Ombre

di _Cthylla_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'ombra della minaccia ***
Capitolo 2: *** L'ombra della sfida ***
Capitolo 3: *** L'ombra...finalmente! ***
Capitolo 4: *** L'ombra della revanche ***
Capitolo 5: *** L'ombra dell'avventatezza ***
Capitolo 6: *** L'ombra dell'incubo ***
Capitolo 7: *** L'ombra della rivalità ***
Capitolo 8: *** L'ombra dell'intesa ***
Capitolo 9: *** L'ombra del...chiodo scaccia chiodo ***
Capitolo 10: *** L'ombra delle scintille ***
Capitolo 11: *** L'ombra di...re Cold ***
Capitolo 12: *** L'ombra del toga party ***
Capitolo 13: *** L'ombra dello shock ***
Capitolo 14: *** L'ombra delle lenzuola rosse ***
Capitolo 15: *** L'ombra delle catene ***
Capitolo 16: *** L'ombra del...bentornato? ***
Capitolo 17: *** L'ombra. L'unica giusta. ***
Capitolo 18: *** L'ombra della comprensione ***
Capitolo 19: *** L'ombra della verità ***
Capitolo 20: *** Il gruppo di Doc al salvataggio! ***
Capitolo 21: *** L'ombra del tesoro ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** L'ombra della minaccia ***


= L’ombra della minaccia =

 

 

 

 

 

 

Era da qualche tempo che Freezer aveva notato che nel suo palazzo a Pianeta Freezer n.1 c’era qualcosa che, come dire, “non tornava”.

Non che si trattasse di veri e propri problemi, ma niente e nessuno avrebbe mai potuto togliere all’icejin quella sensazione; una bella sfortuna per chi gli si trovava attorno, perché non era piacevole avere a che fare con Freezer le poche volte che era inquieto.

Erano sensazioni che facevano sentire il tiranno addirittura un po’stupido, e questo lo faceva innervosire ancora di più: il grande Freezer non era stupido.

Eppure...

Sbuffò nervosamente entrando in bagno. Ecco, di nuovo quella sensazione, e anche stavolta non focalizzava neanche bene il perché.

Ah.

Ecco cos’era.

I bagnoschiuma erano stati messi in ordine di colore e, per quanto fosse un tipo precisino, non era stato lui. Magari era stata la schiava che faceva le pulizie, ma non l’aveva mai fatto prima d’ora.

Bagnoschiuma in ordine di colore, candele anch’esse messe in ordine di colore e disposte in modo perfettamente equilibrato, il letto senza nemmeno una minuscola piega in cui anche le lenzuola e le federe dei cuscini sembravano essere state stirate, le sue battle-suit nell’armadio messe in fila dalla più alla meno consunta…

Solitamente l’ordine gli piaceva, perché ordine significava controllo, e il controllo per lui era tutto; eppure tutta quella precisione gli dava l’effetto contrario, perché non era un “ordine” voluto da lui, ma da qualcun altro che sembrava essersi intromesso nella sua vita, nella privacy della sua stanza.

« mandami la schiava delle pulizie. Subito! » ordinò seccamente a Zarbon attraverso un comunicatore.

lo faccio immediatamente. –

La faccenda era snervante. Il pensiero di uno sconosciuto che metteva le mani tra le sue cose lo mandava quasi in bestia, e a quel punto c’era solo da sperare che si trattasse davvero della schiava delle pulizie; d’altra parte quello era il suo lavoro, e se fosse stato come sperava lui avrebbe solo significato che era diventata particolarmente solerte nello svolgere i suoi compiti, il che era un bene, più per la schiava che per lui: meglio lavorava, più tardi lui l’avrebbe sostituita, e di conseguenza lei avrebbe vissuto di più.

La schiava arrivò tremante due minuti dopo, domandandosi cos’avesse fatto, e convincendosi che Freezer l’avrebbe uccisa. Senza dire una parola il tiranno la condusse fino in bagno e le mostrò i bagnoschiuma e le candele.

« li hai messi tu così? » le chiese in tono secco.

La schiava osservò a bocca aperta quel che le stava mostrando. Che gusto! Che equilibrio! Che precisione! Lei non c’entrava niente, ma le sarebbe piaciuto avere tanto senso estetico. « i-in verità no, grande Freezer. Ho pulito e riordinato quel poco che c’era da pulire e riordinare » disse piano la schiava « Lei è sempre stato molto ordinato signore » osò aggiungere « ma ultimamente non trovo polvere nemmeno nelle superfici più nascoste ».

Proprio come temeva. La schiava non c’entrava, e quindi era opera di qualcun altro. « erano già così quando stamattina hai pulito?»

La schiava scosse la testa. « no, signore»

« hai notato qualcosa di strano entrando, o mentre eri qui, o quando sei uscita?

« no, signore » rispose la donna, a capo chino, pensando che quella fosse la conversazione più lunga che avesse mai avuto con il suo padrone. Freezer annuì lentamente, per poi congedarla con un cenno del capo.

Ringraziando il proprio dio la schiava uscì dalla stanza più in fretta che poteva.

Rimasto solo, Freezer se ne andò in terrazza a riflettere. Ecco, aveva avuto la prova: qualcuno entrava nella sua stanza dopo che la schiava delle pulizie se ne andava. Ma chi? E perché questo qualcuno avrebbe dovuto mettersi a pulire? No, non aveva proprio senso.

Che sotto quel rimettere in ordine si nascondesse una minaccia?

Che significasse “visto, anche se sei il guerriero più forte della galassia io posso entrare in camera tua quando voglio, e magari anche ucciderti”?

La potenza di Freezer solitamente lo metteva al riparo dalla paura verso qualunque avversario, ma l’idea di poter essere ucciso, come il pensiero di invecchiare e morire in sé, lo spaventava terribilmente -anche se non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura- e anche l’idea di non avere il controllo su tutto lo spaventava ancor di più.

Di queste sue fobie avevano pagato lo scotto i sayan, giusto tre giorni prima, quando aveva distrutto il loro pianeta temendo che la leggenda del super sayan potesse avverarsi: aveva fatto esplodere il pianeta Vegeta, e lo aveva fatto in una delle sue forme depotenziate.

Controllo, controllo, la questione era tutta lì, e la situazione attuale alla fine lo avrebbe fatto impazzire.

« tanto ti scoverò prima o poi! » sibilò rientrando in camera, rivolto al nulla « dove sei? Dove sei?! » aprì l’armadio, guardò dietro le tende, aprì all’improvviso la porta del bagno, guardò sotto il letto, guardò perfino sotto i cuscini stropicciando federe, lenzuola, coperte…

Nel farlo sentì una specie di verso di disapprovazione che lo fece sussultare. « dove sei?!! »

Ma non ci fu risposta, e il rilevatore non segnalava altre presenze oltre alla sua. Che si fosse immaginato tutto? No, impossibile.

« non so chi sei o che cosa vuoi, ma quando ti troverò -perché  prima o poi succederà- te la farò pagare cara per tutto questo! »

Quanto casino per dei bagnoschiuma in ordine di colore! A tal proposito, decise che era meglio andare a farsi un bagno, che magari gli avrebbe calmato i nervi.

Aprì la porta, e fu a quel punto che guardandosi nello specchio vide qualcosa di nero alle sue spalle.

« ti ho visto! » esclamò, voltandosi di scatto e sparando un potente raggio letale…al nulla.

Ci fu un’esplosione, il suo colpo aveva divelto il muro. Bel disastro, ci mancava solo quello, adesso.

« eppure io SO che ci sei! Io lo so! » esclamò.

« grande Freezer, va tutto bene? » gli domandò Dodoria facendo capolino da quel che restava del muro, attirato dall’esplosione.

« sì. Va tutto benissimo. Ho solo pensato che fosse ora di ristrutturare la stanza » disse il tiranno, voltandosi ed entrando in bagno con estrema nonchalance « voglio che tutto sia a posto tra due ore, chiaro? ».

Detto questo chiuse la porta.

« avete sentito cos’ha detto il grande Freezer! Vuole tutto a posto tra due ore! Muovetevi! » esclamò Dodoria, rivolto a dei soldati. Zarbon arrivò poco dopo.

« ma che è successo? »

« lo ha fatto ancora » fu la lapidaria risposta del brutto alieno rosa.

« ah ».

Entrambi osservarono la porta del bagno, piuttosto inquieti. Ovviamente si erano accorti anche loro del fatto che ultimamente Freezer sembrasse sul punto di dare completamente di matto. Non era la prima volta che distruggeva la sua stanza, e una volta l’avevano sentito borbottare qualcosa riguardo a un intruso che metteva in ordine le sue cose e lo spiava. Come se fosse stato possibile!

La distruzione del pianeta Vegeta tre giorni prima era stata un’ulteriore conferma che la sanità mentale del loro capo fosse decisamente a rischio. Si poteva distruggere un pianeta alleato per una stupida leggenda?!

« non pensi che dovremmo dirlo a qualcuno? » fu la cauta domanda di Dodoria.

« a chi? A suo padre? A suo fratello? E dici che ci prenderebbero in considerazione? Ah, macché. Forse sta solo passando un periodaccio » fu la risposta di Zarbon, che non voleva guai.

« è da un mese che si comporta in modo strano, Zarbon! E i suoi “periodacci” sono pericolosi, e… che cos’è?! » allibì Dodoria vedendo qualcosa di scuro comparire per un attimo alle spalle di Zarbon per poi sparire immediatamente. Quest’ultimo si voltò.

« di che parli? »

« mi era parso di avere visto…ah, lascia stare. Probabilmente mi sto soltanto facendo contagiare da Freezer ».

 

 

 

@@@

 

 

 

La stanza era a posto, i soldati andati, ma Freezer sentiva di dover assolutamente fare qualcosa. Non poteva continuare in quel modo, a perdere la testa ogni due per tre e a vivere col pensiero di essere costantemente osservato.

Si sdraiò sul letto. « cosa vuoi da me? » domandò al vuoto « vuoi farmi impazzire? Vuoi uccidermi? Caschi male. Non cederò allo stress, e nessuno può uccidere l’onnipotente Freezer, mettitelo in testa ».

Ovviamente non ci fu risposta, come era successo prima. In compenso Freezer notò che i soprammobili erano stati disposti diversamente da com’erano messi in precedenza, con più gusto.

« e non capisco che senso abbia questo rimettere in ordine le mie cose ».

Silenzio, completo silenzio. Testardamente, Freezer fece un nuovo controllo con il rilevatore. Niente. Eppure lui sentiva che c’era qualcuno, e che questo qualcuno lo stava ascoltando e osservando.

« lo so che ci sei » ripeté « se proprio non vuoi farti vedere fatti almeno sentire, maledizione, perchè parlare da soli è da matti, e io non lo sono. Anche se probabilmente i miei uomini stanno cominciando a credere il contrario… ».

Nulla.

« …e la colpa è tua. Ma voglio essere generoso: se adesso ti farai vedere di tua spontanea volontà non ti ucciderò, cosa che invece accadrà, se ti troverò da solo, e puoi stare sicuro che prima o poi ci riuscirò ».

Non era un discorso molto incoraggiante per far uscire qualcuno che stava nascosto  presumibilmente per paura, e infatti non ottenne risultati.

« come vuoi tu. Allora si fa a modo mio. Sei qui da un mese, probabilmente conosci la Squadra Ginew e il potere di Guldo di fermare il tempo. Posso chiedergli di farlo in qualsiasi momento, senza preavviso. Lui fermerà il tempo,  ti intrappolerà, e a quel punto la pagherai per quel che stai facendo ».

Ancora silenzio.

Il tiranno sentì un rumore nel bagno, e si precipitò subito a controllare, ma non vide nessuno. Solo che il tappeto era stato raddrizzato, gli asciugamani ripiegati e messi ordinatamente uno sopra l’altro, mentre i bagnoschiuma e le candele erano di nuovo come Freezer li aveva trovati.

In preda ad un nuovo scatto di rabbia l’icejin buttò tutto quanto all’aria.

Quella storia doveva finire.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Passarono due giorni, nei quali Freezer contattò la Squadra Ginew ordinando loro di recarsi immediatamente al suo cospetto.

La squadra di mercenari era in parte lieta e in parte inquieta per quella convocazione improvvisa: stavano radendo al suolo un pianeta, come da ordini, e se Freezer aveva detto loro di sospendere l’operazione per raggiungerlo immediatamente doveva essere successo qualcosa di grave.

« per cosa pensate che sia? » chiese Recoom agli altri.

« non ne ho idea, ma penso sia qualcosa di estremamente serio, altrimenti Freezer non ci avrebbe fatti venire qui con tanta urgenza ».

Camminarono in silenzio lungo i corridoi bui. Dovevano ammettere che Freezer sapeva come gestire gli spazi per far sì che le sue povere vittime si spaventassero a sufficienza prima di incontrarlo: in tutto l’ambiente c’erano due luci piuttosto fioche, per giunta tremule, che creavano ombre su ombre somiglianti a demoni fuggiti dall’inferno.

Non che questi fossero nulla in confronto a Freezer.

« eccoci…Gees, dov’è il tuo rilevatore? » si stupì Barter.

« che? Ce l’ho addosso! Dov’è il tuo piuttosto!...eh…hai ragione, non c’è più! »

« ehi, nemmeno io ce l’ho più! » esclamò Guldo.

« io neppure! » allibì Recoom.

« e anche il mio è scomparso. D’accordo, questo è strano » mormorò Ginew, arrivando finalmente a destinazione « eccoci, grande Freezer ».

« era ora ».

Ginew notò immediatamente che Freezer era veramente tetro quel giorno. Lo si capiva già da come muoveva la coda. « cos’è successo? »

« come mai non avete i rilevatori addosso? »

Preso in contropiede, Ginew non seppe cosa rispondere, quindi fu Gees a parlare. « li avevamo, ma mentre eravamo nel corridoio sono scomparsi ».

Si aspettarono che Freezer lo rimproverasse aspramente per una tale idiozia, ma così non fu, e lo videro annuire lentamente. « quindi avete notato da soli che qui c’è qualcosa di strano. Ho motivo di credere che nel mio palazzo si sia introdotto qualcuno che, non so per quale motivo, non riesco a trovare » disse, sorprendendoli « e che oltretutto ci ha appena sfidati. Non pensiate che vi abbia rubato i rilevatori perché altrimenti l’avreste localizzato, con lui non servono: nonostante io avverta la sua presenza, i rilevatori non lo fanno ».

« questo è impossibile. I rilevatori avvertono la presenza di ogni essere vivente…»

« evidentemente le cose non stanno così, no Ginew?! Altrimenti l’avrei già trovato!» “anche se effettivamente non mi spiego questa cosa” aggiunse mentalmente.

Per quel che ne sapeva Freezer, non erano molte le specie che potevano nascondersi dai rilevatori, e anche per loro il problema era stato risolto calibrando quegli aggeggi in maniera che li trovassero.

“Anche se in effetti… sì… a pensarci meglio ci sarebbe qualcuno che i rilevatori non potrebbero mai trovare” rifletté.

Quella che gli era venuta però era un’idea impossibile, dato che gli icejin di razza Shadow, più comunemente chiamati shadowjin, si erano del tutto estinti con la grande guerra che aveva decimato gli icejin e distrutto il loro pianeta natale.

Gli shadowjin erano abbastanza rari, e stando ai racconti di suo padre oltre che una razza a parte formavano anche una “casta” a parte; non era molto comune che interagissero con gli altri icejin, e si sposavano solo con appartenenti alla loro stessa razza.
Si riconoscevano facilmente, tutti quanti avevano la pelle completamente nera e gli occhi rossi, variava solo il colore delle loro biogemme, ma non era solo il colore della pelle a distinguerli dagli altri: gli shadowjin, semplicemente incrociando le braccia davanti al petto,  potevano nascondersi nelle ombre o diventare loro stessi tali per diverse ore, il che li rendeva delle perfette spie, perché… come rilevare il livello di combattimento di un’ombra?
Sfortunatamente per loro, tale abilità andava a discapito del resto dei loro poteri. Come a dire che, una volta bloccate loro le braccia e tolta loro la possibilità di diventare ombre, erano finiti.
I clan icejin, dietro cospicui pagamenti a quella razza che mai si era mischiata con loro, avevano utilizzato le capacità degli Shadow, che durante la guerra non avevano capito a favore di chi schierarsi: non erano riusciti a mettersi d’accordo, così si erano divisi tra i vari clan, ed era stata la loro fine.
Se tutti quanti avessero servito il clan Cold probabilmente ne sarebbe rimasto qualcuno, ma così non era stato: si erano dunque uccisi tra loro, o erano stati uccisi dai vari clan icejin quando scoperti, e avevano finito per estinguersi.

« hai ragione. Hai in mente qualcosa di preciso? »

« l’intruso non potrà nascondersi per sempre. Se Guldo fermerà il tempo senza preavviso, avrà buone possibilità di trovarlo e intrappolarlo. »

« ottima idea, come sempre del resto » concordò Ginew « tutto chiaro Guldo? »

« sicuro. Quando dovrei?... »

« senza preavviso vuol dire senza preavviso » disse Barter « magari l’intruso adesso è nascosto proprio qui, e se diciamo quando fermerai il tempo si nasconderà particolarmente bene ».

« hai sentito? » Freezer si rivolse al vuoto « ultima chance di mostrarti prima che ti troviamo da soli. Vieni fuori! Adesso! »

Dal soffitto caddero, uno dopo l’altro, i rilevatori della Squadra Ginew, ognuno in testa ai rispettivi proprietari.

« è lassù!!! » Recoom sparò un colpo energetico, senza ottenere altro risultato che danneggiare la volta della stanza.

Freezer pensò che chiunque fosse forse aveva paura di lui -certo che ce l’aveva, tutti temevano l’onnipotente Freezer- ma a giudicare da quel che aveva fatto sembrava non temere per nulla la Squadra Ginew, o il potere di Guldo di fermare il tempo.

« così facendo non otterremo nulla se non distruggere il mio palazzo! » li fermò Freezer seccato « attenetevi al piano. E tu » guardò verso il soffitto « vivi nel terrore, d’ora in poi ».

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Capitolo 2
*** L'ombra della sfida ***


= L’ombra della sfida =

 

 

 

 

 

 

« chi dite che sarà? Secondo voi a quale specie appartiene? »

Di tutta la squadra Ginew era Guldo il più curioso a riguardo dell’intruso, forse perché era a lui che spettava il compito di intrappolarlo.

« non mi sembra molto importante sapere di che razza è, va preso e basta » ribatté Recoom « spero che Freezer mi lasci divertire un po’prima di ucciderlo, almeno impara a rubarci le cose! »

Barter e Gees concordarono con un cenno d’assenso.

I quattro mercenari erano rimasti soli nella sala ricreativa, mentre Ginew era a colloquio con Freezer. Da quel che avevano capito, pareva proprio che loro fossero i soli a essersi resi conto di quel che stava succedendo, mentre per tutti gli altri - si bisbigliava - Freezer stava semplicemente perdendo il senno.

Probabilmente per il tiranno era in qualche modo confortante l’idea di avere lì qualcuno che gli credesse, perché fino a quel momento l’ombra era stata sempre molto attenta a non rivelare la propria presenza.

Avevano parlato a lungo del suo modo di agire, senza trovare un vero e proprio senso compiuto alle sue azioni.

“è cominciato tutto con i bagnoschiuma” aveva detto Freezer “ma lì per lì non ci ho fatto molto caso. Fino ad oggi avevo pensato… e in seguito auspicato…  che fosse la schiava delle pulizie, cosa che sarebbe potuta andar bene. Poi la faccenda non si è limitata più solo ai bagnoschiuma, si è diffusa anche a tutto quel che c’è nei miei appartamenti, inclusi i miei documenti privati. Sinceramente ho pensato che magari li avessi messi in ordine cronologico e di argomento io stesso in un qualche automatismo, ma non è così, e da lì ho capito che c’è qualcuno che non dovrebbe essere qui, e io non so chi sia né cosa voglia. Sia chiaro che non mi spaventa” aveva detto “ma mi irrita oltremodo, soprattutto adesso che l’ombra si è fatta più ardita, con quella specie di sfida che vi ha fatto”.

Gli avevano assicurato che avrebbero scovato presto l’intruso, ma non erano più così convinti. Erano passati tre giorni, e ancora la Squadra Ginew non aveva ottenuto nulla se non la sparizione di altri effetti personali - barrette di cioccolato incluse - e la cosa allucinante era che adesso anche loro trovavano le proprie cose in ordine!

« la pagherà per aver fatto sparire le nostre barrette di cioccolato. C’erano le nocciole! » si lagnò Barter « non è giust- che cos’era?! » esclamò, vedendo qualcosa di nero apparire e scomparire in un istante.

« dove? Hai visto l’ombra?! » Recoom si preparò al combattimento « dai bello, vieni fuori!»

« fatti avanti! Vigliacco! » esclamò Gees.

Guldo si guardò attorno, ed i quattro si avvicinarono uno all’altro, pronti per ogni evenienza.

« forza, fatti vedere! Cos’è, hai paura? D’accordo, non ti si può biasimare, d’altra parte noi siamo la Squadra Ginew, i più potenti guerrieri della galassia dopo il grande Freezer! » si vantò Gees.

Dal soffitto videro volare qualcosa. Barter si preparò a sparare un colpo energetico…

« aspetta, è solo un foglietto di carta » lo calmò Guldo.

« e perché un foglio di carta cade dal soffitto?! » esclamò Recoom, raccogliendolo una volta che fu caduto a terra.

« “forse siete i guerrieri più potenti, ma non i più intelligenti” » lesse ad alta voce Guldo, quando Recoom mostrò loro il foglietto.

« ma come ti permetti?! » gridò Gees verso il soffitto « esci fuori a dircelo in faccia!»

Da un punto diverso del soffitto cadde un altro foglietto, che l’alieno rosso prese al volo.

“se insistete…”

Un istante dopo le luci cominciarono a spegnersi una dopo l’altra, i frammenti di vetro cadevano come pioggia sulle teste dei quattro mercenari, che non si spiegavano cosa stesse succedendo.

« Barter! Riesci a vedere qualcosa?! » Recoom si riparò la testa dai frammenti, rimanevano solo due luci ancora integre, ormai. La porta si chiuse ermeticamente, apparentemente “da sola”.

« ombra! Vedo solo un’ombra! » urlò Barter « ci ha chiusi dentro! »

« niente panico! Siamo la Squadra Ginew, siamo i migliori! » disse Guldo, cercando di suonare convinto.

« se ora chiamiamo qualcuno lo prenderemo! Ginew, siamo… no, non di nuovo!  » protestò Recoom, notando che i rilevatori di tutti erano scomparsi nuovamente.

L’ultima luce si ruppe, e dopo una breve pioggia di scintille e vetro tutto divenne buio.

« ragazzi? Dove siete…? » si sentì la voce di Guldo, un po’spaventata.

« siamo qui, Guldo » anche Barter sembrava essere nervoso. A nessuno di loro piaceva il buio, e tantomeno gli piaceva se erano nella stessa stanza con un avversario invisibile.

Recoom sentì qualcosa di liscio frustargli il volto con un colpo secco, ma non troppo forte, come se fosse stato uno schiaffo con un guanto di sfida.

« ah sì?! Mi sfidi? Te la faccio vedere io! Recooooom…FIAMMATA FINALE! » esclamò, sputando un violento colpo di fuoco nella direzione da cui era arrivata la botta sul suo viso.

« AAAAAAH! Che fai?! » urlò Gees prima di essere investito dal colpo di Recoom -che non riuscì proprio ad evitare- ed essere spedito tutto bruciacchiato contro la parete.

« Gees! » esclamò Recoom « non volevo colpire te! L’ombra mi ha…ARGH!» Recoom ricevette una potente scarica di colpi che, nel cadere a terra, riconobbe essere quelli di Barter « B-Barter, sono io, Recoom!»

« che cosa, tu…pensavo fossi l’ombra! I colpi provenivano da questa parte! Scusam-»

Non fece tempo a finire la frase che Recoom lo sentì gridare, investito da un potente colpo energetico che decisamente non apparteneva a nessuno dei suoi compagni di squadra. « BARTER! »

Si sentì colpire nuovamente da qualcuno, e preso dalla rabbia iniziò a menare pugni e calci alla cieca. Quel “qualcosa” di liscio che l’aveva colpito in precedenza lo colpì ancora diverse volte, mai troppo forte. Recoom si sentiva preso in giro, ed era proprio quel che l’ombra voleva.

« smettila! Fatti vedere! Adesso basta! » urlava il colosso « Guldo, ferma il tempo! Guldo! Fermalo adesso! »

Guldo non gli rispose, ma si udì come il rumore di una frusta che sferzava l’aria, e Recoom si sentì lanciare qualcosa addosso, anzi, qualcuno: Guldo, per la precisione. L’ombra aveva colpito anche lui.

Recoom sentì due schiaffetti sulla guancia destra.

L’ultima cosa che vide prima di crollare, colpito dallo stesso colpo energetico che aveva steso Barter, fu un occhio rosso rubino.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

« insomma mi state dicendo che vi siete praticamente messi fuori combattimento da soli?! » Ginew era stupito « ma come è possibile? »

« era buio, capitano Ginew » disse piano Gees « non vedevamo nulla, invece lui evidentemente sì ».

Quando Ginew aveva trovato i propri uomini chiusi nella sala ricreativa, nel buio più completo e ridotti uno peggio dell’altro, li aveva portati immediatamente nelle vasche di rianimazione, chiedendosi cosa fosse successo, e adesso aveva la conferma che c’entrava l’ombra.

Ginew, nonostante la sfida, dai racconti di Freezer aveva iniziato a pensare che l’ombra non intendesse fare del male a nessuno: non l’aveva fatto mai in un mese intero che sembrava essere lì, al di là dei suoi comportamenti niente affatto chiari, ma evidentemente non aveva gradito che Freezer li avesse messi sulle sue tracce.

Già, quando Freezer avrebbe saputo quel che era successo chissà quante gliene avrebbe dette! Un’ombra si faceva beffe in modo così sfacciato della sua migliore squadra di guerrieri!

L’intruso era astuto, comunque, Ginew doveva riconoscerglielo: aveva creato una condizione vantaggiosa per se stesso, e con qualche colpetto aveva lasciato che i suoi avversari si mettessero fuori combattimento tra loro, o comunque si indebolissero attaccandosi a vicenda prima di finirli, e non sembrava nemmeno poco potente, considerando come aveva ridotto Recoom e Barter con quei colpi energetici.

« ma non avete visto niente? »

« prima che mi colpisse penso di avergli visto un occhio…era rosso. Altro non so » disse Recoom.

Era evidente che i ragazzi avessero cominciato ad avere paura.

« Ginew! Che accidenti sta succedendo? »

Ahia. Freezer.

« sono stati attaccati dall’ombra, Freezer ».

« mi stai dicendo che li ha messi fuori gioco tutti e quattro da sola? » li guardò in modo talmente truce che dovettero faticare per non mettersi a tremare come conigli « dovreste essere i miei uomini migliori, invece siete degli incapaci! Non siete nemmeno in grado di-»

Non riuscì a finire la frase che qualcosa di caldo ed appiccicoso gli cadde addosso, seguito a breve distanza da una marea di piume bianche provenienti probabilmente da dei cuscini.

Pece e piume! Gli avevano tirato addosso pece e piume!

La faccia del tiranno era da assoluto primo piano, non si aspettava proprio una cosa del genere, ed era successo davanti ai suoi soldati, poi!

Aveva un’aria talmente stupida che, se fosse stato chiunque altro, la Squadra Ginew si sarebbe messa a ridere e non avrebbe più smesso per una settimana… ma sciaguratamente era di Freezer che si trattava.

« tu…»

Ginew e gli altri si guardarono, e capirono che era meglio filarsela così che Freezer non li colpisse per sbaglio.

« …COME HAI OSATO?! » sbraitò il tiranno mettendosi a lanciare colpi su colpi contro il soffitto, facendolo crollare senza che gliene importasse nulla. Adesso quell’ombra non era più semplicemente ardita, era insolente, era…era…non avrebbe saputo nemmeno come definirla, sapeva solo che nessuno doveva mettere alla berlina il grande Freezer.

E così colpiva, colpiva, e colpiva…senza sapere che l’ombra se l’era filata con la squadra Ginew, reprimendo grasse risate, ed aveva ormai raggiunto la sua stanza.

Sì, l’ombra si sentiva potente quando era…un’ombra, appunto. Si sentiva invincibile, in grado di fare perfino cose come quella, gettare pece e piume addosso a Freezer, del quale in realtà aveva una paura tremenda. Almeno quello là avrebbe capito che non conveniva metterle alle costole incapaci totali come la Squadra Ginew, nonostante si fosse divertita a dare loro una bella batosta.

L’ombra arrivò fino in bagno, riempì la vasca con dell’acqua calda e quel bagnoschiuma che adorava. Lasciava addosso un buon profumo, lo stesso che c’era tra le lenzuola del letto del tiranno in cui si raggomitolava e dormiva quando lui non c’era.

Non avrebbe voluto fare male a nessuno ma, che dire? Aveva dovuto. Non poteva rischiare che Guldo fermasse il tempo e Freezer la trovasse, non pensava che avrebbe reagito bene, specie dopo gli ultimi avvenimenti. Già non sembrava piacergli che gli mettesse a posto le sue cose, e dire che lo faceva più per ricambiarlo dell’ “ospitalità” che per farlo diventare matto… no, ok, non era vero: lo faceva per entrambe lo cose.

Anche da lì si sentivano i rumori delle esplosioni. Probabilmente Freezer avrebbe continuato per un bel po’ a sparare contro il soffitto nel vano tentativo di colpirla.

L’ombra, ormai non più tale, scivolò nella vasca da bagno. Quanto amava l’acqua calda, e potersi fare il bagno tutti i giorni -se stava attenta. Era quello che l’aveva convinta a rimanere una volta giunta quasi per caso su Pianeta Freezer n.1, oltre che il cibo buono, il letto comodo, e la curiosità mista a terrore e voglia di sfida verso Freezer, l’onnipotente Freezer, il temutissimo Freezer.

“lo psicotico isterico nevroticheggiante con tendenze schizomaniacali sublimate nonché stronzo Freezer. Non mi piace la Squadra Ginew, ma quei poveri cretini mi hanno fatto pena”.

Rigirò l’anello rosso rubino che aveva sull’indice, un anello di foggia maschile. Era tutto quel che le rimaneva di suo padre, e di sua madre non aveva nulla: non li aveva nemmeno conosciuti.
Ma al momento non era importante.

Prese in mano un gruppo di bolle e lo soffiò via, beandosi nell’osservarne i riflessi colorati, poi osservò l’orologio. Quante ore mancavano perché Freezer tornasse? Normalmente quattro, vide. Arrabbiato com’era e impegnato nella sua impresa di devastazione, forse cinque o sei.

Aveva tutto il tempo di farsi un sonnellino.

“vivi nel terrore” le aveva detto. L’ombra al pensiero fece un sorrisetto. Era lui a vivere nel terrore! Nel mese in cui l’aveva osservato aveva imparato a conoscerlo abbastanza da capire che avere a che fare con qualcosa che non poteva controllare lo irritava, lo inquietava, e lo spaventava... ma finché non l’avesse vista sarebbe stata al sicuro, giusto?  E lei avrebbe potuto continuare impunemente con quel giochino divertente, rimettendo tutto in ordine come “pagamento”, ovvio.

Vide che spostando il bagnoschiuma aveva alterato l’equilibrio, ed immediatamente lo ricompose. Detestava cordialmente il disordine, e le cose messe in modo esteticamente squilibrato.

Uscì dalla vasca poco dopo, premurandosi di asciugare tutto alla perfezione. Osservò le sue protezioni, la sua “armatura” per così dire, e capì che non aveva voglia di rimettersele addosso.

Fluttuò verso il letto, già mezza asciutta, e ci si sdraiò sopra coperta solo da un asciugamano.

Il sonno la prese pochi minuti dopo.

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Capitolo 3
*** L'ombra...finalmente! ***


= L’ombra…finalmente =

 

 

 

 

 

 

L’astuta ombra in quel frangente aveva sbagliato i calcoli.

Freezer si era si impegnato nella sua opera di vendicativa devastazione, ma quell’appiccicaticcio di pece e piume che aveva addosso gli aveva dato un tale fastidio che prima di continuare a distruggere tutto quel che gli capitava sottomano - e forse anche andare a disintegrare qualche pianeta non troppo lontano, perché no? - aveva ritenuto opportuno farsi un bel bagno per togliersi di dosso quella robaccia.

Ah, ma quando avesse scovato chi gli aveva fatto quello scherzetto l’avrebbe pagata cara. L’ombra si sarebbe pentita di essere venuta al mondo, di essersi introdotta nel suo palazzo, di averlo sfidato! Se certo di vincere -ossia praticamente tutte le volte- Freezer accettava le sfide, ma essere umiliato in quel modo davanti ai soldati no, quello no.

Lui, l’onnipotente Freezer, coperto di pece e piume da un’ombra che oltretutto aveva sbaragliato anche i suoi uomini migliori senza faticare troppo! Se suo fratello Cooler fosse venuto a saperlo non l’avrebbe più lasciato in pace, e già gli dava abbastanza addosso: “per fortuna che la grandezza di un uomo si misura dal mento in su, Freezer! Altrimenti piccolo e gracile come sei saresti messo male!”, “non hai ancora imparato a controllare i tuoi poteri, Freezer? Quando ti deciderai a crescere?”, “riuscirai mai a raggiungere la quinta ed ultima forma che possiede il nostro clan? Io alla tua età l’avevo già fatto, possibile che tu ancora non ci sia arrivato?”
Un vero e proprio incubo. Per fortuna non si vedevano spesso e, sempre per fortuna, era lui il figlio prediletto di re Cold, nonostante fosse il più piccolo; la parola di re Cold era oro colato, sia per lui che per Cooler, nonostante entrambi lo superassero di gran lunga in potenza.

Aprì la porta con un sospiro nervoso.

Quel che vide lo bloccò. C’era qualcuno sopra il suo letto.

l’intruso!” pensò “ l’ho preso finalmente! Che sfacciataggine, osa umiliarmi e poi viene anche a dormire nel mio letto?! Fammi vedere che faccia ha questo soggetto, ché poi lo sveglio io con un bel raggio letale! Ahahah…finalmente ti ho beccato, ombra”.

Si avvicinò al letto fluttuando, già pronto a sparare. Ma, man mano che si avvicinava, un’espressione sorpresa gli si disegnava in viso, il dito indice si abbassava e, se fosse stato un essere umano o in fase di riproduzione, probabilmente si sarebbe alzato qualcos’altro.

Fino a un mese prima Freezer non si sarebbe mai aspettato di avere un intruso a palazzo, e tantomeno un’intrusa.

Un’intrusa icejin.

Icejin di razza Shadow precisamente, oltretutto coperta molto sommariamente solo da un asciugamano.

Gli icejin maschi avevano l’interessante caratteristica di poter “riassorbire” gli organi riproduttivi quando non servivano, cosa che per le femmine- sia icejin comuni che Shadow - non valeva.

“una shadowjin?...”

Rimase per parecchio lì a fissarla senza fare una mossa, pensando che a quanto pareva gli Shadow non erano poi così tanto estinti, e quella che si trovava sul suo letto era anche bella.

Il rosso balzellante delle sue biogemme risaltava sulla pelle nera come l’inchiostro, e screziati dallo stesso rosso erano i capelli, che le coprivano metà viso con un ciuffo; da quel che vedeva,  poi, il fisico di quella ragazza era snello e tonico, e la sua coda lunga e molto più sottile della propria.

Lui di femmine icejin ne aveva viste, presentategli da suo padre nella speranza che si scegliesse una moglie con cui potare avanti la dinastia, e si era costretto a frequentarne qualcuna per il minor tempo possibile giusto per far piacere a suo padre e soddisfare qualche istinto, poi basta.

Per quanto nessuna di esse fosse brutta, non le aveva trovate minimamente interessanti: Il grande Freezer meritava di più di quelle sciocche femmine sciape… e ora aveva davanti a sé nientemeno che una shadowjin!

Così era lei l’ombra che lo stava lentamente facendo impazzire e che gli aveva gettato addosso pece e piume, bene… che ne avrebbe fatto?

Adesso l’ombra non lo preoccupava più, specie sapendo che gli shadowjin erano meno potenti di un icejin normale. Una volta che le avesse bloccato le braccia, sarebbe stato libero di farle quel che voleva.

Fece diverse considerazioni. Era conveniente ucciderla? Forse no. Non l’ultima di una razza ormai estinta, e non una con un corpo del genere. Oltretutto bisognava riconoscerle un certo coraggio, al di là dell’insolenza che comunque non le perdonava.

A proposito, era bene che fosse punita per quel che aveva fatto? Ma certo. Avrebbe deciso come sul momento, in fin dei conti aveva un’ampissima scelta.

Di lasciarla andare in seguito non se ne parlava: quella shadowjin l’aveva tenuto d’occhio per un mese intero mentre lui non sapeva assolutamente nulla di lei. Poteva rivelarsi un vantaggio per lei, che oltretutto aveva messo mano nei suoi documenti più privati e chissà che altro! Quindi come usarla? …Ecco, forse gli era venuta un’idea: gli avrebbe fatto comodo avere una spia personale. Ma per farla lavorare per lui avrebbe dovuto liberarle le braccia, e come poteva obbligare un’ombra a rimanere al suo servizio? La cosa migliore era sottrarle qualcosa a cui teneva. Ma a cos’era che teneva? Non lo sapeva. Quindi doveva scoprirlo.

Si stupì che avesse fregato così la Squadra Ginew per poi fare una mossa così stupida, andare a dormire nel suo letto, ma forse non era abituata a combattere,  dover mantenere la forma di ombra consumava diversa energia, la stanchezza le aveva impedito di ragionare lucidamente, e magari dopo quella vittoria e quegli “scherzetti” si sentiva più sicura, e dunque era diventata più imprudente.

“ hai agito stoltamente, piccola shadowjin”.

Quanti anni aveva, chissà? Non sembrava poi tanto più giovane di lui. Doveva essere molto piccola, ai tempi della guerra, se lui stesso a quei tempi era poco più di un bambino.

Cercò con gli occhi l’armatura protettiva che doveva aver appoggiato da qualche parte, non trovandola. Presumibilmente l’aveva lasciata in bagno.

“almeno impara a rubare le cose altrui” pensò, andando in bagno, trovando l’armatura e prendendosela. Avrebbe anche dovuto chiederle come mai rimetteva in ordine tutto quel che le capitava tra le mani, prima o poi.

Tornò nella sua stanza, diede un’altra occhiata alla ragazza che dormiva ancora e che probabilmente se la sarebbe fatta addosso sapendo quanto aveva rischiato, e fu a quel punto che notò l’anello che aveva sull’indice della mano destra.

Era un bell’anello rosso rubino, di foggia evidentemente maschile, e della fattura tipica dei gioielli icejin. Probabilmente era un ricordo di qualcuno, un fratello, il padre, il nonno?

Un… compagno?

Fosse come fosse, le sfilò l’anello dal dito più delicatamente che poteva, senza che lei se ne accorgesse. Aveva il sonno pesante, a quanto pareva.

All’interno dell’anello vide un’incisione, “Morgan - Axenite”. Seguiva una data…quello era un anello nuziale. E dubitava che fosse lei l’Axenite dell’incisione, l’anello era troppo vecchio; probabilmente quello era l’ultimo -e anche unico- ricordo che aveva dei suoi genitori, l’anello del padre.

Freezer fece un sorrisetto sarcastico. Aveva trovato qualcosa che l’avrebbe convinta a restare lì, pensò, infilandosi l’anello all’anulare destro…gli andava alla perfezione, neanche a farlo apposta, e trovava che gli donasse.

A quel punto decise di andarsene, si sarebbe tolto la pece da un’altra parte e sarebbe tornato in camera alla solita ora. Voleva proprio vedere come avrebbe reagito la piccola shadowjin - ormai aveva preso a chiamarla così tra sé e sé - vedendolo con quell’anello al dito. Ci sarebbe stato da divertirsi anche per lui, finalmente.

Probabilmente sarebbe morta di paura all’idea che lui fosse stato lì mentre dormiva, indifesa…

 

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

 

La shadowjin si svegliò un paio di ore dopo, accorgendosi con orrore di aver dormito quasi per tutte le ore che mancavano al ritorno del tiranno.

« accidenti a me! » sibilò, alzandosi di scatto dal letto e lisciando tutte le pieghe « mancano meno di cinque minuti, come faccio a rimettere tutto a posto? »

Volò in bagno, si tolse l’asciugamano di dosso, lo ripiegò alla perfezione e lo mise di fianco ad un altro il cui colore fosse in armonia con quello. Fatto questo cercò la sua armatura.

« ma dove accidenti l’ho messa? Eppure era qui! Ero convinta che fosse qui…» appoggiò gli indici alle tempie e socchiuse gli occhi « dai Zoisite, fai mente locale, che non c’è tempo da perdere. Se quello ti trova qui ti ammazza, dopo quel che gli hai combinato » si disse, riferendosi a Freezer « oh, ma dov’è?!»

Tornò in camera, aprì l’armadio pensando di averla messa lì, ma non ce n’era traccia. Guardò sopra ogni sedia, ogni poltrona, si sincerò che non fosse caduta da qualche parte, ma niente, sembrava sparita.

“ per fortuna ne ho diverse di ricambio” pensò, facendo comparire la sua sacca da viaggio che aveva dissolto nelle ombre e mettendosi una delle armature addosso “ ma è semplicemente assurdo” si disse, sfogando il nervosismo con il tic che l’aveva sempre contraddistinta di rigirarsi al dito l’anello del padre…

Trasalì. L’anello non c’era più! No!... Che fine aveva fatto?!

Zoisite poteva accettare di perdere i vestiti, di perdere i capelli, un occhio, perfino di perdere la coda, ma non quell’anello. Doveva trovarlo a tutti i costi, non poteva stare senza, non poteva perdere l’unica cosa che la legava ai suoi genitori!

Sentì la porta cominciare ad aprirsi, e si dissolse immediatamente nelle ombre. Freezer era tornato, maledizione…non avrebbe potuto cercare il suo anello come si deve!

Si concentrò sul tiranno. Sfogarsi distruggendo l’infermeria doveva avergli fatto bene, dall’aria soddisfatta che aveva. Soddisfatta e pure un po’tronfia, avrebbe aggiunto. Se fosse stata in forma solida avrebbe fatto un sorrisetto ricordando la sua faccia quando gli aveva gettato addosso pece e piume! Zoisite aveva una paura tremenda di lui, ma l’avrebbe rifatto altre mille volte. Le occasioni di prendere impunemente in giro Freezer non andavano sprecate, sarebbero state motivo di vanto ed oggetto di lunghi racconti che avrebbe fatto alle persone che avrebbe incontrato nei suoi prossimi viaggi, insieme a tutti i segreti che aveva scoperto.

“ te gusta la pece, amigo?”

Zoisite aveva girato tanto, ed uno dei pianeti più pittoreschi in cui era stata era uno che si chiamava “Terra”, che si distingueva  per essere un completo caos -a parer suo- che però era riuscito ad affascinare una fanatica dell’ordine come lei. C’era una tale varietà di specie, di razze! A Tokio aveva potuto perfino girare col suo vero aspetto, senza doversi coprire. I giapponesi amavano quella cosa…come si chiamava? Cosplay. Quindi loro stessi si vestivano da alieni, e non l’avevano riconosciuta come una vera extraterrestre.

« allora, mia cara ombra…ti sei divertita a prenderti gioco dei miei uomini? »

Cos’era quel sorrisetto? Non lo aveva mai avuto nel parlare con lei. A Zoisite quella faccenda cominciò a non piacere. Poi pensò che forse era proprio questo che lui voleva, tentare di metterla in agitazione. Non avrebbe funzionato.

« ti ostini a non rispondermi, ma immagino che la risposta sia sì. Invece a me essere ricoperto di pece non ha divertito affatto ».

“ ma un bell’ecchissenefrega lo vogliamo dire?” pensò la shadowjin.

« quindi puoi ritenerti fortunata ad essere ancora in vita, piccola shadowjin ».

Era un’ombra, ma le sensazioni che provava erano quelle di quando era solida. In questo caso sentì un’improvvisa morsa di gelo.

Non era possibile. Doveva aver tirato a caso…non poteva sapere per certo che lei era una shadowjin, per quanto ne sapeva lui erano tutti estinti. Forse l’aveva intuito. Doveva stare calma.

« ho ritenuto opportuno un risarcimento, una piccola cosa, tanto per cominciare » sollevò la mano destra. L’anello brillò alla luce, e Zoisite sentì la morsa di gelo avvolgerla completamente.

No…

« devo dire che mi sta a meraviglia. Era dei tuoi genitori, mh? Magari l’unico ricordo che hai di loro » Freezer finse di guardare con interesse i giochi di luce sulla pietra « credo che tu ci tenga molto. Sbaglio? »

“ m-ma dove…quando diavolo l’ha preso?!”

« in verità quando ti ho vista dormire sul mio letto con solo quell’asciugamano addosso ti confesso che il mio primo pensiero è andato a tutt’altre cose, non all’anello… ma come ho detto, pretendo un risarcimento per quel che hai fatto. Questo è solo l’inizio…» disse Freezer, guardandosi attorno « ascoltami bene: attualmente ucciderti o farti troppo male non è nelle mie intenzioni. Chiaro che non resterai impunita, ma conosco molti modi per sottomettere qualcuno, e dovresti averlo imparato, essendo qui da un mese ».

Zoisite mentalmente ingiuriò il dio degli icejin con diversi epiteti, mentre quasi moriva di paura. Insomma Freezer le stava dicendo che era stato lì mentre lei dormiva e l’aveva pure vista con solo l’asciugamano addosso?!

Era stata sul punto di morire senza nemmeno rendersene conto?! Maledizione! E adesso?...

Comunque non poteva certo lasciare l’anello di suo padre al dito di quell’essere tronfio che, se normalmente non le pareva brutto, nel momento in cui la rabbia superò la paura le sembrò un incrocio riuscito male tra una lucertola albina e una palla da tennis mezza dipinta di viola. Doveva provare a riprenderselo, costasse quel che costasse!

Strisciò nelle ombre e ridivenne solida, attaccandolo alle spalle. Gli puntò una lama alla gola, e con la mano libera cercò di riprendersi l’anello. « hai scordato che posso comparirti alle spalle all’improvviso, vedo. Ridammi il mio anello. Subito! » sibilò, cercando disperatamente di riprenderselo.

Freezer rise, con quella sua risata maniacale, arrogante, tronfia come lui. « temo che sia tu ad aver dimenticato con chi hai a che fare, piccola shadowjin. Stare qui un mese non ti ha giovato ».

Prima che Zoisite potesse fare una mossa Freezer l’afferrò con la coda e la sbatté contro il muro, torcendole un braccio la schiena, attento a non spezzarglielo.

« lasciami immediatamente! » ringhiò lei, cerando di divincolarsi.

Aveva ancora il fegato di ringhiargli contro nonostante la sentisse tremare di paura, che carina. Pensava di potergli dare ordini! Per buona misura aumentò un po’la pressione sul braccio. « è stata una pessima mossa. Avresti dovuto sapere che il tuo patetico tentativo non avrebbe portato a niente » infierì l’icejin « comunque per tua fortuna apprezzo i coraggiosi, per quanto questi tendano ad essere stupidi ».

« io almeno non sono stata ricoperta di pece e piume » sibilò Zoisite, che gridò per il dolore al braccio che fu conseguenza di quella sua ennesima insolenza.

« non avresti dovuto ricordarmelo. Potrei sempre cambiare idea sul non farti male » disse il tiranno « basta insolenze. Basta mosse cretine. Dimmi che non tenterai altre follie come quella di prima, e la smetto ».

Testardamente Zoisite non aprì bocca. La pressione aumentò ancora.

« dillo » sibilò Freezer.

« e va bene! Niente mosse stupide e niente insolenze, ti senti realizzato adesso?! » gridò la shadowjin. La pressione diminuì, sentì che le sue braccia venivano circondate e strette nella morsa della coda del tiranno che la costrinse a sedersi sul letto.

« quale parte di “niente insolenze” ti è sfuggita? »

“ quella in cui ti mando al diavolo, razza di psicotico!”

« solo perché non ti lecco i piedi come fanno gli altri, grande Freezer qua, e grande Freezer là non significa che sia insolente » ribatté Zoisite « lasciami! »

« ancora non hai capito chi comanda, piccola shadowjin, ma fortunatamente per te mi stai facendo divertire » le sollevò il mento, Zoisite tentò di morderlo e per tutta risposta lui aumentò la stretta alle braccia « ho detto niente mosse cretine ».

« e io ti ho detto di lasciarmi! » tremava ancora di paura, ma non intendeva farsi mettere i piedi in testa.

« ah, ma sei ostinata allora…dimmi un po’, qual è il tuo nome? »

« che ti frega?! » ribatté lei, gridando di paura quando lui la stese sul letto.

« ti ho fatto una domanda, rispondi. Non costringermi a tirartelo fuori con la forza, sei una donna, e io in fondo sono un gentiluomo ».

« u-un gentiluomo che ruba gli anelli altrui e che mi sta stroncando le braccia » balbettò lei « lasciami! »

« tu rispondi ».

« Zoisite! Mi chiamo Zoisite, ho risposto adesso, ok?!»

Il tiranno lasciò che si rimettesse a sedere, senza lasciarle le braccia. « Zoisite. Finalmente un nome da associarti. Credo che valga la pena di fare una chiacchierata. Da dove spunti, cos’hai fatto finora, e soprattutto perché sei stata così sciocca da decidere di venire qui» fece scorrere i suoi occhi lungo il viso e il corpo della bella shadowjin «non che sia una vista sgradevole…»

« pensavo fossi un incrocio tra una lucertola albina ed una palla da tennis mezza dipinta di viola, non un’orgia tra queste due e un maiale » non poté fare a meno di sibilargli Zoisite. 

Freezer la minacciò con il suo raggio letale. « un altro insulto. Uno solo ».

Lei si zittì.

Lui rise di nuovo.

Avrebbero avuto molto di cui parlare.

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Capitolo 4
*** L'ombra della revanche ***


L’ombra della “revanche”

 

 

 

 

 

« allora? Sto aspettando ».

Zoisite lo guardò con aria diffidente. Tremava ancora, Freezer lo sentiva dalle braccia che le teneva bloccate con la coda.

« che vuoi che ti dica? Io a domanda rispondo » replicò la shadowjin. Aveva ancora la forza di guardarlo negli occhi, nonostante la paura di essere uccisa da un momento all’altro, più che altro perché Zoisite non poteva rinunciare ad essere sempre molto schietta nel rapportarsi con gli altri, e con uno come Freezer tale atteggiamento era decisamente sconsigliabile e rischioso.

« sei la sola Shadow rimasta in vita o ce ne sono altri? »

« sono rimasta solo io, da diversi anni ».

Quindi prima c’era qualcun altro con lei, concluse Freezer. « tu e questi altri Shadow…dov’eravate? »

« eravamo solo due, gli unici due che non hanno potuto partecipare alla guerra perché troppo piccoli. Ci hanno spediti in un pianeta lontano…di’, intendi continuare a bloccarmi la circolazione alle braccia ancora per molto? » cercò inutilmente di liberarsi, e il tiranno davanti a quei patetici tentativi rise.

« oh, poverina. Preferisci che ti ammanetti, piccola shadowjin? » le domandò, con quell’insopportabile aria di falso compatimento mista ad arroganza che faceva venire voglia a Zoisite di prenderlo a schiaffi. O a racchettate, data la sua discendenza da una palla da tennis mezza dipinta di viola.

« non chiamarmi in quel modo! ».

« altrimenti che fai? Dimmelo, sono curioso ».

Mamma mia quanto le dava sui nervi! La faceva irritare per quanto la terrorizzava, e fu da questo mix di sensazioni che derivò la risposta che seguì. « potrei riempirti di nuovo di pece e piume davanti al tuo caro fratello. Penso che gradirebbe lo spettacolo ».

Fu fortunata a prendersi solo un potente ceffone che la spedì contro la parete opposta, prima di essere afferrata ed ammanettata velocemente con le braccia dietro alla schiena. Nella confusione si chiese da dove accidenti avesse tirato fuori quelle manette, e si chiese anche cosa accidenti ci facesse con delle manette in camera. A meno che…ma sì, poteva essere uno a cui piaceva quel genere di cose. Ebbe la tentazione di chiederglielo, ma era meglio non mettergli in testa strane idee, dato che era già psicotico di suo.

« stai giocando col fuoco, piccola shadowjin » il tiranno sembrava essere ancora straordinariamente calmo, nonostante quel che aveva fatto « finirai per scottarti molto presto di questo passo. Non mi piacciono gli spiritosi » disse, buttandola di nuovo sul letto « e può essere che decida di tenerlo per sempre, questo anello » aggiunse Freezer, osservando soddisfatto la shadowjin guardarlo con disprezzo, e mordersi il labbro come per trattenere l’ennesimo insulto. Che stesse cominciando a capire chi comandava?

Lei si rizzò a sedere. « a te non piacciono gli spiritosi, a me non piacciono quelli come te. Pari siam! »

« quelli come me, ovvero? »

Zoisite lo fissò, con la tensione che saliva sempre di più, per poi fare un lungo sospiro nervoso. La guancia le faceva ancora male. « altre domande? »

Sì, forse stava davvero cominciando a imparare. « così ti voglio. Collaborativa. Conviene anche a te, in fondo. Che fine ha fatto l’altro Shadow? »

« se ti ho detto che sono rimasta solo io che vorrà dire secondo te?! è morto. Non che mi importasse molto. Non era granché simpatico, ma eravamo l’unico maschio e l’unica femmina rimasti…e se non altro era un gran bel pezzo di Shadow. Così alto» fece scorrere lo sguardo sul tiranno, sottintendendo “al contrario di te” «muscoloso» Freezer vide il suo sguardo soffermarsi sulle sue povere braccia magroline « possente, così virile, così sfacciatamente maschio! » concluse la shadowjin.

« possente, virile, sfacciatamente maschio e morto » fu la secca risposta del tiranno « il suo bell’aspetto non gli è stato molto utile, a quanto pare » Zoisite si adombrò e Freezer fece un sorrisetto sarcastico « cosa hai fatto per tutti questi anni? E non osare rispondermi “fatti miei”, non ti conviene ».

Zoisite fece una smorfia. “controlla i nervi. Controlla i nervi, Zoisite. Non mandarlo a fanculo, Zoisite”. « ho viaggiato in lungo e in largo per questa galassia, e anche nella parte più esterna di quelle vicine a dire il vero ».

« e come ti sei mantenuta? »

« secondo te? Rubando, o facendo come ho fatto qui. Ho visitato un’infinità di pianeti, conosciuto un’infinità di gente, visto cose che…» fece un sorrisetto e scosse la testa « non puoi immaginare quello che c’è là fuori, tu che sei confinato nella parte nord di questa galassia, credimi, non ne hai la minima idea…ma ti sconsiglio vivamente di avventurarti nella parte est ».

 « l’onnipotente Freezer può andare dove vuole! » affermò con sicurezza.

Zoisite fece un sorrisetto. « vai ad Echelon, o ad Hatklas o Trea, che poi ne riparliamo. Se sopravvivi, non potendo nasconderti nelle ombre come ho fatto io » aggiunse la shadowjin « posso confermarti che sei molto conosciuto in questa parte della galassia, ma dalle altre parti… “Freezer? E chi è Freezer? Mai sentito nominare”».

« non ci credo ».

Zoisite fece spallucce. « come vuoi ».

Freezer decise di passare oltre, non gli piaceva la piega che stava prendendo quel discorso. « adesso voglio sapere perché hai scioccamente deciso di venire qui ».

Strano che avesse tanta voglia di saperlo, com’era strano che l’avesse incuriosito. Normalmente non gli sarebbe importato nulla di tutto ciò, e vedendola dormire sopra il suo letto l’avrebbe semplicemente uccisa. “era l’ultima della sua razza? Oh che peccato”. Questo avrebbe detto normalmente, sottolineandolo con un sorrisetto sarcastico.

Forse lo faceva perché era una femmina della sua stessa specie. Sì, forse era per quello che invece di comportarsi come al solito aveva deciso di volerla distruggere psicologicamente pezzo per pezzo, renderla una larva ce avrebbe strisciato ai suoi piedi come facevano tutti gli altri, e poi ucciderla, se mai.

Zoisite diede una scrollata alle manette. Non le lasciavano un minimo di libertà di movimento, ma se non altro non le bloccavano la circolazione. Non le piaceva, però, che acuissero quella sensazione di impotenza che provava davanti a Freezer. « ci sono finita quasi per caso, durante il viaggio la mia navicella ha avuto un guasto, e ho dovuto continuare a muovermi nello spazio aperto per un pezzo. Quando ho pensato che fosse arrivata la fine mi sono imbattuta in questo pianeta, senza sapere di quale si trattasse, di chi fosse » lo guardò « quando ho capito che era Pianeta Freezer n.1 mi sono detta “ruba una navicella e vattene Zoisite”…ma gli abitanti di un pianeta in cui sono stata hanno un proverbio, “la curiosità uccise il gatto”, ed è quel che è capitato a me. Tanto che c’ero, mi era venuta voglia di vedere in faccia questo icejin di nome Freezer che è lo spauracchio della sezione nord della galassia ».

« allora una volta fatto questo c’è da chiedersi perché tu abbia prolungato tanto la tua permanenza ».

« cibo buono, un tetto sopra la testa, un letto morbido, e potevo fare il bagno tutti i giorni. Da piano non avresti nemmeno dovuto accorgerti della mia presenza, ma invece è andata a finire diversamente…»

« se non avessi messo mano tra le mie cose riordinandole magari l’avresti fatta franca » le ricordò Freezer, godendosi l’espressione della shadowjin nel rimpiangere la propria avventatezza.

« ognuno ha le sue manie, tu quella di far esplodere un pianeta ogni due per tre e io quella dell’ordine, e allora?! » ribatté Zoisite, piccata « e poi dovevo pur ricambiare l’ospitalità in qualche modo ».

Freezer le lanciò un’occhiata gelida che la fece rabbrividire. « menti. L’hai fatto perché ci godevi a vedermi intento a chiedermi come mai le mie cose non fossero al loro posto ».

Zoisite non poté resistere. « ok, fifty-fifty, sei assolutamente ridicolo nei momenti di sclero…AH! No! Lasciami! » strillò, quando lui la prese per il collo, pronto a farle…Zoisite non lo sapeva di preciso, ma di certo nulla di buono.

« sei dura di comprendonio. Mi pare di averti detto che non mi piacciono gli spiritosi…»

Con la coda Zoisite riuscì ad afferrare un flaconcino di profumo era sul comodino, e a romperla in faccia al tiranno che sentì gli occhi bruciargli come il fuoco, e fu costretto a lasciarla. La shadowjin sgusciò via lontano da lui.

« e a me non piacciono gli psicotici isterici nevroticheggianti con tendenze schizomaniacali sublimate nonché stronzi, siamo pari! » ribatté, guardandosi attorno. Il bastardo aveva chiuso la porta ermeticamente, ma magari la finestra no, e se fosse uscita e fosse volata via potuto filarsela.

