disse la ragazza, poi ne prese una e la ingoiò. Dopo pochi secondi si sentì tornare le energie.
-Bene, ora vedi di stare al passo- la esortò il ragazzo, e si rimise in cammino, senza aspettare che si alzasse. Lei mise in tasca il contenitore dei tonici e lo seguì, affrettandosi a raggiungerlo. Chissà poi perché il ragazzo aveva tanta fretta.
~
Dopo un salto sull’ennesimo ramo, Ino saltò e scese a terra, con le mani sulle ginocchia, sfiancata. –Naruto... facciamo una pausa...- propose, tra un respiro e l’altro. Erano in viaggio da ore, quella notte avevano riposato solo poche ore, e lei non ce la faceva più. D’accordo che dovevano recuperare lo svantaggio, ma Sasuke non sapeva di averli alle calcagna, quindi teneva un ritmo di viaggio normale... almeno in teoria. Potevano anche permettersi di riposare, ogni tanto.
-Va bene...- l’Uzumaki rispose affermativamente alla richiesta, ma sembrava contrariato. Fosse stato per lui, avrebbe continuato, intuì la ragazza. Ma non tutti potevano sfruttare il chakra del kyuubi, e anche Kiba iniziava a dare segni di stanchezza. Fu proprio lui a prendere la parola. –Rallentiamo l’andatura, ma proseguiamo almeno fino al prossimo villaggio che incontriamo, che ne dite?- propose.
Ino sospirò. –E va bene...- concesse. Dopo un ultimo respiro profondo, affiancò i due ragazzi. –Allora andiamo.-
~
Dieci metri, e sarebbero entrati nel villaggio. Hinata non riusciva a crederci. Non aveva mai camminato così tanto come in quella mattinata, pensò, o almeno aveva quell’impressione. Nonostante mancasse così poco, non potè fare a meno di fermarsi. Si sedette a terra, col fiatone.
Il suo compagno, invece, se si era stancato non lo diede minimamente a vedere. –Non mi sembra il caso di fare così, siamo praticamente arrivati- disse solo, ma fermandosi anche lui.
-Lo so... dammi... solo... un minuto,- balbettò lei, tra un respiro e l’altro. La timidezza non c’entrava nulla, stavolta.
Lui emise un verso che doveva voler dire ‘Va bene, te lo concedo’, ma anche fosse stato negativo, Hinata sarebbe rimasta lì. Era davvero sfinita... e pensare che era solo l’ora di pranzo. Tremò al pensiero di cosa la avrebbe aspettata quel pomeriggio. Sasuke la sera prima aveva parlato di... allenarsi?! Povera me... pensò autocommiserandosi. Sperò che almeno avrebbero prima consumato un pasto decente.
Dopo qualcosa come trenta secondi, per non far spazientire il compagno, si alzò. Lui riprese a camminare senza una parola, e in quel silenzio arrivarono alla stessa locanda in cui avevano alloggiato la sera prima.
~
Matsu, piccolo villaggio poco distante da Anjo
-Naruto?- lo chiamò, per la terza volta, Ino. Era un paio di minuti che stava osservando con sguardo perso la via principale della città, piena di negozi di tutti i tipi. Ed erano tre volte che cercava di farsi dire cosa aveva visto di così interessante, ma erano anche tre volte che era stata totalmente ignorata. Gli mise le mani sulle spalle, scuotendolo. –Insomma, Naruto, si può sapere cosa hai visto?!-
Pochi minuti dopo, si erano ritrovati in un chiosco di ramen, seguendo una furia bionda che gridava ‘Ramen! Un chiosco di ramen, ‘ttebayo!!’
Mentre aspettava la sua ciotola, Ino si concesse un sospiro. Il ramen non era esattamente ciò che avrebbe voluto mangiare in un momento come quello, ma pazienza. Naruto sembrava felicissimo, quasi avesse dimenticato ogni preoccupazione, e pareva aver contagiato anche Kiba, a cui il ramen non dispiaceva affatto. Quei due erano davvero simili.
Le fu messo il pasto, fumante, davanti, staccò le bacchette e assaggiò un primo boccone. Scotta. Però... è davvero buono!
Non è il ramen di Teuchi, ma è molto buono ugualmente! Pensò Naruto, felice davanti alla sua ciotola di ramen come un bambino a Natale.
Kiba invece, seppur non lo dimostrasse, stava mangiando distrattamente, con la testa da tutt’altra parte. Dove sei finita, Hinata…?
 
Mi fischiano le orecchie... pensò l’erede del Clan Hyuuga, seduta al tavolo di una locanda di Anjo in compagnia di Sasuke, ragazzo di cui non sapeva nulla. Avrebbe voluto saperne qualcosa e magari il pranzo poteva essere l’occasione adatta, ma lui sembrava non essere della stessa opinione.
Dopo essersi portata un po’ di riso alla bocca con le bacchette, tentò nuovamente un approccio. –Allora... ehm.. a cosa serve quel rotolo?- chiese, cercando di sembrare tranquilla e di non dar peso alla domanda.
Lui le rivolse un’occhiata di sottecchi, impegnato a mangiare. La sua ciotola era quasi vuota. –A me, a niente.- rispose veloce, riprendendo subito a consumare il pasto.
Uff. Neanche non mangiasse da giorni... così non andava da nessuna parte, pensò sconsolata, mentre lo osservava finire il riso, e passare al secondo. Lei aveva optato per un piatto con verdure assortite, ma quello del ragazzo davanti a lei era completamente invaso da rossi, succosi... pomodori. Doveva essere il suo cibo preferito, altrimenti non si spiegava...
Finalmente, anche lei finì il riso. Certo che tutto quel silenzio un po’ le pesava, sembrava quasi di essere sola...
Finì in fretta le sue verdure, e fece per alzarsi. Sasuke, che nel frattempo aveva terminato anche lui, la precedette. -Ti lascio un’ora per riposarti, poi scendi in cortile- le disse passandole accanto.
La cosa la spaventò un po’, chissà cosa voleva farle fare... si diresse velocemente in camera, magari faceva in tempo a farsi un bagno. Mentre passava vicino al tavolo dietro il suo, sentì un’adolescente confidare a un’amica la sua invidia per quella ragazza che si vedeva con un “affascinante moro del tavolo vicino”. Realizzando che parlava di lei, avvampò, assumendo un colorito più acceso di quello degli ortaggi che tanto piacevano a Sasuke.


*Angolino Lita*
Salve a tutti ^__^ Sono andata parecchio avanti, quindi, per la vostra gioia (?) eccomi ad aggiornare XD Oltre a questo, ho già pronti altri due capitoli :))
Che ne pensate? Che hanno in mente Shikamaru e Tsunade? E Sasuke? XD
Ringrazio angelika white che sta recensendo tutti i capitoli, mi fa davvero piacere sentire la tua opinione ^*^ 
Mi interessano le opinioni di tutti, sia sulla trama, sia se avete qualche critica (costruttiva, non buttata lì tanto per), così posso migliorare ^^ Grazie a chiunque leggerà e vorra lasciarmi un commento :D
A presto ^*^

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Capitolo 9
*** Allenamento! E... Dattebayo?! ***


Entrata nella stanza, Hinata ebbe una sorpresa. Sul tavolino vicino alla finestra c’era un libro. Si avvicinò per vedere di cosa si trattasse.
Lesse il titolo, “Basi per diventare un Ninja”, e capì. Doveva averglielo lasciato Sasuke. Ho trovato cosa fare in quest’ora... pensò. E lei che aveva pensato di riposarsi un po’. Ma era meglio così. Forse riscoprendo le nozioni che immaginava di aver appreso crescendo, la sua memoria sarebbe migliorata. Si sedette e iniziò a sfogliare le pagine.
Capitolo primo. Il chakra. Sarebbe stata una luuunga ora.
~
-Ce la fai? Dobbiamo sbrigarci- chiese un ragazzo alla sua sottoposta.
-Certo,- rispose questa, una chunin appena quattordicenne, promossa al primo tentativo, decisamente brillante per la sua età. Incredibile che le fosse stata assegnata una missione così importante... anche se questo era dipeso dal suo possedere quell’abilità innata.
-Benissimo, allora proseguiamo- chiuse il discorso lui, soddisfatto.
~
Distolse lo sguardo dal Capitolo quinto. Le abilità innate, e chiuse il libro. Che l’ora fosse già passata? Mentre pensava a come accertarsene, le venne un’idea. Si concentrò, e in pochi secondi attivò il Byakugan. Sasuke stava uscendo dalla locanda in quel momento, diretto al cortile. Disattivò l’innata e si affrettò a scendere anche lei. Si era concessa un sorriso trionfante. Quegli occhi erano proprio utili.
-Sei puntuale- constatò Sasuke con una punta di stupore nella voce. Si aspettava di doverla aspettare, o perfino andarla a chiamare.
Invece, eccola lì. Sorrise. –Meglio così. Sei pronta?- chiese ironico, avvicinandosi a un albero. Quanti ricordi... molti gliene venivano in mente, ma li scacciò prontamente. Il totale opposto dei suoi... pensò. Proprio vero che quando desideri una cosa non se ne parla nemmeno di trovarla, mentre quando questa è indesiderata...
Scosse la testa, come a voler far uscire i propri pensieri. Poi si rivolse ad Hinata. –Avvicinati, non ti mangio. Hai letto il libro?- chiese.
Lei mosse la testa in segno affermativo.
-Bene, allora sai quanto basta. Ho pensato molto a cosa farti fare per iniziare... e ho deciso per migliorare il tuo controllo del chakra. Il byakugan ti avvantaggia in questo...- disse.
Controllo del chakra... il libro diceva che non è semplice... ma dice che la mia abilità mi avvantaggia? In ogni caso, mi impegnerò al massimo promise a sé stessa, stringendo i pugni.
Il ragazzo ora le stava spiegando in cosa consisteva l’esercizio.
Al sentirlo, la prima reazione di Hinata fu l’incredulità. Poteva davvero fare una cosa simile?? Deglutì.
-Ti vedo insicura, Hyuuga... non è difficile- disse con un sorriso che di rassicurante aveva ben poco –devi solo concentrare la giusta quantità di chakra nei piedi. Se ne concentri troppo, staccherai la corteccia, se ne concentri troppo poco, cadrai. Prova, su- la esortò, facendole vedere come si ‘arrampicava sull’albero senza usare le mani’. Si fermò a un ramo posizionato più o meno a metà tra il ramo più alto e il terreno. –Su, raggiungimi, Hinata- disse per provocarla.
Lei fece un respiro profondo. Devo concentrarmi. Concentrati, concentrati... si ripetè. Quindi richiamò il chakra. Devo rimanere concentrata... chiuse gli occhi. Le sembrò di vedere sé stessa, con il chakra che scorreva dentro passaggi che ora le sembrava di visualizzare. Si focalizzò sui piedi. Immaginò la quantità giusta di chakra che avrebbe dovuto usare. Anche se non fosse questa... potrò sempre ritentare, si disse, e aprì gli occhi, poi corse verso l’albero, iniziando a scalarlo.
~ Due ore dopo ~
Sorrise trionfante e soddisfatta. Era arrivata in cima all’albero. Abbassò la testa per guardare il moro, che era rimasto tutto il tempo sdraiato sul ramo su cui si era piazzato all’inizio, osservandola di tanto in tanto.
-Ce l’ho fatta!- esclamò, sudata e stanca, ma anche euforica.
-Lo vedo- rispose calmo lui, ma anche se non lo dava a vedere era soddisfatto. Non ne capiva il perché, probabilmente lui e Hinata si sarebbero separati a breve, ma l’averle fatto raggiungere quell’obiettivo non gli dispiaceva certo, anzi. Saltò a terra. –Dai, scendi,- le disse.
Erano le quattro del pomeriggio, e la Hyuuga sembrava stremata. La aveva fatta faticare non poco, in effetti.
-Riposati un po’. Hai letto la parte sul Taijutsu?-
Lei si sedette a sull’erba, a gambe incrociate. Era accaldata per lo sforzo. –Sì...- rispose.
-Bene.- rilevò ad alta voce, e iniziò a svolgere degli esercizi per migliorare la velocità. Hinata si era allenata fino a quel momento ed era stanca, ma la stessa cosa non valeva per lui. E vedere qualche mossa di taijutsu, seppur basilare, poteva essere utile anche a lei.
~
-Sono sicuramente passati per quel villaggio... è l’unico, da queste parti!- esclamò Kiba, indicando il piccolo agglomerato davanti a loro. Avevano camminato per ore, ed ora si trovavano molto vicini al confine con il Paese della Pioggia e con quello dei Fiumi. Ormai si era fatto tardi.
-Che vuoi fare, Naruto? Ci fermiamo e ripartiamo domani, o vuoi proseguire ancora?- chiese Ino.
Il ragazzo sembrò pensarci. Forse avrebbe voluto continuare, ma erano tutti  un po’ stanchi, dopo aver mangiato il ramen erano ripartiti quasi subito, effettuando solo brevi soste, magari per bere. Questo anche per sfruttare la memoria fresca delle persone, o per poter trovare eventuali tracce lasciate dai due ragazzi, prima che si confondessero con altre.
-Fermiamoci qui per stanotte...- disse allora. Poi sorrise. –E domani li raggiungeremo, finalmente! Dattebayo!-
Ino sorrise di rimando. –Ma certo-.
Dopodiché, entrarono nel villaggio, e si misero a cercare una locanda in cui passare la notte. Non potevano immaginare che, poco distante da loro, l’oggetto delle loro ricerche aveva appena finito d’allenarsi, e stava rientrando nella locanda, con in testa solo la precisa idea di farsi una doccia. Dopo un’oretta in cui si era limitata ad osservare le mosse di Sasuke, riposandosi, il ragazzo l’aveva fatta alzare nuovamente, spiegandole le basi dei Taijutsu e facendola esercitare. Ora, la aveva finalmente lasciata andare, ma solo dopo averla avvisata che il giorno dopo si sarebbe allenata con il Byakugan. Aveva anche accennato a uno stile particolare di Taijutsu proprio del suo Clan, gli Hyuuga.
Sebbene fosse emozionata da un lato, era stanchissima dall’altro, quindi si affrettò a recuperare ciò che le serviva: un cambio e un asciugamano. Dopo esserseli procurati, scese al pianterreno, dove accanto al cortile era situato un bagno pubblico. Lasciò i vestiti in una cesta nello spogliatoio ed entrò nel bagno, senza neanche un asciugamano, come prevedeva il regolamento. Non c’era nessuno, notò sollevata. Si sciacquò ed entrò nell’acqua calda, decisa a rimanerci. Sentì presto i muscoli rilassarsi. Si sta benissimo... pensò, immergendosi fino a rimanere con fuori solo la testa, che appoggiò alla parete.
Parete che doveva essere attigua alla strada, perché, nel silenzio del bagno, poteva sentire moltissime voci venire da dietro quel muro divisorio. Sdraiata nell’acqua calda, sentì qualche discorso di sfuggita.
All’improvviso, una voce attirò la sua attenzione. Le era sembrato di sentire qualcuno dire ‘Dattebayo!’, e per poco non le era venuto un colpo. Uscì dall’acqua e corse nelloo spogliatoio, avvolgendosi in un morbido asciugamano bianco. Possibile... possibile che fosse... il ragazzo che si sognava tutte le notti, il biondo che usava quella strana espressione?
Dev’essere stata una coincidenza, pensò la sua parte più razionale. O forse se lo era semplicemente immaginata. Non poteva essere davvero lui... giusto...?
Decise che avrebbe parlato a Sasuke del ragazzo che vedeva in sogno... ora non era più il caso di tenerselo dentro. Forse sarebbe riuscita finalmente a capire chi era.


*Angolino Lita*
Ehilà! Come promesso, eccomi qui con l'aggiornamento. 
Spero che questo capitolo vi piaccia (: Fatemi sapere che ne pensate dell'allenamento, ho cercato di renderlo il meglio possibile, all'inizio ero un po' indecisa su cosa farle fare XD
Mi farebbe piacere sentire le vostre ipotesi... chi pensate siano i due in viaggio? Provate provate :0
Grazie mille a angelika whiteAly99, ery98sole _Emy_ per aver recensito lo scorso capitolo ^*^ Grazie davvero, mi ha fatto moltissimo piacere! 
Grazie anche a tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite :) 
Alla prossima, 
Lita :D

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Capitolo 10
*** Incontro? ***


Incontro?

Che sto facendo?  quello era il pensiero su cui si arrovellava da quando si era separato dalla Hyuuga, pensiero che già gli aveva fatto visita prima, ma che da quando si era seduto a terra, non facendo altro che fissare la parete davanti a sé, si era ripresentato, fastidioso. Non riuscendo a scacciarlo, rinunciò al tentativo e decise di affrontare, finalmente, la questione. In effetti aveva rimandato anche troppo.
Non ho alcun vero motivo per portarla con me... dovrei riportarla a Konoha. Magari vivendo in un ambiente che le è familiare riacquisterà più facilmente la memoria. È stata con me anche troppo. Ho anche iniziato ad allenarla... che mi è saltato in testa? Questa situazione è assurda... assorto com’era, non si accorse subito del timido bussare alla porta della sua stanza. O meglio, non attribuì quel rumore attutito a qualcuno che stava bussando. Fino a quando quel qualcuno non si decise a parlare.
-Sasuke.. posso entrare?- gli arrivò, distinta, la voce della Hyuuga, con una strana intonazione. Sembrava preoccupata da qualcosa.
Si alzò, e si diresse verso la porta, che aprì senza tanti complimenti. –Che c’è?- chiese sbrigativo, senza guardarla davvero.
-Ah... io... ti devo parlare. Posso entrare?-
-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-o-
Non va bene... dal racconto di Hinata su un misterioso biondino che si presentava sovente nei sogni della ragazza, Sasuke non aveva ricavato nulla di particolarmente interessante, se non l’impressione che la kunoichi fosse meno priva di ricordi di quanto pensasse. Ma ciò che lo preoccupava era che avesse sentito qualcuno pronunciare ‘dattebayo’; gli riusciva difficile immaginare che qualcun altro usasse quell’assurda espressione, oltre al suo ex-compagno di squadra. Il che poteva significare solo una cosa. Innanzitutto, che era stato stupido ad abbassare al guardia, pensando di non essere cercato: o aveva lasciato troppe tracce, o il biondo era lì per caso, e lui aveva una sfortuna incredibile. Ma ci credeva poco.
Quale che fosse la ragione, però, i fatti erano quelli: Naruto Uzumaki era ad Anjo, e il moro shinobi dubitava che lo avrebbe lasciato andare tanto facilmente, se si fossero incontrati. Questo complicava ancora di più le cose. Che avrebbe dovuto fare con Hinata ora, alla luce di ciò? Gli stava bene che tornasse con Naruto al Villaggio; ma non ci teneva ad essere coinvolto, grazie. Ed era poco probabile che Naruto avrebbe allentato la presa, non ora che era arrivato così vicino a lui, ed aveva una facile opportunità per riportarlo a Konoha. Situazione pessima. Sicuramente poi Naruto non è solo... considerò.
Da quando aveva finito il racconto, Hinata era rimasta in silenzio, ad osservarlo riflettere. Nei suoi occhi scuri come la notte poteva scorgere lampi di preoccupazione, fastidio e... insicurezza? Era davvero quello? Cosa ho detto di così sconvolgente? si chiese la mora, non riuscendo a capire la natura dell’inquietudine del ragazzo che aveva davanti. Avrebbe voluto fare qualcosa per aiutarlo, ma non sapeva qual era il problema, e non aveva idea di cosa avrebbe dovuto dire o fare. Senza contare che stava ancora aspettando, o più che altro sperando in, una qualche notizia su chi fosse il ragazzo biondo dei suoi sogni.
All’improvviso, il ragazzo parve riscuotersi. –Preparati, dobbiamo partire- le disse velocemente, attraversando la stanza per prendere lo zaino, e controllarne il contenuto. C’era ancora qualche provvista; se si allontanavano subito, forse sarebbe riuscito a seminare Naruto. Avrebbe comunque riportato Hinata a Konoha, ormai la missione si era conclusa, e portarla con sé non aveva più alcun senso. Il ritorno a Konoha della ragazza sarebbe stato la cosa migliore per entrambi.
La ragazza, intanto, era rimasta impalata vicino al muro, nello stesso punto in cui gli aveva raccontato dei suoi sogni e di ciò che aveva sentito.
-Partiamo? Cosa.. ma... perché?- formulò solo. Perché quella decisione, così all’improvviso?
-Sì, muoviti. Non abbiamo più nessun motivo per rimanere qui, anzi è meglio se ci sbrighiamo ad andarcene. Ora non c’è tempo per le spiegazioni.- rispose lui in fretta, alzandosi con lo zaino in spalla. Non sarebbe rimasto lì neanche un’ora di più. Hinata, però, non accennava a muoversi.
~
-Che hai, Kiba? Se tu non mangi dammi la tua parte, ‘ttebayo!- esclamò Naruto, con il contenuto di mezza ciotola di ramen in bocca.
Il castano a cui era diretta la domanda, smise di fissare con sguardo assente il suo pasto, e staccò le bacchette, soprappensiero. –Naruto... in questa città l’odore di Hinata è molto forte- disse, iniziando a mangiare.
Senza dar segno d’aver compreso tutte le implicazioni di ciò, il biondo mando giù, pronto a finire la terza ciotola di quella sera. –Fantastico, vuol dire che li abbiamo quasi raggiunti, no?- replicò.
La mente di Ino, che aveva finito la sua ciotola da tempo e stava osservando i due ragazzi, registrò le parole di Kiba, valutandone il significato. –Intendi... che forse Hinata e Sasuke sono qui?!- esclamò alzandosi, dando voce al pensiero un istante dopo che il suo cervello lo aveva formulato.
Il ragazzo mandò giù il primo boccone di quella serata. –Non so... potrebbe essere- disse.
Naruto smise di mangiare. –Stai dicendo che Hinata e Sas’ké sono qui, a pochi metri da noi??- urlò balzando in piedi.
-Ti ho detto che non lo so- ripeté Kiba. –Non ne sono sicuro, in questo villaggio ci sono moltissimi odori diversi, tra cui mi sembra di sentire il loro.- spiegò. –Ma non riesco a rintracciarli con precisione, si confondono con gli altri, quindi forse non sono davvero ancora qui.- aggiunse poco dopo. Il dubbio di essere vicino a Hinata senza saperlo lo irritava.
Ma ormai aveva insinuato il dubbio in Naruto. –Se sono qui, li troveremo- affermò quest’ultimo, deciso. Non ti lascerò sparire di nuovo, Sas’ké... non so perché Hinata è con te, ma vi riporterò al Villaggio entrambi!  promise tra sé.
~
-Li ho trovati!- esclamò la sua giovane compagna.
Il ragazzo sobbalzò, viaggiavano in totale silenzio da un po’, non se l’aspettava così all’improvviso. Che situazione seccante. –Bene,- disse però, a dispetto dei suoi pensieri, -fammi strada.-
~
Hinata Hyuuga che tu possa essere dannata.
Ecco cosa stava pensando furioso Sasuke mentre accelerava la sua corsa facendosi slancio con un ramo.
In qualche modo l'aveva zittita e convinta a seguirlo, ma prima aveva dovuto prometterle che poi avrebbe risposto alle sue domande: la ragazza era stufa di essere tenuta all’oscuro di tutto.
Lui era dovuto scendere a compromessi per evitare di perdere tempo, e aveva dovuto portarla con sé per non permettere a Naruto, presumibilmente sulle sue tracce, di rintracciarlo... se le cose si fossero messe male al punto che il biondino fosse riuscito a trovare la ragazza e a capire che c’era anche lui, il Byakugan di Hinata sarebbe stato la sua rovina vista la capacità di rintracciarlo facilmente!
Così erano partiti, e Sasuke iniziava a ricredersi sul carattere della kunoichi... Hinata era così diversa da come appariva... altro che timida e innocente... tutte assurdità... come era potuto essere stato così stupido... si era fatto ingannare dalle apparenze e la colpa era solo sua, quindi ora si ritrovava a viaggiarci insieme, e in più le doveva anche delle spiegazioni.
Dannata Hinata Hyuuga.
Con questi pensieri indispettiti in testa, anche se dentro sé sapeva di star esagerando, spiò con la coda dell’occhio la ragazza, che era qualche metro dietro di lui. Era chiaramente stanca e non riusciva a tenere il passo con lui, il che era anche comprensibile dopo quel pomeriggio passato ad esercitarsi nel controllo del chakra, ma poteva essere un problema se fossero stati inseguiti. Mentre valutava il da farsi, gli arrivò l’eco attutito di un urlo. –Sas’kééééé!!!!!!!!!!!-
Dannazione.
Si fermò e attivò lo sharingan, fissando lo sguardo in direzione del villaggio. Dietro Hinata poteva intravedere due chakra, uno normale vicino ad un’altra strana fonte di chakra, e quello inconfondibile di Naruto, misto a quello del Kyuubi. Li percepiva tutti e tre abbastanza sbiaditi, quindi erano lontani, ma li avrebbero presto raggiunti, se continuava così. La corvina ormai lo aveva raggiunto, e lo guardava interrogativa. Senza tanti complimenti le posò le mani sui fianchi.
~
Era stanchissima, quel giorno aveva dato fondo a tutte le energie. Sasuke era pochi metri avanti a lei, aveva parecchia fretta, e lei ancora non capiva perché. Ma le aveva promesso di darle spiegazioni più tardi, quindi per il momento poteva accontentarsi.
Improvvisamente, il ragazzo si fermò, e scrutò verso di lei –ma non guardava lei, capì, i suoi occhi sembravano attraversarla- con occhi color del sangue, costellato da tre puntini neri. Sembrava preoccupato... e pochi secondi prima aveva sentito un urlo in lontananza. Lo raggiunse, e si fermò a guardarlo, chiedendo indicazioni con lo sguardo. Rimase stupita quando le posò le mani sui fianchi...
e il secondo dopo si ritrovò appoggiata senza tanti complimenti sulla sua spalla, neanche fosse un sacco di patate, stretta da un braccio del ragazzo, per impedire che cadesse. Quindi, Sasuke aveva ripreso a correre, quasi come se nulla fosse.
~
-Sento i loro odori, ormai sono vicini, li abbiamo quasi raggiunti!- urlò Kiba rivolto a Naruto. A seguito del dubbio avuto al chiosco del ramen, si erano messi a correre per le vie della città, ed arrivati all’entrata sud l’Inuzuka aveva avvertito chiaramente l’odore della compagna, una scia che usciva dal villaggio, e entrava nel bosco. Così erano finiti a inseguirli.
-Mi sembra vadano più veloci di prima, grazie al tuo urlo hanno capito di essere seguiti, baka!- lo rimproverò pochi secondi dopo, sentendo che i due ragazzi stavano guadagnando un po’ di vantaggio. –Ma li prenderemo lo stesso!- aggiunse, aumentando la velocità, imitato da Akamaru e dal biondino.
Parecchi metri dietro di loro, Ino si fermò, prendendo fiato. Non ce la faceva più, ma quanto veloce andavano, quei due? Fermarli non sarebbe servito a niente, specie ora che erano così vicini... non sapeva cosa avrebbe fatto rivedendo l’Uchiha dopo tutto quel tempo, ma voleva proseguire. Riprese l’inseguimento, dapprima camminando, poi prendendo un po’ di velocità, nonostante la stanchezza. Si sarebbe riposata dopo.
Improvvisamente, sentì un movimento poco distante da sé, e si girò sorpresa. Ma... questo è...!


