Ombre di _Cthylla_ (/viewuser.php?uid=204454)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ombra della minaccia ***
Capitolo 2: *** L'ombra della sfida ***
Capitolo 3: *** L'ombra...finalmente! ***
Capitolo 4: *** L'ombra della revanche ***
Capitolo 5: *** L'ombra dell'avventatezza ***
Capitolo 6: *** L'ombra dell'incubo ***
Capitolo 7: *** L'ombra della rivalità ***
Capitolo 8: *** L'ombra dell'intesa ***
Capitolo 9: *** L'ombra del...chiodo scaccia chiodo ***
Capitolo 10: *** L'ombra delle scintille ***
Capitolo 11: *** L'ombra di...re Cold ***
Capitolo 12: *** L'ombra del toga party ***
Capitolo 13: *** L'ombra dello shock ***
Capitolo 14: *** L'ombra delle lenzuola rosse ***
Capitolo 15: *** L'ombra delle catene ***
Capitolo 16: *** L'ombra del...bentornato? ***
Capitolo 17: *** L'ombra. L'unica giusta. ***
Capitolo 18: *** L'ombra della comprensione ***
Capitolo 19: *** L'ombra della verità ***
Capitolo 20: *** Il gruppo di Doc al salvataggio! ***
Capitolo 21: *** L'ombra del tesoro ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** L'ombra della minaccia ***
= L’ombra
della minaccia =
Era da qualche tempo che Freezer
aveva notato che nel suo
palazzo a Pianeta Freezer n.1 c’era qualcosa che, come dire,
“non tornava”.
Non che si trattasse di veri e propri
problemi, ma niente e
nessuno avrebbe mai potuto togliere all’icejin quella
sensazione; una bella
sfortuna per chi gli si trovava attorno, perché non era
piacevole avere a che
fare con Freezer le poche volte che era inquieto.
Erano sensazioni che facevano sentire
il tiranno addirittura
un po’stupido, e questo lo faceva innervosire ancora di
più: il grande Freezer
non era stupido.
Eppure...
Sbuffò nervosamente
entrando in bagno. Ecco, di nuovo quella
sensazione, e anche stavolta non focalizzava neanche bene il
perché.
Ah.
Ecco cos’era.
I bagnoschiuma erano stati messi in
ordine di colore e, per
quanto fosse un tipo precisino, non era stato lui. Magari era stata la
schiava
che faceva le pulizie, ma non l’aveva mai fatto prima
d’ora.
Bagnoschiuma in ordine di colore,
candele anch’esse messe in
ordine di colore e disposte in modo perfettamente equilibrato, il letto
senza
nemmeno una minuscola piega in cui anche le lenzuola e le federe dei
cuscini
sembravano essere state stirate, le sue battle-suit
nell’armadio messe in fila
dalla più alla meno consunta…
Solitamente l’ordine gli
piaceva, perché ordine significava
controllo, e il controllo per lui era tutto; eppure tutta quella
precisione gli
dava l’effetto contrario, perché non era un
“ordine” voluto da lui, ma da
qualcun altro che sembrava essersi intromesso nella sua vita, nella
privacy
della sua stanza.
« mandami la schiava delle
pulizie. Subito! » ordinò
seccamente a Zarbon attraverso un comunicatore.
– lo
faccio
immediatamente. –
La faccenda era snervante. Il
pensiero di uno sconosciuto
che metteva le mani tra le sue cose lo mandava quasi in bestia, e a
quel punto
c’era solo da sperare che si trattasse davvero della schiava
delle pulizie;
d’altra parte quello era il suo lavoro, e se fosse stato come
sperava lui
avrebbe solo significato che era diventata particolarmente solerte
nello
svolgere i suoi compiti, il che era un bene, più per la
schiava che per lui: meglio
lavorava, più tardi lui l’avrebbe sostituita, e di
conseguenza lei avrebbe
vissuto di più.
La schiava arrivò tremante
due minuti dopo, domandandosi cos’avesse
fatto, e convincendosi che Freezer l’avrebbe uccisa. Senza
dire una parola il
tiranno la condusse fino in bagno e le mostrò i bagnoschiuma
e le candele.
« li hai messi tu
così? » le chiese in tono secco.
La schiava osservò a bocca
aperta quel che le stava
mostrando. Che gusto! Che equilibrio! Che precisione! Lei non
c’entrava niente,
ma le sarebbe piaciuto avere tanto senso estetico. « i-in
verità no, grande
Freezer. Ho pulito e riordinato quel poco che c’era da pulire
e riordinare »
disse piano la schiava « Lei è sempre stato molto
ordinato signore » osò
aggiungere « ma ultimamente non trovo polvere nemmeno nelle
superfici più
nascoste ».
Proprio come temeva. La schiava non
c’entrava, e quindi era
opera di qualcun altro. « erano già
così quando stamattina hai pulito?»
La schiava scosse la testa.
« no, signore»
« hai notato qualcosa di
strano entrando, o mentre eri qui,
o quando sei uscita?
« no, signore »
rispose la donna, a capo chino, pensando che
quella fosse la conversazione più lunga che avesse mai avuto
con il suo
padrone. Freezer annuì lentamente, per poi congedarla con un
cenno del capo.
Ringraziando il proprio dio la
schiava uscì dalla stanza più
in fretta che poteva.
Rimasto solo, Freezer se ne
andò in terrazza a riflettere. Ecco,
aveva avuto la prova: qualcuno entrava nella sua stanza dopo che la
schiava
delle pulizie se ne andava. Ma chi? E perché questo qualcuno
avrebbe dovuto
mettersi a pulire? No, non aveva proprio senso.
Che sotto quel rimettere in ordine si
nascondesse una
minaccia?
Che significasse “visto,
anche se sei il guerriero più forte
della galassia io posso entrare in camera tua quando voglio, e magari
anche
ucciderti”?
La potenza di Freezer solitamente lo
metteva al riparo dalla
paura verso qualunque avversario, ma l’idea di poter essere
ucciso, come il
pensiero di invecchiare e morire in sé, lo spaventava
terribilmente -anche se
non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura- e anche
l’idea di non avere il
controllo su tutto lo spaventava ancor di più.
Di queste sue fobie avevano pagato lo
scotto i sayan, giusto
tre giorni prima, quando aveva distrutto il loro pianeta temendo che la
leggenda del super sayan potesse avverarsi: aveva fatto esplodere il
pianeta
Vegeta, e lo aveva fatto in una delle sue forme depotenziate.
Controllo, controllo, la questione
era tutta lì, e la
situazione attuale alla fine lo avrebbe fatto impazzire.
« tanto ti
scoverò prima o poi! » sibilò
rientrando in
camera, rivolto al nulla « dove sei? Dove sei?!
» aprì l’armadio, guardò
dietro le tende, aprì all’improvviso la porta del
bagno, guardò sotto il letto,
guardò perfino sotto i cuscini stropicciando federe,
lenzuola, coperte…
Nel farlo sentì una specie
di verso di disapprovazione che
lo fece sussultare. « dove sei?!!
»
Ma non ci fu risposta, e il
rilevatore non segnalava altre
presenze oltre alla sua. Che si fosse immaginato tutto? No, impossibile.
« non so chi sei o che cosa
vuoi, ma quando ti troverò
-perché prima
o poi succederà- te la
farò pagare cara per tutto questo! »
Quanto casino per dei bagnoschiuma in
ordine di colore! A
tal proposito, decise che era meglio andare a farsi un bagno, che
magari gli
avrebbe calmato i nervi.
Aprì la porta, e fu a quel
punto che guardandosi nello
specchio vide qualcosa di nero alle sue spalle.
« ti
ho visto! »
esclamò, voltandosi di scatto e sparando un potente raggio
letale…al nulla.
Ci fu un’esplosione, il suo
colpo aveva divelto il muro. Bel
disastro, ci mancava solo quello, adesso.
« eppure io SO
che ci sei! Io lo so! »
esclamò.
« grande Freezer, va tutto
bene? » gli domandò Dodoria
facendo capolino da quel che restava del muro, attirato
dall’esplosione.
« sì. Va tutto
benissimo. Ho solo pensato che fosse ora di
ristrutturare la stanza » disse il tiranno, voltandosi ed
entrando in bagno con
estrema nonchalance « voglio che tutto sia a posto tra due
ore, chiaro? ».
Detto questo chiuse la porta.
« avete sentito
cos’ha detto il grande Freezer! Vuole tutto
a posto tra due ore! Muovetevi! » esclamò Dodoria,
rivolto a dei soldati.
Zarbon arrivò poco dopo.
« ma che è
successo? »
« lo ha fatto ancora
» fu la lapidaria risposta del brutto
alieno rosa.
« ah ».
Entrambi osservarono la porta del
bagno, piuttosto inquieti.
Ovviamente si erano accorti anche loro del fatto che ultimamente
Freezer
sembrasse sul punto di dare completamente di matto. Non era la prima
volta che
distruggeva la sua stanza, e una volta l’avevano sentito
borbottare qualcosa
riguardo a un intruso che metteva in ordine le sue cose e lo spiava.
Come se
fosse stato possibile!
La distruzione del pianeta Vegeta tre
giorni prima era stata
un’ulteriore conferma che la sanità mentale del
loro capo fosse decisamente a
rischio. Si poteva distruggere un pianeta alleato per una stupida
leggenda?!
« non pensi che dovremmo
dirlo a qualcuno? » fu la cauta
domanda di Dodoria.
« a chi? A suo padre? A suo
fratello? E dici che ci
prenderebbero in considerazione? Ah, macché. Forse sta solo
passando un
periodaccio » fu la risposta di Zarbon, che non voleva guai.
« è da un mese
che si comporta in modo strano, Zarbon! E i suoi
“periodacci” sono pericolosi, e… che
cos’è?! » allibì Dodoria
vedendo qualcosa
di scuro comparire per un attimo alle spalle di Zarbon per poi sparire
immediatamente. Quest’ultimo si voltò.
« di che parli? »
« mi era parso di avere
visto…ah, lascia stare.
Probabilmente mi sto soltanto facendo contagiare da Freezer ».
@@@
La stanza era a posto, i soldati
andati, ma Freezer sentiva
di dover assolutamente fare qualcosa. Non poteva continuare in quel
modo, a
perdere la testa ogni due per tre e a vivere col pensiero di essere
costantemente osservato.
Si sdraiò sul letto.
« cosa vuoi da me? » domandò al vuoto
«
vuoi farmi impazzire? Vuoi uccidermi? Caschi male. Non
cederò allo stress, e
nessuno può uccidere l’onnipotente Freezer,
mettitelo in testa ».
Ovviamente non ci fu risposta, come
era successo prima. In
compenso Freezer notò che i soprammobili erano stati
disposti diversamente da
com’erano messi in precedenza, con più gusto.
« e non capisco che senso
abbia questo rimettere in ordine
le mie cose ».
Silenzio, completo silenzio.
Testardamente, Freezer fece un
nuovo controllo con il rilevatore. Niente. Eppure lui sentiva che
c’era
qualcuno, e che questo qualcuno lo stava ascoltando e osservando.
« lo so che ci sei
» ripeté « se proprio non vuoi farti
vedere
fatti almeno sentire, maledizione, perchè parlare da soli
è da matti, e io non
lo sono. Anche se probabilmente i miei uomini stanno cominciando a
credere il
contrario… ».
Nulla.
« …e la colpa
è tua. Ma voglio essere generoso: se adesso
ti farai vedere di tua spontanea
volontà non ti ucciderò, cosa che invece
accadrà, se ti troverò da solo, e puoi
stare sicuro che prima o poi ci riuscirò ».
Non era un discorso molto
incoraggiante per far uscire
qualcuno che stava nascosto
presumibilmente per paura, e infatti non ottenne risultati.
« come vuoi tu. Allora si
fa a modo mio. Sei qui da un mese,
probabilmente conosci la Squadra Ginew e il potere di Guldo di fermare
il
tempo. Posso chiedergli di farlo in qualsiasi momento, senza preavviso.
Lui
fermerà il tempo, ti
intrappolerà, e a
quel punto la pagherai per quel che stai facendo ».
Ancora silenzio.
Il tiranno sentì un rumore
nel bagno, e si precipitò subito
a controllare, ma non vide nessuno. Solo che il tappeto era stato
raddrizzato,
gli asciugamani ripiegati e messi ordinatamente uno sopra
l’altro, mentre i
bagnoschiuma e le candele erano di nuovo come Freezer li aveva trovati.
In preda ad un nuovo scatto di rabbia
l’icejin buttò tutto
quanto all’aria.
Quella storia doveva finire.
@@@
Passarono due giorni, nei quali
Freezer contattò la Squadra
Ginew ordinando loro di recarsi immediatamente al suo cospetto.
La squadra di mercenari era in parte
lieta e in parte
inquieta per quella convocazione improvvisa: stavano radendo al suolo
un
pianeta, come da ordini, e se Freezer aveva detto loro di sospendere
l’operazione per raggiungerlo immediatamente doveva essere
successo qualcosa di
grave.
« per cosa pensate che sia?
» chiese Recoom agli altri.
« non ne ho idea, ma penso
sia qualcosa di estremamente
serio, altrimenti Freezer non ci avrebbe fatti venire qui con tanta
urgenza ».
Camminarono in silenzio lungo i
corridoi bui. Dovevano
ammettere che Freezer sapeva come gestire gli spazi per far
sì che le sue
povere vittime si spaventassero a sufficienza prima di incontrarlo: in
tutto
l’ambiente c’erano due luci piuttosto fioche, per
giunta tremule, che creavano
ombre su ombre somiglianti a demoni fuggiti dall’inferno.
Non che questi fossero nulla in
confronto a Freezer.
« eccoci…Gees,
dov’è il tuo rilevatore? » si
stupì Barter.
« che? Ce l’ho
addosso! Dov’è il tuo
piuttosto!...eh…hai
ragione, non c’è più! »
« ehi, nemmeno io ce
l’ho più! » esclamò Guldo.
« io neppure! »
allibì Recoom.
« e anche il mio
è scomparso. D’accordo, questo è strano
»
mormorò Ginew, arrivando finalmente a destinazione
« eccoci, grande Freezer ».
« era ora ».
Ginew notò immediatamente
che Freezer era veramente tetro
quel giorno. Lo si capiva già da come muoveva la coda.
« cos’è successo? »
« come mai non avete i
rilevatori addosso? »
Preso in contropiede, Ginew non seppe
cosa rispondere,
quindi fu Gees a parlare. « li avevamo, ma mentre eravamo nel
corridoio sono
scomparsi ».
Si aspettarono che Freezer lo
rimproverasse aspramente per
una tale idiozia, ma così non fu, e lo videro annuire
lentamente. « quindi
avete notato da soli che qui c’è qualcosa di
strano. Ho motivo di credere che
nel mio palazzo si sia introdotto qualcuno che, non so per quale
motivo, non riesco
a trovare » disse, sorprendendoli « e che
oltretutto ci ha appena sfidati. Non
pensiate che vi abbia rubato i rilevatori perché altrimenti
l’avreste localizzato,
con lui non servono: nonostante io avverta la sua presenza, i
rilevatori non lo
fanno ».
« questo è
impossibile. I rilevatori avvertono la presenza
di ogni essere vivente…»
« evidentemente le cose non
stanno così, no Ginew?!
Altrimenti l’avrei già trovato!»
“anche se effettivamente non mi spiego questa
cosa” aggiunse mentalmente.
Per quel che ne sapeva Freezer, non
erano molte le specie
che potevano nascondersi dai rilevatori, e anche per loro il problema
era stato
risolto calibrando quegli aggeggi in maniera che li trovassero.
“Anche se in
effetti… sì… a pensarci meglio ci
sarebbe
qualcuno che i rilevatori non potrebbero mai trovare”
rifletté.
Quella che gli era venuta
però era un’idea impossibile, dato
che gli icejin di razza Shadow, più comunemente chiamati shadowjin,
si
erano del tutto estinti con la grande guerra che aveva decimato gli
icejin e
distrutto il loro pianeta natale.
Gli shadowjin erano abbastanza rari,
e stando ai racconti di
suo padre oltre che una razza a parte formavano anche una
“casta” a parte; non
era molto comune che interagissero con gli altri icejin, e si sposavano
solo
con appartenenti alla loro stessa razza.
Si riconoscevano facilmente, tutti quanti avevano la pelle
completamente nera e gli occhi rossi, variava solo il colore delle loro
biogemme, ma non era solo il colore della pelle a distinguerli dagli
altri: gli
shadowjin, semplicemente incrociando le braccia davanti al petto, potevano nascondersi nelle
ombre o diventare
loro stessi tali per diverse ore, il che li rendeva delle perfette
spie,
perché… come rilevare il livello di combattimento
di un’ombra?
Sfortunatamente per loro, tale abilità andava a discapito
del resto dei loro poteri. Come a dire che, una volta bloccate loro le
braccia
e tolta loro la possibilità di diventare ombre, erano finiti.
I clan icejin, dietro cospicui pagamenti a quella razza che
mai si era mischiata con loro, avevano utilizzato le
capacità degli Shadow, che
durante la guerra non avevano capito a favore di chi schierarsi: non
erano
riusciti a mettersi d’accordo, così si erano
divisi tra i vari clan, ed era
stata la loro fine.
Se tutti quanti avessero servito il clan Cold probabilmente
ne sarebbe rimasto qualcuno, ma così non era stato: si erano
dunque uccisi tra
loro, o erano stati uccisi dai vari clan icejin quando scoperti, e
avevano
finito per estinguersi.
« hai ragione. Hai in mente
qualcosa di preciso? »
« l’intruso non
potrà nascondersi per sempre. Se Guldo
fermerà il tempo senza preavviso, avrà buone
possibilità di trovarlo e
intrappolarlo. »
« ottima idea, come sempre
del resto » concordò Ginew «
tutto chiaro Guldo? »
« sicuro. Quando dovrei?...
»
« senza preavviso vuol dire
senza preavviso » disse Barter «
magari l’intruso adesso è nascosto proprio qui, e
se diciamo quando fermerai il
tempo si nasconderà particolarmente bene ».
« hai sentito? »
Freezer si rivolse al vuoto « ultima chance
di mostrarti prima che ti troviamo da soli. Vieni fuori! Adesso!
»
Dal soffitto caddero, uno dopo
l’altro, i rilevatori della
Squadra Ginew, ognuno in testa ai rispettivi proprietari.
« è
lassù!!! »
Recoom sparò un colpo energetico, senza ottenere altro
risultato che
danneggiare la volta della stanza.
Freezer pensò che chiunque
fosse forse aveva paura di lui -certo
che ce l’aveva, tutti temevano l’onnipotente
Freezer- ma a giudicare da quel
che aveva fatto sembrava non temere per nulla la Squadra Ginew, o il
potere di
Guldo di fermare il tempo.
« così facendo
non otterremo nulla se non distruggere il mio
palazzo! » li fermò Freezer seccato «
attenetevi al piano. E tu
» guardò verso il soffitto « vivi nel
terrore, d’ora in poi ».
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** L'ombra della sfida ***
= L’ombra
della sfida =
« chi dite che
sarà? Secondo voi a quale specie appartiene?
»
Di tutta la squadra Ginew era Guldo
il più curioso a
riguardo dell’intruso, forse perché era a lui che
spettava il compito di
intrappolarlo.
« non mi sembra molto
importante sapere di che razza è, va
preso e basta » ribatté Recoom « spero
che Freezer mi lasci divertire un
po’prima di ucciderlo, almeno impara a rubarci le cose!
»
Barter e Gees concordarono con un
cenno d’assenso.
I quattro mercenari erano rimasti
soli nella sala
ricreativa, mentre Ginew era a colloquio con Freezer. Da quel che
avevano
capito, pareva proprio che loro fossero i soli a essersi resi conto di
quel che
stava succedendo, mentre per tutti gli altri - si bisbigliava - Freezer
stava
semplicemente perdendo il senno.
Probabilmente per il tiranno era in
qualche modo confortante
l’idea di avere lì qualcuno che gli credesse,
perché fino a quel momento
l’ombra era stata sempre molto attenta a non rivelare la
propria presenza.
Avevano parlato a lungo del suo modo
di agire, senza trovare
un vero e proprio senso compiuto alle sue azioni.
“è cominciato
tutto con i bagnoschiuma” aveva detto Freezer
“ma lì per lì non ci ho fatto molto
caso. Fino ad oggi avevo pensato… e in
seguito auspicato… che
fosse la schiava
delle pulizie, cosa che sarebbe potuta andar bene. Poi la faccenda non
si è
limitata più solo ai bagnoschiuma, si è diffusa
anche a tutto quel che c’è nei
miei appartamenti, inclusi i miei documenti privati. Sinceramente ho
pensato
che magari li avessi messi in ordine cronologico e di argomento io
stesso in un
qualche automatismo, ma non è così, e da
lì ho capito che c’è qualcuno che non
dovrebbe
essere qui, e io non so chi sia né cosa voglia. Sia chiaro
che non mi spaventa”
aveva detto “ma mi irrita oltremodo, soprattutto adesso che
l’ombra si è fatta
più ardita, con quella specie di sfida che vi ha
fatto”.
Gli avevano assicurato che avrebbero
scovato presto
l’intruso, ma non erano più così
convinti. Erano passati tre giorni, e ancora
la Squadra Ginew non aveva ottenuto nulla se non la sparizione di altri
effetti
personali - barrette di cioccolato incluse - e la cosa allucinante era
che
adesso anche loro trovavano le proprie cose in ordine!
« la pagherà per
aver fatto sparire le nostre barrette di
cioccolato. C’erano le nocciole! » si
lagnò Barter « non è giust- che
cos’era?! » esclamò, vedendo
qualcosa di nero apparire e scomparire in un
istante.
« dove? Hai visto
l’ombra?! » Recoom si preparò al
combattimento « dai bello, vieni fuori!»
« fatti avanti! Vigliacco!
» esclamò Gees.
Guldo si guardò attorno,
ed i quattro si avvicinarono uno
all’altro, pronti per ogni evenienza.
« forza, fatti vedere!
Cos’è, hai paura? D’accordo, non ti
si può biasimare, d’altra parte noi siamo la
Squadra Ginew, i più potenti
guerrieri della galassia dopo il grande Freezer! » si
vantò Gees.
Dal soffitto videro volare qualcosa.
Barter si preparò a
sparare un colpo energetico…
« aspetta, è
solo un foglietto di carta » lo calmò Guldo.
« e perché un
foglio di carta cade dal soffitto?! » esclamò
Recoom, raccogliendolo una volta che fu caduto a terra.
« “forse siete i
guerrieri più potenti, ma non i più
intelligenti” » lesse ad alta voce Guldo, quando
Recoom mostrò loro il
foglietto.
« ma come ti permetti?!
» gridò Gees verso il soffitto « esci
fuori a dircelo in faccia!»
Da un punto diverso del soffitto
cadde un altro foglietto,
che l’alieno rosso prese al volo.
“se
insistete…”
Un istante dopo le luci cominciarono
a spegnersi una dopo
l’altra, i frammenti di vetro cadevano come pioggia sulle
teste dei quattro
mercenari, che non si spiegavano cosa stesse succedendo.
« Barter! Riesci a vedere
qualcosa?! » Recoom si riparò la
testa dai frammenti, rimanevano solo due luci ancora integre, ormai. La
porta
si chiuse ermeticamente, apparentemente “da sola”.
« ombra!
Vedo solo un’ombra! » urlò Barter
« ci ha
chiusi dentro! »
« niente panico! Siamo la
Squadra Ginew, siamo i migliori! »
disse Guldo, cercando di suonare convinto.
« se ora chiamiamo qualcuno
lo prenderemo! Ginew, siamo… no,
non di nuovo! »
protestò Recoom, notando
che i rilevatori di tutti erano scomparsi nuovamente.
L’ultima luce si ruppe, e
dopo una breve pioggia di
scintille e vetro tutto divenne buio.
« ragazzi? Dove
siete…? » si sentì la voce di Guldo, un
po’spaventata.
« siamo qui, Guldo
» anche Barter sembrava essere nervoso. A
nessuno di loro piaceva il buio, e tantomeno gli piaceva se erano nella
stessa
stanza con un avversario invisibile.
Recoom sentì qualcosa di
liscio frustargli il volto con un
colpo secco, ma non troppo forte, come se fosse stato uno schiaffo con
un
guanto di sfida.
« ah
sì?! Mi
sfidi? Te la faccio vedere io! Recooooom…FIAMMATA
FINALE! » esclamò, sputando un violento
colpo di fuoco nella direzione da
cui era arrivata la botta sul suo viso.
« AAAAAAH!
Che fai?!
» urlò Gees prima di essere investito dal colpo di
Recoom -che non riuscì
proprio ad evitare- ed essere spedito tutto bruciacchiato contro la
parete.
« Gees!
» esclamò Recoom
« non volevo colpire te! L’ombra mi ha…ARGH!»
Recoom ricevette una potente scarica di colpi che, nel cadere a terra,
riconobbe essere quelli di Barter « B-Barter, sono io, Recoom!»
«
che cosa,
tu…pensavo fossi l’ombra! I colpi provenivano da
questa parte! Scusam-»
Non fece
tempo a
finire la frase che Recoom lo sentì gridare, investito da un
potente colpo
energetico che decisamente non apparteneva a nessuno dei suoi compagni
di
squadra. « BARTER! »
Si
sentì colpire
nuovamente da qualcuno, e preso dalla rabbia iniziò a menare
pugni e calci alla
cieca. Quel “qualcosa” di liscio che
l’aveva colpito in precedenza lo colpì
ancora diverse volte, mai troppo forte. Recoom si sentiva preso in
giro, ed era
proprio quel che l’ombra voleva.
«
smettila! Fatti
vedere! Adesso basta! »
urlava il
colosso « Guldo, ferma il tempo! Guldo!
Fermalo adesso! »
Guldo non
gli
rispose, ma si udì come il rumore di una frusta che sferzava
l’aria, e Recoom
si sentì lanciare qualcosa addosso, anzi, qualcuno: Guldo,
per la precisione.
L’ombra aveva colpito anche lui.
Recoom
sentì due schiaffetti
sulla guancia destra.
L’ultima
cosa che
vide prima di crollare, colpito dallo stesso colpo energetico che aveva
steso
Barter, fu un occhio rosso rubino.
@@@
«
insomma mi state
dicendo che vi siete praticamente messi fuori combattimento da soli?!
» Ginew
era stupito « ma come è possibile? »
«
era buio, capitano
Ginew » disse piano Gees « non vedevamo nulla,
invece lui evidentemente sì ».
Quando
Ginew aveva
trovato i propri uomini chiusi nella sala ricreativa, nel buio
più completo e
ridotti uno peggio dell’altro, li aveva portati
immediatamente nelle vasche di
rianimazione, chiedendosi cosa fosse successo, e adesso aveva la
conferma che
c’entrava l’ombra.
Ginew,
nonostante la
sfida, dai racconti di Freezer aveva iniziato a pensare che
l’ombra non intendesse
fare del male a nessuno: non l’aveva fatto mai in un mese
intero che sembrava
essere lì, al di là dei suoi comportamenti niente
affatto chiari, ma
evidentemente non aveva gradito che Freezer li avesse messi sulle sue
tracce.
Già,
quando Freezer
avrebbe saputo quel che era successo chissà quante gliene
avrebbe dette!
Un’ombra si faceva beffe in modo così sfacciato
della sua migliore squadra di
guerrieri!
L’intruso
era
astuto, comunque, Ginew doveva riconoscerglielo: aveva creato una
condizione
vantaggiosa per se stesso, e con qualche colpetto aveva lasciato che i
suoi
avversari si mettessero fuori combattimento tra loro, o comunque si
indebolissero attaccandosi a vicenda prima di finirli, e non sembrava
nemmeno
poco potente, considerando come aveva ridotto Recoom e Barter con quei
colpi
energetici.
«
ma non avete visto
niente? »
«
prima che mi
colpisse penso di avergli visto un occhio…era rosso. Altro
non so » disse
Recoom.
Era
evidente che i
ragazzi avessero cominciato ad avere paura.
«
Ginew! Che
accidenti sta succedendo? »
Ahia.
Freezer.
«
sono stati
attaccati dall’ombra, Freezer ».
«
mi stai dicendo
che li ha messi fuori gioco tutti e quattro da sola? » li
guardò in modo
talmente truce che dovettero faticare per non mettersi a tremare come
conigli «
dovreste essere i miei uomini migliori, invece siete degli incapaci!
Non siete
nemmeno in grado di-»
Non
riuscì a finire
la frase che qualcosa di caldo ed appiccicoso gli cadde addosso,
seguito a
breve distanza da una marea di piume bianche provenienti probabilmente
da dei
cuscini.
Pece e
piume! Gli
avevano tirato addosso pece e piume!
La faccia
del
tiranno era da assoluto primo piano, non si aspettava proprio una cosa
del
genere, ed era successo davanti ai suoi soldati, poi!
Aveva
un’aria talmente
stupida che, se fosse stato chiunque altro, la Squadra Ginew si sarebbe
messa a
ridere e non avrebbe più smesso per una
settimana… ma sciaguratamente era di
Freezer che si trattava.
«
tu…»
Ginew e
gli altri si
guardarono, e capirono che era meglio filarsela così che
Freezer non li
colpisse per sbaglio.
«
…COME HAI OSATO?!
» sbraitò il tiranno
mettendosi a lanciare colpi su colpi contro il soffitto, facendolo
crollare
senza che gliene importasse nulla. Adesso quell’ombra non era
più semplicemente
ardita, era insolente, era…era…non avrebbe saputo
nemmeno come definirla,
sapeva solo che nessuno doveva mettere alla berlina il grande Freezer.
E
così colpiva,
colpiva, e colpiva…senza sapere che l’ombra se
l’era filata con la squadra
Ginew, reprimendo grasse risate, ed aveva ormai raggiunto la sua stanza.
Sì,
l’ombra si
sentiva potente quando era…un’ombra, appunto. Si
sentiva invincibile, in grado
di fare perfino cose come quella, gettare pece e piume addosso a
Freezer, del
quale in realtà aveva una paura tremenda. Almeno quello là avrebbe capito che
non conveniva metterle alle costole
incapaci totali come la Squadra Ginew, nonostante si fosse divertita a
dare
loro una bella batosta.
L’ombra
arrivò fino
in bagno, riempì la vasca con dell’acqua calda e
quel bagnoschiuma che adorava.
Lasciava addosso un buon profumo, lo stesso che c’era tra le
lenzuola del letto
del tiranno in cui si raggomitolava e dormiva quando lui non
c’era.
Non
avrebbe voluto
fare male a nessuno ma, che dire? Aveva dovuto. Non poteva rischiare
che Guldo
fermasse il tempo e Freezer la trovasse, non pensava che avrebbe
reagito bene,
specie dopo gli ultimi avvenimenti. Già non sembrava
piacergli che gli mettesse
a posto le sue cose, e dire che lo faceva più per
ricambiarlo dell’ “ospitalità”
che per farlo diventare matto… no, ok, non era vero: lo
faceva per entrambe lo
cose.
Anche da
lì si
sentivano i rumori delle esplosioni. Probabilmente Freezer avrebbe
continuato
per un bel po’ a sparare contro il soffitto nel vano
tentativo di colpirla.
L’ombra,
ormai non
più tale, scivolò nella vasca da bagno. Quanto
amava l’acqua calda, e potersi
fare il bagno tutti i giorni -se stava attenta. Era quello che
l’aveva convinta
a rimanere una volta giunta quasi per caso su Pianeta Freezer n.1,
oltre che il
cibo buono, il letto comodo, e la curiosità mista a terrore
e voglia di sfida
verso Freezer, l’onnipotente
Freezer,
il temutissimo Freezer.
“lo
psicotico
isterico nevroticheggiante con tendenze schizomaniacali sublimate
nonché
stronzo Freezer. Non mi piace la Squadra Ginew, ma quei poveri cretini
mi hanno
fatto pena”.
Rigirò
l’anello
rosso rubino che aveva sull’indice, un anello di foggia
maschile. Era tutto
quel che le rimaneva di suo padre, e di sua madre non aveva nulla: non
li aveva
nemmeno conosciuti.
Ma al momento non
era importante.
Prese in
mano un
gruppo di bolle e lo soffiò via, beandosi
nell’osservarne i riflessi colorati,
poi osservò l’orologio. Quante ore mancavano
perché Freezer tornasse?
Normalmente quattro, vide. Arrabbiato com’era e impegnato
nella sua impresa di
devastazione, forse cinque o sei.
Aveva
tutto il tempo
di farsi un sonnellino.
“vivi
nel terrore”
le aveva detto. L’ombra al pensiero fece un sorrisetto. Era lui a vivere nel terrore! Nel mese in
cui l’aveva osservato aveva imparato a conoscerlo abbastanza
da capire che
avere a che fare con qualcosa che non poteva controllare lo irritava,
lo
inquietava, e lo spaventava... ma finché non
l’avesse vista sarebbe stata al sicuro, giusto? E lei avrebbe potuto
continuare impunemente
con quel giochino divertente, rimettendo tutto in ordine come
“pagamento”, ovvio.
Vide che
spostando
il bagnoschiuma aveva alterato l’equilibrio, ed
immediatamente lo ricompose.
Detestava cordialmente il disordine, e le cose messe in modo
esteticamente
squilibrato.
Uscì
dalla vasca
poco dopo, premurandosi di asciugare tutto alla perfezione.
Osservò le sue
protezioni, la sua “armatura” per così
dire, e capì che non aveva voglia di
rimettersele addosso.
Fluttuò
verso il
letto, già mezza asciutta, e ci si sdraiò sopra
coperta solo da un asciugamano.
Il sonno
la prese
pochi minuti dopo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** L'ombra...finalmente! ***
=
L’ombra…finalmente =
L’astuta
ombra in
quel frangente aveva sbagliato i calcoli.
Freezer
si era si
impegnato nella sua opera di vendicativa devastazione, ma
quell’appiccicaticcio
di pece e piume che aveva addosso gli aveva dato un tale fastidio che
prima di
continuare a distruggere tutto quel che gli capitava sottomano - e
forse anche
andare a disintegrare qualche pianeta non troppo lontano,
perché no? - aveva
ritenuto opportuno farsi un bel bagno per togliersi di dosso quella
robaccia.
Ah, ma
quando avesse
scovato chi gli aveva fatto quello scherzetto l’avrebbe
pagata cara. L’ombra si
sarebbe pentita di essere venuta al mondo, di essersi introdotta nel
suo
palazzo, di averlo sfidato! Se certo di vincere -ossia praticamente
tutte le
volte- Freezer accettava le sfide, ma essere umiliato in quel modo
davanti ai
soldati no, quello no.
Lui,
l’onnipotente
Freezer, coperto di pece e piume da un’ombra che oltretutto
aveva sbaragliato
anche i suoi uomini migliori senza faticare troppo! Se suo fratello
Cooler
fosse venuto a saperlo non l’avrebbe più lasciato
in pace, e già gli dava
abbastanza addosso: “per fortuna
che la
grandezza di un uomo si misura dal mento in su, Freezer! Altrimenti
piccolo e
gracile come sei saresti messo male!”, “non hai
ancora imparato a controllare i
tuoi poteri, Freezer? Quando ti deciderai a crescere?”,
“riuscirai mai a
raggiungere la quinta ed ultima forma che possiede il nostro clan? Io
alla tua
età l’avevo già fatto, possibile che tu
ancora non ci sia arrivato?”
Un vero e proprio
incubo. Per fortuna non si vedevano spesso e, sempre per fortuna, era
lui il
figlio prediletto di re Cold, nonostante fosse il più
piccolo; la parola di re
Cold era oro colato, sia per lui che per Cooler, nonostante entrambi lo
superassero di gran lunga in potenza.
Aprì
la porta con un
sospiro nervoso.
Quel che
vide lo
bloccò. C’era qualcuno sopra il suo letto.
“
l’intruso!”
pensò “ l’ho preso finalmente! Che
sfacciataggine, osa umiliarmi e poi viene
anche a dormire nel mio letto?! Fammi vedere che faccia ha questo
soggetto, ché
poi lo sveglio io con un bel raggio letale!
Ahahah…finalmente ti ho beccato,
ombra”.
Si
avvicinò al letto
fluttuando, già pronto a sparare. Ma, man mano che si
avvicinava,
un’espressione sorpresa gli si disegnava in viso, il dito
indice si abbassava e,
se fosse stato un essere umano o in fase di riproduzione, probabilmente
si
sarebbe alzato qualcos’altro.
Fino a un
mese prima
Freezer non si sarebbe mai aspettato di avere un intruso a palazzo, e
tantomeno
un’intrusa.
Un’intrusa
icejin.
Icejin di
razza
Shadow precisamente, oltretutto coperta molto sommariamente solo da un
asciugamano.
Gli
icejin maschi
avevano l’interessante caratteristica di poter
“riassorbire” gli organi
riproduttivi quando non servivano, cosa che per le femmine- sia icejin
comuni
che Shadow - non valeva.
“una
shadowjin?...”
Rimase
per parecchio
lì a fissarla senza fare una mossa, pensando che a quanto
pareva gli Shadow non
erano poi così tanto estinti, e quella che si trovava sul
suo letto era anche bella.
Il rosso
balzellante
delle sue biogemme risaltava sulla pelle nera come
l’inchiostro, e screziati dallo
stesso rosso erano i capelli, che le coprivano metà viso con
un ciuffo; da quel
che vedeva, poi, il
fisico di quella
ragazza era snello e tonico, e la sua coda lunga e molto più
sottile della
propria.
Lui di
femmine
icejin ne aveva viste, presentategli da suo padre nella speranza che si
scegliesse una moglie con cui potare avanti la dinastia, e si era
costretto a
frequentarne qualcuna per il minor tempo possibile giusto per far
piacere a suo
padre e soddisfare qualche istinto, poi basta.
Per
quanto nessuna
di esse fosse brutta, non le aveva trovate minimamente interessanti: Il
grande
Freezer meritava di più di quelle sciocche femmine
sciape… e ora aveva davanti
a sé nientemeno che una shadowjin!
Così
era lei l’ombra
che lo stava lentamente facendo impazzire e che gli aveva gettato
addosso pece
e piume, bene… che ne avrebbe fatto?
Adesso
l’ombra non
lo preoccupava più, specie sapendo che gli shadowjin erano
meno potenti di un
icejin normale. Una volta che le avesse bloccato le braccia, sarebbe
stato
libero di farle quel che voleva.
Fece
diverse
considerazioni. Era conveniente ucciderla? Forse no. Non
l’ultima di una razza
ormai estinta, e non una con un corpo del genere. Oltretutto bisognava
riconoscerle un certo coraggio, al di là
dell’insolenza che comunque non le
perdonava.
A
proposito, era
bene che fosse punita per quel che aveva fatto? Ma certo. Avrebbe
deciso come
sul momento, in fin dei conti aveva un’ampissima scelta.
Di
lasciarla andare
in seguito non se ne parlava: quella shadowjin l’aveva tenuto
d’occhio per un
mese intero mentre lui non sapeva assolutamente nulla di lei. Poteva
rivelarsi
un vantaggio per lei, che oltretutto aveva messo mano nei suoi
documenti più
privati e chissà che altro! Quindi come usarla?
…Ecco, forse gli era venuta
un’idea: gli avrebbe fatto comodo avere una spia personale.
Ma per farla
lavorare per lui avrebbe dovuto liberarle le braccia, e come poteva
obbligare
un’ombra a rimanere al suo servizio? La cosa migliore era
sottrarle qualcosa a
cui teneva. Ma a cos’era che teneva? Non lo sapeva. Quindi
doveva scoprirlo.
Si
stupì che avesse
fregato così la Squadra Ginew per poi fare una mossa
così stupida, andare a
dormire nel suo letto, ma forse non era abituata a combattere, dover mantenere la forma di
ombra consumava
diversa energia, la stanchezza le aveva impedito di ragionare
lucidamente, e
magari dopo quella vittoria e quegli “scherzetti”
si sentiva più sicura, e
dunque era diventata più imprudente.
“
hai agito
stoltamente, piccola shadowjin”.
Quanti
anni aveva,
chissà? Non sembrava poi tanto più giovane di
lui. Doveva essere molto piccola,
ai tempi della guerra, se lui stesso a quei tempi era poco
più di un bambino.
Cercò
con gli occhi
l’armatura protettiva che doveva aver appoggiato da qualche
parte, non
trovandola. Presumibilmente l’aveva lasciata in bagno.
“almeno
impara a
rubare le cose altrui” pensò, andando in bagno,
trovando l’armatura e
prendendosela. Avrebbe anche dovuto chiederle come mai rimetteva in
ordine
tutto quel che le capitava tra le mani, prima o poi.
Tornò
nella sua
stanza, diede un’altra occhiata alla ragazza che dormiva
ancora e che
probabilmente se la sarebbe fatta addosso sapendo quanto aveva
rischiato, e fu
a quel punto che notò l’anello che aveva
sull’indice della mano destra.
Era un
bell’anello
rosso rubino, di foggia evidentemente maschile, e della fattura tipica
dei
gioielli icejin. Probabilmente era un ricordo di qualcuno, un fratello,
il
padre, il nonno?
Un…
compagno?
Fosse
come fosse, le
sfilò l’anello dal dito più
delicatamente che poteva, senza che lei se ne
accorgesse. Aveva il sonno pesante, a quanto pareva.
All’interno
dell’anello vide un’incisione, “Morgan -
Axenite”. Seguiva una data…quello era
un anello nuziale. E dubitava che fosse lei l’Axenite
dell’incisione, l’anello
era troppo vecchio; probabilmente quello era l’ultimo -e
anche unico- ricordo
che aveva dei suoi genitori, l’anello del padre.
Freezer
fece un
sorrisetto sarcastico. Aveva trovato qualcosa che l’avrebbe
convinta a restare
lì, pensò, infilandosi l’anello
all’anulare destro…gli andava alla perfezione,
neanche a farlo apposta, e trovava che gli donasse.
A quel
punto decise
di andarsene, si sarebbe tolto la pece da un’altra parte e
sarebbe tornato in
camera alla solita ora. Voleva proprio vedere come avrebbe reagito la
piccola
shadowjin - ormai aveva preso a chiamarla così tra
sé e sé - vedendolo con
quell’anello al dito. Ci sarebbe stato da divertirsi anche
per lui, finalmente.
Probabilmente
sarebbe morta di paura all’idea che lui fosse stato
lì mentre dormiva,
indifesa…
@@@
La
shadowjin si
svegliò un paio di ore dopo, accorgendosi con orrore di aver
dormito quasi per
tutte le ore che mancavano al ritorno del tiranno.
«
accidenti a me! »
sibilò, alzandosi di scatto dal letto e lisciando tutte le
pieghe « mancano
meno di cinque minuti, come faccio a rimettere tutto a posto?
»
Volò
in bagno, si
tolse l’asciugamano di dosso, lo ripiegò alla
perfezione e lo mise di fianco ad
un altro il cui colore fosse in armonia con quello. Fatto questo
cercò la sua
armatura.
«
ma dove accidenti
l’ho messa? Eppure era qui! Ero convinta che fosse
qui…» appoggiò gli indici
alle tempie e socchiuse gli occhi « dai Zoisite, fai mente
locale, che non c’è
tempo da perdere. Se quello ti trova qui ti ammazza, dopo quel che gli
hai
combinato » si disse, riferendosi a Freezer « oh,
ma dov’è?!»
Tornò
in camera,
aprì l’armadio pensando di averla messa
lì, ma non ce n’era traccia. Guardò
sopra ogni sedia, ogni poltrona, si sincerò che non fosse
caduta da qualche
parte, ma niente, sembrava sparita.
“
per fortuna ne ho
diverse di ricambio” pensò, facendo comparire la
sua sacca da viaggio che aveva
dissolto nelle ombre e mettendosi una delle armature addosso
“ ma è
semplicemente assurdo” si disse, sfogando il nervosismo con
il tic che l’aveva
sempre contraddistinta di rigirarsi al dito l’anello del
padre…
Trasalì.
L’anello
non c’era più! No!...
Che fine aveva
fatto?!
Zoisite
poteva
accettare di perdere i vestiti, di perdere i capelli, un occhio,
perfino di
perdere la coda, ma non quell’anello. Doveva trovarlo a tutti
i costi, non
poteva stare senza, non poteva perdere l’unica cosa che la
legava ai suoi
genitori!
Sentì
la porta
cominciare ad aprirsi, e si dissolse immediatamente nelle ombre.
Freezer era
tornato, maledizione…non avrebbe potuto cercare il suo
anello come si deve!
Si
concentrò sul
tiranno. Sfogarsi distruggendo l’infermeria doveva avergli
fatto bene,
dall’aria soddisfatta che aveva. Soddisfatta e pure un
po’tronfia, avrebbe
aggiunto. Se fosse stata in forma solida avrebbe fatto un sorrisetto
ricordando
la sua faccia quando gli aveva gettato addosso pece e piume! Zoisite
aveva una
paura tremenda di lui, ma l’avrebbe rifatto altre mille
volte. Le occasioni di
prendere impunemente in giro Freezer non andavano sprecate, sarebbero
state
motivo di vanto ed oggetto di lunghi racconti che avrebbe fatto alle
persone
che avrebbe incontrato nei suoi prossimi viaggi, insieme a tutti i
segreti che
aveva scoperto.
“ te gusta la pece,
amigo?”
Zoisite
aveva girato
tanto, ed uno dei pianeti più pittoreschi in cui era stata
era uno che si
chiamava “Terra”, che si distingueva per
essere un completo caos -a parer suo- che però era riuscito
ad affascinare una
fanatica dell’ordine come lei. C’era una tale
varietà di specie, di razze! A Tokio
aveva potuto perfino girare col suo vero aspetto, senza doversi
coprire. I
giapponesi amavano quella cosa…come si chiamava? Cosplay. Quindi loro stessi si vestivano
da alieni, e non l’avevano
riconosciuta come una vera extraterrestre.
«
allora, mia cara
ombra…ti sei divertita a prenderti gioco dei miei uomini?
»
Cos’era
quel
sorrisetto? Non lo aveva mai avuto nel parlare con lei. A Zoisite
quella
faccenda cominciò a non piacere. Poi pensò che
forse era proprio questo che lui
voleva, tentare di metterla in agitazione. Non avrebbe funzionato.
«
ti ostini a non
rispondermi, ma immagino che la risposta sia sì. Invece a me
essere ricoperto
di pece non ha divertito affatto ».
“
ma un bell’ecchissenefrega
lo vogliamo dire?” pensò la shadowjin.
«
quindi puoi ritenerti
fortunata ad essere ancora in vita, piccola shadowjin ».
Era
un’ombra, ma le
sensazioni che provava erano quelle di quando era solida. In questo
caso sentì
un’improvvisa morsa di gelo.
Non era
possibile.
Doveva aver tirato a caso…non poteva sapere per certo che
lei era una
shadowjin, per quanto ne sapeva lui erano tutti estinti. Forse
l’aveva intuito.
Doveva stare calma.
«
ho ritenuto
opportuno un risarcimento, una piccola cosa, tanto per cominciare
» sollevò la
mano destra. L’anello brillò alla luce, e Zoisite
sentì la morsa di gelo
avvolgerla completamente.
No…
«
devo dire che mi
sta a meraviglia. Era dei tuoi genitori, mh? Magari l’unico
ricordo che hai di
loro » Freezer finse di guardare con interesse i giochi di
luce sulla pietra « credo
che tu ci tenga molto. Sbaglio? »
“
m-ma dove…quando
diavolo l’ha preso?!”
«
in verità quando
ti ho vista dormire sul mio letto con solo quell’asciugamano
addosso ti
confesso che il mio primo pensiero è andato a
tutt’altre cose, non all’anello…
ma come ho detto, pretendo un risarcimento per quel che hai fatto.
Questo è
solo l’inizio…» disse Freezer,
guardandosi attorno « ascoltami bene: attualmente
ucciderti o farti troppo male non è nelle mie intenzioni.
Chiaro che non
resterai impunita, ma conosco molti modi per sottomettere qualcuno, e
dovresti
averlo imparato, essendo qui da un mese ».
Zoisite
mentalmente
ingiuriò il dio degli icejin con diversi epiteti, mentre
quasi moriva di paura.
Insomma Freezer le stava dicendo che era stato lì mentre lei
dormiva e l’aveva
pure vista con solo l’asciugamano addosso?!
Era stata
sul punto
di morire senza nemmeno rendersene conto?! Maledizione!
E adesso?...
Comunque
non poteva
certo lasciare l’anello di suo padre al dito di
quell’essere tronfio che, se
normalmente non le pareva brutto, nel momento in cui la rabbia
superò la paura
le sembrò un incrocio riuscito male tra una lucertola albina
e una palla da
tennis mezza dipinta di viola. Doveva provare a riprenderselo, costasse
quel
che costasse!
Strisciò
nelle ombre
e ridivenne solida, attaccandolo alle spalle. Gli puntò una
lama alla gola, e
con la mano libera cercò di riprendersi l’anello.
« hai scordato che posso
comparirti alle spalle all’improvviso, vedo. Ridammi il mio
anello. Subito! »
sibilò, cercando
disperatamente di riprenderselo.
Freezer
rise, con
quella sua risata maniacale, arrogante, tronfia come lui. «
temo che sia tu ad
aver dimenticato con chi hai a che fare, piccola shadowjin. Stare qui
un mese
non ti ha giovato ».
Prima che
Zoisite
potesse fare una mossa Freezer l’afferrò con la
coda e la sbatté contro il
muro, torcendole un braccio la schiena, attento a non spezzarglielo.
«
lasciami immediatamente! »
ringhiò lei,
cerando di divincolarsi.
Aveva
ancora il
fegato di ringhiargli contro nonostante la sentisse tremare di paura,
che
carina. Pensava di potergli dare ordini! Per buona misura
aumentò un po’la
pressione sul braccio. « è stata una pessima
mossa. Avresti dovuto sapere che
il tuo patetico tentativo non avrebbe portato a niente »
infierì l’icejin «
comunque per tua fortuna apprezzo i coraggiosi, per quanto questi
tendano ad
essere stupidi ».
«
io almeno non sono
stata ricoperta di pece e piume » sibilò Zoisite,
che gridò per il dolore al
braccio che fu conseguenza di quella sua ennesima insolenza.
«
non avresti dovuto
ricordarmelo. Potrei sempre cambiare idea sul non farti male
» disse il tiranno
« basta insolenze. Basta mosse cretine. Dimmi che non
tenterai altre follie
come quella di prima, e la smetto ».
Testardamente
Zoisite non aprì bocca. La pressione aumentò
ancora.
«
dillo » sibilò
Freezer.
«
e va bene! Niente mosse stupide e
niente
insolenze, ti senti realizzato adesso?! » gridò la
shadowjin. La pressione
diminuì, sentì che le sue braccia venivano
circondate e strette nella morsa
della coda del tiranno che la costrinse a sedersi sul letto.
«
quale parte di
“niente insolenze” ti è sfuggita?
»
“
quella in cui ti
mando al diavolo, razza di psicotico!”
«
solo perché non ti
lecco i piedi come fanno gli altri, grande Freezer qua, e grande
Freezer là non
significa che sia insolente » ribatté Zoisite
« lasciami! »
«
ancora non hai
capito chi comanda, piccola shadowjin, ma fortunatamente per te mi stai
facendo
divertire » le sollevò il mento, Zoisite
tentò di morderlo e per tutta risposta
lui aumentò la stretta alle braccia « ho detto
niente mosse cretine ».
«
e io ti ho detto
di lasciarmi! » tremava ancora di paura, ma non intendeva
farsi mettere i piedi
in testa.
«
ah, ma sei
ostinata allora…dimmi un po’, qual è il
tuo nome? »
«
che ti frega?! »
ribatté lei, gridando
di paura quando lui la stese sul letto.
«
ti ho fatto una
domanda, rispondi. Non costringermi a tirartelo fuori con la forza, sei
una
donna, e io in fondo sono un gentiluomo ».
«
u-un gentiluomo
che ruba gli anelli altrui e che mi sta stroncando le braccia
» balbettò lei « lasciami!
»
«
tu rispondi ».
«
Zoisite! Mi chiamo Zoisite, ho
risposto
adesso, ok?!»
Il
tiranno lasciò
che si rimettesse a sedere, senza lasciarle le braccia. «
Zoisite. Finalmente
un nome da associarti. Credo che valga la pena di fare una
chiacchierata. Da
dove spunti, cos’hai fatto finora, e soprattutto
perché sei stata così sciocca
da decidere di venire qui» fece scorrere i suoi occhi lungo
il viso e il corpo
della bella shadowjin «non che sia una vista
sgradevole…»
«
pensavo fossi un
incrocio tra una lucertola albina ed una palla da tennis mezza dipinta
di
viola, non un’orgia tra queste due e un maiale »
non poté fare a meno di
sibilargli Zoisite.
Freezer
la minacciò con il suo raggio letale.
« un altro insulto.
Uno solo ».
Lei si
zittì.
Lui rise
di nuovo.
Avrebbero
avuto
molto di cui parlare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** L'ombra della revanche ***
L’ombra della
“revanche”
« allora? Sto aspettando ».
Zoisite lo guardò con aria
diffidente. Tremava ancora,
Freezer lo sentiva dalle braccia che le teneva bloccate con la coda.
« che vuoi che ti dica? Io
a domanda rispondo » replicò la
shadowjin. Aveva ancora la forza di guardarlo negli occhi, nonostante
la paura
di essere uccisa da un momento all’altro, più che
altro perché Zoisite non
poteva rinunciare ad essere sempre molto schietta nel rapportarsi con
gli
altri, e con uno come Freezer tale atteggiamento era decisamente
sconsigliabile
e rischioso.
« sei la sola Shadow
rimasta in vita o ce ne sono altri? »
« sono rimasta solo io, da
diversi anni ».
Quindi prima c’era qualcun
altro con lei, concluse Freezer.
« tu e questi altri Shadow…dov’eravate?
»
« eravamo solo due, gli
unici due che non hanno potuto
partecipare alla guerra perché troppo piccoli. Ci hanno
spediti in un pianeta
lontano…di’, intendi continuare a bloccarmi la
circolazione alle braccia ancora
per molto? » cercò inutilmente di liberarsi, e il
tiranno davanti a quei
patetici tentativi rise.
« oh, poverina. Preferisci
che ti ammanetti, piccola
shadowjin? » le domandò, con
quell’insopportabile aria di falso compatimento
mista ad arroganza che faceva venire voglia a Zoisite di prenderlo a
schiaffi.
O a racchettate, data la sua discendenza da una palla da tennis mezza
dipinta
di viola.
« non chiamarmi in quel
modo! ».
« altrimenti che fai?
Dimmelo, sono curioso ».
Mamma mia quanto le dava sui nervi!
La faceva irritare per
quanto la terrorizzava, e fu da questo mix di sensazioni che
derivò la risposta
che seguì. « potrei riempirti di nuovo di pece e
piume davanti al tuo caro
fratello. Penso che gradirebbe lo spettacolo ».
Fu fortunata a prendersi solo un
potente ceffone che la
spedì contro la parete opposta, prima di essere afferrata ed
ammanettata
velocemente con le braccia dietro alla schiena. Nella confusione si
chiese da
dove accidenti avesse tirato fuori quelle manette, e si chiese anche
cosa
accidenti ci facesse con delle manette in camera. A meno
che…ma sì, poteva
essere uno a cui piaceva quel genere di cose. Ebbe la tentazione di
chiederglielo, ma era meglio non mettergli in testa strane idee, dato
che era
già psicotico di suo.
« stai giocando col fuoco,
piccola shadowjin » il tiranno
sembrava essere ancora straordinariamente calmo, nonostante quel che
aveva
fatto « finirai per scottarti molto presto di questo passo.
Non mi piacciono
gli spiritosi » disse, buttandola di nuovo sul letto
« e può essere che decida
di tenerlo per sempre, questo anello » aggiunse Freezer,
osservando soddisfatto
la shadowjin guardarlo con disprezzo, e mordersi il labbro come per
trattenere
l’ennesimo insulto. Che stesse cominciando a capire chi
comandava?
Lei si rizzò a sedere.
« a te non piacciono gli spiritosi, a
me non piacciono quelli come te. Pari siam! »
« quelli come me, ovvero?
»
Zoisite lo fissò, con la
tensione che saliva sempre di più,
per poi fare un lungo sospiro nervoso. La guancia le faceva ancora
male. «
altre domande? »
Sì, forse stava davvero
cominciando a imparare. « così ti
voglio. Collaborativa. Conviene anche a te, in
fondo. Che fine ha fatto
l’altro Shadow? »
« se ti ho detto che sono
rimasta solo io che vorrà dire
secondo te?! è
morto. Non che mi
importasse molto. Non era granché simpatico, ma eravamo
l’unico maschio e
l’unica femmina rimasti…e se non altro era un gran
bel pezzo di Shadow. Così
alto» fece scorrere lo sguardo sul tiranno, sottintendendo
“al contrario di te”
«muscoloso» Freezer vide il suo sguardo soffermarsi
sulle sue povere braccia
magroline « possente, così virile, così
sfacciatamente
maschio! » concluse la shadowjin.
« possente, virile,
sfacciatamente maschio e morto » fu la
secca risposta del tiranno « il suo bell’aspetto
non gli è stato molto utile, a
quanto pare » Zoisite si adombrò e Freezer fece un
sorrisetto sarcastico « cosa
hai fatto per tutti questi anni? E non osare rispondermi
“fatti miei”, non ti
conviene ».
Zoisite fece una smorfia.
“controlla i nervi. Controlla i
nervi, Zoisite. Non mandarlo a fanculo,
Zoisite”. « ho viaggiato in lungo e in
largo per questa galassia, e anche
nella parte più esterna di quelle vicine a dire il vero
».
« e come ti sei mantenuta?
»
« secondo te? Rubando, o
facendo come ho fatto qui. Ho
visitato un’infinità di pianeti, conosciuto
un’infinità di gente, visto cose
che…» fece un sorrisetto e scosse la testa
« non puoi immaginare quello che c’è
là fuori, tu che sei confinato nella parte nord di questa
galassia, credimi,
non ne hai la minima idea…ma ti sconsiglio vivamente di
avventurarti nella
parte est ».
«
l’onnipotente
Freezer può andare dove vuole! »
affermò con sicurezza.
Zoisite fece un sorrisetto.
« vai ad Echelon, o ad Hatklas o
Trea, che poi ne riparliamo. Se sopravvivi, non potendo nasconderti
nelle ombre
come ho fatto io » aggiunse la shadowjin « posso
confermarti che sei molto
conosciuto in questa parte della galassia, ma dalle altre
parti… “Freezer? E
chi è Freezer? Mai sentito nominare”».
« non ci credo ».
Zoisite fece spallucce. «
come vuoi ».
Freezer decise di passare oltre, non
gli piaceva la piega
che stava prendendo quel discorso. « adesso voglio sapere
perché hai
scioccamente deciso di venire qui ».
Strano che avesse tanta voglia di
saperlo, com’era strano
che l’avesse incuriosito. Normalmente non gli sarebbe
importato nulla di tutto
ciò, e vedendola dormire sopra il suo letto
l’avrebbe semplicemente uccisa.
“era l’ultima della sua razza? Oh che
peccato”. Questo avrebbe detto
normalmente, sottolineandolo con un sorrisetto sarcastico.
Forse lo faceva perché era
una femmina della sua stessa
specie. Sì, forse era per quello che invece di comportarsi
come al solito aveva
deciso di volerla distruggere psicologicamente pezzo per pezzo,
renderla una
larva ce avrebbe strisciato ai suoi piedi come facevano tutti gli
altri, e poi
ucciderla, se mai.
Zoisite diede una scrollata alle
manette. Non le lasciavano
un minimo di libertà di movimento, ma se non altro non le
bloccavano la
circolazione. Non le piaceva, però, che acuissero quella
sensazione di
impotenza che provava davanti a Freezer. « ci sono finita
quasi per caso,
durante il viaggio la mia navicella ha avuto un guasto, e ho dovuto
continuare
a muovermi nello spazio aperto per un pezzo. Quando ho pensato che
fosse
arrivata la fine mi sono imbattuta in questo pianeta, senza sapere di
quale si
trattasse, di chi fosse » lo guardò «
quando ho capito che era Pianeta Freezer
n.1 mi sono detta “ruba una navicella e vattene
Zoisite”…ma gli abitanti di un
pianeta in cui sono stata hanno un proverbio, “la
curiosità uccise il gatto”,
ed è quel che è capitato a me. Tanto che
c’ero, mi era venuta voglia di vedere
in faccia questo icejin di nome Freezer che è lo spauracchio
della sezione nord
della galassia ».
« allora una volta fatto
questo c’è da chiedersi perché tu
abbia prolungato tanto la tua permanenza ».
« cibo buono, un tetto
sopra la testa, un letto morbido, e
potevo fare il bagno tutti i giorni. Da piano non avresti nemmeno
dovuto
accorgerti della mia presenza, ma invece è andata a finire
diversamente…»
« se non avessi messo mano
tra le mie cose riordinandole
magari l’avresti fatta franca » le
ricordò Freezer, godendosi l’espressione
della shadowjin nel rimpiangere la propria avventatezza.
« ognuno ha le sue manie,
tu quella di far esplodere un
pianeta ogni due per tre e io quella dell’ordine, e allora?!
» ribatté Zoisite,
piccata « e poi dovevo pur ricambiare
l’ospitalità in qualche modo ».
Freezer le lanciò
un’occhiata gelida che la fece
rabbrividire. « menti. L’hai fatto
perché ci godevi a vedermi intento a
chiedermi come mai le mie cose non fossero al loro posto ».
Zoisite non poté
resistere. « ok, fifty-fifty, sei
assolutamente ridicolo nei momenti di sclero…AH!
No! Lasciami! » strillò, quando lui la
prese per il collo,
pronto a farle…Zoisite non lo sapeva di preciso, ma di certo
nulla di buono.
« sei dura di comprendonio.
Mi pare di averti detto che non
mi piacciono gli spiritosi…»
Con la coda Zoisite riuscì
ad afferrare un flaconcino di
profumo era sul comodino, e a romperla in faccia al tiranno che
sentì gli occhi
bruciargli come il fuoco, e fu costretto a lasciarla. La shadowjin
sgusciò via
lontano da lui.