Volò verso la finestra, ma sfortunatamente Freezer, già ripresosi dall’improvviso attacco con il profumo, la intercettò prima che potesse uscire.

« dove credi di andare? » lei provò a ritrarsi, ma Freezer fu più veloce, e con un paio di colpi la fece cadere a terra dolorante. « mi hai costretto tu. Sii consapevole di ciò ».

Zoisite gli diede un’occhiata di sfida. « ho risposto alla tua domanda, non è colpa mia se quel che ho detto non ti sta bene » sibilò la ragazza, cercando lentamente di rialzarsi.

« lascia che ti spieghi come stanno le cose, visto che nonostante tu sia qui da un mese non hai ancora capito » disse il tiranno, tirandola su dopo averla avvolta con la coda e sollevandole il mento « io sono quello che dà ordini. Gli altri, semplicemente, eseguono. Io sono Lord Freezer. Gli altri sono semplici servi, schiavi. La mia parola è legge, e nessuno deve osare opporsi. Non tollero insolenze. Non tollero gli spiritosi. Pretendo totale obbedienza ».

« e allora prenditi un cane! »

Freezer aumentò la stretta. « perché dovrei, quando ho tutti questi schiavi?...e penso che anche tu, dopo un periodo di addestramento, diventerai la schiava perfetta. Schiava, spia personale…» occhieggiò il letto « e non solo » le sollevò il ciuffo di capelli che le copriva metà viso « penso che te lo taglierò, questo ciuffo ».

« meglio il ciuffo che avere una zucca pelata che sembra una sfera di cristallo! “Vedo, vedooo”… se ti guardi la testa allo specchio puoi predirti il futuro da solo ».

Niente da fare: era testarda, e talmente insolente da sembrare completamente stupida sapendo quel che rischiava con quell’atteggiamento, ma non riusciva proprio ad andare contro la sua natura. Era una un’icejin di razza Shadow, l’orgoglio era prerogativa della sua razza, e lei era sempre stata completamente libera; non ci stava a farsi sottomettere da Freezer, costasse quel che costasse!

« sicuramente posso dirti cosa ci sarà nel tuo futuro, piccola shadowjin » ringhiò il tiranno « sarebbe stato meglio per te se ti avessi eliminata subito, ma ho altri progetti. Ti obbligherò a lavorare per me, e non te ne andrai perché questo » le mostrò l’anello « ti terrà legata a me, ci tieni troppo. Man mano che il tempo passerà, io ti piegherò. Ti spezzerò. Di questa tua arroganza non rimarrà nulla, tremerai più di quanto tu faccia ora, e striscerai ai miei piedi come tutti gli altri… e a quel punto, quando sarò soddisfatto del mio lavoro e ti avrò usata come mi pare e piace, ti eliminerò ».

Le scelte per Zoisite erano due, rispondere o scoppiare a piangere e farsela addosso dalla paura, anche se il discorso di Freezer non era molto logico: perché lei avrebbe dovuto rimanere a lavorare per lui sapendo che tanto avrebbe finito per ucciderla, anello o non anello?

Purtroppo però aveva ragione, ci teneva troppo, non gliel’avrebbe mai lasciato. Dunque avrebbe dovuto resistere, e cercare di sottrarglielo prima che lui la piegasse, la spezzasse e tutte quelle altre menate.

 “ un anello per trovarli, un anello per domarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli” pensò.

« questo discorso l’hai imparato a memoria dal “Manuale per piccoli Tiranni”? No perché ha la logica che potrebbe avere il discorso di un bimbo di cinque anni. Non ha senso che io lavori per te se so che alla fine mi ucciderai ».

« fai la dura ma tremi come una foglia, e l’attaccamento a questo anello, e a quel che ti ricorda, dimostra che hai il cuore troppo tenero per lasciarmelo. Non te ne andrai, piccola shadowjin » scosse la testa e fece una risata « e lo sappiamo tutti e due ».

La lasciò cadere a terra, in ginocchio, compiaciuto da come si mordeva il labbro inferiore. Sexy. Quasi quasi… « lo sai che mi piaci, così ammanettata? »

Zoisite lo guardò con aria truce. « quindi ti piacciono le donne? Non l’avrei mai detto » ribatté lei, sapendo che probabilmente le avrebbe prese, e così fu.

« il percorso sarà lungo, ma alla fine otterrò quello che voglio » commentò Freezer, piuttosto piccato da quel commento della ragazza, la quale osò pure farsi una risatina.

« se non vuoi che si pensi male smetti di metterti il rossetto, altrimenti ti prenderanno per un omosessuale o per un pagliaccio…forse la prima è sbagliata, ma la seconda no » aveva gli occhi lucidi, ma la voce era ferma « l’orgia non era solo tra il maiale, la lucertola e la palla da tennis, c’era anche un intero circo in mezzo! »

Per un attimo pensò che dopo questa Freezer l’avrebbe uccisa, invece lui ricevette una comunicazione da non si sa chi, Zoisite non riuscì a sentirlo. Doveva trattarsi di qualcosa di urgente, perché il tiranno serrò la finestra e fluttuò verso la porta.

« sei nata sotto una buona stella, piccola shadowjin. Ma non pensare di scamparla. Tanto non puoi andare da nessuna parte, quelle manette sono… come dire …fatte apposta per evitare fughe. Te ne sarai accorta da sola, non riuscirai mai a spezzarle. Mentre io sono via, divertiti a immaginare quel che ti farò al mio ritorno ».

Detto questo uscì senza colpo ferire. Alla faccia di non volerle fare del male!, pensò la ragazza. “mi ci hai costretto tu”, aveva detto…forse era vero. Avrebbe potuto evitare di dargli addosso, magari sarebbe andata a finire diversamente, ma ormai era tardi per i ripensamenti, e comunque aveva avuto un bel colpo di fortuna.

Guardò verso la porta e scosse la testa. « è proprio vero che la gente tende a circondarsi di persone che gli somigliano. Quelli della Squadra Ginew sono forti ma sono completamente idioti, e lui per quanto potente e spaventoso sia è il più cretino di tutti » commentò tra sé e sé , alzandosi in piedi « io ho agito da scema in queste ore, è vero, ma lui è proprio patologicamente imbecille. Gli ho detto che sono una ladra  e pensa che non sappia liberarmi dalle manette! » rise pure, mentre sfruttando la grande flessibilità acquisita negli anni faceva passare il suo intero corpo tra le braccia ammanettate, completamente snodate, trovandosele così sul davanti. Zoisite avrebbe potuto lavorare in un circo come contorsionista.

Portò le mani fino all’elastico che le teneva fermi i capelli, tra i quali erano nascoste diverse forcine, e se ne mise una in bocca per poi cominciare a lavorare sulle manette.

« è proprio ftupido » farfugliò. Le manette si aprirono con uno scatto « eheheh. Fregato…»

Si incupì. Aveva ancora il suo anello, ma d’ora in poi sarebbe stata più attenta, e non si sarebbe più lasciata catturare e alla fine se lo sarebbe ripreso. Freezer la voleva lì? Benissimo. Ma sarebbe stata il suo incubo peggiore e, come dire, “l’aveva costretta lui”.

Peccato. Se non fosse stato così bastardo magari avrebbe anche potuto…ehi. Basta con certi pensieri, si disse. Va bene, aveva un buon odore, e per gli icejin era la prima cosa che creava alchimia tra due persone, ma non poteva dare troppa importanza a una cosa del genere, non in quella situazione.

“ ma non posso non fargli vedere i sorci verdi solo perché mi spaventa quasi da farmela addosso e profuma, giusto?”  si fece coraggio “ dai ragazza, che sei forte!”

 

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

 

« e voi mi avreste chiamato qui solo per questi due miserabili? Ero impegnato in qualcosa di molto più importante! »

Gli zartoxiani che erano andati da Freezer a supplicarlo di ridurre la pressione fiscale su di loro tremavano di paura. Zarbon e Dodoria idem.

« come se non sapeste cosa dovete fare in casi del genere » Freezer uccise uno zartoxiano con un semplice e blando colpo energetico « ucciderne uno, e poi attaccare l’intero pianeta! Siete proprio degli incap-»

Quando si sentì rovesciare di nuovo addosso quella che riconobbe essere pece, seguita da una valanga di piume, rimase di sasso ancor più della prima volta.

« hai capito, scemo pagliaccio?! »

Quando poi sentì la voce di Zoisite apostrofarlo in quel modo lo shock aumentò ancor di più. Le manette con cui l’aveva imprigionata gli caddero in testa. Zarbon e Dodoria lo guardarono stupiti ed orripilati prima di venire ricoperti a loro volta di pece e piume.

Ok, adesso gli credevano: c’era davvero un intruso.

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Capitolo 5
*** L'ombra dell'avventatezza ***


= L’ombra dell’avventatezza =

 

 

 

 

 

 

- …e non mi piace che circolino simili voci su un membro del clan Cold. Spero di essere stato chiaro, Freezer. Fino adesso non sei mai stato motivo di vergogna per il clan, vedi di non cominciare a esserlo ora.

« no, padre. Risolverò ».

- ci conto. Non è ammissibile che un intruso possa prendersi gioco in tal modo di mio figlio.

Re Cold  teneva più alla reputazione del suo clan che a qualunque altra cosa, forse ci teneva più di quanto tenesse ai suoi stessi figli, quindi era chiaro che quando gli erano arrivate voci su qualcuno che stava bellamente ricoprendo di vergogna -o meglio, di pece e piume- il suo figlio prediletto, Cold avesse ritenuto opportuno intervenire.

- sai almeno di chi si tratta?

Stavolta Freezer esitò nel rispondere. « è una shadowjin » disse piano « l’ultima shadowjin rimasta ».

Se aveva esitato era perché immaginava benissimo quale sarebbe stata la reazione di suo padre nel venire a conoscenza di tale notizia.

- l’ultima icejin di razza Shadow?

Freezer fece mentalmente il countodown. Cinque…quattro…tre…due…uno…

- costringila a sposarti, il più presto possibile.

Zero.

Il tiranno fece un sospiro. « padre, in verità non so dirti se sia una buona cosa perché…»

- cos’è che vado dicendo da quando hai l’età per capire? Che è stato un peccato che tutti gli Shadow si siano estinti perché se se ne fosse salvata almeno una, dall’unione di un membro del clan Cold ed una shadowjin sarebbe venuto fuori un icejin estremamente potente con in più il potere degli Shadow!

« con tutto il rispetto, padre, ma non intendo sposare una donna che-»

- e invece lo farai e come. Così smetterà anche di ricoprirti pubblicamente di vergogna - aggiunse Cold - quando metterà al mondo vostro figlio potrai fare di lei quello che vuoi, ma adesso pretendo che vi uniate in matrimonio. Certo, se non ti senti in grado posso chiedere a Cooler di fare quel che dovresti fare tu, non avrebbe obiezioni.

Re Cold conosceva bene il suo secondogenito, e dunque sapeva benissimo che per fargli fare qualcosa bastava semplicemente tirare in ballo Cooler. L’accesa rivalità tra i suoi due figli tornava molto utile a volte, doveva ammetterlo.

Pensò che avrebbe anche potuto ordinargli semplicemente di catturarla e metterla incinta, ma che figura avrebbe fatto un membro del clan Cold ad avere un figlio illegittimo da una schiava? Non se ne parlava proprio, c’era un’immagine che dovevano mantenere.

« e va bene! Non c’è bisogno che tu chieda nulla a Cooler, sono in grado di gestire la cosa da solo. Entro breve la poterò da te, così potrai unirci in matrimonio ».

- scelta ragionevole. Se poi fosse la figlia dello Shadow che gestiva tutte le ricchezze della loro razza ci rivelerà come trovare ed aprire la camera in cui hanno nascosto tutti i loro tesori. Mi pare di ricordare che la moglie di Morgan Shadowhidden avesse avuto proprio una bambina da poco tempo, quando c’è stata la guerra.

« non penso che lei lo sappia, se finora ha vissuto rubando » lo disilluse Freezer « e i suoi genitori non li ha mai conosciuti, ha solo quest’anello » glielo fece vedere « con incisi i loro nomi, ma nient’altro… tuttavia, ho visto che uno dei due nomi incisi è proprio Morgan, quindi potresti avere ragione ».

Re Cold sogghignò all’ottima notizia. - le hai preso l’anello per far si che resti lì. Buona mossa. Ma…aspetta, se hai l’anello e sai tutte quelle cose devi averla catturata! E allora com’è possibile che lei continui a…non mi dirai che te la sei lasciata scappare! - lo guardò quasi con disprezzo, e Freezer rimpianse che le comunicazioni non fossero solo audio - sei una delusione. Vedi di non fallire in questa missione che ti ho affidato.

Detto questo, interruppe la comunicazione senza nemmeno salutarlo…

« lo prossima volta che papà chiama digli pure che non ci penso neanche a sposare Moira Orfei con un pitone infilato nel sedere ».

…e, prevedibilmente, ecco Zoisite che metteva il carico da undici. Freezer era talmente furioso che strinse i pugni infilando così profondamente le unghie nel palmo delle mani da farli sanguinare, mentre sul volto aveva un sorriso tiratissimo. Forse se l’era presa tanto anche perché non sapeva chi fosse Moira Orfei, oltre che per il discorso di suo padre.

Lo aveva deluso, Rischiava di perdere lo status di figlio prediletto, e non voleva assolutamente che accadesse, per cui doveva trovare un modo per far uscire Zoisite fuori dalle ombre, o per sorprenderla nei momenti in cui per mancanza di energie doveva ridiventare necessariamente solida.

In tre giorni che erano passati dall’ultima “pecepiumata”, la scatenata shadowjin non aveva dato tregua a lui, alla Squadra Ginew, e nemmeno a Zarbon e Dodoria. Oltretutto erano tre notti che non lo faceva dormire.

“ ciao sono Mario, ha quarantadue anni e soffro di amnesia, il mio cane si chiama c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di amnesia, il mio gatto si chiama c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di amnesia, il pomeriggio amo guardare un programma che si chiama c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di amnesia, ho dei vicini adorabili che si chiamano c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di amnesia, ogni mattina vado al lavoro, e lavoro come centralinista in un’azienda che si chiama c-cioncion ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di amnesia, per ricordarmi le cose le registro nella mia segreteria telefonica, ascoltate: ciao sono Mario ho quarantadue anni e soffro di amnesia…”

Zoisite era in grado di andare avanti tutta la notte con quella solfa, e nemmeno le più orribili minacce di morte, le più oscene prospettive di torture con annessi stupri e tutto quel che era venuto in mente a Freezer in quei frangenti erano servite a farla tacere. Era un’ombra, che le importava? Finché fosse rimasta tale, e lui non l’avesse presa, avrebbe potuto minacciarla quanto voleva; tanto sarebbe stato sempre tutto molto campato per aria.

Adesso poi, con quell’ordine che gli aveva dato suo padre, era fuori discussione che la uccidesse. Certo, le faceva ancora una paura terribile. Certo, se fosse stato attento a non ucciderla avrebbe potuto torturarla. Certo, se non l’avesse rotta in due avrebbe potuto usarle violenza, e magari da quello sarebbe potuta venire fuori una gravidanza. Se però lei non avesse fatto mosse stupide…

Il tiranno si tolse l’anello, guardandosi attorno, ed iniziò a giocarci lanciandolo per aria. « e dai Zoisite, perché non provi a prenderlo? » la sfidò.

La shadowjin vide che l’anello si era sporcato del suo sangue. Quanto lo odiò per questo, quel bastardo che allordava con il suo sangue l’anello di Morgan. Già, suo padre…se non altro adesso ne sapeva un po’di più, in primis il cognome. Morgan Shadowhidden, il custode dei tesori degli Shadow, che erano stati nascosti chissà dove. Di certo non nel pianeta degli icejin, che era andato distrutto. « solo perché sono stata avventata una volta non significa che sia patologicamente cretina come qualcuno di mia conoscenza che, pur essendo di gran lunga più potente di lui, si fa comandare a bacchetta da papà ».

L’insolenza di Zoisite aumentava in modo esponenziale quando sapeva di non poter essere toccata. Era fatta così: non una di quelli che strisciavano davanti ai propri avversari se scoperta e presa, ed era molto arrogante e sfacciata quando era un’ombra. Anche troppo.

« attenta a quel che dici, piccola shadowjin. Non potrai rimanere nelle ombre per sempre, e a quel punto terrò fede a quanto ti avevo promesso che avrei fatto. Dubito che mio padre ti voglia mutilata al matrimonio, purtroppo, ma sottomessa e supplicante di sicuro » continuò a giocherellare con l’anello « e stai tranquilla che non lo deluderò. Inoltre, una volta che mi avrai dato un figlio potrò procedere alla tua eliminazione. Un meraviglioso programma, non trovi? Non vedo l’ora di poter mettere in pratica tutto quel che ho detto ».

« se tiri troppo la corda finirò per lasciarti quell’anello ed andarmene » lo avvisò con un sibilo la bella shadowjin, consapevole di stare mentendo a lui e se stessa.

Freezer se lo rimise al dito. « ma certo. Sicuramente ».

Zoisite si nascose in un’ombra più vicina a lui. « sei veramente patetico ».

« sei tu quella patetica, che rischia la vita per l’anello di un morto » replicò spietatamente l’icejin.

« avresti potuto ridarmi l’anello e lasciarmi andare, così che papino non ti avrebbe sgridato».

« sei proprio stupida se non riesci a capire perché non posso né voglio farlo. Continuo a tenerlo perché mi hai sfidato, perché hai messo il naso nei miei documenti privati, e non posso permettere che tu vada a dire ai quattro venti quel che c’è scritto sopra. Avrei potuto semplicemente ucciderti tempo fa, ma non ho ritenuto che una morte veloce fosse sufficiente;  finché avrò questo anello che ti legherà a me tu rimarrai, e avrò ottime possibilità di fartela pagare cara per quel che hai osato fare al grande Freezer! ».

L’eco della sua voce risuonò nella stanza. Zoisite per un po’non si fece sentire, al punto che credette se ne fosse andata, ma non era così.

« è vero, non me ne andrò senza il mio anello » la sentì ammettere « ma finché rimarrò qui ti renderò la vita impossibile. Starò attenta, e tu non mi prenderai. E comunque mi hai legato a questo posto, non a te» puntualizzò la shadowjin « il problema in realtà è che il fatto di non riuscire a controllarmi nemmeno con questo ricatto ti fa impazzire, per questo ti sei impuntato tanto. L’onnipotente Freezer terrorizza chiunque, distrugge interi pianeti con un gesto, ma è del tutto incapace di tenere a freno una ragazza icejin di razza Shadow… »

Zoisite osò perfino ridere, cosa che fece solo arrabbiare Freezer ancora di più, perché era vero. Era tutto schifosamente vero, e odiava che lei l’avesse capito così facilmente; la conoscenza è potere, ed il potere spettava a lui, lui soltanto. « stai zitta! » sbottò il tiranno, desideroso solo di prenderla e chiuderle la bocca in qualche modo.

Le avrebbe tagliato la lingua, se non avesse pensato che potesse essere utile in altri modi che non riguardassero il “parlare”.

«  sono una variabile incontrollabile della tua vita ultra controllata, e tu questo lo detesti » continuò Zoisite « e magari sotto sotto non ti dispiace neppure l’idea del matrimonio. Ti aiuterebbe a fingere di non essere solo come un cane » aggiunse, spietata com’era stato lui nel dirle che rischiava la vita per l’anello di un morto.

« BASTA COSì! » l’icejin lanciò un raggio letale contro un’ombra, quella sbagliata, e comunque non sarebbe servito nemmeno se Zoisite fosse stata lì.

« datti una guardata, Freezer! A tuo padre non frega nulla di te, se ti dà corda è solo perché fai tutto quello che vuole lui; Cooler, tuo fratello, non ti può vedere; i tuoi sottoposti non cercano di ucciderti solo perché sono spaventati a morte da te, e non per fedeltà; in verità, tu sei completamente solo. E non mi stupisce! » aggiunse « nel mese in cui sono stata qui, prima che mi spedissi dietro la Squadra Ginew, prima delle minacce, delle botte, prima che avessi la conferma che sei veramente un bastardo, avevo cominciato a pensare di presentarmi a te diversamente. Di rivelarmi, prima o poi, senza necessariamente dover arrivare al punto in cui siamo arrivati...»

Questa Freezer non se l’aspettava proprio.

 « sai, io sola, tu solo. Nulla vietava di cercare di avere un rapporto migliore di questo. Se non fossi così stronzo mi faresti anche pena ».

« tu… avere pena di me? » il tiranno si fece una risata « è di te stessa che dovresti avere pena, perché sei l’ultima Shadow rimasta, e per il tuo destino. Per non parlare del fatto che non cerco compagnia. Io sto bene da solo e, chiariamoci, non ho bisogno nemmeno di uno psicologo, quindi non provare mai più a dirmi perché agisco in un modo e non in un altro ».

« hai ragione, non hai bisogno di uno psicologo, ma direttamente di una bella camicia di forza. E io dovrei sposare un simile… » fece uno sbuffo « ma anche no ».

« molte sarebbero onorate di diventare mia moglie » ribatté Freezer. Il netto rifiuto di Zoisite lo piccava parecchio, come tutto quel che gli aveva detto, ed era strano, perché cosa importava a lui delle opinioni di quella piccola shadowjin?

« vorrai dire le schiave dei tuoi capricci perversi ».

« di’ pure quel che vuoi, il senso è quello. Specie perché lo scopo del nostro matrimonio si collega strettamente a tali capricci…fattene una ragione, sei completamente impotente ».

« mi sa che potrei dirti la stessa cosa. Ma non preoccuparti, forse è una questione di con chi ti rapporti, magari con un uomo funzionerebbe…»

Freezer odiava poter solo crepare di rabbia senza avere alcun potere per fermare quella linguaccia affilata come un rasoio. « sappi che non è il modo per sopravvivere a lungo questo, piccola insolente shadowjin ».

Qui Zoisite fece una cosa che lo sconvolse completamente…

« “oh no not I! I will survive! Oh as long as I know how to love I know I’ll stay alive, I got all my life to live, and I got all my love to give, and I will survive…I will survive! Eh- ehi!” »

Mai in tutta la vita si era sentito preso così poco sul serio, e non era una sensazione piacevole. « non è divertente ».

« “that’s all they really waaa-aa-ant, some fuuu-uu-un, when the working day is done, girls, they want to h ave fu-un…o-oh girls just want to have fuuuuun!” »

« le pagherai tutte! Te le farò pagare tutte! »

« “parole, parole parole…parole, parole, paroleee…parole, parole, parole, parole, parole, parole,  parole, parole,  soltanto parole tra noooi!”»

« giuro che una volta che ti avrò sposata ed avremo avuto quello stramaledetto mezzo shadowjin che vuole mio padre ti farò fuori nel modo più atroce possibile! »

« “ci sono cento modi per mori-re! Il primo modo di morire è quando stiri, i panni e le mollette s’intrecciano tra i fili, magari ti sbilanci per prendere un maglione, si stacca lo stendino e cadi giù dal balcone; per questo io non stiro, a volte neanche lavo se c’è l’acqua e la corrente che mi fulmina dal cavo!” »

C’era da diventare veramente matti, al punto che il tiranno se ne uscì con una frase per lui assolutamente senza senso. « hai detto che tutto questo me lo sono voluto io, ma mettiti nei miei panni trenta secondi! » …ma perché voleva che capisse?! « mi trovo in camera uno sconosciuto che non so cosa voglia, uno sconosciuto che poi attacca i miei uomini migliori e mi getta addosso pece e piume, come avrei dovuto reagire secondo te?! »

« hai preso l’anello dei miei genitori e non fai che minacciarmi di morte, stupri e violenze varie psicologiche e non, come dovrei reagire io?! »

«…e poi comunque non devo spiegazioni a nessuno, tantomeno a una schiava ».

« schiava a’ soreta, se ce l’avessi! Libera sono nata e libera voglio morire! »

« “a’ soreta”? » non l’aveva mai sentito dire prima. Probabilmente era un modo di dire di…beh, di qualche posto in cui Zoisite era stata.

« a tua sorella. Che non hai ».

Freezer riprese a giocherellare con l’anello. « ti si è fuso qualche neurone o cosa? »

« che tu sappia cosa sono i neuronji è sorprendenji, visto quanto sei ignoranji ».

Freezer c’era andato abbastanza vicino. La stanchezza di essere rimasta un’ombra per tre giorni e tre notti intere si stava facendo sentire, ormai: Zoisite sapeva di dover trovare al più presto un posto più sicuro in cui andare a dormire in forma solida, altrimenti avrebbe finito per cadere svenuta ai piedi di Freezer, e decisamente non era il caso…però voleva resistere ancora un po’. Ormai la stanchezza, la paura e lo stress l’avevano messa in modalità da presa in giro, e non voleva smettere proprio adesso.

Non si rendeva conto che sarebbe stata la sua rovina, e non si rendeva conto che molti icejin di razza Shadow erano morti proprio per aver compiuto gesti così sciocchi ed avventati, per aver oltrepassato i propri limiti.

« ma che vai blateran...»

«…ji. Io vanji bateranji tante conji! »

Freezer a quel punto cominciò a collegare, e fece un sorrisetto sarcastico. Zoisite non ce la faceva più, e a breve avrebbe fatto qualche gesto stupido. Da quel che aveva potuto vedere, normalmente non era una sciocca, ma non sapeva quando fermarsi, purtroppo per lei e fortunatamente per lui. Quindi si trattava di tenerla occupata ancora per un po’.

« sei fortunata che la tua lingua mi serve ».

« dato che sei uno psiconji isterico nevroticheggianji con tendenze schizomaniacanji sublimanji nonché stronji non intendo chiederti per cosa…già, coglionedicecosa?! »

« cosa?...»

« nienteeeeeeeeeh…» la “e” si affievolì sempre più, e Zoisite comparve dalle ombre, crollando a terra.

Freezer rise. Si trattava solo di aspettare, proprio come aveva previsto.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Zoisite aprì lentamente gli occhi senza capire dove accidenti si trovasse.

Era così stanca. E non ricordava niente degli ultimi avvenimenti, ricordava solo la chiamata di re Cold al suo psicotico isterico nevroticheggiante con tendenze schizomaniacali sublimate nonché stronzo figliolo…

Lampi improvvisi di ricordi le fecero sgranare gli occhi dall’orrore.

Lo aveva fatto ancora.

Aveva di nuovo consumato tutte le energie.

Aveva di nuovo superato i limiti, quanto era stata stupida!

Perché gli shadowjin dovevano diventare quasi incapaci di ragionare quando si stancavano particolarmente, perché?! E la cosa peggiore era che l’aveva fatto con Freezer presente, e ci aveva dato giù parecchio, tra gli insulti veri e propri, i “ciao sono Mario”,  le canzoncine, la parlata in “enji”, e coglionedicecosa.

Ma dove si trovava adesso?!

Poi pian piano realizzò.

Era buio. Sotto di sé c’era qualcosa di morbido. Sopra di lei c’era qualcos’altro di morbido e caldo.

Un braccio era libero, ma il polso dell’altro era legato con delle manette, di nuovo. Una coda era intrecciata alla sua… e lei non aveva più niente addosso.

Realizzando di trovarsi nei casini come non mai, realizzando di poter aver perduto l’integrità -perché era vero che c’era stato uno Shadow maschio, ma non aveva mai detto di esserci andata a letto- realizzando di essere ancora in trappola, e che probabilmente quel suo “destino” di cui parlava Freezer si sarebbe avverato sul serio, iniziò a tremare come una foglia.

Provò a muovere il braccio ammanettato, ma inutilmente. L’altro braccio a cui era stata ammanettata era molto più forte del suo.

« ben svegliata…»

Quando poi lo sentì sussurrarle all’orecchio quel “ben svegliata” in quel maledetto tono sarcastico quasi sobbalzò.

«…piccola shadowjin ».

« tu…cosa mi hai fatto?!..m-mi hai… »

« credo proprio che ti lascerò nel dubbio. Visto, che ti dicevo…era solo questione di tempo ».

Zoisite doveva trovare il modo di cavarsela anche stavolta, a qualunque costo.

Ma quale?

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Capitolo 6
*** L'ombra dell'incubo ***


= L’ombra dell’incubo =

 

 

 

 

 

 

“ le cose sono due: uccido lui, o mi uccido io “ pensò Zoisite.

Prendendo in considerazione la prima alternativa saltavano fuori diversi quesiti:

 

- come ucciderlo?

- lei, che non aveva mai ucciso nessuno, sarebbe riuscita a trovare il coraggio di farlo fuori?

- cosa le avrebbe fatto, se il tentativo fosse andato male?

- se fosse andato bene, quali sarebbero state le conseguenze? Sarebbe stata libera, o avrebbe dovuto passare la vita a guardarsi le spalle dal clan Cold?

 

Alla prima domanda Zoisite non sapeva rispondere, non aveva la minima idea di come riuscire a uccidere quell’icejin che sembrava indistruttibile.

Poteva sgozzarlo all’improvviso? No, Freezer era troppo veloce, non ci sarebbe riuscita.

Avvelenarlo? Difficile. Vuoi che quello lì non avesse un antidoto, o che non si accorgesse del tentativo? L’avrebbe tenuta costantemente sott’occhio, avendola ammanettata al proprio polso, e proprio per questo gli altri milioni di modi in cui avrebbe potuto ucciderlo erano da escludere, le sarebbe servita più libertà di movimento.

La seconda domanda: avrebbe avuto il coraggio di ucciderlo?

Non lo sapeva. Quel bastardo l’aveva stuprata mentre era svenuta, o così sembrava, visto che le aveva detto “credo proprio che ti lascerò nel dubbio”. Sapeva come infliggere un tormento psicologico, già l’idea di aver subito una violenza era orribile, ma quel “forse sì, forse no” le rodeva ancora di più l’animo.

Zoisite però pensava che in teoria, se veramente le aveva fatto quel che “forse” le aveva fatto, avrebbe dovuto esserci del dolore; un dolore che non c’era, perché si sentiva a posto. Non che ciò cambiasse nulla, restava sempre un bastardo.

Terza domanda, le conseguenze di un tentato omicidio fallito. Risposta : “meglio non pensarci, altrimenti finirò per non provarci neppure”.

E la quarta era una domanda sciocca, era ovvio che il clan Cold l’avrebbe fatta cercare in lungo e in largo… MA se fosse riuscita ad abbandonare in tempo la sezione nord della galassia c’era l’85% di possibilità di farla franca.

Prendendo in considerazione la seconda alternativa le cose erano diverse, ma non per questo più semplici.

 

- aveva modo di uccidersi?

- aveva il coraggio di farlo?

 

Se Zoisite fosse stata veloce avrebbe potuto infliggersi una ferita mortale o avvelenarsi, certo, e quanto al coraggio di farlo… beh, l’avrebbe trovato, pensando al suo destino. Almeno sarebbe morta rapidamente, e da donna libera, non da sposa e schiava di Freezer.

Mosse appena il braccio ammanettato, e lui si svegliò immediatamente. « ho il sonno leggero. Non pensare nemmeno di provare a liberarti, me ne accorgerei » le disse.

« sai com’è, non è molto comodo dormire con braccio attaccato a quello del tuo stupratore » sibilò.

« quanto la fai lunga. Dovevi pure concederti a qualcuno prima o poi, e inoltre non ho mai detto di averlo fatto. Ho detto forse sì, forse no…»

Zoisite ebbe l’impulso di voltarsi e strangolarlo quando lo sentì ridere, e lo sentì toccarla. « giù le mani! »

« fattene una ragione piccola shadowjin, mi appartieni, quindi faccio di te quello che voglio. E poi ti ribadisco che moltissime donne sarebbero felici di essere al tuo posto ».

La shadowjin si voltò a guardarlo in faccia con un tale disprezzo che, se fosse stato un raggio energetico, avrebbe distrutto la testa di quel maledetto verme. Sfiga sua, non aveva abbastanza potere per fare una cosa del genere. « ah sì, l’ho vista la fila sterminata di donne che ti fanno la corte » disse in tono ironico « ma per piacere, chi ti si fila? Sei sexy quanto la Lolita di Nabokov interpretata da Renato Zero…»

Freezer non sapeva né chi fosse Lolita, né chi fosse Nabokov né tantomeno chi fosse Renato Zero, ma non gli ci voleva molto a intuire che non era un complimento. « non sei nelle ombre. Ti consiglio vivamente di moderare i toni ».

« e io ti consiglio vivamente di andare al diavolo. Sei stato talmente vigliacco da approfittarti di me quando ero incosciente! » fu tentata di sputargli in un occhio, ma era già abbastanza nei guai, quindi dovette trattenersi « verme!  Sei solo un verme, una larva d’uomo, razza di figlio di p-» il tiranno le chiuse la bocca con una mano.

« non finire la frase » le intimò duramente « altrimenti dovrò convincere mio padre ad accettare una nuora già mutilata, e nessuno vuole questo, vero piccola shadowjin? »

Zoisite tolse la sua mano dalle labbra. «mi chiamo Zoisite, non piccola shadowjin, razza di idiota! Vai all’inferno, ti auguro di finire tagliato in due e di crepare su un pianeta prossimo ad esplodere, e fatto fuori da un sayan, almeno oltre al danno pure la beffa! »

Questo era decisamente troppo. Guai a tirare in ballo i sayan, e Zoisite ne pagò le conseguenze, ritrovandosi dopo pochi colpi a guardare, sanguinante, il tiranno che la guardava di rimando ed era ancora sopra il letto.

« tutto questo te lo sei voluto tu. Te lo sei cercato tu, e continui imperterrita a cercartelo. Cos’è, stai facendo di tutto per farti uccidere, adesso? Non funzionerà, ma ricorderò ogni singolo insulto quando sarà il momento ».

« per ricordarti le cose dovresti avere un cervello funzionante » sibilò la ragazza.

Freezer alzò gli occhi al cielo. Ma perché quella ragazza doveva essere così ostinatamente irriverente? « Zoisite, falla finita. Non tentare oltre la fortuna ».

Lei non sapeva se piangere o ridere. Alla fine scelse una risatina amara. « e la chiami fortuna, questa? Essere incatenata a te?! » scosse il braccio « questa non è fortuna, tutto questo è la cosa peggiore che potesse capitarmi! »

« credimi, non lo è, e se sei qui da un mese lo sai. Rialzati » le ordinò, facendole cenno di tornare sul letto.

Lei scosse la testa. « non ci penso nemmeno ».

« prima ti abitui meglio è ».

« ho detto no » ribatté, per poi abbassare lo sguardo su di sé e ricordarsi di non avere niente addosso, e istintivamente cercare di coprirsi, cosa che fece solamente ridere l’icejin che già da prima non aveva fatto altro che guardarla ben bene.

« puoi anche farne a meno, tanto ho già visto tutto » le ricordò « e metti giù quel soprammobile, tanto lo acchiapperei al volo quindi è inutile che me lo lanci ».

Zoisite lo guardò truce per poi lanciargli lo stesso addosso il pesante soprammobile di cristallo nero che, come le aveva anticipato, lui prese al volo e mise sul comodino.

« ma perché perdi tempo? Tanto ormai sei condannata, al posto tuo cercherei di vivere il tempo che ti rimane nel modo migliore possibile ».

« sai cosa c’è? Hai ragione » disse la shadowjin « vivrò nel miglior modo possibile, e farò tutto quello che poi non potrò più fare. Sputarti in un occhio, per esempio…»

Gridò quando il tiranno la riportò a forza nel letto, e qualsiasi tentativo di liberarsi o di incrociare le braccia davanti al petto fu inutile. « mi stai stancando ».

« e allora dormi. O meglio ancora vai in coma perpetuo, e t-toglimi le mani di dosso! » esclamò. Ma lui non sembrava avere intenzione di darle retta.

« la sai una cosa? » Zoisite rabbrividì nel sentire le sue braccia stringerla, nel sentirselo alle spalle, vicino, troppo vicino.

« s-se parli di cos’hai in testa si, il vuoto pneumatico! » strillò lei.

Lui la strinse di più. La shadowjin avvertì che quella stretta stava diventando pericolosa, anche più del resto.

« no. Volevo dirti che hai un buon profumo ».

Zoisite sgranò gli occhi. « ma che cazzo dici?! »

« la verità » ribatté lui, sorvolando sul linguaggio.

Zoisite a quel punto ricominciò a tremare. A Freezer la cosa parve piacere, tanto da fare un sorrisetto -di cui lei si avvide- e che detestò profondamente nonostante quel che le aveva detto l’avesse lasciata un po’perplessa. Restare ferma lì però non era buona cosa. Era suo dovere rispondere, altrimenti si sarebbe reso conto che anche lei pensava la stessa cosa, e non era un bene che si rendesse conto di quella strana “sintonia”, per quanto il suo atteggiamento sembrasse rivelare che forse se n’era già accorto.

“ricordati, il bastardo ti ha violentata!… in teoria” si disse Zoisite. « hai poco da ridere con quella testa a palla da tennis che ti ritrovi ».

La stretta divenne quella di un pitone. « visto, sei tu che te le cerchi, non io ».

« sai com’è, violentare una ragazza non è il modo migliore perché questa ti si affezioni ».

Si stupì quando Freezer la lasciò bruscamente per tornare steso sul letto e chiudere gli occhi senza dire una parola.

“cos’è, adesso fa l’offeso? Ma andasse a fare in culo allora”, pensò. « sei finalmente crepato? »

Freezer non aveva tutti i torti a dire che Zoisite se le andava a cercare. Vedendo che, più o meno, l’aveva lasciata stare avrebbe dovuto essere intelligente e stare zitta, o cercare di incrociare le braccia davanti al petto per sparire nelle ombre, anche se sarebbe stato un tentativo inutile.

« ti piacerebbe, ma no. Sto cercando di controllarmi pensando a quel che ti farò, altrimenti ti ucciderei davvero e purtroppo, a causa degli ordini di mio padre, non posso ».

« insomma, dopo tutto questo vorresti anche avere ragione?! »

« io non voglio avere ragione, io ho ragione, e adesso fai silenzio, perché per colpa tua sono tre notti che non dormo! Ormai di Mario so vita, morte e miracoli anche se soffre di amnesia ».

A Zoisite scappò una risatina, non tanto per l’idea di averlo tenuto sveglio tre notti quanto piuttosto per quel che aveva detto: era la prima battuta che gli sentiva fare! « chi l’avrebbe mai detto, allora hai anche tu un po’di senso dell’umorismo ».

« ne ha di più mio padre. Dovrai sposare qualcuno che detesti, e giurare amore eterno a qualcuno che ti ucciderà. Non è ironico? E tutto questo indovina, avverrà domani ».

Difficile vedere una shadowjin impallidire, ma fu esattamente quel che accadde a Zoisite. Il giorno dopo?! Oh no, no, no, no, e NO.

Doveva assolutamente impedirlo…doveva  farla finita. Oh, ma perché non le prendeva una malattia mortale fulminante che le risparmiasse il doversi uccidere?

Fu a quel punto che ebbe un’illuminazione.

Una malattia. Una malattia che le impedisse di fare il viaggio fino da re Cold, che impedisse a Freezer di portarsela dietro. Non c’era alternativa: doveva infettarsi. Pensò anche di infettare lui, ma se gli avesse ficcato un ago sotto la pelle se ne sarebbe accorto, e qualche ora era necessaria perché il virus -o il batterio- scelto facesse effetto.

Pensò che fosse comodo non essere vincolata all’incrociare le braccia se si trattava di far apparire e scomparire le cose nelle ombre -e volendo Zoisite avrebbe potuto portarsi dietro una casa intera, con quel giochetto- era solo con quelle maledette manette che non le riusciva, probabilmente erano un residuato bellico specifiche per gli shadowjin.

“ Doc, amico mio, non l’avrei mai detto ma ti ringrazio per i virus e i batteri che mi hai donato quando mi sono separata dal gruppo. E io che l’avevo reputato di cattivo gusto…” pensò.

Dopo la morte dello Shadowjin che l’aveva accompagnata inizialmente, Zoisite non aveva sempre viaggiato da sola: era capitato che si incontrasse con altri alieni, viaggiatori come lei, spesso ricercati, ed avessero viaggiato in gruppo per qualche tempo prima che lei salutasse tutti e riprendesse a esplorare le galassie in solitaria.

Il gruppo in cui era rimasta più a lungo, quasi un intero anno, era quello “capitanato” da Doctor Virus, soprannominato Doc e dal vero nome sconosciuto. Lui era uno zetaliano della galassia ovest ricercato per la sottrazione di batteri e virus letali a dei laboratori che li avevano prodotti con lo scopo di utilizzarli in guerra. Da un certo punto di vista, più che un ricercato Doc era un eroe.

Comunque gli era rimasto il pallino dei virus e batteri, e in ogni pianeta in cui andavano ne raccoglieva quanti più campioni possibile, oltre a rubarli - formule comprese - dai laboratori qualora fossero usati per scopi illeciti. Inutile dire che ne aveva raccolti un vastissimo campionario, e alcuni di quelli meno pericolosi erano stati il suo regalo d’addio a Zoisite.

“mi raccomando…” le aveva detto. Poi le aveva lanciato un’occhiata. Era bastata perché capisse il messaggio.

 

“…usali solo in caso di estrema necessità. O meglio ancora, non usarli per niente”.

 

Zoisite pensò che un polmonite doppia con annessa bronchite sarebbe bastata, e si era preparata a far comparire dalle ombre la siringa.

Poi aveva visto Freezer muoversi e in procinto di riaprire gli occhi, e in un attimo di tensione, pensando a quel che sarebbe potuto succedere, sfortuna sua sbagliò.

Non poteva saperlo, ma quel che si era iniettata era un cocktail letale tra virus e batteri vari che avrebbe fatto più danni di una doppia broncopolmonite.

« che stai facendo? »

« mimo l’atto di strangolarti nel sonno » replicò Zoisite con un sospiro, infilandosi sotto le coperte e dandogli le spalle.

« alla fine ti sei arresa ».

“ non esattamente”.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

 

Fu solo un’ora dopo essere riuscita ad appisolarsi che la shadowjin si svegliò bruscamente, ed urlando.

Aveva sognato il suo vecchio gruppo ucciso da un virus, Hayun - lo shadowjin - fare la stessa fine, e valeva anche per…un sacco di Shadow sconosciuti.

Chiaro che le cose non fossero andate così, era stato solo un incubo, forse indotto dalle sue azioni. Doc e suoi di sicuro stavano bene, Hayun era stato ucciso ma non da un virus, e lo stesso dicasi per gli altri Shadow, inclusi i suoi genitori.

Si toccò la biogemma che aveva sull’addome. Cominciava a scaldarsi, segno che la doppia broncopolmonite stava cominciando a girare nel suo organismo. Se avesse saputo di essersi iniettata un cocktail potenzialmente letale, sarebbe stata meno contenta. Sentiva anche freddo e, ripensando all’incubo, cominciò a tremare.

« si può sapere che hai? Mi ero tanto bene addormentato…» disse Freezer, seccato.

Zoisite non rispose.

« un incubo? Povera bambina » la prese in giro il tiranno.

Lei si rimise sotto le coperte dopo avergli lanciato un’occhiata truce.

«…che cos’era? » le chiese poi.

« che cos’era cosa? » Zoisite non si voltò nemmeno.

« quel che hai sognato ».

« fatti gli affari tuoi. Tanto nessun incubo è peggiore di quanto sia stato vedere la tua faccia dopo essermi svegliata » ribatté “gentilmente” la shadowjin.

« non fa ridere ».

« non deve farti ridere, deve convincerti a farti una plastica » sbottò, per poi tossire.

« punizione divina » fu il commento di Freezer a quella tosse « almeno impari ».

Che razza d’ingrata. Mezzo assonnato lui provava ad essere più accomodante e tanto lei lo prendeva a male parole…

« “almeno impari” con quel tono lo dicono i bambini di sette anni ».

E non gliene faceva passare una. « chiudi la bocca e torna a dormire ».

« ciao sono Mario, ho quarantadue anni, soffro di amnesia…»

Si zittì solo quando lui la minacciò con un raggio letale.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Un paio di ore dopo fu il turno di Freezer di svegliarsi all’improvviso. Di solito non sognava, o se lo faceva poi non ricordava mai quel che aveva sognato. Quella notte invece era successo, e il sogno era perfettamente impresso nella sua memoria.

C’era sua madre. Lui le era davanti, le parlava, ma lei restava immobile come una statua guardandolo con occhi vitrei e spenti.

Lui cercava di scuoterla, lei non reagiva, come non reagiva da quando l’aveva messo al mondo essendo finita in un profondissimo coma pur di salvare lui.

Forse era anche per quel motivo che Cooler lo detestava, mentre era il prediletto di suo padre, il quale aveva pensato che se sua moglie si era lasciata finire in coma per salvarlo Freezer doveva essere destinato a diventare “qualcuno di grande e di onnipotente”, come Cold aveva sempre ripetuto questo a suo figlio da quando era piccolissimo.

« e poi dici a me…e fammi dormire, sono stanca » bofonchiò flebilmente la shadowjin.

« una volta per uno non fa male a nessuno ».

Zoisite lo guardava con gli occhi socchiusi. A Freezer parve strana, ma forse era perché era assonnata.

« e che hai sognato? Di morire? »

Dopo quella frase cambiò idea, era la solita. « no » disse, per poi fare un’aggiunta « ho sognato mia madre che mi guardava ».

Zoisite ci mise un po’a rispondere. « non ci vedo nulla di strano ».

« lei è finita in coma il giorno in cui sono nato, ed è ancora così ».

Zoisite si voltò dall’altra parte. « se non altro tu l’hai vista in faccia. Io di lei e mio padre ho solo l’anello che ti sei preso » disse piano.

Freezer non ribatté, e scivolò di nuovo sotto le coperte.

Zoisite adesso cominciava a sentirsi piuttosto male, ed avrebbe solo voluto dormire, ma sembrava che Freezer fosse di tutt’altro avviso.

« ogni tanto mi chiedo cosa mi direbbe se potesse vedermi, parlarmi. Sono il grande Freezer… grande come di certo avrebbe voluto lei » lo sentì mormorare, più a se stesso che a lei.

Peccato che tra il possibile stupro, le botte, e pure i sintomi del cocktail di malattie, Zoisite non fosse dell’umore di starlo a sentire o di lasciarlo continuare a chiacchierare. Si voltò a guardarlo in faccia, e fece perfino un sorriso sarcastico degno dello stesso Freezer. « sei un viscido e insopportabile stronzo tirannico egocentrico, nonché uno stupratore. Ti detesterebbe come e più di tutti gli altri, e quel che ti direbbe, guardandoti con disprezzo, sarebbe “e io mi sono lasciata finire in coma profondo per far venire alla luce questo maledetto mostro e aborto della natura? Avrei dovuto lasciarlo crepare. Che sbaglio che ho fatto”. È questo che ti direbbe » dalla faccia che aveva fatto il suo aguzzino, Zoisite capì di aver toccato un nervo scoperto, e quel punto si voltò. « ‘notte ».

Freezer era rimasto paralizzato, con gli occhi già grandi completamente spalancati.

Gli  aveva addirittura fatto male. Non se lo sarebbe mai aspettato.

Si voltò lentamente dall’altra parte dando la schiena alla shadowjin, con il volto assente di sua madre ancora davanti agli occhi e le parole di Zoisite nelle orecchie.

Appena aveva visto un suo punto debole, appena si era aperto un po’, lei l’aveva colpito subito scattando come un cobra.

“ il grande Freezer non ha punti deboli” si disse.

Ma gli ci volle parecchio per addormentarsi di nuovo.

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Capitolo 7
*** L'ombra della rivalità ***


= L’ombra della rivalità =

 

 

 

 

 

 

« sveglia. Muoviti, ché oggi dobbiamo sposarci » fu la prima cosa che disse aspramente Freezer al suo risveglio.

Gli bruciava ancora quel che lei gli aveva detto prima di addormentarsi. Come aveva osato?!… che le era venuto in mente? Cosa pensava di ottenere dicendogli…dicendogli…ah, andasse al diavolo.

Zoisite non ebbe nessunissima reazione.

« sono già sufficientemente adirato senza che continui a fare questi stupidissimi giochetti. Alzati, forza! » niente. Lei continuava a stare sotto le coperte senza muoversi, e i capelli continuavano a coprirle il visto. Glieli avrebbe fatti tagliare, aveva deciso. « adesso mi hai stancato, ti ho ordinato di-»

Sobbalzò quando nel sollevarla di peso vide le sue labbra, i cuscini, le coperte completamente allordati dal sangue e chissà cos’altro. Teneva gli occhi chiusi, respirava pianissimo, non reagiva.

“ cos’hai fatto?!...”

« Zoisite, apri gli occhi. Adesso! » le intimò il tiranno, scuotendola.

Non sarebbe riuscito a sostenere il coma di qualcun altro, tantomeno quello di colei che proprio quel giorno avrebbe dovuto sposare. Doveva portarla in una vasca di rianimazione al più presto, pensò, liberandola dalle manette e prendendola in braccio così com’era per poi uscire precipitosamente dalla stanza, augurandosi che qualunque cosa avesse non fosse già troppo avanti.

Le vasche di rianimazione erano ottime per le ferite fisiche, ma per i virus un po’meno. Ci sarebbe voluto del tempo perché si riprendesse…se mai l’avesse fatto.

Non volle nemmeno pensare a quell’eventualità. Si chiedeva anche perché la possibilità che lei morisse, o restasse in coma a vita com’era accaduto a sua madre, lo atterrisse così tanto anche se era una simile stronza.

Di certo era perché se fosse morta senza prima avere un figlio da lui, Freezer avrebbe perso la benevolenza di suo padre. Non osava immaginare la reazione nel caso fosse successa una cosa del genere, e lui non poteva assolutamente permetterselo.

« mettila in una delle vasche, subito! » ordinò allo sciagurato dottore, appoggiando Zoisite su un lettino. Il medico trasalì e si adoperò immediatamente per attivare una delle vasche, pensando che fosse meglio eseguire gli ordini più in fretta che poteva senza fare troppe domande per quanto la vista di quella che era senza dubbio una Shadow icejin lo avesse sconvolto. Tanto più che pareva spuntata dal nulla!

Sollevò Zoisite, la mise nella vasca, chiuse lo sportello. I parametri vitali comparvero sul computer.

« cos’ha? »

Freezer sembrava essere come al solito, freddo, distaccato, seccato di dover parlare con un servo, ma già solo il fatto che si interessasse alla salute di quella ragazza era indicativo di come doveva stare realmente, pensò il dottore. Premette qualche pulsante.

« ha una micidiale combinazione di virus e batteri che stanno agendo nel suo corpo da qualche ora » replicò « presi singolarmente con la nostra tecnologia sarebbero facilmente curabili, ma tutti insieme… mi chiedo solo come sia possibile! »

« fino a ieri stava benissimo! Non può aver contratto tutte queste malattie così all’improvviso, e dove poi?! Non sono presenti in nessun angolo del mio impero…è vero, ha viaggiato molto, ma in un mese che si trova qui se avesse avuto qualcosa sarebbe venuto fuori prima » disse, quasi tra sé e sé.

 

 “che stai facendo?”

 “mimo l’atto di strangolarti nel sonno”.

 

Il medico stava dicendo qualcosa, ma Freezer non lo ascoltava affatto. Non era possibile, non poteva essere andata come stava pensando.

Non poteva essersi infettata da sola -chissà come, forse con qualcosa che aveva nelle ombre.

Era veramente arrivata a tanto pur di non sposarlo? Certo…come darle torto. In fin dei conti lui le aveva sempre detto chiaramente che fine avrebbe fatto una volta messa incinta e portata a termine la gravidanza. Pensò che a quel punto forse avrebbe davvero dovuto approfittare di lei quando era svenuta, invece che farglielo credere. Lui stesso non sapeva perché l’aveva fatto, erano già due volte che l’aveva risparmiata…

“perché volevo sentirla strillare. Da svenuta non l’avrebbe fatto ” si disse.

Forse se le avesse confessato di non averla violentata Zoisite non avrebbe fatto quel che aveva fatto, né gli avrebbe detto quel che gli aveva detto. Magari se fin dall’inizio si fosse comportato diversamente, se lei si fosse comportata diversamente, avrebbero…

Cosa?

Era una schiava insolente e stupida,  nel prossimo futuro il suo giocattolino per quando avrebbe voluto divertirsi, e il contenitore del figlio che avrebbero avuto. Nulla di più. Doveva ricordarselo. «…cosa stavi dicendo? »

« ho detto che ci vorrà del tempo perché si riprenda, grande Freezer ».

« quindi si riprenderà ».

« se l’avesse portata qui mezz’ora più tardi sarebbe stato inutile metterla nella vasca ».

Allora c’era mancato veramente poco!...quella pazza incosciente! « quanto ci vorrà più o meno? »

« non glielo so dire. Molto dipende anche dalla resistenza della ragazza ».

Freezer si avvicinò alla vasca. « oh, quella ce l’ha. Anche troppa » mormorò. Il dottore a quel punto si decise a fargli qualche domanda, prendendo il coraggio a due mani.

« ho il permesso di rivolgerle una domanda? »

Il tiranno annuì. « basta che sia una cosa veloce ».

« chi è la ragazza? »

Freezer pose una mano sul vetro. « un’insolente incosciente shadowjin di nome Zoisite, che oggi avrebbe dovuto diventare mia moglie e che pur di rimandare tutto nel tentativo di liberarsi, o pur di non convolare a nozze decidendo di morire, si è infettata da sola con un mix di virus e batteri letali. Ecco chi è » rispose, senza sapere bene perché; in condizioni normali avrebbe semplicemente detto “non ti riguarda”.

Il dottore ammutolì. Avrebbe preferito non averglielo chiesto.

Freezer uscì dall’infermeria senza dire un’altra parola. Aveva preso anche lui il tic di girarsi l’anello intorno al dito, pur non sapendo che lo aveva anche Zoisite.

“ razza di stupida. Stupida, piccola shadowjin!”

Riusciva a pensare solo quello, e odiava quella sua ostinazione, quel totale rifiuto, quanto aveva odiato la cattiveria nei suoi confronti quella notte. Freezer amava essere crudele e spietato con gli altri, ma quando le parti si invertivano non gli andava giù per niente.

Se non altro adesso Zoisite era in debito con lui, dato che le aveva salvato la vita, ma Freezer era certo che se gliel’avesse ricordato lei se ne sarebbe uscita con “ non te l’avevo chiesto io di salvarmi, Moira, era meglio crepare che sposarti”, o qualcosa del genere.

E lei l’avrebbe accusato di nuovo di averla stuprata.

E lui non le avrebbe detto la verità, ossia che non l’aveva toccata.

Le sarebbe sembrato un rammollito, e lui con Zoisite aveva un’immagine da mantenere, specie adesso che aveva capito che fornirle qualunque possibile appiglio, farle anche solo intravedere un cosiddetto “lato debole” sarebbe stata la sua rovina, perché lei avrebbe colpito, colpito e colpito ancora, senza pietà.

L’avrebbe curata e poi avrebbe agito come da piano. In fin dei conti non c’era bisogno di instaurare un rapporto con la propria futura moglie, giusto? Considerando a quel che serviva…

« ehm…grande Freezer… »

Dodoria. Sembrava molto agitato. Decisamente vedere quel brutto affare pustoloso rosa sudare non serviva a migliorare l’umore di Freezer. « che c’è?! »

« eh…c’è suo fratello. Cooler ».

A Freezer sembrò di sentire la voce di Zoisite nella testa.

“ caro scemo pagliaccio, la cacca ha colpito il ventilatore”.

Per quanto senso potesse avere.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

« che vuoi? »

Probabilmente Cooler era la persona che Freezer detestava di più in tutta la galassia.

Pienamente ricambiato.

« non posso far visita al mio adorabile fratellino? »

Il bastardo evidentemente aveva trovato la sua riserva di vini pregiati, dato che se ne stava scolando un bicchiere. « lo sai che non gradisco ».

« Freezer, Freezer, siamo alle solite. Di’ un po’, ti è infine riuscito di raggiungere la quinta forma? » Cooler lo vide stringere i pugni « non ancora? Comincio a preoccuparmi ».

« dimmi che accidenti vuoi e poi togliti dai piedi! Mi sto seccando ».

Cooler fece un sorrisetto arrogante per poi bere un altro sorso di vino. « gira voce che ultimamente ti piaccia fare la doccia nella pece ».

Ovviamente le voci erano arrivate fino a Cooler. Freezer nel suo intimo maledì Zoisite in milioni di modi…per poi pensare a com’era quando l’aveva trovata quella mattina. Completamente sporca di sangue e altri fluidi. La schiava delle pulizie avrebbe avuto parecchio da fare. « ho risolto. Ora puoi anche andartene ».

« e non mi presenti la tua futura sposa? O per meglio dire quella poveraccia che stai costringendo a sposarti? » puntualizzò l’icejin, dubitando fortemente che qualsiasi donna avrebbe mai sposato suo fratello se non costretta, o se non fosse stata una schiava o fosse stata profumatamente pagata. No, non aveva molta stima delle capacità seduttive di Freezer, forse a ragion veduta.

Cooler pensava che suo fratello fosse un adulto con il cervello di un bambinetto viziato e capriccioso che, quando non otteneva qualcosa, o lo distruggeva o faceva talmente tanto casino che alla fine otteneva quel che voleva, ignorando che ci fossero molti altri modi per farlo, specie con le donne.

« al momento è indisposta. È in una delle vasche di rianimazione ».

« cos’ha fatto perché la riducessi così male? Ti ha fatto notare quanto sei piccolo e gracile? Ma quello è un dato di fatto ».

« vai all’inferno, Cooler! » sibilò Freezer. Non bastava Zoisite, adesso c’era anche un altro stronzo con cui fare i conti, e questo stronzo sciaguratamente era più forte di lui. Anche per questo Freezer lo odiava, mamma mia se lo odiava! Ah, ma raggiunta la quinta forma gliel’avrebbe fatta vedere lui, a quello sbruffone di suo fratello maggiore…

« e allora per cos’era? …ops. Mi è scivolato il bicchiere dalle mani » sorrise Cooler, lasciando cadere di proposito il calice a terra e mandandolo in mille pezzi.  Sogghignò vedendo le vene sulle tempie di suo fratello pulsare pericolosamente.

« lei…è malata. Ma quando si riprenderà andò subito da nostro padre, e ci sposeremo ».

Già, un momento: come faceva Cooler a sapere di Zoisite?! Doveva averglielo detto re Cold, per forza, e se glielo aveva detto significava che non contava sul fatto che Freezer riuscisse davvero nell’intento…o magari l’aveva solo informato delle nozze imminenti, e Cooler si era precipitato immediatamente lì. Sì, era più probabile. Se Cooler si era precipitato lì però significava…

« capiamoci immediatamente: lei è mia. Zoisite è una mia proprietà! » dichiarò.