*Angolino Lita*
Ciao a tutti ^__^ In primis... non uccidetemi per la fine, vi prego, ci tengo alla vita! XD. *si nasconde da chi la vuole morta*
Uh, sì... pensando alle cose serie... *schiva un kunai* Che ne pensate del capitolo? :) Quello dopo è già pronto, quindi cercherò di postarlo abbastanza presto (non oltre sabato prossimo, insomma XD). Poi volevo farvi qualche domanda...
1) Chi pensate siano i due misteriosi (?) ninja apparsi già dal capitolo scorso?
2) Non ho idee sulle coppie (tranne su quella principale u.u), quindi i suggerimenti sono ben accetti! Anzi, per favore, suggeritemi con chi mettere Kiba (:
Per finire, un piccolo spoiler: tra due capitoli, apparirà una vecchia conoscenza di Sasuke... si aprono le scommesse su chi sia XD 
Mi farebbe davvero piacere sentire le vostre opinioni in merito :D
In ogni caso, grazie di cuore a angelika white ed _Emy_ per aver recensito lo scorso capitolo, mi avete fatta davvero felice ^*^
A presto allora!
Lita :D

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Capitolo 11
*** Bloccati ***


 
Possibile che sia lui?! si chiese Ino, fermandosi di nuovo e lasciandosi oltrepassare da due figure nell’ombra. Se uno dei due era chi pensava lei, poteva significare solo che a Konoha avevano scoperto qualcosa... ma cosa poteva essere successo, per scomodare proprio lui?
~
Non va bene, si avvicinano rapidamente, ci hanno quasi raggiunti,  pensò Sasuke, che correva girandosi ogni tanto per sorvegliare i suoi inseguitori.
Valutò seriamente l’ipotesi di lasciare lì Hinata. Tanto, a quel punto, l’avere il Byakugan o meno non avrebbe certo fatto la differenza, e poi forse avrebbero perso un po’ di tempo. Scacciò quel pensiero. Abbandonarla non avrebbe migliorato di molto la sua situazione, tanto valeva continuare a scappare, tanto più che le aveva promesso spiegazioni, se non addirittura d’allenarla. E un Uchiha mantiene sempre la parola.
Ormai avevano quasi guadagnato l’uscita dal bosco. Una volta fuori, Sasuke avrebbe evocato un falco, con cui sarebbero potuti scappare più facilmente. L’Uchiha dubitava che, se fossero riusciti a prendere il volo, Naruto avrebbe potuto fare nulla per fermarli. Ma il problema stava nel riuscirci. Devo resistere ancora un po’...
 
-Forza Kiba, li abbiamo quasi raggiunti!- esclamò il biondo Eroe di Konoha, per esortare il compagno a continuare. Ormai avevano perso di vista Ino, ma dovevano continuare ugualmente. Se li avessero lasciati andare ora, chissà quando – e se – gli sarebbe ricapitata una simile occasione.
-Lo so benissimo, baka!- replicò questo, che percepiva chiaramente l’odore di entrambi i loro obiettivi, e continuava a correre ignorando la stanchezza. –Pensa a te, piuttosto!- urlò quindi di rimando.
 
Ormai erano a pochi metri dalla fine della foresta, che confinava con una radura totalmente spoglia di arbusti o altre piante. L’ideale per prendere il volo. Sasuke si chiese come mai da qualche minuto Hinata non dava segni di vita, e le rivolse un’occhiata veloce.
Non credette ai suoi occhi. La Hyuuga non poteva essersi addormentata sulla sua spalla, vero?! Che ragazza assurda... forse è meglio così. Certo, se escludeva il fatto che ora era responsabile di un peso morto.
Con ultimo salto, fu finalmente fuori. Eseguì la tecnica di richiamo, e apparve un bell’esemplare di falco, dal piumaggio marrone scuro, con un’apertura alare e le dimensioni del corpo sufficientemente grandi da trasportare due persone. Poggiò Hinata, che si era assopita per davvero, a causa di tutta la stanchezza accumulata quel giorno, sopra il rapace. Dopodiché, successe tutto molto rapidamente.
Naruto uscì a sua volta dalla foresta, subito seguito da un grosso cane bianco e un ragazzo dai capelli scuri, e due kunai furono indirizzati verso il moro. O più probabilmente verso il falco, non volevano lasciarli andare. Li parò, e si preparò a contrattaccare, quando...
Naruto, Kiba e Akamaru si immobilizzarono sul posto. Non riuscivano più a muovere un muscolo.
Lo sharingan di Sasuke percepì un kunai passargli vicino, e il ragazzo lo schivò facilmente. Pensò fosse equipaggiato con una carta bomba, e si preparò all’urto dell’esplosione che sarebbe avvenuta poco più in là sul prato dove si era fermata l’arma, ma non successe nulla. Vedendo che i ninja di Konoha erano ancora paralizzati sul posto, si sbrigò a salire sul falco e gli fece prendere il volo, ma prima, passò vicino al kunai che aveva schivato poco prima. Era abbastanza vicino da poter distinguere la scritta sul foglietto che vi era stato attaccato. Era un messaggio.
Ed era rivolto a lui.
Questo cosa dovrebbe significare?!
 
Naruto osservò, incapace di muoversi, Sasuke partire con Hinata, adagiata inerme sul falco. Tremava di rabbia, avrebbe voluto fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma il corpo non voleva saperne di muoversi... e lui ancora non capiva il perché. Con la coda dell’occhio osservò Kiba, che sembrava essere nella stessa identica situazione. Ma se loro erano entrambi bloccati, chi aveva lanciato l’ultimo kunai? E perché li stava ostacolando?
Mentre si fissava questi interrogativi in testa, abbassò lo sguardo. Prima sul terreno dove posava i piedi l’Inuzuka, poi su quello sotto di sé. E capì.
I due ragazzi erano stati bloccati da una tecnica di controllo dell’ombra.
Ma l’unico che Naruto conoscesse ad usare una tecnica simile era...
-Ora sono abbastanza lontani- disse una voce proveniente dal bosco dietro di loro, uscendo allo scoperto. La luce della luna illuminò il volto di Shikamaru Nara, che finalmente si decise a rilasciare la tecnica, ridando ai due ragazzi la possibilità di muoversi.
-Shikamaru... che significa questo?!- chiese subito Naruto, che si era reso conto, seppur a malincuore, di non poter più raggiungere e bloccare Sasuke, che era sparito dalla sua visuale.
Kiba era molto meno calmo. Si precipitò verso il Nara, sembrava quasi sul punto di volerlo prendere a pugni. –Che significa questo?!- gli chiese, furioso.
-Calmati, Inuzuka- accanto a Shikamaru, era ora distinguibile una ragazza, sui quattordici anni, con lunghi capelli neri a incorniciarle il volto, e occhi chiarissimi. Quanto quelli di Hinata.
La sua voce era leggermente incrinata, ma nessuno dei presenti, tranne Shikamaru, se ne era accorto. Hanabi si voltò verso il suo compagno di missione con una domanda inespressa negli occhi.
-Hanabi??- Kiba, prima alterato, ora era più che altro in stato confusionale. Non ci capiva più niente... cosa ci facevano lì Shikamaru e la sorella minore di Hinata? Se non gli avessero dato spiegazioni subito, la sua sanità mentale sarebbe stata messa a dura prova.
-Vi spiegherò tutto- disse allora il Nara, rivolgendosi al castano e a Naruto. –Ma prima torniamo verso il villaggio, dobbiamo anche recuperare Ino.-
 
Mezz’ora dopo, intorno al tavolo di una locanda erano seduti cinque ragazzi: due recalcitranti Naruto e Kiba, che ancora non si capacitavano di aver lasciato allontanare Sasuke con Hinata; Ino, che seppur fosse confusa si fidava totalmente di Shikamaru, quindi era tranquilla; infine, l’insolita squadra composta, appunto, dal Nara e da Hanabi.
Mentre questi due si gustavano il meritato pasto, avevano proceduto quasi ininterrottamente quei due giorni, per recuperare lo svantaggio che avevano sul team di recupero, tra un boccone e l’altro il geniale figlio di Shikaku spiegò che erano stati mandati dall’Hokage, e che, per motivi che non poteva rivelare, era necessario che Hinata rimanesse lontana dal villaggio per un po’. –In realtà, inizialmente gli ordini dicevano di rintracciarla, assicurarsi che fosse sana e salva e metterla sotto la sorveglianza costante degli Anbu,- disse, -ma l’Hokage mi ha detto di agire a mia discrezione, e se è in compagnia dell’Uchiha, anche se mi secca ammetterlo, è anche meglio. Ci parlerò appena torneremo a Konoha.-
Onee-san... Hanabi, seppur sapesse che le azioni di Shikamaru erano giustificate, e che quella situazione era per la sicurezza di sua sorella, non poteva fare a meno di essere preoccupata. Non si era sempre comportata bene con lei, questo era vero, ma lo aveva fatto per il suo bene. Benché fosse lei la minore, Hanabi si era resa conto che Hinata era troppo dolce, troppo fragile, per affrontare il mondo... la aveva sempre trattata con distacco, quando erano piccole, perché voleva rinforzarla. Poi, dopo la guerra, il loro rapporto era migliorato, e sua sorella ne era uscita leggermente più forte, forse anche grazie al biondino che ora lei si trovava davanti... ma questo non le impediva di stare in pensiero. Anche perché la presenza dell’Uchiha non era assolutamente contemplata. Shikamaru aveva deciso di fidarsi e di rischiare, ma se si fosse sbagliato? Non riusciva a togliersi quel pensiero dalla testa...
-Non capisco...- ripeté, più tra sé che rivolto a qualcuno in particolare, per l’ennesima volta in pochi minuti, Kiba.
-Non è che non capisci, è che non lo accetti- lo contraddisse Shikamaru, impassibile. Aveva finito di mangiare. –Non accetti che Hinata in questo momento sia più al sicuro con Sasuke che con te, con tutti noi, a Konoha.-
Kiba non ribatté, si limitò a fissare con sguardo vuoto il tavolo.
Non era l’unico a non capacitarsi, o a non accettare, quella situazione. Naruto aveva stretto i pugni per tutta la durata del racconto di Shikamaru, per costringersi a non interromperlo.
Ma tutta quella storia gli sembrava semplicemente assurda. Incomprensibile. E anche se si fidava del teme, voleva riportare lui e Hinata al villaggio, non che se ne andassero in giro chissà dove, da soli.
Appena torniamo a Konoha, devo parlare con Baa-chan. Non mi interessa che siano ‘informazioni riservate’, voglio spiegazioni, devo capire che succede, ‘ttebayo! decise mentalmente, ma ad alta voce non disse nulla.
Il ragazzo dal Quoziente Intellettivo superiore a 200 si alzò. –Sarà meglio riposare ora, domani dobbiamo partire presto.- disse, asciutto, e si diresse verso la sua stanza.
In tutto ciò, Ino era l’unica a non aver detto niente, a non aver commentato nemmeno tra sé. Semplicemente, non sapeva nemmeno lei cosa pensare di tutta quella situazione. Si alzò a sua volta, decisa a seguire il consiglio di Shikamaru. La notte porta consiglio, no? si disse.
-Buona Notte, ragazzi- augurò, mentre Hanabi la precedeva nella stanza che avrebbero condiviso per quella notte, ma né Naruto né Kiba diedero segno d’averla sentita, persi com’erano  nei loro ragionamenti. 

*Angolino Lita*

Mi sento un po' in colpa ._. Vi aspettavate tutte (chi ha recensito almeno,) che l'inseguimento andasse a buon fine... e invece... 
spero vi sia piaciuto comunque come si è svolta la scena, l'immagine di Shikamaru che arrivava e bloccava Naruto la avevo in mente da molto prima di scrivere il capitolo!
Il titolo inizialmente era 'Un'intrusione imprevista', ma ho messo Bloccati per rendere la cosa un po' ambigua... che ne pensate, qual è meglio?
Il prossimo capitolo è a buon punto, mi ero un po' bloccata sulla psicologia di Naruto, Kiba e Ino, ma ho più o meno risolto (?) :)
Grazie mille a angelika white_Emy_ ery98sole per aver recensito lo scorso capitolo, mi ha fatto davvero piacere! Spero vi sia piaciuto anche questo C:
Grazie anche a tutti quelli arrivati a leggere fino a qui e a chi mi lascerà un commento, sono sempre contenta di sapere che ne pensate ^__^
Non vi annoio oltre, a presto!
Lita :D

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Capitolo 12
*** Una vecchia alleata ***


Il falco viaggiò tutta la notte, ed al mattino erano finalmente arrivati a Kusa no kuni, il Paese dell’Erba, dove Sasuke aveva deciso di fermarsi dopo aver letto quel messaggio. C’era una cosa che doveva assolutamente fare, ora, e aveva bisogno di un favore. E lì avrebbe trovato chi glielo poteva fare.
Hinata, con grande stupore del ragazzo –ma come si faceva?-, aveva riposato tranquilla fino a quella mattina, quando l’aveva svegliata per annullare la tecnica di evocazione, e proseguire a piedi.
Da quel momento, non si erano ancora rivolti la parola. La Hyuuga, ancora mezza addormentata, si limitava a seguirlo, per ora.
Arrivarono presto in vista di una piccola casa a due piani, distante da Kusagakure solo un paio di ore a piedi. Sasuke era diretto lì, a quanto poté capire Hinata. Voleva chiedere qualcosa, ma l’occhiata del ragazzo la zittì. Se avesse continuato così, però, avrebbe insistito e si sarebbe fatta valere; le aveva promesso spiegazioni, in fondo.
-Questo chakra... Sasuke sta venendo qui... e non è solo- ragionò, tra a sé ma a voce alta, una ragazza dai lunghi capelli rossi che, a dispetto della sua abilità di percepire il chakra degli altri, era molto miope e per questo portava gli occhiali, senza i quali era praticamente cieca.
Era lei l’abitante della casa, ed era lei la persona che l’Uchiha cercava.
 
Hinata entrò nel piccolo giardinetto dell’abitazione dopo Sasuke, e vide spalancarsi la porta della casa, dalla quale uscì una ragazza, che si diresse a grandi passi verso il suo compagno di viaggio.
Quando la distanza tra lei e Sasuke diventò pari a un metro scarso, Karin si fermò. –Sasuke... era molto che non ti facevi vedere qui. Che è successo, e chi è quella?- chiese subito, con tono distaccato. Il ninja che ora aveva davanti le aveva spezzato il cuore una volta, nonostante lei avesse fatto di tutto per lui, l’aveva anche perdonato per averla quasi uccisa. Ma lui non l’aveva mai amata, e non aveva neanche provato a farlo. Rivederlo lì ora era stata una sorpresa per la ragazza, ma poteva facilmente immaginare che fosse lì per chiederle qualcosa. Non era sicura che avrebbe accettato, però. Non voleva permettergli di sconvolgere nuovamente la sua vita.
-Una ninja di Konoha, che momentaneamente si trova a viaggiare con me. I dettagli a dopo, prima devo sapere se mi aiuterai, Karin-. Disse. Conciso e dritto al punto, come sempre.
-Non lo so.. dipende da cosa vuoi- rispose, vaga. Una parte di sé voleva allontanare il ragazzo, ma un’altra non era ancora del tutto immune al fascino dello shinobi moro. Le era sempre piaciuto, e non era un sentimento facile da dimenticare, nonostante tutto quel che era successo.
-Voglio lasciarti Hinata per qualche giorno- rispose svelto lui, sotto gli sguardi increduli di entrambe le ragazze.
~
Verso sera, si fermarono in una locanda distante mezza giornata di viaggio da Konoha. Avevano viaggiato in rigoroso silenzio, erano tutti giù di morale, chi per un motivo, chi per un altro.
Shikamaru temeva di aver preso una decisione troppo avventata, e si era tormentato tutta la notte nel dubbio di aver fatto male a fidarsi dell’Uchiha. Se avesse fatto del male ad Hinata, si sarebbe sentito in colpa a vita.
Naruto non riusciva a credere di essere andato così vicino a fermarli, e averli poi dovuti lasciar andare via. Come ho potuto, ‘ttebayo? Non riusciva ad accettare la cosa, e una parte di sé ce l’aveva con Shikamaru, che lo aveva bloccato all’ultimo. Appena arrivato al Villaggio sarebbe corso a parlare con Tsunade, poco ma sicuro. Non voleva sentire ragioni.
Kiba forse era il più frustrato di tutti. Era arrivato così vicino a Hinata... avrebbe voluto slanciarsi all’inseguimento, ma non aveva potuto. Aveva anche pensare di fuggire nottetempo, ma probabilmente non sarebbe servito a nulla, forse avrebbe solo peggiorato le cose. Ma non riusciva a rimanere impassibile, mentre la sua compagna era sola con quello...
Ti porterò via da lui il prima possibile, Hinata, te lo prometto! Parlerò con l’Hokage e cercherò di capire la situazione, e la convincerò a darmi retta!
Hinata-nee... chissà se stai bene... com’è stare con l’Uchiha, oneesan?
In quel silenzio generale, carico di cose non dette e pensieri non espressi, Ino sembrava essere l’unica che non sapeva cosa pensare e neanche tanto bene come sentirsi. Voleva bene a Hinata, certo, ma non avevano mai avuto un legame tanto profondo. Teneva a lei in quanto compagne di Konoha... e voleva che stesse bene. Per questo, pur dispiacendole di non essere riuscita a recuperarla, non era molto preoccupata; si fidava ciecamente di Shikamaru, e se lui aveva deliberatamente scelto di lasciare la Hyuuga con Sasuke, lei voleva credere in quella scelta. Se un Nara con un Quoziente Intellettivo che superava i 200 decideva di fare qualcosa, per di più rischiosa come quella, in genere aveva ottime motivazioni. Lei lo sapeva bene. Mi fido di te, Shikamaru... Buona fortuna, Hinata. Sasuke...
Oltre questo, era anche un po’ agitata per essere andata così vicino a rivedere l’Uchiha minore. Quel ragazzo aveva sempre esercitato un forte fascino su di lei, e anche ora dubitava che sarebbe riuscita ad essergli del tutto indifferente.
Con questi turbamenti nell’animo, anche Ino aveva camminato insieme agli altri e ora, con loro, si fermava per la notte.
~
-Quei buoni a nulla se la sono fatta scappare... conto su di te, Hojiro- affermò con voce roca l’uomo nell’ombra, dietro alla scrivania.
Il ninja al quale si era rivolto fece un cenno affermativo col capo. –Può contare su di me-.
-Bene. Scegliti due ninja e andate, Ryuko è già andata in avanscoperta- dopo averlo informato di questo, l’uomo nascosto nell’ombra gli fece cenno d’andare. Quello chiamato Hojiro svanì in una nuvoletta di fumo.
~ La mattina dopo ~
Dopo aver cenato, rigorosamente in silenzio perché Sasuke non aveva aperto bocca e lei, sentendosi anche osservata dalla ragazza dai capelli rossi, non aveva osato tentare d’intavolare una discussione, era salita subito nella camera assegnatale da Karin ed era presto scivolata in un sonno senza sogni.
Svegliandosi, si sorprese dell’assoluto silenzio. All’inizio le sembrava quasi di trovarsi in una bolla isolata da qualsiasi suono, ma poi comprese che, semplicemente, mancavano le fonti di rumore a cui si era abituata. Durante il viaggio con Sasuke avevano sempre soggiornato in locande interne ad un villaggio, e la mattina la ragazza poteva sentire i rumori tipici di un posto popolato; la gente nelle strade, uccelli che cinguettano, bambini che corrono e cantano filastrocche... in quella casa sperduta in mezzo al nulla -un nulla parecchio verde- non poteva sentire niente di tutto ciò. E neanche dalle altre stanze avvertiva segnali di vita. Le venne il dubbio di essere stata lasciata lì da sola, ma lo scacciò.
Tuttavia, si vestì in fretta e scese in cucina. Sul tavolo c’erano un biglietto e una ciotola di riso destinati a lei. Prese il foglio. Il messaggio era da parte di Sasuke. Si immobilizzò nel leggerlo.
Starò via per qualche giorno, Hyuuga.
In questo lasso di tempo stai con Karin, si prenderà cura di te e ti darà anche una mano negli allenamenti.
Sasuke
La aveva lasciata lì da sola con quella ragazza?! Non che avesse niente contro di lei, però... le trasmetteva una strana sensazione. Sembrava triste. Persa nei suoi ragionamenti -pur avendola abbandonata lì senza una parola, si era preoccupato che non trascurasse l’allenamento, stava pensando- non si accorse di Karin, che entrava in cucina. La rossa le rivolse una rapida occhiata, poi prese una ciotola dalla dispensa e si sedette. Sentendo il rumore della sedia che veniva spostata, Hinata sobbalzò.
-E così dovremo convivere per qualche giorno... Sasuke non mi ha spiegato molto, però. Si può sapere perché viaggi con lui?- chiese, con voce apatica, la sua nuova allenatrice, senza neanche guardarla in faccia.
Hinata però dentro di sé le fu grata, perché aveva rotto il ghiaccio. Lei non avrebbe saputo cosa dire. -Lui... mi sta aiutando,- iniziò quindi a rispondere, e le raccontò del suo incontro con il moro, della sua perdita di memoria e del viaggio che avevano intrapreso. Arrossì quando arrivò alla sua richiesta d’allenarla.
Alla fine del racconto, Karin non commentò. Si limitò ad annuire in segno di aver capito, e si alzò -ormai aveva finito di mangiare da molto.
Prima di uscire dalla stanza, le si rivolse ancora: -Tra un’ora vedrò cosa sai fare, fatti trovare qua fuori-.
~
-Finalmente...- mormorò Ino, tra un salto su un ramo e l’altro. Erano finalmente arrivati in vista di Konoha.
Diede un’occhiata ai suoi compagni; sembravano tutti assorti e persi nei loro pensieri. Persino Shikamaru... Perché solo io sono abbastanza tranquilla, e il mio unico pensiero adesso è di tornare a casa e farmi un bel bagno?! si chiese, sentendosi quasi in colpa per la propria spensieratezza. Sbuffando, seguì il gruppo fino all’entrata del Villaggio.
Adesso mi ascolterai, Baa-chan!


*Angolino Lita*

Questo capitolo non mi convince troppo... ma pazienza XD. Farò meglio nel prossimo (?) Scherzi a parte, nel prossimo finalmente ci sarà qualche spiegazione XD Pazientate ancora un po' :')
Parlando del capitolo... dal punto di vista di Naruto e co., non è successo nulla di nuovo, anzi forse sono stata ripetitiva :0 Ma questo capitolo di transizione serviva perché, dalla parte di Sasuke e Hinata, è apparsa Karin! Se lo aspettava qualcuno? Ultimamente mi sto appassionando al suo personaggio (anche a quello di Ino, in realtà XD) e dovevo inserirla per forza :) Senza contare che Sas'ké ha da fare, e gli serviva qualcuno di fidato :) Povera Karin, perennemente sfruttata dall'Uchiha...
Grazie mille a _Emy_thanks idols, angelika whiteAly99 ery98sole per aver recensito lo scorso capitolo, 5 recensioni, wow ** 
Tornerò il prima possibile con il prossimo cap, anche se questa settimana sarà un po' complicato scriverlo... ma troverò il tempo u.u 
Se mi lasciate i vostri commenti/previsioni sulla storia, mi farete felice ^*^ Grazie anche solo a chi legge (:
A presto!
Lita :D P.S. Il titolo... non so mai che mettere ._.