« e a me non piacciono gli
psicotici isterici
nevroticheggianti con tendenze schizomaniacali sublimate
nonché stronzi, siamo
pari! » ribatté, guardandosi attorno. Il bastardo
aveva chiuso la porta
ermeticamente, ma magari la finestra no, e se fosse uscita e fosse
volata via
potuto filarsela.
Volò verso la finestra, ma
sfortunatamente Freezer, già
ripresosi dall’improvviso attacco con il profumo, la
intercettò prima che
potesse uscire.
« dove credi di andare?
» lei provò a ritrarsi, ma Freezer
fu più veloce, e con un paio di colpi la fece cadere a terra
dolorante. « mi
hai costretto tu. Sii consapevole di ciò ».
Zoisite gli diede
un’occhiata di sfida. « ho risposto alla
tua domanda, non è colpa mia se quel che ho detto non ti sta
bene » sibilò la
ragazza, cercando lentamente di rialzarsi.
« lascia che ti spieghi
come stanno le cose, visto che
nonostante tu sia qui da un mese non hai ancora capito »
disse il tiranno,
tirandola su dopo averla avvolta con la coda e sollevandole il mento
« io sono
quello che dà ordini. Gli altri, semplicemente, eseguono. Io
sono Lord Freezer.
Gli altri sono semplici servi, schiavi. La mia parola è
legge, e nessuno deve
osare opporsi. Non tollero insolenze. Non tollero gli spiritosi.
Pretendo
totale obbedienza ».
« e
allora prenditi un
cane! »
Freezer aumentò la
stretta. « perché dovrei, quando ho tutti
questi schiavi?...e penso che anche tu, dopo un periodo di
addestramento,
diventerai la schiava perfetta. Schiava, spia
personale…» occhieggiò il letto
«
e non solo » le sollevò il ciuffo di capelli che
le copriva metà viso « penso
che te lo taglierò, questo ciuffo ».
« meglio il ciuffo che
avere una zucca pelata che sembra una
sfera di cristallo! “Vedo, vedooo”…
se ti guardi la testa allo specchio puoi predirti il futuro da solo
».
Niente da fare: era testarda, e
talmente insolente da
sembrare completamente stupida sapendo quel che rischiava con
quell’atteggiamento, ma non riusciva proprio ad andare contro
la sua natura.
Era una un’icejin di razza Shadow, l’orgoglio era
prerogativa della sua razza,
e lei era sempre stata completamente libera; non ci stava a farsi
sottomettere
da Freezer, costasse quel che costasse!
« sicuramente posso dirti
cosa ci sarà nel tuo futuro,
piccola shadowjin » ringhiò il tiranno «
sarebbe stato meglio per te se ti
avessi eliminata subito, ma ho altri progetti. Ti obbligherò
a lavorare per me,
e non te ne andrai perché questo » le
mostrò l’anello « ti terrà
legata a me,
ci tieni troppo. Man mano che il tempo passerà, io ti
piegherò. Ti spezzerò.
Di questa tua arroganza non
rimarrà nulla, tremerai più di quanto tu faccia
ora, e striscerai ai miei piedi
come tutti gli altri… e a quel punto, quando sarò
soddisfatto del mio lavoro e
ti avrò usata come mi pare e piace, ti eliminerò
».
Le scelte per Zoisite erano due,
rispondere o scoppiare a
piangere e farsela addosso dalla paura, anche se il discorso di Freezer
non era
molto logico: perché lei avrebbe dovuto rimanere a lavorare
per lui sapendo che
tanto avrebbe finito per ucciderla, anello o non anello?
Purtroppo però aveva
ragione, ci teneva troppo, non
gliel’avrebbe mai lasciato. Dunque avrebbe dovuto resistere,
e cercare di
sottrarglielo prima che lui la piegasse, la spezzasse e tutte quelle
altre
menate.
“
un anello per
trovarli, un anello per domarli, un anello per ghermirli e nel buio
incatenarli” pensò.
« questo discorso
l’hai imparato a memoria dal “Manuale per
piccoli Tiranni”? No perché ha la logica che
potrebbe avere il discorso di un
bimbo di cinque anni. Non ha senso che io lavori per te se so che alla
fine mi
ucciderai ».
« fai la dura ma tremi come
una foglia, e l’attaccamento a
questo anello, e a quel che ti ricorda, dimostra che hai il cuore
troppo tenero
per lasciarmelo. Non te ne andrai, piccola shadowjin » scosse
la testa e fece
una risata « e lo sappiamo tutti e due ».
La lasciò cadere a terra,
in ginocchio, compiaciuto da come
si mordeva il labbro inferiore. Sexy. Quasi quasi…
« lo sai che mi piaci, così
ammanettata? »
Zoisite lo guardò con aria
truce. « quindi ti piacciono le
donne? Non l’avrei mai detto » ribatté
lei, sapendo che probabilmente le
avrebbe prese, e così fu.
« il percorso
sarà lungo, ma alla fine otterrò quello che
voglio » commentò Freezer, piuttosto piccato da
quel commento della ragazza, la
quale osò pure farsi una risatina.
« se non vuoi che si pensi
male smetti di metterti il
rossetto, altrimenti ti prenderanno per un omosessuale o per un
pagliaccio…forse la prima è sbagliata, ma la
seconda no » aveva gli occhi
lucidi, ma la voce era ferma « l’orgia non era solo
tra il maiale, la lucertola
e la palla da tennis, c’era anche un intero circo in mezzo!
»
Per un attimo pensò che
dopo questa Freezer l’avrebbe
uccisa, invece lui ricevette una comunicazione da non si sa chi,
Zoisite non
riuscì a sentirlo. Doveva trattarsi di qualcosa di urgente,
perché il tiranno
serrò la finestra e fluttuò verso la porta.
« sei nata sotto una buona
stella, piccola shadowjin. Ma non
pensare di scamparla. Tanto non puoi andare da nessuna parte, quelle
manette
sono… come dire …fatte apposta per evitare fughe.
Te ne sarai accorta da sola,
non riuscirai mai a spezzarle. Mentre io sono via, divertiti a
immaginare quel
che ti farò al mio ritorno ».
Detto questo uscì senza
colpo ferire. Alla faccia di non
volerle fare del male!, pensò la ragazza. “mi ci
hai costretto tu”, aveva
detto…forse era vero. Avrebbe potuto evitare di dargli
addosso, magari sarebbe
andata a finire diversamente, ma ormai era tardi per i ripensamenti, e
comunque
aveva avuto un bel colpo di fortuna.
Guardò verso la porta e
scosse la testa. « è proprio vero
che la gente tende a circondarsi di persone che gli somigliano. Quelli
della
Squadra Ginew sono forti ma sono completamente idioti, e lui per quanto
potente
e spaventoso sia è il più cretino di tutti
» commentò tra sé e sé ,
alzandosi
in piedi « io ho agito da scema in queste ore, è
vero, ma lui è proprio
patologicamente imbecille. Gli ho detto che sono una ladra e pensa che non sappia
liberarmi dalle
manette! » rise pure, mentre sfruttando la grande
flessibilità acquisita negli
anni faceva passare il suo intero corpo tra le braccia ammanettate,
completamente snodate, trovandosele così sul davanti.
Zoisite avrebbe potuto
lavorare in un circo come contorsionista.
Portò le mani fino
all’elastico che le teneva fermi i
capelli, tra i quali erano nascoste diverse forcine, e se ne mise una
in bocca
per poi cominciare a lavorare sulle manette.
« è proprio ftupido
» farfugliò. Le manette si aprirono con uno scatto
« eheheh. Fregato…»
Si incupì. Aveva ancora il
suo anello, ma d’ora in poi
sarebbe stata più attenta, e non si sarebbe più
lasciata catturare e alla fine
se lo sarebbe ripreso. Freezer la voleva lì? Benissimo. Ma
sarebbe stata il suo
incubo peggiore e, come dire, “l’aveva costretta
lui”.
Peccato. Se non fosse stato
così bastardo magari avrebbe
anche potuto…ehi. Basta con certi pensieri, si disse. Va
bene, aveva un buon
odore, e per gli icejin era la prima cosa che creava alchimia tra due
persone,
ma non poteva dare troppa importanza a una cosa del genere, non in
quella
situazione.
“ ma non posso non fargli
vedere i sorci verdi solo perché
mi spaventa quasi da farmela addosso e profuma, giusto?” si fece coraggio
“ dai ragazza, che sei
forte!”
@@@
« e voi mi avreste chiamato
qui solo per questi due
miserabili? Ero impegnato in qualcosa di molto più
importante! »
Gli zartoxiani che erano andati da
Freezer a supplicarlo di
ridurre la pressione fiscale su di loro tremavano di paura. Zarbon e
Dodoria
idem.
« come se non sapeste cosa
dovete fare in casi del genere »
Freezer uccise uno zartoxiano con un semplice e blando colpo energetico
«
ucciderne uno, e poi attaccare l’intero pianeta! Siete
proprio degli incap-»
Quando si sentì rovesciare
di nuovo addosso quella che
riconobbe essere pece, seguita da una valanga di piume, rimase di sasso
ancor
più della prima volta.
« hai
capito, scemo
pagliaccio?! »
Quando poi sentì la voce
di Zoisite apostrofarlo in quel
modo lo shock aumentò ancor di più. Le manette
con cui l’aveva imprigionata gli
caddero in testa. Zarbon e Dodoria lo guardarono stupiti ed orripilati
prima di
venire ricoperti a loro volta di pece e piume.
Ok, adesso gli credevano:
c’era davvero un intruso.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** L'ombra dell'avventatezza ***
= L’ombra
dell’avventatezza =
-
…e non mi piace che
circolino simili voci su un membro del clan Cold. Spero di essere stato
chiaro,
Freezer. Fino adesso non sei mai stato motivo di vergogna per il clan,
vedi di
non cominciare a esserlo ora.
« no, padre.
Risolverò ».
- ci conto.
Non è
ammissibile che un intruso possa prendersi gioco in tal modo di mio
figlio.
Re Cold
teneva più
alla reputazione del suo clan che a qualunque altra cosa, forse ci
teneva più
di quanto tenesse ai suoi stessi figli, quindi era chiaro che quando
gli erano
arrivate voci su qualcuno che stava bellamente ricoprendo di vergogna
-o meglio,
di pece e piume- il suo figlio prediletto, Cold avesse ritenuto
opportuno
intervenire.
- sai almeno
di chi si
tratta?
Stavolta Freezer esitò nel
rispondere. « è una shadowjin »
disse piano « l’ultima shadowjin rimasta
».
Se aveva esitato era
perché immaginava benissimo quale
sarebbe stata la reazione di suo padre nel venire a conoscenza di tale
notizia.
-
l’ultima icejin di
razza Shadow?
Freezer fece mentalmente il
countodown.
Cinque…quattro…tre…due…uno…
-
costringila a
sposarti, il più presto possibile.
Zero.
Il tiranno fece un sospiro.
« padre, in verità non so dirti
se sia una buona cosa perché…»
-
cos’è che vado
dicendo da quando hai l’età per capire? Che
è stato un peccato che tutti gli
Shadow si siano estinti perché se se ne fosse salvata almeno
una, dall’unione
di un membro del clan Cold ed una shadowjin sarebbe venuto fuori un
icejin
estremamente potente con in più il potere degli Shadow!
« con tutto il rispetto,
padre, ma non intendo sposare una
donna che-»
- e invece
lo farai e
come. Così smetterà anche di ricoprirti
pubblicamente di vergogna -
aggiunse Cold - quando metterà al
mondo
vostro figlio potrai fare di lei quello che vuoi, ma adesso pretendo
che vi
uniate in matrimonio. Certo, se non ti senti in grado posso chiedere a
Cooler
di fare quel che dovresti fare tu, non avrebbe obiezioni.
Re Cold conosceva bene il suo
secondogenito, e dunque sapeva
benissimo che per fargli fare qualcosa bastava semplicemente tirare in
ballo
Cooler. L’accesa rivalità tra i suoi due figli
tornava molto utile a volte,
doveva ammetterlo.
Pensò che avrebbe anche
potuto ordinargli semplicemente di
catturarla e metterla incinta, ma che figura avrebbe fatto un membro
del clan
Cold ad avere un figlio illegittimo da una schiava? Non se ne parlava
proprio,
c’era un’immagine che dovevano mantenere.
« e va bene! Non
c’è bisogno che tu chieda nulla a Cooler,
sono in grado di gestire la cosa da solo. Entro breve la
poterò da te, così
potrai unirci in matrimonio ».
- scelta
ragionevole.
Se poi fosse la figlia dello Shadow che gestiva tutte le ricchezze
della loro
razza ci rivelerà come trovare ed aprire la camera in cui
hanno nascosto tutti
i loro tesori. Mi pare di ricordare che la moglie di Morgan
Shadowhidden avesse
avuto proprio una bambina da poco tempo, quando
c’è stata la guerra.
« non penso che lei lo
sappia, se finora ha vissuto rubando
» lo disilluse Freezer « e i suoi genitori non li
ha mai conosciuti, ha solo
quest’anello » glielo fece vedere « con
incisi i loro nomi, ma nient’altro…
tuttavia, ho visto che uno dei due nomi incisi è proprio
Morgan, quindi
potresti avere ragione ».
Re Cold sogghignò
all’ottima notizia. - le hai preso
l’anello per far si che resti lì. Buona mossa.
Ma…aspetta, se hai l’anello e sai tutte quelle
cose devi averla catturata! E
allora com’è possibile che lei continui
a…non mi dirai che te la sei lasciata
scappare! - lo guardò quasi con disprezzo, e
Freezer rimpianse che le
comunicazioni non fossero solo audio - sei
una delusione. Vedi di non fallire in questa missione che ti ho
affidato.
Detto questo, interruppe la
comunicazione senza nemmeno
salutarlo…
« lo prossima volta che
papà chiama digli pure che non ci
penso neanche a sposare Moira Orfei con un pitone infilato nel sedere
».
…e, prevedibilmente, ecco
Zoisite che metteva il carico da
undici. Freezer era talmente furioso che strinse i pugni infilando
così
profondamente le unghie nel palmo delle mani da farli sanguinare,
mentre sul
volto aveva un sorriso tiratissimo. Forse se l’era presa
tanto anche perché non
sapeva chi fosse Moira Orfei, oltre che per il discorso di suo padre.
Lo aveva deluso, Rischiava di perdere
lo status di figlio
prediletto, e non voleva assolutamente che accadesse, per cui doveva
trovare un
modo per far uscire Zoisite fuori dalle ombre, o per sorprenderla nei
momenti
in cui per mancanza di energie doveva ridiventare necessariamente
solida.
In tre giorni che erano passati
dall’ultima “pecepiumata”,
la scatenata shadowjin non aveva dato tregua a lui, alla Squadra Ginew,
e
nemmeno a Zarbon e Dodoria. Oltretutto erano tre notti che non lo
faceva
dormire.
“
ciao sono Mario, ha
quarantadue anni e soffro di amnesia, il mio cane si chiama c-cioncion
ciao
sono Mario ho quarantadue anni e soffro di amnesia, il mio gatto si
chiama
c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di amnesia, il
pomeriggio amo guardare un programma che si chiama c-cioncion ciao sono
Mario
ho quarantadue anni e soffro di amnesia, ho dei vicini adorabili che si
chiamano c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di
amnesia,
ogni mattina vado al lavoro, e lavoro come centralinista in
un’azienda che si
chiama c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di
amnesia, per
ricordarmi le cose le registro nella mia segreteria telefonica,
ascoltate: ciao
sono Mario ho quarantadue anni e soffro di
amnesia…”
Zoisite era in grado di andare avanti
tutta la notte con
quella solfa, e nemmeno le più orribili minacce di morte, le
più oscene
prospettive di torture con annessi stupri e tutto quel che era venuto
in mente
a Freezer in quei frangenti erano servite a farla tacere. Era
un’ombra, che le
importava? Finché fosse rimasta tale, e lui non
l’avesse presa, avrebbe potuto
minacciarla quanto voleva; tanto sarebbe stato sempre tutto molto
campato per
aria.
Adesso poi, con
quell’ordine che gli aveva dato suo padre,
era fuori discussione che la uccidesse. Certo, le faceva ancora una
paura
terribile. Certo, se fosse stato attento a non ucciderla avrebbe potuto
torturarla. Certo, se non l’avesse rotta in due avrebbe
potuto usarle violenza,
e magari da quello sarebbe potuta venire fuori una gravidanza. Se
però lei non
avesse fatto mosse stupide…
Il tiranno si tolse
l’anello, guardandosi attorno, ed iniziò
a giocarci lanciandolo per aria. « e dai Zoisite,
perché non provi a prenderlo?
» la sfidò.
La shadowjin vide che
l’anello si era sporcato del suo
sangue. Quanto lo odiò per questo, quel bastardo che
allordava con il suo
sangue l’anello di Morgan. Già, suo
padre…se non altro adesso ne sapeva un
po’di più, in primis il cognome. Morgan
Shadowhidden, il custode dei tesori
degli Shadow, che erano stati nascosti chissà dove. Di certo
non nel pianeta
degli icejin, che era andato distrutto. « solo
perché sono stata avventata una
volta non significa che sia patologicamente cretina come qualcuno di
mia
conoscenza che, pur essendo di gran lunga più potente di
lui, si fa comandare a
bacchetta da papà ».
L’insolenza di Zoisite
aumentava in modo esponenziale quando
sapeva di non poter essere toccata. Era fatta così: non una
di quelli che
strisciavano davanti ai propri avversari se scoperta e presa, ed era
molto
arrogante e sfacciata quando era un’ombra. Anche troppo.
« attenta a quel che dici,
piccola shadowjin. Non potrai
rimanere nelle ombre per sempre, e a quel punto terrò fede a
quanto ti avevo
promesso che avrei fatto. Dubito che mio padre ti voglia mutilata al
matrimonio, purtroppo, ma sottomessa e supplicante di sicuro
» continuò a
giocherellare con l’anello « e stai tranquilla che
non lo deluderò. Inoltre,
una volta che mi avrai dato un figlio potrò procedere alla
tua eliminazione. Un
meraviglioso programma, non trovi? Non vedo l’ora di poter
mettere in pratica
tutto quel che ho detto ».
« se tiri troppo la corda
finirò per lasciarti quell’anello
ed andarmene » lo avvisò con un sibilo la bella
shadowjin, consapevole di stare
mentendo a lui e se stessa.
Freezer se lo rimise al dito.
« ma certo. Sicuramente ».
Zoisite si nascose in
un’ombra più vicina a lui. « sei
veramente patetico ».
« sei tu quella patetica,
che rischia la vita per l’anello
di un morto » replicò spietatamente
l’icejin.
« avresti potuto ridarmi
l’anello e lasciarmi andare, così
che papino non ti avrebbe sgridato».
« sei proprio stupida se
non riesci a capire perché non
posso né voglio farlo. Continuo a tenerlo perché
mi hai sfidato, perché hai
messo il naso nei miei documenti privati, e non posso permettere che tu
vada a
dire ai quattro venti quel che c’è scritto sopra.
Avrei potuto semplicemente
ucciderti tempo fa, ma non ho ritenuto che una morte veloce fosse
sufficiente; finché
avrò questo anello che ti legherà a me
tu rimarrai, e avrò ottime possibilità di fartela
pagare cara per quel che hai
osato fare al grande Freezer! ».
L’eco della sua voce
risuonò nella stanza. Zoisite per un
po’non si fece sentire, al punto che credette se ne fosse
andata, ma non era
così.
« è vero, non me
ne andrò senza il mio anello » la sentì
ammettere « ma finché rimarrò qui ti
renderò la vita impossibile. Starò attenta,
e tu non mi prenderai. E comunque mi hai legato a questo posto, non a
te»
puntualizzò la shadowjin « il problema in
realtà è che il fatto di non riuscire
a controllarmi nemmeno con questo ricatto ti fa impazzire, per questo
ti sei
impuntato tanto. L’onnipotente Freezer terrorizza chiunque,
distrugge interi
pianeti con un gesto, ma è del tutto incapace di tenere a
freno una ragazza
icejin di razza Shadow… »
Zoisite osò perfino
ridere, cosa che fece solo arrabbiare
Freezer ancora di più, perché era
vero.
Era tutto schifosamente vero, e odiava che lei l’avesse
capito così facilmente;
la conoscenza è potere, ed il potere spettava a lui, lui
soltanto. « stai zitta!
» sbottò il tiranno,
desideroso solo di prenderla e chiuderle la bocca in qualche modo.
Le avrebbe tagliato la lingua, se non
avesse pensato che
potesse essere utile in altri modi che non riguardassero il
“parlare”.
«
sono una variabile
incontrollabile della tua vita ultra controllata, e tu questo lo
detesti »
continuò Zoisite « e magari sotto sotto non ti
dispiace neppure l’idea del
matrimonio. Ti aiuterebbe a fingere
di non essere solo come un cane » aggiunse, spietata
com’era stato lui nel
dirle che rischiava la vita per l’anello di un morto.
« BASTA
COSì!
» l’icejin lanciò un raggio
letale contro un’ombra, quella sbagliata, e comunque non
sarebbe servito
nemmeno se Zoisite fosse stata lì.
« datti una guardata,
Freezer! A tuo padre non frega nulla
di te, se ti dà corda è solo perché
fai tutto quello che vuole lui; Cooler, tuo
fratello, non ti può vedere; i tuoi sottoposti non cercano
di ucciderti solo
perché sono spaventati a morte da te, e non per
fedeltà; in verità, tu sei
completamente solo. E non mi stupisce! » aggiunse «
nel mese in cui sono stata
qui, prima che mi spedissi dietro la Squadra Ginew, prima delle
minacce, delle
botte, prima che avessi la conferma che sei veramente un bastardo,
avevo
cominciato a pensare di presentarmi a te diversamente. Di rivelarmi,
prima o
poi, senza necessariamente dover arrivare al punto in cui siamo
arrivati...»
Questa Freezer non se
l’aspettava proprio.
«
sai, io sola, tu
solo. Nulla vietava di cercare di avere un rapporto migliore di questo.
Se non
fossi così stronzo mi faresti anche pena ».
« tu… avere pena
di
me? » il tiranno si fece una risata «
è di te stessa che dovresti avere
pena, perché sei l’ultima Shadow rimasta, e per il
tuo destino. Per non parlare
del fatto che non cerco compagnia. Io sto bene da solo e, chiariamoci,
non ho
bisogno nemmeno di uno psicologo, quindi non provare mai più
a dirmi perché
agisco in un modo e non in un altro ».
« hai ragione, non hai
bisogno di uno psicologo, ma
direttamente di una bella camicia di forza. E io dovrei sposare un
simile… »
fece uno sbuffo « ma anche no ».
« molte sarebbero onorate
di diventare mia moglie » ribatté
Freezer. Il netto rifiuto di Zoisite lo piccava parecchio, come tutto
quel che
gli aveva detto, ed era strano, perché cosa importava a lui
delle opinioni di
quella piccola shadowjin?
« vorrai dire le schiave
dei tuoi capricci perversi ».
« di’ pure quel
che vuoi, il senso è quello. Specie perché
lo scopo del nostro matrimonio si collega strettamente a tali
capricci…fattene
una ragione, sei completamente impotente ».
« mi sa che potrei dirti la
stessa cosa. Ma non
preoccuparti, forse è una questione di con chi ti rapporti,
magari con un uomo
funzionerebbe…»
Freezer odiava poter solo crepare di
rabbia senza avere
alcun potere per fermare quella linguaccia affilata come un rasoio.
« sappi che
non è il modo per sopravvivere a lungo questo, piccola
insolente shadowjin ».
Qui Zoisite fece una cosa che lo
sconvolse completamente…
«
“oh no not I! I will survive! Oh as
long as I
know how to love I know I’ll stay alive, I got all my life to
live, and I got
all my love to give, and I will survive…I will survive! Eh- ehi!” »
Mai in tutta la vita si era sentito
preso così poco sul
serio, e non era una sensazione piacevole. « non è divertente
».
«
“that’s all they really
waaa-aa-ant, some
fuuu-uu-un, when the working day is done, girls, they want to h ave
fu-un…o-oh
girls just want to have fuuuuun!” »
« le pagherai tutte! Te le
farò pagare tutte! »
« “parole,
parole
parole…parole, parole, paroleee…parole, parole,
parole, parole, parole,
parole, parole,
parole, soltanto
parole tra noooi!”»
« giuro che una volta che
ti avrò sposata ed avremo avuto
quello stramaledetto mezzo shadowjin che vuole mio padre ti
farò fuori nel modo
più atroce possibile! »
« “ci
sono cento modi
per mori-re! Il primo modo di morire è quando stiri, i panni
e le mollette
s’intrecciano tra i fili, magari ti sbilanci per prendere un
maglione, si
stacca lo stendino e cadi giù dal balcone; per questo io non
stiro, a volte
neanche lavo se c’è l’acqua e la
corrente che mi fulmina dal cavo!” »
C’era da diventare
veramente matti, al punto che il tiranno
se ne uscì con una frase per lui assolutamente senza senso.
« hai detto che
tutto questo me lo sono voluto io, ma mettiti nei miei panni trenta
secondi! »
…ma perché voleva che capisse?! « mi
trovo in camera uno sconosciuto che non so
cosa voglia, uno sconosciuto che poi attacca i miei uomini migliori e
mi getta
addosso pece e piume, come avrei dovuto reagire secondo te?! »
« hai preso
l’anello dei miei genitori e non fai che
minacciarmi di morte, stupri e violenze varie psicologiche e non, come
dovrei
reagire io?! »
«…e poi comunque
non devo spiegazioni a nessuno, tantomeno a
una schiava ».
« schiava a’
soreta,
se ce l’avessi! Libera sono nata e libera voglio morire!
»
« “a’
soreta”? »
non l’aveva mai sentito dire prima. Probabilmente era un modo
di dire di…beh,
di qualche posto in cui Zoisite era stata.
« a tua sorella. Che non
hai ».
Freezer riprese a giocherellare con
l’anello. « ti si è fuso
qualche neurone o cosa? »
« che tu sappia cosa sono i
neuronji è sorprendenji,
visto quanto sei ignoranji
».
Freezer c’era andato
abbastanza vicino. La stanchezza di
essere rimasta un’ombra per tre giorni e tre notti intere si
stava facendo
sentire, ormai: Zoisite sapeva di dover trovare al più
presto un posto più
sicuro in cui andare a dormire in forma solida, altrimenti avrebbe
finito per
cadere svenuta ai piedi di Freezer, e decisamente non era il
caso…però voleva
resistere ancora un po’. Ormai la stanchezza, la paura e lo
stress l’avevano
messa in modalità da presa in giro, e non voleva smettere
proprio adesso.
Non si rendeva conto che sarebbe
stata la sua rovina, e non
si rendeva conto che molti icejin di razza Shadow erano morti proprio
per aver
compiuto gesti così sciocchi ed avventati, per aver
oltrepassato i propri
limiti.
« ma che vai
blateran...»
«…ji.
Io vanji bateranji
tante conji! »
Freezer a quel punto
cominciò a collegare, e fece un
sorrisetto sarcastico. Zoisite non ce la faceva più, e a
breve avrebbe fatto
qualche gesto stupido. Da quel che aveva potuto vedere, normalmente non
era una
sciocca, ma non sapeva quando fermarsi, purtroppo per lei e
fortunatamente per
lui. Quindi si trattava di tenerla occupata ancora per un po’.
« sei fortunata che la tua
lingua mi serve ».
« dato che sei uno psiconji
isterico nevroticheggianji con
tendenze schizomaniacanji sublimanji nonché stronji non intendo chiederti per
cosa…già, coglionedicecosa?!
»
« cosa?...»
« nienteeeeeeeeeh…»
la “e” si affievolì sempre
più, e
Zoisite comparve dalle ombre, crollando a terra.
Freezer rise. Si trattava solo di
aspettare, proprio come
aveva previsto.
@@@
Zoisite aprì lentamente
gli occhi senza capire dove
accidenti si trovasse.
Era così stanca. E non
ricordava niente degli ultimi
avvenimenti, ricordava solo la chiamata di re Cold al suo psicotico
isterico
nevroticheggiante con tendenze schizomaniacali sublimate
nonché stronzo
figliolo…
Lampi improvvisi di ricordi le fecero
sgranare gli occhi
dall’orrore.
Lo aveva fatto ancora.
Aveva di nuovo consumato tutte le
energie.
Aveva di nuovo superato i limiti,
quanto era stata stupida!
Perché gli shadowjin
dovevano diventare quasi incapaci di
ragionare quando si stancavano particolarmente, perché?! E
la cosa peggiore era
che l’aveva fatto con Freezer presente, e ci aveva dato
giù parecchio, tra gli
insulti veri e propri, i “ciao sono Mario”,
le canzoncine, la parlata in “enji”,
e coglionedicecosa.
Ma dove si trovava adesso?!
Poi pian piano realizzò.
Era buio. Sotto di sé
c’era qualcosa di morbido. Sopra di
lei c’era qualcos’altro di morbido e caldo.
Un braccio era libero, ma il polso
dell’altro era legato con
delle manette, di nuovo. Una coda era intrecciata alla sua…
e lei non aveva più niente addosso.
Realizzando di trovarsi nei casini
come non mai, realizzando
di poter aver perduto l’integrità
-perché era vero che c’era stato uno Shadow
maschio, ma non aveva mai detto di esserci andata a letto- realizzando
di
essere ancora in trappola, e che probabilmente quel suo
“destino” di cui
parlava Freezer si sarebbe avverato sul serio, iniziò a
tremare come una
foglia.
Provò a muovere il braccio
ammanettato, ma inutilmente.
L’altro braccio a cui era stata ammanettata era molto
più forte del suo.
« ben
svegliata…»
Quando poi lo sentì
sussurrarle all’orecchio quel “ben
svegliata” in quel maledetto tono sarcastico quasi
sobbalzò.
«…piccola
shadowjin ».
« tu…cosa mi hai
fatto?!..m-mi hai… »
« credo proprio che ti
lascerò nel dubbio. Visto, che ti
dicevo…era solo questione di tempo ».
Zoisite doveva trovare il modo di
cavarsela anche stavolta,
a qualunque costo.
Ma quale?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** L'ombra dell'incubo ***
= L’ombra
dell’incubo =
“ le cose sono due: uccido
lui, o mi uccido io “ pensò
Zoisite.
Prendendo in considerazione la prima
alternativa saltavano fuori
diversi quesiti:
- come ucciderlo?
- lei, che non aveva mai ucciso
nessuno, sarebbe riuscita a
trovare il coraggio di farlo fuori?
- cosa le avrebbe fatto, se il
tentativo fosse andato male?
- se fosse andato bene, quali
sarebbero state le conseguenze?
Sarebbe stata libera, o avrebbe dovuto passare la vita a guardarsi le
spalle dal
clan Cold?
Alla prima domanda Zoisite non sapeva
rispondere, non aveva
la minima idea di come riuscire a uccidere quell’icejin che
sembrava
indistruttibile.
Poteva sgozzarlo
all’improvviso? No, Freezer era troppo
veloce, non ci sarebbe riuscita.
Avvelenarlo? Difficile. Vuoi che
quello lì non avesse un
antidoto, o che non si accorgesse del tentativo? L’avrebbe
tenuta costantemente
sott’occhio, avendola ammanettata al proprio polso, e proprio
per questo gli
altri milioni di modi in cui avrebbe potuto ucciderlo erano da
escludere, le
sarebbe servita più libertà di movimento.
La seconda domanda: avrebbe avuto il
coraggio di ucciderlo?
Non lo sapeva. Quel bastardo
l’aveva stuprata mentre era
svenuta, o così sembrava, visto che le aveva detto
“credo proprio che ti
lascerò nel dubbio”. Sapeva come infliggere un
tormento psicologico, già l’idea
di aver subito una violenza era orribile, ma quel “forse
sì, forse no” le
rodeva ancora di più l’animo.
Zoisite però pensava che
in teoria, se veramente le
aveva fatto quel che “forse” le aveva fatto,
avrebbe dovuto esserci del dolore;
un dolore che non c’era, perché si sentiva a
posto. Non che ciò cambiasse nulla,
restava sempre un bastardo.
Terza domanda, le conseguenze di un
tentato omicidio
fallito. Risposta : “meglio non pensarci, altrimenti
finirò per non provarci
neppure”.
E la quarta era una domanda sciocca,
era ovvio che il clan
Cold l’avrebbe fatta cercare in lungo e in largo… MA se fosse riuscita ad abbandonare in
tempo la sezione nord della
galassia c’era l’85% di possibilità di
farla franca.
Prendendo in considerazione la
seconda alternativa le cose
erano diverse, ma non per questo più semplici.
- aveva modo di uccidersi?
- aveva il coraggio di farlo?
Se Zoisite fosse stata veloce avrebbe
potuto infliggersi una
ferita mortale o avvelenarsi, certo, e quanto al coraggio di
farlo… beh, l’avrebbe
trovato, pensando al suo destino. Almeno sarebbe morta rapidamente, e
da donna
libera, non da sposa e schiava di Freezer.
Mosse appena il braccio ammanettato,
e lui si svegliò
immediatamente. « ho il sonno leggero. Non pensare nemmeno di
provare a
liberarti, me ne accorgerei » le disse.
« sai
com’è, non è molto comodo dormire con
braccio attaccato
a quello del tuo stupratore » sibilò.
« quanto la fai lunga.
Dovevi pure concederti a qualcuno
prima o poi, e inoltre non ho mai detto di averlo fatto. Ho detto forse
sì,
forse no…»
Zoisite ebbe l’impulso di
voltarsi e strangolarlo quando lo
sentì ridere, e lo sentì toccarla. « giù
le mani! »
« fattene una ragione
piccola shadowjin, mi appartieni,
quindi faccio di te quello che voglio. E poi ti ribadisco che
moltissime donne
sarebbero felici di essere al tuo posto ».
La shadowjin si voltò a
guardarlo in faccia con un tale
disprezzo che, se fosse stato un raggio energetico, avrebbe distrutto
la testa
di quel maledetto verme. Sfiga sua, non aveva abbastanza potere per
fare una
cosa del genere. « ah sì, l’ho vista la
fila sterminata di donne che ti fanno
la corte » disse in tono ironico « ma per piacere,
chi ti si fila? Sei sexy
quanto la Lolita di Nabokov interpretata da Renato
Zero…»
Freezer non sapeva né chi
fosse Lolita, né chi fosse Nabokov
né tantomeno chi fosse Renato Zero, ma non gli ci voleva
molto a intuire che
non era un complimento. « non sei nelle ombre. Ti consiglio
vivamente di
moderare i toni ».
« e io ti consiglio
vivamente di andare al diavolo. Sei
stato talmente vigliacco da approfittarti di me quando ero incosciente!
» fu
tentata di sputargli in un occhio, ma era già abbastanza nei
guai, quindi
dovette trattenersi « verme! Sei solo un verme, una larva
d’uomo, razza di
figlio di p-» il tiranno le chiuse la bocca con una mano.
« non
finire la frase
» le intimò duramente « altrimenti
dovrò convincere mio padre ad accettare una
nuora già mutilata, e nessuno vuole questo, vero piccola
shadowjin? »
Zoisite tolse la sua mano dalle
labbra. «mi chiamo Zoisite,
non piccola shadowjin, razza di idiota! Vai all’inferno, ti
auguro di finire
tagliato in due e di crepare su un pianeta prossimo ad esplodere, e
fatto fuori
da un sayan, almeno oltre al danno pure la beffa! »
Questo era decisamente troppo. Guai a
tirare in ballo i
sayan, e Zoisite ne pagò le conseguenze, ritrovandosi dopo
pochi colpi a guardare,
sanguinante, il tiranno che la guardava di rimando ed era ancora sopra
il
letto.
« tutto questo te lo sei
voluto tu. Te
lo sei cercato tu,
e continui imperterrita a cercartelo. Cos’è, stai
facendo di tutto per farti
uccidere, adesso? Non funzionerà, ma ricorderò
ogni singolo insulto quando sarà
il momento ».
« per ricordarti le cose
dovresti avere un cervello
funzionante » sibilò la ragazza.
Freezer alzò gli occhi al
cielo. Ma perché quella ragazza
doveva essere così ostinatamente irriverente? «
Zoisite, falla finita. Non
tentare oltre la fortuna ».
Lei non sapeva se piangere o ridere.
Alla fine scelse una
risatina amara. « e la chiami fortuna, questa? Essere
incatenata a te?! »
scosse il braccio « questa non è fortuna, tutto
questo è la cosa peggiore che
potesse capitarmi! »
« credimi, non lo
è, e se sei qui da un mese lo sai.
Rialzati » le ordinò, facendole cenno di tornare
sul letto.
Lei scosse la testa. « non
ci penso nemmeno ».
« prima ti abitui meglio
è ».
« ho detto no »
ribatté, per poi abbassare lo sguardo su di
sé e ricordarsi di non avere niente addosso, e
istintivamente cercare di
coprirsi, cosa che fece solamente ridere l’icejin che
già da prima non aveva
fatto altro che guardarla ben bene.
« puoi anche farne a meno,
tanto ho già visto tutto » le
ricordò « e metti giù quel
soprammobile, tanto lo acchiapperei al volo quindi è
inutile che me lo lanci ».
Zoisite lo guardò truce
per poi lanciargli lo stesso addosso
il pesante soprammobile di cristallo nero che, come le aveva
anticipato, lui
prese al volo e mise sul comodino.
« ma perché
perdi tempo? Tanto ormai sei condannata, al
posto tuo cercherei di vivere il tempo che ti rimane nel modo migliore
possibile ».
« sai cosa
c’è? Hai ragione » disse la shadowjin
« vivrò nel
miglior modo possibile, e farò tutto quello che poi non
potrò più fare.
Sputarti in un occhio, per esempio…»
Gridò quando il tiranno la
riportò a forza nel letto, e
qualsiasi tentativo di liberarsi o di incrociare le braccia davanti al
petto fu
inutile. « mi stai stancando ».
« e allora dormi. O meglio
ancora vai in coma perpetuo, e t-toglimi le
mani di dosso! » esclamò.
Ma lui non sembrava avere intenzione di darle retta.
« la sai una cosa?
» Zoisite rabbrividì nel sentire le sue
braccia stringerla, nel sentirselo alle spalle, vicino, troppo vicino.
« s-se parli di
cos’hai in testa si, il vuoto pneumatico! »
strillò lei.
Lui la strinse di più. La
shadowjin avvertì che quella
stretta stava diventando pericolosa, anche più del resto.
« no. Volevo dirti che hai
un buon profumo ».
Zoisite sgranò gli occhi.
« ma che cazzo dici?! »
« la verità
» ribatté lui, sorvolando sul linguaggio.
Zoisite a quel punto
ricominciò a tremare. A Freezer la cosa
parve piacere, tanto da fare un sorrisetto -di cui lei si avvide- e che
detestò
profondamente nonostante quel che le aveva detto l’avesse
lasciata un
po’perplessa. Restare ferma lì però non
era buona cosa. Era suo dovere
rispondere, altrimenti si sarebbe reso conto che anche lei pensava la
stessa
cosa, e non era un bene che si rendesse conto di quella strana
“sintonia”, per
quanto il suo atteggiamento sembrasse rivelare che forse se
n’era già accorto.
“ricordati, il bastardo ti
ha violentata!… in teoria” si
disse Zoisite. « hai poco da ridere con quella testa a palla
da tennis che ti
ritrovi ».
La stretta divenne quella di un
pitone. « visto, sei tu che
te le cerchi, non io ».
« sai
com’è, violentare una ragazza non è il
modo migliore
perché questa ti si affezioni ».
Si stupì quando Freezer la
lasciò bruscamente per tornare
steso sul letto e chiudere gli occhi senza dire una parola.
“cos’è,
adesso fa l’offeso? Ma andasse a fare in culo
allora”,
pensò. « sei finalmente crepato? »
Freezer non aveva tutti i torti a
dire che Zoisite se le
andava a cercare. Vedendo che, più o meno,
l’aveva lasciata stare
avrebbe dovuto essere intelligente e stare zitta, o cercare di
incrociare le
braccia davanti al petto per sparire nelle ombre, anche se sarebbe
stato un
tentativo inutile.
« ti piacerebbe, ma no. Sto
cercando di controllarmi
pensando a quel che ti farò, altrimenti ti ucciderei davvero
e purtroppo, a
causa degli ordini di mio padre, non posso ».
« insomma, dopo tutto
questo vorresti anche avere ragione?!
»
« io non voglio avere
ragione, io ho ragione,
e
adesso fai silenzio, perché per colpa tua sono tre notti che
non dormo! Ormai
di Mario so vita, morte e miracoli anche se soffre di amnesia
».
A Zoisite scappò una
risatina, non tanto per l’idea di
averlo tenuto sveglio tre notti quanto piuttosto per quel che aveva
detto: era
la prima battuta che gli sentiva fare! « chi
l’avrebbe mai detto, allora hai
anche tu un po’di senso dell’umorismo ».
« ne ha di più
mio padre. Dovrai sposare qualcuno che
detesti, e giurare amore eterno a qualcuno che ti ucciderà.
Non è ironico? E
tutto questo indovina, avverrà domani ».
Difficile vedere una shadowjin
impallidire, ma fu
esattamente quel che accadde a Zoisite. Il giorno dopo?! Oh no, no, no,
no, e NO.
Doveva assolutamente
impedirlo…doveva farla
finita. Oh, ma perché non le prendeva
una malattia mortale fulminante che le risparmiasse il doversi uccidere?
Fu a quel punto che ebbe
un’illuminazione.
Una malattia. Una malattia che le
impedisse di fare il
viaggio fino da re Cold, che impedisse a Freezer di portarsela dietro.
Non
c’era alternativa: doveva infettarsi. Pensò anche
di infettare lui, ma se gli
avesse ficcato un ago sotto la pelle se ne sarebbe accorto, e qualche
ora era
necessaria perché il virus -o il batterio- scelto facesse
effetto.
Pensò che fosse comodo non
essere vincolata all’incrociare
le braccia se si trattava di far apparire e scomparire le cose nelle
ombre -e volendo
Zoisite avrebbe potuto portarsi dietro una casa intera, con quel
giochetto- era
solo con quelle maledette manette che non le riusciva, probabilmente
erano un
residuato bellico specifiche per gli shadowjin.
“ Doc, amico mio, non
l’avrei mai detto ma ti ringrazio per
i virus e i batteri che mi hai donato quando mi sono separata dal
gruppo. E io
che l’avevo reputato di cattivo gusto…”
pensò.
Dopo la morte dello Shadowjin che
l’aveva accompagnata inizialmente,
Zoisite non aveva sempre viaggiato da sola: era capitato che si
incontrasse con
altri alieni, viaggiatori come lei, spesso ricercati, ed avessero
viaggiato in
gruppo per qualche tempo prima che lei salutasse tutti e riprendesse a
esplorare le galassie in solitaria.
Il gruppo in cui era rimasta
più a lungo, quasi un intero
anno, era quello “capitanato” da Doctor Virus,
soprannominato Doc e dal vero
nome sconosciuto. Lui era uno zetaliano della galassia ovest ricercato
per la
sottrazione di batteri e virus letali a dei laboratori che li avevano
prodotti
con lo scopo di utilizzarli in guerra. Da un certo punto di vista,
più che un
ricercato Doc era un eroe.
Comunque gli era rimasto il pallino
dei virus e batteri, e
in ogni pianeta in cui andavano ne raccoglieva quanti più
campioni possibile,
oltre a rubarli - formule comprese - dai laboratori qualora fossero
usati per
scopi illeciti. Inutile dire che ne aveva raccolti un vastissimo
campionario, e
alcuni di quelli meno pericolosi erano stati il suo regalo
d’addio a Zoisite.
“mi
raccomando…” le aveva detto. Poi le aveva lanciato
un’occhiata. Era bastata perché capisse il
messaggio.
“…usali
solo in caso
di estrema necessità. O meglio ancora, non usarli per
niente”.
Zoisite pensò che un
polmonite doppia con annessa bronchite
sarebbe bastata, e si era preparata a far comparire dalle ombre la
siringa.
Poi aveva visto Freezer muoversi e in
procinto di riaprire
gli occhi, e in un attimo di tensione, pensando a quel che sarebbe
potuto
succedere, sfortuna sua sbagliò.
Non poteva saperlo, ma quel che si
era iniettata era un
cocktail letale tra virus e batteri vari che avrebbe fatto
più danni di una
doppia broncopolmonite.
« che stai facendo?
»
« mimo l’atto di
strangolarti nel sonno » replicò Zoisite
con un sospiro, infilandosi sotto le coperte e dandogli le spalle.
« alla fine ti sei arresa
».
“ non
esattamente”.
@@@
Fu solo un’ora dopo essere
riuscita ad appisolarsi che la
shadowjin si svegliò bruscamente, ed urlando.
Aveva sognato il suo vecchio gruppo
ucciso da un virus,
Hayun - lo shadowjin - fare la stessa fine, e valeva anche
per…un sacco di
Shadow sconosciuti.
Chiaro che le cose non fossero andate
così, era stato solo
un incubo, forse indotto dalle sue azioni. Doc e suoi di sicuro stavano
bene,
Hayun era stato ucciso ma non da un virus, e lo stesso dicasi per gli
altri
Shadow, inclusi i suoi genitori.
Si toccò la biogemma che
aveva sull’addome. Cominciava a
scaldarsi, segno che la doppia broncopolmonite stava cominciando a
girare nel
suo organismo. Se avesse saputo di essersi iniettata un cocktail
potenzialmente
letale, sarebbe stata meno contenta. Sentiva anche freddo e, ripensando
all’incubo, cominciò a tremare.
« si può sapere
che hai? Mi ero tanto bene addormentato…»
disse Freezer, seccato.
Zoisite non rispose.
« un incubo? Povera bambina
» la prese in giro il tiranno.
Lei si rimise sotto le coperte dopo
avergli lanciato
un’occhiata truce.
«…che
cos’era? » le chiese poi.
« che cos’era
cosa? » Zoisite non si voltò nemmeno.
« quel che hai sognato
».
« fatti gli affari tuoi.
Tanto nessun incubo è peggiore di
quanto sia stato vedere la tua faccia dopo essermi svegliata
» ribatté
“gentilmente” la shadowjin.
« non fa ridere ».
« non deve farti ridere,
deve convincerti a farti una
plastica » sbottò, per poi tossire.
« punizione divina
» fu il commento di Freezer a quella
tosse « almeno impari ».
Che razza d’ingrata. Mezzo
assonnato lui provava ad essere
più accomodante e tanto lei lo prendeva a male
parole…
« “almeno
impari” con quel tono lo dicono i bambini di sette
anni ».
E non gliene faceva passare una.
« chiudi la bocca e torna a
dormire ».
« ciao sono Mario, ho
quarantadue anni, soffro di amnesia…»
Si zittì solo quando lui
la minacciò con un raggio letale.
@@@
Un paio di ore dopo fu il turno di
Freezer di svegliarsi
all’improvviso. Di solito non sognava, o se lo faceva poi non
ricordava mai
quel che aveva sognato. Quella notte invece era successo, e il sogno
era
perfettamente impresso nella sua memoria.
C’era sua madre. Lui le era
davanti, le parlava, ma lei
restava immobile come una statua guardandolo con occhi vitrei e spenti.
Lui cercava di scuoterla, lei non
reagiva, come non reagiva
da quando l’aveva messo al mondo essendo finita in un
profondissimo coma pur di
salvare lui.
Forse era anche per quel motivo che
Cooler lo detestava,
mentre era il prediletto di suo padre, il quale aveva pensato che se
sua moglie
si era lasciata finire in coma per salvarlo Freezer doveva essere
destinato a
diventare “qualcuno di grande e di onnipotente”,
come Cold aveva sempre
ripetuto questo a suo figlio da quando era piccolissimo.
« e poi dici a
me…e fammi dormire, sono stanca »
bofonchiò
flebilmente la shadowjin.
« una volta per uno non fa
male a nessuno ».
Zoisite lo guardava con gli occhi
socchiusi. A Freezer parve
strana, ma forse era perché era assonnata.
« e che hai sognato? Di
morire? »
Dopo quella frase cambiò
idea, era la solita. « no » disse,
per poi fare un’aggiunta « ho sognato mia madre che
mi guardava ».
Zoisite ci mise un po’a
rispondere. « non ci vedo nulla di
strano ».
« lei è finita
in coma il giorno in cui sono nato, ed è
ancora così ».
Zoisite si voltò
dall’altra parte. « se non altro tu l’hai
vista in faccia. Io di lei e mio padre ho solo l’anello che
ti sei preso »
disse piano.
Freezer non ribatté, e
scivolò di nuovo sotto le coperte.
Zoisite adesso cominciava a sentirsi
piuttosto male, ed
avrebbe solo voluto dormire, ma sembrava che Freezer fosse di
tutt’altro
avviso.
« ogni tanto mi chiedo cosa
mi direbbe se potesse vedermi,
parlarmi. Sono il grande Freezer… grande come di certo
avrebbe voluto lei » lo
sentì mormorare, più a se stesso che a lei.
Peccato che tra il possibile stupro,
le botte, e pure i
sintomi del cocktail di malattie, Zoisite non fosse
dell’umore di starlo a
sentire o di lasciarlo continuare a chiacchierare. Si voltò
a guardarlo in
faccia, e fece perfino un sorriso sarcastico degno dello stesso
Freezer. « sei
un viscido e insopportabile stronzo tirannico egocentrico,
nonché uno
stupratore. Ti detesterebbe come e più di tutti gli altri, e
quel che ti
direbbe, guardandoti con disprezzo, sarebbe “e io mi sono
lasciata finire in
coma profondo per far venire alla luce questo maledetto mostro e aborto
della
natura? Avrei dovuto lasciarlo crepare. Che sbaglio che ho
fatto”. È questo che
ti direbbe » dalla faccia che aveva fatto il suo aguzzino,
Zoisite capì di aver
toccato un nervo scoperto, e quel punto si voltò.
« ‘notte ».
Freezer era rimasto paralizzato, con
gli occhi già grandi
completamente spalancati.
Gli aveva
addirittura
fatto male. Non
se lo sarebbe mai aspettato.
Si voltò lentamente
dall’altra parte dando la schiena alla
shadowjin, con il volto assente di sua madre ancora davanti agli occhi
e le
parole di Zoisite nelle orecchie.
Appena aveva visto un suo punto
debole, appena si era aperto
un po’, lei l’aveva colpito subito scattando come
un cobra.
“ il grande Freezer non ha
punti deboli” si disse.
Ma gli ci volle parecchio per
addormentarsi di nuovo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** L'ombra della rivalità ***
= L’ombra
della rivalità =
« sveglia. Muoviti,
ché oggi dobbiamo sposarci » fu la prima
cosa che disse aspramente Freezer al suo risveglio.
Gli bruciava ancora quel che lei gli
aveva detto prima di
addormentarsi. Come aveva osato?!… che le era venuto in
mente? Cosa pensava di
ottenere dicendogli…dicendogli…ah,
andasse al diavolo.
Zoisite non ebbe nessunissima
reazione.
« sono già
sufficientemente adirato senza che continui a
fare questi stupidissimi giochetti. Alzati, forza! » niente.
Lei continuava a
stare sotto le coperte senza muoversi, e i capelli continuavano a
coprirle il
visto. Glieli avrebbe fatti tagliare, aveva deciso. « adesso
mi hai stancato,
ti ho ordinato di-»
Sobbalzò quando nel
sollevarla di peso vide le sue labbra, i
cuscini, le coperte completamente allordati dal sangue e
chissà cos’altro.
Teneva gli occhi chiusi, respirava pianissimo, non reagiva.
“
cos’hai fatto?!...”
« Zoisite, apri gli occhi. Adesso! » le intimò
il tiranno, scuotendola.
Non sarebbe riuscito a sostenere il
coma di qualcun altro,
tantomeno quello di colei che proprio quel giorno avrebbe dovuto
sposare.
Doveva portarla in una vasca di rianimazione al più presto,
pensò, liberandola
dalle manette e prendendola in braccio così
com’era per poi uscire
precipitosamente dalla stanza, augurandosi che qualunque cosa avesse
non fosse
già troppo avanti.
Le vasche di rianimazione erano
ottime per le ferite
fisiche, ma per i virus un po’meno. Ci sarebbe voluto del
tempo perché si
riprendesse…se mai l’avesse fatto.
Non volle nemmeno pensare a
quell’eventualità. Si chiedeva
anche perché la possibilità che lei morisse, o
restasse in coma a vita com’era
accaduto a sua madre, lo atterrisse così tanto anche se era
una simile stronza.
Di certo era perché se
fosse morta senza prima avere un
figlio da lui, Freezer avrebbe perso la benevolenza di suo padre. Non
osava
immaginare la reazione nel caso fosse successa una cosa del genere, e
lui non
poteva assolutamente permetterselo.
« mettila in una delle
vasche, subito! » ordinò allo
sciagurato dottore, appoggiando Zoisite su un lettino. Il medico
trasalì e si
adoperò immediatamente per attivare una delle vasche,
pensando che fosse meglio
eseguire gli ordini più in fretta che poteva senza fare
troppe domande per
quanto la vista di quella che era senza dubbio una Shadow icejin lo
avesse
sconvolto. Tanto più che pareva spuntata dal nulla!
Sollevò Zoisite, la mise
nella vasca, chiuse lo sportello. I
parametri vitali comparvero sul computer.
« cos’ha?
»
Freezer sembrava essere come al
solito, freddo, distaccato,
seccato di dover parlare con un servo, ma già solo il fatto
che si interessasse
alla salute di quella ragazza era indicativo di come doveva stare
realmente,
pensò il dottore. Premette qualche pulsante.
« ha una micidiale
combinazione di virus e batteri che
stanno agendo nel suo corpo da qualche ora »
replicò « presi singolarmente con
la nostra tecnologia sarebbero facilmente curabili, ma tutti
insieme… mi chiedo
solo come sia possibile! »
« fino a ieri stava
benissimo! Non può aver contratto tutte
queste malattie così all’improvviso, e dove poi?!
Non sono presenti in nessun
angolo del mio impero…è vero, ha viaggiato molto,
ma in un mese che si trova
qui se avesse avuto qualcosa sarebbe venuto fuori prima »
disse, quasi tra sé e
sé.
“che
stai facendo?”
“mimo
l’atto di strangolarti nel sonno”.
Il medico stava dicendo qualcosa, ma
Freezer non lo
ascoltava affatto. Non era possibile, non poteva essere andata come
stava
pensando.
Non poteva essersi infettata da sola
-chissà come, forse con
qualcosa che aveva nelle ombre.
Era veramente arrivata a tanto pur di
non sposarlo?
Certo…come darle torto. In fin dei conti lui le aveva sempre
detto chiaramente
che fine avrebbe fatto una volta messa incinta e portata a termine la
gravidanza. Pensò che a quel punto forse avrebbe davvero
dovuto approfittare di
lei quando era svenuta, invece che farglielo credere. Lui stesso non
sapeva
perché l’aveva fatto, erano già due
volte che l’aveva risparmiata…
“perché volevo
sentirla strillare. Da svenuta non l’avrebbe
fatto ” si disse.
Forse se le avesse confessato di non
averla violentata
Zoisite non avrebbe fatto quel che aveva fatto, né gli
avrebbe detto quel che
gli aveva detto. Magari se fin dall’inizio si fosse
comportato diversamente, se
lei si fosse comportata diversamente, avrebbero…
Cosa?
Era una schiava insolente e stupida, nel prossimo futuro il suo
giocattolino per
quando avrebbe voluto divertirsi, e il contenitore del figlio che
avrebbero
avuto. Nulla di più. Doveva ricordarselo.
«…cosa stavi dicendo? »
« ho detto che ci
vorrà del tempo perché si riprenda, grande
Freezer ».
« quindi si
riprenderà ».
« se l’avesse
portata qui mezz’ora più tardi sarebbe stato
inutile metterla nella vasca ».
Allora c’era mancato
veramente poco!...quella pazza
incosciente! « quanto ci vorrà più o
meno? »
« non glielo so dire. Molto
dipende anche dalla resistenza
della ragazza ».
Freezer si avvicinò alla
vasca. « oh, quella ce l’ha. Anche
troppa » mormorò. Il dottore a quel punto si
decise a fargli qualche domanda,
prendendo il coraggio a due mani.
« ho il permesso di
rivolgerle una domanda? »
Il tiranno annuì.
« basta che sia una cosa veloce ».
« chi è la
ragazza? »
Freezer pose una mano sul vetro.
« un’insolente incosciente
shadowjin di nome Zoisite, che oggi avrebbe dovuto diventare mia moglie
e che
pur di rimandare tutto nel tentativo di liberarsi, o pur di non
convolare a
nozze decidendo di morire, si è infettata da sola con un mix
di virus e batteri
letali. Ecco chi è » rispose, senza sapere bene
perché; in condizioni normali
avrebbe semplicemente detto “non ti riguarda”.
Il dottore ammutolì.
Avrebbe preferito non averglielo
chiesto.
Freezer uscì
dall’infermeria senza dire un’altra parola.
Aveva preso anche lui il tic di girarsi l’anello intorno al
dito, pur non
sapendo che lo aveva anche Zoisite.
“ razza di stupida.
Stupida, piccola shadowjin!”
Riusciva a pensare solo quello, e
odiava quella sua
ostinazione, quel totale rifiuto, quanto aveva odiato la cattiveria nei
suoi
confronti quella notte. Freezer amava essere crudele e spietato con gli
altri,
ma quando le parti si invertivano non gli andava giù per
niente.
Se non altro adesso Zoisite era in
debito con lui, dato che
le aveva salvato la vita, ma Freezer era certo che se
gliel’avesse ricordato
lei se ne sarebbe uscita con “ non te l’avevo
chiesto io di salvarmi, Moira,
era meglio crepare che sposarti”, o qualcosa del genere.
E lei l’avrebbe accusato di
nuovo di averla stuprata.
E lui non le
avrebbe
detto la verità, ossia che non l’aveva toccata.
Le sarebbe sembrato un rammollito, e
lui con Zoisite aveva
un’immagine da mantenere, specie adesso che aveva capito che
fornirle qualunque
possibile appiglio, farle anche solo intravedere un cosiddetto
“lato debole”
sarebbe stata la sua rovina, perché lei avrebbe colpito,
colpito e colpito
ancora, senza pietà.
L’avrebbe curata e poi
avrebbe agito come da piano. In fin
dei conti non c’era bisogno di instaurare un rapporto con la
propria futura
moglie, giusto? Considerando a quel che serviva…
« ehm…grande
Freezer… »
Dodoria. Sembrava molto agitato.
Decisamente vedere quel
brutto affare pustoloso rosa sudare non serviva a migliorare
l’umore di
Freezer. « che c’è?! »
«
eh…c’è suo fratello. Cooler ».
A Freezer sembrò di
sentire la voce di Zoisite nella testa.
“ caro scemo
pagliaccio, la cacca ha colpito il
ventilatore”.
Per quanto senso potesse avere.
@@@
« che vuoi? »
Probabilmente Cooler era la persona
che Freezer detestava di
più in tutta la galassia.
Pienamente
ricambiato.
« non posso far visita al
mio adorabile fratellino? »
Il bastardo evidentemente aveva
trovato la sua riserva di
vini pregiati, dato che se ne stava scolando un bicchiere. «
lo sai che non
gradisco ».
« Freezer, Freezer, siamo
alle solite. Di’ un po’, ti è
infine riuscito di raggiungere la quinta forma? » Cooler lo
vide stringere i
pugni « non ancora? Comincio a preoccuparmi ».
« dimmi che accidenti vuoi
e poi togliti dai piedi! Mi sto
seccando ».
Cooler fece un sorrisetto arrogante
per poi bere un altro
sorso di vino. « gira voce che ultimamente ti piaccia fare la
doccia nella pece
».
Ovviamente le voci erano arrivate
fino a Cooler. Freezer nel
suo intimo maledì Zoisite in milioni di modi…per
poi pensare a com’era quando
l’aveva trovata quella mattina. Completamente sporca di
sangue e altri fluidi.
La schiava delle pulizie avrebbe avuto parecchio da fare. «
ho risolto. Ora
puoi anche andartene ».
« e non mi presenti la tua
futura sposa? O per meglio dire
quella poveraccia che stai costringendo a sposarti? »
puntualizzò l’icejin,
dubitando fortemente che qualsiasi donna avrebbe mai sposato suo
fratello se
non costretta, o se non fosse stata una schiava o fosse stata
profumatamente
pagata. No, non aveva molta stima delle capacità seduttive
di Freezer, forse a
ragion veduta.
Cooler pensava che suo fratello fosse
un adulto con il
cervello di un bambinetto viziato e capriccioso che, quando non
otteneva
qualcosa, o lo distruggeva o faceva talmente tanto casino che alla fine
otteneva quel che voleva, ignorando che ci fossero molti altri modi per
farlo,
specie con le donne.
« al momento è
indisposta. È in una delle vasche di
rianimazione ».
« cos’ha fatto
perché la riducessi così male? Ti ha fatto
notare quanto sei piccolo e gracile? Ma quello è un dato di
fatto ».
« vai
all’inferno, Cooler! » sibilò Freezer.
Non bastava
Zoisite, adesso c’era anche un altro stronzo con cui fare i
conti, e questo
stronzo sciaguratamente era più forte di lui. Anche per
questo Freezer lo
odiava, mamma mia se lo odiava! Ah, ma raggiunta la quinta forma
gliel’avrebbe
fatta vedere lui, a quello sbruffone di suo fratello
maggiore…
« e allora per
cos’era? …ops. Mi è
scivolato il
bicchiere dalle mani » sorrise Cooler, lasciando cadere di
proposito il calice
a terra e mandandolo in mille pezzi.
Sogghignò vedendo le vene sulle tempie di suo
fratello pulsare
pericolosamente.
«
lei…è malata. Ma quando si riprenderà
andò subito da
nostro padre, e ci sposeremo ».
Già, un momento: come
faceva Cooler a sapere di Zoisite?!
Doveva averglielo detto re Cold, per forza, e se glielo aveva detto
significava
che non contava sul fatto che Freezer riuscisse davvero
nell’intento…o magari
l’aveva solo informato delle nozze imminenti, e Cooler si era
precipitato
immediatamente lì. Sì, era più
probabile. Se Cooler si era precipitato lì però
significava…
« capiamoci immediatamente:
lei è mia. Zoisite è
una mia proprietà! »
dichiarò.
