They don't even care at all!

di Kaleidoscope_
(/viewuser.php?uid=377010)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - ***
Capitolo 2: *** Prologo. ***
Capitolo 3: *** #1 ***
Capitolo 4: *** #2 ***
Capitolo 5: *** #3 ***
Capitolo 6: *** #4 ***
Capitolo 7: *** #5 ***
Capitolo 8: *** #6 ***



Capitolo 1
*** - ***


Megan.
Una ragazza semplice, anche se non conosciuta da tutti.
Ci sono quelle sfigate, quelle cool e poi c'è lei. Non fa parte di una classe sociale.
Ha un carattere forte, non si lascia buttare giù da niente e nessuno.
Fisico da urlo, occhi nocciola, labbra perfette – rese ancora più belle da un anellino al labbro inferiore - e un sorriso fantastico.
Frequenta la terza superiore della Rancho Bernardo High School.
La sua migliore amica è Anne Hoppus, una ragazza come lei.
Il suo migliore amico è Tom DeLonge, uno dei ragazzi più popolari di Poway.
Quando lui è stato espulso ed ha cambiato scuola , è riuscito a finire nella stessa classe della sua migliore amica.
Dopo tre anni di amicizia, Tom propone a Megan una strana scommessa che lei accetterà.
 


 
“Allora, ci stai?”
Sembrerei una pervertita se accettassi?
“Certo!” rispondo decisa.
Troppo tardi.
Vedo formarsi nel suo viso uno sguardo malizioso che non tardo a ricambiare.
“Sei consapevole del fatto che vincerò, vero?”
“Povero illuso!”
Che il gioco abbia inizio!






Kaleidoscope's space :
Hello guys! Stamattina ho avuto un lampo di genio e sbem! Ecco qui un prologo della fanfic che vorrei scrivere.
Se piace, inizio a pubblicare i capitoli, quindi se vi va recensite :3

P.S. L'idea è tratta da una storia vera.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Prologo. ***


First Date

Tutto iniziò in un semplice skate-park di San Diego.
Lo conobbi lì, era in terra che urlava dal dolore dopo essere caduto dalla tavola.
C'eravamo solo noi due, perciò decisi di andarlo a soccorrere. Lo aiutai ad alzarsi, per poi farlo sedere su una panchina.
“Tutto bene?” chiesi timidamente, spostando via una ciocca di capelli dal mio viso.
“Sono domande da fare?! Non mi sento più un piede!”
La sua risposta fu abbastanza secca, quasi scortese.
Mi venne quasi voglia di lasciarlo lì, ma feci finta di nulla e andai nella piccola capanna del custode dove ero sicura di poter trovare del ghiaccio. Quando tornai glielo posai sul piede e lui fece un sospiro di sollievo.
“Oh, grazie!” fece rilassandosi.
Solo allora notai il suo apparecchio e i suoi occhi nocciola.
“Non c'è di che.” ribattei sorridendo a mia volta.
“Piacere comunque, mi chiamo Tom”
“Io sono Megan” dissi stringendogli la mano.
“Sei la prima ragazza che vedo in skate da queste parti”
“Mi piace distinguermi dalla massa”
Lui ridacchiò passandosi una mano tra i capelli.
“Sei vergine?”
Alzai un sopracciglio a quella domanda insolita e quasi retorica.
“Ma certo che lo sono! Tu?”
“Ma certo..che no! Non più dall'anno scorso”
Rimasi sconcertata da quella risposta, ma quel tipetto mi ispirava simpatia, così continuai a parlarci.
Dopo qualche chiacchiera scoprii che frequentava la Poway High School, aveva la mia stessa età – ovvero 14 anni - ed era un appassionato di punk-rock. Lo trovai divertente, facemmo subito amicizia. Fattasi ormai sera, chiesi a mio fratello di riportarlo a Poway dato che sua madre non sapeva che lui fosse a San Diego.
Da quel giorno, iniziammo a vederci sempre al solito skate-park, finché non diventammo migliori amici.
Mia madre non è mai stata d'accordo sulla nostra amicizia, lui non era proprio un bravo ragazzo. Si ubriacava e andava con ragazze a caso, ma a me andava bene anche così. Diciamo che non aveva una fama positiva, tanto che mio padre mi impedì di frequentarlo ma, nonostante ciò, riuscivo a scappare la notte ed andare al SOMA con Tom. A 16 anni fu espulso dalla sua scuola per essersi ubriacato a una partita di basket e convinse sua madre a mandarlo alla Rancho Bernardo High School e riuscì a finire nella mia stessa classe. E da lì iniziò il divertimento.





Kaleidoscope's space:
Avendo finito l'altra fanfic, durante le ore noiose a scuola non sapevo a che pensare. Così ho impostato questa e..diamo inizio alla pubblicazione dei capitoli! Questo è un piccolo prologo, spero vi piaccia u.u
Non pubblicherò prima del 12 Giugno perché devo finire la scuola e andare al concerto dei Paramore! #fuckyeah
Ringrazio Hotaru182 e _StupidWise_ per aver recensito quella piccola introduzione che avevo postato tempo fa e sempre Hotaru182 per averla messa tra le seguite :3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** #1 ***


