Pagine d'amore

di niky999
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nicole Arsan, diciassette anni di sfiga, terza superiore in una scuola impossibile e vita vuota.
Molto vuota.
Completamente vuota.
Di più ancora.
Mio padre era un’alcolista, mia madre era un po’… assente, ecco. Diciamo che non la vedevo spesso… magari mai… o forse da qualche anno… ‘naah, a chi la davo a bere?’ era morta. E con questo avevo detto tutto.
Ok, forse avevo tralasciato le amicizie ma… quelle meglio lasciarle dove stavano.
Stavo vagando per i lunghi e noiosi corridoi della scuola cercando disperatamente la mia classe. ‘Hanno spostato la tua sezione in un altro piano’, dicevano, ma come cavolo potevo trovarla? Qualche informazione in più non guastava eh..!?
E poi, in mezzo a tutto quell’ammasso di studenti, era impossibile allungare solo qualche passo senza che qualcuno ti desse uno spintone e che finissi per terra schiacciata.
Ok, ero davvero stufa.
Mi feci strada tra zaini e gente forse ‘un po’ troppo agitata’ e arrivai alle scale.
Lì davanti c’era un ragazzo alto e moro, con un fisico niente male, due occhi blu oceano e uno sguardo sexy e accattivante, che mi rapì all’istante.
Aspettate, che cosa? ‘Sexy e accattivante?’ Stavo dicendo sul serio?
Feci per tornare indietro ma poi mi accorsi che la mia classe doveva per forza essere nei piani di sopra.
Feci un lungo sospiro.
Lui stava ancora lì, con in mano il cellulare, a fissare tutta la gente che gli passava davanti. E per la cronaca, per 'gente' intendo solo e unicamente ragazze.
Strinsi i pugni con un certo nervosismo.
Era uno nuovo e già mi dava al voltastomaco, ma la cosa più preoccupante era che non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
Amore a prima vista? Una pura stronzata.
Non puoi amare senza conoscere, non puoi provare davvero questo sentimento senza nemmeno sapere com’è una persona, amare è diverso. E’ seguire ogni sua azione, ogni suo movimento, ogni sua decisione, ogni suo sguardo, ogni suo pensiero. E’ essere la sua marionetta, dipendere da lui in ogni cosa e in ogni dove, avere la mente che porta costantemente il suo nome, avere la pazzia dentro, fin sotto le unghie, l’amore è questo. Dipendere.
Se ami dipendi, sempre, anche se non vuoi, dipendi.
Vi siete lasciati? Dipendi ancora, non smetti di farlo, ricordi ancora il suo profumo, i suoi occhi, il suo sguardo, ricordi ancora ogni cosa di lui, come se fosse ancora al tuo fianco. Ricordi ogni suo movimento, ogni suo respiro, ogni sua paura, ogni suo difetto e ogni suo pregio.
Dipendi, è così.
Questo è l’amore e io di certo mi stavo mettendo in testa troppe idee idiote su di lui.
Presi coraggio e camminai verso le scale.
Sentivo i miei passi rimbombarmi nella testa, in sincronia con il battito del cuore. “ Ciao, sei uno nuovo? “ il coraggio era una delle mie doti più evidenti, non ero mai stata una codarda, mai. Ma quando si tratta di amore tutt cambia.
No, ancora? Dovevo subito prendere una gomma e cancellare la parola ‘amore’ sulla sua fronte!