Cooler si alzò dal posto
dov’era seduto e gli fece un
sorrisetto. « dato che a nostro padre non interessa chi di
noi due la sposa mi
sembra giusto darle la possibilità di scegliere.
Personalmente trovo che
l’ultima shadowjin rimasta debba stare con il più
maturo, assennato e forte dei
due, non solo per una questione di progenie ma anche perché
io so come trattare
le donne… cosa che non si può dire di te
» osservò l’icejin viola «mi
sono
informato. Hai dato ordine ai tuoi ingegneri di costruire qualcosa che
ti
consenta di controllare il suo potere di diventare ombra
così che non possa più
farlo a suo piacimento. Non penso che la ragazza lo
apprezzerà ».
« questi se permetti sono
fatti miei » ribatté seccamente
Freezer « e quale parte di “lei mi
appartiene” non hai capito?! Vattene di qui!
E stalle lontano ».
« dev’essere
proprio un tipo particolare se ti agiti così,
al di là del fatto che è l’ultima
Shadow. Sono sempre più curioso di conoscerla
».
Freezer gli spedì contro
un forte colpo energetico che
ovviamente lui evitò e che andò a colpire la
parete, disintegrandola.
« calmati. Lo sai chi
vince, in una battaglia tra me e te »
gli ricordò Cooler.
« come osi arrivare qui e
pretendere di rubarmi la donna?!
Non esiste proprio! Trovatene una per fatti tuoi! »
Proprio in quel momento
arrivò in sala il dottore. «
ehm…grande Freezer…»
« cosa
c’è adesso?! »
Il dottore deglutì vedendo
la rabbia del suo padrone, il
sogghigno di Cooler e la parete disintegrata. « si tratta
della shadowjin. Il
cocktail di malattie che si è iniettata sembra
più forte del liquido della
vasca di rianimazione, e sta peggiorando. Dovremo tentare una miscela
sperimentale per salvarla, altrimenti…» trattenne
il fiato « sono venuto a
chiedere il suo permesso ».
Com’era possibile che
stesse peggiorando?! Non doveva
morire. Non doveva accadere per nessun motivo. Non prima che la
uccidesse lui,
almeno, si disse. « usalo. Subito! »
Il dottore sparì. Freezer
fu tentato di seguirlo, ma la
risata di Cooler lo trattenne. « c’è
qualcosa di divertente?! »
Freezer vide che suo fratello si
stava quasi sganasciando
dalle risate. Bastardo, bastardo, bastardo! Come se lui non avesse
avuto già
abbastanza problemi!
« il fatto che si sia
iniettata un cocktail di malattie
letali pur di non sposarti lo trovo assolutamente comico,
nonché indicativo di
quanto sia contenta di stare con te. Ho fatto proprio bene a venire
qui, ho la
sensazione che sarò io a convolare a nozze molto presto con
la piccola…come hai
detto che si chiama? Ah, si. La piccola Zoisite
».
« scordatelo »
ringhiò Freezer in risposta, fulminandolo con
un’ultima occhiata prima di seguire il dottore in infermeria.
Cooler si stratò di nuovo
a sedere. Suo fratello teneva a
quella ragazza più di quanto volesse ammettere a se stesso.
Forse cominciava a
sentire qualcosa per lei? Man mano avrebbe visto come stavano le cose,
ma se
fosse stato come pensava sarebbe stato un gran bello smacco per quel
piccolo arrogante,
se lui si fosse sposato con Zoisite.
“come la capisco.
Anch’io tra sposare Freezer e delle
malattie letali sceglierei le malattie letali”
pensò, senza sapere che era
stato un incidente.
Sì, sarebbe stato
terribilmente facile convincerla a venire via
con lui dopo averla sedotta. Dove Freezer la incatenava, lui avrebbe
spezzato
le catene; dove Freezer la costringeva con la forza, lui
l’avrebbe convinta con
la ragione; dove Freezer di certo la puniva per
quell’insolenza che doveva
avere, perché per lanciargli addosso pece e piume doveva
averne parecchia, lui
semplicemente non le avrebbe dato motivo di rivolgerglisi con
irriverenza, e
quindi non sarebbe stato necessario punirla; e dove Freezer la
costringeva - o
l’avrebbe costretta in futuro? - a venire a letto con lui,
Cooler avrebbe fatto
si che fosse lei a volerlo, e Zoisite non si sarebbe iniettata alcun
virus alla
prospettiva di sposarsi con lui. Avrebbero avuto una vita intima molto
attiva,
al massimo quattro figli e, purché non si intromettesse nei
suoi affari e gli
portasse rispetto, lei sarebbe stata benissimo. Perché
schiavizzarla? C’era più
gusto in quest’altro modo, e non avrebbe mai dovuto temere
brutte sorprese
dalla propria moglie. Che senso c’era a covarsi una serpe in
seno?
“ solo che dato che Freezer
è stupido certe cose non le
capisce”.
@@@
« capiamoci sul fatto che
non ti permetto di morire adesso!
»
Freezer si sentiva stupido a parlare
con qualcuno che
probabilmente non lo sentiva neanche. Il liquido sperimentale sembrava
funzionare,
ma…
“ è
come se la ragazza stessa combattesse perché non
funzioni, grande Freezer. Come se invece di combattere per la vita
stesse
combattendo…per morire”.
Così aveva detto il
dottore, ed era a quel punto che Freezer
si era infuriato più che mai. Combattere per morire! Nessuno
voleva combattere
per morire. Che assurdità era quella?! E che pensava di fare
Zoisite, di morire
senza il suo permesso? Assolutamente no. « concentrati e
trova la forza di
combattere quelle malattie che hai avuto la stupidità di
iniettarti! Mi hai
sentito? È un ordine!”
All’interno della vasca di
rianimazione Freezer vide le
palpebre chiuse della ragazza tremolare. Forse lo sentiva!…
forse lo stava
ascoltando!
« dammi retta per una
volta…stupida piccola shadowjin »
aggiunse per buona misura.
Non poteva essere un caso che tutte
le dita della mano
destra di Zoisite si fossero piegate eccetto il dito medio, ben
sollevato,
pensò poi.
« dimostrami che non sei
una rammollita Zoisite. Su » mormorò
« non c’è gusto a torturare e uccidere i
rammolliti ».
Il dito medio si sollevò
ancora di più. Si, decisamente lo
sentiva, e anche in quelle condizioni riusciva ad essere di una
sfrontatezza
senza pari.
« te la farò
pagare anche per questo, siine consapevole ».
“casualmente”
adesso anche la mano sinistra era nella stessa
posizione della destra. Certe cose avevano proprio
dell’incredibile, pensò
Cooler che spiava il fratello e la shadowjin in rianimazione. Freezer
era
talmente preso a guardare lei, a pensare a lei, che non si era accorto
di lui
che stava sullo stipite della porta ad ascoltare e vedere tutto quanto.
Gli piaceva quello che vedeva: anche
in rianimazione, con
quel respiratore sul viso e tutto il resto, Zoisite era sempre una
bella icejin,
ed era incredibile che anche in quelle condizioni avesse la forza e il
coraggio
di mandare suo fratello a quel paese. Era
assolutamente fenomenale.
Pensò che Zoisite aveva
già qualcosa in comune con lui,
ossia il non sopportare Freezer, e quella era l’ennesima
prova.
« dato che mi senti ti dico
già che dovrai rimanere qui
dentro almeno tre giorni, e a detta del dottore non basterà
per riprenderti
completamente. Dovremo tenerti sotto osservazione per almeno un paio di
settimane per evitare ricadute, ma non pensare di riuscire a fuggire. I
miei
ingegneri avranno finito il dispositivo che ti impedirà di
diventare un’ombra,
per allora…»
A quelle parole Zoisite
trovò la forza di aprire gli occhi e
di lanciargli un’occhiataccia. Freezer si fece una risata. La
shadowjin guardò
oltre…
Non aveva mai visto
l’icejin che stava lì sullo stipite
della porta, ma i colori …un po’di viola, un
po’di bianco… più o meno erano
quelli, e soprattutto il sorriso era lo stesso di Freezer. Quello
doveva essere
Cooler, per forza. Chissà se Freezer sapeva che era
lì, dietro di lui.
« e almeno
eviterò il rischio che tu mi faccia fare pessime
figure di fonte a quell’imbecille di mio
fratello…cos’è, perché quel
sorrisetto? » disse il tiranno perplesso, vedendola sforzarsi
di stendere le
labbra, e poi richiudere gli occhi.
« perché ha
capito che sei perfettamente capace di fare
pessime figure senza il suo aiuto » fu la replica asciutta di
Cooler, alla
quale Freezer trasalì e si voltò bruscamente.
« quale parte di
“togliti di torno” non ti è chiara?!
»
« quella in cui me ne frego
altamente di quel che vuoi, non
vuoi, dici e non dici ».
Zoisite esultò
mentalmente, desiderando solo di poter uscire
da quella maledetta vasca per dare manforte a Cooler. Oh, finalmente
qualcun
altro che ne diceva quattro a Freezer!...
Non poteva credere di dovergli la
vita, e non poteva credere
che l’avesse salvata, dopo quel che gli aveva detto la sera
prima. Adesso
Zoisite se ne rendeva conto, quella era stata un’uscita
veramente maligna. Un
conto era paragonarlo a Moira Orfei, dargli dello scemo pagliaccio
frutto di
un’orgia tra un circo, una palla da tennis mezza dipinta di
viola e una
lucertola, o dirgli che avrebbe voluto potergli donare un cervello per
un
minuto per fargli capire quanto fosse stupido…ehi, quella
non gliel’aveva
detta…e un altro era dirgli che sua madre, la quale era
andata in coma pur di
farlo nascere - cosa per cui a giudicare dalla sua reazione
probabilmente
Freezer si sentiva in colpa -, lo avrebbe odiato quanto e
più di tutti gli
altri.
Proprio lei gli aveva detto quelle cose, proprio lei che
sapeva come fosse crescere senza gli abbracci di una madre. Nonostante
tutto
quel che era successo tra loro due, Zoisite si era resa conto di aver
esagerato.
Freezer aveva ragione
nel dirle che forse aveva un cuore troppo tenero.
« te ne
importerà quando mi implorerai di non disintegrarti!
» sbottò Freezer.
« lo so che sei bravo a
distruggere le persone. L’ho visto
dal giorno in cui sei nato, più o meno, considerando che
mamma è in coma per
colpa tua ».
“…e io
che credevo di essere stata stronza!”
pensò
Zoisite.
« quando la finirai con
questa storia? » sibilò Freezer «
quand’è che mi lascerai in pace?! Non è
stata colpa mia! »
« bravo, fingi di ignorare
la realtà » ribatté Cooler in
tono annoiato « tanto lo sappiamo tutti
com’è andata ».
Quando si dice “parenti
serpenti”…adesso Zoisite era un
po’meno convinta di voler sostenere Cooler, considerando quel
che stava
sentendo. Per carità, anche per lui non doveva essere facile
tutta quella
situazione, e che avesse fatto il collegamento “mamma in
coma, colpa sua”
purtroppo era abbastanza scontato, se ci si metteva di mezzo anche la
gelosia e
la rivalità tra fratelli, ma accusarlo in quel modo non era
molto giusto.
Il fatto però era che
Zoisite, adesso che sapeva di avere
più tempo, voleva trovare il modo di sfruttarlo in modo
intelligente…
« in tutto il tuo
sproloquio tra incitamenti e minacce hai
dimenticato di dirle che adesso ha la possibilità di
scegliere tra te e me ».
…e se Cooler era
interessato a lei come sembrava, forse
poteva riuscirci. Se avesse avuto fortuna sarebbe riuscita a sfruttare
la loro
rivalità a suo vantaggio, per riavere il suo anello e per
tentare di riottenere
la libertà.
Cooler non le aveva ancora fatto
niente, e anche se con suo
fratello era un bastardo non era detto che lo sarebbe stato anche con
lei.
All’apparenza le sembrava un po’più
assennato di Freezer…
« non ce
l’ha! Non che l’ha invece! Possibile che
tu
sia così stupido che questo semplicissimo concetto non ti
è ancora entrato in
testa?! Zoisite sposerà ME. È
m-i-a
».
…che invece continuava
imperterrito con quell’atteggiamento
da tirannico bambino capriccioso che le dava sui nervi.
« hai paura del confronto,
eh? Temi che riuscirei a vincere
anche qui, come in tutto il resto naturalmente…»
« il grande Freezer non ha
paura di confrontarsi con
nessuno! »
« se non con uno
spaventapasseri ».
« ero un bambino e
tu mi hai fatto svegliare nel cuore
della notte da quel coso a cui avevi messo in mano un coltello!
»
Ah, ecco perché Freezer se
la prendeva tanto per i piccoli
scherzini di Zoisite, gli ricordavano quelli che aveva
subìto da piccolo.
“avrei dovuto
immaginarlo” pensò Zoisite “comunque
l’idea
dello spaventapasseri era buona”.
« adesso direi di lasciare
in pace Zoisite. Più la
stanchiamo più tardi si riprenderà. Guarisci,
ché non vedo l’ora di conoscerti
».
Detto questo Cooler se ne
andò, lasciandoli per davvero
finalmente soli.
« hai peccato di mancanza
di originalità ieri notte » disse
piano Freezer « quel concetto non mi era nuovo ».
A quel punto se ne andò
anche lui.
Per la prima volta da che lo
conosceva, Zoisite provò
veramente compassione per lui, pensando che lei perlomeno non era mai
stata
incolpata per la morte dei suoi genitori, e a quanto dovesse essere
orribile. Provò
pena e comprensione per Freezer, anche se forse
aveva abusato di lei.
Si ripromise che avrebbe dovuto digli che le dispiaceva, e
che una madre che aveva fatto un gesto come quello non avrebbe odiato
suo
figlio nemmeno se fosse stato beh…come lui.
Ok, doveva dirglielo meglio di così. Ma ci avrebbe pensato
in un altro momento, si sentiva così stanca…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** L'ombra dell'intesa ***
Premessa: questo probabilmente sarà il capitolo con più litigate, insulti e prese in giro varie. Gli estimatori di Freezer sono avvertiti. Per coloro a cui invece piacerebbe che fosse ricoperto di insulti -più di quanto Zoisite abbia fatto finora- vi auguro buon divertimento.
Piccolo sommario: dopo una serie di mosse particolarmente avventate, la nostra shadowjin preferita è finita talmente tanto nei guai da scegliere di infettarsi da sola con una doppia broncopolmonite per rimandare il matrimonio con Freezer e tentare la fuga. Sfortuna ha voluto che invece si sia iniettata un cocktail di malattie varie che l’ha quasi uccisa. Nel frattempo è arrivato Cooler che - tra il rancore verso Freezer per lo stato comatoso della loro madre ed una rivalità tra fratelli particolarmente accesa - resosi conto che Freezer tiene a Zoisite più di quanto voglia ammettere a sé stesso, ha deciso di voler essere lui a sposarla…
= L’ombra
dell’intesa =
Zoisite fu tirata fuori puntualmente
dopo tre giorni,
incosciente, dalla vasca di rianimazione.
Altrettanto puntualmente le venne infilato al collo una
specie di
collare - pure se ingannevolmente dava molto più
l’idea di una semplice collana
- che le impediva di diventare un’ombra e far apparire e
scomparire cose nelle
ombre.
Il lato positivo era che non
l’avrebbero più legata o
ammanettata, il lato negativo era che mai in tutta la sua vita la sua
libertà
era stata limitata tanto.
Zoisite non sarebbe mai riuscita a
togliersi quel collare, o
a distruggerlo. Serviva l’impronta genetica di Freezer per
poterlo rimuovere, e
non era nelle intenzioni del tiranno farlo, ora più che mai,
vista la sfida che
gli aveva lanciato Cooler.
Era stata trasferita in una stanza
vicina all’infermeria,
nel caso avesse avuto una ricaduta, e la Squadra Ginew aveva avuto il
compito
di sorvegliarla ed impedire a chiunque di avvicinarsi. Ai cinque
mercenari non
piaceva per nulla quel compito, considerati i precedenti, ma che
dovevamo fare?
Era un ordine di Freezer, e dunque piacesse o meno dovevano
necessariamente
eseguirlo.
“
dovrebbe essere un
compito alla vostra portata adesso che è estremamente debole
e per di più non
può diventare un’ombra” aveva
detto loro Freezer con aria di sufficienza.
Non aveva ancora perdonato lo smacco che avevano subito, pur sapendo
che essendo
Zoisite un’icejin di razza Shadow era razzialmente superiore
a loro, per quanto
riguardava la potenza “e non fate
avvicinare nessuno. Nessuno”.
Non avevano avuto fegato di
chiedergli come avrebbero dovuto
comportarsi nel caso fosse stato Cooler ad avvicinarsi. Forse uno di
loro sarebbe
dovuto andare ad avvisarlo?
« ah-ha. Non provarci
» Cooler dissuase immediatamente
Barter dal correre dal suo capo « altrimenti Ginew
dovrà rassegnarsi a fare a
meno di te per le sue coreografie ».
« abbiamo
l’ordine del grande Freezer di non far avvicinare
nessuno alla stanza dell’ombra » replicò
asciutto Ginew.
Cooler fece un sorrisetto.
« l’ombra ha un nome: Zoisite. Sinceramente
non mi importa di quali siano gli ordini che vi ha dato mio fratello
» disse
tranquillamente l’icejin « ho diritto di vederla
quanto lui. Deve scegliere chi
di noi due sposare, in fondo, e Freezer parte
“avvantaggiato”…» si concesse
una
risatina sarcastica « molto per modo di dire ».
« che…sposare?! Il
grande Freezer forse si sposa? » allibì Gees.
« no, non ti illudere
» Cooler scosse la testa « a prendere
in moglie la bella shadowjin sarò sicuramente io. Ora, se mi
fate la cortesia
di togliervi di mezzo e lasciarmi entrare, non sarò
obbligato ad uccidervi ».
Alla fine la Squadra Ginew non
poté fare altro che obbedire.
Cos’ avrebbero potuto fare contro Cooler, se anche Freezer
per quanto ne
sapevano loro si trovava in difficoltà contro suo fratello?
Così l’icejin
entrò tranquillamente nella stanza di Zoisite.
Non lo stupì quello che vide: si era svegliata e si era
accorta immediatamente
del collare-collana, e stava cercando inutilmente di rimuoverlo.
« non penso
che riuscirai a toglierlo in quel modo ».
« troverò il
modo di fuggire anche con questo affare al
collo, allora » replicò la shadowjin tentando di
alzarsi, col solo risultato di
non crollare a terra solo grazie a Cooler.
« mi sa che non
sarà possibile » la disilluse l’icejin,
mettendola a sedere sul letto « sei troppo debole anche per
stare in piedi, figurarsi
per affrontare quei cinque dementi lì fuori ».
Zoisite alzò lo sguardo.
« allora lo distruggerò » disse
flebilmente « troverò il modo di distruggere
questo coso ».
« non credo sia possibile.
Stesso motivo di prima: sei
estremamente debole ».
La shadowjin fece un sospiro nervoso
e si adagiò sui
cuscini, in preda ad un grande sconforto. « e tu non me lo
toglierai, immagino
» sospirò, guardando Cooler.
« adesso no, altrimenti
spariresti nelle ombre appena
recuperate un po’le forze senza che possiamo conoscerci, e
sarebbe un peccato.
Era da molto tempo che non mi capitava davanti agli occhi una simile
bellezza…»
« se è un
tentativo di prendermi per i fondelli è pessimo.
Sono reduce da un’infezione quasi letale »
replicò Zoisite.
« un’infezione
che ti sei procurata pur di non sposare mio
fratello. Un gesto coraggioso » osservò Cooler
« e anche comprensibile. Non so
come la pensi, ma ho sempre creduto che mio fratello fosse tanto
stupido che
sarebbe capace di sedersi sul televisore per guardare il divano
».
Quella battuta riuscì a
strappare un sorriso a Zoisite. « se
Freezer fosse grosso per quanto è stupido non basterebbe
questo palazzo a
contenerlo… ehm… che fai? »
Cooler aveva tirato fuori
un’agendina e stava scrivendo
qualcosa. « me la segno ».
« gli ho detto di peggio
».
« non ne dubitavo.
È impossibile non dirgli di peggio, se si
hanno un minimo di palle. In senso figurato ».
Chissà, magari avrebbe
potuto veramente cercare e riuscire a
fare leva sui rapporti tra i due fratelli per cambiare la situazione.
Intanto
lei e Cooler avevano già trovato un punto in comune: non
sopportavano Freezer.
Per quanto la shadowjin avesse capito che anche Cooler era un bastardo
fatto e
finito, almeno col fratello, finché non le avesse dato
problemi avrebbe cercato
un’alleanza con lui. Le serviva, che la cosa le piacesse o
no…che Cooler le
piacesse o no.
Beh via, come icejin non era brutto,
e non si truccava come
Moira Orfei. Oltretutto le sembrava ragionevole.
A parte il fatto di non volerle togliere il quella cosa al collo che
non le
permetteva di trasformarsi in ombra…se solo avesse avuto
Freezer tra le mani! «
mi chiedo come reagirebbe lui, se gli mettessero al
collo un affare come
questo! » sbottò, per poi tossire.
Cooler le versò un
bicchiere d’acqua. « mio fratello non sa
come si trattano le donne, soprattutto una come te. Sei
l’ultima shadowjin, sei
molto bella e, soprattutto, sembri proprio una donna di carattere. Sei
sprecata
per quello sciocco che ti tiene in catene ».
Zoisite prese il bicchiere che le
porgeva, anche se
chiaramente era ancora piuttosto diffidente. «
perché, tu non faresti lo
stesso? »
Cooler scosse la testa. «
si vede alla prima occhiata che
sei una creatura nata e vissuta nella più completa
libertà. Tenerti in catene è
un delitto, Zoisite. No, non farei lo stesso… certo, a
determinate condizioni
».
Ah. Zoisite sentì che
erano arrivati al punto. « quali
sarebbero? »
« fedeltà.
Rispetto ».
Probabilmente era un altro modo di
definire schiavitù. «
come ho già detto a tuo fratello, se quel che vuoi
è qualcuno che ti obbedisca
senza fiatare e che ti lecchi i piedi, prenditi un cane. Io non sono la
schiava
di nessuno » disse fieramente la ragazza.
Cooler fece un sorrisetto.
« immaginavo che avresti detto
qualcosa di simile, e infatti io non ho parlato di
schiavitù, ma di fedeltà e
rispetto: è diverso. Posso assicurarti che sarebbe reciproco
» toh. Un concetto
nuovo. « sono a capo di un impero multiplanetario, di
conseguenza è chiaro che
molti sperano di togliermi di mezzo. Mi farebbe comodo avere per moglie
un’amica e un’alleata che non mi tradisca e mi stia
vicina, non un altro
possibile nemico. Questa è pura logica. Non trovi?
»
« sì,
è perfettamente logico, a parole
» ribatté Zoisite.
Cooler le prese una mano e vi
depositò sopra un bacio, cosa
che sorprese la shadowjin che a certe cose non era proprio abituata.
« se me ne
darai tempo e modo ti dimostrerò che le parole corrispondono
ai fatti ».
Zoisite tolse bruscamente la mano
dalla sua presa. « se
anche volessi non penso che potrei. Freezer ha l’anello di
mio padre, è
l’ultimo ricordo che ho di lui, e non intendo lasciarglielo
».
Cooler fece una risatina. «
quanto pensi che mi ci voglia a
toglierglielo dal dito? O a staccargli il dito direttamente? »
A quelle parole la shadowjin
rabbrividì, perché aveva
intuito che Cooler non stava scherzando.
« Freezer non
creerà problemi al fatto che io e te ci
conosciamo meglio, per la sua stessa salute fisica»
tornò a parlare lui « mi
sembra giusto concederti la possibilità di scegliere
».
« è un
po’una falsa scelta ».
Cooler la guardò
perplesso. « in che senso? »
« tu e tuo fratello date
per scontato che io sposi per forza
uno dei due, ma io magari avrei voluto altro ».
Cooler si mise a sedere sul letto.
« capisco. Ma non è che
si possa rimanere soli per tutta la vita, no Zoisite? Tu poi, che sei
l’ultima
rimasta, dovresti sapere bene come ci si sente. Hai
l’occasione di trascorrere
del tempo -e accasarti- con uno dei due esponenti più forti
della specie degli
icejin, mettere su famiglia, vivere una vita molto più che
agiata e dire addio
alla solitudine. Non mi sembra così male come programma.
Davvero non ci hai mai
pensato? Oltretutto credo che i tuoi genitori sarebbero stati felici di
vedere sistemata
la loro unica figlia ».
Zoisite fu tentata di rispondergli
per le rime, ma qualcosa
la tratteneva. In fin dei conti i suoi genitori avevano fatto fuggire
con lei
Hayun, no? Quindi se l’avevano fatto era perché
effettivamente volevano che
avesse un compagno con cui mettere su famiglia, invece che andare in
giro per
le galassie insieme a gruppi di gente sciroccata e ricercata.
Vero, Hayun fin da quando erano
bambini le era sempre stato
sulle scatole, ma era un altro discorso. L’unica volta in cui
l’aveva trovato
sopportabile era stata quando aveva procurato quelle piante che
l’avevano
mandata in tilt per ben tre giorni - cosa che presumibilmente era
successa
anche a lui. Periodo di cui non ricordava un accidenti. Ecco
perché lo aveva
trovato sopportabile.
Aveva solo brevi flashback ogni
tanto, in uno dei quali le
era sembrato di averlo visto sopra di lei, e poi accanto a lei a
dormire, ma
tendeva a non dargli troppa importanza. « avevano messo in
salvo me e uno
shadowjin maschio. C’è una possibilità
che tu abbia ragione ».
« era una cosa ragionevole
».
Ragionevole, ragionevole. Tutto con
Cooler sembrava così
ragionevole.
« la sai una cosa, Zoisite?
Non sei poi così insolente. Per
la cronaca, gli sfrontati non piacciono molto nemmeno a me, ma come
vedi il
problema non si pone ».
« fino ad ora non mi hai
dato motivo di mandarti al diavolo,
quindi non l’ho fatto. È logica »
Zoisite fece un sorrisetto « è…ragionevole ».
Mise il bicchiere sul comodino, diede
un’occhiata
all’insieme e dopo averlo spostato di due centimetri ed aver
visto che
risultava più equilibrato a quella distanza dalla lampada si
rilassò n po’di
più.
Cooler osservò senza
commentare, e fece una risatina. « oh
sì, molto. Immagino che tu non abbia visto molta
ragionevolezza in quest’ultimo
periodo ».
« scherzi, distruggere un
pianeta alleato per una leggenda è
perfettamente normale » sbuffò la shadowjin.
« il cervello di Freezer
è direttamente proporzionale alla
sua altezza » sentenziò Cooler.
« e considerando che per
salire su un triciclo gli ci
vorrebbe l’ascensore la cosa non è incoraggiante
» aggiunse Zoisite.
Cooler rise. « mi chiedo
com’è possibile che io abbia un
simile sgorbio come fratello. Di solito si dice “scusate le
spalle”, lui invece
dovrebbe dire “scusate la faccia” ».
« non è colpa
sua povero, è che non gli riesce di
specchiarsi alla mattina. Lo specchio fugge appena entra in bagno
».
« è talmente
brutto che mio padre alla sua nascita avrebbe
dovuto mandare dei biglietti di scuse a tutti. Vabbè,
vorrà dire che quando
avremo dei bambini metteremo la sua foto lì dal camino per
tenerli lontani dal
fuoco ».
« chissà, se
avesse un incidente che gli sfracelli la faccia
migliorerebbe un pochino » concluse Zoisite.
Detto questo lei e Cooler si
scambiarono un’occhiata per poi
attaccare a ridere come matti. Era insolito per Cooler lasciarsi andare
a
simili manifestazioni di divertimento, ma non era proprio possibile
resistere.
Finalmente qualcuno con cui fare battute su Freezer!
Zoisite tossì di nuovo, e
bevve un altro sorso d’acqua. « penso
che se ci sentisse diventerebbe matto ».
« impossibile, è
già fuori come un balcone. Non può
diventarlo. È un pazzo psicotico a cui la
testa…»
«…serve solo a
dividere le orecchie ».
« proprio. Santo cielo, mi
ricordo ancora quando da piccolo
si svegliava alle tre di notte e veniva a rompere a me
perché aveva paura del
buio. Guarda, faceva così » bussò tre
volte contro la parete « Cooleeeer
» bussò di nuovo tre volte « Cooleeeer » bussò
tre volte ancora « Cooleeeer…e
dovevo aprirgli perché
altrimenti non si levava di torno, faceva tale e quale a-»
« Sheldon Cooper!
»
«…hai
visto
The Big Bang Theory?! »
« di più! Sono
stata sul set! » lo stupì Zoisite «
poter
diventare un’ombra ha i suoi vantaggi ».
Cooler stavolta le fece un sorriso
sincero. Pareva proprio
che lui e quella shadowjin avessero più cose in comune di
quanto pensasse. « tu
quando sei stata sulla Terra? Io ormai due o tre anni fa ».
« anch’io! E non
ci siamo incrociati! » si stupì Zoisite
«
aspetta, se eri lì come mai non l’hai conquistata?
»
« anch’io ogni
tanto mi prendo una vacanza » replicò
l’icejin.
« a beh, mi pare
giusto…»
Fu a quel punto che si
sentì un certo casino provenire dal
corridoio.
«…vi
avevo ordinato di
non lasciare avvicinare nessuno! Coooooleeeeeeeeeeer!!!
« “Aaaaaalviiiiin!”
» dissero in coro Cooler e Zoisite, per poi guardarsi in
faccia -sorpresi di
aver incontrato un altro fan dei Chipmunks- e scoppiare di nuovo a
ridere
proprio mentre Freezer entrava.
« evidentemente non sono
stato abbastanza chiaro quando ti
ho detto che devi starle lontano! »
« sì Freezer,
puoi farmi un favore? Torna fuori, prima di
entrare bussa tre volte e di’
“Penny”… »
Zoisite non poté farne a
meno, rise ancora, tanto che
dovette appoggiarsi a Cooler che a sua volta si stava mezzo
sganasciando dal
ridere.
Quando però la shadowjin
intercettò l’occhiata assassina
dell’icejin bianco la ridarella le passò
immediatamente.
« immagino che ti sarai
accorta che non puoi più diventare
un’ombra, o far comparire e scomparire cose nelle ombre. Ti
piace la tua nuova
collana, piccola shadowjin? »
« che sfigato. Hai bisogno
di certi mezzucci altrimenti non
ti calcolerebbe proprio, mh? » intervenne Cooler.
« stai zitto! »
gli ringhiò Freezer.
Cooler osservò la sua mano
destra. « ma che bell’anello,
fratellino » sogghignò.
Freezer strinse il pugno. «
un regalino della nostra ospite
» replicò.
Zoisite gli lanciò
un’occhiataccia. « quando riuscirò a
togliermelo, giuro su quel che vuoi che questo collare te lo ficco dove
non
batte il sole ».
Cooler vedendo che Freezer stava per
reagire si alzò in
piedi. « sono dell’idea che a questo punto possiamo
fissare le norme che
regoleranno lo svolgersi della nostra sfida ».
Freezer guardò lui, poi
Zoisite. « non c’è sfida. È
mia.
Punto ».
« hai paura di perdere?
» lo punzecchiò la ragazza.
Freezer le diede un’altra
occhiata da gelare il sangue. «
decisamente no ».
« allora non vedo che
problema ci sia ad accettare » disse
Cooler « le regole sono queste: non ci sono regole. Eccetto
che Zoisite non
dovrà essere punita fisicamente, o subire abusi di vario
genere. Quanto al
resto tutto è concesso! Stabilito che tutto sommato anche
lei non trova che
accasarsi sia una brutta idea, resta da vedere chi di noi due la
sposerà. Sarà
lei a scegliere. Tutto chiaro? Non sono concetti difficili ma meglio
sincerarsi
che tu abbia capito…»
« di noi due non sono io
quello con il cervello di una
gallina » replicò Freezer.
Al che Zoisite tossì un
“Penny” che portò Cooler ad essere
scosso da risate silenziose.
Quei due sembravano essersi
già alleati, vide Freezer. Prometteva
male, molto male. Altro che sfida,
il
tiranno aveva l’impressione che sarebbe stato uno sfacelo
in cui a
rimetterci sarebbe stato solo ed esclusivamente lui! Però
non intendeva
arrendersi: il verbo non rientrava nel suo vocabolario, e Freezer ci
teneva a
vincere contro suo fratello per una volta, specie se era Zoisite il
premio in
palio. L’aveva vista per primo, quindi era sua, e
l’avrebbe capito anche lei. «
c’è qualcosa di divertente?! »
sbottò Freezer.
« se mai deprimente, se si
parla della tua faccia » ribatté
Cooler.
« pensare che un circo
dovrebbe far ridere…» aggiunse
Zoisite.
Il primogenito del clan Cold
scoppiò a ridere di nuovo. «
un’altra che mi segno! Siamo una bella
squadra…»
« togliti dai piedi!
» Freezer gli aprì la porta « tu le hai
parlato da solo, adesso tocca a me ».
“ e chissà quel
che si sono detti”.
Cooler sogghignò.
« e va bene, d’altra parte quel che è
giusto è giusto, e ho comunque la certezza di vincere
» disse, uscendo «
Zoisite? »
« eh ».
« “Penny”? » disse Cooler, andandosene
definitivamente mentre la shadowjin faceva l’ennesima
risatina.
Quando però la porta si
chiuse e rimase sola con Freezer,
l’atmosfera cambiò drasticamente.
« noto che tu e mio
fratello vi siete già alleati » disse
gelidamente l’icejin.
« abbiamo scoperto di avere
delle cose in comune, una in
particolare: non ti sopportiamo. Per quanto questo mi renda affine al
99,99%
della gente che ha l’immensa sfiga di conoscerti »
replicò Zoisite, alla quale
le regole imposte da Cooler davano più sicurezza, e di
conseguenza la rendevano
ancora più sfacciata.
« attenta a come parli
» sibilò il tiranno « la presenza di
Cooler non cambia niente ».
« se non altro adesso posso
scegliere tra uno psicotico
isterico nevroticheggiante con tendenze schizomaniacali sublimate
nonché
stronzo, ossia tu, e un icejin perfettamente ragionevole, ossia Cooler.
Io dico
che cambia eccome » gli lanciò
un’occhiata ostile « se non altro lui non mi
avrebbe messo questa cosa al collo » tirò il
collare.
« non pensare che mio
fratello sia tanto meglio di me,
perché sbaglieresti in pieno » disse Freezer.
« intanto si è
posto diversamente, e sembra avere un
cervello funzionante » ribatté la ragazza
« invece il tuo si è dato alla fuga
al primo sbadiglio, perché evidentemente non ti sopportava
più nemmeno lui ».
Trattenne il fiato quando lui
l’afferrò per i polsi. « non
dimenticare che mi devi la vita ».
« lasciami! Subito!
» ringhiò la shadowjin « e poi
non…»
« “non
te l’avevo
chiesto io di salvarmi Moira, era meglio crepare che sposarti”
».
Zoisite lo guardò stupita
e smise di fare resistenza. Come
accidenti aveva fatto a prevedere la frase che avrebbe usato, tale e
quale?
« ci ho preso, eh?
» il tiranno fece un sorrisetto
sarcastico « visto, stiamo imparando a conoscerci ».
« o è questo, o
sei riuscito finalmente a guardarti allo
specchio senza che questo si rompesse » ribatté la
ragazza, cercando di andare
oltre la sorpresa di constatare che sembrava proprio essere come diceva
lui.
« riuscirò a
ridurti al silenzio prima o poi ».
« faresti meglio a ridurti
tu al silenzio, visto che la cosa
che pesa di più nei tuoi discorsi è
l’alito ».
Piccola bugia, che portò
Freezer a compiere un’azione
puramente istintiva per tapparle la bocca, e Zoisite ad una reazione
tanto
istintiva quanto inaspettata per entrambi.
Il tiranno non capì
perché l’avesse baciata, così come
Zoisite
non capiva perché gli stesse rispondendo, e pure alla
grande, invece di
mordergli la lingua fino a staccargliela.
Sapevano solo che stavano facendo
scintille!
Lei lo detestava. Lui la detestava.
Lei avrebbe voluto farlo
fuori. Lui avrebbe voluto farla fuori. Eppure…
Fu la shadowjin a staccarsi per
prima, spingendolo via e
lanciandogli un’occhiata assolutamente ostile. « ma
che ti salta in testa?!
»
Freezer non sapeva risponderle. Non
capiva nemmeno lui
perché lo avesse fatto. Così fece uno dei suoi
sorrisetti sarcastici e cercò di
darsi un tono. «
pensavo di aver visto i
fuochi d’artificio quando ho fatto esplodere il pianeta
Vegeta, ma tu mi hai
fatto ricredere piccola shadowjin. Era solo una dimostrazione che,
qualunque
cosa dica Cooler, mi appartieni. Ammettilo…l’hai
sentito anche tu ».
« l’unica cosa
che ho avuto la disgrazia di sentire sono i
litri di bava collosa che mi hai versato in bocca! »
sibilò Zoisite.
Altra bugia.
« certo, certo. Non ti
è piaciuto per nulla » Freezer fece
per andarsene, di nuovo con quell’aria tronfia che ostentava
di solito «
quant’è durato?… »
« non è colpa
mia se sono reduce da un miscuglio di malattie
e non avevo la forza di allontanarti » gli fece un sogghigno
sarcastico « Penny
».
L’aria tronfia scomparve.
« chiamami un’altra volta in quel
modo e te ne pentirai amaramente! »
« io
appartenerti…» Zoisite sbuffò una
risata « a parte che
non “appartengo” a nessuno, ma posso andarmi a
confondere con uno talmente
basso che quando fa la doccia l’acqua gli arriva
già fredda? »
« così facendo
mi porterai ad infrangere le regole della
sfida. Non ti conviene. Lo sai benissimo cosa posso arrivare a fare, e
Cooler
non potrà essere sempre presente. Oltretutto, se sceglierai
lui, potrai
dimenticarti l’anello ».
« per quello ho
già risolto. Cooler non vede l’ora di
staccarti l’intero dito ».
Freezer divenne ancora più
cupo. « non ce ne sarà bisogno.
Tanto vincerò ».
Detto questo se ne andò
senza nemmeno salutarla.
Zoisite si lasciò ricadere
sui cuscini.
“fuochi
d’artificio”, aveva detto Freezer…senza
nemmeno
discostarsi dalla verità.
La shadowjin non capiva cosa le fosse
preso. Era stato
qualcosa puramente dettato dall’istinto, a cui nemmeno la sua
proverbiale
ostinazione era riuscita a far fronte, ma poteva veramente avere
reazioni del
genere con uno che - per quanto ne sapeva - aveva abusato di lei in
quel modo?
Che la teneva prigioniera? No, assolutamente no. Inoltre, non poteva
dargli
certo la soddisfazione di vincere la “sfida”. Una
vittoria l’avrebbe reso ancor
più insopportabile di quanto già fosse.
Di conseguenza, da quel momento in
avanti, avrebbe cercato
di favorire Cooler il più possibile. Non che le risultasse
difficile, dato che
così “a pelle” sembravano avere
un’intesa perfetta. Insomma, si conoscevano
appena e già si completavano vicendevolmente le frasi, un
motivo doveva pur
esserci.
“ Cooler non
è poi tanto meglio di me”.
Già, doveva anche tenere a
mente che avrebbe potuto
benissimo rivelarsi più bastardo del fratellino, per quanto
Zoisite ne
dubitasse. Tutto era possibile, specie considerando che era riuscito a
convincerla facilmente ad accettare di scegliere uno di loro due, o
almeno a
ritenerla un’opzione valida in alternativa ad
un’eventuale fuga che nessuno dei
due icejin riteneva possibile, ma a cui lei pensava ancora.
Che aveva fatto di male per finire
addirittura in mezzo ad
una sfida tra Cooler e Freezer?!
“vedi il lato positivo, ora
c’è qualche probabilità in meno
di finire ammazzata…in teoria. E poi,
se
Cooler sarà tutto il tempo in quel modo, potremmo anche
finire a divertirci
parecchio. Penny!” al pensiero rise ancora “ giuro
che se mi avessero detto che
Cooler era un amante di The Big Bang Theory non ci avrei mai
creduto!”
@@@
Zoisite non era la sola sorpresa
dalla situazione che si era
creata.
Più Freezer ci pensava e
più si innervosiva, sia per via di
Cooler, sia per via di quel che era successo dopo.
Si ripeteva che era stato solo un
gesto per chiuderle la
bocca.
Si diceva che non era stato altro che
un mezzo per ricordarle
chi era a dominare, e che poteva averla quando voleva.
Si intimava di pensare che
l’aveva fatto per farle capire
che era una sua proprietà, che doveva accettare di esserlo
e, armata di tale
consapevolezza, accettare anche il suo destino una volta per tutte.
Avrebbe voluto chiudere la questione
col dire che era stata
solo una mossa per andare di nuovo in pari con Cooler, con il quale
l’insolente
piccola shadowjin sembrava avere una pericolosissima intesa.
E se alla fine Cooler avesse vinto?
Se Zoisite avesse scelto
lui?...in quel caso avrebbe avuto le mani legate. Cooler era
più forte, e non
poteva far fuori Zoisite, altrimenti chi lo sentiva suo padre? In
condizioni
normali, se Freezer non poteva proprio avere qualcosa lo distruggeva,
così che
nessun altro se ne appropriasse, ma stavolta non gli era concesso.
Quanto
odiava tutto ciò! A lui tutto era sempre stato concesso, era
il grande e
onnipotente Freezer!
Adesso invece, se voleva mettere le
mani su Zoisite per
tener fede a quel che tante volte le aveva promesso, doveva far
sì che lei lo
scegliesse. Non sarebbe stato semplice.
“ fuochi
d’artificio”.
Però che lei avesse
risposto -alla grande!- a quel bacio
senza senso che c’era stato forse gli dava qualche speranza
in più.
« Penny? »
« vai
all’inferno!!!
»
Riecco Cooler a rompere, di nuovo.
« carina la piccola, e
davvero divertente. Oltretutto…ha per caso la mania
dell’ordine? » fece una
risatina « la moglie perfetta ».
« sei riuscito a farle
credere che non la tratterai come una
schiava, ma che bravo ».
Cooler assunse un’aria
mortalmente seria. « non è un
“farglielo credere”. Penso davvero che tenerla in
catene sia un delitto. Per
questo sceglierà me ».
« la conosci appena, e tra
te e lei non c’è assolutamente
niente! » ribatté Freezer.
« perché invece
tra te e lei invece c’è qualcosa, a parte il
totale disprezzo che prova nei tuoi confronti? »
Stavolta fu il turno di Freezer di
sogghignare. « non
sembrava disprezzarmi tanto prima, quando l’ho baciata
».
“questa è nuova
“ pensò Cooler. Forse non era poi così
scontato che vincesse, e doveva stare in guardia. « sei
ancora così ingenuo da
pensare che un bacio significhi che starete insieme per sempre e vi
amerete
finché morte non vi separi “oddio quanto siamo
dolci smack smack”? Che idiota
».
« quella è una
convinzione che lascio a te. è
solo per farti sapere che non mi
disprezza poi così tanto ».
Cooler mantenne il controllo.
« probabilmente l’avrai
costretta, ma sfortuna tua una delle regole è niente abusi.
Povera Zoisite,
litri della tua bava collosa in bocca! » godette nel vedere
suo fratello
trasalire, sentendo le stesse identiche parole di Zoisite. Cooler le
aveva
usate senza sapere che la shadowjin mentendo aveva detto esattamente la
stessa
cosa, e pensò semplicemente che suo fratello avesse avuto
quella reazione
perché davvero l’aveva costretta.
« ah, ma perché
non stai zitto?! »
« ah-ah, punto sul vivo eh?
Allora le ha fatto schifo! Per
fortuna che ci sono qua io…» gli si
parò davanti « fattene una ragione, lei
è
troppo per uno scemo pagliaccio come te ».
« è troppo per
una schifosa pustola viola con la coda troppo
corta » sibilò Freezer « come
la tua ».
« io almeno di corto ho
solo la coda! Tu sei così basso che
quando piove sei l’ultimo a saperlo ».
« perché non ti
rechi nelle fogne con gli stronzi tuoi
simili? »
« ma che linguaggio da
bassifondi che usi, Freezer, non è da
te. Tsk…se non ti sputo è perché ti
disinfetterei ».
I due fratelli si volevano proprio
“un gran bene”, e si
poteva scommettere sul fatto che quella sfida non avrebbe migliorato i
rapporti
tra loro: se mai il contrario.
La sola domanda era quanto in
là sarebbero arrivati a
spingersi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** L'ombra del...chiodo scaccia chiodo ***
= L’ombra del
chiodo scaccia chiodo =
Zoisite non era il tipo di persona
che si arrendeva, quella
era una cosa risaputa, dunque qualche ora dopo tentò
nuovamente di rialzarsi
dal letto, nella speranza di riuscire a fare…mah! Qualcosa.
Era vero, purtroppo aveva quel
collare, ma non per questo
intendeva mollare, e per di più doveva decidere se parlare o
meno a Cooler del
tesoro nascosto degli shadowjin, per quanto fosse una cosa praticamente
inutile
perché lei non aveva la minima idea di dove trovarlo, o se
esistesse ancora.
…e se poi Cooler, visto il
tesoro, fosse scappato con la
cassa lasciandola in balia di quello psicotico di suo fratello? Di
fattori da
tenere in considerazione ce n’erano tanti.
Forse era meglio aspettare, per il
tesoro, e vedere come si
sarebbero messe le cose.
Appena cercò di alzarsi in
piedi crollò miseramente a terra,
con un’imprecazione. Era tutta colpa di Freezer! Se
quell’essere non se ne
fosse uscito con la faccenda del matrimonio, se non fosse stato un
simile
bastardo - e allora perché diamine aveva ricambiato il suo
bacio quando lui
gliel’aveva dato?! - lei non avrebbe dovuto ricorrere a
misure così drastiche,
sbagliandosi perfino.
La shadowjin si fece forza e
artigliandosi al comodino
ordinò alle proprie gambe di sostenerla. Ovviamente di
volare non se ne
parlava, troppo consumo di energia. Le braccia e le gambe, e dopo anche
la
coda, tremarono per lo sforzo di Zoisite di volersi rialzare. Che poi,
se anche
lo avesse fatto, che avrebbe ottenuto? Dove sarebbe andata? Se mai da
Cooler, a
chiedergli di farla stare con lui invece che lì sola in
quella stanzetta vicino
all’infermeria, almeno avrebbe evitato scene come quella di
qualche ora prima.
Alla fine riuscì a
sollevarsi e, con cautela ed
appoggiandosi alla parete, a muovere anche qualche passo in direzione
della
porta. Chissà se la Squadra Ginew era ancora lì
fuori.
« …Guldo, o lo
fai o domani pomeriggio non ti invitiamo con
noi a prendere il tè! »
« siete cattivi! Siete
proprio cattivi! »
C’erano, c’erano.
Come no? La shadowjin alzò gli occhi al
cielo, non li poteva proprio soffrire quei grandissimi
idioti…era come avere
intorno altri cinque Freezer, solo meno potenti.
“un momento: ho detto
‘idioti’…”
Zoisite fece un sorrisetto. Forse
poteva sfruttare la cosa a
proprio vantaggio. Se avesse finto una ricaduta, loro
l’avrebbero portata in
infermeria, in infermeria c’erano delle sedie volanti per
quelli che non
potevano camminare…sarebbe pure riuscita a dare una botta in
testa al dottore,
prendere una di quelle e trovare Cooler!
Così si lasciò
cadere rumorosamente a terra, fingendo di avere
le convulsioni e gridando di dolore.
« ma che ha?! »
esclamò Recoom entrando per primo nella
stanza.
« ha una ricaduta! Portala
in infermeria immediatamente! »
Normalmente Ginew sarebbe stato
più cauto, verificando se
fingesse o meno, ma quella forse sarebbe diventata la moglie di
Freezer, ed era
meglio non correre rischi.
Zoisite poi fingeva la ricaduta in
modo esemplare,
continuando con le grida e le convulsioni anche mentre era in braccio a
Recoom,
che in un lampo la portò in infermeria.
« ha una ricaduta, fai
qualcosa! » ordinò al dottore, per
poi tornare rapidamente da Ginew.
Proprio come Zoisite aveva sperato.
« lo so che è
dura ma per favore cerca di-argh!
» il dottore emise un’esclamazione
soffocata quando Zoisite gli strinse la coda attorno al collo fino a
farlo
svenire. Non era una che uccideva, non l’aveva mai fatto, ma
se era per la
propria incolumità non era contraria all’uso della
violenza.
« e ora una di quelle
maledette sedie…» mormorò. Erano
abbastanza lontane, ma la sua coda era già di per
sé lunga e molto estensibile.
Grazie a essa riuscì ad afferrare una delle sedie e a
portarla di fianco al
lettino su cui il dottore l’aveva messa, per poi lasciarsi
scivolare su di essa
con un sospiro di sollievo. Pareva avercela fatta.
E tanto che
c’era…quelle taniche di liquido esplosivo
infiammabile e l’accendino caduto dal camice del dottore -che
evidentemente era
un fumatore- le fecero venire una bellissima idea.
Fluttuando sulla sedia prese le
taniche, poi raccolse l’accendino,
e guardando nelle tasche del dottore trovò le sigarette. Ne
accese una, stappò
le taniche di liquido…
“uno…due…tre…VIA!!!”
urlò mentalmente, mandando la sedia alla massima
velocità lungo i corridoi e
cominciando a lasciar cadere il liquido infiammabile quando si
trovò ad un paio
di metri dalla squadra Ginew, che non si aspettava nulla di tutto
ciò. I cinque
mercenari si trovarono improvvisamente bagnati, mentre qualcosa era
passato in
mezzo a loro.
« ma che
diamine?!!...» gridò Gees.
« è
l’ombra! » urlò Barter.
Videro come a rallentatore la
sigaretta cadere nel liquido
ai loro piedi.
« brucia
baby, brucia!
» esclamò Zoisite, ormai alla fine del corridoio.
L’esplosione fu decisamente
rumorosa, anche se più del botto
fu più fragoroso l’allarme antincendio. Ah, e
ovviamente c’erano anche le urla
di quei cinque disgraziati.
Anche se non si reggeva in piedi, se
c’era da far danno
Zoisite faceva danno, e dopo ciò Freezer avrebbe capito che
non andava presa
sottogamba, qualunque fosse la sua condizione.
“ oook, ora dove
sarà Cooler?” Zoisite viaggiava a tutta
velocità su quella sedia, senza nessuna
difficoltà a orientarsi: d’altra parte
ormai conosceva il palazzo come il palmo della sua mano.
Si nascose in un anfratto per evitare
di essere vista dai
soldati accorsi in massa a vedere cosa fosse successo, per poi tornare
fuori
quando la via fu libera, e riprese a vagare.
Pensò che vista
l’ora -era tarda sera- forse Cooler era in
camera sua. Dunque doveva prendere la via a destra, salire le scale,
andare
sulla sinistra e…
Ok, faceva prima ad andare fuori e
guardare dalle finestre.
Prima o poi camera sua l’avrebbe trovata, no?
« chi
c’è lì?...EHI!
»
L’avevano vista. Meglio
sbrigarsi, si disse, sfondando la
finestra che aveva davanti a sé e trovandosi dopo tanto
tempo fuori dal palazzo.
Volò rapidamente verso le camere nella speranza di trovare
quella di Cooler, con
l’accortezza di evitare le finestre di quella di Freezer,
naturalmente.
Le finestre della prima stanza erano
chiuse. Dunque era
vuota.
Nella seconda stanza, attraverso le
tende, vide l’ombra di Zarbon.
Nah, non era il caso, e aveva già i soldati alle calcagna.
« non ho tempo maledizione
» sibilò. Poi alzò gli occhi, e
fece un largo sorriso « Cooler!
»
L’icejin viola era in
terrazza, abitudine che i due fratelli
avevano in comune. La sua stanza si trovava nella stessa torre di
quella di
Freezer, ma dalla parte opposta. Quando la sentì chiamarlo
fece una faccia
assolutamente attonita. Come accidenti faceva a trovarsi
lì?! « Zoisite? … »
« ho un po’di
soldati alle calcagna e non voglio restare in
quella stanza perché non mi va di farmi rovesciare altra
bava collosa in bocca
da tuo fratello, quindi saresti così gentile da tenermi qua?
Grazie! » disse,
entrando nella stanza dalla portafinestra prima che Cooler potesse dire
qualcosa.
Non che avesse niente da eccepire,
pensò lui con un
sorrisetto. Era la prova che Freezer non aveva capito un accidenti di
quel che
c’era o non c’era tra lui e la bella shadowjin, ed
era anche qualcosa che lo
portava in una posizione di vantaggio nella sfida. « resta
pure! Ti capisco,
povera ragazza…tanto il letto è grande. Tsk!
Immagino la faccia di Penny quando
verrà a sapere che da oggi starai qui!»
« mi sa che Penny, con quel
che ho combinato, ha parecchi
motivi per fare facce. Una più brutta dell’altra,
come se quella normale non
fosse già abbastanza oscena!» disse Zoisite.
Cooler fece una risatina.«
dovrebbe farsi una plastica ».
« io gliel’ho
già detto, ma non mi dà retta » disse
Zoisite,
scivolando dalla sedia fin sopra il letto. Cooler le fu subito accanto,
sistemandole il cuscino. « come hai fatto ad arrivare fin
qui? Non ti reggevi
in piedi, fino a qualche ora fa ».
Zoisite fece un sospiro e si stese
meglio sul letto. « e infatti
non mi ci reggo ancora, ma non volevo restare lì,
così ho finto una ricaduta,
Recoom mi ha portata in infermeria, ho tramortito il dottore, ho rubato
quella
sedia e tanto che c’ero ho dato fuoco alla squadra Ginew
facendo saltare in
aria anche l’ala vicino
all’infermeria…da qui l’allarme non si
sente granché »
osservò la shadowjin.
« io infatti non ho sentito
nemmeno l’esplosione… » disse
lentamente Cooler. Pericolosa la ragazza, e se anche in quelle
condizioni
riusciva a fare danni del genere non osava immaginare come fosse da
sana. Non
vedeva l’ora che si riprendesse, almeno Freezer avrebbe preso
le peggiori
batoste!
« Penny dovrebbe
apprezzare. Non è lui quello a cui
piacciono le esplosioni? »
Cooler fece un sorrisetto.
« gli hai fatto un regalino per
dimostrargli quanto hai apprezzato il suo bacio ».
Zoisite si voltò a
guardarlo. « non ti sei sorpreso quando
ti ho detto della bava collosa, quindi immagino che te
l’abbia sbattuto subito
in faccia ».
« oh sì. Puoi
immaginare che aria tronfia che aveva,
quell’inutile nano megalomane » lo
definì gentilmente Cooler « si era convinto
di poter vincere! Povero stupido » si appoggiò su
un gomito « alla fine è da me
che sei venuta, visto? »
Zoisite non rispose. Era piacevole
averlo così vicino, si
trovava stranamente a suo agio, anche più di quanto ci si
fosse trovata
dormendo con Hayun, che conosceva praticamente da sempre. «
Cooler, ho una
proposta…»
« dimmi ».
Zoisite fece un sorrisetto.
« la troverai un po’scontata, ma
stavo pensando: tanto bene c’è questa sfida, non
potremmo divertirci a fare
diventare tuo fratello ancora più matto di quanto
già sia? »
“almeno impara”.
Un breve lampo. Fuochi
d’artificio.
Ah, meglio non pensarci. Forse
continuando a ripetere a sé
stessa -e a Cooler, e a chiunque glielo chiedesse- che non le era
piaciuto,
avrebbe finito per convincersene.
« guarda, probabilmente
diventerà una bestia solo sapendo
che dividiamo la stanza. Ovviamente ci sto…»
« un’altra cosa
».
Cooler si incuriosì. Che
altro poteva volergli chiedere? « dimmi
tutto ».
Zoisite non era molto sicura di
quanto stava per fare. Ma
non si dice “chiodo scaccia chiodo”? «
volevo dirti che se ti va puoi
rimetterti in pari con tuo fratello » si indicò le
labbra e gli fece un
sorrisetto.
Cooler ricambiò a sua
volta con un’espressione tanto
sorpresa quanto soddisfatta. Magari pian piano -forse nemmeno troppo
piano, no-
avrebbero finito anche per fare tutto il resto.
L’atteggiamento della shadowjin
lasciava ben sperare. « tranquilla, ti farò
dimenticare la bava collosa » le
sussurrò.
Lei fece una risatina, e lo accolse
tra le sue braccia
mentre lui la baciava.
Zoisite non aveva nulla da eccepire,
Cooler ci sapeva fare.
La cosa si stava rivelando indubbiamente piacevole, e anche in questo
caso non
c’era sovrabbondanza di saliva. Come prima, che le era solo
vicino, la
shadowjin continuava a sentirsi a suo agio.
Ma… dov’erano i
fuochi d’artificio? Dov’erano le scintille?
Per piacevole che fosse, non ce
n’era traccia. Non c’era
quella “corrente sotterranea” a unirli. Non
c’era quella specie di “trasporto
istintivo”.
“vabbè, tutto
dalla vita non si può avere” concluse Zoisite,
continuando a baciare l’icejin viola che decisamente sembrava
apprezzare.
Era vero che nemmeno Cooler avvertiva
nulla di quel che la
shadowjin aveva sentito con Freezer, ma d’altra parte
sensazioni simili non le
aveva mai provate in vita sua; di conseguenza, non poteva nemmeno
rimpiangerle
o constatarne la mancanza. L’unica cosa che sentiva era che
Zoisite baciava
molto bene, e che le cose si stavano facendo sempre più
interessanti. « …però!
» esclamò, quando si staccarono
con un bello schiocco « adesso capisco perché
Freezer mi ha seccato tanto con
questa faccenda. Però!
» ripeté con
aria di approvazione.
« dai, dillo
un’altra volta ».
« “però!”
» disse
ancora Cooler, riuscendo a strapparle l’ennesima risata
« ascolta, ho pensato
anche io a una cosa ».
« eh ».
« tu hai fatto danni, ma
Freezer non deve averlo ancora
saputo. Non si è mosso da camera sua…»
« a beh, in effetti per
scendere a meno che non voli giù
dalla finestra dovrebbe passare qui davanti. A che hai pensato?
» gli domandò
la shadowjin incuriosita.
Cooler si alzò,
sparì in un’altra ala della stanza -che era
più una specie di appartamento- per poi tornare fuori con un
gran sorriso e due
taniche di colla vinilica.
« di alternative ne abbiamo
due. O quando passa ci mettiamo
a fare rumore come se stessimo-»
« copulando?
»
concluse Zoisite « ma così si fionderebbe qui
dentro e…» un lento sorriso le si
dispiegò sul volto « ma non mi dire. è
quel che penso che sia? Del tipo che Freezer sente il casino, entra e
si becca
la colla addosso? »
Cooler annuì. «
inizia a svuotare i
cuscini dalle piume ».
Zoisite obbedì
immediatamente. Di solito non dava retta a
nessuno, ma pur di fare uno scherzo a Freezer qualunque cosa.
« e l’altra idea?
Se solo potessi far comparire le cose dalle ombre! Con tutta la pece
che ho…»
disse.
L’allusione al volersi far
togliere il collare non fu colta
da Cooler, o venne semplicemente ignorata.« l’altra
idea è aspettare che se ne
sia andato e mettere il tutto in camera sua, così che riceva
una bella doccia
di colla al suo rientro» disse infatti Cooler «ma
sarò onesto, mi piace più la
prima idea ».
La shadowjin sollevò lo
sguardo dal suo lavoro. « sai cosa?
Piace pure a me ».
Cooler mise al loro posto i barattoli
di colla, aperti. «
magari tra un po’ di tempo non dovremo nemmeno fingere
».
« magari hai
ragione» Zoisite si mise al lavoro sul terzo
cuscino « sai, se Freezer non ha abusato di me quando mi ha
catturata qualche
giorno fa sarebbe la prima volta, per me ».
“ è bella,
è una Shadow, ci intendiamo a meraviglia, è anche
vergine e dovrei lasciarla a Freezer? È fuori
questione!” pensò Cooler. « di
certo non ti metterò fretta… »
« di certo ».
« se e quando vorrai farlo,
però, dovrai solo comunicarmelo.
Per te sono sempre disponibile ».
Zoisite gli fece un sorrisetto
timido. « non ne dubito ».
Cooler per buona misura
andò a prendere un altro barattolo
di colla. « per
la cronaca, se
sceglierai me sappi che almeno tre volte al
giorno…»
« eh la la. Così
finiremo per formare una squadra di calcio
» disse Zoisite, stranamente non troppo atterrita
all’idea di tutto quel
divertimento con Cooler.
« per quel che mi riguarda
sarei per generare al massimo
quattro figli, e se fossero due maschi sarebbero sufficienti quelli.
Ovviamente
però il numero di figli dipenderebbe anche dai tuoi
desideri, Zoisite »
l’icejin posizionò l’altro barattolo di
colla accanto agli altri « ecco qua.
Come va con le piume? »
« finito ».
Quando Cooler si avvicinò
per prendere le piume, Zoisite
gliene tirò una manciata con una risatina.
« ma che fai?...»
« ti sto sfidando ad una
battaglia all’ultima piuma.
Preparati a perdere!»
Cooler ne prese una bella manciata e
le tirò in testa alla
shadowjin. « non ci contare! Lord Cooler non perde
m-» fu zittito da altre
piume che gli arrivarono in pieno viso « ah, ma allora vuoi
la guerra…»
« sissignore! »
disse Zoisite col suo solito tono insolente,
accompagnato però da un’altra risata. In breve
tempo tutta la zona letto fu
ricoperta da una coltre infinita di piume bianche che i due, dimentichi
perfino
del grande piano della colla, si erano lanciati.
« eeeh però non
vale! Io sono bloccata qui sul letto! »
esclamò alla fine Zoisite. Vedendo Cooler temporaneamente
accecato dalle piume
decise di saltargli addosso facendolo così crollare sul
letto, sotto di lei.
L’icejin viola soffiò via qualcuna delle piume che
gli erano finite sul viso.