Cooler si alzò dal posto dov’era seduto e gli fece un sorrisetto. « dato che a nostro padre non interessa chi di noi due la sposa mi sembra giusto darle la possibilità di scegliere. Personalmente trovo che l’ultima shadowjin rimasta debba stare con il più maturo, assennato e forte dei due, non solo per una questione di progenie ma anche perché io so come trattare le donne… cosa che non si può dire di te » osservò l’icejin viola «mi sono informato. Hai dato ordine ai tuoi ingegneri di costruire qualcosa che ti consenta di controllare il suo potere di diventare ombra così che non possa più farlo a suo piacimento. Non penso che la ragazza lo apprezzerà ».

« questi se permetti sono fatti miei » ribatté seccamente Freezer « e quale parte di “lei mi appartiene” non hai capito?! Vattene di qui! E stalle lontano ».

« dev’essere proprio un tipo particolare se ti agiti così, al di là del fatto che è l’ultima Shadow. Sono sempre più curioso di conoscerla ».

Freezer gli spedì contro un forte colpo energetico che ovviamente lui evitò e che andò a colpire la parete, disintegrandola.

« calmati. Lo sai chi vince, in una battaglia tra me e te » gli ricordò Cooler.

« come osi arrivare qui e pretendere di rubarmi la donna?! Non esiste proprio! Trovatene una per fatti tuoi! »

Proprio in quel momento arrivò in sala il dottore. « ehm…grande Freezer…»

« cosa c’è adesso?! »

Il dottore deglutì vedendo la rabbia del suo padrone, il sogghigno di Cooler e la parete disintegrata. « si tratta della shadowjin. Il cocktail di malattie che si è iniettata sembra più forte del liquido della vasca di rianimazione, e sta peggiorando. Dovremo tentare una miscela sperimentale per salvarla, altrimenti…» trattenne il fiato « sono venuto a chiedere il suo permesso ».

Com’era possibile che stesse peggiorando?! Non doveva morire. Non doveva accadere per nessun motivo. Non prima che la uccidesse lui, almeno, si disse. « usalo. Subito! »

Il dottore sparì. Freezer fu tentato di seguirlo, ma la risata di Cooler lo trattenne. « c’è qualcosa di divertente?! »

Freezer vide che suo fratello si stava quasi sganasciando dalle risate. Bastardo, bastardo, bastardo! Come se lui non avesse avuto già abbastanza problemi!

« il fatto che si sia iniettata un cocktail di malattie letali pur di non sposarti lo trovo assolutamente comico, nonché indicativo di quanto sia contenta di stare con te. Ho fatto proprio bene a venire qui, ho la sensazione che sarò io a convolare a nozze molto presto con la piccola…come hai detto che si chiama? Ah, si. La piccola Zoisite ».

« scordatelo » ringhiò Freezer in risposta, fulminandolo con un’ultima occhiata prima di seguire il dottore in infermeria.

Cooler si stratò di nuovo a sedere. Suo fratello teneva a quella ragazza più di quanto volesse ammettere a se stesso. Forse cominciava a sentire qualcosa per lei? Man mano avrebbe visto come stavano le cose, ma se fosse stato come pensava sarebbe stato un gran bello smacco per quel piccolo arrogante, se lui si fosse sposato con Zoisite.

“come la capisco. Anch’io tra sposare Freezer e delle malattie letali sceglierei le malattie letali” pensò, senza sapere che era stato un incidente.

Sì, sarebbe stato terribilmente facile convincerla a venire via con lui dopo averla sedotta. Dove Freezer la incatenava, lui avrebbe spezzato le catene; dove Freezer la costringeva con la forza, lui l’avrebbe convinta con la ragione; dove Freezer di certo la puniva per quell’insolenza che doveva avere, perché per lanciargli addosso pece e piume doveva averne parecchia, lui semplicemente non le avrebbe dato motivo di rivolgerglisi con irriverenza, e quindi non sarebbe stato necessario punirla; e dove Freezer la costringeva - o l’avrebbe costretta in futuro? - a venire a letto con lui, Cooler avrebbe fatto si che fosse lei a volerlo, e Zoisite non si sarebbe iniettata alcun virus alla prospettiva di sposarsi con lui. Avrebbero avuto una vita intima molto attiva, al massimo quattro figli e, purché non si intromettesse nei suoi affari e gli portasse rispetto, lei sarebbe stata benissimo. Perché schiavizzarla? C’era più gusto in quest’altro modo, e non avrebbe mai dovuto temere brutte sorprese dalla propria moglie. Che senso c’era a covarsi una serpe in seno?

“ solo che dato che Freezer è stupido certe cose non le capisce”.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

« capiamoci sul fatto che non ti permetto di morire adesso! »

Freezer si sentiva stupido a parlare con qualcuno che probabilmente non lo sentiva neanche. Il liquido sperimentale sembrava funzionare, ma…

 

“ è come se la ragazza stessa combattesse perché non funzioni, grande Freezer. Come se invece di combattere per la vita stesse combattendo…per morire”.

 

Così aveva detto il dottore, ed era a quel punto che Freezer si era infuriato più che mai. Combattere per morire! Nessuno voleva combattere per morire. Che assurdità era quella?! E che pensava di fare Zoisite, di morire senza il suo permesso? Assolutamente no. « concentrati e trova la forza di combattere quelle malattie che hai avuto la stupidità di iniettarti! Mi hai sentito? È un ordine!”

All’interno della vasca di rianimazione Freezer vide le palpebre chiuse della ragazza tremolare. Forse lo sentiva!… forse lo stava ascoltando!

« dammi retta per una volta…stupida piccola shadowjin » aggiunse per buona misura.

Non poteva essere un caso che tutte le dita della mano destra di Zoisite si fossero piegate eccetto il dito medio, ben sollevato, pensò poi.

« dimostrami che non sei una rammollita Zoisite. Su » mormorò « non c’è gusto a torturare e uccidere i rammolliti ».

Il dito medio si sollevò ancora di più. Si, decisamente lo sentiva, e anche in quelle condizioni riusciva ad essere di una sfrontatezza senza pari.

« te la farò pagare anche per questo, siine consapevole ».

“casualmente” adesso anche la mano sinistra era nella stessa posizione della destra. Certe cose avevano proprio dell’incredibile, pensò Cooler che spiava il fratello e la shadowjin in rianimazione. Freezer era talmente preso a guardare lei, a pensare a lei, che non si era accorto di lui che stava sullo stipite della porta ad ascoltare e vedere tutto quanto.

Gli piaceva quello che vedeva: anche in rianimazione, con quel respiratore sul viso e tutto il resto, Zoisite era sempre una bella icejin, ed era incredibile che anche in quelle condizioni avesse la forza e il coraggio di mandare suo fratello a quel paese. Era assolutamente fenomenale.

Pensò che Zoisite aveva già qualcosa in comune con lui, ossia il non sopportare Freezer, e quella era l’ennesima prova.

« dato che mi senti ti dico già che dovrai rimanere qui dentro almeno tre giorni, e a detta del dottore non basterà per riprenderti completamente. Dovremo tenerti sotto osservazione per almeno un paio di settimane per evitare ricadute, ma non pensare di riuscire a fuggire. I miei ingegneri avranno finito il dispositivo che ti impedirà di diventare un’ombra, per allora…»

A quelle parole Zoisite trovò la forza di aprire gli occhi e di lanciargli un’occhiataccia. Freezer si fece una risata. La shadowjin guardò oltre…

Non aveva mai visto l’icejin che stava lì sullo stipite della porta, ma i colori …un po’di viola, un po’di bianco… più o meno erano quelli, e soprattutto il sorriso era lo stesso di Freezer. Quello doveva essere Cooler, per forza. Chissà se Freezer sapeva che era lì, dietro di lui.

« e almeno eviterò il rischio che tu mi faccia fare pessime figure di fonte a quell’imbecille di mio fratello…cos’è, perché quel sorrisetto? » disse il tiranno perplesso, vedendola sforzarsi di stendere le labbra, e poi richiudere gli occhi.

« perché ha capito che sei perfettamente capace di fare pessime figure senza il suo aiuto » fu la replica asciutta di Cooler, alla quale Freezer trasalì e si voltò bruscamente.

« quale parte di “togliti di torno” non ti è chiara?! »

« quella in cui me ne frego altamente di quel che vuoi, non vuoi, dici e non dici ».

Zoisite esultò mentalmente, desiderando solo di poter uscire da quella maledetta vasca per dare manforte a Cooler. Oh, finalmente qualcun altro che ne diceva quattro a Freezer!...

Non poteva credere di dovergli la vita, e non poteva credere che l’avesse salvata, dopo quel che gli aveva detto la sera prima. Adesso Zoisite se ne rendeva conto, quella era stata un’uscita veramente maligna. Un conto era paragonarlo a Moira Orfei, dargli dello scemo pagliaccio frutto di un’orgia tra un circo, una palla da tennis mezza dipinta di viola e una lucertola, o dirgli che avrebbe voluto potergli donare un cervello per un minuto per fargli capire quanto fosse stupido…ehi, quella non gliel’aveva detta…e un altro era dirgli che sua madre, la quale era andata in coma pur di farlo nascere - cosa per cui a giudicare dalla sua reazione probabilmente Freezer si sentiva in colpa -, lo avrebbe odiato quanto e più di tutti gli altri.
Proprio lei gli aveva detto quelle cose, proprio lei che sapeva come fosse crescere senza gli abbracci di una madre. Nonostante tutto quel che era successo tra loro due, Zoisite si era resa conto di aver esagerato.
Freezer aveva ragione nel dirle che forse aveva un cuore troppo tenero.

« te ne importerà quando mi implorerai di non disintegrarti! » sbottò Freezer.

« lo so che sei bravo a distruggere le persone. L’ho visto dal giorno in cui sei nato, più o meno, considerando che mamma è in coma per colpa tua ».

“…e io che credevo di essere stata stronza!” pensò Zoisite.

« quando la finirai con questa storia? » sibilò Freezer « quand’è che mi lascerai in pace?! Non è stata colpa mia! »

« bravo, fingi di ignorare la realtà » ribatté Cooler in tono annoiato « tanto lo sappiamo tutti com’è andata ».

Quando si dice “parenti serpenti”…adesso Zoisite era un po’meno convinta di voler sostenere Cooler, considerando quel che stava sentendo. Per carità, anche per lui non doveva essere facile tutta quella situazione, e che avesse fatto il collegamento “mamma in coma, colpa sua” purtroppo era abbastanza scontato, se ci si metteva di mezzo anche la gelosia e la rivalità tra fratelli, ma accusarlo in quel modo non era molto giusto.

Il fatto però era che Zoisite, adesso che sapeva di avere più tempo, voleva trovare il modo di sfruttarlo in modo intelligente…

« in tutto il tuo sproloquio tra incitamenti e minacce hai dimenticato di dirle che adesso ha la possibilità di scegliere tra te e me ».

…e se Cooler era interessato a lei come sembrava, forse poteva riuscirci. Se avesse avuto fortuna sarebbe riuscita a sfruttare la loro rivalità a suo vantaggio, per riavere il suo anello e per tentare di riottenere la libertà.

Cooler non le aveva ancora fatto niente, e anche se con suo fratello era un bastardo non era detto che lo sarebbe stato anche con lei. All’apparenza le sembrava un po’più assennato di Freezer…

« non ce l’ha! Non che l’ha invece! Possibile che tu sia così stupido che questo semplicissimo concetto non ti è ancora entrato in testa?! Zoisite sposerà ME. È  m-i-a ».  

…che invece continuava imperterrito con quell’atteggiamento da tirannico bambino capriccioso che le dava sui nervi.

« hai paura del confronto, eh? Temi che riuscirei a vincere anche qui, come in tutto il resto naturalmente…»

« il grande Freezer non ha paura di confrontarsi con nessuno! »

« se non con uno spaventapasseri ».

« ero un bambino e tu mi hai fatto svegliare nel cuore della notte da quel coso a cui avevi messo in mano un coltello! »

Ah, ecco perché Freezer se la prendeva tanto per i piccoli scherzini di Zoisite, gli ricordavano quelli che aveva subìto da piccolo.

“avrei dovuto immaginarlo” pensò Zoisite “comunque l’idea dello spaventapasseri era buona”.

« adesso direi di lasciare in pace Zoisite. Più la stanchiamo più tardi si riprenderà. Guarisci, ché non vedo l’ora di conoscerti ».

Detto questo Cooler se ne andò, lasciandoli per davvero finalmente soli.

« hai peccato di mancanza di originalità ieri notte » disse piano Freezer « quel concetto non mi era nuovo ».

A quel punto se ne andò anche lui.

Per la prima volta da che lo conosceva, Zoisite provò veramente compassione per lui, pensando che lei perlomeno non era mai stata incolpata per la morte dei suoi genitori, e a quanto dovesse essere orribile. Provò pena e comprensione per Freezer, anche se forse aveva abusato di lei.
Si ripromise che avrebbe dovuto digli che le dispiaceva, e che una madre che aveva fatto un gesto come quello non avrebbe odiato suo figlio nemmeno se fosse stato beh…come lui.
Ok, doveva dirglielo meglio di così. Ma ci avrebbe pensato in un altro momento, si sentiva così stanca…

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Capitolo 8
*** L'ombra dell'intesa ***


Premessa: questo probabilmente sarà il capitolo con più litigate, insulti e prese in giro varie. Gli estimatori di Freezer sono avvertiti. Per coloro a cui invece piacerebbe che fosse ricoperto di insulti -più di quanto Zoisite abbia fatto finora- vi auguro buon divertimento.

Piccolo sommario: dopo una serie di mosse particolarmente avventate, la nostra shadowjin preferita è finita talmente tanto nei guai da scegliere di infettarsi da sola con una doppia broncopolmonite per rimandare il matrimonio con Freezer e tentare la fuga. Sfortuna ha voluto che invece si sia iniettata un cocktail di malattie varie che l’ha quasi uccisa. Nel frattempo è arrivato Cooler che - tra il rancore verso Freezer per lo stato comatoso della loro madre ed una rivalità tra fratelli particolarmente accesa - resosi conto che Freezer tiene a Zoisite più di quanto voglia ammettere a sé stesso, ha deciso di voler essere lui a sposarla…

= L’ombra dell’intesa =

 

 

 

 

 

 

Zoisite fu tirata fuori puntualmente dopo tre giorni, incosciente, dalla vasca di rianimazione.  Altrettanto puntualmente le venne infilato al collo una specie di collare - pure se ingannevolmente dava molto più l’idea di una semplice collana - che le impediva di diventare un’ombra e far apparire e scomparire cose nelle ombre.

Il lato positivo era che non l’avrebbero più legata o ammanettata, il lato negativo era che mai in tutta la sua vita la sua libertà era stata limitata tanto.

Zoisite non sarebbe mai riuscita a togliersi quel collare, o a distruggerlo. Serviva l’impronta genetica di Freezer per poterlo rimuovere, e non era nelle intenzioni del tiranno farlo, ora più che mai, vista la sfida che gli aveva lanciato Cooler.

Era stata trasferita in una stanza vicina all’infermeria, nel caso avesse avuto una ricaduta, e la Squadra Ginew aveva avuto il compito di sorvegliarla ed impedire a chiunque di avvicinarsi. Ai cinque mercenari non piaceva per nulla quel compito, considerati i precedenti, ma che dovevamo fare? Era un ordine di Freezer, e dunque piacesse o meno dovevano necessariamente eseguirlo.

 

“ dovrebbe essere un compito alla vostra portata adesso che è estremamente debole e per di più non può diventare un’ombra” aveva detto loro Freezer con aria di sufficienza. Non aveva ancora perdonato lo smacco che avevano subito, pur sapendo che essendo Zoisite un’icejin di razza Shadow era razzialmente superiore a loro, per quanto riguardava la potenza “e non fate avvicinare nessuno. Nessuno”.

 

Non avevano avuto fegato di chiedergli come avrebbero dovuto comportarsi nel caso fosse stato Cooler ad avvicinarsi. Forse uno di loro sarebbe dovuto andare ad avvisarlo?

« ah-ha. Non provarci » Cooler dissuase immediatamente Barter dal correre dal suo capo « altrimenti Ginew dovrà rassegnarsi a fare a meno di te per le sue coreografie ».

« abbiamo l’ordine del grande Freezer di non far avvicinare nessuno alla stanza dell’ombra » replicò asciutto Ginew.

Cooler fece un sorrisetto. « l’ombra ha un nome: Zoisite. Sinceramente non mi importa di quali siano gli ordini che vi ha dato mio fratello » disse tranquillamente l’icejin « ho diritto di vederla quanto lui. Deve scegliere chi di noi due sposare, in fondo, e Freezer parte “avvantaggiato”…» si concesse una risatina sarcastica « molto per modo di dire ».

« che…sposare?! Il grande Freezer forse si sposa? » allibì Gees.

« no, non ti illudere » Cooler scosse la testa « a prendere in moglie la bella shadowjin sarò sicuramente io. Ora, se mi fate la cortesia di togliervi di mezzo e lasciarmi entrare, non sarò obbligato ad uccidervi ».

Alla fine la Squadra Ginew non poté fare altro che obbedire. Cos’ avrebbero potuto fare contro Cooler, se anche Freezer per quanto ne sapevano loro si trovava in difficoltà contro suo fratello?

Così l’icejin entrò tranquillamente nella stanza di Zoisite. Non lo stupì quello che vide: si era svegliata e si era accorta immediatamente del collare-collana, e stava cercando inutilmente di rimuoverlo. « non penso che riuscirai a toglierlo in quel modo ».

« troverò il modo di fuggire anche con questo affare al collo, allora » replicò la shadowjin tentando di alzarsi, col solo risultato di non crollare a terra solo grazie a Cooler.

« mi sa che non sarà possibile » la disilluse l’icejin, mettendola a sedere sul letto « sei troppo debole anche per stare in piedi, figurarsi per affrontare quei cinque dementi lì fuori ».

Zoisite alzò lo sguardo. « allora lo distruggerò » disse flebilmente « troverò il modo di distruggere questo coso ».

« non credo sia possibile. Stesso motivo di prima: sei estremamente debole ».

La shadowjin fece un sospiro nervoso e si adagiò sui cuscini, in preda ad un grande sconforto. « e tu non me lo toglierai, immagino » sospirò, guardando Cooler.

« adesso no, altrimenti spariresti nelle ombre appena recuperate un po’le forze senza che possiamo conoscerci, e sarebbe un peccato. Era da molto tempo che non mi capitava davanti agli occhi una simile bellezza…»

« se è un tentativo di prendermi per i fondelli è pessimo. Sono reduce da un’infezione quasi letale » replicò Zoisite.

« un’infezione che ti sei procurata pur di non sposare mio fratello. Un gesto coraggioso » osservò Cooler « e anche comprensibile. Non so come la pensi, ma ho sempre creduto che mio fratello fosse tanto stupido che sarebbe capace di sedersi sul televisore per guardare il divano ».

Quella battuta riuscì a strappare un sorriso a Zoisite. « se Freezer fosse grosso per quanto è stupido non basterebbe questo palazzo a contenerlo… ehm… che fai? »

Cooler aveva tirato fuori un’agendina e stava scrivendo qualcosa. « me la segno ».

« gli ho detto di peggio ».

« non ne dubitavo. È impossibile non dirgli di peggio, se si hanno un minimo di palle. In senso figurato ».

Chissà, magari avrebbe potuto veramente cercare e riuscire a fare leva sui rapporti tra i due fratelli per cambiare la situazione. Intanto lei e Cooler avevano già trovato un punto in comune: non sopportavano Freezer. Per quanto la shadowjin avesse capito che anche Cooler era un bastardo fatto e finito, almeno col fratello, finché non le avesse dato problemi avrebbe cercato un’alleanza con lui. Le serviva, che la cosa le piacesse o no…che Cooler le piacesse o no.

Beh via, come icejin non era brutto, e non si truccava come Moira Orfei. Oltretutto le sembrava ragionevole. A parte il fatto di non volerle togliere il quella cosa al collo che non le permetteva di trasformarsi in ombra…se solo avesse avuto Freezer tra le mani! « mi chiedo come reagirebbe lui, se gli mettessero al collo un affare come questo! » sbottò, per poi tossire.

Cooler le versò un bicchiere d’acqua. « mio fratello non sa come si trattano le donne, soprattutto una come te. Sei l’ultima shadowjin, sei molto bella e, soprattutto, sembri proprio una donna di carattere. Sei sprecata per quello sciocco che ti tiene in catene ».

Zoisite prese il bicchiere che le porgeva, anche se chiaramente era ancora piuttosto diffidente. « perché, tu non faresti lo stesso? »

Cooler scosse la testa. « si vede alla prima occhiata che sei una creatura nata e vissuta nella più completa libertà. Tenerti in catene è un delitto, Zoisite. No, non farei lo stesso… certo, a determinate condizioni ».

Ah. Zoisite sentì che erano arrivati al punto. « quali sarebbero? »

« fedeltà. Rispetto ».

Probabilmente era un altro modo di definire schiavitù. « come ho già detto a tuo fratello, se quel che vuoi è qualcuno che ti obbedisca senza fiatare e che ti lecchi i piedi, prenditi un cane. Io non sono la schiava di nessuno » disse fieramente la ragazza.

Cooler fece un sorrisetto. « immaginavo che avresti detto qualcosa di simile, e infatti io non ho parlato di schiavitù, ma di fedeltà e rispetto: è diverso. Posso assicurarti che sarebbe reciproco » toh. Un concetto nuovo. « sono a capo di un impero multiplanetario, di conseguenza è chiaro che molti sperano di togliermi di mezzo. Mi farebbe comodo avere per moglie un’amica e un’alleata che non mi tradisca e mi stia vicina, non un altro possibile nemico. Questa è pura logica. Non trovi? »

« sì, è perfettamente logico, a parole » ribatté Zoisite.

Cooler le prese una mano e vi depositò sopra un bacio, cosa che sorprese la shadowjin che a certe cose non era proprio abituata. « se me ne darai tempo e modo ti dimostrerò che le parole corrispondono ai fatti ».

Zoisite tolse bruscamente la mano dalla sua presa. « se anche volessi non penso che potrei. Freezer ha l’anello di mio padre, è l’ultimo ricordo che ho di lui, e non intendo lasciarglielo ».

Cooler fece una risatina. « quanto pensi che mi ci voglia a toglierglielo dal dito? O a staccargli il dito direttamente? »

A quelle parole la shadowjin rabbrividì, perché aveva intuito che Cooler non stava scherzando.

« Freezer non creerà problemi al fatto che io e te ci conosciamo meglio, per la sua stessa salute fisica» tornò a parlare lui « mi sembra giusto concederti la possibilità di scegliere ».

« è un po’una falsa scelta ».

Cooler la guardò perplesso. « in che senso? »

« tu e tuo fratello date per scontato che io sposi per forza uno dei due, ma io magari avrei voluto altro ».

Cooler si mise a sedere sul letto. « capisco. Ma non è che si possa rimanere soli per tutta la vita, no Zoisite? Tu poi, che sei l’ultima rimasta, dovresti sapere bene come ci si sente. Hai l’occasione di trascorrere del tempo -e accasarti- con uno dei due esponenti più forti della specie degli icejin, mettere su famiglia, vivere una vita molto più che agiata e dire addio alla solitudine. Non mi sembra così male come programma. Davvero non ci hai mai pensato? Oltretutto credo che i tuoi genitori sarebbero stati felici di vedere sistemata la loro unica figlia ».

Zoisite fu tentata di rispondergli per le rime, ma qualcosa la tratteneva. In fin dei conti i suoi genitori avevano fatto fuggire con lei Hayun, no? Quindi se l’avevano fatto era perché effettivamente volevano che avesse un compagno con cui mettere su famiglia, invece che andare in giro per le galassie insieme a gruppi di gente sciroccata e ricercata.

Vero, Hayun fin da quando erano bambini le era sempre stato sulle scatole, ma era un altro discorso. L’unica volta in cui l’aveva trovato sopportabile era stata quando aveva procurato quelle piante che l’avevano mandata in tilt per ben tre giorni - cosa che presumibilmente era successa anche a lui. Periodo di cui non ricordava un accidenti. Ecco perché lo aveva trovato sopportabile.

Aveva solo brevi flashback ogni tanto, in uno dei quali le era sembrato di averlo visto sopra di lei, e poi accanto a lei a dormire, ma tendeva a non dargli troppa importanza. « avevano messo in salvo me e uno shadowjin maschio. C’è una possibilità che tu abbia ragione ».

« era una cosa ragionevole ».

Ragionevole, ragionevole. Tutto con Cooler sembrava così ragionevole.

« la sai una cosa, Zoisite? Non sei poi così insolente. Per la cronaca, gli sfrontati non piacciono molto nemmeno a me, ma come vedi il problema non si pone ».

« fino ad ora non mi hai dato motivo di mandarti al diavolo, quindi non l’ho fatto. È logica » Zoisite fece un sorrisetto « è…ragionevole ».

Mise il bicchiere sul comodino, diede un’occhiata all’insieme e dopo averlo spostato di due centimetri ed aver visto che risultava più equilibrato a quella distanza dalla lampada si rilassò n po’di più.

Cooler osservò senza commentare, e fece una risatina. « oh sì, molto. Immagino che tu non abbia visto molta ragionevolezza in quest’ultimo periodo ».

« scherzi, distruggere un pianeta alleato per una leggenda è perfettamente normale » sbuffò la shadowjin.

« il cervello di Freezer è direttamente proporzionale alla sua altezza » sentenziò Cooler.

« e considerando che per salire su un triciclo gli ci vorrebbe l’ascensore la cosa non è incoraggiante » aggiunse Zoisite.

Cooler rise. « mi chiedo com’è possibile che io abbia un simile sgorbio come fratello. Di solito si dice “scusate le spalle”, lui invece dovrebbe dire “scusate la faccia” ».

« non è colpa sua povero, è che non gli riesce di specchiarsi alla mattina. Lo specchio fugge appena entra in bagno ».

« è talmente brutto che mio padre alla sua nascita avrebbe dovuto mandare dei biglietti di scuse a tutti. Vabbè, vorrà dire che quando avremo dei bambini metteremo la sua foto lì dal camino per tenerli lontani dal fuoco ».

« chissà, se avesse un incidente che gli sfracelli la faccia migliorerebbe un pochino » concluse Zoisite.

Detto questo lei e Cooler si scambiarono un’occhiata per poi attaccare a ridere come matti. Era insolito per Cooler lasciarsi andare a simili manifestazioni di divertimento, ma non era proprio possibile resistere. Finalmente qualcuno con cui fare battute su Freezer!

Zoisite tossì di nuovo, e bevve un altro sorso d’acqua. « penso che se ci sentisse diventerebbe matto ».

« impossibile, è già fuori come un balcone. Non può diventarlo. È un pazzo psicotico a cui la testa…»

«…serve solo a dividere le orecchie ».

« proprio. Santo cielo, mi ricordo ancora quando da piccolo si svegliava alle tre di notte e veniva a rompere a me perché aveva paura del buio. Guarda, faceva così » bussò tre volte contro la parete « Cooleeeer » bussò di nuovo tre volte « Cooleeeer » bussò tre volte ancora « Cooleeeer…e dovevo aprirgli perché altrimenti non si levava di torno, faceva tale e quale a-»

« Sheldon Cooper! »

«…hai visto The Big Bang Theory?! »

« di più! Sono stata sul set! » lo stupì Zoisite « poter diventare un’ombra ha i suoi vantaggi ».

Cooler stavolta le fece un sorriso sincero. Pareva proprio che lui e quella shadowjin avessero più cose in comune di quanto pensasse. « tu quando sei stata sulla Terra? Io ormai due o tre anni fa ».

« anch’io! E non ci siamo incrociati! » si stupì Zoisite « aspetta, se eri lì come mai non l’hai conquistata? »

« anch’io ogni tanto mi prendo una vacanza » replicò l’icejin.

« a beh, mi pare giusto…»

Fu a quel punto che si sentì un certo casino provenire dal corridoio.

«…vi avevo ordinato di non lasciare avvicinare nessuno! Coooooleeeeeeeeeeer!!!

« “Aaaaaalviiiiin!” » dissero in coro Cooler e Zoisite, per poi guardarsi in faccia -sorpresi di aver incontrato un altro fan dei Chipmunks- e scoppiare di nuovo a ridere proprio mentre Freezer entrava.

« evidentemente non sono stato abbastanza chiaro quando ti ho detto che devi starle lontano! »

« sì Freezer, puoi farmi un favore? Torna fuori, prima di entrare bussa tre volte e di’ “Penny”… »

Zoisite non poté farne a meno, rise ancora, tanto che dovette appoggiarsi a Cooler che a sua volta si stava mezzo sganasciando dal ridere.

Quando però la shadowjin intercettò l’occhiata assassina dell’icejin bianco la ridarella le passò immediatamente.

« immagino che ti sarai accorta che non puoi più diventare un’ombra, o far comparire e scomparire cose nelle ombre. Ti piace la tua nuova collana, piccola shadowjin? »

« che sfigato. Hai bisogno di certi mezzucci altrimenti non ti calcolerebbe proprio, mh? » intervenne Cooler.

« stai zitto! » gli ringhiò Freezer.

Cooler osservò la sua mano destra. « ma che bell’anello, fratellino » sogghignò.

Freezer strinse il pugno. « un regalino della nostra ospite » replicò.

Zoisite gli lanciò un’occhiataccia. « quando riuscirò a togliermelo, giuro su quel che vuoi che questo collare te lo ficco dove non batte il sole ».

Cooler vedendo che Freezer stava per reagire si alzò in piedi. « sono dell’idea che a questo punto possiamo fissare le norme che regoleranno lo svolgersi della nostra sfida ».

Freezer guardò lui, poi Zoisite. « non c’è sfida. È mia. Punto ».

« hai paura di perdere? » lo punzecchiò la ragazza.

Freezer le diede un’altra occhiata da gelare il sangue. « decisamente no ».

« allora non vedo che problema ci sia ad accettare » disse Cooler « le regole sono queste: non ci sono regole. Eccetto che Zoisite non dovrà essere punita fisicamente, o subire abusi di vario genere. Quanto al resto tutto è concesso! Stabilito che tutto sommato anche lei non trova che accasarsi sia una brutta idea, resta da vedere chi di noi due la sposerà. Sarà lei a scegliere. Tutto chiaro? Non sono concetti difficili ma meglio sincerarsi che tu abbia capito…»

« di noi due non sono io quello con il cervello di una gallina » replicò Freezer.

Al che Zoisite tossì un “Penny” che portò Cooler ad essere scosso da risate silenziose.

Quei due sembravano essersi già alleati, vide Freezer. Prometteva male, molto male. Altro che sfida, il tiranno aveva l’impressione che sarebbe stato uno sfacelo in cui a rimetterci sarebbe stato solo ed esclusivamente lui! Però non intendeva arrendersi: il verbo non rientrava nel suo vocabolario, e Freezer ci teneva a vincere contro suo fratello per una volta, specie se era Zoisite il premio in palio. L’aveva vista per primo, quindi era sua, e l’avrebbe capito anche lei. « c’è qualcosa di divertente?! » sbottò Freezer.

« se mai deprimente, se si parla della tua faccia » ribatté Cooler.

« pensare che un circo dovrebbe far ridere…» aggiunse Zoisite.

Il primogenito del clan Cold scoppiò a ridere di nuovo. « un’altra che mi segno! Siamo una bella squadra…»

« togliti dai piedi! » Freezer gli aprì la porta « tu le hai parlato da solo, adesso tocca a me ».

“ e chissà quel che si sono detti”.

Cooler sogghignò. « e va bene, d’altra parte quel che è giusto è giusto, e ho comunque la certezza di vincere » disse, uscendo « Zoisite? »

« eh ».

« “Penny? » disse Cooler, andandosene definitivamente mentre la shadowjin faceva l’ennesima risatina.

Quando però la porta si chiuse e rimase sola con Freezer, l’atmosfera cambiò drasticamente.

« noto che tu e mio fratello vi siete già alleati » disse gelidamente l’icejin.

« abbiamo scoperto di avere delle cose in comune, una in particolare: non ti sopportiamo. Per quanto questo mi renda affine al 99,99% della gente che ha l’immensa sfiga di conoscerti » replicò Zoisite, alla quale le regole imposte da Cooler davano più sicurezza, e di conseguenza la rendevano ancora più sfacciata.

« attenta a come parli » sibilò il tiranno « la presenza di Cooler non cambia niente ».

« se non altro adesso posso scegliere tra uno psicotico isterico nevroticheggiante con tendenze schizomaniacali sublimate nonché stronzo, ossia tu, e un icejin perfettamente ragionevole, ossia Cooler. Io dico che cambia eccome » gli lanciò un’occhiata ostile « se non altro lui non mi avrebbe messo questa cosa al collo » tirò il collare.

« non pensare che mio fratello sia tanto meglio di me, perché sbaglieresti in pieno » disse Freezer.

« intanto si è posto diversamente, e sembra avere un cervello funzionante » ribatté la ragazza « invece il tuo si è dato alla fuga al primo sbadiglio, perché evidentemente non ti sopportava più nemmeno lui ».

Trattenne il fiato quando lui l’afferrò per i polsi. « non dimenticare che mi devi la vita ».

« lasciami! Subito! » ringhiò la shadowjin « e poi non…»

« “non te l’avevo chiesto io di salvarmi Moira, era meglio crepare che sposarti” ».

Zoisite lo guardò stupita e smise di fare resistenza. Come accidenti aveva fatto a prevedere la frase che avrebbe usato, tale e quale?

« ci ho preso, eh? » il tiranno fece un sorrisetto sarcastico « visto, stiamo imparando a conoscerci ».

« o è questo, o sei riuscito finalmente a guardarti allo specchio senza che questo si rompesse » ribatté la ragazza, cercando di andare oltre la sorpresa di constatare che sembrava proprio essere come diceva lui.

« riuscirò a ridurti al silenzio prima o poi ».

« faresti meglio a ridurti tu al silenzio, visto che la cosa che pesa di più nei tuoi discorsi è l’alito ».

Piccola bugia, che portò Freezer a compiere un’azione puramente istintiva per tapparle la bocca, e Zoisite ad una reazione tanto istintiva quanto inaspettata per entrambi.

Il tiranno non capì perché l’avesse baciata, così come Zoisite non capiva perché gli stesse rispondendo, e pure alla grande, invece di mordergli la lingua fino a staccargliela.

Sapevano solo che stavano facendo scintille!

Lei lo detestava. Lui la detestava. Lei avrebbe voluto farlo fuori. Lui avrebbe voluto farla fuori. Eppure…

Fu la shadowjin a staccarsi per prima, spingendolo via e lanciandogli un’occhiata assolutamente ostile. « ma che ti salta in testa?! »

Freezer non sapeva risponderle. Non capiva nemmeno lui perché lo avesse fatto. Così fece uno dei suoi sorrisetti sarcastici e cercò di darsi un tono.  « pensavo di aver visto i fuochi d’artificio quando ho fatto esplodere il pianeta Vegeta, ma tu mi hai fatto ricredere piccola shadowjin. Era solo una dimostrazione che, qualunque cosa dica Cooler, mi appartieni. Ammettilo…l’hai sentito anche tu ».

« l’unica cosa che ho avuto la disgrazia di sentire sono i litri di bava collosa che mi hai versato in bocca! » sibilò Zoisite.

Altra bugia.

« certo, certo. Non ti è piaciuto per nulla » Freezer fece per andarsene, di nuovo con quell’aria tronfia che ostentava di solito « quant’è durato?… »

« non è colpa mia se sono reduce da un miscuglio di malattie e non avevo la forza di allontanarti » gli fece un sogghigno sarcastico « Penny ».

L’aria tronfia scomparve. « chiamami un’altra volta in quel modo e te ne pentirai amaramente! »

« io appartenerti…» Zoisite sbuffò una risata « a parte che non “appartengo” a nessuno, ma posso andarmi a confondere con uno talmente basso che quando fa la doccia l’acqua gli arriva già fredda? »

« così facendo mi porterai ad infrangere le regole della sfida. Non ti conviene. Lo sai benissimo cosa posso arrivare a fare, e Cooler non potrà essere sempre presente. Oltretutto, se sceglierai lui, potrai dimenticarti l’anello ».

« per quello ho già risolto. Cooler non vede l’ora di staccarti l’intero dito ».

Freezer divenne ancora più cupo. « non ce ne sarà bisogno. Tanto vincerò ».

Detto questo se ne andò senza nemmeno salutarla.

Zoisite si lasciò ricadere sui cuscini.

“fuochi d’artificio”, aveva detto Freezer…senza nemmeno discostarsi dalla verità.

La shadowjin non capiva cosa le fosse preso. Era stato qualcosa puramente dettato dall’istinto, a cui nemmeno la sua proverbiale ostinazione era riuscita a far fronte, ma poteva veramente avere reazioni del genere con uno che - per quanto ne sapeva - aveva abusato di lei in quel modo? Che la teneva prigioniera? No, assolutamente no. Inoltre, non poteva dargli certo la soddisfazione di vincere la “sfida”. Una vittoria l’avrebbe reso ancor più insopportabile di quanto già fosse.

Di conseguenza, da quel momento in avanti, avrebbe cercato di favorire Cooler il più possibile. Non che le risultasse difficile, dato che così “a pelle” sembravano avere un’intesa perfetta. Insomma, si conoscevano appena e già si completavano vicendevolmente le frasi, un motivo doveva pur esserci.

 

“ Cooler non è poi tanto meglio di me”.

 

Già, doveva anche tenere a mente che avrebbe potuto benissimo rivelarsi più bastardo del fratellino, per quanto Zoisite ne dubitasse. Tutto era possibile, specie considerando che era riuscito a convincerla facilmente ad accettare di scegliere uno di loro due, o almeno a ritenerla un’opzione valida in alternativa ad un’eventuale fuga che nessuno dei due icejin riteneva possibile, ma a cui lei pensava ancora.

Che aveva fatto di male per finire addirittura in mezzo ad una sfida tra Cooler e Freezer?!

“vedi il lato positivo, ora c’è qualche probabilità in meno di finire ammazzata…in teoria. E poi,  se Cooler sarà tutto il tempo in quel modo, potremmo anche finire a divertirci parecchio. Penny!” al pensiero rise ancora “ giuro che se mi avessero detto che Cooler era un amante di The Big Bang Theory non ci avrei mai creduto!”

 

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

 

Zoisite non era la sola sorpresa dalla situazione che si era creata.

Più Freezer ci pensava e più si innervosiva, sia per via di Cooler, sia per via di quel che era successo dopo.

Si ripeteva che era stato solo un gesto per chiuderle la bocca.

Si diceva che non era stato altro che un mezzo per ricordarle chi era a dominare, e che poteva averla quando voleva.

Si intimava di pensare che l’aveva fatto per farle capire che era una sua proprietà, che doveva accettare di esserlo e, armata di tale consapevolezza, accettare anche il suo destino una volta per tutte.

Avrebbe voluto chiudere la questione col dire che era stata solo una mossa per andare di nuovo in pari con Cooler, con il quale l’insolente piccola shadowjin sembrava avere una pericolosissima intesa.

E se alla fine Cooler avesse vinto? Se Zoisite avesse scelto lui?...in quel caso avrebbe avuto le mani legate. Cooler era più forte, e non poteva far fuori Zoisite, altrimenti chi lo sentiva suo padre? In condizioni normali, se Freezer non poteva proprio avere qualcosa lo distruggeva, così che nessun altro se ne appropriasse, ma stavolta non gli era concesso. Quanto odiava tutto ciò! A lui tutto era sempre stato concesso, era il grande e onnipotente Freezer!

Adesso invece, se voleva mettere le mani su Zoisite per tener fede a quel che tante volte le aveva promesso, doveva far sì che lei lo scegliesse. Non sarebbe stato semplice.

“ fuochi d’artificio”.

Però che lei avesse risposto -alla grande!- a quel bacio senza senso che c’era stato forse gli dava qualche speranza in più.

« Penny? »

« vai all’inferno!!! »

Riecco Cooler a rompere, di nuovo. « carina la piccola, e davvero divertente. Oltretutto…ha per caso la mania dell’ordine? » fece una risatina « la moglie perfetta ».

« sei riuscito a farle credere che non la tratterai come una schiava, ma che bravo ».

Cooler assunse un’aria mortalmente seria. « non è un “farglielo credere”. Penso davvero che tenerla in catene sia un delitto. Per questo sceglierà me ».

« la conosci appena, e tra te e lei non c’è assolutamente niente! » ribatté Freezer.

« perché invece tra te e lei invece c’è qualcosa, a parte il totale disprezzo che prova nei tuoi confronti? »

Stavolta fu il turno di Freezer di sogghignare. « non sembrava disprezzarmi tanto prima, quando l’ho baciata ».

“questa è nuova “ pensò Cooler. Forse non era poi così scontato che vincesse, e doveva stare in guardia. « sei ancora così ingenuo da pensare che un bacio significhi che starete insieme per sempre e vi amerete finché morte non vi separi “oddio quanto siamo dolci smack smack”? Che idiota ».

« quella è una convinzione che lascio a te. è solo per farti sapere che non mi disprezza poi così tanto ».

Cooler mantenne il controllo. « probabilmente l’avrai costretta, ma sfortuna tua una delle regole è niente abusi. Povera Zoisite, litri della tua bava collosa in bocca! » godette nel vedere suo fratello trasalire, sentendo le stesse identiche parole di Zoisite. Cooler le aveva usate senza sapere che la shadowjin mentendo aveva detto esattamente la stessa cosa, e pensò semplicemente che suo fratello avesse avuto quella reazione perché davvero l’aveva costretta.

« ah, ma perché non stai zitto?! »

« ah-ah, punto sul vivo eh? Allora le ha fatto schifo! Per fortuna che ci sono qua io…» gli si parò davanti « fattene una ragione, lei è troppo per uno scemo pagliaccio come te ».

« è troppo per una schifosa pustola viola con la coda troppo corta » sibilò Freezer « come la tua ».

« io almeno di corto ho solo la coda! Tu sei così basso che quando piove sei l’ultimo a saperlo ».

« perché non ti rechi nelle fogne con gli stronzi tuoi simili? »

« ma che linguaggio da bassifondi che usi, Freezer, non è da te. Tsk…se non ti sputo è perché ti disinfetterei ».

I due fratelli si volevano proprio “un gran bene”, e si poteva scommettere sul fatto che quella sfida non avrebbe migliorato i rapporti tra loro: se mai il contrario.

La sola domanda era quanto in là sarebbero arrivati a spingersi.

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Capitolo 9
*** L'ombra del...chiodo scaccia chiodo ***


= L’ombra del chiodo scaccia chiodo  =

 

 

 

 

 

 

Zoisite non era il tipo di persona che si arrendeva, quella era una cosa risaputa, dunque qualche ora dopo tentò nuovamente di rialzarsi dal letto, nella speranza di riuscire a fare…mah! Qualcosa.

Era vero, purtroppo aveva quel collare, ma non per questo intendeva mollare, e per di più doveva decidere se parlare o meno a Cooler del tesoro nascosto degli shadowjin, per quanto fosse una cosa praticamente inutile perché lei non aveva la minima idea di dove trovarlo, o se esistesse ancora.

…e se poi Cooler, visto il tesoro, fosse scappato con la cassa lasciandola in balia di quello psicotico di suo fratello? Di fattori da tenere in considerazione ce n’erano tanti.

Forse era meglio aspettare, per il tesoro, e vedere come si sarebbero messe le cose.

Appena cercò di alzarsi in piedi crollò miseramente a terra, con un’imprecazione. Era tutta colpa di Freezer! Se quell’essere non se ne fosse uscito con la faccenda del matrimonio, se non fosse stato un simile bastardo - e allora perché diamine aveva ricambiato il suo bacio quando lui gliel’aveva dato?! - lei non avrebbe dovuto ricorrere a misure così drastiche, sbagliandosi perfino.

La shadowjin si fece forza e artigliandosi al comodino ordinò alle proprie gambe di sostenerla. Ovviamente di volare non se ne parlava, troppo consumo di energia. Le braccia e le gambe, e dopo anche la coda, tremarono per lo sforzo di Zoisite di volersi rialzare. Che poi, se anche lo avesse fatto, che avrebbe ottenuto? Dove sarebbe andata? Se mai da Cooler, a chiedergli di farla stare con lui invece che lì sola in quella stanzetta vicino all’infermeria, almeno avrebbe evitato scene come quella di qualche ora prima.

Alla fine riuscì a sollevarsi e, con cautela ed appoggiandosi alla parete, a muovere anche qualche passo in direzione della porta. Chissà se la Squadra Ginew era ancora lì fuori.

« …Guldo, o lo fai o domani pomeriggio non ti invitiamo con noi a prendere il tè! »

« siete cattivi! Siete proprio cattivi! »

C’erano, c’erano. Come no? La shadowjin alzò gli occhi al cielo, non li poteva proprio soffrire quei grandissimi idioti…era come avere intorno altri cinque Freezer, solo meno potenti.

“un momento: ho detto ‘idioti’…”

Zoisite fece un sorrisetto. Forse poteva sfruttare la cosa a proprio vantaggio. Se avesse finto una ricaduta, loro l’avrebbero portata in infermeria, in infermeria c’erano delle sedie volanti per quelli che non potevano camminare…sarebbe pure riuscita a dare una botta in testa al dottore, prendere una di quelle e trovare Cooler!

Così si lasciò cadere rumorosamente a terra, fingendo di avere le convulsioni e gridando di dolore.

« ma che ha?! » esclamò Recoom entrando per primo nella stanza.

« ha una ricaduta! Portala in infermeria immediatamente! »

Normalmente Ginew sarebbe stato più cauto, verificando se fingesse o meno, ma quella forse sarebbe diventata la moglie di Freezer, ed era meglio non correre rischi.

Zoisite poi fingeva la ricaduta in modo esemplare, continuando con le grida e le convulsioni anche mentre era in braccio a Recoom, che in un lampo la portò in infermeria.

« ha una ricaduta, fai qualcosa! » ordinò al dottore, per poi tornare rapidamente da Ginew.

Proprio come Zoisite aveva sperato.

« lo so che è dura ma per favore cerca di-argh! » il dottore emise un’esclamazione soffocata quando Zoisite gli strinse la coda attorno al collo fino a farlo svenire. Non era una che uccideva, non l’aveva mai fatto, ma se era per la propria incolumità non era contraria all’uso della violenza.

« e ora una di quelle maledette sedie…» mormorò. Erano abbastanza lontane, ma la sua coda era già di per sé lunga e molto estensibile. Grazie a essa riuscì ad afferrare una delle sedie e a portarla di fianco al lettino su cui il dottore l’aveva messa, per poi lasciarsi scivolare su di essa con un sospiro di sollievo. Pareva avercela fatta.

E tanto che c’era…quelle taniche di liquido esplosivo infiammabile e l’accendino caduto dal camice del dottore -che evidentemente era un fumatore- le fecero venire una bellissima idea.

Fluttuando sulla sedia prese le taniche, poi raccolse l’accendino, e guardando nelle tasche del dottore trovò le sigarette. Ne accese una, stappò le taniche di liquido…

“uno…due…tre…VIA!!!” urlò mentalmente, mandando la sedia alla massima velocità lungo i corridoi e cominciando a lasciar cadere il liquido infiammabile quando si trovò ad un paio di metri dalla squadra Ginew, che non si aspettava nulla di tutto ciò. I cinque mercenari si trovarono improvvisamente bagnati, mentre qualcosa era passato in mezzo a loro.

« ma che diamine?!!...» gridò Gees.

« è l’ombra! » urlò Barter.

Videro come a rallentatore la sigaretta cadere nel liquido ai loro piedi.

« brucia baby, brucia! » esclamò Zoisite, ormai alla fine del corridoio.

L’esplosione fu decisamente rumorosa, anche se più del botto fu più fragoroso l’allarme antincendio. Ah, e ovviamente c’erano anche le urla di quei cinque disgraziati.

Anche se non si reggeva in piedi, se c’era da far danno Zoisite faceva danno, e dopo ciò Freezer avrebbe capito che non andava presa sottogamba, qualunque fosse la sua condizione.

“ oook, ora dove sarà Cooler?” Zoisite viaggiava a tutta velocità su quella sedia, senza nessuna difficoltà a orientarsi: d’altra parte ormai conosceva il palazzo come il palmo della sua mano.

Si nascose in un anfratto per evitare di essere vista dai soldati accorsi in massa a vedere cosa fosse successo, per poi tornare fuori quando la via fu libera, e riprese a vagare.

Pensò che vista l’ora -era tarda sera- forse Cooler era in camera sua. Dunque doveva prendere la via a destra, salire le scale, andare sulla sinistra e…

Ok, faceva prima ad andare fuori e guardare dalle finestre. Prima o poi camera sua l’avrebbe trovata, no?

« chi c’è lì?...EHI! »

L’avevano vista. Meglio sbrigarsi, si disse, sfondando la finestra che aveva davanti a sé e trovandosi dopo tanto tempo fuori dal palazzo. Volò rapidamente verso le camere nella speranza di trovare quella di Cooler, con l’accortezza di evitare le finestre di quella di Freezer, naturalmente.

Le finestre della prima stanza erano chiuse. Dunque era vuota.

Nella seconda stanza, attraverso le tende, vide l’ombra di Zarbon. Nah, non era il caso, e aveva già i soldati alle calcagna.

« non ho tempo maledizione » sibilò. Poi alzò gli occhi, e fece un largo sorriso « Cooler! »

L’icejin viola era in terrazza, abitudine che i due fratelli avevano in comune. La sua stanza si trovava nella stessa torre di quella di Freezer, ma dalla parte opposta. Quando la sentì chiamarlo fece una faccia assolutamente attonita. Come accidenti faceva a trovarsi lì?! « Zoisite? … »

« ho un po’di soldati alle calcagna e non voglio restare in quella stanza perché non mi va di farmi rovesciare altra bava collosa in bocca da tuo fratello, quindi saresti così gentile da tenermi qua? Grazie! » disse, entrando nella stanza dalla portafinestra prima che Cooler potesse dire qualcosa.

Non che avesse niente da eccepire, pensò lui con un sorrisetto. Era la prova che Freezer non aveva capito un accidenti di quel che c’era o non c’era tra lui e la bella shadowjin, ed era anche qualcosa che lo portava in una posizione di vantaggio nella sfida. « resta pure! Ti capisco, povera ragazza…tanto il letto è grande. Tsk! Immagino la faccia di Penny quando verrà a sapere che da oggi starai qui!»

« mi sa che Penny, con quel che ho combinato, ha parecchi motivi per fare facce. Una più brutta dell’altra, come se quella normale non fosse già abbastanza oscena!» disse Zoisite.

Cooler fece una risatina.« dovrebbe farsi una plastica ».

« io gliel’ho già detto, ma non mi dà retta » disse Zoisite, scivolando dalla sedia fin sopra il letto. Cooler le fu subito accanto, sistemandole il cuscino. « come hai fatto ad arrivare fin qui? Non ti reggevi in piedi, fino a qualche ora fa ».

Zoisite fece un sospiro e si stese meglio sul letto. « e infatti non mi ci reggo ancora, ma non volevo restare lì, così ho finto una ricaduta, Recoom mi ha portata in infermeria, ho tramortito il dottore, ho rubato quella sedia e tanto che c’ero ho dato fuoco alla squadra Ginew facendo saltare in aria anche l’ala vicino all’infermeria…da qui l’allarme non si sente granché » osservò la shadowjin.

« io infatti non ho sentito nemmeno l’esplosione… » disse lentamente Cooler. Pericolosa la ragazza, e se anche in quelle condizioni riusciva a fare danni del genere non osava immaginare come fosse da sana. Non vedeva l’ora che si riprendesse, almeno Freezer avrebbe preso le peggiori batoste!

« Penny dovrebbe apprezzare. Non è lui quello a cui piacciono le esplosioni? »

Cooler fece un sorrisetto. « gli hai fatto un regalino per dimostrargli quanto hai apprezzato il suo bacio ».

Zoisite si voltò a guardarlo. « non ti sei sorpreso quando ti ho detto della bava collosa, quindi immagino che te l’abbia sbattuto subito in faccia ».

« oh sì. Puoi immaginare che aria tronfia che aveva, quell’inutile nano megalomane » lo definì gentilmente Cooler « si era convinto di poter vincere! Povero stupido » si appoggiò su un gomito « alla fine è da me che sei venuta, visto? »

Zoisite non rispose. Era piacevole averlo così vicino, si trovava stranamente a suo agio, anche più di quanto ci si fosse trovata dormendo con Hayun, che conosceva praticamente da sempre. « Cooler, ho una proposta…»

« dimmi ».

Zoisite fece un sorrisetto. « la troverai un po’scontata, ma stavo pensando: tanto bene c’è questa sfida, non potremmo divertirci a fare diventare tuo fratello ancora più matto di quanto già sia? »

“almeno impara”.

Un breve lampo. Fuochi d’artificio.

Ah, meglio non pensarci. Forse continuando a ripetere a sé stessa -e a Cooler, e a chiunque glielo chiedesse- che non le era piaciuto, avrebbe finito per convincersene.

« guarda, probabilmente diventerà una bestia solo sapendo che dividiamo la stanza. Ovviamente ci sto…»

« un’altra cosa ».

Cooler si incuriosì. Che altro poteva volergli chiedere? « dimmi tutto ».

Zoisite non era molto sicura di quanto stava per fare. Ma non si dice “chiodo scaccia chiodo”? « volevo dirti che se ti va puoi rimetterti in pari con tuo fratello » si indicò le labbra e gli fece un sorrisetto.

Cooler ricambiò a sua volta con un’espressione tanto sorpresa quanto soddisfatta. Magari pian piano -forse nemmeno troppo piano, no- avrebbero finito anche per fare tutto il resto. L’atteggiamento della shadowjin lasciava ben sperare. « tranquilla, ti farò dimenticare la bava collosa » le sussurrò.

Lei fece una risatina, e lo accolse tra le sue braccia mentre lui la baciava.

Zoisite non aveva nulla da eccepire, Cooler ci sapeva fare. La cosa si stava rivelando indubbiamente piacevole, e anche in questo caso non c’era sovrabbondanza di saliva. Come prima, che le era solo vicino, la shadowjin continuava a sentirsi a suo agio.

Ma… dov’erano i fuochi d’artificio? Dov’erano le scintille?

Per piacevole che fosse, non ce n’era traccia. Non c’era quella “corrente sotterranea” a unirli. Non c’era quella specie di “trasporto istintivo”.

“vabbè, tutto dalla vita non si può avere” concluse Zoisite, continuando a baciare l’icejin viola che decisamente sembrava apprezzare.

Era vero che nemmeno Cooler avvertiva nulla di quel che la shadowjin aveva sentito con Freezer, ma d’altra parte sensazioni simili non le aveva mai provate in vita sua; di conseguenza, non poteva nemmeno rimpiangerle o constatarne la mancanza. L’unica cosa che sentiva era che Zoisite baciava molto bene, e che le cose si stavano facendo sempre più interessanti. « …però! » esclamò, quando si staccarono con un bello schiocco « adesso capisco perché Freezer mi ha seccato tanto con questa faccenda. Però! » ripeté con aria di approvazione.

« dai, dillo un’altra volta ».

« “però!” » disse ancora Cooler, riuscendo a strapparle l’ennesima risata « ascolta, ho pensato anche io a una cosa ».

« eh ».

« tu hai fatto danni, ma Freezer non deve averlo ancora saputo. Non si è mosso da camera sua…»

« a beh, in effetti per scendere a meno che non voli giù dalla finestra dovrebbe passare qui davanti. A che hai pensato? » gli domandò la shadowjin incuriosita.

Cooler si alzò, sparì in un’altra ala della stanza -che era più una specie di appartamento- per poi tornare fuori con un gran sorriso e due taniche di colla vinilica.

« di alternative ne abbiamo due. O quando passa ci mettiamo a fare rumore come se stessimo-»

« copulando? » concluse Zoisite « ma così si fionderebbe qui dentro e…» un lento sorriso le si dispiegò sul volto « ma non mi dire. è quel che penso che sia? Del tipo che Freezer sente il casino, entra e si becca la colla addosso? »

Cooler annuì. « inizia  a svuotare i cuscini dalle piume ».

Zoisite obbedì immediatamente. Di solito non dava retta a nessuno, ma pur di fare uno scherzo a Freezer qualunque cosa. « e l’altra idea? Se solo potessi far comparire le cose dalle ombre! Con tutta la pece che ho…» disse.

L’allusione al volersi far togliere il collare non fu colta da Cooler, o venne semplicemente ignorata.« l’altra idea è aspettare che se ne sia andato e mettere il tutto in camera sua, così che riceva una bella doccia di colla al suo rientro» disse infatti Cooler «ma sarò onesto, mi piace più la prima idea ».

La shadowjin sollevò lo sguardo dal suo lavoro. « sai cosa? Piace pure a me ».

Cooler mise al loro posto i barattoli di colla, aperti. « magari tra un po’ di tempo non dovremo nemmeno fingere ».

« magari hai ragione» Zoisite si mise al lavoro sul terzo cuscino « sai, se Freezer non ha abusato di me quando mi ha catturata qualche giorno fa sarebbe la prima volta, per me ».

“ è bella, è una Shadow, ci intendiamo a meraviglia, è anche vergine e dovrei lasciarla a Freezer? È fuori questione!” pensò Cooler. « di certo non ti metterò fretta… »

« di certo ».

« se e quando vorrai farlo, però, dovrai solo comunicarmelo. Per te sono sempre disponibile ».

Zoisite gli fece un sorrisetto timido. « non ne dubito ».

Cooler per buona misura andò a prendere un altro barattolo di colla. «  per la cronaca, se sceglierai me sappi che almeno tre volte al giorno…»

« eh la la. Così finiremo per formare una squadra di calcio » disse Zoisite, stranamente non troppo atterrita all’idea di tutto quel divertimento con Cooler.

« per quel che mi riguarda sarei per generare al massimo quattro figli, e se fossero due maschi sarebbero sufficienti quelli. Ovviamente però il numero di figli dipenderebbe anche dai tuoi desideri, Zoisite » l’icejin posizionò l’altro barattolo di colla accanto agli altri « ecco qua. Come va con le piume? »

« finito ».

Quando Cooler si avvicinò per prendere le piume, Zoisite gliene tirò una manciata con una risatina.

« ma che fai?...»

« ti sto sfidando ad una battaglia all’ultima piuma. Preparati a perdere!»

Cooler ne prese una bella manciata e le tirò in testa alla shadowjin. « non ci contare! Lord Cooler non perde m-» fu zittito da altre piume che gli arrivarono in pieno viso « ah, ma allora vuoi la guerra…»

« sissignore! » disse Zoisite col suo solito tono insolente, accompagnato però da un’altra risata. In breve tempo tutta la zona letto fu ricoperta da una coltre infinita di piume bianche che i due, dimentichi perfino del grande piano della colla, si erano lanciati.

« eeeh però non vale! Io sono bloccata qui sul letto! » esclamò alla fine Zoisite. Vedendo Cooler temporaneamente accecato dalle piume decise di saltargli addosso facendolo così crollare sul letto, sotto di lei. L’icejin viola soffiò via qualcuna delle piume che gli erano finite sul viso.