“ Ciao! “ mi squadrò da capo a piedi con quegli occhi meravigliosi.
Da vicino era tutta un’altra cosa! Il fisico era mozzafiato e il viso poteva fare invidia a tutto il mondo per la sua perfezione! “ sì, tu sei? “
“ Nicole Arsan, piacere. “
“ Jacob Harris, piacere mio nana. “
Che? Ok, era bassina lo ammetto, ma il primo sconosciuto che passava… come si permetteva di chiamarmi ‘nana’? Uno come lui poi?
“ Chiamami semplicemente ‘Nicole’, chiaro? “ gli rivolsi un’ occhiataccia e continuai a salire le scale, centrando in pieno la sua spalla… muscolosa.
Il contatto mi fece rabbrividire, ma non di paura, di puro imbarazzo!
Oddio, se per avergli spintonato una spalla, completamente furiosa e fuori di me, avevo questa reazione, come mi sarei comportata in situazioni.. ‘normali?’
Dovevo stargli lontana, il più lontana possibile.
Quello era il tipico stronzo che si fa tutte quelle che gli danno corda senza pensarci due volte.
E per di più facendo soffrire chi si illude e ci crede davvero.
Io non volevo affatto soffrire, non era nei miei ‘piani’, perciò ciao ciao sconosciuto, rimarrai solo un remoto ricordo.
Finalmente trovai la mia classe, aprii la porta e mi trovai davanti una prof. alquanto nervosetta, con un espressione di puro odio stampata in volto e uno sguardo omicida.
“ Arsan, si sieda subito al suo banco e non si azzardi a iniziare così gli anni scolastici a seguire, chiaro? “ mi gridò contro.
Io odiavo lei, lei odiava me.
Uno scambio di ‘forti emozioni’ reciproco!
Quella era la prof. peggiore della scuola, una cornacchia che non si sapeva da dove cavolo uscisse. 
Mi sedetti senza obiettare e strisciando apposta rumorosamente il banco verso di me. Lo sguardo assente.
Tutti mi fissavano curiosi.
Avrei voluto tanto alzarmi e gridare: ‘ Che diavolo volete adesso? ‘ ma non lo feci.
Stava per iniziare la lezione, la prima noiosissima spacca culi lezione di un altro anno di inferno, ma la porta si aprì di nuovo e dall’uscio sbucò la faccia allegra di Mary, la bidella migliore della scuola. L’unica forse. Tutte le altre non facevo niente dal mattino alla sera. Stavano sedute su una poltrona davanti a una scrivania, coi piedi sul tavolo, una rivista sotto agli occhi e il cellulare attaccato alla mano con la colla stick.
Così, tutto il giorno.
E se per sbaglio bagnavi un po’ il bagno di due o tre schizzi?
Si incazzavano, eccome se lo facevano, sentivi le loro grida rimbombare nel corridoio ma il bello era che non si muovevano.
Pulire? Non se ne parlava, per loro il discorso di ‘lavoro’ era quello di rilassarsi, sbattersene di tutto e di tutti, odiare gli studenti e starsene ferme.
Ecco, queste erano tutte le altre bidelle, ma Mary era diversa.
Lei sì che era brava, l’unica che puliva, amava i suoi studenti, giocava a carte con loro se venivano sbattuti fuori dalla porta e ascoltava i loro problemi con attenzione, cercando di trovare una soluzione per ognuno.
La bidella migliore del mondo!