« nemmeno gli assalti
valevano, in teoria, ma se vuoi la
lotta ti accontento anche in questo…» disse
Cooler, finendo sopra di lei con un
colpo di reni « non pensare che avrò
pietà anche se sei convalescen-pfff…ancora
piume?! » bofonchiò quando
lei gliene tirò in faccia un’altra manciata.
Zoisite si guardò attorno.
« sembra sia caduta la neve…»
disse. Quello spettacolo tuttavia non turbava la sua mania
dell’ordine, anzi,
la fece ridere ancora.
« lo sai, Penny una cosa
del genere non la farebbe mai ».
« già, Freezer
è un po’represso e si sfoga distruggendo
pianeti » disse la shadowjin.
Lanciò a Cooler
l’ennesima manciata di piume, che lui evitò.
« te l’avevo
detto che Lord Cooler non perde mai! »
Ma lei non intendeva arrendersi,
anche se al momento era
sotto di lui. « seh, seh! Aspetta tu!...e intanto beccati
questo! » replicò,
lanciandogli addosso un cuscino integro, uno dei pochi rimasti ormai.
« ma allora è
vero che te le cerchi, ragazza mia…»
mormorò
l’icejin, guardandola in viso.
Un altro bacio ci stava.
« c’è
stato un problema nell’ala vicino all’infermeria
grande Freezer! L’ombra è riuscita a fuggire dalla
stanza, ha fatto esplodere
l’intera ala, e i soldati l’hanno persa di
vista… »
Freezer ruppe il bicchiere che aveva
in mano dalla gran
rabbia. « usate i rilevatori e trovatela, adesso non
può più nascondersi nelle
ombre » ordinò seccamente.
Ma come?! Quegli incapaci della
squadra Ginew non riuscivano
a tenere a bada Zoisite nemmeno adesso che non si reggeva in piedi?!
Evidentemente
no, se aveva fatto esplodere tutto. Chissà dove si era
cacciata! Che la
shadowjin si aggirasse liberamente per il palazzo non era affatto una
buona
cosa, specie adesso che c’era Cooler. Oltretutto non poteva
nemmeno punirla,
perché le regole di quella stramaledetta sfida glielo
vietavano.
“ posso sempre
infrangerle!” pensò con rabbia.
Ma se l’avesse fatto poi
poteva scordarsi di essere scelto,
baci o non baci, buon profumo oppure no. Possibile che non ci fosse
niente che
poteva fare per metterle un freno?! Fu quasi tentato di lasciarla a
Cooler, che
se lo tenesse lui quel problema vivente…
Ma poi pensò che se
l’avesse fatto avrebbe significato
arrendersi. E lei era sua. Si
trattava di farglielo capire, il problema era tutto lì.
“ per di più se
si sforza troppo potrebbe avere una
ricaduta, ma quella stupida non se ne rende conto e…e poi che mi importa?! Tanto una volta
vinta la sfida, quando
l’avrò sposata e avremo avuto un figlio, la
farò fuori!” si ricordò il tiranno.
Non poteva permettere che gli importasse davvero della sua salute, il
suo
compito era tenerla in vita finché fosse servita allo scopo,
e magari anche
cercare di scoprire qualcosa sul tesoro degli Shadow. Nulla di
più.
Meglio scendere giù a
verificare i danni, intanto, si disse
mentre usciva dalla stanza e pensava a come avrebbe punito la Squadra
Ginew per
la loro totale incompetenza.
Man mano che percorreva la strada,
pensò che lo disgustava
dover passare davanti alla suite super lusso di suo fratello. Odiava
anche solo
il fatto che quella suite ci fosse, ma era stato re Cold a ideare e far
costruire il palazzo in quel modo, quindi…che ci poteva fare?
Già, chissà se
Cooler l’aveva informato della sfida in
corso. Probabilmente sì, e altrettanto probabilmente re Cold
si era fatto una
bella risata e aveva detto un “vediamo chi la
spunta” preoccupandosi solo che
uno dei due la sposasse, senza curarsi di chi, per poi tornare a
occuparsi dei
suoi affari.
Magari se regina Ice non fosse stata
in coma le cose
sarebbero state diverse. Magari sua madre avrebbe parteggiato per lui,
che avendo
visto per primo Zoisite aveva più diritti di suo fratello.
O magari se si fosse svegliata ora
l’avrebbe odiato davvero
come aveva detto la shadowjin, e avrebbe tifato per Cooler.
Freezer aveva sempre detto di non
cercare compagnia, di
stare bene da solo, ma guarda caso gli era bastato dormire con lei una
volta
per ritrovarsi a cercarla nel letto tutte le notti da quel momento in
poi, nonostante
le malignità dette dalla ragazza in
quell’occasione. Era stato con le icejin
che gli aveva presentato suo padre, ma non aveva mai dormito con
nessuna: aveva
mangiato insieme a loro, era andato a letto con loro e poi le aveva
scacciate
mettendo in chiaro che non voleva seccature, e che era stata una botta
e via.
Forse non era stato molto gentile, ma era fatto così, e fino
a quel momento
Cooler si era sempre comportato allo stesso modo, essendo solo
più garbato nel
dire loro che non le avrebbe prese in moglie.
Cooler non aveva mai avuto con
nessuna donna una tale intesa,
Freezer non l’aveva mai visto ridere come quando era con
Zoisite, e lui, dal
canto suo, non si era mai sentito in quel modo pensando
a…nessuno.
Passò davanti alla stanza
di Cooler e gli parve di
sentire…risate?
« te l’avevo
detto che Lord Cooler non perde mai! »
Risate femminili.
Zoisite.
« seh, seh! Aspetta tu!...e
intanto beccati questo! »
E anche Cooler rideva. «
ah, ma allora è vero che te le
cerchi, ragazza mia…»
Zoisite…in camera con
Cooler? Da soli?!
A fare
chissà cosa?
Eh no!
Non poteva
assolutamente permetterlo, pensò Freezer, sentendo montare
una gran rabbia dentro
di sé mentre decideva di entrare all’improvviso e
guastare loro i giochi.
O così pensava.
Cooler e Zoisite avevano ripreso a
baciarsi con un certo
gusto, quando sentirono la porta aprirsi di botto e uno
“splash” seguito da
un’esclamazione di sorpresa.
Zoisite fu la prima a voltare lo
sguardo verso tutto quel
rumore. « oddio, mi ero dimenticata della colla ».
« anch’ io
» commentò Cooler, con immensa
tranquillità.
Freezer stava lì in una
posa a dir poco comica, una statua
di icejin con della colla gocciolante da ogni dove, senza riuscire a
dire una
parola.
Cooler e Zoisite si guardarono.
« ciao Penny
» dissero in coro, per poi scoppiare a
ridere.
Non si misero nemmeno a tirargli le
piume, nonostante la
stanza ne fosse piena.
A quel punto Freezer, con un ringhio
rabbioso, si lanciò su
suo fratello con l’intento di farlo fuori una volta per
tutte. Non solo per le
piume, ma perché l’aveva visto su di lei,
l’aveva visto nel letto con lei!
…
Cooler mise rapidamente al riparo
Zoisite per poi cominciare
una lotta corpo a corpo con il fratello minore, che sembrava proprio un
invasato. « piaciuta la colla? »
« TU, maledettissimo
bastardo! io ti detesto, ti detesto, ti
DETESTO! » sbraitava
Freezer.
Vederlo così tanto
arrabbiato fece ridere Zoisite, perché
adesso oltre che di colla era pieno di piume. « mi correggo:
un incrocio tra
una lucertola, una palla da tennis mezza dipinta di viola, e una
gallina dalla
quale hai preso il cervello » disse rapidamente la shadowjin.
Cooler a quelle parole spinse via
Freezer per attaccare a
ridere come un matto. « Zoisite,
fagli
una foto! »
« Lo farei volentieri, se
ne avessi modo! »
Freezer contrasse tanto i pugni da
conficcarsi di nuovo le
unghie nel palmo della mano e farlo sanguinare.
La guardava come a dire
“come puoi? Come hai potuto farlo?”,
al di là dell’ira.
Zoisite stavolta non
riuscì a sostenere lo sguardo, e volse
la testa altrove.
Freezer se ne andò
rapidamente, con Cooler che ancora
rideva. « hai visto che faccia? »
« eh
sì…l’ho vista »
mormorò la shadowjin.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** L'ombra delle scintille ***
= L’ombra delle
scintille =
Piume.
Il letto.
Il dolore.
Un lampo bianco. Nulla più.
Voci confuse.
«…non sappiamo
dire se…»
« una tale
ricaduta…»
« è grave,
potrebbe non…»
« è successo
all’improvviso, prima stava bene! »
« salvatela e basta.
Altrimenti le conseguenze le conoscete!
»
Oblio, di nuovo.
« ancora niente? »
« si è
stabilizzata ».
« questo è un
bene…»
« non mi basta! Esigo che
riprenda conoscenza entro due
giorni, sono stato chiaro?! »
« faremo il possibile ma
non possiamo garantire che-argh!
»
« non voglio incompetenti
al mio servizio ».
« non la salverai uccidendo
i dottori, cretino ».
“ ma litigano
ancora…”
Meglio dormire, va’.
Si sentiva tanto, tanto stanca.
Voleva solo dormire…quel
buio ovattato era così bello…
Pressioni al petto. Volevano
riportarla fuori dal buio. Ma
perché non la lasciavano in pace?!
La pressione era diventata dolore.
Lei combatteva, voleva
tornare nel buio, non voleva tornare fuori.
Ma il dolore alla fine aveva vinto.
Niente buio, non
stavolta.
Peccato. Il buio era
l’habitat naturale di un’ombra.
Era tutto un’ombra.
« come va? »
« passa dalla coscienza
all’incoscienza di continuo, dopo
l’ultima crisi ».
«
avevate detto che si
era stabilizzata! »
« non era possibile
prevederlo. Ma adesso non dovrebbe
averne più. Auspichiamo che tra un paio di giorni potremo
tirarla fuori dalla
vasca senza complicazioni ».
« bene. Ottimo ».
« sarà meglio
per voi che non vi sbagliate ancora ».
@@@
Aprì
lentamente gli
occhi. Che alla fine il buio l’avesse presa? …
No. se
stava aprendo
gli occhi non stava dormendo, quindi il buio non l’aveva
presa, e non provava quel
senso di totale pace, purtroppo.
Prese
aria.
Nell’alzarsi per respirare il petto le fece male, era ancora
indolenzito per…per cosa?
Zoisite
non
ricordava cosa fosse successo. L’ultimo ricordo che
aveva…era in camera con
Cooler. Stavano gettando via un po’di piume. Poi
nient’altro, buio totale, peggio
di quella volta che lei e Hayun avevano preso quelle erbe strane.
Dove si
trovava?
Quella non era la stanza di Cooler, sembrava più quella
dalla quale era fuggita
qualche ora prima. Ma perché l’avevano riportata
lì?
Fuori
dalla finestra
era buio. Anche dentro la stanza era buio, e lei era sola.
Si
toccò l’indice
della mano destra nel tentativo di rigirare l’anello, per poi
ricordarsi che quello
non ce l’aveva più, e che aveva avuto in cambio
una bella collana che le
impediva di dissolversi in quello che era il suo elemento naturale.
“grazie
mille
Freezer, proprio” pensò. Si strinse nelle coperte,
constatando di non avere
niente addosso. Qualcuno doveva dirle che diavolo era successo, doveva
alzarsi,
doveva uscire da lì, doveva chiedere spiegazioni,
assolutamente!
Sentì
il bisogno di
bere, per fortuna c’era un bicchiere d’acqua sul
comodino. Mamma mia, ma di
cosa era fatto? Era pesante…poi pensò che
c’erano delle alternative: o era
pesante il bicchiere, o lei era debole come non mai. Entrambe erano
valide,
dato che lei non ricordava un accidenti.
Voleva
vedere
qualcuno. Chiunque. Doveva sapere
cos’era accaduto, altrimenti sarebbe impazzita.
Perché era lì? Perché era
così
debole?
Perché il calendario sul comodino era
sette
giorni avanti?!
La porta
si aprì con
un sibilo. Nonostante il buio, quel bianco accecante si vedeva a
meraviglia. «
ah. Ti sei svegliata ».
Zoisite
strinse
ancora di più le coperte attorno a sé e si
guardò intorno. C’era una telecamera
o cosa? E se c’era perché si era dimostrato
sorpreso che fosse sveglia? La
shadowjin fece un sospiro nervoso, e sempre stringendosi addosso le
coperte
tentò di alzarsi dal letto.
«
ah-ah. Non provarci
nemmeno » le intimò seccamente Freezer «
altrimenti finirai per avere un’altra
ricaduta ».
«
che vuol dire
“un’altra”? » disse flebilmente
la ragazza.
«
secondo te cosa
vuol dire? » sembrava irritato per qualcosa. Non che al
momento le importasse «
ne hai avuta una sette giorni fa. Sei finita in coma, poi ti sei
ripresa, poi
hai avuto una grossa crisi cardiaca da cui ti hanno salvata per
miracolo. Mi
hai fatto pensare che saresti morta, i dottori cercavano di farti
ripartire il
cuore, ed era come se tu ti opponessi ».
Ecco
spiegato
cos’era quel buio così pieno di pace.
“la
morte ha braccia
calde e soffici” pensò Zoisite, senza nemmeno
sapere bene perché. « immagino
che per te avrebbe costituito un problema. Poi chi lo sentiva
papà? » Zoisite
tossì. Bevve dell’altra acqua.
«
con questa mi devi
la vita due volte. Possibile che tu riesca a essere sfrontata anche in
queste
condizioni? »
Zoisite
alzò gli
occhi al cielo senza degnarlo di una risposta. « Cooler
dov’è? »
Il
tiranno si
incupì. Lui era lì, e lei gli chiedeva di Cooler,
ma andassero al diavolo
entrambi allora. « dorme. Sono le tre di notte » la
informò con voce atona.
«
e tu perché non
dormi? »
Freezer
parve
esitare nel risponderle. « fino a pochi minuti fa dormivo
anch’io ».
«
e allora come mai
sei qui? »
Lui si
mise seduto
sul letto, senza curarsi di sapere se la cosa le facesse o meno
piacere. « mi
sono svegliato di colpo » la guardò « mi
era sembrato che mi chiamassi ».
Era stato
stranissimo. Lui stava dormendo, ed all’improvviso aveva
aperto gli occhi col
solo pensiero di andare da lei in testa. Non aveva resistito a quel
richiamo che
lo aveva portato da lei, per quanto l’avesse trovata una cosa
assurda,
insensata, totalmente stupida dato che i medici avevano detto che al
più presto
si sarebbe risvegliata il giorno dopo.
Ma lui
era andato lì
lo stesso, e lei era sveglia, ed era tutto così assurdo.
«
perché avrei
dovuto chiamare proprio te?» bofonchiò Zoisite
« c’è gente infinitamente più
simpatica ».
«
era un modo di
dire » sbottò, innervosito da quella faccenda che
non sapeva spiegarsi.
«
di’pure un modo di
giustificare una psicosi non troppo latente »
tossì ancora, più volte. Il corpo
era scosso da brividi, e sentiva di nuovo freddo.
Sobbalzò
quando lui
gli tolse di dosso la coperta e le toccò la biogemma
sull’addome. « è calda.
Devi avere la febbre » sentenziò. C’era
una cassettiera nella stanza, e da essa
tirò fuori qualche coperta in più.
«
ti pareva il caso
di scoprirmi visto che non ho niente addosso?! »
protestò Zoisite.
Lui le
lanciò con garbo
le coperte. « ho già visto tutto, ricordi?...con
queste dovresti sentire meno
freddo ».
Zoisite
stese
ordinatamente le coperte una sopra all’altra, avvolgendovisi
strettamente. Sì,
andava meglio. Curioso che fosse così gentile, ma
d’altra parte gli era
conveniente tenerla in vita…perché in futuro
potesse farla fuori con le sue
stesse mani. Prospettiva non esattamente allettante per la shadowjin,
che
comunque anche in quel caso non poté fare a meno di essere
schietta come al
solito. « sono indecisa se mandarti a fare in culo o
ringraziarti ».
E lo era
davvero.
«
non è che mi
importi granché della tua opinione ».
«
ok, grazie per
avermi aiutato a decidere di mandarti a fanculo. Vaffanculo
».
Si
appiattì contro
il cuscino quando lui le lanciò un’occhiata gelida
delle sue. « sono stato
troppo misericordioso nel decidere di non tagliarti le corde vocali
».
Zoisite
rabbrividì
pensando che avrebbe potuto farlo davvero.
Avvedendosi
della
sua inquietudine Freezer fece un sorrisetto. « lo sai, quando
hai paura sei più
carina, perché chiudi la bocca ».
«
tu invece becco
aperto o chiuso sei una brutta gallina uguale »
borbottò.
Tra i due
calò il
silenzio. Freezer pensò che fosse meglio andarsene prima di
farle saltare la
testa. Ingrata, inutile ingrata! Cosa doveva fare ancora
perché lei non lo
insultasse?! Meglio lasciar perdere, meglio evitare di starla a
sentire. Perché
era andato lì? Vabbè, qualunque cosa fosse non
gli importava, tanto se ne stava
andando, e…
«
aspetta ».
Si
fermò, ma non si
voltò a guardarla. Non parlò nemmeno.
Zoisite
fece un gran
sospiro. Ricordava ancora come l’aveva guardata quando lei e
suo fratello
avevano riso di lui, pieno di colla e di piume. Che fossero successe
cose
analoghe davanti alla Squadra Ginew, Zarbon e Dodoria per umiliante che
fosse
era un conto, che fosse successo davanti a Cooler un altro, e lei ci
aveva
messo il carico da undici. Lui era un bastardo, ma lei aveva sbagliato
ugualmente, e solo perché Freezer si comportava in un certo
modo non
significava che lei dovesse abbassarsi al suo livello.
Di certo
quello non
sarebbe stato l’ultimo scherzetto che gli avrebbero fatto, ma
a questo lei al
momento non pensava. Al momento le dispiaceva, quindi si sarebbe
scusata. Quel
che sarebbe successo in seguito…dettagli, dettagli. Se mai
avrebbe chiesto
scusa di nuovo. Forse. « ho esagerato. Mi hai
salvato la vita di nuovo
» riconobbe « anche se per puro e semplice
interesse. E…» questo le era più
difficile da dire, ma sentiva di doverlo fare « anche quel
che è successo una
settimana fa. Ho esagerato anche lì. Te le stavi vedendo con
Cooler e non avrei
dovuto immischiarmi. Mi dispiace ».
Freezer
si voltò
lentamente verso la ragazza. « cos’è, un
improvviso attacco di buonismo? O hai
riportato dei danni cerebrali? »
Zoisite
cercò di lanciargli
il bicchiere, perché doveva essere così idiota?!
Il tiranno lo prese al volo
con la coda. Il lancio sarebbe stato comunque troppo corto.
«
no, è che io se mi
accorgo di aver esagerato cerco di scusarmi un minimo, al contrario di
un certo
Penny che conosco ».
Forse
avrebbe dovuto
lasciarlo andare via. Si era seduto di nuovo sul letto, e la sua
vicinanza non
era come quella con Cooler. Lì di scintille non ce
n’erano, pure se si sentiva
a suo agio; qui ce n’erano anche troppe, e non avrebbero
dovuto esserci. Doveva
ricordarsi chi era. Doveva ricordarsi cosa le aveva fatto. Si
toccò il collare.
«
che ti ho detto
riguardo a Penny?! »
Zoisite
fece il
gesto “entra da un orecchio ed esce
dall’altro”.
«
è comprensibile,
dato che la tua testa è completamente vuota »
commentò Freezer.
«
no, quella è
un’esclusiva che lascio a te e alla Squadra Ginew »
replicò Zoisite « non oso
immaginare che odore abbia un Guldo arrosto…»
«
penso che se lo
facessi avresti un’altra ricaduta. Che schifo »
commentò lui.
«
magari con qualche
spezia migliora. Arrosto di Guldo al miele, chili e zafferano con
amaretti ».
Le parve
di vedergli
in viso una specie di sorriso. Non uno dei suoi sarcastici, un sorriso
vero e
proprio.
«
se ci tieni tanto
a provarlo, te lo faccio preparare per domani ».
Zoisite
non capiva
se stesse scherzando oppure no. Con quello lì non si sapeva
mai. « no, per
carità del cielo » meglio puntualizzare, ad ogni
modo. Bevve dell’altra acqua,
ma il bicchiere le cadde dalle mani « maledizione »
borbottò, per poi chinarsi
a raccoglierlo.
Fu
allora, quando le
coperte scivolarono mostrando la sua schiena che Freezer
notò qualcosa a cui
non aveva mai fatto caso - una faccenda che aveva
dell’incredibile avendola
vista più volte senza assolutamente niente addosso, e
considerando che le sue
armature comunque erano abbastanza ridotte. «
Zoisite…» con l’indice della mano
destra le sfiorò la schiena.
Lei
odiò sentirsi
rabbrividire. « che c’è? » gli
domandò in tono seccato.
Non
riusciva proprio
ad arrivarci, a quel bicchiere, e alla fine fu Freezer a raccoglierlo.
« hai
delle…cose sulla schiena
».
Il
tiranno non
apprezzò che Zoisite lo guardasse con un’aria che
sembrava dirgli “ma quanto
sei cretino”.
«
le cose sulla
schiena sono tatuaggi» disse la ragazza «vuoi dire
che non ci avevi fatto
caso?...ah già, certo, hai guardato ben altro che la schiena
».
Era
andata proprio
come diceva lei, effettivamente. Freezer rimise il bicchiere sul
comodino. «
fammi vedere » le intimò.
Zoisite
non accennò
a voltarsi. « ti sei dimenticato di aggiungere “per
favore” ».
Freezer
fece una
risata sarcastica. « non ne ho bisogno. Ti ordino di voltarti
».
«
altrimenti? » ebbe il
fegato di
chiedergli la shadowjin.
A quel
punto
Freezer, che non aveva voglia di mettersi a discutere, la prese di peso
e la
girò di spalle, facendo scivolare giù le coperte.
Non era la prima volta che
Zoisite se lo trovava alle spalle, e già prima sentiva
quella specie di
“vibrazione” attraversarla. Dopo quel bacio
però la cosa era diventata ancora
più intensa, tanto che trattenne il fiato quando il tiranno
toccò un punto più
o meno al centro della sua schiena.
«
sono stelle. Cosa
rappresentano? ».
La
shadowjin aveva
la schiena ricoperta di stelline rosse messe in diverse posizioni, che
si sparpagliavano
fin sulla nuca, sulle spalle, sui fianchi. Al centro, proprio dove
Freezer la
stava toccando, c’era una stella più grande delle
altre.
«
una per ogni
pianeta in cui sono successe cose che per me vale la pena ricordare. La
stella
che stai toccando rappresenta il primo pianeta che ricordo. Quelle
sopra di
essa rappresentano alcuni pianeti della sezione nord della galassia. Ho
cercato
di rispettare le loro posizioni. Lo stesso discorso vale per quelle
della
sezione sud, est, ovest eccetera ».
Freezer
le sollevò i
capelli per vedere le stelle che aveva sulla nuca. « te ne
sono successe di
cose, allora ».
«
ho avuto una vita
avventurosa » ribatté lei, e rabbrividì
ancora. Gliel’aveva sussurrato
dannatamente vicino all’orecchio. Una delle sue mani le stava
scendendo lungo
la schiena.
«
questa stella a
che pianeta corrisponde? »
«
Atlanta. Ho rubato
i gioielli della corona, mi hanno mantenuta per parecchio »
disse, cercando di
non farfugliare.
«
e questa? »
Era una
delle stelle
sui fianchi, a sud-est. E rappresentava qualcosa di molto particolare.
«
Vraas, dove è
morto Hayun. L’altro Shadow » aggiunse «
ucciso dalle forze di polizia perché
beccato a rubare ».
«
tu sei
sopravvissuta. Evidentemente sei stata più furba di lui
».
Già,
ci aveva
azzeccato. Hayun invece che fuggire aveva provato a combattere, e ci
aveva
lasciato la pelle. « evidentemente ».
All’improvviso la shadowjin
si trovò stretta dalla morsa che
avrebbe potuto avere un pitone, il viso voltato leggermente verso
destra,
intrappolata in un altro bacio che era il gemello di quello
dell’altra volta,
riguardo alle sensazioni. Con una
differenza: la mano del tiranno, quella che prima era su uno
dei suoi
fianchi, era scesa altrove, sul davanti, e quel che stava
facendo… altro che
scintille! Sembrava un’esplosione di sette pianeti in
contemporanea.
E le piaceva.
La shadowjin non riusciva a
ragionare, per quel che
ricordava era la prima volta che avvertiva sensazioni simili, e sapeva
solo che
avrebbe voluto di più, molto di più.
Quanto a Freezer, pur non essendo
certo la prima volta che
faceva qualcosa di simile a una ragazza, trovava le reazioni di Zoisite
più
appaganti di quelle di qualunque altra. Gli piaceva quasi
più sentire lei
gemere in quel modo che l’idea di provare piacere lui stesso.
Forse perché dopo
tutti quegli insulti percepire tanta approvazione era un toccasana per
il suo
gigantesco ego.
Avrebbe vinto lui. Da quel che
sentiva, doveva vincere per
forza.
« io te l’ho
detto che sei mia. Fattene una ragione, e dillo
anche a quello stupido. Smetti di resistere, tanto è
inutile…» le disse, per
poi tornare a baciarla.
Dirle quelle cose fu un errore,
perché riuscirono a passare
attraverso fuochi d’artificio ed esplosioni varie per andare
a conficcarsi nel
cervello della shadowjin, che in un baleno recuperò la
padronanza di sé, e con
essa la sua proverbiale testardaggine.« n-non sono di
nessuno, tantomeno del
bastardo che ha abusato di me quando ero svenuta e che approfitta di
ogni mio
momento di stanchezza per saltarmi addosso, conscio che se non fossi
così
debole non avrebbe alcuna chance! » sibilò.
Altra, ennesima bugia. Debole o meno,
avrebbe provato le
stesse cose. Avrebbero provato le stesse cose, e se ne stavano rendendo
conto
tutti e due.
« è una bugia.
Lo sai ».
« c-che lo sia oppure no
non cambia quello che sei, e quel che
mi hai fatto! »
Per qualche istante si
fermò tutto.
« e se non ti avessi fatto
nulla mentre eri svenuta, se
avessi fatto come quando ti ho trovata a dormire sul mio
letto…cambierebbe
qualcosa? »
Quella era nuova. Le stava dicendo
che non l’aveva toccata?
Dopo averla lasciata nel dubbio, dopo averglielo fatto
credere…ma poteva anche
star mentendo. « invece che uno stronzo stupratore saresti
solo uno stronzo- ahi! »
protestò quando le morse il collo
per ripicca.
« sei la solita insolente
».
« lasciami »
disse seccamente Zoisite, cercando di non
pensare a quel che stava nuovamente succedendo là sotto.
A quel punto tutto finì.
Le regole della sfida d’altra parte
dicevano chiaramente “niente abusi”; prima si era
lasciata andare, le era
piaciuto, e si era goduta quanto lui quel che era successo, ma se
adesso voleva
proprio che smettesse era costretto a farlo.
« peccato. Non venirmi a
dire che non ti piaceva,
stavolta…ho le prove tangibili del contrario ».
Purtroppo aveva ragione.
« non lo
negherò. Ma non cambia niente lo stesso, sia
chiaro, somigli sempre a Moira Orfei e…oh cielo »
sgranò gli occhi e si portò
la mano al viso. Freezer la guardò perplesso.
« che
c’è? »
« somigli a Moira Orfei,
hai un aspetto molto femmineo,
starò mica diventando lesbica? »
“ bastarda ”
pensò Freezer. « io - sono - un -uomo!
»
« no no, tu sei un genere a
parte. Uomo, donna, trans,
Freezer » sogghignò « questa
farà ridere Cooler per una giornata intera ».
« non penso che
riderà molto quando saprà che sta per
perdere ».
« quale parte di
“non significa niente” non hai cap-mmmh!!!
» ecco, lo aveva rifatto, le
aveva di nuovo chiuso la bocca.
Si staccò poco dopo con un
sorrisetto dei suoi. « questa. Ci
rivediamo, piccola shadowjin ».
Detto questo uscì dalla
stanza, pienamente soddisfatto.
Zoisite si strinse di nuovo nelle
coperte. Doveva
ammetterlo, era stato…beh…wow.
Ma
come aveva detto, non cambiava nulla se non che adesso avrebbe avuto
ancora più
bisogno di Cooler per toglierselo dalla testa.
Aveva detto di non averla
violentata…meglio, molto meglio così,
ma non poteva permettersi di perdere la testa per un tiranno che la
teneva
prigioniera, il concetto restava sempre lo stesso.
Adesso serviva qualcosa di grosso.
Qualcosa che lo spazzasse
via dalla sua mente.
Doveva andare a letto con
Cooler, non c’erano santi.
Freezer di certo gli avrebbe detto
quel che era successo, e
lei avrebbe detto a Cooler che intendeva
togliersi suo fratello dalla testa ad ogni costo. Una
volta andata a
letto con lui, tutto quel che poteva succedere con Freezer non sarebbe
stato
nulla di nuovo, sarebbe stato poca cosa, e avrebbe potuto concentrarsi
su come
fuggire o fare la scelta più sensata che risiedeva nello
sposare il primogenito
del clan Cold, in un confronto tra i due.
Doveva ricordarsi del destino che
Freezer le aveva promesso…schiavitù
e morte, aveva detto.
Doveva.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** L'ombra di...re Cold ***
= L’ombra di
re Cold=
«
come?!... »
La faccia di Freezer nel sapere da
Zarbon che suo padre era
arrivato a palazzo era una di quelle che meritavano una fotografia, per
quanto
risultava incredibilmente e ridicolmente attonita; non che Cooler fosse
meno
sorpreso, perché una visita di re Cold non se
l’aspettava nessuno. Chissà cos’era
venuto a fare lì! Meglio incontrarsi subito, così
l’avrebbero scoperto; infatti
aveva ordinato espressamente a Zarbon di dire ad entrambi i suoi figli
di
correre immediatamente da lui.
« magari hai qualche
problema di cui non sei a conoscenza in
qualche angolo del tuo impero » disse Cooler al fratello
mentre percorrevano i
corridoi.
« o magari ce
l’hai tu.
O forse è venuto a dirti di toglierti dai piedi ».
Cooler alzò gli occhi al
cielo. « non mi sorprende che ti
sia lagnato con nostro padre… “papy
Cooler è cattivo e mi vuole rubare la
ragazza, uèh-uèh ”
».
Freezer si irritò
immediatamente. « a nostro padre non ho
detto nulla a riguardo! Non mi pare di aver bisogno del suo aiuto
» fece un
sorrisetto altezzoso « specialmente dopo quel che
è successo. Lei mi
appartiene. Quella è stata la conferma. Fai meglio a
ritirarti, farai una
figura migliore ».
« non è ancora
detta l’ultima parola. È andata
com’è andata
solo perché Zoisite era debole, troppo per respingere il tuo
assalto alla sua
vag-»
« abbi almeno il buongusto
di rosicare in silenzio, caro
fratello » lo interruppe Freezer « ha ammesso che
le è piaciuto, quindi lascia
perdere ».
« poi però non
hai concluso niente, quindi non le è piaciuto
abbastanza » replicò tranquillamente Cooler
« quanto scommettiamo che con me
invece vorrà arrivare fino in fondo? »
Lo diceva a ragion veduta,
considerati i fatti precedenti.
Con Freezer aveva parlato, con lui aveva stabilito un’intesa;
Freezer l’aveva
baciata, e lei era venuta a cercarlo in camera, e probabilmente se suo
fratello
non fosse entrato nella loro stanza sarebbero andati
oltre…visto ciò, se con
Freezer aveva fatto quel che aveva fatto, come minimo sarebbero finiti
a letto
la prima volta che si fossero rivisti e lei non fosse stata troppo
debole per
reggere la sua prima volta.
« non azzardarti a toccarla
» sibilò Freezer.
Cooler rise. « non ci sono
regole, ricordi? »
Dovettero smettere di litigare nel
momento in cui arrivarono
finalmente da re Cold, che entrambi salutarono con un piccolo inchino
rispettoso.
« padre » dissero
in coro.
« avete fatto in fretta.
Ottimo ».
Freezer gli lanciò
un’occhiata perplessa. « c’è
qualche
problema? Ho catturato la shadowjin, e- »
« questo lo sapevo
già. Cooler mi ha informato che tra voi
due c’è in corso una sorta di sfida, al termine
della quale il vincitore
sposerà la ragazza…»
« sarà lei a
scegliere. Mi sembra giusto, e per come la
penso l’ultima shadowjin dovrebbe stare con il più
forte dei due, ovvero io »
disse Cooler.
« io però
l’ho vista per primo, è una mia
proprietà, e tu
non c’entri niente! »
« già, peccato
che-»
« basta
» disse
seccamente re Cold, e i due icejin si zittirono subito.
« insomma…come
mai sei qui? » disse Cooler dopo un po’.
« ho ordinato a Freezer di
sposarla…»
« ah!
» esclamò
trionfalmente l’icejin bianco « visto? »
« ma confermo che in
realtà non m’ importa chi di voi due lo
farà. Basta che uno di voi si unisca in matrimonio con lei
».
« ah
» disse
Cooler in tono sarcastico, rivolto a Freezer « questo
però me l’avevi già detto,
padre…»
Re Cold diede loro le spalle, per
incamminarsi verso la
finestra che dava un’ampia veduta di Pianeta Freezer n.1.
« voglio essere
franco: questa sfida mi ha sorpreso. Siete sempre stati in
competizione, ma mai
per una donna. Pur essendo vero che io ho dato precisi ordini a
riguardo di
questo matrimonio, sono stupito del fatto che invece di cercare di
rifilarvela
vicendevolmente vi siate sfidati per averla. Proprio voi due, gli
scapoli per
eccellenza ».
Re Cold non aveva tutti i torti. Fino
a quel momento i suoi
figli gli erano sempre sembrati allergici ai legami, Freezer in
particolare, al
quale sembrava venire l’orticaria ogni volta che gli si
presentava una
candidata a sposa. Re Cold era arrivato al punto di temere che il
figlio minore
nascondesse un’omosessualità latente, viste le sue
reazioni, ma essendo il suo
prediletto e dandogli grandi soddisfazioni in moltissimi altri campi
non aveva
mai esternato tale pensiero… e ora era arrivata questa
shadowjin, ed entrambi
sembravano non vedere l’ora di sposarsi.
« è che ho un
conto in sospeso con quella piccola shadowjin
insolente » disse seccamente Freezer « per questo
intendo averla. Ci uniremo in
matrimonio, ti darò il nipote che vuoi, e poi la
ucciderò nel peggiore dei
modi…che hai da ridere?! » sbottò,
sentendo suo fratello fare una breve risata.
« a dire il vero, padre,
Freezer è completamente perso per
Zoisite. Lei però non ne vuole sapere, possedendo un minimo
di buonsenso »
disse Cooler con un sorrisetto.
« non
è vero!!! »
ribatté con forza l’icejin bianco - più
che bianco al momento era rosa
Schiaparelli - fulminando con lo sguardo il fratello « non
dire putt-»
«
Freezer! Linguaggio! »
« Cooler
mi prende in
giro! Dice cose che non stanno né in cielo
né in terra! » ribatté in tono
lagnoso. A volte Freezer era proprio un bambino. Colpa di suo padre
che, pur
pretendendo moltissimo da lui, l’aveva anche straviziato.
« se è una cosa
che “non sta né in cielo né in
terra”, per
quale motivo sei arrossito? » continuò Cooler,
impietoso.
Il rosa Schiaparelli divenne rosso
cardinale.
« Cooler! Smettila anche
tu! » gli intimò re Cold, pur
dandogli intimamente ragione dopo aver visto di che colore era
diventato il
volto del suo secondogenito « ve la farò breve:
sono curioso di conoscere la
ragazza per cui i miei due figli notoriamente allergici ai legami si
stanno
battendo ».
I due icejin lo guardarono sorpresi.
Strano che se ne fosse
interessato ma, d’altra parte, se anche con Freezer il
destino di Zoisite fosse
stato quello che diceva lui, con Cooler non sarebbe stato lo stesso:
avrebbe
dovuto vederla a ogni riunione di famiglia, e a quel punto era meglio
valutare
quella ragazza personalmente, aveva pensato re Cold.
« tanto vincerò
io. Non la vedrai praticamente mai » disse
Freezer.
« sbagli, io e lei abbiamo
un’ottima intesa, quindi nostro
padre dovrà vederla diverse volte »
ribatté Cooler « forse non lo sai, ma non
si convince una ragazza a sposarti minacciandola di morte ».
« eppure io le piaccio
più di te! »
« e chi diamine te lo
dice?! »
Re Cold alzò gli occhi al
cielo. « dov’è la ragazza? »
« in una stanza vicino
all’infermeria, l’ala non distrutta, e
te lo dico io! »
Freezer continuava a litigare con suo
fratello senza
considerare molto suo padre, e Cooler faceva lo stesso, quindi non si
accorsero
nemmeno di quando re Cold se ne andò via, diretto nelle
stanze vicino all’
infermeria.
A una prima valutazione sembrava che
Freezer fosse il più
coinvolto dei due, forse davvero perché voleva vendetta -non
l’avrebbe stupito
sapendolo di una crudeltà meravigliosamente ineguagliabile-
ma poteva anche
avere ragione Cooler nel dire che c’era sotto
dell’altro.
Anche quest’ultimo gli era
parso interessato, e forse aveva
davvero una buona intesa con quella shadowjin, ma re Cold era
convintissimo che
Cooler lo facesse più che altro per rubarla a suo fratello,
cosa in cui magari
avrebbe anche potuto riuscire. Doveva riconoscerlo: se era la ragazza
che
doveva scegliere uno dei due, minacciarla di morte non era la strategia
migliore.
Era lì che si sentiva la
mancanza della madre nella crescita
di Freezer. Se regina Ice non fosse stata in coma, forse avrebbe saputo
trattare meglio le donne. Lo dimostrava la differenza di atteggiamento
tra lui
e Cooler, che aveva tratto beneficio dalla presenza materna.
La sua regina Ice…gli
mancava molto. Era triste andare a
dormire senza lei vicino. Capitava che di notte si svegliasse, e gli
sembrasse
di sentire il posto vicino al suo più caldo, di pensare
irrazionalmente che lei
fosse stata lì a dormire al suo fianco fino a poco prima.
Poi si rendeva conto
che il calore era limitato solo al punto dove le sue braccia si erano
inconsciamente distese ad abbracciare il nulla.
Arrivò in infermeria,
chiedendo a uno dei dottori - che si
era prostrato a terra appena l’aveva visto - di indicargli la
stanza della shadowjin.
« la terza a sinistra,
lungo quel corridoio, ma faccia
attenzione maestà: quell’ombra è
pericolosa. Ha fatto esplodere l’altra ala, e
vede da lei in che condizioni è la Squadra Ginew »
disse rapidamente il medico,
indicandogli le vasche di rianimazione.
Re Cold le guardò senza
particolare interesse. « ti sembra
che io debba temere qualcosa da quella ragazza? »
« no maestà
naturalmente no, ma io volevo solo…mi perdoni ».
L’icejin se ne
andò dopo avergli rivolto uno sguardo freddo
e altezzoso, ed arrivò fino alla stanza che gli era stata
indicata. Appena
prima di entrare sentì un tonfo, seguito da un sibilo che
probabilmente era
un’imprecazione in una lingua che lui non conosceva.
Quando entrò
trovò la shadowjin ai piedi del letto, che
tentava di mettersi in piedi senza riuscirci. Cooler gli aveva detto
qualcosa
sull’essersi infettata con delle malattie letali poco tempo
prima, quindi
immaginò che avesse tentato di alzarsi ma, essendo troppo
debole, non doveva
avercela fatta.
Sentendo la porta aprirsi Zoisite si
voltò di scatto, e
impietrì. Non era Freezer, non era Cooler, ma somigliava al
secondogenito ed
era più vecchio. Quindi poteva essere solo re Cold, che
essendo a capo del clan
che aveva vinto la guerra teoricamente era il “re”
dell’intera razza degli
icejin.
« forse non lo sai, ma
esistono delle cose denominate
“armature” che servono a essere messe addosso
» disse freddamente l’icejin.
Zoisite tra la caduta e le mille cose
per la testa non era
proprio in vena di sopportare le battutine di chiunque, nemmeno del
capo della World
Trade Organization, per cui, mandando al diavolo i rischi come al
solito, gli
rivolse la stessa occhiata che di solito rivolgeva a Freezer.
« forse non lo
sa, ma quel genio di Freezer l’ha messa vattelapesca dove, la
mia armatura »
replicò, a tono « e questa bella collana mi
impedisce di prenderne una di
ricambio dalle ombre » disse seccamente indicando il collare
« quindi mi
perdoni se sono impresentabile, e quando vede Freezer gli dia un calcio
nel
sedere da parte mia ».
Re Cold allibì. Nessuno
gli si rivolgeva con quel tono da
tanto tempo; la ragazza aveva un bel caratterino, del tipo che fa
imbestialire le
persone a cui di solito tutti quanti si rivolgono con un misto di
timore e
deferenza.
Fino a quel momento l’unica
ad avere avuto il fegato di
parlargli in quel modo era stata regina Ice, che aveva sempre avuto un
carattere forte e non le era mai importato se lui era o meno
più potente di
lei. Regina Ice era una di quelle donne che non si piegavano davanti a
niente,
e il loro matrimonio stesso lo dimostrava, visto che il clan Cold ed il
clan
Ice erano state le due famiglie avversarie nella prima grande guerra
degli
icejin, che non aveva distrutto il pianeta ma poco c’era
mancato. Poi c’era
stata la seconda guerra e, a quel punto, al pianeta avevano detto addio.
Nell’espressione di
Zoisite, nell’occhio che non era coperto
da quel terrificante
- a suo parere -ciuffo
di capelli rosso vibrante, rivide sua moglie. Qualcosa gli diceva che
quelle
due avevano la stessa testarda ostinazione, la stessa indipendenza e
pure la
stessa linguaccia tagliente. Se era così, e Cooler aveva
ragione, Freezer
avrebbe tribolato parecchio con quella ragazza: non gliene avrebbe mai
fatta
passare una, sarebbe stata guerra tutti i giorni, ci sarebbe stato
sempre da
discutere ogni cosa… ma in compenso, se fosse riuscito a
farla innamorare
davvero, non l’avrebbe mai abbandonato, e nei momenti
cruciali l’avrebbe sempre
supportato. Magari un giorno sarebbe anche riuscita a fuggire, ma
sarebbe
tornata…
Regina Ice era stata presa
prigioniera da lui, quando erano
giovani. Inizialmente si erano odiati, poi avevano iniziato a capire
che invece
c’era tutt’altro che odio, tra di loro. Lei questo
non l’aveva accettato, e
quando era riuscita a fuggire si era offerta in sposa a Lord Pole del
clan
Artica, col benestare della propria famiglia, per poi mandare
all’aria il
matrimonio e tornare da lui. Era stato inevitabile.
Re Cold non rispose alla provocazione
di Zoisite,
limitandosi a guardarla ancora bene. Nemmeno sulla sua genìa
c’erano dubbi. «
hai la bellezza di tua madre, e l’impressione che dai
è la stessa che dava tuo
padre ».
Quell’affermazione di re
Cold prese in contropiede la
shadowjin. Li conosceva, dunque? Tutti e due?
« Morgan Shadowhidden e
Axenite si erano schierati con il
mio clan. Erano stati intelligenti, ma non abbastanza da dirmi dove lui
aveva
nascosto il tesoro degli icejin, né abbastanza da lasciarmi
la loro figlia ».
« li hai ammazzati
».
Sottinteso: “stronzo figlio
di puttana”. A re Cold non sfuggì
neanche il passaggio dal “lei” al
“tu”. Meglio tranquillizzarla. « no. Sono
morti
in missione come gli altri ma, se mi avessero detto quel che volevo
sapere, la
tua vita sarebbe stata diversa ».
« la mia vita andava bene
com’era, fino a qualche tempo fa »
disse seccamente la ragazza tirandosi su e mettendosi seduta sul letto
dopo
diversi sforzi.
« avresti vissuto nel
lusso, saresti cresciuta con il mio
clan, e saresti già stata sposa di uno dei miei due figli
».
« appunto, la mia vita
è andata bene com’è andata ».
« sarebbe stato un grande
onore » disse freddamente
l’icejin.
« dipende da quale dei due
avrei dovuto sposare, quello
normale o quello psicotico? » ribatté Zoisite
« non so come la pensa lei »
ecco, erano tornati al lei « ma l’idea di sposare
un tizio che mi minaccia di
morte non mi attira per niente ».
« mia cara, tu gli hai
versato addosso della pece ».
« ad avere saputo come
sarebbe andata a finire, altro che
pece! L’acido muriatico, gli avrei
tirato! »
Re Cold pensò che non si
era sbagliato. La linguaccia era
quella di regina Ice, tale e quale, e il modo in cui si comportava
Zoisite a
riguardo di Freezer era lo stesso in cui sua moglie si era comportata
con lui. “Mi
sa che Freezer vincerà!” si disse. « che
i miei figli si sfidino per una donna
è un evento più unico che raro. Cooler dichiara
di avere una bella intesa con
te, Freezer di piacerti di più…»
« Cooler è a
posto, o almeno lo sembra. Quell’altro gliel’ho
detto cosa penso. Ma tanto sanno entrambi che un matrimonio adesso non
sarebbe
esattamente nei miei programmi ».
Non le piacque il sorrisetto di re
Cold.
« se anche riuscissi a
fuggire, se le cose continuano così,
finiresti per tornare. Lascialo dire a chi ha esperienza di ragazze
come te ».
Quelle parole la colpirono
più del dovuto. « e lei che ne
sa?! »
« ho qualche anno in
più di te ».
« ah, ecco
perché sento odore di carne in putrefazione ».
A re Cold non piacque quella battuta,
ma Zoisite poteva
chiacchierare pure, tanto era impotente. Quella era la sua unica
difesa. « non
solo prevedo che ti sposerai, ma anche con chi ».
« Freezer? Tsk, aspetti e
speri ».
Il sorrisetto si allargò,
ed assunse una sfumatura
sarcastica. « ti faccio notare che io non ho fatto nomi. A
parlare di Freezer
sei stata tu ».
Zoisite si zittì per un
po’, per poi lanciargli un’occhiata
che voleva essere gelida e diffidente. « che vuole da me?
»
« valutarti ».
« ringraziando il cielo non
essendo andata a scuola non ho
mai dovuto sostenere esami, e non intendo cominciare a farlo ora
».
« non essere andata a
scuola è stato un danno per la tua
istruzione » commentò re Cold.
« so leggere, scrivere,
contare, e tra tutti i viaggi che ho
fatto, i posti che ho visto e le persone che ho conosciuto, ho imparato
più che
in qualunque scuola » ribatté, un
po’piccata « le vede queste? » si
voltò per
fargli vedere le stelline rosse « una per ogni pianeta in cui
ho vissuto
un’esperienza significativa, e non sono nemmeno un quarto di
quelli in cui sono
stata. Veda lei ».
Re Cold non fece commenti a riguardo,
se non pensare che un tatuaggio
non era molto appropriato per la futura moglie di uno dei suoi figli.
« del
tesoro degli Shadow cosa sai? »
« ho saputo che esiste
pochi giorni fa. Non so altro. Non so
che faccia aveva mio padre, e dovrei sapere dove sta il tesoro?
» la shadowjin
si voltò di nuovo a guardarlo in faccia. Re Cold era
impassibile, o così le
sembrava.
« tuo
padre…» iniziò lentamente
l’icejin « era lo Shadow più
Shadow che avessi mai visto. Le uniche note di colore erano gli occhi e
l’anello nuziale. Nera la pelle, neri i capelli, neri barba e
baffi, nere le
biogemme, e anche il carattere era cupo ed oscuro. Non parlava molto.
Era
risoluto. Ostinato. Testardo. Deciso ».
Zoisite non parlò.
Finalmente stava conoscendo di più suo
padre.
« tua madre era il
contrario. Seguiva Morgan in ogni cosa,
si lasciava trascinare da lui senza mai obiettare ed era fin troppo
loquace.
Come ti dicevo, la bellezza l’hai presa da lei. In
verità sei anche più bella
di Axenite…e non sei ancora completa giusto? Il tuo processo
di crescita non è
ancora finito, anche se dovrebbe mancare poco. Sbaglio? ».
Zoisite scosse la testa. «
che…che aspetto aveva mia madre?
» disse piano.
« alta, magra. Biogemme e
capelli verde brillante. La coda
era anche troppo corta, a dire il vero, ad averla molto lunga era
Morgan ».
« pensa che dandomi
informazioni sui miei genitori io
diventerò più bendisposta nei confronti del suo
figlio prediletto? » disse
all’improvviso Zoisite « la ringrazio ma mi
dispiace, non attacca ».
« mi avrebbe stupito il
contrario. Comunque lascia che ti
dica una cosa: dovresti imparare ad essere più umile
».
« chi di noi due ha manie
di grandezza, un primogenito con
altrettante manie di grandezza, ed un secondogenito che oltre ad avere
le manie
di grandezza è un nano pazzo scatenato con un ego grosso
come questo palazzo?
Lei o io? » gli lanciò un’occhiataccia
« potrà non piacerle, ma lei
che dice a me di essere
più umile è come l’ippopotamo che
dà del ciccione
all’elefante, con rispetto parlando».
Re Cold pensò di avere
visto abbastanza. Era tempo di
tornare ai suoi affari. « se ti sei rivolta a Freezer come
l’hai fatto con me,
posso capire perché dichiara di volersi vendicare. Che poi
invece secondo me le
cose andranno diversamente è un altro discorso »
arrivò fino alla porta «
lascia che te lo dica, somigli a mia moglie. Anche lei diceva di
odiarmi,
quando l’ho catturata ».
Altra frase che strinse lo stomaco
della shadowjin in una
morsa gelida. No. Non sarebbe andata a finire in quel modo. Non ci
stava a
darla vinta a Freezer. « si sbaglia, e di grosso! »
L’icejin se ne
andò, senza darle risposta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** L'ombra del toga party ***
= L’ombra del
toga party =
Non passò molto tempo
dall’allucinante visita di re Cold che
Zoisite, con un sospiro di sollievo, vide finalmente Cooler entrare in
camera.
« ehi…come st-no,
Zoisite, non alzarti » la fermò immediatamente
l’icejin vedendola ostinatamente
provare a scendere dal letto « non ce la fai. Aspetta,
arrivo…» si mise
rapidamente sul letto, sdraiandosi accanto a lei « eccomi. Mi
spiace di non
essere venuto qui prima, ma era arrivato mio padre, poi mi sono messo a
discutere con quello scimunito di mio fratello e… ti ho
portato una cosa » tirò
fuori un pacchetto « penso che sarai contenta, in fin dei
conti non so se
gradiresti trovarti senza vestiti in presenza di mio padre. Ha detto di
volerti
conoscere, ma l’ho perso di vista, e non so dove sia
andato…»
Zoisite sospirò mentre
cominciava a scartare il pacchetto. «
sei arrivato tardi, ho già avuto il piacere di incontrarlo
» disse la ragazza
con voce atona, segno che il piacere di cui parlava era alquanto dubbio.
« ah.
Com’è
andata? »
Zoisite fece spallucce. «
non so dirtelo. Quell’icejin è
completamente impassibile, e… iiiiih!!!…
no… non ci credo, un’armatura di Valentino! Cooler
non dovevi, è troppo,
davvero…»
« ah, ma figurati. Certo
che Valentino è assai conosciuto »
commentò Cooler.
« oh sì, sulla
Terra pensano perfino che sia umano! » rise
Zoisite « non pensano minimamente che sia un mutaforma di
Trevlian, come
Michael Jackson ».
« ti piace Michael?
“ they told him don’t
ever come around
here, don’t wanna see your face, you better disappear!”
»
« “the
fire’s in their eyes and words are
really clear so beat it!” »
« “just
beat it!”
» dissero in coro.
« io l’ho detto,
io e te siamo fatti l’uno per l’altra »
commentò Cooler « poco conta se con Freezer fai
cose sconce ».
Zoisite guardò altrove.
« e figuriamoci se non te l’aveva
detto ».
Cooler le mise un braccio intorno
alle spalle. « ha detto
che ti è piaciuto ».
La shadowjin rimirava
l’armatura. Un modello monospalla,
tutta tempestata di pietre preziose sulle tonalità del rosa,
rosso, viola.
Fantastica. « non posso negarlo »
mormorò « ma non voglio dargliela vinta. Io e
Freezer siamo in conflitto di interessi, sai
com’è, ci tengo a campare ancora
parecchio» disse « se scegliessi lui non arriverei
nemmeno a vedermi completa,
e poi sono sua prigioniera. Io questo non me lo posso dimenticare
».
« oltretutto ha abusato di
te ».
« no, ha confessato di non
averlo fatto. Se non altro questo
se l’è risparmiato, anche se per quanto ne so
potrebbe mentire… ma no, non
avrebbe senso… se ci godesse a tormentarmi, a quel punto
avrebbe dovuto
sbattermi in faccia di avermi spupazzata come una bambola gonfiabile
».
Cooler iniziava ad inquietarsi. Il
disprezzo di Zoisite
verso Freezer cominciava forse a vacillare? Non era quel che era
successo a
preoccuparlo: per quel che lo riguardava, Zoisite avrebbe potuto pure
andare a
letto con suo fratello, non era propriamente geloso, andava bene
finché poi
tornava da lui; quel che gli interessava era soffiarla a Freezer alla
fine del
gioco.
Anzi! A pensarci bene, se fossero
andati a letto insieme e
poi lei avesse scelto lui, Cooler, lo smacco sarebbe stato ancora
più grande
per quello stupidissimo nano bianco. Si sarebbe sentito come minimo usato. Magari qualche pianeta ne avrebbe
fatto le spese, ma chi se ne importava? Ne valeva la pena,
purché suo fratello
soffrisse le pene dell’inferno. Sarebbe anche stato disposto
a lasciare che
Zoisite fuggisse, se fosse servito a non farle scegliere e sposare
Freezer.
Di ucciderla non se ne parlava, le
era veramente
affezionato, e a mali estremi, nel caso fosse stato davvero costretto a
farla
fuggire, c’era sempre la possibilità che una volta
messa la testa a posto e
passata la voglia di avventura tornasse da lui, che l’aveva
liberata.
Se fosse successo qualcosa di simile
probabilmente l’ira di
re Cold nello scoprire la sua fuga sarebbe stata tremenda, pensava
Cooler, ma valeva
la pena di correre anche questo rischio. « parliamone
chiaramente, Zy…posso
chiamarti Zy? Ti senti o no attratta da quello scemo pagliaccio? Parla
sinceramente, quale che sia la risposta non me ne avrò a
male, è solo per
studiare le nostre prossime mosse » le disse tranquillamente.
Zoisite lo guardò. Non
sembrava arrabbiato, sembrava essere
veramente solo interessato a sapere quel che sentiva. Nel suo intimo la
shadowjin sapeva che se avesse scelto Cooler probabilmente sarebbero
stati
benissimo, ma non si sarebbero mai veramente amati. Sarebbero stati due
amici
che andavano a letto insieme, solo tra loro, e con degli anelli nuziali
al
dito, e lei sarebbe stata anche ciò con cui Cooler avrebbe
dato una bella
batosta a Freezer, cosa che forse il tiranno meritava in pieno.
“
un’amica…e uno strumento…”
Ma l’importante era vivere
e stare bene. Giusto?
“ già”.
« ammetto che
effettivamente c’è qualcosa
» disse lentamente « forse sono davvero attratta da
lui, altrimenti
non si spiegherebbe, ma non significa che io voglia farmi ammazzare per
questo.
Voglio togliermelo dalla testa al più presto ».
« e tanto che ci sei,
divertirti a farlo impazzire. Come
avevamo detto » aggiunse Cooler.
« quindi di cosa da fare mi
sa che ce n’è una sola. Ricordi
quando avevamo detto di fingere di? … »
« certo ».
« credo che dovremmo farlo
davvero » disse piano la ragazza.
Sì, non c’era alternativa. Cedere al secondogenito
del clan Cold sarebbe stata
la sua rovina, ne era convintissima, checché ne dicesse il
padre.
« a me di certo non
dispiace » sorrise Cooler « ma non so saresti
in grado di sostenere un tale affaticamento. Ascoltami, ho pensato a
una cosa:
ti porterò in camera mia di nuovo, ma stavolta niente
sforzi, e niente lotte,
neppure per gioco. Dovrebbe bastare a evitarti un’altra
ricaduta…non hai idea
di quanto mi hai fatto preoccupare l’ultima volta »
disse, ed era anche sincero
« se fossi morta per quella lotta di
piume…»
« non è colpa
tua. Sono state tutte idee mie ».
Cooler la strinse a sé e
le baciò la fronte. « tornando a
noi, cosa ti ha detto mio padre? »
« mi ha parlato dei miei
genitori. A quanto pare si erano
schierati con voi » disse la shadowjin « adesso se
non altro posso figurarmeli.
Poi ha detto che caratterialmente somiglio a…a tua madre
».
Cooler divenne serio in viso.
« sul serio?... mmmh… sì, in
effetti era molto tosta anche lei. Anche per mio padre non era facile
tenerla a
bada ».
« e ha fatto un sacco di
propaganda pro-Freezer, dicendomi
che mi comporto con tuo fratello come sua moglie si era comportata con
lui da
giovani ».
« c’era da
aspettarselo, Freezer è il suo preferito »
borbottò « mi sarebbe sembrato strano il
contrario! In ogni caso devo ammettere
che è vero, la relazione tra mio padre e mia madre agli
inizi non è stata
facile, e la situazione…era più o meno analoga
alla tua con mio fratello »
borbottò, per poi interrompersi «ma non implica
che tu debba fare le stesse
scelte, anche perché Freezer è fuori di testa,
mentre mio padre è sano di mente
».
« precisamente quel che ho
pensato io, infatti gli ho detto
che si sbaglia di grosso. Quindi la prossima mossa è di
andare in camera tua,
quando? »
« anche adesso. Se desideri
posso voltarmi, mentre indossi
l’armatura…»
Zoisite sbuffò.
« o senti, tuo fratello mi ha vista, tuo
padre mi ha vista, ormai che mi frega? E poi, se tanto tra poco si
scoperà, tanto
vale che tu mi veda ».
Il discorso aveva una sua logica,
tutto sommato.
« è…ragionevole
» mormorò l’icejin guardandola
mettersi l’armatura. Le stava alla perfezione.
D’altra parte non si aspettava
nulla di diverso, perché Zoisite aveva delle belle curve nei
posti giusti, e
non era nemmeno completa! Quando lo fosse diventata sarebbe stata uno
spettacolo della natura. Motivo in più per non lasciare che
scegliesse Freezer.
La shadowjin fece una risata quando
Cooler la prese in
braccio. « teoricamente questo si dovrebbe fare prima di
entrare in una stanza,
non prima di uscirne! » esclamò.
« che dire, saremo dei
bastian contrario » fu la risposta
dell’icejin, mentre uscivano dalla stanza « oh! Che
pessimo incontro. Pensavo
fossi ancora a leccarti le ferite ».
Zoisite aveva il viso rivolto contro
il petto di Cooler, ma
immaginava chi fosse l’interlocutore del suo amico.
« dove diamine pensate di
andare?! »
« pensavamo di andare a
fanculo, ma puoi sempre precederci »
replicò la shadowjin, prima che lo facesse Cooler, che
sogghignò.
« un’altra perla,
Zy ».
“ Zy! Sono passati ai nomignoli
adesso?!” pensò
Freezer orripilato. « non puoi portarla via di qui,
altrimenti rischierà di
nuovo una ricaduta, razza
di idiota! Rimettila dov’era!
» disse Freezer, col
suo migliore tono intimidatorio.
« non farà
alcuno sforzo » ribatté Cooler «
volevamo andare
a letto insieme ma, viste le sue condizioni, abbiamo deciso di
aspettare. Non
hai di che preoccuparti, riguardo alla sua vita. Se invece è
per l’esito della
nostra sfida che sei inquieto, fai bene ».
« a…letto? »
Di tutta la frase di Cooler, Freezer
aveva capito solo dal
parte del voler andare a letto insieme, ed era un’altra
conferma di avere ragione
per l’icejin viola, che se la stava proprio godendo nel
vedere suo fratello in
quel modo. « proprio. Problemi? »
Il tiranno a quel punto si rivolse
direttamente alla
ragazza.« Zoisite, lo conosci da pochi giorni! Non posso
credere che tu voglia davvero-»
« ah! Conosco da pochi
giorni lui, dici? Tu e io ci siamo
incontrati solo tre giorni prima che
lui arrivasse ».
« ma sei qui da un mese e
mezzo ormai, non è la stessa cosa!
Avrebbe più senso se-»
« …se venissi a
letto con te? Ma anche no ».
Freezer la lanciò
un’occhiataccia. « fino a poco fa era un
“ma anche sì” »
ribatté.
Cooler non aveva più detto
una parola, lasciando che la
shadowjin se la sbrigasse da sola.
« non significava niente!
Quel che è successo non
significava niente, e adesso togliti di mezzo e lasciaci andare in
camera » gli
intimò Zoisite.
Lo sguardo di Freezer si
fissò sulla sua armatura, e divenne
più freddo del solito. « ah. Adesso capisco
».
« tu capisci qualcosa? Da
quando in qua? » riecco Cooler che
si faceva sentire, ma venne palesemente ignorato.
« cos’avresti
capito? » sibilò Zoisite.
« che non
c’è molta differenza tra te e le puttane con cui
si divertono i miei soldati, se non che quelle costano meno, mentre con
te
serve un regalo di lusso ».
Che Cooler dicesse “scusa
un attimo”, mettesse giù la
shadowjin e tirasse un gran pugno in faccia a Freezer fu un
tutt’uno.
Il tiranno, con del sangue violaceo a
colargli dal naso
presumibilmente rotto, si scagliò a sua volta contro il
fratello. « COME HAI
OSATO?!! »
La parete che dava verso
l’esterno venne sfondata, e i due
fratelli finirono a combattere fuori dal palazzo. Meglio
così, altrimenti
Freezer avrebbe dovuto farlo ristrutturare da capo a piedi, visti i
danni che
stavano facendo.