#1

E' il primo giorno di scuola e sinceramente, di tornare in quella dannata struttura, ne ho poca voglia.
Sono davanti all'entrata e sono una delle prime ad essere arrivata, così mi siedo sul muretto aspettando l'arrivo di qualche mio amico.
Ad un tratto sento qualcuno stringermi i fianchi e poggiare una mano sui miei occhi. D'istinto tolgo la mano e mi volto : è il mio ragazzo, David. Ci siamo conosciuti ad una festa tre mesi fa, ha un anno in meno di me, ma è un ragazzo molto maturo. Stiamo insieme da due mesi ormai!
Appena ci scambiamo gli sguardi mi sorride e mi schiocca un bacio a stampo sulle labbra.
“Pronto per il primo giorno?” chiedo accarezzandogli la guancia.
“Certo che lo sono, tu piuttosto?”
“Sì dai, anche se di iniziare a studiare, non ne ho per nulla voglia”
Lui ridacchia e mi stringe a sé. Ci stacchiamo dopo poco dato che vedo arrivare i miei compagni di classe, che accolgo in un caloroso abbraccio.
Dopo qualche chiacchiera, sentiamo la campanella suonare, così entriamo. Saluto David ed entro nella mia classe. E' il primo giorno di scuola, quindi prevedo cazzeggio a volontà! Mi siedo da sola dato che in classe siamo dispari e naturalmente sono l'unica che non fa storie a rimanere senza compagno di banco.
Stranamente la nostra professoressa d'italiano ritarda, non è per nulla normale!
Mi distraggo scarabocchiando su un foglio e parlando con Jamie, fino a quando sentiamo il suono dei tacchi arrivare in classe.
“Ragazzi, devo presentarvi un nuovo alunno!”
Alzai lo sguardo e la persona che vedo non è proprio uno “nuovo”, o almeno, non per me.
“Lui è Thomas DeLonge, un ex alunno della Poway High School”
Saluta con un cenno la classe – che subito ricambia, dato che è alquanto famoso in giro per Poway – e non appena la professoressa indica il posto a fianco al mio, lui sfoggia uno dei suoi sorrisi mettendo in mostra tutti i denti.
Dentro di me c'è una grande felicità, finalmente un compagno di classe adatto a me! Accelera il passo e si siede, subito mi abbraccia e mi scompiglia i capelli.
“Com'è che non mi hai detto nulla? Testa di cazzo!” gli sussurro.
“Volevo farti una sorpresa frequentando la tua scuola, ma non pensavo di ritrovarmi nella tua stessa classe! Prevedo un bell'anno scolastico”
“Idem! Dopo devo farti conoscere una persona”
Mi guarda confuso e io faccio segno di azzittirsi subito dopo aver notato l'avvicinamento della professoressa. Due ore passano in fretta, tra chiacchiere e scherzi, così all'uscita decido di portarlo da David.
Dopo averlo trovato, vedo Tom dargli un'occhiataccia.
“Tom, questo è David”
“Ciao Tom!” esclama il più piccolo.
“Ciao” dice freddo l'altro.
“Quanta allegria! Quasi mi gelo”
I due si scambiano poche parole e mi fanno capire che si conoscono già, anche se non mi spiego come. Dopo aver salutato David con un bacio, io e Tom ci dirigiamo allo skatepark.
“Meg, non mi piace quel tipo” mi dice poi, nel tragitto a piedi.
Lo guardo confusa, non capisco cosa ci sia di male in lui! Comunque sia, non gli rispondo e appena arriviamo a destinazione, prendiamo i nostri skate dentro la piccola capanna e ci buttiamo sulle rampe. Proviamo tutti i trick possibili, non ci scambiamo neanche una parola. C'è una strana atmosfera, lo capisco quando si ferma e mi tira giù dalla tavola, rischiando di farmi anche male.
“Ma sei stupido?”
“Dobbiamo parlare”
Rabbrividisco al suono di quelle due parole, mi hanno sempre fatto paura.
Ci sediamo in una panchina, poi inizia a parlare.
“Conosco David, non è una brava persona come sembra”
“Tom, lo conosco anche io ed è un ragazzo dolcissimo! Mi tratta come una principessa, sto benissimo con lui”
“Meg, dimenticatelo” dice secco e tagliente.
“Ascolta, tu non sei mio padre, non puoi dirmi che cazzo fare! A me lui piace, se non è lo stesso per te, è un tuo problema!”
“Megan, cazzo, perché non mi dai mai ascolto? Non fare la bambina, avrò i miei motivi per dirti tutto ciò!”
“Sarebbero?”
“Ha abbindolato mia sorella, se l'è scopata e l'ha lasciata. Ti basta come motivo?”
Rimango sorpresa da ciò, ma non riesco a realizzare che sia vero, David con me è diverso.
“Non è più così allora. Non mi sta abbindolando. Gli piaccio davvero.”
“Certo, certo! Allora facciamo così: quando ti avrà lasciata, non venire a piangere dal sottoscritto.”
“Piangere? Da te? Ma fammi il favore! Smettila di impicciarti nella mia vita, fattene una tua.” rispondo fredda.
“Possibile che me ne vado per tre mesi e quando torno ti trovo così?”
“Così come?”
“Cambiata, stupida, ingenua.”
Odio essere presa in giro, per questo gli mollo uno schiaffo in pieno volto.
Non abbiamo mai litigato, né discusso. Inizio a sentirmi male, un nodo al cuore che fa sprigionare in me mille brutte sensazioni. Gli voglio bene, ma detesto sentirmi dire quello che devo fare.
Scioccato dalla mia reazione, si alza e se ne va come se niente fosse.




Kaleidoscope's space:
182 anni per scrivere/pubblicare maaa ecco qui! Questo capitolo è dedicato a Francesca, se mi sono messa d'impegno a scriverlo è grazie a lei u.u 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** #2 ***


Me ne torno a casa, triste come non mai. E' brutto litigare con una persona, specialmente se quest'ultima è il tuo migliore amico. I rimorsi iniziano a torturarmi, sento le lacrime che premono per uscire e le libero appena entrata in camera. Incredibile come le giornate si possano ribaltare in poche ore.
Decido di chiamare David, ho bisogno di vederlo.
“Piccola, dimmi tutto!”
“Puoi passare da casa mia? Mi manchi”
“Certo, arrivo subito!”
E così fa, dopo pochi minuti sento il citofono suonare e corro ad aprire. Lo abbraccio forte, mettendo la testa nell'incavo della sua spalla e singhiozzando.
“Hey, che è successo?” mi chiede portandomi a sedere nel divano.
“Ho litigato con Tom..” rispondo asciugandomi le lacrime con la mano.
“Non devi starti a confondere con DeLonge, è un coglione”
“No!” dico alzando il tono della voce e scostandomi un po'.
Mi guarda interrogativo e non ha tutti i torti a farlo. Subito dopo mi avvolge un braccio attorno al corpo.
“Devi volergli veramente tanto bene” mi sussurra ridacchiando.
“Già, ma non sopporto che mi tratti come una bambina” mormoro.
Lui mi accarezza e mi da un bacio sulla fronte, per tutta risposta lo bacio con passione. Lui mi fa sdraiare e, continuandomi a baciare, infilò le sue mani dentro la mia maglietta. Inizio a sbottonargli la camicia, ma quando inizia a slacciarmi i pantaloni, lo fermo.
“D-David...io...non me la sento...”
Lui sbuffa e con aria scocciata si riabbottona la camicia.
“Tranquilla” mi dice, sorridendo appena.
Torna ad abbracciarmi e nel mentre ci guardiamo un programma a caso alla tv.
Dato che ormai si è fatta l'ora di cena, decido di mandarlo via : i miei sarebbero rientrati a momenti.
Avevo ragione io, David è diverso da come me l'ha descritto Tom. Altrimenti, non avrebbe aspettato.
Felice di questo pensiero, mi preparo un bicchiere di latte per poi andare a dormire, dato che non ho voglia di aspettare i miei genitori.
 