« nemmeno gli assalti valevano, in teoria, ma se vuoi la lotta ti accontento anche in questo…» disse Cooler, finendo sopra di lei con un colpo di reni « non pensare che avrò pietà anche se sei convalescen-pfff…ancora piume?! » bofonchiò quando lei gliene tirò in faccia un’altra manciata.

Zoisite si guardò attorno. « sembra sia caduta la neve…» disse. Quello spettacolo tuttavia non turbava la sua mania dell’ordine, anzi, la fece ridere ancora.

« lo sai, Penny una cosa del genere non la farebbe mai ».

« già, Freezer è un po’represso e si sfoga distruggendo pianeti » disse la shadowjin.

Lanciò a Cooler l’ennesima manciata di piume, che lui evitò.

« te l’avevo detto che Lord Cooler non perde mai! »

Ma lei non intendeva arrendersi, anche se al momento era sotto di lui. « seh, seh! Aspetta tu!...e intanto beccati questo! » replicò, lanciandogli addosso un cuscino integro, uno dei pochi rimasti ormai.

« ma allora è vero che te le cerchi, ragazza mia…» mormorò l’icejin, guardandola in viso.

Un altro bacio ci stava.

 

 

 

 

 

« c’è stato un problema nell’ala vicino all’infermeria grande Freezer! L’ombra è riuscita a fuggire dalla stanza, ha fatto esplodere l’intera ala, e i soldati l’hanno persa di vista… »

Freezer ruppe il bicchiere che aveva in mano dalla gran rabbia. « usate i rilevatori e trovatela, adesso non può più nascondersi nelle ombre » ordinò seccamente.

Ma come?! Quegli incapaci della squadra Ginew non riuscivano a tenere a bada Zoisite nemmeno adesso che non si reggeva in piedi?! Evidentemente no, se aveva fatto esplodere tutto. Chissà dove si era cacciata! Che la shadowjin si aggirasse liberamente per il palazzo non era affatto una buona cosa, specie adesso che c’era Cooler. Oltretutto non poteva nemmeno punirla, perché le regole di quella stramaledetta sfida glielo vietavano.

“ posso sempre infrangerle!” pensò con rabbia.

Ma se l’avesse fatto poi poteva scordarsi di essere scelto, baci o non baci, buon profumo oppure no. Possibile che non ci fosse niente che poteva fare per metterle un freno?! Fu quasi tentato di lasciarla a Cooler, che se lo tenesse lui quel problema vivente…

Ma poi pensò che se l’avesse fatto avrebbe significato arrendersi. E lei era sua. Si trattava di farglielo capire, il problema era tutto lì.

“ per di più se si sforza troppo potrebbe avere una ricaduta, ma quella stupida non se ne rende conto e…e poi che mi importa?! Tanto una volta vinta la sfida, quando l’avrò sposata e avremo avuto un figlio, la farò fuori!” si ricordò il tiranno. Non poteva permettere che gli importasse davvero della sua salute, il suo compito era tenerla in vita finché fosse servita allo scopo, e magari anche cercare di scoprire qualcosa sul tesoro degli Shadow. Nulla di più.

Meglio scendere giù a verificare i danni, intanto, si disse mentre usciva dalla stanza e pensava a come avrebbe punito la Squadra Ginew per la loro totale incompetenza.

Man mano che percorreva la strada, pensò che lo disgustava dover passare davanti alla suite super lusso di suo fratello. Odiava anche solo il fatto che quella suite ci fosse, ma era stato re Cold a ideare e far costruire il palazzo in quel modo, quindi…che ci poteva fare?

Già, chissà se Cooler l’aveva informato della sfida in corso. Probabilmente sì, e altrettanto probabilmente re Cold si era fatto una bella risata e aveva detto un “vediamo chi la spunta” preoccupandosi solo che uno dei due la sposasse, senza curarsi di chi, per poi tornare a occuparsi dei suoi affari.

Magari se regina Ice non fosse stata in coma le cose sarebbero state diverse. Magari sua madre avrebbe parteggiato per lui, che avendo visto per primo Zoisite aveva più diritti di suo fratello.

O magari se si fosse svegliata ora l’avrebbe odiato davvero come aveva detto la shadowjin, e avrebbe tifato per Cooler.

Freezer aveva sempre detto di non cercare compagnia, di stare bene da solo, ma guarda caso gli era bastato dormire con lei una volta per ritrovarsi a cercarla nel letto tutte le notti da quel momento in poi, nonostante le malignità dette dalla ragazza in quell’occasione. Era stato con le icejin che gli aveva presentato suo padre, ma non aveva mai dormito con nessuna: aveva mangiato insieme a loro, era andato a letto con loro e poi le aveva scacciate mettendo in chiaro che non voleva seccature, e che era stata una botta e via. Forse non era stato molto gentile, ma era fatto così, e fino a quel momento Cooler si era sempre comportato allo stesso modo, essendo solo più garbato nel dire loro che non le avrebbe prese in moglie.

Cooler non aveva mai avuto con nessuna donna una tale intesa, Freezer non l’aveva mai visto ridere come quando era con Zoisite, e lui, dal canto suo, non si era mai sentito in quel modo pensando a…nessuno.

Passò davanti alla stanza di Cooler e gli parve di sentire…risate?

« te l’avevo detto che Lord Cooler non perde mai! »

Risate femminili.

Zoisite.

« seh, seh! Aspetta tu!...e intanto beccati questo! »

E anche Cooler rideva. « ah, ma allora è vero che te le cerchi, ragazza mia…»

Zoisite…in camera con Cooler? Da soli?!

A fare chissà cosa?

Eh no! Non poteva assolutamente permetterlo, pensò Freezer, sentendo montare una gran rabbia dentro di sé mentre decideva di entrare all’improvviso e guastare loro i giochi.

O così pensava.

 

 

 

 

 

Cooler e Zoisite avevano ripreso a baciarsi con un certo gusto, quando sentirono la porta aprirsi di botto e uno “splash” seguito da un’esclamazione di sorpresa.

Zoisite fu la prima a voltare lo sguardo verso tutto quel rumore. « oddio, mi ero dimenticata della colla ».

« anch’ io » commentò Cooler, con immensa tranquillità.

Freezer stava lì in una posa a dir poco comica, una statua di icejin con della colla gocciolante da ogni dove, senza riuscire a dire una parola.

Cooler e Zoisite si guardarono.

« ciao Penny » dissero in coro, per poi scoppiare a ridere.

Non si misero nemmeno a tirargli le piume, nonostante la stanza ne fosse piena.

A quel punto Freezer, con un ringhio rabbioso, si lanciò su suo fratello con l’intento di farlo fuori una volta per tutte. Non solo per le piume, ma perché l’aveva visto su di lei, l’aveva visto nel letto con lei!

Cooler mise rapidamente al riparo Zoisite per poi cominciare una lotta corpo a corpo con il fratello minore, che sembrava proprio un invasato. « piaciuta la colla? »

« TU, maledettissimo bastardo! io ti detesto, ti detesto, ti DETESTO! » sbraitava Freezer.

Vederlo così tanto arrabbiato fece ridere Zoisite, perché adesso oltre che di colla era pieno di piume. « mi correggo: un incrocio tra una lucertola, una palla da tennis mezza dipinta di viola, e una gallina dalla quale hai preso il cervello » disse rapidamente la shadowjin.

Cooler a quelle parole spinse via Freezer per attaccare a ridere come un matto. « Zoisite, fagli una foto! »

« Lo farei volentieri, se ne avessi modo! »

Freezer contrasse tanto i pugni da conficcarsi di nuovo le unghie nel palmo della mano e farlo sanguinare.

La guardava come a dire “come puoi? Come hai potuto farlo?”, al di là dell’ira.

Zoisite stavolta non riuscì a sostenere lo sguardo, e volse la testa altrove.

Freezer se ne andò rapidamente, con Cooler che ancora rideva. « hai visto che faccia? »

« eh sì…l’ho vista » mormorò la shadowjin.

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Capitolo 10
*** L'ombra delle scintille ***


= L’ombra delle scintille =

 

 

 

 

 

 

Piume.

Il letto.

Il dolore.

Un lampo bianco. Nulla più.

 

 

Voci confuse.

«…non sappiamo dire se…»

« una tale ricaduta…»

« è grave, potrebbe non…»

« è successo all’improvviso, prima stava bene! »

« salvatela e basta. Altrimenti le conseguenze le conoscete! »

Oblio, di nuovo.

 

 

« ancora niente? »

« si è stabilizzata ».

« questo è un bene…»

« non mi basta! Esigo che riprenda conoscenza entro due giorni, sono stato chiaro?! »

« faremo il possibile ma non possiamo garantire che-argh! »

« non voglio incompetenti al mio servizio ».

« non la salverai uccidendo i dottori, cretino ».

“ ma litigano ancora…”

Meglio dormire, va’.

 

 

Si sentiva tanto, tanto stanca. Voleva solo dormire…quel buio ovattato era così bello…

Pressioni al petto. Volevano riportarla fuori dal buio. Ma perché non la lasciavano in pace?!

La pressione era diventata dolore. Lei combatteva, voleva tornare nel buio, non voleva tornare fuori.

Ma il dolore alla fine aveva vinto. Niente buio, non stavolta.

Peccato. Il buio era l’habitat naturale di un’ombra.

Era tutto un’ombra.

 

 

« come va? »

« passa dalla coscienza all’incoscienza di continuo, dopo l’ultima crisi ».

« avevate detto che si era stabilizzata! »

« non era possibile prevederlo. Ma adesso non dovrebbe averne più. Auspichiamo che tra un paio di giorni potremo tirarla fuori dalla vasca senza complicazioni ».

« bene. Ottimo ».

« sarà meglio per voi che non vi sbagliate ancora ».

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Aprì lentamente gli occhi. Che alla fine il buio l’avesse presa? …

No. se stava aprendo gli occhi non stava dormendo, quindi il buio non l’aveva presa, e non provava quel senso di totale pace, purtroppo.

Prese aria. Nell’alzarsi per respirare il petto le fece male, era ancora indolenzito per…per cosa?

Zoisite non ricordava cosa fosse successo. L’ultimo ricordo che aveva…era in camera con Cooler. Stavano gettando via un po’di piume. Poi nient’altro, buio totale, peggio di quella volta che lei e Hayun avevano preso quelle erbe strane.

Dove si trovava? Quella non era la stanza di Cooler, sembrava più quella dalla quale era fuggita qualche ora prima. Ma perché l’avevano riportata lì?

Fuori dalla finestra era buio. Anche dentro la stanza era buio, e lei era sola.

Si toccò l’indice della mano destra nel tentativo di rigirare l’anello, per poi ricordarsi che quello non ce l’aveva più, e che aveva avuto in cambio una bella collana che le impediva di dissolversi in quello che era il suo elemento naturale.

“grazie mille Freezer, proprio” pensò. Si strinse nelle coperte, constatando di non avere niente addosso. Qualcuno doveva dirle che diavolo era successo, doveva alzarsi, doveva uscire da lì, doveva chiedere spiegazioni, assolutamente!

Sentì il bisogno di bere, per fortuna c’era un bicchiere d’acqua sul comodino. Mamma mia, ma di cosa era fatto? Era pesante…poi pensò che c’erano delle alternative: o era pesante il bicchiere, o lei era debole come non mai. Entrambe erano valide, dato che lei non ricordava un accidenti.

Voleva vedere qualcuno. Chiunque. Doveva sapere cos’era accaduto, altrimenti sarebbe impazzita. Perché era lì? Perché era così debole?

Perché il calendario sul comodino era sette giorni avanti?!

La porta si aprì con un sibilo. Nonostante il buio, quel bianco accecante si vedeva a meraviglia. « ah. Ti sei svegliata ».

Zoisite strinse ancora di più le coperte attorno a sé e si guardò intorno. C’era una telecamera o cosa? E se c’era perché si era dimostrato sorpreso che fosse sveglia? La shadowjin fece un sospiro nervoso, e sempre stringendosi addosso le coperte tentò di alzarsi dal letto.

« ah-ah. Non provarci nemmeno » le intimò seccamente Freezer « altrimenti finirai per avere un’altra ricaduta ».

« che vuol dire “un’altra”? » disse flebilmente la ragazza.

« secondo te cosa vuol dire? » sembrava irritato per qualcosa. Non che al momento le importasse « ne hai avuta una sette giorni fa. Sei finita in coma, poi ti sei ripresa, poi hai avuto una grossa crisi cardiaca da cui ti hanno salvata per miracolo. Mi hai fatto pensare che saresti morta, i dottori cercavano di farti ripartire il cuore, ed era come se tu ti opponessi ».

Ecco spiegato cos’era quel buio così pieno di pace.

“la morte ha braccia calde e soffici” pensò Zoisite, senza nemmeno sapere bene perché. « immagino che per te avrebbe costituito un problema. Poi chi lo sentiva papà? » Zoisite tossì. Bevve dell’altra acqua.

« con questa mi devi la vita due volte. Possibile che tu riesca a essere sfrontata anche in queste condizioni? »

Zoisite alzò gli occhi al cielo senza degnarlo di una risposta. « Cooler dov’è? »

Il tiranno si incupì. Lui era lì, e lei gli chiedeva di Cooler, ma andassero al diavolo entrambi allora. « dorme. Sono le tre di notte » la informò con voce atona.

« e tu perché non dormi? »

Freezer parve esitare nel risponderle. « fino a pochi minuti fa dormivo anch’io ».

« e allora come mai sei qui? »

Lui si mise seduto sul letto, senza curarsi di sapere se la cosa le facesse o meno piacere. « mi sono svegliato di colpo » la guardò « mi era sembrato che mi chiamassi ».

Era stato stranissimo. Lui stava dormendo, ed all’improvviso aveva aperto gli occhi col solo pensiero di andare da lei in testa. Non aveva resistito a quel richiamo che lo aveva portato da lei, per quanto l’avesse trovata una cosa assurda, insensata, totalmente stupida dato che i medici avevano detto che al più presto si sarebbe risvegliata il giorno dopo.

Ma lui era andato lì lo stesso, e lei era sveglia, ed era tutto così assurdo.

« perché avrei dovuto chiamare proprio te?» bofonchiò Zoisite « c’è gente infinitamente più simpatica ».

« era un modo di dire » sbottò, innervosito da quella faccenda che non sapeva spiegarsi.

« di’pure un modo di giustificare una psicosi non troppo latente » tossì ancora, più volte. Il corpo era scosso da brividi, e sentiva di nuovo freddo.

Sobbalzò quando lui gli tolse di dosso la coperta e le toccò la biogemma sull’addome. « è calda. Devi avere la febbre » sentenziò. C’era una cassettiera nella stanza, e da essa tirò fuori qualche coperta in più.

« ti pareva il caso di scoprirmi visto che non ho niente addosso?! » protestò Zoisite.

Lui le lanciò con garbo le coperte. « ho già visto tutto, ricordi?...con queste dovresti sentire meno freddo ».

Zoisite stese ordinatamente le coperte una sopra all’altra, avvolgendovisi strettamente. Sì, andava meglio. Curioso che fosse così gentile, ma d’altra parte gli era conveniente tenerla in vita…perché in futuro potesse farla fuori con le sue stesse mani. Prospettiva non esattamente allettante per la shadowjin, che comunque anche in quel caso non poté fare a meno di essere schietta come al solito. « sono indecisa se mandarti a fare in culo o ringraziarti ».

E lo era davvero.

« non è che mi importi granché della tua opinione ».

« ok, grazie per avermi aiutato a decidere di mandarti a fanculo. Vaffanculo ».

Si appiattì contro il cuscino quando lui le lanciò un’occhiata gelida delle sue. « sono stato troppo misericordioso nel decidere di non tagliarti le corde vocali ».

Zoisite rabbrividì pensando che avrebbe potuto farlo davvero.

Avvedendosi della sua inquietudine Freezer fece un sorrisetto. « lo sai, quando hai paura sei più carina, perché chiudi la bocca ».

« tu invece becco aperto o chiuso sei una brutta gallina uguale » borbottò.

Tra i due calò il silenzio. Freezer pensò che fosse meglio andarsene prima di farle saltare la testa. Ingrata, inutile ingrata! Cosa doveva fare ancora perché lei non lo insultasse?! Meglio lasciar perdere, meglio evitare di starla a sentire. Perché era andato lì? Vabbè, qualunque cosa fosse non gli importava, tanto se ne stava andando, e…

« aspetta ».

Si fermò, ma non si voltò a guardarla. Non parlò nemmeno.

Zoisite fece un gran sospiro. Ricordava ancora come l’aveva guardata quando lei e suo fratello avevano riso di lui, pieno di colla e di piume. Che fossero successe cose analoghe davanti alla Squadra Ginew, Zarbon e Dodoria per umiliante che fosse era un conto, che fosse successo davanti a Cooler un altro, e lei ci aveva messo il carico da undici. Lui era un bastardo, ma lei aveva sbagliato ugualmente, e solo perché Freezer si comportava in un certo modo non significava che lei dovesse abbassarsi al suo livello.

Di certo quello non sarebbe stato l’ultimo scherzetto che gli avrebbero fatto, ma a questo lei al momento non pensava. Al momento le dispiaceva, quindi si sarebbe scusata. Quel che sarebbe successo in seguito…dettagli, dettagli. Se mai avrebbe chiesto scusa di nuovo. Forse. «  ho esagerato. Mi hai salvato la vita di nuovo » riconobbe « anche se per puro e semplice interesse. E…» questo le era più difficile da dire, ma sentiva di doverlo fare « anche quel che è successo una settimana fa. Ho esagerato anche lì. Te le stavi vedendo con Cooler e non avrei dovuto immischiarmi. Mi dispiace ».

Freezer si voltò lentamente verso la ragazza. « cos’è, un improvviso attacco di buonismo? O hai riportato dei danni cerebrali? »

Zoisite cercò di lanciargli il bicchiere, perché doveva essere così idiota?! Il tiranno lo prese al volo con la coda. Il lancio sarebbe stato comunque troppo corto.

« no, è che io se mi accorgo di aver esagerato cerco di scusarmi un minimo, al contrario di un certo Penny che conosco ».

Forse avrebbe dovuto lasciarlo andare via. Si era seduto di nuovo sul letto, e la sua vicinanza non era come quella con Cooler. Lì di scintille non ce n’erano, pure se si sentiva a suo agio; qui ce n’erano anche troppe, e non avrebbero dovuto esserci. Doveva ricordarsi chi era. Doveva ricordarsi cosa le aveva fatto. Si toccò il collare.

« che ti ho detto riguardo a Penny?! »

Zoisite fece il gesto “entra da un orecchio ed esce dall’altro”.

« è comprensibile, dato che la tua testa è completamente vuota » commentò Freezer.

« no, quella è un’esclusiva che lascio a te e alla Squadra Ginew » replicò Zoisite « non oso immaginare che odore abbia un Guldo arrosto…»

« penso che se lo facessi avresti un’altra ricaduta. Che schifo » commentò lui.

« magari con qualche spezia migliora. Arrosto di Guldo al miele, chili e zafferano con amaretti ».

Le parve di vedergli in viso una specie di sorriso. Non uno dei suoi sarcastici, un sorriso vero e proprio.

« se ci tieni tanto a provarlo, te lo faccio preparare per domani ».

Zoisite non capiva se stesse scherzando oppure no. Con quello lì non si sapeva mai. « no, per carità del cielo » meglio puntualizzare, ad ogni modo. Bevve dell’altra acqua, ma il bicchiere le cadde dalle mani « maledizione » borbottò, per poi chinarsi a raccoglierlo.

Fu allora, quando le coperte scivolarono mostrando la sua schiena che Freezer notò qualcosa a cui non aveva mai fatto caso - una faccenda che aveva dell’incredibile avendola vista più volte senza assolutamente niente addosso, e considerando che le sue armature comunque erano abbastanza ridotte. « Zoisite…» con l’indice della mano destra le sfiorò la schiena.

Lei odiò sentirsi rabbrividire. « che c’è? » gli domandò in tono seccato.

Non riusciva proprio ad arrivarci, a quel bicchiere, e alla fine fu Freezer a raccoglierlo. « hai delle…cose sulla schiena ».

Il tiranno non apprezzò che Zoisite lo guardasse con un’aria che sembrava dirgli “ma quanto sei cretino”.

« le cose sulla schiena sono tatuaggi» disse la ragazza «vuoi dire che non ci avevi fatto caso?...ah già, certo, hai guardato ben altro che la schiena ».

Era andata proprio come diceva lei, effettivamente. Freezer rimise il bicchiere sul comodino. « fammi vedere » le intimò.

Zoisite non accennò a voltarsi. « ti sei dimenticato di aggiungere “per favore” ».

Freezer fece una risata sarcastica. « non ne ho bisogno. Ti ordino di voltarti ».

« altrimenti? » ebbe il fegato di chiedergli la shadowjin.

A quel punto Freezer, che non aveva voglia di mettersi a discutere, la prese di peso e la girò di spalle, facendo scivolare giù le coperte. Non era la prima volta che Zoisite se lo trovava alle spalle, e già prima sentiva quella specie di “vibrazione” attraversarla. Dopo quel bacio però la cosa era diventata ancora più intensa, tanto che trattenne il fiato quando il tiranno toccò un punto più o meno al centro della sua schiena.

« sono stelle. Cosa rappresentano? ».

La shadowjin aveva la schiena ricoperta di stelline rosse messe in diverse posizioni, che si sparpagliavano fin sulla nuca, sulle spalle, sui fianchi. Al centro, proprio dove Freezer la stava toccando, c’era una stella più grande delle altre.

« una per ogni pianeta in cui sono successe cose che per me vale la pena ricordare. La stella che stai toccando rappresenta il primo pianeta che ricordo. Quelle sopra di essa rappresentano alcuni pianeti della sezione nord della galassia. Ho cercato di rispettare le loro posizioni. Lo stesso discorso vale per quelle della sezione sud, est, ovest eccetera ».

Freezer le sollevò i capelli per vedere le stelle che aveva sulla nuca. « te ne sono successe di cose, allora ».

« ho avuto una vita avventurosa » ribatté lei, e rabbrividì ancora. Gliel’aveva sussurrato dannatamente vicino all’orecchio. Una delle sue mani le stava scendendo lungo la schiena.

« questa stella a che pianeta corrisponde? »

« Atlanta. Ho rubato i gioielli della corona, mi hanno mantenuta per parecchio » disse, cercando di non farfugliare.

« e questa? »

Era una delle stelle sui fianchi, a sud-est. E rappresentava qualcosa di molto particolare.

« Vraas, dove è morto Hayun. L’altro Shadow » aggiunse « ucciso dalle forze di polizia perché beccato a rubare ».

« tu sei sopravvissuta. Evidentemente sei stata più furba di lui ».

Già, ci aveva azzeccato. Hayun invece che fuggire aveva provato a combattere, e ci aveva lasciato la pelle. « evidentemente ».

All’improvviso la shadowjin si trovò stretta dalla morsa che avrebbe potuto avere un pitone, il viso voltato leggermente verso destra, intrappolata in un altro bacio che era il gemello di quello dell’altra volta, riguardo alle sensazioni. Con una differenza: la mano del tiranno, quella che prima era su uno dei suoi fianchi, era scesa altrove, sul davanti, e quel che stava facendo… altro che scintille! Sembrava un’esplosione di sette pianeti in contemporanea.

E le piaceva.

La shadowjin non riusciva a ragionare, per quel che ricordava era la prima volta che avvertiva sensazioni simili, e sapeva solo che avrebbe voluto di più, molto di più.

Quanto a Freezer, pur non essendo certo la prima volta che faceva qualcosa di simile a una ragazza, trovava le reazioni di Zoisite più appaganti di quelle di qualunque altra. Gli piaceva quasi più sentire lei gemere in quel modo che l’idea di provare piacere lui stesso. Forse perché dopo tutti quegli insulti percepire tanta approvazione era un toccasana per il suo gigantesco ego.

Avrebbe vinto lui. Da quel che sentiva, doveva vincere per forza.

« io te l’ho detto che sei mia. Fattene una ragione, e dillo anche a quello stupido. Smetti di resistere, tanto è inutile…» le disse, per poi tornare a baciarla.

Dirle quelle cose fu un errore, perché riuscirono a passare attraverso fuochi d’artificio ed esplosioni varie per andare a conficcarsi nel cervello della shadowjin, che in un baleno recuperò la padronanza di sé, e con essa la sua proverbiale testardaggine.« n-non sono di nessuno, tantomeno del bastardo che ha abusato di me quando ero svenuta e che approfitta di ogni mio momento di stanchezza per saltarmi addosso, conscio che se non fossi così debole non avrebbe alcuna chance! » sibilò.

Altra, ennesima bugia. Debole o meno, avrebbe provato le stesse cose. Avrebbero provato le stesse cose, e se ne stavano rendendo conto tutti e due.

« è una bugia. Lo sai ».

« c-che lo sia oppure no non cambia quello che sei, e quel che mi hai fatto! »

Per qualche istante si fermò tutto.

« e se non ti avessi fatto nulla mentre eri svenuta, se avessi fatto come quando ti ho trovata a dormire sul mio letto…cambierebbe qualcosa? »

Quella era nuova. Le stava dicendo che non l’aveva toccata? Dopo averla lasciata nel dubbio, dopo averglielo fatto credere…ma poteva anche star mentendo. « invece che uno stronzo stupratore saresti solo uno stronzo- ahi! » protestò quando le morse il collo per ripicca.

« sei la solita insolente ».

« lasciami » disse seccamente Zoisite, cercando di non pensare a quel che stava nuovamente succedendo là sotto.

A quel punto tutto finì. Le regole della sfida d’altra parte dicevano chiaramente “niente abusi”; prima si era lasciata andare, le era piaciuto, e si era goduta quanto lui quel che era successo, ma se adesso voleva proprio che smettesse era costretto a farlo.

« peccato. Non venirmi a dire che non ti piaceva, stavolta…ho le prove tangibili del contrario ».

Purtroppo aveva ragione.

« non lo negherò. Ma non cambia niente lo stesso, sia chiaro, somigli sempre a Moira Orfei e…oh cielo » sgranò gli occhi e si portò la mano al viso. Freezer la guardò perplesso.

« che c’è? »

« somigli a Moira Orfei, hai un aspetto molto femmineo, starò mica diventando lesbica? »

“ bastarda ” pensò Freezer. « io - sono - un -uomo! »

« no no, tu sei un genere a parte. Uomo, donna, trans, Freezer » sogghignò « questa farà ridere Cooler per una giornata intera ».

« non penso che riderà molto quando saprà che sta per perdere ».

« quale parte di “non significa niente” non hai cap-mmmh!!! » ecco, lo aveva rifatto, le aveva di nuovo chiuso la bocca.

Si staccò poco dopo con un sorrisetto dei suoi. « questa. Ci rivediamo, piccola shadowjin ».

Detto questo uscì dalla stanza, pienamente soddisfatto.

Zoisite si strinse di nuovo nelle coperte. Doveva ammetterlo, era stato…beh…wow. Ma come aveva detto, non cambiava nulla se non che adesso avrebbe avuto ancora più bisogno di Cooler per toglierselo dalla testa.

Aveva detto di non averla violentata…meglio, molto meglio così, ma non poteva permettersi di perdere la testa per un tiranno che la teneva prigioniera, il concetto restava sempre lo stesso.

Adesso serviva qualcosa di grosso. Qualcosa che lo spazzasse via dalla sua mente.

Doveva andare a letto con Cooler, non c’erano santi.

Freezer di certo gli avrebbe detto quel che era successo, e lei avrebbe detto a Cooler che intendeva  togliersi suo fratello dalla testa ad ogni costo. Una volta andata a letto con lui, tutto quel che poteva succedere con Freezer non sarebbe stato nulla di nuovo, sarebbe stato poca cosa, e avrebbe potuto concentrarsi su come fuggire o fare la scelta più sensata che risiedeva nello sposare il primogenito del clan Cold, in un confronto tra i due.

Doveva ricordarsi del destino che Freezer le aveva promesso…schiavitù e morte, aveva detto.

Doveva.

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Capitolo 11
*** L'ombra di...re Cold ***


= L’ombra di re Cold=

 

 

 

 

 

 

« come?!... »

La faccia di Freezer nel sapere da Zarbon che suo padre era arrivato a palazzo era una di quelle che meritavano una fotografia, per quanto risultava incredibilmente e ridicolmente attonita; non che Cooler fosse meno sorpreso, perché una visita di re Cold non se l’aspettava nessuno. Chissà cos’era venuto a fare lì! Meglio incontrarsi subito, così l’avrebbero scoperto; infatti aveva ordinato espressamente a Zarbon di dire ad entrambi i suoi figli di correre immediatamente da lui.

« magari hai qualche problema di cui non sei a conoscenza in qualche angolo del tuo impero » disse Cooler al fratello mentre percorrevano i corridoi.

« o magari ce l’hai tu. O forse è venuto a dirti di toglierti dai piedi ».

Cooler alzò gli occhi al cielo. « non mi sorprende che ti sia lagnato con nostro padre… “papy Cooler è cattivo e mi vuole rubare la ragazza, uèh-uèh ” ».

Freezer si irritò immediatamente. « a nostro padre non ho detto nulla a riguardo! Non mi pare di aver bisogno del suo aiuto » fece un sorrisetto altezzoso « specialmente dopo quel che è successo. Lei mi appartiene. Quella è stata la conferma. Fai meglio a ritirarti, farai una figura migliore ».

« non è ancora detta l’ultima parola. È andata com’è andata solo perché Zoisite era debole, troppo per respingere il tuo assalto alla sua vag-»

« abbi almeno il buongusto di rosicare in silenzio, caro fratello » lo interruppe Freezer « ha ammesso che le è piaciuto, quindi lascia perdere ».

« poi però non hai concluso niente, quindi non le è piaciuto abbastanza » replicò tranquillamente Cooler « quanto scommettiamo che con me invece vorrà arrivare fino in fondo? »

Lo diceva a ragion veduta, considerati i fatti precedenti. Con Freezer aveva parlato, con lui aveva stabilito un’intesa; Freezer l’aveva baciata, e lei era venuta a cercarlo in camera, e probabilmente se suo fratello non fosse entrato nella loro stanza sarebbero andati oltre…visto ciò, se con Freezer aveva fatto quel che aveva fatto, come minimo sarebbero finiti a letto la prima volta che si fossero rivisti e lei non fosse stata troppo debole per reggere la sua prima volta.

« non azzardarti a toccarla » sibilò Freezer.

Cooler rise. « non ci sono regole, ricordi? »

Dovettero smettere di litigare nel momento in cui arrivarono finalmente da re Cold, che entrambi salutarono con un piccolo inchino rispettoso.

« padre » dissero in coro.

« avete fatto in fretta. Ottimo ».

Freezer gli lanciò un’occhiata perplessa. « c’è qualche problema? Ho catturato la shadowjin, e- »

« questo lo sapevo già. Cooler mi ha informato che tra voi due c’è in corso una sorta di sfida, al termine della quale il vincitore sposerà la ragazza…»

« sarà lei a scegliere. Mi sembra giusto, e per come la penso l’ultima shadowjin dovrebbe stare con il più forte dei due, ovvero io » disse Cooler.

« io però l’ho vista per primo, è una mia proprietà, e tu non c’entri niente! »

« già, peccato che-»

« basta » disse seccamente re Cold, e i due icejin si zittirono subito.

« insomma…come mai sei qui? » disse Cooler dopo un po’.

« ho ordinato a Freezer di sposarla…»

« ah! » esclamò trionfalmente l’icejin bianco « visto? »

« ma confermo che in realtà non m’ importa chi di voi due lo farà. Basta che uno di voi si unisca in matrimonio con lei ».

« ah » disse Cooler in tono sarcastico, rivolto a Freezer « questo però me l’avevi già detto, padre…»

Re Cold diede loro le spalle, per incamminarsi verso la finestra che dava un’ampia veduta di Pianeta Freezer n.1. « voglio essere franco: questa sfida mi ha sorpreso. Siete sempre stati in competizione, ma mai per una donna. Pur essendo vero che io ho dato precisi ordini a riguardo di questo matrimonio, sono stupito del fatto che invece di cercare di rifilarvela vicendevolmente vi siate sfidati per averla. Proprio voi due, gli scapoli per eccellenza ».

Re Cold non aveva tutti i torti. Fino a quel momento i suoi figli gli erano sempre sembrati allergici ai legami, Freezer in particolare, al quale sembrava venire l’orticaria ogni volta che gli si presentava una candidata a sposa. Re Cold era arrivato al punto di temere che il figlio minore nascondesse un’omosessualità latente, viste le sue reazioni, ma essendo il suo prediletto e dandogli grandi soddisfazioni in moltissimi altri campi non aveva mai esternato tale pensiero… e ora era arrivata questa shadowjin, ed entrambi sembravano non vedere l’ora di sposarsi.

« è che ho un conto in sospeso con quella piccola shadowjin insolente » disse seccamente Freezer « per questo intendo averla. Ci uniremo in matrimonio, ti darò il nipote che vuoi, e poi la ucciderò nel peggiore dei modi…che hai da ridere?! » sbottò, sentendo suo fratello fare una breve risata.

« a dire il vero, padre, Freezer è completamente perso per Zoisite. Lei però non ne vuole sapere, possedendo un minimo di buonsenso » disse Cooler con un sorrisetto.

« non è vero!!! » ribatté con forza l’icejin bianco - più che bianco al momento era rosa Schiaparelli - fulminando con lo sguardo il fratello « non dire putt-»

« Freezer! Linguaggio! »

« Cooler mi prende in giro! Dice cose che non stanno né in cielo né in terra! » ribatté in tono lagnoso. A volte Freezer era proprio un bambino. Colpa di suo padre che, pur pretendendo moltissimo da lui, l’aveva anche straviziato.

« se è una cosa che “non sta né in cielo né in terra”, per quale motivo sei arrossito? » continuò Cooler, impietoso.

Il rosa Schiaparelli divenne rosso cardinale.

« Cooler! Smettila anche tu! » gli intimò re Cold, pur dandogli intimamente ragione dopo aver visto di che colore era diventato il volto del suo secondogenito « ve la farò breve: sono curioso di conoscere la ragazza per cui i miei due figli notoriamente allergici ai legami si stanno battendo ».

I due icejin lo guardarono sorpresi. Strano che se ne fosse interessato ma, d’altra parte, se anche con Freezer il destino di Zoisite fosse stato quello che diceva lui, con Cooler non sarebbe stato lo stesso: avrebbe dovuto vederla a ogni riunione di famiglia, e a quel punto era meglio valutare quella ragazza personalmente, aveva pensato re Cold.

« tanto vincerò io. Non la vedrai praticamente mai » disse Freezer.

« sbagli, io e lei abbiamo un’ottima intesa, quindi nostro padre dovrà vederla diverse volte » ribatté Cooler « forse non lo sai, ma non si convince una ragazza a sposarti minacciandola di morte ».

« eppure io le piaccio più di te! »

« e chi diamine te lo dice?! »

Re Cold alzò gli occhi al cielo. « dov’è la ragazza? »

« in una stanza vicino all’infermeria, l’ala non distrutta, e te lo dico io! »

Freezer continuava a litigare con suo fratello senza considerare molto suo padre, e Cooler faceva lo stesso, quindi non si accorsero nemmeno di quando re Cold se ne andò via, diretto nelle stanze vicino all’ infermeria.

A una prima valutazione sembrava che Freezer fosse il più coinvolto dei due, forse davvero perché voleva vendetta -non l’avrebbe stupito sapendolo di una crudeltà meravigliosamente ineguagliabile- ma poteva anche avere ragione Cooler nel dire che c’era sotto dell’altro.

Anche quest’ultimo gli era parso interessato, e forse aveva davvero una buona intesa con quella shadowjin, ma re Cold era convintissimo che Cooler lo facesse più che altro per rubarla a suo fratello, cosa in cui magari avrebbe anche potuto riuscire. Doveva riconoscerlo: se era la ragazza che doveva scegliere uno dei due, minacciarla di morte non era la strategia migliore.

Era lì che si sentiva la mancanza della madre nella crescita di Freezer. Se regina Ice non fosse stata in coma, forse avrebbe saputo trattare meglio le donne. Lo dimostrava la differenza di atteggiamento tra lui e Cooler, che aveva tratto beneficio dalla presenza materna.

La sua regina Ice…gli mancava molto. Era triste andare a dormire senza lei vicino. Capitava che di notte si svegliasse, e gli sembrasse di sentire il posto vicino al suo più caldo, di pensare irrazionalmente che lei fosse stata lì a dormire al suo fianco fino a poco prima. Poi si rendeva conto che il calore era limitato solo al punto dove le sue braccia si erano inconsciamente distese ad abbracciare il nulla.

Arrivò in infermeria, chiedendo a uno dei dottori - che si era prostrato a terra appena l’aveva visto - di indicargli la stanza della shadowjin.

« la terza a sinistra, lungo quel corridoio, ma faccia attenzione maestà: quell’ombra è pericolosa. Ha fatto esplodere l’altra ala, e vede da lei in che condizioni è la Squadra Ginew » disse rapidamente il medico, indicandogli le vasche di rianimazione.

Re Cold le guardò senza particolare interesse. « ti sembra che io debba temere qualcosa da quella ragazza? »

« no maestà naturalmente no, ma io volevo solo…mi perdoni ».

L’icejin se ne andò dopo avergli rivolto uno sguardo freddo e altezzoso, ed arrivò fino alla stanza che gli era stata indicata. Appena prima di entrare sentì un tonfo, seguito da un sibilo che probabilmente era un’imprecazione in una lingua che lui non conosceva.

Quando entrò trovò la shadowjin ai piedi del letto, che tentava di mettersi in piedi senza riuscirci. Cooler gli aveva detto qualcosa sull’essersi infettata con delle malattie letali poco tempo prima, quindi immaginò che avesse tentato di alzarsi ma, essendo troppo debole, non doveva avercela fatta.

Sentendo la porta aprirsi Zoisite si voltò di scatto, e impietrì. Non era Freezer, non era Cooler, ma somigliava al secondogenito ed era più vecchio. Quindi poteva essere solo re Cold, che essendo a capo del clan che aveva vinto la guerra teoricamente era il “re” dell’intera razza degli icejin.

« forse non lo sai, ma esistono delle cose denominate “armature” che servono a essere messe addosso » disse freddamente l’icejin.

Zoisite tra la caduta e le mille cose per la testa non era proprio in vena di sopportare le battutine di chiunque, nemmeno del capo della World Trade Organization, per cui, mandando al diavolo i rischi come al solito, gli rivolse la stessa occhiata che di solito rivolgeva a Freezer. « forse non lo sa, ma quel genio di Freezer l’ha messa vattelapesca dove, la mia armatura » replicò, a tono « e questa bella collana mi impedisce di prenderne una di ricambio dalle ombre » disse seccamente indicando il collare « quindi mi perdoni se sono impresentabile, e quando vede Freezer gli dia un calcio nel sedere da parte mia ».

Re Cold allibì. Nessuno gli si rivolgeva con quel tono da tanto tempo; la ragazza aveva un bel caratterino, del tipo che fa imbestialire le persone a cui di solito tutti quanti si rivolgono con un misto di timore e deferenza.

Fino a quel momento l’unica ad avere avuto il fegato di parlargli in quel modo era stata regina Ice, che aveva sempre avuto un carattere forte e non le era mai importato se lui era o meno più potente di lei. Regina Ice era una di quelle donne che non si piegavano davanti a niente, e il loro matrimonio stesso lo dimostrava, visto che il clan Cold ed il clan Ice erano state le due famiglie avversarie nella prima grande guerra degli icejin, che non aveva distrutto il pianeta ma poco c’era mancato. Poi c’era stata la seconda guerra e, a quel punto, al pianeta avevano detto addio.

Nell’espressione di Zoisite, nell’occhio che non era coperto da quel  terrificante - a suo parere -ciuffo di capelli rosso vibrante, rivide sua moglie. Qualcosa gli diceva che quelle due avevano la stessa testarda ostinazione, la stessa indipendenza e pure la stessa linguaccia tagliente. Se era così, e Cooler aveva ragione, Freezer avrebbe tribolato parecchio con quella ragazza: non gliene avrebbe mai fatta passare una, sarebbe stata guerra tutti i giorni, ci sarebbe stato sempre da discutere ogni cosa… ma in compenso, se fosse riuscito a farla innamorare davvero, non l’avrebbe mai abbandonato, e nei momenti cruciali l’avrebbe sempre supportato. Magari un giorno sarebbe anche riuscita a fuggire, ma sarebbe tornata…

Regina Ice era stata presa prigioniera da lui, quando erano giovani. Inizialmente si erano odiati, poi avevano iniziato a capire che invece c’era tutt’altro che odio, tra di loro. Lei questo non l’aveva accettato, e quando era riuscita a fuggire si era offerta in sposa a Lord Pole del clan Artica, col benestare della propria famiglia, per poi mandare all’aria il matrimonio e tornare da lui. Era stato inevitabile.

Re Cold non rispose alla provocazione di Zoisite, limitandosi a guardarla ancora bene. Nemmeno sulla sua genìa c’erano dubbi. « hai la bellezza di tua madre, e l’impressione che dai è la stessa che dava tuo padre ».

Quell’affermazione di re Cold prese in contropiede la shadowjin. Li conosceva, dunque? Tutti e due?

« Morgan Shadowhidden e Axenite si erano schierati con il mio clan. Erano stati intelligenti, ma non abbastanza da dirmi dove lui aveva nascosto il tesoro degli icejin, né abbastanza da lasciarmi la loro figlia ».

« li hai ammazzati ».

Sottinteso: “stronzo figlio di puttana”. A re Cold non sfuggì neanche il passaggio dal “lei” al “tu”. Meglio tranquillizzarla. « no. Sono morti in missione come gli altri ma, se mi avessero detto quel che volevo sapere, la tua vita sarebbe stata diversa ».

« la mia vita andava bene com’era, fino a qualche tempo fa » disse seccamente la ragazza tirandosi su e mettendosi seduta sul letto dopo diversi sforzi.

« avresti vissuto nel lusso, saresti cresciuta con il mio clan, e saresti già stata sposa di uno dei miei due figli ».

« appunto, la mia vita è andata bene com’è andata ».

« sarebbe stato un grande onore » disse freddamente l’icejin.

« dipende da quale dei due avrei dovuto sposare, quello normale o quello psicotico? » ribatté Zoisite « non so come la pensa lei » ecco, erano tornati al lei « ma l’idea di sposare un tizio che mi minaccia di morte non mi attira per niente ».

« mia cara, tu gli hai versato addosso della pece ».

« ad avere saputo come sarebbe andata a finire, altro che pece! L’acido muriatico, gli avrei tirato! »

Re Cold pensò che non si era sbagliato. La linguaccia era quella di regina Ice, tale e quale, e il modo in cui si comportava Zoisite a riguardo di Freezer era lo stesso in cui sua moglie si era comportata con lui. “Mi sa che Freezer vincerà!” si disse. « che i miei figli si sfidino per una donna è un evento più unico che raro. Cooler dichiara di avere una bella intesa con te, Freezer di piacerti di più…»

« Cooler è a posto, o almeno lo sembra. Quell’altro gliel’ho detto cosa penso. Ma tanto sanno entrambi che un matrimonio adesso non sarebbe esattamente nei miei programmi ».

Non le piacque il sorrisetto di re Cold.

« se anche riuscissi a fuggire, se le cose continuano così, finiresti per tornare. Lascialo dire a chi ha esperienza di ragazze come te ».

Quelle parole la colpirono più del dovuto. « e lei che ne sa?! »

« ho qualche anno in più di te ».

« ah, ecco perché sento odore di carne in putrefazione ».

A re Cold non piacque quella battuta, ma Zoisite poteva chiacchierare pure, tanto era impotente. Quella era la sua unica difesa. « non solo prevedo che ti sposerai, ma anche con chi ».

« Freezer? Tsk, aspetti e speri ».

Il sorrisetto si allargò, ed assunse una sfumatura sarcastica. « ti faccio notare che io non ho fatto nomi. A parlare di Freezer sei stata tu ».

Zoisite si zittì per un po’, per poi lanciargli un’occhiata che voleva essere gelida e diffidente. « che vuole da me? »

« valutarti ».

« ringraziando il cielo non essendo andata a scuola non ho mai dovuto sostenere esami, e non intendo cominciare a farlo ora ».

« non essere andata a scuola è stato un danno per la tua istruzione » commentò re Cold.

« so leggere, scrivere, contare, e tra tutti i viaggi che ho fatto, i posti che ho visto e le persone che ho conosciuto, ho imparato più che in qualunque scuola » ribatté, un po’piccata « le vede queste? » si voltò per fargli vedere le stelline rosse « una per ogni pianeta in cui ho vissuto un’esperienza significativa, e non sono nemmeno un quarto di quelli in cui sono stata. Veda lei ».

Re Cold non fece commenti a riguardo, se non pensare che un tatuaggio non era molto appropriato per la futura moglie di uno dei suoi figli. « del tesoro degli Shadow cosa sai? »

« ho saputo che esiste pochi giorni fa. Non so altro. Non so che faccia aveva mio padre, e dovrei sapere dove sta il tesoro? » la shadowjin si voltò di nuovo a guardarlo in faccia. Re Cold era impassibile, o così le sembrava.

« tuo padre…» iniziò lentamente l’icejin « era lo Shadow più Shadow che avessi mai visto. Le uniche note di colore erano gli occhi e l’anello nuziale. Nera la pelle, neri i capelli, neri barba e baffi, nere le biogemme, e anche il carattere era cupo ed oscuro. Non parlava molto. Era risoluto. Ostinato. Testardo. Deciso ».

Zoisite non parlò. Finalmente stava conoscendo di più suo padre.

« tua madre era il contrario. Seguiva Morgan in ogni cosa, si lasciava trascinare da lui senza mai obiettare ed era fin troppo loquace. Come ti dicevo, la bellezza l’hai presa da lei. In verità sei anche più bella di Axenite…e non sei ancora completa giusto? Il tuo processo di crescita non è ancora finito, anche se dovrebbe mancare poco. Sbaglio? ».

Zoisite scosse la testa. « che…che aspetto aveva mia madre? » disse piano.

« alta, magra. Biogemme e capelli verde brillante. La coda era anche troppo corta, a dire il vero, ad averla molto lunga era Morgan ».

« pensa che dandomi informazioni sui miei genitori io diventerò più bendisposta nei confronti del suo figlio prediletto? » disse all’improvviso Zoisite « la ringrazio ma mi dispiace, non attacca ».

« mi avrebbe stupito il contrario. Comunque lascia che ti dica una cosa: dovresti imparare ad essere più umile ».

« chi di noi due ha manie di grandezza, un primogenito con altrettante manie di grandezza, ed un secondogenito che oltre ad avere le manie di grandezza è un nano pazzo scatenato con un ego grosso come questo palazzo? Lei o io? » gli lanciò un’occhiataccia « potrà non piacerle, ma lei che dice a me di essere più umile è come l’ippopotamo che dà del ciccione all’elefante, con rispetto parlando».

Re Cold pensò di avere visto abbastanza. Era tempo di tornare ai suoi affari. « se ti sei rivolta a Freezer come l’hai fatto con me, posso capire perché dichiara di volersi vendicare. Che poi invece secondo me le cose andranno diversamente è un altro discorso » arrivò fino alla porta « lascia che te lo dica, somigli a mia moglie. Anche lei diceva di odiarmi, quando l’ho catturata ».

Altra frase che strinse lo stomaco della shadowjin in una morsa gelida. No. Non sarebbe andata a finire in quel modo. Non ci stava a darla vinta a Freezer. « si sbaglia, e di grosso! »

L’icejin se ne andò, senza darle risposta.

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Capitolo 12
*** L'ombra del toga party ***


= L’ombra del toga party =

 

 

 

 

 

 

Non passò molto tempo dall’allucinante visita di re Cold che Zoisite, con un sospiro di sollievo, vide finalmente Cooler entrare in camera.

« ehi…come st-no, Zoisite, non alzarti » la fermò immediatamente l’icejin vedendola ostinatamente provare a scendere dal letto « non ce la fai. Aspetta, arrivo…» si mise rapidamente sul letto, sdraiandosi accanto a lei « eccomi. Mi spiace di non essere venuto qui prima, ma era arrivato mio padre, poi mi sono messo a discutere con quello scimunito di mio fratello e… ti ho portato una cosa » tirò fuori un pacchetto « penso che sarai contenta, in fin dei conti non so se gradiresti trovarti senza vestiti in presenza di mio padre. Ha detto di volerti conoscere, ma l’ho perso di vista, e non so dove sia andato…»

Zoisite sospirò mentre cominciava a scartare il pacchetto. « sei arrivato tardi, ho già avuto il piacere di incontrarlo » disse la ragazza con voce atona, segno che il piacere di cui parlava era alquanto dubbio.

« ah. Com’è andata? »

Zoisite fece spallucce. « non so dirtelo. Quell’icejin è completamente impassibile, e… iiiiih!!!… no… non ci credo, un’armatura di Valentino! Cooler non dovevi, è troppo, davvero…»

« ah, ma figurati. Certo che Valentino è assai conosciuto » commentò Cooler.

« oh sì, sulla Terra pensano perfino che sia umano! » rise Zoisite « non pensano minimamente che sia un mutaforma di Trevlian, come Michael Jackson ».

« ti piace Michael? “ they told him don’t ever come around here, don’t wanna see your face, you better disappear!” »

« “the fire’s in their eyes and words are really clear so beat it!” »

« “just beat it!” » dissero in coro.

« io l’ho detto, io e te siamo fatti l’uno per l’altra » commentò Cooler « poco conta se con Freezer fai cose sconce ».

Zoisite guardò altrove. « e figuriamoci se non te l’aveva detto ».

Cooler le mise un braccio intorno alle spalle. « ha detto che ti è piaciuto ».

La shadowjin rimirava l’armatura. Un modello monospalla, tutta tempestata di pietre preziose sulle tonalità del rosa, rosso, viola. Fantastica. « non posso negarlo » mormorò « ma non voglio dargliela vinta. Io e Freezer siamo in conflitto di interessi, sai com’è, ci tengo a campare ancora parecchio» disse « se scegliessi lui non arriverei nemmeno a vedermi completa, e poi sono sua prigioniera. Io questo non me lo posso dimenticare ».

« oltretutto ha abusato di te ».

« no, ha confessato di non averlo fatto. Se non altro questo se l’è risparmiato, anche se per quanto ne so potrebbe mentire… ma no, non avrebbe senso… se ci godesse a tormentarmi, a quel punto avrebbe dovuto sbattermi in faccia di avermi spupazzata come una bambola gonfiabile ».

Cooler iniziava ad inquietarsi. Il disprezzo di Zoisite verso Freezer cominciava forse a vacillare? Non era quel che era successo a preoccuparlo: per quel che lo riguardava, Zoisite avrebbe potuto pure andare a letto con suo fratello, non era propriamente geloso, andava bene finché poi tornava da lui; quel che gli interessava era soffiarla a Freezer alla fine del gioco.

Anzi! A pensarci bene, se fossero andati a letto insieme e poi lei avesse scelto lui, Cooler, lo smacco sarebbe stato ancora più grande per quello stupidissimo nano bianco. Si sarebbe sentito come minimo usato. Magari qualche pianeta ne avrebbe fatto le spese, ma chi se ne importava? Ne valeva la pena, purché suo fratello soffrisse le pene dell’inferno. Sarebbe anche stato disposto a lasciare che Zoisite fuggisse, se fosse servito a non farle scegliere e sposare Freezer.

Di ucciderla non se ne parlava, le era veramente affezionato, e a mali estremi, nel caso fosse stato davvero costretto a farla fuggire, c’era sempre la possibilità che una volta messa la testa a posto e passata la voglia di avventura tornasse da lui, che l’aveva liberata.

Se fosse successo qualcosa di simile probabilmente l’ira di re Cold nello scoprire la sua fuga sarebbe stata tremenda, pensava Cooler, ma valeva la pena di correre anche questo rischio. « parliamone chiaramente, Zy…posso chiamarti Zy? Ti senti o no attratta da quello scemo pagliaccio? Parla sinceramente, quale che sia la risposta non me ne avrò a male, è solo per studiare le nostre prossime mosse » le disse tranquillamente.

Zoisite lo guardò. Non sembrava arrabbiato, sembrava essere veramente solo interessato a sapere quel che sentiva. Nel suo intimo la shadowjin sapeva che se avesse scelto Cooler probabilmente sarebbero stati benissimo, ma non si sarebbero mai veramente amati. Sarebbero stati due amici che andavano a letto insieme, solo tra loro, e con degli anelli nuziali al dito, e lei sarebbe stata anche ciò con cui Cooler avrebbe dato una bella batosta a Freezer, cosa che forse il tiranno meritava in pieno.

“ un’amica…e uno strumento…”

Ma l’importante era vivere e stare bene. Giusto?

“ già”.

« ammetto che effettivamente c’è qualcosa » disse lentamente « forse sono davvero attratta da lui, altrimenti non si spiegherebbe, ma non significa che io voglia farmi ammazzare per questo. Voglio togliermelo dalla testa al più presto ».

« e tanto che ci sei, divertirti a farlo impazzire. Come avevamo detto » aggiunse Cooler.

« quindi di cosa da fare mi sa che ce n’è una sola. Ricordi quando avevamo detto di fingere di? … »

« certo ».

« credo che dovremmo farlo davvero » disse piano la ragazza. Sì, non c’era alternativa. Cedere al secondogenito del clan Cold sarebbe stata la sua rovina, ne era convintissima, checché ne dicesse il padre.

« a me di certo non dispiace » sorrise Cooler « ma non so saresti in grado di sostenere un tale affaticamento. Ascoltami, ho pensato a una cosa: ti porterò in camera mia di nuovo, ma stavolta niente sforzi, e niente lotte, neppure per gioco. Dovrebbe bastare a evitarti un’altra ricaduta…non hai idea di quanto mi hai fatto preoccupare l’ultima volta » disse, ed era anche sincero « se fossi morta per quella lotta di piume…»

« non è colpa tua. Sono state tutte idee mie ».

Cooler la strinse a sé e le baciò la fronte. « tornando a noi, cosa ti ha detto mio padre? »

« mi ha parlato dei miei genitori. A quanto pare si erano schierati con voi » disse la shadowjin « adesso se non altro posso figurarmeli. Poi ha detto che caratterialmente somiglio a…a tua madre ».

Cooler divenne serio in viso. « sul serio?... mmmh… sì, in effetti era molto tosta anche lei. Anche per mio padre non era facile tenerla a bada ».

« e ha fatto un sacco di propaganda pro-Freezer, dicendomi che mi comporto con tuo fratello come sua moglie si era comportata con lui da giovani ».

« c’era da aspettarselo, Freezer è il suo preferito » borbottò « mi sarebbe sembrato strano il contrario! In ogni caso devo ammettere che è vero, la relazione tra mio padre e mia madre agli inizi non è stata facile, e la situazione…era più o meno analoga alla tua con mio fratello » borbottò, per poi interrompersi «ma non implica che tu debba fare le stesse scelte, anche perché Freezer è fuori di testa, mentre mio padre è sano di mente ».

« precisamente quel che ho pensato io, infatti gli ho detto che si sbaglia di grosso. Quindi la prossima mossa è di andare in camera tua, quando? »

« anche adesso. Se desideri posso voltarmi, mentre indossi l’armatura…»

Zoisite sbuffò. « o senti, tuo fratello mi ha vista, tuo padre mi ha vista, ormai che mi frega? E poi, se tanto tra poco si scoperà, tanto vale che tu mi veda ».

Il discorso aveva una sua logica, tutto sommato.

« è…ragionevole » mormorò l’icejin guardandola mettersi l’armatura. Le stava alla perfezione. D’altra parte non si aspettava nulla di diverso, perché Zoisite aveva delle belle curve nei posti giusti, e non era nemmeno completa! Quando lo fosse diventata sarebbe stata uno spettacolo della natura. Motivo in più per non lasciare che scegliesse Freezer.

La shadowjin fece una risata quando Cooler la prese in braccio. « teoricamente questo si dovrebbe fare prima di entrare in una stanza, non prima di uscirne! » esclamò.

« che dire, saremo dei bastian contrario » fu la risposta dell’icejin, mentre uscivano dalla stanza « oh! Che pessimo incontro. Pensavo fossi ancora a leccarti le ferite ».

Zoisite aveva il viso rivolto contro il petto di Cooler, ma immaginava chi fosse l’interlocutore del suo amico.

« dove diamine pensate di andare?! »

« pensavamo di andare a fanculo, ma puoi sempre precederci » replicò la shadowjin, prima che lo facesse Cooler, che sogghignò.

« un’altra perla, Zy ».

Zy!  Sono passati ai nomignoli adesso?!” pensò Freezer orripilato. « non puoi portarla via di qui, altrimenti rischierà di nuovo una ricaduta,  razza di idiota! Rimettila dov’era! » disse Freezer, col suo migliore tono intimidatorio.

« non farà alcuno sforzo » ribatté Cooler « volevamo andare a letto insieme ma, viste le sue condizioni, abbiamo deciso di aspettare. Non hai di che preoccuparti, riguardo alla sua vita. Se invece è per l’esito della nostra sfida che sei inquieto, fai bene ».

« a…letto? »

Di tutta la frase di Cooler, Freezer aveva capito solo dal parte del voler andare a letto insieme, ed era un’altra conferma di avere ragione per l’icejin viola, che se la stava proprio godendo nel vedere suo fratello in quel modo. « proprio. Problemi? »

Il tiranno a quel punto si rivolse direttamente alla ragazza.« Zoisite, lo conosci da pochi giorni! Non posso credere che tu voglia davvero-»

« ah! Conosco da pochi giorni lui, dici? Tu e io ci siamo incontrati solo tre giorni prima che lui arrivasse ».

« ma sei qui da un mese e mezzo ormai, non è la stessa cosa! Avrebbe più senso se-»

« …se venissi a letto con te? Ma anche no ».

Freezer la lanciò un’occhiataccia. « fino a poco fa era un “ma anche sì” » ribatté.

Cooler non aveva più detto una parola, lasciando che la shadowjin se la sbrigasse da sola.

« non significava niente! Quel che è successo non significava niente, e adesso togliti di mezzo e lasciaci andare in camera » gli intimò Zoisite.

Lo sguardo di Freezer si fissò sulla sua armatura, e divenne più freddo del solito. « ah. Adesso capisco ».

« tu capisci qualcosa? Da quando in qua? » riecco Cooler che si faceva sentire, ma venne palesemente ignorato.

« cos’avresti capito? » sibilò Zoisite.

« che non c’è molta differenza tra te e le puttane con cui si divertono i miei soldati, se non che quelle costano meno, mentre con te serve un regalo di lusso ».

Che Cooler dicesse “scusa un attimo”, mettesse giù la shadowjin e tirasse un gran pugno in faccia a Freezer fu un tutt’uno.

Il tiranno, con del sangue violaceo a colargli dal naso presumibilmente rotto, si scagliò a sua volta contro il fratello. « COME HAI OSATO?!! »

La parete che dava verso l’esterno venne sfondata, e i due fratelli finirono a combattere fuori dal palazzo. Meglio così, altrimenti Freezer avrebbe dovuto farlo ristrutturare da capo a piedi, visti i danni che stavano facendo.