“ Ragazzi, date il benvenuto al vostro nuovo compagno di classe: Jacob Harris! “
Ed ecco che appare di nuovo.
Il ragazzo figo e stronzo da cui dovevo stare lontana, quello che mi aveva lasciata di stucco a uno sguardo e che doveva rimanere solo un ‘remoto ricordo’, proprio quello.
Tutti lo fissavano stupiti, rapiti o con ammirazione, e io? Io lo guardavo metà stupita, metà rapita e … metà fuori di me!
Quel giorno era senz’altro incominciato male, troppo male, e avevo la netta sensazione che non sarebbe finita lì!
Io e lui ci scambiammo diversi sguardi, ovviamente completamente  diversi. Ci fissammo per un po’, tanto tempo, tanto che tutta la classe, persino la prof. e la bidella se ne accorsero.
“ Harris si sieda in fondo a quel banco, di fianco alla signorina Arsan. “
Brutta bastarda, l’aveva fatto apposta!
Sgranai gli occhi con sguardo terrorizzato, misto a stupore, guardando il mio futuro incubo avvicinarsi sempre di più e sedersi a qualche centimetro di distanza dalla mia faccia.
Quando si girò verso di me feci finta di non vederlo e rivolsi la mia attenzione alla prof.
Aveva appena iniziato a parlare, sinceramente non sapevo nemmeno di cosa da quanto ero presa e annoiata.
Mi voltai e vidi che ogni singolo secondo i miei compagni lo fissavano a ruota, squadrandolo ben bene.
Ma lui non distoglieva il suo sguardo su di me, sembrava completamente paralizzato tanto che mi venne voglia di tirargli un ceffone per svegliarlo! 
Quanto avrei resistito ancora con quello lì? Con quel ragazzo che si credeva chissà chi, che pensava che avrebbe rapito anche me nel suo gioco, quel ragazzo odioso… bello, figo, mozzafiato, accattivante, sexy… ok, incredibilmente sexy e… meravigliosamente perfetto? Quanto?
Il coraggio era una delle mie doti principali, ok, ma ciò che più saltava all’occhio di me era la poca, anzi pochissima pazienza, perdevo le staffe facilmente e mi incazzavo per ogni cosa, lo ammetto.
Una tipa ‘un po’ difficile da gestire’, ecco, diciamo che la mia fiducia era in mano di pochi, il resto del mondo poteva proprio sognarsela. Avevo un carattere duro, forte, se mi mettevo in testa qualcosa la facevo, eccome se la facevo. Non mi tiravo indietro davanti a nulla. Le sfide mi attiravano, le amavo, per il semplice motivo che ne uscivo sempre vittoriosa.
Avevo coraggio da vendere, io, era testarda, cocciuta, nessuno riusciva a fermarmi davanti a nulla.
Qualcuno mi rompeva? Ok, prima con le buone, poi con le cattive.
Non ero affatto il tipo codardo, timido, introverso, inferiore, schiacciato, ingenuo, incapace, con la testa a posto. Tutto il contrario.
E di certo, un ragazzo ‘un po’ troppo vanitoso’ non mi avrebbe intimorita, ma proprio per niente. Doveva ancora conoscere il lato peggiore di un Arsan come me! 
Ma il punto era: l’avrebbe conosciuto?
Quando si trattava di amore… quell’amore… beh, perdevo la testa e andava tutto a puttane.
Perciò addio vecchia Arsan, preparati a cambiare.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