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Capitolo 13
*** A parlare con l'Hokage ***


Rieccomi! Una piccola nota, poi ci sentiamo sotto: ho effettuato un salto temporale di un giorno, questo capitolo è ambientato il secondo giorno dall'arrivo di Naruto e gli altri a Konoha.

 
Per l’ennesima volta da quando si era svegliato, pochi minuti prima, strinse il pugno, furioso. Tratteneva a stento l’irritazione e la rabbia.
La seconda era dovuta alla situazione in cui si trovava ora, ovvero il non poter fare niente; la prima, invece, era stata provocata dalla discussione avuta il giorno prima. Ci ripensò ancora.
Dopo aver visto Shikamaru uscire dall’ufficio, vi si era finalmente fiondato dentro. Aveva dovuto aspettare diversi minuti, troppi, per la sua pazienza in quel momento. Appena era entrato, l’Hokage l’aveva fulminato con lo sguardo. –So cosa stai per chiedermi, Naruto; spiegazioni. Ma non le avrai, sono informazioni molto riservate. Vai- gli aveva detto, mantenendo un’espressione distaccata.
-No, baa-chan, non me ne vado da qui finché non mi avrai detto perché Hinata deve stare con il Teme!! Potevo riportarli qui entr-- - si interruppe, perché Tsunade lo aveva raggiunto e lo aveva colpito. Non si era nemmeno accorto che si fosse alzata.
-Ho detto che non posso spiegarti nulla, Naruto. Vai- gli intimò nuovamente.
Impotente, capì che non sarebbe riuscito a farsi dire nulla. Intentò per un po’ una gara di sguardi con Tsunade, mentre Shizune li guardava preoccupata, ma alla fine uscì dall’ufficio. Corse per le strade per sfogare la rabbia, e rientrò a casa solo a tarda sera. Gli sembrò di percepire la presenza di qualcuno che lo osservava; che la baa-chan lo avesse messo sorveglianza? Pensava che sarebbe andato a cercare i suoi compagni? Non aveva tutti i torti, il biondino avrebbe voluto farlo, ma mentre correva per le strade aveva, per quanto fosse insolito per lui, riflettuto sulla situazione. Da solo, non aveva nessuna possibilità di ritrovare il Teme... e... Hinata. L’unica che lo avesse sempre considerato, da quando erano all’Accademia, e tutte avevano occhi solo per Sasuke... lei... aveva sempre avuto occhi solo per lui. Era anche accorsa da lui quando era in difficoltà contro Pain. Gli aveva ridonato la speranza. E ora non poteva fare niente per riportarla al Villaggio... questo lo faceva stare anche peggio di quanto già non sarebbe stato per un altro compagno. Eccetto forse per Sakura-chan... ma lei era un caso a parte.
Tornato al presente, si alzò –finalmente- dal letto e aprì la porta. Sarebbe andato a parlare con Kiba.
~
Mpf... quanto tempo... pensò tra sé uno dei più forti shinobi che Konoha avesse mai generato, ma che al contempo non rivedeva il Villaggio da anni. Aveva sempre accuratamente evitato qualsiasi missione che lo portasse nei suoi dintorni, anche se evidentemente con l’ultima si era avvicinato troppo. Ed era incappato in quella situazione... forse il Karma ce l’aveva con lui. O forse il destino lo rivoleva lì. Non si sarebbe fatto condizionare in nessuno dei due casi; aveva ormai da tempo abbandonato il desiderio di vendetta, ma non aveva alcuna intenzione di rientrare al Villaggio. A far che poi? A ricordarsi ogni giorno che ogni singola persona che incontrava doveva la vita a Itachi, che aveva sacrificato sé stesso e tutto il Clan per salvarli? A fingere di poter condurre una vita normale, senza alcun rimorso per gli errori che aveva commesso accecato dall’odio e fattosi condizionare da colui che credeva essere Madara? Quel baka di Naruto era convinto che sì, potesse farlo, ma si sbagliava di grosso. Non poteva vivere come se nulla fosse accaduto, e preferiva trascorrere la vita lontano dal Villaggio per cui Itachi aveva dato la vita. Anche se, probabilmente, se Konoha fosse stata in pericolo lui l’avrebbe aiutata. Il sacrificio di suo fratello non doveva essere vano.
Scacciò quei pensieri fastidiosi dalla mente, e si concentrò. Doveva eludere la sorveglianza. Per lui sarebbe stato facile, ma era meglio non rischiare di commettere errori stupidi. In un secondo l’Eroe di Konoha gli sarebbe stato addosso, stavolta probabilmente chiedendogli ‘Dov’è Hinata, Teme?!’. Sorrise tra sé a quel pensiero. Almeno avrebbe cambiato frase, per una volta.                  ~
 Come previsto, gli ci volle poco ad entrare inosservato nel Villaggio ed a raggiungere l’ufficio dell’Hokage senza che nessuno lo vedesse. Si avvicinò alle finestre che offrivano alla Godaime un’ottima visuale su Konoha, e guardò dentro. Sembrava ci fosse solo Tsunade. Stava per entrare, quando il suo corpo si immobilizzò. Intravide nell’ombra Shikamaru Nara. Non si era accorto della sua presenza, e ora... subiva la sua tecnica. Accidenti, l’ho presa troppo alla leggera. Avrei dovuto verificare chi c’era con lo sharingan! pensò rimproverandosi per la sua avventatezza.
-Ma bene, l’Hokage e Shikamaru Nara... proprio chi volevo vedere. Sei stato tu a bloccare Naruto e il suo compagno, vero?- chiese indurendo lo sguardo, e fingendo che l’essere bloccato dall’ombra non gli interessasse.
-Sasuke Uchiha... ti era stato chiesto di fare qualcosa. Dov’è Hinata?- chiese con voce dura Tsunade, ignorando la domanda che il ragazzo aveva posto a Shikamaru.
-La ho uccisa...- lo sguardo con cui Tsunade lo trafisse dopo quell’affermazione faceva venire i brividi, ma lui non batté ciglio. Anche Shikamaru lo guardò cupo. –Non scherzare, Uchiha-.
-Quanto siamo seri... la ho lasciata in buone mani. Ma a questo proposito... sono qui per avere spiegazioni- disse, giusto per chiarire il motivo della sua presenza. E per far capire che non se ne sarebbe andato prima di aver saputo quel che gli interessava. Ne aveva tutto il diritto, visto quel messaggio.
Improvvisamente, la mano di Sasuke si riempì di chakra luminoso. Troppo luminoso, considerò Shikamaru. Infatti, il Chidori aveva interrotto l’ombra con cui aveva bloccato l’Uchiha, che ora entrò e si appoggiò al muro, squadrandolo. –Non sono qui per attaccare- disse Sasuke, mentre estraeva qualcosa dallo zaino –ma per questo. Che dovrebbe significare?- chiese, lanciando l’oggetto che aveva estratto in mezzo alla stanza- era il kunai lanciatogli la sera dell’inseguimento. Vi era legato il biglietto che tanto lo aveva sorpreso, dove era ben leggibile il messaggio ‘Proteggi Hinata’.
-Esattamente quel che c’è scritto- fu la prima risposta di Tsunade. Ma era evidente che il moro non si sarebbe mai accontentato di una risposta simile, quindi iniziò a spiegare. In effetti, lui aveva il diritto di sapere.
~
-Forse... c’è una cosa che possiamo fare, Naruto- aveva detto improvvisamente Kiba.
Il biondo aveva alzato di scatto lo sguardo e lo aveva fissato con i suoi occhi azzurri, ora pieni di speranza. –Davvero?! Cosa? Parla!- esclamò.
Il castano sorrise. Gli era venuta una buona idea.
-So chi potrebbe saperne più di noi... vieni con me- lo invitò, e precedette il biondo fuori casa. Quella soluzione era così lampante, in effetti!
Scacciò l’unico dubbio che gli era venuto. Lei... accetterà di aiutarci?
~
-È tutto?- chiese l’Uchiha, quando l’Hokage smise di parlare. –In pratica, c’è un gruppo di Nukenin che vuole il Byakugan, e visto che Hinata è il loro obiettivo, voi non avete modo migliore di proteggerla che affidarla a me?- chiese, celando la sua incredulità. Lo prendevano in giro? Perché, se erano seri, era anche più grave.
Stavolta fu Shikamaru a prendere la parola. –Nonostante sia la minore, Hanabi è più abile di Hinata nel combattimento. Per questo è stata lei a venir presa di mira: la considerano un facile obiettivo. E se fosse qui sarebbe facilmente rintracciabile, senza contare che Hiashi Hyuuga difficilmente accetterebbe di metterla sotto la nostra protezione: teme che l’onore del Clan sia macchiato, e che si pensi che non sono in grado di difendersi da soli. Ti costa tanto portarla con te, in incognito?- sbottò. Tutta quella storia era proprio una bella seccatura.
-Hiashi Hyuuga è uno stupido che pensa solo all’onore del Clan- disse Tsunade prima che Sasuke potesse ribattere, -ma forse lo capisci. Hyuuga e Uchiha condividono un orgoglio smodato, o sbaglio?-
Sasuke non ribatté. Tutta quella storia era semplicemente assurda. Si fidavano così tanto, di lui? –Quel che non capisco è perché la abbiate affidata proprio a me-
-Perché, onestamente parlando, dubito che qualcuno di diverso da Naruto, o che non sia a livello Kage, possa sconfiggerti tanto facilmente. Inizialmente volevamo lasciarla andare in giro sotto la costante protezione degli Anbu, ma quando Shikamaru ti ha visto ha capito che, seppur azzardata, lasciarla con te era la mossa più giusta. E io sono d’accordo con lui-.
Il ragazzo sbuffò. Poi fece un mezzo ghigno. –Una missione per il mio vecchio Villaggio, dopo così tanto tempo... che non dobbiate pentirvene- gli augurò, facendo per andarsene.
Le parole di Shikamaru lo fermarono subito prima che saltasse sul tetto di un palazzo vicino. –La cosa ci conviene e non mi sono fatto tante domande, però già che sei qui, Uchiha... perché Hinata sta viaggiando con te, e non è tornata subito qui a Konoha?- chiese il Nara. Che la corvina volesse riportarlo al Villaggio per far contento Naruto?
-Ah, non lo sapete? Ha completamente perso la memoria- fu la rapida risposta dell’Uchiha, data subito prima di scomparire in una nuvoletta di fumo. Uscì dal Villaggio in pochi minuti, mentre Tsunade e Shikamaru ripensavano alle sue parole, stupiti a dire poco. Ha... perso... la memoria?


*Angolino Lita* 

Ciao! Inizio col dirvi che la maggior parte delle risposte alle domande di questo cap sarebbero state più correttamente 'esigenze di trama', ma ho dovuto spiegarlo in altro modo XD Scherzi a parte, finalmente un po' di risposte :') Più o meno soddisfatti? (:
In questo capitolo ho totalmente e spietatamente ignorato Hinata... povera >.< E dire che la protagonista della long è lei XD
Comunque si sta allenando con Karin nel taijutsu, niente di grave... (?) Forse. Vedrete nel prossimo (: (Il prossimo lo dedico a lei, povera ragazza XD)
Che ne pensate? Il motivo per cui Hinata è inseguita è credo il più banale che potessi scegliere, ma non per questo meno valido u.u Qualcuno di voi lo aveva anche indovinato... Complimenti! (?)
Ringrazio moltissimo _Emy_Aly99angelika whiteery98sole e A r y a per aver recensito lo scorso capitolo, grazie davvero! *^*
Grazie mille anche a chi leggerà fino a qui e a chi mi vorrà lasciare un commento ^__^
Domande-time:
Riusciranno Naruto e Kiba a scoprire qualcosa?
Che farà ora Sasuke?
Karin ha ucciso Hinata nel sonno? 
(difficile, visto che non può morirmi la protagonista a metà della storia... ma ve lo chiedo lo stesso,)
In sintesi, che vi aspettate dal prossimo capitolo? 
Vi anticipo che presto ci sarà un salto temporale di un mese :3 
Grazie a chi si è pazientemente letto tutti i miei scleri, e a presto!
Lita :D P.S. Da me hanno occupato, quindi dovrei avere tempo per scrivere il prossimo capitolo, cercherò di buttarlo giù non dico in fretta perché poi viene male, ma abbastanza velocemente ^*^

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Capitolo 14
*** Uno sguardo su Karin e Hinata ***


Piccola nota: i fatti seguenti succedono lo stesso giorno raccontato nello scorso capitolo, solo che dal punto di vista di Hinata e Karin.

 
Un passero si posò sul braccio teso di una ragazza, cinguettando qualcosa di comprensibile solo a lei. La ragazza, lunghi capelli neri raccolti in una coda che li lasciava ricadere scomposti sulle spalle, occhi dall’insolito color oro, sorrise.
-Due ragazzine, eh… bene. Sarà facile- espresse tra sé, sottovoce, le sue riflessioni. Subito dopo, l’uccello scomparve, e lei partì.
~
A metà mattinata, Karin fermò improvvisamente l’allenamento. Seppur fosse stupita da ciò, perché il giorno prima la rossa non c’era andata affatto leggera con il loro allenamento, Hinata ne fu contenta e non si pose troppo domande. Aveva percepito chiaramente di non essere simpatica alla ragazza, anche se non capiva cosa avesse potuto farle per meritarsi quest’antipatia, ma sperava che Karin cambiasse idea e potessero, se non diventare amiche, almeno convivere non ostilmente. Quindi, quando le fece segno di interrompere l’esercizio, andò a sedersi in silenzio sotto uno degli alberi che si trovavano nel giardino. Era piacevole stare lì, la schiena appoggiata al tronco, senza fare assolutamente nulla. Dopo due giornate passate ad allenarsi quasi senza sosta, se lo meritava appieno. Così, lasciò la sua mente libera di vagare. Era un po’ che i suoi sogni tacevano, quindi la sua mente aveva preso l’abitudine di soffermarsi solo su due cose: la prima, la metteva sempre a disagio, era l’immagine di sé stessa che moriva sotto i colpi del ragazzo con i piercing; la seconda, il giovane biondo a cui non poteva fare a meno di pensare da quando si era svegliata senza ricordi tranne il suo volto. Ancora non riusciva ad associargli niente che non fosse quell’insolita espressione, però. Non riusciva a pensare nessun nome per quel viso così solare, e Sasuke non l’aveva certo aiutata. Mi aveva promesso delle spiegazioni, ma è sparito chissà dove, pensò con un misto di rabbia e tristezza. Non ce la faceva proprio ad arrabbiarsi però, né con lui né con nessun altro: non aveva provato rabbia verso Karin, e nemmeno verso i banditi uccisi da Sasuke.
Si vede che non è nella mia indole...             ~
Questo chakra... qualcuno sta venendo qui! aveva pensato allarmata Karin pochi minuti prima, percependo un chakra sconosciuto, ma mediamente forte, dirigersi verso casa sua. Non c’era possibilità di errore: intorno a quell’edificio non c’era niente, e qualsiasi viaggiatore normale, se doveva passare oltre, si sarebbe prima diretto al Villaggio dell’Erba: le probabilità che quel qualcuno ce l’avesse con loro erano altissime. Per questo motivo aveva fatto cenno ad Hinata d’interrompere l’allenamento, e mentre la ragazza si sistemava sotto un albero, era corsa dentro casa a prepararsi. Sono sicuramente qui per lei... proprio mentre Sasuke non c’è, dannazione! Se le fanno qualcosa non me lo perdonerà... ma non so se sono in grado di proteggerla... dannazione, dannazione! pensò preoccupata estraendo svariati shuriken e kunai da dei cassetti in una stanza sotterranea. Dovremmo nasconderci, o tentare di affrontarla? Se almeno sapessi qualcosa sulle abilità del nemico... quella situazione non le piaceva per niente. È vero, erano due contro uno; ma non sapeva quanto fosse forte chi si stava dirigendo lì, e Hinata aveva solo un allenamento basilare, mentre lei era specializzata nel supporto, non nell’attacco. Dannazione.
~
I pensieri di Hinata furono bruscamente interrotti; Karin era nuovamente uscita di casa, e le stava dicendo di raggiungerla. Sembrava molto agitata.
-Che… succede?- chiese, non appena l’ebbe raggiunta.
Lei la guardò. –Stiamo per subire un attacco... quasi sicuramente- rispose rapida. Poi le lanciò una sacca. –Ci sono delle armi lì dentro... dubito di farcela da sola, quindi mi dovrai dare una mano- aggiunse poi secca.
Un... attacco?! Sono qui per me? –Chi... chi ci attacca?- chiese, sperando di non irritare Karin con le sue domande. Ci mancava solo quello.
-Non ne ho idea- rispose Karin, ed era abbastanza vero. Si concentrò nel rintracciare il chakra che aveva avvertito prima. Era ancora solo, ma procedeva rapidamente. Le avrebbe raggiunte in circa un’ora, calcolò Karin. Per un istante pensò di scappare, ma lasciò perdere subito. Oltre a non sapere dove sarebbero potute andare, c’era una cosa da considerare: il nemico stava puntando verso di loro senza nessuna esitazione, quindi sapeva esattamente dov’erano. Come faceva? Che fosse un sensitivo, come lei? Quale che fosse la risposta, muoversi sarebbe stato solo un inutile spreco di energie. La strategia migliore era probabilmente quella di rimanere lì ad aspettare che arrivasse. Sasuke, vedi di tornare in fretta...
~ Circa un’ora dopo ~
Hinata, nascosta tra le fronde di un albero, vide con il suo Byakugan una ragazza dai capelli neri avvicinarsi a loro, e la osservò, con il cuore che le martellava nel petto per la preoccupazione, spiccare un salto, superare lo steccato e atterrare elegantemente nel giardino. Poi la kunoichi nemica alzò lo sguardo, e puntò i suoi occhi su Karin, dal quale distava solo pochi metri. Sperò con tutta sé stessa che la ragazza riuscisse a tenerle testa.
-Oh, mi aspettavate?- commentò la giovane dagli occhi color oro, accortasi benissimo che il suo arrivo era tutt’altro che inaspettato. Fissò la ragazza davanti a sé. –Sei una sensitiva? O devo ringraziare la giovane Hyuuga per questo?- le chiese, divertita.
Non va bene, sembra molto sicura di sé... pensò Karin, serrando la presa sul kunai che teneva in mano da circa dieci minuti. Ignorò la domanda, e ne pose una a sua volta: -Chi sei? Chi ti manda?- disse, un po’ perché davvero curiosa, ma soprattutto per prendere tempo.
La ragazza, ancora una volta, sorrise. Quel ghigno non piaceva affatto a Karin, iniziava ad odiarlo.
-Non è carino da parte tua ignorare la mia domanda,- rise questa, -ma se ci tieni ti dirò il mio nome: sono Ryuko Yohi, e tu non andrai in giro a raccontarlo- terminata la frase, estrasse fulminea degli shuriken da una sacca che portava appesa al fianco, e li diresse verso l’albero alla sua destra. L’albero sopra il quale si trovava Hinata. Grazie anche all’allenamento praticato in quei giorni, la Hyuuga reagì abbastanza rapidamente da schivarli tutti; ma ormai era allo scoperto.
Questa non ci voleva... pensò Karin, e a sua volta diresse un paio di kunai contro Ryuko, per poi correre tra lei e Hinata.
La mora schivò facilmente i kunai, e prese a correre anche lei contro il suo obiettivo, scontrandosi a metà strada con Karin; le due iniziarono un confronto corpo a corpo, ma Ryuko era nettamente superiore nel Taijutsu, e la rossa non tardò a rendersene conto. Non resisterò ancora molto...
Mi sento così inutile... si rimproverò Hinata tra sé, ma non poteva farci niente: da quando era scesa dall’albero, era rimasta come paralizzata. In fondo la sua ‘preparazione’ nel combattimento consisteva in tre giorni di esercizi, mentre quella ragazza sembrava combattesse da anni. E sicuramente era così. Strinse i pugni, frustrata. Vorrei... vorrei poter fare qualcosa per aiutare Karin... ma io...
Si era sentita in modo simile quando, con Sasuke, erano stati attaccati dai banditi. In quell’occasione aveva fatto tutto il ragazzo... ripensare a quel momento, però, le fu utile. Ricordò le parole pronunciate quel giorno, parole che esprimevano una sicurezza che non pensava di avere. Scossa la testa, per scacciare i pensieri demolitori di poco prima. Io... voglio fare qualcosa. E la farò, non importa cosa succederà! D’istinto, attivò il Byakugan. Dopo un paio di secondi fu in grado di vedere chiaramente le vie del chakra di Ryuko, e concentrandosi riuscì anche a distinguere i punti di fuga. Karin sembrava stremata, ma non accennava ad arrendersi. –Karin, lascia che ti aiuti!-
La ragazza fece un sorriso amaro. Dopo il trattamento gelido che le aveva riservato, ora si preoccupava per lei? Si rendeva conto di aver fatto male a sfogarsi sulla Hyuuga, in fondo lei non aveva colpe, se si escludeva quella d’aver convinto Sasuke a portarla con sé, chissà poi come.
-Lascia stare, Hinata, non puoi fare nul...- non fece in tempo a finire, perché Ryuko aveva approfittato di una sua distrazione per assestarle un forte calcio al ventre, che la scaraventò lontano. Col fiato smorzato, faticava a rialzarsi. Ma la kunoichi non sembrava interessata a lei, e si era voltata a fronteggiare Hinata.
La corvina tentò di mettere in pratica tutto ciò che aveva imparato in quei giorni; concentrava il chakra nelle mani, e mirava ai punti di fuga, dove lo avrebbe rilasciato; purtroppo, la ragazza era troppo abile, e non si faceva mai colpire. –Se mi facessi toccare dal te sarebbero guai, eh?- commentò affatto preoccupata. All’improvviso, schivando un altro colpo di Hinata, fece un salto all’indietro. Rapidamente mosse le mani a formare dei sigilli. Il secondo dopo, Hinata si ritrovò legata a un albero, e vide l’avversaria venirle incontro con una spada in mano. Ma... cos’è questo strano posto? E quella spada da dove... tremò, rendendosi conto di cos’era successo. Questa è un’illusione! Ho letto di quest’arte nel libro di Sasuke... ma...
Come faccio a scioglierla?! Si chiese in preda al panico. Le sembrava di ricordare che per scioglierla dovesse bloccare il suo flusso di chakra, ma non aveva la minima idea di come fare. E Ryuko si avvicinava sempre più.
È finita... pensò triste, chiudendo gli occhi.
È finita... pensò Karin, mentre cercava di raggiungere Hinata per passarle un po’ di chakra e sciogliere l’illusione nemica. Ma i colpi ricevuti facevano male, e riusciva a malapena a stare in piedi; sforzandosi, stava in qualche modo arrancando verso Hinata, ma si rendeva benissimo conto che non avrebbe mai fatto in tempo.
Presa com’era dallo scontro, però, non si era accorta di un chakra che, prima lontano, le aveva ormai praticamente raggiunte.


*Angolino Lita*

Buona sera / Buon giorno!
Ho avuto parecchio tempo per scrivere, quindi rieccomi già con il nuovo capitolo! Contenti? XD
Riguardo a questo, un paio di note... all'inizio avevo pensato di far arrivare Ryuko mentre Karin e Hinata si allenavano, totalmente inaspettata, poi però mi è venuta in mente l'abilità di Karin e di quando si era accorta subito dell'arrivo di Suigetsu e Sasuke, e ho deciso di strutturarlo così :) L'ultima frase, poi, ero indecisa se inserirla qui o metterla nel prossimo... ma alla fine la ho messa qui (: Che dite, chi starà arrivando? 
Bando alle ciance (e agli spoiler), e passiamo ai ringraziamenti :)
Prima di tutto ringrazio angelika whiteA r y a_Emy_ Aly99 per aver recensito lo scorso capitolo, grazie ** 
Poi ringrazio anche tutti coloro che seguono/ricordano/preferiscono (?) questa storia, ovvero grazie a :  A r y a, 
angelikawhite, animaamina, Baby_Doll_, bunny_chan, Cate_Corvina, Dark_moon Uchiha, EffyD, ery98sole, Eynis, Fra_Rose, frogvale91, Girlonfire96, Hayley_chan, Hinata chan Hyuga, KusHi_na, malefica89, MileyCyrus, MissDidichan, mya95, Noemina2001, Nuala_Chez, Soly Dea, SweetPandao_O, vampiretta_92, Winrychan, thanks idols, Aly99, Claudia Uzumaki, Hinata Uchiha Arclight, Lady Devonne Isabel, PaperLight e Renesmee1993, grazie :) Se avete un attimo di tempo per dirmi cosa pensate della storia mi farete davvero piacere, altrimenti fa niente ^__^
Allora... credo di aver finito, quindi alla prossima! 
Lita :D


Post Scriptum
Ah sì, dimenticavo... Karin inizia a non avercela più con Hinata C: e io continuo a essere negata con i titoli .__.