Zoisite cominciava già ad averne abbastanza di stare seduta sul pavimento. « tu! » disse a uno dei soldati che erano venuti a vedere « sono la futura moglie di uno di quei due -presumo del più sano di mente- quindi aiutami a tenermi in piedi e fammi avvicinare a loro! Immediatamente! ».

L’ordine della shadowjin era stato tanto perentorio che il soldato obbedì e, tremando dalla paura di finire ucciso per errore, aiutò Zoisite ad avvicinarsi.

Appena se ne avvide, Cooler scagliò lontano il fratello con un raggio energetico, e Freezer, pur rialzandosi subito, dopo aver visto che Zoisite si era avvicinata decise di stare fermo, non volendo finire a farla fuori per sbaglio.

« Zy, mettiti al ripa-» avviò a dire Cooler, ma lei lo interruppe con un cenno deciso.

« no, prima devo scambiare due parole col tuo caro fratello! Senti un po’ » disse, rivolta a Freezer « non me ne frega niente se mi consideri una tua proprietà perché mi hai ficcato la lingua in gola e messo su due dita » discrezione, questa sconosciuta! « io sono libera di fare quel che mi pare, di scegliere di chi essere amica e a chi sputare in un occhio, con chi andare a letto e chi no! Se permetti, do retta più volentieri a qualcuno che mi sta vicino e, perché no, mi fa dei bei regali, piuttosto che a un tirannico scemo pagliaccio, stupido, ridicolo, inutile, insopportabile, superbo nano imbecille » sentì il soldato sussultare e tremare ancora di più dalla paura, ma lo ignorò « che da quando mi ha conosciuta mi ha imprigionata, e promesso solo torture e morte! Non è colpa mia se hai dei problemi, non è colpa mia se “il grande Freezer” in realtà è solo un complessato a cui manca la mamma, fatti vedere da uno bravo e finiscila una volta per tutte di rompere il cazzo al prossimo! »

Zoisite si pentì dell’ultima parte di quel che gli aveva detto appena l’ultima parola le era uscita di bocca.

Ossia, troppo tardi.

“accidenti” pensò Cooler, mettendosi una mano davanti alla bocca e guardando Freezer “ la piccola ci è andata pesante, Freezer ha l’aria di uno a cui hanno sparato”.

L’ultima parte, quella riguardante la mamma, aveva colpito anche lui a cui non era rivolta la frase, figurarsi i danni che doveva aver fatto a suo fratello.

Una conferma dei suoi pensieri fu il modo in cui Freezer volò rapidamente via senza dire una parola e senza guardare in faccia nessuno.

« …lo ho fatto ancora » mormorò la shadowjin « non avrei dovuto tirare in ballo regina Ice ».

Cooler congedò il soldato con un cenno, prendendola di nuovo in braccio. « non è colpa tua se la verità fa male. Lascialo perdere, aveva bisogno di qualcuno che gli facesse abbassare la cresta ».

Chissà perché, quelle parole non la fecero sentire molto meglio. Era stata una stronza, punto e stop. Non aveva riflettuto che Freezer poteva averle detto quelle cose perché…boh. Era geloso? Però non doveva avere una gran stima di lei se pensava che volesse andare a letto con Cooler solo per quella bella armatura di Valentino.

“ forse non lo pensava davvero”.

Poi, al pensiero di aver messo in piazza quel che era successo tra loro, arrossì brutalmente. Lo aveva fatto davanti ad un mucchio di soldati! …non che questo avesse ancora intaccato troppo la reputazione del tiranno, con quel che aveva fatto fino a quel momento serviva ben altro per far sì che i soldati smettessero di averne paura, ma non era di quello che le importava al momento.

« davvero Zy » continuò Cooler volando verso la propria stanza « non importa. Non dovrebbe interessarti quel che pensa e sente Freezer ».

« ma…»

« si è infuriato, si è accorto che se fosse rimasto qui ti avrebbe uccisa, e non volendo andare contro gli ordini di nostro padre se n’è andato. Tutto qui » minimizzò Cooler « non c’era dell’altro, non aver paura di averlo ferito. Ti vede solo come un oggetto di sua proprietà, e non gli piace quando gli ricordi che invece non lo sei. Probabilmente tra mezz’ora distruggerà un paio di pianeti per sfogarsi, e la questione si chiuderà così ».

Zoisite non commentò, preferendo pensare che Cooler avesse ragione e finirla lì… ma aveva la sensazione che anche lui minimizzando in quel modo mentisse.

 

 

 

 

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Sentiva un dolore diffuso in tutto il corpo. Partiva dal ventre, per poi espandersi in ogni dove, ad indebolirgli le braccia, le gambe, il respiro.

Non si era più sentito così da molti anni, da quando aveva accettato che Cooler non gli avrebbe mai voluto bene, che non avrebbe mai giocato con lui, che non l’avrebbe mai considerato veramente suo fratello, da quando aveva cominciato ad abituarsi al suo odio, al suo incolparlo di qualcosa di cui, in verità, non aveva colpa per niente.

Da piccolo si era sentito spesso in quel modo, ogni volta che intercettava il suo sguardo pieno di disprezzo. Aveva giurato a se stesso che non avrebbe mai più lasciato che qualcuno lo riducesse in quel modo, no, mai più.

Aveva iniziato così, si era messo in competizione con suo fratello, da prima che lo idolatrava cercando in ogni modo di farsi accettare da lui; Aveva fatto di tutto per di mettere in ombra Cooler e guadagnarsi l’affetto di suo padre, che Freezer voleva fosse rivolto solo ed esclusivamente a se stesso. Aveva iniziato a prendersi grandi responsabilità appena aveva potuto, aveva iniziato a governare col pugno di ferro, a espandere la metà dell’impero che re Cold gli aveva affidato, e aveva ottenuto quel che voleva: era diventato il suo prediletto, e lo temevano, tremavano a sentire il suo nome. Se tutti avevano rispetto e timore del clan Cold, adesso in buona parte la cosa era dovuta a lui.

Non era qualcosa di cui Freezer avvertisse realmente il peso, era di indole naturalmente crudele, e il suo lavoro gli piaceva. Era un conquistatore nato, ed era incredibilmente potente. Onnipotente.

“L’onnipotente Freezer”… aveva ricevuto ogni sorta di elogio da re Cold per questo. Era stato meraviglioso sentirsi dire che così rendeva fiero lui, e che avrebbe reso fiera anche sua madre, quando si fosse svegliata dal coma e avesse saputo tutto quel che aveva fatto e stava facendo per il clan.

Già, re Cold continuava a sperare. Lo si poteva biasimare?

Adesso invece era arrivata quella shadowjin, e l’Universo sembrava andare al contrario… o almeno, il suo andava al contrario di sicuro.

Aveva affrontato una moltitudine di nemici, aveva sterminato senza pietà una quantità infinita di esseri inferiori che l’avevano apostrofato con termini irripetibili, a cui lui aveva risposto con una risata sarcastica ed un raggio letale, mentre Zoisite l’aveva ridotto in quel modo con un paio di frasi. Stava diventando un rammollito, un debole come tanti ne aveva uccisi? Perché gli aveva fatto quell’effetto?

 “ e quel che è peggio è che lei lo sa, e ha pure l’ipocrisia di provare qualcosa di simile alla compassione verso di me, per qualcosa che LEI mi ha fatto”.

L’aveva vista, l’espressione della piccola shadowjin una volta che aveva finito di parlare, e probabilmente la stessa con cui l’altra volta gli aveva detto che “le dispiaceva”.

“ dispiacerle! È un cobra, oltre che una zoccola” pensò con rabbia “ non è vero che le dispiace. A lei non importa niente, si è schierata col mio caro fratello e tanti saluti, e se le è piaciuto quel che abbiamo fatto è solo e soltanto perché, ribadisco, è una zoccola. Un’arrapata zoccola vergine!” pensò, senza curarsi del controsenso di quella definizione “ io le ho salvato la vita due volte! Io mi sono svegliato in piena notte e sono andato da lei quando ne aveva bisogno… anche se non so perché l’ho fatto, né come sapevo che lei aveva effettivamente bisogno di vedere qualcuno…ed è con me che sente tutto quel desiderio! Sono sicuro che con Cooler non c’è nulla di tutto questo!”

Fece un lungo sospiro. Fuori l’aria. Dentro l’aria. Assunse un ritmo di respirazione regolare.

“…ma più che altro mi chiedo perché lo sento anch’io, il desiderio. Ho frequentato varie ragazze senza sentire nulla del genere, senza ‘sentire’ e basta. Perché con lei invece c’è questa…cosa? Perché l’ho risparmiata più volte? Perché non le ho tagliato quella linguaccia maledetta quando potevo farlo, perché non ne ho abusato davvero mentre era svenuta?!”

Ai tempi aveva pensato che fosse perché voleva sentirla urlare, e supplicarlo di smettere.

“ non c’entra niente. Vorrei che c’entrasse, ma non c’entra niente”.

Adesso si sentiva combattuto. Che doveva fare? Forse era davvero meglio lasciarla a Cooler, se si fosse allontanata non…

“eh no! Non se ne parla! Lasciarla a Cooler vorrebbe dire arrendersi, e io non sono uno che si arrende. Devo ricordarmi chi sono, devo ricordarmi -e ricordare a tutti quanti- perché nessuno può pronunciare il mio nome senza tremare di paura, e vale anche per Zoisite. Farmi ridurre in questo stato da una donna non è una cosa plausibile. Meglio che trovi il modo di ricordarle con chi ha a che fare…” pensò. Si era tolto l’anello che le aveva rubato, e ci giocherellava. Guardarlo gli evitava di finire accecato dalla luce della lampada che, riflettendo sul gioiello, inondava la stanza di bagliori rossi.

“cosa sono quei segni?”

Osservandolo controluce aveva notato che l’anello aveva anche delle altre scritte oltre a “ Morgan-Axenite” e la data, ma non sembravano avere alcun senso. Si presentavano così:

 

Morgan-Axenite  17 . 12 . 88

IVabc   -   Iabc        .  +   .  +   .

 

“cosa dovrebbe significare?”

Freezer non aveva molta testa per enigmi e rebus, sempre che di uno di essi si trattasse. Potevano anche essere solo stupidi simboli… ma qualcosa gli diceva che invece non era così. Che quell’enigma portasse al tesoro degli Shadow? Gli sembrò strano che Zoisite non si fosse mai accorta di quei segni, ma forse non aveva mai guardato controluce quell’anello.

O forse in realtà sapeva eccome dov’era il tesoro, ma aveva finto il contrario. Bah. Meglio berci su un bicchiere di vino della sua riserva.

Si diresse verso quello che era -teoricamente- il nascondiglio segreto dove teneva le bottiglie più pregiate, con la sensazione che ne avrebbe finite un paio. Naturalmente non avrebbe bevuto dal collo della bottiglia, non era fine, ma si sarebbe fatto salire la sbronza piano piano, bicchiere dopo bicchiere, e magari così facendo non avrebbe più pensato a Zoisite e a …

« Cooler! » sbottò in un accesso di rabbia vedendo che nel suo nascondiglio, in cui avrebbero dovuto esserci sette bottiglie esatte, non ce n’era più mezza.

Oltre al danno -anzi, i danni- pure la beffa!

 

 

 

 

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« fooorse non dovrei bere così tanto » disse Zoisite con un sorriso sghembo, quando lei e Cooler ebbero finito quattro delle sette bottiglie di vino.

« no-o. Questa è tutta salute e poi fa bene all’umore, piccola, e il tuo era precipitato giù giù giù giù giù » farfugliò Cooler « ma in realtà è questa l’unica utilità di mio fratello, ha tanto buon vinoH! »

« lo dice il proverbio che nella botte piccola c’è il vino buono, e tuo fratello a pensarci bene somiglia un po’ad una piiiicoola botte bianca con la coda che fa così » mosse il dito indice di qua e di là.

« no, è che la botte ha il verme solitario! Non è la coda! » Cooler stappò la quinta bottiglia.

« Freezer è solitario, ma lo è perché un bastardo, sennò è anche cariiino» Zy aveva la tendenza ad allungare le parole quando era ubriaca « vedo i fuochi quando ci tocchiamo, sai! Ma è cattivo e vuole uccidermi, tu invece mi vuoi bene vero? » gli si avvicinò e gli si strinse addosso, strusciando il naso contro il suo collo « vero? »

« ti voglio tanto tanto bene davvero Zy, anche se io i fuochi non li sento e non sono cotto di te come Freezer » bofonchiò l’icejin, stringendola a sé « tu sei cotta di lui? »

« mmmh » Zoisite aveva cominciato a baciarlo sul petto « sì ma no, perché mi ha dato della puttana e mi imprigiona ed è un nano maleficif, malefipiss, maleficissimo ».

« Zoisite, se continui così finiamo a fare sesso e non si può, perché poi stai male di nuovo, uffa » un barlume di lucidità fece sì che Cooler la allontanasse da sé prima che succedesse l’irreparabile.

« miiiii sa che hai ragione, tu sei sempre ragionevole e logico, ma io adesso voglio fare qualcosa sennò è noioso…facciamo un toga party e invitiamo tutti andando in giro per il palazzo con la toga! Tu mi porti sulle spalle ed è fatta! » disse la shadowjin avvolgendo un lenzuolo intorno a sé dopo essersi tolta tutto.

Cooler la imitò, mentre finiva la quinta bottiglia dopo che Zoisite ne ebbe bevuta metà in pochi sorsi. « Sali su! » le disse, prendendola sulle spalle e barcollando un po’.

Entrambi avevano in mano le ultime due bottiglie di vino, e quando uscirono dalla stanza, Cooler quasi finì per terra; fu solo una fortuna riuscire a mantenere l’equilibrio e, conciati in quel modo, arrivarono fino alla sala ricreativa, strapiena di soldati.

« eeeeeeeeeeehi, ragazzi bellissimi, stasera è toga party! » annunciò la shadowjin tracannando il vino « tutti in toga subito, o il potente Lord Cooler vi uccide! »

Che fossero ubriachi lo vedevano tutti benissimo, ma nessuno se la sentiva di discutere con Cooler.

« se lo facciamo Freezer ci ammazza ».

« e se non lo facciamo ci ammazza Cooler, tanto vale crepare dopo essersi divertiti un po’ ».

Così poco dopo tutti i soldati si ritrovarono a bere in toga. Da notare il fatto che Zoisite fosse l’unica femmina, in tutto quel caos.

Era una fortuna che Freezer da camera sua non sentisse niente…ma di certo non avrebbe gradito lo spettacolo, il mattino dopo.

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Capitolo 13
*** L'ombra dello shock ***


= l’ombra dello shock =

 

 

 

 

 

 

Come detto, era una fortuna che Freezer da camera sua non sentisse nulla e no, non avrebbe di certo gradito lo spettacolo il mattino dopo… se quella notte non si fosse mosso da camera sua e non avesse visto niente, fino a quel momento.

In seguito alla distruzione della propria stanza causa rabbia, sfortunatamente, aveva deciso di irrompere in camera di Cooler e tentare - di nuovo - di staccargli la testa dal collo. Quanto a Zoisite… non sapeva che fare, con Zoisite… ma tanto bene c’era un letto, perché non usarlo? A quella grandissima puttana sarebbe dovuto piacere, no?

Sfondò dunque la porta della suite di suo fratello, pronto a sparare un raggio letale contro Cooler, ma rimase attonito nel constatare che sopra il letto non c’era nessuno, e nemmeno da nessun altra parte.

“ non…non se ne saranno andati?” fu il suo primo, orribile pensiero, per quanto lui stesso avesse pensato di lasciare che andassero via insieme togliendoseli così dai piedi, poco prima.

Gli fu di conforto sentire l’anello della shadowjin attorno al proprio dito. Finché avesse avuto quell’anello lei non sarebbe andata via, e poi c’era quell’enigma da svelare.

Ma allora dov’erano Zoisite e Cooler?!

Si avvicinò al letto con in viso un’espressione di disgusto al pensiero che in futuro forse lei e suo fratello si sarebbero divertiti là sopra, sempre che non l’avessero già fatto, che lei fosse debole e a rischio ricadute oppure no. Raccolse una bottiglia di vino rotolata giù lungo la trapunta viola scuro che era distesa sul letto.

« l’hanno finita, quei grandissimi…» ringhiò. Poi lo sguardo cadde su un’altra bottiglia, sopra il letto. E un’altra ancora in mezzo ai cuscini. Guardò dall’altro lato del letto, a terra: ce n’era un’altra. Per finire, ce n’era un’ultima che campeggiava sul comodino, in bella vista. Tutte vuote!

« ma sono completamente imbecilli?! » esclamò rivolto al nulla « cos’è saltato loro in testa?! Bere così tanto nelle condizioni in cui si trova quella puttana idiota! »

Al di là dell’insulto, il tiranno detestò riconoscere che la propria voce risultava così maledettamente piena di preoccupazione. Suo fratello e Zoisite in giro, ubriachi fradici, a far che non si sapeva! Non si rendevano conto che lei doveva stare riguardata, a riposo? Voleva proprio farsi ammazzare ancora prima che lo facesse lui?...a pensarci bene quello non l’avrebbe stupito troppo, si era infettata proprio per quel motivo.

“devo trovare quei due, portarla via e metterla a dormire prima che vada a finire male. Sono io che devo ucciderla, non le permetto di lasciarsi ammazzare dal vino. Il mio vino, per di più!” pensò.

Ma dove potevano essere? Per quanto ne sapeva avrebbero potuto trovarsi anche lontani dal palazzo, anche se lei non stava in piedi Cooler poteva sempre averla portata in braccio chissà dove. A ogni modo, valeva la pena cominciare le ricerche dal palazzo…

Nelle sue elucubrazioni si accorse improvvisamente che sul letto la trapunta c’era ancora, ma le lenzuola di seta argentea erano misteriosamente scomparse.

Ebbe l’orribile visione della shadowjin e Cooler ubriachi, distesi sulle coperte, sotto le stelle a…

« basta così » si intimò, uscendo dalla stanza di Cooler e percorrendo il corridoio che portava giù dalla torre, nella struttura principale del palazzo. Percorse un bel pezzo di strada, e trovò tutto tranquillo. Guardò anche fuori dalle finestre, e non vide nessuno stare uno sopra l’altro disteso su lenzuola argentee.

Poi le sue orecchie iniziarono a captare qualcosa di anomalo. Qualcosa che non avrebbero mai dovuto captare. Freezer non riuscì a capire chi stesse urlando cosa, all’inizio. Si avvicinò man mano alla fonte di tutto quel baccano, che sembrava provenire dalla sala ricreativa.

« toooo-ga! Toooo-ga! Toooo-ga! Toooo-ga! Toooo-ga! Toooo-ga! Toooo-ga!...»

“ toga? Che c’entrano le toghe adesso?” pensò il tiranno, che mai in vita sua aveva partecipato a un toga party, né aveva mai sentito qualcuno parlarne. Quella faccenda andava chiarita, e subito!

Accelerò, ed arrivò davanti alla porta della sala ricreativa. C’era un casino infernale lì dentro, aveva quasi paura ad entrare ma, tra le altre cose, non poteva certo permettere che i soldati facessero tali disastri nel suo palazzo. Per quello c’erano le bettole. Una sala ricreativa e una bettola erano due cose diverse.

Entrò all’improvviso, rimanendo sconcertato da quel che trovò: una quarantina di soldati circa, vestiti solo con delle lenzuola, a bere vino scadente fino a cadere a terra completamente sbronzi.

Ovviamente però non era quello il peggio.

Proprio in quel momento Cooler stava facendo scendere Zoisite dalla propria schiena, mettendola su un divano libero. Freezer pensò che quella ragazza finiva sempre a ritrovarsi nuda o mezza nuda per un motivo o per un altro, visto che il lenzuolo - la “toga” - le era sceso sul ventre scoprendole il seno.

« maaaa io non sono debole! Voglio! Farlo! Adesso! »

« ma no, non possiamo…» Cooler non finì la frase che lei lo baciò, guidando una delle sue mani sotto la propria toga.

Era decisamente troppo da sopportare per Freezer, che con un colpo fulmineo riuscì finalmente a stendere suo fratello facendolo precipitare nell’incoscienza, con una scarica di colpi energetici fece strage di tutti i soldati presenti, e infine prese in braccio la shadowjin, portandosela via. « spiacente di averti rovinato il divertimento » disse gelidamente, fluttuando lungo i corridoi in direzione della propria camera da letto.

« scemo pagliaccio guastafeste, perché? Mi divertivo tanto e stavo per divertirmi ancora di più…»

« credo che dovrai rivedere i tuoi progetti » borbottò l’icejin « oltre che una puttana sei anche stupida, non puoi bere così tanto adesso! »

« io pooooosso bere eccome se voglio, faccio quel che mi pare e te l’ho detto, poi lasciamo perdere che sono stata cattiva…io la mia mamma non l’ho mai vista e un abbraccio da lei lo volevo ma non l’ho mai avuto, ed è brutto e nemmeno tu l’hai avuto quindi è brutto anche per te…»

« un bagno gelido dovrebbe farti passare la sbronza » sibilò, cercando di non ascoltarla.

« tu sei stato un bastardo ed io sono stata infensis, infefiss, insiss…insensibile! » concluse Zoisite « ed è un peccato che va così male, perché anche se somigli a Moira mi piaci… »

Un lento sorrisetto comparve sul volte del tiranno. « ad averlo saputo ti avrei fatto bere prima » commentò « d’altra parte com’è che si dice, “in vino veritas”».

Improvvisamente gli era del tutto passata la depressione. Aveva ragione lui, allora! Ci aveva visto benissimo, lui le piaceva! Quasi quasi la preferiva da ubriaca, impastata dall’alcol quella lingua non era più tanto tagliente, e non poteva nascondere la verità dietro quelle maledette battute sarcastiche.

« però visto che sei bastardo non te la darò vinta maaaai! » gli diede un debolissimo pugno in testa « perché mi hai insultata, perché mi imprigioni e vuoi ammazzarmi, e io non voglio rovinarmi…ih! Ho fatto la rima!...mentre Cooler no, e io adoro Cooler, quindi ci andrò a letto prestissimo ».

“ non se riesco a impedirlo!” pensò Freezer. « non ti azzardare nemmeno a pensarci ».

Arrivati nella sua stanza Freezer riempì la vasca con dell’acqua gelida - sperò che non le prendesse un colpo secco quando l’avrebbe buttata dentro - e preparò un asciugamano. Aveva messo la shadowjin a sedere sul letto, e lei si oppose un po’quando la prese di nuovo in braccio.

« ora del bagnetto » disse seccamente il tiranno, un attimo prima di gettarla nella vasca.

Al contatto con l’acqua gelida Zoisite emise uno strillo talmente acuto che portò Freezer a coprirsi le orecchie. « m-m-ma sei completamente imbecille?! »

Lo sguardo della shadowjin ora era meno annebbiato dall’alcol, e rabbrividiva. Invece che completamente sbronza, adesso era sbronza solo a metà.

Freezer le rivolse un sorrisetto maligno. « almeno impari » sentenziò.

Non poté prevedere la successiva mossa di Zoisite, e quando lei riuscì a fargli perdere l’equilibrio con la propria coda, facendolo cadere nella vasca insieme a lei, non riuscì proprio a opporsi.

« almeno impari » ripeté Zoisite, esattamente con lo stesso tono in cui l’aveva detto lui « uff » sbatté gli occhi « non è la stanza che sta ondeggiando vero? »

« no, e tu sii consapevole del fatto che ti sto odiando ogni minuto di più » sibilò Freezer.

Poi cambiò repentinamente espressione, tornando a quella tronfia che Zy ben conosceva.

« che hai da sorridere? » bofonchiò la shadowjin. Odiava quei ronzii nelle orecchie, bere tutto quel vino non era stata una grande idea.

« allora…alla fine è risultato che sei cotta di me, piccola shadowjin ».

Zoisite lo guardò perplessa. « ma che diavolo stai dicendo? »

« me l’hai detto tu un attimo fa, mentre ti stavo portando qui. Lo hai confessato. Hai detto che ti piaccio, e che è un peccato che io sia un bastardo che vuole ucciderti ».

« ti ho dato solo del bastardo? Sono stata molto gentile » commentò la shadowjin, rischiando che Freezer decidesse di annegarla nella vasca. Da mezza ubriaca aveva recuperato un po’del suo sarcasmo. « ero ubriaca tronca…credo…ma già, com’è che sono arrivata qui? Non ricordo niente, solo tanto casino e gente che urlava “toga”…ah, comunque, non vedo perché dovrebbe importarti dei deliri di una puttana ubriaca. Pensi che io sia questo, no? »

« tu pensi che sia un complessato a cui manca la mamma, oltre a tutto il resto, quindi se voglio darti della puttana sono liberissimo di farlo » ribatté Freezer.

« liberissimo, peccato che non si possa essere puttane vergini, idiota… » fece un sospiro e si accasciò contro il bordo della vasca chiudendo gli occhi.

Al tiranno cominciava a venire in mente un’idea. Mentre mandava via l’acqua fredda iniziò a farne scorrere di calda senza che Zoisite nemmeno ci facesse troppo caso, avendo la testa annebbiata dall’alcol.

« non lo saresti più, se non fosse stato per me. Volevi farti Cooler, prima, durante quel…quella cosa con tutti i soldati in toga nella sala ricreativa » la informò Freezer.

Lei continuava a tenere gli occhi chiusi. Quando li avesse riaperti, “magicamente” avrebbe trovato l’acqua calda, la luce spenta, le candele accese, e pure un po’di schiuma profumata.

« …ho dato un toga party e non mi ricordo niente? Nooo, peccato! » sbalordì la shadowjin., aprendo finalmente gli occhi « uh, le bolle » fu tutto il suo commento quando si accorse della schiuma. Ne prese un po’in mano e soffiò, senza chiedersi i perché ed i per come, segno evidente che era ancora lontana dall’essere sobria. Normalmente non le sarebbe sfuggito niente, tantomeno il fatto che palesemente tutta quella cosa - buio, candele, acqua calda, schiuma - aveva un solo ed unico scopo finale. D’altra parte, se non era troppo debole per partecipare ad un toga party, non era troppo debole nemmeno per…altre cose.

« ma tu guarda che hai fatto! » esclamò Zoisite con del sincero disappunto nella voce, mentre lo faceva spostare per rimettere in ordine di colore i bagnoschiuma « non vanno bene in quel modo, esteticamente è orribile a vedersi, possibile che dopo un mese e mezzo tu non abbia ancora capito come vanno messi, come vanno le cose qui? »

Da certi punti di vista avvicinarglisi in quel modo era stato un grosso errore. Lei era il fiammifero, lui la benzina.

« potrei dirti la stessa cosa » sibilò Freezer, stringendola a sé all’improvviso.

Appena il tempo di un grido di sorpresa che Zoisite si trovò la bocca impegnata. Di nuovo. La cosa positiva era che se non altro quelle azioni improvvise servivano a ridurre sempre più i sintomi dell’ubriacatura.

« che…che fai? » riuscì a farfugliare Zoisite staccandosi dalle sue labbra.

Lui lì per lì non le rispose, scendendo a baciarle il collo. La shadowjin pensò che avrebbe dovuto impedirglielo, dirgli di fermarsi, ma ne aveva la forza? Poteva? E soprattutto…voleva? Non lo sapeva più, era così confusa.

« ti vanti di essere tanto sveglia, guardati intorno e arrivaci da sola » fu la semplice replica del tiranno.

La ragazza sentì le sue mani scendere ancora, come l’altra volta, ma le sensazioni se possibile erano ancora più intense. « è solo perché…p-perché sono mezza ubriaca! » esclamò, con una specie di pigolio.

« perché continui a mentire? » Freezer le sollevò il mento per guardarla negli occhi « non riesci nemmeno a sostenere il mio sguardo, perché sai che se ti guardassi negli occhi  vedrei quello che già non riesci a nascondere. La conferma definitiva…mi hai sempre guardato negli occhi da quando ci conosciamo. Ora non lo fai. Sei anche divertente, tutto sommato. Avanti, guardami e dimmi che non vuoi! » la sfidò.

Zoisite fece un sospiro nervoso, accontentandolo. « non riesci a evitare di fare lo stronzo tirannico nemmeno nei momenti come questo, sei troppo spaventato per lasciarti andare, anche adesso! »

« spaventato! » Freezer rise, ma era inquieto « e da cosa? Da te? »

« sì, perché temi che io trovi altri tuoi punti deboli e ti distrugga. Non posso farlo fisicamente, ma quello fisico non è l’unico modo di distruggere qualcuno. Dovresti saperlo ».

Lo sapeva eccome, sia perché l’aveva più volte fatto lui stesso, sia perché lo aveva subìto poco prima. Zoisite sapeva essere devastante, ormai lo aveva capito. « sei solo un’illusa » sbottò comunque l’icejin, non volendo dimostrarle che ci aveva azzeccato « un’illusa con un lingua troppo lunga. D’altra parte è l’unica vera difesa che hai, il grandioso frutto di una vita passata da sola » sentenziò.

Azzecco per azzecco.

« senti chi parla » ribatté Zoisite.

« in famiglia noi siamo tutti vivi » rispose Freezer.

« ma io non devo passare una vita a comportarmi da bastarda solo per compiacere papà e mettere in ombra il fratellino » replicò Zoisite.

Freezer si staccò bruscamente da lei. « stai zitta! Cosa ne sai?! Cosa vuoi saperne tu di perché faccio qualcosa, miss “sono una maniaca dell’ordine perché è l’unica cosa che posso fare per fingere di dare un senso ad una vita vissuta nel caos più completo”?! »

« non è stata un caos! È stato bellissimo finché non ho avuto l’immensa sfiga di arrivare qui e cadere nelle grinfie di uno che ha più complessi del concerto del primo maggio, maniaco del controllo e che pretenderebbe pure che io… » ammutolì.

Lui si riavvicinò di nuovo. « che tu? »

Di certo era l’alcol a farle desiderare di nuovo un contatto con lui. Non c’era altra spiegazione, non c’era un’altra possibile ragione, desiderare qualcuno con la consapevolezza che questo qualcuno l’avrebbe uccisa non aveva senso. Eppure…

« …ceda » mormorò la shadowjin, lasciandosi baciare ancora.

Dei due, chi aveva ceduto in realtà?

Freezer fino a poco prima avrebbe voluto far fuori sia lei che Cooler, lei continuava a insultarlo e lui la lasciava fare, gli aveva detto cose per le quali altri sarebbero stati uccisi dopo le peggiori torture, e tanto lui continuava a volerla! Era una cosa fuori dal suo controllo, una cosa che detestava. Ma Zoisite era così dannatamente bella…

Erano finalmente soli, Freezer e Zoisite, Zoisite e Freezer, che si stavano lasciando andare senza più pensare a niente, senza più curarsi delle ostilità. A contare era soltanto il desiderio e, anche quando si decise di andare oltre, lei non lo fermò. Quello era il momento, ed era quel che volevano entrambi.

Per qualche istante fu anche bello.

Poi però Freezer si rese conto di qualcosa che rovinò tutto.

La shadowjin lo guardava stupita e perplessa, perché si era fermato? Che c’era che non andava?

« ah. Allora Cooler è davvero arrivato prima di me ».

La ragazza sgranò gli occhi, sentendolo allontanarsi e vedendolo uscire dalla vasca. La guardava ancora peggio di quella volta che lei e Cooler gli avevano rovesciato addosso la colla.

Tuttavia c’era qualcosa di ben più sconvolgente, ossia che lei con Cooler non l’aveva fatto, ne era strasicura… sì, non ricordava niente delle ultime ore, ma avrebbe notato se là sotto fosse successo qualcosa di strano, no? Era passato pochissimo tempo. « c-che vuol dire? »

« andiamo, lo sai benissimo ».

« no che non lo so, io non avevo mai fatto sesso con nessuno! Ok?! E adesso tu mi dici che…» scosse la testa « con Cooler non ho fatto niente, sono sicura. A meno che…» lo guardò. In viso le comparve un’espressione disgustata « lo stai facendo apposta. È tutto un piano, ammettilo, l’altra volta tu mi hai violentata, poi mi hai fatto credere di non averlo fatto, e adesso te ne esci con questo solo per tormentarmi! »

« sei tu che sei pazza se pensi che io-» avviò a dire Freezer, ma venne interrotto.

« …se penso “che tu sia capace di fare una cosa del genere”? Tu sei in grado di fare ben di peggio! »

Adesso lo guardava in faccia senza problemi, notò. Perché lo faceva solo in quei momenti? Lui comunque non aveva fatto nulla di quel che la ragazza lo accusava, e se lui non l’aveva toccata, con Cooler non era successo niente, e lei era convinta di essere vergine quando invece non lo era…

Il tiranno aveva la cupa sensazione che ci fosse qualcosa di brutto sotto. « Zoisite, ti giuro su mia madre che io non ti ho toccata. Non senza che lo sapessi almeno ».

Lo shock le aveva fatto passare la sbronza. Nonostante l’acqua calda tremava. « aiutami a uscire » riuscì ad articolare lentamente.

Freezer la tirò fuori dalla vasca, la avvolse in un asciugamano, uscì dal bagno con lei in braccio e la mise a sedere sul letto. « sono serio, non l’ho fatto ».

« hai giurato su tua madre, sono propensa a credere che tu non mi abbia fatto niente davvero, ma il problema resta. Se tu non c’entri, Cooler non c’entra, e non ricordo di essere stata con nessuno…» disse concitatamente, per poi fare un sospiro nervoso.

« mi sa che hai trovato la chiave. Non ricordi » disse lentamente Freezer « prova a fare mente locale. Sono mai successi episodi tipo quello di stasera? Che per colpa di alcol, droghe o altro tu abbia dei vuoti di memoria? »

« no, non mi risulta che…»

Non riuscì a finire la frase, qualcosa le bloccò la lingua: un ricordo, precisamente quello di un tilt di tre giorni dopo aver fumato delle strane erbe procuratele da Hayun. Era stata l’unica volta, oltre a quella con Cooler, in cui era andata in “tilt”. Un lungo tilt. Per cos’era che Hayun le aveva portato quella roba?...le sembrava di ricordare che avessero litigato per l’ennesima volta, ma per cosa?

“sforzati di ricordare, su, brutto cervello idiota!”

 

« Hayun, ho detto di no, e non cambio idea va bene?! »

« i nostri genitori ci hanno messi in salvo perché portassimo avanti la specie…»

« non è detto che io voglia vanire a letto con te, nonostante quel che volevano loro! »

« va bene, va bene…facciamo pace. Ho qui qualcosa per farmi perdonare ».

« erba? »

« non è un’erba comune. Fa provare delle sensazioni assurde, e ultimamente siamo entrambi un po’giù di corda…»

« non so se…»

« andiamo, cosa vuoi che succeda? »

 

 

Hayun sopra di lei.

Hayun dentro di lei.

Hayun accanto a lei.

Era il primo giorno di tilt. Altri due sarebbero bastati perché ogni dolore scomparisse.

 

 

La faccia orripilata che fece Zoisite per Freezer fu il segno che aveva ricordato qualcosa che avrebbe preferito non ricordare.

« Hayun » fu l’unica cosa che disse con voce arrocchita prima di scoppiare in un pianto dirotto.

Hayun, l’altro Shadow. Lei gliene aveva parlato.

“ adesso non ti manca più lo shadowjin virile e maschio, eh, piccola p…”

Non completò nemmeno il pensiero.

Perché non gli dava piacere vederla in quelle condizioni? Ben le stava a quella puttanella, no? Lui stesso avrebbe voluto ridurla in quel modo. Un essere spezzato, piangente, debole. Dov’era l’indomita shadowjin che l’aveva sfidato adesso?

Strinse i pugni. Di certo se non provava piacere a vederla piangere era perché non l’aveva ridotta lui così, era stato il ricordo di un morto a spezzarla -un morto bastardo a dire poco- che aveva violato una sua proprietà.

Ora che doveva fare? Cacciarla fuori dalla stanza sarebbe stata un’umiliazione sufficiente per quel che gli aveva fatto. Costretta a strisciare, in lacrime…una visione niente male.

Ma era quel che voleva?

“oppure potrei… come idea non è male, anche se…oh, al diavolo. È una mossa geniale, e sarebbe solo per vincere la sfida, non per altro”.

Si vedeva che non era per niente abituato ad abbracciare e consolare qualcuno, ma Zoisite era talmente sconvolta che non si curò di chi fosse a stringerla, né di chi fosse ad accarezzarle i capelli, non le importava più del collare, della prigionia, dell’anello di suo padre; voleva solo qualcuno con cui piangere.

“ è solo per vincere, Freezer, solo per vincere”.

No, non era vero. Non era solo per vincere, ma come Zoisite che cercava in Cooler una via di fuga, Freezer riduceva tutto questo solo alla sfida, e al fatto che lei gli apparteneva e quindi non andava toccata. Di svolte comunque ce n’erano state, dato che lei gli si era finalmente concessa…

Continuò a tenerla stretta finché lei non si addormentò, per poi infilarsi sotto le coperte con lei con l’intento di addormentarsi a sua volta.

Quella notte se non altro l’avrebbe trovata, se l’avesse cercata nel sonno.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Fu Zoisite la prima a svegliarsi il mattino dopo.

Inizialmente, quando aprì gli occhi, credette di essere con Cooler, di aver passato una nottata tranquilla e pacifica, e di essere ancora intatta.

Poi i ricordi la assalirono con la furia di uno tsunami, e si rizzò a sedere di scatto.

Non solo aveva bevuto troppo, ma era stata anche con Freezer nella vasca, e aveva scoperto che quel figlio di puttana di Hayun l’aveva violentata! Se non fosse stato già morto, lo avrebbe smembrato con le proprie mani.

Il brutto era che non poteva permettersi di pensare a lui, non adesso, perché il problema più grave era lì vicino a lei, e si era appena svegliato.

« buongiorno piccola shadowjin. Passata la sbronza? »

« sì » vide che lui stava per dire dell’altro, ma lo bloccò. « senti, quel che è successo stanotte…insomma, sei stato gentile a cercare di starmi vicino. Quindi per quello ti ringrazio ».

Il tiranno sorrise soddisfatto. Aveva funzionato, ci avrebbe scommesso.

« ma quanto al resto, facciamo come se non fosse successo niente, perché non significava nulla. Ero mezza ubriaca, è solo per quel motivo che ci sono stata, ma è stato uno sbaglio grosso come una casa. Un grande sbaglio senza alcun significato ».

Fu una doccia fredda per l’icejin, tanto più che Zoisite lo diceva con voce sicura, e guardandolo dritto in viso.

« ammetto che per quel che può valere sono stata bene. Ci siamo divertiti un po’, ma…» scrollò le spalle « è tutto qui ».

Diceva “tutto lì”… ma come poteva farlo?!, pensò Freezer. « tu menti! »

« no ».

Freezer adesso era in piedi, e la guardava di nuovo con quell’aria ostile, e fredda. Si sentiva tradito. Si sentiva usato e poi buttato via, classificato come un errore e nulla di più. Non era servito a nulla starle vicino e consolarla, non le importava niente, e non le sarebbe mai importato. Lo aveva fatto ancora, lui si era aperto un po’, e lei l’aveva colpito. Sarebbe tornata da Cooler, avrebbe ripreso con gli insulti, gli scherzi ai suoi danni. Lei e suo fratello, adesso che Zoisite sapeva di poterlo sostenere, avrebbero fatto l’amore tutte le notti, e tutti i pomeriggi, e tutte le mattine. Un pensiero insopportabile. « ha fatto bene, sai. Ti ha trattata per quella che sei ».

Messaggio all’apparenza criptico, ma Zoisite aveva capito benissimo, ed era stata una coltellata in pieno petto.

« ti reggi in piedi? »

Senza proferire parola la shadowjin tentò con successo di alzarsi. Se procedeva lentamente ed appoggiandosi camminava perfino.

« ottimo. Vai via ».

Per una volta, lei obbedì senza discutere.

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Capitolo 14
*** L'ombra delle lenzuola rosse ***


= L’ombra delle lenzuola rosse =

 

 

 

 

 

Non ci era voluto molto perché Cooler capisse quel che doveva essere successo mentre lui era ubriaco fradicio, una volta vista quella massa di cadaveri togati e non trovata Zoisite vicino a lui.

…già, perché diamine aveva con un lenzuolo attorno al corpo?, si chiese, togliendoselo di dosso. Che lui e Zoisite avessero dato un toga party? O beh, se non altro quei soldati erano morti dopo essersi divertiti.

“ non avremmo dovuto bere tanto! E se Zoisite non fosse qui perché ha avuto un’altra ricaduta?” si inquietò Cooler “ o magari invece l’ha semplicemente portata via Freezer, che vedendola ubriaca ne ha approfittato subito”.

Tutto era possibile, e l’icejin viola decise di iniziare le ricerche dalla stanza di suo fratello, così se anche lei non fosse stata presente ne avrebbe comunque approfittato per venire a sapere qualcosa, e allo stesso tempo rompere le scatole a Freezer.

Si diresse verso la torre, e passando davanti alla propria suite diede una rapida occhiata all’interno: la schiava delle pulizie era passata, e aveva messo le lenzuola nuove di seta rossa. Cooler era certo che Zoisite avrebbe apprezzato.

Continuò a fluttuare lungo il corridoio, fino a quando…

« Cooler…»

Ricerca finita! Zoisite camminava faticosamente appoggiandosi al muro per non cadere, e la direzione da cui proveniva non lasciava dubbi su dove fosse stata fino a qualche momento prima. Stesso discorso valeva per l’espressione del suo viso.

« Zy! » andò rapidamente verso di lei e la prese in braccio « mi dispiace per… qualunque cosa sia successa».

Zoisite ci mise un po’a rispondere. « ne sono successe, di cose ».

Anche Cooler esitò prima di parlare. « vuoi che andiamo in camera? »

Lei annuì. Aveva proprio l’aria di qualcuno che aveva bisogno di un posto tranquillo in cui stare, al momento, e Cooler l’accontentò tornando rapidamente nella propria suite. Si avvicinò al letto. « sopra o sotto le coperte? »

« fa lo stesso » disse la shadowjin «…lenzuola rosse ».

« di seta » aggiunse Cooler, decidendo di metterla sotto le coperte « senti come sono morbide? »

« eh già » Zoisite fece un debole sorriso.

Cooler si sdraiò accanto a lei nel letto. « vuoi parlare di quel che è successo? »

La ragazza fece un gran sospiro. « vado in ordine cronologico. Allora, dal momento che non ero sobria io e tuo fratello siamo finiti a farlo nella vasca, cosa che di per sé sarebbe già abbastanza sconvolgente…»

Cooler non si stupì, purtroppo una cosa del genere se l’aspettava. « mi immagino. Ogni volta che ti trova più debole del solito, o non perfettamente in te, ti mette le mani addosso…»

« ma a un certo punto si è fermato, ed è saltato fuori che non ero vergine ».

Questa invece era una cosa che Cooler non si aspettava affatto. « ma avevi detto…per quel che mi riguarda, giuro che io non ti ho toccata ».

« lo so ».

« allora è lui che ti ha mentito, quando aveva detto di non averti- »

« no. è stato lo shadowjin che avevano messo in salvo insieme a me, mi ha drogata e poi ha fatto quello che gli pareva. Ieri notte sono riuscita a…focalizzare ».

L’icejin viola rimpianse di non poterlo avere tra le mani, gli avrebbe staccato le dita una per una, schiacciato i bulbi oculari, fatto ingoiare la sua stessa lingua e anche cose molto peggiori per quel che aveva osato fare alla “sua” piccola.

« a quel punto io…ero sotto shock…»

« ci credo » mormorò lui, abbracciandola « povera Zoisite. Mi dispiace solo di non poterlo massacrare con le mie mani ».

« non avresti potuto farlo lo stesso, perché sarei arrivata prima io » disse la shadowjin, con estrema convinzione.

Cooler apprezzò che si fosse buttata giù solo fino ad un certo punto. Poi pensò a una cosa. « Freezer lo sa? »

Lei annuì. « sono “vagamente” scoppiata in un pianto dirotto ».

« immagino che quell’idiota ti abbia riso in faccia e…» la vide scuotere la testa « no? »

« no. A dire il vero da quel che ricordo lui mi ha…oddio sembra impossibile a dirsi, ma mi ha coccolata tutta la notte. Sinceramente mi ha molto sorpresa, è stato anche carino, in un certo senso ».

La cosa stupì anche Cooler. “ allora è proprio cotto del tutto, ci avevo visto benissimo” pensò.

« e poi cos’è successo? »

Zoisite si incupì. « mi sono addormentata, e poi quando mi sono svegliata…forse non avrei dovuto dirgli quelle cose…» mormorò « L’ho ringraziato per aver cercato di starmi vicino, ma gli ho detto che quanto al resto, sai, la vasca e…» fece dei gesti nervosi con le mani « insomma, gli ho detto che è stato uno sbaglio grosso come una casa, che ci siamo divertiti un po’e tutto qui, ma non significava assolutamente niente ».

Cooler non riuscì a trattenere un mezzo sogghigno. « sai che faccia! Freezer doveva aver pensato “ah, dopo questa è fatta”, e tu invece gli hai fatto una doccia fredda! »

« a quel punto mi ha guardata con assoluto disprezzo» proseguì Zoisite « e mi ha detto testuali parole “ha fatto bene sai, ti ha trattata per quella che sei”, riferito ovviamente allo Shadow che mi ha violentata-Cooler, fermo lì! »

« devo rifare i connotati a Penny, forse migliorerà un po’ » fu la secca replica di Cooler, che si era rizzato a sedere sul letto con tutta l’intenzione di ridurre Freezer a una piccola frittata bianca e viola.

« non vale neanche la pena di rovinarti le nocche con la sua faccia » disse Zoisite.

« solo perché il suo grande piano di conquista è fallito non può darti della puttana, e non può dirti una cosa del genere sapendo quel che è successo. A dirtela tutta, dubito che sia stato a coccolarti perché si sentiva di farlo, Freezer non “sente” niente » asserì « per una volta ha avuto una buona idea, ossia quella di cercare di entrare ancora più in intimità con te dopo che avevate fatto sconcezze nella vasca, e quando ha capito di aver fallito miseramente ti ha detto di nuovo quel che pensa davvero ».

La shadowjin non commentò. Era una spiegazione plausibile a tutto quel che era successo, e considerando che tipo era Freezer…sì, concluse, ci stava a pennello, doveva essere andata proprio in quel modo. Lui la vedeva davvero solo come un oggetto che riteneva proprio -e una puttana-, non era e non sarebbe mai stata qualcosa di diverso.

Che andasse al diavolo, allora.

Guardò il petto di Cooler,  si mosse nelle lenzuola di seta rossa: erano davvero lisce e morbide. Calde anche. « probabilmente hai ragione tu. Anzi ,di sicuro. Comunque visto, non sono più tanto debole,  e sinceramente mi servirebbe un bel ricordo con il quale allontanarmi dalla mente quelli di stanotte ».

Freezer pensava che fosse una puttana?

« siamo qui da soli, avvolti in queste belle lenzuola nuove… potremmo inaugurarle ».

Tanto valeva dargli una valida ragione per chiamarla in quel modo, e se la cosa non gli fosse stata bene, fatti suoi! Che si rodesse pure il fegato fino a consumarlo tutto, se gli aggradava!

Non ci volle molto perché Cooler capisse cosa le stava passando per la testa. Di certo era per una vendetta verso suo fratello -e per toglierselo dalla testa- che ora aveva tanta fretta, non per altro. Tuttavia, attualmente era sobria e perfettamente in grado di intendere e di volere. Se non rischiava niente, salute parlando, non c’era motivo per cui avrebbe dovuto dirle di no. « se sei sicura di volerlo…»

« assolutamente sì ».

« d’accordo, allora ».

In un attimo Cooler le fu sopra, baciandola come aveva fatto l’altra volta, prima che avesse quella ricaduta. Anche stavolta fu piacevole, ma c’era molta aspettativa in più, almeno per quanto riguardava Zoisite che quasi fremeva di impazienza.

Dopo un po’Cooler scese a baciarle il collo, il seno, il ventre, per poi fare qualcosa che la shadowjin non aveva nemmeno mai pensato di lasciarsi fare, ma che risultò essere estremamente piacevole.

Erano solo all’inizio, ma le sensazioni che provava la portavano già a fare abbastanza rumore, cosa che Cooler apprezzò moltissimo. Freezer poverino che aveva pensato di poter fare chissà che! Tsk… illuso. Lui, Cooler, non aveva nemmeno bisogno di aspettare che fosse debole o sbronza perché gli concedesse di darle piacere.

“ Cooler, l’icejin che non deve chiedere” pensò, appena prima di interrompere quel che stava facendo per passare alla parte più interessante del gioco.

« ci andrò comunque piano » le sussurrò « puoi sostenerlo, ma è bene che non ti sforzi troppo lo stesso ».

Lei annuì velocemente, pensando che se non altro il fatto di non essere più vergine da un pezzo ed essere stata con Freezer la notte prima adesso le permetteva di evitare qualsiasi tipo di dolore.

Dopo un po’, l’estasi le impedì di pensare a qualunque cosa che non fosse Cooler e quel che stavano facendo.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

« lenzuola inaugurate » fu la prima cosa che disse piano Zoisite, una volta che tutto fu finito.

Cooler la stringeva ancora a sé. « un’inaugurazione magnifica » affermò, del tutto onestamente.  « come stai? »

Zoisite gli sorrise, appoggiando la testa sul suo petto. « bene. Sto benissimo ».

« è stato come te l’aspettavi? » indagò Cooler.

« a dire il vero è stato anche meglio » ammise la shadowjin « quella cosa, poi… all’inizio…»

« ne vuoi di più la prossima volta? Non vergognarti a dire quello che vuoi, in certe occasioni più se ne parla meglio è ».

Zoisite non poté che concordare. « sì, allora. Di più la prossima volta…se non ti spiace ».

« va benissimo, e poi…dispiacermi! Ma per favore » le sollevò il viso e la baciò « e questo è solo l’inizio. Man mano impareremo a conoscerci sempre meglio, e le tre volte al giorno di quando saremo sposati ti sembreranno poche ».

« probabilmente, quando sarò del tutto guarita ne vorrò cinque ».

Cooler fece una risata soddisfatta. « addirittura ».

A quel punto a Zoisite venne in mente una cosa che non c’entrava assolutamente niente. « solo una cosa: pensi che quello abbia sentito? »

Dal sorriso soddisfatto, Cooler passò ad un gran sogghigno. « sarò sincero, mi sorprenderei se non ci avesse sentiti, visto e considerato che abbiamo fatto abbastanza rumore. Non è un problema, vero? Gli facciamo rodere un po’il fegato, se lo merita ».

Zoisite non ribatté.

« dai, tranquilla. Vieni qui » la disse, stringendola ancora di più a sé ed accarezzandola « lascialo perdere, è  uno scemo pagliaccio, e non fa proprio per te. Siete a due livelli diversi, tu sei qui » indicò un punto piuttosto in alto « e lui è laggiù » indicò il pavimento « non meriterebbe nemmeno di posare lo sguardo su di te ».

La shadowjin fece un debole sorriso, constatando con una certa inquietudine e tristezza che, dopo quel che era successo, le dispiaceva un po’per Freezer. Era ancora dell’idea di fargli rodere il fegato, ma…se l’avesse davvero ferito, dicendogli che quel che era successo tra loro non aveva significato niente? Se lei, invece, gli fosse interessata davvero? Se lui si fosse sentito usato e poi buttato via, quando lei l’aveva definito un errore?

Sì, aveva il cuore troppo tenero, ed era sempre una prigioniera, dopotutto, ingiuriata più volte con un appellativo che non pensava di meritare.

“ oppure adesso me lo merito?”

No, non era così: minimizzare tutto in quella maniera sarebbe stato un errore, visto quant’era complicata la situazione. Era attratta da Freezer, ma c’erano tanti fattori che la spingevano a stargli lontana, specie le probabilità di essere uccisa; stava bene con Cooler, ma non c’era lo stesso trasporto; e poi, c’era quella voce che continuava a chiamarla, “Zoisite! Zoisite!”, il richiamo dell’avventura, dello spazio aperto, di stelle e pianeti sconosciuti che aspettavano solo lei.

Per di più, negli shadowjin sani questo bisogno di libertà era fisiologico, se si sentivano costretti a rimanere fermi da qualche parte per volontà di altri scattava automaticamente il bisogno di andarsene, la voglia di fuggire appena ne avevano occasione. Non contava cosa potesse darle motivo di restare, finché non si fosse sentita completamente a posto, finché fosse stata incerta anche solo un po’, la sua stessa natura le avrebbe dato l’impulso irresistibile ad andarsene. Poi magari sarebbe tornata, ma solo poi.

Questo lo sapeva anche Cooler: per quanto gli shadowjin non si fossero mai mescolati con gli altri erano stati un argomento su cui si studiava parecchio, quando lui era andato a scuola. Dal canto suo, era certo che se avesse scelto lui sarebbe rimasta -con l’intesa che avevano, non c’erano problemi- ma se fosse stata propensa a scegliere suo fratello sarebbe stato tutto un altro paio di maniche. Sarebbe sempre stata incerta, avrebbe sempre avuto un po’di paura che lui tenesse fede alle sue promesse, e quindi appena ne avesse avuto l’occasione si sarebbe data repentinamente alla fuga.

« che ora era quando siamo venuti in camera? » domandò Zoisite.

« le sette meno un quarto ».

« e che ora è adesso? »

« le otto » rispose tranquillo Cooler « ma tu guarda, siamo in tempo per fare colazione tutti insieme, è tra venti minuti ».

« …tutti insieme? » Zoisite lo guardò perplessa « non vorrai dire insieme all’Innominabile? »

Cooler scoppiò a ridere dopo aver annuito. « proprio lui intendevo! “Innominabile”…ok, d’ora in poi lo chiameremo così ».

« non so se me la sento di vederlo di già, sinceramente » mormorò la ragazza.

« vuoi perderti la faccia che farà quando ci vedrà arrivare insieme, con te appoggiata a me, le nostre code intrecciate, mentre indosserai questa? » disse, tirando fuori una scatolina di velluto nero che recava nientemeno che la scritta “ BVLGARI” in raffinate lettere argentate.

Sembrava che anche quel marchio appartenesse ad un altro mutaforma di Trevlian, si erano sparpagliati ovunque.

« Cooler…non vorrei sembrarti scortese, ma sto davvero iniziando a pensare che sembra che mi paghi in base alle prestazioni » disse lentamente la ragazza.

« io penso solo che meriti cose belle. L’ho acquistata il giorno in cui ho comprato anche quell’armatura di Valentino, oltre a diverse altre cose, solo che non volevo darti tutto insieme…»

« che vuol dire “diverse altre cose”?! »

« che i soldi sono fatti per essere spesi, e per te ne vale la pena. Non fraintendermi, non voglio comprarti a suon di regali, so che non sei così superficiale, però mi piace che tu indossi cose che ti regalo io» le disse « così, ogni volta che ti guarderai allo specchio, vedrai sul tuo corpo dei piccoli pezzi luccicanti di me, che faranno sì che io ti ritorni in mente. Apri la scatola, ora ».

La shadowjin pensò che Cooler fosse molto più abile con le parole di quando fosse suo fratello. Certe volte era così dolce, specie se confrontato a quel nano idiota che l’aveva insultata ancora giusto poco prima. Alla fine si arrese, e aprì la scatolina di velluto nero, rimanendo senza parole.

Era una parure in platino e rubini del fuoco di Echelon, che erano tra le gemme più rare e costose della galassia, molto più dure dei diamanti, e con una lucentezza tale che brillavano addirittura al buio. Era proprio per quello che si chiamavano rubini del fuoco, e per quanto la leggenda sulla loro brillantezza speciale fosse un po’macabra - ossia che il “fuoco” in quelle gemme fosse dato dalle anime pure di innocenti echeliani morti assassinati - erano delle pietre meravigliose, e dunque lo era anche quella parure: orecchini fatti apposta per gli icejin, un collier che poteva indossare nonostante quel maledetto collare, due bracciali, un anello, una sottilissima ed elegante tiara e un bracciale per la caviglia. « Cooler, io pensavo già che l’armatura di Valentino fosse troppo…»

« non una parola di più » la bloccò l’icejin, prendendo delicatamente in mano il collier « ti aiuto a indossarlo, poi ti darò anche l’armatura nuova. Non quella di Valentino, un’altra ».

« tu devi essere completamente pazzo » mormorò la ragazza, senza fiato per la sorpresa, lasciandosi aiutare ad indossare il collier.

« non ho fatto nulla che, per te, non valesse la pena fare » replicò quietamente Cooler « mentre prendo l’armatura, tu indossa il resto » la invitò, e scomparve in un’altra stanza della suite .

La shadowjin, ancora incredula, mise gli orecchini, infilò i bracciali al polsi e quello alla caviglia. Cooler tornò giusto allora, con un’armatura nientemeno che in krenite nera di Trevlian che aveva una sottile striscia di rubini del fuoco a collegare la parte superiore e quella inferiore, e un’altra attorno ai fianchi così che la parte inferiore restasse su.

« non ci credo » fu il sussurro della shadowjin.

« sono tornato giusto in tempo » disse l’icejin viola, prendendo l’anello dalla scatolina « dammi la mano destra ».

Zoisite obbedì, e Cooler le infilò l’anello dritto all’anulare. Contrariamente a come si usava in altri pianeti della galassia, gli icejin infilavano alla mano destra gli anelli di fidanzamento e quelli nuziali. Fatto ciò, Cooler spostò delicatamente il ciuffo di capelli dal suo viso, andando così a scoprirlo, e le mise la tiara. « non sarò mai in grado di capire perché ti ostini a coprire il viso con i capelli ».

« mi ci trovo bene…» replicò flebilmente la shadowjin.

« è un peccato. Così sembri la principessa che diventerai a breve! Quando avrai indossato l’armatura ti porterò davanti allo specchio, così potrai guardarti ».

Zoisite indossò rapidamente l’armatura, sperando che non le stesse troppo male, per poi lasciarsi condurre da Cooler fino a uno specchio che la rifletteva interamente. Quasi non credette ai propri occhi nel constatare che con quelle cose addosso sembrava davvero una principessa come ne aveva viste diverse, con quei magnifici vestiti o armature, e quei gioielli ancora più belli. C’era da dire che, con Zoisite in giro, le principesse avevano dovuto rapidamente dire addio a quei gioielli, in quanto la shadowjin glieli aveva rubati per poi rivenderli immediatamente senza averli mai indossati, nemmeno per gioco. A Zoisite, come a tutti, piacevano le cose belle, ma era una ragazza molto pratica e per nulla vanitosa, perché a lei interessava semplicemente trovare di che mantenersi, senza stare a pensare ai fronzoli.

« che ne pensi? »

…e doveva riconoscere che sì, Cooler aveva ragione anche nel dirle che era un peccato coprirsi il viso con i capelli, almeno nel suo caso. « sinceramente stento a riconoscermi » disse la ragazza, avvicinando l’indice destro a quello del proprio riflesso nello specchio come per sincerarsi che sì, era proprio lei quella lì, e non un’altra shadowjin molto più bella di lei nascosta nello specchio.