"Pagine d'amore"

 





 

Il resto della giornata trascorse proprio come era 

iniziata:dannatamente male.

Quel ragazzo aveva la capacità sovrannaturale di innervosire tutte le persone che gli stavano accanto e il bello era che quella peste era il mio compagno di banco.
La prof. avrebbe avuto un debito con me a vita! Sempre che uscissi viva da tutto quello schifo.

Sospirai esausta e lanciai un occhiata all’orologio: due minuti. Ancora due minuti di sofferenza psicologica e me ne sarei andata di corsa da quell’inferno.
Il viso di Jacob aveva un’espressione serena e rilassata e questo contribuiva ancor di più a farmi saltare tutti i nervi.

A dire la verità, non sapevo nemmeno io per quale motivo lo odiassi così tanto. Sapevo solo che a pelle non mi andava proprio giù e di solito ci azzeccavo sempre.
All’improvviso allungò la mano sul mio banco e afferrò l’anello argentato che mi ero  sfilata dal dito:

“ Ehi, ridammelo subito! “ sbottai cercando di levarglielo dalle mani, ma inutilmente.

“ Voglio solo vederlo! “ fece lui, divertito da quella situazione, anche se da ridere non c’era proprio niente.
“ Sei un maledetto coglione. “ sbuffai. Gli ficcai le unghie nel polso e mi ripresi l’anello, pensando a quante lavate avrebbe subito quel pomeriggio.
“ Che hai detto? “ Jacob si chinò su di me; le nostre facce terribilmente vicine e la sua espressione seria mi fecero rabbrividire. Un’ondata di profumo inondò le mie narici, costringendomi a rimanere paralizzata.
“ Ho detto coglione. “ sibilai. Non dovevo cedere di fronte a una situazione simile, anche se le emozioni che mi stavano correndo nella testa la dicevano lunga.
“ Ripetilo. “ intimò, avvicinandosi ancora di più. Potevo avvertire il suo respiro e il suo calore sfiorarmi la pelle. All’improvviso pensai di non riuscire più a sostenere quella vicinanza e quegli occhi che scavavano lentamente dentro di me. Il suo profumo aumentò d’intensità e proprio quando ero lì lì per cedere, la campanella suonò, salvandomi da quella situazione imbarazzante.
Jeson si scostò e sistemò la sua roba nello zaino, poi infilò le mani nelle tasche e fece per uscire dalla classe.
“ Ciao piccola. “ mi salutò con un cenno, poi finalmente scomparve dal mio campo visivo.
“ Coglione. “ bisbigliai, e solo in quel momento mi accorsi sorpresa degli occhi di tutta la classe su di me.
Probabilmente avevano inteso tutto in un altro modo, che era proprio quello che cercavo di evitare.
Esalai un lungo e profondo sospiro, poi ripresi il controllo di me stessa e abbandonai quella posizione insieme alla mia espressione di puro sconcerto.
“ Beh, che avete da guardare? “ feci fredda, ma le mie parole non sembrarono risultare troppo taglienti a causa del rossore che aveva ormai ricoperto completamente le mie guance.
Mi nascosi il volto tra le mani sperando con tutta me stessa che non lo avesse notato, anche se sembrava una speranza davvero lontana.
Ma cosa mi stava succedendo? Era bastato essere un po’ più vicini, sentire il suo respiro, il suo profumo e fissare i suoi occhi per cambiare totalmente impressione su di lui. Tutto ciò non prometteva nulla di buono, ma non dovevo darmi per vinta! Se pensava che fossi la ragazza facile, o che solo dopo tutto ciò gli fossi già caduta ai piedi, allora si sbagliava di grosso.
Sapevo che tipo di persona era Jacob e che più gli stavo vicino, più la mia mente si rincitrulliva. Ma sapevo anche che mi avrebbe portato solo problemi e per questo dovevo stargli lontana, per il bene di entrambi.
Nessuno di noi doveva farsi illusioni strane.
“ Nic! “ vidi una ragazza alta e bionda corrermi incontro con la foga di un bufalo inferocito che esigeva migliaia di spiegazioni dopo quanto accaduto.
Gli occhi di Laila brillavano di curiosità e, conoscendola, sapevo bene che non mi avrebbe dato tregua finché non le avessi fornito tutte le risposte che cercava.
“ Tu, ora, mi dici come fai a conoscere quella bomba sexy! “ mi sibilò all’orecchio, cercando di apparire più convincente possibile.
“ Bomba sexy? Ma che stai dice..”