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Capitolo 15
*** L'inatteso arrivo di... ***


Ryuko ormai era a un passo di distanza da Hinata. Nell’illusione aveva la spada pronta a calare, nella realtà un kunai. D’accordo, la ragazzina le serviva viva, ma niente le impediva di ferirla. Presa com’era dall’azione e sicura di avere ormai la vittoria in tasca, non si accorse di qualcuno che le si era avvicinato. E il colpo con il piatto di una lunga spada che la scaraventò lontano da Hinata e da Karin al contempo, la prese totalmente alla sprovvista. I suoi occhi guizzarono su Karin, in un primo momento. Ma la ragazza era dove l’aveva lasciata: stava cercando di raggiungere la corvina, ma ne era ben lungi. Poi, nel suo campo visivo intravide il nuovo arrivato. Colui che la aveva colpita.
-Ehi strega, sembra che ti serva una mano, eh?- esclamò lui, un ragazzo sui vent’anni dai corti capelli bianchi e dei denti che lo facevano somigliare un po’... a uno squalo.
Inizialmente pensava che con strega si fosse riferito a lei, ma non era così, capì vedendo la reazione della rossa a quelle parole.
-Come ti permetti, sardina?! Guarda che qui me la cavavo benissimo anche senza di te, inutile mezzo-pesce!- era sbottata lei, alzando lo sguardo su Suigetsu e sistemandosi gli occhiali.
L’Hozuki spostò per un paio di volte lo sguardo da Ryuko, che si era ormai rialzata, a Karin, poi ghignò. –Certo strega, lo vedo. Allora me ne vado..?-
-NO!- esclamò Karin, quasi senza accorgersene. Poi si corresse subito, notando l’occhiata strafottente dello spadaccino. –Stupido squaletto! Già che sei qui, dammi una mano- disse, guardando da un’altra parte. A fatica continuò la camminata verso Hinata, e le passò un po’ di chakra, facendola finalmente uscire dall’illusione.
-I rinforzi, eh...- mormorò la kunoichi nemica avanzando qualche passo verso l’Hozuki. –Non so chi tu sia, ma mi hai interrotta e hai osato colpirmi, quindi ora la pagherai cara- esclamò rivolta a lui, inclinando la testa per osservarlo meglio.
-Fammi vedere che sai fare- fu la risposta divertita del ragazzo.
Questo tipo sembra sicuro di sé... benissimo, peggio per lui! si disse mentre gli correva contro, uno spadino estratto dallo zaino. Lui, che si era allontanato da Hinata e Karin, non si mosse. E lei, seppur non si fidasse di quel comportamento, calò la sua arma sulla spalla destra del ragazzo, tagliandogli il braccio, che in effetti cadde a terra.
-Tutto qui?- esultò lei. Ma rimase a osservare incredula il ghigno che si era formato sulle labbra dell’albino. I suoi occhi viola lampeggiavano divertiti, mentre con il braccio sinistro mosse la Kubikiri, come a volerla tagliare in due. Ryuko fu abbastanza veloce da schivarla, ma fu ferita leggermente al braccio.
-Che... che cosa sei, per non battere ciglio dopo la perdita di un braccio?- mormorò, ma ci mise poco a capire. Il ragazzo si era inginocchiato verso il braccio caduto, e se l’era subito riattaccato. Era fatto d’acqua.
Questa... non ci voleva... questo tizio... è fortissimo...! capì la kunoichi, iniziando a temere per sé stessa. Aveva sentito parlare di un ragazzo che poteva liquefarsi... doveva essere un Hozuki. E in quel momento, era davanti a lei.
-Sono uno degli spadaccini della nebbia,- rispose alla sua domanda Suigetsu, ancora ghignante, -e tu hai scelto l’avversario sbagliato, ragazzina- terminò la frase, indicandola con la sua spada.
Ryuko cercò disperatamente di pensare a una strategia, ma sfortunatamente non padroneggiava né Raiton né Doton, quindi non aveva vantaggi da usare sull’acqua. E se quello era uno spadaccino della nebbia,
la spada sapeva usarla certo meglio di lei. Si mette male...
Hinata finalmente si rialzò, sostenuta da Karin. Appena uscita dall’illusione era rimasta immobile per qualche minuto. Era stata un’esperienza che non avrebbe augurato a nessuno; intrappolata nell’albero ad aspettare che l’avversaria la colpisse, aveva sentito la paura crescere in lei secondo dopo secondo... ma per fortuna, era arrivato quel ragazzo. Non aveva idea di chi fosse, ma la cosa non la stupiva. Potrebbe essere il mio migliore amico e non lo saprei... si disse malinconicamente.
-Karin... chi è quel ragazzo?- chiese alla compagna dai capelli rossi.
-Uno stupido, ma a combattere sa il fatto suo. Possiamo star tranquille, quella donna che ci ha attaccate è terrorizzata- le rispose sbrigativa Karin, che aveva notato il brusco cambiamento d’umore di Ryuko un po’ da alcuni suoi gesti che ne tradivano il nervosismo e un po’ dal suo chakra, che ne tradiva l’insicurezza. Dal momento che Hinata era fuori pericolo, si concentrò su Suigetsu. Voleva star certa che quello stupido non combinasse qualche guaio... e soprattutto che non si lasciasse ferire. Ma che dico?! Non m’importa se quello stupido viene ferito! E poi, è fatto d’acqua! Sto decisamente impazzendo...
~
Saltava da un ramo all’altro, nervoso. Ciò che aveva appreso dall’Hokage lo aveva turbato. Non tanto sapere che qualcuno ce l’aveva con Hinata, quello lo aveva capito da parecchio, ma per il motivo. La volevano per i suoi occhi.
Argomento al quale lui era decisamente sensibile. Odio chi vuole approfittarsi delle abilità degli altri. Si innervosì ancora di più, pensando a Danzo. Quel maledetto aveva dieci sharingan sul suo braccio. Solo vederli gli aveva fatto perdere la ragione, che già scarseggiava, a quel tempo. Aveva provato il fortissimo desiderio di ucciderlo, cosa che poi, infatti, aveva fatto. Li ucciderò. Ucciderò chiunque proverà ad impadronirsi del Byakugan di Hinata. Ma non tanto per difendere lei, ma perché odio quel tipo di persona, pensava furioso. Erano ormai passate ore, da quando aveva lasciato Konoha. Iniziava ad avvertire i primi segni della stanchezza. Non ci fece tanto caso. Aveva fretta di raggiungere la casa di Karin, ma non solo perché, a sentire l’Hokage, Hinata era in pericolo... era che da quella mattina aveva uno strano presentimento. Arrivo, Karin, Hinata.
Formulò, continuando ostinatamente a correre. Probabilmente mi sto preoccupando senza motivo, solo per una sensazione... ma voglio controllare. Dicendosi così, si diede lo slancio dall’ennesimo ramo.
~
-Uffa, Racchia, perché mi hai impedito di finirla?- si lamentò Suigetsu, comodamente seduto sul divano. Hinata lo osservava curiosa e al contempo un po’ intimorita. Quel ragazzo era strano, non solo psichicamente, ma anche e soprattutto fisicamente. Aveva visto che prima si era riattaccato il braccio come se non fosse successo niente... ma non aveva capito come.
E ora ardeva di curiosità, ma non osava chiedere.
-Da viva potrà essere molto più utile che da morta, dobbiamo carpirle informazioni su perché era qui, chi l’ha mandata e tutto il resto! Per caso sei stupido, sogliola?- fu la risposta scocciata di Karin.
Suigetsu sbuffò sonoramente. –Ok, ok, se lo dici tu... ma chi è questa ragazza? Chiunque sia, è molto più carina di te, strega.-
-COME TI PERMETTI, DECEREBRATO DI UN PESCE! IO...-
Hinata avvampò. Il suo volto, ora rosso, era in netto contrasto con tutto il resto della sua carnagione chiarissima. Suigetsu le sorrise.
-Allora, come ti chiami?- le chiese, vedendo che, com’era prevedibile, Karin non avrebbe risposto. Quel che non aveva previsto, era il pugno di Karin che lo colpì dritto in faccia, riducendola ad acqua che dopo poco riformò il suo volto.
-H.. Hinata- aveva intanto mormorato la Hyuuga, che iniziava a non capirci più niente e a sentirsi un po’ a disagio.
-Hinata, eh? Perché stai con la str... con Karin?- chiese ancora Suigetsu, guardando torvo la rossa e decidendo di non esagerare nel farla arrabbiare. Almeno per il momento. Voleva prima scoprire chi fosse quella strana ragazza, che gli era sembrata –e continuava a fargli quell’impressione- così fuori posto, lì.
Prima che la corvina potesse rispondere, fu Karin a porre una domanda.
-Piuttosto che ci fai tu qui, sardina?-
-Oltre a salvarti intendi, strega?- niente da fare, non aveva proprio resistito. Vedendo che si arrabbiava, si affrettò ad aggiungere: -Sono passato a salutare... e per vedere Sasuke, pensavo fosse qui. Dov’è?-
A quella domanda, Karin distolse lo sguardo. –Che bella domanda. È venuto qui, mi ha lasciato lei e se n’è andato. Aveva qualcosa da fare, a quanto ho capito.- rivelò amareggiata per non essere stata messa a parte delle intenzioni dell’Uchiha.
-Capisco... sai mica quando torna? O magari lo sai tu?- chiese Suigetsu, voltandosi nuovamente verso Hinata. Sasuke che viaggia con questa ragazzina? La cosa si fa interessante...
-N.. no... non ne ho idea- rispose Hinata, intimidita da quello strano ragazzo. Non riusciva proprio a parlarci senza balbettare.
-Ti terrorizzo così tanto?- ci scherzò lui ridendo. –Una di voi due almeno mi sa dire perché Sasuke ti porta in giro con sé?-
-Lui... si sta prendendo cura di me,- rispose stavolta, con un po’ più di sicurezza, la Hyuuga.
-Ah sì?- questo proprio non è da Sasuke, chissà che è successo...
Lei agitò la testa in basso e in alto un paio di volte, in segno affermativo. Karin alzò gli occhi al cielo. Se lo era chiesta anche lei, il perché. Ma Sasuke non amava spiegare le motivazioni di ciò che faceva, lei lo sapeva bene. E anche Suigetsu.
-Parlando d’altro!- esclamò l’Hozuki rompendo il silenzio che si era formato, e facendo quasi venire un infarto a Karin, -Quando si mangia, Racchia?-


*Angolino Lita*

Sono tornata, finalmente XD Per la vostra felicità (?)
In questo capitolo si parla quasi esclusivamente di Hinata, Karin e Suigetsu -a questo proposito, complimenti ad A r y a che aveva ipotizzato un membro del Team Taka in arrivo!-, con una rapido sguardo su Sasuke XD Nel prossimo vedremo che combinano Kiba e Naruto (senza per questo distoglierci da Sasuke, Hinata e compagnia). 
Finito di anticiparvi ciò, che dire..? Ah, sì. Prima di tutto ringrazio di cuore _Emy_Alaska Youngangelika white A r y a per aver recensito lo scorso capitolo! 
Poi, vi devo chiedere un favore *sguardo supplice* o meglio, due favori. La prima, votare, per un'altra mia fanfiction che nulla ha a che vedere con queste, tra queste due coppie di pairing (?) secondari che devo accennare, non riesco a decidermi >.< 'NaruHina e SaiSaku' o 'NaruSaku e KibaHina'? Voi quali preferite? Grazie a chi mi dirà la sua XD
Poi vi rubo ancora un po' di tempo per dirvi che ho indetto un Contest per il compleanno di Hinata, se vi interessa potete trovarlo qui: 
http://freeforumzone.leonardo.it/d/10758034/Hinata-s-Birthday-Contest/discussione.aspx
Bene, vi ho rubato fin troppo tempo, grazie a chi è stato così paziente da leggere tutto il mio angolino!
Al prossimo capitolo (:

Lita c:
 

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Capitolo 16
*** Spiegami, Sasuke ***


 
-Ma Sakura-chan! Tu devi aiutarci!- implorò Naruto, rivolto alla sua compagna di squadra.
-Dove sta scritto?- chiese ironica lei. Ma perché quei due erano andati a seccarla?
-Dai, Sakura, non farti pregare! Saresti la seconda a dirci di no! Vuoi avere questo rimorso?- tentò Kiba, senza pensare a ciò che diceva.
-La seconda? Quindi io cosa sarei, un ripiego?- sbottò subito Sakura, collegandosi alla frase dell’Inuzuka.
Naruto fulminò con lo sguardo il padrone di Akamaru. Ci mancava solo che la offendessero. –No, Sakura-chan, vedi è che... noi abbiamo pensato...-
-Non mi dire Naruto, adesso voi due pensate anche?- chiese sarcastica la kunoichi dai capelli rosa, ma poi fece segno a entrambi di entrare. Tanto lo sapeva, che non se ne sarebbero andati in nessun caso.
-Allora, che volete?-
~
Arrivato nel giardino antistante la casa di Karin, Sasuke notò subito le tracce dello scontro sostenuto il giorno precedente.
Che diamine è successo qui?? Aveva avvertito la presenza di qualcuno in casa, quindi si affrettò a raggiungerne la porta. Sbirciò dalla finestra, teso, e...
... si rilassò immediatamente, scorgendo Suigetsu tranquillamente sdraiato sul divano a sorseggiare una bibita.
Sollevato, aprì la porta. Nella sua visuale ora, oltre a Suigetsu, c’era Karin, seduta al tavolo della cucina, con le gambe incrociate.
-Ti ho sentito arrivare, Sasuke- disse la ragazza, con un tono quasi di rimprovero.
L’Uchiha non vi badò. –Cos’è successo, mentre non c’ero?- domandò invece.
-Niente, se escludi che io e la ragazzina che mi hai affidato siamo state attaccate, e che sarebbe probabilmente finita male, se non fosse stato per l’anguilla- rispose lei, indicando il divano.
Le sue parole sembravano dire: Se sapevi che ce n’era possibilità, perché cavolo te ne sei andato?!
-Fortuna che c’era Suigetsu, allora- tagliò corto Sasuke, impassibile. Non pensavo si sarebbero mossi così in fretta...
-Ehi, Sasuke! Quella donna ti vuole vedere- esclamò d’un tratto l’Hozuki, giusto per far vedere che era vivo.
Sasuke sembrò scocciato a quell’uscita. –Io non voglio vedere lei. Anzi, portale questo da parte mia- fu il suo commento secco, accompagnato da un ordine e dal lancio di un oggetto verso il divano.
Il ragazzo dagli occhi viola lo afferrò senza problemi. Era il rotolo recuperato da Sasuke e Hinata giorni prima.
-Ah, hai completato la missione, allora non ti sei limitato ad andare in giro a rimorchiare!- esclamò, alzandosi finalmente e riponendo il rotolo nel suo zaino. –Lei però non sarà affatto contenta del tuo rifiuto...-
Lui inarcò un sopracciglio, dopo l’esclamazione iniziale dell’Hozuki. Poi decise di ignorarlo. –Non mi interessa. Hinata?- chiese, rivolgendosi nuovamente a Karin.
-In camera sua... e, Sasuke, la kunoichi che ci ha attaccati è in cantina, legata e privata del chakra- fu la risposta della rossa. Mai che si interessi a me, prima era sempre Itachi, poi Danzo, ora Hinata... sono invisibile o cosa? pensò tra sé amareggiata.
-Bene... Suigetsu, ho un compito per te- disse l’Uchiha. Ad Hinata avrebbe parlato dopo, e si sarebbe dovuto occupare anche della kunoichi nemica.
-Sasuke... sei stato a Konoha?- gli chiese Karin, attraversata da un pensiero improvviso.
-Sì, ma non ti riguarda, Karin- tagliò corto, ora doveva spiegare a Suigetsu cosa voleva da lui.
-È fisicamente impossibile che tu abbia fatto andata e ritorno da qui a Konoha così rapidamente! Devi esserti imbottito di tonici da guerra- insisté lei. Sono una stupida, continuo a preoccuparmi per lui... ma non posso farci niente. Chissà, forse prima o poi si accorgerà di me... pensò poco convinta.
Vedendo che l’Uchiha non accennava a risponderle, gli si avvicinò. –Guarda che troppi fanno male, sei un incosciente! Devi assolutamente riposarti,- gli ordinò.
Sasuke la guardò irritato. –Mi stai dicendo cosa fare, Karin?-
La ragazza resse il suo sguardo. –Sì, Sasuke, ti sto dicendo cosa fare. In qualità di ninja medico- gli rispose, cercando di apparire sicura. La verità era che gli occhi neri del ragazzo le mettevano una soggezione incredibile, ma doveva insistere. Per il bene del ragazzo stesso poi, non per il suo.
-Non ora. E poi sto benissimo, smettila Karin-
- Fa’ come vuoi allora, testardo di un Uchiha- sbottò la rossa, fingendo che non le interessasse poi più di tanto. Non gli aveva mai dimostrato troppo esplicitamente i suoi sentimenti, sebbene dubitasse che non si fosse accorto di cosa provava per lui, e non avrebbe iniziato ora.
Stupido, io mi preoccupo per te e tu... ah, lascia perdere. Tanto, ormai...
~
Da dopo l’attacco, Hinata era continuamente all’erta. Quella volta gli era andata bene grazie all’intervento di quello strano ragazzo, ma se fosse risuccesso?
Il problema, poi, non era solo il cavarsela. Era anche e principalmente un altro: si era sentita inutile contro quella ragazza, e non voleva sentirsi mai più in quel modo. Perché mi danno la caccia? Cosa ho fatto? si era chiesta, ma la risposta le importava fino a un certo punto: quel che voleva davvero, era diventare in grado di difendersi da sola, senza che quel Suigetsu o Sasuke dovessero disturbarsi a proteggerla.
Aveva preso l’abitudine di attivare il Byakugan ogni tanto, circa una volta all’ora, per non farsi sorprendere da qualcun altro. Chissà poi Karin come aveva fatto, ad anticipare l’arrivo di Ryuko... e cosa avrebbero fatto se Karin non lo avesse anticipato. Se possibile sarebbe andata anche peggio di com’era andata in effetti...
Fu così quindi, mentre perlustrava la zona circostante con la sua vista a 360°, che vide Sasuke arrivare. È tornato...
Devo riuscire a farmi dare spiegazioni, non posso più continuare senza sapere niente... voglio sapere che succede, chi è a darmi la caccia, e chi è quel ragazzo biondo! Stabilì tra sé, internamente sicura. Non era certa di come sarebbe sembrata esternamente, ma l’intenzione di farsi valere c’era. E Sasuke era in debito di una spiegazione, quindi aveva anche qualche possibilità di farlo parlare. Speriamo bene...
~
Cenarono in silenzio. Suigetsu era partito un’ora prima, non c’era più bisogno di lui per difendere le ragazze da eventuali attacchi, e soprattutto doveva raggiungere Juugo e avvisarlo del compito che Sasuke voleva svolgessero.
Senza di lui, la casa era piombata in una calma piatta.
Hinata avrebbe voluto parlare e chiedere spiegazioni, ma aveva deciso di farlo dopo cena.
Sasuke non si era preoccupato di dire nulla, la aveva a malapena salutata con un cenno della testa.
Karin non sapeva che dire né ad Hinata né tantomeno all’Uchiha, sapendo bene che, se non avesse iniziato lui la conversazione, le sue domande sarebbero state totalmente inutili. Quindi, come tante altre volte in passato, si era rassegnata a stare zitta.
~
-Proprio non vi sapete rassegnare, voi due, eh?- commentò Sakura ad alta voce.
Non sarebbe riuscita a dirgli di no, già lo sapeva. Quei due erano sinceramente preoccupati per Hinata, e in fondo lo era anche lei. Senza contare che nella storia era entrato in ballo anche Sasuke. E lei non ne aveva saputo niente. Tsunade-sama, perché non mi ha avvisata...?
Sospirò. –Va bene, se scoprirò qualcosa ve lo farò sapere. Ma ora andatevene!- concesse per scacciarli subito dopo. Aveva bisogno di rimanere un po’ da sola.
Sì! Dopo che Hanabi ci ha liquidati con un ‘Non sono affari che vi riguardano, sparite’ mi ero quasi rassegnato, ma forse ora riusciremo a scoprire qualcosa! esultò Kiba tra sé.
Conto su di te Sakura-chan dattebayo! pensò Naruto, per poi riflettere amareggiato poco dopo: Lo fai perché c’entra Sasuke... non è così?
-Togliti quell’aria da cucciolo bastonato, baka! Scopriremo qual è il problema di Hinata e la riporteremo qui!- esclamò Kiba vedendolo rabbuiarsi.
Sì, ha ragione. Ora devo pensare ad Hinata... e a Sasuke.
-Guarda che lo so, stupido! E sarò io a riportare qui Hinata, ‘ttebayo!-
-Certo, come no! Sarò così rapido che non la vedrai nemmeno!-
-Illuditi pure, Kiba!- esclamò, convinto delle proprie capacità.
~
Strinse i pugni, e continuò a ripetersi la stessa frase che aveva in testa da dieci minuti ormai: Posso farcela, posso farcela, posso farcela...
Aprì la bocca per dare, finalmente, voce ai propri dubbi.
-Che hai Hyuuga, ti senti male?- chiese leggermente sarcastico l’Uchiha, precedendola.
Senza darle neanche il tempo di risponderle, continuò a parlare:
-Noi due dobbiamo parlare, vieni in camera mia- le ordinò iniziando a salire le scale.
Ah... be’, va bene anche così. Si disse Hinata, e fece quanto le era stato gentilmente suggerito dal ragazzo.
Karin li osservò salire le scale. Non posso sapere, eh Sasuke? pensò con amarezza. Mai che la mettesse a parte della situazione.
-Allora, riguardo a chi ti sta dando la caccia...-
-Aspetta un attimo, Sasuke... io... scusami, ma vorrei sapere del ragazzo biondo- lo interruppe, con lo sguardo puntato sul pavimento, Hinata.
Il moro rimase interdetto. Quella ragazza ora ardiva anche contraddirlo? Conosceva persone molto più forti e decise di lei che non avrebbero osato tanto. Di certo la normale Hinata non si sarebbe permessa, ma quella decisamente non era lei. Sasuke inclinò un sopracciglio. Non gli piaceva essere interrotto, per di più perché? Per parlare di Naruto.
-Ti interessa più di quel baka che dei tuoi inseguitori?- chiese caricando la voce d’ironia, quasi a voler mascherare l’irritazione.
Hinata tentennò per un attimo, ma si riscosse subito. A questo punto, devo insistere! –No, ma... sento che devo saperlo- pronunciò con voce tremante, ma allo stesso tempo speranzosa.
Lui sospirò seccato. Che ragazza sciocca. –Te lo dirò brevemente, Hyuuga, quindi sta’ attenta: è uno shinobi del nostro stesso Villaggio, nonché tuo grande ed eterno amore, che da parte sua non t’ha mai degnata d’uno sguardo, per quanto ne so- affermò con disprezzo. Quel dobe si è interessato più a me che a lei... a meno che non si siano messi insieme, negli ultimi tre anni. Chissà.
Prima che Hinata, che aveva ascoltato tutto attentamente, arrossendo prima e non sapendo cosa provare poi, potesse dire qualcosa, aggiunse:
-Questo, per come stavano le cose tre anni fa. Non so come si siano messe le cose tra voi poi, né mi interessa- chiarì, considerando chiuso l’argomento Naruto.
-Io.. oh...- fu tutto ciò che riuscì a mormorare lei. Il ragazzo... di cui sono innamorata... Ora, tutto si spiegava. Ecco perché vedeva continuamente il suo volto in sogno. Vorrei... parlargli...
Sasuke non le aveva nemmeno detto come si chiamasse. Ma si era accorta che parlarne lo infastidiva parecchio, era evidente, e decise di lasciar perdere. Meglio non sfidare troppo la fortuna, ormai sapeva che quel ragazzo non aveva tanta pazienza.
-Passiamo a un argomento più serio- riprese Sasuke, ancora leggermente infastidito, e prese a spiegarle cosa volevano da lei quegli uomini.
-Sono solo dei ladri di abilità altrui, e ora hanno puntato lo sguardo sui tuoi occhi. Ma presto non saranno più un problema. Li ucciderò- concluse impassibile. Odiava chi voleva approfittarsi delle abilità degli altri. Più volte, anche quando ancora non aveva tradito Konoha, aveva avuto l’impressione che chi lo guardava non vedesse in lui Sasuke, giovane shinobi, ma Sasuke Uchiha, possessore dello sharingan. Che chi lo guardava valutasse se fosse degno o no del Clan a cui apparteneva. Lo stesso Orochimaru, lo aveva scelto solo per via della sua abilità innata.
Vogliono solo approfittarsi di noi, senza neanche guardarci davvero. Li odio tutti. Odio quel genere di persona. Questi nukenin sono stati sfortunati. Pensò, valutando di trovarli, ucciderli e rimandare Hinata a Konoha.
-No, Sasuke... - disse Hinata flebilmente. Alzò lo sguardo.
L’Uchiha, che non si aspettava certo di essere contraddetto, la guardò, un baluginio sorpreso nello sguardo.
Fissò i suoi occhi neri, nei quali l’irritazione per esser stato contestato era stata cancellata dalla pura sorpresa, in quelli bianchi di lei, in cui si leggevano un groviglio di emozioni differenti.
A Sasuke sembrò di distinguervi paura, rabbia -una creatura così pura poteva provare rabbia, quindi?-, e insicurezza ma, al contempo, decisione.
Quel confronto silenzioso durò solo pochi istanti, poi venne spezzato dalla voce di Hinata. L’intonazione sembrava quasi la stessa di quando si era ribellata ad essere chiamata ‘peso’.
-Ti ringrazio, ma...- deglutì e proseguì, acquisendo sicurezza sempre maggiore man mano che le parole le uscivano di bocca, -tu hai già fatto molto. Questi ninja che mi danno la caccia... io...- si bloccò per un attimo, e respirò profondamente.
-Tu?-
-Io... non voglio che tu, Suigetsu o chiunque altro mi protegga! Voglio difendermi da sola, voglio... esserne in grado- disse, reggendo il suo sguardo.
-Tu... stai rifiutando il mio aiuto perché vuoi pensarci tu?- ripeté Sasuke, leggermente incredulo.
Senza più parlare, Hinata annuì.
-Ne hai di fegato, Hyuuga- ghignò Sasuke. Era rimasto colpito dalle parole della ragazza, anche se non lo avrebbe mai né ammesso né dato a vedere.
Lei lo guardò in attesa. –Mi... mi aiuterai?- chiese timidamente. Non ho nessun diritto di chiederglielo, però... io...
Lui sbuffò, fingendosi seccato dalla richiesta. –Sei una seccatura, Hyuuga...- disse solo, guardandola negli occhi.
Lei sgranò gli occhi. Non si era concessa di sperarci troppo. –È... un sì?- chiese, a conferma dell’impressione affermativa avuta nell’udire la risposta del ragazzo.
-Solo perché voglio quegli uomini morti ma tra noi due sei tu, ad avere un conto in sospeso con loro,- precisò lui distogliendo lo sguardo.
Lo infastidiva la riconoscenza fin troppo visibile negli occhi di Hinata.
Non sai nulla di me, Hyuuga... non immagini neanche che tipo di persona sono...
-Grazie!- esclamò lei, ignara dei pensieri cupi del ragazzo, azzardando un leggero inchino.
Poi uscì dalla stanza, sentendosi un po’ più leggera rispetto a pochi minuti prima. Sì, era in pericolo, ma Sasuke la avrebbe aiutata. Sentiva di potersi fidare. Il moro era un mistero e di sé non le aveva detto nulla se non il nome, ma sentiva di poter credere in lui. Non è una cattiva persona, le suggeriva l’istinto. E una persona senza alcun ricordo, cosa può fare se non fidarsi ciecamente delle proprie sensazioni?