« andiamo? » Cooler le mise un braccio attorno alla vita, e intrecciò la propria coda con la sua. Era un gesto che solitamente gli icejin maschi facevano per segnalare agli altri che quella donna - o quell’uomo, a seconda delle tendenze - gli “apparteneva”.  

« e andiamo…» disse Zoisite un po’incerta, appoggiandosi a lui che fluttuando in aria uscì rapidamente dalla stanza.

« non preoccuparti, se Freezer dicesse qualcosa gli farei fare colazione con i suoi denti ».

« dai, ti ho già detto di lasciarlo perdere » ripeté la shadowjin pensando anche che, dopotutto, adesso erano loro a stargli intorno pur di dargli noia.

Arrivarono rapidamente nella stanza dove solitamente si svolgeva la colazione, che veniva servita a Freezer mentre Zarbon e Dodoria aggiornavano il tiranno su tutte le novità e le cose che c’erano da fare per mandare avanti l’enorme impero che aveva costruito. Capitava sovente che oltre alla colazione gli fosse “servita” anche una montagna di carte da leggere e firmare, ma ovviamente la colpa era tutta della sua mania di controllo: avrebbe potuto fare come faceva Cooler, e delegare le firme ai segretari, ma se non voleva che gli sfuggisse niente quello era il sacrificio che doveva fare!

«…e poi ci sarebbero quegli accordi commerciali con il pianeta Arise…»

« Dodoria, sto leggendo adesso i documenti che li riguardano , non infastidirmi con i tuoi borbottii! »

L’alieno si zittì, non conveniva continuare a parlare se Freezer gli aveva ordinato di stare zitto, specie perché quella mattina era veramente di pessimo umore.

Come aveva previsto Cooler, ovviamente Freezer aveva sentito tutto, e non gli era piaciuto per niente. Più volte aveva inveito, mentalmente e non, contro quella “cagna sifilitica” ( se l’avesse sentito re Cold, l’avrebbe aspramente rimproverato per il linguaggio ) e il suo nuovo “pappone”. Era una cosa che aveva dell’incredibile, solo poche ore prima era stata con lui, e poco dopo si era scopata - con moltissimo gusto, da quel che aveva sentito - suo fratello! Era veramente una puttana, ci aveva visto giusto, e lui era stato solo un giocattolino con cui divertirsi un po’. Tutta quella resistenza, tutti quegli insulti, tutte quelle battute, erano servite solo a provocarlo e fargli perdere il controllo così che si trovasse a volerla indipendentemente dalla propria volontà, indipendentemente dalla sfida, indipendentemente da…tutto!

“ era questo che lei voleva fin dall’inizio! Quella puttana!” pensò.

Non riusciva proprio a mettersi nei panni della shadowjin, e lei comunque non glielo rendeva facile. Freezer era imprevedibile, ma Zoisite era qualcosa di peggio.

Peccato che stesse sbagliando in pieno, non rendendosi conto che anche per lei quel che era successo era stato tutto meno che una cosa voluta e programmata.

 

“ ci siamo divertiti un po’, tutto qui”.

 

Perché non poteva essere davvero un “tutto qui”?! Di questo passo sarebbe impazzito per colpa di quella piccola sciocca insolente puttanella shadowjin. Era confuso, e odiava essere confuso…

Sentì la porta aprirsi con un sibilo.

« ancora con quelle carte? Non sai che per simili incombenze esistono i segretari, fratellino? »

Nel bel mezzo dell’ennesima firma il tiranno ruppe la penna contro il tavolo, ancora prima di alzare gli occhi. « perché invece di seccarmi non te ne torni a cavalcare la tua-?!!...»

Le parole gli morirono in gola appena il suo sguardo si posò sulla shadowjin, che ora stava al braccio di Cooler. Solitamente simili gioielli avrebbero ottenebrato la donna che li portava, facendo catalizzare su di loro l’attenzione, ma in quel caso risultavano essere solo l’ornamento di un gioiello che valeva più di tutti i rubini del fuoco esistenti messi assieme.

Stava lì a osservarlo con un’espressione strana, un misto tra il disagio, il volersi nascondere ed il volersi mostrare allo stesso tempo, la sicurezza che dava la consapevolezza di essere bella e l’ingenuità che dava, invece, non capire nemmeno lontanamente quanto lo fosse davvero.

“ ma perché non è una shadowjin brutta?! perché?! Sono sicuro che se lo fosse la faccenda sarebbe mille volte più facile da gestire!” pensò. Tuttavia, non riuscì proprio a frenare la lingua e astenersi dallo sputare altro veleno. « la tariffa è un po’altina, non ti sembra di chiedere troppo rispetto a quel che vali? »

« ti impicciano i denti? » rispose Cooler, prima che lo facesse Zoisite.

« non è colpa mia se paghi le prestazioni in gioielli ed armature di lusso. È così che l’hai convinta? »

« a dire la verità sono stata io a chiedergli se per cortesia poteva farmi dimenticare una nottataccia facendo del sesso decente. Non ha bisogno di comprarmi con dei regali costosi, e nemmeno di aspettare che sia ubriaca o troppo debole per sputargli in un occhio. Al contrario di te » disse Zoisite con una freddezza spaventosa.

Zarbon e Dodoria decisero saggiamente di filarsela.

« chiudi quella bocca, razza di- »

« ti impicciano i denti? » ripeté nuovamente Cooler « Zoisite può fare quello che vuole, specie se si tratta di cose che fanno piacere ad entrambi ».

« oh sì, mi pare di aver sentito qualcosa » disse l’icejin bianco in tono sarcastico « sia chiaro, se avrà un’altra ricaduta la lascerò morire. Avrei dovuto farlo già l’ultima volta ».

Lui e la shadowjin si guardarono. Da notare il fatto che avevano la stessa identica aria arrabbiata, orgogliosa, e a guardare bene anche un po’ferita. Anche il pensiero che attraversò la mente di entrambi fu lo stesso, “perché deve essere così?”.

« se è così che la pensi, perché non mi ridai il mio anello, lasci perdere la sfida, mi togli questo stramaledetto collare e non la finiamo qui? »

Già, sarebbe stato così semplice. Bastava arrendersi, no? Addio Zoisite, addio sensazioni strane, addio alla sua insolenza…al suo profumo, ai suoi rari sorrisi, almeno quando era con lui…al suo calore, quello di quando avevano dormito insieme, addio a quelle lotte, e i baci improvvisi. « così te la farei troppo facile, piccola shadowjin ».

« guarda che lo diceva per te » osservò Cooler « perché vuoi continuare a lottare, se sai di aver perso in partenza? »

« questo lo dici tu ».

« non è dandole della puttana che vincerai, lo sapevi? »

« parlo in base a quello che vedo. È stata con me stanotte e con te stamattina, e dopo essere stata con te la rivedo con dei gioielli di rubini di fuoco addosso! Tu cosa diresti? »

Cooler posò delicatamente un dito sulle labbra di Zoisite, che stava per rispondere a tono. « direi che hai avuto la tua occasione, ma l’hai sprecata, perché sei stupido. Avete fatto sconcezze nella vasca, l’hai tenuta stretta tra le braccia tutta la notte, poi le hai detto che quel tizio a fatto bene a drogarla e violentarla…vedi tu. Fai tre passi aventi e venti indietro. Oh, e c’è anche quell’innocente faccenda di volerla uccidere, nonché della prigionia. Magari vi piacete anche » concesse Cooler, che aveva deciso di parlare chiaro con tutte le parti presenti - le quali trasalirono scambiandosi una breve occhiata nel sentire Cooler mettere in piazza tutta quella che, effettivamente, era la verità che nessuno dei due voleva ammettere - « ma perché dovrebbe andare contro la logica e scegliere te per farsi uccidere? È chiaro che non lo farà mai. Non sarebbe una mossa intelligente. Quindi non è una puttana, è solo un po’confusa » aggiunse con dolcezza accarezzandole il viso « ma non credo si possa biasimare per questo ».

Zoisite sapeva che Cooler aveva capito diverse cose, gliele aveva dette lei stessa, ma non avrebbe mai pensato che avesse capito così tanto, sia riguardo a lei che riguardo suo fratello; ed ancora meno si sarebbe aspettata che lo dicesse così tranquillamente ai quattro venti.

Freezer dal canto suo era ancora più sorpreso, ed infuriato per essere stato aperto e letto come un libro. Per di più, sembrava proprio che Zoisite avesse fatto a Cooler la cronaca completa di tutto quel che era successo tra loro. perché lo aveva fatto? Erano cose private! « stai dicendo un mucchio di stupidaggini! E lei non è confusa, è solo una puttana…»

« e tu sei proprio un grandissimo imbecille » sibilò Zoisite « giuro che se non la smetti…»

« cosa vorresti fare, sentiamo! » la sfidò Freezer « farmi pestare da lui? Certo, in fin dei conti è il tuo protettore…è proprio perfetto per te. Immagino che in futuro andrete a stare nelle fogne con gli stronzi suoi simili ».

A quelle parole Zoisite ebbe un lampo di genio. Diede un’occhiata a Cooler, che capì al volo che voleva essere condotta fuori dalla stanza, e non persero nemmeno tempo a rispondere a Freezer.

« oggi c’è la riunione bisettimanale in cui parla ai soldati, giusto? » chiese Zoisite a Cooler.

« così risulta. Secondo me, dopo ogni riunione poi i soldati ridono per due settimane su quanto è nano » commentò Cooler.

Freezer le dava della puttana? Lei allora gli avrebbe restituito il favore, pensò la shadowjin. « stavolta rideranno per altri motivi. Te la senti di fare un lavoretto da idraulico nel condotto principale della fossa biologica?... creiamo un meccanismo collegato allo scarico di camera sua che, al momento in cui entra in funzione, mandi i liquami nel condotto di aerazione della sala riunioni. Il demente tanto sta sempre sotto al bocchettone ».

Cooler sgranò gli occhi nel capire l’idea, ed annuì velocemente. « voi fargli fare una vera e propria figura di cacca. Zy…io e te nemici mai, se queste sono le conseguenze ».

« allora ci stai ».

« ovviamente. Cominciamo subito, la riunione è tra dieci ore, e Freezer non tornerà nella propria stanza ».

« dopo questa però sarei per prenderci un paio di giorni di vacanza in incognito in una delle SPA all’altro capo del pianeta, almeno mi rimetterò in forze anche prima ».

Cooler fece spallucce. Per lui andava bene.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Un cupo e totale silenzio aleggiava tra i soldati riuniti, mentre il loro padrone teneva il solito, lungo, tedioso discorso di incitamento. Purtroppo a Freezer piaceva anche troppo sentirsi parlare.

« ed è per tale motivo che…»

Ma quella riunione non l’avrebbero mai dimenticata.

Al “che”, un gigantesco fiotto di liquami e putredine varia piombò dritto in testa al tiranno, che rimase lì come pietrificato.
Non bastavano pece, piume e colla, stavolta erano andati oltre.

« signore e signori, avete assistito alla vera ed autentica figura di cacca » si sentì dire, fuoricampo, la voce di Cooler « giusto per avvisarvi su quali sono i rischi nel dare della zoccola ad una ragazza ».

In pochi riuscirono a darsi alla fuga prima che Freezer incominciasse ad urlare e distruggere tutto.
La maggior parte invece non ci riuscì.

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Capitolo 15
*** L'ombra delle catene ***


= L’ombra delle catene =

 

 

 

 

 

« lo sai che ho perso il conto dei giorni che sono passati da quando siamo qui? »

Furono queste le parole di Zoisite la mattina del sesto giorno, appena dopo aver salutato l’inizio di una nuova giornata facendo l’amore con il suo compagno di viaggio. Non che fossero andati troppo lontano, erano andati a finire in una magnifica SPA all’altro capo del pianeta proprio come previsto, dove avevano potuto starsene tranquillamente per i fatti loro e allo stesso tempo Cooler aveva potuto monitorare la situazione riguardo le mosse di suo fratello. Pareva che li stesse facendo cercare in lungo e in largo, ma lui aveva profumatamente pagato per mantenere l’incognito, e così erano passati sei meravigliosi giorni che non avevano deluso le aspettative di nessuno dei due, tra i vari trattamenti offerti dalla struttura ed il semplice fatto di godersi la compagnia l’uno dell’altra in un senso che andava oltre quello fisico.

« dai due che dovevano essere sono diventati sei! A questo punto ci conviene tornare tra quattro giorni. Cifra tonda! » osservò Cooler « ma è meglio così, con tutti i trattamenti di questo centro stai riprendendo le forze molto rapidamente, e poi sei più tranquilla. Almeno puoi stare sicura che qui nessuno ti darà della puttana così, tanto per gradire ».

Una delle cose da notare era che in quei giorni i due non avevano parlato praticamente mai di Freezer, il quale probabilmente era ancora furioso per l’ultimo scherzetto.

« davvero sono sei giorni?...» si stupì la shadowjin.

« sono passati in un lampo, vero? Vieni qui » le disse, facendole cenno di avvicinarsi per poterla abbracciare.

Lei obbedì senza stare a pensarci troppo. Era esattamente quel che aveva fatto per tutto il tempo trascorso nella SPA: evitare di pensare troppo. Si era concentrata sui trattamenti, sulle lunghe chiacchierate con Cooler, e sulle belle notti  trascorse - notti, mattine, pomeriggi, sere…ogni tanto era capitato anche che si facessero portare i pasti in camera!- disinteressandosi e disintossicandosi da tutto il resto. Tra le varie visite mediche, Zoisite si era anche fatta dare degli anticoncezionali, cosa che Cooler aveva approvato in pieno immaginando che re Cold desiderasse che il tanto agognato nipote non nascesse al di fuori del matrimonio.

« Cooler…»

« dimmi ».

« se scoprissimo che tuo fratello in questi giorni ha distrutto il mio anello ce ne andremo subito, va bene? ».

Le era venuto in mente guardando l’anello che Cooler le aveva regalato. Non quello della parure di Bulgari, un altro, se possibile ancora più prezioso. In quei giorni non aveva fatto che viziarla con regali di ogni sorta, comprandoli in via telematica ed incaricando il personale della SPA di ritirarli.

« è molto probabile che l’abbia fatto, Zoisite ».

Stavolta Cooler parlava a vanvera, un po’perché non sapeva dell’enigma ancora irrisolto che quell’anello celava, un po’perché stava sottovalutando quanto suo fratello fosse effettivamente arrivato a volerla.

« la cosa più snervante è che continua a dispiacermi per lui » ammise Zoisite « ogni volta che ci penso…oggi è la prima volta che lo faccio dopo giorni, ma ho cominciato a pensare che l’idea è stata eccessiva, di nuovo ».

« se l’è cercata. Forse imparerà a tenere la bocca chiusa, una volta tanto » la rassicurò, dandole un delicato bacio sulla fronte « ah, la mia shadowjin dal cuore tenero. Se vuoi faccio un blitz a palazzo, e se l’anello è ancora integro gli stacco la mano destra e te la porto ».

« dopo quel che abbiamo combinato anche mutilarlo no ».

« e dai, andiamo…» con un telecomando aprì il frigo bar, dal quale delle braccia meccaniche gli servirono dello Château d’Yquem del quale l’icejin viola invitò Zoisite ad osservare l’etichetta.

« è una marca ottima, ma che i terrestri fanno vini eccezionali si sapeva » commentò lei.

« non guardare la marca. Guarda l’annata ».

La shadowjin obbedì, per poi sorridere. Cooler l’aveva stupita ancora una volta, l’annata dello Château d’Yquem corrispondeva al suo anno di nascita, ossia diciannove anni prima.

« vale per questa come per tutte le bottiglie di vino in quel frigo, da me richieste espressamente di quest’annata molto particolare ».

Un gesto che Zoisite trovò molto elegante e di stile. Dopo una vita passata a nascondersi, rubando per mantenersi, cercando di sprecare il meno possibile tutti i soldi che riusciva a ricavare dai suoi furti, le sembrava di vivere in un sogno stando accanto a qualcuno che non solo poteva permettersi un vino del genere, ma addirittura sceglierne bottiglie con l’annata che desiderava. « è un gesto raffinato, che apprezzo molto ».

« facevi prima a dire grazie » rise Cooler « non pretendo nulla in cambio, ma ti invito solo a tenere in considerazione ogni fattore, incluso questo e gli altri simili, nella scelta che prima o poi compierai. Non che io abbia fretta, sia chiaro » aggiunse, accarezzandole la schiena.

Zoisite si era messa a sedere, e beveva il suo bicchiere di Château d’Yquem con aria pensosa. Quanto avrebbe voluto togliersi Freezer dalla testa, sarebbe stato tutto molto più facile, e invece quando Cooler le aveva ricordato della scelta le era tornato in mente più chiaramente che mai. Non che il collare, ancora presente attorno alla sua gola, fosse d’aiuto per dimenticarlo.

« non stare a pensare all’Innominabile, che così ti rovini la giornata…ah, accidenti a lui. Mi consolo pensando che quando torneremo, se dirà o farà qualcosa che non mi piace, ho già predisposto tutto per lo scherzo del secolo ».

Zoisite si voltò. « di che si tratta? »

« segreto! Ma probabilmente lo vedrai, scommetto che quando ci rivedrà inizierà subito a sputare veleno. Freezer non è il tipo che impara la lezione, di solito ».

“ma dopo quel che ho in mentre avrà un altro bel trauma da gestire, oltre a quello per gli spaventapasseri assassini”.

Non volle parlare oltre a Zoisite di quel che aveva in mente, non era sicuro che avrebbe approvato, e lui stesso per quanto l’avesse definito lo scherzo del secolo lo trovava un gesto un po’estremo. In fin dei conti regina Ice era anche sua madre, e non aveva ancora capito come gli fosse venuto in mente di predisporre una cosa del genere, sapeva solo che “ pensato, fatto”. Era qualcosa che si spingeva oltre le solite bastardate, era LA bastardata definitiva, il Progetto Trauma per eccellenza, quello che avrebbe abbattuto il nano una volta per tutte -o così sperava.

Zoisite avrebbe capito, alla fine. Forse non sarebbe stata d’accordo, ma avrebbe capito, capiva sempre. Se riusciva a dispiacersi per Freezer, sarebbe riuscita a comprendere anche lui. In fin dei conti era anche per lei che lo faceva, per preservarla da “siffatto tragico destin”. Non che Cooler fosse sicuro che il “tragico destin” in questione si sarebbe realizzato, ma non gli importava nemmeno. «  mi è venuta in mente un’altra cosa…»

« se è delle stesso tipo delle ultime che ti sono venute in mente, prima parliamone » disse subito la ragazza, facendolo ridere ancora.

« no, è che continuo a pensare che questo » picchettò sul collare con un dito « sia un vero e proprio delitto. Zoisite, ho bisogno che tu sia completamente sincera…» le diede una lunga occhiata « lo giuri? »

La shadowjin non capiva proprio dove volesse andare a parare. « giuro ».

Cooler continuava ad accarezzarle la schiena con aria assente. « adesso come adesso, senti l’impulso di andartene? Anche solo un po’? »

« eh? No, macché! Mi sembra di star sognando, sinceramente » disse subito Zoisite « insomma, saune, massaggi, trattamenti rinforzanti, cene extralusso abbondanti servite in camera, bottiglie di vino con l’annata che corrisponde al mio anno di nascita, tutti questi regali… tu!» aggiunse alla fine, con un sorriso « da quando siamo qui non solo non ho pensato praticamente mai a Penny, ma non ho pensato di fuggire nemmeno una volta ».

« sul serio? » le domandò ancora Cooler.

« sul serio, ma non capisco…»

Trasalì quando Cooler all’improvviso le fu addosso, e mentre la baciava ruppe il collare che l’aveva tenuta fuori dalle ombre per tanto tempo.

L’icejin si staccò all’improvviso. « adesso l’unica cosa materiale che può trattenerti qui è l’anello che ha mio fratello, se non l’ha distrutto. Nulla ti impedisce di scomparire nelle ombre, potresti farlo quando vuoi: non ti sto bloccando le braccia, né trattenendo in alcun modo. Questo per dimostrarti che io mi fido davvero di te, che non penso a te come ad un oggetto che mi appartiene, né come ad una specie di concubina da straviziare, ma come ad un’amica e alleata che ha il mio pieno rispetto. Per questo motivo non voglio vederti in catene ».

Zoisite lo guardava attonita, mentre si toccava il collo. Lo aveva fatto davvero, l’aveva liberata! Poteva di nuovo diventare un’ombra, poteva di nuovo utilizzare i suoi poteri…e sarebbe stata veramente libera di andare via, se avesse voluto.

Era senza parole. Non riuscì a pronunciare una sola sillaba, ma Cooler capì tutto benissimo quando lei lo abbracciò forte, commossa.

Ancora una volta, Cooler era stato più furbo di Freezer. Pensava davvero tutto quel che le aveva detto, ma anche così la shadowjin non era veramente libera; fisicamente sì, d’accordo, e da parte di Cooler non c’era mai stata alcuna costrizione, ma l’aveva incatenata facendo leva sulla loro intesa, l’aveva incatenata trattandola come una principessa, e con la gratitudine che lei ora provava nei suoi confronti per averle tolto quel congegno.

“mi ha liberata, sono libera, posso tornare nelle ombre, posso diventare un’ombra, sono libera, libera!...” pensò Zoisite, che di gratitudine ne provava veramente tanta. Era così felice!

« ehi…stai cercando di assassinarmi stritolandomi? » le domandò Cooler scherzosamente.

Lei si staccò subito. « n-no, scusami, è che…»

« stavo scherzando» le appoggiò le mani sulle spalle « e pur di vederti così contenta uno stritolamento è un piccolo prezzo da pag… mmmh…» accolse felicemente il bacio che lei gli diede «eh sì, proprio un piccolo prezzo ».

« grazie. Grazie, grazie e grazie » gli sussurrò lei.

« la sai una cosa? Questo periodo in tua compagnia, e la tua reazione adesso, probabilmente sono il miglior regalo di compleanno che potessi avere! »

Zoisite lo guardò sorpresa. « è il tuo compleanno? »

« Sì! »

« e quanti anni compi? »

Cooler stavolta esitò a rispondere. « trenta ».

« ti facevo più giovane » disse Zoisite « pensavo che tu ne avessi tipo…venticinque, ventiquattro…»

« ah, no…ventiquattro ne ha Penny ».

« giura! Pensavo che avesse da poco raggiunto la forma completa, più di venti non gliene davo…» commentò la shadowjin « sarà che si comporta ancora come un bambino capriccioso ».

« quello lo farà anche tra cinquant’anni, se ci arriverà » replicò Cooler.

Zoisite assunse un’aria pensierosa, per poi scrollare le spalle. « già. Ok, basta pensare a Freezer » concluse « abbiamo di meglio da fare. Adesso che posso stare in piedi, e posso far comparire le cose dalle ombre…»  gli rivolse un sorriso malizioso « penso di poterti fare un regalino per i tuoi trent’anni » disse.

Cooler fece un sorrisetto, le cose sembravano mettersi molto bene. « pensavo che me l’avessi già fatto poco fa, quando ci siamo svegliati » osservò, guardandola alzarsi dal letto e dirigersi verso lo stereo.

« pensavi male. Puoi voltarti un attimo? »

« cos’hai in mente? » le domandò l’icejin viola, obbedendo.

« tra poco lo vedrai ».

Dalle casse partì una musica orientaleggiante. Cooler non poteva vedere nulla, ma sentì un tintinnio come di tanti piccoli campanelli, o qualcosa di simile.

« puoi voltarti di nuovo ».

Cooler obbedì ancora, trovandosi davanti la shadowjin con una sorta di “pareo” rosso legato sui fianchi, pieno di lustrini e con dei piccoli dischetti metallici che ad ogni mossa provocavano il rumore che aveva sentito prima. La ragazza cominciò a muoversi ed ondeggiare sensualmente, a tempo di musica.

« …altro souvenir dalla Terra? » le domandò debolmente Cooler.

“ se Freezer lo sapesse gli prenderebbe un colpo! Crepa di invidia, caro fratellino” pensò.

« ah-ah » annuì Zoisite « danza del ventre la chiamano, giusto? »

Cooler aveva l’impressione che sarebbe stato il più bel compleanno della sua vita.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Mentre Cooler e Zoisite si davano alla pazza gioia nel festeggiare il compleanno di lui e la rinnovata “libertà” di lei, c’era qualcun altro che invece di tutto aveva voglia meno che di una festa.

Freezer li aveva fatti cercare in lungo e in largo per il pianeta, ma non c’era stato verso di trovarli: i soldi di Cooler avrebbero permesso ad un elefante di nascondersi dietro un filo d’erba e di non essere visto.

A quel punto li aveva fatti cercare nei pianeti vicini, senza ottenere niente, e aveva saputo che non era nemmeno tornato a Pianeta Cooler n.1. C’era da domandarsi dove fossero andati a finire, e cosa diavolo stessero facendo!

“su quello non ci sono molti dubbi!” pensò, rompendo il bicchiere che aveva in mano senza curarsi delle schegge di vetro che gli si erano infilate nella pelle. Tanta era la rabbia, tanta la gelosia, che non sentiva nemmeno il dolore.

In quei giorni diversi pianeti avevano pagato il prezzo dell’ultimo scherzo di Zoisite e Cooler, e della frustrazione del tiranno che non si era mai sentito così in vita sua. Era tormentato dal pensiero di lei con lui, era tormentato dal fatto che se anche li avesse trovati…che avrebbe potuto fare? Ed era tormentato perché non riusciva a dare un taglio a tutta quella storia.

Anche solo guardare l’anello che aveva al dito lo faceva impazzire. Sapeva che, finché lo avesse tenuto, lei prima o poi sarebbe tornata… ma perché diamine avrebbe dovuto volere che Zoisite tornasse? Per farsi umiliare ancora?! No, assolutamente no.

Nei momenti in cui gli venivano certi pensieri si toglieva l’anello ed era pronto a distruggerlo, al diavolo l’enigma, al diavolo il tesoro, al diavolo lei, Cooler, e tutto il resto dello stramaledetto Universo; ma quando era sul punto di distruggerlo ecco che qualcosa lo bloccava, e lo spingeva a rimetterselo al dito con un gesto nervoso.

Non si era ancora alzato dal letto quella mattina, ed aveva dato espressamente ordine di non essere disturbato. Lo aveva fatto quando, ancora mezzo addormentato, si era stretto al cuscino con la sciocca convinzione che fosse lei.

Lo aveva disintegrato, quel cuscino.

Gli erano venute in mente cose strane in quei giorni, cose come “forse non dovevo darle della puttana, forse me la sono andata a cercare, lei è stata bastarda, maligna, ma io me la sono andata a cercare”, ulteriore prova del fatto che ci fosse qualcosa che non andava.

La logica gli diceva di lasciarla a Cooler, ancora. Gli diceva “ lascia che se la veda lui con quella lì, e torna alla vita di prima”.

La voglia di vendetta invece diceva “ non ti azzardare ad arrenderti, deve pagarla per quel che ti ha fatto!”.

L’istinto gli urlava “ ma sei scemo, lasciarla a Cooler?! Non hai sentito che sensazioni che ti dà? Non l’hai sentita quella vibrazione, quell’attrazione, quella chimica che c’è tra voi due? Non ricordi più quanto è bella? E vorresti che Cooler la portasse via?”

E infine, la stessa parte di lui che aveva originato quel “forse me la sono andata a cercare”, una parte che rifiutava categoricamente di ascoltare e che fino all’arrivo di Zoisite non era mai venuta fuori, gli sussurrava altre cose ancora. Lo faceva nei momenti di stanchezza, o nel dormiveglia, nei momenti in cui tutte le altre parti erano temporaneamente sedate.

“ti immagini come sarebbe svegliarti e abbracciare lei invece che il cuscino, e questo tutti i giorni? Ti immagini le lotte, e le riappacificazioni a modo vostro? Poterle parlare di quello che vuoi, quando vuoi, senza paura e senza inibizioni? Non immagini come sarebbe veder crescere -con lei al tuo fianco- una miriade di piccoli icejin bianchi o neri? No, non uno soltanto, ma di più! E come sarebbe vederla sorridere, sorridere proprio a te, e molto più spesso? Sapere che rimarrebbe con te anche senza quel collare, anche se le restituissi l’anello?”

« sciocchezze! » sibilò l’icejin.

Intanto però non sapeva come comportarsi, e poteva solo aspettare.

Peraltro quel giorno era il compleanno di Cooler…immaginò che avesse voluto da lei un qualche regalo speciale, e non nel senso “ti compro qualcosa e te lo do”. A dire il vero si trattava sempre di “dare” qualcosa, ma non era certo una bottiglia di buon vino… e al pensiero sentiva nuovamente la voglia di distruggere qualche pianeta!

Era entrato in un circolo vizioso dal quale rifiutava orgogliosamente di uscire. Testardo, ostinato, e ventiquattro volte zuccone.

Si sfilò l’anello, cercò di concentrarsi sul rebus, ma niente. “IV abc - I abc   . + . + .”, ma che senso aveva?!

Poi notò che i nomi e la data e quei simboli sembravano corrispondere, viste le posizioni in cui erano messi. IV abc corrispondeva al nome Morgan, I abc al nome Axenite, i “.” corrispondevano ai numeri che formavano la data, e i “+” ai puntini che dividevano giorno, mese ed anno.

Un passo in più verso la risoluzione, forse, ma continuava a non capire il significato di quella roba. Forse con l’aiuto di qualcuno sarebbe riuscito a venirne a capo, forse se Zoisite lo avesse visto avrebbe saputo interpretarlo…

Ma Zoisite era chissà dove.

Cominciò a togliersi le schegge di vetro dalla mano. Avrebbe dovuto chiamare la schiava delle pulizie, alla fine, a riordinare tutto, a rifare il letto e per farsi portare un nuovo cuscino.

« Zarbon » disse in un apparecchio « di’ alla schiava delle pulizie che deve venire a rimettere in ordine la mia stanza, e solo quella ».

« sissignore ».

Lui intanto si sarebbe fatto un bagno, cercando di non pensare che era in quella vasca che lui e la piccola shadowjin…

« al diavolo! » esclamò, andando in bagno e sbattendo la porta.

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Capitolo 16
*** L'ombra del...bentornato? ***


= L'ombra del…bentornato? =

 

 

 

 

 

« forza e coraggio, oggi torniamo da Moira Orfei » disse Cooler.

Zoisite era visibilmente preoccupata, non tanto perché temesse che Freezer le facesse del male - come avrebbe potuto farlo adesso che lei poteva tornare un’ombra e aveva Cooler dalla sua? - quanto piuttosto per il fatto di rivederlo. Di rivedere quello sguardo, e di subire ancora il suo giudizio alquanto impietoso…

A tal proposito, era preoccupata sia di Freezer che per Freezer, almeno un po’: non aveva idea di che scherzo si trattasse quello che aveva in mente Cooler, ma non era di buon auspicio che non avesse voluto parlargliene. Sperò solo che non fosse qualcosa di ancora peggiore di quel che gli avevano già fatto, perché lei stessa non l’avrebbe sopportato; a tutto c’era un limite e, per quel che la riguardava, con la figura di cacca vera e propria che gli avevano fatto fare sentiva di averlo già oltrepassato. « eh già…oggi torniamo ».

Cooler notò che la shadowjin era talmente impensierita da non avergli chiesto perché diamine si stessero dirigendo verso il parcheggio, quando invece erano venuti lì in volo. Poco male, la sorpresa sarebbe stata ancora più grande. « senza fretta però. Prima voglio portarti a fare un giro…spero che ti piaccia l’alta velocità! »

« eh?!...già, ma perché siamo nel parcheggio? »

Non era un bene che fosse così concentrata su Freezer da non rendersi nemmeno conto di dove stavano andando, pensò Cooler. « te ne sei accorta solo ora? Eh, ma allora questo giretto ci vuole proprio » disse l’icejin « mi sono fatto portare qui la mia fuoriserie. Zy, Carson. Carson, Zy. Non è una meraviglia? » domandò Cooler accarezzando la carrozzeria.

Zoisite però non capì se lo avesse chiesto a lei, o piuttosto se era a Carson che aveva chiesto un’opinione!

Era una specie di macchina volante dalle linee eleganti ed affusolate, di un azzurro così “shock” da renderla immediatamente riconoscibile. Zoisite non volle immaginare quanto l’avesse pagata, probabilmente valeva più di tutte le cose che aveva nelle ombre messe insieme, che tra l’altro comprendevano anche una delle statue dell’Isola di Pasqua. « è magnifica ma… “Carson”? » lo guardò perplessa « perché cavolo l’hai chiamata Carson?! »

« non è un brutto nome! » fu la replica di Cooler « cos’ ha che non va? »

Zoisite fece dei gesti vaghi con le mani. « è solo che trovo strano dare un nome a una macchina, al di là del “Carson”. Per quel che riguarda poteva chiamarsi anche Giuditta, l’avrei trovato strano lo stesso ».

La ragazza rimase di stucco quando vide Cooler “consolare” Carson per scherzo. « non voleva dirlo piccina, no…»

Zoisite lo guardò, perplessa. Non avrebbe mai creduto che Cooler fosse un fanatico delle macchine, o almeno della propria! « saliamo prima che inizi a pensare che sei quasi più matto di Penny » sospirò.

« appunto, quasi. Matto come Penny è impossibile…aspetta » le aprì galantemente la portiera dal lato del passeggero « prego, piccola ».

Zoisite gli sorrise, e gli diede un bacio. Era sempre così fine, lui! Decisamente, pensò a quel punto,  l’attaccamento alla sua fuoriserie si poteva perdonare. In fin dei conti “uomini-motori” non era il più classico degli abbinamenti? « grazie » disse, mettendosi sul sedile.

Cooler salì subito dopo. « allaccia la cintura, mi raccomando » disse, accendendo il motore « faremo il giro di questo buco di pianeta, prima di tornare ».

Zoisite allacciò la cintura. « ok, mi sta b-»

Non fece in tempo a finire la frase che Cooler fece sollevare in aria Carson e partì improvvisamente a razzo verso…mah! Zoisite non riusciva a capirlo, perché teneva gli occhi chiusi. Va bene l’alta velocità, ma non pensava che sarebbe stato tutto così immediato! « m-ma non ti sembra di andare un pochino forte? » pigolò debolmente.

« che? Sto andando come una lumaca! Reggiti forte, ché adesso comincio a fare sul serio! » dichiarò l’icejin viola « faremo il giro del pianeta in tre secondi netti! »

« stai scherzando?! » esclamò la shadowjin, costringendosi ad aprire gli occhi. A parte la prima impressione, pensò, non era poi così male, era solo questione di abituarsi. Chissà se Cooler l’avrebbe fatta guidare, in fin dei conti anche lei aveva la patente, e pure valida!

« no! Carson può fare ben altro, considera questo: il mio record personale è di 0,978 millesimi di secondo, ma dato che ci sei tu qui vicino a me devo contenermi » le spiegò, sfrecciando a tutta velocità.

« Cooler aspetta…»

L’icejin riuscì a frenare dolcemente nonostante la velocità spaventosa. Era evidente che fosse un esperto. « c’è qualcosa che non va? Stai bene? » le domandò, preoccupato che potesse sentirsi male.

« sì» lo tranquillizzò la shadowjin « è che volevo chiederti se mi facevi guidare…»

Quasi scoppiò a ridere vedendo la faccia che aveva fatto Cooler, come se gli avesse chiesto di vestirsi da donna e prostituirsi, invece che di farla guidare.

« eh… non penso sia una buona idea, sai, non tutti sono in grado di guidare una macchina come Carson » cercò di dissuaderla Cooler. La sua auto in mano a Zoisite? …mah. Non era esattamente che se la sentisse di cedergliela, anche solo per poco.

A Zoisite però era venuta proprio voglia di guidare. Fece “camminare” due dita sul petto di Cooler, guardandolo sbattendo le ciglia. « e dai, fammi guidare…»

« ti ho detto che non è il caso e- » ammutolì bruscamente quando la shadowjin gli sussurrò all’orecchio qualcosa. Di certo si trattava di una proposta particolarmente sconcia, che dipinse un lento sorriso sul volto di Cooler. « questa qui si chiama corruzione, lo sai? »

« quindi mi fai guidare? » chiese ancora la ragazza.

« d’accordo » si scambiarono rapidamente di posto « ma non andare troppo forte, non andare a sbattere da nessuna parte e per l’amor del cielo tieni le mani lontane dal freno a mano mentre curvi! »

« vorrà dire che ne rimetterò una quando andrò dritta, sul freno a mano » commentò la ragazza con un sorrisetto.

« ci conto, piccola » rise l’icejin, che aveva capito il doppio senso « d’accordo allora, fammi vedere cosa sai fare…ehm…perché hai acceso il cronometro? »

Zoisite diede gas. « perché intendo battere il tuo record, mio caro! » disse, attivando il cronometro e schizzando via ancora più velocemente di quanto avesse fatto Cooler.

« ZOISITE TI AVEVO DETTO DI ANDARE PIANO! »

« IIIIIIH-HA!!! »  fu la risposta della shadowjin che, decisamente, non intendeva proprio dargli retta.

“questo giro glielo faccio fare, ma poi torno a guidare io” pensò Cooler.

Esattamente 0,965 millesimi di secondo dopo si ritrovarono esattamente dove lei era partita.

« ma tu guarda, credo ti averti leggermente battuto! » esultò la shadowjin.

« perché tu sei una pazza scriteriata! » sbottò l’icejin « prima ti lamentavi, ma sei andata più veloce di quanto abbia mai fatto io! »

« perché lì per lì avevo un po’paura ma poi mi è passata » replicò Zoisite « quindi posso continuare a guidare? »

« il giro del pianeta l’hai fatto, adesso direi di scambiarci di posto, tornare a quel discorso del freno a mano, e specificare alcuni punti della tua proposta di prima…»

La shadowjin fece un piccolo sospiro. La sua guida era già finita? Peccato. « ok, divento un’ombra, tu scorri di posto ».

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Freezer era stranamente uscito, così, tanto per fare due passi. Aveva concluso che gli avrebbero fatto bene, visto che stando nel palazzo non riusciva a concludere nulla. Non era nemmeno abbastanza concentrato per occuparsi dei propri affari, cosa che riteneva terribilmente grave, e a cui non poteva far fronte.

Quei due ancora non si trovavano. Possibile che se ne fossero andati davvero? Possibile che lei alla fine avesse deciso di fregarsene dell’anello di suo padre?

Se le cose stavano così non l’avrebbe rivista mai più, se non a qualche riunione di famiglia in cui Cooler non avrebbe fatto altro che sbattergli in faccia che stava con Zoisite, e che lui non avrebbe mai potuto averla, avendo perso la sfida. Già… avrebbe perso quella, e anche molto di più, anche se non lo voleva ancora ammettere. Le cose non avrebbero potuto andare peggio, pensò.

Sbagliando.

Sentì uno spostamento d’aria, ma non riuscì a fare assolutamente niente per evitare il terrificante urto che seguì; si sentì come se venti Cooler gli avessero tirato simultaneamente un pugno assassino per poi fargli crollare sopra l’intero palazzo, venne scagliato via, ci fu un altro urto, forse contro una parete, e poi si sentì cadere a terra.

Sentì anche uno strillo.

« Era Freezer! Cazzo, lo hai preso in pieno! »

Qualcuno che gli voltava la testa verso l’alto. Si sforzò di aprire gli occhi…era di certo opera della sua immaginazione vedere lì Zoisite, che sembrava anche preoccupata per lui. I sensi gli stavano giocando brutti scherzi, anche l’olfatto lo tradiva, dato che gli sembrava di sentire il suo profumo…

« dobbiamo chiamare qualcuno, un dottore, portarlo nelle vasche di rianimazione…»

Una macchina comune che andava a una velocità comune non avrebbe fatto niente a uno come Freezer, ma Carson non era una macchina comune, e tantomeno andava ad una velocità normale, ecco perché aveva fatto tanti danni; in caso contrario, Freezer non avrebbe sentito niente, e la macchina si sarebbe sfasciata.

« ma che vasche e vasche! Guarda cos’ha fatto a Carson, bisogna chiamare un meccanico, non un dottore! …quest’essere ha la pelle più dura di quanto pensassi…se lo avessi immaginato, avrei sterzato ».

Questa allucinazione uditiva avrebbe preferito non averla. Zoisite versione crocerossina andava bene, ma Cooler proprio no.

« n-n-non C…C…» quel che Freezer cercava di dire era “non Cooler eh cervello, per favore no”, ma ovviamente non ci riusciva.

« tu! Soldato! Corri a chiamare dei dottori, fai presto! » ordinò Zoisite a uno di passaggio. Era incredibile come, nonostante praticamente non fosse ancora nessuno, i soldati si trovassero ad obbedirle. Forse perché essere particolarmente perentori era un’altra peculiarità degli icejin, anche degli Shadow, insieme all’orgoglio, l’ostinazione e l’essere vendicativi. Inoltre ora che si era ripresa era più forte di tutti i membri della Squadra Ginew messi insieme: gli icejin avevano un livello di combattimento standard che li rendeva superiori a molti, e alcuni, come nel caso del clan Cold, raggiungevano picchi di potenza particolarmente elevati senza sottoporsi ad alcun allenamento.

« s-sissignora! »

Freezer sentì dei passi di corsa allontanarsi.

«…e un meccanico! » sentì aggiungere Cooler. Maledizione al suo cervello allucinato.

Zoisite lanciò a Cooler una gran brutta occhiata, mentre teneva una mano sotto la testa di Freezer. Il suo compagno di letto aveva detto qualcosa che non le era piaciuto per niente, e sperò di aver capito male. « Cooler, che voleva dire “se lo avessi immaginato avrei sterzato”?! Non l’avrai investito di proposito! »

Cooler fece spallucce. « ovvio che l’ho fatto! Tu come avresti agito, al posto mio?...già che ci sei, prendigli l’anello…»

Freezer sentì il rumore di qualcosa che sbatteva contro qualcos’altro, e un’esclamazione sorpresa. Zoisite aveva fatto comparire dalle ombre una roccia che aveva raccolto sul pianeta Framihex per ricordo, e l’aveva lanciata contro Cooler all’improvviso. « hai investito tuo fratello e stai a pensare all’anello e a Carson! Ma è possibile?!... che vuoi che mi importi al momento?!...» esclamò, decisamente irritata. A tutto c’era un limite, e investendo di proposito Freezer lui lo aveva decisamente superato.

Per Cooler la reazione della shadowjin fu indicativa, era talmente preoccupata per suo fratello che non le importava nemmeno dell’anello, e lo aveva preso a male parole nonostante la meravigliosa vacanza fatta insieme. Forse quella non era stata una buona mossa, ma l’icejin viola non intendeva certo arrendersi per quel minuscolo errore. « forse non avrei dovuto farlo » disse per rabbonirla.

“ e se non l’avessi fatto Carson sarebbe stata a posto. Se non altro adesso ho un quadro più chiaro della situazione” pensò “ credo di aver sottovalutato quel che c’è tra lei e mio fratello. Devo stare più attento, altrimenti finirà per pensare di scegliere lui…o beh, in quel caso gli strapperei davvero l’anello dal dito e la farei fuggire. Con me non lo ha fatto perché l’ho fatta stare bene e si sentiva al sicuro, ma con lui questo discorso non vale senz’altro”.

« decisamente non avresti dovuto, Cooler! Oh, i dottori… »

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Il tiranno si svegliò poche ore dopo, in quella che riconobbe essere una delle stanze vicino all’infermeria. Non riusciva a capire come accidenti fosse arrivato lì. Ricordava solo di essere stato colpito da qualcosa.

« ci credi che cominciavo a preoccuparmi? Avresti dovuto svegliarti mezz’ora fa ».

Si voltò bruscamente in direzione della voce, non riusciva a credere alle proprie orecchie ed ai propri occhi. « tu…»

Zoisite. Senza collare. Fu la prima cosa che notò, Cooler doveva averglielo strappato via, alla fine… ma lei era ancora lì.  Guardò la propria mano, e vide che anche l’anello era ancora lì. Cosa le avrebbe impedito di andarsene dopo averglielo preso? Perché non lo aveva fatto? Ma soprattutto, cos’ era successo? Perché lui si trovava lì?!

 “forse non se n’è andata perché alla fine ha capito di preferire Cooler alla sua tanto amata libertà” pensò con una certa amarezza “ ecco perché è rimasta…ma mi domando perché sia qui. Insomma, qui con me”.

« sei stato investito da una macchina » disse piano la shadowjin.

Freezer le lanciò un’occhiata ostile. « hai cercato di farmi fuori in maniera così banale? »

Stavolta fu Zoisite a dargli un’occhiataccia. « non io, Cooler. E comunque l’ha fatto per sbaglio » bofonchiò, mentendo e sapendo di mentire, senza oltretutto che Freezer credesse ad una sola parola. Ovvio che Cooler non lo avesse fatto per sbaglio, ed era altrettanto tristemente ovvio che lei cercasse di coprirlo.

“ si è innamorata di lui” pensò il tiranno, che a quel punto non si curò nemmeno di guardarla in faccia. « immagino che tu ti sia divertita non c’è male in questi giorni, e che il tentato omicidio sia stato solo il momento migliore. Perché sei qui? Sei venuta a goderti lo spettacolo? Sei venuta a vedere me, debole e incosciente? Lo spettacolo è finito, mi spiace deluderti ».

Lei si sedette sul letto. « sei proprio uno stupido! Se vuoi saperlo, lo “spettacolo” non mi è piaciuto per niente! »

Razza di ipocrita, pensò Freezer, ipocrita e pure sciocca se non aveva approfittato di quell’occasione. Non riusciva proprio a capirla, quella ragazza. « tanto tu fai sempre così » disse ad un certo punto.

Lei lo guardò perplessa. « così come? »

Freezer fece un sorrisetto sarcastico. « prima fai tutto quel che ti passa per la testa senza curarti minimamente delle conseguenze, poi ipocrita come sei fingi di essere pentita, dici un paio di “mi dispiace” per rimetterti a posto la coscienza ed ecco fatto. Io almeno ho il buongusto di non fingere che mi dispiaccia se a qualcuno succede qualcosa di brutto quando invece non me ne importa niente ».

Calò un silenzio imbarazzante per un paio di minuti. « ribadisco che sei proprio uno stupido ».

« e allora perché ci hai messo tanto a rispondere? Perché non mi hai preso questo maledetto anello? » adesso invece la guardava in faccia eccome « è l’unica cosa che ti trattiene qui. Il collare non c’è più, ti basterebbe prendermelo e poi potresti andartene via col mio caro fratello- quasi- fratricida. Immagino che in questi dieci giorni ve la siate spassata! » disse freddamente « e il giorno del suo compleanno avrai fatto gli straordinari! »

Ecco che ricominciava, tra poco le avrebbe dato di nuovo della puttana, tanto ormai Zoisite aveva capito che quello era il suo insulto preferito. Accidenti a lei, perché non aveva preso quell’anello, perché non l’aveva fatta finita? Inoltre, quasi quasi avrebbe davvero voluto essere ipocrita come aveva detto lui ed essersi preoccupata per finta, invece che essere stata veramente in ansia per la sua salute. Perché non aveva semplicemente pensato “ben gli sta”? Aveva perfino discusso con Cooler mentre i dottori portavano Freezer nelle vasche di rianimazione, tant’è che aveva deciso di passare la notte in un’altra stanza. Questo però a Freezer non l’avrebbe detto e, se lui continuava imperterrito a comportarsi in quel modo, anche lei sarebbe rimasta sulla solita linea. « se lo avessi fatto veramente per lavoro credo che quel che abbiamo fatto sia definibile con qualcosa di più che semplici “straordinari”… ma visto che non faccio la prostituta, dico solo che ci siamo divertiti tantissimo in modi che non immagini neanche ».

Quell’affermazione della shadowjin, che aveva le braccia incrociate davanti al petto ed era quindi pronta a scomparire da un momento all’altro, gli fece andare il sangue alla testa. Non riusciva a sopportare il pensiero che lei e Cooler andassero a letto insieme già prima, figuriamoci ora che glielo stava proprio sbattendo in faccia. Continuava a pensare che lei fosse sua, e sua soltanto; con che diritto Cooler ci aveva messo le mani sopra di nuovo, chissà quante volte, chissà in quali modi?! « cosa credi di ottenere dandomi la conferma di quel che già sapevo? Pensi di ingelosirmi? Che vuoi che mi importi tu e mio fratello copulate anche quattro volte al giorno?! » sibilò.

« se non te ne frega niente perché diavolo la fai tanto lunga allora?! E comunque quel giorno sono state sette…» aggiunse - peraltro senza mentire! - Zoisite, che in quel modo ricambiava le “cortesie” del tiranno quando le dava della puttana direttamente o no.

« ti ho detto che non mi importa niente! »

sette volte!!!” pensò Freezer orripilato “ sette volte! Ma come hanno fatto?!”

« e allora perché non ti calmi? » replicò Zoisite con aria di sfida « e la sai una bella cosa? Alla fine puoi dire quel che ti pare, se per te una ragazza che si è divertita con qualcuno che presumibilmente diventerà il suo futuro marito è una puttana, beh…» fece spallucce « sarai soddisfatto. Se è così che vuoi considerare la cosa, hai ragione ».

« stai zitta! » le intimò lui. Certe cose non sopportava neppure di sentirle.

« che c’è, ora non ti piace nemmeno quando ti do ragione? » gli domandò sarcasticamente la ragazza.

Freezer la guardò a lungo senza dire una parola. Secondo momento di silenzio imbarazzante, anche più lungo del primo. Zoisite non capiva cosa stesse pensando, non che fosse una cosa facile da fare…

“ probabilmente nel caso in cui si sia miracolosamente attivato un neurone che lo renda in grado di formulare almeno un pensiero compiuto, questo è ‘zoccola - zoccola - zoccola’! “ pensò.

« il tuo futuro marito…» disse lentamente Freezer « tu proprio non capisci, eh? »

« sei tu quello che non capisce » ribatté Zoisite. Dove voleva andare a parare adesso?!

« tu ce l’hai ancora con me per quel collare, e per questo » le mostrò l’anello « ce l’hai con me perché secondo te ti ho tenuta prigioniera ».

Quella non era una novità, e la shadowjin era sempre stata chiara su quel punto. « lo hai fatto, non è un “secondo me”! » esclamò Zoisite « è quel che hai fatto fin da subito, mentre Cooler mi ha liberata! »

Che cercava di fare, rigirare la frittata?

Freezer fece un piccolo sospiro. « fossi in te rifletterei ancora un po’ su come stanno davvero le cose, prima di sputare sentenze come questa. Non te ne sei accorta, Zoisite? » fece una risatina beffarda « non ti rendi conto di essere più in catene adesso di quanto lo fossi quando eri ammanettata a me diverso tempo fa? »

D’accordo, era ufficiale, quell’urto gli aveva completamente scombussolato il cervello. O così concluse Zoisite. « ma che accidenti dici?! »

« le catene che ti ho messo io esistevano solo in senso fisico. Se Cooler in passato ti ha mai detto quanto fosse evidente che tu fossi una creatura vissuta nella più completa libertà, sappi che non era il solo ad essersene accorto. Era chiaro anche per me, e nonostante quelle catene continuavi a sempre a dare quella sensazione…»

Zoisite non riuscì a dire niente. Avrebbe voluto interromperlo, ma proprio non sapeva che dire. Si, Cooler glielo aveva detto più volte, ma non avrebbe mai pensato che anche lui l’avesse notato.

 « guardati ora! » continuò l’icejin « al di là del fatto che sei stracolma di gioielli, l’aria che hai è quella della concubina preferita del padrone, che non è mai uscita dall’harem. Cooler ti ha incatenata a sé con bei regali e trattandoti con i guanti di velluto, facendo oltretutto leva sulla gratitudine che provi per lui avendoti liberata dalle catene che ti aveva messo il “lupo cattivo” » sbuffò, mentre si indicava « una volta, se Cooler avesse fatto qualcosa non ti fosse stato bene, sono sicuro che lo avresti riempito di pece e piume come hai fatto con me. Non gliel’avresti fatta passare liscia. Prima hai detto che lo spettacolo non ti è piaciuto, giusto? Che non ti è stato bene che mi abbia investito. Ma cos’hai fatto, o farai, di concreto per farglielo capire? Gli negherai il sesso per una notte e poi tutto a posto? »

« se permetti, e anche se no, questi sono fatti miei! » ribatté Zoisite, sperando che chiudesse la bocca una buona volta. Non le piaceva quel che stava sentendo, soprattutto perché era vero.

« appunto. Proprio quello che intendevo » riprese Freezer « prima avresti reagito, adesso invece accetti tutto passivamente, anche se non ti piace, perché ti senti in debito con lui. Forse hai mantenuto la tua linguaccia tagliente, ma stai perdendo il tuo spirito, piccola shadowjin; Cooler lo sta uccidendo lentamente, ma nemmeno troppo, e la cosa divertente è che non solo non te ne accorgi, ma gli dici pure grazie ».

Quel discorso la colpì profondamente, ma non intendeva ancora lasciarlo vincere, metaforicamente parlando. « non cercare di rigirare la frittata, sei tu quello che vuole uccidermi, soprattutto dopo quel che è successo ultimamente. Ci hai fatti cercare tutto il tempo, e dubito che fosse per ringraziarci del nostro piccolo scherzetto ».

Allibì quando lui scoppiò a ridere di nuovo, una risata senza la minima traccia di allegria.

« è quel che dici sempre, “vuoi uccidermi, vuoi uccidermi”…eppure guarda un po’, sei qui! Dici che non è per goderti lo spettacolo, ma allora per cos’è? »

« pena, Freezer. Ecco per cos’è. Ho pensato che Cooler avesse passato il limite, e sono venuta a vedere come stavi, perché quando ti ho visto a terra in quel modo mi hai fatto compassione! »

Freezer non gradì quel commento. Lo compativa! Lei, “compatire” l’onnipotente Freezer! Era qualcosa che non stava né in cielo né in terra. « se fossi un clichè letterario saresti la prostituta dal cuore tenero » disse seccamente.

« oh, conosci i clichè letterari? Ma allora sai leggere! »

« questo perché IO sono andato a scuola, mentre qualcun altro…»

« molto utile la scuola, proprio. Non fare tanto il figo, scommetto che papino doveva spedirtici a calci ».

« non esattamente. Ma almeno io avevo un padre che avrebbe potuto farlo».

Bastardo.

« se ci avesse provato saresti subito andato a piangere da mammina, per quanto potesse essere utile visto che è in coma ».

Più bastarda.

« potrebbe svegliarsi da un giorno all’altro! » ringhiò il tiranno « invece i tuoi sono ridotti in pulviscolo spaziale! »

Peggio ancora.

I due adesso erano pericolosamente vicini e pronti a saltarsi addosso da un momento all’altro nel tentativo di staccarsi la testa a vicenda, o forse no.

« se si svegliasse sarebbe solo per prendersi la soddisfazione di vomitarti addosso ».

« o magari gettarmi addosso liquami provenienti dalle fogne » sibilò lui.

« ah. Io lo farei » sibilò Zoisite a sua volta, in tono sarcastico « piaciuto il bagnetto? »

Parte di lei rimase di sasso nel sentire la sua stretta improvvisa, e per il ritrovarsi improvvisamente nel letto accanto a lui, ma un’altra parte di lei, invece, non era sorpresa per niente. Era quella parte che aveva imparato a conoscerlo, e sapeva almeno un po’cosa aspettarsi.

« era quel che volevi fin dall’inizio, ammettilo ».

« no, sono etero ».

L’icejin la odiò profondamente in quel momento, per quanto invece amò rivedere nei suoi occhi l’antico spirito che li animava, quello col quale l’aveva conosciuta. Odiò e amò allo stesso tempo quel che stava succedendo, anche se non lo avrebbe mai confessato nemmeno a se stesso. Fu felice che un po’di lei fosse rimasto, che Cooler non avesse ancora completato l’opera. C’era ancora una speranza, allora. « tu questo con Cooler non lo senti, né lo sentirai mai ».

« “questo” cosa? Di che parli?...no, Cooler non usa un profumo così dozzinale ».

Eccola lì. La sua piccola, insolente shadowjin.

“ bentornata”.

Non registrò il proprio pensiero, perché ad averlo avuto era stato il Freezer del dormiveglia, e lui era impegnato a fare altro…ma anche Zoisite, inconsciamente, lo percepì sotto le loro azioni.

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Capitolo 17
*** L'ombra. L'unica giusta. ***


piccolo sommario: il rapporto di Zoisite sia con Freezer che con Cooler è diventato man mano sempre più profondo, anche se in modi completamente differenti. Cooler, fino a questo momento, si è presentato come il partner perfetto; Freezer, invece, come un pazzo psicotico per il quale però la nostra shadowjin nutre una profonda attrazione -e anche qualcosa di più- oltretutto ricambiata.
L’ultima azione di Cooler, investire il fratello con la propria auto, ha portato però a dei cambiamenti nel modo in cui Zoisite lo vede. Un’incrinatura su una superficie di cristallo trasparente.
Che per Freezer questa sia l’ultima occasione per far si che l’ago della bilancia penda a suo favore?

= L’ombra. L’unica giusta. =

 

 

 

 

 

 

« vieni a dirmi di nuovo che è stato uno sbaglio, adesso. Voglio proprio vedere se arrivi a tanto! Sei sobria, sei sana, quindi non puoi nemmeno dire che mi sono approfittato di un momento di debolezza per saltarti addosso. Come ti giustificherai stavolta? Mh? »

Già. Come si sarebbe giustificata stavolta, anche a se stessa?

Adesso sì che si sentiva una vera e propria puttana. Passava da un fratello all’altro nel giro di poche ore, per motivazioni che nemmeno lei riusciva a comprendere appieno, anzi, diciamo pure che non le comprendeva per niente. Che tutto sommato avesse ragione lui a darle della zoccola, pensava, che effettivamente lo fosse diventata?

Se anche non aveva ragione su quello, comunque, sul resto l’aveva senz’altro. Aveva perso di vista il suo obiettivo principale, ossia la fuga, e magari trovare il tesoro degli shadowjin; si era lasciata trascinare dai bei gioielli, dal lusso, dalle coccole, il sesso e i vini costosi che Cooler le aveva offerto, tanto che invece di andarsene via era rimasta al suo fianco…

“ ma se stavo bene, perché avrei dovuto fuggire? Cooler mica vuole farmi fuori. Chi vuole uccidermi è questo qui. Me lo devo ricordare. Ha ragione a dire che mi stavo lasciando prendere troppo la mano da Cooler, ma come cavolo faccio io a fidarmi di lui?! E anche quello che è successo adesso, è un’altra cosa che non avrebbe mai dovuto accadere!...ok, è ufficiale, sono una zoccola”.

« Zoisite, parlo con te! » si fece sentire Freezer.

« non ti ascoltavo, e poi tanto non me ne frega niente ».

Il desiderio di staccarle la testa dal collo era quasi legittimo, in certi casi, ma Freezer decise di ignorare questo punto. « dovrebbe importarti, perché ti ho chiesto come intendi giustificarti ».

« bravo, hai fatto la rima. Un applauso! » disse ironicamente, battendo le mani una singola volta.