 
Possibile che me ne vado per tre mesi e quando torno ti trovo così?”
Così come?”
“Cambiata, stupida, ingenua.”
Odio essere presa in giro, per questo gli mollo uno schiaffo in pieno volto.
 
Non devi starti a confondere con DeLonge, è un coglione”
“No!” dico alzando il tono della voce e scostandomi un po'.
Mi guarda interrogativo e non ha tutti i torti a farlo. Subito dopo mi avvolge un braccio attorno al corpo.
“Devi volergli veramente tanto bene” mi sussurra ridacchiando.
 
 
La mattina, mi sveglio con le lacrime agli occhi. Scuoto la testa e vado in bagno a sciacquarmi il viso, per poi farmi una doccia veloce. Dopo essermi cambiata e truccata, scendo per fare colazione.
“Buongiorno piccola, tutto bene?”
“Sì, mamma.” rispondo cercando di sorridere.
Mangio una tazza di latte con i cereali e subito scappo a scuola. Con lo zaino in spalla, cammino per una stradina di Poway, sommersa da mille pensieri.
Appena arrivata nella prigione, entro nella mia classe.
Al solo pensiero di dover stare vicino a Tom per tutta la mattina, mi sale una tristezza/rabbia assurda.
Lo vedo arrivare, ha una brutta cera e delle altrettanto brutte occhiaie.
Non mi saluta e si siede, anche se per tutta la durata delle lezioni guarda fuori dalla finestra con sguardo pensieroso, sbuffando ogni ora.
Appena la campanella suona, si precipita all'uscita e io faccio lo stesso, ma vengo bloccata da David.
“Tesoro, ho la casa libera, ti va di pranzare da me, e magari fermarti anche il pomeriggio?” mi chiede sorridendo.
“Ma certo!” dico decisa, per poi avviarmi con lui verso casa sua.
Mangiamo un piatto di pasta per poi metterci a farci qualche coccola sul divano. Mi accarezza, mi lascia scie di baci sul collo e mi fa sentire felice.
Dopo, decidiamo di fare i compiti e ci mettiamo al tavolo. Tirati fuori i libri, mentre inizio a leggere, lui mi fissa.
“Che c'è?” chiedo confusa.
“Sei molto bella, più del solito” mi dice dolcemente, avvicinandosi.
Gli schiocco un bacio sulle labbra, ma lui mi trattiene e continua a baciarmi, mentre la sua lingua si intreccia con la mia. Poi, mi prende in braccio e mi fa sedere sul tavolino e mi accarezza i fianchi.
Presa dalla foga, gli tolgo la maglia e lui fa lo stesso con la mia, lanciandola da qualche parte della stanza. Inizio a lasciargli dei piccoli morsi sul collo, mentre lui mi sfila gli shorts e si libera dei suoi pantaloni.
E' la mia prima volta, ma nonostante lui lo sappia – dopo essersi messo un preservativo – entra in me con una spinta forte e decisa, tanto da farmi scendere le lacrime dagli occhi.
“Fai piano, t-ti prego” mormoro, per poi sentire le sue spinte calmarsi di un po'.
Nel mentre mi baciava, accarezzandomi la schiena. Poi, inizio a sentire del piacere, tanto da farmi ansimare senza ritegno. Dopo che anche lui ha raggiunto il piacere totale, butta il preservativo e si riveste, lasciandomi senza fiato.
Mi aiuta a vestirmi e mi riempie di baci.
“Ti è piaciuto?” mi chiede con un ghigno.
“S-sì” rispondo tremante, ancora scioccata dal fatto appena accaduto.
Subito dopo, raccolgo le mie cose e lo saluto, con la scusa di dover rientrare presto.
In realtà devo pensare a ciò che è successo, questa mattina non mi ero svegliata con il pensiero di perdere la verginità. E' stata una cosa improvvisa ed ho paura di pentirmene.
Appena arrivata a casa, mi sdraio sul letto e fisso per un po' il soffitto.
Mi addormento per qualche ora, e mi risveglio verso le nove di sera. Decido di chiamare David per sentirlo un po', ma la sua risposta non è delle migliori.
“Emh, scusa ma sono occupato. Ci vediamo domani a scuola, ok?” dice, per poi riattaccarmi in faccia.
Sicuramente doveva fare dell'altro, non l'ha detto con cattiveria, perciò mi rimetto a dormire.
I quattro giorni seguenti, invece, la situazione non cambia, mi evita, non mi saluta quasi più, tanto che decido di prenderlo da una parte e parlargli.
“Perché mi eviti?” chiedo con gli occhi che pizzicano.
“Beh, vedi...tra di noi è cambiato qualcosa e non arrabbiarti ma, non me la sento di continuare”
Improvvisamente, il mondo mi cade addosso. Tom aveva ragione.
Dopo avergli mollato uno schiaffo e qualche insulto, vado allo skate park e mi siedo sotto un albero, iniziando a piangere.
Sto male, molto male e l'unica persona che adesso vorrei, è arrabbiata con me. Quella persona che però mi ha detto di non andare a piangere da lui se fosse successo come aveva detto.
Mi copro il viso, quando sento qualcuno camminare verso di me. Singhiozzo, ma non mi rendo subito conto che quel qualcuno, si è seduto di fianco a me. Ma mi basta sentire il suo tocco su di me per capire di chi si tratta.
“Vieni qui e sfogati.” mi dice, facendomi sedere tra le sue gambe e abbracciandomi forte.
“Avevi ragione, Tom. Adesso sto così perché ho sprecato la mia verginità con quello sbagliato, non volevo farlo ma al momento mi sembrava la cosa giusta. Mi ha solamente usata, dovevo fidarmi di te e mi pento di non averlo fatto. Scusami, scusami e scusami. Non pensavo davvero quelle cose, non volevo né dovevo darti uno schiaffo, perdonami...”
Lui non mi dice nulla, mi accarezza le braccia e mi da un bacio sulla fronte, facendo sfogare le mie lacrime tra le sue braccia. E' questo che adoro di lui : percepisce quando sto male e mi sta vicino, nonostante tutto.
“Ti voglio bene” dico, dopo essermi calmata un po'.
“Anche io te ne voglio, Meg”