*Angolino Lita*

Ciao a tutti! Prima di tutto, ho recentemente scoperto che posso usare anche per pubblicare il carattere che uso su Word... sono una frana ad accorgermene ora, ma meglio tardi che mai XD Quindi stavolta vi propongo il capitolo scritto in Comic Sans :) Enjoy it! (?)
Poi... il capitolo precedente doveva essere proprio pessimo, solo una recensione XD. Scherzi a parte, capisco che non abbiate tempo, e l'altro capitolo non convinceva troppo neanche me ;)
A questo punto, un grazie di cuore ad angelika white per aver recensito è d'obbligo! :D
Passando invece al capitolo... è più lungo degli altri, neanche di poco, ma forse avrei dovuto inserire anche un altro pezzo. Ovvero, basta temporeggiare, voglio passare al sodo XD. Quindi nel prossimo ci sarà uno brevissimo spezzone immediatamente successivo a ciò che succede qui, poi un veloce riassunto (forse.) di cosa combinano Kiba e Naruto in un mese, perché sì, finalmente il salto temporale che vi avevo annunciato ci sarà! Contenti? Io personalmente non aspettavo altro che arrivare a questo punto (:
Spero di sentirvi, anche un commento veloce mi farebbe piacere, se proprio non avete tempo pazienza (: 
Ciao, a presto!

Lita

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Capitolo 17
*** Un mese dopo ***


Il giorno dopo, Sasuke partì con Hinata. Karin rimase lì, con Ryuko in custodia. Doveva cercare di farsi dire il più possibile sull’organizzazione sulle tracce dell’erede del Clan Hyuuga, mentre Suigetsu avrebbe raggiunto Juugo; loro due dovevano svolgere indagini sui membri, se li incontravano dovevano eliminarli, e ovviamente erano tenuti a comunicare a Sasuke tutto ciò che scoprivano. ~
-Pronta, Hyuuga?- chiese retorico Sasuke, avvicinandosi alla ragazza.
Teneva in mano qualcosa, e la invitò a prenderlo. Lei lo fece e, vedendo cos’era successo, lui sorrise.
-Il tuo Clan è accecato dall’orgoglio,- commentò, e iniziò a spiegarle cosa doveva fare.
~ 29 giorni dopo ~
Sorrise, senza nascondere la soddisfazione.
-Così va bene... devo insegnarti solo un’ultima tecnica, Hinata- le comunicò. Aveva ragionato molto sull’insegnargliela o meno, e alla fine si era deciso per il farlo. Al limite, non le sarebbe servita. Mettergliela a disposizione non gli costava nulla, no?
La Hyuuga si fece attenta. Era riuscita a perfezionare la tecnica e l’allenamento con Sasuke in meno di un mese; era fiera di sé stessa, e sicura di riuscire ad affrontare anche questa nuova sfida, seppur stupita: non si aspettava che il ragazzo avesse un’altra tecnica da illustrarle; non ne aveva mai accennato prima. –Dimmi,- disse, concentrata.
~ 2 giorni dopo ~
-Agitata?-
Quella semplice domanda, pronunciata quasi distrattamente da Sasuke mentre correvano, la riscosse dai suoi pensieri. Ormai era passato più di un mese e, nonostante gli enormi passi avanti compiuti con l’allenamento, la sua memoria non era avanzata di molto. Non ricordava ancora quasi nulla. È strano avere 19 anni quando i tuoi ricordi più vividi risalgono a cinque settimane prima... Scosse comunque la testa in direzione del moro, per non farlo preoccupare – non che effettivamente ce ne fosse rischio. Tra loro due si era instaurato un bel rapporto in quel lasso di tempo, ma Hinata non riusciva davvero a immaginarsi Sasuke preoccupato, non lo aveva mai visto per nulla, tantomeno riusciva a vederlo preoccupato per lei.
Lui annuì, e continuò a correre. Secondo le informazioni inviategli da Suigetsu, chi stava dando la caccia a Hinata il giorno dopo si sarebbe trovato in una zona isolata e semidesertica nei pressi di Suna, anche se non era riuscito a scoprirne il motivo. Non erano più stati attaccati in quel mese, e forse questa era una trappola. Ma anche se lo fosse stata, si sarebbe ritorta contro chi l’aveva tesa.
~
-Sbrigati Sakura-chan!-
-Piuttosto rallenta tu, baka! Vai troppo veloce!- si lamentò Sakura, che stentava a tenere il ritmo del biondo compagno di squadra.
Lui la sentì appena. Dopo un mese, finalmente avevano avuto notizie di Hinata. Sasuke aveva inviato un criptico messaggio in cui accennava ad aver distrutto quasi del tutto la banda che aveva puntato il byakugan, e in cui indicava una data e un luogo. Tsunade aveva mandato lui, Sakura, Kiba, Shino e Hanabi a recuperare Hinata, ritenendo che non ci fosse più il bisogno di tenerla lontana dal Villaggio.
Ed ora Naruto, dopo un mese in cui si era tormentato nell’impossibilità di fare qualcosa per Hinata, non sapendo neanche dove fosse, appena saputa la notizia si era fatto euforico e, corso a chiamare Sakura e gli altri, non aveva aspettato un secondo di più per precipitarsi fuori dal Villaggio. Una reazione simile la avevano avuta Kiba e, anche se si era finta quasi indifferente, Hanabi. Finalmente tornerai a Konoha, ‘ttebayo! Aspettami! E riporterò anche te, Sas’kè! Lui e Kiba erano riusciti infine a scoprire che Hinata era stata allontanata perché c’erano dei nukenin che puntavano alla sua abilità innata, ma Tsunade e Shikamaru avevano religiosamente tenuto segreta la totale perdita dei ricordi di Hinata. Una parte di loro ancora si chiedeva se l’Uchiha, nel dar loro quell’informazione, fosse stato serio o se scherzasse.
-Sei lento, Shino!- esclamò Kiba, irritato perché Naruto lo aveva superato. Non gli avrebbe permesso di accorrere in aiuto di Hinata prima di lui.
Sakura sospirò. Se è questa l’atmosfera della squadra... ma in fondo è un bene; noi cinque siamo tutti accomunati dalla forte volontà di riportare tra noi Hinata, chi più chi meno, tutti le vogliamo un gran bene.
~
-Non tollererò un fallimento, Hojiro- sibilò l’uomo, nascosto nell’ombra di un albero.
-Lo so, capo. Abbiamo già perso troppi uomini, ma io non fallirò- replicò sicuro quello chiamato Hojiro.
-Sarà meglio per te. Oltre a noi due sono rimasti solo altri tre in vita, nessuno particolarmente forte, mentre di Ryuko non abbiamo notizie da un mese; se tu, fallendo, riuscissi a sopravvivere, rimpiangerai di non essere morto-.
Dritto al punto, come sempre, senza abbellimenti. Lo rispetto anche per questo. –Non fallirò, la piccola Hyuuga non avrà speranze contro i miei jutsu. E so da fonti certe che sta venendo dritta nella trappola- affermò con un mezzo ghigno. L’unica cosa che gli impediva di bearsi di quello che riteneva un successo imminente era la pietosa situazione della banda.
In meno di un mese gli appartenenti erano stati quasi decimati, senza che nessuno riuscisse a opporre una gran resistenza. Il loro declino era iniziato con la scomparsa di Ryuko. Prima di sparire aveva detto di aver rintracciato, grazie ai suoi uccelli, l’obiettivo: possibile che li avesse traditi e venduto informazioni su di loro in cambio di soldi o dell’immunità? O che la avessero catturata e costretta a parlare? In quel caso, non riusciva proprio a immaginare chi. Di chi effettuava gli attacchi contro di loro non si sapeva niente, se non che dovevano essere degli shinobi eccezionali; si vociferava che fossero solo in due e che possedessero delle abilità incredibili, ma non riteneva vere quelle che erano, appunto, solo voci. Ciò che gli dava più fastidio di tutta la situazione era il non sapere perché li stessero attaccando: non sembrava l’opera di Jonin al servizio di un Villaggio, e loro non si erano mai intromessi negli affari delle altre bande. Chi poteva avere qualcosa contro di loro?
Mise via quei pensieri: era arrivato nel luogo prestabilito. Aveva detto in giro che sarebbe stato lì, tenendo sul vago la motivazione: forse come trappola era fin troppo ovvia, ma la Hyuuga sembrava aver abboccato. Quasi gli dispiaceva per lei. Individuò la grotta che usava sempre quando capitava in quella zona e si coricò; il giorno dopo avrebbe avuto bisogno di tutto il chakra, non poteva davvero permettersi di fallire. Non che avesse dubbi in merito alla sua vittoria, ma perché rischiare?
~
Hinata si diresse a passo deciso in mezzo allo spiazzo desertico. Apparentemente non c’era nessuno; poco male, avrebbe usato la sua abilità per rintracciare il nemico, se davvero era lì.    ~
-La vedo, è pochi metri avanti a noi, ci siamo!- esclamò Hanabi, riuscendo a stento a trattenere l’emozione provata nel rivedere sua sorella. Pochi passi e la avrebbero raggiunta.
-Finalmente, arriviamo Hinata dattebayo!- Naruto, arrivato ormai in vista dello spiazzo, individuò facilmente la figura solitaria di Hinata. All’improvviso scorse anche una figura venir fuori poco davanti alla ragazza.
-Fuuton: Gaisaru!-
Un getto d’aria calda spirò all’improvviso da sotto Hinata, che fu sbalzata in aria sotto gli occhi stupiti, e in seguito furiosi, di Naruto. Fece per slanciarsi in suo aiuto, quando un braccio gli si parò davanti a bloccarlo.
-Sta’ fermo dobe, deve affrontarlo da sola. Non è più l’Hinata che conosci tu: lei è forte-
Sasuke?! Sorpreso, Naruto non ribattè subito, perché si distrasse a fissare Hinata. Dopo essere caduta, si era rialzata, e al ragazzo sembrò di vederla sfolgorante sotto il sole. Provò un irrazionale moto di paura.
Hinata... è forte? Che intendi, Sas’ké?


*Angolino Lita*

Ehm... ciao? Non linciatemi, sono in ritardo D: Enorme ritardo. Lo so. Ho avuto una marea di impegni causa scuola, anche se temo sia la scusa più vecchia del mondo, ma è sempre vera purtroppo D: Gran parte del capitolo lo ho scritto stasera. Spero di essere riuscita a trasmettere ciò che volevo trasmettere (: (Ma come parlo? >.<") 
Allora, che dite? Che succederà nel prossimmo capitolo? Naruto spezzerà il braccio a Sasuke per correre da Hinata? (Ci provasse, capisco le intenzioni, ma se tocca Sasuke è morto è.è) (Sì, sono molto parziale XD)
Piccolissima nota: La tecnica di Hojiro, 'Gaisaru', è una specie di traslitterazione improvvisata secondo un'ipotetica pronuncia giapponese di 'Geyser', anche se qui il getto non è di acqua bollente, ma d'aria calda. Riuscirà Hinata a farsi valere? Vedremo XD Grazie a tutti voi che leggete, se mi dite cosa ve ne sembra della storia mi farete davvero contenta, visto che siamo  in tema, sarebbe un bellissimo regalo di Natale XD Se non ce la fate fa niente :) 
Con le vacanze cercherò di velocizzare la stesura, quindi dovrei riuscire ad aggiornare presto :)
Alla prossima!

Lita C:

P.S.
Insomma ho tanta fantasia per i titoli... 'Un mese dopo' >.<" Avevo pensato a finalmente, ma boh... voi avete idee? *sfruttatrice mod: on*

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Capitolo 18
*** Scontro: Hinata VS Hojiro! ***


-Sei ancora in piedi dopo il mio attacco. Notevole, ti credevo più debole, Hyuuga. Tanto peggio per te- commentò arrogantemente Hojiro. Aveva creduto che quell’attacco bastasse per metterla fuori gioco, ma la sua avversaria si era dimostrata meno debole di quanto si aspettasse. Peggio per lei, aveva altre tecniche, ben più temibili. Il getto d’aria calda era solo il prologo di quello scontro.
-Perché mi stai attaccando?- chiese Hinata senza guardarlo in faccia.
Quella domanda lo spiazzò. –Eh? Che ti importa perché lo faccio?- chiese ghignando. Cos’era, un tentativo di perdere tempo?
-Lo fai solo per i miei occhi? Vuoi più potere?- continuò lei, alzando il tono ad ogni parola. Era furiosa. Che uomo spregevole... disposto a prendersi le vite degli altri solo per accrescere la sua forza.
-Anche se fosse?- Fuuton: Kaze no buredo! Hojiro mosse rapidamente le mani, e delle lame di vento si diressero verso la Hyuuga, che tese le mani avanti, per tagliarle con il suo chakra.
-Non ci riuscirà, il chakra del vento è troppo forte per essere spezzato così!- esclamò Naruto, anche lui affine all’elemento vento.
-Taci, dobe- replicò Sasuke, sorridendo nel vedere le lame venir spezzate dai rapidi movimenti di Hinata. Naruto non credeva ai suoi occhi.
Come hai fatto, Hinata...?!
Ignara della presenza del biondo e senza che gli occhi di Sasuke fissi su di lei a seguirne i movimenti la infastidissero, Hinata si avvicinò al suo avversario.
Hojiro non riusciva a capacitarsi di ciò che era successo, quella era una delle sue tecniche migliori. Nessuno era mai riuscito a bloccarla, prima.
Nonostante questo, si riprese in fretta dallo stupore. Ghignò. –Sembra che tu sia davvero in gamba, ragazzina, ma come reagirai a questo?- la provocò, e compose velocemente dei sigilli con le mani. Una forte corrente di vento iniziò a soffiare intorno a lui, sempre più velocemente, rinchiudendolo in un cerchio impenetrabile. Se lui si muoveva, i confini del cerchio si spostavano insieme a lui; chiunque avesse tentato di attaccarlo, sarebbe stato ridotto in pezzi dalle raffiche.
-Allora Hyuuga, che pensi di fare ora?- Quella era la sua tecnica più potente, una difesa assoluta che, secondo lui, nulla invidiava a quella con la sabbia del Kazekage.
Vai, Hinata. Sembra che tu sia stata fortunata, pensò Sasuke sorridendo tra sé.
-Togliti di mezzo Uchiha- ordinò Kiba guardandolo truce. Lì sotto c’era la sua compagna, non la avrebbe lasciata a battersi da sola!
-Sta’ al tuo posto, Inuzuka. Pensi davvero di poter fare qualcosa contro un avversario di quel livello? Guarda e taci- fu la fredda risposta.
Kiba strinse i pugni. Quell’avversario gli era superiore per tecniche e se ne era accorto, ma questo non significava che Hinata dovesse affrontarlo da sola. Insieme avrebbero potuto sconfiggerlo, se lo sentiva.
Hanabi aveva osservato per tutto il tempo il combattimento con il suo Byakugan, in silenzio. – Uchiha... le hai insegnato...-
Lui le rivolse un’occhiata divertita. –Le ho insegnato ciò che voi Hyuuga siete troppo orgogliosi per apprendere-
L’adolescente non rispose. Continuò a focalizzarsi su Hinata, incredula.
Anche Shino era rimasto in silenzio, e a differenza di Kiba, sembrava aver recepito il messaggio. Hinata poteva farcela anche da sola.
Sakura era rimasta indietro, e raggiunse solo in quel momento i compagni. Rimase pietrificata sul posto. Davanti a lei c’erano Hanabi, Shino, Kiba e Naruto... che veniva trattenuto da un alto ragazzo dai capelli neri.
Sasuke... Ma il ragazzo, da parte sua, non la degnò di uno sguardo.
~•~ 2 settimane prima ~•~
-Bene Hyuuga, hai capito come fare. Ora dobbiamo trovarti una tecnica... idee?-
Lei fissò i suoi occhi su di lui. –No, io non...- si interruppe, mentre uno dei sogni che aveva fatto, quello che più la aveva agitata, le ritornava in mente. –Una tecnica che ricordo ci sarebbe, ma... non so come usarla- mormorò. Quella tecnica poteva essere utile? Nei suoi ricordi non le era servita a molto...
Sasuke annuì. –Ora stai ferma e guardami negli occhi- ordinò attivando lo sharingan.
Lei si irrigidì impercettibilmente nel vedere il suo occhio diventare una macchia rossa chiazzata da dei punti neri, ma rimase immobile.
Sasuke usò la sua abilità innata per accedere ai suoi ricordi, e non tardò a trovare ciò che cercava, erano davvero pochi. E quel dobe, nonostante ciò, è dappertutto...
-Mh. Una tecnica niente male, ma la miglioreremo- le disse in tono incolore, facendole segno di alzarsi.
Lei eseguì. –Cosa devo fare?-
~•~
È arrivato il momento di usare quella tecnica...
Hinata fece un respiro profondo e si concentrò, eliminando qualsiasi pensiero che potesse distrarla dalla sua mente. In casi come quello, la mancanza di ricordi poteva essere utile.
Tese le braccia davanti a sé, e richiamò il chakra, concentrandolo nelle mani.
Presto il chakra accumulato assunse una forma simile al capo di un leone. Hojiro, notando l’enorme quantità di chakra concentrato nelle mani della ragazza, iniziò ad avvicinarlesi. Aveva abbastanza esperienza per riconoscere una tecnica potenzialmente letale, cosa che quella era sicuramente, ma non si preoccupò. Un chakra normale, per quanto fosse potente, non aveva speranze di infrangere la sua barriera di vento.
Avrebbe potuto facilmente ridurla in polvere, pensò. Peccato doverla catturare viva, ma non posso rischiare di rovinare quegli occhi, o sarà stato tutto inutile...
Le teste dei leoni si erano intanto stabilizzate, ma Hinata era ancora a occhi chiusi, concentrata.
Il palmo gentile dei leoni gemelli... pensò Naruto riconoscendo la tecnica. Aveva visto la corvina usarla una volta, quando era intervenuta per salvarlo da Pain. Il leader dell’Akatsuki la aveva sconfitta facilmente, ma l’avversario che aveva davanti ora non era certo così forte. Però non era ugualmente certo che quella tecnica bastasse ad infrangere quella barriera. –Sasuke, tu pensi che quella tecnica basti- l’Uchiha lo interruppe bruscamente.
-Per l’ennesima volta, dobe: Taci- gli intimò guardandolo con fermezza.
Naruto non si faceva certo spaventare da così poco, però in quegli occhi scuri gli sembrava di vedere certezza. E se Sasuke era così certo delle possibilità di Hinata, un motivo ci doveva essere. E va bene, Teme. Ma se le cose si mettono male, puoi anche provare a fermarmi, interverrò.
Non la ho mai vista così sicura di sé... pensò Kiba osservando stupito Hinata. Sembrava davvero emanare sicurezza da ogni suo movimento. Che ti è successo, Hinata?
La... la hai allenata tu, Sasuke? si chiese Sakura. Abbattuta per essere stata totalmente ignorata dal ragazzo, come d’altronde tutti eccetto Naruto e Kiba in seguito al suo intervento, si era infine avvicinata agli altri per assistere allo scontro della Hyuuga. Non poteva lasciarsi abbattere solo perché l’Uchiha non le aveva rivolto la parola. Doveva pensare alla missione... A Sasuke, avrebbe pensato dopo essersi assicurata la salvezza di Hinata. E osservando lo scontro, pensò che la ragazza non aveva speranze di infrangere la tecnica dell’avversario.
È un calcolo semplice, Chakra non modificato non può vincere contro Chakra modificato... Se Hinata prova ad attaccarlo ora, rischia di perdere la mano...!
A distoglierla da quella riflessione fu proprio la voce di Sasuke. –Non fare quella faccia sfiduciata, Sakura. Hinata ce la farà-
Lei lo guardò stupita. Da dove gli arrivava tutta quella sicurezza? Ce la farà? Come, Sasuke?
Finalmente, Hinata aprì gli occhi. I suoi leoni erano diversi da poco prima. Sotto lo sguardo incredulo di Hojiro e dei ninja di Konoha, i suoi palmi... ardevano. Mentre correva verso il nemico, pronta a colpirlo e ad annullare, finalmente, la barriera di vento, urlò:
- Katon: Juuho Soshiken!
Al tocco del suo palmo, le raffiche non fecero che alimentare il fuoco, e lei colpì l’uomo che si era illuso d’essere intoccabile, annullando la tecnica e facendolo atterrare diversi metri più in là. Aveva vinto.