« continua pure a eludere la domanda facendo battute, non cambierai le cose ».

Zoisite non lo guardò nemmeno. « sono una zoccola » borbottò « via, ci hai azzeccato, dopo quel che è successo adesso sono ufficialmente una grandissima puttana, questa è la spiegazione. Sono stata con te perché mi è presa voglia, peraltro senza che tu mi piaccia particolarmente. Questione chiusa e tanti saluti ».

Non era esattamente quel che Freezer voleva sentirsi dire, anche se gli stava dando ragione. Perché non ammetteva la verità, una buona volta? Perché si ostinava a dire che era per caso, per sbaglio, o per pura e semplice voglia che succedevano quelle cose tra loro? Era diciannove volte testarda. Freezer la guardò a lungo per poi scuotere la testa con uno sbuffo nervoso. « possibile che con te non si riesca a venire a capo di niente?! »

“ a capo di che?! A capo di che?! Non c’è niente di cui venire a capo!” pensò Zoisite. « ma che cavolo vuoi da me?! Eh?!! » sbottò la shadowjin. Era tutto così complicato, così confuso per lei!

Non che per Freezer le cose fossero diverse: lo definivano imprevedibile ma Zoisite, come già detto, era molto peggio di lui. Faceva tutto e il contrario di tutto, diceva tutto e il contrario di tutto, e poi veniva a domandare a lui cosa volesse? Era lei quella che da quando era arrivata gli aveva rivoluzionato la vita! « se mai cosa vuoi tu, che prima vai via dieci giorni con mio fratello e poi vieni a letto con me appena torni! » le fece notare.

Lei si mise a osservare con grande attenzione una macchia sul soffitto. Di cos’era? Sangue? Umidità? Liquidi vari? Non che le interessasse davvero, ma meglio guardare quella che guardare in faccia Freezer. « quello l’abbiamo già chiarito, sono una zoccola ».

Freezer pensò che avrebbe dovuto starsene zitto. “hai il diritto di rimanere in silenzio. Ogni parola che dirai potrà essere usata contro di te nel confusionario tribunale mentale di questa piccola pazza shadowjin”.

« non sei una zoccola se vieni a letto col tuo futuro marito. Quello vero » replicò il tiranno.

Zoisite alzò gli occhi al cielo. « forse tu non hai capito bene com’è la questione, Moira, quindi te la spiego io. Tu non rientri nelle mie opzioni di scelta, che sono: a) la fuga, che dopo il tuo bel discorso ha ricominciato ad attirarmi…»

Non era quello il risultato che Freezer avrebbe voluto ottenere. Di nuovo, ripeté mentalmente “hai il diritto d rimanere in silenzio…”.

 «…e b) scegliere Cooler e stare come un pascià per quanto, sempre tornando al tuo discorso di prima, quella cosa delle catene non faccia una piega. Decidere di rimanere con te per farmi ammazzare ancora giovane e bella non è nelle mie intenzioni ».

Ecco che se ne usciva di nuovo con quella storia. Stavolta fu lui ad alzare gli occhi al cielo. « lascia perdere quest’ultimo dettaglio solo per un second-»

« chiamalo dettaglio! È mia la vita che dovrei buttare al vento! » esclamò la shadowjin.

Freezer le afferrò le braccia per impedirle di sparire nelle ombre. « Zoisite. Falla finita ».

« tu proprio non ti rendi conto-» avviò a dire la ragazza, ma venne interrotta immediatamente.

« A non renderti conto di tante cose qui sei tu. Non ti rendevi conto di quanto Cooler ti stesse plagiando e non ti rendi conto che tanto…è inevitabile » la vide guardarlo con aria perplessa, e decise di essere più chiaro « me e te. è inevitabile. Guarda quello che succede ogni volta: tu sei sempre lì a dirmi “non ti sceglierò mai perché vuoi uccidermi”, io sono sempre qui a odiarti profondamente e a immaginare di strapparti quella linguaccia malefica, eppure guardaci! Tu finisci sempre a tornare da me, e io sopporto la tua sfacciataggine senza fare niente di concreto…»

Zoisite sbuffò una risata amara. « ci credo! Hai le mani legate da quando papy ti ha dato quegli ordini, altrimenti avresti agito in tutt’altro modo ».

Mamma mia che nervi! Possibile che fosse così cocciuta?! A stento gli lasciava mettere due parole in fila, ed era così convinta del fatto suo che, qualunque cosa lui potesse dire, avrebbe sempre trovato il modo di controbattere. Freezer cominciava veramente a perdere le speranze, ma nonostante questo continuò quella che - seppure non nel vero senso del termine - era la battaglia più dura che avesse mai sostenuto: doveva combattere contro di lei, contro Cooler, e anche contro se stesso. Nemici per niente facili da gestire. L’ultimo in particolare. « non significa niente! Avrei potuto decidere di sbolognarti a Cooler e tornare alla mia vita di prima, in cui nessuno mi lanciava niente addosso! »

« sarebbe stato tutto molto più facile » fu il commento di Zoisite « ma tu vuoi vendicarti, per questo non lasci perdere… »

Freezer, dopo averle lanciato un’occhiata gelida, si voltò dall’altra parte. « parlare con te è come parlare al muro ».

« se non è così, allora ti decidi a dirmi come cazzo è?! Perchè per quanto ne so le cose stanno esattamente come dico io! Tu vuoi…come hai detto? “spezzarmi, piegarmi” e tutte quelle menate, tutto ciò mentre cercherai di mettermi incinta, per poi ammazzarmi nel peggiore dei modi una volta che avrò partorito! Questo è quello che mi hai sempre promesso, e per come si sono messe le cose è stato l’arrivo di Cooler a salvarmi. Se c’è dell’altro sotto non ho modo di saperlo, io non sto nella tua testaccia psicotica! Se anche adesso te ne uscissi col dire che mi sto sbagliando, come potrei crederti? Tu sei capace di tutto! Come potrei mai fidarmi di te?!» Zoisite aveva le sue ragioni, andava detto.

L’icejin doveva trovare un modo efficace di controbattere, ma mentre ci stava pensando la lingua partì per fatti suoi, senza che nemmeno se ne rendesse bene conto. « e come faccio io a dirti qualsiasi cosa, sapendo che potresti approfittartene per colpirmi? » si sentì dire in un tono molto più basso di quel che usava di solito « finora tu hai fatto solo questo! Ogni volta che hai trovato un minimo appiglio, ogni volta che hai intravisto un modo per farmi… per fare male, non te ne sei approfittata immediatamente? Lo hai fatto quando hai capito com’è la mia situazione familiare, lo hai fatto ogni volta che ci siamo trovati un po’più vicini. Dici “come potrei mai fidarmi di te se mi dicessi che c’è sotto dell’altro”, ma io posso ribattere “come posso agire diversamente da come faccio, con una persona che mi pugnala alla schiena -e non solo- ogni volta che può?”. Se anche volessi, io non potrei… e se mi si colpisce, io rispondo a modo mio ».

Zoisite, rimasta di sasso, stavolta non ribatté, perché aveva veramente capito cosa voleva dirle. Il problema era che non facevano che darsi addosso a vicenda, senza riuscire a darci un taglio, così lui, volente o nolente, si ritrovava a dover agire come agiva, e lei a reagire di conseguenza.

La shadowjin stavolta capì finalmente che non era solo lei, a essere preda della confusione: lei e Freezer erano sulla stessa barca! Avevano mostrato l’uno all’altra il loro lato peggiore per via di quel maledetto orgoglio che li contraddistingueva, senza rendersi conto che sarebbe stato tutto diverso se, invece di fare tre passi indietro quando qualcuno dei due ne faceva uno avanti, l’altro ne avesse fatto uno in avanti a sua volta. Non sarebbero mai arrivati a quel punto, se avessero aperto gli occhi.

Ma forse non era troppo tardi.

« penso di aver capito » disse lei piano, mentre con una mano andava a sfiorargli la schiena. Lo sentì trasalire leggermente.

Vedendo che non la stava respingendo, Zoisite si lasciò guidare dall’istinto, rizzandosi a sedere ed andandogli vicina. Le sue braccia si chiusero sul petto dell’icejin, mentre gli si appoggiava alla schiena. Zoisite non poteva vedere la faccia che aveva fatto lui in quel momento. Era un gesto assolutamente inaspettato quello della ragazza, almeno dal punto di vista di Freezer. Per l’appunto, si parlava di imprevedibilità…un attimo prima si urlavano addosso, e quello dopo Zoisite lo abbracciava.

« non ti ho dato nemmeno una chance » continuò lei.

Vero, lei non gli aveva mai dato una chance, ma lui che aveva fatto per meritarsela?...al momento, comunque, a nessuno dei due venne in mente quel dettaglio.

« no. Non me l’hai data » replicò lui, cercando di mantenere un tono distaccato.

Se fosse stato un trucco? Se fosse stato solo per confonderlo ulteriormente che ora agiva così, se fosse stato tutto un piano per manipolarlo? In fin dei conti con Cooler doveva avere imparato bene quanto per una bella ragazza, se abbastanza furba, potesse essere facile far fare a un uomo tutto quello che voleva.

 “ smettila di battere così,  se quella se ne accorge è la mia fine!”  intimò Freezer al proprio cuore, detestando che questo non gli obbedisse.

« se io smettessi di  “colpirti” come hai detto tu » disse piano lei « c’è una possibilità che le cose cambino? Incluse le tue intenzioni mortifere nei miei confronti? »

Voleva salvarsi la pelle, solo quello, si disse Freezer. Era veramente tutto un piano, lui non le interessava e non le sarebbe mai interessato. « forse » disse dunque, con una certa freddezza.

Zoisite non riusciva proprio a strapparglielo, quel “sì”. Quel tipo era veramente ostinato, e poi diceva di lei! Comunque era già un piccolo passo avanti, per quanto anche l’idea di stare con uno che “forse” l’avrebbe uccisa non l’attirasse per niente. « non so se mi può bastare un forse ».

« non puoi nemmeno pretendere di più però, non subito. Staccati ».

La shadowjin stava quasi per obbedirgli, pure un po’offesa. Era lui quello che cercava sempre il contatto, e ora che era stata lei a darglielo di sua spontanea volontà non andava più bene?...ma infine si limitò a staccarsi solo un po’, per poter arrivare a sussurrargli all’orecchio come lui una volta aveva fatto con lei. « sei sicuro di volere che mi stacchi? »

Sentì tutti i muscoli della sua schiena irrigidirsi. « lo so cosa stai facendo. Cerchi di invertire le parti, e l’unica cosa che vuoi è salvarti la pelle ad ogni costo ».

« quello mi sembra normale. Tutti vogliono salvarsi la pelle ».

“a scapito di…di quello che è…” fu il pensiero confuso dell’icejin. Pensiero che se rimesso in ordine era “a scapito mio, perché sfrutti quel che c’è tra me e te, perché stai solo giocando, non ti importa niente di me; vuoi solo salvarti la vita qualunque sia la tua scelta, e così fai di tutto per spianarti la strada in ogni senso possibile”. « in questo modo però è squallido ».

Ah, proprio lui andava a parlarle di cose squallide! « pensi che stia giocando, vero? »

Bersaglio centrato. « sarebbe inutile perché con me certi trucchi non funzionano, e comunque…non penso niente! » disse lui, con forza.

« ah guarda, quello lo sapevo » fu il laconico commento di Zoisite, che infine si staccò.

Quella battuta ruppe l’atmosfera che si era creata come un sasso rompe il vetro di una finestra. Stavolta ci si erano avvicinati, ma era finito tutto, come sempre, con un nulla di fatto.

« ricominci con le insolenze piccola shadowjin?! »

« non sono insolenze, sono dati di fatto » replicò, alzandosi dal letto e rimettendosi l’armatura addosso.

Il tiranno la seguì con lo sguardo. « parla per te. Ora che intendi fare, andare a dare a Cooler la sua razione di divertimento giornaliera? Oppure oggi lo castigherai per davvero? » disse, sarcastico. Giocava con lui e anche con suo fratello, certo, altrimenti che gusto c’era?

« non è affar tuo » ribatté Zoisite che, no, non aveva la minima intenzione di andare da Cooler. Aveva bisogno di chiarirsi un po’le idee a modo suo.

« e allora dove vorresti andare? » incalzò Freezer, alzandosi dal letto a sua volta « tu che giri libera per il mio palazzo? Pessima idea! »

Zoisite si voltò a guardarlo con la sua solita aria diffidente e ostile. « mettimi un altro collare allora, no? » disse lei freddamente « se ci tieni tanto a saperlo, sto andando da Zarbon ».

Che c’entrava Zarbon? Quella risposta lo aveva stupito.« vai a letto anche con lui?! »

Gelosia portami via! Se così fosse stato, Zarbon sarebbe morto dopo le peggiori torture. Magari si sarebbe anche fatto il bagno nel suo sangue. Freezer aveva sentito chissà dove che fare il bagno nel sangue altrui manteneva eternamente giovani, e dunque rendeva immortali. Forse provarci non era una cattiva idea!

« ma vuoi chiudere quella bocca una buona volta?! No che non ci vado a letto! »

« e allora cosa vai a fare? »

Zoisite fece comparire dalle ombre un bel paio di forbici. « un lavoretto da parrucchiere ».

A Freezer quasi caddero le braccia. Immaginò la reazione tragicomica di Zarbon, tragica per quest’ultimo, comica per chi sarebbe stato a guardare. « e poi quello che rompe le scatole al prossimo sarei io? »

« comunque faccio meno danni di te, io non mi metto a distruggere i pianeti perché voglio vedere i fuochi d’artificio» fu la replica finale di Zoisite, che scomparve nelle ombre.

« aspetta! »

Invece di strisciare da un’ombra all’altra, lei obbedì e aspettò.

« quel discorso…quello della chance ».

“ è valido?”

« pensavo ci fossimo capiti ».

“ sì, razza di scemo pagliaccio, sì “.

« mh. Comunque avrei da dire qualcosa riguardo i fuochi ».

« ossia? » domandò la shadowjin dalle ombre.

Lui fece un sorrisetto. « ultimamente ne sto vedendo abbastanza anche senza distruggere niente, e nei momenti più impensati ».

Allusione molto chiara.

Zoisite però fece una risatina ironica. « eppure io te l’ho detto che devi piantarla con l’LSD, Penny…»

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Cooler si era mosso benissimo, fino a quel giorno: l’aveva portata dalla sua parte e aveva surclassato suo fratello in tutto e per tutto.

Adesso però sapeva per certo di dover tentare al più presto un’azione ancora più drastica dell’averlo investito. Se prima aveva qualche dubbio, adesso non ne aveva più, e il timore di perdere la sfida -sempre più fondato- lo spingeva a dare il via a quella che sarebbe stata la mazzata definitiva.

Freezer era stato proprio bravo, a fare leva sulla compassione. Cooler non se lo sarebbe mai aspettato, non da uno orgoglioso come lui, ma evidentemente vincere gli importava di più.

“ …‘non hai fatto che colpirmi bu-uh, dammi una chance’! Andiamo, è patetico”.

Aveva intuito dove potesse essere andata Zoisite, e ci aveva visto giusto, cogliendo l’opportunità di ottenere un’ulteriore conferma sull’aria che tirava.

Freezer andava distrutto. Non fisicamente, chiaro, ma andava spezzato, annientato. Zoisite doveva vedere quanto era patetico in realtà, al di là di quei discorsi lacrimosi… patetico e stupido.

Il piano attualmente era di fare di nuovo pace con la shadowjin, e poi coinvolgerla nello scherzo di cui le aveva vagamente accennato. Bastava che Freezer facesse un’altra mossa falsa, e lei avrebbe accettato sicuramente di partecipare. Non era necessario spiegarle tutto nei dettagli, le avrebbe detto di voler riproporre lo scherzo dello spaventapasseri, solo fatto meglio.

Non le avrebbe detto della droga nel bicchiere di vino di suo fratello, come non le avrebbe detto di chi sarebbero state le fattezze riprodotte sul manichino che Freezer si sarebbe trovato davanti: lei avrebbe solo dovuto chiudere tutte le uscite e spegnere tutte le luci tranne una, o forse due, a seconda di quanto illuminavano forte. Al resto ci avrebbero pensato lui, una cassa stereo di una registrazione con la voce modificata e i sensi di colpa che, Cooler lo sapeva, perseguitavano suo fratello da quando era nato.

Per Freezer sarebbe stato devastante trovarsi davanti regina Ice ad accusarlo del suo stato di coma, e grazie alle droghe non sarebbe stato a chiedersi perché e per come. Per di più, quando si fosse ripreso - se mai lo avesse fatto - non avrebbe creduto a Zoisite quando lei gli avrebbe detto “non immaginavo che Cooler volesse fare una cosa del genere”. Freezer lasciare che qualcuno si spieghi? Macchè! In quale mondo parallelo?
Così, suo fratello sarebbe stato distrutto, e tra lui Zoisite sarebbe finito tutto prima di iniziare. Lei inizialmente non avrebbe preso bene quello scherzo, Cooler se l’aspettava, ma poi i continui attacchi di Freezer l’avrebbero portata a cercare rifugio tra le sue braccia, e lui gliel’avrebbe dato; poi sarebbe arrivato il giorno in cui la shadowjin  gli avrebbe dato il permesso di strappare a Freezer l’anello di Morgan Shadowhidden -o anche tutta la mano- e lui l’avrebbe fatto.
Avrebbe vinto la sfida, condannando Freezer a una vita in solitudine, perché non avrebbe mai voluto nessun altra. Era perso dietro a lei, la “piccola shadowjin” era l’unica giusta, che volesse ammetterlo o meno.

“ e se le cose non dovessero andare così? Se dovesse continuare a stare vicino a mio fratello?”

L’avrebbe fatta scappare come da piano. Andiamo, non sarebbe mai stata a posto sapendo che una volta sposati Freezer poteva farla fuori in qualunque momento anche solo perché di malumore. No, la piccola Zy non avrebbe mai accettato una cosa del genere, dipendere in tutto e per tutto dall’umore di uno psicotico. Lei voleva di certo un rapporto paritario. Freezer poteva darglielo? Mah! Se tutto fosse andato come doveva andare, non avrebbe corso nemmeno il rischio di scoprirlo.

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Capitolo 18
*** L'ombra della comprensione ***


= L’ombra della comprensione =

 

 

 

 

 

 

Gli unici segni di vita che diede Zoisite nei tre giorni successivi furono gli scherzetti ai danni dei sottoposti di Freezer. Quanto al resto, per quest’ultimo e suo fratello la shadowjin risultava completamente scomparsa da ogni radar. Ciò naturalmente era stato ulteriore causa di discussione tra i due, la cui rivalità -già aspra da prima- si era ulteriormente aggravata per colpa di Zoisite.

Se solo lei avesse finalmente deciso, tutto si sarebbe risolto, ma più in là si andava meno la ragazza sentiva di essere in grado di arrivare a una conclusione che la soddisfacesse veramente.

Cooler. Sapeva che, per quanto stessero bene insieme - davvero bene - non l’avrebbe mai amata, ed era stato veramente perfido nei confronti di suo fratello, troppo per i suoi gusti.

Freezer. Tra loro c’era qualcosa di forte, che non sapeva spiegarsi o definire. Ok, non era vero, se ci avesse riflettuto bene avrebbe saputo definirlo eccome, e aveva concluso che forse poteva anche dargli una chance… ma come avrebbe mai potuto fidarsi completamente? Sarebbe bastato un momento di rabbia per fargli dire addio a tutti i buoni propositi  e ciao ciao Zoisite, buona morte, un raggio letale e via.

La libertà. Quella era tornata ad essere la prima scelta: ripartire all’esplorazione dell’Universo, da sola o con qualche gruppo di altri alieni. Magari sarebbe tornata con il gruppo di Doc. Come prospettiva non era affatto male…ma da quanto aveva conosciuto Cooler e Freezer aveva cominciato a pensare di volere di più.

“ma cosa c’è di più?! Cosa c’è di meglio della libertà? Se me ne vado riprenderò a fare quel che mi pare senza rendere conto a nessuno! La libertà non è questa?”

Aveva iniziato ad avere dubbi sul concetto stesso di libertà, cosa che in tutta la vita non le era mai capitata. Fino al suo arrivo su Pianeta Freezer n.1 era stata felice, anche se fondamentalmente sola. Le persone lasciavano il tempo che trovavano così come, di solito, i legami di amicizia. Non aveva rimpianti ad allontanarsi quando decideva di farlo, e non aveva problemi a ricomparire nei gruppi in cui era già stata se le piaceva così. Non aveva paura di perdere quelle persone, non davvero, e se accadeva - nei casi in cui veniva a conoscenza della morte di qualcuno che aveva incontrato - si limitava a pensare “peccato”. In fin dei conti la vita da girovaghi era quella che era, e tutti quanti conoscevano i rischi.

Adesso però le cose erano cambiate. Anello a parte, sarebbe stata davvero bene se si fosse allontanata da loro due, o da quello dei due che le avrebbe fatto rimpiangere quella decisione?

Forse la libertà non stava tanto nell’andarsene a vagare senza meta per l’Universo, quanto piuttosto nel sapere di avere la possibilità di farlo, o di fare senza paura ciò che, se non avesse fatto, avrebbe ripianto in futuro.

Un pensiero le aveva sfiorato la mente alcune volte -più che un pensiero un desiderio-: quello di avere sia modo di vagare liberamente che di avere qualcuno di importante con lei, un po’come aveva fatto con Hayun, con la differenza che avrebbe gioito nell’averlo accanto tutti i giorni, e che non ci sarebbe stato bisogno di droghe per andare a letto insieme. Zoisite però sapeva che quel sogno era destinato a rimanere tale, perché…a chi dei due proporre una cosa del genere? A che pro, sapendo che nessuno dei due avrebbe lasciato la propria parte di impero? Per non parlare del fatto che in un progetto del genere non c’era posto per i figli che entrambi di certo volevano, per quanto lei e Hayun - “quello stronzo!” - fossero cresciuti proprio in quelle condizioni, e senza nessuno a guidarli.

« guarda che se non rispunta fuori è solo e soltanto colpa tua! » sbottò Freezer, all’indirizzo del fratello.

« no, è colpa tua che facendo leva sulla pena “oh poverino è stato investito” le avrai di sicuro riempito la testa di stupidaggini! » ribatté Cooler.

« non sono stupidaggini, le ho solo fatto notare che tu la stai impunemente manipolando…»

« manipolarla io! Parla quello che ogni volta che l’ha trovata debole oppure ubriaca ha approfittato della situazione per portarsela a letto ».

« l’ultima volta la piccola shadowjin era a posto, eppure è stata con me lo stesso. Come la mettiamo? »

Zoisite cercava di prendere una decisione anche guardando come si comportavano quando pensavano di essere soli, ma onestamente quel che vedeva non l’aiutava.

« “la mettiamo” che una sbandata può capitare, o anche due, o tre. Non penso che significhino niente, Zy in fin dei conti lo sa che sei uno…com’è che dice lei? “Psicotico isterico nevroticheggiante con tendenze schizomaniacali - non troppo - sublimate nonché stronzo” ».

« mi sa che sei tu la “sbandata”, caro fratello. Lei alla fine torna sempre da me».

« intanto non ha mai ballato per te come invece ha fatto per me il giorno del mio compleanno » ribatté Cooler con aria assente ed un sorrisetto « praticamente nuda ».

“ecco fatto, adesso se scegliessi lo psicotico mi toccherebbe rifarlo per il suo venticinquesimo compleanno, nemmeno per il trentesimo!” pensò la shadowjin, che comunque non si troppo sentiva infastidita dal fatto che Cooler ne avesse parlato. In fin dei conti lei era quella del “mi hai messo su due dita” urlato davanti a un mucchio di soldati, ed era sempre lei quella di “abbiamo scopato sette volte di fila”. La discrezione fatta persona, insomma.

« ti farei tagliare le mani, solo per aver toccato qualcosa di mio! »

« non capisci proprio che è per questo tuo intestardirti a definirla un “qualcosa” di tuo che lei ti evita come la peste, vero? » rise Cooler.

“già” pensò la shadowjin.

« non vuole evitarmi. Mi ha promesso una chance, se non lo sapevi! »

« vuoi mettere una chance contro una magnifica vacanza di dieci giorni fatta insieme, in cui non ha pensato a te nemmeno una volta? » minimizzò Cooler « ma perché non lasci perdere? Lo sai che con le donne non ci sai fare. Potresti mandare Zoisite in coma dopo averla picchiata in un giorno di malumore, sempre che tu in quel frangente non la uccida. L’unica cosa che tu sei in grado di fare è questa, e non mi stancherò mai di dirtelo: distruggere- le- persone ».

Cooler aveva l’inquietante capacità di dare voce alle paure di Zoisite.

Freezer stavolta reagì con ancora più violenza del solito, riuscendo addirittura a sorprendere Cooler che si prese un gran pugno in pieno viso.

« piccolo nanerottolo!...» bofonchiò Cooler, pronto a reagire con ancora più violenza.

Ok, doveva uscire allo scoperto prima che distruggessero il palazzo. « riabbassate il livello di testosterone, grazie » disse seccamente, uscendo fuori dalle ombre.

« oh, ma tu guarda chi si rivede. Sei venuta a farci un balletto? »

Cooler sogghignò. Proprio come previsto, Freezer stava di nuovo facendo il cretino. D’altra parte lui aveva parlato del regalo di compleanno proprio per quella ragione, che lei fosse stata presente a cosa ancora “fresca” era anche meglio: sarebbe stato diverso se fosse stata lei stessa a parlargli di quella cosa, o se lo avesse fatto lui stesso ma qualche ora prima… così, invece, era stato come aver acceso una miccia cosparsa di benzina, e l’esplosione si sarebbe verificata subito, con le conseguenze del caso.

« l’invidia è una brutta bestia » fu il commento della shadowjin.

“ altra benzina gettata sul fuoco” pensò Cooler.

« invidia di cosa?! Se mi andasse potrei far venire qui anche trenta belle icejin che, altro che i balletti! Farebbero tutto quello che ordino! Qualunque cosa! » sottolineò Freezer. Diceva la verità, gli bastava fare qualche telefonata per avere tutte le icejin ancora viventi lì nel suo palazzo completamente a sua disposizione. « e magari lo farò proprio stasera ».

Sì, lo avrebbe fatto,  almeno imparava, quella! Invidia di cosa, ma che stava dicendo? Era l’onnipotente Freezer, se voleva qualcosa lo otteneva, e se voleva andare a pari con Cooler divertimento parlando aveva tutto il diritto di farlo. Che pensava Zoisite? Pensava di poter giocare impunemente con lui? Lo aveva portato quasi a pregarla per una chance, a fare discorsi che non stavano né in cielo né in terra. All’inizio non ci aveva pensato, ma più ci rimuginava sopra più si rendeva conto di quanto si fosse dimostrato patetico e debole. Pensava di poterlo manovrare? C’era andata vicina tre giorni prima, anche troppo…occorreva una dimostrazione di forza.

Che in realtà più che una dimostrazione di forza fosse una dimostrazione di totale stupidità era un altro discorso.

“ così è anche troppo facile…” pensò Cooler, e si voltò perché non si vedesse il suo sorrisetto ironico.

« io non te l’impedirò di certo, se non sei in grado di gestire una vera donna tieniti pure le tue leccapiedi dai colori slavati » fu la gelida replica di Zoisite « e stai attento alle malattie veneree ».

Ma come? Le aveva chiesto una chance, l’aveva perfino ottenuta, e adesso se ne usciva con una cosa del genere? Dopo tutti quei gran discorsi sul male che si facevano, sul colpirsi, su “ Cooler ti tiene incatenata a lui con i bei regali” e su “me e te, è inevitabile”… ma allora lo aveva fatto solo per confonderla, sperando che sarebbe tornata a letto con lui altre volte.

« personalmente, ho sempre amato il nero » intervenne Cooler « tre giorni senza la mia migliore amica sono lunghi, lo sai? Mi sei mancata. Mi spiace aver discusso con te » disse piano Cooler, ignorando completamente suo fratello e facendo il baciamano alla shadowjin « mi dispiace infinitamente ».

« sono sempre dell’idea che tu abbia esagerato…» disse Zoisite. Poi si voltò a guardare Freezer, che sembrava sul punto di esplodere « io e Cooler togliamo il disturbo, se vuoi iniziare i preparativi per il tuo festino fai pure » disse seccamente la ragazza, ostentando totale indifferenza con un retrogusto di disprezzo mentre usciva dalla stanza con Cooler, che si voltò un’ultima volta verso il fratello guardandolo come per dire “ma quanto sei cretino!”.

Freezer ricevette il messaggio, ulteriore molla che lo spinse a fare quelle telefonate. No, proprio non capiva di stare facendo l’ennesima grande stupidaggine. Pensava solo a dimostrarle quanto non aveva bisogno di lei, e che qualunque cosa succedesse tra loro era voluta. Si contraddiceva, contraddiceva tutto quel che le aveva detto.

Se solo Zoisite avesse scelto, una buona volta, non si sarebbe trovato così in confusione!

« vedi, tutto sommato averlo investito con Carson è stato poco » disse Cooler, dopo aver camminato di fianco a Zy per un po’.

Lei fece uno sbuffo nervoso. « mica per niente, ma tre giorni fa mi ha fatto un discorso semi lacrimevole del tipo “se tu mi fai del male io come devo fare, povero me, non mi hai dato nemmeno una chance, come faccio ad agire diversamente” e oggi se ne esce con un festino! Ma quanto cazzo è stupido! » sbottò, sbattendo un pugno contro la parete. Ecco la verità. Altro che indifferenza, adesso c’era “gelosia portami via” da entrambe le parti!

« e bugiardo ».

« …E bugiardo! »

« e manipolatore ».

« …E manipolatore!!! »

Freezer non avrebbe potuto fargli un servizio migliore, gli aveva anche fornito l’occasione perfetta per mettere in atto il suo scherzo. Un po’di droga nei bicchieri di tutti -che sarebbero stati già brilli di loro- il buio, il manichino di regina Ice, la voce registrata e ta-daan! Meglio di così non poteva proprio andare. « meriterebbe di pagarla per averti ingannata, non pensi? Ti ricordi quello scherzo di cui ti parlavo? Quando la festa sarà al culmine, tu spegni tutte le luci tranne una o due, e blocca le uscite. Al resto penserò io » le circondò le spalle con un braccio « pace, piccola? »

« pace, pace » borbottò, senza dare troppo peso a quel che le stava chiedendo o domandargli di aggiungere ulteriori dettagli. Si sentiva ingannata, presa in giro, ferita nell’orgoglio.

“ ‘posso avere tutte le belle icejin che voglio’, ma se ne vada al diavolo! ‘Me e te è inevitabile’…sì, è inevitabile che io finisca a sputargli in un occhio! Se quello prova ad avvicinarsi ancora lo spacco, lo rompo, gli vomito addosso!

Non pensava minimamente al fatto che Freezer doveva essersi sentito esattamente allo stesso modo sapendo che andava a letto con Cooler…

“ è una cosa diversa! Cooler è uno, ed è un probabile futuro marito, è diverso da un’orgia!”

Qualunque fosse la verità, comunque, il fatto era che Zoisite stava assaggiando un po’della stessa medicina che aveva dato a Freezer, e che sapore amaro aveva!… si sarebbe sentita così anche se fosse stato Cooler a fare quel festino?

Il calore del braccio dell’icejin attorno alle sue spalle risultava confortante, e in quel conforto ammise a sé stessa che no, non le sarebbe importato affatto. Di Freezer invece sì.  Se le cose stavano così, allora…

Una musichetta allegra proveniente da non si sa dove spezzò le sue riflessioni.

« cos’è questo suono? » domandò Cooler.

A Zoisite ci volle un po’per riconoscerlo, ma pochi istanti dopo arrivò l’illuminazione. « è... devo scappare, comunque per stasera è ufficiale, ci sto » disse sbrigativamente la shadowjin scivolando via dalla sua presa e scomparendo nelle ombre, allontanandosi più che poteva alla ricerca di un posto isolato, e sperando che il telefono non smettesse di squillare.

Dovette spingersi addirittura sul tetto per trovare un posto in cui non ci fosse nessuno a portata d’orecchio, e rispose appena in tempo. « Doc! »

- ce ne hai messo di tempo a rispondere BabyZy - la salutò la voce roca dello zetaliano - come stai?

«…vuoi proprio saperlo? Incasinata ».

- come al solito, allora. Dove ti trovi?

« nella sezione nord di questa galassia. Comunque sto incasinata davvero Doc. Ti dico solo questo: sono a Pianeta Freezer n.1 ».

Sentì Doctor Virus trattenere il fiato. - vai via di lì il prima possibile! Prima che Freezer ti trovi!

« troppo tardi. Ma il peggio non è quello, quanto piuttosto che sia lui che suo fratello si sono messi in testa di sposarmi, adesso non so che fare  e…» altro sospiro nervoso, l’ennesimo della giornata « lascia perdere. È successo qualcosa? »

Lo zetaliano avrebbe voluto saperne di più. Cos’era quella faccenda?! Era stata forse presa in ostaggio e costretta a scegliere uno dei due fratelli? In quel caso non avrebbe potuto fare niente per lei. Gli icejin, specie quelli del clan Cold, erano troppo forti da affrontare, quindi BabyZy avrebbe dovuto cavarsela da sola. Se non altro il fatto che potesse parlargli liberamente prometteva bene. - sei…in pericolo di vita? - le chiese, pur pensando che fosse una domanda cretina.

« a dire il vero no, non proprio, almeno in teoria… sempre in teoria, facendo un minimo di attenzione potrei anche raggiungerti » aggiunse, pensando che magari quando quella sera Freezer sarebbe stato distratto dalle sue puttanelle lei avrebbe potuto approfittarne per rubagli l’anello e filarsela sul serio. « torniamo a te! È successo qualcosa? » gli chiese di nuovo.

- una probabile missione…

Figurarsi. C’era da aspettarsi che Doc non avesse chiamato solo per chiederle come andava la vita. « l’ennesimo virus usato per scopi malvagi? E mi rivorresti nel gruppo?...lo chiedo perché altrimenti non vedo il senso della telefonata » disse la shadowjin scostandosi i capelli dal viso.

- stavolta è qualcosa di diverso. Dovremmo penetrare all’interno della sezione est della galassia confinante con la sezione sud della nostra - le spiegò lo zetaliano - un viaggio lungo, lo so…

« vedi tu, ci vorrebbero circa otto mesi per arrivare là, almeno da qui dove sono io! Di che si tratta? »

- mi è arrivata voce di un ritrovato che ha quasi del miracoloso. Permette ai malati terminali di guarire se assunto regolarmente, riequilibra gli scompensi mentali che si presentano nei malati di ogni specie, fa risvegliare i pazienti in stato di coma profondo qualunque sia la causa! Dobbiamo impadronirci di quanti più campioni possibili di quel medicinale e della formula prima che i proprietari delle aziende farmaceutiche distruggano tutto.

« già, per loro non sarebbe conveniente che un simile ritrovato venga messo in giro. Poi nessuno userebbe tutte le altre medicine, e anche tutti gli psichiatri andrebbero a casa » osservò Zoisite.

- appunto. Per questo ti ho chiamata, al gruppo servono ancora le tue capacità BabyZy…non dirmi di no…è una delle cose più importanti che abbiamo mai fatto, ti rendi conto spero!

« mi rendo conto, Doc, ma non so se… » pensò al gruppo, e poi ai due icejin, e a tutto quello che al momento rendeva quella scelta difficile e caotica « devo decidere subito? »

- tempo una settimana e partiamo, con o senza di te. Spero con. Al momento siamo anche noi nella sezione nord, non lontanissimi da dove sei tu; ci raggiungeresti in una giornata, ma nemmeno.

« quindi ho sei giorni ».

- spero che sarai dei nostri, davvero…sì beh…a meno che tu voglia convolare a nozze.

« ho tre scelte, ognuna appetibile al 33,3%. Vedrò che fare ».

- d’accordo. Ci vediamo BabyZy…forse.

Fu lo zetaliano ad interrompere il contatto. Zoisite si prese la testa tra le mani. Se già prima era difficile scegliere, figuriamoci adesso.

“ tira fuori la gente dal coma” pensò, ricordando le parole di Doc riguardo a quel farmaco. Se le cose stavano così, allora…

« oh, ecco dov’eri andata a finire! »

Trasalì sentendo la voce di Cooler, che l’aveva colta alla sprovvista. « ri- ciao ».

« prima sei fuggita come se ti fossi trovata davanti un demone dell’inferno…»

« non sono fuggita quando ho visto Freezer in faccia la prima volta, che effetto vuoi che mi facciano i demoni dell’inferno? » scherzò lei « non era niente. Volevo solo…» fece dei gesti vaghi « capito ».

« a dire il vero no, non ho capito molto, ma va bene lo stesso. È tutto ok adesso? »

« ma certo ».

« pronta allo scherzo del secolo? »

« non mi hai ancora spiegato i dettagli…»

« ah, quelli non servono! Tu limitati a spegnere le luci e il resto, poi faccio tutto io ».

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

La festa ormai era al culmine, e Freezer pensava di starsi divertendo. Voleva convincersi di questo.

Aveva ventotto splendide icejin lì, alle quali aveva dato gli ordini più perversi, e loro li avevano eseguiti tutti senza alcuna eccezione. Quella sì che era vita! Niente rischi di morsi in qualche posto particolarmente delicato, nessun pericolo che gli venisse dato dello scemo pagliaccio, niente “Moira”, niente “Penny”, niente insolenze; solo “sì grande Freezer! Come vuoi tu grande Freezer”!, tanto vino, tanto sballo e tante porcate.

Tutto alla faccia di quella piccola arrogante shadowjin. Non poteva credere di essersi ridotto in quel modo per una ragazza. Non esisteva proprio.

Poi che più volte avesse chiamato “Zoisite” alcune delle ragazze mentre “lavoravano” era una sciocchezza sulla quale si poteva facilmente sorvolare.

Come si poteva sorvolare sul fatto che non provava assolutamente niente mentre faceva a quelle ragazze  tutto quel che gli passava per la testa. Non c’era quella passione, non c’erano quelle “scintille”, e di fuochi d’artificio nemmeno a parlarne. Loro erano né più né meno che oggetti di piacere urlanti, delle inutili bamboline da usare e poi gettare via. Lei invece non era così. Con la piccola shadowjin era tutto così diverso…più coinvolgente, più inebriante, semplicemente più bello. Forse anche più sensato, nel suo non avere senso. Quel che stava facendo adesso non era altro che movimento, attività fisica, e quella poteva farla in qualunque palestra.

Basta pensare. Era inutile in quel frangente, e anche pericoloso.

Si sentiva la testa un po’confusa, probabilmente era per via del vino. Non ricordava nemmeno quale fosse, ma doveva essere uno a cui era stata aggiunta una qualche spezia particolare…

Non seppe dire quando le ragazze, un po’per la fatica, un po’per l’alcol e la droga sapientemente inserita da Cooler in ogni bottiglia di vino che era stata preparata per la festa cominciarono a cadere addormentate. Sulle prime non lo notò nemmeno.

Spinse via in malo modo l’ultima, facendola cadere dal divano. « beh?! Cos’è questo mortorio? Siete tutte a terra? »

Fu a quel punto che le luci cominciarono a spegnersi, distrutte sistematicamente da qualcosa di invisibile finché ne rimase solo una. A quel punto le uscite vennero bloccate.

Freezer fece una risata sarcastica, eccola lì Zoisite, aveva spento le luci, bloccato le uscite e - teoricamente - se n’era andata. Pensava che così gli avrebbe rovinato la serata? Che illusa! Se anche le icejin erano a terra svenute o addormentate lui poteva continuare a divertirsi lo stesso, non serviva che fossero coscienti.

« Freezer…»

Il tiranno a sentirsi chiamare voltò la testa da una parte all’altra. « ah, ma allora una di voi è ancora sveglia…vieni fuori, cara! Ce n’è anche per te! »

Non aveva notato il tono decisamente gelido e spettrale utilizzato.

« Freezer…sono qui…»

Lo aveva chiamato ancora, chiunque fosse. Non ricordava di aver mai sentito quella voce. « vuoi addirittura che venga a prenderti? Che sfacciata…sarai forse Zoisite? » bofonchiò, muovendo qualche passo barcollante in direzione della voce. La ragazza, donna, o quel che fosse era voltata di spalle. « eccomi qui! »

Vide la donna voltarsi lentamente. Nonostante il buio e le droghe riconobbe immediatamente i tratti somatici della persona che per anni ed anni era andato a trovare tutte le sere, raccontandole le sue giornate, parlandole nella speranza che si riprendesse, e che non gli aveva mai dato risposta.

Stava andando in iperventilazione, il cuore a mille, gli occhi sgranati dalla sorpresa e dalla paura. « ma…madre…?...»

Regina Ice era lì! O meglio, il suo manichino, anche se chiamarlo manichino era riduttivo considerando quanto era realistico, tanto da muoversi da solo.

« sei una delusione, Freezer…»

Gli occhi di sua madre erano vuoti come nell’incubo che aveva avuto, ma stavolta regina Ice stava parlando, cosa che rendeva tutto ancora peggiore. Inoltre, come previsto da Cooler, le droghe facevano sì che non capisse che era un manichino fatto particolarmente bene, né che si chiedesse come sua madre fosse uscita dal coma e arrivata lì.

« madre, io…non…» balbettò il tiranno, che non sembrava più tanto “tirannico” adesso, quanto piuttosto un bambino terrorizzato.

« una vera e propria delusione. È solo questo che sai fare, deludere e distruggere le persone…» avanzò, mentre Freezer arretrava di tre passi, barcollando, gli occhi fissi su di lei « guarda cos’ hai fatto a me. Io sono andata in coma per colpa tua!  » il manichino sollevò il mento, cosa che gli diede un’aria di disprezzo.

Freezer stava tremando, adesso.

L’unica luce rimasta stava per fulminarsi, andava a intermittenza.

« n-non è colpa mia, madre…»

« è stata colpa tua, colpa tua, solo tua…» scandì il manichino di regina Ice.

La registrazione con la voce modificata era venuta eccezionale, bisognava dirlo.

« no! Io non volevo…»

« si, è colpa tua! Io mi sono sacrificata per metterti al mondo. Per mettere al mondo te… un inutile mostro come te ».

« io non sono inutile! Non sono un mostro! Non è colpa mia! » esclamò disperatamente l’icejin « io non volevo farlo! Ti prego…» era in ginocchio davanti a quella che credeva sua madre. In ginocchio! Lui, l’onnipotente Freezer!

«…che sbaglio ho fatto. Dovevo lasciarti morire. Tanto non servi a niente, e nessuno ti ama, perché amare un essere come te è impossibile. Ti disprezzo profondamente, sii consapevole di questo ».

« madre…»

« ho fatto venire al mondo un aborto della natura. Che errore …avrei dovuto lasciarti morire » ripeté il manichino « sarebbe stato meglio per tutti quanti ».

Freezer guardava fisso quella figura, tanto più alta di lui…e quegli occhi vuoti…quei terribili occhi vuoti, e quelle orribili parole…anche sua madre lo odiava, lo odiavano tutti, lo odiavano veramente tutti.

« è colpa tua ».

« non è colpa mia…» disse flebilmente « non è colpa mia ».

« sì, è tutta colpa tua. Non dovevi nascere, Freezer ».

Quella frase concluse la registrazione. Il manichino crollò su se stesso, l’unica luce accesa sfrigolò fulminandosi per la troppa energia concentrata solo su di essa .

Fu a quel punto che Freezer urlò… e si rese a stento conto che stava diventando un’ombra.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Zoisite adesso capiva.

Ecco perché Cooler prima non le aveva detto niente, poi aveva cercato di convincerla a rimanere fuori dalla stanza tutto il tempo, e ci era riuscito quasi fino all’ultimo, quando lei aveva capito che in tutta quella faccenda c’era qualcosa che non andava, che c’era sotto qualcosa di più orribile del solito.

Aveva sentito solo l’ultima frase di quello che, di certo, era un manichino di regina Ice, ma dalla faccia che aveva Freezer - era rimasta sconvolta guardandolo - aveva immaginato che tutto il discorso fosse stato sullo stesso tono.Le aveva fatto accapponare la pelle. Lei aveva creduto che investirlo con Carson fosse stato eccessivo, ma non era stato niente in confronto a questo.
Quello non era uno scherzo. Quello era stato un gesto…non avrebbe saputo definirlo. Qualcosa più che malvagio. Disumano. Inconcepibile, inaccettabile. Freezer e Cooler erano fratelli, santo cielo, fratelli! Aveva capito che si odiavano, ma mai avrebbe anche solo immaginato che Cooler potesse arrivare a tanto.

Aveva decisamente sottovalutato quell’odio, lo aveva preso come una cosa da ridere, quasi, mentre invece non c’era da ridere per niente.

Cooler, Doc, le ventotto ragazze, l’anello, le minacce…non contavano più niente, erano spariti dalla mente della shadowjin che adesso pensava solo a portare via di lì quel povero disgraziato in stato di shock. Lo aveva fatto diventare un’ombra come lei, lo stava portando con sé fino in camera sua, dove si erano visti la prima volta. Presumibilmente una volta tornato normale avrebbe vomitato anche l’anima, era quello l’effetto che faceva agli altri diventare ombre la prima volta, ma pazienza; non poteva lasciarlo lì a urlare al buio e con il manichino di sua madre davanti.

Arrivarono sul posto, e Zoisite si sorprese vedendo che contrariamente alle aspettative non stava dando di stomaco, ma tremava ancora, e lo sguardo era assente.

« non è colpa mia. Diglielo che non è colpa mia » mormorò lui « aiutami…aiutami…»

Non solo la shadowjin si sentiva terribilmente in colpa pensando che era stata lei a dare il via libera a Cooler -e ad aiutarlo perfino- ma era anche preoccupata. Non voleva vederlo in quelle condizioni. Era stato il suo carceriere, e forse avrebbe dovuto gioirne, ma al momento tutto sentiva meno che gioia. Piuttosto avrebbe dato tutto quello che possedeva perché tutto a un tratto alzasse la testa, facesse un sorrisetto sarcastico e se ne uscisse con “sei proprio una stupida col cuore tenero piccola shadowjin. Hai visto che è a me che tieni di più?” e poi facesse quella risata che lei aveva sempre trovato insopportabile.

« aiutami…»

Era già tanto che si rendesse conto che lei era lì, anche se probabilmente aveva ancora la voce del manichino nelle orecchie e la sua immagine davanti agli occhi.

« non è colpa mia, non è colpa mia!» ripeté ancora. Sembrava in grado di dire solo quello.

La ragazza non sapeva che fare. Come ci si comportava con qualcuno in quello stato, specie se quel qualcuno era Freezer?!

L’icejin alzò lo sguardo verso di lei, per un attimo sembrò quasi essere tornato lucido, ma fu solo un istante. «…lo è? » le chiese con un filo di voce.

A quel punto Zoisite capì cosa doveva fare. « non è colpa tua, e tua madre non ti odierebbe mai. Nessuna madre che ha fatto quel che ha fatto la tua odierebbe il proprio figlio, qualunque cosa sia diventato».

Gli andò vicina e lo abbracciò, esattamente come aveva fatto lui quando ad essere sotto shock era stata lei.

Al momento quel che aveva passato lei le sembrava irrisorio, se paragonato a questo. Non osava immaginare come dovesse essere convivere con quel senso di colpa per tutta la vita, dover affrontare tutti i giorni l’odio di chi avrebbe dovuto volerci bene, e fare di tutto per compiacere qualcuno che, in mancanza di tali successi, non ci avrebbe rivolto uno sguardo.
Lei tutto questo prima lo aveva solo visto, registrato, e usato come arma.
Adesso aveva capito, ed era diverso.

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Capitolo 19
*** L'ombra della verità ***


= L’ombra della verità =

 

 

 

 

 

 

Ci erano volute tre ore perché Freezer si arrendesse al sonno vero e proprio, e smettesse di chiudere gli occhi per cinque minuti solo per poi risvegliarsi urlando. Zoisite era rimasta lì tutto il tempo, a tranquillizzarlo ogni volta che succedeva: bastava che restasse tra le sue braccia per un po’ perché si calmasse, e l’ultima volta era stata quella buona.

Freezer dormiva da due ore e mezza circa, ormai. Erano le sette meno un quarto del mattino, e Zoisite non aveva proprio chiuso occhio.

“ non dovevo dare a Cooler il via libera. Dovevo sapere che gli avrebbe fatto qualcosa di orribile. Se anche solo il pensiero di una cosa del genere mi avesse sfiorata, non gliel’avrei mai lasciato fare… anche se lui direbbe qualcosa come ‘prima però si è divertito non c’è male, no?’...meglio non pensarci”.

Man mano che il tempo passava, sprazzi di pensieri vendicativi baluginavano nella sua mente, a causa della sua stessa natura di icejin di razza Shadow. Cose del tipo “potrebbe farsi consolare da quelle puttanelle slavate”, oppure “ops, festa rovinata, ben ti sta”, ma bastava che Zoisite desse un’occhiata a Freezer perché questi tornassero bruscamente da dov’erano venuti.

Era combattuta. Che doveva fare? Andare via, o rimanere finché non si fosse svegliato?

Non osava immaginare la sua reazione quando sarebbe venuto il momento, sia perché avrebbe capito che era stato tutto un trucco a cui lei aveva preso parte - le avrebbe lasciato spiegare che lei non sapeva niente di come si sarebbe svolto il tutto? Ne dubitava - sia per il semplice fatto di essersi mostrato debole e in stato di shock davanti a lei, con la paura che adesso lo prendesse in giro per questo, o gli desse addosso in generale sfruttando quel che aveva visto e sentito. Peraltro le dormiva proprio tra le braccia, stringendosi a lei nel sonno, segno evidente di quanto al momento avesse bisogno di un contatto fisico che lo facesse sentire al sicuro.

“e io lo farei sentire al sicuro?” pensò, scostandosi i capelli dal viso - gesto che faceva sempre più spesso, contrariamente a prima che più stavano davanti meglio era - e guardando l’anello baluginare di nuovo al suo indice, finalmente.

Ne aveva approfittato, facendosi un po’schifo, ma ne aveva approfittato. In fin dei conti non si trattava di un furto, ma di riprendersi una cosa che le apparteneva di diritto, e di darsi un aiuto a decidere. Adesso non c’era niente di materiale a trattenerla, nulla le avrebbe impedito di prendere una navicella e andarsene seduta stante raggiungendo Doctor Virus per poi partire con lui e il resto del gruppo alla conquista del “medicinale miracoloso”.

In quelle ultime ore passate accanto a Freezer ci aveva pensato parecchio: quel medicinale poteva tirare fuori le persone dal coma, dunque avrebbe potuto essere utilizzato su regina Ice, rimuovendo una volta per sempre i sensi di colpa di quel povero piccolo nanetto bianco - si concesse una definizione ironica non troppo pesante, pensando alle ventotto ragazze - che avrebbe avuto la conferma che sua madre non lo odiava… o così sperava la shadowjin. Tuttavia, avrebbe dovuto stare via sedici mesi e forse anche qualcosa di più, per questo non era facile decidere.

Quantomeno però avrebbe potuto utilizzare tutto quel tempo in viaggio per riflettere su cosa fare, lontana da influenze esterne. Avrebbe potuto decidere se tornare e utilizzare quel medicinale su regina Ice, sperando che Freezer la riaccogliesse, oppure decidere di restare con Doc troncando ogni rapporto con il clan Cold o, ancora, tornare, utilizzare quel medicinale, e poi andare via di nuovo.

O restare…ma con Cooler.

“mmmh…per quanto possiamo andare d’accordo non so se me la sento di sposarlo, dopo quel che gli ha fatto. Non che Freezer sia troppo meglio di lui, di malvagità ne ha fatte e parecchie, però…lo percepisco diversamente…insomma, se è arrivato a fare questo a suo fratello, utilizzando un manichino di sua madre, il cielo soltanto sa cosa potrebbe fare a me se disgraziatamente dovesse cominciare a odiarmi per qualche motivo. Sarebbe capace di utilizzare dei manichini dei miei genitori, probabilmente. Allora, ricapitolando: Cooler è diventata un’altra scelta non sicura per la mia incolumità” sentenziò “questo qui” guardò Freezer “non si sa che cosa farà o non farà, se mi lascerà spiegare o meno e tutte quelle altre beghe. Io non so che fare”.

La shadowjin a quel punto aveva capito alcune cose, prima tra tutte che non voleva più vedere Freezer in quel modo. Non le piaceva vederlo stare male e sapeva che da adesso in poi, se chiunque avesse tentato di ridurlo di nuovo in quello stato, lei avrebbe fatto di tutto per impedirlo… c’era un problema: se anche l’avesse lasciata parlare e tutto quanto, Freezer avrebbe mai fatto la stessa cosa per lei, o non avrebbe mai potuto fidarsi completamente? A questa domanda non sapeva rispondere.

La verità? Zoisite era un’altra che aveva una paura terribile di lasciarsi andare e finire scottata. Quella storia però doveva finire adesso, altrimenti non ne sarebbero mai venuti a capo.

Per un’altra ora la shadowjin continuò a rimuginare. Restare, andare?

Otto meno un quarto.

Fu a quel punto che Freezer aprì gli occhi, e appena Zoisite se ne accorse si staccò.

Inizialmente il tiranno pensò che fosse una specie di sogno. Invece che abbracciare il cuscino aveva abbracciato lei, per una volta. Mano a mano che la mente diventava meno ottenebrata dal sonno però realizzò che no, non era un sogno.

Poi tornarono anche i ricordi. Sua madre gli aveva parlato… ma non poteva essere lei …gli aveva detto cose orribili, le stesse che Cooler gli aveva sempre detto da quando aveva avuto l’età per capire, ma anche da prima, quando si trovavano da soli, lui nella culla e suo fratello a guardarlo col solo desiderio di girarlo di schiena e lasciarlo morire soffocato.

Poi ricordò del buio totale, e di avere urlato, di essersi ritrovato in camera sua con Zoisite… provò vergogna come mai in vita sua. Che figura aveva fatto! Debole, patetico, stupido! Lui, l’onnipotente Freezer, era stato tutta la notte a farsi consolare da Zoisite.

Zoisite, che lo detestava. Zoisite, che lo prendeva in giro. Zoisite, che sfruttava ogni suo punto debole per fargli del male.

Zoisite, che aveva aiutato Cooler.

« vattene » fu la prima cosa che sibilò, alzandosi dal letto senza riuscire a guardarla in faccia. Non voleva vedere la sua espressione divertita, non voleva vedere il movimento delle sue labbra nel dirgli qualcosa come “debole scemo pagliaccio”, né sentire la sua risata, o guardare quanta esultanza c’era nei suoi occhi, o anche solo immaginare quanto lei e Cooler avrebbero festeggiato e soprattutto il modo in cui l’avrebbero fatto.

« ti sei ripreso un pochino. Bene » disse piano lei.

Freezer assorbì l’impatto di quella considerazione. Non sembrava esserci divertimento nella sua voce, ma non voleva dire niente: lei lo aveva aiutato a fargli del male, e quella poteva anche essere solo la sua consueta reazione ipocrita. Aveva detto che avrebbe smesso di colpirlo, e lui ci aveva quasi creduto! Quanto era stato sciocco. Doveva immaginare che Zoisite si divertiva troppo a giocare con lui per smettere, ma lui non era un giocattolo, non era il balocco di nessuno, tantomeno di quella piccola bastarda. « mi è sembrato di averti detto di andartene immediatamente. Non ti voglio qui. Vai a festeggiare con quel…quel…» non riusciva a trovare una definizione, e lei invece di andarsene si era alzata e gli si era avvicinata, ma perché?! Voleva infierire ancora?

« se avessi anche solo immaginato cosa voleva fare…»

Eccolo, il tono contrito. Quanto lo disgustava. « ah! Adesso mi vieni a dire che non lo sapevi? » fece una specie di risata amara « non ci credo neanche un po’. Mi stai dicendo che avresti partecipato a quella… cosa… senza sapere di che si trattava? Andiamo! Saresti stupida! »

Qualche secondo di esitazione. « allora sono stupida ».

Cosa?! Era una conferma, quella? A Freezer riscriva difficile credere ad una cosa del genere. Lei, che non dava retta a nessuno, aveva semplicemente obbedito a Cooler senza chiedergli il perché ed il percome?  « fammi capire: lui ti ha detto “spegni tutte le luci e vattene” e tu l’hai fatto senza chiedergli niente? è andata così? »

Zoisite stavolta invece che spostarli si rimise i capelli davanti al viso. «sì ».

Se si trattava di danneggiarlo scattava agli ordini come il migliore dei soldati. Che se ne andasse al diavolo! Quella era la prova finale, Zoisite a lui non teneva affatto, e il cielo solo sapeva perché era rimasta lì con lui tutta la notte. Soliti sensi di colpa tardivi probabilmente, ma non ci sarebbe cascato ancora. « mi è sufficiente questo. Vattene, prima che decida di farti fuori. Non conta che tu sapessi o meno di quel che si trattava, ma che tu gli abbia obbedito in quel modo pur di danneggiarmi, come se fossi un burattino! “Sì Cooler, certo Cooler”!» disse con una certa amarezza.

Lei gli si avvicinò ancora. « se non mi sono curata nemmeno di chiedergli quel che voleva fare è perché-» avviò a dire, ma venne interrotta.

« non mi interessa! Non avevi alcun motivo per arrivare a quel punto, non c’era niente che potesse spingerti a farlo! » esclamò il tiranno.

« la gelosia spinge a questo e altro » disse piano Zoisite, senza nemmeno rendersi bene conto di aver parlato.

Freezer però se ne era reso conto benissimo, e aveva sentito altrettanto chiaramente…solo che non riusciva a crederci. Aveva proprio detto “gelosia”? Aveva proprio ammesso che lei, Zoisite, era gelosa di lui?! Non riusciva a crederci. « gelosia? »

“l’ho detto davvero?!” pensò Zoisite “ ma perché non tengo la lingua a freno?!”

« quindi eri… gelosa. Non ti piaceva il pensiero di me con altre ragazze » continuò l’icejin.

A quel punto Zoisite fece un sospiro e si rassegnò. Il dado era tratto. Tanto valeva concluderla una volta per tutte, ammettere la verità con lui e soprattutto con sé stessa. Lui poteva reagire come gli pareva. Se avesse cercato di ucciderla o le avesse riso in faccia semplicemente se ne sarebbe andata, tanto ormai l’anello ce l’aveva. Quindi perché non buttarsi? « no, non mi piaceva, per nulla. Mentre tu non sembravi avere problemi, ad andare con quelle ragazze ».

Continuava a darle le spalle. La mano della shadowjin stava per partire da sola con lo scopo di abbattersi contro il suo collo, così tanto per rompere le scatole, ma si trattenne.

« dovevo averne? Tu con Cooler non ne hai mai avuti ».

« perché pensavo che tu volessi uccidermi, e venti! Ma non è mai stata la stessa cosa, le sensazioni non sono mai state le stesse. Per te invece non c’era differenza ».

Silenzio.

La shadowjin se ne stava lì in attesa. “di’ qualcosa, razza di idiota, qualunque cosa!”