Kaleidoscope's space:
Sì beh, avrete capito che non avevo molta ispirazione per questa fanfic, ma adesso è tornata.
Dite grazie a Tom.
*grazie Tom*

E grazie anche a giulss182 ( <3 ) per aver recensito il capitolo precedente! :3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** #3 ***


Passano due settimane prima che io mi riprenda del tutto, per fortuna Tom mi è stato vicino ogni giorno.
Mentre stavamo ognuno sopra il proprio skate sulle rampe, alle sette di sera, mi fermo.
“Ora che stai meglio, potresti dirmi com'è a letto David?” chiede ridendo.
“Una merda. Mi ha fatto un male assurdo...” dico con voce quasi spenta.
Solo al pensiero, rabbrividisco, quasi mi viene da piangere. Tom se ne accorge e si avvicina a me.
“Che cosa? Vuoi dirmi che non avete fatto nessun preliminare prima?” continua esterrefatto.
Faccio segno negativo con la testa, lui digrigna i denti.
“Figlio di puttana.” dice, per poi darmi un bacio sulla fronte e portarmi a casa.
Il bello di Tom è che sa calmarmi anche stando in silenzio. Arrivati sul portico, apro la porta, ma non entra.
“Devo rientrare presto oggi, torno domani mattina” mi dice, schioccandomi un bacio sulla guancia.
“Va bene” dico ormai sfinita, per poi entrare e salire in camera, sdraiandomi sul mio letto.
Mi addormento per un paio d'ore, per poi venire svegliata dalla suoneria del mio cellulare. E' mia madre, mi avvisa che lei e papà resteranno a lavorare fino a tardi, ciò significa che non rientreranno a dormire. Dopo questa breve chiamata, mi riaddormento e cado in un sonno profondo.
Capisco di averlo fatto, quando mi sveglio dopo aver sentito bussare alla porta. Sono le due del pomeriggio. Quello fuori da casa mia, è Tom, così non tardo ad aprire. Appena lo vedo, però, il cuore mi salta un battito : ha un brutto occhio nero e vari tagli sul viso.
“Oh mio dio, che ti è successo?” chiedo preoccupata facendolo entrare.
“Nulla.” dice freddo, prendendo un pacco di ghiaccio dal frigo.
“Tom.”
Lui non risponde.
“Thomas.”
“Ho detto nulla.”
Poco dopo, ricevo un messaggio da Debbie.
 
Cazzo, Meg! Non sai cosa ti sei persa. Tom le ha suonate di santa ragione a David. Secondo me quel ragazzo ti ama!
 
Subito dopo aver letto quel messaggio sgrano gli occhi e mi avvicino a Tom.
“Non dovevi farlo, so difendermi da sola”
Lui si volta e mi guarda dritta negli occhi.
“Ti ha fatto del male”
“Ma non è una buona ragione per pestarlo!” esclamo alzando il tono della voce.
“Avevo dei conti in sospeso con lui. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso!” fa, alzando ancora di più la voce.
Senza dire nulla, lo attiro a me e lo abbraccio forte.
“Grazie per tutto quello che fai per me, Tom” sussurro, poi.
“Sei la mia migliore amica. Se fanno del male a te, lo fanno anche a me. Nessuno può permettersi di toccarti, va bene? Sei mia, mi appartieni. Il prossimo che ti fa anche scendere una sola lacrima dal bellissimo viso che ti ritrovi, lo mando all'ospedale.” dice, per poi darmi un bacio in fronte.
Questo discorso mi fa venire i brividi, anche se non ne capisco la ragione.
Mi avvicino un po' e gli sussurro all'orecchio “Matthew”, nome con il quale odia essere chiamato. Lui per tutta risposta inizia a farmi il solletico, così iniziamo a correre per tutta la casa come due bambini. Alla fine riesce a prendermi e finiamo sul pavimento, lui a cavalcioni su di me.
“Ecco, questa sarà la posizione di quando io e te scoperemo. Sul pavimento.” dice ghignando.
Lo scosto con una spinta e accenno una risata.
“Noi non lo faremo mai!”
“Oh, eccome se lo faremo. Non puoi resistermi così a lungo.”
“Ma fammi il piacere, Tom!”
“Sai del mio soprannome. Non mi chiamano HotPants per nulla. Provare per credere! Mica sono David. Se devo fare un servizio completo, lo faccio come si deve.”
“Suona molto da pornostar questa frase”
Lui sorride e si passa una mano tra i capelli.
“Facciamo così, se entro la fine di questo anno scolastico non lo facciamo, vinci tu. Altrimenti vinco io.”
Ridendo, mi alzo e vado a bere un bicchiere d'acqua.
“Allora, ci stai?”
Sembrerei una pervertita se accettassi?
“Certo!” rispondo decisa.
Troppo tardi.
Vedo formarsi nel suo viso uno sguardo malizioso che non tardo a ricambiare.
“Sei consapevole del fatto che vincerò, vero?”
“Povero illuso!”
Che il gioco abbia inizio!





Kaleidoscope's space:
E' un capitolo un po' cortino, ma dal prossimo arriva il meglio dheheh
Ringrazio 
giulss182 per la recensione al capitolo precedente :)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** #4 ***