*Angolino Lita* 

Ed eccomi, un po' in ritardo per Natale ma pazienza XD, con il nuovo capitolo! Avevo pensato di tagliare lo scontro... ma alla fine ho deciso di non dilungarmici troppo e ve lo posto per intero (: Spero di non aver fatto un casino >.< Descrivere combattimenti non è semplice .-. 
Come sempre, spero che il capitolo vi sia piaciuto! 
Grazie mille a tutti quelli che hanno messo tra le seguite/ricordate/preferite, e un ringraziamente speciale ad _Emy_, che ha recensito lo scorso capitolo <3
Se mi lasciate un commento mi fate un bel regalo XD (A Natale sono tutti più buoni! (?)) 
A presto :) 


Lita

P.S.
Ve lo aspettavate che la novità fosse questa, la modifica del chakra, e che Hinata avesse un'affinità col fuoco? Penso di sì perché lo ho reso quasi ovvio in alcuni punti XD 

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Capitolo 19
*** Naruto-kun ***


-E ora che facciamo?!- esclamò una figura nell’ombra, rivolto ai suoi due compagni. Con la sconfitta di Hojiro, loro tre, eccettuando il Capo, erano tutto ciò che rimaneva della loro organizzazione.
Uno dei due a cui aveva chiesto prese in mano la situazione. –Proviamo ad attaccarla approfittando della sua distrazione, o siamo finiti!- disse a bassa voce, e scattò in avanti.
Hinata, dopo aver controllato lo stato del suo avversario ed aver constatato, un po’ inquieta, che era morto –Sasuke la aveva avvisata, che quella tecnica era letale- si era rilassata, aveva disattivato il Byakugan e si era voltata dove supponeva si trovasse il moro.
Pochi secondi dopo, si stupì nel vederlo correrle incontro, così come un altro ragazzo. Si muovevano entrambi troppo velocemente perché potesse distinguerli bene, però. Poco dietro di loro, vide una terza figura.
La raggiunsero in pochissimo, e la superarono; Sasuke andò alla sua destra, il secondo alla sua sinistra, e l’ultimo la saltò direttamente. Senza capire, si voltò.
- Rasengan! –
- Tsuuga! –
Ho fatto male ad abbassare la guardia così in fretta, sono una sciocca... Tre ninja si erano precipitati su di lei, per coglierla di sorpresa; ma nessuno di loro aveva fatto una bella fine: uno era stato infilzato dalla Kusanagi dell’Uchiha, gli altri due erano stati stesi dalle tecniche degli altri due ragazzi, dei quali non aveva ancora potuto osservare bene il volto.
Subito dopo, riposta la katana nel fodero, il ragazzo con cui si era allenata in quel mese le fu accanto.
-I tuoi compagni sono qui... Addio, Hinata- mormorò, poi si scostò. Prima di andarsene, però, le disse ancora: -Ricorda la tecnica che ti ho insegnato-, quindi sparì.
Finalmente, si mise ad osservare i suoi due soccorritori. Quello che la aveva sorpassata saltando la guardava serio. –Ehi, Hinata! Non dici niente?-
Mi conoscono... Quel volto, in effetti, le era familiare. Ma non riusciva proprio a ricordarsi di quel ragazzo. –Mi dispiace, io...-
-Che hai Hinata? Non stai male, vero dattebayo?-
La sua attenzione fu attirata dal secondo ragazzo. Si voltò verso di lui, agitata. Le sembrava di conoscere quella voce.
Riconobbe subito il suo volto, era il biondo che ricorreva tanto spesso nei suoi sogni. Ed ora era lì, a pochi passi da lei, che la fissava con un’espressione leggermente preoccupata. Improvvisamente, sentì una voce dentro la sua testa.
-N.. Naruto-kun...- mormorò, stupendo sé stessa per prima. Poi svenne.
Kiba fu lesto a prenderla prima che cadesse a terra. –Hinata, ehi, Hinata! Cos’hai? Riesci a sentirmi?-
Naruto si avvicinò, preoccupato. Ha pronunciato il mio nome e subito dopo è svenuta... ma perché?! si chiese.
In quel momento, vennero raggiunti da Hanabi, Shino e Sakura.
-Che succede?- chiese subito la giovane Hyuuga, avvicinandosi alla sorella. Sembrava star bene, per fortuna. Ancora stentava a credere a ciò che le aveva visto fare. Sei davvero cambiata in questo mese, oneechan...
Shino rimase a distanza di qualche passo, limitandosi ad osservare.
Sakura, invece, scostò Naruto ed Hanabi per controllare le condizioni della kunoichi.
-Cos’ha Hinata, Sakura-chan?-
-Cos’è successo prima che arrivassimo noi tre?- l’allieva di Tsunade rispose al biondo con un’altra domanda.
-Niente... Sasuke se n’è andato, e lei sembrava confusa, poi ha detto il mio nome ed è svenuta,- spiegò concisamente Naruto. Non riusciva a capire.
Allora... sembra che ciò che mi ha riferito Tsunade-sama sia vero... Sasuke non scherzava, quella sera.
La ragazza dai capelli rosa sospirò. –Ascoltatemi, tutti... c’è una cosa che devo dirvi. Un mese fa, Sasuke è venuto a Konoha- nonostante tutte le occhiate stupite che le furono rivolte a questo punto, proseguì, -e alla fine, subito prima di andarsene... ha accennato ad una perdita di memoria da parte di Hinata. Tsunade-sama mi ha detto che non era certa della verità di quest’affermazione, e di non divulgare la notizia, però... se è così, forse Hinata, vedendo Naruto, ha recuperato una parte della sua memoria ed è crollata... se fosse così, avrebbe contribuito molto anche lo sforzo fisico che ha appena affrontato- spiegò, tutto d’un fiato. Quella, ovviamente, era solo una sua teoria, però le sembrava abbastanza plausibile.
-Hinata... ha perso la memoria?!- esclamò Naruto, incredulo, dando voce al pensiero di tutti.
-Perché io e mio padre non siamo stati avvertiti?- sibilò Hanabi. Era inammissibili che, per quanto incerta fosse la fonte, lei e Hiashi non fossero stati messi a conoscenza di una simile possibilità... a meno che... le venne un sospetto. Prima ancora che Sakura aprisse bocca per risponderle, continuò: -Mio padre... sapeva?- chiese, con gli occhi bassi, piena di rabbia. Non le serviva neanche vedere la kunoichi rosa annuire a conferma della sua ipotesi, ormai ne era certa. Aveva avuto l’impressione che le stesse nascondendo qualcosa, in quel mese, ma non avrebbe mai immaginato che fosse qualcosa di così importante. Perché non me l’hai detto, padre...
-Tu lo sapevi, Sakura... e non ci hai detto niente!- sbottò alla fine Kiba.
-Se non lo ha fatto è perché non poteva disobbedire agli ordini dell’Hokage. Calmati, Kiba. E anche tu, Naruto- intervenne Shino, apparentemente calmo nonostante ciò che aveva appena appreso.
-Sakura-chan... come avete potuto, tu e Tsunade-baa...-
-Naruto, mi dispiace, ma era necessario, non eravamo neanche sicuri che fosse vero... e non lo siamo neanche ora, Hinata può essere svenuta per altri motivi- disse Sakura, cercando di riacquistare sicurezza.
Lo sapeva, che dicendoglielo avrebbero reagito in quel modo. Ma non poteva farci nulla.
~
-La hai allenata per un mese,- iniziò con tono divertito, -ed ora la lasci andare così? Sul serio, Sasuke? Lasci che torni a Konoha come se niente fosse?-
-Taci, Suigetsu. Ciò che faccio non ti riguarda, e non vedo perché dovrei tenerla ancora con me- replicò Sasuke, irritato sia dal contenuto della frase dello spadaccino sia dal tono che aveva usato.
-Certo che mi riguarda, non sei tu che sei andato in giro per un mese a cercare più informazioni possibili sull’organizzazione che la cercava,- continuò l’Hozuki, poi indicò Juugo: -con lui, per di più! Hai idea di cosa significhi passare un mese con lui come unica compagnia? Senza offesa, Juugo-.
Juugo continuò a camminare senza reagire in alcun modo. Temeva però che Sasuke finisse per arrabbiarsi sul serio, se Suigetsu continuava così.
-Te l’ho già detto, Suigetsu: taci-
L’Hozuki, dopo questo secondo richiamo, sbuffò sonoramente.
-D’accordo, allora la lasci andare; ma dimmi una cosa, che farai ora? Tornerai ad isolarti?- chiese, con un tono stranamente serio.
-Che te ne importa, Suigetsu?- chiese seccato lui. Ma perché non si limitava a lasciarlo in pace? Ciò che faceva era affar suo, e di nessun altro.
-Apri gli occhi, Sasuke! Perché pensi che io, Karin e Juugo siamo sempre stati disposti ad aiutarti, in tutti questi anni? Nonostante lei abbia capito che tu non la ami né l’amerai mai, e Juugo ormai riesca a controllare i suoi istinti omicidi quasi perfettamente? Siamo preoccupati per te- sbottò il mezzo pesce, stufo. Ironico che un possessore dello sharingan fosse così cieco, per ciò che riguardava i sentimenti di chi gli stava intorno. La verità era che, anche se non gli era mai piaciuto ammetterlo, anche lui aveva finito per affezionarsi a Sasuke, con tutto quel che avevano passato insieme come Team Taka. E gli era dispiaciuto vederlo isolarsi dopo la guerra, perché più che vivere gli sembrava che ormai l’Uchiha si limitasse a sopravvivere passivamente.
-Non ne avete ragione- disse Sasuke, ostentando sicurezza. Perché doveva farsi fare la predica da uno come Suigetsu?! Quella situazione non aveva alcun senso.
-Sì invece. Dalla fine della guerra ti sei limitato a sopravvivere, tirando avanti senza nessuno scopo. In questo periodo passato con Hinata, però, mi era sembrato di vederti tornare a vivere davvero. Hai intenzione di precipitare nuovamente nell’apatia, ora che se n’è andata?- Non era da lui essere così serio, ma ce n’era davvero bisogno, in quel momento. Quasi non riusciva a credere di essere riuscito a iniziare il discorso. Meglio approfittarne, chissà che non riuscisse a far mettere la testa a posto a Sasuke, finalmente.
L’Uchiha non rispose, e velocizzò il passo, superandoli. Juugo sospirò.
Ciò che lo aveva più infastidito del discorso di Suigetsu, era il sapere, dentro di sé, che l’Hozuki aveva perfettamente ragione.
~
Shino, Ino, Choji, Ten Ten, Rock Lee, Sai, Kiba e Naruto erano ammassati fuori da una stanza d’ospedale, con Sakura che faticava a tenerli fuori. Dentro, con Hinata ancora priva di sensi, c’era solo Tsunade.
Dove sono? È... comodo... pensò la corvina, svegliandosi, prima di aprire gli occhi. Non appena li schiuse, un raggio di sole la accecò.
Tsunade, notandolo, si affrettò a tirare le tende.
-Come ti senti, Hinata?-
Sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di inquadrare la donna che le aveva rivolto la parola, chiamandola per nome. Aveva qualcosa di familiare, ma non riusciva a ricordarsene.
-Io... bene, ma... come ci sono finita qui?- chiese, mentre i ricordi degli ultimi secondi in cui era stata cosciente le si affollavano nella testa. Sasuke se n’era andato, lei era rimasta con un familiare ragazzo dai capelli castani e con...
-Naruto-kun...- mormorò, ricordandosene. Vedendolo, quel nome, con tanto di suffisso, le era affiorato alla mente, portando con sé alcuni ricordi.
Mentre era priva di sensi, questi frammenti del suo passato le si erano presentati sottoforma di sogni, anche se non se n’era ricordata subito, appena sveglia. Ora però aveva fatto mente locale, e iniziava a ricordarsene qualcosa. Quell’affollarsi di immagini e sensazioni ormai passate la confuse molto.
L’Hokage la stava fissando preoccupata. –Così ti ricordi di Naruto... sai chi sono io, Hinata?- le chiese.
-Mi dispiace, lei mi è familiare ma... non la ricordo- disse un po’ imbarazzata, ma senza balbettare nemmeno una volta, come forse la vecchia Hinata avrebbe fatto.
-Capisco, non ti preoccupare. Naruto è qui fuori- disse allora la donna, con un tono tranquillo che usava quando voleva tranquillizzare il paziente.
Naruto-kun... è qui fuori?! elaborò Hinata, arrossendo. Si sentiva un po’ sciocca nell’emozionarsi così al solo pensiero del ragazzo, ma non poteva farne a meno. Aveva desiderato parlargli così tante volte, mentre non ricordava nulla. –Io... potrei parlarci?- chiese alla donna di cui non ricordava né il nome né il ruolo. Supponeva che fosse una dottoressa, o qualcosa del genere.
-D’accordo, lo faccio entrare- concesse Tsunade, sperando che il biondo aiutasse Hinata a ricordare. Sembrava aver avuto già un qualche effetto, anche se la kunoichi le era sembrata molto confusa e spaesata.
Spalancò la porta. Sakura si affrettò a spostarsi, per farla passare.
-Tsunade-sama, come sta Hinata?-
-Si è svegliata. Vuole parlare con te, Naruto- disse Tsunade, facendo segno a Naruto di entrare. Dopo che il biondo fu entrato, richiuse la porta e disse a Sakura che Hinata aveva bisogno di riposare e quindi, dopo che Naruto fosse uscito, di non far entrare nessun altro. La kunoichi dai capelli rosa annuì. Kiba fissava la porta con astio. Perché Hinata aveva voluto parlare con Naruto... e non con lui?!
-Ciao, Hinata- la salutò, sedendosi su una sedia posta vicino al letto.

*Angolino Lita*

Ciao! Buon ultimo dell'anno :) Vi regalo questo capitolo, anche se non mi convince troppo >-< Intanto, Suigetsu temo sia OOC. Che dite, lo è tanto? Nello scontro con Killer Bee si sacrifica per Sasuke, Juugo e Karin, quindi ho voluto credere che anche lui possa essere serio, se vuole. Non vuole mai, ma questi sono dettagli XD E ho scelto lui per far fare i conti con sè stesso a Sasuke. Riuscirà l'Uchiha a trovare uno scopo nella vita, anche senza Hinata? O sprofonderà nell'apatia? (Ve lo dico, aprirà un centro allenamento ninja alle prime armi X'D). 
Va bene, lasciamo perdere. Tanto non sono quasi mai convinta di ciò che scrivo. Questo capitolo è più lungo degli altri, ma ho voluto mettere il risveglio di Hinata a Konoha. Cosa succederà ora tra lei e Naruto? La sua memoria comincia, finalmente, a tornare! Fatemi sapere le vostre ipotesi, sono curiosa ** E non ho uno schema troppo preciso neanch'io, quindi magari trovo spunto dalle vostre idee XD. 
Infine... il prossimo capitolo (credo, non l'ho ancora scritto XP) sarà dedicato ai fan del NaruHina ;)
Grazie a tutti voi che seguite, che avete letto fino a qui, e grazie di cuore a _Emy_, che ha recensito gli scorsi capitoli :) 
A presto (spero),

Lita C:

 

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Capitolo 20
*** Scambio d'informazioni ***


Attenzione: come ho messo negli avvertimenti e avvisato nell'introduzione, questo capitolo contiene Spoiler per chi non avesse letto il volume 64, il capitolo 614, abbastanza nel dettaglio. 

-Naruto... kun... mi ricordo di te...- mormorò lei, più rivolta a sé stessa che a lui. Visionò mentalmente alcuni spezzoni del suo passato; lentamente, stava prendendo coscienza dei frammenti portati a galla dal biondo.
Lui le sorrise. –Cosa ricordi, Hinata?-
Cercò di focalizzarsi su qualche evento preciso. –Sono un po’ confusa... da piccoli... tu mi hai difesa, vero? E... dopo, mi hai incoraggiata... contro... un ragazzo moro...- Chi è? N.. Neji? Che sia questo il suo nome? –Neji?- domandò ad alta voce.
-Sì, si chiamava così...- rispose triste Naruto, senza guardarla negli occhi.
Si chiamava? Inquadrò meglio il volto del ragazzo, dentro di sé... e lo riconobbe. Lo aveva già visto, in sogno, la notte del secondo giorno dal suo risveglio. Si somigliavano, notò. E improvvisamente, capì perché il biondo aveva usato l’imperfetto, e perché la prima volta che aveva sognato Neji aveva provato una sensazione di vuoto.
Caos. Era in mezzo a un campo di battaglia, migliaia di persone intorno a lei. Il ragazzo biondo, Naruto, era leggermente distante dagli altri.
All’improvviso, dei pali appuntiti si diressero verso di lui. Non avrebbe fatto in tempo a schivarli, e lei non avrebbe fatto in tempo a bloccarli.
Non poteva perderlo. Lui era l’eroe di Konoha, e tutti avevano bisogno di lui. Lei, invece, non sarebbe mancata a nessuno. In più, lei lo amava. Si lanciò, e si interpose tra il ragazzo e l’attacco. Avrebbe incassato il colpo al suo posto. Non aveva paura di morire.
Aspettando il colpo, tenne lo sguardo puntato su Naruto.
Sentì il suono del legno che penetra la carne, e vide schizzare del sangue. Ma non era il suo, non era lei ad essere stata colpita. Si girò, e lo vide. Neji era saltato, si era frapposto tra lei e il colpo, ed era stato ferito. Il palo aguzzo lo aveva centrato in pieno. Non poteva essere curato.
Ancora caos, vociare confuso, Hinata tornò al presente. Ma ora sapeva una cosa con certezza: Neji era morto.
-Lui era... mio fratello?- chiese, ricordandosi di averlo chiamato così.
-No... era tuo cugino. Ti voleva un gran bene,- disse lui. –Ma ora non pensarci, Hinata! Come ti senti? Ce la fai a stare in piedi?- le chiese. Voleva portarla a fare un giro per Konoha, anche per aiutarla a ricordare.
-Posso provare...- disse lei, tirandosi su. Non si sentiva debole, in fondo non era rimasta ferita nello scontro, era svenuta solo per l’emozione, sommata al consumo di chakra. Ma ora stava bene.
Lentamente, scese dal letto e rimase qualche secondo immobile, in piedi.
-Ce la faccio- disse infine.
-Fantastico dattebayo!- esclamò lui. –Vieni, ti faccio fare un giro, ti ricorderai di Konoha, te lo prometto ‘ttebayo!!-
La porta si spalancò. –Non ci pensare nemmeno Naruto, Hinata deve riposare!- disse Sakura entrando. Aveva sentito l’ultima frase del biondo, che non si era certo preoccupato di abbassare il tono.
-Ma Sakura-chan, Hinata sta bene!-
-Tsunade-sama ha detto che deve riposare, non può ancora lasciare l’ospedale-.
-Ma...-
-Niente ma, baka!- sbottò il ninja medico colpendolo. –La sua salute sta a cuore anche a noi, cosa credi?- gli fece notare.
Naruto si portò una mano a massaggiarsi la testa, nel punto in cui Sakura lo aveva colpito. Guardò Hinata con sguardo colpevole. –Mi spiace, Hinata...-
Lei abbassò gli occhi. –Non fa niente...- mormorò, e si rimise a letto.
Poi, i due membri del Team 7 uscirono, lasciandola sola a recuperare le forze. Ma io sto bene,pensò lei, stringendo la coperta.
Il giorno dopo, constatando che fisicamente non aveva nessun problema, Tsunade la autorizzò a lasciare l’ospedale. Le disse che la avrebbe fatta accompagnare a casa da qualcuno, ma lei declinò l’offerta, chiedendo di poter fare un giro per Konoha, prima.
La Godaime alzò lo sguardo. Curioso che Hinata Hyuuga osasse farle una richiesta che andava in contrasto con la sua decisione.
-Vorresti essere accompagnata da Naruto?- le chiese sorridendo.
Hinata arrossì imbarazzata, e abbassò lo sguardo. –Ecco... sì-.
-D’accordo, forse servirà a farti ricordare qualcosa. Lo vado a chiamare, ma non aspettarti che arrivi subito- la avvisò. Poi uscì.
In effetti, Naruto arrivò eccezionalmente presto, per i suoi standard. In una ventina di minuti fu all’ospedale.
-Scusa, Hinata, ma quando Tsunade-baa mi ha chiamato ero con Konohamaru...- disse il ragazzo a sua discolpa, con un po’ di fiatone.
Lei lo guardò perplessa. –Konohamaru...?-
È vero, lei non ricorda! L’Uzumaki si rimproverò mentalmente, non voleva rigirare il coltello nella piaga, supponeva che Hinata soffrisse già abbastanza senza che lui le ricordasse continuamente il suo problema.
-Un mio amico... ma lascia perdere, ti porto a visitare Konoha dattebayo!- esclamò, poi le afferrò una mano e la trascinò fuori dall’edificio.
Hinata non si oppose. Il tocco del biondo la aveva stupita, e era arrossita. Poi però si era data mentalmente della sciocca: non era il caso di imbarazzarsi per così poco, suggeriva la parte dell’Hinata nuova. Ma lui è Naruto-kun!, gridava quella dell’Hinata vecchia. La Hyuuga era confusa, molto confusa su come sentirsi e cosa provare. Chissà se era stata davvero una buona idea, fare quel giro insieme al biondo...
Presto però cambiò idea, appurando che sì, era stata un’idea ottima. Dopo averle fatto fare un giro veloce delle vie principali di Konoha, -in particolare Naruto aveva insistito per farle incontrare un uomo di nome Teuchi, e la aveva portata nel suo locale- la sua guida la aveva presa tra le braccia e aveva iniziato a correre. Lei si era lasciata trasportare, chiudendo gli occhi.
Li riaprì solo dopo che il biondo si era fermato, e scese. Ciò che vide, era un panorama tanto bello da mozzare il fiato.
Si trovavano in alto, e sotto di loro, circondata da una distesa di verde che identificò come foresta, sorgeva Konoha, con le sue case dai mille colori diversi, e le sue strade affollate.
-È... uno spettacolo meraviglioso,- disse dopo un po’. Non riusciva a distogliere lo sguardo dal Villaggio. Visto dall’alto non sembrava tanto grande.
-Siamo sopra le statue degli Hokage,- le spiegò Naruto, rimasto dietro di lei.
-Ci vengo spesso, c’è un panorama bellissimo ‘ttebayo!- esclamò poi, sedendosi a gambe incrociate sulla testa di pietra del Sandaime.
-I capi Villaggio?- chiese sorpresa, e attivò il Byakugan per osservare le statue su cui poggiava i piedi. Erano una costruzione imponente, i volti rassicuranti di quattro uomini e una donna sembravano proteggere Konoha con la loro sola presenza. Due dei volti la fecero sussultare; quello del secondo, che inspiegabilmente le trasmise un brivido; e l’ultimo, quello della donna. La aveva riconosciuta. Quella... è la donna dell’ospedale... quindi lei... è l’Hokage...!
-Ti ricordi di loro?- chiese Naruto, speranzoso.
-No, me ne ha accennato brevemente Sasuke...- mormorò lei in risposta, poi disattivò il byakugan. Si ricordò che l’Uchiha le aveva detto di non parlare di lui, non riferire neanche il suo nome. Ma dopo tutto quel che era successo, dubitava che quell’ordine valesse ancora.
Sasuke!?
-Capisco... senti, Hinata... ricordi qualcosa?- le chiese.
-Non molto,- rispose lei scuotendo la testa. Il Villaggio le era familiare, però se ne ricordava solo vagamente. I ricordi sembravano dormire ancora dentro di lei.
Naruto prese una decisione. Forse non era giusto, in fondo lui doveva aiutarla a ricordarsi di loro, però era curioso. C’era qualche punto su cui voleva far luce.
-Posso chiederti una cosa?-
-Dimmi, Naruto-kun,- lo invitò lei, distogliendo finalmente lo sguardo dal Villaggio e girandosi per portarlo sul ragazzo.
-Come hai incontrato Sasuke?- chiese rapido. Perché ti ha portata con sé? Hinata sospirò. Quello del suo incontro con Sasuke era un ricordo ben più vivido di altri, come tutti quelli dal suo risveglio in poi. Si chiese se Sasuke avrebbe approvato che lei lo raccontasse. Ma poi si disse che non se la sarebbe presa più di tanto. Probabilmente, non lo avrebbe mai nemmeno saputo... era improbabile anche solo che si rivedessero. Il che le dispiaceva, constatò stupita. In quel mese tra loro si era instaurato un bel rapporto, nonostante il carattere freddo del ragazzo. Con una punta d’amarezza, pensò che non era riuscita a scoprire niente, sulla vita del moro. Una volta era quasi riuscita a farsene parlare da Suigetsu, ma Sasuke li aveva interrotti. Suigetsu era scoppiato a ridere e se n’era andato.
-Te ne parlerò, Naruto-kun... però... vorrei chiederti un favore- disse, d’un fiato.
Lui le sorrise. –Ma certo, dimmi cosa e lo farò sicuramente dattebayo!-
-Io... non so niente di Sasuke- disse lei, stranamente imbarazzata. Ammettere d’essere curiosa a quel riguardo le provocava una strana sensazione.
-Oh. Be’, avrei dovuto immaginarlo... il Teme non è un gran chiacchierone!- esclamò lui cercando di sembrare allegro. –Non è una bella storia Hinata, però se vuoi te la racconterò- disse poi, serio.
Strano, è come se l’argomento Sasuke avesse il potere di creare tensione... pensò, leggermente a disagio. Non voleva che Naruto perdesse la sua allegria a causa sua e della sua curiosità.
-Non ti preoccupare, Naruto-kun... se non vuoi non fa niente, io te lo racconterò lo stesso- disse, decisa. Poi gli sorrise.
Non ricordi niente, eppure riesci a sembrare così serena... è bello vederti sorridere, Hinata.
Ricambiò il sorriso della ragazza. –Scusami, ti ho messa a disagio!- esclamò con un tono a metà tra l’allegro e il senso di colpa.
-No, non è così- lo rassicurò lei. Naruto era diverso da ogni persona che aveva avuto modo di conoscere in quel mese; diverso da Suigetsu, che era allegro, sì, ma al contempo strano, e sembrava perennemente divertito e pronto a battibeccare con Karin; diverso da Juugo, che le era sembrato calmo e buono, al punto che inizialmente si era chiesta cosa ci facesse in quel Team, ma allo stesso tempo molto schivo e quasi timido; diverso da Sasuke, che era semplicemente l’esatto opposto del biondo. Naruto era solare, Sasuke freddo; il biondo ti trasmetteva calore, il moro, con il suo comportamento, non ti trasmetteva nulla, se non una profonda tristezza. Però una cosa in comune la avevano. Entrambi erano in grado di farla sentire sicura protetta,sebbene in due modi diversi.
Si riscosse da questi pensieri e notò lo sguardo semipreoccupato di Naruto; doveva essersi persa in quel ragionamento per un po’.
Cercando di celare l’imbarazzo che provava nel sentirsi fissata, iniziò a raccontargli di quando si era svegliata nella grotta, fino ad arrivare alla sera in cui erano fuggiti da Anjo.
-Il resto immagino che tu lo sappia... eri tra i nostri inseguitori, vero?- gli chiese candidamente.
Lui annuì, pensieroso. Sasuke era il solito. Almeno all’apparenza. Qualcosa però doveva essere cambiato, se aveva deciso di portare Hinata con sé, alla fine. –Bene, sembra che ora tocchi a me raccontare dattebayo!-
~
-Grazie di tutto, Naruto-kun –
-Figurati! Ciao Hinata, ci vediamo domani dattebayo!- la salutò lui, davanti al cancello d’ingresso di Villa Hyuuga. La ragazza annuì, poi si voltò e iniziò a percorrere, lentamente, il breve tratto di strada che la separava da quella che, a sentire Naruto, era casa sua. Ma allora, perché appena la aveva vista aveva sentito scenderle un brivido lungo la schiena, e delle immagini confuse, non ben definite, le avevano attraversato la mente, lasciandole una sensazione di gelo?
Si fermò davanti alla porta, sperando di riuscire a ricordarsi di chi le avrebbe aperto.
Ma prima che potesse bussare, la porta si spalancò.
–Oneesan!-