“ ORA. “ gridò, afferrandomi la giacca e scuotendomi impaziente. Non feci a meno di scoppiare a ridere per il suo comportamento. Avete presente un leone che non divora cibo da settimane? Ecco, Laila era così, solo che al posto dell’acquolina aveva una massa di ormoni in corpo che reclamavano il loro pasto.
“ Va bene, okay. Aspetta, ma cosa okay? Primo non riesco a capire come tu faccia a definirlo ‘bomba sexy’, secondo non lo conosco affatto. Non so cosa tu voglia sapere ma di certo da me non avrai risposte. “ replicai, sorridendo nervosamente. Se pensiate che vedere un asino che si libra nell’aria in un cielo verde trapassando nuvole quadrate sia impossibile, non avete ancora provato a mentire a Laila. E dai suoi occhi carichi di rabbia non era difficile capire che non se la fosse bevuta riguardo alla ‘bomba sexy’. Effettivamente, Jacob aveva proprio le sembianze del tipico attore americano fisicato e con due occhi da fare invidia e per quanto cercassi di allontanare quel paragone, non potevo negare che quel ragazzo era davvero sexy.
“ Guarda che non me la bevo. Vi abbiamo visti tutti, prima. Eravate a un atomo di carica positiva dal baciarvi. “
“ Eh? “
“ Arsan, non sei per niente brava a trattenere le menzogne. Si vede che vi piacete.. “ Laila cercò di imitare la mia espressione ebete di un attimo fa, quando ero effettivamente ‘a un atomo di carica positiva’ dal baciare Jacob. Le tirai un pugno sulla spalla cercando di reprimere la rabbia che mi stava salendo, poi la vidi scoppiare a ridere e allontanarsi fuori dall’aula.
Rimasi impietrita pensando che se Laila aveva avuto queste impressioni su me e Jacob, il resto della classe ci aveva già immaginati rotolarci in un letto con la luce spenta e le tende abbassate.
Mi tirai tre schiaffi in faccia svegliandomi da quell’immagine disgustosa, poi mi misi lo zaino sulle spalle e abbandonai anch’io quella classe infernale.
“..E che anche quest’anno vi possa regalare cultura in primis e tanti meravigliosi momenti con i vostri insegnanti e i vostri compagni di classe. “ ripetei, incontrando il ricordo del Preside Gilles, nella sua uniforme bianca, pronunciare testuali parole quella stessa mattina. Sbuffai  e camminando sbattei i piedi ripetutamente, con i pugni chiusi e il viso contratto dall’ira.
Già mi immaginavo con i polsi legati in un ospedale psichiatrico a scrivere idiozie sui muri con il sangue, perché quella sarebbe stata la mia fine se fossi stata a stretto contatto con Jacob. In un giorno mi aveva già confuso le idee abbastanza e di certo ‘meravigliosi momenti con i miei compagni di classe’ non ne avrei trovati.
In ogni caso, odiavo ammetterlo ma Laila aveva ragione: Jacob era una vera bomba sexy.
E il solo fatto di averlo pensato dopo tutti gli insulti che mi ero trattenuta dal lanciargli, mi fece capire che non sarebbe stato facile detestarlo. Per niente. Ma soprattutto che quel ragazzo, Jacob Harris, mi avrebbe procurato non pochi problemi con il suo aspetto da ‘attore americano fisicato con due occhi da fare invidia’.
Ah, l’amore. A volte è davvero complicato. Com’è possibile poter odiare e amare una persona allo stesso tempo? Decisi che se un giorno avessi avuto la possibilità di conoscere il caro buon vecchio Cupido, gli avrei gridato una strigliata coi fiocchi e lo avrei preso a botte. Così avrebbe finalmente capito che dolore si prova ad essere colpiti nel petto dalle sue maledette frecce. 

RECENSIONI, RECENSIONI, RECENSIONIII!! *grida peggio dei ribelli di Panem*
Por favor, recensioni. Ho bisogno di sapere il vostro parere, sia sulla presunta 'bomba sexy', sia su..tutto. Io personalmente sono già irrimediabilmente innamorata persa di quell'attore americano fisicato con due occhi da fare invidia. Non so voi. *:Q__* Comunque sia, ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite e Myrtus per aver recensito!
Inoltre, se volete è possibile raccogliere le firme per ribellarsi contro il nostro carissimo Cupido. Organizzeremo una rivoluzione tre volte maggiore di quella di Panem, state sicuri. E ora, cercando di abbandonare questi miei momenti di pura pazzia, aspetto vostre RECENSIONI. :)) *cerca di essere convincente* Alla prossima


 
-The Hunger Games

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