Zoisite cominciava già ad
averne abbastanza di stare seduta
sul pavimento. « tu!
» disse a uno
dei soldati che erano venuti a vedere « sono la futura moglie
di uno di quei
due -presumo del più sano di mente- quindi aiutami a tenermi
in piedi e fammi
avvicinare a loro! Immediatamente!
».
L’ordine della shadowjin
era stato tanto perentorio che il
soldato obbedì e, tremando dalla paura di finire ucciso per
errore, aiutò
Zoisite ad avvicinarsi.
Appena se ne avvide, Cooler
scagliò lontano il fratello con
un raggio energetico, e Freezer, pur rialzandosi subito, dopo aver
visto che
Zoisite si era avvicinata decise di stare fermo, non volendo finire a
farla
fuori per sbaglio.
« Zy, mettiti al
ripa-» avviò a dire Cooler, ma lei lo
interruppe con un cenno deciso.
« no, prima devo scambiare
due parole col tuo caro fratello!
Senti un po’ » disse, rivolta a Freezer «
non me ne frega niente se mi
consideri una tua proprietà perché mi hai ficcato
la lingua in gola e messo su
due dita » discrezione, questa sconosciuta! « io
sono libera di fare quel che
mi pare, di scegliere di chi essere amica e a chi sputare in un occhio,
con chi
andare a letto e chi no! Se permetti, do retta più
volentieri a qualcuno che mi
sta vicino e, perché no, mi fa dei bei regali, piuttosto che
a un tirannico
scemo pagliaccio, stupido, ridicolo, inutile, insopportabile, superbo
nano imbecille »
sentì il soldato sussultare
e tremare ancora di più dalla paura, ma lo ignorò
« che da quando mi ha
conosciuta mi ha imprigionata, e promesso solo torture e morte! Non
è colpa mia
se hai dei problemi, non è colpa mia se “il grande
Freezer” in realtà è solo un
complessato a cui manca la mamma, fatti vedere da uno bravo e finiscila
una
volta per tutte di rompere il cazzo al prossimo! »
Zoisite si pentì
dell’ultima parte di quel che gli aveva
detto appena l’ultima parola le era uscita di bocca.
Ossia, troppo tardi.
“accidenti”
pensò Cooler, mettendosi una mano davanti alla
bocca e guardando Freezer “ la piccola ci è andata
pesante, Freezer ha l’aria
di uno a cui hanno sparato”.
L’ultima parte, quella
riguardante la mamma, aveva colpito anche
lui a cui non era rivolta la frase, figurarsi i danni che doveva aver
fatto a
suo fratello.
Una conferma dei suoi pensieri fu il
modo in cui Freezer volò
rapidamente via senza dire una parola e senza guardare in faccia
nessuno.
« …lo ho fatto
ancora » mormorò la shadowjin « non
avrei
dovuto tirare in ballo regina Ice ».
Cooler congedò il soldato
con un cenno, prendendola di nuovo
in braccio. « non è colpa tua se la
verità fa male. Lascialo perdere, aveva
bisogno di qualcuno che gli facesse abbassare la cresta ».
Chissà perché,
quelle parole non la fecero sentire molto
meglio. Era stata una stronza, punto e stop. Non aveva riflettuto che
Freezer
poteva averle detto quelle cose perché…boh. Era
geloso? Però non doveva avere
una gran stima di lei se pensava che volesse andare a letto con Cooler
solo per
quella bella armatura di Valentino.
“ forse non lo pensava
davvero”.
Poi, al pensiero di aver messo in
piazza quel che era
successo tra loro, arrossì brutalmente. Lo aveva fatto
davanti ad un mucchio di
soldati! …non che questo avesse ancora intaccato troppo la
reputazione del
tiranno, con quel che aveva fatto fino a quel momento serviva ben altro
per far
sì che i soldati smettessero di averne paura, ma non era di
quello che le
importava al momento.
« davvero Zy »
continuò Cooler volando verso la propria
stanza « non importa. Non dovrebbe interessarti quel che
pensa e sente Freezer
».
« ma…»
« si è
infuriato, si è accorto che se fosse rimasto qui ti
avrebbe uccisa, e non volendo andare contro gli ordini di nostro padre
se n’è
andato. Tutto qui » minimizzò Cooler «
non c’era dell’altro, non aver paura di
averlo ferito. Ti vede solo come un oggetto di sua
proprietà, e non gli piace
quando gli ricordi che invece non lo sei. Probabilmente tra
mezz’ora
distruggerà un paio di pianeti per sfogarsi, e la questione
si chiuderà così ».
Zoisite non commentò,
preferendo pensare che Cooler avesse
ragione e finirla lì… ma aveva la sensazione che
anche lui minimizzando in quel
modo mentisse.
@@@
Sentiva un dolore diffuso in tutto il
corpo. Partiva dal
ventre, per poi espandersi in ogni dove, ad indebolirgli le braccia, le
gambe,
il respiro.
Non si era più sentito
così da molti anni, da quando aveva
accettato che Cooler non gli avrebbe mai voluto bene, che non avrebbe
mai
giocato con lui, che non l’avrebbe mai considerato veramente
suo fratello, da
quando aveva cominciato ad abituarsi al suo odio, al suo incolparlo di
qualcosa
di cui, in verità, non aveva colpa per niente.
Da piccolo si era sentito spesso in
quel modo, ogni volta
che intercettava il suo sguardo pieno di disprezzo. Aveva giurato a se
stesso
che non avrebbe mai più lasciato che qualcuno lo riducesse
in quel modo, no,
mai più.
Aveva iniziato così, si
era messo in competizione con suo
fratello, da prima che lo idolatrava cercando in ogni modo di farsi
accettare
da lui; Aveva fatto di tutto per di mettere in ombra Cooler e
guadagnarsi
l’affetto di suo padre, che Freezer voleva fosse rivolto solo
ed esclusivamente
a se stesso. Aveva iniziato a prendersi grandi
responsabilità appena aveva
potuto, aveva iniziato a governare col pugno di ferro, a espandere la
metà
dell’impero che re Cold gli aveva affidato, e aveva ottenuto
quel che voleva:
era diventato il suo prediletto, e lo temevano, tremavano a sentire il
suo
nome. Se tutti avevano rispetto e timore del clan Cold, adesso in buona
parte
la cosa era dovuta a lui.
Non era qualcosa di cui Freezer
avvertisse realmente il
peso, era di indole naturalmente crudele, e il suo lavoro gli piaceva.
Era un
conquistatore nato, ed era incredibilmente potente. Onnipotente.
“L’onnipotente
Freezer”… aveva ricevuto ogni sorta di elogio
da re Cold per questo. Era stato meraviglioso sentirsi dire che
così rendeva
fiero lui, e che avrebbe reso fiera anche sua madre, quando si fosse
svegliata
dal coma e avesse saputo tutto quel che aveva fatto e stava facendo per
il
clan.
Già, re Cold continuava a
sperare. Lo si poteva biasimare?
Adesso invece era arrivata quella
shadowjin, e l’Universo
sembrava andare al contrario… o almeno, il suo andava al
contrario di sicuro.
Aveva affrontato una moltitudine di
nemici, aveva sterminato
senza pietà una quantità infinita di esseri
inferiori che l’avevano apostrofato
con termini irripetibili, a cui lui aveva risposto con una risata
sarcastica ed
un raggio letale, mentre Zoisite l’aveva ridotto in quel modo
con un paio di
frasi. Stava diventando un rammollito, un debole come tanti ne aveva
uccisi?
Perché gli aveva fatto quell’effetto?
“
e quel che è peggio
è che lei lo sa, e ha pure
l’ipocrisia di provare qualcosa di simile
alla compassione verso di me, per qualcosa che LEI
mi ha fatto”.
L’aveva vista,
l’espressione della piccola shadowjin una
volta che aveva finito di parlare, e probabilmente la stessa con cui
l’altra
volta gli aveva detto che “le dispiaceva”.
“ dispiacerle! È
un cobra, oltre che una zoccola” pensò con
rabbia “ non è vero che le dispiace. A lei non
importa niente, si è schierata
col mio caro fratello e tanti saluti, e se le è piaciuto
quel che abbiamo fatto
è solo e soltanto perché, ribadisco, è
una zoccola. Un’arrapata zoccola
vergine!” pensò, senza curarsi del controsenso di
quella definizione “ io le ho
salvato la vita due volte! Io mi sono svegliato in piena notte e sono
andato da
lei quando ne aveva bisogno… anche se non so
perché l’ho fatto, né come sapevo
che lei aveva effettivamente bisogno di vedere qualcuno…ed
è con me che sente tutto
quel desiderio! Sono sicuro che con Cooler non c’è
nulla di tutto questo!”
Fece un lungo sospiro. Fuori
l’aria. Dentro l’aria. Assunse
un ritmo di respirazione regolare.
“…ma
più che altro mi chiedo perché lo sento
anch’io, il
desiderio. Ho frequentato varie ragazze senza sentire nulla del genere,
senza
‘sentire’ e basta. Perché con lei invece
c’è questa…cosa?
Perché l’ho risparmiata più volte?
Perché non le ho tagliato
quella linguaccia maledetta quando potevo farlo, perché non
ne ho abusato davvero
mentre era svenuta?!”
Ai tempi aveva pensato che fosse
perché voleva sentirla
urlare, e supplicarlo di smettere.
“ non c’entra
niente. Vorrei che c’entrasse, ma non c’entra
niente”.
Adesso si sentiva combattuto. Che
doveva fare? Forse era
davvero meglio lasciarla a Cooler, se si fosse allontanata
non…
“eh no! Non se ne parla!
Lasciarla a Cooler vorrebbe dire
arrendersi, e io non sono uno che si arrende. Devo ricordarmi chi sono,
devo
ricordarmi -e ricordare a tutti quanti- perché nessuno
può pronunciare il mio
nome senza tremare di paura, e vale anche per Zoisite. Farmi ridurre in
questo
stato da una donna non è una cosa plausibile. Meglio che
trovi il modo di
ricordarle con chi ha a che fare…”
pensò. Si era tolto l’anello che le aveva
rubato, e ci giocherellava. Guardarlo gli evitava di finire accecato
dalla luce
della lampada che, riflettendo sul gioiello, inondava la stanza di
bagliori
rossi.
“cosa sono quei
segni?”
Osservandolo controluce aveva notato
che l’anello aveva
anche delle altre scritte oltre a “ Morgan-Axenite”
e la data, ma non
sembravano avere alcun senso. Si presentavano così:
Morgan-Axenite 17
. 12 . 88
IVabc
- Iabc
.
+ . +
.
“cosa dovrebbe
significare?”
Freezer non aveva molta testa per
enigmi e rebus, sempre che
di uno di essi si trattasse. Potevano anche essere solo stupidi
simboli… ma
qualcosa gli diceva che invece non era così. Che
quell’enigma portasse al
tesoro degli Shadow? Gli sembrò strano che Zoisite non si
fosse mai accorta di
quei segni, ma forse non aveva mai guardato controluce
quell’anello.
O forse in realtà sapeva
eccome dov’era il tesoro, ma aveva
finto il contrario. Bah. Meglio berci su un bicchiere di vino della sua
riserva.
Si diresse verso quello che era -teoricamente- il nascondiglio segreto
dove teneva le bottiglie più
pregiate, con la sensazione che ne avrebbe finite un paio. Naturalmente
non
avrebbe bevuto dal collo della bottiglia, non era fine, ma si sarebbe
fatto
salire la sbronza piano piano, bicchiere dopo bicchiere, e magari
così facendo
non avrebbe più pensato a Zoisite e a …
« Cooler!
» sbottò
in un accesso di rabbia vedendo che nel suo nascondiglio, in cui
avrebbero dovuto
esserci sette bottiglie esatte, non ce n’era più
mezza.
Oltre al danno -anzi, i danni- pure
la beffa!
@@@
« fooorse non dovrei bere
così tanto » disse Zoisite con un
sorriso sghembo, quando lei e Cooler ebbero finito quattro delle sette
bottiglie
di vino.
« no-o. Questa è
tutta salute e poi fa bene all’umore, piccola,
e il tuo era precipitato giù
giù giù giù
giù » farfugliò Cooler
« ma in realtà è questa
l’unica utilità di mio
fratello, ha tanto buon vinoH!
»
« lo dice il proverbio che
nella botte piccola c’è il vino
buono, e tuo fratello a pensarci bene somiglia un po’ad una
piiiicoola botte bianca
con la coda che fa così » mosse il dito indice di
qua e di là.
« no, è che la
botte ha il verme solitario! Non è la coda! »
Cooler stappò la quinta bottiglia.
« Freezer è
solitario, ma lo è perché un bastardo,
sennò è
anche cariiino» Zy aveva la tendenza ad allungare le parole
quando era ubriaca «
vedo i fuochi quando ci tocchiamo, sai! Ma è cattivo e vuole
uccidermi, tu
invece mi vuoi bene vero? » gli si avvicinò e gli
si strinse addosso,
strusciando il naso contro il suo collo « vero?
»
« ti voglio tanto tanto
bene davvero Zy, anche se io i
fuochi non li sento e non sono cotto di te come Freezer »
bofonchiò l’icejin,
stringendola a sé « tu sei cotta di lui?
»
« mmmh » Zoisite
aveva cominciato a baciarlo sul petto « sì
ma no, perché mi ha dato della puttana e mi imprigiona ed
è un nano maleficif,
malefipiss, maleficissimo
».
« Zoisite, se continui
così finiamo a fare sesso e non si
può, perché poi stai male di nuovo, uffa
» un barlume di lucidità fece sì che
Cooler la allontanasse da sé prima che succedesse
l’irreparabile.
« miiiii sa che hai
ragione, tu sei sempre ragionevole e
logico, ma io adesso voglio fare qualcosa sennò è
noioso…facciamo un toga party
e invitiamo tutti andando in giro per il palazzo con la toga! Tu mi
porti sulle
spalle ed è fatta! » disse la shadowjin avvolgendo
un lenzuolo intorno a sé
dopo essersi tolta tutto.
Cooler la imitò, mentre
finiva la quinta bottiglia dopo che
Zoisite ne ebbe bevuta metà in pochi sorsi. « Sali
su! » le disse, prendendola
sulle spalle e barcollando un po’.
Entrambi avevano in mano le ultime
due bottiglie di vino, e
quando uscirono dalla stanza, Cooler quasi finì per terra;
fu solo una fortuna
riuscire a mantenere l’equilibrio e, conciati in quel modo,
arrivarono fino
alla sala ricreativa, strapiena di soldati.
« eeeeeeeeeeehi, ragazzi
bellissimi, stasera è toga party! »
annunciò la shadowjin tracannando il vino « tutti
in toga subito, o il potente
Lord Cooler vi uccide! »
Che fossero ubriachi lo vedevano
tutti benissimo, ma nessuno
se la sentiva di discutere con Cooler.
« se lo facciamo Freezer ci
ammazza ».
« e se non lo facciamo ci
ammazza Cooler, tanto vale crepare
dopo essersi divertiti un po’ ».
Così poco dopo tutti i
soldati si ritrovarono a bere in
toga. Da notare il fatto che Zoisite fosse l’unica femmina,
in tutto quel caos.
Era una fortuna che Freezer da camera
sua non sentisse
niente…ma di certo non avrebbe gradito lo spettacolo, il
mattino dopo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** L'ombra dello shock ***
= l’ombra
dello shock =
Come detto, era una fortuna che
Freezer da camera sua non
sentisse nulla e no, non avrebbe di certo gradito lo spettacolo il
mattino dopo…
se quella notte non si fosse mosso da camera sua e non avesse visto
niente, fino a quel momento.
In seguito alla distruzione della
propria stanza causa
rabbia, sfortunatamente, aveva deciso di irrompere in camera di Cooler
e
tentare - di nuovo - di staccargli la testa dal collo. Quanto a
Zoisite… non
sapeva che fare, con Zoisite… ma tanto bene c’era
un letto, perché non usarlo?
A quella grandissima puttana sarebbe dovuto piacere, no?
Sfondò dunque la porta
della suite di suo fratello, pronto a
sparare un raggio letale contro Cooler, ma rimase attonito nel
constatare che
sopra il letto non c’era nessuno, e nemmeno da nessun altra
parte.
“ non…non se ne
saranno andati?” fu il suo primo, orribile
pensiero, per quanto lui stesso avesse pensato di lasciare che
andassero via
insieme togliendoseli così dai piedi, poco prima.
Gli fu di conforto sentire
l’anello della shadowjin attorno
al proprio dito. Finché avesse avuto quell’anello
lei non sarebbe andata via, e
poi c’era quell’enigma da svelare.
Ma allora
dov’erano
Zoisite e Cooler?!
Si avvicinò al letto con
in viso un’espressione di disgusto
al pensiero che in futuro forse lei e suo fratello si sarebbero
divertiti là
sopra, sempre che non l’avessero già fatto, che
lei fosse debole e a rischio
ricadute oppure no. Raccolse una bottiglia di vino rotolata
giù lungo la
trapunta viola scuro che era distesa sul letto.
« l’hanno finita,
quei grandissimi…» ringhiò. Poi lo
sguardo
cadde su un’altra bottiglia, sopra il letto. E
un’altra ancora in mezzo ai
cuscini. Guardò dall’altro lato del letto, a
terra: ce n’era un’altra. Per
finire, ce n’era un’ultima che campeggiava sul
comodino, in bella vista. Tutte vuote!
« ma
sono
completamente imbecilli?! » esclamò
rivolto al nulla « cos’è saltato loro in
testa?! Bere così tanto nelle condizioni in cui si trova
quella puttana idiota!
»
Al di là
dell’insulto, il tiranno detestò riconoscere che
la
propria voce risultava così maledettamente piena di
preoccupazione. Suo
fratello e Zoisite in giro, ubriachi fradici, a far che non si sapeva!
Non si
rendevano conto che lei doveva stare riguardata, a riposo? Voleva
proprio farsi
ammazzare ancora prima che lo facesse lui?...a pensarci bene quello non
l’avrebbe stupito troppo, si era infettata proprio per quel
motivo.
“devo trovare quei due,
portarla via e metterla a dormire
prima che vada a finire male. Sono io che devo ucciderla, non le
permetto di
lasciarsi ammazzare dal vino. Il mio vino, per di
più!” pensò.
Ma dove potevano essere? Per quanto
ne sapeva avrebbero
potuto trovarsi anche lontani dal palazzo, anche se lei non stava in
piedi
Cooler poteva sempre averla portata in braccio chissà dove.
A ogni modo, valeva
la pena cominciare le ricerche dal palazzo…
Nelle sue elucubrazioni si accorse
improvvisamente che sul
letto la trapunta c’era ancora, ma le lenzuola di seta
argentea erano
misteriosamente scomparse.
Ebbe l’orribile visione
della shadowjin e Cooler ubriachi,
distesi sulle coperte, sotto le stelle a…
« basta
così » si intimò, uscendo
dalla stanza di
Cooler e percorrendo il corridoio che portava giù dalla
torre, nella struttura
principale del palazzo. Percorse un bel pezzo di strada, e
trovò tutto
tranquillo. Guardò anche fuori dalle finestre, e non vide
nessuno stare uno
sopra l’altro disteso su lenzuola argentee.
Poi le sue orecchie iniziarono a
captare qualcosa di
anomalo. Qualcosa che non avrebbero mai dovuto captare. Freezer non
riuscì a
capire chi stesse urlando cosa, all’inizio. Si
avvicinò man mano alla fonte di
tutto quel baccano, che sembrava provenire dalla sala ricreativa.
«
toooo-ga! Toooo-ga!
Toooo-ga! Toooo-ga! Toooo-ga! Toooo-ga! Toooo-ga!...»
“ toga? Che
c’entrano le toghe adesso?” pensò il
tiranno,
che mai in vita sua aveva partecipato a un toga party, né
aveva mai sentito
qualcuno parlarne. Quella faccenda andava chiarita, e subito!
Accelerò, ed
arrivò davanti alla porta della sala
ricreativa. C’era un casino infernale lì dentro,
aveva quasi paura ad entrare
ma, tra le altre cose, non poteva certo permettere che i soldati
facessero tali
disastri nel suo palazzo. Per quello c’erano le bettole. Una
sala ricreativa e
una bettola erano due cose diverse.
Entrò
all’improvviso, rimanendo sconcertato da quel che
trovò: una quarantina di soldati circa, vestiti solo con
delle lenzuola, a bere
vino scadente fino a cadere a terra completamente sbronzi.
Ovviamente però non era
quello il peggio.
Proprio in quel momento Cooler stava
facendo scendere
Zoisite dalla propria schiena, mettendola su un divano libero. Freezer
pensò
che quella ragazza finiva sempre a ritrovarsi nuda o mezza nuda per un
motivo o
per un altro, visto che il lenzuolo - la “toga” -
le era sceso sul ventre
scoprendole il seno.
« maaaa io non sono debole!
Voglio! Farlo! Adesso!
»
« ma no, non
possiamo…» Cooler non finì la frase che
lei lo
baciò, guidando una delle sue mani sotto la propria toga.
Era decisamente troppo da sopportare
per Freezer, che con un
colpo fulmineo riuscì finalmente a stendere suo fratello
facendolo precipitare
nell’incoscienza, con una scarica di colpi energetici fece
strage di tutti i
soldati presenti, e infine prese in braccio la shadowjin, portandosela
via. «
spiacente di averti rovinato il divertimento » disse
gelidamente, fluttuando
lungo i corridoi in direzione della propria camera da letto.
« scemo pagliaccio
guastafeste, perché? Mi divertivo tanto e
stavo per divertirmi ancora di più…»
« credo che dovrai rivedere
i tuoi progetti » borbottò
l’icejin « oltre che una puttana sei anche stupida,
non puoi bere così tanto
adesso! »
« io pooooosso bere eccome
se voglio, faccio quel che mi
pare e te l’ho detto, poi lasciamo perdere che sono stata
cattiva…io la mia
mamma non l’ho mai vista e un abbraccio da lei lo volevo ma
non l’ho mai avuto,
ed è brutto e nemmeno tu l’hai avuto quindi
è brutto anche per te…»
« un bagno gelido dovrebbe
farti passare la sbronza »
sibilò, cercando di non ascoltarla.
« tu sei stato un bastardo
ed io sono stata infensis,
infefiss, insiss…insensibile!
»
concluse Zoisite « ed è un peccato che va
così male, perché anche se somigli a
Moira mi piaci… »
Un lento sorrisetto comparve sul
volte del tiranno. « ad
averlo saputo ti avrei fatto bere prima » commentò
« d’altra parte com’è che si
dice, “in vino veritas”».
Improvvisamente gli era del tutto
passata la depressione.
Aveva ragione lui, allora! Ci aveva visto benissimo, lui le piaceva!
Quasi
quasi la preferiva da ubriaca, impastata dall’alcol quella
lingua non era più
tanto tagliente, e non poteva nascondere la verità dietro
quelle maledette
battute sarcastiche.
« però visto che
sei bastardo non te la darò vinta maaaai! »
gli diede un debolissimo pugno in testa « perché
mi hai insultata, perché mi
imprigioni e vuoi ammazzarmi, e io non voglio rovinarmi…ih! Ho fatto la rima!...mentre Cooler no,
e io adoro Cooler, quindi
ci andrò a letto prestissimo ».
“ non se riesco a
impedirlo!” pensò Freezer. « non ti
azzardare nemmeno a pensarci ».
Arrivati nella sua stanza Freezer
riempì la vasca con
dell’acqua gelida - sperò che non le prendesse un
colpo secco quando l’avrebbe
buttata dentro - e preparò un asciugamano. Aveva messo la
shadowjin a sedere
sul letto, e lei si oppose un po’quando la prese di nuovo in
braccio.
« ora del bagnetto
» disse seccamente il tiranno, un attimo
prima di gettarla nella vasca.
Al contatto con l’acqua
gelida Zoisite emise uno strillo talmente
acuto che portò Freezer a coprirsi le orecchie. «
m-m-ma sei completamente
imbecille?! »
Lo sguardo della shadowjin ora era
meno annebbiato
dall’alcol, e rabbrividiva. Invece che completamente sbronza,
adesso era
sbronza solo a metà.
Freezer le rivolse un sorrisetto
maligno. « almeno impari »
sentenziò.
Non poté prevedere la
successiva mossa di Zoisite, e quando
lei riuscì a fargli perdere l’equilibrio con la
propria coda, facendolo cadere
nella vasca insieme a lei, non riuscì proprio a opporsi.
« almeno impari »
ripeté Zoisite, esattamente con lo
stesso tono in cui l’aveva detto lui « uff
» sbatté gli occhi « non è la
stanza
che sta ondeggiando vero? »
« no, e tu sii consapevole
del fatto che ti sto odiando ogni
minuto di più » sibilò Freezer.
Poi cambiò repentinamente
espressione, tornando a quella
tronfia che Zy ben conosceva.
« che hai da sorridere?
» bofonchiò la shadowjin. Odiava
quei ronzii nelle orecchie, bere tutto quel vino non era stata una
grande idea.
« allora…alla
fine è risultato che sei cotta di me, piccola
shadowjin ».
Zoisite lo guardò
perplessa. « ma che diavolo stai dicendo?
»
« me l’hai detto
tu un attimo fa, mentre ti stavo portando
qui. Lo hai confessato. Hai detto che ti piaccio, e che è un
peccato che io sia
un bastardo che vuole ucciderti ».
« ti ho dato solo del
bastardo? Sono stata molto gentile »
commentò la shadowjin, rischiando che Freezer decidesse di
annegarla nella
vasca. Da mezza ubriaca aveva recuperato un po’del suo
sarcasmo. « ero ubriaca
tronca…credo…ma già,
com’è che sono arrivata qui? Non ricordo niente,
solo
tanto casino e gente che urlava
“toga”…ah, comunque, non vedo
perché dovrebbe
importarti dei deliri di una puttana ubriaca. Pensi che io sia questo,
no? »
« tu pensi che sia un
complessato a cui manca la mamma,
oltre a tutto il resto, quindi se voglio darti della puttana sono
liberissimo
di farlo » ribatté Freezer.
« liberissimo, peccato che
non si possa essere puttane
vergini, idiota… » fece un sospiro e si
accasciò contro il bordo della vasca
chiudendo gli occhi.
Al tiranno cominciava a venire in
mente un’idea. Mentre
mandava via l’acqua fredda iniziò a farne scorrere
di calda senza che Zoisite
nemmeno ci facesse troppo caso, avendo la testa annebbiata
dall’alcol.
« non lo saresti
più, se non fosse stato per me. Volevi
farti Cooler, prima, durante quel…quella cosa con tutti i
soldati in toga nella
sala ricreativa » la informò Freezer.
Lei continuava a tenere gli occhi
chiusi. Quando li avesse
riaperti, “magicamente” avrebbe trovato
l’acqua calda, la luce spenta, le
candele accese, e pure un po’di schiuma profumata.
« …ho dato un
toga party e non mi ricordo niente? Nooo,
peccato! » sbalordì la shadowjin.,
aprendo finalmente gli occhi « uh, le bolle » fu
tutto il suo commento quando
si accorse della schiuma. Ne prese un po’in mano e
soffiò, senza chiedersi i
perché ed i per come, segno evidente che era ancora lontana
dall’essere sobria.
Normalmente non le sarebbe sfuggito niente, tantomeno il fatto che
palesemente
tutta quella cosa - buio, candele, acqua calda, schiuma - aveva un solo
ed
unico scopo finale. D’altra parte, se non era troppo debole
per partecipare ad
un toga party, non era troppo debole nemmeno per…altre cose.
« ma tu guarda che hai
fatto! » esclamò Zoisite con del
sincero disappunto nella voce, mentre lo faceva spostare per rimettere
in
ordine di colore i bagnoschiuma « non vanno bene in quel
modo, esteticamente è
orribile a vedersi, possibile che dopo un mese e mezzo tu non abbia
ancora
capito come vanno messi, come vanno le cose qui? »
Da certi punti di vista
avvicinarglisi in quel modo era
stato un grosso errore. Lei era il fiammifero, lui la benzina.
« potrei dirti la stessa
cosa » sibilò Freezer, stringendola
a sé all’improvviso.
Appena il tempo di un grido di
sorpresa che Zoisite si trovò
la bocca impegnata. Di nuovo. La cosa positiva era che se non altro
quelle
azioni improvvise servivano a ridurre sempre più i sintomi
dell’ubriacatura.
« che…che fai?
» riuscì a farfugliare Zoisite staccandosi
dalle sue labbra.
Lui lì per lì
non le rispose, scendendo a baciarle il collo.
La shadowjin pensò che avrebbe dovuto impedirglielo, dirgli
di fermarsi, ma ne
aveva la forza? Poteva? E soprattutto…voleva?
Non lo sapeva più, era
così confusa.
« ti vanti di essere tanto
sveglia, guardati intorno e
arrivaci da sola » fu la semplice replica del tiranno.
La ragazza sentì le sue
mani scendere ancora, come l’altra
volta, ma le sensazioni se possibile erano ancora più
intense. « è solo
perché…p-perché sono mezza ubriaca!
» esclamò, con una specie di pigolio.
« perché
continui a mentire? » Freezer le sollevò il mento
per guardarla negli occhi « non riesci nemmeno a sostenere il
mio sguardo,
perché sai che se ti guardassi negli occhi vedrei
quello che già non riesci a nascondere.
La conferma definitiva…mi hai sempre guardato negli occhi da
quando ci
conosciamo. Ora non lo fai. Sei anche divertente, tutto sommato.
Avanti,
guardami e dimmi che non vuoi! » la sfidò.
Zoisite fece un sospiro nervoso,
accontentandolo. « non
riesci a evitare di fare lo stronzo tirannico nemmeno nei momenti come
questo,
sei troppo spaventato per lasciarti andare, anche adesso! »
« spaventato! »
Freezer rise, ma era inquieto « e da cosa?
Da te? »
« sì,
perché temi che io trovi altri tuoi punti deboli e ti
distrugga. Non posso farlo fisicamente, ma quello fisico non
è l’unico modo di
distruggere qualcuno. Dovresti saperlo ».
Lo sapeva eccome, sia
perché l’aveva più volte fatto lui
stesso, sia perché lo aveva subìto poco prima.
Zoisite sapeva essere
devastante, ormai lo aveva capito. « sei solo
un’illusa » sbottò comunque
l’icejin, non volendo dimostrarle che ci aveva azzeccato
« un’illusa con un
lingua troppo lunga. D’altra parte è
l’unica vera difesa che hai, il grandioso
frutto di una vita passata da sola » sentenziò.
Azzecco per azzecco.
« senti chi parla
» ribatté Zoisite.
« in famiglia noi siamo
tutti vivi » rispose Freezer.
« ma io non devo passare
una vita a comportarmi da bastarda
solo per compiacere papà e mettere in ombra il fratellino
» replicò Zoisite.
Freezer si staccò
bruscamente da lei. « stai zitta!
Cosa ne sai?! Cosa vuoi saperne tu di perché faccio
qualcosa, miss “sono una
maniaca dell’ordine perché è
l’unica cosa che posso fare per fingere di dare un
senso ad una vita vissuta nel caos più completo”?!
»
« non è stata un
caos! È stato bellissimo finché non ho
avuto l’immensa sfiga di arrivare qui e cadere nelle grinfie
di uno che ha più
complessi del concerto del primo maggio, maniaco del controllo e che
pretenderebbe pure che io… » ammutolì.
Lui si riavvicinò di
nuovo. « che tu? »
Di certo era l’alcol a
farle desiderare di nuovo un contatto
con lui. Non c’era altra spiegazione, non c’era
un’altra possibile ragione,
desiderare qualcuno con la consapevolezza che questo qualcuno
l’avrebbe uccisa
non aveva senso. Eppure…
« …ceda
» mormorò
la shadowjin, lasciandosi baciare ancora.
Dei due, chi aveva ceduto in
realtà?
Freezer fino a poco prima avrebbe
voluto far fuori sia lei
che Cooler, lei continuava a insultarlo e lui la lasciava fare, gli
aveva detto
cose per le quali altri sarebbero stati uccisi dopo le peggiori
torture, e
tanto lui continuava a volerla! Era una cosa fuori dal suo controllo,
una cosa
che detestava. Ma Zoisite era così dannatamente
bella…
Erano finalmente soli, Freezer e
Zoisite, Zoisite e Freezer,
che si stavano lasciando andare senza più pensare a niente,
senza più curarsi
delle ostilità. A contare era soltanto il desiderio e, anche
quando si decise
di andare oltre, lei non lo fermò. Quello era il momento, ed
era quel che volevano
entrambi.
Per qualche istante fu anche bello.
Poi però Freezer si rese
conto di qualcosa che rovinò tutto.
La shadowjin lo guardava stupita e
perplessa, perché si era
fermato? Che c’era che non andava?
« ah. Allora Cooler
è davvero arrivato prima di me ».
La ragazza sgranò gli
occhi, sentendolo allontanarsi e
vedendolo uscire dalla vasca. La guardava ancora peggio di quella volta
che lei
e Cooler gli avevano rovesciato addosso la colla.
Tuttavia c’era qualcosa di
ben più sconvolgente, ossia che lei
con Cooler non l’aveva fatto, ne era strasicura…
sì, non ricordava niente delle
ultime ore, ma avrebbe notato se là
sotto
fosse successo qualcosa di strano, no? Era passato pochissimo tempo.
« c-che
vuol dire? »
« andiamo, lo sai benissimo
».
« no che non lo so, io non
avevo mai fatto sesso con nessuno!
Ok?! E adesso tu mi dici che…» scosse la testa
« con Cooler non ho fatto
niente, sono sicura. A meno che…» lo
guardò. In viso le comparve un’espressione
disgustata « lo stai facendo apposta. È tutto un
piano, ammettilo, l’altra volta
tu mi hai violentata, poi mi hai fatto credere di non averlo fatto, e
adesso te
ne esci con questo solo per tormentarmi! »
« sei tu che sei pazza se
pensi che io-» avviò a dire
Freezer, ma venne interrotto.
« …se penso
“che tu sia capace di fare una cosa del genere”?
Tu sei in grado di fare ben di peggio! »
Adesso lo guardava in faccia senza
problemi, notò. Perché lo
faceva solo in quei momenti? Lui comunque non aveva fatto nulla di quel
che la
ragazza lo accusava, e se lui non l’aveva toccata, con Cooler
non era successo
niente, e lei era convinta di essere vergine quando invece non lo
era…
Il tiranno aveva la cupa sensazione
che ci fosse qualcosa di
brutto sotto. « Zoisite, ti giuro su mia madre che io non ti
ho toccata. Non
senza che lo sapessi almeno ».
Lo shock le aveva fatto passare la
sbronza. Nonostante
l’acqua calda tremava. « aiutami a uscire
» riuscì ad articolare lentamente.
Freezer la tirò fuori
dalla vasca, la avvolse in un
asciugamano, uscì dal bagno con lei in braccio e la mise a
sedere sul letto. «
sono serio, non l’ho fatto ».
« hai giurato su tua madre,
sono propensa a credere che tu
non mi abbia fatto niente davvero, ma il problema resta. Se tu non
c’entri,
Cooler non c’entra, e non ricordo di essere stata con
nessuno…» disse concitatamente,
per poi fare un sospiro nervoso.
« mi sa che hai trovato la
chiave. Non ricordi » disse
lentamente Freezer « prova a fare mente locale. Sono mai
successi episodi tipo
quello di stasera? Che per colpa di alcol, droghe o altro tu abbia dei
vuoti di
memoria? »
« no, non mi risulta
che…»
Non riuscì a finire la
frase, qualcosa le bloccò la lingua:
un ricordo, precisamente quello di un tilt di tre giorni dopo aver
fumato delle
strane erbe procuratele da Hayun. Era stata l’unica volta,
oltre a quella con
Cooler, in cui era andata in “tilt”. Un
lungo tilt. Per cos’era che
Hayun le aveva portato quella roba?...le sembrava di ricordare che
avessero
litigato per l’ennesima volta, ma per cosa?
“sforzati di ricordare, su,
brutto cervello idiota!”
« Hayun, ho detto
di no, e non cambio idea va bene?! »
« i nostri
genitori ci hanno messi in salvo perché
portassimo avanti la specie…»
« non è
detto che io voglia vanire a letto con te,
nonostante quel che volevano loro! »
« va bene, va
bene…facciamo pace. Ho qui qualcosa per
farmi perdonare ».
« erba? »
« non è
un’erba comune. Fa provare delle sensazioni
assurde, e ultimamente siamo entrambi un po’giù di
corda…»
« non so
se…»
« andiamo, cosa
vuoi che succeda? »
…
Hayun sopra di lei.
Hayun dentro
di lei.
Hayun accanto a lei.
Era il primo giorno di tilt.
Altri due sarebbero bastati
perché ogni dolore scomparisse.
La faccia orripilata che fece Zoisite
per Freezer fu il
segno che aveva ricordato qualcosa che avrebbe preferito non ricordare.
« Hayun
» fu
l’unica cosa che disse con voce arrocchita prima di scoppiare
in un pianto
dirotto.
Hayun, l’altro Shadow. Lei
gliene aveva parlato.
“ adesso non ti manca
più lo shadowjin virile e maschio, eh,
piccola p…”
Non completò nemmeno il
pensiero.
Perché non gli dava
piacere vederla in quelle condizioni?
Ben le stava a quella puttanella, no? Lui stesso avrebbe voluto ridurla
in quel
modo. Un essere spezzato, piangente, debole. Dov’era
l’indomita shadowjin che
l’aveva sfidato adesso?
Strinse i pugni. Di certo se non
provava piacere a vederla
piangere era perché non l’aveva ridotta lui
così, era stato il ricordo di un
morto a spezzarla -un morto bastardo a dire poco- che aveva violato una
sua
proprietà.
Ora che doveva fare? Cacciarla fuori
dalla stanza sarebbe
stata un’umiliazione sufficiente per quel che gli aveva
fatto. Costretta a
strisciare, in lacrime…una visione niente male.
Ma era quel che voleva?
“oppure potrei…
come idea non è male, anche se…oh, al
diavolo. È una mossa geniale, e sarebbe solo per vincere la
sfida, non per
altro”.
Si vedeva che non era per niente
abituato ad abbracciare e
consolare qualcuno, ma Zoisite era talmente sconvolta che non si
curò di chi
fosse a stringerla, né di chi fosse ad accarezzarle i
capelli, non le importava
più del collare, della prigionia, dell’anello di
suo padre; voleva solo
qualcuno con cui piangere.
“ è solo per
vincere, Freezer, solo per vincere”.
No, non era vero. Non era solo per
vincere, ma come Zoisite
che cercava in Cooler una via di fuga, Freezer riduceva tutto questo
solo alla
sfida, e al fatto che lei gli apparteneva e quindi non andava toccata.
Di
svolte comunque ce n’erano state, dato che lei gli si era
finalmente concessa…
Continuò a tenerla stretta
finché lei non si addormentò, per
poi infilarsi sotto le coperte con lei con l’intento di
addormentarsi a sua
volta.
Quella notte se non altro
l’avrebbe trovata, se l’avesse
cercata nel sonno.
@@@
Fu Zoisite la prima a svegliarsi il
mattino dopo.
Inizialmente, quando aprì
gli occhi, credette di essere con
Cooler, di aver passato una nottata tranquilla e pacifica, e di essere
ancora
intatta.
Poi i ricordi la assalirono con la
furia di uno tsunami, e
si rizzò a sedere di scatto.
Non solo aveva bevuto troppo, ma era
stata anche con Freezer
nella vasca, e aveva scoperto che quel figlio di puttana di Hayun
l’aveva
violentata! Se non fosse stato già morto, lo avrebbe
smembrato con le proprie
mani.
Il brutto era che non poteva
permettersi di pensare a lui,
non adesso, perché il problema più grave era
lì vicino a lei, e si era appena
svegliato.
« buongiorno piccola
shadowjin. Passata la sbronza? »
« sì »
vide che lui stava per dire dell’altro, ma lo
bloccò.
« senti, quel che è successo
stanotte…insomma, sei stato gentile a cercare di
starmi vicino. Quindi per quello ti ringrazio ».
Il tiranno sorrise soddisfatto. Aveva
funzionato, ci avrebbe
scommesso.
« ma quanto al resto,
facciamo come se non fosse successo
niente, perché non significava nulla. Ero mezza ubriaca,
è solo per quel motivo
che ci sono stata, ma è stato uno sbaglio grosso come una
casa. Un grande
sbaglio senza alcun significato ».
Fu una doccia fredda per
l’icejin, tanto più che Zoisite lo
diceva con voce sicura, e guardandolo dritto in viso.
« ammetto che per quel che
può valere sono stata bene. Ci
siamo divertiti un po’, ma…»
scrollò le spalle « è tutto qui
».
Diceva “tutto
lì”… ma come poteva farlo?!,
pensò Freezer. « tu
menti! »
« no ».
Freezer adesso era in piedi, e la
guardava di nuovo con
quell’aria ostile, e fredda. Si sentiva tradito. Si sentiva
usato e poi buttato
via, classificato come un errore e nulla di più. Non era
servito a nulla starle
vicino e consolarla, non le importava niente, e non le sarebbe mai
importato.
Lo aveva fatto ancora, lui si era aperto un po’, e lei
l’aveva colpito. Sarebbe
tornata da Cooler, avrebbe ripreso con gli insulti, gli scherzi ai suoi
danni.
Lei e suo fratello, adesso che Zoisite sapeva di poterlo sostenere,
avrebbero
fatto l’amore tutte le notti, e tutti i pomeriggi, e tutte le
mattine. Un
pensiero insopportabile. « ha fatto bene,
sai. Ti ha trattata per quella
che sei ».
Messaggio all’apparenza
criptico, ma Zoisite aveva capito
benissimo, ed era stata una coltellata in pieno petto.
« ti reggi in piedi?
»
Senza proferire parola la shadowjin
tentò con successo di
alzarsi. Se procedeva lentamente ed appoggiandosi camminava perfino.
« ottimo. Vai via
».
Per una volta, lei obbedì
senza discutere.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** L'ombra delle lenzuola rosse ***
= L’ombra delle
lenzuola rosse =
Non ci era voluto molto
perché Cooler capisse quel che
doveva essere successo mentre lui era ubriaco fradicio, una volta vista
quella
massa di cadaveri togati e non trovata Zoisite vicino a lui.
…già,
perché diamine aveva con un lenzuolo attorno al
corpo?, si chiese, togliendoselo di dosso. Che lui e Zoisite avessero
dato un
toga party? O beh, se non altro quei soldati erano morti dopo essersi
divertiti.
“ non avremmo dovuto bere
tanto! E se Zoisite non fosse qui
perché ha avuto un’altra ricaduta?” si
inquietò Cooler “ o magari invece l’ha
semplicemente portata via Freezer, che vedendola ubriaca ne ha
approfittato
subito”.
Tutto era possibile, e
l’icejin viola decise di iniziare le
ricerche dalla stanza di suo fratello, così se anche lei non
fosse stata
presente ne avrebbe comunque approfittato per venire a sapere qualcosa,
e allo
stesso tempo rompere le scatole a Freezer.
Si diresse verso la torre, e passando
davanti alla propria
suite diede una rapida occhiata all’interno: la schiava delle
pulizie era
passata, e aveva messo le lenzuola nuove di seta rossa. Cooler era
certo che
Zoisite avrebbe apprezzato.
Continuò a fluttuare lungo
il corridoio, fino a quando…
«
Cooler…»
Ricerca finita! Zoisite camminava
faticosamente
appoggiandosi al muro per non cadere, e la direzione da cui proveniva
non
lasciava dubbi su dove fosse stata fino a qualche momento prima. Stesso
discorso valeva per l’espressione del suo viso.
« Zy! »
andò rapidamente verso di lei e la prese in braccio
« mi dispiace per… qualunque cosa sia
successa».
Zoisite ci mise un po’a
rispondere. « ne sono successe, di
cose ».
Anche Cooler esitò prima
di parlare. « vuoi che andiamo in
camera? »
Lei annuì. Aveva proprio
l’aria di qualcuno che aveva
bisogno di un posto tranquillo in cui stare, al momento, e Cooler
l’accontentò
tornando rapidamente nella propria suite. Si avvicinò al
letto. « sopra o sotto
le coperte? »
« fa lo stesso »
disse la shadowjin «…lenzuola rosse ».
« di seta »
aggiunse Cooler, decidendo di metterla sotto le
coperte « senti come sono morbide? »
« eh già
» Zoisite fece un debole sorriso.
Cooler si sdraiò accanto a
lei nel letto. « vuoi parlare di
quel che è successo? »
La ragazza fece un gran sospiro.
« vado in ordine
cronologico. Allora, dal momento che non ero sobria io e tuo fratello
siamo
finiti a farlo nella vasca, cosa che di per sé sarebbe
già abbastanza
sconvolgente…»
Cooler non si stupì,
purtroppo una cosa del genere se
l’aspettava. « mi immagino. Ogni volta che ti trova
più debole del solito, o
non perfettamente in te, ti mette le mani addosso…»
« ma a un certo punto si
è fermato, ed è saltato fuori che
non ero vergine ».
Questa invece era una cosa che Cooler
non si aspettava
affatto. « ma avevi detto…per quel che mi
riguarda, giuro che io non ti ho
toccata ».
« lo so ».
« allora è lui
che ti ha mentito, quando aveva detto di non
averti- »
« no. è
stato
lo shadowjin che avevano messo in salvo insieme a me, mi ha drogata e
poi ha
fatto quello che gli pareva. Ieri notte sono riuscita
a…focalizzare ».
L’icejin viola rimpianse di
non poterlo avere tra le mani,
gli avrebbe staccato le dita una per una, schiacciato i bulbi oculari,
fatto
ingoiare la sua stessa lingua e anche cose molto peggiori per quel che
aveva
osato fare alla “sua” piccola.
« a quel punto
io…ero sotto shock…»
« ci credo »
mormorò lui, abbracciandola « povera Zoisite.
Mi dispiace solo di non poterlo massacrare con le mie mani ».
« non avresti potuto farlo
lo stesso, perché sarei arrivata
prima io » disse la shadowjin, con estrema convinzione.
Cooler apprezzò che si
fosse buttata giù solo fino ad un
certo punto. Poi pensò a una cosa. « Freezer lo
sa? »
Lei annuì. «
sono “vagamente” scoppiata in un pianto dirotto
».
« immagino che
quell’idiota ti abbia riso in faccia e…»
la
vide scuotere la testa « no? »
« no. A dire il vero da
quel che ricordo lui mi ha…oddio
sembra impossibile a dirsi, ma mi ha coccolata tutta la notte.
Sinceramente mi
ha molto sorpresa, è stato anche carino, in un certo senso
».
La cosa stupì anche
Cooler. “ allora è proprio cotto del tutto,
ci avevo visto benissimo” pensò.
« e poi
cos’è successo? »
Zoisite si incupì.
« mi sono addormentata, e poi quando mi
sono svegliata…forse non avrei dovuto dirgli quelle
cose…» mormorò «
L’ho
ringraziato per aver cercato di starmi vicino, ma gli ho detto che
quanto al
resto, sai, la vasca e…» fece dei gesti nervosi
con le mani « insomma, gli ho
detto che è stato uno sbaglio grosso come una casa, che ci
siamo divertiti un
po’e tutto qui, ma non significava assolutamente niente
».
Cooler non riuscì a
trattenere un mezzo sogghigno. « sai che
faccia! Freezer doveva aver pensato “ah, dopo questa
è fatta”, e tu invece gli
hai fatto una doccia fredda! »
« a quel punto mi ha
guardata con assoluto disprezzo»
proseguì Zoisite « e mi ha detto testuali parole
“ha fatto bene sai, ti ha
trattata per quella che sei”, riferito ovviamente allo Shadow
che mi ha
violentata-Cooler, fermo lì!
»
« devo rifare i connotati a
Penny, forse migliorerà un po’ »
fu la secca replica di Cooler, che si era rizzato a sedere sul letto
con tutta
l’intenzione di ridurre Freezer a una piccola frittata bianca
e viola.
« non vale neanche la pena
di rovinarti le nocche con la sua
faccia » disse Zoisite.
« solo perché il
suo grande piano di conquista è fallito non
può darti della puttana, e non può dirti una cosa
del genere sapendo quel che è
successo. A dirtela tutta, dubito che sia stato a coccolarti
perché si sentiva
di farlo, Freezer non “sente” niente »
asserì « per una volta ha avuto una
buona idea, ossia quella di cercare di entrare ancora più in
intimità con te
dopo che avevate fatto sconcezze nella vasca, e quando ha capito di
aver
fallito miseramente ti ha detto di nuovo quel che pensa davvero
».
La shadowjin non commentò.
Era una spiegazione plausibile a
tutto quel che era successo, e considerando che tipo era
Freezer…sì, concluse,
ci stava a pennello, doveva essere andata proprio in quel modo. Lui la
vedeva
davvero solo come un oggetto che riteneva proprio -e una puttana-, non
era e
non sarebbe mai stata qualcosa di diverso.
Che andasse
al diavolo,
allora.
Guardò il petto di Cooler,
si mosse nelle
lenzuola di seta rossa: erano
davvero lisce e morbide. Calde anche. « probabilmente hai
ragione tu. Anzi ,di
sicuro. Comunque visto, non sono più tanto debole, e sinceramente mi servirebbe
un bel ricordo
con il quale allontanarmi dalla mente quelli di stanotte ».
Freezer pensava che fosse una puttana?
« siamo qui da soli,
avvolti in queste belle lenzuola nuove…
potremmo inaugurarle ».
Tanto valeva dargli una valida
ragione per chiamarla in quel
modo, e se la cosa non gli fosse stata bene, fatti suoi! Che si rodesse
pure il
fegato fino a consumarlo tutto, se gli aggradava!
Non ci volle molto perché
Cooler capisse cosa le stava
passando per la testa. Di certo era per una vendetta verso suo fratello
-e per
toglierselo dalla testa- che ora aveva tanta fretta, non per altro.
Tuttavia,
attualmente era sobria e perfettamente in grado di intendere e di
volere. Se
non rischiava niente, salute parlando, non c’era motivo per
cui avrebbe dovuto
dirle di no. « se sei sicura di volerlo…»
« assolutamente
sì ».
« d’accordo,
allora ».
In un attimo Cooler le fu sopra,
baciandola come aveva fatto
l’altra volta, prima che avesse quella ricaduta. Anche
stavolta fu piacevole,
ma c’era molta aspettativa in più, almeno per
quanto riguardava Zoisite che
quasi fremeva di impazienza.
Dopo un po’Cooler scese a
baciarle il collo, il seno, il
ventre, per poi fare qualcosa che la shadowjin non aveva nemmeno mai
pensato di
lasciarsi fare, ma che risultò essere estremamente
piacevole.
Erano solo all’inizio, ma
le sensazioni che provava la
portavano già a fare abbastanza rumore, cosa che Cooler
apprezzò moltissimo.
Freezer poverino che aveva pensato di poter fare chissà che!
Tsk… illuso. Lui,
Cooler, non aveva nemmeno bisogno di aspettare che fosse debole o
sbronza
perché gli concedesse di darle piacere.
“ Cooler,
l’icejin che non deve chiedere” pensò,
appena
prima di interrompere quel che stava facendo per passare alla parte
più
interessante del gioco.
« ci andrò
comunque piano » le sussurrò « puoi
sostenerlo,
ma è bene che non ti sforzi troppo lo stesso ».
Lei annuì velocemente,
pensando che se non altro il fatto di
non essere più vergine da un pezzo ed essere stata con
Freezer la notte prima
adesso le permetteva di evitare qualsiasi tipo di dolore.
Dopo un po’,
l’estasi le impedì di pensare a qualunque cosa
che non fosse Cooler e quel che stavano facendo.
@@@
« lenzuola inaugurate
» fu la prima cosa che disse piano
Zoisite, una volta che tutto fu finito.
Cooler la stringeva ancora a
sé. « un’inaugurazione
magnifica » affermò, del tutto onestamente.
« come stai? »
Zoisite gli sorrise, appoggiando la
testa sul suo petto. «
bene. Sto benissimo ».
« è stato come
te l’aspettavi? » indagò Cooler.
« a dire il vero
è stato anche meglio » ammise la shadowjin
« quella cosa, poi…
all’inizio…»
« ne vuoi di più
la prossima volta? Non vergognarti a dire
quello che vuoi, in certe occasioni più se ne parla meglio
è ».
Zoisite non poté che
concordare. « sì, allora. Di più la
prossima volta…se non ti spiace ».
« va benissimo, e
poi…dispiacermi! Ma per favore » le
sollevò il viso e la baciò « e questo
è solo l’inizio. Man mano impareremo a
conoscerci sempre meglio, e le tre volte al giorno di quando saremo
sposati ti
sembreranno poche ».
« probabilmente, quando
sarò del tutto guarita ne vorrò
cinque ».
Cooler fece una risata soddisfatta.
« addirittura ».
A quel punto a Zoisite venne in mente
una cosa che non
c’entrava assolutamente niente. « solo una cosa:
pensi che quello abbia
sentito? »
Dal sorriso soddisfatto, Cooler
passò ad un gran sogghigno.
« sarò sincero, mi sorprenderei se non ci avesse
sentiti, visto e considerato
che abbiamo fatto abbastanza rumore. Non è un problema,
vero? Gli facciamo
rodere un po’il fegato, se lo merita ».
Zoisite non ribatté.
« dai, tranquilla. Vieni
qui » la disse, stringendola ancora
di più a sé ed accarezzandola «
lascialo perdere, è uno
scemo pagliaccio, e non fa proprio per
te. Siete a due livelli diversi, tu sei qui »
indicò un punto piuttosto in alto
« e lui è laggiù »
indicò il pavimento « non meriterebbe nemmeno di
posare lo
sguardo su di te ».
La shadowjin fece un debole sorriso,
constatando con una
certa inquietudine e tristezza che, dopo quel che era successo, le
dispiaceva
un po’per Freezer. Era ancora dell’idea di fargli
rodere il fegato, ma…se
l’avesse davvero ferito, dicendogli che quel che era successo
tra loro non aveva
significato niente? Se lei, invece, gli fosse interessata davvero? Se
lui si
fosse sentito usato e poi buttato via, quando lei l’aveva
definito un errore?
Sì, aveva il cuore troppo
tenero, ed era sempre una
prigioniera, dopotutto, ingiuriata più volte con un
appellativo che non pensava
di meritare.
“ oppure adesso me lo
merito?”
No, non era così:
minimizzare tutto in quella maniera
sarebbe stato un errore, visto quant’era complicata la
situazione. Era attratta
da Freezer, ma c’erano tanti fattori che la spingevano a
stargli lontana,
specie le probabilità di essere uccisa; stava bene con
Cooler, ma non c’era lo
stesso trasporto; e poi, c’era quella voce che continuava a
chiamarla,
“Zoisite! Zoisite!”, il richiamo
dell’avventura, dello spazio aperto, di stelle
e pianeti sconosciuti che aspettavano solo lei.
Per di più, negli
shadowjin sani questo bisogno di
libertà era fisiologico, se si sentivano costretti a
rimanere fermi da qualche
parte per volontà di altri scattava automaticamente il
bisogno di andarsene, la
voglia di fuggire appena ne avevano occasione. Non contava cosa potesse
darle
motivo di restare, finché non si fosse sentita completamente
a posto, finché
fosse stata incerta anche solo un po’, la sua stessa natura
le avrebbe dato
l’impulso irresistibile ad andarsene. Poi magari sarebbe
tornata, ma solo poi.
Questo lo sapeva anche Cooler: per
quanto gli shadowjin non
si fossero mai mescolati con gli altri erano stati un argomento su cui
si
studiava parecchio, quando lui era andato a scuola. Dal canto suo, era
certo
che se avesse scelto lui sarebbe rimasta -con l’intesa che
avevano, non c’erano
problemi- ma se fosse stata propensa a scegliere suo fratello sarebbe
stato tutto
un altro paio di maniche. Sarebbe sempre stata incerta, avrebbe sempre
avuto un
po’di paura che lui tenesse fede alle sue promesse, e quindi
appena ne avesse
avuto l’occasione si sarebbe data repentinamente alla fuga.
« che ora era quando siamo
venuti in camera? » domandò
Zoisite.
« le sette meno un quarto
».
« e che ora è
adesso? »
« le otto »
rispose tranquillo Cooler « ma tu guarda, siamo
in tempo per fare colazione tutti insieme, è tra venti
minuti ».
« …tutti
insieme? » Zoisite lo guardò perplessa «
non vorrai
dire insieme all’Innominabile? »
Cooler scoppiò a ridere
dopo aver annuito. « proprio lui
intendevo! “Innominabile”…ok,
d’ora in poi lo chiameremo così ».
« non so se me la sento di
vederlo di già, sinceramente »
mormorò la ragazza.
« vuoi perderti la faccia
che farà quando ci vedrà arrivare
insieme, con te appoggiata a me, le nostre code intrecciate, mentre
indosserai questa?
» disse, tirando fuori una scatolina di velluto nero che
recava nientemeno che
la scritta “ BVLGARI” in raffinate lettere
argentate.
Sembrava che anche quel marchio
appartenesse ad un altro
mutaforma di Trevlian, si erano sparpagliati ovunque.
« Cooler…non
vorrei sembrarti scortese, ma sto davvero
iniziando a pensare che sembra che mi paghi in base alle prestazioni
» disse
lentamente la ragazza.
« io penso solo che meriti
cose belle. L’ho acquistata il
giorno in cui ho comprato anche quell’armatura di Valentino,
oltre a diverse
altre cose, solo che non volevo darti tutto
insieme…»
« che vuol dire
“diverse altre cose”?! »
« che i soldi sono fatti
per essere spesi, e per te ne vale
la pena. Non fraintendermi, non voglio comprarti a suon di regali, so
che non
sei così superficiale, però mi piace che tu
indossi cose che ti regalo io» le
disse « così, ogni volta che ti guarderai allo
specchio, vedrai sul tuo corpo
dei piccoli pezzi luccicanti di me, che faranno sì che io ti
ritorni in mente. Apri
la scatola, ora ».
La shadowjin pensò che
Cooler fosse molto più abile con le
parole di quando fosse suo fratello. Certe volte era così
dolce, specie se
confrontato a quel nano idiota che l’aveva insultata ancora
giusto poco prima.
Alla fine si arrese, e aprì la scatolina di velluto nero,
rimanendo senza
parole.
Era una parure in platino e rubini
del fuoco di Echelon, che
erano tra le gemme più rare e costose della galassia, molto
più dure dei
diamanti, e con una lucentezza tale che brillavano addirittura al buio.
Era
proprio per quello che si chiamavano rubini del fuoco, e per quanto la
leggenda
sulla loro brillantezza speciale fosse un po’macabra - ossia
che il “fuoco” in
quelle gemme fosse dato dalle anime pure di innocenti echeliani morti
assassinati - erano delle pietre meravigliose, e dunque lo era anche
quella
parure: orecchini fatti apposta per gli icejin, un collier che poteva
indossare
nonostante quel maledetto collare, due bracciali, un anello, una
sottilissima
ed elegante tiara e un bracciale per la caviglia. « Cooler,
io pensavo già che
l’armatura di Valentino fosse troppo…»
« non una parola di
più » la bloccò l’icejin,
prendendo
delicatamente in mano il collier « ti aiuto a indossarlo, poi
ti darò anche
l’armatura nuova. Non quella di Valentino, un’altra
».
« tu devi essere
completamente pazzo » mormorò la ragazza, senza
fiato per la sorpresa, lasciandosi aiutare ad indossare il collier.
« non ho fatto nulla che,
per te, non valesse la pena fare »
replicò quietamente Cooler « mentre prendo
l’armatura, tu indossa il resto » la
invitò, e scomparve in un’altra stanza della suite
.
La shadowjin, ancora incredula, mise
gli orecchini, infilò i
bracciali al polsi e quello alla caviglia. Cooler tornò
giusto allora, con
un’armatura nientemeno che in krenite nera di Trevlian che
aveva una sottile
striscia di rubini del fuoco a collegare la parte superiore e quella
inferiore,
e un’altra attorno ai fianchi così che la parte
inferiore restasse su.
« non ci credo »
fu il sussurro della shadowjin.
« sono tornato giusto in
tempo » disse l’icejin viola,
prendendo l’anello dalla scatolina « dammi la mano
destra ».
Zoisite obbedì, e Cooler
le infilò l’anello dritto
all’anulare. Contrariamente a come si usava in altri pianeti
della galassia,
gli icejin infilavano alla mano destra gli anelli di fidanzamento e
quelli
nuziali. Fatto ciò, Cooler spostò delicatamente
il ciuffo di capelli dal suo
viso, andando così a scoprirlo, e le mise la tiara.
« non sarò mai in grado di
capire perché ti ostini a coprire il viso con i capelli
».
« mi ci trovo
bene…» replicò flebilmente la shadowjin.
« è un peccato.
Così sembri la principessa che diventerai a
breve! Quando avrai indossato l’armatura ti
porterò davanti allo specchio, così
potrai guardarti ».
Zoisite indossò
rapidamente l’armatura, sperando che non le
stesse troppo male, per poi lasciarsi condurre da Cooler fino a uno
specchio
che la rifletteva interamente. Quasi non credette ai propri occhi nel
constatare che con quelle cose addosso sembrava davvero una principessa
come ne
aveva viste diverse, con quei magnifici vestiti o armature, e quei
gioielli
ancora più belli. C’era da dire che, con Zoisite
in giro, le principesse avevano
dovuto rapidamente dire addio a quei gioielli, in quanto la shadowjin
glieli
aveva rubati per poi rivenderli immediatamente senza averli mai
indossati,
nemmeno per gioco. A Zoisite, come a tutti, piacevano le cose belle, ma
era una
ragazza molto pratica e per nulla vanitosa, perché a lei
interessava
semplicemente trovare di che mantenersi, senza stare a pensare ai
fronzoli.
« che ne pensi? »
…e doveva riconoscere che
sì, Cooler aveva ragione anche nel
dirle che era un peccato coprirsi il viso con i capelli, almeno nel suo
caso. «
sinceramente stento a riconoscermi » disse la ragazza,
avvicinando l’indice
destro a quello del proprio riflesso nello specchio come per sincerarsi
che sì,
era proprio lei quella lì, e non un’altra
shadowjin molto più bella di lei
nascosta nello specchio.