*Angolino Lita*

Ciao a tutti, rieccomi! Questo capitolo non è come lo avevo immaginato ._. Avevo anche pensato di far fare una mezza fuga dalla finestra dell'ospedale a Naruto e Hinata, ma alla fine è venuto fuori questo '-' Mah. Neanche mi convince tanto, comunque... spero che vi sia piaciuto! (?) Hinata inizia a ricordare, finalmente :) Chi le ha aperto la porta non è difficile immaginarlo, però che dite, come sarà accolta Hinata in casa Hyuuga? E cosa succederà nel prossimo capitolo? Lo scoprirete solo vivendoXD
Andando OT, com'è stata la vostra prima settimana del 2014? Della mia preferisco non parlare :/ La scuola mi impegnerà parecchio, quindi probabilmente non riuscirò ad aggiornare tanto presto, mi dispiace .__. 
Smetto di annoiarvi... Ringrazio _Emy_ angelika white, che ormai seguono la storia da moltissimo e hanno recensito la maggior parte dei capitoli, incluso l'ultimo :) Grazie davvero!
Ci sentiamo alla prossima, ciao a tutti C:

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Capitolo 21
*** Un motivo per vivere ***


Legenda: grigio = flashback

Era strano, abitare a Villa Hyuuga. Ad Hinata sembrava quasi di stare in una bolla al di fuori della quale viveva il resto del mondo. Era ormai una settimana che vi era tornata, ma ancora non riusciva ad abituarsi del tutto, si sentiva spaesata. Non riusciva a capire come dovesse comportarsi. L’unica che la avesse ‘accolta’ era stata sua sorella, che la aveva accompagnata nella sua stanza e aveva cercato di aiutarla ad ambientarsi. Suo padre invece, Hiashi Hyuuga, era stato piuttosto freddo nei suoi confronti. Ogni volta che incontrava il suo sguardo, le sembrava che quegli occhi così chiari cercassero di esaminarla, e di scrutare il suo animo nel profondo. Ma ogni volta, si limitava a rivolgerle poche parole, sempre con lo stesso tono apatico, che fosse per salutarla o per chiederle se avesse ricordato qualcosa. A volte, aveva quasi la sensazione che suo padre non accettasse la sua situazione, quasi come se perdere la memoria arrecasse un danno al nome della famiglia. Le sembrava assurdo.
Una volta, Hanabi le aveva confidato che suo padre, nonostante l’atteggiamento freddo, si preoccupava per lei. Le sarebbe piaciuto che lo dimostrasse un po’ di più.
Dopo i primi giorni in cui, sostanzialmente, si era limitata ad esplorare il Villaggio o a farsi raccontare della storia del Clan da sua sorella, aveva deciso di allenarsi con Hanabi, ogni pomeriggio. Si era stupita un po’ quando Hiashi le aveva comunicato che avrebbe assistito ai loro allenamenti, ma aveva annuito in silenzio. Che facesse pure, era abituata a non dar perso agli osservatori di uno scontro, concentrandosi solo su esso. Non sapeva però nulla sulla forza di Hanabi, quindi non sapeva come regolarsi; in più, non si era mai confrontata con un altro possessore del Byakugan: sarebbe stato interessante.
La prima volta che mise piede nella palestra del suo Clan, fu assalita da un turbine di sensazioni contrastanti tra loro. La sua mente si affollò di immagini che la vedevano combattere lì dentro. Rimase leggermente turbata nel vedersi, puntualmente, perdere ogni incontro, ma decise di non darvi troppo peso: era certa di poter vincere ora, e quei ricordi ebbero solo l’effetto di spronarla a dare il meglio di sé. Forse la freddezza di suo padre nei suoi confronti era dovuta anche a quello, e decise di dimostrargli quanto valeva.
Hiashi era già dentro; benissimo, pensò, e sfilò sotto il suo sguardo che, come sempre, non lasciava trasparire alcuna emozione.
Hanabi li raggiunse dopo poco. –Sei pronta, oneesan? Sappi che non mi tratterrò- disse, attivando il byakugan e stendendo un braccio avanti, con il palmo rivolto verso Hinata: la posizione basilare del Juken, le arti marziali in cui gli Hyuuga erano specializzati.
Hinata attivò a sua volta l’innata, e si preparò. –Meglio così- disse.
Osserva bene cosa so fare, padre.
Dovrò impegnarmi, Hinata è cambiata molto in questo mese, sa addirittura cambiare la natura del suo chakra.
Ma Hinata non ebbe bisogno di utilizzare il chakra del fuoco; per quella prima volta, decise di limitarsi a schivare i colpi di sua sorella. E sotto lo sguardo incredulo di Hiashi, ci riuscì: nonostante gli sforzi di Hanabi, la minore delle figlie del Capo clan, colei che era sempre stata ritenuta da tutti superiore a sua sorella, non riuscì a toccare Hinata neanche una volta. È molto più agile e veloce di quanto pensassi... pensò Hanabi affaticata e punta nell’orgoglio; accumulò il chakra nella mano, e si diresse in un ultimo slancio contro Hinata. Stavolta, sua sorella non si spostò, non avrebbe fatto in tempo.
Ma, contro ogni sua aspettativa, riuscì a deviare il colpo, spostandole il braccio con la mano destra, e dirigendolo verso il muro, che si incrinò.
Niente a che vedere con gli allenamenti con Sasuke... pensò Hinata, e disattivò l’innata. Poi si volse verso suo padre.
Lui stava fissando con incredulità a tratti Hanabi, a tratti Hinata. Sembrava che non riuscisse a credere a ciò che aveva appena visto. Come aveva fatto sua figlia a diventare così forte?
La guerra l’aveva cambiata, ma non l’aveva portata neanche lontanamente al livello a cui era ora; e la freddezza con cui la aveva accolta, era stata per spronarla a dare il massimo: temeva infatti che l’amnesia l’avesse fatta regredire anche dal punto di vista delle abilità combattive.
Hanabi non gli aveva raccontato dello scontro di Hinata con Hojiro, forse quasi per ripicca per il suo aver taciuto sull’amnesia della sorella; aveva solo comunicato che erano riusciti a riportarla a Konoha.
-Hinata...- mormorò.
-Mi scusi, padre, ma mi aspettano in ospedale per la visita di controllo. Tornerò per cena- disse lei, e uscì senza aggiungere altro. Non voleva il calore paterno solo perché aveva dimostrato cosa sapeva fare. Un padre dovrebbe amare sua figlia per ciò che è, non per ciò che fa.
Hiashi non aveva fatto nulla per fermarla. Si diede dello stupido per l’atteggiamento che aveva tenuto nei suoi confronti in quei giorni. Non vorrei averti persa, Hinata...

- Ciao, Hinata! Come stai? Hai ricordato qualcosa di nuovo? – le chiese Sakura con un sorriso.
- Solo spezzoni confusi, - rispose lei.
L’allieva di Tsunade annuì, comprensiva. – Capisco. Siediti, ti faccio un controllo generale -.
Hinata eseguì, chiedendosi se quelle visite quotidiane, che non sortivano alcun miglioramento, sarebbero continuate fino a quando non avesse ricordato tutto.
~
- Ciao Hinata, ci vediamo domani! Ricordati di fare gli esercizi che ti ha spiegato la signorina Tsunade, stasera! – si raccomandò Sakura.
Lei annuì, senza molta convinzione. Gli ‘esercizi’ consistevano nel provare a concentrarsi su un qualche dettaglio della giornata, qualcosa che le era suonato familiare, o su di una persona precisa. Ma non pensava che ce ne fosse davvero bisogno, la Hyuuga si era fatta un’idea sulla natura del suo problema. Quella sera di un mese e mezzo prima, lo shock, unito alla caduta, aveva fatto sì che tutti i suoi ricordi, senza alcuna distinzione, venissero sigillati dal suo subconscio, probabilmente allo scopo di proteggerla da quelli negativi. Poi, trovandosi in ambienti e situazioni a lei del tutto nuove, i ricordi non avevano trovato stimoli che li facessero riemergere, e erano rimasti come sopiti, chiusi a chiave in un cassetto della sua mente. A volte, quelli che per lei contavano di più ne uscivano, e nottetempo, quando la sua parte razionale taceva, fondendosi con il suo inconscio, la visitavano sotto forma di sogni. Ora, era tornata a Konoha, il Villaggio in cui era nata e cresciuta, il luogo che le era familiare più di ogni altro, e la sua mente si stava risvegliando, lasciando fuoriuscire, un po’ alla volta, i ricordi di una vita. La vita che aveva creduto di aver perso.
In silenzio, percorse la strada che conduceva al quartiere Hyuuga. Ormai riusciva ad orientarsi bene nel Villaggio.
- Sakura-chan, fcome fta Hidata? – chiese Naruto alla rosa, con la bocca piena, dopo aver posato sul tavolo, vuota, quella che era già la terza ciotola di ramen, quella sera.
Per tutta risposta la ragazza lo colpì forte in testa, con la tempia pulsante per l’irritazione. – Non parlare con la bocca piena, baka! – lo sgridò.
Lui ingoiò e si massaggiò la testa nel punto in cui era stato colpito.
- Mi hai fatto male Sakura-chan! – si lamentò.
Lei sbuffò. – Così impari. Hinata sta bene, piano piano sta iniziando a ricordare – disse poi, rispondendo alla domanda che lui le aveva posto prima.
Naruto annuì, senza smettere di massaggiarsi il bernoccolo. – Sei troppo violenta, Sakur... – l’occhiata tagliente che la ragazza, la mano stretta a pugno davanti a sé, gli rifilò, lo fermò dal finire la frase.
- Come dici, Naruto? Credo di non aver sentito – lo incoraggiò lei, e al biondo sembrò quasi di vedere un’aura demoniaca circondarla. Tremò.
- N, niente Sakura-chan... mi chiedevo se volessi un’altra ciotola di ramen... – inventò.
- Visto che offri tu, perché no -, rispose lei, sorridendo in un modo che spaventò Naruto.
Ayame, che aveva sentito, si affrettò a portare a Sakura un’altra ciotola fumante, mentre Teuchi consegnava a Naruto il conto. Stavolta non c’era Iruka, non c’era Yamato: per una volta, sarebbe stato proprio Naruto a pagare. Sospirò osservando la sua compagna soffiare sulla ciotola, per disperdere un po’ il fumo. Era così buffa. Sorrise istintivamente.
Sakura se ne accorse e arrossì. – Che hai da ridere, baka?! –
- Niente, niente! – rispose subito, e controllò quanto doveva a Teuchi. Per poco non gli venne un infarto, avrebbe dovuto dare fondo a tutti i suoi risparmi. – Ehm... Sakura-chan... non è che potremmo fare a metà..? –
~
- Chidori –
Osservò cadere a terra il suo avversario, impassibile. E questo era un Nukenin di livello A? pensò deluso. Sconfiggerlo era stato semplicissimo, ora doveva solo portarlo a Suigetsu, che avrebbe pensato a ritirare la taglia. Tutto come al solito.
Era tornato tutto come prima che Hinata entrasse nella sua vita.
Forse si sarebbe dovuto rallegrare per la ritrovata normalità, ma la verità era che non provava niente. I soliti incarichi da nulla, che potevano spaziare dal ricercare un oggetto prezioso al dare la caccia a dei banditi, non bastavano a distrarlo. Sasuke Uchiha trovava quella routine estremamente noiosa. 
Inspiegabilmente, ripensò ai banditi che aveva ucciso nei pressi di Iwa, allo sguardo terrorizzato della sua compagna di viaggio improvvisata.
Si chiese come stesse, come si trovasse a Konoha.
Ansimò, e si appoggiò con la schiena ad un albero, per riposare. Quasi non riusciva a crederci, era riuscita ad usare la Tecnica dei Leoni Gemelli! Peccato che consumasse così tanto chakra. Ora si sarebbe dovuta riposare per un po’. Notò che Sasuke la osservava con la coda dell’occhio, qualche metro più in là. Gli rivolse un’occhiata entusiasta. Lui si limitò a farle un cenno con la testa, che doveva significare che aveva visto cos’era riuscita a fare. Capì che quel cenno era tutto ciò che sarebbe riuscita a cavargli, e si adombrò un poco. Quel ragazzo era sempre così chiuso ed imperscrutabile... Avrebbe voluto conoscerne il motivo. 
- Prima di incontrarmi, cosa facevi, Sasuke? – chiese all’improvviso.
Lui la guardò per qualche secondo, poi rispose: - Vivevo -.
Gli rivolse un’occhiata stupita. Poi decise di fargli un’altra domanda. – E cosa ti spingeva, o ti spinge, a vivere? – Lo vedeva sempre così malinconico, forse sarebbe finalmente riuscita a scoprire lo scopo del ragazzo. Non poteva certo immaginare che Sasuke aveva rinunciato ad avere uno scopo da molto. 
- Niente, vivevo e basta – rispose lui, scocciato, ma con lo stesso tono di sempre. Sembrava quasi che l’argomento non lo riguardasse. 
Quell’affermazione colpì molto Hinata. – Che significa? – 
Lui sorrise amaro. – Significa che vivo senza motivo da molto tempo, Hinata -. 
Dopo qualche secondo di stupore, Hinata lo fissò con decisione. – Sono certa che troverai un motivo per continuare a lottare, Sasuke. Devi solo cercarlo –
Lui aveva scosso la testa, e le aveva voltato le spalle. Così, Hinata non aveva potuto vedere l’ombra di un sorriso, stavolta sincero, che era apparsa sulle labbra del ragazzo.
 ~
 Chissà se tu l’hai trovata, una ragione per vivere, Hinata.

Il giorno dopo. Konoha ~
- Per favore, Baachan! Devi lasciarmi andare! –
Lei lo guardò severa, infastidita dal ‘baachan’. – Sai che sono contraria, Naruto -.
- Sì, ma non capisco perché, dattebayo! – esclamò lui, furioso. Non riusciva a capire perché Tsunade volesse impedirgli di andare a cercare Sasuke. Era sicuro di poterlo trovare.
Lo sguardo di Tsunade si indurì. – Perché forse è meglio lasciare le cose così, Naruto. Se Sasuke vuole tornare, può farlo in qualsiasi momento, e questo lo sa. Che senso avrebbe portarcelo contro la sua volontà? – in un certo senso, sentiva che Konoha aveva un debito di riconoscenza nei confronti dell’ultimo Uchiha. Lasciargli decidere se tornare o meno le sembrava giusto.
- Potrebbe non rendersi conto di ciò che vuole veramente – disse Naruto, stranamente serio. Quel dannato orgoglio Uchiha potrebbe non far capire al Teme dov’è davvero il suo posto. 
- Ci penserò, Naruto. Ora vai -

*Angolino Lita*

Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo. Per scrivere la parte sui rapporti tra Hiashi, Hanabi e Hinata, ho avuto una specie di blocco, e ciò che è uscito non mi convince affatto :/ Al contrario, sono abbastanza soddisfatta della spiegazione che Hinata dà sulla sua Amnesia. Anche il flash back di Sasuke, che è abbastanza importante, penso sia venuto più o meno decentemente. Il resto non mi convince molto D: 
Ma lasciamo perdere le mie crisi! Grazie a tutti voi che siete arrivati a leggere fino a qui - a maggior ragione visto che il capitolo penso sia venuto male, siete coraggiosi, - e grazie di cuore ad angelika white _Emy_ , che hanno recensito lo scorso capitolo (: 
Mi farebbe davvero piacere sapere cosa pensate di questo, anche più degli altri, critiche costruttive sono ben accette! Se potete, usate un minuto del vostro tempo per dirmi se fa davvero schifo o se sono io paranoica ._. (opto per la prima @-@) 
Detto questo, scappo! Spero - ma non prometto niente, eh - di riuscire ad aggiornare sabato! 
Buona metà settimana (?) a tutti!

Lita 

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Capitolo 22
*** La scelta di Hinata ***


Fu un processo lento, ma Hinata, con il passare dei giorni, si riabituò alla, a tratti monotona, quotidianità di Konoha. L’Hokage aveva deciso di non assegnarle missioni fino a quando non avesse recuperato completamente la memoria, quindi aveva molto tempo libero, che in genere passava insieme a Kiba e Shino o, quando non era in missione, a Naruto. Quando invece erano tutti troppo impegnati per stare con lei, andava in uno dei campi d’allenamento e eseguiva alcuni esercizi da sola.
Quel giorno, invece, si era limitata a passeggiare per Konoha, incerta. Naruto era stato via tutta la settimana, impegnato in una missione di cui non le aveva riferito i dettagli. In effetti le era sembrato strano, il biondo le era parso quasi imbarazzato mentre le spiegava che erano informazioni riservate. Non ci aveva dato tanto peso, e ci avrebbe badato anche meno se non fosse stato per l’atteggiamento insolito del ragazzo. Sembrava che le volesse nascondere qualcosa, ma non per semplice riservatezza professionale. Mah, questi pensieri non mi servono a nulla. Dovrei smettere di spremermi le meningi su questo.
~
E va bene, sembra proprio che dovrò fare qualcosa io.
Si avviò verso l’uscita della grotta, con gli occhi dell’altro ragazzo presente puntati su di lui. Prima di varcarla, si fermò e si girò.
-Juugo, se Sasuke ti chiede qualcosa, digli...- ma il rosso lo interruppe.
-Non mentirò a Sasuke per coprirti, Suigetsu-.
Alzò gli occhi al cielo, irritato. –Certo, certo, perché la Volontà di Sasuke è quella di Kimimaro e tutto il resto... tanto meglio! Se te lo chiede, digli che sono a Konoha, allora!- concluse, e corse fuori.
Andiamo a vedere come sta la ragazzina che è riuscita a scuotere Sasuke dall’apatia.
~ Qualche ora dopo ~
-Lo... lo hai trovato?- chiese Sakura, scrutandolo da capo a piedi. Sembrava del tutto illeso. Ciò da una parte la rassicurava, dall’altra le faceva capire che no, Sasuke non era con loro. Dubitava che Naruto non avrebbe avuto bisogno di scontrarcisi, per riportarlo al Villaggio.
Naruto scosse la testa, amareggiato. Non ci era riuscito neanche quella volta. Ma non finisce qui, Sasuke.
~
Entrare a Konoha era stato semplicissimo.
Per uno shinobi esperto come lui, avvicinarsi senza farsi notare ai ninja che controllavano chi entrasse nel Villaggio, per poi attaccarli talmente all’improvviso da impedirgli di dare l’allarme, era stato uno scherzo. Non li aveva uccisi, però. Tanto prevedeva di rimanere ben poco, e aveva deciso che ucciderli non sarebbe servito a nulla, se non a fari infuriare l’Hokage e tutti gli altri ninja del Villaggio. Un tempo, però, non avrebbe esitato. Il periodo passato insieme a Sasuke aveva lasciato una traccia nel suo modo di fare, anche se Suigetsu non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura.
“E ora, devo trovare la Hyuuga”.
~
Sommandosi alla sua delusione personale, la tristezza letta nell’espressione della sua compagna di squadra lo aveva amareggiato più di quanto già non fosse. Con questo stato d’animo, preferì non andare da Tsunade a fare rapporto, lasciando che ci pensassero Sai e Kakashi. Decise che sarebbe andato a cercare Hinata, e si chiese se in quei giorni avesse ricordato qualcos’altro, se fosse tornata l’Hinata di sempre, quella che arrossiva al solo vederlo più vicino del solito, o che sveniva se le rivolgeva la parola. Quell’Hinata gli mancava terribilmente.
Si avviò per le strade di Konoha, fino ad arrivare davanti a Villa Hyuuga.
~
Stanca per l’impegnativo allenamento a cui si era sottoposta per non pensare a nulla, la ragazza si era seduta sul prato, con la schiena poggiata al tronco di un grande albero, che le garantiva anche il vantaggio di stare all’ombra. Persasi a ripensare a tutto ciò che era successo in quelle settimane passate al Villaggio, si addormentò.
Era in una stanza completamente bianca. Insieme a lei, c’era un’altra ragazza, che le dava la schiena. Si teneva lontana, rintanata in un angolo della stanza, e sembrava stesse piangendo.
Non capiva dove si trovasse, perché fosse lì e chi fosse quella bambina, ma decise di provare a consolarla. Le si avvicinò lentamente.
Ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, quella si girò.
La prima cosa che notò, era che le somigliava moltissimo. Troppo, perché fosse solo una coincidenza.
Quella bambina aveva i capelli del suo stesso colore, però li portava corti.
I suoi occhi erano bianchissimi, e la scrutavano con stupore.
-Chi sei tu?- le chiese la bambina.
Pronunciò la risposta senza neanche pensarci. –Sono Hinata Hyuuga-.
La bambina sembrò stupirsi; poi parlò di nuovo. –Anch’io mi chiamo così- disse solo.
Non capiva cosa stesse succedendo, ma Hinata si avvicinò ancora a quella che sembrava essere lei stessa da piccola.
-E cosa ci fai qui, Hinata?- le chiese, in tono gentile.
La bambina si adombrò.
-Allora?- insistette, sorridendole per incoraggiarla a parlare.
-Mio padre pensa che io sia inutile,- sussurrò allora la bambina, mentre gli occhi le si velavano di lacrime. –Preferisce mia sorella a me, perché è più forte, e dice che non sono all’altezza del mio ruolo! Ma io...- si fermò, singhiozzando.
Hinata la guardò stupita, non si aspettava una reazione del genere.
-Io ce la posso fare! Naruto-kun dice sempre che, se siamo certi di riuscire a fare qualcosa, ci riusciremo...-
Fu allora che capì. Non era reale, stava succedendo nel suo inconscio. Si stava confrontando con se stessa, con chi era prima di dimenticare tutto.
Sorrise alla bambina che le stava davanti, si piegò sulle ginocchia e le asciugò una lacrima. –Non piangere, Hinata. Devi essere forte- le disse.
La bambina, stupita da quel gesto, smise di piangere e la fissò stupita. Poi svanì, e anche la stanza bianca iniziò a tremolare, fino a sparire del tutto.
Poi, sparì anche lei. E al suo posto, apparve un’Hinata dodicenne, intenta nell’affrontare suo cugino Neji all’esame di selezione Chunin.
Un’Hinata che metteva tutta se stessa negli allenamenti, per cercare di rendere suo padre fiero di lei, e dimostrargli che poteva ricoprire il ruolo di erede del Clan Hyuuga.
Un’Hinata sedicenne, ora con i capelli lunghi, che sveniva per aver rivisto Naruto dopo tre anni. Che insieme al biondo e ai suoi amici, partecipava ad una missione per trovare Sasuke e riportarlo a Konoha. Che interveniva nello scontro tra Naruto e Pain per salvare il biondo, pur sapendo benissimo di non essere al livello del leader dell’Akatsuki.
Infine, vide un’Hinata più matura, che combatteva nella Quarta Grande Guerra dei Ninja. Naruto che le prendeva la mano, l’inaspettato arrivo di Sasuke sul campo...

Per la prima volta, i ricordi non le apparvero come se a guardarli fosse una persona esterna, qualcuno che con Hinata non c’entrava niente. Questa volta le era sembrato di viverli, uno per uno.
Si svegliò, e aprì gli occhi.
Io... sono... Hinata Hyuuga, pensò, per la prima volta dopo molto tempo davvero consapevole di cosa significasse.
Si alzò e si appoggiò al tronco, poi respirò a fondo un paio di volte. Ora ricordava, ricordava tutto.
E più ricordava, più si sentiva estranea a se stessa.
Il mese passato con Sasuke la aveva cambiata profondamente, segnandola per sempre, e solo ora riusciva a rendersene davvero conto.
Si chiese cosa dovesse fare. Le sue due personalità ora le sembravano inconciliabili. Avrebbe dovuto riprendere il suo vecchio comportamento, e vestire i panni della timida, fragile e incerta Hyuuga, o avrebbe dovuto accettare il suo nuovo modo di pensare, la ritrovata fiducia in se stessa, la sicurezza mista alla dolcezza che caratterizzavano la nuova Hinata?
Distratta da questi pensieri, si accorse solo all’ultimo che qualcuno stava per colpirla. Istintivamente, si abbassò, evitando il colpo. Fece un passo indietro, e cercò con lo sguardo il suo avversario. Non fu difficile trovarlo, chi l’aveva colpita si trovava proprio davanti a lei.
-Riflessi un po’ lenti, eh, Hyuuga? Ho quasi pensato che ti avrei colpita- disse, ghignando. Hinata potè intravedere i suoi canini affilati come quelli di uno squalo.
-Suigetsu?! Tu... che ci fai qui?-
~
-Finalmente ti ho trovata, Hinata!-
Colta alla sprovvista, la Hyuuga si girò istantaneamente verso chi aveva parlato. –Oh, sei tu... Naruto- disse.
Il biondo non fece caso al fatto che avesse omesso l’onorifico, però si accorse comunque che c’era qualcosa di strano nel suo atteggiamento. Sembrava che fosse successo qualcosa, ma non riusciva a immaginare cosa. Hinata era... agitata, non avrebbe saputo come altro definirla.
Mentre le si avvicinava, poi, gli era sembrato di vedere un’altra figura vicino a lei, ma ora che l’aveva raggiunta constatava che non c’era nessun altro. Strano.
-Ti ho cercata per tutto il pomeriggio, dattebayo!-
-Mi spiace, sono sempre stata qui...- disse lei, ma sembrava assente. Come se il suo corpo si trovasse lì, mentre la sua testa era altrove, persa in chissà quali pensieri.
-Cos’hai, Hinata? Ti senti male?-
-No, io... scusami- disse, e parve riscuotersi. –Perché mi cercavi, Naruto-kun?- chiese, concentrandosi su di lui.
Non si aspettava quella domanda. –Non c’è un motivo particolare...- rispose, guardandola quasi come se avesse potuto capire cosa la stava turbando semplicemente così.
-C’è qualcosa che non va?- le chiese.
Lei rispose solo dopo qualche secondo. –Ricordo tutto- mormorò poi, senza guardarlo negli occhi.
Non si aspettava di certo una risposta del genere, ma si riprese in fretta dallo stupore provocatogli da quelle due parole.
-Ma è meraviglioso, Hinata! Da quanto?- le chiese, sinceramente felice.
-Da qualche ora,- rispose lei vaga.
Lui le afferrò una mano. –Vieni, dobbiamo dirlo subito a tutti! Dobbiamo festeggiare!- esclamò. Quella notizia gli aveva fatto dimenticare l’amarezza per l’insuccesso della sua missione.
L’unica cosa che non capiva, era per quale motivo tra loro due lui sembrava l’unico a rallegrarsi per il fatto.
Che Hinata stesse davvero male, ma non volesse dirlo per non farlo preoccupare?
La reazione della ragazza sembrò avvalorare quell’ipotesi, perché fece un gesto decisamente non da Hinata.
Scrollò il braccio, per liberare la sua mano dalla stretta del biondo.
Quando lui la guardò interrogativo in cerca di una spiegazione, lei lo fissò negli occhi. Bianco nel celeste.
E invece di dargli la risposta che voleva, o magari di scusarsi, gli pose una domanda.
-Ti sei mai sentito fuori posto, Naruto?- nuovamente, omise l’onorifico. Prima lo aveva aggiunto per non insospettire troppo Naruto, ma non le sembrava più necessario usarlo. Questo, perché aveva fatto una scelta.
Nonostante non si aspettasse una domanda simile, il ragazzo reagì in fretta.
-Mi sono sentito fuori posto per tutta l’infanzia, Hinata. Ma tu non devi sentirti così. Konoha è la tua casa, qui c’è la tua famiglia, ci sono i tuoi amici...-
Lei sorrise triste.
-...e ci sono io-
Inaspettatamente, quella frase le fece accelerare il battito cardiaco. Aveva deciso di voltare pagina e di iniziare un nuovo capitolo, e una delle conseguenze di questa scelta era stata il togliere l’onorifico a Naruto.
Ma allora, perché ora il cuore aveva preso a batterle a mille?
Perché le sembrava che il suo volto stesse andando a fuoco?
Naruto intanto le si era avvicinato ancora di più, e questo certo non la aiutava.
Hinata pensava di aver scelto, ma era ancora divisa in due, si sentiva confusa.
Ma la sua confusione svanì del tutto cinque secondi dopo.
Il gesto che il biondo aveva fatto seguire alla sua frase, infatti, le fece fare chiarezza con se stessa, facendole comprendere cosa davvero provasse e volesse.
Per stabilire quale delle due Hinata Hyuuga fosse prevalsa alla fine, era bastato che Naruto la baciasse.