Da quella stupida scommessa passano otto mesi, siamo ormai alla fine della scuola.
Tom per fortuna, ha calmato i suoi bollenti spiriti con una ragazza, Holly, con cui sta da quasi un mese.
E' più grande di noi, non è che mi stia molto simpatica, ma me la faccio andare bene. Mi è anche passata per la testa l'idea che possa essere gelosa di lei, ma ho evitato di starci a pensare su.
Oggi è domenica e Tom, dopo un mese praticamente passato chiuso in casa a scopare con Holly, ha finalmente deciso di uscire con la sottoscritta. Mi ha addirittura invitata a cena per farsi perdonare.
Verso le sette mi passa a prendere e andiamo a casa sua.
“Siamo soli, i miei non tornano fino alla prossima settimana. Potrei segregarti in casa e stuprarti!”
Inarco un sopracciglio per poi ridere, dandogli un coppino sulla testa.
“Idiota! Che si mangia?”
“Pizza! E birra, perché sì, ho comprato la birra solo per l'occasione.”
“Ma sei dolcissimo!” dico schioccandogli un bacio sulla guancia.
Dopo aver mangiato e bevuto, usciamo e dopo aver cazzeggiato per San Diego ci sediamo in una panchina di un parco.
Lui tira fuori delle cartine e dell'erba, iniziando a fare qualche canna.
Gliene prendo una, ma dopo qualche tiro, ma la toglie di bocca.
“Ti fa male” dice soltanto, continuando a fumare la sua.
Gli faccio una smorfia, per poi mettere il broncio.
“Sono forte, invece.”
“Ah sì? Allora andiamo da Mike, ti faccio provare una cosa” dice prendendomi per mano e portandomi in un appartamento vicino al parco.
Dopo essere entrati, noto la stanza piena di fumo e capisco cosa mi voglia fare provare. Appena vedo un ragazzo, vedo anche il suo enorme bong.
“Vuoi provare?” dice ridacchiando.
Annuisco incerta, ma prima Tom mi trattiene.
“Non tirare troppo, ti potrebbe girare la testa”
Il primo tiro non è male, così continuo e ci prendo anche un po' gusto.
Dopo poco però, la testa inizia a girarmi e a fare male, tanto che prendo la mano di Tom e la stringo. Senza dire nulla, mi prende sotto braccio e mi porta fuori.
Continuo a vedere girare tutto, così mi spavento e finisco per aggrapparmi a Tom dato che non mi reggo in piedi.
Si siede a terra e mi fa sdraiare, poggiando la mia testa sulle sue gambe.
“Tranquilla, adesso ti passa” mi sussurra, per poi accarezzarmi il viso.
Chiudo gli occhi e dopo una decina di minuti, l'effetto svanisce e mi sento meglio.
Rimaniamo per un po' sdraiati, finché non arriva Mark e sua sorella Anne, la mia migliore amica.
Il nostro abbraccio è a dir poco epico, sebbene non ci vedessimo solamente dalla mattina, ma non ci posso fare nulla : le voglio troppo bene.
Mark è un ragazzo molto carino: alto, occhi azzurri, moro e belissimo sorriso. Inoltre, è molto simpatico, ha molto senso dell'umorismo e secondo me potrebbe andare molto d'accordo con Tom. L'ho conosciuto l'anno scorso, frequenta l'ultimo anno della nostra scuola.
“Bene, facciamo le presentazioni! Tom, lui è Mark, mio fratello! Meg ed io abbiamo pensato di farvi conoscere, sai, entrambi volete formare una band, ascoltate gli stessi generi e...beh, fate due più due e ci arriverete.”
Mark stringe la mano a Tom, che sorride felice del nuovo incontro.
Passo quasi tutta la serata a parlare di cazzate varie con Anne, dato che i due sono impegnati a organizzarsi per le prime prove di una possibile band. Stiamo per entrare in un pub,quando Mark vuole fermarsi a mangiare messicano.
“Cioè, tu hai ancora fame?” chiedo scioccata.
Lui fa spallucce, per poi entrare con Anne dentro il locale.
Mi dirigo verso Tom, che è appoggiato con la schiena su un muro.
“Allora, con Holly come va?”
“Mh, bene” dice sbuffando.
C'è qualche attimo di silenzio tra di noi, finché non mi attira a sé e mi abbraccia.
In effetti, non mi dispiace stare tra le sue braccia, rispetto a me è un armadio e diciamo che mi sento protetta, come se nessuno potesse farmi del male. Ma il momento dura poco, dato che tornano Mark e Anne.
“Porca puttana!” urla Tom.
Lo guardiamo interrogativi e lui si decide a parlare.
“Merda, merda! Mi sono dimenticato che c'era un secret show dei Descendents qui vicino!” fa, portandosi le mani sul viso.
“Andate tu e Mark, no?” chiedo.
“Magari, Anne vuole andare ad una festa e i miei vogliono che stia con lei” dice Hoppus sbuffando.
Tom è davvero affranto dall'affermazione dell'amico, così prendo velocemente una decisione.
“Va bene, vengo con te”
I suoi occhi sembrano illuminarsi e d'istinto mi abbraccia alzandomi da terra.
“Cazzo, ti adoro! Mark, ci sentiamo domani allora!”
Dopo aver salutato anche Anne, ci dirigiamo nel locale in cui i Descendents avrebbero suonato dopo pochi minuti. Appena arrivati dentro, noto che questo è un vero e proprio concerto più che un secret show, ma poco mi importa.
Spingiamo il più possibile per arrivare nelle prime file e, con Tom come “scudo”, non è difficile farlo. Dopo circa dieci minuti, vediamo la band entrare e subito ci scateniamo, cantando e pogando un sacco.
Durante alcune canzoni, Tom mi abbraccia – penso preso dall'esaltazione – e mi fa dei sorrisi enormi che mi fanno ridere non poco. Poi, durante Hope, mi alza e mi fa fare crowd surfing sulla folla, nonostante qualche mio tentennamento. Direi che la serata non poteva svolgersi meglio.
La performance dura circa un'ora e un quarto e appena finisce, trascino Tom fuori dal locale.
“Wow! E' da un sacco che non passavo una serata così!” dice cercando di riprendere fiato.
Io sorrido, prendendolo per un braccio e sedendomi in terra.
Lui mi sposta e mi fa sdraiare su di sé, tra le sue gambe, ma non capisco il motivo di questa mossa. In realtà mi confonde parecchio, dato che il gesto mi piace eccome.
Nel mentre, mi cinge la vita con le braccia, così appoggio le mie mani sulle sue e lui inizia ad accarezzarle. Ho una strana sensazione, un po' mi piace, ma mi inquieta anche un po'. Non so definirla con un nome.
Appoggio la testa nell'incavo del suo collo e lui mi da un bacio sulla guancia, sussurrandomi un “ti voglio bene”.
“Ho ancora qualche giorno per vincere la scommessa”
Per un attimo mi dimentico del fatto, ma subito mi torna in mente e gli do un pizzicotto.
“Scemo! Hai una ragazza, te ne sei dimenticato?” gli dico rimproverandolo.
“Questo non c'entra nulla, voglio vincere quella fottutissima scommessa.” continua deciso.
“Non la vincerai, mi dispiace. Mancano tre giorni prima che la scuola finisca, non penso che riuscirai ad abbindolarmi!”
“Mai dire mai” mi dice dandomi un bacio sul collo.
Probabilmente questo gesto avrebbe dovuto scocciarmi, invece mi ha fatto salire un brivido per la schiena. Qui c'è un bel problema e forse ho anche capito quale.
Che mi stia forse prendendo una cotta per il mio migliore amico?