« andiamo? »
Cooler le mise un braccio attorno alla vita, e
intrecciò la propria coda con la sua. Era un gesto che
solitamente gli icejin
maschi facevano per segnalare agli altri che quella donna - o
quell’uomo, a
seconda delle tendenze - gli “apparteneva”.
« e
andiamo…» disse Zoisite un po’incerta,
appoggiandosi a
lui che fluttuando in aria uscì rapidamente dalla stanza.
« non preoccuparti, se
Freezer dicesse qualcosa gli farei
fare colazione con i suoi denti ».
« dai, ti ho già
detto di lasciarlo perdere » ripeté la
shadowjin pensando anche che, dopotutto, adesso erano loro a stargli
intorno
pur di dargli noia.
Arrivarono rapidamente nella stanza
dove solitamente si
svolgeva la colazione, che veniva servita a Freezer mentre Zarbon e
Dodoria
aggiornavano il tiranno su tutte le novità e le cose che
c’erano da fare per
mandare avanti l’enorme impero che aveva costruito. Capitava
sovente che oltre
alla colazione gli fosse “servita” anche una
montagna di carte da leggere e
firmare, ma ovviamente la colpa era tutta della sua mania di controllo:
avrebbe
potuto fare come faceva Cooler, e delegare le firme ai segretari, ma se
non
voleva che gli sfuggisse niente quello era il sacrificio che doveva
fare!
«…e poi ci
sarebbero quegli accordi commerciali con il
pianeta Arise…»
« Dodoria, sto leggendo
adesso i documenti che li riguardano
, non infastidirmi con i tuoi borbottii! »
L’alieno si
zittì, non conveniva continuare a parlare se
Freezer gli aveva ordinato di stare zitto, specie perché
quella mattina era
veramente di pessimo umore.
Come aveva previsto Cooler,
ovviamente Freezer aveva sentito
tutto, e non gli era piaciuto per niente. Più volte aveva
inveito, mentalmente
e non, contro quella “cagna sifilitica” ( se
l’avesse sentito re Cold,
l’avrebbe aspramente rimproverato per il linguaggio ) e il
suo nuovo “pappone”.
Era una cosa che aveva dell’incredibile, solo poche ore prima
era stata con
lui, e poco dopo si era scopata - con moltissimo gusto, da quel che
aveva
sentito - suo fratello! Era veramente una puttana, ci aveva visto
giusto, e lui
era stato solo un giocattolino con cui divertirsi un po’.
Tutta quella
resistenza, tutti quegli insulti, tutte quelle battute, erano servite
solo a
provocarlo e fargli perdere il controllo così che si
trovasse a volerla
indipendentemente dalla propria volontà, indipendentemente
dalla sfida,
indipendentemente da…tutto!
“ era questo che lei voleva
fin dall’inizio! Quella puttana!”
pensò.
Non riusciva proprio a mettersi nei
panni della shadowjin, e
lei comunque non glielo rendeva facile. Freezer era imprevedibile, ma
Zoisite
era qualcosa di peggio.
Peccato che stesse sbagliando in
pieno, non rendendosi conto
che anche per lei quel che era successo era stato tutto meno che una
cosa
voluta e programmata.
“ ci siamo
divertiti un po’,
tutto qui”.
Perché non poteva essere
davvero un “tutto qui”?! Di questo
passo sarebbe impazzito per colpa di quella piccola sciocca insolente
puttanella
shadowjin. Era confuso, e odiava essere confuso…
Sentì la porta aprirsi con
un sibilo.
« ancora con quelle carte?
Non sai che per simili incombenze
esistono i segretari, fratellino? »
Nel bel mezzo dell’ennesima
firma il tiranno ruppe la penna
contro il tavolo, ancora prima di alzare gli occhi. «
perché invece di seccarmi
non te ne torni a cavalcare la tua-?!!...»
Le parole gli morirono in gola appena
il suo sguardo si posò
sulla shadowjin, che ora stava al braccio di Cooler. Solitamente simili
gioielli avrebbero ottenebrato la donna che li portava, facendo
catalizzare su
di loro l’attenzione, ma in quel caso risultavano essere solo
l’ornamento di un
gioiello che valeva più di tutti i rubini del fuoco
esistenti messi assieme.
Stava lì a osservarlo con
un’espressione strana, un misto
tra il disagio, il volersi nascondere ed il volersi mostrare allo
stesso tempo,
la sicurezza che dava la consapevolezza di essere bella e
l’ingenuità che dava,
invece, non capire nemmeno lontanamente quanto lo fosse davvero.
“ ma perché non
è una shadowjin brutta?! perché?!
Sono sicuro che se lo
fosse la faccenda sarebbe mille volte più facile da
gestire!” pensò. Tuttavia,
non riuscì proprio a frenare la lingua e astenersi dallo
sputare altro veleno.
« la tariffa è un po’altina, non ti
sembra di chiedere troppo rispetto a quel
che vali? »
« ti impicciano i denti?
» rispose Cooler, prima che lo
facesse Zoisite.
« non è colpa
mia se paghi le prestazioni in gioielli ed
armature di lusso. È così che l’hai
convinta? »
« a dire la
verità sono stata io a chiedergli se per
cortesia poteva farmi dimenticare una nottataccia facendo del sesso
decente.
Non ha bisogno di comprarmi con dei regali costosi, e nemmeno di
aspettare che
sia ubriaca o troppo debole per sputargli in un occhio. Al contrario di
te » disse
Zoisite con una freddezza spaventosa.
Zarbon e Dodoria decisero saggiamente
di filarsela.
« chiudi quella bocca,
razza di- »
« ti impicciano i
denti? » ripeté nuovamente Cooler
«
Zoisite può fare quello che vuole, specie se si tratta di
cose che fanno
piacere ad entrambi ».
« oh sì, mi pare
di aver sentito qualcosa » disse l’icejin
bianco in tono sarcastico « sia chiaro, se avrà
un’altra ricaduta la lascerò
morire. Avrei dovuto farlo già l’ultima volta
».
Lui e la shadowjin si guardarono. Da
notare il fatto che
avevano la stessa identica aria arrabbiata, orgogliosa, e a guardare
bene anche
un po’ferita. Anche il pensiero che attraversò la
mente di entrambi fu lo
stesso, “perché deve essere
così?”.
« se è
così che la pensi, perché non mi ridai il mio
anello,
lasci perdere la sfida, mi togli questo stramaledetto collare e non la
finiamo
qui? »
Già, sarebbe stato
così semplice. Bastava arrendersi, no? Addio
Zoisite, addio sensazioni strane, addio alla sua
insolenza…al suo profumo, ai
suoi rari sorrisi, almeno quando era con lui…al suo calore,
quello di quando
avevano dormito insieme, addio a quelle lotte, e i baci improvvisi.
« così te
la farei troppo facile, piccola shadowjin ».
« guarda che lo diceva per
te » osservò Cooler « perché
vuoi
continuare a lottare, se sai di aver perso in partenza? »
« questo lo dici tu
».
« non è dandole
della puttana che vincerai, lo sapevi? »
« parlo in base a quello
che vedo. È stata con me stanotte e
con te stamattina, e dopo essere stata con te la rivedo con dei
gioielli di
rubini di fuoco addosso! Tu cosa diresti? »
Cooler posò delicatamente
un dito sulle labbra di Zoisite,
che stava per rispondere a tono. « direi che hai avuto la tua
occasione, ma
l’hai sprecata, perché sei stupido. Avete fatto
sconcezze nella vasca, l’hai
tenuta stretta tra le braccia tutta la notte, poi le hai detto che quel
tizio a
fatto bene a drogarla e violentarla…vedi tu. Fai tre passi
aventi e venti
indietro. Oh, e c’è anche
quell’innocente faccenda di volerla uccidere,
nonché
della prigionia. Magari vi piacete anche » concesse Cooler,
che aveva deciso di
parlare chiaro con tutte le parti presenti - le quali trasalirono
scambiandosi
una breve occhiata nel sentire Cooler mettere in piazza tutta quella
che,
effettivamente, era la verità che nessuno dei due voleva
ammettere - « ma
perché dovrebbe andare contro la logica e scegliere te per
farsi uccidere? È
chiaro che non lo farà mai. Non sarebbe una mossa
intelligente. Quindi non è
una puttana, è solo un po’confusa »
aggiunse con dolcezza accarezzandole il
viso « ma non credo si possa biasimare per questo ».
Zoisite sapeva che Cooler aveva
capito diverse cose, gliele
aveva dette lei stessa, ma non avrebbe mai pensato che avesse capito
così
tanto, sia riguardo a lei che riguardo suo fratello; ed ancora meno si
sarebbe
aspettata che lo dicesse così tranquillamente ai quattro
venti.
Freezer dal canto suo era ancora
più sorpreso, ed infuriato
per essere stato aperto e letto come un libro. Per di più,
sembrava proprio che
Zoisite avesse fatto a Cooler la cronaca completa di tutto quel che era
successo tra loro. perché
lo
aveva fatto? Erano cose private! « stai dicendo un mucchio di
stupidaggini! E
lei non è confusa, è solo una
puttana…»
« e tu sei proprio un
grandissimo imbecille » sibilò Zoisite
« giuro che se non la smetti…»
« cosa vorresti fare,
sentiamo! » la sfidò Freezer « farmi
pestare da lui? Certo, in fin dei conti è il tuo
protettore…è proprio perfetto
per te. Immagino che in futuro andrete a stare nelle fogne con gli
stronzi suoi
simili ».
A quelle parole Zoisite ebbe un lampo
di genio. Diede
un’occhiata a Cooler, che capì al volo che voleva
essere condotta fuori dalla
stanza, e non persero nemmeno tempo a rispondere a Freezer.
« oggi
c’è la riunione bisettimanale in cui parla ai
soldati, giusto? » chiese Zoisite a Cooler.
« così risulta.
Secondo me, dopo ogni riunione poi i soldati
ridono per due settimane su quanto è nano »
commentò Cooler.
Freezer le dava della puttana? Lei
allora gli avrebbe
restituito il favore, pensò la shadowjin. «
stavolta rideranno per altri
motivi. Te la senti di fare un lavoretto da idraulico nel condotto
principale
della fossa biologica?... creiamo un meccanismo collegato allo scarico
di
camera sua che, al momento in cui entra in funzione, mandi i liquami
nel
condotto di aerazione della sala riunioni. Il demente tanto sta sempre
sotto al
bocchettone ».
Cooler sgranò gli occhi
nel capire l’idea, ed annuì
velocemente. « voi fargli fare una vera e propria figura di
cacca. Zy…io e te
nemici mai, se queste sono le conseguenze ».
« allora ci stai
».
« ovviamente. Cominciamo
subito, la riunione è tra dieci
ore, e Freezer non tornerà nella propria stanza ».
« dopo questa
però sarei per prenderci un paio di giorni di
vacanza in incognito in una delle SPA all’altro capo del
pianeta, almeno mi
rimetterò in forze anche prima ».
Cooler fece spallucce. Per lui andava
bene.
@@@
Un cupo e totale silenzio aleggiava
tra i soldati riuniti,
mentre il loro padrone teneva il solito, lungo, tedioso discorso di
incitamento. Purtroppo a Freezer piaceva anche troppo sentirsi parlare.
« ed è per tale
motivo che…»
Ma quella riunione non
l’avrebbero mai dimenticata.
Al “che”, un
gigantesco fiotto di liquami e putredine varia
piombò dritto in testa al tiranno, che rimase lì
come pietrificato.
Non bastavano pece, piume e colla, stavolta erano andati
oltre.
« signore e signori, avete
assistito alla vera ed autentica
figura di cacca » si sentì dire, fuoricampo, la
voce di Cooler « giusto per
avvisarvi su quali sono i rischi nel dare della zoccola ad una ragazza
».
In pochi riuscirono a darsi alla fuga
prima che Freezer
incominciasse ad urlare e distruggere tutto.
La maggior parte invece non ci riuscì.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** L'ombra delle catene ***
= L’ombra
delle catene =
« lo sai che ho perso il
conto dei giorni che sono passati
da quando siamo qui? »
Furono queste le parole di Zoisite la
mattina del sesto
giorno, appena dopo aver salutato l’inizio di una nuova
giornata facendo
l’amore con il suo compagno di viaggio. Non che fossero
andati troppo lontano,
erano andati a finire in una magnifica SPA all’altro capo del
pianeta proprio
come previsto, dove avevano potuto starsene tranquillamente per i fatti
loro e
allo stesso tempo Cooler aveva potuto monitorare la situazione riguardo
le
mosse di suo fratello. Pareva che li stesse facendo cercare in lungo e
in
largo, ma lui aveva profumatamente pagato per mantenere
l’incognito, e così
erano passati sei meravigliosi giorni che non avevano deluso le
aspettative di
nessuno dei due, tra i vari trattamenti offerti dalla struttura ed il
semplice
fatto di godersi la compagnia l’uno dell’altra in
un senso che andava oltre
quello fisico.
« dai due che dovevano
essere sono diventati sei! A questo
punto ci conviene tornare tra quattro giorni. Cifra tonda! »
osservò Cooler « ma
è meglio così, con tutti i trattamenti di questo
centro stai riprendendo le
forze molto rapidamente, e poi sei più tranquilla. Almeno
puoi stare sicura che
qui nessuno ti darà della puttana così, tanto per
gradire ».
Una delle cose da notare era che in
quei giorni i due non
avevano parlato praticamente mai di Freezer, il quale probabilmente era
ancora
furioso per l’ultimo scherzetto.
« davvero sono sei
giorni?...» si stupì la shadowjin.
« sono passati in un lampo,
vero? Vieni qui » le disse,
facendole cenno di avvicinarsi per poterla abbracciare.
Lei obbedì senza stare a
pensarci troppo. Era esattamente
quel che aveva fatto per tutto il tempo trascorso nella SPA: evitare di
pensare
troppo. Si era concentrata sui trattamenti, sulle lunghe chiacchierate
con
Cooler, e sulle belle notti trascorse
-
notti, mattine, pomeriggi, sere…ogni tanto era capitato
anche che si facessero
portare i pasti in camera!- disinteressandosi e disintossicandosi da
tutto il
resto. Tra le varie visite mediche, Zoisite si era anche fatta dare
degli
anticoncezionali, cosa che Cooler aveva approvato in pieno immaginando
che re
Cold desiderasse che il tanto agognato nipote non nascesse al di fuori
del matrimonio.
«
Cooler…»
« dimmi ».
« se scoprissimo che tuo
fratello in questi giorni ha
distrutto il mio anello ce ne andremo subito, va bene? ».
Le era venuto in mente guardando
l’anello che Cooler le
aveva regalato. Non quello della parure di Bulgari, un altro, se
possibile
ancora più prezioso. In quei giorni non aveva fatto che
viziarla con regali di
ogni sorta, comprandoli in via telematica ed incaricando il personale
della SPA
di ritirarli.
« è molto
probabile che l’abbia fatto, Zoisite ».
Stavolta Cooler parlava a vanvera, un
po’perché non sapeva
dell’enigma ancora irrisolto che quell’anello
celava, un po’perché stava
sottovalutando quanto suo fratello fosse effettivamente arrivato a
volerla.
« la cosa più
snervante è che continua a dispiacermi per lui
» ammise Zoisite « ogni volta che ci
penso…oggi è la prima volta che lo faccio
dopo giorni, ma ho cominciato a pensare che l’idea
è stata eccessiva, di nuovo
».
« se
l’è cercata. Forse imparerà a tenere la
bocca chiusa,
una volta tanto » la rassicurò, dandole un
delicato bacio sulla fronte « ah, la
mia shadowjin dal cuore tenero. Se vuoi faccio un blitz a palazzo, e se
l’anello è ancora integro gli stacco la mano
destra e te la porto ».
« dopo quel che abbiamo
combinato anche mutilarlo no ».
« e dai,
andiamo…» con un telecomando aprì il
frigo bar, dal
quale delle braccia meccaniche gli servirono dello Château
d’Yquem del quale
l’icejin viola invitò Zoisite ad osservare
l’etichetta.
« è una marca
ottima, ma che i terrestri fanno vini
eccezionali si sapeva » commentò lei.
« non guardare la marca.
Guarda l’annata ».
La shadowjin obbedì, per
poi sorridere. Cooler l’aveva
stupita ancora una volta, l’annata dello Château
d’Yquem corrispondeva al suo
anno di nascita, ossia diciannove anni prima.
« vale per questa come per
tutte le bottiglie di vino in
quel frigo, da me richieste espressamente di quest’annata
molto particolare ».
Un gesto che Zoisite trovò
molto elegante e di stile. Dopo
una vita passata a nascondersi, rubando per mantenersi, cercando di
sprecare il
meno possibile tutti i soldi che riusciva a ricavare dai suoi furti, le
sembrava di vivere in un sogno stando accanto a qualcuno che non solo
poteva
permettersi un vino del genere, ma addirittura sceglierne bottiglie con
l’annata che desiderava. « è un gesto
raffinato, che apprezzo molto ».
« facevi prima a dire
grazie » rise Cooler « non pretendo
nulla in cambio, ma ti invito solo a tenere in considerazione ogni
fattore,
incluso questo e gli altri simili, nella scelta che prima o poi
compierai. Non
che io abbia fretta, sia chiaro » aggiunse, accarezzandole la
schiena.
Zoisite si era messa a sedere, e
beveva il suo bicchiere di Château
d’Yquem con aria pensosa. Quanto avrebbe voluto togliersi
Freezer dalla testa,
sarebbe stato tutto molto più facile, e invece quando Cooler
le aveva ricordato
della scelta le era tornato in mente più chiaramente che
mai. Non che il
collare, ancora presente attorno alla sua gola, fosse d’aiuto
per dimenticarlo.
« non stare a pensare
all’Innominabile, che così ti rovini
la giornata…ah, accidenti a lui. Mi consolo pensando che
quando torneremo, se
dirà o farà qualcosa che non mi piace, ho
già predisposto tutto per lo scherzo
del secolo ».
Zoisite si voltò.
« di che si tratta? »
« segreto! Ma probabilmente
lo vedrai, scommetto che quando
ci rivedrà inizierà subito a sputare veleno.
Freezer non è il tipo che impara
la lezione, di solito ».
“ma dopo quel che ho in
mentre avrà un altro bel trauma da
gestire, oltre a quello per gli spaventapasseri assassini”.
Non volle parlare oltre a Zoisite di
quel che aveva in
mente, non era sicuro che avrebbe approvato, e lui stesso per quanto
l’avesse
definito lo scherzo del secolo lo trovava un gesto un
po’estremo. In fin dei
conti regina Ice era anche sua madre, e non aveva ancora capito come
gli fosse
venuto in mente di predisporre una cosa del genere, sapeva solo che
“ pensato, fatto”.
Era qualcosa che si spingeva oltre le solite bastardate, era LA
bastardata
definitiva, il Progetto Trauma per eccellenza, quello che avrebbe
abbattuto il
nano una volta per tutte -o così sperava.
Zoisite avrebbe capito, alla fine.
Forse non sarebbe stata
d’accordo, ma avrebbe capito, capiva sempre. Se riusciva a
dispiacersi per
Freezer, sarebbe riuscita a comprendere anche lui. In fin dei conti era
anche
per lei che lo faceva, per preservarla da “siffatto tragico
destin”. Non che
Cooler fosse sicuro che il “tragico destin” in
questione si sarebbe realizzato,
ma non gli importava nemmeno. « mi
è
venuta in mente un’altra cosa…»
« se è delle
stesso tipo delle ultime che ti sono venute in
mente, prima parliamone » disse subito la ragazza, facendolo
ridere ancora.
« no, è che
continuo a pensare che questo » picchettò sul
collare con un dito « sia un vero e proprio delitto. Zoisite,
ho bisogno che tu
sia completamente sincera…» le diede una lunga
occhiata « lo giuri? »
La shadowjin non capiva proprio dove
volesse andare a
parare. « giuro ».
Cooler continuava ad accarezzarle la
schiena con aria
assente. « adesso come adesso, senti l’impulso di
andartene? Anche solo un po’?
»
« eh? No,
macché! Mi sembra di star sognando, sinceramente »
disse subito Zoisite « insomma, saune, massaggi, trattamenti
rinforzanti, cene
extralusso abbondanti servite in camera, bottiglie di vino con
l’annata che
corrisponde al mio anno di nascita, tutti questi regali…
tu!» aggiunse alla
fine, con un sorriso « da quando siamo qui non solo non ho
pensato praticamente
mai a Penny, ma non ho pensato di fuggire nemmeno una volta ».
« sul serio? » le
domandò ancora Cooler.
« sul serio,
ma non capisco…»
Trasalì quando Cooler
all’improvviso le fu addosso, e mentre
la baciava ruppe il collare che l’aveva tenuta fuori dalle
ombre per tanto
tempo.
L’icejin si
staccò all’improvviso. « adesso
l’unica cosa
materiale che può trattenerti qui è
l’anello che ha mio fratello, se non l’ha
distrutto. Nulla ti impedisce di scomparire nelle ombre, potresti farlo
quando
vuoi: non ti sto bloccando le braccia, né trattenendo in
alcun modo. Questo per
dimostrarti che io mi fido davvero di te, che non penso a te come ad un
oggetto
che mi appartiene, né come ad una specie di concubina da
straviziare, ma come
ad un’amica e alleata che ha il mio pieno rispetto. Per
questo motivo non
voglio vederti in catene ».
Zoisite lo guardava attonita, mentre
si toccava il collo. Lo
aveva fatto davvero, l’aveva liberata! Poteva di nuovo
diventare un’ombra,
poteva di nuovo utilizzare i suoi poteri…e sarebbe stata
veramente libera di
andare via, se avesse voluto.
Era senza parole. Non
riuscì a pronunciare una sola sillaba,
ma Cooler capì tutto benissimo quando lei lo
abbracciò forte, commossa.
Ancora una volta, Cooler era stato
più furbo di Freezer.
Pensava davvero tutto quel che le aveva detto, ma anche così
la shadowjin non
era veramente libera; fisicamente sì, d’accordo, e
da parte di Cooler non c’era
mai stata alcuna costrizione, ma l’aveva incatenata facendo
leva sulla loro
intesa, l’aveva incatenata trattandola come una principessa,
e con la
gratitudine che lei ora provava nei suoi confronti per averle tolto
quel
congegno.
“mi ha liberata, sono
libera, posso tornare nelle ombre,
posso diventare un’ombra, sono libera, libera!...”
pensò Zoisite, che di gratitudine ne provava veramente
tanta. Era così felice!
« ehi…stai
cercando di assassinarmi stritolandomi? » le
domandò Cooler scherzosamente.
Lei si staccò subito.
« n-no, scusami, è che…»
« stavo
scherzando» le appoggiò le mani sulle spalle
« e pur
di vederti così contenta uno stritolamento è un
piccolo prezzo da pag… mmmh…»
accolse felicemente il bacio che
lei gli diede «eh sì, proprio un piccolo prezzo
».
« grazie. Grazie, grazie e
grazie » gli sussurrò lei.
« la sai una cosa? Questo
periodo in tua compagnia, e la tua
reazione adesso, probabilmente sono il miglior regalo di compleanno che
potessi
avere! »
Zoisite lo guardò
sorpresa. « è il tuo compleanno? »
« Sì! »
« e quanti anni compi?
»
Cooler stavolta esitò a
rispondere. « trenta ».
« ti facevo più
giovane » disse Zoisite « pensavo che tu ne
avessi tipo…venticinque, ventiquattro…»
« ah,
no…ventiquattro ne ha Penny ».
« giura! Pensavo che avesse
da poco raggiunto la forma
completa, più di venti non gliene
davo…» commentò la shadowjin
« sarà che si
comporta ancora come un bambino capriccioso ».
« quello lo farà
anche tra cinquant’anni, se ci arriverà
»
replicò Cooler.
Zoisite assunse un’aria
pensierosa, per poi scrollare le
spalle. « già. Ok, basta pensare a Freezer
» concluse « abbiamo di meglio da
fare. Adesso che posso stare in piedi, e posso far comparire le cose
dalle
ombre…» gli
rivolse un sorriso malizioso
« penso di poterti fare un regalino per i tuoi
trent’anni » disse.
Cooler fece un sorrisetto, le cose
sembravano mettersi molto
bene. « pensavo che me l’avessi già
fatto poco fa, quando ci siamo svegliati »
osservò, guardandola alzarsi dal letto e dirigersi verso lo
stereo.
« pensavi male. Puoi
voltarti un attimo? »
« cos’hai in
mente? » le domandò l’icejin viola,
obbedendo.
« tra poco lo vedrai
».
Dalle casse partì una
musica orientaleggiante. Cooler non
poteva vedere nulla, ma sentì un tintinnio come di tanti
piccoli campanelli, o
qualcosa di simile.
« puoi voltarti di nuovo
».
Cooler obbedì ancora,
trovandosi davanti la shadowjin con
una sorta di “pareo” rosso legato sui fianchi,
pieno di lustrini e con dei
piccoli dischetti metallici che ad ogni mossa provocavano il rumore che
aveva
sentito prima. La ragazza cominciò a muoversi ed ondeggiare
sensualmente, a
tempo di musica.
« …altro
souvenir dalla Terra? » le domandò debolmente
Cooler.
“ se Freezer lo sapesse gli
prenderebbe un colpo! Crepa di
invidia, caro fratellino” pensò.
« ah-ah »
annuì Zoisite « danza del ventre la chiamano,
giusto? »
Cooler aveva l’impressione
che sarebbe stato il più bel
compleanno della sua vita.
@@@
Mentre Cooler e Zoisite si davano
alla pazza gioia nel
festeggiare il compleanno di lui e la rinnovata
“libertà” di lei, c’era
qualcun
altro che invece di tutto aveva voglia meno che di una festa.
Freezer li aveva fatti cercare in
lungo e in largo per il
pianeta, ma non c’era stato verso di trovarli: i soldi di
Cooler avrebbero
permesso ad un elefante di nascondersi dietro un filo d’erba
e di non essere
visto.
A quel punto li aveva fatti cercare
nei pianeti vicini,
senza ottenere niente, e aveva saputo che non era nemmeno tornato a
Pianeta
Cooler n.1. C’era da domandarsi dove fossero andati a finire,
e cosa diavolo
stessero facendo!
“su quello non ci sono
molti dubbi!” pensò, rompendo il
bicchiere che aveva in mano senza curarsi delle schegge di vetro che
gli si
erano infilate nella pelle. Tanta era la rabbia, tanta la gelosia, che
non
sentiva nemmeno il dolore.
In quei giorni diversi pianeti
avevano pagato il prezzo
dell’ultimo scherzo di Zoisite e Cooler, e della frustrazione
del tiranno che
non si era mai sentito così in vita sua. Era tormentato dal
pensiero di lei con
lui, era tormentato dal fatto che se anche li avesse
trovati…che avrebbe potuto
fare? Ed era tormentato perché non riusciva a dare un taglio
a tutta quella
storia.
Anche solo guardare
l’anello che aveva al dito lo faceva
impazzire. Sapeva che, finché lo avesse tenuto, lei prima o
poi sarebbe tornata…
ma perché diamine avrebbe dovuto volere che Zoisite
tornasse? Per farsi
umiliare ancora?! No, assolutamente no.
Nei momenti in cui gli venivano certi
pensieri si toglieva
l’anello ed era pronto a distruggerlo, al diavolo
l’enigma, al diavolo il
tesoro, al diavolo lei, Cooler, e tutto il resto dello stramaledetto
Universo;
ma quando era sul punto di distruggerlo ecco che qualcosa lo bloccava,
e lo
spingeva a rimetterselo al dito con un gesto nervoso.
Non si era ancora alzato dal letto
quella mattina, ed aveva
dato espressamente ordine di non essere disturbato. Lo aveva fatto
quando,
ancora mezzo addormentato, si era stretto al cuscino con la sciocca
convinzione
che fosse lei.
Lo aveva disintegrato, quel cuscino.
Gli erano venute in mente cose strane
in quei giorni, cose
come “forse non dovevo darle della puttana, forse me la sono
andata a cercare,
lei è stata bastarda, maligna, ma io me la sono andata a
cercare”, ulteriore
prova del fatto che ci fosse qualcosa che non andava.
La logica gli diceva di lasciarla a
Cooler, ancora. Gli
diceva “ lascia che se la veda lui con quella lì,
e torna alla vita di prima”.
La voglia di vendetta invece diceva
“ non ti azzardare ad
arrenderti, deve pagarla per quel che ti ha fatto!”.
L’istinto gli urlava
“ ma sei scemo, lasciarla a Cooler?!
Non hai sentito che sensazioni che ti dà? Non
l’hai sentita quella vibrazione,
quell’attrazione, quella chimica che c’è
tra voi due? Non ricordi più quanto è
bella? E vorresti che Cooler la portasse via?”
E infine, la stessa parte di lui che
aveva originato quel
“forse me la sono andata a cercare”, una parte che
rifiutava categoricamente di
ascoltare e che fino all’arrivo di Zoisite non era mai venuta
fuori, gli
sussurrava altre cose ancora. Lo faceva nei momenti di stanchezza, o
nel dormiveglia,
nei momenti in cui tutte le altre parti erano temporaneamente sedate.
“ti immagini come sarebbe
svegliarti e abbracciare lei
invece che il cuscino, e questo tutti i giorni? Ti immagini le lotte, e
le
riappacificazioni a modo vostro? Poterle parlare di quello che vuoi,
quando
vuoi, senza paura e senza inibizioni? Non immagini come sarebbe veder
crescere
-con lei al tuo fianco- una miriade di piccoli icejin bianchi o neri?
No, non
uno soltanto, ma di più! E come sarebbe vederla sorridere,
sorridere proprio a
te, e molto più spesso? Sapere che rimarrebbe con te anche
senza quel collare,
anche se le restituissi l’anello?”
« sciocchezze!
»
sibilò l’icejin.
Intanto però non sapeva
come comportarsi, e poteva solo
aspettare.
Peraltro quel giorno era il
compleanno di Cooler…immaginò
che avesse voluto da lei un qualche regalo speciale, e non nel senso
“ti compro
qualcosa e te lo do”. A dire il vero si trattava sempre di
“dare” qualcosa, ma
non era certo una bottiglia di buon vino… e al pensiero
sentiva nuovamente la
voglia di distruggere qualche pianeta!
Era entrato in un circolo vizioso dal
quale rifiutava
orgogliosamente di uscire. Testardo, ostinato, e ventiquattro volte
zuccone.
Si sfilò
l’anello, cercò di concentrarsi sul rebus, ma
niente. “IV abc - I abc
. + . +
.”, ma che senso aveva?!
Poi notò che i nomi e la
data e quei simboli sembravano
corrispondere, viste le posizioni in cui erano messi. IV abc
corrispondeva al
nome Morgan, I abc al nome Axenite, i “.”
corrispondevano ai numeri che
formavano la data, e i “+” ai puntini che
dividevano giorno, mese ed anno.
Un passo in più verso la
risoluzione, forse, ma continuava a
non capire il significato di quella roba. Forse con l’aiuto
di qualcuno sarebbe
riuscito a venirne a capo, forse se Zoisite lo avesse visto avrebbe
saputo
interpretarlo…
Ma Zoisite era chissà dove.
Cominciò a togliersi le
schegge di vetro dalla mano. Avrebbe
dovuto chiamare la schiava delle pulizie, alla fine, a riordinare
tutto, a
rifare il letto e per farsi portare un nuovo cuscino.
« Zarbon » disse
in un apparecchio « di’ alla schiava delle
pulizie che deve venire a rimettere in ordine la mia stanza, e solo
quella ».
« sissignore ».
Lui intanto si sarebbe fatto un
bagno, cercando di non
pensare che era in quella vasca che lui e la piccola
shadowjin…
« al
diavolo! »
esclamò, andando in bagno e sbattendo la porta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** L'ombra del...bentornato? ***
= L'ombra
del…bentornato?
=
« forza e coraggio,
oggi torniamo da Moira Orfei » disse
Cooler.
Zoisite era visibilmente preoccupata,
non tanto perché
temesse che Freezer le facesse del male - come avrebbe potuto farlo
adesso che
lei poteva tornare un’ombra e aveva Cooler dalla sua? -
quanto piuttosto per il
fatto di rivederlo. Di rivedere quello sguardo, e di subire ancora il
suo
giudizio alquanto impietoso…
A tal proposito, era preoccupata sia di Freezer che per
Freezer, almeno un po’: non aveva idea di che scherzo si
trattasse quello che
aveva in mente Cooler, ma non era di buon auspicio che non avesse
voluto
parlargliene. Sperò solo che non fosse qualcosa di ancora
peggiore di quel che
gli avevano già fatto, perché lei stessa non
l’avrebbe sopportato; a tutto
c’era un limite e, per quel che la riguardava, con la figura
di cacca vera e
propria che gli avevano fatto fare sentiva di averlo già
oltrepassato. « eh
già…oggi torniamo ».
Cooler notò che la
shadowjin era talmente impensierita da
non avergli chiesto perché diamine si stessero dirigendo
verso il parcheggio,
quando invece erano venuti lì in volo. Poco male, la
sorpresa sarebbe stata
ancora più grande. « senza fretta però.
Prima voglio portarti a fare un
giro…spero che ti piaccia l’alta
velocità! »
« eh?!...già, ma
perché siamo nel parcheggio? »
Non era un bene che fosse
così concentrata su Freezer da non
rendersi nemmeno conto di dove stavano andando, pensò
Cooler. « te ne sei
accorta solo ora? Eh, ma allora questo giretto ci vuole proprio
» disse l’icejin
« mi sono fatto portare qui la mia fuoriserie. Zy, Carson.
Carson, Zy. Non è
una meraviglia? » domandò Cooler accarezzando la
carrozzeria.
Zoisite però non
capì se lo avesse chiesto a lei, o
piuttosto se era a Carson che aveva chiesto un’opinione!
Era una specie di macchina volante
dalle linee eleganti ed
affusolate, di un azzurro così “shock”
da renderla immediatamente
riconoscibile. Zoisite non volle immaginare quanto l’avesse
pagata,
probabilmente valeva più di tutte le cose che aveva nelle
ombre messe insieme,
che tra l’altro comprendevano anche una delle statue
dell’Isola di Pasqua. « è
magnifica ma… “Carson”? » lo
guardò perplessa « perché cavolo
l’hai chiamata
Carson?! »
« non è un
brutto nome! » fu la replica di Cooler «
cos’ ha
che non va? »
Zoisite fece dei gesti vaghi con le
mani. « è solo che trovo
strano dare un nome a una macchina, al di là del
“Carson”. Per quel che
riguarda poteva chiamarsi anche Giuditta, l’avrei trovato
strano lo stesso ».
La ragazza rimase di stucco quando
vide Cooler “consolare” Carson
per scherzo. « non voleva dirlo piccina,
no…»
Zoisite lo guardò,
perplessa. Non avrebbe mai creduto che
Cooler fosse un fanatico delle macchine, o almeno della propria!
« saliamo
prima che inizi a pensare che sei quasi più matto di Penny
» sospirò.
« appunto, quasi. Matto
come Penny è impossibile…aspetta »
le aprì galantemente la portiera dal lato del passeggero
« prego, piccola ».
Zoisite gli sorrise, e gli diede un
bacio. Era sempre così
fine, lui! Decisamente, pensò a quel punto, l’attaccamento
alla sua fuoriserie si poteva
perdonare. In fin dei conti “uomini-motori” non era
il più classico degli
abbinamenti? « grazie » disse, mettendosi sul
sedile.
Cooler salì subito dopo.
« allaccia la cintura, mi
raccomando » disse, accendendo il motore « faremo
il giro di questo buco di
pianeta, prima di tornare ».
Zoisite allacciò la
cintura. « ok, mi sta b-»
Non fece in tempo a finire la frase
che Cooler fece
sollevare in aria Carson e partì improvvisamente a razzo
verso…mah! Zoisite non
riusciva a capirlo, perché teneva gli occhi chiusi. Va bene
l’alta velocità, ma
non pensava che sarebbe stato tutto così immediato!
« m-ma non ti sembra di
andare un pochino forte? » pigolò debolmente.
« che? Sto andando come una
lumaca! Reggiti forte, ché
adesso comincio a fare sul serio! » dichiarò
l’icejin viola « faremo il giro
del pianeta in tre secondi netti! »
« stai
scherzando?!
» esclamò la shadowjin, costringendosi ad aprire
gli occhi. A parte la prima
impressione, pensò, non era poi così male, era
solo questione di abituarsi.
Chissà se Cooler l’avrebbe fatta guidare, in fin
dei conti anche lei aveva la
patente, e pure valida!
« no! Carson può
fare ben altro, considera questo: il mio
record personale è di 0,978 millesimi di secondo, ma dato
che ci sei tu qui
vicino a me devo contenermi » le spiegò,
sfrecciando a tutta velocità.
« Cooler
aspetta…»
L’icejin riuscì
a frenare dolcemente nonostante la velocità
spaventosa. Era evidente che fosse un esperto. «
c’è qualcosa che non va? Stai
bene? » le domandò, preoccupato che potesse
sentirsi male.
« sì»
lo tranquillizzò la shadowjin « è che
volevo chiederti
se mi facevi guidare…»
Quasi scoppiò a ridere
vedendo la faccia che aveva fatto
Cooler, come se gli avesse chiesto di vestirsi da donna e prostituirsi,
invece
che di farla guidare.
« eh… non penso
sia una buona idea, sai, non tutti sono in
grado di guidare una macchina come Carson » cercò
di dissuaderla Cooler. La sua
auto in mano a Zoisite? …mah. Non era esattamente che se la
sentisse di
cedergliela, anche solo per poco.
A Zoisite però era venuta
proprio voglia di guidare. Fece
“camminare” due dita sul petto di Cooler,
guardandolo sbattendo le ciglia. « e
dai, fammi guidare…»
« ti ho detto che non
è il caso e- » ammutolì bruscamente
quando la shadowjin gli sussurrò all’orecchio
qualcosa. Di certo si trattava di
una proposta particolarmente sconcia, che dipinse un lento sorriso sul
volto di
Cooler. « questa qui si chiama corruzione, lo sai? »
« quindi mi fai guidare?
» chiese ancora la ragazza.
« d’accordo
» si scambiarono rapidamente di posto « ma non
andare troppo forte, non andare a sbattere da nessuna parte e per
l’amor del
cielo tieni le mani lontane dal freno a
mano mentre curvi! »
« vorrà dire che
ne rimetterò una quando andrò dritta, sul freno
a mano » commentò la ragazza con un
sorrisetto.
« ci conto, piccola
» rise l’icejin, che aveva capito il
doppio senso « d’accordo allora, fammi vedere cosa
sai fare…ehm…perché hai
acceso il cronometro? »
Zoisite diede gas. «
perché intendo battere il tuo record,
mio caro! » disse, attivando il cronometro e schizzando via
ancora più
velocemente di quanto avesse fatto Cooler.
«
ZOISITE TI AVEVO
DETTO DI ANDARE PIANO! »
« IIIIIIH-HA!!!
» fu la
risposta della shadowjin che,
decisamente, non intendeva proprio dargli retta.
“questo giro glielo faccio
fare, ma poi torno a guidare io”
pensò Cooler.
Esattamente 0,965 millesimi di
secondo dopo si ritrovarono
esattamente dove lei era partita.
« ma tu guarda, credo ti
averti leggermente battuto! »
esultò la shadowjin.
« perché
tu sei una
pazza scriteriata! » sbottò
l’icejin « prima ti lamentavi, ma sei andata
più veloce di quanto abbia mai fatto io! »
« perché
lì per lì avevo un po’paura ma poi mi
è passata »
replicò Zoisite « quindi posso continuare a
guidare? »
« il giro del pianeta
l’hai fatto, adesso direi di
scambiarci di posto, tornare a quel discorso del freno a mano, e
specificare
alcuni punti della tua proposta di prima…»
La shadowjin fece un piccolo sospiro.
La sua guida era già
finita? Peccato. « ok, divento un’ombra, tu scorri
di posto ».
@@@
Freezer era stranamente uscito,
così, tanto per fare due
passi. Aveva concluso che gli avrebbero fatto bene, visto che stando
nel
palazzo non riusciva a concludere nulla. Non era nemmeno abbastanza
concentrato
per occuparsi dei propri affari, cosa che riteneva terribilmente grave,
e a cui
non poteva far fronte.
Quei due ancora non si trovavano.
Possibile che se ne
fossero andati davvero? Possibile che lei alla fine avesse deciso di
fregarsene
dell’anello di suo padre?
Se le cose stavano così
non l’avrebbe rivista mai più, se
non a qualche riunione di famiglia in cui Cooler non avrebbe fatto
altro che
sbattergli in faccia che stava con Zoisite, e che lui non avrebbe mai
potuto
averla, avendo perso la sfida. Già… avrebbe perso
quella, e anche molto di più,
anche se non lo voleva ancora ammettere. Le cose non avrebbero potuto
andare
peggio, pensò.
Sbagliando.
Sentì uno spostamento
d’aria, ma non riuscì a fare
assolutamente niente per evitare il terrificante urto che
seguì; si sentì come
se venti Cooler gli avessero tirato simultaneamente un pugno assassino
per poi
fargli crollare sopra l’intero palazzo, venne scagliato via,
ci fu un altro
urto, forse contro una parete, e poi si sentì cadere a terra.
Sentì anche uno strillo.
« Era
Freezer! Cazzo, lo hai preso in pieno!
»
Qualcuno che gli voltava la testa
verso l’alto. Si sforzò di
aprire gli occhi…era di certo opera della sua immaginazione
vedere lì Zoisite,
che sembrava anche preoccupata per lui. I sensi gli stavano giocando
brutti
scherzi, anche l’olfatto lo tradiva, dato che gli sembrava di
sentire il suo
profumo…
« dobbiamo chiamare
qualcuno, un dottore, portarlo nelle
vasche di rianimazione…»
Una macchina comune che andava a una
velocità comune non
avrebbe fatto niente a uno come Freezer, ma Carson non era una macchina
comune,
e tantomeno andava ad una velocità normale, ecco
perché aveva fatto tanti
danni; in caso contrario, Freezer non avrebbe sentito niente, e la
macchina si
sarebbe sfasciata.
« ma che vasche e vasche!
Guarda cos’ha fatto a Carson, bisogna
chiamare un meccanico, non un dottore!
…quest’essere ha la pelle più dura di
quanto pensassi…se lo avessi immaginato, avrei sterzato
».
Questa allucinazione uditiva avrebbe
preferito non averla.
Zoisite versione crocerossina andava bene, ma Cooler proprio no.
« n-n-non
C…C…» quel che Freezer cercava di dire
era “non
Cooler eh cervello, per favore no”, ma ovviamente non ci
riusciva.
« tu!
Soldato!
Corri a chiamare dei dottori, fai presto! » ordinò
Zoisite a uno di passaggio.
Era incredibile come, nonostante praticamente non fosse ancora nessuno,
i
soldati si trovassero ad obbedirle. Forse perché essere
particolarmente
perentori era un’altra peculiarità degli icejin,
anche degli Shadow, insieme
all’orgoglio, l’ostinazione e l’essere
vendicativi. Inoltre ora che si era
ripresa era più forte di tutti i membri della Squadra Ginew
messi insieme: gli
icejin avevano un livello di combattimento standard che li rendeva
superiori a
molti, e alcuni, come nel caso del clan Cold, raggiungevano picchi di
potenza
particolarmente elevati senza sottoporsi ad alcun allenamento.
« s-sissignora! »
Freezer sentì dei passi di
corsa allontanarsi.
«…e un
meccanico! » sentì aggiungere Cooler. Maledizione
al
suo cervello allucinato.
Zoisite lanciò a Cooler
una gran brutta occhiata, mentre
teneva una mano sotto la testa di Freezer. Il suo compagno di letto
aveva detto
qualcosa che non le era piaciuto per niente, e sperò di aver
capito male. «
Cooler, che voleva dire “se lo avessi immaginato avrei
sterzato”?! Non l’avrai
investito di proposito! »
Cooler fece spallucce. «
ovvio che l’ho fatto! Tu come
avresti agito, al posto mio?...già che ci sei, prendigli
l’anello…»
Freezer sentì il rumore di
qualcosa che sbatteva contro
qualcos’altro, e un’esclamazione sorpresa. Zoisite
aveva fatto comparire dalle
ombre una roccia che aveva raccolto sul pianeta Framihex per ricordo, e
l’aveva
lanciata contro Cooler all’improvviso. « hai
investito tuo fratello e stai a pensare
all’anello e a Carson! Ma
è possibile?!...
che vuoi che mi importi al momento?!...» esclamò,
decisamente irritata. A tutto
c’era un limite, e investendo di proposito Freezer lui lo
aveva decisamente superato.
Per Cooler la reazione della
shadowjin fu indicativa, era
talmente preoccupata per suo fratello che non le importava nemmeno
dell’anello,
e lo aveva preso a male parole nonostante la meravigliosa vacanza fatta
insieme. Forse quella non era stata una buona mossa, ma
l’icejin viola non
intendeva certo arrendersi per quel minuscolo errore. « forse
non avrei dovuto
farlo » disse per rabbonirla.
“ e se non
l’avessi fatto Carson sarebbe stata a posto. Se
non altro adesso ho un quadro più chiaro della
situazione” pensò “ credo di
aver sottovalutato quel che c’è tra lei e mio
fratello. Devo stare più attento,
altrimenti finirà per pensare di scegliere lui…o
beh, in quel caso gli
strapperei davvero l’anello dal dito e la farei fuggire. Con
me non lo ha fatto
perché l’ho fatta stare bene e si sentiva al
sicuro, ma con lui questo discorso
non vale senz’altro”.
« decisamente
non
avresti dovuto, Cooler! Oh, i dottori… »
@@@
Il tiranno si svegliò
poche ore dopo, in quella che
riconobbe essere una delle stanze vicino all’infermeria. Non
riusciva a capire
come accidenti fosse arrivato lì. Ricordava solo di essere
stato colpito da
qualcosa.
« ci credi che cominciavo a
preoccuparmi? Avresti dovuto
svegliarti mezz’ora fa ».
Si voltò bruscamente in
direzione della voce, non riusciva a
credere alle proprie orecchie ed ai propri occhi. «
tu…»
Zoisite. Senza collare. Fu la prima
cosa che notò, Cooler
doveva averglielo strappato via, alla fine… ma lei era
ancora lì. Guardò
la propria mano, e vide che anche
l’anello era ancora lì. Cosa le avrebbe impedito
di andarsene dopo averglielo
preso? Perché non lo aveva fatto? Ma soprattutto,
cos’ era successo? Perché lui
si trovava lì?!
“forse
non se n’è
andata perché alla fine ha capito di preferire Cooler alla
sua tanto amata
libertà” pensò con una certa amarezza
“ ecco perché è rimasta…ma
mi domando
perché sia qui. Insomma, qui con me”.
« sei stato investito da
una macchina » disse piano la
shadowjin.
Freezer le lanciò
un’occhiata ostile. « hai cercato di farmi
fuori in maniera così banale? »
Stavolta fu Zoisite a dargli
un’occhiataccia. « non io,
Cooler. E comunque l’ha fatto per sbaglio »
bofonchiò, mentendo e sapendo di mentire,
senza oltretutto che Freezer credesse ad una sola parola. Ovvio che
Cooler non
lo avesse fatto per sbaglio, ed era altrettanto tristemente ovvio che
lei
cercasse di coprirlo.
“ si è
innamorata di lui” pensò il tiranno, che a quel
punto
non si curò nemmeno di guardarla in faccia. «
immagino che tu ti sia divertita
non c’è male in questi giorni, e che il tentato
omicidio sia stato solo il
momento migliore. Perché sei qui? Sei venuta a goderti lo
spettacolo? Sei
venuta a vedere me, debole e incosciente? Lo spettacolo è
finito, mi spiace
deluderti ».
Lei si sedette sul letto. «
sei proprio uno stupido! Se vuoi
saperlo, lo “spettacolo” non mi è
piaciuto per niente! »
Razza di ipocrita, pensò
Freezer, ipocrita e pure sciocca se
non aveva approfittato di quell’occasione. Non riusciva
proprio a capirla,
quella ragazza. « tanto tu fai sempre così
» disse ad un certo punto.
Lei lo guardò perplessa.
« così come? »
Freezer fece un sorrisetto
sarcastico. « prima fai tutto
quel che ti passa per la testa senza curarti minimamente delle
conseguenze, poi
ipocrita come sei fingi di essere pentita, dici un paio di
“mi dispiace” per
rimetterti a posto la coscienza ed ecco fatto. Io almeno ho il
buongusto di non
fingere che mi dispiaccia se a qualcuno succede qualcosa di brutto
quando
invece non me ne importa niente ».
Calò un silenzio
imbarazzante per un paio di minuti. «
ribadisco che sei proprio uno stupido ».
« e allora
perché ci hai messo tanto a rispondere? Perché
non mi hai preso questo maledetto anello? » adesso invece la
guardava in faccia
eccome « è l’unica cosa che ti trattiene
qui. Il collare non c’è più, ti
basterebbe prendermelo e poi potresti andartene via col mio caro fratello- quasi- fratricida. Immagino
che in questi dieci giorni ve la siate spassata! » disse
freddamente « e il
giorno del suo compleanno avrai fatto gli straordinari! »
Ecco che ricominciava, tra poco le
avrebbe dato di nuovo
della puttana, tanto ormai Zoisite aveva capito che quello era il suo
insulto
preferito. Accidenti a lei, perché non aveva preso
quell’anello, perché non
l’aveva fatta finita? Inoltre, quasi quasi avrebbe davvero
voluto essere
ipocrita come aveva detto lui ed essersi preoccupata per finta, invece
che
essere stata veramente in ansia per la sua salute. Perché
non aveva semplicemente
pensato “ben gli sta”? Aveva perfino discusso con
Cooler mentre i dottori
portavano Freezer nelle vasche di rianimazione,
tant’è che aveva deciso di
passare la notte in un’altra stanza. Questo però a
Freezer non l’avrebbe detto
e, se lui continuava imperterrito a comportarsi in quel modo, anche lei
sarebbe
rimasta sulla solita linea. « se lo avessi fatto veramente
per lavoro credo che
quel che abbiamo fatto sia definibile con qualcosa di più
che semplici
“straordinari”… ma visto che non faccio
la prostituta, dico solo che ci siamo
divertiti tantissimo in modi che non immagini neanche ».
Quell’affermazione della
shadowjin, che aveva le braccia
incrociate davanti al petto ed era quindi pronta a scomparire da un
momento
all’altro, gli fece andare il sangue alla testa. Non riusciva
a sopportare il
pensiero che lei e Cooler andassero a letto insieme già
prima, figuriamoci ora
che glielo stava proprio sbattendo in faccia. Continuava a pensare che
lei
fosse sua, e sua soltanto; con che diritto Cooler ci aveva messo le
mani sopra
di nuovo, chissà quante volte, chissà in quali
modi?! « cosa credi di ottenere
dandomi la conferma di quel che già sapevo? Pensi di
ingelosirmi? Che vuoi che
mi importi tu e mio fratello copulate anche quattro volte al giorno?!
» sibilò.
« se non te ne frega niente
perché diavolo la fai tanto
lunga allora?! E comunque quel giorno sono state
sette…» aggiunse - peraltro
senza mentire! - Zoisite, che in quel modo ricambiava le
“cortesie” del tiranno
quando le dava della puttana direttamente o no.
«
ti ho detto che non
mi importa niente! »
“ sette
volte!!!”
pensò Freezer orripilato “ sette volte! Ma come
hanno fatto?!”
« e allora
perché non ti calmi? » replicò Zoisite
con aria
di sfida « e la sai una bella cosa? Alla fine puoi dire quel
che ti pare, se
per te una ragazza che si è divertita con qualcuno che
presumibilmente
diventerà il suo futuro marito è una puttana,
beh…» fece spallucce « sarai
soddisfatto. Se è così che vuoi considerare la
cosa, hai ragione ».
« stai
zitta! » le
intimò lui. Certe cose non sopportava neppure di sentirle.
« che
c’è, ora non ti piace nemmeno quando ti do
ragione? »
gli domandò sarcasticamente la ragazza.
Freezer la guardò a lungo
senza dire una parola. Secondo
momento di silenzio imbarazzante, anche più lungo del primo.
Zoisite non capiva
cosa stesse pensando, non che fosse una cosa facile da fare…
“ probabilmente nel caso in
cui si sia miracolosamente
attivato un neurone che lo renda in grado di formulare almeno un
pensiero
compiuto, questo è ‘zoccola - zoccola -
zoccola’! “ pensò.
« il tuo futuro
marito…» disse lentamente Freezer « tu
proprio non capisci, eh? »
« sei tu quello che non
capisce » ribatté Zoisite. Dove
voleva andare a parare adesso?!
« tu ce l’hai
ancora con me per quel collare, e per questo »
le mostrò l’anello « ce l’hai
con me perché secondo te ti ho tenuta prigioniera
».
Quella non era una novità,
e la shadowjin era sempre stata
chiara su quel punto. « lo hai fatto, non è un
“secondo me”! » esclamò
Zoisite
« è quel che hai fatto fin da subito, mentre
Cooler mi ha liberata! »
Che cercava di fare, rigirare la
frittata?
Freezer fece un piccolo sospiro.
« fossi in te rifletterei
ancora un po’ su come stanno davvero le cose, prima di
sputare sentenze come
questa. Non te ne sei accorta, Zoisite? » fece una risatina
beffarda « non ti
rendi conto di essere più in catene adesso di quanto lo
fossi quando eri
ammanettata a me diverso tempo fa? »
D’accordo, era ufficiale,
quell’urto gli aveva completamente
scombussolato il cervello. O così concluse Zoisite.
« ma che accidenti dici?! »
« le catene che ti ho messo
io esistevano solo in senso
fisico. Se Cooler in passato ti ha mai detto quanto fosse evidente che
tu fossi
una creatura vissuta nella più completa libertà,
sappi che non era il solo ad
essersene accorto. Era chiaro anche per me, e nonostante quelle catene
continuavi a sempre a dare quella sensazione…»
Zoisite non riuscì a dire
niente. Avrebbe voluto
interromperlo, ma proprio non sapeva che dire. Si, Cooler glielo aveva
detto
più volte, ma non avrebbe mai pensato che anche lui
l’avesse notato.
«
guardati ora! »
continuò l’icejin « al di là
del fatto che sei stracolma di gioielli, l’aria
che hai è quella della concubina preferita del padrone, che
non è mai uscita
dall’harem. Cooler ti ha incatenata a sé con bei
regali e trattandoti con i
guanti di velluto, facendo oltretutto leva sulla gratitudine che provi
per lui
avendoti liberata dalle catene che ti aveva messo il “lupo
cattivo” » sbuffò,
mentre si indicava « una volta, se Cooler avesse fatto
qualcosa non ti fosse
stato bene, sono sicuro che lo avresti riempito di pece e piume come
hai fatto
con me. Non gliel’avresti fatta passare liscia. Prima hai
detto che lo
spettacolo non ti è piaciuto, giusto? Che non ti
è stato bene che mi abbia
investito. Ma cos’hai fatto, o farai, di concreto per
farglielo capire? Gli
negherai il sesso per una notte e poi tutto a posto? »
« se permetti, e anche se
no, questi sono fatti miei! »
ribatté Zoisite, sperando che chiudesse la bocca una buona
volta. Non le piaceva
quel che stava sentendo, soprattutto perché era vero.
« appunto. Proprio quello
che intendevo » riprese Freezer «
prima avresti reagito, adesso invece accetti tutto passivamente, anche
se non
ti piace, perché ti senti in debito con lui. Forse hai
mantenuto la tua
linguaccia tagliente, ma stai perdendo il tuo spirito, piccola
shadowjin;
Cooler lo sta uccidendo lentamente, ma nemmeno troppo, e la cosa
divertente è
che non solo non te ne accorgi, ma gli dici pure grazie ».
Quel discorso la colpì
profondamente, ma non intendeva
ancora lasciarlo vincere, metaforicamente parlando. « non
cercare di rigirare
la frittata, sei tu quello che vuole uccidermi, soprattutto dopo quel
che è
successo ultimamente. Ci hai fatti cercare tutto il tempo, e dubito che
fosse
per ringraziarci del nostro piccolo scherzetto ».
Allibì quando lui
scoppiò a ridere di nuovo, una risata
senza la minima traccia di allegria.
« è quel che
dici sempre, “vuoi uccidermi, vuoi
uccidermi”…eppure
guarda un po’, sei qui! Dici che non è per goderti
lo spettacolo, ma allora per
cos’è? »
« pena, Freezer. Ecco per
cos’è. Ho pensato che Cooler
avesse passato il limite, e sono venuta a vedere come stavi,
perché quando ti
ho visto a terra in quel modo mi hai fatto compassione! »
Freezer non gradì quel
commento. Lo compativa! Lei,
“compatire” l’onnipotente Freezer! Era
qualcosa che non stava né in cielo né in
terra. « se fossi un clichè letterario saresti la
prostituta dal cuore tenero »
disse seccamente.
« oh, conosci i
clichè letterari? Ma allora sai leggere! »
« questo perché IO
sono andato a scuola, mentre qualcun altro…»
« molto utile la scuola,
proprio. Non fare tanto il figo,
scommetto che papino doveva spedirtici a calci ».
« non esattamente. Ma
almeno io avevo un padre che avrebbe
potuto farlo».
Bastardo.
« se ci avesse provato
saresti subito andato a piangere da
mammina, per quanto potesse essere utile visto che è in coma
».
Più
bastarda.
« potrebbe svegliarsi da un
giorno all’altro! » ringhiò il
tiranno « invece i tuoi sono ridotti in pulviscolo spaziale!
»
Peggio
ancora.
I due adesso erano pericolosamente
vicini e pronti a
saltarsi addosso da un momento all’altro nel tentativo di
staccarsi la testa a
vicenda, o forse no.
« se si svegliasse sarebbe
solo per prendersi la
soddisfazione di vomitarti addosso ».
« o magari gettarmi addosso
liquami provenienti dalle fogne
» sibilò lui.
« ah. Io lo farei
» sibilò Zoisite a sua volta, in tono
sarcastico « piaciuto il bagnetto? »
Parte di lei rimase di sasso nel
sentire la sua stretta
improvvisa, e per il ritrovarsi improvvisamente nel letto accanto a
lui, ma
un’altra parte di lei, invece, non era sorpresa per niente.
Era quella parte
che aveva imparato a conoscerlo, e sapeva almeno un po’cosa
aspettarsi.
« era quel che volevi fin
dall’inizio, ammettilo ».
« no, sono etero
».
L’icejin la odiò
profondamente in quel momento, per quanto
invece amò rivedere nei suoi occhi l’antico
spirito che li animava, quello col
quale l’aveva conosciuta. Odiò e amò
allo stesso tempo quel che stava
succedendo, anche se non lo avrebbe mai confessato nemmeno a se stesso.
Fu
felice che un po’di lei fosse rimasto, che Cooler non avesse
ancora completato
l’opera. C’era ancora una speranza, allora.
« tu questo con Cooler non lo
senti, né lo sentirai mai ».
«
“questo” cosa? Di che parli?...no, Cooler non usa
un
profumo così dozzinale ».
Eccola lì. La sua piccola,
insolente shadowjin.
“
bentornata”.
Non registrò il proprio
pensiero, perché ad averlo avuto era
stato il Freezer del dormiveglia, e lui era impegnato a fare
altro…ma anche Zoisite,
inconsciamente, lo percepì sotto le loro azioni.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** L'ombra. L'unica giusta. ***
piccolo sommario: il rapporto di Zoisite sia con Freezer che con Cooler è diventato man mano sempre più profondo, anche se in modi completamente differenti. Cooler, fino a questo momento, si è presentato come il partner perfetto; Freezer, invece, come un pazzo psicotico per il quale però la nostra shadowjin nutre una profonda attrazione -e anche qualcosa di più- oltretutto ricambiata. L’ultima azione di Cooler, investire il fratello con la propria auto, ha portato però a dei cambiamenti nel modo in cui Zoisite lo vede. Un’incrinatura su una superficie di cristallo trasparente. Che per Freezer questa sia l’ultima occasione per far si che l’ago della bilancia penda a suo favore?
= L’ombra.
L’unica giusta. =
« vieni a dirmi di nuovo
che è stato uno sbaglio, adesso.
Voglio proprio vedere se arrivi a tanto! Sei sobria, sei sana, quindi
non puoi
nemmeno dire che mi sono approfittato di un momento di debolezza per
saltarti
addosso. Come ti giustificherai stavolta? Mh? »
Già. Come si sarebbe
giustificata stavolta, anche a se
stessa?
Adesso sì che si sentiva
una vera e propria puttana. Passava
da un fratello all’altro nel giro di poche ore, per
motivazioni che nemmeno lei
riusciva a comprendere appieno, anzi, diciamo pure che non le
comprendeva per
niente. Che tutto sommato avesse ragione lui a darle della zoccola,
pensava,
che effettivamente lo fosse diventata?
Se anche non aveva ragione su quello,
comunque, sul resto
l’aveva senz’altro. Aveva perso di vista il suo
obiettivo principale, ossia la
fuga, e magari trovare il tesoro degli shadowjin; si era lasciata
trascinare
dai bei gioielli, dal lusso, dalle coccole, il sesso e i vini costosi
che
Cooler le aveva offerto, tanto che invece di andarsene via era rimasta
al suo
fianco…
“ ma se stavo bene,
perché avrei dovuto fuggire? Cooler mica
vuole farmi fuori. Chi vuole uccidermi è questo qui. Me lo
devo ricordare. Ha
ragione a dire che mi stavo lasciando prendere troppo la mano da
Cooler, ma come
cavolo faccio io a fidarmi di lui?! E anche quello che è
successo adesso, è
un’altra cosa che non avrebbe mai dovuto accadere!...ok,
è ufficiale, sono una
zoccola”.
« Zoisite, parlo con te!
» si fece sentire Freezer.
« non ti ascoltavo, e poi
tanto non me ne frega niente ».
Il desiderio di staccarle la testa
dal collo era quasi legittimo,
in certi casi, ma Freezer decise di ignorare questo punto. «
dovrebbe
importarti, perché ti ho chiesto come intendi giustificarti
».
« bravo, hai fatto la rima.
Un applauso! » disse
ironicamente, battendo le mani una singola volta.