*Angolino Lita*

Ciao a tutti (:
Alla fine ce l'ho fatta, ad aggiornare oggi! ^*^ La maggior parte di questo capitolo la ho scritta questo pomeriggio, e molti dei fatti, tipo l'arrivo di Suigetsu a Konoha, li ho progettati mentre non ascoltavo seguivo attentamente la spiegazione della professoressa dell'ultima ora. (Come ho fatto a ragionare su Amnesia se ascoltavo, dite? Ehm... ho due personalità distinte (?) )
Ma tralasciando questo... il bacio di Naruto ero indecisa se inserirlo o no, sono stata un paio di volte sul punto di toglierlo. Però alla fine lo ho messo. (Spero che le fan della SasuHina non mi vengano a cercare, dormirò con un occhio aperto) 
Allora, che ne dite? Che succederà ora? Qual è stata la scelta finale di Hinata? Vecchia o Nuova? Naruto-kun o... chissà? 
Spero di avervi incuriosite, e che non abbiate già indovinato tutti/e la conclusione! 
Il prossimo capitolo dovrebbe essere l'ultimo (o almeno credo), e so già che questa fic mi mancherà :/
Quindi, grazie a tutti voi che mi avete seguita in questi mesi, commentando o limitandovi a leggere!
Stavolta, ringrazio in particolare chi ha recensito lo scorso capitolo, angelika white, e KusHi_Na e snlamigliore, che sono state così gentili/pazienti da rassicurarmi e farmi capire che ero solo paranoica, grazie davvero 

Ci sentiamo nel prossimo capitolo, che conto di pubblicare appena possibile (stavolta non dò date XD) :)
Ciao a tutti, grazie per essere arrivati fino a qui,

Lita

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Capitolo 23
*** Il mio posto è qui ***


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Inaspettatamente, Naruto la baciò.
Quel semplice gesto le bastò per farle comprendere i suoi sentimenti una volta per tutte.
Interruppe il bacio, allontanando da sé il biondo.
-Io... Scusami- gli sussurrò, per poi scappare via, verso Konoha.
Si fiondò dentro Villa Hyuuga, passò correndo davanti a suo padre e sua sorella senza proferire parola, e spalancò la porta della sua camera, per poi buttarsi sul letto, senza preoccuparsi di chiudersi dentro.
Quel bacio aveva fatto crollare una delle poche certezze che credeva di avere. Le aveva fatto capire cosa provasse, ma al contempo la aveva confusa non poco.
Quando le loro labbra erano entrate in contatto, lei aveva istintivamente chiuso gli occhi. Era il suo primo bacio, e a baciarla era il ragazzo che lei sognava di avere accanto da quando era solo una bambina.
Ma quando aveva riaperto gli occhi, al volto del biondo si era sovrapposto, sostituendolo nel suo immaginario, quello del ragazzo moro*.
Se ne era resa conto solo in quel momento, ma, da quando era tornata a Konoha, aveva cominciato a pensare a Naruto come a una presenza amichevole, rassicurante. Ma niente più di quello.
Solo ora si accorgeva che il posto che il biondo aveva occupato per anni nel suo cuore era stato lentamente riempito dal ragazzo che si era preso cura di lei quando era più vulnerabile. Perché nonostante fosse all’apparenza freddo, a tratti incomprensibile, e spesso ti lasciasse credere che non gli importi nulla né di te né di nessun altro, Sasuke non era così. Lei ne aveva avuta l’impressione nel periodo passato insieme a lui, ma aveva davvero iniziato a capire quale fosse la vera natura dell’atteggiamento di Sasuke dopo aver scoperto il suo passato.
Gli era stata accanto per un mese senza sapere nulla di lui, se non chi fosse nel presente. Perché quello, lo aveva capito.
Se ne era separata, e aveva scoperto tutto sul suo passato, capendo che, in realtà, il suo atteggiamento freddo e distaccato serviva a frapporre una barriera invalicabile tra lui e gli altri, quasi come se avesse paura di lasciarli avvicinare, o di fargli cogliere le sue debolezze. Perché Sasuke, per quanto forte potesse essere, aveva bisogno di aiuto, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Lei lo capiva solo ora, dopo aver fatto luce sul suo passato.
Ma ripensandoci, Hinata capì di essersene innamorata già prima di scoprire la verità sul Clan Uchiha.
Piccoli suoi gesti e frasi, all’apparenza insignificanti, la avevano colpita fin da subito.
– Significa che vivo senza motivo da molto tempo, Hinata –“ le aveva detto. Capiva solo ora cosa si celasse davvero sotto ognuna di quelle parole, cosa avesse passato Sasuke per giungere a pensare una cosa simile, e questo non faceva che rafforzare i suoi sentimenti.
~
Con le mani in tasca, entrò in casa.
Tutto si sarebbe aspettato da Hinata, tranne quella reazione.
Temeva di aver fatto un’enorme errore, di aver compromesso per sempre il loro rapporto.
Cosa dovrei fare ora? Si chiese Naruto, incerto in vita sua come era stato solo poche volte prima d’allora.
Strinse i pugni, non sapendo come altro sfogarsi, e si avvicinò alla finestra, volgendo lo sguardo in direzione di Villa Hyuuga.
~
Entrò nella grotta, e scaricò il corpo del ricercato per terra.
-Suigetsu...- chiamò, osservando l’interno della caverna.
Nell’ombra, seduto con la schiena poggiata contro la parete rocciosa, c’era solo Juugo.
-Lui dov’è?- gli chiese, mentre un sospetto si faceva strada nella sua mente. No. Non può averlo fatto.
Il ragazzo dai capelli rossi lo guardò. –È andato a Konoha- disse alla fine.
Dannato Suigetsu.
~
“-Sul serio, dovresti stare più attenta, se ti avessi colpita Sasuke mi avrebbe ucciso. Probabilmente in modo cruento-
Non le aveva risposto. –Starò più attenta, però… Tu che ci fai qui, Suigetsu?!-
-Perché, non sei contenta di vedermi?- le chiese lui sorridendo divertito. Poi mutò espressione, e si fece serio.
-Sono venuto per sapere come ti trovi qui a Konoha- spiegò.
Quella risposta la spiazzò. –Te l’ha chiesto Sasuke?- chiese, dopo un attimo di silenzio.
-No, se Juugo non glielo ha detto lui non sa neanche che sono venuto-
-Allora perché...?- si era affezionata a Suigetsu, in un mese aveva imparato a considerarlo come un amico, ma non capiva. Non le sembrava il tipo che viene a Konoha solo per vedere come stai, se non ha uno scopo ben preciso in mente.
L’albino sospirò. –Puoi solo rispondermi? Ti trovi bene?-
La risposta, non la sapeva neanche Hinata. Era confusa. –Io... credo di sì-
-Capisco- disse solo Suigetsu. –Bene, ora devo proprio andare. Buona fortuna- concluse, si girò e andò via. Anche perché aveva visto arrivare il biondino amico di Sasuke, probabilmente in cerca di Hinata.”
Ripensando al breve scambio di battute intercorso tra lei e lo spadaccino, finalmente Hinata capì.
Forse era solo una sua illazione.
Ma era giunta alla conclusione che Suigetsu fosse andato a cercarla perché Sasuke, in un modo o nell’altro, aveva bisogno di lei, almeno quanto lei sentiva di aver bisogno di lui.
Forse, più che un’illazione, era una speranza.
Che avesse ragione o no, ormai aveva deciso: non sarebbe rimasta a Konoha un giorno di più.
Il suo posto era al fianco di Sasuke, se lui la avesse voluta, e lei lo aveva finalmente capito. Si alzò dal letto.
Hanabi si decise a salire per controllare come stesse, e cosa facesse, Hinata. Si fermò davanti alla soglia per qualche minuto, e vide sua sorella maggiore alzarsi. Nei suoi occhi, lesse una strana determinazione.
Fu colta da un presentimento, e si affrettò a entrare nella stanza.
-Cosa fai, oneesan?- chiese, vedendo che Hinata aveva aperto uno dei cassetti della scrivania.
La ragazza non rispose subito, sembrava che stesse cercando qualcosa; poi, finalmente, la trovò. La tirò fuori, e si voltò verso sua sorella.
Ora si ricordava di lei, ricordava tutto del complesso rapporto che si era instaurato tra loro negli anni. Si erano ritrovate solo negli ultimi tempi.
-Hanabi...- mormorò, con un’espressione quasi colpevole, che agli occhi di sua sorella tradì la sua intenzione.
La minore fece una cosa che, in tutti quegli anni, non aveva mai fatto; si avvicinò ad Hinata e la abbracciò. –Te ne vuoi andare? Perché?- chiese, cercando di non darla vinta alle lacrime che sentiva premere per uscire.
-Mi dispiace, Hanabi... Credimi, è la cosa più giusta che io possa fare- tentò di dire lei. Non era abituata a vederla reagire così, ma ricambiò l’abbraccio.
-È per via di nostro padre? Per me?- le chiese, stringendola quasi come per trattenerla lì.
-Non è per questo- disse solo Hinata.
Hanabi si staccò da lei, sciogliendo l’abbraccio. Guardò negli occhi sua sorella. Erano così simili ai suoi, eppure così diversi... e ora vi splendeva una luce nuova, che non aveva mai notato prima.
Si fece forza. Non aveva mai visto sua sorella così decisa, forse aveva ragione lei ed era davvero meglio così. Quando Hinata le passò accanto e la superò, non si oppose. –Non dimenticarti mai di chi lasci qui- sussurrò solo.
-È una promessa- confermò Hinata, e richiuse la porta dietro di sé.
Suo padre era nel suo studio. Non avrebbe saputo neanche da dove iniziare un ipotetico discorso con lui, era sicura che, a differenza di Hanabi, non avrebbe capito. Superò a passi spediti la porta serrata della stanza, raggiunse il portone e uscì.
Non si volse indietro neanche una volta. Non sapeva se poi avrebbe avuto ancora la forza di andarsene.          ~
Vedendola voltare l’angolo, distolse lo sguardo, in cui si poteva leggere non delusione, né rabbia, ma solo tristezza. Hiashi Hyuuga, all’interno del suo studio, aveva sentito benissimo Hinata uscire, e il suo istinto gli diceva che non sarebbe tornata. Aveva capito ciò che stava succedendo, ma non la aveva fermata. In tutti quegli anni, le aveva impedito anche troppe cose, e la aveva sempre scoraggiata. Questa volta, però, avrebbe lasciato che prendesse la decisione più difficile - e allo stesso tempo più importante - della sua vita totalmente da sola.         ~
Lasciato Juugo, Sasuke si diresse verso il suo prossimo obiettivo, che stavolta consisteva in un rotolo contenente informazioni su un antico Clan, posizionato, stando alle sue informazioni, nel Paese della Terra.
Nella direzione opposta a quella di Konoha.
Non sapeva cosa avrebbe detto Suigetsu a Hinata, ma sperava che la ragazza non lo ascoltasse, e rimanesse a Konoha a vivere la sua vita. Con Naruto, magari. Quel pensiero lo infastidiva non poco, ma non era così egoista da volerla trascinare con sé. Non aveva niente da offrirle, il biondo invece era l’eroe di Konoha, e lei lo amava da sempre. Quella sarebbe stata la cosa migliore per lei, e amare significa voler vedere chi ami felice, indipendentemente da ciò che proverai tu per questo.
~
- Dove stai andando, Hinata? – Aveva appena svoltato nel vicolo, quando aveva sentito quella voce ora così familiare.
- ...Kiba – mormorò lei, fermandosi. Le sarebbe dispiaciuto andar via senza dire addio ai suoi compagni di squadra, ma come spiegargli ciò che aveva deciso di fare?
C’era qualcosa di strano in lei, e il padrone di Akamaru lo aveva notato subito. Finse di non essersene accorto, però.
- Non è un po’ tardi? – le chiese sorridendo.
Lei tacque per qualche secondo. Vicino a Kiba, anche se non aveva spiccicato parola e la sua presenza si notava appena, c’era Shino.
- Kiba, Shino, io non posso più restare qui. Il mio posto... è altrove – iniziò. - Capitemi, per favore –
- Capisco, Hinata – disse Kiba serio, e lei si sentì sollevata, anche se non le sembrava vero.
- Capisco che sei confusa. Vieni, ti riaccompagno a casa -.
Hinata sorrise triste. Si era illusa che avesse capito, ma d’altra parte doveva aspettarselo. Lasciarli dispiaceva anche a lei, ma sentiva che Sasuke aveva molto più bisogno di lei di chiunque altro. E il sentimento era reciproco.
- Non tornerò a casa, Kiba – disse decisa. Affrontare i suoi amici di sempre era l’ultimo dei suoi desideri, ma se ci fosse stata costretta lo avrebbe fatto.
L’Inuzuka si rabbuiò. – Vuoi andare da lui, non è vero? Dall’Uchiha –
Lo guardò negli occhi. Almeno, gli doveva la verità. Annuì.
- Perché? Cosa ti ha fatto? Io non ti riconosco più, Hinata –
- Lui non mi ha fatto niente... mi ha aiutata, semplicemente – non sapeva bene come spiegare cosa provasse per lui, ‘Lo amo’ le sembrava riduttivo.
- In ogni caso, andrò da lui. Non provate a fermarmi – chiarì, passando lo sguardo da Kiba a Shino, per poi riportarlo nuovamente su Kiba.
Kiba non rispose, ma si preparò a bloccarla. Non le avrebbe permesso di andarsene, non di nuovo.
Hinata corse per superarli, passando proprio accanto a loro, pronta a reagire se avessero tentato di ostacolarla. Ma non andò come si aspettava.
Tenendosi in disparte, Shino aveva osservato tutta la scena e ascoltato tutto lo scambio di battute. Si era soffermato in particolare ad osservare la sua compagna di squadra; aveva una luce insolita negli occhi, e sembrava determinata come non l’aveva mai vista prima. Tentare di fermarla sarebbe stato inutile, e non sarebbe neanche stato giusto.
Hinata aveva il diritto di decidere cosa fare della sua vita.
Per questo, quando lei era corsa verso di loro decisa a sorpassarli in un modo o nell’altro, lui aveva bloccato Kiba.
- Addio, Hinata – aveva mormorato, mentre il suo compagno tentava di sciogliersi dalla sua presa ferrea, imprecando tra i denti. “Sei impazzito, Shino?! Lasciami! Dobbiamo bloccarla! Lei non sa ciò che fa...”
Appena la corvina, dopo avergli rivolto un cenno con la testa per ringraziarlo, e per dar loro il suo tacito addio, si fu allontanata a sufficienza, l’Aburame si decise a lasciar andare la presa.
- Mi spiace, Kiba. È giusto così –
Lui lo guardò furioso. – No che non lo è... – mormorò con rabbia, ferito, e corse per la strada che aveva preso Hinata. Ma ormai era tardi per fermarla.
~
Grazie davvero, Shino, e addio. Addio anche a te, Kiba. Non credo che ci rivedremo... Non vi dimenticherò mai.
Impiegò pochi minuti ad uscire dal Villaggio senza farsi notare.
Dopo aver camminato un po’ nel bosco, giunse in una radura, e vi si fermò.
Ricordava benissimo le ultime parole che le aveva rivolto Sasuke prima di lasciarla con i suoi compagni. “-Addio, Hinata. Ricorda la tecnica che ti ho insegnato-
Attivò il byakugan, e lo usò per osservare il suo Villaggio natale un’ultima volta. Non rimpiangeva la sua scelta, ma le sarebbe mancato, così come tutti i suoi amici, sua sorella... forse anche suo padre, in fondo.
Disattivò l’innata. Mi vorrai con te, Sasuke? si chiese, poi compose rapidamente dei sigilli. Alla fine, si morse il pollice, si piegò e posò il dito insanguinato sul terreno.
- Kuchiyose No Jutsu –
Subito, apparve un enorme falco dal piumaggio scuro, che rimase al centro della pianura, immobile, fissandola. Hinata non esitò a salirvi, sperando che funzionasse. Poi il falco la coprì con le sue ali, e sparirono entrambi.
~
In viaggio verso Iwa, si fermò improvvisamente. Aveva una strana sensazione, gli sembrava quasi che qualcuno lo stesse chiamando.
D’istinto, abbassò lo sguardo sulla tracolla che portava appesa alla cintura. La aprì, e vide che non si era sbagliato, uno dei rotoli si era illuminato.
Quello del falco. Eseguì la tecnica all’istante, e poco dopo un enorme falco apparve davanti a lui.
Il rapace ripiegò le ali lungo i fianchi, lasciando scorgere una figura femminile sdraiata su di lui.
A prima vista, Sasuke pensò che fosse priva di sensi.
Ma subito dopo aver pensato così, la vide muoversi per mettersi seduta. Poi, Hinata si stropicciò gli occhi. Nel passare attraverso la dimensione parallela delle evocazioni, era stata abbagliata da un bianco accecante.
Sei davvero tu... Hai scelto di tornare...
Finalmente, puntò il suo sguardo su di lui. Sorrise. Ha funzionato!
Si lasciò scivolare lungo il fianco del volatile, che sparì non appena i suoi piedi toccarono il terreno.
Si guardò intorno. – Dove siamo, Sasuke? – non era davvero rilevante, ma si era resa conto di non saper bene cosa dire. Sentiva che il suo posto era lì, al fianco del ragazzo, ma come spiegare a parole le sensazioni che la avevano portata a quella decisione?
La prima reazione di Sasuke fu lo stupore, ma passò in fretta. Poi le sue labbra si incurvarono in un ghigno divertito. – Sei assurda, Hinata, non sei cambiata affatto. Piombi qui, inattesa, e la prima cosa che dici cos’è? ‘Dove siamo?’ –
La Hyuuga arrossì. Inattesa, aveva detto. Però c’era qualcosa che non le quadrava.
- Tu hai sempre saputo che sarei tornata, vero? Altrimenti non mi avresti insegnato la Tecnica D’Evocazione – chiese guardandolo negli occhi, ma la sua era più un’affermazione che una vera domanda.
Lui sostenne il suo sguardo. – Diciamo che ci speravo – ammise a bassa voce. Al diavolo l’orgoglio, per una volta.
- La parte più irrazionale di me, lo sperava, ma più razionalmente non credevo che lo avresti fatto davvero. Perché non sei rimasta a Konoha? – chiese poi.
Lei lo guardò, sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta.
- La vita a Konoha è noiosa, - disse, ma non era certo quello il motivo.
Lui la guardò confuso. Tutto qui?
- E ho capito che il mio posto è con te... solo se mi vorrai, ovviamente – aggiunse poi, guardandolo in attesa di una qualche risposta. Dì di sì, per favore, fa’ che dica di sì.
Sasuke finse di pensarci su. Sapeva di aver bisogno di lei, lo sentiva, ma non voleva essere così egoista da sacrificarla per la sua felicità.
- Ne sei sicura, Hinata? Se ora mi segui, non potrai più tornare indietro -.
- Non posso più tornare indietro, né, se potessi, lo farei – rispose convinta.
Spero che tu non te debba mai pentire... – Se sei così sicura, forse posso anche accettar –
Hinata non lo lasciò finire, accorciò la distanza che c’era tra loro e lo baciò, riversando in quel gesto tutti i suoi sentimenti.
Lui ricambiò senza esitare, dimenticandosi l’irritazione provata per essere stato interrotto. Erano molti anni che non si sentiva così... felice.
Si separarono dopo qualche secondo.
Fu Sasuke a spezzare il silenzio.
- Che intenzioni hai, Hinata, vuoi rimanere qui tutto il giorno? –

~
- Bene, puoi andare, Suigetsu – lo congedò, seguendolo con lo sguardo mentre la porta si richiudeva alle spalle dello spadaccino.
Quindi ora c’è anche una Hyuuga... Ottimo, due esponenti dei due Clan più forti di Konoha lavorano per me!
Dietro la sua scrivania, Mei Terumi sorrise soddisfatta.
Ora devo solo trovare un compagno.
Peccato che Sasuke Uchiha sia già occupato...



*Questa frase è presa, praticamente uguale, dal primo capitolo (dopo il prologo, quindi il 'secondo').


*Angolino Lita*

...Ci sarebbero millemila cose da dire, ma non mi dilungherò. 
1: Scusate, avrei voluto aggiornare prima, ma non mi è stato possibile .-.
2: ... Temo di non essere riuscita ad esprimere bene ciò che volevo esprimere. E spero di non essere caduta nell'OOC, scrivendo l'ultima scena tra Sasuke e Hinata. Se così fosse, fatemelo sapere per favore, ed inserirò l'avvertimento. Taglio qui le mie paranoie che non interessano a nessuno, andiamo avanti che è meglio
3: Che dire... Grazie a tutti voi che avete seguito Amnesia fino alla fine! E' grazie al vostro sostegno che sono andata avanti, spero che questo finale non vi abbia deluso! Spero che sia piaciuto anche a chi voleva finisse con la NaruHina :) 
Un grazie speciale a chi ha recensito, anche solo una volta, i vari capitoli: Baby_Doll_, animaamina, Rhain_1992_ARM, Claudia Uzumaki, A r y a (anche se ora ti sei tolta da EFP, se per caso stai leggendo, grazie Arya-chan!), ery98sole, Aly99, thanks idols, Alaska Young, KusHi_Na, snlamigliore, angelika white ed _Emy_: voi due in particolare avete recensito quasi tutti i capitoli, grazie mille <3

Per concludere... Che ne pensate, di questo finale? Ve lo aspettavate? Eravate convinte del contrario? Fatemi sapere XD 
Il pezzo finale lo ho abbozzato moooolto tempo fa, ma alla fine ero indecisa se metterlo o meno. Se ricordate, una volta Suigetsu dice a Sasuke che 'lei vuole vederlo'. Questo perché, nel dietro alle quinte svelato solo ora della fic, Sasuke dopo la guerra è diventato una specie di 'mercenario', se vi foste chiesti chi gli procura le missioni, ecco la risposta ;) Ho scelto Mei perché di Konoha non se ne parlava, ovviamente; Gaara avrebbe subito avvisato Naruto; il Raikage credo sia abbastanza ovvio escluderlo... rimanevano Oonoki e Mei. Ho optato per quest'ultima XD

Ah, sì... come ultima cosa... Mi farebbe davvero piacere sentire il vostro parere generale sulla fic, ora che siamo all'ultimo capitolo - mi rivolgo soprattutto a chi non ha mai recensito (non è una critica, purtroppo capisco bene il non avere tempo .-.) - quindi, se riuscite a trovare un momento per lasciarmi un parere, non saprò come ringraziarvi (: 
Grazie di nuovo per essere arrivati fino alla fine insieme a me, ora scappo!

Alla prossima (?) ,

Lita

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