Kaleidoscope's space:
Ringrazio ElaEla e giulss182 per le recensioni al capitolo precedente!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** #5 ***


Nonostante la stanchezza, passo la notte e ripensare al mio pensiero. Infatti, la mattina seguente ho due occhiaie da paura che, nonostante provi a passarci mille volte il correttore, non vanno via. Poco importa, sono in uno stato alquanto confusionale e di certo non mi frega di fare bella figura con qualcuno. Eccetto con Tom.
Mi do una pacca sulla fronte dopo il mio ultimo pensiero, devo assolutamente mettermi in testa che questa cotta deve passarmi al più presto.
Dopo essermi fatta una doccia, torno in camera per vestirmi, ma quando mi tolgo l'asciugamano sento un fischio di approvazione provenire dalla finestra.
Subito mi ricopro e arrossisco vistosamente, notando che il suono arrivava da Tom che se ne stava tranquillo e beato sul balcone della mia finestra.
“Ma sei scemo?! Ci sono i miei al piano di sotto!”
“Nah, li ho appena visti uscire” dice giocherellando con il suo piercing.
“Esci di qui!” dico quasi stizzita.
“Perché dovrei?” continua lui avvicinandosi a me, fino a farmi arrivare con le spalle al muro.
I pochi centimetri che ci dividono mi fanno rabbrividire, ma mi agito ancora di più quando poggia una mano sul mio collo e la fa scendere fino ad un mio fianco.
“Hai dormito poco, vedo. Qualche problema?” chiede sussurrando.
Faccio segno negativo dato che di parole non riesco a farne uscire, vista la situazione.
“Non ti credo” continua, appoggiando la sua fronte alla mia.
“Tom, dobbiamo and-”
La mia frase viene bloccata da un gesto che mai mi sarei aspettata: mi bacia.
Sebbene non voglia che tutto questo accada, ricambio il bacio facendo incontrare le nostre lingue.
E' tutt'altro che un bacio casto, infatti dopo poco ci ritroviamo sdraiati sul letto.
Poi però, anche se l'eccitazione è ormai alta, lo fermo.
“Tom, no, basta” dico piantando le mie braccia sul suo petto.
Lui ghigna, per poi alzarsi.
“Sapevo che ti saresti arresa facilmente, ma giuro che ce la farò” continua uscendo dalla stanza.
Mi sento a dir poco imbarazzata dato che potrebbe aver capito tutto, così mi rivesto velocemente e lo raggiungo al piano di sotto.
La mattinata passa in fretta, dentro la mia testa c'è un solo ed unico pensiero, ovviamente. Tom cerca di farmi parlare durante le lezioni ma fingo di voler stare attenta. In realtà, invece, vorrei veramente stare a chiacchierare con lui come al solito, ma proprio non ci riesco.
Inizia a farmi male questa situazione, perciò appena prima di uscire dall'edificio, lo fermo.
“Possiamo vederci oggi? Dovrei parlarti...”
“Devo preoccuparmi?” chiede puntando il suo sguardo sul mio.
“No, tranquillo”
“Va bene, ti aspetto nel tardo pomeriggio a casa mia, ok?”
Annuisco per poi andarmene, ma lui mi blocca e mi volta verso di sé.
Lo guardo confusa, non capendo cosa voglia.
Si avvicina, mi prende il viso tra le mani e mi da un bacio sulla fronte, per poi sussurrarmi un “ti voglio bene”.
E' uno dei piccoli gesti che da lui si ingrandiscono, adoro quando fa così.
Il dolore poi, arriva quando vedo Holly che gli salta in braccio, baciandolo come se non ci fosse un domani. Facendo finta di nulla, la saluto per poi andarmene.
Appena arrivata a casa, mi preparo il pranzo e mi metto a studiare.
Fisica, chimica e per finire letteratura. Ma mi annoio a tal punto da addormentarmi mentre leggo un capitolo dei “Promessi Sposi”.
Vengo risvegliata dal suono di un clacson, probabilmente di un camion appena passato davanti a casa mia. Guardo l'orario : sono le sei del pomeriggio, perciò mi cambio e mi dirigo verso la casa di Tom.
Appena entrata, lui mi abbraccia, senza motivo. Abbraccio a cui ovviamente sto, non potrei mai dirgli di no.
“Dimmi tutto” dice sorridendo.
“Beh, Tom, volevo parlarti di stamattina” inizio, incerta.
“Meg, scusami, non volevo farti incazzare, lo giuro!” dice alzando le mani.
“No, no. Non sei tu il problema, sono io. Quando mi hai baciata-”
La mia frase viene interrotta dal suono del citofono. Tom si affretta ad aprire e la persona che entra è l'ultima che volessi vedere : Holly.
“Amore mio!” strilla con la sua vocina irritante.
“Hey” dice Tom, baciandola.
Appena mi vede, mi squadra dalla testa ai piedi, per poi assottigliare gli occhi e guardare Tom.
“Perché lei è qua?!” chiede scocciata.
“Dovevo parlare con lei”
“La smettete di stare sempre insieme? Mi avete stufata!” dice, per poi avvicinarsi a me “Sono io la sua ragazza, io vado a casa sua e solo io lo abbraccio, lui è mio.” dice fredda.
“Holly, stai esagerando, non ha fatto nulla di male!”
“No, Tom. Lei è la tua ragazza e ha tutte le ragioni per voler passare del tempo con te, scusate il disturbo.”
Quando lui mi sta per fermare, Holly lo chiama, così riesco a tornare a casa.
Appena tocco il letto, mi sfogo in un pianto liberatorio che dura per tutta la sera. Arrivo all'una di notte ormai senza più lacrime. Sono senza forze, ora come ora vorrei solo sparire.
Il dolore mi affligge il cuore, pensare che tutto questo stia accadendo di nuovo mi fa morire dentro. Non avrei voluto stare male per un ragazzo mai più dopo la storia di David e invece eccomi qui a frignare per il mio migliore amico.
Mentre sto per iniziare di nuovo a singhiozzare, la porta della mia camera si apre.
Il mio sguardo è rivolto verso il basso, ma capisco di chi si tratta quando sento il suo profumo.
“Ti prego, va via” dico quasi supplicandolo.
“No, non ti lascerò dormire da sola. Ricordi, tre anni fa, quando i tuoi ti lasciarono in casa da sola e mi pregasti di dormire con te perché avevi paura? Ecco, so che non ti fa piacere rimanere sola quindi sono qui e non fare storie”
Non riesco neanche a controbattere che lui si mette sotto le coperte insieme a me, prendendomi le mani e incrociando le sue dita con le mie.
Mi accoccolo al suo petto, addormentandomi dopo pochi secondi.
La sveglia suona alle sette e mezza, così da farci svegliare entrambi assonnati più che mai.
Mi alzo, vado a farmi una doccia e mi cambio, quando torno Tom è ancora nel mio letto.
“Sveglia” gli sussurro, avvicinandomi.
Farfuglia delle parole a caso prima di aprire gli occhi e devo ammetterlo : è sexy anche appena sveglio.
Essendo rimasto con gli stessi vestiti con cui è arrivato stanotte, usciamo ed arriviamo a scuola. Naturalmente, all'entrata c'è Holly con una faccia sconvolta ma fa una cosa che non mi sarei mai aspettata : mi tira uno schiaffo che mi fa bruciare moltissimo la guancia.
“Lo vuoi capire che non devi più frequentarlo?!” mi grida addosso.
Presa dalla rabbia, forse dal momento o forse dal fatto che chi mi grida di prima mattina può considerarsi morto, mi avvicino spingendola.
“Stronza che non sei altro, prova a ripetermi che non devo più vedere né abbracciare il mio migliore amico e stai certa che ti ritroverai un occhio nero su quel cazzo di faccino che ti ritrovi. Vuoi saperla una cosa? Non mi importa se sei la sua ragazza. Lui è mio, a prescindere che tu lo voglia o no. Posso andare a casa sua tutte le volte che voglio, va bene? Ficcatelo in quel cervello inesistente che ti ritrovi!” urlo, per poi sentire un commento di Tom.
“Che figata, rissa tra donne!” dice ridacchiando.
“Testa di cazzo, dovresti fermarle invece di dire queste cose” continua Anne, appena arrivata.
Detto fatto, lui si mette in mezzo a noi due.
“Tom!” fa Holly per chiamarlo.
“Dimmi”
“Devi fare una scelta. O me, o lei.”
Lui sbianca e non da una risposta, cosa che mi fa imbestialire e decidere di tornarmene a casa.