« con quelle icejin non ho sentito nemmeno lo 0,01% di quel che sento con te. Non so se questa sia o meno una differenza. Tu che dici? »

Zoisite sgranò i grandi occhi rossi. Quell’affermazione la sorprese non poco. « forse lo è » disse piano.

Altro momento di silenzio.

« vedermi in quello stato ti ha divertita? »

Altra domanda. Un’altra occasione per parlare chiaro. Non la stava ancora uccidendo, incredibile!, pensò Zoisite. « no. Ho trovato orribile quel che ha fatto Cooler, e ti ripeto che se solo avessi saputo quel che voleva fare non avrei MAI preso parte a tutto questo, e avrei cercato di impedirglielo » disse la shadowjin « non è giusto che tu conviva col rimorso per qualcosa di cui non hai colpa, e non è giusto che lui se ne approfitti…lui o chiunque altro ».

“ inclusa io ”.

« perché sei stata qui tutta la notte? » le domandò Freezer, stavolta a bruciapelo.

Lei fece un sospiro, e abbassò gli occhi. « tu per me l’avevi fatto. Volevo ricambiare, anche se…non so se tu l’abbia fatto solo per vincere la sfida o per altro…ma volevo ricambiare ugualmente ».

Forse era arrivato anche per Freezer il momento della verità. Avrebbe voluto mandarla via, ma lei era riuscita a spiegarsi, a rimanere, e stava finalmente ammettendo quel che già sapevano entrambi. Magari adesso toccava a lui. Tanto, più debole e patetico di come l’aveva visto quella notte, ai suoi occhi non poteva risultare. « pensavo di averlo fatto per la sfida, ma non era così » disse lentamente « sei sempre stata più che una sfida, e ieri sera ho visto la differenza tra te e delle ragazze che considero davvero come oggetti. Per quanto possa essere piacevole sentirsi dire sempre di sì, una donna in quel modo non mi servirebbe a niente. Non mi attira. Non mi stimola ».

Entrambi si sorpresero di avvertire le stesse “scintille”, anche adesso che non si stavano nemmeno sfiorando.

« hai sempre detto di detestare l’insolenza » ribatté lei « hai sempre detto che tu ordini, e gli altri devono eseguire senza discutere ».

« so cos’ho detto e lo ribadisco, ma ogni volta che mi trovo a lottare con te, ogni volta che litighiamo...» fece un sospiro « ho una sensazione di… non lo so, mi sento…» non gli veniva proprio il termine. Qual era quella parola?

« …vivo? » suggerì la shadowjin.

Sentendola dire quella semplice parola che aveva interpretato così bene tutte le sensazioni di cui stava parlando si voltò verso di lei, che lo guardava come in attesa.

Zoisite lo aveva detto perché per lei era lo stesso. Con Cooler si sentiva bene, ma con lui si sentiva viva, e tra le due cose c’era una differenza abissale.

« vivo» confermò Freezer « Irritato, nervoso, stressato, a volte in preda a istinti omicidi più di quanto sia di mio, ma vivo come mai » ammise « e tu? »

« per me è esattamente la stessa cosa. Con un’aggiunta » disse « mentre eri in quelle condizioni sera, l’unica cosa che riuscivo a pensare era che non voglio vederti più in quel modo, che non voglio che ti si faccia del male, perché non mi piace, e mi sono chiesta “vale anche per lui? O a lui non importerebbe più di tanto?” »

Si guardarono, serissimi in viso.

« penso che mi importerebbe. Ucciderei chiunque provi a fartene. In fin dei conti ciò che è mio non si tocca…»

« ricominci di già?! » sbottò la shadowjin « e io che pensavo che ti si fosse riacceso almeno un neurone, sono proprio un’illusa…»

« sei la solita sfacciata! »

« no, sono realista! » ribatté lei, andandogli più vicina « sei proprio uno stupido scemo pagliaccio! »

« e tu proprio una piccola insolente shadowjin » la baciò con furia, il preludio classico di quando finivano ad andare a letto insieme « insolente e arrogante ».

« ti piace parecchio sentirti parlare, eh? » sogghignò la shadowjin.

« mi piace ascoltare discorsi intelligenti ».

« ah! Bella battuta! » esclamò Zoisite, mentre si trascinavano a vicenda verso il letto « aspetta - aspetta - aspetta! »

« che c’è? »

La shadowjin occhieggiava il pianoforte che era proprio vicino al finestrone che dava sulla terrazza. « tu quello sai suonarlo? »

Freezer la osservò perplesso. « sì. Ma non ti sembra una domanda un po’fuori luogo? » osservò, non capendo assolutamente cosa c’entrasse.

« suoneresti qualcosa per me? »

A malincuore il tiranno sciolse la presa su di lei. « proprio adesso? »

Lei annuì velocemente. « hai detto una balla quando dicevi di saper suonare? »

« lo so fare! » disse seccamente lui.

« dimostralo ».

I due si guardarono a lungo. Alla fine si diressero in silenzio verso il pianoforte, e lei gli si sedette vicina.

« era di mia madre » disse Freezer, indicando il pianoforte.

Zoisite non ritenne necessario commentare, ma una leggera carezza sul braccio destro dell’icejin parlò per lei. Aveva di nuovo l’aria della notte appena trascorsa, orribilmente triste, e distrutta. Se solo avesse potuto fare qualcosa! Ma restando lì poteva solo alleviare un po’il suo dolore.

Non sapeva neppure se dirgli o meno del medicinale, perché avrebbe anche dovuto spiegargli che sarebbe stata via quasi un anno e mezzo, probabilmente due in caso di imprevisti o  forse - ma ne dubitava - per sempre se fosse morta nell’impresa.

Fu a quel punto che Freezer notò l’anello.

« te lo sei ripreso ».

Lei osservò i giochi di luce sulla pietra. « sì, ma sono ancora qui, per adesso ».

 “ ‘per adesso’ dice…non è molto incoraggiante. E se andasse via all’improvviso, o se cambiasse ancora idea e alla fine scegliesse Cooler?” pensò Freezer.  « quel “per adesso” non mi piace ».

« lo immaginavo ».

Il tiranno fece scrocchiare le dita, preparandosi a suonare. « riguardo quell’anello, dobbiamo parlare. Credo che oltre ai nomi e la data del matrimonio dei tuoi genitori ci sia inciso anche una specie di enigma da decifrare ».

Quella sì che era una notizia! Magari la soluzione dell’enigma erano le coordinate del tesoro degli shadowjin! Le cose si mettevano sempre meglio. « tu ovviamente non ci sei riuscito…»

Rieccola, con quella sua maledetta sfacciataggine. « voi che suoni per te o che te le suoni? »

Zoisite intuì che quella minaccia non troppo velata fosse una specie di battuta, ma adesso che aveva l’anello anche quella bastava a darle l’impulso di sparire nelle ombre e filarsela raggiungendo Doc. Forse doveva rilassarsi un po’, e ricordare quel che si erano detti poco prima. Non poteva non contare niente, giusto?

Quasi maledisse l’impulso fisiologico alla fuga che possedevano gli shadowjin quando erano in piena forma. Doveva resistere, sia per il possibile legame che poteva crearsi con Freezer, sia per farsi aiutare a risolvere quell’enigma. « la prima, possibilmente ».

Si zittì, e lui cominciò a suonare.

Già alle prime battute la shadowjin pensò che avrebbe potuto stare ad ascoltarlo per ore. Ma perché non chiacchierava di meno e suonava di più? Sarebbe stato molto meglio.

Lei non lo sapeva, ma era la prima volta in assoluto che Freezer suonava per qualcuno, su richiesta per di più. Ma se poteva fare in modo che lei lo apprezzasse, per una volta, perché avrebbe dovuto rinunciare?

I suoi sensi erano acutizzati. Era come se concentrandosi sulle note avesse tolto le catene a tutte le altre percezioni. Così avvertiva maggiormente il magnifico profumo della sua pelle, il calore che emanava, ed il suo sguardo su di lui.

Non avrebbe potuto resistere ancora per molto.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

« allora…»

« che? »

« devi sapere che sei stata l’unica con cui io abbia mai perso tempo in queste cose…coccole ».

Zoisite gli appoggiò la testa sul petto. « a beh, allora non mi stupisce che tu non sia ancora sposato ».

« volendo avrei potuto sposarmi da un bel pezzo » ribatté l’icejin, un po’piccato.

« avresti ammazzato quella poveretta in un momento di noia, probabilmente ».

“ potrebbe farlo anche con m…no. Buona. Non pensarci” si intimò Zoisite.

« non mi piacciono i vigliacchi e le persone noiose, che posso farci? »

« oh, quello l’avevo notato. Hai ucciso un povero disgraziato solo perché gli tremavano le gambe in tua presenza…»

« ti ho appena detto che i vigliacchi non mi piacciono ».

« devi deciderti però. Non vuoi che uno ti si rivolga con insolenza, ma non ti piace nemmeno chi trema come un coniglio davanti a te. Non ti piace sempre, perlomeno. E poi, secondo me, non tremava perché ti temeva per la tua potenza ».

« e allora per cosa, di grazia? »

« guardati allo specchio se ti riesce, e capirai da te ».

Freezer le passò l’indice sulle labbra. « te la faccio tagliare quella lingua, prima o poi. Giuro ».

« provaci e ti troverai a vivere nel terrore ».

« osi minacciarmi? »

« non è una minaccia, è una promessa ».

« tsk! ma sentitela…» sbuffò il tiranno « tra poco però una promessa dovrai farmela. Tu ormai hai scelto me. Vero? »

Lei non rispose, principalmente perché non se la sentiva ancora di dire “sì”, nonostante tutto. « prima parlavi di un enigma nell’anello. Sarebbe? »

“ vuole tenermi sulla corda fino all’ultimo la bastarda…se non fossi praticamente sicuro di avere vinto!…” pensò Freezer. « guardalo controluce ».

La shadowjin obbedì. Freezer aveva ragione, c’erano delle scritte che non aveva mai notato, “IVabc” in corrispondenza di “Morgan”, “Iabc” in corrispondenza di “Axenite”, e dei “+” in corrispondenza dei puntini che dividevano la data. « vedo le scritte. Non le avevo mai notate ».

« che possono voler dire? »

Zoisite stette un po’a rimuginare. « magari dato che i “+” corrispondono ai puntini potrebbe voler dire che dobbiamo sommare i numeri che compongono la data, il 17, il 12 e l’88 ».

« fa 117 ».

Zoisite gli lanciò un’occhiata quasi stupita. Anche lei sapeva fare i calcoli, ma non era così veloce. « ok. 117. Quanto al resto…IV abc. Potrebbe essere interpretato come 4 abc…ma “abc” sono tre lettere ».

« o come “quarta” abc ».

« sono sempre tre lettere ».

« magari intende la quarta lettera dell’alfabeto? » propose Freezer.

« ma allora poteva metterci direttamente la D, scusa eh ».

Entrambi rimasero per un po’in silenzio a pensare.

« magari è come per la data, ed il fatto che “IV abc” corrisponda al nome di tuo padre vuol dire qualcosa » disse Freezer.

« forse, ma non capisco che vuol dire… “abc” sono lettere ».

Fu a quel punto che entrambi ebbero l’illuminazione.

« e i nomi sono costituiti da lettere! » dissero in coro.

« quindi la quarta lettera di “Morgan”, che è la G, e la prima lettera di “Axenite” che è la A. Otteniamo GA117 » concluse Zoisite, per poi sbuffare « ma che cavolo significa?! »

« probabilmente sono coordinate. Fammi controllare al computer » disse lui, alzandosi dal letto e andando a confrontare quel GA117 con delle possibili coordinate. Zoisite intanto si rivestì, alzandosi ed andandogli vicina.

« tombola » mormorò il tiranno « sono le coordinate di un satellite non troppo distante da dov’era il pianeta degli icejin prima che fosse distrutto. Mi sa che ho trovato il tesoro! Andremo a prenderlo domani stesso, d’accordo? »

« ok, ma che vorrebbe dire “ho trovato”?! Abbiamo, se mai! »

« il computer è mio ».

Zoisite scosse la testa. « sei il solito, se non ti prendi il merito di tutto non sei contento » disse, avviandosi verso la porta.

« dove vai? » le chiese seccamente Freezer.

« in giro. Non possiamo starcene tutto il giorno in camera, ti pare? »

“ e poi adesso che abbiamo trovato il tesoro ho anche quest’altra variabile da considerare”.

Voleva anche parlare con Cooler, un po’per biasimarlo ancora una volta per quel che aveva fatto, un po’ per informarlo della faccenda per sentire cosa ne pensava… e per dirgli anche che la sua vittoria non era più tanto sicura.

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Capitolo 20
*** Il gruppo di Doc al salvataggio! ***


= il gruppo di Doc al salvataggio! =

 

 

 

 

 

 

« non possiamo lasciarla nei guai! Adesso che sappiamo che è nella sezione nord ed è vicina, con i poteri di Experio possiamo triangolare la sua traccia biologica e potremo andarla a prendere! Una volta salita nell’astronave lei farà scomparire tutto nelle ombre, così Freezer non potrà toccare né noi e l’astronave, e potremo partire con Zoisite! Si può fare! »

Doc avrebbe tanto voluto poter dare retta a Skinhope, il rainord che era suo secondo in comando e membro con più “anzianità” nel gruppo, che terminava ogni frase con un punto esclamativo. L’avrebbe voluto più di ogni altra cosa. « Skin…» si sedette ed appoggiò le dita blu sulle tempie « sai che nessuno più di me qui dentro vorrebbe andare a salvarla, ma non possiamo. Rischiamo la pelle così facendo, e se moriamo tutti quanti poi chi impedirà alle case farmaceutiche la diffusione di virus letali in tutta la galassia?! BabyZy è in gamba, e ha detto di essere a posto…»

« lo avrebbe detto anche se non lo fosse stata, la conosci! » lo guardò dall’alto in basso « o almeno dovresti conoscerla, visto che avete fatto coppia quattro mesi! »

Il fatto che  quella con Freezer fosse stata la prima volta di Zoisite -evitando di contare la violenza subita da Hayun- non voleva dire che non avesse mai avuto una storia con qualcuno, per lo più brevi e senza troppo significato. Quella con Doc fino adesso era stata la più lunga, ed era stata importante per entrambi, pur non essendo mai venuti al dunque.

Quello era un altro fattore di indecisione per la shadowjin, perché non sapeva quanto fosse indicato passare quasi due anni nella stessa navicella con un suo ex sapendo di potersi dover trovare a scegliere tra due uomini ancora.

« sa quanto per te conti la nostra missione! » continuò Skin « probabilmente si lascerebbe uccidere, piuttosto che distoglierti da essa o farti rischiare non poterla più portare avanti! Sentimi bene, se rischiamo la pelle tutti i giorni per la nostra missione a maggior ragione possiamo e dobbiamo farlo per un’amica, anche se non è più nel gruppo da tempo! »

Già. Zoisite non aveva amici, o perlomeno non riteneva di averne, ma gli amici in questione ritenevano di avere Zoisite per amica. Un concetto un po’astruso, riassumibile nel fatto che tutto sommato la shadowjin, pur avendo un’indole fondamentalmente individualista, aveva saputo farsi amare.

« non possiamo…»

« non fare il vigliacco Doctor Virus! Non lo sei mai stato, vorresti cominciare ad esserlo ora?! Vuoi veramente che Zoisite continui a rischiare la pelle?! Beh, io no! E sappi che anche gli altri la pensano allo stesso modo! »

Doc sollevò la testa. « tutti gli altri?...»

« nessuno escluso! I gemelli Rorgax, Loramora, Don Veit, Experio, tutti quanti sono dell’idea che dobbiamo andare a salvarla! »

“ i gemelli Rorgax d’accordo su qualcosa? incredibile” pensò lo zetaliano.

« forse vi è sfuggito qualcosa quando vi ho raccontato quel che ci siamo detti. Zoisite potrebbe non voler affatto essere salvata, potrebbe decidere di sposarsi…»

« Zoisite con uno di quei due? Ma nemmeno per scherzo. Per quanto potrebbero rivelarsi dei buoni partiti, essendo gli esseri più potenti della sua specie » commentò Loramora, sopraggiunta in quel momento.

« la fama che hanno è quella che è! Hai cambiato idea, Lora?! » sbottò immediatamente Skinhope. La bella gamariana fece ondeggiare la lunga chioma nera e mosse le sue due code folte, indispettita.

« non ho detto questo, ho soltanto osservato che forse Doc non ha tutti i torti, e che potrebbe anche non voler essere salvata, per quanto le probabilità siano tanto ridotte da avermi spinta ad appoggiare la tua proposta, quando l’hai fatta » guardò Doc « e mi stupisce che non l’abbia fatta tu. Pensavo che, una volta saputo che la tua ex ragazza è nei guai, saresti partito immediatamente pur di avere una seconda chance ».

« Lora, non girare il coltello nella piaga, non serve » dalla parete di staccò qualcosa che, da grigio metallizzato e piatto come una sogliola perfettamente mimetizzato con la parete, divenne una sorta di curiosa manta viola cupo.

« è la verità, Don, non è colpa mia se non vi piace ».

« se anche dovessimo partire non lo farei per riconquistarla, sia chiaro. Ormai l’abbiamo capito che non siamo fatti per stare insieme. è una cosa con cui posso convivere, e lo stesso vale per lei…» ribatté tardivamente Doc.

« lei senza dubbio, visto che forse si sposa ».

« Lora! »

« che c’è?! »

Doc infine si alzò. « riunione, qui, subito. Lora, vedi se riesci a tirare fuori Experio dalla sua trance meditativa. Don…» fece un sospiro sentendo gridare insulti nell’altra stanza « fa’smettere di litigare quei due e portali qui, per favore. Minacciali di mangiarli se devi! »

« d’accordo » disse la manta fluttuando via « …ma la minaccia di mangiarli è inutile, lo sanno tutti che sono uno dei pochi mantix vegetariani. Al limite darò loro una scarica elettrica con la coda o con i tentacoli » fece uscire una miriade di tentacoli dalle ventose che aveva sul corpo, uno spettacolo che francamente faceva anche un po’schifo.

Poco dopo Lora tornò con Experio, che fluttuava ancora in aria a gambe incrociate, mentre Don Veit scortava due inquiete meduse color arancio con una miriade di occhi.

« quindi siete tutti d’accordo nel voler andare a prendere Zoisite? » domandò loro Doc « nessuno escluso? Anche se non sappiamo con certezza se voglia venire con noi o meno? »

Experio iniziò a fluttuare a testa in giù. « così si è detto ».

« per l’amor di Grendalex, torna a testa in su e tira giù quel drappo! » brontolò Skinhope coprendosi gli occhi.

« sempre con questa storia, come se lì sotto non fossi completamente piatto ».

« è comunque un oltraggio al pudore! »

Lora alzò gli occhi al cielo. Skin e il suo senso del pudore! Già per accontentarlo lei stessa indossava una copertura a seno ed inguine pur non avendone bisogno essendo completamente coperta di pelo come una volpe, ma se fosse stato per lui sarebbero tutti quanti andati in giro vestiti come quelle terrestri, cos’erano? Suore?

« vogliamo tornare a noi, per cortesia?! » Doctor Virus tentò di riportare l’ordine, e se non altro Experio tornò a testa in su e Skin smise di borbottare. « allora, il salvataggio di BabyZy…»

« non vedo che c’è ancora da discutere ».

« non vedo che c’è ancora da discutere ».

« partiamo ».

« partiamo ».

« non imitarmi! »

« non imitarmi! »

« sei tu che mi imiti! »

« sei tu che mi imiti! »

« no sei tu! »

« no sei tu! »

« no sei tu! »

« no sei tu! »

« no sei tu! »

« no sei tu! »

« DON! »

« sapete che sono vegetariano, ma potrei pure cambiare idea » sibilò il mantix ai gemelli sorridendo scoprendo i denti appuntiti e tirando fuori entrambe le lingue biforcute « in fin dei conti anche prima di diventarlo non ho mai mangiato un jellyng come voi due ».

Entrambi si zittirono, ma solo per qualche secondo.

« qualcuno metta una museruola alla manta » disse uno.

« …la manta » ripeté l’altro.

« stabilito che Zoisite va salvata, allora c’è da stabilire quando e come. Da qui a pianeta Freezer N.1 c’è una giornata di viaggio…» disse lo zetaliano « dovremo stare bene attenti a non farci intercettare dai radar ».

« quando La Nera era qui, questi problemi non c’erano » commentò Experio, tornando a testa in giù e portando Skinhope ad emettere un verso schifato « poteva farci sparire nelle ombre, e non c’era radar che ci sentisse ».

« anche tu puoi fare una cosa analoga » osservò Don Veit.

« solo con gli esseri viventi, come per il resto dei miei poteri: sono tutti limitati alla materia vivente. La Nera non aveva questo limite ».

« posso provare a modificare il cannone fotonico della nave. Invece che sparare emetterà un impulso elettromagnetico a lungo ed ampio raggio tale da disattivare ogni apparecchio elettronico presente sul pianeta » propose Loramora, che non aveva poteri strani ma sapeva difendersi, ed era un promettente ingegnere.

« che lo utilizziamo in questo frangente o meno è qualcosa che ci servirebbe comunque. Comincia pure a lavorare, se ti va » concesse Doc.

Lora sparì al volo.

« non vedeva l’ora di metterci le mani » bofonchiò Skin.

« quindi è deciso. Partiamo verso pianeta Freezer n.1 » disse piano Doctor Virus. Non era propriamente entusiasta al pensiero di trovarsi faccia a faccia con Freezer e Cooler, e poteva solo sperare che sarebbe andato tutto per il meglio.

« la porteremo via con noi e ce ne andremo sani e salvi » lo tranquillizzò Skinhope « vedrai ».

« vorrei crederci quanto te, ma da uomo di scienza le possibilità che abbiamo sono…»

« e non stare a pensare alla scienza! Rilassa i neuroni! » disse uno dei gemelli Rorgax. Non si sapevano i loro nomi, ma questo non contava granché, visto che tanto erano sempre insieme e facevano tutto insieme pur -apparentemente- non sopportandosi.

« rilassa i neuroni! »

« non imitarmi! »

« non imitarmi! »

« sei tu che mi imiti! »

« sei tu che mi imiti! »

« no sei tu! »

« no sei tu! »

« no sei tu! »

« no sei tu! »

« no sei tu! »

« no sei tu! »

« DOOOOOOOOOOON!!! » urlò Skinhope.

« ragazzi, che vi ho detto meno di due minuti fa?! Se non la smettete vi mangio! »

Doc si estraniò dalle urla, e guardò fuori dall’oblò.

Quella sì che era una missione pericolosa. Altrochè!

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Capitolo 21
*** L'ombra del tesoro ***


= L’ombra del tesoro =

 

 

 

 

 

 

Zoisite era in uno di quei momenti in cui si chiedeva…

“ma che mi è saltato in testa?”

“avrò fatto bene?”

“perché ho voluto dire a Cooler del tesoro?”

“perché mi sono lasciata convincere a, parole sue, non essere precipitosa nella scelta?”

“ …ma più che altro come posso parlare ancora con lui dopo quel che ha fatto a Freezer?”

“perché sto costringendo due tizi che non si sopportano a stare nella stessa astronave?”

“e perché non riesco a decidere, sapendo che tanto Cooler probabilmente non lo sposerò?”

Ecco, giunta a quella consapevolezza dopo aver parlato con lui - che sembrava aver accettato questo declassamento a “opzione potenzialmente pericolosa” senza colpo ferire - avrebbe proprio dovuto rendere definitiva la scelta. Con Freezer erano venuti al dunque, no? Quindi perché accidenti non riusciva a farla finita?!

Che li tenesse tutti sulle spine perché sotto sotto le piaceva il pensiero di poter esercitare una sorta di controllo sui due esseri più forti della galassia, o almeno di quella sezione? Forse, ma di certo era una cosa a livello inconscio, perché consciamente la shadowjin tutto provava meno che piacere.

Una volta trovato il tesoro però il gioco sarebbe finito, Zoisite sapeva che avrebbero entrambi preteso che scegliesse immediatamente.

Osservò Freezer, che aveva inserito il pilota automatico nell’astronave ed evitava accuratamente di registrare la presenza di suo fratello, guardando ostinatamente fuori dall’ampia vetrata. Visti i precedenti, e visto quel che era successo tra loro, era già tanto che non cercasse di saltargli alla gola. Per una volta la shadowjin l’avrebbe trovato pure comprensibile.

Cooler dal canto suo faceva lo stesso, ignorando Freezer. Probabilmente entrambi avevano deciso - non di comune accordo ma seguendo la stessa logica - di cercare di comportarsi in un modo che avrebbe portato Zoisite a compiere una scelta definitiva in quello che era l’ultimo atto della loro sfida. Erano talmente occupati a non ammazzarsi a vicenda, e Zoisite a cercare di decidere, che nessuno dei tre aveva notato il segnale silenzioso di una navicella che aveva cambiato rotta da Pianeta Freezer n.1 a quella che stavano seguendo loro, e li aveva seguiti tutto il tempo.

Era una giornata intera che la shadowjin non sentiva nessuno parlare. I due fratelli ovviamente non conversavano tra loro, e lei non parlava a nessuno dei due, perché se avesse rivolto la parola a uno magari l’altro l’avrebbe ritenuto un’offesa personale…ok, non era esatto. Se avesse rivolto la parola a Cooler, Freezer l’avrebbe ritenuta un’offesa, mentre a parti invertite non sarebbe successo niente di che. Ma perché rischiare?

“ tra un po’arriviamo” avrebbe voluto dire Zoisite. Anche una constatazione semplice e stupida come quella sarebbe stata più sopportabile di quel silenzio di tomba, ma le mancò il coraggio, perché una cosa di sicuro la sapeva: se i rapporti tra i due fratelli erano arrivati a quel punto, la colpa era anche sua.  

« satellite in vista. Atterreremo tra circa un minuto ».

Oh, alleluia, qualcuno che parlava. Nello specifico, Freezer.

Zoisite cerò la risposta più corta e impersonale possibile.« ok  ».

Evidentemente fu una mossa azzeccata, perché non diede a nessuno dei due fratelli spunti per provocare l’altro.

Per come litigavano, a volte Freezer e Cooler le avevano ricordato i gemelli Rorgax, quei due pazzi jellyng che giusto Don Veit riusciva relativamente a gestire minacciandoli di mangiarli. Non che ormai qualcuno prendesse quella minaccia sul serio, sapevano tutti che era diventato vegetariano da un pezzo.

Atterrarono sul satellite senza alcun problema, e senza neanche troppo rumore considerando l’eco di quel sasso deserto. Scesero dall’astronave ringraziando il dio degli icejin di aver dato loro la facoltà di poter sopravvivere senza problemi nello spazio aperto, perché altrimenti avrebbero avuto bisogno almeno di un respiratore, e per quanto attualmente girassero i modelli più ridotti e avanzati erano sempre una seccatura.

« bene, ci siamo. Adesso dove si va? » Cooler si guardò attorno « questo posto sembra tutto uguale ».

« non guardare me, io non ne ho la minima idea » disse la shadowjin.

« sono l’unico ad avere notato quella specie di grotta? »

Entrambi si voltarono verso il punto indicato da Freezer. Ok, uno a zero per lui. Si diressero tutti e tre fino alla grotta, in perfetto silenzio, e fu a quel punto che l’anello di Zoisite cominciò a tremare, per poi brillare di luce rossa.

« dev’essere una conferma che siamo sulla strada giusta » disse la shadowjin « a questo punto una volta entrati ci basterà tenere gli occhi puntati sull’anello. Se brilla andiamo bene, se non brilla dovremo tentare un altro percorso ».

Freezer osservò quella brillante luce rossa, poi il buio pesto della grotta, e in quell’istante capì una cosa: a costo di accecarsi avrebbe guardato costantemente l’anello, perché a quelle tenebre orrendamente fitte non voleva pensare nemmeno. E se dal buio fosse uscita sua madre?

Era un pensiero totalmente irrazionale, lo sapeva, come sapeva che quella sera lui non aveva davvero parlato con regina Ice ma con un manichino, eppure non riusciva a togliersi dalla testa che quel che temeva sarebbe potuto succedere. Gli avrebbe di nuovo detto che non doveva nascere…e poi per rimediare all’errore lo avrebbe ucciso…

La notte prima di partire aveva dormito con una piccola luce accesa in camera. Vergognandosi, sentendosi più scemo di un bambino di tre anni, ma lo aveva fatto.

« Freezer? È tutto a posto? »

Si riscosse bruscamente sentendo la domanda preoccupata della shadowjin. Non poteva fare di nuovo la figura del mollaccione. « ovvio che è tutto a posto. Muoviamoci ».

Cooler nel buio sogghignò. Aveva fatto proprio un ottimo lavoro, e il suo fratellino era ben lontano dal riprendersi dal trauma; che Zoisite lo avesse “declassato” era solo un effetto collaterale negativo che poteva ancora riuscire a gestire. Forse.

Se così non fosse stato, che dire, quale occasione migliore per farla fuggire? C’era un’astronave con dentro una quantità di provviste standard e un bel po’di carburante, lui avrebbe trattenuto il nano finché lei non se ne fosse andata, ed ecco fatto. Perderla gli seccava, ma c’era sempre una speranza che tornasse, e poi era meglio che lei se ne andasse via, piuttosto che far vincere suo fratello.

Camminarono lungo i cunicoli della grotta senza troppi problemi per un bel pezzo.

« mi sembra strano che non ci siano trappole, o qualsiasi mezzo di protezione, o che so io ».

« Freezer, tieni gli occhi sulla bella lucina e non fare il menagramo come tuo solito, altrimenti qualche demone potrebbe uscire dal buio per tirarti la coda ».

Zoisite si sentì avvolgere da una morsa gelida. Oh no…lo sapeva che la tregua non sarebbe durata, lo sapeva!

Svanì nelle ombre un attimo prima che Freezer lanciasse una sfilza di raggi letali a Cooler senza pensare che rischiava di colpire anche lei. Cooler rispose a suon di pugni, Freezer cominciò a fare lo stesso lanciando meritatissime invettive di ogni sorta, mentre Zoisite, sempre in forma di ombra, raggiungeva la fine del cunicolo. Sapeva dove andare, perché anche nelle ombre sentiva l’anello vibrare. Non c’era da stupirsi, probabilmente era stato fatto apposta, appartenendo a uno Shadow.

“quando quei due avranno finito di litigare rispunteranno fuori” pensò.

Stavolta proprio non se la sentiva di mettersi in mezzo, era lì per il tesoro e lo avrebbe trovato, che facessero quel che volevano.

Si stupì ritrovandosi in quella che sembrava una depressione del suolo circondata da rocce che la coprivano quasi del tutto, lasciando solo un angolo di cielo aperto sulla cima. Tornò in forma solida e camminò fino al centro, guardandosi attorno.

«…è stato scavato nella montagna » mormorò, per poi abbassare gli occhi. Sul suolo si incrociavano diverse linee, apparentemente senza significato… l’anello brillava più che mai, e vibrava tanto da farle tremare l’intera mano.

Istintivamente la shadowjin prese il volo, e man mano che si allontanava quelle linee assumevano contorni sempre più chiari.

In incisioni sul suolo messe in cerchi concentrici era rappresentata la storia degli Shadow. I primi di loro. L’evoluzione. I momenti più importanti degli sporadici rapporti con gli altri icejin. Le guerre, più di quante Zoisite pensasse. Ma fu l’incisione al centro a catalizzare la sua attenzione, non solo perché sembrava estremamente recente…

Rappresentava uno shadowjin maschio e una femmina che mettevano due bambini - a loro volta un maschio e una femmina - in un’astronave, e in seguito gli stessi due bambini - in delle possibili fattezze adulte - in quella stessa camera del tesoro. La femmina faceva sparire nelle ombre una mano con un anello, ponendola in quel foro esattamente al centro della stanza. Infine c’era l’ultima parte in cui il maschio e la femmina che mettevano dei gioielli a…a tre, di bambini

I figli che lei ed Hayun avrebbero dovuto avere.

Quelle erano le ultime volontà dei suoi genitori, incise nella pietra per sempre.

Pianse, mentre tornava a terra, pensando a quanto invece le cose fossero andate diversamente. Le speranze dei suoi genitori erano morte con loro, lei era e sarebbe sempre stata l’ultima Shadow “pura” rimasta, e l’unica consolazione era che se non altro non potevano saperlo: i morti erano morti.

Non ci pensò due volte a far sparire nelle ombre la mano con l’anello, proprio come aveva visto nell’incisione, e a infilarla nel foro. Immaginò che fosse una specie di mezzo di riconoscimento, l’ombra simile a quella di Morgan, e l’anello.

Il pavimento cominciò a tremare forte, Zoisite si alzò nuovamente in volo mentre il pavimento si apriva in due. Venne immediatamente accecata da un fortissimo bagliore dorato. « il tesoro…»

Fu proprio in quel momento che Freezer e Cooler, decisamente malconci tra il combattimento ed il conseguente crollo, bucarono una parete della stanza per uscire.

« ma che…»

« il tesoro! » esclamò Cooler.

Il pavimento aveva quasi finito di aprirsi, e c’era una spaventosa quantità di oro, metalli preziosi di ogni tipo e gioielli, e tutto quel ben di dio apparteneva alla shadowjin che stava fluttuando in aria. « incredibile ».

Entrambi i fratelli le volarono davanti.

« sì, incredibile, ma a dirla tutta non è quel che mi interessa al momento » disse immediatamente Freezer « abbiamo trovato il tesoro, piccola shadowjin. Tu sai cosa significa questo. I tempi dell’indecisione sono finiti. Devi fare una scelta definitiva…»

« dalle almeno un attimo di respiro! » si intromise Cooler, guardando la ragazza.

« ne ha avuti fin troppi, di attimi di respiro. È ora che scelga…cos’è, Cooler, non ti rassegni ad aver perso? »

« perché ti ostini a voler capire cosa le passa per la testa, quando invece non sai nemmeno cosa passa per la tua? »

« piantatela tutti e due! » esclamò la shadowjin, in un tono quasi isterico che li fece zittire « ma non lo capite che non ce la faccio più?! »

« non ce la fai più tu, dici! E io allora, che ho dovuto sopportare i tuoi tira e molla fin dall’inizio?! » ribatté Freezer, abbastanza seccato « eppure sai da un pezzo cosa c’è tra me e te, lo sai che io ti…»

« non starai per dirle “ti amo”? »

Ancora una volta Cooler aveva rovinato il momento. Freezer ammutolì di colpo, il volto rosso come i capelli di Zoisite, e sferrò un improvviso diretto in faccia al fratello.

Cooler finì sbattuto contro una parete, ma tornò subito alla carica come se nulla fosse accaduto. « Zoisite, per me puoi fare quello che vuoi. Lo so che adesso mi consideri un’opzione pericolosa, ma io tengo sul serio al tuo bene …»

« no, tu vuoi solo vincere! » sbottò Freezer.

« io al posto tuo sceglierei me, più che altro perché non c’è rischio che ti uccida per noia, ma se vuoi correre il rischio di sposare questo psicotico non mi opporrò. Hai due scelte: vuoi lui, o me? »

Zoisite in quell’attimo ricordò tutto. I primi tempi con Freezer, le lotte, i baci, la passione, le volte in cui erano stati vicini, quando lui aveva suonato il piano…e ricordò anche i momenti con Cooler. Insieme si erano divertiti, ma non era e non sarebbe stata mai la stessa cosa. Era come scegliere tra un dolce senza farcitura, che era buono, e uno con farcitura alla nutella e con la panna sopra. C’era differenza. Guardò Freezer. « io-»

« non per disturbare, signori, ma La Nera non ha due scelte: ne ha tre ».

Dopo questa frase i due fratelli vennero come paralizzati. Zoisite pensò di essere temporaneamente diventata cieca, prima di rendersi conto che aveva davanti agli occhi un drappo che conosceva bene. Non ci poteva credere. « Experio…? » mormorò, scostando il drappo.

« e non solo lui! » esclamò qualcuno, dando due pugni tali ad sue icejin paralizzati da farli schiantare contro quel poco di pavimento che non era ricoperto di roba.

« Skinhope! » esclamò la shadowjin. Guardò in alto.

L’astronave di Doc, con il portello aperto, e c’erano tutti…ma proprio tutti!

« Zoisite, muovi le chiappe! »

« sempre gentile, eh Lora? »

« direi che sia il caso di ascoltarla, l’incantesimo reggerà altri dieci secondi » disse con estrema tranquillità Experio, volando in alto con Skinhope.

Peccato che sbagliasse, perché Cooler si riprese dopo appena altri due: era più forte di Freezer anche in quello. « chi sono questi maledett-»

« sono amici miei! Non attaccarli » lo bloccò Zoisite.

« dalla faccia che hai non ti aspettavi di vederli ».

Lei scosse la testa.

Cooler guardò lei, loro, suo fratello che stava ricominciando a muovere le mani. « mi sposi? »

Istintivamente la shadowjin scosse la testa.

« scappa con la cassa, mentre io lo trattengo » fu la piatta replica di Cooler, che saltò addosso a Freezer appena in tempo.

« non osare andartene! Non ci pensare nemmeno, altrimenti sono fatti tuoi e loro! » l’icejin bianco cercava di liberarsi dalla presa di suo fratello, ma non ce la faceva, ed era talmente tanta la paura di perderla da indurlo a dire quell’ “altrimenti sono fatti tuoi e loro” -residuo di una vita passata ad ottenere in quella maniera ciò che voleva- una frase che scatenò nella shadowjin la tanto temuta reazione fisiologica a fuggire.

Cooler iniziò a ridere, mentre Zoisite faceva rapidamente sparire il tesoro portandolo nelle ombre.

« sei bravissimo a rovinarti da solo! Hai dimenticato il suo istinto, vero? » gli sibilò all’orecchio.

Freezer capì di aver commesso un enorme sbaglio quando la vide volare nell’astronave, il portello richiudersi, per poi filare via a tutta velocità.

Cooler continuò a ridere sadicamente, e lo trattenne per dieci minuti. Lo lasciò solo quando giudicò che fossero sufficientemente lontani.

« perché l’hai fatto?! Perché?!  Adesso saranno fatti tuoi, nostro padre-»

« era un rischio calcolato, fratellino. Sì, nostro padre me ne dirà quattro, ma cosa mi importa? L’unica cosa che voglio è far sì che tu soffra le pene dell’inferno, e direi che ce l’ho fatta anche grazie al tuo preziosissimo contributo. Lei è andata via, e tu la ami, dev’essere doloroso, specialmente sapendo che è l’unica giusta per te. Ti avrebbe scelto, lo sai? Se è scappata con loro, la colpa è solo tua ».

« non è vero! »

« oh sì che lo è, e non sai quanto godo. Adesso, chissà! La rivedremo? Non la rivedremo? » rise ancora « tornerà mai? E se sì, tornerà da me, o dallo psicotico che l’ha minacciata di nuovo? » volò verso l’alto « ti lascio a leccarti le ferite, sarò così generoso da prendere una delle navette di emergenza per tornare a Pianeta Cooler n.1, così quando avrai finito di piangere potrai tornare nel tuo palazzo con la tua astronave. Addio ».

Se ne andò.

Freezer rimase solo in quella stanza del tesoro vuota, con quel poco di cuore che aveva ancora più vuoto.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

« ehi ».

« ehi ».

Loramora si avvicinò alla shadowjin, che guardava fuori con aria malinconica. « pentita? »

« sì. No. Non lo so ».

La gamariana le si sedette di fianco. « ti eri proprio innamorata, eh? »

Lei annuì. « non ho potuto fare a meno di fuggire dopo quel che ha detto, è il mio…è quella cosa fisiologica ».

« lo so. Guarda che nessuno ti obbliga a restare per sempre, anche se ci piacerebbe. Se è del tempo che vuoi, hai quasi due anni per decidere se tornare da lui o meno. Direi che basti, non credi? »

Zoisite le fece un piccolo sorriso. « sempre che mi voglia ancora. Lora, non pensavo che sareste venuti a prendermi. Grazie ».

« ah, basta sentimentalismi adesso » si schermì Loramora « vieni di là, Doc ha organizzato una festicciola per il tuo ritorno ».

« ma non so se…»

« muovi le chiappe ».

Alla fine Zoisite si arrese a quell’invito tanto gentile. Ma sì, aveva quasi due anni per rimettere in ordine i pensieri che aveva nella testa, e andare a prendere quel medicinale le avrebbe offerto la possibilità di un ritorno in grande.

Tanto valeva accettare la felicità di quelli che a quel punto tanto valeva considerare suoi amici, e godersi quel periodo di relativa calma.

« sei tu che mi imiti! »

« no, sei tu! »

« DOOOOOOOOOON!!!!»

Relativa, appunto.

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


= Epilogo =

 

 

 

 

 

 

Diciannove mesi.

Diciannove lunghissimi mesi passati a fingere che fosse tutto normale di giorno, per poi ridursi a cercare lei e il suo profumo di notte, stringendo disperatamente un cuscino che quel profumo, ormai, lo aveva perduto da moltissimo tempo.

Era arrivata nella sua vita all’improvviso come uno tsunami, aveva lasciato il segno proprio come avrebbe potuto lasciarlo uno di essi, poi se n’era andata.

Meglio specificare, se si parlava di segni: gliene aveva lasciato uno enorme su quel poco di cuore che aveva, e lì finiva; quanto al resto, a Freezer sembrava che Zoisite non ci fosse mai stata. I bagnoschiuma non erano più in ordine di colore, le battle-suit non erano messe dalla più alla meno consunta, l’ala dell’infermeria che la shadowjin aveva fatto esplodere era stata riparata già da un pezzo. L’unico segno tangibile della sua passata presenza erano le bottiglie vuote, almeno due per sera, che campeggiavano sul comodino di Freezer. Di giorno c’era il lavoro a tenerlo impegnato, ma la notte era diventata la sua più grande persecutrice, con tutti gli incubi che portava.

Per colpa di Cooler sognava ancora sua madre, e adesso sognava anche Zoisite.

Zoisite con uno sconosciuto.

Zoisite con suo fratello.

Zoisite in pericolo chissà dove.

Zoisite morta.

A volte Freezer sentiva di odiarla, si sentiva usato. Aveva la sensazione che la shadowjin lo avesse trattato come il suo giocattolino, usandolo per divertirsi e trovare il tesoro, per poi fuggire via alla prima occasione.

Altre volte invece era se stesso che odiava perché, pur conoscendo la fisiologia degli shadowjin, era stato così stupido da minacciare lei e quegli strani tizi che erano venuti a prenderla. Se non lo avesse fatto, probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso. Lei stava per sceglierlo…

Inizialmente suo padre aveva minimizzato sull’accaduto: “ tornerà, tranquillo”, aveva detto.

Poi “tornerà, tranquillo” era diventato solo “tornerà”, in seguito “tornerà, prima o poi”, e dopo ancora era diventato “tornerà? Comunque puoi sempre guardarti intorno, ci sono tante donne che sarebbero orgogliose di essere tua moglie ”.

Freezer però non ci pensava nemmeno: se non poteva essere lei, non sarebbe stata nessuna.

Inutile dire che l’aveva fatta cercare in ogni dove, per quanto aveva potuto, e ovviamente non aveva trovato né lei né gli strani esseri con cui era scappata, ma non intendeva ancora arrendersi all’idea che Zoisite non sarebbe tornata.

Dopo i primi due mesi aveva cominciato a scriverle. Era tutto lì, in cinque o sei agende nascoste nel fondo del suo armadio. I primi scritti erano lunghi pagine e pagine, inframezzati da dei semplici “torna” in maiuscolo dei giorni in cui non si era sentito di scrivere altro. Era una cosa che aveva fatto per se stesso più che per lei, perché se - quando - fosse tornata davvero dubitava fortemente che le avrebbe mai fatto vedere quel che aveva scritto.

Seconda bottiglia finita. Anche per quella sera poteva bastare. Riusciva quasi a immaginare di sentire il suo profumo pensò, stringendo il cuscino su cui lei, quasi due anni prima, aveva dormito.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Erano anni che Regina Ice “dormiva” nella stanza che le era riservata. Ogni tentativo dei medici di farla uscire dal coma era miseramente fallito, e se erano ancora in cerca di nuove cure era solo e soltanto perché Re Cold li costringeva a continuare senza sosta un accanimento terapeutico che loro consideravano completamente inutile… ma vai a far capire il concetto di “inutilità” a un marito disperato che rifiutava di rassegnarsi!

Ogni sera prima di andare a dormire, Re Cold andava a baciare sulla fronte la sua regina, rassicurandola che quando si fosse svegliata lui ci sarebbe stato; poco gli importava se regina Ice potesse sentirlo o meno, e anche quella sera andò così.

Dopo il bacio, re Cold uscì dalla stanza, lasciando solo una piccola luce accesa. Nel caso sua moglie si fosse svegliata, non voleva che lo facesse al buio: per i suoi gusti, regina Ice era stata nelle tenebre più che abbastanza.

Fu a quel punto che Zoisite uscì dalle ombre, quasi commossa dall’amore di quell’icejin verso la moglie, che non era affatto diminuito nonostante le condizioni di quest’ultima.

Alla fine la shadowjin aveva deciso di tornare. Appena terminata la missione si era fatta dare da Doc la dose di quel medicinale che avevano rubato, ed era immediatamente ripartita verso la sezione nord della loro galassia, con l’intento di utilizzarlo per risvegliare regina Ice dal suo lungo sonno.

Quanto a Freezer…

In tutti quei mesi in cui gli era stata lontana aveva finalmente realizzato che era lui quello giusto, nonostante tutti i difetti caratteriali ed i complessi che si ritrovava, e anche nonostante la sua somiglianza a Moira Orfei. Dopo una settimana di viaggio aveva avuto già la tentazione di tornare e di rivedere sia lui che Cooler, poi la nostalgia per Cooler era scemata, mentre quella verso Freezer si era intensificata.

Solo che c’era un problema: l’avrebbe voluta ancora? Magari si era sposato con un’altra, e l’aveva dimenticata, e se gli fosse ricomparsa davanti l’avrebbe uccisa sul serio. O beh, se non altro era arrivata a vedersi completa.

Tirò fuori dalle ombre una siringa sterile e, come le aveva mostrato Doc, dopo averla riempita con il medicinale la iniettò direttamente in un’arteria di regina Ice. Lo zetaliano le aveva consigliato di fare così, in modo che entrasse in circolo più rapidamente, e chi era lei per non dare retta al dottore?

“ se farai come ti dico, dopo cinque minuti si risveglierà. Ma sei sicura di quel che… insomma…lo sai che qui per te c’è sempre posto”.

Sì, Zoisite lo sapeva, ma sentiva anche di dovere qualcosa a Freezer, che l’avesse rivoluta accanto o meno.

Così si sedette, cronometrando il tempo che passava.

Cinque minuti. Quattro minuti. Tre minuti. Due. Uno…

Cominciò a contare i secondi.

“ sette…sei…cinque…quattro…tre…due…uno…”

Un mormorio soffocato giunse dalla donna ormai non più in coma distesa sul letto, che aprì lentamente gli occhi. « il mio bambino…» sussurrò, portandosi una mano al ventre.

“ ok, non devo piangere” si impose la shadowjin. Di certo non c’era da temere che regina Ice potesse non voler bene a Freezer, se la prima cosa che aveva fatto appena sveglia era stata chiedere di lui “ adesso però è meglio che sparisca, prima che…”

« tu chi sei? » le chiese la donna, con voce arrocchita. In fin dei conti erano anni e anni che non la utilizzava.

Zoisite rimase lì ferma per qualche istante senza sapere che dire. Accidenti a lei che aveva perso tempo ad ascoltare quel che diceva regina Ice e non era sparita subito!

« sei una shadowjin…pensavo che l’ultimo si fosse estinto poco tempo fa » continuò. Si voltò alla sua destra e vide il calendario. Erano quasi ventisei anni avanti! «  ventisei?... ».

« sì. Beh. Non siamo proprio estinti, io ci sono ancora ».

« sono passati davvero ventisei anni? » le chiese regina Ice, sconvolta.

Zoisite annuì. « mi spiace che l’abbia saputo così ».

« e il mio bambino? Come sta? Ne sai niente? » da donna estremamente energica quale era, regina Ice voleva sapere tutto quel che si era persa, e subito. « mio marito? Cooler? E tu, soprattutto, che rapporti hai con il mio clan? Da dove vieni? Come ti chiami? » tossì.

La shadowjin le versò dell’acqua. « meglio che non si sforzi troppo ».

Regina Ice accettò il bicchiere, e bevve. « ho quasi ventisei anni da recuperare ».

« è comprensibile. Comunque, andando con ordine, fino a diciannove mesi fa Freezer stavaaa…diciamo benissimo. Adesso anche, credo. È a capo di buona parte del vostro impero, ed è il secondo essere più forte della galassia dopo suo fratello Cooler…»

Regina Ice fece un bel sorriso. « ero certa che mi avrebbe resa fiera di lui ».

Altra ondata di sollievo per Zoisite. « immagino ».

« mio marito? »

« era qui poco fa. Non l’ha mai abbandonata, e gli manca molto, come ai suoi figli del resto » disse la ragazza, evitando di dirle dell’odio che c’era tra Freezer e Cooler proprio perché quest’ultimo riteneva il fratello responsabile del coma.

Regina Ice poggiò la schiena sul cuscino, sollevata. Si era persa ventisei anni, ma se non altro sembrava andare tutto bene. Adesso però rimaneva la curiosità di sapere chi fosse la splendida ragazza - donna, in verità - che le stava davanti, e che sembrava sapere vita morte e miracoli del suo clan. « hai una coda molto lunga » si complimentò.

« grazie ».

« adesso ti decidi a dirmi come ti chiami? »

Abbastanza schietta, proprio come le avevano detto. « mi chiamo Zoisite. Zoisite del clan Shadowhidden ».

« Shadowhidden… sì, ho capito. Bene, Zoisite » tossì ancora « adesso voglio sapere com’è che sei a conoscenza di tutti questi dettagli. O sei una spia, o devi avere rapporti stretti con qualcuno del mio clan ».

Zoisite automaticamente si potò la mano davanti al viso per rimettere davanti un ciuffo di capelli che ormai era stato tagliato da un pezzo. « sono… ero… amica dei suoi figli, e ho conosciuto anche suo marito, a dire il vero ».

« più che “amica” allora direi “promessa sposa”, vero? Se così non fosse stato, dubito che mio marito si sarebbe scomodato per conoscerti ».

Oltre che energica regina Ice era anche sveglia, forse perfino troppo, ed era appena uscita dal coma, quindi figurarsi cosa poteva combinare quando era in perfetta forma! Un’eventuale futura suocera interessante, ma in un certo senso anche pericolosa. « sì, ok, una specie di promessa sposa, ma è una storia molto lunga, e non penso che adesso le condizioni siano quelle di diciannove mesi fa ».

« sei fuggita ».

Non era una domanda, ma una semplice constatazione. « già ».

« e ora sei qui. Diciannove mesi…io riuscii a stare lontana da mio marito per nove, prima di tornare. Non so se conosci la storia ».

Comunque sia c’era da dire che sembravano essere già entrate abbastanza in confidenza; d’altra parte lo avevano detto in molti, che caratterialmente si somigliavano. « anche nella mia c’è una prigionia di mezzo ».

« Cooler o Freezer? »

« il secondo, ma gliel’ho detto che è una storia lunga. Mi volevano tutti e due come moglie, ma io non sapevo che fare e sono scappata » disse rapidamente Zoisite « ho avuto l’occasione di andare via, e di prendermi del tempo per pensare, mentre mi procuravo il medicinale che l’ha risvegliata. Se sono stata via tutto questo tempo è per quest’ultima ragione, era in un posto lontano ».

“ quindi le devo il mio risveglio “ pensò la donna. « quant’era lontano di preciso, per metterci diciannove mesi? »

« sezione est della galassia che si trova a sud della nostra, e prenderlo non è stato semplice, anche se a dirla tutta con quel gruppo ho affrontato anche missioni più difficili. Una volta preso quanto me ne serviva, sono venuta qui immediatamente perché…io non so se Freezer mi pensi ancora o meno, ma sentivo di dovergli qualcosa, e sapevo per certo che questo gli avrebbe fatto piacere » disse « dato che pensa che il coma in cui è entrata sia colpa sua ».

Regina Ice bevve dell’altra acqua. « nemmeno per sogno. Non è colpa sua, e ti dico di più, se tornassi indietro lo rifarei, pur di far sì che venga al mondo ».

« penso che sentirselo dire gli piacerebbe ».

Regina Ice la guardò a lungo, in silenzio. « che progetti hai? »

« non lo so. Ho saldato il mio debito, ma come le ho detto non so come la prenderebbe suo figlio, se mi rivedesse. Diciamo che ha un carattere un tantino imprevedibile ».

« magari puoi fare come feci io a mio tempo quando tornai. Rammento che sono stata nascosta nei dintorni un paio di giorni per vedere che aria tirava, e mi sono palesata soltanto una volta sicura che fosse favorevole. Per te una cosa simile dovrebbe essere estremamente facile » commentò « sempre che tu abbia intenzioni serie con lui, e per intenzioni serie intendo matrimonio » la avvisò.

« questo lo avevo capito ».

« adesso farò sapere che mi sono finalmente risvegliata…»

« penso che arriverà la famiglia al completo ».

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Freezer non ci poteva credere, temeva che fosse solo un sogno, o qualcosa del genere: quando suo padre lo aveva chiamato nel bel mezzo della notte, lì per lì non aveva nemmeno capito quel che aveva detto, e re Cold era talmente euforico che non sembrava nemmeno lui.

Poi aveva realizzato.

“ si è svegliata! Si è svegliata!

Per poco non era svenuto, e adesso lui era lì, sulla soglia della camera dei suoi genitori, e non riusciva a decidersi a entrare. Pensò che fosse un bene, però, che Cooler non fosse ancora arrivato. Aveva detto che ci avrebbe messo tre o quattro giorni, era andato in viaggio chissà dove, quello…

« dai, entra » lo incitò suo padre.

« è che sono un po’…» scosse la testa « non lo so nemmeno, come sono. Insomma… si è svegliata! »

« e non vede l’ora di vederti ».

Finalmente l’icejin bianco si decise ad aprire la porta. Aveva tanti pensieri confusi in testa, ed era sinceramente in ansia.

Se a sua madre non fosse piaciuto?

Se non l’avesse ritenuto all’altezza?

Se lo avesse odiato come diceva Cooler, e lo avesse fatto venire lì per dirglielo di persona?

Eccola lì, sua madre. Lo guardava seduta sul letto, ancora in vestaglia, e tanto riusciva ad avere un’aria regale. Freezer si sentiva terribilmente a disagio, lei lo guardava e non diceva una parola…

« vieni qui ».

Muovendosi quasi meccanicamente andò dove sua madre gli aveva indicato, vicino al letto, senza sapere cosa aspettarsi… e tutto gli era venuto in mente, meno che l’abbraccio pieno di calore che gli diede sua madre.

« il mio bambino. Sei proprio meraviglioso come ti avevo immaginato ».

Allora non lo odiava.

Allora Cooler si era sempre sbagliato, regina Ice non lo odiava, lei…lo amava?

Anche stavolta non pianse, ma fu dura. « madre…io non…» sorrise e si zittì. Non sapeva che dire, ma non c’era nemmeno niente da dire.

La donna gli prese le mani. « mi dispiace di non esserci stata mentre crescevi, e di non averti visto diventare l’uomo che sei. Comunque sia, voglio che mi prometti una cosa ».

In quel momento Freezer le avrebbe pure promesso di girare vestito da ballerina brasiliana, se glielo avesse chiesto. « qualunque cosa ».

« promettimi che non penserai mai più che è colpa tua se sono andata in coma, perché non lo è. Ho scelto di farti venire al mondo, sapevo a cosa andavo incontro, l’ho fatto e lo rifarei. Quindi smetti di colpevolizzarti, perché non ne hai motivo ».

No, non piangeva ancora, ma gli occhi lucidi li aveva, e non riusciva a parlare. Riuscì solo ad annuire.

Un attimo: chi aveva detto a sua madre che lui si sentiva in colpa?

« siediti qui » lo invitò lei, indicandogli il letto.

Freezer obbedì. « io…com’è stato possibile che…insomma, i dottori le avevano tentate tutte ».

« tutti i rimedi conosciuti in questa sezione della galassia » disse re Cold, entrando anch’egli nella stanza « ma a quanto pare nella sezione est della galassia a sud della nostra sono più avanti di noi ».

« nella sezione?... Sei andato fin lì a prendere qualunque cosa tu abbia preso per farla svegliare? Non lo sapevo! »

Re Cold scosse la testa. « non io. Dobbiamo ringraziare qualcuno che conosci bene, a sentire quel che tua madre mi ha raccontato ».

Freezer li guardò, un po’confuso. « non capisco ».

« ho avuto un incontro estremamente interessante con una certa shadowjin che ha viaggiato diciannove mesi per portarmi il medicinale che mi ha fatta uscire dal coma…»

Volevano proprio farlo svenire, allora! Non era possibile! Parlava di Zoisite, sul serio? Lei era stata lì, lei aveva risvegliato sua madre, lei…

Allora non lo aveva dimenticato. Era tornata. Era tornata davvero!

« lei…lei dov’è? »

« per quanto ne so, potrebbe essere ovunque. Anche qui » disse sua madre « forse. Prova a chiamala ».

« Zoisite…dove sei?! » si guardò attorno, in cerca di un movimento strano o che di simili, ma non ne vide.

« perché non esci a cercarla? »

Freezer guardò sua madre. « ma ti sei appena svegliata, non posso…»

« vai cercarla, su » lo incitò.

A quel punto lui obbedì, e uscito dalla stanza si mise a chiamarla di continuo. A un certo punto gli parve di sentire il suo profumo, e finì in una terrazza.

« vieni fuori una buona volta » si guardò ancora attorno « mi hai fatto aspettare diciannove mesi, basta giochetti! Dai, fatti vedere…»

Sentì una coda intrecciarsi alla propria. Aveva quasi paura di voltarsi, adesso.

« davvero sei stato tutto questo tempo ad aspettare me…?»

Era lì, era lì!

« sì. Ho delle promesse da mantenere ».

« quindi vuoi ancora uccidermi ».

« quando sarai diventata una shadowjin mite e sottomessa, quindi moriremo di morte naturale prima che accada ».

« finalmente ti è entrato nella zucca, eh? »

« sei la solita piccola sh-» avviò a dire, voltandosi finalmente a guardarla, ma la frase gli morì in gola. Non era più tanto “piccola”, era anche un po’più alta di lui, più adulta, più donna, e bellissima.

« che c’è che non va? » gli domandò Zoisite.“ magari non gli piaccio più” pensò.

Capì quanto tale pensiero fosse idiota nel momento in cui lui la baciò.

« sarai pure cresciuta, ma sei sempre la mia piccola shadowjin. Sei qui per restare? »

« assolutamente. E devo darti una cosa » disse Zoisite prendendogli la mano destra ed infilandogli al dito l’anello di Morgan.

Una promessa silenziosa che valeva più di tutto quel che potevano dirsi.

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