« continua pure a eludere
la domanda facendo battute, non
cambierai le cose ».
Zoisite non lo guardò
nemmeno. « sono una zoccola » borbottò
« via, ci hai azzeccato, dopo quel che è successo
adesso sono ufficialmente una
grandissima puttana, questa è la spiegazione. Sono stata con
te perché mi è
presa voglia, peraltro senza che tu mi piaccia particolarmente.
Questione
chiusa e tanti saluti ».
Non era esattamente quel che Freezer
voleva sentirsi dire,
anche se gli stava dando ragione. Perché non ammetteva la
verità, una buona
volta? Perché si ostinava a dire che era per caso, per
sbaglio, o per pura e
semplice voglia che succedevano quelle cose tra loro? Era diciannove
volte
testarda. Freezer la guardò a lungo per poi scuotere la
testa con uno sbuffo
nervoso. « possibile che con te non si riesca a venire a capo
di niente?! »
“ a capo di che?! A capo di
che?! Non c’è niente di cui
venire a capo!” pensò Zoisite. « ma che
cavolo vuoi da me?! Eh?!! » sbottò la
shadowjin. Era tutto così complicato,
così confuso per lei!
Non che per Freezer le cose fossero
diverse: lo definivano
imprevedibile ma Zoisite, come già detto, era molto peggio
di lui. Faceva tutto
e il contrario di tutto, diceva tutto e il contrario di tutto, e poi
veniva a
domandare a lui cosa volesse? Era lei quella che da quando era arrivata
gli
aveva rivoluzionato la vita! « se mai cosa vuoi tu,
che prima vai via
dieci giorni con mio fratello e poi vieni a letto con me appena torni!
» le
fece notare.
Lei si mise a osservare con grande
attenzione una macchia
sul soffitto. Di cos’era? Sangue? Umidità? Liquidi
vari? Non che le
interessasse davvero, ma meglio guardare quella che guardare in faccia
Freezer.
« quello l’abbiamo già chiarito, sono
una zoccola ».
Freezer pensò che avrebbe
dovuto starsene zitto. “hai il
diritto di rimanere in silenzio.
Ogni parola che dirai potrà essere usata contro di te nel
confusionario
tribunale mentale di questa piccola pazza shadowjin”.
« non sei una zoccola se
vieni a letto col tuo futuro
marito. Quello vero » replicò
il tiranno.
Zoisite alzò gli occhi al
cielo. « forse tu non hai capito
bene com’è la questione, Moira, quindi te la
spiego io. Tu non rientri nelle
mie opzioni di scelta, che sono: a) la fuga, che dopo il tuo bel
discorso ha
ricominciato ad attirarmi…»
Non era quello il risultato che
Freezer avrebbe voluto
ottenere. Di nuovo, ripeté mentalmente “hai
il diritto d rimanere in silenzio…”.
«…e
b) scegliere
Cooler e stare come un pascià per quanto, sempre tornando al
tuo discorso di
prima, quella cosa delle catene non faccia una piega. Decidere di
rimanere con
te per farmi ammazzare ancora giovane e bella non è nelle
mie intenzioni ».
Ecco che se ne usciva di nuovo con
quella storia. Stavolta
fu lui ad alzare gli occhi al cielo. « lascia perdere
quest’ultimo dettaglio solo
per un second-»
« chiamalo
dettaglio!
È mia la vita che dovrei buttare al vento! »
esclamò la shadowjin.
Freezer le afferrò le
braccia per impedirle di sparire nelle
ombre. « Zoisite. Falla finita ».
« tu proprio non ti rendi
conto-» avviò a dire la ragazza,
ma venne interrotta immediatamente.
« A non renderti conto di
tante cose qui sei tu. Non ti
rendevi conto di quanto Cooler ti stesse plagiando e non ti rendi conto
che
tanto…è inevitabile » la vide guardarlo
con aria perplessa, e decise di essere
più chiaro « me e te. è
inevitabile. Guarda quello che succede ogni volta: tu sei sempre
lì a dirmi
“non ti sceglierò mai perché vuoi
uccidermi”, io sono sempre qui a odiarti
profondamente e a immaginare di strapparti quella linguaccia malefica,
eppure guardaci!
Tu finisci sempre a tornare da me, e io sopporto la tua sfacciataggine
senza
fare niente di concreto…»
Zoisite sbuffò una risata
amara. « ci credo! Hai le mani
legate da quando papy ti ha dato quegli ordini, altrimenti avresti
agito in
tutt’altro modo ».
Mamma mia che nervi! Possibile che
fosse così cocciuta?! A
stento gli lasciava mettere due parole in fila, ed era così
convinta del fatto
suo che, qualunque cosa lui potesse dire, avrebbe sempre trovato il
modo di
controbattere. Freezer cominciava veramente a perdere le speranze, ma
nonostante questo continuò quella che - seppure non nel vero
senso del termine
- era la battaglia più dura che avesse mai sostenuto: doveva
combattere contro
di lei, contro Cooler, e anche contro se stesso. Nemici per niente
facili da
gestire. L’ultimo in particolare. « non significa
niente! Avrei potuto decidere
di sbolognarti a Cooler e tornare alla mia vita di prima, in cui
nessuno mi
lanciava niente addosso! »
« sarebbe stato tutto molto
più facile » fu il commento di
Zoisite « ma tu vuoi vendicarti, per questo non lasci
perdere… »
Freezer, dopo averle lanciato
un’occhiata gelida, si voltò
dall’altra parte. « parlare con te è
come parlare al muro ».
« se non è
così, allora ti decidi a dirmi come cazzo
è?! Perchè per quanto ne so le
cose stanno esattamente come dico io! Tu vuoi…come hai
detto? “spezzarmi,
piegarmi” e tutte quelle menate, tutto ciò mentre
cercherai di mettermi
incinta, per poi ammazzarmi nel peggiore dei modi una volta che
avrò partorito!
Questo è quello che mi hai sempre promesso, e per come si
sono messe le cose è
stato l’arrivo di Cooler a salvarmi. Se
c’è dell’altro sotto non ho modo di
saperlo, io non sto nella tua testaccia psicotica! Se anche adesso te
ne
uscissi col dire che mi sto sbagliando, come potrei crederti? Tu sei
capace di
tutto! Come potrei mai fidarmi di te?!» Zoisite aveva le sue
ragioni, andava
detto.
L’icejin doveva trovare un
modo efficace di controbattere,
ma mentre ci stava pensando la lingua partì per fatti suoi,
senza che nemmeno
se ne rendesse bene conto. « e come faccio io a dirti
qualsiasi cosa, sapendo
che potresti approfittartene per colpirmi? » si
sentì dire in un tono molto più
basso di quel che usava di solito « finora tu hai fatto solo
questo! Ogni volta
che hai trovato un minimo appiglio, ogni volta che hai intravisto un
modo per
farmi… per fare male, non te ne sei
approfittata immediatamente? Lo hai
fatto quando hai capito com’è la mia situazione
familiare, lo hai fatto ogni
volta che ci siamo trovati un po’più vicini. Dici
“come potrei mai fidarmi di
te se mi dicessi che c’è sotto
dell’altro”, ma io posso ribattere “come
posso
agire diversamente da come faccio, con una persona che mi pugnala alla
schiena
-e non solo- ogni volta che può?”. Se anche
volessi, io non potrei… e se mi si
colpisce, io rispondo a modo mio ».
Zoisite, rimasta di sasso, stavolta
non ribatté, perché
aveva veramente capito cosa voleva
dirle. Il problema era che non facevano che darsi addosso a vicenda,
senza
riuscire a darci un taglio, così lui, volente o nolente, si
ritrovava a dover
agire come agiva, e lei a reagire di conseguenza.
La shadowjin stavolta capì
finalmente che non era solo lei,
a essere preda della confusione: lei e Freezer erano sulla stessa
barca! Avevano
mostrato l’uno all’altra il loro lato peggiore per
via di quel maledetto
orgoglio che li contraddistingueva, senza rendersi conto che sarebbe
stato
tutto diverso se, invece di fare tre passi indietro quando qualcuno dei
due ne
faceva uno avanti, l’altro ne avesse fatto uno in avanti a
sua volta. Non
sarebbero mai arrivati a quel punto, se avessero aperto gli occhi.
Ma forse non era troppo tardi.
« penso di aver capito
» disse lei piano, mentre con una
mano andava a sfiorargli la schiena. Lo sentì trasalire
leggermente.
Vedendo che non la stava respingendo,
Zoisite si lasciò
guidare dall’istinto, rizzandosi a sedere ed andandogli
vicina. Le sue braccia
si chiusero sul petto dell’icejin, mentre gli si appoggiava
alla schiena. Zoisite
non poteva vedere la faccia che aveva fatto lui in quel momento. Era un
gesto
assolutamente inaspettato quello della ragazza, almeno dal punto di
vista di
Freezer. Per l’appunto, si parlava di
imprevedibilità…un attimo prima si
urlavano addosso, e quello dopo Zoisite lo abbracciava.
« non ti ho dato nemmeno
una chance » continuò lei.
Vero, lei non gli aveva mai dato una
chance, ma lui che
aveva fatto per meritarsela?...al momento, comunque, a nessuno dei due
venne in
mente quel dettaglio.
« no. Non me
l’hai data » replicò lui, cercando di
mantenere
un tono distaccato.
Se fosse stato un trucco? Se fosse
stato solo per
confonderlo ulteriormente che ora agiva così, se fosse stato
tutto un piano per
manipolarlo? In fin dei conti con Cooler doveva avere imparato bene
quanto per
una bella ragazza, se abbastanza furba, potesse essere facile far fare
a un
uomo tutto quello che voleva.
“
smettila di battere
così, se
quella se ne accorge è la
mia fine!” intimò
Freezer al proprio cuore, detestando
che questo non gli obbedisse.
« se io smettessi di
“colpirti” come hai detto tu
» disse piano lei « c’è una
possibilità che
le cose cambino? Incluse le tue intenzioni mortifere nei miei
confronti? »
Voleva salvarsi la pelle, solo
quello, si disse Freezer. Era
veramente tutto un piano, lui non le interessava e non le sarebbe mai
interessato.
« forse » disse dunque, con una certa freddezza.
Zoisite non riusciva proprio a
strapparglielo, quel “sì”. Quel
tipo era veramente ostinato, e poi diceva di lei! Comunque era
già un piccolo
passo avanti, per quanto anche l’idea di stare con uno che
“forse” l’avrebbe
uccisa non l’attirasse per niente. « non so se mi
può bastare un forse ».
« non puoi nemmeno
pretendere di più però, non subito. Staccati
».
La shadowjin stava quasi per
obbedirgli, pure un po’offesa.
Era lui quello che cercava sempre il contatto, e ora che era stata lei
a
darglielo di sua spontanea volontà non andava più
bene?...ma infine si limitò a
staccarsi solo un po’, per poter arrivare a sussurrargli
all’orecchio come lui
una volta aveva fatto con lei. « sei sicuro di volere che mi
stacchi? »
Sentì tutti i muscoli
della sua schiena irrigidirsi. « lo so
cosa stai facendo. Cerchi di invertire le parti, e l’unica
cosa che vuoi è
salvarti la pelle ad ogni costo ».
« quello mi sembra normale.
Tutti vogliono salvarsi la pelle
».
“a scapito di…di
quello che è…” fu il pensiero confuso
dell’icejin. Pensiero che se rimesso in ordine era
“a scapito mio, perché
sfrutti quel che c’è tra me e te,
perché stai solo giocando, non ti importa
niente di me; vuoi solo salvarti la vita qualunque sia la tua scelta, e
così
fai di tutto per spianarti la strada in ogni senso
possibile”. « in questo modo
però è squallido ».
Ah, proprio lui andava a parlarle di
cose squallide! « pensi
che stia giocando, vero? »
Bersaglio centrato. «
sarebbe inutile perché con me certi
trucchi non funzionano, e comunque…non penso niente!
» disse lui, con forza.
« ah guarda, quello lo
sapevo » fu il laconico commento di
Zoisite, che infine si staccò.
Quella battuta ruppe
l’atmosfera che si era creata come un
sasso rompe il vetro di una finestra. Stavolta ci si erano avvicinati,
ma era
finito tutto, come sempre, con un nulla di fatto.
« ricominci con le
insolenze piccola shadowjin?! »
« non sono insolenze, sono
dati di fatto » replicò,
alzandosi dal letto e rimettendosi l’armatura addosso.
Il tiranno la seguì con lo
sguardo. « parla per te. Ora che
intendi fare, andare a dare a Cooler la sua razione di divertimento
giornaliera? Oppure oggi lo castigherai per davvero? » disse,
sarcastico.
Giocava con lui e anche con suo fratello, certo, altrimenti che gusto
c’era?
« non è affar
tuo » ribatté Zoisite che, no, non aveva la
minima intenzione di andare da Cooler. Aveva bisogno di chiarirsi un
po’le idee
a modo suo.
« e allora dove vorresti
andare? » incalzò Freezer,
alzandosi dal letto a sua volta « tu che giri libera per il
mio palazzo?
Pessima idea! »
Zoisite si voltò a
guardarlo con la sua solita aria
diffidente e ostile. « mettimi un altro collare allora, no?
» disse lei
freddamente « se ci tieni tanto a saperlo, sto andando da
Zarbon ».
Che c’entrava Zarbon?
Quella risposta lo aveva stupito.« vai
a letto anche con lui?! »
Gelosia portami via! Se
così fosse stato, Zarbon sarebbe
morto dopo le peggiori torture. Magari si sarebbe anche fatto il bagno
nel suo
sangue. Freezer aveva sentito chissà dove che fare il bagno
nel sangue altrui
manteneva eternamente giovani, e dunque rendeva immortali. Forse
provarci non
era una cattiva idea!
« ma vuoi chiudere quella
bocca una buona volta?! No che non
ci vado a letto! »
« e allora cosa vai a fare?
»
Zoisite fece comparire dalle ombre un
bel paio di forbici. «
un lavoretto da parrucchiere ».
A Freezer quasi caddero le braccia.
Immaginò la reazione
tragicomica di Zarbon, tragica per quest’ultimo, comica per
chi sarebbe stato a
guardare. « e poi quello che rompe le scatole al prossimo
sarei io? »
« comunque faccio meno
danni di te, io non mi metto a
distruggere i pianeti perché voglio vedere i fuochi
d’artificio» fu la replica
finale di Zoisite, che scomparve nelle ombre.
« aspetta! »
Invece di strisciare da
un’ombra all’altra, lei obbedì e
aspettò.
« quel
discorso…quello della chance ».
“ è
valido?”
« pensavo ci fossimo capiti
».
“ sì, razza di
scemo pagliaccio, sì “.
« mh. Comunque avrei da
dire qualcosa riguardo i fuochi ».
« ossia? »
domandò la shadowjin dalle ombre.
Lui fece un sorrisetto. «
ultimamente ne sto vedendo
abbastanza anche senza distruggere niente, e nei momenti più
impensati ».
Allusione molto chiara.
Zoisite però fece una
risatina ironica. « eppure io te l’ho
detto che devi piantarla con l’LSD,
Penny…»
@@@
Cooler si era mosso benissimo, fino a
quel giorno: l’aveva
portata dalla sua parte e aveva surclassato suo fratello in tutto e per
tutto.
Adesso però sapeva per
certo di dover tentare al più presto un’azione
ancora più drastica dell’averlo investito. Se
prima aveva qualche dubbio,
adesso non ne aveva più, e il timore di perdere la sfida
-sempre più fondato-
lo spingeva a dare il via a quella che sarebbe stata la mazzata
definitiva.
Freezer era stato proprio bravo, a
fare leva sulla
compassione. Cooler non se lo sarebbe mai aspettato, non da uno
orgoglioso come
lui, ma evidentemente vincere gli importava di più.
“
…‘non hai fatto che colpirmi bu-uh, dammi una
chance’!
Andiamo, è patetico”.
Aveva intuito dove potesse essere
andata Zoisite, e ci aveva
visto giusto, cogliendo l’opportunità di ottenere
un’ulteriore conferma
sull’aria che tirava.
Freezer andava distrutto. Non
fisicamente, chiaro, ma andava
spezzato, annientato. Zoisite doveva vedere quanto era patetico in
realtà, al di
là di quei discorsi lacrimosi… patetico
e stupido.
Il piano attualmente era di fare di
nuovo pace con la
shadowjin, e poi coinvolgerla nello scherzo di cui le aveva vagamente
accennato. Bastava che Freezer facesse un’altra mossa falsa,
e lei avrebbe accettato
sicuramente di partecipare. Non era necessario spiegarle tutto nei
dettagli, le
avrebbe detto di voler riproporre lo scherzo dello spaventapasseri,
solo fatto
meglio.
Non le avrebbe detto della droga nel
bicchiere di vino di
suo fratello, come non le avrebbe detto di chi sarebbero state le
fattezze
riprodotte sul manichino che Freezer si sarebbe trovato davanti: lei
avrebbe
solo dovuto chiudere tutte le uscite e spegnere tutte le luci tranne
una, o
forse due, a seconda di quanto illuminavano forte. Al resto ci
avrebbero
pensato lui, una cassa stereo di una registrazione con la voce
modificata e i
sensi di colpa che, Cooler lo sapeva, perseguitavano suo fratello da
quando era
nato.
Per Freezer sarebbe stato devastante
trovarsi davanti regina
Ice ad accusarlo del suo stato di coma, e grazie alle droghe non
sarebbe stato
a chiedersi perché e per come. Per di più, quando
si fosse ripreso - se mai lo
avesse fatto - non avrebbe creduto a Zoisite quando lei gli avrebbe
detto “non
immaginavo che Cooler volesse fare una cosa del genere”.
Freezer lasciare che
qualcuno si spieghi? Macchè! In quale mondo parallelo?
Così, suo fratello sarebbe stato distrutto, e tra lui
Zoisite sarebbe finito tutto prima di iniziare. Lei inizialmente non
avrebbe
preso bene quello scherzo, Cooler se l’aspettava, ma poi i
continui attacchi di
Freezer l’avrebbero portata a cercare rifugio tra le sue
braccia, e lui
gliel’avrebbe dato; poi sarebbe arrivato il giorno in cui la
shadowjin gli
avrebbe dato il permesso di strappare a
Freezer l’anello di Morgan Shadowhidden -o anche tutta la
mano- e lui l’avrebbe
fatto.
Avrebbe vinto la sfida, condannando Freezer a una vita in
solitudine, perché non avrebbe mai voluto nessun altra. Era
perso dietro a lei,
la “piccola shadowjin” era l’unica
giusta, che volesse ammetterlo o meno.
“ e se le cose non
dovessero andare così? Se dovesse
continuare a stare vicino a mio fratello?”
L’avrebbe fatta scappare
come da piano. Andiamo, non sarebbe
mai stata a posto sapendo che una volta sposati Freezer poteva farla
fuori in
qualunque momento anche solo perché di malumore. No, la
piccola Zy non avrebbe
mai accettato una cosa del genere, dipendere in tutto e per tutto
dall’umore di
uno psicotico. Lei voleva di certo un rapporto paritario. Freezer
poteva
darglielo? Mah! Se tutto fosse andato come doveva andare, non avrebbe
corso
nemmeno il rischio di scoprirlo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** L'ombra della comprensione ***
= L’ombra della
comprensione =
Gli unici segni di vita che diede
Zoisite nei tre giorni
successivi furono gli scherzetti ai danni dei sottoposti di Freezer.
Quanto al
resto, per quest’ultimo e suo fratello la shadowjin risultava
completamente
scomparsa da ogni radar. Ciò naturalmente era stato
ulteriore causa di
discussione tra i due, la cui rivalità -già aspra
da prima- si era
ulteriormente aggravata per colpa di Zoisite.
Se solo lei avesse finalmente deciso,
tutto si sarebbe
risolto, ma più in là si andava meno la ragazza
sentiva di essere in grado di
arrivare a una conclusione che la soddisfacesse veramente.
Cooler. Sapeva che, per quanto
stessero bene insieme -
davvero bene - non l’avrebbe mai amata, ed era stato
veramente perfido nei
confronti di suo fratello, troppo per i suoi gusti.
Freezer. Tra loro c’era
qualcosa di forte, che non sapeva
spiegarsi o definire. Ok, non era vero, se ci avesse riflettuto bene
avrebbe
saputo definirlo eccome, e aveva concluso che forse poteva anche dargli
una
chance… ma come avrebbe mai potuto fidarsi completamente?
Sarebbe bastato un
momento di rabbia per fargli dire addio a tutti i buoni propositi e ciao ciao Zoisite, buona morte, un raggio letale e via.
La libertà. Quella era
tornata ad essere la prima scelta: ripartire
all’esplorazione dell’Universo, da sola o con
qualche gruppo di altri alieni.
Magari sarebbe tornata con il gruppo di Doc. Come prospettiva non era
affatto
male…ma da quanto aveva conosciuto Cooler e Freezer aveva
cominciato a pensare
di volere di più.
“ma cosa
c’è di più?! Cosa
c’è di meglio della libertà? Se
me ne vado riprenderò a fare quel che mi pare senza rendere
conto a nessuno! La
libertà non è questa?”
Aveva iniziato ad avere dubbi sul
concetto stesso di
libertà, cosa che in tutta la vita non le era mai capitata.
Fino al suo arrivo
su Pianeta Freezer n.1 era stata felice, anche se fondamentalmente
sola. Le
persone lasciavano il tempo che trovavano così come, di
solito, i legami di
amicizia. Non aveva rimpianti ad allontanarsi quando decideva di farlo,
e non
aveva problemi a ricomparire nei gruppi in cui era già stata
se le piaceva
così. Non aveva paura di perdere quelle persone, non
davvero, e se accadeva -
nei casi in cui veniva a conoscenza della morte di qualcuno che aveva
incontrato - si limitava a pensare “peccato”. In
fin dei conti la vita da girovaghi
era quella che era, e tutti quanti conoscevano i rischi.
Adesso però le cose erano
cambiate. Anello a parte, sarebbe
stata davvero bene se si fosse allontanata da loro due, o da quello dei
due che
le avrebbe fatto rimpiangere quella decisione?
Forse la libertà non stava
tanto nell’andarsene a vagare
senza meta per l’Universo, quanto piuttosto nel sapere di
avere la possibilità
di farlo, o di fare senza paura ciò che, se non avesse
fatto, avrebbe ripianto
in futuro.
Un pensiero le aveva sfiorato la
mente alcune volte -più che
un pensiero un desiderio-: quello di avere sia modo di vagare
liberamente che
di avere qualcuno di importante con lei, un po’come aveva
fatto con Hayun, con
la differenza che avrebbe gioito nell’averlo accanto tutti i
giorni, e che non
ci sarebbe stato bisogno di droghe per andare a letto insieme. Zoisite
però
sapeva che quel sogno era destinato a rimanere tale,
perché…a chi dei due
proporre una cosa del genere? A che pro, sapendo che nessuno dei due
avrebbe
lasciato la propria parte di impero? Per non parlare del fatto che in
un
progetto del genere non c’era posto per i figli che entrambi
di certo volevano,
per quanto lei e Hayun - “quello stronzo!” -
fossero cresciuti proprio in
quelle condizioni, e senza nessuno a guidarli.
« guarda che se non
rispunta fuori è solo e soltanto colpa
tua! » sbottò Freezer, all’indirizzo del
fratello.
« no, è colpa
tua che facendo leva sulla pena “oh poverino è
stato investito” le avrai di sicuro riempito la testa di
stupidaggini! »
ribatté Cooler.
« non sono stupidaggini, le
ho solo fatto notare che tu la
stai impunemente manipolando…»
« manipolarla io!
Parla quello che ogni volta che
l’ha trovata debole oppure ubriaca ha approfittato della
situazione per
portarsela a letto ».
« l’ultima volta
la piccola shadowjin era a posto, eppure è
stata con me lo stesso. Come la mettiamo? »
Zoisite cercava di prendere una
decisione anche guardando
come si comportavano quando pensavano di essere soli, ma onestamente
quel che
vedeva non l’aiutava.
« “la
mettiamo” che una sbandata può capitare, o anche
due,
o tre. Non penso che significhino niente, Zy in fin dei conti lo sa che
sei
uno…com’è che dice lei?
“Psicotico isterico nevroticheggiante con tendenze
schizomaniacali - non troppo - sublimate nonché
stronzo” ».
« mi sa che sei tu la
“sbandata”, caro fratello. Lei alla
fine torna sempre da me».
« intanto non ha mai
ballato per te come invece ha fatto per
me il giorno del mio compleanno » ribatté Cooler
con aria assente ed un
sorrisetto « praticamente nuda ».
“ecco fatto, adesso se
scegliessi lo psicotico mi
toccherebbe rifarlo per il suo venticinquesimo compleanno, nemmeno per
il
trentesimo!” pensò la shadowjin, che comunque non
si troppo sentiva infastidita
dal fatto che Cooler ne avesse parlato. In fin dei conti lei era quella
del “mi
hai messo su due dita” urlato davanti a un mucchio di
soldati, ed era sempre
lei quella di “abbiamo scopato sette volte di
fila”. La discrezione fatta
persona, insomma.
« ti farei tagliare le
mani, solo per aver toccato qualcosa
di mio! »
« non capisci proprio che
è per questo tuo intestardirti a
definirla un “qualcosa” di tuo che lei ti evita
come la peste, vero? » rise
Cooler.
“già”
pensò la shadowjin.
« non vuole evitarmi. Mi ha
promesso una chance, se non lo
sapevi! »
« vuoi mettere una chance
contro una magnifica vacanza di
dieci giorni fatta insieme, in cui non ha pensato a te nemmeno una
volta? »
minimizzò Cooler « ma perché non lasci
perdere? Lo sai che con le donne non ci
sai fare. Potresti mandare Zoisite in coma dopo averla picchiata in un
giorno
di malumore, sempre che tu in quel frangente non la uccida.
L’unica cosa che tu
sei in grado di fare è questa, e non mi stancherò
mai di dirtelo: distruggere- le- persone
».
Cooler aveva l’inquietante
capacità di dare voce alle paure
di Zoisite.
Freezer stavolta reagì con
ancora più violenza del solito,
riuscendo addirittura a sorprendere Cooler che si prese un gran pugno
in pieno
viso.
« piccolo
nanerottolo!...» bofonchiò Cooler, pronto a
reagire con ancora più violenza.
Ok, doveva uscire allo scoperto prima
che distruggessero il
palazzo. « riabbassate il livello di testosterone, grazie
» disse seccamente,
uscendo fuori dalle ombre.
« oh, ma tu guarda chi si
rivede. Sei venuta a farci un
balletto? »
Cooler sogghignò. Proprio
come previsto, Freezer stava di
nuovo facendo il cretino. D’altra parte lui aveva parlato del
regalo di
compleanno proprio per quella ragione, che lei fosse stata presente a
cosa ancora
“fresca” era anche meglio: sarebbe stato diverso se
fosse stata lei stessa a
parlargli di quella cosa, o se lo avesse fatto lui stesso ma qualche
ora prima…
così, invece, era stato come aver acceso una miccia cosparsa
di benzina, e
l’esplosione si sarebbe verificata subito, con le conseguenze
del caso.
« l’invidia
è una brutta bestia » fu il commento della
shadowjin.
“ altra benzina gettata sul
fuoco” pensò Cooler.
« invidia di cosa?! Se mi
andasse potrei far venire qui
anche trenta belle icejin che, altro che i balletti! Farebbero tutto
quello che
ordino! Qualunque cosa! »
sottolineò
Freezer. Diceva la verità, gli bastava fare qualche
telefonata per avere tutte
le icejin ancora viventi lì nel suo palazzo completamente a
sua disposizione. «
e magari lo farò proprio stasera ».
Sì, lo avrebbe fatto, almeno imparava, quella! Invidia di cosa, ma che stava
dicendo? Era l’onnipotente
Freezer, se voleva qualcosa lo otteneva, e se voleva andare a pari con
Cooler
divertimento parlando aveva tutto il diritto di farlo. Che pensava
Zoisite?
Pensava di poter giocare impunemente con lui? Lo aveva portato quasi a
pregarla
per una chance, a fare discorsi che non stavano né in cielo
né in terra.
All’inizio non ci aveva pensato, ma più ci
rimuginava sopra più si rendeva
conto di quanto si fosse dimostrato patetico e debole. Pensava di
poterlo
manovrare? C’era andata vicina tre giorni prima, anche
troppo…occorreva una
dimostrazione di forza.
Che in realtà
più che una dimostrazione di forza fosse una
dimostrazione di totale stupidità era un altro discorso.
“ così
è anche troppo facile…”
pensò Cooler, e si voltò
perché non si vedesse il suo sorrisetto ironico.
« io non te
l’impedirò di certo, se non sei in grado di
gestire una vera donna tieniti pure le tue leccapiedi dai colori
slavati » fu
la gelida replica di Zoisite « e stai attento alle malattie
veneree ».
Ma come? Le aveva chiesto una chance,
l’aveva perfino
ottenuta, e adesso se ne usciva con una cosa del genere? Dopo tutti
quei gran
discorsi sul male che si facevano, sul colpirsi, su “ Cooler
ti tiene
incatenata a lui con i bei regali” e su “me e te,
è inevitabile”… ma allora lo
aveva fatto solo per confonderla, sperando che sarebbe tornata a letto
con lui
altre volte.
« personalmente, ho sempre
amato il nero » intervenne Cooler
« tre giorni senza la mia migliore amica sono lunghi, lo sai?
Mi sei mancata.
Mi spiace aver discusso con te » disse piano Cooler,
ignorando completamente
suo fratello e facendo il baciamano alla shadowjin « mi
dispiace infinitamente
».
« sono sempre
dell’idea che tu abbia esagerato…» disse
Zoisite. Poi si voltò a guardare Freezer, che sembrava sul
punto di esplodere «
io e Cooler togliamo il disturbo, se vuoi iniziare i preparativi per il
tuo
festino fai pure » disse seccamente la ragazza, ostentando
totale indifferenza
con un retrogusto di disprezzo mentre usciva dalla stanza con Cooler,
che si
voltò un’ultima volta verso il fratello
guardandolo come per dire “ma quanto
sei cretino!”.
Freezer ricevette il messaggio,
ulteriore molla che lo
spinse a fare quelle telefonate. No, proprio non capiva di stare
facendo
l’ennesima grande stupidaggine. Pensava solo a dimostrarle
quanto non aveva
bisogno di lei, e che qualunque cosa succedesse tra loro era voluta. Si
contraddiceva, contraddiceva tutto quel che le aveva detto.
Se solo Zoisite avesse scelto, una
buona volta, non si sarebbe
trovato così in confusione!
« vedi, tutto sommato
averlo investito con Carson è stato
poco » disse Cooler, dopo aver camminato di fianco a Zy per
un po’.
Lei fece uno sbuffo nervoso.
« mica per niente, ma tre
giorni fa mi ha fatto un discorso semi lacrimevole del tipo
“se tu mi fai del
male io come devo fare, povero me, non mi hai dato nemmeno una chance,
come
faccio ad agire diversamente” e oggi se ne esce con un
festino! Ma quanto cazzo è stupido!
» sbottò,
sbattendo un pugno contro la parete. Ecco la verità. Altro
che indifferenza,
adesso c’era “gelosia portami via” da
entrambe le parti!
« e bugiardo ».
«
…E bugiardo! »
« e manipolatore
».
«
…E manipolatore!!! »
Freezer non avrebbe potuto fargli un
servizio migliore, gli
aveva anche fornito l’occasione perfetta per mettere in atto
il suo scherzo. Un
po’di droga nei bicchieri di tutti -che sarebbero stati
già brilli di loro- il
buio, il manichino di regina Ice, la voce registrata e ta-daan! Meglio
di così
non poteva proprio andare. « meriterebbe di pagarla per
averti ingannata, non
pensi? Ti ricordi quello scherzo di cui ti parlavo? Quando la festa
sarà al
culmine, tu spegni tutte le luci tranne una o due, e blocca le uscite.
Al resto
penserò io » le circondò le spalle con
un braccio « pace, piccola? »
« pace, pace »
borbottò, senza dare troppo peso a quel che
le stava chiedendo o domandargli di aggiungere ulteriori dettagli. Si
sentiva
ingannata, presa in giro, ferita nell’orgoglio.
“ ‘posso avere
tutte le belle icejin che voglio’, ma se ne
vada al diavolo! ‘Me e te è
inevitabile’…sì, è
inevitabile che io finisca a
sputargli in un occhio! Se quello prova ad avvicinarsi ancora lo
spacco, lo
rompo, gli vomito addosso!”
Non pensava minimamente al fatto che
Freezer doveva essersi
sentito esattamente allo stesso modo sapendo che andava a letto con
Cooler…
“ è una cosa
diversa! Cooler è uno, ed è un probabile futuro
marito, è diverso da un’orgia!”
Qualunque fosse la verità,
comunque, il fatto era che
Zoisite stava assaggiando un po’della stessa medicina che
aveva dato a Freezer,
e che sapore amaro aveva!… si sarebbe sentita
così anche se fosse stato Cooler
a fare quel festino?
Il calore del braccio
dell’icejin attorno alle sue spalle
risultava confortante, e in quel conforto ammise a sé stessa
che no, non le
sarebbe importato affatto. Di Freezer invece sì.
Se le cose stavano
così,
allora…
Una musichetta allegra proveniente da
non si sa dove spezzò
le sue riflessioni.
«
cos’è questo suono? » domandò
Cooler.
A Zoisite ci volle un
po’per riconoscerlo, ma pochi istanti
dopo arrivò l’illuminazione. «
è... devo scappare, comunque per stasera è
ufficiale, ci sto » disse sbrigativamente la shadowjin
scivolando via dalla sua
presa e scomparendo nelle ombre, allontanandosi più che
poteva alla ricerca di
un posto isolato, e sperando che il telefono non smettesse di squillare.
Dovette spingersi addirittura sul
tetto per trovare un posto
in cui non ci fosse nessuno a portata d’orecchio, e rispose
appena in tempo. «
Doc! »
- ce ne hai
messo di
tempo a rispondere BabyZy - la salutò la voce roca
dello zetaliano - come stai?
«…vuoi proprio
saperlo? Incasinata ».
- come al
solito,
allora. Dove ti trovi?
« nella sezione nord di
questa galassia. Comunque sto
incasinata davvero Doc. Ti dico solo questo: sono a Pianeta Freezer n.1
».
Sentì Doctor Virus
trattenere il fiato. - vai via di
lì il prima possibile! Prima che Freezer ti trovi!
« troppo tardi. Ma il
peggio non è quello, quanto piuttosto
che sia lui che suo fratello si sono messi in testa di sposarmi, adesso
non so
che fare e…»
altro sospiro nervoso,
l’ennesimo della giornata « lascia perdere.
È successo qualcosa? »
Lo zetaliano avrebbe voluto saperne
di più. Cos’era quella
faccenda?! Era stata forse presa in ostaggio e costretta a scegliere
uno dei
due fratelli? In quel caso non avrebbe potuto fare niente per lei. Gli
icejin,
specie quelli del clan Cold, erano troppo forti da affrontare, quindi
BabyZy avrebbe
dovuto cavarsela da sola. Se non altro il fatto che potesse parlargli
liberamente prometteva bene. - sei…in
pericolo di vita? - le chiese, pur pensando che fosse una
domanda cretina.
« a dire il vero no, non
proprio, almeno in teoria… sempre
in teoria, facendo un minimo di attenzione potrei anche raggiungerti
»
aggiunse, pensando che magari quando quella sera Freezer sarebbe stato
distratto dalle sue puttanelle lei avrebbe potuto approfittarne per
rubagli
l’anello e filarsela sul serio. « torniamo a te!
È successo qualcosa? » gli
chiese di nuovo.
- una
probabile
missione…
Figurarsi. C’era da
aspettarsi che Doc non avesse chiamato
solo per chiederle come andava la vita. «
l’ennesimo virus usato per scopi
malvagi? E mi rivorresti nel gruppo?...lo chiedo perché
altrimenti non vedo il
senso della telefonata » disse la shadowjin scostandosi i
capelli dal viso.
- stavolta
è qualcosa
di diverso. Dovremmo penetrare all’interno della sezione est
della galassia
confinante con la sezione sud della nostra
- le spiegò lo zetaliano - un
viaggio
lungo, lo so…
« vedi tu, ci vorrebbero
circa otto mesi per arrivare là, almeno
da qui dove sono io! Di che si tratta? »
- mi
è arrivata voce di
un ritrovato che ha quasi del miracoloso. Permette ai malati terminali
di
guarire se assunto regolarmente, riequilibra gli scompensi mentali che
si
presentano nei malati di ogni specie, fa risvegliare i pazienti in
stato di
coma profondo qualunque sia la causa! Dobbiamo impadronirci di quanti
più
campioni possibili di quel medicinale e della formula prima che i
proprietari
delle aziende farmaceutiche distruggano tutto.
« già, per loro
non sarebbe conveniente che un simile
ritrovato venga messo in giro. Poi nessuno userebbe tutte le altre
medicine, e
anche tutti gli psichiatri andrebbero a casa »
osservò Zoisite.
- appunto.
Per questo
ti ho chiamata, al gruppo servono ancora le tue capacità
BabyZy…non dirmi di
no…è una delle cose più importanti che
abbiamo mai fatto, ti rendi conto spero!
« mi rendo conto, Doc, ma
non so se… » pensò al gruppo, e
poi ai due icejin, e a tutto quello che al momento rendeva quella
scelta
difficile e caotica « devo decidere subito? »
- tempo una
settimana
e partiamo, con o senza di te. Spero con. Al momento siamo anche noi
nella
sezione nord, non lontanissimi da dove sei tu; ci raggiungeresti in una
giornata, ma nemmeno.
« quindi ho sei giorni
».
- spero che
sarai dei
nostri, davvero…sì beh…a meno che tu
voglia convolare a nozze.
« ho tre scelte, ognuna
appetibile al 33,3%. Vedrò che fare
».
-
d’accordo. Ci
vediamo BabyZy…forse.
Fu lo zetaliano ad interrompere il
contatto. Zoisite si
prese la testa tra le mani. Se già prima era difficile
scegliere, figuriamoci
adesso.
“ tira fuori la gente dal
coma” pensò, ricordando le parole
di Doc riguardo a quel farmaco. Se le cose stavano così,
allora…
« oh, ecco
dov’eri andata a finire! »
Trasalì sentendo la voce
di Cooler, che l’aveva colta alla
sprovvista. « ri- ciao ».
« prima sei fuggita come se
ti fossi trovata davanti un
demone dell’inferno…»
« non sono fuggita quando
ho visto Freezer in faccia la
prima volta, che effetto vuoi che mi facciano i demoni
dell’inferno? » scherzò
lei « non era niente. Volevo solo…» fece
dei gesti vaghi « capito ».
« a dire il vero no, non ho
capito molto, ma va bene lo
stesso. È tutto ok adesso? »
« ma certo ».
« pronta allo scherzo del
secolo? »
« non mi hai ancora
spiegato i dettagli…»
« ah, quelli non servono!
Tu limitati a spegnere le luci e
il resto, poi faccio tutto io ».
@@@
La festa ormai era al culmine, e
Freezer pensava di starsi divertendo.
Voleva convincersi di questo.
Aveva ventotto splendide icejin
lì, alle quali aveva dato
gli ordini più perversi, e loro li avevano eseguiti tutti
senza alcuna
eccezione. Quella sì che era vita! Niente rischi di morsi in
qualche posto
particolarmente delicato, nessun pericolo che gli venisse dato dello
scemo
pagliaccio, niente “Moira”, niente
“Penny”, niente insolenze; solo
“sì grande
Freezer! Come vuoi tu grande Freezer”!, tanto vino, tanto
sballo e tante
porcate.
Tutto alla faccia di quella piccola
arrogante shadowjin. Non
poteva credere di essersi ridotto in quel modo per una ragazza. Non
esisteva
proprio.
Poi che più volte avesse
chiamato “Zoisite” alcune delle
ragazze mentre “lavoravano” era una sciocchezza
sulla quale si poteva
facilmente sorvolare.
Come si poteva sorvolare sul fatto
che non provava
assolutamente niente mentre faceva a quelle ragazze tutto
quel che gli passava per la testa. Non
c’era quella passione, non c’erano quelle
“scintille”, e di fuochi d’artificio
nemmeno a parlarne. Loro erano né più
né meno che oggetti di piacere urlanti,
delle inutili bamboline da usare e poi gettare via. Lei
invece non era così. Con la piccola shadowjin era tutto
così
diverso…più coinvolgente, più
inebriante, semplicemente più bello. Forse anche
più sensato, nel suo non avere senso. Quel che stava facendo
adesso non era
altro che movimento, attività fisica, e quella poteva farla
in qualunque
palestra.
Basta pensare. Era inutile in quel
frangente, e anche
pericoloso.
Si sentiva la testa un
po’confusa, probabilmente era per via
del vino. Non ricordava nemmeno quale fosse, ma doveva essere uno a cui
era
stata aggiunta una qualche spezia particolare…
Non seppe dire quando le ragazze, un
po’per la fatica, un
po’per l’alcol e la droga sapientemente inserita da
Cooler in ogni bottiglia di
vino che era stata preparata per la festa cominciarono a cadere
addormentate.
Sulle prime non lo notò nemmeno.
Spinse via in malo modo
l’ultima, facendola cadere dal
divano. « beh?! Cos’è questo mortorio?
Siete tutte a terra? »
Fu a quel punto che le luci
cominciarono a spegnersi,
distrutte sistematicamente da qualcosa di invisibile finché
ne rimase solo una.
A quel punto le uscite vennero bloccate.
Freezer fece una risata sarcastica,
eccola lì Zoisite, aveva
spento le luci, bloccato le uscite e - teoricamente - se
n’era andata. Pensava
che così gli avrebbe rovinato la serata? Che illusa! Se
anche le icejin erano a
terra svenute o addormentate lui poteva continuare a divertirsi lo
stesso, non
serviva che fossero coscienti.
«
Freezer…»
Il tiranno a sentirsi chiamare
voltò la testa da una parte
all’altra. « ah, ma allora una di voi è
ancora sveglia…vieni fuori, cara! Ce
n’è anche per te! »
Non aveva notato il tono decisamente
gelido e spettrale
utilizzato.
« Freezer…sono
qui…»
Lo aveva chiamato ancora, chiunque
fosse. Non ricordava di
aver mai sentito quella voce. « vuoi addirittura che venga a
prenderti? Che
sfacciata…sarai forse Zoisite? »
bofonchiò, muovendo qualche passo barcollante
in direzione della voce. La ragazza, donna, o quel che fosse era
voltata di
spalle. « eccomi qui! »
Vide la donna voltarsi lentamente.
Nonostante il buio e le
droghe riconobbe immediatamente i tratti somatici della persona che per
anni ed
anni era andato a trovare tutte le sere, raccontandole le sue giornate,
parlandole nella speranza che si riprendesse, e che non gli aveva mai
dato
risposta.
Stava andando in iperventilazione, il
cuore a mille, gli
occhi sgranati dalla sorpresa e dalla paura. «
ma…madre…?...»
Regina Ice era lì! O
meglio, il suo manichino, anche se chiamarlo
manichino era riduttivo considerando quanto era realistico, tanto da
muoversi
da solo.
«
sei una delusione,
Freezer…»
Gli occhi di sua madre erano vuoti
come nell’incubo che
aveva avuto, ma stavolta regina Ice stava parlando, cosa che rendeva
tutto
ancora peggiore. Inoltre, come previsto da Cooler, le droghe facevano
sì che
non capisse che era un manichino fatto particolarmente bene,
né che si
chiedesse come sua madre fosse uscita dal coma e arrivata lì.
« madre,
io…non…» balbettò il
tiranno, che non sembrava più
tanto “tirannico” adesso, quanto piuttosto un
bambino terrorizzato.
«
una vera e propria
delusione. È solo questo che sai fare, deludere e
distruggere le persone…»
avanzò, mentre Freezer arretrava di tre passi, barcollando,
gli occhi fissi su
di lei « guarda cos’ hai
fatto a me. Io
sono andata in coma per colpa tua! »
il manichino sollevò il mento, cosa che gli diede
un’aria di disprezzo.
Freezer stava tremando, adesso.
L’unica luce rimasta stava
per fulminarsi, andava a
intermittenza.
« n-non è colpa
mia, madre…»
«
è stata colpa tua,
colpa tua, solo tua…» scandì
il manichino di regina Ice.
La registrazione con la voce
modificata era venuta
eccezionale, bisognava dirlo.
« no! Io non
volevo…»
«
si, è colpa tua! Io
mi sono sacrificata per metterti al mondo. Per mettere al mondo
te… un inutile
mostro come te ».
« io non sono inutile! Non
sono un mostro! Non è colpa mia!
» esclamò disperatamente l’icejin
« io non volevo farlo! Ti prego…» era in
ginocchio davanti a quella che credeva sua madre. In ginocchio! Lui,
l’onnipotente Freezer!
«…che
sbaglio ho
fatto. Dovevo lasciarti morire. Tanto non servi a niente, e nessuno ti
ama,
perché amare un essere come te è impossibile. Ti
disprezzo profondamente, sii
consapevole di questo ».
«
madre…»
«
ho fatto venire al
mondo un aborto della natura. Che errore …avrei dovuto
lasciarti morire »
ripeté il manichino « sarebbe
stato meglio per tutti quanti ».
Freezer guardava fisso quella figura,
tanto più alta di
lui…e quegli occhi vuoti…quei terribili occhi
vuoti, e quelle orribili
parole…anche sua madre lo odiava, lo odiavano tutti, lo
odiavano veramente
tutti.
«
è colpa tua ».
« non è colpa
mia…» disse flebilmente « non
è colpa mia ».
«
sì, è tutta colpa
tua. Non dovevi nascere, Freezer ».
Quella frase concluse la
registrazione. Il manichino crollò
su se stesso, l’unica luce accesa sfrigolò
fulminandosi per la troppa energia
concentrata solo su di essa .
Fu a quel punto che Freezer
urlò… e si rese a stento conto
che stava diventando un’ombra.
@@@
Zoisite adesso capiva.
Ecco perché Cooler prima
non le aveva detto niente, poi
aveva cercato di convincerla a rimanere fuori dalla stanza tutto il
tempo, e ci
era riuscito quasi fino all’ultimo, quando lei aveva capito
che in tutta quella
faccenda c’era qualcosa che non andava, che c’era
sotto qualcosa di più orribile
del solito.
Aveva sentito solo l’ultima
frase di quello che, di certo, era
un manichino di regina Ice, ma dalla faccia che aveva Freezer - era
rimasta
sconvolta guardandolo - aveva immaginato che tutto il discorso fosse
stato
sullo stesso tono.Le aveva fatto accapponare la pelle. Lei aveva
creduto che
investirlo con Carson fosse stato eccessivo, ma non era stato niente in
confronto a questo.
Quello non era uno scherzo. Quello era stato un gesto…non
avrebbe saputo definirlo. Qualcosa più che malvagio.
Disumano. Inconcepibile, inaccettabile.
Freezer e Cooler erano fratelli, santo cielo, fratelli! Aveva capito
che si
odiavano, ma mai avrebbe anche solo immaginato che Cooler potesse
arrivare a
tanto.
Aveva decisamente sottovalutato
quell’odio, lo aveva preso
come una cosa da ridere, quasi, mentre invece non c’era da
ridere per niente.
Cooler, Doc, le ventotto ragazze,
l’anello, le minacce…non
contavano più niente, erano spariti dalla mente della
shadowjin che adesso
pensava solo a portare via di lì quel povero disgraziato in
stato di shock. Lo
aveva fatto diventare un’ombra come lei, lo stava portando
con sé fino in
camera sua, dove si erano visti la prima volta. Presumibilmente una
volta
tornato normale avrebbe vomitato anche l’anima, era quello
l’effetto che faceva
agli altri diventare ombre la prima volta, ma pazienza; non poteva
lasciarlo lì
a urlare al buio e con il manichino di sua madre davanti.
Arrivarono sul posto, e Zoisite si
sorprese vedendo che
contrariamente alle aspettative non stava dando di stomaco, ma tremava
ancora,
e lo sguardo era assente.
« non è colpa
mia. Diglielo che non è colpa mia »
mormorò lui
« aiutami…aiutami…»
Non solo la shadowjin si sentiva
terribilmente in colpa
pensando che era stata lei a dare il via libera a Cooler -e ad aiutarlo
perfino-
ma era anche preoccupata. Non voleva vederlo in quelle condizioni. Era
stato il
suo carceriere, e forse avrebbe dovuto gioirne, ma al momento tutto
sentiva
meno che gioia. Piuttosto avrebbe dato tutto quello che possedeva
perché tutto
a un tratto alzasse la testa, facesse un sorrisetto sarcastico e se ne
uscisse
con “sei proprio una stupida col cuore tenero piccola
shadowjin. Hai visto che
è a me che tieni di più?” e poi facesse
quella risata che lei aveva sempre
trovato insopportabile.
«
aiutami…»
Era già tanto che si
rendesse conto che lei era lì, anche se
probabilmente aveva ancora la voce del manichino nelle orecchie e la
sua
immagine davanti agli occhi.
« non è colpa
mia, non è colpa mia!» ripeté ancora.
Sembrava
in grado di dire solo quello.
La ragazza non sapeva che fare. Come
ci si comportava con
qualcuno in quello stato, specie se quel qualcuno era Freezer?!
L’icejin alzò lo
sguardo verso di lei, per un attimo sembrò
quasi essere tornato lucido, ma fu solo un istante.
«…lo è? » le chiese con un
filo di voce.
A quel punto Zoisite capì
cosa doveva fare. « non è colpa
tua, e tua madre non ti odierebbe mai. Nessuna madre che ha fatto quel
che ha
fatto la tua odierebbe il proprio figlio, qualunque cosa sia
diventato».
Gli andò vicina e lo
abbracciò, esattamente come aveva fatto
lui quando ad essere sotto shock era stata lei.
Al momento quel che aveva passato lei
le sembrava irrisorio,
se paragonato a questo. Non osava immaginare come dovesse essere
convivere con
quel senso di colpa per tutta la vita, dover affrontare tutti i giorni
l’odio
di chi avrebbe dovuto volerci bene, e fare di tutto per compiacere
qualcuno
che, in mancanza di tali successi, non ci avrebbe rivolto uno sguardo.
Lei tutto questo prima lo aveva solo visto, registrato, e
usato come arma.
Adesso aveva capito, ed era diverso.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** L'ombra della verità ***
= L’ombra della
verità =
Ci erano volute tre ore
perché Freezer si arrendesse al
sonno vero e proprio, e smettesse di chiudere gli occhi per cinque
minuti solo
per poi risvegliarsi urlando. Zoisite era rimasta lì tutto
il tempo, a
tranquillizzarlo ogni volta che succedeva: bastava che restasse tra le
sue
braccia per un po’ perché si calmasse, e
l’ultima volta era stata quella buona.
Freezer dormiva da due ore e mezza
circa, ormai. Erano le
sette meno un quarto del mattino, e Zoisite non aveva proprio chiuso
occhio.
“ non dovevo dare a Cooler
il via libera. Dovevo sapere che
gli avrebbe fatto qualcosa di orribile. Se anche solo il pensiero di
una cosa
del genere mi avesse sfiorata, non gliel’avrei mai lasciato
fare… anche se lui
direbbe qualcosa come ‘prima però si è
divertito non c’è male, no?’...meglio
non pensarci”.
Man mano che il tempo passava,
sprazzi di pensieri
vendicativi baluginavano nella sua mente, a causa della sua stessa
natura di
icejin di razza Shadow. Cose del tipo “potrebbe farsi
consolare da quelle
puttanelle slavate”, oppure “ops,
festa rovinata, ben ti sta”, ma
bastava che Zoisite desse un’occhiata a Freezer
perché questi tornassero
bruscamente da dov’erano venuti.
Era combattuta. Che doveva fare?
Andare via, o rimanere
finché non si fosse svegliato?
Non osava immaginare la sua reazione
quando sarebbe venuto
il momento, sia perché avrebbe capito che era stato tutto un
trucco a cui lei
aveva preso parte - le avrebbe lasciato spiegare che lei non sapeva
niente di
come si sarebbe svolto il tutto? Ne dubitava - sia per il semplice
fatto di
essersi mostrato debole e in stato di shock davanti a lei, con la paura
che
adesso lo prendesse in giro per questo, o gli desse addosso in generale
sfruttando quel che aveva visto e sentito. Peraltro le dormiva proprio
tra le
braccia, stringendosi a lei nel sonno, segno evidente di quanto al
momento avesse
bisogno di un contatto fisico che lo facesse sentire al sicuro.
“e io
lo farei
sentire al sicuro?” pensò, scostandosi i capelli
dal viso - gesto che faceva
sempre più spesso, contrariamente a prima che più
stavano davanti meglio era -
e guardando l’anello baluginare di nuovo al suo indice,
finalmente.
Ne aveva approfittato, facendosi un
po’schifo, ma ne aveva
approfittato. In fin dei conti non si trattava di un furto, ma di
riprendersi
una cosa che le apparteneva di diritto, e di darsi un aiuto a decidere.
Adesso
non c’era niente di materiale a trattenerla, nulla le avrebbe
impedito di
prendere una navicella e andarsene seduta stante raggiungendo Doctor
Virus per
poi partire con lui e il resto del gruppo alla conquista del
“medicinale
miracoloso”.
In quelle ultime ore passate accanto
a Freezer ci aveva
pensato parecchio: quel medicinale poteva tirare fuori le persone dal
coma,
dunque avrebbe potuto essere utilizzato su regina Ice, rimuovendo una
volta per
sempre i sensi di colpa di quel povero piccolo nanetto bianco - si
concesse una
definizione ironica non troppo pesante, pensando alle ventotto ragazze
- che
avrebbe avuto la conferma che sua madre non lo odiava… o
così sperava la
shadowjin. Tuttavia, avrebbe dovuto stare via sedici mesi e forse anche
qualcosa di più, per questo non era facile decidere.
Quantomeno però avrebbe
potuto utilizzare tutto quel tempo
in viaggio per riflettere su cosa fare, lontana da influenze esterne.
Avrebbe
potuto decidere se tornare e utilizzare quel medicinale su regina Ice,
sperando
che Freezer la riaccogliesse, oppure decidere di restare con Doc
troncando ogni
rapporto con il clan Cold o, ancora, tornare, utilizzare quel
medicinale, e poi
andare via di nuovo.
O restare…ma con Cooler.
“mmmh…per quanto
possiamo andare d’accordo non so se me la
sento di sposarlo, dopo quel che gli ha fatto. Non che Freezer sia
troppo
meglio di lui, di malvagità ne ha fatte e parecchie,
però…lo percepisco
diversamente…insomma, se è arrivato a fare questo
a suo fratello, utilizzando
un manichino di sua madre, il cielo soltanto sa cosa potrebbe fare a me
se
disgraziatamente dovesse cominciare a odiarmi per qualche motivo.
Sarebbe
capace di utilizzare dei manichini dei miei genitori, probabilmente.
Allora,
ricapitolando: Cooler è diventata un’altra scelta
non sicura per la mia
incolumità” sentenziò “questo
qui” guardò Freezer “non si sa che cosa
farà o
non farà, se mi lascerà spiegare o meno e tutte
quelle altre beghe. Io non
so che fare”.
La shadowjin a quel punto aveva
capito alcune cose, prima
tra tutte che non voleva più vedere Freezer in quel modo.
Non le piaceva
vederlo stare male e sapeva che da adesso in poi, se chiunque avesse
tentato di
ridurlo di nuovo in quello stato, lei avrebbe fatto di tutto per
impedirlo…
c’era un problema: se anche l’avesse lasciata
parlare e tutto quanto, Freezer
avrebbe mai fatto la stessa cosa per lei, o non avrebbe mai potuto
fidarsi
completamente? A questa domanda non sapeva rispondere.
La verità? Zoisite era
un’altra che aveva una paura
terribile di lasciarsi andare e finire scottata. Quella storia
però doveva
finire adesso, altrimenti non ne sarebbero mai venuti a capo.
Per un’altra ora la
shadowjin continuò a rimuginare.
Restare, andare?
Otto meno un quarto.
Fu a quel punto che Freezer
aprì gli occhi, e appena Zoisite
se ne accorse si staccò.
Inizialmente il tiranno
pensò che fosse una specie di sogno.
Invece che abbracciare il cuscino aveva abbracciato lei, per una volta.
Mano a
mano che la mente diventava meno ottenebrata dal sonno però
realizzò che no,
non era un sogno.
Poi tornarono anche i ricordi. Sua
madre gli aveva parlato… ma
non poteva essere lei
…gli aveva
detto cose orribili, le stesse che Cooler gli aveva sempre detto da
quando
aveva avuto l’età per capire, ma anche da prima,
quando si trovavano da soli, lui
nella culla e suo fratello a guardarlo col solo desiderio di girarlo di
schiena
e lasciarlo morire soffocato.
Poi ricordò del buio
totale, e di avere urlato, di essersi
ritrovato in camera sua con Zoisite… provò
vergogna come mai in vita sua. Che
figura aveva fatto! Debole, patetico, stupido! Lui,
l’onnipotente Freezer, era
stato tutta la notte a farsi consolare da Zoisite.
Zoisite, che lo detestava. Zoisite,
che lo prendeva in giro.
Zoisite, che sfruttava ogni suo punto debole per fargli del male.
Zoisite, che
aveva
aiutato Cooler.
« vattene » fu la
prima cosa che sibilò, alzandosi dal letto
senza riuscire a guardarla in faccia. Non voleva vedere la sua
espressione
divertita, non voleva vedere il movimento delle sue labbra nel dirgli
qualcosa
come “debole scemo pagliaccio”, né
sentire la sua risata, o guardare quanta
esultanza c’era nei suoi occhi, o anche solo immaginare
quanto lei e Cooler
avrebbero festeggiato e soprattutto il modo in cui
l’avrebbero fatto.
« ti sei ripreso un
pochino. Bene » disse piano lei.
Freezer assorbì
l’impatto di quella considerazione. Non
sembrava esserci divertimento nella sua voce, ma non voleva dire
niente: lei lo
aveva aiutato a fargli del male, e quella poteva anche essere solo la
sua
consueta reazione ipocrita. Aveva detto che avrebbe smesso di colpirlo,
e lui
ci aveva quasi creduto! Quanto era stato sciocco. Doveva immaginare che
Zoisite
si divertiva troppo a giocare con lui per smettere, ma lui non era un
giocattolo,
non era il balocco di nessuno, tantomeno di quella piccola bastarda.
« mi è
sembrato di averti detto di andartene immediatamente. Non ti voglio
qui. Vai a
festeggiare con quel…quel…»
non riusciva
a trovare una definizione, e lei invece di andarsene si era alzata e
gli si era
avvicinata, ma perché?! Voleva infierire ancora?
« se avessi anche solo
immaginato cosa voleva fare…»
Eccolo, il tono contrito. Quanto lo
disgustava. « ah! Adesso
mi vieni a dire che non lo sapevi? » fece una specie di
risata amara « non ci
credo neanche un po’. Mi stai dicendo che avresti partecipato
a quella… cosa…
senza sapere di che si trattava? Andiamo!
Saresti stupida! »
Qualche secondo di esitazione.
« allora sono stupida ».
Cosa?! Era una conferma, quella? A
Freezer riscriva difficile
credere ad una cosa del genere. Lei, che non dava retta a nessuno,
aveva
semplicemente obbedito a Cooler senza chiedergli il perché
ed il percome? «
fammi capire: lui ti ha detto “spegni tutte
le luci e vattene” e tu l’hai fatto senza
chiedergli niente? è
andata così? »
Zoisite stavolta invece che spostarli
si rimise i capelli
davanti al viso. «sì ».
Se si trattava di danneggiarlo
scattava agli ordini come il
migliore dei soldati. Che se ne andasse al diavolo! Quella era la prova
finale,
Zoisite a lui non teneva affatto, e il cielo solo sapeva
perché era rimasta lì
con lui tutta la notte. Soliti sensi di colpa tardivi probabilmente, ma
non ci
sarebbe cascato ancora. « mi è sufficiente questo.
Vattene, prima che decida di
farti fuori. Non conta che tu sapessi o meno di quel che si trattava,
ma che tu
gli abbia obbedito in quel modo pur di danneggiarmi, come se fossi un
burattino! “Sì Cooler,
certo Cooler”!»
disse con una certa amarezza.
Lei gli si avvicinò
ancora. « se non mi sono curata nemmeno
di chiedergli quel che voleva fare è
perché-» avviò a dire, ma venne
interrotta.
« non mi interessa! Non
avevi alcun motivo per arrivare a
quel punto, non c’era niente che potesse spingerti a farlo!
» esclamò il
tiranno.
« la gelosia spinge a
questo e altro » disse piano Zoisite,
senza nemmeno rendersi bene conto di aver parlato.
Freezer però se ne era
reso conto benissimo, e aveva sentito
altrettanto chiaramente…solo che non riusciva a crederci.
Aveva proprio detto
“gelosia”? Aveva proprio ammesso che lei, Zoisite,
era gelosa di lui?! Non
riusciva a crederci. « gelosia?
»
“l’ho detto
davvero?!” pensò Zoisite “ ma
perché non tengo
la lingua a freno?!”
« quindi eri… gelosa.
Non ti piaceva il pensiero di me con altre ragazze »
continuò l’icejin.
A quel punto Zoisite fece un sospiro
e si rassegnò. Il dado
era tratto. Tanto valeva concluderla una volta per tutte, ammettere la
verità
con lui e soprattutto con sé stessa. Lui poteva reagire come
gli pareva. Se
avesse cercato di ucciderla o le avesse riso in faccia semplicemente se
ne
sarebbe andata, tanto ormai l’anello ce l’aveva.
Quindi perché non buttarsi? «
no, non mi piaceva, per nulla. Mentre tu non sembravi avere problemi,
ad andare
con quelle ragazze ».
Continuava a darle le spalle. La mano
della shadowjin stava
per partire da sola con lo scopo di abbattersi contro il suo collo,
così tanto
per rompere le scatole, ma si trattenne.
« dovevo averne? Tu con
Cooler non ne hai mai avuti ».
« perché pensavo
che tu volessi uccidermi, e venti! Ma non è
mai stata la stessa cosa, le sensazioni non sono mai state le stesse.
Per te
invece non c’era differenza ».
Silenzio.