Kaleidoscope's space:
Ci siamo! Questo è il penultimo capitolo *sigh*
Ringrazio
ElaEla e giulss182 per aver recensito il capitolo precedente :)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** #6 ***


Appena varco la soglia di casa, prendo foglio e penna.
 
Devo, o meglio, dobbiamo finirla con tutto questo. Noi siamo solo migliori amici, è sbagliato.
Probabilmente mi avrai presa per stupida, non so cosa mi sia preso a scuola e ti prego, porgi ad Holly le mie scuse.
E' stato uno sfogo di gelosia, solamente questo. Comunque, quest'estate penso che partirò per una vacanza a New York perciò ti auguro di passare dei bei mesi insieme alla tua ragazza.
Colgo l'opportunità di salutarti tramite questa lettera perché domani non sarò a scuola, mi dispiace.
 
-Meg
 
Dopo averla firmata, mi arriva una chiamata da mio padre, così cerco di stare il più calma possibile.
“Piccola, tutto bene? Io e la mamma rientreremo tra tre giorni!”
“Sì papà, sono appena entrata a scuola! Adesso devo andare perché iniziano le lezioni. Ciao!”
L'ho liquidato il più in fretta possibile, dato che appena chiusa la chiamata scoppio in un pianto isterico.
Inizio a rovesciare i piatti, i soprammobili, tutto quello che trovo davanti a me. Per sfogo, per rabbia, per gelosia, per la mia stupidità.
Mi sono cacciata da sola in questo pasticcio e naturalmente ne sto uscendo fuori nel peggiore dei modi. Mi odio, non riesco mai a controllare le mie azioni e questo mi fa troppo male.
“Meg! Apri!”
La voce è di Anne e proviene dalla porta. Inizialmente faccio finta di nulla, ma l'alzarsi della sua voce mi arrendo e apro la porta.
Lei subito la richiude e mi abbraccia, accarezzandomi la schiena.
“Calmati, Megan” mi sussurra.
Staccandomi, porto dietro l'orecchio una ciocca di capelli e sento gli occhi bruciare.
Lei mi accompagna a sedere e aspetta che mi calmi del tutto. Dopo un bel respiro profondo, mi vado a sciacquare la faccia.
“Dovresti essere a scuola” le dico appena tornata sul divano.
“Anche tu” risponde con un sorrisino.
Sospiro, per poi fissare il pavimento con le braccia appoggiate sulle mie ginocchia.
“Tom?” chiedo con voce tremante.
“E' andato con lei” continua freddamente.
“Lo sapevo...puoi lasciarmi sola?”
“No, anche perché c'è da sistemare questa casa” risponde, per poi alzarsi e iniziare a raccogliere i cocci da terra.
Dato che ha ragione, mi metto a sistemare ogni stanza e in men che non si dica si fa l'ora di cena.
“Ordiniamo una pizza?” dice lei sorridendo.
Annuisco incerta, magari un po' di compagnia mi farà bene.
Appena le pizze arrivano, accendiamo la tv e mettiamo su un film di Star Wars, iniziando a mangiare.
Oltre ai soliti commenti, non ci spingiamo ad altri argomenti, infatti si fa presto mezzanotte e Anne deve rincasare.
“Non fare stronzate, mi raccomando” dice dandomi un bacio sulla fronte.
“Mh, puoi passare da Tom e dargli questa?” continuo porgendole la lettera.
Lei annuisce e presto rimango da sola.
Appena tocco il letto, la sua voce mi trapassa i pensieri.
 
Sei la mia migliore amica. Se fanno del male a te, lo fanno anche a me. Nessuno può permettersi di toccarti, va bene? Sei mia, mi appartieni. Il prossimo che ti fa anche scendere una sola lacrima dal bellissimo viso che ti ritrovi, lo mando all'ospedale.”
 
No, non ti lascerò dormire da sola. Ricordi, tre anni fa, quando i tuoi ti lasciarono in casa da sola e mi pregasti di dormire con te perché avevi paura? Ecco, so che non ti fa piacere rimanere sola quindi sono qui e non fare storie”
 
Le lacrime ricominciano a scorrere per quasi due ore, finché non mi addormento ormai stremata dalla stanchezza.
Il giorno dopo, mi sveglio verso le dieci con un terribile mal di testa. La sveglia, ovviamente, non è suonata ma poco mi importa dato che a scuola non avrei voluto andare comunque.
Esco per andare in un edicola a prendere delle sigarette che vado a fumare allo skate park. E' l'ultimo giorno di scuola, perciò sono sicura di trovarlo libero.
Infatti, non vola neanche una mosca, perciò mi sdraio sul prato fumandomi una, due, tre sigarette, finché non mi decido a prendere il mio skate e a fare qualche trick.
Dopo un shove it 360° però, cado rovinosamente a terra sbucciandomi il gomito.
Mi copro la faccia con le mani per evitare di imprecare dal dolore, ma poi sento qualcuno sedersi vicino a me.
“Lo sai che non devi salire sulla tavola quando sei nervosa. Non dovresti neanche fumare...il pacchetto è quasi vuoto”
Istintivamente, mi alzo e mi allontano, ma lui mi blocca prendendomi dal polso.
“Ferma dove sei, non ti lascio andare finché non chiariamo questa situazione di merda. Hai presente la paura che ho avuto quando ho letto che saresti partita?!”
“C'è Holly con te” mi limito a dire.
“A me non importa nulla di lei! Mi sono semplicemente incazzato perché continui a dire che tra di noi sarebbe sbagliato, ma sai cosa ti dico? Che sono stronzate! Non c'è nulla di sbagliato!” continua alzando il tono di voce.
“Siamo migliori amici”
“Ah sì?”
Dopo quella frase, mi attira a sé e preme le sue labbra sulle mie.
Si stacca dopo poco, per poi farmi una carezza.
“Lo capisci? Voglio te, nessun altro. Ieri avevi ragione: io sono tuo e non voglio essere di nessun altro. E tu sei mia, solamente mia.”
Annuisco decisa per poi abbracciarlo forte.
Ci sediamo sull'asfalto per un po', finché lui ridacchia.
“Che hai da ridere?”
“E' mezzogiorno, la scuola è finita e hai vinto la scommessa!” continua piagnucolando.
“Megan 1 – Tom 0” dico ridacchiando.
“Cosa vuoi in cambio?”
Faccio finta di starci a pensare, ma in realtà so benissimo come rispondere.
“Voglio te.” rispondo decisa, per poi attaccarmi alle sue labbra.
Mi ritrovo presto sopra di lui, ma quando sto per togliergli la maglia, mi ferma.
“Ferma, ferma, ferma. Questa cosa – ahimé – deve aspettare!”
Lo guardo confusa per poi inarcare un sopracciglio.
“Capirai presto.” continua, per poi farmi alzare “E adesso devo proprio andare. Stasera vieni da me dopo cena? Ho la casa libera”
Accetto senza esitazioni, per poi farmi baciare aderendo il suo petto al mio.
Torno a casa felice e contenta, per poi chiamare Anne e raccontarle l'accaduto.
Passo la giornata a riposarmi, dato che la notte avevo dormito male e poco. L'unica pausa del mio riposino è stato quando il citofono ha suonato per una consegna di fiori, ovviamente da parte di Tom.
Per cena mi preparo un hotdog e poi mi cambio per andare da lui.
Arrivata a casa sua, busso e mi accoglie prendendomi in braccio e accarezzandomi.
“Sei bellissima” continua strusciando il suo naso contro il mio.
Sorrido e lo bacio facendo intersecare le nostre lingue con movimenti dolci. E' strano come le situazioni si possano capovolgere, ma è bello quando vanno a finire così.
Mi fa scendere e mi prende per mano, salendo le scale.
Appena apre la porta della sua camera, spalanco la bocca dallo stupore.
Tutta la stanza era cosparsa di petali e candele, una scena romantica come quelle dei film: un sogno.
“Perché l'hai fatto?” dico con gli occhi lucidi.
“Beh, dato che la tua primissima volta non è stata delle migliori, volevo rimediare e ho pensato a questo. Puoi fare finta che sia questa la tua prima volta”
Una lacrima mi riga il viso, ma questa volta è grazie alla gioia. Gli salto in braccio e lo bacio con passione, tirando un poco i suoi capelli.
Ci ritroviamo stesi sul letto e dopo avergli tolto la maglia, Tom ribalta le posizioni. Mi sfila velocemente canotta e reggiseno, per poi iniziare a baciare il collo, il seno e la pancia. Poco a poco, scende fino a togliermi gli shorts e mi da un bacio a fior di labbra.
“Sei sicura, allora?” mi sussurra tremando.
“Sicurissima” continuo attirandolo a me.
La sua mano finisce sotto le mie mutandine e, con dei movimenti dolci ma anche decisi, inizia a farmi provare un grandissimo piacere che mai prima ho conosciuto.
Inizio ad ansimare ormai senza ritegno, lui continuando a baciarmi, toglie le dita dalla mia intimità.
“Sei pronta?”
Annuisco mordendomi un labbro e gli sfilo i boxer.
Lentamente, entra dentro di me facendo molta attenzione. Il dolore questa volta non c'è, è sostituito dal piacere e dall'amore che Tom riesce a darmi con le sue spinte dolci. Pian piano, si fanno sempre più decise e la stanza si riempie di gemiti di entrambi. Appena il piacere finisce, esce da me, sfila una coperta dal letto e mi copre, stringendomi a sé.
Il suo sguardo non si stacca neanche per un attimo dal mio, così da farmi provare una sensazione indescrivibile.
“Ti è piaciuto?” chiede mordendosi il piercing.
“Direi di sì, effettivamente il nome 'HotPants' ti si addice alla perfezione” concludo ridendo.
Lui mi schiocca un bacio sulle labbra per poi sorridere.
"Partirai lo stesso per New York?" chiede preoccupato.
"Solo se tu verrai con me"
I suoi occhi si illuminano e fa un sorriso enorme.
“La prima volta l'ho detto alla persona sbagliata, ma adesso non commetterò lo stesso errore" dice lui.
Non capisco cosa intende, così taccio.
"Ti amo, Megan” mi sussurra accarezzandomi il viso.
Presa dallo stupore, gli do un lungo bacio.
"Ripetilo" chiedo timidamente.
"Ti amo, ti amo, ti amo!" dice ridacchiando.
E' in questo momento che capisco cosa mi sono persa per tutti questi anni.
“Anche io, Thomas” concludo.





Kaleidosope's space:
THE EEEEEEEEND! Eh già. Vi sareste aspettati che la scommessa l'avrebbe vinta Megan? Scommetto di no.
In tal caso...I DID IT! 
Sono davvero felice che questa fanfic sia piaciuta a qualcuno, ringrazio tutti quelli che l'hanno letta, seguita e recensita. Grazie davvero!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1759823