La shadowjin se ne stava
lì in attesa. “di’ qualcosa, razza
di idiota, qualunque cosa!”
« con quelle icejin non ho
sentito nemmeno lo 0,01% di quel
che sento con te. Non so se questa sia o meno una differenza. Tu che
dici? »
Zoisite sgranò i grandi
occhi rossi. Quell’affermazione la
sorprese non poco. « forse lo è » disse
piano.
Altro momento di silenzio.
« vedermi in quello stato
ti ha divertita? »
Altra domanda. Un’altra
occasione per parlare chiaro. Non la
stava ancora uccidendo, incredibile!, pensò Zoisite.
« no. Ho trovato orribile
quel che ha fatto Cooler, e ti ripeto che se solo avessi saputo quel
che voleva
fare non avrei MAI preso parte a
tutto questo, e avrei cercato di impedirglielo » disse la
shadowjin « non è
giusto che tu conviva col rimorso per qualcosa di cui non hai colpa, e
non è
giusto che lui se ne approfitti…lui o chiunque altro
».
“
inclusa io ”.
« perché sei
stata qui tutta la notte? » le domandò Freezer,
stavolta a bruciapelo.
Lei fece un sospiro, e
abbassò gli occhi. « tu per me
l’avevi fatto. Volevo ricambiare, anche se…non so
se tu l’abbia fatto solo per
vincere la sfida o per altro…ma volevo ricambiare ugualmente
».
Forse era arrivato anche per Freezer
il momento della
verità. Avrebbe voluto mandarla via, ma lei era riuscita a
spiegarsi, a
rimanere, e stava finalmente ammettendo quel che già
sapevano entrambi. Magari
adesso toccava a lui. Tanto, più debole e patetico di come
l’aveva visto quella
notte, ai suoi occhi non poteva risultare. « pensavo di
averlo fatto per la
sfida, ma non era così » disse lentamente
« sei sempre stata più che una sfida,
e ieri sera ho visto la differenza tra te e delle ragazze che considero
davvero
come oggetti. Per quanto possa essere piacevole sentirsi dire sempre di
sì, una
donna in quel modo non mi servirebbe a niente. Non mi attira. Non mi
stimola ».
Entrambi si sorpresero di avvertire
le stesse “scintille”,
anche adesso che non si stavano nemmeno sfiorando.
« hai sempre detto di
detestare l’insolenza » ribatté lei
«
hai sempre detto che tu ordini, e gli altri devono eseguire senza
discutere ».
« so cos’ho detto
e lo ribadisco, ma ogni volta che mi trovo
a lottare con te, ogni volta che litighiamo...» fece un
sospiro « ho una
sensazione di… non lo so, mi sento…»
non gli veniva proprio il termine. Qual
era quella parola?
« …vivo?
» suggerì
la shadowjin.
Sentendola dire quella semplice
parola che aveva
interpretato così bene tutte le sensazioni di cui stava
parlando si voltò verso
di lei, che lo guardava come in attesa.
Zoisite lo aveva detto
perché per lei era lo stesso. Con
Cooler si sentiva bene, ma con lui si sentiva viva, e tra le due cose
c’era una
differenza abissale.
« vivo»
confermò Freezer « Irritato, nervoso, stressato, a
volte in preda a istinti omicidi più di quanto sia di mio,
ma vivo come mai »
ammise « e tu? »
« per me è
esattamente la stessa cosa. Con un’aggiunta »
disse « mentre eri in quelle condizioni sera,
l’unica cosa che riuscivo a pensare
era che non voglio vederti più in quel modo, che non voglio
che ti si faccia del
male, perché non mi piace, e mi sono chiesta “vale
anche per lui? O a lui non
importerebbe più di tanto?” »
Si guardarono, serissimi in viso.
« penso che mi
importerebbe. Ucciderei chiunque provi a
fartene. In fin dei conti ciò che è mio non si
tocca…»
« ricominci di
già?! » sbottò la shadowjin «
e io che
pensavo che ti si fosse riacceso almeno un neurone, sono proprio
un’illusa…»
« sei la solita sfacciata!
»
« no, sono realista!
» ribatté lei, andandogli più vicina
«
sei proprio uno stupido scemo pagliaccio! »
« e tu proprio una piccola
insolente shadowjin » la baciò
con furia, il preludio classico di quando finivano ad andare a letto
insieme «
insolente e arrogante ».
« ti piace parecchio
sentirti parlare, eh? » sogghignò la
shadowjin.
« mi piace ascoltare
discorsi intelligenti ».
« ah! Bella battuta!
» esclamò Zoisite, mentre si
trascinavano a vicenda verso il letto « aspetta
- aspetta - aspetta! »
« che
c’è? »
La shadowjin occhieggiava il
pianoforte che era proprio
vicino al finestrone che dava sulla terrazza. « tu quello sai
suonarlo? »
Freezer la osservò
perplesso. « sì. Ma non ti sembra una
domanda un po’fuori luogo? » osservò,
non capendo assolutamente cosa c’entrasse.
« suoneresti qualcosa per
me? »
A malincuore il tiranno sciolse la
presa su di lei. «
proprio adesso? »
Lei annuì velocemente.
« hai detto una balla quando dicevi
di saper suonare? »
« lo so fare! »
disse seccamente lui.
« dimostralo ».
I due si guardarono a lungo. Alla
fine si diressero in
silenzio verso il pianoforte, e lei gli si sedette vicina.
« era di mia madre
» disse Freezer, indicando il pianoforte.
Zoisite non ritenne necessario
commentare, ma una leggera
carezza sul braccio destro dell’icejin parlò per
lei. Aveva di nuovo l’aria
della notte appena trascorsa, orribilmente triste, e distrutta. Se solo
avesse
potuto fare qualcosa! Ma restando lì poteva solo alleviare
un po’il suo dolore.
Non sapeva neppure se dirgli o meno
del medicinale, perché avrebbe
anche dovuto spiegargli che sarebbe stata via quasi un anno e mezzo,
probabilmente
due in caso di imprevisti o forse
- ma
ne dubitava - per sempre se fosse morta nell’impresa.
Fu a quel punto che Freezer
notò l’anello.
« te lo sei ripreso
».
Lei osservò i giochi di
luce sulla pietra. « sì, ma sono
ancora qui, per adesso ».
“
‘per adesso’
dice…non è molto incoraggiante. E se andasse via
all’improvviso, o se cambiasse
ancora idea e alla fine scegliesse Cooler?” pensò
Freezer. «
quel “per adesso” non mi piace ».
« lo immaginavo ».
Il tiranno fece scrocchiare le dita,
preparandosi a suonare.
« riguardo quell’anello, dobbiamo parlare. Credo
che oltre ai nomi e la data
del matrimonio dei tuoi genitori ci sia inciso anche una specie di
enigma da
decifrare ».
Quella sì che era una
notizia! Magari la soluzione
dell’enigma erano le coordinate del tesoro degli shadowjin!
Le cose si
mettevano sempre meglio. « tu ovviamente non ci sei
riuscito…»
Rieccola, con quella sua maledetta
sfacciataggine. « voi che
suoni per te o che te le suoni? »
Zoisite intuì che quella
minaccia non troppo velata fosse
una specie di battuta, ma adesso che aveva l’anello anche
quella bastava a
darle l’impulso di sparire nelle ombre e filarsela
raggiungendo Doc. Forse
doveva rilassarsi un po’, e ricordare quel che si erano detti
poco prima. Non
poteva non contare niente, giusto?
Quasi maledisse l’impulso
fisiologico alla fuga che
possedevano gli shadowjin quando erano in piena forma. Doveva
resistere, sia
per il possibile legame che poteva crearsi con Freezer, sia per farsi
aiutare a
risolvere quell’enigma. « la prima, possibilmente
».
Si zittì, e lui
cominciò a suonare.
Già alle prime battute la
shadowjin pensò che avrebbe potuto
stare ad ascoltarlo per ore. Ma perché non chiacchierava di
meno e suonava di
più? Sarebbe stato molto meglio.
Lei non lo sapeva, ma era la prima
volta in assoluto che
Freezer suonava per qualcuno, su richiesta per di più. Ma se
poteva fare in
modo che lei lo apprezzasse, per una volta, perché avrebbe
dovuto rinunciare?
I suoi sensi erano acutizzati. Era
come se concentrandosi
sulle note avesse tolto le catene a tutte le altre percezioni.
Così avvertiva
maggiormente il magnifico profumo della sua pelle, il calore che
emanava, ed il
suo sguardo su di lui.
Non avrebbe potuto resistere ancora
per molto.
@@@
«
allora…»
« che? »
« devi sapere che sei stata
l’unica con cui io abbia mai
perso tempo in queste cose…coccole
».
Zoisite gli appoggiò la
testa sul petto. « a beh, allora non
mi stupisce che tu non sia ancora sposato ».
« volendo avrei potuto
sposarmi da un bel pezzo » ribatté
l’icejin, un po’piccato.
« avresti ammazzato quella
poveretta in un momento di noia,
probabilmente ».
“ potrebbe farlo anche con
m…no. Buona. Non pensarci” si
intimò Zoisite.
« non mi piacciono i
vigliacchi e le persone noiose, che
posso farci? »
« oh, quello
l’avevo notato. Hai ucciso un povero
disgraziato solo perché gli tremavano le gambe in tua
presenza…»
« ti ho appena detto che i
vigliacchi non mi piacciono ».
« devi deciderti
però. Non vuoi che uno ti si rivolga con
insolenza, ma non ti piace nemmeno chi trema come un coniglio davanti a
te. Non
ti piace sempre, perlomeno. E poi, secondo me, non tremava
perché ti temeva per
la tua potenza ».
« e allora per cosa, di
grazia? »
« guardati allo specchio se
ti riesce, e capirai da te ».
Freezer le passò
l’indice sulle labbra. « te la faccio
tagliare quella lingua, prima o poi. Giuro ».
« provaci e ti troverai a
vivere nel terrore ».
« osi minacciarmi?
»
« non è una
minaccia, è una promessa ».
« tsk! ma
sentitela…» sbuffò il tiranno
« tra poco però una
promessa dovrai farmela. Tu ormai hai scelto me. Vero? »
Lei non rispose, principalmente
perché non se la sentiva
ancora di dire “sì”, nonostante tutto.
« prima parlavi di un enigma nell’anello.
Sarebbe? »
“ vuole tenermi sulla corda
fino all’ultimo la bastarda…se
non fossi praticamente sicuro di avere vinto!…”
pensò Freezer. « guardalo
controluce ».
La shadowjin obbedì.
Freezer aveva ragione, c’erano delle
scritte che non aveva mai notato, “IVabc” in
corrispondenza di “Morgan”,
“Iabc”
in corrispondenza di “Axenite”, e dei
“+” in corrispondenza dei puntini che
dividevano la data. « vedo le scritte. Non le avevo mai
notate ».
« che possono voler dire?
»
Zoisite stette un po’a
rimuginare. « magari dato che i “+”
corrispondono ai puntini potrebbe voler dire che dobbiamo sommare i
numeri che
compongono la data, il 17, il 12 e l’88 ».
« fa 117 ».
Zoisite gli lanciò
un’occhiata quasi stupita. Anche lei
sapeva fare i calcoli, ma non era così veloce. «
ok. 117. Quanto al resto…IV
abc. Potrebbe essere interpretato come 4 abc…ma
“abc” sono tre lettere ».
« o come
“quarta” abc ».
« sono sempre tre lettere
».
« magari intende la quarta
lettera dell’alfabeto? » propose Freezer.
« ma allora poteva metterci
direttamente la D, scusa eh ».
Entrambi rimasero per un
po’in silenzio a pensare.
« magari è come
per la data, ed il fatto che “IV abc”
corrisponda al nome di tuo padre vuol dire qualcosa » disse
Freezer.
« forse, ma non capisco che
vuol dire… “abc” sono lettere
».
Fu a quel punto che entrambi ebbero
l’illuminazione.
« e i nomi sono
costituiti da lettere! » dissero in
coro.
« quindi la quarta lettera
di “Morgan”, che è la G, e la
prima lettera di “Axenite” che è la A.
Otteniamo GA117 » concluse Zoisite, per
poi sbuffare « ma che cavolo significa?! »
« probabilmente sono
coordinate. Fammi controllare al
computer » disse lui, alzandosi dal letto e andando a
confrontare quel GA117
con delle possibili coordinate. Zoisite intanto si rivestì,
alzandosi ed
andandogli vicina.
« tombola »
mormorò il tiranno « sono le coordinate di un
satellite non troppo distante da dov’era il pianeta degli
icejin prima che
fosse distrutto. Mi sa che ho trovato il tesoro! Andremo a prenderlo
domani
stesso, d’accordo? »
« ok, ma che vorrebbe dire
“ho trovato”?! Abbiamo, se
mai! »
« il computer è
mio ».
Zoisite scosse la testa. «
sei il solito, se non ti prendi
il merito di tutto non sei contento » disse, avviandosi verso
la porta.
« dove vai? » le
chiese seccamente Freezer.
« in giro. Non possiamo
starcene tutto il giorno in camera,
ti pare? »
“ e poi adesso che abbiamo
trovato il tesoro ho anche
quest’altra variabile da considerare”.
Voleva anche parlare con Cooler, un
po’per biasimarlo ancora
una volta per quel che aveva fatto, un po’ per informarlo
della faccenda per
sentire cosa ne pensava… e per dirgli anche che la sua
vittoria non era più
tanto sicura.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Il gruppo di Doc al salvataggio! ***
= il gruppo di
Doc al salvataggio! =
« non possiamo lasciarla
nei guai! Adesso che sappiamo che è
nella sezione nord ed è vicina, con i poteri di Experio
possiamo triangolare la
sua traccia biologica e potremo andarla a prendere! Una volta salita
nell’astronave lei farà scomparire tutto nelle
ombre, così Freezer non potrà
toccare né noi e l’astronave, e potremo partire
con Zoisite! Si può fare! »
Doc avrebbe tanto voluto poter dare
retta a Skinhope, il rainord
che era suo secondo in comando e membro con più
“anzianità” nel gruppo, che
terminava ogni frase con un punto esclamativo. L’avrebbe
voluto più di ogni altra cosa. «
Skin…» si sedette ed
appoggiò le dita blu sulle tempie « sai che
nessuno più di me qui dentro
vorrebbe andare a salvarla, ma non possiamo. Rischiamo la pelle
così facendo, e
se moriamo tutti quanti poi chi impedirà alle case
farmaceutiche la diffusione
di virus letali in tutta la galassia?! BabyZy è in gamba, e
ha detto di essere
a posto…»
« lo avrebbe detto anche se
non lo fosse stata, la conosci!
» lo guardò dall’alto in basso
« o almeno dovresti conoscerla, visto che avete
fatto coppia quattro mesi! »
Il fatto che quella
con Freezer fosse stata la prima volta di Zoisite -evitando di contare
la
violenza subita da Hayun- non voleva dire che non avesse mai avuto una
storia
con qualcuno, per lo più brevi e senza troppo significato.
Quella con Doc fino
adesso era stata la più lunga, ed era stata importante per
entrambi, pur non
essendo mai venuti al dunque.
Quello era un altro fattore di
indecisione per la shadowjin,
perché non sapeva quanto fosse indicato
passare quasi due anni nella stessa navicella con un suo ex sapendo di
potersi
dover trovare a scegliere tra due uomini ancora.
« sa quanto per te conti la
nostra missione! » continuò Skin
« probabilmente si lascerebbe uccidere, piuttosto che
distoglierti da essa o
farti rischiare non poterla più portare avanti! Sentimi
bene, se rischiamo la
pelle tutti i giorni per la nostra missione a maggior ragione possiamo
e
dobbiamo farlo per un’amica, anche se non è
più nel gruppo da tempo! »
Già. Zoisite non aveva
amici, o perlomeno non riteneva di
averne, ma gli amici in questione ritenevano di avere Zoisite per
amica. Un
concetto un po’astruso, riassumibile nel fatto che tutto
sommato la shadowjin,
pur avendo un’indole fondamentalmente individualista, aveva
saputo farsi amare.
« non
possiamo…»
« non fare il vigliacco
Doctor Virus! Non lo sei mai stato,
vorresti cominciare ad esserlo ora?! Vuoi veramente che Zoisite
continui a
rischiare la pelle?! Beh, io no! E sappi che anche gli altri la pensano
allo
stesso modo! »
Doc sollevò la testa.
« tutti gli altri?...»
« nessuno escluso! I
gemelli Rorgax, Loramora, Don Veit,
Experio, tutti quanti sono dell’idea che dobbiamo andare a
salvarla! »
“ i gemelli Rorgax
d’accordo su qualcosa? incredibile”
pensò
lo zetaliano.
« forse vi è
sfuggito qualcosa quando vi ho raccontato quel
che ci siamo detti. Zoisite potrebbe non voler affatto essere salvata,
potrebbe
decidere di sposarsi…»
« Zoisite con uno di quei
due? Ma nemmeno per scherzo. Per
quanto potrebbero rivelarsi dei buoni partiti, essendo gli esseri
più potenti
della sua specie » commentò Loramora, sopraggiunta
in quel momento.
« la fama che hanno
è quella che è! Hai cambiato idea,
Lora?! » sbottò immediatamente Skinhope. La bella
gamariana fece ondeggiare la
lunga chioma nera e mosse le sue due code folte, indispettita.
« non ho detto questo, ho
soltanto osservato che forse Doc
non ha tutti i torti, e che potrebbe anche non voler essere salvata,
per quanto
le probabilità siano tanto ridotte da avermi spinta ad
appoggiare la tua
proposta, quando l’hai fatta » guardò
Doc « e mi stupisce che non l’abbia fatta
tu. Pensavo che, una volta saputo che la tua ex ragazza è
nei guai, saresti
partito immediatamente pur di avere una seconda chance ».
« Lora, non girare il
coltello nella piaga, non serve »
dalla parete di staccò qualcosa che, da grigio metallizzato
e piatto come una
sogliola perfettamente mimetizzato con la parete, divenne una sorta di
curiosa manta
viola cupo.
« è la
verità, Don, non è colpa mia se non vi piace
».
« se anche dovessimo
partire non lo farei per
riconquistarla, sia chiaro. Ormai l’abbiamo capito che non
siamo fatti per
stare insieme. è
una cosa con cui
posso convivere, e lo stesso vale per lei…»
ribatté tardivamente Doc.
« lei senza dubbio, visto
che forse si sposa ».
«
Lora! »
« che
c’è?! »
Doc infine si alzò.
« riunione, qui, subito. Lora, vedi se
riesci a tirare fuori Experio dalla sua trance meditativa.
Don…» fece un
sospiro sentendo gridare insulti nell’altra stanza
« fa’smettere di litigare
quei due e portali qui, per favore. Minacciali di mangiarli se devi!
»
« d’accordo
» disse la manta fluttuando via « …ma la
minaccia di mangiarli è inutile, lo sanno tutti che sono uno
dei pochi mantix
vegetariani. Al limite darò loro una scarica elettrica con
la coda o con i
tentacoli » fece uscire una miriade di tentacoli dalle
ventose che aveva sul
corpo, uno spettacolo che francamente faceva anche un
po’schifo.
Poco dopo Lora tornò con
Experio, che fluttuava ancora in
aria a gambe incrociate, mentre Don Veit scortava due inquiete meduse
color
arancio con una miriade di occhi.
« quindi siete tutti
d’accordo nel voler andare a prendere
Zoisite? » domandò loro Doc « nessuno
escluso? Anche se non sappiamo con certezza
se voglia venire con noi o meno? »
Experio iniziò a fluttuare
a testa in giù. « così si è
detto
».
« per l’amor di
Grendalex, torna a testa in su e tira giù
quel drappo! » brontolò Skinhope coprendosi gli
occhi.
« sempre con questa storia,
come se lì sotto non fossi
completamente piatto ».
«
è comunque un
oltraggio al pudore! »
Lora alzò gli occhi al
cielo. Skin e il suo senso del
pudore! Già per accontentarlo lei stessa indossava una
copertura a seno ed
inguine pur non avendone bisogno essendo completamente coperta di pelo
come una
volpe, ma se fosse stato per lui sarebbero tutti quanti andati in giro
vestiti
come quelle terrestri, cos’erano? Suore?
« vogliamo tornare a noi,
per cortesia?! » Doctor Virus
tentò di riportare l’ordine, e se non altro
Experio tornò a testa in su e Skin
smise di borbottare. « allora, il salvataggio di
BabyZy…»
« non vedo che
c’è ancora da discutere ».
« non vedo che
c’è ancora da discutere ».
« partiamo ».
« partiamo ».
« non imitarmi! »
« non imitarmi! »
« sei tu che mi imiti!
»
« sei tu che mi imiti!
»
« no sei tu! »
« no sei tu! »
«
no sei tu! »
«
no sei tu! »
«
no sei tu! »
«
no sei tu! »
«
DON! »
« sapete che sono
vegetariano, ma potrei pure cambiare idea
» sibilò il mantix ai gemelli sorridendo scoprendo
i denti appuntiti e tirando
fuori entrambe le lingue biforcute « in fin dei conti anche
prima di diventarlo
non ho mai mangiato un jellyng come voi due ».
Entrambi si zittirono, ma solo per
qualche secondo.
« qualcuno metta una
museruola alla manta » disse uno.
« …la manta
» ripeté l’altro.
« stabilito che Zoisite va
salvata, allora c’è da stabilire
quando e come. Da qui a pianeta Freezer N.1 c’è
una giornata di viaggio…» disse
lo zetaliano « dovremo stare bene attenti a non farci
intercettare dai radar ».
« quando La Nera era qui,
questi problemi non c’erano »
commentò Experio, tornando a testa in giù e
portando Skinhope ad emettere un
verso schifato « poteva farci sparire nelle ombre, e non
c’era radar che ci
sentisse ».
« anche tu puoi fare una
cosa analoga » osservò Don Veit.
« solo con gli esseri
viventi, come per il resto dei miei
poteri: sono tutti limitati alla materia vivente. La Nera non aveva
questo
limite ».
« posso provare a
modificare il cannone fotonico della nave.
Invece che sparare emetterà un impulso elettromagnetico a
lungo ed ampio raggio
tale da disattivare ogni apparecchio elettronico presente sul pianeta
» propose
Loramora, che non aveva poteri strani ma sapeva difendersi, ed era un
promettente ingegnere.
« che lo utilizziamo in
questo frangente o meno è qualcosa
che ci servirebbe comunque. Comincia pure a lavorare, se ti va
» concesse Doc.
Lora sparì al volo.
« non vedeva
l’ora di metterci le mani » bofonchiò
Skin.
« quindi è
deciso. Partiamo verso pianeta Freezer n.1 »
disse piano Doctor Virus. Non era propriamente entusiasta al pensiero
di
trovarsi faccia a faccia con Freezer e Cooler, e poteva solo sperare
che
sarebbe andato tutto per il meglio.
« la porteremo via con noi
e ce ne andremo sani e salvi » lo
tranquillizzò Skinhope « vedrai ».
« vorrei crederci quanto
te, ma da uomo di scienza le
possibilità che abbiamo sono…»
« e non stare a pensare
alla scienza! Rilassa i neuroni! »
disse uno dei gemelli Rorgax. Non si sapevano i loro nomi, ma questo
non
contava granché, visto che tanto erano sempre insieme e
facevano tutto insieme
pur -apparentemente- non sopportandosi.
« rilassa i neuroni!
»
« non imitarmi! »
« non imitarmi! »
« sei tu che mi imiti!
»
« sei tu che mi imiti!
»
« no sei tu! »
« no sei tu! »
«
no sei tu! »
«
no sei tu! »
«
no sei tu! »
«
no sei tu! »
« DOOOOOOOOOOON!!!
» urlò Skinhope.
«
ragazzi, che vi ho
detto meno di due minuti fa?! Se non la smettete vi mangio! »
Doc si estraniò dalle
urla, e guardò fuori dall’oblò.
Quella sì che era una
missione pericolosa. Altrochè!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** L'ombra del tesoro ***
= L’ombra del
tesoro =
Zoisite era in uno di quei momenti in
cui si chiedeva…
“ma che mi è
saltato in testa?”
“avrò fatto
bene?”
“perché ho
voluto dire a Cooler del tesoro?”
“perché mi sono
lasciata convincere a, parole sue, non
essere precipitosa nella scelta?”
“ …ma
più che altro come posso parlare ancora con lui dopo
quel che ha fatto a Freezer?”
“perché sto
costringendo due tizi che non si sopportano a
stare nella stessa astronave?”
“e perché non
riesco a decidere, sapendo che tanto Cooler probabilmente
non lo sposerò?”
Ecco, giunta a quella consapevolezza
dopo aver parlato con
lui - che sembrava aver accettato questo declassamento a
“opzione potenzialmente
pericolosa” senza colpo ferire - avrebbe proprio dovuto
rendere definitiva la
scelta. Con Freezer erano venuti al dunque, no? Quindi
perché accidenti non
riusciva a farla finita?!
Che li tenesse tutti sulle spine
perché sotto sotto le
piaceva il pensiero di poter esercitare una sorta di controllo sui due
esseri
più forti della galassia, o almeno di quella sezione? Forse,
ma di certo era
una cosa a livello inconscio, perché consciamente la
shadowjin tutto provava
meno che piacere.
Una volta trovato il tesoro
però il gioco sarebbe finito,
Zoisite sapeva che avrebbero entrambi preteso che scegliesse
immediatamente.
Osservò Freezer, che aveva
inserito il pilota automatico
nell’astronave ed evitava accuratamente di registrare la
presenza di suo fratello,
guardando ostinatamente fuori dall’ampia vetrata. Visti i
precedenti, e visto
quel che era successo tra loro, era già tanto che non
cercasse di saltargli
alla gola. Per una volta la shadowjin l’avrebbe trovato pure
comprensibile.
Cooler dal canto suo faceva lo
stesso, ignorando Freezer.
Probabilmente entrambi avevano deciso - non di comune accordo ma
seguendo la
stessa logica - di cercare di comportarsi in un modo che avrebbe
portato
Zoisite a compiere una scelta definitiva in quello che era
l’ultimo atto della
loro sfida. Erano talmente occupati a non ammazzarsi a vicenda, e
Zoisite a
cercare di decidere, che nessuno dei tre aveva notato il segnale
silenzioso di
una navicella che aveva cambiato rotta da Pianeta Freezer n.1 a quella
che
stavano seguendo loro, e li aveva seguiti tutto il tempo.
Era una giornata intera che la
shadowjin non sentiva nessuno
parlare. I due fratelli ovviamente non conversavano tra loro, e lei non
parlava
a nessuno dei due, perché se avesse rivolto la parola a uno
magari l’altro
l’avrebbe ritenuto un’offesa
personale…ok, non era esatto. Se avesse rivolto la
parola a Cooler, Freezer l’avrebbe ritenuta
un’offesa, mentre a parti invertite
non sarebbe successo niente di che. Ma perché rischiare?
“ tra un
po’arriviamo” avrebbe voluto dire Zoisite. Anche
una constatazione semplice e stupida come quella sarebbe stata
più sopportabile
di quel silenzio di tomba, ma le mancò il coraggio,
perché una cosa di sicuro
la sapeva: se i rapporti tra i due fratelli erano arrivati a quel
punto, la
colpa era anche sua.
« satellite in vista.
Atterreremo tra circa un minuto ».
Oh, alleluia, qualcuno che parlava.
Nello specifico,
Freezer.
Zoisite cerò la risposta
più corta e impersonale possibile.«
ok ».
Evidentemente fu una mossa azzeccata,
perché non diede a
nessuno dei due fratelli spunti per provocare l’altro.
Per come litigavano, a volte Freezer
e Cooler le avevano
ricordato i gemelli Rorgax, quei due pazzi jellyng che giusto Don Veit
riusciva
relativamente a gestire
minacciandoli
di mangiarli. Non che ormai qualcuno prendesse quella minaccia sul
serio,
sapevano tutti che era diventato vegetariano da un pezzo.
Atterrarono sul satellite senza alcun
problema, e senza
neanche troppo rumore considerando l’eco di quel sasso
deserto. Scesero
dall’astronave ringraziando il dio degli icejin di aver dato
loro la facoltà di
poter sopravvivere senza problemi nello spazio aperto,
perché altrimenti
avrebbero avuto bisogno almeno di un respiratore, e per quanto
attualmente girassero
i modelli più ridotti e avanzati erano sempre una seccatura.
« bene, ci siamo. Adesso
dove si va? » Cooler si guardò
attorno « questo posto sembra tutto uguale ».
« non guardare me, io non
ne ho la minima idea » disse la
shadowjin.
« sono l’unico ad
avere notato quella specie di grotta? »
Entrambi si voltarono verso il punto
indicato da Freezer.
Ok, uno a zero per lui. Si diressero tutti e tre fino alla grotta, in
perfetto
silenzio, e fu a quel punto che l’anello di Zoisite
cominciò a tremare, per poi
brillare di luce rossa.
« dev’essere una
conferma che siamo sulla strada giusta »
disse la shadowjin « a questo punto una volta entrati ci
basterà tenere gli
occhi puntati sull’anello. Se brilla andiamo bene, se non
brilla dovremo
tentare un altro percorso ».
Freezer osservò quella
brillante luce rossa, poi il buio
pesto della grotta, e in quell’istante capì una
cosa: a costo di accecarsi
avrebbe guardato costantemente l’anello, perché a
quelle tenebre orrendamente
fitte non voleva pensare nemmeno. E se
dal buio fosse uscita sua madre?
Era un pensiero totalmente
irrazionale, lo sapeva, come
sapeva che quella sera lui non aveva davvero parlato con regina Ice ma
con un
manichino, eppure non riusciva a togliersi dalla testa che quel che
temeva
sarebbe potuto succedere. Gli avrebbe di nuovo detto che non doveva
nascere…e
poi per rimediare all’errore lo avrebbe ucciso…
La notte prima di partire aveva
dormito con una piccola luce
accesa in camera. Vergognandosi, sentendosi più scemo di un
bambino di tre
anni, ma lo aveva fatto.
« Freezer? È
tutto a posto? »
Si riscosse bruscamente sentendo la
domanda preoccupata
della shadowjin. Non poteva fare di nuovo la figura del mollaccione.
« ovvio
che è tutto a posto. Muoviamoci ».
Cooler nel buio sogghignò.
Aveva fatto proprio un ottimo
lavoro, e il suo fratellino era ben lontano dal riprendersi dal trauma;
che
Zoisite lo avesse “declassato” era solo un effetto
collaterale negativo che
poteva ancora riuscire a gestire. Forse.
Se così non fosse stato,
che dire, quale occasione migliore
per farla fuggire? C’era un’astronave con dentro
una quantità di provviste
standard e un bel po’di carburante, lui avrebbe trattenuto il
nano finché lei
non se ne fosse andata, ed ecco fatto. Perderla gli seccava, ma
c’era sempre
una speranza che tornasse, e poi era meglio che lei se ne andasse via,
piuttosto che far vincere suo fratello.
Camminarono lungo i cunicoli della
grotta senza troppi
problemi per un bel pezzo.
« mi sembra strano che non
ci siano trappole, o qualsiasi
mezzo di protezione, o che so io ».
« Freezer, tieni gli occhi
sulla bella lucina e non fare il
menagramo come tuo solito, altrimenti qualche demone potrebbe uscire
dal buio
per tirarti la coda ».
Zoisite si sentì avvolgere
da una morsa gelida. Oh no…lo
sapeva che la tregua non sarebbe durata, lo sapeva!
Svanì nelle ombre un
attimo prima che Freezer lanciasse una
sfilza di raggi letali a Cooler senza pensare che rischiava di colpire
anche
lei. Cooler rispose a suon di pugni, Freezer cominciò a fare
lo stesso
lanciando meritatissime invettive di ogni sorta, mentre Zoisite, sempre
in
forma di ombra, raggiungeva la fine del cunicolo. Sapeva dove andare,
perché
anche nelle ombre sentiva l’anello vibrare. Non
c’era da stupirsi,
probabilmente era stato fatto apposta, appartenendo a uno Shadow.
“quando quei due avranno
finito di litigare rispunteranno
fuori” pensò.
Stavolta proprio non se la sentiva di
mettersi in mezzo, era
lì per il tesoro e lo avrebbe trovato, che facessero quel
che volevano.
Si stupì ritrovandosi in
quella che sembrava una depressione
del suolo circondata da rocce che la coprivano quasi del tutto,
lasciando solo
un angolo di cielo aperto sulla cima. Tornò in forma solida
e camminò fino al
centro, guardandosi attorno.
«…è
stato scavato nella montagna » mormorò, per poi
abbassare
gli occhi. Sul suolo si incrociavano diverse linee, apparentemente
senza
significato… l’anello brillava più che
mai, e vibrava tanto da farle tremare
l’intera mano.
Istintivamente la shadowjin prese il
volo, e man mano che si
allontanava quelle linee assumevano contorni sempre più
chiari.
In incisioni sul suolo messe in
cerchi concentrici era
rappresentata la storia degli Shadow. I primi di loro.
L’evoluzione. I momenti
più importanti degli sporadici rapporti con gli altri
icejin. Le guerre, più di
quante Zoisite pensasse. Ma fu l’incisione al centro a
catalizzare la sua
attenzione, non solo perché sembrava estremamente
recente…
Rappresentava uno shadowjin maschio e
una femmina che mettevano
due bambini - a loro volta un maschio e una femmina - in
un’astronave, e in
seguito gli stessi due bambini - in delle possibili fattezze adulte -
in quella
stessa camera del tesoro. La femmina faceva sparire nelle ombre una
mano con un
anello, ponendola in quel foro esattamente al centro della stanza.
Infine c’era
l’ultima parte in cui il maschio e la femmina che mettevano
dei gioielli a…a tre, di bambini…
I figli che lei ed Hayun avrebbero
dovuto avere.
Quelle erano le ultime
volontà dei suoi genitori, incise
nella pietra per sempre.
Pianse, mentre tornava a terra,
pensando a quanto invece le
cose fossero andate diversamente. Le speranze dei suoi genitori erano
morte con
loro, lei era e sarebbe sempre stata l’ultima Shadow
“pura” rimasta, e l’unica
consolazione era che se non altro non potevano saperlo: i morti erano
morti.
Non ci pensò due volte a
far sparire nelle ombre la mano con
l’anello, proprio come aveva visto nell’incisione,
e a infilarla nel foro.
Immaginò che fosse una specie di mezzo di riconoscimento,
l’ombra simile a
quella di Morgan, e l’anello.
Il pavimento cominciò a
tremare forte, Zoisite si alzò
nuovamente in volo mentre il pavimento si apriva in due. Venne
immediatamente
accecata da un fortissimo bagliore dorato. « il
tesoro…»
Fu proprio in quel momento che
Freezer e Cooler, decisamente
malconci tra il combattimento ed il conseguente crollo, bucarono una
parete
della stanza per uscire.
« ma
che…»
« il tesoro! »
esclamò Cooler.
Il pavimento aveva quasi finito di
aprirsi, e c’era una
spaventosa quantità di oro, metalli preziosi di ogni tipo e
gioielli, e tutto
quel ben di dio apparteneva alla shadowjin che stava fluttuando in
aria. «
incredibile ».
Entrambi i fratelli le volarono
davanti.
« sì,
incredibile, ma a dirla tutta non è quel che mi
interessa al momento » disse immediatamente Freezer
« abbiamo trovato il
tesoro, piccola shadowjin. Tu sai cosa significa questo. I tempi
dell’indecisione sono finiti. Devi fare una scelta
definitiva…»
« dalle almeno un attimo di
respiro! » si intromise Cooler,
guardando la ragazza.
« ne ha avuti fin troppi,
di attimi di respiro. È ora che
scelga…cos’è, Cooler, non ti rassegni
ad aver perso? »
« perché ti
ostini a voler capire cosa le passa per la testa,
quando invece non sai nemmeno cosa passa per la tua? »
« piantatela
tutti e
due! » esclamò la shadowjin, in un tono
quasi isterico che li fece zittire
« ma non lo capite che non ce la faccio più?!
»
« non ce la fai
più tu, dici! E io allora, che ho
dovuto sopportare i tuoi tira e molla fin dall’inizio?!
» ribatté Freezer,
abbastanza seccato « eppure sai da un pezzo cosa
c’è tra me e te, lo sai che io
ti…»
«
non starai per dirle
“ti amo”? »
Ancora una volta Cooler aveva
rovinato il momento. Freezer
ammutolì di colpo, il volto rosso come i capelli di Zoisite,
e sferrò un
improvviso diretto in faccia al fratello.
Cooler finì sbattuto
contro una parete, ma tornò subito alla
carica come se nulla fosse accaduto. « Zoisite, per me puoi
fare quello che
vuoi. Lo so che adesso mi consideri un’opzione pericolosa, ma
io tengo sul
serio al tuo bene …»
« no, tu vuoi solo vincere!
» sbottò Freezer.
« io al posto tuo
sceglierei me, più che altro perché non
c’è rischio che ti uccida per noia, ma se vuoi
correre il rischio di sposare
questo psicotico non mi opporrò. Hai due scelte: vuoi lui, o
me? »
Zoisite in quell’attimo
ricordò tutto. I primi tempi con Freezer,
le lotte, i baci, la passione, le volte in cui erano stati vicini,
quando lui
aveva suonato il piano…e ricordò anche i momenti
con Cooler. Insieme si erano
divertiti, ma non era e non sarebbe stata mai la stessa cosa. Era come
scegliere tra un dolce senza farcitura, che era buono, e uno con
farcitura alla
nutella e con la panna sopra. C’era differenza.
Guardò Freezer. « io-»
« non per disturbare,
signori, ma La Nera non ha due scelte:
ne ha tre ».
Dopo questa frase i due fratelli
vennero come paralizzati.
Zoisite pensò di essere temporaneamente diventata cieca,
prima di rendersi
conto che aveva davanti agli occhi un drappo che conosceva bene. Non ci
poteva
credere. « Experio…? »
mormorò, scostando il drappo.
« e non solo lui!
» esclamò qualcuno, dando due pugni tali
ad sue icejin paralizzati da farli schiantare contro quel poco di
pavimento che
non era ricoperto di roba.
« Skinhope!
» esclamò la shadowjin. Guardò in alto.
L’astronave di Doc, con il
portello aperto, e c’erano
tutti…ma proprio tutti!
«
Zoisite, muovi le
chiappe! »
« sempre gentile, eh Lora?
»
« direi che sia il caso di
ascoltarla, l’incantesimo reggerà
altri dieci secondi » disse con estrema
tranquillità Experio, volando in alto
con Skinhope.
Peccato che sbagliasse,
perché Cooler si riprese dopo appena
altri due: era più forte di Freezer anche in quello.
« chi sono questi maledett-»
« sono amici miei! Non
attaccarli » lo bloccò Zoisite.
« dalla faccia che hai non
ti aspettavi di vederli ».
Lei scosse la testa.
Cooler guardò lei, loro,
suo fratello che stava
ricominciando a muovere le mani. « mi sposi? »
Istintivamente la shadowjin scosse la
testa.
« scappa con la cassa,
mentre io lo trattengo » fu la piatta
replica di Cooler, che saltò addosso a Freezer appena in
tempo.
« non
osare andartene!
Non ci pensare nemmeno, altrimenti sono fatti tuoi e loro! »
l’icejin bianco
cercava di liberarsi dalla presa di suo fratello, ma non ce la faceva,
ed era
talmente tanta la paura di perderla da indurlo a dire quell’
“altrimenti sono
fatti tuoi e loro” -residuo di una vita passata ad ottenere
in quella maniera
ciò che voleva- una frase che scatenò nella
shadowjin la tanto temuta reazione
fisiologica a fuggire.
Cooler iniziò a ridere,
mentre Zoisite faceva rapidamente
sparire il tesoro portandolo nelle ombre.
« sei bravissimo a
rovinarti da solo! Hai dimenticato il suo
istinto, vero? » gli sibilò
all’orecchio.
Freezer capì di aver
commesso un enorme sbaglio quando la
vide volare nell’astronave, il portello richiudersi, per poi
filare via a tutta
velocità.
Cooler continuò a ridere
sadicamente, e lo trattenne per
dieci minuti. Lo lasciò solo quando giudicò che
fossero sufficientemente
lontani.
« perché
l’hai fatto?!
Perché?! Adesso
saranno fatti tuoi,
nostro padre-»
« era un rischio calcolato,
fratellino. Sì, nostro padre me
ne dirà quattro, ma cosa mi importa? L’unica cosa
che voglio è far sì che tu
soffra le pene dell’inferno, e direi che ce l’ho
fatta anche grazie al tuo
preziosissimo contributo. Lei è andata via, e tu la ami,
dev’essere doloroso, specialmente
sapendo che è l’unica giusta per te. Ti avrebbe
scelto, lo sai? Se è scappata
con loro, la colpa è solo tua ».
« non è vero!
»
« oh sì che lo
è, e non sai quanto godo. Adesso, chissà! La
rivedremo? Non la rivedremo? » rise ancora «
tornerà mai? E se sì, tornerà da
me, o dallo psicotico che l’ha minacciata di nuovo?
» volò verso l’alto « ti
lascio a leccarti le ferite, sarò così generoso
da prendere una delle navette
di emergenza per tornare a Pianeta Cooler n.1, così quando
avrai finito di
piangere potrai tornare nel tuo palazzo con la tua astronave. Addio
».
Se ne andò.
Freezer rimase solo in quella stanza
del tesoro vuota, con
quel poco di cuore che aveva ancora più vuoto.
@@@
« ehi ».
« ehi ».
Loramora si avvicinò alla
shadowjin, che guardava fuori con
aria malinconica. « pentita? »
« sì. No. Non lo
so ».
La gamariana le si sedette di fianco.
« ti eri proprio
innamorata, eh? »
Lei annuì. « non
ho potuto fare a meno di fuggire dopo quel
che ha detto, è il mio…è quella cosa
fisiologica ».
« lo so. Guarda che nessuno
ti obbliga a restare per sempre,
anche se ci piacerebbe. Se è del tempo che vuoi, hai quasi
due anni per decidere
se tornare da lui o meno. Direi che basti, non credi? »
Zoisite le fece un piccolo sorriso.
« sempre che mi voglia
ancora. Lora, non pensavo che sareste venuti a prendermi. Grazie
».
« ah, basta sentimentalismi
adesso » si schermì Loramora «
vieni di là, Doc ha organizzato una festicciola per il tuo
ritorno ».
« ma non so
se…»
«
muovi le chiappe ».
Alla fine Zoisite si arrese a
quell’invito tanto gentile. Ma
sì, aveva quasi due anni per rimettere in ordine i pensieri
che aveva nella
testa, e andare a prendere quel medicinale le avrebbe offerto la
possibilità di
un ritorno in grande.
Tanto valeva accettare la
felicità di quelli che a quel
punto tanto valeva considerare suoi amici, e godersi quel periodo di
relativa
calma.
«
sei tu che mi imiti!
»
«
no, sei tu! »
«
DOOOOOOOOOON!!!!»
Relativa, appunto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Epilogo ***
=
Epilogo =
Diciannove mesi.
Diciannove lunghissimi mesi passati a
fingere che fosse
tutto normale di giorno, per poi ridursi a cercare lei e il suo profumo
di
notte, stringendo disperatamente un cuscino che quel profumo, ormai, lo
aveva
perduto da moltissimo tempo.
Era arrivata nella sua vita
all’improvviso come uno tsunami,
aveva lasciato il segno proprio come avrebbe potuto lasciarlo uno di
essi, poi
se n’era andata.
Meglio specificare, se si parlava di
segni: gliene aveva
lasciato uno enorme su quel poco di cuore che aveva, e lì
finiva; quanto al
resto, a Freezer sembrava che Zoisite non ci fosse mai stata. I
bagnoschiuma
non erano più in ordine di colore, le battle-suit non erano
messe dalla più
alla meno consunta, l’ala dell’infermeria che la
shadowjin aveva fatto
esplodere era stata riparata già da un pezzo.
L’unico segno tangibile della sua
passata presenza erano le bottiglie vuote, almeno due per sera, che
campeggiavano sul comodino di Freezer. Di giorno c’era il
lavoro a tenerlo
impegnato, ma la notte era diventata la sua più grande
persecutrice, con tutti
gli incubi che portava.
Per colpa di Cooler sognava ancora
sua madre, e adesso
sognava anche Zoisite.
Zoisite con uno sconosciuto.
Zoisite con suo fratello.
Zoisite
in pericolo
chissà dove.
Zoisite
morta.
A volte Freezer sentiva di odiarla,
si sentiva usato. Aveva
la sensazione che la shadowjin lo avesse trattato come il suo
giocattolino,
usandolo per divertirsi e trovare il tesoro, per poi fuggire via alla
prima
occasione.
Altre volte invece era se stesso che
odiava perché, pur
conoscendo la fisiologia degli shadowjin, era stato così
stupido da minacciare
lei e quegli strani tizi che erano venuti a prenderla. Se non lo avesse
fatto,
probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso. Lei
stava per
sceglierlo…
Inizialmente suo padre aveva
minimizzato sull’accaduto: “
tornerà, tranquillo”, aveva detto.
Poi “tornerà,
tranquillo” era diventato solo
“tornerà”, in
seguito “tornerà, prima o poi”, e dopo
ancora era diventato “tornerà? Comunque
puoi sempre guardarti intorno, ci sono tante donne che sarebbero
orgogliose di
essere tua moglie ”.
Freezer però non ci
pensava nemmeno: se non poteva essere
lei, non sarebbe stata nessuna.
Inutile dire che l’aveva
fatta cercare in ogni dove, per
quanto aveva potuto, e ovviamente non aveva trovato né lei
né gli strani esseri
con cui era scappata, ma non intendeva ancora arrendersi
all’idea che Zoisite
non sarebbe tornata.
Dopo i primi due mesi aveva
cominciato a scriverle. Era
tutto lì, in cinque o sei agende nascoste nel fondo del suo
armadio. I primi
scritti erano lunghi pagine e pagine, inframezzati da dei semplici
“torna” in
maiuscolo dei giorni in cui non si era sentito di scrivere altro. Era
una cosa
che aveva fatto per se stesso più che per lei,
perché se - quando -
fosse tornata davvero dubitava fortemente che le avrebbe mai fatto
vedere quel
che aveva scritto.
Seconda bottiglia finita. Anche per
quella sera poteva
bastare. Riusciva quasi a immaginare di sentire il suo profumo
pensò,
stringendo il cuscino su cui lei, quasi due anni prima, aveva dormito.
@@@
Erano anni che Regina Ice
“dormiva” nella stanza che le era
riservata. Ogni tentativo dei medici di farla uscire dal coma era
miseramente
fallito, e se erano ancora in cerca di nuove cure era solo e soltanto
perché Re
Cold li costringeva a continuare senza sosta un accanimento terapeutico
che
loro consideravano completamente inutile… ma vai a far
capire il concetto di “inutilità”
a un marito disperato che rifiutava di rassegnarsi!
Ogni sera prima di andare a dormire,
Re Cold andava a
baciare sulla fronte la sua regina, rassicurandola che quando si fosse
svegliata
lui ci sarebbe stato; poco gli importava se regina Ice potesse sentirlo
o meno,
e anche quella sera andò così.
Dopo il bacio, re Cold
uscì dalla stanza, lasciando solo una
piccola luce accesa. Nel caso sua moglie si fosse svegliata, non voleva
che lo
facesse al buio: per i suoi gusti, regina Ice era stata nelle tenebre
più che
abbastanza.
Fu a quel punto che Zoisite
uscì dalle ombre, quasi commossa
dall’amore di quell’icejin verso la moglie, che non
era affatto diminuito
nonostante le condizioni di quest’ultima.
Alla fine la shadowjin aveva deciso
di tornare. Appena
terminata la missione si era fatta dare da Doc la dose di quel
medicinale che
avevano rubato, ed era immediatamente ripartita verso la sezione nord
della
loro galassia, con l’intento di utilizzarlo per risvegliare
regina Ice dal suo
lungo sonno.
Quanto a
Freezer…
In tutti quei mesi in cui gli era
stata lontana aveva
finalmente realizzato che era lui quello giusto, nonostante tutti i
difetti
caratteriali ed i complessi che si ritrovava, e anche nonostante la sua
somiglianza a Moira Orfei. Dopo una settimana di viaggio aveva avuto
già la
tentazione di tornare e di rivedere sia lui che Cooler, poi la
nostalgia per
Cooler era scemata, mentre quella verso Freezer si era intensificata.
Solo che c’era un problema:
l’avrebbe voluta ancora? Magari
si era sposato con un’altra, e l’aveva dimenticata,
e se gli fosse ricomparsa
davanti l’avrebbe uccisa sul serio. O beh, se non altro era
arrivata a vedersi
completa.
Tirò fuori dalle ombre una
siringa sterile e, come le aveva
mostrato Doc, dopo averla riempita con il medicinale la
iniettò direttamente in
un’arteria di regina Ice. Lo zetaliano le aveva consigliato
di fare così, in
modo che entrasse in circolo più rapidamente, e chi era lei
per non dare retta
al dottore?
“ se farai come ti dico,
dopo cinque minuti si risveglierà.
Ma sei sicura di quel che… insomma…lo sai che qui
per te c’è sempre posto”.
Sì, Zoisite lo sapeva, ma
sentiva anche di dovere qualcosa a
Freezer, che l’avesse rivoluta accanto o meno.
Così si sedette,
cronometrando il tempo che passava.
Cinque minuti. Quattro minuti. Tre
minuti. Due. Uno…
Cominciò a contare i
secondi.
“
sette…sei…cinque…quattro…tre…due…uno…”
Un mormorio soffocato giunse dalla
donna ormai non più in
coma distesa sul letto, che aprì lentamente gli occhi.
« il mio bambino…»
sussurrò, portandosi una mano al ventre.
“ ok, non devo
piangere” si impose la shadowjin. Di certo
non c’era da temere che regina Ice potesse non voler bene a
Freezer, se la
prima cosa che aveva fatto appena sveglia era stata chiedere di lui
“ adesso
però è meglio che sparisca, prima
che…”
« tu chi sei? »
le chiese la donna, con voce arrocchita. In
fin dei conti erano anni e anni che non la utilizzava.
Zoisite rimase lì ferma
per qualche istante senza sapere che
dire. Accidenti a lei che aveva perso tempo ad ascoltare quel che
diceva regina
Ice e non era sparita subito!
« sei una
shadowjin…pensavo che l’ultimo si fosse estinto
poco tempo fa » continuò. Si voltò alla
sua destra e vide il calendario. Erano
quasi ventisei anni avanti! «
ventisei?...
».
« sì. Beh. Non
siamo proprio estinti, io ci sono ancora ».
« sono passati davvero
ventisei anni? » le chiese regina
Ice, sconvolta.
Zoisite annuì. «
mi spiace che l’abbia saputo così ».
« e il mio bambino? Come
sta? Ne sai niente? » da donna
estremamente energica quale era, regina Ice voleva sapere tutto quel
che si era
persa, e subito. « mio marito? Cooler? E tu, soprattutto, che
rapporti hai con
il mio clan? Da dove vieni? Come ti chiami? »
tossì.
La shadowjin le versò
dell’acqua. « meglio che non si sforzi
troppo ».
Regina Ice accettò il
bicchiere, e bevve. « ho quasi
ventisei anni da recuperare ».
« è
comprensibile. Comunque, andando con ordine, fino a
diciannove mesi fa Freezer stavaaa…diciamo benissimo. Adesso
anche, credo. È a
capo di buona parte del vostro impero, ed è il secondo
essere più forte della
galassia dopo suo fratello Cooler…»
Regina Ice fece un bel sorriso.
« ero certa che mi avrebbe
resa fiera di lui ».
Altra ondata di sollievo per Zoisite.
« immagino ».
« mio marito? »
« era qui poco fa. Non
l’ha mai abbandonata, e gli manca molto,
come ai suoi figli del resto » disse la ragazza, evitando di
dirle dell’odio
che c’era tra Freezer e Cooler proprio perché
quest’ultimo riteneva il fratello
responsabile del coma.
Regina Ice poggiò la
schiena sul cuscino, sollevata. Si era
persa ventisei anni, ma se non altro sembrava andare tutto bene. Adesso
però
rimaneva la curiosità di sapere chi fosse la splendida
ragazza - donna, in
verità - che le stava davanti, e che sembrava sapere vita
morte e miracoli del
suo clan. « hai una coda molto lunga » si
complimentò.
« grazie ».
« adesso ti decidi a dirmi
come ti chiami? »
Abbastanza schietta, proprio come le
avevano detto. « mi
chiamo Zoisite. Zoisite del clan Shadowhidden ».
« Shadowhidden…
sì, ho capito. Bene, Zoisite » tossì
ancora
« adesso voglio sapere com’è che sei a
conoscenza di tutti questi dettagli. O
sei una spia, o devi avere rapporti stretti con qualcuno del mio clan
».
Zoisite automaticamente si
potò la mano davanti al viso per
rimettere davanti un ciuffo di capelli che ormai era stato tagliato da
un
pezzo. « sono… ero…
amica dei suoi
figli, e ho conosciuto anche suo marito, a dire il vero ».
« più che
“amica” allora direi “promessa
sposa”, vero? Se così
non fosse stato, dubito che mio marito si sarebbe scomodato per
conoscerti ».
Oltre che energica regina Ice era
anche sveglia, forse
perfino troppo, ed era appena uscita dal coma, quindi figurarsi cosa
poteva
combinare quando era in perfetta forma! Un’eventuale futura
suocera
interessante, ma in un certo senso anche pericolosa. «
sì, ok, una specie di
promessa sposa, ma è una storia molto lunga, e non penso che
adesso le
condizioni siano quelle di diciannove mesi fa ».
« sei fuggita ».
Non era una domanda, ma una semplice
constatazione. « già ».
« e ora sei qui. Diciannove
mesi…io riuscii a stare lontana
da mio marito per nove, prima di tornare. Non so se conosci la storia
».
Comunque sia c’era da dire
che sembravano essere già entrate
abbastanza in confidenza; d’altra parte lo avevano detto in
molti, che
caratterialmente si somigliavano. « anche nella mia
c’è una prigionia di mezzo
».
« Cooler o Freezer?
»
« il secondo, ma
gliel’ho detto che è una storia lunga. Mi
volevano tutti e due come moglie, ma io non sapevo che fare e sono
scappata »
disse rapidamente Zoisite « ho avuto l’occasione di
andare via, e di prendermi
del tempo per pensare, mentre mi procuravo il medicinale che
l’ha risvegliata.
Se sono stata via tutto questo tempo è per
quest’ultima ragione, era in un
posto lontano ».
“ quindi le devo il mio
risveglio “ pensò la donna. «
quant’era
lontano di preciso, per metterci diciannove mesi? »
« sezione est della
galassia che si trova a sud della
nostra, e prenderlo non è stato semplice, anche se a dirla
tutta con quel
gruppo ho affrontato anche missioni più difficili. Una volta
preso quanto me ne
serviva, sono venuta qui immediatamente perché…io
non so se Freezer mi pensi
ancora o meno, ma sentivo di dovergli qualcosa, e sapevo per certo che questo
gli avrebbe fatto piacere » disse « dato che pensa
che il coma in cui è entrata
sia colpa sua ».
Regina Ice bevve dell’altra
acqua. « nemmeno per sogno. Non
è colpa sua, e ti dico di più, se tornassi
indietro lo rifarei, pur di far sì
che venga al mondo ».
« penso che sentirselo dire
gli piacerebbe ».
Regina Ice la guardò a
lungo, in silenzio. « che progetti
hai? »
« non lo so. Ho saldato il
mio debito, ma come le ho detto
non so come la prenderebbe suo figlio, se mi rivedesse. Diciamo che ha
un
carattere un tantino imprevedibile
».
« magari puoi fare come
feci io a mio tempo quando tornai.
Rammento che sono stata nascosta nei dintorni un paio di giorni per
vedere che
aria tirava, e mi sono palesata soltanto una volta sicura che fosse
favorevole.
Per te una cosa simile dovrebbe essere estremamente facile »
commentò « sempre
che tu abbia intenzioni serie con lui, e per intenzioni serie intendo
matrimonio » la avvisò.
« questo lo avevo capito
».
« adesso farò
sapere che mi sono finalmente risvegliata…»
« penso che
arriverà la famiglia al completo ».
@@@
Freezer non ci poteva credere, temeva
che fosse solo un
sogno, o qualcosa del genere: quando suo padre lo aveva chiamato nel
bel mezzo
della notte, lì per lì non aveva nemmeno capito
quel che aveva detto, e re Cold
era talmente euforico che non sembrava nemmeno lui.
Poi aveva realizzato.
“
si è svegliata! Si
è svegliata!”
Per poco non era svenuto, e adesso
lui era lì, sulla soglia
della camera dei suoi genitori, e non riusciva a decidersi a entrare.
Pensò che
fosse un bene, però, che Cooler non fosse ancora arrivato.
Aveva detto che ci
avrebbe messo tre o quattro giorni, era andato in viaggio
chissà dove, quello…
« dai, entra » lo
incitò suo padre.
« è che sono un
po’…» scosse la testa « non lo
so nemmeno,
come sono. Insomma… si è svegliata! »
« e non vede
l’ora di vederti ».
Finalmente l’icejin bianco
si decise ad aprire la porta.
Aveva tanti pensieri confusi in testa, ed era sinceramente in ansia.
Se a sua madre non fosse piaciuto?
Se non l’avesse ritenuto
all’altezza?
Se lo avesse odiato come diceva
Cooler, e lo avesse fatto
venire lì per dirglielo di persona?
Eccola lì, sua madre. Lo
guardava seduta sul letto, ancora
in vestaglia, e tanto riusciva ad avere un’aria regale.
Freezer si sentiva
terribilmente a disagio, lei lo guardava e non diceva una
parola…
« vieni qui ».
Muovendosi quasi meccanicamente
andò dove sua madre gli
aveva indicato, vicino al letto, senza sapere cosa
aspettarsi… e tutto gli era
venuto in mente, meno che l’abbraccio pieno di calore che gli
diede sua madre.
« il mio bambino. Sei
proprio meraviglioso come ti avevo
immaginato ».
Allora non lo odiava.
Allora Cooler si era sempre
sbagliato, regina Ice non lo
odiava, lei…lo amava?
Anche stavolta non pianse, ma fu
dura. « madre…io non…»
sorrise e si zittì. Non sapeva che dire, ma non
c’era nemmeno niente da dire.
La donna gli prese le mani.
« mi dispiace di non esserci
stata mentre crescevi, e di non averti visto diventare l’uomo
che sei. Comunque
sia, voglio che mi prometti una cosa ».
In quel momento Freezer le avrebbe
pure promesso di girare
vestito da ballerina brasiliana, se glielo avesse chiesto. «
qualunque cosa ».
« promettimi che non
penserai mai più che è colpa tua se
sono andata in coma, perché non lo è. Ho scelto
di farti venire al mondo,
sapevo a cosa andavo incontro, l’ho fatto e lo rifarei.
Quindi smetti di colpevolizzarti,
perché non ne hai motivo ».
No, non piangeva ancora, ma gli occhi
lucidi li aveva, e non
riusciva a parlare. Riuscì solo ad annuire.
Un attimo: chi aveva detto a sua
madre che lui si sentiva in
colpa?
« siediti qui »
lo invitò lei, indicandogli il letto.
Freezer obbedì.
« io…com’è stato possibile
che…insomma, i
dottori le avevano tentate tutte ».
« tutti i rimedi conosciuti
in questa sezione della galassia
» disse re Cold, entrando anch’egli nella stanza
« ma a quanto pare nella
sezione est della galassia a sud della nostra sono più
avanti di noi ».
« nella sezione?... Sei
andato fin lì a prendere qualunque
cosa tu abbia preso per farla svegliare? Non lo sapevo! »
Re Cold scosse la testa. «
non io. Dobbiamo ringraziare qualcuno
che conosci bene, a sentire quel che tua madre mi ha raccontato
».
Freezer li guardò, un
po’confuso. « non capisco ».
« ho avuto un incontro
estremamente interessante con una
certa shadowjin che ha viaggiato diciannove mesi per portarmi il
medicinale che
mi ha fatta uscire dal coma…»
Volevano proprio farlo svenire,
allora! Non era possibile! Parlava
di Zoisite, sul serio? Lei era stata lì, lei
aveva risvegliato sua madre, lei…
Allora non lo aveva dimenticato. Era
tornata. Era tornata
davvero!
« lei…lei
dov’è? »
« per quanto ne so,
potrebbe essere ovunque. Anche qui »
disse sua madre « forse. Prova a chiamala ».
« Zoisite…dove sei?!
» si guardò attorno, in cerca di un movimento
strano o che di simili, ma non ne
vide.
« perché non
esci a cercarla? »
Freezer guardò sua madre.
« ma ti sei appena svegliata, non
posso…»
« vai cercarla, su
» lo incitò.
A quel punto lui obbedì, e
uscito dalla stanza si mise a
chiamarla di continuo. A un certo punto gli parve di sentire il suo
profumo, e
finì in una terrazza.
« vieni fuori una buona
volta » si guardò ancora attorno «
mi hai fatto aspettare diciannove mesi, basta giochetti! Dai, fatti
vedere…»
Sentì una coda
intrecciarsi alla propria. Aveva quasi paura di
voltarsi, adesso.
« davvero sei stato tutto
questo tempo ad aspettare me…?»
Era
lì, era lì!
« sì. Ho delle
promesse da mantenere ».
« quindi vuoi ancora
uccidermi ».
« quando sarai diventata
una shadowjin mite e sottomessa, quindi
moriremo di morte naturale prima che accada ».
« finalmente ti
è entrato nella zucca, eh? »
« sei la solita piccola
sh-» avviò a dire, voltandosi
finalmente a guardarla, ma la frase gli morì in gola. Non
era più tanto
“piccola”, era anche un po’più
alta di lui, più adulta, più donna, e
bellissima.
« che
c’è che non va? » gli domandò
Zoisite.“ magari non gli
piaccio più” pensò.
Capì quanto tale pensiero
fosse idiota nel momento in cui
lui la baciò.
« sarai pure cresciuta, ma
sei sempre la mia piccola
shadowjin. Sei qui per restare? »
« assolutamente. E devo
darti una cosa » disse Zoisite
prendendogli la mano destra ed infilandogli al dito l’anello
di Morgan.
Una promessa silenziosa che valeva
più di tutto quel che
potevano dirsi.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2148298
|